Venerdì 21 marzo 1980 FATTI E IDEE 1 Unità PAG. 3 Incredibile, «H Popolo» la vede così Intervista al sindaco di Torino, Diego Novelli

«T politici, si dice, sono parte lo si rigirl, un di­ corrotti: ma noi cosa chie­ scorso così? Il fascismo diamo ai politici? Di es­ era una dittatura, ma vi sere corrotti, cioè di ve­ si rubava più che oggi. Al­ gliare sulle nostra pigri­ Se non c'è peculato lora non veniva saputo e zie « i nostri piccoli pe­ condannato in Tribunale, Come facciamo cultura culati quotidiani ». Così il si dirà, ma questo aver­ Popolo di ieri, nella sua ne notizia e potere Inter. terza pagina. venire con la Legge a che E' da giorni che 11 Po­ deve servire se non a e- polo tenta di usare i più che libertà è stirpare il male? Impensa­ astrusi sofismi per costrui­ bile e intollerabile l'equa­ nella città minacciata re una sua bizzarra « linea zione libertà - corruzione di difesa » sui recenti, cla­ succo — per corrotta che re tollerata », perché « là C'è dietro, indubbiamen- contrapposta a quella one­ morosi scandali che coin­ possa essere e anzi, pro­ dove la libertà è ancora te, qualcosa di ancora più stà-repressione. Questa è Dal giugno '75 ad oggi: le conquiste volgono la DC e molti suoi prio in forza di quella « u- in vigore la corruzione profondo della ancora te­ teorizzazione della licenza, uomini. Con un sofisma, mana » corruzione, è per può essere limitata... quan­ nace carenza di senso del­ è teorizzazione, a livello di del governo delle sinistre come è noto, il filosofo gre­ ciò stesso la migliore ga­ do tutti hanno ceduto al lo Stato dei cattolici ita­ grandi cifre, di quelle a- co Zenone dimostrava che rante della libertà della Partito, non resta che vi­ liani. C'è dietro molta berrazioni di « appropria­ in una città industriale dove le tensioni Achille, per quanto veloce nostra società. Infatti « gli vere nella menzogna per­ Chiesa della Controrifor­ zione proletaria » che spe­ potesse correre, mai avreb­ uomini del centralismo manente e nella abiezio­ ma, molta Roma « papali­ cularmente si sono diffu­ tra vecchio e nuovo si esprimono be raggiunto la tartaruga democratico saranno an­ ne ». na » del Belli, con il Car­ se in frange di emarginati che lo precedeva. Ma i pa­ che più onesti degli uomi­ Un tempo, viene da di­ dinale che vendeva indul­ come confusa risposta ai in modo lacerante radossi dell'organo democri­ ni delle correnti, ma quale re, i cattolici erano tenu­ genze e il curato che scam­ Caltagirone. agli Arcaini e stiano vanno ormai ben ol- progetto dello Stato ci of­ ti al pentimento, almeno biava — quasi affettuosa ai loro padrini politici. . L'ondata del 75. forte e im­ te il terreno che doveva nutrir­ tre quei limiti, affondano frono? Non basta presen­ in confessione e — nelle macchietta popolaresca — Non sono solo tanti cat­ petuosa, forse ancor più im­ la e farla crescere. Un po' nella aberrazione e provo­ tarsi più onesti o più ef­ loro preghiere — nel chie­ assoluzioni e messe con petuosa che forte, aveva por­ come tagliare il ramo per cano anche indignazione, ficienti per pretendere di polli e fiaschi di vino. Ma tolici democratici e anche dere a Dio di « rimette­ democristiani « di bandie­ tato a galla anche molta ghia­ raccogliere le mele. I rap­ diciamo una profonda ri­ governare l'unità naziona­ re » i loro debiti," promet­ questo dunque sarebbe il ia del fondo. Bisogna pur dir­ porti tra politica e cultura so­ bellione del senso comu­ le ». E ancora: « l'idea de­ tevano anche di « rimet­ regno della libertà idea­ ra » — da don Sturzo a lo: sulla cultura circolavano no assai più delicati di quan­ ne stesso della gente- mocratica e cristiana del- terli » ai propri debitori: le? E non c'è altro da vo­ Bachelet — a rivoltarsi allora quelle fragili e forsen­ to non sospettino i ministri de­ Secondo l'articolista del lo Stato » è quella che con­ non era molto, ma era lere, da immaginare, al di nella tomba, non sono so­ nate scempiaggini che fanno mocristiani e anche, diciamo^ Popolo, quella cui si sta sente la crescita « della qualcosa. Oggi no, oggi a là di questa morale bonac- lo i tanti cattolici demo­ spesso da aureola ai grandi lo. qualche professorino di assistendo è una pura e coscienza singola e comu­ stare soprattutto al Popolo, ciona rivestita di cinismo. cratici che alla DC dan­ momenti di trapasso, contri­ marxismo ». semplice « campagna deni­ nitaria, nella sperimenta­ quei debiti, quei peccati, che il * gulag » e la re­ no ancora il voto a venire buendo a rendere affabilmen­ gratoria all'indirizzo della zione vissuta secondo l'in. quei « nostri piccoli pe- pressione? offesi da certi discorsi, ma te umoristiche le cose serie. DC ». E invece « per para­ tcra gamma (sottolineatu­ culati quotidiani » vengo­ Se c'è corruzione vuol è anche la Chiesa, che è Era tutto un gran partecipare Le cifre di dossale che possa sembra­ ra nostra - n.d r.) delle no esaltati come « humus » dire che c'è libertà di cor­ cambiata in questi venti alla partecipazione. Dagli in­ re, il PCI porta sulle pro­ attitudini umane ». E in fertile e provvidenziale di rompere e essere corrotti, numerevoli documenti che in­ merito a ciò * gli "onesti" anni. Si sono accorti, al alcuni successi prie spalle la responsabili­ libertà e vantati anche — sostiene in sostanza il Po­ Popolo, che al di là del tasavano le commissioni dei uomini del PCI non danno con spavalderia da Capi­ partiti, le consulte, i circoli, tà indiretta, ma costante polo, e dunque c'è l'essen­ Tevere non si vendono Mi hai preannunciato un e reale, della decadenza garanzie credibili ». E dun- tan Fracassa — come una ziale: cioè la libertà. Peg­ le parrocchie, saliva perento­ que, in conclusione, «quan­ buona qualità di carattere più indulgenze « a mag­ ria l'invocazione di una cultu­ bilancio. Non credo che oc­ etico-istituzionale del siste­ gio sarebbe se fossimo tut­ corra. Le cifre più importanti ma e della stessa fluidità do la corruzione tocca il (nella versione evangeli- ti onesti e tutti sottoposti giore gloria di Dio »? ra alternativa, o di base, che portafoglio e non tocca la stica, anche se non evan­ nessuno sapeva cosa fosse ma le conosciamo tutti: 100 mila clientelare della DC ». La a una dittatura. Ma è ac­ presenze a Settembre Musica, quale DC — questo è il libertà, può ancora esse­ gelica). cettabile, da qualunque Ugo Baduel che molti confondevano in buo­ na fede con il « ballo da te ». 200 mila ai Punti verdi; 10 Poiché nulla doveva essere mila iscritti ai corsi di Tori­ « calato dall'alto », uno non no Enciclopedia. E poi il suc­ poteva più leggersi un libro cesso, proprio in questi gior­ se non se lo era scritto. Diego ni, di « Giovani e Altri » e del Novelli, proprio in quei gior­ Teatro Tenda. Inoltre, Stabi­ ni, in quel gran bollore di spe­ le e Regio oltre ogni record ranze grandi e piccole, di in­ per gli abbonamenti. Mi pa­ L'Alfa Romeo, i giapponesi e il sistema di potere de tuizioni e balordaggini era re che basti. Il Comune sta diventato sindaco di Torino. pazientemente rifacendo le la più grande città industria­ maglie del tessuto cittadino disfatte dal disordine dello tena (e quello della conser­ le dell'occidente diretta da un per il (loro) potere tra op comunista. Gli era toccato sviluppo, dall'incuria delle am­ poste fazioni della DC. che vazione del posto di lavoro ministrazioni democristiane, e è ovviamente il più delica­ nientemeno che il compito di ? rischiano di trasformare ogni coniugare l'industria, la più anche da un inaridimento pro­ momento della nostra storia, to e influente) anche le for­ gressivo dell'iniziativa priva­ ze che le si