SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LIGURIA

LA SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PARIFICA NELLE SUE COMPONENTI, IL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE LIGURIA PER L’ESERCIZIO 2016, CON ESCLUSIONE, PER QUANTO ESPOSTO IN MOTIVAZIONE: - DELLE SOMME RIPORTATE NEL CONTO DI BILANCIO A TITOLO DI RESIDUI ATTIVI ISCRITTI AL TITOLO 9° “ENTRATE PER CONTABILITÀ SPECIALI” PER COMPLESSIVI EURO 1.130.068,39, A CAUSA DELLA NON CORRISPONDENZA TRA LE SCRITTURE CONTABILI E LA PREDETTA POSTA DI RENDICONTO, IN CONSEGUENZA DELLA MANCATA RENDICONTAZIONE DELLE SPESE DELLA GESTIONE ECONOMALE; - DELLA POSTA CONTABILE DELLO STATO PATRIMONIALE “DEBITI”, IN QUANTO NON ESPONE L’IMPORTO DI EURO 103.177.221,84 DERIVANTE DALLA CESSIONE DEGLI IMMOBILI DI PROPRIETÀ DELLA REGIONE E DELLE ASL AD ARTE GENOVA, DESTINATA A COPERTURA DEL DISAVANZO SANITARIO 2011, DA RIQUALIFICARSI QUALE OPERAZIONE DI INDEBITAMENTO; - DELLE POSTE CONTABILI DELLO STATO PATRIMONIALE “IMMOBILIZZAZIONI”, IN QUANTO NON ESPONE L’IMPORTO DI EURO 18.483.718,74 A TITOLO DI IMMOBILI CARTOLARIZZATI E ALLA VOCE “ATTIVO CIRCOLANTE”, PER UN IMPORTO DI EURO 84.693.503,10 A TITOLO DI CREDITI CARTOLARIZZATI; - DEL “RISULTATO D’AMMINISTRAZIONE”, NELLA MISURA IN CUI NON ESPONE APPOSITO VINCOLO, DISCENDENTE DAL SALDO DIFFERENZIALE DEI FLUSSI FINANZIARI, POSITIVI E NEGATIVI, GENERATI DAI CONTRATTI DERIVATI, PER L’ULTERIORE SOMMA DI EURO 16.126.199; - DELLO STESSO “RISULTATO D’AMMINISTRAZIONE”, PER LA COMPONENTE NEGATIVA DERIVANTE DA MUTUI AUTORIZZATI E NON CONTRATTI, PARI A EURO 158.587.534,70, NELLA MISURA IN CUI CONTIENE L’IMPORTO DI EURO 3.875.173,17 A COPERTURA DI SPESE CORRENTI

Deliberazione 21 luglio, n. 65/2017/SRCLIG

CoRTE nEI coNTI

N. 65/2017/PARIFICA

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE DEI CONTI

Sezione Regionale di Controllo per la Liguria

composta dai seguenti magistrati:

Fabio VIOLA Presidente

Alessandro BENIGNI Primo Referendario (relatore)

Francesco BELSANTI Primo Referendario

Donato CENTRONE Primo Referendario

Claudio GUERRINI Primo Referendario

nell’ udienza del 21 luglio 2017 ha pronunciato la seguente

D E C I S I O N E

nel giudizio sul Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016

VISTI gli articoli 81, 97, 100, secondo comma, e 103, secondo comma, della

Costituzione;

VISTO il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e successive modificazioni;

VISTA la legge 14 gennaio 1994, n. 20, recante disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei conti;

VISTA la legge 5 giugno 2003, n. 131;

VISTO il decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213 ed in particolare l’articolo 1, comma 5;

VISTO il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126;

VISTA la legge regionale 26 marzo 2002, n. 15 in materia di ordinamento contabile della Regione Liguria, come modificata dalla legge regionale 12 novembre 2014, n. 34;

VISTA la delibera delle Sezioni Riunite in sede di controllo n.

7/SRRCO/QMIG/13 del 14 giugno 2013;

VISTA la delibera della Sezione delle Autonomie - 14/SEZAUT/2014/INPR del

14 maggio 2014 “Linee di orientamento sul giudizio di parificazione del

Rendiconto generale della Regione, ai sensi dell‘art. 1, comma 5, decreto-legge

10 ottobre 2012, n. 174”;

VISTA la delibera della Sezione delle Autonomie – n. 8/SEZAUT/2017/INPR del 30 marzo 2017, “Linee guida per le relazioni dei collegi dei revisori dei conti delle regioni sui rendiconti regionali per l’esercizio 2016, secondo le procedure di cui all’art. 1, comma 166 e seguenti, legge 23 dicembre 2005, n. 266, richiamato dall’art. 1, comma 3, decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213”;

VISTE le note prot. n. PG/2017/172418 del 5 maggio 2017 e prot. n.

PG/2017/179406 del 12 maggio 2017, con le quali la Regione Liguria ha trasmesso alla Sezione regionale di controllo per la Liguria il Rendiconto

2 generale per l’esercizio finanziario 2016, per la decisione sulla parificazione prevista dall’art. 1, comma 5, del menzionato decreto-legge n. 174/2012;

VISTA l’ordinanza n. 20 del 6 giugno 2017 con la quale il Presidente della

Sezione regionale di controllo per la Liguria ha fissato l’udienza per il giorno 13 giugno 2017 alle ore 11.15, avente ordine del giorno “criticità emerse nell’esame delle risultanze contabili relative al preconsuntivo 2016 della

Regione Liguria, con riguardo alla spesa del personale (relatore I Ref.

Francesco Belsanti)”;

VISTE le note della Sezione regionale di controllo per la Liguria prot. n. 2922 e n. 2923 del 6 giugno 2017 con le quali è stata trasmessa la richiamata ordinanza n. 20/2017 e le osservazioni n. 15/2017 del 6 giugno 2017, rispettivamente alla Regione Liguria e al Procuratore regionale;

VISTA la nota della Sezione regionale di controllo per la Liguria prot. n. 3242 dell’11 luglio 2017 con la quale è stato invitato il Procuratore a partecipare alla camera di consiglio per la medesima data;

VISTA l’ordinanza n. 27 del 12 luglio 2017 con la quale il Presidente della

Sezione regionale di controllo per la Liguria ha fissato l’udienza per il giorno 21 luglio 2017 alle ore 10.30, per la decisione sulla parificazione del Rendiconto

Generale della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016;

VISTA la nota della Sezione regionale di controllo per la Liguria prot. n. 3263 del 12 luglio 2017, con la quale è stata trasmessa al Presidente della Regione

Liguria e al Procuratore regionale la richiamata ordinanza n. 27/2017;

VISTA la nota della Sezione regionale di controllo per la Liguria prot. n. 3294 del 13 luglio 2017 con la quale è stato trasmesso lo schema di relazione della

Sezione sul Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016 al Presidente della Regione Liguria e al Procuratore regionale;

3

VISTO il decreto n. 30 del 14 luglio 2017 con il quale il Presidente della

Sezione regionale di controllo per la Liguria ha nominato il Dott. Alessandro

Benigni relatore per il giudizio di parificazione del Rendiconto generale della

Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016;

VISTA l’ordinanza n. 31 del 14 luglio 2017 con la quale il Presidente della

Sezione regionale di controllo per la Liguria ha convocato, per il giorno 18 luglio 2017, alle ore 11.00, la Sezione per l’audizione in contraddittorio dei rappresentanti dell’Amministrazione regionale, trasmessa con nota prot. n.

3312 del 17 luglio 2017 alla Regione Liguria e al Procuratore regionale;

VISTA la nota del Segretario Generale della Regione Liguria, prot. n.

PG/2017/247825 in data 17 luglio 2017, con la quale sono state trasmesse le controdeduzioni dell’Amministrazione regionale;

VISTA la nota prot. n. 3323 del 18 luglio 2017 con la quale sono state trasmesse al Procuratore regionale le controdeduzioni inviate dall’Amministrazione regionale;

VISTE le note integrative trasmesse dall’Amministrazione regionale, assunte al prot. n. 3327 del 18 luglio 2017 e prot. n. 3328 e n. 3333 del 19 luglio 2017, a seguito dell’audizione in contraddittorio dei propri rappresentanti;

VISTA la nota d’udienza depositata dal Procuratore regionale all’odierna udienza;

UDITO, nella pubblica udienza del 21 luglio 2017, il relatore Dott. Alessandro

Benigni;

UDITO nella predetta pubblica udienza, per la Procura regionale, il

Procuratore generale dott. Claudio Mori, il quale, richiamandosi alla nota d’udienza depositata in atti, ha chiesto di parificare il Rendiconto della Regione

Liguria dell’esercizio 2016 con l’esclusione:

4

- del risultato d’amministrazione, nella misura in cui non tiene conto del

maggior accantonamento da iscrivere al “fondo di garanzia rischi futuri nella

gestione del debito regionale al 31/12/2015”, per l’importo di €

20.571.829,00, a integrazione di quello già accantonato, in modo da

addivenire ad un ammontare complessivo del fondo pari ad euro

39.753.807,00;

- della voce “Passività diverse” del Conto del patrimonio, in quanto non

espone l’importo di euro 103.168.221,84, derivante dalla cessione degli

immobili di proprietà della Regione e delle ASL ad ARTE Genova, destinata

a copertura del disavanzo sanitario 2011, da riqualificarsi quale operazione

di indebitamento;

- della voce “Immobilizzazioni attive” del Conto del patrimonio, in quanto non

espone l’importo di euro 84.693.503,10, a titolo di “crediti cartolarizzati” e di

euro 18.474.718,74, a titolo di “immobili cartolarizzati”;

R I T E N U T O I N F A T T O

Il disegno di legge n. 49 recante “Rendiconto generale dell’Amministrazione della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016”, approvato dalla Giunta

Regionale il 28 aprile 2017, ai fini del giudizio di parificazione è stato presentato a questa Sezione regionale di controllo in data 5 maggio 2017 e integrato del Conto economico e dello Stato patrimoniale in data 12 maggio

2017.

5

Le risultanze (in euro) del conto del bilancio e del conto del patrimonio sono le seguenti:

CONTO DEL BILANCIO

Gestione di competenza

Entrate

Fondo pluriennale vincolato per spese correnti 14.498.999,15

Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale 63.210.113,22

Utilizzo avanzo di amministrazione 240.951.061,43 di cui Utilizzo Fondo anticipazioni liquidità (DL 35/2013 ss.mm.) 140.450.800,49

Fondo di cassa al 1 gennaio 2016 262.569.720,06

Titolo 1 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa 3.370.842.026,40

Titolo 2 Trasferimenti correnti 602.652.234,58

Titolo 3 Entrate extratributarie 102.346.350,17

Totale Entrate correnti 4.075.840.611,15

Titolo 4 Entrate in conto capitale 238.646.675,58

Titolo 5 Entrate da riduzione di attività finanziarie 10.286.855,69

Totale entrate finali 4.324.774.142,42

Titolo 6 Accensione Prestiti 115.000.000,00

Titolo 7 Anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere 0

Totale Entrate in conto capitale 115.000.000,00

Titolo 9 Entrate per conto terzi e partite di giro 845.145.140,11

Totale delle Entrate 5.284.919.282,53

Spese

Disavanzo di amministrazione 120.744.069,67

Titolo 1 Spese correnti 3.824.044.490,08

Titolo 2 Spese in conto capitale 373.839.840,19

Titolo 3 Spese per incremento di attività finanziarie 14.299.651,63

Titolo 4 Rimborso Prestiti 230.906.159,66

Titolo 5 Chiusura Anticipazioni ricevute da istituto tesoriere/cassiere 0

Titolo 7 Uscite per conto terzi e partite di giro 845.145.140,11.

Totale delle Spese 5.288.235.281,67

6

Spese classificate per missioni

Missioni 1 Servizi istituzionali e generali e di gestione 169.521.833,87 3 Ordine pubblico e sicurezza 286.833,15 4 Istruzione e diritto allo studio 36.614.202,69 5 Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali 4.046.821,44 6 Politiche giovanili, sport e tempo libero 1.094.110,27 7 Turismo 5.124.968,02 8 Assetto del territorio ed edilizia abitativa 5.984.249,35 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente 43.575.306,75 10 Trasporti e diritto alla mobilità 267.523.587,04 11 Soccorso civile 46.857.370,10 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 70.711.292,57 13 Tutela della salute 3.331.988.018,20 14 Sviluppo economico e competitività 140.018.250,50 15 Politiche per il lavoro e la formazione professionale 57.577.468,52 16 Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca 17.123.792,26 17 Energia e diversificazione delle fonti energetiche 1.583.188,19 18 Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali 26.279.151,11 19 Relazioni internazionali 3.969.872,48 20 Fondi e accantonamenti 0,00 50 Debito pubblico 213.209.825,05 60 Anticipazioni finanziarie 0,00 99 Servizi per conto terzi 845.145.140,11 Totale spese 5.288.235.281,67

Gestione residui

Residui attivi

originati dalla competenza 861.942 originati da esercizi precedenti 1.119.353 Totale dei residui attivi al 31.12.2016 1.981.295 Residui passivi originati dalla competenza 875.299 originati da esercizi precedenti 1.014.501 Totale dei residui passivi al 31.12.2016 1.889.800

Gestione di cassa

importi Fondo cassa iniziale 262.569.720,66 Riscossioni 5.158.201.718,04 Riscossioni da regolarizzare 0 Totale entrate 5.420.771.438,70 Pagamenti 5.310.585.094,68 Pagamenti da regolarizzare 0

7

Totale uscite 5.310.585.094,68 Fondo di cassa al 31/12/2016 110.186.344,02

CONTO FINANZIARIO DI COMPETENZA

Riscossioni di Residui di Entrate Accertamenti competenza competenza Entrate correnti di natura Titolo 1 tributaria, contributiva e 3.370.842.026,40 2.863.724.512,65 507.117.513,75 perequativa Titolo 2 Trasferimenti correnti 602.652.234,58 534.965.485,39 67.686.749,19 Titolo 3 Entrate extratributarie 102.346.350,17 89.550.321,66 12.796.028,51 Titolo 4 Entrate in conto capitale 238.646.675,58 77.425.912,53 161.220.763,05 Entrate da riduzione di attività Titolo 5 10.286.855,69 10.000.212,24 286.643,45 finanziarie Titolo 6 Accensione Prestiti 115.000.000,00 115.000.000,00 0,00 Anticipazioni da istituto Titolo 7 0,00 0,00 0,00 tesoriere/cassiere Entrate per conto terzi e partite Titolo 9 845.145.140,11 732.310.609,43 112.834.530,68 di giro Totale entrate 5.284.919.282,53 4.422.977.053,90 861.942.228,63

Pagamenti di Residui di Spese Impegni competenza competenza Titolo 1 Spese correnti 3.824.044.490,08 3.611.810.308,81 212.234.181,27 Titolo 2 Spese in conto capitale 373.839.840,19 159.677.157,28 214.162.682,91 Spese per incremento attività Titolo 3 14.299.651,63 14.299.651,63 0,00 finanziarie Titolo 4 Rimborso prestiti 230.906.159,66 230.906.159,66 0,00 Chiusura Anticipazioni ricevute Titolo 5 0,00 0,00 0,00 da istituto tesoriere/cassiere Spese per conto terzi e partite di Titolo 7 845.145.140,11 396.242.690,61 448.902.449,50 giro Totale spese 5.288.235.281,67 4.412.935.967,99 875.299.313,68

RISULTATO D’AMMINISTRAZIONE

Giacenza di cassa tesoreria regionale al 31.12.2016 110.186.344,02 Residui attivi al 31.12.2016 1.981.295.582,77 Residui passivi al 31.12.2016 1.889.800.624,77 Saldo finanziario al 31.12.2016 201.681.302,02 Fondo pluriennale vincolato per spese correnti 17.905.796,62 Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale 78.453.506,21 Risultato di amministrazione al 31.12.2016 105.321.999,19

Composizione del risultato di amministrazione al 31.12.2016: Parte accantonata Fondo crediti di dubbia esigibilità al 31.12.2016 7.045.035,58 Accantonamento residui perenti al 31.12.2016 78.044.855,89 Fondo anticipazioni liquidità di cui al D.L. 35/2013 e ss.mm.ii. al 31.12.2016 137.373.368,85 Fondo perdite società partecipate al 31.12.2016 35.000,00 Fondo contenzioso al 31.12.2016 5.550.000,00 Fondo di garanzia sui rischi futuri nella gestione del debito regionale al 31.12.2016 19.181.978,05 Fondo per l’ammortamento del debito contratto con rimborso del capitale in unica soluzione a scadenza al 31.12.2016 12.000.000,00 Fondo accantonamento gestione residui attivi al 31.12.2016 1.130.068,39

8

Fondo trattamento economico accessorio e premiante del personale al 31.12.2016 4.485.727,48 Fondo accantonamento per contenzioso Corte Costituzionale al 31.12.2016 3.509.506,73 Altri accantonamenti 0,00 Totale parte accantonata 268.355.540,97 Parte vincolata Vincoli derivanti da leggi e dai principi contabili 25.907.271,49 Vincoli derivanti da trasferimenti 103.832.390,38 Vincoli derivanti da contrazione di mutui 0,00 Vincoli formalmente attribuiti dall’Ente 3.187.699,90 Altri vincoli 0,00 Totale parte vincolata 132.927.361,77 Parte destinata agli investimenti 0,00 Totale parte destinata agli investimenti 0,00 Totale parte disponibile -295.960.903,55

Dal confronto dei dati di cassa risultanti dal rendiconto con i dati di cassa risultanti dalle scritture del Tesoriere e dal sistema SIOPE emerge quanto segue:

Rendiconto TESORIERE/SIOPE Variazioni

Giacenza di cassa al 01.01.2016 262.569.720,66 262.569.720,66 0,00

Riscossioni 5.158.201.718,04 5.158.201.718,04 0,00

Pagamenti 5.310.585.094,68 5.310.585.094,68 0,00

Giacenza di cassa al 31.12.2016 110.186.344,02 110.186.344,02 0,00

Dati della gestione di cassa da rendiconto

Situazione cassa al Gestione ordinaria Gestione sanitaria 31/12/2016

Fondo cassa iniziale 262.569.720,66 136.108.557,28 126.461.163,38

Riscossioni 5.158.201.718,04 1.065.960.114,38 4.092.241.603,66 Riscossioni da regolarizzare 0 0 0

Totale entrate 5.420.771.438,70 1.202.068.671,66 4.218.702.767,04

Pagamenti 5.310.585.094,68 1.139.612.916,91 4.170.972.177,77

Pagamenti da regolarizzare 0 0 0 Totale uscite 5.310.585.094,68 1.139.612.916,91 4.170.972.177,77

FONDO DI CASSA FINALE 110.186.344,02 62.455.754,75 47.730.589,27

Conto del tesoriere

Totale Gestione ordinaria Gestione sanitaria

Fondo cassa iniziale 262.569.720,66 158.427.929,58 104.141.791,08

Reversali riscosse 5.158.201.718,04 1.065.960.114,38 4.092.241.603,66

Riscossioni da regolarizzare 0 0

Totale entrate 5.420.771.438,70 1.224.388.043,96 4.196.383.394,74

9

Totale Gestione ordinaria Gestione sanitaria

Mandati pagati 5.310.585.094,68 1.139.613.398,03 4.170.971.696,65

Pagamenti da regolarizzare 0 0 0

Totale uscite 5.310.585.094,68 1.139.613.398,03 4.170.971.696,65

FONDO DI CASSA FINALE 110.186.344,02 84.774.645,93 25.411.698,09

Si prende atto che le discordanze tra conto del Tesoriere e gestione di cassa da rendiconto trovano giustificazione nelle motivazioni esposte nel prospetto di conciliazione approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 318 del 14 aprile 2017;

Ai fini del rispetto degli equilibri di bilancio di cui all’art. 1, comma 710 e seguenti, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 la Regione ha conseguito i saldi finanziari di seguito indicati:

EQUILIBRI DI BILANCIO

PREVISIONI DI ACCERTAMENTI/ CASSA COMPETENZA IMPEGNI A TUTTO IL A TUTTO IL 2016 2016 31.12.2016 (facoltativo) SALDO TRA ENTRATE E SPESE FINALI VALIDE AI FINI DEI SALDI DI FINANZA PUBBLICA 112.816 82.779 28.750 Spazi finanziari ceduti agli Enti locali (art.1, comma 728, legge n.208/2015) 11.545 11.545 11.545 SALTO TRA ENTRATE E SPESE FINALI NETTO 101.271 71.234 17.205 OBIETTIVO DI SALDO DI CUI ALL’INTESA DEL 11 FEBBRAIO 2016 58.915 58.915 0 DIFFERENZA TRA IL SALDO TRA ENTRATE E SPESE FINALI NETTO E OBIETTIVO NETTO 42.356 12.319 17.205

Contabilità economico - patrimoniale 2016

CONTO ECONOMICO Anno 2016 A) Componenti positivi della gestione 4.197.503.272,81 B) Componenti negativi della gestione 4.029.297.243,62 Differenza fra componenti positivi e negativi della gestione (A-B) 168.206.029,19 C) Proventi ed oneri finanziari -22.349.769,29 D) Rettifiche di valore attività finanziarie 0,00 E) Proventi ed oneri straordinari -127.293.430,06 Risultato prima delle imposte (A-B+C+D+E) 18.562.829,84

Imposte 4.025.817,95

RISULTATO DELL’ESERCIZIO 14.537.011,89

10

STATO PATRIMONIALE (ATTIVO) 31/12/2016 01/01/2016 A) Crediti vs. lo Stato ed altre Amministrazioni 0,00 0,00 Pubbliche per la partecipazione al fondo di dotazione

TOTALE CREDITI vs PARTECIPANTI (A) 0,00 0,00

B) Immobilizzazioni Immobilizzazioni immateriali 3.645.994,86 13.550,24 Immobilizzazioni materiali 114.928.310,71 72.941.380,68 Immobilizzazioni finanziarie 188.399.373,31 172.907.395,92 TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (B) 306.973.678,88 245.862.326,84 C) Attivo circolante Rimanenze 734.072,89 0,00 Crediti 2.091.553.448,37 1.985.778.231,71 Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzi 0,00 0,00 Disponibilità liquide 286.835.408,74 453.423.163,95 TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C) 2.379.122.930,00 2.439.201.395,66 D) Ratei e risconti 0,00 0,00 TOTALE RATEI E RISCONTI (D) 0,00 0,00

TOTALE DELL’ATTIVO (A+B+C+D) 2.686.096.608,88 2.685.063.722,50

STATO PATRIMONIALE (PASSIVO) 31/12/2016 01/01/2016 A) Patrimonio netto Fondo di dotazione -688.855.267,05 -688.855.267,05 Riserve 0,00 0,00 Risultato economico dell’esercizio 14.537.011,89 0,00 TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) -674.318.255,16 -688.855.267,05 B) Fondi per rischi ed oneri Per il trattamento di quiescenza 0,00 0,00 Per imposte 0,00 0,00 Altri 41.406.553,17 27.431.841,06 TOTALE FONDI RISCHI ED ONERI (B) 41.406.553,17 27.431.841,06 C) Trattamento di fine rapporto 0,00 0,00 TOTALE TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (C) 0,00 0,00 D) Debiti Debiti da finanziamento 1.883.288.002,70 1.039.930.887,58 Debiti verso fornitori 67.692.530,75 27.820.464,19 Acconti 0,00 0,00 Debiti per trasferimenti e contributi 825.069.370,33 970.464.511,56 Altri debiti 323.344.081,18 1.102.889.739,74 TOTALE DEBITI (D) 3.099.393.984,96 3.141.105.603,07 E) RATEI E RISCONTI E CONTRIBUTI AGLI INVESTIMENTI Ratei passivi 0,00 0,00 Risconti passivi 219.614.325,91 205.381.545,42 Contributi agli investimenti 0,00 0,00 Concessioni pluriennali 0,00 0,00 Altri risconti passivi 0,00 0,00 TOTALE RATEI E RISCONTI (E) 219.614.325,91 205.381.545,42

Totale del passivo (A+B+C+D+E) 2.686.096.608,88 2.685.063.722,50 Totale Conti d’ordine 0,00 0,00

11

C O N S I D E R A T O I N D I R I T T O

1) che, in base ai dati di rendiconto, sono stati rispettati i limiti autorizzatori

delle previsioni di spesa definitive di competenza e di cassa;

2) che, in base al prospetto di certificazione inviato al Ministero dell’economia

e delle finanze in data 30 marzo 2017, elaborato con riferimento ai dati

della gestione finanziaria dell’esercizio 2017, risulta conseguito il pareggio

di bilancio;

3) che risultano rispettati i limiti per spese di funzionamento, posti dalle

norme statali di coordinamento di finanza pubblica, come declinate dalla

legislazione regionale;

4) che risultano rispettati i limiti complessivi per spese di personale posti

dalle norme statali di coordinamento di finanza pubblica, come declinate

dalla legislazione regionale;

5) che risulta iscritta, a titolo prudenziale, la somma di euro 1.130.068,39

nel “ Fondo accantonamento gestione residui attivi al 31 dicembre 2016 ”,

non parificata nelle decisioni n. 56/2015 e n. 74/2016, relativa alle spese

economali;

6) che dall’esame campionario dei mutui autorizzati e non contratti è emerso

che le spese finanziate non erano riconducibili a spese di investimento,

secondo quanto previsto dall’art. 3, comma 18, della legge 350/2003, per

euro 3.875.173,17 ;

7) che, con riguardo ai contratti derivati,

- considerato che, l’ammontare complessivo dei saldi dei flussi relativi ai

contratti in questione è di euro 35.308.177 e che tali negozi sono

collegati a contratti credit default swap ad elevato livello di rischiosità

per gli equilibri di bilancio della Regione;

12

- considerata la necessità, in base al principio contabile di prudenza e ai

principi contabili applicati concernenti la contabilità finanziaria, allegati

al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, di vincolare la somma pari

alla differenza algebrica dei flussi finanziari, positivi e negativi, generati

dai contratti derivati;

- che è presente nel “Fondo di garanzia sui rischi futuri nella gestione del

debito regionale”, parte accantonata del risultato di amministrazione, la

somma di euro 19.181.978,00;

la Sezione ritiene che l’Amministrazione regionale debba vincolare nel

risultato di amministrazione l’ulteriore somma di euro 16.126.199 da

rappresentare, altresì, nel bilancio d’esercizio 2017;

8) che, nelle decisioni n. 46/2014, n. 56/2015 e n. 74/2016, la Sezione

aveva riqualificato l’operazione di cessione degli immobili di proprietà della

Regione e delle ASL ad ARTE Genova come indebitamento, prescrivendo di

darne adeguata rappresentazione nel Conto del patrimonio della Regione,

la quale ha ritenuto di non adempiere a tale prescrizione, nonostante la

riqualificazione operata dall’ISTAT ai fini del consolidamento dei conti

pubblici come operazione di cartolarizzazione, conseguentemente non

rappresentando tale voce nei documenti contabili.

Sul punto la Sezione conferma la necessità che la descritta operazione

trovi rappresentazione nello Stato Patrimoniale della Regione, anche ai fini

dell’omogenea esposizione dei dati contabili;

9) che, nell’allegata relazione, sono contenute le osservazioni in merito alla

legittimità e alla regolarità della gestione, nonché i suggerimenti di

modificazioni e riforme ritenute opportune al fine di assicurare l’equilibrio

del bilancio e di migliorare l'efficacia e l'efficienza della spesa, ai sensi

13

dell’articolo 41 del testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato

con regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214, e dell’art. 1, comma 5, del

decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla

legge 7 dicembre 2012, n. 213.

R I T E N U T O

- di non accogliere la richiesta della Procura regionale di << sollevare questione di legittimità costituzionale dell’art. 28 bis della l. r. n. 33/2013, introdotto dall’art. 4 l.r. n. 8/2016, e dell’art. 9 comma 3 bis, l.r. n. 33/2013, introdotto dall’art. 7 l. r. n. 40/2014, ed alla relativa copertura dell’art. 36, comma 3 bis oggi abrogato dall’art. 10, l.r. n. 8/2016, in relazione ai parametri costituzionali di cui all’art. 81 co. 3 Cost.>> per inammissibilità dovuta a difetto di rilevanza nel presente giudizio in quanto, relativamente all’esercizio 2016, non sussiste la lamentata carenza di copertura;

- di non accogliere la richiesta della Procura regionale di << sospendere il giudizio di parificazione, limitatamente al risultato di amministrazione, stante la pendenza del giudizio di costituzionalità proposto in via principale avverso la l.r. n. 26/2016., art. 6 da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri>> per manifesta infondatezza, avendo la Regione già sterilizzato la posta oggetto del ricorso proposto dal Governo, prevedendo uno specifico “fondo accantonamento per contenzioso Corte Costituzionale ”; quand’anche il ricorso governativo fosse rigettato, la questione manterrebbe la sua irrilevanza, in quanto il fondo di accantonamento potrebbe comunque essere rimosso solo a seguito dell’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione 2017;

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- di non accogliere la richiesta, formulata in via principale, della Procura regionale di << dichiarare il contrasto della l.r. 20 del 9.8.2016, all’art. 10 di approvazione del conto del patrimonio, con il Regolamento UE 21 maggio 2013, n. 549, al punto 20.265, per omessa contabilizzazione dell’operazione di cartolarizzazione con Arte Genova>> per inammissibilità dovuta a carenza di interesse ad agire, trattandosi di questione non incidente sul Rendiconto

2016, poiché la legge regionale richiamata riguarda il Rendiconto relativo all’esercizio 2015, ormai definitivamente concluso;

- di non accogliere la richiesta, formulata in via subordinata, della Procura regionale di << rimettere alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ai sensi dell’art. 267 TFUE, la questione per interpretazione del diritto dell’Unione

Europea, segnatamente del Regolamento UE 21 maggio 2013, n. 549 in particolare al punto 20.265 ed ogni ulteriore norma rilevante in tema di cartolarizzazione, formulando il quesito come nella parte espositiva del presente atto ovvero formulando quesito nella diversa formulazione ritenuta corretta dalla

Sezione e sospendere il giudizio di parifica nella parte relativo allo Stato

Patrimoniale >> per infondatezza. Infatti, come risulta dalla nota n.

43358/2017, pervenuta a questa Sezione, Istat ha già riclassificato l’operazione di cessione di beni immobili di proprietà della Regione Liguria e delle ASL liguri come un’operazione di cartolarizzazione, ai sensi dei principi del SEC 2010, con relativo impatto sul debito consolidato delle

Amministrazioni Pubbliche. Pertanto, nell’ambito sovranazionale, l’operazione

è stata correttamente riqualificata e nessuna conseguente violazione del diritto comunitario potrebbe ragionevolmente essere fatta valere innanzi alla Corte di

Giustizia, trattandosi di questioni attinenti al solo diritto interno.

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- di non accogliere la richiesta della Procura regionale di non parificare << le somme del Conto del Bilancio iscritte quale spese impegnate inerenti “i trattamenti di trasferta” riconosciuti sulla base dell’art. 8 co. 2 l.r. 8/2016, istitutivo dell’art. 8 quater, della l.r. n. 25/2006, dichiarato costituzionalmente illegittimo con sentenza della Corte Costituzionale 11.7.2017 n. 160 >> per inammissibilità, trattandosi di poste allocate nell’autonomo Rendiconto del

Consiglio Regionale, non individuabili da parte di questa Sezione nell’ambito del Rendiconto generale della Regione Liguria, sussistendo tra i documenti contabili delle due Istituzioni un rapporto consistente in meri trasferimenti di flussi finanziari;

P. Q. M.

la Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Liguria

P A R I F I C A

nelle sue componenti, il Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio 2016, con esclusione, per quanto esposto in motivazione:

- delle somme riportate nel conto di bilancio a titolo di residui attivi

iscritti al Titolo 9° “Entrate per contabilità speciali” per complessivi

euro 1.130.068,39, a causa della non corrispondenza tra le

scritture contabili e la predetta posta di rendiconto, in conseguenza

della mancata rendicontazione delle spese della gestione economale;

- della posta contabile dello Stato patrimoniale “ DEBITI” , in quanto

non espone l’importo di euro 103.177.221,84 derivante dalla

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cessione degli immobili di proprietà della Regione e delle ASL ad

ARTE Genova, destinata a copertura del disavanzo sanitario 2011,

da riqualificarsi quale operazione di indebitamento;

- delle poste contabili dello Stato patrimoniale “IMMOBILIZZAZIONI”,

in quanto non espone l’importo di euro 18.483.718,74 a titolo di

immobili cartolarizzati e alla voce “ATTIVO CIRCOLANTE”, per un

importo di euro 84.693.503,10 a titolo di crediti cartolarizzati;

- del “Risultato d’amministrazione” , nella misura in cui non espone

apposito vincolo, discendente dal saldo differenziale dei flussi

finanziari, positivi e negativi, generati dai contratti derivati, per

l’ulteriore somma di euro 16.126.199 ;

- dello stesso “Risultato d’amministrazione” , per la componente

negativa derivante da mutui autorizzati e non contratti, pari a euro

158.587.534,70, nella misura in cui contiene l’importo di euro

3.875.173,17 a copertura di spese correnti.

A P P R O V A

l’annessa relazione, elaborata ai sensi dell’art. 41 del testo unico delle leggi sull’ordinamento della Corte dei conti, di cui al regio decreto 12 luglio 1934, n.

1214 e dell’art. 1, comma 5, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213.

17

D I S P O N E la trasmissione di copia della presente decisione, con l’unita relazione:

- al Presidente del Consiglio Regionale e al Presidente della Regione Liguria;

- alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’economia e delle

finanze, ai sensi dell’articolo 1, comma 8, del decreto-legge 10 ottobre 2012,

n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213

Così deciso in Genova, nella camera di consiglio del 21 luglio 2017.

Il Relatore Il Presidente

Alessandro Benigni Fabio Viola

Depositata in Segreteria

il 21 luglio 2017

Il Funzionario Preposto

(Antonella Sfettina )

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SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LIGURIA

RELAZIONE ALLEGATA ALLA DECISIONE DI PARIFICA

DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE LIGURIA PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2016

UDIENZA DEL 21 LUGLIO 2017

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SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LIGURIA

RELAZIONE ALLEGATA ALLA DECISIONE DI PARIFICA DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE LIGURIA PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2016 (art. 1, comma 5 decreto-legge10 ottobre 2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213)

UDIENZA DEL 21 LUGLIO 2017

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La presente relazione è stata redatta con il contributo di:

Dott. Fabio Viola Presidente Relatore Dott. Alessandro Benigni Consigliere Delegato Dott. Francesco Belsanti Magistrato Relatore Dott. Donato Centrone Magistrato Relatore Dott. Claudio Guerrini Magistrato Relatore

Funzionari incaricati Dott.ssa Antonella Sfettina Dott. Marco Ferraro Dott. Claudio Di Marino Rag. Elisabetta Bergamini Dott. Andrea Martignone Dott.ssa Emanuela De Alessandri Dott.ssa Marina Vignolo Dott.ssa Cristina Sollenni Dott.ssa Antonella Cortese Dott.ssa Cinzia Camera

Addetti all’attività di supporto Sig.ra Virgilia Lombardo Sig. Antonio Gualco Dott. Gerardo Nesta Sig.ra Antonella De Lorenzi Sig.ra Maria Caterina Piscioneri Dott.ssa Ilaria Giribaldo

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INDICE

CAPITOLO 1 LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA REGIONALE E I CONTROLLI INTERNI ...... 11 Il Documento di Economia e Finanza Regionale per il triennio 2016-2018 ...... 11 1.1.1 Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR), introdotto dalla normativa sull’armonizzazione dei sistemi contabili (decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118) ...... 11 1.1.2 Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) 2016-2018 e lo Scenario economico ...... 13 La legge di stabilità regionale per il 2016 e le disposizioni collegate ... 16 Il bilancio di previsione finanziario per gli anni finanziari 2016-2018 .. 18 L'assestamento del bilancio 2016 ...... 21 Le variazioni di bilancio e le previsioni finali...... 24 I controlli interni ...... 24 La legge n. 1 del 2016: “Legge sulla crescita” ...... 32 CAPITOLO 2 I RISULTATI DELLA GESTIONE FINANZIARIA ...... 41 Premessa ...... 41 Quadro generale della gestione ...... 41 Il pareggio di bilancio ...... 45 Le Entrate ...... 49 Le Spese ...... 51 La gestione in conto residui ...... 55 2.6.1 La gestione dei residui nell’esercizio 2016 ...... 55 2.6.2 Il riaccertamento ordinario dei residui ed il Fondo Pluriennale Vincolato al 31 dicembre 2016 ...... 59 2.6.3 Il Fondo Pluriennale vincolato ...... 65 2.6.4 La perenzione ...... 66 La gestione di cassa e anticipazione tesoreria - lettera f art. 1 c.6. - Il servizio di Tesoreria regionale ...... 68 Il risultato di amministrazione ...... 73 2.8.1 Le quote accantonate del risultato di amministrazione: ...... 75 2.8.2 Fondo crediti di dubbia esigibilità ...... 76 2.8.3 Fondo residui perenti ...... 79 2.8.4 Altri fondi ...... 80 2.8.5 I mutui autorizzati e non contratti ...... 82 2.8.6 Conclusioni ...... 93 2.8.7 Tabella riassuntiva risultato di amministrazione ...... 95 Limitazioni di spesa ...... 96 2.9.1 Studi e consulenze ...... 96 Regione e organismi regionali ...... 106 2.10.1 Gli enti facenti capo al perimetro Regionale sono i seguenti ...... 106 2.10.2 La verifica dei crediti-debiti ...... 110 2.10.3 Gli incarichi alle partecipate ...... 113 CAPITOLO 3 SPESA DEL PERSONALE ...... 125 La dirigenza ...... 125 3.1.1 Provvedimenti del 2016 ...... 127 La vicedirigenza, posizioni organizzative e integrazione del fondo per la contrattazione decentrata ...... 128 3.2.1 Vicedirigenza, posizioni organizzative e alta professionalità ...... 139 La spesa complessiva ...... 142 Il fondo per la contrattazione integrativa ...... 142

5

CAPITOLO 4 L’INDEBITAMENTO ...... 145 Premessa. L’inquadramento normativo. Il processo di transizione all’armonizzazione contabile ...... 145 L’evoluzione della situazione debitoria nell’esercizio 2016 ...... 148 I contratti derivati. I rilievi emersi in sede di giudizio di parificazione del rendiconto 2015...... 153 Segue: l’adozione delle misure correttive da parte della Regione Liguria ...... 154 Valutazione delle misure adottate dalla Regione Liguria ...... 156 Il vincolo sui flussi attivi dei contratti derivati non ancora estinti ..... 163 Insufficienza del contenuto della nota integrativa. I rilievi in sede di rendiconto 2015. Il parziale adeguamento da parte della Regione Liguria...... 170 La dismissione degli immobili regionali e del comparto sanitario effettuata negli esercizi 2011 - 2012...... 172 Le misure adottate dalla Regione Liguria e da ARTE Genova...... 174 Effetti del mancato inserimento delle poste contabili relative alla cartolarizzazione nello stato patrimoniale. Riduzione della posta “immobili cartolarizzati” ...... 175 La crisi finanziaria di ARTE Genova quale effetto ultimo dell’operazione di cartolarizzazione...... 177 CAPITOLO 5 LA GESTIONE DEI FONDI COMUNITARI ...... 183 Introduzione ...... 183 La programmazione comunitaria 2007-2013 ...... 183 5.2.1 Il POR FESR Liguria 2007-2013 “Competitività regionale e occupazione”: sintesi delle risultanze conclusive ...... 185 5.2.2 Il POR FSE Liguria 2007-2013 “Competitività regionale e occupazione”: sintesi delle risultanze conclusive ...... 186 La programmazione comunitaria 2014-2020 ...... 188 Lo stato di attuazione del Piano di Rafforzamento Amministrativo ... 190 IL POR Liguria FESR 2014-2020 “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” ...... 192 5.5.1 La dotazione finanziaria del programma e il sistema di gestione e controllo ...... 192 5.5.2 Stato di attuazione del Programma ...... 196 5.5.3 Esame approfondito di un’operazione selezionata come campione: “Città di Genova: sinergia tra operazioni Asse 6-Città e azioni PON Metro . 201 IL POR FSE Liguria 2014-2020 “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” ...... 205 5.6.1 La dotazione finanziaria del programma e il sistema di gestione e controllo ...... 205 5.6.2 Stato di attuazione del programma ...... 208 Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Liguria. Dotazione finanziaria e attuazione del programma ...... 212 5.7.1 Avanzamento finanziario e fisico ...... 214 5.7.2 Avanzamento procedurale ...... 216 5.7.3 Avanzamento rispetto ai target intermedi stabiliti ...... 217 5.7.4 Il piano di valutazione ...... 218 5.7.5 Sistema di monitoraggio e valutazione...... 219 5.7.6 Assistenza tecnica ...... 220 Conclusioni ...... 223 CAPITOLO 6 I FONDI DESTINATI AL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE ...... 225

6

Introduzione ...... 225 Il quadro normativo ...... 226 L’organizzazione amministrativa regionale ...... 228 La vicenda della gara a lotto unico per la gestione del servizio nel Bacino Unico Regionale per i trasporti. L’attività dell’Agenzia Regionale per il Trasporto Pubblico Locale S.p.A...... 229 L’assetto attuale del sistema e dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale ...... 235 6.5.1 Aspetti generali ...... 235 6.5.2 Il trasporto pubblico locale su gomma ...... 237 6.5.3 Il trasporto ferroviario regionale ...... 240 6.5.4 Cenni agli altri servizi trasportistici ...... 242 La funzione di programmatoria dei servizi di trasporto pubblico ...... 244 La funzione regionale di monitoraggio ...... 249 Le azioni nel campo degli investimenti ...... 251 6.8.1 Cenni agli interventi previsti nella legislazione statale ...... 251 6.8.2 Il programma straordinario di investimenti ex legge regionale 28 dicembre 2009, n. 62 ...... 252 6.8.3 Gli investimenti per il trasporto ferroviario ...... 259 6.8.4 Cenni al sistema di bigliettazione elettronica (SBE) ...... 260 Il Fondo per l’efficientamento del servizio di cui all’art. 28-bis della legge regionale n. 33 del 2013 ...... 261 Le fonti di finanziamento ordinario dei servizi di trasporto pubblico locale ...... 269 6.10.1 Il finanziamento statale ...... 269 6.10.2 Il finanziamento regionale ...... 274 6.10.3 Cenni al sistema tariffario ...... 279 Il trasporto pubblico locale nel Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio 2016 ...... 280 Conclusioni ...... 289 CAPITOLO 7 IL CONTO DEL PATRIMONIO ...... 293 Il rendiconto patrimoniale ...... 293 Lo stato patrimoniale ...... 294 7.2.1 Stato patrimoniale attivo ...... 295 7.2.2 Terreni e fabbricati ...... 298 7.2.3 Altre immobilizzazioni materiali ...... 299 7.2.4 Mezzi di trasporto ...... 300 7.2.5 Macchine per ufficio e hardware ...... 300 7.2.6 Altri beni materiali ...... 301 7.2.7 Criteri di stima e conformità dei valori alle scritture inventariali ...... 302 7.2.8 Beni suscettibili di sfruttamento economico ...... 303 7.2.9 La valutazione sulle concessioni di fonti di acque minerali e termali . 308 7.2.9.1 Le controdeduzioni della Regione ...... 311 7.2.10 Immobilizzazioni in corso ...... 311 7.2.10.1 Diritti reali di godimento ...... 312 7.2.11 Conti d’ordine ...... 313 Inventario dei beni mobili e immobili ...... 313 Sintesi e conclusioni ...... 316 CAPITOLO 8 RELAZIONE SULLA GESTIONE DELLA SPESA SANITARIA REGIONALE ...... 319 La spesa corrente destinata al servizio sanitario regionale ...... 319 8.1.1 Le principali componenti di costo del servizio sanitario nazionale .... 320

7

Le entrate destinate al finanziamento della spesa sanitaria regionale ...... 321 8.2.1 La compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria ...... 324 8.2.1.1 La compartecipazione alla spesa farmaceutica ...... 326 La gestione della spesa sanitaria regionale nell’esercizio 2016 ...... 327 8.3.1 Le risorse erogate nel 2016 agli enti del SSR ...... 330 La mobilità, attiva e passiva, extraregionale ...... 332 I risultati economici dell’esercizio 2015 ...... 334 8.5.1 L’erogazione per cassa delle risorse destinate al ripiano del disavanzo 336 I piani di rientro per le aziende sanitarie in disavanzo gestionale .... 337 Indebitamento e situazione di cassa degli enti del servizio sanitario 341 8.7.1 Situazione di cassa e tempi di pagamento ai fornitori ...... 346 La gestione di tesoreria delle entrate destinate al SSR ...... 352 8.8.1 Conciliazione con le rilevazioni SIOPE ...... 353 L’armonizzazione dei bilanci sanitari ...... 356 8.9.1 Il bilancio della gestione sanitaria accentrata presso la regione ...... 362 8.9.2 L’affidamento ad A.Li.Sa. della funzione di GSA ...... 363 8.9.3 Il bilancio consolidato del servizio sanitario regionale ...... 366 Le regole di coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario ...... 368 8.10.1 Riduzione posti letto accreditati ...... 368 8.10.2 Personale del SSR - Contenimento costi complessivi ...... 370 8.10.3 Personale del SSR – I limiti ai fondi per la contrattazione integrativa 372 8.10.4 Personale SSR - riduzione dei costi per i contratti c.d. flessibili ...... 375 8.10.5 Spese per consumi intermedi e consulenze ...... 377 8.10.5.1 Gli obblighi di rinegoziazione introdotti nel 2015 ...... 381 8.10.5.2 L’andamento generale della spesa per beni e servizi non sanitari .... 382 8.10.6 L’attività di centralizzazione delle committenze – direttive e risultati 384 Costi assicurativi e accantonamenti a fondo rischi ...... 386 8.11.1 Le novità della legge n. 24 del 2017 ...... 390 8.11.2 Gli accantonamenti a fondo rischi e oneri ...... 391 La spesa farmaceutica ...... 393 8.12.1 Limiti di finanza pubblica alla spesa farmaceutica ...... 394 8.12.2 La distribuzione di farmaci per conto ...... 399 I costi per dispositivi medici ...... 403 8.13.1 I limiti di finanza pubblica ai costi per dispositivi medici ...... 403 8.13.1.1 La rinegoziazione dei contratti di acquisto dei dispositivi medici ...... 406 Le prestazioni erogate da privati accreditati ...... 407 8.14.1.1 La spesa per acquisto di prestazioni da operatori privati in Liguria... 408 8.14.2 Limiti di finanza pubblica ai costi per prestazioni da privato accreditato 411 La medicina di base...... 412 8.15.1 Dematerializzazione documentazione sanitaria ...... 413 Obiettivi dei direttori generali ...... 415 L’Agenzia sanitaria regionale - ARS ...... 416 8.17.1 L’istituzione dell’Azienda ligure sanitaria della regione (A.Li.Sa.) ..... 418 Gli investimenti regionali in materia sanitaria ...... 419 8.18.1 Il monitoraggio degli investimenti sanitari già finanziati ...... 423 Sintesi e conclusioni ...... 428

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CAPITOLO 9 VERIFICA DI AFFIDABILITA’ DELLE SCRITTURE CONTABILI DEL RENDICONTO DELLA REGIONE LIGURIA PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2014 ...... 433 Premessa e metodologie di indagine adottate ...... 433 Significatività ...... 434 Sintesi e conclusioni ...... 438 Allegato A ...... 439 Schede DAS ...... 442 CAPITOLO 10 VERIFICA AFFIDABILITÀ IMPEGNI E PAGAMENTI DEL PERIMETRO SANITARIO ... 529 Premessa e metodologie di indagine adottate ...... 529 Impegni ...... 529 Pagamenti ...... 537 CAPITOLO 11 INDICE DELLE TABELLE ...... 543

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CAPITOLO 1 LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA REGIONALE E I CONTROLLI INTERNI

Il Documento di Economia e Finanza Regionale per il triennio 2016-2018

1.1.1 Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR), introdotto dalla normativa sull’armonizzazione dei sistemi contabili (decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)

Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR), introdotto dalla normativa sull’armonizzazione dei sistemi contabili (decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118), è il nuovo documento di programmazione deputato ad individuare le linee programmatiche dell’azione di governo regionale per il periodo compreso nel bilancio di previsione, necessarie per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo della Regione. L’art. 36 del d.lgs. 118 del 2011 specifica che le Regioni sono tenute ad ispirare la propria gestione al principio della programmazione. A tal fine adottano ogni anno il bilancio di previsione finanziario che si riferisce ad un orizzonte temporale almeno triennale, che viene elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel documento di economia e finanza regionale (DEFR), a sua volta predisposto secondo le modalità fissate dal principio contabile applicato della programmazione. Il DEFR definisce gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, ha carattere generale, contenuto programmatico, costituisce lo strumento a supporto del processo di previsione ed ha le seguenti finalità: - decidere i programmi da realizzare e i relativi contenuti all’interno delle singole missioni, le relative previsioni di spesa e le inerenti modalità di finanziamento; - orientare le successive deliberazioni del Consiglio e della Giunta; - costituire il presupposto dell’attività di controllo strategico, con particolare riferimento allo stato di attuazione dei programmi, all’interno delle missioni, e alla relazione al rendiconto di gestione. Si dà atto che il DEFR Regione Liguria, per il triennio 2016–2018, contiene le linee programmatiche dell’azione di governo regionale per il periodo 2016-2018, necessarie per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo della Regione. Il medesimo è connotato da un contenuto minimo necessario, rappresentato: - dalle politiche da adottare;

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- dagli obiettivi della manovra di bilancio, in raccordo con degli obiettivi del Patto di stabilità interno; - dal quadro finanziario unitario di tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi della programmazione unitaria, con esplicitazione degli strumenti attuativi per il periodo di riferimento; - dagli indirizzi agli enti strumentali ed alle società controllate e partecipate. Tale nuovo documento di programmazione si presenta con una struttura essenziale, suddivisa in due macro sezioni. La prima sezione comprende: · il quadro sintetico del contesto economico e finanziario di riferimento; · la descrizione degli obiettivi strategici con particolare riferimento agli obiettivi ed agli strumenti di politica regionale in campo economico, sociale e territoriale, anche trasversali, articolati secondo la programmazione autonoma delle singole Regioni, evidenziando, laddove presenti, gli interventi che impattano sugli Enti locali. La seconda sezione, a sua volta, contiene l’analisi sulla situazione finanziaria della Regione ed, in particolare: · la costruzione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli Enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente; · la manovra correttiva; · l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, accompagnata anche da un’indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere i predetti obiettivi; · gli obiettivi programmatici pluriennali di riduzione del debito, tenendo conto della speciale disciplina relativa al debito pregresso già autorizzato e non contratto, vigente fino all’entrata in vigore della legge Costituzionale n. 1 del 2012 e della relativa legge attuativa, nonché del rientro dell’eventuale nuovo disavanzo. L’anno 2016 ha una sua peculiare rilevanza, in quanto segna un significativo momento di transizione. La normativa sull’armonizzazione dei sistemi contabili ha dettato una particolare disposizione circa i contenuti sostanziali di questo primo DEFR, stabilendo, che gli stessi siano condizionati all’avanzamento del processo di attuazione del federalismo fiscale e definiti a seguito del parere che la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, di cui all’art. 5 della legge 5 maggio 2009, n. 42, elabora sulle linee guida per la ripartizione degli obiettivi di finanza pubblica inseriti nel DEF (e nella nota di aggiornamento del DEF) e sulle regole

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previste per il singolo ente in ragione della categoria di appartenenza, trasmesse al Governo. Viene poi stabilito che, in caso di mancata attuazione dell’articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 5 maggio 2009, n. 42, i documenti di programmazione regionali limitino la loro portata ad un contenuto meramente programmatico e orientato a obiettivi non finanziari, e che la nota di aggiornamento al DEFR sia presentata contestualmente al disegno della legge di bilancio. All’atto dell’adozione del DEFR 2016-2018 il parere in questione non era stato adottato. Il primo DEFR della Regione Liguria, è stato, pertanto, correttamente strutturato tenendo conto delle aree tematiche funzionali della spesa secondo la classificazione stabilita dalla normativa sull’armonizzazione dei sistemi contabili, limitando la sua portata ad un contenuto programmatico, orientato a obiettivi non finanziari, coerenti con il disegno strategico e con l’architettura programmatica indicati nel Piano della Performance .

1.1.2 Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) 2016-2018 e lo Scenario economico

Il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) per il triennio 2016-2018 si inserisce nell’ambito di un scenario macroeconomico mondiale di lenta ripresa, anche se differenziato tra le diverse aree geografiche. Nell’area dell’euro la debole ripresa riflette una previsione cauta per le economie avanzate dovuta, essenzialmente, al voto nel Regno Unito in favore all'uscita dall'Unione Europea. Sebbene le reazioni dei mercati alla “Brexit” siano state abbastanza contenute, le negoziazioni per i futuri accordi tra Regno Unito e Unione Europea richiederanno anni e ci sarà inevitabilmente molta incertezza, anche se si prevede che la probabile riduzione del commercio e dei flussi finanziari tra il Regno Unito e l'Unione nel medio termine abbia conseguenze macroeconomiche negative soprattutto per il Regno Unito. Ancorché le prospettive per le economie avanzate si siano attenuate, il consolidarsi di una ripresa è comunque previsto per il 2017. Vi sono, tuttavia, fattori economici e non che possono condizionare le prospettive economiche delineate. Tra questi un indubbio rilievo assumono l’instaurazione di rapporti politici tesi e le conseguenti politiche restrittive dei singoli Stati. Sebbene le previsioni per l'economia mondiale indichino una ripresa, è comunque condivisa la necessità di urgenti azioni a tutti i livelli politici per sostenere la crescita e controllarne le possibili vulnerabilità.

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Le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro prospettano un proseguimento della ripresa economica. In realtà l'impatto del voto sulla “Brexit” è stato finora modesto. Vi è, tuttavia, la consapevolezza che l'indebolimento della domanda di importazioni nel Regno Unito frenerebbe le esportazioni nell'area. Ci si aspetta che, a sostenere la crescita della domanda interna, contribuiscano una politica monetaria espansiva, il livello ancora relativamente basso dei corsi petroliferi, il miglioramento del mercato del lavoro e la riduzione della leva finanziaria nei vari settori. Con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea si prevede per l'economia britannica un calo sia degli investimenti, che dei consumi interni e, conseguentemente, un rallentamento del suo PIL. L'incertezza connessa all'esito dei negoziati commerciali porterà, inoltre, ad una contrazione delle relazioni stesse e ad un indebolimento del tasso di cambio della sterlina. La "Brexit" dovrebbe avere, dunque, anche riflessi negativi sulla domanda esterna dell'area euro, valutati complessivamente, per il periodo 2016-2018, in circa 1,3 punti percentuali, ma con differente impatto per i singoli paesi, in relazione alle diverse relazioni commerciali col Regno Unito. Anche il quadro economico nazionale ha evidenziato, nel corso del 2016, un rallentamento della crescita. L’Italia, tra gli Stati dell’area euro, rientra tra quelli che scontano ancora alcune incertezze derivanti principalmente dalla necessità di riforme strutturali per rendere il sistema paese più competitivo e risente del rilevante ammontare del debito pubblico e della conseguente impossibilità di attuare consistenti investimenti, nonché riduzioni del carico tributario su cittadini e imprese, al fine di rilanciare i consumi interni. A ciò si aggiunge la debole ripresa dell’economia e del commercio mondiale con gli inevitabili riflessi sui mercati esteri di sbocco dei nostri prodotti. In merito all’economia ligure, essa viene da anni di grande contrazione economica e gli effetti recessivi si sono palesati in ogni settore a causa delle peculiarità strutturali che caratterizzano il tessuto sociale e produttivo ligure. Tali fattori sono ravvisabili segnatamente nell’anzianità anagrafica, nell’apporto elevato dei redditi da pensioni e da stipendi pubblici, nel limitato grado di apertura al commercio estero, nell’elevata terziarizzazione del tessuto produttivo e nella forte presenza di imprese a matrice pubblica. Questi fattori, se da un lato, rispetto ad altre aree del Paese, hanno preservato inizialmente la Regione dagli effetti prorompenti della crisi economica, dall’altro, attualmente, costituiscono un freno allo sviluppo e imbrigliano l’economia ligure rendendola incapace di rinnovarsi e di riprendere un sentiero di crescita positiva.

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Nel descritto contesto, un peso negativo assumono, altresì, la considerevole riduzione di risorse pubbliche avvenuta nel corso degli anni e l’aumento della pressione fiscale. Tuttavia, sebbene la Regione sconti congenite debolezze strutturali, si ravvisano segnali di ripresa economica. Il DEFR si inserisce, pertanto, da una parte, come sopra illustrato, in uno scenario economico ove gli effetti della crisi non sono ancora del tutto superati, dall’altra, in un quadro in cui il concorso delle Regioni e degli Enti locali agli obiettivi di finanza pubblica e alle manovre di contenimento della spesa si è fatto sempre più pervasivo. Infatti, le diverse manovre finanziarie dello Stato, che si sono succedute negli ultimi anni, hanno determinato consistenti contrazioni nei trasferimenti, nonché interventi di riduzione e razionalizzazione della spesa. Lo scenario di previsione per la Liguria, per i prossimi anni, si ribadisce, vede in complesso un'economia in leggera crescita: l'unico indicatore che risulta in flessione riguarda la spesa per consumi della Pubblica Amministrazione (PA) e delle Istituzioni Sociali Private (ISP). Per quanto riguarda gli investimenti fissi lordi, le previsioni per la Liguria sono in miglioramento rispetto ai dati precedenti. Il quadro economico delineato rappresenta il contesto in cui si inseriscono le principali novità normative in materia finanziaria, tra cui, in particolare, l’entrata in vigore anticipata (dal 2016 al 2015) per le Regioni a Statuto Ordinario dei nuovi vincoli sul pareggio di bilancio che, in concomitanza con l’entrata in vigore della riforma dell’armonizzazione contabile avviata con il d.lgs. n. 118 del 2011 e completata con il d.lgs. n. 126 del 2014, diventano la nuova modalità di calcolo del contributo al risanamento della finanza pubblica nazionale preordinata a garantire l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito, in sostituzione del Patto di Stabilità Interno. L’ obiettivo dell’armonizzazione dei sistemi contabili e, più in generale, della riforma della contabilità pubblica, è indirizzato alla realizzazione di un sistema contabile omogeneo tra le diverse amministrazioni, necessario ai fini del coordinamento della finanza pubblica e del consolidamento dei conti pubblici, per rispondere con maggiore efficienza alle verifiche disposte in ambito europeo e alle attività connesse alla revisione della spesa e alla determinazione dei fabbisogni standard. Detta armonizzazione è, altresì, presupposto ineludibile per la completa attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio, con particolare riferimento alla determinazione e al monitoraggio degli equilibri finanziari dei vari livelli di governo.

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Al tema dell’applicazione alle Regioni a Statuto Ordinario della nuova disciplina sul pareggio di bilancio si affianca quello dell’impatto dei tagli di spesa contenuti nelle manovre finanziarie del biennio 2014-2015, operati per il 2015 e per il 2016 e del proseguimento del percorso di revisione e contenimento della spesa pubblica avviato con la manovra di cui alla Spending Review del 2012.

La legge di stabilità regionale per il 2016 e le disposizioni collegate

L'attuazione degli obiettivi fissati nel Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) per gli anni 2016-2018 è, in primo luogo, demandata alla legge di stabilità regionale, nelle cui disposizioni trovano espressione le principali scelte strategiche sul fronte dell'entrata e della spesa che vanno ad incidere sulla formazione del bilancio di previsione per l'esercizio successivo. La struttura della l.r. 29 dicembre 2015, n. 27 (legge di stabilità regionale 2016) si conforma al contenuto tipico definito dall’art. 36 del d.lgs. 26 giugno 2011 n. 118 sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni e degli Enti locali e dei loro organismi, di cui al principio applicato riguardante la programmazione, e all’allegato n. 4/1 del medesimo d.lgs. 26 giugno 2011 n. 118. Essa si articola, pertanto, in alcune disposizioni generali di carattere finanziario e in misure che agiscono sul versante dei tributi e in materia di spesa di competenza regionale. La stessa innanzitutto fissa il livello massimo di indebitamento autorizzabile con legge di bilancio, ai sensi dell’art. 56 della l.r. n. 26 del 2002 e proroga all’anno 2016 l’autorizzazione alla contrazione di mutui o ad altre forme di indebitamento a copertura dei saldi finanziari negativi registrati negli esercizi 2008 e 2009. Inoltre, al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi di finanza regionale, per l’anno 2016, prevede che le maggiori risorse comunque derivanti dalle misure contenute nella legge finanziaria regionale e dalla gestione del bilancio, siano prioritariamente destinate a realizzare gli obiettivi di indebitamento netto, nonché alla crescita e agli investimenti. In applicazione dell’art 81 della Costituzione e della legge n. 243 del 2012, che fissano il principio di carattere generale secondo il quale tutte le amministrazioni pubbliche devono assicurare l’equilibrio tra entrate e spese del bilancio e la sostenibilità del debito, nell’osservanza delle regole dell'Unione europea in materia economico-finanziaria, la legge di stabilità regionale riporta una situazione, già contenuta nella l.r. n. 42 del 2014, volta a garantire la salvaguardia degli equilibri di bilancio previsti dalla normativa.

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Inoltre la legge di stabilità in discorso, sul lato delle spese, ricomprende una serie di misure di contenimento e di razionalizzazione che sostanzialmente riproducono o estendono quelle già adottate nei precedenti esercizi, nell'ambito delle quali possono distinguersi disposizioni dirette a realizzare risparmi e disposizioni preordinate, invece, a limitare l'espansione della spesa: Viene, poi, posto uno specifico divieto di spesa per sponsorizzazioni e introdotte disposizioni finalizzate: - alla razionalizzazione del patrimonio del sistema regionale; - al controllo della spesa per studi ed incarichi di consulenza; - alla razionalizzazione del parco autovetture regionali ed alla riduzione della spesa per il servizio automobilistico regionale; - alla riduzione della spesa per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza; - al controllo della spesa per formazione del personale dirigente e di quello dipendente; - al controllo della spesa per missioni; - a conseguire maggiore efficienza, all’uopo statuendosi che l'Amministrazione regionale ed i soggetti del Settore regionale allargato si avvalgano prioritariamente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione quali strumenti essenziali per la modernizzazione e semplificazione di detti procedimenti. Sul lato delle entrate la legge di stabilità dispone, in particolare, di estendere la misura sull’imposta regionale sulla benzina, stabilita all’articolo 1 della l.r. 8 novembre 2011, n. 30, anche per l’anno 2016, ai fini di fronteggiare la grave emergenza a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio ligure dal 2011 fino all’autunno 2015, e stante la necessità di portare a completamento gli interventi di ripristino e porre avvio alle necessarie misure attuative. Ulteriori disposizioni riguardano interventi nel settore del trasporto pubblico locale. La legge prevede, infine, anche finanziamenti: per la difesa della costa e il ripascimento delle spiagge; per il sociale, attraverso interventi urbanistici di manutenzione e realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica; per il potenziamento del sostegno dell'alta formazione all'estero dei giovani liguri e dell’inserimento nel mercato del lavoro regionale, attraverso le risorse disponibili sul Fondo sociale europeo. Il collegato alla legge di stabilità ha previsto alcune disposizioni per la semplificazione e la crescita, relative allo sviluppo economico, alla formazione e al lavoro, al trasporto pubblico locale, alla materia ordinamentale, alla cultura, allo

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spettacolo, al turismo, alla sanità, ai Programmi Regionali di Intervento Strategico (PRIS), all’edilizia, alla protezione della fauna omeoterma e al prelievo venatorio.

Il bilancio di previsione finanziario per gli anni finanziari 2016-2018

Il bilancio di previsione finanziario della Regione Liguria per gli anni finanziari 2016-2018 è stato approvato con l.r. 29 dicembre 2015, n. 28. A seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni contenute nel già citato d.lgs. n. 118 del 2011, il bilancio finanziario di previsione è diventato, a partire dall’esercizio 2015, triennale, e a carattere autorizzatorio, anche per gli esercizi successivi al primo, e viene aggiornato annualmente in occasione della sua approvazione. Il bilancio finanziario di previsione 2016, che costituisce la prima annualità del bilancio pluriennale 2016–2018, è stato redatto ed approvato adottando gli schemi di bilancio vigenti, previsti dal comma 1, dell’art. 11, del citato d.lgs. n. 118. Al riguardo si dà atto che la Regione ha adeguato il proprio sistema contabile ai principi generali contenuti nell’allegato 1) del predetto decreto legislativo e al nuovo principio di competenza finanziaria cosiddetta “potenziata” di cui all’allegato 4/2 . Nella versione iniziale il bilancio di previsione, in base al principio contabile generale applicato della competenza finanziaria, espone: - per l’esercizio finanziario 2016, rispettivamente entrate di competenza per euro 10.722.519.981,62 e di cassa per euro 18.831.901.393,23, impegni di spesa per euro 10.722.519.981,62, pagamenti per euro 18.831.901.393,23, in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati al medesimo bilancio; - per l’esercizio finanziario 2017 entrate di competenza per euro 9.555.649.037,72 e impegni di spesa per euro 9.555.649.037,72, in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati alla presente legge; - per l’esercizio finanziario 2018, entrate di competenza per euro 9.539.920.902,62 e impegni di spesa per euro 9.539.920.902,62, in conformità agli stati di previsione delle entrate e delle spese allegati alla presente legge. Si dà atto che: - il fondo di riserva per spese obbligatorie e d’ordine, ai sensi dell’articolo 48 del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni, è iscritto nello stato di previsione della spesa, alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 01 “Fondi di Riserva”; - il fondo di riserva per spese impreviste, ai sensi dell’articolo 48 del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni, è iscritto nello stato di previsione

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della spesa, alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 01 “Fondi di Riserva”; - il fondo di riserva di cassa, iscritto ai sensi dell’articolo 48 del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni, è stanziato nello stato di previsione della spesa per euro 68.457.866,79, alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 01 “Fondi di Riserva”, correnti, e per euro 141.862.316,92 alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 01 “Fondi di Riserva”, conto capitale; - il fondo crediti di dubbia esigibilità, ai sensi dell’articolo 46 del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni, è iscritto nello stato di previsione della spesa, alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 02 “Fondo crediti di dubbia esigibilità”, correnti, nell’importo di euro 3.500.000,00; - il fondo rischi e spese legali è iscritto nello stato di previsione della spesa alla Missione 20 “Fondi e accantonamenti” - Programma 03 “Altri fondi”, nell’importo di 2.000.000,00 euro, correnti. Si dà atto, altresì, che gli schemi di bilancio sono corredati dei seguenti relativi allegati di cui all’articolo 11, comma 3, del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni: - prospetto esplicativo del presunto risultato di amministrazione; - prospetto concernente la composizione, per missioni e programmi, del Fondo pluriennale vincolato per ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio di previsione; - prospetto concernente la composizione del Fondo crediti di dubbia esigibilità per ciascuno degli anni considerati nel bilancio di previsione; - prospetto dimostrativo del rispetto dei vincoli di indebitamento; - nota integrativa redatta secondo le modalità previste dall’articolo 11, comma 5, del d.lgs. 118 del 2011 e successive modificazioni e integrazioni; - relazione del collegio dei revisori dei conti.

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Tab. n. 1 - Bilancio di previsione 2016-2018 BILANCIO DI PREVISIONE 2016-2018 (ai sensi dell'art. 29, comma 1, del d.lgs. 33 del 2013) Legge Regionale 29 dicembre 2015 n. 28

ENTRATE Previsioni di Previsioni di Previsioni di Denominazione competenza competenza competenza anno 2016 anno 2017 anno 2018 Utilizzo avanzo di amministrazione 140.451 0 0 Fondo pluriennale vincolato 7.855 2.253 2.133 Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e 3.319.897 3.382.097 3.382.097 perequativa Trasferimenti correnti 631.282 623.557 622.684 Entrate extratributarie 251.326 33.115 33.105 Entrate in conto capitale 319.642 85.649 70.924 Entrate da riduzioni di attività finanziarie 85.000 0 0 Accensioni prestiti 538.089 0 0 Anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere 0 0 0 Entrate da servizi per conto terzi e partite di giro 5.428.978 5.428.978 5.428.978 TOTALE GENERALE 10.722.520 9.555.649 9.539.921 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

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Denominazione Previsioni di Previsioni di Previsioni di competenza competenza competenza anno 2016 anno 2017 anno 2018

Disavanzo di amministrazione 3.077 0 0 Fondo pluriennale vincolato 2.253 2.133 0 Componente negativa avanzo di amministrazione 118.089 0 0 Servizi istituzionali, generali e di gestione 130.735 255.122 254.204 Giustizia 0 0 0 Ordine pubblico e sicurezza 250 0 0 Istruzione e diritto allo studio 26.053 20.024 20.024 Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali 3.245 2.410 2.410 Politiche giovanili, sport e tempo libero 880 440 391 Turismo 6.828 2.060 2.060 Assetto del territorio ed edilizia abitativa 28.003 1.307 1.307 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e 40.374 17.754 17.926 dell'ambiente Trasporti e diritto alla mobilità 255.371 251.528 248.084 Soccorso civile 47.287 19.125 9.858 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia 42.875 19.960 19.960 Tutela della salute 3.400.357 3.316.110 3.312.994 Sviluppo economico e competitività 208.018 53.322 54.381 Politiche per il lavoro e la formazione professionale 60.088 56.358 57.261 Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca 16.017 12.837 11.077 Energia e diversificazione delle fonti energetiche 2.706 2.139 2.139 Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali 37.387 1.557 0 Relazioni internazionali 19.668 0 0 Fondi e accantonamenti 155.975 9.550 17.911 Debito pubblico 688.006 82.935 78.956 Anticipazioni finanziarie 0 0 0 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

L'assestamento del bilancio 2016

La l.r. 2 novembre 2016, n. 26 ha approvato l'assestamento del bilancio per gli anni 2016-2018, completando il raccordo fra il risultato della gestione 2015 e il bilancio di previsione 2016, sulla base dei dati definitivi derivanti dal rendiconto generale dell'esercizio 2015. Ai sensi dell’articolo 6 della medesima legge, la variazione dell’importo dell’avanzo di amministrazione risulta pari ad euro 30.523.413,40 ed è riferita alle seguenti missioni e programmi:

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Tab. n. 2 - Missioni, Programmi e Variazione MISSIONE PROGRAMMA VARIAZIONE 1 8 9.088,00 7 1 41.480,72 8 2 350.000,00 9 1 74.831,62 12 3 4.273,03 12 4 114.827,88 12 6 -350.000,00 12 7 -82.646,00 13 1 19.955.275,89 13 5 7.798,50 13 7 864.860,64 15 4 5.000.000,00 18 2 1.024.116,39 20 2 3.509.506,73

Fonte: Regione Liguria

Occorre evidenziare che relativamente alla variazione di cui alla Missione 20, programma 2, per euro 3.509.506,73, destinata a finanziare l’aumento del Fondo crediti dubbia esigibilità, verte un giudizio di costituzionalità promosso dallo Stato in quanto la variazione in esame è finanziata con un avanzo libero contestato dal medesimo. Considerando che il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2015 risulta negativo per euro 254.607.931,79, la Regione ha individuato una quota di avanzo libero in quanto, al risultato negativo complessivo, ha dapprima sottratto la quota parte relativa al fondo anticipazioni liquidità per euro 140.450.800,49, ottenendo un saldo negativo di euro 114.157.131,30. A copertura di tale disavanzo ha destinato, poi, l’ammontare dei mutui autorizzati (e non contratti) a copertura del saldo finanziario negativo relativo agli esercizi 2008, 2009, 2014 e 2015, pari ad euro 117.666.638,03. Secondo la Regione, essendo la quota negativa da coprire inferiore all’ammontare complessivo dei mutui autorizzati, la parte residuale costituirebbe, pertanto, avanzo libero. Il Governo ha contestato tale interpretazione, ritenendo che la differenza positiva tra ammontare dei mutui autorizzati e saldo negativo da finanziare debba andare a decurtare l’ammontare dei mutui autorizzati e non contratti (ossia l’ammontare del

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disavanzo finanziario autorizzato). Conseguentemente, ha presentato ricorso per questione di legittimità costituzionale contro la legge in esame, relativamente all’utilizzo dell’avanzo libero, per contrasto con il precetto dell’obbligo di copertura finanziaria di cui all’art. 81 della Costituzione. Ai mutui autorizzati e non contratti sarà dedicato ampio spazio relativamente all’esame del risultato di amministrazione.

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Le variazioni di bilancio e le previsioni finali

Il bilancio per il triennio 2016-2018, approvato con la l.r. 29 dicembre 2015 n. 28, nel corso dell'esercizio 2016 è stato variato mediante: a) due leggi di bilancio: - l.r. n. 9 del 21 giugno 2016 -concernente variazioni al bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2016-2018; - l.r. n. 26 del 2 novembre 2016 -concernente assestamento al bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2016-2018; b) n. 291 variazioni con atto amministrativo, così distinte per tipologia: - n. 9 "variazioni entrata/spesa" - n. 94 "variazioni compensative nell'ambito della spesa" - n. 10 "prelevamento dal fondo di riserva per spese obbligatorie" - n. 20 "prelevamento dal fondo di riserva di cassa" - n. 2 "individuazione capitoli per le leggi di settore" - n. 1 "prelevamento dal fondo rischi e spese legali" - n. 1 "adeguamento capitoli partite di giro" - n. 152 "liquidazione su fondi perenti" - n. 2 "decreti reiscrizioni fondi vincolati"

I controlli interni

Il sistema dei controlli interni della Regione Liguria, anche per l’esercizio 2016, comprende diverse tipologie di controllo: di regolarità amministrativa e contabile; di gestione; strategico; di valutazione del personale con incarico dirigenziale e non. I controlli sono stati esercitati da differenti strutture regionali a livello centrale e dipartimentale: le strutture e gli atti organizzativi che raccordano tra loro i singoli controlli, attribuiscono al sistema un profilo di carattere interno, nell’ambito del quale, gli esiti dei riscontri complessivi sono esaminati ai fini dell’adozione di misure correttive. Si è proceduto ad esaminare i controlli interni effettuati dalla Regione Liguria nell’anno 2016, sulla base di diverse fonti di approfondimento: - dati e documenti acquisiti con l’attività l’istruttoria; - pubblicazioni di documenti e dati da parte della Regione Liguria sul sito web istituzionale, nell’apposita sezione “Amministrazione trasparente” in ottemperanza agli obblighi di pubblicazione previsti dall’art. 43, comma 1, del d.lgs. n. 33 del 2013;

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- leggi regionali vigenti adottate nel corso dell’esercizio 2016 e pubblicate dalla Regione Liguria nell’apposita sezione del sito web istituzionale “leggi regionali vigenti”; - deliberazioni di Giunta adottate nell’anno 2016, in materia di Performance , misurazione e valutazione della performance e di Organismo indipendente di valutazione (O.I.V. nel prosieguo); - Relazione Annuale del Presidente della Regione Liguria sul sistema dei controlli interni e sui controlli effettuati nell’anno 2016 (ai sensi dell’art. 1, comma 6, del d.l. 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213), redatta sulla base delle linee guida e del questionario definiti con Deliberazione della Sezione delle autonomie n. 10 del 4 maggio 2017; relazione che è stata acquisita agli atti di questa Sezione in data 4 luglio 2017. 1. Sulla base di quanto specificato nella sopra citata Relazione del Presidente, si evidenzia che mentre per il controllo di regolarità amministrativo-contabile intervengono le strutture finanziarie centrali e gli uffici dipartimentali con funzioni di staff e in materia di affari giuridici, per ciò che riguarda le altre tipologie di controllo, strategico gestionale e di valutazione, che sono confluiti e in parte si sono integrati nel controllo sulla performance (come configuratosi a partire dal d.lgs. n. 150 del 2009), operano l’O.I.V., con un ruolo assai rilevante, la struttura centrale competente e i direttori generali delle direzioni e dei dipartimenti regionali. Da una prima analisi dei dati e dei supporti documentali, si possono evidenziare i seguenti elementi : Il Programma di Governo costituisce l’elemento apicale del cosiddetto “albero della Performance ”, ossia della mappa logica che rappresenta i legami tra mandato istituzionale, missione, visione, aree strategiche, obiettivi strategici, e piani d’azione. L’albero della Performance ” ha la funzione di fornire una rappresentazione articolata, completa, sintetica ed integrata della performance dell’Amministrazione. Pertanto, dal Programma di Governo discendono gli obiettivi strategici di portata pluriennale che il Piano della performance è chiamato conseguentemente a declinare in un quadro di obiettivi e di attività, che la macchina amministrativa regionale deve perseguire nel triennio, a cominciare dagli obiettivi dell’anno in corso. Il Piano rappresenta la prima fase del ciclo di programmazione e controllo che interessa tutta l’attività dell’Ente Regione. Esso consente di programmare l’attività in modo da rendicontare successivamente i cittadini sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sulla gestione dell’Ente.

1 Deliberazione n. 10/SEZAUT/2017/INPR, depositata in data 5 maggio 2017 e pubblicata in G.U., Serie Generale, n. 116 del 20 maggio 2017.

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Il Piano contiene, quindi, gli obiettivi strategici triennali e quelli annuali, che sono stati classificati in base alla tipologia di missioni utilizzata dalla normativa nazionale in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni e degli Enti Locali (d.lgs. n. 118 del 2011). Il Piano è suddiviso in quattro parti principali: - la prima descrive sinteticamente le attività della Regione, quale sia lo stato della sua organizzazione e come sia configurato il sistema di misurazione e valutazione della performance ; - la seconda illustra i macro obiettivi strategici del triennio e la classificazione per missioni; - la terza parte descrive gli obiettivi operativi per il 2016 delle singole articolazioni organizzative della Regione: direzioni centrali e dipartimenti e l’albero della Performance ; - nell’ultima sezione, infine, vengono descritte le misure da intraprendere per migliorare l’attività di gestione e la misurazione della performance . Come è noto, l’anno 2015 ha rappresentato un anno di transizione, stante l’intervenuto rinnovo del Consiglio-Assemblea legislativa della Liguria e della Giunta regionale; ne è conseguito che il contenuto del previgente Piano della Performance per il triennio 2015-2017 ha inizialmente necessitato di un’operazione di verifica di conformità con i contenuti del Programma di Governo per la X Legislatura, nelle more dell’elaborazione del successivo Piano della Performance per il triennio 2016-2018, assunto successivamente con deliberazione della Giunta Regionale n. 454 del 3 maggio 2016, ove sono stati allocati con precisione i nuovi obiettivi strategici. La Regione attraverso il suo sistema di controlli, non si è trovata impreparata a quella riforma che, a partire dal 1 gennaio 2016, prevede l’ applicazione del principio della competenza economico patrimoniale e il principio della programmazione. L’ente territoriale risulta adottare un proprio sistema informativo-contabile per la gestione della contabilità secondo quanto previsto dall’art. 2 del d.lgs. 118 del 2011 2 e propri strumenti di programmazione, che risultano infatti conformi a quanto previsto dal principio applicato della programmazione che la normativa sull’armonizzazione impone. Con il nuovo sistema, come noto, si intende garantire la definizione delle risorse finanziarie collegate ai programmi delle singole strutture e centri di responsabilità, con il conseguente dettaglio delle risorse necessarie al raggiungimento del singolo obiettivo gestionale assegnato ai dirigenti.

2 “Le Regioni adottano la contabilità finanziaria cui affiancano, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economico-patrimoniale garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sia sotto il profilo finanziario che sotto il profilo economico-patrimoniale”.

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Ciò comporta, per quanto attiene al sistema dei controlli, un miglioramento nella misurazione e nella valutazione della performance organizzativa e individuale e, al contempo, una maggiore trasparenza nel processo di allocazione delle risorse pubbliche. La Relazione del Presidente citata ha dato atto, tra l’altro, che: - nel corso del 2016 “è proseguito l’impegno nell’implementazione della sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale.” - “I monitoraggi sulla pubblicazione dei dati sono costanti e danno origine a richieste di adeguamento e aggiornamento alle strutture competenti. Formalmente sono stati effettuati annualmente i monitoraggi da parte dell'OIV di cui l’ultimo al 31 marzo 2017 (come prescritto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione), il cui documento di attestazione è stato sottoscritto dall’OIV in data 14 aprile 2017.“ - “Dal 2017 è stato inoltre previsto quale misura del Piano Anticorruzione un monitoraggio semestrale formale da parte delle direzioni/dipartimenti regionali sull’osservanza degli obblighi di trasparenza.” La Regione, ha approvato, in applicazione di quanto disposto dal decreto legislativo n. 150 del 2009, il Piano della Performance triennale 2016-2018, dando applicazione alla previsione contenuta nella l.r. n. 59 del 4 dicembre 2009 3, all’ art. 27 del Capo VI: “Valutazione della Performance ”. In base alle prescrizioni dell’articolo 27 “Ciclo di gestione della performance ”, è stato definito dalla Giunta regionale, nel mese di maggio 2016, il Piano triennale 2016-2018 della Performance , recante, in particolare,: a) l’individuazione dei macro-obiettivi strategici triennali e la loro classificazione per missioni; b) l’individuazione e la descrizione degli obiettivi operativi per l’anno 2016 delle singole articolazioni organizzative della regione; c) la definizione dell’albero della Performance e la “Cascata degli obiettivi” 4. In sede di verifica intermedia dell’attuazione del Piano della performance 2016- 2017, la Regione ha provveduto al monitoraggio degli obiettivi e indicatori anche con la modifica e integrazione di indicatori e target di risultato per alcuni obiettivi strategici ed obiettivi annuali dei direttori generali, riferiti all’esercizio 2016. Tali modifiche ed integrazioni di indicatori e target per gli anni 2016-2018, con le conseguenti modifiche al Piano della Performance 2016-2018, sono state assunte, su

3 Legge regionale il cui testo è stato aggiornato in base alle modifiche della l.r. n. 40 del 2014 e della l.r. n. 29 del 2015 4 Piano performance Giunta 2015-2017, febbraio 2015, pag. 13

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proposta dell’OIV, con delibera della Giunta Regionale n. 1152 del 12 dicembre 2016 e sono state pubblicate sul sito web istituzionale dell’Ente nell’apposita sezione “Piano della Performance ”, nell’ambito della sezione “Amministrazione Trasparente”. Nell’ambito del Piano della Performance 2016 sono stati individuati n. 1 obiettivo strategico, n. 42 obiettivi di struttura dirigenziale e n. 63 obiettivi di posizione organizzativa che riguardano l’osservanza del Piano Anticorruzione e della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza. Complessivamente nel 2016 risultavano n. 147 dipendenti coinvolti a vario titolo nel perseguimento di obiettivi collegati al Piano Anticorruzione. A fine 2016 è stato modificato il Sistema di valutazione della Performance e delle prestazioni del personale regionale introducendo tra i fattori comportamentali da valutare il fattore “Integrità e Osservanza delle Regole” che fa riferimento diretto all’osservanza delle misure del Piano Anticorruzione e degli obblighi di trasparenza e delle disposizioni del Codice di Comportamento. La riforma a partire dal 2016, con il principio applicato della programmazione e della contabilità economico-patrimoniale, che prevede l’applicazione della Competenza economico-patrimoniale e del metodo della Programmazione, ha comportato che la Regione ha dovuto adeguare i propri strumenti di programmazione a quanto previsto dal suddetto principio, che la normativa sull’armonizzazione impone 5. Le novità a partire dal 2017, prevedono inoltre il Conto consolidato regionale e il Sistema di Bilancio regionale, con la redazione da parte della Regione del Bilancio consolidato con i propri enti ed organismi strumentali, aziende e società partecipate. 6 Circa l’ O.I.V., emerge il ruolo svolto nell’ambito del ciclo di valutazione- misurazione della performance organizzativa e individuale in connessione con le strutture e vertici organizzativi della Regione, da un lato (Segretario generale, Direttori generali, vice Direttori generali e Dirigenti), e con la Giunta Regionale, dall’altro, così come previsto dall’art. 27-bis , comma 4, della l.r. n. 59 del 2009. Ruolo che si inserisce nel ciclo stesso di programmazione economico-finanziaria per diretta connessione con la definizione degli obiettivi e delle risorse da assegnare a ciascun obiettivo e che diventa tanto più rilevante, in relazione ai cambiamenti in atto, a decorrere dal 1 gennaio 2016 e, successivamente, a far tempo dal 1 gennaio 2017. La Regione, con la delibera di Giunta Regionale n. 1445 del 2015, concernente “Approvazione dello schema di avviso per la raccolta di manifestazione di interesse alla nomina quale organismo indipendente di valutazione ai sensi dell’art. 28 della l.r.

5 DPEF 2015-2017, pag. 31. 6 DPEF 2015-2017, pag. 32.

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n.59 del 2009”, ha avviato il procedimento finalizzato alla costituzione del nuovo O.I.V., per il triennio 2016-2018, nella sua composizione monocratica ed esterna. A seguito dell’istruttoria eseguita da parte della struttura compente, Settore Performance , Trasparenza Anticorruzione e Privacy , sulle diciotto manifestazioni di interesse pervenute alla Regione, la Giunta, con deliberazione n. 126 del 2016 (pubblicata sul sito web il 10 marzo 2016), ha deliberato la nomina del nuovo O.I.V. monocratico. Il modello organizzativo regionale e la dirigenza della Regione Liguria e, pertanto, le strutture regionali, che insieme all’O.I.V. determinano, gestiscono e monitorano il ciclo della performance , dall’anno 2015, hanno subito alcuni cambiamenti ad opera della già citata l.r. n. 29 del 2015, che ha introdotto la figura dei Vice Direttori generali nell’articolazione organizzativa dell’Ente: all’art. 29, comma 1, secondo cui “i dipartimenti possono articolarsi in una o più Vice Direzioni generali”; al comma 5, che ha inserito l’art. 15-bis “Vice Direttore Generale” nella l.r. n. 59 del 2009, prevedendo che “il V.D.G. esercita le funzioni del Direttore di Dipartimento ad esso espressamente attribuite dalla Giunta regionale all’atto del conferimento dell’incarico e le altre funzioni ad esso delegate dal direttore competente”. Con riguardo ai controlli di regolarità amministrativa e contabile, gli organi competenti che esercitano un controllo preventivo, in sede di redazione dell’atto, risultano essere i direttori generali e i dirigenti, nonché la Ragioneria che attesta la regolarità contabile degli atti aventi rilevanza finanziaria diretta sul bilancio regionale, in quanto determinano una registrazione contabile. In base alla circolare del Segretario Generale prot. n. 25557 del 22 dicembre 2014, gli atti sui quali è esercitato il controllo di regolarità amministrativa e contabile sono le deliberazioni della Giunta Regionale, i decreti del Presidente della Giunta Regionale, le proposte di deliberazione di Giunta al Consiglio regionale, i decreti del Segretario Generale, esclusi quelli di natura obbligatoria a cadenza periodica, i decreti dei direttori generali e i decreti dirigenziali. Nella Relazione del Presidente della Regione citata si dà atto che le verifiche di cassa e dei registri contabili da parte degli economi e dei funzionari delegati, sono effettuate con cadenza rispettivamente, semestrale, le prime e annuale, le seconde. Viene inoltre specificato, che l’esercizio 2015 rappresenta l’ultimo anno di gestione di fondi attraverso l’istituto del Funzionario delegato. Gli atti soggetti al controllo di regolarità contabile della Ragioneria regionale sono quelli aventi rilevanza finanziaria diretta sul bilancio regionale, in termini di accertamento, impegno, riduzione, aumento, ecc.

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Il controllo di regolarità amministrativo-contabile si inserisce prima dell’adozione finale dell’atto: i controlli effettuati successivamente all’adozione dell’atto, al momento, avvengono solo in casi di particolare necessità e/o in base a specifiche segnalazioni. Con l’adozione del Piano per la prevenzione della corruzione, la Regione ha adottato una misura ulteriore, finalizzata alla gestione del rischio sull’iter procedimentale che prevede la verifica a campione, nell’ambito dei processi mappati e delle attività a rischio corruzione. In relazione agli atti soggetti a registrazione contabile, si evidenzia che, a seguito del controllo esercitato dalla Ragioneria, circa il 50 per cento degli atti presentati alla registrazione ha richiesto interventi correttivi, che si sono rivelati, poi, risolutivi, cosicché circa il 99 per cento degli atti pervenuti si sono conclusi con la registrazione contabile. In relazione agli atti che non danno seguito a registrazione contabile, il controllo avviene in via preventiva e, pertanto, nel caso di riscontrate presunte irregolarità, l’atto non viene adottato fino a quando queste non vengono corrette. Nel caso del riscontro di irregolarità, le risultanze del controllo vengono trasmesse all’organo proponente, per la regolarizzazione. In caso di esito positivo del suddetto controllo, gli atti collegiali sono trasmessi alla Giunta per l’approvazione, mentre gli atti monocratici vengono regolarmente registrati. Il controllo di gestione, fa parte integrante del sistema della performance, e il sistema di misurazione e valutazione della performance prevede la definizione di indicatori di attività, di risultato, di efficienza e di qualità, in relazione alla tipologia dell’obiettivo stabilito, a cui essi sono legati. Le risorse finanziarie sono ripartite per centri di responsabilità nel bilancio regionale e, a seguito dell’approvazione dello stesso, viene approvato il Piano della Performance . Il controllo gestionale avviene mediante un apposito applicativo, il “cruscotto gestionale on-line ”, a disposizione di ciascun Direttore Generale e Dirigente: mediante tale applicativo, è possibile in tempo reale verificare l’andamento di dati e informazioni rilevanti, ai fini del controllo, tra i quali, il personale a disposizione, i tassi di assenza, i costi e le risorse finanziarie affidate e suddivise in stanziate / impegnate / liquidate, con i relativi indici di capacità di impegno, di spesa e di utilizzo. La relazione finale sulla performance è approvata dalla Giunta Regionale entro il 31 luglio dell’anno successivo, ai sensi dell’art. 27, comma 1, lett. b) della l.r. n. 59

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del 2009. Pertanto, in relazione all’esercizio 2015, dovrà essere redatta entro il 31 luglio c.a. Per ciò che attiene invece alla valutazione del personale con incarico dirigenziale, di cui al punto 2.3 e seguenti, della Relazione del Presidente, dall’anno 2011 opera l’O.I.V., nominato dalla Giunta regionale. L’Organismo in questione, pertanto, ha operato sin dal 2011, a partire dalla valutazione dei risultati per l’anno 2010, secondo il manuale di valutazione della dirigenza, ai sensi della l.r. n. 23 del 2010, art. 6, “Modifiche alla l.r. 4 dicembre 2009, n. 59, comma 8, lettere a) e b)”. L’Organismo Indipendente di Valutazione, nel predisporre la proposta di valutazione dei direttori generali regionali (come previsto dalla citata l.r. n. 59 e ss.mm.) e nel coordinare il processo di valutazione complessiva, prende atto delle risultanze contenute nel report di monitoraggio della verifica intermedia e valida il contenuto della Relazione finale sulla performance . Con riguardo al controllo strategico esso risulta integrato con il controllo di gestione. Nel processo legato alla gestione del ciclo della performance, è previsto un monitoraggio costante sugli obiettivi dell’Ente, a livello di macro obiettivi strategici e a livello di obiettivi gestionali. La Regione, ai sensi di quanto indicato nella Relazione del Presidente, ha dato priorità al controllo sulla gestione, verificando l’attuazione degli obiettivi mediante un monitoraggio trimestrale da parte dei singoli centri di responsabilità (strutture), successivamente validato dai Direttori Generali, e utilizzando il citato “cruscotto direzionale” in funzione dal 2013, inserito nel sistema informativo del ciclo della performance , che è a disposizione del Segretario Generale, dei Direttori Generali, e dei singoli Dirigenti, attraverso il quale è possibile monitorare, a cascata gli obiettivi di struttura. Nel corso del 2016, il controllo strategico ha individuato criticità e/o necessità di adeguamento e integrazione dell’azione amministrativa regionale. Come già sopra anticipato, su proposta dell’O.I.V., e tenuto conto di quanto espresso dalle strutture competenti nei relativi report, la Regione ha pertanto proceduto all’approvazione, con la citata deliberazione della Giunta Regionale n. 1152 del 12 dicembre 2016, delle misure correttive e degli adeguamenti ritenuti opportuni, con la pubblicazione nella Sezione Amministrazione trasparente / Piano della Performance , delle modifiche apportate al Piano della performance 2016-2018, di cui alla richiamata delibera.

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La legge n. 1 del 2016: “Legge sulla crescita”

L’esame delle leggi di spesa promulgate dalla Regione Liguria nell’anno 2016, al fine della verifica delle coperture finanziarie, ha evidenziato alcune norme che, a livello programmatico, assumono (o dovrebbero assumere) particolare rilevanza sullo sviluppo dei programmi regionali rivolti all’economia, alle imprese e al territorio. La norma più significativa è rappresentata dalla l.r. 16 febbraio 2016 n. 1, “Legge sulla crescita”. Con essa la Regione vuole sostenere la propria economia portandola ad un livello di crescita ed eccellenza simile a quello delle Regioni europee più progredite, mediante uno sviluppo sostenibile e rafforzando le proprie peculiarità. A tal fine è stata istituita una Cabina di Regia con il sistema camerale (per l'individuazione delle priorità di azione e l'individuazione di un cronoprogramma degli interventi) e gli Stati Generali dell'economia quale momento di monitoraggio tra la Giunta Regionale e il partenariato al fine di verificare l'andamento e l'efficacia dei programmi attivati (art. 1). Le risorse da destinare all’attuazione degli obiettivi indicati dalla norma, da utilizzare in modo complementare e sinergico alle risorse statali e comunitarie, si rinvengono attraverso la rimodulazione della spesa programmata, anche avviando, ove necessario, le procedure di definanziamento ai sensi della normativa vigente. Inoltre, la Giunta regionale destina al finanziamento delle misure della legge ed, in particolare, al fondo strategico di cui all'articolo 10, le risorse derivanti dalla riduzione dei costi conseguenti alla razionalizzazione degli affitti passivi e quelle derivanti dalla vendita del patrimonio regionale non destinato a fini istituzionali. Sul punto, però, la legge non evidenzia quali siano le previsioni di tali risorse e quali i piani per realizzarli. La Regione ha evidenziato che dalla razionalizzazione logistica dei propri uffici, con l'obiettivo di ridurre la spesa corrente per locazioni passive, si aspetta di ottenere, a partire dal 2017, un contenimento complessivo dei costi non inferiore a un milione di euro. Su quali siano le azioni concrete per ottenere tale risultato nulla è evidenziato nella Relazione illustrativa al disegno di legge, la cui valenza consiste proprio nel chiarire l’ambito operativo e le misure necessarie all’attuazione degli interventi. Allo stesso modo non è fatto alcun riferimento concreto alla vendita del patrimonio regionale non destinato a fini istituzionali. L’art. 5 prevede delle agevolazioni fiscali per le imprese, disponendo anche l’esenzione totale dell’IRAP, fino ad un massimo di cinque anni, a beneficio di determinati settori produttivi.

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Tramite la leva fiscale, inoltre, la Regione, può favorire la stipulazione di Accordi di Localizzazione con imprese che investano in nuove attività produttive e turistiche nonché nel terziario e che assumano l'obbligo di mantenere l'insediamento per un periodo minimo di cinque anni in coerenza con la normativa comunitaria (art.7). Allo stesso modo vengono favorite le cosiddette imprese start up , nei limiti delle risorse di bilancio ed utilizzando la leva fiscale di cui all’art. 5 (art. 8). La norma maggiormente significativa, per rilevanza finanziaria (potenziale) e per l’ambito di intervento, è rappresentata dall’art. 9 in base alla quale la Regione, al fine di favorire l’accesso al credito, promuove una riforma della Fi.L.S.E. e della sua controllata Ligurcapital S.p.A., con l'obiettivo di adeguare lo strumento alla nuova disciplina in materia di intermediari finanziari e di creare le condizioni per l'avvio e la gestione di operazioni di finanza evoluta in materia di equity , garanzie, finanziamenti strutturati, tali da garantire gli obiettivi previsti dal presente articolo (art. 9). Punto focale della norma è senz’altro il Fondo Strategico Regionale finalizzato al conseguimento degli obiettivi della legge. Gli interventi del Fondo potranno operare sia direttamente, quale cofinanziamento o garanzia degli interventi di altri operatori e/o altre Istituzioni, o per il tramite di specifici veicoli societari, Fondi di investimento o altri strumenti finanziari. La gestione del Fondo è assegnata alla Fi.L.S.E. controllata. Il Fondo può essere costituito ed implementato da risorse regionali, da fondi provenienti da programmi nazionali e comunitari, da fondi rotativi esistenti, da proventi di dismissioni mobiliari e immobiliari della Regione e/o di sue partecipate. Al fine di accrescerne la produttività e la leva finanziaria il Fondo può essere utilizzato per consentire l'emissione di strumenti di debito e l'assunzione di finanziamenti, sia da istituzioni comunitarie o nazionali, che sul mercato privato. Il fondo, inoltre, attraverso il soggetto gestore, può assumere partecipazioni di minoranza, o strumenti finanziari equivalenti in imprese di rilevante interesse regionale in termini di operatività, rilevanza settoriale, livelli occupazionali, entità e fatturato, innovatività, che siano funzionali alla stipula degli Accordi di cui all’art. 7. Le partecipazioni possono essere acquisite anche attraverso veicoli societari o fondi di investimento cui l'intermediario finanziario sia autorizzato a partecipare. La Giunta regionale definisce le disposizioni attuative del Fondo, nonché le forme di vigilanza e valutazione sull'andamento della gestione (art. 10). La norma prevede, poi, una serie di interventi in tutti i campi dell’economia ligure: azioni strategiche in materia di agricoltura, interventi in materia di cultura e spettacolo, azioni strategiche in materia di formazione e lavoro, infrastrutture strategiche per la Liguria 2020, economia del mare, trasporto pubblico locale, misure

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per il rafforzamento delle fasi di progettazione e finanziamento di opere pubbliche di particolare rilievo, appalti pubblici, misure di incentivazione e semplificazione per il recupero, la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, misure per la valorizzazione e la fruizione delle aree demaniali marittime, per la promozione dell'attività d'impresa nel comparto Sanità, sviluppo del digitale in Liguria, per la ricerca scientifica e la formazione universitaria, nonché semplificazioni in materia di VIA. Infine, l’art. 28, rubricato norma finanziaria, prevede che agli effetti economici e finanziari derivanti dall'attuazione delle misure delineate dalla legge si provveda nell'ambito delle risorse finanziarie rese disponibili dalle annuali leggi regionali di stabilità e dalle correlate leggi di bilancio. Con riferimento a tutti gli interventi previsti dalla legge, nell’ambito della verifica delle leggi di spesa, sono state richieste informazioni sullo stato di attuazione di un così importante strumento programmatorio. La Regione ha fornito risposta ai chiarimenti richiesti, evidenziando che, relativamente alle Agevolazioni fiscali per le imprese, di cui all’art. 5, la relativa disciplina sostanziale è contenuta nell'art. 17 (Agevolazioni fiscali per le nuove iniziative imprenditoriali intraprese nell'anno 2016) della l.r. 29 dicembre 2015, n. 27 (legge di stabilità della Regione Liguria per l'anno finanziario 2016). Il comma 9, dell'art. 17 cit., ha quantificato, in fase previsionale, l'onere derivante dal suddetto beneficio fiscale: " Agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede mediante le seguenti variazioni, in termini di competenza e di cassa per l'esercizio 2016 e di sola competenza per gli esercizi 2017-2018, negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio di previsione finanziario 2016-2018: Entrata riduzione, per ogni annualità, di euro 2.000.000,00 di "Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) non Sanità" — 10.101.20; Spesa riduzione, per ogni annualità, dell'autorizzazione di spesa della Missione 20 "Fondi e accantonamenti" per un importo di euro 2.000.000,00 ". Al fine di dare attuazione a detta disposizione, la Giunta regionale, con delibera n. 283 del 5 aprile 2016, ha stabilito le modalità attuative ed ha approvato i prescritti modelli di dichiarazione sostitutiva di certificazione, che gli interessati avrebbero dovuto far pervenire alla Regione entro e non oltre il 31 marzo 2017. Nel suindicato termine sono quindi pervenute 761 istanze, attualmente in corso di verifica ai fini dell'ammissibilità. Gli effetti dell'anzidetta agevolazione saranno, pertanto, rilevabili solo a seguito della disamina delle dichiarazioni reddituali interessate.

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Con riferimento alla previsione di cui all'art. 9, la Regione precisa che l'art. 3 della l.r. n. 33 del 27 dicembre 2016 ha dato una prima attuazione alla riorganizzazione delle partecipazioni societarie della Regione la cui puntuale definizione e declinazione si concretizzerà solo nel corrente anno a seguito dell'applicazione del d.lgs. 175 del 2016. Per quanto riguarda il Fondo Strategico di cui all'art. 10 della l.r. n. 1 del 2016, lo stesso è stato attivato a fine 2016, precisamente dall'art. 4 della l.r. 27 dicembre 2016, n. 34 "legge di stabilità della Regione Liguria per l'anno finanziario 2017" e recepito nella l.r. n. 35 del 27 dicembre 2016 "Bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2017-2019", alla Missione 18, Programma 1. I capitoli sono stati istituiti e dotati di stanziamento con la delibera di Giunta regionale n. 1249 del 30 dicembre 2016 "Approvazione del documento tecnico di accompagnamento del bilancio gestionale di previsione 2017-2019, ai sensi del d.lgs. 1187 del 2011 e ss.mm.ii. A seguito di quanto esposto, nel 2016 non risultano interventi realizzati tramite il fondo strategico in argomento. Per ciò che concerne i vari interventi attuativi delle finalità indicate nella norma, la Regione evidenzia che la "Legge sulla crescita" è, essenzialmente, una legge che delinea obiettivi e principi che — come indica la relazione illustrativa — "abbracciano tutti i temi di maggiore rilevanza strategica dell'azione regionale prevedendo l'adozione di misure urgenti per promuovere gli investimenti, la crescita e l'occupazione ". L'obiettivo prioritario della l.r. n. 1 del 2016 è la crescita attraverso la realizzazione di uno sviluppo sostenibile, la creazione di un ambiente economico competitivo ispirato al rispetto delle regole, alla libertà di impresa, alla tutela del consumatore e dell' utente e alla protezione della salute e dell'ambiente, la rimozione delle barriere di accesso non giustificate e la semplificazione della normativa regionale. La legge prevede misure per attirare nuovi investimenti attraverso: la riduzione dell'Irap, il supporto alle imprese, la semplificazione e la riduzione dei procedimenti amministrativi. Nel corso dell'anno 2016 sono state poste in essere le prime azioni finalizzate a dare attuazione alle previsioni di cui all'articolo 14 della legge regionale sopracitata ed in particolare è stato avviato un percorso partecipato di ascolto delle parti sociali quale sede di confronto per comprendere le tendenze ed i bisogni del mercato del lavoro e raccogliere proposte da considerare nell'azione regionale. E’ stato, altresì, presentato il nuovo Registro dei Datori di Lavoro Socialmente Responsabili per

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riconoscere una premialità alle imprese ed, in particolare, a quelle disponibili a realizzare percorsi di alternanza tra scuola e lavoro. Inoltre, al fine di garantire al cittadino la libertà di scelta nei servizi per l'impiego, è stato attivato il processo di riconoscimento dei profili professionali degli operatori, così da giungere nel 2017 all'accreditamento dei servizi al lavoro gestiti da soggetti privati. La l.r. n. 1 del 2016, come detto legge di natura programmatica, ha portato alla approvazione di diverse leggi regionali attuative tra le quali occorre evidenziare: a) la l.r. n. 16 del 29 luglio 2016 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi): la stessa ha operato un adeguamento alla normativa nazionale di settore ed, in particolare, alle disposizioni del collegato ambientale (legge 221 del 2015); b) la l.r. n. 14 del 5 luglio 2016 (Modifiche alla l.r. 28 aprile 1999 n. 13 e alla l.r. n. 13 del 6 giugno 2008 in attuazione dell'articolo 21 della l.r. n. 1 del 16 febbraio 2016 "legge sulla crescita"): la medesima è finalizzata allo sviluppo delle attività sul demanio marittimo; c) la l.r. n. 17 del 29 luglio 2016 (Istituzione dell'Azienda ligure sanitaria della Regione Liguria (a.li.sa) e indirizzi per il riordino delle disposizioni regionali in materia sanitaria e socio sanitaria): la legge in questione propone una riforma innovativa del Servizio Sanitario ligure che costituisce la concretizzazione del disegno politico già delineato dagli obiettivi strategici del Libro Bianco, al fine di garantire la piena sostenibilità del sistema socio sanitario; d) la l.r. n. 19 del 9 agosto 2016: (Modifiche alla l.r. n. 33 del 7 novembre 2013 "Riforma del sistema del trasporto pubblico regionale e locale" e altre modifiche normative in materia di trasporto pubblico locale):essa provvede ad una revisione complessiva del trasporto pubblico mediante, tra l'altro, il superamento del bacino unico regionale e del lotto unico di gara, con l'istituzione dei bacini provinciali e l'individuazione dei relativi Enti di Governo. e) la l.r. n. 18 del 29 luglio 2016 (modifiche alla legge regionale n. 1 del 2 gennaio 2007, concernente Testo unico in materia di commercio: la legge di che trattasi ha, tra le sue finalità, quella di favorire la realizzazione di una rete distributiva, che, in collegamento con le altre funzioni di servizio, assicuri la migliore produttività del sistema e la qualità dei servizi da rendere al consumatore, garantendo il rispetto del principio della libera concorrenza; f) la l.r. n. 24 del 28 ottobre 2016 (disposizioni transitorie in materia di commercio su aree pubbliche e modifiche alla l.r. n. 1 del 2 gennaio 2007 concernente Testo unico in materia di commercio): la stessa prevede disposizioni transitorie per il

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rilascio delle concessioni per i posteggi da parte dei Comuni ed istituisce il tavolo di monitoraggio del commercio su aree pubbliche; g) la l.r. n. 27 del 18 novembre 2016 (modifiche alla legge regionale n. 41 del 7 dicembre 2006 "Riordino del servizio sanitario regionale" e alla legge regionale n. 17 del 29 luglio 2016 "Istituzione dell'azienda ligure sanitaria della Regione Liguria “A.LI.SA.”): la legge in argomento ha come finalità, tra le altre, di dare attuazione all'articolazione aziendale già prevista dalla l.r. 17 del 2016 in due aree, l'una territoriale e l'altra ospedaliera, individuando, complessivamente, nell'area territoriale la sede privilegiata di riferimento e di confronto aziendale con gli EE.LL.; h) la l.r. n. 28 del 18 novembre 2016 (disposizioni di modifica della normativa regionale in materia di protezione civile e di organizzazione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ligure): la medesima apporta modifiche alla normativa in materia di Protezione Civile al fine di adeguarla alle leggi statali e regionali sopravvenute, nonché in materia di organizzazione dell'ARPAL, allo scopo di perseguire una migliore razionalizzazione dell'assetto organizzativo dell'Agenzia anche in coerenza agli adeguamenti delle norme sulla protezione civile; i) la l.r. n. 29 del 18 novembre 2016 (prime disposizioni in materia urbanistica e di attività edilizia in attuazione della legge regionale sulla crescita): la legge in questione introduce disposizioni di semplificazione nell'ambito della vigente normativa urbanistica ed edilizia, nell'ottica di conseguire una più certa ed efficace gestione delle procedure amministrative, in attuazione dell'art. 20 della Legge sulla crescita. Nel quadro delle iniziative destinate a realizzare lo sviluppo e la crescita del territorio ligure si inserisce la riforma dell'assetto organizzativo del trasporto pubblico regionale attuata con l.r. n. 19 del 13 agosto 2016. La normativa in esame ha individuato i bacini provinciali, ai sensi dell'art. 3 bis del d. l. 138 del 2011, quale scelta ottimale di dimensione "standard": Bacino di Imperia, Bacino di Savona, Bacino di Genova, Bacino della Spezia. Ai sensi del citato art. 3 bis, le Amministrazioni Provinciali di Imperia, Savona e La Spezia (Enti di area vasta) e la Città Metropolitana di Genova sono stati individuati quali Enti di governo con funzioni di gestione del trasporto (comprensive delle procedure di affidamento del servizio e della gestione del contratto) nel loro ambito di competenza e nel rispetto della normativa vigente in materia. Sono state, altresì, definite le funzioni di programmazione previste dalla l.r. 33 del 2013, declinate in funzioni di programmazione del sistema tariffario regionale, degli

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investimenti e degli interventi di efficientamento dei costi e del servizio, nonché le funzioni di controllo del servizio di TPL attraverso la predisposizione di appositi strumenti informatici volti alla rilevazione dell'offerta reale del servizio effettuata attraverso sistemi di monitoraggio satellitare (AVM), nonché della domanda reale di trasporto pubblico tramite sistemi di bigliettazione elettronica (BELT) e degli standard di qualità dei servizi di trasporto pubblico in questione. La norma ha previsto anche un Fondo per l’efficientamento per gli esercizi successivi al 2017. Tale norma presenta aspetti di criticità che riguardano la disciplina dello stesso, in quanto è prevista la possibilità che il fondo medesimo sia attualizzato e possa costituire anche titolo nell'ambito di operazioni di cessione di credito. Tale operazione, posta in essere per le finalità di attivare procedure di esodo anticipato e di mobilità del personale dipendente delle aziende di trasporto pubblico su gomma, pone rilevanti dubbi sul rispetto dei principi contabili in materia di indebitamento e finanziamento, trattandosi nella specie di spese correnti. Tali aspetti saranno trattati in un successivo apposito paragrafo della relazione cui si rinvia. E' stata disposta, inoltre, la chiusura dell'Agenzia regionale ATPL Liguria S.p.A., dando mandato a Fi.L.S.E. S.p.A. di avviare le necessarie procedure. Infine, con riferimento al settore ambiente, protezione civile e difesa suolo, risultano di rilievo le misure previste dal Piano di Tutela della Acque regionale, approvato con delibera di Giunta regionale n. 11 del 29 novembre 2016, dirette a perseguire l’obiettivo di creare un ambiente economico competitivo nel costante rispetto dell'ambiente, al fine della tutela dell'ecosistema costiero e delle acque. In particolare si evidenzia la revisione della designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e l’approvazione dei relativi programmi di azione (delibera di Giunta regionale 1407 del 2016) e dei criteri per l'aggiornamento degli agglomerati ai fini della depurazione delle acque reflue urbane, la definizione dei criteri e delle modalità di misura delle derivazioni d'acqua, nonché la predisposizione delle linee guida per le misure di recepimento e applicazione, anche in forma sperimentale, di quanto previsto dal comma 7 bis art. 101 d.lgs. 152 del 2006, sulle acque di vegetazione dei frantoi oleari. Nel Settore della difesa del suolo e della protezione civile è stata attivata la nuova procedura che, in base alle criticità rilevate, prevede i codici cromatici giallo, arancione e rosso per l'allertamento e la gestione del rischio meteo idrogeologico ed idraulico regionale. E’ stata sancita la collaborazione con la direzione regionale dei VV.F. che prevede la presenza di loro personale presso la sala operativa regionale e sono stati approvati i primi interventi urgenti per i danni dell'alluvione del settembre

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2015 per euro 1.100.000 per i luoghi più danneggiati ed euro 2.664.000 per i soggetti danneggiati. Da evidenziare l’inserimento nel piano nazionale di tutti i progetti proposti dalla Regione per i quali era disponibile la progettazione a livello definitivo: i quattro interventi afferenti al bacino del torrente Bisagno sono rientrati nel primo stralcio per 275 milioni; inoltre la Liguria risulta destinataria del 25 per cento delle risorse complessive e di oltre il 42 per cento delle risorse immediatamente disponibili. Al fine di governare ed accelerare l'utilizzo di tali fondi è stata istituita nell'organigramma regionale la struttura «Italia sicura». Con particolare riguardo alle opere relative agli interventi di copertura del torrente Bisagno si evidenzia l'avanzamento dei lavori del secondo stralcio dell'intervento di adeguamento della copertura, che ha superato il 60 per cento; contemporaneamente sono stati aggiudicati i lavori relativi al terzo e ultimo stralcio dell'intervento, che sono stati avviati nel mese di ottobre 2016. A fine 2016 sono state attivate le procedure di gara per l'affidamento dell'incarico per l'elaborazione del progetto esecutivo del canale scolmatore del torrente Bisagno e le procedure per la programmazione dei Fondi POR-FESR 2014-2020, pari a complessivi 25 milioni di euro, destinati alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico sul territorio regionale. Il giudizio complessivo non può che essere sospeso in attesa di verificare gli sviluppi concreti di tutte le azioni di intervento previste dalla legge di crescita. Vi sono, come osservato, alcuni aspetti di indubbio rilievo, ma anche profili che assumono connotazioni di criticità, come quelli relativi al Fondo Strategico ed al Fondo per l’efficientamento nell’ambito del trasporto pubblico, che saranno oggetto di successiva analisi in appositi paragrafi.

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CAPITOLO 2 I RISULTATI DELLA GESTIONE FINANZIARIA

Premessa

Quelli che seguono sono i paragrafi dedicati alla gestione finanziaria 2016 della regione Liguria. Saranno riportati i risultati della gestione di competenza con ciò che ne consegue relativamente ai saldi finanziari principali che caratterizzano lo stato di salute della Regione. L’analisi non potrà essere esaustiva a causa dell’imponente mole di dati contabili e finanziari che caratterizzano il rendiconto della Regione. Motivo per cui la Sezione ha deciso di dare avvio ad un programma mirato di controlli approfonditi su specifici aspetti finanziari. In tale ambito per l’esercizio finanziario 2016 si è provveduto ad analizzare l’istituto dei mutui autorizzati e non contratti, le consulenze e gli incarichi di studio con specifica attenzione ai rapporti con le società partecipate dalla Regione ( in house ). I dati sono tratti dalla relazione di accompagnamento, integrati con le risultanze delle verifiche istruttorie, laddove espletate.

Quadro generale della gestione

Si riporta di seguito il quadro generale riassuntivo della gestione per titoli di entrata e spesa del bilancio per l'esercizio 2016.

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Tab. n. 3 - Quadro generale riassuntivo della gestione

Fonte: (tabella pag. 28 della relazione al rendiconto della Regione Liguria)

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Dal complesso delle operazioni finanziarie dell'entrata e della spesa emerge un saldo finanziario attivo di 201.681 migliaia di euro, al lordo del Fondo Pluriennale Vincolato (FPV), come risulta dalla dimostrazione redatta nella forma tradizionale:

Tab. n. 4 – Saldo di cassa Fondo di cassa alla chiusura dell'esercizio 2016 110.186 Residui attivi alla chiusura dell'esercizio 2016 1.981.295 Totale attivo 2.091.481 Residui passivi alla chiusura dell'esercizio 2016 1.889.800 Saldo finanziario attivo alla chiusura dell'esercizio 2016 201.681 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Considerato che il saldo finanziario attivo, al lordo del FPV, dimostrato alla chiusura dell'esercizio precedente è stato di 202.414 migliaia di euro, la gestione finanziaria del 2016 ha fatto registrare una diminuzione del saldo per un importo pari a 733 mila euro

Tab. n. 5 – Saldo finanziario

al 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2016 differenze

Fondo cassa 262.570 110.186 -152.384

Residui attivi 1.860.944 1.981.295 120.351

Totale attivo 2.123.514 2.091.481 -32.033

Residui passivi 1.921.100 1.889.800 -31.300

Avanzo 202.414 201.681 -733 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Il saldo negativo di competenza risulta evidenziato nel prospetto seguente in cui vengono poste a confronto le entrate accertate e le spese impegnate con le previsioni definitive. L'ultima colonna evidenzia gli scostamenti verificatisi tra gli stanziamenti previsti ed i risultati conseguiti per effetto della gestione svolta dall'amministrazione regionale nell'ambito della competenza dell'esercizio chiuso.

