ORTI STORICI

* Gianni Bedini

upplico V.S. che mi faccia gra- tia acconzare il giardino in "...Spulitamente, perché desidero 1. Brahea edulis di fare et spero, se non ho la fortuna adversa, che farò un giardino, che serà di piacere a S.E. et d'utile alli scolari". Queste le parole scelte, il 4 luglio 1545, dal medico e botanico imolese Luca Ghini (1490- 1556), per richiedere al maggiordomo del Granduca di Toscana Cosimo I de' Medici i finanziamenti necessari alla ristrutturazione del giardino universitario, che lo stesso Ghini aveva costruito al suo arrivo a Pisa, tra il 1543 e il 1544. Già docente di botanica - o "lettura dei sem- plici", secondo la dizione dell'epoca - presso l'Ateneo di Bologna, Ghini aveva introdotto una fondamentale innovazione nella didattica di questa materia. Infatti i suoi contemporanei offrivano ai discenti la "lettura" dei classici testi botanici - da Aristotele e Teofrasto a Plinio, ma special- mente Dioscoride e loro varianti - talvolta corredate da bizzarre illustrazioni, nelle quali 2. L'antico istituto di botanica, con la facciata decorata a grottesche, visto le piante erano figurate con tratti antropo- dalla scuola botanica morfi, secondo una tradizione iconografica affermatasi in età medievale. Così, la radice della mandragola, ricercatissi- ma per le proprietà terapeutiche, era ritratta Piante sotto la Torre: come una minuscola figura umana, che dava in altissime grida quando si tentava di estrar- la dal terreno, capaci di tramortire le persone nel raggio di alcuni metri. Per questo, i bota- nici-erboristi portavano con sé un cane e un corno: il cane, immune alle grida, aveva l'in- grato compito di tirar fuori la radice; nel frat- L'ORTO BOTANICO tempo l'erborista, a distanza di sicurezza, suo- nava con forza il corno, per buona misura. Il metodo scelto dal Ghini, invece, sceglie la via maestra dell'osservazione sperimentale: ai suoi allievi bolognesi mostra non già la realtà distorta dagli illustratori medievali, ma piante DI PISA fresche, raccolte negli ambienti naturali o in 3. Esemplari di Opuntia e Aloe in piena aria 6. Foglie e fiore di Victoria cruziana