dovrebbero op­ grande industria italiana, con Mi toccherà difendere la Fiat ogni\ frangente della nostra una cultura cittadina che fino ta. Credo che la popolazione porre, persino l'autonomia vita sociale e collettiva, in a quel momento l'aveva subi­ se ne sia accorta. Ma il pro­ un riflesso speculare delle del capitale privato dal po­ blema più grande è un altro. Non snnn. ovviamente, uno zione, esso potrebbe essere dustria di Stato, legata pre vata nazionale, di cui è con­ tito laico moderato. Tutta­ tere politico dominante, per ta servilmente ma non capita contraddizioni interne di quel né espressa. Nella sua recente intervista * specialista » di problemi persino più importante del­ sumibilmente agli orienta­ corrente. oppure se. più sem­ via, resta il fatto che, stan­ partito, interpretabile e com­ quanto relativa, diventa un all'Unità Tortorella ha parla­ economici, ma vorrei lo stes­ la crisi dell'attuale governo menti di politica economica plicemente. siamo di fronte do le cose come stanno, e prensibile solo attraverso di punto a favore di una pos­ to della € cultura delle cento so esprimere un sommesso e della formazione di quello del suo Governo, contribui­ ad una ennesima dimostrazio­ in assenza di prospettive con­ esse. sibile controffensiva strate­ città italiane» e del suo rap­ parere si/H'affaire Fiat-Alfa prossimo. sce a introdurre sul proprio ne dello < sfascio italiano ». fortanti d'altra natura, la gica. Sarà un paradosso, ma C'era molta porto con la civiltà industria­ territorio nazionale la « te­ Fiat è oggi l'unico potentato L'ultimo punto non è una Romeo-Nissan: un sommesso Si vorrebbe sapere in pri­ in conseguenza del quale, per curiosità, ma una constata­ a me il sistema di potere de, le; ha parlato di adeguamen­ parere, ripeto, da uomo del­ mo luogo come mai una de­ sta di ponte > dì una indu­ assenza di qualsiasi capaci economico (sarei tentato di con tutte le sue connessioni. confusione to e di originalità. In fondo a scrivere: l'unico potentato. zione alquanto amara. Mai la strada, che riassume al­ cisione destinata a influire stria straniera con finalità tà di decisione e di program­ mi sarei sognalo in vita mia ivi compresa l'industria di questo problema c'è, mi pare, cuni degli interrogativi di sui caratteri strutturali del fortemente concorrenziali nei mazione centrale soddisfa­ punto e basta, prescindendo di provare simpatia per le Stato, della cui forza esso « Ti dico subito una cosa la questione nazionale, una fondo, a cui i giornali e le nostro sviluppo e, conseguen­ confronti di altri comparti cente, ogni settore è tentato naturalmente dalle organizza­ ragioni di un grande gruppo vive e s'alimenta, sembra un che mi sta a cuore ». mi dice sfida della storia che sólo le Novelli, prevenendo la doman­ riviste, che mi sforzo di leg­ temente, della lotta di classe nazionali dello stesso settore di farsi gli affari suoi a sca­ zioni politiche e sindacali capitalistico privato, avver nemico più pericoloso e po­ sinistre possono raccogliere in gere con interesse ed atten­ del nostro paese per i pros­ industriale (sia pure questi' della sinistra), che sfugga se a quelle d'un settore del­ tente. più corrotto e distrut­ da. « Sul - terreno culturale questo paese. pito di tutti gli altri. tivo, del sistema di potere non c'è stata quella caduta zione, in questi giorni non simi decenni abbia così sten­ ultimi, nel caso specifico, an­ al sistema di potere demo­ l'industria di Stato, e natu­ < L'Italia è erede df una tato a trasferirsi dalle pagi­ cora essenzialmente privati). La terza curiosità è con­ cristiano. Riterrei quanto concentrato nelle mani dei nella balbuzie localistica che danno risposta alcuna o solo seguente alla seconda. Nes­ ralmente so bene che sareb­ grande civiltà urbana che non ne economiche dei