Il Territorio Di Roselle-Grosseto: Occupazione Del Suolo E Forme Insediative Dalla Preistoria Al Medioevo*
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Carlo Citter 25 Il territorio di Roselle-Grosseto: occupazione del suolo e forme insediative dalla preistoria al medioevo* Il metodo adottato nella ricognizione di super - ma di ottimizzare il prodotto finale riducendo la f i c i e . superficie da indagare pur senza perdere in fatto La domanda storiografica primaria di questa di rappresentativtà. La scelta è stata per un’area a ricerca è capire la dinamica del popolamento forma di rettangolo di 11 x 22 km 2 che pone al suo nell’area circostante i due centri dominanti (Rosel- centro la città di Roselle, indagato per campioni. le e Grosseto) con particolare attenzione al periodo La scelta dei campioni sul terreno ha tenuto conto che va dalla tarda antichità al pieno medioevo, dei principali fattori che possono aver influenzato cioè i secoli in cui maturano le condizioni del “pas- la natura e la disposizione dell’insediamento3 ed in saggio di consegne” fra la città etrusca e la città particolare: moderna. 1) la formazione geologica del suolo4. I suoli La seconda questione in ordine di importanza è dell’era secondaria sono rappresentati in misura selezionare l’area da sottoporre ad indagine1. La del 21,9 % e sono concentrati nelle colline a nord di particolare situazione di questo territorio elimina Roselle, quelli relativi all’era terziaria costituisco- totalmente il problema posto per altri comprenso- no il 36,5 % e formano i due gruppi collinari che si ri: infatti la bassa valle dell’Ombrone, con i due affacciano sulla vallata dell’Ombrone (Roselle- spartiacque meridionale e settentrionale, costitui- Moscona-Montebrandoli e Poggio Cavolo). Infine i sce un tutt’uno sotto il profilo storico e geografico. suoli relativi all’era quaternaria sono il 41,3 % e Lo spostamento del centro dominante da Roselle a rappresentano tutta la vallata alluvionale e di Grosseto, diversamente che per Populonia-Massa, bonifica dove sorge Grosseto. Queste tre realtà non ha mutato nella sostanza la situazione. Il ter- sono distribuite dunque a blocchi separati abba- ritorio circostante Roselle, per un vastissimo rag- stanza nettamente e per la loro natura si prestano gio, rimase sempre, pur con fluttuazioni alle estre- a diversi gradi di antropizzazione5. La presenza di mità, di pertinenza rosellana. Ma trattandosi di suoli di deposito alluvionale recente e di colmata programmare una ricerca su un’area del tutto ver- nella pianura su cui sorge Grosseto ha influito sul gine sotto questo aspetto si poneva anche il proble- grado di visibilità del terreno. Questo fattore nega- * propongo qui un’estrema sintesi dei dati archeologici della dati materiali, sicuri che si riferiscano ad un contesto omoge- mia tesi di laurea, che aveva per oggetto il popolamento neo. Si tratta dunque di valutare in che termini vada intesa dell’area circostante Roselle dalla preistoria al medioevo (CIT- l’omogeneità. Vi può infatti essere un’omogeneità storica, con- TER 1989). Ringrazio il Prof. Francovich per il continuo sup- siderando il territorio che in un certo periodo costituiva porto ed preziosi suggerimenti sul paesaggio medievale. Non un’unità amministrativa, e si può invece considerare rientrando nel mio ambito specifico di ricerca, ho discusso i dati un’omogenità geografica come la valle di un fiume. In ogni caso relativi al popolamento pre-medievale con alcuni colleghi che è l’obiettivo che gli studiosi intendono raggiungere a determi- ringrazio sinceramente In particolare il Dott. Guerrini e il nare l’approccio sul terreno e la scelta dell’area. Dott. Cardosa per la preistoria, la protostoria e l’età etrusca; la 2 cioè 244 Km2 di cui 49 campionati che corrispondono al 20%. Dott.ssa Celuzza per l’età romana. Non recepisco qui nella A questi si aggiungono tutti i sopralluoghi di controllo della let- sostanza, pur cercando di estrarne alcuni dati, i lavori di teratura. PASQUALE 1972 e CURRI 1978, a causa dell’impostazione 3 metodologica incompatibile con gli standard attuali. Ho riela- per una panoramica degli aspetti metodologici e del dibattito borato il modello storiografico sulla sola base dei dati materia- suscitato rimando a CAMBI, TERRENATO 1994, in par- li raccolti, poiché in questo stesso volume vengono presentati ticolare pp. 79-115, con ampia trattazione dei diversi casi di studi basati sulle fonti scritte che trattano gli stessi problemi contesto territoriale. con dovizia di argomentazioni. 