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un piccolo orto privato, di cui pagava perso- Orto botanico universitario. L'Orto padova- nalmente l'affitto. no vide dunque la luce quando quello pisano Di conseguenza, le descrizioni non seguivano era già attivo da qualche tempo. Tuttavia, i testi classici, più volte rielaborati dalla tradi- prima che fosse scoperta la lettera di Ghini zione, ma erano per così dire in presa diretta, del 1545, gli storici della scienza ritenevano immediatamente verificabili sul campione che che l'Orto padovano precedesse quello pisa- Ghini portava a lezione. no. La pubblicazione della lettera autografa La naturale evoluzione dell'osservazione spe- del Ghini ha permesso di chiarire la primo- rimentale in aula era l'osservazione sperimen- genitura dell'Orto botanico pisano, ma va tale in coltivazione: di qui l'idea di un orto detto che, come vedremo tra breve, l'Orto botanico concepito come una grande aula a del Ghini è stato successivamente smantella- cielo aperto, dove portare gli studenti a osser- to e trasferito in altra sede, mentre quello vare le piante nelle varie fasi del loro ciclo padovano è tuttora visibile nel luogo dove è vitale. stato impiantato oltre quattro secoli e mezzo fa, nel suo splendore rinascimentale. La con- Purtroppo il concetto di sperimentazione, con tinuità e il mantenimento delle aiuole origi- 7. Hibiscus palustris, pianta minacciata delle zone umide la conseguente autonomia di giudizio rispetto narie gli hanno valso il prestigioso riconosci- ai classici e ai testi sacri, era malvisto nel- mento di Patrimonio culturale dell'umanità 4. Collezione di Crassulaceae in piena aria l'ambiente accademico bolognese, legato allo dell'UNESCO. Per chiudere questo inciso lizzazione del suo giardino, che comunque, Stato pontificio e perciò timoroso di incorre- con un concetto riassuntivo, si può dire che sotto la direzione di botanici appassionati, re nell'accusa di eresia. l'Orto pisano è il primo, quello padovano il continuò a prosperare. La forte resistenza che Ghini incontrò nella più antico Orto botanico universitario del cittadina romagnola lo indusse a considerare mondo. Negli ultimi quattro secoli, l'Orto botanico con attenzione l'invito del Granduca di pisano ha subìto molte modifiche, alcune Toscana, Cosimo I de'Medici, a tenere la cat- Ma ritorniamo all'Orto del Ghini. Le fonti attuate dagli studiosi che si sono succeduti tedra di lettura dei semplici nell'Ateneo pisa- dell'epoca confermano - sia pure in modo alla sua direzione, altre imposte da circostan- no. Quando ebbe l'assicurazione che il gran- indiretto - che Ghini ottenne di sviluppare il ze avverse. duca gli avrebbe dato il permesso di costruire giardino, che divenne ricco di piante. Una Per questo motivo, il visitatore che varca l'in- un orto botanico, Ghini troncò ogni indugio e lista di oltre 600 specie, coltivate nel giardi- gresso si immerge in un complesso nel quale comunicò la sua decisione di trasferirsi a Pisa, no, mostra che l'interesse non si limitava alle si riconoscono gli influssi e le tracce lasciate dove effettivamente arrivò tra il 1543 e il piante medicinali, ma si estendeva a piante nelle diverse epoche che l'Orto botanico ha 1544. le cui proprietà non erano note. A Ghini va attraversato: dalle vasche in arenaria del XVI Appena confermato nel suo nuovo incarico di anche il merito di aver introdotto in modo secolo, parte dell'impianto originario, alla fon- docenza nell'Università di Pisa, sistemò le sistematico l'uso degli erbari e l'iconografia tana con putto del XVIII secolo, costruita su piante nel giardino claustrale del dismesso naturalistica, come strumenti sia didattici un terreno annesso all'Orto botanico nel Convento di S. Vito, vicino al fiume Arno, sia di ricerca. 1784; dall'idrofitorio di inizio Ottocento fino dove nacque così il primo Orto botanico uni- Ghini morì a Bologna nel 1556; il suo giardi- al neoclassico Istituto di Botanica ultimato versitario della storia. E' probabile che Ghini no gli sopravvisse solo di pochi anni. Infatti nel 1891 e oggi sede di laboratori e uffici del trovasse il chiostro del convento troppo pic- fu smantellato nel 1563, per essere trasferito Dipartimento di Biologia dell'Università di colo per le sue ambizioni; in ogni caso, e qui in altra zona della città. Mantenne tuttavia la Pisa; dalla "Scuola botanica", con aiuole ret- torniamo alle sue parole iniziali, il suo giardi- funzione di orto universitario e fu diretto da tangolari progettate tra 1830 e 1872, fino no necessitava di ulteriori spazi e sviluppi, , uno dei più prestigiosi all'Orto Del Gratta, acquisito ai primi del liberi da preconcetti, per diventare "di piacere botanici dell'epoca. Novecento e ispirato ai dettami dei giardini a S.E. et d'utile alli scolari", cioè bello per il Nel 1591, anche il secondo giardino fu tra- paesaggistici, con laghetto e collinette. A dif- granduca Cosimo I, finissimo intenditore di sferito nella terza e attuale sede, nei pressi ferenza di altri giardini storici, l'Orto pisano giardini, e utile per gli studenti universitari. dell'Ospedale e del celeberrimo complesso non offre l'immagine di un luogo la cui pro- Occorre qui un inciso. La lettera di Ghini, del monumentale di , dove gettazione si è compiuta in un'epoca ben pre- 4 luglio 1545, dimostra che a quel momento il quindi si trova da oltre quattro secoli. cisa: piuttosto, esso mostra, nella sua stratifi- giardino era già pienamente operativo, con La nascita del terzo Orto pisano è legata alla cazione temporale e funzionale, la sua con- collezioni botaniche già sistemate. Pochi gior- carismatica figura del fiammingo Giuseppe nessione stretta con la didattica e la ricerca ni prima, esattamente il 29 giugno di quell'an- Casabona, alias Jodocus Goedhuitze, giar- universitaria: le piante, gli spazi e le strutture no, la Serenissima Repubblica Veneta accor- diniere granducale e gran conoscitore di si sono via via adattate alle nuove esigenze dava alla prestigiosa Università di Padova flore esotiche. Casabona morì nel 1595, didattiche prospettate dai risultati delle ricer- 5. Collezione di piante tropicali in serra l'uso in affitto di un terreno ove costruire un prima di vedere ultimato il lavoro di rea- che botaniche, a loro volta propiziate

