DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LADI REPUBBLICA DOMENICANUMERO 465 CULT HAYAO MIYAZAKI La mia favola continua

All’interno

La copertina Arrivano i mostri, ecco perché ne abbiamo così tanto bisogno ALBERTO MANGUEL e MASSIMO RECALCATI

“Fino a quando Il libro avrò un pastello L’eroina sull’erba di Dreiser soffierà il vento” che cerca Intervista un posto al sole al maestro IRENE BIGNARDI dell’animazione giapponese Straparlando Fuksas, “Il buon architetto spesso è quello che ama il caos” ANTONIO GNOLI DISEGNO DI MASSIMO JATOSTI

Il teatro Anche il sesso HAYAO MIYAZAKI, TOKYO, OTTOBRE 2010 © NICOLAS GUERIN/GETTYIMAGES mercenario L’attualità MARIO SERENELLINI CONCITA DE GREGORIO per Luca Ronconi Paparazzi al potere PARIGI è una trappola dalle corna di Leone l vento è linfa vitale nel cinema di Hayao Miyazaki: d HayaoMiyazaki dobbiamo, a casa nostra, il presi- ANNA BANDETTINI spinge in volo castelli, solleva ali in cielo, alita nuvo- dio dell’ultimo lembo di terra di quel luogo che si al casco di Hollande le, pettina l’erba alta dei prati. È un monito di poe- chiama “stare in famiglia”. È certo un merito mino- sia, che dal Cimetière marindi Paul Valéry soffia ora re rispetto al valore artistico, letterario, poetico e FILIPPO CECCARELLI e ANAIS GINORI Inel suo nuovo film, Si alza il vento. Il cineasta ripete a memoria, in un Apersino politico della sua opera, mi rendo conto. Per me è tuttavia il colorito nippo-francese, i primi versi della poesia: «Le vent se lève!... principale: un merito secondario che gli conferisce credito illimita- La serie Il faut tenter de vivre!». Bisogna tentare di vivere, quando si alza il ven- to. Non esiste una pietanza, un viaggio, una musica, un progetto per Spettacoli to. Che cosa significa per il maestro dell’animazione giapponese, la domenica che ottenga il consenso unanime di un gruppo di per- La Poesia scosso dalla guerra e da Hiroshima, inseguito con Fukushima dal- sone di dieci, quindici, venti, venticinque e cinquant’anni. Niente, Back in the Usa, l’incubo atomico, angustiato da una patria ridivenuta per lui guer- da quando i più grandi sono diventati salutisti nemmeno l’hambur- del mondo rafondaia, l’imperativo “tentare di vivere”, tornare a farsi attraver- ger da Mac. Solo “rivediamo Porco rosso?” funziona. Porco rosso sì. la prima volta sare dal vento? Dall’altro capo del filo, nella quiete del suo vasto cha- La carbonara ingrassa, il sushi basta, in campagna oggi no, al museo Mendel’stam let di legno a sud-ovest di Tokyo, a un volo d’uccello dagli Studi Ghi- andateci voi, la serie tv in inglese io non la capisco, Monopoli mi pa- dei Beatles bli da lui fondati trent’anni fa, Miyazaki ha la voce serena. re che è in cantina, come ti viene in mente? Allora Porco rosso. e la Rivoluzione ANGELO AQUARO (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) WALTER SITI la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 26

La copertina Come il protagonista del suo ultimo film (“S’alza il vento”, a maggio in Italia, in corsa per l’Oscar) avrebbe voluto fare il pilota d’aerei: “Ma ero troppo miope e alla fine li ho solo disegnati”. Il grande artista giapponese parla di guerra e nucleare, di padri e figli E della Due Cavalli con cui ogni giorno va a disegnare

MIYAZAKI

MARIO SERENELLINI nismi — e dalle “macchinazioni” — (segue dalla copertina) militari: ancora oggi mi ap- passiona studiare, smontan- Sì, sogno l regista giapponese ha da poco dole pezzo a pezzo, le mac- festeggiato con la moglie e i due chinette di guerra. Mi figli i suoi settantatré anni. C’è piace capire co- da immaginarselo con addosso me funzio- Iil grembiulone bianco ricolmo di pen- nano. E, nelli e pastelli, sua tuta di lavoro con cui soprat- ritualmente si presenta ai giornalisti. E tutto, con l’immancabile gilet a V, da cui affio- non mi ma tengo ra, come in un suo acquerello, il volto an- stanco tico e imbiancato, con incollati da sem- mai di pre, fari acuti, gli occhialoni Lanvin da dise- miope. La sua principale preoccupazio- gnar- ne pare oggi la caldaia a legna che lo ob- le». bliga di tanto in tanto a staccarsi dal te- Un’in- lefono per andare a riattizzare il fuoco fanzia, la sua, tra- («Questi tronchi... sempre umidi») e re- scorsa sotto il segno gli occhi golare la presa d’aria. Altre brevi interru- della guerra. «Sono zioni, le sigarette accese e aspirate a ripe- nato nel 1941. Ero tizione: almeno cinque durante la con- troppo piccolo per versazione. «Tentare di vivere?», rispon- capire. Ricordo la de dopo due boccate: «Andare avanti, nostra fuga da esistere, rimanere se stessi nonostante la casa, a Utsuno- situazione avversa». Dunque, continua- miya, un centi- ben aperti re a realizzare film, a dispetto delle cen- naio di chilo- sure politiche piovute sull’ultimo titolo, metri a nord di Tokyo, in concorso a Venezia e ora in corsa per la notte in cui è stata bombar- l’Oscar dell’animazione (Lucky Red do- data: ho visto i miei ammuc- vrebbe distribuirlo a maggio nelle sale chiare di corsa pentole e ve- italiane). «Anche questo», ridacchia il re- stiti in una carriola mentre gista, che al Lido aveva fatto annunciare mio padre mi caricava sulla il suo ritiro dal cinema. Un ritornello ri- schiena. Ma per me, allora, è corrente degli ultimi vent’anni che an- stata la festa del cielo: non che stavolta non mancherà di smentire. ero impaurito, ma stupito, Da tempo vive in un Paese in cui non incantato, davanti a quella un cantuccio: si riconosce: in Giappone S’alza il vento notte improvvisamente tremava. L’aveva sta godendo d’un grande successo, ma il spalancata dalle luci. tranquillizzato, dicendogli di restare governo la tratta da “traditore”. Un’impressione visiva DISEGNI/1 quanto voleva e regalandogli una stecca «Il film, sui sogni infantili e la vita di Ji- fortissima, che conservo Chihiro in una scena di cioccolato. Un’enormità, per l’epoca. ro Horikoshi, il capo ingegnere progetti- ancora». de La città incantata Né io né i miei fratellini ne avevamo mai sta degli Zero, i micidiali caccia della Se- È il suo fantasma? (2001),sopra l’eroina assaggiato. Quel bambino aveva preso conda guerra mondiale, ha scatenato le «La guerra torna, riappa- in un bozzetto mio padre per “un dio disceso sulla Ter- ire della destra nazionalista nipponica re. Pochi giorni fa ho ricevuto e al centro prove ra”: così mi scrive nella lettera». per il ritratto al vetriolo dell’esercito im- la lettera di un mio coetaneo: per il palazzo della strega Un riconoscimento a suo padre? periale. Ma raccontare favole non signi- bambino, rimasto solo, s’era In alto da sinistra, «Mio padre lavorava per l’esercito. Per fica rinunciare a prendere posizione. Io rifugiato quella notte nella no- il bozzetto preparatorio questo, immagino, aveva in tasca il cioc- ho sempre praticato il pacifismo, e non a stra casa, risparmiata dai bom- di Nausicaä della valle colato, un privilegio. Ingegnere aero- caso la guerra è presente in quasi tutti i bardamenti. Mio padre, che vi del vento (1984), nautico, era titolare della Miyazaki Air- miei film. Anzi, a pensarci bene forse non era tornato l’indomani per re- Porco rosso (1992) plane, quella che costruiva l’estremità sono poi neppure così tanto pacifista! Fin cuperare oggetti abbandonati e uno schizzo delle ali degli Zero. Una fabbrichetta, ma da bambino sono affascinato dai mecca- nella fretta, l’aveva scoperto in per S’alza il vento (2013) quanto mai redditizia. Fin da ragazzino ■ 27

I film LE AVVENTURE DI LUPIN III KIKI CONSEGNE A DOMICILIO (1971) (1989) CONAN, IL RAGAZZO DEL FUTURO PORCO ROSSO (1978) (1992) IL FIUTO DI SHERLOCK HOLMES PRINCESS MONONOKE (1984) (1997) NAUSICAÄ DELLA VALLE DEL VENTO LA CITTÀ INCANTATA (1984) (2001) LAPUTA CASTELLO NEL CIELO IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL (1986) (2004) IL MIO VICINO TOTORO PONYO SULLA SCOGLIERA (1988) (2008)

