Premessa ...... 2

1.1 Stato della pianificazione. Piano Territoriale Regionale ...... 4

Obiettivi del PTR ...... 6

Linee guida per il paesaggio in ...... 6

Il di Volturara Irpina nel PTR ...... 9

1.2 Stato della pianificazione. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ...... 15

Infrastrutture e mobilità ...... 15

Rete ecologica ...... 16

Trasformabilità ...... 16

1.3 Stato della pianificazione. Programma di Fabbricazione ...... 17

2 Uso ed assetto storico del territorio ...... 19

3 Inquadramento ambientale ...... 21

4.1 Inquadramento di area vasta ...... 23

4.2 Inquadramento territoriale ...... 25

5 Assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio ...... 27

6.1 Attrezzature, patrimonio edilizio ed uso prevalente del territorio ...... 30

6.2 Rete infrastrutturale ...... 32

7 Vincoli ...... 33

DOCUMENTO STRATEGICO ...... 36

Elementi strutturali...... 36

Elementi strategici ...... 38

1

Premessa Il Comune di Volturara Irpina ha deciso di dotarsi di un Piano urbanistico stante la mancanza di un Piano Regolatore Generale, la vetustà del Programma di Fabbricazione vigente ed in adempimento a quanto stabilito dall’articolo 1 del Regolamento n°5/2011 in merito alla decadenza degli strumenti di pianificazione di livello comunale decorsi diciotto mesi dall’approvazione dei PTCP.

Come previsto dalla normativa regionale la prima fase del procedimento di redazione del Piano Urbanistico Comunale ha riguardato la predisposizione del Preliminare di Piano; esso è stato redatto seguendo i suggerimenti del Manuale Operativo suddividendolo negli elaborati del Quadro conoscitivo e in quelli del Documento Strategico.

Gli elaborati grafici, realizzati per il Quadro conoscitivo, sono:

• Tavola 1.1 - Stato della pianificazione. Piano Territoriale Regionale;

• Tavola 1.2 - Stato della pianificazione. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale;

• Tavola 1.3 - Stato della pianificazione. Programma di Fabbricazione;

• Tavola 2 - Uso ed assetto storico del territorio;

• Tavola 3 - Inquadramento ambientale;

• Tavola 4.1 - Inquadramento di area vasta;

• Tavola 4.2 - Inquadramento territoriale;

• Tavola 5 - Assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio;

• Tavola 6.1 - Attrezzature, patrimonio edilizio ed uso prevalente del territorio;

• Tavola 6.2 - Rete infrastrutturale;

• Tavola 7 - Carta unica del territorio.

Il Documento Strategico descrive gli obiettivi quantitativi e qualitativi perseguibili al fine di valorizzare le peculiarità e mitigare le criticità emerse dall’analisi

2 critica del territorio; propone quindi una “vision” urbana in grado di orientare lo sviluppo urbanistico, economico e sociale nel prossimo futuro. Gli elaborati grafici redatti per il Documento Strategico sono:

• Tavola 2.1 - Elementi strategici;

• Tavola 2.2 - Strategie ed obiettivi di trasformazione.

Il Preliminare di Piano costituisce la base conoscitiva tecnica su cui l’amministrazione pubblica dovrà svolgere consultazioni con le altre istituzioni coinvolte, la cittadinanza, gli imprenditori, e tutti i soggetti interessati alla redazione del nuovo Piano urbanistico ed alle trasformazioni che dalla sua attuazione deriveranno sul territorio.

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1.1 Stato della pianificazione. Piano Territoriale Regionale Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato con LR 13/2008, si pone come strumento di carattere strategico che mira a inquadrare, indirizzare e promuovere azioni integrate per il governo del territorio.

Il PTR, in coerenza con quanto previsto dalla LR 16/2004, ha elaborato cinque Quadri Territoriali di Riferimento (QTR) utili e cogenti per la pianificazione provinciale e quindi comunale.

Il primo Quadro , quello delle Reti , mette in relazione il sistema della rete ecologica, quello dell’interconnessione infrastrutturale e quello del rischio ambientale, al fine di evidenziare i punti critici del territorio su cui concentrare attenzione e interventi. Le reti costituiscono il riferimento per l’integrazione delle politiche locali e di quelle settoriali, nel contesto più ampio delle politiche regionali. La rete ecologica si configura come uno strumento programmatico che consente di pervenire ad una gestione integrata delle risorse e dello spazio fisico-territoriale regionale, ivi compreso il paesaggio; la rete dei trasporti e quella dei rischi supportano la rete ecologica, contenendo i fenomeni di frammentazione e recuperando fenomeni di degrado rilevanti, evitando di accentuare il dualismo fra territori della conservazione e territori della trasformazione.

Il Quadro degli Ambienti Insediativi contiene “visioni” dei territori che devono guidare le Amministrazioni provinciali e locali nel riconoscere e governare le peculiarità dei propri territori, al fine di raggiungere un assetto policentrico della regione in una logica di valorizzazione reticolare delle complementarità fra identità locali. Gli Ambienti Insediativi sono stati individuati in rapporto alle caratteristiche morfologiche-ambientali e alla trama insediativa.

Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) si basa sulla geografia dell’auto-riconoscimento delle identità locali e dell’auto-organizzazione dei processi di sviluppo in atto o preesistenti. I sistemi sono classificati in funzione di dominanti territoriali che non costituiscono, però, indirizzi preferenziali d’intervento ma si collocano all’interno di una matrice di indirizzi strategici e obiettivi d’assetto. La matrice strategica diventa la base di riferimento per tre ordini di azioni:

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- verso la Regione consente di leggere le necessarie integrazioni delle politiche settoriali nei confronti dei diversi territori;

- verso le Province si configura come un indirizzo strategico da considerare nella redazione dei PTCP;

- verso i Sistemi Territoriali di Sviluppo rappresenta una prima base di riferimenti strategici da condividere, precisare ed arricchire per l’avvio di un processo di pianificazione dello sviluppo locale, basato su tre fasi (redazione del documento strategico, messa a punto di elementi progettuali e coinvolgimento di attori locali e non, gestione degli interventi e del marketing territoriale anche attraverso agenzie di sviluppo locale).

Gli indirizzi strategici individuati sono sedici, riferiti a cinque aree tematiche:

A. Interconnessione; B. Difesa e recupero della “diversità territoriale”: costruzione della rete ecologica; C. Governo del rischio ambientale; D. Assetto policentrico ed equilibrato; E. Attività produttive per lo sviluppo economico regionale.

Il Quadro dei Campi Territoriali Complessi (CTC) mette in evidenza aree di particolare criticità, derivante da densi processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale, individuate sovrapponendo e intersecando le reti del primo QTR. In queste aree la Regione promuove interventi integrati preminenti. La definizione dei CTC, come ambito di operatività intermedia della pianificazione regionale, determina ambiti di attenzione in cui la trasformazione in atto possa essere valorizzata in coerenza con le forme di sviluppo in progress e con le diverse attitudini o domande di trasformazione, che emergono dai processi di sviluppo locale. La finalità di questi ambiti è quella di favorire la compatibilità tra le azioni, previste o in fase di programmazione, e il territorio e di definire criteri ed obiettivi perché tali azioni siano, per quanto possibile, coerenti e radicate alla natura degli “ambienti insediativi” interessati, in modo da orientare ed indirizzare la progettualità locale.

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Infine il Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale e delle raccomandazioni per lo svolgimento di “buone pratiche” nasce dall’intenzione della Regione di accelerare, incentivare e supportare i processi in atto, che coinvolgono unioni di Comuni.

Obiettivi del PTR

L’obiettivo del PTR è contribuire all’ecosviluppo, secondo una visione che attribuisce al territorio il compito di mediare cognitivamente ed operativamente tra la materia della pianificazione territoriale e quella della promozione e della programmazione dello sviluppo.

I temi che sottendono all’ottica di sviluppo sostenibile sono:

- tutela, valorizzazione e riqualificazione funzionale del territorio, incentrata sul minor consumo di suolo e sulla difesa del territorio agricolo;

- difesa e recupero della diversità territoriale, sostenuti dalla costruzione della rete ecologica e da un assetto policentrico ed equilibrato, capace di rompere l’assetto gerarchizzato e squilibrato esistente, assicurando una configurazione reticolare e armonica;

- prevenzione e superamento delle situazioni di rischio ambientale;

- integrazione degli insediamenti industriali e residenziali, volta ad una complessiva riqualificazione socioeconomica e ambientale;

- miglioramento del sistema della mobilità, da garantire attraverso una interconnessione capace di realizzare l’integrazione delle diverse modalità di trasporto e un potenziamento ambientalmente compatibile.

Linee guida per il paesaggio in Campania

Con le Linee guida per il paesaggio la Regione Campania applica i principi della Convenzione Europea del Paesaggio e definisce il quadro di riferimento unitario per la pianificazione paesaggistica. In particolare le Linee guida:

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- forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio per la pianificazione provinciale e comunale; - definiscono il quadro di coerenza per la definizione nei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) delle disposizioni in materia paesaggistica, di difesa del suolo e delle acque, di protezione della natura, dell’ambiente e delle bellezze naturali; - definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio; - definiscono la Carta dei paesaggi della Campania con valenza di statuto del territorio regionale, inteso come quadro istituzionale di riferimento del complessivo sistema di risorse fisiche, ecologico-naturalistiche, agroforestali, storico-culturali e archeologiche, semiologiche-percettive.

La Carta dei paesaggi della Campania 1 è costituita dai seguenti elaborati:

- Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali - Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto - Carta delle strutture storico-archeologiche - Schema di articolazione dei paesaggi della Campania che costituiscono il principale riferimento per la definizione di strategie e indirizzi di salvaguardia e gestione sostenibile dei paesaggi.

La Carta delle risorse naturalistiche e agroforestali e la Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto nascono dall’analisi degli aspetti fisiografici, ecologici ed agroforestali del territorio regionale.

Il primo documento illustra la distribuzione nel territorio regionale di differenti tipi di ecosistemi naturali e seminaturali, forestali ed agricoli, individuando porzioni omogenee di territorio in base a caratteri fisiografici, fisionomico-strutturale ed agroforestali.