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le chiome per non essere colpiti dalle foglie 2009 con la collaborazione di soci separato noto come "Orto del cedro", si trova- che si staccano. Queste palme segnano anche dell'A.Di.P.A. (Associazione per la diffusione no gli alberi più antichi del giardino: un albe- l'inizio dell'itinerario degli alberi di pregio di piante tra amatori), che da giugno 2008 ro dei ventagli e una magnolia (Magnolia dell'Orto botanico, le cui tappe sono identifi- prestano assistenza volontaria in vari settori grandiflora), messi a dimora nel 1787. Il cate da grandi pannelli esplicativi progettati dell'Orto. primo è molto vigoroso, con un imponente per ipo- e non vedenti. tronco di 4 m di circonferenza, mentre la Questi esemplari producono migliaia di semi Le modifiche delle aiuole hanno rispettato sei seconda è in precario stato di salute. Il suo ogni anno e contribuiscono alla conservazio- delle otto originarie vasche di arenaria, che tronco, gravemente intaccato da una carie, è ne "ex situ", cioè fuori dagli ambienti naturali, sono i manufatti più antichi attualmente esi- sostenuto da tiranti metallici. Questo settore di questa specie. stenti nell'Orto botanico, risalenti all'impian- dell'Orto ospita un altro grande patriarca Nei territori di origine, in Cile, questa palma to tardo-cinquecentesco. vegetale, un gigantesco albero di canfora è stata in pericolo di scomparsa perché molto (Cinnamomum camphora) piantato nel 1842, usata per produrre il cosiddetto "vino di Il viale che attraversa la scuola da N a S ha e un'interessante collezione di cultivar di palma", ottenuto per fermentazione del liqui- un'elegante bordura di bosso e Cycas revolu- camelie (Camellia japonica). do zuccherino estratto dallo stipite. Poiché la ta. In questo settore, inoltre crescono alcuni procedura di estrazione prevede l'abbattimen- grandi alberi che hanno superato il secolo: un Ancora in prossimità della scuola, vi è l'Orto 8. Hibiscus hamabo to della pianta, le popolazioni naturali sono grande albero dei ventagli (Ginkgo biloba) del mirto, piccola area per la coltivazione di state decimate in passato. del 1832, un imponente tiglio (Tilia pla- piante di interesse medicinale, come le aro- Oggi ne esiste una grande popolazione nel tiphyllos), un maestoso platano (Platanus matiche salvia (Salvia officinalis), rosmarino Parco naturale "La Campana", e l'abbattimen- orientalis) del 1828, tutti inseriti nel percor- (Rosmarinus officinalis), origano (Origanum to di esemplari spontanei è vietato. Il vino di so degli alberi pregevoli menzionato prima. vulgare), ruta (Ruta graveolens) e mirto palma è prodotto in piantagioni commerciali, In fondo al viale, sotto un'alta pianta di bosso (Myrtus communis), dal quale prende il nome dove le palme sono coltivate appositamente. e altre palme, spicca la marmorea statua di questo settore. Altre palme di questo settore sono Paolo Savi (1798-1871), direttore del Museo Washingtonia robusta, Brahea armata e B. di Scienze Naturali un tempo annesso L'Orto ha anche delle serre, tutte in prossi- edulis. all'Orto botanico; sul lato orientale della mità del piazzale Arcangeli. Attualmente sono scuola si impone la notevole facciata dell'an- chiuse al pubblico, in attesa di una ristruttu- Il piazzale Arcangeli separa nettamente l'Orto tico istituto di botanica. L'edificio era già pre- razione per renderle visitabili in sicurezza, in due parti, una settentrionale e una meri- sente alla fondazione dell'Orto botanico: vi si ma le collezioni che vi sono contenute sono dionale. trovavano l'abitazione del direttore; il labora- curate quotidianamente. In una