AssoSoftwareDayPress venerdì, 25 ottobre 2019 AssoSoftwareDayPress venerdì, 25 ottobre 2019

Dicono di Noi

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 6 Assosoftware, Bonfiglio Mariotti confermato alla presidenza

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 29 C.Fo. 8 Agevolazioni bandi cumulabili con il credito R&S

24/10/2019 Agenda Digitale 10 Il bollettino di pagamento pagoPA, Rav addio: come leggerlo e pagare (online, tabaccaio, bancomat...)

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 14 Italia digitale, Pisano: "In manovra i pilastri per il rilancio"

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 15 La 'nuova' Assintel di Paola Generali: 'Saremo driver della trasformazione digitale. La grande sfida? Le Pmi'

24/10/2019 Agenda Digitale 18 Linee Guida sui documenti informatici: meriti e punti critici del testo Agid

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 42 22 Sindaci, innamoratevi dell' Anpci

Agricoltura e Dogane

25/10/2019 EutekneInfo 24 Per il termine di rimborso delle accise rileva la chiusura del rapporto tributario

25/10/2019 La Nazione Pagina 4 26 Pioggia di micro-tasse, il governo va in tilt

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marco Rogari 27 Quota 100, clausola di spesa bis

Contabilità e Bilancio

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Laura Serafini 29 Aiscat: investimenti bloccati con l' ammortamento all' 1%

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 11 R.E. 31 Il bando Credito Adesso si arricchisce di 100 milioni

Fatturazione Elettronica

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Antonio Iorio 33 Con la stretta sulle false fatture rischiano contribuenti ignari

25/10/2019 EutekneInfo 35 Corrispettivi telematici anche per i forfetari dal 2020 25/10/2019 Italia Oggi Pagina 33 GIULIANO MANDOLESI 37 Lipe, richiami in estate

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 36 PAGINA A CURA DI MICHELE DAMIANI 39 Professionisti, tutele regionali

Fisco e Dichiarazioni

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 3 Marco MobiliGiovanni Parente 40 Bonus fiscali, la riduzione parte da 300mila grandi contribuenti

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 32 SERGIO TROVATO 42 Catasto, chi ha avuto ha avuto

25/10/2019 EutekneInfo 44 Configura reddito d' impresa la realizzazione e rivendita di unità immobiliare

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 30 MARCELLO POLLIO 45 Crisi d' impresa, doppio alert

25/10/2019 italiaoggi.it 47 Crisi d' impresa, una rivoluzione vintage

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 36 49 Cultura, il 50% degli addetti a 8 l' ora

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 1 50 Detrazioni, più tasse per i redditi alti

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 25 51 Il monitoraggio parte dal bilancio e dalla tesoreria

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Fe. Mi. 55 Isa, niente anomalie basate su dati che non sono fiscali

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 57 Le grandi aziende credono nelle startup italiane: sul piatto 500 milioni

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 4 FRANCO ADRIANO 59 Manovra, giallo sulle nuove tasse

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 3 M. Mo. G. Par. 62 Maxitaglio da 3 miliardi Bloccata fino a fine anno la spesa dei ministeri

25/10/2019 EutekneInfo 64 Per perfezionare la rivalutazione rileva l' effettivo versamento dell' imposta

25/10/2019 Corriere della Sera Pagina 28 ANTONIO MISIANI 66 Più giustizia fiscale, la missione da compiere

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 40 PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO 68 Preventivi zeppi di incognite

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 16 I.D.V. 70 Raccolta positiva per 1,9 miliardi

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 38 71 Revisori, il 30% è al femminile

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 34 GIULIA PROVINO 73 Rivendita di immobili nel reddito d' impresa

25/10/2019 EutekneInfo 75 Sussidi per i disabili con aliquota IVA del 4%

25/10/2019 EutekneInfo 76 Tassati i proventi sottratti dall' amministratore di sostegno

25/10/2019 La Nazione Pagina 4 78 TAX EXPENDITURES

25/10/2019 La Stampa Pagina 6 79 Un' altra clausola salva-conti per rassicurare la Commissione Ue 25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 27 Luca De Stefani 81 Vendita dopo la ricostruzione: scatta il reddito d' impresa

25/10/2019 EutekneInfo 83 Escluso l' uso della dichiarazione d' intento per le cessioni di carburante

Giustizia

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 31 PAGINA A CURA DI CLAUDIA MORELLI 85 Piattaforma anti-contenzioso

Industria 4.0

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 86 A San Paolo la super-rete digitale di Enel. De Francisci: 'Puntiamo a replicare anche in Italia'

25/10/2019 Corriere Comunicazioni 88 Google ha raggiunto la "quantum supremacy". Sfida con Ibm

25/10/2019 Corriere Comunicazioni 90 Hu Kun: 'In Italia contribuiamo a crescita economica'

24/10/2019 Agenda Digitale 92 Il machine learning contro l' abbandono universitario: ecco come

25/10/2019 Corriere della Sera Pagina 35 Al. Sc. 97 Il piano di Iren sulla sostenibilità Investimenti per 3,3 miliardi su hi tech e ambiente

24/10/2019 Digital 4 Biz 99 L' eco-disruption dopo la digital disruption?

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 Pagina a cura diNino Amdadore 105 Le start up spingono la rinascita dell' Etna Valley

25/10/2019 Corriere della Sera Pagina 13 MARZIO BREDA 107 Mattarella: democrazie fragili di fronte ai domini tecnologici

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 109 Riflettori su Databricks, la startup che vale già 6,2 miliardi di dollari

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 26 111 Savona (Consob): il fintech esige una nuova normativa

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 5 112 Un robot rivoluziona l' ortofrutta

24/10/2019 Agenda Digitale 114 Firma digitale, così la biometria smaschera i falsi

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 35 CINZIA DE STEFANIS 117 Il rating di legalità va al restyling

Lavoro e Previdenza

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 2 Marco Rogari 118 Baretta: sì alla garanzia per infrastrutture sociali

25/10/2019 Corriere della Sera Pagina 8 Ri. Que. 120 Bonus figli, fino a 160 euro al mese

25/10/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Claudio Tucci 121 Durigon: «Manovra insufficiente, priorità a crescita e cuneo»

25/10/2019 Italia Oggi Pagina 12 MARIO LETTIERI* E PAOLO RAIMONDI** 123 La troppa liquidità crea rischi 25/10/2019 La Stampa Pagina 23 FRANCO BRUNI 125 le tre battaglie con cui Draghi ha reso l' eurozona più forte

25/10/2019 EutekneInfo 127 Notifica del decreto ingiuntivo ai soci per l' accesso al Fondo di garanzia per il TFR

Privacy e GDPR

24/10/2019 Agenda Digitale 129 Big Tech e servizi di pagamento: una clausola di reciprocità per evitare il rischio monopolio

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 132 Facebook, Zuckerberg mette le mani avanti su Libra: "Progetto rischioso"

24/10/2019 Agenda Digitale 134 Privacy e minori, va tutelata anche la foto scolastica online: ecco come

24/10/2019 Corriere Comunicazioni 137 Twitter, tonfo degli utili. Ma crescono gli utenti "monetizzabili"

[§22820931§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Dicono di Noi

Assosoftware, Bonfiglio Mariotti confermato alla presidenza

Le 70 aziende associate rinnovano il consiglio direttivo. Il chairman che rimarrà per il prossimo triennio: 'Accetto per dare continuità al lavoro intrapreso. Lavorerò perché il softqare gestionale rientri nel piano Industria 4.0'

Assosoftware rinnova il Consiglio direttivo e conferma alla presidenza Bonfiglio Mariotti . Alla carica di vicepresidente è stata eletta Laura Petroccia , mentre Vincenzo Ferrari ha ottenuto la delega per i rapporti istituzionali e Piefrancesco Angeleri quella per i rapporti con Confindustria . Durante la riunione dell' Assemblea generale, a cui hanno partecipato più di 70 aziende, l' associazione ha nominato nel consiglio direttivo Pierfrancesco Angeleri ( Wolters Kluwer Italia ), Piermassimo Colombo ( Kalyos ), Enrica Eandi ( Sistemi ), Bonfiglio Mariotti ( Bluenext ), Mario Pedrazzini ( Zucchetti ), Laura Petroccia ( Ads Automated Data Systems ), Paolo Rosetti ( ITWorking ), Vincenzo Ferrari ( Teamsystem ), Lorenzo Battaglini ( Centro Software ), Angelo Bianco ( Dylog ) e Maurizio Cherubini ( Albalog ). All' incontro hanno partecipato con i loro interventi Mario Carmelo Piancaldini dell' Agenzia delle Entrate e Gianluca Fabozzi di Sogei , che hanno fatto il punto sugli possibili ulteriori sviluppi della fatturazione elettronica e sul tema della trasmissione telematica e giornaliera dei corrispettivi, che interessa dal primo gennaio 2019 oltre 1.5 milioni di operatori del commercio, della ristorazione, del turismo e dell' artigianato. "Affinché i vantaggi della digitalizzazione del flusso di dati non siano solo per l' Agenzia delle Entrate - si legge in una nota di Assosoftware - sono necessari alcuni aggiustamenti rispetto all' attuale quadro tecnico: le nostre proposte sono state già portate all' attenzione degli uffici competenti". "Ho accettato il nuovo mandato triennale - afferma Mariotti - per dare continuità al lavoro intrapreso molti anni fa e che in questi ultimi anni ha visto crescere la nostra associazione sia in termini di adesioni sia in peso e autorevolezza nei rapporti con la funzione pubblica. Ad oggi sono 230 le imprese associate, con 25.000 dipendenti e oltre 5 miliardi di ricavi.Ci siamo conquistati credibilità e competenza con il presidio quotidiano dei nostri esperti ai diversi tavoli di lavoro con i Ministeri , Agenzia delle Entrate e Sogei e ci è riconosciuto, non sono io ad affermarlo ma tutti i nostri interlocutori, un ruolo privilegiato di supporto alla definizione di soluzioni praticabili, efficienti e tecnologicamente all' avanguardia, per portare a grandi passi il nostro Paese, la PA, le imprese, i professionisti sulla strada della digitalizzazione, imprescindibile passo per la competizione e la crescita. Possiamo affermare senza temere smentite che la fatturazione elettronica, anche con il grande lavoro di Sogei e Agenzia, non sarebbe potuta nemmeno partire senza il ruolo centrale che hanno assunto i nostri provider tecnologici, le nostre piattaforme informatiche e la capillarità dei nostri interventi sul territorio. Sono risultati (oltre un miliardo e seicentomila

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[§22820931§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Dicono di Noi

fatture elettroniche inviate da gennaio a ottobre) che oggi fanno dell' Italia una best practice a livello mondiale e un modello da seguire." "Purtroppo - conclude Mariotti - sembra che questo paese sia sempre in emergenza e ritengo perciò doveroso continuare a portare la mia esperienza. Il programma dei prossimi tre anni ci vedrà ancora impegnati su importanti obiettivi: inserire già nella prossima legge di bilancio il software gestionale nel piano Industria 4.0 , promuovere l' adozione dello Standard AssoSoftware per la FE non solo in Italia ma anche in Europa, favorire la creazione di uno standard di interoperabilità tra software e collaborazione applicativa tra software e anche dati pubbliche e privati, dialogare fattivamente con ordini e filiere". La giornata, conclude la nota di Assosoftware , è stata anche l' occasione per spiegare ai soci presenti il progetto in partnership con il Politecnico di Milano che consentirà per la prima volta la conoscenza puntuale dell' intero settore del software gestionale italiano. I valori in termini di fatturato e di occupazione, ma ancora più importante la copertura funzionale dei software che usano e possono usare i milioni di imprese del nostro paese, di quale aggiornamento tecnologico sono portatori e quale offerta di innovazione vera sono in grado di fare al nostro tessuto produttivo per aiutarlo ad essere protagonista in un mercato sempre più competitivo e complesso. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820932§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

FAQ DEL MINISTERO

Agevolazioni bandi cumulabili con il credito R&S

È già possibile impostare le domande per accedere agli aiuti

C.Fo.

ROMA Le agevolazioni previste dal bando per Accordi di innovazione sui temi Fabbrica intelligente, Agrifood, Scienze della vita e Calcolo ad alte prestazioni e dal bando sui grandi progetti di ricerca e sviluppo nei settori Agenda digitale e Industria sostenibile sono cumulabili con il credito di imposta per gli investimenti in R&S. Lo conferma il ministero dello Sviluppo economico nelle Faq pubblicate sul sito dopo la notevole quantità di quesiti arrivati agli uffici tecnici nelle ultime settimane. Le agevolazioni in esame sono infatti considerate una misura di carattere generale e quindi non rilevano ai fini del calcolo degli aiuti cosiddetti "de minimis". Numerosi gli altri chiarimenti forniti. Quanto ai grandi progetti R&S, per data di avvio si intende quella del primo impegno giuridicamente vincolante a ordinare attrezzature o di qualsiasi altro impegno che renda irreversibile l' investimento oppure la data di inizio dell' attività del personale interno, a seconda di quale condizione si verifichi prima. La data di avvio deve essere trasmessa dal beneficiario a Invitalia entro 30 giorni con una specifica dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Per quanto riguarda in particolare gli Accordi di innovazione, viene poi precisato che una stessa impresa può presentare più di una proposta progettuale a valere sui diversi settori Agrifood, Fabbrica intelligente, Scienze della vita e Calcolo ad alte prestazioni. Le proposte progettuali devono però riguardare argomenti ben distinti tra loro e possono prevedere la realizzazione di uno o più progetti con costi previsti non inferiori a 5 milioni e non superiori a 40 milioni. Ulteriori chiarimenti riguardano la fattispecie dei gruppi societari. Per quanto riguarda gli Accordi di innovazione, le singole imprese appartenenti a un gruppo possono presentare autonomamente una proposta progettuale, fermi restando i requisiti generali sui soggetti beneficiari previsti dal decreto direttoriale Mise del 27 settembre 2018. Allo stesso tempo, imprese tra loro associate o collegate possono presentare un progetto congiunto di ricerca e sviluppo. Progetti presentati congiuntamente da più soggetti possono essere realizzati anche attraverso forme contrattuali di collaborazione quali l' associazione temporanea di scopo (Ats) o il raggruppamento temporaneo di imprese (Rti). Discorso un po' diverso per il bando su grandi progetti R&S. Le Ats, le Rti o le altre forme di collaborazione sono ammissibili unicamente quali forme contrattuali di collaborazione per la presentazione di un progetto congiunto tra più imprese o organismi di ricerca e non possono essere diretti beneficiari delle agevolazioni. Vale la pena ricordare che per il bando relativo agli Accordi di innovazione (190 milioni disponibili) l' apertura dell' intervento agevolativo scatta il 12 novembre 2019, mentre è aperta dall' 8 ottobre

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[§22820932§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

la procedura di compilazione guidata della domanda. Il bando sui grandi progetti R&S ha invece una dote totale di 329 milioni: l' apertura dell' intervento è fissata per il 26 novembre 2019 (il precaricamento della documentazione si è aperto il 10 ottobre). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820933§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Il bollettino di pagamento pagoPA, Rav addio: come leggerlo e pagare (online, tabaccaio, bancomat...)

Vediamo come leggere un bollettino PagoPa, presentando un esempio e poi analizzandolo nelle varie parti fino alle varie modalità di pagamento

Il bollettino di pagamento pagoPA sostituirà il bollettino Rav che nel 2018 è stato utilizzato da cittadini e imprese per oltre 15 milioni di pagamenti di cartelle e avvisi.Indice degli argomentiCos' è pagoPAE' il nuovo modo per pagare la Pubblica Amministrazione utilizzato da un numero crescente di enti locali e centrali, ad esempio da parte di ACI ad inizio 2019, per riscuotere tasse o tributi (come la TARI nei comuni).Il bollettinoVediamo ora come leggere un bollettino PagoPa, presentando un esempio e poi analizzandolo nelle varie parti.Intestazione - Prima parteServe a capire se il bollettino è PagoPA (zona verde o rettangolo superiore). Se si vede il simbolo pagoPA, allora è un bollettino del circuito e non è F24, Mav, Rav o altro. La zona arancio (o rettangolo inferiore) serve a capire a cosa si riferisce il bollettino, nello specifico alla Tassa Rifiuti (Tari).Intestazione - Seconda ParteLa zona arancio (o rettangolo sinistro) specifica i dati dell' ente che manda il bollettino.La zona verde (o rettangolo destro) specifica i dati del destinatario, che non è detto sia il pagatore, visto che un bollettino pagoPA può pagarlo chiunque, non necessariamente il destinatario.Quanto, per quando, dove e come pagareLa zona rossa (o rettangolo sinistro) è la parte che specifica il pagamento, In particolare sono evidenziati: importo di pagamento e data entro il quale pagare.La zona gialla (o rettangolo destro) specifica due cose: che si può pagare online nella sezione "paga sul sito o con le app" (tipicamente sul sito della PA che ha inviato il bollettino, mediante l' home banking o con un eventuale app messa a disposizione); oppure si può pagare portando il bollettino in punto sisal, in posta, dal tabaccaio o in altro posto nella sezione "paga sul territorio".Strumenti per il pagamentoLa zona blu (o rettangolo superiore) serve per tutti i tipi di pagamento, tranne che per la posta. Ingloba tutti i dati già indicati: Ente Creditore, Destinatario, Importo, Motivo perché potrebbe essere un bollettino a se stante. Soprattutto presenta 4 elementi fondamentali per il pagamento.Il qrcode per il pagamento in luoghi fisici (viene "sparato" mediante pistola) o per pagamenti mediante app a seguito di scansione.Il codice avviso (indicatore univoco del pagamento), codice fiscale ente credito e codice cbill dell' ente creditore per inserimento manuale dei dati in home banking (circuito cbill) o in IO.La zona viola (o rettangolo inferiore) serve per il pagamento in posta. Anche qui vengono ripetuti tutti i dati ed è presente il qrcode che viene "sparato" in posta per il pagamento. Anche questa parte del bollettino può fare da bollettino a se stante (tanto è vero che è indicato il simbolo del ritaglio).Riassumendo quindi il bollettino pagoPA è molto semplice da leggere e diviso nelle seguenti parti:intestazione (per capire se è un bollettino

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[§22820933§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

pagoPA e a cosa si riferisce) dati dell' ente Creditore (es. comune) e del Destinatario (cittadino) Importo e scadenza del pagamento, con spiegate le modalità di pagamento bollettino per tutte le possibilità di pagamento tranne in Posta bollettino per il pagamento in PostaE' autoesplicativo e mira a semplificare il pagamento per tutta la PA, rendendolo uguale per tutte le PA, da quelle centrali a quelle locali.Come pagare nei punti di pagamento fisiciIl bollettino recita:Per pagare allo sportello della banca, in ricevitoria dal tabaccaio o al supermercatoPer pagare in Banca, in Ricevitoria dal Tabaccaio o al Supermercato la procedura è la stessa: basta semplicemente consegnare il bollettino e farà tutto l' esercente "sparando" il qrcode.A questo punto l' unico onere del pagatore è pagare in contanti o con pagamento digitale (bancomat, carta di credito, altro).Per pagare al bancomatÈ possibile utilizzare il servizio CBILL e pagare con pagoPA anche tramite un qualsiasi sportello ATM o cassa automatica. Alcune banche richiedono che tale servizio venga richiesto dal cliente, altrimenti non è attivo. Per cui è importante richiederlo prima di tentare il pagamento mediante ATM.Individuato uno sportello ATM, selezionare la voce Ricariche o Pagamenti (in base al tipo di ATM), quindi scegliere il circuito CBILL, e quindi scegliere la voce "Nuovo Pagamento".A questo punto, come nell' home banking, si può cercare l' Ente Creditore, oppure inserire il codice CBILL presente sul bollettino pagoPA nella sezione sotto indicata:Quindi si inserisce il codice IUV di 18 caratteri e quindi si può pagare. Ricorda di ritirare la ricevuta.Per pagare in PostaPer pagare in Posta basta semplicemente consegnare il bollettino pagoPA e farà tutto l' impiegato della posta utilizzando la seguente sezione del bollettino. Si potrò pagare in contanti o carta.L' unica attenzione che devi prestare è che ci sia nella parte inferiore del bollettino pagoPA, il bollettino specifico per Poste(ovvero la parte sopra), perchè gli enti devono attivarlo in maniera specifica per renderlo disponibile. Quindi se anche sul bollettino pagoPA c' è scritto che puoi pagare in Posta, è importante che ci sia questa la parte Poste nel bollettino pagoPA altrimenti non potrai farlo!Come pagare onlineIl bollettino recita:Paga con il tuo home banking mediante CBILLE' molto semplice. I dati utili per il pagamento in questo caso si trovano nella seguente sezione del bollettino pagoPA:Per pagare si entra nell' home banking e si sceglie la sezione "pagamenti" oppure ad esempio nel caso presentato sotto "bollette, utenze, f24" (punto 1).Quindi si sceglie il circuito CBILL (punto 2). Non tutte le banche attivano automaticamente il CBILL, se non lo vedessi attivo chiedi alla tua banca di attivartelo. Una volta scelto CBILL se necessario scegliere "pubblica amministrazione" (punto 3). Quindi inserire la denominazione dell' ente creditore (oppure il codice CBILL scritto sul bollettino pagoPA) (punto 4): dal nome verrà ricavato il codice identificativo CBILL (che si trova comunque anche sul bollettino pagoPA). Si inserisce quindi il codice avviso (punto 5) preso dal bollettino pagoPA e l' importo (punto 6), e quindi si può procedere al pagamento nel caso specifico premendo sul tasto "continua".Verrà quindi fatto un riepilogo incluso di commissioni e quindi a seguito di pin o otp verrà

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[§22820933§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

completato il pagamento.I soldi verranno tolti direttamente dal conto corrente.Paga sul sito dell' ente creditore (esempio comune)Il sito qui può variare per grafica, anche se il processo dovrebbe essere abbastanza simile per ogni ente. Si va sul sito dell' ente creditore, ad esempio il comune di Fara Gera D' Adda che abbiamo utilizzato per il bollettino di esempio.http://www.comune.farageradadda.bg.itQuindi si clicca sul logo pagoPA che si può vedere nell' immagine precedente sulla sinistra. Lo si trova scendendo un po' la pagina. Si atterra quindi su una pagina di pagamento come la seguente (alcuni siti permettono anche il logon in modo da tenere lo storico dei pagamenti, con spid o altra autenticazione. Nell' esempio facciamo vedere la versione senza logon della pagina di pagamento).Inserendo il codice fiscale del destinatario e il codice avviso che si trovano sul bollettino pagoe quindi cliccando su trova pratica si ottiene quanto segue:Cliccando quindi su paga inizia l' iter di pagamento che prevede diverse opzioni. La prima è la scelta se inserire la propria email o entrare con spid. Da Spid viene prelevata l' email per l' invio della conferma di pagamento.Una volta inserita l' emaile cliccato su continua, una volta accettata l' informativa sulla privacy:Si possono scegliere i diversi tipi di pagamento:Le tipologia sono quindi 3.In carta di credito/debito puoi inserire i dati della carta per effettuare il pagamento (ricordiamo che puoi pagare cifre non oltre il massimale della carta che sia di debito o di credito. Questo limite è della carta non di pagopa.In conto corrente puoi trovare gli Istituti di pagamento aderenti a pagoPA che mostrano i servizi offerti ai propri clienti. Se non trovi la tua banca, probabilmente, non è aderente a pagoPA o non ha integrato specifici servizi di pagamento. Quindi devi scegliere un' altra modalità perchè devi essere cliente per poterne usufruire.In altri tipi di pagamento trovi i pagamenti "più evoluti", es satispay (con zero commissioni):Scelto il metodo di pagamento che preferisci ti verrà presentata una videata di riepilogo in cui potrai registrarti a pagopa se vuoi tenere traccia dei tuoi pagamenti oppure proseguire senza registrarti, e in cui vedi il pagamento incluso di commissioni:Quindi si procede al pagamento.Paga sul sito di PosteVai sul sito: poste.it/paga-onlineQui scegli il pulsante "Paga " in giallo indicato sotto la voce "Bollettino PA"Il sito di poste ti chiederà di inserire le tue credenziali di accesso, di registrare un utente, o di accedere con PosteID (Spid di Poste). Scegli la modalità che ritieni opportuna effettuando il login al sistema. Qui scegli nuovamente il pulsante "Paga " in giallo indicato sotto la voce "Bollettino PA" (prima non eri dentro il sistema quindi te lo richiede).Ora devi inserire numero di conto corrente e codice avviso come indicato e comespecificato nella parte sotto del bollettino pagoPA.Clicca quindi su "calcola importo" e procedi al pagamento.cliccando sul pulsante "continua". Si atterra quindi sulla pagina che chiede il metodo di pagamento.Inserendo i dati di pagamento è ora possibile completare l' operazione mediante il tasto "Autorizza".Paga con IOIo è l' applicazione che in futuro verrà utilizzata da tutte le Pubblica Amministrazioni per comunicare con te. Potrai scaricarla dagli app-store a partire da inizio 2020. Nel caso di IO hai diverse possibilità per pagare un bollettino pagoPA, addirittura

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[§22820933§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

4.La premessa per poter pagare con IO è che tu abbia scaricato sul tuo smartphone IO, abbia SPID per effettuare l' accesso (in futuro sarà possibile anche con CIE mediante NFC), abbia inserito la carta di credito (attualmente unico metodo di pagamento, in futuro sarà possibile pagare anche con paypal e satispay).Nella prima possibilità di pagamento, ovvero la più semplice, ti arriva un messaggio un un pulsantino di pagamento. Clicchi sul pulsante blu e procedi con il pagamento mediante carta di credito.Nella seconda modalità possibile scansionare un qrcode in caso di bollettino fisico.Nella terza modalità è possibile caricare un bollettino con relativo qrcode dalla galleria (ad esempio in caso di bollettino inviato via email).Nell' ultimo caso, si possono inserire i dati manualmente.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820934§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Italia digitale, Pisano: "In manovra i pilastri per il rilancio"

La ministra dell' Innovazione anticipa i temi del decreto fiscale: "Conterrà tutte le misure necessarie per la trasformazione digitale". Il nodo risorse del nuovo dicastero

Sarà presente in manovra la digitalizzazione dei pagamenti . Ma non solo: "Abbiamo inserito tutto quello che riteniamo cruciale per la trasformazione digitale del Paese ". Lo dice Paolo Pisano ministra dell' Innovazione a margine della presentazione del Report 2020 di Assintel con un focus sulla trasformazione digitale della PA. "Dobbiamo ancora vedere bene questa manovra e quindi dovrà essere terminata per dire se è adeguata o no alle esigenze del Paese sul fronte dell' innovazione tecnologica e digitale" ha detto Pisano all' AdnKronos: temi sui quali "c' è molta attenzione da parte di tutti i ministeri e da Di Maio e Conte" quindi "sono certa che riusciremo a trovare la quadra corretta". In manovra, dice ancora la ministra dell' Innovazione, è previsto "come strutturare" il neo-dicastero dell' Innovazione , "perché ad oggi non abbiamo risorse economiche e umane" che sono invece "necessarie per riuscire a fare la trasformazione digitale dell' Italia". Dicastero Innovazione, il ruolo di monitoraggio La connessione fra il dicastero Innovazione e quelli di Istruzione, Università e Ricerca e dello Sviluppo Economico sarà intensa : il mandato del ministero Innovazione sarà il " monitoraggio di tutte le politiche di innovazione , il coordinamento tra i vari ministeri ed è ovvio che ministeri come il Mise ed il Miur sono fondamentali, perché la politica economica deve avere le competenze adatte all' interno del Paese e quindi bisogna svilupparla di concerto". "Ma oltre le politiche economiche esistono le leve tecnologiche e innovative per far ripartire il Paese: ci concentreremo su questo aspetto strategico". Sul fronte digitalizzazione PA "i nostri obiettivi si focalizzeranno sull' aumento dell' utilizzo dei servizi digitali in Italia per i cittadini e le imprese , l' aumento della produttività e dei posti di lavoro e un ecosistema culturale e economico in grado di sviluppare e attrarre nuove competenze e innovazioni" ha detto Pisano nel corso dell' incontro Assintel. "La volontà - ha concluso il ministro - è quella di agire in assoluta continuità con il lavoro del Commissario Straordinario per l' attuazione dell' Agenda Digitale Luca Attias e il Team di Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio ". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820935§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

La 'nuova' Assintel di Paola Generali: 'Saremo driver della trasformazione digitale. La grande sfida? Le Pmi'

Riflettori sul ruolo strategico dell' associazione. La presidente plaude alla nomina della ministra per l' Innovazione : 'Ora c' è l' imprinting politico e la volontà strategica di governance del digitale'

"Voglio che l' associazione sia sempre più percepita come il partner strategico per le aziende Ict, che dia loro supporto per farle crescere ed evolvere, contribuendo alla diffusione della trasformazione digitale e con essa al miglioramento della vita di tutti noi, cittadini e imprese. In questo istante la metafora che più mi rappresenta in Assintel è quella un binario sul quale viaggia un treno super tecnologico ad altissima velocità". Ha una vision chiara la neo presidente di Assintel Paola Generali che ha ereditato il timone da Giorgio Rapari, alla guida dell' Associazione per 15 anni. Presidente Generali, la trasformazione digitale delle imprese necessita di un radicale cambio di marcia? Oppure è possibile conciliare passato e futuro? Il tema della trasformazione digitale delle imprese Ict è l' esatto esempio di come continuità e innovazione siano lati di una stessa moneta: già da qualche anno abbiamo rilevato il fenomeno della "vecchia" e della "nuova" Information Technology, il nostro è un mercato che cambia alla velocità della luce e molte rendite di posizione non sono più possibili. Ma il nuovo implica anche dei cambiamenti di paradigma in imprenditori e aziende, che sono fattori che non possiamo dare per scontati persino all' interno di realtà che fanno innovazione. Assintel come associazione deve avere un ruolo decisivo in questo processo, in modo da accompagnare l' intero settore verso un' evoluzione consapevole che capitalizzi il passato e guardi al futuro. Questo si fa attraverso continui think tank verticali, incontri di networking, workshop e formazione dedicati ai soci, creando community e senso d' appartenenza. Quali sono i dossier più caldi che si è trovata sul tavolo e quali le sfide che bisognerà affrontare nei prossimi anni? Tanti dossier caldi, alcuni culturali, altri di vera e propria "sfida" associativa. A livello culturale dobbiamo porci una mission: essere driver - d' ispirazione e di realizzazione - rispetto alla trasformazione digitale. Il tema si declina nel dialogo continuo con le imprese della domanda, con le quali avere un approccio e un linguaggio empatico focalizzato sui benefici delle tecnologie che devono essere "toccabili e sperimentabili"; nell' essere di reale supporto sui territori ad iniziative di diffusione dell' innovazione; nel lavorare fianco a fianco con imprese, scuole e università per formare le competenze digitali che ci servono. Guardando invece più alla nostra base associativa, la grande sfida che dobbiamo vincere riguarda il tema delle Pmi, che costituiscono la nostra ossatura. Centri d' eccellenza, di vera innovazione, di coraggio, di investimento, di idee ma anche protagoniste di uno stillicidio che le penalizza proprio rispetto alla loro dimensione. Se sul versante internazionale dobbiamo lavorare per farne aumentare la competitività verso l' estero,

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[§22820935§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

dando agli imprenditori strumenti per aggregarsi e creare massa critica, sul fronte interno il nostro tallone d' Achille si chiama pari dignità nei bandi della Pubblica Amministrazione. Alcuni temi caldi: scardinare una logica di gare e appalti in cui per noi è impossibile lavorare, rivedere un sistema perverso di downpricing delle tariffe e di subappalto, semplificare la complessità burocratica di accesso. Estendendo lo sguardo al sistema economico nel suo complesso, entra in gioco un altro attore fondamentale: il Mise. Non possiamo immaginarci una vera evoluzione digitale senza una strategia di sostegno economico e finanziario: le imprese vanno incentivate ad investire nella loro trasformazione digitale. Gli ostacoli sono di natura sia culturale sia finanziaria: da un lato molti imprenditori non ne comprendono ancora i vantaggi, dall' altro lato spesso non hanno le risorse da investire, soprattutto se parliamo di Pmi. Il Mise ha dunque un ruolo fondamentale nello scegliere su quali settori strategici e quali processi incentivare, trovando e modulando risorse che tengano conto delle dimensioni d' impresa, delle aree geografiche, dei contest d' investimento europei, ma anche trovando formule che premino la ricerca e l' innovazione. L' esperienza di Impresa 4.0 è stata un apripista, va presa come esempio per estenderne le logiche in modo sistemico e continuativo. Un ministro per l' Innovazione, un Dipartimento per la Trasformazione digitale, un team per la trasformazione digitale: è dell' idea che tutte queste strutture servano a rafforzare il peso politico del digitale oppure sono troppe strutture e bisogna razionalizzare? Sono segnali che mi fanno ben sperare e che sono in linea con quanto lo scorso anno abbiamo chiesto proprio alle Istituzioni nel Position Paper Assintel . Un Ministro ad hoc che dà l' imprinting politico ed esprime una volontà strategica di governance del digitale: è decisamente quello che aspettavamo. Questo porterà inevitabilmente ad una razionalizzazione, su cui non posso che ragionare da imprenditrice: meno attori implica più efficienza e questo aumenta le probabilità di efficacia. Moltiplicare le strutture non fa che rimbalzare le inefficienze, che stanno nel dna del nostro sistema burocratico: il peso politico non è dato dalla moltiplicazione ma da quanto un Governo è engaged sul tema. Da lì, a cascata, occorre avviare anche un' operazione culturale interna, fatta sia di competenze digitali sia di ingaggio di tutta la struttura burocratica. Assintel si rende totalmente disponibile nel collaborare sin da subito con il Ministero dell' innovazione per raggiungere tale obiettivo, facendo rete e creando una collaborazione preziosa tra "pubblico e privato". Secondo lei quali sono le priorità in tema di investimenti-Paese nel settore dell' Ict? Credo che il tema caldo possa riassumersi in uno slogan: "Cittadinanza digitale a 360 gradi". Voglio partire dal fondo, dal risultato: ogni cittadino e ogni impresa dovrebbe poter percepire e utilizzare tutte le potenzialità che le tecnologie oggi rendono disponibili per vivere il proprio territorio e le proprie attività nel miglior modo possibile. Il che si declina in una Pubblica Amministrazione finalmente digitalizzata e coordinata, in cui vi sia una piena, totale e limpida interoperabilità delle banche dati in tutti i punti di accesso al dato (anagrafe, sanità, fisco, scuola, catasto, registro imprese, ecc). Lato imprese, questo non solo permetterebbe di velocizzare i tempi e rendere certi i processi, ma sarebbe un buon incentivo per quelle realtà ancora ai confini della Trasformazione Digitale. Lo stesso ragionamento

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Corriere Comunicazioni

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

si applica al cittadino, innescando un effetto culturale sistemico che potrebbe farci fare un salto avanti e recuperare terreno anche rispetto al Desi e ai Paesi UE. Come donna a capo di un' associazione importante nel settore dell' Ict potrà contribuire a dare una spinta alla formazione di skill adeguate sempre più anche fra le giovani ragazze? Pensa che Assintel possa fare qualcosa in tal senso? Iniziative mirate? Mi preme fare una premessa: sono contraria alle "quote rosa" in qualsiasi settore, quello che auspico è "il rosa in quota" (come dice una mia cara amica e collega) sempre e comunque per merito. Una donna presidente nell' Ict fa notizia, invece non dovrebbe farla, in quanto che sia donna o uomo ciò che dovrebbe essere di interesse sono i risultati che ha raggiunto e che raggiungerà. Parliamo delle competenze digitali, argomento a me molto caro: noi aziende dell' offerta abbiamo fame di professionalità nel mondo digitale ma è difficile trovarle. Ragazze e ragazzi, indifferentemente. C' è da scardinare un retaggio culturale purtroppo non al passo coi tempi, che coinvolge tanto le famiglie quanto le scuole: dobbiamo dare ai nostri figli fin da subito stimoli che li interessino alle professioni del digitale - che sono praticamente infinite, in quanto la tecnologia si utilizza nell' arte, nella scienza, nella farmaceutica, nella geologia, nella produzione, nei servizi, nel sociale, nella sanità, nella musica, ovunque. Dobbiamo descrivere nelle scuole scenari reali della società che circonda le nostre ragazze ed i nostri ragazzi, che è molto diversa da quella che viene insegnata a scuola - che è "difforme ed antica": questa visione non permette loro di vedere "oltre", molto spesso i genitori stessi non sono di aiuto indirizzando i figli erroneamente in percorsi dove oramai la domanda di competenze è satura. Il lavoro che Assintel sta impostando è allora quello di dialogo con le istituzioni, in particolare: con Miur e AgID, attraverso l' Osservatorio delle Competenze Digitali; con le Università, contribuendo alla loro sensibilizzazione nel creare percorsi di studi che servano a formare le competenze richieste dal mercato Ict. Un esempio virtuoso il nuovo percorso uscito dalla partnership fra Bocconi e Politecnico "Cyber Risk Strategy e Governance": due anni in inglese, percorso breve, efficace, internazionale. Questo è ciò che ci serve. Sensibilizzare le scuole a partire dalla scuola secondaria di primo grado, creando percorsi che devono essere loro stessi innovativi ed in continuo aggiornamento, perché naturalmente stiamo parlando di tecnologie. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820936§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

Linee Guida sui documenti informatici: meriti e punti critici del testo Agid

Il lavoro portato avanti dal Gruppo di lavoro Agid sulle Linee Guida sui documenti informatici è stato importante e rilevante. Ci sono però dei punti che devono essere chiariti se vogliamo che le Linee Guida costituiscano quell' evoluzione normativa che PA, professionisti e mercato attendono da tempo

Pochi giorni fa è stata messa in consultazione pubblica la bozza di Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici. Un primo, autorevole resoconto su novità e punti chiave è stato già pubblicato su queste pagine e ad esso si rinvia per avere un quadro generale sugli impatti di questa normativa tecnica. Mi concentrerò pertanto su tre punti che meritano subito una particolare considerazione e fornirò qualche prima considerazione, sollecitando sin da subito gli esperti, i responsabili e gli imprenditori interessati a contribuire direttamente con attente osservazioni sul testo nell' alveo istituzionale corretto e, cioè, su Forum.Italia.it . Osservazioni di metodo A proposito di questo, credo sia utile partire con qualche doverosa osservazione di metodo. Agid correttamente in data 17 ottobre ha avvisato sul suo sito istituzionale che la bozza di Linee Guida era stata pubblicata sulla piattaforma in modalità beta Docs Italia . La forma prevista dall' art. 71 del CAD e dal Regolamento AGID per l' adozione delle linee guida in attuazione del Codice dell' Amministrazione Digitale è stata senz' altro rispettata ma - mi sia consentito di rilevare - la sostanza delle regole di garanzia di qualità, integrità, immodificabilità e del corretto contesto di pubblicazione e, quindi, di autenticità per i commenti resi (e da rendere) e soprattutto per il testo normativo pubblicato, lascia un po' a desiderare. Del resto, il problema è endemico al CAD , laddove è lo stesso art. 71 a prevedere che, ai fini del loro perfezionamento, "le Linee guida divengono efficaci dopo la loro pubblicazione nell' apposita area del sito Internet istituzionale dell' AgID e di essa ne è data notizia nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana". Prevedere che l' entrata in vigore di regole tecniche così rilevanti possa essere determinata da una semplice e generica pubblicazione on line su un sito (pur) istituzionale e solo "ricordata" in GU non può non destare perplessità. Si spera che almeno per la versione consolidata delle Linee Guida, venga garantita la diretta pubblicazione sul sito ufficiale di AGID , e non in un altro contesto in versione beta, e garantendo con un formato adatto e sigillato l' integrità e autenticità (oltre che corretta registrazione e conservazione) di ciò che verrà pubblicato. Altra considerazione generale non può che essere quella relativa al fatto che purtroppo non tutti gli articoli contenuti nelle regolamentazioni tecniche sono stati abrogati e riscritti in modo sistematico nelle attuali Linee Guida , assicurando - come nelle manifestate intenzioni in premessa (paragrafo 1.1. del documento) - un' unica fonte normativa sistematica e completa. Ma anche