1 Per un maggior approfondimento si rimanda al capitolo 5 del documento “Linee guida per il paesaggio in Campania”

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Il secondo documento definisce, invece, partizioni geografiche di territorio che si caratterizzano per una specifica e riconoscibile fisiografia e per la particolare diffusione ed arrangiamento spaziale delle tipologie naturalistiche e agroforestali.

La Carta delle strutture storico-archeologiche nasce dall’individuazione di alcuni elementi considerati invarianti strutturali del paesaggio storico-archeologico per la loro persistenza per l’importanza che rivestono nel processo di identificazione paesaggistica. Anche se in riferimento a solo due periodi storici – epoca romana e fine Ottocento – la lettura di questi elementi consente l’individuazione e il riconoscimento della reticolarità dell’insediamento storico e dei princìpi ordinatori del tessuto connettivo rurale. Ciò ha consentito di individuare sistemi paesaggistici che hanno condizionato e guidato lo sviluppo dell’intero territorio regionale.

Lo schema di articolazione dei paesaggi della Campania rappresenta l’identificazione dei paesaggi regionali basata sulla lettura delle strutture materiali del paesaggio. Costituisce un inquadramento preliminare degli ambiti di paesaggio sulla cui base le Province procedono a identificare ambiti di paesaggio provinciali in un’ottica di co-pianificazione e in osservanza al principio di sussidiarietà orizzontale.

Le Linee guida per il paesaggio si articolano in direttive specifiche, indirizzi strategici e criteri metodologici volti a guidare la pianificazione provinciale e comunale. Gli indirizzi si articolano in:

- indirizzi relativi all’individuazione dei beni paesaggistici d’insieme di cui agli artt. 136 e 142 del D.Lgs. 42/2004; - indirizzi per gli aspetti storico culturali suddivisi per siti archeologici, rete storica dei collegamenti, centuriazioni, centri e agglomerati storici, beni storico-architettonici extraurbani e beni paesaggistici d’insieme; - indirizzi per il territorio rurale e aperto e le risorse ad esso collegate suddivisi in indirizzi di carattere generale di salvaguardia e indirizzi specifici per la salvaguardia e gestione dei diversi sistemi del territorio rurale aperto e, di conseguenza, per le aree montane, le aree collinari, i complessi vulcanici, le aree di pianura, la fascia costiera, gli ambiti di più

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diretta influenza dei sistemi urbani e, infine, per i corpi idrici e le relative fasce di pertinenza; - indirizzi per la pianificazione di settore.

Il comune di Volturara Irpina nel PTR

Il comune di Volturara Irpina, nella visione della Rete Ecologica Regionale , è interessato dal Corridoio Appenninico principale che costituisce un segmento del corridoio che connette il sistema di parchi naturali che si snoda lungo i rilievi carbonatici estesi sull'asse longitudinale della regione da nord-ovest a sud-est.

In virtù delle caratteristiche morfologiche-ambientali e della trama insediativa il Comune di Volturara Irpina ricade nell’ Ambiente insediativo n°6 – Avellinese

I territori compresi in questo Ambiente Insediativo sono accomunati da caratteristiche e rapporti che i piani provinciali o eventuali altre sub-articolazioni devono porre in evidenza e valorizzare. Il comune di Volturara Irpina è coinvolto nelle relazioni che legano le Valli Solfrana-Irno e alto Sele ed il Parco dei Monti Picentini.

I problemi che caratterizzano quest’area sono riconducibili alla sfera insediativa, ambientale, infrastrutturale e economica. L'assetto territoriale è stato fortemente condizionato dall'evento sismico del 1980 che ha comportato la distruzione di numerosi centri storici; la conseguente ricostruzione e l'insediamento di numerose aree industriali, alcune realizzate solo in parte, hanno trasformato i caratteri identitari di molti insediamenti urbani. Dal punto di vista ambientale, le caratteristiche geologiche, idrologiche e naturali dei territori costituiscono delle priorità in termini di riassetto, difesa e salvaguardia dell'ambiente. I problemi infrastrutturali sono legati alla insufficiente offerta di trasporti pubblici collettivi, alla presenza di una rete di viabilità interna inadeguata, alla scarsa integrazione tra i centri ed alla carenza di servizi e attrezzature. Dal punto di vista economico i principali temi oggetto di attenzione riguardano la necessità di valorizzare le produzioni locali tipiche integrandole con l'offerta turistica e ricettiva legata alle qualità ambientali, naturalistiche e storiche dei territori.

Elementi fondamentali della visioning tendenziale sono:

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• un centro capoluogo polarizzante;

• un progressivo abbandono delle aree già "deboli";

• un inutilizzo, abbandono e stato di degrado dei centri storici minori e più in generale del patrimonio storico, artistico, culturale, ambientale e naturalistico;

• un'intensificazione degli insediamenti lungo la viabilità della Valle Caudina;

• un progressivo ampliamento delle aree di sprawl edilizio destinato alle residenze stagionali nelle zone più amene e facilmente accessibili.

Una possibile prospettiva deve dunque incentrarsi:

• sulla promozione di un' organizzazione unitaria della “città Baianese”, della “città di ”, della “città Caudina”, della “città dell’Ufita”, della “città dell’Irno” come “nodi” di rete, con politiche di mobilità volte a sostenere la integrazione dei centri che le compongono ai quali assegnare ruoli complementari;

• sulla organizzazione di un sistema urbano multicentrico mediante la distribuzione di funzioni superiori e terziarie fra le diverse componenti del sistema insediativo;

• sull'incentivazione, il sostegno e la valorizzazione delle colture agricole tipiche e l'organizzazione in sistema dei centri ad esse collegate;

• sull'articolazione dell'offerta turistica legata alla valorizzazione del patrimonio storico-ambientale e dei parchi dei Picentini e del TerminioCervialto;

• sulla riorganizzazione dell'accessibilità interna.

Rispetto al Terzo Quadro Territoriale di Riferimento, il comune di Volturara Irpina ricade nel Sistema Territoriale di Sviluppo A12 – Terminio Cervialto a dominante naturalistica.

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Il Sistema comprende i comuni, della provincia di , di , , , , , , Chiusano San Domenico, , , , , , , , , , , , , e Volturara Irpina.

L’area è attraversata dallaSS7, dalla SS400 di Castelvetere che mette in comunicazione i comuni di Chiusano San Domenico, Montemarano, Castelfranci e Nusco; le due strade statali sono collegate dalla SS164 delle Croci di Acerno che attraversa il territorio del STS da Nord a Sud. L'autostrada più prossima è l'A16 Napoli- Avellino-Canosa raggiungibile mediante lo svincolo di Avellino Ovest.

La rete ferroviaria che interessa il territorio è l'Avellino-Rocchetta-Sant'Antonio con le stazioni di Luogosano-San Mango sul Calore, Paternopoli, Castelvetere, Castelfranci, Montemarano, Cassano Irpino, Montella, Bagnoli Irpino e Nusco.

L'aeroporto più vicino è quello di Pontecagnano raggiungibile via autostrada percorrendo prima l'A16 poi il raccordo Avellino-Salerno e, infine, l'A3 fino allo svincolo di Battipaglia.

Per quanto concerne la programmazione, per il sistema stradale, le principali invarianti sono:

• viabilità PIP fino al collegamento con la SS368 (Montella-Lago Laceno); • ampliamento e ristrutturazione del tratto Taurasi-Montella; • realizzazione collegamento tra SS164 e SP190; • adeguamento dell'asse viario Calabritto-anello Bagnoli; • adeguamento dell'asse viario -Caposele

Per il sistema ferroviario non sono presenti interventi.

In riferimento alla matrice degli indirizzi strategici, all’interno del STS A12, gli indirizzi strategici a cui viene attribuito un peso maggiore e che quindi rappresentano una scelta strategica prioritaria, sono:

per l’area tematica B, gli indirizzi B1 – Difesa della biodiversità e B2 – Valorizzazione territori marginali;

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per l’area tematica C, l'indirizzo C2 – Rischio sismico;

per l’area tematica E, gli indirizzi E2a – Attività produttive per lo sviluppo agricolo – Sviluppo delle filiere e E2b – Attività produttive per lo sviluppo agricolo – Diversificazione territoriale.

Gli indirizzi che hanno un peso minore e che costituiscono un valore strategico da rafforzare sono:

per l’area tematica A, gli indirizziA1 – Accessibilità attuale e A2 – Programmi;

per l’area tematica B, l’indirizzo B4 – Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio;

per l’area tematica C, l'indirizzo C3 – Rischio idrogeologico;

per l’area tematica E, gli indirizzi E1 – Attività produttive per lo sviluppo industriale e E3- Attività produttive per lo sviluppo turistico.

Infine gli indirizzi che hanno scarsa rilevanza strategica sono:

per l’area tematica B, l’indirizzo B5 – Recupero delle aree dismesse e in via di dismissione;

per l’area tematica C, l'indirizzo C6 – Rischio attività estrattive.

Per quanto concerne il quarto Quadro Territoriale di Riferimento, il comune di Volturara Irpina non è interessato dagli effetti di nessun Campo Territoriale Complesso.

Dalla Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali delle Linee guida per il paesaggio si evince che il Comune di Volturara Irpina rientra nelle unità tipologiche A1- Aree forestali dei rilievi montani che comprendono una gamma differenziata di habitat seminaturali a diverso grado di maturità e complessità strutturale e che in virtù della loro estensione e del grado di continuità costituiscono le aree centrali e i corridoi ecologici della rete ecologica regionale, A2 - Praterie dei rilievi montani che comprendono una gamma differenziata di habitat seminaturali aperti che costituiscono un elemento fondamentale per la diversità ecologica a scala locale e regionale, D2 - Praterie della pianura caratterizzate dalla presenza di prati stabili e incolti della pianura alluvionale, D3 - Aree agricole della pianura con prevalenza di seminativi a campi

12 aperti e locale presenza di elementi di diversità biologica come le siepi, i filari arborei o gli alberi isolati ed infine E - Ambiti di più diretta influenza dei sistemi urbani e della rete infrastrutturale, caratterizzati dalla prevalenza di ambienti e sistemazioni antropiche.

