Di Serena D'arbela

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Di Serena D'arbela Cinema Il cinema di Franco Arcalli e la lotta antifascista Kim: dagli attacchi partigiani al montaggio dei capolavori di Serena D’Arbela ranco Arcalli, (nome di battaglia brigata Garibaldi Biancotto, poi operò Kim) prima di essere montatore e nella provincia di Padova e per meriti di F sceneggiatore geniale nel cinema ita- guerra fu promosso comandante di batta- liano, fu un vero partigiano. “Come il ra- glione. Nell’estate del ’44 partecipò a Ve- gazzo di Kipling – scrisse Giuseppe Turca- nezia e in terraferma a operazioni militari to, commissario politico della brigata Ga- di rilievo. Ricorda Mario Zamengo che di- ribaldi “Francesco Biancotto” (1) – il rigeva il gruppo di Mirano «Kim venne da Kim veneziano diede all’organizzazione il noi con qualcuno di Padova e io dissi a me suo estro fantasioso, la sua intelligenza del- stesso: se cominciano a mandarmi dei le cose, il suo freddo coraggio. Come lui uno ragazzi vuol dire che le cose non vanno tan- e nessuno. Dopo l’abbiamo saputo” (anche to bene». Aveva visto di sfuggita quel viso alla Sala Petrassi durante l’Omaggio del 24 di adolescente, ma corresse la sua impres- ottobre scorso a lui dedicato dalla Festa sione quando vide il giovane in azione. del Cinema di Roma: molti registi hanno Così lo definisce «Aspro e risoluto negli detto di aver capito “dopo”, il valore del- scontri, accorto, con attitudine al coman- la sua personalità). do» (2). La sera del 12 marzo 1945, a Venezia, Io lo conobbi più tardi, nel 1956. Ero se- Kim concretò la famosa “beffa del teatro gretaria dell’Associazione Italia-URSS con Goldoni” insieme a Cesco, Michele e Mo- sede a Ca’ Giustinian. Mi interessavano ro. La compagnia di Elena Zareschi-Nino soprattutto gli scambi culturali, di lettera- Crisman recitava la commedia di Pirandel- tura, poesia. Avevamo un proiettore sovie- lo Vestire gli ignudi. Fatti spostare gli atto- tico passo 16 e potevamo vedere i film di ri, i partigiani irruppero mascherati sulla Eisenstein, di Pudovkin ed altri che ci in- scena, armi in pugno, nel silenzio attonito viavano. C’era curiosità ed interesse verso generale. Parlò Cesco con voce ferma in- quei classici ancora sconosciuti. Kim veni- formando il pubblico, presenti anche fa- va di tanto in tanto, mi aiutava spontanea- scisti e tedeschi, che la vittoria sui nazisti mente nelle proiezioni. A volte lo accom- era imminente. Kim e Michele tenendo pagnavano gli amici Tinto Brass e Gianni sotto il tiro delle armi i repubblichini, lan- Scarabello. Kim era un entusiasta, aveva ciarono numerosi manifestini. L’avveni- concentrato nel cinema le sue speranze mento fece scalpore, scosse la sonnolenza esistenziali, ma neppure io avevo la perce- Kim è quello a sinistra dei della città lagunare. Kim appartenne ai zione esatta della serietà dei suoi intenti. tre in prima fila. GAP e fu tra gli animatori iniziali della Modesto e riservato, non parlava della sua esperienza partigiana, non si vantava, ma si animava quando l’argomento erano i film. Ricordo che non trovava grande ascolto nell’ambiente veneziano un po’ ri- stretto, anche tra i comunisti tra cui impe- ravano all’epoca schematismi e chiusure. Era considerato un originale, era un anti- conformista. Come scrive ancora Turcato, «Kim era conscio di portare con sé il segno del coraggio, ma da principio non aveva avvertito la quasi maledizione che esso com- porta. Si vive in mezzo a uomini di molte specie, i quali giudicano sulla base del men- tire, dell’armatura esteriore, del cipiglio, della arroganza. Lui invece era schivo, dis- adorno, sincero» (3). Io sentivo che era un artista e come tale non catalogabile. Mi attraeva e stupiva so- prattutto quella sua passione cinematogra- fica che condividevo. Quando mi chiese patria indipendente l 16 dicembre 2007 l 45 un testo specifico, gli prestai, mi re. Ora toccherà ai cineasti rap- pare “Il linguaggio del film” di presentarne sullo schermo la fi- Renato May. Ci ripensai in se- gura e il percorso, come giusta- guito e considerai il fatto quasi mente ha chiesto Gabriella Cri- simbolico. Dopo un cortome- stiani, allieva e compagna di Ar- traggio Sul ponte sventola ban- calli, dopo la proiezione alla sala diera bianca (1959) realizzato Petrassi di una sua traiettoria di con Scarabello, collaborò con spezzoni rievocativi (“Il furetto Brass al montaggio di Ça ira di Venezia”). (1962) ed alla sceneggiatura e al Franco Arcalli (a sinistra) con Giuseppe Turcato. montaggio di Chi lavora è per- Le note si riferiscono al volume: duto (1963) dove compare come va condizionato la sua esperienza di Kim e i suoi compagni, a cura di attore. Opera acuta, che interpreta guerra e rimaneva intatto (5). Dove Giuseppe Turcato, Marsilio Editori, le delusioni degli ex resistenti, dei il fare era più