giornali, Mi piacerebbe sapere, da meno legittimo il dubbio che be insufficiente ridurre tut­ fratelli Agnelli. Al limite, a pure si poteva temere. Al con­ risposte imbarazzate e reti­ suno potrà ragionevolmente me pare che questo secondo trario si è elevato il livello è facile armonizzare con la ci­ centi. che pochi leggono, alla pri­ ignaro, se siamo di fronte l'accordo Alfa Romeo-Nissan ta la questione ad una con­ viltà industriale. Il dilemma ad una fase di trasformazio­ negare la corresponsabilità s'inquadri in questa sempre sistema di potere, in quan­ generale. Le iniziative cultu­ ma, su cui peraltro ancora storica del sistema Fiat nel­ trapposizione così elemen­ che si apre riguarda dunque. L'affaire in questione mi ne nuova, ed entusiasmante, • più vorace, spregiudicata, tare. to inassimilabile per ora al rali non solo sono diventate non riesce ad uscire nella la costruzione del sistema de primo, possa esserne consi­ più numerose; sono diventate da un lato il rischio di una to­ sembra di più grosse dimen­ grande maggioranza dei ca­ degli assetti di potere al ver­ sfrontata e apparentemente tale perdita di identità, dall' sioni di tutti quelli, indiscu­ in Italia, dagli anni lontani Ma dobbiamo pur prendere derato, del tutto relativamen­ anche migliori. Tornando al si da una considerazione qua­ tice dei massimi sistemi in­ ma non dimenticati della irresistibile strategia della atto del fatto che, da quan­ altro quello di una perdita di tibilmente più maleodoranti, DC. che consiste nel corro­ te e provvisoriamente, un 75. non so se ci fosse in giro si aneddotica degli elementi dustriali multinazionali, du­ gestione Valletta a quelli do questa scellerata tabe de­ avversario o almeno un osta­ il gran bollore che dici tu. contatto con il mondo moder­ ai quali la nostra stampa ne­ di conflittualità aziendale, rante la quale l'industria di dere. sminuzzare, ingoiare o no. Ebbene, questo dilemma gli ultimi mesi ha dedicato più recenti, quando Umberto mocristiana è penetrata così colo. Da ignaro, ripeto, mi Certo, confusione ce n'era che essa indubbiamente met­ Stato di un determinato pae­ Agnelli si faceva eleggere distruggere quanto in questa a fondo nell'industria di Sta­ chiedo perché si debba con­ molta. E poi, con i guasti che si pone a Torino con una m- colonne e colonne di piombo. se utilizzerà spregiudicata­ disgraziata Italia si sottrae tensità. direi con una violen­ dalla questione Eni agli scan­ te in atto. senatore di quel partito nel­ to da trasformarla in molti tribuire a distruggerlo (in i nostri predecessori avevano mente l'alleanza con l'indu­ la speranza, illusoria e per­ al controllo diretto del suo casi in un peso morto per questa fase), ad maiorem et lasciato in Comune, c'era po­ za. uniche, proprio perché a dali Sindona, Caltagirone, Secondo elemento di curio­ potere, o che, almeno, esso Torino si trovano presenti, in sità. E' la prima volta nella stria privata straniera per ciò non a caso giustamente l'intera comunità nazionale. pernrhiam gloriarci della DC. co da far bollire: la pentola Evangelisti, ecc. ecc. Relati­ sconfiggere e definitivamen­ rappresenti un ennesimo epi­ un difficile equilibrio, entram­ vamente parlando, in termini storia del capitalismo occi­ punita, di contribuire a tra­ trascinando al tempo stesso era rotta. Ci siamo preoccupa­ te assorbire l'industria pri­ sformarlo in un moderno par­ sodio di quelle cruente lotte in un vortice di ricatti a ca­ Alberto Asor Rosa ti innanzitutto di ripararla. bi i termini dell'equazione: di « destino storico » della na­ dentale — credo — che un'in­ un passato urbano di impron­ e Questo non significava di­ ta italiana e un presente in­ menticare chi ci aveva man­ dustriale di impronta europea. dato a governare la città. An­ addirittura, sotto certi aspet­ zi. era il modo migliore e. ti, americana. credo, più intelligente per rap­ Spettacolo alla Piccola Scala presentare quella parte della «Prova a riflettere all'attao- popolazione che aveva dato co dei terroristi e ti convin­ fiducia al PCI e alla sinistra: cerai che qui si è tentato e si continua purtroppo a tenta­ MILANO — L' lirica e dimostrando cioè che ci ave­ va delegato a rappresentare re di separare i due termini. la citta di Milano furono le A Torino il terrorismo ha due grandi passioni ' di . non solo se stessa ma tutta la città. Poiché dobbiamo obiettivi. Primo obiettivo: Chi dice Milano e opera, dice Una sera a teatro puntare sul malessere socia­ la Scala, ed ecco completato parlare della cultura ti dirò che da questa premessa sono le. sugli strati emarginati, su­ il trittico di cui abbiamo avu­ gli immigrati. Secondo obiet­ to un curioso saggio nella Te­ discese subito tre conseguen­ ze. a mio parere importanti: tivo: colpire e terrorizzare la sta di Bronzo del Soliva, rie­ fascia centrale della popolazio­ sumata alla Piccola in occasio­ la prima è che non si dove­ con Stendhal va dar credito all'idea che ne. quello strato di ceti medi ne del congresso stendhaliano. esistessero due culture, una produttivi, tecnici e professio­ Abbiamo detto « un saggio >. L'operina « Testa di bronzo » ufficiale e una alternativa. nisti. che in qualche modo ma sarebbe stato più esatto Abbiamo sempre pensato e rappresentano la cultura e V scrivere « un assaggio » poi­ che piacque allo scrittore, quando, continuiamo a pensare che assetto industriale delle città. ché le frequentazioni musica­ ce ne sia una sola di cultura. li e scaligere di Stendhal, au­ giovanissimo, arrivò a Milano nel 1816 Se permetti è già molto quan­ tonominatosi « milanese ». so do si riesce a farne vivere Una comunità no assai più vaste e signifi­ Le note di diario una. cative. « La seconda conseguenza è che regge bene Ma qui conviene comincia­ che questa benedetta cultura re dall'inizio: da Stendhal che • Arrivo, alla sette di sera, tra- j allo spettacolo, che era ap- , ufficiale, nuovamente ripreso ; \-±: « Le due Italie si dovevano i mortito dalla fatica: corro al punto La testa di bronzo, ma a fucilate. Più fortunato di (la quale, ripeto, è una sola) arrivò a Milano per la prima è fenomeno assai più vasto e scontrare ed elidere proprio volta nel 1800. quando aveva ; la Scala. Il mio viaggio ha anche alla sala, alla gente. Cavaradossi. il capitano però qui. a Torino, e in luglio, du­ ! il suo compenso. Le membra. perchè « il Teatro alla Scala ha amici devoti che gli spa­ profondo di una semplice pro­ soltanto diciassette anni. Vi duzione di libri, spettacoli. rante il periodo turbolento dei tornò nel 1811. poi nel '13i sfinite, sembravano incapaci è il salone della città. Non rano a salve. Poi si scopre contratti, dei blocchi stradili i di piacere. Tutto ciò che l'im- v'è società che là, non v'è mostre d'arte ecc.. Sono cul­ e vi restò quasi in permanen­ che è figlio del principe. Ma­ tura anche le abitudini di vi­ e dei pullman sequestrati, è za dal 1814 al '21. innamo | maginazione più orientale può una casa aperta. Ci vedremo trimonio e apoteosi. sembrato jhe potesse succe­ i sognare di più singolare, di alla Scala, si dice per affari ta. il costume, il modo di di- rato della città, dei suoi tea A Stendhal questa storia i venirsi, il contatto e l'intesa dere. Bene: io ti dico che se tri. delle sue do.ine ! più sorprendente, di più ricco d'ogni genere. Il primo aspet­ la rotturi non è avvenuta. *e ' di bellezza architettonica, tut- to è inebriante. Mi sento non dispiace. Ma Io inebria­ con gli altri uomini. Ed è cul- A quell'epoca non a\eva i tura, per rimanere sul terre- la città ha retto ad un attac­ I to ciò che si può immaginare fuor di me nel notarlo >. E no