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Tab. n. 6 - Risultanze differenziali della gestione di competenza Minori Previsioni Accertamenti/impegni Entrate e spese FPV finale entrate/economie definitive (a) (b) (b - a) Totale entrate 11.088.492 5.284.919 0 -5.803.573

Totale spese 11.286.408 5.288.235 96.359 -5.901.814 Differenza -197.916 -3.316 -96.359 98.241 entrata/spesa In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Il prospetto evidenzia un saldo negativo derivante dalla gestione della competenza come saldo tra il totale degli accertamenti e degli impegni assunti nel corso del 2016 pari a 3.316 migliaia di euro. Dall'esame di tale quadro di insieme, inoltre, si osserva che la gestione del bilancio preventivo 2016, a seguito delle operazioni di riaccertamento ordinario dei residui di cui all'art. 3 c. 4 del d.lgs. n. 118 del 2011 e ss.mm.ii., ha accertato entrate per complessive 5.284.919 migliaia di euro con una differenza in meno di 5.803.573 migliaia di euro rispetto alla previsione definitiva. Il saldo positivo risultante dal conto dei residui degli esercizi precedenti viene posto in evidenza nella dimostrazione, di seguito riportata, in cui vengono messi a confronto i residui attivi e passivi nella loro consistenza accertata all'inizio e al termine dell'esercizio.

Tab. n. 7 - Risultanze differenziali della gestione dei residui

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Dall'esame delle risultanze su esposte si osservano gli effetti che la gestione dell'esercizio ha prodotto nei residui attivi e passivi accertati in occasione dell'approvazione del rendiconto generale dell'esercizio precedente, infatti: - i residui attivi, già determinati in 1.860.944 migliaia di euro, sono passati a 1.854.578 migliaia di euro, rilevando una differenza di 6.366 migliaia di euro; - i residui passivi, già determinati in 1.921.100 migliaia di euro, sono passati a 1.912.151 migliaia di euro, rilevando una differenza di 8.949. Si può osservare che il risultato differenziale tra i residui, negativo per 60.156 migliaia di euro al 1 gennaio 2016, si è ridotto sino all’importo negativo al 31

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dicembre 2016 di 57.573 migliaia di euro con un miglioramento di 2.583 migliaia di euro. Riassumendo, l’esito della gestione di competenza ha dato i seguenti risultati:

Tab. n. 8 - Risultati della gestione di competenza Oggetto Saldo finanziario attivo al lordo del FPV risultante alla chiusura dell’esercizio 2015 +202.414 Saldo negativo della gestione del bilancio di competenza -3.316 Saldo =199.098 Miglioramento apportato dalla gestione dei residui +2.583 Saldo finanziario attivo accertato alla chiusura dell’esercizio 2016 =201.681 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Dal saldo finanziario così determinato, per effetto dei nuovi principi di cui al d.lgs. 118 del 2011, dovrà essere scomputata la quota relativa al FPV rilevato in chiusura d’esercizio, come di seguito rappresentato:

Tab. n. 9 – Risultato di amministrazione Oggetto Saldo finanziario attivo al 31 dicembre 2016 201.681 FPV per spese correnti -17.906 FPV per spese in conto capitale -78.453 Risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 =105.322 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Per ciò che concerne gli equilibri di bilancio, essi sono rappresentati nella tabella, dalla quale emergono i seguenti saldi:

Tab. n. 10 - Equilibri di bilancio Oggetto Euro 1) Equilibrio di parte corrente 104.524.248,98 2) Equilibrio di parte capitale 64.016.175,48 3) Variazioni finanziarie 4.013.008,18 4) Equilibrio finale 40.508.073,50 5) Saldo corrente ai fini della copertura degli investimenti pluriennali 21.698.068,45 Fonte: Regione Liguria

Il pareggio di bilancio

La legge 243 del 2012 "Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione" è la legge rinforzata applicativa della legge costituzionale n. 1 del 2012, la quale, ha introdotto in Costituzione il cosiddetto principio del pareggio di bilancio o " Fiscal compact ".

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Tale principio, introdotto a livello europeo con la sottoscrizione del "Patto Euro - plus" nel marzo 2011, ha inserito nell'ordinamento italiano un principio di carattere generale, secondo il quale tutte le amministrazioni pubbliche devono assicurare l'equilibrio tra entrate e spese del bilancio e la sostenibilità del debito, nell'osservanza delle regole dell'Unione europea in materia economico-finanziaria. La nuova disciplina conseguente il principio generale è stata attivata attraverso l'abolizione (a partire dal 2016) del Patto di stabilità interno per il tramite della legge 28 dicembre 2015, n. 208, ovvero della legge di stabilità per l'anno 2016. La legge in questione, all'articolo 1, comma 707, commi da 709 a 713, comma 716 e commi da 719 a 734, in coerenza con gli impegni europei recepiti a livello costituzionale ed attuati con la legge 243 del 2011, ha previsto, con decorrenza dal 1 gennaio 2016, nuove regole di finanza pubblica per tutti gli enti territoriali che sostituiscono la disciplina del patto di stabilità interno degli enti locali e i previgenti vincoli delle Regioni a statuto ordinario. Come specificato nella Circolare n. 5 del 10 febbraio 2016 del Ministero dell'Economia e Finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, a decorrere dal 2016, al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concorrono le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, le città metropolitane, le province e tutti i comuni, a prescindere dal numero di abitanti. Ai predetti enti territoriali viene richiesto di conseguire un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali (articolo 1, comma 710). La nuova disciplina prevede che, per la determinazione del saldo valido per la verifica del rispetto dell'obiettivo di finanza pubblica, le entrate finali sono quelle ascrivibili ai titoli 1, 2, 3, 4 e 5 degli schemi di bilancio previsti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e le spese finali sono quelle ascrivibili ai titoli 1, 2, 3 del medesimo schema di bilancio. Viene, inoltre, specificato che, per il solo anno 2016, nelle entrate finali e nelle spese finali, in termini di competenza, è considerato il Fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota riveniente dal ricorso all'indebitamento. La legge di stabilità 2016 prevede che la definizione del concorso delle Regioni per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica sia realizzato per l'anno 2016 secondo le modalità da stabilire mediante intesa sancita dalla Conferenza Stato— Regioni entro il 31 gennaio 2016. Con l'intesa raggiunta in data 11 febbraio 2016 la quota di partecipazione in termini di indebitamento netto a carico della Regione Liguria è stata fissata in 58,9 milioni di euro da conseguire realizzando un saldo positivo di pari importo.

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Ulteriore adempimento avente carattere innovativo rispetto al patto di stabilità interno introdotto dalla nuova disciplina del pareggio di bilancio, è l'obbligo di verifica preventiva alla gestione, del rispetto dei vincoli di finanza pubblica, da dimostrarsi mediante la redazione di apposito prospetto obbligatorio contenente le previsioni di competenza triennali (art. 1, comma 712, legge 208 del 2015), da allegare al bilancio di previsione 2016-2018. II prospetto redatto secondo il modello definito con Decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 30 marzo 2016, è stato approvato dalla Giunta regionale in data 10 giugno 2016 con delibera n. 542. La legge di stabilità 2016 ha confermato, inoltre, la possibilità per le Regioni di attivare i cosiddetti patti di solidarietà, ossia i patti regionali verticali e orizzontali, grazie ai quali le città metropolitane, le province e i comuni possono beneficiare di maggiori spazi finanziari ceduti, rispettivamente, dalla regione di appartenenza e dagli altri enti locali. Al riguardo, il comma 729 introduce una priorità nell'assegnazione degli spazi ceduti dalle Regioni a favore delle richieste avanzate dai comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti ed ai comuni istituiti per fusione a partire dall'anno 2011. Nonostante l'onere del raggiungimento dell'obiettivo in termini di un considerevole avanzo di gestione come definito nell'intesa dell’1 febbraio 2016, la Regione Liguria ha deciso di valutare i margini possibili per attivare una flessibilità orizzontale e verticale con gli enti locali del territorio regionale ligure; A seguito di concertazione avviata con ANCI Liguria in rappresentanza degli Enti locali liguri, sono state richieste le eventuali disponibilità del territorio all'attivazione del patto orizzontale mediante compensazione tra enti locali e gli eventuali fabbisogni in termini di patto verticale, al fine di destinare una quota del proprio saldo a copertura degli impegni assunti dai piccoli Comuni con popolazione inferiore a mille abitanti, per le spese in investimenti, entro i termini perentori del 30 aprile e del 30 settembre. Sono state adottate le seguenti deliberazioni: • n. 366 del 29 aprile 2016 "Determinazioni in merito al patto di stabilità regionalizzato per l'anno 2016 ai sensi dell'art. 1, commi 728 e seguenti, legge 208 del 2015 (legge di stabilità 2016)"; • n. 873 del 27 settembre 2016 "Determinazioni in merito al patto di stabilità regionalizzato per l'anno 2016 ai sensi dell'art. 1, commi 728 e seguenti, legge 208 del 2015 (legge di stabilità 2016). Provvedimento conclusivo"; • n. 922 del 7 ottobre 2016 "Determinazioni in merito al patto di stabilità regionalizzato per l'anno 2016 ai sensi dell'art. 1, commi 728 e seguenti, legge

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208 del 2015 (legge di stabilità 2016). Rettifica d.g.r. 873 del 2016 per integrazione Comune di Piana Crixia"; • n. 1164 del 20 dicembre 2016 "Modifica del parametro causa di esclusione di cui alla d.g.r. 873 del 27 settembre 2016". Sono stati, così, autorizzati positivi spazi a favore degli enti territoriali per un importo complessivo di 11.545 migliaia di euro, con contestuale miglioramento di pari importo del saldo della Regione, per garantire l'obiettivo complessivo a livello regionale: le informazioni inerenti il patto di stabilità regionalizzato sono state inviate al ministero tramite l'apposita applicazione WEB disponibile sul sito della ragioneria generale dello Stato. Le regole e le modalità concernenti il monitoraggio e la certificazione del pareggio di bilancio per il 2016 per le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sono state definite il 4 luglio 2016, con apposito Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze ai sensi dell'articolo 1, commi 719 e 720, della legge 28 dicembre 2015, n. 208. Nel corso dell'ultimo esercizio sono stati intensificati i monitoraggi sulla gestione per verificare i margini disponibili in relazione alle proiezioni sugli accertamenti e gli impegni in merito al rispetto dell'obiettivo di finanza pubblica attribuito alla Liguria, quantificato in 58,9 milioni di euro tenuto conto della necessità di coprire gli spazi attributi per il patto regionalizzato per 11,5 milioni di euro. Il monitoraggio finale al 31 dicembre 2016, (modello ministeriale al IV trimestre allegato alla relazione), rileva il pieno raggiungimento dell'obiettivo di saldo e quindi il rispetto dei vincoli di finanza pubblica da parte della regione Liguria per l'esercizio 2016, come dimostrato anche nella certificazione finale che si riporta di seguito.

Tab. n. 11 – Saldo pareggio di bilancio

Fonte: Regione Liguria

Sugli equilibri di bilancio e sui saldi del pareggio di bilancio potrebbero rilevare le criticità riscontrate nell’analisi sul risultato di amministrazione.

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Le Entrate

Le entrate relative alla competenza dell'esercizio 2016 sono state accertate in complessivi 5.284.919 migliaia di euro con una differenza di 5.803.573 migliaia di euro, rispetto alla previsione, tenuto conto del riaccertamento ordinario, come si desume dai dati esposti nel seguente prospetto riepilogativo (in migliaia di euro).

Tab. n. 12 - Entrate

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Del totale di 5.803.573 di migliaia di euro, 4.749.173 di migliaia di euro sono concentrate al Titolo IX "Entrate per conto terzi e partite di giro" in quanto a seguito dell'applicazione del d.lgs. 118 del 2011 è stato necessario istituire dei capitoli di entrata e di spesa nelle partite di giro finalizzati alla contabilizzazione di movimenti di cassa tra conto ordinario e conto sanità. Titolo 1: "Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa" Questo titolo comprende quattro tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 3.370.842 di migliaia di euro così suddivise: - Tipologia 101 - Imposte tasse e proventi assimilati: accertamenti per 446.628 migliaia di euro - Tipologia 102 - Tributi destinati al finanziamento della sanità: accertamenti per 2.906.092 di migliaia di euro

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- Tipologia 104 - Compartecipazioni di tributi: accertamenti per 18.122 migliaia di euro - Tipologia 301 - Fondi perequativi da Amministrazioni Centrali Titolo 2: "Trasferimenti correnti" Questo titolo comprende quattro tipologie per un totale complessivo accertato di 602.652 migliaia di euro così suddivise: - Tipologia 101 - Trasferimenti correnti da Amministrazioni pubbliche: accertamenti per 571.632 migliaia di euro - Tipologia 103 - Trasferimenti correnti da Imprese: accertamenti per 11.263 migliaia di euro - Tipologia 104 — Trasferimenti correnti da Istituzioni Sociali Private: accertamenti per 19 migliaia di euro - Tipologia 105 — Trasferimenti correnti dall'Unione Europea e dal Resto del Mondo: accertamenti per 19.738 migliaia di euro Titolo 3: Entrate extratributarie Questo titolo comprende cinque tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 102.346 migliaia di Euro così suddivise: - Tipologia 100 - Vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione dei beni: accertamenti per 14.006 migliaia di euro - Tipologia 200 - Proventi derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti: accertamenti per Euro 11.058 migliaia di euro - Tipologia 300 - Interessi attivi: accertamenti per 6.047 migliaia di euro - Tipologia 400 - Altre entrate da redditi di capitale: accertamenti per 3.000 migliaia di euro - Tipologia 500 - Rimborsi e altre entrate correnti: accertamenti per 68.235 migliaia di euro. Titolo 4: Entrate in conto capitale Questo titolo comprende tre tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 238.647 migliaia di euro così suddivise: - Tipologia 200 - Contributi agli investimenti: accertamenti per 237.146 migliaia di euro - Tipologia 300 - Altri trasferimenti in conto capitale - Tipologia 400 - Entrate da alienazione di beni materiali e immateriali: accertamenti per 1.501 migliaia di euro. Titolo 5: Riduzioni di attività finanziarie Questo titolo comprende tre tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 10.287 migliaia di euro così suddivise:

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- Tipologia 100 - Alienazione di partecipazioni - Tipologia 200 - Riscossione crediti di breve termine - Tipologia 300 - Riscossione crediti di medio-lungo termine: accertamenti per 10.287 migliaia di euro Titolo 6: Accensione di Prestiti Questo titolo comprende due tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 115.000 migliaia di euro così suddivise: - Tipologia 200 - Accensione prestiti a breve termine - Tipologia 300 - Accensione mutui e altri finanziamenti a medio lungo termine: accertamenti per 115.000 migliaia di euro. Titolo 7: Anticipazioni da Istituto Tesoriere Questo titolo comprende una Tipologia nella quale non si sono registrati accertamenti. Titolo 9: Entrate per conto terzi e partite di giro Questo titolo comprende due tipologie di entrate per un totale complessivo accertato di 845.145 migliaia di euro così suddivise: - Tipologia 100 - Entrate per partite di giro: accertamenti per 844.984 migliaia di euro; - Tipologia 200 - Entrate per conto terzi: accertamenti per 161 migliaia di euro;

Le Spese

Le spese relative alla competenza dell'esercizio 2016 sono state impegnate nel complessivo importo di 5.288.235 di migliaia di euro, importo che presenta, rispetto alle corrispondenti previsioni, una minor spesa complessiva di 5.998.173 di migliaia di euro.

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Tab. n. 13 - Spese

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Si riporta la spesa per alcune missioni: La spesa della Missione Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione (Missione 1) I Programmi in cui si articola la Missione Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione hanno registrato impegni complessivi per 169,5 milioni di euro. In questa Missione si evidenzia in particolare il Programma "Organi istituzionali", che ha registrato impegni per 25,9 milioni di euro, destinati alla copertura del fabbisogno necessario al funzionamento del Consiglio regionale, onde garantire l'autonomia finanziaria e

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contabile del Consiglio secondo quanto previsto dall'art. 3 della legge sull'ordinamento contabile della Regione. Tale fabbisogno costituisce spesa obbligatoria. La Spesa della Missione Assetto del Territorio ed Edilizia Abitativa (Missione 8) I Programmi in cui si articola la Missione Assetto del Territorio ed Edilizia Abitativa hanno registrato impegni complessivi per 6 milioni di euro, così suddivisi: "Urbanistica e assetto del territorio" (Programma 08.01) che ha registrato impegni per 568 migliaia di euro, di cui 540 migliaia di euro in c/capitale; - "Edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia economico-popolare" (Programma 08.02) che ha registrato impegni per 4,7 milioni di euro, di cui 4,1 milioni di euro in c/capitale; - "Politica Regionale Unitaria per l'Assetto del Territorio e l'Edilizia Abitativa" (Programma 08.03) che ha registrato impegni per 675 migliaia di euro in c/capitale. La Spesa della Missione Sviluppo Sostenibile e Tutela del Territorio e dell'Ambiente (Missione 9) I Programmi in cui si articola la Missione Sviluppo Sostenibile e Tutela del Territorio e dell'Ambiente hanno registrato impegni complessivi per 43,6 milioni di euro, così suddivisi: - "Difesa del suolo" (Programma 09.01) che ha registrato impegni per 3,5 milioni di euro, di cui 2,6 milioni di euro in c/capitale e 441 migliaia di euro per rimborso prestiti; - "Tutela, valorizzazione e recupero ambientale" (Programma 09.02) che ha registrato impegni per 2,6 milioni di euro, di cui 2,6 milioni in c/capitale; - "Rifiuti" (Programma 09.03) che ha registrato impegni per 1,3 milioni di euro, di cui 1 milione di euro in c/capitale; - "Servizio idrico integrato" (Programma 09.04) che ha registrato impegni per 2,2 milioni di euro in c/capitale; - "Aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione" (Programma 09.05) che ha registrato impegni per 6,2 milioni di euro, di cui 1,1 milioni di euro in c/capitale; - "Tutela e valorizzazione delle risorse idriche" (Programma 09.06) che ha registrato impegni per 219 migliaia di euro in c/capitale; - "Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento" (Programma 09.08) che ha registrato impegni per 27,3 milioni di euro, di cui 27,2 milioni in c/capitale.

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- "Politica regionale unitaria per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e l'ambiente" (Programma 09.09) che ha registrato impegni per 322 migliaia di euro in c/capitale. La Spesa della Missione Trasporti e Diritto alla Mobilità (Missione 10) I Programmi in cui si articola la Missione Trasporti e Diritto alla Mobilità hanno registrato impegni complessivi per 267,5 milioni di euro, così suddivisi: - "Trasporto ferroviario" (Programma 10.01) che ha registrato impegni per 101,7 milioni di euro, di cui 4,05 milioni di euro in c/capitale e 179 migliaia di euro per rimborso prestiti; - "Trasporto pubblico locale" (Programma 10.02 che) ha registrato impegni per 161,5 milioni di euro, di cui 11,2 milioni in c/capitale e 8,5 milioni di euro per rimborso prestiti; - "Trasporto per vie d'acqua" (Programma 10.03) che ha registrato impegni per 349 migliaia di euro, di cui 54 migliaia di euro in c/capitale; - "Altre modalità di trasporto" (Programma 10.04) che ha registrato impegni per 103 migliaia di euro, di cui 90 migliaia di euro in c/capitale; - "Viabilità e Infrastrutture Stradali" (Programma 10.05) che ha registrato impegni per 3,3 milioni di euro, di cui 3,2 milioni in c/capitale e 106 migliaia di euro per rimborso prestiti; - "Politica regionale unitaria per i trasporti e il diritto alla mobilità" (Programma 10.06) che ha registrato impegni per 567 migliaia di euro in c/capitale. La Spesa della Missione Sviluppo Economico e Competitività (Missione 14) Programmi in cui si articola la Missione Sviluppo Economico e Competitività hanno registrato impegni complessivi per 140 milioni di euro, così suddivisi: - "Industria e PMI e artigianato" (Programma 14.01) che ha registrato impegni per 9,5 milioni di euro, di cui 3,8 milioni di euro in c/capitale; - "Commercio — reti distributive — tutela dei consumatori" (Programma 14.02) che ha registrato impegni per 7,6 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro in c/capitale; - Ricerca e innovazione" (Programma 14.03) che ha registrato impegni per 60 migliaia di euro, di cui 9,6 migliaia di euro in c/capitale; - "Politica regionale unitaria per lo sviluppo economico e la competitività" (Programma 14.05) che ha registrato impegni per 122,8 milioni di euro in c/capitale. La Spesa della Missione Fondi e Accantonamenti (Missione 20) La Missione Fondi e Accantonamenti comprende i sottoelencati programmi: - "Fondo di riserva" (Programma 20.01) che non ha registrato impegni;

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- "Fondo crediti di dubbia esigibilità" (Programma 20.02) che non ha registrato impegni; - "Altri fondi" (Programmi 20.03) che non ha registrato impegni. La Spesa della Missione Debito Pubblico (Missione 50) I Programmi in cui si articola la Missione Debito Pubblico hanno registrato impegni complessivi per 213,2 milioni di euro, così suddivisi: - "Quota interessi ammortamento mutui e prestiti obbligazionari" (Programma 50.01) che ha registrato impegni per 27,5 milioni di euro; - "Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbligazionari" (Programma 50.02) che ha registrato impegni per 185,7 milioni di euro per rimborso prestiti.

La gestione in conto residui

2.6.1 La gestione dei residui nell’esercizio 2016

Le tabelle che seguono forniscono una visione complessiva e dettagliata della gestione in conto residui operata nel corso dell’esercizio finanziario 2015. Per ciò che concerne i dati relativi ai residui attivi, si riporta la tabella sottostante.

Tab. n. 14 - Risultati della gestione residui

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

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Dall'esame delle risultanze su esposte si osservano gli effetti che la gestione dell'esercizio ha prodotto nei residui attivi e passivi accertati in occasione dell'approvazione del rendiconto generale dell'esercizio precedente. Come si evince dai dati esposti nel prospetto che precede, si osserva che i residui provenienti dall'esercizio 2015 e precedenti, pari a 1.860.944 di migliaia di euro, si sono ridotti a 1.119.353 di migliaia di euro, con una diminuzione complessiva di 741.591 migliaia di euro (pari al 40 per cento circa della consistenza iniziale) costituita, per 735.225 migliaia di euro da riscossioni effettuate e per 6.366 migliaia di euro da riduzioni determinate in esito alle operazioni di riaccertamento ordinario nonché di eventuali insussistenze accertate nel corso dell'esercizio. I residui attivi di nuova formazione, cioè quelli emersi dalla competenza dell'esercizio 2016, hanno raggiunto l'importo di 861.942 migliaia di euro. Il totale dei residui attivi al 31 dicembre 2016 è pari a 1.981.295 di migliaia di euro. Raffrontando la consistenza dei residui attivi, all'inizio ed al termine dell'esercizio, si può osservare un aumento di complessive 120.351 migliaia di euro. Per ciò che riguarda i residui passivi, i dati significativi sono riportati nella seguente tabella.

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Tab. n. 15 - Residui passivi

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Come si rileva dai dati esposti nel prospetto di cui sopra, si osserva che i residui passivi, provenienti dagli esercizi precedenti il 2016, hanno subito una riduzione

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complessiva di 906.598 migliaia di euro. Tale importo corrisponde alla somma dei pagamenti effettuati nel corso dell'esercizio in conto residui (897.649) e da riduzioni determinate in esito alle operazioni di riaccertamento ordinario nonché ad eventuali economie accertate nel corso dell'esercizio (8.949). Si nota, peraltro, che i residui passivi di nuova formazione ammontano a complessive 875.299 migliaia di euro. II totale dei residui passivi al 31 dicembre 2016 è dunque pari a 1.889.800 di migliaia di euro. Raffrontando, poi, la consistenza dei residui passivi esistenti all'inizio dell'esercizio con quella risultante alla chiusura, si può osservare una diminuzione complessiva pari a 31.300 migliaia di euro, derivante anche dalle già citate procedure di riaccertamento previste dall'art. 3 del d.lgs. n. 118 del 2011. Nel prospetto che segue vengono infine riassunte le variazioni positive e negative prodotte dalla gestione dei residui sia in conto degli esercizi decorsi, sia in conto della competenza del bilancio.

Tab. n. 16 - Variazioni residui

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

I residui attivi sono diminuiti di 735.224 migliaia di euro per riscossioni operate, di 6.366 migliaia di euro per accertate insussistenze attive, e sono aumentati di 861.942 migliaia di euro per residui di nuova formazione. I residui passivi sono diminuiti di 897.649 migliaia di euro per pagamenti eseguiti, di 8.949 migliaia di euro per economie per accertamento di insussistenze e sono aumentati di 875.299 migliaia di euro per i residui di nuova formazione. Osservando in parallelo il processo evolutivo dei residui sia attivi sia passivi, anche in esito alle procedure di riaccertamento ordinario previste dall'art. 3, comma 4, del d.lgs. n. 118 del 2011, si nota che gli effetti prodotti dalla gestione sui residui attivi ha fatto registrare un aumento di 120.352 migliaia di euro e quelli prodotti sui residui passivi hanno fatto registrare una diminuzione di 31.300 di migliaia di euro; si

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perviene alla conclusione che il saldo tra la consistenza dei residui attivi e quella dei residui passivi apprezzabile al 31 dicembre rispetto al saldo registrato all'inizio dell'esercizio ha rilevato una differenza di segno positivo pari a 89.053 migliaia di euro.

2.6.2 Il riaccertamento ordinario dei residui ed il Fondo Pluriennale Vincolato al 31 dicembre 2016

Il Segretario Generale con la circolare IN/2014/1867 dell’1 febbraio 2017, ha emanato apposite disposizioni per la procedura del riaccertamento, definendone le fasi della procedura, i ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti, le verifiche da effettuare, le scadenze, le modalità operative e la modulistica. Le operazioni di riaccertamento sono state avviate il 9 febbraio 2017 e sono state completate nel rispetto delle fasi e delle tempistiche indicate nella procedura prevista dalle suddette disposizioni. L'analisi dei singoli residui attivi e passivi di competenza delle strutture regionali, finalizzate alla conservazione, cancellazione a titolo definitivo, cancellazione per reimputazione, si sono concluse mediante la validazione da parte dei dirigenti responsabili di apposite schede allegate ad ogni singolo decreto dei Direttori generali competenti. Sulla base degli schemi di decreto dei Direttori dei vari Dipartimenti/Direzioni sono stati approvati formalmente gli esiti delle operazioni di riaccertamento, basati sulla puntuale verifica della consistenza e dell'esigibilità dei residui, secondo i principi contabili generali ed applicati, che hanno rilevato sia i residui da eliminare definitivamente, in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate, sia i residui da eliminare e reimputare agli esercizi successivi rispetto al 2016, nei quali l'esigibilità avrà scadenza. La Giunta Regionale ha approvato le risultanze del riaccertamento ordinario dei residui al 31 dicembre 2016 con deliberazione prot. n NP/7578 nella seduta del 28 aprile 2017, dopo aver acquisito il parere favorevole dell'Organo di revisione economico finanziario espresso con verbale n. 9 del 2017. Complessivamente, su un totale di 1558 residui attivi e 8112 residui passivi, sono stati oggetto di riaccertamento n. 1391 residui attivi e n. 7084 residui passivi, come si evince dalla tabella sotto riportata.

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Situazione residui attivi e passivi al 31 dicembre 2016

Tab. n. 17 - Totale residui N. IMPORTO AL 31 dicembre 2016 TOTALE RESIDUI ATTIVI 1558 2.058.721.587,04 di cui SANITA' 105 di cui PARTITE DI GIRO (escluso Sanità) 1.312.274.614,19 62 194.609.092,45

N. IMPORTO AL 31 dicembre 2016 TOTALE RESIDUI PASSIVI 8112 2.062.255.449,79 di cui SANITA' 704 1.475.562.577,03 di cui PARTITE DI GIRO (escluso Sanità) 324 91.914.786,01

DA RIACCERTARE (*) 7084 494.778.086,75 Fonte: Regione Liguria

Le risultanze del riaccertamento sono riassunte nelle tabelle che seguono:

Tab. n. 18 - Residui attivi – competenza 2016

CANCELLAZIONI A RESIDUI CONSERVATI RESIDUI DA CANCELLAZIONI PER TITOLO AL RIACCERTARE REIMPUTAZIONI DEFINITIVO 31 dicembre 2016

TITOLO 1 115.521.912,89 0,00 0,00 115.521.912,89

TITOLO 2 71.044.473,99 3.584.263,66 15.684.706,78 52.775.503,55

TITOLO 3 14.594.294,93 1.198.486,11 599.780,31 12.796.028,51

TITOLO 4 211.206.052,26 8.684.624,46 41.300.664,75 161.220.763,05

TITOLO 5 4.299.651,63 0,00 4.013.008,18 286.643,45

TOTALE 417.666.385,70 13.467.374,23 61.598.160,02 342.600.851,45

Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 19 –Residui conservati

CANCELLAZIONI A RESIDUI CONSERVATI DA CANCELLAZIONI PER TITOLO AL RIACCERTARE REIMPUTAZIONI DEFINITIVO 31 dicembre 2016

TITOLO 1 34.981.995,12 0,00 0,00 34.981.995,12

TITOLO 2 27.394.889,19 1.601.601,60 0,00 25.793.287,59

TITOLO 3 4.197.017,39 22.089,38 0,00 4.174.928,01

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TITOLO 4 67.597.593,00 736.779,04 0,00 66.860.813,96

TOTALE 134.171.494,70 2.360.470,02 0,00 131.811.024,68

Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 20 - Totale residui da riaccertare CANCELLAZIONI CANCELLAZIONI A RESIDUI CONSERVATI AL DA RIACCERTARE PER TITOLO DEFINITIVO 31 dicembre 2016 REIMPUTAZIONI

551.837.880,40 15.827.844,25 61.598.160,02 474.411.876,13

Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 21 - Residui passivi – competenza 2016

CANCELLAZIONI RESIDUI RESIDUI DA CANCELLAZIONI PER A TITOLO CONSERVATI AL 31 RIACCERTARE REIMPUTAZIONI DEFINITIVO dicembre 2016

TITOLO 1 145.294.455,93 3.983.035,27 32.025.431,49 109.285.989,17

TITOLO 2 264.719.259,66 14.772.271,44 115.322.198,14 134.624.790,08 TITOLO 4 415.771,07 415.771,07 0,00 0,00 TOTALE 410.429.486,66 19.171.077,78 147.347.629,63 243.910.779,25 Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 22 - Residui determinati al 31 dicembre 2015

RESIDUI DA CANCELLAZIONI A CANCELLAZIONI PER RESIDUI RIACCERTARE TITOLO REIMPUTAZIONI CONSERVATI AL DEFINITIVO 31 dicembre 2016

TITOLO 1 27.683.020,17 2.166.860,50 0,00 25.516.159,67

TITOLO 2 56.665.579,92 3.769.257,11 0,00 52.896.322,81

TOTALE 84.348.600,09 5.936.117,61 0,00 78.412.482,48 Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 23 - Totale residui da riaccertare CANCELLAZIONI A CANCELLAZIONI PER RESIDUI CONSERVATI DA RIACCERTARE TITOLO REIMPUTAZIONI AL 31 dicembre 2016 DEFINITIVO

494.778.086,75 25.107.195,39 147.347.629,63 322.323.261,73 Fonte: Regione Liguria

A seguito degli esiti delle procedure di riaccertamento ordinario, i residui attivi e passivi al 31 dicembre 2016 sono determinati come sintetizzato nella tabella seguente, al netto dei residui sanitari ed in conto terzi:

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Tab. n. 24 – Residui attivi Importo al 31 Reimputazioni Totale Totale dicembre 2016 dopo sola entrata cancellazioni Totale Importo al 31 dicembre cancellazioni a il riaccertamento per per cancellazioni 2016 prima del titolo definitivo ordinario rateizzazione reimputazioni riaccertamento ordinario

551.837.880,4015.827.844,25 4.013.008,18 57.585.151,84 77.426.004,27 474.411.876,13 Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 25 – Residui passivi Importo al 31 Totale Totale dicembre 2016 dopo Totale cancellazioni a cancellazioni Per il riaccertamento Importo al 31 dicembre cancellazioni 2016 prima del titolo definitivo reimputazioni ordinario riaccertamento ordinario

494.778.086,75 25.107.195,39 147.347.629,631 172.454.825,02 322.323.261,73 Fonte: Regione Liguria

La Regione ha individuato i residui attivi caratterizzati da anzianità superiore ai cinque anni e con importo superiore ad euro 400.000,00, e ha chiesto spiegazioni specifiche, presso le strutture competenti, sulle ragioni della persistenza degli stessi. Di seguito si riportano solo alcuni di essi per i quali si osservano dubbi sulla reale persistenza delle cause di mantenimento, anche alla luce delle motivazioni (o mancate motivazioni) dei responsabili di settore.

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Tab. n. 26 - Residui riaccertati vetusti RESIDUI ANNO CAPITOLO RAGIONI DEL MANTENIMENTO FINALI

1998 60000001705 1.494.832,85 Quota residua del F.S.N. capitale anno 1998 da riscuotere .

Trattasi di fondi provenienti da operazione di mutuo, con oneri a carico dello Stato, contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per (importo di E 82.061.244,10 per interventi conseguenti i danni 1999 60000004004 6.100.789,87 alluvionali 1998 la cui erogazione avviene per stato di avanzamento lavori su richiesta documentata da parte della Regione. A completa rendicontazione della spesa si provvederà al prelevamento della somma residua dal deposito presso Cassa Depositi e Prestiti.

Trattasi di fondi provenienti da operazione di mutuo, con oneri a carico dello Stato, contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per l'importo di E 8.108.480,75 per interventi conseguenti i danni alluvionali 2000 la 2002 60000004009 3.112.356,35 cui erogazione avviene per stato di avanzamento lavori su richiesta documentata da parte della Regione. A completa rendicontazione della spesa si provvederà al prelevamento della somma residua dal deposito presso Cassa Depositi e Prestiti.

Trattasi di entrate per mutui passivi stipulati con la Cassa Depositi e 2002 60000004011 2.589.906,02 Prestiti a ripiano disavanzi del TPL anno 1997

Trattasi di fondi provenienti da operazione di mutuo, con oneri a carico dello Stato, contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per l'importo di euro 14.242.791,93 per interventi conseguenti i danni 2003 60000004015 698.832,62 alluvionali 2002 la cui erogazione avviene per stato di avanzamento lavori su richiesta documentata da parte della Regione. A completa rendicontazione della spesa si provvederà al prelevamento della somma residua dal deposito presso Cassa Depositi e Prestiti.

Trattasi di fondi provenienti da operazione di mutuo, con oneri a carico dello Stato, contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per l'importo di E 15.352.345,92 per interventi conseguenti i danni 2005 60000001219 1.832.932,89 alluvionali 2002 la cui erogazione avviene per stato di avanzamento lavori su richiesta documentata da parte della Regione. A completa rendicontazione della spesa si provvederà al prelevamento della somma residua dal deposito presso Cassa Depositi e Prestiti.

2008 E0000001915 708.071,33 L’insieme di questi accertamenti è stato ritenuto da conservarsi in quanto corrispondente ad entrate previste da parte della U.E. e del 2008 60000001916 1.357.741,07 Fondo di Rotazione a chiusura dei progetti FSE 2007/2013 risultanti, al momento, sospesi per procedimenti giudiziari: si 2008 60000001916 409.107,42 presume cioè che al termine di tali procedimenti sia possibile che gli importi corrispondenti vengano versati a favore della regione 2008 60000001916 424.092,35 Liguria.

Fonte: Regione Liguria

La mancanza di motivazione concreta, la vetustà del residuo e la finalità dello stesso evidenziano dubbi sulla reale esigibilità degli stessi. In alcuni casi ci si trova di fronte a residui derivanti da mutui contratti da oltre un decennio per lavori derivanti dagli eventi alluvionali, di cui si dubita che a distanza di tanti anni si possa acquisire la relativa rendicontazione. La Regione ha evidenziato che trattasi di voci di entrata specifiche e relative al finanziamento di interventi in campo sanitario, del trasporto pubblico locale e della difesa del suolo/protezione civile/interventi contro il dissesto idrogeologico.

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Gli accertamenti accesi verso Cassa Depositi e Prestiti per mutui con oneri a carico dello Stato presentano un funzionamento del tutto particolare per cui l’erogazione della cassa autorizzata avviene a stato di avanzamento lavori e a presentazione della documentazione certificante la realizzazione progressiva degli interventi. Nei casi di specie si tratta per lo più di residui molto esigui di interventi infrastrutturali corposi, ammontanti a decine di milioni di euro, che negli anni sono stati progressivamente realizzati e per i quali si sta procedendo alla ricognizione delle ultime attività e della relativa documentazione di rendicontazione finale. Il prelevamento della somma residua presso Cassa Depositi e Prestiti avverrà correttamente a completamento della rendicontazione finale della spesa realizzata. Con particolare riferimento al residuo attivo pari ad euro 2.589.906,02, lo stesso è stato incassato dalla Regione Liguria in data 10 febbraio 2017 con bonifico effettuato da Cassa Depositi e Prestiti. Relativamente alle somme conservate quali residui attivi di cui alla parte finale della

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Tab. n. 26 (pag. 63), esse corrispondono ad entrate relative al Programma Operativo FSE per il quale nel 2016 non erano ancora definite le procedure di chiusura con i competenti uffici comunitari. A marzo 2017 è stata presentata la chiusura relativa al Programma comunitario 2007/2013, attualmente all’esame della Commissione, e sono state definite le partite riferite alle precedenti programmazioni comunitarie con l’Ufficio Antifrode. Il completamento di questo procedimento consentirà di provvedere, nel corso dell’esercizio 2017, all’abbandono dei residui attivi e passivi qualora non più sostenuti da valida obbligazione.

2.6.3 Il Fondo Pluriennale vincolato

La delibera relativa al riaccertamento ordinario, ha altresì determinato l'incremento del Fondo Pluriennale Vincolato derivante dalle operazioni di riaccertamento ordinario al 31 dicembre 2016 per un importo pari a euro 89.762.477,79, come di seguito distinto per esercizio di reimputazione:

Tab. n. 27 - Incremento Fondo Pluriennale Vincolato

Fonte: Regione Liguria

Il Fondo Pluriennale Vincolato finale al 31 dicembre 2016 nell'importo di euro 96.359.302,83, come meglio dettagliato nell'allegato 12 alla d.g.r. NP/7578 del 28 aprile 2017, è così sintetizzato:

Tab. n. 28 – Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) FPV 2016 Spesa corrente 17.905.796,62

FPV 2016 Spesa in conto capitale 78.453.506,21 di cui mutuo 20.300.994,00

TOTALE 96.359.302,83 Fonte: Regione Liguria

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Il Fondo Pluriennale Vincolato iscritto tra le spese 2016 costituisce entrata di pari importo nel bilancio 2017.

2.6.4 La perenzione

Per quanto riguarda la perenzione (dei residui passivi), la Regione Liguria, con l.r. n. 34 del 12 novembre 2014, ha anticipato il superamento dell'istituto in esame, disponendo che la perenzione debba produrre effetti fino ad esaurimento delle poste contabili esistenti all’1 gennaio 2015. I residui perenti saranno pagati con le modalità di cui all'art. 45, commi 3 e 4, della l.r. n. 15 del 2002 7. I residui perenti, essendo collegati ad obbligazioni regolarmente assunte ed esistenti, pur non figurando più nel bilancio, continuano tuttavia a gravare sulle disponibilità finanziarie, quanto meno in termini di garanzia di assolvimento, fatti salvi gli effetti della prescrizione del debito o di altre cause di estinzione. Ed, invero, poiché i creditori, a prescindere dall’intervenuta perenzione che consegue allo spirare dei termini di permanenza in bilancio dei residui passivi, mantengono comunque il diritto all’esazione del credito, si ritiene corretto che nel bilancio vengano iscritte risorse tali da assicurare adeguata copertura a quei residui per i quali è venuta meno, a seguito della cancellazione, la specifica indicazione nel bilancio finanziario. La situazione della perenzione amministrativa risultante alla data del 31 dicembre 2015 è stata definita con decreto del Direttore Generale della Direzione Centrale Finanza, Bilancio e Controlli n. 57 del 12 aprile 2016, esecutivo ai sensi di legge per un ammontare totale di euro 180.074.720,23 . Nel corso dell'esercizio 2016 sono state effettuate: - reiscrizioni per il pagamento di residui perenti mediante utilizzo della quota all'uopo accantonata del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2015, per un totale di euro 26.265.525,61 così distinto: o euro 15.529.467,94 per residui perenti di parte corrente o euro 10.736.057,67 per residui perenti di conto capitale - cancellazioni di residui perenti, al fine del loro trasferimento tra le economie di spesa, per un totale di euro 4.086.409,59;

7 Relativamente ai residui perenti l’art. 45 della legge di contabilità regionale dispone che i residui passivi sono conservati nel conto dei residui per non più di due anni successivi a quello in cui l’impegno si è perfezionato per le spese correnti, e per non più di cinque anni per le spese in conto capitale e contabilità speciali. La medesima norma ai commi 2 e 3 prevede, inoltre, che trascorsi tali termini i residui passivi siano dichiarati perenti agli effetti della loro eliminazione in via amministrativa dalle scritture contabili e che nel bilancio annuale siano iscritte apposite unità previsionali di base nello stato di previsione della spesa aventi ad oggetto il pagamento dei debiti perenti richiesti dai creditori.

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La situazione della contabilità della perenzione al 31 dicembre 2016, come approvata con decreto del Direttore Generale della Direzione Centrale Finanza, Bilancio e Controlli n. 107 del 21 aprile 2017, pertanto, risulta la seguente:

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Tab. n. 29 - Residui perenti Consistenza dei residui perenti al 1° gennaio 2016 Residui rimasti nella Esercizio Pagamenti effettuati Riduzioni disposte Rimanenza contabilità dei provenienza nel corso nell'esercizio esercizi precedenti perenti al termine fondi dell'esercizio 2016 2016 dell'esercizio 2016 1991 1.414,17 0,00 0,00 1.414,17 1992 50.081,81 0,00 0,00 50.081,81 1993 46.727,99 0,00 0,00 46.727,99 1994 157.788,24 0,00 0,00 157.788,24 1995 4.226.513,49 165.266,21 1.000.000,00 3.061.247,28 1996 608.497,80 0,00 0,00 608.497,80 1997 2.387.476,93 184.629,67 0,00 2.202.847,26 1998 5.985.015,91 1.488.099,67 0,00 4.496.916,24 1999 7.646.595,17 0,00 0,00 7.646.595,17 2000 26.100.156,68 18.956,24 0,00 26.081.200,44 2001 3.460.026,03 60.406,12 0,00 3.399.619,91 2002 20.132.238,70 136.004,08 0,00 19.996.234,62 2003 7.423.918,32 290.060,37 173.468,06 6.960.389,89 2004 15.835.395,62 950.596,29 5.764,49 14.879.034,84 2005 4.103.171,84 969.241,12 118.926,97 3.015.003,75 2006 20.789.086,17 1.700.515,16 1.216.214,05 17.872.356,96 2007 16.018.953,54 2.868.643,27 438.602,67 12.711.707,60 2008 9.621.153,17 2.638.183,44 1.047.089,66 5.935.880,07 2009 7.751.882,13 1.461.309,40 7.101,03 6.283.471,70 2010 11.205.626,90 3.548.835,19 34.111,46 7.622.680,25 2011 16.522.999,62 9.784.779,38 45.131,20 6.693.089,04 TOTALE 180.074.720,23 26.265.525,61 4.086.409,59 149.722.785,03 Fonte: Regione Liguria

I residui perenti all’1 gennaio 2016 ammontavano complessivamente a 180 milioni di euro. Sono state reclamate somme per oltre 26 milioni di euro. Sono stati cancellati, poi, oltre 4 milioni di euro. Al 31 dicembre 2016 i residui perenti ammontano a oltre 149 milioni di euro con una copertura da parte della Regione di oltre 78 milioni di euro, pari al 52 per cento degli stessi.

La gestione di cassa e anticipazione tesoreria - lettera f art. 1 c.6. - Il servizio di Tesoreria regionale

Il servizio di Tesoreria è stato affidato, mediante gara d'appalto, indetta con Deliberazione della Giunta Regionale n. 383 del 11 aprile 2008, alla BANCA CARIGE S.p.A. ag. 41, con Decreto dirigenziale n. 966 del 15 aprile 2008, per un periodo di

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sei anni (settantadue mesi), con decorrenza 1 maggio 2008. Il Capitolato per la gestione del servizio di tesoreria è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 383 del 11 aprile 2008. Con decreto dirigenziale del Settore Amministrazione Generale n. 796 del 20 marzo 2014 è stata disposta la proroga per un periodo di trentasei mesi — dall’1 maggio 2014 al 30 aprile 2017(ovvero sino al subentro del nuovo prestatore del servizio di tesoreria regionale) — in favore della BANCA CARIGE S.p.A., alle condizioni economiche e contrattuali di cui alla Convenzione di tesoreria regionale aggiudicata con il suddetto decreto n. 966 del 2008, successivamente aggiornata con decreto dirigenziale del Settore Amministrazione Generale n. 3977 del 2014, ai sensi dell'articolo 35 del decreto legge del 24 gennaio 2012 n. 1. Per ciò che concerne la gestione di cassa si riassumono di seguito le riscossioni ed i pagamenti eseguiti da parte della Tesoreria Regionale, evidenziando, altresì, il fondo di cassa esistente all'inizio ed al termine dell'esercizio (anche in questo caso espresso in migliaia di euro).

Tab. n. 30 – Saldo di cassa importi importi totali A Fondo cassa al 01 gennaio 2016 parziali 262.570 Totale fondo (A) 262.570 B Riscossioni c/residui a tutto il 31 dicembre 2016 735.224 Riscossioni c/competenza a tutto il 31 dicembre 2016 4.422.977 Totale riscossioni (B) 5.158.20 1 Totale Generale (A+B) 5.420.771 C Pagamenti c/residui a tutto il 31 dicembre 2016 897.649

Pagamenti c/competenza a tutto il 31 dicembre 2016 4.412.936 5.310.585 Saldo totale di cassa al 31 dicembre 2016 110.186 In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Il fondo di cassa al 31 dicembre 2016 è di oltre 110 milioni di euro, con una sensibile riduzione rispetto al fondo cassa all’1 gennaio 2016, di oltre 152 milioni di euro. La gestione di Tesoreria, nelle sue manifestazioni di entrata e uscita distintamente considerate per titolo di entrate e missione di spesa viene di seguito riportata. Le riscossioni realizzate nell'importo complessivo di 5.158.201 migliaia di euro, di cui 4.422.977 migliaia di euro, in conto competenza dell'esercizio chiuso e 735.224 migliaia di euro in conto residui degli anni precedenti, vengono disposte in dettaglio, distintamente per competenza e residui.

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Tab. n. 31 -Riscossioni

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Dall'esame del prospetto sopra indicato risulta che, a fronte di una previsione in termini di cassa di 12.949.436 di migliaia di euro, sono state realizzate riscossioni per 5.158.201 di migliaia di euro, con una differenza negativa di 7.791.235 di migliaia di euro, che rappresenta lo scostamento fra le stime previsionali, fatte in sede di preventivo, e le riscossioni effettivamente realizzate mediante operazioni di incasso. Dalla tabella è possibile verificare che del totale dello scostamento, ben 5.023.549 migliaia di euro sono rilevati in corrispondenza del Titolo IX "entrate in conto terzi e partite di giro" nel quale sono riportate previsioni non aventi carattere autorizzatorio, funzionali, principalmente, alla contabilizzazione delle anticipazioni in sanità, dei movimenti sui conti di tesoreria centrale o relative ai passaggi di liquidità tra la tesoreria ordinaria e quella della sanità e viceversa, che nella gestione hanno comportato minori movimenti di cassa rispetto alle previsioni. Le riscossioni hanno trovato la maggiore concentrazione nelle entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa (Titolo I) e in quelle per conto terzi e partite di giro (Titolo IX), poiché in questi titoli sono contabilizzate le voci di entrata legate al complesso meccanismo di finanziamento del Servizio Sanitario Regionale. Alla copertura degli oneri derivanti dal Servizio Sanitario Regionale provvedono in massima parte il gettito dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) e quello dell'Addizionale Regionale all'IRPEF, introdotte dal d.lgs. del 15 dicembre 1997, n. 446, nonché la compartecipazione regionale all'IVA, così come stabilito dall'art. 2 del d.lgs. 18 febbraio 2000 n. 56. Fino a tutto il 2008, al fine di garantire la liquidità necessaria al finanziamento costante degli enti del Servizio Sanitario, il Ministero dell'Economia e delle Finanze provvedeva mensilmente ad erogare apposite anticipazioni di cassa alle Regioni; dette anticipazioni venivano, successivamente, recuperate dal Ministero al momento

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del trasferimento dei gettiti delle imposte summenzionate. In applicazione di quanto disposto dall'art. 77 quater del d. l. n. 112 del 2008, a decorrere dall’1 gennaio 2009, le somme che affluiscono mensilmente a titolo di imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e di addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) ai conti correnti di tesoreria di cui all'articolo 40, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, intestati alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, sono accreditate, entro il quinto giorno lavorativo del mese successivo, sul conto corrente bancario aperto presso il tesoriere regionale. Con la medesima decorrenza, è stata modificata, altresì, la modalità di accredito della quota di Compartecipazione all'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), che viene accreditata nell'importo pari ad un dodicesimo dell'assegnazione annuale, con cadenza mensile, sulla contabilità speciale intestata alla Regione Liguria aperta presso la Tesoreria Provinciale dello Stato. L'anticipazione mensile per il finanziamento della spesa sanitaria, di cui all'articolo 1, comma 796, lettera d) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a favore delle Regioni a statuto ordinario, pertanto, è attivata solamente quando le somme cumulativamente trasferite, per il mese considerato, a titolo di lrap, di addizionale regionale all'Irpef e di compartecipazione all'imposta sul valore aggiunto (IVA) non coprono il tetto mensile assicurato alle singole Regioni in base al livello di finanziamento individuato per la spesa sanitaria corrente. La regolazione contabile delle eventuali anticipazioni concesse è effettuata di norma entro la chiusura dell'esercizio. I pagamenti effettuati nel corso dell'esercizio 2016 per l'importo complessivo di 5.310.585 migliaia di euro, di cui 4.412.936 migliaia di euro in conto della competenza e 897.649 migliaia di euro in conto dei residui degli anni precedenti, vengono ora esposti in dettaglio, distintamente per competenza e residui.

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Tab. n. 32 -Pagamenti 2016

In migliaia di euro Fonte: Regione Liguria

Come si evince dal prospetto sopra indicato, a fronte di una previsione, in termini di cassa, di 13.212.006 di migliaia di euro, sono stati realizzati pagamenti per 4.412.936 di migliaia di euro, con una differenza in meno di 7.901.421 di migliaia di euro, che rappresenta lo scostamento fra le stime previsionali, fatte in sede di bilancio, ed i pagamenti materialmente eseguiti nell'esercizio chiuso. Dalla tabella è possibile verificare che del totale dello scostamento, ben 5.872.638 di migliaia di euro sono rilevati in corrispondenza della missione 99 - Servizi per conto terzi, nella quale sono riportate previsioni non aventi carattere autorizzatorio funzionali principalmente alla contabilizzazione delle anticipazioni in sanità, dei movimenti sui conti di tesoreria

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centrale o relative ai passaggi di liquidità tra la tesoreria ordinaria e quella della sanità e viceversa, che nella gestione hanno comportato minori movimenti di cassa rispetto alle previsioni. Si osserva che la grande massa dei pagamenti trova concentrazione nella Missione "Tutela della Salute" (Missione 3) e nella Missione "Servizi per Conto Terzi" (Missione 99) per effetto dei movimenti di cassa inerenti ai fondi per il finanziamento del servizio sanitario regionale e di quelli connessi alla gestione del sistema di tesoreria regionale

Il risultato di amministrazione

L’esame del risultato di amministrazione rappresenta un momento fondamentale per valutare il reale stato finanziario della Regione nonché il rispetto delle regole e dei principi contabili. Il prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione 2016 nelle diverse componenti disciplinate dalla legislazione vigente, secondo quanto previsto dal d.lgs. 118 del 2011, evidenzia un saldo positivo determinato in euro 105.321.999,19. La lettura delle varie componenti che costituiscono il risultato di amministrazione, ha evidenziato criticità tali da mettere in discussione la veridicità dei dati riportati con conseguente variazione del saldo finale. Il prospetto viene riportato di seguito:

Tab. n. 33 - Prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione:

Fonte: Regione Liguria

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Nel ricordare che nel computo del risultato di amministrazione viene riportato anche il Fondo pluriennale vincolato (di parte corrente e di parte capitale), il saldo finale mostra un valore positivo, come detto, di euro 105.321.999,19. A questo vanno applicati i vari accantonamenti previsti dalla legge e dai principi contabili, così come indicati nel prospetto che segue.

Tab. n. 34 –Composizione risultato di amministrazione

Fonte: Regione Liguria

A seguito dell’apposizione della parte accantonata, vincolata e destinata, la parte disponibile mostra un saldo negativo per euro 295.960.903,55. Secondo quanto osservato nella relazione al rendiconto, per la Regione il disavanzo sarebbe composto da due voci: il disavanzo corrispondente a debito autorizzato e non contratto per un ammontare di euro 158.587.534,70; il fondo anticipazione liquidità, di cui al d. l. n. 35 del 2013, al 31 dicembre 2016, per un ammontare di euro 137.373.368,89. Il totale disavanzo di queste due voci corrisponde, pertanto, al saldo negativo relativo alla cd. parte disponibile, ancorché quest’ultima è per una parte coperta dai mutui autorizzati e non contratti e dall’altra “autorizzata” relativamente al fondo

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anticipazione di liquidità, in quanto la Regione può rientrare del predetto disavanzo, su espressa disposizione nazionale, in trent’anni. Sui saldi evidenziati e sulla copertura fornita dalla Regione incidono le criticità che si sono registrate nel corso dell’istruttoria relativamente alle operazioni dei derivati ed ai mutui autorizzati e non contratti. Per ciò che concerne la “copertura” fornita dai mutui autorizzati e non contratti, secondo quanto evidenziato dalla documentazione regionale (relazione al rendiconto e file Excel inviati nel corso dell’istruttoria) l’ammontare complessivo dei mutui autorizzati e non contratti al 31 dicembre 2016, per dare copertura al disavanzo, è determinato come segue:

Tab. n. 35 - Mutui autorizzabili esercizio impegnato insussistenze autorizzabile 2009 36.405.182,83 1.591.293,45 34.813.889,38 2014 21.912.687,86 306.611,59 21.606.076,27 2015 45.928.698,87 2.770.276,00 43.158.422,87 2016 59.009.146,18 - 59.009.146,18 totale 63.255.715,74 4.668.181,04 158.587.534,70 Fonte: Regione Liguria

Così descritte le risultanze contabili riportate nel rendiconto regionale, la Sezione ha ritenuto di approfondire l’esame di alcune poste vincolate (Fondo crediti dubbia esigibilità, Fondo residui perenti) e delle forme di copertura della parte disponibile negativa, rappresentata dai mutui autorizzati e non contratti, le quali presentano profili di criticità.

2.8.1 Le quote accantonate del risultato di amministrazione:

I fondi accantonati nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 comprendono: Fondi previsti dal d.lgs. n. 118 del 2011 V Fondo crediti di dubbia esigibilità (art. 46, comma 1); V Fondo residui perenti (art. 60, comma 3); V Fondo rischi e spese legali (allegato 4/2 punto 5.2); V Fondo di garanzia sui rischi futuri nella gestione del debito regionale (allegato 4/2 punto 3.23); V Fondo accantonamento trattamento economico accessorio e premiante del personale (allegato 4/2, punto 5.2.).

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Fondi previsti da altre normative V Fondo anticipazioni di liquidità di cui al d. l. n. 179 del 2015 ; V Fondo perdite società partecipate di cui all'art. 1 , comma 550, della legge 147 del 2013. Altri Fondi Ai sensi dell'art. 46, comma 3, del d.lgs. 118 del 2011 la Regione Liguria ha ritenuto necessario provvedere agli ulteriori seguenti accantonamenti: V Fondo per l'ammortamento del debito contratto con rimborso del capitale in unica soluzione a scadenza; V Fondo accantonamento gestione residui attivi; V Fondo accantonamento per contenzioso Corte Costituzionale.

2.8.2 Fondo crediti di dubbia esigibilità

Il FCDE accantonato nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 è pari ad euro 7.045.035,58 ed è stato calcolato come segue. Per l'individuazione dei crediti di dubbia esazione la Regione ha provveduto ad escludere, come stabilito dai principi contabili le entrate tributarie che finanziano la sanità, i trasferimenti provenienti da altre amministrazioni pubbliche, i crediti garantiti da fidejussione, nonché le entrate tributarie accertate per cassa. Per quanto attiene alla percentuale di accantonamento, fra le ipotesi evidenziate dal "Principio Contabile" anche in relazione alla prudenzialità con la quale sono definiti gli stanziamenti di bilancio, è stato scelto il metodo derivante dall'applicazione della media aritmetica più rispondente alle esigenze dell'Amministrazione sulla base dell'andamento della gestione. Le entrate considerate ai fini del calcolo del fondo sono le seguenti:

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Tab. n. 36 – Entrate calcolate ai fini del FCDE Titolo 1 Descrizione Tipologia 101 Imposte tasse e proventi assimilati Titolo 2 Descrizione Tipologia 103 Trasferimenti correnti da imprese Titolo 3 Descrizione Tipologia 100 Vendita di beni e servizi e proventi derivanti dalla gestione dei beni Proventi derivanti dall'attività di controllo e repressione delle Tipologia 200 irregolarità e degli illeciti Tipologia 300 Interessi attivi Tipologia 400 Altre entrate da redditi da capitale Tipologia 500 Rimborsi ed altre entrate correnti Titolo 4 Descrizione Tipologia 200 Contributi agli investimenti Titolo 5 Descrizione Tipologia 300 Riscossione crediti di medio lungo termine Fonte: Regione Liguria

Per le tipologie di cui sopra, che presentano residui, è stata calcolata la percentuale di accantonamento eseguendo la media del rapporto tra gli incassi in c/competenza e gli accertamenti degli ultimi 5 esercizi.

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Tab. n. 37 - Calcolo FCDE

Fonte: Regione Liguria

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Conseguentemente sono state applicate le corrispondenti percentuali, determinando il fondo crediti accantonato nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 di euro 7.045.035,58, come di seguito dettagliato:

Tab. n. 38 - Accantonamenti FCDE % Residuo nuova Residui esercizi Tipologia Totale Accantonamento Accantonamento formazione precedenti avanzo

10101 15.705.027,46 0 15.705.027,46 7,49 1.176.306,56 20103 0 21.889.537,00 21.889.537,00 10,41 2.278.700,80 30100 3.381.433,42 0 3.381.433,42 7,07 239.067,34 30200 6.268,55 48.316,90 54.585,45 0,17 92,80 30300 8.387,21 0 8.387,21 0,78 65,42 30400 3.000.000,00 0 3.000.000,00 25,00 750.000,00 30500 6.399.939,33 9.340.655,05 15.740.594,38 16,06 2.527.939,46 40400 0 0 50300 286.643,45 0 286.643,45 2,79 7.997,35 TOTALE 28.787.699,42 31.346.968,95 38.176.671,37 7.045.035,58 Fonte: Regione Liguria

II fondo è stato utilizzato a copertura di residui attivi dichiarati inesigibili per complessivi 22.089,38 euro.

2.8.3 Fondo residui perenti

L'accantonamento per la copertura dei residui passivi perenti, come già osservato, al 31 dicembre 2016 ammonta ad euro 78.044.855,89 ed è pari al 52,13 per cento della massa complessiva (euro 149.722.785,03). La Regione sostiene di aver incrementato la percentuale di copertura del fondo del 20,01 per cento, come previsto dall'art. 60, comma 3, del d.lgs. 118 del 2011, rispetto alla percentuale al 31 dicembre 2016, pari al 43,4 per cento. In realtà, entrambe le percentuali registrate, appaiono inferiori alla stima prudenziale individuata dalla giurisprudenza contabile, pari al 70 per cento. Percentuale fatta propria dal d.lgs. 118 del 2011 che richiede alle Regioni di aumentare il fondo di almeno il 20 per cento, da un anno all’altro, fino ad arrivare al valore sopra evidenziato. La Regione ha aumentato il fondo del 20 per cento rispetto a quello registrato l’anno precedente, ma è pur vero che quest’ultimo era in forte riduzione rispetto all’anno precedente, allontanandosi non solo dal parametro giurisprudenziale ma anche da quanto disposto dalla stessa norma richiamata dalla Regione, che richiedeva un aumento del 20 per cento per avvicinarsi all’obiettivo fissato nel 70 per cento di copertura dei residui perenti.

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2.8.4 Altri fondi

Fondo rischi e spese legali In ottemperanza a quanto previsto dal principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata, allegato 4/2 al d.lgs. 118 del 2011, ed in particolare a quanto previsto al punto 5.2 lett. h, l'ente ha proceduto ad accantonare nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 l'importo di euro 5.550.000.00. Tale importo è stato determinato a prudente valutazione, tenendo conto delle date presumibili di conclusione dei procedimenti giudiziali di tutto il contenzioso esistente alla data del 31 dicembre 2016 e della valutazione del relativo rischio di soccombenza valutato dal Settore Avvocatura regionale, suddividendo l'importo previsto del rischio tra gli esercizi considerati nel bilancio di previsione. Fondo di garanzia sui rischi futuri nella gestione del debito Seppure non si prevedano scenari che possano generare rischi, in attuazione di quanto disposto dal d.lgs. 118 del 2011 si conferma l'accantonamento nel risultato di amministrazione dell'importo di euro 19.181.978,05, corrispondente all'economia realizzata sullo stanziamento del fondo rischi nella gestione del debito regionale iscritto a bilancio 2015 e dei flussi positivi pari a euro 581.978,05 verificatisi nel corso del medesimo esercizio, in quanto nel 2016 non si sono verificati flussi positivi. Fondo trattamento accessorio economico e premiante del personale In ottemperanza a quanto previsto dal principio applicato di competenza finanziaria, allegato 4/2 al d.lgs. 118 del 2011, punto 5.2, che stabilisce quanto segue: "Le spese relative al trattamento accessorio e premiante, liquidate nell'esercizio successivo a quello cui si riferiscono, sono stanziate e impegnate in tale esercizio. Alla sottoscrizione della contrattazione integrativa si impegnano le obbligazioni relative al trattamento stesso accessorio e premiante, imputandole contabilmente agli esercizi del bilancio di previsione in cui tali obbligazioni scadono o diventano esigibili. Alla fine dell'esercizio, nelle more della sottoscrizione della contrattazione integrativa, sulla base della formale delibera di costituzione del fondo, vista la certificazione dei revisori, le risorse destinate al finanziamento del fondo risultano definitivamente vincolate. Non potendo assumere l'impegno, le correlate economie di spesa confluiscono nella quota vincolata del risultato di amministrazione, immediatamente utilizzabili secondo la disciplina generale, anche nel corso dell'esercizio provvisorio". Ciò detto, è stato accantonato nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 l'importo di euro 4.485.727,48, le cui economie sono rilevabili ai capitoli di spesa 200, 201, 205, 208, 217, 220, 479, 483, 7604 e

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7605, come definito dalla Giunta regionale con delibera n. 1057 del 22 novembre 2016. Fondo anticipazioni liquidità (ex d. l. 35 del 2013) di cui d. l. 179 del 2015 L'accantonamento al fondo anticipazioni liquidità, previsto dall'art. 1 del d. l. 13 novembre 2015, n. 179, è stato determinato con delibera della Giunta regionale n. 1389 del 14 dicembre 2015, alla quale si rimanda per i dettagli relativi alle modalità di calcolo. Fondo perdite società partecipate di cui all'art. 1, commi 551-552 della legge 147 del 2013 In ottemperanza a quanto previsto dall'art. 1, commi 551-552, della legge 147 del 2013, come modificata dal d.lgs 175 del 2016, si è provveduto a istituire nel bilancio 2016 un apposito fondo con la dotazione di euro 35.000,00, conseguente alla perdita d'esercizio relativa alla società "Ferrovia Genova Casella S.r.l." in liquidazione. Tale somma confluisce nel risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016. Fondo per l'ammortamento del debito contratto con rimborso del capitale in unica soluzione a scadenza Il fondo per l'ammortamento di euro 12.000.000,00 si riferisce all'accantonamento delle somme necessarie per il rimborso a scadenza del prestito obbligazionario bullet di originari euro 420.000.000,00 con scadenza 2034, per il quale nel 2014 è stato chiuso il derivato sottostante e nell'anno 2015 e 2016 è stata riacquistata una quota parte del valore nominale complessivo di 180.000.000,00 ai sensi dell'art. 45 del d. l. 66 del 2014, rimanendo quindi in capo alla Regione il valore nominale di euro 240.000.000,00. Fondo accantonamento gestione residui attivi E' stato mantenuto il vincolo, di euro 1.130.068,39, già apposto sul risultato dell'esercizio al 31 dicembre 2015, inerente la mancata riscossione di un residuo attivo in partite di giro rinveniente dall'esercizio 2012 su capitolo 5005 e relativo alla mancata restituzione dell'anticipazione economale, per la quale l'ente ha effettuato le opportune segnalazioni per le verifiche di tale irregolarità. Fondo accantonamento per contenzioso Corte Costituzionale In pendenza del ricorso alla Corte Costituzionale da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri avverso la l.r. n. 26 del 2016, si è provveduto ad accantonare prudenzialmente la somma di euro 3.509.506,73.

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2.8.5 I mutui autorizzati e non contratti

In considerazione della rilevanza che i mutui autorizzati e non contratti rivestono ai fine della copertura del disavanzo registrato alla voce “parte disponibile” del prospetto relativo al risultato di amministrazione, la Sezione ha ritenuto di effettuare una verifica a campione delle spese finanziate dai predetti mutui al fine di verificare: 1. se le spese sono di investimento (ai fini del rispetto dell’art. 119 della Costituzione); 2. se la spesa è stata effettivamente sostenuta o, quantomeno, sia rimasta a residuo (ossia se il debito abbia un’obbligazione giuridicamente perfezionata ed esigibile).

L’istituto in esame è tipico della gestione finanziaria delle Regioni. Difatti queste ultime, nel prevedere spese d’investimento in fase di bilancio di previsione, autorizzavano la copertura delle stesse mediante ricorso ad indebitamento che veniva autorizzato nel corrispondente ammontare. Nel corso della gestione, le Regioni, in base agli andamenti della cassa, finanziavano le spese d’investimento con la liquidità presente nella loro tesoreria evitando di contrarre il mutuo (o altra forma d’indebitamento), al fine di non sostenere le spese correlate in termini di interessi. Di fatto si sosteneva una spesa d’investimento senza una copertura reale, ma mediante il ricorso al fondo cassa regionale, creandosi così un disavanzo finanziario. Tale procedura ha determinato nel corso del tempo uno stratificarsi di disavanzi finanziari coperti con i mutui che di anno in anno, con legge di bilancio, la Regione autorizzava a contrarre a copertura, appunto, del predetto disavanzo. La finalità, evidente, era quella di non sostenere le spese d’indebitamento e riuscire, con la gestione di competenza di ciascun esercizio finanziario, a recuperare il disavanzo di amministrazione, ossia realizzando avanzi d’esercizio. Tale materia è ora regolamentata anche dalla nuova contabilità di cui al d.lgs. 118 del 2011 e dai principi contabili applicati, per i quali tale istituto trova fine a decorrere dall’esercizio 2016. Pertanto i mutui autorizzati devono essere contratti nell’anno di autorizzazione; diversamente non potranno essere più contratti. Inoltre, l’art. 40, comma 2, del d.lgs. 118 del 2011, stabilisce: " A decorrere dal 2016, il disavanzo di amministrazione derivante dal debito autorizzato e non contratto per finanziare spesa di investimento, risultante dal rendiconto 2015, può essere coperto con il ricorso al debito che può essere contratto solo per far fronte ad effettive esigenze di cassa ".

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Secondo la Regione è stato possibile avvalersi della possibilità di autorizzare nuovi mutui senza contrarli anche nel 2016, in virtù di quanto previsto dall'art. 10, comma 2, del d. l. n. 113 del 2016: " Anche per l'esercizio 2016, per le sole Regioni che nell'anno 2015 abbiano registrato indicatori annuali di tempestività dei pagamenti, calcolati e pubblicati secondo le modalità stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 settembre 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 265 del 14 novembre 2014, tenendo conto di quanto disposto dall'articolo 4, comma 4, del d.l. 19 giugno 2015, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, con un valore inferiore rispetto ai tempi di pagamento di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, e successive modificazioni, sono valide le disposizioni di cui al comma 2, dell'articolo 40, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, con riferimento alla copertura degli investimenti autorizzati ". La Sezione ha verificato le spese sostenute dalla Regione negli esercizi 2009-2014- 2015-2016, finanziate da mutuo autorizzato e non contratto (che nel risultato di amministrazione, come visto, copre una parte significativa del saldo negativo relativo alla parte disponibile), scegliendo un campione di 41 impegni tra gli elenchi forniti dalla Regione. Al termine dell’analisi si sono registrate criticità negli impegni di spesa oggetto di approfondimento, con la dimostrazione dell’erronea qualificazione da parte della Regione, della spesa come “spesa d’investimento”. Su tali criticità la Regione ha presentato osservazioni nel corso del contraddittorio intervenuto con questa Sezione, fornendo adeguati chiarimenti per alcuni impegni di spesa e condividendo, per mezzo dei propri rappresentanti, la non corretta qualificazione di spesa d’investimento relativamente ad altri impegni sotto riportati. Pertanto, la Sezione ha circoscritto l’ambito delle spese non d’investimento finanziate con mutuo autorizzato e non contratto nei termini che seguono.

Esercizio 2014 1) Impegno n. 2838, “ l.r. 12/95 - riparto contributi bilancio 2014 enti di gestione aree protette - impegno di euro 1.235.000,00 spese correnti, euro 790.000,00 conto capitale; contestuale liquidazione euro 1.140.000,00 (cap. 2506) e euro 675.000,00 (cap. 2507)”, euro 120.000,00 L’impegno di spesa si riferisce ad un finanziamento destinato ad un Ente parco. Gli Enti parco sono enti strumentali istituiti ai sensi della l.r. 22 febbraio 1995 n. 12 per la gestione di aree naturali protette. Il controllo della gestione contabile e finanziaria di tali enti è assegnato ad un apposito Collegio unico dei Revisori, sostituito dal 2016 da un Revisore unico (art. 12 della l.r. n. 12 del 1995). Il controllo degli atti più rilevanti, fra i quali i bilanci di previsione e di esercizio, è esercitato dalla Giunta

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regionale (art. 30 della l.r. n. 12 del 1995). Di norma, il contributo regionale ordinario in conto capitale copre, oltre alle spese di tale tipo connesse con il funzionamento dell’ente, gli interventi sul patrimonio naturalistico del parco e sulla sentieristica, i progetti di divulgazione e di educazione ambientale, i cofinanziamenti e le spese non coperte di progetti finanziati da fondi della programmazione europea, statale o regionale (PSR, FAS, FESR, ecc.). Gli interventi di maggiore spessore sono invece realizzati mediante i fondi di tale programmazione. Il bilancio di esercizio per l’anno 2014 dell’Ente Parco di è stato approvato con delibera di Giunta regionale n. 836 del 30 luglio 2015. La Regione ha fornito l’elenco degli interventi finanziati con il contributo regionale evidenziando come una parte di questi sia riferibile a spesa corrente e, pertanto, non finanziabile con mutuo. L’ammontare delle spese corrente ammonta ad euro 60.495,58. 2) Impegno n. 8087, “convenzione r.l. - distav del 6/11/2014 - monitoraggio risorse alieutiche 2014-2015”, euro 70.000,00 La Regione ha evidenziato che trattasi di compartecipazione della Regione Liguria al progetto complessivo di “ monitoraggio delle risorse alieutiche in Liguria” , per il reperimento e l’analisi complessa dei campioni biologici e la redazione di n. 3 elaborati scientifici. Le attività di analisi e la redazione degli elaborati sono state realizzate con il supporto di personale acquisito dall’Università di Genova. La codifica attribuita al capitolo di spesa 2624 denominato “Contributi a Enti pubblici per attività di ricerca nel settore della pesca e dell’acquacoltura. D.Lgs. 142/97 ” (a cui l’impegno 8087 si riferisce), avrebbe consentito di ricondurre l’intervento alla categoria “beni immateriali”. Le spese sostenute per il personale assegnista di ricerca si sono concretizzate nella realizzazione di specifici prodotti quali: campionamenti biologici per valutare lo stato di salute delle risorse ittiche; redazione, conseguente, di tre elaborati scientifici relativi all’aggiornamento del monitoraggio scientifico del Piano di gestione Rossetto; relazione sullo stato delle risorse pelagiche e demersali liguri; relazione sulla sperimentazione di un innovativo attrezzo da pesca selettivo. Sul punto la Sezione ha ritiene non ammissibile qualificare l’intervento in esame come spesa di investimento rilevante ai sensi dell’art. 3, comma 18, lett. d), che riconosce valore d’investimento agli oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale. A tal fine soccorrono i principi contabili individuati nella materia delle immobilizzazioni immateriali dall’OIC (Organismo italiano di contabilità), ripresi, per ciò che interessa, dai codici gestionali SIOPE (2.10.03.2138).

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Le spese relative all’assegno di ricerca del personale universitario impegnato nell’attività di studio, non rientrano tra i beni immateriali. Quest’ultimi sono individualmente identificabili e sono, di norma, rappresentati da diritti giuridicamente tutelati. In virtù di tali diritti, la società ha il potere esclusivo di sfruttarne, per un periodo determinato, i benefici futuri attesi. Questi beni sono suscettibili di valutazione e qualificazione autonoma. Essi sono rappresentati da: a) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; b) concessioni, licenze, marchi e altri diritti simili. I beni immateriali così individuati possono essere iscritti nell’attivo patrimoniale. Al più le spese in esame potrebbero essere ricomprese nei cd. oneri pluriennali, ossia costi che non esauriscono la loro utilità nell'esercizio in cui sono sostenuti. Essi comprendono i costi di impianto e di ampliamento, i costi della ricerca applicata e i costi di sviluppo, i costi di pubblicità e altri costi simili che soddisfano la definizione generale di onere pluriennale. Questi possono essere iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale solo se ne sia dimostrata la loro utilità futura, esista una correlazione oggettiva con i relativi benefici futuri di cui godrà la società e sia stimabile con ragionevole certezza la loro recuperabilità. La ricerca svolta dal personale assegnista, potrebbe rientrare nella ricerca di base rappresentata dall’insieme di studi, esperimenti, indagini e ricerche che hanno una finalità generica per l’Ente. I costi sostenuti per la ricerca di base sono costi di periodo e quindi addebitati al conto economico dell'esercizio in cui sono sostenuti, poiché rientrano nella ricorrente operatività dell’Ente e sono di supporto ordinario all’attività di questo. Da escludere che l’attività di studio rientri nell’ambito della ricerca applicata o finalizzata ad uno specifico prodotto o processo produttivo. E’ l’insieme di studi, esperimenti, indagini e ricerche che si riferiscono direttamente alla possibilità ed utilità di realizzare uno specifico progetto. Né, tantomeno, nella ricerca di sviluppo, consistente nell’applicazione dei risultati della ricerca o di altre conoscenze possedute o acquisite in un piano o in un progetto per la produzione di materiali, dispositivi, processi, sistemi o servizi, nuovi o sostanzialmente migliorati, prima dell’inizio della produzione commerciale o dell’utilizzazione. Riassumendo manca il riferimento ad un bene immateriale, potendo la spesa essere riferita, in quanto ricerca, agli oneri pluriennali che però non producono alcuna utilità in favore della Regione, utilizzabile nel corso degli esercizi futuri. In disparte, poi, la circostanza che il tenore letterale della norma citata, riferendosi agli oneri (ricerca) sostenuti per beni immateriali a utilizzo pluriennale, escluderebbe in ogni caso la fattispecie in esame dalle spese di investimento.

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La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. 3) Impegno 742, “ incarico "in house" a Liguria ricerche s.p.a., per attività di comunicazione e informazione a supporto nella fase conclusiva del psr 2007 - 2013 e di avvio del psr 2014-2020”, euro 80.124,00 4) Impegno n. 5585, “ incarico "in house" a Liguria ricerche s.p.a., per supporto attività istruttoria di 800 domande di contributo, a valere sulla misura 216 del psr per il periodo 2007-2013”, euro 90.000,00 Le codifiche attribuite al capitolo di spesa n. 7223, denominato “Interventi connessi all’attuazione diretta da parte della Regione Liguria del programma di sviluppo rurale 2007–2013, a cui si riferiscono entrambi gli impegni, consentono di ricondurre le spese dirette effettuate dalla Regione in attuazione del PSR – assistenza tecnica al Programma, ai beni immateriali (Codice SIOPE 2.10.03.2138). Le attività espletate con i suddetti incarichi si sono concretizzate nella realizzazione di prodotti quali: post sul Blog PSR Liguria, sulla pagina Facebook AgriLigurianet, progettazione grafica di brochure, e materiale funzionale ad eventi, seminari, riunioni del Comitato di Sorveglianza, nonché valutazioni tecnico economiche, comprensive di esame documentale, sopralluoghi e predisposizione di verbali di istruttoria per le domande di sostegno di cui alla misura 216 del PSR. Come già osservato per l’impegno 8087, ritiene la Sezione che non sia ammissibile qualificare l’intervento in esame come spesa di investimento rilevante ai sensi dell’art. 3, comma 18, lett. d), che riconosce valore d’investimento agli oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale. Valgono le stesse argomentazioni sopra riportate, cui si rinvia. Osservazioni che assumono maggior valenza alla luce dell’attività espletata con i menzionati incarichi che sono sussumibili senza alcun dubbio nella spesa corrente. Sul punto la regione non ha fornito controdeduzioni. 5) Impegno n. 2354 , “impegno e contestuale liquidazione di euro 469.585,59 in favore di Artigiancassa spa quale fondo per il pagamento delle commissioni per operazioni di agevolazione al credito e alla locazione finanziaria”, euro 469.585,59 Il titolo giuridico è rappresentato dalla convenzione tra Regione Liguria e Artigiancassa S.p.A. sottoscritta il 25 febbraio 2000 ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. 112 del 1998 e dell’art. 5, comma 2, della l.r. n. 9 del 1999. La spesa è da considerarsi d’investimento secondo la nota della Direzione Generale Risorse Umane Finanziarie e Strumentali prot. 1050 del 27 dicembre 2006. Dagli allegati è possibile ricostruire il quadro giuridico per definire correttamente la situazione contabile e finanziaria.

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L’art. 37 della legge 25 luglio 1952, n. 949, ha previsto l'istituzione di un Fondo a favore delle imprese artigiane per il concorso nel pagamento degli interessi sulle operazioni di credito e la concessione (con legge n. 240 del 1981) di contributi in conto canoni di locazione finanziaria, istituito presso la Cassa per il Credito alle Imprese Artigiane (Artigiancassa S.p.A.), con conferimenti dello Stato e delle Regioni. A seguito della legge n. 59 del 1997, è stato emanato il d.lgs. n. 112/98, che all’art. 19, comma 6, ha previsto l'istituzione presso ciascuna Regione di un Fondo unico regionale in cui sono confluiti i fondi statali relativi alle materie delegate e trasferite. Conseguentemente, a decorrere dall’1 luglio 2000, le Regioni hanno esercitato le funzioni relative alle azioni in materia di incentivi alle imprese. La Regione Liguria, pertanto, a seguito della l.r. n. 9 del 1999 (art. 5, comma 2) ha stipulato la convenzione con cui è subentrata all’Amministrazione statale nelle convenzioni in essere con Artigiancassa S.p.A., contribuendo con propri conferimenti al Fondo di cui all'articolo 37 della legge n. 949 del 1952, divenuto un fondo di carattere regionale. La convenzione prevede in favore di Artigiancassa S.p.A., soggetto che gestisce gli incentivi previsti dal Fondo regionale, il pagamento delle commissioni per l’attività bancaria svolta ai fini dell’incentivazione. Artigiancassa S.p.A., con riferimento alle attività derivanti da operazioni deliberate negli anni precedenti al 2014, risulta creditrice, come da fatture allegate, di complessivi euro 469.585,59. Motivo per cui la Regione ha stanziato nel relativo bilancio le somme necessarie al pagamento dei compensi e rimborsi previsti dalla convenzione. Appare evidente che le somme in esame non possano essere ricomprese tra le spese in conto capitale. Difatti, le stesse retribuiscono Artigiancassa S.p.A. per un servizio che di sicuro non assume valore di investimento per la Regione, ai sensi dell’art. 3, comma 18, della legge n. 350. Né tantomeno la valenza di investimento può derivare dalla gestione del fondo stesso con cui si incentivano le imprese mediante contributo al pagamento degli interessi derivanti da operazioni di credito. In altri termini la Regione paga un costo (commissioni) in favore di Artigiancassa S.p.A. al fine di ottenere la prestazione di un servizio consistente nella gestione delle pratiche creditizie incentivate, a favore delle imprese artigiane. Queste ultime, al di là della finalità perseguite con il ricorso al credito (finalità prettamente d’investimento, come indicato dalla normativa di settore) ricevono un aiuto dalla Regione consistente nella facilitazione del ricorso al credito bancario. Né tale servizio rivolto alle imprese (che consiste nel coprire spese per interessi, che di per sé non hanno valenza di investimento) né il servizio offerto da Artigiancassa S.p.A. alla

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Regione (retribuito con il pagamento delle commissioni) possono assumere, dal punto di vista contabile e finanziario, la valenza di spesa d’investimento. Neppure tale qualità può assumere la spesa sulla base di una mera affermazione della Direzione Generale che, preso atto della mancanza di indicazioni da parte del sistema classificatorio SIOPE per le operazioni in esame, si è posto il problema di come classificare gli oneri accessori di carattere strumentale all'attuazione dei diversi interventi (acquisizione immobili, erogazioni per fini di investimento, acquisizione valori immobiliari, concessione temporanea di disponibilità finanziarie) che compongono il più complessivo aggregato delle spese in conto capitale. A tal fine sono state richiamate le definizioni riportate nel Reg. CE n. 2223/96 con cui è stato adottato il SEC 95, con riferimento in particolare alla voce "investimenti lordi" che, in ogni caso, non ricomprende i costi relativi alla spesa in esame che rientrerebbe tra gli investimenti lordi per analogia. In base a ciò dovrebbero essere contabilizzati come spese in conto capitale quegli oneri di carattere accessorio che costituiscono corrispettivo di attività inequivocabilmente strumentali, in modo diretto ed esclusivo, alla realizzazione dell'intervento regionale costitutivo della spesa in conto capitale. Come già osservato, la spesa per i rimborsi al gestore del fondo non costituisce spesa d’investimento non essendo inquadrabile in nessuna categoria individuata dalla legge n. 350 del 2003, bensì spesa corrente per remunerare un servizio svolto da terzi (né, come detto, assume valore d’investimento il servizio che lsa Regione fornisce alle imprese artigiane). La spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. 6) Impegno n. 3218 , “impegno e contestuale liquidazione di euro 1.190.414,41 in favore di Artigiancassa S.p.A. quale fondo per il pagamento delle commissioni per operazioni di agevolazione al credito e alla locazione finanziaria”, euro 1.190.414,41 Per tale impegno valgono le stesse considerazioni svolte per l’impegno precedente. Pertanto, la spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. 7) Impegno n. 3509, “rinnovo contratto di somministrazione lavoro a tempo determinato con Tempor S.p.A., per unità di personale di categoria d,

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a supporto della sezione tecnica del settore amministrazione generale”, euro 40.210,12 La Regione ha osservato che l'impegno è stato disposto con Decreto n. 1973 del 2014. La spesa è stata considerata investimento in quanto la risorsa a tempo determinato è stata somministrata tramite Agenzia ad un ingegnere edile che è addetto alla progettazione di opere puntuali di manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare di Regione Liguria. Sul punto ritiene la Sezione che non sia ammissibile qualificare l’intervento in esame come spesa di investimento rilevante ai sensi dell’art. 3, comma 18, della legge n. 350 del 2003. Quella in esame è una evidente spesa di personale e, come tale, ha natura corrente. Pertanto non può essere finanziata con mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. La Regione ha, inoltre, evidenziato che la spesa in esame è stata computata nei limiti di spesa.

Esercizio 2015 8) Impegno n. 6892, “ impegno in favore di Artigiancassa S.p.A. quale fondo per il pagamento delle commissioni per operazioni di agevolazione al credito e alla locazione finanziaria ”, euro 564.141,94 L’operazione è identica a quella già evidenziata con l’impegno n. 2354 del 2014. Il titolo giuridico è rappresentato, però, non più dalla convenzione tra Regione Liguria e Artigiancassa S.p.A., sottoscritta il 25 febbraio 2000 (ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. 112 del 1998 e dell’art. 5, comma 2, della l.r. n. 9 del 1999), bensì dalla nuova convenzione siglata tra le parti, a seguito di procedura pubblica, nell’agosto 2014. La spesa sarebbe da considerarsi d’investimento secondo la nota della Direzione Generale Risorse Umane Finanziarie e Strumentali prot. 1050 del 27 dicembre 2006. Nel rimandare alle osservazioni di cui all’impegno 2354 del 2014 per la definizione del quadro giuridico in cui la Regione agisce, per la fattispecie in esame si può aggiungere l’esame dell’oggetto della nuova convenzione, che evidenzia ancor di più, qualora ve ne fosse bisogno, la valenza di spesa corrente degli interventi in esame. La convenzione, all’art. 3, prevede che l'ambito dell’impegno collaborativo comprende: a) la soluzione di problemi bancari relativi all'assistenza creditizia occorrente all'attuazione di leggi regionali e statali, riguardanti provvidenze a favore delle imprese; b) la soluzione di problemi bancari relativi all'assistenza tecnica necessaria alla realizzazione di operazioni di leasing o locazione finanziarie a favore delle imprese, c) lo studio e la proposta di soluzioni idonee a sostenere l'accesso al

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credito a breve e medio termine delle Pmi artigiane attraverso strumenti, con elevato effetto moltiplicatore, di garanzia riassicurativa dell'operatività. Tali attività costituiscono prestazione di un servizio che non può ricondurre i costi sostenuti alla spesa d’investimento. Come già evidenziato per l’impegno n. 2354 del 2014, la spesa sostenuta retribuisce Artigiancassa S.p.A. per un servizio che di sicuro non assume valore di investimento per la Regione, ai sensi dell’art. 3, comma 18, della legge n. 350. Né tantomeno la valenza di investimento può derivare dalla gestione del fondo stesso con cui si incentivano le imprese mediante contributo al pagamento degli interessi derivanti da operazioni di credito. In altri termini la Regione paga un costo (commissioni) in favore di Artigiancassa S.p.A., al fine di ottenere la prestazione di un servizio consistente nella gestione delle pratiche creditizie incentivate, a favore delle imprese artigiane. Queste ultime, al di là della finalità perseguite con il ricorso al credito (finalità prettamente d’investimento, come indicato dalla normativa di settore) ricevono un aiuto dalla Regione consistente nella facilitazione del ricorso al credito bancario. Né tale servizio rivolto alle imprese (che consiste nel coprire spese per interessi, che di per sé non hanno valenza di investimento), né il servizio offerto da Artigiancassa S.p.A. alla Regione (retribuito con il pagamento delle commissioni), possono assumere, dal punto di vista contabile e finanziario, la valenza di spesa d’investimento. Neppure tale qualità può assumere la spesa sulla base di una mera indicazione della Direzione Generale che, preso atto della mancanza di indicazioni da parte del sistema classificatorio SIOPE per le operazioni in esame, si è posto il problema di come classificare gli oneri accessori di carattere strumentale all'attuazione dei diversi interventi (acquisizione immobili, erogazioni per fini di investimento, acquisizione valori immobiliari, concessione temporanea di disponibilità finanziarie) che compongono il più complessivo aggregato delle spese in conto capitale. A tal fine sono state richiamate le definizioni riportate nel Reg. CE n. 2223/96 con cui è stato adottato il SEC 95, con riferimento in particolare alla voce "investimenti lordi" che, in ogni caso, non ricomprende i costi relativi alla spesa in esame che rientrerebbe tra gli investimenti lordi per analogia. In base a ciò dovrebbero essere contabilizzati come spese in conto capitale quegli oneri di carattere accessorio che costituiscono corrispettivo di attività inequivocabilmente strumentali, in modo diretto ed esclusivo, alla realizzazione dell'intervento regionale costitutivo della spesa in conto capitale. Come già osservato, la spesa per i rimborsi al gestore del fondo non costituisce spesa d’investimento non essendo inquadrabile in nessuna categoria individuata dalla legge n. 350 del 2003, bensì spesa corrente per remunerare un servizio svolto da

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terzi (né, come detto, assume valore d’investimento il servizio che la Regione fornisce alle imprese artigiane). La spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo un ammontare pari a 528.000,00 della spesa impegnata. 9) Impegno n. 8569, “ opere di pulizia e sanificazione completa, compresi lavori accessori, della rete idraulica degli impianti termomeccanici a servizio dell'edificio regionale di via Fieschi, 17 ”, euro 631.320,37 L’impegno è stato assunto con decreto n. 4437 del 2015. Si tratta della sanificazione e pulizia dei canali aeraulici posti a servizio dell'immobile regionale di Via Fieschi, 17. Stato di attuazione: appalto aggiudicato, lavori in corso di consegna. L'importo complessivo stimato e presunto dei lavori oggetto dell'appalto è pari ad Euro 514.475,71, IVA esclusa, di cui: euro 327.962,74 per costo del personale; euro 15.434,27 per oneri di sicurezza; euro 171.078,70 per importo lavori. La categoria prevalente dei lavori oggetto della presente gara d'appalto è la Categoria OG 11, Classifica II, per l'importo di euro 514.475,71. L’impegno di spesa, diversamente dalla qualificazione data dalla Regione, appare appalto di servizi (come emerge dalla prevalenza dei costi di personale) e, pertanto, non può essere finanziato con mutuo. La Regione ha chiarito, in contraddittorio, i motivi per i quali ha ritenuto che la spesa in esame potesse riferirsi a spesa d’investimento. Ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata.

Esercizio 2016 10) Impegno n. 8001, “ DGR n. 997/2014. Convenzione Regione Liguria - Università degli studi di Genova per l'elaborazione di piani di monitoraggio delle risorse alieutiche e sperimentazioni in pesca e acquacoltura. Anno 2016”, euro 44.000,00 11) Impegno n. 8795, “ Approvazione progetto "Analisi del rischio concernente il consumo di specie ittiche in relazione al contenuto di mercurio/metilmercurio per la popolazione della Regione Liguria". Impegno euro 18.000,00 a favore dell'Istituto Zooprofilattico , euro 6.000,00 La Regione ha evidenziato che la codifica attribuita al capitolo di spesa 2624 denominato “Contributi a Enti pubblici per attività di ricerca nel settore della pesca e

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dell’acquacoltura. d.lgs. 142/97 ”, a cui gli impegni si riferiscono, consente di ricondurre gli intervento alla categoria “beni immateriali”. Le spese sostenute per il personale di ricerca si sono concretizzate nella realizzazione di specifici prodotti. Per l’impegno 8001: campionamenti biologici necessari per la valutazione dello stato di salute della specie “Aphia minuta (Rossetto)”, predisposizione di un primo schema di gestione per la pesca del bianchetto, pubblicazione contenente la sinossi dei progetti svolti dal 2009 al momento attuale, finalizzato alla valutazione globale dello stato di conservazione delle risorse ittiche e alla formulazione di proposte gestionali per valutare il relativo stato di salute; redazione, conseguente, di tre elaborati scientifici relativi all’aggiornamento del monitoraggio scientifico del Piano di gestione Rossetto, relazione sullo stato delle risorse pelagiche e demersali liguri, relazione sulla sperimentazione di un innovativo attrezzo da pesca selettivo. Per l’impegno 8795: elaborazione questionario e validazione, campionamento e somministrazione questionario, elaborazione dati pescato, documento finale di valutazione del rischio. Sul punto ritiene la Sezione che non sia ammissibile qualificare gli intervento in esame come spesa di investimento rilevante ai sensi dell’art. 3, comma 18, lett. d), che riconosce valore d’investimento agli oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale. Sul punto si rinvia all’impegno di cui al n. 2. La spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. 12) Impegno n. 9040, “ Impegno a favore di Artigiancassa S.p.A. delle risorse a valere sul bilancio 2016 per le commissioni relative alle operazioni agevolative per le attività rientranti nel contratto n° 436/R43262014 (impegno euro 465.023,30)”, euro 465.023,30 Per l’impegno in esame valgono le osservazioni svolte relativamente all’impegno n. 6892, motivo per cui la spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata. 13) Impegno n. 588, “ somministrazione lavoro a tempo determinato per unità di categoria D, a supporto della sezione tecnica del settore amministrazione generale ”, euro 35.000,00

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L'impegno è stato assunto con Decreto n. 3282/2015. La spesa è stata considerata investimento in quanto la risorsa a tempo determinato, somministrata tramite Agenzia, concerne un ingegnere edile che è addetto alla progettazione di opere puntuali di manutenzione straordinaria del patrimonio immobiliare della Regione Liguria. Al riguardo valgono le stesse osservazioni svolte relativamente all’impegno n. 3509 del 2014. Il medesimo si riferisce a spese di personale. Diversamente, se fosse valida l’argomentazione sostenuta dalla Regione, la spesa sostenuta per il personale regionale assegnato agli uffici tecnici (urbanistica, appalti, pianificazione, ecc.) potrebbe essere finanziata con mutui ed essere sottratta ai limiti di spesa in materia di personale. La spesa in esame, di natura corrente, rende impossibile il finanziamento della stessa con un mutuo. La Regione, nel corso del contradditorio, ha condiviso le conclusioni della Sezione ed ha ritenuto non finanziabile con mutuo l’intero ammontare della spesa impegnata.

2.8.6 Conclusioni

L’esame degli impegni finanziati da mutui autorizzati e non contratti ha evidenziato come le spese sopra riportate non possano essere qualificate come spese di investimento, bensì come spese correnti. Motivo per cui l’autorizzazione a contrarre mutui, per ciascun esercizio di riferimento, deve essere ridotta per un ammontare pari alle spese correnti che hanno contribuito a determinare il disavanzo finanziario di ciascun esercizio finanziario (2014-2015-2016). Diversamente, la copertura fornita a tali spese si porrebbe in contrasto con l’art. 119 della Costituzione. La Regione, nel corso del contraddittorio ha condiviso le osservazioni della Sezione relativamente alla natura corrente di determinate spese ed ha ritenuto le stesse non finanziabili con ricorso all’indebitamento. Inoltre, a seguito di chiarimenti richiesti dalla Sezione, è emerso un ulteriore impegno di spesa a favore di Artigiancassa della stessa natura di quelli sopra rilevati, per un ammontare di euro 165.000,00. Valore da portare in riduzione sull’ammontare complessivo dei mutui autorizzati e non contratti. Conseguentemente, per quanto evidenziato, l’ammontare dei mutui autorizzati e non contratti va ridotto per un valore di euro 3.875.173,17. Per l’effetto, il saldo negativo relativo alla parte disponibile del prospetto del risultato di amministrazione, risulta non coperto per il predetto ammontare. Tale somma potrebbe incrementarsi qualora la Regione, seguendo le linee guida adottate da questa Sezione nell’esame degli impegni, dovesse individuare altre spese

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correnti (v. Artigiancassa S.p.A., spese di personale, ecc.), riducendo la quota corrispondente di mutui autorizzati. Nelle more tra contraddittorio e giudizio di parifica, la Regione Liguria ha inviato alla Sezione l’emendamento al d.d.l. n. 49 del 2017 (il Rendiconto regionale 2016) registrato col numero 27 in data 18 luglio 2017. Con tale emendamento la Regione Liguria, al fine di superare le criticità riscontrate nell’esame delle spese finanziate da mutui autorizzati e non contratti, ritiene di integrare gli allegati al rendiconto – parte I “Conto del Bilancio” con il prospetto aggiornato contenente “ Elenco dei programmi per spesa di investimento finanziati con ricorso al debito – d.lgs. 118/2011 – art. 11 ” per gli esercizi 2009-2014-2015-2016 nell’ammontare di euro 158.587.534,70. La Regione, pertanto, ritiene di adottare, quale misura correttiva delle criticità evidenziate, l’inserimento di spese di investimento negli elenchi delle spese finanziabili da indebitamento, in sostituzione delle spese correnti sopra evidenziate. Queste ultime troverebbero copertura in altre entrate discrezionali dell’Ente. Fermo restando che trattasi di emendamento che dovrà essere approvato successivamente al giudizio di parifica, alla Sezione non sembra che la misura correttiva proposta dalla Regione possa ritenersi conforme all’ordinamento contabile. Appare essenziale che “ anche la copertura del disavanzo con mutuo a “pareggio” debba rispettare il vincolo qualitativo posto dall’art. 119, ultimo comma, della Costituzione che, nel porre il divieto di ricorrere all’indebitamento per spese diverse da quelle di investimento, impone che i disavanzi di bilancio ai quali sono destinati i finanziamenti a pareggio corrispondano effettivamente a spese di investimento. Si rende, pertanto, necessaria la costruzione di tecniche di rilevazione contabile che assicurino il mantenimento del principio di correlazione tra entrate da indebitamento e spese di investimento da esse finanziate (Corte dei conti, Sezione delle Autonomie: Relazione sulla gestione finanziaria degli Enti territoriali – Esercizio 2013). La Regione Liguria fino al Bilancio di previsione 2014 ha adottato uno schema di allegato che individua le spese per Area ed UPB (Unità previsionale di base). A decorrere dal Bilancio di previsione 2015 lo schema ha individuato Missione e Programma. Tali schemi, non sono sufficienti a definire il singolo impegno finanziato con mutuo ma la Regione ha predisposto nella propria contabilità schede di dettaglio sulle singole tipologie di spesa ricomprese nelle UPB prima e nei Programmi dopo. L’analisi di tali voci, che compongono la spesa rilevante ai fini del computo del disavanzo finanziario coperto con mutui autorizzati, ha consentito di verificare l’impossibilità di qualificare come investimento determinati impegni di spesa.

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Con il summenzionato emendamento la Regione vorrebbe modificare gli elenchi di spesa (e i correlati impegni) riportati negli allegati, modificando, di fatto, la composizione delle voci che determinano il disavanzo finanziario, che in questo modo sarebbe riferibile a spese di investimento individuate ex post, ossia successivamente alla chiusura dell’esercizio e, nel caso dei mutui 2014 e 2015, addirittura successivamente all’approvazione del Rendiconto generale. Occorre ricordare che il Bilancio di previsione ha valenza autorizzatoria a sostenere le spese ivi previste, comprese quelle riportate negli allegati più volte menzionati, che costituiscono parte integrante del Bilancio di previsione (e dell’assestamento) approvato con legge regionale. La Regione può indubbiamente modificare tali allegati nella loro composizione (l’elenco delle spese da finanziare con mutui), ma ciò deve avvenire all’interno della sessione di bilancio ossia entro il termine dell’esercizio finanziario (mediante variazioni e assestamento). Una volta chiuso l’esercizio finanziario la correlazione da spese impegnate (di investimento) e fonte di copertura (mutuo autorizzato) si cristallizza. Diversamente, con l’operazione di correzione che la Regione vorrebbe porre in essere, si determinerebbe la possibilità di modificare le risultanze di un esercizio finanziario ormai chiuso e, per il 2014 e 2015, confluite in un Rendiconto generale approvato con legge. Per quanto premesso, la Sezione ritiene che la misura correttiva delle criticità rilevate consista nell’emersione del disavanzo finanziario non coperto da mutui (in quanto riferito a spese correnti), prevedendone la copertura finanziaria nel primo momento utile nel corso dell’esercizio finanziario 2017.

2.8.7 Tabella riassuntiva risultato di amministrazione

Il risultato di amministrazione presenta, pertanto, un valore sostanziale differente da quello descritto dalla regione, in considerazione delle criticità evidenziate nell’analisi, costituite: − dai mutui autorizzati e non contratti; − dai derivati. La tabella che segue descrive gli esiti finanziari della ricostruzione operata da questa Sezione relativamente alle materie sopra indicate.

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Tab. n. 39 - Disavanzo sostanziale a) Saldo negativo registrato dalla Regione (al netto anticip. Liquidità) 158.587.534,70 b) Fondi vincolati derivati + 16.136.198,00 c) Disavanzo finanziario non autorizzato + 3.875.173,17 d) Disavanzo sostanziale = 178.598.905,17 e) Disavanzo da ripianare (d-a) = 20.011.371,17 Fonte: Sezione di controllo Liguria

Per quanto evidenziato dalla tabella, la Regione Liguria registra un disavanzo sostanziale da recuperare nell’esercizio 2017 per un ammontare di euro 20.011.371,17.

Limitazioni di spesa

La l.r. n. 27 del 2015 (legge di stabilità della Regione Liguria per l’anno finanziario 2016) agli artt. 6 e seguenti disciplina le misure di contenimento per determinate tipologie di spesa.

2.9.1 Studi e consulenze

Per quanto concerne le limitazioni di spesa relative agli incarichi di studio e consulenza, il quadro di riferimento è ricostruito dalla circolare ministeriale del MEF n. 12 del 23 marzo 2016. A decorrere dall’1 gennaio 2016, i limiti di spesa annua per studi e incarichi di consulenza sono determinati tenendo conto di quanto previsto dall’articolo 6, comma 7, del d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Al riguardo la spesa annua in questione delle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, non può essere superiore al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009. Le ulteriori riduzioni già previste dall’articolo 1, comma 5, del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, ne hanno esplicato gli effetti unicamente per gli anni 2014 e 2015. Inoltre, l’articolo 14, comma 1, del d.l. 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, ha previsto che le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge n. 196 del 2009, non possono conferire incarichi di consulenza, studio e ricerca quando la spesa complessiva sostenuta nell'anno per tali incarichi è superiore rispetto alla spesa per il personale dell'amministrazione che conferisce l'incarico, come risultante dal conto annuale del 2012, al 4,2 per cento, per le amministrazioni con spesa di personale

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pari o inferiore a 5 milioni di euro, e all'1,4 per cento, per le amministrazioni con spesa di personale superiore a 5 milioni di euro. Per il conferimento degli incarichi di ricerca studio e consulenza rimane ferma, ovviamente, la necessità della sussistenza dei numerosi presupposti richiesti dalla vigente normativa (si richiama, a titolo esemplificativo, l’articolo 7 del d.lgs. n. 165 del 2001) e del rispetto dei molteplici adempimenti previsti (ad esempio gli obblighi della procedura selettiva e di pubblicazione). Inoltre, giova evidenziare che l’articolo 5, comma 9, primo periodo, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (come novellato, da ultimo, dall’articolo 17, comma 3, della legge 7 agosto 2015, n. 124) dispone il divieto per le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001 e per quelle inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché per le autorità indipendenti, ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. In merito, si ritiene utile far rinvio alle indicazioni fornite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica con la circolare n. 6/2014 del 4 dicembre 2014 ed alle integrazioni di cui alla successiva circolare n. 4/2015 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione prot. n. d.f.p. 0062680 del 10 novembre 2015. L’articolo 1, comma 675, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) prevede, poi, che le società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato e dalle altre amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, nonché le società in regime di amministrazione straordinaria, ad esclusione delle società emittenti strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati e loro controllate, pubblichino, entro trenta giorni dal conferimento di incarichi di collaborazione, di consulenza o di incarichi professionali, inclusi quelli arbitrali, e per i due anni successivi alla loro cessazione, le informazioni ivi elencate (gli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico, l'oggetto della prestazione, la ragione dell'incarico e la durata, il curriculum vitae , i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di consulenza o di collaborazione, nonché gli incarichi professionali, inclusi quelli arbitrali, il tipo di procedura seguita per la selezione del contraente e il numero di partecipanti alla procedura). Si precisa, inoltre, che il successivo comma 676 dell’articolo 1 della stessa legge n. 208 del 2015 dispone che la pubblicazione delle informazioni, relativamente ad

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incarichi per i quali è previsto un compenso, è condizione di efficacia per il pagamento stesso. In caso di omessa o parziale pubblicazione, il responsabile della medesima e colui che ha effettuato il pagamento sono soggetti ad una sanzione pari alla somma corrisposta. L’art. 6 della legge regionale di stabilità 2016 ha disposto che per l’anno 2016 la spesa per tali interventi non possa essere superiore al complesso degli impegni assunti nell’anno 2015 per le medesime finalità. I commi successivi hanno individuato alcune esclusioni dai limiti di spesa indicati, stabilendo che la disposizione in esame non si applichi agli incarichi la cui spesa è sostenuta con imputazione a carico di fondi comunitari o vincolati. Inoltre, sempre per disposto normativo, non sono considerati studi o incarichi di consulenza ai sensi del presente articolo: a) gli incarichi di assistenza tecnica collegati all'attuazione di programmi comunitari; b) gli incarichi professionali ovvero le convenzioni conferiti ai sensi del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (concernente “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”) e successive modificazioni e integrazioni, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (concernente “Codice in materia di protezione dei dati personali”) e successive modificazioni e integrazioni, del decreto del Ministro dell'Interno di concerto con il Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale 10 marzo 1998 (concernente “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”) e successive modificazioni e integrazioni e del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (concernente “Approvazione del regolamento per l'esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di pubblica sicurezza”) e successive modificazioni e integrazioni; c) gli incarichi finalizzati alla difesa in giudizio della Regione; d) le attività di indagine e di ricerca, nonché di assistenza tecnica e finanziaria, affidate a società in house della Regione attinenti alle rispettive finalità istituzionali; e) gli incarichi conferiti ai fini della composizione dell'Organismo indipendente di valutazione di cui all'articolo 28 della l.r. 4 dicembre 2009, n. 59 (Concernente “Norme sul modello organizzativo e sulla dirigenza della Regione Liguria”) e successive modificazioni e integrazioni; f) gli incarichi conferiti per la progettazione di lavori e la stima di immobili relativi ai beni oggetto di trasferimento ai sensi del d.lgs. 28 maggio 2010, n. 85 (concernente “Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell’articolo 19 della legge 5 maggio 2009,

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n. 42”) e successive modificazioni e integrazioni e da quanto disposto in materia di trasferimento di beni immobili dall’articolo 56 bis del d.l. 21 giugno 2013, n. 69 (concernente “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”) convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché gli incarichi relativi alla stima di immobili inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari di cui all'articolo 58 del d.l. 25 giugno 2008, n. 112 (concernente “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”) convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ovvero in altri programmi di alienazione o valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 si applicano, altresì, anche agli enti appartenenti al settore regionale allargato, con esclusione delle Aziende sanitarie per le attività connesse all'esercizio delle funzioni sanitarie stesse. La norma non esclude in modo espresso le società in house , ma in tal senso è l’interpretazione della Regione che ha esteso alle stesse l’applicazione dei limiti di spesa previsti in altri settori (si veda oltre). Per ciò che concerne le esclusioni sopra ricordate, la norma sembra apparire in contrasto con i pronunciamenti giurisprudenziali contabili e costituzionali. Per gli incarichi di studio e consulenza, infatti la volontà del legislatore è di ridurre una spesa che incide in modo rilevante sui bilanci delle amministrazioni pubbliche. Appare evidente che la riduzione di tali spese deve essere nella disponibilità dell’Ente, ossia deve riguardare attività di natura discrezionale e deve incidere sulle risorse di bilancio proprie dell’amministrazione pubblica. Pertanto, la spesa sostenuta su fondi comunitari o su risorse vincolate eterofinanziate, può essere legittimamente esclusa dall’ambito di applicazione dei limiti in esame. Di contro, non appare corretta l’esclusione di spese sostenute in ordine alle risorse vincolate su disposizione regionale, in quanto, così facendo, potrebbe essere facilmente eluso il limite di legge(si veda il 10 per cento del gettito del Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi al netto della quota spettante alla Provincia). La Regione, poi, non considera consulenze altre tipologie di incarico e, pertanto, non ne tiene conto nei limiti di spesa in esame. Per valutare la legittimità di tali esclusioni occorre ricordare che la spesa in esame rientra nell’ambito della “materia” relativa al coordinamento di finanza pubblica. Secondo la costante giurisprudenza costituzionale, il legislatore statale, con una disciplina di principio, può legittimamente “ imporre agli enti autonomi, per ragioni di coordinamento finanziario connesse ad obiettivi nazionali, condizionati anche

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dagli obblighi comunitari, vincoli alle politiche di bilancio, anche se questi si traducono, inevitabilmente, in limitazioni indirette all'autonomia di spesa degli enti » (sentenza n. 36 del 2004; si veda anche la successiva sentenza n. 417 del 2005). Tali vincoli, perché possano considerarsi rispettosi dell'autonomia delle Regioni e degli enti locali, devono riguardare l'entità del disavanzo di parte corrente oppure, ma solo "in via transitoria ed in vista degli specifici obiettivi di riequilibrio della finanza pubblica perseguiti dal legislatore statale", la crescita della spesa corrente. In altri termini, “ la legge statale può stabilire solo un «limite complessivo, che lascia agli enti stessi ampia libertà di allocazione delle risorse fra i diversi ambiti e obiettivi di spesa» (sentenze n. 29 del 2012; n. 417 del 2005 e n. 36 del 2004; si vedano anche le sentenze n. 88 del 2006 e n. 449 del 2005 e, da ultimo, la sentenza n. 43 del 2016). In altre parole, lo Stato può agire direttamente sulla spesa delle proprie amministrazioni con norme puntuali e, al contempo, dichiarare che le stesse norme siano efficaci nei confronti delle Regioni “ a condizione di permettere l'estrapolazione, dalle singole disposizioni statali, di principi rispettosi di uno spazio aperto all'esercizio dell'autonomia regionale” (sentenza n. 182 del 2011). Quest’ultima sentenza ha chiarito che la disciplina dettata dall'art. 6 del d.l. n. 78 del 2010, soddisfa la suddetta condizione. Le disposizioni in esame “ prevedono puntuali misure di riduzione parziale o totale di singole voci di spesa, ma ciò non esclude che da esse possa desumersi un limite complessivo, nell'ambito del quale le Regioni restano libere di allocare le risorse tra i diversi ambiti e obiettivi di spesa ”. Tale possibilità è espressamente prevista dal comma 20 dell'art. 6, che precisa che le disposizioni di siffatto articolo “ non si applicano in via diretta alle regioni, alle province autonome e agli enti del Servizio sanitario nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica” . L'art. 6 citato “consente un processo di induzione che, partendo da un apprezzamento non atomistico, ma globale, dei precetti in gioco, conduce all'isolamento di un principio comune” . In base a tale principio, le Regioni devono ridurre le spese di funzionamento amministrativo di un ammontare complessivo non inferiore a quello disposto dall'art. 6 per lo Stato. Ne deriva che il medesimo articolo “ non intende imporre alle Regioni l'osservanza puntuale ed incondizionata dei singoli precetti di cui si compone e può considerarsi espressione di un principio fondamentale della finanza pubblica ” (sentenza n. 182 del 2011). Ed ancora (sentenza n 23 del 2014), “ la stessa nozione di principio fondamentale non può essere cristallizzata in una formula valida in ogni circostanza, ma deve tenere conto del contesto, del momento congiunturale in relazione ai quali l'accertamento va compiuto e della peculiarità della materia; di guisa che la specificità delle

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prescrizioni, di per sé, neppure può escludere il carattere di principio di una norma, qualora essa risulti legata al principio stesso da un evidente rapporto di coessenzialità e di necessaria integrazione ”. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 262 del 2012, intervenendo nella materia del Coordinamento della finanza pubblica, e pronunciandosi su alcune norme della Regione Puglia (relative al contenimento dei costi degli apparati amministrativi nella Regione), ha dichiarato fondata la questione di legittimità costituzionale, promossa in riferimento all’art. 117, terzo comma, della Costituzione, della legge regionale pugliese (art. 9, comma 1), laddove si sosteneva che, la riduzione della spesa per incarichi di studio e di consulenza prevista dalla legge statale, non si applicasse agli incarichi gravanti su risorse del bilancio vincolato e agli incarichi istituzionali di consigliere del Presidente della Regione Puglia. La Corte ha stabilito che tale disposizione contrasta con il principio fondamentale in materia di coordinamento della finanza pubblica espresso dall’art. 6, comma 7, del d.l. 31 maggio 2010, n. 78 ed ha ribadito che, “ benché le Regioni non siano tenute ad adottare i puntuali tagli alle singole voci di spesa individuate dalla normativa statale, le stesse devono conseguire comunque un risparmio pari a quello che deriverebbe dall’applicazione di quelle percentuali, e quindi, all’occorrenza, disporre una diversa modulazione delle percentuali di riduzione (sentenze n. 182 del 2011 e n. 139 del 2012). La norma impugnata è dunque illegittima in quando non sono disposti ulteriori tagli volti a compensare le minori riduzioni di spesa derivanti dall’esclusione, dal novero delle spese da contrarre, di quelle corrispondenti agli incarichi gravanti sulle risorse del «bilancio vincolato» e agli «incarichi istituzionali di consigliere del Presidente della regione Puglia». Per le stesse ragioni la Corte Costituzionale dichiara fondata l’analoga questione della norma regionale (art. 10, comma 1), che stabilisce la riduzione delle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza escludendo dall’ambito della sua applicabilità le spese gravanti su risorse del bilancio vincolato, senza contestualmente indicare, l’adozione di misure compensative. È parimenti fondata, per violazione del principio fondamentale della legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica, la questione di legittimità costituzionale della legge regionale (art. 11, comma 1) che stabilisce la riduzione delle spese per missioni in misura identica a quella imposta dall’art. 6 del d.l. n. 78 del 2010, escludendo tuttavia le spese per le missioni gravanti su risorse del bilancio vincolato, le spese effettuate per lo svolgimento di compiti ispettivi e di attività della protezione civile, le missioni necessarie per assicurare la partecipazione a riunioni presso organismi interistituzionali. Anche in questo caso, infatti, la Regione avrebbe dovuto indicare le

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ulteriori misure di risparmio funzionali a garantire il rispetto del saldo complessivo risultante dall’applicazione delle percentuali di riduzione così come previste dalla citata norma statale” . Pertanto, le scelte normative della Regione possono risultare legittime in due casi: allorché la tipologia di spesa effettivamente non sia da ricomprendere tra le consulenze rilevanti ai fine del quadro normativo in esame, oppure laddove le esclusioni siano compensate da altre riduzioni di spesa. L’esclusione di cui alla lett. a) (incarichi di assistenza tecnica collegati all'attuazione di programmi comunitari) pare essere non in linea con quanto sinora osservato, poiché i fondi comunitari finalizzati all’attuazione di programmi comunitari prevedono che i fondi medesimi possano essere destinati ad attività tecniche necessarie alla corretta attuazione del piano. Pertanto, occorre vedere in concreto quali fattispecie siano state escluse dal computo della spesa rilevante. Per gli incarichi di cui alla lett. b) l’esclusione è ammissibile in quanto discende da obblighi di legge o da specifiche finalità poste dalle leggi. Per gli incarichi di cui alla lett. c) (gli incarichi finalizzati alla difesa in giudizio della Regione) l’esclusione è ammissibile nei limiti della difesa in giudizio in quanto concernenti attività giudiziaria che esula dagli incarichi di studio e consulenza. Diverso se l’incarico riguardasse attività consultiva, stragiudiziale, di ausilio alla predisposizione di atti e documenti, ecc. In tal caso l’esclusione non potrebbe operare. Per quanto attiene agli incarichi di cui alla lett. d) (attività di indagine e di ricerca, nonché di assistenza tecnica e finanziaria, affidate a società in house della Regione attinenti alle rispettive finalità istituzionali) l’esclusione potrebbe essere considerata ammissibile nei limiti in cui l’incarico sia effettivamente svolto dalla società in house , considerata organo della stessa Regione. In proposito occorre, altresì, verificare se l’affidamento in house non sia strumento per l’elusione dei limiti di spesa (si veda al riguardo il paragrafo relativo ai rapporti tra Regione e società partecipate). Per gli incarichi di cui alla lett. e) ed f) si ritiene l’esclusione ammissibile in considerazione degli obblighi normativi e delle finalità da realizzare. La Sezione ha proceduto ad un esame di tutti gli incarichi conferiti dalla Regione ed inviati alla Sezione regionale in ottemperanza alle disposizioni dell’art. 1, comma 173, della legge n. 266 del 2005, al fine di verificare i presupposti dell’incarico e se lo stesso possa essere sottratto dal computo rilevante ai fini di determinare i limiti di spesa in materia di studi e consulenze.