Hiroshima è stata una conseguenza d’un grande sogno realizzato, la scissio- ne nucleare. Come evitare che un sogno Il mistero si tramuti in incubo? DISEGNI/2 «Nel mio cinema si sogna molto, ma la Dall’alto, il gatto Gigi del bello e basta realtà ha sempre l’ultima parola. La cata- da Kiki consegne strofe di Fukushima, causata dal mare- a domicilio (1989), moto di tre anni fa, ci ha colto in piena la- Princess Mononoke CONCITA DE GREGORIO vorazione del film: siamo rimasti prigio- (1997). In basso nieri in questa periferia di Tokyo, senza Totoro e il gattobus (segue dalla copertina) elettricità, trasporti, mezzi di comunica- da Il mio vicino Totoro zione. Molti si sono accampati negli Stu- (1988) oi anche se uno deve studiare, un altro sente la musica, un altro an- di Ghibli, sotto choc. Ci chiedevamo se cora ha invitato un amico e l’ultimo deve consegnare un lavoro po- continuare il film avesse ancora un sen- Pco a poco, nei primi dieci minuti il divano davanti alla tv si riem- so. Dopo Fukushima, Ghibli ha disdetto pie. Arrivano uno per volta, è un incantesimo. Si fermano. il contratto con la società nazionale che Cosa ci sia di magnetico, di ipnotico nel cinema di Miyazaki è un mi- gestisce la centrale nucleare. Io ho scrit- stero che attraversa le generazioni. Parla a tutti dicendo a ciascuno qual- to un “j’accuse” contro il governo, e me lo cosa di diverso. È come se avesse trovato l’arcano della lingua univer- sono inimicato per sempre: erano ester- sale. Alla domanda «ma cos’è che vi piace?», ecco le risposte, a voi il gio- refatti nell’osservare la ribellione di un co di associarle alle diverse età: «Mi piace perché non sai mai dove va a “tesoro nazionale vivente”, quale io so- finire, non fa la moralina delle fiabe». «C’è sempre l’erba che si muove no, ormai ritenuto docile e neutrale ban- nel vento». «La sua fantasia è come la mia». «È cattivo». «Disegna gli uo- diera. Da allora sulla mia vecchia Citroën mini come maiali». «È gentile». «Come racconta lui nessuno al mondo». due cavalli, modello Charleston, cam- «Fa succedere le magie, è bello e basta». È bello e basta, del referendum peggia un adesivo antinucleare». domestico, mi pare la risposta più precisa. È bello, e basta. Ma la sua protesta è sempre stata la Tra le magie che fa succedere, ai miei occhi, c’è quella di rendere ac- matita. Dunque... cessibile una storia d’amore fra bambini nell’età precisa in cui i bambi- «...Finché potrò guidare la mia 2 Cv ni, a scuola, sono solo “maschi contro femmine” e di questo va reso ono- continuerò ad andare regolarmente re a I sospiri del mio cuore, al maestro liutaio di Cremona (avete notato ogni giorno agli Studi Ghibli. Ho in pro- che c’è sempre l’Italia nelle sue storie?) e alla ragazzina che va alla ricer- getto vari corti. Mi sono liberato del cap- ca di chi prende sempre in prestito i libri prima di lei. Poi c’è quella di pio dei lungometraggi. E ho ridotto i miei rendere i genitori inutili: ogni volta che rivediamo La città incantata ri- orari: un quarto d’ora più tardi al matti- diamo di quanto sono stupidi e avidi e miopi gli adulti e di quanto i bam- no, mezz’ora prima la sera. Pensi che una bini sappiano cavarsela meglio da soli persino di fronte ai peggiori in- volta lavoravo tanto che non mi rendevo cubi. E sempre, sempre c’è qualcuno di noi che dice, alla fine, “ma sarà conto di che cosa mi passasse accanto: i un caso che tanti premi Nobel siano orfani?”. Di seguito ridiamo per Beatles, per esempio, me li hanno rac- ero infastidito all’idea che ci fossimo ar- pilota. Impossibile, con la miopia di cui sdrammatizzare un po’, certo che nessuno si augura che, ci manche- contati dopo. Eppure erano della mia ge- ricchiti con la guerra: adolescente, non ho sempre sofferto e che mi obbliga or- rebbe, ma insomma se allentaste un po’ la presa, magari. Poi c’è la ma- nerazione! Sono tornato a disegnare facevo che discutere con i miei. Avevo mai a disegnare con il naso appiccicato al gia della guerra, questo fatto di parlare sempre di guerra — perché la manga: una storia di samurai nel Giap- vergogna di mio padre. Ma la prepara- tavolo. Stesso problema — come si vede guerra i ragazzi la fanno, e gli adulti anche — e di raccontare bene tutto pone del XVI secolo. Ho più tempo a di- zione di S’alza il vento mi ha fatto molto nel film — di Jiro Horikoshi, che ha potu- il suo fascino, e la cattiveria che c’è dentro, e quanto sia attraente ma poi sposizione per le escursioni in montagna ripensare a lui, alle contraddizioni di cui to solo “pilotare” le sue creature dise- anche renderla ridicola alla fine, e insomma Porco rossoè un maiale cac- o per stare in casa con mia moglie. Posso ci nutriamo: chi crede d’essere un puro e gnate. La maggiore frustrazione, però, ciatore di taglie ai tempi del fascismo e però finisce per cercare un amo- persino godermi in tv i Simpson che di sorvolare la vita da innocente è uno non è tanto di non potere volare, ma di re perduto e vuole, come ogni supereroe, salvare il mondo. Solo che non prendono in giro i miei fantasmi. E spes- sciocco o un ipocrita. Questo film è an- sentirsi bloccati nelle proprie aspirazio- è bello né forte di muscoli, è un uomo-maiale che ascolta la musica sul- so torno a Fukushima, dove osservo con che una riconciliazione. E quella lettera, ni, di intravedere da giovani strade nega- la sdraio e ci somiglia senz’altro più di Batman. A me di Miyazaki più di quale forza e dolcezza silenziosa la natu- come un messaggio in bottiglia venuto te. È poi questo il nocciolo del film, che le tutto piacciono le pause. Che ci sia tutto questo silenzio, nel rumore del- ra, in assenza dell’uomo, riconquista i dal passato, è stata un’ultima rivelazio- autorità, più miopi di me, non hanno col- l’acqua e del vento, mi sembra un regalo. Un silenzio pieno di cose, un suoi diritti. Il primo segnale è l’erba, la ne: quella d’un padre, allora giovane, to: un creativo deve impedirsi di realiz- silenzio che non è proprio nostalgia: è promessa. C’è un altro posto do- sua tenerezza, il suo delicato muoversi buono e aperto». zare il suo sogno per via delle circostan- ve andare, un posto dentro di noi, spaventoso e bellissimo. nel vento. Finché potrò maneggiare un

Il film è anche il racconto di un sogno ze o vivere la sua passione, senza preoc- © RIPRODUZIONE RISERVATA pennello o un pastello, non mancherà infantile, di un volo interrotto? cuparsi delle conseguenze, magari deva- mai nei miei fogli l’erba nel vento».

«Da bambino desideravo diventare statrici?» © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 28 L’attualità Zoom P2 Che ci fanno Gelli e Andreotti insieme a una serata di gala?

NEW YORK 1971 Il re dei paparazzi, Ron Galella, “insegue” Jackie Kennedy in Madison Avenue IL TUFFO Inaugurò una lunga serie L’AGONIA DI PIO XII NAPOLI 1973 facendo il giro del mondo Anno 1958, l’archiatra fotografa Il presidente della Repubblica quello di Gianni Agnelli il Papa morente e vende gli scatti Giovanni Leone fa le corna nudo dal suo yacht (1978) ai giornali francesi in visita ai malati di colera Se il paparazzo entra in politica

FILIPPO CECCARELLI nanzi al nocchiero D’Alema che casca ra; così come dice qualcosa, o molto, o dal canottino, a Fini sub che mostra il troppo, e domani chissà, anche solo un he direbbe Niccolò Ma- conchiglione proibito, a Formigoni che fotogramma della giovanissima France- chiavelli dei paparazzi? si tuffa turandosi il nasino, a Bocchino sca Pascale che si esibisce nella perfor- Qualche traccia si può sulla spiaggia con l’Ape Regina o ad Alfa- mance del calippo. Dal che s’intuisce trovare all’inizio del capi- no che si fa fare la manicure sulla spiag- che quasi tutto fa brodaglia; e se que- tolo XIX del Principe, là gia, beh, la rilevanza di tali immagini è st’ultima è all’arsenico o al curaro può dove scrive che il potere tutta da dimostrare, ai fini della demo- anche accadere che il video-fantasma di diventaC “contennendo”, cioè disprezza- crazia. Marrazzo, commercializzato ai massimi bile, quando è considerato “vario”, ossia Ma non si può mai dire. A suo tempo, vertici editoriali e istituzionali, si sia tira- volubile, “leggieri, effeminato, pusilla- per dire, restituì qualche senso alla vi- to appresso chi dice uno, chi dice due ca- nime, irresoluto”. E qui pare proprio di cenda P2 la paparazzata retrospettiva di daveri. sentirli — clic, flash, clic, flash — i papa- Andreotti al fianco di Gelli in abito da se- L’uso politico dei paparazzi, non di ra- razzi in azione. Appostati dietro qualche siepe in Costa Smeralda, lungo i viali del piacere notturno o in mare, pirati dello sguardo rapinoso, a caccia di intimità e debolezze sugli yacht. I loro agguati resi ancora più efficaci dalla tecnologia, au- to-civetta, informatori, telefonini, can- noni visivi, elicotteri perfino. “Da che — secondo Machiavelli — uno principe si debbe guardare come da uno scoglio e ingegnarsi che nelle azioni sue si riconosca grandezza, animosità, gravità, fortezza”. Eh, pare facile! Un paio d’anni fa a Montecitorio, stanchi di essere beccati in aula mentre dormivano sui banchi, si ripassavano il trucco, si tra- stullavano con i videogiochi quando non consultavano siti di escort, gli ono- revoli questori tentarono una stretta proponendo ai fotografi delle tribune di sottoscrivere una specie di impegno per non riprendere «comportamenti» non «essenziali per l’informazione». Figurar- sela, l’essenzialità. È la caccia piuttosto che è nata con l’uomo e la politica lo stes- so. Inevitabile “spiare”. Dice nulla che il più cliccato sito d’informazione si chia- ma Dagospia? Che la Santanché bat- tezzò un suo rotocalco Io spio e che nel 2011 è stato messo in vendita l’archivio fotografico dall’agenzia Spyone? E insomma: in un regime di finzioni ogni disfunzione che sfrondi l’alloro dei potenti, oltre a recare un prezioso bran- dello di verità, costituisce un salutare contrappeso politico. Poi sì, certo, di-

CASCHI Hollande con Julie Gayet in rue du Cirque “beccati” dal paparazzo Sébastien Valiela

SELFIE Barack insieme alla premier danese, Michelle non gradisce. La foto fa scoppiare il caso: coppia in crisi? la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 ■ 29

Mentre la foto di un uomo col casco travolge l’Eliseo la Francia celebra in una mostra i professionisti degli scatti rubati. Dal jet set ai palazzi del potere, dalle orecchie di Fanfani alla morte di Lady D, tutte le volte che la piccola o grande storia cambia per colpa o grazie a un clic

L’ULTIMO BACIO Capalbio, 1988, la “svolta” del Pci: fotografato e pubblicato sul Venerdì di Repubblica il bacio tra Occhetto e la moglie Elisabetta