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[§22820936§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

in questo caso il vizio d' origine va ricercato nelle norme generali che hanno imbrigliato AGID nella stesura di un unico corpus giuridico. Ultima considerazione generale è sulla natura vincolante delle stesse Linee Guida . Molti commentatori (compreso il sottoscritto) in passato hanno storto il naso sulla scelta nel CAD di conferire efficacia cogente a fonti normative di rango subprimario che, per loro natura, servono a indirizzare l' interprete e non a imporre regole, come le Linee Guida: il fatto che nell' incipit delle stesse al paragrafo 1.10 Agid si sia preoccupata di ricordare che il Consiglio di Stato ne abbia confermato l' efficacia assume il gusto amaro della excusatio non petita, accusatio manifesta . Luci e ombre nel testo Comunque, a prescindere da queste prime riflessioni introduttive, l' attività portata avanti dal Gruppo di lavoro in seno ad Agid è stata importante e rilevante , quindi senz' altro complessivamente apprezzabile. In futuro avremo un unico testo giuridico e questo favorirà comprensione e approccio sistematico. Appare riuscito l' inserimento di note per agevolare il lettore a ritrovare facilmente nel testo le singole fonti normative citate. D' altra parte, non si può sottacere il fatto che si percepisce una certa "disarmonia" nelle Linee Guida, laddove si alterna un modo di scrivere più giuridicamente rigoroso, a parti propriamente esemplificative o discorsive . Forse sarebbe stato necessario un contributo tecnico-normativo per conferire maggiore omogeneità al testo. E potrebbe essere comunque utile, quanto meno, riportare in nota alcune parti più propriamente esemplificative (solo a titolo di esempio, si fa riferimento ai validi chiarimenti sul significato di duplicato e copia riportati all' inizio del paragrafo 2.3). È stato sicuramente un approccio corretto quello di non stravolgere le regole tecniche, mirando più che altro a renderle tra loro più sistematiche e fruibili. E senz' altro alcuni dettagli che stonano un po' saranno corretti e qualche necessaria armonizzazione sarà effettuata grazie a questa utile fase di pubblica consultazione. Grande attenzione e approfondimento è stata giustamente conferita alla scelta dei formati documentali e si respira una corretta suddivisione tra le varie fasi della gestione documentale , con una perfezionata attenzione alla condizione dinamica della formazione del documento e alla tutela dell' archivio (con le sue regole che vanno preservate anche in ambiente digitale). Ci si limita, ai fini di questa breve disamina, a riferire che, se è corretto far riferimento alla FEA ( Firma Elettronica Avanzata ) in fase di formazione dei documenti informatici, appare non particolarmente centrato legittimarne l' utilizzo nelle diverse fasi della gestione documentale, che mirano invece a garantire leggibilità e autenticità nel tempo agli oggetti informatici firmati. Su questo credo che sia necessaria una attenta riflessione. E devo dire che qualche pericolosa sbavatura nel testo si respira proprio nella fase delicata della conservazione dei documenti informatici. Tre rilievi critici nella fase della conservazione dei documenti informatici Provo a concentrare l' attenzione solo su tre punti che meritano subito una particolare considerazione , anche se - lo ripeto - credo sia più utile che gli approfondimenti e i dettagli vengano pubblicamente discussi nella sede istituzionale deputata allo scopo. Prima di tutto, faccio riferimento al paragrafo 4.6 dedicato al Responsabile della conservazione , laddove si precisa che "per i soggetti

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[§22820936§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

diversi dalla Pubblica Amministrazione, il ruolo del responsabile della conservazione può essere svolto da un soggetto esterno all' organizzazione, in possesso di idonee competenze giuridiche, informatiche ed archivistiche, purché terzo rispetto al Conservatore al fine di garantire la funzione del Titolare dell' oggetto di conservazione rispetto al sistema di conservazione". La precisazione è corretta perché in tal modo si preserva imparzialità e indipendenza a una figura molto delicata per garantire la conservazione del patrimonio documentale. Non si comprende, però, il motivo dell' eccezione prevista per i soggetti pubblici , considerando che per figure di responsabilità simili (come ad esempio il Responsabile della protezione dei dati previsto dal GDPR ) questa nomina verso un soggetto esterno competente e con adeguata esperienza risulta possibile anche nel contesto pubblicistico. Diversamente, molte amministrazioni si troverebbero in grave difficoltà a reperire risorse interne davvero preparate a controllare fasi così delicate predisposte internamente o affidate all' esterno . Appare peraltro incomprensibile questo divieto, allorché nello stesso paragrafo con tranquillità si precisa che tutte le attività del responsabile (interno) della conservazione (eccetto la redazione del manuale e il suo periodico aggiornamento) possono essere affidate al responsabile del servizio di conservazione del conservatore accreditato. Forse su questo occorrerà mettersi d' accordo perché il responsabile del servizio di conservazione, pur persona seria e garantita dal controllo effettuato in fase di accreditamento, può svolgere servizi operativi, di coordinamento e anche di controllo del sistema, ma andrebbe adeguatamente vigilato (e non è di certo sufficiente in tal senso sottrargli il compito di redazione del manuale per garantire la correttezza nella conservazione digitale del patrimonio documentale pubblico). In secondo luogo , appare decisamente poco comprensibile l' inciso inserito nel paragrafo 4.8 dedicato al processo di conservazione , laddove si afferma al punto f) che il processo deve prevedere "la preparazione, la sottoscrizione con firma digitale o firma elettronica qualificata o avanzata del responsabile della conservazione o dal responsabile del servizio di conservazione con il sigillo elettronico qualificato o avanzato del titolare dell' oggetto di conservazione o del conservatore accreditato e la gestione del pacchetto di archiviazione sulla base delle specifiche della struttura dati contenute nell' allegato 4 "Standard e specifiche tecniche" e secondo le modalità riportate nel manuale di conservazione". In terzo luogo , grande dibattito su Forum.Italia.it sta già suscitando la seconda parte del paragrafo 4.9 , che rischia di generare una grave confusione tra il sistema di conservazione affidato da una PA in outsourcing a un conservatore accreditato e il concetto di servizi cloud qualificati . Mi limito a ricordare che una normativa tecnica non può entrare in conflitto con normative primarie e, quindi, a consigliare di inserire nel glossario dei termini e degli acronimi (allegato 1 alle Linee Guida) una chiara definizione di cloud in linea con quanto previsto dalla normativa generale e dal buon senso. Due considerazioni finali La certificazione di processo potrebbe essere una grande opportunità , ma andava gestita in modo più coraggioso e meno ambiguo nel Codice dell' amministrazione digitale. Così come è prudenzialmente delineata nelle Linee Guida rischia di non avere un giusto riconoscimento giuridico in caso di volontà di dematerializzare grosse quantità di documenti

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[§22820936§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

analogici. Infine, a proposito di importanza del contesto e dell' autenticità di ciò che si pubblica , non posso non avvertire chi di competenza che ci sono delle differenze sul sito Docs.Italia.it tra il testo delle Linee Guida pubblicato in .html e quanto si può scaricare dallo stesso sito in formato .pdf. Non posso non evidenziare come la pubblicazione di un testo normativo (pur in formato "bozza") sia un momento delicatissimo per garantire quel senso di generale affidabilità nella cittadinanza e non per nulla gli archivi, anche digitali (che preservano anche il contesto di ciò che pubblichiamo on line), andrebbero considerati come "una istituzione di pubblica fede da cui dipende la nostra democrazia. Essi infatti permettono alla gente di ispezionare la documentazione di ciò che il governo ha fatto. Mettono i funzionari e le istituzioni in grado di rivedere le proprie azioni e aiutano i cittadini ad assegnare le responsabilità a coloro a cui esse appartengono" . Cerchiamo di ricordarcelo sempre, anche in ambienti digitali, pur utili e corretti per una veloce verifica o un vivace confronto. Ma c' è contesto e contesto. ______@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820938§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 42 Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

L' associazione ha festeggiato 20 anni in Campidoglio. Biglio rieletta alla presidenza

Sindaci, innamoratevi dell' Anpci

Gabrielli: nei piccoli comuni solo volontari, altro che casta

L' Anpci guarda al futuro nel segno della continuità. L' assemblea nazionale, svoltasi lo scorso 11 ottobre nella sala Giulio Cesare del Campidoglio a Roma, ha celebrato i vent' anni dell' Associazione alla presenza del capo della polizia, prefetto Franco Gabrielli, direttore generale della pubblica sicurezza, e di una nutrita schiera di parlamentari, tecnici e rappresentanti istituzionali e del mondo delle autonomie: dall' ex sottosegretario al ministero dell' interno Stefano Candiani al senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio, dal vicepresidente della regione Piemonte con delega agli enti locali Fabio Carosso a Cristiana Avenali, responsabile dell' ufficio di scopo per i piccoli comuni della regione Lazio, da Francesca De Vita, consigliere regionale e componente del Consiglio delle autonomie locali (Cal) del Lazio a Paola Mariani del Mef, componente della commissione Arconet per l' armonizzazione contabile degli enti territoriali. I sindaci dell' Anpci, giunti a Roma con la fascia tricolore da ogni parte d' Italia, hanno rieletto presidente per acclamazione Franca Biglio, sindaco di Marsaglia (Cn) a cui l' assemblea ha tributato una vera standing ovation al termine di una relazione come al solito appassionata ed esaustiva in cui la presidente ha ripercorso vent' anni di vita dell' Associazione attraverso il racconto delle tante battaglie sostenute e vinte dall' Anpci a difesa dei piccoli comuni. Alla vigilia della presentazione della legge di bilancio 2020, Biglio ha ammonito il governo a non realizzare una Manovra fatta di tagli che vada a scapito dei piccoli comuni. «Nessuno tocchi i 2,7 miliardi di avanzi sbloccati dal governo M5S-Lega che hanno rivitalizzato gli investimenti dei mini-enti, non a caso cresciuti dell' 84,9% nello scorso anno», ha avvertito Biglio parlando dai banchi del Campidoglio. «Lo sblocco degli avanzi ha consentito di riaprire i cantieri nei piccoli comuni e per questo è una misura che non va messa in discussione al pari del rifinanziamento del fondo di 500 milioni stanziato dal decreto crescita per la riqualificazione dei mini-enti e di quello di 400 milioni per i comuni fino a 20 mila abitanti per la messa in sicurezza del territorio e degli immobili di propriertà comunale». Un appello ad evitare di guardare i centri di minore dimensione demografica come a inutili centri di costo è arrivato dal capo della polizia, Franco Gabrielli. «Ho sempre guardato con simpatia ai sindaci dei piccoli comuni», ha osservato, «che sono dei volontari al servizio del Paese. Con miopia in passato abbiamo pensato che l' esercizio della cosa pubblica fosse prerogativa della casta». Dopo il saluto di Gabrielli, gli interventi dei rappresentanti politici, dei sindaci e dei tecnici presenti hanno toccato molti punti della piattaforma rivendicativa 2019/2020 (si veda ItaliaOggi del 27/9/2019) che l' assemblea di Roma ha approvato all' unanimità. Dall' ex sottosegretario al ministero dell' interno e senatore

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[§22820938§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Agenda digitale e Pubblica Amministrazione

della Lega, Stefano Candiani, è arrivato un appello al nuovo governo affinché consenta all' Anpci di sedersi in Conferenza unificata con pari dignità rispetto alle altre associazioni delle autonomie. «E' da sciocchi rivendicare per sé la rappresentanza esclusiva dei piccoli comuni», ha dichiarato Candiani lanciando un messaggio molto chiaro all' Anci che da sempre si oppone al riconoscimento dell' Anpci quale soggetto ammesso a sedersi in Unificata. «Anci e Anpci possono assolutamente coesistere e sedersi attorno allo stesso tavolo con uguali prerogative», ha proseguito. «Non ascoltare nelle sedi istituzionali i sindaci dell' Anpci è un errore gravissimo». Candiani ha anche auspicato che il nuovo sottosegretario all' interno delegato agli enti locali, Achille Variati, possa portare avanti i tre tavoli tecnici avviati dal precedente governo su associazionismo, semplificazione e riforma delle province. E infine un accenno alle fusioni. Per Candiani non sono la panacea di tutti i mali e di sicuro non sono la ricetta per risparmiare. «Basta dire che bisogna fondere i piccoli comuni perché sono un' occasione di spreco», ha tuonato Candiani dal palco del Campidoglio. Per l' ex sottosegretario, i comuni vanno lasciati liberi di decidere se fondersi o meno senza essere spinti a mettersi insieme da incentivi di carattere economico. Sulla stessa lunghezza d' onda il vicepresidente del Piemonte Fabio Carosso, ex sindaco di un piccolo comune (Coazzolo, 298 abitanti in provincia di Asti) secondo cui «la spinta alle fusioni è stata manipolata dalle risorse pubbliche che i governi hanno messo a bilancio negli anni passati. Questo ha portato a una corsa alle fusioni con il miraggio di sanare i bilanci comunali». I sindaci nel corso di un dibattito molto vivo e partecipato hanno parlato delle difficoltà quotidiane vissute nell' esercizio dell' attività amministrativa. Tra i temi più sentiti, la difficoltà nel gestire un comune quando il sindaco appena insediato ha ereditato una situazione di dissesto e non può assumere nuovo personale, vista la sanzione prevista dalla legge. Particolarmente sentito, infine, anche il tema dei residenti all' estero iscritti all' Aire che, rientrando nel quorum previsto dalla legge per l' elezione dei sindaci, rischiano di invalidare le consultazioni nei piccoli comuni in cui sia stata presentata una sola lista. Franca Biglio ha ringraziato tutti i primi cittadini presenti che trovano nell' Anpci «una grande famiglia di sindaci uniti solo dall' interesse di difendere i piccoli comuni e per nulla mossi da ambizioni personali». «Molti sindaci si sono avvicinati all' Associazione sperando potesse diventare un trampolino di lancio per ambizioni e carriere politiche e poi se ne sono allontanati delusi», ha osservato. «Non li rimpiangiamo, ci godiamo invece i tanti sindaci che sono rimasti con noi perché innamorati dell' Anpci e dei piccoli comuni. Perché di Anpci ci si può innamorare, anzi lo renderei obbligatorio per legge», ha concluso la presidente Biglio. © Riproduzione riservata.

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[§22820940§] venerdì 25 ottobre 2019

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Agricoltura e Dogane

Per il termine di rimborso delle accise rileva la chiusura del rapporto tributario

Il termine biennale decorre dalla presentazione dell' ultima dichiarazione annuale da cui risulta il credito d' imposta

Il versamento in eccesso dell' accisa diventa indebito, con conseguente maturazione del diritto al rimborso, nel momento in cui, terminata la somministrazione, rimane a conguaglio una maggiore somma versata, che il soggetto non è più obbligato a utilizzare in compensazione. Il termine biennale di decadenza per chiedere la restituzione delle maggiori imposte pagate, pertanto, decorre dalla presentazione dell' ultima dichiarazione annuale di consumo. Tale principio è stato espresso dalla Cassazione, che, con la sentenza n. 27290 depositata ieri, si è pronunciata su una fattispecie in cui una società aveva esposto nella dichiarazione di consumo di energia elettrica somme relative ad accise versate in misura superiore al dovuto, con successiva detrazione dai versamenti in acconto relativi agli anni successivi. L' Amministrazione doganale aveva recuperato a tassazione le somme detratte oltre il termine di due anni dalla presentazione della dichiarazione a credito, ritenendo che da tale momento decorresse il termine biennale di rimborso ex art. 14 , comma 2 del DLgs. 504/95 (TUA). Il pagamento dell' accisa è effettuato in rate di acconto mensili, da versare entro il giorno 16 di ciascun mese, calcolate sulla base di un dodicesimo dei consumi dell' anno precedente. Le somme eventualmente versate in più del dovuto sono detratte dai successivi versamenti in acconto (art. 56, comma 1 del TUA). L' accredito, pertanto, poiché detratto ex lege dai successivi versamenti di acconto, risulta una modalità di pagamento dell' imposta. Per i rimborsi (o per l' esercizio della detrazione) dell' accisa pagata in eccesso, l' art. 56, comma 6 del TUA fa riferimento all' art. 14 del TUA, il cui comma 2 prevede che il rimborso deve essere richiesto, a pena di decadenza , entro due anni dalla data del pagamento. Sull' individuazione della data di decorrenza del termine biennale per l' esercizio del diritto al rimborso del credito di accisa si registra un contrasto giurisprudenziale . Secondo l' indirizzo più risalente , il diritto del contribuente al rimborso delle somme indebitamente pagate a titolo di imposta va attivato entro due anni dalla data di pagamento e l' avvenuta detrazione del credito d' imposta, operata dal soggetto per le annualità successive, non è idonea a spostare in avanti il dies a quo (Cass. n. 24056/2011). La Cassazione, con sentenze più recenti, ha invece statuito che il rimborso (o la corrispondente detrazione) dell' accisa versata in eccesso deve essere richiesto, a pena di decadenza, entro due anni, decorrenti dalla data di presentazione della dichiarazione annuale, con la conseguenza che, nel caso di versamento di acconti risultati maggiori del dovuto, questi devono sommarsi al credito d' imposta relativo all' anno successivo. Ne deriva che il saldo creditorio va a costituire un nuovo credito rispetto a quelli precedentemente maturati (Cass. n. 26157/2019 ; Cass. n. 16261/2019 ). Il rapporto tributario funziona

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[§22820940§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Agricoltura e Dogane

come una sorta di conto corrente In sostanza, il rapporto tributario funzionerebbe come una sorta di conto corrente, nel quale le reciproche partire di credito e debito si elidono progressivamente a seconda dell' andamento dei consumi e dei versamenti periodici parziali, senza che le dichiarazioni annuali determinino cesure nella continuità del rapporto fiscale. Solo alla fine di questo, nel caso in cui emerga dall' ultima dichiarazione di consumo un conguaglio a credito, esso darà luogo a un pagamento indebito e il contribuente potrà esigere il rimborso delle somme con decorrenza del termine biennale dalla data del pagamento in eccesso, che, di fatto, coincide con il momento di presentazione dell' ultima dichiarazione annuale da cui risulta il credito d' imposta. La Cassazione, con la sentenza in esame, ha pertanto concluso che "in tema di accise sull' energia elettrica, il saldo creditorio che matura al momento della presentazione della dichiarazione annuale () non è reclamabile prima della chiusura del rapporto tributario, con conseguente decorrenza del termine biennale di decadenza ex art. 14, c. 2, del TUA per il rimborso dell' eventuale credito di imposta dal momento della presentazione dell' ultima dichiarazione annuale di consumo".

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[§22820941§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 4 La Nazione Agricoltura e Dogane

Pioggia di micro-tasse, il governo va in tilt

Aggravi su plastica, bibite e tabacco, stangata da 5 miliardi. Poi il Tesoro si corregge: «Due al massimo. E sono imposte etiche»

di Claudia Marin ROMA Il rebus sul gettito delle cosiddette micro-tasse (5 miliardi secondo un documento dello stesso governo, 2 miliardi secondo il Mef) non toglie che la raffica di nuovi balzelli e di rincari di vecchie tasse sia notevole. Tant' è che anche questo capitolo della manovra 2020 finisce a fare da bersaglio a opposizioni e associazioni di categoria, colpite per un verso o per l' altro. Da quelle di proprietari e inquilini (che puntano l' indice contro il rialzo della cedolare secca sugli affitti) agli industriali, contrari decisamente a plastic e sugar tax, dai tabaccai ai gestori dei giochi, è un coro di proteste e mobilitazioni per quella che viene considerata come una spremitura fiscale a vasto raggio. Ma torniamo al giallo sulle stime di maggiore gettito derivanti dell' operazione micro-tasse. Nel documento ministeriale circolato l' altra sera si parla esplicitamente degli importi. «Si è molto parlato delle micro- tasse presenti in manovra - si legge - In totale, si stima un recupero di circa 5 miliardi di euro». Valutazione rispedita al mittente dal vice ministro all' Economia, Antonio Misiani. I «5 miliardi di micro-tasse - attacca - sono la fake news del giorno. Il dato reale è meno di un terzo di quella cifra. Molto, ma molto meno dei 23 miliardi di aumenti IVA evitati, dei 3 miliardi di minori tasse sui lavoratori, dello stop del superticket». Fin dal mattino, dal Mef fanno trapelare queste cifre: sugar e plastic tax valgono 1,3 miliardi, la digital tax 700 milioni, solo 20 milioni la nuova modalità di tassazione degli atti giudiziari. «Le prime due - si spiega - sono tasse etiche finalizzate a cambiare comportamenti, mentre la digital tax si applica su un settore con molta elusione». Etiche o no, le nuove tasse producono gettito e pesano su settori rilevanti dell' industria alimentare e ambientale. E nel conteggio non rientrano tutti gli altri balzelli previsti (dalla cedolare sugli affitti ai rincari sulle imposte di registro, fino alle accise su gasolio e alle tasse su sigarette e slot). Per non parlare del capitolo lotta all' evasione, con circa 3 miliardi di gettito in più. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820942§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

LA RISPOSTA DI GUALTIERI ALLA UE

Quota 100, clausola di spesa bis

Il ministro: nei conti non c' è «deviazione significativa» Microtasse, lite M5S-Pd

Marco Rogari

ROMA Sono «prudenti» le stime contenute nel progetto di bilancio italiano. Che «non costituisce una deviazione significativa» delle regole. E il governo confida che «il consolidamento della finanza pubblica» produca un ulteriore calo dello spread con conseguenti «risparmi della spesa per interessi e un miglioramento aggiuntivo in termini di equilibrio strutturale». Nella risposta alla richiesta di chiarimenti arrivata dalla commissione Ue il ministro dell' Economia, , difende l' impianto della manovra «moderatamente espansiva», con cui viene avviato un percorso di riduzione del debito, seppure molto graduale, e la richiesta di flessibilità per 14,4 miliardi. E conferma che anche nel 2021 sarà replicato il meccanismo della clausola della spesa legata a garanzia dei nuovi risparmi attesi da Quota 100. Come già accaduto lo scorso anno su input del governo "giallo-verde", con la legge di bilancio saranno congelate voci di spesa, prevalentemente dai budget dei ministeri, per un ammontare equivalente alle minori uscite al momento ipotizzate per i pensionamenti anticipati rispetto allo stanziamento originario (8,3 miliardi nel 2021). A giugno, grazie alle indicazioni che arriveranno dai monitoraggi dell' Inps, si tireranno le somme, e sulla base dei risparmi effettivi si sbloccheranno in toto, o in parte, con il Ddl di "assestamento" le somme ora congelate. Un' operazione decisa dal Mef a ulteriore tutela del bilancio. Gualtieri assicura che il gettito atteso dalle misure anti- evasione è stato quantificato «in maniera prudente ma rigorosa» in 3 miliardi. E sottolinea che l' obiettivo è di «superare di gran lunga» le stime del controllo della spesa e della «tax compliance». Proprio il capitolo fiscale ha continuato ad agitare la maggioranza. I cinque miliardi attesi dalla legge di bilancio e dal decreto fiscale per effetto di nuova tassazione ma anche della stretta sui giochi, dell' aumento delle accise sui tabacchi e del taglio agli sconti fiscali, sono finiti subito nel mirino dell' opposizione, in particolare della Lega. Ma a presentare una proposta alternativa per superare balzelli e microtasse, già sotto tiro di , è stato il M5S con un disegno di legge (destinato a trasformarsi in un emendamento alla manovra)che punta a recuperare 5 miliardi facendo pagare alla chiesa l' Ici non versata tra il 2006 e il 2011 e l' Imu relativa agli immobili sfruttati commercialmente che però «eludono l' imposta». La reazione dal Pd non si è fatta attendere. Con il viceministro all' Economia, Antonio Misiani che ha definito i 5 miliardi di microtasse la «#FakeNews del giorno» aggiungendo che «il dato reale è meno di un terzo di quella cifra». Dal ministero dell' Economia è poi arrivata un' ulteriore precisazione sottolineando che sono 2 e non

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[§22820942§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Agricoltura e Dogane

5 i miliardi che la manovra prevede di incassare nel 2020 con le nuove tasse: 1,3 miliardi da sugar e plastic tax, 700 milioni dalla web tax e circa 20 milioni dalla nuova modalità di tassazione degli atti giudiziari. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820943§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

LE CONCESSIONARIE AUTOSTRADALI

Aiscat: investimenti bloccati con l' ammortamento all' 1%

Schintu: «Il rischio è quello di dover modificare le tariffe e aumentare i pedaggi»

Laura Serafini

L' ipotesi che possa essere introdotta una norma nella legge di bilancio che riduce all' 1% l' ammortamento finanziario dei beni gratuitamente devolvibili per i concessionari autostradali sta generando una forte preoccupazione nel sistema. «Pur comprendendo gli sforzi del governo per trovare le coperture finanziarie per interventi a sostegno dell' economia, riteniamo che l' introduzione di una norma di questo genere possa avere l' effetto opposto, bloccando gli investimenti nel settore e paralizzandolo», commenta il direttore generale dell' Aiscat, l' associazione di categoria, Massimo Schintu. L' iniziativa è stata annunciata venerdì scorso dal blog del Movimento 5 Stelle, ma ancora non è stata messa nero su bianco. La norma dovrebbe colpire solo le concessionarie autostradali che si avvalgono dell' ammortamento finanziario degli investimenti eseguiti sui beni in concessione - sia ampliamenti che nuove opere - spalmandoli per tutta la durata della concessione e beneficiando, come per gli altri settori, di un credito di imposta. «Oggi la percentuale di ammortamento annuo di cui si avvalgono le concessionarie è variabile - spiega Schintu - e oscilla tra il 5 e il 10 per cento, a seconda dell' investimento fatto e della durata della concessione». Il sistema delle concessionarie autostradali ha programmato investimenti per circa 14 miliardi nei prossimi 10-15 anni. L' effettiva realizzazione in molti casi è ancorata all' approvazione dei piani finanziari che è stata tenuta in stand-by dal governo precedente, anche in vista di una revisione della regolazione del settore alla quale ha lavorato l' Autorità dei trasporti con l' obiettivo di riequilibrare le convenzioni stipulate tra Stato concedente e società private. «Se la possibilità di ammortizzare un investimento viene sensibilmente ridimensionata ne risulta sballato l' intero piano finanziario, che è alla base dei finanziamenti bancari, e che è stato redatto sulla base di regole contrattuali. Un cambiamento in corsa può legittimare qualsiasi azionista privato a un ricorso in sede civile per risarcimento danni. Ma al di là di questo, il tema vero è la sostenibilità del business», chiosa il direttore generale. Il quale porta alcuni esempi numerici: «se una società deve fare investimenti per 800 milioni partendo, ad esempio, da una concessione di 10 anni, a fine periodo avrà ammortizzato il 7-8 per cento, assumendo che servano almeno un paio di anni per fare i lavori. Oggi le concessioni hanno una durata maggiore, ma le nuove che si stanno mettendo a gara prevedono una durata non superiore di 12 anni. Come faranno in quel caso i concessionari a rendere bancabile il piano? Caso ancora più complicato qualche tratta che sta per essere messa a gara prevedendo il subentro di un nuovo concessionario: tra opere da realizzare e valore del subentro, che va in ammortamento, in alcuni casi si supera il miliardo. A fine concessione, con una percentuale dell' 1 per cento, sarebbe

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[§22820943§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

ammortizzato meno del 10 per cento». Il governo conta di avere dalla misura un beneficio in termini fiscali, considerata la riduzione del credito di imposta, di circa 150 milioni di euro l' anno. In realtà l' incasso sarebbe sensibilmente maggiore: un calcolo molto approssimativo rispetto a 14 miliardi di investimenti e a percentuali tra il 5 e il 10% degli ammortamenti porta il range annuo tra 700 milioni e 1,4 miliardi che, con la nuova norma, vedrebbe un taglio tra 560 e 1,1 miliardi all' anno (nell' ipotesi del tutto teorica che gli investimenti fossero fatti tutti assieme dal primo anno, ma è per avere un' idea dell' ordine di grandezza). «Nel momento in cui il bilancio risultasse scompensato per effetto del taglio sugli ammortamenti - conclude Schintu - il rischio, poi, è quello di dover modificare in modo sostanziale le tariffe e dunque aumentare i pedaggi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820945§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

finanziamenti alle attività economiche

Il bando Credito Adesso si arricchisce di 100 milioni

R.E.

È tornato in versione semplificata e con procedure più snelle il pacchetto di finanziamenti alle imprese Credito Adesso attivato da Finlombarda, in sinergia con il sistema bancario e la Regione Lombardia. Col nuovo sportello due le novità: 100milioni extra in dote ai finanziamenti (40 milioni da Finlombarda Spa su provvista Bei e 60 dal sistema bancario convenzionato) e un' unica modalità di accesso semplificata per tutte le imprese beneficiarie. Chi può fare domanda? Possono accedere - senza presentare gli ordini o i contratti per la fornitura di beni e servizi - le Pmi (imprese con meno di 250 dipendenti) e le midcap (imprese con più di 250 e meno di 3mila dipendenti) con sede operativa in Lombardia e minimo due anni di operatività nei settori manifatturiero, costruzioni, commercio all' ingrosso, servizi alle imprese, turismo-alloggio. Altra categoria coinvolta quella dei liberi professionisti, anche associati, che hanno avviato la propria attività (professionale, tecnica o scientifica) da almeno due anni in uno dei comuni della Lombardia e che risultano iscritti all' albo o collegio territoriale oppure aderenti a un' associazione professionale dell' elenco del Mise. I soggetti interessati dovranno avere queste caratteristiche: un fatturato in media superiore a 120mila euro nell' ultimo biennio mentre la richiesta di finanziamento dovrà avere un valore inferiore o pari al 15% dei ricavi tipici e minore oppure uguale all' attivo circolante al netto delle disponibilità liquide per le imprese tenute al deposito di bilancio. I finanziamenti concessi hanno importo minimo di 18mila euro e massimo di 750mila per le Pmi; 1,5 milioni per le midcap e 200mila per i professionisti. Le modalità di rimborso sono amortizing (rate semestrali a quota capitale costante e scadenze fisse) e durata di 24 o 36 mesi (oltre al pre-ammortamento tecnico per il raggiungimento della prima scadenza fissa utile). Accanto a Credito Adesso si può ancora accedere allo strumento Al via misura che finanzia i nuovi investimenti produttivi (beni strumentali nuovi e usati, opere murarie) delle Pmi con la concessione di finanziamenti garantiti di importo compreso tra da 50mila a 2,85 milioni di euro e durata da tre a sei anni abbinati a contributi a fondo perduto erogati in un' unica soluzione. Le domande possono ancora essere inviate per Linea innovazione che finanzia gli investimenti in innovazione di prodotto o di processo delle imprese con meno di 3mila dipendenti attive da almeno due anni con la concessione di finanziamenti di importo compreso tra 300mila e 7 milioni di euro e durata da tre a sette anni. Infine, un' ultima opportunità: il Progetto minibond che finanzia i piani di sviluppo delle imprese lombarde di tutti i settori in forma di società di capitali, con la sottoscrizione, insieme ad altri

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[§22820945§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Contabilità e Bilancio

investitori istituzionali, di prestiti obbligazionari (minibond) e la concessione di contributi a fondo perduto (voucher) per abbattere i costi di emissione. Per tutte le misure le domande di partecipazione sono da presentare online su SiAge (per Al via, Linea innovazione e Progetto minibond) o su Bandi online di Regione Lombardia (per Credito Adesso) fino a esaurimento delle risorse finanziarie disponibili (procedura a sportello). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820948§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

LE NUOVE REGOLE

Con la stretta sulle false fatture rischiano contribuenti ignari

Spesso in casi di documenti soggettivamente inesistenti l' utente finale non sa del reato

Antonio Iorio

L' aumento della reclusione per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di false fatture rischia di penalizzare in modo esagerato, e verosimilmente immotivato, i numerosi imprenditori che, spesso senza esserne consapevoli, vengono coinvolti in casi di fatturazioni soggettivamente inesistenti. Secondo la normativa penale (articolo 1 del decreto legislativo 74/2000) il delitto citato, e quello simmetrico di emissione di falsi documenti, scatta in tre ipotesi: fatture oggettivamente inesistenti riferita ad operazioni del tutto fittizie; sovrafatturazione riferita ad operazioni in parte prive di riscontro nella realtà; fatture soggettivamente inesistenti riferite ad operazioni in cui l' emittente o il beneficiario dell' operazione risultante dal documento non è quello reale. Mentre nei primi due casi sono attestati cessioni o prestazioni mai avvenute, o poste in essere solo parzialmente, implicando l' ovvia consapevolezza dell' illecito da parte del contribuente che contabilizza le fatture, nel terzo caso spesso l' utilizzatore è ignaro dell' illecito. Quest' ultima contestazione, normalmente rilevata in occasione di controlli fiscali, scatta in genere quando il cedente o il prestatore non ha struttura idonea per effettuare l' operazione o quando a seguito di alcune operazioni scompare e non adempie a obblighi fiscali come dichiarazione o versamento. L' acquirente, non potendo conoscere la correttezza fiscale del suo fornitore, è spesso ignaro delle sue violazioni. Il fisco, però gli contesta l' indebita detrazione dell' Iva. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale per simili contestazioni l' amministrazione ha l' onere iniziale di provare, anche in via presuntiva, l' interposizione fittizia del cedente ovvero la frode fiscale commessa a monte da altri soggetti. Compete poi all' acquirente provare la propria buona fede. In caso contrario l' Iva è indetraibile. In genere la buona fede non viene valutata dall' amministrazione che presume la responsabilità dell' acquirente. Il Pvc e l' avviso di accertamento sono così inviati in Procura perché la condotta ipotizzata integra anche il reato di dichiarazione fraudolenta. Il contribuente, così, viene sottoposto ad un procedimento penale senza comprenderne le ragioni: ha contabilizzato la fattura, ha ricevuto i beni o i servizi, ha pagato regolarmente il documento, con l' unica "irregolarità" (peraltro non prevista da norme di legge ma dalla giurisprudenza) che avrebbe dovuto accorgersi della sospetta posizione del fornitore. Con le nuove norme in questi casi rischierà addirittura la reclusione da 4 a 8 anni. Sarà sufficiente

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[§22820948§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fatturazione Elettronica

infatti ricevere fatture per imponibili superiori a 100mila euro (che in concreto equivalgono ad una detrazione Iva di poco più di 22mila euro) per non beneficiare della nuova attenuante (reclusione da 18 mesi a 6 anni). A ciò va aggiunto che normalmente, almeno la GdF, per questi reati, chiede quasi automaticamente il sequestro dei beni. È evidente che si rischia di addossare un onere esagerato ad imprenditori (medio/piccoli) e artigiani. A nulla rilevando che l' iter processuale porterà verosimilmente a un' assoluzione in quanto sono comunque affrontati rischi e spese considerevoli. È auspicabile, allora, che termini l' automatismo dei verificatori di trasmettere sempre la notizia di reato in Procura in presenza di mere presunzioni tributarie o che comunque ne venga data ampia evidenza. Da parte di Pm e Gip, si spera che, una volta rilevata la base presuntiva della contestazione, non vi siano remore a chiedere l' archiviazione. Il rischio, altrimenti, è di colpire gli imprenditori poco avveduti e non i veri evasori. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820949§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fatturazione Elettronica

Corrispettivi telematici anche per i forfetari dal 2020

Per i primi sei mesi si applicano però le semplificazioni del «periodo transitorio»

A partire dal 1° gennaio 2020 , l' obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi entrerà in vigore anche per i soggetti passivi IVA che, nel 2018, hanno realizzato un volume d' affari non superiore a 400.000 euro, compresi coloro che si avvalgono del regime forfetario di cui all' art. 1 commi 54-89 della L. 190/2014. Infatti, nonostante questi ultimi non addebitino l' IVA in rivalsa e siano esonerati dalla fatturazione elettronica ex art. 1 comma 3 del DLgs. 127/2015, non beneficiano, allo stato attuale, di una specifica esclusione ai fini dei "corrispettivi telematici". Dal 2020, dunque, saranno tenuti ad adempiere i nuovi obblighi nel rispetto della disciplina generale dettata dall' art. 2 comma 1 del DLgs. 127/2015. Tale disposizione prevede l' obbligo di memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi per la generalità dei soggetti che effettuano operazioni di cui all' art. 22 del DPR 633/72 (commercio al dettaglio e attività assimilate), rinviando ad apposito decreto l' individuazione delle ipotesi di esclusione. Tuttavia, gli esoneri individuati dal relativo decreto attuativo (DM 10 maggio 2019 ) hanno carattere oggettivo, essendo riferiti a determinate categorie di operazioni, senza che sia attribuita rilevanza al regime fiscale adottato dai soggetti interessati. Il medesimo art. 2 del DLgs. 127/2015 stabilisce che i nuovi adempimenti "telematici"sostituisconosia la registrazione dei corrispettivi di cui all' art. 24 del DPR 633/72, sia le modalità di assolvimento dell' obbligo di certificazione fiscale.La circostanza che i soggetti in regime forfetario siano esonerati dall' annotazione dei corrispettivi non comporta, però, una loro eventuale esclusione dai nuovi obblighi. Infatti, come precisato in più occasioni dall' Amministrazione finanziaria, l' art. 2 comma 1 del DLgs. 127/2015 pone "una regola di ordine generale - che sostituisce qualunque altra precedentemente in essere - in base alla quale tutti i soggetti che effettuano le operazioni individuate nell' articolo 22 del decreto IVA memorizzano elettronicamente e trasmettono telematicamente all' Agenzia delle entrate i dati relativi ai propri corrispettivi giornalieri" (si veda ris. n. 47/2019 ). Pertanto, dal 1° gennaio 2020, i soggetti che si avvalgono del regime forfetario e che effettuano operazioni di cui all' art. 22 del DPR 633/72 (es. prestazioni di servizi in locali aperti al pubblico) saranno tenuti ad assolvere i nuovi adempimenti, salvo che rientrino tra le esclusioni di cui al DM 10 maggio 2019. Ad esempio, laddove effettuino operazioni di cui all' art. 2 del DPR 696/96 (esonerate ai sensi dell' art. 1 lett. a) del DM citato) non saranno tenuti alla memorizzazione e trasmissione dei relativi corrispettivi. In tal caso, però, essendo esonerati anche dall' emissione dello scontrino e della ricevuta fiscale, dovranno annotare i corrispettivi in apposito registro cronologico, secondo le modalità di cui all' art. 24 del DPR 633/72 (ritenendosi applicabili i chiarimenti resi con ris. n. 108/2009 per i contribuenti

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[§22820949§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fatturazione Elettronica

"minimi", confermati con circ. n. 9/2019 per i forfetari). Al di fuori degli esoneri previsti, però, essi dovranno memorizzare e trasmettere i dati dei corrispettivi e rilasciare il documento commerciale, fermo restando l' obbligo di emettere fattura se richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell' operazione. Nel caso dei forfetari, la fattura potrà essere sia cartacea che elettronica e dovrà riportare l' annotazione "Operazione in franchigia da IVA" con indicazione della normativa di riferimento. Non è chiaro se tali soggetti potranno fruire della semplificazione riconosciuta con la risposta a interpello n. 149/2019, secondo cui il soggetto passivo può scegliere di certificare le operazioni mediante fattura, anche emessa su base volontaria, in sostituzione dei nuovi adempimenti telematici. La risposta citata, infatti, nel riconoscere tale possibilità, richiamava l' obbligo di fatturazione elettronica. Da verificare eventuali esclusioni oggettive Va precisato, infine, chenel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2020 (c.d. "fase transitoria"), i soggetti in regime forfetario potranno ancora fruire di una serie di semplificazioni (al pari degli altri soggetti con volume d' affari non superiore a 400.000 euro). In particolare, essi potranno: - trasmettere i dati dei corrispettivi entro il mese successivo all' effettuazione dell' operazione (dunque oltre il termine ordinario di 12 giorni), senza l' applicazione delle sanzioni di cui all' art. 2 comma 6 del DLgs. 127/2015, utilizzando eventualmente gli strumenti alternativi ai registratori telematici individuati con provv. Agenzia delle Entrate n. 236086/2019 ; - assolvere l' obbligo di memorizzazione giornaliera continuando a utilizzare i registratori di cassa e a emettere scontrino o ricevuta fiscale, fintanto che non si saranno dotati dei registratori telematici. Resta ferma, inoltre, la possibilità di assolvere i nuovi adempimenti, ove possibile, mediante la procedura web dell' Agenzia delle Entrate.

