LUNEDì 14 SETTEMBRE 2020 Esce il 18 settembre Nuda, il nuovo album di , 13 tracce divise in un lato A e un lato B che caratterizzano due stili e due mondi della cantautrice (qui ne abbiamo già parlato). Annalisa racconta brano per brano il suo nuovo album "Nuda" fuori il "Punto a terra la bandierina, e qui è dove sono arrivata finora - dice 18 settembre 2020 Annalisa. Nuda, e con dentro tutto: la forza e la fragilità, la profondità e la leggerezza. Tredici tracce in cui racconto il mio modo d'essere. Senza risparmiarmi. Senza orpelli. Senza filtri. Questo disco è, insieme,

provocazione e invito a spogliarsi di costrizioni e pose, ad agire quel gesto di essenzialità che ci riesce così facile quotidianamente, togliendoci i vestiti, e così difficile invece quando si tratta di smontare CRISTIAN PEDRAZZINI quella messa in scena, quella farsa che il più delle volte siamo perché troppo spesso dimentichiamo quanto quel che ci fa diversi ci rende anche più interessanti e umani. Ma quest'album è pure un viaggio sensibile - nato prima del lockdown, e dal lockdown potenziato - nella necessità di interrogarsi, di guardarsi da fuori, e poi di scendere a fondo. Mano nella mano con alcuni ospiti fantastici, con cui nel corso delle [email protected] carriere ci siamo incontrati piaciuti e stimati, da Rkomi a J-Ax, da Achille SPETTACOLINEWS.IT Lauro a Chadia Rodriguez, che avvalorano le canzoni in cui li ho voluti - continua l'artista. Nuda ha due lati (A e B), come nelle amate musicassette con cui siamo cresciuti. Due lati per due mondi, dove il pop sperimentale tocca sonorità insolite ma resta mitigato sempre da certi punti tematici fermi - la casa, il mare - e dal calore umano. Con la musica sempre al servizio delle parole, in quel dono e condanna che è non poter vivere altrimenti da loro, da quel che creano insieme - conclude Annalisa.

L'album brano per brano: A SIDE

1. Nuda Annalisa Scarrone, Davide Simonetta, Paolo Antonacci, Jacopo Matteo Luca D'Amico

«Se mischio il cielo alle tue labbra dopo cosa succede». È la traccia che dà il titolo al disco, lo apre e ne è il manifesto. Rivela una necessità in vita. Quella di scardinare il compromesso, di essere sinceri il più possibile, veri ad ogni costo. Di non cadere più, per quanto possibile, in nessun «canto delle sirene». Dire a se stessi: «Basta patine, è bello il bello, spesso abbiamo la fortuna di panorami fantastici davanti e dietro

Pag. 1 / 4 di noi, ma anche le altre volte, quelle in cui siamo nei casini, fragili con la normalità fino al collo, non dobbiamo provare vergogna, né paura». Potersi parlare onestamente («Sbaglio meglio da sola, ora lo so»), che liberazione è?

2. Romantica feat. J-Ax Annalisa Scarrone, Daniele Lazzarin, Alessandro Aleotti, Yves Agbessi, Michele Canova Iorfida

Qui è dove trascendiamo gli stereotipi. E gli andiamo contro. Chi l'ha detto che una ragazza, una donna, debba essere per forza romantica? E poi, che significa esserlo? Cosa, non esserlo? Sono molto legata a questa canzone controcorrente e fuori dagli schemi. La trovo emozionante. Mi diverte. Perché è impegnata come una discussione e un invito a ragionare usando l'intelligenza, nel suo rivendicare che ognuno può, deve, essere quello che vuole e si sente, con curiosità e senza farsi problemi. Che tanto poi la perfezione arriva dove non te l'aspetti e lo trovi, quello che è strano insieme , a cui piace lo stesso film della vita, con cui sentirsi libero di essere libero. «Mi spiace per te ma non sono romantica, è un gioco perverso/ ma fa girare l'universo/ quello che ho dentro».