IN ESILIO Il piede fasciato LE ORECCHIE di Craxi diventa Sono quelle di Fanfani: simbolo dell’ esilio a tirargliele fu il militante a Hammamet della Dc Angelo Gallo (1979) NEL TUNNEL LA PISCINA DEL PAPA LA FIGLIA SEGRETA Lady D prima Estate 1980, le “foto segrete” di Wojtyla È il 1994 quando la Francia di morire inseguita a Castel Gandolfo mettono in allarme “scopre” Mazarine Pingeot, dai paparazzi i servizi di sicurezza. Le pubblicò Gente figlia segreta di Mitterrand nel tunnel dell’Alma a Parigi

do intrecciato all’universo dei poteri oc- netto del clamore suscitato dalle foto del- anni ’70. Lo testimoniano celebri e indi- sorveglianti si sono trasformati in sorve- culti, dei corpi separati dello Stato e de- l’agonia di Pio XII — ma allora fu l’infede- menticabili foto: Leone che fa le corna, gliati. gli investigatori privati, nasce con il caso le archiatra pontificio a improvvisarsi pa- Fanfani tirato per le orecchie, De Miche- Varie e complesse ragioni devono Montesi (1953 e seguenti). C’era un foto- parazzo per rivendere gli scatti — quei lis che balla con l’attricetta dall’ampia aver determinato un ribaltamento, an- grafo, soprannominato “la mitragliatri- confini resistettero per almeno un tren- scollatura, l’Avvocato Agnelli che si tuffa che nel senso comune, che ha innescato ce umana”, ad attendere nell’androne tennio, durante il quale la selvaggina era nudo dalla barca. Oggi sembrano robette l’intrusione pervasiva dello sguardo del del palazzo dove uno dei grandi ac- limitata ai personaggi della decaduta no- innocue. Già meno lo era, anche conside- pubblico all’interno di domini entro cui cusatori della Dc andava a divertir- biltà, dello spettacolo e dello sport. rato l’imminente attentato, l’istantanea erano da sempre custoditi i segreti della si, per giunta con la moglie e un gio- Fermo restando che per i campioni di Papa Wojtyla che strizzava il costume sovranità. E può suonare come una sce- vanotto minorenne. Poi quello stes- dell’economia e del Palazzo il genere del- da bagno in piscina. Ma tutto lascia pen- menza, ma nacque proprio negli anni so affare Montesi contribuì a ridisegna- l’indiscrezione fotografica ondeggiò a sare che quelle istantanee preparassero il ’80 e ’90, eminentemente televisivi, la re, nel campo del potere politico, i confi- lungo tra sorriso e intimidazione, com- terreno alla straordinaria inversione che classe ibridata del Vip — e subito le si ap- ni invalicabili tra pubblico e privato. Al plicità e ricatto, qualcosa si smosse negli domina il presente per cui, a farla breve, i piccicarono addosso i rotocalchi con la rubrica “Acchiappavip”. Forse la privacy arrivò troppo tardi, o come una foglia di DOLCE VITA fico. Intanto Occhetto baciò la moglie I paparazzi attendono davanti a un obiettivo; e Craxi si lasciò che Sylvia-Anita Ekberg sorprendere seminudo e malato in un scenda dall’aereo (1959) Gli amanti ospedale tunisino. Tra affetti, drammi e mondanità compulsiva Cafonal era alle porte. Sempre più, per surrogare quel di rue du Cirque consenso che sentivano venir meno, i politici presero a mettersi in mostra, ANAIS GINORI aprirono le loro case, gli album di fami- glia, gli armadi, i frigoriferi, perfino le PARIGI porte dei cessi. Era come dire ai papa- razzi: eccoci, venite e scattate, scattate, Un uomo coperto dal casco entra in un palazzo. qualcosa resterà. Nello scatto di Sébastien Valiela il volto di François Berlusconi, che proveniva proprio da Hollande non appare mai. Sono immagini che non di- quel coacervo di gusti, interessi e para- mostrano niente eppure passeranno alla storia come digmi culturali, ci mise del suo — e ne eb- la prova schiacciante che ha mandato in crisi la coppia be in cambio il dovuto. Dopo una prima presidenziale. È l’ennesimo paradosso di quella che sventagliata di immagini proibite, con Clément Chéroux, conservatore al Museo Pompidou lui che tocchicchiava un’attivista di For- e responsabile del dipartimento fotografico, chiama za Italia tenendosela sulle ginocchia, fu “estetica paparazzi”. Con uno scherzo del calendario, apposto il Segreto di Stato su Villa La Cer- per la prima volta i figli minori della fotografia entrano tosa. Ma tempo due anni, sempre grazie al Museo Pompidou di Metz. La mostra Paparazzicu- al valoroso Zappadu, fu possibile vedere rata da Chéroux, dal 26 febbraio al 14 giugno, celebra ciò che tutti immaginavano. Vistose nin- il voyeurismo in ogni sua forma. Ovviamente Hollan- fe sotto la doccia e soldati in mimetica de e la liaison con l’attrice Julie Gayet non c’entrano: il con fucili mitragliatori: Venere e Marte raffinato omaggio al famigerato mestiere era previsto avevano avuto il fatto loro da Mercurio da tempo. Un percorso attraverso seicento opere, in Paparazzo, e pure a spese del Priapo To- un dialogo tra grandi paparazzi come Tazio Secchia- polanek. L’Italia come una fotoromanzo roli, Ron Galella, Pascal Rostain e Bruno Mouron, lo pornosoft. Chissà Machiavelli, che già la stesso Valiela, e artisti come Richard Avedon, Ray- vedeva ridotta “nel termine che ella è di mond Depardon, William Klein, Gerhard Richter, presente”, e quindi messa già allora ab- Cindy Sherman o Andy Warhol. All’ingresso della mo- bastanza male. stra, il visitatore è aggredito dai flash in stile Dolce Vi- ta. Altri tempi. Ormai grazie ai teleobiettivi e alla tec- © RIPRODUZIONE RISERVATA nologia digitale i cacciatori possono lavorare lontani, SEXGATE restando invisibili. Nel catalogo, Ron Gallela ricorda Lo scandalo quando per immortalare Jackie Ken- scoppia nedy su Madison Avenue si avvicinò a nel 1998: meno di un metro da lei. Ogni paparaz- il presidente zo ha il suo cliché preferito. Daniel An- ha una geli: «Gianni Agnelli che si tuffa nudo relazione dal suo yacht». Pascal Rostain: «Bene- con una detto XVI ormai non più Papa che pas- stagista seggia per i giardini di Castel Gan- della Casa dolfo». Valiela: «François Mitterrand e Bianca Mazarine che escono dal ristorante Di- vellec». Paparazzi e vita politica s’in- trecciano da tempo in Francia. La figlia segreta di Mitterrand nel 1994. Cécilia Sarkozy che cerca casa con l’amante a New York nel 2005. L’uomo con il casco in rue du Cirque, 10 gennaio 2014. No- nostante la difesa della privacy sia po- polare nei sondaggi e salvaguardata da leggi durissime, un francese su tre leg- ge rotocalchi scandalistici. A Parigi c’è stata anche la più famosa vittima dei paparazzi: 31 AH, L’AMOUR! agosto 1997, sottopasso del Pont de l’Alma. La foto di Scoop Lady Diana agonizzante, con un filo di sangue che le di Closer: scivola dalle labbra, non è ancora mai stata pubblica- scoppia VILLA CERTOSA ta. Un raro slancio di umana pietà. il caso El Pais pubblica le foto dei festini Hollande © RIPRODUZIONE RISERVATA nella villa in Sardegna di Berlusconi In Italia era coperta dal segreto di Stato la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 30

L’anniversario “Nei bassifondi di Londra ha riscoperto l’arte della Roma 1914-2014 antica e in America lo spirito ribelle del vagabondo Sa far ridere e piangere con un solo gesto. È un genio” L’articolo di un grande ammiratore dell’uomo che cent’anni fa creò Charlot

“Caro Charlie, lei è il nuovo Dickens”