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[§22820954§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

L' Agenzia delle entrate pronta per la liquidazione periodica dell' Iva

Lipe, richiami in estate

Lettere di compliance dal 1° luglio 2020

GIULIANO MANDOLESI

Dal 1° luglio prossimo in arrivo le lettere di compliance sulle Lipe, le liquidazioni periodiche Iva. Secondo quanto rivelato dai vertici dell' Agenzia delle entrate durante il convegno «I corrispettivi telematici» tenutosi lo scorso 23 ottobre a Roma, grazie al mix di fattura elettronica ed e-scontrino, saranno prodotte direttamente dall' Agenzia le bozze di liquidazione periodica e in caso di serie incongruenze con i modelli inviati dai contribuenti, partiranno le lettere di compliance. Come sottolineato da Paolo Savini, capo divisione servizi delle Entrate (si veda ItaliaOggi di ieri), essendo l' Iva imposta le cui percentuali di detraibilità (e non solo) possono variare a seconda della tipologia di soggetto e dell' operazione effettuata, le lettere saranno inviate solamente se risulteranno differenze tali da richiamare l' attenzione del fisco. Non partiranno, cioè, in caso di incongruenze lievi. Questa modalità di compliance è di fatto la seconda tipologia di lettere «cambia verso» strutturata sulle liquidazioni periodiche Iva. Di fatto, implementeranno il controllo relativo ai versamenti dell' imposta analizzando tutte le fasi delle liquidazione Iva, dai calcoli ad, appunto, il pagamento. La prima tipologia di compliance Iva ha permesso di velocizzare la capacità accertativa dell' Agenzia delle entrate che attualmente riesce a collegare debito e mancato versamento dei contribuenti in pochissimi mesi senza dover attendere, come avveniva in passato, la più lunga tempistica di invio della dichiarazione Iva. La velocità di individuazione dell' omissione, da un lato ha prodotto 1.086.173 comunicazioni inviate con «indotti» 193.340 ravvedimenti e un introito di 1.170 milioni di euro, dall' altro però ha più che dimezzato il tempo tecnico utilizzabile dai contribuenti per «ravvedersi» in autonomia. Questo secondo step di compliance rischia però di essere più complesso e insidioso del primo andando di fatto non solo a monitorare le incongruenze tra quanto dichiarato nelle Lipe dai contribuenti e quanto poi versato con modelli F24 ma addirittura entra e si interfaccia con la fase di calcolo della stessa imposta con l' elevata probabilità, data la complessità di gestione dell' Iva, di non essere performante e di individuare differenze ed incongruenze dove in realtà non ce ne sono. Secondo quanto indicato nello stesso impianto del decreto fiscale collegato alla manovra 2020 infatti, dal prossimo 1° luglio, saranno messi a disposizione dei contribuenti registri Iva e Lipe ma tali documenti saranno «in bozza» e questo proprio perché l' Iva è imposta notoriamente mutaforma che varia a seconda non solo dell' operazione effettuata ma anche in base alla natura dei soggetti coinvolti nell' operazione stessa e difficilmente,

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[§22820954§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fatturazione Elettronica

salvo attività basilari con operazioni standardizzare, le dichiarazioni e le comunicazioni precompilate dalle Entrate risulteranno coincidenti con quanto poi prodotto dai contribuenti. Il rischio in poche parole è che senza una dovuta e attenta scrematura delle incongruenze e la creazione di liste selettive di controllo (formate anche considerando le analisi di propensione all' evasione dei singoli settori di attività) vengano prodotte e inviate una pioggia di lettere di compliance «errate» con il solo risultato di bloccare l' operatività di imprese e della stessa Agenzia delle entrate. Il terzo step delle attività di controllo Iva sarà invece pronto a partire dal 2021. Allora si inizierà a predisporre anche la dichiarazione Iva precompilata che di fatto completerà, insieme con le liquidazioni periodiche, il quadro degli adempimenti principali dell' imposta sul valore aggiunto. © Riproduzione riservata.

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[§22820957§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 36 Italia Oggi Fatturazione Elettronica

Lo stato dell' arte in un documento Ance. In dirittura d' arrivo altri sei provvedimenti

Professionisti, tutele regionali

In 10 enti già approvate norme a garanzia dei compensi

PAGINA A CURA DI MICHELE DAMIANI

La tutela dei compensi professionali passa dagli enti locali. Sono dieci le regioni che hanno approvato negli ultimi due anni una legge a garanzia degli emolumenti dei professionisti. In altre sei, invece, è stato già avviato l' iter per la promulgazione di provvedimenti sulla materia. È quanto emerge da un documento redatto dall' Ance, l' Associazione nazionale costruttori edili. In attesa di un intervento governativo che rafforzi la misura introdotta dalla legge di Bilancio 2018 (Art.1, commi 487- 488, legge n.205 del 2017), chiesto a gran voce dalle associazioni professionali, le regioni scendono quindi in campo per garantire la certezza dei pagamenti per i professionisti. Le dieci leggi approvate, più che sull' equità del compenso, si concentrano sulla certezza del pagamento. Infatti, i vari provvedimenti (tutti uguali sul punto) stabiliscono che al momento del rilascio dell' atto autorizzativo in materia di edilizia e urbanistica, il professionista dovrà dichiarare preventivamente che le proprie prestazioni siano state economicamente soddisfatte, indicando gli estremi della fattura; viene in sostanza richiesta la dimostrazione di avere saldato la necessaria prestazione professionale. La Pa sospenderà il procedimento avviato nel caso in cui mancasse la prova del compenso al professionista. Quest' ultimo dovrà allegare ai documenti necessari per l' avvio degli interventi un' autodichiarazione attestante l' avvenuto pagamento dei compensi da parte del committente. «Si tratta di previsioni», si legge nel documento Ance, «che introducono nuovi adempimenti documentali nei rapporti con la Pa che in realtà riguardano accordi contrattuali tra privati e che vanno, in questo modo, ad impattare soprattutto nell' ambito dei procedimenti in materia edilizia, ambientale e commerciale». La mancata presentazione della dichiarazione dell' avvenuto pagamento, come detto, costituirà un motivo ostativo per il completamento del procedimento fino ad avvenuta integrazione della documentazione. Sarà lo stesso ente pubblico a richiedere l' integrazione. In questo modo, nelle regioni interessate non potrà esser concluso un intervento che richiede un' autorizzazione pubblica senza che il professionista abbia confermato di esser stato pagato dal committente. Alle dieci regioni che hanno già provveduto a definire questo tipo di intervento, presto se ne aggiungeranno altre sei (Friuli Venezia Giulia, Toscana, Liguria, Marche, Molise e Lombardia) che hanno già avviato la discussione su provvedimenti simili. © Riproduzione riservata.

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[§22820959§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

Bonus fiscali, la riduzione parte da 300mila grandi contribuenti

Verso la manovra. Ridotte le detrazioni Irpef al 19% per i redditi a partire da 120mila euro Gli sconti ridotti fino ad azzerarsi a 240mila euro. Escluse spese sanitarie e mutui prima casa

Marco MobiliGiovanni Parente

Roma Prima vera sforbiciata ai bonus fiscali per i circa 300mila maxi- contribuenti Irpef. Con la legge di bilancio in cantiere e attesa in Parlamento ormai per la fine di ottobre arriverà un graduale azzeramento delle detrazioni fiscali che i contribuenti italiani utilizzano nelle dichiarazioni dei redditi. Stiamo parlando di tutti gli sconti al 19% che consentono di ridurre l' imposta sul reddito delle persone fisiche. Sul fronte delle detrazioni, poi, la manovra interviene anche sul fronte della riduzione all' uso del contante obbligando, questa volta tutti i contribuenti Irpef, a poter utilizzare le detrazioni fiscali al 19% solo se il pagamento della spesa è avvenuto con carta di credito, debito, bancomat o altro meccanismo di pagamento tracciabile. Con la «digitalizzazione delle detrazioni» (questo è il titolo della norma che si vorrebbe inserire nel Disegno di legge di bilancio) l' obiettivo del Governo e della stessa amministrazione finanziaria è quello di utilizzare la leva degli sconti fiscali per ridurre la circolazione del contante. Il taglio delle agevolazioni riguarderà i nuovi «ricchi d' Italia» e che ora il Governo giallorosso individua in quei contribuenti che hanno dichiarato redditi superiori a 120mila euro l' anno. Oltre questa soglia le detrazioni Irpef saranno tagliate progressivamente fino ad azzerarsi a 240mila euro di reddito dichiarato. In tutto si tratta di 300mila contribuenti secondo le ultime statistiche fiscali disponibili, ossia poco meno dell' 1% del totale delle persone fisiche "conosciute" dal fisco italiano. L' azzeramento delle detrazioni Irpef non riguarderà in realtà tutte le agevolazioni e non avrà effetto retroattivo. Dalla sforbiciata resteranno escluse per espressa previsione della norma in arrivo le detrazioni per i mutui prima casa, così come quelle per le spese sanitarie. Queste ultime, con oltre 18 miliardi di euro rappresentano anche la quota maggiore di sconti fiscali utilizzati dagli italiani per alleggerire il carico fiscale. Non solo. La norma limita la platea dei bonus da tagliare a quelli che oggi hanno un aliquota al 19 per cento. In questo modo, per far chiarezza, restano esclusi dal taglio i bonus per riqualificazione energetica degli edifici e quelli per ristrutturazioni edilizie le cui aliquote sono tra il 50 e il 65%, così come il sismabonus o alcune detrazioni per erogazioni liberali oggi al 24 per cento. Lunga la lista, invece, degli sconti che saranno ridotti. Si parte dalle spese veterinarie, quelle per lo sport dei figli, le spese sostenute per i servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti

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[§22820959§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

sordomuti, le spese funebri così come quelle per frequenza di corsi di istruzione universitaria presso università statali e non statali, nonché quelle per la frequenza di scuole dell' infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado. Nel lungo elenco, di cui si riportano in questa pagina soltanto alcune delle principali voci, comprese anche le spese per minori o maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell' apprendimento (Dsa) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado, o ancora i premi per le assicurazioni sulla vita o quelle per il rischio di eventi calamitosi sulla casa. Non sfuggono le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro dei beni vincolati e sul fronte delle erogazioni liberali il taglio del Governo andrà a colpire le somme a sostegno dello spettacolo e delle associazioni sportive dilettantistiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820961§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 32 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

IMPOSTE LOCALI/ L' innovativo principio è stato fissato dalla Corte di cassazione

Catasto, chi ha avuto ha avuto

Classificazione sbagliata? Il rimborso non è dovuto

SERGIO TROVATO

Non spetta il rimborso delle imposte locali, pagate e non dovute, se il contribuente per errore non inquadra catastalmente gli immobili nelle categorie catastali esenti da E1 a E9, anche se gli stessi per la loro natura sono classificabili in una di queste categorie. L' esenzione deve essere riconosciuta per le unità immobiliari che hanno la suddetta classificazione o che sono comunque classificabili nella categoria «E». Se per errore vengono inquadrati in catasto in una categoria diversa, l' interessato non può invocare in suo favore l' errore per ottenere l' agevolazione fiscale. La rettifica del classamento non può avere efficacia retroattiva e, quindi, il contribuente non ha diritto alla restituzione dell' Ici pagata negli anni precedenti e non dovuta. Questo importante e innovativo principio è stato affermato dalla Corte di cassazione con la sentenza 24280 del 30 settembre 2019. La Suprema corte richiama nella pronuncia l' articolo 7, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 504/1992, il quale prevede che sono esenti da Ici, Imu e Tasi i fabbricati «classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9». Per la Cassazione questa disposizione va interpretata «nel senso che l' esenzione si riferisce ai fabbricati così classificati oppure a quelli non ancora iscritti in catasto, ma nondimeno così classificabili». Dunque, per il periodo in cui non sono stati ancora classificati sono esenti da imposta se sussistono i presupposti per la loro iscrizione nelle categorie elencate dalla norma di legge. L' agevolazione, invece, non si applica agli immobili che siano stati classificati in una categoria diversa. Per i giudici di legittimità, il contribuente non può «invocare in suo favore l' errore, se non nei limiti e con gli effetti temporali propri della variazione della classificazione». Il principio ricavabile dalla sentenza in esame è che l' errore deve sempre ricadere sull' interessato, anche quando fa valere il diritto a un trattamento agevolato che formalmente gli viene riconosciuto ex lege. Al riguardo, la Cassazione (ordinanza 20463/2017) si era già espressa in tal senso. Ha sostenuto, infatti, che i contribuenti non hanno diritto al rimborso dell' Ici, o di altre imposte pagate sugli immobili, se hanno commesso errori nel calcolo della rendita catastale. L' obbligo di restituzione di quanto pagato in misura superiore al dovuto è imposto solo quando l' errore nella quantificazione della rendita viene commesso dall' Agenzia delle entrate. Le variazioni della rendita hanno efficacia a partire dall' anno successivo alla data in cui sono annotate negli atti catastali. Questa regola non vale quando si tratti di modifiche dovute a correzioni di errori materiali, purché l' errore sia compiuto dall' ufficio e risulti evidente e incontestabile.

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[§22820961§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Diversa è stata la tesi manifestata dalla commissione tributaria regionale di Roma (sentenza 5944/2018), che ha riconosciuto al contribuente il diritto al rimborso dell' Imu versata in misura eccedente il dovuto, nonostante avesse sbagliato a calcolare la rendita catastale proposta. @Riproduzione riservata.

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[§22820962§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Configura reddito d' impresa la realizzazione e rivendita di unità immobiliare

L' Agenzia delle Entrate, nella risposta a interpello n. 246 di ieri, ha affermato che l' attività di realizzazione e successiva rivendita di unità immobiliari deve considerarsi imprenditoriale dal momento in cui l' intervento sul complesso immobiliare posto in essere risulta finalizzato "non al proprio uso o a quello della propria famiglia, bensì alla realizzazione e successiva vendita delle unità immobiliari, garage e posti auto a terzi, avvalendosi di un' organizzazione produttiva idonea, e svolgendo un' attività protrattasi nel tempo". Ne consegue che il reddito generato dalla vendita delle suddette unità immobiliari deve essere considerato imponibile quale reddito d' impresa ex art. 55 del TUIR. Nel caso di specie, l' istante è proprietario di un fabbricato urbano ad uso civile abitazione e servizi, sul quale intende effettuare lavori di ristrutturazione edilizia nella demolizione e ricostruzione con volumetria aumentata del 20% rispetto alla situazione antecedente (con presentazione di SCIA). Veniva quindi chiesto se la cessione dell' immobile non generasse plusvalenza in quanto immobile posseduto da più di 5 anni ai sensi dell' art. 67 comma 1 lett. b) TUIR. Presupposto per la tassazione della plusvalenza nell' ambito dei redditi diversi è che l' attività posta in essere dalla persona fisica non sia idonea a configurare l' esercizio di impresa commerciale ai sensi dell' art. 55 del TUIR. L' Agenzia richiama il consolidato orientamento secondo cui un singolo affare può costituire esercizio di impresa allorquando implichi il compimento di una serie coordinata di atti economici, sia pure attraverso un' unica operazione economica, come avviene nel caso di costruzione di edifici da destinare all' abitazione.

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[§22820964§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 30 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Si apre oggi a Firenze il convegno sul tema, organizzato dai dottori commercialisti

Crisi d' impresa, doppio alert

Gli indicatori: continuità perduta e patrimonio negativo

MARCELLO POLLIO

I veri indicatori di rischio della crisi d' impresa sono la perdita della continuità aziendale e il patrimonio netto negativo. L' arrivo degli indici di allerta della crisi definiti dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) fa scoprire a consulenti e imprese che la crisi si misura innanzitutto negli indicatori, diversi dagli indici stessi. Primo indicatore di massima importanza riguarda la perdita della continuità aziendale, così come il Principio di revisione Isa Italia 570 già definisce assai bene, e ovviamente il patrimonio netto negativo (cioè inferiore al limite di legge). La soluzione sembrerebbe lapalissiana eppure è proprio il focus che il Cndcec mette nel documento licenziato, in particolare nella seconda parte (si veda i veda ItaliaOggi7 del 7 ottobre), a rimarcare come gli indici siano subordinati alla verifica di altri elementi, già fissati dal legislatore all' art. 13, co. 1 e art. 24 del codice della crisi d' impresa. L' occasione di diffusione dell' elaborato è il convegno nazionale di Firenze sulla crisi d' impresa, che si apre oggi e dove è prevista la partecipazione di oltre 1200 iscritti. La platea degli interessati però è ben più nutrita, dato che le imprese soggette ai nuovi obblighi sono oltre 235 mila, cioè tutte quelle costituite sotto forma di società o enti collettivi alle quali dal 16 marzo scorso è precipitato addosso l' obbligo di istituire un assetto organizzativo, contabile e amministrativo adeguato alle dimensioni dell' impresa, finalizzato al duplice obiettivo: il primo, di rilevare tempestivamente i segnali di pericolo della crisi d' impresa e della perdita della continuità aziendale e il secondo, di intervenire in modo coerente e senza indugio per adottare ed attuare uno strumento giuridico previsto dall' ordinamento utile a recuperare la continuità aziendale ed evitare il fallimento (ovvero la liquidazione giudiziale che sostituirà la procedura di fallimento). Perché tanta attenzione e tanta aspettativa per gli indici? Perché la stragrande maggioranza degli operatori crede che dagli indici potrà valutare se la propria impresa o il proprio cliente è in crisi. Errore. Gli indici sono solo il terzo livello di valutazione della presunzione di crisi (si veda la tabella a fianco). Ciò che più conta è infatti la verifica continuativa dell' assenza di pregiudizio alla continuità aziendale che rileva ai fini degli obblighi segnaletici nei limiti degli eventi che compromettano la continuità per l' esercizio in corso e, qualora la durata residua dello stesso sia inferiore a sei mesi, nei sei mesi successivi. Secondo elemento di attenzione richiamato dal legislatore rappresenta la non sostenibilità dei debiti che è anch' essa sintomo di disfunzione della continuità aziendale. La rilevazione dei sintomi e dei rischi, pertanto, è sempre e innanzitutto rimessa a un affidabile sistema di risk management, che si occupi di monitorare, ad esempio anche le

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[§22820964§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

rilevanti perdite per danni ambientali, controversie giudiziarie che coinvolgono i vertici della società, profondi dissidi nella proprietà, perdita improvvisa di clienti o fornitori fondamentali. Il documento del Cndcec evidenzia come «queste minacce non sono rilevabili dagli indici di cui alla delega, in quanto avulse dal sistema dei valori di bilancio al quale tali indici si riconnettono, ma devono essere attentamente monitorate da parte dell' organo amministrativo». Devono essere così considerasti sempre gli eventi elencati dal principio Isa Italia N. 570 «Continuità aziendale» in quanto possono compromettere l' esistenza in vita dell' impresa e condurre alla crisi. Tali elementi sono indicatori tutt' altro che finanziari e quindi non leggibili dai dati di bilancio. Il documento del Cndcec benché definitivo resta una bozza sino a che il Mise non lo avrà approvato, come prevede la legge (art. 13, co. 2 Ccii). Ciò che, invece, commercialisti e associazioni di categoria avevano chiesto era lo slittamento di un anno dell' istituto dell' allerta, ma il Ministero della giustizia sembra per nulla intenzionato ad acconsentire. Intanto il 16 dicembre scadrà la data per l' adeguamento degli statuti e la nomina dei sindaci o revisori e partirà la «ruota» per le future segnalazioni agli Ocri (organismi di composizione della crisi d' impresa, art. 12 Ccii). @Riproduzione riservata.

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[§22820965§] venerdì 25 ottobre 2019

italiaoggi.it

Fisco e Dichiarazioni

Crisi d' impresa, una rivoluzione vintage

I veri indicatori di rischio della crisi d' impresa sono la perdita della continuità aziendale e il patrimonio netto negativo. Gli indici di allerta della crisi definiti dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti sono solo il terzo livello

I veri indicatori di rischio della crisi d' impresa sono la perdita della continuità aziendale e il patrimonio netto negativo. L' arrivo degli indici di allerta della crisi definiti dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) fa scoprire a consulenti e imprese che la crisi si misura innanzitutto negli indicatori, diversi dagli indici stessi. Primo indicatore di massima importanza riguarda la perdita della continuità aziendale, così come il Principio di revisione Isa Italia 570 già definisce assai bene, e ovviamente il patrimonio netto negativo (cioè inferiore al limite di legge). La soluzione sembrerebbe lapalissiana eppure è proprio il focus che il Cndcec mette nel documento licenziato, in particolare nella seconda parte (si veda i veda ItaliaOggi7 del 7 ottobre), a rimarcare come gli indici siano subordinati alla verifica di altri elementi, già fissati dal legislatore all' art. 13, co. 1 e art. 24 del codice della crisi d' impresa. L' occasione di diffusione dell' elaborato è il convegno nazionale di Firenze sulla crisi d' impresa, che si apre oggi e dove è prevista la partecipazione di oltre 1200 iscritti. La platea degli interessati però è ben più nutrita, dato che le imprese soggette ai nuovi obblighi sono oltre 235 mila, cioè tutte quelle costituite sotto forma di società o enti collettivi alle quali dal 16 marzo scorso è precipitato addosso l' obbligo di istituire un assetto organizzativo, contabile e amministrativo adeguato alle dimensioni dell' impresa, finalizzato al duplice obiettivo: il primo, di rilevare tempestivamente i segnali di pericolo della crisi d' impresa e della perdita della continuità aziendale e il secondo, di intervenire in modo coerente e senza indugio per adottare ed attuare uno strumento giuridico previsto dall' ordinamento utile a recuperare la continuità aziendale ed evitare il fallimento (ovvero la liquidazione giudiziale che sostituirà la procedura di fallimento). Perché tanta attenzione e tanta aspettativa per gli indici? Perché la stragrande maggioranza degli operatori crede che dagli indici potrà valutare se la propria impresa o il proprio cliente è in crisi. Errore. Gli indici sono solo il terzo livello di valutazione della presunzione di crisi (si veda la tabella a fianco). Ciò che più conta è infatti la verifica continuativa dell' assenza di pregiudizio alla continuità aziendale che rileva ai fini degli obblighi segnaletici nei limiti degli eventi che compromettano la continuità per l' esercizio in corso e, qualora la durata residua dello stesso sia inferiore a sei mesi, nei sei mesi successivi. Secondo elemento di attenzione richiamato dal legislatore rappresenta la non sostenibilità dei debiti che è anch' essa sintomo di disfunzione della continuità aziendale. La rilevazione dei sintomi e dei rischi, pertanto, è sempre e innanzitutto rimessa a un affidabile sistema di risk

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[§22820965§] venerdì 25 ottobre 2019

italiaoggi.it

Fisco e Dichiarazioni

management, che si occupi di monitorare, ad esempio anche le rilevanti perdite per danni ambientali, controversie giudiziarie che coinvolgono i vertici della società, profondi dissidi nella proprietà, perdita improvvisa di clienti o fornitori fondamentali. Il documento del Cndcec evidenzia come «queste minacce non sono rilevabili dagli indici di cui alla delega, in quanto avulse dal sistema dei valori di bilancio al quale tali indici si riconnettono, ma devono essere attentamente monitorate da parte dell' organo amministrativo». Devono essere così considerasti sempre gli eventi elencati dal principio Isa Italia N. 570 «Continuità aziendale» in quanto possono compromettere l' esistenza in vita dell' impresa e condurre alla crisi. Tali elementi sono indicatori tutt' altro che finanziari e quindi non leggibili dai dati di bilancio. Il documento del Cndcec benché definitivo resta una bozza sino a che il Mise non lo avrà approvato, come prevede la legge (art. 13, co. 2 Ccii). Ciò che, invece, commercialisti e associazioni di categoria avevano chiesto era lo slittamento di un anno dell' istituto dell' allerta, ma il Ministero della giustizia sembra per nulla intenzionato ad acconsentire. Intanto il 16 dicembre scadrà la data per l' adeguamento degli statuti e la nomina dei sindaci o revisori e partirà la «ruota» per le future segnalazioni agli Ocri (organismi di composizione della crisi d' impresa, art. 12 Ccii). @Riproduzione riservata.

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[§22820967§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 36 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Cultura, il 50% degli addetti a 8 l' ora

Metà dei lavoratori del settore beni culturali guadagna meno di 8 euro l' ora. È quanto emerge dall' inchiesta «Cultura, contratti e condizioni di lavoro», condotta dall' associazione «Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali» che ha raccolto testimonianze di 1546 situazioni lavorative in giro per l' Italia. I dati, anticipati dall' associazione, saranno analizzati e presentati ufficialmente il 30 ottobre alla Camera. Secondo le statistiche rilevate dal collettivo, il 63% dei professionisti della cultura guadagna meno di 10 mila euro l' anno (ovvero meno di 850 euro al mese, escludendo anche tredicesima e quattordicesima), con un 38% che addirittura in dichiarazione dei redditi ha cifre inferiori ai 5mila euro. Guadagni tra i 10 e i 15 mila euro per il 17%, tra i 15 e i 20 mila per l' 11%, mentre solo l' 8% si porta a casa un guadagno tra i 20 e i 30 mila euro. Cifre ancora più basse per i professionisti che guadagnano tra i 30 e i 40 mila euro (0,91%) e per quelli che invece presentano dichiarazioni con guadagni compresi tra i 40 e i 50mila euro (che si attestano a quota 0,19% del totale). Sul versante delle paghe orarie, come detto, il 12% dei professionisti riceve una retribuzione di meno di 4 euro l' ora, mentre il 37% va dai 4 agli 8 euro l' ora. Sommando il 29% che guadagna tra gli 8 e i 12 euro si arriva al 78% dei professionisti che guadagnano al massimo 12 euro per ogni ora lavorata. © Riproduzione riservata.

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[§22820968§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

VERSO LA MANOVRA

Detrazioni, più tasse per i redditi alti

Interessati circa 300mila contribuenti che dichiarano più di 120mila euro all' anno

In arrivo una sforbiciata ai bonus fiscali per i circa 300mila maxi contribuenti Irpef. La legge di bilancio introdurrà un graduale azzeramento delle detrazioni fiscali che i contribuenti italiani utilizzano nelle dichiarazioni dei redditi. In sintesi: ridotte progressivamente le detrazioni Irpef al 19% per i redditi superiori a 120mila euro l' anno, fino ad azzerarsi a 240mila euro di reddito dichiarato. Il taglio non riguarderà mutui e spese sanitarie. Mobili e Parentea pag. 3.

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[§22820971§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 25 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

COMMERCIALISTI/3

Il monitoraggio parte dal bilancio e dalla tesoreria

Se la continuità aziendale è pregiudicata scatta l' obbligo della segnalazione Il ritardo è irrilevante se dipende da crediti verso la Pa liquidi ed esigibili

La fondatezza degli indizi della crisi è il risultato della valutazione professionale e unitaria che gli organi di controllo societari danno del complesso degli indicatori. Il superamento delle soglie stabilite dalla legge e dal Cndcec per i vari indici fornisce ragionevoli presunzioni ma non implica automaticamente la fondatezza dell' indizio di crisi, tenuto conto della citata definizione di crisi di cui all' articolo 2 del Codice della crisi, delle specificità aziendali e delle prospettive gestionali. La rilevazione dei fondati indizi ha quale riferimento almeno uno dei seguenti casi che l' articolo 13, comma 1, ritiene sintomatici di uno stato di crisi rilevante per la sua segnalazione di cui all' articolo 14: la non sostenibilità del debito nei successivi sei mesi; il pregiudizio alla continuità aziendale nell' esercizio in corso o se la durata residua dell' esercizio è inferiore a sei mesi per i successivi sei mesi; la presenza di reiterati e significativi ritardi nei pagamenti. I casi di cui all' articolo 13, comma 1, del Codice della crisi costituiscono il momento di discrimine tra situazioni di crisi che possono essere gestite ancora internamente all' impresa e situazioni di crisi rilevante che comportano l' obbligo di segnalazione di cui all' articolo 14 del Codice. Ai sensi dell' articolo 13, comma 1, costituiscono indicatori di crisi gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell' impresa e dell' attività imprenditoriale svolta dal debitore, tenuto conto della data di costituzione e di inizio dell' attività. La situazione reddituale, patrimoniale o finanziaria è in squilibrio in presenza di uno dei casi di cui sopra, non necessariamente contemporaneamente alla violazione degli indici. I ritardi nei pagamenti si ritengono sempre reiterati e significativi se superano le soglie previste dalle lettere a) e b) dell' articolo 24, comma 1, o di cui all' articolo 15 del Codice della crisi ovvero comportino non episodiche azioni esecutive da parte dei fornitori, ovvero grave pregiudizio negli approvvigionamenti. Con riferimento ai rapporti con istituzioni finanziarie, rilevano ritardi di pagamento superiori a 90 giorni superiori alle soglie di rilevanza per la classificazione creditizia scaduta in stato di default e ogni altra circostanza che determini la decadenza dal beneficio del termine. Non sono significativi i ritardi che non travalicano il limite della fisiologia come meglio definiti nella relazione inviata al Mise. Nel caso in cui il ritardo dipenda esclusivamente da crediti liquidi ed esigibili nei confronti della pubblica amministrazione, diversa dagli enti in stato di dissesto, esso non dovrebbe rilevare, anche

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[§22820971§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

in analogia con quanto previsto dall' articolo 15 che destituisce di fondamento la rilevanza segnaletica in presenza di crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, subordinatamente alle condizioni ivi previste. Alla luce di quanto sopra, e in particolare della considerazione dei reiterati e significativi ritardi nei pagamenti e del pregiudizio alla continuità aziendale nell' esercizio in corso o se la durata residua dell' esercizio è inferiore a sei mesi per i successivi sei mesi, il quadro delle ragionevoli presunzioni dello stato di crisi si completa secondo lo schema riportato nel grafico pubblicato nella pagina a sinistra. Il calcolo del Dscr presuppone la stima dei flussi finanziari prognostici. Al riguardo, sia l' articolo 2381, comma 5, sia l' articolo 2086 del Codice civile prevedono il principio della proporzionalità alle dimensioni dell' impresa. A tal riguardo i principi contabili e segnatamente l' OIC 9, introducono per le imprese di minori dimensioni, la possibilità di stimare i flussi prognostici occorrenti per la determinazione del valore degli attivi, in misura semplificata ricorrendo alle sole grandezze economiche. Il Cndcec ritiene che tale approccio, a condizione che venga rispettato il principio della sostanziale comparabilità del numeratore e del denominatore, possa essere adottato anche per la stima dei flussi al servizio del debito. Il pregiudizio alla continuità aziendale rileva ai fini degli obblighi segnaletici nei limiti degli eventi che compromettano la continuità per l' esercizio in corso e, qualora la durata residua dello stesso sia inferiore a sei mesi, nei sei mesi successivi. L' imprenditore ha il compito di monitorare la sussistenza di tali minacce e valutare eventuali rimedi; gli organi di controllo hanno il compito di verificare il costante monitoraggio da parte dell' imprenditore. Questo secondo punto di attenzione richiamato dal Legislatore rappresenta una categoria più ampia della non sostenibilità dei debiti. La non sostenibilità dei debiti è una minaccia alla continuità , ma vi possono essere minacce alla continuità correlate ad altro tipo di eventi. Alcuni di questi sono intercettabili da un affidabile sistema di risk management, quali, ad esempio, rilevanti perdite per danni ambientali, controversie giudiziarie che coinvolgono i vertici della società, profondi dissidi nella proprietà, perdita improvvisa di clienti o fornitori fondamentali. Queste minacce non sono rilevabili dagli indici di cui alla delega, in quanto avulse dal sistema dei valori di bilancio al quale tali indici si riconnettono, ma devono essere attentamente monitorate da parte dell' organo amministrativo. Esemplificativamente si considerino anche gli eventi che secondo il Principio di revisione internazionale (Isa Italia n. 570 Continuità aziendale) possono compromettere la continuità aziendale. Trattasi per lo più di indicatori non finanziari. L' articolo 14 richiede che l' organo amministrativo valuti costantemente (e dunque nel continuum temporale)

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[§22820971§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

se sussiste l' equilibrio economico finanziario e quale sia il prevedibile andamento della gestione, e richiede agli organi di controllo la segnalazione tempestiva all' organo amministrativo dei fondati indizi della crisi. Sul piano sostanziale, tuttavia, la capacità di ciascuna impresa di implementare un adeguato assetto organizzativo che consenta un frequente calcolo degli indicatori di crisi dipende dalla dimensione, dalla complessità e dalla qualità dell' organizzazione aziendale, degli strumenti disponibili e, in ultimo, delle risorse umane impiegate. Occorre dunque identificare una periodicità che consenta di contemperare le due esigenze sopra evidenziate. A tale scopo soccorre il disposto dell' articolo 24, il quale individua alla lettera c) del primo comma il riferimento agli indicatori di crisi di cui all' articolo 13, commi 2 e 3, ai fini della tempestività dell' iniziativa da parte del debitore. In particolare, il dies a quo rilevante per la tempestività dell' istanza di cui all' articolo 19 del Codice agli Ocri ovvero per la domanda di accesso alle procedure di regolazione della crisi è fissato con riferimento al superamento nell' ultimo bilancio approvato o comunque per oltre tre mesi, degli indici di cui al presente documento. Il riferimento ai tre mesi di superamento degli indici comporta l' esigenza di una valutazione almeno trimestrale degli stessi. Tale valutazione, in assenza di un bilancio approvato, dovrà essere condotta sulla base di una situazione infrannuale, avente natura volontaria, redatta dall' impresa per la valutazione dell' andamento economico e finanziario. Questa, nel rispetto del principio di proporzionalità, potrà essere costituita anche dai soli stato patrimoniale e conto economico, redatti secondo quanto previsto dall' OIC 30 o comunque facendo attenzione alla effettiva rilevanza delle scritture rispetto agli indici fatta salva la necessità di una adeguata valutazione preliminare del patrimonio netto. Il riferimento all' ultimo bilancio approvato è tecnicamente possibile esclusivamente per l' indicatore di patrimonio netto e per gli indici di settore, mentre il calcolo del Dscr si basa necessariamente su dati di tipo previsionale che devono essere predisposti con cadenze più frequenti. Occorre in particolare che il controllo degli indicatori di crisi sia più frequente qualora le condizioni economiche, finanziarie o patrimoniali dell' impresa siano tali da renderlo necessario. Nel caso in cui si utilizzino bilanci non approvati dall' assemblea o bilanci infrannuali, è necessaria una loro approvazione da parte dell' organo amministrativo, o, in mancanza, del responsabile delle scritture contabili. La segnalazione interna all' organo amministrativo da parte degli organi di controllo deve essere motivata. La motivazione deve essere resa avendo riguardo ai fenomeni gravemente sintomatici. La motivazione può essere riferita anche ad ulteriori accadimenti straordinari attesi nei successivi sei mesi o comunque entro la chiusura dell' esercizio in corso, tali da compromettere la sostenibilità del debito ovvero la continuità aziendale. La segnalazione deve essere tempestiva.

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[§22820971§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

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[§22820972§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

COMMISSIONEESPERTI

Isa, niente anomalie basate su dati che non sono fiscali

Soppressione decisa per il periodo d' imposta 2019

Fe. Mi.