Dalla Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto, inoltre, si evince che il Comune di Volturara Irpina è classificato nelle Aree montane, nel sistema dei Rilievi appenninici calcarei con coperture piroclastiche, nel sottosistema dei Monti Picentini. Le aree montane costituiscono una risorsa chiave per i processi di sviluppo locale e per il mantenimento degli equilibri ecologici, ambientali e socio-economico poiché conservano una porzione consistente di habitat naturali o seminaturali, comprendono paesaggi rurali storici, costituiscono le aree di alimentazione dei corpi idrici sotterranei garantendo l'approvvigionamento idrico della regione, rappresentano una risorsa di servizi ambientali e naturalistici in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Le Linee guida definisco, inoltre, gli indirizzi per la pianificazione provinciale e comunale dei tali territori. 2 Da ciò di evince che gli indirizzi di maggior peso per il territorio comunale, in questione, sono:

• salvaguardia delle aree di alta montagna mediante l'inedificabilità assoluta;

• salvaguardia delle aree forestali mediante il riuso, la tutela della biodiversità e la realizzazione di edifici destinati esclusivamente all'attività rurale;

• salvaguardia delle aree di prateria in cui è consentita solo l'edificabilità in funzione dell'attività rurale;

• salvaguardia delle aree agricole, degli arboreti e delle consociazioni tradizionali in virtù della loro funzione di habitat complementari, di zone cuscinetto e di zone di collegamento funzionale tra aree pedemontane e fondovalle;

2 Per un approfondimento maggiore si rimanda al capitolo 6, paragrafo 6.3.2.1 del documento “Linee guida per il paesaggio in Campania”.

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• tutela delle aree interessate da pericolosità idrogeologica elevata o molto elevata;

• salvaguardia dell'integrità dei corsi d'acqua;

• tutela degli elementi morfologici e del paesaggio mediante il corretto inserimento ambientale e paesaggistico di opere, infrastrutture ed impianti tecnologici e di produzione energetica.

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1.2 Stato della pianificazione. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il secondo elaborato del Quadro conoscitivo raccoglie tutte le indicazioni provenienti dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Avellino (adottato con delibera n.184 del 27/12/2012, in fase di approvazione) che riguardano il territorio in esame. Ci si è riferiti ad un ambito più ampio del comune di Volturara Irpina, estendendo lo sguardo alla “Città dei Picentini”, un raggruppamento di comuni individuato dal PTCP come strumento di rafforzamento dell’armatura urbana del territorio provinciale, caratterizzato da una densità abitativa molto bassa. Della “Città dei Picentini” fanno parte, oltre a Volturara Irpina, i comuni di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci, Montella, Montemarano e Nusco.

Infrastrutture e mobilità

L’analisi delle infrastrutture consente di rilevare l’esistenza, al giorno d’oggi, di una discreta dotazione in termini di infrastrutture stradali, considerata la presenza della Strada statale Ofantina, che con il suo percorso ovest-est collega i piccoli centri con il capoluogo, e consente spostamenti rapidi grazie alle sue caratteristiche geometriche (andamento regolare, pendenze ridotte, ampia sede stradale). Il PTCP prevede un generico potenziamento di questa strada, azione che probabilmente riguarda il suo tratto terminale in direzione est, in modo da offrire un collegamento veloce anche con i centri dell’Alta Irpinia. Nel tratto in questione, infatti, la strada sembra rispondere bene alla non eccessiva domanda di spostamenti.

Dal punto di vista di infrastrutture di tipo ferroviario, è da segnalare la presenza della linea Avellino–Rocchetta, chiusa al traffico dal dicembre 2010. Questa linea ferroviaria interessa la “Città dei Picentini” e, pur non attraversando il territorio di Volturara Irpina, ha rivestito, fino a pochi anni prima della chiusura, una discreta importanza, in quanto collega numerosi centri dell’Irpinia con Avellino da un lato e, dall’altro con il capolinea di Rocchetta, posto al confine fra Campania, Puglia e Basilicata, dove la ferrovia si ricongiunge ad altre linee minori ma ancora attive. Il PTCP inserisce questa linea fra i progetti strategici (art. 45 NTA), promuovendo la realizzazione sul sedime ferroviario di una “greenway”.

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Il PTCP promuove anche la “mobilità dolce” attraverso il potenziamento di percorsi turistici quali sentieri di montagna, percorsi eno-gastronomici, ecc, che possono rappresentare una concreta risposta all’esigenza di sviluppo di un turismo basato sulle risorse ambientali.

Rete ecologica

Dal punto di vista ambientale ed ecologico, il Piano provinciale recepisce le indicazioni regionali sulla rete ecologica, individuando il corridoio appenninico principale, e propone il potenziamento di alcuni corridoi ecologici regionali, come il collegamento Fiume Ofanto – Solofrana. Il comune di Volturara Irpina è interessato direttamente dal corridoio appenninico principale, in considerazione della sua posizione alle pendici settentrionali del massiccio dei Monti Picentini, una delle isole di naturalità più importanti della Regione Campania.

Il PTCP individua, inoltre, i “geositi”, ossi siti di particolare interesse ambientale; a Volturara Irpina è individuata la “Bocca del Dragone”, un inghiottitoio carsico in cui defluiscono le acque della Piana del Dragone, che costituisce una vera e propria rarità geologica ed ambientale.

Trasformabilità

Il Piano provinciale suggerisce una suddivisione del territorio in aree non trasformabili, aree a trasformabilità condizionata da nulla-osta, aree a trasformabilità orientata allo sviluppo agro-ambientale, ed aree non classificate, da intendersi come aree a maggiore trasformabilità.

La “Città dei Picentini” è classificata in gran parte come area non trasformabile, mentre le ridotte aree trasformabili si concentrano nelle zone pianeggianti ed altimetricamente meno elevate. Il comune di Volturara Irpina non fa eccezione, considerando che esso comprende aree in gran parte montuose e coperte di boschi, mentre la Piana del Dragone, essendo soggetta ad inondazioni ricorrenti, è anch’essa in gran parte classificata come area a trasformabilità condizionata. Le uniche aree di possibile modificabilità si trovano a nord del centro abitato, lungo la strada provinciale 108 fino all’innesto con la strada statale Ofantina.

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Il PTCP individua, infine, le aree industriali da ri-pianificare. L'area destinata a Piano per gli Insediamenti Produttivi individuata dal programma di fabbricazione della fine degli anni ‘70 del comune di Volturara Irpina, è individuata come zona industriale da ri-localizzare poiché gli interventi previsto sono stati in gran parte mai attuati.

1.3 Stato della pianificazione. Programma di Fabbricazione L'elaborato 1.3 illustra gli strumenti di pianificazione comunale attualmente vigenti sul territorio di Volturara Irpina; le informazioni sono state sovrapposte alla foto aerea che illustra lo stato attuale, in tal modo è possibile misurare il grado di attuazione delle previsioni di piano.

In basso a sinistra è rappresentata la zonizzazione dell’intero territorio comunale, riportata in scala ridotta, che funge da key-plan per la lettura dei due stralci più grandi, riportati in scala 1:2.000. Il primo stralcio raffigura il centro abitato principale, con il nucleo storico costruito sui primi rilevi pedemontani e l’espansione più recente che si è diretta verso la Piana, mentre il secondo inquadra l’area del Piano per Insediamenti Produttivi (PIP), con la relativa zonizzazione.

La Variante al Programma di Fabbricazione, che risale alla fine degli anni Settanta, essendo uno strumento piuttosto schematico ed essenziale, si limita ad individuare le aree A, B e C, quelle per attrezzature, aree agricole ordinarie e a destinazione speciale, aree per le industrie, e disegna un ampliamento della rete stradale che forma un “anello” a nord del centro abitato.

Il piano dispone le aree di espansione (B e C) e gran parte delle aree per attrezzature a nord del centro consolidato, lungo l’asse Via della Rimembranza - strada provinciale 108.

Oltre alla classificazione del nucleo abitato principale, il piano delimita una piccola zona B nella località Tavernole, al confine nord-occidentale, un’area per attrezzature nei pressi della Bocca del Dragone, lungo la strada provinciale 152, dove oggi sorge un’area sportiva comunale, ed una vasta area industriale ad est del centro abitato principale.

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Il disegno originario non è stato completamente rispettato dall’espansione successiva, che ha visto la realizzazione di numerose abitazioni unifamiliari, sparse nei settori della Piana più vicini al centro antico. La prevista realizzazione di due nuove strade è avvenuta solo in parte (tratto iniziale di via Cupone), anche le aree per attrezzature sono rimaste inattuate per più della metà. Il piano indicava anche il tipo di attrezzature da localizzare nelle singole aree, anche queste prescrizioni sono state rispettate solo in piccola parte.

Le aree agricole ordinarie (E1 ed E2) coprono il restante territorio comunale, ad eccezione di due aree classificate come E3, localizzate rispettivamente a nord e a sud del centro principale, destinate ad ospitare industrie agricole sostanzialmente mai realizzate.

Nello stralcio che riporta la zonizzazione del centro principale sono indicati anche i perimetri delle aree oggetto di Piano di Recupero e le aree destinate agli alloggi temporanei, la cui individuazione si rese necessaria per ospitare gli sfollati degli eventi sismici del 1980 che colpirono duramente anche Volturara Irpina. La perimetrazione di tali ambiti avveniva in base ad un provvedimento legislativo ad hoc , la legge 219 del 1981; queste aree hanno ospitato, fino a pochi anni fa, gli alloggi provvisori, e sono attualmente in fase di sostituzione con manufatti di edilizia residenziale pubblica.

Il piano per insediamenti produttivi, redatto nella metà degli anni Novanta, delimita un’area molto ampia nella piana, in località Lago Rosso, ad est del centro urbano principale, includendo al proprio interno una rete stradale, parcheggi, attrezzature pubbliche, aree per attività industriali tradizionali ed agro-silvo-pastorali. Come si coglie anche da un rapido sguardo sulla carta, solo pochissime aree sono state occupate da attività produttive, mentre un dato che la carta non specifica è la reale operatività delle aziende esistenti, anche se, alcune di esse, impiantate probabilmente molti anni addietro, si presentano oggi come fabbriche dismesse, a testimonianza forse di una vocazione industriale dell’area non così forte.