WINSTON CHURCHILL stanziale somiglianza. Entrambi ebbe- teva assestarsi in una casa o in un lavo- ro esperienze dure nella loro infanzia. ro. Odiava la routine di un impiego re- a sorte ci sposta qua e là Entrambi trasformarono le proprie di- golare e amava i cambiamenti e le oc- sulla scacchiera della vita, sgrazie in un trampolino verso il suc- casioni che gli offriva la strada. Dietro con mosse di cui non co- cesso. Crebbero su strade diverse, scel- ai suoi vagabondaggi c’era qualcosa nosciamo lo scopo. La sero mezzi espressivi diversi, ma en- del vecchio spirito d’avventura che morte del padre fece crol- trambi scavarono nella stessa ricca mi- spinse i carri coperti ad attraversare lare sulla testa di Charlie niera della vita di ogni giorno trovando- pesantemente la prateria verso il tra- ChaplinL un mondo di agi e sicurezze e vi un tesoro di divertimento e di dram- monto. Questo spirito indomito è par- precipitò nella povertà lui, sua madre e maticità per la gioia di tutta l’umanità. te integrante del personaggio creato suo fratello. Ma la povertà non è una Non dobbiamo quindi dolerci delle da Charlie Chaplin sullo schermo. Lo condanna a vita, è una sfida. Per alcuni, ombre che scesero sui primi anni di vi- sconfitto di cui traccia il ritratto è cer- è qualcosa di più: è un’opportunità. E ta di Charlie Chaplin. Senza di esse, il tamente americano, non britannico. Il così fu, per questo figlio d’arte. Nella ca- suo talento sarebbe forse stato meno vagabondo di Chaplin ha un tratto di leidoscopica vita delle strade più pove- brillante e il mondo intero sarebbe sta- sfida e di disdegno. re di Londra trovò la tragedia e la com- to più povero. Il genio è essenzialmen- La scena americana nel suo com- media e imparò che esse nascono da te una pianta resistente. Cresce florido plesso ha influenzato Chaplin, con la sorgenti assai vicine. La lotta per so- nel vento dell’est. Appassisce nel calore sua varietà, i suoi colori, la sua anima- pravvivere diede un nuovo senso alle di una casa. E questo, secondo me, è ve- zione, i suoi strani e spettacolari con- cose comuni. Al limite della sussisten- ro per qualsiasi carriera. trasti. E gli Stati Uniti hanno fatto anco- za, la natura umana ha poche reticenze In Inghilterra, ci piace pensare che ra di più per quel piccolo attore inglese; e si rivela in modo molto più chiaro e Charlie Chaplin sia un inglese, ma l’A- gli hanno dato l’opportunità che, senza completo che non in ambienti più pro- merica ha dato un nuovo orientamen- saperlo, aspettava. Gli hanno presenta- tetti. E lo sguardo attento di Charlie, to, un nuovo smalto alla sua qualità. Gli LE FOTOGRAFIE to il mezzo ideale per esprimere il suo giorno per giorno, colse nuovi aspetti ha aperto nuovi campi nel carattere e Charlie Chaplin e, alle sue spalle, Winston Churchill genio, il cinematografo. della vita che scorreva attorno a lui. nuove prospettive. Quando il giovane durante un party londinese nel 1932. Nell’altra pagina, a destra, Chaplin sogna di interpretare ruoli In circostanze simili per qualche ver- attore attraversò l’Atlantico, la vita ne- i due sul set di Luci della ribalta nel 1931 e sempre nello stesso anno tragici così come ruoli comici. Chi sor- so, molti anni prima, un altro ragazzo gli Stati Uniti era più fluida che in In- davanti alla tenuta dello statista a Chartwell, nel Kent ride davanti a queste ambizioni non ha aveva trovato, nel grande rigoglio della ghilterra. La personalità era ancora più capito il vero valore del suo genio. Nes- vita londinese, la chiave per raggiunge- importante delle convenzioni. La de- molti casi si trattava di una povertà scel- re, all’analfabeta mezzo scemo inabile sun clown, per quanto bravo, avrebbe re la fama e il successo. Anche lui era sta- mocrazia non era solo un’istituzione ta deliberatamente, più che imposta al lavoro fin da ragazzo. Tutti, però, mai potuto catturare in un modo così to disperatamente povero. Anche a lui politica, ma una realtà sociale. Le di- dall’esterno. I vagabondi di Chaplin so- hanno una cosa in comune: essi appar- totale l’affetto del grande pubblico. La era mancato molto di ciò che dovrebbe stinzioni di classe contavano relativa- no familiari a chiunque vada al cinema, tengono al grande esercito degli scon- sua posizione di star senza rivali la deve essere un diritto di nascita di ogni bam- mente poco quando il manovale as- ma mi chiedo quanti abbiano riflettuto fitti. Fingono ancora di cercare lavoro, al fatto di essere un grande attore, sicu- bino. Eppure, l’alchimia del genio tra- sunto oggi era spesso il datore di lavoro su come siano tipicamente americani ma non si aspettano di trovarlo. Sono ramente capace di far vibrare i nostri mutò amarezze e sofferenze nell’oro di domani. Perfino la povertà era diver- questi senzatetto. Nei ranghi dei vaga- uomini ormai spenti e senza speranza. sentimenti più profondi così come di della grande letteratura e ci diede i ro- sa in America. Non era l’amara, oppri- bondi inglesi si può trovare ogni genere L’hobo americano spesso non era farci ridere. In alcuni dei suoi film ci so- manzi di Charles Dickens. mente indigenza che Charlie aveva in- di persona, dal laureato la cui carriera è tanto un emarginato della società no momenti di un’intensità emotiva C’è tra i due, a mio avviso, una so- contrato nei bassifondi di Londra. In stata travolta dalla rovina e dal disono- quanto uno che vi si ribellava. Non po- quasi insostenibile. È una grande con- la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 ■ 31

LE CELEBRAZIONI LA LETTERA Immagini e documenti di queste pagine sono conservati 29 novembre 1952 dall’Archivio Chaplin della Cineteca di Bologna che officerà Mio caro Signor Chaplin, i festeggiamenti ufficiali del centenario di Charlot (Making ho una sala privata a Chartwell a Living, la sua prima commedia è del 2 febbraio 1914) e lo scorso martedì Da domani in 70 sale italiane saranno proiettati La febbre ho avuto il grande piacere dell’oro nella versione restaurata da L’immagine ritrovata e il di vedere Luci della ribalta corto Kid Auto Races at Venice nel quale, il 7 febbraio del 1914, Mi devo congratulare con lei comparve per la prima volta il personaggio di Charlot per questo capolavoro I più importanti chaplinisti del mondo parteciperanno inoltre che abbiamo tutti guardato a un convegno dal 26 al 28 giugno a Bologna, nell’ambito con un intreccio di commozione di una tre giorni che prevede anche la proiezione e divertimento in piazza Maggiore delle comiche del 1915, appena restaurate, Secondo Platone, con l’accompagnamento dal vivo dell’Orchestra Socrate diceva del Teatro Comunale e l’anteprima del documentario che il genio della tragedia Alla ricerca di Charlie Chaplin del premio Oscar Kevin Brownlow e della commedia era essenzialmente lo stesso e che dovrebbero essere L’ARTICOLO scritte dallo stesso autore Prima ancora Sono felice che grande politico, che abbia ricevuto Winston Churchill una così buona accoglienza fu storico nella sua oppressa e giornalista terra natale In questa veste Cordialmente suo firmò il testo Winston Churchill qui pubblicato e che apparve (da Footlights/The World sul settimanale of Limelight di David Robinson, inglese Collier’s Edizioni Cineteca, Bologna) il 26 ottobre 1935 (a destra, l’originale)

quista, possibile solo a un attore consu- che, diciannove secoli fa, incantò la mato, essere in grado di far ridere o città dei sette colli. Da giovane aveva piangere il pubblico. fatto parte di una compagnia di varietà La più grande conquista di Chaplin in tournée nelle isole del Canale della sta nell’aver fatto rivivere nei tempi Manica.Gli isolani, che parlano princi- Adorno, Arendt, Brecht moderni una delle grandi arti del mon- palmente il dialetto franco-normanno do antico, un’arte il cui segreto era dei loro antenati, non capivano le frasi completamente e, sembrava, irrevo- in dialetto londinese degli attori, ren- il più amato dagli intellettuali cabilmente perduto. L’età dell’oro dendo inutili le battute più divertenti. della pantomima fu sotto i primi Cesa- Alla fine, per disperazione, la compa- ri. Si dice che l’abbia inventata lo stes- gnia decise di tentare di renderle effi- EMILIANO MORREALE so Augusto, il primo imperatore roma- caci con dei gesti e delle azioni. Un so- no. La praticava Nerone, quando scri- lo spettacolo, svolto con le nuove con- iusto cent’anni fa, nel febbraio del 1914, Cha- luce la secolare paura dell’ebreo davanti all’autorità. veva i suoi poemi, per rilassarsi dopo dizioni, bastò a rivelare in Charles un plin inventava la figura del “vagabondo” per le Brecht, fin dagli anni ’20, lo considerava l’attore idea- attività più serie come la soddisfazione mimo geniale e mostrò anche a lui Gcomiche della Keystone. Charlot (come lo le per il proprio teatro epico. Sartre diciannovenne lo della lussuria, della piromania e dei quanto fosse potente la presa che que- avremmo presto chiamato in Francia e in Italia) di- definiva il moderno Lazarillo de Tormes. E non pote- piaceri della gola. Ma i più grandi pan- sta recitazione senza parole poteva venterà il simbolo dell’ascesa del cinema nel ’900, del vano rimanere immuni dal suo fascino i poeti. Di tomimi (nell’antica Roma il nome in- avere sul pubblico. Da allora in poi, ha suo carattere totale, capace di parlare a tutto il mondo. Chaplin scrissero tra gli altri Saba e Ungaretti (e ov- dicava gli attori e non l’arte di cui era- sviluppato il suo talento naturale per Celebrità planetaria, legata a un pubblico popolare, viamente Pasolini), Garcia Lorca e l’inevitabile Ara- no gli esponenti) dedicarono tutta la l’espressione mimica, preparandosi che aveva fame di risate e di giustizia, Chaplin è stato gon. Autori d’altri tempi? Chaplin sarebbe in fondo vita a recitare in spettacoli muti, fino a così, inconsapevolmente, per quel anche colui che ha rivelato il cinema agli intellettuali. un autore del secolo scorso, su cui è impossibile dire dominare completamente tutte le po- giorno in cui il suo pubblico sarebbe Ovvia è la passione che per lui hanno avuto i teorici e qualcosa di nuovo? No, a dar retta al romanzo di Fa- tenzialità espressive del movimento e stato il mondo intero. critici del nuovo mezzo (da Ejzenstein ad Arnheim e bio Stassi, L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio), in cui il del gesto. Con il trionfo del cristianesi- Ma solo quando si è lanciato nella Kracauer), o i pensatori che si sono confrontati con le vecchio attore riesce a rinviare la propria fine, facen- mo, le pantomime scomparvero. I loro carriera cinematografica la sua arte è novità tecnologiche e percettive del cinema, come do ridere la Morte in persona. temi preferiti erano troppo esplicita- fiorita pienamente. Chaplin ha adatta- Walter Benjamin o Theodor Adorno. Quest’ultimo, Certo, il senso di un’arte di massa, capace di con- mente fisici per i Padri della Chiesa, e to la sua tecnica al cinema e, mentre im- esule negli Stati Uniti, frequentò spesso quello che lui solare e migliorare il pubblico, era la grandezza del ci- non erano sufficientemente adattabi- parava ad apprezzare tanto i limiti che definiva “il Chaplin empirico”, in carne e ossa. E il loro nema. E le masse urbane di poveri, da cui Chaplin li per cercarne di nuovi all’ombra del- le possibilità dello schermo, ha perfe- incontro ci regala un paio di immagini a dir poco cu- proveniva e a cui sapeva parlare, in Europa non esi- la Croce. Eppure i soggetti c’erano, ma zionato la sua maestria nel nuovo mo- riose. Alla fine del party in onore di Monsieur Verdoux, stono più. Intanto, nelle sale torna da domani La feb- non se ne accorsero. Chaplin lo dimo- do di recitare. Ha capito che, come lui Adorno accompagna al piano le esibizioni di Chaplin. bre dell’oro, restaurato dalla Cineteca di Bologna. strò ne Il pellegrino. Ricordate la scena stesso ha detto, “si può commuovere In un party a Malibu, Adorno “stringe la mano” all’at- Tornare a rivedere Chaplin è come tornare a vedere in cui, nei panni di un evaso vestito da più intensamente il pubblico con un tore Harold Russell, che però le mani le aveva perse in d’un colpo il Novecento e le sue speranze. Magari per ministro del culto evangelico, si ritro- gesto che con la voce”. guerra, e portava delle protesi. Chaplin imita imme- misurare quanto (o quanto poco) ancora somiglia- va sul pulpito e racconta la storia di Da- Traduzione di Luis E. Moriones diatamente la gaffe e il ghigno imbarazzato del filo- mo a quest’omino, e per quanto tempo i nostri figli e vid e Golia? È una magnifica prova di (Da Everybody’s Language. Questo sofo, suscitando «una risata prossima all’orrore». nipoti saranno capaci di ridere con lui.

