Liszt, Verdi, Wagner E Il Suono Dell'erard

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Liszt, Verdi, Wagner E Il Suono Dell'erard SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI PER LE PROVINCE DI ROMA, FROSINONE, LATINA, RIETI E VITERBO (22 maggio 1813 - 13 febbraio 1883) (10 ottobre 1813 - 27 gennaio 1901) ( 22 ottobre 1811 - 31 luglio 1886) VERDI WAGNER LISZT Giuseppe Richard Franz Il “suono” di Liszt a Villa d’Este - II edizione Grandi un unico pianoforte: Liszt, Verdi, Wagner e il suono dell’Erard Dicembre 2013 - Marzo 2014 Concerti matinée in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi3 (1813-1901) e Richard Wagner (1813-1883) su un pianoforte Erard del 1879 della medesima marca e modello di quelli che possedettero ed usarono Verdi, Wagner e lo stesso Liszt I concerti si terranno nella SALA DEL TRONO della VILLA D’ESTE Piazza Trento, 5 - TIVOLI (Roma) Franz LISZT (22 ottobre 1811 - 31 luglio 1886) Il “suono” di Liszt a Villa d’Este - II edizione Richard WAGNER (22 maggio 1813 - 13 febbraio 1883) opo il successo e l’interesse riscossi dalla rassegna Il “Suono” di Liszt a Villa d’Este organizzata per il bicentenario della nascita di Franz Liszt (22/10/1811-31/7/1886) Giuseppe VERDI Ddue anni addietro, non potevamo non cogliere l’occasione di proporne una seconda Presentazione (10 ottobre 1813 - 27 gennaio 1901) edizione per quest’anno, in cui si celebrano insieme altri due importanti bicentenari: quelli della nascita di Richard Wagner (22/5/1813-13/2/1883) e di Giuseppe Verdi (10/10/1813- 27/1/1901), due autori appartenenti al mondo dell’opera lirica ma che hanno anch’essi nverno sotto l’insegna della buona musica a Villa d’Este. Rinnovellando una consuetudine posseduto ed usato proprio lo stesso pianoforte Erard che era stato il movente, e la nota introdotta da Franz Liszt nei suoi soggiorni tiburtini, che in questo periodo dell’anno distintiva, di quella rassegna dedicata a Liszt. Sebbene per pianoforte Wagner e Verdi Isoleva ritirarsi nella quiete del suo appartamento al secondo piano della Villa per dedicarsi abbiano composto ben poco l’uno e pochissimo o quasi nulla il secondo, e soprattutto di alla composizione, le stanze del palazzo rinascimentale saranno riscaldate dal suono della poca importanza, da questo strumento, e dal “suono” dell’Erard in particolare, entrambi musica, proveniente da un Erard d’epoca, del tutto simile a quello utilizzato qui a Tivoli dal trassero l’ispirazione non solo per creare melodie ed armonie, ma anche per immaginare grande compositore ungherese. gli effetti dell’orchestrazione che andavano impostando. Come vedremo, per Wagner il Otto concerti-matinée, da dicembre fino a marzo, animeranno le corrispondenti suono dell’Erard fu fondamentale nello stimolare la composizione di un’opera di capitale domeniche mattina in Villa, consentendo l’ampliamento dell’offerta culturale diretta sia ai importanza, nella sua produzione e nella stessa storia della musica, come il “Tristano e visitatori del complesso monumentale che agli amanti della musica, che potranno ritrovarsi Isotta” (ma lo utilizzò anche per le successive), mentre Verdi da un certo momento in nella Sala del Trono per apprezzare appieno il connubio tra le diverse forme di arte e, per chi poi – che corrisponde grosso modo con l’inizio della composizione di “Aida” – divenne un non conosce il giardino estense, un ulteriore motivo per visitare il sito, patrimonio mondiale sincero e profondo estimatore dell’Erard, un entusiasta potremmo dire, tanto da utilizzare dell’Unesco. solo quel tipo di pianoforte: ne ebbe ben due di proprietà, nelle due dimore di Genova e S. Il percorso offerto da questa seconda edizione dalla rassegna, trae spunto dagli anniversari Agata in cui alternava il soggiorno nel corso dell’anno, e un terzo se lo fece procurare in della nascita di Verdi e di Wagner, che si aggiungono a quello lisztiano celebrato due anni fa, uso gratuito per i lunghi periodi di vacanza e cura che trascorreva annualmente alle Terme proponendo una programma ricco e articolato, che indaga diversi aspetti delle relazioni fra di Montecatini. Da tali osservazioni origina il titolo che abbiamo voluto dare a questa II i tre musicisti; come per la precedente edizione, la chiave di lettura che accomuna questa edizione: Tre grandi un unico pianoforte: Liszt, Verdi, Wagner e il suono dell’Erard. serie di concerti è data dalla possibilità di ascoltare, o meglio, riascoltare la musica dei tre Circa l’uso che facciamo oggi di questo pianoforte antico, proponendolo come lo compositori suonata da uno strumento, un pianoforte Erard del 1879, simile agli strumenti strumento dei nostri concerti, non ho paura di ripetermi citando quanto già avevo scritto posseduti o utilizzati dai tre grandi della musica. Un’occasione per riscoprire sonorità in proposito nella “premessa” alla I edizione di questa rassegna: “Non dobbiamo aspettarci originarie, e per rieducare l’orecchio ad effetti e suoni oggi rari, ma appartenenti alla genesi sonorità possenti, talora esagerate, cui forse ci hanno abituato i pianoforti moderni, sempre i Concerti formativa della musica del tempo. In questo luogo dove la musica ha sempre avuto un ruolo da