soprattutto i costumi, le j co di questo genere, se la po­ ancora scritto né II Rosso e S nei panneggi brillanti, nei per- ancora, il giorno dopo: « In scene, le voci e anche la mu­ • no più preciso, innazitutto il nero. Lueien Leuicen, La l'istruzione. Magari facciamo polazione ha conservato la cal­ . sonaggi che hanno non solo fede mia. la mia ammirazione sica. Un'opera di genio sulla ma e ha fatto ricorso alla ra­ certosa di Parma, né gli in I gli abiti, ma le fisionomie, i non diminuisce. Dichiaro la ! anche un bilancio, ma già a- numere\oli \olumi di raccon­ scia di Mozart e di Cimaro- ì desso ti voglio anticipare un gione. se ha rifiutato il ricat­ I gesti dei paesi in cui è si Scala il primo teatro del mon­ sa, dice; poi ci ripensa e an­ to. è anche perché l'ammini­ ti. viaggi, biografie che fan­ I tuata l'azione, io l'ho visto do perchè è quello che dà dato importante. Il Comune no di lui uno dei sommi del nota: ma bisognerà vedere di Torino spende per l'istru- strazion. ,e ha rincalzato. il tes­ i stasera ». il maggior piacere con la ! uto -1 la sua epoca. Era soltanto una seconda opera per giudi­ zione. a partire dalla scuola I ? m "™- ha impostato e La descrizione si riferisce I musica >. ,n ne 01 10 1 un funzionano francese, mez ì care se il Soliva non è il mu­ Un'immagine della Scala nel secolo scorso del pre-obbliso. la bellezza di | .J* f.'* ' ' Problemi 70 militare e mezzo civile, j quasi 50 miliardi l'anno, che ! ™ltu,r-a,e in _?"!?*? un'f:ca7K>- sicista di un lavoro solo. ile. t'na "omunità che rei^o crasso, brutto, perdutamente ! sono l'ILlS^ del suo bilancio Una storia deliziosa, Aveva colpito nel segno. La di spunti melodici che non si contessa In abito militare per sto Gavazzi, . ! -.ri i"»n prova .1: questo tip-"» innamorato I«o fu per tutta i delle spese correnti. Mi sem Testa di bronzo, scritta come sviluppano mai. che non crea­ salvare il marito è anch'essa Giorgio Surjan. Pietro Ballo j è sia or.emale: «ul terreno la vita. Tino al 1842 Ma il suo ' bra una scelta ch:ara. molto strampalata premio di diploma sul libretto no né ambiente né carattere. una parente povera di Fide- e Cathryn Asman nell'affiata­ : de"a rrnvi'cn/a. della cone?- primo. autentico delino amo I lio-Leonora!). ta compagnia: Mattia Testi e «La terza conseguenza è che roso fu per una milanese. * di un altro premiato in let­ Piacque a Stendhal per la can- | zlvro della c'»tà e dei rapporti La Scala — che Lisrt giudi­ figura del parente povero. Ha Virginia Westlake nella gar- il Comune non fa e non deve quell'Angela Pietra«rua — fa ' tere. , ebbe tabilità all'italiana che corre L'operina è soltanto una cu­ l ita 'avoro e cultura, produzio- cherà più tardi un antro ne­ il suo momento di fortuna pro- sulla scia di Rossini e di Ci- riosità. insomma, legata al­ i bata regia in un allestimento fare una politica culturale. cilc con tutti e rigorosa con prio quando Stendhal, giunto i quattro o cinque sorelle, ma di estrema semplicità. . ne o p*à'r.-ento. sviluppo e ro. pieno di brutti suoni — marosa. annunciando Bellini l'occasione del Congresso sten­ una politica sulla cultura, ma lui — che do\eva tenerlo al i nuovamente a Milano nel 1816. j fii'irione dello sviluppo, sono la catena per una quindicina j è ancora il teatro in cui si tutte sfortunate. In compen­ e DonizeUi. Da questo punto dhaliano e giustificata dal Mancavano, s'intende, e la una politica per la cultura. si precipita alla Scala per as­ j nate cVIe premesse che non canta meglio. Per Stendhal so il Soliva ebbe una vita sin­ di vista si potrebbe conside­ fatto che la Banca Commer­ grandiosità e la ricchezza che una politica a favore della cul­ d'anni. ! sistere. in estasi, alla sua ; esistine :n quei modelli stra- i la musica è soprattutto can­ golare, alla Stendhal sì po­ rare addirittura