importante del parla- 1980. lavoratori licenziati, nel clima di re- staurazione degli Anni 50 e in certo qual modo anticipa l’emarginazione “Odore d’inchiostro”: e la follia dei personaggi di Militina e Lulù di La classe operaia va in gli entusiasti della stampa alternativa Paradiso (1971) di Elio Petri. Forse Prima di aver visto il Dvd Odore d’In- la sua rappresentazione-interpreta- chiostro di Haydir Majeed, regista di ori- zione come ricorda Scarabello (4) gine babilonese di cui abbiamo apprez- significò anche oggettivazione di zato il bel film precedente sulla Resi- momenti del proprio vissuto dopo stenza (“60 anni dopo” ) credevamo di la Resistenza. Operaio alla Breda di sapere qualcosa dell’Abruzzo, per aver- Porto Marghera, da cui fu allonta- ne visitato località importanti e minori, nato dopo gli scioperi del 1950 e conosciuto poeti ed artisti notevoli. Non poi a Trecate in Piemonte, nel cuo- immaginavamo però quale riserva di re dello sviluppo capitalistico verti- energie spontanee, di tradizioni culturali ginoso. Lettore e studioso dei foto- e di iniziativa creativa si nascondesse grammi delle grandi pellicole del nei suoi angoli più riposti. Vedevamo i passato negli archivi filmici, fuochi- paesi della regione come spazi caratte- ristici, fonte di scoperte, è vero, di bei sta dei turni di notte nei depositi paesaggi, di opere d’arte, di chiesette delle ferrovie. antiche, di tracce archeologiche. Ci pia- È soprattutto a Roma dove si trasfe- cevano la gente rude e ospitale, i cibi risce, che rivela un talento insosti- particolari. tuibile, non solo nel montaggio, ma Ci voleva però il film di Majeed per sco- nell’ideazione e sceneggiatura di prire una nuova forma di vitalità locale, opere importanti. Zabriskje Point di cultura spontanea, e figure e personaggi interessanti che esprimono le esigenze (’70) e Professione reporter (’74) di della comunità. Attraverso fogli alternativi di semplice fattura, li vediamo difendere Michelangelo Antonioni; Il Confor- antichi valori ambientali, attività artigianali, beni artistici da conservare e restaurare, mista (’70), Ultimo tango a Parigi una scuola da erigere, un ospedale da costruire nell’interesse di tutti. Controllano che (’72) e Novecento (’76) di Bernardo le amministrazioni comunali siano all’altezza delle promesse fatte e non sgarrino. Bertolucci; Portiere di notte (’74) e Non sono giornalisti, dicono di sé, ma difensori della notizia. Informano i cittadini sui loro diritti e su tutto ciò che avviene e scoprono gli imbrogli grandi e piccoli. La stam- Al di là del bene e del male (’77) di pa nazionale e regionale non si occupa di problemi minuti che sembrano di serie C, Liliana Cavani e molti altri. Il suo eppure interessano tante persone e la loro vita quotidiana. Gente che non naviga su intervento in una cinquantina di internet, non legge le grandi testate dove non appare ciò che sta loro a cuore. film sarà decisivo. Collabora con Così, percorrendo il territorio marsicano da Pescina a San Benedetto dei Marsi, da Valerio Zurlini, Giulio Questi, Giu- Ortona ad Ajelli, da Luco dei Marsi a Tagliacozzo nasce il film di Majeed. Il regista seppe Bertolucci, Ettore Scola e scova i protagonisti della stampa alternativa, i Botticchio, Maggi, Ruggieri, Di Cesare, molti altri. Partecipa anche alla sce- Nuccelli, Venti, Di Fonso ed altri comunicatori dal basso. I loro mezzi sono semplici, neggiatura di C’era una volta in autogestiti, ciclostile, ta tze bao, fogli locali, testata on line. Li diffondono o appen- America (Sergio Leone) e La Luna dono, attirano l’attenzione degli abitanti ne ottengono il sostegno e in certi casi una (Bernardo Bertolucci). sponsorizzazione. La sua morte nel 1978 fu una per- Attraverso lo sguardo di un immaginario e moderno don Chisciotte, seguito dal suo dita non indifferente per la cultura: scudiero, la cinquecento color giallo di Majeed entra di paese in paese. L’obbiettivo inquadra e porta alla superficie questa rete popolare di voci e di proposte dai titoli Kim imprimeva alla forma cinema- antichi di sapore operaio o western, alcuni dialettali, altri modernissimi: La Piazza, La tografica la giusta misura del taglio, Vanga, II Martello, Sherwood, J’Alistr, Briganti, Site.it. l’estrema sintesi del tempo e la for- Il Dvd ha un valore esemplare aprendo mondi originali, non privi di humour e di tro- za dell’ispirazione. Abbiamo ripen- vate che vivono di vita propria sfidando il paternalismo urbano. Ne consigliamo la vi- sato a quel suo slancio vitale sotto sione perché insegna a confrontarsi con la complessità regionale e comunale italiana, l’apparenza sorniona e felina che fatta anche di usanze e proverbi ancora forieri di ispirazioni e di saggezza. (SdA) era forza e anche violenza, che ave- 46 l patria indipendente l 16 dicembre 2007.
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