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La maggior parte degli incarichi analizzati hanno riguardato affidamento in favore di società partecipate in house , motivo per cui si rinvia l’analisi degli stessi al paragrafo successivo. Tra gli altri incarichi si ritiene che rientrino nella fattispecie rilevante ai fini del computo dei limiti di spesa i seguenti contratti: 1) d.g.r. n. 481 del 27 maggio 2016, Dott. xxxx : euro 1.900,00 2) d.g.r. n. 883 del 04 ottobre 2016, xxxx S.r.l: euro 31.900,00 3) d.g.r. n. 1098 del 01 dicembre 2016, xxxx S.r.l.: euro 27.937,00 4) d.g.r. n. 1176 del 20 dicembre 2016, xxxx Avvocati Associati: euro 25.000,00 5) d.g.r. n. 1239 del 30 dicembre 2016, Università Studi di Genova: euro 48.000,00 6) d.g.r. n. 1240 del 30 dicembre 2016, xxxx S.r.l (I Lotto): euro 85.000,00 7) d.g.r. n. 1240 del 30 dicembre 2016, xxxx S.r.l (II Lotto): euro 28.000,00 Ne consegue che l’ammontare rilevante per il computo delle spese ai fini del tetto previsto dalla normativa è pari a euro 247.737,00. Le tabelle che seguono evidenziano le spese rilevanti per studi e consulenze, nonché tutte le altre prese in considerazione dal legislatore nazionale e regionale. Le tabelle sono state realizzate dalla Sezione con riferimento alla norma nazionale ed alla norma regionale.

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Tab. n. 40 - Normativa regionale

Parametro di Percentuale Parametro di Percentuale Periodo di Rendiconto Periodo di Rendiconto Tipologia spesa riferimento riduzione Limite di spesa riferimento di riduzione Limite di spesa riferimento 2015 riferimento 2016 (importo) disposta (importo) disposta

Studi e pari alla 2014 € 19.568,80 75% € 4.892,00 € 0,00 2015 € 0,00 € 0,00 € 247.737,00 consulenze spesa 2015

Relazioni pubbliche, convegni, pari alla 2014 € 410.525,00 € 410.525,00 € 400.630,33 2011 € 421.000,00 50% € 210.500,00 € 105.000,00 mostre, spesa 2014 pubblicità e rappresentanza Sponsorizzazioni - € 0,00 - € 0,00 € 0,00 - € 0,00 - € 0,00 € 0,00

paria alla Missioni 2014 € 330.000,00 € 330.000,00 € 225.000,00 2009 € 775.000,00 40% € 465.000,00 € 280.832,00 spesa 2014

pari alla pari alla Formazione 2011 € 199.857,00 € 199.875,00 € 187.500,00 2015 € 187.500,00 € 187.500,00 € 176.500,00 spesa 2011 spesa 2015 Manutenzione, noleggio, esercizio 2011 € 500.000,00 70% € 150.000,00 € 118.027,81 2015 € 150.000,00 50% € 250.000,00 € 164.100,00 autovetture, nonché l'acquisto di buoni taxi

media media mobili e arredi rendiconti € 65.000,00 80% € 13.000,00 € 7.200,00 rendiconti € 65.000,00 80% € 13.000,00 € 12.046,00 2010-2011 2010-2011

TOTALE € 1.108.292,00 € 938.358,14 € 1.126.000,00 € 986.215,00 Fonte: Sezione di controllo Liguria

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Tab. n. 41 - Normativa nazionale Parametro di Percentuale Parametro di Percentuale Periodo di Periodo di riferimento riduzione Limite di spesa Rendiconto 2015 riferimento di riduzione Limite di spesa Rendiconto 2016 riferimento riferimento (importo) disposta (importo) disposta

2009 € 791.951,00 85% € 118.792,65 € 0,00 2009 € 791.951,00 85% € 118.792,65 € 247.737,00

2009 € 2.932.445,00 80% € 586.489,00 € 400.630,33 2009 € 2.932.445,00 80% € 586.489,00 € 105.000,00

- € 0,00 - € 0,00 - - € 0,00 - € 0,00 € 0,00

2009 € 775.000,00 50% € 387.500,00 € 225.000,00 2009 € 775.000,00 50% € 387.500,00 € 280.832,00

2009 € 199.875,00 50% € 99.937,50 € 187.500,00 2009 € 199.875,00 50% € 99.937,50 € 176.500,00

2011 € 500.000,00 70% € 150.000,00 € 118.027,81 2011 € 500.000,00 70% € 150.000,00 € 164.100,00

media media rendiconti € 65.000,00 80% € 13.000,00 € 7.200,00 rendiconti € 65.000,00 80% € 13.000,00 € 12.046,00 2010-2011 2010-2011 € 1.355.719,15 € 938.358,14 € 1.355.719,15 € 986.215,00 Fonte: Sezione di controllo Liguria

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Come si può osservare dalle tabella, nonostante la contrarietà dell’impianto normativo regionale alla giurisprudenza costituzionale e contabile, la Regione rispetta i vigenti limiti con riferimento ai previsti tetti di spesa, considerando l’ammontare complessivo delle spese rilevanti nelle varie materie oggetto della disposizione di contenimento. Per completezza si rinvia all’analisi degli incarichi affidati alle società in house. La Sezione invita la Regione ha adottare una normativa conforme al quadro giurisprudenziale delineato in materia.

Regione e organismi regionali

Nel presente paragrafo ci si soffermerà su alcuni aspetti del rapporto tra Regione Liguria e società partecipate, anche quale spunto di riflessione per una prossima attività di verifica e controllo dei rapporti finanziari e giuridici tra Regione ed alcune società partecipate in house , prima fra tutte Fi.L.S.E.

2.10.1 Gli enti facenti capo al perimetro Regionale sono i seguenti

Quelli che seguono sono gli Enti facenti parte del perimetro regionale. 1. Enti strumentali controllati

− Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e del Lavoro — ARSEL (confluita in ALFA)

− Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure — ARPAL

− Agenzia Regionale per la Promozione Turistica In Liguria

− Agenzia Sanitaria Regionale della Liguria

− Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia della Provincia di Genova

− Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia della Provincia di Savona

− Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia della Provincia di Imperia

− Azienda Regionale Territoriale per l'Edilizia della Provincia di La Spezia

− Ente Parco dell'Aveto, Ente Parco dell'Antola

− Ente Parco delle Alpi Liguri, Ente Parco del Beigua

− Ente Parco Montemarcello Magra

− Ente Parco Portofino

− Film Commission Genova - Liguria Istituto Regionale per la Floricoltura

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2. Enti Strumentali partecipati

− Ente Autonomo Teatro Stabile Di Genova

− Festival Della Scienza

− Fondazione Scuola Interregionale Di Polizia Locale

− Fondazione Teatro Carlo Felice Di Genova

− Istituto Superiore di Studi in Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione Palazzo Ducale Fondazione Per La Cultura

3. Società controllate a partecipazione diretta

− Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico — Fi.L.S.E. S.p.A. Liguria Digitale S.c.p.A.

4. Società controllate a partecipazione indiretta attraverso Fi.L.S.E. S.p.A.

− ATPL Liguria S.p.A. (in liquidazione)

− Infrastrutture Recupero Energia Agenzia Regionale Ligure — I.R.E. S.p.A.

− I.P.S. Insediamenti produttivi Savonesi S.c.p.A.

− Liguria Ricerche S.p.A. Liguria Patrimonio S.r.l.

− Liguria International S.c.p.A.

− Ligurcapital S.p.A.

− Parco Tecnologico Val Bormida S.r.l.

Tra questi spicca per importanza Fi.L.S.E. che è capogruppo di un " gruppo intermedio di amministrazioni pubbliche o di imprese ". Fi.L.S.E. amministra un ammontare rilevante di Fondi per le più varie finalità economiche-finanziarie della Regione Liguria. Nel corso del 2016 Fi.L.S.E. ha visto aumentare ulteriormente la propria attività finanziaria, come osservato nell’esame della l.r. n. 1 del 2016 (legge sulla crescita), che ha previsto l’istituzione del Fondo strategico regionale. L’importanza del Fondo istituito ai sensi dell’art. 4, in termini finanziari e di impiego, suggerisce di tratteggiarne in questa sede gli aspetti fondamentali. La gestione del Fondo è assegnata alla Fi.L.S.E. S.p.A., fatte salve alcune eccezioni. Il Fondo è costituito dalla liquidità esistente presso Fi.L.S.E. S.p.A. e presso Ligurcapital S.p.A., risultante dalla gestione dei fondi di cui all’allegato A), della legge n. 1 del 2016 (come modificato dalla legge in esame). Il Fondo viene progressivamente implementato con i successivi rientri nella disponibilità di Fi.L.S.E. S.p.A. e di Ligurcapital S.p.A. della liquidità che si registra sui fondi di cui all’allegato

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B, quantificati annualmente in sede di bilancio regionale, al netto di eventuali perdite. Il Fondo può essere implementato da risorse regionali, da fondi provenienti da programmi e risorse nazionali e comunitarie, da fondi rotativi e di garanzia esistenti, da proventi di dismissioni mobiliari e immobiliari della Regione e/o di sue partecipate, nonché da quelli derivanti dalle risorse di cui all’art. 4, comma 3, della l.r. n. 1 del 2016. Inoltre, il Fondo è costituito dalle risorse correlate alle leggi regionali afferenti gli investimenti infrastrutturali, in particolare relativi alle seguenti tipologie di settori: risanamento idrogeologico; bonifiche e riqualificazione ambientale e paesaggistica; risanamento della qualità dell'aria; riqualificazione del territorio e dei centri urbani; interventi sulle infrastrutture ed opere pubbliche; turismo; innovazione; formazione. Di regola le risorse del Fondo di cui al comma 2 vengono impiegate in strumenti e operazioni che prevedono il rientro nel Fondo delle risorse impegnate, nel breve, medio e lungo termine. Il Fondo può essere implementato da eventuali redditività o plusvalenze ricavate dagli strumenti e operazioni posti in essere; sono a carico del Fondo eventuali perdite che si registrino nell’ambito degli strumenti ed operazioni medesimi. Per ciò che concerne gli utilizzi del Fondo, Fi.L.S.E. S.p.A. può impiegare le relative risorse nei modi seguenti: a) concessione di agevolazioni, finanziamenti, cofinanziamenti e garanzie a favore di imprese ed investimenti infrastrutturali; b) cofinanziamento o garanzia di interventi di altri operatori e/o altre istituzioni, direttamente o per il tramite di specifici veicoli societari, fondi di investimento o altri strumenti finanziari; c) per consentire l'emissione di strumenti di debito e l'assunzione di finanziamenti, sia da istituzioni comunitarie o nazionali che sul mercato privato; d) per l’assunzione di partecipazioni di minoranza o strumenti finanziari equivalenti in imprese di rilevante interesse regionale in termini di operatività, rilevanza settoriale, livelli occupazionali, entità e fatturato, innovatività, caratterizzate da adeguate prospettive di redditività e con significative prospettive di sviluppo. Le partecipazioni possono essere acquisite anche attraverso veicoli societari o fondi di investimento; e) al fine di promuovere la realizzazione di interventi di partenariato pubblico privato. Per quanto riguarda, poi, la gestione di operazioni, a valere sul Fondo, di finanza evoluta in materia di equity , garanzie, finanziamenti strutturati a favore delle imprese, Fi.L.S.E. S.p.A. può avvalersi della sua controllata Ligurcapital S.p.A.

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Le risorse proprie di Ligurcapital S.p.A., attualmente impegnate a titolo di cofinanziamento in operazioni effettuate a valere sui fondi di cui agli allegati A e B - sezione Ligurcapital, sono destinate al rafforzamento patrimoniale della medesima, ai fini della qualifica di intermediario finanziario iscritto al nuovo Albo unico di Banca d’Italia. Sempre a tal fine, Fi.L.S.E. S.p.A. è autorizzata a sottoscrivere, nel limite massimo di 6 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo, aumenti di capitale di Ligurcapital S.p.A. La Giunta regionale stabilisce con proprio provvedimento le modalità di attuazione del presente comma. Ai fini della copertura dei costi interni di Fi.L.S.E. S.p.A. e di Ligurcapital S.p.A. - diretti e indiretti - attinenti la gestione del Fondo, può essere impiegata una quota del Fondo stesso pari al 3 per cento annuo delle risorse quantificate negli allegati A e B di cui al comma 2 e delle ulteriori implementazioni di cui al comma 3. Sono, inoltre, a carico del Fondo i costi per contratti esterni, i costi vivi ed i costi accessori funzionali all’implementazione degli strumenti ed operazioni posti in essere. Alla Giunta regionale è rimesso il compito di definire le finalità e le modalità di utilizzo del Fondo, nonché il regime delle risorse impiegate, tramite apposite convenzioni con Fi.L.S.E. S.p.A. Il Fondo viene finanziato con le risorse degli allegati A) e B) citati e con le altre risorse previste nel bilancio regionale. Per il 2017, come evidenziato dalla Regione a seguito di richiesta istruttoria del magistrato istruttore, il Fondo strategico regionale è finanziato, alla Missione 18, Programma 1, dai seguenti capitoli: cap. 9068 “Fondo strategico regionale per investimenti infrastrutturali”, con uno stanziamento iniziale di euro 18.844.009,00, alimentato con mutuo; cap. 8787 “Fondo strategico regionale a favore di imprese”, con uno stanziamento di euro 20.943.104,00; cap. 8747 “Compensi a FI.L.S.E. s.p.a. per gestione di risorse finalizzate”, con uno stanziamento di euro 1.000.000,00, 8758 "Trasferimenti in c/capitale a valere sul fondo strategico regionale a favore di imprese", con uno stanziamento di euro 4.641.172,00. I suddetti capitoli sono stati istituiti con la d.g.r. n. 1249 del 30.12.2016, concernente "Approvazione del documento tecnico di accompagnamento e del bilancio gestionale del bilancio di previsione 2017-2019 ai sensi del d.lgs. 118/2011 e ss.mm.ii .” La copertura delle altre spese previste dalla legge in esame è rinviata alla legge di bilancio per l'anno finanziario 2017 e pluriennale 2017-2019.

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Ciò che rileva è la rilevanza del Fondo strategico assegnato in gestione a FI.L.S.E., società partecipata che ormai gestisce la quasi totalità del bilancio regionale non sanitario. Le modalità di utilizzo e le finalità perseguite rendono necessario un controllo della predetta partecipata ai fini di verificare il rispetto dei principi contabili che la Regione Liguria deve osservare. Anche in termini di costi andranno fatte puntuali verifiche per rendere trasparenti norme come quella che prevede che “ ai fini della copertura dei costi interni di FI.L.S.E. s.p.a. e di Ligurcapital s.p.a. - diretti e indiretti - attinenti la gestione del Fondo, può essere impiegata una quota del Fondo stesso pari al 3 per cento annuo delle risorse quantificate negli allegati A e B di cui al comma 2 e delle ulteriori implementazioni di cui al comma 3. Sono, inoltre, a carico del Fondo i costi per contratti esterni, costi vivi e costi accessori funzionali all’implementazione degli strumenti ed operazioni posti in essere”. Se si considera che le risorse di cui agli allegati A) e B) ammontano, rispettivamente, ad euro 26.584.276,00 e ad euro 105.384.261,00, la quota del 3 per cento è pari a circa 4 milioni di euro.

2.10.2 La verifica dei crediti-debiti

La verifica dei crediti-debiti nei confronti di FI.L.S.E evidenzia ulteriormente l’importanza della società in house in esame.

Tab. n. 42 - Crediti della società

Importo dei residui passivi Importo dei residui passivi Importo dei crediti risultanti risultanti dalla contabilità risultanti dalla contabilità dalla contabilità della regionale al 31 dicembre regionale imputa ti ad Società al 31 dicembre 2016 2016 (b) esercizi successivi (c)

27.025.699,00 44.416.076,19 23.257.175,73

Fonte: Regione Liguria

Tab. n. 43 - Debiti della società Importo dei residui attivi Importo dei debiti risultanti Importo dei residui attivi ris ultanti dalla contabilità dalla contabilità della risultanti dalla contabilità regionale imputati ad Società al 31 dicembre 2016 regionale al 31 dicembre esercizi successivi (a) 2016 (b) (c)

280.911.051,00 335.893,09 587.748,46

Fonte: Regione Liguria

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Regione Liguria presenta, a chiusura dell'esercizio 2016, nei confronti di Fi.L.S.E. S.p.A., residui passivi pari ad euro 44.416.076,19 con i seguenti dettagli: − euro 43.695.596.79 per fondi costituiti ma ancora da versare a Fi.L.S.E. S.p.A.; − euro 388.706,12 per attività da rendicontare da parte di Fi.L.S.E. S.p.A.; − euro 331.773,19 per partite credito/debito nei confronti di Fi.L.S.E. S.p.A. Fi.L.S.E. S.p.A. verso Regione Liguria, al 31 dicembre 2016, vanta: − Crediti per fatture emesse per euro 718.667; − Crediti per fatture da emettere al lordo IVA ( split payment ) per euro 9.054.266; − altri Crediti per euro 18.379.329. Rispetto ai crediti per fatture emesse le risorse trovano copertura nei fondi amministrati già versati a Fi.L.S.E. S.p.A. e a valere su capitoli del bilancio regionale dedicati, separati dai fondi. Per l'importo pari ad euro 12.500 l'allineamento è in fase di definizione e sarà concluso entro l'esercizio 2017. Rispetto ai crediti per fatture da emettere le risorse trovano copertura nei fondi amministrati già versati a Fi.L.S.E. S.p.A. e a valere su capitoli del bilancio regionale dedicati, separati dai fondi. Per l'importo pari ad euro 602.282 l'allineamento è in fase di definizione e sarà concluso entro l'esercizio 2017. Per quanto concerne gli altri crediti verso la Regione Liguria per euro 18.379.329, la copertura è imputata nella contabilità regionale degli esercizi successivi Complessivamente, a fine 2016, la Regione Liguria presenta residui attivi (crediti) nei confronti di Fi.L.S.E. S.p.A. per euro 335.893,09, di cui euro 331.773,19 per partite credito/debito ed euro 4.119,81 per fondi in giacenza da incassare. Fi.L.S.E. S.p.A. riporta nel proprio stato patrimoniale debiti per euro 280.911.051 corrispondenti ai fondi amministrati in giacenza. Si riporta il rapporto debiti-crediti anche della partecipata Liguria Digitale S.c.p.a.

Tab. n. 44 - Crediti della società

Importo dei residui Importo dei residui Importo dei crediti passivi risultanti dalla passivi risultanti dal risultanti dalla Società al contabilità regionale Differenza (a-b) regionale imputati ad 31 dicembre 2016 (a) al 31 dicembre 2016 esercizi successivi (c) (b)

15.435.118,52 20.176.416,07 6.664.345,67 -4.741.297,55

Fonte: Regione Liguria

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Regione Liguria presenta, a chiusura dell'esercizio 2016, nei confronti di Liguria Digitale S.c.p.a.: − euro 20.176.416,07 per residui passivi; − euro 6.664.345,67 per imputazione ad anni successivi. Liguria Digitale S.c.p.a. nei crediti verso Regione Liguria, al 31.12.2016, presenta: − Crediti per fatture emesse al lordo IVA ( split payment ) per euro 13.089.855,22; − Crediti per fatture da emettere al lordo IVA ( split payment ) per euro 1.251.054,77; − Lavori in corso al lordo IVA ( split payment ) per euro 1.094.208,53. Il totale dei residui passivi risultanti dalla contabilità regionale consente la copertura dell'ammontare totale di crediti vantati dalla Società. L'attività di riconciliazione dei crediti di Liguria Digitale e dei debiti di Regione Liguria, peraltro, ad oggi, ha consentito di allineare una quota di crediti pari a euro 5.446.788,37, laddove la restante parte sarà riconciliata al più presto.

Tab. n. 45 - Debiti della società

Importo dei debiti Importo dei residui Importo dei residui risultanti dalla attivi risultanti dalla attivi risultanti dalla contabilità della contabilità regionale Differenza contabilità regionale Società al 31 imputati ad esercizi (a-b) al 31 dicembre 2016 dicembre 2016 successivi (b) (a) (c)

4.444.680,00 3.207.136,97 0,00 1.237.543,03

Fonte: Regione Liguria

Regione Liguria presenta, a chiusura dell'esercizio 2016, nei confronti di Liguria Digitale S.c.p.a, i seguenti residui attivi: − euro 3.000.000,00 per distribuzione di riserve; − euro 144.673,16 per attività da convenzione; − euro 62.463,81 per fitti attivi. Liguria Digitale S.c.p.a. nei debiti Regione Liguria, al 31 dicembre 2016, presenta: − Debiti per acconti al lordo IVA ( split payment ) per euro 1.337.998,23; − Debiti per fatture da ricevere per euro 106.681,77; − Debiti per distribuzione di riserve per euro 3.000.000,00. La differenza al 31 dicembre 2016 tra il totale dei residui attivi risultanti dalla contabilità regionale ed il totale dei debiti risultanti dalla contabilità della Società, consiste in euro 1.337.998,23 per acconti erogati da Regione Liguria e in euro 100.455,20 (euro 144.673,16 + 62.463,81 — 106.681,77) per maggiori crediti di Regione Liguria ancora in corso di verifica.

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2.10.3 Gli incarichi alle partecipate

Si analizzano gli incarichi affidati alle partecipate nel corso del 2016, riprendendo l’analisi iniziata nell’ambito delle consulenze, relativamente a quelli che presentano criticità. - d.g.r. n. 837 del 20 settembre 2016, Fi.L.S.E S.p.A.: euro 131.589,20 Affidamento in house per attività di nuova animazione economica e gestione del Fondo di cui all'art. 4 della l.r. n. 33 del 2002: Fondo a sostegno dei progetti d'investimento a favore dei distretti industriali e delle filiere produttive. L’Ente è ricorso ad un affidamento esterno, ed in specie a Fi.L.S.E. S.p.A.., in quanto, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, l’art. 4 della l.r. n. 33 del 2002 affida proprio a Fi.L.S.E. S.p.A. la gestione di un apposito fondo per le attività di animazione economica da effettuarsi nell’ambito dei distretti industriali. La regolazione dei rapporti tra la Regione Liguria e Fi.L.S.E. S.p.A., e il relativo corrispettivo per la gestione del predetto fondo, sono disciplinati dalla convenzione di cui alla d.g.r. n. 837 del 2016. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa proposto da Fi.L.S.E. S.p.A. si fonda sui criteri generali contemplati dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si è fatto alcun cenno al comma 2 dell’art 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. L’Ente afferma che l’offerta di Fi.L.S.E. S.p.A. prevedeva anche incarichi per consulenze esterne specialistiche (nel disciplinare risulta un importo pari ad euro 15.000,00). Dai chiarimenti e dalla documentazione pervenuta non si indicano né i soggetti né le relative modalità di affidamento seguite. − d.g.r. n. 1367 del 30 dicembre 2016, Fi.L.S.E S.p.A.: euro 58.142,76 Affidamento in house per attività di gestione del bando per la concessione di contributi a fondo perduto a favore dei Centri di Assistenza Tecnica alle imprese (CAT). L’Ente è ricorso ad un affidamento esterno, ed in specie a Fi.L.S.E. S.p.A., in quanto, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, da un lato, all'interno dell'Ente vi è l’assenza delle necessarie professionalità poiché totalmente impegnate negli adempimenti per la chiusura POR FESR 2007/2013, nonché per l’ avvio dei bandi POR FESR 2014/2020; dall’altro proprio Fi.L.S.E. S.p.A. è individuata dalla l.r. n. 33 del 2002 quale gestore del fondo finalizzato, altresì, ad effettuare attività di animazione economica a favore dei distretti e delle filiere produttive.

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In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa proposto da Fi.L.S.E. S.p.A. si fonda sui criteri generali contemplati dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si è fatto alcun cenno all’applicazione del comma 2 dell’art 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. L’Ente afferma che l’offerta a preventivo contempla anche incarichi a soggetti esterni. Dai chiarimenti e dalla documentazione pervenuta non si indicano né i soggetti, né le relative modalità di affidamento seguite, né gli importi. − D. dirigenziale n. 2112 del 13 maggio 2016, Fi.L.S.E S.p.A.: euro 40.000,00 Affidamento in house per attività di gestione dell'ufficio di rappresentanza della regione Liguria a Bruxelles dal 15 maggio 2016 al 31 dicembre 2016 L’Ente è ricorso ad un affidamento esterno al fine di garantire per il periodo dal 15 maggio al 31 dicembre 2016 la copertura della segreteria dell’Ufficio di Bruxelles. Dalla documentazione esaminata emerge che la Giunta regionale, attraverso la d.g.r. n. 327 del 19 aprile 2016, ha determinato di incaricare Fi.L.S.E. S.p.A., dando mandato al Settore Affari Europei di provvedere a formalizzare il relativo incarico con una spesa non superiore a euro 40.000,00. Nella predetta delibera si afferma la necessità di incaricare Fi.L.S.E. S.p.A., sia in considerazione della precedente esperienza maturata in materia, che per l’assenza negli uffici regionali di personale con le necessarie competenze specialistiche in diritto comunitario e internazionale, in particolar modo sui temi di grande rilevanza come reti TEN, portualità, logistica e TLC, mercato interno, procedure di infrazione, aiuti di stato e processo di formazione e di attuazione dei relativi strumenti legislativi e amministrativi, nonché per le azioni di lobbying nei confronti delle istituzioni europee. Difficile comprendere come in un Settore specificatamente dedicato agli Affari Europei la Regione non abbia le necessarie competenze specialistiche in diritto comunitario e internazionale. Inoltre, dall’esame dell’articolo 3 del disciplinare di incarico, sottoscritto tra Regione Liguria e Fi.L.S.E. S.p.A.in data 13 maggio, allegato al Decreto dirigenziale n. 2112, si evince che l’incarico si sostanzia in attività quali: la gestione della segreteria dell’ufficio, l’assistenza in occasione della presenza presso l’ufficio di amministratori o dipendenti regionali, il collegamento con gli organismi istituzionali europei e i relativi uffici, che non appaiono necessitare per il relativo svolgimento di particolari competenze specialistiche in diritto comunitario e internazionale ed, in particolare, sui temi di grande rilevanza come reti TEN, portualità, logistica e TLC, mercato interno, procedure di infrazione, aiuti di stato e processo di formazione e di attuazione dei relativi strumenti legislativi e amministrativi, nonché per le azioni di lobbying nei confronti delle istituzioni europee.

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Sempre dalla documentazione esaminata si evince che l’ iter della formazione dell’offerta di Fi.L.S.E. S.p.A.si sarebbe svolto solamente dal 4 all’11 maggio, pertanto dai 15 ai 20 giorni dopo che la Giunta aveva già deciso l’importo di euro 40.000,00 e l’affidamento a Fi.L.S.E. S.p.A. stessa, in distonia, dunque, con quanto disposto dal comma 2 dell’art 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. Con Decreto dirigenziale n. 2112 del 13 maggio 2016, il Settore Affari Europei ha poi formalizzato, unitamente al relativo disciplinare, l’incarico a Fi.L.S.E. S.p.A. per un importo complessivo per l’appunto di euro 40.000,00, a far data dal 15 maggio 2016 e fino al 31 dicembre 2016. In detto provvedimento, da una parte, si afferma che il personale esistente presso il Settore Affari Europei è interamente impegnato nelle attività previste nella declaratoria inserita nell'allegato A) della d.g.r. n. 71 del 29 gennaio 2016 e non può quindi assicurare la presenza presso l'ufficio di Bruxelles in modo continuativo, dall’altro, si dichiara che l’offerta presentata da Fi.L.S.E. S.p.A. è stata ritenuta congrua in ordine ai criteri generali fissati dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si è fatto alcun cenno in ordine all’applicazione del comma 2 dell’art 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. Si dichiara che l’offerta presentata da Fi.L.S.E. S.p.A. è stata ritenuta congrua, in relazione a diversi criteri, in coerenza con quanto disposto dalla d.g.r. n. 1268 del 09 ottobre 2008, quando la Giunta con d.g.r. n. 327 del 19 aprile 2016 aveva già deciso ogni aspetto. Nella medesima data sia del Decreto dirigenziale n. 2112, che della sottoscrizione del relativo disciplinare d’incarico, ossia il 13 maggio, il Dirigente responsabile di Fi.L.S.E S.p.A. Walter Bertini determinava di procedere all’affidamento a specifica professionalità esterna delle attività oggetto del Decreto dirigenziale n. 2112 del 2016 e del relativo disciplinare d’incarico. Nella determinazione del Dirigente Fi.L.S.E. S.p.A. si afferma che le risorse interne non possono soddisfare pienamente il fabbisogno previsto poiché già impegnate nell’operatività quotidiana presso le diverse sedi liguri della società; risultava, quindi, necessario affidare apposito incarico esterno in ragione della sede di lavoro ove deve essere espletata l’attività; e occorreva, inoltre, procedere all’individuazione di una specifica risorsa con idonee competenze specialistiche disponibile a garantire l’operatività in loco. La Regione Liguria ha trasmesso a Fi.L.S.E. S.p.A. il curriculum della professionalità esterna prescelta, la quale risulta possedere i requisiti richiesti per lo svolgimento delle attività oggetto dell’affidamento in quanto “risulta aver ricoperto nel 2013 e nel 2014 il ruolo di assistente parlamentare europeo, maturando un’ottima conoscenza degli organismi istituzionali europei e i relativi uffici. Ha, inoltre, consolidati rapporti con le rappresentative delle Camere di Commercio italiane a Bruxelles, svolge libera professione, è dotata di partita iva belga e risulta infine domiciliata in loco”. L’importo

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corrisposto da Fi.L.S.E. S.p.A. al soggetto incaricato risulta di euro 25.000,00, con esclusione della sola IVA se dovuta, più, in aggiunta, eventuali spese vive di trasferta legate all’espletamento dell’incarico qualora richieste e previa autorizzazione di Fi.L.S.E. S.p.A. per un valore massimo di euro 800,00. L’importo complessivo risulta inferiore alla soglia di euro 40.000,00 “per cui è risultato possibile procedere ad un affidamento diretto. I fattori critici sono molteplici: 1) Non si comprendono le motivazioni di un affidamento esterno in una materia in cui la Regione dovrebbe avere le necessarie risorse umane; 2) Fi.L.S.E. S.p.A. presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi dichiara di non avere risorse umane in quanto impegnate in altre attività: non si comprende allora perché abbia presentato l’offerta; 3) è la Regione, che ha affidato a Fi.L.S.E. S.p.A. lo svolgimento dell’incarico per le ragioni illustrate, a trasmettere a Fi.L.S.E. S.p.A. il curriculum con il nominativo di un soggetto: non si comprende perché non sia stato affidato l’incarico al soggetto prescelto direttamente dalla Regione, senza passare attraverso l’incarico a Fi.L.S.E. S.p.A.; 4) il costo dell’incarico ammonta a 25 mila euro, quello dell’affidamento a Fi.L.S.E. S.p.A. a euro 40.000,00: cosicché l’incarico è costato complessivamente ben euro 15.000,00 in più. A parere di questa Sezione si è di fronte ad una non condivisibile applicazione delle norme in materia di incarichi e consulenze e ad un inutile aumento di spesa. − D. dirigenziale n. 3486 del 03 agosto 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 82.000,00 Affidamento in house per attività di supporto al monitoraggio ambientale del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020. L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, in quanto, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, in ragione, da un lato, dell'assenza di professionalità adeguate per alcune delle attività oggetto dell' incarico, dall'altro, dell'impiego delle professionalità presenti presso l'ente in altre attività istituzionali e segnatamente nell'attuazione del PSR 2014-2020. In relazione alla congruità economica l’ente afferma, innanzitutto, che si tratta di servizi non facilmente rinvenibili sul mercato e, in secondo luogo, che si è effettuata una valutazione preventiva sulla congruità economica in ordine anche agli eventuali costi derivanti dal ricorso al mercato, in aderenza al disposto dell’art 192, comma 2, del d.lgs. n. 50 del 2016. La società si è avvalsa anche di tre collaborazioni esterne di personale qualificato (2 tecnici agrari, 1 tecnico analista specialista/campionatore) e di una istituzione scientifica (Scuola Superiore Università Sant’Anna di Pisa). L’Ente afferma che il ricorso da parte della società di soggetti esterni deriva dall’insufficienza del personale

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tecnico per espletare tutte le attività nei diversi ambiti territoriali e sulla necessità di avere un supporto scientifico metodologico. Gli affidamenti sono avvenuti, per i professionisti tramite valutazione (commissione di valutazione) dei curriculum presenti in banca dati e colloquio selettivo; per l’istituzione scientifica, invece, attraverso la valutazione delle specifiche competenze e le precedenti esperienze di collaborazione. Dalla documentazione emergerebbe che i costi esterni, IVA esclusa, risultano pari ad euro 35.041,00. I fattori critici sono molteplici: 1) Liguria ricerche S.p.A. presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi dichiara di non avere risorse umane in quanto impegnate in altre attività: non si comprende allora perché abbia presentato l’offerta; 2) il costo dell’incarico ammonta a 35 mila euro circa, quello dell’affidamento a Fi.L.S.E. S.p.A. euro 82.000,00: l’incarico è costato euro 47.000,00 in più. Questa Sezione rinviene numerosi dubbi sulla necessità di affidare l’incarico esterno che potrebbe apparire come il precedente elusivo delle norme in materia di incarichi e consulenze. − D. dirigenziale n. 4886 del 2016. I.R.E.: euro 120.000,00 Il Programma di Rigenerazione urbana, Edilizia residenziale sociale e valorizzazione del patrimonio pubblico (RUEV) ha l'obiettivo di promuovere nuovi interventi di rigenerazione urbana con incremento del Social housing , realizzazione di opere pubbliche e valorizzazione del patrimonio pubblico, intervenendo con azioni di recupero e di sostituzione edilizia del patrimonio esistente, migliorando la qualità dell'abitare dell'edilizia residenziale sociale, favorendo l'efficientamento energetico e massimizzando le diverse forme e strumenti di finanziamento secondo una logica unitaria e organica. L’Ente precisa che le attività oggetto dell'incarico hanno richiesto competenze ampie e complesse che non potevano essere rinvenute in altre Strutture regionali. E' stato, altresì, affermato, che tale esigenza richiedeva un impegno istruttorio, operativo e diffuso non compatibile con l'adempimento delle ordinarie competenze del Settore in materia di edilizia pubblica. E' stato, quindi, ritenuto opportuno affidare l'incarico ad I.R.E. S.p.A. che ha al suo interno le professionalità, le competenze e le esperienze necessarie allo svolgimento di tali attività. L'incarico alla Società I.R.E. è stato affidato con il decreto del Dirigente n. 4886 del 21 ottobre 2016, in attuazione della Convenzione quadro approvata con la d.g.r. n. 563 del 17 giugno 2016 che al punto 2 lett. c) individua le attività attinenti al settore edilizio che avrebbero potuto essere svolte dalla Società stessa. Quanto sopra in ottemperanza alla l.r. n. 6 del 12 aprile 2011, art. 2, comma 2, lett. c). In merito all'oggetto dell'incarico, l’Ente fa presente che si tratta di attività di supporto al

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Settore al fine di garantire efficienza ed efficacia al processo di programmazione degli interventi; la congruità economica dell'affidamento è stata valutata preventivamente tenendo conto che i costi per lo svolgimento delle attività sono coerenti con quanto previsto dalla convenzione tra Regione e Fi.L.S.E. S.p.A., approvata con d.g.r. n. 1408 del 14 novembre 2014, costi che in ogni caso incidono in misura non significativa rispetto al valore complessivo degli interventi. Inoltre la Regione ha preferito affidare un incarico in house affinché le conoscenze e competenze acquisite nello sviluppo dei programmi complessi di riqualificazione urbana, edilizia residenziale sociale e valorizzazione del patrimonio pubblico, rimangano patrimonio dell'Ente. I.R.E. S.p.A. ha in corso di affidamento una attività di supporto tecnico relativamente agli aspetti energetici della fattibilità dei Programmi. La motivazione dell'affidamento esterno è per temporanea carenza d'organico (il personale tecnico competente è impegnato in altre commesse). Le modalità di affidamento seguite sono quelle previste dall'art. 36, comma 2, lett. a), del d.lgs. n. 50 del 2016. L'importo previsto dell'affidamento è di euro 6.000,00 oltre IVA. Sono stati richiesti preventivi a 5 soggetti idonei; la documentazione non è ancora disponibile in quanto l'affidamento è in corso e pertanto non è ancora stata fatta la determinazione di aggiudicazione. I fattori critici sono molteplici: 1) I.R.E. presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi dichiara di non avere risorse umane in quanto impegnate in altre attività: non si comprende allora perché abbia presentato l’offerta; 2) il costo dell’incarico ammonta a 6 mila euro circa, quello dell’affidamento a I.R.E. euro 120.000,00. Al riguardo occorre comprendere prevalentemente quali attività abbia espletato I.R.E che giustifica detto elevato compenso. − D. dirigenziale n. 3987 del 5 settembre 2016, Fi.L.S.E S.p.A.: euro 55.000,00 Affidamento in house per attività di supporto all'animazione territoriale, alla comunicazione e alla predisposizione della reportistica per la rendicontazione del Programma di cooperazione territoriale Italia-Francia Alcotra 2014-2020. L’Ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ordine, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, alla materia dell'incarico il cui espletamento non può essere assicurato nei modi e nei tempi occorrenti, da parte del personale dipendente in quanto, da un lato, ridotto in termini numerici, dall'altro, non dotato delle necessarie competenze. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine a diversi criteri. Inoltre si fa riferimento alle procedure definite dalla

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d.g.r.n. 711 del 2015. Non si è fatto alcun cenno all’applicazione del comma 2 dell’art 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. La Società ha affidato all’esterno parte delle attività oggetto dell’affidamento in quanto il personale interno era già impegnato su altre commesse. In merito si afferma che la Società ha seguito proprie modalità interne di selezione, ossia affidamento diretto (in quanto importo inferiore ad euro 40.000,00) a professionalità esterna per euro 5.500,00. I fattori critici sono molteplici: 1) Fi.L.S.E S.p.A. presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi dichiara di dover affidare all’esterno parte dell’incarico in quanto il proprio personale è impegnato in altre attività su altre commesse: non si comprende allora perché abbia presentato l’offerta; 2) l’offerta, quantomeno, avrebbe dovuto tenere conto di tale impossibilità; 3) l’incarico sembrerebbe più oneroso di quanto necessario, se l’incarico fosse stato attribuito dalla Regione; 4) l’attività non appare sufficientemente specialistica. Questa Sezione rinviene numerosi dubbi circa la necessità di affidare l’incarico esterno, che potrebbe apparire elusivo delle norme in materia di incarichi e consulenze. - D. dirigenziale n. 4438 del 13 settembre 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 150.000,00 Affidamento in house per attività di assistenza tecnica a supporto della programmazione e monitoraggio in materia di trasporto pubblico locale. L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ragione, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, della materia stessa dell'incarico per il cui espletamento non esistono all'interno dell'Ente le necessarie professionalità trattandosi di materie specialistiche la cui trattazione non può essere assicurata dalle professionalità esistenti. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine ai criteri generali fissati dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’articolo 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. Liguria Ricerche S.p.A. ha affidato all’esterno, a Tema s.r.l., l’attività di aggiornamento di un precedente studio sulla definizione e quantificazione degli elementi indispensabili per una corretta programmazione dei servizi minimi per gli ambiti territoriali ottimali già effettuato dalla stessa Tema s.r.l. (biennio 2014-2015) per conto di Fi.L.S.E S.p.A. che, a sua volta, era stata oggetto di incarico tramite affidamento in house da parte della Regione. L’affidamento è avvenuto in via diretta (importo inferiore ad euro 40.000,00) tramite preventiva valutazione di un’offerta tecnico-economica del valore di euro 39.000,00 più IVA. Dall’esame dell’offerta

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tecnico-economica emerge che l’affidamento ricopre, oltre a quanto predetto, anche l’attività di studio dell’integrazione modale e tariffaria; l’attività di predisposizione degli indirizzi regionali per le gare di affidamento dei servizi; l’attività di impostazione e di implementazione del sistema regionale di monitoraggio e di controllo quantitativo/qualitativo dei servizi erogati, nonché del relativo sistema sanzionatorio e incentivante. Pertanto a Liguria Ricerche S.p.A. rimarrebbero da svolgere direttamente il supporto all’elaborazione del piano economico-finanziario relativo al contratto tra Regione e Trenitalia S.p.A. e più in generale il supporto tecnico alla struttura regionale. I fattori critici sono molteplici: 1) Liguria Ricerche spa presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi affida all’esterno la quasi totalità dell’incarico: non si comprende allora il perché della presentazione dell’offerta; 2) l’incarico esterno è stato affidato dalla Liguria Ricerche poco sotto il livello minimo per non espletare la procedura di evidenza pubblica; 3) il costo dell’incarico esterno ammonta ad euro 39.000,00, mentre la Regione eroga alla partecipata euro 150.000,00: l’incarico è costato euro 111.000,00 in più. Questa Sezione rinviene numerosi dubbi sulla necessità di affidare l’incarico esterno, che potrebbe apparire elusivo delle norme in materia di incarichi e consulenze o, quantomeno, in materia di appalti di servizi e lavori. − D. dirigenziale n. 5069 del 02 novembre 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 35.000,00 Affidamento in house per attività di collaborazione per la predisposizione e la stesura del Programma turistico regionale di cui alla l.r. n. 28 del 2006. L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ragione, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, da un lato, dell'assenza in modo sufficiente delle professionalità necessarie, dall'altro, in considerazione dei tempi stretti per la predisposizione del piano, nonché dell'impiego del personale in altre attività istituzionali. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine a diversi criteri in coerenza con quanto disposto dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’articolo 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. La Società si avvale anche di una risorsa esterna con competenze specialistiche per la parte relativa alla programmazione. Al riguardo è stata selezionata la dott.ssa XXXX attraverso l’esame di curricula presenti nella banca dati interna, di autocandidature, nonché attraverso la ricerca on line (LinkedIn ) di profili adeguati, per un importo complessivo pari ad euro 20.000,00.

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I fattori critici sono: 1) Fi.L.S.E S.p.A.presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi affida all’esterno l’incarico per un ammontare di euro 20.000,00. Il costo dell’affidamento a Fi.L.S.E S.p.A. è pari ad euro 35.000,00: l’incarico è costato euro 15.000,00 in più. Questa Sezione rinviene numerosi dubbi sulla necessità di affidare l’incarico esterno che potrebbe apparire elusivo delle norme in materia di incarichi e consulenze. − D. dirigenziale n. 5747 del 23 novembre 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 97.500,00 Affidamento in house per attività di monitoraggio e studio delle dinamiche socio economiche della Liguria. L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ragione, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, della materia stessa dell'incarico, nonché, sia dall'assenza di professionalità all'interno dell'Ente sia dall'impiego di queste in altre attività istituzionali. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine a diversi criteri in coerenza con quanto disposto dalla d.g.r. n. 1268 del 2008. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’articolo 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. Nella documentazione esaminata emerge che, oltre al personale interno alla Società, questa si avvale anche di esperti esterni. Nel progetto le spese per le consulenze esterne sono stimate in euro 47.000,00. Tuttavia nulla si evince o si afferma riguardo alle modalità di affidamento seguite, alla denominazione dei soggetti beneficiari e alla relativa documentazione. I fattori critici sono: 1) L’impiego del proprio personale in altre attività non giustifica il ricorso all’incarico esterno (la mancanza di risorse deve essere qualitativa e non quantitativa); 2) A fronte di un affidamento di 97 mila euro, la partecipata affida il fulcro dell’incarico a soggetto esterno per 47 mila euro: La Regione poteva affidare direttamente l’incarico con un costo inferiore di circa 50 mila euro. Questa Sezione rinviene numerosi dubbi sulla necessità di affidare l’incarico esterno, che potrebbe apparire elusivo delle norme in materia di incarichi e consulenze. − D. dirigenziale n. 5757 del 05 dicembre 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 4.390,00 Affidamento in house per attività di supporto tecnico progettuale e organizzativo nell'ambito del progetto Alps-Cosme 2014/2020 EEN.

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L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ragione, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, del fatto che, l'attività oggetto dell'affidamento, non può essere assicurata nei modi e nei tempi necessari da parte del personale interno all'Ente, in quanto totalmente impegnate negli adempimenti di chiusura del POR FESR 2007/2013, nonché nell' avvio dei bandi POR FESR 2014/2020. In relazione alla congruità economica il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine ai criteri generali indicati nella DGR n. 1268/2008. Inoltre si afferma che il ricorso al mercato per tale attività “avrebbe richiesto una parcellizzazione delle procedure che, in considerazione dell’esiguità dell’importo e del tempo richiesto, sarebbe stato in contrasto con i principi di economicità ed efficienza nell’impiego delle risorse pubbliche”. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’articolo 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. L’ente afferma che la società ha fatto ricorso a soggetti esterni per peculiari attività. Dai chiarimenti e dalla documentazione pervenuta non si indicano né i soggetti né le relative modalità di affidamento seguite né gli importi. A fronte della mancanza di chiarimenti relativamente al ricorso a soggetti esterni si esprimono i dubbi già espressi per altri incarichi. − D. dirigenziale n. 5946 del 15 dicembre 2016, Liguria Ricerche S.p.A.: euro 40.000,00 Affidamento in house per attività di redazione dei documenti intermedi, finali e di rendicontazione della spesa del progetto Co.n.s.e.n.so - Programma Spazio Alpino 2014-2020. L’Ente è ricorso ad un affidamento esterno, in ragione, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, della materia stessa dell'incarico, nonché, sia dall'assenza di professionalità all'interno dell'Ente sia dall'impiego di queste in altre attività istituzionali, segnatamente nei Programmi Interreg. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine a diversi criteri. Inoltre si fa riferimento alle procedure definite dalla d.g.r. n. 711 del 21 maggio 2015. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’art. 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. Per quanto concerne le ragioni per le quali tale affidamento rientra nella fattispecie derogatoria di cui al comma 2, dell'articolo 6 della l.r. n. 27 del 2015 e, pertanto, non è ricompreso tra gli incarichi di consulenza soggetti alla riduzione della spesa di cui al comma 1 dell'articolo 6 della legge finanziari 2016, dalla documentazione pervenuta emerge che tale affidamento è finanziato con fondi U.E.

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La Società ha affidato all’esterno parte delle attività oggetto dell’affidamento in quanto il personale interno era già impegnato su altre commesse. Al riguardo la Società ha seguito proprie modalità interne di selezione, ossia tramite apposita commissione che ha esaminato i curricula, nel numero di 4, presenti nel database di Liguria Ricerche S.p.A.. La scelta è caduta sul dott. xxxx per un importo di euro 24.500,00. I fattori critici sono molteplici: 1) Liguria Ricerche S.p.A. presenta l’offerta in quanto in grado di espletare l’incarico, ma poi dichiara di dover affidare all’esterno parte del medesimo in quanto il proprio personale è impegnato in altre attività su altre commesse: non si comprende perché abbia allora presentato l’offerta; 2) l’offerta, quantomeno, avrebbe dovuto tenere conto di tale impossibilità; 3) l’incarico parrebbe più oneroso di quanto necessario se lo stesso fosse stato attribuito dalla Regione. − D. dirigenziale n. 6371 del 28 dicembre 2016, I.R.E. S.p.A.: 2.700.000,00 Affidamento in house per interventi in sostituzione in danno da realizzarsi nel sito di interesse regionale denominato "Ruffino Pitelli". L’ente è ricorso ad un affidamento esterno, ed in specie a I.R.E. S.p.A., in ragione, innanzitutto, come precisato in sede di chiarimenti e di esame della documentazione integrativa, del fatto che, I.R.E. S.p.A., svolge funzione di centrale di committenza, ai sensi della l.r. n. 6 del 2011, e di supporto tecnico/amministrativo al Dipartimento del territorio. Inoltre, nel caso specifico, poiché l’oggetto dell’affidamento consiste in interventi da realizzarsi in via sostitutiva in danno al soggetto inadempiente, nonché in via d’urgenza, non dispone delle strutture e delle risorse professionali necessari alla gestione degli stessi. Infine, l’incarico conferito ad I.R.E. S.p.A. si configura come un affidamento complessivo di committenza con mandato senza rappresentanza ai sensi dell’art 1705 c.c. In relazione alla congruità economica, il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo in ordine sia ai criteri indicati nella d.g.r. n. 563 del 2016 sia alle schede elaborate dal Settore sulla base dei quadri finanziari dei progetti già a suo tempo approvati dal Ministero dell’Ambiente con decreto prot. 628/TRI/DI/B del 23 settembre 2010 e dalla Regione Liguria con decreto del Direttore Generale n. 67 del 28 febbraio 2014. Inoltre l’ente dichiara che l’affidamento a Società in house, in qualità di stazione unica appaltante regionale (SUAR), per la gestione dell’intero procedimento, è “ritenuto lo strumento più idoneo rispetto al ricorso al mercato che comporterebbe tempi di realizzazione più lunghi e la necessità di rapportarsi con più

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interlocutori diversi”. Non si fa direttamente alcun cenno al comma 2 dell’articolo 192 del d.lgs. n. 50 del 2016. L’ente afferma che le attività di assistenza alla Regione e di stazione appaltante saranno svolte da personale interno alla Società, mentre “le attività tecniche e i servizi potranno essere affidati da I.R.E. S.p.A. a terzi mediante le procedure previste dal d.lgs. 50 del 2016”.

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CAPITOLO 3 SPESA DEL PERSONALE

La dirigenza

Nel corso del 2015 è entrata a regime anche la riforma della dirigenza in base alla quale i direttori generali, precedentemente assunti con contratto di diritto privato ed inquadrati extra dotazione organica, sono stati ora ricondotti all’interno del ruolo della dirigenza la cui dotazione organica è stata, conseguentemente, ampliata. La legge regionale ha, poi, trasformato le strutture dirigenziali generali in strutture complesse ai sensi del Contratto collettivo vigente ed ha fatto confluire le figure dirigenziali responsabili dei predetti uffici nella dotazione organica della dirigenza, il cui numero è stato determinato in 97 unità. Contestualmente è stato ricondotto nell’ambito della contrattazione integrativa e del relativo fondo accessorio il trattamento accessorio dei dirigenti precedentemente collocati extra dotazione organica, come indicato dal comma 2 8 del citato art. 29 che rinvia all’art. 26, comma 3, del CCNL del 23 dicembre 1999. Con la deliberazione 15 ottobre 2015, n. 1109 “Istituzione e graduazione delle strutture organizzative complesse di cui all’art. 29 della l.r. 41/2014”, si è provveduto a definire i criteri di graduazione delle funzioni dirigenziali relative alle Strutture Organizzative Complesse (all’allegato a) della delibera), ai fini dell’applicazione dell’articolo 27, comma 5, del Contratto collettivo nazionale di lavoro per l’area separata della dirigenza 23 dicembre 1999 e successive modifiche e integrazioni; sono state attribuite alle predette posizioni i punteggi (indicati nelle tabelle di cui all’allegato b)); sono stati individuati i valori economici annui lordi per tredici mensilità, corrispondenti alle seguenti classi di punteggio attribuite:

Tab. n. 46 - Strutture complesse Struttura Complessa Punteggio Retribuzione di posizione Segreteria Generale Da 1501 a 2000 127.999,64 Direzione Centrale/Dipartimento Da 1000 a 1500 78.171,46 Fonte: Regione Liguria

Successivamente con deliberazione 15 ottobre 2015, n. 1102 è stato rivisto l’assetto organizzativo della Segreteria Generale con l’accorpamento ad essa del Dipartimento Programmi regionali, Porti, Trasporti e Reti Europee e si è pervenuti

8 A seguito dell’attuazione del processo di riordino di cui al comma 1 si procede agli adempimenti previsti dall’art. 26, comma 3, del CCNL per l’area separata della dirigenza del 23 dicembre 1999 ferma restando la corrispondenza e l’invarianza dei trattamenti economici complessivamente assegnati alla data di entrata in vigore della presente disposizione e senza comportare una spesa programmata ed impegnata per i dirigenti .e i dirigenti generali superiore a quella rilevabile al 31 dicembre 2012.

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all’attribuzione dal 1 novembre 2015 dell’incarico della posizione preposta alla Segreteria Generale, Infrastrutture, Trasporti e Rete Europee. Con la riforma dirigenziale, si è reso necessario procedere agli adempimenti previsti dall’articolo 26, comma 3, del CCNL per l’area separata della dirigenza del 23 dicembre 1999 (ferma restando la corrispondenza e l’invarianza dei trattamenti economici complessivamente assegnati alla data di entrata in vigore della presente disposizione e senza comportare una spesa programmata ed impegnata per i dirigenti e i dirigenti generali superiore a quella rilevabile al 31 dicembre 2012). Le strutture dirigenziali generali di Segreteria generale, Direzione centrale e Dipartimento di cui agli articoli 6, 7 e 8 della l.r. 4 dicembre 2009, n. 59, in essere alla data di entrata in vigore dell’articolo 29 della l.r. 29 dicembre 2014, n. 41, come sostituito dall’articolo 1 della l.r. 9 marzo 2015, n. 7, risultano essere nove, inclusa la Segreteria generale. Conseguentemente, come disposto dalla deliberazione 24 marzo 2015, n. 369, le risorse previste dal CCNL del personale dirigente destinate alla retribuzione di posizione e di risultato della dirigenza regionale sono state incrementate di una somma pari ai trattamenti economici complessivamente assegnati alla data di entrata in vigore della legge 41 cit. alla figura dirigenziale preposta alla Segreteria Generale e a quelle preposte alle direzioni centrali e dipartimenti, ad esclusione delle equivalenti somme comunque previste per il trattamento tabellare e la vacanza contrattuale, nella misura stabilita dal CCNL e da altre disposizioni vigenti per il personale dirigente. Tali somme corrispondono ad euro 124.222,86 su base annua per la posizione dirigenziale preposta alla Segreteria generale ed a euro 101.627,87 per ciascuna posizione dirigenziale preposta alle direzioni centrali e ai dipartimenti. L’incremento complessivo è stato, pertanto, pari ad euro 937.245,82, su base annua, laddove per il corrente anno risulteranno disponibili per l’ammontare di euro 147.738,65, con carattere di stabilità e ricorrenza in quanto risorse correlate ad incrementi stabili dei servizi e delle competenze delle funzioni dirigenziali della Giunta regionale, dalla data di conferimento degli incarichi. Con deliberazione n. 1480 del 29 dicembre 2015, avente ad oggetto “Riorganizzazione dell’amministrazione regionale”, in vigore dall’1 febbraio 2016, è stata operata una riduzione di posizioni dirigenziali. Successivamente, al fine di assicurare un efficace esercizio dell’azione amministrativa in materie complesse come quelle attinenti al presidio del territorio e alla gestione dei fondi europei sono state istituite, nell’ambito del Dipartimento Territorio, due strutture organizzative complesse di Vice Direzione Generale, e

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nell’ambito del Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e Lavoro una struttura organizzativa complessa di Vice Direzione Generale, mantenendo comunque una riduzione complessiva del numero delle strutture regionali.

3.1.1 Provvedimenti del 2016

Con deliberazione n. 14 del 2016 sono stati attribuiti gli incarichi dirigenziali, sulla base dei requisiti di professionalità ed esperienza, con decorrenza 1 febbraio 2016 e durata di tre anni, fatte salve le scadenze già previste per gli incarichi già attribuiti con contratti a tempo determinato. Sono stati sottoposti ad interpello l’attribuzione degli incarichi dirigenziali generali, di durata triennale, relativi alle seguenti strutture organizzative complesse: Direzione Centrale Organizzazione; Vice Direzione Generale del Dipartimento Territorio; Vice Direzione Generale del Dipartimento Territorio; Vice Direzione Generale del Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e Lavoro. Per le posizioni dirigenziali del Settore Informatica, Settore Prevenzione, Sanità Pubblica, Sicurezza alimentare e Sanità animale, U.S.S. Sicurezza Alimentare e Veterinaria, U.S.S. Farmaceutica, la Regione ha proceduto tramite Convenzione ai sensi della D.G.R. n. 920 del 18.07.2014, con decorrenza 1 febbraio 2016 e durata di tre anni. Con DGR n. 705 del 2016 la Regione ha determinato le risorse per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato del personale dirigente per l’anno 2015, per un ammontare di euro 3.473.306 di cui euro 713.374 per retribuzione di risultato. Il fondo è stato incrementato su base annua in attuazione dell’articolo 29 della l.r. 29 dicembre 2014, n. 41. L’incremento è disponibile per euro 147.738 nell’anno 2015, mentre risulta disponibile per l’intero ammontare annuo di euro 937.246, dall’anno 2016. Detto incremento è destinato al finanziamento della retribuzione di risultato nell’anno 2015 per l’ammontare di euro 31.805, e nell’anno 2016 per euro 256.979. Il fondo ricomprende anche l’incremento di euro 306.429 (in virtù della conciliazione in data 5 settembre 2009), con riserva di procedere all’eventuale correzione delle stesse risorse, in caso di pronuncia giurisdizionale negativa. Le risorse sono anche comprensive dell’ammontare di euro 119.759 per il personale dirigente trasferito dall’1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15, di cui euro 43.315 per il finanziamento della retribuzione di risultato. Le risorse per le posizioni dirigenziali acquisite ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15 devono essere rideterminate dall'anno 2016 su base annua. Le medesime risorse individuate per l’anno 2015 per il finanziamento delle retribuzioni di posizione e di risultato sono da considerare disponibili per l’anno 2016, con le integrazioni in incremento delle stesse, su base annua, determinate con

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deliberazione n. 1195 del 2015, ai sensi dell’articolo 29 della l.r. 29 dicembre 2014, n. 41, e le ulteriori risorse per l’intero anno 2016, su base annua, ai sensi dell’articolo 9 della legge regionale 10 aprile 2015, n. 15 e salvo successive rideterminazioni ai sensi di vigenti contratti collettivi o di disposizioni di legge in materia. Con d.g.r. 1152 del 2016 la Regione ha preso atto degli esiti della verifica intermedia degli obiettivi strategici, degli obiettivi assegnati ai Direttori Generali e ai Dirigenti per l’anno 2016, ed ha modificato il “Piano della performance 2016-2018”. Esito verifica:

Tab. n. 47 - Verifica obiettivi In linea con Sopra le Media andamento obiettivi Sotto le attese le attese attese Ob. Strategici Triennali - 86,49 % 13,51 % Ob. Annuali Direzioni / 1,79 % 78,57 % 19,64 % Dipartimenti e Agenzie regionali Ob. Annuali Strutture 0,74 % 79,34 % 19,92 % Fonte: Regione Liguria

La vicedirigenza, posizioni organizzative e integrazione del fondo per la contrattazione decentrata

Della vicedirigenza si è già avuto modo di esporre le criticità nelle relazioni sul rendiconto della Regione 2013 e 2014. Si è osservata l’illegittimità sostanziale di tale istituto ormai abrogato dal legislatore nazionale, ma regolamentato dalla Regione Liguria in contrasto con la legislazione nazionale e con la contrattazione collettiva. In particolare, la criticità è emersa dalla verifica che ha riguardato i compensi delle posizioni di responsabilità erogate a carico del fondo per la contrattazione decentrata, con specifico riferimento alla vicedirigenza ed alle posizioni organizzative. La Sezione non può che confermare le criticità emerse già nel corso delle procedure di parifica ai rendiconti 2013, 2014 e 2015, relativamente alle risorse per il trattamento accessorio destinate alle posizioni di responsabilità sopra richiamate. Dal punto di vista contabile e finanziario, nel corso del 2016 sono state erogate le risorse del fondo accessorio relative all’esercizio 2015 (Decreto n. 552), divenute esigibili nell’esercizio esaminato (principio applicato concernente la contabilità finanziaria Allegato 4/2 al d.lgs. 118 del 2011, paragrafo 5.2 lett. a)). Mentre con d.g.r. 1057 del 2016, sono state individuate le risorse relative al trattamento accessorio e premiante 2016 (che saranno esigibili nell’esercizio 2017, comprensive delle somme dovute dall’Amministrazione per oneri riflessi e IRAP) facendo riferimento a quanto analogamente erogato nell’anno 2016, per trattamento economico premiante delle prestazioni individuali e della performance organizzativa

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dell’anno 2015. Risorse pari ad euro 2.822.089,64 per il personale del comparto, ed euro 1.663.637,84 per la dirigenza, individuate nel Bilancio Gestionale 2016/2018 - Missione 1 - Programma U.01.010.000 – Macro Aggregati 101 e 102 - Cap. 200-201- 205-208-217-220-479-483-7604-7605. Nel corso del 2016, inoltre, relativamente alla vice-dirigenza, oltre alle posizioni già previste ed attribuite negli esercizi precedenti, sono state previste ulteriori posizioni, come stabilito dalla Delibera di Giunta n. 56 del 29 gennaio 2016. Con quest’ultima sono state soppresse n. 3 posizioni di vice-dirigenza: “Responsabile unità specialistica di Staff” nell’ambito della struttura Staff e Affari Giuridici Statistica; “Responsabile dell’unità tecnica di protezione Civile” nell’ambito della Protezione Civile; “Responsabile degli adempimenti fiscalità passiva, di vigilanza e di verifica” nell’ambito dell’ex struttura Ragioneria e Contabilità. Di contro, sono state istituite n. 5 posizioni di vice-dirigenza: 1) “Responsabile Ispettorato Agrario” nell’ambito del Settore Ispettorato Agrario all’interno del Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e Lavoro; 2) “Responsabile Politiche Abitative ed Edilizia Scolastica” nell’ambito del Settore Programmi Urbani Complessi ed Edilizia all’interno del Dipartimento del Territorio; 3) “Responsabile Unità specialistica di Staff” nell’ambito del Servizio Affari Giuridici Pianificazione Territoriale all’interno del Dipartimento Territorio; 4) “Responsabile Gestione del ciclo rifiuti” nell’ambito del Servizio Aria Clima e Rifiuti, all’interno del Dipartimento Territorio; 5) “Responsabile per la gestione esecutiva del bilancio regionale finanziario ed economico-patrimoniale, per la redazione del rendiconto generale dell’Ente e per la verifica delle scritture degli agenti contabili” nell’ambito del Settore Bilancio e Ragioneria, all’interno della Direzione Centrale Finanza, Bilancio e Controlli. La Regione ha osservato che le predette posizioni non sarebbero state assegnate. Nel quadro così delineato appaiono due i profili di illegittimità costituzionale, tra loro connessi: il primo concerne la copertura finanziaria delle posizioni di vicedirigenza, mentre la seconda concerne l’istituzione stessa delle predette posizioni. In altri termini, vi sono risorse finanziarie illegittime che finanziano posizioni di responsabilità altrettanto illegittime, sotto un profilo di costituzionalità. La supposta illegittimità costituzionale, per contrasto con l’art. 117, comma 2 lett. l) (giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa) e con l’art. 81, comma 4 (nel testo antecedente alla modifica di cui

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all'art. 1 della L. Cost. 20 aprile 2012 n. 1: copertura finanziaria delle spese ), si rileva nelle seguenti norme regionali: l.r. n. 10 del 2008, art. 10; l.r. n. 42 del 2008, art. 2, comma 1. Le due norme sopra richiamate prevedono l’istituzione ed il finanziamento della vice-dirigenza, posizione lavorativa di responsabilità prevista dall’art. 7, comma 3, della legge 15 luglio 2002, n. 145 (Disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e l’interazione tra pubblico e privato ), norma che aveva aggiunto al d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), l’art. 17-bis , che, al comma 1, primo periodo – come modificato dall’art. 14-octies , comma 1, del d.l. 30 giugno 2005, n. 115 (Disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità di settori della pubblica amministrazione), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 17 agosto 2005, n. 168 – prevedeva: «La contrattazione collettiva del comparto Ministeri disciplina l’istituzione di un’apposita separata area della vicedirigenza nella quale è ricompreso il personale laureato appartenente alle posizioni C2 e C3, che abbia maturato complessivamente cinque anni di anzianità in dette posizioni o nelle corrispondenti qualifiche VIII e IX del precedente ordinamento» ; Il comma 2 prevedeva, ancora, che « La disposizione di cui al comma 1 si applica, ove compatibile, al personale dipendente dalle altre amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, appartenente a posizioni equivalenti alle posizioni C2 e C3 del comparto Ministeri; l'equivalenza delle posizioni è definita con decreto del Ministro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Restano salve le competenze delle regioni e degli enti locali secondo quanto stabilito dall'articolo 27 ". Infine, l’art. 10, comma 3, prevedeva che « La disciplina relativa alle disposizioni di cui al comma 3 dell’articolo 7, che si applicano a decorrere dal periodo contrattuale successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, resta affidata alla contrattazione collettiva, sulla base di atti di indirizzo del Ministro per la funzione pubblica all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) anche per la parte relativa all’importo massimo delle risorse finanziarie da destinarvi ». La norma disponeva, con molta chiarezza, che l’attuazione dell’area della vice- dirigenza, era rimessa dal legislatore nazionale alla contrattazione collettiva sulla base di atti di indirizzo emanati dal Ministero della funzione pubblica nei confronti dell’Aran. In più, per ciò che concerne gli enti di cui al comma 2 dell’art. 17-bis (Regioni ed altri enti locali) occorreva l’emanazione di un decreto del Ministro per la

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funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per stabilire l’equivalenza delle posizioni tra il comparto Stato ed il comparto Regioni. Il quadro normativo così delineato era esplicazione della competenza esclusiva dello Stato nella materia dell’Ordinamento civile, in coerenza con il sistema delineato dal d.lgs. n.165 del 2001, che rimette allo Stato la disciplina di principio in materia di organizzazione del lavoro rinviando, poi, alla contrattazione collettiva la definizione degli istituti contrattuali, con particolare riferimento al trattamento economico. 9 In tal senso, esplicativo è l’art. 8, comma 1, della l. 4 marzo 2009, n. 15, che ha interpretato l’art. 17-bis nel senso che: “ la vicedirigenza è disciplinata esclusivamente ad opera e nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento, che ha facoltà di introdurre una specifica previsione costitutiva al riguardo. Il personale in possesso dei requisiti previsti dal predetto articolo può essere destinatario della disciplina della vice-dirigenza soltanto a seguito dell’avvenuta costituzione di quest’ultima da parte della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento. Sono fatti salvi gli effetti dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore della presente legge”.

9 Art. 2, comma 3 I rapporti individuali di lavoro di cui al comma 2 sono regolati contrattualmente. I contratti collettivi sono stipulati secondo i criteri e le modalità previste nel titolo III del presente decreto; i contratti individuali devono conformarsi ai principi di cui all'articolo 45, comma 2. L'attribuzione di trattamenti economici può avvenire esclusivamente mediante contratti collettivi e salvo i casi previsti dal comma 3-ter e 3-quater dell'articolo 40 e le ipotesi di tutela delle retribuzioni di cui all'articolo 47-bis, o, alle condizioni previste, mediante contratti individuali. Le disposizioni di legge, regolamenti o atti amministrativi che attribuiscono incrementi retributivi non previsti da contratti cessano di avere efficacia a far data dall'entrata in vigore dal relativo rinnovo contrattuale. I trattamenti economici più favorevoli in godimento sono riassorbiti con le modalità e nelle misure previste dai contratti collettivi e i risparmi di spesa che ne conseguono incrementano le risorse disponibili per la contrattazione collettiva.

Art. 40, comma 3-bis Le pubbliche amministrazioni attivano autonomi livelli di contrattazione collettiva integrativa, nel rispetto dell'articolo 7, comma 5, e dei vincoli di bilancio risultanti dagli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione. La contrattazione collettiva integrativa assicura adeguati livelli di efficienza e produttività dei servizi pubblici, incentivando l'impegno e la qualità della performance ai sensi dell'articolo 45, comma 3. A tale fine destina al trattamento economico accessorio collegato alla performance individuale una quota prevalente del trattamento accessorio complessivo comunque denominato. Essa si svolge sulle materie, con i vincoli e nei limiti stabiliti dai contratti collettivi nazionali, tra i soggetti e con le procedure negoziali che questi ultimi prevedono; essa può avere ambito territoriale e riguardare più amministrazioni. I contratti collettivi nazionali definiscono il termine delle sessioni negoziali in sede decentrata. Alla scadenza del termine le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di iniziativa e decisione.

Art,. 45, comma 3 I contratti collettivi definiscono, in coerenza con le disposizioni legislative vigenti, trattamenti economici accessori collegati: a) alla performance individuale; b) alla performance organizzativa con riferimento all'amministrazione nel suo complesso e alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola l'amministrazione; c) all'effettivo svolgimento di attività particolarmente disagiate ovvero pericolose o dannose per la salute. 3-bis. Per premiare il merito e il miglioramento della performance dei dipendenti, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, sono destinate, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, apposite risorse nell'ambito di quelle previste per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.

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A completamento di una corretta ricostruzione dell’istituto in esame, la Cassazione (Cass. SS.UU. n. 14656 e Cass. Lav. sent. n. 28208) ha evidenziato la valenza non precettiva dell’art 17-bis .10 Infine, sulla corretta interpretazione del quadro normativo relativo alla vice- dirigenza, soccorre la Corte Costituzionale che, con la pronuncia n. 214 del 2016 (relativa alla legittimità costituzionale dell’art. 5, c. 13, del d.l. n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dall'art. 1, c. 1, della legge n. 135 del 2012, che ha abrogato la vicedirigenza), delineando i tratti fondamentali dell’istituto in esame, ha evidenziato la centralità della contrattazione collettiva nell’istituzione e regolamentazione della vicedirigenza, sia per il comparto Ministeri che per il comparto Regioni - enti locali. 11

10 Osserva la Suprema Corte, nella sentenza n. 28208: “Orbene l’art. 17-bis nel prefigurare una nuova qualifica dei dipendenti pubblici – quella di vice dirigente – ne ha demandato “la disciplina dell’istituzione”, e quindi innanzi tutto l’istituzione, alla contrattazione collettiva, in piena sintonia con il riparto delle fonti di disciplina del rapporto quale definito dall’art. 2 d.lgs. n. 165/2001 che assegna appunto in generale alla contrattazione collettiva la regolamentazione del rapporto lasciando agli atti organizzativi delle pubbliche amministrazioni, nel rispetto dei principi generali fissati da disposizioni di legge, solo la definizione delle linee fondamentali di organizzazione degli uffici, l’individuazione degli uffici di maggiore rilevanza e dei modi di conferimento della titolarità dei medesimi, la determinazione delle dotazioni organiche complessive”. “Si tratta quindi, in sostanza, di una disciplina che, nell’immediato, non era autoapplicativa perché presupponeva la prevista istituzione della categoria da parte delle contrattazione collettiva.” “Il carattere “esclusivo” dell’investitura della contrattazione collettiva – quella del comparto di riferimento e non già una contrattazione separata per tale area categoriale – vale a sottolineare come è a quest’ultima che è demandata l’introduzione e la disciplina di questa categoria prossima alla dirigenza”. “Il dato testuale dell’art. 17 bis ……… si limita ad individuare il livello della contrattazione collettiva facoltizzata ad introdurre tale figura professionale escludendo quindi ogni altro diverso livello contrattuale” 11 “Come si è visto al punto 4.1.3., la stessa sentenza, lungi dal riconoscere ai ricorrenti la qualifica di vicedirigenti e il presumibile maggiore trattamento economico, aveva soltanto affermato che essi avevano una pretesa giuridicamente tutelata a che fosse adottato l’indirizzo all’ARAN di cui all’art. 10, comma 3, della legge n. 145 del 2002, cioè il provvedimento amministrativo che doveva precedere la fase della contrattazione collettiva cui l’art. 17-bis del d.lgs. n. 165 del 2001 demandava l’istituzione dell’area della vicedirigenza”.

“Tale conclusione si fonda, anzitutto, sulla coerenza dell’impugnato comma 13 rispetto al menzionato scopo – manifestato anche dalla rubrica dell’art. 5 nel quale la disposizione è contenuta – della «Riduzione di spese delle pubbliche amministrazioni», considerato che, come indicato nella Relazione al disegno di legge di conversione del d.l. n. 95 del 2012, detto comma comportava una «riduzione di spesa pari a 12 milioni a regime dal 2012». In tale modo, l’impugnato comma 13 si inseriva anche nell’àmbito del più ampio intervento, attuato con lo stesso d.l. n. 95 del 2012, diretto, tra l’altro, a «garantire il contenimento e la stabilizzazione della finanza pubblica, anche attraverso misure volte a garantire la razionalizzazione, l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e degli apparati pubblici» (così il preambolo del decreto).

“In secondo luogo, deve osservarsi che, con il censurato comma 13, il legislatore ha eliminato l’istituto della vicedirigenza con riguardo, sia a tutto il comparto Ministeri, sia a tutte le altre amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001 (al cui personale la disposizione del comma 1 dell’art. 17- bis sull’istituzione della vicedirigenza si applicava, ai sensi del comma 2 dello stesso articolo, «ove compatibile»). L’indicata generale portata dell’intervento abrogativo, tale da trascendere enormemente l’àmbito soggettivo del giudizio in corso – instaurato da un circoscritto numero di funzionari del solo Ministero della giustizia e diretto a ottenere l’attuazione di un giudicato soggettivamente limitato al personale di tale Ministero – costituisce un’ulteriore decisiva conferma di come la disposizione denunciata mirasse non a risolvere a favore dello Stato detto giudizio di ottemperanza ma a conseguire una riduzione della spesa delle amministrazioni pubbliche.

“4.3.– Le considerazioni che si sono svolte al punto 4.1.3. – con riguardo al fatto che l’art. 5, comma 13, del d.l. n. 95 del 2012, è intervenuto in un àmbito lasciato “libero” dal giudicato della sentenza del TAR Lazio n. 4266 del 2007, sicché nessuna sovrapposizione sussiste tra quest’ultimo e l’abrogazione, a opera

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Ricostruito il quadro normativo e interpretativo relativo alla vicedirigenza, occorre osservare che la contrattazione collettiva nazionale del comparto Regioni ed Autonomie locali, non ha istituito la figura della vicedirigenza durante il periodo di vigenza dell’istituto a livello nazionale. Di contro, la Regione Liguria ha previsto la vicedirigenza in ambito regionale, con l’art. 10 della l.r. n. 10 del 2008, poi concretamente istituita con la d.g.r. n. 1647 del 2009 (Istituto della vicedirigenza) e con la d.g.r. n. 1494 del 2010 (Criteri per l’istituzione e l’accesso alla vicedirigenza). La norma di cui all’art. 10, della legge n. 10 del 2008 appare direttamente in contrasto con la riserva di legge statale in materia di ordinamento civile in quanto prevede l’istituzione della vicedirigenza con una procedura non prevista dalla normativa nazionale e riservata alla contrattazione collettiva nazionale di comparto. La legge nazionale, ha fatto salva l’autonomia Regionale in quanto ha previsto che “Restano salve le competenze delle regioni e degli enti locali secondo quanto stabilito dall'articolo 27 ". La norma richiamata rimette alle le regioni a statuto ordinario, nell'esercizio della propria potestà statutaria, legislativa e regolamentare, l’adeguamento ai principi disposti dall'articolo 4 (indirizzo politico-amministrativo) ed in materia di organizzazione e regolamentazione della dirigenza. Parte della normativa regionale ritenuta illegittima si è mossa in questo solco prevedendo che “ con il provvedimento di cui al comma 1 sono definite in particolare le modalità di conferimento, le attribuzioni della Vicedirigenza nonché la tipologia di atti che i dirigenti possono delegare. 3.Alla Vicedirigenza può accedere il personale di categoria D dipendente della Regione Liguria con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, in possesso dei requisiti per accedere alla dirigenza”. E ancora con la legge n. 48, art. 2 la Regione ha disposto che “ Ai vice dirigenti è attribuita la retribuzione di posizione fino alla misura massima stabilita per le posizioni delle alte professionalità dai contratti collettivi nazionali di lavoro del personale del comparto "Regioni - Autonomie Locali" vigenti nel tempo. La retribuzione di risultato può variare da un minimo del 10 per cento ad un massimo del 50 per cento della retribuzione di posizione in godimento.

dello stesso art. 5, comma 13, della previsione che demandava alla contrattazione collettiva l’istituzione dell’area della vicedirigenza – portano a escludere che tale impugnata disposizione abbia «eliminato la condizione di parità delle parti», in violazione dell’art. 111, primo e secondo comma, Cost., o leso «il diritto di difesa dei ricorrenti», alterando «la regolazione di interessi stabilita da sentenze esecutive», o il «principio di effettività della tutela giurisdizionale».

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4. La retribuzione di risultato è corrisposta a seguito di positiva verifica e certificazione dei risultati conseguiti, secondo gli esiti del sistema di valutazione previsto per i titolari di alta professionalità”. In tal modo ha esercitato la propria autonomia organizzativa nell’esercizio della potestà legislativa. Tale esercizio ha però travalicato i limiti della riserva di legge nel momento in cui, al comma 1, dell’art. 10 , della l.r. n. 10 del 2008 ha disposto che “Nell'ambito del processo complessivo di riorganizzazione dell'Ente e comunque nell'anno 2008, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale - Assemblea Legislativa della Liguria e la Giunta regionale, con provvedimento assunto d'intesa (tra gli organi politico-amministrativi ), previa concertazione con le Rappresentanze Sindacali (solo concertazione decentrata) , istituiscono l'area della Vicedirigenza (che doveva essere istituita dalla contrattazione collettiva nazionale , tenuto anche conto dei principi di cui al d.lgs. n. 165/2001”. E la vicedirigenza è stata istituita in modo conforme alla legge regionale (ma difforme dal disposto normativo nazionale). Pertanto appare illegittima l’istituzione della vicedirigenza. Così come appare illegittima la copertura la copertura finanziaria data al finanziamento delle posizioni di vice-dirigenza (e non solo, come si vedrà appresso). Difatti, la Regione Liguria, con l’art. 2 della legge n. 42 del 2008, ha incrementato i fondi per il trattamento accessorio del personale con risorse ulteriori e diverse rispetto a quelle tassativamente previste dai contratti collettivi nazionali (art. 15 del CCNL dell’1 aprile 1999 e successive modifiche ed integrazioni), per un ammontare di euro 800.000,00: “ 1. A decorrere dall'anno 2008 le risorse destinate alle finalità di cui all'articolo 15 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 1° aprile 1999 sono incrementate di 800.000,00 euro con carattere di certezza, stabilità e continuità. 2. Le risorse di cui al comma 1 sono utilizzate in conformità a quanto previsto in sede di contrattazione decentrata prioritariamente per il finanziamento della retribuzione di posizione di risultato della vicedirigenza . Pertanto, accanto alla illegittima istituzione della vice-dirigenza, si affianca l’illegittima copertura finanziaria della stessa, in quanto la Regione non poteva aumentare le risorse destinate alla contrattazione integrativa con proprie risorse di bilancio, al di fuori ed in contrasto con le previsioni indicate dai contratti collettivi nazionali. Come rilevato anche dalla relazione MEF in sede di ispezione amministrativo- contabile presso la Regione, risulta illegittimo aumentare le risorse destinate al trattamento accessorio del personale (al fine di finanziare l’istituzione della vice- dirigenza), al di fuori dei limiti previsti dai contratti collettivi nazionali relativi ai fondi per il trattamento accessorio, risultando inammissibile lo storno di ulteriori risorse di

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bilancio al fine di rendere i fondi stessi capienti al finanziamento del nuovo istituto, in modo da non dover procedere alla decurtazione di risorse destinate agli altri impieghi nell’ambito della contrattazione decentrata. Sul punto, infatti, esiste una espressa riserva di legge per materia prevista dalla Carta Costituzionale, che assegna allo Stato la potestà di regolamentare esclusiva nella materia “Ordinamento civile” (art. 117, comma 2, lett. l): giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa). A seguito della privatizzazione del rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, la materia in esame rientra senza alcun dubbio nell’ambito dell’ordinamento civile riservata allo Stato ai sensi dell’art. 117, comma 2, lett. l) della Costituzione. Riserva esercitata, nel caso di specie, mediante il D.lgs. 165 del 2001 (artt. 2, 40 e 45: si veda nota 1) che rinvia, per gli aspetti qui rilevanti, alla contrattazione collettiva (artt. 15 e ss.gg. del CCNL 1 aprile 1999, come integrato e modificato dal CCNL 22 gennaio 2004 art. 31 e ss.gg., che individuano tassativamente le risorse che possono comporre il fondo per la contrattazione decentrata). La Regione aveva spazi di autonomia nella materia dell’integrazione dei fondi accessori, come disposto dall’art. 40 del d.lgs. 165 del 2001 che al comma 3- quinquies dispone che “Le regioni, per quanto concerne le proprie amministrazioni, e gli enti locali possono destinare risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa nei limiti stabiliti dalla contrattazione nazionale e nei limiti dei parametri di virtuosità fissati per la spesa di personale dalle vigenti disposizioni, in ogni caso nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e di analoghi strumenti del contenimento della spesa”. Nel caso di specie la Regione non ha esercitato tale autonomia, ma ha provveduto a finanziare direttamente il fondo per la contrattazione collettiva decentrata, al di fuori della contrattazione collettiva nazionale di comparto, senza una legge statale che abbia autorizzato tali incrementi, palesando illegittimità costituzionale del proprio operato 12 . Situazione che pone la legge regionale in contrasto non solo con l’art. 117, comma 2, lett. l) della Costituzione, ma anche con l’art. 81, comma 4, della Carta Costituzionale vigente al momento dell’emanazione della l.r n. 42 del 2008 (contrasto confermato anche ai sensi del nuovo testo dell’art. 81 comma 3). 13

12 La Corte Costituzionale (pronuncia n. 339 del 2011) ha sancito l’illegittimità costituzionale di una norma regionale della Lombardia che disciplinava un aspetto del trattamento economico dei dipendenti della Regione, il cui rapporto di impiego è stato privatizzato; ergo, essa rientrava nella materia dell’ordinamento civile, come si desume, del resto, dall’art. 45 comma 1 del citato d.lgs. n. 165/2001, con conseguente violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione. 13 Art 81, comma 4, Cost. ante novella: Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte"

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Difatti, nel momento in cui la Sezione di controllo si trova a dover parificare i capitoli destinati al pagamento del trattamento accessorio, dovrebbe dare applicazione ad una norma di cui si è contestata l’illegittimità costituzionale. Pertanto, vi sarebbe una copertura delle spese solo formale. Ma se fosse acclarata l’illegittimità di una norma che rileva ai fini del bilancio regionale, le spese sostenute per la vice- dirigenza sarebbero prive di copertura sostanziale, con conseguente violazione del precetto costituzionale. La legge n. 42 del 2008, peraltro, rileva ai fini del presente giudizio di parifica e del rendiconto del Bilancio regionale, in quanto è la predetta norma che consente di integrare il fondo per le risorse accessorie e, conseguentemente, di finanziare la spesa per l’indennità di vice-dirigenza anche per l’esercizio finanziario 2016. Ma la violazione del precetto costituzionale appare maggiormente rilevante se si considera un’ulteriore anomalia. Difatti, le risorse di cui si discorre sono state utilizzate non solo per finanziare la vice-dirigenza, ma anche le posizioni organizzative e le indennità per le alte professionalità. Le risorse indicate dalla legge n. 42 del 2008 hanno integrato il fondo per il trattamento accessorio sin dal 2008. Ma la prima posizione di vice-dirigenza è stata istituita ed attribuita solo nel 2010. Sono seguite, poi, altre posizioni di vice-dirigenza per un totale che sarà specificato dalla Regione (a seguito di richiesta istruttoria: nell’esercizio 2015 erano dieci). Pertanto, qualora si potesse anche ritenere legittima la norma istitutiva della vice- dirigenza con legge regionale (art. 10 l.r. n. 10 del 2008), l’illegittimità della costituzione del fondo per il trattamento accessorio con legge regionale (n. 42 del 2008) si manifesterebbe non solo nei confronti del finanziamento della vice-dirigenza ma, ancor di più, nei confronti del finanziamento delle posizioni organizzative e di alta professionalità, finanziamento avvenuto con le economie realizzate sui fondi destinati alla vicedirigenza. In altri termini, le risorse che hanno incrementato il fondo alla fine dell’esercizio 2008, non potendo essere utilizzate, in toto o in parte, per il finanziamento della vicedirigenza, mediante due specifici accordi decentrati, sono state destinate al finanziamento della produttività (accordi stipulati il 5 agosto 2008 ed il 13 luglio 2010). La Regione ha ritenuto legittimo l’utilizzo dell’economia nel modo indicato in quanto l’art. 2, comma 2, della l.r. n. 42 del 2008 stabilisce che “ Le risorse di cui al

Art. 81, comma 3, Cost. vigente: Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte .

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comma 1 (800.000,00 euro) sono utilizzate in conformità a quanto previsto in sede di contrattazione decentrata prioritariamente per il finanziamento della retribuzione di posizione di risultato della vicedirigenza ”. Pertanto, anche la destinazione delle economie di cui sopra al finanziamento delle posizioni organizzative concorre ad evidenziare il contrasto con la contrattazione collettiva nazionale, in quanto si finanzia il fondo per la produttività con somme che non appaiono riconducibili a quelle elencate dall’art. 15 del CCNL dell’1 aprile 1999. Le risorse in oggetto di cui al fondo per il trattamento accessorio sono le seguenti: esercizio 2008 euro 800.000,00; esercizi 2009/2016 euro 723.032,00. Riassumendo, il quadro normativo regionale si pone in contrasto con la Carta Costituzionale nei termini che seguono: 1) art. 10 della legge n. 10 del 2008 appare in contrasto con l’art. 117, comma 2, lett. l), della Costituzione in quanto istituisce la vicedirigenza regolando una materia riservata alla competenza per materia esclusiva dello Stato (che con il d.lgs. n. 165 del 2001, integrato dalla legge n. 145 del 2002 per ciò che concerne la vicedirigenza, assegna alla contrattazione collettiva la definizione dell’istituto in esame). 2) art. 2, comma 1, della legge n. 42 del 2008 appare in contrasto con l’art. 117, comma 2, lett. l), della Costituzione (nella precedente e nuova formulazione) in quanto viene incrementato il fondo per il trattamento accessorio in modo illegittimo, in contrasto con la riserva assoluta che assegna, sulla base di legge statale (nella materia dell’ordinamento civile), alla contrattazione collettiva nazionale e di comparto, la determinazione e l’assegnazione delle risorse del fondo per la contrattazione collettiva. Nonché con l’art. 81, quarto comma, della Cost. ( ante riforma), in quanto l’illegittimità della norma di cui alla legge n. 42 del 2008 e del conseguente incremento del fondo per il trattamento accessorio, determina una copertura solo formale delle spese relative alla vicedirigenza ed alle posizioni organizzative, privando le stesse di una copertura sostanziale. Appare evidente, anche alla luce dei nuovi parametri costituzionali dettati in materia di equilibri di bilancio che la Corte dei conti, in sede di giudizio di parificazione del bilancio, può promuovere, in riferimento all'articolo 81 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale, avverso tutte quelle disposizioni di legge che determinino effetti modificativi dell'articolazione del bilancio per il fatto stesso di incidere, in senso globale, sulle unità elementari, vale a dire sui capitoli, con riflessi sugli equilibri di gestione, disegnati con il sistema dei risultati differenziali» (sentenza n. 213 del 2008 della Corte costituzionale).

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Ed ancora, la Corte costituzionale (sentenza n. 181 del 2015) ha riconosciuto anche alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti la legittimazione a promuovere, nell'ambito del giudizio di parifica del rendiconto delle Regioni a statuto ordinario, questione di legittimità costituzionale avverso le disposizioni di legge che determinino, nell'articolazione e nella gestione del bilancio stesso, effetti non consentiti dai principi posti a tutela degli equilibri economico-finanziari e agli altri precetti costituzionali, che custodiscono la sana gestione finanziaria. La legittimazione di questa Corte a sollevare questioni di legittimità costituzionale, quindi, non è considerata limitata al solo parametro costituito dall'articolo 81 della Costituzione, ma si estende a tutte le norme costituzionali tese a presidiare gli equilibri di finanza pubblica. In tal senso, si può richiamare anche l’art. 117, comma 3, che assegna alla competenza per materia concorrente la materia del coordinamento di finanza pubblica, nella fattispecie rappresentata dalla spesa di personale. Difatti, le norme regionali in esame, in specie la legge n. 42, determina un aumento considerevole delle spese di personale che rappresentano una voce sensibile della spesa delle amministrazioni pubbliche la cui riduzione ed il cui controllo contribuiscono al contenimento della spesa generale ed il conseguente rispetto del patto di stabilità interno. Numerose le norme che hanno disposto il contenimento delle spesa di personale con specifico riferimento alla contrattazione integrativa nel corso dell’ultimo decennio. L’aumento disposto per legge regionale del fondo per la contrattazione decentrata ha determinato una esplosione considerevole della spesa di personale che grava e graverà sul bilancio della Regione per molti esercizi. Ciò determina l’attualità delle criticità rilevate in quanto, a tutt’oggi, il fondo per il trattamento accessorio gode delle risorse in discussione e viene destinato al personale regionale per il finanziamento delle posizioni di vicedirigenza, ulteriormente incrementate nel corso del 2016 con d.g.r. n. 56 del 29 gennaio 2016. Inoltre, la Regione ha ben presente il quadro delineato e ben poteva riallinearsi ai principi costituzionali evidenziati. Difatti, successivamente alle due Leggi regionali del 2008, è intervenuto l’art. 8, comma 1, della legge 4 marzo 2009, n. 15, che ha interpretato l’art. 17-bis nel senso che: “ la vicedirigenza è disciplinata esclusivamente ad opera e nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale del comparto di riferimento, che ha facoltà di introdurre una specifica previsione costitutiva al riguardo…. E successivamente la Cassazione (Cass. SS.UU. n. 14656 e Cass. Lav. sent. n. 28208) ha ricostruito il

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quadro interpretativo relativo alla vicedirigenza evidenziando la valenza non precettiva dell’art 17-bis . Infine, è intervenuto l’art. 5, c. 13, del d.l. n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dall'art. 1, c. 1, della legge n. 135 del 2012, che ha abrogato la vicedirigenza. Abrogazione ritenuta legittima dalla Corte Costituzionale con la pronuncia n. 214 del 2016. La Sezione di controllo da tre anni evidenzia alla Regione l’illegittimità della scelta legislativa. In contraddittorio i rappresentati regionali hanno evidenziato che la Giunta regionale, al fine di rimuovere l’alea di un eventuale futuro contenzioso innanzi la Corte Costituzionale ed in un’ottica di proficua collaborazione con la Corte dei Conti, in data 14 luglio 2017 ha approvato un apposito disegno di legge finalizzato ad abrogare le norme di legge regionali istitutive dell’istituto della vicedirigenza, decurtando il fondo del comparto delle risorse economiche utilizzate per il finanziamento delle posizioni di vicedirigenza attribuite. Si rinvia qualsiasi valutazione relativamente alle ricadute giuridiche e finanziarie sulle criticità evidenziate al momento dell’approvazione della legge regionale, la quale dovrà tener conto anche dei profili connessi alla contrattazione decentrata ed all’utilizzo dei fondi per il trattamento accessorio, per ciò che concerne la trasformazione delle posizioni di vicedirigenza in alte professionalità con attribuzione del relativo trattamento giuridico e normativo.

3.2.1 Vicedirigenza, posizioni organizzative e alta professionalità

Quelli che seguono sono i dati numerici relativi alle indennità per posizioni di responsabilità.

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La Regione ha integrato i dati evidenziando un decremento del numero complessivo delle posizioni organizzative attribuite nell'ambito dell'Amministrazione, rispetto al numero rilevato negli anni precedenti. La seguente tabella illustra l'andamento del numero delle posizioni organizzative e delle posizioni di vice dirigenza a partire dall'anno 2014 (a parte sono indicate le posizioni organizzative relative alle funzioni nel frattempo trasferite alla Regione dalle province in forza della l.r. n. 15 del 2015, a recepimento delle disposizioni della legge n. 56 del 2014).

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Rispetto al 2014, si registra una riduzione delle posizioni organizzative pari a 25 unità nonché una riduzione delle vice dirigenze pari a 3 unità, con una conseguente diminuzione delle risorse economiche destinate a tali posizioni di responsabilità pari a euro 310.000. A ciò può essere aggiunto che in data 28 giugno u.s. è stato sottoscritto con le rappresentanze sindacali il CCDI definitivo relativo alla definizione dei criteri di utilizzazione delle risorse decentrate. Come si desume dalla lettura dell'articolo 2 comma 3 lettera f) dello stesso contratto, che si allega in estratto alla presente nota, il limite delle risorse destinabili al finanziamento delle posizioni organizzative e della vice dirigenza è stato consolidato nell'importo massimo di complessivi euro 3.180.000. Con specifico riferimento all'istituto della vice dirigenza la Regione ha precisato, in ordine all'effettivo costo unitario e complessivo di tale istituto, che l'articolo 10 del CCNL 22 gennaio 2004 del comparto Regioni ed Autonomie Locali prevede la possibilità per i singoli enti di valorizzare le Alte Professionalità del personale della categoria D, mediante il conferimento di incarichi a termine nell'ambito della disciplina dell'art. 8 del CCNL 31 marzo 1999 (Area delle posizioni organizzative). In tale sede l'importo massimo della retribuzione relativa agli incarichi di Alta Professionalità è fissato in euro 16.000, con una retribuzione di risultato quantificata al massimo nel 30 per cento della retribuzione di posizione e, pertanto, pari al massimo a euro 4.800. Ne deriva che il compenso annuo massimo erogabile ai titolari di incarico di Alta Professionalità in base al CCNL è determinato nell'importo di euro 20.800. Con riferimento al compenso annuo massimo erogabile al titolare di posizione di vicedirigenza si precisa che lo stesso è pari a euro 22.000, distinti in euro 16.000 a titolo di retribuzione di posizione e euro 6.000 a titolo di retribuzione di risultato. Ne consegue pertanto che il compenso annuo massimo erogabile ad una vice dirigenza eccede quanto previsto dal CCNL per l'Alta Professionalità nella misura di euro 1.200 di retribuzione di risultato. Per completezza, si precisa che il costo complessivo delle attuali 7 vicedirigenze è pertanto pari a euro 154.000

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La spesa complessiva

Le tabelle che seguono riportano la spesa sostenuta per il personale della Giunta divisa per capitoli, al netto dei residui cancellati o da cancellare e della spesa relativa al personale riveniente dalle ex Comunità Montane.

Tab. n. 48 - Spesa per capitoli retribuzioni retribuzione retribuzione retribuzione rimborsi per tipologia segreteria segreteria personale non personale personale co.co.co (cap. interinali straordinari di spesa Presidente assessori dirigente dirigente comandato da altri vari) (cap. vari) o (cap. 208) (cap.120) (cap. 125) (cap.200) (cap.205) enti (cap. 209)

2016 390.000,00 390.000,00 29.930.523,02 6.679.306,08 250.000,00 406.664,79 217.641,26 90.000,00

2015 326.478,00 338.883,00 32.438.951,98 7.676.976,19 300.000,00 0 0 85.516,00

2014 480.000,00 545.000,00 32.600.000,00 8.100.000,00 250.000,00 407.000,00 40.210,00 100.000,00

servizi contributi oneri tipologia giornalisti sostitutivi di previdenziali previdenziali irap (cap. 483) TOTALE di spesa (cap. 301) mensa (cap. 220) (cap. 260) (cap.460

2016 125.000,00 1.018.099,38 10.620.874,88 300.000,00 3.456.655,00 53.874.764,41

2015 115.655,00 987.800,00 10.296.902,49 300.000,00 3.163.151,42 56.030.314,08

2014 150.000,00 963.000,00 11.050.000,00 300.000,00 3.300.000,00 57.925.210,00

Fonte: Regione Liguria

Il fondo per la contrattazione integrativa

Con la d.g.r. n. 577 del 2016 sono state determinate le risorse decentrate per l’anno 2015 e 2016. Per l’anno 2014 la quantificazione delle risorse decentrate ammontava ad euro 9.311.271, di cui euro 9.251.258 quali risorse aventi carattere di certezza, stabilità e continuità ed euro 60.013 quali risorse variabili. Per il 2015 le risorse sono state incrementate come segue: sulla base dell’art. 4, comma 2, del CCNL del 05 ottobre 2001, da un importo di euro 8.793, pari alla retribuzione di anzianità in godimento da parte del personale cessato dal servizio nel periodo intercorrente dall’1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015; in relazione all’art. 15, comma 1, lett. m del CCNL del 01 aprile 1999, da un importo di euro 28.036. Le risorse destinate all’incentivazione delle politiche di sviluppo delle risorse umane e della produttività, inoltre, devono essere determinate, ai sensi dell’art. 9 della l.r. 10 aprile 2015, n. 15, considerando anche quelle destinate alla contrattazione decentrata del personale trasferito dal 1 luglio 2015 dalla Città

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metropolitana di Genova e dalle province di Imperia, La Spezia e Savona e di quelle destinate allo stesso personale per le progressioni orizzontali e per la quota d’indennità di comparto. Conseguentemente, sulla base della documentazione acquisita dai suddetti Enti locali, le risorse decentrate destinate nel 2014, ultimo anno di servizio nelle Amministrazioni di provenienza, al personale trasferito nell’Amministrazione Regionale dall’1 luglio 2015, ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15, per il periodo dall’1 luglio 2015 al 31 dicembre 2015, corrispondono: − per la Città Metropolitana di Genova ad euro 211.041,28, di cui euro 93.769,71 per progressioni orizzontali ed euro per 19.807,02 per indennità di comparto; − per la Provincia di Imperia ad euro 62.261,89, di cui euro 29.345,42 per progressioni orizzontali ed euro per 8.562,06 per indennità di comparto; − per la Provincia di La Spezia ad euro 70.863,42, di cui euro 32.863,22 per progressioni orizzontali ed euro per 13.299,12 per indennità di comparto; − per la Provincia di Savona ad euro 83.394,53, di cui euro 36.783,50 per progressioni orizzontali ed euro per 11.783,70 per indennità di comparto. Le risorse summenzionate ammontano, complessivamente, ad euro, 427.561, di cui euro 192.762 destinate a retribuire le progressioni orizzontali ed euro 53.452 per la quota d’indennità di comparto a carico delle risorse decentrate. Pertanto, le risorse decentrate per l’anno 2015 sono state complessivamente accertate in euro 9.715.648, di cui euro 9.687.612 quali risorse aventi carattere di certezza, stabilità e continuità ai sensi dell’art. 31, comma 2, del CCNL del 22 gennaio 2004 ed euro 28.036 quali risorse variabili ai sensi dell’art. 31, comma 3, del medesimo CCNL. Tali risorse sono considerate disponibili anche per l’anno 2016, salvo la rideterminazione delle stesse ai sensi dell’articolo 9 della l.r. 10 aprile 2015, n. 15, per l’intero anno, nonché dei vigenti contratti collettivi o di altre disposizioni di legge in materia. Le medesime sono state così ripartite: ° “Compensi diretti ad incentivare la produttività ed il miglioramento dei servizi”: euro 2.411.431, di cui euro 101.062 per il personale trasferito dall’1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Stanziamento per la quota dell’indennità di comparto a carico delle risorse per la contrattazione decentrata”: euro 587.755, di cui euro 53.452 per il personale trasferito dall’1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Incrementi retributivi collegati alla progressione economica nella categoria del Personale in servizio secondo la disciplina dell’art. 5 del CCNL del 31 marzo 1999”:

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euro 2.759.782, di cui euro 192.762 per il personale trasferito dall’1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Retribuzione di posizione e risultato secondo la disciplina dell’art. 10 del CCNL del 31 marzo 1999” per remunerare le posizioni istituite dall’1 luglio 1999 ai sensi degli articoli 8,9 e 10 del CCNL sottoscritto il 31 marzo 1999 e dell’art. 10 del CCNL del 22 gennaio 2004, l’indennità prevista dall’art. 37, comma 4, del CCNL del 6 luglio 1995 e le posizioni istituite in applicazione dell’art. 10 della l.r. 28 aprile 2008 n. 10 e dell’art. 2 l.r. 24 novembre 2008 n. 42”: euro 3.547.378, di cui euro 65.212 per il personale trasferito dal 1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Indennità di turno, rischio, reperibilità, maneggio valori, orario notturno, festivo e notturno - festivo”: euro 61.615, di cui euro 209 per il personale trasferito dal 1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Indennità per l’esercizio di attività svolte in condizioni particolarmente disagiate da parte del personale delle categorie A, B, e C”: euro 16.354, di cui euro 137 per il personale trasferito dal 1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15; ° “Indennità per compensare particolari posizioni di lavoro e responsabilità del personale delle categorie B e C e del personale della categoria D, che non risulti incaricato di funzioni dell’area delle posizioni organizzative secondo la disciplina degli articoli da 8 a 11 del CCNL del 31 marzo 1999”: euro 331.333, di cui euro 14.727 per il personale trasferito dal 1 luglio 2015 ai sensi della l.r. 10 aprile 2015, n. 15. Con d.g.r. n. 1057 del 2016, la Regione ha approvato le risorse relative all’anno 2016, esigibili nell’esercizio 2017, per spese di trattamento accessorio e premiante delle prestazioni individuali e della performance organizzativa del personale del comparto e della dirigenza, comprensive delle somme dovute dall’Amministrazione per oneri riflessi e IRAP. Le stesse sono individuate, rispettivamente, per il personale del comparto, in euro 2.822.089,64 e per la dirigenza, in euro 1.663.637,84.

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CAPITOLO 4 L’INDEBITAMENTO

Premessa. L’inquadramento normativo. Il processo di transizione all’armonizzazione contabile

Fino al 31 dicembre 2014, la disciplina generale relativa all’indebitamento è rimasta quella originale, approvata con l’istituzione delle Regioni a statuto ordinario e contenuta nell’art. 10 della legge del 16 maggio 1970, n. 281, pur con una serie di provvedimenti legislativi, susseguitisi a partire dalla metà degli anni novanta, che erano intervenuti a integrare il quadro normativo, senza tuttavia stravolgerlo 14 . In estrema sintesi, si può qui ricordare: • l’art. 119 Cost., che istituzionalizza irreversibilmente la c.d. golden rule limitando la possibilità di contrarre nuovo debito alla sola copertura delle spese di investimento e disponendo, a partire dall’esercizio finanziario 2014, che il nuovo indebitamento debba essere collegato alla “contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l'equilibrio di bilancio”; • l’art. 56 della legge regionale 26 marzo 2002, n. 15, che autorizza la contrazione di nuovi mutui e di altre forme di indebitamento nei soli limiti del 25 per cento dell’ammontare complessivo delle entrate tributarie non vincolate iscritte al titolo I; • l’art. 3, comma 18, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, che specifica la tassativa tipologia degli investimenti finanziari; • l’art. 62, commi 1, 3 e 3-bis , del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n.133, che preclude la possibilità di ricorrere all’indebitamento attraverso contratti che non prevedano modalità di rimborso mediante rate di ammortamento comprensive di capitale e interessi, (c.d. mutui o prestiti obbligazionari bullet ); • l’art. 8, comma 3, della legge 12 novembre 2011, n. 183, che impone agli enti territoriali – e quindi alle Regioni – di ridurre l’entità del debito a partire dall’esercizio 2013, rinviando ad un decreto di natura non regolamentare le modalità concrete con cui procedere a tale riduzione; • l’art. 10 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, attuativa dell’art. 81, sesto comma, Cost, che prevede che il ricorso all’indebitamento da parte delle

14 Per la puntuale ricostruzione dell’evoluzione legislativa intervenuta, si rinvia alla Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2015 , p. 95-97.

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Regioni sia effettuato “solo contestualmente all'adozione di piani di ammortamento di durata non superiore alla vita utile dell'investimento, nei quali sono evidenziate l'incidenza delle obbligazioni assunte sui singoli esercizi finanziari futuri, nonché le modalità di copertura degli oneri corrispondenti”.

Sotto il profilo contabile, il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, vincolante anche per le Regioni, ha ribadito la cogenza di alcuni principi già noti ed in particolare: • la destinazione esclusiva delle entrate in conto capitale e di quelle derivanti da debito al finanziamento di spese di investimento (art. 44, comma 3); • l’opportunità di commisurare il periodo di ammortamento dell’indebitamento al presumibile periodo in cui gli investimenti potranno produrre la loro utilità (principio contabile 3.17 applicato alla contabilità finanziaria); • la possibilità di ricorrere all’indebitamento esclusivamente nel rispetto di quanto previsto dalle leggi vigenti in materia, con particolare riferimento agli articoli 81 e 119 della Costituzione e all’art. 3, comma 16, della citata legge n. 350 del 2003 (art. 62, comma 1).

Le novità principali, che invece, sulla base del medesimo decreto legislativo, permeano l’ordinamento contabile, a partire dal 1 gennaio 2016 sono le seguenti: • il divieto di ricorrere, in sede di assestamento del bilancio di previsione, allo strumento dei c.d. “mutui a pareggio” 15 , a partire dal 1 gennaio 2016; • la copertura del disavanzo di amministrazione derivante dal debito autorizzato e non contratto risultante dal bilancio consuntivo del 2015, mediante ricorso al debito solo per fare fronte ad effettive esigenze di cassa (art. 40, comma 2); • l’immediato accertamento delle entrate derivanti da indebitamento, a prescindere dalla loro riscossione, con imputazione delle medesime agli esercizi in cui è prevista l'effettiva erogazione del finanziamento e contestuale impegno della somma relativa al rimborso del prestito, con imputazione agli esercizi secondo il piano di ammortamento (art. 62, comma 4);

15 Tale strumento aveva la funzione di consentire di raggiungere l’equilibrio finanziario, prevedendo la possibilità di iscrivere entrate provenienti da indebitamento in misura equivalente a quella dell’eventuale disavanzo di competenza destinate a finanziare spese di investimento. Peraltro nella prassi si erano verificate delle criticità sia sulla effettiva utilizzazione di tali risorse, sia sull’effettiva capacità, in un secondo momento, di riuscire a pagare tutte le somme autorizzate in precedenza e coperte con entrate solo stanziate. Ciò aveva comportato, nel tempo, una crescita esponenziale di spesa autorizzata senza copertura con conseguente aumento del disavanzo. Per approfondimenti, cfr. C.d.C Sez. contr. Lazio, Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2014, p. 109 ss., ove si afferma che l’assenza di riferimenti alle spese di destinazione non ha consentito di rilevare l’avvenuto rispetto dell’art. 3 l. n. 350/2001 e C.d.C Sez. contr. Veneto, Sintesi della Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2014, p. 15, ove si sottolinea, invece, che l’incertezza sull’effettiva osservanza del vincolo di destinazione a spese di investimento fa ritenere che l’indebitamento autorizzato sia stato previsto a copertura di spese correnti, in violazione dell’art. 119, sesto comma Cost.

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• la possibilità di indebitarsi ulteriormente solo se l'importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interesse dei mutui e di tutte le altre forme di debito, al netto dei contributi erariali sulle rate di ammortamento dei mutui in essere al momento della sottoscrizione del finanziamento e delle rate riguardanti debiti espressamente esclusi dalla legge, non supera il 20 per cento 16 dell'ammontare complessivo delle entrate del titolo I ("Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa ") al netto dei tributi destinati al finanziamento della sanità, ed a condizione che gli oneri futuri di ammortamento trovino copertura nell'ambito del bilancio di previsione della regione stessa (art. 62, comma 6).

Nel rispetto del principio della competenza finanziaria “potenziata”, l’inerenza tra l’entrata accertata a titolo di indebitamento e la relativa spesa finanziata è realizzata attraverso appositi accantonamenti al fondo pluriennale vincolato 17 . La legge regionale che autorizza il ricorso al debito deve specificare l’incidenza dell’operazione sui singoli esercizi finanziari futuri, nonché i mezzi necessari per la copertura degli oneri e deve disporre, con riferimento ai prestiti obbligazionari, che l’effettuazione dell’operazione sia deliberata dalla giunta regionale, che ne determina le condizioni e le modalità. Il rilevante livello di indebitamento raggiunto negli ultimi anni ha indotto il legislatore a consentire la ristrutturazione del debito regionale, mediante l’intervento attivo del MEF. L’art. 45 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, consente infatti a quest’ultimo di finanziare il riacquisto dei prestiti obbligazionari emessi medianti contratti di mutuo rimborsabili in trenta rate annuali di importo costante. La provvista per procedere a tale operazione viene ricavata attraverso l’emissione di titoli di stato autorizzando, a tal fine, l’istituzione di apposita contabilità speciale. Tale ristrutturazione non costituisce nuova operazione di indebitamento, come espressamente previsto dall’art. 45 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66,

16 Il precedente limite del 25 per cento rimane salvo solo per l’indebitamento autorizzato fino al 31 dicembre del 2011. 17 Tale fondo rappresenta uno strumento di rappresentazione della programmazione e previsione delle spese pubbliche territoriali e consente di evidenziare il procedimento di impiego delle risorse acquisite dall’ente che necessitano di un periodo di tempo ultrannuale. Il principio 5.4 dei principi contabili applicati alla contabilità finanziaria definisce espressamente il fondo pluriennale vincolato come “ un saldo finanziario, costituito da risorse già accertate destinate al finanziamento di obbligazioni passive dell’ente già impegnate, ma esigibili in esercizi successivi a quello in cui è accertata l’entrata” specificando che la sua finalità è quella di “ rendere evidente la distanza temporale intercorrente tra l’acquisizione dei finanziamenti e l’effettivo impiego di tali risorse”.

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convertito dalla legge 23 giugno 2014, n. 89 18 . Peraltro, l’intera operazione non deve determinare un aumento del debito pubblico, secondo i parametri prefissati in sede comunitaria. Qualora i titoli oggetto di riacquisto o i mutui oggetto di rinegoziazione rappresentino il sottostante di operazioni in strumenti derivati, la Regione deve provvedere alla chiusura anticipata degli stessi, destinando il valore di mercato positivo incassato dalla chiusura anticipata al riacquisto del debito. Infine, da ultimo, l’art. 10, comma 3, del decreto-legge 24 giugno 2016 n. 113, convertito dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, proroga, per l’esercizio oggi in esame, la possibilità di autorizzare mutui per investimenti senza contrarli se non per effettive esigenze di cassa, a condizione che siano stati rispettati i tempi di pagamento delle obbligazioni commerciali stabiliti dal decreto legislativo n. 231 del 2002.

L’evoluzione della situazione debitoria nell’esercizio 2016

L’esposizione debitoria dell’Ente, secondo i dati forniti dal medesimo, risente in maniera sempre più marcata della scelta di procedere all’ operazione di riacquisto dei titoli obbligazionari consentita dall’art. 45, commi 2, 10, 12 e 13 d.l. n. 66 del 2014, menzionato nel paragrafo precedente. In particolare, al mutuo posto in essere nel 2015 19 , si aggiunge un secondo contratto, sottoscritto con il Ministero dell’economia e delle finanze in data 16 dicembre 2016, avente anch’esso la durata di trenta anni, al tasso fisso del 2,20 per cento, per l’importo di euro 100.000.000, al fine di consentire l’ulteriore riacquisto di titoli obbligazionari dal valore nominale di euro 100.000.000 (l’operazione sarà più analiticamente esaminata al capitolo 4.5). Pertanto, a fronte di una congrua riduzione del debito obbligazionario, si assiste al corrispondente innalzamento di quello per mutui (vedi Tab. n. 50), nell’ambito di un’operazione la cui positiva valenza economica è stata determinata ex ante dal legislatore statale. La Regione, inoltre, usufruisce complessivamente della somma di euro 252.761.190, derivante dall’avvenuta corresponsione, negli anni 2013 - 2016, delle anticipazioni di liquidità , specificamente indicate nella seguente Tab. n. 49:

18 Art. 45, comma 4: “Le operazioni di cui al comma 1 non costituiscono nuovi prestiti o mutui ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64”. 19 Contratto di mutuo trentennale, al tasso fisso del 2,26%, per l’importo di euro 80.000.000,00, sottoscritto l’11 dicembre 2015. Si veda Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2015 , p. 98.

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Tab. n. 49 - Situazione debitoria regionale 2009-2016 SITUAZIONE DEBITORIA REGIONALE 2009 -2016 ESERCIZI 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Consistenza all'1/1 712.367.779 704.719.527 696.793.064 688.572.858 680.042.483 671.184.539 661.980.695 652.411.433 In diminuzione (-)/ -7.648.252 -7.926.463 -8.220.206 -8.530.375 -8.857.944 -9.203.844 -9.569.262 +3.252.144 in aumento (+)

Consistenza al 31/12 704.719.527 696.793.064 688.572.858 680.042.483 671.184.539 661.980.695 652.411.433 655.663.577

Anticipazione di liquidità che non influisce 189.526.161 264.919.650 258.917.918 252.761.190 sull’indebitamento (*) Consistenza al 31/12 comprensiva della 704.719.527 696.793.064 688.572.858 680.042.483 860.710.700 926.900.345 911.329.351 908.924.767 anticipazione di liquidità (*) (*) anticipazione di liquidità richiesta ai sensi degli artt. 2 – 3 decreto-legge 8 aprile2013 n. 35, conv. in legge 6. Giugno 2013 n. 64. Fonte: Elaborazione della Corte dei Conti su dati della Regione Liguria.

Tab. n. 50 - Variazione consistenza indebitamento 2014 – 2016

ESERCIZIO MUTUI VARIAZIONE ANNUALE OBBLIGAZIONI VARIAZIONE ANNUALE

2014 28.230.695 -6.703.844 633.750.000 -2.500.000

2015 101.161.433 72.930.738 551.250.000 -82.500.000 2016 206.913.577 105.752.144 448.750.000 -102.500.000 Fonte: Elaborazione della Corte dei Conti su dati della Regione Liguria

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Occorre, infine, per completezza, fare menzione di mutui con oneri a carico dello Stato per un totale di euro 46.613.181, in diminuzione nell’ultimo triennio come risulta dalla tabella sotto riportata.

Tab. n. 51 - Indebitamento totale a carico dello Stato 2014-2016

TOTALE DEBITO A CARICO ANNO MUTUI OBBLIGAZIONI ALTRO DELLO STATO

2014 148.887.340 - - 148.887.340 2015 92.283.730 - - 92.283.730 2016 46.613.181 46.613.181 Fonte: Regione Liguria

Complessivamente, pertanto, il finanziamento mediante il ricorso al debito, ammonta a euro 955.037.948, di cui euro 448.750.000 relativi a prestiti obbligazionari, secondo i valori dettagliati nella seguente tabella:

Tab. n. 52 - Situazione debitoria complessiva (a carico di Regione e dello Stato) SITUAZIONE DEBITORIA COMPLESSIVA AL 31 DICEMBRE 2015 AL 31 DICEMBRE 2016 Mutui con oneri a carico della 101.161.433 206.913.577 Regione di cui, per disavanzi pregressi per 15.580.599 9.898.535 sanità Prestiti obbligazionari con oneri a 551.250.000 448.750.000 carico della Regione di cui, per la copertura disavanzi 0 0 pregressi in sanità TOTALE INDEBITAMENTO A 652.411.433 655.663.577 CARICO DELLA REGIONE Mutui con oneri a carico dello 92.283.730 46.613.181 Stato TOTALE COMPLESSIVO compresi 744.695.163 702.276.758 mutui con oneri a carico statale Altre operazioni di indebitamento 258.917.918 252.761.190 (*) di cui, per la copertura disavanzi 181.587.053 177.388.512 pregressi in sanità

TOTALE COMPLESSIVO comprese 1.003.613.081 955.037.948 altre forme di indebitamento (*)

(*) anticipazione di liquidità richiesta ai sensi degli artt. 2 – 3 decreto-legge 8 aprile 2013 n. 35, conv. in legge 6 giugno 2013 n. 64. Fonte: Elaborazione della Corte dei conti su dati della Regione Liguria.

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Per il calcolo del vincolo di indebitamento, la Regione Liguria si è avvalsa dell’ art. 8, comma 2-bis della legge 12 novembre 2011, n. 183 20 . I imiti di indebitamento sono formalmente rispettati, anche se, sostanzialmente, si potrebbe riscontrare una elusione della stessa a seguito delle due operazioni meglio descritta nei cap. 6.8.2 e 6.9. La Sezione si riserva un più ampio approfondimento sulle due fattispecie concrete in un momento successivo.