un precurso­ respirano su queste scene >. Testa di bronzo. E' la stram- ciale ne ha pagato quasi tut­ tura. E' una cosa diversa. I nien che si confrontano con Non è facile comprendere I to E l'unico canto accetta­ trebbe dire, viaggiando per re. ma non è vero: egli enun­ come diceva l'esaltato Sten­ palatissima storia di un prìn­ te le spese. Giampiero Testo- ed è molto importante tener piohle.r.i sinvli ai nostri. Ma perchè questo strambo fran­ bile è quello italiano. Da buon l'Europa e legandosi con i cia soltanto le formule che dhal. ma non era il caso. Il cese. che ignorava ancora di cipe ungherese che vuol spo­ ri ne ha realizzato l'accurata ferma la distinzione. Infatti. i già oggi sappiamo che la cul- francese detesta i « virtuosi » maggiori compositori del tem­ i successoli riempiranno dì pubblico, composto in gran essere un geniale scrittore. sare a tutti i costi una con­ edizione critica; poi l'ha an­ io credo che se il paese si tro­ i tura delle cento città, il no­ e i musicisti parigini, figli po: a Vienna fa amicizia con ben altra sostanza. Allo stes­ parte dei letterati convenuti a dovesse amare Milano più di tessa. ignorando che ella è che egregiamente presentata. va in questa maledetta situa­ stro passato, può attraversare della tragedia classica e del Beethoven; a Varsavia con so modo, da Mozart, riprende Milano per il congresso, ha la moderna civiltà industriale Parigi, di Mosca e di tutte le segretamente unita a un suo assieme a Martinetti, nel pro­ zione. è anche perché, a for­ lo stile serioso. Adora l'ope Chopin; a Pietroburgo dà le­ solo qualche formula (il ser­ e i'ei • ^t.T-e dall'altra pai^e capitali del mondo che gli capitano. Da qui l'imbroglio: gramma di sala. La Piccola applaudito con calore, e noi za di strumentalizzare la cul­ ra di Haydn. di Mozart e di zioni a Glinka: a Parigi, do­ vo come Leporello), ma nien­ un futuro nostro, forse mi- avvenne di visitare al servi il capitano lascia il campo per Scala ne ha montato una pia­ abbiamo scoperto qualcosa tura. di usarla, come dire per zio di Napoleone o dei Bor­ Rossini (di cui scriverà le Vi ve morirà nel 1853. si affra­ te di più. Semmai il suo ve­ ; filiore ». te copiando allegramente e salvare l'amante e. giunto a cevole edizione affidandola che non avremmo mai senti­ crediti a breve, a forza d: boni. Lui stesso ce ne dà un' ro legame è coll'opera allora inventando genialmente). Non Corte, si nasconde nell'inter­ tella a DonizeUi. E' un uo­ ad una schiera di giovani: to e che. probabilmente, non metter sotto tutti (intellettuali. idea nelle pagine del libro in alla moda, la piéce-à-sauve- perde una battuta di Cima no vuoto d'una statua di bron­ mo di gusto e di scienza mu­ Evelino Pidò a capo dell'or­ sentiremo mai più. E* sempre scrittori, artisti, registi, can­ Saverio Vertane titolato a Roma. Napoli e Fi tape, ossia la commedia col- rosa. zo dove viene sorpreso da un sicale, aperto al nuovo, ma chestra dei Cameristi di To­ qualcosa, piccola, ma che ci tanti e ballerini) a firmare reme: un diario di viaggio l'arrivo dei nostri, che ha i NELLA FOTO: il sindaco No­ servo. Fugge, è catturato dai non un creatore. rino e del coro della Polifo­ fa piacere dovere % Stendhal. che comincia dalla capitale In questa illustre compagnia, suoi illustri esempi in Paer, proclami e lettere e risposte. velli (a destra) in visita al­ lombarda con questa nota: soldati del principe, liberato Lo Tetta di bromo lo pro­ nica ambrosiana: Elia Pado il buon Carlo Evasio Soliva, Cherubini t Beethoven. (La la politica italiana ha finito la Fiat Mirnfiori con nitri am­ € Milano. 4 novembre (1816) nato a Casale nel 1791. fa la dalla contessa travestita da va: scorre come un fiume van, Adelina Scarabelli. Erne­ Rubens Tedeschi per impoverire pericolosamen- ministratori democratici.