sono conser- A meridione del piazzale Arcangeli si estende torio dove si preparavano i "semplici" (detto vate le collezioni di succulente, con esempla- la scuola botanica. Questo settore corrispon- "Fonderia"); una bottega d'arte dove operava- ri dei generi Euphorbia, Aloe e Gasteria in de largamente alla parte più antica, tardo-cin- no i pittori chiamati a raffigurare le piante; rappresentanza del continente africano; e quecentesca, del giardino. L'assetto attuale, una collezione di reperti naturalistici che diverse Cactaceae di provenienza americana. però, riflette perlopiù le modifiche attuate nel comprendeva ossa di cetaceo, pelli animali, I vecchi letti di semina adiacenti alla serra 9. L'esotica Erythrina crista-galli, coltivata in piena aria XIX secolo, quando le originali aiuole rinasci- pietre e altri oggetti, assemblati nel modo ospitano diverse specie dei generi Opuntia, mentali, di forma elaborata e simmetricamen- caratteristico delle "Wunderkammern", Aloe e della famiglia delle Crassulaceae, tutte te disposte intorno a grandi vasche di arena- molto in voga all'epoca. coltivate in piena aria. dall'Orto stesso e da altre istituzioni analoghe ria, furono sostituite da altre più grandi, tutte La straordinaria decorazione a grottesche gradualmente sorte in tutto il mondo. di forma rettangolare, progettate per la colti- della facciata, che risale alla metà del XVIII Una seconda serra è utilizzata per la coltiva- vazione di piante spontanee della flora euro- secolo, registra, nel blasone posto all'apice, il zione di piante tropicali: qui si trovano molte L'ingresso, in via Ghini, conduce i visitatori pea, raggruppate per famiglie. Liliaceae, passaggio di potere in Toscana dalla dinastia orchidee, bromelie e aracee, ma anche piante nel centro del giardino, il piazzale "G. Amaryllidaceae, Iridaceae, Araceae, Poaceae, medicea a quella lorenese. Oggi l'edificio, di interesse economico come caffè (Coffea Arcangeli", delimitato dal bel palazzo neoclas- Juncaceae e Cyperaceae rappresentano le aperto su richiesta, ospita alcune collezioni arabica), papaia (Carica papaya) e cocco sico che sorge sul suo lato settentrionale e da monocotiledoni, mentre le dicotiledoni sono del Museo botanico: i ritratti di botanici illu- (Cocos nucifera). La terza serra, più piccola, grandi aiuole nelle quali crescono, in piena rappresentate da Ranunculaceae, stri dei secoli XVI e XVII; modelli ceroplasti- contiene una vasca, dove prospera la ninfea aria, palme di diverse specie. Due esemplari Brassicaceae, Rosaceae, Leguminosae, ci e tavole botaniche del XIX secolo; lo gigante (Victoria cruziana), con le grandi sono veramente imponenti: si tratta di palme Euphorbiaceae, Cistaceae, Loniceraceae, straordinario portone di noce, con piante foglie circolari di oltre 1 m di diametro, e altre del Cile (Jubaea chilensis), messe a dimora Boraginaceae, Solanaceae, Labiatae, incise in bassorilievo, posto all'ingresso esotiche aquatiche (Pistia stratiotes, nel 1890. La loro chioma, sorretta da un Scrophulariaceae, Umbelliferae, dell'Orto nel 1591; il mobile dove erano Eichhornia crassipes). Altre serre sono usate poderoso stipite di 3m di circonferenza, si Campanulaceae e Asteraceae. custoditi i semi dell'Orto botanico, e altri per il ricovero invernale di piante arboree e trova a quasi 20 m di altezza. reperti. arbustive di Asia e Africa. Le foglie pennate sono lunghe quasi 4 m: due Due aiuole sono state riservate a una collezio- cartelli invitano i visitatori a non sostare sotto ne di piante alimentari spontanee, allestita nel Nei pressi dell'antico istituto, in un settore La parte settentrionale dell'Orto è la più