proiettati ad una maggiore potenza e ad una più completa omogeneità di suono su tutta la protagonista, negli ultimi anni hanno trovato sede ideale progetti culturali di ampio respiro, tastiera, ma piuttosto dobbiamo saper cogliere la preziosità, l’eleganza di una sonorità più entrati ormai a far parte degli appuntamenti “tradizionali” della programmazione della Villa. discreta, far tesoro di quella disuguaglianza di timbro tra i vari registri della tastiera – dal grave Siamo certi che la rassegna Il “suono” di Liszt a Villa d’Este, confermerà il successo tributato al medio, al medio alto, all’acuto – perché tale disuguaglianza permette invece di apprezzare dal pubblico all’edizione di esordio, guadagnandosi un posto di primo piano nel panorama meglio, e di esaltare, la polifonia insita in tante composizioni pianistiche; e dobbiamo delle manifestazioni musicali. Gli ingredienti ci sono tutti: un programma variegato e ben anche pensare che compositori dell’800, come Chopin, Liszt e tanti altri, componevano strutturato; interpreti eccellenti; un luogo magico come Villa d’Este. su – e per – strumenti di questo tipo, e quindi certe sfumature, che essi intendevano farci Non resta che lasciarsi andare alla bellezza… cogliere nelle loro musiche, possiamo ricrearle soltanto, o comunque più agevolmente, con Marina Cogotti questo tipo di strumenti.” Posso solo aggiungere che può trattarsi di una buona palestra Direttore di Villa d’Este per esercitare il nostro udito a percepire le sfumature, le particolarità, anche le piccole 3 imperfezioni, che tali sembrano alla razionalità, ma che invece possono essere funzionali molto importante all’epoca, quando l’opera costituiva, nella cultura popolare, quello che al sentimento che vogliono trasmetterci. E non dobbiamo trascurare il fattore visivo: sarebbe stato il cinematografo nel secolo seguente. la bellezza dell’ambiente e dello strumento stesso, capaci di evocare suggestioni in cui Per il bicentenario di due operisti di tale levatura non poteva certo mancare un le immagini si fondono con le sensazioni dei suoni e le consapevolezze della memoria concerto “Lirico” in cui le voci del soprano Marta Vulpi e del baritono Cesidio Iacobone storica. “…bisogna ascoltare lasciandosi emozionare, immergendosi in questa presenza ci proporranno brani d’opera nella versione originale cantata, all’interno di una rassegna di rimandi storici, biografici – quand’anche di sole coincidenze – che possono mettere in dove altrimenti ne ascolteremmo esclusivamente le trasposizioni per solo pianoforte: relazione il momento dell’oggi con immagini ed atmosfere del passato, legati a questi grandi quest’ultimo rimarrà comunque un protagonista, in sostituzione dell’orchestra, affidato personaggi della musica che ci hanno tramandato i preziosi frutti della loro creatività.”, così alle sapienti mani del M° Antonello Maio. Funge da preludio una trascrizione dal “Tristano” scrivevo nella “premessa” già citata e ciò vale a maggior ragione anche quest’anno se fatta dal giovane Tausig, allievo di Thalberg e poi di Liszt, e legato da grande amicizia a immaginiamo come i due grandi compositori, pur pensando all’orchestra, cercavano di Wagner, poi ascolteremo integralmente un piccolo estratto dall’atto III di “Tannhäuser”, intuire, con udito esperto ed attento, quale effetto avrebbero potuto avere le armonie con la preghiera di Elisabeth e l’invocazione alla stella della sera di Wolfram, che tanto che stavano creando e provando esclusivamente alla tastiera di questo strumento. È pur aveva emozionato, quest’ultima, nella trascrizione di Liszt durante la precedente rassegna. vero che non ascolteremo esattamente quello che essi componevano al pianoforte: i nostri Un’opera molto significativa, questa, per Wagner, il quale continuò a ripensarla per tutta ascolti saranno mediati da altri compositori – primo fra tutti Franz Liszt, che qui a Villa la vita, ed ha un indiretto riferimento molto forte allo stesso Liszt, perché il personaggio d’Este è quasi un padrone di casa – ma è come la chiusura di un cerchio, in cui le musiche, storico che ha ispirato quello di Elisabeth, di cui ascoltiamo la preghiera, altri non era che concepite su questo strumento, composte poi per essere affidate nella vastità di un teatro quella S. Elisabetta d’Ungheria della quale Liszt fu molto devoto, e al cui “miracolo delle alla molteplicità dei suoni dell’orchestra e delle voci dei cantanti, ritornano infine in un rose” è riferita la decorazione della stanza dell’appartamento abitato da Liszt qui nella ambiente più raccolto e con questo solo strumento, ma in una veste tale da non perdere la Villa d’Este detta appunto “Stanza delle rose”. Di Verdi sono in programma arie da quelle complessità delle composizioni che ha fatto seguito al concepimento iniziale. opere che sono state sicuramente composte sul pianoforte Erard: da “Otello” la diabolica Esattamente questo è lo spirito che informa tutto il primo concerto della Rassegna: aria di Jago “Credo in un Dio crudel” e poi la commovente “Ave Maria” di Desdemona, quasi “Wagner e Verdi nei salotti tra l’800 e il ‘900” che ci propone Massimiliano Genot.
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