4 rimando al testo di STEA in questo stesso volume e si veda a 1 Questo argomento è stato al centro del dibattito negli ultimi anche Carta Geologica d’Italia, F. 128, Grosseto II ed., 1959. decenni. Anche se ormai è abbandonata l’ipotesi di modelli 5 le colline di macigno di Poggio Cavolo hanno rivelato un pre- matematici rigorosi da applicare alle discipline archeologiche, senza umana molto minore rispetto alle pianure sottostanti. tuttavia rimane centrale la necessità di poter interpretare i 26 GROSSETO, ROSELLE E IL PRILE tivo incide però in misura molto minore nella zona su una carta in scala 1: 1000 tutti i lacerti di mura- selezionata per questa ricerca, seppure fenomeni ture e di edifici medievali cercando di proporne di erosione e apporto di terreni sono possibili una datazione. Questo consente di evidenziare in anche in età storica6. molti casi i nuclei insediativi più antichi, le espan- 2) certamente l’orografia è un fattore determi- sioni bassomedievali, le aree funzionali7. nante nella scelta dell’insediamento. Anche se non 6) la viabilità è spesso conservativa. Una gran- si può generalizzare, tuttavia in molte indagini si de arteria romana, che comportava una rete di è riscontrata una notevole corrispondenza fra la infrastrutture nonché una monumentalità distribuzione dell’insediamento medievale e le dell’opera stessa, si è mantenuta, almeno nel trac- zone collinari da un lato e l’insediamento romano e ciato, anche in epoche successive ed ha con- le zone pianeggianti dall’altro. Nell’area in que- dizionato fortemente la disposizione degli insedia- stione la quota di 20/25 m. s.l.m., che costituisce le menti8. Ricostruire la viabilità nelle sue direttrici falde del colle di Moscona, è sembrata una distin- fondamentali significa soprattutto collocare nella zione accettabile fra collina e pianura. giusta dimensione il territorio in esame con quelli 3) la possibilità di accedere alle riserve idriche confinanti; creare una correlazione fra il centro è una necessità primaria di ogni società umana. egemone ed il territorio, stabilire una gerarchia Nell’area selezionata defluisce il corso inferiore degli insediamenti. Più difficile certo si presenta lo del fiume Ombrone, che raccoglie le acque di studio della viabilità etrusca e medievale per la numerosi fossi e canali naturali e artificiali. scarsa monumentalità del manufatto. Ma poiché L’importanza di questa situazione idrografica per esse sfruttavano maggiormente l’andamento del l’insediamento è facilmente comprensibile ed è per suolo, delle tracce si possono ugualmente ritrovare questo che sono stati operati dei saggi sia trasver- nel palinsesto del territorio. Quello di Roselle si salmente che a ridosso dell’Ombrone e del canale presenta, anche sotto questo profilo, estremamen- Molla, emissario dell’antico lago Bernardo. te interessante, perché attraversato dalla via 4) vi è infine il fattore r i s o r s e. La presenza di Aurelia di età romana e da una serie di direttrici particolari risorse come minerali di ferro, rame, etrusche e medievali che partivano dal centro argento, oro, oppure cave di pietra da costruzione dominante via Ombrone. hanno un peso determinante nell’attrarre l’inse- 7) gli interventi umani sul territorio (dal disbo- diamento umano sia sotto forma di presenza tem- scamento, alla centuriazione9, alle bonifiche) sono poranea o stagionale che permanente. Nell’area dei mutamenti ambientali che vanno tenuti pre- selezionata questo fenomeno è chiaro per il senti all’atto della campionatura. La moderna uti- medioevo, assai meno per i periodi precedenti. lizzazione del suolo è forse il fattore che più di ogni Possiamo infatti ragionevolmente supporre che altro condiziona la capacità dell’operatore sul l’origine del castello di Batignano, ed in misura campo di stendere una carta archeologica. Sappia- minore forse anche di Montorsaio, stia proprio mo infatti che in tempi recenti tutta l’Italia ha vis- nella possibilità di sfruttare i giacimenti minerari suto dei veri e propri traumi paesaggistici. Ma non del territorio che lo circonda. Si è ritenuto pertan- dobbiamo neppure dimenticare l’azione in negati- to operare anche dei saggi nei dintorni di questi vo operata anche dai centri urbani in forte cresci- due castelli, effettuando dei sopralluoghi dove ta, categorie che costituiscono il nocciolo del pro- sono state segnalate attività estrattive anche di blema della visibilità. La disposizione dei campio- età moderna. ni, che sono del tipo a blocchi, parte dalla necessità 5) i centri storici sono un vero e proprio serba- di indagare una percentuale significativa di ogni toio di informazioni archeologiche e rappre- c o m p o n e n t e1 0, tenendo conto anche delle indica- sentano anche un successo insediativo perché, zioni di tipo storico e delle emergenze. La copertu- nati molti secoli fa, sono rimasti in vita fino ai gior- ra di questi saggi è stata totale per quanto la natu- ni nostri. In un’indagime sul territorio queste ra del luogo, la possibillità di accesso ai fondi chiu- realtà devono essere trattate alla stregua di ogni si ed il ciclo delle colture hanno permesso. Infine altra presenza umana sul territorio. Il metodo sono stati operati alcuni piccoli saggi esterni allo adottato nella presente ricerca consiste nel porre scopo di rispondere ad alcuni interrogativi partico- 6 devo questa informazione a B. Stea che ringrazio. A partire 7 ho già pubblicato i risultati dell’analisi di Istia d’Ombrone, dagli anni ‘50 la riforma fondiaria e le nuove tecnologie hanno Batignano e Montepescali in CITTER 1996 a cui rimando. determinato arature in profondità del terreno, che hanno intac- 8 ho trattato questo aspetto in CITTER 1995a.