Il Piano Di Zona Dei Servizi Sociali 6° Triennio 2018-2020
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Il Piano di Zona dei Servizi Sociali 6° triennio 2018-2020 Distretto di LOMAZZO – FINO MORNASCO 1 INDICE Introduzione 1. La Programmazione Sociale ................................................................................................ pag. 4 1.1 La governance del Piano di Zona e l’iter procedurale per la Predisposizione del Documento di Programmazione ....................................... pag. 4 1.2 Obiettivi strategici ................................................................................................... pag. 6 2. Le Tematiche trasversali a livello provinciale e i progetti sovra distrettuali .................................................................................................................... pag. 7 3. Il rafforzamento dell’integrazione socio sanitaria .......................................................... pag. 11 4. Le Caratteristiche demografiche del Distretto ................................................................ pag. 21 5. La Spesa Sociale ................................................................................................................... pag. 24 5.1 Area Sostegno alla famiglia, ai giovani e Istruzione ......................................... pag. 33 5.2 Area Lavoro, Disagio Abitativo, Integrazione socio culturale cittadini stranieri e Dipendenze ............................................... pag. 34 6. L’Offerta del Territorio ...................................................................................................... pag. 36 6.1 Area Sostegno alla famiglia, ai giovani................................................................ pag. 36 6.2 Area Istruzione ...................................................................................................... pag. 48 6.3 Area Lavoro ............................................................................................................ pag. 66 6.4 Area Disagio Abitativo ......................................................................................... pag. 72 6.5 Area Integrazione socio culturale cittadini stranieri ......................................... pag. 78 6.6 Area Dipendenze ................................................................................................... pag. 86 6.7 Area Fragilità .......................................................................................................... pag. 95 7. Il percorso di valutazione ................................................................................................. pag. 117 2 Introduzione Le prospettive del welfare Il sistema di welfare è costantemente attraversato da cambiamenti che impongono rinnovati pensieri rispetto all’intervento pubblico, al ruolo degli Enti Locali e dell’ATS e alla funzione della programmazione locale. In questo scenario l’Ufficio di Piano si pone quale protagonista in grado di connettere le conoscenze dei diversi attori del territorio, di ricomporre le risorse che gli enti locali investono nei sistemi di welfare, favorendo l’azione integrata a livello locale, di promuovere l’integrazione tra diversi ambiti di policy e di interloquire con l’ATS per l’integrazione tra ambiti di intervento sociale e socio sanitario. E’ oramai assodato che per costruire un sistema di welfare locale capace di leggere in modo integrato i bisogni di cura delle persone e delle loro famiglie, con particolare riferimento ai componenti fragili delle stesse, bisogna essere in grado di assicurare una loro adeguata presa in carico; proprio quella presa in carico che, dalla nascita del “Punto Unico di Accesso” (PUA) alla costituzione del Centro Assistenza Domiciliare (CeAD) fino alla consacrazione dello Sportello Unico per il Welfare, il nostro territorio ha sempre considerato come un obiettivo da centrare, in buona sostanza, visti i dati raccolti a livello provinciale, riuscendoci. Ebbene, l’elemento della presa in carico, come evidenziano le linee d’indirizzo per la nuova programmazione zonale, continua a essere rappresentato quale obiettivo essenziale, dato che, se risolto, eliminerebbe il problema della frammentazione del nostro sistema in termini di accesso, di offerta, di risorse, di conoscenza e di processi. D’altro canto il costante richiamo alla Legge Regionale di riforma n. 23/2015 si collega proprio alla necessità di una presa in carico della persona basata sulla valutazione multidimensionale del bisogno e si propone quale tema assolutamente centrale, visto che il perseguimento di uno tra i principali obiettivi indicati dalle linee guida regionali, consistente nel tracciare nuovi confini degli Ambiti territoriali in funzione soprattutto della densità di popolazione residente, è stato fortemente messo in dubbio. La contestazione