Per il periodo d' imposta 2019 vengono soppressi gli «indicatori di anomalia basati su banche dati non fiscali». È questa una delle novità decise ieri dalla Commissione di esperti per gli indici sintetici di affidabilità fiscale. La commissione, composta da tutti i soggetti interessati (dai professionisti alle imprese, ai rappresentanti istituzionali) ha approvato all' unanimità i cinque punti indicati nella convocazione. Oltre alla citata soppressione degli indicatori che richiedono l' uso di informazioni provenienti da banche dati non fiscali, la Commissione ha dato l' ok alla proposta di semplificazione delle variabili "precalcolate" per il periodo d' imposta 2019 basata sulla soppressione degli indicatori elementari di anomalia correlati alle seguenti variabili: condizione di lavoro dipendente, condizione di pensionato, numero incarichi risultanti, importo dei compensi percepiti, tutti dati risultanti dalla certificazione unica; canoni da locazione desumibili dal modello registro locazioni immobili; numero di modelli CU nei quali il contribuente risulta essere l' incaricato alla presentazione telematica; reddito relativo alle annualità precedenti fino al settima; numero di periodi d' imposta in cui è stata presentata una dichiarazione con reddito negativo nei sette periodi d' imposta precedenti. Approvata anche la modifica della formula degli indicatori elementari di anomalia «incidenza dei costi residuali di gestione», per esercenti attività d' impresa, e «incidenza delle altre componenti negative nette sulle spese», per esercenti arti e professioni, con calcolo al netto degli oneri per imposte e tasse. Gli ultimi due punti approvati sono la metodologia per il trattamento dei passaggi competenza-cassa e viceversa per il periodo d' imposta 2019 e la soppressione, per il periodo d' imposta 2019, dell' applicazione degli Isa revisionati ai soggetti che presentano ricavi derivanti da attività secondarie superiori al 30% del totale dei ricavi conseguiti. Il presidente nazionale dell' Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari Celestino Bottoni esprime soddisfazione per il recepimento unanime di tutte le proposte avanzate dalla Commissione esperti . Alla luce di questo risultati, afferma Bottoni « rimaniamo ancor più fiduciosi e contenti poiché l' agenzia delle Entrate e la stessa Sose si sono impegnate a rivedere entro dicembre con la stessa commissione di esperti le variabili "precalcolate" sulla base delle prossime dichiarazioni dei redditi». Rete imprese Italia che ha sollevato, tra le criticità, la mancanza di un' adeguata comunicazione istituzionale su larga scala (carenza a cui questi appuntamenti intendono porre rimedio), segnala che durante l' incontro l' Agenzia si è mostrata disponibile ad accogliere la richiesta di sottoporre ad un' attenta valutazione in un arco temporale di almeno due anni, gli operatori economici che presentano un punteggio gravemente

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[§22820972§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

insufficiente. Il 14 novembre la Commissione è stata convocata per discutere dell''Isa BKO6U, codice attività 69.20.16, «Servizi forniti da revisori contabili, periti, consulenti ed altri soggetti che svolgono attività in materia di amministrazione, contabilità e tributi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820974§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Fisco e Dichiarazioni

Le grandi aziende credono nelle startup italiane: sul piatto 500 milioni

I dati dell' osservatorio Assolombarda-Italia Startup-Smau, con la partnership scientifica di Infocamere e Polimi: le società innovative hanno prodotto nel 2018 ricavi per 900 milioni di euro, per la metà generati da aziende sostenute da corporate venture capital

L' Open innovation in Italia inizia a lanciare segnali incoraggianti. In tre anni i soci "Corporate" che hanno investito in Startup innovative sono aumentati dell' 88%, passando da settembre 2017 a settembre 2019 da 6.727 quote soci a 12.667. Tenendo in considerazione soltanto le partecipazioni dirette, l' aumento è del 76,1%, con 5.071 quote. Inoltre dalla fondazione del registro dedicato delle startup innovative, sia gli operatori Corporate, che hanno investito nel settore 489 milioni di euro, sia quelli Family&Friends, quindi persone fisiche e ditte individuali, con 437 milioni di euro di investimenti, hanno contribuito a oltre il doppio degli investimenti provenienti dagli investitori specializzati, che ammontano a 192 milioni di euro e vedono in prima linea i fondi di venture capital .Sono i dati che emergono dal Quarto Osservatorio sull' Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano , promosso da Assolombarda , Italia Startup e Smau , con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori del Politecnico di Milano e con il supporto di Confindustria e Piccola Industria Confindustria .Secondo i dati presentati durante la terza giornata di Smau gli investitori specializzati in innovazione sono nel capitale di 398 startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro, mentre i soli Corporate Venture Capital sono nel capitale di 2.656 startup innovative, mentre 7.490 startup hanno come soci solo family & friends.Significativo anche il fatto che il numero di startup innovative nel portafoglio del Corporate venture capital è cresciuto di 503 unità tra 2017 e 2019, passando da 2.154 a 2.657 (+23,3%).Il fatturato generato nel 2018 è inoltre pari a 889 milioni di euro, di cui 50,52% (449 milioni di euro) è prodotto da Startup innovative nel portafoglio di Corporate venture capital.Quanto alla suddivisione per aree geografiche, i soci corporate di startup innovative hanno per il 68,52% sede al Nord del Paese. Le società sulle quali ricadono per la maggior parte gli investimenti delle grandi aziende generano il 37,7% degli addetti impiegati da tutte le startup innovative, e sono quelle che contribuiscono maggiormente alla creazione di posti di lavoro."Quasi mezzo miliardo di investimento da parte delle corporate in startup innovative. Un dato positivamente sorprendente che dice quanto le imprese, grandi, medie e piccole, credano nell' innovazione aperta che arriva dalla contaminazione con le giovani imprese innovative - commenta Angelo Coletta , (foto in alto) presidente di Italia Startup - Si tratta ora di allargare e consolidare questi modelli virtuosi di corporate venture e di open innovation , da un lato divulgando le buone pratiche - 20 di queste sono pubblicate nell' Osservatorio di quest' anno - dall' altro dando vita a misure legislative adeguate per incentivare gli investimenti da parte delle aziende, oggi concentrate

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[§22820974§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Fisco e Dichiarazioni

prevalentemente sulle persone fisiche e sugli investitori istituzionali"."L' Osservatorio è uno strumento utile sia per fotografare il fenomeno di collaborazione tra startup e aziende sia per stimolare le imprese a valutare le pratiche di Open Innovation e Corporate Venture Capital e agganciarsi così alle catene globali del valore - aggiunge Stefano Venturi , vicepresidente di Assolombarda (foto sopra) con delega a Attrazione Investimenti, Competitività Territoriale, Infrastrutture per la Logistica e Trasporti, Startup - I dati di quest' ultima edizione dimostrano una crescita notevole delle aziende che investono in startup innovative ma, nonostante i segnali di sviluppo, va sottolineato che le dimensioni dell' ecosistema delle startup a livello nazionale sono ancora ridotte rispetto ai competitors come Francia e Spagna. Per dare più forza a questo settore pensiamo sia necessario equiparare l' investimento in startup a quello in Ricerca e Sviluppo e aumentare il massimale di 1,8 milioni di euro che oggi si applica alla deduzione IRES riservata alle aziende che investono in startup innovative. Infine, chiediamo che venga data attuazione quanto prima al Fondo Nazionale per l' Innovazione inserito nella Legge di Bilancio 2019 che, ad oggi, è ancora senza un chiaro piano operativo"."In questa 56ma edizione di Smau abbiamo visto diversi indicatori, qualitativi e quantitativi, che dicono la stessa cosa: l' Open Innovation è un percorso che le aziende italiane hanno intrapreso con decisione, finalmente potremmo anche aggiungere, e non si torna indietro - conclude Pierantonio Macola , Presidente Smau (nella foto in alto) - I dati della quarta edizione dell' Osservatorio rendono evidente un ulteriore aspetto: sono le startup con un investitore corporate quelle che crescono di più sia in termini di fatturato che di occupazione. Creare, quindi, occasioni di incontro fra aziende e startup è fondamentale e a Smau siamo orgogliosi del lavoro che portiamo avanti in questo senso".@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820975§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 4 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Il Tesoro: sono 2 mld. FI e Lega: 5. Fd' I: 10. Umbria, Renzi non sale sul palco con Di Maio e Zingaretti

Manovra, giallo sulle nuove tasse

Ue divisa sui migranti. Omicidio a Roma, scontro Conte-Salvini

FRANCO ADRIANO

Il governo ha applicato un margine di flessibilità per eventi insoliti dello 0,2% del Pil nel 2020 ma con questa flessibilità aggiuntiva il progetto di bilancio strutturale per il 2020 non costituisce «una deviazione significativa». Lo scrive il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri nella lettera di risposta ai commissari Ue sulla manovra. Per il ministero dell' Economia, poi, sarebbero 2 e non 5 i miliardi che la manovra finanziaria prevede di incassare nel 2020 con le nuove tasse: 1,3 miliardi dalla bevande zuccherate e dalla plastica e 700 milioni dalla web tax. Un calcolo che non convince le opposizioni. «Le chiamano microtasse, ma qua si parla di 10 miliardi di nuove tasse, che servono per mantenere in piedi una serie di marchette elettorali, come il reddito di cittadinanza», ha attaccato la leader di Fd' I, Giorgia Meloni. «Pd, M5s, Iv e Leu hanno saputo inventare una serie di nuove tasse che graveranno sulle tasche degli Italiani per cinque miliardi. Aumenta di tutto e di più: imposte ipotecarie e catastali, cedolare secca sugli affitti, imposte di registro sulle compravendite. E ancora: nuove o più tasse sui giochi, sugli imballaggi di plastica, sugar tax, bolli sui certificati penali, il diesel per i veicoli da trasporto, sulle sigarette anche elettroniche», ha sostenuto Forza Italia con Marco Marin. «Cinque miliardi di microtasse peseranno sulle tasche degli italiani e soprattutto sul mondo del lavoro», ha affermato il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega). Non sono escluse proposte dell' ultim' ora. M5s vuole recuperare 5 miliardi dall' Imu della Chiesa. Le aziende del settore tabacchi sembrano dare ormai per scontato l' aumento di tasse nei loro confronti (ammonterebbero a 200 milioni). Almeno «chiediamo se, come probabilmente accadrà, si dovrà aumentare la tassazione sul settore», ha affermato l' a.d. e presidente di British american tobacco, Roberta Palazzetti, «di differenziare il trattamento sulle sigarette elettroniche, perché sono un prodotto diverso rispetto a quelle tradizionali, visto che non c' è tabacco». Italia Viva non parteciperà oggi all' iniziativa comune dei partiti della maggioranza in Umbria, a Narni, ultimo appuntamento elettorale in vista delle regionali. Il partito di non ha candidati ma ha dato il suo sostegno al candidato presidente Vincenzo Bianconi. «Stiamo lavorando in queste ore per un evento domani qui in Umbria con tutti i rappresentanti della coalizione di governo per spiegare nei dettagli la manovra», aveva annunciato il ministro degli Esteri e capo politico del M5s, . Ma ci saranno solo M5s, Pd e Leu. Sul palco saliranno lo stesso Di Maio, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e il ministro Roberto

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[§22820975§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Speranza. Confermata anche la presenza del presidente del consiglio, . Non ci sarà Renzi. «Hanno capito che è un voto politico», è il commento del leader della Lega, Matteo Salvini. Il leader M5s, Luigi Di Maio ieri ha dichiarato: «Credo che in generale sia giusto continuare con il progetto di commissione d' inchiesta dei fondi dati alle forze politiche in tutti questi anni e sono d' accordo con il presidente Conte che l' unico Russiagate che esista in Italia è quello che riguarda la Lega e Salvini». È morto il giovane ferito da un colpo di pistola alla testa a Roma durante una rapina. Si tratta di Luca Sacchi, 24 anni. «Eravamo appena usciti dal pub. Mi sono sentita strattonare da dietro, mi hanno detto: «Dacci la borsa». Gliela stavo consegnando quando mi hanno colpito con una mazza. A questo punto è intervenuto Luca che ha reagito bloccando il ragazzo che mi aveva aggredito, quindi l' altro aggressore gli ha sparato in testa», ha spiegato Anastasia, la fidanzata del giovane. Il grave fatto di cronaca è divenuto occasione di un duro scontro politico fra l' ex ministro dell' Interno, Matteo Salvini, e il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. «Oggi, commosso e addolorato, prego per Luca e sono vicino alla sua famiglia», ha affermato Salvini. «Ma sono anche incredulo e sdegnato perché è inconcepibile quello che è accaduto. Da ex ministro dell' Interno fa ancora più male vedere tutta l' insicurezza della capitale governata dai 5stelle e i tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell' ordine». «Rischio di arrabbiarmi, non sono né disperato né confuso», ha replicato Conte. «Se qualcuno si permette di fare speculazioni in campagna elettorale su un episodio del genere lo trovo miserabile». «Ingrassare il consenso con un episodio del genere lo trovo miserabile», ha ribadito. Ieri si è svolta la riunione del direttivo della Bce, per l' ultima volta presieduto dal banchiere italiano . «I governi che hanno spazi di manovra di bilancio agiscano in modo efficace e tempestivo», è l' ultimo messaggio del numero uno dell' Eurotower. Confermati 20 miliardi mensili di Qe dal mese di novembre. Per quanto riguarda lo scenario economico dell' Eurozona «i rischi restano al ribasso», ha detto. Nel giorno dell' addio, Draghi ha confidato: «Non ho rimpianti, ho fatto del mio meglio». Sul suo futuro ha svicolato invitando i giornalisti a chiedere a sua moglie. Giovanni Gorno Tempini è il nuovo presidente di Cassa depositi e prestiti. La decisione del cda della Cassa è arrivata dopo le dimissioni di Massimo Tononi. Il presidente dell' Acri, Francesco Profumo, ha sottolineato l' unanimità su Gorno Tempini da parte delle fondazioni. Secondo semestre da ricordare per Anas con gare di appalto da oltre 1,3 miliardi. L' ultimo bando per la pavimentazione delle strade vale 520 milioni di euro. «Con questo nuovo bando il Piano #bastabuche, avviato nel dicembre del 2015», ha dichiarato l' a.d.

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[§22820975§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Massimo Simonini, «arriva alla VII tranche con un investimento complessivo di oltre 2 miliardi di euro su tutta la nostra rete». Entro novembre andrà in Gazzetta un bando di gara per interventi di manutenzione su ponti e viadotti dal valore di 380 milioni. Il parlamento europeo si è spaccato sui migranti. Con due soli voti di scarto, infatti, l' Eurocamera ha respinto un testo di risoluzione sulla ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo che tra l' altro invitava gli stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi delle ong. La risoluzione ha ottenuto 288 sì, 290 contrari e 36 astenuti. Gli eurodeputati del M5s si sono astenuti. Tra i contrari Forza Italia, Lega e Fratelli d' Italia. A favore il Pd. Due settimane dopo la bocciatura da parte del parlamento europeo di Sylvie Goulard come commissaria, il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto Thierry Breton, 64 anni, ex ministro dell' Economia, come nuovo esponente della Francia nella Commissione europea. Il premier britannico, Boris Johnson presenterà in parlamento una mozione, che sarà messa al voto lunedì, per chiedere nuove elezioni generali per il prossimo 12 dicembre. Il parlamento europeo ha condannato l' intervento militare turco nel nord-est della Siria e chiesto alla Turchia di ritirarsi dal territorio siriano. Nella risoluzione approvata ieri, gli eurodeputati hanno espresso solidarietà al popolo curdo. «Proteggiamo i confini europei, siamo in Siria per la stabilità», la replica di Ankara che ribadisce: «Senza di noi una ondata di rifugiati nell' Ue». «I miliziani curdi stanno lasciando le zone di confine tra Siria e Turchia come previsto dall' accordo raggiunto a Sochi da Putin ed Erdogan», ha spiegato il vice ministro degli Esteri russo Serghiei Vershinin. Sono di nazionalità cinese le 39 vittime ritrovate dalla polizia britannica a Grays, nell' Essex in Inghilterra, all' interno del container frigorifero di un tir sbarcato nel Regno Unito. Nel 2000, in un episodio analogo, erano stati rinvenuti a Dover i corpi di 58 migranti cinesi. Gaffe del presidente Usa Donald Trump, che durante un comizio a Pittsburgh ha affermato che la sua amministrazione sta costruendo un muro anche in Colorado, ossia uno stato che non confina con il Messico ma con lo stato americano del New Mexico. La Fifa ha assegnato alla Cina l' edizione inaugurale della Coppa del Mondo per club a 24 squadre: lo ha annunciato il presidente Gianni Infantino, definendola una «decisione storica». Scenderanno in campo i migliori club del mondo. L' appuntamento è per giugno-luglio 2021. © Riproduzione riservata.

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[§22820977§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

LE SORPRESE NEl decreto fiscale

Maxitaglio da 3 miliardi Bloccata fino a fine anno la spesa dei ministeri

Cambiano le coperture del Dl Dal rinvio degli acconti per gli Isa solo 1,5 miliardi

M. Mo. G. Par.

roma Stop alle spese dei ministeri per tutto il 2019 con un taglio lineare sulle dotazioni da oltre 3 miliardi. Un credito d' imposta agli esercenti del 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate a decorrere dal 1° luglio 2020 con carte di credito, bancomat e moneta elettronica. Pronta la rimodulazione degli acconti delle imposte di fine novembre con cui il Governo fa quadrare i conti della manovra e in particolare quelli del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, mettendo in "sicurezza" complessivamente 1,5 miliardi di maggiori entrate tributarie. Il taglio lineare delle dotazioni di competenza di tutti i ministeri serve a coprire le maggiori spese per l' anno 2019 e per il successivo biennio previste dal decreto legge com ade empio i 700 milioni stanziati per il Fondo di garanzia per le Pmi, i 400 milioni del prestito ponte per salvare Alitalia, il nuovo credito d' imposta sulle commissioni per i pagamenti con Pos, nonché la quota di 1,460 miliardi di minore gettito legato alla riduzione degli acconti di fine novembre. Ma come cambieranno i versamenti di fine novembre per le partite Iva? In primo luogo i soggetti interessati saranno tutti quei contribuenti che nel 2019 hanno usufruito del differimento al 30 settembre delle imposte dovute in autotassazione (Irpef, Ires e Irap). Stiamo parlando di circa 4milioni di lavoratori autonomi, professionisti e imprese soggetti agli Indici sintetici di affidabilità o che sono in regime forfettario. Secondo l' articolo 58 della bozza del Dl questi soggetti d' ora in poi potranno versare gli acconti d' imposta in due rate pari al 50 per cento. In questo modo per i soggetti che il 30 settembre scorso hanno versato secondo le regole attuali il 40% delle imposte dovute, anziché versare il restante 60% come seconda rata d' acconto dovranno pagare al Fisco il 50 per cento. A conti fatti i contribuenti Isa e forfettari si vedranno ridurre gli acconti dovuti del 10% e complessivamente nel 2019 verseranno al fisco il 90% delle somme dovute. Per quei contribuenti che invece devono versare ancora tutto l' acconto ci sarà la possibilità di rideterminare gli importi dovuti nella misura del 90 per cento. Lo sconto del 10% varrà solo per l' appuntamento di fine novembre 2019. Il prossimo anno, infatti, i contribuenti verseranno, come detto, due rate del 50% tornado a pagare al Fisco il 100% degli acconti. Con la riduzione di 10 punti percentuali degli acconti di novembre, anticipata su queste pagine dallo stesso ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, il 17 ottobre scorso, il Governo mette in sicurezza

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[§22820977§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

per il 2020 oltre 1,40 miliardi di maggiori entrate tributarie non contabilizzate nei saldi di finanza pubblica al momento di chiudere la Nota di aggiornamento al Def. La coincidenza di date tra la presentazione del 30 settembre della Nadef e il termine di versamento prorogato sempre all' ultimo giorno di settembre ha impedito al Governo di tener conto di 1,4 miliardi di versamenti effettuati dai soggetti Isa e forfettari. Somme che a questo punto riemergeranno nei saldi 2020-2021 con la riduzione degli acconti. Con il testo del decreto legge diramato per le intese a tutti i ministeri si chiarisce meglio anche la decorrenza delle modifiche sul penale tributario, la cui efficacia viene fissata alla data di entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento "d' urgenza". Come anticipato ieri su queste pagine trova posto nel decreto anche la riduzione della quota del fondo di solidarietà comunale ripartita secondo il criterio della spesa storica in favore della quota distribuita con fabbisogni standard e capacità fiscali. Per la formazione del personale degli enti, inoltre, viene eliminato il vincolo alla relativa spesa (tetto massimo del 50% della spesa 2009 per formazione). © RIPRODUZIONE RISERVATA L' approfondimento sugli acconti quotidianofisco.ilsole24ore.com.

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[§22820978§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

Per perfezionare la rivalutazione rileva l' effettivo versamento dell' imposta

Potrebbe essere considerato un «errore scusabile» il pagamento della sostitutiva da parte della società anziché ad opera dei soci

La rideterminazione del costo o valore d' acquisto delle partecipazioni non quotate è stata originariamente prevista dall' art. 5 della L. 448/2001 ed è stata più volte oggetto di proroga. Questo regime consente di affrancare eventuali plusvalenze latenti su partecipazioni non quotate ed è riservato ai soggetti che effettuano operazioni suscettibili di generare redditi diversi di cui all' art. 67 comma 1 lett. c) e c- bis ) del TUIR. Con la proroga del regime effettuata dalla L. 145/2018 (legge di bilancio 2019), per avvalersi della rivalutazione per il 2019, occorreva possedere la partecipazione alla data del 1° gennaio 2019. Per beneficiare del regime agevolato in argomento, entro il 1° luglio 2019 (il 30 giugno 2019 cadeva di domenica) era necessario procedere con: - la redazione e il giuramento di un' apposita perizia di stima, da parte di un soggetto abilitato; - il versamento in autoliquidazione di un' imposta sostitutiva sul valore periziato (dell' 11% o del 10%), da parte del contribuente. L' imposta sostitutiva doveva essere versata sull' intero valore risultante dalla perizia delle partecipazioni non quotate. L' Agenzia delle Entrate ( cfr . circ. n. 35/2004 2; n. 47/2011 1.3; n. 20/2016 , 11) ha chiarito che l' opzione per la rideterminazione del costo o valore di acquisto delle partecipazioni non quotate e la conseguente obbligazione tributaria si considerano perfezionate con il versamento, entro il termine previsto: - dell' intero importo dell' imposta sostitutiva dovuta, sulla base del valore indicato nella perizia giurata; - oppure, per il pagamento rateale, della prima rata. Stante la suddetta impostazione relativa al perfezionamento della rivalutazione, è stato altresì chiarito che il contribuente può avvalersi del ravvedimento operoso, di cui all' art. 13 del DLgs. 472/1997, solo in caso di omesso o insufficiente versamento delle rate dell' imposta sostitutiva successive alla prima . La Cassazione, con la sentenza 20 febbraio 2015 n. 3410 , ha sostanzialmente confermato l' impostazione dell' Agenzia delle Entrate. Muovendo da queste considerazioni, è interessante analizzare il caso in cui il versamento dell' imposta venga effettuato dalla società di persone commerciale partecipata, invece che dal soggetto non imprenditore che applica le disposizioni sul capital gain. Detto versamento non risulterebbe idoneo a riconoscere l' opzione per la rideterminazione del costo fiscale delle partecipazioni da parte della persona fisica che non svolge attività di impresa. Infatti, tale comportamento sarebbe carente dei presupposti soggettivi ed oggettivi previsti dalla norma che si rivolge ai soggetti non imprenditori suscettibili di produrre redditi diversi in caso di cessione di partecipazioni non quotate. Tuttavia, si segnala l' interessante sentenza del 15 gennaio 2010 n. 8/1/10 della C.T. Prov. Alessandria, secondo la quale l' errato versamento da parte della società dell' imposta sostitutiva per la rideterminazione della

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[§22820978§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

partecipazione non può far venir meno l' affrancamento così come determinato secondo il valore indicato nella perizia di stima. Il caso analizzato dai giudici riguarda il socio di una società in accomandata semplice che ne possedeva il 25% del capitale e che ha rivalutato la propria quota di partecipazione, tenendo conto del valore indicato nella perizia giurata di stima (redatta appositamente per poter aderire al regime agevolativo previsto dall' art. 5 della L. 448/2001). Evidente la volontà del socio In questa circostanza, l' imposta sostitutiva era stata versata attraverso un modello F24 intestato alla società , riportando il codice fiscale della sas, anziché quello distinto di ognuno dei quattro soci. Al riguardo, la Commissione ha considerato l' errore commesso come scusabile, affermando che "la contribuente ha specificamente seguito le disposizioni in materia di rideterminazione del valore della quota; che tale valore è stato stabilito mediante perizia asseverata; che trattasi di partecipazione non qualificata; che l' imposta sostitutiva era stata a suo tempo versata; ne deriva che nel caso in esame non può ravvisarsi plusvalenza alcuna". Nonostante sia stato formalmente commesso un errore materiale nella compilazione del modello F24, si valorizza il fatto che risulta versato l' intero importo dovuto a titolo di rivalutazione. La medesima impostazione potrebbe essere adottata qualora appaia evidente la volontà di avvalersi della rivalutazione da parte del socio. Del resto, l' erronea indicazione del codice fiscale non costituisce un elemento che compromette il pagamento dell' imposta nei termini, nella misura in cui, beninteso, siano stati rispettati gli obblighi di legge inerenti alla rivalutazione, e, in particolare, sussistano le condizioni per fruirne.

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[§22820979§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 28 Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni

SCELTE POLITICHE

Più giustizia fiscale, la missione da compiere

ANTONIO MISIANI

Caro Direttore, quello che spaventa gli italiani è la percezione del caos, dell' incertezza e dell' assenza di futuro. Gli italiani - anche quelli della classe media - reclamano sicurezze e giustizia sociale. Un fisco più equo e una politica per aumentare i redditi bassi e medi non spaventano le persone. Le spaventa piuttosto, ripeto, l' instabilità e la sensazione di una classe dirigente incapace di decidere, di fronte alle difficoltà nell' accesso a beni essenziali come la sanità, la casa o l' istruzione. Il corsivo di Antonio Polito (Corriere, 23 ottobre) offre spunti di riflessione interessanti e certamente coglie difficoltà reali. Esiste un problema di erosione delle possibilità della classe media. Noi dobbiamo intervenire con strumenti nuovi ed efficaci. Mi permetto tuttavia di non condividere la tesi principale che ispira l' articolo: ciò che impaurisce il ceto medio non sono le politiche fiscali del governo, ma l' incertezza. È l' effetto tela di Penelope che spaventa i cittadini: il riproporsi di un gioco logorante in cui si vede la notte demolire quello che viene fatto durante il giorno. Per questo ribadisco: avanti con i fatti, con un metodo di lavoro basato sulla lealtà, sulla velocità d' azione e sulla concretezza. Detto questo, credo che valga la pena entrare nel merito su due temi affrontati che riguardano l' azione del governo: le politiche fiscali e le misure a favore dei ceti medi. Primo. Noi vogliamo essere il partito della giustizia fiscale. Crediamo che, per ripartire e per essere più giusta, l' Italia debba raccogliere la sfida di abbattere in pochi anni il livello oggettivamente inaccettabile di evasione fiscale. Spaventa gli italiani? Non credo, perché gli italiani onesti sono la stragrande maggioranza e sanno benissimo che gli evasori fiscali li ingannano due volte: prima sottraendo risorse destinate alle famiglie, allo sviluppo e alla riduzione delle tasse; e poi facendo concorrenza sleale a chi opera nel mercato rispettando le regole. Secondo. Il sostegno ai redditi bassi e medi. La scelta più importante della legge di bilancio è lo stop all' aumento dell' Iva, che evita una stangata da 23 miliardi che sarebbe costata in media ad ogni famiglia italiana 541 euro. La seconda misura è il taglio del cuneo fiscale, che nel suo commento Polito cita in maniera un po' liquidatoria. Io dico invece che una risposta all' impoverimento dei ceti medi è oggi fondamentale, perché il livello dei redditi italiani è troppo basso, perché è un freno ai consumi, perché è fonte di insopportabili diseguaglianze, da cui si origina il rancore e la rabbia di tanti cittadini. Per aumentare gli stipendi 3 miliardi sono pochi? È un inizio, dal 2021 saranno 5 miliardi

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[§22820979§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere della Sera Fisco e Dichiarazioni

e rappresentano il primo passo di una più strutturale riforma dell' Irpef. Sono risorse coperte non con clausole di salvaguardia, come è avvenuto in passato, ma recuperando l' evasione fiscale e tagliando una serie di spese improduttive. Su un punto ha invece pienamente ragione Polito: se c' è una cosa da evitare è la politica degli annunci, dei proclami, della propaganda via social.L' Italia oggi è un Paese più affidabile e protagonista in Europa: grazie alla credibilità e alla fiducia ritrovata risparmieremo nel 2020 ben 7 miliardi di euro di interessi sul debito, che salgono a quasi 12 nel 2021 e oltre 17 nel 2022. Questo «dividendo della stabilità» è cruciale per aiutare il ceto medio e fare ripartire l' Italia. Una missione affidata ad un governo di coalizione, dove le scelte si devono prendere, difendere e realizzare insieme. Senza fughe in avanti o tentazioni di protagonismo. Questo è il vero e unico scopo del governo in cui il Pd è impegnato: produrre fatti e ridare fiducia, speranza e giustizia agli italiani. Viceministro dell' Economia e delle Finanze .

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[§22820980§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 40 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

Sui bilanci 2020-2022 pesano le incertezze su Imu-Tasi e sul Fondo crediti inesigibili

Preventivi zeppi di incognite

Aumenta l' incidenza di capacità fiscali e fabbisogni sul Fsc

PAGINA A CURA DI MATTEO BARBERO

Bilancio di previsione 2020-2022 con molte incognite. Mai come quest' anno è opportuno impostare il prima possibile l' iter di predisposizione del prossimo preventivo, al fine di usufruire delle diverse forme di flessibilità previste dall' ordinamento ed evitare il regime dei dodicesimi. Ciò, come noto, richiede che il budget sia definito entro metà novembre, unitamente all' eventuale nota di aggiornamento del Dup. Ma come al solito, il percorso è tutt' altro che agevole, dato che la prossima manovra è chiamata ad affrontare non poche questioni. Proviamo a mettere a fuoco le principali. Fondo di solidarietà comunale A legislazione vigente, per il 2020 il peso del parametro basato su capacità fiscali e fabbisogni standard per il riparto della c.d. quota perequativa dovrebbe salire all' 85%, per attestarsi al 100% dal 2021 (comma 449 della legge n.232/20169). Ricordiamo che tale percentuale è stata fissata al 45% nel 2018 e nel 2019). Per la possibile stima di quanto le assegnazioni ai singoli enti possano variare rimandiamo alle nostre circolari dei mesi scorsi. Fondo Imu-Tasi Dal 2020 il relativo stanziamento si attesta a190 milioni, da destinare al finanziamento di piani di sicurezza a valenza pluriennale finalizzati alla manutenzione di strade, scuole ed altre strutture di proprietà comunale, utilizzabili anche in parte corrente (comma 892, legge 145/2018). Nel 2019 il fondo valeva 300 milioni, per cui in mancanza di correttivi si dovrà tenere conto di una riduzione piuttosto rilevante. Il Governo pare tuttavia intenzionato a procedere al rifinanziamento (si veda ItaliaOggi di ieri). Proventi alienazioni Tali entrate sono sempre utilizzabili in parte corrente (comma 866 della legge 232/2016) Economie mutui Tali entrate sono ancora destinabili a parte corrente, ma solo per il 2020 (art. 7, comma 2, del dl n. 78/2015) Limite anticipazioni tesoreria In mancanza di correttivi, il limite tornerà a 3/12 (comma 906, legge n. 145/2018) Fondo crediti di dubbia esigibilità Dal 2020, l' accantonamento minimo è pari al 95% minimo, al momento non riducibile (il comma 1015 della legge n. 145/2018 era applicabile solo al 2019). Ricordiamo inoltre che in sede di rendiconto 2019 al momento non sarebbe applicabile il metodo semplificato. Tributi In questo ambito, sono attesi importanti chiarimenti riguardo alla Tari (a seguito delle incertezze sulla riforma anticipata dai documenti consultivi di Arera) e all' annunciato accorpamento di Imu e Tasi. Al riguardo, si suggerisce di operare sempre a legislazione vigente. Inoltre, occorrerà fare fronte al nuovo timing di efficacia delle deliberazioni sui tributi minori previsto

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[§22820980§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

dal decreto «Crescita» (dl 34/2019). Con la nuova disciplina, per le scadenze di versamento fissate ante 1° dicembre si dovrebbero applicare le tariffe dell' anno precedente, mentre solo dopo il 1° dicembre di ciascun anno potranno essere considerati gli effetti degli atti pubblicati entro il 28 ottobre e saranno possibili gli eventuali conguagli su quanto già versato, a saldo dell' importo dovuto per l' intero anno. Ciò inevitabilmente condizionerà gli equilibri contabili, specialmente sul versante della cassa. © Riproduzione riservata.

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[§22820982§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 16 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

RISPARMIO GESTITO

Raccolta positiva per 1,9 miliardi

A settembre il patrimonio ha segnato il nuovo record a quota 2.272 miliardi

I.D.V.

Un altro dato positivo per l' industria del risparmio gestito. A settembre i gestori hanno incassato complessivamente 1,9 miliardi, registrando un rallentamento di passo rispetto ai 3,9 raccolti ad agosto. A spingere la raccolta sono state le gestioni collettive (1 miliardo), mentre il contributo di quelle di portafoglio (che sono tornate in attivo) è stato pari a 873 milioni. Il patrimonio, invece, si è attestato a quota 2.272 miliardi segnando così il nuovo record storico del settore. Analizzando le statistiche dei fondi aperti, emerge un ritorno di interesse per la tipologia dei fondi azionari che hanno archiviato il mese con i conti i attivo per 478 milioni (-800 ad agosto). Ma i campioni di raccolta si confermano gli obbligazionari che, nonostante il dato di settembre (1,2 miliardi) sia in netto calo rispetto a quello di agosto (3,4 miliardi), da inizio anno viaggiano con il saldo più elevato di tutti (8,5 miliardi). Guardando le altre categorie, sui monetari c' è stata un' inversione di rotta: sono passati da +3,3 miliardi a -591 milioni, mentre i bilanciati continuano ad avere un ruolo costante nel portafoglio delle famiglie: 2,8 miliardi da gennaio e 724 milioni a settembre. In termini di performance i prodotti che da inizio anno sono saliti di più sono stati gli azionari Italia cresciuti del 22%, seguiti dai prodotti specializzati in America (21%) e dagli internazionali (18%). Gli obbligaizonari si sono rivalutati mediamente del 5,6% e i bilanciati del 9,5 per cento. Per quanto riguarda i gruppi, da segnalare il risultato di Intesa Sanpaolo che, grazie ai 2,5 miliardi incassati da Eurizon, hanno registrato il dato migliore di tutto il mercato. Positivo anche il risultato di Amundi (730 milioni), di Morgan Stanley (335 milioni) e di Pramerica (265 milioni) , mentre è negativa la raccolta per Poste Italiane (-1,6 miliardi), Kairos Partners (-558 milioni) e Generali (-477 milioni). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820983§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 38 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

La segretaria generale dell' Inrl analizza le differenze di genere presenti nella professione

Revisori, il 30% è al femminile

Zaffonato: no alle quote rosa, puntare sulla meritocrazia

I dati parlano fin troppo chiaro: su circa 152 mila revisori legali attivi e abilitati nel registro del Mef, meno del 30% è di sesso femminile. Ma che quella del revisore legale non sia certo una libera professione dalle spiccate connotazioni maschili, lo rimarca la segretaria generale dell' Inrl, Katia Zaffonato che compie una premessa d' obbligo «Dobbiamo partire dal quadro generale: è noto che quasi l' 80% delle bambine delle scuole primarie e medie risultano essere fortemente interessate alle materie scientifiche ma che questa percentuale si riduce drasticamente, al di sotto del 20%, già dalle scuole secondarie di secondo grado. La causa di questo vistoso calo non è certo dovuta ad un sostanziale azzeramento della passione per queste materie quanto risiede nell' educazione ricevuta dalla famiglia e nei retaggi culturali ancora troppo radicati nella società italiana. Retaggi secondo i quali non vale la pena per una donna intraprendere percorsi accademici scientifici e tecnologici ritenuti troppo impegnativi e non compatibili, per esempio, con le priorità dettate dagli impegni familiari. Sembra assurdo, oggi che siamo nel 2020, parlare ancora di questi vincoli anacronistici, ma è la pura verità. Sarebbe bene ricordare sempre che è ormai ampiamente come la donna può vivere ed operare nel mondo tecnologico, così come approcciare a certe professioni erroneamente considerate una prerogativa maschile, come appunto quella della revisione legale. Al contrario, direi che proprio la donna, dotata di sentimento e intuizione può arrivare dove l' uomo, con pensiero e logica, non può Inserita poi in un contesto lavorativo prettamente maschile, la donna può essere soggetta a pregiudizi ma l' impegno, il metodo e i risultati appianano qualsiasi distanza. Fortunatamente», prosegue Zaffonato, «oggi che ad esempio il tema del differenziale remunerativo tra uomo e donna è diventato di grande attualità perché si tratta di una discriminazione del tutto inaccettabile, vale la pena sgombrare il campo da luoghi comuni anche nel mondo professionale ed affermare in modo definitivo che, in tutta la sfera delle professioni intellettuali, non esiste la benché minima differenza. Anzi, in alcuni casi, è il revisore donna ad aver dimostrato capacità superiori, ma ovviamente in quanto soggetto preparato, indipendentemente dal sesso» La stessa segretaria nazionale dell' istituto è una chiara dimostrazione di come si possono assumere ruoli ai vertici di società ed associazioni con caparbietà, passione e tanta volontà. A tal proposito, Zaffonato riassume cosa intende fare per l' Inrl nell' immediato futuro: «Preciso che personalmente non credo alle ''quote rosa'' quanto alla meritocrazia professionale; in tale ottica vorrei trasmettere a tutte le attuali professioniste l' entusiasmo che sta accompagnando i nuovi vertici dell' istituto nel percorso di evoluzione della categoria, per avvicinarle alla vita dell' istituto, con un forte investimento sull' alta formazione che può diventare il differenziale di

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[§22820983§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

maggior rilievo nell' attività contabile». E a proposito di formazione, si è svolto nei giorni scorsi a Bari il secondo incontro formativo frontale dell' Inrl, organizzato in collaborazione con I-sapere School of business, che ha registrato una buona affluenza di professionisti come hanno annotato con legittima soddisfazione il delegato provinciale dell' Inrl, Giuseppe Siragusa e il tesoriere dell' istituto Paolo Brescia, presente all' evento in rappresentanza dei vertici dell' istituto: «Se si considera che l' evento si è tenuto in un giorno lavorativo», osserva Paolo Brescia, «aver registrato la partecipazione di quasi 50 colleghi revisori è sicuramente un dato positivo. Abbiamo raccolto una larga soddisfazione al termine del seminario formativo e questo anche grazie alle illustrazioni del professor Franco Rubino che è riuscito a rendere piacevoli e interessanti alcuni argomenti ostici come la contabilità analitica. La cifra dell' interesse suscitato dalla nostra iniziativa è mostrata soprattutto dalle numerose richieste di precisazione provenienti da un' attenta platea e rivolte al docente.» Poco prima dell' inizio dei lavori, che si sono tenuti presso il Nicolaus Hotel, lo stesso Paolo Brescia, oltre a portare i saluti dei vertici dell' istituto, si è soffermato, con una breve illustrazione, sulle linee programmatiche dell' Inrl per l' immediato futuro, con una sottolineatura delle istanze che si vogliono portare all' attenzione di parlamentari e governo, a tutela dell' intera categoria. In conclusione sempre Brescia ha compiuto una esaustiva introduzione sull' Isa 200. Nel corso della pausa dei lavori, poi, molti delegati hanno rivolto al tesoriere dell' Inrl e al delegato provinciale numerose delucidazioni sui programmi formativi e sulle altre attività che l' Istituto sta portando avanti a tutela dei revisori. Particolare interesse sta suscitando, ad esempio, il tema dell' apposizione del visto di conformità. «Da tener presente», ha aggiunto il delegato Giuseppe Siragusa, «che l' istituto ha fortemente voluto organizzare questo incontro proprio a Bari perché la Puglia, stando anche ai dati in possesso del Mef, con oltre 12 mila revisori, risulta essere dopo la Campania, la regione del sud Italia col maggior numero di professionisti contabili, in buona parte dovuto alla alta concentrazione di imprese ed un tessuto imprenditoriale particolarmente articolato nei vari settori merceologici». A completare il calendario autunnale di incontri formativi, dopo Milano, Palermo e Bari, l' ultimo appuntamento già prefissato dall' Inrl si terrà a Roma, il prossimo 23 novembre. © Riproduzione riservata.