20 Art. 8, comma , comma 2-bis della legge 12 novembre 2011, n. 183: “Resta fermo il limite del 25 per cento per l'indebitamento autorizzato dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, fino al 31 dicembre 2011, limitatamente agli impegni assunti alla data del 14 novembre 2011 per spese di investimento finanziate dallo stesso, derivanti da obbligazioni giuridicamente perfezionate e risultanti da apposito prospetto da allegare alla legge di assestamento del bilancio 2012”

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Tab. n. 53 - Calcolo vincolo indebitamento Quota capitale e quota interesse dei Entrate mutui di ammortamento Rendiconto 2014 A) Entrate Titolo I 3.284.258.604 B) Entrate Titolo I vincolate 2.951.237.129 C) Ammontare del Titolo I dell'entrata su cui 333.021.475 calcolare l'indebitamento (entrate tributarie nette) D) rata massima destinabile ad ammortamento di mutui (20% del titolo I depurato, 25% del titolo I 66.604.295 depurato per l'anno 2011) E) Totale mutui e altre forme di indebitamento in 54.028.493 ammortamento (annualità) F) Totale mutui e altre forme di indebitamento

autorizzati con il bilancio d'esercizio Somma disponibile per ammortamento nuovi mutui 12.575.802 Rendiconto 2015 A) Entrate Titolo I 3.334.294.276 B) Entrate Titolo I vincolate 2.960.777.705 C) Ammontare delle entrate tributarie nette-Titolo I 373.516.571 D) Fondo per il trasporto pubblico locale 200.879.981 E) Totale entrate su cui calcolare l’indebitamento 574.396.553 D) rata massima destinabile ad ammortamento di mutui (20% del titolo I depurato, 25% del titolo I 114.879.310 depurato per l'anno 2011) E) Totale mutui e altre forme di indebitamento in 47.069.463 ammortamento (annualità) F) Totale mutui e altre forme di indebitamento

autorizzati con il bilancio d'esercizio Somma disponibile per ammortamento nuovi mutui 67.809.847 Rendiconto 2016

A) Entrate Titolo I 3.370.842.026

B) Entrate Titolo I vincolate 2.985.851.614

C) Ammontare delle entrate tributarie nette-Titolo I 384.990.412

D) Fondo per il trasporto pubblico locale 200.880.740 E) Totale entrate su cui calcolare l’indebitamento 585.871.152 D) rata massima destinabile ad ammortamento di mutui (20% del titolo I depurato, 25% del titolo I 117.174.230 depurato per l'anno 2011) E) Totale mutui e altre forme di indebitamento in 42.024.770 ammortamento (annualità) F) Totale mutui e altre forme di indebitamento

autorizzati con il bilancio d'esercizio Somma disponibile per ammortamento nuovi mutui 75.149.461 Fonte: Regione Liguria.

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I contratti derivati. I rilievi emersi in sede di giudizio di parificazione del rendiconto 2015.

Nell’attività di monitoraggio dei contratti derivati stipulati dalla Regione Liguria con gli intermediari finanziari Merrill Lynch e Nomura International tra gli anni 2000 - 2006, la Sezione aveva dato atto, nella relazione relativa all’esercizio finanziario 2015: - della transazione, intervenuta l’8 luglio 2014, con Nomura International, comportante la ricezione della somma complessiva di euro 193.600.000,00, di cui euro 2.000.000,00 “a titolo transattivo”, a seguito della chiusura di tre contratti di swap di ammortamento; - del successivo riacquisto, in data 9 dicembre 2015, di titoli obbligazionari per complessivi euro 80.000.000,00 di valore facciale, al prezzo di euro 119.634.633,04, di cui euro 36.711.002,36, tratti dalla somma di euro 191.600.000,00, di cui sopra, ed euro 80.000.000,00 provenienti da un contratto di mutuo trentennale stipulato con il MEF l’11 dicembre 2015; - della transazione intervenuta con Merrill Lynch International Bank Limited (MLIB) e Merrill Lynch International (MLI) in data 14 dicembre 2014, comportante la ricezione della somma complessiva di euro 500.000,00 a seguito della chiusura di un giudizio di accertamento della validità dei contratti swap di ammortamento a suo tempo sottoscritti, instaurato presso l’ High Court of Justice di Londra, e l’obbligo, da parte dell’intermediario finanziario, di inserire, da quel momento in avanti, nel c.d. conto titoli in garanzia (Collateral Account) solo titoli emessi dallo Stato italiano, dalla Francia e dalla Germania. Con riferimento, invece, al contratto I.R.S. Nomura International 2000-2020 ancora efficace, la Sezione aveva rilevato l’esigenza di monitorare le perdite crescenti registrate negli ultimi esercizi (da euro 189.374,00 registrata il 12 ottobre 2007 a euro 3.886.757,00 registrata il 12 ottobre 2015, per un ammontare complessivo negativo di euro 16.799.816,00), pur con un differenziale totale ancora attivo. Sotto il profilo più strettamente contabile, infine, si era riscontrata la presenza di un differenziale complessivo attivo pari a euro 39.753.807, da vincolarsi completamente, in primo luogo, alla copertura dei rischi futuri derivanti dai contratti in corso e in subordine, alla copertura di spese di investimento.

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La scelta della Regione di istituire nel 2015 un fondo rischi di capienza insufficiente a fronteggiare la presenza dei CDS 21 derivanti dai contratti swap di ammortamento ancora in corso (euro 19.181.978), nonché a ricostituire le entrate avute negli esercizi precedenti e destinate a spese non di investimento, aveva indotto la Sezione, con la decisione 20 luglio 2016, n. 74, a non parificare il risultato di amministrazione nella misura in cui non esponeva un ulteriore vincolo prudenziale per euro 20.571.829.

Segue: l’adozione delle misure correttive da parte della Regione Liguria

Nell’esercizio in esame è proseguita l’operazione di estinzione anticipata del prestito obbligazionario cod. ISIN XS0205761892 – Cap. nozionale residuo euro 340.000.000,00 – data emissione 22 novembre 2004, data scadenza 22 novembre 2034; in data 16 dicembre 2016, infatti, l’Amministrazione regionale ha proceduto al riacquisto di titoli dal complessivo valore facciale di euro 100.000.000,00, al prezzo di euro 150.121.109,59 (di cui euro 243.338,58 di sole spese legali ed amministrative) riducendo così l’ammontare del prestito alla somma di euro 240.000.000,00. La somma è stata coperta con le seguenti modalità: ‹ euro 46.532.883,90, tratti dalla somma di euro 157.049.708,18 vincolata sul c/c n. 23372/90; ‹ euro 3.588.225,69, a titolo di contributo MEF, ricavato da apposita emissione di titoli di Stato; ‹ euro 100.000.000,00, costituente l’intero ammontare del secondo contratto di mutuo trentennale stipulato con il MEF il 16 dicembre 2016. E’ stata, inoltre, solamente accantonata, al cap. 738 del bilancio (missione 20, programma 20.003, titolo II, macroaggregato 205) “ Costituzione del fondo per l’ammortamento del debito contratto con rimborso del capitale in unica soluzione a scadenza” e non versata nel conto vincolato n. 23732/90, la somma di euro 12.000.000,00, a titolo di quota del capitale da restituire agli investitori nel 2034.

21 I C.D.S. hanno la funzione di garantire il soggetto interessato (in questo caso gli intermediari finanziari) da ogni rischio di bancarotta, dilazione dei pagamenti o ripudio del debito, essendo tenuto l’assicuratore a indennizzare la propria controparte del valore facciale del titolo non avente più valore economico. In questo modo il rischio di credito relativo ai titoli è ricaduto in capo alla Regione che si è trovata ad assumere una posizione solo astrattamente speculativa, senza vedersi riconosciuto alcun premio in controprestazione (con i conseguenti dubbi in ordine alla meritevolezza dell’interesse perseguito), consentendo invece agli intermediari finanziari di acquistare i titoli che, pur avendo avuto un rating positivo al momento della sottoscrizione del contratto, abbiano in seguito subito il più ampio peggioramento creditizio (e conseguentemente la più ampia riduzione di prezzo), speculando su un possibile default dal momento che, in quel caso, la Regione sarebbe stata costretta a rimborsare il valore nominale con un rilevante guadagno per la banca d’affari costituita dalla differenza tra il prezzo di acquisto sul mercato e il valore facciale. Più nel dettaglio, Relazione al rendiconto 2013, pag. 147-151.

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Le operazioni effettuate nel corso del 2016 hanno comportato i seguenti movimenti contabili nel conto vincolato appena menzionato:

Tab. n. 54 - Movimenti contabili nel conto vincolato

Oggetto Importo

saldo al 1 gennaio 2016 157.049.708,18

interessi attivi 1.529.961,15

Prelevamento a seguito del riacquisto parziale - 46.532.883,90 del prestito obbligazionario di 420 milioni

Saldo al 31 dicembre 2016 112.046.785,43

Fonte: Regione Liguria

La Regione, in fase istruttoria 22 , ha comunicato di avere provveduto, in attuazione di quanto suggerito da questa Sezione nella relazione relativa all’esercizio 2015, alla sostituzione dei titoli emessi da Unicredit Bank Austria AG presenti nel fondo di ammortamento con titoli di Stato italiani, specificando che, in tal modo, il rischio di outstanding del portafoglio titoli si è ridotto da euro 16.574.600, rilevato nelle precedenti relazioni peritali della Società “ Calipso S.p.A. & MM&A ”23 , ad euro 10.100.000,00, essendo i fondi di ammortamento composti ormai esclusivamente da titoli di Stato italiani 24 . Per quanto riguarda, invece, le misure strettamente attuative della decisione di parificazione n. 74 del 2016, anche quest’anno la Regione Liguria ha ritenuto di non seguire, se non in minima parte, le indicazioni fornite dalla Sezione nella medesima e nella relazione allega ta.

22 Nota PG/2017/127.143 del 29 marzo 2017. 23 “Swap di ammortamento Merrill Lynch - An alisi delle clausole contrattuali sulla selezione dei titoli in garanzia” , pag. 26 -27, confermata dalla relazione di aggiornamento “Swap di ammortamento Merrill Lynch - An alisi delle clausole contrattuali sulla selezione dei titoli in garanzia. Valutazioni all’11/12/2014”, pag. 26-27 24 I dati sono tratti dalla relazione “ Monitoraggio periodico della rischiosità connessa al paniere di titoli relativi ai sinking fund presenti nei contratti derivati sottoscritti con Merrill Lynch e denominati << Swap 80ML>> e << Swap 120M>> redatta dalla Società “ Finance Active Italia S.r.l.” in data 3 aprile 2017 ed acquista in sede istruttoria.

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Ciò in quanto la somma totale da ricostituire e vincolare ad investimenti sarebbe stata tale, a dire dell’Ente, da paralizzare la gestione delle attività regionali “ con conseguente difficoltà a sviluppare effetti utili per la collettività” 25 . In aggiunta a tale aspetto, sono state semplicemente reiterate le stesse eccezioni già sollevate nel corso del precedente giudizio di parificazione, e cioè: a) la Sezione non ha tenuto conto dei flussi negativi prodotti dal contratto derivato IRS 2000-2020 stipulato con Merrill Lynch , ammontanti complessivamente a euro 11.733.181; b) l’accantonamento al “ Fondo di garanzia sui rischi futuri nella gestione del debito” della somma di euro 19.181.978,00 costituisce una copertura ampiamente sufficiente, in considerazione della riduzione del rischio di credito connesso ai fondi di ammortamento, costituito ormai solo da titoli di Stato italiani, è pari a euro 10.100.000,00; c) l’obbligo giuridico di accantonare i flussi attivi per le Regioni decorre solo dall’esercizio 2015; d) l’ente ha utilizzato i differenziali positivi a parziale copertura delle quote di capitale del debito in ammortamento sostenute nei relativi esercizi 26 . In aggiunta a ciò, la circostanza che il saldo corrente delle poste discrezionali del bilancio sia sempre stato positivo per importi superiori rispetto ai flussi di interesse dei derivati dimostrerebbe « come i flussi di interesse dei derivati non abbiano alimentato spesa corrente bensì spesa in conto capitale ».

Valutazione delle misure adottate dalla Regione Liguria

La seconda operazione di parziale riacquisto dei titoli obbligazionari, nella misura di euro 100.000.000,00, sotto il profilo procedimentale, ha seguito l’iter previsto dalla legge statale comportando una spesa di euro 150.121.109,59 cui si devono aggiungere gli interessi dovuti al MEF per la corresponsione della somma mutuata di

25 La Relazione/Argomento di Giunta 26 luglio 2016, n. 29 “ Atti conseguenti alla decisione di parificazione del rendiconto 2015 del 20/07/2016 da parte della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti” così afferma sul punto: “ è di sicuro pregio, al fine di orientare le successive scelte, quanto indicato dal Presidente della Sezione di Controllo in apertura di parifica, per cui << dietro ogni cifra, dietro ogni documento contabile, dietro ogni allegato c’è la vita delle persone>> con l’aggiunta della <>. Tali indicazioni attestano che dietro alla funzione di controllo ed alla attività amministrativa sussistono situazioni reali della vita quotidiana da affrontare e gestire proprio applicando i principi generali di diritto comunitario di proporzionalità e di conseguimento di effetto utile. Pertanto, si ritiene che i suggerimenti vadano calati e proporzionati al contesto operativo reale, secondo un’applicazione ponderata del principio contabile della prudenza evidenziato nell’allegato 1) al D. lgs. 118/2011, al fine di rendere sostenibile la gestione delle attività regionali, che, diversamente, resterebbero immobilizzate stante la minore entità di risorse disponibili, con conseguente difficoltà a sviluppare effetti utili per la collettività””. 26 Nota PG/2016/103284 del 13 maggio 2017; nota PG/2016/122006 del 7 giugno 2016, confermativa della precedente.

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euro 100.000.000, complessivamente pari a euro 37.661,41, da corrispondersi nell’arco di trenta anni. Con riferimento al mancato rimpinguamento del fondo rischi nei termini richiesti dalla Sezione, la Regione ha addotto una serie di argomentazioni che, per comodità espositive, si ripercorrono sinteticamente: a) non sono state considerate, ai fini della quantificazione della somma da vincolare, le passività finanziarie prodotte dal contratto derivato IRS 2000- 2020, ammontanti a euro 11.063.302; b) il rischio di default, a seguito della sostituzione dei titoli bancari austriaci con i titoli di Stato italiano, si è ridotto alla somma di euro 10.100.000,00, ampiamente coperta dall’attuale ammontare del fondo rischi; c) l’obbligo giuridico di accantonare i flussi attivi, previsto dai principi contabili applicati, decorre solo dall’esercizio 2015; d) la puntuale esecuzione delle prescrizioni della Sezione Regionale comprometterebbe la gestione delle funzioni regionali; e) i differenziali positivi sono stati, comunque, sempre utilizzati a copertura di spese in conto capitale. La prima eccezione sollevata dall’Ente presuppone la possibilità di fare una valutazione economica unitaria di tutti i contratti derivati contemporaneamente in essere con possibilità di compensazioni reciproche tra i vari flussi. In altre parole, secondo questa prospettiva, i differenziali attivi che potrebbero essere astrattamente oggetto di vincolo sarebbero solo quelli risultanti dalla somma algebrica dei differenziali di tutti i contratti. Nel caso specifico, pertanto, la somma eventualmente da vincolare, nel bilancio di previsione 2015 non sarebbe comunque stata di euro 39.753.807, ma quella, inferiore, di euro 22.422.017. Con la quinta eccezione, invece, si rileva che, comunque, i flussi attivi non sarebbero stati destinati a mere spese correnti, bensì a spese in conto capitale. Tali eccezioni, che possono essere affrontate congiuntamente, non sono fondate, né in fatto né in diritto. Sotto il profilo di fatto, la Regione, a seguito di specifiche richieste istruttorie 27 , ha confermato di non essere in grado di dimostrare la destinazione a spese d investimento che costituiscono solo una parte delle spese in conto capitale.

27 Nota del Magistrato istruttore n. 2547 del 4 maggio 2017 in cui si è chiesto di << produrre la documentazione idonea a confermare quanto da Voi affermato circa la destinazione delle somme ricavate dai differenziali attivi dei contratti derivati a copertura di spese di investimento, tenendo presente che i principi contabili allegati al D. lgs. n. 118/2011 non qualificano le estinzioni parziali anticipate di mutui in corso di ammortamento come spese di investimento>>; successiva nota n. 2857 del 29 maggio 2017 in cui, dopo avere premesso come il differenziale positivo dei contratti derivati debba confluire nel risultato di amministrazione con l’apposizione del vincolo previsto dai principi contabili, si è chiesto di << produrre

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Infatti, in un primo tempo si è limitata a produrre, in data 16 maggio 2017, dei semplici specchietti, predisposti per l’occasione, da cui si sarebbe dovuto ricavare la prova che i differenziali fossero stati utilizzati per coprire determinate spese, indicate con la loro allocazione in bilancio, senza, peraltro, l’allegazione di alcun atto amministrativo che comprovasse tali utilizzazioni; successivamente, è stato prodotto un secondo specchietto indicante l’utilizzazione, nell’anno 2013, dei differenziali attivi maturati nel 2012 per “ l’adeguamento e lo sviluppo delle zone rurali (U.P.B. 2.213, cap. 7224)” e per “ i contributi ad enti delle amministrazioni locali per interventi edilizi” (U.P.B. 7.207, cap. 1520) : dalla lettura dell’art. 5 della l.r. n. 22 del 2013 (legge di assestamento del bilancio di previsione per l’anno 2013), indicante solamente U.P.B. di investimento, si sarebbe dovuto naturalmente evincere, secondo quanto sostenuto dalla Regione, che i flussi attivi fossero stati destinati a spese di investimento. Peraltro, pur apprezzando lo sforzo collaborativo della Regione Liguria, non si può non rilevare come, dalla analisi della deliberazione giuntale 16 luglio 2013, n. 865, attuativa del medesimo art. 5 richiamato dall’Ente, emerga come le somme derivanti dalla variazione di assestamento ed indicate nei capitoli 7.224 e 1520 non corrispondano, per ammontare, al differenziale attivo dei flussi dei contratti derivati maturato nell’esercizio 2012; tale circostanza non consente pertanto di escludere che la copertura sopra indicata sia stata operata con entrate di tipologia diversa. Ne consegue che, allo stato, si tratta di affermazioni non riscontrabili da parte della Sezione, che ne può solamente prendere atto senza potere addivenire a conclusione diversa da quella già espressa nelle precedenti relazioni allegate ai giudizi di parificazione. Tale conclusione è stata, infine, avvalorata dalla stessa Regione Liguria la quale, nella memoria di controdeduzioni finali, ha, infine, ammesso di non potere dimostrare, con specifica documentazione amministrativa, la concreta destinazione a spese di investimento delle entrate costituite dai differenziali attivi dei contratti derivati, non avendo a suo tempo formalmente provveduto ad accantonare le relative somme nell’avanzo di amministrazione ovvero, alternativamente, ad averle espressamente e formalmente vincolate a spese di investimento. Sotto il profilo di più stretto diritto, invece, tanto i principi contabili degli enti locali approvati dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali quanto i principi contabili applicati concernenti la contabilità finanziaria, allegati al decreto legislativo del 23 giugno 2011 n. 118, dispongono che le entrate derivanti da flussi attivi di contratti derivati in corso debbano essere destinate a coprire eventuali

gli atti con i quali è stata prevista l’applicazione delle relative quote dell’avanzo in esercizi successivi e l’elenco dei corrispondenti investimenti posti in essere>>.

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successive minusvalenze relative allo stesso, unico, rapporto giuridico e, in subordine, a spesa diretta per investimenti 28 . In particolare: − il principio contabile 2.24, approvato dall’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali nel 2008, dopo avere precisato che la regolazione annuale di differenze di flussi di interessi trova rilevazione rispettivamente, per l’entrata nel Titolo III e per la spesa nel Titolo I del bilancio, stabilisce espressamente che “ l’eventuale differenza positiva viene accantonata in un apposito fondo, contenuto a fine esercizio nell’avanzo di amministrazione, destinato a garantire i rischi futuri del contratto o direttamente destinabile al finanziamento di investimenti ”; − il punto 3.23 dei principi contabili applicati alla contabilità finanziaria, vincolanti anche per le Regioni, dopo avere precisato che la regolazione annuale di differenze di flussi di interessi trova rilevazione rispettivamente, per l’entrata nel Titolo III e per la spesa nel Titolo I del bilancio, stabilisce espressamente che “L’eventuale differenza positiva costituisce una quota vincolata dell’avanzo di amministrazione, destinata, secondo il seguente ordine di priorità, a garantire i rischi futuri del contratto, alla riduzione del debito sottostante in caso di estinzione anticipata, al finanziamento di investimenti”. Le Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo, in due distinte audizioni, tenutesi rispettivamente avanti alla Commissione VI Finanze e Tesoro il 18 febbraio 2009 29 e il 6 maggio 2015 30 , nell’ambito di due distinte indagini conoscitive sull’utilizzo e la diffusione degli strumenti di finanza derivata da parte delle pubbliche amministrazioni, hanno, a loro volta, sempre sottolineato come “l’eventuale differenza positiva [dei flussi] costituisce una quota vincolata dell’avanzo di amministrazione, destinata, secondo il seguente ordine di priorità, a garantire i rischi futuri del contratto, alla riduzione del debito sottostante in caso di estinzione anticipata, al finanziamento di investimenti ”, al fine di “ impedire che eventuali valori positivi … siano finalizzati a spesa corrente ”.

28 Tale aspetto, peraltro era già stato evidenziato sia nella Relazione al rendiconto dell’esercizio finanziario 2013 (pag. 151-152) sia in quella relativa all’esercizio 2014 (pag. 107). 29 C.d.C. Sez. riun. contr., Audizione avanti alla Commissione VI Finanze e Tesoro tenutasi il 18 febbraio 2009, nell’ambito della “ Indagine conoscitiva sull’utilizzo e la diffusione degli strumenti di finanza derivata e delle cartolarizzazioni delle pubbliche amministrazioni ”, pag. 40. 30 C.d.C. Sez. riun. contr., Audizione avanti alla Commissione VI Finanze e Tesoro tenutasi il 6 maggio 2015 nell’ambito della “ Indagine conoscitiva sulle tematiche relative agli strumenti finanziari derivati ”, pag. 21 - 22.

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Come è noto, l’art. 3, comma 18, della legge n. 350 del 2003 31 definisce tassativamente le ipotesi di investimento che le Amministrazioni pubbliche – e quindi anche le Regioni – possono porre in essere e tra di esse non risulta ricompreso il pagamento di quote di capitale dei mutui in corso. Un’interpretazione che tenda a considerare tutte le spese in conto capitale come spese di investimento,, quale quella propugnata in passato dalla Regione, è pertanto contra legem , con riferimento alla legge n. 350 del 2003 e al decreto legislativo n. 118 del 2011 e contra principium, con riferimento ai principi contabili approvati dall’Osservatorio degli enti locali. Le stesse Sezioni riunite in sede di controllo, d’altronde, avevano già escluso in passato che si possa destinare legittimamente il differenziale attivo dei flussi di contratti derivati alla estinzione parziale anticipata di mutui in corso di ammortamento. La terza eccezione, che ripropone analoghe eccezioni sollevate negli esercizi precedenti, sembra fondarsi sull’art. 1, comma 1, del decreto legislativo 23 aprile 2011, n. 118 che stabilisce che “a decorrere dall’1 gennaio 2015 cessano di avere efficacia le disposizioni legislative regionali incompatibili con il presente decreto”. Secondo la lettura datane dalla Regione, la circostanza che il decreto legislativo estende la sua applicazione alla medesima solo a partire dal 2015 implica, logicamente, la libertà, fino a tale esercizio, di utilizzare liberamente i flussi attivi senza alcuna limitazione non avendo alcuna vincolatività per le Regioni i precedenti principi emessi dall’Osservatorio degli enti locali.

31 Art. 3, comma 18, legge 24 dicembre 2003, n. 350:” Ai fini di cui all'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, costituiscono investimenti: a) l'acquisto, la costruzione, la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di beni immobili, costituiti da fabbricati sia residenziali che non residenziali; b) la costruzione, la demolizione, la ristrutturazione, il recupero e la manutenzione straordinaria di opere e impianti; c) l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature tecnico-scientifiche, mezzi di trasporto e altri beni mobili ad utilizzo pluriennale; d) gli oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale; e) l'acquisizione di aree, espropri e servitù onerose; f) le partecipazioni azionarie e i conferimenti di capitale, nei limiti della facoltà di partecipazione concessa ai singoli enti mutuatari dai rispettivi ordinamenti; g) contributi agli investimenti e i trasferimenti in conto capitale a seguito di escussione delle garanzie destinati specificamente alla realizzazione degli investimenti a cura di un altro ente od organismo appartenente al settore delle pubbliche amministrazioni; h) contributi agli investimenti e i trasferimenti in conto capitale a seguito di escussione delle garanzie in favore di soggetti concessionari di lavori pubblici o di proprietari o gestori di impianti, di reti o di dotazioni funzionali all'erogazione di servizi pubblici o di soggetti che erogano servizi pubblici, le cui concessioni o contratti di servizio prevedono la retrocessione degli investimenti agli enti committenti alla loro scadenza, anche anticipata. In tale fattispecie rientra l'intervento finanziario a favore del concessionario di cui al comma 2 dell'articolo 19 della legge 11 febbraio 1994, n. 109; i) gli interventi contenuti in programmi generali relativi a piani urbanistici attuativi, esecutivi, dichiarati di preminente interesse regionale aventi finalità pubblica volti al recupero e alla valorizzazione del territorio.

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Tale lettura, come già si è affermato nelle relazioni degli annoi precedenti, non è condivisibile. Il principio applicato 3.23, infatti, esprime la necessità di non assoggettare gli equilibri di bilancio degli enti territoriali ad oneri impropri e non prevedibili che sono caratteristici della categoria dei derivati finanziari i quali possono espletare non una finalità di copertura, bensì speculativa (proprio come nel caso degli swap di ammortamento contratti dalla Regione Liguria e dei derivati creditizi ad essi collegati 32 ), con conseguenti rischi di insolvenza legati a diversi fattori connessi soprattutto all’andamento complessivo del mercato. La sussistenza di tali rischi diviene particolarmente elevata in presenza di contratti che contemplino componenti opzionali e volte alla trasformazione da tasso fisso a variabile o viceversa (come nel caso del contratto IRS Nomura 2000-2020) al punto che l’ art. 62, comma 3, e 3-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, norma di applicazione necessaria anche per le Regioni, arriva a vietare le rinegoziazioni che prevedano tali clausole 33 . Per questo motivo, il principio contabile applicato 3.23 impone anche alle Regioni di non utilizzare temporaneamente il differenziale positivo annuo dei flussi, i quali devono essere messi da parte in un “salvadanaio” (il fondo rischi), al fine di evitare che modifiche dell’andamento dei tassi ovvero la struttura propria del contratto 34 mettano in pericolo le risorse finanziarie necessarie per il raggiungimento delle finalità di interesse generale per la collettività a causa di improvvise esposizioni debitorie anche molto gravose. E’ di tutta evidenza che un’interpretazione limitativa della norma che prevedesse la necessità di vincolare solo i differenziali attivi futuri a partire dal 2015, lasciando impregiudicate le antecedenti utilizzazioni per spesa corrente, contrastanti con tutte le indicazioni dei vari principi contabili succedutisi nel tempo, compreso quello

32 Tali contratti presentano, infatti, sempre lo stesso schema per cui la Regione versa periodicamente somme di denaro investite dall’intermediario in titoli scelti autonomamente nell’ambito di categorie prestabilite, godendone gli interessi e potendo sostituirli liberamente con cessione gratuita di corrispondenti contratti assicurativi over the counter in favore degli intermediari. I flussi sono appositamente calcolati per consentire alla Regione un guadagno costante bilanciato dalla concessione di una rilevantissima provvista, da investire nei mercati internazionali per l’intermediario finanziario e la possibilità, consentita espressamente dal contratto, di acquistare una quantità ingente di titoli a prezzo basso con la garanzia di essere indennizzata dalla Regione in caso di default . Pertanto, a fronte di garantiti flussi attivi di ammontare variabile, la Regione garantisce gratuitamente l’intermediario da perdite derivanti dagli acquisti dei titoli più rischiosi presenti sul mercato, con obbligo di rimborsarne il valore facciale. Cfr. Relazione al rendiconto 2013, pag. 147-151. 33 Art. 62, comma 3 bis , decreto-legge 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133:” dal divieto di cui al comma 3 [e cioè di procedere alla rinegoziazione dei contratti derivati già in essere] sono esclusi… la possibilità di ristrutturare il contratto derivato a seguito di modifica della passività alla quale il medesimo contratto è riferito, esclusivamente nella forma di operazioni prive di componenti opzionali e volte alla trasformazione da tasso fisso a variabile o viceversa”. 34 Per una ipotesi in cui il contratto derivato era stato appositamente strutturato in modo da assicurare dopo vari esercizi in cui il soggetto pubblico aveva avuto differenziali positivi, un ciclo ventennale di perdite, Corte dei Conti - Sezione Controllo per la Liguria 6 maggio 2016, n. 45.

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generalissimo di prudenza, lascerebbe esposte le Regioni ad assai notevoli rischi finanziari. Si tratterebbe, in altre parole, di un’interpretazione del tutto difforme a quella che è stata la tendenza normativa – legislativa e non – relativa alla materia degli strumenti derivati tesa a circoscriverne i pericoli. Appare evidente pertanto, come il principio applicato 3.23 abbia natura ricognitiva e non innovativa. Né può valere l’assunto per cui, essendosi limitato il rischio dei contratti in seguito alla sostituzione dei titoli austriaci, di cui la Regione Liguria, sia pure tardivamente, ne ha riconosciuto la potenziale pericolosità, con quelli italiani, non sarebbe più necessario incrementare il vincolo. Infatti, il medesimo principio stabilisce che tutte le plusvalenze derivanti dall’esecuzione degli strumenti derivati, dopo avere assolto alla funzione primaria di coprire i rischi di eventuali minusvalenze negative negli anni successivi, debbano necessariamente essere destinate a spese di investimento 35 . Non si tratta semplicemente di una questione astratta o tecnica, perché in questo modo sono state sottratte, irregolarmente, risorse che potevano, per fare solo un esempio, contribuire ad ammodernare le infrastrutture della Regione (riqualificazione dello scalo aeroportuale o delle strutture ricettive o di ristorazione, miglioramento dei collegamenti, ristrutturazione e recupero di immobili storici) che avrebbero potuto avere un impatto positivo sulla stagnante economia della Regione. L’obiezione mossa per cui, al contrario, l’apposizione del vincolo nella misura richiesta dalla Sezione pregiudicherebbe l’assolvimento delle funzioni regionali, si presenta, allo stato, come non dimostrata non chiarendo quali funzioni, e in quale misura, verrebbero ad essere pregiudicate. Peraltro, nulla esclude, in astratto, la possibilità di destinare a spese di investimento parte delle risorse attualmente vincolate nel “fondo rischi futuri”, pur nel limite di garantire – in aderenza ad un fondamentale principio di buona amministrazione - una sufficiente garanzia quantificabile in euro 11.000.000, a specifica condizione di evidenziare, analiticamente e formalmente, le destinazioni delle somme ad investimenti, specificando anche il tipo di investimento. Occorre infine rilevare come il Collegio dei revisori, nella relazione al rendiconto 2015, avesse invitato la Regione “ ad approfondire in sede di Commissione Arconet la portata del principio contabile 3.23, allegato 4/2 del D. Lgs. 118/2011 ed in

35 Per un eventuale approfondimento alla natura giuridica e alla causa dei contratti derivati di copertura, si rinvia alla Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2013, p. 124 ss.

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particolare per chiarire se l’accantonamento a fondo rischi deve riguardare il differenziale attivo maturato a decorrere dal 01/01/2015 ovvero se deve riguardare il complesso dei differenziali attivi maturati fin dalla stipula dei contratti ed invita l’Amministrazione ad adeguarsi alle risultanze che saranno espresse dalla Commissione stessa in ordine al quesito posto” 36 . La Regione, dopo avere specificato, nelle controdeduzioni depositate il 18 luglio del 2016, di volere accogliere il suggerimento dei revisori e procedere, successivamente al giudizio di parificazione, alla formulazione del quesito, non ha dato seguito a tale affermazione. Pertanto, seguendo anche la costante giurisprudenza di questa Sezione, l’unica interpretazione possibile del principio contabile legificato in materia di contratti derivati impone la necessità di vincolare tutti i differenziali attivi annui, anche quelli realizzatisi negli esercizi antecedenti al 2015, a copertura di eventuali minusvalenze che dovessero verificarsi negli esercizi successivi ed alla successiva destinazione a spese di investimento.

Il vincolo sui flussi attivi dei contratti derivati non ancora estinti

Allo stato sono ancora in essere i seguenti contratti: a) I.R.S stipulato con Merrill Lynch International, collegato a prestito obbligazionario di euro 50.000.000,00 in ammortamento, 2000 – 2020 con tasso variabile Euribor 6 mesi+0,15%

La Regione acquisisce semestralmente interessi sul capitale nozionale (euro 50.000.000,00 in ammortamento) al tasso cedolare (Euribor 6 mesi+0,15%) e paga semestralmente interessi sullo stesso nozionale al tasso fisso del 5,39 per cento;

36 Relazione dell’organo di revisione sullo schema di rendiconto per l’esercizio finanziario 2015 , 29.

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Tab. n. 55 - Flussi SWAP di tasso Merrill Lynch 50mm SWAP DI TASSO (MERRILL 50MM)

DATA PAY REGIONE PAGA REGIONE INCASSA TOTALE

12/10/00 -1.347.500 1.062.500 - 285.000 12/04/01 -1.308.620 1.288.500 - 20.120 12/10/01 -1.283.632 1.099.500 - 184.132 12/04/02 -1.243.262 851.500 - 391.762 12/10/02 -1.229.363 855.000 - 374.363 12/04/03 -1.175.832 722.500 - 453.332 12/10/03 -1.148.470 555.500 - 592.970 12/04/04 -1.113.019 481.233 - 631.786 12/10/04 -1.078.038 442.500 - 635.538 12/04/05 -1.040.313 460.500 - 579.813 12/10/05 -1.013.475 445.000 - 568.475 12/04/06 -974.328 441.000 - 533.328 12/10/06 -946.053 545.000 - 401.053 12/04/07 -907.314 643.500 - 263.814 12/10/07 -878.275 698.501 - 179.774 12/04/08 -843.204 779.500 - 63.704 12/10/08 -805.500 742.712 - 62.788 12/04/09 -771.750 818.124 + 46.374 12/10/09 -743.155 245.280 - 497.875 12/04/10 -705.499 154.738 - 550.761 12/10/10 -675.596 140.046 - 535.550 12/04/11 -638.309 162.214 - 476.095 12/10/11 -608.036 200.042 - 407.994 12/04/12 -573.382 207.184 - 366.198 12/10/12 -539.000 123.118 - 415.882 12/04/13 -503.315 53.747 - 449.568 12/10/13 -472.917 43.077 - 429.840 12/04/14 -436.738 40.255 -396.483 12/10/14 -405.358 43.680 -361.678 12/04/15 -369.547 22.870 -346.677 12/10/15 -337.798 14.598 -323.200 12/04/16 -303.555 10.179 -293.376 12/10/16 -269.687 1.000 -268.687 TOTALE -26.689.840 14.394.598 -12.295.242

Fonte: Regione Liguria.

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b) I.R.S stipulato con Nomura International al fine di neutralizzare le perdite relative al precedente I.R.S concluso con Merrill Lynch International e collegato al prestito obbligazionario di euro 50.000.000,00, 2000 – 2020

La Regione acquisisce semestralmente interessi sul residuo capitale nozionale (euro 45.000.000,00 in ammortamento, in quanto euro 5.000.000,00 erano stati nel frattempo rimborsati) al tasso fisso del 5,39 per cento (coincidenti con gli interessi che nel frattempo la Regione deve continuare a pagare a Merrill Lynch ). La Regione, a sua volta, paga semestralmente interessi sul complessivo capitale nozionale di euro 67.920.000,00 in ammortamento (euro 45.000.000,00 + euro 22.920.000,00) al tasso variabile Euribor 6 mesi+0,15%. Nel caso in cui l’Euribor 6 mesi risultasse inferiore al 3,40 per cento la Regione dovrebbe pagare il tasso fisso del 4.75 per cento;

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Tab. n. 56 - Flussi SWAP di tasso Nomura 67,92 MM SWAP DI TASSO (NOMURA 67,92MM)

DATA PAY REGIONE PAGA REGIONE INCASSA TOTALE

12/10/2002 -368.859 5.079.820 4.710.961

12/04/2003 -2.014.357 6.729.519 4.715.162

12/10/2003 -2.045.169 6.610.404 4.565.235

12/04/2004 -2.068.818 6.482.170 4.413.352

12/10/2004 -2.094.360 6.353.936 4.259.576

12/04/2005 -2.113.264 6.219.387 4.106.123

12/10/2005 -2.151.655 2.277.388 125.733

12/04/2006 -2.175.376 2.237.792 62.416

12/10/2006 -1.899.540 2.208.971 309.431

12/04/2007 -2.080.547 2.169.669 89.122

12/10/2007 -2.329.846 2.140.473 -189.373

12/04/2008 -2.386.731 2.106.224 -280.507

12/10/2008 -2.650.853 2.071.975 -578.878

12/04/2009 -2.430.894 2.033.422 -397.472

12/10/2009 -2.493.968 2.003.477 -490.491

12/04/2010 -2.545.860 1.965.298 -580.562

12/10/2010 -2.617.839 1.934.979 -682.860

12/04/2011 -2.679.958 1.897.174 -782.783

12/10/2011 -2.762.323 1.866.481 -895.842

12/04/2012 -2.843.345 1.832.232 -1.011.113

12/10/2012 -2.930.848 1.797.983 -1.132.865

12/04/2013 -3.018.806 1.760.927 -1.257.879

12/10/2013 -3.127.416 1.729.485 -1.397.931

12/04/2014 -3.231.600 1.692.803 -1.538.797

12/10/2014 -3.356.693 1.660.988 -1.695.705

12/04/2015 -3.479.805 1.624.680 -1.855.125

12/10/2015 -3.624.122 1.592.490 -2.031.632

12/04/2016 -3.774.088 1.558.241 -2.215.847

12/10/2016 -3.936.051 1.523.992 -2.412.059

TOTALE -75.222.991 81.162.380 5.939.389 Fonte: Regione Liguria.

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c) swap di ammortamento collegato a prestito obbligazionario di euro 80.000.000,00 bullet , 2004 – 2019, emesso l’11 novembre 2004, con tasso variabile Euribor in advance 6 mesi+0,15%

La Regione acquisisce semestralmente interessi al tasso cedolare (Euribor in advance 6 mesi+0,15%) per il primo semestre limitatamente alla somma di euro 30.000.000,00 e per i successivi semestri sull’intero capitale nozionale (euro 80.000.000,00) e paga semestralmente interessi sullo stesso nozionale al tasso variabile Euribor in arrears 6 mesi -1,865 per cento con il limite dell’azzeramento;

Tab. n. 57 - SWAP di ammortamento Merrill Lynch – 80MM SWAP DI AMM. (MERRILL 80MM)

DATA PAY REGIONE PAGA REGIONE INCASSA TOTALE

18/05/2005 -41.630 357.173 315.543

18/11/2005 -221.618 938.809 717.191

18/05/2006 -464.969 1.063.878 598.909

18/11/2006 -767.147 1.328.040 560.893

18/05/2007 -910.513 1.548.947 638.434

18/11/2007 -1.124.800 1.785.044 660.244

18/05/2008 -1.218.996 1.915.449 696.453

18/11/2008 -1.174.860 2.053.260 878.400

18/05/2009 - 1.786.671 1.786.671

18/11/2009 - 660.356 660.356

18/05/2010 - 457.729 457.729

18/11/2010 - 461.636 461.636

18/05/2011 - 573.167 573.167

18/11/2011 - 759.307 759.307

18/05/2012 - 742.560 742.560

18/11/2012 - 462.089 462.089

18/05/2013 - 205.053 205.053

18/11/2013 - 182.404 182.404

18/05/2014 - 189.684 189.684

18/11/2014 - 228.953 228.953

18/05/2015 - 132.733 132.733

18/11/2015 - 85.458 85.458

18/05/2016 - 55.409 55.409

18/11/2016 - 2.862 2.862

TOTALE -5.924.533 17.976.671 12.052.137 Fonte: Regione Liguria.

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d) swap di ammortamento con Merril Lynch , collegato a prestito obbligazionario di euro 120.000.000,00 bullet , 2004 – 2024, con tasso variabile Euribor in advance 6 mesi+0,18%

La Regione acquisisce semestralmente interessi al tasso cedolare (Euribor in advance 6 mesi+0,18%) per il primo anno limitatamente alla somma di euro 20.000.000,00 e per i successivi semestri sull’intero capitale nozionale (euro 120.000.000,00=) e paga semestralmente interessi sullo stesso nozionale al tasso variabile Euribor in arrears 6 mesi -1,865 per cento con il limite dell’azzeramento.

Tab. n. 58 - SWAP di ammortamento Merrill Lynch – 120mm SWAP DI AMM. (MERRILL 120MM)

DATA PAY REGIONE PAGA REGIONE INCASSA TOTALE

18/05/2005 -27.753 241.132 213.379

18/11/2005 -55.404 237.769 182.365

18/05/2006 -697.453 1.613.917 916.464

18/11/2006 -1.150.720 2.010.660 859.940

18/05/2007 -1.365.770 2.341.320 975.550

18/11/2007 -1.687.200 2.696.067 1.008.867

18/05/2008 -1.828.493 2.891.373 1.062.880

18/11/2008 -1.762.290 3.098.190 1.335.900

18/05/2009 - 2.698.107 2.698.107

18/11/2009 - 1.008.933 1.008.933

18/05/2010 - 704.693 704.693

18/11/2010 - 710.853 710.853

18/05/2011 - 877.850 877.850

18/11/2011 - 1.157.360 1.157.360

18/05/2012 - 1.132.040 1.132.040

18/11/2012 - 711.633 711.633

18/05/2013 - 325.780 325.780

18/11/2013 - 291.807 291.807

18/05/2014 - 302.727 302.727

18/11/2014 - 361.730 361.730

18/05/2015 - 217.200 217.200

18/11/2015 - 146.587 146.587

18/05/2016 - 101.313 101.313

18/11/2016 - 22.693 22.693

TOTALE -8.575.083 25.901.734 17.326.651 Fonte: Regione Liguria.

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Per quanto riguarda gli swap di tasso di interesse, come si evince dalle tabelle Tab. n. 55 e Tab. n. 56 si conferma il trend negativo osservato nelle relazioni al giudizio di parificazione 2013 e 2014. Il contratto I.R.S. , stipulato con Merrill Lynch il 4 aprile del 2000, che indubbiamente si caratterizza per gli andamenti fortemente negativi, ha totalizzato ad oggi una perdita complessiva di euro 12.295.242. Il contratto I.R.S ., stipulato con Nomura International l’11 ottobre 2002 al fine di neutralizzare gli effetti di quello precedente, continua a vedersi ridurre il suo differenziale complessivo attivo, elevandosi via via le perdite precedenti seguendo quell’effetto esponenziale che era stato ampiamente previsto sin dalla relazione per il rendiconto 2013 e che giustifica la necessità di vincolare i flussi attivi. In tre esercizi, il differenziale positivo è passato da euro 17.678.554 a euro 5.939.389, con una perdita, in tre soli anni, di euro 11.739.165. I due contratti swap di ammortamento, stipulati con Merrill Lynch l’11 novembre 2004, continuano, invece, per la loro particolare struttura, ad incrementare i loro flussi attivi. In particolare, il contratto collegato con il prestito obbligazionario di euro 80.000.000,00 aumenta il differenziale complessivo positivo da euro 11.993.866 a euro 12.052.137, mentre il contratto collegato con il prestito obbligazionario di euro 120.000.000 aumenta da euro 17.202.645 a euro 17.326.651. Allo stato, pertanto, i contratti derivati che rimangono aperti, con i relativi flussi attivi, considerati peraltro algebricamente, maturati al 31 dicembre 2014 sono i seguenti:

Tab. n. 59 - Contratti ancora aperti al 21 luglio 2017

DIFFERENZIALE SWAP AL 31 DICEMBRE2016

I.R.S. (NOMURA 67,92MM) 2003 – 2020 + 5.939.388

SWAP DI AMM. ( MERRILL 80MM) 2004 – 2019 + 12.052.137

SWAP DI AMM. ( MERRILL 120MM) 2004 – 2024 + 17.326.651

TOTALE DIFFERENZIALE + 35.318.176

Fonte: Regione Liguria

Risulta quindi, con riferimento ai contratti derivati ancora in essere, un complessivo differenziale attivo pari a euro 35.318.176, a fronte di un fondo rischi di euro 19.181.978. La Sezione, alla luce delle considerazioni sinora esposte e aderendo all’osservazione dell’Organo requirente, ritiene necessario, con riferimento al risultato

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di amministrazione 2016, impregiudicata ogni diversa valutazione nelle verifiche future, di vincolare l’ulteriore somma di euro 16.136.198 , oltre a quella già attualmente vincolata, per addivenire ad un vincolo complessivo di euro 35.318.176 , pari all’ammontare dei saldi attivi. Il predetto vincolo dovrà essere adeguatamente rappresentato anche nel bilancio preventivo 2016. Ciò per il non lieve impatto che i derivati rimasti in essere e non estinti possono avere sulla tenuta degli equilibri di bilancio, come espressamente specificato da Corte Costituzionale 18 febbraio 2010, n. 52 37 .

Insufficienza del contenuto della nota integrativa. I rilievi in sede di rendiconto 2015. Il parziale adeguamento da parte della Regione Liguria.

La Sezione, citando espressamente la sentenza 28 marzo 2012, n. 70 38 della Corte Costituzionale e la relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto 2013 della Sezione Regionale di controllo per l’Umbria, approvata con la decisione 15 luglio 2014, n. 54 39 , aveva richiamato l’attenzione – nelle due precedenti relazioni allegate ai giudizi di parificazione - sull’insufficienza delle note informative redatte negli anni precedenti ai sensi dell’art. 62, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 40 .

37 L’Alta Corte, nella sentenza menzionata sottolinea come tali tipologie di contrattazione “ sono, per loro stessa natura, idonee ad alterare i complessivi equilibri finanziari del mercato di riferimento ” in quanto “ è innegabile, che i derivati finanziari scontino un evidente rischio di mercato, non preventivamente calcolabile, ed espongano gli enti pubblici ad accollarsi oneri impropri e non prevedibili ”. Altrettanto significativa, inoltre, è Corte Cost. n. 70/2012 che ribadisce la “ spiccata aleatorietà ” della gestione dei derivati e il “ forte impatto che questi contratti aleatori e pluriennali possono avere sugli elementi strutturali della finanza regionale ”. 38 La decisione sottolinea che la norma “ non si limita a richiedere un’indicazione sommaria e sintetica dei derivati stipulati dall’ente pubblico, ma pretende l’analitica definizione degli oneri già affrontati e la stima di quelli sopravvenienti sulla base delle clausole matematiche in concreto adottate con riferimento all’andamento dei mercati finanziari. In questa prospettiva, la salvaguardia degli equilibri di bilancio ex art. 81 Cost. risulta inscindibilmente connessa al coordinamento della finanza pubblica perché, da un lato, i richiesti elementi, di carattere non solo finanziario ma anche economico (valore del contratto nel suo complesso), costituiscono indefettibili informazioni al fine della definizione dell’indebitamento pubblico in ambito nazionale, dall’altro, sono finalizzati a verificare che l’impostazione e la gestione del bilancio siano conformi alle regole di sana amministrazione ”. Partendo da tale presupposto l’Alta Corte ha sottolineato come “ la redazione della nota in termini sintetici ed incompleti e la mancata indicazione analitica delle unità previsionali di base e dei capitoli, sui quali ricade materialmente la gestione dei contratti appaiono pregiudizievoli degli equilibri dell’esercizio in corso e di quelli futuri, nella misura in cui non determinano le modalità di copertura degli oneri nascenti dallo sviluppo attuativo dei contratti derivati e non forniscano appropriate informazioni per adottare coerenti opzioni contrattuali ed efficaci procedure di verifica .”. 39 La Sezione Umbra stigmatizza l’assenza, nelle varie note informative rimaste inalterate nel corso degli anni, del valore economico stimato del contratto (il già citato mark to market ) al momento della loro redazione sottolineando come “la prassi seguita dall’Amministrazione regionale – consistente nell’indicazione in tale nota dei soli flussi attesi e/o conseguiti con riferimento all’esercizio in esame, vanifica in gran parte l’efficacia informativa dell’allegato in argomento, in netto contrasto con il principio di trasparenza, impedendo al Consiglio regionale di assumere il ruolo di parte attiva nelle scelte di pianificazione strategica, immediate e future, assai delicate e rilevanti per le implicazioni dannose che possono derivarne sui conti, anche nel lungo periodo” 40 La disposizione impone alle Regioni l’obbligo di allegare al bilancio preventivo e a quello consuntivo una nota informativa che evidenzi gli oneri e gli impegni finanziari derivanti dai contratti derivati o dai contratti di finanziamento che, comunque, includano una componente derivata.

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Le medesime, infatti, si limitavano a indicare l’ammontare dei flussi attivi e passivi, nonché le categorie, U.P.B. e capitoli interessati al più evidenziando il risultato ampiamente positivo dei flussi differenziali registrati, non dicendo assolutamente nulla con riferimento ai valori dei CDS sottostanti ai titoli inseriti nei fondi di ammortamento, né, tanto meno, ai rischi di possibili cospicue perdite evidenziati da questa Sezione, con conseguente carenza dell’analisi del rischio economico sostenuto dalla Regione negli anni 2006-2014. Pertanto, la Sezione aveva esortato gli organi esecutivi della Regione a predisporre, per il futuro, note informative più complete e maggiormente idonee a rispondere alla finalità loro assegnata dall’ordinamento, facendo espresso riferimento sia al combinato disposto dell’art. 11, comma 5, del decreto legislativo n. 118 del 2011 41 e dei principi contabili applicati della programmazione di bilancio 9.11.1 42 e 9.11.5 43 (disciplinanti il contenuto necessitato delle note integrative al bilancio di previsione) sia all’art. 11, comma 6, del medesimo decreto legislativo 44 , che disciplina, invece, il contenuto della Relazione sulla gestione da allegare al conto consuntivo. In risposta alla richiesta del magistrato istruttore di produzione della nota integrativa da allegare al rendiconto 2015, la Regione Liguria, dopo avere premesso che era ancora in fase di predisposizione, ha prodotto la nota integrativa ex art. 11

41 Art. 11 d.lgs. n. 118 del 2011:”3. Al bilancio di previsione finanziario di cui al comma 1, lettera a), sono allegati … g) la nota integrativa redatta secondo le modalità previste dal comma 5. 5. . La nota integrativa allegata al bilancio di previsione indica: … g) gli oneri e gli impegni finanziari stimati e stanziati in bilancio, derivanti da contratti relativi a strumenti finanziari derivati o da contratti di finanziamento che includono una componente derivata” 42 Principio 9.11.1: “La nota integrativa allegata al bilancio di previsione presenta un contenuto minimo costituito da: … g) gli oneri e gli impegni finanziari stimati e stanziati in bilancio, derivanti da contratti relativi a strumenti finanziari derivati o da contratti di finanziamento che includono una componente derivata.” 43 Principio 9.11.5: “ La nota integrativa, con riferimento ai contratti relativi a strumenti finanziari derivati o da contratti di finanziamento che includono una componente derivata, deve indicare gli oneri e gli impegni finanziari stimati e stanziati in bilancio per ciascuna operazione in derivati. A tal fine, per ciascuna operazione in derivati sono indicate: a) informazioni sulla loro entità e sulla loro natura; b) il loro fair value alla data di predisposizione del bilancio di previsione, determinato secondo le modalità previste dall’articolo 1, comma 3, del D.lgs. 30 dicembre 2003, n. 394; c) il valore nominale e il fair value alla data di predisposizione del bilancio di previsione, della passività sulla quale insiste il derivato stesso e il relativo tasso di interesse; d) Gli stanziamenti del bilancio di previsione relativi ai flussi di entrata e di spesa riguardanti ciascun derivato, relativi agli esercizi considerati nel bilancio e i criteri di valutazione adottati per l’elaborazione di tali previsioni e) il tasso costo finale sintetico presunto a carico dell’Ente, calcolato, per ciascun esercizio cui il bilancio si riferisce, secondo la seguente formulazione: (TFSCFS= {[(Interessi su debito sottostante+/- Differenziali swap)*36000] / [(Nominale * 365 )]}. Gli importi relativi agli interessi e ai differenziali swap sono calcolati facendo riferimento ai stanziamenti iscritti in bilancio .” 44 Art. 11 d.lgs. n. 118 del 2011:”6. La relazione sulla gestione allegata al rendiconto … illustra: … k) gli oneri e gli impegni sostenuti, derivanti da contratti relativi a strumenti finanziari derivati o da contratti di finanziamento che includono una componente derivata”.

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del decreto legislativo 118 del 2011 cit. 45 , allegata al bilancio di previsione 2017 – 2019. La medesima, innovativamente rispetto agli esercizi precedenti, indica i mark to market dei vari contratti ancora in essere e l’ammontare della quota accantonata; continuano, però a rimanere assenti i seguenti dati: - una completa informazione sulla natura degli strumenti finanziari scelti 46 ; - Il valore nominale, il tasso di interesse e il “fair value” (o mark to market ) dei prestiti obbligazionari sottostanti ai derivati; - gli stanziamenti, nel bilancio di previsione relativi ai flussi di entrata e di spesa riguardanti ciascun derivato 47 In altre parole, la nota informativa, pur essendo migliorata rispetto a quella allegata ai bilanci dei precedenti esercizi, continua a presentare delle lacune tali da non renderla conforme a quanto richiesto dalla legge. La Sezione, pur apprezzando l’integrazione posta in essere non può che ribadire, ancora una volta la necessità dell’integrale completezza di tale fondamentale documento informativo.

La dismissione degli immobili regionali e del comparto sanitario effettuata negli esercizi 2011 - 2012.

La Sezione, nella relazione al rendiconto 2013, al termine di una complessa ricostruzione che aveva tenuto in considerazione le varie circostanze che avevano caratterizzato la relativa operazione economica 48 , aveva riqualificato la vendita di vari beni immobili di proprietà delle ASL liguri e della Regione Liguria ad ARTE Genova in una cartolarizzazione sostanziale, tesa a consentire la dismissione di immobili al fine di ottenere liquidità. Conseguentemente, sotto il profilo contabile, in applicazione

45 Nota PG/2016/122006 del 7 giugno 2016. 46 Continua a mancare ogni riferimento ai CDS incorporati negli swap di ammortamento, dato essenziale per la valutazione del comportamento della Giunta regionale, a prescindere dalla avvenuta riduzione del relativo rischio di credito verificatosi proprio nell’esercizio in esame, con la già menzionata sostituzione dei titoli bancari austriaci con i titoli di Stato italiani. 47 La nota rinvia direttamente alla missione e programma del bilancio, risultando così poco trasparente per il lettore medio. 48 E cioè nell’ordine: a) l’obbligo di ARTE Genova di acquistare immobili non scelti autonomamente ma determinati unilateralmente dall’ente venditore, in contrasto con il principio di autonomia negoziale proprio della compravendita; b) la necessità dell’ente pubblico economico di ricorrere all’indebitamento, mediante un contratto di apertura di credito ipotecaria con Banca CARIGE, per procedere all’acquisto; anticipazione di cassa concessa annualmente dalla Regione Liguria ad Arte “ anche nell’interesse di eventuali terzi finanziatori”; c) l’esplicito riferimento, negli atti notarili di trasferimento degli immobili – espressamente non definiti come compravendite - alla legislazione introdotta per consentire la cartolarizzazione degli immobili pubblici, con conseguente esenzione delle imposte di registro previste per gli atti di vendita; d) la presenza di un prezzo differito individuato nella successiva valorizzazione degli immobili alienati.

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delle decisioni Eurostat 3 luglio 2002 e 25 luglio 2007, n. 88, nonché della Corte dei conti, Sezione Autonomie, 17 ottobre 2013, n. 23 49 , il Collegio non aveva parificato la posta del conto del patrimonio relativa alla voce “ Passività diverse ”, in quanto non era stato esposto l’importo di euro 103.378.221,84, derivante dalla cessione degli immobili di proprietà della Regione e delle ASL ad ARTE Genova, da riqualificarsi quale operazione di indebitamento e non di cessione dei beni. Nella relazione al rendiconto 2014 dopo avere dato atto che il Collegio dei revisori, all’unanimità 50 , aveva ritenuto corretta la riqualificazione operata dalla Sezione, “ferma restando l’autonomia legislativa della Regione ad operare le scelte ritenute più opportune”, la Sezione aveva ribadito l’obbligo per la Regione Liguria di incrementare, nel conto del patrimonio, la posta passiva “Passività finanziarie diverse ” di euro 103.378.221,84 e di iscrivere le poste attive di euro 84.693.503,10 51 , a titolo di “crediti cartolarizzati” e di euro 18.684.718,74 52 , a titolo di “immobili cartolarizzati”. In sede di rendiconto 2015, la Sezione, constatata la reiterata violazione, da parte della Regione Liguria, dei principi comunitari in tema di cartolarizzazioni e di prevalenza della sostanza sulla forma 53 , idonea a dare luogo ad infrazioni del diritto comunitario, non consentendo la trasmissione di dati corretti ed attendibili del debito delle Amministrazioni Pubbliche alla Commissione Europea, in applicazione dei principi generali di proporzionalità e di conseguimento dell’ effetto utile , ha trasmesso copia della decisione e della relazione allegata ad Istat, affinché procedesse alla riclassificazione dei relativi dati da trasmettere alla Commissione Europea, in stretta conformità alle regole fissate dal Regolamento Ue n. 549 del 2013 (Sistema Europeo

49 Nella decisione richiamata, la Sezione delle Autonomie aveva formalmente sottolineato come “ la sostanza economica, finanziaria e patrimoniale delle operazioni pubbliche della gestione di ogni amministrazione rappresenta l’elemento prevalente per la contabilizzazione, valutazione ed esposizione nella rappresentazione dei fatti amministrativi nei documenti del sistema di bilancio” richiamando i principi contabili allegati al d.lgs. n. 118 del 2011. 50 ln realtà erano state prodotte due distinte relazioni, di maggioranza e di minoranza, essendosi verificata una contrapposizione insanabile sull’obbligo di accantonamento dei differenziali attivi dei flussi dei contratti derivati, oggetto del primo quesito loro posto dal Magistrato istruttore, giungendo invece ad una conclusione concorde, relativamente alla cartolarizzazione. Cfr. Relazione al rendiconto 2014, pag. 117. 51 Tale posta ricomprende i crediti originari ceduti dalle varie ASL alla Regione (euro 61.024.857,09) e l’incremento di valore dei medesimi in conseguenza delle modifiche della destinazione urbanistica, ai sensi dell’art. 22, comma 5-bis , della legge regionale 24 dicembre 2010, n. 22 (euro 23.668.646,01) 52 Tale posta ricomprende i valori originari, a seguito di apposita perizia di stima, degli immobili trasferiti dalla Regione ad Arte Genova (euro 15.158.701,63) e l’incremento di valore dei medesimi in conseguenza delle modifiche della destinazione urbanistica, ai sensi dell’art. 22, comma 5-bis , della legge regionale n. 22 del 2010 cit. (euro 3.526.017,11) 53 Cfr. decisione Eurostat 3 luglio 2002, con riferimento alla cartolarizzazione immobiliare attuata con il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351. Sotto il profilo normativo, Regolamento CE 21 maggio 2013, n. 549, che, al punto 20.265, specifica che ” se l'amministrazione pubblica detiene un interesse beneficiario nella cartolarizzazione , mediante un prezzo d'acquisto differito, ossia il diritto a flussi superiori al valore originario della cartolarizzazione, non si ha vendita e l'evento è considerato un'assunzione di prestito dell'iniziatore ”. La sussistenza del prezzo differito era stata ampiamente illustrata nella Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto regionale dell’esercizio 2013, p. 156 – 180.

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dei Conti - Sec 2010) e dal “Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico” (attuazione del SEC 2010). Con la nota 19 gennaio 2017, n. 43358, Istat ha comunicato ufficialmente di avere classificato l’operazione di cessione di beni immobili di proprietà della Regione Liguria e delle ASL liguri come un’operazione di cartolarizzazione, in attuazione del c.d. principio dell’individuazione della sostanza economica delle operazioni, con relativo impatto sul debito consolidato delle Amministrazioni Pubbliche, concordando con la Sezione nella qualificazione di prezzo differito del maggiore importo dovuto da ARTE alla Regione Liguria per variazioni della destinazione d’uso degli immobili. La nota dell’Istat è stata tempestivamente trasmessa dal magistrato istruttore agli Uffici regionali competenti, per le vie brevi. Nel frattempo, le difficoltà economiche attraversate da ARTE Genova, in conseguenza dell’acquisto imposto degli immobili regionali e della ASL, ha costretto la Regione a prevedere l’istituzione legislativa 54 di un fondo destinato alla copertura degli oneri delle operazioni di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare.

Le misure adottate dalla Regione Liguria e da ARTE Genova.

Con deliberazione n. 1889 del 2016, la Giunta regionale ha concesso ad ARTE Genova, ai sensi dell’art. 6 legge regionale n. 18 del 2015, un contributo di euro 5.000.000,00, per la copertura degli oneri di operazioni di valorizzazione e dismissione del proprio patrimonio immobiliare. Per quanto riguarda l’allocazione delle poste contabili nel conto del patrimonio, la Regione ha ritenuto di ribadire la propria posizione « per cui la cessione di cui trattasi è avvenuta nell’ambito di un’operazione di vendita diretta, posta in essere ai sensi

54 Art. 6 l.r. 12 novembre 2015, n.18: “1. Al fine di superare l’attuale situazione di sofferenza economico - finanziaria derivante dalla grave crisi del settore immobiliare e le situazioni di disagio abitativo, nelle more dell’aggiornamento della legge regionale 21 giugno 1996, n. 27 (Canone degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) e successive modificazioni e integrazioni e della complessiva riforma del sistema dell’edilizia residenziale pubblica, è istituito un fondo destinato alle ARTE liguri per la copertura degli oneri di operazioni di valorizzazione e dismissione del proprio patrimonio immobiliare i cui proventi netti sono finalizzati al finanziamento delle attività istituzionali, nonché allo svolgimento delle attività istituzionali di cui alla legge regionale 12 marzo 1998, n. 9 (Nuovo ordinamento degli enti operanti nel settore dell’edilizia pubblica e riordino delle attività di servizio all’edilizia residenziale ed ai lavori pubblici) e successive modificazioni e integrazioni, anche in applicazione di quanto previsto dal decreto del Ministro delle Infrastrutture 22 aprile 2008. 2. Il fondo di cui al comma 1 è costituito, a decorrere dal 2015 e per dieci anni, con una dotazione annua massima di 7 milioni di euro; con deliberazione della Giunta regionale sono disciplinate le modalità di riparto ed utilizzo del fondo. 3. A decorrere dall’esercizio 2016 non trovano più applicazione le disposizioni regionali che disciplinano le anticipazioni di cassa a favore delle ARTE liguri disposte ai fini di cui al comma 1”.

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dell’art. 22 della l.r. 22/2010 e non un’operazione di cartolarizzazione (diversamente sarebbe stato applicato l’art. 23 della l.r. 22/2010» 55 . Nella seconda parte dell’anno, peraltro, è stato alienato il primo appartamento del complesso immobiliare oggetto del trasferimento forzoso operato il 30 dicembre 2011 56 . Con atto notarile dell’8 settembre 2016 è stato, infatti, trasferito l’unità sita in Loano, Corso Europa 19/15, già di proprietà della Regione Liguria, al prezzo di euro 201.000,00.

Effetti del mancato inserimento delle poste contabili relative alla cartolarizzazione nello stato patrimoniale. Riduzione della posta “ immobili cartolarizzati ”

Anche quest’anno la Regione Liguria sceglie, volutamente, di non esternare nei documenti di bilancio la natura debitoria dell’operazione di cartolarizzazione, come sarebbe dovuto in conformità ai principi contabili 57 , costituzionali 58 e comunitari 59 , disconoscendo così la riqualificazione operata dall’Istat ai fini delle comunicazioni europee ed operando in aperto contrasto con il principio di prevalenza della sostanza sulla forma. L’operazione ermeneutica posta in essere dall’ufficio statistico, se consente di superare i dubbi di compatibilità comunitaria della posizione assunta da anni dall’Ente territoriale, pone però un problema di disomogeneità tra la situazione debitoria presentata dall’Italia e il bilancio della Regione Liguria. Infatti, la posta di euro 103.378.221,84, inserita nell’ammontare del debito complessivo italiano notificato dagli organi competenti alla Commissione Europea, non trova corrispondenza in una analoga partita debitoria a carico della Amministrazione Pubblica cui si riferisce ma, paradossalmente, viene considerata da quest’ultima come una voce attiva. Tale situazione si pone in evidente contrasto con i seguenti principi contabili, vincolanti anche per le regioni:

55 Relazione/Argomento di giunta n. 27 del 2016 cit. 56 Vedasi Relazione al rendiconto 2013, pag. 156 – 157. 57 Cfr. Relazione al rendiconto 2013, pag. 179 – 182; Relazione al rendiconto 2014, pag. 117 – 123, cui si rinvia 58 Art. 3, comma 17, legge 24 dicembre 2003, n. 350 (FINANZIARIA 2004): “Per gli enti di cui al comma 16 [le Regioni], costituiscono indebitamento, agli effetti dell'art. 119, sesto comma, della Costituzione, l'assunzione di mutui, l'emissione di prestiti obbligazionari, le cartolarizzazioni relative a flussi futuri di entrata, a crediti e a attività finanziarie e non finanziarie …” 59 I vari passaggi, che via via nel corso del tempo fanno emergere tutti gli elementi propri della fattispecie cartolarizzatrice sono descritti nella Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto 2013, pag. 154 – 177. La stessa qualificazione del plusvalore quale prezzo differito è condivisa dai Revisori della Regione Liguria.

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a) principio di uniformità ed omogeneità dei dati contabili enucleabile dall’art. 1, comma 1, legge 31 dicembre 2009 n. 196 (principio di coordinamento della finanza pubblica), il quale stabilisce che “Le amministrazioni pubbliche concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale in coerenza con le procedure e i criteri stabiliti dall'Unione europea”; b) principio generale applicato n. 5.1 60 , il quale specifica che i dati contabili devono rappresentare le “ reali condizioni delle operazioni di gestione di natura economica ”; c) principio generale applicato n. 5.4 61 , che postula l’affidabilità dell’informazione contabile, difficile da ritenersi in caso di esposizione di dati non corrispondenti a quelli trasmessi in sede europea; d) principio generale applicato n. 18 62 , per cui la rappresentazione contabile dell’operazione deve corrispondere alla sua effettiva sostanza economica e non alla veste formale giuridica con cui è stata posta in essere. Pertanto, la presenza di tre decisioni passate in giudicato, che hanno attestato come la qualificazione giuridico-contabile di indebitamento sia imposta dal diritto comunitario, nonché della riclassificazione delle relative voci proprio secondo i principi comunitari, operata da Istat e Banca d’Italia in sede di notifica del debito delle Amministrazioni Pubbliche secondo il Trattato di Maastricht e, infine ma non ultimo, la non conformità ai principi contabili di veridicità, di attendibilità e di prevalenza della sostanza sulla forma, vincolanti per la Regione Liguria, dovrebbero precludere la possibilità di continuare a collocare diversamente le relative poste di bilancio. Peraltro, nelle registrazioni di bilancio, occorre tenere conto dell’avvenuta alienazione dell’immobile situato a Loano al prezzo di euro 201.000.

60 Principio n. 5.1, allegato al d.lgs. n. 118 del 2011 (c.d. principio di veridicità): “ Il principio della <> fa esplicito riferimento al principio del true and fair view che ricerca nei dati contabili di bilancio la rappresentazione delle reali condizioni delle operazioni di gestione di natura economica, patrimoniale e finanziaria di esercizio”. 61 Principio n. 5.4, allegato al d.lgs. n. 118 del 2011 (c.d. principio di attendibilità): “ Un’informazione contabile è attendibile se è scevra da errori e distorsioni rilevanti e se gli utilizzatori possono fare riferimento su di essa”. Occorre ricordare, inoltre. che la Direttiva del Consiglio 8 novembre 2011, n. 2011/85/UE, al considerando n. 4, specifica come l’elemento cruciale per il corretto funzionamento del quadro di sorveglianza dei bilanci europei sia costituito dalla trasparenza dei dati di bilancio. 62 Principio n. 18, allegato al d.lgs. n. 118 del 2011 (c.d. principio della prevalenza della sostanza sulla forma): ” Se l’informazione contabile deve rappresentare fedelmente ed in modo veritiero le operazioni ed i fatti che sono accaduti durante l’esercizio, è necessario che essi siano rilevati contabilmente secondo la loro natura finanziaria, economica e patrimoniale in conformità alla loro sostanza effettiva e quindi alla realtà economica che li ha generati e ai contenuti della stessa, e non solamente secondo le regole e le norme vigenti che ne disciplinano la contabilizzazione formale. La sostanza economica, finanziaria e patrimoniale delle operazioni pubbliche della gestione di ogni amministrazione rappresenta l’elemento prevalente per la contabilizzazione, valutazione ed esposizione nella rappresentazione dei fatti amministrativi nei documenti del sistema di bilancio .”

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Pertanto il debito c.d. ”da cartolarizzazione” scende da euro 103.378.221,84 ad euro 103.177.221,84. Poiché l’immobile era originariamente di proprietà della Regione, seguendo i principi contabili applicati alla contabilità finanziaria, occorre ridurre, nello stato patrimoniale, la voce “ immobili cartolarizzati” che passa da euro 18.684.718,74 ad euro 18.483.718,74.

La crisi finanziaria di ARTE Genova quale effetto ultimo dell’operazione di cartolarizzazione.

Nelle precedenti relazioni si è analizzata la crescente difficoltà di ARTE Genova a sostenere gli oneri correlati al finanziamento bancario ed alla possibile responsabilità patrimoniale sussidiaria della Regione, alla luce della più recente giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo 63 , stante la natura strumentale dell’ente i cui organi di amministrazione e di controllo sono nominati dalla Regione, che ne approva anche i bilanci . La situazione è in progressivo, esponenziale, peggioramento. Nella nota integrativa al bilancio consuntivo 2015 64 l’Amministratore unico in carica, dopo avere sottolineato la necessità di procedere ad una svalutazione degli immobili oggetto della presente relazione del 13,17 per cento (con la diminuzione di euro 14.606.378 dei valori iscritti a bilancio) peraltro insufficiente per riequilibrare i medesimi ai prezzi attuali di mercato 65 , non può non rilevare che “ il grado di sopportabilità degli oneri finanziari risulta ad un livello critico (37,41%) se si includono gli oneri derivanti dall’indebitamento contratto per il patrimonio L.R. n. 22/2010 mentre, considerando esclusivamente l’indebitamento “ordinario” dell’azienda, il valore registrato in precedenza si abbatte considerevolmente, attestandosi sul 6,16%”, specificando come la medesima operazione incida in maniera essenziale sui negativi indici di redditività (Rol, RoE e MOL), altrimenti positivi e in aumento rispetto all’esercizio precedente. L’organo di revisione, nella sua relazione al bilancio consuntivo, dà atto di una perdita di esercizio di euro 9.731.000 ,00 superiore del 586 per cento della perdita subita nel 2015 (euro 1.661.979,65) su cui incidono in maniera determinante gli interessi passivi sulle anticipazioni bancarie utilizzate per l’acquisto del patrimonio

63 C.E.D.U., Sez. II, 24.09.2013, Pennino c. Italia ; C.E.D.U., Sez. II, 24.09.2013, De Luca c. Italia . 64 Al momento in cui si redige la presente relazione non sono disponibili i dati relativi all’esercizio finanziario 2016, neppure con riferimento al preconsuntivo. 65 La Società Giacomazzi & Partners S.p.A., consulente di ARTE Genova, con nota del 15 settembre 2016 ha quantificato nel 23% la diminuzione da applicare ai prezzi di acquisto del 2011, al fine di rendere competitivi gli asset sul mercato immobiliare.

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delle ASL liguri nel 2013 e la commissione per la messa a disposizione dei fondi, corrispondenti ormai a euro 17.156.000,00 66 , evidenziando “ da un lato, che la valutazione iniziale del compendio era lontana dai reali valori di mercato e, dall’altro lato che l’operazione nel suo complesso risulta difficilmente sostenibile da parte dell’azienda ”, prendendo infine atto che “ le attività liquide dell’azienda risultano ammontare all’importo di 1.091.641 grazie all’erogazione del contributo di euro 5.000.000,00 avvenuta in data 30 dicembre 2015”. In altre parole, senza l’operazione di cartolarizzazione impostagli legislativamente, rivelatasi, ad oggi, del tutto negativa per gli interessi pubblici e positiva solo per le casse dell’istituto finanziatore, il bilancio dell’ente pubblico avrebbe registrato un attivo di euro 7.425.000. Peraltro senza il contributo straordinario previsto dall’art.6 legge regionale n. 18 del 2015, Arte Genova si sarebbe trovata in condizioni di grave illiquidità, con tutte le conseguenze derivanti. Al momento gli oneri finanziari derivanti dalla operazione di cartolarizzazione sono i seguenti:

66 Parere del Revisore Unico dei Conti al bilancio consuntivo economico esercizio 2015, : “ a proposito del risultato dell’esercizio, l’azienda evidenzia che se si dovessero sottrarre dalla consistente perdita testé evidenziata gli oneri relativi all’operazione immobiliare effettuata ai sensi della L.R. n. 22/2010 – che ARTE quantifica nell’importo di oltre 17.156 mila euro – si otterrebbe un utile di oltre 7,425 mila euro”.

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Tab. n. 60 - Oneri finanziari sostenuti da Arte nel periodo gennaio 2013 marzo 2017 sulle aperture di credito concesse da Banca CARIGE S.p.A. per l’acquisto del patrimonio immobiliare di cui alla l.r. n. 22 del 2010 Totale periodo anno 2016 (dati anno 2013 anno 2014 anno 2015 01/01/2013 Anno 2017 preconsuntivo) 31/12/2016 (dati al 9 giugno)

Spese bancarie 2.409,18 779.405,55 309.008,05 176.391,80 1.267.214,58 111.739,67

Interessi passivi 3.455.354,46 2.508.841,37 2.147.117,07 4.184.825,47 12.296.138,37 960.873,08

Consulenze e spese legali 38.561,38 83.493,11 92.386,56 165.000,00 379.441,05 918,03

Totale oneri 3.496.325,02 3.371.740,03 2.548.511,68 4.526.217,27 13.942.794,00 1.073.530,78 Fonte: anni 2013, 2014 dati elaborazione Regione Liguria, anno 2015 e 2016 e/c di Arte forniti da Regione Liguria. Note: le spese bancarie comprendono la Commissione trimestrale di messa a disposizione fondi, calcolata per il periodo 2015 con percentuale pari a 0,1 per cento, contro la percentuale dello 0,2 per cento applicata sino al novembre 2014. Per l'anno 2016 i dati relativi alle voci "Consulenze e spese legali" sono quelli desunti dal "Primo Aggiornamento al Preventivo 2016"; comprendono anche l'IVA pro rata indetraibile quantificata provvisoriamente nell'85 per cento. Gli oneri finanziari dell'esercizio 2017 riportati nello schema sono quelli di competenza del primo trimestre 2017, con il solo incremento della voce "Spese bancarie e imposta di bollo" aggiornata al 9 giugno per un importo pari ad 80 euro A partire dal IV trimestre 2016 gli interessi sono quelli di competenza del periodo: in applicazione delle disposizioni contenute nel d.m. n. 343/16, vengono addebitati nell'esercizio successivo. Per l'esercizio 2017 trattasi del primo acconto.

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Dalla tabella precedente si evince come ARTE abbia complessivamente sostenuto, alla data del 9 giugno 2017, relativamente ai soli costi per interessi, consulenze e spese legali, oneri finanziari per un ammontare complessivo di euro 15.016.324,78, con un’ascesa del debito che, con tutta probabilità, all’inizio del 2017 arriverà a superare i 16 milioni di euro e che, a tutt’oggi, risulta titolare di tre aperture di credito ipotecarie per un’esposizione di euro 111.000.000, tutte finalizzate a finanziare l’acquisto di immobili inutilizzabili per i fini istituzionali cui è preposta e per ora del tutto invenduti. La Regione Liguria, in conseguenza della situazione rappresentata già da alcuni anni da questa Sezione, ha deciso di procedere, dall’anno 2016 con un finanziamento decennale a fondo perduto che, per quanto riguarda l’esercizio oggi considerato, ha avuto il solo effetto di fornire la liquidità per garantire la gestione ordinaria dell’Azienda regionale, lasciando inalterata la precaria situazione debitoria. La situazione non appare suscettibile di miglioramento. Infatti, nonostante le rassicurazioni fornite dall’Azienda alla Sezione 67 , sembra che, al momento, l’Istituto finanziatore non sia disponibile a rinegoziare le condizioni contrattuali, con la naturale conseguenza che, in assenza di interventi, l’innalzamento della situazione debitoria possa esplodere in presenza di innalzamenti dei tassi di interesse (alla data del 26 giugno 2017, il tasso di riferimento, costituito dall’ Euribor a tre mesi è di -0,33 per cento, quindi addirittura negativo). Una nuova possibilità di intervento regionale sembra essere costituita dal disegno di legge regionale n. 150 del 20 aprile 2017 con il quale: a) si consente agli enti di edilizia popolare, proprietari di immobili di pregio o ubicati in contesti di pregio, di vendere i medesimi al fine di reinvestire i relativi introiti in programmi di riqualificazione e recupero di altri alloggi pubblici; b) si procede, dopo otto anni dalla prima assegnazione, alla revisione della condizione economica del nucleo familiare attraverso l’indicatore ISEE, al fine di provvedere all’eventuale aggiornamento del canone di locazione in caso di miglioramento della medesima; c) si autorizzano gli enti di edilizia popolare a locare appartamenti anche a soggetti non aventi più i requisiti richiesti dai bandi.

67 Nota n. 2672 del 19 aprile 2017: “ per quanto attiene alla ristrutturazione dell’indebitamento, lo scorso mese di febbraio l’azienda ha consegnato a Banca Carige il piano industriale nel quale prevede di sostituire le attuali linee di credito con un nuovo finanziamento di circa 110 milioni che dovrebbe scontare un tasso annuale del 2 per cento (N.d.R. oggi è l’ Euribor a 3 mesi +4 per cento) : allo stato delle cose è ipotizzabile che tale finanziamento possa essere attivato, al più tardi, entro la fine del prossimo mese di giugno”.

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Peraltro tali interventi non sembrano essere in grado di risolvere i problemi sopra esposti costituiti da un ammontare debitorio che non può essere superato facendo ricorso a interventi di ordinaria amministrazione quali quelli sopra descritti. Sul punto la Corte, ancora una volta, non può che richiamare l’Ente territoriale sovrano a predisporre, nell’ambito della sua autonomia politica, gli strumenti normativi e amministrativi necessari per fare superare ad ARTE Genova l’attuale situazione emergenziale prima che la medesima giunga ad uno stadio di irreversibilità e di insolvenza economica.

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CAPITOLO 5 LA GESTIONE DEI FONDI COMUNITARI

Introduzione

Anche in questa edizione, la relazione allegata alla decisione del giudizio di parificazione del rendiconto finanziario della Regione Liguria dedica un apposito spazio allo stato e alle modalità di realizzazione dei programmi regionali attuativi di politiche comunitarie, osservati con riferimento all’anno finanziario concluso. La presente relazione, tuttavia, ancor più marcatamente rispetto al passato, si pone in linea di stretta continuità con la trattazione degli argomenti svolta nelle relazioni di parifica degli scorsi anni e cerca di evitare o limitare al massimo la riproduzione di aspetti o considerazioni in ordine ai quali non si evidenziano apprezzabili elementi di variazione, per i quali vale da subito un implicito e generale rinvio alle esposizioni precedenti. Sulla scia della relazione di parifica dello scorso anno, anche la presente relazione restringe il campo di osservazione solo sui programmi per i quali la Regione Liguria riveste, attraverso proprie strutture amministrative, ruoli di autorità responsabile. Con riferimento alla Politica di coesione socio-economica dell’Unione europea, l’interesse si è quindi concentrato sui programmi operativi regionali (POR) finanziati con le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE), mentre riguardo alla Politica comunitaria dell’agricoltura (PAC) è stato preso in considerazione lo sviluppo del Programma di sviluppo rurale (PSR) della Regione Liguria attuato con le risorse provenienti dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)68 .

La programmazione comunitaria 2007-2013

In linea di massima, l’anno 2016 non è stato interessato da attività regionali di gestione collegate all’utilizzo delle risorse relative alla programmazione comunitaria 2007-2013, posto che l’ultima data utile per la conclusione delle azioni a valere su

68 Rimangono invece escluse dall’analisi, partitamente: a) le azioni nel campo della Cooperazione territoriale europea (nell’ambito della Politica comunitaria europea); b) la gestione dei finanziamenti del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) che si inquadra nell’ambito della Politica comune dell’agricoltura; c) le azioni riguardanti i programmi sulla pesca; d) la gestione del Programma attuativo regionale relativo al Fondo di sviluppo e coesione (PAR FSC, già PAR FAS-Fondo per le aree sottoutilizzate). Per le ragioni sistematiche di tale criterio di impostazione dell’indagine si rinvia al paragrafo 5.1 della relazione allegata alla decisione di parifica del rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio 2015 di cui alla deliberazione n. 74/2016/PARI del 20 luglio 2016 di questa Sezione regionale di controllo.

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tali finanziamenti era identificabile con il 31 dicembre 2015, ovvero con il termine generale di ammissibilità delle spese stabilito dai vari regolamenti comunitari 69 . Tanto è vero che nell’ambito della relazione di parifica dello scorso anno già è stato possibile trarre le valutazioni fondamentali circa i profili di avanzamento “fisico e procedurale” e, soprattutto, sull’effettivo conseguimento dell’obiettivo di piena attuazione finanziaria degli strumenti attivati. Per i due programmi operativi dell’Obiettivo Strategico “Competitività regionale e occupazione” della Politica di coesione, il POR FESR Liguria 2007-2013 e il POR FSE Liguria 2007-2013, ciò è tuttavia avvenuto sulla base dei dati allora disponibili per le competenti autorità responsabili che, sebbene pienamente affidabili e tendenzialmente aggiornati e completi, erano ancora da considerarsi provvisori in quanto non formalizzati nella documentazione di chiusura della programmazione il cui termine di presentazione alla Commissione europea era stabilito al 31 marzo 2017 (art. 89 Reg.CE n. 1083/2006). Poiché tale scadenza è stata in entrambi i casi regolarmente rispettata 70 , le risultanze e le considerazioni prodotte nella relazione dello scorso anno possono ora essere verificate con riferimento ai dati definitivi riportati in tale documentazione, che per ciascun programma è composta, rispettivamente, da: - la domanda di pagamento del saldo finale accompagnata dalla dichiarazione di spesa finale predisposta dall’Autorità di Certificazione; - il rapporto finale di esecuzione (RFE) del programma operativo, elaborato dall’Autorità di Gestione; - la dichiarazione di chiusura del programma corredata dal rapporto finale di controllo (RFC) dell’Autorità di Audit. Non occorre, invece, compiere analogo passaggio per il Programma di sviluppo che è già stato possibile svolgere lo scorso anno sulla base della Relazione finale, a suo tempo trasmessa in bozza e oggi giunta inalterata alla fine del suo iter di approvazione.

69 Ciò fatte salve le circoscritte eccezioni (Strumenti di Ingegneria Finanziaria) previste dagli stessi regolamenti, o alcune deroghe consentite dalla Commissione europea in sede di definizione degli “Orientamenti da seguire nel processo di chiusura dei programmi operativi finanziati nell’ambito delle politiche di coesione” di cui alla decisione n. C(2015) 2771 del 30 aprile 2015, modificativa della precedente decisione n. C(2013) 1573 del 20 marzo 2013. 70 I Rapporti Finali di Esecuzione del POR FESR Liguria 2007-2013 e del POR FSE Liguria 2007-2013 sono stati approvati dai competenti Comitati di Sorveglianza (CdS), rispettivamente in data 15 marzo 2017 e 23 marzo 2017, per essere poi trasmesse alla Commissione europea.

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5.2.1 Il POR FESR Liguria 2007-2013 “Competitività regionale e occupazione”: sintesi delle risultanze conclusive

Il rapporto finale di esecuzione (RFE) del POR FESR Liguria 2007-2013 risulta redatto in conformità agli schemi previsti dai regolamenti comunitari e dalle decisioni della Commissione europea e rappresenta lo stato finale di attuazione del programma operativo. Esso contiene, in particolare, il quadro d’insieme dei dati e delle attività realizzative del programma operativo, comprendente le informazioni finanziarie richieste, l’esposizione dei progressi materiali, un’analisi qualitativa generale, dettagliati elementi di valutazione riguardanti sia i problemi significativi incontrati nella realizzazione e le misure per risolverli, sia i rapporti di complementarietà con altri strumenti comunitari, sia ancora i principali esiti delle attività di sorveglianza e valutazione indipendente. Il rapporto si occupa poi distintamente dell’analisi dell’andamento e dei risultati dei vari Assi di intervento, sviluppando con riferimento ai medesimi tutte le informazioni generali e arricchendo l’illustrazione con l’esposizione di numerosi elementi di dettaglio. Le risultanze che vi emergono confermano sostanzialmente i dati esposti nella relazione di parifica dello scorso anno, alla cui analisi e valutazione pertanto si rimanda limitandoci in questa sede ad una sintesi riepilogativa delle principali informazioni offerte dalla relazione stessa. Il piano finanziario operativo del programma prevedeva un costo complessivo rendicontabile pari a circa 525,9 milioni di euro così ripartito in base alle fonti di provenienza delle risorse.

Tab. n. 61 - POR CRO FESR-Liguria 2007-2013 – Piano finanziario operativo

A B C D E F

TOTALE QUOTA RISORSE DA ALTRI ENTI UE STATO REGIONE NAZIONALE PROGRAMMA PUBBLICI (B+C+D) (A+E)

TOTALE POR 166.764.161,00 276.069.282,00 49.000.000,00 34.046.000,00 359.115.282,00 525.879.443,00 FESR Fonte: Rapporto finale di esecuzione - POR FESR Liguria 2007-2013

Per quanto riguarda lo stato di attuazione del Programma, a fronte della suddetta disponibilità di 525,9 milioni di euro, il costo consuntivo realizzato e controllato ammonta a oltre 536,1 milioni di euro, con la piena attuazione finanziaria del Programma ed il totale assorbimento delle risorse disponibili. Si ritiene significativo evidenziare anche gli investimenti complessivamente indotti dal programma, che fanno registrare un moltiplicatore quasi doppio rispetto al costo

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consuntivo dichiarato e un indice di rapporto con le risorse FESR pari a ben 6,20, ammontando gli investimenti complessivamente attivati ad oltre 1.033 milioni di euro.

Tab. n. 62 - Indici di realizzazione del POR FESR LIGURIA 2007-2013 SPESA DISPONIBILITA’ INVESTIMENTI UE CONSUNTIVA DEL PIANO COMPLESSIVI DICHIARATA

TOTALE POR FESR 525.879.443,00 166.764.161,00 1.033.339.796,20 536.130.243,39

Fonte: Rapporto Finale di Esecuzione POR FESR 2007-2013

La spesa consuntiva risulta superiore alla disponibilità originaria in virtù dell’ overbooking operato dall’Autorità di Gestione (AdG) soprattutto nell’ambito degli Assi 3 e 4 e prevalentemente a carico degli enti locali beneficiari, la cui realizzazione potrà eventualmente compensare future riduzioni o correzioni in sede di esame della certificazione finale da parte della Commissione europea. Nell’ambito del POR FESR non sono stati realizzati Grandi Progetti né vi sono progetti suddivisi in fasi con lotti differiti sul 2014-2020. Alla chiusura della programmazione non vi sono progetti pendenti né sospesi. L’illustrazione dei risultati ottenuti con riferimento agli Indicatori di Programma riferiti al periodo 2008-2015 evidenzia dati contrastanti, i quali risentono fondamentalmente dell’impatto che sulle possibilità di conseguimento degli obiettivi del programma ha avuto l’inasprirsi nel periodo della crisi economica generale che ha interessato il paese in generale e la Liguria in particolare. Sul piano del livello occupazionale gli indici (soprattutto il tasso di occupazione e il tasso di disoccupazione) non sono positivi soprattutto se confrontati con i corrispondenti target definiti prima del verificarsi delle crisi. Nonostante i risultati positivi riscontrati in settori o indici specifici (ad esempio, le costruzioni, le esportazioni), nel periodo di riferimento del programma si registra, inoltre, una riduzione del PIL regionale.

5.2.2 Il POR FSE Liguria 2007-2013 “Competitività regionale e occupazione”: sintesi delle risultanze conclusive

Il rapporto finale di esecuzione (RFE) del POR FSE Liguria 2007-2013, redatto ai sensi dell’art.67 del Reg. (CE) n.1083/2006, rappresenta la sintesi delle informazioni relative all’attuazione del suddetto programma operativo. Esso contiene, in particolare, il quadro d’insieme dei dati di realizzazione del programma, in termini di risultati raggiunti, problemi incontrati e misure per risolverli, rapporti di complementarietà con altri strumenti comunitari, attività di

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sorveglianza e valutazione. Il rapporto fornisce inoltre informazioni dettagliate, sui risultati raggiunti nell’ambito dei vari Assi di intervento, presentando le quantificazioni relative alle operazioni attivate ed ai destinatari raggiunti, con riferimento alle tre fasi principali dell’iter procedurale: approvazione, avvio e conclusione. Come per il POR FESR Liguria 2007-2013, le risultanze che emergono dal rapporto finale di attuazione del POR FSE Liguria 2007-2013 confermano sostanzialmente quanto illustrato nella relazione di parifica dello scorso anno, alla cui analisi e valutazione pertanto si rimanda. La dotazione finanziaria del programma operativo prevedeva un costo complessivo rendicontabile pari a circa 391,6 milioni di euro così ripartito in base alle fonti di provenienza delle risorse.

Tab. n. 63- POR CRO FSE-Liguria 2007-2013 – Piano finanziario operativo

A B C D E F

TOTALE ALTRI RISORSE DA QUOTA UE STATO REGIONE ENTI PROGRAMMA NAZIONALE PUBBLICI (A+E) (B+C+D)

TOTALE 146.341.533 244.075.235 1.237.270 - 245.312.505 391.654.038 POR FSE Fonte: Rapporto finale di esecuzione - POR FSE Liguria 2007-2013

Per quanto riguarda lo stato di attuazione del Programma, a fronte della suddetta disponibilità di 391,6 milioni di euro, le spese sostenute e certificate dalla Commissione Europea ammontano a 391,8 milioni di euro, con la piena attuazione finanziaria del Programma ed il completo utilizzo delle risorse messe a disposizione. In termini di risorse movimentate e, quindi, di progetti sostenuti e destinatari coinvolti, per quanto riguarda le politiche di adattabilità sono risultati molto superiori alle attese sia la quota di popolazione che ha preso parte a processi di formazione continua e permanente sia il numero di imprese implicate in progetti riguardanti la qualità del lavoro, mentre inferiore alle aspettative è risultato l’investimento a sostegno dell’imprenditorialità. Con riferimento alle politiche di occupabilità, complessivamente sono stati raggiunti esisti apprezzabili, soprattutto, in ambito occupazionale femminile, dove si sono messe in atto misure dedicate, in risposta alla situazione di crisi del mercato del lavoro. Anche l’obiettivo specifico dell’integrazione socio-lavorativa dei soggetti più deboli, raggiunge la piena realizzazione, anche grazie anche ad interventi pianificati e

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realizzati in forma coordinata tra i diversi servizi, pubblici e privati, che operano nell’area dello svantaggio. Inoltre, risultano pienamente raggiunti i target riferiti alle azioni di orientamento e alle misure finalizzate a sostenere l’innovazione nel sistema delle imprese e solo parzialmente raggiunti quelli riferiti alle iniziative di sistema per la certificazione delle competenze e al potenziamento dell’offerta di innovazione. Va infine segnalato il mancato raggiungimento dell’obiettivo specifico collegato ai progetti transnazionali, per effetto di una precisa scelta regionale di limitare l’assorbimento di risorse per tali iniziative, al fine di indirizzarle verso politiche maggiormente idonee a fornire risposte ai risvolti sociali e occupazionali della crisi. Ai fini della valutazione dell’efficacia della politiche realizzate nel settennio concluso, si riportano, nel prospetto seguente, i tre indicatori più rilevanti per il FSE:

Tab. n. 64 - Indicatori di contesto FSE – Evoluzione medio periodo Target Indicatore Europa 2020 2010 2011 2012 2013 2014 2015 UE Italia

Tasso occupazione 67,0 67,4 66,0 64,7 64,8 66,7 75,0 67-69 (20-64 anni)

Dispersione scolastica 16,3 15,0 17,2 15,1 13,6 12,0 10,0 15-16

Quota di giovani 24,8 23,5 27,5 27,4 31,3 26,2 40,0 26-27 (30-34 anni) laureati Fonte: Rapporto finale di esecuzione - POR FSE Liguria 2007-2013

L’esame dell’evoluzione di medio periodo degli indicatori rappresentati nella tabella, conferma che la Liguria, pur essendo prossima ai valori dei target nazionali, definiti al ribasso per via dei valori fortemente critici tuttora osservabili nel Mezzogiorno, rimane ancora lontana dall’obiettivo comunitario relativo al tasso di occupazione in età 20-64 anni. Migliora invece il tasso di dispersione scolastica (12 per cento), che aveva già dato segnali incoraggianti a partire dal 2013, dopo il record negativo del 2012 (17,2 per cento). Leggermente in diminuzione l’indicatore che misura la qualificazione dei giovani (30-34 anni) in possesso di titolo universitario, pari 26,2 per cento.

La programmazione comunitaria 2014-2020

Riguardo al nuovo ciclo di finanziamenti comunitari, relativi al periodo 2014-2020, conclusa la fase programmatoria del complesso degli interventi da attivare, la conseguente attuazione resta ancora nel 2016 ad uno stadio iniziale di avvio. Sotto un profilo generale, va ricordato che il quadro delle risorse europee affidate alla gestione della Regione Liguria è definito nell’Accordo di Partenariato concluso tra

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Italia e Commissione europea, approvato da quest’ultima con decisione di esecuzione C (2014) 8021 del 29 ottobre 2014 e contenente, in particolare, la definizione della strategia e delle priorità di intervento della politica di coesione economica, sociale e territoriale in Italia, nonché le previsioni e modalità di impiego dei Fondi strutturali e di investimento (Fondi SIE). Esso risulta dal seguente schema. La dotazione dei vari programmi si completa con le quote di cofinanziamento nazionale che, in sede di Accordo di Partenariato, sono state stabilite solo indicativamente.

Tab. n. 65 - Programmazione comunitaria 2014-2020 - Risorse europee assegnate in gestione alla Regione Liguria POR FESR POR FSE PSR TOTALE

196.272.620 177.272.384 373.545.004 508.377.004 Fonte: Accordo di partenariato per l’Italia approvato dalla Commissione europea il 29 ottobre 2014

Si ricorda inoltre che, per il nuovo periodo di programmazione, non essendo intervenuti come per il periodo precedente ulteriori piani strategici della Regione Liguria, il suddetto Accordo di Partenariato allo stato costituisce per la Regione stessa l’unico documento in cui la programmazione regionale risulta presentata in un’ottica unitaria e integrata in considerazione delle diverse fonti di finanziamento, comunitarie e nazionali. Dopo l’approvazione definitiva dell’Accordo di Partenariato è seguita la fase della presentazione dei programmi nazionali e regionali di attuazione delle politiche comunitarie per il periodo 2014-2020 e della relativa approvazione da parte della Commissione europea. La Regione Liguria ha ottenuto in tempi piuttosto rapidi l’approvazione sia del programma operativo “POR Liguria FESR” 71 che del programma operativo “Regione Liguria–Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014-2020” 72 , entrambi relativi all’Obiettivo Strategico comunitario “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”. Per tali programmi operativi il tasso di cofinanziamento nazionale è stato in generale fissato nella misura del 50 per cento della spesa pubblica complessiva. I

71 Il documento relativo al POR FESR 2014-2020 è stato in origine adottato con D.G.R. n. 16 del 4 luglio 2014, successivamente sottoposto a revisioni e, infine, approvato, nella sua versione definitiva presentata il 17 dicembre 2014, dalla Commissione europea con decisione di esecuzione C(2015) 927 del 12 febbraio 2015. Conformemente alla disciplina regionale in materia, di tale decisione la Regione Liguria ha preso atto con deliberazione del Consiglio Regionale n. 12 del 24 marzo 2015, su proposta della Giunta Regionale avanzata con D.G.R. n. 7 del 6 marzo 2015. 72 Il documento relativo al POR FSE 2014-2020 è stato in origine adottato con D.G.R. n. 14 del 20 giugno 2014, successivamente sottoposto a revisioni e, infine, approvato, nella sua versione definitiva presentata il 19 novembre 2014, dalla Commissione europea con decisione di esecuzione C(2014) 9752 del 12 dicembre 2014. Conformemente alla disciplina regionale in materia, di tale decisione la Regione Liguria ha preso atto con deliberazione del Consiglio Regionale n. 6 del 17 febbraio 2015, su proposta della Giunta Regionale avanzata con D.G.R. n. 1 del 9 gennaio 2015.

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criteri di ripartizione tra Stato e Regione Liguria (e, eventualmente, altri organismi pubblici coinvolti) della copertura degli oneri relativi alla quota di cofinanziamento nazionale 73 prevedono, in generale per tutti gli interventi a titolarità regionale, il concorso del Fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987, n. 183, nella misura del 70 per cento degli importi previsti nei piani finanziari dei singoli programmi, nonché la conseguente attribuzione a carico dei bilanci delle Regioni della restante quota del 30 per cento. L’approvazione della Commissione europea del Programma di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020 è invece avvenuta in epoca più recente 74 . La quota di cofinanziamento nazionale in questo caso è stata fissata dalla sopra menzionata delibera CIPE nella misura del 57,02 per cento della spesa pubblica complessiva, ripartita tra Stato e Regione Liguria ancora nella misura, rispettivamente, del 70 per cento e del 30 per cento.

Lo stato di attuazione del Piano di Rafforzamento Amministrativo

Il Piano di rafforzamento amministrativo (PRA) adottato dalla Regione Liguria nell’ambito della nuova programmazione 2014-2020 75 , comprendente le misure da attuare per rafforzare la capacità di gestione ed utilizzo dei fondi SIE, è stato descritto in dettaglio nella relazione allegata alla decisione di parifica dello scorso anno. Nel corso del 2016 sono stati realizzati tre monitoraggi quadrimestrali alla fine dei mesi di aprile, agosto e dicembre, sulla base delle Linee Guida e della modulistica fornita dalla Segreteria Tecnica del Comitato di Indirizzo istituita presso l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Sulla base delle risultanze dell’ultimo monitoraggio, aggiornato al 31 dicembre 2016, si rileva che dei 25 interventi complessivi di rafforzamento amministrativo previsti per il POR Liguria FESR, 18 risultano conclusi mentre 7 sono in corso di realizzazione. In particolare, i 6 interventi sul personale risultano tutti conclusi, mentre la maggior parte degli interventi di semplificazione legislativa e procedurale e gli interventi sulle funzioni trasversali e sugli strumenti comuni sono in fase di realizzazione.

73 Disciplinati dall’art. 1, comma 240 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità 2014) e confermati dalla delibera CIPE n. 10 del 28 gennaio 2015 74 Il documento relativo al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 è stato in origine adottato con D.G.R. n. 856 dell’11 luglio 2014, successivamente sottoposto a revisioni e, infine, approvato, nella sua versione definitiva dalla Commissione europea con decisione di esecuzione C(2015) 6870 del 6 ottobre 2015. Conformemente alla disciplina regionale in materia, di tale decisione la Regione Liguria ha preso atto con deliberazione del Consiglio Regionale n. 33 del 27 ottobre 2015, su proposta della Giunta Regionale avanzata con D.G.R. n. 24 del 12 ottobre 2015. 75 Documento predisposto dalle Autorità di Gestione dei due programmi operativi della politica di coesione e approvato con Deliberazione di Giunta regionale n. 1780 del 30 dicembre 2014.

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Le criticità individuate nel PRA sul piano procedurale in relazione a due macroprocessi considerati per il POR Liguria FESR sono state oggetto di verifica con risultati soddisfacenti. Circa il macroprocesso “finanziamenti e servizi a singoli beneficiari”, il miglioramento della performance ha riguardato sia l’ambito della “riduzione dei tempi per l’istruttoria delle domande”, sia l’ambito della “riduzione dei tempi per i controlli amministrativi e per l’erogazione alle imprese del contributo”, ed è stato conseguito grazie soprattutto all’utilizzo di meccanismi di informatizzazione (bandi on-line ). Per il macroprocesso “opere pubbliche”, nonostante il primo bando non preveda ancora la modalità “on-line ” per motivi collegati all’operatività della piattaforma informatica, è stata ottenuta una riduzione sia dei tempi intercorsi tra la decisione di attivare la misura e l’atto di approvazione dell’avviso pubblico, che dei tempi intercorsi tra l’atto di approvazione dell’avviso pubblico e la chiusura dei termini per la ricezione delle proposte progettuali. Con riferimento alle criticità evidenziate nella sezione del PRA relativa al POR Liguria FSE si rileva che, degli 11 interventi complessivi di rafforzamento amministrativo previsti, alla fine del 2016 ne risultano conclusi 9 mentre i restanti 2 sono in corso di avanzata realizzazione. Gli interventi realizzati hanno consentito un miglioramento, in termini di riduzione dei tempi medi delle fasi gestionali dei progetti avviati nella nuova programmazione, con particolare riguardo alla fase di valutazione dei progetti, che era stata individuata come elemento di criticità nel Piano. Tale risultato può essere ascritto sia alle nuove modalità di impostazione dei bandi, che hanno introdotto elementi di semplificazione consentendo altresì una più efficiente valutazione delle proposte, sia ai miglioramenti strettamente organizzativi dell’Unità operativa e non ultimo al potenziamento dell’organico degli addetti alla funzione di controllo. Alcune iniziative previste, pur essendo state regolarmente avviate, hanno subito in fase realizzativa rimodulazioni ed affinamenti che hanno comportato problemi di allungamento dei termini inizialmente previsti anche in conseguenza di sopravvenute normative nazionali come nel caso della revisione del modello di accreditamento. In definitiva, nonostante alcune difficoltà incontrate nell’implementazione degli interventi, allo stato i risultati del PRA, in termini di miglioramento delle tempistiche delle principali fasi gestionali delle operazioni, sono in linea con i target e dimostrano che comunque la direzione intrapresa è quella giusta.

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IL POR Liguria FESR 2014-2020 “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”

5.5.1 La dotazione finanziaria del programma e il sistema di gestione e controllo

In via preliminare va ribadito, con riferimento alla restante parte della relazione su questa materia, come la presente esposizione si ponga in linea di continuità con la trattazione degli argomenti svolta nella relazione di parifica dello scorso anno, alla quale necessariamente si rimanda per tutti gli aspetti che non presentano elementi di novità e che, pertanto, in questa sede non sono ripetuti. Nel corso del 2016 il quadro finanziario delle risorse assegnate al programma operativo finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale per il periodo 2014-2020 (POR FESR Liguria 2014-2020) 76 e ripartite fra i sette Assi prioritari di intervento 77 non ha subito modifiche ed è rappresentato nella seguente tabella, che evidenzia la ripartizione tra il contributo derivante dal Fondo europeo e la quota assicurata a titolo di cofinanziamento nazionale, rispettivamente dallo Stato e dalla Regione Liguria. La disponibilità finanziaria del programma ammonta complessivamente a 392,5 milioni di Euro, al lordo della quota relativa alla premialità (o “riserva di efficacia” pari al 6 per cento del programma) che sarà confermata e resa disponibile nel 2019, a condizione che il programma abbia conseguito, al 31 dicembre 2018, determinati obiettivi finanziari, fisici e di risultato. La maggior parte dei finanziamenti programmati è assorbita dall’Asse III - Competitività delle imprese (34,4 per cento) e dall’Asse I-Ricerca ed Innovazione (20,4 per cento).

76 Approvato dalla Commissione con Decisione C(2015) 927 del 12 febbraio 2015. 77 1-Ricerca e innovazione; 2-Agenda Digitale; 3-Competitività delle imprese; 4-Energia; 5-Difesa del territorio; 6-Agenda Urbana; 7-Assistenza tecnica. Ciascuno di questi Assi è articolato in Priorità d’investimento (Pdl) all’interno delle quali sono previsti obiettivi specifici (cioè i risultati attesi secondo l’Accordo di Partenariato) per il cui raggiungimento sono state individuate specifiche azioni nell’ambito dell’elenco fornito nello stesso l’Accordo di Partenariato.

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Tab. n. 66 - POR CRO FESR Liguria 2014-2020 - Dotazione finanziaria

FINANZIAMENTO PUBBLICO TOTALE (E) = (A) + (D) QUOTA QUOTA TOTALE RISORSE FESR COFINANZIAMENTO COFINANZIAMENTO COFINANZIAMENTO ASSE (A) STATALE REGIONALE NAZIONALE RISERVA DI DOTAZIONE (B) (C) (D) = (B) + (C) EFFICACIA TOTALE PRINCIPALE DELL'ATTUAZIONE (H) = (F) + (G) (F) (G)

1 40.000.000,00 28.000.000,00 12.000.000,00 40.000.000,00 75.002.070,00 4.997.930,00 80.000.000,00

2 18.000.000,00 12.600.000,00 5.400.000,00 18.000.000,00 33.750.940,00 2.249.060,00 36.000.000,00

3 67.500.000,00 47.250.000,00 20.250.000,00 67.500.000,00 126.566.010,00 8.433.990,00 135.000.000,00

4 30.500.000,00 21.350.000,00 9.150.000,00 30.500.000,00 57.189.080,00 3.810.920,00 61.000.000,00

5 12.500.000,00 8.750.000,00 3.750.000,00 12.500.000,00 23.438.148,00 1.561.852,00 25.000.000,00

6 20.000.000,00 14.000.000,00 6.000.000,00 20.000.000,00 37.501.038,00 2.498.962,00 40.000.000,00

7 7.772.620,00 5.440.834,00 2.331.786,00 7.772.620,00 15.545.240,00 0,00 15.545.240,00

TOTALE 196.272.620,00 137.390.834,00 58.881.786,00 196.272.620,00 368.992.526,00 23.552.714,00 392.545.240,00

Fonte: Autorità di Gestione-Dirigente pro tempore del Settore Competitività presso il Dipartimento Sviluppo Economico.

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Per quanto riguarda il Sistema di Gestione e Controllo (SIGECO), ancora per tutto il 2016 le azioni si sono svolte in base al manuale delle procedure di primo livello relativo al periodo di programmazione 2007-2013, per il quale è stata confermata la provvisoria applicazione anche al POR-FESR 2014-2020 78 al fine di garantire la tempestività nell’avvio delle relative procedure. Solo ad inizio 2017 è giunto a conclusione il procedimento per l’adozione del pacchetto di documenti che definiscono il nuovo sistema 79 , ovvero: • Modello che descrive le funzioni e le procedure in essere dell’Autorità di Gestione e dell’Autorità di Certificazione (Allegato III al Reg. UE n. 1011/2014); • Manuale dei sistemi di Gestione e Controllo di primo livello; • Check list di controllo; • Piste di controllo; • Linee guida per i beneficiari sulle azioni di informazione e comunicazione. A seguito del parere favorevole dell’Autorità di Audit sulla sussistenza dei requisiti per la relativa validazione, a dicembre 2016 è stato inoltre portato a compimento l’iter di designazione delle Autorità di Gestione (AdG) e di Certificazione (AdC) 80 , individuate rispettivamente nel dirigente pro tempore della struttura Settore Competitività presso il Dipartimento Sviluppo Economico e nel dirigente pro tempore della struttura Settore Staff del Dipartimento Sviluppo Economico. Nel 2016 sono intervenute anche alcune deliberazioni di Giunta con cui sono state assegnate le dotazioni finanziarie e affidati gli incarichi gestionali per l’attuazione di singole Misure del programma alle seguenti strutture regionali: Settore Interventi Difesa del Suolo, Settore Protezione Civile, Settore Trasporto Pubblico Regionale. L’Organismo Intermedio (O.I.) è stato confermato nella società regionale in house Fi.L.S.E. S.p.A., alla quale sono tendenzialmente affidate le azioni rivolte al sistema delle imprese. Per quanto concerne le azioni intraprese in relazione alle “condizionalità ex ante ”81 non ancora soddisfatte oppure parzialmente soddisfatte alla data di trasmissione dell’Accordo di Partenariato, è necessario distinguere fra condizionalità generali,

78 Decreto Dirigenziale n. 2311 del 24 maggio 2016. 79 Predisposto dall’Autorità di Gestione ed approvato dalla con Deliberazione di Giunta regionale n. 143 del 17 gennaio 2017. 80 Deliberazione di Giunta regionale n. 1172 del 20 dicembre 2016. 81 Il sistema delle condizionalità ex ante è stato introdotto dai regolamenti comunitari relativi alla nuova programmazione e consiste nella previsione di prerequisiti o condizioni di partenza che devono sussistere nel contesto giuridico-normativo e nel quadro della strumentazione programmatoria ed operativa in cui l’impiego dei fondi strutturali e di investimento è destinato ad operare, al fine di garantire la piena e reale efficacia delle misure che si andranno a finanziare. La definizione testuale di condizionalità ex ante è contenuta nell’articolo 2, punto 33, del Reg.CE n. 1303/2013.

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suddivise in 7 aree di intervento, e condizionalità tematiche, legate agli 11 obiettivi tematici 82 . Le “condizionalità generali” che risultano non soddisfatte neppure alla data del 31 dicembre 2016, si riferiscono agli appalti pubblici (G4) e agli aiuti di stato (G5), entrambe a gestione nazionale, per le quali la Regione ha comunque provveduto ad adempiere alle azioni di propria pertinenza. In particolare, con riferimento agli “appalti pubblici” la Regione ha, tra l’altro: • partecipato alle attività del Gruppo di lavoro sulla riforma degli appalti pubblici presso la Conferenza delle Regioni e poi attuato a livello regionale la strategia elaborata dal Gruppo, nonché alla predisposizione di linee guida in materia di aggiudicazione di appalti pubblici cosiddetti sottosoglia (da parte dell’Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale- ITACA); • adottato lo strumento di e-procurement individuato a livello nazionale (CONSIP); • attivando l'utenza per l’accesso al Forum informatico interattivo "MOSAICO", sezione appalti pubblici, cui il referente regionale ha provveduto ad accreditarsi ed effettuare i primi accessi; • realizzato e partecipato a diverse iniziative di formazione in materia; • istituito la Stazione Unica Appaltante Regionale-SUAR (l.r. n. 7/2012, art. 3) per l’indizione di gare di appalti pubblici, con la quale si rapportano le figure specialistiche in materia di appalti esistenti nell’ambito dell’AdG. Riguardo, invece, al tema degli “aiuti di Stato” la Regione, in particolare: • alimenta il Registro Nazionale degli Aiuti, nonché l’apposita sezione all’interno del portale “Opencoesione”, mediante un proprio sistema di monitoraggio regionale, cui è preposta un’apposita struttura regionale e attraverso il quale, peraltro, l’Organismo Intermedio (che gestisce le azioni dirette alle imprese) è tenuto a consultare l’elenco dei destinatari di ordini di recupero di aiuti illegali prima di assegnare risorse; • ha individuato formalmente, sia il referente regionale in materia di aiuti di Stato (atto del Presidente della Regione Liguria Prot. PG/2015/109969 del 17 giugno 2015), sia un funzionario all'interno dell'AdG dotato di idonea professionalità per l’attuazione della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato (ordine

82 L’allegato XI del Regolamento (UE) 1303/2013, descrive nella Parte I, le condizionalità tematiche ex ante; nella Parte II, le condizionalità generali ex ante.

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di servizio n. 1/2015 del 30 giugno 2015, comunicato all’Agenzia per la Coesione Territoriale con nota prot. n. PG/2015/112808 del 19 giugno 2015); • organizzato diverse iniziative di formazione in materia e preso parte ad altre. Le “condizionalità tematiche” sono state tutte soddisfatte e approvate dalla Commissione 83 .

5.5.2 Stato di attuazione del Programma

L’esercizio 2016 rappresenta il primo anno pieno di attuazione del programma ed i dati finanziari e fisici di avanzamento sono rappresentati nella tabella che segue.

Tab. n. 67 - Avanzamento finanziario e fisico del POR FESR 2014-2020

Impegni PAGAMENTI Pagamenti FINANZIAMENTO IMPEGNI AL su Numero di Target AL su finanz. ASSE PUBBLICO 31/12/2016 finanz. operazioni intermedio al 31/12/2016 pubblico TOTALE (A) (B) pubblico selezionate 31/12/2018 (C) totale totale

1 80.000.000,00 20.871.697,63 0 26% 0,0% 121 21.000.000,00

2 36.000.000,00 15.499.532,87 2.156.556,22 43% 6,0% 16 10.000.000,00

3 135.000.000,00 5.035.378,55 2.249.401,86 4% 1,7% 365 39.000.000,00

4 61.000.000,00 0 0 0% 0,0% 0 17.000.000,00

5 25.000.000,00 315.000,00 0 1% 0,0% 1 7.000.000,00

6 40.000.000,00 0 0 0% 0,0% 0 11.000.000,00

7 15.545.240,00 4.352.841,49 1.984.356,00 28% 12,8% 18 -

TOT. 392.545.240,00 46.074.450,54 6.390.314,08 12% 1,6% 521 (C) Spesa totale ammissibile dichiarata dai beneficiari all'autorità di gestione

Al 31 dicembre 2016, gli impegni totali ammontano a 46 milioni di euro, pari all’11,7 per cento della dotazione finanziaria complessiva del programma, mentre i pagamenti, ovvero le spese sostenute dai beneficiari finali, appaiono più in ritardo e si attestano a circa 6,4 milioni di euro, pari all’1,6 per cento dell’obiettivo finale. Occorre osservare altresì che le recenti operazioni di apertura dei bandi determineranno nei prossimi mesi sostanziali variazioni in aumento nei valori rappresentati.

83 Solo la T.04.1 «Efficienza energetica di infrastrutture», per la quale la Regione ha emanato la legge regionale 7 dicembre 2016, n. 32 di recepimento della normativa nazionale, è in attesa di definizione presso la Commissione europea alla quale è stata trasmessa data 20 dicembre 2016. Le altre “condizionalità tematiche” invece approvate dalla Commissione Europea – Direzione Generale Politica Regionale e urbana sono, nel dettaglio: • Ricerca e innovazione (T.01.1), approvata con nota dell’11 gennaio 2016; • Infrastrutture di Ricerca e innovazione (T.01.2), approvata con nota del 21 novembre 2016; • Crescita digitale (T.02.1) risulta approvata come da nota del 18 ottobre 2016; • Infrastrutture di reti di accesso di nuova generazione (NGN) (T.02.1) approvata con nota del 12 agosto 2016.

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Dall’analisi dei dati si rileva, comunque, un discreto avvio del programma realizzato anche grazie al miglioramento organizzativo delle attività di valutazione, cui si è pervenuti, sia con l’avvio scaglionato delle diverse linee d’azione, sia con l’apertura di finestre annuali per la presentazione delle domande. Un ulteriore elemento positivo dal punto di vista procedurale è rappresentato dall’utilizzo della modalità “ on-line ” per la gestione dei bandi, che consente di ridurre i tempi e migliorare la qualità delle informazioni contenute nelle domande. Passando all’analisi dei dati relativi ai singoli Assi, occorre segnalare il mancato avvio dell’Asse 4-Energia e dell’Asse 6-Città. Il primo non è ancora entrato in fase operativa in quanto si è reso necessario procedere all’adeguamento della legge regionale in materia di efficienza energetica, non del tutto conforme alla normativa nazionale, modificata di recente. Nonostante l’avvio ritardato, l’avanzamento delle fasi procedurali è in linea con quanto programmato anche nell’ottica del raggiungimento del target intermedio fissato per la fine del 2018. Quanto all’Asse 6-Città, unico Asse pluri-obiettivo del programma, il ritardo nella realizzazione delle fasi iniziali è stato determinato dalla complessità delle azioni propedeutiche necessarie all’attuazione, da parte delle città di Genova, La Spezia, Savona, Sanremo e Imperia (Autorità Urbane–AU), delle previste Strategie di Sviluppo Urbano Integrato Sostenibile (SUIS), le quali sono concentrate sulle tematiche dell’innovazione digitale della Pubblica Amministrazione, dell’efficientamento energetico del patrimonio pubblico, del potenziamento della mobilità sostenibile e della messa in sicurezza dei territori urbanizzati. L’apposita convenzione, che definisce tutte le disposizioni procedurali per l’attuazione della SUIS (compiti, responsabilità, modalità di esecuzione, monitoraggio e rendicontazione) è stata sottoscritta dall’AdG e dalle cinque AU solo recentemente (mese di maggio 2017) e consentirà di procedere alla stessa approvazione delle SUIS da parte delle AU, alla selezione delle operazioni e quindi alla loro realizzazione. Anche in questo caso, il piano degli interventi dovrebbe comunque consentire il raggiungimento degli obiettivi intermedi al 31 dicembre 2018. In relazione all’Asse 1-Ricerca e Innovazione, nel 2016 si sono svolte le operazioni di selezione dei progetti presentati dalle piccole e medie imprese, con attuazione affidata a Fi.L.S.E. S.p.A. in qualità di Organismo Intermedio. Al 31 dicembre 2016 risultano ammessi a finanziamento i primi 121 progetti, per un impegno di circa 20,9 milioni di euro. L’avanzamento finanziario dell’Asse, nel suo complesso, risulta chiaramente idoneo al raggiungimento del target intermedio al 31 dicembre 2018, stabilito in 21 milioni di euro.