e le osservazioni prodotte sono peraltro state tali da indurre la D.G. Reddito di Autonomia e Inclusione sociale a specificare che, per quanto riguarda l’ipotesi di una nuova articolazione territoriale, questa “è da intendersi come riferimento/indicazione propositiva per il graduale ed eventuale processo di ridefinizione dei confini territoriali”, mentre per ciò che concerne gli importi delle premialità previste, essi “sono da considerarsi come riparto teorico che potrà modificarsi a seguito dell’effettiva configurazione territoriale derivante dal confronto tra Comuni e ATS”. Rinnovata attenzione quindi all’aspetto della presa in carico integrata nella programmazione sociale da parte dell’UdP, del Terzo Settore e dall’ATS (che alla tematica dedica, come già nel precedente documento di programmazione un proprio intervento specifico). E’ viva l’intenzione di creare un rapporto altamente istituzionalizzato tra pubblico e privato sociale, mutuando lo stesso dalle linee guida per la semplificazione amministrativa e la valorizzazione degli enti del terzo settore nell’ambito dei servizi alla persona e alla comunità (d.g.r. IX/1353), ma soprattutto si impone, quale priorità assoluta per il nostro distretto, l’individuazione di una forma di gestione associata, intesa come produzione ed erogazione di prestazione e servizi che, in una dimensione meno vincolata a logiche e procedure burocratiche, 3 realizzi economie di scala offrendo interventi di qualità anche a vantaggio di tutti i nostri Comuni. 1. La Programmazione Sociale 1.1 La Governance e l’iter procedurale per la predisposizione del Documento di Programmazione La struttura organizzativa riprodotta nello schema di governance, recepisce la novità rappresentata dalla Cabina di Regia, che integra il ruolo degli uffici istituiti a sostegno delle funzioni dell’Assemblea distrettuale, ponendosi quale importante risorsa a supporto del processo d’integrazione sociosanitaria e sociale. ASSEMBLEA DEL SINDACI CABINA DI REGIA UFFICIO DI PIANO TAVOLO TECNICO AREA Sostegno alla AREA Lavoro, Disagio AREA Fragilità famiglia, ai giovani e Abitativo, Dipendenze, Istruzione Integrazione Socio Culturale cittadini stranieri All’interno della governance del Piano di Zona gli organi politici e quelli tecnico amministrativi, Assemblea da una parte, Ufficio di Piano, Tavolo tecnico, Cabina di Regia, e Tavoli delle Aree tematiche dall’altra, rispondono all’esigenza di fornire un contesto amministrativo di Ambito che meglio si legge evidenziando caratteristiche e peculiarità di ognuno di essi. - L’Assemblea dei Sindaci, composta dai 19 Sindaci dei Comuni dell’Ambito o loro Delegati, è l’organo titolare delle funzioni di indirizzo, programmazione e controllo politico-amministrativo rispetto alla gestione del Piano di Zona. Tale organo politico, che regge le attività di programmazione delle strategie di politica sociale e di controllo sull’attuazione degli obiettivi di gestione del PdZ, ha il compito di: individuare le priorità e gli obiettivi di politica sociale; verificare la compatibilità delle risorse disponibili con quelle necessarie; emanare indirizzi in merito all’allocazione delle risorse economiche afferenti il PdZ, oltre che in materia di servizi e progettualità; approvare il documento di programmazione, cui si darà attuazione con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma; verificare e controllare le attività con rispetto agli obiettivi fissati; definire i criteri generali per l’accreditamento dei soggetti erogatori di servizi e per 4 l’accesso agli stessi da parte dei cittadini. - L’Ufficio di Piano, costituito dal Responsabile, dal Coordinatore e dagli operatori amministrativi e tecnici, in funzione dei servizi resi e necessari all’Ambito, è la struttura organizzativa che gestisce gli interventi e le attività previste dal PdZ, cura il livello progettuale, attivando risorse e strumenti per le analisi delle attività sociali e provvede al monitoraggio delle priorità d’intervento, alla progettazione e alla sperimentazione delle azioni da gestire a livello associato. - Il Tavolo Tecnico, composto dagli Assistenti Sociali dei Comuni dell’Ambito, ha funzioni di analisi e di individuazione delle soluzioni alle problematiche sociali, collabora alla programmazione dei servizi e partecipa alla costruzione dei sistemi informativi e alla raccolta dei dati inerenti i bisogni sociali. - La Cabina di Regia, composta dai rappresentanti dei distretti sociali e dell’Azienda sanitaria (istituita nel secondo semestre del 2014 dall’Asl in accordo con gli Ambiti territoriali), anche coinvolgendo professionalità specifiche alfine di supportare le decisioni dei componenti su questioni particolarmente complesse in tema di integrazione sociosanitaria, è il luogo dove garantire la programmazione, il governo, il monitoraggio e la verifica degli interventi