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2 Uso ed assetto storico del territorio L’elaborazione di questa tavola ha dovuto misurarsi con la scarsa esistenza di informazioni dettagliate sul comune di Volturara Irpina, soprattutto di tipo cartografico. Si è fatto quindi riferimento, in gran parte, alle analisi contenute nelle tavole del Piano di Recupero predisposto all’indomani dell’evento sismico del 1980 e che si riferiscono al centro abitato principale, tralasciando le aree della piana.

La classificazione degli edifici per epoca di costruzione evidenzia l’evoluzione del centro. Le parti più antiche, anteriori al 1900, si trovano sia sui primi rilievi del Monte Costa e del Monte Faggeto, sia nella zona pianeggiante immediatamente sottostate. La parte più elevata del centro storico è costituita da due distinti nuclei separati da una piccola incisione fluviale, mentre la parte bassa, risalente comunque ad epoche antecedenti al 1900, si è sviluppata in direzione centrifuga lungo Via A. di Meo ad est, Via Pantanelle e Via Cupa ad ovest e nell’area intorno a Piazza Roma, su cui si affacciano gli edifici più rappresentativi.

La posizione leggermente elevata dei borghi consente, dai punti più alti dell’abitato, di traguardare l’intero paese e gran parte della Piana del Dragone, tuttavia il nucleo originario di Volturara Irpina costituisce la parte più degradata e più colpita da fenomeni di spopolamento e abbandono, a causa dei gravi danni derivanti dall’evento sismico del 1980, della difficile accessibilità carrabile, e della bassa qualità statica di molti edifici che rende onerosa un’eventuale riqualificazione.

Chiuso a sud-ovest dai ripidi pendii del Monte Costa e del Monte Faggeto, l’insediamento si è naturalmente espanso verso le aree pianeggianti poste a nord, preferenzialmente lungo l’asse di Via della Rimembranza – strada provinciale 108. Rimasto sostanzialmente invariato fino al 1962, il perimetro del centro urbano si è ingrandito nelle epoche successive. Fra il 1900 ed il 1943 si verifica, infatti, solo la nascita di un piccolo nucleo intorno all’intersezione fra Via della Rimembranza e Via Dante Alighieri e si registra la sporadica saturazione di parti del tessuto urbano originario; mentre fino al 1962 una limitata crescita edilizia interessa Via Benedetto Croce e Via Gennaro De Vecchi.

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Il periodo 1963-1982 vede invece la realizzazione di numerosi complessi di edilizia residenziale, riconoscibili dalla morfologia allungata, in diverse aree, in particolare lungo Via Cupa, Via della Rimembranza, nel triangolo compreso fra Via Alighieri, Via Cupa e Via Mazzini e presso l’incrocio di quest’ultima con Via Croce. La crescita di questo periodo rispetta grossomodo il disegno radiale delle strade che convergono verso il nucleo storico, mantenendo una certa compattezza del centro urbano, a differenza di quanto avverrà negli anni successivi.

Il periodo che va dal 1983 fino ad oggi vede una vera e propria nebulizzazione dell’impianto urbano, a causa di una crescita che si è nutrita in gran parte di edifici a tipologia edilizia isolata, con densità decrescente man mano che ci si allontana dal centro consolidato. Gli interventi che invece configurano una maggiore forma urbana si riducono alle operazioni di sostituzione degli alloggi temporanei (cd. prefabbricati) installati all’indomani del terremoto del 1980, che a Volturara Irpina si localizzavano in tre zone distinte: Freddano ad est, Cimitero ad ovest e Rimembranza a nord. Le prime due zone sono in fase di ri-urbanizzazione, mentre la terza è ancora oggi in gran parte abbandonata ed in attesa di una nuova destinazione.

Sono inoltre da segnalare un certo numero di interventi di sostituzione edilizia avvenuti all’interno del centro storico, laddove probabilmente il recupero delle strutture esistenti era pressoché impossibile.

Dopo la fase di forte espansione edilizia, avutasi a seguito degli interventi legislativi straordinari con cui si è finanziata la ricostruzione post-terremoto, la crescita edilizia è rallentata notevolmente, anche a causa dell’attuale crisi demografica, lasciando numerosi alloggi inutilizzati a fronte di un crescente consumo di suolo.

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3 Inquadramento ambientale Il territorio comunale di Volturara Irpina è sicuramente di altissimo valore ambientale e paesaggistico. Come è mostrato nella carta raffigurante la morfologia del territorio, in scala 1:250.000, esso è situato alle pendici settentrionali del massiccio montuoso dei Picentini, una delle aree più ricche dal punto di vista ambientale della regione, interessato dal corridoio ecologico principale dell’Appennino e da diversi corridoi ecologici secondari.

L’articolata morfologia del territorio è esplicitata nella sezione di paesaggio, in cui sono indicate anche le principali vette in riferimento alla quota altimetrica. Il confine meridionale del territorio coincide con le vette del Monte Forcella e delle Ripe della Falconara, di altitudine compresa fra 1420 e 1300 metri s.l.m.. Procedendo in direzione nord, si registra un primo temporaneo abbassamento di quota, rappresentato dal pianoro di Campolaspierto, posto a circa 1200 metri s.l.m.. L’andamento del suolo risale di quota, incontrando la vetta di Collelungo (1703 metri s.l.m.) e le Punte di Lagariello (1454 metri s.lm.), per culminare nella cima del Monte Terminio (1786 metri s.l.m.), condivisa con il territorio comunale di . Procedendo ancora verso nord, si incontrano vette sempre meno elevate come il Monte Calcara d’Alessio (1414 metri s.l.m.), il Monte Costa (1018 metri s.l.m.), che degradano improvvisamente nella Piana del Dragone (670 metri s.l.m.), chiusa a settentrione dai più docili rilevi del Monte Vena dei Corvi (1159 metri s.l.m.), situato però fuori dal territorio comunale.

Dalla carta principale, che raffigura il territorio in scala 1:10.000, si intuisce come il comune venga a trovarsi distinto idealmente in due settori: quello centro – meridionale, e quello settentrionale. Il primo è caratterizzato dalla presenza di un territorio montuoso e coperto da fitti boschi di latifoglie interrotti solo dalla presenza di alcune radure d’alta quota come Campolaspierto e Piano d’Ischia, situati a circa 1200 metri di quota, immediatamente a sud della cima del Terminio; il secondo è connotato dalla presenza della Piana del Dragone, una conca endoreica 3 estesa per 4300 ettari,

3 Per conca endoreica si intende un’area costituita da un bacino idrografico privo di emissari, le cui acque superficiali defluiscono nella falda o nel sottosuolo.

21 chiusa a sud dagli scoscesi rilievi del Monte Costa, Monte Faggeto e Monte Calcara D’Alessio, a nord dai più docili rilievi del Monte Vena dei Corvi.

La piana raccoglie le acque provenienti dalle precipitazioni atmosferiche e dai torrenti Sava, Oscuro, Tortoricolo, Pozzella e Freddane, Acqua Meroli, ecc, ed è interessata da inondazioni stagionali che si verificano nei mesi più piovosi, generalmente in autunno ed inverno, formando il Lago del Dragone, un lago avventizio. Le acque defluiscono attraverso l’inghiottitoio carsico della Bocca del Dragone, posto al limite meridionale della piana, ed alimentano le sorgenti di Cassano e di Serino. Fino al XIX secolo le inondazioni potevano raggiungere livelli consistenti, con il lago che si spinse più volte un’altezza di venti metri, arrivando a lambire il centro abitato. Questi eventi spinsero le autorità ad adottare alcune contromisure: furono realizzate opere di irreggimentazione, visibili ancora oggi, che consentono un più rapido deflusso delle acque verso la Bocca del Dragone, limitando l’entità degli allagamenti. Attualmente il lago temporaneo raggiunge un’estensione massima di circa 200 ettari.

La carta delle aree protette, anch’essa in scala 1:250.000, conferma l’alto pregio ambientale dell’area: il territorio comunale è, infatti, interessato quasi interamente sia da siti della Rete Natura 2000 (Zona di Protezione Speciale “Monti Picentini” e Siti di Interesse Comunitario “Piana del Dragone” e “Monte Terminio”) che dal Parco Regionale dei Monti Picentini.

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4.1 Inquadramento di area vasta In questo elaborato è stata evidenziata la posizione del comune nell’ambito del territorio regionale (scala 1:500.000) e comprensoriale (scala 1:50.000), in relazione alle infrastrutture per il trasporto, all’armatura urbana, alle attrezzature e servizi di livello territoriale.

La carta in scala 1:500.000 consente di rilevare come il comune si trovi in posizione leggermente defilata rispetto ai principali assi infrastrutturali che attraversano la regione. Le infrastrutture autostradali sono tuttavia facilmente accessibili grazie alla presenza di strade secondarie di buona efficienza, come la strada statale 7 “Ofantina” che consente di raggiungere in pochi minuti sia il raccordo autostradale Salerno – Avellino, sia l’autostrada A16 Napoli-Bari. Il territorio provinciale soffre di una forte carenza dal punto di vista del trasporto ferroviario, sia a causa della chiusura della ferrovia Avellino – Rocchetta, di cui si è già parlato (cfr. 1.2) sia a causa della consistente riduzione del servizio sulle due tratte restanti, che collegano Avellino con Benevento e Salerno. Il comune risente marginalmente di queste criticità, in quanto non è interessato direttamente da nessun itinerario ferroviario, tuttavia un’eventuale riattivazione della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta potrebbe giovare al territorio, soprattutto in termini turistici.

La provincia di Avellino è una delle meno densamente popolate 4 della regione, anche in considerazione del fatto che una buna parte degli abitanti sono concentrati nell’area urbana del capoluogo, classificata nei sistemi di città del PTCP come “Città di Abellinum”, che raccoglie 115.000 residenti su un totale provinciale di 439.000 5. La struttura demografica dell’entroterra si costituisce quindi di centri di media e piccola dimensione, spesso interessati da fenomeni di spopolamento ed abbandono.