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Nell’ambito dell’Asse 2-Agenda digitale, le azioni previste riguardano: • l’intervento infrastrutturale relativo alla Banda Ultra Larga (BUL); • gli interventi legati alla digitalizzazione e innovazione dei processi interni dei vari ambiti della Pubblica Amministrazione, ivi compreso l’intervento legato al Fascicolo Sanitario Elettronico; • gli interventi legati a servizi e applicazioni di e-government per la realizzazione di servizi interoperabili, integrati e soluzioni integrate per le smart cities and communities . In relazione alle due ultime tipologie, sono state approvate le “Prime attività per l’attuazione della Strategia Digitale della Regione Liguria 2016–2018” 84 , che hanno identificato gli interventi da attuarsi, in parte relativi alla diffusione delle tecnologie informatiche per l’ e-government , l’ e-learning , l’ e-inclusion , l’ e-culture e l’ e-health , in parte all’utilizzo della banda larga e delle reti ad alta velocità per sostenere l’adozione di tecnologie future ed emergenti e di reti in materia di economia digitale. Tutti gli interventi sono a titolarità regionale ma con attuazione affidata alla società in house Liguria Digitale S.C.p.A. Con riferimento particolare agli interventi per la realizzazione dell'infrastruttura connessa alla Banda Ultra Larga, che hanno come finalità la riduzione dei divari digitali nei territori e la diffusione di connettività in banda ultra larga, competente per l’attuazione delle misure è il Ministero dello Sviluppo Economico, che si avvale della società in house Infratel Italia S.p.A. per il coordinamento delle attività di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti. Nel mese di agosto dello scorso anno, la Regione Liguria ed il suddetto Ministero hanno stipulato l’Accordo di Programma che disciplina gli interventi di realizzazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture in banda ultra larga di interesse regionale e determina le relative fonti di finanziamento e modalità operative degli interventi. Per tale operazione sono state destinate non solo le risorse del POR FESR e del PSR, ma anche ulteriori risorse nazionali, per complessivi 74 milioni di euro a favore della Liguria ed in ragione dell’ammontare delle risorse attivate, il progetto è stato individuato quale “Grande Progetto”. Nel mese di novembre 2016 si è quindi proceduto alla modifica del Programma operativo nazionale (PO), in relazione all'introduzione del Grande progetto nazionale “Banda Ultra Larga” (BULL), inizialmente non prevista in relazione alle risorse specifiche del Programma e successivamente è stato affidato a Liguria Digitale un

84 Deliberazione di Giunta regionale. n. 1486 del 29 dicembre 2015 e Deliberazione di Giunta regionale. n. 755 del 5 agosto 2016.

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incarico 85 , in coordinamento con il MISE/Infratel, relativo ad azioni complementari per la Banda Ultra Larga Liguria per un importo pari a circa euro 500.000. Anche se al momento della stesura della presente relazione non si riscontrano problemi significativi, la scelta di aderire al Grande Progetto Nazionale, con conseguente necessità di revisione dell’intervento e dei suoi contenuti, oltre che dei relativi target , potrebbe determinare slittamenti nell’attuazione del progetto stesso. In relazione alle azioni realizzate nell’ambito dell’Asse 3–Competitività delle imprese, i risultati conseguiti a fine 2016 sono essenzialmente riconducibili ai primi tre bandi relativi all’acquisto di sistemi di auto protezione, prevenzione e mitigazione dei danni da calamità alluvionali e sostegno alla ripresa degli investimenti produttivi delle PMI. Inoltre l’azione destinata a favorire l’accesso al credito garantito e agevolato alle imprese artigiane è stata avviata ad inizio 2016, con impegno di risorse pari a 1 milione di euro a favore del gestore Artigiancassa S.p.A., soggetto individuato tramite gara ad evidenza pubblica per l’attuazione di tale intervento. Risulta ancora lontano dal valore target dell’Asse per fine 2018 l’indicatore finanziario delle spese totali ammissibili registrate nel sistema di monitoraggio e certificate, pari a fine 2016 a 2,25 milioni di euro rispetto dei 39 milioni di euro stabiliti e che, in ogni caso, l’AdG ritiene di poter raggiungere in considerazione dei bandi di recente avvio. Le risorse allocate sull’Asse 5–Difesa del suolo, sono state utilizzate nel 2016 per il finanziamento di interventi di messa in sicurezza, prevenzione ed allerta. In particolare, è stato approvato l'avviso pubblico destinato a Enti Pubblici, per acquisire proposte di interventi di messa in sicurezza e aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico 86 e sono state individuate le istanze ammissibili e i primi interventi da finanziare 87 . Nello stesso provvedimento di approvazione si dispone l’affidamento a Liguria Digitale S.c.p.A., con un impegno pari a 315 migliaia di euro dell’incarico per la realizzazione del progetto “ Info & Alert ”, consistente in un sistema di allertamento verso le Amministrazioni comunali e da queste ai cittadini in grado di: • consentire di valutare i punti di vulnerabilità della catena tecnologica- informativa di allerta e di rafforzare il sistema; • agevolare la Protezione Civile nell’espletamento delle sue funzioni di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico con procedure informatizzate

85 Decreto del Direttore n. 6015 del 13 dicembre 2016 86 Deliberazione di Giunta regionale n. 495 del 27 maggio 2016. 87 Deliberazione di Giunta regionale n. 1362 del 30 dicembre 2016.

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e mediante il rafforzamento delle procedure di gestione della Sala Operativa Regionale con relativo potenziamento delle dotazioni hardware; • permettere ai Sindaci di inviare messaggi multicanale di avviso alla popolazione residente. In termini di valutazione dell’avanzamento finanziario dell’Asse occorre rilevare che il valore degli impegni assunti al termine dell’esercizio risulta fortemente sottodimensionato rispetto al target intermedio al 31 dicembre 2018 (7 milioni di euro). Ciò nondimeno, la scelta operata dall’AdG di suddividere gli interventi infrastrutturali, di attuazione più complessa, in due tranches , dovrebbe consentire il raggiungimento degli obiettivi finanziari, relativi sia alla prima milestone che al target finale al 31 dicembre 2023. Con tale finalità è stata introdotta una penale a carico degli enti assegnatari, pari al 10 per cento del contributo, nel caso di non rispetto dei termini di attuazione al 31 dicembre 2018. Le risorse destinate all’Asse 7–Assistenza Tecnica finanziano sia attività tradizionali, come assistenza alla programmazione e gestione, valutazione, monitoraggio, comunicazione, rafforzamento delle strutture organizzative delle amministrazioni coinvolte nell'attuazione del Programma, sia attività di assistenza e affiancamento nella progettazione e realizzazione degli interventi, a supporto di enti locali, consorzi e associazioni partecipanti a vario titolo all’attuazione del Programma. Inoltre le risorse potranno essere utilizzate anche per dare attuazione al Piano di Rafforzamento Amministrativo. Nel corso del 2016, sono state realizzate le seguenti attività, che vanno ad integrare quanto già avviato nel 2015: • conferimento incarico in house alla Società Liguria Ricerche S.p.A., avente per oggetto l’attività di assistenza tecnica alle funzioni dell’Autorità di Certificazione POR FESR 2014-2020, per un periodo di tempo di ventiquattro mesi; • conferimenti di incarichi a professionisti per supporto tecnico a favore di progetti di ricerca innovazione e trasferimento tecnologico; • conferimento di vari incarichi in house alla Società Liguria Digitale S.c.p.A per l'adeguamento del sistema informatico alle esigenze di gestione del Programma (bandi on-line , sistema interrogazione dati per le domande degli EE.LL., eccetera); • conferimento di incarico in house alla Società Liguria Digitale S.C.p.A a supporto del piano di comunicazione del POR FESR 2014-2020; • svolgimento da parte di personale regionale dell'autorità di gestione di verifiche in loco relative ai controlli di primo livello, per le attività di monitoraggio degli

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interventi e la partecipazione ad incontri e comitati indetti da ministeri e Commissione europea. Dal punto di vista dei destinatari delle risorse dell’Asse 7, dunque, si rileva che nel 2016 sono stati affidati servizi a titolo di assistenza tecnica alle seguenti società regionali qualificate in house : Liguria Digitale S.c.p.A. (sette incarichi per complessivi euro 1.001.795); Liguria Ricerche S.p.A. (un incarico per euro 220.543). Nel complesso dall’inizio del periodo di programmazione, sono stati conferiti incarichi a società in house per complessivi euro 4.143.154,39, corrispondenti al 94 per cento delle risorse impegnate fino al 31 dicembre 2016 sull’Asse in esame. Il restante 6 per cento, pari a euro 276.355 è stato utilizzato per esternalizzare servizi connessi principalmente alla Strategia di comunicazione approvata dalla Regione Liguria in conformità alla regolamentazione comunitaria.

5.5.3 Esame approfondito di un’operazione selezionata come campione: “Città di Genova: sinergia tra operazioni Asse 6-Città e azioni PON Metro

In analogia con il criterio di analisi già avviato, anche con riferimento alla nuova programmazione relativa al periodo 2014-2020 questa Sezione si propone di selezionare alcune operazioni maggiormente significative che possano costituire l’oggetto di un esame più approfondito, sia per l’entità delle risorse destinate al loro finanziamento, sia per la presenza di elementi caratteristici, ritenuti particolarmente interessanti a fini istruttori. Per quest’anno per la specifica indagine sono state considerate le azioni del POR Liguria FESR 2014-2020 finalizzate all’attuazione della Strategia Urbana Integrata Sostenibile (S.U.I.S.) nell’ambito dell’Asse 6–Città, unico asse pluri-obiettivo del programma. L’Autorità Urbana di Genova è l’unica a essere inserita nel Programma Operativo Nazionale “Città metropolitane” 2014-2020 (PON METRO) gestito dall’Agenzia per la Coesione Territoriale. Il PON METRO è lo strumento per attuare la strategia urbana nelle città metropolitane, con l’obiettivo di migliorare i servizi urbani e la qualità della vita. Nel caso della Città Metropolitana di Genova si attua attraverso operazioni coerenti con i seguenti Obiettivi tematici: • OT2: Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime; • OT4: Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori;

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• OT9: Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione. Fin dalla fase di elaborazione del POR Liguria FESR 2014-2020 è stata operata da parte della Regione la scelta, di concerto con il Comune di Genova, di costruire un programma integrato che potesse trovare attuabilità sfruttando i due diversi canali di finanziamento, regionali (appunto il POR FESR) e nazionali (il suddetto PON METRO). Tenuto conto che, tra gli ambiti territoriali interessati da quest’ultimo, era ricompreso il sistema della Val Bisagno, si è convenuto, stante le numerose e diversificate problematicità presenti, di sceglierlo quale ambito territoriale ove dare attuazione a detto programma integrato. Considerato che tra i contenuti dell’OT4 del PON METRO il Comune di Genova intende realizzare interventi finalizzati al miglioramento della mobilità sostenibile lungo la viabilità che corre parallela al Torrente Bisagno e che nello stesso programma operativo nazionale non è contemplato l’OT5–“Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi”, attivato, invece, nel POR FERS LIGURIA, si è operata la scelta di concentrare le attività da finanziarsi su quest’ultimo programma limitatamente a operazioni in ambito tematico OT5. Considerato che il torrente Bisagno costituisce ancora oggi, nelle more dell’ultimazione dei lavori di adeguamento di copertura e della realizzazione degli scolmatori del Rio Fereggiano e del Bisagno stesso, una vera e propria emergenza idraulica per l’elevata suscettibilità al rischio di esondazione, nel POR Liguria FESR, quindi, le risorse destinate a Genova serviranno per dare attuazione a operazioni finalizzate ad aumentare i livelli di prevenzione e di sicurezza dai rischi idraulici del relativo bacino idrografico. Dette operazioni si pongono in modo propedeutico, sinergico e complementare con quanto sarà realizzato in termini di miglioramento della mobilità attraverso le risorse del PON METRO. Tale iniziativa ha trovato la condivisione da parte della Direzione Generale della Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea (DG REGIO), già nelle fasi di negoziato propedeutiche alla definitiva stesura del POR Liguria FESR, per poi essere riconosciuta anche dall’Agenzia per la Coesione Territoriale quale virtuosa metodologia di programmazione integrata tra fondi diversi che concorrono a risolvere problematiche differenti in un medesimo e ben definito ambito territoriale. L’attuazione delle singole operazioni attivabili dal Comune di Genova si svolgerà nell’arco delle prossime annualità, secondo cronoprogrammi ancora in fase di perfezionamento, in coerenza con la complessità degli interventi di prevenzione e

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difesa idraulica da porre in atto, nonché con il rispetto delle disposizioni del nuovo Codice degli Appalti. Il Comune di Genova ha, comunque, già svolto un percorso di coinvolgimento della comunità locale cui ha sottoposto i contenuti del programma che intende portare avanti, per una condivisione degli obiettivi e delle azioni. Per consentire un rapido avvio, su iniziativa dell’Autorità di Gestione del POR Liguria FESR la Regione ha recentemente provveduto a 88 : • definire le risorse complessive, comprensive del cofinanziamento del 30 per cento a carico del Comune di Genova; • assegnare il contributo pari a euro 4.593.750; • designare, ai sensi dell’art 7, paragrafo. 4 del Reg. (UE) 1301/2013, l’Autorità Urbana (AU) di Genova, quale Organismo Intermedio (O.I.), per la parte relativa alla sola selezione delle operazioni; • ha fissato dall’1 giugno 2017 al 30 settembre 2017 il periodo di presentazione da parte della AU di Genova della domanda di finanziamento. Il Comune sta predisponendo i progetti di fattibilità tecnica ed economica. Occorre infine segnalare che, al fine di assicurare il raggiungimento del target finanziario al 31 dicembre 2018, la Regione ha stabilito in 2,5 milioni di euro l'importo minimo di spesa che l'AU di Genova dovrà garantire quale spesa quietanzata al 31 dicembre 2018, necessariamente riferita alle operazioni selezionate nella S.U.I.S. di competenza e integralmente attuate, anche per lotti funzionali. Pertanto, qualora non venisse garantito il raggiungimento del suddetto importo, si potrà procedere a una ridefinizione del contributo assegnato al Comune di Genova. Inoltre l'assegnazione a favore dell'Autorità Urbana di Genova delle risorse relative alla "riserva di efficacia dell'attuazione", è stata rinviata al momento in cui la stessa sarà resa disponibile a seguito di decisione della Commissione Europea nel 2019, subordinatamente al positivo raggiungimento da parte della medesima dei risultati conseguiti alla fine del 2018. Nel riquadro sottostante si riassumono i principali elementi informativi riguardanti l’operazione in questione.

88 con Deliberazione di Giunta regionale n. 398 del 19 maggio 2017.

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SOGGETTI COINVOLTI NELL’ESECUZIONE CON INDICAZIONE DEI RISPETTIVI RUOLI Struttura organizzativa POR Liguria FESR Comune di Genova Il Comune di Genova, in qualità di Autorità Urbana: svolge le funzioni di Organismo intermedio, limitatamente alla selezione delle operazioni, ai sensi dell’art. all’art 7, paragrafo 4 del Reg. (UE) 1301/2013, e successivamente svolge quello di soggetto attuatore (stazione appaltante) delle operazioni selezionate; Regione Liguria Nello specifico: • il Settore Competitività del Dipartimento Sviluppo Economico, in qualità di Autorità di Gestione-AdG, svolge attività di coordinamento, erogazione contributo, controllo di I° livello; • il settore Staff del Dipartimento Sviluppo Economico (Regione Liguria), in qualità di Autorità di Certificazione–AdC, svolge attività di certificazione delle spese ammesse e sostenute dai beneficiari; • il Settore Controllo finanziario della Direzione centrale finanza, bilancio e controlli, in qualità di Autorità di Audit–AdA: svolge attività di controllo di II° livello. Struttura organizzativa PON METRO Agenzia per la Coesione Territoriale Nello specifico: • Autorità di Gestione-d • Autorità di Certificazione - AdC Ministero Economia e Finanze Nello specifico Autorità di Audit-AdA per mezzo di Ragioneria Generale dello Stato-IGRUE. Città Metropolitana di Genova Nello specifico Organismo intermedio.

FONTI DI FINANZIAMENTO DEL PROGETTO POR Liguria FESR 2014-2020 - Asse 6-Città Per garantire l’attuazione delle operazioni finalizzate all’Obiettivo Tematico OT5 – “Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi”, complementari e sinergiche a quelle del PON METRO, è stata prevista una dotazione complessiva di risorse di investimento, comprensiva del cofinanziamento del 30% a carico del Comune di Genova, di € 6.562.500,00, al netto della “riserva di efficacia dell'attuazione”, pari quest’ultima a € 437.500,00, cui corrisponde un contributo assegnato di € 4.593.750,00 (70% della dotazione di € 6.562.500,00 sopra fissata), al netto della “riserva di efficacia dell'attuazione”, pari a € 306.250,00; PON METRO Il PON Metro prevede l’attuazione di un articolato sistema di operazioni ascrivibili ai 3 Obiettivi Tematici selezionati, mediante l’assegnazione di risorse complessive per € 37.770.000,00, al netto della riserva di efficacia, quest’ultima pari a € 2.448.000,00, così articolate: a) OT2 - Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime: € 10.000.000,00; b) OT4 - Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori € 14.929.399,00, di cui: • € 10.113.464,00, per interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e del sistema di illuminazione pubblica; • € 4.815.935,00, per interventi sulla mobilità;

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c) OT9 - Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione, € 11.790.601,00, di cui: • € 9.830.385,00, per interventi di politica sociale per famiglie con fragilità economica e per comunità emarginate; • € 1.960.216,00, per interventi di recupero alloggi di edilizia residenziale pubblica.

IL POR FSE Liguria 2014-2020 “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”

5.6.1 La dotazione finanziaria del programma e il sistema di gestione e controllo

Nel corso del 2016 la dotazione finanziaria del programma operativo finanziato dal Fondo sociale europeo per il periodo 2014-2020 (POR FSE Liguria 2014-2020) 89 e ripartite fra i cinque Assi prioritari di intervento 90 non ha subito modifiche nel corso del 2016 ed è rappresentata dalla seguente tabella, in cui si dà anche evidenza, tra l’altro, della ripartizione del cofinanziamento nazionale tra Stato (70 per cento) e Regione (30 per cento), nonché della quota complessiva di risorse che nel corso dell’attuazione del programma entrerà nella disponibilità dell’Autorità di Gestione a condizione che siano via via soddisfatti gli obiettivi intermedi richiesti dalla “riserva di efficacia”.

89 Approvato dalla Commissione con Decisione C(2014) 9752 del 12/12/2014, si articola su 4 Assi prioritar 90 Asse 1-Occupazione, Asse 2-Inclusione sociale e lotta alla povertà, Asse 3-Istruzione e formazione, Asse 4-Capacità istituzionale e amministrativa, Asse 5-Assistenza Tecnica.

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Tab. n. 68 - POR CRO FSE Liguria 2014-2020 - dotazione finanziaria

FINANZIAMENTO PUBBLICO TOTALE (E) = (A) + (D) QUOTA QUOTA TOTALE RISORSE FSE COFINANZIAMENTO COFINANZIAMENTO COFINANZIAMENTO ASSE (A) STATALE REGIONALE NAZIONALE RISERVA DI DOTAZIONE (B) (C) (D) = (B) + (C) EFFICACIA TOTALE PRINCIPALE DELL'ATTUAZIONE (H) = (F) + (G) (F) (G)

1 78.886.211,00 55.220.347,70 23.665.863,30 78.886.211,00 147.455.170,00 10.317.252,00 157.772.422,00

2 35.454.477,00 24.818.133,90 10.636.343,10 35.454.477,00 66.654.416,00 4.254.538,00 70.908.954,00

3 54.954.439,00 38.468.107,30 16.486.331,70 54.954.439,00 103.314.346,00 6.594.532,00 109.908.878,00

4 886.362,00 620.453,40 265.908,60 886.362,00 1.666.360,00 106.364,00 1.772.724,00

5 7.090.895,00 4.963.626,50 2.127.268,50 7.090.895,00 14.181.790,00 0,00 14.181.790,00

TOT 177.272.384,00 124.090.668,80 53.181.715,20 177.272.384,00 333.272.082,00 21.272.686,00 354.544.768,00

Fonte: Elaborazione Corte dei conti-Sezione regionale di controllo per la Liguria sulla base dei dati del POR FSE Liguria 2014-2020.

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Nell’anno 2016 le autorità del programma sono rimaste immutate e pertanto l’Autorità di Gestione è rappresentata dal dirigente pro tempore del Settore Sistema Regionale della Formazione del Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro, l’Autorità di Certificazione è il dirigente pro tempore “Staff del Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro” di tale Dipartimento, infine l’Autorità di Audit è il dirigente pro tempore del Settore Controllo Finanziario della Direzione Centrale Finanza, Bilancio e Controlli. 91 Il 30 novembre 2016 è stata approvata la legge regionale n. 30, con la quale è stata istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento (ALFA), che a far data dal primo gennaio 2017, ai sensi dell’articolo 2, subentra a titolo universale nei rapporti giuridici attivi e passivi di ARSEL, precedentemente designata come Organismo Intermedio (O.I.) con Deliberazione di Giunta regionale n. 1029 del 28 settembre 2015. Nell’ambito della sistematizzazione regolamentare portata avanti dall’Autorità di Gestione si segnalano in particolare l’approvazione delle “Modalità operative per l’esecuzione dei compiti dell’Autorità di Gestione e degli Organismi Intermedi” 92 , del “Manuale per la presentazione, gestione e rendicontazione delle operazioni finanziate dal POR FSE 2014-2020 della Regione Liguria” 93 e del Documento descrittivo delle procedure idonee a identificare le attività potenzialmente soggette all’insorgenza dei rischi 94 , che rappresentano, insieme con il sistema di gestione e controllo (SIGECO), gli strumenti principali per un’efficacia e corretta attuazione del Programma. All’inizio del 2017, sono state inoltre approvate le “Linee guida della Regione Liguria per la formazione continua e permanente” 95 con le quali si forniscono indicazioni operative, principi e criteri di attuazione che dovranno necessariamente essere rispettate dall’Organismo Intermedio nell’attuazione delle iniziative in esso previste e contemplate. In particolare l’O.I. sarà responsabile della progettazione operativa, della realizzazione dell’intervento e di tutte le altre attività connesse così come declinate nell’Accordo sottoscritto con l’A.d.G. FSE Regione Liguria in data 1 ottobre 2015.

91 Il procedimento di designazione dell’Autorità di Gestione e dell’Autorità di Certificazione del Programma Operativo FSE 2014/2020 si è completato in data 30 novembre 2016 con l’emissione da parte dell’Autorità di Audit di “parere senza riserve” e perfezionato con provvedimento della Giunta regionale n. 1172 del 20 dicembre 2016. 92 Deliberazione di Giunta Regionale 3 novembre 2016 n. 1021 93 Decreto Dirigenziale 7 novembre 2016 n. 5117 94 Nota AdG prot. n. IN/2016/21446 del 8 novembre 2016 95 Deliberazione di Giunta Regionale 20 gennaio 2017, n. 45

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5.6.2 Stato di attuazione del programma

Il 2016 ha visto un ampliamento considerevole delle procedure attivate nell’ambito del POR FSE Liguria 2014-2020, ma soltanto una porzione delle procedure di attivazione adottate, che nel complesso hanno permesso di movimentare oltre 100 milioni di euro in circa 2 anni di effettiva operatività del programma, ha dato luogo a impegni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2016.

Tab. n. 69 -Avanzamento finanziario e fisico del POR FSE 2014-2020

Impegni Pagamenti FINANZIAMENTO IMPEGNI AL PAGAMENTI AL su Numero di Target su finanz. ASSE PUBBLICO 31/12/2016 31/12/2016 finanz. operazioni intermedio al pubblico TOTALE (A) (B) (C) pubblico selezionate 31/12/2018 totale totale

1 157.772.422,00 29.973.856,55 4.682.856,65 19% 3,0% 195 19.620.449,12

2 70.908.954,00 8.349.867,31 2.482.620,04 12% 3,5% 144 8.818.179,42

3 109.908.878,00 27.474.074,42 2.515.272,18 25% 2,3% 394 13.668.178,01

4 1.772.724,00 0,00 0,00 0% 0,0% 0 128.007,63

5 14.181.790,00 2.033.276,22 675.303,29 14% 4,8% 19 n/a

TOT. 354.544.768,00 67.831.074,50 10.356.052,16 19% 2,9% 752 Fonte: Elaborazione Corte dei conti-Sezione regionale di controllo per la Liguria

Come si rileva dalla tabella, si tratta nello specifico di circa 68 milioni di euro, corrispondenti al 19 per cento del piano finanziario complessivo del POR, derivanti dall’ammissione a finanziamento di 752 operazioni, selezionate, per lo più, in esito agli avvisi pubblici emanati alla fine del 2015. Si sottolinea infine che al 31 dicembre 2016 non sono ancora stati attivati strumenti finanziari. Passando all’esame specifico per singolo Asse, alla data del 31 dicembre 2016, le risorse mobilitate sull’Asse 1–Occupazione ammontavano a circa 31,8 milioni di euro, distribuite tra le quattro priorità di investimento (PdI) individuate dal Programma, con un incremento rispetto all’anno precedente di 13,3 milioni di euro. La parte più consistente di dette risorse fa riferimento alle priorità finalizzate alla lotta alla disoccupazione di lunga durata ed al sostegno dell’occupazione giovanile. Le due priorità di investimento, nel complesso, hanno potuto fare affidamento su ulteriori 10,8 milioni rispetto al 2015 e hanno beneficiato di due importanti iniziative attivate nel 2016: " Start & Growth " rivolta a giovani e adulti disoccupati di lunga durata per l’accompagnamento alla creazione d’impresa e il bando "Piano di crescita blu" destinato alla formazione e qualificazione di giovani e adulti per l’inserimento occupazionale nel settore dell’economia del mare.

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Sull’Asse 2–Inclusione sociale e lotta alla povertà, le risorse mobilitate alla data del 31 dicembre 2016 ammontavano a circa 25 milioni di euro, tutte allocate sulla priorità di investimento finalizzata a promuovere l’inclusione attiva delle categorie a maggiore rischio di esclusione sociale. Nel 2016, in particolare, è stata avviata l’iniziativa "Abilità al plurale" che, facendo tesoro dell’esperienza della passata programmazione e di un importante lavoro di concertazione con il partenariato, promuove percorsi integrati di inserimento socio lavorativo per le persone in situazione di svantaggio. Nell’ambito dell’Asse 3–Istruzione e formazione professionale, le risorse mobilitate alla data del 31 dicembre 2016 ammontavano a oltre 41 milioni di euro, distribuite su tutte e tre priorità di investimento (PdI) individuate dal Programma. La quota più cospicua di tali risorse è stata attribuita alla PdI, focalizzata su misure a prevenzione della dispersione scolastica, che ha beneficiato di circa 21 milioni di euro per la realizzazione di percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e il conseguimento di una qualifica professionale in ambiti caratterizzati da una domanda di lavoro sostenuta in ambito locale/regionale e spendibile sull'intero territorio nazionale. Nel corso del 2016 sono state anche stanziate le prime risorse finalizzate al miglioramento della qualità e dell'efficacia dell'istruzione superiore e di livello equivalente e l'accesso alla stessa, al fine di aumentare la partecipazione e i tassi di riuscita specie per i gruppi svantaggiati, attraverso l’approvazione del Piano territoriale 2016-2018 per l’Istruzione tecnica superiore e del relativo invito per un ammontare di circa 2,5 milioni di euro. Per l’Asse 4-Capacità istituzionale e amministrativa non risultavano ancora mobilitate risorse. L’asse, pur rilevante in una prospettiva di medio periodo anche alla luce degli impegni assunti con l’approvazione del PRA, non rientra infatti tra le priorità di intervento per il primo periodo di attuazione del POR. La sua operatività sarà in tutti i casi assicurata nel corso dei prossimi anni, anche sulla scorta delle specifiche esigenze che potranno emergere in esito alle stesse attività di monitoraggio del PRA come anche dei fabbisogni connessi al processo di riassegnazione del personale, prima operante presso le Province, nelle materie oggetto del cofinanziamento del FSE. L’Asse 5-Assistenza tecnica, nel 2016 ha fatto registrare un notevole incremento delle risorse movimentate. Innanzitutto, è stata affidata in house l’assistenza tecnica per il sistema informativo del FSE, che ha visto lo sviluppo di specifiche componenti che, nel rispetto di un disegno generale rispondente alle prescrizioni stabilite dalla regolamentazione

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europea, ha attribuito priorità alle applicazioni deputate a supportare le fasi di definizione di procedure di attivazione, operazioni, progetti, indicatori, certificazione della spesa e piano dei conti. È stata inoltre ampliata la dotazione finanziaria per le attività di assistenza tecnica a favore dell’Organismo Intermedio per tutto il periodo di programmazione, oltre al supporto istituzionale assicurato dall’Associazione Tecnostruttura, società in house delle Regioni per il FSE. Nell’ambito delle attività previste dal Piano di valutazione del Programma, approvato dal Comitato di Sorveglianza, è stata affidata in house l’assistenza tecnica per il supporto alla programmazione e al monitoraggio delle politiche formative e non formative attivate con finanziamenti pubblici, finalizzata principalmente alla valutazione degli esiti occupazionali di tali politiche, all’analisi dei fabbisogni emergenti dal mercato del lavoro e della rispondenza a quest’ultimi delle iniziative finanziate e programmate. Infine con riferimento alla Strategia di comunicazione, anch’essa approvata dal Comitato di Sorveglianza, sono stati affidati incarichi per la comunicazione di iniziative particolari cofinanziate con il FSE, la promozione e diffusione delle opportunità offerte dal FSE e la definizione di un piano di comunicazione comune tra i fondi SIE a livello regionale. In conclusione, occorre ricordare come l’avvio della programmazione 2014-2020, sia stato condizionato da diversi fattori, che ne hanno ritardato la partenza., ed in particolare da: • il ritardo nell’approvazione del programma, avvenuta solo il 12 dicembre 2014, che ha sostanzialmente precluso la possibilità di intervenire durante il 2014; • il ritardo nella formalizzazione della designazione delle autorità di Gestione e di Certificazione, avvenuta solamente a dicembre 2016, che ha comportato l’impossibilità di presentare domande di pagamento intermedio prima della fine dell’anno. Pertanto, nonostante l’intensa attività di programmazione, che ha permesso di mettere in circolo tra il 2015 e il 2016 circa 102 milioni di euro (pari al 29 per cento della dotazione finanziaria del POR), i progressi in termini di realizzazione registrano un certo ritardo che si ripercuote inevitabilmente sulla capacità di certificazione alla UE da parte della Regione. Oltre agli elementi sopra citati un ulteriore aspetto che ha condizionato il primo periodo di attuazione è il nuovo assetto di competenze nelle materie oggetto del cofinanziamento del FSE scaturito dalla legge regionale 10 aprile 2015, n. 15 che ha riportato in capo alla Regione, che le esercita per tramite di ALFA (già ARSEL), le funzioni relative alla formazione professionale precedentemente conferite alle province.

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A fronte di una programmazione effettivamente avviata solo a marzo 2015 96 , la maggioranza delle operazioni ha trovato attuazione solamente nel 2016, con conseguente slittamento in avanti della spesa sostenuta dai beneficiari. La Regione sta lavorando in un’ottica di programmazione delle iniziative a più ampio raggio con l’attivazione di piani di intervento e l’emanazione di linee guida indirizzate all’O.I. per meglio governare l’azione sul territorio che, proprio a causa del nuovo assetto, risente di un certo ritardo nell’attuazione. Questa modalità è stata adottata sin dalle prime fasi successive all’adozione del Programma quando l’AdG ha sviluppato i primi dispositivi per predisporre l’infrastruttura organizzativa, gestionale e procedurale prevista dalle norme dell’UE e necessaria per l’avvio delle attività. In considerazione del grado di raggiungimento dei target di spesa e di realizzazione fisica contenuti nel Quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione del POR al termine del 2016, durante il 2017 sarà verificata la coerenza e la robustezza del Performance Framework 97 per intervenire con eventuali correzioni in alcuni dei target in esso presenti.

96 Deliberazione di Giunta regionale n. 540 del 27 marzo 2015, recante “Linee di indirizzo per l’avvio del Programma Operativo FSE 2014-2020. 97 Il Performance Framework identifica il quadro di riferimento dell'efficacia dell'attuazione dei Programmi Operativi. È un nuovo adempimento previsto dalla programmazione comunitaria 2014-2020, finalizzato a rafforzare il legame tra gli obiettivi fissati attraverso i Programmi Operativi e i risultati effettivamente conseguiti dagli stessi, così da migliorarne l'efficacia. Si tratta di un set di indicatori fisici e finanziari previsti dai Programmi Operativi stabiliti a livello di Asse in modo significativo rispetto agli interventi promossi nei PO, per i quali sono fissati dei valori intermedi ( milestone ) e dei target finali da raggiungere, rispettivamente, entro il 2018 e il 2023 per il conseguimento di un plafond, pari al 6 per cento del valore del Programma, chiamato riserva di efficacia dell'attuazione. Il quadro di riferimento dell'efficacia dell'attuazione riguarda tutti gli Assi di un Programma Operativo, escluso l'Asse relativo all'Assistenza tecnica che non concorre al conseguimento della riserva.

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Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Liguria. Dotazione finanziaria e attuazione del programma

Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Liguria (PSR Liguria 2014-2020) non ha subito modifiche nel corso 2016, sia in relazione alle risorse finanziarie programmate, sia in relazione al sistema di gestione e controllo, già illustrato nella apposita sezione della Relazione allegata al Giudizio di parificazione del Rendiconto 2015. Più precisamente, nel 2016 è stata avviata la procedura per la modifica del Programma, che però si è conclusa nel 2017, con la decisione della Commissione europea n. C(2017) 1046 dell’8 febbraio 2017. Nella tabella che segue si riporta il Piano finanziario suddiviso per priorità 98 e per fonti di provenienza delle risorse.

98 Le Priorità hanno la seguente denominazione: 1) innovazione nel settore agro-forestale; 2) competitività; 3) organizzazione delle filiere e gestione dei rischi; 4) conservazione degli ecosistemi agro-forestali (biodiversità, acqua, suolo); 5) uso efficiente delle risorse e riduzione dei cambiamenti climatici; 6) sviluppo economico delle zone rurali e inclusione sociale.

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Tab. n. 70 – PSR LIGURIA 2014-2020 - Piano finanziario

Finanziamento pubblico totale (e) = (a) + (d) Quota Quota Totale Risorse FEASR cofinanziamento cofinanziamento cofinanziamento Priorità (a) statale regionale nazionale Riserva di Dotazione (b) (c) (d) = (b) + (c) efficacia Totale principale dell'attuazione (h) = (f) + (g) (f) (g)

1 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2 45.240.748,00 42.013.476,40 18.005.775,60 60.019.252,00 102.436.183,72 2.823.816,28 105.260.000,00 3 12.502.882,00 11.610.982,60 4.976.135,40 16.587.118,00 28.309.600,84 780.399,16 29.090.000,00 4 42.672.693,00 39.628.614,90 16.983.692,10 56.612.307,00 96.621.475,40 2.663.524,60 99.285.000,00 5 10.686.977,00 9.924.616,10 4.253.406,90 14.178.023,00 24.197.945,17 667.054,83 24.865.000,00 6 19.068.077,00 17.707.846,10 7.589.076,90 25.296.923,00 43.174.817,50 1.190.182,50 44.365.000,00 Altro* 42.980,00 39.914,00 17.106,00 57.020,00 100.000,00 100.000,00 A.T.** 4.617.643,00 4.288.241,30 1.837.817,70 6.126.059,00 10.743.702,00 10.743.702,00

Totale 134.832.000,00 125.213.691,40 53.663.010,60 178.876.702,00 305.583.724,63 8.124.977,37 313.708.702,00 generale Fonte: Settore Politiche Agricole e della Pesca

* La voce “altro” attiene ad una piccola cifra necessaria per pagare impegni sorti nella vecchia programmazione e non riferibili a nessuna priorità della nuova programmazione (si tratta della “vecchia” misura del prepensionamento – misura 113 del PSR 2007-2013).

** L’ultima voce (A.T.) riguarda l’assistenza tecnica.

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Come già precisato nella Relazione allegata al Giudizio di parificazione dello scorso anno, si segnala che la Priorità 1 non ha una specifica allocazione finanziaria in quanto, avendo carattere trasversale, la sua dotazione finanziaria deriva dalle assegnazioni finanziarie nelle altre priorità.

5.7.1 Avanzamento finanziario e fisico

Per l’anno 2016, gli unici dati di attuazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 sono tutti ancora riferibili al periodo di programmazione 2007-2013 (cd. transizione). Riguardo al periodo di programmazione 2014-2020 non sono neanche disponibili i dati sulle domande selezionate. Nella tabella che segue sono rappresentati i valori relativi alla spesa pubblica effettivamente sostenuta, così come sviluppata dai rimborsi della quota comunitaria effettuati dalla Commissione Europea al pertinente Organismo Pagatore (AGEA), rapportati all’ammontare del finanziamento pubblico programmato.

Tab. n. 71 -Avanzamento finanziario al 31 dicembre 2016

Spesa Tasso di Spesa pubblica Target pubblica realizzazione al Priorità programmata intermedio al sostenuta 31/12/2016 (a) 31/12/2018 (b) (b)/(a)

2 105.260.000,00 3.383.350,74 3,21% 26% 3 29.090.000,00 148.369,17 0,51% 10% 4 99.285.000,00 2.941.522,59 2,96% 30% 5 24.865.000,00 61.814,36 0,25% 10% 6 44.365.000,00 1.018.570,27 2,30% 9% Altro* 100.000,00 0,00 0,00% - A.T.** 10.743.702,00 0,00 0,00% - Totale 313.708.702,00 7.553.627,13 2,41% Fonte: Elaborazione Corte dei conti-Sezione regionale di controllo per la Liguria

I dati mostrano che i pagamenti effettuati al 31 dicembre 2016 ammontano a 7,6 milioni di euro di spesa pubblica totale (3,2 milioni di euro di quota FEASR), corrispondenti ad un tasso di esecuzione finanziaria del programma del 2,4 per cento. In questa fase iniziale, i pagamenti a valere sul PSR 2014-2020 hanno interessato soprattutto le misure volte a potenziare la redditività e la competitività dell'agricoltura e a promuovere le tecnologie innovative per le aziende agricole (P2), nonché a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura (P4): sul totale delle spese sostenute, infatti, le priorità 2 e 4 pesano, rispettivamente, per il 45 per cento e per il 39 per cento.

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Considerato il basso tasso di esecuzione, occorre soffermarsi sulle problematiche e criticità incontrate nell’esecuzione del programma. La scarsa significatività degli indici di realizzazione del programma dipende, anzitutto, dal notevole ritardo con cui è partita la fase di attuazione del medesimo. A parziale giustificazione di tale ritardo si deve segnalare il lungo iter di approvazione rispetto ai tempi inizialmente previsti, conclusosi con la decisione della Commissione europea C (2015) 6870 finale del 6 ottobre 2015. In secondo luogo hanno trovato concreto riscontro le previsioni, formulate in sede di stesura del programma, inerenti alla complessità degli adempimenti necessari per la sua attuazione, soprattutto nella prima fase di avvio. La presenza di requisiti molto più elevati che in passato, derivanti da un impianto normativo comunitario e nazionale molto più articolato a confronto di quelli disegnati per le precedenti programmazioni, rende indispensabile un netto miglioramento nella qualità della gestione, a tutti i livelli (struttura organizzativa, flusso dati, istruttoria, controlli, ecc.), attraverso la messa in campo di più strumenti (informatizzazione delle procedure, formazione, audit , ecc.). In particolare, un notevole sforzo è stato profuso, in risposta ad un preciso adempimento [art. 62 reg. (UE) 1305/2013], da MIPAAF/RRN, Organismo pagatore AGEA e Regioni nella messa in atto del sistema “Verificabilità e Controllabilità delle Misure – VCM” finalizzato alla valutazione ex ante della verificabilità e controllabilità delle misure del PSR. Il sistema, basato essenzialmente sull’analisi degli impegni, criteri ed obblighi afferenti alle misure, degli elementi necessari al loro controllo e relative modalità di verifica (documentale, visiva, informatizzata) e degli eventuali rischi ad essa connessi, procede alla validazione solo in caso di esito positivo dell’analisi e assolve ad una funzione propedeutica rispetto alla predisposizione dei bandi. Un notevole carico di lavoro ha richiesto, infine, sia la messa a punto di tutti gli altri elementi strettamente preliminari all’uscita dei bandi (in particolare la determinazione delle procedure informatiche, dei criteri di selezione, delle norme generali sull’ammissibilità delle spese e delle eventuali penalità, riduzioni ed esclusioni), sia l’attività svolta per soddisfare gli altri adempimenti previsti per l’attuazione del PSR (Comitato di Sorveglianza, piani di monitoraggio, valutazione e comunicazione, condizionalità ex ante , ecc.). Tra i provvedimenti adottati nel corso dell’anno di riferimento che interessano, in senso trasversale, l’attuazione del programma, e che meritano di essere segnalati, si ricordano le seguenti deliberazioni di Giunta regionale:

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• n. 605 del 30 giugno 2016, di approvazione delle condizioni generali di validità dei regimi di aiuto previsti dal PSR e di ammissibilità delle operazioni soggette alle regole sugli aiuti di stato; • n. 862 del 20 settembre 2016, di approvazione delle disposizioni in materia di pubblicità e informazione sul sostegno da parte del FEASR nell’ambito del PSR; • n. 1115 del 1 dicembre 2016, di definizione dei criteri per l’ammissibilità delle spese; • n. 1215 del 20 dicembre 2016, di estensione dell’uso di prezzi incentivanti basati sui volumi irrigui utilizzati e di adeguamento del canone di concessione ai fini irrigui; • n. 1313 del 30 dicembre 2016, di approvazione dei criteri e modalità di misura delle derivazioni, anche ai fini del recepimento delle linee guida per la quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo di cui al decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 31 luglio 2015.

5.7.2 Avanzamento procedurale

Nell’anno di riferimento, sono stati altresì adottati i provvedimenti di attivazione di diverse misure del PSR. Al 31 dicembre 2016, le risorse complessive messe a bando ammontano a 100 milioni di euro di spesa pubblica totale. In particolare, con riferimento Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali - Infrastrutture per la banda larga, è stato approvato 99 e sottoscritto l’Accordo di Programma (AP) tra la Regione Liguria e il Ministero per lo sviluppo economico (MISE) per lo sviluppo della banda ultra larga in Liguria, e delle relative convenzioni operative. Le risorse stanziate per l’attuazione dell’accordo ammontano a circa 13 milioni di euro di spesa pubblica totale. In relazione alle azioni finalizzate al Sostegno allo sviluppo locale LEADER, concluse le procedure per la selezione delle strategie di sviluppo locale (SSL), sono stati dichiarati ammissibili (novembre 2016) i seguenti 3 Gruppi di Azione Locale (GAL): • GAL Riviera dei Fiori - SSL Terra della taggiasca: le vie dei sapori, dei colori e della cucina bianca; • GAL Valli Savonesi - SSL. Più valore all’entroterra; • GAL Agenzia di sviluppo GAL Genovese - SSL. Qualità & Sviluppo.

99 Deliberazione di Giunta regionale n. 733 del 3 agosto 2016.

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5.7.3 Avanzamento rispetto ai target intermedi stabiliti

La normativa relativa al quadro di riferimento dell'efficacia dell’attuazione dei programmi finanziati dai fondi SIE ( Performance Framework - PF secondo la terminologia inglese) costituisce un’importante novità nella programmazione 2014- 2020. Sostanzialmente il documento relativo al PF si basa, per ogni priorità, su un sistema di indicatori, legati all’attuazione finanziaria e alle realizzazioni fisiche, per i quali sono fissati specifici target , intermedi (al 2018) e finali (al 2023). I target intermedi, in particolare, indicano i progressi attesi verso il conseguimento degli obiettivi fissati per la fine del periodo di programmazione. Secondo quanto disciplinato nel regolamento n. 1303 del 2013 (art. 21), nel 2019 la Commissione europea verificherà l'efficacia dell'attuazione dei programmi alla luce del PF, sulla base di informazioni e valutazioni fornite nell'ambito delle Relazioni annuali di attuazione. A seguito della verifica dell’attuazione, sarà attribuita, alle sole priorità che avranno conseguito i target intermedi, la quota relativa alla riserva di efficacia (regolamento n. 1303 del 2013, art. 20). Un eventuale livello di grave carenza nel conseguimento dei target può determinare sanzioni, come la sospensione dei pagamenti, nel 2019, e correzioni finanziarie a fine programmazione. La situazione riguardante il conseguimento degli indicatori del quadro di riferimento dell'efficacia dell'attuazione riflette il modesto stato di avanzamento del PSR. I risultati migliori si registrano per due indicatori fisici, ovvero i terreni agricoli oggetto di contratti di gestione che contribuiscono alla biodiversità e al miglioramento della gestione idrica e del suolo, nonché la popolazione coperta dai GAL. Per tutti gli altri indicatori, il livello di attuazione è tale da rendere evidente la necessità di una forte accelerazione della spesa, anche in considerazione del fatto che gli indicatori del PF si riferiscono ad operazioni concluse, ovvero operazioni materialmente completate, per le quali tutti i pagamenti sono stati effettuati dai beneficiari e il corrispondente contributo pubblico è stato corrisposto ai beneficiari (la regola dei “pagamenti a saldo” non trova applicazione per le misure pluriennali, per le quali invece l’operazione conclusa si riferisce al valore dell’indicatore conseguito per operazioni avviate).

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5.7.4 Il piano di valutazione

La valutazione dei fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE), costituisce un obbligo regolamentare. I programmi che ne derivano sono valutati al fine di migliorarne la qualità della progettazione e dell'esecuzione, l’efficacia, l’efficienza e l’impatto [art. 54, comma 1, regolamento (UE) n. 1303 del 2013]. La valutazione accompagna il programma nel corso della sua attuazione ed è effettuata da esperti, interni od esterni, funzionalmente indipendenti dalle autorità responsabili dell'attuazione stessa (articolo 54, comma 3), in applicazione di quanto previsto dall’apposito piano redatto dall'Autorità di Gestione (articolo 56, comma 1). Pur non fissandosi esplicitamente un tempo limite per la selezione del valutatore indipendente è, tuttavia, stabilito (articolo 50, comma 1), che, a partire dal 2016, l’Autorità di Gestione indichi, all’interno della Relazione Annuale di Attuazione (RAA) una sintesi delle conclusioni di tutte le valutazioni del programma resesi disponibili durante il precedente anno finanziario, in tal modo suggerendo un percorso che preveda la selezione del valutatore nel corso del primo anno di attuazione del programma. L’approvazione del programma nell’ottobre 2015 e il conseguente slittamento della fase di attuazione hanno comportato, parallelamente, anche un ritardo nell’avvio delle procedure di selezione del soggetto indipendente cui affidare l’incarico di valutazione del programma. Nel corso del 2016, l’Autorità di Gestione ha dato avvio ai lavori e alle attività che hanno portato, nella seconda metà dell’anno, alla redazione del capitolato d’appalto che, al fine di soddisfare al meglio le richieste e le aspettative del committente, contiene, nel dettaglio, le caratteristiche del rapporto contrattuale tra questi e il valutatore (obiettivi, ambito e prodotti della valutazione, calendario, risorse finanziarie, competenze del gruppo dei valutatori, interazioni con l’ente committente, ecc.). Redatto il capitolato d’appalto (anche sulla base delle linee guida predisposte dalla Rete Rurale Nazionale-RRN), l’attenzione dell’AdG si è rivolta, in stretta collaborazione con il Settore Affari generali dell’Amministrazione regionale (deputato a seguire le procedure di gara), al disciplinare per la definizione delle condizioni di partecipazione e delle modalità di redazione, presentazione e valutazione delle offerte (con particolare riguardo ai criteri di aggiudicazione e di attribuzione dei relativi punteggi). In ottemperanza a quanto disposto dall’articolo 70, del decreto legislativo 18 aprile 2016 n. 50 (codice degli appalti), la stazione appaltante regionale ha reso nota entro

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la scadenza prevista (31 dicembre di ogni anno), l'intenzione di bandire per l'anno successivo l’appalto per l’affidamento del servizio di valutazione indipendente del PSR 2014/2020, pubblicando il relativo avviso di preinformazione. Gli ultimi dettagli del capitolato d’appalto e del disciplinare di gara sono stati definiti nel corso dei primi mesi del 2017 rendendo possibili la pubblicazione a maggio del “bando per l’affidamento del servizio di valutazione indipendente del PSR per il periodo 2014/2020 della Regione Liguria”. L’importo complessivo dell'appalto, sino alla scadenza del 31 dicembre 2024, è stato quantificato in via presuntiva in euro 600.000,00 IVA esclusa, mentre il termine ultimo per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione è stato fissato al 21 giugno.

5.7.5 Sistema di monitoraggio e valutazione

Il sistema di monitoraggio e valutazione, finalizzato a misurare l’avanzamento del programma rispetto agli obiettivi prefissati, è stato disegnato conformemente ai principi generali di cui ai regolamenti (UE) n. 1305 del 2013, n. 1306 del 2013, n. 808 del 2014 e alle linee guida del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione. Il suddetto sistema, fondato su di un determinato set di indicatori (di contesto, impatto, risultato, target e prodotto), è finalizzato all’acquisizione di informazioni di natura: • finanziaria, per misurare l’avanzamento della spesa di ciascuna priorità, focus area e misura, in termini di risorse impegnate e di pagamenti erogati, rispetto alle dotazioni assegnate; • procedurale, per valutare l’efficienza del sistema di gestione dei procedimenti amministrativi legati alle domande di sostegno e di pagamento; • fisica, per misurare le realizzazioni a seguito degli investimenti effettuati. Queste informazioni sono basilari per la corretta implementazione del programma. Sulla base di esse, infatti, l’AdG può, tra l’altro: procedere ad eventuali rimodulazioni finanziarie o misure correttive necessarie a garantire il pieno utilizzo delle risorse assegnate; mettere a disposizione della Commissione Europea attendibili previsioni di spesa e di raggiungimento dei target ; fornire al valutatore indipendente, il paniere di informazioni che costituisce base indispensabile, sia pur non esclusiva, per garantire un efficace attività di valutazione. A tal ultimo fine, peraltro, il valutatore, oltre a poter disporre del set di dati finanziari, fisici e procedurali, può altresì accedere all’ulteriore documentazione

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afferente al PSR (bandi di attuazione delle misure e allegati tecnici, Strategie di Sviluppo Locale, cartografia, convenzioni). La raccolta dei dati necessari al monitoraggio è effettuata a livello di singola operazione sin dal momento della presentazione della domanda di sostegno e prosegue con il loro aggiornamento nelle fasi successive, fino alla liquidazione del pagamento finale e al controllo ex post . A tal fine, l’AdG si avvale dell’applicativo informatico predisposto dall’Organismo Pagatore AGEA per la gestione (presentazione e istruttoria on-line ) delle domande di sostegno e di pagamento. Il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) costituisce, quindi, l’archivio ufficiale al cui interno sono presenti tutte le informazioni riferite a tali domande. Esso viene operativamente gestito attraverso una società partecipata (con quote pari al 51 per cento di AGEA e al 49 per cento di un Raggruppamento Temporaneo di Imprese). Come è anche emerso nell’ultima riunione di riesame svolta con la Commissione europea in base all’articolo 51, comma 1 del regolamento (UE) n. 1303 del 2013 e riferita all’anno 2016, tale piattaforma informatica sta ultimamente evidenziando diverse gravi lacune, le quali vengono attribuite alla scadenza del contratto con il suddetto R.T.I. e alle more della conclusione della procedura di gara per il nuovo affidamento del servizio. Nel frattempo la Regione Liguria ha adottato soluzioni temporanee finalizzate a mitigare le carenze del sistema, anche attraverso il ricorso a procedure cartacee sostitutive in particolare per lo svolgimento delle attività di istruttoria e rilascio delle concessioni.

5.7.6 Assistenza tecnica

Le attività di Assistenza Tecnica (AT) sono svolte dalla società in house Liguria Ricerche S.p.A. che è stata individuata dall’AdG quale soggetto esterno (rispetto allo staff dell’AdG) qualificato per garantire un adeguato supporto alle strutture regionali coinvolte nell’attuazione del programma. Il supporto di assistenza tecnica, previsto per tutta la durata del periodo di programmazione, è stato stabilito per le seguenti macro categorie di attività: • monitoraggio dei dati utili alla predisposizione della relazione finale di esecuzione del PSR 2007/2013; • attuazione del piano di monitoraggio ambientale del PSR 2014/2020; • comunicazione, animazione ed informazione del programma; • programmazione e gestione del PSR 2014/2020.

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Queste macro categorie si articolano, a loro volta, in una serie di specifiche attività descritte, nel dettaglio, all’interno del disciplinare d’incarico dell’affidamento, unitamente alle modalità di adempimento dell’incarico stesso e dei risultati attesi, e alla reportistica da produrre. In particolare, nel corso del 2016 le attività di AT hanno riguardato: per il PSR 2007/2013: • la predisposizione della relazione finale di attuazione, trasmessa alla Commissione europea (CE) in data 29 giugno ed accettata il 24 novembre successivo; • la fornitura dei dati e delle informazioni necessari all’elaborazione della relazione di valutazione ex post, consegnata alla CE il 29 dicembre ed ancora soggetta ad esame. per il PSR 2014/2020: • il supporto alla definizione dei criteri di selezione, ai fini dell’esame da parte del Comitato di Sorveglianza; • la predisposizione del capitolato d’appalto relativo all’attuazione del servizio di valutazione indipendente; • l’attivazione di quattro procedure del CdS (due ordinarie e due scritte), con tutte le incombenze collegate (elaborazione dei documenti di lavoro, stesura dei verbali, predisposizione della documentazione nella versione approvata, segreteria tecnica); • la raccolta e l’elaborazione dei dati finanziari, fisici e di avanzamento del programma; • la predisposizione della relazione annuale sullo stato di attuazione riferita agli anni 2014 e 2015, trasmessa alla CE in data 30 giugno ed accettata l’8 agosto successivo; • l’elaborazione delle modifiche ai contenuti del programma, consegnata alla CE il 29 dicembre, ha ricevuto parere favorevole il 13 febbraio 2017. Sempre per il PSR 2014/2020, altre attività sono state eseguite per: • la predisposizione degli applicativi del portale SIAN per la gestione dei bandi; • la verifica e la controllabilità, tramite il sistema informatico VCM, delle schede di misura e dei tipi di operazioni previsti dal programma; • l’analisi del sistema di gestione del PSR 2007/2013 ai fini dell’attuazione del sistema di gestione per il 2014/2020; • la progettazione dell’attività di audit interno per il PSR 2014/2020. In attuazione del piano di comunicazione, invece le attività svolte hanno riguardato:

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• l’elaborazione di specifico materiale, da presentare in occasione di eventi; • la gestione e l’animazione di social networks ; • il supporto all’organizzazione e alla partecipazione a manifestazioni, eventi e seminari attinenti alle tematiche dello sviluppo rurale. Altre iniziative volte a garantire qualità ed efficacia all’attuazione del programma, possono considerarsi, infine, le attività di formazione che la Regione Liguria, nel corso del 2016, ha organizzato o alle quali ha partecipato, in adempimento di quanto disposto dai piani d’azione in ambito di Condizionalità Ex Ante . In particolare si segnalano i seminari che hanno trattate le tematiche inerenti gli appalti pubblici, la direttiva acque, gli aiuti di Stato e la condizionalità agricola. Gli enti organizzatori sono stati la Regione Liguria, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e il Centro Interregionale Studi e Documentazione. La documentazione relativa alle azioni formative per gli appalti pubblici e per gli aiuti di stato è pubblicata, in una pagina dedicata, sul sito www.agriligurianet.it . In conclusione, si riportano, in sintesi, i risultati dell’ultima riunione di riesame riferita all’anno 2016, cui si è fatto riferimento in precedenza. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato, oltre che CE e AdG, anche il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, sono stati presi in esame i risultati dell'attuazione del PSR 2014/2020, in termini di attuazione finanziaria e di progressi per il raggiungimento degli obiettivi quantificati. Considerato il modesto livello di performance raggiunto, è stata sottolineata la necessità di un attento monitoraggio della situazione dei bandi e dei pagamenti, anche per evitare eventuali rischi di disimpegno dovuti alla regola dell'N+3: in questo senso, il rappresentante della CE ha invitato l’AdG a fornire un documento di programmazione dei bandi, con relativa allocazione finanziaria, e una previsione degli impegni e dei pagamenti a fine 2017 e a fine 2018. In merito alle azioni necessarie per l’adempimento delle Condizionalità Ex Ante (CEA), con particolare riguardo a quelle relative al settore delle risorse idriche, degli appalti pubblici e aiuti di Stato, l’AdG ha dichiarato che la condizionalità riferita alle risorse idriche si ritiene assolta, a seguito dell’adozione di due specifici provvedimenti regionali 100 . Quanto, invece, agli appalti pubblici e agli aiuti di Stato, l'AdG, ha informato il rappresentante CE che, a livello regionale, sono state svolte azioni formative e si utilizza il forum informatico interattivo MOSAICO dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, dedicato allo scambio di informazioni, esperienze e prassi.

100 Deliberazione di Giunta regionale 1215 del 20 dicembre 2016 e Deliberazione di Giunta regionale 1313 del 30 dicembre 2016

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Conclusioni

Sulla base della disamina svolta, questa Sezione ritiene di poter formulare un giudizio sostanzialmente positivo riguardo alla gestione dei fondi comunitari specificamente considerati in questa sede. L’esame della documentazione finale di chiusura presentata alla Commissione europea ha confermato il pieno utilizzo da parte della Regione Liguria dei finanziamenti relativi al ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013, e ha fornito anche informazioni supplementari in ordine ai risultati ottenuti con gli interventi finanziati nel contesto economico-sociale della Liguria. Per quanto concerne i programmi regionali attuativi delle politiche comunitarie riferite al corrente periodo di programmazione 2014-2020, la constatazione prevalente è che il 2016 abbia rappresentato l’anno di avvio delle operazioni e che, pertanto, i relativi indici di realizzazione siano generalmente ancora poco significativi. In ogni caso, i modesti valori dei livelli di avanzamento in specie finanziario si devono anche attribuire a diversi fattori quali: la concomitante chiusura degli interventi riferiti alla precedente programmazione comunitaria, che ha impegnato le amministrazioni nelle attività legate soprattutto alle funzioni di controllo, rendicontazione e certificazione della spesa, distogliendole dai processi legati all’avvio delle progettualità a valere sulla programmazione 2014-2020; la crescente complessità della governance del processo di programmazione dei Fondi SIE; il riassetto organizzativo delle amministrazioni regionali, conseguente anche all’attuazione della legge n. 56 del 7 aprile 2014, “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”, che ha impattato anche sulla reinternalizzazione in capo alle regioni di funzioni attribuite alle province. Sono state in ogni caso analizzate le principali azioni poste in essere dalla Regione con riferimento ai distinti Assi o Priorità di intervento di ciascun programma, anche per verificare le probabilità di conseguimento degli obiettivi di spesa intermedi richiesti dalla cosiddetta “riserva di efficacia”, cui è subordinata la possibilità di beneficiare di quote aggiuntive di risorse comunitarie. Nella tabella che segue sono riassunti i valori che rappresentano l’efficienza realizzativa data dal rapporto tra pagamenti e risorse programmate per i tre programmi esaminati, i quali vengono anche messi a raffronto con i corrispondenti dati nazionali.

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Tab. n. 72 - Efficienza realizzativa dei Programmi operativi 2014-2020 della Regione Liguria al 31 dicembre 2016 EFFICIENZA PROGRAMMA FINANZIAMENTO EFFICIENZA REALIZZATIVA PAGAMENTI OPERATIVO PUBBLICO TOTALE REALIZZATIVA SU BASE (b) REGIONALE (a) (b)/(a) NAZIONALE

FESR 392.545.240,00 6.390.314,08 1,63% 1,77% FSE 354.544.768,00 10.356.052,16 2,92% 2,46% FEASR 313.708.702,00 7.553.627,13 2,41% 5,62% Fonte: Elaborazione Corte dei conti-Sezione regionale di controllo per la Liguria sulla base dei dati dei RAA Regione Liguria 2014-2020.

Le valutazioni che ne derivano si rivelano differenti. Per i due Programmi operativi della politica di coesione, finanziati rispettivamente dal Fondo europeo per lo sviluppo economico (FESR) e dal Fondo di coesione sociale (FSE), si registrano livelli di avanzamento procedurale e finanziario in linea con i progressi attesi e idonei a traguardare il raggiungimento dei suddetti target intermedi fissati per la fine del 2018, fatta salva, nel caso del POR FSE, la riserva dell’AdG di procedere nel 2017 con una verifica della coerenza e robustezza del Performace Framework PF, per intervenire con eventuali correzioni in alcuni dei target in esso presenti. Quanto al Programma di sviluppo rurale 2014-2020, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), lo stato di attuazione mostra, anche dal confronto con i dati nazionali, un certo ritardo che rende necessaria l’adozione di iniziative in grado di imprimere una forte accelerazione della spesa e idonee a scongiurare l’applicazione di sanzioni, come la sospensione dei pagamenti nel 2019, o le correzioni finanziarie a fine programmazione. Questa Sezione riserva particolare interesse anche all’attività intrapresa già in occasione delle passate edizioni di questa relazione e incentrata sulla selezione di progetti campione da sottoporre ad un’analisi maggiormente approfondita e particolareggiata che accompagni in modo pressoché concomitante l’intera fase realizzativa. Quest’anno la scelta è caduta sull’operazione “Città di Genova”, inquadrata nell’ambito della Strategia Urbana Integrata Sostenibile dell’Asse 6–Città del Programma operativo POR FESR 2014-2020, la quale presenta l’interessante caratteristica che su di essa convergono due diversi canali di finanziamento, regionali da un lato tramite appunto il POR FESR, e nazionali dall’altro, tramite il Programma Operativo Nazionale - PON METRO, gestito dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.

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CAPITOLO 6 I FONDI DESTINATI AL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Introduzione

La presente relazione, allegata alla decisione del giudizio di parificazione del rendiconto finanziario della Regione Liguria dell’anno 2016, si arricchisce sotto il profilo contenutistico, rispetto a quelle elaborate in passato, con questo capitolo dedicato all’esercizio delle funzioni regionali in materia di trasporto pubblico regionale e locale. A parte l’estrema importanza che il tema riveste nel tessuto economico-sociale regionale, per quanto qui rileva, il settore in questione richiama un particolare interesse anche in relazione al volume delle risorse pubbliche destinate al suo finanziamento che sono gestite nell’ambito del bilancio della Regione Liguria. Prendendo in considerazione i dati relativi al rendiconto del 2016, infatti, gli oneri del trasporto pubblico locale occupano oltre il 6 per cento del totale della spesa destinata alle politiche regionali (esclusi quindi la spesa per l’organizzazione amministrativa della Regione e per il debito pubblico) e rappresentano chiaramente l’oggetto di impiego delle risorse a disposizione più rilevante dopo, ovviamente, la spesa sanitaria regionale. Proprio sotto il profilo finanziario il settore in questione presenta da diverso tempo una situazione di forte difficoltà, che è stata ulteriormente aggravata dai pesanti tagli ai trasferimenti statali alle Regioni stabiliti dalla manovre di finanza pubblica avviate dal Governo nazionale negli ultimi anni. Si può affermare al riguardo che il settore risenta sia della contrazione complessiva dei trasferimenti dallo Stato verso tutti gli enti territoriali, sia della riduzione dei finanziamenti ad esso specificamente dedicati. Per la Liguria la diminuzione delle risorse disponibili va ad aggiungersi ad un altro fattore di criticità, caratteristico della regione, che è dato dalla particolare morfologia del territorio la quale rende, in generale, la viabilità particolarmente difficile ed incide sulla conformazione della rete dei trasporti, ad esempio contribuendo a determinare un contesto infrastrutturale alquanto problematico, soprattutto per quanto riguarda il settore ferroviario, a causa della generale vetustà ed inadeguatezza di alcuni segmenti. Le variabili ambientali sono, in definitiva, fattori esogeni dipendenti dal contesto di riferimento, non direttamente controllabili dalle aziende di trasporto e dai soggetti preposti al governo dei servizi, e influenti in modo significativo anche sul costo di produzione dei servizi.

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Ciò nondimeno, in Liguria sono presenti quasi tutte le modalità trasportistiche, ad eccezione della navigazione per via aerea e della navigazione nelle acque interne. La rete regionale dei servizi di trasporto pubblico locale è principalmente composta dalla rete del trasporto ferroviario regionale, che costituisce l’asse portante del sistema, e dalla rete dei servizi su gomma urbani ed extraurbani. Integrano e completano il sistema di mobilità complessivo le reti relative ad ulteriori modalità trasportistiche, quali segnatamente: a) il trasporto marittimo regionale, riguardante due specifici servizi di collegamento via mare ; b) gli impianti a fune nella città di Genova relativi alle (n. 2) funicolari ed agli (n. 12) ascensori; c) la ferrovia a scartamento ridotto Genova–Casella; d) la ferrovia a cremagliera Principe–Granarolo; e) la metropolitana di Genova.

Il quadro normativo

Il settore del trasporto pubblico locale è una delle aree di intervento pubblico che investe più soggetti istituzionali nell’ambito delle diverse fasi di definizione delle politiche pubbliche, della programmazione, della gestione e controllo, nonché delle modalità ed entità del relativo finanziamento, in un quadro giuridico in continuo mutamento 101 che, in questa sede, viene considerato nei suoi aspetti rilevanti e pertinenti. Sul piano della potestà legislativa, il trasporto pubblico locale non è tra le materie espressamente menzionate nell’articolo 117, commi secondo e terzo, della Costituzione ed è quindi ricompreso tra le materie residuali di competenza delle Regioni di cui al successivo quarto comma 102 . Prima ancora della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, le disposizioni del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 103 avevano già avviato il processo di decentramento amministrativo in questo settore con il conferimento della maggior parte di funzioni e compiti in capo a regioni ed enti locali. Le linee tracciate in tale provvedimento hanno costituito la principale guida di riferimento nell’elaborazione del primo intervento legislativo organico adottato in materia dalla Regione Liguria, ovvero la legge regionale 9 settembre 1998, n. 31, come risulta chiaramente dal confronto dei rispettivi testi. Tale legge regionale è stata formalmente abrogata dalla legge regionale 7 novembre 2013, n. 33 (“Riforma del trasporto pubblico regionale e locale”) che ha

101 Importanti novità sono previste anche nel recente decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito con legge 21 giugno 2017, n. 96. 102 Come più volte ribadito dalla Corte costituzionale (cfr. ex multis , sentenza n. 211 del 16 settembre 2016). 103 In attuazione della delega di cui all’articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59.

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promosso un riassetto complessivo del settore, comprensivo della ridefinizione di competenze, ruoli e responsabilità dei diversi attori istituzionali. A sua volta tale legge ha subito in questi anni e anche recentemente diverse modifiche, talune delle quali ne hanno mutato decisamente l’impostazione di fondo, come sarà evidenziato nel proseguo di questo capitolo. Ulteriori norme di interesse per il settore dei trasporti, tuttavia incidenti su specifici profili non sviluppati in questa relazione, sono: - legge regionale 4 luglio 2007, n. 25, Testo unico in materia di trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea; - articolo 6, legge regionale 24 dicembre 2008, n. 44, in tema di “incentivazione all'uso del trasporto pubblico”; - legge regionale 6 novembre 2012, n. 36, in materia di “Sanzioni amministrative a carico dei viaggiatori per mancanza o irregolarità del titolo di viaggio e relative norme di applicazione”; - articolo 25, legge regionale 29 dicembre 2015, n. 27, contenente misure di “Contrasto all’evasione tariffaria”. Ciò posto, va assolutamente sottolineato che, nonostante l’accennato riparto della potestà legislativa determinato dal vigente Titolo V della Costituzione, sulla materia del trasporto pubblico locale ancora influisce in maniera determinante l’intervento dello Stato, al quale è rimesso, come si è già adombrato e meglio si vedrà dopo, un ruolo decisivo nella definizione della dimensione complessiva del finanziamento pubblico del settore, peraltro finora avallato dalla Corte Costituzionale 104 . Si richiamano anche le competenze assegnate dall’ordinamento in materia di affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale alla Autorità di regolazione dei trasporti (ART) che, tra l’altro, stabilisce modalità per la redazione dei bandi di gara e per le relative procedure, assicurando inoltre un’attività di assistenza normativa e tecnico-economica verso gli enti affidanti (quindi anche regioni e comuni) nella fase di predisposizione ed individuazione delle regole dei bandi. L’intera materia, poi, poggia la disciplina giuridica anche sul Regolamento (CE) n. 1370 del 2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007, avente

104 In particolare sentenze n. 273 del 14 novembre 2013 e n. 211 del 16 settembre 2016, che hanno motivato in relazione alla “ perdurante parziale attuazione della legge 5 maggio 2009, n. 42 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione), e del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario), in ragione della quale il mancato completamento della transizione ai costi e fabbisogni standard, funzionale ad assicurare gli obiettivi di servizio e il sistema di perequazione, non consente, a tutt’oggi, l’integrale applicazione degli strumenti di finanziamento delle funzioni regionali previsti dall’art. 119 Cost .”. Pertanto, “ nel rilevato contesto di incompiuta attuazione dell’art. 119 Cost., l’intervento dello Stato, volto a finanziare il trasporto pubblico locale, è ammissibile nel caso in cui risponda all’esigenza di assicurare un livello uniforme di godimento dei diritti tutelati dalla Costituzione stessa. ”

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ad oggetto i servizi pubblici di trasporto nazionali ed internazionali di passeggeri, su strada e per ferrovia 105 .

L’organizzazione amministrativa regionale

Nell’ambito dell’organizzazione delle strutture amministrative della Giunta regionale della Regione Liguria, il trasporto pubblico regionale e locale rientra nell’area del Dipartimento Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti 106 , all’interno del quale è stata istituita anche una figura di Vicedirettore generale Trasporti ed Infrastrutture. Secondo l’articolazione del Dipartimento, le principali competenze amministrative e gestionali in materia sono assegnate al Dirigente del Settore Trasporto Pubblico Regionale le cui responsabilità sono declinate, negli atti organizzativi, con chiaro riferimento a tutte le funzioni previste in capo alla Regione dalla legislazione vigente 107 . Occorre da subito osservare, tuttavia, che ai fini dell’esercizio delle funzioni attribuite dalla legge in materia, la Regione mostra molto spesso di ricorrere, talvolta proprio con specifiche previsioni di legge, al supporto di proprie società partecipate mediante l’affidamento di appositi incarichi secondo il modello “ in house providing ”. Come si avrà modo di evidenziare nel corso della successiva esposizione, in tale modus agendi è possibile riscontrare diversi motivi di perplessità e, talvolta, anche aspetti di particolare criticità. Già ora, tuttavia, se ne fa menzione per rilevare che in alcune occasioni il coinvolgimento di tali organismi è stato disposto in relazione alla definizione di politiche o documenti fondamentali con modalità tali da far ritenere che

105 Recentemente modificato con Regolamento (CE) n. 2016/2338 del Parlamento europeo del 14 dicembre 2016. 106 Deliberazione di Giunta regionale n. 1480 del 29 dicembre 2015 in materia di “Riorganizzazione dell’amministrazione regionale”. 107 Esso, pertanto: • predispone del Piano regionale dei trasporti; • analizza, pianifica e coordina i flussi di mobilità regionale, sia pubblica che privata, effettuata attraverso ogni modalità di trasporto; • cura la programmazione del sistema del trasporto pubblico regionale e locale, con funzioni di indirizzo e di coordinamento del TPL di linea attraverso la pianificazione della rete di servizi regionali in un’ottica di efficientamento e di rispetto degli obiettivi di equilibro della finanza pubblica; • cura la predisposizione delle gare in materia di trasporto pubblico locale; • predispone le politiche tariffarie per i profili di competenza regionale in materia di TPL; • cura la programmazione e la gestione degli investimenti per il TPL per il rinnovo del parco mezzi; • predispone i contratti di servizio per l’assegnazione e la gestione dei servizi ferroviari regionali e delle ferrovie concesse, curando la gestione del monitoraggio qualitativo e quantitativo dei servizi; • predispone gli accordi di programma con gli Enti locali per la definizione di quantità e standard di qualità dei servizi di TPL su gomma; • cura la partecipazione della Regione a specifici progetti comunitari e nazionali in materia di TPL, nonché la sperimentazione e l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative in tema di Infomobilità; • cura le funzioni in materia di trasporto pubblico locale non di linea, di riparto dei contributi per la riqualificazione del servizio di trasporto pubblico di taxi (l.r. 25/2007), di trasporto di cabotaggio ed elicotteristico.

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le decisioni al riguardo realmente maturino all’esterno delle strutture regionali competenti.

La vicenda della gara a lotto unico per la gestione del servizio nel Bacino Unico Regionale per i trasporti. L’attività dell’Agenzia Regionale per il Trasporto Pubblico Locale S.p.A.

Nel suo impianto originario, i punti cardine della riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale tracciata dalla l.r. n. 33 del 2013 (in particolare dagli articoli 9 e 14) erano segnatamente: - l’organizzazione dei servizi attraverso l’individuazione, quale Ambito Territoriale Ottimale (ATO), del Bacino Unico Regionale per il Trasporto (BURT), coincidente con l’intero territorio regionale; - l’affidamento dei servizi in un unico lotto relativo a tutto il territorio dell’ambito, con procedura che poteva avere ad oggetto anche il servizio regionale di trasporto ferroviario; - l’istituzione di un’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale, partecipata anche dagli enti locali, quale strumento di governo regionale del settore e, in particolare, per l’esercizio della funzione di stazione appaltante in ordine alla procedura competitiva ad evidenza pubblica prevista per l’affidamento unico del servizio, nonché per la gestione del conseguente contratto di servizio. Sotto tali profili, la riforma intendeva dare attuazione alle prescrizioni contenute nell’art. 3-bis del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 108 , convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, secondo cui, per una più efficiente organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, si disponeva la costituzione di ambiti territoriali ottimali (ATO) di dimensioni adeguate, comunque non inferiore a quella del territorio provinciale, nonché l’effettuazione di procedure per il conferimento della gestione dei servizi unicamente per ambiti o bacini territoriali ottimali ed omogenei.

Ancor prima dell’approvazione del testo legislativo109 , la Giunta regionale affida alla società partecipata in house Fi.L.S.E. S.p.A. un incarico di studio per “ la realizzazione delle attività propedeutiche alla definizione e messa in atto del programma di esercizio ottimale in ambito regionale per la gestione del trasporto pubblico locale ”110 . Come risulta dal provvedimento di attribuzione e dall’allegato disciplinare di incarico, oltre che dal rendiconto finale dell’attività svolta, la Regione

108 Inserito dall’articolo 25, comma 1, lett. a), del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, come convertito dalla legge 24 marzo 2012, 27. 109 Anzi, pochi giorni dopo la presentazione da parte della Giunta regionale della prima versione del disegno di legge, avvenuta il 22 marzo 2012. 110 Deliberazione di Giunta regionale n. 455 del 20 aprile 2012.

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coinvolge pienamente la Fi.L.S.E. S.p.A. nell’impostazione delle linee portanti della riforma basata sull’individuazione del bacino unico regionale e lo svolgimento di procedura competitiva per l’affidamento dei servizi in maniera unitaria. L’oggetto dell’incarico viene delineato inserendovi: sia lo studio come sopra definito, comprensivo delle analisi riguardanti gli efficientamenti conseguibili, le possibili integrazioni tra le varie modalità, le strategie di intervento, i servizi minimi ed i servizi ottimali in relazione alla domanda ed alle risorse disponibili, i costi standard adottabili, le tariffe standard, ed i possibili modelli organizzativi; sia varie attività di assistenza e di supporto alla Regione tra cui quelle relative all’impostazione della procedura di gara unica. Per lo svolgimento dell’incarico la società viene autorizzata ad avvalersi dell’opera di consulenti professionali esterni. La durata prevista è di dodici mesi (successivamente più volte prorogata), mentre la spesa complessiva della Regione a titolo di compenso a favore di Fi.L.S.E. S.p.A. è pari a euro 449.169,06 111 . Come modalità di esecuzione del mandato relativo specificamente alla predisposizione dello studio sopra richiamato, in data 7 ottobre 2013 Fi.L.S.E. S.p.A. ha a sua volta provveduto, previo esperimento di specifica gara con la spedizione di n. 5 inviti ad offrire e l’effettiva presentazione di n. 4 offerte, all’affidamento a soggetti esterni di apposito incarico volto alla predisposizione di uno “Studio per l’individuazione di un programma di esercizio di trasporto gomma-ferro che, in riferimento all’intero territorio regionale, risulti consono a soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini”. Lo studio viene completato dal soggetto esterno nel mese di marzo 2015, quindi presentato da Fi.L.S.E. S.p.A. in data 25 marzo 2015 alla Regione Liguria la quale, con deliberazione di giunta di soltanto due giorni dopo, prende meramente atto delle risultanze di tale documento e lo approva in quanto atto a definire “le linee guida della riforma del settore del trasporto pubblico locale” 112 . Sulla base di questa ricostruzione 113 , sembra doversi sintetizzare, per transizione logica, che i tratti

111 Per inciso va evidenziato che, in base ai documenti esaminati, risulta che uno studio relativo alla “Analisi del sistema del Trasporto Pubblico Locale in Liguria”, realizzato da una primaria società di consulenza nel 2007 con oggetto simile a quello dell’incarico in questione, sia già nella disponibilità della Regione (Pagg. 43 e 47 del Piano di riprogrammazione richiamato nel successivo paragrafo). 112 Deliberazione di Giunta regionale n. 571 del 27 marzo 2015. Con provvedimenti della stessa data la Regione ha anche: a) definito ed approvato, sulla base dell’indicato studio presentato da Fi.L.S.E. S.p.A. e con riferimento alla prevista formazione del nuovo bacino unico regionale (BURT), lo schema di Accordo di Programma da stipulare, ai sensi dell’art. 12, l.r. n. 33 del 2013, con gli enti locali interessati per la determinazione dei livelli di quantità e standard di qualità dei servizi di trasporto pubblico locale per gli anni 2016/2025 (Deliberazione di Giunta regionale n. 572 del 27 marzo 2015); b) effettuato, ai sensi dell’art. 14, comma 1-bis , l.r. n. 33 del 2013, la ricognizione dei beni e dei mezzi beneficiari di contributi pubblici vincolati all'esercizio del servizio di trasporto pubblico regionale e locale e di individuazione dei beni mobili ed immobili funzionali all'esercizio del trasporto pubblico locale da mettere a disposizione del soggetto aggiudicatario (Deliberazione di Giunta regionale n. 573 del 27 marzo 2015). 113 Informazioni tratte dal Rendiconto finale delle attività svolte, presentato da Fi.L.S.E. S.p.A.

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contenutistici essenziali della riforma del settore trasportistico pubblico ligure introdotta con la l.r. n. 33 del 2013 siano stati concepiti e disegnati da un’istanza professionale verosimilmente esterna alla pubblica amministrazione, ovvero dal soggetto affidatario dell’incarico commissionato da Fi.L.S.E. S.p.A. Altro rilievo attiene alle spese sostenute da Fi.L.S.E. S.p.A., soggetto affidatario dell’incarico regionale, per rivolgersi a sua volta a consulenti esterni ai fini dello svolgimento del medesimo, risultanti pari a euro 250.762,26 114 . In un caso, tra l’altro, accade che il soggetto destinatario dell’incarico di Fi.L.S.E. S.p.A. sia un’altra società regionale in house (I.R.E. S.p.A.), le cui modalità di svolgimento delle attività richieste, che potrebbero anche comprendere il ricorso a consulenti professionali esterni, non vengono dettagliate nel rendiconto finale presentato da Fi.L.S.E. S.p.A. alla Regione, la quale, pertanto non è messa in condizione di esercitare alcun controllo e valutazione al riguardo.

Nel frattempo, sempre in attuazione della legge di riforma (art. 11), in data 8 agosto 2014 viene costituita l’Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale S.p.A. (di seguito ATPL LIGURIA), dotata di statuto sociale e regolamento propri 115 in cui sono disciplinate, tra l’altro, le modalità di esercizio del controllo analogo secondo il modello in house , con capitale sociale di euro 400.000, partecipata indirettamente per il 40 per cento da Regione Liguria attraverso la quota sottoscritta da Fi.L.S.E.

114 In base al Rendiconto delle attività svolte presentato dalla società risultano i seguenti affidamenti specialistici esterni: - Incarico a Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) TTA s.r.l., LEM Reply s.r.l., TEMA s.r.l., per l’elaborazione di uno Studio per l’individuazione di un programma di esercizio di trasporto gomma-ferro, spesa di euro 120.000 + IVA più spese di pubblicità della procedura di gara pari ad euro 5.562,00; - Incarico a Ing. Roberto Ionna di Direttore dell’Esecuzione del contratto per l’elaborazione di uno Studio per l’individuazione di un programma di esercizio di trasporto gomma-ferro, spesa euro 15.600,00 + IVA; - Incarico a Studio Legale Ghibellini per attività di assistenza e consulenza legale ai fini dell’identificazione dei modelli giuridico-gestionali per l’implementazione degli investimenti dedicati al trasporto pubblico locale e per la creazione dell’agenzia di trasporto regionale, spesa euro 11.440,00 + IVA; - Incarico a Confservizi Cispel Liguria unitamente alle n. 5 aziende concessionarie di servizi di trasporto Pubblico locale su gomma per la raccolta presso le aziende stesse dei dati necessari per l’espletamento dello studio per l’individuazione di un programma di esercizio di trasporto gomma- ferro, spesa euro 37.500,00 + IVA; - Incarico a Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente costruito Architecture , Built environment and Construction engineering A.B.C per la consulenza relativa alla stima del valore di mercato di immobili di proprietà della Provincia di Genova inclusi in un’operazione di alienazione, spesa euro 5.500,00+ IVA; - Incarico a Ing. Franco Gazzotti per prestazione di assistenza specialistica finalizzata alla definizione ed all’espletamento delle procedure di gara per l’acquisizione da parte della Regione Liguria di una flotta di mezzi per il trasporto pubblico di persone, spesa euro 23.458,18 + IVA; - Incarico a società regionale in house I.R.E. S.p.A. per la definizione degli aspetti amministrativi relativi alla fornitura di mezzi e per la strutturazione, la predisposizione degli atti e la gestione della relativa procedura pubblica per la fornitura degli automezzi in leasing per il TPL, spesa euro 30.694,21 + IVA. 115 Approvati con Deliberazione di Giunta regionale n. 548 del 9 marzo 2014.

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S.p.A. per euro 160.000 e con gli ulteriori Enti sottoscrittori rappresentati dalle quattro Province e dai quattro Comuni capoluogo di provincia della Liguria. A dispetto delle molteplici attività da esercitare in base alla l.r. n. 33 del 2013, come ribadite nello stesso statuto della società, ATPL LIGURIA non ha (e rimarrà sempre senza) personale alla proprie dirette dipendenze 116 . Per l’espletamento dei propri compiti, pertanto, di base si avvale del supporto di Fi.L.S.E. S.p.A. (ovvero della società regionale in house detentrice della partecipazione di controllo) con la quale conclude una convenzione che le riconosce a tale titolo un corrispettivo di euro 75.000 annui + IVA e la facoltà di fornire tale supporto anche ricorrendo a risorse esterne.

In ogni caso, ATPL LIGURIA riceve direttamente dalla Regione l’incarico, definito in house , per l’espletamento delle procedure competitive ad evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, secondo la nuova impostazione fornita dalla legge di riforma. Il conferimento dell’incarico avviene in due riprese, ovvero con due decreti dirigenziali, emanati a distanza di qualche mese e accompagnati da disciplinari d’incarico identici per quanto concerne oggetto, modalità attuative e durata 117 . Con il primo, adottato in prossimità di chiusura dell’esercizio 2014, si impegnano per lo scopo risorse del bilancio 2014 per euro 150.000, si prevede la possibilità per ATPL LIGURIA di eseguire il mandato ricorrendo a sua volta ad incarichi a soggetti esterni dotati delle necessarie competenze, oltre che avvalendosi del supporto di altre società in house della Regione Liguria, infine si stabilisce la durata dell’incarico fino al 31 dicembre 2015 in coerenza con la fissazione alla stessa data del termine per la conclusione delle procedure competitive ad evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi, disposta dall’articolo 1, comma 2, della legge regionale 5 agosto 2014, n. 18. Con il secondo decreto vengono impegnati per le stesse finalità euro 400.000 a valere sulle risorse del bilancio 2015. Ad inizio di giugno del 2015, a valle del sopra considerato studio tecnico presentato da Fi.L.S.E S.p.A. per l’individuazione del programma di esercizio ottimale 118 , ATPL

116 Ciò è affermato nel rendiconto delle sue attività per gli anni 2014-2015 e risulta confermato dalla Nota integrativa al bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 che non evidenzia spese per il personale e in cui viene altresì indicato che il Consiglio di Amministrazione della società ha deliberato di non procedere al conferimento nemmeno dell’incarico di Direttore generale previsto dallo statuto. 117 Si tratta del Decreto Dirigenziale n. 4128 del 30 dicembre 2014 e del Decreto Dirigenziale n. 1920 del 13 luglio 2015. Le conseguenti convenzioni attuative sono state siglate, rispettivamente, il 9 febbraio 2015 e 21 luglio 2015. 118 Deliberazione di Giunta regionale n. 574 del 27 marzo 2015 (contestuale alle deliberazioni già citate alla precedente nota n. 12) che invita ATPL LIGURIA a procedere all’avvio della procedura di gara e indica le risultanze dello studio tecnico cui deve attenersi la società nella veste di stazione unica appaltante. In tema rileva anche la Deliberazione di Giunta regionale n. 623 del 24 aprile 2015.

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LIGURIA indice una procedura di gara informale pubblicando, ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, l’avviso per l’individuazione degli operatori economici interessati alla gestione del servizio sull’intero bacino di trasporto pubblico con esclusione del trasporto ferroviario 119 . Dopo questi primi passi iniziali, lo sviluppo della vicenda della gara a lotto unico, nonché dell’attuazione delle sopra evidenziate linee portanti della riforma ad essa connesse, imbocca un percorso alquanto accidentato, contrassegnato, in particolare, dal sorgere di contenzioso giurisdizionale 120 , da censure mosse da altre istanze amministrative competenti in materia 121 , da arresti e ripartenze della procedura, ivi compresa la pubblicazione in data 2 ottobre 2015 di un nuovo avviso ex art. 30 d.lgs. n. 163 del 2006, con riapertura dei termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse, peraltro nuovamente sospesi pochi giorni dopo (12 ottobre 2015). I principali motivi delle contestazioni avanzate nelle varie sedi possono essere sintetizzati, da un lato, nella dimensione regionale stabilita ai fini della definizione del lotto unico di gara in luogo della dimensione ottimale standard normativamente individuata a livello provinciale, e dall’altro lato, nella proroga fino al 31 dicembre 2017, nelle more dell’espletamento della gara, della durata dei contratti di servizio scaduti e in scadenza con continuazione del servizio ad opera dei gestori in essere, operata dall’ articolo 5, comma 1, della legge regionale 22 dicembre 2015, n. 24 al fine di non interrompere il servizio pubblico ma ritenuta in contrasto con il principio di concorrenza nell’affidamento dei servizi pubblici. In ogni caso, le difficoltà incontrate, i cui presagi si erano peraltro già manifestati in precedenza 122 ed alle quali la Regione ha in un primo tempo cercato di ovviare con

119 L’avviso è pubblicato in G.U.C.E. del 3 giugno 2015 e in G.U.R.I. del 5 giugno 2015. 120 L’avviso è stato oggetto di due distinte impugnazioni, ad opera delle Aziende esercenti il servizio di trasporto in Liguria, controllate dagli stessi Enti azionisti di ATPL LIGURIA. e, poi, ad opera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Il TAR Liguria ha dapprima sospeso in via cautelare i provvedimenti di gara (ordinanza 2 ottobre 2015, n. 231), poi ha sospeso il giudizio di merito sollevando questioni di legittimità costituzionale in riferimento ad alcune disposizione della l.r. 33 del 2013 (ordinanza 21 gennaio 2016, n. 64), infine, dopo la dichiarazione di inammissibilità delle questioni pronunciata dalla Corte Costituzionale (sentenza 22 novembre 2016, n. 245), ha nuovamente sospeso il giudizio disponendo un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (ordinanza 8 febbraio 2017, n. 263). 121 Esistono i pareri rilasciati su richiesta della Regione Liguria dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) n. AS1214 (ex S2297) del 25 giugno 2015 e n. AS1227 (ex S2346) del 23 settembre 2015, oltre che due note della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 29 gennaio 2016 e del 29 aprile 2016, in cui sono in particolare segnalati i profili critici riguardanti la proroga dei contratti di servizio in essere nelle more dell’espletamento della gara. 122 Nel Parere n. AS1116 del 6 marzo 2014, reso su richiesta dell’Amministrazione provinciale di Imperia, AGCM aveva ancora una volta ribadito quanto già evidenziato in due precedenti occasioni i profili critici derivanti, sia dalla scelta di Regione Liguria per l’istituzione di un bacino unico regionale per l’organizzazione e gestione del servizio di trasporto pubblico locale, sia dalla proroga indiscriminata dei contratti di servizio in essere in capo agli attuali gestori. Questa stessa Sezione di controllo, inoltre, è stata destinataria di tre richieste di parere provenienti, rispettivamente, dalle Province di Savona e Imperia e dalla Città Metropolitana di Genova, in cui sono state esposte alcune problematiche nascenti dall’impianto originario della riforma di cui alla l.r. n. 33 del 2013 (cfr. deliberazioni della Sezione n. 12 del 2014, n. 14 del 2015 e n. 76 del 2015.

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il differimento al 31 dicembre 2017 del termine per la conclusione delle procedure competitive (di cui al già citato art. 5, comma 1, l.r. n. 24 del 2015), hanno infine condotto all’epilogo infruttuoso dell’intera operazione. Ed invero, preceduta da elaborazioni compiute a livello di giunta regionale e nell’ambito della relativa struttura amministrativa123 , la legge regionale 9 agosto 2016 n. 19 è intervenuta sul testo della l.r. n. 33 del 2013 operando le modifiche necessarie per ottenere l’eliminazione di ogni riferimento sia al bacino unico regionale per il trasporto pubblico che al lotto unico di gara, e la cessazione di tutte le funzioni ed attività fino a quel momento assegnate ad ATPL LIGURIA. Successivamente l’Assemblea straordinaria di ATPL LIGURIA del 24 ottobre 2016 ha deliberato lo scioglimento anticipato e la messa in stato di liquidazione della società. La procedura di liquidazione non risulta al momento ancora conclusa 124 . In definitiva, dunque, il nucleo essenziale del progetto di riforma formulato attraverso l’introduzione della l.r. n. 33 del 2013 si è risolto in un significativo e inconcludente dispendio di tempo e di risorse. Sotto il primo profilo, non si possono non imputare (almeno in parte) alla vicenda del bacino unico regionale e della gara a lotto unico, le carenze e i ritardi rilevabili sul piano della programmazione del sistema di trasporto pubblico regionale e locale che saranno evidenziati in successivo paragrafo. Sul piano del sacrificio in termini finanziari, si può anzitutto considerare il corrispettivo per l’incarico di studio e di supporto conferito a Fi.L.S.E. S.p.A. in largo anticipo rispetto al varo legislativo della riforma ma, come visto, decisamente collegato e propedeutico alla definizione dei temi centrali della medesima, quindi in buona parte insuscettibile di contenere, nei suoi esiti, utilità apprezzabili nel mutato contesto. Senz’altro a nessun risultato amministrativo concreto ha poi condotto l’incarico attribuito ad ATPL LIGURIA ai fini dell’organizzazione e gestione delle procedure competitive per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale relativi al bacino unico regionale (BURT). Riguardo ad ATPL LIGURIA, invero, a posteriori si può sostenere che nessuna delle attività per cui è stata istituita è stata portata a compimento né ha prodotto qualsiasi utilità, nemmeno quella relativa all’azione straordinaria di efficientamento del servizio e di riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale cui sarà dedicato

123 Si fa riferimento all’Argomento di Giunta n. 19 del 27 maggio 2016 a firma del dirigente del Settore Trasporto Pubblico Regionale, in cui si ripercorrono le fasi della vicenda della gara a lotto unico e si valutano i nuovi indirizzi da adottare per fornire riscontro ai diversi rilievi di criticità emersi. 124 Questa Sezione ha pertanto richiesto alla Regione una relazione aggiornata sull’avanzamento della procedura di liquidazione che si è ancora in attesa di ricevere.

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apposito paragrafo. Come peraltro risulta dalle informazioni comunicate dalla Regione nel corso dell’istruttoria, in relazione ad alcune competenze previste dalla legge l’Agenzia in questione non ha svolto alcuna attività. Di conseguenza, anche la spesa sostenuta dalla Regione per finanziare l’attività di ATPL LIGURIA si è rivelata del tutto vana. A questo proposito, per evidenziare anche le modalità con cui le risorse a disposizione dell’Agenzia sono state utilizzate, si osserva in aggiunta che, soltanto negli anni 2014 e 2015 125 , la società ha affidato incarichi specialistici a soggetti professionali esterni per euro 128.375 126 . In aggiunta a tale importo deve essere anche il già ricordato corrispettivo di euro 75.000 riconosciuto da ATPL LIGURIA a Fi.L.S.E. S.p.A. per varie attività di supporto, visto che la società aveva facoltà di svolgere l’incarico anche mediante ricorso, a sua volta, di consulenti esterni. Vale, peraltro, anche per questa fattispecie l’osservazione per cui è da riscontrarsi in questo modo – ovvero mediante il conferimento da parte di una società regionale in house, affidataria di un incarico della Regione, di un successivo incarico ad altra società in house comprensivo della facoltà di avvalersi di risorse esterne - una sottrazione delle effettive modalità di impiego della spesa regionale da ogni forma di cognizione e sindacato da parte della Regione stessa, posto che esse non sono illustrate nel rendiconto finale presentato alla Regione 127 .

L’assetto attuale del sistema e dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale

6.5.1 Aspetti generali

Oltre a sancire il superamento dell’impianto organizzativo basato su un bacino unico regionale (BURT), la l.r. n. 19 del 2016 ha altresì introdotto le modifiche alla

125 La Regione, infatti, non ha finora potuto trasmettere il rendiconto delle attività di ATPL LIGURIA in liquidazione nell’anno 2016 in quanto l’Agenzia non ha ancora provveduto a tale adempimento. Per quanto concerne il 2016 si è a conoscenza soltanto del Decreto Dirigenziale n. 5869 del 7 dicembre 2016 da cui risulta che alla data del 24 ottobre 2016 residuavano a disposizione di ATPL LIGURIA in liquidazione risorse a valere sulle convenzioni stipulate con la Regione per euro 195.411,21, in relazione alle quali veniva autorizzato l’utilizzo per la copertura dei costi relativi alla procedura di liquidazione. Risulta inoltre, che con l’articolo 4, legge regionale 21 giugno 2016, n. 8 e con l’articolo 27, comma 1, legge regionale 9 agosto 2016, n. 19 le somme destinate al finanziamento dell’ATPL LIGURIA per l’anno 2016 sono state prima ridotte del 70 per cento e poi del tutto soppresse. 126 In base al Rendiconto delle attività svolte negli anni 2014-2015 presentato da ATPL LIGURIA risulta che i principali affidamenti specialistici esterni sono i seguenti: - Incarico a Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) TTA Srl, LEM Reply Srl, TEMA Srl, per attività di assistenza e supporto in ambito tecnico trasportistico, spesa euro 24.000 + IVA; - N. 5 incarichi a Studio Legale Bettini Formigaro Pericu per attività di assistenza giuridica in materia di diritto amministrativo, assistenza giudiziale e difesa in giudizio, assistenza specialistica nell’ambito dell’azione di efficentamento delle aziende di trasporto pubblico, spesa totale euro 56.000,00 + IVA; - Incarico a Studio Legale Lavatelli per attività di assistenza giuridica in materia di diritto civile, spesa euro 20.375,00 + IVA; - Incarico a Dott.

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l.r. n. 33 del 2013 idonee a delineare il nuovo assetto del sistema del trasporto pubblico regionale e locale in Liguria. Quale scelta ottimale di dimensioni “standard” dei bacini di mobilità, la nuova impostazione prevede, rispettivamente, la configurazione di: a) un Ambito Territoriale Ottimale ed omogeneo (ATO) per l’esercizio dei servizi ferroviari, coincidente con l’intero territorio regionale e con Ente di governo individuato dalla Regione Liguria; b) quattro Ambiti Territoriali Ottimali ed omogenei (ATO) per l’esercizio degli altri servizi di trasporto terrestre e marittimo, coincidenti con i territori della Città Metropolitana e degli enti di area vasta esistenti in Liguria e con Enti di governo individuati nelle Amministrazioni di tali enti 128 . Viene conseguentemente ridisegnato il quadro delle competenze relative al settore, anche tenendo conto dello svuotamento di funzioni disposto per ATPL LIGURIA 129 . In capo alla Regione restano intestate, innanzitutto, le maggiori funzioni di pianificazione e programmazione attinenti, non solo, ai servizi di trasporto pubblico, ma anche alla politica tariffaria, agli interventi di investimento e alle azioni di efficientamento dei costi e dei servizi 130 . Alla Regione spettano, poi, le funzioni di controllo sui servizi di trasporto pubblico, da svolgersi anche attraverso il monitoraggio della domanda, dell’offerta e degli standard di qualità 131 : per tali compiti la stessa Regione è deputata a predisporre gli appositi strumenti informatici necessari. In argomento occorre evidenziare che importanti oneri di monitoraggio a carico della Regione discendono, sia in maniera esplicita che implicita, anche dalla disciplina relativa al sistema di finanziamento statale del trasporto pubblico locale. Come si vedrà meglio in seguito, infatti, in base all’art. 16-bis , comma 3, d.l. n. 95 del 2012 “la previsione di idonei strumenti di monitoraggio e verifica”, ai fini della razionalizzazione e di una migliore efficienza della programmazione e gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, costituisce uno dei criteri considerati per regolare il riparto e il trasferimento delle risorse statali alle varie Regioni. Inoltre, poiché una quota del sostegno statale è annualmente condizionato al raggiungimento nell’esercizio dei servizi di determinati obiettivi di carattere trasportistico ed economico, la cui verifica viene svolta in ambito ministeriale sulla base dei dati che le aziende del trasporto pubblico locale sono legislativamente tenute a trasmettere

128 Artt. 7 e 9, l.r. n. 33 del 2013. 129 Art. 27, comma 2, l.r. n. 19 del 2016. 130 Artt. 6, 18, 22, 28-bis , l.r. n. 33 del 2013. 131 Art. 6, comma 7, l.r. n. 33 del 2013.

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periodicamente 132 , incombe sulla Regione, parimenti destinataria di tali comunicazioni 133 , il compito di seguire e monitorare costantemente le risultanze fornite dalle aziende al fine sia di accertarne la correttezza sia di intraprendere tempestivamente le necessarie azioni correttive in caso di scostamento dagli obiettivi prefissati. Per il sostegno della Regione nell’esercizio delle predette funzioni di programmazione e controllo è stato istituito l’Osservatorio Regionale dei Trasporti 134 . Quale Ente di governo del relativo ATO, la Regione esercita le funzioni di amministrazione relative ai servizi ferroviari, ivi comprese quelle di stazione appaltante per gli affidamenti e quelle di gestione del contratto di servizio stipulato 135 . Con riferimento agli altri ATO provinciali, in omaggio al principio di sussidiarietà la relativa governance viene affidata alle Amministrazioni della Città Metropolitana di Genova e dei tre enti di area vasta della Liguria le quali partecipano con un ruolo fondamentale alle fasi di pianificazione e programmazione dei servizi di trasporto pubblico e sono intestatarie delle relative funzioni di amministrazione. In particolare, tali Enti di governo: approvano i piani di bacino di trasporto metropolitano e provinciale; stipulano con la Regione e gli altri enti locali del territorio gli accordi di programma di cui all’art. 12, l.r. n. 33 del 2013, stabilendo e reperendo in tale sede le risorse finanziarie necessarie per la copertura dei servizi aggiuntivi; espletano le procedure di affidamento dei servizi di trasporto e gestiscono il contratto di servizio assicurandone il relativo monitoraggio 136 . Ai Comuni, infine, sono confermate competenze di organizzazione dei servizi di trasporto pubblico comunale 137 .

6.5.2 Il trasporto pubblico locale su gomma

Con riferimento al trasporto pubblico locale non ferroviario, dunque, la l.r. n. 19 del 2016 ha sostituito la previsione del bacino unico regionale (BURT), il quale peraltro non ha mai avuto effettiva realizzazione, con l’istituzione dei quattro bacini di mobilità coincidenti con i territori della Città Metropolitana di Genova e degli enti di area vasta di Imperia, La Spezia e Savona. Anche la nuova impostazione organizzativa, tuttavia, non ha assunto ancora piena operatività. Attualmente, infatti, e nelle previsioni almeno fino alla fine del 2017, il

132 Art. 16-bis , commi 5-7, d.l. n. 95 del 2012. 133 Art. 20, comma 3, l.r. n. 33 del 2013. 134 Art. 20, l.r. n. 33 del 2013. 135 Art. 6, comma 6, l.r. n. 33 del 2013. 136 Art. 7, l.r. n. 33 del 2013. 137 Art. 8, l.r. n. 33 del 2013.

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sistema è in realtà ancora strutturato sulla base dei 5 bacini di traffico definiti dalla abrogata l.r. n. 31 del 1998, ovvero: a) Bacino I: comprensorio F (Provincia di Imperia); b) Bacino S: comprensori A e S (Provincia di Savona); c) Bacino GU: Comune di Genova; d) Bacino TG: comprensori G (escluso il Comune di Genova) e T (Provincia di Genova); e) Bacino L: comprensorio L (Provincia della Spezia) 138 . A tali bacini di traffico, tra l’altro, fino ad oggi la Regione continua a fare riferimento per definire in concreto il riparto tra gli attuali Enti gestori delle risorse per il trasporto pubblico locale terrestre. Analizzando, in particolare, il trasporto su gomma, ovvero la principale modalità di trasporto in questo ambito, attraverso il prospetto seguente si illustra lo stato attuale degli affidamenti dei servizi in ciascun bacino di traffico, con distinta indicazione degli Enti gestori affidanti, delle modalità di affidamento, delle aziende fornitrici dei servizi, della data di inizio dei contratti, nonché della scadenza originaria e del regime delle proroghe disposte per i contratti stessi.

138 Abrogato art. 8, comma 7, l.r. n. 31 del 1998. L’esatta individuazione dei comprensori risulta dalla Tabella A allegata alla l.r. n. 33 del 2013.

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Tab. n. 73 - Trasporto su gomma: la situazione degli affidamenti

Bacini G urbano L S TG I

Stazione Comune di Provincia della Provincia di Provincia di Provincia di appaltante Genova Spezia Savona Genova Imperia

RIVIERA Azienda ATC Esercizio ATP Esercizio AMT S.p.A. TPL LINEA S.r.l. TRASPORTI fornitrice S.p.A. S.r.l. S.p.A.

Tipologia di Gara Gara Gara Diretto Gara affidamento

Data inizio 23/12/2005 22/06/2009 24/06/2003 23/12/2003 25/09/2002 contratto

Scadenza Scadenza Scadenza Scadenza Scadenza 31/12/2011 30/06/2015 30/06/2012 31/12/2010

Proroga Proroga Proroga Proroga Proroga proroghe Durata 31/12/2012 eventuale 30/06/2014 31/12/2011 ai ulteriore annuali sensi del contratto proroga al proroga max 30/06/2018 del contratto in contratto 31/12/2014 ai house 31/12/2013 ai sensi art. 5 c. 5 sensi art. 5 c.5 Reg. CE Reg. CE 1370/07 1370/2007 2009 e 2010: fino al 2010:

Valore € 20.969.291,43 € 12.635.338,81 € 70.500.179 € 18.354.571 € 14.948.791 contratto 2011: dal 2011: (IVA compresa) € 20.951.404,70 € 11.937.777,13 Fonte: Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale della Liguria

Risulta dalla tabella che, per i bacini provinciali di Imperia, Savona e La Spezia, gli Enti gestori, ovvero le rispettive Amministrazioni provinciali, hanno provveduto all’affidamento dei servizi su gomma attraverso procedure competitive ad evidenza pubblica per l’individuazione del soggetto gestore del servizio, secondo la normativa comunitaria e statale. Il Comune di Genova ha altresì svolto una procedura ad evidenza pubblica, seguendo però lo schema della gara a doppio oggetto. L’allora Provincia di Genova, infine, ha invece assegnato il servizio mediante affidamento diretto ad una società in house facente capo alla stessa Amministrazione. Tutte le gestioni si trovano in regime di proroga fino al 31 dicembre 2017 in applicazione dell’art. 1, comma 3, l.r. n. 18 del 2014, come modificato prima dall’art. 5, l.r. n. 24 del 2015 e poi dall’art. 26, l.r. n. 19 del 2016. Per alcune di esse, tuttavia, il differimento legislativo dell’efficacia delle condizioni previste nei contratti di servizio scaduti si è aggiunto a precedenti provvedimenti di

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proroga emergenziale della durata dei contratti adottati ai sensi dell’articolo 5, paragrafo 5, Reg. (CE) n. 1370 del 2007 per scongiurare il pericolo di imminente interruzione del servizio. Come visto in precedenza, ciò ha dato luogo alle cennate posizioni critiche assunte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’AGCM che ne hanno sottolineato il possibile profilo di contrasto con i dettami costituzionali. Quanto sopra rende assolutamente necessario che gli Enti di gestione portino a termine le previste procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento dei nuovi contratti di trasporto pubblico locale entro la fine del corrente anno, in modo da evitare pericoli di disservizio e conseguenti ulteriori soluzioni emergenziali. Nel percorso verso l’obiettivo la Regione si è recentemente inserita mediante l’adozione di un documento contenente gli indirizzi regionali per le procedure di affidamento, da parte degli Enti di governo, dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale di passeggeri (con esclusione del trasporto ferroviario regionale), per la cui elaborazione è stato affidato un incarico alla società in house Liguria Ricerche S.p.A. 139 . Si tratta delle linee guida contenute all’interno dello stesso Programma dei servizi di trasporto pubblico locale da ultimo approvato dal Consiglio regionale 140 .

6.5.3 Il trasporto ferroviario regionale

Il trasporto ferroviario in Liguria ha una particolare valenza strategica rivestendo una funzione di asse portante per l’intera mobilità regionale. Il relativo sistema dei servizi, tuttavia, si sviluppa in un contesto infrastrutturale piuttosto problematico a causa, sia della morfologia del territorio, sia della vetustà ed incompletezza delle linee. Quanto alla disciplina giuridica applicabile, nell’ambito dei servizi ferroviari di interesse regionale e locale vale ancora la distinzione fra i servizi che rientravano nella previsione di cui all’articolo 8, d.lgs. n. 422 del 1997, ovvero quelli allora affidati in concessione alle Ferrovie dello Stato S.p.A., e quelli considerati nel successivo articolo 9, cioè i servizi non concessi a detta società. In Liguria risulta istituito un unico Ambito Territoriale Ottimale (ATO), coincidente con l’intero territorio regionale, che concerne i servizi ferroviari della prima tipologia ma solo limitatamente a quelli svolti in ambito sovracomunale e quelli della seconda tipologia. Il relativo Ente di governo è la Regione stessa che esercita le funzioni di amministrazione, comprensive anche dell’espletamento delle procedure per

139 Incarico affidato con lo stesso Decreto Dirigenziale n. 4438 del 13 settembre 2016 considerato anche in successivo paragrafo. 140 Deliberazione n.7 del 27 giugno 2017.

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l’affidamento dei servizi di trasporto e della gestione del conseguente contratto di servizio 141 . Per quanto riguarda specificamente i servizi già in origine concessi alle Ferrovie dello Stato S.p.A. (art. 9, d.lgs. n. 422 del 1997), solo recentemente è stato superato il periodo di impasse procedurale che ha determinato il protrarsi oltre la scadenza dell’efficacia del contratto di servizio relativo al periodo 2009-2014 142 . Con la Deliberazione di Giunta regionale n. 570 del 27 marzo 2015 è stata approvata un’intesa tra la Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il rinnovo di sei anni ed eventuale proroga della durata fino al 31 dicembre 2023. La mancata puntuale definizione delle condizioni e termini del nuovo contratto entro le scadenze previste nella predetta intesa 143 hanno però portato al ritardo della procedura di affidamento. Solo con Deliberazione di Giunta regionale n. 1130 del 6 dicembre 2016 si è giunti all’approvazione dello schema dell’atto di rinnovo del Contratto di servizio con Trenitalia S.p.A. per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale per il periodo 2015-2017 144 , contratto poi sottoscritto dalle parti il 10 dicembre 2016. Con il medesimo atto la Regione ha previsto di avviare le procedure per l’affidamento diretto del servizio allo scadere del contratto triennale 2015-2017, prevedendo una durata massima pari a 15 anni, di cui 10 anni in base all’art. 5, paragrafo 6, del Reg. CE 1370 del 2007, e gli ulteriore 5 anni in conformità al limite massimo del 50 per cento previsto dall’art. 4, paragrafo 4 del medesimo Reg. CE. La principale ragione alla base della scelta di affidare direttamente il servizio a Trenitalia S.p.A. per un periodo complessivo così esteso, è individuata nell’esigenza di ottenere un consistente miglioramento della qualità del servizio di trasporto ferroviario attraverso il rinnovo totale della flotta circolante a fronte dei notevoli

141 Art. 6, comma 6 e art. 9, l.r. n. 33 del 2013. 142 Per le annualità 2009-2014 l’affidamento è stato disposto con Deliberazione di Giunta regionale n. 210 del 5 febbraio 2010 a favore di Trenitalia S.p.A., con la previsione di eventuale rinnovo per ulteriori sei anni. Nel periodo di validità dell’affidamento la Regione ha dovuto però avviare, in accordo con il soggetto gestore, un processo di razionalizzazione dei servizi per far fronte alla progressiva riduzione dei trasferimenti statali; tale processo è consistito in una riduzione dei corrispettivi, a cui è corrisposta una riduzione dei servizi erogati e un aumento delle tariffe applicate. Con la Deliberazione di Giunta regionale n. 1764 del 27 dicembre 2013 è stata approvata una prima proroga di sei mesi, a decorrere dal 1 gennaio 2015. Con Deliberazione di Giunta regionale n. 789 del 20 giugno 2014 è stata approvata “Relazione in merito all’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale ai sensi dell’articolo 34, comma 20, del DL 179/2012”, nella quale la Giunta regionale si esprime favorevolmente per il rinnovo o la proroga del contratto in essere. 143 Il termine originariamente pattuito del 31 ottobre 2015 è slittato al 31 marzo 2016 con Deliberazione di Giunta regionale n. 1481 del 29 dicembre 2015 e infine al 31 ottobre 2016 con Deliberazione di Giunta regionale n. 576 del 21 giugno 2016. Le cause del ritardo sono state la necessità di approfondire le indicazioni fornite dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti e dall’avvio di un Tavolo tecnico presso il Nucleo di consulenza per l’Attuazione e Regolazione dei Servizi di pubblica utilità (NARS), come indicato nelle premesse della DGR 1130/2016. 144 Con lo stesso provvedimento sono stati approvati anche la relazione ex art. 34, comma 20, del D.L. 179/2012 e lo schema di Protocollo di intesa con Trenitalia S.p.A. per la definizione dei reciproci impegni per il periodo 2018-2032.

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investimenti interamente a carico del gestore, ipotizzati in oltre 390 milioni di euro. La durata dell’affidamento, pertanto, è giustificata dall’entità degli investimenti da ammortizzare, tenuto conto che occorre garantire la sostenibilità economico- finanziaria del contratto e degli investimenti ad esso connessi. Al fine di pervenire entro la fine del 2017 all’affidamento diretto per il periodo successivo, la Regione ha pubblicato in data 23 dicembre 2016 sulla GUUE l’avviso di pre-informazione secondo quanto previsto dall’art. 7, paragrafo 2 del Reg. CE 1370 del 2007. L’avviso riporta, in particolare, l’oggetto dei servizi da affidare, pari a 7 milioni di chilometri annui, per un valore stimato (IVA esclusa) di 84 milioni di euro. Trascorsi 12 mesi dalla suddetta pubblicazione ed a valle di un eventuale confronto competitivo tra le offerte presentate, si potrà procedere con l’affidamento diretto a decorrere dal 1 gennaio 2018 per il periodo 2018-2032. Avverso la D.G.R. n.1130 del 2016, tuttavia, in data 28 marzo 2017 è stato notificato all’Amministrazione regionale un ricorso al T.A.R. che risulta tuttora pendente.

6.5.4 Cenni agli altri servizi trasportistici

Altri trasporti ferroviari In Liguria esistono anche due servizi ferroviari ricadenti nella tipologia di cui all’art. 8, d.lgs. n. 422 del 1997, in quanto aventi interesse regionale e locale e non affidati “in concessione a Ferrovie dello Stato S.p.A.” (cioè all’attuale società che gestisce i servizi ferroviari nazionali): si tratta della ferrovia Genova-Casella e della ferrovia a cremagliera Principe-Granarolo. Come accennato, in base al testo attualmente vigente dell’art. 6, comma 6, l.r. n. 33 del 2013, la Regione Liguria figura come Ente di governo ed esercita le funzioni di amministrazione di servizi ferroviari di cui all’art. 8, d.lgs. n. 422 del 1997, limitatamente a quelli svolti in ambito sovracomunale, in relazione ai quali, pertanto, espleta le procedure per l’affidamento dei servizi di trasporto e gestisce il contratto di servizio stipulato. In base al disposto normativo, quindi, è di competenza regionale soltanto la ferrovia Genova-Casella, la quale consiste in una ferrovia a scartamento “non standard ” che si sviluppa nei Comuni di Genova, Sant’Olcese, Serra Riccò e Casella. Dal 16 aprile 2010 e per la durata di nove anni prorogabili di ulteriori sei, il servizio è affidato ad AMT S.p.A., per un corrispettivo complessivo di euro 15.134.098,66

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(IVA esclusa) 145 , soggetto a revisione annuale a decorrere dal secondo anno di gestione 146147 . Nel corso del 2016 sono stati approvati una revisione del Contratto di Servizio e un nuovo Programma di Esercizio, che hanno previsto una diversa configurazione del servizio senza modificare il corrispettivo originariamente pattuito 148 . La ferrovia a cremagliera Principe-Granarolo si sviluppa invece unicamente nel territorio di Genova ricadendo, pertanto, secondo la l.r. n. 33 del 2013, nell’ambito di competenza della Città Metropolitana di Genova. In attesa del prossimo affidamento del servizio nell’ambito del nuovo bacino, è tuttora vigente il contratto stipulato tra Regione Liguria e AMT S.p.A. inizialmente valido per il solo esercizio 2006 ma la cui validità è stata poi estesa sino alla stipula di un nuovo contratto di servizio 149 . Il corrispettivo annuale riconosciuto ad AMT S.p.A. ammonta ad euro 774.685,35 (IVA esclusa).