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[§22820985§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 34 Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

La risposta delle Entrate sulla realizzazione di lavori

Rivendita di immobili nel reddito d' impresa

GIULIA PROVINO

La rivendita di unità immobiliari è ricompreso nel reddito di impresa. È la risposta dell' Agenzia delle entrate n. 426 di ieri, relativa all' esercizio del reddito d' impresa. L' Agenzia ritiene che, la realizzazione di unità immobiliari a seguito dei lavori, che hanno comportato un' aumento volumetrico del fabbricato, e la successiva vendita delle parti configura un comportamento logicamente e cronologicamente precedente l' atto di cessione e strumentale rispetto all' incremento di valore, tale che evidenzia l' intento di realizzare un «arricchimento». Pertanto, l' attività svolta dall' istante deve considerarsi imprenditoriale dal momento che l' intervento sul complesso immobiliare risulta finalizzato non al proprio uso, ma alla realizzazione e successiva vendita delle unità immobiliari a terzi, avvalendosi di un' organizzazione produttiva idonea, svolta nel tempo. Di conseguenza, il reddito generato dalla vendita delle unità immobiliari va considerato imponibile come reddito di impresa. L' acquisto ausili per autosufficienza rientra tra nelle agevolazioni per disabili. I soggetti disabili posso usufruire dell' Iva agevolata al 4% e del diritto alla detrazione Irpef del 19% sull' intero importo degli acquisti di elettrodomestici e mobili volti a facilitare l' autosufficienza, l' integrazione e la comunicazione interpersonale della persona portatrice di handicap con l' ambiente, se questi presentano la certificazione medica dalla quale risulti sussistere un collegamento funzionale tra la tipologia della menomazione e gli effetti migliorativi che i sussidi che si intendono acquistare possono recare alle esigenze di vita. Per usufruire dell' Iva agevolata la persona portatrice di handicap deve presentare: il certificato che attesti l' invalidità funzionale permanente rilasciato dall' Asl competente e la specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell' Asl competente dalla quale risulti il collegamento funzionale tra l' invalidità certificata e il sussidio richiesto. In merito al diritto alla detrazione Irpef del 19%, si può usufruire di questa soltanto se sussiste il collegamento funzionale tra la patologia diagnosticata e gli effetti migliorativi che i prodotti che si intende acquistare possono apportare, provato tramite la certificazione rilasciata dal medico curante. Iva per i compensi della Commissione di accordo bonario. Niente agevolazioni per le prestazioni di servizi rese dalla Commissione di accordo bonario istituita in relazione ad un contratto di appalto, che sono dunque imponibili ai fini Iva. È la risposta delle Entrate n. 425 di ieri. Nel caso di specie, l' AdE ritiene che le prestazioni di servizi eseguite dai componenti della Commissione non sono direttamente riferibili al funzionamento ed alla manutenzione degli impianti ovvero all' attività di movimentazione di beni o di persone o di assistenza ai mezzi di trasporto. Tali prestazioni, in particolare, non sembrano

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[§22820985§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Fisco e Dichiarazioni

dare luogo ad interventi di carattere strutturale da realizzarsi su impianti già esistenti e direttamente funzionali ad assicurarne e garantirne il funzionamento e la manutenzione, quali il rifacimento, il completamento, l' ammodernamento, l' ampliamento, la ristrutturazione e la riqualificazione degli impianti stessi. © Riproduzione riservata.

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[§22820988§] venerdì 25 ottobre 2019

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Sussidi per i disabili con aliquota IVA del 4%

L' Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 422/2019 , ha confermato la possibilità di applicare l' IVA con aliquota del 4% con riferimento a tutti i beni per i quali il medico specialista attesti, sulla base di una valutazione tecnica, che sussiste un collegamento funzionale tra la patologia diagnosticata e gli effetti migliorativi che i sussidi che si intendono acquistare possano apportare alle esigenze di vita del disabile. Nella fattispecie della risposta, viene riconosciuta l' aliquota del 4% per l' acquisto di sussidi"facilitano l' autosufficienza, integrazione e la comunicazione interpersonale". Tale conclusione si fonda sull' art. 1 , comma 3- bis) del DL n. 202/89, il quale prevede che "Tutti gli ausili e le protesi relativi a menomazioni funzionali permanenti sono assoggettati all' aliquota dell' imposta sul valore aggiunto del 4 per cento". Inoltre, a norma dell' art. 2 , comma 9 del DL n. 669/96, l' aliquota IVA agevolata "si applica anche ai sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l' autosufficienza e l' integrazione dei soggetti portatori di handicap di cui all' articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104". Le condizioni per l' agevolazione sono individuate dall' art. 1 del DM 14 marzo 1998, stabilendo che l' aliquota del 4% si applica "Alle cessioni e importazioni dei sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l' autosufficienza e l' integrazione dei soggetti portatori di handicap". Con riguardo alla documentazione necessaria, l' art. 2, comma 2 del citato decreto prevede che il soggetto portatore di handicap debba produrre: - il certificato attestante l' invalidità funzionale permanente rilasciato dall' ASL competente; - la specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista dell' ASL competente dalla quale risulti il collegamento funzionale tra la certificata invalidità e il sussidio in questione. Per quanto riguarda, inoltre, il diritto alla detrazione IRPEF, si formula le seguenti considerazioni. Ai fini della detrazione IRPEF ex art. 15 lett. c) del TUIR,oltre alla certificazione attestante la minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, rilasciata dalla Commissione di cui all' art. 4 della L. 104/92 o da Commissioni mediche pubbliche incaricate, è necessaria anche la certificazione del medico curante che attesti che quel sussidio serve per facilitare l' autosufficienza e la possibilità di integrazione della persona disabile.

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[§22820989§] venerdì 25 ottobre 2019

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Tassati i proventi sottratti dall' amministratore di sostegno

Irrilevante la tassazione delle somme presso le vittime dell' appropriazione

Le somme derivanti da proventi illeciti e, in particolare, oggetto di appropriazione indebita da parte di un amministratore di sostegno , devono essere sottoposte a tassazione ai sensi dell' art. 14, comma 4 della L. n. 537/93. A stabilirlo, l' ordinanza della Corte di Cassazione n. 27357 , depositata ieri. Occorre rammentare che, in base a quanto previsto dall' art. 14 comma 4 della Legge 537/93, i proventi che derivano da fatti, atti o attività qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo, devono intendersi ricompresi nelle categorie di reddito di cui all' art. 6 comma 1 del TUIR - se in esse classificabili - e vengono determinati secondo le disposizioni riguardanti ciascuna categoria reddituale. Lo stesso dettato normativo prevede una prima ipotesi derogatoria: i proventi illeciti non sono tassabili laddove essi siano già sottoposti a sequestro o confisca penale , a condizione che il relativo provvedimento venga adottato entro il periodo d' imposta in cui il provento sarebbe imponibile ( cfr . Cass. 22. febbraio 2008 n. 4625 e 2 dicembre 2008 n. 28574 ). La giurisprudenza aveva in passato esteso l' esonero da tassazione dei proventi illeciti alle ipotesi di restituzione "volontaria", e non coattiva, a condizione che ciò avvenga nel medesimo periodo d' imposta in cui il provento sarebbe stato imponibile. In questi casi, infatti, non possono ravvisarsi elementi dirimenti in grado di differenziare il caso in cui il provento illecito sia stato restituito volontariamente anziché recuperato coattivamente (Cass. 13 novembre 2013 n. 25467 ). Mediante l' ordinanza di ieri, la Cassazione stabilisce la legittimità del recupero a tassazione dei proventi derivanti da reato (c.d. " pretium sceleris ") percepiti dall' amministratore di sostegno, respingendo la tesi, fatta propria nei due precedenti gradi di giudizio, secondo cui la richiamata disposizione farebbe riferimento alla sola attività economica produttiva di ricchezza. L' art. 14 comma 4 della L. 537/93 opera quand' anche i proventi che il reo ha sottratto siano stati precedentemente tassati presso la persona offesa. La disciplina trova persino applicazione in ipotesi in cui le somme non fanno più parte del patrimonio del soggetto destinatario dell' accertamento. Ci potrebbero essere spazi per l' onere deducibile in caso di restituzione Una prima ipotesi si verifica ove il percipiente, non avendo intenzione di trattenere le somme nel proprio patrimonio, si accordi con un soggetto terzo per riversarle a titolo di "tangente". In queste fattispecie appare irrilevante, quanto all' imponibilità, l' intenzione di non trattenere gli importi nel proprio esclusivo interesse, bensì di trasmetterli a terzi in base ai suddetti accordi (Cass. 18 gennaio 2008 n. 1058 ). Analogamente, devono essere ricomprese nel reddito imponibile le somme che siano state oggetto di successiva condanna alla restituzione o al risarcimento dei danni (Cass. 23 febbraio 2000 n. 7511 e Cass. 9 novembre 2005 n. 21746 ). Tuttavia, ma di questo la sentenza non parla, se il percipiente ha poi restituito le somme,

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[§22820989§] venerdì 25 ottobre 2019

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Fisco e Dichiarazioni

dovrebbe poter recuperare le imposte tramite lo specifico onere deducibile di cui all' art. 10 comma 1 lett. d- bis ) del TUIR, che opera pure per i redditi diversi ancorché illeciti (ris. Agenzia Entrate 17 maggio 2007 n. 101 ), o, a nostro avviso, tramite domanda di rimborso.

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[§22820990§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 4 La Nazione Fisco e Dichiarazioni

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TAX EXPENDITURES

Taglio alle detrazioni Si parte dai ricchi

Si parte con un graduale azzeramento delle detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti tra i 120mila e i 240mila euro di reddito, escluse quelle per gli interessi sui mutui. Salve le detrazioni per le spese sanitarie, mentre colpite quelle veterinarie, per asili nido, attività sportive o l' università.

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[§22820991§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 6 La Stampa Fisco e Dichiarazioni

Un' altra clausola salva-conti per rassicurare la Commissione Ue

Il ministro del Tesoro Gualtieri: "La legge di Bilancio non devia dal percorso di risanamento" I renziani: pochi emendamenti, ma vogliamo meno micro-tasse e più aiuti per le famiglie

roma Rischia di slittare alla prossima settimana il varo del decreto fiscale. Colpa delle discussioni nella maggioranza, che non si sono ancora placate sul nodo del carcere ai grandi evasori. Il testo del provvedimento è stato chiuso al ministero del Tesoro, ma ancora non sarebbe stato «vistato» dagli altri ministeri competenti e definitivamente «bollinato» dalla Ragioneria dello Stato. Anzi: voci ipotizzano perplessità del Quirinale su un decreto legge (dunque «necessario e urgente») che contempla misure che scatteranno tra molti mesi. Ieri comunque il premier Conte ha visto Maria Elena Boschi e il ministro , che avrebbero garantito che Italia Viva non farà imboscate durante l' iter parlamentare della manovra. Vedremo. Come previsto, invece, non sembrano sorgere problemi in sede europea per il pacchetto economico. Ieri il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri ha risposto alla richiesta di chiarimenti di Bruxelles assicurando che nel programma economico italiano non ci sono «deviazioni significative» dal tracciato europeo, e che per rassicurare la Commissione si impegna a inserire in manovra una nuova «clausola salva-conti» che congela dei fondi in attesa di verificare gli effettivi risparmi di Quota 100. Per adesso la stretta penale contro gli evasori prevede che la pena massima passi da 6 a 8 anni in caso di dichiarazione fraudolenta, quando la somma evasa superi i 100 mila euro. Il tetto di carcere è stato alzato anche per altri tipi di reato. Per esempio, per la dichiarazione infedele è salito da 3 anni a 5 anni. Mentre si sono abbassate le soglie per lo sconfinamento dal «fiscale» al penale di alcuni tipi di comportamenti: per il mancato versamento delle ritenute, prima la somma in ballo doveva superare i 150 mila euro, ora ne bastano 100 mila. Sembra invece definita l' operazione che riguarda il sostegno alle famiglie per gli asili nido: il ministro Elena Bonetti ha spiegato che il contributo sarà di 250 euro mensili, «che significa 3 mila euro annui. Questo per la fascia da zero a 3 anni». Intanto già nel 2020 ci sarà «un assegno mensile, universale, per tutti i nuovi nati», che sarà da 80 euro o 120 euro o 160 euro a seconda del reddito. Confermata poi l' estensione del congedo di paternità, che passa da 5 a 7 giorni. Sul fronte della lotta all' evasione Gualtieri nella sua lettera ha scritto che una stima «prudente ma rigorosa» attribuisce a questo tipo di interventi un valore di 3 miliardi. Il taglio del cuneo fiscale è previsto sia per i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8 mila a 26.600 euro (che percepiscono già il bonus Renzi) che per i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35mila euro. In busta paga saranno circa 500 euro all' anno nel 2020 e mille a partire dal 2021. Sugli stipendi

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[§22820991§] venerdì 25 ottobre 2019

La Stampa Fisco e Dichiarazioni

alti peserà però la stretta sulle detrazioni Irpef, che andranno a calare per i redditi oltre 120mila euro azzerandosi a quota 240mila euro, anche se non per tutte le spese: non saranno toccate quelle sanitarie. Nel decreto fiscale, a copertura della manovra emergono oltre tre miliardi di euro di tagli alle dotazioni dei ministeri. Una cifra imponente di cui 2,9 miliardi relativi allo stesso Mef, con riduzioni alle dotazioni finanziarie che colpiscono i rimborsi di imposta e la gestione della tesoreria. E 605 milioni di fondi "appostati" alla voce incentivi alle imprese. R. Gi. - c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Fondi accantonati in attesa di verificare gli effettivi risparmi di Quota 100 sintesi.

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[§22820992§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 27 Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

IMMOBILI

Vendita dopo la ricostruzione: scatta il reddito d' impresa

La realizzazione di unità destinate a terzi configura un' attività imprenditoriale L' Agenzia nega l' esenzione della plusvalenza per i beni posseduti da più di 5 anni

Luca De Stefani

La demolizione di un fabbricato da parte di una persona fisica con la ricostruzione e la vendita di 5 appartamenti, 8 garage e 3 posti auto è un' attività imprenditoriale che comporta la tassazione del relativo reddito d' impresa. A questa conclusione è giunta l' agenzia delle Entrate con la risposta di ieri, n. 426, con la quale è stata negata l' applicazione, come persona fisica, dell' articolo 67, comma 1, lettera b), del Tuir, che avrebbe comportato l' esenzione dal Irpef della plusvalenza da cessione, in quanto il caso trattava di beni immobili posseduti da più di 5 anni. Il caso Il caso trattato dall' agenzia delle Entrate riguarda la realizzazione e la cessione, da parte di una persona fisica, di un intero fabbricato, costituito da 5 appartamenti, 8 garage e 3 posti auto, costruiti a seguito dei lavori di demolizione e ricostruzione (con aumento volumetrico del 20%, possibile in base al regolamento urbanistico comunale), per i quali verrà presentata una Scia e non una licenza di costruzione. Secondo l' agenzia delle Entrate, l' attività svolta dall' istante deve considerarsi imprenditoriale, in quanto l' intervento risulta finalizzato non al proprio uso o a quello della propria famiglia, bensì alla realizzazione e successiva vendita delle unità immobiliari, garage e posti auto a terzi, avvalendosi di un' organizzazione produttiva idonea, e svolgendo un' attività protrattasi nel tempo. Il reddito generato dalla vendita del fabbricato costruito dalla persona fisica, pertanto, è un «reddito d' impresa» dell' articolo 55 del Tuir, in quanto derivante dall' esercizio di imprese commerciali, e non un «reddito diverso» dell' articolo 67 Tuir, generato dalla persona fisica. Per esercizio di imprese commerciali, infatti, si intende l' esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività indicate nell' articolo 2195 del Codice Civile e la qualifica di imprenditore può essere attribuita anche a chi semplicemente utilizzi e coordini un proprio capitale per fini produttivi. L' esercizio dell' impresa può esaurirsi anche con un singolo affare, in considerazione della sua rilevanza economica e delle operazioni che comporta. Infatti, il singolo affare può costituire impresa quando implica il compimento di una serie coordinata di atti economici, come avviene nel caso di costruzione di edifici, sia pure con un' unica operazione economica (Cassazione 29 agosto 1997, n. 8193, 31 maggio 1986, n. 3690 e 20 gennaio 1973, n. 267). L' agenzia delle Entrate, quindi, ha confermato quanto detto nella risoluzione n. 204/E/2002, nella

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[§22820992§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Fisco e Dichiarazioni

quale era stato trattato il caso della cessione di ben 49 box, dopo avervi eseguito interventi di risanamento conservativo. In quella sede, venne trattato anche l' aspetto Iva, arrivando alla conclusione che le cessioni dei box poste in essere dall' istante dovessero essere altresì rilevanti ai fini dell' Iva, in quanto poste in essere nell' esercizio di un' attività di impresa, ai sensi dell' articolo 4 del dpr 633/1972. Si ritiene che si debba arrivare alla stessa conclusione anche nel caso trattato nella risposta di ieri, n. 426. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820939§] venerdì 25 ottobre 2019

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Fisco e Dichiarazioni

Escluso l' uso della dichiarazione d' intento per le cessioni di carburante

Il decreto fiscale prevede una stretta sulle deroghe al versamento dell' IVA con F24 per l' immissione in consumo di tali prodotti

Nella bozza del decreto fiscale sono previste, fra l' altro, alcune misure per prevenire le frodi nel settore dei carburanti (in particolare, benzina e gasolio destinati a essere utilizzati come carburanti per motori per uso autotrazione). Viene ristretto il campo di applicazione delle deroghe all' obbligo di versare l' IVA con modello F24 per l' immissione in consumo o l' estrazione dal deposito nonché impedito, di regola, l' utilizzo della dichiarazione di intento per le cessioni e le importazioni definitive di tali prodotti. La legge di bilancio 2018 ha subordinato l' immissione in consumo dal deposito fiscale o l' estrazione dal deposito di un destinatario registrato dei citati carburanti al versamento dell' IVA, a mezzo modello F24, senza possibilità di compensazione ( art. 1 commi 937-943 della L. 205/2017 e DM 13 febbraio 2018 ). Il versamento dell' imposta è effettuato, dal soggetto per conto del quale il gestore del deposito procede all' immissione in consumo o all' estrazione, a mezzo modello "F24 Versamenti con elementi identificativi" (ris. Agenzia delle Entrate n. 18/2018 ). La ricevuta di versamento dell' IVA deve essere consegnata, in originale, al gestore del deposito o al depositario registrato che verifica la presenza del modello di pagamento, attraverso il proprio "cassetto fiscale" ( art. 5 del DM 13 febbraio 2018). In base alla formulazione vigente dell' art. 1 commi 940 e 941 della L. 205/2017, la predetta disciplina non si applica : - ai prodotti introdotti a seguito di acquisto intracomunitario, se l' immissione in consumo è effettuata per conto di un soggetto che integra i criteri di affidabilità previsti o che presta idonea garanzia; - ai prodotti di proprietà del gestore del deposito dal quale sono immessi in consumo o estratti; - ai prodotti immessi in consumo da un deposito fiscale per conto di un soggetto titolare di un diverso deposito fiscale, avente capacità non inferiore ai valori stabiliti dall' art. 23 comma 3 del DLgs. 504/95, e che integra i criteri di affidabilità previsti; - ai prodotti immessi in consumo da un deposito fiscale avente capacità non inferiore ai suddetti valori per conto di un soggetto che presta idonea garanzia. La bozza del decreto fiscale modifica tali disposizioni prevedendo che: - per i prodotti introdotti a seguito di acquisto intracomunitario, entrambe le condizioni indicate sono richieste, dunque, occorre rispettare i criteri di affidabilità e prestare idonea garanzia; - per i prodotti di proprietà del gestore del deposito, quest' ultimo deve essere di capacità non inferiore a 3.000 metri cubi (soglia rideterminabile con decreto ministeriale), in modo che possa costituire un' adeguata garanzia per il pagamento dell' IVA. Nelle deroghe non è più presente il riferimento alle cessioni dei prodotti che intervengono durante la custodia nei depositi,trattandosi di operazioni effettuate senza l' applicazione dell' IVA ( art. 1 comma 939 della L. 205/2017). Si esclude , inoltre, l' utilizzo

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[§22820939§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Fisco e Dichiarazioni

della dichiarazione di intento per le cessioni e le importazioni definitive dei predetti carburanti. Come osservato nella relazione illustrativa, tale misura vuole impedire la realizzazione di un meccanismo fraudolento secondo cui il proprietario dei beni, qualora sia anche titolare del deposito di stoccaggio: - estrae i prodotti senza effettuare il versamento anticipato dell' IVA, avvalendosi della deroga precedentemente indicata; - cede i prodotti a una società "cartiera" senza l' applicazione dell' IVA, a fronte dell' esibizione di una dichiarazione di intento "non autentica". Possibili ulteriori limiti con decreto ministeriale Con decreto del Ministero dell' Economia e delle Finanze potranno essere stabilite ulteriori limitazioni all' utilizzo della dichiarazione di intento. Tale utilizzo resta consentito, comunque, alle imprese di trasporto di merci e di persone di cui all' art. 24- ter del DLgs. 504/95 che acquistano gasolio, ai fini dello svolgimento della loro attività, presso un deposito commerciale ( art. 25 del DLgs. 504/95), da soggetti che non rivestono la qualifica di depositario autorizzato e di destinatario registrato nonché da soggetti diversi da quelli per conto dei quali gestori di un deposito fiscale o destinatari registrati abbiano immesso in consumo o estratto il gasolio (c.d. "traders"). Si tratta, infatti, di imprese di trasporto che effettuano, generalmente, anche servizi internazionali non imponibili IVA e, pertanto, si potrebbe verificare una situazione strutturale di credito IVA. È previsto, infine, che le società, gli enti e i consorzi concessionari di autostrade e trafori mettano a disposizione dell' Agenzia delle Dogane e monopoli nonché della Guardia di Finanza, su richiesta, i dati rilevati sui transiti degli automezzi che possono essere utilizzati per la movimentazione dei prodotti energetici.

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[§22820994§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 31 Italia Oggi Giustizia

Diversi progetti allo studio della Giustizia scommettono sull' intelligenza artificiale

Piattaforma anti-contenzioso

Ciascuno potrà sapere se conviene o meno fare causa

PAGINA A CURA DI CLAUDIA MORELLI

Intelligenza artificiale nella giustizia italiana. Una piattaforma pubblica per la impugnazione delle multe e per il decongestionamento del contenzioso, grazie a un sistema predittivo che consenta agli operatori di valutare il rischio decisionale, dirottandoli verso sistemi di soluzione alternative. Il ministro della giustizia ha scelto la riunione a Strasburgo dei ministri della giustizia dei paesi aderenti del Consiglio d' Europa dedicata ai temi della innovazione tecnologia applicata alla giustizia, che si è tenuta qualche giorno fa, per annunciare due progetti di giustizia digitale ai quali il ministero avrebbe intenzione di lavorare, anche in collaborazione con il ministero per l' innovazione tecnologia. «Alcuni dei progetti più ambiziosi che stiamo ipotizzando», ha detto Bonafede, «riguardano il ricorso a sistemi di intelligenza artificiale per la decisione di prima istanza di procedimenti di natura elementare quali per esempio le impugnazioni contro sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, lasciando comunque alla parte ricorrente il potere di richiedere la revisione della decisione da parte del giudice». Il secondo progetto annunciato andrebbe nella direzione di un sistema predittivo aperto agli utenti, volto alla previsione dell' esito di giudizi di struttura elementare in modo da disincentivarne il ricorso giudiziale da parte dei soggetti più probabilmente soccombenti e per incentivare il ricorso a strumenti stragiudiziali. Una prima apertura istituzionale a sistemi di processi giudiziari automatizzati, se pur al momento solo in fase valutativa/ e di impostazione prudenziale. Iniziative, è certo, che solleciteranno la discussione. Ad avviso di Luigi Viola, autore del testo Interpretazione della legge con modelli matematici e direttore scientifico della rivista La Nuova Procedura civile, «non convince l' utilizzo di AI nella soluzione di cause anche le più semplici, che rievoca il cosiddetto giudice robot». Più convincente il progetto di giustizia predittiva, «purché sia pensato in modo compatibile con le esigenze di difesa e di evoluzione del diritto; sarebbe preferibile un modello deduttivo, che parta dalla norma e non dal caso concreto, e che aiuti tutti i giuristi ad interpretare la legge, con la possibilità di sovvertire orientamenti con la proposizione di nuovi rilievi argomentativi». @Riproduzione riservata.

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[§22820995§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

A San Paolo la super-rete digitale di Enel. De Francisci: 'Puntiamo a replicare anche in Italia'

In occasione dell' EnelFocusOn di Milano svelati i dettagli del Network Digital Twin realizzato nella città brasiliana. 'Le città cornice ideale per sperimentare l' innovazione'

" Le città sono la cornice ideale per la nostra innovazione . Questo è il motivo per cui abbiamo scelto una Megacity - dove l' energia affronta le sfide più difficili - per offrire il nostro primo Network Digital Twin . Sto parlando di San Paolo , dove stiamo realizzando il progetto Urban Futurability ": è quanto ha annunciato Silvia De Francisci, Head of New Technologies and Innovation di Enel Brasil in occasione dell' EnelFocusOn andato in scena a Milano nei giorni scorsi. L' area selezionata da Enel Brasil è la regione di Vila Olimpia , il cuore finanziario di San Paolo dove si concentrano molte sedi aziendali nonché Cubo, il più grande acceleratore di startup del Brasile . "Il progetto mira a dimostrare, in un vero scenario di laboratorio vivente, i vantaggi della piena digitalizzazione di un' area urbana in una megalopoli, a partire dalla rete elettrica e coinvolgendo tutte le parti interessate", spiega la manager. Le soluzioni tecnologiche da implementare includono tutte le migliori tecnologie di rete sviluppate da Enel GI&N per il miglioramento dell' infrastruttura, l' automazione, la connettività e ottenere una resilienza avanzata nel funzionamento delle tecnologie in campo e dei sensori che implementano il Network Digital Twin (Ndt) basato sulla completa digitalizzazione dell' area e delle infrastrutture di Enel . "Tutte le attività del progetto sono analizzate e monitorate. E sono state pianificate diverse iniziative per creare valore per gli stakeholder, utilizzando i dati raccolti da Enel, in un ambiente condiviso. La condivisione dei dati - intesa come servizio per le parti interessate - può creare valore, ad esempio consentendo agli amministratori di gestire attività come la manutenzione del verde urbano o del manto stradale evitando emissioni di CO2", spiega De Francisci. Il progetto è appena iniziato: "Siamo impegnati a trasformare la nostra visione in realtà", sottolinea la manager la quale ha annunciato che il modello potrà essere replicato in altre megalopoli e città a livello mondiale, Italia inclusa. Electrification of everything, la nuova sfida Il settore energetico ha un ruolo di primo piano e la cosiddetta Electrification of everything rappresenta la transizione del mondo energetico al digitale. "Le reti elettriche sono pienamente riconosciute come fattori abilitanti in tal senso nonché driver di uno sviluppo urbano sostenibile", evidenzia De Francisci. "Come Enel stiamo facendo la nostra parte, applicando il concetto di piattaforma digitale nel mondo dell' energia per creare un ambiente di vita accessibile e sostenibile che coinvolga tutte le parti interessate in un ecosistema comune e condiviso. Il nostro focus sarà sulle città, perfetto laboratorio vivente per l' innovazione nelle reti di distribuzione dell' energia, la più importante infrastruttura tecnologica urbana". Il modello Network Digital Twin, ecco come funziona Network Digital Twin migliora le reti intelligenti attraverso le tecnologie della

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[§22820995§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

4a rivoluzione industriale. Ndt è una rappresentazione virtuale delle risorse fisiche e delle loro dinamiche, aggiornata in tempo reale. Estende le funzionalità operative e di manutenzione delle Smart Grid, aprendo nuovi scenari: in termini di previsione e rapidità dei processi di manutenzione, prognostici, operazioni di rete ottimizzate, decisioni basate sui dati e automatizzate e rappresenta una novità nel modo di interagire con le parti interessate per creare valore condiviso a lungo termine. Lo "strato di base" del modello - la rappresentazione statica della griglia e di tutte le sue risorse - si basa sulla digitalizzazione dell' infrastruttura elettrica e del suo ambiente urbano attraverso l' acquisizione di un modello 3D della griglia aerea (tramite tecnologia laser scanner ad alta precisione e cartografia mobile) e di quella sotterranea (tramite tecnologia geo-radar). I dati sono archiviati in un repository globale e accessibili attraverso una piattaforma che consente la navigazione nel modello 3D e la visualizzazione delle immagini correlate e della relativa porzione della griglia. Attraverso IoT e sensori, il modello incorpora le informazioni dinamiche aggiornate delle sottostazioni e della griglia, come temperatura, tensione e corrente, livello dell' acqua nei sotterranei, ecc. Questi dati sono memorizzati in una piattaforma comune virtuale che può integrare i dati rilevanti dei sensori per i servizi urbani. Gli algoritmi di Intelligenza Artificiale rappresentano la "doppia intelligenza" della soluzione che - debitamente applicata a livello statico e dinamico attraverso i dati raccolti sul campo - può abilitare la classificazione automatica della nuvola di punti del modello 3D ad alta precisione e delle risorse attraverso il riconoscimento delle immagini, nonché la rilevazione di anomalie attraverso il riconoscimento delle immagini, la manutenzione predittiva e applicazioni di sicurezza. Intelligenza artificiale e realtà aumentata per la Human Interface La digitalizzazione dei dati e la loro disponibilità su applicazioni di realtà aumentata e virtuale agisce anche sulla "Human Interface", ossia il modo in cui viene addestrata la forza lavoro e operations. Applicazioni di realtà aumentata (AR) possono essere usate per l' assistenza da remoto, la formazione, andando a integrare gli strumenti tradizionali. "Questo modello incarna la nostra visione dell' energia come piattaforma. Miriamo a creare un ecosistema per lo scambio e la condivisione dei dati con le parti interessate locali basato sulle Api (Application Programming Interfaccia). Attraverso il Network Digital Twin - conclude la manager - non solo la rete elettrica, ma l' intero ambiente (sia sotterraneo che sotterraneo) avrà un modello virtuale aggiornato su cui possono essere simulazioni, misurazioni, previsioni, modelli basati su AI ed eventi in tempo reale, che possono abilitare servizi urbani tra cui pianificazione urbana, logistica, monitoraggio della vegetazione, gestione delle emergenze". @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820999§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Google ha raggiunto la "quantum supremacy". Sfida con Ibm

Il processore Sycamore a 53 qubit ha svolto in 3 minuti e 20 secondi un calcolo che avrebbe richiesto 10mila anni al superPc sviluppato da Big Blue. Che però ribatte: "Con più storage ci sarebbero bastati 2 giorni e mezzo"

Google conferma di aver raggiunto la supremazia quantistica. Dopo le indiscrezioni trapelate lo scorso mese su un risultato rivoluzionario nel quantum computing ottenuto nel Quantum AI Lab di Big G in California, ora il colosso del digitale spiega, in uno studio apparso su Nature, di essere riuscito ad effettuare in 3 minuti e 20 secondi un calcolo estremamente complesso utilizzando il suo chip quantistico Sycamore a 53 qubit. Gli scienziati di Google sostengono che un supercomputer Ibm Summit - il più potente oggi al mondo - ci avrebbe messo 10.000 anni, ma Ibm non è affatto d' accordo : una configurazione diversa del supercomputer, con capacità di storage aggiuntiva, avrebbe permesso di risolvere l' operazione (scovare schemi ricorrenti in una serie casuale di numeri) al massimo in 2 giorni e mezzo. E con maggior precisione.I quantum computer sono calcolatori che sfruttano le leggi della fisica e della meccanica quantistica. La loro unità fondamentale è il bit quantistico o qubit , legato allo stato in cui si trova una particella o un atomo e le cui peculiarità permettono di svolgere i calcoli in modo molto più veloce. Infatti, mentre nel metodo computazionale classico ogni bit è rappresentato da zero o uno (sistema binario), nel computing quantistico il qubit può essere 0-1 o zero e uno contemporaneamente. Questo è possibile grazie alla sovrapposizione degli stati quantistici , che abilita i calcoli in parallelo (anziché uno alla volta), moltiplicando esponenzialmente potenza e velocità anche per calcoli estremamente complessi.Il "giallo" sull' esperimento di SycamoreLo scorso mese il Financial Times ha riportato (in base a un blog post di un ricercatore di Google successivamente rimosso) che Google aveva ottenuto la supremazia quantistica, svolgendo in 3 minuti un' elaborazione che ad Ibm Summit avrebbe richiesto 10.000 anni. L' esperimento sarebbe stato eseguito con un processore da 53 qubit con nome in codice Sycamore . Ma sulla notizia in quel momento era calato il no comment di Google. Nell' articolo apparso ora su Nature il laboratorio di ricerca di Big G conferma di essere riuscito a far interagire i quibit di Sycamore in uno stato quantistico e a campionare i numeri random un milione di volte in poco più di tre minuti.La fattibilità quantisticaUn risultato che William D. Oliver del Massachussets institute of technology (MIT) ha paragonato al primo volo dei fratelli Wright e che il ceo di Google Sundar Pichai ha definito una pietra miliare al pari del primo razzo lanciato nello spazio . Ma, oltre a Ibm, che è diretta concorrente di Google nello sviluppo del computing quantistico, anche il colosso dei chip Intel frena dicendo che "la quantum practicality" è ben lontana : un conto sono gli esperimenti in laboratorio e un conto sono gli utilizzi reali."I computer quantistici non regneranno mai 'supremi' sui computer tradizionali -

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[§22820999§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

sostiene Dario Gil, director of research di Ibm - ma lavoreranno insieme, ognuno sfruttando le loro caratteristiche specifiche". Anche per Torsten Siebert, direttore del programma di ricerca sul quantum computing della tedesca Fraunhofer Society, "il progresso probabilmente sarà raggiunto tramite combinazioni ibride.La competizione commerciale tra Google e IbmGoogle resta convinta della portata del suo risultato. E del suo valore commerciale: "Speriamo che quando le persone cominceranno a usare questa tecnologia e a vedere la stabilità delle prestazioni e l' interfaccia cloud, si entusiasmeranno per quello che Google ha da offrire ", secondo le dichiarazioni riportate da Reuters di John Martinis, chief scientist for quantum hardware dell' azienda di Mountain View. Nel Quantum AI Lab Google ha creato anche un chip per computer quantistici da 72 qubit, chiamato Bristlecone.Il colosso di Mountain View si mette a diretto confronto con Ibm , che ha inaugurato l' era dei computer quantistici nel 2001 creando all' Almaden Research Center un elaboratore quantistico a 7 qubit. A febbraio 2019 al Ces di Las Vegas Ibm ha annunciato un computer da 20 qubit, ma nei laboratori è arrivata a simulare il funzionamento del computer quantistico a 56 qubit , un livello considerato da supercomputer. A ottobre l' azienda inserirà nel suo arsenale di super-macchine quantistiche un computer da 53 qubit, portando a 14 il totale dei suoi quantum computer.Al Ces Ibm ha anche presentato il Q System One, il primo sistema di elaborazione quantistica "integrato e universale" progettato sia per la ricerca scientifica che per l' uso commerciale e ha annunciato l' apertura del suo primo Q Quantum computation center a Poughkeepsie, New York, dove saranno ospitati alcuni dei più avanzati sistemi quantistici di Ibm basati su Ibm cloud. Questi sistemi saranno aperti ai membri di Ibm Q Network, il programma commerciale di quantum computing di Ibm .Le sfide del calcolo quantisticoLa capacità del quantum computing promette di potenziare enormemente le applicazioni di intelligenza artificiale permettendo di effettuare calcoli e tracciare modelli preclusi alle capacità di calcolo dei computer classici. Le applicazioni sono infinite, dalle previsioni sull' andamento dei mercati finanziari all' analisi dei cambiamenti climatici e i loro impatti, dalla mappatura genetica per la medicina personalizzata all' addestramento delle reti neurali.Alcuni utilizzi, soprattutto nel mondo della ricerca, già esistono, ma la fattibilità di vasta portata è lontana perché lo stato subatomico su cui si basano le macchine quantistiche pongono problemi ancora da superare. La sfida principale è mantenere la qualità dei qubit, potenti ma delicati: perdono rapidamente le loro speciali qualità quantiche (in circa 100 microsecondi) a causa di fattori quali le vibrazioni, le onde elettromagnetiche e le fluttuazioni della temperatura (spesso è necessario creare un ambiente allo zero assoluto, con elevati costi). Le particelle subatomiche sono volatili e fragili, proprio perché cambiano stato, e potrebbero causare la perdita di dati e informazioni utili al processo di calcolo: per questo sarà f ondamentale ridurre il tasso di errore , che ancora oggi, in molte operazioni quantistiche, può essere alto.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821000§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Hu Kun: 'In Italia contribuiamo a crescita economica'

Il numero uno di Zte annuncia a Corcom i nuovi obiettivi in termini di investimenti e aspettative nel nostro Paese. Non solo telco: si punta su imprese e PA. E non solo 5G: l' azienda lavora a un progetto Ftth e accende i riflettori su Fwa e Iot