3. Tsunami Annalisa Scarrone, Davide Simonetta, Alessandro Raina

Lei - intensa e importante - nasce da una pagina di diario, che poi ho adattato a canzone, in studio. Sono frasi che mi ero appuntata una notte in cui non riuscivo a dormire proprio perché continuavano a ronzarmi dentro. Le voci sono intorno e nella testa. A volte ti pervadono. E scrivere è sempre stato in me un tentativo di dargli pace e mettere ordine scavando per chiedersi cosa sono davvero per ognuno di noi la vita, l'amore, la libertà. Senza dar ascolto ad altri. «Dimmi chi ha inventato quella storia/che è meglio andare piano/meglio aspettare/quando qualche cosa ti spaventa/meglio non rischiare».

4. Houseparty Annalisa Scarrone, Davide Simonetta, Jacopo Ettorre

La festa che spesso non onoriamo si svolge ogni giorno nelle nostre stanze, nel cortile di casa. E non nel locale figo con le persone giuste. Scritta molto prima di quando è uscita, durante il lockdown, tende la mano a un riconoscersi fortunati a ogni risveglio nel proprio microcosmo quotidiano, un rendere onore alla semplicità perché è lì che sono le cose belle di cui abbiamo più bisogno. Mai provata la figata gigantesca che è «la mattina che sbatte sul tetto», «fare tardi senza fare niente»? Il sole che filtra dalle finestre e tu che passi il tempo leggendo un libro, o eliminando le notifiche sul cellulare?

5. Cena di Natale Annalisa Scarrone, Daniele Lazzarin, Michele Canova Iorfida

Prima di una canzone, un appuntamento che amo e organizzo ogni dicembre con i miei amici d'infanzia. Il punto di ogni anno che più di qualsiasi altro mi ricorda la strada che ho fatto e quella che devo ancora fare. Tiro una linea e faccio i conti, io, alla cena di Natale, seduta dove ogni cosa intorno alla tavola cambia mentre lei rimane uguale, guardo da fuori la parabola della mia avventura personale, lavorativa, familiare, e come in un'autoanalisi accolgo le fragilità che ho avuto, le nuove ambizioni, le intuizioni di domani, i sogni. Che diventano subito obiettivi, rincorsa a realizzarli. In una ballata di domande: «Che cosa vuol dire emozionarsi/I brividi spesso fanno giri diversi /Che dimentico».

6. Bonsai Annalisa Scarrone, Giulia Anania, Davide Simonetta

È il brano più vecchio di tutto l'album: nato nel novembre 2018, l'idea

Pag. 2 / 4 iniziale era quella di redigere un elenco di difetti da togliere dall'ombra ed esporre alla luce. Spesso sono più loro dei pregi, a farci unici. Come è vero che se ci sentissimo equilibrati, arrivati e risolti, non indagheremmo più, né avremmo voglia di migliorarci. Ed eccoli dunque: «Mi parli e non ascolto», «Compro cose che non servono», «Non rispondo mai al telefono», «Chiedo scusa e non lo penso mai», «Lascio il casino fuori dalla foto», «Ordino sushi e lo aspetto da un'ora», «Sigarette dentro le lattine». E da questa lista, la sintesi in un verso: «Mi sento un albero e sono un bonsai».

B SIDE

7. Piove col sole Annalisa Scarrone, Daniele Lazzarin, Michele Canova Iorfida

Quando siamo soli in casa, siamo qualcuno che conosciamo solo noi. E possiamo iniziare come un viaggio nello spazio, in 70 mq. Sul filo dell'equilibrio, nelle proprie stranezze e fantasie. Da «Prenoto una cena per due sopra il televisore piatto» a «Ti ho organizzato un concerto in sala da pranzo». Ma anche «Ti amo ma voglio più bene al gatto». Che può sembrare assurdo. Un controsenso. Una provocazione. Ma pure essere un pensiero molto vero.