Trasporto marittimo I tratti marittimi interessati da servizi pubblici di trasporto sono due: il collegamento nel bacino di Genova tra Pegli ed il Porto Antico; il collegamento tra Portovenere e l’Isola della Palmaria. Riguardo al primo, il servizio pubblico è gestito da AMT S.p.A. sulla base dell’affidamento disposto dal Comune di Genova a seguito di gara ad evidenza pubblica e viene svolto mediante il servizio denominato “Navebus”. La Regione concorre alla copertura dei relativi costi per euro 270.000 che sono trasferiti annualmente al Comune di Genova sulla base di un accordo di programma stipulato nel 2014. In ordine al secondo, il servizio è stato affidato dalla Provincia della Spezia, previa indizione di gara, al Consorzio Barcaioli Porto Venere Service. La Regione compartecipa al finanziamento per euro 25.000 sulla base di un accordo di programma stipulato con la Provincia della Spezia.

145 Il contratto di servizio è stato sottoscritto in base al Decreto Dirigenziale n. 258 del 18 febbraio 2010 in esito a procedura aperta di gara. 146 Come disposto nel capitolato speciale d’appalto (art. 4, comma 5) in cui si prevede altresì l’erogazione di ulteriori risorse, pari ad euro 90.909,09 annui (Iva esclusa), destinate alla copertura degli oneri per attività complementari nonché alla copertura degli oneri per retribuzione differita del personale dipendente non dirigente maturati alla data del 31 marzo 2010 (art. 5, lett. e). 147 Nel nuovo programma dei servizi recentemente approvato dal Consiglio si riferisce di un corrispettivo pari ad euro 1.832.765 annui oltre a euro 723.040 per investimenti. 148 Deliberazione di Giunta regionale n. 644 del 15 luglio 2016. Dalla lettura della deliberazione è anche emerso il mancato funzionamento dell’impianto per i primi mesi del 2016, a causa di interventi di manutenzione straordinaria; la riapertura della linea ferroviaria è stata autorizzata con Deliberazione di Giunta regionale n. 450 del 17 maggio 2016. 149 Deliberazione di Giunta regionale n. 1507 del 21 dicembre 2006.

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Metropolitana di Genova Il servizio di trasporto sulla metropolitana di Genova è gestito da AMT S.p.A. nell’ambito del contratto di servizio per il bacino G Urbano.

Altri impianti fissi: funicolari ed ascensori Gli impianti a fune della città di Genova (n. 2 funicolari e n. 12 ascensori) sono gestiti da AMT S.p.A. nell’ambito del contratto di servizio per il bacino G Urbano.

La funzione di programmatoria dei servizi di trasporto pubblico Nel sistema che si è andato a delineare già sul finire del secolo scorso con le cosiddette “leggi Bassanini”, una delle principali competenze assegnate a ciascuna Regione in materia di servizi pubblici di trasporto di interesse regionale e locale è rappresentata dalla funzione di programmazione e indirizzo 150 . Nell’ordinamento della Regione Liguria l’organo deputato a svolgere la funzione è, in primo luogo, il Consiglio regionale-Assemblea Legislativa della Liguria. Secondo l’art. 6, comma 3, l.r. n. 33 del 2013, gli atti pianificatori e programmatori che tale consesso è tenuto ad adottare riguardano distintamente: a) la definizione degli indirizzi per la pianificazione dei trasporti locali e dei criteri programmatici e direttivi per l’elaborazione dei piani di bacino da parte degli Enti di gestione; b) l’approvazione del piano regionale dei trasporti e dei relativi aggiornamenti, in connessione con le previsioni regionali di assetto territoriale e di sviluppo economico e sulla base dei piani di bacino adottati dagli Enti di gestione; c) l’approvazione del programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale, con particolare riferimento ai servizi minimi 151 . Alla Giunta regionale compete, invece, la definizione ed approvazione degli accordi di programma da stipulare con gli enti locali interessati ai fini della determinazione dei livelli di quantità e degli standard di qualità dei servizi minimi ed aggiuntivi di trasporto pubblico locale (art. 6, comma 5, e art. 12, l.r. n. 33 del 2013). Uno degli obiettivi fondamentali della fase programmatoria di pertinenza regionale è costituito dalla definizione della rete dei servizi minimi del trasporto pubblico regionale e locale. Sono tali i servizi il cui costo è normativamente posto a carico del bilancio regionale. Essi sono individuati, con il coinvolgimento di varie istanze, sulla base delle risorse regionali destinate al loro finanziamento dal programma dei servizi di cui al

150 Art. 4, comma 4, l. n. 59 del 1997 e art. 14, d.lgs. n. 422 del 1997. 151 Per quanto concerne la successione dei provvedimenti programmatori nel sistema antecedente alla riforma del 2013, vigeva l’art. 3 dell’abrogata l.r. n. 31 del 1998.

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sopra citato art. 6, l.r. n. 33 del 2013 e tenendo conto degli elementi indicati all’articolo 4 della stessa legge. La definizione delle quantità e degli standard di qualità dei servizi minimi per ciascun Ambito Territoriale Ottimale (ATO) sono invece oggetto degli accordi di programma da stipulare con i rispettivi Enti di governo (EGA). A fronte del considerato dettato normativo, il quadro effettivo della programmazione regionale è del tutto diverso. A quasi vent’anni dalla sua previsione legislativa, la Regione Liguria non si è ancora dotata di un Piano regionale dei trasporti, a differenza della maggior parte delle Regioni italiane. Attualmente, inoltre, non è in applicazione neppure un Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale che sia comprensivo della definizione dei servizi minimi a carico del finanziamento regionale sulla base delle disponibilità di bilancio. L’ultimo documento con tale contenuto che ha avuto attuazione è stato, infatti, il “Programma dei Servizi Pubblici Locali per il triennio 2009–2011” (prorogato anche per il 2012) approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 26 del 29 ottobre 2009, dopo il quale non è stato adottato da parte dell’organo assembleare alcun provvedimento aggiornato. Invero, la materia ha costituito uno dei temi considerati nel già menzionato “Studio per l’individuazione di un programma di esercizio di trasporto gomma-ferro in riferimento all’intero territorio regionale”, approvato con Deliberazione di Giunta regionale. n. 571 del 27 marzo 2015 152 . Tuttavia, a seguito della mancata attuazione e successivo superamento del sistema basato sul Bacino Unico Regionale per il Trasporto e sulla gara a lotto unico, gli elaborati contenuti in tale documento non sono stati suscettibili di alcuna applicazione concreta. Contenuto innovativo piuttosto limitato può essere riconosciuto anche al Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale della Liguria adottato dalla Regione in attuazione dell’articolo 16-bis , comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. Come vedremo più precisamente in seguito, in base al sistema attuale uno dei criteri per il concorso dello Stato al finanziamento del trasporto pubblico locale nelle varie Regioni a statuto ordinario prevede che una quota delle risorse statali possa essere assegnata soltanto a condizione del raggiungimento da parte della Regione di alcuni obiettivi di efficientamento e razionalizzazione dei servizi di trasporto nel territorio. Eccezionalmente per l’anno 2013, tali obiettivi si consideravano soddisfatti e, conseguentemente, la quota di risorse statali a ciò subordinata veniva riconosciuta, semplicemente a seguito dell’adozione entro un termine definito di un piano di

152 Già menzionata nella nota 12

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riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale. La Regione Liguria ha approvato tale documento con Deliberazione di Giunta regionale n. 1299 del 24 ottobre 2013. Esso, tuttavia, per lo più richiama le azioni di efficientamento e razionalizzazione dei servizi che la Regione aveva già avviato a partire dall’anno 2011 a fronte dei primi tagli dei finanziamenti statali subiti con le manovre del 2010, per evidenziarne gli effetti attesi sul piano del miglioramento di alcuni indicatori di efficienza, economicità e produttività. Gli interventi aggiuntivi di riprogrammazione che vengono proposti nel piano sono di rilievo circoscritto e riguardano aspetti specifici (quali, ad esempio, la revisione del sistema tariffario, alcuni investimenti nei sistemi di bigliettazione e nei campi del governo e monitoraggio dei servizi). Quanto ai servizi minimi non viene formulata alcuna elaborazione significativa ma solo offerta una descrizione generica della rete complessiva esistente, oggetto dei contratti di servizio allora vigenti. Quanto ai risultati effettivamente ottenuti grazie a tale attività di riprogrammazione, la Regione Liguria ha fornito il seguente quadro contenente i dati relativi ai chilometri di servizio erogati, suddivisi tra le varie aziende di trasporto, così come estratti dalla banca dati dell’Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale.

Tab. n. 74 – Servizio erogato in chilometri AZIENDE GOMMA 2012 2013 2014 2015 AMT 25.802.690 24.348.823 24.589.268 24.614.993 AMT FUNICOLARI 84.394 85.710 84.954 67.919 AMT GENOVA CASELLA (SOSTITUTIVO) - - 167.264 167.920 ATP ESERCIZIO 9.379.952 8.899.237 8.912.875 8.953.568 RIVIERA TRASPORTI 7.062.853 6.067.449 5.698.274 6.110.149 ATC ESERCIZIO 9.604.930 9.242.387 9.237.379 9.322.101 TPL LINEA 9.414.173 9.017.167 8.870.281 8.523.097 TRENITALIA 122.862 109.082 225.362 94.096 TOTALE 61.471.854 57.769.855 57.785.657 57.853.843

AZIENDE FERRO E METRO 2012 2013 2014 2015 AMT 430.869 515.786 510.098 523.812 AMT PRINCIPE GRANAROLO 2.910 16.547 18.349 18.249 AMT GENOVA CASELLA 164.440 153.343 - - TRENITALIA 6.438.472 6.441.516 6.302.673 6.372.130 TOTALE 7.036.691 7.127.192 6.831.120 6.914.191 Fonte dati: Osservatorio Nazionale TPL

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Dalla tabella emerge che dal 2012 al 2015 si assiste ad una progressiva riduzione della quantità complessiva dei servizi erogati, sia su gomma che su ferro, in funzione della domanda di trasporto: risultato che la Regione collega alla riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi resesi necessarie a seguito del decremento delle risorse statali disponibili. Avvertito il “vuoto” programmatorio venutosi a determinare con riferimento al trasporto pubblico locale, soprattutto come conseguenza del tramonto dell’impostazione basata sulla creazione del Bacino Unico Regionale per il Trasporto (BURT), solo recentemente la Regione ha intrapreso un percorso volto a colmare le carenze e i ritardi accumulati. Il nuovo impegno ha avuto avvio con l’affidamento (disposto con Decreto Dirigenziale n. 4438 del 13 settembre 2016 153 ) dell’ennesimo incarico definito in house , in questo caso alla società Liguria Ricerche S.p.A., avente come oggetto “l’attività di assistenza tecnica a supporto della programmazione e monitoraggio in materia di trasporto pubblico locale”, da compiersi per un periodo di diciotto mesi e per una spesa di Euro 150.000 154 . A proposito delle modalità di svolgimento di tale incarico, in base al succinto rapporto delle attività ad oggi compiute presentato dalla società affidataria, si registra nuovamente il fenomeno per cui il soggetto in house , per la definizione delle parti fondamentali dei lavori concordati in convenzione, si sia a sua volta rivolto a soggetto esterno per il supporto specialistico (nella specie, la società Tema S.r.l.), selezionato come da “ procedure interne ” non meglio precisate. Uguale criterio è seguito anche per una delle azioni ancora in corso di svolgimento (supporto ai fini della elaborazione del Piano economico finanziario relativo al contratto tra Regione e Trenitalia Spa, per la quale si è avvalso di un consulente specialistico in materia 155 , anch’esso selezionato come da “ procedure interne ” non meglio precisate). Nel predetto rapporto non è indicata la spesa sostenuta dalla società per i supporti esterni, che dovrà comunque essere rendicontata nell’ambito della relazione annuale da presentare alla Regione.

153 Si tratta dello stesso incarico di cui al D.D. n. 4438/2016 per l’elaborazione delle linee guida regionali per le procedure di affidamento dei servizi citato nella precedente nota n. 39. 154 Alcune considerazioni possono essere svolte incidentalmente con riferimento specifico alla fattispecie dell’affidamento dell’incarico. In primo luogo si nota che il decreto dirigenziale menzionato dispone l’imputazione dell’impegno per l’intera spesa all’esercizio finanziario 2016, che a rigore implica l’avvenuta valutazione dell’esigibilità in tali termini. Tale valutazione non risulta però coerente con la previsione della durata dell’incarico in diciotto mesi a partire dalla sottoscrizione del relativo disciplinare e con le modalità di pagamento del corrispettivo, per cui è stabilita la liquidazione del solo 20 per cento della spesa all’atto dell’affidamento e della restante parte all’atto della presentazione di elaborati intermedi e poi del Rapporto conclusivo. Da approfondire, inoltre, è anche la circostanza per cui, nonostante la durata di diciotto mesi, risulterebbe che la società affidataria abbia presentato i documenti ed elaborati relativi agli oggetti più consistenti dell’incarico (ovvero quelli che hanno costituito la base di lavoro per il documento oggetto dell’atto di Giunta di cui si espone di seguito) appena dopo pochi mesi. 155 Dott. Ferdinando Stanta.

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Sulla base degli elaborati acquisiti in esito all’incarico di cui sopra, in data 31 marzo 2017 la Giunta regionale ha formalizzato una proposta diretta al Consiglio regionale per l’approvazione delle determinazioni programmatiche previste dall’art. 6, comma 3, lett. a) e c), della l.r. n. 33 del 2013, ovvero di un nuovo “Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale” comprendente anche gli indirizzi per la pianificazione dei trasporti locali ed i criteri programmatici e direttivi per l’elaborazione dei piani di bacino, nonché le Linee guida per le procedure di affidamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale di passeggeri 156 . Nella prospettazione della Regione, tali documenti assumono anche una valenza propedeutica rispetto alla successiva elaborazione del Piano regionale dei trasporti di cui all’art. 6, comma 3, lett. b), della l.r. n. 33 del 2013, posto che tale documento deve tener conto di tutti gli aspetti relativi al sistema trasportistico regionale nelle sue varie articolazioni (trasporto di merci e di persone, trasporto pubblico e privato, trasporto pubblico di linea e non di linea). Il suddetto nuovo “Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale” ha ricevuto definitiva approvazione soltanto nelle more dell’ultimazione della presente relazione, con la Deliberazione del Consiglio regionale-Assemblea Legislativa della Liguria n. 7 del 27 giugno 2017. Dovendo, pertanto, rimandare ogni esame e valutazione del medesimo a un momento successivo, per il momento è sufficiente osservare che, in base alle sue premesse, il contenuto del documento assolve interamente alle prescrizioni dell’art. 6, comma 4, l.r. n. 33 del 2013 e, inoltre, comprende anche la regolazione del sistema di monitoraggio e di valutazione dei risultati dei servizi e la connessa definizione di precisi obiettivi di efficacia, efficienza e sostenibilità ambientale da perseguire. In particolare, l’individuazione dell’assetto dei servizi minimi automobilistici e la quantificazione delle risorse regionali necessarie per il loro finanziamento avvengono con distinto riferimento ad ogni Ambito Territoriale Ottimale considerato. Un ultimo sguardo può essere rivolto allo stato di definizione e sottoscrizione degli accordi di programma di cui all’art. 5, comma 5, e agli artt. 7 e 12, l.r. n. 33 del 2013. Si tratta di documenti essenziali per la gestione dei servizi, specialmente perché con essi si deve raggiungere l’intesa tra Regione ed Enti locali interessati per la determinazione degli obiettivi programmatici inerenti la quantità e gli standard di qualità relativi ai servizi minimi ed aggiuntivi e si definiscono, inoltre, le effettive risorse stanziate per il trasporto pubblico locale dai vari enti sottoscrittori. Essi

156 Si tratta dell’atto di proposta di Giunta n. 6 del 2017 già citato in precedenza.

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assumono, pertanto, anche valenza propedeutica rispetto alla definizione dei vari contratti di servizio da stipulare tra gli Enti gestori e le aziende affidatarie dei servizi. Risulta che, attualmente, sono vigenti, in quanto il relativo schema è stato approvato con delibera di Giunta e poi sottoscritto dal competente organo regionale e dagli Enti locali interessati (in qualche caso con alcune eccezioni marginali), gli accordi di programma afferenti il Bacino di traffico della Città Metropolitana di Genova “TG” 157 , il Bacino di traffico “S” di Savona 158 e il Bacino “I” di Imperia 159 . Tali accordi riguardavano in origine il periodo 2012-2015 ma la loro validità è stata prorogata da delibere di Giunta fino al 31 dicembre 2017, in analogia con il differimento alla stessa data, operato dalla l.r. n. 24 del 2015, dei termini per la conclusione delle procedure competitive per i nuovi affidamenti dei servizi di trasporto e del limite temporale per la prosecuzione del servizio da parte degli attuali gestori sulla base dei contratti di servizio in essere. Non è invece operante alcun accordo di programma per il Bacino “GU” del Comune di Genova e per il Bacino “L” di La Spezia, posto che, nonostante i solleciti rivolti dal Settore Trasporti della Regione, i principali enti locali interessati non hanno fornito riscontro allo schema di proposta elaborato dalla Regione. Anche sotto questo profilo, pertanto, si rivela un vulnus rispetto alla completa programmazione dei servizi di trasporto liguri 160 .

La funzione regionale di monitoraggio

La Regione Liguria svolge altresì una funzione di monitoraggio del sistema che avviene in via diretta sui servizi ferroviari e in collaborazione con gli Enti di governo d’Ambito negli altri casi 161 . Nel primo caso il monitoraggio ha ad oggetto i contratti di servizio attualmente efficaci, stipulati tra Regione Liguria e, rispettivamente, Trenitalia S.p.A., per il trasporto di interesse regionale, e AMT S.p.A. per i servizi relativi alla ferrovia Genova-Casella e per quelli della ferrovia Principe-Granarolo, in relazione ai quali la Regione verifica il rispetto delle clausole contrattuali da parte dei gestori e monitora in modo diretto e continuo la qualità e quantità dei servizi erogati 162 . Per il controllo

157 Deliberazione di Giunta regionale n. 1260 del 14 ottobre 2014 e la proroga disposta con Deliberazione di Giunta regionale n. 704 del 29 luglio 2016. 158 Già citata DGR n. 704 del 2016. 159 Deliberazione di Giunta regionale n. 295 dell’8 aprile 2016. 160 Evidentemente non ha più avuto alcuna attuazione, e presumibilmente non è stato neppure oggetto di formalizzazione con le sottoscrizioni dei soggetti interessati, lo schema di accordo impostato sulla base della prevista e non avverata istituzione del bacino unico regionale (BURT), approvato con DGR n. 572 del 2015 richiamata alla precedente nota n. 12. 161 Art.6, comma 7 della l.r. n. 33 del 2013. 162 Il controllo “quantità” dei servizi resi, consiste nella verifica mensile dei dati trasmessi dai soggetti gestori relativi ai seguenti indici: treni*Km in rapporto al servizio programmato (con indicazione di

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relativo al primo contratto la Regione ha formato un proprio corpo ispettivo ad oggi di 5 unità, che, in contraddittorio con il personale dell’impresa, verifica quotidianamente il rispetto degli standard di quantità e qualità. Riguardo all’azione di monitoraggio sui restanti servizi di trasporto, svolta in collaborazione con i competenti Enti di gestione, emerge il ruolo di supporto svolto dall’Osservatorio Regionale dei Trasporti, al quale sono assegnati anche altri compiti specifici di monitoraggio dei servizi sotto il profilo sia tecnico, sia economico- finanziario 163 . A proposito di tale entità, nonostante le disposizioni ne prevedono l’istituzione e intestano al medesimo la cennata serie di funzioni, non risulta adottato da parte degli organi della Regione alcun provvedimento amministrativo volto alla sua concreta costituzione quale organismo dotato di propria organizzazione e personale. In istruttoria è stato riferito che l’attività di monitoraggio dei dati contenuti nel portale dell’Osservatorio Regionale dei Trasporti è svolta tramite personale della società regionale in house Liguria Digitale S.p.A. Con la Deliberazione di Giunta regionale n. 1563 del 10 dicembre 2013, vengono disciplinate le modalità di trasmissione da parte delle aziende di trasporto pubblico regionale e locale all’ORT di: a) dati trasportistici, con la definizione di tipologie di dati tecnici relativi alla domanda, all’offerta, al parco mezzi e alle infrastrutture; b) dati economici, relativi a determinate tipologie di ricavi e costi. Come si è accennato, un’attività di monitoraggio è collegata alla verifica del raggiungimento degli obiettivi di cui all’art. 16 bis , comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e all’articolo 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2013, in cui sono stabiliti i criteri e le modalità di riparto tra le regioni a statuto ordinario delle risorse del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato, agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario, su cui in seguito si esporrà più in dettaglio. Gli ultimi esiti di questa importante attività oggi sono disponibili in quanto riportati nel Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale recentemente approvato dal Consiglio regionale. Di essi si tratterà in altra parte del capitolo.

elementi che evidenzino la puntualità complessiva del servizio); treni*km soppressi, con le relative cause di soppressione. Il contratto di servizio tra Regione e Trenitalia S.p.A., prevede la possibilità per la Regione di utilizzare per i controlli il sistema informativo di circolazione di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. Il controllo “qualità” dei servizi resi di trasporto ferroviario regionale, viene effettuato attraverso il monitoraggio di standard di qualità definiti dal contratto tramite indicatori espressione di aspetti quali: la puntualità ed affidabilità dei servizi; le attività di pulizia del materiale rotabile; l’efficienza degli impianti di illuminazione; il funzionamento porte di accesso; l’efficienza impianti di condizionamento e di riscaldamento; eccetera. 163 Art.20, l.r. n. 33 del 2013.

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Le azioni nel campo degli investimenti

6.8.1 Cenni agli interventi previsti nella legislazione statale

L’articolo 1, comma 83, della legge 27 dicembre 2013 n. 147 (legge di stabilità 2014), aveva già istituito un fondo per l’acquisto di veicoli del trasporto pubblico locale le cui risorse, con il successivo articolo 1, commi 223-227, della legge 23 dicembre 2014 n. 190 (legge di stabilità 2015), erano poi state specificamente destinate all’acquisto di materiale rotabile su gomma 164 . Da ultimo, l’articolo 1, comma 866, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) ha previsto l’istituzione di un fondo, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, finalizzato all’acquisto e alla riqualificazione elettrica o al noleggio dei mezzi adibiti al trasporto pubblico locale e regionale, ai fini del raggiungimento degli standard europei del parco mezzi destinato al trasporto pubblico locale e regionale, e in particolare per l'accessibilità per persone a mobilità ridotta. Nel nuovo fondo si prevede che confluiscano, previa intesa con le regioni, le risorse disponibili di cui al sopra citato art. 1, comma 83, legge n. 147 del 2013, compresi i successivi rifinanziamenti. In attuazione della suddetta normativa è stato emanato il Decreto Interministeriale del 28 ottobre 2016 che ripartisce le quote del fondo tra le Regioni e stabilisce i criteri per il cofinanziamento regionale degli interventi, come di seguito rappresentato.

Tab. n. 75 - Fondo destinato al rinnovo parchi autobus anni 2015 e 2016

Anno 2015 Anno 2016 Totale

Importo finanziamento statale 8.415.780,77 6.147.685,99 14.563.466,76

Cofinanziamento regionale o locale 8.415.780,77 6.147.6885,99 14.563.466,76

Fonte: Decreto Interministeriale MEF e MIT del 28 ottobre 2016 Elaborazione Corte dei conti - Sezione regionale di controllo per la Liguria

Stante il ristretto margine temporale annuo residuo, tuttavia, la Regione Liguria non è riuscita a procedere con l’atto di programmazione e riparto delle risorse, cui è subordinata l’erogazione del contributo in base al medesimo decreto interministeriale. Si ritiene auspicabile che ciò possa avvenire almeno nel corso del corrente anno 2017, in modo da consentire l’utilizzo delle risorse stanziate per le finalità programmate.

164 Per la parziale illegittimità costituzionale dell’art.1, comma 224, l. n. 190 del 2014 si pronuncia la Corte Costituzionale, con sentenza n. 211 del 16 giugno 2016.

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6.8.2 Il programma straordinario di investimenti ex legge regionale 28 dicembre 2009, n. 62

Per quanto concerne gli interventi decisi in autonomia, la Regione Liguria ha anzitutto previsto, con l’art. 6 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 62 (legge finanziaria regionale 2010), un contributo annuale in conto capitale di euro 2.000.000 per la durata di 20 anni, destinato ai soggetti gestori del servizio terrestre, ad eccezione del trasporto ferroviario, e mirato specificamente: - all’acquisto e ammodernamento di autobus, tram, filovie ed altri mezzi di trasporto; - all’acquisto, costruzione e ammodernamento di infrastrutture, impianti fissi, tecnologie di controllo, officine–deposito e relative attrezzature. Con l’articolo 8, comma 1, della legge regionale 23 dicembre 2013, n. 41 (legge finanziaria regionale 2014), dopo il primo comma dell’articolo è stato aggiunto il comma 1-bis , in cui viene stabilito che i contributi annuali possano essere concessi direttamente ad ATPL LIGURIA o a Fi.L.S.E. S.p.A., anche al fine di “ attivare idonei strumenti finanziari di supporto ”. Da ultimo, l’articolo 7 della legge regionale 12 novembre 2015, n. 18 ha modificato il comma 7 dell’art. 6, l.r. n. 62 del 2009 in questione, prevedendo, tra l’altro, che il contributo annuale possa costituire titolo nell’ambito di operazioni di cessione di credito. Tali variazioni del testo legislativo hanno inciso significativamente sulle modalità attuative dell’intervento che occorre pertanto ricostruire per analizzare alcuni profili di rilievo e trarre le conseguenti considerazioni. Già con Deliberazione di Giunta regionale n. 549 del 9 maggio 2014 la concreta attuazione del programma di investimenti di cui alla l.r. n. 62 del 2009 viene affidata a Fi.L.S.E. S.p.A. alla quale è conferito mandato per strutturare le relative operazioni, che possono comprendere anche l’attivazione di idonei strumenti finanziari, quali il leasing , il finanziamento con istituti bancari o l’emissione di titoli di credito (bond /mini-bond ), nonché una gestione unitaria a regia regionale delle procedure di acquisto dei nuovi mezzi. Gli indirizzi e i criteri di realizzazione dell’operazione complessiva costituiscono l’oggetto di un accordo di programma per l’acquisto dei mezzi per il trasporto pubblico locale su gomma, sottoscritto tra Regione Liguria, Fi.L.S.E. S.p.A., IRE Liguria S.p.A. (che opera in qualità di centrale di committenza per le procedure di gara) e le aziende di trasporto della Liguria. Tale accordo subisce nel tempo diverse modifiche per i

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necessari adattamenti agli sviluppi delle procedure e delle determinazioni regionali 165 . Le attività demandate a FiL.S.E. S.p.A. e i relativi rapporti con la Regione sono inoltre specificamente disciplinati anche da apposita convenzione 166 . Dopo una prima fase caratterizzata dall’esperimento senza esito di una procedura di gara per l’affidamento della fornitura in leasing dei mezzi di trasporto pubblico regionale, con le Deliberazioni di Giunta regionale n. 579 del 27 marzo 2015 e n. 661 dell’8 maggio 2015 la strategia della Regione assume contorni più definiti con il conferimento a Fi.L.S.E. S.p.A. del mandato di definire una nuova procedura d’acquisto dei mezzi di trasporto basata sull’attualizzazione del complesso dei contributi regionali annuali ancora da erogare a favore della società (ovvero dell’importo di euro 26.071.371,56 per cui già era intervenuta l’autorizzazione di spesa con imputazione ripartita in ciascun esercizio fino al 2029 167 ), da realizzarsi attraverso la contrazione da parte della stessa Fi.L.S.E. S.p.A. di un finanziamento da rimborsare mediante le liquidazioni annuali delle suddette risorse di cui alla l.r. n. 62 del 2009, nonché con la facoltà di cedere anche in garanzia il credito della società verso Regione relativo ai predetti contributi annuali. Nelle conseguenti modifiche apportate all’accordo di programma (e alla convenzione tra Regione e Fi.L.S.E. S.p.A.) viene espressamente precisato che l’attualizzazione delle risorse è finalizzata ad acquisire l’immediata disponibilità di un capitale utilizzabile per l’acquisto di mezzi 168 e che la Regione Liguria concede tramite Fi.L.S.E. S.p.A. alle aziende di trasporto, in sostituzione delle risorse periodiche annuali, un contributo pari al ricavato dell’attualizzazione dei fondi 169 . Si prevede, ancora, l’impegno della Regione a confermare, ove richiesto, l’esistenza e l’ammontare dei crediti di Fi.L.S.E. S.p.A. nei suoi confronti in relazione all’intervento in questione, nonché a versare i contributi annuali direttamente al finanziatore cessionario dei crediti a titolo di rate di ammortamento del prestito concesso 170 . In conformità all’incarico ricevuto Fi.L.S.E. S.p.A. esperisce una gara informale ad inviti avente ad oggetto il servizio di finanziamento, con cessione di credito, nell’ambito di un’operazione a regia regionale di acquisto di autobus per il trasporto

165 Il testo dell’accordo di programma attualmente vigente è stato sottoscritto il 31 marzo 2016. In precedenza lo schema di accordo era stato approvato e modificato per la Regione con Deliberazioni di Giunta regionale n. 1071 del 7 agosto 2014, n. 1229 del 14 ottobre 2014, n. 661 dell’8 maggio 2015 e n. 1023 del 24 settembre 2015. 166 Lo schema di convenzione è stato dapprima approvato con la citata D.G.R: n. 1071/2014 e poi modificato con Decreto del Dirigente del Settore Trasporto Pubblico Locale n. 2642 del 15 settembre 2015, infine integrato con Decreto Dirigenziale n. 6427 del 30 dicembre 2016. 167 Già citata D.G.R. n. 1071/2014 e Decreto del Direttore Generale del Dipartimento Trasporti n. 42 del 5 marzo 2015. 168 Schema di accordo di programma approvato con D.G.R: n. 661/ 2015, lett. q) delle premesse. 169 Schema di accordo di programma approvato con D.G.R: n. 661/ 2015, art. 3. 170 Schema di accordo di programma approvato con D.G.R: n. 661/ 2015, art. 6.

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pubblico locale (CIG: 636081890F). Il finanziamento è previsto che avvenga come anticipazione degli specifici contributi regionali, da erogare da parte della Regione a Fi.L.S.E. S.p.A. di anno in anno fino al 2029 sulla base della l.r. n. 62 del 2009 e da destinarsi al pagamento del prezzo di vendita dei mezzi acquistati dalle aziende esercenti i servizi di trasporto. L’aggiudicazione interviene il 22 gennaio 2016 a favore di BNL S.p.A. per un capitale di finanziamento pari a euro 17.577.328,62 e un tasso di interesse fisso omnicomprensivo del 3,91 per cento. Dal contratto di finanziamento, sottoscritto in data 1 marzo 2016, si evince che il suddetto importo massimo finanziabile in linea capitale è determinato avuto riguardo al credito residuo di Fi.L.S.E. S.p.A. verso Regione Liguria in relazione alle risorse ex l.r. n. 62 del 2009 all’atto dell’aggiudicazione della gara, il quale ammonta a euro 22.097.238,80 corrispondenti alle n. 13 rate di contributi che la Regione deve ancora versare dal 2017 al 2029, visto che le quote relative alle annualità dal 2014 al 2016 sono state nel frattempo già erogate alla società regionale. L’effettiva erogazione del finanziamento è prevista in tre distinte tranche , tutte comunque da regolare entro la fine del 2016. Il regolamento contrattuale riproduce, inoltre, lo schema dell’operazione come già ideata nei testi vigenti dell’accordo di programma e della convenzione sopra menzionati, e quindi, in particolare, con la precisazione che l’importo del finanziamento deve essere destinato alle aziende di trasporto per l’acquisto di nuovi mezzi, nonché la previsione della contestuale cessione da parte di Fi.L.S.E. S.p.A. a favore dell’istituto finanziatore del credito verso Regione Liguria e l’impegno di quest’ultima ad accettare la cessione. Ai fini del relativo inquadramento giuridico rileva peraltro menzionare, in particolare, la clausola (articolo 8.1.1) secondo cui, in assenza di accettazione da parte della Regione della cessione di credito, la Banca non è tenuta ad effettuare alcuna erogazione a valere sul finanziamento, che quindi subordina l’esecuzione del contratto di finanziamento alla stipulazione della cessione di credito. Quest’ultima, in effetti, viene stipulata con atto di cessione pro solvendo avente pari data che, in linea con il contratto di finanziamento, ha ad oggetto il credito residuo di Fi.L.S.E. S.p.A. verso Regione Liguria per le risorse ex art. 6 l.r. n. 62 del 2009 ancora da acquisire (rate annuali dal 2017 al 2029). In relazione al testo dell’atto, si segnala come elemento aggiuntivo di valutazione, l’articolo 2.2. con il quale si pattuisce che la cessione “ si intende espressamente estesa a tutti i crediti che dovessero sorgere a favore di Fi.L.S.E. S.p.A. verso la Regione laddove questa revocasse e/o abrogasse e/o comunque eliminasse e/o sostituisse le risorse da cui origina il credito ”, che, quindi, vincola la Regione verso l’istituto finanziatore, nel

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limite della sussistenza di qualsiasi altra ragione di credito nei suoi confronti da parte di Fi.L.S.E. S.p.A., a prescindere dall’eventuale successiva modifica o abrogazione dell’art. 6, l.r. n. 62 del 2009 che incidesse sullo stanziamento del contributo regionale annuale. A perfezionamento dell’operazione giunge l’accettazione della Regione Liguria della cessione del credito, rilasciata con dichiarazione del Presidente della Regione Liguria del 23 marzo 2016 171 . Gli sviluppi della procedura sono stati poi recepiti nell’ultima versione dell’Accordo di programma tra Regione Liguria, Fi.L.S.E. S.p.A., IRE Liguria S.p.A. e aziende di trasporto, sottoscritto il 31 marzo 2016. Una ricostruzione complessiva e informazioni supplementari riguardo a tutti gli aspetti delle azioni compiute in attuazione del programma straordinario di investimenti di cui all’art. 6, l.r. n. 62 del 2009 sono contenute nel rapporto annuale presentato da Fi.L.S.E. S.p.A. alla Regione sulle attività effettuate nel 2016, in cui viene data ampia illustrazione anche dell’andamento delle procedure di acquisto dei nuovi mezzi pubblici indette dalla centrale di committenza IRE Liguria S.p.A., nonché della ripartizione tra le aziende di trasporto liguri nell’assegnazione dei mezzi già acquisiti. Da tale rendiconto si evincono anche i costi sostenuti nel 2016 da Fi.L.S.E. S.p.A. per le attività di gestione dell’operazione, in relazione alla quale la convenzione regolatrice vigente riconosce alla società un corrispettivo di euro 108.054,30 (IVA esclusa) per l’anno 2016 e euro 54.027,15 annui (IVA esclusa) dal 2017 al 2026, per un totale di euro 648.325,80 che, tra l’altro, sono previsti “ a valere sulla dotazione delle risorse impiegate nell’operazione ”, ovvero sono dedotti dal capitale disponibile per l’acquisto dei mezzi. Tra tali costi ve ne sono compresi anche taluni afferenti compensi a professionisti esterni per attività di assistenza (nella specie, assistenza legale) 172 .

La sintesi dei vari passaggi della vicenda in questione, con l’evidenziazione di alcuni profili che emergono dall’analisi della ampia documentazione esaminata, è funzionale alle considerazioni cui si ritiene di pervenire. Un primo aspetto, che può definirsi preliminare e che appare incontrovertibile, è che, al di là del dato legislativo letterale, il programma straordinario di investimenti

171 Si tratta specificamente della nota prot. n. PG/2016/60268 del 23 marzo 2016 del Presidente della Giunta regionale, rilasciata in conformità all’autorizzazione conferita con Deliberazione di Giunta regionale n. 224 del 18 marzo 2016. 172 Si tratta dei seguenti affidamenti specialistici: - Incarico a Studio Legale Giovanardi e Associati per attività di assistenza, spesa euro 12.688,00 (IVA inclusa); - Incarico a Avv. Andrea Fondini per attività di assistenza e consulenza legale, spesa euro 12.688,00 (IVA inclusa).

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per il trasporto pubblico locale su gomma di cui all’art. 6, l.r. n. 62 del 2009, viene concretamente perseguito e realizzato mediante il ricorso ad un’operazione di indebitamento. Considerando per ora la fattispecie solo dall’angolo visuale di Fi.L.S.E. S.p.A., infatti, non può che essere inquadrata in tali termini l’operazione finanziaria volta all’acquisizione di un capitale monetario immediatamente disponibile da un soggetto finanziatore a fronte dell’obbligo della relativa restituzione e del pagamento degli interessi corrispettivi: ciò a prescindere da quale tipologia si ritiene ricorra fra quelle fatte rientrare nella nozione di indebitamento dall’articolo 3, comma 17, della legge 4 dicembre 2003, n. 350 (in specie, assunzione di mutuo o cartolarizzazione relativa a flussi futuri di entrata). Altra osservazione concerne l’operazione complessivamente realizzata, la quale risulta composta, peraltro già al momento della sua originaria impostazione contenuta nella convenzione tra Regione e Fi.L.S.E. S.p.A., da due atti negoziali, finanziamento e cessione di credito, formalmente distinti ma testualmente e necessariamente collegati tra loro in modo da adempiere ad una funzione economica unitaria, oltre che sottoscritti contestualmente. Al riguardo, rileva in particolare la circostanza che lo stesso contratto di finanziamento pone come condizione sospensiva (della sua efficacia) la contestuale stipulazione dell’atto di cessione del credito, nonché, addirittura, subordina l’esecuzione da parte della banca all’accettazione della cessione da parte della Regione, senza la quale, pertanto, non verrebbe erogato alcun finanziamento. D’altro canto, in modo coerente a ciò è impostata l’operazione di gara che ha per oggetto entrambi i contratti (come è evidente in base ai relativi atti, quali ad esempio, l’avviso e l’aggiudicazione di gara) ed è volta alla selezione di un unico contraente per entrambi. Da ciò consegue, come secondo approdo, la necessità di individuare la corretta qualificazione giuridica della fattispecie alla stregua di un'operazione unitaria risultante dal collegamento dei due contratti, come diretti ad uno stesso fine e componenti di un rapporto unitario. Il punto nodale è però costituito dal fatto che, come evidenzia la documentazione complessiva, tutta l’operazione finanziaria in questione, non solo è determinata dalla specifica volontà della Regione espressamente manifestata in tutti gli atti esaminati, ma si realizza e si perfeziona soltanto con l’imprescindibile presupposto dell’adesione della Regione, cioè con l’accettazione della cessione del credito. Sotto il primo profilo rileva, in particolare, la circostanza che Fi.L.S.E. S.p.A. procede alle operazioni relative al finanziamento e alla collegata cessione di credito in base a preciso e circostanziato incarico conferito con la convenzione, cioè in altri termini agisce in esecuzione del mandato ricevuto dalla Regione. Ed infatti, in

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conformità alle clausole dell’incarico, in tutti gli atti di gara e contrattuali che seguono l’operazione viene qualificata come “a regia regionale”. Sotto il secondo profilo, poi, ha rilievo il contenuto complessivo degli obblighi che Regione Liguria assume direttamente nei confronti dell’istituto finanziatore, comprensivo dell’impegno a versare i contributi annuali direttamente al medesimo, quale cessionario dei crediti, e dell’estensione del vincolo a tutti i crediti che dovessero sorgere a favore di Fi.L.S.E. S.p.A. in caso di revoca, abrogazione, eliminazione o sostituzione delle risorse da cui origina il credito. Ciò considerato, una prima conclusione cui si può pervenire riguarda un profilo prettamente contabile, per il quale tale operazione deve trovare corretta rappresentazione nello stato patrimoniale della Regione per il complessivo ammontare del debito assunto, dato dalla somma dei contributi relativi a tutte le annualità, e ciò a prescindere dal soggetto nei confronti del quale si ritenga sussista l’obbligazione, sia esso Fi.L.S.E. S.p.A. in base alla convenzione, oppure lo stesso istituto finanziatore in virtù dell’accettazione della cessione del credito. Le considerazioni complessivamente svolte conducono inoltre a due ulteriori osservazioni che, va però precisato, non hanno già diretta rilevanza sui risultati finanziari e contabili relativi all’esercizio 2016 e che, pertanto, sono in questa sede formulate solo in chiave prospettica rispetto agli esercizi futuri, questa Sezione riservandosi di effettuare al momento dovuto le necessarie valutazioni. In primo luogo, in base ai principi e alle norme che disciplinano la materia, è da ritenersi infatti che l’operazione in questione debba essere valutata nei suoi effetti ai fini del computo dei vincoli e limiti all’indebitamento regionale derivanti dalla legislazione nazionale di coordinamento della finanza pubblica, e ciò anche nell’ipotesi in cui, nell’ambito dell’inquadramento giuridico complessivo dell’operazione, l’obbligazione della Regione venga qualificata a titolo di garanzia. D’altro canto lo stesso accordo di programma più volte richiamato che regola i rapporti tra i vari soggetti della vicenda prevede letteralmente l’impegno della Regione a versare i contributi annuali direttamente al finanziatore cessionario dei crediti “a titolo di rate di ammortamento del prestito concesso”. Il secondo aspetto attiene al rilievo per cui la Regione realizza il programma di investimenti in esame, pur stanziando in bilancio una spesa ripartita nell’arco di diverse annualità e consistente in un contributo annuale a favore della propria società regionale in house , in concreto poi si avvale della medesima per attualizzare tali risorse attraverso l’articolata operazione di finanziamento con cui viene acquisita l’immediata disponibilità di un capitale da subito utilizzabile per perseguire la finalità

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di spesa (ed effettivamente in corso di utilizzazione in tal senso) senza dover rispettare la cadenza temporale fissata per l’erogazione del contributo. Occorre allora considerare tale articolata operazione finanziaria anche per quanto concerne i suoi riflessi sul piano della verifica dei vigenti vincoli di finanza pubblica, sostanzialmente consistenti nell’obbligo di conseguire il cosiddetto “pareggio di bilancio”. Si tratterà dunque di appurare se, attraverso tale operazione la Regione assicuri il rispetto, non solo formale o apparente ma anche sostanziale, delle regole che presiedono al computo delle risultanze della gestione rilevanti ai fini della corretta verifica del saldo in questione, nonché delle finalità delle stesse regole. A completamento delle considerazioni su tale fattispecie si evidenziano infine altri due possibili profili di criticità. Anzitutto, si osserva che l’evidenziata estensione dell’obbligazione assunta dalla Regione verso l’istituto finanziatore con riferimento a tutti i crediti di Fi.L.S.E. S.p.A. in caso di revoca, abrogazione, eliminazione o sostituzione delle risorse da cui origina il credito relativo al contributo ex art. 6, l.r. n. 62 del 2009, priva il legislatore regionale della possibilità di intervenire in futuro per sopprimere tale spesa, o meglio rende tale eventuale intervento, in ipotesi adottabile in ottica di contenimento della spesa, del tutto irrilevante poiché la Regione rimarrebbe comunque vincolata per l’intero importo contrattualmente definito. Per contro, a fronte di un impegno contrattuale irrevocabilmente preso dalla Regione per diversi anni, le coperture finanziarie indicate nella legge in questione in relazione alla spesa complessiva si rivelano, oltre che del tutto generiche, anche circoscritte agli specifici esercizi del bilancio di previsione senza assicurare in tal modo alcuna garanzia di tenuta degli equilibri di bilancio negli esercizi successivi. Altra notazione attiene ai costi dell’operazione così come attuata dalla Regione. Ed invero, a fronte del dato legislativo che farebbe emergere che le risorse da impiegare negli anni per l’acquisto dei nuovi mezzi di trasporto da assegnare alle aziende esercenti il servizio sia pari al contributo annuale moltiplicato per il numero degli anni per cui è prevista l’erogazione, in realtà il capitale corrispondente ai mezzi effettivamente acquistabili è sensibilmente inferiore poiché, in disparte i costi legali ordinariamente da sostenere per qualsiasi procedura, del considerato valore di partenza una quota è assorbita dagli oneri del finanziamento (interessi applicati dal soggetto finanziatore). Come detto, inoltre, nel caso specifico di questa operazione il capitale a disposizione per la finalità indicata dalla legge è ulteriormente ridotto del non indifferente costo per il corrispettivo riconosciuto dalla Regione a Fi.L.S.E. S.p.A., in base alla convenzione, per lo svolgimento delle attività relative all’incarico assegnato,

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il quale è previsto a valere sulle risorse erogate ex art. 6, l.r. n. 62 del 2009. A tale proposito si aggiunge altresì che suscita dubbi il riconoscimento alla società di un contributo per un così lungo numero di annualità, quando si prevede che le attività di gestione delle risorse in questione, con la conclusione delle procedure di acquisto dei mezzi e l’assegnazione alle aziende, debbano esaurirsi in un tempo più ravvicinato.

6.8.3 Gli investimenti per il trasporto ferroviario

Nella stesura originaria della l.r. n. 33 del 2013, si prevedeva una disciplina specifica per gli investimenti in materia di trasporto ferroviario regionale, poi abrogata dall'art. 20 della l.r. n. 19 del 2016. Ricalcando l’articolo 21 della legge regionale 28 aprile 2008, n. 10 173 , l’art. 24 della l.r. n. 33 del 2013 disponeva che la Regione potesse procedere ad acquisire materiale rotabile anche avvalendosi, per l'espletamento delle procedure di acquisto ad evidenza pubblica, dei soggetti gestori del servizio, attraverso la stipula di un’apposita convenzione. Restava alla Regione la proprietà del materiale rotabile, che però poteva essere dato in concessione gratuita al gestore del servizio ferroviario regionale per la durata del contratto di servizio. Dalla documentazione presentata in sede istruttoria, è emerso che l’ultimo acquisto di materiale rotabile effettuato con questa modalità dalla Regione Liguria è stato concluso nell’esercizio 2010 174 . Dall’esame del rendiconto 2016 è tuttavia emerso che la Regione Liguria ha liquidato a Trenitalia, attuale gestore del servizio ferroviario regionale, un contributo in conto capitale pari ad euro 2.600.000 per l’acquisto di materiale rotabile 175 . Si tratta del contributo per l’acquisto di materiale rotabile ferroviario previsto per tale importo e per la durata di ventiquattro anni dalla legge regionale 10 novembre 2009, n. 51 (Interventi in materia di trasporto ferroviario regionale). Per gli investimenti nel trasporto ferroviario per gli esercizi futuri, la Regione Liguria sembra decisa ad intraprendere una nuova procedura. Con la già citata deliberazione n.1130 del 2016 la Giunta regionale, ha previsto, contestualmente all’affidamento diretto dei servizi ferroviari a Trenitalia S.p.A. per il periodo 2018-2032, anche un connesso investimento, a carico del soggetto gestore, pari all’immissione in servizio di n. 45 elettrotreni.

173 Articolo abrogato dall’art. 32, comma 1, lettera i), l.r. n. 33 del 2013. 174 Decreto Dirigenziale n. 224 del 28 giugno 2010, con cui sono stati anche concessi a titolo gratuito a Trenitalia n. 2 locomotori ai sensi della l.r. n. 10 del 2008. 175 Programma 10.001 (Trasporto ferroviario), cap. U0000003042 - U.2.03.03.03.000 “Contributi per l'acquisto di materiale rotabile ad uso di servizio di trasporto pubblico ferroviario nell'ambito del territorio ligure - Risorse Autonome”.

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Quanto agli investimenti per i servizi ferroviari ex art. 8, d.lgs. n. 422 del 1997 è previsto che siano effettuati per il tramite delle aziende affidatarie. In particolare, i pertinenti contratti di servizio prevedono, in genere, che sia di competenza del gestore anche la manutenzione straordinaria del materiale rotabile, oltre che quella ordinaria. Per la Ferrovia Genova Casella, nel 2016 la Regione Liguria, nelle more dell’approvazione del nuovo piano di Interventi da eseguirsi ad opera del gestore AMT S.p.A., con vari decreti dirigenziali ha provveduto ad autorizzare ogni variante a quanto precedentemente concordato 176 .

6.8.4 Cenni al sistema di bigliettazione elettronica (SBE)

Rientra fra le azioni di investimento promosse e gestite direttamente dalla Regione Liguria nel campo del trasporto pubblico locale anche l’impegno profuso per l’elaborazione di un sistema di bigliettazione elettronica integrata (SBE) e la sua implementazione su tutto il territorio regionale. Tale obiettivo si rivela strettamente connesso con le esigenze sia di efficientamento del servizio che di politica tariffaria, in quanto il sistema SBE sarebbe concepito soprattutto per consentire ad Enti di gestione e aziende di trasporto di monitorare il servizio offerto, misurare la domanda effettiva, calibrare le conseguenti azioni sul piano dell’offerta di trasporto, nonché di realizzare sistemi tariffari integrati e semplificati e di ridurre i fenomeni di evasione tariffaria. Il progetto, già avviato in fase sperimentale in anni precedenti 177 , ha recentemente ricevuto un nuovo impulso con la Deliberazione di Giunta regionale n. 1309 del 30 dicembre 2016 che ha approvato sia il “Progetto Smart Ticket”, che definisce gli obiettivi da raggiungere mediante il SBE e le modalità di attuazione e gestione del servizio, sia un protocollo d’intesa da sottoscrivere con le aziende che forniscono il servizio di trasporto pubblico, con lo scopo di condividere le scelte strategiche che comporranno il capitolato tecnico relativo al SBE e per la collaborazione con il fornitore aggiudicatario durante le fasi della progettazione esecutiva. Con lo stesso provvedimento è stata altresì incaricata la società regionale in house Liguria Digitale S.C.p.A. della realizzazione della progettazione e per lo svolgimento dei compiti di stazione appaltante.

176 In sede istruttoria la Regione Liguria ha provveduto all’invio del Piano di Interventi 2013-2015, approvato con Deliberazione di Giunta regionale n. 1307 del 24 ottobre 2013. 177 Già nel Piano di Riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario approvato con DGR 1299 del 24 ottobre 2013 si evidenziava la necessità di giungere alla completa realizzazione di un sistema di bigliettazione elettronica.

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L’importo complessivo dell’investimento ammonta ad euro 22.559.910 (IVA inclusa) e trova copertura negli esercizi dal 2016 al 2025, come da cronoprogramma specificato.

Il Fondo per l’efficientamento del servizio di cui all’art. 28-bis della legge regionale n. 33 del 2013

Un’operazione finanziaria analoga a quella illustrata con riferimento agli investimenti di cui all’art. 6 della l.r. n. 62 del 2009, volta alla attualizzazione dell’apporto complessivamente derivante dalla previsione di un contributo regionale da stanziare in bilancio annualmente per un esteso arco temporale, mediante finanziamento concesso da istituto di credito alla società regionale in house destinataria del contributo stesso, è stata posta in essere anche come modalità di effettuazione dell’azione straordinaria di efficientamento del servizio e riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma, disciplinata dall’art. 28-bis della legge regionale n. 33 del 2013. Poiché tale azione è concretamente finalizzata ad attivare procedure di esodo anticipato e di mobilità del personale delle aziende di trasporto, la fattispecie presenta l’ulteriore criticità data dalla circostanza che le risorse acquisite tramite il mutuo bancario sono utilizzate per il finanziamento di spese correnti e non di spese di investimento come prescritto dall’art. 119, comma 6, della Costituzione. Occorre pertanto ripercorrere in dettaglio le fasi della complessa vicenda.

L’intervento straordinario della Regione diretto alle finalità sopra indicate è stato in origine introdotto a livello normativo dall’articolo 17 della legge regionale 19 dicembre 2014, n. 40 (legge finanziaria regionale 2015), che ha aggiunto i commi 3- bis , 3-ter e 3-quater dopo il comma 3 dell’art. 9, l.r. n. 33 del 2013. Secondo tali disposizioni l’intervento, mirato alla riduzione dei costi del personale e degli organici delle aziende di trasporto, viene definito come propedeutico all’affidamento del servizio nel Bacino Unico Regionale per il Trasporto (BURT), tanto è vero che ne viene prevista la conclusione entro il 31 dicembre 2015, ovvero entro lo stesso termine stabilito per la conclusione delle relative procedure concorsuali. Il soggetto designato per la concreta realizzazione dell’operazione è ATPL LIGURIA (nel frattempo costituita) che può disporre del contributo della Regione di euro 1.000.000 annui per dodici annualità, per il quale già si prevede la possibilità di attualizzazione in un apposito fondo. In esecuzione del dettato normativo, è stata adottata la Deliberazione di Giunta regionale n. 282 del 13 marzo 2015 che definisce le modalità attuative dell’intervento

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e i criteri di utilizzo delle risorse, demandando a successiva apposita convenzione tra Regione e ATPL LIGURIA la determinazione delle modalità di attualizzazione dell’apporto finanziario regionale strutturato in annualità comprese nel periodo 2015- 2026. Lo schema della suddetta convenzione è approvato con Deliberazione di Giunta regionale n. 707 del 21 maggio 2015 con la quale si provvede altresì ad autorizzare la spesa complessiva di euro 12.000.000 nonché il relativo impegno a carico del bilancio regionale secondo il piano finanziario che prevede l’imputazione di euro 1.000.000 annui per tutti gli esercizi fino al 2026. All’articolo 2 della convenzione si prevede espressamente l’incarico per ATPL LIGURIA di selezionare soggetti finanziatori “ per l’attivazione di un finanziamento da rimborsare mediante le liquidazioni annuali delle risorse di cui alla L.R. 33/2013, articolo 9 comma 3 bis, sino ad euro 1.000.000,00 annui per n. 12 annualità decorrenti dall’anno 2015, con facoltà di cedere anche in garanzia il relativo credito di ATPL stessa verso Regione ”. In sostanza, quindi, già in tale sede assume forma ben delineata il reale intento della Regione volto a sfruttare la previsione del contributo regionale dilazionato fino ad esercizi assai futuri (l’ultimo è il 2026) per introitare da subito da un istituto bancario, a titolo di finanziamento, il corrispondente capitale attualizzato, immediatamente disponibile per essere interamente speso per le finalità stabilite entro il vicino termine fissato per la conclusione dell’intervento. In conformità alla convenzione nel 2015 ATPL LIGURIA effettivamente avvia le procedure volte a “ contrarre un finanziamento al fine di attualizzare il credito (verso la Regione), anche mediante cessione dello stesso ”178 , peraltro avvalendosi di consulenti esterni esperti in materie giuridiche 179 . Nel frattempo, tale possibilità di cessione del credito vantato nei confronti della Regione per il contributo di euro 1.000.000 annui viene introdotta espressamente a livello normativo con un’integrazione di tale tenore all’art. 9, comma 3-bis, l.r. n. 33 del 2013 disposta dall’articolo 8 della legge regionale 12 novembre 2015, n. 18. Ciò nonostante, se da un lato la gestione da parte di ATPL LIGURIA ha comunque permesso l’utilizzo parziale del contributo regionale stanziato per il 2015 mediante l’erogazione di una quota a favore di alcune aziende di trasporto che avevano realizzato i presupposti richiesti, dall’altro lato la stessa ATPL LIGURIA non è riuscita a portare a termine l’operazione finanziaria relativa all’individuazione dell’istituto bancario finanziatore 180 .

178 Così si esprime letteralmente il Rendiconto della società sulle attività del 2014-2015 a pag. 20. 179 Il relativo incarico è compreso tra quelli elencati nella nota n. 72 del paragrafo n. 6.8.2 180 Come si evince sempre dal Rendiconto della società sulle attività del 2014-2015, oltre che dalla tabella “Informazioni procedure di affidamento lavori, servizi e forniture anno dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre

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A seguito, poi, dell’intervenuta messa in liquidazione e cessazione della piena operatività di ATPL LIGURIA, nel 2016 il legislatore regionale è nuovamente intervenuto per ridisegnare le modalità di realizzazione dell’operazione in questione. Ciò avviene con la legge regionale 21 giugno 2016, n. 8, che dispone l’abrogazione dei commi 3-bis , 3-ter e 3-quater dell’articolo 9 della l.r. n. 33 del 2013 e l’inserimento nel testo della stessa legge dell’articolo 28-bis , rubricato come “Fondo per l’efficientamento del servizio”. Rispetto alle precedenti disposizioni il nuovo testo della disciplina presenta come novità essenziale il subentro di Fi.L.S.E. S.p.A. nel ruolo prima di ATPL LIGURIA, mentre per il resto conferma sostanzialmente i temi già previsti, in particolare, il contributo regionale di euro 1.000.000 annui (previsto ora per le dieci annualità residue), la possibilità di attualizzazione in apposito fondo e quella che il medesimo costituisca titolo nell’ambito di operazioni di cessione di credito. Poco tempo dopo l’emanazione della novella, con nota prot. PG/2016/160995 del 19 luglio 2016 a firma del Dirigente del Settore Trasporto Pubblico Regionale, la Regione Liguria si rivolge a Fi.L.S.E. S.p.A., nelle more della definizione della convenzione relativa alla disciplina dell’incarico connesso all’operazione, per sollecitare l’avvio delle procedure di gara necessarie per addivenire in tempi congrui all’attualizzazione delle risorse regionali. Lo schema di convenzione tra Regione Liguria e Fi.L.S.E. S.p.A. è approvato con Deliberazione di Giunta regionale n. 834 del 20 settembre 2016 con la quale è anche riconosciuto alla società un corrispettivo annuo per le attività di gestione del fondo pari a euro 34.013,60 (IVA compresa) per un totale di euro 374.149,60. La convenzione viene quindi sottoscritta in data 23 settembre 2016. Essa prevede, in particolare, nelle premesse e all’articolo 3, il conferimento dell’incarico alla Fi.L.S.E. S.p.A. di svolgere le procedure ad evidenza pubblica necessarie per “ l’aggiudicazione e sottoscrizione del servizio di finanziamento con cessione del credito da parte di Regione ”, ovvero la procedura di gara (peraltro già avviata dalla società in esecuzione della menzionata nota dirigenziale di sollecito) per l’individuazione di un soggetto finanziatore ai fini dell’attivazione di un finanziamento da rimborsare mediante il contributo annuale di euro 1.000.000 per un totale di euro 10.000.000 che la Regione ha stanziato per l’operazione e che si impegna a versare a favore della società regionale. Ai fini del buon esito della procedura la Regione si impegna altresì, rispettivamente, a confermare ove richiesto l’esistenza e

2016 ai sensi dell'art. 1 comma 32 della Legge n.190 del 2012” pubblicata sul sito della Società, a fine 2015 ATPL LIGURIA ha indetto una procedura informale per l’affidamento del servizio di finanziamento con cessione del credito, ma la gara è andata deserta.

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l’ammontare del credito di Fi.L.S.E. S.p.A. nei suoi confronti, ad accettare la cessione del suddetto credito in favore del soggetto finanziatore, a versare il contributo annuale direttamente al soggetto finanziatore cessionario di crediti. I successivi eventi si svolgono in aderenza alle previsioni della convenzione. In data 29 luglio 2016 Fi.L.S.E. S.p.A. approva l’avviso per la gara denominata esattamente “ per il servizio di finanziamento con cessione di credito da attuarsi ai sensi dell’art. 28-bis della L.R.7 novembre 2013, n. 33, come modificata dalla L.R. 21 giugno 2016, n. 8 per un’azione straordinaria di efficientamento del servizio e di riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma ” (CIG 6768970ABE). Con determinazione del Direttore Generale di Fi.L.S.E. S.p.A. prot. 5001 del 18 novembre 2016 viene approvata l’aggiudicazione del servizio a favore di Mediocredito Italiano S.p.A. Il contratto di finanziamento viene sottoscritto il 28 dicembre 2016, per un capitale erogabile in unica soluzione di euro 8.881.374,45, concesso al tasso di interesse fisso omnicomprensivo del 2,74 per cento. Le clausole contrattuali ricalcano lo schema dell’operazione concepita a partire dalla convenzione e poi negli atti di gara. Tra le medesime occorre tuttavia menzionare, in particolare, quella che sostanzialmente subordina l’efficacia del contratto di finanziamento alla contestuale stipulazione della cessione di credito, stabilendo che (articolo 8.1.1), in assenza di accettazione da parte della Regione della cessione di credito, la Banca non sia tenuta ad effettuare alcuna erogazione a valere sul finanziamento. Ed infatti, l’atto di cessione pro solvendo del credito tra Fi.L.S.E. S.p.A. e istituto finanziatore viene conformemente concluso in pari data. Di esso, in particolare, meritano di essere segnalate, come elementi aggiuntivi per l’inquadramento dell’operazione complessiva, sia le premesse in cui si fa riferimento espressamente al “ mutuo ” concesso alla società “ affinché possa essere anticipato immediatamente alle aziende esercenti il trasporto pubblico locale su gomma l’ammontare delle risorse stanziate dalla Regione ex art.28-bis L.R. 33/2013 ”, sia l’articolo 2.2. secondo il quale la cessione “ si intende espressamente estesa a tutti i crediti che dovessero sorgere a favore di Fi.L.S.E. S.p.A. verso la Regione laddove questa revocasse e/o abrogasse e/o comunque eliminasse e/o sostituisse le risorse da cui origina il credito ”. In sostanza, pertanto, la Regione rimarrebbe vincolata verso l’istituto finanziatore anche nell’ipotesi eventuale di successiva modifica o abrogazione dell’art. 28-bis , l.r. n. 33 del 2013, che determinasse il venir meno del contributo regionale annuale di euro 1.000.000.

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L’operazione complessiva giunge a perfezionamento con l’accettazione della cessione del credito rilasciata dalla Regione Liguria con nota del 3 gennaio 2017 del Presidente della Giunta regionale e la successiva presa d’atto disposta con Decreto Dirigenziale del 9 gennaio 2017 181 . Va evidenziato che, il continuo prolungarsi dei tempi per addivenire al finanziamento in questione ha portato il legislatore regionale a modificare diverse volte il termine per la conclusione dell’intervento straordinario di efficientamento del servizio, fissato inizialmente al 31 dicembre 2015 e oggi al 31 dicembre 2017 182 . In sintonia con lo spostamento di tale termine, si sono succedute diverse deliberazioni di Giunta regionale che, anche su istanze provenienti da organizzazioni sindacali, hanno posticipato il termine per la maturazione da parte dei dipendenti delle aziende di trasporto dei requisiti pensionistici utili per partecipare all’’azione straordinaria di efficientamento 183 . Sotto altro profilo occorre aggiungere che, in base alla convenzione regolatrice dell’incarico conferito, per l’effettuazione delle attività di gestione la Regione riconosce a Fi.L.S.E. S.p.A. euro 27.880 annui (IVA esclusa) dal 2016 al 2026, per un totale di euro 306.680, in cui devono trovare copertura i costi diretti e indiretti dell’operazione finanziaria, ivi compresi i costi legali e gli oneri notarili. Tuttavia, il rendiconto presentato dalla società alla Regione sulle attività effettuate nel 2016 non riporta alcuna indicazione di costi sostenuti da Fi.L.S.E. S.p.A. e imputati al corrispettivo che, si deduce pertanto, per tale anno va a finanziare esclusivamente attività interne della società. Anche in questo caso, in sostanza, assume forma ben delineata il reale intento della Regione volto a sfruttare la previsione del contributo regionale dilazionato fino ad esercizi assai futuri (l’ultimo è il 2026) per introitare da subito da un istituto bancario, a titolo di finanziamento, il corrispondente capitale attualizzato, immediatamente disponibile per essere interamente speso per le finalità stabilite entro il vicino termine fissato per la conclusione dell’intervento.

181 Si tratta specificamente della nota prot. n. PG/2017/1328 del 3 gennaio 2017 del Presidente della Giunta regionale e del Decreto del Dirigente del Settore Trasporto Pubblico Locale n. 23 del 9 gennaio 2017, entrambi adottati in base all’autorizzazione conferita con Deliberazione di Giunta regionale n. 1231 del 20 dicembre 2016. 182 Una prima modifica avviene con l’introduzione nella legge regionale n. 33 del 2013 dell’art. 28-bis , in luogo del precedente art. 9, commi 3-bis , 3-ter e 3-quater , cui hanno fatto seguito quella disposta con l.r. 27 dicembre 2016 n.34 (Legge di stabilità 2017), e il recentissimo articolo 1, comma 1, legge regionale 11 maggio 2017, n.11 che fissa il termine attualmente vigente. 183 Ad oggi l’attuale termine è ulteriormente posticipato al 31 dicembre 2020 in base alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 264 del 31 marzo 2017.

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Come emerge dalla ricostruzione, dunque, con riferimento alla descritta operazione possono svolgersi considerazioni analoghe a quelle precedentemente formulate per il programma di investimenti ex l.r. n. 62 del 2009. Non discutibile è il dato che l’azione di efficientamento del servizio di cui all’art. 28-bis della l.r. n. 33 del 2013 sia concretamente posta in essere mediante il ricorso ad un’operazione di indebitamento 184 . Del tutto speculari sono le osservazioni che determinano la necessità di individuare la corretta qualificazione giuridica della fattispecie alla stregua di un'operazione unitaria risultante dal collegamento dei due contratti, come diretti ad uno stesso fine e componenti di un rapporto unitario. 185 . Anche l’’imputabilità in capo alla Regione dell’operazione finanziaria in questione discende da analoghi elementi di valutazione. La volontà della Regione di impostare l’operazione nelle modalità descritte si manifesta espressamente da subito negli atti di Giunta e poi anche nella nota dirigenziale, nonché nelle convenzioni stipulate con le società in house , alle quali viene conferito al riguardo specifico mandato. Inoltre, risulta altrettanto chiaro come l’operazione finanziaria si realizza soltanto con la fattiva e necessaria partecipazione della Regione, cioè con la sua accettazione della cessione del credito (cui è subordinata l’effettiva erogazione del finanziamento), nonché con l’assunzione dell’impegno a versare direttamente al finanziatore cessionario i contributi annuali o, comunque, le somme corrispondenti, sia pur a condizione e nei limiti della effettiva sussistenza di altre e diverse ragioni di credito della società nei confronti di Regione, in caso di revoca, abrogazione, eliminazione o sostituzione delle risorse stanziate per lo specifico intervento di spesa. L’insieme di tali valutazioni conduce, anzitutto, alle medesime conclusioni esposte con riferimento all’altra operazione già considerata. Anche questa operazione di finanziamento, dunque, sotto il profilo contabile, deve essere correttamente rappresentata nello stato patrimoniale della Regione con l’inclusione del debito in relazione al suo complessivo ammontare, dato dalla somma dei contributi relativi a tutte le annualità per cui è previsto il versamento diretto all’istituto finanziatore.

184 Nelle premesse dell’atto di cessione pro solvendo del credito tra Fi.L.S.E. S.p.A. e istituto finanziatore si fa riferimento espressamente al “mutuo” concesso alla società. 185 In modo coerente a ciò è formulato l’oggetto dell’operazione negli atti di gara (p. es. avviso e aggiudicazione di gara) in cui si menzionano entrambi i contratti. Anche in questo caso, inoltre, rileva la circostanza che lo stesso contratto di finanziamento pone come condizione sospensiva (della sua efficacia) la contestuale stipulazione dell’atto di cessione del credito, nonché, addirittura, subordina l’esecuzione da parte della banca all’accettazione della cessione da parte della Regione, senza la quale, pertanto, non verrebbe erogato alcun finanziamento.

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Vale, inoltre, allo stesso modo anche per questa fattispecie, il rinvio a successiva valutazione, sia per il profilo delle implicazioni derivanti ai fini del computo dei vincoli e limiti all’indebitamento regionale 186 , sia in ordine all’effettivo e non solo formale rispetto di finalità e regole relative al vincolo di finanza pubblica dato dall’obbligo del cosiddetto “pareggio di bilancio”. A quest’ultimo riguardo, si ribadisce la rilevanza dell’elemento per cui attraverso l’operazione finanziaria di attualizzazione delle risorse relative al contributo annuale previsto a favore di una propria società in house , viene acquisita l’anticipata disponibilità di un capitale immediatamente utilizzabile per il perseguimento della finalità di spesa, senza dover rispettare la cadenza temporale fissata per l’erogazione del contributo. Un dato importante che qui assume speciale rilievo è che la stessa disposizione di legge in esame prevede, nel testo attualmente vigente, che l’intervento programmato, ovvero la liquidazione alle aziende di trasporto delle somme corrispondenti agli esodi anticipati di personale attivati, si concluda entro il 31 dicembre 2017 187 . Per contro, il peso finanziario della spesa complessiva viene invece ripartito nei bilanci relativi a un ampio numero di annualità (fino al 2026). Uguale richiamo può svolgersi ad altre due notazioni già espresse. Anche in questo caso, l’operazione determina, a fronte dell’impegno contrattuale irrevocabilmente preso, un irrigidimento dei bilanci regionali relativi a tutti gli esercizi in cui viene imputato il contributo annuale, mentre, invece, le coperture finanziarie previste dalla legge per la spesa complessiva sono generiche e circoscritte agli esercizi del bilancio di previsione. Come anticipato ad inizio paragrafo, tuttavia, la fattispecie in considerazione presenta un ulteriore criticità consistente nel fatto che le risorse acquisite tramite il mutuo bancario sono utilizzate per il finanziamento di spese correnti. Quest’ultimo dato non appare contestabile in quanto l’azione volta ad attivare procedure di esodo anticipato e mobilità del personale delle aziende di trasporto non può rientrare nelle tipologie individuate dall’art. 3, comma 18, legge n. 350 del 2003 per delimitare la nozione di investimenti 188 . D’altronde, la stessa spesa relativa al contributo annuale previsto dalla legge viene inclusa tra le spese correnti nella contabilità regionale 189 .

186 Come elemento indicativo, ai fini della qualificazione dell’obbligazione assunta dalla Regione come avente titolo di garanzia, si menziona la clausola del contratto di cessione di credito che prevede che i pagamenti effettuati dalla Regione sul conto corrente intestato all’istituto finanziatore debbano recare come causale la dicitura “ Cessione di credito a garanzia finanziamento …”. 187 D’altro canto, nell’accordo di programma in vigore, Regione Liguria si impegna a concedere alle aziende di trasporto, tramite Fi.L.S.E. S.p.A., in sostituzione delle risorse periodiche annuali, un contributo pari al ricavato dell’attualizzazione dei fondi. 188 Rileva in proposito Corte Costituzionale - sentenza n. 425 del 2004. 189 Capitolo 3137 del Titolo I – Spese correnti.

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Viene allora in rilievo l’articolo 119, comma 6, della Costituzione che consente agli enti territoriali il ricorso a strumenti di indebitamento soltanto per finanziare spese di investimento. Nelle modalità attuative dell’art. 28-bis , l.r. n. 33 del 2013 adottate dagli organi regionali con gli atti sopra richiamati si realizza dunque la violazione del suddetto precetto costituzionale. A tale conclusione deve giungersi non soltanto in base alla imputabilità della complessa operazione finanziaria in capo alla Regione, cui esplicitamente si rivolge l’art. 119 comma 6 della Costituzione, ma anche se si volesse tener conto del fatto che il contratto di finanziamento risulta formalmente sottoscritto dalla società regionale e non dalla Regione. Ed invero, in base all’art. 3, comma 16, legge n. 350 del 2003, il quale agisce quale norma interposta per l’applicazione dell’art. 119 comma 6 della Costituzione, le regioni a statuto ordinario possono, con propria legge, disciplinare l’indebitamento dei propri enti ed organismi solo per finanziare spese di investimento. Di conseguenza, l’art. 28-bis , l.r. n. 33 del 2013 non può essere interpretato nel senso di autorizzazione per la società ad operazioni di indebitamento per la specifica finalità di spesa, pena il contrasto con la citata disposizione di legge statale e, quindi, con il divieto costituzionale. In altri termini, un’interpretazione costituzionalmente orientata del medesimo art. 28-bis , avrebbe dovuto indurre gli organi regionali a ritenere non possibile il conferimento dell’incarico ad ATPL LIGURIA prima e a Fi.L.S.E. S.p.A. poi, di attualizzare le risorse relative ai contributi annuali mediante la contrazione di un finanziamento con un istituto bancario. Anche per la fattispecie in esame appare opportuno infine osservare come le risorse effettivamente destinate alla specifica finalità di spesa, ovvero alle procedure di esodo e mobilità del personale delle aziende di trasporto, non corrispondono alla spesa complessivamente impegnata nel bilancio regionale (contributo annuale di euro 1.000.000 per dieci annualità, per un totale di euro 10.000.000), bensì ammontano al massimo al capitale di finanziamento (ovvero euro 8.541.238,45), mentre l’altra quota risulta assorbita dagli oneri del finanziamento stesso (interessi applicati dal soggetto finanziatore). Sotto altro profilo, inoltre, valgono anche in questa sede le perplessità circa il riconoscimento alla società regionale in house incaricata, di un corrispettivo per le attività di gestione svolte attribuito per un ampio numero di annualità (fino al 2026), a fronte della circostanza che la conclusione dell’intera operazione è legislativamente prevista per la fine del corrente anno.

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Le fonti di finanziamento ordinario dei servizi di trasporto pubblico locale 190

L’attuale sistema di finanziamento del trasporto pubblico regionale e locale prevede il concorso di risorse provenienti da diverse fonti, in massima parte pubbliche, dove le principali sono costituite dai trasferimenti statali e dagli stanziamenti regionali, cui si aggiungono, in particolare, gli eventuali contributi degli enti locali nonché i ricavi conseguiti con l’erogazione dei servizi attraverso soprattutto le tariffe applicate dai soggetti esercenti.

6.10.1 Il finanziamento statale

Come accennato nella parte iniziale del capitolo, nonostante il quadro normativo sia da tempo impostato nell’ottica di un ampio decentramento amministrativo nel settore, quello del trasporto pubblico locale continua ad essere uno dei comparti della spesa pubblica contraddistinti da una significativa dipendenza dalle risorse finanziarie decise ed erogate dallo Stato centrale. Connessa alla sopravvivenza dei meccanismi di finanza derivata è poi conservazione in capo allo Stato di un ruolo di indirizzo decisivo nella effettiva definizione della politica pubblica del trasporto e dei criteri di utilizzazione delle risorse stesse che, in questa fase storico-economica, risulta ovviamente orientato prioritariamente verso obiettivi di razionalizzazione e contenimento della spesa. Il sistema di partecipazione dello Stato al finanziamento ordinario del trasporto pubblico locale, in precedenza basato su una pluralità di fonti finanziarie e parametri contabili, a seguito di intervento normativo di riordino risulta oggi caratterizzato dalla concentrazione dei trasferimenti in un’unica modalità di contribuzione, cui è connessa, tra l’altro, la previsione di meccanismi e organismi deputati al monitoraggio e verifica del conseguimento di determinati obiettivi. Ciò è avvenuto con l’introduzione dell’articolo 16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 191 , che ha istituito, a decorrere dall’anno 2013, il Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale (di seguito Fondo nazionale TPL), anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario. Col nuovo sistema il legislatore, introduce un nuovo metodo nell’assegnazione delle risorse alle Regioni, con la prevista definizione di parametri quantitativi e qualitativi al cui rispetto è subordinata l’effettiva erogazione di una percentuale della

190 Il paragrafo prende in considerazione il sistema fondamentale risultante dalla normativa esistente per il finanziamento finalizzato all’erogazione dei servizi di trasporto pubblico locale così come disciplinata dai contratti di servizio con i soggetti esercenti. In altra parte del capitolo si dà conto delle azioni e delle risorse previste nel campo degli investimenti. 191 Articolo sostituito dall’articolo 1, comma 301, legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013).

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quota del Fondo spettante, ciò al fine di incentivare le regioni e gli enti locali a razionalizzare e rendere efficiente la programmazione e gestione dei servizi 192 . In attuazione del terzo comma dell’art. 16-bis è stato emanato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2013193 in cui sono fissati in dettaglio i criteri e le modalità di riparto del Fondo alle Regioni e, in particolare, vengono declinati gli obiettivi di razionalizzazione ed efficientamento dei servizi in specifici e precisi risultati economico-trasportistici da conseguire per poter vantare il completo accesso al Fondo 194 . Solo in caso di raggiungimento di tutti gli obiettivi, infatti, ciascuna Regione può beneficiare in modo integrale della ripartizione di una quota del 10 per cento dell’ammontare del Fondo stesso, mentre la quota principale del 90 per cento è comunque assegnata sulla base della percentuale indicata nella tabella 1 allegata al decreto. La percentuale di riparto assegnato alla Regione Liguria è del 4,09 per cento. Come già accennato, alla verifica del soddisfacimento dei suddetti obiettivi provvede il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si avvale dell’Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale istituito ai sensi dell’articolo 1, comma 300, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 195 . Trattando dell’interesse del legislatore statale verso la materia in questione, occorre menzionare anche l’articolo 1, comma 84, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità 2014) che prevede la definizione, con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e previa intesa in sede di Conferenza unificata, dei costi standard dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale, nonché dei criteri per l’applicazione e l’aggiornamento degli stessi. Ciò evidentemente al fine di creare i presupposti per il superamento del metodo di determinazione dei corrispettivi dei contratti di servizio, fino ad oggi sostanzialmente basato sul “costo storico”. In attuazione di tale disposizione è stato istituito presso il suddetto Ministero un “tavolo tecnico”, consistente in un gruppo di lavoro al quale partecipano anche

192 Gli obiettivi di razionalizzazione ed efficientamento dei servizi sono enunciati in linea generale nel terzo comma dell’art. 16-bis e attengono a: - un’offerta di servizio più idonea, efficiente ed economica per il soddisfacimento della domanda di trasporto pubblico; - il progressivo incremento del rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi; - la progressiva riduzione dei servizi offerti in eccesso alla domanda e il corrispondente incremento quali-quantitativo dei servizi a domanda elevata; - la definizione di livelli occupazionali appropriati; - la previsione di idonei strumenti di monitoraggio e verifica. 193 Pubblicato nella Gazz. Uff. 26 giugno 2013, n. 148. Tuttavia, nelle banche dati giuridiche si rinviene generalmente la versione con la modifica di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 dicembre 2015, consistente nell’inserimento di un quinto comma nell’articolo 3 del decreto. 194 Art. 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2013. Si segnalano, in particolare, l’obiettivo dell’incremento annuale del “load factor ” calcolato su base regionale (per il primo triennio verificato attraverso l’incremento del numero dei passeggeri trasportati su base regionale), nonché l’obiettivo dell’incremento del rapporto fra ricavi da traffico e costi operativi e, infine, il raggiungimento di “livelli occupazionali appropriati”. 195 Art. 5 del D.P.C.M. 11 marzo 2013.

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rappresentanti delle Regioni, il quale ha prodotto uno schema di decreto che, però al momento non risulta ancora emanato. Per quanto concerne specificamente la Regione Liguria, sulla base dei provvedimenti e delle risultanze disponibili in esito all’istruttoria svolta, si può riscontrare con certezza il raggiungimento dei parametri di efficientamento stabiliti dal d.p.c.m. 11 marzo 2013 solo per gli anni 2013 196 e 2014, posto che i decreti ministeriali che hanno provveduto al riparto del Fondo nazionale TPL hanno assegnato alla Regione l’intera quota prevista senza disporre alcuna decurtazione. La Regione ha altresì fornito i pertinenti dati relativi al 2015 da cui emergerebbe il sostanziale rispetto degli obiettivi anche in tale anno, salvo precisare che i dati stessi, tratti dal portale dell’Osservatorio Nazionale, sono ancora da considerare non definitivi e oggetto di ulteriori verifiche in sede ministeriale. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto ministeriale di riparto del Fondo nazionale TPL che dovrebbe recepire gli esiti delle verifiche riguardanti i suddetti parametri al fine di applicare le previste riduzioni nell’eventualità di mancato raggiungimento 197 . Da tener conto è altresì la circostanza per cui il d.p.c.m. 11 marzo 2013 in questione è stato oggetto di un procedimento di modifica, concernente, tra l’altro, la revisione triennale delle modalità di valutazione dei parametri di efficientamento 198 , che si è concluso proprio nelle more della definizione della presente relazione con l’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 maggio 2017199 . Tra le novità contenute in tale provvedimento, è compresa anche la previsione per cui per le Regioni che abbiano subito eventi calamitosi per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza, non si applica alcuna decurtazione in sede di riparto del Fondo nazionale TPL sia nell’anno in cui l’evento si è verificato che nell’anno successivo, qualora si protragga lo stato di emergenza. Avendo subito un evento di tale portata nel 2015 (come da delibera del Consiglio dei Ministri del 6 novembre 2015), la Regione Liguria sarebbe pertanto esclusa da ogni decurtazione del Fondo nazionale TPL in relazione ai risultati gestionali degli anni 2015 e 2016.

196 Come già precisato, per il solo 2013 gli obiettivi si consideravano raggiunti con l’approvazione di un piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto (’art. 16-bis , quinto comma, d.l. n. 95 del 2012), cui la Regione Liguria ha provveduto con la menzionata DGR n. 1299/2013. 197 In base all’art. 3, comma 5, D.P.C.M. 11 marzo 2013, infatti, in relazione all’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi di efficientamento nell’anno ‘n’, le decurtazioni delle risorse finanziarie da assegnare alle Regioni a valere sul Fondo nazionale, derivanti dalle verifica effettuata nell’anno ‘n+1’, sono applicate col decreto del MEF con il quale si ripartisce a titolo di anticipazione il 60 per cento del Fondo nazionale relativo all’anno ‘n+2’. 198 Come del resto previsto agli articoli 1 e 4 dello stesso D.P.C.M. 199 Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 151 del 30 giugno 2017.

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Non sono stati ancora rilevati e trasmessi al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e all’Osservatorio Nazionale, invece, i risultati relativi al raggiungimento degli obiettivi in questione riferiti alla gestione del 2016. Ciò in quanto il sistema di rilevazione predisposto in sede ministeriale sarà attivo soltanto a partire dal prossimo mese di novembre 200 . Fatte tali premesse, appare in ogni caso interessante offrire, tramite il seguente riquadro, uno sguardo ai dati disponibili riguardanti i risultati conseguiti dalla Regione in relazione ai tre principali obiettivi di efficientamento fissati nel d.p.c.m. del 2013.

A) Parametro “ load factor ” Fino all’anno 2014 l’indice era verificato, su base regionale, in base al numero dei passeggeri trasportati, dovendo garantire l’aumento del 2,5% nel triennio, ovvero dello 0,83% ogni anno. Di seguito i dati con fonte Osservatorio Nazionale TPL che evidenziano il conseguimento dell’obiettivo.

PASSEGGERI TRASPORTATI 2012 317.307.645 2013 livello minimo: 317.527.998 (rivalutando dello 0,83% solo 1/12 del 2012) 2014 livello minimo: 320.174.064 effettivi: 321.735.773 Con riferimento alla gestione del 2015 la prevista modifica del D.P.C.M. prevede che l’indice venga calcolato sul rapporto passeggeri trasportati/km erogati e che tale indice debba crescere rispetto all’anno precedente oppure rispetto alla media dei 3 anni precedenti. I dati 2015 sul portale dell’Osservatorio Nazionale ancora non sono definitivi, tuttavia dalla tabella si osserva il trend per ogni azienda. Tali valori sono meramente indicativi in quanto il MIT non ha ancora stabilito i coefficienti di rivalutazione necessari per equiparare i chilometri di servizio svolti secondo le differenti modalità (gomma, ferro e navigazione). Dalle simulazioni non ufficiali risulta che su base regionale la Regione Liguria abbia raggiunto il parametro confrontando il valore 2015 rispetto alla media del triennio 2012-13-14.

AZIENDE 2012 2013 2014 2015 2015-2014 MEDIA 12-14 2015-MEDIA AMT GENOVA 8,621 8,873 9,078 8,881 -0,197 8,858 0,024 ATP ESERCIZIO GENOVA EXTRA 0,839 0,838 0,838 0,814 -0,024 0,838 -0,024 RIVIERA TRASPORTI IMPERIA 1,143 1,335 1,359 1,268 -0,090 1,279 -0,011 ATC ESERCIZIO SPEZIA 1,790 1,905 1,932 1,990 0,058 1,876 0,114 TPL LINEA SAVONA 0,979 1,029 1,071 1,116 0,046 1,026 0,090 AMT GRANAROLO 13,377 8,100 6,999 7,056 0,057 9,492 -2,436 AMT GENOVA SPA CASELLA 0,632 0,880 0,535 0,431 -0,104 0,683 -0,251 TRENITALIA 5,392 5,809 5,884 5,988 0,105 5,695 0,293

200 Ciò, sebbene il termine previsto sia in realtà il 15 giugno di ogni anno in base all’art. 5, comma 2, del d.p.c.m. 11 marzo 2013.

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B) Parametro “rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi” L’indice è calcolato secondo i criteri concordati anche con il MIT. Le Regioni che presentano un rapporto superiore allo 0,35 (peraltro previsto come valore minimo dal d.lgs. n. 422 del 1997) devono garantire il mantenimento o l'incremento del medesimo rapporto.

RAPPORTO RICAVI/RICAVI+CORRISPETTIVI-COSTO INFRASTRUTTURA (Fonte dati: Osservatorio Nazionale TPL) 2012 2013 2014 2015 TRASPORTO FERRO 0,48 0,48 0,49 0,49 TRASPORTO GOMMA 0,35 0,36 0,34 0,35 TOTALE REGIONE 0,39 0,40 0,39 0,39

Per il 2015 il confronto è stato operato tra il valore del rapporto al 2014 rispetto al valore 2012 (parametro mantenuto). Per il 2016 la modifica del D.P.C.M. prevede un confronto rispetto all’anno precedente (2015 rispetto al 2014: parametro mantenuto) ovvero rispetto alla media dei tre anni precedenti.

C) Parametro “livelli occupazionali appropriati” L’obiettivo prevede il mantenimento o l’incremento dei livelli occupazionali ovvero, se necessario, la riduzione attraverso il blocco del turn over per le figure professionali non necessarie a garantire l’erogazione del servizio. In Liguria si assiste ad una riduzione del livello occupazionale, incentivata dall’intervento straordinario di cui all’articolo 28 bis della l.r. n. 33 del 2013.

ADDETTI AL SERVIZIO (Fonte dati: Osservatorio Nazionale TPL) AZIENDE 2012 2013 2014 2015 DELTA 2015-2012 AMT 2274 2309 2299 2229 -45 ATP ESERCIZIO 504 486 481 468 -36 RIVIERA TRASPORTI 399 397 389 339 -60 ATC 446 428 441 479 33 TPL LINEA 404 405 405 400 -4 TOTALE GOMMA 4027 4025 4015 3915 -112 TRENITALIA 991 963 963 1004 13 TOTALE 5018 4988 4978 4919 -99

Conclusivamente sull’argomento si può osservare che, fino al 2015, la Regione Liguria ha assicurato il rispetto degli obiettivi di razionalizzazione ed efficientamento dei servizi fissati dal d.p.c.m. 11 marzo 2013 quantomeno su base regionale (che, comunque, è ciò che rileva ai fini del riparto del Fondo nazionale TPL), sia pur con varie differenziazioni tra le diverse aziende di trasporto, alcune delle quali non risultano ancora in linea con i parametri stabiliti. A quest’ultimo proposito ve evidenziato che, secondo il nuovo Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale recentemente approvato dal Consiglio regionale, la Regione possa disporre la decurtazione dei finanziamenti a carico delle

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aziende che non raggiungono i parametri previsti dalla normativa statale, anche nel caso in cui a livello regionale gli obiettivi siano raggiunti complessivamente 201 .

Nella seguente tabella sono inseriti gli importi della quote annualmente riconosciute nel periodo 2013-2016 alla Regione Liguria nell’ambito del riparto del Fondo nazionale TPL, di cui all’art. 16-bis del d.l. n. 95 del 2012.

Tab. n. 76 - Quota del fondo nazionale TPL

ACCERTATO ACCERTATO ACCERTATO ACCERTATO PREVISIONE

2013 2014 2015 2016 2017

Fondi provenienti dallo Stato per il finanziamento del 201.555.484,78 200.698.965,64 200.879.980,50 200.880.740,09 195.343.458,00 trasporto pubblico locale Fonte: Documenti tecnici per capitoli allegati ai rendiconti della Regione Liguria per gli anni 2013-2016

In base ai dati rappresentati risulta che nel periodo 2013-2016 il contributo dello Stato centrale destinato all’erogazione dei servizi di trasporto pubblico locale denota una flessione non particolarmente accentuata e si è assestato ad una dimensione costante che favorisce la programmazione dei servizi, sebbene la Regione lamenti l’avvenuta contrazione delle risorse disponibili negli esercizi ancora precedenti. Preoccupa, piuttosto, la drastica riduzione dei trasferimenti prevista in base ai più recenti interventi legislativi statali che, se non rettificata, costringerebbe la Regione e gli altri soggetti del sistema ad un maggior sforzo compensativo per mantenere gli attuali livelli dei servizi, o a una rivisitazione della programmazione degli stessi per adeguarli all’ulteriore taglio delle risorse.

6.10.2 Il finanziamento regionale

Il sistema delineato dalla l.r. n. 33 del 2013 prevede che debbano essere reperite nel bilancio della Regione le risorse necessarie al finanziamento dei servizi minimi di trasporto pubblico regionale e locale, mentre per i servizi aggiuntivi, ovvero i servizi che integrano i servizi minimi, gli oneri sono a carico degli enti locali. Le quantità e gli standard di qualità di tali servizi minimi sono concretamente definiti, in relazione a ciascun Ambito Territoriale Ottimale, negli accordi di programma che la Regione stipula con i rispettivi Enti di gestione, sulla base delle determinazioni assunte autonomamente dalla Regione con il programma dei servizi

201 In coerenza con quanto previsto all’art. 29, comma 1-bis , l.r. n. 33 del 2013

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di trasporto pubblico locale da emanarsi da parte del Consiglio regionale-Assemblea Legislativa della Liguria 202 . Considerato l’esaminato andamento della fase programmatoria dei servizi, va osservato che nell’attuale situazione, i servizi minimi risultano ancora in generale qualificati in base al Piano di Riprogrammazione dei servizi del 2013, ovvero nella totalità del trasporto ferroviario ex artt. 8 e 9 del d.lgs. n. 422 del 1997 e di quota parte dei servizi su gomma. Analogamente, nello specifico, ovvero con riferimento alle varie modalità di trasporto e ai diversi bacini di mobilità, essi sono ancora concretamente definiti negli accordi di programma stipulati con gli enti locali, in linea di massima aventi durata dall’anno 2012 all’anno 2015 e, quindi, sostanzialmente in regime di proroga. Per il futuro, ovvero per la prossima tornata dei nuovi contratti di servizio, di cui è prevista la stipulazione entro il 31 dicembre 2017, i criteri di individuazione dei servizi minimi sono stati stabiliti dal menzionato nuovo Programma dei servizi del trasporto pubblico regionale e locale recentissimamente adottato dal Consiglio regionale, con alcune novità significative. In ogni caso, per la copertura degli oneri dei servizi minimi e, in generale, della spesa relativa alla gestione corrente del sistema del trasporto pubblico locale, il contributo proveniente dallo Stato centrale con il riparto del Fondo nazionale TPL non è affatto sufficiente, cosicché ogni anno la Regione Liguria deve integrare significativamente tale dotazione con risorse proprie da reperire nell’ambito della generalità delle entrate disponibili. Non essendo allocata nel bilancio regionale una posta contabile che possa rappresentarne una puntuale indicazione e non avendo la Regione fornito in istruttoria precisi dati al riguardo, per calcolare l’ammontare di tale sforzo finanziario aggiuntivo della Regione destinato al finanziamento della spesa di parte corrente per il trasporto pubblico locale nel triennio 2014-2016, si è proceduto per deduzione, quantificando dapprima per ciascun anno il totale degli impegni di competenza di parte corrente dei programmi 10.001 (Trasporto ferroviario), 10.002 (Trasporto pubblico locale), 10.003 (Trasporto per vie d’acqua) e 10.004 (Altre modalità di trasporto) della Missione 10 (Trasporti e Diritto alla mobilità), e poi sottraendo da tale importo complessivo la quota di competenza acquisita dalla Regione a titolo di riparto del Fondo nazionale TPL, oltre che le eventuali altre entrate con vincolo di destinazione al finanziamento del trasporto pubblico locale.

202 Artt. 4, 6 commi 3 e 4, 12, l.r. n. 33 del 2013.

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Per determinare più specificamente, poi, la parte di tali risorse destinata a finanziare effettivamente l’erogazione, da parte delle aziende di trasporto, dei servizi di trasporto sulla base dei contratti di servizio in essere, disponendo dell’elenco degli impegni emessi per ciascun anno completo di tutti gli estremi rilevanti, sono state sottratte dall’importo come prima individuato le somme relative ad impegni che non hanno come beneficiari gli Enti di gestione o direttamente le aziende di trasporto. I risultati di tale elaborazione sono rappresentati nella tabella seguente.

Tab. n. 77 – Finanziamenti regionali

2014 2015 2016

Risorse regionali destinate alla erogazione dei 29.681.145,15 24.126.053,32 35.450.636,76 servizi di trasporto pubblico locale Fonte: Elaborazione Sezione regionale di controllo Liguria su dati forniti dalla Regione Liguria

La tabella mostra, dunque, che nell’ultimo esercizio concluso la Regione ha dovuto sopperire alle esigenze derivanti dalla gestione del trasporto pubblico locale con risorse proprie discrezionali decisamente superiori rispetto ai due esercizi precedenti. Ciò, evidentemente, è dovuto all’aumento dei costi dei servizi posto che, come visto in precedenza, il livello della quota assegnata alla Regione Liguria a titolo di Fondo nazionale TPL è stato pressoché costante nel triennio. La conferma di quanto sopra scaturisce anche in base alla seguente ulteriore tabella in cui le risorse, sia statali che regionali, complessivamente destinate al finanziamento dei contratti di servizio sono distinte a seconda del bacino di traffico su ferro o su gomma cui si riferiscono.

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Tab. n. 78 - Finanziamenti assegnati ai bacini di traffico del trasporto su ferro e gomma

BACINO 2014 2015 2016

TRASPORTO FERROVIARIO REGIONALE 85.990.413,53 82.444.637,42 94.293.029,74

FERROVIE CONCESSE 3.005.752,08 2.646.427,56 3.126.245,26

TOTALE TRASPORTO FERROVIARIO 88.996.165,61 85.091.064,98 97.419.275,34

I IMPERIA 10.548.958 10.383.238 10.383.238

S SAVONA 12.962.583 12.758.946 12.758.946

TG GENOVA EXTRAURBANO 16.292.487 16.036.538 16.036.538

L SPEZIA 14.459.894 14.232.735 14.232.735

G URBANO GENOVA 65.236.078 64.211.245 64.211.245

TOTALE TRASPORTO SU GOMMA * 119.500.000 117.622.702 117.622.702

Fonte: Settore Trasporto Pubblico Regionale della Regione Liguria * Le risorse destinate all’esercizio del trasporto su gomma sono ripartite tra i bacini di traffico secondo le percentuali indicate all’articolo 29, comma 1 della l.r. 33 del 2013.

Ed invero, si nota come nel 2016 aumentino considerevolmente gli impegni per oneri del trasporto ferroviario regionale derivanti dal contratto di servizio stipulato dalla regione con Trenitalia S.p.A. Sostanzialmente costanti nel triennio rimangono invece gli apporti per l’effettuazione dei servizi nei bacini di traffico relativi al trasporto su gomma. In argomento si può notare che i servizi con questa modalità che assorbono maggiori risorse pubbliche sono quelli relativi al bacino del traffico urbano del capoluogo della Regione che nel 2016 rappresenta oltre il 54 per cento del totale. Seguono per rilevanza finanziaria i servizi riferiti agli altri bacini, ad iniziare da quello afferente il traffico extraurbano della stessa Genova (13,6 per cento del totale) per finire con il bacino di Imperia (8,8 per cento) 203 . Va ricordato che tutti gli importi riportati per il trasporto su gomma includono le risorse provenienti anche dal Fondo nazionale TPL che, in base ad intese istituzionali raggiunte a suo tempo, sono destinate alla parziale copertura degli oneri derivanti del rinnovo del CCNL autoferrotranvieri 2004-2007, i quali, in ogni caso, come si evince dal seguente prospetto, incidono ogni anno per un importo decrescente.

203 Le percentuali corrispondono alle quote in base alle quali avviene il riparto delle risorse secondo l’art. 29, comma 1, l.r. n. 33 del 2013.

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Tab. n. 79 – Prospetto CCNL Autoferrotranvieri – Aziende di trasporto liguri 2014 2015 2016 2017 CCNL 22.971.799 22.155.991 21.000.000 20.000.000

Fonte: Regione Liguria

Tra le spese correnti rientranti nel campo del trasporto pubblico locale, da considerarsi finanziate con risorse regionali libere ma escluse dalle precedenti tabelle in quanto non finalizzate al finanziamento degli oneri derivanti dall’esecuzione dei contratti di servizio, la più significativa è costituita dall’esaminato contributo al Fondo per l’efficientamento del servizio di cui all’art. 28-bis , l.r. n. 33 del 2013 (il cd. “Fondino” finalizzato all’esodo di personale nelle aziende di trasporto) per il quale la Regione, a partire dall’esercizio 2015, impegna a bilancio euro 1.000.000 annui. Altre risorse regionali non comprese nelle tabelle precedenti sono quelle destinate a spese per l’esercizio di attività della Regione stessa, in specie delle attività di cui agli articoli 6, 20 e 28-bis della l.r. 33 del 2013, secondo gli importi come di seguito riassunti.

Tab. n. 80 – Altre spese regionali per il TPL 2014 2015 2016 150.000 400.000 150.000 Art. 6 Programmazione alla Agenzia ATPL alla Agenzia ATPL a Liguria Ricerche Art. 20 Osservatorio 200.000

regionale a Liguria Digitale 34.013,60 Art. 28 bis Fondo Esodo a FILSE Fonte: Settore Trasporto Pubblico Regionale della Regione Liguria

Con riferimento alla spesa a favore di Fi.L.S.E. S.p.A. per la gestione dell’azione straordinaria di efficientamento del servizio e di riorganizzazione delle aziende mediante il Fondo di cui all’art. 28-bis , l.r. n. 33 del 2013, occorre precisare che l’importo indicato costituisce ulteriore spesa rispetto al contributo regionale annuo di euro 1.000.000 destinato alla finalità. Per quanto concerne la spesa sostenuta dalla Regione per il funzionamento di ATPL LIGURIA va precisato che essa si esaurisce negli importi relativi all’esercizio delle funzioni di cui all’art. 6, l.r. n. 33 del 2013 per gli anni 2014 e 2015 204 . Poiché ATPL LIGURIA è nel frattempo entrata in fase di liquidazione e non è più operativa, nel 2016 essa non risulta più beneficiaria di trasferimenti regionali. Va evidenziato, infine, che gli altri enti locali soci della Agenzia non hanno mai stanziato risorse per il funzionamento della stessa.

204 Le spese di cui al capitolo 3137 del Documento Tecnico allegato al Rendiconto, infatti, sono quelle relative ai fondi per l’azione straordinaria di efficientamento del servizio e di riorganizzazione delle aziende (art. 28-bis, l.r. n. 33 del 2013) e non come erroneamente indicato nella denominazione del capitolo.

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6.10.3 Cenni al sistema tariffario

Come risulta da quanto sopra illustrato, l’importanza della politica tariffaria nell’ambito della programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale scaturisce chiaramente dalla vigente legislazione, statale e regionale, e, in particolare, dai sistemi di riparto dei finanziamenti sia statali (a favore delle Regioni), sia regionali (a favore degli enti di gestione e delle aziende di trasporto), dai quali emerge il principio dell’obbligo per tutti i soggetti del sistema di conseguire il rapporto di almeno il 35 per cento tra ricavi da traffico e costi operativi al netto dei costi di infrastruttura 205 . A differenza di altre realtà regionali, la Regione Liguria ha scelto di non determinare direttamente i livelli tariffari per i titoli di viaggio, ma solo di definire alcuni vincoli che ogni Ente di governo è tenuto a rispettare nel decidere la politica tariffaria per il proprio ATO 206 . Inoltre, la Regione è impegnata nel promuovere l’integrazione tariffaria tra i diversi gestori del territorio regionale, ovvero una struttura di tariffazione dove il cliente può fruire indistintamente di diverse modalità e vettori di trasporto utilizzando un unico titolo di viaggio. Anche a questo scopo è diretto l’intervento per il sistema di bigliettazione elettronica (SBE) cui si è già accennato. Il nuovo Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale da ultimo approvato dal Consiglio regionale (cui pertanto si rimanda) ha introdotto alcune modifiche quanto alle modalità di determinazione delle tariffe, di indicizzazione delle stesse e di integrazione tariffaria. In particolare, ha definito i nuovi livelli tariffari, ovvero i valori minimi e massimi dei titoli di viaggio, distintamente per i servizi urbani ed extraurbani. Quanto invece ai dati circa il rispetto da parte delle varie aziende di trasporto del criterio del rapporto minimo tra ricavi da traffico e costi operativi, nel paragrafo 6.10.1 sono stati già esposti quelli afferenti il periodo 2012-2015 da cui emerge una varietà di situazioni.

205 Per la legislazione regionale vanno richiamati l’art. 18, comma secondo e l’art. 29, comma primo, della l.r. n. 33 del 2013. Per la normazione statale l’art. 19, comma 5, del d.lgs. n. 422 del 1997 e l’art. 16-bis , del d.l. n. 95 del 2012, nonché il D.P.C.M. 11 marzo 2013. 206 I provvedimenti di riferimento sono le Deliberazioni di Giunta regionale n. 146 del 20 febbraio 2002 e la n. 1487 del 10 dicembre 2010 e i vincoli fissati sono, oltre al rapporto minimo del 35% tra ricavi da traffico e costi operativi al netto dei costi di infrastruttura: - la presenza dei principali titoli di viaggio (biglietto ordinario, abbonamenti settimanale, mensile, annuale) sia per i titoli urbani che extraurbani; - il rispetto delle fasce tariffarie di riferimento (comprese tra un limite inferiore e un limite superiore fissati dalla Regione ; - il rispetto di altre caratteristiche di dettaglio.

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Il trasporto pubblico locale nel Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio 2016

Nel riquadro seguente sono ricostruite le poste di entrata del Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016 relative al trasporto pubblico locale, ovvero, più precisamente, i capitoli del Documento Tecnico allegato alla bozza di Rendiconto generale 2016 attribuiti alla competenza gestionale del Settore Trasporto Pubblico Regionale. Si tratta in tutti i casi di capitoli per cui è specificata la natura di risorse vincolate e per i quali è stata conseguentemente riscontrata la coerenza con i correlati capitoli di spesa.

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Tab. n. 81 - Prospetto entrate – rendiconto 2016 PREVISION I ENTRATE VINCOLATE ATTRIBUITE ALLA DEFINITIVE ACCERTATO RISCOSSO CAP. STRUTTURA 153175 SETTORE TRASPORTO DI COMPETENZA COMPETENZA PUBBLICO REGIONALE COMPETENZA 2016 2016 2016 Titolo II - Trasferimenti Correnti Fondi Tipologia 20.101 - Trasferimenti provenienti dallo correnti da amministrazioni Stato per il 1559 pubbliche 200.879.980,51 200.880.740,09 200.880.740,09 finanziamento Categoria 20.101.001 - del trasporto Trasferimenti correnti da pubblico locale amministrazioni centrali Fondi Titolo IV - Entrate in conto provenienti dallo capitale Stato per Tipologia 40.200 -Contributi agli l'acquisto di 1574 investimenti 14.563.466,76 0,00 0,00 veicoli da Categoria 40.200.001 - adibirsi a servizi Contributi agli investimenti da di trasporto amministrazioni pubbliche pubblico locale Titolo IV - Entrate in conto Fondi capitale provenienti dalla Tipologia 40.200 - Contributi agli U.E. per la Investimenti 2001 21.525,40 0,00 0,00 realizzazione del Categorie 40.200.005 - progetto "high Contributi agli investimenti v.lo-city" dall’Unione Europea e dal resto del mondo Sanzioni derivanti dal progetto sperimentale Titolo III - Entrate volto extratributarie all'implementazi Tipologia 30.200 - Proventi one dei controlli derivanti dall’attività di Controllo nell'area e repressione delle irregolarità e metropolitana 2319 degli illeciti 100.000,00 15.600,00 15.600,00 genovese al fine Categoria 30.203.000 - Entrate di contrastare da imprese derivanti dall’attività l'evasione di tariffaria nel controllo e repressione delle settore del irregolarità e degli illeciti trasporto pubblico locale - ddl stabilità 2016 Recupero di somme già erogate e non utilizzate dal Titolo III - Entrate destinatario a extratributarie valere sugli Tipologia 30.500 - Rimborsi e 0,00 0,00 2531 0,00 investimenti del altre entrate correnti trasporto Categoria 30.500.002 - Rimborsi pubblico in entrata esercitato dalle ferrovie in concessione 215.564.972,67 200.896.340,09 200.896.340,09 Fonte: Documento Tecnico allegato alla bozza Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016

Gli importi indicati al capitolo 1559 corrispondono ai decreti ministeriali con cui sono state ripartite le quote del Fondo nazionale TPL di cui all’art. 16-bis , decreto legge n. 95 del 2012, come di seguito evidenziato. L’importo è stato interamente riscosso nel corso dell’esercizio.

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Tab. n. 82 - Fondo nazionale per il concorso finanziario agli oneri del trasporto pubblico locale anno 2016 Decreto Interministeriale del 13 aprile 2016 118.705.439,19

Decreto Interministeriale del 28 novembre 2016 82.175.300,91

Totale anno 2016 200.880.740,10

Fonte: Decreti Interministeriali MEF e MIT del 13 aprile 2016 e del 28 novembre 2016 Elaborazione Corte dei conti - Sezione regionale di controllo per la Liguria

Il capitolo 1574 evidenzia accertamenti pari a zero a fronte di previsioni definitive di oltre 14,5 milioni di euro. La posta attiene al Decreto Ministeriale 28 ottobre 2016, n. 345 relativo all’azione di investimento per l’acquisto di mezzi di trasporto promossa e finanziata dallo Stato, cui si è accennato al paragrafo 6.8.1. L’iscrizione in bilancio è avvenuta soltanto con la legge regionale 2 novembre 2016, n. 26 (legge di assestamento al bilancio di previsione per gli anni finanziari 2016-2018). I ridotti margini temporali residui dell’anno di competenza non sono stati sufficienti per creare le condizioni di avanzamento procedurale necessarie per ottenere l’erogazione e procedere all’impegno delle risorse per la finalità di spesa. Al riguardo occorre precisare che nel 2016 la Regione ha stanziato al capitolo 3043 della spesa l’importo corrispondente, che risulta pertanto limitato alla quota coperta dal finanziamento statale e non comprende la quota di spesa da effettuare con il cofinanziamento regionale. Nel 2017 i medesimi importi sono stati reimpostati agli stessi capitoli di entrata e di spesa con la legge regionale n. 14 del 15 giugno 2017 (variazioni al bilancio di previsione 2017–2019). Venendo alla spesa per il trasporto pubblico regionale e locale, nel Rendiconto finanziario 2016 della Regione Liguria essa viene allocata all’interno della Missione 10 - Trasporti e diritto alla mobilità e, più specificamente, nei programmi indicati nei successivi prospetti. Per quanto concerne la spesa corrente, il dettaglio per capitoli di spesa è di seguito rappresentato.

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Tab. n. 83 – Spese correnti Programma 10.001 Trasporto ferroviario

% impegni % Previsioni definitive di Impegni competenza Pagamenti Cap. Descrizione su previsioni pagamenti competenza 2016 2016 competenza 2016 definitive su impegni

Trasferimento dei fondi provenienti dallo stato per il 3102 77.455.936,12 77.455.936,12 54.498.419,22 100% 70,36% finanziamento del trasporto pubblico locale su ferro

Fondi per l'integrazione del 3108 contratto di servizio con 8.265.000,00 8.265.000,00 6.000.000,00 100% 72,59% Trenitalia

Fondo regionale per il trasporto 3112 pubblico locale esercitato dalle 2.841.586,93 2.841.586,93 1.630.642,95 100% 57,38% ferrovie in concessione

Trasferimenti per il trasporto 3116 8.555.637,72 8.555.637,72 6.033.386,01 100% 70,52% ferroviario a titolo Iva

Trasferimenti per il trasporto 3123 ferroviario a titolo Iva - quota 16.455,90 16.455,90 16.455,90 100% 100% vincolata

Trasferimenti alle ferrovie 3135 284.658,67 284.658,67 163.065,78 100% 57,28 concesse a titolo Iva

TOTALE 97.419.275,34 97.419.275,34 68.341.969,86 100% 70,15

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Programma 10.002 Trasporto pubblico locale % impegni % Previsioni definitive di Impegni competenza Pagamenti Cap. Descrizione su previsioni pagamenti competenza 2016 2016 competenza 2016 definitive su impegni Trasferimento dei fondi provenienti dallo Stato per il 3100 103.957.750,56 103.957.750,56 103.957.750,56 100% 100% finanziamento del trasporto pubblico locale su gomma Trasferimento ad enti delle amministrazioni locale del fondo 3107 13.664.951,30 13.664.951,30 13.664.951,30 100% 100% regionale trasporti pubblici locali finanziato con risorse regionali Trasferimenti ad impresa per un progetto sperimentale volto all'implementazione dei controlli nell'area metropolitana 3109 600.000,00 600.000,00 374.181,78 100% 62,36 genovese al fine di contrastare l'evasione tariffaria nel settore del trasporto pubblico locale ddl stabilità 2016 Contributi per la copertura degli 3121 oneri derivanti dal rinnovo del 21.000.000,00 20.999.999,65 20.999.999,65 99,99% 100% Ccnl autoferrotranvieri Trasferimento dei fondi per il funzionamento dell'agenzia 3137 1.000.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00 100% 100% regionale per il trasporto pubblico locale Spese dirette a valere sui fondi per il funzionamento 3138 400.000,00 400.000,00 400.000,00 100% 100% dell'agenzia regionale per il trasporto pubblico locale Prestazioni professionali e specialistiche per l'efficientamento del servizio e la riorganizzazione delle aziende di 3147 200.000,00 154.013,60 30.000,00 77,01% 19,48% trasporto pubblico locale su gomma nonché per l'attività di programmazione regionale in materia di trasporto e mobilità Servizi informatici e di telecomunicazioni per lo 3148 sviluppo di sistemi informatici di 200.000,00 60.000,00 0,00 30% 0% controllo della domanda e dell'offerta di trasporto pubblico TOTALE 141.022.701,86 140.836.715,11 140.426.883,29 99,87% 99,71%

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Programma 10.003 Trasporto per vie d’acqua

% impegni % Previsioni definitive di Impegni competenza Pagamenti Cap. Descrizione su previsioni pagamenti competenza 2016 2016 competenza 2016 definitive su impegni

Spese per il trasporto pubblico 3106 295.000,00 295.000,00 295.000,00 100% 100% marittimo e fluviale TOTALE 295.000,00 295.000,00 295.000,00 100% 100%

Programma 10.004 Altre modalità di trasporto

% impegni % Previsioni definitive di Impegni competenza Pagamenti Cap. Descrizione su previsioni pagamenti competenza 2016 2016 competenza 2016 definitive su impegni

Spese per l'espletamento delle funzioni amministrative della commissione regionale per l'accertamento dei requisiti di idoneità all'esercizio del servizio di trasporto di persone mediante 499 12.911,26 12.911,26 0,00 100% 0% servizi pubblici non di linea, esercitate avvalendosi degli uffici della camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Genova

TOTALE 12.911,26 12.911,26 0,00 100% 0%

Fonte: Elaborazione Sezione regionale di controllo Liguria su Documento Tecnico allegato alla bozza Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016

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Non si riscontrano particolari criticità in relazione all’indicatore di velocità di pagamento, dato atto che i compensi spettanti per i contratti di servizio relativi al quarto trimestre sono sempre saldati nell’esercizio successivo, anche al fine di riscontrare l’effettivo servizio reso. Solo il capitolo 3148 “Servizi informatici e di telecomunicazioni per lo sviluppo di sistemi informatici di controllo della domanda e dell'offerta di trasporto pubblico” a fronte di uno stanziamento iniziale di euro 200.000,00 e un impegno a fine anno pari ad euro 60.000,00 non presenta alcun pagamento, il che può essere indice di un ridimensionamento e rallentamento nello sviluppo di tale progetto. Per quanto riguarda il trasporto marittimo, i costi sostenuti nel corso del 2016 dalla Regione Liguria ammontano ad un totale di euro 295.000,00. Nel dettaglio il programma 10.003 comprende: 1. euro 270.000,00 che vengono trasferiti annualmente al Comune di Genova sulla base di un accordo di programma stipulato nel 2014, per il servizio “Navebus” che collega via mare Pegli ed il Porto Antico; 2. euro 25.000,00 sulla base di un accordo di programma fra Regione Liguria e Provincia della Spezia per il collegamento marittimo tra Porto Venere e l'Isola Palmaria. La tabella riepilogativa seguente evidenzia invece che la quasi totalità delle risorse regionali di parte corrente risulta assorbita dal trasporto su gomma (59,1 per cento del totale) e dal trasporto ferroviario (40,8 per cento del totale).

Tab. n. 84 – Spesa TPL - ripartizione per programmi Stanziamenti % su totale Impegni % su totale Programma definitivi stanziato definitivi impegnato

Programma 10.001 97.419.275,34 40,80% 97.419.275,34 40,84% Trasporto ferroviario

Programma 10.002 141.022.701,86 59,07% 140.836.715,11 59,03% Trasporto pubblico locale

Programma 10.003 295.000,00 0,12% 295.000,00 0,12% Trasporto per vie d’acqua

Programma 10.004 Altre 12.911,26 0,01% 12.911,26 0,01% modalità di trasporto

TOTALE 238.749.888,46 238.563.901,71

Fonte: Elaborazione Sezione regionale di controllo Liguria su Documento Tecnico allegato alla bozza Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016

Passando alla spesa in conto capitale di seguito si riporta il dettaglio per capitoli di spesa.

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Tab. n. 85 – Spese in conto capitale Programma 10.001 Trasporto ferroviario % impegni Previsioni definitive Impegni competenza Pagamenti % pagamenti Cap. Descrizione su previsioni di competenza 2016 2016 competenza 2016 su impegni definitive Quota regionale per gli investimenti del trasporto 3011 1.453.708,40 1.446.079,32 0,00 99,47% 0% pubblico esercitato dalle ferrovie in concessione Contributi per l'acquisto di materiale rotabile ad uso di 3042 servizio di trasporto pubblico 2.600.000,00 2.600.000,00 2.600.000,00 100% 100% ferroviario nell'ambito del territorio ligure TOTALE 4.053.708,40 4.046.079,32 2.600.000,00 99,81% 64,14%

Programma 10.002 Trasporto pubblico locale

% impegni Previsioni definitive Impegni competenza Pagamenti % pagamenti Cap. Descrizione su previsioni di competenza 2016 2016 competenza 2016 su impegni definitive Fondo per il finanziamento del sistema di bigliettazione 3015 8.000.000,00 8.000.000,00 0,00 100% 0% elettronica di cui all'art.18 comma 5 l.r. 33-2013 Finanziamento del programma straordinario di investimenti per il 3044 1.934.086,88 1.934.086,88 1.934.086,88 100% 100% trasporto pubblico locale su gomma (l.r. 28-12-2009 n.62) Incarichi professionali per la 3046 realizzazione di investimenti nel 131.826,24 131.826,24 0,00 100% 0% settore dei trasporti Fondo per il finanziamento del sistema di bigliettazione 3143 1.155.991,00 1.155.991,00 0,00 100% 0% elettronica di cui all'art.18 comma 5 l.r. 33-2013 TOTALE 11.221.904,12 11.221.904,12 1.934.086,88 100% 17,23

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Programma 10.004 Altre modalità di trasporto % impegni Previsioni definitive Impegni competenza Pagamenti % pagamenti Cap. Descrizione su previsioni di competenza 2016 2016 competenza 2016 su impegni definitive Contributi a titolari di licenza di taxi o a loro cooperative e 3051 consorzi per interventi di 90.000,00 90.000,00 0,00 100% 0% riqualificazione del servizio di trasporto pubblico di taxi

TOTALE 90.000,00 90.000,00 0,00 100% 0%

Fonte: Elaborazione Sezione regionale di controllo Liguria su Documento Tecnico allegato alla bozza Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016

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Dai dati a consuntivo emerge soltanto un ritardo nella realizzazione del sistema di bigliettazione elettronica di cui all’art.18 comma 5 legge regionale 33 del 2013 207 . Analizzando i dati relativi alla ripartizione delle spese in conto capitale tra le diverse modalità di trasporto, si riscontra anche in questo caso come il più elevato livello di investimenti è destinato al trasporto su gomma, come ben evidenziato nella tabella sotto riportata.