Volturara Irpina si trova in un’area poco densamente abitata, e di conseguenza poco dotata in termini di attrezzature e servizi. L’area urbana di Avellino, come evidenziato dalla carta in scala 1:50.000, concentra un buon numero di attrattori di tipo

4 Densità abitativa delle province campane (ab/kmq): Avellino 153, Benevento 136, Caserta 343, Napoli 2.609, Salerno 222. (Fonte: dati ISTAT al 31/10/2012). 5 Elaborato P.01 del PTCP, cap. 4.2.1 - Il rafforzamento della dimensione e dell’armatura urbana attraverso Sistemi di Città.

23 produttivo, commerciale, sanitario, culturale, mentre un polo di attrazione secondario è rappresentato dal sistema che gravita intorno a , altamente accessibile per la presenza dello svincolo autostradale di Grottaminarda, ma tuttavia troppo lontano per esercitare una reale attrazione sul nostro comune. Volturara Irpina gravita quasi esclusivamente sul capoluogo, poco distante - 23 km circa - e raggiungibile in breve tempo grazie alla presenza di rapidi collegamenti stradali. Centri di richiamo extra provinciali sono l’area urbana di Benevento, distante 50 km e la Valle dell’Irno, propaggine settentrionale del sistema urbano di Salerno, con la sede universitaria di Fisciano distante circa 40 km.

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4.2 Inquadramento territoriale Questo elaborato evidenzia nel keyplan la posizione di Volturara Irpina all’interno della “Città dei Picentini”, un raggruppamento di comuni individuato dal PTCP, di cui si è già parlato nel paragrafo 1.2; inoltre indica, nella carta principale, la distribuzione di beni culturali ed ambientali, attrezzature e rete dei trasporti, sovrapposti all’uso del suolo ed all’orografia.

Il centro principale, anche dal punto di vista demografico 6, della Città dei Picentini, è Montella, in cui, infatti, si concentra un discreto numero di attrezzature e servizi di livello locale. Dal punto di vista degli attrattori di tipo storico - culturale, essi sono invece distribuiti in maniera piuttosto uniforme sul territorio, a testimonianza di un’armatura di centri ed itinerari già presenti in epoche storiche, con alcuni elementi di richiamo provinciale, come il Convento di San Francesco a Folloni ed il Santuario del Santissimo Salvatore, entrambi situati nel comune di Montella. È da segnalare inoltre la presenza dell’area turistica di Laceno, importante stazione sciistica di richiamo regionale, dotata di impianti di risalita, piste da sci, attività di ristorazione, strutture ricettive. Aree turistiche minori sorgono in prossimità dei pianori d’alta quota, come Campolaspierto, Piano d’Ischia e Piano di Verteglia, meta delle classiche gite fuori porta e quindi di un turismo ad elevato impatto ambientale, ma che lascia ben poco al territorio in termini economici.

La dotazione di aree destinate ad attività produttive si concentra nei Comuni di Nusco e Montella, favorite dalle politiche di industrializzazione post-terremoto, mentre Volturara Irpina Irpina e Cassano Irpino hanno visto restare inattuate le rispettive aree artigianali-industriali.

La base cartografica, composta dalla carta di uso del suolo e dall’andamento orografico del territorio, consente di apprezzare la complessa morfologia della zona. A nord abbiamo un’area di media-alta collina destinata in gran parte a coltivazioni agricole e pascoli, chiusa a sud dai rilievi boscosi dei Monti Picentini, con vette di altitudine compresa fra i 1400 ed i 1800 metri, intervallate da altopiani posti in quota, il

6 Popolazione residente dei comuni della “Città dei Picentini”: Bagnoli Irpino 3285 ab., Cassano Irpino 969 ab., Castelfranci 2111ab., Montella 7884 ab., Montemarano 3013ab., Nusco 4262 ab., Volturara Irpina 3409 ab. (dati censimento ISTAT 2011)

25 più grande dei quali è la Piana del Dragone, compresa quasi interamente nel comune di Volturara Irpina, seguita dal Piano Laceno e dagli altri pianori minori di cui si è parlato pocanzi.

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5 Assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio Nella Tavola 5 del Quadro conoscitivo è rappresentata la suddivisione delle aree urbanizzate in base alle caratteristiche fisiche e funzionali. Trattandosi di un comune poco urbanizzato, questa ripartizione riguarda esclusivamente il centro abitato ed alcuni brani di aree agricole intaccate da insediamenti sparsi di tipo residenziale o produttivo, mentre la restante parte del territorio della Piana è indicata solamente dalla foto aerea. Il taglio della tavola, che esclude l’area montana, è giustificato dal fatto che solo la parte bassa del comune è interessata da questo tipo di analisi, così come avviene in altre tavole di analisi.

Nel centro di Volturara Irpina, dal punto di vista funzionale prevale largamente la funzione residenziale, con la sporadica presenza di attività commerciali; i diversi ambiti territoriali sono stati distinti quindi in base a caratteristiche esclusivamente morfologiche.

Il centro si struttura intorno ad una raggiera di strade che convergono verso il nucleo di più remota urbanizzazione, corrispondente al tessuto “Antichi borghi pedemontani”. Gli antichi borghi si trovano alle falde del Monte Costa e Monte Faggeto, in posizione leggermente più elevata rispetto alla piana; si caratterizzano per un impianto urbano strutturatosi lungo gli antichi itinerari stradali. La tipologia edilizia prevalente è quelle a cortina continua, la morfologia dell’impianto comporta che l’unico spazio pubblico, la strada, sia percepito come spazio privato. Si tratta di una parte di città afflitta da gravi fenomeni di degrado, a causa del progressivo spopolamento che interessa Volturara Irpina come la maggior parte dei piccoli centri appenninici, aggravato dai danni apportati dall’evento sismico del 1980.

A ridosso dei borghi pedemontani si sviluppa il nucleo settecentesco del comune classificato come “Città storica”. Qui l’impianto urbano si struttura intorno alla piazza centrale sulla quale prospettano i principali edifici civili e religiosi. La tipologia edilizia prevalente è a cortina continua che consente la localizzazione al piano terra di attività di commercio di vicinato conferendo vivacità al tessuto urbano.

Negli anni l’evoluzione urbana si è consolidata lungo gli assi principali che collegano l’insediamento originario con la piana, ossia le strade provinciali 152 e 108.

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Questo tessuto è stato classificato come “Insediamento di impianto lineare” poiché l’elemento ordinatore è rappresentato dalla strada lungo la quale si dispongono gli edifici a cortina continua, la densità e i tipi edilizi si modificano mano a mano che ci si allontana dal nucleo storico: la densità diminuisce, i caratteri edilizi diventano più moderni. In questo tessuto i piani terra degli edifici sono destinati ad attività commerciali, non solo di vicinato, la cui localizzazione è favorita dal maggiore grado di accessibilità.

Altra tipologia di tessuto riconoscibile perché fortemente connotata morfologicamente è quella delle aree di completamento differenziate per la natura giuridica degli interventi: privata o pubblica. Le “Aree di completamento di edilizia prevalentemente privata” si sviluppano a ridosso del centro storico e della strada provinciale 108; all’omogeneità architettonica degli edifici si associa un’eterogeneità urbanistica poiché gli interventi sono avvenuti in parti diverse di città ed in tempi differenti. La morfologia insediativa è determinata dal disegno unitario del lotto che struttura l’edificato lungo strade regolari; la tipologia prevalente è in linea, gli edifici, quasi tutti di massimo tre piani fuori terra, hanno il piano terra adibito a garage con conseguente assenza di funzioni commerciali o terziarie e, quindi, di “effetto città”. Le “Aree di completamento di edilizia prevalentemente pubblica”, invece, sono state realizzate nelle zone F del Programma di Fabbricazione e nelle aree individuate dai Piani di Ricostruzione post terremoto; sono perlopiù localizzate a ridosso delle strade provinciali 108 e 152. L’impianto urbano è frutto del disegno di progetti di edilizia pubblica, le tipologie prevalenti sono in linea e a schiera, le soluzioni architettoniche sono di buona qualità; tuttavia queste aree presentano caratteri di monofunzionalità ed incompiutezza dovute alla mancata realizzazione di attrezzature e servizi previsti.

All’interno del tessuto urbano è stato possibile individuare solo un’”Area di servizi per la città”, si tratta di una zona destinata dal Programma di Fabbricazione ad attrezzature per il gioco e lo sport situata ai margini dell’ambito urbano a poca distanza dalla piana; le restanti attrezzature presenti nel comune sono integrate in aree dove la funzione residenziale è comunque prevalente.

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La porzione di territorio classificata come tessuto destinato ad “Insediamenti produttivi” coincide in parte con l’area destinata al PIP dal Programma di Fabbricazione, è situata in località Lago Rosso e si connota prevalentemente per la presenza di piccole aziende legate ai settori industriali dei calzaturifici e delle costruzioni.

Infine gli insediamenti sviluppatisi nella Piana del Dragone a ridosso della strada provinciale 152 sono stati classificati come “Nuclei abitati in zona rurale”; questi sono caratterizzati dalla tipologia edilizia della casa uni o plurifamiliare realizzata all’interno di lotti agricoli che conservano la loro destinazione: l’abitazione viene realizzata nell’area prospiciente alla strada con lo scopo di conservare il restante lotto alla coltivazione. Questi nuclei in virtù della salvaguardia della vocazione agricola mantengono un rapporto di forte di dipendenza dal centro urbano in relazione ai servizi di prima necessità e di conseguenza presentano alcune delle problematiche tipiche dello sprawl urbano come, ad esempio, la forte dipendenza dall’uso dell’automobile privata.

L’analisi dettagliata delle caratteristiche morfologiche e funzionali del tessuto urbano non è solo finalizzata alla conoscenza dell’esistente ma consente di evidenziare le peculiarità, le potenzialità, le necessità e le criticità di ogni tessuto in modo da orientare le scelte di trasformazione suggerendo usi compatibili.

