Diario Di Viaggio in Turchia Orientale Per Vivere, Attraverso Antiche Civiltà, Un Grande Affresco Storico E Umano
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Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Una terra di frontiera tra Europa ed Asia, in bilico tra progresso e tradizione” è stata ben definita da un tour operator quella zona dell’Anatolia orientale ricca non solo di antiche civiltà, ma anche di paesaggi maestosi, di mercati affollati e caratteristici, che esulano dalla classiche rotte turistiche, una zona che per me aveva sempre avuto il fascino conturbante di racchiudere, probabilmente, il sito più antico del mondo, Gobekli Tepe! Quindi quando mi è stata proposta dall’esperta accompagnatrice Marta, divenuta , dopo tanti viaggi insieme, una carissima amica, questo itinerario come fattibile.. io ed il mio compagno non abbiamo esitato. Avremmo finalmente toccato virtualmente con mano quelle pietre che erano fatte risalire a ben 12.000 anni fa.. pietre più antiche delle stesse piramidi! Che emozione avrei vissuto avvertendo il battito del cuore di un passato così lontano.. avrei sentito la storia prendere vita e quel viaggio tanto sognato si sarebbe proiettato nello spazio e nel tempo e sarebbe diventato una meravigliosa avventura, un’esperienza unica. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Se ho sempre immaginato la bellezza di Istambul ancora legata agli antichi splendori dell'Impero Ottomano, Ankara, mi è apparsa subito come la moderna capitale dai viali spaziosi e dall'aspetto austero. Come città, non mi ha mai colpito in passato, e neppure mi ha entusiasmato in questa ulteriore, sommaria visita. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano E’ da qui che negli anni venti è partita la riscossa dei turchi contro i sultani e il presidente Ataturk, "il Padre della Patria", ha lanciato il suo programma di modernizzazione che mi è parso continuare intensamente nella cosiddetta città nuova, la Yenisehir con le sue architetture avvenieristiche. La città comunque mi è apparsa immensa, estesa a vista d’occhio fino alle colline che circondavano la valle. Secondo la leggenda l'attuale nome di Ankara proviene dall'antico nome della città Anchira (l'àncora), infatti sembra che il Re Mida in sogno ricevette l'ordine da Dio di fondare una nuova città nel luogo dove, secondo le direttive divine, avrebbe trovato l'Arca di Noè. Re Mida spiegò numerose forze di uomini e di giorni alla ricerca di quest'arca. Non la trovò, ma un giorno finalmente in cima di una collina (a circa 900 m d'altitudine e a 400 km lontana dal mare) trovò una grande àncora. Secondo Re Mida questa apparteneva all'Arca di Noè, per cui vi fondò la città richiesta da Dio e la chiamò appunto Anchira . Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Dato il poco tempo a nostra disposizione in questa città per avere un quadro storico ed archeologico completo delle civiltà anatoliche che avremmo visitato abbiamo scelto, con un salto nel passato, la visita del Museo Ittita, uno tra i più importanti musei archeologici del mondo, chiamato appunto “Museo delle Civiltà Anatoliche”. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano La sua ubicazione era una costruzione particolare, situata a sud ovest della cittadella, divisa in due edifici, risalenti al periodo tra il 1464 e il 1471, sotto il regno di Mehemet II, il Conquistatore. Il primo edificio era destinato a bedesten, cioè ad essere un bazar coperto, mercato della lana d’angora, l’altro doveva invece essere adibito a caravanserraglio. Tutto il complesso era circondato da un giardino dove troneggiava una grande statua proveniente da Fasilar e altre piccole sculture con iscrizioni. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Purtroppo solo una grande sala era aperta e un piano sotterraneo con reperti del periodo greco-romano, il resto, ci hanno detto che era da tempo in restauro, ma ci è bastato per assaporare le bellezze di bassorilievi, sculture, vasi e oggetti vari non solo del periodo ittita, ma anche degli Hatti, dei Frigi, degli Urartu… tutte popolazioni che avevano saputo manifestare nell’arte delle forme di civiltà impensata! Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Il giorno dopo siamo partiti con un piccolo pullman sotto un cielo plumbeo che, dopo aver minacciato pioggia per tutto il viaggio, è poi esploso in un acquazzone prorompente.. eravamo arrivati ad Hattusas e dovevamo visitare il bellissimo sito di Yazilikaya, con il santuario più sacro degli Ittiti, costituito di due gallerie scavate nella roccia risalenti al XIII secolo. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano In quel momento di pioggia feroce, abbiamo guardato con tristezza il cielo avvolto da un grigio profondo ed uniforme… sembrava quasi che la luce del giorno si fosse accumulata dietro le nuvole. Ma poi, come per incanto, in risposta ai nostri desideri, le nuvole hanno iniziato ad aprirsi ed abbiamo avuto l’impressione che tutta la luminosità negata in precedenza si facesse spazio per donarci una sorta di benefico calore. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano E così abbiamo potuto visitare quelle gole rese sdrucciolevoli dalla recente pioggia e vedere, scolpiti nella roccia i famosi bassorilievi degli dei con le corna di toro, segno di forza e potenza, che ricordavano un poco nello stile la civiltà micenea… e poi divinità dell’affollato pantheon ittita che sfilavano in processione, in quel luogo sacro, vestite con lunghe tuniche e addobbate con tiare di forma conica. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Ma la scultura più impressionante, risalente al XIII secolo prima di Cristo, difficile da raggiungere, dati i sassi scivolosi e il pantano della recente pioggia, era quella di Tudhalivas IV, re e sacerdote, la cui figura incisa nella pietra misurava quasi tre metri di altezza! Il re era rappresentato in atto di abbracciare il dio ittita Sarruma figlio di Tesup, dio della tempesta. Tutti gli dei inoltre erano ritratti, come in Babilonia e Assiria, col dorso di prospetto, e la testa e le gambe di profilo. Portavano un copricapo scanalato a cono, una tunica corta con cintura e scarpe con la punta in su. Le dee, ritratte sempre di profilo, avevano in capo una tiara cilindrica, calzavano anch’esse mocassini e vestivano una blusa su un camice che scendeva a pieghe fino ai talloni. Una vera unica meraviglia! Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Ci siamo poi spostati ad Hattusas una volta la più grande città ittita risalente a 4000 anni fa, ora un incredibile museo all’aperto che mi è parso in buone condizioni. Abbiamo ammirato il santuario monumentale, il Buyuk Mabed, vasto e complesso, tanto da sembrare una piccola città, con altri piccoli templi intorno dedicati a Teshuba, il “dio della tempesta”, insieme ad Hebut, dea del sole, che cavalcava un leone… una divinità della cui benevolenza avevamo un gran bisogno! Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Sparse per il sito lapidi cuneiformi e la grande pietra verde probabilmente luogo di sacrifici con la vasca dei leoni. Come doveva essere estesa un tempo quella città ricca di storia e come doveva essere bella e vitale! Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Nelle vicinanze si stagliava la Grande Fortezza, il Buyuk Kale, che aveva ospitato dopo il XIV secolo il palazzo reale e anche gli archivi. Questa costruzione era stata in parte ben restaurata. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Proseguendo nel nostro cammino siamo saliti alle varie porte delle mura ciclopiche che circondavano la città.. ricordo la “Porta dei Leoni”, una delle opere meglio conservate.. abbiamo oltrepassato un passaggio ad arco e ci siamo trovati di fronte a due giganteschi leoni che dovevano agire da deterrente affinché gli spiriti maligni non oltrepassassero la soglia e rimanessero lontano dalla città! Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Lungo la doppia cinta muraria, tra la porta reale ad est e la porta dei leoni ad ovest si apriva poi la Yer Kapi, la “Porta della Terra” che segnava l’inizio di un lungo tunnel, di settanta metri, che aveva permesso in guerra le sortite, senza essere visti, degli assediati della città di Hattusas e in pace delle uscite più rapide fuori dalle mura. Diario di Viaggio in Turchia Orientale Per vivere, attraverso antiche civiltà, un grande affresco storico e umano Altre bellissime porte si potevano ammirare lungo le mura alcune più distrutte dal tempo, altre ancora in buone condizioni, come la “Porta del Guerriero” in cui la figura alta oltre 2.2 metri che rappresentava appunto un guerriero con ascia e spada, era probabilmente una divinità o forse un sovrano. La guida ci ha spiegato che non si aveva alcuna certezza, inizialmente il bassorilievo venne interpretato come un sovrano della tarda età imperiale ittita, in abito da guerra, poi l'attributo dell'elmo con corna, tipicamente divino, avevano fatto propendere per la raffigurazione divina.