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Quaderni della Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo 1 "PiemontEgizio" Alessandro Mandolesi Fondazione per l'Arte della COMPAGNIA 9 di San Paolo Fondazione per l'Arte della COMPAGNIA E di San Paolo Quaderni della Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo Via Lagrange, 35 - 10123 Torino Tel. 011.5118799 - Fax 011.5118740 e-mail: [email protected] www.fondazionearte.i È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata. Stampa: Stargrafica - Grugliasco (Torino) © 2006 Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo ISBN 88-902526-0-X 978-88-902526-0-0 Alessandro Mandolesi "PIEMONTEGIZIO" Definizione di un sistema per la valorizzazione dei beni culturali d'interesse egittologico in Piemonte Con "PiemontEgizio" si inaugura la collana dei Quaderni della Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo, varata con l'obiettivo di mettere a disposizio- ne delle istituzioni culturali e degli studiosi, in forma sobria e funzionale, le ricer- che più interessanti, frutto del lavoro sulla valorizzazione dei beni culturali che la Fondazione persegue. I Quaderni intendono produrre strumenti che, sia nel campo dei musei, degli archi- vi e delle biblioteche, sia in quello più generale delle tematiche culturali caratteriz- zanti Torino e il suo territorio, possano dare indicazioni per la costruzione di nuovi circuiti di interesse e fruizione. Lo studio di Alessandro Mandolesi - a cui va la nostra viva gratitudine - sull'egitto- logia e sull'"egittomania" piemontese ha come finalità precipua quella di far emer- gere intorno al Museo Egizio di Torino, in questi anni impegnato nella sfida del pro- prio rinnovamento attraverso la nuova Fondazione, un contesto culturale radicato nel tempo e diffuso su tutto il territorio di riferimento. E non è un caso che il mito si alimenti dai ritrovamenti di materiali egittizzanti dall'Iseo di Industria. Fin dall'inizio del Seicento il mito delle origini egizie di Torino è celebrato dal Pingone e da lì in avanti l'interesse per questa materia si coagula nella prima colle- zione sabauda posta nel Palazzo dell'Università che si amplia per dare vita al Museo Egizio presso l'Accademia delle Scienze nel 1824 con Bernardino Drovetti, aprendo la strada degli studi egittologici piemontesi nel solco di una prestigiosa tradizione che vive ancora oggi. Attorno a questa importante storia torinese, in Piemonte altre collezioni egizie o di oggetti di gusto egittizzante, prendono forma nel corso del tempo. Molte raccolte a Torino, Vercelli, Cherasco, Torre Pellice, Novara, Biella e altrove, sono poco cono- sciute e ancor meno valorizzate, ma costituiscono in più di una ventina di luoghi la testimonianza di un significativo interesse culturale e artistico per la materia. L'amore per l'Egitto è poi testimoniato nelle arti decorative - ambito di produzione di eccellenza piemontese dal XVII secolo in avanti - , nella letteratura e nel teatro così come nei culti magico-esoterici e nell'uso dell'iconografia egizia da parte della massoneria subalpina. Sono quindi case, castelli e musei da visitare, ma anche aree archeologiche, cimiteri e chiese in un percorso trasversale per epoche e tematiche di grande interesse. Lo studio sostenuto dalla Fondazione per l'Arte si propone di porre le basi della messa in rete di queste realtà, così da rafforzare il distretto culturale di ambito egit- tologico, già oggi polo attrattore di pubblico e studiosi, ma che ancora tanto può dare allo sviluppo della vocazione culturale di Torino e del Piemonte. CARLO CALLIERI Presidente Fondazione per l'Arte della Compagnia di San Paolo INDICE I. INTRODUZIONE AI "PIEMONTEGIZIO" P- II. I CONTENUTI p. 13 1. La nascita di una grande passione: l'"origine egizia" di Torino 2. I Savoia e la "pre-egittologia" 3- Bernardino Drovetti e la nascita del Museo Egizio di Torino 4. Champollion a Torino 5. L'egittologia in Piemonte 6. Il collezionismo egizio in Piemonte e la diffusione del gusto egittizzante in età romana 7. Aspetti magico-esoterici e artistici moderni ispirati all'antico Egitto III. I LUOGHI E I TEMI DI RIFERIMENTO p. 33 1. I "poli" del PiemontEgizio 2. Il sistema PiemontEgizio IV. IPOTESI DI VALORIZZAZIONE P. 79 1. Un luogo dedicato al PiemontEgizio 2. Apparati informativi, divulgativi e didattici 3. Internet: il PiemontEgizio nella rete 4. Un sistema informativo "multicanale" distribuito sul territorio 5. Immagine coordinata 6. Attività didattiche e divulgative 7. Eventi culturali 8. Adesione all'Abbonamento Musei Piemonte: la Carta Egizia/Egyptian-Card 9- Programmi turistici 10. Accordi con musei d'interesse egittologico 11. Campus studi del PiemontEgizio 12. Merchandising 13. Realizzazione del sistema APPENDICE A - Quadro sinottico del "PiemontEgizio" p. 101 APPENDICE B - Un itinerario del "PiemontEgizio": Il Cimitero monumentale di Torino e l'arte funeraria egittofila tra Ottocento e primo Novecento in Piemonte p. 105 Bibliografia e Fonti delle illustrazioni p. 115 7 I. INTRODUZIONE AL "PIEMONTEGIZIO" "La via per Menfi e Tebe passa per Torino " J.F. Champollion Il Piemonte, con il suo ampio patrimonio culturale d'interesse egittologico, costituisce un'alternativa unica all'Egitto, fonte inesauribile di spunti e infor- mazioni per chiunque voglia conoscere la complessa e affascinante civiltà fiorita lungo le rive del Nilo. Il ruolo di eccezionale rilievo che Torino e la sua regione hanno avuto nello sviluppo dell'egittologia moderna è legato in primo luogo all'importanza del Museo Egizio, nato nel 1824 con l'acquisto della collezione Drovetti. Ma il legame tra il Piemonte e l'Egitto ha radici più lontane: già nel tardo Rinascimento, con l'elaborazione delle leggende sull'origine egizia di Torino, si delinea quell'interesse particolarmente intenso per la terra dei faraoni che porterà i Savoia a ricercare oggetti egizi ed egittizzanti. Il collezionismo di Stato aveva intuito infatti le grandi potenzialità della cultura egizia, avvolta da sem- pre da un alone di magico mistero. La creazione del Museo Egizio rappresen- ta in questo senso un inedito e coraggioso atto di lungimirante politica cultu- rale della corte sabauda: sono state colte, con largo anticipo in Europa, le potenzialità di immagine simbolica del potere politico di tale istituzione. Per tutto l'Ottocento il Museo fu un luogo privilegiato per le ricerche, larga- mente frequentato da studiosi italiani e stranieri che ne apprezzavano la ric- chezza delle collezioni. Molti conoscono l'importanza della struttura musea- le ma meno noto al grande pubblico è il ruolo fondamentale del Piemonte nella nascita dell'egittologia, per via del coagularsi a Torino prima di studi eruditi e fantasiosi, poi di interessi scientifici che portarono alla definitiva formazione della disciplina. Il Piemonte ha ospitato personaggi celebri legati all'egittologia, primo fra tutti il padre della materia, J.F. Champollion, che in terra subalpina ha veri- ficato e perfezionato le sue teorie sull'interpretazione dei geroglifici. Ancora, il Piemonte ha dato i natali, fra gli altri, a Bernardino Drovetti e a Ernesto Schiaparelli. Quest'ultimo, direttore del Museo Egizio nel primo Novecento, ha promosso scavi scientifici in numerose località dell'Egitto, triplicando in poco tempo la consistenza delle collezioni. Parallelamente alla nascita dell'egittologia, si afferma in Piemonte, fra il XVIII e il XX secolo, un gusto egittizzante che influenzerà notevolmente la contemporanea arte decorativa e monumentale. La presenza dell'antico Egitto in Piemonte non può dunque passare inosser- vata; Torino, nella fattispecie, con la sua vocazione "magica", ha offerto un terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di un legame intenso e duraturo con la "misteriosa" terra dei faraoni. 9 Da tutto ciò nasce l'idea di valorizzare e promuovere culturalmente l'insie- me degli elementi che compongono il patrimonio egittologico del Piemonte. Il presente studio propone infatti un intervento mirato all'esaltazione di que- sti beni, osservando i loro contenuti, il modo in cui essi sono distribuiti sul territorio e il loro grado di fruibilità, allo scopo di definirne un collegamen- to che offra al pubblico una rappresentazione il più possibile esaustiva della cultura egizia e della storia dell'egittologia. L'articolato patrimonio andrebbe considerato in un'inedita lettura, prendendo le mosse dai singoli luoghi e dai personaggi che hanno contribuito alla riscoperta dell'antico Egitto in Occidente. Per giungere a tale definizione - a cui dovrebbe contribuire la rete di collaborazioni e di sinergie tra soprintendenze, enti locali, istituzioni culturali, centri di ricerca e università - risulterebbe fondamentale il coinvol- gimento del Museo Egizio di Torino, potenziale epicentro della rete deno- minata "PiemontEgizio", dove accogliere un Centro di orientamento e di documentazione per la conoscenza del circuito tematico regionale. Per valorizzare il complesso dei beni occorrerebbe dar vita a una strategia comune - di sistema - il cui obiettivo sarebbe rappresentato dall'aumento della qualità culturale del territorio e dei suoi fruitori mediante il rafforza- mento degli attrattori più deboli; questi dovrebbero integrare l'offerta cultu- rale creando una struttura reticolare con una diversificazione dei contenuti e dei servizi. Strategie integrate e interconnessioni sarebbero perciò neces- sarie per migliorare le potenzialità dell'offerta regionale in relazione alla domanda turistica che già emerge dal sistema torinese, al cui interno