Tab. n. 86 - Tabella ripartizione fondi regionali in conto capitale per il trasporto pubblico locale Stanziamenti % su totale Impegni % su totale Programma definitivi stanziato definitivi impegnato Programma 10.001 4.053.708,40 26,38% 4.046.079,32 26,34% Trasporto ferroviario Programma 10.002 11.221.904,12 73,03% 11.221.904,12 73,07% Trasporto pubblico locale Programma 10.003 0,00 0% 0,00 0% Trasporto per vie d’acqua Programma 10.004 Altre 90.000,00 0,59% 90.000,00 0,59% modalità di trasporto

TOTALE 15.365.612,52 100% 15.357.983,44 100%

Fonte: Elaborazione Sezione regionale di controllo Liguria su Documento Tecnico allegato alla bozza Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016

In conclusione comunque, si rileva che i dati contabili rappresentati nel Rendiconto generale della Regione Liguria per l’anno 2016, come sopra riprodotti, rispecchiano in generale le risultanze della documentazione esaustivamente fornita dalla Regione ed esaminata ai fini della presente relazione.

Conclusioni

Considerando il tema del trasporto pubblico locale per la prima volta nell’ambito di un giudizio di parificazione del rendiconto finanziario della Regione Liguria, la presente relazione, oltre ovviamente ad analizzarne gli aspetti finanziari e contabili, ha cercato di offrire una rappresentazione quanto più estesa delle funzioni e delle attività che la Regione stessa è chiamata ad esercitare in materia in base all’ordinamento vigente. Venendo il momento di trarre alcune osservazioni conclusive rispetto all’esposizione svolta, l’interesse viene però circoscritto ai profili sui quali sono emersi elementi di criticità che, va comunque precisato, si delineano nell’ambito di un quadro gestionale da considerarsi in generale strutturalmente organizzato, nonché dinamico ed efficiente. Ciò a dispetto delle condizioni di particolare difficoltà in cui, ormai costantemente, il competente settore è costretto ad operare, soprattutto in relazione

207 A fronte di stanziamenti definitivi e impegni pari ad euro 9.155.991,00 (Capitoli 3015 e 3143), non risulta effettuato alcun pagamento.

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alle ridotte risorse finanziarie a disposizione, spesso conoscibili nel loro reale ammontare solo ad esercizio già in corso. Quest’ultimo aspetto incide senz’altro nell’esercizio dell’attività di programmazione dei servizi, che oggi si rivela di per sé complicata per via dell’obiettiva esigenza di garantire il mantenimento degli attuali livelli quantitativi e qualitativi, già oggetto nel recente passato dl importanti interventi di razionalizzazione ed efficientamento. A proposito dello svolgimento da parte della Regione della essenziale funzione programmatoria del trasporto pubblico locale, va però anche detto che essa evidenzia ulteriori carenze e ritardi, attribuibili a ragioni endogene. Si è anzitutto visto che la Regione Liguria non ha ancora adottato un Piano regionale dei trasporti, nonostante siano trascorsi quasi vent’anni dalla sua previsione legislativa. Tale documento dovrebbe costituire la sede in cui vengono considerati tutti gli aspetti relativi al sistema trasportistico regionale nelle sue varie articolazioni (trasporto di merci e di persone, trasporto pubblico e privato, trasporto pubblico di linea e non di linea, eccetera), unitamente all’assetto generale delle reti infrastrutturali e delle dotazioni impiantistiche per la mobilità. Ed allora, la sua elaborazione è ravvisata come indispensabile per rappresentare una nuova strategia per il sistema delle comunicazioni della Liguria in grado di creare le basi per il superamento dei tradizionali fattori di criticità che caratterizzano la realtà ligure, in una visione prospettica che non trascura ma, anzi, pone tra i primi punti le irrinunciabili esigenze di collegamento con i sistemi e le reti di comunicazione esterne alla regione, e che possa costituire il terreno favorevole allo sviluppo di una nuova e fattibile progettualità idonea anche ad attrarre i necessari capitali pubblici di finanziamento. Soltanto nelle more della definizione del presente giudizio è giunto, poi, a compimento l’iter di approvazione del nuovo “Programma dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale”, in cui, tra l’altro, sono definiti, con riferimento a tutte le modalità trasportistiche, i servizi minimi a carico del finanziamento regionale. Tale fondamentale documento avrà effetto a partire dall’anno venturo e giunge dopo che in questi ultimi anni ha trovato applicazione in regime di proroga un analogo programma piuttosto risalente. In questo caso, il ritardo programmatorio è essenzialmente da addebitarsi al lungo perpetrarsi e all’esito infruttuoso della vicenda relativa all’istituzione del Bacino Unico Regionale per il Trasporto e alla gara a lotto unico per l’affidamento del relativo servizio, che costituivano i punti cardine della riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale tracciata nell’impianto originario dalla legge regionale n. 33 del 2013.

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Connesso al tema della programmazione è anche l’auspicio che la Sezione muove affinché siano poste in essere tutte le misure atte ad assicurare la conclusione, da parte dei competenti Enti di gestione d’ambito, delle procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento dei nuovi contratti di trasporto pubblico su gomma entro la fine del corrente anno, in modo da evitare pericoli di disservizio e conseguenti soluzioni emergenziali. In proposito risulta apprezzabile la recente adozione, da parte della Regione Liguria, di linee guida dirette ai suddetti Enti di governo ai fini del proficuo espletamento delle suddette procedure concorsuali, alle quali, tuttavia dovrà seguire un’attenta opera di supporto e monitoraggio nella direzione del tempestivo conseguimento dell’obiettivo.

Un focus particolare è stato dedicato, e continuerà ad essere riservato anche in futuro, all’articolato meccanismo congegnato dalla Regione per porre in essere le due speculari operazioni finanziarie volte a realizzare, in un caso, il programma straordinario di acquisto di mezzi di trasporto di cui alla legge regionale n. 62 del 2009 e, nell’altro caso, l’azione straordinaria di efficientamento del servizio e riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma, di cui all’art. 28-bis della legge regionale n. 33 del 2013. In entrambe le fattispecie è accaduto che la previsione legislativa di un contributo regionale annuale, stanziato per un esteso arco temporale (fino al 2029 nel primo caso, fino al 2026 nel secondo) a favore di una società regionale in house , si sia trasformata in un titolo idoneo all’attualizzazione dell’importo complessivo delle erogazioni previste, mediante la contrazione da parte della stessa società regionale, su apposito incarico disposto dalla Regione, di un finanziamento concesso da istituto bancario. Come tale, detta operazione finanziaria è stata già in questa sede considerata ai fini della corretta contabilizzazione nello stato patrimoniale della Regione, ma, soprattutto, sarà senz’altro suscettibile di essere valutata, al momento dovuto, sul piano dell’incidenza ai fini del computo dei limiti all’indebitamento regionale, nonché sotto il profilo della compatibilità, sostanziale e non soltanto apparente, con le regole e le finalità che presiedono alla verifica del rispetto dei saldi di finanza pubblica previsti dalla legislazione nazionale. Con riferimento, in particolare, alla seconda fattispecie considerata, consistente in un’azione finalizzata all’attivazione di procedure di esodo anticipato e di mobilità del personale delle aziende di trasporto liguri, nella quale, pertanto, l’indebitamento è stato assunto per il finanziamento di spese correnti in contrasto con quanto prescritto nell’art. 119, comma 6, della Costituzione, occorre puntualizzare che in base

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all’ordinamento vigente è senz’altro da escludersi che il coinvolgimento nell’operazione di una società partecipata regionale possa evitare la piena applicabilità del divieto. L’ultima notazione è riservata al rapporto tra la Regione Liguria e le proprie società partecipate, in specie la Fi.L.S.E. S.p.A. nello svolgimento delle funzioni regionali in materia di trasporto pubblico locale. Al riguardo, non essendo tema esclusivo di questo settore, le osservazioni e le perplessità possono essere riassunte come di seguito: - di norma gli incarichi affidati in house dalla Regione alle società contemplano la possibilità per le stesse di avvalersi a loro volta di professionalità specialistiche esterne che, in tal modo, non vengono fatte rientrare nel computo relativo al rispetto dei pertinenti limiti di spesa previsti da disposizioni nazionali di coordinamento della finanza pubblica; - talvolta il coinvolgimento degli organismi societari regionali è stato disposto in relazione alla definizione di politiche o documenti fondamentali, alla cui elaborazione concorrono soggetti professionali esterni in maniera determinante e con modalità tali da far ritenere che le decisioni al riguardo maturino realmente fuori dalle strutture regionali competenti; - si sono riscontrati casi in cui la società incaricata dalla Regione si avvale del supporto di altra società regionale in house , a sua volta autorizzata a ricorrere a consulenti esterni, di cui però non viene riportata evidenziazione nei rendiconti delle attività presentati alla Regione, la quale, pertanto, non è in condizione di esercitare alcun controllo e valutazione al riguardo; - l’affidamento di incarichi in house a società partecipate di norma comporta per la Regione un costo, dato dal corrispettivo riconosciuto alla società incaricata di cui, talvolta, non è chiara la giustificazione.

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CAPITOLO 7 IL CONTO DEL PATRIMONIO

Il rendiconto patrimoniale

L’art. 63 del decreto legislativo n. 118 del 2011, di armonizzazione dei bilanci delle regioni (oltre che degli enti locali), prevede che i risultati della gestione siano dimostrati nel rendiconto generale annuale della regione. In particolare, il rendiconto generale è composto dal conto del bilancio (relativo alla gestione finanziaria), con relativi riepiloghi e prospetti (quadro generale riassuntivo e verifica degli equilibri), dal conto economico e dallo stato patrimoniale. Tutti i ridetti documenti contabili vanno predisposti secondo gli schemi presenti nell'Allegato n. 10 al decreto legislativo. L’art. 63, comma 7, precisa, nello specifico, che lo stato patrimoniale rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio, costituito dal complesso dei beni e rapporti giuridici, attivi e passivi, di pertinenza. Attraverso tale rappresentazione contabile è determinata la consistenza netta della dotazione patrimoniale, comprensiva del risultato economico dell'esercizio. Le regioni includono nel conto del patrimonio anche: a) i beni del demanio, ferme restando le caratteristiche proprie (dettate dal codice civile), da valutare secondo le modalità previste dal Principio applicato della contabilità economico-patrimoniale (Allegato n. 4/3 al d.lgs. n. 118 del 2011); b) i crediti inesigibili, stralciati dal conto del bilancio, sino al compimento dei termini di prescrizione (al rendiconto della gestione va allegato l'elenco di tali crediti, in maniera distinta rispetto a quello dei residui attivi). Secondo quanto previsto dall'art. 2 del d.lgs. n. 118 del 2011, infatti, le regioni adottano la contabilità finanziaria, a cui affiancano, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economico-patrimoniale, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali. L’art. 37 del medesimo decreto precisa che, tuttavia, che la contabilità finanziaria mantiene la sua natura autorizzatoria ( e di rendicontazione della gestione finanziaria), mentre la contabilità economico-patrimoniale garantisce la rilevazione, ai fini conoscitivi, degli effetti economici e patrimoniali dei fatti gestionali. A tal fine, anche la Regione Liguria ha adottato il " piano dei conti integrato ", previsto dall'art. 4 del decreto legislativo n. 118 del 2011, ed ha inserito, nel rendiconto annuale, anche gli schemi di stato patrimoniale e conto economico (previsti all'art. 11 e dall’Allegato 10 del decreto sull’armonizzazione).

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Per quanto le modalità di rilevazione dei fatti gestionali, la Regione Liguria, dal 2016, ha conformato la propria gestione anche a quanto disposto dal "Principio contabile applicato concernente la contabilità economico patrimoniale degli enti in contabilità finanziaria " (nel prosieguo “ Principio contabile applicato ”), Allegato n. 4/3 al citato decreto sull’armonizzazione. Quest’ultimo, al paragrafo 1, evidenzia come la contabilità economico-patrimoniale miri, con il conto economico, a rappresentare le "utilità economiche " acquisite ed impiegate nel corso dell'esercizio, anche se non direttamente misurate da movimenti finanziari e, con lo stato patrimoniale, a rilevare le variazioni del patrimonio (che costituisce un indicatore dei risultati della gestione). Inoltre, è funzionale all'elaborazione del bilancio consolidato di ciascuna amministrazione con i propri organismi strumentali, aziende e società, nonché a predisporre una base informativa necessaria per la determinazione analitica dei costi. Il Principio contabile applicato ricorda, in particolare, che, anche se non rilevati dalla contabilità finanziaria, si considerano vari componenti, positivi e negativi, che trovano rappresentazione nel conto economico o nello stato patrimoniale: quote di ammortamento delle immobilizzazioni materiali ed immateriali; eventuali quote di accantonamento ai fondi rischi ed oneri; accantonamenti al fondo svalutazione crediti; rimanenze iniziali e finali di materie prime, semilavorati, prodotti in corso su ordinazione, e incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; variazioni patrimoniali relative agli esercizi pregressi, che si sono tradotte in oneri/costi e proventi/ricavi nel corso dell'esercizio (ad esempio sopravvenienze e insussistenze); ecc. La Regione Liguria, nella “ Relazione sulla Gestione al Rendiconto generale della Regione Liguria per l’esercizio finanziario 2016 ” ha specificato, in proposito, che le rilevazioni in contabilità economico-patrimoniale sono state facilitate dallo sviluppo del software gestionale già in uso, attraverso l’applicazione di una matrice di correlazione prodotta dalla Ragioneria generale dello Stato per agevolare l’integrazione dei sistemi di contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale.

Lo stato patrimoniale

La Regione Liguria, non avendo partecipato alla sperimentazione prevista dall'art. 78 del d.lgs. n. 118 del 2011, ha potuto esercitare l'opzione prevista dall'art. 3, comma 12, concernente il rinvio dell'implementazione della contabilità economico- patrimoniale all'esercizio successivo rispetto all'entrata in vigore dei nuovi principi contabili (2015). Pertanto, ha adempiuto a tale obbligo a partire dall’1 gennaio 2016. La prima attività connessa all'adozione della contabilità economico-patrimoniale è la redazione dello stato patrimoniale di apertura. Il paragrafo 9.2 del Principio

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contabile applicato (Allegato 4/3 al d.lgs. n. 118 del 2011) ricorda che, in precedenza, le regioni che avevano adottato la contabilità economico-patrimoniale, redigevano solo un "conto del patrimonio " nel rispetto del proprio, autonomo, ordinamento contabile. Per avviare tale contabilità, in coerenza con i principi dell'armonizzazione, le regioni hanno dovuto elaborare il primo stato patrimoniale di apertura sulla base della situazione rappresentata nel conto del patrimonio dell'esercizio precedente, integrata da una ricognizione straordinaria, a cui sono stati applicati i principi contabili del d.lgs. n. 118 del 2011, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio che per quanto riguarda i criteri di valutazione . La Regione Liguria, non avendo adottato, prima del 2016, la contabilità economico-patrimoniale, ha proceduto, pertanto, alla redazione del primo stato patrimoniale alla data dell’1 gennaio 2016, riclassificando i propri beni, aggiornandone i valori e rappresentandoli secondo gli schemi previsti dal suddetto decreto legislativo. Nella Relazione sulla gestione al rendiconto 2016 sono esposti i criteri di valutazione adottati per la redazione dell’attivo e del passivo patrimoniale. Nella ridetta Relazione si dà conto, altresì, delle principali differenze tra “stato patrimoniale di apertura ” e ultimo “conto del patrimonio ” (fornendo informazioni circa la riconciliazione delle poste e gli effetti sul valore del patrimonio netto) in ragione delle modalità di valutazione delle singole poste attive e passive, e delle componenti in corso di ricognizione o in attesa di perizia.

7.2.1 Stato patrimoniale attivo

La Sezione, dovendo procedere alla parifica del rendiconto della Regione al 31 dicembre 2016, di cui è parte, dal ridetto esercizio, anche lo stato patrimoniale (cfr. art. 63 del d.lgs. n. 118 del 2011), ha preso in esame, in primo luogo, la tabella che segue, redatta in aderenza all’Allegato 10 al d.lgs. n. 118 del 2011, che riporta l’attivo della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2016, comparandola con quella esistente ad inizio esercizio (come avviene nello stato patrimoniale disciplinato dell’art. 2424 del codice civile). Non sono stati oggetto di analisi, nel presente capitolo, il passivo dello stato patrimoniale, la cui componente principale (i debiti) sono stati esaminati nel Capitolo 4 e, per l’attivo, le immobilizzazioni finanziarie, di cui tratta il Capitolo 3.

Tab. n. 87 - Stato patrimoniale attivo STATO PATRIMONIALE (ATTIVO) 31/12/2016 01/01/2016

A) CREDITI vs STATO ED ALTRE PA PER 0 0 PARTECIPAZIONE A FONDO DI DOTAZIONE TOTALE CREDITI vs PARTECIPANTI (A) 0 0

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B) IMMOBILIZZAZIONI

I Immobilizzazioni immateriali 1 Costi di impianto e di ampliamento 0 0 2 Costi di ricerca sviluppo e pubblicità 0 0 3 Diritti di brevetto ed utilizzazione opere 9.937 13.550 dell'ingegno 4 Concessioni, licenze, marchi e diritti simile 0 0 5 Avviamento 0 0 6 Immobilizzazioni in corso ed acconti 3.636.058 0 9 Altre 0 0

Totale immobilizzazioni immateriali 3.645.995 13.550

Immobilizzazioni materiali II 1 Beni demaniali 8.819.159 8.754.119 1.1 Terreni 2.323.046 2.323.046 1.2 Fabbricati 6.496.113 6.431.074 1.3 Infrastrutture 0 0 1.9 Altri beni demaniali 0 0 III 2 Altre immobilizzazioni materiali 62.505.851 64.187.261 2.1 Terreni 11.152.290 11.022.768

a di cui in leasing finanziario 0 0 2.2 Fabbricati 31.737.305 31.617.101

a di cui in leasing finanziario 0 0 2.3 Impianti e macchinari 910.815 1.035.061

a di cui in leasing finanziario 0 0 2.4 Attrezzature industriali e commerciali 2.007.361 2.205.434 2.5 Mezzi di trasporto 11.149.496 12.134.054 2.6 Macchine per ufficio e hardware 787.723 1.372.204 2.7 Mobili e arredi 68.159 104.620 2.8 Infrastrutture 0 0 2.9 Diritti reali di godimento 0 0 2.99 Altri beni materiali 4.692.702 4.696.018 3 Immobilizzazioni in corso ed acconti 43.603.301 0

Totale immobilizzazioni materiali 114.928.311 72.941.381

IV Immobilizzazioni Finanziarie 1 Partecipazioni in 49.625.139 49.625.351

a imprese controllate 33.331.208 33.331.420

b imprese partecipate 16.293.931 16.293.931

c altri soggetti 0 0 2 Crediti verso 138.774.235 123.282.045

a altre amministrazioni pubbliche 0 0

b imprese controllate 0 0

c imprese partecipate 0 0

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d altri soggetti 138.774.235 123.282.045 3 Altri titoli 0 0

Totale immobilizzazioni finanziarie 188.399.373 172.907.396

TOTALE IMMOBILIZZAZIONI (B) 306.973.679 245.862.327

C) ATTIVO CIRCOLANTE

I Rimanenze 734.073 0

Totale rimanenze 734.073 0

II Crediti 1 Crediti di natura tributaria 992.538.640 981.823.454

a Crediti da tributi destinati al finanziamento 843.211.039 877.573.284 della sanità b Altri crediti da tributi 122.454.318 77.376.886

c Crediti da Fondi perequativi 26.873.284 26.873.284 2 Crediti per trasferimenti e contributi 734.593.382 738.678.969

a verso amministrazioni pubbliche 616.433.927 692.379.013

b imprese controllate 144.673 0

c imprese partecipate 0 0

d verso altri soggetti 118.014.782 46.299.956 3 Verso clienti ed utenti 3.188.217 416.502 4 Altri Crediti 361.233.209 264.859.306

a verso l'erario 0 0

b per attività svolta per c/terzi 0 0

c altri 361.233.209 264.859.306

Totale crediti 2.091.553.448 1.985.778.232

III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzi 1 Partecipazioni 0 0 2 Altri titoli 0 0

Totale attività finanziarie che non 0 0 costituiscono immobilizzi

IV Disponibilità liquide 1 Conto di tesoreria 176.318.584 296.373.456

a Istituto tesoriere 110.186.344 262.569.721

b presso Banca d'Italia 66.132.240 33.803.735 2 Altri depositi bancari e postali 110.516.824 157.049.708 3 Denaro e valori in cassa 0 0 4 Altri conti presso la tesoreria statale intestati 0 0 all'ente Totale disponibilità liquide 286.835.409 453.423.164

TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C) 2.379.122.930 2.439.201.396

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D) RATEI E RISCONTI 1 Ratei attivi 0 0 2 Risconti attivi 0 0

TOTALE RATEI E RISCONTI (D) 0 0

TOTALE DELL'ATTIVO (A+B+C+D) 2.686.096.609 2.685.063.723

Fonte: disegno di legge di approvazione del rendiconto generale 2016 della Regione Liguria

Ai fini della verifica contabile, propria del giudizio di parifica (cfr. art. 39 del regio decreto n. 1214 del 1934, richiamato dall’art. 1, comma 5, del citato decreto-legge n. 174 del 2012), in sede istruttoria si è proceduto ad analizzare alcune delle poste sopra illustrate, al fine di verificarne la conformità alle sottostanti scritture patrimoniali. Inoltre, sempre procedendo con campionamento a discrezione, si è verificata la conformità dei valori di alcuni beni alle scritture inventariali, nonché analizzate le modalità di gestione (adempimento, quest’ultimo, aderente all’art. 41 del citato regio decreto n. 1214 del 1934, in base al quale alla deliberazione di parifica va unita una relazione nella quale la Corte espone “ osservazioni intorno al modo col quale le varie amministrazioni si sono conformate alle discipline di ordine amministrativo o finanziario ” e “ le variazioni o le riforme che crede opportune”).

7.2.2 Terreni e fabbricati

Con la prima istanza istruttoria è stato chiesto di fornire l’elenco, completo dei relativi valori, dei terreni (euro 2.323.045) e dei fabbricati (euro 6.496.113), esposti fra i “ beni demaniali” delle “immobilizzazioni materiali ”. La Regione ha riferito che, nelle poste indicate, sono iscritti i seguenti beni: - immobile sito in Genova, via Cesarea n. 14, con valore terreno pari a euro 859.000 e valore fabbricato pari a euro 3.436.000; - “C asa Pertini ”, sita in Stella (provincia di Savona), con valore terreno pari a euro 34.600 e valore fabbricato pari a euro 235.707; - “Forte dell’Annunziata ”, sito in Ventimiglia (provincia di Imperia), con valore terreno pari a euro 55.588 e valore fabbricato pari a euro 217.905; - complesso sportivo “Golf ” (provincia di Genova), con valore terreno pari a euro 1.373.858 e valore fabbricato pari a euro 2.606.501. Sulla base dall’esame della documentazione pervenuta, si è reso necessario chiedere conferma della completezza delle informazioni risultanti dallo stato patrimoniale (e dalle scritture inventariali), in particolare chiedendo chiarimenti in merito all’assenza di beni di proprietà regionale facenti parte del demanio ferroviario, armentizio, idrico-acquedottistico e culturale.

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Per quanto attiene al demanio ferroviario, la risposta ha precisato che lo Stato ha trasferito alla Liguria il complesso ferroviario “ Genova–Casella ”, per il quale dovrebbe, nel corso dell’anno 2017, effettuare le opportune sistemazioni contabili. Inoltre, ha confermato che sono da ritenere beni immobili soggetti alle disposizioni di tutela di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 il “ Forte dell'Annunziata”, “ Casa Pertini” ed il “ Teatro della Gioventù”. Infine, sono state richieste informazioni, e l’eventuale provvedimento attributivo di concessione in uso a terzi, sul bene “ Parco ferroviario del Roja” , sito in Ventimiglia, non risultante dalle scritture patrimoniali ed inventariali, che, in base a segnalazione ricevuta dalla Sezione, sarebbe di proprietà regionale. La risposta ha precisato che il predetto Parco non è di proprietà regionale, ma in parte dell’Agenzia del Demanio e, in altra, della società Ferrovie dello Stato spa (e che transiterà, probabilmente, nella proprietà del Comune di Ventimiglia, previa definizione degli aspetti urbanistici e delle valutazioni di impatto ambientale da parte della Regione).

7.2.3 Altre immobilizzazioni materiali

La Regione ha fornito l’elenco analitico, con i relativi valori, di tutti i terreni (euro 11.152.289) e fabbricati (euro 31.737.304), esposti fra le “ Altre immobilizzazioni materiali ”. Una volta esaminati, la Sezione ha ritenuto di approfondire l’attuale destinazione e modalità di gestione dei tre seguenti beni: - immobile sito in Loano (Savona) in via Nuova Loano/Corso Europa n. 19, con valore terreno pari a euro 41.994 e valore fabbricato pari a euro 164.617; - immobile sito in Sanremo (Imperia) in via Nuvoloni n. 1, con valore del terreno pari a euro 206.339 e valore del fabbricato pari a euro 808.851; - immobile sito in Genova, in via Pinetti n. 43/2, per il quale non risulta riportato alcun valore a patrimonio. In particolare, si è chiesto di confermare il completamento della procedura di alienazione degli immobili siti in Loano e Sanremo, specificando, altresì, se i medesimi, nel corso dell’esercizio 2016, erano concessi in locazione. Per quanto riguarda l’immobile sito in Genova, si è chiesto di esporre i motivi della mancata attribuzione di valore e dell’attuale inutilizzabilità. La Regione ha comunicato che l’immobile in Loano (via Nuova Loano/Corso Europa n. 19) non è ancora stato alienato, ma che è in programma l’indizione della procedura di gara. Per quello sito in Sanremo (via Nuvoloni n. 1) è pervenuta proposta irrevocabile di acquisto (ai sensi dell’art. 38, comma 8, della legge regionale n. 2 del 2012) ed è in corso la stima di congruità del valore offerto. Nessuno dei due immobili era concesso in locazione nel corso del 2016.

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L'appartamento sito in Genova (via Pinetti n. 43/2) è stato acquistato dal Commissario straordinario per l'emergenza alluvionale, e trasferito gratuitamente al patrimonio della Regione sulla base di ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri. Si tratta di un immobile posto al piano sotto strada prospicente il torrente Fereggiano , giudicato dal Comune di Genova non agibile.

7.2.4 Mezzi di trasporto

Dall’elenco prodotto, con relativi valori, dei “mezzi di trasporto ” (euro 11.149.495), esposti fra le “ altre immobilizzazioni materiali ”, la Sezione ha ritenuto di procedere all’esame dell’esatta ubicazione di alcuni beni, estratti a campione. Si tratta, in prevalenza, di mezzi di trasporto, allestititi con apparecchiature speciali, per fronteggiare il pronto intervento degli incendi boschivi e delle alluvioni, collocati presso punti strategici della Regione.

Tab. n. 88 - Stralcio inventario beni mobili (mezzi di trasporto) Numero Descrizione e dislocazione del mezzo inventario Pulmino 9 posti Renault Master COMBI L2H2 turbo diesel 2300 CC -Euro 159 5 - allestimento protezione civile - telaio VF1MLJ2FC46802774 -Targa EK718FW; Centro Polifunzionale di Protezione Civile c/o Aeroporto Internazionale C. Panero, Villanova d’Albenga (SV) Pulmino 9 posti Renault Master COMBI L2H2 turbo diesel 2300 CC -Euro 5 - allestimento protezione civile - telaio VF1MLJ2FC46802780 -Targa 160 EK715FW; Sede Colonna Mobile Coordinamento Provinciale di Protezione Civile - zona industriale Loc. La Madonnetta di Ponzano, Santo Stefano Magra (SP) Pulmino 9 posti Renault Master COMBI L2H2 turbo diesel 2300 CC -Euro 161 5 - allestimento protezione civile - telaio VF1MLJ2FC46802785 -Targa EK717FW; Elisuperficie “San Lazzaro”, hangar destinato a ricovero degli elicotteri preposti al Servizio di Antincendio boschivo, Imperia Pulmino 9 posti Renault Master COMBI L2H2 turbo diesel 2300 CC -Euro 162 5 - allestimento protezione civile - telaio VF1MLJ2FC46802787 - Targa EK716FW; Volontari Protezione Civile Città di Genova. Fonte Regione Liguria, inventario beni mobili

La Sezione, in occasione di apposito accesso, effettuato in data 12 luglio 2017, ha accertato l’effettiva presenza fisica del bene contraddistinto con il n. 162, nonché la conformità con i dati descrittivi indicati nelle scritture inventariali.

7.2.5 Macchine per ufficio e hardware

Per quanto riguarda le “ macchine per ufficio e hardware ” (euro 787.723), esposte fra le “ altre immobilizzazioni materiali ”, la Regione ha prodotto l’inventario generale dei beni mobili degli uffici centrali e periferici. La Sezione ha estrapolato, dalla

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documentazione pervenuta, alcuni beni per controllare la valorizzazione iscritta nello stato patrimoniale, nonché la loro ubicazione e utilizzo. In particolare, l’estrapolazione ha riguardato una workstation allocata presso l’ufficio informatica e due display braille focus allocati presso il centralino della sede della Regione Liguria.

Tab. n. 89 - Stralcio inventario beni mobili (macchine per ufficio e hardware) Numero Descrizione e dislocazione del bene inventario Workstation HP Z240 etichettato con bollino blu HL-16899 relativo 4766 all’inventario del settore informatica, in dotazione al personale della Regione Liguria, in Genova 4767 Display braille focus 40 blue etichettato con bollino blu HL-16900, ubicato presso centralino della sede della Regione Liguria, in Genova 4768 Display braille focus 40 blue etichettato con bollino blu HL-16901, ubicato presso centralino della sede della Regione Liguria, in Genova Fonte Regione Liguria, inventario beni mobili

La Sezione, in occasione di apposito accesso, effettuato in data 12 luglio 2017, ha accertato l’effettiva presenza fisica dei beni indicati nella tabella, nonché la conformità con i dati descrittivi indicati nelle scritture inventariali.

7.2.6 Altri beni materiali

Negli “ altri beni materiali ” (euro 4.692.701), esposti fra le “ altre immobilizzazioni materiali ”, sono iscritti “ oggetti di valore ” (euro 319.091), “ materiale bibliografico ” (euro 59.049) e “ foreste ” (euro 4.314.202). L’analisi si è soffermata sul “ materiale bibliografico ”, in particolare sul bene librario “Ortelis: Theatrum orbis terrarum anversa 1601 (1598), ligatura coeva ”, che, a parere della Sezione, avrebbe dovuto essere iscritto alla voce “ altri beni demaniali ” (senza essere assoggettato ad ammortamento) e non, come risulta dalle scritture, fra gli “altri beni materiali ” (con conseguente ammortamento). Infatti, in base a quanto prescritto dal Principio contabile applicato208 , tutti i beni, mobili e immobili, qualificati come “ beni culturali ”, ai sensi dell’art. 2 del d.lgs. n. 42 del 2004 (“ Codice dei beni culturali e del paesaggio ”), non vanno assoggettati ad ammortamento. Fra questi rientrano i beni librari qualificabili come “ beni culturali ”, che vanno iscritti alla voce “ altri beni demaniali ”. La Regione Liguria ha confermato che il suddetto bene librario rientra, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, tra i beni culturali, e che è stato assoggettato ad ammortamento per un mero errore di inserimento dati. La correzione avverrà in occasione della chiusura dei conti al 31 dicembre 2017.

208 Decreto legislativo n. 118 del 2011, Allegato 4/3 – Immobilizzazioni materiali.

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7.2.7 Criteri di stima e conformità dei valori alle scritture inventariali

Seguendo l’art. 2426 del codice civile, il Principio contabile applicato della contabilità economico-patrimoniale 209 stabilisce i criteri di valutazione a cui regioni ed enti locali devono attenersi al fine della predisposizione dell’attivo del primo stato patrimoniale, di seguito riportati in sintesi: a) patrimonio immobiliare e terreni di proprietà, da iscrivere al costo di acquisto, comprendente anche i costi accessori, o, se non disponibile, al valore catastale. Successivamente, occorre contabilizzare il fondo ammortamento cumulato nel tempo, tenendo conto del momento iniziale di utilizzo del cespite e della vita utile media. Ai fini dell’ammortamento, i terreni e gli edifici soprastanti sono contabilizzati separatamente, in quanto i primi non ne sono sottoposti; b) immobili e terreni di terzi a disposizione dell’ente, da iscrivere al costo di acquisto (con i costi accessori), o, se non disponibile, al valore catastale; c) beni mobili e patrimonio librario, da iscrivere al costo di acquisto. In sede di determinazione del primo stato patrimoniale non dovevano essere ricompresi nella ricognizione i beni già interamente ammortizzati; d) immobilizzazioni finanziarie, da iscrivere al valore di acquisizione, corretto di eventuali perdite durevoli di valore. Le partecipazioni in società controllate sono valutate con il metodo del patrimonio netto. I crediti finanziari vanno iscritti al valore nominale (criteri particolari sono dettati per l’iscrizione del valore dei contatti di c.d. finanza derivata); e) disponibilità liquide (importi giacenti sui conti bancari, di tesoreria unica e postali, nonché assegni, denaro e valori bollati), da iscrivere al valore nominale; f) crediti, da iscrivere al valore nominale al netto del fondo svalutazione (corrispondono all’importo dei residui attivi presenti in contabilità finanziaria, sommati agli eventuali residui stralciati da quest’ultima e mantenuti solo nelle scritture patrimoniali). Nella Relazione sulla gestione al rendiconto 2016, la Regione ha descritto i criteri seguiti per la stima, e attestato la conformità dei valori dei beni materiali iscritti nello stato patrimoniale a quanto contenuto nelle scritture inventariali. In particolare, immobili e terreni di proprietà sono iscritti al costo di acquisto, comprendente anche i costi accessori, al netto del fondo ammortamento cumulato nel tempo. I terreni e gli edifici soprastanti sono contabilizzati separatamente (e i primi non sono oggetto di ammortamento). Se negli atti di provenienza degli edifici il valore dei terreni non risulti indicato in modo distinto da quello dell'edificio, la

209 Decreto legislativo n. 118 del 2011, Allegato 4/3 – Il primo stato patrimoniale: criteri di valutazione.

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Regione applica il parametro forfettario dei 20 per cento del valore indiviso di acquisizione. Nel caso di beni per i quali non era disponibile il costo storico, è stato utilizzato il valore catastale, ottenuto applicando all'ammontare delle rendite i coefficienti di rivalutazione ed i moltiplicatori previsti dal d.lgs. n. 118 del 2011. Per gli immobili acquisiti a titolo gratuito, si è fatto ricorso a una relazione di stima del proprio ufficio tecnico o a valutazioni peritali di esperti indipendenti. Come meglio specificato in successivo paragrafo, la Direzione centrale organizzazione della Regione, in attuazione di quanto disposto dal d.lgs. n. 118 del 2011, ha proceduto all'aggiornamento dei valori dei beni (mobili, immobili e immateriali) al fine della predisposizione dello stato patrimoniale di apertura al 1 gennaio 2016. L'elaborazione di tali valori è stata effettuata sulla base della situazione rappresentata nel conto del patrimonio dell'esercizio 2015, integrata da una ricognizione straordinaria, ai fini della quale sono stati applicati i principi contabili del decreto sull’armonizzazione, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio che ai criteri di valutazione. I valori, in seguito, sono stati aggiornati alla data del 31 dicembre 2016, sulla base delle scritture dei consegnatari e della riconciliazione con i dati presenti nella contabilità economico-patrimoniale, che, in base al d.lgs. n. 118 del 2011, trae fonte dalle registrazioni delle operazioni effettuate in contabilità finanziaria.

7.2.8 Beni suscettibili di sfruttamento economico

Dall’analisi del prospetto allegato al rendiconto dell’esercizio 2016, di cui all’art. 11, comma 6, lett. m), del d.lgs. n. 118 del 2011, “ Elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare al 31 dicembre 2016” , la Sezione ha ritenuto utile approfondire l’esame della gestione di alcuni beni suscettibili di sfruttamento economico, in particolare della congruità del reddito annuo prodotto, chiedendo la documentazione riguardante: - concessione delle fonti “ Acquasanta” e “ Tre Cannoni” , specificando le motivazioni del mancato affidamento delle fonti “ Santa Clara” e “ La Perla” ; - concessione di tutti i “ vivai forestali” , esplicitando, in particolare, i motivi della gratuità della concessione per i vivai “ Isolabella” e “ Pian dei Corsi” ; - concessione del complesso sportivo “ Golf Rapallo” . L’esame della documentazione trasmessa ha fatto emergere quanto segue: a) l’atto di concessione della fonte “ Acquasanta” alla fondazione Opera Pia di Nostra Signora dell’Acquasanta risale al 1936 ed ha durata di novantanove anni. Il provvedimento concede la facoltà di utilizzare l’acqua delle sorgenti minerali site in località Acquasanta, nel territorio di Genova (l’area ha l’estensione di “ettari uno, are

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trentaquattro e centiare dieci ”). All’art. 3 del contratto sono definite le modalità e le condizioni della concessione, che, sul piano economico, prevedono l’obbligo di “corrispondere allo Stato, a decorrere dalla data del presente decreto, il diritto annuo anticipato di lire dieci, pari a lire cinque per ogni ettaro o frazione di superficie compresa nell’area della concessione ”. L’ Opera Pia di Nostra Signora dell’Acquasanta fa parte di un raggruppamento di enti morali costituiti in Genova fra il 1671 e il 1962. Con delibera del Consiglio di amministrazione di tale raggruppamento è stata deliberata la fusione in un unico ente delle sei precedente istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza (IPAB), tra cui l’ Opera Pia in discorso, nonché la sua privatizzazione. Al nuovo soggetto, denominato “ Fondazione Opere Pie riunite di Genova ”, la Giunta regionale ha riconosciuto personalità giuridica con decreto n. 666 del 20 giugno 2013. La Fondazione è dotata di un nuovo statuto, che ha, tra i suoi scopi, quello di provvedere direttamente o tramite operatori del settore, alla gestione dello stabilimento termale dell’Acquasanta e delle attività ad essa connesse, a fronte di un corrispettivo pari, in base alle scritture patrimoniali esaminate, ad euro 154 annui. In riscontro a successiva istanza, la Regione ha confermato che la Fondazione Opere Pie Riunite ha corrisposto, nel 2016, per la concessione della fonte in oggetto la somma di euro 154. La circostanza induce ad approfondire le azioni che la Regione può, o deve, intraprendere, al fine di ristabilire un equilibrio economico fra il valore del bene concesso ed il canone di concessione. b) nel citato “ Elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare al 31 dicembre 2016 ” non risulta, come accennato, la costituzione di alcuna concessione, né la corresponsione dell’eventuale relativo canone, in riferimento alla fonte “ Santa Clara ”. Anche nella colonna “ utilizzazione ” il bene risulta essere attualmente “ disponibile ”. La Regione, nella risposta istruttoria, ha riferito che la fonte di acqua minerale “Santa Clara ” risulta affidata in concessione alla società Fonti Santa Clara s.r.l., in virtù di un decreto prefettizio del 1956, per la durata di dieci anni. Nel 1970, con decreto ministeriale n. 3999, la predetta concessione è stata prorogata per ulteriori 25 anni, e, successivamente, con delibera di Giunta regionale n. 3484 del 1991, per altri venti (con contestuale riduzione della superficie da 109 ettari a 21,4). Nel 2012, con delibera di Giunta regionale n. 1044 del 7 agosto, la concessione è stata rinnovata per ulteriori anni venti, a fronte della corresponsione di un canone annuo anticipato, da calcolarsi sulla base di quanto prescritto dal comma 6 dell’art. 22 della legge regionale n. 2 del 2012. Con decreto dirigenziale n. 2507 del 2014 è stato poi autorizzato il trasferimento della ridetta concessione mineraria alla società Spiga

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Nord S.p.A. di Genova, a seguito della fusione con la precedente società concessionaria. La richiamata norma, rubricata “ concessione di coltivazione ”, dispone che la coltivazione dei giacimenti di acque minerali, di sorgente e termali, è subordinata al conseguimento della relativa concessione, la cui durata massima non può essere superiore ai trent’anni, ed è proporzionata all'ammontare degli investimenti programmati. La concessione è rilasciata a soggetti pubblici o privati che ne facciano richiesta, secondo le modalità previste dal regolamento attuativo della legge regionale (previsto dall'art. 4 della legge regionale n. 2 del 2012), previo esperimento di procedura ad evidenza pubblica. A norma del successivo comma 6 del suddetto art. 22, il concessionario deve corrispondere alla Regione un canone annuo anticipato di euro 30 per ogni ettaro o frazione di ettaro di superficie compresa nell'area della concessione. Il concessionario, inoltre, deve corrispondere un diritto annuo pari a 1 euro per ogni metro cubo (pari a mille litri) di acqua minerale imbottigliata e suoi derivati prodotti. Tale diritto non è dovuto per le quantità di acqua o derivati imbottigliati con sistemi di vuoto a rendere. I predetti importi possono essere aggiornati con successivi provvedimenti della Giunta regionale. Il successivo comma 9 specifica che il concessionario deve presentare annualmente alla Regione, con le modalità previste nel citato regolamento attuativo, una relazione sull'andamento dell'attività produttiva ed il programma degli investimenti che intende effettuare nell'anno successivo. Con successiva nota sono stati chiesti maggiori ragguagli in ordine alle motivazioni per le quali, con la d.g.r. n. 1044 del 7 agosto 2012, la concessione della fonte “ Santa Clara ” è stata rinnovata per ulteriori vent’anni, senza esperire preventivamente la procedura di gara prescritta dall’art. 22 della legge regionale n. 2 del 2012. Nella risposta del 12 luglio 2017, la Regione ha precisato che il procedimento volto al predetto rinnovo è stato avviato nella vigenza della legge regionale n. 33 del 1977, e, pertanto, in virtù dell’art. 51 della legge regionale n. 2 del 2012, è stato condotto seguendo la precedente regolamentazione. Inoltre, è stato chiesto di precisare l’ammontare complessivo del diritto proporzionale annuo (euro 1 per ogni metro cubo di acqua minerale imbottigliata), corrisposto, nel 2016, dalla società concessionaria (Spiga Nord S.p.A. di Genova), e di precisare le modalità di controllo adottate dalla Regione Liguria, in qualità di concedente, sulla conformità di quanto corrisposto alla quantità di acqua imbottigliata. La Regione ha comunicato che il predetto concessionario, nel 2016, non ha corrisposto alcun canone di concessione (la cui base è pari a euro 206,58), e di

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avere avviato le procedure per il recupero coattivo del credito e l’eventuale cessazione della convenzione. La risposta ha precisato, altresì, che i controlli vengono delegati alle ASL territorialmente competenti in fase di sopraluogo annuo, senza, tuttavia, esplicitare le concrete modalità di verifica della corrispondenza fra acqua utilizzata e canone da corrispondere. Le circostanze accertate inducono ad approfondire le azioni che la Regione può, o deve, intraprendere, al fine di ristabilire l’equilibrio economico fra il valore del bene concesso ed il relativo canone. c) la convenzione che disciplina la concessione di sfruttamento della fonte “ Tre Cannoni ”, sita in Né (Genova), è stata stipulata il 25 novembre 2015 (n. repertorio 454/2015), a seguito di procedura ad evidenza pubblica (selezionata con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa), con la società Fonti del Tigullio s.r.l. di Genova, per la durata di anni trenta. La concessione risulta attribuita a fronte della corresponsione di un canone annuo di euro 1.770, nonché del diritto proporzionale annuo previsto dal citato art. 22, comma 6, della legge regionale n. 2 del 2012. Nel pertinente allegato allo stato patrimoniale risulta essere iscritto il solo canone annuo fisso, non il diritto proporzionale. Anche in questo caso è stato chiesto di precisare l’ammontare complessivo del diritto proporzionale annuo (euro 1 per metro cubo di acqua minerale imbottigliata), corrisposto, nel 2016, dalla società concessionaria Fonti del Tigullio s.r.l., e di precisare le modalità di controllo adottate dalla Regione, in qualità di concedente, sulla conformità di quanto corrisposto alla quantità di acqua imbottigliata. La risposta, in disparte quanto già detto in materia di controlli, ha riferito che il concessionario ha versato l’importo di euro 1.770, pari al solo canone annuo fisso. Si deduce che il concessionario non ha effettuato alcun pagamento a titolo di diritto proporzionale; d) la fonte “La Perla ” è stata trasferita dallo Stato alla Regione sulla base dell’art. 11 della legge n. 281 del 1970. In quel momento la fonte era concessa alla società Fonti minerali Val di Lentro , sulla base del decreto dirigenziale del 29 gennaio 1965. La predetta società ha successivamente rinunciato alla concessione, e ne è stato preso atto con decreto di Giunta regionale n. 2262 del 14 maggio 1992. Attualmente, la fonte non è in concessione e non sono pervenute istanze di sfruttamento. La Regione ha precisato, in seguito, che la ridetta fonte è esaurita, come attestato nella DGR n. 2262 del 14 maggio 1992; e) il vivaio “ Pian Nicola e Canneti ”, sito in (Genova), è stato affidato in concessione per la durata di anni venti, con decreto dirigenziale n. 4744 del 28 novembre 2013, adottato a seguito di gara (procedura aperta e aggiudicazione a

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favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa), alla società Agrifor dei fratelli A. e C. Emanuele s.n.c. di (Genova). Il canone annuo è quantificato in euro 12.200; f) il vivaio regionale “ Isolabella ”, sito in Albenga (Savona), è oggetto di una concessione, regolata da un protocollo di intesa, tra la Regione Liguria, la Provincia di Savona, il Corpo forestale dello Stato, l’Istituto scolastico Aicardi e l’Ente ligure di formazione E.L.Fo . Ritenendo meritevoli di considerazione gli interessi pubblici perseguiti dalle parti indicate, come evidenziato nell’atto di concessione, la Regione ha ritenuto di concedere gratuitamente il suddetto vivaio per la durata di sei anni; g) in base alla convenzione stipulata in data 9 luglio 2012, il vivaio “Pian dei Corsi ”, sito in Rialto (Savona), è oggetto di concessione per la durata di anni diciotto, a favore della Fondazione CIMA (ente di ricerca senza scopo di lucro), la quale promuove lo studio, la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l’alta formazione nell’ingegneria e nelle scienze ambientali, a fini della tutela della salute pubblica, della protezione civile e della salvaguardia degli ecosistemi. La Fondazione è tenuta ad inviare annualmente alla Regione una relazione sull’attività svolta. L’art. 6 della concessione prevede che il concessionario corrisponda alla Regione un canone annuo di euro 1.200, a partire dal secondo anno di esercizio, in ragione delle spese sostenute dalla Fondazione per la messa a norma degli impianti esistenti. A decorrere dal terzo anno, il canone suddetto è automaticamente aggiornato in misura pari al 75 per cento della variazione annua, accertata dall’ISTAT, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Dalla documentazione prodotta dalla Regione Liguria, l’atto di concessione del predetto terreno, redatto il 9 luglio 2012, non riporta il numero di repertorio, ma solo quello di registrazione presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Savona. h) il complesso sportivo “ Golf Rapallo ” è oggetto di una convenzione, denominata “contratto di locazione ”, stipulata nel 1967, e avente durata trentennale, tra l’Azienda autonoma di soggiorno di Rapallo (proprietaria) e la società “ Esercizio del Campo di golf di Rapallo spa”, con sede in Genova (conduttrice). Il canone annuo originario era pari a lire 22.657.448. Alla scadenza (1997), è stato pubblicato invito a presentare offerte, sia alla ridetta società che ad altri interessati, sulla base dello schema di concessione predisposto dall’Azienda concedente. Nel luglio del 1997, con atto n. 139, l’APA del Tigullio ha sottoscritto una nuova convenzione di concessione, per la durata di anni trenta, con la società “ Esercizio del Campo del Golf di Rapallo spa ”, a fronte della corresponsione di un canone annuo pari a lire 350.000.000. La convenzione prevede che il canone sia annualmente adeguato “ in funzione della variazione del potere di acquisto della moneta nell’anno precedente, quale risultante

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dagli indici nazionali pubblicati a cura dell’ISTAT”. La convenzione prevede, altresì, che le somme versate a titolo di canone siano destinate al finanziamento delle attività istituzionali dell’APT concedente. Nel 2000, con atto aggiuntivo, le parti hanno concordato una proroga per ulteriori dieci anni. In particolare, sul piano motivazionale il provvedimento fa riferimento ad un accordo teso a risolvere il contenzioso sorto in merito al pagamento delle somme necessarie per dare esecuzione alla sentenza della Corte di appello di Genova n. 156 dell’8 marzo 1999210 . Nelle scritture contabili allegate al rendiconto dell’esercizio 2016 (citato “Elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare al 31 dicembre 2016 ”), il reddito prodotto dal bene è esposto per euro 252.889 annui.

7.2.9 La valutazione sulle concessioni di fonti di acque minerali e termali

La legge regionale 7 febbraio 2012, n. 2, di disciplina in materia di demanio e patrimonio, prevede, all’art. 7, in conformità alla normativa statale, che i beni demaniali e patrimoniali, possano essere destinati, oltre che all’uso generale o diretto, anche a quello particolare, compatibilmente con la loro natura e rispettandone la destinazione. L’art. 11 elenca i beni facenti parte del demanio regionale, fra cui le acque sotterranee e quelle superficiali. In particolare, ai sensi dell’art. 19, le acque minerali sorgenti e termali, esistenti nel territorio della Regione, appartengono al patrimonio indisponibile regionale. Per quanto riguarda le modalità di utilizzo, l’art. 12, dopo aver ricordato che i beni del demanio regionale restano assoggettati alle disposizioni del codice civile, del codice della navigazione e delle leggi statali di settore, richiama anche la normativa comunitaria, con particolare riguardo a quella a tutela della concorrenza. L’art. 20 prevede, nello specifico, che i beni facenti parte del patrimonio indisponibile regionale possono essere attribuiti a soggetti pubblici e privati mediante concessione, ai sensi degli artt. 47 e seguenti (e di quanto disposto dal regolamento attuativo 8 marzo 2013, n. 1, previsto dall'art. 4 della legge), tenuto conto della destinazione del bene e dell'interesse pubblico. In particolare, in virtù dell’art. 22, comma 4, la concessione di coltivazione di acque minerali, di sorgente e termali deve contenere gli elementi previsti dal comma 3 dell'art. 47 (durata; canone; uso; condizioni per la conservazione in buono stato del bene concesso; ammontare dell'eventuale cauzione), oltre a quelli indicati nel regolamento attuativo n. 1 del 2013. Quest’ultimo, all’art. 10, specifica che la durata della concessione di coltivazione dei giacimenti di acque minerali, di sorgente e

210 La sentenza ha ad oggetto l’indennità di esproprio dovuta a soggetti privati, espropriati di parte del terreno affidato in concessione.

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termali, va proporzionata all'ammontare degli investimenti programmati e, comunque, non può essere superiore ai trenta anni. Sotto il profilo economico, il successivo comma 6 prevede che il concessionario debba corrispondere alla Regione: a) un canone annuo anticipato di euro 30,00 per ogni ettaro o frazione di ettaro di superficie compresa nell'area della concessione: b) un diritto proporzionale annuo pari a euro 1,00 per ogni metro cubo di acqua minerale imbottigliata e suoi derivati prodotti (non dovuto per le quantità imbottigliate con sistemi di vuoto a rendere). Tali importi possono essere aggiornati con successivi provvedimenti della Giunta regionale. Inoltre, per quanto di interesse in questa sede, deve evidenziarsi il comma 9 dell’esposto art. 22, in base al quale il concessionario deve presentare annualmente alla Regione, con le modalità previste nel Regolamento attuativo, una relazione sull'andamento dell'attività produttiva e sul programma dei lavori e degli investimenti che intende effettuare nell'anno successivo. L’art. 25 della legge regionale n. 2 del 2012, rubricato “ cessazione della concessione ”, prevede che quest’ultima cessi per scadenza del termine, rinuncia, decadenza e revoca. In particolare, ai sensi del comma 3, la decadenza è pronunciata, dal dirigente competente (seguendo il procedimento previsto dal regolamento attuativo n. 1 del 2013), qualora il concessionario non adempia a specifici obblighi stabiliti nel provvedimento di concessione, non risulti più in possesso dei requisiti richiesti o non abbia corrisposto, per almeno due annualità, il canone di concessione. La revoca, invece, può essere adottata qualora sussistano motivi di pubblico interesse, ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto, o di nuova valutazione dell'interesse originario. L’art. 51 della legge regionale n. 2 del 2012 precisa, sotto il profilo del diritto transitorio, che alle procedure di concessione già avviate alla data di entrata in vigore della legge, continuano ad applicarsi le disposizioni precedenti. Tuttavia, il successivo comma 1-bis , aggiunto dall'art. 2, comma 3, della legge regionale 14 maggio 2013, n. 14, prevede, nel caso specifico delle concessioni di coltivazione di giacimenti di acque minerali e termali, che le disposizioni dell'art. 22 (fra le quali rilevano, in questa sede, quelle relative agli obblighi reciproci delle parti, in particolare economici) si applichino anche a quelle assentite prima dell’entrata in vigore della legge. Sulla base di quanto esposto, appare opportuno che la Regione riveda i termini, contrattuali ed economici, della concessione della “ Fonte Acquasanta ”, rilasciata, nel 1936, alla Fondazione Opere pie riunite di Genova, per la durata di 99 anni, e che genera un’entrata di soli 154 euro annui, corrispettivo che non appare conforme a quanto prescritto dall’attuale legge regionale. Appare necessario, infatti, ristabilire

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un equilibrio economico fra il valore del bene concesso ed il canone di concessione. Sotto questo profilo, oltre ai poteri attribuiti dalla legge regionale, può farsi rinvio al generale potere di revoca dei provvedimenti amministrativi, contenuto nell’art. 21- quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, in base al quale per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento o, salvo che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione dell'interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell'organo che lo ha emanato (o da altro organo previsto dalla legge). La revoca determina la inidoneità del provvedimento a produrre ulteriori effetti e, se comporta pregiudizi in danno dei soggetti interessati, l'amministrazione deve corrispondere un indennizzo. Inoltre, fermo restando, eventualmente, il provvedimento di concessione, la Regione potrebbe valutare di richiedere la risoluzione dei rapporti negoziali, in particolare economici, da essa discendenti, in quanto divenuti eccessivamente onerosi. L’art. 1467 del codice civile, infatti, prevede che, nei contratti ad esecuzione periodica, continuata o a esecuzione differita, in presenza di eventi straordinari e imprevedibili che rendono eccessivamente onerosa una prestazione, la parte che deve eseguirla può chiedere la risoluzione del contratto. Il successivo art. 1468 specifica, inoltre, che il convenuto può chiedere di ricondurre ad equità le reciproche prestazioni. La concessione costituisce un provvedimento amministrativo all’interno del quale è contenuta la regolamentazione degli obblighi posti in capo a concedente e concessionario. Tale regolazione, fonte di reciproche obbligazioni, è divenuta col tempo elemento essenziale dei provvedimenti concessori, spesso qualificati come concessioni-contratto, fino a far prevalere l’aspetto negoziale del rapporto rispetto al momento genetico del provvedimento (in base all’attuale codice dei contratti pubblici, d.lgs. n. 50 del 2016, come nel previgente, le concessioni di lavori e quelle di servizi sono espressamente qualificate come contratti). L’assimilazione delle concessioni, anche di beni, a rapporti aventi natura negoziale (o, quantomeno, contemplanti la disciplina delle reciproche obbligazioni nascenti dal provvedimento ampliativo), permette alla Regione di valutare, altresì, l’esercizio del diritto di recesso previsto, per i contratti ad esecuzione periodica, dall’art. 1373 del codice civile. Comportamento similare dovrebbe essere adottato per la concessione della “ Fonte Santa Clara ”, attribuita a favore della società Spiga Nord S.p.A., per la quale è stato accertato il mancato pagamento, nel 2016, del relativo canone (sia di quello base, pari ad euro 206,58, che del diritto proporzionale annuo, pari ad euro 1,00 per ogni metro cubo di acqua minerale imbottigliata). In questo caso, in particolare, appare

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doveroso valutare la ricorrenza dei presupposti previsti dall’art. 25, comma 2, della legge regionale n. 1 del 2012, per la decadenza della concessione (mancato pagamento di almeno due annualità di canone). In generale, in aderenza alla funzione referente al legislatore regionale, costituente parte delle funzioni attribuite dalla legge alla relazione allegata al giudizio di parifica del rendiconto della Regione (si rinvia al combinato disposto dell’art. 1, comma 5, del decreto-legge n. 174 del 2012 e dell’art. 41 del r.d. n. 1214 del 1934), la Sezione ritiene doveroso, infine, segnalare l’opportunità di rivalutare l’ammontare del diritto proporzionale annuo, fissato, dall’art. 22 della legge regionale n. 1 del 2012, in soli euro 1,00 per ogni metro cubo (pari a mille litri) di acqua estratta.

7.2.9.1 Le controdeduzioni della Regione

Nel corso del contraddittorio precedente l’udienza, la Regione ha evidenziato, in linea generale, come la Liguria sia un territorio ricco di fonti di acqua minerale, che hanno, però, in prevalenza, una portata scarsa, e quindi non appetibile da un punto di vista dello sfruttamento economico. Inoltre, la crescente urbanizzazione dell'Appennino Ligure ha portato, in alcuni casi, all'esaurirsi della sorgente ovvero al suo inquinamento. Va aggiunto che le predette fonti sono spesso dislocate in parti del territorio difficilmente raggiungibili ovvero distanti dalle grandi vie di comunicazione, fattore che rende poco appetibile lo sfruttamento delle medesime, anche in considerazione di un mercato di riferimento assai competitivo. Per quanto attiene al tema del ristabilimento di un equilibrio economico fra il valore dei beni concessi ed il relativo canone, la Regione ha riferito che gli uffici competenti hanno già avviato un'istruttoria volta ad individuare la soluzione giuridicamente più corretta. Il tema è, peraltro, comune a tutte le regioni, tanto che è oggetto di discussione nell'ambito dei lavori della Commissione attività produttive della Conferenza Regioni e Province autonome, che, nella recente seduta del 7 giugno 2017, ha stabilito di istituire un gruppo di lavoro congiunto con la Commissione ambiente proprio per addivenire ad un'analisi più approfondita del tema.

7.2.10 Immobilizzazioni in corso

Secondo il punto 6 del Principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale degli enti in contabilità finanziaria, Allegato 4/3 al d.lgs. n. 118 del 2011, gli elementi patrimoniali destinati a essere utilizzati durevolmente sono iscritti tra le immobilizzazioni. Tuttavia, condizione per l’iscrizione è il verificarsi, alla data del 31 dicembre di ogni esercizio, dell’effettivo passaggio del titolo di

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proprietà dei beni stessi 211 . Le immobilizzazioni materiali in corso sono costituite, invece, da cespiti non ancora utilizzabili perché in fase di realizzazione o, sebbene realizzati, non ancora utilizzabili. Queste ultime (come anche i lavori in economia), devono essere valutate al costo di produzione, che comprende i costi di acquisto delle materie, quelli diretti relativi alla costruzione del bene (mano d’opera, spese di progettazione, ecc.) e quelli indiretti, nel limite di ciò che è specificamente connesso alla produzione del bene (per esempio, oneri finanziari). La Regione Liguria ha fornito l’elenco delle opere in fase di realizzazione, costituenti titolo per l’iscrizione, nell’attivo patrimoniale al 31 dicembre 2016, delle immobilizzazioni materiali in corso (euro 43.603.301). L'attività di riconciliazione fra scritture patrimoniali e scritture finanziarie delle "immobilizzazioni materiali in corso e acconti " è stata sintetizzata in apposita tabella, contenuta nella risposta istruttoria dell’8 giugno 2017 prot. n. PG/2017/209253, dalla quale emerge che diverse scritture registrate in contabilità finanziaria e, conseguentemente, in contabilità economico-patrimoniale, non hanno trovato riscontro nell'inventario della Regione e che sono in corso le necessarie verifiche, che permetteranno di rettificare le scritture patrimoniali dell’esercizio 2017.

7.2.10.1 Diritti reali di godimento

Il paragrafo 6.1 del Principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale prescrive che i diritti reali di godimento e le rendite, perpetue o temporanee, acquisite a titolo oneroso, vadano iscritte al costo di acquisizione, aumentato degli oneri accessori. I criteri per l'ammortamento e le eventuali svalutazioni straordinarie sono analoghi a quelli valevoli per gli immobili acquisiti a titolo di proprietà. Se, invece, i diritti menzionati sono acquisiti a titolo gratuito (ad esempio per donazione), il valore da iscrivere va determinato da un esperto esterno. L’attivo dello stato patrimoniale della Regione al 31 dicembre 2016 non espone (e, di conseguenza, non valorizza) fra le “ altre immobilizzazioni materiali ” diritti reali di godimento su beni mobili o immobili di proprietà di terzi. La Regione, in sede di interlocuzione istruttoria ne ha confermato l’assenza.

211 Le immobilizzazioni comprendono anche le attività che sono state oggetto di cartolarizzazione. Costituiscono eccezione a tale principio i beni che entrano nella disponibilità dell’ente a seguito di un’operazione di leasing finanziario o di compravendita con “patto di riservato dominio” ai sensi dell’art. 1523 e seguenti del cod. civ., che si considerano acquisiti al patrimonio dell’amministrazione pubblica alla data della consegna e, rappresentati nello stato patrimoniale con apposite voci, che evidenziano che trattasi di beni non ancora di proprietà dell’ente. L’eccezione si applica anche nei casi di alienazione di beni con patto di riservato dominio.

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7.2.11 Conti d’ordine

Lo scopo dei “ conti d’ordine ” è arricchire il quadro informativo di chi è interessato alla situazione patrimoniale e finanziaria di un ente. Tali conti, infatti, consentono di acquisire informazioni su un fatto accaduto, che non ha ancora tutti i requisiti per potere essere registrato in contabilità generale. Non interessa il patrimonio dell’ente, in quanto non ne ha ancora comportato una variazione quali-quantitativa e, di conseguenza, non può ancora essere registrato nel sistema di scritture finalizzato alla determinazione periodica della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica. Lo stato patrimoniale della Regione al 31 dicembre 2016 non espone, in calce, né all’attivo né al passivo, alcun valore a titolo di conti d’ordine. La Regione ha confermato l’assenza di “ beni di terzi in uso ”, mentre i “ beni dati in uso a terzi ” risultano ancora in fase di ricognizione. La verifica si concluderà nel corso dell’esercizio 2017, secondo facoltà concessa dal d.lgs. n. 118 del 2011, il cui Allegato 4/3 stabilisce (punto 9.3) che eventuali componenti del patrimonio non rilevate nel primo stato patrimoniale, in quanto in corso di ricognizione o in attesa di perizia, possono essere registrate nel corso della gestione (tramite scritture esclusive della contabilità economico-patrimoniale, del tipo “immobilizzazioni @ fondo di dotazione ”). L’attività di ricognizione straordinaria del patrimonio, e la conseguente rideterminazione del suo valore, deve in ogni caso concludersi entro il secondo esercizio dall’entrata in vigore della contabilità economico-patrimoniale (il 2017, esclusi gli enti in sperimentazione).

Inventario dei beni mobili e immobili

Il d.lgs. n. 118 del 2011, all’art. 64, prevede che l’amministrazione del patrimonio delle regioni sia disciplinata dalle norme dello Stato in materia di beni, salvo quanto previsto nel medesimo decreto e dai principi contabili applicati. In particolare, gli inventari costituiscono la principale fonte descrittiva e valutativa dello stato patrimoniale. I beni vanno valutati secondo le norme del codice civile e conformemente ai criteri di iscrizione di cui al Principio applicato della contabilità economico–patrimoniale (Allegato n. 4/3), salvo che per quelli imputati alla gestione sanitaria accentrata (per i quali deve farsi rinvio all’art. 29 del d.lgs. n. 118 del 2011). Le regioni, in base a quanto disposto dal ridetto art. 64, devono disciplinare, nel rispetto dei principi contabili applicati, le modalità di inventariazione, di classificazione e di gestione dei beni, nonché nominare i consegnatari dei beni mobili. Anche l’art. 73 della legge regionale n. 15 del 2002 (“ Ordinamento contabile della Regione Liguria ”) dispone che i beni della Regione vadano descritti nell'inventario e

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nelle relative scritture patrimoniali. La disciplina degli inventari è contenuta, altresì, nella legge regionale n. 2 del 2012 (“ Disciplina regionale in materia di demanio e patrimonio ”) che, all’art. 28, stabilisce che i beni di proprietà della Regione vanno iscritti in appositi inventari, tenuti ed aggiornati, anche su supporto informatico, dalla struttura competente in materia di demanio e patrimonio. Al fine dell'iscrizione delle variazioni, tutti gli atti di acquisto e di alienazione dei beni, mobili ed immobili, ed ogni altro atto che comporti modificazione dello stato patrimoniale, vanno comunicati alla predetta struttura nei termini stabiliti dal regolamento attuativo 212 . La Regione ha trasmesso l’inventario dei beni, mobili e immobili, al 31 dicembre 2016 in formato elettronico, completo dell’indicazione del valore iniziale, delle variazioni intervenute nel corso dell’esercizio e dei valori finali. Le scritture inventariali non sono parse, tuttavia, completamente allineate a quanto prescritto dalla legge regionale n. 2 del 2012 e dal regolamento attuativo n.

212 Si riportano gli artt. 4 (“Inventario”) e 25 (“ Ricognizione periodica ”) del Regolamento regionale n. 1 del 2013, attuativo della legge regionale n. 2 del 2012: “Art. 4 (Inventario) 1. L’inventario è il documento iniziale dell’intero sistema delle scritture patrimoniali 2. Gli inventari vengono redatti, secondo il modello di cui all’allegato B, per ogni categoria di beni in dotazione agli uffici centrali della Regione. 3. Vengono redatti inventari per ciascuno degli uffici o strutture decentrati della Regione, nonché per altre strutture regionali di informazione e rappresentanza. 4. Presso la struttura regionale competente in materia di demanio e patrimonio può essere organizzato un magazzino atto a conservare beni in attesa di assegnazione o riassegnazione alle strutture regionali. In tal caso deve tenersi un apposito inventario e le relative scritture patrimoniali regionali dei beni ivi depositati. 5. Qualora beni mobili di proprietà regionale siano dati in uso ad altri soggetti pubblici o privati, presso gli stessi possono essere istituiti inventari e relative scritture patrimoniali regionali. 6. Gli inventari di cui ai commi precedenti non comprendono il materiale informatico che viene iscritto in un apposito inventario. I software sono oggetto di iscrizione nelle scritture patrimoniali solo in quanto prodotti su incarico della Regione. Non sono registrati i software in uso in forza di licenza. 7. L’inventario dei beni mobili contiene le seguenti indicazioni: a. classificazione; b. numero progressivo e data di carico; c. descrizione del bene secondo la natura e la specie; d. destinazione; e. valore di acquisizione o di stima; f. ulteriori elementi, quali dimensioni, materiale di costruzione, appartenenza ad universalità di beni, opere d’arte, altro. 8. Nell’ambito di ogni categoria gli oggetti sono numerati progressivamente e singolarmente descritti con chiarezza e precisione. Il numero di inventario va riportato sulle apposite etichette, fornite su richiesta al consegnatario dalla struttura competente in materia di demanio e patrimonio, da applicare sui beni corrispondenti. 9. L’inventario viene redatto in due esemplari sottoscritti dal consegnatario competente e dal dirigente della struttura di cui all’articolo 6, fatta esclusione per gli altri inventari i quali saranno sottoscritti, oltre che dal consegnatario, dai responsabili degli uffici cui i beni sono in dotazione e, quando trattasi di materiale informatico, dal dirigente della struttura regionale competente in materia di informatica. 10. L’inventario deve essere corredato dei buoni di carico corrispondenti alle categorie dei beni comprese nello stesso. 11. Un esemplare dell’inventario viene conservato agli atti della struttura regionale competente in materia di patrimonio, l’altro, munito di visto del dirigente di cui all’articolo 6, sarà conservato dal consegnatario. 12. Gli inventari, vistati ai sensi del comma 11, non possono, per nessun motivo, essere modificati o rettificati in quanto costituiscono una componente del conto generale del patrimonio della Regione. Art. 25 (Ricognizione periodica) 1. Una ricognizione dei beni mobili viene effettuata periodicamente e comunque almeno ogni dieci anni, anche per singole categorie di beni .”

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1 del 2013. Da un esame a campione è emerso che, per quanto riguarda i beni immobili, manca il numero progressivo, la data di carico del bene, la descrizione e le caratteristiche, l’estensione, l’ubicazione e altri dati catastali, nonché il titolo di provenienza. Per quanto riguarda i beni mobili, risultano mancanti i riferimenti relativi alla destinazione e, in generale, i dati esposti non appaiono integralmente conformi al modello di cui all’allegato B al regolamento regionale n. 1 del 2013. Per quanto riguarda l’aggiornamento periodico delle scritture inventariali, l’art. 64 del d.lgs. n. 118 del 2011 stabilisce che la Regione debba provvedere alla ricognizione, e conseguente rinnovo degli inventari, almeno ogni cinque anni per i beni mobili ed ogni dieci anni per gli immobili. La Regione Liguria ha riferito di aver proceduto all'aggiornamento dei valori dei beni (mobili, immobili ed immateriali) in sede di predisposizione dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2016. L'elaborazione di tali valori è stata effettuata sulla base della situazione rappresentata dal conto del patrimonio dell'esercizio 2015, integrata da una ricognizione straordinaria e dalle variazioni intervenute nel corso del 2016. In particolare, l'attività di ricognizione straordinaria ha comportato sia la riclassificazione, secondo l'articolazione prevista dal d.lgs. n. 118 del 2011, delle voci iscritte nella situazione rappresentata nel conto del patrimonio dell'esercizio 2015, sia l'applicazione dei criteri di valutazione indicati dal Principio applicato della contabilità economico-patrimoniale (con conseguente rideterminazione di alcuni valori). Al fine di rappresentare gli effetti derivanti da tale attività di ricognizione straordinaria, la Regione ha prodotto i prospetti di raccordo che, per ciascuna delle voci del conto del patrimonio al 31 dicembre 2015, affianca agli importi già presenti, i valori attribuiti a seguito del processo di rivalutazione (apertura stato patrimoniale 2016) e le differenze di valutazione emerse. Per i beni mobili, essendo già iscritti nel precedente conto del patrimonio al costo di acquisto (al netto dell’ammortamento cumulato nel tempo), secondo quanto previsto dai criteri di valutazione posti dal Principio applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale, si è resa necessaria la sola riclassificazione delle pertinenti voci del nuovo sistema contabile (non sono stati inclusi nell’inventario della Regione i beni del Consiglio regionale in quanto oggetto di un rendiconto separato). Per i beni immobili, l'attività di ricognizione straordinaria ha portato alla rideterminazione dei valori degli immobili, iscritti nel precedente conto del patrimonio, per complessivi euro 5.640.773. Per i beni immobili acquisiti a titolo gratuito, in assenza di pregresse relazioni di stima, il valore è stato determinato sulla base della rendita catastale. Anche in questo caso, il procedimento ha determinato un incremento rispetto al valore iscritto nel

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precedente conto del patrimonio, pari ad euro 3.564.738. Per l'immobile sito in via Pinetti 43/2 (torrente Fereggiano ), già esaminato, si è proceduto all’integrale svalutazione, non essendo suscettibile di utilizzo e/o vendita. Per l'immobile sito in Genova, via Fieschi n. 17, si è scorporato dal costo per l'acquisto l'importo dell'IVA a credito, essendo destinato ad attività commerciale. Non essendo stati in precedenza determinati i fondi ammortamento, la Regione ha proceduto al calcolo, per i soli edifici, tenendo conto del momento iniziale in cui il cespite ha iniziato ad essere utilizzato. Tuttavia, per quelli oggetto di nuova perizia e per i quali il valore è stato determinato sulla base della rendita catastale, non è stato imputato alcun ammortamento, essendo ritenuti rappresentativi del reale valore all’1 gennaio 2016. Per le foreste ed i vivai forestali, il valore è stato ottenuto applicando all'ammontare del reddito dominicale, risultante in catasto, i coefficienti di rivalutazione ed i moltiplicatori indicati dal d.lgs. n. 118 del 2011. L’operazione ha prodotto, anche in questo caso, una rivalutazione complessiva di euro 3.972.353. La Regione segnala, infine, che, durante la riferita attività di ricognizione straordinaria del patrimonio, non è stato possibile individuare né i pregressi costi accessori di acquisto né quelli riferiti alle precedenti manutenzioni di natura straordinaria, che, traducendosi in un aumento della vita utile del bene, avrebbero potuto determinare un maggior valore dell'immobile.

Sintesi e conclusioni

L’art. 63 del d.lgs. n. 118 del 2011 prevede che i risultati della gestione della regione siano dimostrati nel rendiconto generale, che è composto dal conto del bilancio (relativo alla gestione finanziaria), con relativi riepiloghi e prospetti, dal conto economico e dallo stato patrimoniale. Tutti i ridetti documenti contabili vanno predisposti secondo gli schemi presenti nell'Allegato n. 10 al ridetto decreto legislativo. In particolare, lo stato patrimoniale, che sostituisce il precedente conto del patrimonio, rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio, costituito dal complesso dei beni e rapporti giuridici, attivi e passivi. La Regione Liguria, non avendo partecipato alla sperimentazione prevista dall'art. 78 del d.lgs. n. 118 del 2011, ha affiancato la contabilità economico-patrimoniale a quella finanziaria dall'esercizio 2016, oggetto dell’odierno esame. La prima attività, connessa alla sua adozione, è stata la redazione dello stato patrimoniale di apertura, come prescritto dal paragrafo 9.2 del Principio contabile applicato, Allegato 4/3 al d.lgs. n. 118 del 2011.

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La Sezione, pertanto, in sede di parifica del rendiconto generale 2016 della Regione, di cui è parte, dal ridetto esercizio, anche lo stato patrimoniale, ha esaminato, in apposito capitolo della relazione, l’attivo patrimoniale, redatto in aderenza all’Allegato 10 al d.lgs. n. 118 del 2011 (nonché all’art. 2424 del codice civile), ad eccezione delle partecipazioni societarie (trattate in altro capitolo). Anche il passivo patrimoniale è stato esaminato, per il momento, solo nel capitolo riferito all’indebitamento. Sul piano della metodologia di verifica contabile, si è proceduto ad analizzare alcune delle patrimoniali attive, al fine di verificarne la conformità alle sottostanti scritture. Inoltre, sempre procedendo con campionamento a discrezione, si è verificata la conformità dei valori di alcuni beni alle scritture inventariali. L’esame ha evidenziato limitati casi di poste da sistemare contabilmente, mentre si è palesata la necessità di rendere maggiormente conformi le scritture inventariali alla regolamentazione normativa (legge regionale n. 2 del 2012 e regolamento attuativo n. 1 del 2013). La Sezione ha, poi, ritenuto utile approfondire l’esame della gestione di alcuni beni suscettibili di sfruttamento economico, in particolare sotto il profilo della congruità del reddito annuo prodotto. Pertanto, anche in questo caso, sono stati campionati a discrezione alcuni beni elencati nell’” Elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare al 31 dicembre 2016”, prospetto costituente un allegato obbligatorio al rendiconto generale. In proposito, sono emerse alcune criticità in relazione alla gestione della fonte “ Acquasanta”, concessa alla Fondazione Opere pie riunite di Genova nel 1936, per la durata di novantanove anni, a fronte di un corrispettivo pari a soli euro 154 annui. Per la fonte “Santa Clara ”, invece, è stato accertato il mancato versamento, nel 2016, del canone di concessione (pari a soli euro 206,58). Inoltre, sia per quest’ultima che per la fonte “Tre cannoni ”, i concessionari non risultano aver versato il diritto proporzionale di concessione (pari a solo 1 euro per metro cubo di acqua imbottigliata, corrispondente a mille litri). Tali circostanze devono indurre i competenti uffici regionali ad adottare le necessarie azioni, amministrative (revoca o decadenza della concessione) o negoziali (risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta o recesso) atte a ristabilire un equilibrio economico fra il valore del bene concesso ed il suo corrispettivo (somma di canone fisso e diritto proporzionale annuo). Infine, in aderenza alla funzione referente verso l’Assemblea legislativa regionale, costituente parte delle funzioni attribuite dalla legge alla relazione allegata al giudizio di parifica del rendiconto della Regione (si rinvia al combinato disposto dell’art. 1, comma 5, del decreto-legge n. 174 del 2012 e dell’art. 41 del r.d. n. 1214 del 1934),

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la Sezione ritiene doveroso segnalare l’opportunità di rivalutare l’ammontare di canone e diritto proporzionale annuo, stabiliti dall’art. 22 della legge regionale n. 1 del 2012.

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CAPITOLO 8 RELAZIONE SULLA GESTIONE DELLA SPESA SANITARIA REGIONALE

La spesa corrente destinata al servizio sanitario regionale

La spesa sanitaria rappresenta la componente di maggiore incidenza sul bilancio delle Regioni 213 . Gli impegni per la spesa corrente sanitaria dell’intero comparto regioni/province autonome ammontavano, nel 2015, a 117,93 miliardi di euro, di cui 101,28 ascrivibili alle regioni a statuto ordinario e 16,65 a regioni a statuto speciale e province autonome. A livello nazionale, il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva regionale è stato pari, sempre nel 2015, al 74,80 per cento, contro il 75,48 per cento del 2014, il 74,13 per cento del 2013 e il 75,58 per cento del 2012. In Liguria, invece, il peso della spesa sanitaria regionale su quella corrente complessiva si attesta su percentuali superiori. In particolare, nel 2015, in base ai dati acquisiti in sede istruttoria (cfr. Sezione delle Autonomie, Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni, approvata con deliberazione n.17/2017/FRG), il rapporto sale di quasi otto punti percentuali (all’84,59 per cento, contro il 76,03 per cento del 2014, il 79,26 per cento del 2013 e l’82,71 per cento del 2012).

Tab. n. 90 - Impegni spesa corrente sanitaria e spesa corrente totale - 2012 - 2015 in migliaia Spesa corrente sanitaria Spesa corrente totale di euro 2012 2013 2014 2015 2012 2013 2014 2015 Liguria 3.192.900 3.034.270 3.088.704 3.214.234 3.860.540 3.828.008 4.062.395 3.799.580 Totale 118.091.567 118.938.104 120.313.156 117.934.777 156.240.347 160.447.320 159.406.215 157.670.863 Nazionale Fonte: deliberazione della Sezione delle Autonomie n. 17/SEZAUT/2017/FRG.

Tab. n. 91 - Percentuale impegni per spesa sanitaria su spesa corrente regionale Spesa sanitaria corrente/Totale spesa corrente

2012 2013 2014 2015 Liguria 82,71% 79,26% 76,03% 84,59 Totale 75,58% 74,13% 75,48% 74,80 Nazionale Fonte: deliberazione della Sezione delle Autonomie n. 17/SEZAUT/2017/FRG.

Il rendiconto consuntivo della regione Liguria dell’esercizio 2016 conferma come la spesa sanitaria costituisca componente principale di quella regionale, attestandosi, in base ai dati acquisiti in sede istruttoria, ad una percentuale pari al 76,01 per cento del totale degli impegni complessivi, comprensivi delle partite di giro.

213 cfr. Relazione sulla gestione finanziaria degli enti territoriali, approvata dalla Corte dei conti, Sezione delle autonomie, con deliberazione n. 17/SEZAUT/2017/FRG.

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Tab. n. 92 - Totale impegni sanità regione Liguria – esercizio 2016

Totale impegni Impegni 2016 sanità bilancio regionale anno 2016 (Capitoli perimetrati) Totale generale delle spese 5.288.235.281,67 4.019.662.046,49 Titolo 7 – Partite di giro -845.145.140,11 -687.674.028,29 TOTALE 4.443.090.141,56 3.331.988.018,20 Fonte: dati acquisiti da Regione Liguria in fase istruttoria

8.1.1 Le principali componenti di costo del servizio sanitario nazionale

La seguente tabella, desunta dai “modelli CE consolidato regionale ”, acquisiti dalla Sezione nel corso delle istruttorie annuali sulla spesa sanitaria, mostra come i costi complessivi sostenuti dal sistema sanitario ligure registrino, nel triennio 2013-2016, una lieve contrazione (-0,91 per cento). Risultano in sensibile incremento le voci relative all’acquisto di beni (+16,56 per cento), di altri servizi sanitari e sociosanitari a rilevanza sanitaria (+13,74 per cento) e quelle amministrative e generali (+32,75 per cento). In decremento, invece, i costi per specialistica ambulatoriale (-11,77 per cento), farmaceutica (-12,63 per cento) e oneri finanziari (-46,91 per cento). La spesa per il personale, costituente circa un terzo dei costi complessivi, registra una diminuzione del 2,06 per cento.

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Tab. n. 93 - I costi della sanità regionale – anni 2013-2016 Variazioni (dati in milioni di Voci di CE 2013 2014 2015 2016 percentuali euro) 2013 - 2016 Acquisti di beni B.1 444.135 455.217 513.761 517.664 16,56% Manutenzioni e B.3 60.459 60.948 58.490 59.664 -1,31% riparazioni Assistenza B.2.A.1 161.098 160.148 158.218 157.835 -2,03% sanitaria di base Farmaceutica B.2.A.2 249.508 240.370 237.145 217.998 -12,63% Specialistica B.2.A.3 159.119 135.926 140.011 140.394 -11,77% ambulatoriale Riabilitativa B.2.A.4 90.697 88.125 91.300 96.673 6,59% Integrativa B.2.A.5 11.965 11.595 11.377 12.367 3,36% Ospedaliera B.2.A.7 327.096 359.445 366.265 351.995 7,61% B.2.A.6+B.2.A.8+ B.2.A.9+B.2.A.10+ Altre prestazioni B.2.A.11+B.2.A.12+ 319.960 310.023 309.960 322.347 0,75% B.2.A.13+B.2.A.14+ B.2.A.15 Altri servizi B.2.A.16 15.344 16.257 15.697 17.453 13,74% sanitari Altri servizi non B.2.B 254.304 250.634 253.164 251.846 -0,97% sanitari Godimento beni di B.4 32.977 33.795 30.704 29.942 -9,20% terzi Personale ruolo B.5 878.145 871.484 868.586 864.089 -1,60% sanitario Personale ruolo B.6 3.070 2.960 3.040 2.878 -6,25% professionale Personale ruolo B.7 126.448 126.523 124.701 123.806 -2,09% tecnico Personale ruolo B.8 81.533 80.671 78.387 75.991 -6,80% amministrativo Totale spesa di 1.089.196 1.081.638 1.074.714 1.066.764 -2,06% personale Spese amministrative e B.9.B+B.9.C 15.136 27.292 20.495 20.093 32,75% generali B.9.A+ totale Imposte e tasse 83.848 83.070 83.840 83.286 -0,67% imposte e tasse Oneri finanziari C.3+C.4 2.752 1.520 1.455 1.461 -46,91% Totale costi 3.317.594 3.316.003 3.366.596 3.347.782 0,91% Fonte: Elaborazione Sezione controllo su CE consolidati 2013, 2014, 2015 e 2016.

Le entrate destinate al finanziamento della spesa sanitaria regionale

Il 14 aprile 2016 è stata raggiunta, in sede Conferenza Stato-Regioni, l’intesa sul riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2016. La cifra complessivamente stanziata è ammontata a 111.002 milioni di euro, di cui - 108.192,60 milioni da ripartire alle Regioni a titolo di finanziamento indistinto; - 1.878,98 milioni vincolati agli obiettivi del Piano sanitario nazionale; - 652,91 milioni a titolo di finanziamenti vincolati per altri enti; - 277,51 milioni a titolo di accantonamenti (in applicazione di quanto stabilito dall’articolo 2, comma 67-bis , della legge 23 dicembre 2009, n. 191).

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Tab. n. 94 - Andamento Fondo sanitario nazionale anni 2009-2016 Importo finanziamento (in miliardi di Anno Variazione euro) 2011 106,905 //////// 2012 107,961 0,99% 2013 107,004 -0,89% 2014 109,902 2,73% 2015 109,715 -0,19% 2016 111,002 1,17% Fonte: Regione Liguria – Relazione sulla gestione allegata al rendiconto 2016.

Per quanto riguarda le modalità di riparto relative al finanziamento indistinto (pari a 108.192,60 milioni di euro), dopo aver calcolato il costo medio pro capite delle tre regioni assunte a parametro di riferimento (Marche, Umbria e Veneto), rapportato alla popolazione pesata all’1 gennaio 2015 (calcolata utilizzando i pesi del riparto del FSN anno 2011), è stato moltiplicato il ridetto costo medio per la popolazione pesata di ciascuna Regione. Il risultato complessivo ottenuto è stato poi suddiviso per le tre macro aree in cui sono ripartiti i livelli essenziali di assistenza (di seguito, LEA): la prevenzione, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera 214 . Per quanto riguarda l'anno 2016 la quota di FSN indistinto spettante alla Regione Liguria è passata da 3.021 (anno 2015) a 3.045 milioni di euro (anno 2016), con un incremento dello 0,8 Andamento Fondo sanitario nazionale anni 2009-2016. La quota percentuale spettante rispetto al totale nazionale mostra, invece, un trend di lieve decremento (dal 2,87 per cento del 2012 al 2,81 per cento del 2016) Le tabelle che seguono mostrano i valori del finanziamento sanitario nazionale assegnato alla Regione Liguria nelle annualità dal 2012 al 2016.

Tab. n. 95 - Riparto Fondo sanitario nazionale 2009 - 2016 (in milioni di euro) Anno 2012 Anno 2013 Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 Fondo 105.331,75 104.512,37 107.265,21 107.252,38 108.472,08 nazionale Fondo Regione 3.025,75 2.981,10 3.035,05 3.021,00 3.044,79 Liguria Quota percentuale 2,87% 2,85% 2,83% 2,82% 2,81% Regione Liguria Fonte: Regione Liguria – Relazione sulla gestione allegata al rendiconto 2016.

Tab. n. 96 - Incrementi percentuali FSN Stato e FSR Regione Liguria Incremento Incremento Incremento Incremento

2012/2013 2013/2014 2014/2015 2015/2016 Incremento Fondo Stato -0,8% 2,6% 0,0% 1,1% Incremento Fondo Liguria -1,5% 1,8% -0,5% 0,8% Fonte: Regione Liguria – Relazione sulla gestione allegata al rendiconto 2016.

214 In particolare, sono stati determinati i seguenti sub-livelli, secondo l’incidenza percentuale stimata di ciascuno di essi rispetto al finanziamento indistinto complessivo: 5% per la prevenzione; 7% per la medicina di base; 11,58% per la farmaceutica; 13,30% per l’assistenza specialistica; 19,12% per l’assistenza territoriale; 44% per l’assistenza ospedaliera.

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Il Fondo sanitario, come noto, è finanziato congiuntamente dallo Stato e dalle regioni, mediante l’utilizzo di entrate fiscali espressamente vincolate (almeno in parte) dal legislatore nazionale al finanziamento dei LEA. Si fa riferimento, in particolare, a quota parte del gettito IRAP, all’addizionale IRPEF (introdotta dal decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446), nonché alla compartecipazione regionale all’IVA (art. 2 del decreto legislativo 18 febbraio 2000 n. 56). La tabella che segue espone l’ammontare delle risorse proprie destinate nel 2016 dalla Regione Liguria al finanziamento della spesa sanitaria (addizionali alle imposte sul reddito, quote di accise erariali sui carburanti per autotrazione, compartecipazione al gettito IVA, gettito IRAP, etc.).

Tab. n. 97 - Risorse destinate alla spesa sanitaria regionale esercizio 2016 Previsioni Accertamenti Capitolo Descrizione entrata definitive 2016 esercizio 2016 Imposta regionale sulle attività produttive - IRAP - 130 540.097.638 540.097.638 quota destinata alla sanità Addizionale regionale all'imposta sul reddito delle 132 286.916.000 286.916.000 persone fisiche - IRPEF - quota destinata alla sanità Compartecipazione regionale all’IVA - quota 135 2.067.077.976 2.067.077.976 destinata alla sanità Imposta regionale sulle attività produttive - IRAP 128 5.702.000 5.702.000 (quota derivante da manovra) Addizionale regionale all'imposta sul reddito delle 129 persone fisiche - IRPEF – quota derivante da 74.058.000 74.058.000 manovra Tassa automobilistica regionale sopratassa annuale 134 12.000.000 12.000.000 e tassa speciale - quota destinata alla sanità Totale 2.985.851.614 2.985.851.614

Totale entrate complessive al netto delle partite di giro 5.953.285.293,04 4.439.774.142,42 Totale entrate proprie destinate al finanziamento della sanità 2.985.851.614,00 2.985.851.614,00 INCIDENZA PERCENTUALE 50,15% 67,25% Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria.

I dati evidenziano come su un ammontare complessivo di impegni per spesa sanitaria, pari, nel 2016, a 3.331.988.018 (al netto delle partite di giro), l’89,61 per cento risulti finanziato da risorse regionali, o meglio da entrate di natura fiscale derivanti da attività espletate nel territorio e vincolate al finanziamento della spesa sanitaria. La tabella evidenzia, inoltre, come il 67,25 per cento delle entrate della Regione (al netto delle partite di giro) siano entrate proprie destinate al finanziamento della sanità. Circa la conformità delle iscrizioni di entrata alle vigenti regole contabili, dal verbale dal Tavolo tecnico di monitoraggio del 15 marzo 2017 risulta che: - le iscrizioni inerenti al Fondo sanitario indistinto, riportate nel “modello CE, consolidato sanitario regionale IV trimestre 2016 ”, sono coerenti (salvo 0,001 milioni di euro 215 ), con l’Intesa nazionale di riparto e con gli accertamenti assunti

215 In fase di rettifica.

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sul bilancio regionale. Inoltre, gli impegni assunti sul bilancio regionale a favore degli enti del SSR risultano coerenti con il valore degli atti formali di finanziamento nazionale, considerando anche l’impegno sul capitolo che include il saldo di mobilità negativo; - le iscrizioni inerenti al Fondo sanitario vincolato, riportate nel “modello CE, consolidato sanitario regionale, IV trimestre 2016 ”, comprensive della quota relativa ai farmaci innovativi, sono invece risultate inferiori per 4,832 milioni di euro con gli atti nazionali di finanziamento. Pertanto, nelle more dell’adeguamento da parte della Regione delle iscrizioni contabili, da operarsi in occasione della redazione del rendiconto consuntivo 2016 (e sul modello CE consuntivo), il Tavolo tecnico ministeriale ne ha, comunque, tenuto conto nella determinazione del risultato di gestione (che, in virtù dell’iscrizione di tale posta di ricavo, e al netto di piccole poste di costo a rettifica, si è ridotto da -75,808 a -71,079); - le iscrizioni inerenti alla mobilità extraregionale, attiva e passiva, relative al fondo per i farmaci innovativi (nota AIFA n. ASEF/9718 del 31 gennaio 2017), dalle quali emergerebbe un saldo passivo di 0,021 milioni di euro, non sono state contabilizzate nel CE consolidato IV trimestre 2016. Il Tavolo tecnico ne ha, comunque, tenuto conto ai fini della determinazione del risultato della gestione; - le iscrizioni inerenti la mobilità extraregionale, riportate nel “modello CE, consolidato sanitario regionale, IV trimestre 2016 ” sono risultate coerenti con le iscrizioni operate sul bilancio finanziario regionale 2016 e con i dati sul riparto 2016 del FSN (salvo per 0,001 mln di euro 216 ).

8.2.1 La compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria

Dal Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica , approvato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo con deliberazione n. 3/RCFP/17 del 27 marzo 2017, emerge come, nel 2016, non vi siano stati progressi nella revisione del sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie ed al regime delle esenzioni. Secondo quanto previsto nel Patto per la salute, sottoscritto in data 10 luglio 2014, il nuovo sistema deve tener conto della condizione economica dell’assistito (o del nucleo famigliare di appartenenza) e, al contempo, assicurare l’invarianza del gettito a livello nazionale. Deve, inoltre, prendere in considerazione diversi aspetti, fra i quali promuovere la consapevolezza del costo delle prestazioni e, quindi, favorirne una richiesta più appropriata e garantire un gettito finanziario adeguato per le regioni, evitando, al contempo, che livelli di compartecipazione

216 In fase di rettifica.

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troppo elevati favoriscano lo spostamento dei pazienti verso strutture sanitarie private, minando la stessa possibilità di garantire livelli di assistenza adeguati. La tabella successiva riporta gli importi della compartecipazione alla spesa contabilizzate nei modelli CE, per farmaci, prestazioni di specialistica ambulatoriale, pronto soccorso e per altre prestazioni, registrati nella Regione Liguria negli esercizi 2015-2016 (rapportati a quelli nazionali). I dati evidenziano come i ricavi da compartecipazione diminuiscono a livello nazionale del 1,4 per cento, mentre a livello regionale aumentano dello 0,6 per cento, mantenendosi su valori pro capite (54,8 euro per residente) superiori alla media nazionale (pari a 47,6 euro). L’aumento è frutto dell’incremento dei ticket collegati all’erogazione di farmaci (più 1,3 per cento), mentre decrescono quelli per prestazioni ambulatoriali (meno 0,1 per cento).

Tab. n. 98 - I ticket in sanità nel 2015 e nel 2016 (dati in milioni di euro) Liguria Totale 2016 Totale compartecipazioni A+B 86,0 2.885,5 Ticket sui farmaci (quota di compartecipazione sul prezzo di riferimento + ticket A 43,5 1.538,6 fisso per ricetta)

Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie (ticket) B (1+2+3) 42,5 1.346,9

Ticket sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale 1 41,9 1.290,9

Ticket sul pronto soccorso 2 0,6 43,0 Ticket su altre prestazioni 3 0,0 13,0 2015 totale compartecipazioni A+B 85,5 2.925,3 ticket sui farmaci (quota di compartecipazione sul prezzo di riferimento + ticket A 43,0 1.521,3 fisso per ricetta) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie (ticket) B=(1+2+3) 42,5 1.404,0 Ticket sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale 1 42,0 1.351,6 Ticket sul pronto soccorso 2 0,6 43,3 Ticket su altre prestazioni 3 0,0 9,0 Variazioni percentuali Totale compartecipazioni A+B 0,6 -1,4 Ticket sui farmaci (quota di compartecipazione sul prezzo di A 1,3 1,1 riferimento + ticket fisso per ricetta) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie (ticket) B -0,1 -4,1 Pro capite 2016 (in euro) Totale compartecipazioni A+B 54,8 47,6 Ticket sui farmaci (quota di compartecipazione sul prezzo di A 27,7 25,4 riferimento + ticket fisso per ricetta) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie (ticket) B 27,1 22,2

Totale compartecipazioni (2015) pro capite A+B 54,0 48,1 Fonte: Corte dei conti, Sezioni Riunite, Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica

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8.2.1.1 La compartecipazione alla spesa farmaceutica

La compartecipazione del cittadino alla spesa farmaceutica deriva sia dall’introduzione dei ticket regionali che dalle quote di compartecipazione sui medicinali a brevetto scaduto (il differenziale originato tra il prezzo del farmaco prescritto e quello economicamente più basso di medesima composizione). L’art. 4 del decreto-legge n. 347 del 2001, convertito dalla legge n. 405 del 2001, ha previsto la possibilità per le regioni di adottare delibere di inasprimento o modulazione dei ticket (per ricetta o per confezione), al fine di compensare eventuali disavanzi della spesa farmaceutica regionale rispetto al tetto programmato. Le modalità di determinazione sono molto diversificate sul territorio nazionale. In Regione Liguria il ticket va da un minimo di euro 2 per confezione a un massimo di euro 4 per confezione e ricetta, ed è applicato a tutti i farmaci per la cui dispensazione è prevista una compartecipazione alla spesa da parte del cittadino. Come in tutte le altre regioni sono previste delle esenzioni in base al reddito. Per quanto riguarda, invece, il prezzo di riferimento dei farmaci, ai fini del calcolo della quota di compartecipazione sui medicinali a brevetto scaduto, in Liguria, come nella maggior parte delle regioni italiane, si fa riferimento ai prezzi pubblicati dall’AIFA. In base ai dati AIFA (il cui ultimo rapporto disponibile per un esercizio completo riguarda il 2015), la compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini, a livello nazionale, ammonta a 1,5 miliardi di euro, pari al 14 per cento della spese farmaceutica convenzionata lorda (10,8 miliardi di euro). Per la Liguria, tale percentuale di compartecipazione (in valore assoluto pari a 43 milioni di euro, su una spesa farmaceutica convenzionata lorda di 281 milioni di euro) risulta superiore (15,3 per cento). Sempre nel 2015, la quota complessiva di compartecipazione, a carico del cittadino, aumenta, a livello nazionale, dell’1,40 per cento , meno (0,64 per cento) a livello regionale.

Tab. n. 99 - Andamento spesa relativa alle compartecipazioni a carico del cittadino Liguria Italia

2014 42.689.557 1.500.395.592

2015 42.962.336 1.521.331.380

Variazione assoluta 272.779 20.935.787

Variazione % 0,64 1,40 Fonte: AIFA Report “Monitoraggio della spesa farmaceutica regionale gennaio – dicembre 2015. Aggiornamento consuntivo”, 21 giugno 2016.

Il successivo monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata, condotto da AIFA in riferimento al periodo gennaio-ottobre 2016, conferma l’andamento registrato nel 2015. La compartecipazione dei cittadini ammonta a 1,2 miliardi, pari

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al 14 per cento della spesa farmaceutica convenzionata lorda (8,8 miliardi), mentre a livello regionale tale percentuale (in valore assoluto pari a 36 milioni di euro, su una spesa farmaceutica convenzionata lorda di 273 milioni di euro) risulterebbe inferiore (13 per cento). Sempre nel periodo gennaio-ottobre 2016, la quota complessiva di compartecipazione a carico del cittadino aumenta, a livello nazionale, dell’1,1 per cento, e, a livello regionale, dell’1,3 per cento

Tab. n. 100 - Andamento spesa relativa alle compartecipazioni a carico del cittadino Liguria Italia Gennaio-ottobre 2015 35.699.005 1.263.750.718 Gennaio-ottobre 2016 36.157.380 1.278.116.760 Variazione assoluta 458.375 14.366.042 Variazione percentuale 1,3% 1,1% Inc. % quota prezzo di riferimento 57,4% 66,3 Quota di compartecipazione sul prezzo di riferimento 20.746.088 847.188.077 Inc. % ticket fisso per ricetta 42,6% 33,7% Ticket fisso per ricetta 15.411.292 430.928.682 Fonte: AIFA, “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale, gennaio-ottobre 2016”.

La spesa per la compartecipazione del cittadino è composta, per il 42,6 per cento, da ticket fissi regionali e, per la quota residua del 57,4 per cento, dalla differenza il prezzo del medicinale a brevetto scaduto prescritto ed il prezzo di riferimento definito dall’AIFA. Il dettaglio della composizione della quota complessiva di compartecipazione evidenzia come in Liguria la componente relativa al ticket fisso per ricetta (42,6 per cento) risulti percentualmente superiore a quella registrata sul piano nazionale (33,7 per cento), mentre è minore (57,4 per cento) quella relativa al differenziale tra prezzo al pubblico e prezzo di riferimento dei farmaci a brevetto scaduto (66,3 per cento).

La gestione della spesa sanitaria regionale nell’esercizio 2016

Complessivamente la capacità di impegno della gestione del perimetro sanitario ha registrato, nel 2016, una percentuale del 97,00 per cento. Si nota, in particolare, il quasi integrale impegno (98,27 per cento) delle risorse provenienti dal fondo sanitario nazionale (finanziamento ordinario corrente per erogazione dei LEA), che costituisce la principale fonte di alimentazione della sanità. Risultato meno brillante registra, invece, il programma “ 13.05 Investimenti sanitari ” (capacità di impegno al 30,26 per cento). Sul punto, la Regione, nelle controdeduzioni del 18 luglio 2017, ha precisato che la percentuale del 98,27 per cento, relativa alla capacità di impegno, è stata calcolata sull’ammontare degli impegni assunti sul “programma 13.001”, ma comprende anche

327

risorse relative ad anni precedenti. Pertanto, ha ribadito che, in aderenza a quanto previsto dall’articolo 20 del d.lgs. 118 del 2011, durante l’esercizio 2016, è stato accertato ed impegnato il 100 per cento delle risorse destinate al finanziamento ordinario corrente per l’erogazione dei LEA (come risulta, altresì, dal verbale del Tavolo tecnico costituiti presso il MEF del 15 marzo 2017). La percentuale di smaltimento degli impegni mediante pagamenti risulta complessivamente adeguata (86,43 per cento). Criticità si registrano per i pagamenti per investimenti sanitari che, a fronte di previsioni per oltre 58 milioni di euro, registrano impegni per 17,7 milioni (pari al 30,26 per cento) e pagamenti per soli 13,9 milioni. Particolarmente non efficiente appare la gestione del programma “Ripiano di disavanzi sanitari relativi ad esercizi pregressi ” (13.04), che, a fronte di previsioni per oltre 91,7 milioni di euro, registra pagamenti per soli euro 15.991.956.

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Tab. n. 101 - Spesa perimetro sanità per missione e programmi – Conto competenza Smaltimento Da pagare Capacità degli (residui Previsioni Economie di Impegni di Pagamenti impegni passivi finali competenza impegno nell'anno di competenza competenza esercizio) MISSIONE 1 - SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE Programma 1.003 - Gestione economica, 01.03 finanziaria, ------programmazi one e provveditorat o MISSIONE 12 - DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA Programma 12.003 - 12.03 4.273 - - 4.273 - - - Interventi per gli anziani Programmazi one e governo della 12.07 rete dei ------servizi sociosanitari e sociali MISSIONE 13 - TUTELA DELLA SALUTE Servizio sanitario regionale - finanziament 13.01 3.261.486.728 3.205.177.201 98,27% 56.309.528 3.119.265.673 97,32% 85.911.528 o ordinario corrente per la garanzia dei LEA Servizio sanitario regionale - ripiano di 13.04 disavanzi 91.760.000 91.760.000 100,00% - 15.991.956 17,43% 75.768.044 sanitari relativi ad esercizi pregressi Servizio sanitario 13.05 regionale - 58.668.674 17.750.379 30,26% 40.918.295 13.980.530 78,76% 3.769.849 Investimenti sanitari Ulteriori spese in 13.07 18.930.183 17.300.438 91,39% 1.629.745 263.774 1,52% 17.036.664 materia sanitaria Totale generale delle spese (al 3.430.849.859 3.331.988.018 97,00% 98.861.841 3.149.501.933 94,52% 182.486.085 netto della missione 9) MISSIONE 9 - SERVIZI PER CONTO TERZI Servizio per 99.01 conto terzi - 1.501.541.000 1.249.167 0,08% 1.500.291.833 925.635 74,10% 323.532 partite di giro Anticipazioni per il finanziament 99.02 1.500.000.000 686.424.861 45,76% 813.575.139 323.770.176 47,17% 362.654.685 o del sistema sanitario nazionale Totale generale 6.432.390.859 4.019.662.046 62,49% 2.412.728.813 3.474.197.744 86,43% 545.464.303 delle spese Fonte: elaborazione Corte dei conti, su dati rendiconto consuntivo 2016 Regione Liguria

La successiva tabella espone, invece, la gestione in conto residui registrata nel corso del 2016 dai programmi della spesa sanitaria. I dati evidenziano una ridotta

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capacità complessiva di smaltimento dei residui passivi (pari al 42,75 per cento). In particolare, su un valore assoluto di residui all’1 gennaio 2016 pari ad euro 1.629.883.928, sono rimasti da pagare, a fine esercizio, euro 930.098.275 (a cui vanno sommati i residui passivi formati nel corso del medesimo esercizio 2016, pari, come da tabella sopra riportata, ad euro 545.464.303). I dati evidenziano, come in termini percentuali, la capacità di smaltimento più bassa riguarda gli investimenti nella sanità, in cui, a fronte di 123,2 milioni di euro di residui passivi a inizio esercizio, ne risultano estinti solo 16.209.819. La mole residua ammonta a 104,2 milioni di euro (a cui vanno sommati i 3,7 generati nell’esercizio 2016).

Tab. n. 102 - Spesa perimetro sanità per missione e programmi – Conto residui Residui inizio Pagamenti in Smaltimento Riaccertame Residui passivi Programma esercizio conto residui dei residui nto residui fine esercizio MISSIONE 1 - SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE Gestione economica, finanziaria, 01.03 - - - - - programmazione e provveditorato MISSIONE 12 - DIRITTI SOCIALI, POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA

12.03 Interventi per gli anziani - - - - -

Programmazione e governo della rete dei 12.07 - - - - - servizi sociosanitari e sociali MISSIONE 13 - TUTELA DELLA SALUTE Servizio sanitario regionale - finanziamento 13.01 425.878.000 293.132.290 68,83% - 236.047 132.509.664 ordinario corrente per la garanzia dei LEA Servizio sanitario regionale - ripiano di 13.04 84.644.414 60.359.460 71,31% - 24.284.954 disavanzi sanitari relativi ad esercizi pregressi Servizio sanitario 13.05 regionale - Investimenti 123.211.809 16.209.819 13,16% -2.775.173 104.226.817 sanitari Ulteriori spese in materia 13.07 896.761 390.178 43,51% - 506.583 sanitaria Totale generale delle spese (al 634.630.984 370.091.746 44% -3.011.220 261.528.018 netto della missione 9) MISSIONE 9 - SERVIZI PER CONTO TERZI Servizio per conto terzi - 99.01 9.934.858 3.213.622 32,35% 6.721.236 partite di giro Anticipazioni per il 99.02 finanziamento del sistema 985.318.086 323.469.065 32,83% - 661.849.021 sanitario nazionale Totale generale delle 1.629.883.928 696.774.434 42,75% -3.011.220 930.098.275 spese Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati Rendiconto 2016 Regione Liguria

8.3.1 Le risorse erogate nel 2016 agli enti del SSR

In fase istruttoria sono stati acquisiti i provvedimenti di attribuzione dei finanziamenti, di competenza 2016, effettuati dalla Regione a favore dei singoli enti sanitari regionali. La tabella che segue riassume, in maniera sintetica, l’ammontare delle risorse impegnate ed il relativo titolo di attribuzione.

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Non risultano invece erogate direttamente, da parte della Regione, risorse finanziarie a favore di strutture sanitarie private accreditate, le quali si rapportano con le singole aziende sanitarie, previa stipula di apposito contratto.

Tab. n. 103 - Risorse impegnate a favore degli enti del SSR – anno 2016

Importo Pagato Importo Impegnato Importo Pagato Importo Residuo (Tesoreria (valore attuale) (Tesoreria GSA) al 31 /12/2016 ordinaria)

A.S.L. 1 -IMPERIESE 319.730.373,81 1.158,69 305.560.341,25 14.168.873,87 A.S.L. 2 - SAVONESE 547.232.480,59 177.160,34 504.702.122,43 42.353.197,82 A.S.L. 3 - GENOVESE 760.076.233,32 36.295,75 704.935.962,90 55.103.974,67 A.S.L. 4 - CHIAVARESE 233.522.447,08 - 227.263.999,19 6.258.447,89 A.S.L. 5 - SPEZZINO 371.598.251,64 1.308,69 351.915.882,25 19.681.060,70 AGENZIA SANITARIA 2.693.472,00 - 2.693.472,00 - REGIONALE ARPAL - AGENZIA REG.LE 18.000.000,00 - 18.000.000,00 - PER LA PROTEZIONE AZIENDA LIGURE SANITARIA DELLA 8.065.369,00 - 6.569.766,00 1.495.603,00 REGIONE LIGURIA AZIENDA OSP.UNIV. SAN 499.508.305,76 - 476.082.749,55 23.425.556,21 MARTINO-IST-IST.NA E.O. OSPEDALI GALLIERA 184.798.147,36 3.802,00 172.519.488,19 12.274.857,17 ISTITUTO SCIENTIFICO 145.162.783,58 19.500,00 133.999.312,49 11.143.971,09 GIANNINA GASLINI OSPEDALE EVANGELICO 46.409.244,56 - 44.083.510,00 2.325.734,56 INTERNAZIONALE

Totale complessivo 3.136.797.108,70 239.225,47 2.948.326.606,25 188.231.276,98 Fonte: dati acquisiti da Regione in sede istruttoria (risposta del 7 giugno 2017, allegato 6)

Sulla base dell’analisi dei dati esposti è stato chiesto alla Regione di esplicitare le ragioni per le quali il totale degli impegni assunti sul bilancio regionale 2016 a favore degli enti del SSR euro 3.136.797.108, esposto nella tabella sopra riportata (tratto dal file allegato 6, foglio “ riepilogo ”, alla risposta istruttoria del 7 giugno 2017), non coincide con il totale degli impegni riportati nel rendiconto 2016, perimetro sanità (euro 3.331.988.018). La Regione ha precisato che l'importo di euro 3.136.797.108 rappresenta il totale degli impegni assunti a favore degli enti del servizio sanitario regionale, imputati sia su capitoli “perimetrati sanità ” che esterni, mentre il totale degli “impegni perimetrati ”, pari ad euro 3.331.988.018, esposto nel rendiconto 2016, comprende anche impegni assunti a favore di soggetti diversi dagli enti del SSR. La Sezione prende atto dei chiarimenti forniti, evidenziando, tuttavia, che, osservando le regole dettate in materia di armonizzazione dall’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011 (di cui più ampiamente al pertinente paragrafo), tali discrasie dovrebbero essere superate.

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La mobilità, attiva e passiva, extraregionale

Il servizio sanitario pubblico garantisce assistenza, territoriale e ospedaliera, ai cittadini iscritti presso le ASL del proprio luogo di residenza. Con il finanziamento dei servizi sanitari regionali, basato su un modello di allocazione territoriale delle risorse (attribuzione di quote pro capite per ciascun cittadino residente e finanziamento delle strutture erogatrici con corrispettivi unitari per ciascuna prestazione), si è posta anche la necessità di compensare i costi sostenuti per le prestazioni rese ai cittadini in ambiti regionali diversi da quelli che hanno ottenuto il relativo finanziamento (si rinvia, per i dettagli, all’Accordo interregionale per la compensazione della mobilità sanitaria, stipulato in Conferenza Stato-Regioni il 22 maggio 2012, nonché, da ultimo, al verbale approvato in sede di conferenza Stato-Regioni del 27 novembre 2014). Con il termine mobilità si fa riferimento al diritto del cittadino di ottenere cure, a carico del sistema sanitario, anche in un luogo diverso da quello di residenza. L’art. 12, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dall’art. 14 del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, nel disporre le modalità di ripartizione del fondo sanitario nazionale, specifica che la quota capitaria di finanziamento da assicurare alle regioni viene determinata sulla base di un sistema di coefficienti parametrici, in relazione ai livelli uniformi di prestazioni da erogare in tutto il territorio nazionale, determinati con riferimento ad alcuni elementi, tra cui la mobilità sanitaria (da compensare, in sede di riparto, sulla base di contabilità analitiche delle singole prestazioni, fornite al Ministero della salute dalle strutture erogatrici attraverso le regioni e le province autonome). L’art. 8 -sexies , comma 8, del d.lgs. n. 502 del 1992, inserito dall’art. 8, comma 4, del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229, prevede, inoltre, che il Ministro della sanità, d'intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni, sentita l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, definisca, con apposito decreto, i criteri generali per la compensazione dell'assistenza prestata a cittadini in regioni diverse da quelle di residenza. Nell'ambito di tali criteri, le regioni possono stabilire specifici accordi e concordare politiche tariffarie al fine di favorire il pieno utilizzo delle strutture e l'autosufficienza di ciascuna regione, nonché l'impiego efficiente delle strutture che esercitano funzioni a valenza interregionale e nazionale. Come evidenziato anche dalla giurisprudenza amministrativa 217 , l’erogazione di prestazioni sanitarie in favore dei non residenti non può considerarsi irrilevante sotto il profilo economico di una regione. Infatti, la spesa relativa alle prestazioni sanitarie offerte ai non residenti è, inizialmente, a carico delle regioni che erogano la

217 Cfr., Consiglio di Stato, sez. III, n. 495 dell’1 febbraio 2012.

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prestazione, ma in un secondo momento intervengono i rimborsi da parte delle regioni di residenza, corrisposti a consuntivo dopo le dovute compensazioni. La mobilità sanitaria (sulla quale è intervenuta, da ultimo, l’art. 9 del Patto per la salute 2014-2016, stipulato ai sensi dell’art. 8, comma 6, legge 5 giugno 2003, n. 131), pertanto, produce ricavi o costi a carico del servizio sanitario di una regione (quella attiva per la remunerazione delle prestazioni erogate da strutture del servizio sanitario regionale a cittadini non residenti sul territorio di propria competenza; quella passiva per il pagamento delle prestazioni erogate ai residenti nella regione in strutture site al di fuori dal territorio regionale di competenza). Di conseguenza, un dato sintetico di valutazione dell’efficienza e dell’attrattività del servizio sanitario regionale è costituito dal saldo dei ricavi e dei costi discendenti dalla mobilità. Nel caso di specie, dovendosi valutare il sistema sanitario regionale nel suo complesso, in sede istruttoria sono stati analizzati i ricavi ed i costi derivanti dalla sola mobilità extraregionale, attiva e passiva. In proposito, la Regione ha prodotto tabella riepilogativa, riferita alle prestazioni sanitarie erogate nel 2013, sulla cui base è stato operato il riparto del fondo sanitario nazionale per il 2016 (Intesa Stato- Regioni del 14 aprile 2016).

Tab. n. 104 - Riparto fondo sanitario nazionale - flussi mobilità 2016 MOBILITA' EXTRAREGIONALE 2016 Saldo Assistiti al mobilità/ ATTIVA PASSIVA SALDO 31/12/2015 numero assistiti ASL 1 6.032.454,06 24.057.723,99 -18.025.269,94 215.244 -83,74 ASL 2 21.864.877,90 34.636.183,67 -12.771.305,77 270.194 -47,26 ASL 3 16.991.237,49 63.001.028,09 -46.009.790,60 715.000 -64,34 ASL 4 9.225.259,01 17.857.332,58 -8.632.073,57 147.295 -58,60 ASL 5 12.318.856,13 48.714.238,66 -36.395.382,53 217.783 -167,12 IRCSS AUO San 30.993.146,23 0 30.993.143,23 - - Martino – IST IRCCS GASLINI 29.574.901,18 0 29.574.901,18 - - GSA 22.582.440,99 472.615,27 22.109.825,72 - - TOTALE 149.583.172,99 188.739.122,27 -39.155.949,28 1.565.516 -25,01 REGIONALE Fonte: dati acquisiti da Regione in sede istruttoria

I dati esposti evidenziano un saldo negativo della mobilità extraregionale, pari a 39,1 milioni di euro (in lieve miglioramento rispetto al 2015, in cui è stato negativo 39,9 milioni), che si ripercuote negativamente sui costi complessivi sostenuti dalla Regione per l’erogazione di prestazioni sanitarie. In particolare, il dato riguarda tutte le aziende sanitarie della Liguria (con punte particolarmente elevate per quanto riguarda la ASL n. 3 “ Genovese ” e la ASL n. 5 “ Spezzino ”), riducendosi parzialmente grazie all’attrattività delle aziende ospedaliere e degli istituti di ricovero e cura a

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carattere scientifico (i quali non registrano alcuna componente passiva, contabilizzata dall’ASL di residenza del paziente). Dati similari si traggono dal verbale del Tavolo tecnico di verifica del 15 marzo 2017 (il valore della mobilità attiva a livello regionale risulta pari a 149,13 milioni di euro, mentre quella passiva è pari a 188,26 milioni)218 . Nella risposta del 7 giugno 2017, la Regione ha precisato che l’importo di euro 22.582.440, relativo alla mobilità attiva extra regione contabilizzato nei conti della Gestione sanitaria accentrata è composto da due poste. La prima, pari ad euro 22.130.711, riguarda la mobilità attiva relativa all’attività svolta dall’EO Galliera per la tenuta del Registro nazionale dei donatori di midollo osseo (c.d. IBMDR), come stabilito nella tabella C dell’intesa n. 62/CRS del 14 aprile 2016 (riparto tra le Regioni delle disponibilità finanziarie per il servizio sanitario nazionale per l’anno 2016). La seconda, pari ad euro 451.729, è relativa alla mobilità attiva extraregionale connessa alla distribuzione dei farmaci innovativi. L’importo è stato comunicato con decreto del Ministero della salute dell’1 marzo 2017. Sempre con il sopracitato decreto è stata comunicata alla Regione la mobilità passiva relativa ai farmaci innovativi (euro 472.615). In mancanza di informazioni, e nonostante le richieste effettuate per le vie brevi ad AIFA ed Ministero della salute su come ripartire tra le varie aziende le suddette poste di mobilità attiva e passiva, la Regione ha deciso di contabilizzarle nei conti della GSA. Dai dati esaminati non risulta chiaro dove sia contabilizzata la mobilità attiva eventualmente generata dalle prestazioni erogate dall’EO Galliera e dall’EO Evangelico Internazionale.