mimica, nella quale seguiamo ogni testo apparve sul settimanale inglese Per Hannah Arendt, nel vagabondo di Chaplin ri- © RIPRODUZIONE RISERVATA particolare del dramma. Collier’s il 26 ottobre 1935)

Chaplin ha riscoperto per caso l’arte © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 32

Spettacoli VANCOUVER

Yeah Yeah Yeah © TRACKS IMAGES

BIGLIETTI ESAURITI

© TRACKS IMAGES SEATTLE 22 agosto: è la prima data canadese dei Beatles L’ASSALTO Il concerto all’Empire PARRUCCHE Il 7 febbraio 1964 All’aeroporto L’attesa per l’arrivo Stadium di Vancouver di San Francisco dei Beatles è anche registra il tutto esaurito i Four non ancora Fab il 18 agosto 1964 una questione migliaia di fan di testa arrivano a New York attendono l’arrivo del gruppo: per partecipare l’area recintata all’Ed Sullivan Show venne ribattezzata “Beatlesville” È il loro primo tour PRIMA PAGINA © MARK NABOSHEK Un’invasione di scarafaggi in America conquista Las Vegas, il Sun dedica al concerto e in pochi mesi dei Quattro tutta la prima pagina la conquisteranno Ma non tutti furono in grado di capire subito il perché © MARK NABOSHEK

© TIME LIFE PICTURES/DON CRAVENS DENVER SAN FRANCISCO © FBI REPORT

MINACCE Non tutti li amano: l’Fbi prende sul serio questa lettera anonima “Cancellate il concerto di Denver”

LAS VEGAS GADGET Negli Usa esplode la beatlesmania: dalle caramelle (a sinistra) alle saponette (qui sotto),

© MARK NABOSHEK ai giochi da tavola (in basso “Flip Your Wig” che si ispira al Monopoli). A sinistra, i Beatles LOS ANGELES invadono anche le copertine dei magazine per teenager © MARK NABOSHEK © MARK NABOSHEK GETTY IMAGES IL TOUR 22 febbraio 1964, i Beatles rientrano a Londra dopo l’Ed Sullivan Show

Torneranno negli States NABOSHEK MARK © per i concerti ad agosto ■ 33 © KEYSTONE

LA MAPPA Città per città, il primo tour dei Beatles in Usa nella mappa preparata dall’American Flyers Airline Corp © BERNARD GOTFRYD

MONTREAL ED SULLIVAN Il 9 febbraio in tv allo show più seguito d’America

Accanto il manifesto © TRACKS IMAGES del Forest Hills Music Festival: Joan Baez, TORONTO BOSTON Barbra Streisand, Count Basie, The Beatles...

MILWAUKEE DETROIT NEW YORK CLEVELAND

CHICAGO PITTSBURGH PHILADELPHIA IL DEBUTTO Washington, 11 febbraio, BALTIMORA ATLANTIC CITY primo concerto John butta giù INDIANAPOLIS © MARK NABOSHEK CINCINNATI la scaletta sulla carta dell’hotel. Il primo KANSAS CITY pezzo che faranno SOLD OUT è “Beethoven”, Il biglietto del concerto ovvero Roll Over a Indianapolis Beethoven il 3 settembre: i Beatles di Chuck Berry

fanno il tutto esaurito © TRACKS IMAGES

TOP TEN A sinistra, la classifica Billboard © TRACKS IMAGES

© MARK NABOSHEK sui singoli più venduti del 4 aprile: le prime cinque posizioni sono occupate da canzoni dei Beatles A destra, i Fab Four si rilassano in Florida IL LIBRO con Neil Aspinall Beatles in America. Lo scenario e la storia, cinquant’anni dopo DALLAS di Spencer Leigh (Arcana Edizioni, traduzione

Giancarlo Rapetti, 216 pagine, 25 euro) © SHUTTERSTOCK © racconta con aneddoti, fotografie, interviste AUOTOGRAFI e memorabilia il primo sbarco negli Usa Un anno dopo l’omicidio dei Fab Four. In libreria dal 6 febbraio di JFK suonano a Dallas JACKSONVILLE Da qui sono tratte tutte le immagini e lasciano sul foglio pubblicate in queste pagine d’hotel le loro firme NEW ORLEANS Quattro scarafaggi sbarcarono al JFK

ANGELO AQUARO trucidato tre mesi prima: «Che bisogno avranno dré Millard, che la rico- poter sbancare giocandoci contro. Quel gran genio mai di noi?». E George Martin, il produttore: «L’A- struisce in Beatlema- di Chet Huntley, per esempio, ebbe una splendida ltroche febbre dei Beatles. Il giorno merica è l’Eldorado dell’enterteinment». E allora nia parla ovviamente pro li- idea per chiudere il tg la sera dello storico 7 feb- in cui l’America scoprì i Fab Four, con che coraggio quei ragazzini che s’erano scelti bro suo. La ragazzina che, braio. «Come tutti» disse «abbiamo mandato tre George Harrison giaceva bollente al un nome che stava tra gli Scarafaggi, le Blatte, “The complice la nascente globaliz- cameramen per seguire l’arrivo dall’Inghilterra di quindicesimo piano del Plaza, il mi- Beetles” insomma, e il ritmo di Jack Kerouac e del- zazione, sconfigge i manager più un gruppo noto come i Beatles. Ma dopo aver dato tico Grand Hotel tra Fifth Avenue e la musica giovane, il “Beat”, si presentavano nella sordi della storia della musica «di- un’occhiata ai filmati, e al contenuto, credo non ci Central Park, l’albergo dove Tru- terra dell’oro già asservita a Re Elvis Presley? KAY WEST mostra che i Beatles si materializ- sia nulla di veramente degno da mostrarvi. Buona- manA Capote allestì lo scandaloso ballo in masche- Chiedi chi erano i Beatles, in America, nel feb- zarono nel momento migliore: alla notte da Nbc News». E buonanotte, soprattutto, al ra per celebrare A sangue freddo. Caldo, caldissimo, braio del ’64. Ok, I Want To Hold Your Hand era fi- convergenza di forze economiche, fiuto giornalistico. D’altronde Chet non era solo. George era invece crollato all’indomani dello sbar- nita in testa all’hit parade: ma giusto giusto il primo tecnologiche e demografiche». Davvero? Più bril- US News & Reportsscomodò addirittura David Rie- co dal volo Pan Am che da Heatrow, Londra, aveva di quel mese, poco prima dello sbarco. «Qui i Bea- lante, ovviamente, fu la lettura del New York Times. sman, autore di La folla solitaria, il saggio sociolo- portato lui, John Lennon, Paul McCartney e Ringo tles non funzioneranno mai» aveva tuonato Jay Li- La corrispondenza di Paul Gardner dal JFK è da an- gico più venduto negli Usa. L’intervista, 24 febbraio Starr a New York. Era il 7 febbraio di mezzo secolo vingstone del colosso Columbia. Fu così che Plea- tologia: «Moltiplicate Elvis Presley per quattro, to- 1964, s’intitola “Che cosa ci dicono i Beatles sui no- fa e i Favolosi Quattro, scritturati per la sera del 9 da se Please Meera stata pubblicata da una piccola ca- glietegli sei anni d’età, aggiungeteci l’accento in- stri teenagers”. Risposta? Nulla: «Passeranno in Ed Sullivan nello show più seguito degli Usa, stava- sa di Chicago, la Vee-Jay, arenandosi in classifica al glese e uno spiccato senso dello humor. Risultato: fretta, come questa moda dei capelli lunghi». no per entrare nella Storia, 73 milioni di spettatori numero 116, appena seimila copie vendute: per ta- ecco i Beatles (Yeah, Yeah, Yeah)». Per carità: tutti bravi col senno di poi. Ma non tv su 191 milioni di abitanti. Ma come si fa a entra- cere dell’onta del nome storpiato sull’etichetta, D’accordo, quando torneranno per il tour esti- sembra uno scherzo del destino, e fa pure venire un re nella Storia con la tonsillite? “The Beattles” con due “t”. Che orrore. E la storia di vo, quell’agosto, sarà ancora peggio. Folle di ragaz- po’ i brividi, scoprire soltanto oggi che a sdoganare Tutti bravi, col senno di poi, a riconoscerne le I Want To Hold Your Hand? NewsweekeTimesi ac- zine in delirio, sui sediolini dei palasport sveniran- musicalmente gli Scarafaggi finì per essere un cri- magnifiche sorti e progressive. Eppure i Beatles, in corsero finalmente della beatlemania che sconvol- no e, perfino, verranno. «Qui non c’è esperienza ar- tico che era pure un entomologo? Sì, Theodore America, quel febbraio di cinquant’anni fa rischia- geva l’Europa nel novembre del ’63, e la Capitol, suo tistica o musicale» sentenziò il rapporto segreto del Strongin aveva perfino «identificato — ricorderà rono davvero di naufragare come l’Andrea Doria malgrado, si decise a pubblicare il singolo, data governo di Israele, uno degli stati che mise i Quat- nel ’98 l’obituary sul suo New York Times— alcune sei anni prima a Nantucket, unica gloria del made prescelta 13 gennaio ’64. Ma una ragazzina, Mar- tro al bando, e che Michael Tomasky ripesca oggi in rare specie di “beetles” per il Museo Americano di in Europe che il Vecchio Continente avesse osato sha Albert, vide un servizio sulla Cbs il 10 dicembre The Beatles in America, Then and Now: «Qui c’è sol- Storia Naturale». Ma il suo capolavoro resta quella esportare fin laggiù. E la tonsillite di Harrison non e scrisse alla radio di Washington, WWDC: mi fate tanto un atteggiamento sensuale che provoca sen- storica recensione il giorno dopo l’Ed Sullivan era il più sinto-somatico dei disturbi? Il mal di gola ascoltare i Beatles? Un deejay intraprendente, Car- timenti di aggressione e stimolo sessuale». Ci sia- Show, 10 febbraio ’64, soprattutto per quell’esca- del chitarrista, che sognava di essere lui, e non roll James, chiese a uno steward della Boac, la Bri- mo: sesso e rock’n’roll. Con un pizzico di droga, motage di far parlare — lui celebrato critico quasi Lennon e McCartney, il cantante della band. tish Airways di allora, di portargli il 45 giri uscito in nella fattispecie marijuana, che sempre nell’immi- quarantenne — un fantomatico “esperto quindi- La verità è che la febbre dei Beatles, in quel Inghilterra quindici giorni prima. Una settimana nente tour estivo i Beatles impareranno a conosce- cenne”: «Qui sono anni che non si vede un vero di- febbraio 1964, stava facendo tremare soprat- dopo in radio era già un trionfo e a grande richiesta re con il piccolo aiuto del loro amico Bob Dylan. vo — spiegava il ragazzo — e in qualche modo dob- tutto loro. Prendete McCartney. «Quaggiù i boss della Capitol furono costretti ad anticipare il Ma questa è un’altra storia. A quel primo giro an- biamo pure liberarci dell’energia che abbiamo hanno già tutto» mormorò sbirciando dal fi- lancio al 26 dicembre: poco più di un mese dopo fu cora no, l’America era ancora tutta da conquistare, dentro, no?». Altro che febbre, altro che tonsillite: nestrino l’aeroporto ribattezzato “John Fitz- il boom in classifica. quel blitz di febbraio per i Beatles era ancora una era già epidemia.