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lunga storia dell'Orto botanico di Pisa. L'allestimento di nuove collezioni e la ristrut- turazione delle serre e di altri settori didatti- co-espositivi, prevista a partire dal prossimo anno, permetterà di arricchire i percorsi didattici e di rendere più ricca la visita di que- sta antica, ma vivace, istituzione scientifica.

* DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA, UNIVERSITÀ DI PISA Responsabile scientifico dell'Orto Botanico di Pisa

Foto di Giuseppe Pistolesi

Orto Botanico di Pisa - Dipartimento di Biologia 10. Allestimento di una mostra sul legno e la dendrocronologia, maggio 2008 dell'Università di Pisa E-mail: [email protected] 11. Visitatori alla mostra di pittura "L'Orto botanico visitato in venti quadri da Giovanni Giuliani", maggio 2009. Al centro si nota il gazebo con all'in- Website: www.biologia.unipi.it/ortobotanico recente. Contiene la collezione principale di didattico ai corsi universitari di Scienze natura- terno la vista della città di Pisa "a volo di gabbiano". alberi e arbusti (arboreto), i più antichi dei li e Scienze biologiche. Altre collezioni sono quali sono i grandi esemplari di Araucaria state istituite in seguito alla collaborazione a bidwilli vicini al prospetto tergale dell'edificio progetti di ricerca nazionali e internazionali, centrale, piantati nel 1872 e alti oltre venti come ad esempio il progetto europeo ENSCO- metri. Questi alberi producono alla sommità NET (European Native Seed Conservation coni molto grandi, del peso di alcuni kg, che Network). All'Orto pisano fa capo la rete italia- impongono la transennatura di sicurezza sotto na di banche di semi per la conservazione ex le chiome per evitare spiacevoli incidenti al situ del germoplasma di specie spontanee momento del distacco, nel periodo estivo. (RIBES). Il termine conservazione ex situ desi- Anche in questo settore la collaborazione con i gna il complesso di misure tese a tutelare la volontari dell'A.Di.P.A. ha dato buoni risultati, conservazione della biodiversità fuori dagli con l'impianto di una collezione di arbusti da ambienti naturali, come ad esempio in un Orto fiore sul lato occidentale dell'Orto. botanico. L'Orto pisano è impegnato da tempo Qualità e servizio Presso il muro di cinta settentrionale, un in questo ambito, tramite la propria banca laghetto con fior di loto e alcune collinette con semi, dove sono custoditi e curati i semi di Produzione di prodotti erboristici e dietetici conto terzi piante mediterranee definiscono una zona di diverse specie vegetali toscane minacciate di - granulati ispirazione paesaggistica, impreziosita dalla estinzione, come il fiordaliso del Monte Borla - compresse di varie misure e forme vista della vicina Torre pendente. La Torre è raf- (Centaurea montis-borlae), che vive solo in - opercoli formati “1-0-00” figurata anche in una suggestiva rappresenta- una piccola area delle Alpi Apuane, insidiata - liquidi: produzione e ripartizione da 10 ml a 500 ml zione pittorica di Pisa "a volo di gabbiano", rea- dalle attività estrattive, o la verga d'oro delle - polveri e granulati - confetti di varie tipologie e colorazioni lizzata dal pittore cittadino Giovanni Giuliani spiagge (Solidago litoralis), minacciata dallo - confezionamento in blister di vari sulle pareti interne di un gazebo, vicino al sfruttamento turistico dei litorali sabbiosi. formati o in pilloliere vetro laghetto, dove i visitatori possono osservare il Nel quadro della divulgazione delle conoscen- o plastica o in bustine panorama pisano dipinto a 360 gradi. ze scientifiche, l'Orto pisano organizza e pro- muove mostre, seminari, corsi e incontri a Turisti e cittadini pisani hanno mostrato di tema botanico, e offre un servizio di visite gui- LARN apprezzare molto i tre ettari verdi dell'Orto date su prenotazione per scuole e altri gruppi botanico, incuneati nel centro cittadino a due organizzati. LARN Visitate Via Fabbriche, 18 passi dal complesso monumentale di Piazza dei il nostro sito! Miracoli. Ma l'Orto botanico è più di un'attra- Di prossima introduzione, il servizio di audio- 15069 - Serravalle Scrivia (AL) Tel.: 0143 686387; fax 0143 608200. www.larnsrl.it zione turistica. E' inserito nel Dipartimento di guida, previsto in due lingue per l'anno pros- E-mail: [email protected] Biologia dell'Università di Pisa. Molte collezioni simo, consentirà anche ai singoli visitatori un sono calibrate per essere un valido supporto più agevole accesso ai settori, alle piante e alla

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