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6.1 Attrezzature, patrimonio edilizio ed uso prevalente del territorio La Tavola 6.1 restituisce quattro tipi di informazione: la ricognizione delle attrezzature, classificate in base al D.M. 1444/1968, le aree ed i principali immobili di proprietà comunale, l’uso prevalente del suolo sia urbanizzato che agricolo e naturale, le principali criticità che si riscontrano in ambito urbano.

La ricognizione delle attrezzature evidenzia come gran parte di esse si localizzano nelle aree di più recente espansione del centro urbano, nei pressi di Via della Rimembranza, ad eccezione di un’ampia area sportiva, situata ad est del centro urbano, lungo la strada provinciale 152, in parte occupata da un campo di calcio fornito anche di una piccola gradinata, in parte destinata al tiro al piattello, in parte abbandonata. Lungo Via della Rimembranza troviamo la maggior parte delle attrezzature per l’istruzione e quelle di interesse comune come il museo etnografico, una ludoteca comunale, la stazione dei carabinieri oltre ad un’area gioco all’aperto. All’interno del centro storico sono localizzati, invece, i maggiori edifici di culto e la sede degli uffici comunali. Altre attrezzature di interesse collettivo ed aree per lo sport e il gioco sono situate in zona Freddano e sono state realizzate in adempimento ai Piani di Recupero post-terremoto.

La dotazione di attrezzature e servizi risulta soddisfacente in relazione al numero di abitanti, è inoltre da segnalare la potenzialità offerta dalla proprietà pubblica dell’albergo situato a Piazza Roma e di un ex edificio destinato al’istruzione, oggi dismesso, localizzato nella piana lungo la strada statale 152.

Secondo il criterio dell’uso prevalente delle aree, il territorio è stato suddiviso in ambiente naturale ed ambiente antropico. Al primo appartengono le aree boschive e con vegetazione rada o assente che caratterizzano i rilievi montuosi della parte meridionale del comune, le aree interessate dalla presenza del lago permanente e quelle classificate come “aree a pascolo inondabili”, in cui l’attività agricola è incompatibile e la cui estensione è indicativa e varia in funzione della quantità di precipitazioni atmosferiche, ed infine le aree agricole integre. L’ambiente antropico è invece classificato in: aree agricole frammentate che risentono di una certa pressione edilizia e sono situate in

30 prossimità del centro ed in località Lago Rosso, nel settore orientale della piana, aree a vocazione produttiva localizzate nella piana, nell’area destinata agli impianti produttivi previsti dal piano di cui occupano una minima parte e aree residenziali che coincidono con la parte urbanizzata del comune. Nonostante, infatti, la maggior parte delle attrezzature, dei servizi e delle attività commerciali sia localizzata lungo l’asse di Via della Rimebranza non è possibile individuare un’area fortemente caratterizzata da tali funzioni che ne giustifichi una classificazione maggiormente settoriale. La funzione prevalente resta, infatti, quella residenziale.

All’interno del tessuto urbanizzato sono state individuate alcune criticità: innanzitutto il degrado funzionale che interessa una parte consistente del centro storico generato, appunto dalla mancanza di funzioni diverse dalla residenza, in seconda istanza il degrado fisico che caratterizza principalmente i borghi pedemontani coinvolti dai maggiori crolli e dissesti del terremoto del 1980, infine aree sottoutilizzate localizzate all'interno delle zone assoggettate ai piani di recupero post evento sismico, testimonianza dell'incompiutezza degli interventi, ed alle spalle del tessuto lineare a dimostrazione dell'espansione ancora in corso e che necessita di un disegno urbano opportuno, del centro urbano.

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6.2 Rete infrastrutturale La Tavola 6.2 riporta l'analisi delle infrastrutture e dei servizi a rete del comune di Volturara Irpina: i servizi a rete rappresentati sono gli elettrodotti il cui impianto sorvola la piana del Dragone, la rete stradale è classificata secondo quanto previsto dal D.M. del 5 novembre 2001 n°6972.

La classificazione funzionale, che utilizza come criteri di suddivisione il tipo di movimento servito, l'entità degli spostamenti, la funzione assunta nel contesto territoriale attraversato e le componenti di traffico ammesse lungo il tracciato, ha evidenziato che il comune è interessato da tre reti, quella principale cui afferisce la strada statale 7bis "Ofantina", quella secondaria in cui rientrano le strade provinciali 108 e 152 di collegamento tra il livello della rete superiore e quello inferiore rappresentato dalla rete locale a cui appartengono le rimanenti strade sia in ambito urbano che extraurbano.

La classificazione geometrica, che tiene conto delle caratteristiche dimensionali della sezione stradale, ha messo in evidenza una buona corrispondenza tra le proprietà fisiche e le funzioni svolte dalle strade ad eccezione di alcuni casi, come la strada provinciale 152 che svolge una funzione di distribuzione dei flussi verso la rete locale ma presenta caratteristiche fisiche di strade appartenenti alla rete di livello inferiore risultando così, sopratutto in ambito extraurbano inadeguata a svolgere il suo ruolo. Un'ulteriore particolarità della classificazione geometrica è rappresentata dei tracciati viari del centro storico: questi sono stati classificati come strade locali pur non presentando caratteristiche adeguate come, ad esempio, la presenza di marciapiedi; tuttavia tenendo conto del contesto territoriale e della morfologia complessiva del centro storico la classificazione può essere ritenuta efficiente e valida.

L'equilibrio tra la classificazione funzionale e quella geometrica dà atto, quindi, dell'efficienza della rete stradale, che piccoli e limitati interventi di manutenzione ed adeguamento potranno incrementare.

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7 Vincoli La Tavola 7 raccoglie tutti i vincoli esistenti sul territorio comunale, che come si può apprezzare sono molto numerosi ed interessano aree molto estese. Proprio quest’abbondanza di informazioni ha obbligato a redigere da un lato carte in scala 1:25.000, che trattano le varie tipologie di vincoli in maniera separata, e dall’altro ad unificare tutti questi perimetri in un’unica carta in scala 1:5.000, che per comodità rappresenta unicamente la parte meridionale del comune, quella maggiormente urbanizzata.

Le carte in scala 1:25.000, sono in totale quattro, e rappresentano i vincoli suddivisi secondo i seguenti temi: Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, Piano di assetto idrogeologico, Piano territoriale paesistico del Terminio-Cervialto ed altri vincoli, Vincoli ambientali.

I vincoli provenienti dal Codice interessano gran parte del territorio comunale, in particolare la parte settentrionale che, oltre ad essere ricoperta di boschi, supera per buona parte i 1200 metri sul livello del mare. La parte meridionale invece è vincolata a causa della presenza di un corso d’acqua (Acqua Meroli) iscritto negli elenchi delle acque pubbliche, del piccolo specchio d’acqua permanente nella parte più depressa della piana, e della presenza del Parco Regionale dei Monti Picentini, la cui zonizzazione è riportata in un'apposita carta.

L’autorità di Bacino dei fiumi Liri – Garigliano e Volturno ha predisposto la zonizzazione per quanto riguarda i fenomeni franosi, mentre gli elaborati relativi ai fenomeni alluvionali non sono ad oggi disponibili. Come è evidente dalla carta, il rischio frana, con varie sfumature che corrispondono ai diversi gradi di rischio, riguarda soprattutto le aree montuose e limitate porzioni della piana situate ai piedi dei rilievi.

La carta dei Vincoli ambientali raccoglie la zonizzazione del Piano del Parco Regionale dei Monti Picentini e la delimitazione delle zone SIC e ZPS, facenti parte della rete “Natura 2000”. Le aree interessate dal parco ricoprono quasi interamente il territorio di Volturara Irpina, ad eccezione dell’angolo nord-occidentale del territorio, più precisamente le aree montuose intorno al centro abitato, il centro abitato stesso e le aree che vanno da quest’ultimo alla zona dello svincolo della Statale “Ofantina”. L’area

33 pianeggiante è classificata dal Piano del parco come zona C, ad eccezione dell’area centrale periodicamente inondata, individuata come zona B, così come il territorio montano ad eccezione dei pianori d’alta quota, di nuovo classificati come zona C e delle parti più elevate intorno alla vetta del Monte Terminio – Collelungo e Monte Forcella, che corrispondono alle zone A, a maggior grado di tutela.

Il territorio comunale è interessato inoltre da una Zona di Protezione Speciale e da due Siti di Importanza Comunitaria. La ZPS ha un limite quasi coincidente con quello del Parco, mentre il SIC "Monte Terminio" interessa esclusivamente la parte montuosa del territorio, ed il SIC "Piana del Dragone" riguarda buona parte dell’area pianeggiante.

Il territorio è inoltre sottoposto ai vincoli del Piano Territoriale Paesistico del Terminio – Cervialto, che interessa la parte più elevata del territorio, grossomodo dai 1000 metri s.l.m. in su. Gran parte di suddette aree sono classificate come zona di “Protezione Integrale”, ad eccezione del Monte Costa, Piano d’Ischia e Campolaspierto, classificate come zone di “Protezione integrale con restauro ambientale”; proprio in quest’ultima zona inoltre il piano disegna un perimetro denominato “Area turistica Campolaspierto”.

Altri vincoli provengono invece da diversi provvedimenti legislativi, e consistono nella delimitazione di zone di rispetto di infrastrutture lineari (strade, elettrodotti), zone di rispetto cimiteriali e dalle acque pubbliche (pozzi d’acqua potabile, corsi d’acqua e laghi).

L’unificazione di queste informazioni su una singola carta, redatta in scala più grande (1:5.000 invece di 1:25.000) che utilizza come base la carta tecnica regionale, si è resa necessaria per specificare meglio i confini fra le diverse aree vincolate, ed evidenziare le sovrapposizioni fra di esse. Ci si è limitati a rappresentare l’area meridionale del comune, in quanto il territorio montuoso, oltre ad essere il più vincolato, sarà sicuramente minimamente suscettibile di trasformazioni. Per evitare gli inconvenienti che un elaborato di questo tipo inevitabilmente comporta, con la sovrapposizione di numerosi retini e campiture, alcune informazioni sono state semplificate, ad esempio accorpando tutte le aree vincolate dal Codice dei Beni

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Culturali e del Paesaggio sotto un’unica voce, oppure evitando di distinguere le aree SIC dalle ZPS, dato che entrambe fanno parte della “Rete Natura 2000”.