Raddoppiare il business enterprise in due anni. E rafforzare la collaborazione con la PA italiana . Questi i due obiettivi che Hu Kun, numero uno di Zte Italia , annuncia in un' intervista rilasciata a Corcom in occasione di Smau 2019 , dove l' azienda cinese quest' anno è presente per la prima volta aggiudicandosi peraltro il premio Smau Innovation Award insieme con Avmap per un hotspot 4G per auto."L' Italia per noi è da sempre un Paese strategico, il più importante in Europa. Continueremo a investire e ad allargare gli orizzonti", racconta il manager puntualizzando che "Zte non è in Italia con lo scopo esclusivo di fare profitti. Vogliamo partecipare attivamente allo sviluppo del Paese, contribuire alla crescita dell' economia, perché solo in questo modo si innesca quel circolo virtuoso che consente di generare nuovi investimenti".Hu Kun, non solo telco dunqueLe reti rappresentano ovviamente il nostro core business. Ma siamo impegnati anche su molti altri fronti per dotare aziende e industrie delle infrastrutture necessarie a portare avanti i loro progetti.Attualmente quanto pesa il segmento "corporate" sulle revenues?Attualmente in Italia vale circa il 10% - per fare un paragone a livello globale vale il 30% - ma puntiamo a raddoppiare in un paio d' anni.State diversificando i vostri investimenti anche sul fronte tecnologico. E avete annunciato una serie di novità in particolare sul fronte Fixed Wireless Access e Internet of things. Cosa bolle in pentola?In Italia c' è bisogno di una maggiore penetrazione dell' ultrabroadband, in particolare nelle aree ancora in digital divide. E in tal senso crediamo che la tecnologia Fwa possa rappresentare una valida soluzione per accelerare la diffusione della banda ultralarga. Non è un caso se alcuni operatori di Tlc abbiano deciso di puntare sin da subito su questa tecnologia, che consente peraltro di sviluppare progetti in tempi rapidi e anche a fronte di investimenti contenuti. Poi c' è l' Internet of things che non è solo narrowband ma è broadband. E last but not least stiamo lavorando a un progetto Ftth, di cui non posso svelare ora ulteriori dettagli, a dimostrazione che vogliamo essere attivi a 360 gradi. E vorrei puntualizzare che il 5G ha bisogno di fibra. E fibra e 5G non possono essere più considerati separatamente. Nel senso che senza l' una è impossibile sostenere l' altro perché il backbone è fondamentale.Credete di poter avere un ruolo anche in ambito smart city? Naturalmente. E abbiamo già da tempo attivato alcune sperimentazioni a livello comunale e regionale per lanciare specifici progetti. In Italia, come le accennavo, abbiamo tanti progetti in corso e molti ne avremo.Cosa ne pensa dell' approccio del governo italiano in tema di sicurezza 5G? Come avete accolto le misure relative al Golden Power e il decreto cybersecurity?Posso

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[§22821000§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

dire che da quando siamo in Italia abbiamo sempre trovato un clima favorevole, molto più che in altri Paesi europei. E le nuove misure le abbiamo accolte positivamente considerato che l' obiettivo è garantire la sicurezza e creare fiducia.Non temete che una stretta sulle aziende cinesi a livello globale possa determinare ripercussioni a catena anche sul business in Italia?Abbiamo definito le nostre strategie e il nostro business plan già da tempo. Ed i risultati dei primi due quarter 2019 mostrano che stiamo andando bene e che non ci sono ripercussioni di sorta. Vorrei però fare chiarezza su questo tema della sicurezza: dopo 30 anni di globalizzazione e dopo che tecnologie e brevetti sono diventati interdipendenti a livello internazionale al punto da fare parte entrambi della supply chain non bisognerebbe chiedersi da dove proviene la tecnologia. L' approccio deve essere scientifico perché la fiducia è la chiave di tutto. La fiducia nell' industria delle Tlc ma anche nei governi, nelle tecnologie e nell' industria. E sono i governi e i regolatori a dovere creare quel clima di fiducia indispensabile per lo sviluppo del 5G. Per quanto riguarda specificamente l' Italia abbiamo inaugurato a Roma il nostro Cybersecurity Lab, a dimostrazione di quanto il tema della sicurezza ci stia a cuore. E Milano è il nostro hub europeo.Prevedete ulteriori investimenti in Italia anche in termini di assunzioni?Più si cresce più si ha bisogno di nuove risorse. Dunque andremo in questa direzione.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821001§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

Il machine learning contro l' abbandono universitario: ecco come

Il machine learning può essere utile al mondo delle università in due modi: predittivo e analitico. Ecco in che modo può essere utilizzato per conoscere in anticipo gli studenti a rischio abbandono e consentire agli atenei di limitare un fenomeno con pesanti ricadute economiche e sociali e molto diffuso nel nostro Paese

Diversi studi certificano che il tasso di abbandono degli studi universitari in Italia si attesta sui livelli più alti d' Europa, con conseguenze estremamente negative per la crescita economica e l' occupazione, la produttività e la competitività del Paese. Il progetto Osservatorio Abbandoni di Cineca ha obiettivo di esplorare le possibili applicazioni delle tecniche di analisi dati e Machine Learning, anche per monitorare le performance e le caratteristiche degli studenti che durante l' anno presentano un' alta probabilità di abbandono con l' obiettivo di limitare o prevenire il fenomeno.Indice degli argomentiAbbandono degli studi: i dati italiani sono sconfortantiLa riduzione dell' abbandono scolastico è una delle priorità della Commissione Europea perché () rappresenta un ostacolo per la crescita economica e l' occupazione. Frena la produttivita e la competitivita e alimenta poverta ed esclusione sociale.Gli obiettivi di EU2020 in questo ambito riguardano diversi aspetti del fenomeno: da un lato la riduzione dei tassi di abbandono al di sotto del 10% e dall' altro l' aumento al 40% delle persone nella fascia di età 30-34 anni con un' istruzione universitaria .Per quanto riguarda l' Italia, il Programme for International Student Assessment ( PISA ), che ha l' obiettivo di misurare le capacità degli studenti quindicenni di tutto il mondo ad affrontare problemi lavorativi tramite l' utilizzo di test basati sulla lettura, sulla matematica e sulle scienze, ha calcolato che il sistema dell' istruzione italiana non solo performa peggio della media europea, ma rimane al di sotto di ciò che ci si aspetterebbe dato il reddito pro capite del paese.Nel Rapporto biennale sullo stato del sistema universitario e della ricerca dell' ANVUR è possibile constatare, a livello nazionale, un lieve miglioramento in termini di tassi di abbandoni universitari (36,9% - 38,7%), tuttavia il numero di abbandoni nelle università italiane rimane tra i più alti d' Europa . Inoltre persistono importanti differenze per area geografica oppure per anno di corso. Gli studenti iscritti al primo anno di corso e quelli del mezzogiorno sono quelli più soggetti a questo fenomeno.Investimenti in istruzione e ricchezza pro-capiteLa relazione tra gli investimenti in istruzione e ricchezza pro-capite di un paese emerge da molti studi svolti da diverse istituzioni internazionali (World Economic Forum, Eurostat). I dati riportati da Eurostat restituiscono un quadro in cui le università italiane faticano a trattenere gli studenti evitando che questi abbandonino gli studi prima di aver completato il percorso universitario . Questo fenomeno ha un impatto non solo sulla società (come emerge dalla ricerca del 2016 della London School of Economics, condivisa dal World Economic

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[§22821001§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

Forum ) ma anche su aspetti legati alle risorse da cui attingono gli atenei italiani (Fondo di Finanziamento Ordinario - FFO, quota premiale, indicatori relativi alla didattica).Sebbene il mondo dell' istruzione sia soggetto all' influenza da parte di diversi fattori esogeni, come l' andamento economico, i mutamenti sociali, etc, il fenomeno degli abbandoni universitari è strettamente legato alla vita del singolo ateneo . La possibilità quindi di indagare, e possibilmente limitare, il fenomeno degli abbandoni risulta una importante leva strategica per l' università da due punti di vista: la contribuzione da parte degli studenti, tramite le tasse di iscrizione da un lato e il FFO erogato dal Ministero dell' Istruzione, Università e Ricerca dall' altro.L' Osservatorio abbandoniIl progetto Osservatorio Abbandoni di Cineca ha obiettivo di esplorare le possibili applicazioni delle tecniche di analisi dati e Machine Learning in diversi contesti che riguardano il sistema accademico. L' Osservatorio nasce dalla collaborazione con alcune università che, rendendosi disponibili ad effettuare alcune sperimentazioni, hanno consentito lo sviluppo e il consolidamento di un' infrastruttura che permette di fornire la previsione degli studenti a rischio abbandono attraverso l' utilizzo del Machine Learning. In questa fase, l' analisi predittiva riguarda soltanto gli studenti delle lauree triennali dell' ateneo che, rispetto alle altre tipologie di laurea (ciclo unico, magistrale, etc.), rappresentano l' insieme a più alto rischio.L' Osservatorio sfrutta i dati presenti nei sistemi di DataWarehouse di ateneo, in particolare quelli del Data Mart Segreteria Studenti per estrarre alcune informazioni riguardanti le carriere degli studenti utilizzate poi per effettuare l' analisi predittiva. I dati estratti riguardano tre tipologie di informazioni:Anagrafica : dati che descrivono le caratteristiche socio-demografiche degli studenti (età, sesso, etc.);: dati che descrivono le caratteristiche socio-demografiche degli studenti (età, sesso, etc.); Carriera : dati riguardanti l' attuale percorso accademico intrapreso dello studente e la scuola di provenienza;: dati riguardanti l' attuale percorso accademico intrapreso dello studente e la scuola di provenienza; Performance : dati che riguardano il grado di partecipazione dello studente alla vita universitaria (esami, CFU, etc.)Tra gli obiettivi dell' Osservatorio vi è quello di promuovere un confronto tra gli atenei basato su un mutuo scambio di informazioni tra i partecipanti. La condivisione riguarda solo dati aggregati e i dati condivisi sono visibili esclusivamente dagli altri atenei partecipanti all' osservatorio. Oltre che ad un generico confronto con le statistiche a livello nazionale fornite dagli organi ufficiali, tramite l' Osservatorio è quindi possibile monitorare le performance e le caratteristiche degli studenti che durante l' anno corrente presentano un' alta probabilità di abbandono, confrontando gli andamenti con gli altri atenei partecipanti.I dati di dettaglio dell' Osservatorio sono fruibili dai singoli atenei attraverso il "Portale Osservatorio Abbandoni", che prevede una serie di cruscotti per navigare, filtrare e analizzare i dati degli studenti. Le dashboard del portale danno la possibilità all' ateneo di visualizzare lo storico dei dati di abbandono e i dati di previsione sia dell' anno accademico corrente, sia di quello precedente.È possibile inoltre scaricare i dati di dettaglio delle previsioni di abbandono (nominativi e probabilità) e di effettuare un confronto (benchmark) con i dati aggregati degli altri atenei partecipanti.

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[§22821001§] giovedì 24 ottobre 2019

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Infine è anche prevista la possibilità di partecipare agli eventi organizzati nell' ambito della community sull' Osservatorio per fare rete con gli altri atenei sul tema della student retention . La possibilità di conoscere in anticipo gli studenti a rischio abbandono, quindi prima che questi abbandonino effettivamente gli studi, può consentire all' ateneo di intervenire per limitare e/o gestire preventivamente il fenomeno. Sono diverse le possibili applicazioni dei dati di previsione: l' attuazione di azioni di contrasto (come contatto diretto, corsi di recupero, tutoraggio, questionari); l' identificazione delle principali cause che portano all' abbandono; la possibilità di dare un feedback allo studente della situazione a rischio, una migliore programmazione della didattica; la previsione della contribuzione studentesca, e altre ancora.Machine Learning, scopi e applicazioniL' Osservatorio fa uso di tecnologie di machine learning. Quando si parla di machine learning ci si riferisce ad una particolare branca dell' Intelligenza Artificiale che si occupa dello sviluppo di algoritmi e tecniche che consentono ai computer di imparare dai dati, ed è noto anche come Apprendimento Automatico.Solitamente il machine learning viene accostato ad applicazioni in campi super-specialistici (Scienza, Medicina, Ingegneria spaziale, etc.) di esclusiva pertinenza del mondo della scienza, della tecnologia o della ricerca, lontano dalla vita di tutti i giorni. Si tratta però di un errore: l' apprendimento automatico può essere utilizzato in moltissime applicazioni di uso quotidiano. Un' applicazione classica di machine learning, ad esempio, è quella del riconoscimento vocale di cui sono dotati molti smartphone, che permettono di attivare comandi tramite la propria voce. Ancora, molto comuni sono gli strumenti intelligenti che fanno uso di riconoscimento vocale per le diverse applicazioni di domotica, e che imparano via via nuovi vocaboli o modi di dire seguendo i comandi vocali che vengono impartiti.Non è semplice definire in maniera univoca le caratteristiche e le applicazioni del machine learning, esso infatti prevede differenti modalità, tecniche e strumenti per essere realizzato. Si può tuttavia dire che il suo principale scopo è quello di permettere a una macchina intelligente di migliorare nel tempo le proprie capacità e prestazioni . Alla base dell' apprendimento automatico ci sono una serie di differenti algoritmi che, partendo da nozioni primitive, sono in grado di prendere una specifica decisione piuttosto che un' altra o effettuare azioni apprese nel tempo.Potenzialmente il machine learning è in grado di semplificare operazioni tecnicamente complesse servendosi della statistica. Possiamo dire che, partendo da obiettivi chiari e definendo i passi da intraprendere, il machine learning sfrutta in maniera intelligente l' universo di informazioni a disposizione e ne ricava una guida fondamentale nel supporto dei processi decisionali.In generale, l' applicazione più comune degli strumenti di machine learning è quella di produrre previsioni. Che si tratti di realizzare consigli personalizzati per i consumatori, di prevedere la fedeltà a lungo termine dei clienti o di stimare il rischio di credito di un prestito, il problema di business consiste sempre nel dover prendere una decisione corretta in un contesto complesso, in cui i fattori importanti sono molti. Il risultato consiste in una previsione.Machine Learning in ambito accademicoL' uso di tecniche di apprendimento automatico per migliorare e studiare il mondo delle università, e più in generale il

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[§22821001§] giovedì 24 ottobre 2019

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mondo dell' istruzione, ha lo scopo di sviluppare metodi di esplorazione dei dati per scoprire individuare modelli di comportamento significativi che siano rilevanti per tutti i soggetti coinvolti. I dati raccolti e memorizzati (corsi virtuali, e-learning, file di registro, dati demografici e accademici degli studenti, informazioni di ammissione / registrazione, etc.) possono essere utili per gli algoritmi di apprendimento automatico.Dal punto di vista tecnico, il machine learning può essere utile al mondo delle università in due modi distinti: il primo è di tipo predittivo, il secondo di tipo analitico.Dal punto di vista predittivo, uno strumento che consenta di capire ed anticipare alcuni fenomeni quali abbandoni, iscrizioni, lauree , etc. consentirebbe alle istituzioni e alle università di monitorare ed eventualmente intervenire attivamente per migliorare e ottimizzare molte delle dinamiche che ne influenzano loro la vita. L' Osservatorio Abbandoni sviluppato da Cineca si muove in questa direzione , e nasce dalla consapevolezza che il problema degli abbandoni è un molto sentito dal mondo delle università. Il già citato Rapporto Biennale sullo Stato del Sistema Universitario e della Ricerca 2018 dell' ANVUR, infatti, descrive 23 indicatori e parametri per la valutazione periodica delle attività formative che caratterizzano i corsi di studio e le carriere degli studenti. Questi indicatori riguardano l' analisi dei fenomeni legati al percorso e all' esito delle carriere accademiche degli studenti universitari, si basano su dati individuali degli studenti e seguono in modo longitudinale gli eventi della carriera: quindi, la possibilità di conoscere a priori i flussi in entrata e in uscita degli studenti consente a un ateneo di stimare la quantità di risorse a lei destinate nel corso degli anni avvenire, essendo la sua valutazione tramite questi indicatori strettamente legata al fondo di finanziamento ordinario (FFO).L' aspetto analitico invece riguarda lo studio a consuntivo dei flussi degli studenti inter-ateneo ma anche le ragioni che spingono gli studenti ad iscriversi e ad abbandonare. La possibilità di accedere ad una piattaforma che dispone di informazioni afferenti a diverse realtà universitarie consente di affrontare i problemi comuni delle università in modo trasversale, e far emergere risultati anche inaspettati. Ad esempio, attraverso analisi ad hoc effettuate su alcuni atenei è emerso che alcune delle azioni correttive implementate per filtrare all' ingresso solo gli studenti migliori, imponendo quasi estensivamente i corsi a numero chiuso, hanno portato all' effetto contrario rispetto a quello voluto . Come è noto infatti l' obiettivo del numero chiuso è quello di selezionare a priori gli studenti migliori, per migliorare il livello della didattica. Tuttavia ciò che è emerso dai dati analizzati rispetto al livello di partecipazione degli studenti alla vita universitaria, è che la scelta non ha dato i risultati sperati. Infatti, in molti casi gli studenti ammessi ad un corso di laurea a numero chiuso hanno performance peggiori rispetto agli studenti degli anni precedenti iscritti allo stesso corso ma che non hanno dovuto superare l' ostacolo del test selettivo.Un altro insight che è emerso riguarda l' associazione tra indirizzo di studi intrapreso all' università e percorso di studi precedente . Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, i corsi di laurea ad alto contenuto tecnico non sono quelli con maggior numero di abbandoni. Inoltre, il background di partenza in molti casi non è un buon indicatore rispetto alle performance degli studenti, esistono molte

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[§22821001§] giovedì 24 ottobre 2019

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differenze rispetto alle scuole e ai corsi di laurea.Il machine learning applicato al mondo dell' education inizia a dimostrare che l' esplorazione dei dati consente di far emergere le correlazioni nascoste, non facilmente individuabili dall' intervento umano, o addirittura risultati controintuitivi, ma preziosi nella lettura della realtà dei fenomeni (in questo caso i flussi di studenti).In definitiva, l' apporto di questa nuova tecnologia rappresenta uno strumento cruciale per l' Osservatorio abbandoni. Tecnologia che, peraltro, si combina perfettamente con la logica di "fare rete" fra Istituzioni, cioè consente agli atenei di mettere a fattor comune e valorizzare il patrimonio di dati del sistema accademico. In questo modo Cineca attualizza la propria missione consortile, quella cioè di supportare le universita nei processi decisionali e nell' analisi dei fenomeni che le riguardano tramite l' utilizzo di tecnologie innovative.______@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821002§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 35 Corriere della Sera Industria 4.0

La municipalizzata

Il piano di Iren sulla sostenibilità Investimenti per 3,3 miliardi su hi tech e ambiente

Al. Sc.

Entro il 2024 Iren ha in programma 3,3 miliardi di euro di investimenti, di cui 2 miliardi dedicati a progetti sostenibili, e il resto allo sviluppo, al digitale e all' innovazione della società. Numeri che fanno parte della visione legata all' economia circolare che il gruppo ha adottato come paradigma di crescita per i prossimi anni. I dati sono stati presentati all' incontro «Orientati al futuro» organizzato da Iren e The European House Ambrosetti per parlare di come la multiutility stia impattando su innovazione, smart cities e occupazione. Secondo la ricerca di Ambrosetti, Iren è in prima linea per la rigenerazione urbana, e genera l' 87% del totale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e assimilate, di gran lunga superiore alla media delle altre aziende nel Paese (35%).«Siamo in salute, abbiamo prospettive di crescita sempre più ampie - ha detto Massimiliano Bianco, ceo di Iren ( nella foto ) -. La nostra prospettiva, in questo momento, è quella di andare oltre i confini del nostro gruppo». Il ceo Bianco ha poi confermato l' interesse per la gara su Sorgenia e ha annunciato che dal prossimo giugno il gruppo opererà anche come istituto di pagamento. Con un investimento di oltre 120 milioni e 150 nuove assunzioni a Balvano, in Basilicata, dopo 10 anni di test, Ferrero lancia i Nutella Biscuits, il nuovo prodotto con cui il gruppo alimentare di Alba punta al primato sul mercato dei biscotti, sfidando il Mulino Bianco di Barilla. «Ci aspettiamo che Nutella Biscuits diventi il biscotto più venduto in Italia, la prima referenza in un mercato che vale circa 1,2 miliardi, con una quota tra il 5 e l' 8% a sell-out e un fatturato tra i 70 e i 90 milioni entro i primi 12 mesi, con oltre 25 milioni di sacchetti venduti che entreranno in 7 milioni di famiglie», afferma Alessandro d' Este, presidente e amministratore delegato di Ferrero Italia. È «un' enormità rispetto ai 15 milioni di euro che di solito un nuovo prodotto, considerato di successo, genera all' ingresso sul mercato», riconosce il manager. «Tanta sicurezza nasce dal fatto che sono 10 anni che lavoriamo a questo biscotto. Gli esperti di marketing insegnano che il time to market è fondamentale, ma Ferrero non la pensa così: dobbiamo testare e ritestare il prodotto. Non partiamo mai dal costo, tutta l' attenzione è rivolta ai consumatori». In Francia la scommessa è già vinta. Lanciato ad aprile sul mercato, Nutella Biscuits oggi è «il primo biscotto d' Oltralpe, con vendite tre volte superiori all' ex numero uno», sostiene d' Este. Dietro al successo ci sono innovazione e tecnologia, sempre più necessarie anche in un prodotto alimentare. «A Balvano abbiamo realizzato una linea altamente tecnologica e d' avanguardia, con un futuristico sistema di intelligenza artificiale, che comprende ad esempio 18 sistemi di visione installati,

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[§22821002§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere della Sera Industria 4.0

per un controllo capillare della qualità di prodotto. Ma abbiamo anche "l' isola picker" più grande del mondo, con oltre 40 braccia meccaniche,7 robot e circa 200 motori. Pesa quanto un Boeing 747 e ci sono voluti 8 mesi per li montaggio. E' la linea più innovativa e complessa che Ferrero abbia realizzato», spiega d' Este. E diventerà la fabbrica dei biscotti per tutta l' Europa. Ma è frutto di un brevetto anche il sistema per assemblare il biscotto con un processo di sincronizzazione al millimetro: una cialda di pastafrolla, con farina di frumento e zucchero di canna, che contiene al suo interno nutella, chiusa da un altro biscotto. Un prodotto «goloso», che non va in controtendenza rispetto alla spinta salutista. «Il mercato si sta polarizzando verso le offerte golose e le offerte benessere. Noi guardiamo a questi due segmenti in crescita, puntando a rimanere in equilibrio tra gusto e benessere». Dopo l' espansione all' estero, accelerata attraverso 4 operazioni importanti negli ultimi 3 anni (i biscotti Delacre in Belgio, i dolciumi di Nestlé e i biscotti e gli snack di Kellogg' s negli Usa e, lo scorso luglio, i biscotti Royal Dansk e Kjeldsens in Danimarca), acquisizioni che sono servite «per acquisire know-how», il lancio di Nutella Biscuits segna un' altra svolta nell' evoluzione strategica del gruppo di Alba, con lo sbarco in grande stile nel mondo dei biscotti, dove Ferrero è entrata 3 anni fa. «Il nostro cambio di pelle? Le aziende devono crescere, perciò da un lato andiamo all' estero per conquistare nuovi mercati, dall' altro allarghiamo il business a nuove categorie, al mondo dei gelati (in partnership), ai biscotti e ai segmenti affini. L' obiettivo è diventare ancora più grandi», sostiene d' Este. Anticipando che «Ferrero crescerà ancora», rispetto ai 10,7 miliardi di fatturato del 2018, di cui 1,45 miliardi in Italia. E continuerà a puntare sull' innovazione. «Abbiamo 4 centri di Ricerca e sviluppo in Italia, in Lussemburgo, a New York e a Singapore. Negli ultimi 8 anni abbiamo investito un miliardo in impianti soltanto in Italia, dove abbiamo 4 poli produttivi (Alba, Pozzuolo Martesana, Sant' Angelo dei Lombardi e Balvano), e 600 persone che si occupano dello sviluppo prodotti».

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[§22821003§] giovedì 24 ottobre 2019

Digital 4 Biz

Industria 4.0

L' eco-disruption dopo la digital disruption?

L' allarme climate change sta trasformando rapidamente i valori collettivi, i comportamenti dei clienti, le scelte degli investitori, le logiche di finanziamento delle banche e il quadro normativo. Le ricadute sulle imprese potrebbero essere così impattanti da metterne a rischio anche la vita, così come accaduto con l' avvento del digitale. Intanto, tutte le organizzazioni hanno accelerato il passo nella direzione della sostenibilità, big tech in testa

L' impatto del cambiamento climatico sulla vita delle imprese si preannuncia sempre più forte: non tanto (almeno al momento) per i suoi effetti diretti, che (secondo le previsioni) dovrebbero manifestarsi progressivamente nel tempo, quanto delle trasformazioni sempre più rilevanti - nelle normative, nelle sensibilità e nei valori collettivi, negli atteggiamenti dei consumatori, nelle scelte degli investitori e nelle logiche di erogazione delle banche - volte a combatterlo e/o a circoscriverne le possibili conseguenze. E un fenomeno simile si verifica in relazione alle altre tematiche di salvaguardia dell' ambiente (inquinamento urbano, rifiuti, pulizia dei mari ecc.) e di sostenibilità nell' accezione più generale (comprendendo in questo termine anche la salvaguardia dei diritti delle persone e la correttezza e trasparenza dei meccanismi di governance).Di qui il titolo, con il punto interrogativo. Dopo aver assistito per oltre un decennio all' esplodere di fenomeni (tuttora in atto) di digital disruption - di morte o radicale ridimensionamento cioè di interi comparti e di fallimento o di caduta nell' irrilevanza di molte imprese - siamo alle soglie, in linea con lo scenario sopra accennato, dell' esplodere di fenomeni simili, che potremmo battezzare (se qualcuno non lo ha già fatto prima) di eco-disruption o sustainability disruption ?I segnali che questo possa accadere ci sono. Ma anche le incognite sono molte: a partire da quelle sui tempi e sulla radicalità delle misure che i diversi Paesi decideranno di adottare, sulla base del raggiungimento o meno di accordi globali (su cosa fare e come ripartire sacrifici e costi) e del mantenimento o meno dell' appoggio popolare a fronte di misure che potrebbero risultare dolorose almeno per una parte della popolazione. Sono significative a questo proposito (pur con tutti i limiti che le promesse elettorali hanno) le cifre annue di spese federali previste nei loro programmi - per rendere carbon neutral l' economia statunitense - dai candidati democratici alle prossime elezioni presidenziali: 170 miliardi di $ Joe Biden, vicepresidente con Obama, il più moderato; 300 miliardi Elisabeth Warren, al momento la favorita come sfidante; addirittura 1630 miliardi (non molto meno dei 1930 del PIL italiano) Bernie Sanders, il più collocato a sinistra, lo stesso che promette una tassazione che arrivi per i redditi più elevati al 97 per cento.I segnali che questo possa accadere, come ho detto, ci sono. E in questo articolo voglio evidenziare, senza nessun tentativo di organicità, alcuni di quelli che mi hanno recentemente colpito.Indice degli argomentiLe imprese operanti nei comparti energetici sono nell' occhio del cicloneLe

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[§22821003§] giovedì 24 ottobre 2019

Digital 4 Biz

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fonti energetiche rinnovabili sono in forte crescita, per il gioco congiunto delle innovazioni e della continua riduzione dei costi di produzione. Ma il processo di decarbonizzazione dell' economia appare lungo, anche nelle previsioni più ottimistiche. E i prodotti energetici di origine fossile (petrolio, gas, carbone) appaiono destinati a soddisfare per molto tempo ancora - in assenza di breakthrough tecnologici - una parte rilevante del fabbisogno energetico globale. Nonostante questo le imprese operanti in tali ambiti, a partire da quelle dell' oil & gas (Exxon, Shell ..) che per lungo tempo hanno occupato posizioni di vertice a livello mondiale e che continuano comunque ad avere capitalizzazioni elevate, sono al momento nell' occhio del ciclone e appaiono destinate a rimanervi a lungo, non solo per ragioni congiunturali - quali il basso prezzo del petrolio (almeno in parte attribuibile alla grande espansione negli scorsi anni dello shale oil & gas , alla crescita delle rinnovabili e all' evoluzione delle tecnologie per il risparmio energetico) - ma anche per ragioni di natura strutturale:per la loro caduta di immagine in una società sempre più orientata (almeno nei Paesi ricchi e soprattutto fra i giovani) verso i valori ambientali,per la preoccupazione degli investitori sull' impatto delle possibili future misure pubbliche pro-decarbonizzazione (quali quelle dei candidati presidenti US viste in precedenza),per la forte recente crescita dei fondi ESG (di cui parlerò nel seguito), che statutariamente le escludono dai loro portafogli,per il rischio di una maggior riluttanza del sistema bancario pubblico e privato (di cui parlerò nel seguito) a finanziare nuovi investimenti rilevanti,per le cause loro intentate negli US da diversi Stati e città (memori dei successi ottenuti in passato contro le imprese del tabacco), quali colpevoli del riscaldamento globale , con la richiesta di coprire gli ingenti costi delle opere connesse con il riscaldamento stesso (quali le dighe per fronteggiare l' innalzamento del livello del mare).I segni della caduta di immagine e della delegittimazione sociale sono sotto gli occhi di tutti. La Royal Shakespeare Company è stata costretta, sotto la spinta dei giovani frequentatori del teatro, a disdire la (preziosa) sponsorship di BP. Greta Thunberg, la sedicenne attivista ambientale svedese, è stata a un passo - dopo il suo impressionante successo mediatico - dall' attribuzione del Premio Nobel per la Pace. La nostra Eni, scalzata da Enel (che ha giocato benissimo la carta delle rinnovabili) dalla sua storica posizione di impresa a maggior capitalizzazione del Paese, ha di recente avviato la curiosa (almeno a mio avviso) campagna di immagine "Eni + Chiara".Al di là delle operazioni di immagine, è in atto da parte di tutte le grandi imprese del comparto un ingente sforzo volto a minimizzare la produzione di gas serra nell' ambito delle operations : uno sforzo non sufficiente però se si ragiona in termini di filiera, perché - come Royal Dutch Shell [18,3 miliardi di di utile netto e 211 di capitalizzazione] ha ad esempio verificato - sono i suoi clienti che producono l' 85 per cento dei gas serra della filiera stessa. Di qui la provocazione di John Gapper in un recente articolo sul Financial Times, che suggerisce alle imprese che (volontariamente o forzatamente) vogliano raggiungere risultati di filiera significativi la strada - atipica per il settore e concretamente difficile da percorrere - di selezionarsi i clienti: "discriminating among clients and rejecting riskier ones is standard practice in banking and healthcare; why not adopt the same attitude to users of energy?

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[§22821003§] giovedì 24 ottobre 2019

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"Parallelamente sono in continuo aumento - anche se su livelli percentualmente ancora bassi - gli investimenti in startup operanti nelle tecnologie low carbon e nelle energie pulite. Tali investimenti, per le cinque imprese più attive (Royal Dutch Shell, BP, Total, Chevron e Saudi Aramco), sono ammontati nel 2019 a 1 miliardo di $, dopo essersi triplicati nel triennio precedente.In generale sembra forte la voglia di differenziare il proprio portafoglio, in aree vicine come la produzione di energia elettrica da rinnovabili o in aree più lontane. Ma è una voglia che si scontra - come usualmente avviene per le imprese quali le oil & gas che godono di differenziali competitivi importanti negli ambiti in cui operano - con la difficoltà di individuare aree di business capaci di garantire posizionamenti e livelli di profittabilità analoghi.Soffrono i produttori di materie plastiche e alcuni dei principali utilizzatoriL' allarme per l' inquinamento da oggetti vaganti di mari e oceani ha portato recentemente all' approvazione da parte dell' UE della direttiva sulle materie plastiche monouso ( SUP - Single Use Plastics ). La direttiva, che dovrà essere introdotta nelle legislazioni nazionali entro due anni, prevede varie misure - con tempi di attuazione differenziati - quali:il divieto di utilizzo di una serie di prodotti in plastica "usa e getta", per i quali esistono alternative in commercio, dal 2021 e l' introduzione di misure - di restrizione e/o di incentivazione all' innovazione - che riducano, su un orizzonte temporale più ampio, anche l' utilizzo di quelli (tazze da passeggio, contenitori per cibo da asporto, ecc.) non facilmente sostituibili;la responsabilità estesa dei produttori ( EPR ), a partire dal 2023-24, relativamente al finanziamento della raccolta a fine vita e delle operazioni di pulizia per un insieme di prodotti fra cui le tazze da caffè, i contenitori di cibo da asporto pronto al consumo e i filtri di sigarette;l' obbligo per le bottiglie in plastica di contenere un minimo di materiale riciclato del 25 per cento dal 2025 e del 30 dal 2030.È evidente come misure di questo tipo vadano impattare non solo sulla produzione degli oggetti attualmente in plastica - con l' uscita dal mercato di alcune imprese operanti nelle materie plastiche e la differenziazione di altre, con l' emergere di startup innovative e l' allargamento del comparto del riciclo - ma anche sulle imprese utilizzatrici: in particolare su quelle, come McDonald' s [6 miliardi di $ di utile netto e 160 di capitalizzazione] e Starbucks [3,6 e 102 rispettivamente], per cui tali oggetti costituiscono una componente fondamentale del servizio." McDonald' s and Starbucks pour millions into eco-friendly cup hunt - Chains struggle to find mass produced alternatives amid global plastic crackdown ", titolava qualche giorno fa ancora il Financial Times. Con un articolo che spiegava come il problema per le due grandi catene derivasse non solo dalla Direttiva UE o da misure similari adottate a livello locale negli US, ma anche dalla pressione esercitata sia dai consumatori sia dagli azionisti: citando come esempio la recente mozione presentata dal 44 per cento degli azionisti di Starbucks che chiedeva al CEO di riferire sullo stato di avanzamento degli sforzi per sviluppare un packaging sostenibile.Gli allevatori di carne statunitensi cominciano a temere di perdere mercato a fronte del diffondersi delle nuove tendenze ecologico-salutistiche in tema di alimentazioneÈ stato il recente successo del debutto in Borsa di Beyond Meat - che capitalizza 6,7 miliardi di $ nonostante fatturi solo 165

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milioni e ne perda 33 - che ha messo in luce come il mercato finanziario stia facendo delle grosse scommesse sulle nuove tendenze alimentari, nella fattispecie sul possibile passaggio di un numero crescente di consumatori dai tradizionali burger a base di carne a quelli ricostruiti utilizzando solamente materie prime vegetali, e ha ovviamente allarmato gli allevatori degli Stati centrali degli US, che stanno cercando di inibire l' uso del termine "carne" per i prodotti di derivazione non animale. Un problema vero? L' ampliamento continuo dell' offerta, anche nei nostri supermercati, dei prodotti per vegani e vegetariani è indicativa dell' esistenza di un trend non trascurabile. Più difficile dire quale consistenza potrà avere il fenomeno o quale la sua tenuta - legata alla moda o strutturale - nel tempo.Le scommesse sulla sostenibilità e le difficoltà di valutazione della finanzaSono almeno due i punti che credo opportuno commentare a tale proposito:il forte clima di incertezza con cui la finanza deve effettuare le sue valutazioni relativamente alle imprese che potrebbero rimanere vittime della eco-disruption o che potrebbero approfittare di essa per crescere;l' atteggiamento opportunistico della finanza nel momento in cui lancia con grande successo fondi ESG, puntando più sulla facilità di attrarre i risparmiatori con proposte in linea con i valori ambientali (e con quelli di sostenibilità più in generale) che non sulla capacità di tali fondi di offrire ritorni superiori o almeno comparabili: in questo giocando a proprio favore, almeno nella fase di raccolta, il clima di incertezza accennato in precedenza.Perché il clima di incertezza è tale da accentuare fortemente la natura di scommessa insita nelle valutazioni? Perché è ad esempio difficile valutare la potenziale perdita di valore delle riserve petrolifere o di quelle di carbone nel momento in cui le tecnologie per la produzione di energie rinnovabili non sono ancora in grado - nonostante i rilevanti progressi - di dare un forte taglio al loro fabbisogno. E perché, essendo ancora poche le aree del mondo ove le misure a favore della decarbonizzazione sono in linea con gli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale fissati ad esempio nella conferenza di Parigi del 2015, vi è il dubbio su quali misure più draconiane potrebbero diventare indispensabili.Il successo dei fondi ESG ( Environmental, Social and Governance ) in termini di raccolta, probabilmente favorito dalla grande liquidità e dall' euforia dei mercati borsistici, è innegabile: a metà 2019 il valore complessivo degli asset era pari a 32 trilioni di $ (per un termine di confronto il PIL italiano è di poco inferiore a 2 trilioni), con una crescita fortissima - in valore e in numero - negli ultimi quattro anni e con l' Europa in pole position. È un successo che favorisce l' innovazione nel comparto e che viceversa riduce la platea dei potenziali azionisti per le imprese ritenute a torto o ragione dannose per l' ambiente. È un successo però, secondo alcuni analisti, che potrebbe subire rallentamenti in presenza di una possibile crisi: ricordando che non vi è alcuna garanzia, almeno nel breve-medio termine, che le imprese virtuose siano anche in grado di fornire ritorni elevati e che potrebbe emergere un trade-off fra gli ideali e i rendimenti.Le banche e la valutazione dei rischi ambientali nell' erogazione dei prestitiIl possibile impatto del riscaldamento globale sui creditori - e quindi sui bilanci - deve essere oggetto di valutazione da parte delle grandi banche e deve essere reso noto al mercato? È la raccomandazione fatta nel 2015 dal FSB-Financial

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Stability Board , sotto la spinta di Michael Bloomberg (grande imprenditore accreditato di un patrimonio di oltre 50 miliardi di $ e a lungo sindaco di New York) e di Mark Carney (governatore della Bank of England e in precedenza chairman del FSB), che ha portato alla creazione della TCFD - Task Force on Climate-related Financial Disclosures : una iniziativa cui hanno dato sinora la loro adesione quasi i due terzi delle 75 banche più grandi del mondo. L' obiettivo evidente è quello di condizionare le banche nell' erogazione dei prestiti, dando un costo ai rischi da riscaldamento globale. Ed è comprensibile la riluttanza delle banche - 28 non hanno ancora aderito - a partecipare all' iniziativa stessa, che da un lato le vincola e dall' altra può proiettare più di un' ombra sulla solidità del loro stato patrimoniale. Ferma restando la difficoltà concettuale, come accennato in precedenza, di prezzare correttamente il rischio.La pressione a non investire "contro l' ambiente" è in questi giorni oggetto di forte conflitto alla BEI-Banca Europea degli Investimenti , fra il presidente Werner Hoyer che spinge per una posizione radicale della BEI stessa a favore della sostenibilità - e quindi verso il blocco totale a partire dalla fine del prossimo anno del finanziamento di progetti legati ai combustibili fossili - e la Germania, principale azionista della banca stessa, che viceversa ritiene indispensabile il proseguimento del finanziamento dei progetti legati al gas naturale (che presenta minori emissioni di gas serra) nella fase in atto di fuoruscita dal carbone.Digitale e sostenibilità ambientele: un connubio destinato a crescere?Le big tech , anche per una ragione di immagine, sono fra le imprese che più si sono impegnate nella direzione della sostenibilità ambientale. Più in generale è l' intero comparto digitale, posto sotto accusa in passato per i crescenti consumi energetici e per le crescenti emissioni di gas serra, che si è dato da fare per ridurre consumi ed emissioni: con una discesa di queste ultime (nonostante la rilevante crescita del comparto) del 15 per cento fra il 2010 e il 2015 e con una prospettiva per il 2030 - combinando l' uso di energie pulite con l' innovazione nei processi - di non superare il 2 per cento delle emissioni globali. Ma come afferma il WWF ("The biggest role that the digital sector can play is in contributing effective solutions to other sectors, influencing consumer and producer behaviour and leading the transformation of our energy systems"), il ruolo più importante del digitale è quello indiretto: rendere possibile una innovazione nei prodotti (beni e/o servizi), nei processi, nelle abitudini e nei comportamenti dei diversi attori e nei business model che permetta di procedere a una de-carbonizzazione dell' economia senza una penalizzazione dei livelli di vita. Lo sviluppo dell' Intelligenza Artificiale , il passaggio al 5G e la diffusione (favorita dalla forte riduzione dei costi) dell' IoT - in un contesto in cui la sostenibilità sarà sempre più percepita dalle imprese e dalle pubbliche istituzioni come un vincolo inderogabile - permetteranno presumibilmente un connubio sempre più stretto. Ma diversi casi sono già presenti, e ne cito solo tre (in piena fase di sviluppo) a titolo di esempio:smart grid : sfruttamento al meglio delle rinnovabili, compensando le loro naturali irregolarità;smart home : minimizzazione degli sprechi per l' illuminazione e il condizionamento;car sharing : razionalizzazione del traffico e riduzione della congestione nelle grandi concentrazioni urbane.