8. Principessa feat. Chadia Rodriguez Annalisa Scarrone, Giovanni Cerrati, Jack Camilleri, Patrizio Simonini, CRDARNAKH

Locandina dello spettacolo più importante, per noi donne: esigere e difendere un'indipendenza, un bastarsi in quanto individui, a modo proprio, emancipandosi da altre figure e retaggi. Come quello di commentarci l'estetica. «Ma come si è vestita?» «Ma che capelli si è fatta?». «Ma perché quell'anfibio e non una bella scarpa con il tacco?». Le prime a non farci bene siamo proprio noi, genere del nostro genere, quando ci scansoniamo così. Mentre è quando portiamo sbagli come collane, che allora ci vedi brillare. Contente con poco, anche in un monolocale. Perché capaci di dirci «andiamo bene sempre, anche così».

9. Graffiti Annalisa Scarrone, Vincenzo Colella, Leonardo Zaccaria, Michele Canova Iorfida

Abbiamo dentro segni invisibili. Come quelli che lascia qualcuno che abbiamo amato con coinvolgimento struggente, quando va via. Alcuni versi («Abbiamo messo il mare in un acquario/Abbiamo chiuso il cielo nell'armadio») sembrano essere stati scritti per il lockdown, ma in verità sono nati tanto tanto tempo prima. «Quando la festa è finita/c'è la città che si svuota/e la luna è piena come il portacenere»).

10. D'oro Annalisa Scarrone, Jacopo Ettorre, Michele Canova Iorfida, Patrizio Simonini

È il manifesto dell'individualismo, e della fragilità dichiarata. Dico «Ripeto come un mantra "L'amore non mi manca"» ma altro non è che un modo, un tentativo di auto-convincersi, di reagire alla storia e dirsi: «Non è niente, via», anche quando invece è tantissimo. Dirsi «Sii forte», quando ti senti sbriciolare. «Perché la vita di per sé è piena di meraviglia, indipendentemente dagli altri».

11. A te cosa piace fare Annalisa Scarrone, Zibba

Quando mi chiedono: «Descriviti in tre parole», penso di solito a che cosa mi piace fare. Riflettendo su questo è venuta fuori la canzone più sfidante dell'album. Si parte dall'amore. Ma solo come pretesto. Per capire cosa può significare farsi affascinare, incuriosire, attrarre dal

Pag. 3 / 4 confronto con il diverso. Che si parli di cultura, estrazione sociale, storia personale, conoscere un altro da te (e il suo mondo) è sempre un'indagine, un'avventura, un abbraccio. «Senti questo odore parla un'altra lingua e non ho paura perché ci assomiglia» apre alla gioia dell'inclusione.

12. Vento sulla luna feat. Rkomi Annalisa Scarrone, Mirko Manuele Martorana, Dario Faini, Federico Bertollini

Benvenuti nel regno della malinconia, quando lascia però ancora spazio al sogno. «C'è vento sulla luna» vuole dire che possiamo ancora fare tutto, dobbiamo solo deciderlo. Partire, fuggire, tornare, restare, sentirsi soli, in mezzo a tanta gente, pensarsi «come due ombre che ballano in mezzo alla folla», realizzare che è tutta vita, anche quello. «Facciamo finta che non ci importa, poi ridiamo con la voce rotta, nascondiamo i dispiaceri, mentre il vento sfoglia il giornale di ieri».

13. N.U.D.A. (nascere umani diventare animali) feat. Achille Lauro Annalisa Scarrone, Lauro De Marinis, Daniele Lazzarin, Michele Canova Iorfida

Il brano più folle. Fisico. Pieno di allusioni, doppi sensi, metafore, strip-tease. Qui torniamo allo stato naturale più ruvido e puro. In un liberarsi perfino di noi stessi, quando intralciamo noi stessi. Ultimo privarsi di filtri e costruzioni di questo album, stadio finale del passaggio da umani ad animali, tentativo di risposta alla domanda: «Sicuri di esserci evoluti e non involuti?», le righe di questa canzone sono il luogo in cui rendo giustizia, facendomi accompagnare da Achille Lauro, a questo universo pazzo ma che fa parte di me, che a giorni alterni - e proprio come tutti - sono triste, serenissima, angustiata, incurante, alterata, premurosa. E non sempre è detto ci sia una ragione.

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