Guida Ragionata Si Configura Come Un Insieme Di Repertori Utili All'accesso Alle Serie Documentarie Conservate Nell'archivio Di Stato Di Piacenza

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Guida Ragionata Si Configura Come Un Insieme Di Repertori Utili All'accesso Alle Serie Documentarie Conservate Nell'archivio Di Stato Di Piacenza Guida dell'Archivio di Stato di Piacenza Schedario «Fondi» MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA GUIDA DELL'ARCHIVIO DI STATO DI PIACENZA A cura di Gian Paolo Bulla Istruzioni per l’uso (p. 2) - L’Archivio di Stato di Piacenza (p. 3-6) - Sommario dei fondi (p. 7-10) - Repertorio sistematico alfabetico (p. 11-153) - Indice alfabetico dei fondi (p. 154-171) - Le citazioni archivistiche (p. 172-174) 1 A cura di G.P. Bulla 1 Lug. 2020 Guida dell'Archivio di Stato di Piacenza Schedario «Fondi» Istruzioni per l’uso La presente guida ragionata si configura come un insieme di repertori utili all'accesso alle serie documentarie conservate nell'Archivio di Stato di Piacenza. Dopo una breve introduzione, il primo, alle pp- 3-5, è un sommario, chiave d’accesso storico-cronologica indicante i fondi (senza serie e sottoserie) secondo lo schema della Guida generale: parte prima dei fondi degli enti con caratteri statali e di governo fino all'unificazione; parte seconda degli archivi degli organi e degli uffici periferici dello Stato italiano unitario; parte terza degli archivi non compresi nelle altre due parti. Per la parte III però sono indicate solo le 15 categorie di archivi in cui si inseriscono i fondi. Dal sommario si rimanda alle pagine del Repertorio sistematico. Nel repertorio sistematico alfabetico sono indicati i fondi, le eventuali serie e sottoserie, seguiti dagli elementi descrittivi obbligatori di ognuna delle predette tre partizioni gerarchiche: consistenza in unità archivistiche abbreviate (buste, volumi, registri, pacchi, pergamente, fascicoli) e date estreme. A tali elementi si possono aggiungere i mezzi di corredo e di ricerca (inventari, indici, schedari, ecc., con la collocazione negli armadi della sala di studio), la nota storica (dell'ente), la nota archivistica (del fondo), la bibliografia. I rimandi ad altri Archivi di Stato riportano la paginazione della Guida generale degli Archivi di Stato italiani (es. Tesoreria di Piacenza, vedi AS Parma, p. 389), quelli interni all'Archivio di Stato di Piacenza riportano la paginazione di questa guida. Segue l’indice alfabetico dei fondi, con eventuali serie e sottoserie, che rinvia alle pagine della Guida vera e propria. Il punto di accesso alla Guida è il fondo archivistico nella lezione della Guida generale degli Archivi di Stato italiani (vedi Guida generale, cit., 4 vol., Roma, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, 1981-1994. La guida prosegue con l'elenco dei cd. superfondi che non sono entità archivistiche v. e p. ma complessi di fondi i quali, per vari processi di assimilazione, pratici o storiografici, sono o sono stati etichettati con locuzioni caratteristiche. Ovviamente, essi rappresentano solo una parte degli archivi dell'Archivio di Stato di Piacenza. Si chiude con le norme elaborate dalla Divisione Studi e pubblicazioni della Direzione Generale per gli Archivi per eseguire le citazioni archivistiche. 2 A cura di G.P. Bulla 2 Lug. 2020 Guida dell'Archivio di Stato di Piacenza Schedario «Fondi» L’Archivio di Stato di Piacenza Storia dell'istituto L'Archivio di Stato di Piacenza, dipendente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è l'archivio generale che — ai sensi del D.P.R. 1409/1963 e del Codice D. Lgs. n. 42/2004 — conserva per versamento obbligatorio gli archivi storici degli uffici statali della provincia di Piacenza e per deposito volontario, custodia temporanea, donazione o acquisto ogni altro archivio o raccolta documentaria di importanza storica. Gli archivi sono inseriti a pieno titolo nei beni culturali della nazione tutelati nell’art. 9 della Carta costituzionale e nella legislazione successiva. Il Codice dei Beni Culturali del 2004, che recepisce e armonizza le precedenti norme in materia, ribadisce che sono beni archivistici tutti i documenti degli enti pubblici e quelli privati che rivestono notevole interesse storico. L’Archivio di Stato di Piacenza rappresenta in sostanza, un grande archivio pubblico di concentrazione che si informa ai criteri essenziali di tutela di un bene del patrimonio culturale nazionale qual è quello archivistico. La protezione in sedi adatte consente di svolgere, agevolmente e in condizioni di sicurezza, le attività di pulizia, di ordinamento e di inventariazione del materiale, per giungere all’esito naturale: la libera consultabilità, la pubblicità che permette la conoscenza ed evita la frantumazione del sapere storico-archivistico. È indispensabile infatti garantire a tutti l'accesso alle fonti documentarie, evitandone sia la dispersione, sia l'occultamento e la tentazione a considerarle