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[§22821004§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Le start up spingono la rinascita dell' Etna Valley

Distretto. Da Tim a Enel, StMicroelectronics fino a Huawei tante le aziende che hanno sviluppato a Catania progetti e hub innovativi. Nell' area concentrate un quarto delle start up regionali

Pagina a cura diNino Amdadore

Lo chiamano ecosistema. È un tessuto diffuso di start up e voglia di fare. Concreto e palpabile. Una ricerca continua, all' ombra dell' Etna, in cui la stella polare è l' innovazione: giovani che cominciano spesso nelle aule universiatrie a sperimentare business plan e speech e che approdano poi altrove continuando a vivere un' esperienza di impresa con un occhio al futuro. Questa è Catania, la capitale di quella che fu l' Etna Valley e oggi al centro di dinamiche nuove che hanno come punti di riferimento luoghi creati dalle grandi imprese per sostenere nuove iniziative imprenditoriali e coglierne nel contempo le opportunità: lo ha fatto Tim che nel 2013 ha creato da queste parti Tim WCap; lo ha fatto Enel con il suo Hub dell' innovazione; lo ha fatto StMicroelectronics che in collaborazione con Confindustria Catania ha ospitato a fine settembre 22 studenti di ingegneria elettronica ed informatica provenienti da 5 università in una sfida al miglior progetto tecnologico basato sull' utilizzo di dispositivi di ST, fra cui microcontrollori a 32 bit STM32. E poi ci sono i luoghi che fanno capo ad associazioni o privati, come Vulcanic. È una città che prova a reinventarsi un modello, confermando la sua dinamicità e facendo valere una marcia in più rispetto alle altre grandi città siciliane. Una provincia, Catania, che conta al secondo trimestre 2019 136 startup innovative (dati Unioncamere), un quarto del totale regionale. E sono la manifestazione di una vivacità che ai più appare indiscutibile. Ne sa qualcosa Antonio Perdichizzi, che si occupa di start up da parecchi anni: lo ha fatto da presidente dei giovani industriali etnei ma soprattutto creeando Tree, azienda che si occupa di formazione e open innovation: creata nel 2011 oggi conta 25 persone in azienda, oltre 30 clienti, 10 partner e un ecosistema di oltre 200 mentor. Nel 2018, Tree ha lavorato con oltre 100 startup, formato 1.500 persone ed erogato oltre 5.000 ore di formazione: «Il punto vero - spiega Perdichizzi - è che a Catania ci sono le grandi aziende. Poi c' è anche una buona attività dell' Università che ha riattivato il Contamination Lab». Insomma un contesto positivo, un ecosistema appunto, connesso al sistema industriale del capoluogo etneo. Che guarda al futuro. «Il modello industriale catanese sta cercando una nuova identità - spiega Mirko Viola, che per Tree segue i progetti all' interno di Tim WCap- e all' interno di questo nuovo contesto l' open innovation è sicuramente un fenomeno interessante». E basta fare un giro nei locali del Tim WCap per comprendere il senso delle parole di Mirko: quic' è uno spazio, quello che viene definito IoT Innovation Center che si rivolge a tutto il territorio nazionale, con i prototipi nati dalla collaborazione con i cinesi di Huawei che puntano all' innovazione nella mobilità urbana ma anche in agricoltura. Prototipi

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[§22821004§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

che hanno dietro grandi aziende ma che sono poi a disposizione per le startup e Pmi che ne vorranno sfruttare le potenzialità: «La vita del nostro hub siciliano è animata dal' iniziativa The Future of The city - dice la responsabile Valeria D' Amico - , dedicata a smart city e smart csrommunity, che ha l' obiettivo di coinvolgere talenti, startup e aziende consolidate in un percorso condiviso di programmi di innovazione e formazione, hackathon e incontri di matchmaking. L' obiettivo è contribuire allo sviluppo economico del territorio attraverso processi di trasformazione digitale che migliorino la vita urbana e sociale». Tra le startup ospitate da WCap oggi c' è Seo Tester online: fondata nel 2016 ha lanciato la sua prima campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma 200Crowd, e ha già raccolto 67mila euro ma punta ad arrivare a 200mila euro. Ma c' è anche Videoser, startup che punta tutto sui video e sugli influencer da giocare sul mercato del marketing: nata un anno fa ha già raccolto 116mila euro con l' equity crowdfunding , ha 10mila utenti attivi e punta a chiudere il 2019 con un fatturato di 100mila euro. Sul fronte dell' energia, invece, c' è l' Innovation hub di Enel (uno dei tre italiani e dei dieci che l' azienda ha creato nel mondo: da Tel Aviv a Rio de Janeiro) che si trova nel cuore della zona industriale etnea: un sito di 100mila metri quadrati: è il cuore dello sviluppo di nuovi progetti e nuove tecnologie nel settore energetico presidiato da Antonio Biondi. Qui la startup Titan sta sviluppando un sistema di misurazione e controllo delle batterie basato su ultrasuoni per aumentarne la capacità, estenderne il ciclo di vita e migliorarne la sicurezza mentre Raptor Maps hanno sviluppato il loro software di intelligenza artificiale per l' incremento della produzione di energia solare. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821005§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 13 Corriere della Sera Industria 4.0

Il Quirinale

Mattarella: democrazie fragili di fronte ai domini tecnologici

A Bergamo risponde ai ragazzi: attenti a qualche guru dei veloci processi digitali

MARZIO BREDA

bergamo «La scienza è portatrice di democrazia», certo. «È però un grande errore non comprendere che le democrazie liberali rischiano di apparire fragili di fronte alla pervasività di "domini" tecnologici che confondono intelligenza e capacità di calcolo La rivoluzione digitale ha profondamente modificato i modelli di convivenza, ma dev' essere orientata ad accrescere i diritti di cittadinanza sociale, politica ed economica, tecnologica». Sergio Mattarella lancia un allarme che è difficile non leggere come un segnale di preoccupazione verso le ultime forme di democrazia diretta, oggi indicate pure nel nostro Paese come formule risanatrici d' ogni crisi. Non cita certe idee per una partecipazione politica da gestire per via informatica (e la proposta più insistente è dei 5 stelle), ma quell' esempio deve averlo colpito. Basta sentirlo elencare le insidie di un governo della cosa pubblica affidato a un popolo sempre connesso e pronto ai clic suggeriti da «qualche guru delle veloci tecnologie digitali». Ecco lo snodo principale, per lui: «"L' intelligenza artificiale'', strumento da maneggiare con cura, non è disgiungibile dalla coscienza e oggi, per fortuna, l' etica inizia a lambire i suoi territori sconosciuti». È concentrato sull' attualità il dialogo che il presidente intreccia con gli studenti di Bergamo, quasi mille, assiepati nell' Auditorium Giovanni XXIII. L' incontro avviene dopo una visita alle eccellenze di una città orgogliosa dei propri primati (di cui si parla poco ma che cambiano il paradigma nazionale: disoccupazione al 3,5 per cento, ricerca d' avanguardia, 137 mila iscritti al festival della scienza), e che lo induce a condividere con forte partecipazione gli ansiosi interrogativi dei millennial. Dalla costruzione del consenso sorretta a volte dalle fake news, alla fuga dei cervelli all' estero, ai focolai d' intolleranza «che anestetizzano le coscienze». Il primo tema è di quelli che il capo dello Stato ha affrontato spesso. Stavolta lo fa a partire dalla vicenda di Greta, che ha mosso il mondo e spinto i giovani a chiedere: «Salvate il pianeta ascoltando la scienza». E qui è fatale per lui evocare il pericolo di un confronto sbilanciato tra «cultura scientifica e cultura antiscientifica», per dire che non dobbiamo far «prevalere il pregiudizio e il sospetto, talvolta fanatico, sui risultati della ricerca sperimentale, indirizzati al bene delle persone». Insomma, come si è visto con le suggestioni sui vaccini e con le polemiche per svalutare la competenza, «siamo preda della malattia della "opinabilità", riducendo i fatti a opinioni, contro qualsiasi evidenza». Sono gli effetti perversi di quello che gli anglosassoni chiamano overload d' informazioni, cioè il sovraccarico di notizie che genera vertigine e smarrimento tali da renderci incapaci di distinguere il vero dal falso. Fenomeno che, se associato ad altri usi scorretti del web, spalanca le porte a ogni

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[§22821005§] venerdì 25 ottobre 2019

Corriere della Sera Industria 4.0

tipo di regressione e indebolisce la stessa democrazia, come il capo dello Stato denuncia. Ma il presidente tocca anche altre questioni, nelle sue repliche ai ragazzi. Chiamando a «testimoni» tre grandi umanisti del passato - Leonardo, Galileo e Leopardi - la cui esperienza plurale ci insegna che «la disponibilità ad aprirci alla conoscenza, valore in sé, ha anche il potere di abbattere le barriere, favorire lo scambio tra discipline e culture, aprire orizzonti, conoscerci e riconoscerci in una causa comune». Atteggiamento che lega a tante cose. Per esempio all' urgenza di un «patto tra giovani e anziani», per cancellare smanie di cannibalismo sociale. E anche ai valori della «solidarietà» («principio presente nella Costituzione e nei trattati dell' Ue») e che è l' unico «collante dello stare insieme» .

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[§22821008§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

Riflettori su Databricks, la startup che vale già 6,2 miliardi di dollari

La società, di cui Microsoft è investitore e partner, ha chiuso un round di finanziamento che porta a 900 milioni il capitale totale. Investirà per assumere nel centro di sviluppo in Olanda: la stretta di Trump sui visti svuota la Silicon Valley di talenti

Databricks, la startup degli analytics e dell' intelligenza artificiale sostenuta anche da Microsoft , ha raggiunto un valore di 6,2 miliardi dollari, più del doppio del prezzo di 2,75 miliardi che gli investitori davano a febbraio alla società americana. Merito del nuovo round di finanziamenti che ha fatto schizzare le quotazioni di Databricks sul mercato privato: u n' infusione di ulteriori 400 milioni di dollari che portano il totale raccolto a quasi 900 milioni . Con oltre 5.000 clienti in portafoglio per la sua piattaforma proprietaria "Unified data analytics platform" e vendite dell' ordine di 200 milioni di dollari l' anno la crescita prosegue e punta all' Europa , dove Databricks intende potenziare l' attività e le assunzioni del suo centro di sviluppo ad Amsterdam aperto due anni fa.Connubio vincente tra analytics e AIAl nuovo round di finanziamento per Databricks hanno partecipato i due finanziatori già esistenti, Microsoft e Andreessen Horowitz, nonché i nuovi investitori Tiger Global Management e i clienti gestiti da BlackRock e T. Rowe Price Group.Ben Horowitz, general partner di Andreessen Horowitz e membro del cda di Databricks, ha detto che gli investitori stanno premiando la visione della società di San Francisco e del suo ceo Ali Ghodsi. Estrarre conoscenza dai dati tramite l' intelligenza artificiale non è affatto facile: molte aziende hanno difficoltà a dare un senso ai loro volumi enormi di dati disparati. Per Horowitz, Databricks semplifica il processo di analisi offrendo risultati senza uguali: gli analytics basati sull' AI diventano "facili e pratici".Nel cloud di AzureLa startup californiana, fondata sei anni fa, ha 5.000 clienti, che includono Viacom, Hp e Cisco, secondo quanto svelato dal ceo Ghodsi. A questi clienti Databricks vende strumenti che aiutano a organizzare e comprendere i dati e a cercare tra le informazioni con tecnologie di intelligenza artificiale. Microsoft non è solo investitore ma anche partner della società e integra una versione del software di Databricks nel suo prodotto cloud, Azure.A caccia di talenti in EuropaNell' ultimo anno Databricks ha più che raddoppiato le sue reccuring revenue, secondo quanto svela la società. Le vendite annuali si aggirano sui 200 milioni di dollari. I guadagni vengono usati in parte per finanziare le assunzioni all' estero: uno dei problemi principali che l' azienda deve affrontare - dice il ceo Ghodsi - è quello dei visti e delle green card per gli Stati Uniti.Il presidente Donald Trump, infatti, ha imposto una stretta sui permessi di lavoro per i talenti stranieri e per Databricks è più difficile assumere. Per questo la startup guarda all' Europa, dove spenderà circa 110 milioni di dollari in tre anni nel suo European development center ad Amsterdam . La società ha già triplicato le dimensioni del

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[§22821008§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Industria 4.0

suo team di ingegneri nella città olandese negli ultimi due anni: a fine 2019 la struttura nel nostro continente conterà 200 dipendenti."Ovunque è più facile e conveniente assumere rispetto a San Francisco", dice Ben Horowitz: per il big del venture capital si sono ampi spazi per l' espansione europea di Databricks.@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821009§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 26 Italia Oggi Industria 4.0

Savona (Consob): il fintech esige una nuova normativa

«Il futuro è già tra noi e dobbiamo prepararci. L' attuale normativa finanziaria è ben calibrata, ma va riprogrammata per accogliere gli sviluppi tecnologici e rendere più oggettiva ed efficace l' azione degli organi di controllo». È il messaggio che il presidente della Consob, Paolo Savona, ha inviato durante un convegno sul tema «Fintech tra regolazione, mercato e concorrenza» svoltosi a Roma. «L' intelligenza artificiale e la blockchain rappresentano una rivoluzione, la discontinuità introdotta dal fintech non consente un ritorno al passato». Per questo è importante che i regolatori nazionali e internazionali si attrezzino rapidamente per accompagnare l' evoluzione del mercato. Negli Stati Uniti la Sec (Consob Usa) ha creato un' apposita task force costituita da 150 esperti. «Occorrono un nuovo vocabolario, nuovi concetti, nuove discipline», ha aggiunto Savona. «In Europa, a oggi, la Bce e l' Esma non hanno messo a fuoco la soluzione dei molti problemi sollevati dall' intelligenza artificiale e dalla blockchain». Tra i vari fenomeni del fintech Savona ha fatto riferimento, in particolare, alle criptovalute: «Gli stati devono avere il monopolio delle valute digitali. È necessario un garante di ultima istanza, che non può non essere lo Stato. Le autorità di controllo devono avere il potere di intervenire». © Riproduzione riservata.

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[§22821011§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 5 Il Sole 24 Ore Industria 4.0

Agroindustria

Un robot rivoluziona l' ortofrutta

Spartacus è stato creato dalla Demur di Savoca in collaborazione con Fanuc

savoca (MESSINA) Un gioiello di tecnologia e ingegno in un luogo di rara bellezza come Savoca, in provincia di Messina, paese noto ai più per ragioni cinematografiche: qui è stata girata una delle scene più belle de Il Padrino Francis Ford Coppola. E qui, a Savoca, si trova la Demur, system integrator di robot, creata nel 2012 da Carlo Depu, un quarantenne che ne è l' amministratore delegato. Demur si è caratterizzata per i suoi sistemi all' avanguardia nel settore della movimentazione dell' ortofrutta: tra i suoi clienti ci sono aziende leader nei rispettivi settori e in particolare c' è una partnership con il colosso giapponese Fanuc con cui ha sviluppato una soluzione innovativa in grado di rivoluzionare il mercato ortofrutticolo in chiave 4.0, ottimizzando il processo di lavorazione degli agrumi e migliorando allo stesso tempo le condizioni di lavoro dei lavoratori. Quella di Depu, culminata con la creazione di Demur, è una storia di passione per l' innovazione cominciata qualche anno fa nel settore oftalmico e arrivata all' agroindustria quasi per caso. «Qualche anno fa - racconta - ho incontrato un imprenditore del settore ortofrutticolo della mia zona e lui mi ha chiesto se ero in condizione di creare una macchina per scaricare le cassette con la frutta. Così ho comprato il primo robot sfidando anche il giudizio di chi mi dava per perdente in questo business». Con qualche aggiunta al robot di base (la pinza per scaricare le cassette che è stata poi brevettata) e un lavoro di studio per affinare la tecnica è arrivato alla produzione di un piccolo robot che riesce a scaricare 1.200 cassette piene di frutta l' ora. La soluzione di automazione industriale si chiama Spartacus, è dotata di intelligenza artificiale e realizzata grazie alla tecnologia e alle competenze di Industry 4.0 di Fanuc: in precedenza gli addetti dovevano muovere manualmente fino a 5.000 cassette da 20 kg di arance al giorno, oggi con Spartacus si può gestire fino a 1.200 cassette l' ora. Una soluzione che aiuta la competitività delle aziende del settore: incrementa le prestazioni dell' intera filiera in termini di produttività, efficienza e sicurezza, e solleva gli operatori da un' attività fisicamente logorante e faticosa. Indubbi i vantaggi per i lavoratori: prima erano sottoposti a questi carichi fisici estenuanti, oggi invece sono impiegati in funzioni di controllo qualità e confezionamento. Non solo: consente una diminuzione della merce di scarto e quindi un abbattimento dei costi lavorazione. «Facciamo - spiega Depu - una dozzina di impianti l' anno e puntiamo, l' anno prossimo a superare il milione di fatturato fino ad arrivare a 4 milioni nei prossimi tre anni». Una sfida per questa piccola azienda innovativa che ha tra i suoi clienti grandi aziende come Bauli e Dolfin (solo per citarne un

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[§22821011§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Industria 4.0

paio): «Abbiamo già installato 50 robot in Sicilia - dice Depu - ma la sfida più grande è quella di fare nuovi impianti fuori dalla Sicilia». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820951§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

Firma digitale, così la biometria smaschera i falsi

La grafometria supera le apparenti barriere ideografiche del linguaggio scritto. Consentendo il riconoscimento dell' identità anche tra alfabeti diversi. Il valore aggiunto del digitale all' indagine grafica. Ecco come funziona

La grafologia giudiziaria si rinnova grazie alla tecnologia sulla base di solidi principi e leggi grafiche. Facendo accelerare l' evoluzione dei documenti digitali. Strumenti rivoluzionari in questo senso possono essere la grafometria e lo studio della scrittura , come aspetto della biometria comportamentale , attraverso i quali gli assunti sulla "universalità" della scrittura trovano nuova conferma. Tracciando il solco per l' applicazione e sperimentazione di nuove intuizioni. L' indiscusso pregio riconosciuto al processo di digitalizzazione è il sincronico scambio di informazioni senza limiti e confini spazio-temporali . Ma la globalizzazione digitale può dar vita ad un fenomeno di più incisiva portata, favorendo non solo la rapidità delle informazioni, ma soprattutto determinando la creazione di una nuova dimensione della comunicazione, fondata su un "linguaggio globale": ci domandiamo se la tecnologia riesca a superare le differenze fonetiche ed ideografiche degli idiomi delle varie etnie. Nell' ambito dello studio della scrittura sotto il profilo della verificazione giudiziaria, la riflessione su alcune implicazioni pratiche derivanti dalla contaminazione linguistica ha nutrito la curiosità di verificare, attraverso l' applicazione della grafometrica , quali e quanti elementi qualitativi individualizzanti, sotto il profilo grafico, possano rintracciarsi in firme di soggetti che si esprimono sia con l' idioma grafico tipico della propria etnia, che con i grafemi del mondo latino. E' nota agli addetti ai lavori, ma anche ai non esperti dello studio della scrittura, la difficoltà (se non impossibilità) di comparare una firma apposta con caratteri latini, con una scrittura in lingua cinese, indiana o araba, ad esempio. L' ipotesi non è solo teorica: per effetto dell' integrazione culturale e linguistica, uno scritto potrebbe appartenere ad un soggetto di etnia diversa da quella apparente dal grafema di scrittura; per semplificare, uno scritto anonimo apparentemente riconducibile ad un soggetto di lingua anglosassone potrebbe, invece, appartenere al gesto grafico di un soggetto di etnia orientale o asiatica; oppure, basti pensare al caso di un soggetto di etnia araba il quale potrebbe apporre la propria firma in inglese, per poi essere agevolato nell' intento di non riconoscerne la paternità, sostenendo di firmare solo in stile arabo. Rilevazione biometrica al servizio del grafologo forense Nei casi appena ipotizzati, gli strumenti del sapere grafologico applicati per la verificazione su carta si rivelano inadeguati o, perlomeno, insufficienti da soli per un approdo alla verità. In siffatte circostanze un contributo prezioso alla scientificità dell' analisi può essere dato dall' applicazione della grafometria , attraverso la rilevazione e lo studio delle componenti della biometria comportamentale. La scrittura è definita come "insieme

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[§22820951§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

finito di significanti visivi o grafemi convenzionalmente usati per rappresentare" . Ferdinand de Saussure definiva due tipi di scrittura: la scrittura di tipo fonetico (comprendente scritture sillabiche e alfabetiche), quindi fatte di significanti linguistici e la scrittura ideografica (ad es. la scrittura cinese), associata a concetti extralinguistici. Per Lev Vygotskij [1] il linguaggio è strumento per conoscere se stessi e la realtà. Nel tempo il linguaggio si fonde con il pensiero diventando una cosa sola, " un dialogo da contorni labili che organizza il comportamento della persona diviene l' anello di congiunzione fra un sistema simbolico sociale di comunicazione e uno strumento pienamente interiorizzato[] che ci accompagnerà tutta la vita ". La scrittura, dunque, non è solo un insieme di segni e suoni convenzionali quale strumento di comunicazione, ragion per cui le differenze tra le scritture delle varie etnie nascono dallo stretto e connaturale legame sussistente tra scrittura e psicologia di un popolo . Tali premesse, che rilevano la matrice "genetica" e culturale" delle differenze tra i vari idiomi e tipologie di scrittura, sembrano contrastare con un principio cardine delle leggi che governano la scrittura : " le regole che governano la scrittura prescindono dall' alfabeto e quindi dalla nazionalità dello scrivente; se dipendessero da essi non sarebbero assunti universali. La costante è sempre la motricità personale che è guidata dalle leggi dell' espressività del gesto grafico " [2] . La grafometria convalida la valenza universale di tale principio, superando l' incomunicabilità tra i diversi idiomi e tipologie di scrittura, attraverso la decodificazione del "linguaggio invisibile" della dinamica personale. Documenti digitali, gli elementi "invisibili" dei segni La caratteristica maggiormente significativa e distintiva della firma grafometrica si sostanzia nella trasformazione del tracciato grafico in una sequenza di punti di campionamento con la rilevazione, per ciascun punto, di grandezze quantitative relative alla pressione di appoggio, alla durata totale di esecuzione (tempo), alla variazione di velocità (accelerazione) e alla modalità della progressione (in orizzontale e verticale). La peculiarità funzionale e strutturale della firma grafometrica , dunque, supera le apparenti differenze ideografiche del linguaggio scritto, traducendo la scrittura sia fonetica che ideografica in una sequenza di dati numerici, con valori, assoluti e relativi, privi di "forma", disancorati da qualsivoglia alfabeto. Se tale è la premessa sistematica, è interessante interrogarsi sulla possibilità di rintracciare elementi di analogia nelle caratteristiche dinamiche (e quindi numeriche) in firme vergate da un medesimo soggetto utilizzando due diversi idiomi. Apparentemente con profili ideografici lontani ed incompatibili si presentano la firma di una donna indiana in lingua hindy e quella con nome e cognome tradotti in inglese. Dalla rilevazione dei parametri grafometrici di entrambe le tipologie di firma emergono i seguenti valori: firma hindy e firma inglese Il livello medio di pressione presenta una differenza nella misura di appena il 6% tra le due modalità. Il dato quantitativo maggiormente divergente è relativo al tempo totale di esecuzione maggiore nella firma hindy, connaturale per la modalità pittorica dei ideogrammi), elemento però che non incide sulla riproduzione dinamica del ritmo che si evidenzia con analogie sistematiche attraverso la proiezione dei dati nell' elaborazione dei diagrammi di seguito riportati. Da rilevare, invece, la quasi

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[§22820951§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Industria 4.0

totale coincidenza del valore numerico dei tratti in aria delle due firme (12 firma hindy - 13 firma inglese), evidenziati in rosso nella riproduzione grafica del dato biometrico catturato come "tratto in aria" e che, insieme all' andamento della modulazione pressoria, costituiscono il dato "invisibile", ma tangibile, dell' analogia del movimento grafico, nelle due firme indipendentemente dall' esecuzione di alfabeti diversi. Firma con ideogrammi giapponesi e firma in caratteri latini elaborazione statica firma grafometrica Il legamento invisibile nella parte centrale degli ideogrammi giapponesi riproduce il "non segno" che si materializza con la medesima estensione e direzione nella firma latina. Il valore connotativo della rilevazione grafometrica del "tratto in aria" come riscontro dell' iter ideativo viene convalidato con la sperimentazione di una simulata di un caso di imitazione per mano di un soggetto italiano che ha provato a riprodurre la firma di un soggetto di etnia ghanese. Firma grafometrica autentica apposta da destra verso sinistra Il gesto aereo in rosso che da sinistra volge a destra ci indica il movimento nella creazione delle linee coprenti che, quasi come una cancellatura finale, seguono un personale movimento. Imitazione della firma grafometrica Il "tratto in aria" collocato in punti diversi indica la diversa direzione (opposta rispetto all' originale) del gesto ideativo che conduce all' esecuzione dello sbarramento finale, come confermato anche dalla diversa modulazione pressoria. Visualizzazione pressione firma grafometrica riproduzione pressione firma imitata autentica [3] Dal digitale nuovi contributi all' identificazione grafica La firma grafometrica rivela, dunque, nuove potenzialità identificative in ambito grafico , consentendo la rilevazioni di elementi invisibili nella riproduzione cartacea e camuffati dall' insidiosità dell' uso di idiomi e ideogrammi diversi. Da ciò ne deriva la maggiore difficoltà dei processi imitativi, fondati sostanzialmente sulla riproduzione della struttura formale dei grafemi che, con la firma grafometrica, vengono sostituiti da grandezze dinamiche e quantitative; pertanto, diviene quasi impossibile riprodurre le modulazioni pressorie e di velocità, rilevate con i parametri grafometrici. Quindi, la paternità di un gesto grafico potrà essere convalidata con buon grado di certezza anche in ipotesi di confronto tra scritture in lingue di diverse etnie ; per converso, l' imitazione formale delle firme sarà priva di effetto senza una verosimile riproduzione della dinamica ritmica individuale. L' acquisizione di saggi grafici con tablet di firma grafometrica è da considerarsi uno strumento che apporta un valore aggiunto all' indagine grafica. Del resto, l' innovazione è la scintilla vitale di tutti i cambiamenti, miglioramenti e quindi del progresso umano." ( T.Levitt) *I risultati di ampia campionatura di studio sono in corso di elaborazione. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22820952§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 35 Italia Oggi Industria 4.0

Le imprese possono chiederne il rinnovo o comunicare variazioni via web all' Agcm

Il rating di legalità va al restyling

CINZIA DE STEFANIS

Semplificati gli adempimenti per le imprese titolari del rating di legalità, che possono chiedere il rinnovo del rating o comunicare variazioni rilevanti richiamando e aggiornando semplicemente i dati già immessi nel sistema. Dal 14 ottobre 2019 l' Agcm ha realizzato una piattaforma web dedicata (WebRating), che consente alle imprese di comunicare all' Autorità tutti i dati necessari per ottenere rating e variazioni societarie in modo più semplice e veloce. Il nuovo sistema, che prevede la compilazione di form online, è disponibile direttamente dal portale istituzionale www.agcm. it. Lo si legge in una nota tecnica dell' Agcm dei giorni scorsi. Per un periodo transitorio, fino al 31 dicembre 2019, è prevista la possibilità, per le imprese, di inoltrare le richieste di rating utilizzando il formulario .pdf. Modalità utilizzo nuova piattaforma. Per l' utilizzo della piattaforma è indispensabile avere a disposizione: un indirizzo di posta elettronica certificata; il dispositivo di firma digitale del rappresentante legale dell' impresa. La piattaforma contiene i moduli, che compongono la domanda, compilabili direttamente via web. Una volta conclusa la compilazione, la domanda dovrà essere firmata digitalmente dal legale rappresentante dell' impresa e dovrà essere inviata, sempre attraverso la piattaforma. La comunicazione di avvenuta ricezione verrà inviata tramite Pec all' indirizzo indicato all' atto della registrazione alla piattaforma, eventualmente modificabile all' interno dell' area riservata. I vantaggi delle stellette. Il rating di legalità è un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese, che ne abbiano fatto richiesta. E, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business. Tale riconoscimento prende la veste di un punteggio compreso tra un minimo di una stelletta e un massimo di tre stellette. Tutte le aziende che conseguono il rating di legalità possono fruire di una serie di vantaggi. Il primo si esplica sul piano reputazionale. Il secondo è riconducibile ai benefici previsti in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e delle banche. Il rating di legalità ha durata di due anni dal rilascio ed è rinnovabile su richiesta. Il fatturato viene valutato alla stregua degli altri requisiti di cui all' art. 1, lett. b) del regolamento (delibera Agcm del 15 maggio 2018, n. 27165 ) e, dunque, deve ricorrere anche al momento della presentazione della domanda di rinnovo del rating. © Riproduzione riservata.

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[§22821012§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

Baretta: sì alla garanzia per infrastrutture sociali

Investimenti. «Condivisibile che Casse e Fondi possano essere protagonisti nell' economia reale, ma devono mantenere la loro mission nel welfare»

Marco Rogari

«Casse di previdenza e fondi pensione devono mantenere una mission legata alla loro rappresentanza che è fondamentalmente sociale: in questo contesto l' idea di una garanzia pubblica può aiutare gli investitori ad essere più coraggiosi nell' effettuare gli investimenti in economia reale». Il sottosegretario all' Economia Pier Paolo Baretta (Pd), profondo conoscitore delle dinamiche del welfare oltre che dei conti pubblici, definisce «condivisibile» l' idea lanciata ieri da Franco Bassanini, dalle colonne del Sole 24 Ore, di una garanzia pubblica concessa dal Governo, sulla falsariga del modello dei piani Juncker e InvestEu, sugli investimenti di Casse di previdenza, gestori di previdenza integrativa e assicurazioni vita in specifiche classi di infrastrutture. Tra gli altri benefici di questa proposta ci sarebbe anche quello di mettere in sicurezza i risparmi previdenziali degli italiani,gestiti da investitori istituzionali. Per Baretta «è condivisibile il ragionamento che Casse e Fondi possono essere protagonisti di investimenti in economia reale, senza dimenticare che in parte lo sono già». Ma questi "soggetti", secondo il sottosegretario al Mef, «devono rimanere coerenti con la loro missione che è quella di tutelare le pensioni». Il terreno su cui provare a dare operatività a questo progetto deve essere quello della salvaguardia sociale. La loro spinta agli investimenti deve quindi essere orientata sulle «infrastrutture al servizio del welfare». Che, secondo il sottosegretario al Mef, «vanno considerate come un filone specifico rispetto a quello delle infrastrutture al servizio della collettività». Anche perché, fa notare Baretta, per effetto delle ricadute dell' attuale andamento demografico inevitabilmente «crescerà la domanda di servizi legati al Welfare». Un esempio emblematico in questo senso è quello delle residenze per anziani di cui oggi si parla molto. Proprio la necessità di tutelare le pensioni porta Casse e Fondi ad avere «un approccio agli investimenti tradizionali comunque prudente», afferma Baretta, che aggiunge: «quindi, la proposta di una garanzia pubblica può sicuramente indurre questi investitori ad avere maggiore coraggio». Ma il sottosegretario all' Economia lancia anche un avvertimento: «è necessario anzitutto che sia l' investimento in sé a garantire una redditività. La garanzia pubblica è una sicurezza ma non si deve trasformare in un alibi per gli operatori finanziari». Per arrivare a rendere operativo un sistema comprensivo della garanzia dello Stato occorrerà insomma percorrere un po' di strada e rendere chiaro il meccanismo.

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[§22821012§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

«Bisogna anche capire le formule con cui questa garanzia pubblica può realizzarsi», osserva Baretta. Nella proposta di Bassanini viene, ad esempio, citata esplicitamente Cassa depositi e prestiti. Per il sottosegretario al Mef, «l' intero sistema finanziario e bancario deve essere coinvolto in questa operazione». E proprio questo, per Baretta, «dovrebbe essere un terreno su cui lavorare». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821013§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 8 Corriere della Sera Lavoro e Previdenza

Bonus figli, fino a 160 euro al mese

Ri. Que.

Per la famiglia il governo intende mobilitare 600 milioni quest' anno, poco più di un miliardo nel 2021 e 2 miliardi e 250 milioni nel 2022. Quest' anno si tratterebbe per cominciare di rifinanziare il congedo di paternità pagato al 100% dall' Inps. Si passerebbe dai 5 giorni attuali a 10 giorni (come chiede anche l' Europa). Per finanziare la misura nel 2020 servono 100 milioni. A oggi ne usufruiscono circa la metà dei padri che ne avrebbero diritto. Poi ci sono due misure che andrebbero a ridisegnare tutto il sistema di bonus, assegni familiari e detrazioni per i figli a carico oggi in vigore. Nel 2020 dovrebbe partire un «assegno per i nuovi nati». La somma - ha spiegato ieri la ministra delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti - dovrebbe andare da un minimo di 80 a un massimo di 160 euro al mese a seconda del reddito della famiglia. Certo è che i fondi mobilitati dalla legge di Bilancio da soli non bastano. Per esempio, se si usassero i 500 milioni che restano dopo aver finanziato i 10 giorni di congedo dei padri, solo per l' assegno ai figli e se si pagassero in media 120 euro al mese, la misura risulterebbe coperta per 8-9 mesi. Nella proposta del Pd i fondi andrebbero trovati riorganizzando le detrazioni per i figli a carico e gli assegni per il nucleo familiare. «L' assegno per i figli avrebbe il vantaggio di arrivare anche ad autonomi e incapienti, categorie oggi scoperte», sottolinea il senatore Pd Tommaso Nannicini. E chi alla fine prendesse meno di quanto riceveva con detrazioni e assegni familiari? «Faremo salva la possibilità di mantenere il vecchio regime». Oltre all' assegno per i figli ci sarà una «carta bimbi» che dovrebbe servire a pagare servizi: nidi o baby sitter. La misura sarebbe finanziata con l' accorpamento dei fondi destinati a una serie di bonus oggi in vigore, in particolare il bonus di 800 euro alla nascita e il bonus nido (oggi può arrivare a mille euro l' anno).

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[§22821014§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 8 Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

LALEGAEILLAVORO

Durigon: «Manovra insufficiente, priorità a crescita e cuneo»

Incontro con parti sociali e società civile: contratti a termine meno rigidi

Claudio Tucci

«Nella manovra, a parte la sterilizzazione dell' Iva, non c' è nulla; il taglio al cuneo per i lavoratori è insufficiente perché manca di risorse adeguate. E su decreto dignità e reddito di cittadinanza, avevamo ragione noi: il Dl 87 ha spinto, certo, nei primi mesi, un po' di stabilizzazione di rapporti precari, ma, ora, sta penalizzando, fortemente, i contratti a termine. Anche il reddito di cittadinanza, così come costruito, non sta producendo impatti positivi sull' occupazione, connotandosi sempre più come una misura assistenziale e sempre meno come un intervento di politica attiva». Claudio Durigon, responsabile del dipartimento Lavoro della Lega, ex sottosegretario al Lavoro nel governo "giallo-verde", ha iniziato ieri una serie di incontri con imprese, sindacati, professionisti, come consulenti del lavoro e commercialisti, rappresentanti della società civile. Che cosa si è sentito dire? «Che serviva altro in questa manovra -ha risposto l' esponente del Carroccio -. Le parti sociali, in primo luogo, sono preoccupate per l' eventuale introduzione del salario minimo legale. Fissare, ex lege e valida per tutti, l' asticella a 9 euro lordi l' ora è una sciocchezza, spiazza la contrattazione e comporta un aggravio di costi per le aziende, che l' Inapp ha stimato in 6,7 miliardi di euro. Una follia, che danneggia in primo luogo artigiani e Pmi». Il punto è che, in Italia, il 95% degli occupati è all' interno di un Ccnl, che offre diritti e garanzie. «Bisognerebbe, perciò, spingere quel restante 5% nella contrattazione - ha spiegato Durigon -. Quanto ai 9 euro l' ora, poi, quando ero sottosegretario ho premuto affinché non fossero solo retribuzione oraria diretta, ma retribuzione oraria complessiva, comprendente cioè anche gli elementi indiretti e/o differiti, come ferie, mensilità aggiuntive, Tfr». «Dalle imprese e sindacati che ho ascoltato - ha proseguito Durigon - è arrivato anche un secco no alla misurazione della rappresentanza per legge. Tutti, piuttosto, hanno chiesto di attuare l' accordo interconfederale del 2014». Quello che serve al Paese, secondo Durigon, è una manovra espansiva che guardi alla crescita, ridando centralità ai redditi e al lavoro. Tutto l' opposto di quello che sta facendo l' attuale esecutivo. Sui contratti a termine, ad esempio, la Lega chiede al nuovo governo giallo-rosso di affidare le causali legali alla contrattazione collettiva per adattarle meglio alle singole realtà produttive e territoriali, e di togliere l' aggravio di 0,5 punti su ciascun rinnovo di un rapporto temporaneo, perché «sta penalizzando la continuità lavorativa, e fa crescere solo il turn-over». «Ho ascoltato una serie di appelli che condivido - ha raccontato Durigon -. Le nuove norme sui rider,

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[§22821014§] venerdì 25 ottobre 2019

Il Sole 24 Ore Lavoro e Previdenza

che hanno ribaltato l' impianto da noi sostenuto nel precedente governo, non sono di aiuto agli stessi ciclofattorini, molti dei quali infatti protestano. E bisogna incentivare lo scambio virtuoso salari-produttività, a tutti i livelli, a partire da quello aziendale. Noi avevamo proposto un Ddl per incentivare i premi di produttività. Ora anche questo tema è uscito dai radar». «Un numero ieri mi ha colpito in particolare - ha chiosato l' ex sottosegretario leghista -. Ogni giorno 250 piccole e medie imprese italiane chiudono i battenti. E gli oltre 150 tavoli di crisi al Mise sono ancora tutti lì e non vedo soluzioni vicine. Altro, quindi, che riaprire il dibattito se ripristinare o meno l' articolo 18 nei licenziamenti collettivi. Servono, e subito, politiche industriali vere e una difesa a spada tratta dei nostri stabilimenti. Il ragionamento è semplice. I posti di lavoro sono creati dalle aziende. Ma se queste non sono aiutate, anzi sono costrette a chiudere, come si potrà mai rilanciare in Italia occupazione e crescita economica?». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821015§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 12 Italia Oggi Lavoro e Previdenza

De Larosière: l' esagerata politica del tasso zero ha prodotto delle pesanti conseguenze

La troppa liquidità crea rischi

Una situazione molto simile a quella degli anni Trenta

MARIO LETTIERI* E PAOLO RAIMONDI**

Dalla Francia, ma non solo, arrivano moniti preoccupanti relativi al rischio di nuove crisi finanziarie globali. Tra gli economisti, Jacques de Larosière, già governatore della Banca centrale di Francia e direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, afferma che le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali stanno indebolendo l' intero sistema finanziario, rendendo così impraticabili anche gli eventuali futuri interventi di correzione. Anzitutto, l' idea fissa di tutte le banche centrali di dover raggiungere il tasso d' inflazione del 2%, inteso come manifestazione del corretto andamento della gestione monetaria e dell' economia, è sbagliata. Chi la sostiene argomenta che sotto quel livello ci sarebbe sempre il rischio di deflazione, cioè un crollo dei prezzi. L' ex direttore del Fmi afferma, invece, che questo target d' inflazione annuale dovrebbe essere abbassato all' 1%. Vi sono, infatti, ragioni strutturali che modificano profondamente i dati che determinano i prezzi al consumo: l' invecchiamento della popolazione, il progresso tecnologico che diminuisce i costi di produzione, la globalizzazione che ha fatto entrare nei nostri mercati merci a prezzi stracciati perché prodotte con salari bassi e un mercato del lavoro bloccato. Perciò il target dell' 1% non sarebbe in alcun modo un fenomeno deflattivo. Lo stesso dicasi per il tasso di sconto applicato dalle banche centrali. Dovrebbe aumentare in situazioni di stabilità e di crescita economica. La storia lo insegna. E ci dice anche che gli ultimi 15 anni di politiche monetarie accomodanti (più liquidità con il quantitative easing e simili misure) di fatto non hanno prodotto una crescita significativa e un effettivo miglioramento delle varie economie.. Al contrario, sottolinea De Larosière, la prolungata e esagerata politica del tasso zero ha prodotto gravi conseguenze: una forte propensione al debito, un indebolimento del settore bancario, un peggioramento dei bilanci dei fondi pensione con investimenti in obbligazioni pubbliche senza rendimenti, la proliferazione di «imprese zombie» dove i tassi di interesse non giocano più il ruolo discriminante di «indice di qualità», la spinta verso investimenti e prodotti finanziari ad alto rischio e la disincentivazione per i governi a intraprendere la strada delle riforme strutturali. Inoltre, con un tasso zero, le imprese, invece di nuovi investimenti, sono spinte a fare più debiti con cui comprare sul mercato le loro stesse azioni. Ciò crea l' illusione di stabilità.