gerald Kennedy” in onore del presidente Occhio, però, all’altra faccia della parabola. An- scommessa: che qualche furbone credette pure di © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 34

Next Sole artificiale, pareti di vetro, irrigazione computerizzata, turbine eoliche. La “vertical farm” è già una realtà Green Zone La più grande del mondo (diciassette milioni di piante) sarà inaugurata a marzo in Pennsylvania Per avere più raccolti in meno spazio con meno sprechi e meno emissioni. E forse anche meno sapori Il pachino del terzo piano

ZERO DISTANZA MAURIZIO RICCI vranno nelle megalopoli del 2050, scontato di quanto potrebbe sem- Vendita al dettaglio sul luogo potrebbe diventarlo. In un mondo brare a prima vista. della produzione. Evitando ltro che “chilometri desertificato dal riscaldamento glo- Tecnicamente, l’agricoltura verti- il trasporto si risparmiano zero”. Potremmo bale, dove l’acqua è troppo preziosa cale è già una realtà. A marzo, verrà combustibile e rifiuti mangiare broccoletti per essere sparsa a irrigare le campa- inaugurata a Scranton, in Pennsyl- che vengono dal pia- gne, potrebbe essere, semplicemen- vania, la più grande fattoria verticale no di sopra. O dall’al- te, l’unica strada. del mondo. Produrrà lattuga, spina- ZERO SPRECHI tra parte della strada. Difficile che i pachino cresciuti al- ci, pomodori, peperoni, basilico e Tutti i rifiuti generati OA da dietro l’angolo. Non grazie a un l’ultimo piano di un grattacielo della fragole. La superficie è di poco più di dalle varie attività improbabile orto urbano, soprav- Bovisa abbiano lo stesso sapore dei tre ettari ma, siccome le piante sa- vengono utilizzati vissuto al cemento. Ma comprando- pomodori originali. Quelli veri, d’al- ranno sistemate su sei strati sovrap- per produrre energia li in un normale supermercato, ca- tra parte, è difficile trovarli anche og- posti, i tre ettari dell’agricoltura ver- pace di riempire la borsa della spesa gi, da un normale fruttivendolo. E il ticale si moltiplicano: Green Spirit di migliaia di persone con prodotti sapore, in agricoltura, conta solo in- Farms, la società proprietaria, calco- ZERO EMISSIONI cresciuti sopra le nostre teste, nei sieme all’abbondanza. Nell’agricol- la che si troverà a gestire 17 milioni di Le emissioni in aria piani superiori del grattacielo che, a tura verticale di domani, manche- piante. Avere un’idea del numero è e in acqua sono filtrate pianoterra, ospita lo stesso super- ranno anche molte altre cose: il sole, importante, perché, nella fattoria per non immettere mercato. Per i lettori di fantascienza, la pioggia, il vento, la neve, i colori, i verticale, ogni pianta, in qualche sostanze inquinanti che da decenni hanno fatto la bocca paesaggi. Ma i broccoletti del 2050 modo, ha un trattamento individua- al cibo cresciuto nelle stive delle potranno cavarsela con solo poche le. Pomodori o peperoni, a Scranton, astronavi o in cavernosi laboratori gocce d’acqua, zero pesticidi, niente saranno collocati in contenitori in anti-bomba, è pura routine. Per i set- trasporto. Il conto dei vantaggi e de- cui non c’è terra, ma acqua, poten- ZERO PESTICIDI te miliardi di esseri umani che vi- gli svantaggi è più complesso e meno ziata con sostanze nutritive. Lampa- Nessun disinfestante, pesticida o antiparassitario grazie all’ambiente chiuso e controllato TURBINE EOLICHE Per produrre energia ZERO ENERGIA si ricorre a turbine eoliche La struttura funziona posizionate sulla sommità in autonomia, utilizzando del grattacielo sistemi fotovoltaici, geotermici ed eolici la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 ■ 35

VASCHE IDROPONICHE ILLUMINAZIONE A LED LABORATORI Al posto della terra si usa la coltura idroponica Le piante sono illuminate con un sistema Nei laboratori interni è monitorata la crescita che permette di far crescere le piante di luci a led che simulano la luce del sole e il valore nutritivo dei raccolti: un ascensore in piccole zolle alimentate da sostanze nutritive e accelerano la fotosintesi clorofilliana li collega alle vasche per le coltivazioni

dine Led faranno le veci del sole. Un ne Led, tarate, però, sul rosso, oppu- reagiscono meglio a una luce che va- misura grazie al riutilizzo dell’umi- ettari di campagna. software si preoccuperà di far ruota- re sul blu, per favorire due diversi ti- ria dall’alba al crepuscolo. Un finto dità creata nell’ambiente dalle stes- Forse non occorre arrivare al fru- re le piante in modo che ricevano tut- pi di clorofilla. tramonto di cinque minuti favorisce se piante. mento nano. La forza — e lo spazio te la stessa esposizione alla luce sola- Ma se, tecnicamente, l’agricoltura la fioritura. Anche considerando gli altri ri- economico futuro — dell’agricoltu- re, più di quanto, probabilmente, verticale è possibile, economica- Per i profeti dell’agricoltura verti- sparmi ottenibili, tagliando il tra- ra verticale è nella capacità di pro- avrebbero all’aperto, in Pennsylva- mente, poi, funziona? Forse in Svezia cale questa, comunque, è una visio- sporto e facendo assegnamento, al- durre più raccolti l’anno, anche in nia. un mango costa meno così, che im- ne miope. L’energia è un problema e meno in teoria, sul fatto che non oc- climi in cui, diversamente dalle re- A Singapore, di sole ce n’è fin trop- portato con l’aereo, ma altrimenti? un costo che possono essere facil- corrono pesticidi, comunque tutto gioni più calde, questo non è possi- po. Quel che manca è lo spazio. La La prova l’avremo nei prossimi anni, mente superati autoproducendo in- questo non basterebbe a fare dell’a- bile all’aperto. In una fattoria verti- fattoria verticale costruita da Sky- anche grazie ai progressi della tecno- dipendentemente l’elettricità con gricoltura verticale un’impresa eco- cale sono possibili 30 raccolti l’anno Greens contiene la risposta già nel logia. Uno dei costi maggiori dell’a- pannelli fotovoltaici o riciclando gli nomicamente sostenibile. Ma la fat- di fragole, 14 di lattuga. In generale, nome della società. I quattro piani gricoltura verticale è l’elettricità per scarti vegetali come biocombustibi- toria in un grattacielo può essere tre- considerando la maggior parte delle della fattoria sono tutto vetro ma, so- le lampadine che replicano il sole. le. E, contemporaneamente, un altro mendamente efficiente. Per dimo- colture sperimentate, si arriva a rac- prattutto, cavoli cinesi e lattuga si Un Led, oggi, ha un’efficienza del 28 costo può essere abbattuto: l’acqua. strarlo, il guru dell’agricoltura verti- colti annui 4-6 volte più frequenti muovono anch’essi in verticale: un per cento, cioè produce energia lu- Oggi, il 70 per cento dell’acqua dolce, cale, Dickson Despommier, si lancia dell’agricoltura tradizionale. ascensore muove lentamente ogni minosa solo per poco più di un quar- nel mondo, viene usato per irrigare i in una simulazione estrema. Pren- E il contadino verticale? Niente fila di contenitori, facendoli salire a to dell’energia che consuma. Sul campi. Uno dei motivi per cui l’agri- dete un caseggiato su più piani, gran- lunghe giornate sotto il solleone o la turno fino al tetto. C’è, peraltro, chi la mercato, però, stanno per arrivare coltura verticale, domani, potrebbe de quanto un isolato urbano (due et- pioggia. Lo troverete al bar, a tenere pensa esattamente all’opposto. A Led con efficienza al 68 per cento, affiancare efficacemente l’agricol- tari) e piantatevi il frumento nano, sotto controllo piante, luci, software Kyoto, in Giappone, Nuvege produ- con un drammatico salto di qualità. tura tradizionale è che, per crescere studiato dalla Nasa. Con raccolti tut- e ascensori con lo smartphone. ce le sue lattughe in una sorta di enor- Tuttavia, la luce non è tutto. Anzi, la stessa pianta, la fattoria verticale to l’anno, quei due ettari di città pos- Tranne, naturalmente, quando deve me hangar privo di finestre. Le pian- può essere troppa. Le fattorie verti- ha bisogno del 2-5 per cento dell’ac- sono produrre, dice Despommier, riparare rubinetti o cacciare topi. te sono illuminate solo da lampadi- cali stanno scoprendo che le piante qua che occorre all’aperto, in larga tanto frumento quanto quasi mille © RIPRODUZIONE RISERVATA

DOVE SONO? PANNELLI SOLARI Rivestono l’intera Dalla Pennsylvania a Hong Kong, dalla Svezia superficie dell’edificio, a Singapore, ma anche in Francia o in Italia: generando tutta l’energia si moltiplicano i progetti di “vertical farm” necessaria per i consumi che stanno passando rapidamente alla realtà In molti casi, alla coltivazione viene affiancata l’itticoltura e un supermarket al pianoterra

HONG KONG Cina

SINGAPORE Repubblica di Singapore

SCRANTON Usa

LINKOPING Svezia

MILANO Italia FILTRO Converte i microrganismi dell’acqua SERBATOIO in sostanze nutritive L’acqua filtrata KYOTO per le piante Giappone RIFIUTI è immagazzinata Gli scarti dell’edificio in un serbatoio vengono recuperati, sotterraneo e usata compostati e convertiti per l’irrigazione delle piante in energia pulita CHIGAGO Usa