Si precisa che la carta unica del territorio ha, rispetto alle aree oggetto di vincolo rinveniente da provvedimenti che esorbitano la competenza comunale, carattere meramente ricognitivo e, comunque, non esaustivo, rinviandosi alle disposizioni legislative specifiche ed alla pianificazione sovraordinata e di settore sia per la compiuta individuazione fisica che per la disciplina applicabile che, ove più restrittiva, è da intendersi sempre prevalente rispetto a quanto in merito previsto dal Piano.

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DOCUMENTO STRATEGICO Secondo quanto esplicitato nel Manuale, il Documento Strategico indica, in primo luogo “Gli obiettivi generali e le scelte di tutela e valorizzazione degli elementi di identità culturale del territorio urbano e rurale”, e successivamente “La trasformabilità ambientale ed insediativa del territorio comunale[…], gli obiettivi quantitativi e qualitativi delle dotazioni territoriali, le relazione di coerenza degli obiettivi generali che si intendono perseguire con i contenuti del Ptr e del Ptcp”. In base a questa suddivisione tematica, sono stati prodotti, all’interno del documento strategico, due distinti elaborati grafici contenenti rispettivamente la ricognizione degli elementi strutturali e l’esplicitazione di strategie ed obiettivi di trasformazione.

Elementi strutturali La ricognizione degli elementi strutturali si traduce nell’evidenziazione degli elementi che costituiscono il patrimonio collettivo di una comunità e dei caratteri identitari di un luogo.

Tale ricognizione avviene “a valle” dell’elaborazione del quadro conoscitivo: si tratta quindi di due operazioni strettamente legate, in cui all’analisi segue immediatamente la definizione degli elementi che costituiscono l’armatura, e quindi la struttura del territorio.

La definizione del patrimonio collettivo diviene momento di sintesi delle analisi svolte e atto iniziale dell’intero processo di pianificazione e di partecipazione, affidando in questo modo il ruolo di guida alle risorse locali.

La definizione degli elementi strutturali varia molto in base al territorio di cui ci si occupa: nel caso di un comune come Volturara Irpina, essi sono legati essenzialmente ai valori ambientali e paesaggistici. Nella Tavola “2.1 Elementi strutturali” sono evidenziati gli elementi, emersi dalle analisi, da cui non può prescindere il successivo processo di pianificazione, suddivisi, per semplice comodità di lettura, in elementi areali, lineari e puntuali. Anche da una ricognizione “empirica” risulta evidente come il patrimonio maggiore per valore, e anche per estensione, sia costituito principalmente dalle vaste distese di boschi che coprono gran parte del territorio comunale, che dalla

36 cima del Monte Terminio giungono a lambire il centro abitato e la Piana del Dragone; in secondo luogo salta all’occhio la piana medesima, occupata da appezzamenti agricoli e in gran parte scampata a fenomeni di edificazione diffusa od incontrollata.

Dall’analisi contenuta del quadro conoscitivo sono emersi elementi non evidenziabili da una lettura superficiale: la particolare ricchezza d’acqua e lo stretto legame del territorio in esame con questo elemento. La natura calcarea dei Monti Picentini favorisce, infatti, l’immagazzinamento delle acque piovane, che vengono raccolte nella della Piana del Dragone, una conca endoreica soggetta ad inondazioni stagionali, le cui acque, attraverso l’inghiottitoio carsico della Bocca del Dragone, defluiscono verso alcune sorgenti poste nei comuni limitrofi di Cassano Irpino e Serino.

L’esistenza della conca endoreica non costituisce certamente un unicum, esse sono, infatti, abbastanza frequenti nel massiccio dei Picentini e lungo tutta la catena appenninica, ma la notevole estensione della piana (oltre 4000 ettari), la presenza di un lago temporaneo, che può raggiungere estensioni considerevoli (200 ettari), e l’esistenza di un centro abitato all’interno della piana sono fattori di singolarità e ne fanno un potenziale elemento di richiamo turistico.

Altro elemento emerso dalle analisi è la rilevanza dell’attività di allevamento di bovini e bufale da latte, che conta ben 15 aziende, ponendo anche qualche problema di inquinamento idrico da nitrati, mentre un ruolo secondario è rivestito dalla coltivazione di alberi da frutta (8 aziende) e colture permanenti (8 aziende). I boschi sono in parte costituiti da castagneti, che rientrano nel territorio di produzione della Castagna di Montella, produzione riconosciuta e tutelata dal marchio IGP.

I valori legati all’assetto insediativo corrispondono essenzialmente all’esistenza del nucleo storico posto in posizione leggermente soprelevata rispetto alla piana, in stato di grave abbandono, ed alla buona dotazione di infrastrutture, spazi e servizi pubblici, la cui riorganizzazione può essere l’occasione per restituire qualità al nucleo urbano di costruzione più recente. In posizione dominante rispetto al centro urbano sorgono i ruderi del castello, una piccola struttura fortificata attualmente priva di funzione. Oltre al castello, altri punti panoramici sono disseminati sul territorio comunale, a partire dalle aree più prossime alla Piana fino ai più spettacolari punti di osservazione offerti

37 dal territorio dei Monti Picentini, culminanti nella vetta del Terminio ad oltre 1700 metri sul livello del mare, dai cui versanti si può godere di una vista che spazia dal mare del Golfo di Salerno fino ai territori dell’Irpinia.

È importante inoltre segnalare la presenza di una rete di sentieri che collegano il centro di Volturara Irpina con la vette più alte (Monte Costa, Monte Terminio, Collelungo, Punte di Lagariello), con i rifugi di montagna e con le aree turistiche di Campolaspierto e Piano d’Ischia, piccoli pianori d’alta quota occupati da radure e circondati da fitti boschi. Raggiungibili comodamente in auto, sono meta delle classiche gite fuori porta, un turismo “mordi e fuggi” che in alcuni casi crea problematiche in termini di compatibilità ambientale.

Proprio nell’ottica di favorire un turismo più consapevole e più attento al rispetto della natura, sono indicati i rifugi di montagna esistenti (Rifugio Santa Caterina e Rifugio Acqua degli Uccelli). La messa a sistema di queste piccole strutture con i sentieri e con strutture ricettive da realizzare nel centro antico può dare vita ad un’offerta turistica poco invasiva, basata sulle risorse ambientali e paesaggistiche, senza pregiudicarne la qualità.

In conclusione, si può affermare che le risorse del comune di Volturara Irpina risiedono principalmente nello straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico, nella singolarità geologica rappresentata dalla piana e nell’intreccio di tutti questi valori con la presenza di un insediamento di origine antica. Come si vedrà più avanti, se nel caso dei boschi, delle aree di montagna e delle aree agricole dovranno prevalere le azioni di tutela, nel caso del borgo antico, segnato da spopolamento e abbandono, è possibile immaginare una profonda riconversione degli edifici per adattarli ad ospitare residenze funzionali e strutture ricettive adeguate alle attuali richieste del mercato turistico, senza pregiudicarne la forma urbana.

Elementi strategici Le previsioni di sviluppo per il comune di Volturara Irpina si articolano in quattro strategie fondamentali strutturate su obiettivi specifici e azioni puntuali.

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Strategie, obiettivi e azioni sono, per quanto possibile, rappresentate graficamente nella Tavola 2 del Documento Strategico. Gli obiettivi sono stati messi in relazione e classificati all’interno di una specifica strategia, tuttavia, è opportuno precisare che si tratta di finalità trasversali e integrate la cui realizzazione dipende dall’attuazione sinergica di azioni specifiche.

Cinque sono le strategie che dovranno guidare lo sviluppo del comune nel lungo periodo e che emergendo dalla conoscenza e dalle caratteristiche del territorio si possono ritenere oggettivamente valide; esse sono:

• consolidamento dei servizi ecosistemici, • realizzazione di un sistema integrato di fruizione paesaggistica e naturalistica, • potenziamento ed integrazione delle filiere della produzione agro- alimentare, della gastronomia e della ricettività, • sviluppo socio-economico, • consolidamento della struttura urbana.

La prima strategia prevede il consolidamento dei servizi ecosistemici. Nel comune di Volturara Irpina il paesaggio e gli elementi afferenti al sistema ambientale rivestono un ruolo fondamentale da tutelare e valorizzare; non solo, infatti, costituisco un serbatoio importantissimo per elevare la qualità di aria acqua e suolo ma possono rappresentare un potente volano di sviluppo per la crescita economica e per la ricettività legata al turismo, all’escursionismo montano ed alla tipicità della piana del Dragone. Per poter perseguire questa strategia gli obiettivi definiti sono: il recupero paesaggistico delle aree naturali, la tutela dei boschi e delle praterie di alta quota, la valorizzazione delle risorse idro-geologiche, la depurazione delle acque superficiali, il potenziamento delle cinture verdi.

Una delle criticità maggiormente emerse durante l’elaborazione del quadro conoscitivo è il degrado e il sottoutilizzo delle aree turistico-ricettive di alta quota, dei rifugi, delle aree pic-nic, delle riserve naturali preposte alla tutela di specie animali autoctone. Questi luoghi sono stati depauperati da un tipo di turismo veloce che gode delle risorse naturali e antropiche messe a disposizione per poche ore e lascia solo

39 degrado ed immondizie. Per poter valorizzare questo tipo di risorsa e provare a modificare il tipo di turismo ad essa interessata è necessario, innanzitutto, recuperare la qualità del paesaggio mediante interventi specifici di restauro che afferiscono alla categoria del recupero ambientale, quest’ultimo tende a favorire la ripresa spontanea della vegetazione autoctona riproponendo artificialmente cenosi non molto evolute ma in grado di raggiungere autonomamente sia complessità strutturale sia diversità biologica. Gli interventi di restauro ambientale sono i più indicati per le aree danneggiate di alta quota data l’ampiezza areale e la natura progressiva e puntuale delle alterazioni.