riserve personali. Sebbene le leggi culturali del 1939 imponessero la creazione di venti Archivi di Stato nelle maggiori province e di Sezioni in tutte le restanti, fu istituito come Sezione di Archivio di Stato con decreto del Ministro dell’Interno il 16 ottobre 1954. Nel 1976 l'istituto si è trasferito nel Palazzo Farnese di cui occupa il secondo piano, mentre nella parte sottostante hanno sede i Musei Civici. Ivi ha goduto, grazie anche al deposito degli archivi storici del Comune, della Provincia e degli Ospizi Civili, di un notevole incremento del materiale conservato. Per poter proseguire nella strategia di tutela ed acquisizione dei complessi documentari piacentini che uffici statali, enti pubblici e privati debbono o desiderano consegnare, si pose il problema di spazi più adeguati e funzionali. Perciò fu ndividuata anche una sede sussidiaria, che sarà destinata a divenire la nuova più capiente e più sicura sede1. L’Archivio di Stato di Piacenza in realtà cominciò a funzionare solo nel 1961, in alcuni locali concessi provvisoriamente dall’Amministrazione Provinciale, raccogliendo dapprima i due fondamentali nuclei costituiti dall’Archivio Notarile e dal Diplomatico degli Ospizi Civili. Nella sede principale di Palazzo Farnese è concentrata la documentazione più interessante e consultata che viene tradizionalmente ascritta, in ordine cronologico, ad uffici e magistrature degli Antichi Regimi e dei periodi napoleonico, della Restaurazione e dello Stato Italiano, nonché ad altri e diversi enti e amministrazioni, privati o pubblici. I fondi archivistici Gli archivi si formano, anzitutto, per le esigenze pratiche di enti e organi amministrativi. Purtroppo, come spesso successe, non pochi archivi antichi sono andati irrimediabilmente distrutti2. Nello svolgimento della storia politica di Piacenza si possono distinguere sette periodi, caratterizzati da poteri 1 Si tratta di una porzione dell’ex monastero di S. Agostino poi caserma Generale Cantore di cui si è avviato il recupero. Sull’argomento, vedi P. CASTIGNOLI, Ai documenti storici … cit. nella successiva bibliografia e le pagine del sito http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it/ : Archivio - Dove siamo – Sede sussidiaria in cui per ultimi compaiono il video «La nuova sede dell’Archivio di Stato di Piacenza. Il cantiere si riavvia» e l’articolo «Un caso di riqualificazione urbana. La nuova sede dell’Archivio di Stato di Piacenza: il cantiere si riavvia». 2 Senza dimenticare i registri che sicuramente andarono perduti nel terribile sacco compiuto da Francesco Sforza nel 1447, si possono citare gli archivi dell'amministrazione francese, prodotti, durante il periodo dell'annessione degli Stati parmensi alla repubblica ed all'impero di Francia, sotto la denominazione di Dipartimento del Taro (1802-1814), salvo una piccola parte di documentazione di magistrature giusdicenti. La stessa sorte è toccata agli archivi dell'amministrazione periferica borbonica dopo la restaurazione (1814 - 3 A cura di G.P. Bulla 3 Lug. 2020 Guida dell'Archivio di Stato di Piacenza Schedario «Fondi» pubblici differenziati, e riflettenti situazioni politiche e sistemi amministrativi assai diversi tra loro3. In effetti, la documentazione a disposizione degli studiosi, anche se frammentaria, può darci notizie del comune medievale e moderno, della signoria e del ducato visconteo, del ducato sforzesco e della dominazione pontificia. I relativi atti si sedimentarono presso l'archivio storico comunale, sia per la confusione di fatto verificatasi tra le competenze degli organismi del potere statale, nei periodi suddetti, con quelle degli uffici del comune, sia perché, in ogni caso, anche quando nel distretto operarono uffici e magistrature periferiche statali - e ci si riferisce in modo particolare al dominio visconteo, sforzesco e pontificio - essi si servirono abitualmente dei notai e della cancelleria del comune. Gli archivi degli organi statali centrali e periferici del ducato di Piacenza (1545-1802, congiunto a quello di Parma sotto l'unione dinastica personale dei Farnese, 1545-1731, e poi dei Borbone, 1731-1802, ma distinto nelle strutture amministrative e giudiziarie senza subordinazione ad organismi unitari, almeno fino alle riforme di Filippo Il di Borbone che creò un amministrazione centrale dei ducati) si trovano presso questo Archivio - pervenuti anch'essi tramite l'archivio storico comunale, come nel caso degli archivi giudiziari - o presso l'Archivio di Stato di Parma, come successe agli archivi finanziari, concentrati presso le nuove magistrature centrali al momento della soppressione di quelle piacentine, e dei tanti monasteri soppressi da Napoleone le cui carte e pergamene furono colà trasferite4. Indipendentemente dai fondi conservati nell'AS Parma, ai quali è fatto in questa Guida esplicito rinvio, le ricerche su Piacenza e il territorio piacentino non possono quindi prescindere
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