SAN DIEGO Usa

DEPOSITO DEI SOLIDI la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 36

Fino a pochi anni fa noodles, udon o ramen non dicevano granché I sapori ai pastasciuttai italiani. Ma grazie ai menù orientali Far East oggi sono tantissime le alternative alla nostra pasta per eccellenza. Come la versione soia, ricotta o grano saraceno

Non è farina del tuo sacco

LICIA GRANELLO

li italiani hanno solo due cose per la testa: l’altra so- no gli spaghetti». La frase, attribuita a Catherine De- neuve, dice molto di quan- to gli spaghetti siano radi- cati«G nel nostro immaginario collettivo (pur al secon- do posto). Dagli spaghetti-western, che hanno fatto la fortuna di un pezzo del nostro cinema nel mondo, all’orribile trittico “spaghetti, mafia e mandolino”, molto dell’identità culinaria nazionale passa dal go- mitolo arrotolato sui rebbi della forchetta, nudo co- me pastaio l’ha fatto o impreziosito da mille sughi differenti. Eppure, non di sola farina vivono gli spaghetti. E soprattutto, non solo di quelli made in Italy, se è ve- ro che sette secoli dopo la pubblicazione del Milione di Marco Polo siamo ancora qui a discettare se i primi vermicelli di pasta della storia siano stati realizzati in Cina o in Sicilia. Più che la paternità gastronomi- ca, potè l’orizzonte alimentare, dilatato come non mai. Se fi- no a qualche anno fa, pa- role come soba o nood- les richiamavano non identificati cibi etnici, la diffusio- ne capillare dei menù orientali ha prodotto un piccolo mira- colo di cultura alimentare. Frequentare locali cinesi e giapponesi, tai- landesi e indiani è solo il primo pas- so, seguito invaria- bilmente dalla tenta- zione di riprodurre in casa le ricette stuzzicanti gustate al ristorante. Pasta asciutta — di riso, soia, grano saraceno — in pri- mis: spadellata, fritta, domata dentro il fumante tronco di cono ro- vesciato del wok, rosolata con gamberi e germogli di piselli, tofu e cipollotti, zen- zero fresco e salsa di soia. Ma anche zuppe che mai avremmo pensato, perché l’idea dello spaghetto in brodo ci fa inorridire, mentre la de- clinazione gourmand del ramenaffascina a conqui- sta i palati più diffidenti. Una sorta di comfort food all’orientale che il gran- de freddo di questi giorni mette in prima fila come al- Gli ternativa alle nostre minestre tradizionali, sia nella versione kotteri— ovvero spessa, a base di carne, per stomaci robusti — sia in quella assari, leggera, fatta con pesce e verdure. E se in Italia minestrone e pasta e fagioli s’inseguono nella classifica dei primi bro- dosi più consumati, in Giappone la popolarità del ramenè tale che l’invenzione della ricetta istantanea è stata scelta come la migliore del Ventesimo secolo. Ma anche lo spaghetto italiano ha dismesso da Spaghetti tempo i panni del figlio unico, in parte per curiosità culinaria, in parte per soddisfare le esigenze dietolo- giche esplose nel nuovo millennio, tra intolleranze, degli altri allergie e tirannia della bilancia. Così, i migliori cuo- chi italiani hanno cominciato a cimentarsi con ma- terie prime diverse, arrivando a risultati spettacola- Manzo scottato ri, dalle tagliatelle di latte affumicato con passata di con soba lattuga romana, scampi e tartufi di mare di Oliver Filetto di manzo al sangue Glowig (hotel Aldrovandi di Roma) ai nuovissimi per accompagnare spaghetti alle vongole di Matias Perdomo (Pont de Ferr, Milano), rilettura della cassata siciliana con gli le tagliatelle di grano saraceno spaghetti di ricotta, le vongole di pasta di mandorle della cucina giapponese e i canditi di menta tritati al posto del prezzemolo. Se avete in programma un viaggio in Giappone, sappiate che sobae ramenvengono afferrati con i ba- stoncini e risucchiati rumorosamente per raffred- darli. In Italia, meglio evitare: gli schizzi di sugo non perdonano.

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Dove comprare

TORINO MILANO IMOLA (BO) TRIESTE GENOVA BIOBOTTEGA SUPERPOLO BIO GREEN FOOD ZOE FOOD LA BOTTEGA SOLIDALE C.so Regina Margherita 440 Largo La Foppa 1 Via Valeriani 6 Via Felice Venezian 24 Via Galata 122 Tel. 011-4074000 Tel. 02-6571760 Tel. 349-1009620 Tel. 040-2460420 Tel. 010-3627115

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Soia Agar agar Seppia Shirataki Tuorlo Un classico della cucina Gli spaghetti secondo Le ali, ripulite della pelle, Il nome cascata bianca Tecnica ideata da Carlo orientale: ammollati Ferran Adrià: ristretto tirate sottilissime — per l’aspetto gelatinoso Cracco: rossi marinati in acqua fredda di brodo addensato tra due fogli di pellicola, e candido — identifica in purea di fagioli e fatti saltare nel wok, con gelatina ricavata facendo attenzione la pasta ricavata per raggiungere dove sono state spadellate dalle alghe. Spinti fuori a non lacerarle, dalla radice di konjac, una consistenza pastosa, le verdure. Rifinire con una siringa, e affettate sottili, a contenuto calorico stesi tra due fogli con salsa di soia conditi caldi o freddi sbollentate o crude molto basso trasparenti e tagliati sottili

Sulla strada C’era una volta in Corea

GABRIELE ROMAGNOLI

ra il 2002, si giocavano i Mondiali in Corea e Giappone. Dopo soba e shiritaki, udon e ramen è come confondere pappardelle con l’ennesima cena al ristorante dell’hotel di Seul, un sedicente passatelli. Guardiamo disgustati gli stranieri che usano condimen- E“Venezia” che cucinava “pasta bolognese”, riuscii a trascina- ti inappropriati, ma ci concediamo richieste da eretici (peperonci- re un collega italiano in una trattoria locale con una promessa da ma- no, scorza di limone) o, peggio, ci atteggiamo a ortodossi riprodu- rinaio ubriaco: «Fanno gli spaghetti orientali, cambia solo il nome, cendo a tavola quella sciagurata genìa che Edward Said definì il resto è uguale». Due ore dopo, scoperto che nella vicenda erano “orientalisti”. Gente che ha affrontato il duello con le bacchette a coinvolti un brodo e pezzi di “qualcosa” che forse erano molluschi Osaka, Colombo o nell’unico ristorante cinese “autentico” di Roma, con il guscio e forse no, vidi sedie volare per calci più poderosi di dove ogni portata è introdotta dalla prefazione di un sinologo. La ve- quelli di Ronaldo. Mai scherzare sugli spaghetti con un italiano. Sol- rità è che la miglior specie di noodlesnon si mangia nei ristoranti ve- tanto per gli americani esiste un termine onnicomprensivo: nood- ri, ma nelle baracchine o nei garage nei vicoli di Tokyo o Shanghai, les, per qualsiasi filamento prodotto con cereali (e infatti Noodles è dopo mezzanotte, indicando gli ingredienti freschi con le dita, sot- il soprannome del gangster italoamericano in C’era una volta in to la pioggia, le ciabattine dell’hotel da cui si è fuggiti che si sfaldano America). come in una memorabile scena del romanzo di Jean Philippe Touis- Per noi fa differenza. Ma non consideriamo mai che la fa anche per sant Fare l’amore. Ogni cibo, alla fine, non è che una suggestione. tutti gli altri “mangiaspaghetti”. Mettere sullo (o nello) stesso piatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pancit Riso Udon Soba Ramen Sono a base di farina Naturalmente privi Spaghettoni ad alta Per tradizione si servono La tipica zuppa giapponese di grano duro, olio di cocco di glutine, i vermicelli di riso callosità impastati in una tazza di brodo caldo, a mo’ di street food e sale, gli spaghetti vengono precotti durante con la farina di grano, i sottili tagliolini si compone in versione filippina, la lavorazione. Bollitura serviti a zuppa fredda di grano saraceno di un brodo piuttosto da condire con salsa veloce e passaggio o calda, oppure conditi importati in Giappone sapido e sottili tagliatelle di gamberi e pesce nel wok bollente con zenzero, uova, dai monaci di farina, senza sale affumicato con porri e germogli di soia alga nori e cipolline buddisti cinesi e tagliate a mano LA RICETTA Spaghetto alla Cazzamali Ingredienti Cuocere in forno a 140 ° per 4 persone per 45’ due cartocci 3 scalogni interi di stagnola, contenenti con la pelle da una parte gli scalogni e 3 topinambur interi dall’altra i topinambur, in- sale e pepe sieme a zucchero, 2 rametti di timo timo, sale e pepe 30 g. di zucchero a velo Far raffreddare, pelare Marcello e Gianluca Leoni olio extravergine d’oliva gli scalogni, schiacciandoli guidano la cucina del ristorante di Romagna non filtrato per farne una purea, “Leoni” di Bologna, 300 g. di spaghetti e tagliare a pezzetti i topinambur dove reinterpretano in maniera alla chitarra Tagliare la carne a fettine lungo golosa e creativa i capisaldi (pasta all’uovo) le fibre, ricavandone degli “spaghetti” di carne cruda della cucina emiliana, 200 g. di controfiletto della lunghezza degli spaghetti tradizionali come nella ricetta ideata di manzo Miscelare gli spaghetti con i topinambur, condendo per i lettori di Repubblica di Franco Cazzamali con fiori di sale grosso ed extravergine. Cucinare brodo di manzo gli spaghetti, scolarli e immergerli nel brodo freddo, saporito lasciandoli raffreddare prima di scolarli, poi aggiungerli agli

1 filetto di acciuga spaghetti di carne. Adagiare su un piatto piano Sopra, un filo d’olio arricchito con un’acciuga tritata, ✃ la purea di scalogno e profumo d’aglio a piacere la Repubblica DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 LA DOMENICA ■ 38 L’incontro Bellissime Per Fellini era una Fata Turchina, Ferreri la volle ne “La carne” mentre per lei Prince perse la testa (e non fu il solo). Poi, d’improvviso, Francesca il silenzio e il lungo esilio dalle scene . “Ero soltanto Dellera una ragazza, il successo mi ha tolto la vita, fui travolta dall’invidia e dalla crudeltà E se ancora oggi pago un prezzo altissimo è perché ho sempre preteso di restare libera”