Conseguentemente al recupero paesaggistico sarà necessario dotare queste aree di attrezzature e servizi in grado di richiamare un tipo di turismo settoriale e interessato alla tutela e conservazione dei luoghi; è facile ipotizzare che assicurando una maggiore cura della natura e dei servizi offerti anche il turismo “mordi e fuggi” possa impegnarsi nel mantenere lo stato dei luoghi.

Altro obiettivo fondamentale è la tutela e la valorizzazione delle aree boschive, circa la metà della superficie del comune di Volturara Irpina, è, infatti, ricoperta di boschi di latifoglie. Questo obiettivo interessa trasversalmente le strategie di consolidamento degli elementi naturali e di valore ecosistemico, e di sviluppo socio- economico: infatti, i boschi oltre ad essere un'enorme riserva di naturalità e biodiversità costituisco anche un potenziale economico non indifferente, derivante dal taglio dei boschi da cui è possibile ricavare legno di un certo pregio in grado di alimentare e supportare un settore industriale sempre attivo.

Il comune deve, per svilupparsi e farsi conoscere, valorizzare le risorse idrogeologiche, prima tra tutte la Piana del Dragone che costituisce una tipicità e un unicum nel panorama campano per estensione e presenza di un nucleo abitato. I paesaggi che la Piana è in grado di offrire variano nelle diverse stagioni dell'anno: coperta di prati in estate e primavera si allaga con le prime piogge autunnali fino a diventare un lago ghiacciato nel periodo invernale quando le temperature a Volturara Irpina scendo anche alcuni gradi sotto lo zero. Le possibilità di fruizione di questa area sono svariate e perlopiù legate allo sport e al tempo libero data l'impossibilita di

40 realizzare strutture permanenti e stabili; le attività compatibili variano dal maneggio al canottaggio, dall'area pic-nic a strutture semipermanenti da destinare a mercatini e necessitano di piccoli interventi in grado, però, di dare grande risalto alla zona e di attrarre turisti e visitatori in tutto l'anno. In questo caso più che su azioni fisiche e edilizie la realizzazione dell'obiettivo passa attraverso la creazione e la sponsorizzazione di eventi legati al sito capaci di strutturare una rete culturale e turistica.

Legato alla valorizzazione delle risorse idrogeologiche è anche l'obiettivo di depurazione delle acque superficiali. I monti della parte settentrionale del comune sono solcati da numerosi corsi d'acqua che defluiscono verso la Piana del Dragone, il centro urbano è attraversato da due corsi d'acqua oggi irreggimentati in letti artificiali l'intera pianura è poi segnata da piccoli o medi canali di irrigazione. L'acqua è, dunque un elemento portante della rete naturalistica del comune di Volturara Irpina; i tratti urbani dei corsi d'acqua dovrebbero essere ri-naturalizzati mediante il ripristino della sezione naturale del fiume e delle sue sponde al fine da aumentare l'amenità del paesaggio e migliorare le connessioni ecologiche tra la zona montuosa e quella pianeggiante.

La seconda strategia di sviluppo riguarda la realizzazione di un sistema integrato di fruizione paesaggistica e naturalistica, gli obiettivi da perseguire sono maggiormente legati alle aree boschive e ai paesaggi di alta quota dunque le azioni da realizzare sono perlopiù localizzate lungo i versanti e le pendici montuose. Il sistema integrato si articola su di una rete paesaggistica e una naturalistica che hanno come struttura portante comune la trama dei percorsi da realizzare mediante il recupero di sentieri esistenti, la realizzazione di nuovi, il recupero della funivia che collegava l'area turistica di Campolaspierto con il Monte Forcella, la valorizzazione dei tratti maggiormente panoramici dei percorsi. I nodi della rete di fruizione paesaggistica sono rappresentati dai punti di osservazione e da quelli di intervisibilità, i primi sono quelli da cui è possibile ammirare un determinato paesaggio, che hanno un affaccio in una determinata direzione, i secondi invece sono quelli localizzati a quota maggiore e che consentono di godere del paesaggio in maniera completa, con uno sguardo che abbraccia a 360° tutte le bellezze del comune e dei territori circostanti. I punti della rete di fruizione naturalistica hanno un carattere maggiormente legato alla dimensione antropica, storica e culturale. I siti individuati dove realizzare attrezzature e servizi di accesso e di

41 ricettività sono il Castello di San Michele, il rifugio "Santa Caterina" situato nell'area di Campolaspierto e quello "degli Uccelli", la Grotta del cervo e la Bocca del Dragone. Nel Castello di San Michele successivamente ad un intervento di restauro monumentale sarebbe possibile realizzare un ecomuseo, ossia una struttura prossima al centro urbano e al contempo di accesso alle aree montane e ai percorsi della rete paesaggistica; l'ecomuseo potrà ospitare una sezione dedicata alla storia del comune, alle sue particolarità e un'altra di introduzione ai percorsi naturalistici con postazioni multimediali che guidino alla conoscenza delle specie animali e vegetali che sarà possibile incontrare lungo i percorsi montani. Un altro punto di accesso alla rete naturalistica sarà la Bocca del Dragone il geosito, infatti si trova in posizione di raccordo tra la piana alluvionale e le pendici del Monte Costa, da qui il visitatore potrà decidere se salire lungo il versante e giungere a un punto di intervisibilità da cui godere il panorama oppure passeggiare lungo la piana fino al lago permanente. Altri punti della rete naturalistica sono situati a quote maggiori lungo i percorsi; i rifugi, ad esempio, si prevede che possano essere integrati con strutture in grado di offrire ristoro o anche ospitare per più di qualche ora i turisti in modo da invertire la tendenza del turismo veloce che, come si è detto in precedenza, ha depauperato le ricchezze naturalistiche e paesaggistiche; le arre pic-nic di Campolaspierto dovranno essere potenziate con servizi e punti informazioni in grado di fungere anche da presidio semi-permanente di controllo e tutela dell'area.

I percorsi della rete paesaggistica e naturalistica proseguono anche in ambito urbano e vanno a sostenere la rete dei "percorsi del gusto". La realizzazione dei percorsi del gusto rientra nella più ampia strategia di potenziamento e integrazione delle filiere della produzione agro-alimentare, della gastronomia e della ricettività Il territorio di Volturara Irpina si caratterizza, infatti, anche per produzioni gastronomiche di rilievo, queste possono rappresentare un ulteriore richiamo turistico oltre che volano di sviluppo economico. La realizzazione della rete "del gusto" pone l'obiettivo di integrare le filiere, oggi fortemente distinte, della produzione, della commercializzazione e del consumo dei beni gastronomici; infatti ai produttori si consentirà di realizzare all'interno delle aziende punti dove commercializzare e far assaggiare i propri prodotti, allo stesso modo negli agriturismi sarà incentivata la produzione e la diffusione della conoscenza delle

42 filiere produttive dei prodotti tipici. Parallelamente a questi obiettivi la valorizzazione delle eccellenze gastronomiche e produttive mira anche alla riqualificazione degli antichi borghi pedemontani: qui potrà essere incentivato il cambio di destinazione d'uso con la conseguente realizzazione di punti di ristoro, incontro, degustazione, commercializzazione dei prodotti cercando di recuperare e rivitalizzare un centro storico abbandonato e difficilmente accessibile ma molto caratteristico. Infine per la realizzazione delle "stazioni del gusto", nodi centrali di questa rete, si prevede il riuso e la trasformazione di edifici pubblici come l'attuale museo etnografico o ancora l'albergo e, perché no, qualche sala del Municipio. Rientra tra gli obiettivi di potenziamento delle attività ricettive anche la realizzazione di un parco faunistico in prossimità della Bocca del Dragone e del lago permanente della piana. Avvantaggiandosi della presenza di un'area sportiva si potranno realizzare attrezzature e servizi per arricchire l'offerta turistica.

La strategia di sviluppo socio-economico si traduce sostanzialmente nell'obiettivo di delocalizzazione del Piano per Insediamenti Produttivi esistenti e nella individuazione di una nuova area da destinare allo scopo. Ciò è giustificato dalla mancata attuazione delle previsioni del piano vigente, come, infatti, già esplicato, nell'area individuata in località Lago Rosso vi sono pochissime aziende conseguenza più di singoli iniziative personali che di un disegno organico così come previsto dalla legge, sono invece numerose le piccole aziende attive sul territorio e dedite, sopratutto, alla produzione enogastronomica. Per restare coerenti e perseguire la realizzazione della filiera produttiva-gastronomica-ricettiva nella nuova area da destinare ad insediamenti produttivi non dovranno essere concentrate le attività esistenti ma dovranno essere localizzate nuove aziende allo scopo di chiudere i cicli produttivi all'interno del comune. Ad esempio potranno essere insediate imprese dedite alla lavorazione del legno, in modo da valorizzare e utilizzare completamente il legno tagliato dai boschi dei monti di Volturara Irpina, oppure potranno essere localizzate aziende operanti nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili come le biomasse in grado di approvvigionare le aziende locali.

Infine l'ultima strategia riguarda la trasformazione, lo sviluppo e il consolidamento della struttura urbana. Come emerso dalla analisi il centro abitato di

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Volturara Irpina si è sviluppato a partire dalle pendici del Monte Costa e del Monte Faggeto caratterizzandosi per una struttura a ventaglio; si è andato poi consolidando lungo i principali assi di collegamento che scendevano verso la piana addensandosi, principalmente la strada provinciale 108. Le aree destinate ai Piani della ricostruzione post terremoto sono state individuate in zone che oggi risultano essere i margini dell'abitato più denso di Volturara Irpina. Tuttavia, come già accennato nei paragrafi precedenti, non tutte le previsioni dei piani sono state realizzate sopratutto per ciò che riguarda la dotazione di attrezzature e servizi.

Il disegno di un anello di servizi strutturato su una strada che intersechi la strada provinciale 108, faccia da fondo a preesistenti via a cul de sac conservando e rispettando il tradizionale impianto a ventaglio può consentire di completare il disegno dell'armatura urbana e della struttura viaria soddisfacendo il fabbisogno abitativo e di servizi, assicurando la necessaria multifunzionalità delle aree, migliorando la qualità abitativa e dando senso a spazi abbandonati, di risulta, "non-luoghi" tipici delle città contemporanee.

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