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[§22821015§] venerdì 25 ottobre 2019

Italia Oggi Lavoro e Previdenza

In verità, l' aumento della produttività non ha alcun rapporto diretto con il tasso d' interesse ma riflette, invece, i processi d' istruzione, di formazione, di diffusione delle nuove tecnologie, del clima nel commercio internazionale A tutto ciò si aggiungono le gravi e irresponsabili politiche nazionaliste e quelle del «beggar thy neighbour», impoverisci il tuo vicino. Perciò l' ex governatore della Bank de France vede l' attuale situazione mondiale molto critica e simile a quella degli anni Trenta dello scorso secolo. Anche la politica monetaria è in una pericolosa impasse con il rischio di non essere più in grado di intervenire in caso di necessità e di crisi. Servirebbe invece un accordo stabile nel sistema monetario internazionale. Sulla stessa linea di De Larosière si sono espressi anche Eric Lombard, direttore generale della Caisse des Depots (la Cdp francese) e Olivier Klein, direttore generale della Bred, la più grande banca popolare e cooperativa di Francia. Essi affermano che un' attenta analisi della passata crisi fornisce elementi per dire che anche oggi vi sono sintomi molto simili. In particolare, i tassi interesse inferiori a quelli della crescita per un periodo troppo lungo hanno creato un circolo vizioso in cui gli attori economici, invece di diminuire i loro debiti, sono stati indotti a aumentarli. Questo processo ha portato a preferire operazioni finanziarie sempre meno liquide con alti rischi di credito. Secondo loro, la bolla potrebbe, quindi, scoppiare in caso di aumento dei tassi d' interesse. Essi stimano che la crisi potrebbe iniziare a seguito di qualche evento negativo, sia economico sia geopolitico, che mettesse in difficoltà il pagamento dei debiti. Si aspettano che la crisi finanziaria possa avvenire in particolare nel settore dello «shadow banking», cresciuto a dismisura. Le banche sarebbero, per fortuna, meglio capitalizzate. Immettere maggiore liquidità per aiutare gli attori economici indebitati in difficoltà, potrebbe accentuare il rischio di una crisi ancora più grande. Da ultimo si è fatto nuovamente sentire un gruppo di ex governatori delle banche centrali di Germania, Austria e Olanda che in un memorandum hanno ripreso gli argomenti sopracitati. Però, con un giudizio negativo soprattutto nei confronti dei paesi europei più indebitati. Secondo loro la politica della Bce favorirebbe proprio questi ultimi. È chiaro che essi vorrebbero continuare con una politica di austerità più severa e più dura. Sarebbe una sciagura! È giunto il momento di sottrarci ai rischi di una nuova crisi, attraverso una sana politica di crescita economica, occupazionale e sociale e senza l' ossessiva e fallimentare politica di austerità a tutti i costi. © Riproduzione riservata.

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[§22821016§] venerdì 25 ottobre 2019 Pagina 23 La Stampa Lavoro e Previdenza

le tre battaglie con cui Draghi ha reso l' eurozona più forte

FRANCO BRUNI

La presidenza Draghi alla Bce cominciò durante la crisi dell' eurozona e termina con una sussurrata crisi di efficacia delle politiche monetarie. Ma sono trascorsi otto anni di straordinario impegno e grandi successi. Tre sono state, in rapida successione, le principali battaglie di Draghi: il salvataggio dell' euro, che nel 2012 stava per dissolversi: grande vittoria; la costruzione dell' unione bancaria europea: vittoria notevole anche se da completare; l' adozione di politiche monetarie non convenzionali per alimentare la crescita ed evitare la deflazione dei prezzi: vittoria parziale e controversa. «Whatever it takes»: sarà fatto tutto il necessario per preservare l' euro. La frase che nell' estate del 2012 bastò ai mercati per cessar di speculare sulla sua dissoluzione. Le differenze fra i tassi sui titoli di Stato dei vari Paesi si stavano allargando troppo e non erano proporzionate ai debiti pubblici nazionali: Draghi le interpretò correttamente come scommesse sul ritorno di monete nazionali e, con esse, di politiche monetarie divaricate come prima dell' euro, quando i tassi incorporavano le svalutazioni attese delle monete con maggiori inflazioni. Erano scommesse speculative in grado di autorealizzarsi. Per evitarlo occorreva promettere interventi illimitati ma, soprattutto, chiarire che compito della Bce era anche la difesa dell' unità dell' euro. Draghi seppe promettere e chiarire così bene che non servirono interventi: cambiarono le aspettative e la speculazione si sgonfiò da sola. Una vittoria della sua credibilità. All' unità della moneta non corrispondeva però ancora una sufficiente fluidità della sua circolazione attraverso le frontiere nazionali; i sistemi bancari erano vigilati in modi non uniformi e a tratti poteva mancar la fiducia nella stabilità di alcuni di essi: la liquidità stentava a raggiungerli, ristagnava ai loro confini. Fra i Paesi che soffrivano di questa segmentazione vi era l' Italia. L' Ue affrontò radicalmente il problema avviando l' Unione bancaria europea: stesse regole in tutti i Paesi, vigilanza uniforme diretta dalla Bce e gestione accentrata di eventuali crisi bancarie. Un cammino tecnicamente e politicamente difficile, ancor oggi incompleto, che richiedeva alla Bce di raddoppiare le sue dimensioni e andar ben oltre la politica monetaria. Uno sforzo eccezionale che Francoforte fece con velocità sorprendente. Draghi accompagnò l' operazione con innovazioni tecniche per influenzare più direttamente la capacità delle banche di rifornirsi di liquidità senza confini convogliandola in prestiti capaci di finanziare la crescita. La battaglia è ancora in corso ma Draghi e la sua banca hanno già meritato le medaglie.

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[§22821016§] venerdì 25 ottobre 2019

La Stampa Lavoro e Previdenza

Dopodiché sono venuti gli acquisti massicci di titoli pubblici e i tassi negativi. Strumenti in parte adottati in forme e tempi diversi da tutte le principali banche centrali del mondo. Vinte le crisi più acute, dal 2008 al 2012, il problema era crescere più svelto, in modo più omogeneo e durevole, ed evitare attese di inflazione negativa che avrebbero potuto precipitare la depressione. La Bce mirava a rispettare il suo obiettivo di far crescere i prezzi a un ritmo prossimo al 2%. Era evidente che le politiche monetarie non sarebbero bastate: i governi dovevano fare la loro parte con riforme strutturali, politiche di bilancio, più solidarietà e integrazione europee e con la stabilità politica necessaria a ridurre l' incertezza che inceppava la crescita. Ma Draghi non si è nascosto dietro i compiti altrui e ha cercato di spendere la sua credibilità per superare, influenzando le aspettative, i crescenti attriti che le politiche monetarie trovano nel trasmettere i loro impulsi espansivi alla domanda e ai prezzi. A chi osserva che l' espansione monetaria ha efficacia decrescente ed effetti collaterali indesiderabili (come il disincentivo a contenere i debiti o il nocumento dei tassi bassi e negativi per risparmiatori, banche e fondi pensione) esibisce misure dell' impatto positivo dei suoi provvedimenti che sono maggiori degli effetti indesiderati. Le difficoltà che ha incontrato aprono comunque una fase di riflessione strategica per chi sta per succedergli e per tutta l' Ue. Ci mancheranno il suo carisma e la sua sapienza tecnica unita alla capacità di spiegare le decisioni. Non ci mancheranno la sua energia e il formidabile europeismo perché li saprà diffondere altrimenti. Come lo farà? Ieri ha detto che lo sa meglio sua moglie. - Twitter@francobruni7 c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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[§22821017§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Lavoro e Previdenza

Notifica del decreto ingiuntivo ai soci per l' accesso al Fondo di garanzia per il TFR

Dall' INPS istruzioni sulla presentazione della domanda in caso di estinzione della società datrice di lavoro non soggetta a procedure concorsuali

L' INPS, con il messaggio n. 3854/2019 , chiarisce alcuni dubbi relativi alla corretta istruttoria delle domande di intervento del Fondo di garanzia, in caso di datore di lavoro non assoggettabile a procedure concorsuali (di cui al RD 267/1942 ), fondate su decreti ingiuntivi emanati dal Tribunale dopo la cancellazione dal Registro delle imprese della società datrice di lavoro oppure notificati, dopo la cancellazione, presso il legale rappresentante della società stessa. Si ricorda che lo scopo del Fondo è quello di garantire al lavoratore la soddisfazione del credito retributivo vantato nei confronti del datore insolvente, riguardante nello specifico il trattamento di fine rapporto ( art. 2 della L. 297/1982) nonché le retribuzioni maturate negli ultimi tre mesi del rapporto lavorativo ( art. 2 del DLgs. 80/1992). Il Fondo di garanzia interviene al verificarsi delle seguenti condizioni : cessazione del rapporto di lavoro subordinato, indipendentemente dalla causa; sussistenza del credito per il TFR e/o di eventuali ulteriori crediti retributivi rimasti insoluti; inadempimento del datore di lavoro e stato di insolvenza di quest' ultimo (art. 2 della L. 297/82). La procedura da seguire per accedere al Fondo differisce, tuttavia, a seconda che il datore di lavoro insolvente sia assoggettabile o meno alle procedure concorsuali. Nel primo caso è necessario, al fine di richiedere l' intervento del Fondo, oltre ai requisiti sopra citati, che sia stata avviata una procedura concorsuale di fallimento, ovvero concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa o di amministrazione straordinaria. Quando invece non è possibile esperire almeno una di queste procedure, il lavoratore deve, prima di tutto, tentare l' esecuzione forzata e chiedere l' intervento del Fondo solamente nel caso in cui le garanzie patrimoniali del datore non fossero sufficienti. L' INPS, con il messaggio in commento, facendo il punto sulle conseguenze in caso di estinzione e cancellazione di una società dal Registro delle imprese, analizza l' attività delle strutture territoriali in sede di istruttoria nonché gli obblighi dei lavoratori che vogliono richiedere l' intervento del Fondo. La cancellazione di una società dal Registro delle imprese non comporta infatti l' estinzione dei suoi rapporti giuridici, attivi e passivi, quanto piuttosto il trasferimento ai soci delle obbligazioni sociali. I soci, dunque, diventano i legittimi contraddittori nei giudizi volti all' accertamento dei debiti sociali e rispondono delle stesse obbligazioni illimitatamente, o nei limiti del riscosso a seguito della liquidazione, a seconda del regime giuridico della società. Gli operatori delle strutture territoriali dovranno quindi verificare, in sede di istruttoria delle domande presentate dopo la cancellazione della società datrice di lavoro dal Registro delle imprese, che la data di notifica del ricorso e del seguente decreto ingiuntivo non sia successiva alla data di cancellazione. Nel caso

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[§22821017§] venerdì 25 ottobre 2019

EutekneInfo

Lavoro e Previdenza

in cui la data fosse successiva, si dovrà verificare che il decreto ingiuntivo sia stato notificato legittimamente anche ai soci (in quanto successori delle obbligazioni della società estinta); in mancanza, le domande saranno respinte , salvo particolari ipotesi da sottoporre all' avvocato di sede. L' INPS interviene, poi, anche sugli obblighi del lavoratore, distinguendoli in relazione alla tipologia di società, di persone o di capitali. Nel primo caso, il lavoratore deve necessariamente esperire le procedure di esecuzione forzata nei confronti: di tutti i soci, in caso di società in nome collettivo ( art. 2312 comma 2 c.c.); dei soci accomandatari, in caso di società in accomandita semplice ( art. 2324 c.c.). Riguardo alle società di capitali , il lavoratore deve aver tentato l' esecuzione nei confronti dei soci stessi se dal bilancio di liquidazione risulta che sono state distribuite somme ai soci. Ugualmente, se dal verbale di approvazione del bilancio finale emerge che uno o più soci, o il liquidatore stesso, si fanno carico dei debiti, sarà necessaria la loro preventiva escussione. Non risulta invece necessario tentare l' esecuzione forzata quando dal bilancio finale si desume in maniera chiara e oggettiva l' insufficienza delle garanzie patrimoniali (Cass. n. 9108/2007 ). L' INPS, inoltre, rende nota la modifica del punto 3, 6 del messaggio n. 2084/2016 , con cui aveva chiarito che tra i documenti che devono essere allegati alla domanda di intervento del Fondo di garanzia vi è l' originale del titolo esecutivo in forza del quale è stata tentata l' esecuzione coattiva sul patrimonio del datore di lavoro. Consolidata giurisprudenza ritiene invece che tale documento non sia necessario , in quanto l' Istituto può utilizzare copia conforme del titolo esecutivo, unitamente alla quietanza firmata dal lavoratore che ha ricevuto la prestazione.

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[§22821018§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Big Tech e servizi di pagamento: una clausola di reciprocità per evitare il rischio monopolio

Nonostante i benefici per i consumatori derivanti da un aumento della concorrenza nel breve periodo, molti dubbi sorgono sui rischi derivanti dall' ingresso delle piattaforme Big Tech sul settore bancario retail. Vediamo quali sono e le possibili risposte di policy

Studiosi e istituzioni di regolazione di tutto il mondo hanno iniziato a discutere dell' impatto dell' ingresso delle piattaforme Big Tech sul settore bancario retail e delle possibili risposte di policy.Abbiamo bisogno di una regolazione pro-concorrenziale per il Fintech, ed in particolare per i servizi di pagamento digitali? Possiamo dire che la teoria della "disruptive innovation" non sia riuscita a catturare appropriatamente l' intimo potenziale della digitalizzazione nel campo del Fintech, e che quindi richieda fondamenti più consolidati per l' intervento dello stato, come i "fallimenti di mercato"? E, in caso affermativo, che tipo di fallimenti di mercato?Indice degli argomentiL' ingresso delle big tech nel settore bancario: rischio monopolio?Nonostante i benefici per i consumatori derivanti da un aumento della concorrenza nel breve periodo, molti dubbi sorgono sui rischi di monopolizzazione ( de la Mano, Padilla 2018 ; Bamberger, O Lobel 2018 ) da parte delle grandi piattaforme, che godono di stabili posizioni 'ecosistemiche', le quali consentono loro di sfruttare economie di scopo rafforzando ulteriormente le esistenti barriere all' ingresso ( Commissione europea 2019 ; Financial Stability Board 2019 ).Gli articoli 66 e 67 della Seconda Direttiva UE sui servizi di pagamento, n. 2015/2366 (nota come PSD2 ) contengono una norma molto commentata, anche definita " Access to Account rule " (o regola XS2A). Quest' ultima conferisce ai cosiddetti fornitori terzi di servizi di pagamento (TPPs) il diritto di accedere liberamente ai dati dei conti di pagamento degli utenti , in genere detenuti da banche incumbent , per fornire servizi di avvio di pagamento (PIS) o servizi di informazione del conto (AIS), sulla base del consenso del cliente. L' obiettivo dichiarato della regola è quello di far sviluppare l' industria dei servizi di pagamento Fintech.Le contraddizioni della regola XS2AIn un recente paper intitolato ' 'I Access Your Data, You Access Mine'. Setting a Reciprocity Clause for the 'Access to Account Rule' in the Payment Services Market' analizziamo la norma sia dal punto di vista della politica di concorrenza sia dalla prospettiva regolatoria. Poiché entrambe possono modellare la governance dei dati in modo sostanziale, è essenziale che la loro applicazione risulti coerente e, più in generale, che sia mantenuta una coesione sistematica con le norme dell' UE sulle banche dati.La prima parte dell' articolo discute perché la regola XS2A è stata introdotta in prima battuta ed analizza criticamente i suoi obiettivi. Vi si dimostra che i servizi di pagamento digitale si stavano sviluppando ben prima dell' introduzione della regola , dal momento che le Fintech utilizzavano in gli spazi lasciati liberi dalla regolazione. Inoltre, documenta che l' argomentazione secondo cui la regola XS2A sarebbe giustificata da restrizioni

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[§22821018§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

alla privacy ( Demary , Rusche 2018 ) che condurrebbero ad asimmetrie informative sul mercato è priva di fondamento.Secondo l' opinione più diffusa la regola servirebbe a rimediare alla mancanza di concorrenza. Vale a dire, ispirata alla logica tipica delle "essential facilities", la regola XS2A coprirebbe i dati su cui le banche incumbent " have always carefully kept strict and exclusive control over ", consentendo loro di " maintain high and stable market shares but also engage in product tying practices to the detriment of newcomers and consumer welfare". ( Borgogno 2018 ; Colangelo and O. Borgogno 2018) . La norma servirebbe quindi a " prevent foreclosure as the result of the banks' refusal to deal with the Fintech companies" ( Vezzoso 2018 ).Riteniamo che sebbene abbia indubbie virtù pro-competitive, la regola XS2A non possa essere intesa come accesso a una infrastruttura essenziale, dal momento che i dati (personali) dei conti bancari difficilmente potrebbero costituire un mercato rilevante in senso antitrust. Piuttosto, considerandone la logica e la formulazione, ciò che rileva è il consenso del cliente ad accedere ai dati del proprio conto. È quindi tale consenso che definisce i confini dei dati da trasferire (in maniera diretta e continua) al fornitore terzo dei servizi di pagamento.Cosa fare per regole equeAffinché la regola XS2A livelli veramente il campo di gioco tra tutti gli attori del mercato coinvolti, dovrebbe essere rivisitata per riflettere tre diverse possibili relazioni:tra la Fintech start-up e le banche; etra le cosiddette "conglomerate digitali" ( Bourreau , de Streel 2019 ) o Big Tech e le banche;tra le banche.Nel primo caso, la regola XS2A dovrebbe fornire il più ampio accesso possibile ai dati dei conti, in modo da (a) accrescere le capacità di analisi dei dati delle start-up (anziché esternalizzarla); (b) rendere disponibili maggiori "dataset digitali" su cui eseguire analisi e offrire servizi di pagamento avanzati.Nel secondo caso, occorrerebbe integrare la regola XS2A con una "clausola di reciprocità" , ovvero: garantire alle banche (cui sia richiesto l' accesso in base alla XS2A) libero accesso ai "dati comportamentali" a disposizione delle Big Tech da utilizzare al solo fine di migliorare l' efficienza della prestazione dei servizi di pagamento (ai sensi degli artt. 66 e 67, PSD2). I dati in questione dovrebbero essere dati personali relativi agli stessi clienti che hanno già fornito il loro consenso ai sensi della regola XS2A. Il destinatario (la Big Tech) dovrebbe essere identificato attraverso il registro dei TPPs, in base ad alcune soglie quantitative (ad esempio il capitale iniziale o il fatturato annuale, i clienti personali oppure aziendali attivi).La clausola di reciprocitàIl fondamento logico per l' introduzione di una clausola di reciprocità è chiaramente quello di differenziare e quindi riproporzionare la regola XS2A . Ciò è conforme a quanto afferma la Commissione europea (2018) , che considera la proporzionalità il principio-guida della regolazione in materia di Fintech, consentendo la differenziazione delle regole se giustificata, tra l' altro, da: "modello di business, dimensioni , significatività sistemico, complessità e attività transfrontaliera" degli operatori Fintech.Nel complesso, la clausola di reciprocità che proponiamo sarebbe uno stimolo per l' industria Fintech a crescere ancora più rapidamente, poiché consentirebbe alle banche tradizionali di acquisire e gestire maggiori capacità di analisi dei dati e di migliorare le loro abilità di competere con le conglomerate digitali su un piano di level playing field .CLICCA

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[§22821018§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

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[§22821019§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

Facebook, Zuckerberg mette le mani avanti su Libra: "Progetto rischioso"

Testimonianza fiume davanti alla commissione finanza. La dem Ocasio-Cortez tra le voci più critiche con il fondatore del social network. Che si difende: 'Abbandoneremo il progetto di valuta digitale se le istituzioni saranno contrarie'. Sulle presidenziali 2020: 'Non faremo fact-checking sulle pubblicità politiche'

Una testimonianza lunga, complessa, e piena di passaggi delicati. Davanti alla commissione servizi finanziari del Congresso americano il Ceo e fondatore di Facebook , Mark Zuckerberg , ha risposto alle domande dei deputati americani su argomenti che hanno spaziato dalla privacy alle elezioni presidenziali , dalla libertà di parola alla criptovaluta Libra , che il social media ha cercato di creare e preparare nonostante le perplessità avanzate delle banche centrali e dei regolatori di tutto il pianeta. Con una divisa inedita per l' uomo che ha fatto della maglietta monocromatica e i jeans il suo abito "di scena", cioè in abito e cravatta, Zuckerberg ha affrontato una serie di temi caldi, a partire dalla criptovaluta Libra , che dovrebbe partire nel 2020. " Facebook -ha detto Zuckerberg ai membri della commissione che hanno detto di non credere nelle buone intenzioni del social network - insisterà per avere l' approvazione regolamentare degli Usa per lanciare Libra ". E che Facebook piuttosto lascerebbe l' associazione non profit con sede in Svizzera, che Facebook ha creato per gestire Libra e che è stata abbandonata da più della metà dei membri nei giorni scorsi, anziché acconsentire al lancio della valuta senza l' approvazione dei regolatori americani. Libra tuttavia, secondo il trentacinquenne Mark Zuckerberg , rimane sempre un progetto molto rischioso, ed è questo il motivo delle defezioni anche autorevoli ( eBay , Visa , Mastercard , Stripe ) prima del lancio. Zuckerberg ha anche giocato la "carta cinese" durante la sua testimonianza, suggerendo ai deputati americani che è necessario che regolino il più velocemente possibile il settore delle criptovalute nel quale i cinesi hanno forti interessi: "Mentre noi dibattiamo questi problemi - ha detto Zuckerberg -il resto del mondo non sta ad aspettare. La Cina si sta muovendo molto velocemente per lanciare idee simili alle nostre nei prossimi mesi". Mentre le investigazioni da parte del Dipartimento di Giustizia , dalla Federal Trade Commission e dal sottocomitato antitrust della commissione giustizia del Congresso americano stanno portando avanti le indagini sul ruolo dell' azienda nel mercato Usa, l' ipotesi di uno "spezzatino di Facebook " lanciata originariamente da una delle candidate alla presidenza americana di fede democratica sta prendendo sempre più corpo. Tra i temi toccati, quello dell' acquisizione da 22 miliardi di dollari di Whatsapp . Zuckerberg un anno fa aveva istruito i suoi portavoce di sottolineare che la fusione tra le basi dati degli utenti di Facebook e Whatsapp erano praticamente impossibili, per poi subito dopo effettivamente procedere. a fonderle. Accusato di aver manipolato la pubblica opinione, incassando anche una multa da parte della Ue al riguardo, Zuckerberg

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[§22821019§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

ha dichiarato di capire "che abbiamo un lavoro duro da fare per costruire la fiducia di tutti su questo. Questo significa prendersi degli impegni anche se un domani potremmo cambiare idea su come operare». I rappresentanti della Commissione hanno sottolineato che proprio per questo atteggiamento preoccupa tutti quanti relativamente alla cripotovaluta, dove Facebook potrebbe altrettanto disinvoltamente cambiare opinione. Ma uno dei temi veramente caldi, per i quali Zuckerberg è stato messo alle strette dalla commissione, è stato quello della politica, delle influenze di potenze ed entità straniere sulle elezioni presidenziali Usa del 2020, e della libertà di parola. Accusato in diversi momenti, incluso in una serie di passaggi con la parlamentare democratica Alexandria Ocasio- Cortez di voler difendere la libertà di espressione e la tempo stesso di non voler controllare le pubblicità politiche per identificare quelle palesemente false e bugiarde, in questo modo compromettendo la volontà del voto di milioni di persone, Zuckerberg si è difeso osservando che "In democrazia ritengo che le persone dovrebbero avere la capacità di giudicare da sole quel che i politici dicono e giudicarli in maniera autonoma». @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821021§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

Privacy e minori, va tutelata anche la foto scolastica online: ecco come

Il GDPR non prevede per le immagini lo stesso trattamento riservato ai "dati particolari". Ma gli scatti sono spesso in grado di raccontare aspetti "sensibili" della vita degli individui. Ecco come la giurisprudenza affronta il tema del consenso in caso di ritratti postati sui social

La pubblicazione online di foto di minori è in costante aumento. Un fenomeno in grado di comportare una serie di rischi per il soggetto. La foto scolastica online non sfugge al problema.Vediamo come il GDPR e la giurisprudenza approcciano il tema.Indice degli argomentiQuante foto online di bambini: il problemaSecondo alcune indagini statistiche, il 92% dei bambini con età inferiore ai 2 anni è presente sul web e, addirittura, 1/3 appare on line, attraverso la pubblicazione di ecografie, ancora prima di nascere. L' Unicef ha stimato che i minorenni hanno un tasso di presenza sul web del 71% rispetto alla popolazione totale e che in un anno un minore appare, in media, in 195 foto pubblicate sul web.Appare quindi evidente, anche grazie alla diffusione dilagante di social network come Facebook e Instagram, che la massiva pubblicazione in rete di immagini di minori rappresenti un vero e proprio fenomeno che comporta notevoli problematiche alla luce degli elevati rischi e delle possibili conseguenze negative (si pensi ad esempio ai casi in cui mediante l' utilizzo di elaborazioni grafiche i visi dei bambini vengono modificati per diffondere materiale pedo-pornografico).Già alla fine degli anni '80, con la Convenzione ONU sui diritti dell' infanzia e dell' adolescenza, è stata riconosciuta una particolare tutela all' immagine dei minori (Art. 16 Conv. cit.) . Analogamente il DPR del 22 settembre 1988, n. 448 ha vietato la pubblicazione e la divulgazione di notizie o immagini di minori identificabili (art. 13 DPR cit.) e il Codice Civile, nel suo articolo 10, ha stabilito che in caso di pubblicazione illegittima dell' immagine di un fanciullo l' interessato può rivolgersi all' autorità giudiziaria al fine di far cessare l' abuso.Prima di analizzare le regole poste alla base della diffusione delle immagini dei minori si rende necessario chiarire un punto focale: le immagini sono dati particolari (ex dati sensibili)?Foto di minori, cosa prevede il GDPRL' articolo 9 comma 1 del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati ci può aiutare a rispondere al quesito, infatti, lo stesso qualifica come dati particolari quelli che rivelano l' origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, l' appartenenza sindacale, i dati genetici , i dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica e i dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all' orientamento sessuale della persona.Alla luce di quanto affermato si può desumere che le immagini non sono dati particolari non rientrando all' interno del concetto di dato biometrico . Tuttavia in moltissimi casi le immagini possono rilevare l' origine razziale o etnica, le opinioni politiche, l' appartenenza sindacale, l' orientamento sessuale e le convinzioni religiose. Si pensi alle fotografie della comunione o della cresima, alle

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[§22821021§] giovedì 24 ottobre 2019

Agenda Digitale

Privacy e GDPR

caratteristiche razziali ed etniche che possono facilmente essere individuate dagli abiti o dai lineamenti, eccÈ evidente che la qualificazione delle immagini dei minori come dato particolare o come semplice dato personale comporta numerosissime conseguenze alla luce delle condizioni di liceità del trattamento (art. 9 e 6 del GDPR).Foto di minori: il consenso dei genitoriProprio in merito ad una particolare condizioni di liceità si articola una complessa diatriba giuridica riguardante la necessità di ottenere, ai fini del trattamento dell' immagine dei minori, il consenso di uno o di entrambi i genitori . Per poter dirimere la citata questione è d' obbligo richiamare l' art 320 del codice civile , secondo il quale solo gli atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti disgiuntamente da ciascun genitore.A mio parere l' autorizzazione alla diffusione dell' immagine di un minore è sicuramente un atto di straordinaria amministrazione , in quanto il diritto all' immagine è una specificazione del diritto all' identità personale e quindi identificabile come un diritto della persona (art. 2 Cost.) che, come il diritto alla salute è un diritto indisponibile, inalienabile, assoluto e imprescindibile.Inoltre, essendo i social network portatori d' interessi patrimoniali , si può ritenere che l' atto giuridico attraverso il quale gli esercenti la potestà genitoriale consentano la pubblicazione dell' immagine del minore sia configurabile come la concessione di un diritto personale di godimento, che, in quanto tale, il codice civile considera come un atto di straordinaria amministrazione (art. 320 cc). A sostegno della c.d. interpretazione più cautelativa vi è, inoltre, il fatto che la teoria del consenso disgiunto (per la pubblicazione è sufficiente il consenso di un solo genitore) potrebbe provocare un continuo "conflitto di consensi e dissensi" , potendo l' altro genitore rendere illecita la pubblicazione revocare il consenso.A sostegno di quanto affermato vi è, inoltre, autorevole Giurisprudenza ordinaria che ha affermato che la pubblicazione di foto di minori è un atto di per sé pregiudizievole per gli stessi e non può essere posta in essere in assenza di accordo dei genitori .Foto di bambini online e mercato pornograficoInfatti, la divulgazione delle immagini fra un numero indeterminato di persone può comportare che gli stessi siano identificati ed avvicinati da malintenzionati ovvero che le fotografie siano oggetto di trasformazione in materiale pedo-pornografico (Tribunale di Mantova, 19 settembre 2017; in senso conforme, Tribunale di Roma - Sez. I Civ. del 23 dicembre 2017, Tribunale di Rieti 7 Marzo 2019).Si ricorda che l' eccezione prevista dall' art. 8 del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati, secondo la quale il consenso del minore che abbia almeno 16 anni (limite, in Italia, fissato al compimento del quattordicesimo anno d' età - D.Lgs. 101/18 art. 2 - quinquies) è valido, fa riferimento soltanto ai servizi offerti delle società dell' informazione.In conclusione, appare opportuno evidenziare che particolare attenzione deve essere posta in merito al trattamento delle immagini dei minori effettuato in ambito scolastico , infatti, sempre più numerose sono le coppie di genitori che, per i motivi più disparati, non vogliono che il proprio figlio sia ripreso e fotografato.A nulla vale eccepire che le fotografie degli alunni siano indispensabili per la valenza di un progetto didattico e che la base giuridica del trattamento sia garantita dal PTOF ove sono inseriti i motivi didattici che rendono necessaria la

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[§22821021§] giovedì 24 ottobre 2019

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Privacy e GDPR

pubblicazione. Personalmente ritengo che il consenso sia l' unica base giuridica che possa rendere lecito il trattamento della diffusione delle immagini di un minore in ambito scolastico essendo la c.d. base giuridica delle "finalità didattica" in evidente violazione del principio di proporzionalità.Nonostante i numerosi contrasti interpretativi non sussiste difformità di pensieri in merito alla necessità di aumentare la consapevolezza di insegnanti, istruttori o educator i i quali non si possono più permettere di effettuare, con leggerezza, foto di minori, magari utilizzando il proprio cellulare, né tanto meno possono, senza pensare, inviare foto di minori su gruppi WhatsApp con il semplice obiettivo della condivisione.Occorre fargli capire che il trattamento delle immagini dei minori non deve essere gestito con leggerezza. Analogamente occorre aumentare la sensibilità dei genitori che, colpiti dal raptus della condivisione, scattano fotografie a ripetizione dei propri figli e dei figli degli altri, per poi condividerle con ogni avventore della rete.È necessario ricordarsi che "i minori meritano una specifica protezione relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate nonché dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali()" (Considerando n. 38 del GDPR).@RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[§22821022§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

Twitter, tonfo degli utili. Ma crescono gli utenti "monetizzabili"

Con un fatturato a 824 milioni di dollari e un utile netto che precipita a 37 milioni le prestazioni finanziarie deludono Wall Street. Migliorano le performance delle ads: merito dell' impegno contro fake news e abusi

Il terzo trimestre di Twitter delude Wall Street: nel periodo luglio-settembre 2019 il fatturato del social media dei cinguettii è salito del 9% anno su anno a 824 milioni di dollari mancando le previsioni degli analisti che puntavano su 874 milioni, secondo i dati compilati da Refinitiv. Gli investitori si preoccupano per il rallentamento delle entrate pubblicitarie, pari a 702 milioni di dollari, un incremento dell' 8% anno su anno che non soddisfa il mercato. Crolla l' utile netto trimestrale: a 37 milioni di dollari , o 0,05 dollari per share, contro i 161,5 milioni attesi dal mercato . Nel terzo trimestre 2018 Twitter aveva riportato utile netto di 789 milioni, ma, esclusi i benefici fiscali di cui ha goduto, ammontava a 106 milioni. Bug nell' advertising Twitter ha spiegato che le prestazioni deboli del trimestre appena chiuso si devono a problemi nell' advertising - come dei bug nel prodotto software e una domanda asfittica durante l' estate . Ma a Wall Street le rassicurazioni non bastano: il titolo ha perso il 15% nelle contrattazioni immediatamente successive alla pubblicazione della trimestrale. La società dei cinguettii aveva già messo in guardia sul fatto che nel terzo trimestre avrebbe registrato un rallentamento della crescita, perché ha dismesso alcuni vecchi format pubblicitari. Tuttavia non aveva previsto alcune problematiche software che hanno influito negativamente sulla sua capacità di proporre ads mirate e condividere dati con i partner della pubblicità . Per il quarto trimestre Twitter ha detto di aspettarsi revenue totale compreso tra 940 milioni e 1,01 miliardi di dollari, meno di quanto si attende in media Wall Street (1,06 miliardi). Aumentano gli utenti esposti alle ads Non sono tutte cattive notizie per Twitter : la piattaforma di social media ha registrato un incremento degli utenti giornalieri che visualizzano le ads sul suo sito (mDAU), pari a 145 milioni, una crescita del 17% anno su anno che supera le attese degli analisti (141 milioni). Twitter ha deciso di non svelare più il numero di utenti mensili attivi e ha adottato invece il nuovo parametro mDAU o " monetizable daily active users" , che misura gli utenti esposti giornalmente all' advertising sul suo sito o sulle applicazioni Twitter e quindi monetizzabili. Il ceo di Twitter, Jack Dorsey, ha dichiarato che la crescita di utenti mDAU è stata stimolata dai miglioramenti introdotti nella piattaforma , come una maggiore facilità di navigazione e la maggiore efficacia con cui Twitter individua i post da rimuovere perché contenenti abusi come fake news , hate speech e propaganda anti-democratica o terroristica. "Operazione trasparenza" Per continuare a crescere e rassicurare investitori e regolatori è fondamentale per Twitter fare "pulizia" dei contenuti violenti e illeciti. A giugno la società ha pubblicato regole semplificate per gli utenti per garantire "un sano

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[§22821022§] giovedì 24 ottobre 2019

Corriere Comunicazioni

Privacy e GDPR

utilizzo della piattaforma" e assicurare a tutti di poter partecipare liberamente alle conversazioni pubbliche ma all' insegna di tre valori fondamentali: sicurezza, privacy e autenticità . L' azienda è diventata anche più attenta alle manipolazioni dei contenuti in ottica anti-democratica e allo spam. Ha affilato le armi contro odio religioso, abusi e molestie e annunciato che segnalerà i tweet emessi dai funzionari di governo e politici più importanti che non rispettano le regole di comportamento sulla tipologia di contenuti che vengono condivisi. Sotto la lente dei regolatori Diversi politici americani hanno duramente attaccato le ads politiche sui social media. Secondo la senatrice Democratica Elizabeth Warren, candidata alle presidenziali 2020, le aziende come Facebook e Twitter non dovrebbero vendere spazi pubblicitari ai politici che spesso contengono messaggi fuorvianti se non completamente falsi. Anne Neuberger, a capo del direttorato sulla cybersecurity della National security agency americana, ha denunciato l' intensa attività delle nazioni sui social media volta a influenzare l' opinione pubblica e a esacerbare malcontento e tensioni. Anche se i big dei social media Facebook e Twitter hanno cercato di arginare il ruolo dei troll stranieri e delle fake news, per la Neuberger il risultato non è apprezzabile per la vastità del fenomeno . La disponibilità delle criptovalute, unite alla diffusione di " pacchetti per influencer" sui social media, che permettono ad esempio di comprare grandi quantità di follower falsi e includono citazioni da parte di influencer molto seguiti, sono gli elementi che danno agli attori esteri facile accesso alle piattaforme più popolari e alla manipolazione dell' opinione pubblica, ha evidenziato la top manager dell' Nsa. @RIPRODUZIONE RISERVATA.

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