NATALIA ASPESI una bellezza antica, ottocentesca, vi- rospi ingoiati da Veronica”. Seguono le osannato di film intelligenti ed eccen- ingabbiata, fuggo». Prince se ne era in- stosa senza sfacciataggine, era diventa- dieci foto di belle signore, prima tra tut- trici, era stato invitato a Cannes nel namorato solo vedendo le sue foto, la MILANO ta in una miniserie televisiva Adriana, la te quella di Francesca. Era il 1987. Nes- 1991: e la protagonista era la Dellera, corteggiava telefonicamente dagli Sta- prostituta che trentaquattro anni pri- suno sa, se non i diretti interessati, che in quel ruolo, secondo il Mereghet- ti Uniti, affittò un cinema per vedere e aappenafinito di legge- ma aveva avuto il viso bellissimo e sgo- quando quel legame è cominciato, ti, “inquieta con la sua esuberante pre- rivedere da solo La carne. «Era un genio re Il lupo di Wall Street mento di , nel film in quando è terminato: di mezzo c’è, nel senza”. Francesca ricorda che contro di affascinante, mi offrì di fare un video- da cui è stato tratto il bianco e nero diretto da . 1989, un famoso Telegatto consegnato lei c’era già un veto, che non aveva sco- clip con lui, da girare a Minneapolis, ma film con Di Caprio e le è La Romana è un romanzo di Alberto alla protagonista de La Romana, e un raggiato Ferreri: «Mi disse che a lui non lasciai perdere perché ero innamorata, piaciutoH moltissimo «per la sincerità Moravia pubblicato nel 1947: la venti- giornalista ricorda come il problema importava niente, che il film l’aveva ricambiata, di Adnan, un modello slavo con cui l’autore racconta la sua vita, non treenne Francesca era un’Adriana in- degli organizzatori fosse collocare lon- scritto su di me, venendo ogni giorno a di bellezza travolgente, e per me l’amo- tralasciando neanche i particolari più cantevole, e ispirò allo scrittore, per l’E- tane in platea sia la premiata che Vero- casa mia a sentirmi parlare, a studiar- re contava di più in quel momento del- scabrosi, più autolesionisti. Mi sono ri- spresso, una delle sue rare interviste a nica Lario, la bellissima compagna di mi». La carne, dove Castellitto, cui mi- la carriera». Nella sua vita è passato il vista in quel coraggio e infatti sto scri- un’attrice (a Sophia Loren, a Claudia Silvio Berlusconi, già madre di suoi tre sero una pancia finta perché non dove- tennista Noah e persino Emanuele Fili- vendo la mia autobiografia per affron- Cardinale). «Non mi rendevo conto del figli, che diventerà sua moglie un anno va essere attraente, per non perderla berto di Savoia che la inseguì a Los An- tare finalmente la verità, contro le in- dono che mi faceva occupandosi di me: dopo. C’è un libro di Mario Guarino , Ve- l’ammazzava e se la mangiava, fece di geles dove lei era fuggita con un altro. venzioni maligne e crudeli che mi han- andai due o tre volte a casa sua, e lui scri- ronica & Silvio, pubblicato da Dedalo lei una star soprattutto in Francia. Ep- «Ma io non sopporto la coppia, quella no aggredito lungo tutta la mia vita; co- veva direttamente a macchina quel che nel 2009, che si azzarda a sostenere che pure passarono tre anni prima che le of- che si ostina a durare quando il mistero me quella pazzesca di questi giorni, di dicevo». Il grande cinecritico Tullio Ke- la signora Lario avrebbe scoperto il tra- frissero un altro ruolo, nel 1994, in un è finito. Non credo nel matrimonio, chiacchiere tra camorristi in galera ne- zich si soffermò sulla «fisicità parlante» dimento dopo il matrimonio, impo- film di Deray non riuscito, L’orso di pe- non riesco a dire per sempre, non me la gli anni ’90, messe a verbale, in cui si fa della ragazza: «Davvero Francesca nendo al marito l’aut-aut, e riconqui- lucheaccanto ad ; ne passa- sento di avere figli anche se amo mol- il mio nome. Questi attacchi vergogno- sembra possedere quel qualcosa in più stando una sua (molto temporanea) fe- rono altri cinque prima che la chiamas- tissimo i due bambini di mia sorella». si e menzogneri alla mia riservatezza mi che hanno le figure schermiche d’ecce- deltà. Ma Francesca è decisa. «A lasciar- sero per la miniserie televisiva Nanàdal Adesso ha un compagno di cui non par- feriscono profondamente e ho incari- zione: tanto a suo agio che quand’è nu- lo sono stata io, e le cose scritte su di me romanzo di Zola, e altri sei per arrivare la, non italiano, specifica, e che non vi- cato gli avvocati di occuparsene». da sembra vestita e quando è vestita in quel libro sono del tutto false». Intan- in video con la costosa e grandiosa Con- ve in Italia. «Odio la curiosità nei miei I ricordi di Francesca Dellera sono al- sembra nuda». to La carne di , regista tessa di Castiglione. Poi ci furono solo confronti, detesto Facebook e pure tri, indimenticabili. Lei stava entrando È ancora vero. Le rare persone che, incontri tra avvocati. Da allora, e sono Twitter, non sopporto la mondanità, nella casa di Giuseppe Patroni Griffi in segreta e diffidente, incontra, si trovano passati otto anni, attorno a lei si è fatto l’esibizionismo. Io sto pagando ancora via Margutta, ne stava davanti a una donna accecante di Lui era ricco un gelido vuoto professionale. In que- un prezzo altissimo perché ho sempre uscendo e fece immediato dietrofront, splendore, che cerca di proteggere e oc- sto silenzio amaro, che le ha interrotto voluto essere libera, non appiattirmi perché quella creatura diafana e carna- cultare dentro un grande scialle nero la e importante, la carriera, lei ravvisa una punizione nelle regole di tutti. E certo da ragazza le che si era materializzata davanti a lui morbidezza perlacea di un seno vero cieca, una vendetta troppo lunga, un ero impreparata a un successo troppo era la femminilità che la sua fantasia come non se ne vedono più, e un viso molto diverso umiliante esilio. Ma è lei, Francesca precoce e stordente». Era giovanissima aveva sempre inseguito e che aveva delicato dentro una massa di lunghi ric- da com’è adesso Dellera, protagonista e vittima di que- quando come protagonista di Capric- tentato di catturare nei suoi film: ma ci rossi. Forse un largo maglione dal col- sta specie di persecuzione o comunque cio la volle Tinto Brass, che dopo lo mai così lucente, così morbida, così ac- lo alto aiuterebbe, e forse no: e poi la sua A lasciare cancellazione, a non pronunciare no- scandalo di La chiaveera il regista più ri- cogliente. Era la Fata Turchina che cer- immagine è questa da sempre, intocca- mi, come se avesse paura, o se ne ver- cercato dalle attrici in cerca di fama: a cava da qualche anno per il suo Pinoc- ta anche quando piange, pensando al- Berlusconi gognasse, o si rifiutasse di ricordare, o venticinque anni le offrirono una cifra chio, che doveva essere Benigni. Poi la perdita di sua madre, e perché non è tenesse soprattutto alla sua dignità ma- sproporzionata per uno spot, vollero

Fellini morì prima di poter realizzare il detto che tanta ricchezza fisica assicuri sono stata io, lamente ferita. «Ero molto giovane, non fotografarla Helmut Newton e Annie film, mentre Benigni ce la fece, sce- una trionfante felicità. C’è un vuoto nel- avevo alcuna esperienza e poi lui non Leibovitz, la scelsero come modella gliendo però come magica visione l’a- la sua vita privata che ha generato sto- il resto sono falsità era come adesso, pareva meglio, per me d’eccezione gli stilisti d’epoca più im- mata moglie Nicoletta Braschi. Di quel- rie, pettegolezzi, e l’ha trasformata in era una cosa di testa, perché nella sua portanti, Gaultier, Alaia, Mugler: e per l’incantamento senza seguito è rimasta una persona che sulla strada del suc- follia non è stupido. E io mi sono trova- un suo compleanno a Parigi, fu orga-

una traccia nella biografia felliniana di cesso si è vista prima spalancare e poi di ta preda di una situazione che non ave- nizzata una festa al “Les bains dou- John Baxter, in cui il regista, elencando colpo chiudere tutte le porte. Nell’era vo cercato. Ma siccome lui era ricco e ches”, cui parteciparono le grandi star gli attori che amava particolarmente ci- del gossip ostentato e moltiplicato, si importante, si rovesciò su di me una va- del momento. «Tutto quel successo im- ta, oltre alla Masina, Mastroianni, Vil- trovano molte illazioni e sussurri, ma langa di invidia crudele. E poi la gente è provviso mi ha tolto la vita. Ma adesso, laggio e Benigni, anche lei, Francesca non una fotografia, non una notizia do- meschina, e quella brutta è complessa- dopo tanto silenzio, ho deciso di rac- Dellera. Nel 1988, e con la regia di Pa- cumentata, di quel legame che nessuno ta e capace delle peggiori cattiverie». contarla tutta con un‘‘ libro».

troni Griffi, quella ragazza silenziosa, di può dimostrare. È strano che di quel- Tra l’altro a lei sono sempre piaciuti so- © RIPRODUZIONE RISERVATA l’uomo, della cui vita privata tumultuo- lo «i bellissimi pazzeschi a letto, e quel- sa da tempo si occupa anche la giusti- li cattiverie non ne fanno mai»: e non se zia, con la piccola folla di maldestre gio- li è fatta mancare neppure quando vani ospiti a pagamento e attualmente qualcuno ha pensato di domarla, di im- la presenza di una fidanzata con cane prigionarla. Per esempio l’attore Chri- entrambi impiccioni, si eviti di ricorda- stopher Lambert, un tipo, dice France- re che un tempo questa persona era en- sca, «trasgressivo, libero, anarchico, trata prepotentemente nella vita di che secondo Ferreri mi assomigliava e Francesca. È proibito anche solo ac- voleva girare con noi due una storia di cennarne, e se proprio uno è pignolo al- incesto. Ma io sono dispersiva, non so- l’eccesso, può risalire a un articolo di no mai riuscita a far durare i rapporti, Novella2000del 2009, intitolato “I dieci me ne stufo presto: non posso sentirmi ‘‘ FOTO © ANDRÈ RAU