I risultati economici dell’esercizio 2015

Nella deliberazione della Sezione delle Autonomie n. 7/2016/FRG sono riportati i risultati di esercizio desunti dalle risultanze dell’attività espletata dal Tavolo ministeriale di verifica degli adempimenti regionali (istituito ai sensi dell’art. 12 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005). La tabella che segue, i cui dati per l’anno 2016, sono tratti dal verbale del 15 marzo 2017 del predetto Tavolo tecnico, evidenzia il risultato gestionale consolidato lordo degli enti del servizio sanitario, prima dell’adozione, da parte della Regione Liguria, dei provvedimenti di copertura prescritti dalla legge nazionale.

218 In sede di Tavolo tecnico di verifica la Regione Liguria ha comunicato che, sul modello CE IV trimestre 2016, non è stato contabilizzato l’importo relativo al saldo per la mobilità per farmaci innovativi (nota AIFA n. ASEF/9718/P del 31 gennaio 2017). In seguito il DM Salute ha comunicato i predetti importi (esposti nel seguito del paragrafo), che, tuttavia, non incidono sulla sostanza del saldo complessivo.

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Il risultato dell’esercizio 2016 è negativo per 71 milioni di euro, con disavanzo in diminuzione rispetto al precedente esercizio 2014 (-44 per cento). La Regione, tuttavia, ha stanziato, nel 2017, risorse proprie a copertura per euro 76,5 milioni di euro, giungendo, dopo la manovra di ripiano, ad un avanzo di euro 5,4 milioni.

Tab. n. 105 - Risultati di esercizio - regione Liguria - anni 2007-2016 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 -102.288 -109.311 -126.905 -95.402 -142.969 -46.160 - 91.350 -72.775 -102.667 -71.079 Fonte: Verbale del 15/03/2017 del Tavolo tecnico ministeriale (dati in migliaia di euro)

Il verbale della riunione del Tavolo tecnico ministeriale del 15 marzo 2017 evidenzia come il modello CE “consolidato regionale” 2016 (inviato al sistema informativo gestito dal Ministero della salute, NSIS), presenti, al netto della voce AA0080 ( “Contributi da Regione – risorse aggiuntive regionali a titolo di copertura dei LEA ”), un disavanzo di 75,808 milioni di euro. Inoltre, ai sensi dell'art. 30 del d.lgs. n. 118 del 2011, non sono presenti aziende sanitarie in utile. Il rapporto fra disavanzo e finanziamento ordinario, incrementato delle maggiori entrate proprie, è risultato pari al 2,3 per cento. Pertanto, avendo la Regione quasi assicurato l'equilibrio economico (mediante le misure in seguito esposte), non si sono verificate le condizioni previste dall'art. 2, comma 77, legge n. 191 del 2009, che definisce come strutturale un disavanzo sanitario superiore al 5 per cento del finanziamento ordinario, ancorché coperto dalla regione. Nel caso di raggiungimento o superamento di detto standard dimensionale, infatti, la regione interessata è tenuta a presentare un piano di rientro di durata non superiore al triennio, che contenga sia le misure atte a garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia quelle volte all'equilibrio di bilancio sanitario in ciascuno degli anni compresi nel piano stesso. Il risultato della gestione sanitaria per il 2016 ha trovato copertura (come prescritto dall’art. 1, comma 164, della legge 30 dicembre 2004, n. 311), nel bilancio di previsione per il 2017, in risorse regionali pari a 76,50 milioni di euro (capitolo 5152 della missione 13, programma 04). Tali risorse, ai sensi dell'art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011, devono essere impegnate entro il corrente esercizio 2017, e pagate in corrispondenza all'effettivo incasso da parte della Regione, in ottemperanza a quanto previsto dal citato art. 3, comma 7, del decreto-legge n. 35 del 2013. Pertanto, la gestione sanitaria per il 2016 chiude con un avanzo finale di 5,421 milioni di euro (mentre quella del 2015 aveva registrato un avanzo di 9,03 milioni).

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Tab. n. 106 - Regione Liguria - Coperture disavanzo sanitario esercizio 2016 (dati in milioni di euro) IV trimestre 2016

Risultato di gestione CE consolidato regionale (al netto entrata AA0080) -75,808 Rettifiche iscrizioni da fondo sanitario indistinto e vincolato 4,833 Rettifiche da mobilità extraregionale -0,020 Minori accantonamenti per rinnovo convenzioni -0,084 Risultato di gestione rideterminato da Tavolo tecnico -71,079

Coperture DGR 168 del 03/03/2017 - Iscrizioni sul capitolo 5152 - bilancio di previsione 76,500 2017 Totale coperture 76,500

Risultato di gestione dopo coperture 5,421 Fonte: verbale Tavolo tecnico ministeriale del 15 marzo 2017

Preso atto di quanto sopra esposto, si è chiesto alla Regione di precisare le motivazioni dell’iscrizione, nel bilancio 2016, delle risorse stanziate a copertura delle perdite registrate nel precedente esercizio 2015 dal sistema sanitario regionale (euro 91.760.000) fra le spese in conto capitale (bilancio 2016, capitoli 5151 e 5152). Sul punto, è stato precisato che, come prevede il piano dei conti finanziario, nei "trasferimenti in conto capitale " sono comprese anche le somme erogate ad altre PA a titolo di ripiano di disavanzi pregressi. Si tratta di spese che non danno luogo ad investimenti (questi ultimi sono denominati " contributi in conto capitale "), e per questi motivi, fra l’altro, concorrono all'equilibrio di parte corrente del bilancio.

8.5.1 L’erogazione per cassa delle risorse destinate al ripiano del disavanzo

Il sistema di copertura del disavanzo sanitario del 2016 adottato dalla Regione risulta in linea con la normativa nazionale nella misura in cui, nel corso della gestione, le risorse siano non solo stanziate ed impegnate, ma anche concretamente erogate agli enti del SSN. Questa verifica sarà effettuata dalla Sezione in sede di esame del rendiconto consuntivo della regione Liguria per l’esercizio 2017. In questa sede si evidenzia come il “ Programma 13.004 – Servizio Sanitario Regionale - Ripiano di disavanzi sanitari relativi ad esercizi pregressi” del rendiconto consuntivo 2016, in cui sono allocate le risorse necessarie alla copertura del disavanzo sanitario consolidato del precedente esercizio 2015 (ed, eventualmente, anteriori) registra impegni non pagati per euro 75.768.043 (a fronte di complessivi euro 91.760.000). Pertanto, le risorse destinate alla copertura del disavanzo sanitario per l’esercizio 2015 non sembrano concretamente erogate agli enti del SSR. Nel corso dell’esercizio 2016, inoltre, non sono stati integralmente pagati i residui passivi, imputati al medesimo programma, ammontanti ad inizio esercizio ad euro 84.644.413 (e, al 31 dicembre 2016, ancora da pagare per euro 24.284.953).

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Il dato evidenzia la difficoltà, da parte della Regione, nel far seguire le erogazioni di cassa alle precedenti assegnazioni di competenza, rendendo necessaria l’adozione delle opportune azioni tese ad avvicinare i due momenti (anche in aderenza a specifici obblighi normativi, in seguito richiamati). In relazione a tale aspetto, la Regione, nelle controdeduzioni del 17 luglio 2017, ha ricordato che la copertura dei disavanzi delle aziende sanitarie avviene, come previsto dalla legge (nonché dall’art. 12 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005), con le risorse aggiuntive derivanti dalle manovre fiscali regionali dell’esercizio successivo (in particolare, variazione delle aliquote dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito). Inoltre, l’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011, al comma 2-bis , dispone che “ i gettiti derivanti dalle manovre fiscali regionali e destinati al finanziamento del SSR sono iscritti nel bilancio regionale nell’esercizio di competenza dei tributi ”. Di conseguenza, le perdite registrate dagli enti del SSR nell’esercizio 2015, coperte mediante l’innalzamento delle aliquote delle addizionali regionali di competenza 2016, saranno erogate nel corso del 2017, a seguito dell’incasso del corrispondente trasferimento statale.

I piani di rientro per le aziende sanitarie in disavanzo gestionale

I commi da 521 a 537 della legge n. 208 del 28 dicembre 2015 hanno introdotto una serie di misure finalizzate al risanamento degli enti del servizio sanitario nazionale. In particolare, come già analizzato dalla Sezione nelle deliberazioni n. 25 e 37/2016/PRSS (riferite all’esame dei bilanci d’esercizio degli enti del SSR), il comma 524 dispone che ogni regione, entro il 30 giugno di ogni anno, deve individuare le aziende ospedaliere (AO), le aziende ospedaliero-universitarie (AOU) e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) che presentano, alternativamente: a) uno scostamento tra costi e ricavi pari o superiore al 7 per cento dei suddetti ricavi, o, in valore assoluto, pari ad almeno 7 milioni di euro; b) il mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure. Analogo accertamento va effettuato, dal 2017, per le aziende sanitarie locali (ASL), e relativi presìdi a gestione diretta (PO). Nello specifico, nell'anno 2016, entro il 31 marzo le regioni avrebbero dovuto individuare, con apposito provvedimento di giunta, gli enti del servizio sanitario regionale che presentano una o entrambe le condizioni sopra esposte. Per la relativa verifica vanno utilizzati, per i costi, i dati relativi al CE del quarto trimestre 2015, mentre, per i ricavi, la norma rinvia ai criteri di determinazione ad un decreto ministeriale. Nello specifico, il comma 526 dispone che, con decreto del Ministro della

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salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (adottato in data 21 giugno 2016), sia definita la metodologia di valutazione dello scostamento di cui al comma 524, lett. a), in coerenza con quanto disposto dall'art. 8-sexies del d.lgs. n. 502 del 1992, in materia di modalità di remunerazione delle prestazioni sanitarie. Il decreto ministeriale definisce, altresì, i parametri di riferimento per accertare il mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure (lett. b) del citato comma 524), nonché le linee guida per la predisposizione dei piani di rientro da parte delle aziende ospedaliere (successivi commi 529 e 530). Inoltre, entro il 31 dicembre 2016, con apposito decreto del Ministro della salute, sempre di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (facoltà prevista dall'art. 34 del d.lgs. n. 118 del 2011), dovevano essere apportati i necessari aggiornamenti agli schemi di bilancio degli enti del SSN, al fine di dare evidenza, nel risultato di esercizio, delle voci di costo e di ricavo previste dall'articolo 8 -sexies del d.lgs. n. 502 del 1992. L’articolo in questione prevede, infatti, che le strutture che erogano assistenza ospedaliera e ambulatoriale a carico del SSN siano finanziate secondo un ammontare globale predefinito, determinato in base alle “ funzioni assistenziali ” ed alle “ attività ”. In particolare, le funzioni assistenziali, indicate al comma 2 della ridetta norma (programmi a forte integrazione fra assistenza ospedaliera e territoriale, sanitaria e sociale; partecipazione a programmi di prevenzione; attività con rilevanti costi di attesa, ivi compreso il sistema di allarme sanitario e di trasporto in emergenza, ecc.) sono remunerate in base al costo standard di produzione del programma di assistenza (c.d. “ funzioni non tariffate”), mentre le attività, elencate al comma 4 (assistenza ospedaliera per acuti erogata in regime di degenza ordinaria e di day hospital, prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, etc.) sono remunerate in base a tariffe predefinite per prestazione (c.d. “ attività tariffate ”). All’interno della descritta disciplina di finanziamento, il legislatore ha imposto, dal 2013, che il valore complessivo della remunerazione delle “ funzioni non tariffate ” non possa in ogni caso superare il 30 per cento del limite di remunerazione assegnato dalle regioni (cfr. comma 1-bis del citato art. 8-sexies). La limitazione (applicabile, in sostanza, alle aziende ospedaliere, eroganti, in prevalenza, attività ospedaliera e ambulatoriale) intendeva evitare fenomeni di sovra finanziamento delle funzioni assistenziali (prestazioni meno standardizzate, per le quali non esiste, come detto, un nomenclatore tariffario) rispetto alle altre attività, ambulatoriali e di ricovero, erogate dalle aziende sanitarie, in particolare ospedaliere. La norma intende ridurre il rischio di impropria copertura dei costi sostenuti per l’erogazione delle “ attività ” di ricovero e ambulatoriali (in gran parte fissi) con i ricavi destinati alle “ funzioni

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assistenziali ”, che, proprio perché meno misurabili (in quanto non ancorate all’erogazioni di singole prestazioni, ma a programmi di prevenzione o a servizi, quali il pronto soccorso, con elevati costi di attesa), hanno costituito lo strumento per una copertura incrociata dei relativi costi o, peggio, per l’attribuzione di finanziamenti destinati al mero incremento di ricavi (a copertura dei costi necessari all’erogazione delle attività sanitarie, evidentemente superiori). Le norme della legge di stabilità per il 2016 sembrano muoversi nella medesima ottica. Anche dalla lettura del DM Salute 21 giugno 2016, che ha individuato quali sono i ricavi ed i costi da prendere in considerazione al fine di valutare il sostanziale equilibrio economico degli enti del SSN ai sensi del sopra indicato comma 524, si può desumere (procedendo ad lettura sistematica con gli artt. 8, e seguenti, del d.lgs. n. 502 del 1992, che disciplinano i parametri di finanziamento delle aziende sanitarie e ospedaliere), che il legislatore, con l’art. 1, commi 524 e seguenti, della legge n. 208 del 2015, abbia inteso rivedere l’equilibrio economico degli enti del SSN anche in senso sostanziale, e non solo contabile. In particolare, ciò che, anche in base al decreto ministeriale attuativo, sembra rilevare non è tanto il pareggio di bilancio (conseguibile, da un’azienda ospedaliera non efficiente, mediante un finanziamento regionale sovrabbondante), ma l’effettivo equilibrio economico fra erogazione delle prestazioni sanitarie e relativa remunerazione standard. Nel caso in cui questo equilibrio non si verifichi, perché i costi di struttura (in gran parte fissi) sono sensibilmente superiori ai ricavi che, in base ai parametri nazionali, la regione può attribuire all’azienda ospedaliera, scatta l’obbligo di adottare la procedura di rientro prevista dalla legge di stabilità per il 2016. Di conseguenza, gli enti del SSN che presentano il descritto “ scostamento qualificato ” fra costi e ricavi devono presentare alla Regione, entro novanta giorni dall'emanazione del provvedimento di individuazione, un piano di rientro, di durata non superiore al triennio, contenente le misure atte al raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario o al miglioramento della qualità delle cure o all'adeguamento dell'offerta (comma 528). Le regioni, nei successivi trenta giorni, devono valutare l'adeguatezza delle misure previste e la loro coerenza con la propria programmazione sanitaria, e, in caso positivo, approvarli con provvedimento della Giunta. In fase esecutiva, poi, la regione deve verificare trimestralmente il conseguimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e, in caso negativo, adottare misure per ricondurre in equilibrio la gestione, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (comma 533). Si prevede, infine, che tutti i contratti dei direttori generali, inclusi quelli in essere, siano integrati con una clausola di decadenza automatica in caso di

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mancata approvazione del piano di rientro o di esito negativo della verifica annuale sullo stato di attuazione (comma 534). La ratio che sottende l'intera disciplina è quella di prevenire situazioni di squilibrio economico che, in passato, hanno portato a far scattare in molte regioni i piani di rientro dai deficit sanitari. Il legislatore sembra puntare a interventi mirati in grado di colpire, con piani correttivi, solo gli enti sanitari che presentino effettivamente gestioni economiche non equilibrate. Sulla base della normativa esposta, è stato chiesto alla Regione di fornire chiarimenti in ordine all’avvenuta individuazione, e relativo procedimento adottato, degli enti del servizio sanitario regionale, palesanti, ai sensi dell’esposto art. 1, comma 524, della legge n. 208 del 2015, uno scostamento tra costi e ricavi da attività (come specificati dal decreto ministeriale attuativo 21 giugno 2016) pari o superiore al 7 per cento o, in valore assoluto, ad almeno 7 milioni di euro (ovvero il mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure, come valutati dal medesimo decreto attuativo). Si è chiesto di specificare, altresì, se, a fronte della ricorrenza dei sopra esposti parametri, gli enti sanitari interessati siano stati invitati ad approvare un piano di rientro. La Regione ha precisato che, in base ad una prima istruttoria svolta dai propri uffici interni, effettuata prima della approvazione del decreto ministeriale, era emerso che l'IRCCS Gaslini non rispettava i requisiti del punto a) del sopracitato comma 524. Il decreto attuativo, che ha definito in maniera analitica le modalità di calcolo dello scostamento tra costi e ricavi, rilevati nel modello CE, ha confermato il ridetto risultato. Di conseguenza, con nota n. 203091 del 19 settembre 2016, la Regione ha chiesto un incontro tecnico per sottoporre ai Ministeri dell'Economia e della Salute la metodologia da applicare all'Istituto individuato. Inoltre, con la nota del 20 febbraio 2017 (n. 2632), la Regione ha comunicato al Ministero della salute gli esiti degli ulteriori approfondimenti relativi al punto b) del sopra esposto comma 524, dai quali si traeva conferma dell’inclusione dell’IRCCS Gaslini. Con nota n. 179236 del 12 maggio 2017, inoltre, di riscontro ad altra lettera del Ministero della salute (n. 10650 del 4 aprile 2017), la Regione ha ribadito la richiesta di un incontro con i ministeri competenti, propedeutico all'adozione del provvedimento formale di individuazione degli enti da sottoporre a piano di rientro. La Sezione prende atto delle attività istruttorie condotte dalla Regione, rilevando, tuttavia, la mancata osservanza dei termini previsti dalla legge, che, come sopra esposto, prevedevano l’individuazione degli enti palesanti la non osservanza dei parametri previsti dal comma 524 entro il 31 marzo 2016 (scadenza non osservata a causa dell’emanazione del decreto ministeriale attuativo in data 21 giugno 2016). La

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legge prevede, inoltre, che l’azienda sanitaria interessata presenti il pirano di rientro triennale entro novanta giorni dalla formale individuazione da parte della Regione, adempimento quest’ultimo non ancora effettuato.

Indebitamento e situazione di cassa degli enti del servizio sanitario

Il fenomeno dell’indebitamento richiede un’analisi complessiva delle passività finanziarie e, in particolare, dell’esposizione debitoria verso i fornitori, il cui ammontare può costituire sintomatico indicatore di rischio per la tenuta degli equilibri di bilancio. L’incremento delle passività a breve termine indica, infatti, la difficoltà degli enti nel far fronte ai propri impegni commerciali, per insufficiente liquidità. Poiché le aziende sanitarie si alimentano essenzialmente con la quota del fondo sanitario attribuito dalla Regione di appartenenza, il problema è strettamente connesso anche all’eventuale ritardo nel trasferimento di tali risorse. L’allungamento dei tempi di pagamento delle forniture, in disparte altre considerazioni, può comportare il ricorso alle anticipazioni di tesoreria, e, in passato, ha indotto ad effettuare operazioni di cartolarizzazione dei debiti. Tutte soluzioni che producono un aggravio di oneri, quanto meno in termini di interessi, e che, nel caso delle cartolarizzazioni, riversano sugli esercizi futuri le difficoltà attuali. Il contenzioso derivante dall’insolvenza degli enti del SSR, poi, costituisce, in talune realtà territoriali, un fenomeno rilevante, di cui anche il legislatore si è dovuto fare carico 219 . Nella tabella che segue, tratta dalla deliberazione della Sezione delle autonomie n. 17/SEZAUT/2017/FRG, sono esposti i dati sull’indebitamento complessivo degli enti facenti parte del servizio sanitario nazionale (comprese le Gestioni sanitarie accentrate, di seguito GSA, presso le regioni, instituite con il d.lgs. n. 118 del 2011), relativi all’arco temporale 2011-2015. I dati esposti rilevano mutui, debiti verso fornitori, debiti verso aziende sanitarie extraregione ed altre tipologie d’indebitamento (in cui confluiscono, tra gli altri, i debiti verso l’istituto tesoriere ed eventuali operazioni finanziarie relative ai debiti verso i fornitori). L’indebitamento totale evidenzia una riduzione nel 2015, rispetto al 2012, pari a -5,2 miliardi di euro (-8,43 per cento). Tuttavia, dopo un periodo (2012-2014) in cui si assiste ad una

219 Sono state disposte, infatti, reiterate sospensioni delle azioni esecutive nei confronti di aziende sanitarie e ospedaliere delle regioni sottoposte a piano di rientro dai disavanzi. Detta sospensione era stata rinnovata, fino al 31 dicembre 2013, dall'art. 1, comma 51, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, come modificato dall’art. 6 -bis , comma 2, lettere a) e b), del decreto-legge 13 settembre 2012, 158, convertito dalla legge 8 novembre 2012, n. 189. La sentenza della Corte costituzionale n. 186 del 3 luglio 2013 ha dichiarato l’illegittimità di queste disposizioni per violazione dell’art. 111 della Costituzione, ritenendo che, a presidio della fondamentale esigenza di assicurare la continuità della erogazione delle funzioni essenziali connesse al servizio sanitario, già risulta posta la previsione di cui all’art. 1, comma 5, del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 9, convertito con legge 18 marzo 1993, n. 67, in base al quale è assicurata l’impignorabilità dei fondi a destinazione vincolata essenziali ai fini della erogazione dei servizi sanitari.

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contrazione della esposizione debitoria, nel 2015 si registra una crescita pari a 8 miliardi (+16,6 per cento). La riduzione dell’esposizione debitoria fino al 2014 è da ascriversi essenzialmente alle diverse azioni intraprese a livello statale, anche attraverso l’anticipazione di liquidità. Nel caso della Regione Liguria, il trend discendente, avviato dal 2012, subisce un’inversione di tendenza nel 2014, anno in cui aumenta nuovamente, ma torna poi, contrariamente a dato nazionale, a decrescere nel 2015 (-11,49 per cento).

Tab. n. 107 - Indebitamento totale enti del SSN 2011-2015 (dati in Variazione Variazione migliaia di 2011 2012 2013 2014 2015 2015-2014 2015-2012 euro) Liguria 1.104.976 1.013.333 848.957 915.478 810.263 -11,49 -20,04 Itali 55.616.700 61.868.233 51.602.462 48.577.347 56.652.954 16,62 -8,43 Fonte: Corte dei conti, Sezione delle Autonomie, deliberazione n. 17/SEZAUT/2017/FRG

Complementare elemento di valutazione della situazione debitoria verso terzi degli enti del SSR attiene alla complessiva esposizione della Regione verso i propri enti gerenti il servizio sanitario (ASL, AO, AOU, IRCCS). Appare evidente, infatti, trattandosi di soggetti a sostanziale finanza derivata, che, in caso di ridotto o ritardato trasferimento di fondi da parte della regione, si crea una tensione negativa sul fronte della cassa dell’ente sanitario (che, a fronte dell’assunzione di obbligazioni in base al budget di risorse attribuito, non dispone della liquidità necessaria al pagamento dei fornitori). In proposito, in riscontro a specifica istanza istruttoria, la Regione ha esplicitato la propria situazione debitoria verso gli enti del SSR al 31 dicembre 2016220 .

220 La Regione ha precisato che, nei primi mesi del 2017, è stata avviata, assieme alle aziende del SSR, un’attività di circolarizzazione dei crediti/debiti intercorrenti fra di esse, finalizzata alla riconciliazione. Nel mese di aprile la Regione ha comunicato, alle aziende, le posizioni riconciliate a tale data, ai fini dell’utilizzo degli stessi per la definizione delle poste patrimoniali.

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Tab. n. 108 - Debiti della regione Liguria verso gli enti del SSR Crediti delle aziende al 31/12/2016 AZIENDE/IRCCS/EO (dato riconciliato al mese di aprile 2017)

Azienda Ligure Sanitaria (A.Li.Sa.) 7.474.914,48 ASL 1 – Imperiese 55.515.741,06 ASL 2 – Savonese 86.077.572,39 ASL 3 – Genovese 162.582.555,85 ASL 4 – Chiavarese 35.769.320,64 ASL 5 – Spezzino 163.859.673,32 IRCCS AUO San Martino – IST 65.544.077,97 IRCCS Istituto Gaslini 29.979.590,96 EO Ospedali Galliera 20.340.694,72 EO Evangelico Internazionale 3.596.303,22 TOTALE 630.740.444,61 Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria Dati al 31 dicembre 2016

I dati evidenziano come la mole di debiti della Regione verso i propri enti strumentali sia ancora cospicua (630 milioni di euro) e discenda non solo da posizioni risalenti nel tempo (evidenziate nell’apposito allegato alla risposta istruttoria del 7 giugno 2017), ma anche da impegni assunti, e non pagati, di competenza del medesimo esercizio 2016. Nell’analisi istruttoria è stato rilevato come gli impegni assunti, nel rendiconto regionale 2016, verso gli enti del SSR, e non pagati (perimetro sanitario, missione 13) risultano pari ed euro 182.486.084, e, sommati ai residui passivi già esistenti per il medesimo titolo (euro 261.528.018), producano un importo complessivo (circa 444 milioni di euro) inferiore a quello esposto, come credito (630 milioni di euro circa), nei modelli SP degli enti del SSR. La Regione ha precisato che, anche per l’anno 2016, è stata effettuata una riconciliazione dei crediti vantati dagli enti del SSR, da cui si è evinto che il totale degli impegni risultanti dal rendiconto 2016 (ivi compresa la parte non perimetrata) ammonta a 463 milioni. Tuttavia, in sede di riconciliazione, sono emerse liquidazioni effettuate a fine esercizio per un totale di circa 115 milioni. A tale importo occorre aggiungere le assegnazioni effettuate con DGR 302 del 14 aprile 2017 (circa 5 milioni), riferite a risorse vincolate assegnate a fine esercizio 2016, che, a seguito delle indicazioni del Tavolo tecnico ex art. 12 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, devono essere inserite nei bilanci 2016 degli enti sanitari. Inoltre, vanno sommati una serie di impegni perenti, pari a circa 50 milioni di euro, non più rappresentati, in aderenza alle previgenti regole contabili, nel rendiconto regionale. La Sezione prende atto dei chiarimenti forniti, evidenziando solo la permanete presenza di circa 19 milioni di euro di impegni verso enti del SSR, pari alla differenza

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fra l’ammontare degli impegni al 31 dicembre 2016, indicato dalla Regione (463 milioni) e quelle rilevabile dal rendiconto 2016, parte “ perimetrata sanità ” (444 milioni), che trovano collocazione in parti del bilancio regionale non riguardanti la sanità (imputazione che, in base alle regole dettate in materia di armonizzazione dall’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011, dovrebbero essere superate). Quanto esposto palesa, comunque, la necessità di proseguire le azioni finalizzate ad adempiere tempestivamente le obbligazioni assunte verso gli enti sanitari regionali in anni pregressi. In particolare, in sede istruttoria, sono stati enucleati (utilizzando i dati comunicati nell’allegato n. 8 alla risposta istruttoria del 7 giugno 2017) i crediti verso Regione aventi un’anzianità superiore ai 5 esercizi (2011 e precedenti). La tabella evidenzia come i ridetti crediti ammontino, complessivamente, a oltre 66 milioni di euro (pari al 10,60% dell’importo totale) e risultino in due casi (ASL n. 1 Imperiese e ASL n. 5 Spezzino) particolarmente elevati sia in termini assoluti (rispettivamente oltre 14 ed oltre 38 milioni di euro) che percentuali (costituendo il 26,94% dei crediti vantati da ASL 1 verso la Regione e il 23,40% dei crediti da ASL 5 verso la Regione).

Tab. n. 109 - Debiti della regione Liguria verso gli enti del SSR ante 2011

CREDITI AL Percentuale crediti 31/12/2016 CREDITI ANTE ante 2011 su (dati riconciliati al 2011 totale crediti al mese di aprile 31/12/2016 2017)

Azienda Ligure Sanitaria (A.Li.Sa) 42.857,15 7.474.914,48 0,57% ASL 1 - Imperiese 14.954.496,36 55.515.741,06 26,94% ASL 2 - Savonese 1.009.886,26 86.077.572,39 1,17% ASL 3 - Genovese 7.611.160,54 162.582.555,85 4,68% ASL 4 - Chiavarese 864.709,51 35.769.320,64 2,42% ASL 5 – Spezzino 38.348.582,95 163.859.673,32 23,40% IRCCS San Martino IST 1.702.485,20 65.544.077,97 2,60% IRCCS Istituto Gaslini 365.108 29.979.590,96 1,22% E.O. Ospedali Galliera 1.835.810,80 20.340.694,72 9,03% Ospedale Evangelico Internazionale 98.389,00 3.596.303,22 2,74% Totale 66.833.485,95 630.740.444,61 10,60% Fonte: elaborazione della Sezione controllo su dati forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

Nelle controdeduzioni, la Regione ha precisato che i crediti vantati dagli enti del SSR, aventi anzianità superiore ai 5 esercizi, sono costituiti, in prevalenza, da assegnazioni in conto capitale, la cui erogazione avviene sulla base degli stati di avanzamento lavori. La tabella che segue espone, invece, l’indebitamento complessivo degli enti del servizio sanitario regionale, quale risulta dai modelli di stato patrimoniale pervenuti alla scrivente Sezione ai sensi dell’art. 1, comma 3, del decreto-legge 10 ottobre

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2012, n. 174, convertito dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213 (per gli esercizi 2013, 2014 e 2015) e nel corso dell’istruttoria (per l’esercizio 2016).

Tab. n. 110 - Indebitamento enti del servizio sanitario regionale – anni 2013-2016

VARIAZIONE 2013 2014 2015 2016 2013 - 2016

Debiti per mutui 16.467.000 33.400.000 44.354.000 38.950.000 137% passivi (D.I) Debiti verso lo stato 0 157.087.000 23.174.000 0 0 (D.II)

Debiti v/regione o provincia autonoma 10.178.000 173.989.000 149.327.000 8.081.000 -21% (DIII)

Debiti v/Comuni 3.234.000 3.674.000 4.062.000 3.917.000 21% (D.IV)

Debiti v/Aziende sanitarie pubbliche 16.481.000 862.000 946.000 26.245.000 59% (D.V)

Debiti v/società partecipate e/o enti 5.202.000 5.873.000 5.924.000 485.000 -91% dipendenti della regione (D.VI)

Debiti v/Fornitori 466.385.000 457.861.000 463.422.000 442.732.000 -5% (D.VII)

Debiti v/Istituto 59.544.000 7.505.000 16.859.000 4.131.000 -93% tesoriere (D.VIII)

Debiti Tributari (D.IX) e Debiti 95.797.000 88.357.000 103.526.000 124.198.000 30% v/Istituti previdenziali (D.X)

Debiti v/altri (D.XI) 173.006.000 162.165.000 150.786.000 167.813.000 -3%

Totale debiti (D) 846.294.000 1.090.773.000 962.380.000 816.552.000 -4% Fonte: modelli SP, consolidato regionale, 2013, 2014 e 2015; modelli SP consuntivo 2016.

I dati esposti evidenziano come, in termini assoluti, l’indebitamento complessivo degli enti del SSR ligure diminuisca, nell’ultimo triennio, da euro 846.294.000 ad euro 816.552.000 (con un decremento, in termini percentuali, pari al 4 per cento). In particolare, risultano in riduzione i “ debiti v/società partecipate e/o enti dipendenti della regione” (da euro 5.202.000 nel 2013 ad euro 485.000 nel 2016, pari a meno 91 per cento) ed i “debiti v/istituto del tesoriere” (da euro 59.544.000 nel 2013 ad euro 4.131.000 nel 2016, pari a meno 93 per cento). Sono, invece, in netto aumento i “ debiti per mutui passivi ” (da euro 16.467.00 nel 2013 ad euro 38.950.000 nel 2016, pari a più 137 per cento).

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8.7.1 Situazione di cassa e tempi di pagamento ai fornitori

Collegata alla tematica dell’indebitamento, in particolare a breve termine (fornitori, dipendenti, agenzie fiscali, enti di previdenza, etc.), è l’analisi della situazione di cassa degli enti del SSR. Al fine di effettuare alcune valutazioni si è fatto riferimento, in sede istruttoria, a tre dati sintetici, capaci di esprimere l’adeguatezza delle azioni adottate dalla Regione al fine di garantire congrui flussi finanziari gli enti del SSR, nonché di rispettare le norme, emanate nel corso del tempo, tese a garantire la tempestività dei pagamenti della pubblica amministrazione (primo fra tutti il decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, come integrato dal decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192). Nella tabella sotto riportata è riepilogato l’ammontare complessivo, disaggregato per azienda/ente, degli interessi passivi contabilizzati nel 2016 per ritardato pagamento ai fornitori, nonché i tempi medi di pagamento registrati nel 2015 e quelli rilevati nel 2016.

Tab. n. 111 - Interessi passivi e tempi medi di pagamento ai fornitori – anno 2016 IRCCS San IRCCS A.Li.Sa. Asl 1 Asl 2 Asl 3 Asl 4 Asl 5 Totale Martino Gaslini IST Altri interessi passivi (voce CE, 0 92.000 0 9.000 34.000 56.000 55.000 0 246.000 C.3.C)

Tempi medi pagamento - 60 62 60 60 65 64 54 61 media 2016 Fonte: dati comunicati dalla Regione in fase istruttoria

Al fine di poter operare un confronto intertemporale, si riportano gli stessi dati relativi al precedente esercizio 2015, acquisiti in sede di esame del rendiconto generale della Regione per quest’ultimo esercizio.

Tab. n. 112 - Interessi passivi e tempi medi di pagamento ai fornitori – anno 2015 IRCCS San IRCCS Asl 1 Asl 2 Asl 3 Asl 4 Asl 5 Totale Martino IST Gaslini Altri interessi passivi (voce CE, 150.000 0 1.000 30.000 81.000 127.000 0 389.000 C.3.C)

Tempi medi pagamento 64 63 60 67 65 75 60 65 media 2015 Fonte: dati comunicati dalla Regione in fase istruttoria

Rispetto all’esercizio precedente si evidenzia un miglioramento dei tempi medi di pagamento (da 65 a 61 giorni), che, tuttavia, non risultano ancora perfettamente allineati a quelli massimi prescritti dall’art. 4 del d.lgs. n. 231 del 2001 (pari, per gli enti del servizio sanitario, a 60 giorni) 221 . Quest’ultima norma dispone che, salvo le

221 Va precisato che trattasi di un dato medio, mentre il parametro legislativo fa riferimento al pagamento della singola fattura. In tal senso, fattori legittimi di ritardo possono essere costituiti da eventuali contestazioni o dalla necessità di procedere all’effettuazione delle prescritte verifiche di conformità.

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eccezioni espressamente previste, il debitore di una transazione commerciale deve corrispondere automaticamente interessi moratori in caso di superamento di trenta giorni dalla data di ricevimento della fattura o di una richiesta di pagamento equivalente. Nelle transazioni commerciali in cui il debitore è una pubblica amministrazione le parti possono pattuire, in modo espresso, un termine superiore a quello ordinario quando sia giustificato dalla natura o dall'oggetto del contratto o dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione. In ogni caso i termini concordati non possono essere superiori a sessanta giorni. Il termine ordinario di trenta giorni è raddoppiato per gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria. Evidente appare, altresì, la riduzione complessiva dei costi per interessi passivi, che diminuiscono, su base regionale, da 389.000 a 246.000 euro (pari a circa il 37 per cento). Nello specifico, la contrazione è dovuta al forte contenimento di tali oneri da parte dell’ASL 5 Spezzino e dell’IRCCS AUO San Martino–IST. Dalla tabella che segue, inserita nel verbale del Tavolo tecnico ministeriale del 15 marzo 2017, riguardante i pagamenti ai fornitori effettuati da parte del SSR durante l'anno 2016, si evince che circa il 79 per cento estinguono fatture emesse nel medesimo esercizio 2016, e quasi il 21 per cento fatture emesse nel 2015. I pagamenti relativi a fatture emesse nell’anno 2014 e precedenti risultano residuali. Tuttavia, complessivamente il 24 per cento dei pagamenti dagli enti del SSR ligure risulterebbe effettuato oltre i termini massimi. In particolare, la GSA, l’ASL 1 Imperiese, l’ASL 3 Genovese e l’IRCCS-AOU San Martino-IST presentano percentuali che variano dal 42 al 58 per cento.

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Tab. n. 113 - Pagamenti fatture effettuati dal SSR nel 2016 per anno di emissione Importo pagamenti pagamenti effettuati Pagamenti effettuati durante il 2016 per anno di emissione fattura effettuati oltre oltre i i termini termini previsti previsti Enti Ante 2013 2013 2014 2015 2016 Totale (7) (6)=(1)+(2)+ (1) (2) (3) (4) (5) (3)+(4)+(5)

GSA - - - 1.848.337,38 3.800.156,94 5.648.494,32 2.908.833,70 51,50%

A.Li.Sa.* - - - - 164.758,88 164.758,88 - 0,00%

ASL 1 250.157,77 117.619,27 144.885,26 34.212.717,22 106.908.004,02 141.633.383,54 60.173.996,00 42,49%

ASL 2 117.559,46 184.725,46 1.303.443,02 47.916.535,06 213.509.213,00 263.031.476,00 90.157.503,00 34,28%

ASL 3 85.457,00 426.477,00 392.888,00 71.818.118,00 252.108.366,00 324.831.306,00 139.481.498,00 42,94%

ASL 4 119.271,09 21.825,36 35.340,46 17.207.226,78 66.964.883,50 84.348.547,19 18.467.703,80 21,89%

ASL 5 19.211,68 38.003,32 182.436,37 36.995.257,20 145.670.614,96 182.905.523,53 70.988.041,00 38,81% IRCCS S.Martino- 408.476,75 33.276,56 338.814,79 56.219.438,17 194.698.231,57 251.698.237,84 145.664.320,00 57,87% IST IRCCS 41.229,09 49.462,20 121.580,97 11.295.252,52 49.022.497,48 60.530.022,26 8.170.666,48 13,50% Gaslini Totale 1.041.362,84 871.389,17 2.519.388,87 277.512.882,33 1.032.846.726,35 1.314.791.749,56 536.012.561,98 40,77% % sui pagamenti 0,08% 0,07% 0,19% 21,11% 78,56% 100,00% effettuati nel 2016 Fonte: dati forniti dalla Regione Liguria in sede istruttoria (verbale Tavolo tecnico MEF del 15 marzo 2017)

Si fa notare che il totale dei pagamenti effettuati oltre i termini massimi, esposto, nel ridetto verbale del Tavolo tecnico, in misura pari a euro 311.189.534, non risulta aderente alla somma degli importi imputati ai singoli enti del SSR, pari a 536.012.561 (come tale riportato in

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Tab. n. 113). La Regione, nelle controdeduzioni, ha comunicato di aver informato il Tavolo tecnico del MEF di tale disallineamento. Il prospetto che riporta l’indicatore di tempestività dei pagamenti, pubblicato da ciascuna azienda sanitaria e dalla Regione, in aderenza a quanto prescritto dall’art. 41 del decreto-legge n. 66 del 2014, convertito dalla legge n. 89 del 2014, mostra che, nel 2016, tutte le aziende hanno migliorato le loro prestazioni.

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Tab. n. 114 - Indicatori di tempestività dei pagamenti pubblicati da Aziende SSR

Indicatore Indicatore annuale Indicatore trimestrale tempi di pagamento Enti SSR annuale tempi di tempi di pagamento

pagamento 2015

1° Trim 2° Trim 3° Trim 4° Trim 2014 2015 Anno 2016 2016 2016 2016 2016

GSA //// -0,07 20,00 25,85 33,17 6,26 6,26

A.Li.Sa. //// //// ///// ///// ///// -34,45 -34,45

ASL 1 -4,74 23,99 21,55 6,46 -3,49 -10,38 4,12

ASL 2 -6,19 15,32 2,97 -19,94 -9,46 4,12 6,25

ASL 3 18,99 -1,86 -0,33 -1,32 -3,86 -1,73 -1,97

ASL 4 3,14 -6,62 -8,18 -4,01 -11,74 -6,32 -7,36

ASL 5 23,24 10,00 8,43 -11,51 -14,01 -5,09 -5,87 IRCCS S an -4,58 7,59 2,90 2,34 -1,33 -3.06 0,31 Martino-IST IRCCS Gaslini 5,05 -1,99 -8,54 -14,43 -11,13 -10,57 -11,10 Fonte: dati forniti dalla Regione Liguria in sede istruttoria (verbale Tavolo tecnico MEF del 15 marzo 2017)

L’art. 41 del d.l. n. 66 del 2014 ha prescritto che, a decorrere dal 2014, ai bilanci consuntivi o di esercizio delle pubbliche amministrazioni vada allegato un prospetto, sottoscritto dal rappresentante legale e dal responsabile finanziario, attestante l'importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal d.lgs. n. 231 del 2002, nonché l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti di cui all'articolo 33 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. In caso di superamento dei predetti termini, le medesime relazioni devono indicare le misure adottate o programmate. L'organo di controllo di regolarità amministrativa e contabile deve verificare le predette attestazioni, dandone atto nella propria relazione. Il comma 4 del medesimo art. 41 prevede, altresì, che le regioni, con riferimento agli enti del servizio sanitario nazionale, trasmettano al Tavolo di verifica degli adempimenti regionali di cui all'art. 12 dell'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, una relazione contenente le informazioni sopra indicate e le iniziative assunte in caso di superamento dei tempi di pagamento previsti dalla legislazione vigente. La trasmissione della relazione e l'adozione da parte degli enti di misure idonee costituisce adempimento regionale ai fini dell'articolo 2, comma 68, lettera c), della legge n. 191 del 2009 (quota di finanziamento statale condizionata alla verifica positiva degli adempimenti regionali). A tal fine l’art. 9 del decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 settembre 2014 definisce l’indicatore, trimestrale e annuale, di tempestività dei pagamenti “come la somma, per ciascuna fattura emessa a titolo corrispettivo di una

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transazione commerciale, dei giorni effettivi intercorrenti tra la data di scadenza della fattura o richiesta equivalente di pagamento e la data di pagamento ai fornitori moltiplicata per l'importo dovuto, rapportata alla somma degli importi pagati nel periodo di riferimento” . Sulla base di tale definizione, un indice pari a zero o negativo evidenzia il rispetto dei tempi massimi, in termini di media complessiva parametrata al peso delle transazioni commerciali, posti dal d.lgs. n. 231 del 2002. Viceversa, un indice superiore a zero evidenzia il mancato rispetto, nell’arco temporale di riferimento, sempre in termini di media ponderata, dei riferiti tempi massimi. Sotto quest’ultimo profilo, pertanto, nel 2016, in base ai dati comunicati dalla Regione al Tavolo tecnico ministeriale di verifica, l’obiettivo di tempestiva effettuazione dei pagamenti non risulta raggiunto dalle ASL n. 1 “ Imperiese ”, dall’ASL n. 2 “ Savonese ” e, anche se di poco, dall’IRCCS-AOU San Martino-IST. Per quanto riguarda la GSA, la Regione ha fatto presente nel predetto verbale del Tavolo tecnico, che i pagamenti, come per tutti gli enti del SSR, sono da effettuare entro 60 giorni. Dal momento che il calcolo dell’indicatore annuale è stato parametrato, invece, su 30 giorni, e non su 60, il valore effettivo dovrebbe essere pari a -23,74 giorni (e non quello esposto, palesante un ritardo medio di 6,26 giorni) Sotto il profilo, invece, dell’ammontare dei pagamenti effettuati oltre i termini prescritti dal d.lgs. n. 231 del 2002, si evidenzia la cospicua mole complessiva a livello regionale (pari a oltre 536 milioni di euro222 ), generata, in particolare, dall’ASL n. 3 “ Genovese ” (139 milioni di euro) e dall’IRCCS-AOU San Martino-IST (145 milioni di euro), che costituiscono il primo ed il terzo ente pagatore sanitario regionale. In proporzione, appare maggiormente rilevante la situazione dell’ASL n. 1 “Imperiese”, che, a fronte di pagamenti complessivi a fornitori, nel 2016, per circa 141 milioni di euro, denota un ammontare fuori termine per oltre 60 milioni di euro. Relativamente alle modalità di pubblicazione dei dati il Tavolo rileva nuovamente che nessuna azienda, ad eccezione dell’ASL n. 4 Chiavarese, ha pubblicato i dati in formato tabellare aperto, come previsto dal DPCM 22 settembre 2014. Altro dato, complementare ai precedenti, denotante una sana gestione finanziaria degli enti del SSR, è costituito dall’evoluzione dei costi per anticipazioni richieste all’istituto cassiere. Un’eventuale sofferenza di cassa, infatti, può produrre un incremento degli oneri per interessi passivi in caso di ritardato pagamento ai fornitori o, per converso, un aumento deli interessi passivi per anticipazioni nell’ipotesi in cui, per far fronte ai ridetti debiti, si chieda un momentaneo prestito al proprio istituto

222 311 milioni di euro, secondo la somma, non corretta, riportata nel citato verbale del Tavolo tecnico ministeriale del 15 marzo 2017.

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cassiere. La successiva tabella espone gli interessi passivi di tale natura contabilizzati dalle singole aziende ed enti del SSR nel bilancio 2016.

Tab. n. 115 - Interessi passivi per anticipazioni di tesoreria 2016 IRCCS AOU IRCCS Asl 1 Asl 2 Asl 3 Asl 4 Asl 5 San Martino Totale Gaslini IST C.3.A.) Interessi passivi - - - 5 11 32 - 48 su anticipazioni di cassa In migliaia di euro Fonte: dati comunicati dalla Regione in fase istruttoria

I dati evidenziano un lieve aumento rispetto al 2015, esercizio in cui, a livello regionale, erano esposti costi per 41.000 euro. Analizzando la ripartizione territoriale si nota un ricorso alle anticipazioni di cassa solo da parte delle ASL n. 4 Chiavarese e n. 5 Spezzina, nonché dell’IRCCS-AOU San Martino-IST.

La gestione di tesoreria delle entrate destinate al SSR

In applicazione dell’art. 77 -quater del decreto-legge 25 giugno 2008, 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, a decorrere dal primo gennaio 2009 le somme che affluiscono, a titolo di IRAP e di addizionale all’IRPEF, ai conti di tesoreria sono accreditate sul conto corrente bancario aperto presso il tesoriere regionale. Anche la compartecipazione all’IVA viene accreditata, con cadenza mensile, alla contabilità speciale intestata alla Regione Liguria presso la tesoreria provinciale dello Stato. Di conseguenza, l’anticipazione mensile per il finanziamento della spesa sanitaria, prevista dall’art. 1, comma 796, lett. d), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 a favore delle regioni, è attivata solo in caso di incapienza delle predette risorse ad assicurare il finanziamento della spesa sanitaria corrente. In materia di tesoreria, inoltre, dal 2012 al 2017, è stata disposta la sospensione del sistema di tesoreria unica mista, previsto dall’art. 7 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279 (cfr. art. 35, commi 8-13, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, la cui efficacia è stata prorogata dall’art. 1, comma 395, della legge 23 dicembre 2014, n. 190). Tale sospensione non permette agli enti di detenere risorse proprie sui conti correnti aperti presso il sistema bancario, ma obbliga il tesoriere a riversarli sui conti di tesoreria statale. Inoltre l’art. 21 del d.lgs. n. 118 del 2011 ha introdotto l’obbligo della gestione separata dei movimenti di cassa relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale. La norma prevede che, per garantire trasparenza e confrontabilità dei flussi di cassa, relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale: - le risorse destinate al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale standard, sia a titolo di trasferimento dal bilancio dello Stato che di

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anticipazione mensile, vanno versate in conti di tesoreria unica appositamente istituiti per il finanziamento del servizio sanitario nazionale; - le ulteriori risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario sono versate in appositi conti correnti intestati alla sanità presso i tesorieri delle regioni, secondo le modalità previste dall'art 77 -quater , comma 2, del d.l. n. 112 del 2008. Di conseguenza, ai fini delle rilevazioni SIOPE (sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), previste dall’art. 28 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 e dall’art. 14 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le regioni sono identificate da distinti codici ente, riguardanti la gestione non sanitaria e quella sanitaria. Naturalmente, la sopravvenuta sospensione del sistema di tesoreria unica mista si applica anche alla gestione dei conti correnti intestati alla sanità. La tabella che segue espone, in sintesi, i dati della resa del conto del tesoriere relativi alla gestione sanitaria dell’esercizio 2016.

Tab. n. 116 - Conto del tesoriere al 31 dicembre 2016 - Gestione sanità Tesoriere Regione Differenze note DG 617 del 24/04/15 “Regolarità del conto del Tesoriere Fondo cassa al esercizio 2014” e DG 104.141.791,08 126.461.163,28 -22.319.372,30 31/12/2015 479 del 27/05/2016 “Regolarità del conto del Tesoriere esercizio 2015”. Riscossioni c/residui (1) 585.147.240,86 585.147.240,86 0 Riscossioni c/competenza 3.507.094.362,80 3.507.094.362,80 0 (2) TOTALE RISCOSSIONI 4.092.241.603,66 4.092.241.603,66 0 (1+2) Il mandato 11070 emesso per € 225,70 sul cap. 5295- residui, perimetro Pagamenti c/residui (3) 696.774.208,08 696.774.433,78 -225,70 sanità, è stato erroneamente inviato sulla gestione ordinaria Il mandato 11071 emesso per € 255,42 sul cap. 5375- Pagamenti c/competenza competenza, 3.474.197.488,57 3.474.197.743,99 -225,42 (4) perimetro sanità, è stato erroneamente inviato sulla gestione ordinaria TOTALE PAGAMENTI 4.170.971.696,65 4.170.972.177,77 -481.12 (3+4)

Fondo cassa al - 25.411.698,09 47.730.589,27 31/12/2015 22.318.891,18 Fonte: Deliberazione di Giunta regionale n. 318 del 14 aprile 2017, prospetto di conciliazione.

8.8.1 Conciliazione con le rilevazioni SIOPE

Il SIOPE è, come accennato, un sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche (nato dalla

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collaborazione tra Ragioneria generale dello Stato, Banca d’Italia e ISTAT, in attuazione dell’art. 28 della legge n. 289 del 2002). L’art. 77 -quater , comma 11, del d.l. n. 112 del 2008, prevede che i prospetti dei dati SIOPE e delle disponibilità liquide siano un allegato obbligatorio del rendiconto o del bilancio di esercizio degli enti pubblici 223 . Con riferimento alla regione Liguria, ai fini della rilevazione telematica dei dati SIOPE, sono stati attribuiti, a decorrere dal 1° gennaio 2012, due “codici ente ”: uno per la gestione non sanitaria ed uno per la gestione sanitaria , in ottemperanza a quanto stabilito dagli articoli 20 e 21 del d.lgs. n. 118 del 2011. Le risultanze della rilevazione SIOPE ed i corrispondenti dati rilevati dalle scritture contabili della Regione Liguria presentano, come accertato già negli anni scorsi, una differenza di euro 22.318.891. Nella gestione ordinaria, a fronte di un importo di euro 84.774.645, presente in SIOPE, il fondo di cassa al 31 dicembre 2016, risultante dalle scritture della Regione, è, invece, di euro 62.455.754 (con saldo negativo, appunto, di euro 22.318.891,18). Invece, nella “ gestione sanità ”, a fronte di un importo di euro 25.411.698, presente in SIOPE, il fondo di cassa al 31 dicembre 2016, risultante dalle scritture della Regione sui capitoli perimetrati sanità, è pari alla cifra superiore di euro 47.730.589 (con corrispondente saldo positivo di euro 22.318.891). Nel 2016, in particolare, il totale delle riscossioni della gestione sanitaria, risultante dal sito SIOPE-RGS, è stato di euro 4.092.241.603, e corrisponde al totale delle riscossioni risultante dalle scritture contabili della gestione sanitaria della Regione. Allo stesso modo, il totale dei pagamenti risulta di euro 4.170.971.696, mentre nel rendiconto della Regione, gestione sanitaria, è esposto per euro 4.170.972.177, con una differenza negativa di euro 481,12, della quale la relazione al rendiconto riporta puntuale giustificazione.

223 L’art. 2, comma 4, del D.M. del 25 gennaio 2010, n. 38666 prevede, altresì, che “ …nel caso in cui i prospetti dei dati SIOPE relativi all’esercizio precedente o la relativa situazione delle disponibilità liquide non corrispondano alle scritture contabili dell’ente e del cassiere o tesoriere, l’ente allega al rendiconto o al bilancio di esercizio una relazione, predisposta dal responsabile finanziario, esplicativa delle cause che hanno determinato tale situazione e delle iniziative adottate per pervenire, nell’anno successivo, ad una corretta attuazione della rilevazione SIOPE…… e che… entro 20 giorni dall’approvazione del rendiconto o bilancio di esercizio la relazione è inviata alla competente Ragioneria territoriale dello Stato ”.

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Tab. n. 117 - Rilevazione SIOPE relativa all’esercizio 2016 – gestione non sanitaria Gestione ordinaria Dati ragioneria Codice Oggetto generale dello Dati Regione Differenza Note gestionale Stato DG n. 617 del 24/04/15 “Regolarità del conto Fondo cassa del Tesoriere esercizio dell’ente 1100 158.427.929,58 136.108.557,58 22.319.372,30 2014” e DG n. 479 del all’inizio 27/05/2016 “Regolarità dell’anno del conto del Tesoriere esercizio 2015”

Riscossioni effettuate 1200 1.065.960.114,38 1.065.960.114,38 0 dall’ente a tutto il mese (2)

Pagamenti Il mandato 11070 effettuati emesso per € 225,70 1300 1.139.613.398,03 1.139.612.916,91 481,12 dall’ente a tutto sul cap. 5295 – residui il mese (3) e il mandato 11071 emesso per euro Fondo cassa 255,42 sul cap. 5375- dell’ente alla competenza, entrambi 1400 fine del periodo 84.774.645,93 62.455.754,75 22.318.891,18 perimetrati sanità, sono di riferimento stati erroneamente (4=1+2-3) inviati sulla gestione ordinaria Fonte: delibera di Giunta regionale n. 318 del 14 aprile 2017.

Tab. n. 118 - Rilevazione SIOPE relativa all’esercizio 2016 – gestione sanitaria Gestione sanitaria Dati ragioneria Note Codice Oggetto generale dello Dati Regione Differenza gestionale Stato DG n. 617 del 24/04/15 “Regolarità del conto del Fondo cassa Tesoriere esercizio dell’ente 1100 104.141.791,08 126.461.163,38 -22.319.372,30 2014” e DG n. 479 del all’inizio 27/05/2016 dell’anno “Regolarità del conto del Tesoriere esercizio 2015 Riscossioni effettuate 1200 dall’ente a 4.092.241.603,66 4.092.241.603,66 0 tutto il mese (2) Pagamenti Il mandato 11070 effettuati emesso per euro 1300 dall’ente a 4.170.971.696,65 4.170.972.177,77 -481.12 225,70 sul cap. 5295 – tutto il mese residui e il mandato (3) 11071 emesso per euro 255,42 sul cap. Fondo cassa 5375 – competenza, dell’ente alla entrambi perimetrati 1400 fine del periodo 25.411.698,09 47.730.589,27 -22.318.891,18 sanità, sono stati di riferimento erroneamente inviati (4=1+2-3) sulla gestione ordinaria Fonte: delibera di Giunta regionale n. 318 del 14 aprile 2017.

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L’armonizzazione dei bilanci sanitari

La Sezione, in sede di esame del rendiconto generale della Liguria per l’esercizio 2016, ha proseguito la verifica dell’adeguamento, da parte della Regione, del proprio sistema contabile agli obblighi imposti, in materia di armonizzazione dei bilanci sanitari, dal titolo II del d.lgs. n. 118 del 2011 (le cui disposizioni sono diventate esecutive dall’esercizio 2012), come modificato e integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126. - Perimetrazione entrate e uscite relative al finanziamento del SSR L’art. 20 del predetto decreto dispone che le regioni, nell'ambito del bilancio regionale, garantiscono un'esatta perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del proprio servizio sanitario regionale, al fine di consentire la confrontabilità immediata fra le entrate e le spese sanitarie iscritte a bilancio e le risorse indicate negli atti di determinazione del fabbisogno sanitario regionale standard, nonché un'agevole verifica delle ulteriori risorse rese disponibili dalle regioni per il finanziamento del servizio sanitario regionale. A tal fine il bilancio deve adottare un'articolazione in capitoli tale da garantire, sia nella sezione dell'entrata che nella sezione della spesa, ivi compresa l'eventuale movimentazione di partite di giro, separata evidenza delle seguenti grandezze. Entrate: a) finanziamento sanitario ordinario corrente, quale derivante dalle fonti di finanziamento definite nell'atto formale di determinazione del fabbisogno sanitario regionale standard, ivi compresa la mobilità attiva programmata per l'esercizio; b) finanziamento sanitario aggiuntivo corrente, quale derivante dagli eventuali atti regionali di incremento di aliquote fiscali per il finanziamento della sanità, dagli automatismi fiscali scattati, ai sensi della vigente legislazione, per la copertura dei disavanzi sanitari, e da altri atti di finanziamento regionale aggiuntivo, ivi compresi quelli per l’erogazione dei livelli di assistenza superiori rispetto ai LEA; c) finanziamento regionale del disavanzo sanitario pregresso; d) finanziamento per investimenti in ambito sanitario, con separata evidenza degli interventi per l'edilizia sanitaria (art. 20 legge 11 marzo 1988, n. 67). Spesa: a) spesa sanitaria corrente per il finanziamento dei LEA, ivi compresa la mobilità passiva programmata per l'esercizio; b) spesa sanitaria aggiuntiva per il finanziamento di livelli di assistenza sanitaria superiori ai LEA;

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c) spesa sanitaria per il finanziamento di disavanzo sanitario pregresso; d) spesa per investimenti in ambito sanitario, con separata evidenza degli interventi per l'edilizia sanitaria finanziati dall'art. 20, legge n. 67 del 1988. Al fine di provare l’osservanza del precetto normativo in esame, la Regione, già in occasione dell’interlocuzione istruttoria intervenuta in sede di esame del rendiconto 2015, aveva prodotto il decreto dirigenziale n. 3833 del 9 dicembre 2015 di perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del servizio sanitario regionale per il bilancio di previsione per l'esercizio 2015-2017. Per quanto riguarda l'esercizio 2016 il perimetro sanitario viene definito da uno specifico allegato al bilancio di previsione 2016-2018, in cui è ridefinito il perimetro sanitario e approvato l’allegato contenente l’elenco analitico dei capitoli di entrata e spesa ricompresi nella predetta perimetrazione. Sulla base di quanto esposto, può ritenersi superata l’osservazione contenuta nella relazione allegata al giudizio di parifica sul rendiconto 2015, di ritardata formalizzazione della perimetrazione. In base all’esame del rendiconto 2016 si è reso necessario chiedere alla Regione di precisare le motivazioni dell’imputazione alle partite di giro (capitolo 5009) delle entrate destinate al ripiano dei disavanzi sanitari pregressi, in particolare del 2015 (euro 91.760.000). È stato precisato che, con l’art. 4 del d.lgs. n. 118 del 2011 è stato introdotto il “piano dei conti integrato ” (in conformità, altresì, all’art. 4, comma 3, lettera a, del d.lgs. n. 91 del 2011, dettato per le amministrazioni pubbliche non territoriali). Pertanto, al fine di adeguare il bilancio regionale al ridetto piano dei conti (Allegato 6/1 al d.lgs. n. 118 del 2011), ha istituito appositi capitoli in partita di giro per una corretta rappresentazione contabile delle risorse regionali aggiuntive destinate alla sanità. La Regione, nelle controdeduzioni del 17 luglio 2017, ha puntualizzato che mentre i trasferimenti destinati al finanziamento del SSR sono versati dallo Stato, ai sensi dell’art. 21 del d.lgs. n. 118 del 2001, ai conti di tesoreria provinciale intestati alla sanità (e, pertanto, immediatamente imputati ai capitoli di entrata perimetrati sanità), le risorse proprie regionali che finanziano quote di spesa sanitaria (ad esempio, copertura disavanzi o investimenti) devono, necessariamente, essere incassate sui conti di tesoreria ordinaria, con imputazione a capitoli di entrata non perimetrati (ad es. tassa auto, mutuo, etc.), salvo essere poi trasferite alla gestione sanità, garantendo la copertura delle spese perimetrate sanità, ai sensi degli artt. 20 e 21 del d.lgs. n. 118 del 2011. La destinazione delle entrate aggiuntive derivanti da manovre regionali deve necessariamente essere veicolata tramite un accertamento

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in entrata, una coppia di partite di giro, ed un impegno di spesa, di cui due perimetrati sanità e due no. In tal modo è possibile rispettare gli obblighi di tracciabilità e trasparenza imposti dal d.lgs. n. 118 del 2001, mantenendo l’evidenza della provenienza dei fondi, senza causare un artificioso aumento delle entrate sanitarie. - Integrale accertamento e impegno delle risorse destinate al SSR Sempre l’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011 dispone che, per garantire effettività al finanziamento dei livelli di assistenza sanitaria, le regioni: a) accertano ed impegnano nel corso dell'esercizio l'intero importo corrispondente al finanziamento sanitario corrente, ivi compresa la quota premiale condizionata alla verifica degli adempimenti regionali, le quote di finanziamento sanitario vincolate, nonché gli importi delle manovre fiscali regionali destinate al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale standard 224 ; b) accertano ed impegnano nel corso dell'esercizio l'intero importo corrispondente al finanziamento regionale del disavanzo sanitario pregresso. Inoltre, anche per la parte in conto capitale, riferita agli investimenti sanitari (art. 20 della legge n. 67 del 1988), le regioni devono accertare ed impegnare nel corso dell'esercizio l'importo corrispondente a quello indicato nel decreto di ammissione al finanziamento (in caso di successiva revoca di quest’ultimo, ai sensi dell'art. 1, comma 310, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le regioni registrano detto evento nell'esercizio nel quale la revoca è disposta). Al fine di dimostrare l’osservanza del precetto normativo, la Regione ha prodotto, in allegato alla risposta del 7 giugno 2017, apposito schema contenente il dettaglio degli accertamenti e degli impegni effettuati per la gestione del servizio sanitario regionale nel corso del 2016 (c.d. accertamenti e impegni “ perimetrati sanità ”).

224 La norma prevede pure che, ove si verifichi la perdita definitiva di quote di finanziamento condizionate alla verifica di adempimenti regionali ovvero un minore importo effettivo delle risorse derivanti dalle manovre fiscali regionali, detti eventi sono registrati come cancellazione dei residui attivi nell'esercizio nel quale la perdita si determina definitivamente.

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Tab. n. 119 - Impegni perimetrati sanità di competenza 2016 IMPEGNI PERIMETRATI SANITA' DI COMPETENZA 2016

CASISTICA IMPORTO IMPEGNATO

Fondo sanitario indistinto 2016 3.131.326.243,03 Fondo sanitario vincolato 2016 44.587.840,58 Fondo sanitario vincolato anni precedenti 7.114.733,01 Investimenti sanitari 17.720.379,36 Copertura disavanzi pregressi 91.760.000,00 Pay back 12.958.462,00 Altro 26.520.360,22 Totale 3.331.988.018,20 Partite di giro 687.674.028,29 Totale 4.019.662.046,49 Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria

Tab. n. 120 - Accertamenti perimetrati sanità di competenza 2016 ACCERTAMENTI PERIMETRATI SANITA' DI COMPETENZA 2016 IMPORTO IMPORTO CASISTICA ACCERTATO ACCERTATO (dati originari) (dati corretti) 3.131.326.244,00 Fondo sanitario indistinto 2016 3.131.326.244,00

Fondo sanitario vincolato 2016 44.587.840,58 44.587.840,58 Fondo sanitario vincolato anni precedenti 6.243.214,51 6.243.214,51 12.775.172,99 Entrate in conto capitale 12.775.172,99

Finanziamento disavanzi pregressi 91.760.000,00 0,00 Pay back 11.235.386,60 11.235.386,60 Altre entrate 7.759.803,45 7.759.803,45 Totale 3.303.695.706,07 3.213.927.662,13 779.434.028,29 Partite di giro 687.674.028,29

3.993.361.690,42 Totale 3.993.361.690,42

Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria

In base ai dati sopraindicati le risorse accertate destinate alla sanità (euro 3.213.927.662,13) risulterebbero integralmente impegnate (euro 3.331.988.018), come richiesto dal decreto sull’armonizzazione. Tuttavia, in base alle tabelle sopra esposte, il rendiconto 2016 evidenzierebbe un ammontare di impegni “ perimetrati sanità ” superiore a quello degli accertamenti 225 .

225 La tabella n. 28 presenta altre piccole discrasie. Il totale degli accertamenti (euro 3.303.695.706), infatti, al netto delle partite di giro, non corrisponde alla somma delle righe di dettaglio (euro 3.305.687.662). Inoltre, il totale degli accertamenti, comprese le partite di giro, coincide con il totale del rendiconto 2016, ma non è pari alla somma delle righe precedente, riportate in tabella.

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Inoltre, l’importo degli accertamenti in partita di giro, comunicato in sede istruttoria e riportato nella soprastante tabella (euro 687.674.028), non coincide con il totale iscritto nel rendiconto 2016, pari a euro 779.434.028. La differenza (euro 91.760.000) è pari alle entrate destinate al finanziamento regionale aggiuntivo a copertura delle predite pregresse, che, come evidenziato in altro paragrafo della presente relazione, risulta imputato alle partite di giro. La Regione, con riferimento ai dati originari ripotati in tabella 28, ha precisato di aver erroneamente indicato l’accertamento di complessivi euro 91.760.000, relativo al finanziamento dei disavanzi pregressi, assunto, invece, per le motivazioni esposte in precedente paragrafo, su capitoli non compresi nel perimetro sanitario. Inoltre, anche per quanto riguarda l’importo relativo agli accertamenti in partita di giro, ha precisato che erano state erroneamente indicate le somme impegnate su analoghi capitoli. - Adeguata erogazione per cassa di risorse agli enti del SSR L’art. 3, comma 7, del d.l. n. 35 del 2013, dispone che, a decorrere dall'anno 2013, costituisce adempimento regionale, ai fini dell'art. 2, comma 68, lettera c), della legge n. 191 del 2009 (norma vigente a regime in virtù dell'art. 15, comma 24, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135), accertato dal più volte citato Tavolo ministeriale di verifica, l'erogazione, da parte della regione al proprio servizio sanitario, entro la fine dell'anno, di almeno il 90 per cento delle somme incassate, nel medesimo esercizio, dallo Stato a titolo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, nonché di quelle che la stessa regione, a valere su risorse proprie, ha destinato alle medesime finalità. L’art. 1, comma 606, della legge n. 190 del 2014 ha elevato, a decorrere dall'anno 2015, la ridetta percentuale di erogazione al 95 per cento, precisando, inoltre, che la restante quota deve essere corrisposta entro il 31 marzo dell'anno successivo. In proposito, la Regione ha prodotto apposita tabella (inviata, per i medesimi fini, anche al Tavolo tecnico costituito presso il MEF) esplicitante il conseguimento del riferito obiettivo di finanza pubblica (la percentuale di risorse concretamente trasferite a fine esercizio risulta pari al 99 per cento).

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Tab. n. 121 - Adeguata erogazione di cassa agli enti del SSR - ANNO 2015 Totale trasferite da Risorse da Stato Trasferite da Stato % trasferimento Regione a SSR Finanziamento ordinario 2016 2.914.118.821,43 2.904.907.219,36 100% Finanziamento vincolato 2016 30.131.477,83 19.090.866,90 63%

Finanziamento ante 2016 209.847.290,33 206.720.161,95 99%

Totale risorse finanziamento 3.154.097.589,59 3.130.718.248,21 99% ordinario 2016 e ante totale trasferite da Risorse da Stato Trasferite da Stato %trasferimento Regione a SSR Anticipazione liquidità ex dl 35/2013 - tranche 2015 - - - Anticipazione liquidità ex dl 66/2014 - - - Totale anticipazioni liquidità - - -

totale trasferite da Risorse fiscali autonome regionali Trasferite da Stato % trasferimento Regione a SSR

- - - Finanziamento regionale aggiuntivo per equilibrio bilancio - - - da leva fiscale obbligatoria

Previsione da bilancio Totale trasferite da Risorse autonome regionali % trasferimento regionale Regione a SSR

Finanziamento regionale 328.183,45 33.626,07 10% aggiuntivo per extra LEA

Finanziamento regionale - aggiuntivo per equilibrio bilancio

Ulteriori risorse regionali 12.600.000,00 - 0% destinate al SSR Risorse regionali per ripiano 71.563.317,01 71.563.317 100% disavanzi anni pregressi (**) Totale risorse aggiuntive 84.491.500,46 71.596.943,08 85% regionali

Totale risorse Stato + Regione 3.238.589.090,05 3.202.315.191,29 99%

(**) di cui: euro 12.000.000,00 relativi al ripiano pluriennale dei disavanzi 2004 (annualità 2015) capitolo 5151 - euro 59.563.317,01 incassati al 31 dicembre 2016 ed utilizzati a copertura del saldo disavanzo 2013 per euro 19.602.317,01 e di quota parte del disavanzo 2014 per euro 39.961.000,00 Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria

Circa il rispetto del predetto obbligo di effettiva erogazione agli enti del SSR delle risorse destinate al finanziamento delle prestazioni sanitarie, un dato di riscontro si trae dall'evoluzione dei residui passivi che, in base a quanto riportato nella relazione al rendiconto 2016, nella “ missione 13 Tutela della salute ”, diminuiscono, di 190 milioni di euro (mentre aumentano nella missione 99 – servizi per conto di terzi , l’evoluzione dei quali, tuttavia, dipende dai tempi di chiusura delle anticipazioni concesse dallo Stato).

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Tab. n. 122 - Evoluzione residui passivi spesa sanitaria - Rendiconto 2016 Residui Residui Residui di (dati in migliaia di Consistenza Differenza passivi al passivi al nuova euro) totale 2015-2016 31/12/2015 31/12/2016 formazione Missione 13 – Tutela 634.631 261.528 182.486 444.014 -190.617 della salute Missione 99 – Servizi 1.080.540 674.561 448.903 1.123.464 42.924 per conto terzi Fonte: Rendiconto generale della regione Liguria anno 2016

8.9.1 Il bilancio della gestione sanitaria accentrata presso la regione

L’art. 22 del d.lgs. n. 118 del 2011 dispone che le regioni che esercitano la scelta di gestire direttamente una quota del finanziamento destinato al servizio sanitario (art. 19, comma 2, lettera b, punto i), devono individuare uno specifico centro di responsabilità, denominato gestione sanitaria accentrata presso la regione, deputato all'implementazione ed alla tenuta di una contabilità di tipo economico-patrimoniale, atta a rilevare i rapporti economici, patrimoniali e finanziari intercorrenti fra la regione e lo Stato, le altre regioni, le aziende sanitarie, gli altri enti pubblici ed i terzi in generale, inerenti alle operazioni finanziate con risorse destinate ai servizi sanitari. Le regioni, a tal fine, devono individuare il responsabile della ridetta GSA, che è tenuto, fra l’altro, all'elaborazione ed all'adozione del bilancio di esercizio ed alla coerente compilazione dei modelli ministeriali CE e SP di cui al DM Salute 15 giugno 2012. La Regione ha riferito che il bilancio della gestione sanitaria accentrata per l’esercizio 2016 non è stato ancora approvato 226 . Attualmente sono in corso le scritture di chiusura, che dovranno tenere conto delle risultanze del rendiconto 2016. Anche la situazione che verrà definita con la legge di assestamento 2017 potrà determinare ripercussioni sulla situazione patrimoniale. Attualmente sono in itinere le operazioni di riconciliazione tra le poste iscritte e contabilizzate in contabilità economico patrimoniale e quelle iscritte in contabilità finanziaria. Con il decreto del Direttore generale del dipartimento salute e servizi sociali n. 54 del 17 marzo 2017, è stato adottato il bilancio di esercizio 2015 della GSA. *L’art. 31 del d.lgs. n. 118 del 2011 dispone che il bilancio di esercizio degli enti del servizio sanitario regionale, compresa la gestione sanitaria accentrata presso la regione, sia adottato entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento (anche al fine di permettere le operazioni di consolidamento previste dallo medesimo decreto legislativo sull’armonizzazione). Il successivo art. 32 precisa, altresì, che la

226 La Regione ha, tuttavia, redatto ed inviato al sistema NSIS (gestito dal Ministero della salute) i modelli CE ed SP, consuntivo 2016, dell’agenzia A.LI.SA., a cui è stata affidata, dall’art. 10 della legge regionale 29 luglio 2016 n. 17, a decorrere dall’1 ottobre 2016, la funzione di GSA presso la Regione. Da questi ultimi la Sezione ha tratto i dati economico-patrimoniali utilizzati nella presente relazione.

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giunta regionale deve approvare i bilanci d'esercizio degli enti del SSR entro il termine del 31 maggio dell'anno successivo a quello di riferimento.

8.9.2 L’affidamento ad A.Li.Sa. della funzione di GSA

La Sezione, nella deliberazione n. 32/2017/PRSS, con la quale è stato accertato l’inadempimento della GSA presso la Regione alla produzione del questionario dell’organo di revisione sul bilancio dell’esercizio 2015, ha effettuato una prima analisi delle disposizioni contenute nella legge regionale n. 17 del 2016, che ha istituito l’Azienda ligure sanitaria della regione Liguria (A.Li.Sa.), ente di diritto pubblico avente autonoma personalità giuridica, ed ha attribuito a quest’ultima la funzione di gestione sanitaria accentrata preso la Regione (GSA). In particolare, l’art. 3, comma 4, della citata legge regionale n. 17 del 2016 prevede che A.Li.Sa. oltre a svolgere le funzioni di GSA, tenendo le pertinenti scritture 227 , ai sensi del d.lgs. n. 118 del 2011, gestisca i flussi di cassa relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale, confluiti negli appositi conti di tesoreria intestati alla sanità (art. 20 del d.lgs. 118 del 2011). Di conseguenza, è stata attribuita la competenza alla redazione del bilancio della GSA, nonché del bilancio consolidato del servizio sanitario regionale. Nella citata deliberazione n. 32/2017/PRSS, la Sezione ha evidenziato, pertanto, come, trattandosi di un soggetto avente distinta personalità giuridica, nonché autonomia contabile e di bilancio, l’istituzione di A.Li.Sa. dovrebbe favorire la registrazione in contabilità economico-patrimoniale delle operazioni che il d.lgs. n. 118 del 2011 vuole siano imputate alla Gestione sanitaria accentrata presso la Regione (e la conseguente redazione, a fine esercizio, di un bilancio). Nella medesima occasione, la Sezione ha, tuttavia, sottolineato come tale opzione imponga, in via preliminare, in aderenza a quanto disposto dall’art. 22 del d.lgs. n. 118 del 2011, che la Regione Liguria affidi ad A.Li.Sa. la gestione della quota del servizio sanitario che non ritiene di attribuire direttamente agli altri enti del SSR (ASL, AO, AOU, IRCCS), registrando nel proprio bilancio solo operazioni di trasferimento (sia verso A.Li.Sa. che verso gli altri enti del SSR). L’art. 19 del d.lgs. n. 118 del 2011, infatti, dopo aver precisato che le disposizioni del titolo II del medesimo decreto costituiscono principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e sono finalizzate alla tutela dell'unità

227 L’art. 10 della citata legge regionale n. 17 del 2016 dispone, in proposito che “ Le modalità di tenuta delle registrazioni della GSA e la redazione dei relativi documenti di bilancio preventivo, di esercizio e consolidato, nonché il monitoraggio dei conti correnti e dei capitoli del bilancio regionale perimetrati sanità sono disciplinate con regolamento di A.Li.Sa., che garantisce l’automatico adeguamento alle indicazioni in materia del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero della Salute, ivi compresa la casistica contabile in materia di GSA e di bilancio consolidato ”.

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economica della Repubblica (art. 117, terzo comma, e 120, secondo comma, della Costituzione), individua, fra i soggetti destinatari, oltre agli enti sanitari 228 : a) le regioni, per la parte del bilancio regionale che riguarda il finanziamento e la spesa del relativo servizio sanitario, rilevata secondo la contabilità finanziaria; b) sempre le regioni, “per la parte del finanziamento del servizio sanitario regionale direttamente gestito ”, rilevata attraverso scritture di contabilità economico- patrimoniale, “qualora le singole regioni esercitino la scelta di gestire direttamente presso la regione una quota del finanziamento del proprio servizio sanitario ”, denominata “gestione sanitaria accentrata presso la regione ”. Le regioni sono, infine, destinatarie della normativa ai fini del consolidamento dei conti degli enti sanitari e, ove presente, della gestione sanitaria accentrata. Il predetto articolo di legge evidenzia come, nel momento in cui le regioni, con scelta autonoma, decidono di gestire direttamente una quota delle risorse destinate al servizio sanitario, queste ultime costituiscono la “ gestione sanitaria accentrata presso la regione ”, le cui risultanze contabili, rilevate in termini di contabilità economico-patrimoniale, vanno consolidate con quelle degli altri enti del servizio sanitario regionale (artt. 19 e 32 del d.lgs. n. 118 del 2011). Il successivo art. 22 puntualizza, pertanto, che le regioni che esercitano la scelta di gestire direttamente una quota del finanziamento del proprio servizio sanitario (ai sensi del descritto art. 19, comma 2, lettera b, punto i), devono individuare, nella propria struttura organizzativa, uno specifico centro di responsabilità (la gestione sanitaria accentrata), deputato all'implementazione ed alla tenuta di una contabilità di tipo economico-patrimoniale, atta a rilevare, i rapporti economici, patrimoniali e finanziari intercorrenti fra la singola regione e lo Stato, le altre regioni, le aziende sanitarie, gli altri enti pubblici ed i terzi vari. Il successivo comma 3 precisa, inoltre, che le regioni debbano individuare il responsabile della gestione sanitaria accentrata, tenuto, oltre all'adozione del bilancio di esercizio della GSA (ed alla coerente compilazione dei modelli ministeriali CE e SP), alla redazione del bilancio sanitario consolidato, mediante consolidamento dei conti della gestione accentrata stessa (che deve rappresentare, come sopra esposto, le risorse sanitarie che la regione decide di gestire autonomamente) e dei conti degli enti del servizio sanitario regionale. L’art. 23, inoltre, significativamente rubricato “individuazione delle responsabilità all'interno delle regioni nel caso di gestione integrale del finanziamento del servizio sanitario regionale presso gli enti di cui del servizio sanitario regionale ”, puntualizza

228 Aziende sanitarie locali; aziende ospedaliere; istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici, anche se trasformati in fondazioni; aziende ospedaliere universitarie integrate con il Servizio sanitario nazionale; istituti zooprofilattici di cui al decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 270.

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che le regioni che non esercitano la scelta di gestire direttamente una quota del finanziamento del proprio servizio sanitario, oltre a darne preventiva comunicazione ai ministeri competenti, trattano presso la regione le sole operazioni di consolidamento dei conti sanitari degli enti del SSR e, soprattutto, “ non possono effettuare, a valere sui capitoli di spesa del servizio sanitario regionale, operazioni di gestione diverse dal mero trasferimento delle somme agli enti del servizio sanitario regionale di cui all'articolo 19, comma 2, lettera c)”. A tal fine le regioni devono destinare in ciascun esercizio “agli enti del servizio sanitario regionale l'intero importo del finanziamento previsto nell'esercizio di riferimento ”. L’art. 24, rubricato “ libri obbligatori della gestione sanitaria accentrata presso la regione ”, evidenzia anch’esso la connessione fra scelta di gestire autonomamente una quota delle risorse destinate alla sanità e istituzione della GSA. La norma individua, infatti, “nelle regioni che esercitano la scelta di gestire direttamente presso la regione una quota del finanziamento del proprio servizio sanitario ” i libri contabili obbligatori che la gestione sanitaria accentrata presso la regione deve tenere. Infine, l’art. 32, che disciplina il bilancio consolidato del servizio sanitario regionale, nell’attribuire, come già visto, alla GSA il relativo compito, precisa che l’area di consolidamento comprende tutti gli enti di cui alle lettere b), punto i), lett. c) dell’esposto art. 19, e cioè la GSA presso la regione, in caso di scelta da parte di quest’ultima di gestire autonomamente parte delle risorse, e gli altri enti del SSR. L’illustrata analisi normativa evidenzia la stretta connessione esistente fra la scelta, da parte delle regioni, di gestire direttamente una quota delle risorse destinate al servizio sanitario regionale e l’istituzione, sul piano amministrativo-contabile, della gestione sanitaria accentrata. A quest’ultima, centro di responsabilità privo di personalità giuridica (nella prassi, individuato nell’assessorato alla sanità regionale e sue strutture amministrative), è attribuito il compito di tradurre le operazioni di gestione delle risorse sanitarie nel bilancio regionale, espresse in contabilità finanziaria, in un bilancio autonomo (anche se interno all’ente regione), espresso in termini di contabilità economico-patrimoniale, la stessa a cui devono attenersi gli enti del SSR. In tal modo, è possibile redigere il bilancio sanitario consolidato regionale, in contabilità economico-patrimoniale, in modo da rappresentare unitariamente i risultati della gestione dell’intero servizio sanitario regionale, risultati che sono oggetto annualmente di valutazione da parte del Tavolo tecnico ministeriale di verifica. Il legislatore, infatti, oltre ad uniformare schemi di bilancio e criteri di iscrizione delle poste contabili degli enti del SSR, ha preteso un’uniforme rappresentazione, su tutto il territorio nazionale, delle risorse che le stesse regioni destinano al SSR. Fra queste (oltre all’esatta perimetrazione delle entrate e delle

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spese, all’integrale accertamento e impegno, etc.) è compresa l’istituzione della GSA nel caso in cui le regioni scelgono di gestire direttamente una quota di risorse o, in alternativa, il mero integrale trasferimento agli enti del SSR, e ciò al fine di permettere la completa e trasparente rappresentazione di entrate/spese e costi/ricavi del servizio sanitario regionale. Pertanto, facendo seguito a quanto già accertato con la deliberazione n. 32/2017/PRSS, la Sezione ribadisce la necessità che la legge regionale n. 17 del 2016, al fine di non incorrere nella violazione delle disposizioni di armonizzazione dei bilanci pubblici, nello specifico sanitari, poste dal d.lgs. n. 118 del 2011 (espressione, dal 2012, della potestà esclusiva attribuita allo Stato in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici), deve essere interpretata, e attuata, nel senso di attribuire ad A.Li.Sa. le risorse destinate alla sanità che la Regione intende gestire direttamente, e che devono trovare rappresentazione contabile nella gestione sanitaria accentrata. Non appare conforme al decreto sull’armonizzazione, invece, la creazione della GSA presso un ente strumentale al servizio sanitario in presenza di risorse che continuano a essere gestite, materialmente, anche dalle direzioni della Regione.

8.9.3 Il bilancio consolidato del servizio sanitario regionale

L’art. 32 del d.lgs. n. 118 del 2011 dispone che la gestione sanitaria accentrata presso la regione predispone, e sottopone all'approvazione della giunta regionale, sia il bilancio preventivo economico annuale consolidato del servizio sanitario regionale (comma 5), sia il corrispondente bilancio d'esercizio consolidato (comma 7). Per la redazione, la norma richiama la disposizioni del decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127 229 , fatto salvo quanto disposto nel decreto sull’armonizzazione. L'area di consolidamento comprende tutti gli enti di cui alle lettere b), punto i (GSA), e c) del comma 2 dell' art. 19 (ASL, AO, IRCSS, AOU, etc.) ed esclude soggetti eventualmente partecipati da questi ultimi (il patrimonio netto consolidato è determinato dalla somma dei valori di patrimonio netto degli enti consolidati). La norma prevede che il bilancio preventivo economico annuale consolidato si componga e sia corredato dagli stessi documenti del bilancio preventivo economico annuale dei singoli enti sanitari, con la relazione del direttore generale sostituita da una relazione del responsabile della gestione sanitaria accentrata presso la regione. La giunta regionale deve approvare i bilanci preventivi economici annuali degli enti sanitari ed il bilancio preventivo economico annuale consolidato entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello cui i bilanci economici preventivi si riferiscono (entro

229 Attuazione delle direttive 78/660/CEE E N. 83/349/CEE in materia societaria, relative ai conti annuali e consolidati, ai sensi dell’art.1, della legge 26 marzo 1990, n. 69.

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sessanta giorni dalla data di approvazione, i bilanci in oggetto vanno poi pubblicati integralmente sul sito internet della regione). Il bilancio d'esercizio consolidato si compone ed è corredato dagli stessi documenti che compongono e corredano il bilancio d'esercizio dei singoli enti, con la relazione del direttore generale sostituita, anche in questo caso, da una relazione del responsabile della gestione sanitaria accentrata presso la regione 230 . La nota integrativa al bilancio consolidato deve poi contenere: a) il prospetto di cui all'art. 22, comma 3, lett. c), del d.lgs. n. 118 del 2011, che illustri il raccordo tra le poste iscritte nel bilancio d'esercizio consolidato e quelle iscritte nel rendiconto di contabilità finanziaria; b) un prospetto che, per ogni eventuale partecipazione detenuta dalle aziende sanitarie presso altri soggetti, indichi denominazione, sede, importo totale dell'attivo, importo del patrimonio netto, utile o perdita dell'ultimo esercizio, quota posseduta da ciascuna azienda del servizio sanitario regionale ed eventualmente dalla regione, valore attribuito nel bilancio consolidato e criterio di valutazione adottato; c) un prospetto che, per ogni altra società partecipata o ente dipendente della regione che riceva a qualsiasi titolo una quota delle risorse destinate al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale standard o delle ulteriori risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale, indichi denominazione, sede, importo totale dell'attivo, importo del patrimonio netto, utile o perdita dell'ultimo esercizio, quota posseduta dalla regione. *Il bilancio sanitario consolidato non risulta ancora redatto. La Regione ha riferito che, come avvenuto anche lo scorso anno, alcuni fondi vincolati 2016 sono stati definiti dalla Conferenza Stato–Regioni nel marzo dell’anno successivo (2017). Conseguentemente la Giunta regionale ha dovuto predisporre una variazione al bilancio 2017 per consentire di iscrivere le risorse aggiuntive spettanti, di competenza 2016. A seguito dell’entrata in vigore della predetta legge, si potrà procedere ad accertare ed impegnare i citati fondi. In seguito, una volta approvati da parte della Giunta tutti i bilanci di esercizio 2016 degli enti del SSR, verrà redatto il consolidato sanitario regionale per il 2016 231 .

230 In allegato alla nota integrativa vanno inseriti i modelli SP e CE di cui al DM Salute 15 giugno 2012, e, unitamente alla relazione sulla gestione, va inserito il modello LA (di cui al DM Salute del 18 giugno 2004). 231 Anche in questo caso si precisa che, pur non essendo stato formalmente approvato un bilancio sanitario regionale consolidato, la Regione ha inviato alla Sezione, solo in data 12 luglio 2017, i modelli CE ed SP, consolidato regionale , elaborati ai sensi del DM 15 giugno 2012, da cui sono stati tratti i dati utilizzati nella presente relazione (e sulla cui base ha effettuato le valutazioni il Tavolo tecnico di verifica ministeriale).

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Le regole di coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario

8.10.1 Riduzione posti letto accreditati

L’art. 15, comma 13, lett. c), del d.l. n. 95 del 2012, ha disposto che le regioni dovevano adottare, entro il 31 dicembre 2012, provvedimenti di riduzione del numero dei posti letto ospedalieri accreditati, ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti (comprensivi della percentuale dello 0,7 per mille destinata alla riabilitazione ed alla lungodegenza post-acuzie), adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici ed assumendo come riferimento un tasso di ospedalizzazione pari al 160 per mille abitanti (di cui il 25 per cento riferito a ricoveri diurni). La norma precisa che la riduzione dei posti letto è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 50 per cento, e va conseguita attraverso la soppressione di unità operative complesse. Fino ad avvenuta realizzazione del processo di razionalizzazione, la norma sospende la possibilità di conferire o rinnovare incarichi ai sensi dell'art. 15 -septies del d.lgs. n. 502 del 1992. A tal fine le regioni dovevano promuovere il passaggio, già stabilito da leggi previgenti, dal ricovero ordinario al ricovero diurno e da quest’ultimo al regime ambulatoriale, favorendo, altresì, l'assistenza residenziale e domiciliare. Pertanto, è stato chiesto alla Regione di precisare il numero, all’1 gennaio ed al 31 dicembre 2016, dei posti letto accreditati per attività di ricovero, ripartiti fra strutture pubbliche e private, esplicitando l’avvenuto conseguimento degli obblighi di contenimento posti dal legislatore nazionale.

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Tab. n. 123 - Posti letto accreditati per attività di ricovero – dati 2016 01/01/2016 31/12/2016

Degenza Day- Degenza Day- Riabilitazione Riabilitazione ordinaria hospital Ordinaria hospital

ASL 1 450 69 42 446 69 42 ASL 2 718 137 173 683 133 173 ASL 3 486 58 154 478 51 150 ASL 4 280 45 76 280 45 76 ASL 5 414 60 32 427 63 28 GASLINI 293 52 2 292 59 2 EVANGELICO 100 23 4 100 23 4 GALLIERA 319 47 45 319 47 45 S.MARTINO-IST 1.029 125 135 1.032 125 135 Totale posti letto 4.089 616 663 4.057 615 655 Strutture Pubbliche S.MICHELE 40 40 VILLA AZZURRA 60 3 8 60 3 8 ALMA MATER 8 10 11 13 ISCC- 69 69 S.ANNA 8 DON GNOCCHI 92 83 ISPRI-MAUGERI 67 67 Totale posti letto Strutture Private 68 13 284 71 16 267 accreditate Totale complessivo 4.157 629 947 4.128 631 922 posti letto Fonte: dati comunicati da Regione in sede istruttoria

Il prospetto evidenzia un diminuzione nel numero dei posti letto accreditati per degenza ordinaria (da 4.157 al 1° gennaio a 4.128 al 31 dicembre 2016), tutti concentrati nelle strutture pubbliche (il cui numero complessivo, peraltro, non appare comparabile con quelli accreditati presso strutture private, essendovi un rapporto di circa 1 a 60). I posti letto accreditati per degenze giornaliere ( day hospital ) aumentano, ma solo di due unità (nelle strutture pubbliche). I posti letto per la riabilitazione diminuiscono sia nelle strutture pubbliche (da 633 a 655) che in quelle private (da 284 a 267). Dai dati esposti la Regione risulta avere un rapporto fra posti letto e abitanti pari al 3,62 per mille (in aumento rispetto al 3,39 per mille palesato a fine 2015), rispettoso del tetto posto dal legislatore nazionale. Al fine riscontrare tale obiettivo, è stato rapportato l’esposto numero dei posti letto alla popolazione residente della Regione risultante dal sito internet dell’ISTAT 232 (n. 1.565.307). Il rapporto con il totale dei posti letto accreditati al 31 dicembre 2016 (n. 5.681) è risultato del 3,62 per mille abitanti (in aderenza all’obiettivo di razionalizzazione posto dal legislatore nazionale).

232 Cfr. www.demo.istat.it, Bilancio demografico al 31 dicembre 2015.

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8.10.2 Personale del SSR - Contenimento costi complessivi

Il “ Libro bianco sulla sanità ”, presentato dalla Regione nel corso del 2016, riporta alcuni dati statistici sull’andamento del personale degli enti del servizio sanitario regionale, ritenuti utili ai fini dell’analisi della problematica. In particolare, evidenziano una contrazione del personale nel trascorso quadriennio 2012-2015 pari all’1,9 per cento (in termini assoluti da 26.054 unità a 25.561). La riduzione risulta più accentuata per il personale del comparto (meno 1,9 per cento) rispetto alla dirigenza, anche medica e sanitaria (meno 1,5 per cento) e particolarmente elevata fra i profili assunti con contratti c.d. flessibili (meno 13,4 per cento). Fra le singole categoria, registrano riduzioni superiori alla media i medici e veterinari direttori di struttura complessa (meno 12,9 per cento), i dirigenti amministrativi (meno 2,6 per cento), i dirigenti tecnici (meno 8,7 per cento), gli ausiliari (meno 15,9 per cento) ed il personale amministrativo (meno 5,7 per cento).

Tab. n. 124 - Numero risorse umane SSR

Variazione 2012.dic 2013.dic 2014.dic 2015.nov dic. 2012 – nov. 2015

010 Medici/Vet. Dir. str. compl. 363 340 327 316 -12,9% 020 Medici/Veterinari 3.933 3.915 3.901 3.874 -1,5% 030 Dirigenti san. strutt. compl. 21 22 22 22 4,8% 040 Dirigenti sanitari 706 745 741 735 4,1% 050 Dirigenti amministrativi 78 73 76 76 -2,6% 060 Dirigenti professionali 33 33 35 35 6,1% 070 Dirigenti tecnici 23 22 22 21 -8,7% Totali dirigenza 5.157 5.150 5.124 5.079 -1,5% 080 Personale infermieristico 10.628 10.608 10.507 10.468 -1,5% 090 Tecnici sanitari e riabil. 2.379 2.398 2.393 2.387 0,3% 100 Assistenti sociali 141 139 146 149 5,7% 110 Personale della prevenzione 325 328 329 314 -3,4% 120 Assist./operatori tecnici 1.760 1.751 1.722 1.676 -4,8% 130 Assistenti religiosi 22 21 19 16 -27,3% 140 OTA/OSS 2.326 2.342 2.339 2.399 3,1% 150 Ausiliari 428 419 385 360 -15,9% 160 Amministrativi 2.738 2.709 2.657 2.583 -5,7% Totali comparto 20.747 20.715 20.497 20.352 -1,9% 200 Profili atipici 150 143 146 130 -13,4% Totali Regione 26.054 26.008 25.767 25.561 -1,9% Fonte: Regione Liguria - Libro bianco sanità

L’art. 2, comma 71, della legge n. 191 del 2009, la cui vigenza è stata prorogata, fino al 2020, dal comma 584 della legge n. 190 del 2014, prescrive che gli enti del servizio sanitario nazionale garantiscano che le spese del personale, al lordo degli

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oneri riflessi e dell’imposta regionale sulle attività produttive, non superino il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4%. A tale fine, la norma impone di considerare anche le spese per il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, o che presta servizio con altre forme di rapporto di lavoro flessibile o con convenzioni 233 . Nella risposta istruttoria del 12 luglio 2017 la Regione ha fornito, per la verifica di tale adempimento, i dati già comunicati al Ministero dell’economia e delle finanze, da cui si evidenzia il rispetto del descritto obiettivo di carattere finanziario.

Tab. n. 125 - Costo personale sanitario 2016 - art. 2, comma 71, legge n. 191 del 2009

2016 totale 2004 Costo totale costi al netto 2004 Costo totale lordo dei rinnovi dei rinnovi Azienda lordo dei rinnovi 1,40% contrattuali - contrattuali contrattuali 1,40% successivi anni 2004

(A) (B) (B-A)

ASL 1 121.509.000,00 1.701.126,00 119.807.874,00 114.778.323,41 -5.029.550,59

ASL 2 198.129.143,00 2.773.808,00 195.355.335,00 180.532.252,00 -14.823.083,00

ASL 3 275.185.421,00 3.852.595,89 271.332.825,11 203.276.271,24 -68.056.553,87

ASL 4 78.443.086,00 1.098.203,20 77.344.882,80 78.479.416,00 1.134.533,20

ASL 5 118.096.376,00 1.653.349,26 116.443.026,74 106.141.599,00 -10.301.427,74

IRCCS AOU San Martino – 230.895.477,00 3.232.536,68 227.662.940,32 217.000.206,00 -10.662.734,32 IST IRCCS Istituto 86.785.199,39 1.214.992,79 85.570.206,60 85.528.352,71 -41.853,89 Gaslini TOTALE 1.109.043.702,39 15.526.611,82 1.093.517.090,57 985.736.420,36 -107.780.670,21 Fonte: dati forniti dalla Regione Liguria in fase istruttoria.

Il citato comma 584 della legge n. 190 del 2014, ha precisato che la regione è giudicata adempiente ove sia accertato l'effettivo conseguimento degli obiettivi di contenimento dei costi per il personale. In caso contrario, per gli anni dal 2013 al 2019, la regione è considerata adempiente ove abbia raggiunto l'equilibrio economico e abbia attuato, negli esercizi dal 2015 al 2019, un percorso di graduale riduzione della spesa di personale fino al totale conseguimento, nel 2020, degli obiettivi di riduzione sopra evidenziati.

233 Per rendere omogenei i dati, depurandoli da elementi esogeni, i costi per il personale vanno considerati al netto: a) per il 2004 (anno base), delle spese per arretrati relativi ad anni precedenti per rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro; b) per gli anni di riferimento, dalle spese derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro intervenuti successivamente all’anno 2004. Inoltre la norma esclude (sia nell’anno base che in quello oggetto di osservazione), le spese di personale a carico di finanziamenti comunitari o privati, nonché quelle relative ai contratti a tempo determinato e di collaborazione per l’attuazione di progetti di ricerca, finanziati ai sensi dell’art. 12 -bis del d.lgs. n. 502 del 1992.

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8.10.3 Personale del SSR – I limiti ai fondi per la contrattazione integrativa

L’art. 1, comma 236, della legge 208 del 2015 234 , dispone che, nelle more dell'adozione dei decreti legislativi attuativi degli articoli 11 e 17 della legge 7 agosto 2015, n. 124, con particolare riferimento all'omogeneizzazione del trattamento economico fondamentale e accessorio della dirigenza, tenuto conto delle esigenze di finanza pubblica, a decorrere dal 1º gennaio 2016 l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, non può superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2015 ed è, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio, tenendo conto del personale assumibile ai sensi della normativa vigente 235 . In fase istruttoria è stato chiesto di dar conto delle azioni adottate al fine di vigilare sul rispetto, da parte degli enti del SSR, dei tetti posti all’ammontare complessivo delle risorse destinate alla contrattazione integrativa, specificando, in particolare, se analoghi limiti sono stati osservati in relazione all’eventuale attribuzione delle c.d. risorse aggiuntive regionali. La Regione ha riferito che, a fini di monitoraggio e controllo sulla revisione delle dotazioni organiche, allo scopo di ridurre anche il costo del personale e di ridimensionare i fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa, è stata emanata la circolare del Direttore generale del Dipartimento salute e servizi sociali n. PG/2015/105896 del 11 giugno 2015, ad oggetto “Disposizioni in materia di dotazioni organiche. Art. 2, commi 71 e 72, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e ss. mm. ii.. Art. 9, D. L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge 30 luglio 2010, n. 122 ”. Con tale atto la Regione ha ribadito la necessità, per gli enti del SSN, di adottare misure necessarie a garantire che le spese complessive del personale, al lordo degli oneri riflessi e dell’IRAP, non superino il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’1,4 per cento. A tal fine, i medesimi enti del SSN sono stati nuovamente invitati, come previsto dal comma 71 della sopra richiamata disposizione, ad adottare un programma annuale di revisione delle consistenze di

234 La norma sostituisce l’analoga regola di finanza pubblica posta, per il quadriennio 2011-2014, dall’art. 9, comma 2 -bis , decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, come integrato dall’art. 1, comma 456, legge 27 dicembre 2013, n. 147. 235 Circa la latitudine operativa della presente disposizione può farsi riferimento alle Circolari MEF-RGS, n. 12/2011 e n. 20/2015, nonché alle interpretazioni della magistratura contabile (per tutte, deliberazioni delle Sezioni Riunite in sede di controllo n. 51/CONTR/11 e della Sezione delle Autonomie n. 26/2014/QMIG, nonché, per quelle relative alla novella vigente dal 2016, a SRC Lombardia, deliberazioni n. 367/2016/PAR e n. 32/2017/PAR, ed a SRC Liguria, deliberazione n. 42/2016/PAR).

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personale dipendente o che presta servizio con altre tipologie di contratti, finalizzato alla riduzione della spesa complessiva “con conseguente ridimensionamento dei pertinenti fondi della contrattazione integrativa ”. Con la summenzionata circolare, il Dipartimento salute e servizi sociali ha, pertanto, richiesto agli enti del SSR di produrre prospetti dimostrativi tesi a verificare l’avvenuta riduzione della consistenza del personale e del relativo costo, e la conseguente rideterminazione dei fondi. Inoltre, la Regione riferisce di aver fornito le seguenti ulteriori indicazioni riguardanti le innovazioni introdotte dalla legge n. 190 del 2014, sintetizzate in uno specifico documento della Conferenza delle Regioni e Province autonome (documento n. 15/42/CR05/C1). Rilevato che le suddette indicazioni riguardano anche altre norme di finanza pubblica e che si riferiscono all’esercizio 2015, è opportuna una breve esposizione al fine di valutarne gli effetti sui limiti alla costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa nell’esercizio 2016, oggetto di esame, per il quale vale diversa disciplina (introdotta con l’esposto art. 1, comma 236, della legge n. 208 del 2015). La citata circolare regionale evidenzia, in primo luogo, che, per il 2015, essendo stato riformulato l’art. 9, comma 2-bis , del citato decreto-legge n. 78 del 2010 (ad opera dell’art. 1, comma 456, della legge n. 147 del 2013), non era più operante il limite alla determinazione delle risorse destinate alla contrattazione integrativa e la riduzione proporzionale alle cessazioni. Pertanto, prosegue la circolare, possono essere ripristinati, per il comparto e per la dirigenza, le consistenze dei fondi contrattuali al 31 dicembre 2014, che assumerebbero “ valore di consolidamento storico dei fondi contrattuali, al netto delle poste che non hanno carattere di stabilità e ricorrenza ”. Sul punto, può essere precisato, come già fatto dalla magistratura contabile 236 , oltre che dalla Circolare MEF-RGS n. 20/2015, che la ridetta norma di finanza pubblica ha eliminato i tetti posti in precedenza alla costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa (che trovano la loro parametrazione in base alle norme dei CCNL di comparto di riferimento, eventualmente integrate dalla legge), salvo richiedere, al fine di mantenere i risparmi consolidati nel quadriennio 2011-2015 (arco temporale di vigenza dei precedenti limiti e tetti), di sottrarre al fondo costituito in base alle norme del CCNL le decurtazioni esistenti al 31 dicembre 2014 (che, in virtù del precedente meccanismo legislativo di limitazione, incorporano quelle stratificatesi nel quadriennio 2011-2014). La circolare regionale prosegue precisando che, assumendo come riferimento la situazione al 31 dicembre 2014, “non risultano possibili eventuali alimentazioni dei

236 Cfr., per esempio, SRC Lombardia, deliberazione n. 379/2015/PAR, SRC Abruzzo n. 179/2015/PAR e SRC Puglia, deliberazione n. 97/2015/PAR.

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fondi contrattuali con risorse provenienti dai bilanci aziendali, per eventi occorsi nel periodo di vigenza della legge n. 122 del 2010 ”. Anche in questo caso le indicazioni non paiono conformi alla norma di finanza pubblica, nonché, in generale, al sistema di alimentazione dei fondi contrattuali. Questi ultimi, infatti, come noto, non possono essere alimentati da “ risorse provenienti dai bilanci aziendali ”, se non nei limiti previsti dai vari CCNL di comparto, a cui la legge (artt. 40 e 45 del d.lgs. n. 165 del 2001) ha delegato questa funzione. Inoltre, il fondo per la contrattazione integrativa va costituito annualmente, e, di conseguenza, nel 2015, non potevano, in disparte eventuali norme di finanza pubblica, essere imputate risorse rinvenienti dagli anni precedenti (se non, come previsto dai vari CCNL di comparto, eventuali economie). Dal 2015, precisa ancora la circolare regionale, e con esclusivo riferimento al gettito dello stesso anno, vengono ripristinati gli incrementi dei fondi del personale del comparto e della dirigenza con le risorse derivanti dalla retribuzione individuale di anzianità del personale che cessa nell’anno, “con conseguente produzione degli effetti incrementali sulla consistenza dei fondi a partire dal 2016 ”. Anche in questo caso, l’ultimo inciso non appare conforme al dettato legislativo. I fondi per la contrattazione integrativa si costruiscono in termini di competenza, e, pertanto, nel 2015, essendo venuti meno i precedenti tetti e limiti (sostituiti dal solo obbligo di sottrare al fondo complessivo, una volta costituito, i risparmi del quadriennio 2011- 2014 di vigenza della precedente formulazione della norma), i vari fondi dovevano essere costituiti in base alle regole di CCNL vigenti, con effetti sul medesimo esercizio 2015, non sul successivo 2016 (nel quale, al limite, si producono effetti in termini di cassa), esercizio in cui, fra l’altro, in ragione dell’introduzione di una differente norma di finanza pubblica (l’art. 1, comma 236, legge n. 208 del 2015), eventuali incrementi non avrebbero potuto produrre effetti, posto che la ridetta norma ha reintrodotto, dal 2016, un tetto all’ammontare complessivo dei fondi (ancorato al 2015). La nota regionale si conclude palesando una diminuzione complessiva delle dotazioni organiche e, conseguentemente, delle spese, nonché dei fondi contrattuali da parte degli enti del SSR, e che, a breve, sarà inviata alle aziende sanitarie e ospedaliere una richiesta tesa ad ottenere le risultanze aggiornate a consuntivo per l’esercizio 2016, unitamente alle proiezioni per il 2017. La Sezione rileva che le direttiva esposte, fornite dalla Regione negli atti sopra indicati, si riferiscono all’esercizio 2015 (fanno, infatti, riferimento all’art. 9, comma 2-bis , del d.l. n. 78 del 2010, come integrato dall’art. 1, comma 456 della legge n. 147 del 2013), nel corso del quale vigeva una differente norma limitativa dei fondi per la contrattazione integrativa rispetto a quella da rispettare nel 2016 (avente fonte nell’art. 1, comma 236, della legge n. 208 del 2015). Preso atto

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comunque di quanto esposto, l’accertamento circa il rispetto, da parte delle singole aziende ed enti del servizio sanitario regionale, nel 2016, degli obblighi di contenimento dei fondi per la contrattazione integrativa sarà condotto dalla Sezione in sede di esame dei bilanci d’esercizio dei ridetti enti, come previsto dall’art. 1, commi 3 e seguenti, del d.l. n. 174 del 2012, convertito dalla legge n. 213 del 2012 (al momento sono in fase di deposito le deliberazioni riguardanti l’esame dei bilanci dell’esercizio 2015, e dei fondi per la contrattazione integrativa a quest’ultimo riferiti).

8.10.4 Personale SSR - riduzione dei costi per i contratti c.d. flessibili

L’art. 9, comma 28, del d.l. n. 78 del 2010, dispone che, a decorrere dal 2011, le amministrazioni dello Stato, le agenzie fiscali, gli enti pubblici non economici, le università, le camere di commercio, etc., possano avvalersi di personale a tempo determinato o con altri contratti flessibili nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009. Tale disposizione, inoltre, costituisce principio generale ai fini del coordinamento della finanza pubblica per le regioni, le province autonome, gli enti locali e quelli del servizio sanitario nazionale. Il mancato rispetto dei predetti limiti costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale. Va ricordato, altresì, come sarà meglio illustrato nel successivo paragrafo, che l’art. 35, comma 1 -bis , del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, ha specificato, inserendo un ultimo periodo nel comma 20 dell’art. 6 del citato d.l. n. 78 del 2010, che il parametro dell’equilibrato rapporto fra spesa per il personale e spesa corrente (unito al rispetto del patto di stabilità interno) va considerato anche “al fine della definizione, da parte della regione, della puntuale applicazione della disposizione recata in termini di principio dal comma 28 dell'articolo 9 del presente decreto” (concernente i rapporti di lavoro c.d. flessibile). La novella introduce un collegamento, normativamente qualificato, fra l’obiettivo di riduzione alla spesa per consumi intermedi, posto dall’art. 6, e quello di contenimento dei costi per i rapporti di lavoro di tipo flessibile, posto dal successivo art. 9, comma 28, del medesimo decreto 237 . In sede istruttoria è stato chiesto alla regione di illustrare le direttive fornite agli enti del SSR, nell’ambito dell’esercizio dei concorrenti poteri di coordinamento della

237 Si rimanda agli approfondimenti presenti, sul punto, nella Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto consuntivo per il 2014 della Regione Lombardia, approvata con deliberazione della Corte dei conti, SRC Lombardia n. 225/2015/PARI (Volume II – Area istituzionale e controlli), nonché agli accertamenti contenuti in SRC Liguria, deliberazioni n. 31, n. 32, n. 34 e n. 36/2016/PRSS e SRC Lombardia, deliberazioni nn. 165, 167, 171/2016/PRSS, e nn. 540, 543, 560 e 561/2013/PRSP.

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finanza pubblica, al fine di rispettare, nel 2016, il descritto obiettivo di contenimento della spesa, nonché di produrre apposito prospetto dimostrativo con l’indicazione della tipologia dei contratti considerati (sia afferenti ai profili medici e sanitari, che a quelli tecnici, professionali e amministrativi). La Regione ha riferito che, in materia di forme flessibili, sono molteplici le iniziative attuate al fine del governo della spesa. In primo luogo riferisce di aver intrapreso ulteriori azioni finalizzate alla progressiva riduzione delle forme di lavoro flessibile, privilegiando la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nell’ottica della riduzione del ricorso alla sostituzione temporanea del personale, fatte salve le coperture a fronte di assenze tutelate dalla legge. La Regione richiama, in particolare, la circolare n. PG/2014/223 del 2 gennaio 2014, con la quale, le aziende del SSR sono state invitate ad un’attenta e prudente gestione delle forme contrattuali flessibili, evidenziando l’attenzione verrà posta dall’amministrazione regionale alle richieste di deroghe assunzionali, qualora riguardanti la costituzione (ovvero, la proroga o il rinnovo) di rapporti di lavoro flessibile. Al riguardo, è stato disposto che le stesse sono ritenute procedibili solamente se corredate di specifica attestazione da parte del dirigente responsabile circa l’effettiva sussistenza dei requisiti e dei presupposti indicati nel decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125. Sul punto, la Regione ha richiamato anche le direttive presenti nella circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha fornito importanti chiarimenti ed indirizzi applicativi in materia di superamento del precariato. Di conseguenza, nelle DGR n. 35/2016 e n. 352/2016, la Regione ha impartito i seguenti indirizzi in riferimento all’instaurazione dei rapporti di lavoro flessibili: - ricorso solo per rispondere ad esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale (art. 36, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001); - concessione di autorizzazioni in deroga, finalizzate alla costituzione (ovvero, alla proroga o al rinnovo) di rapporti di lavoro flessibili, solamente qualora le relative richieste siano corredate di specifica attestazione con la quale l’azienda sanitaria o ospedaliera conferma di aver esperito la preventiva verifica circa l’effettiva sussistenza dei requisiti e dei presupposti normativi (al fine di evitare di incorrere nella nullità dei contratti di lavoro stipulati in violazione degli obblighi posti dal citato d.l. n. 101 del 2013 o nella responsabilità erariale o dirigenziale posta in capo al dirigente che ha sottoscritto il contratto in carenza dei presupposti di legge); - limitazione temporale delle autorizzazioni alle assunzioni ai periodi strettamente necessari a far fronte alle esigenze di carattere temporaneo o

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eccezionale; - sollecitazione agli enti del SSR ad adottare, nel corso del 2016, tutte le soluzioni organizzative finalizzate ad una sensibile riduzione del ricorso al lavoro flessibile. Con la successiva circolare n. PG/2016/218948 del 5 ottobre 2016, la Regione ha poi ribadito quanto esposto, ricordando, altresì, come, a seguito di modifica apportata al comma 2 dell’art. 36 del d.lgs. n. 165 del 2001 (evidenziata nella circolare del Dipartimento della Funzione pubblica n. 5/2013), le PA che devono assumere a tempo determinato devono attingere alle proprie graduatorie vigenti per posizioni a tempo indeterminato e, in mancanza, a quelle di altre amministrazioni (previo accordo). Anche per quanto riguarda la norma di finanza pubblica in esame, preso atto delle indicazioni regionali, l’accertamento circa il rispetto, da parte delle singole aziende ed enti del servizio sanitario regionale, degli obblighi di contenimento ai costi per il personale assunto a tempo determinato o con altri contratti c.d. flessibili sarà condotto dalla Sezione in sede di esame dei bilanci d’esercizio dei ridetti enti, come previsto dall’art. 1, commi 3 e seguenti, del d.l. n. 174 del 2012.

8.10.5 Spese per consumi intermedi e consulenze

L’art. 6 del d.l. n. 78 del 2010, contiene una serie di disposizioni che pongono obiettivi di riduzione a varie tipologie di spesa (di funzionamento o, nella terminologia adottata dal Sistema europeo dei conti, per consumi intermedi) rispetto a quanto sostenuto nel 2009 (anno base di riferimento). In particolare, la norma si riferisce alle spese per consulenze (comma 7), da ridurre al 20 per cento; per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza (comma 8), da ridurre al 20 per cento; per missioni (comma 12), da ridurre al 50 per cento; per formazione (comma 13), da ridurre al 50 per cento; per acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi, da ridurre al 30 per cento della spesa sostenuta nel 2011 (art. 15 del d.l. n. 66 del 2014). Infine l’art. 1, commi 141-145, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, ha previsto che le amministrazioni pubbliche incluse nell’elenco redatto dall’ISTAT ai sensi dell’art. 1, comma 3, della legge n. 196 del 2009 non possono effettuare spese di ammontare superiore al 20 per cento di quanto sostenuto in media negli anni 2010 e 2011 per l'acquisto di mobili e arredi (salvo quelli destinati all'uso scolastico ed ai servizi all'infanzia, o nel caso in cui l'acquisto sia funzionale alla riduzione delle spese connesse alla conduzione degli immobili). In particolare, l’art. 6, comma 20, del d.l. n. 78 del 2010, specifica che “le disposizioni del presente articolo non si applicano in via diretta alle regioni, alle

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Province autonome e agli enti del Servizio sanitario nazionale, per i quali costituiscono disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica” . L’applicazione flessibile di tale disposizione in favore di regioni ed enti del servizio sanitario regionale è stata confermata dalla sentenza della Corte costituzionale n. 139/2012, nonché estesa, alla luce dei principi emergenti dalle pronunce della giurisprudenza costituzionale, anche all’obiettivo di riduzione della spesa per mobili e arredi dalla Sezione delle Autonomie della Corte dei conti (cfr. deliberazione n. 26/2013/QMIG). Pertanto, in aderenza al riparto di competenze delineato dalla Costituzione in materia di coordinamento della finanza pubblica, potestà attribuita in maniera concorrente allo Stato ed alle Regioni, queste ultime possono intervenire, al fine di specificare e modulare diversamente il dettato di principio del legislatore nazionale, purché garantiscano, a livello complessivo, il conseguimento degli obiettivi di risparmio posti dal legislatore nazionale. Sempre l’art. 6, comma 20, del citato d.l. n. 78 del 2010, come in seguito integrato dall’art. 9 del decreto legislativo n. 149 del 2011 (c.d. “decreto premi e sanzioni” ) introduce un sistema premiale per le Regioni che osservano le regole di riduzione della spesa ivi previste 238 . Inoltre, l’art. 35, comma 1 -bis , del d.l. n. 69 del 2013, ha specificato, inserendo un ultimo periodo nel citato comma 20 dell’art. 6, come il parametro dell’equilibrato rapporto fra spesa per il personale e spesa corrente (unito al rispetto del patto di stabilità interno) vada considerato anche “al fine della definizione, da parte della regione, della puntuale applicazione della disposizione recata in termini di principio dal comma 28 dell'articolo 9 del presente decreto” (concernente i rapporti di lavoro c.d. flessibile). La novella introduce un collegamento, normativamente qualificato, fra l’obiettivo di riduzione alla spesa per consumi intermedi, posto dall’art. 6, e quello di contenimento dei rapporti di lavoro di tipo flessibile, posto dal successivo art. 9, comma 28, del medesimo decreto 239 . In sede istruttoria, pertanto, è stato chiesto alla Regione di comunicare le direttive fornite agli enti del SSR, nell’ambito dell’esercizio della concorrente potestà di coordinamento della finanza pubblica, al fine di rispettare, nell’esercizio 2016, gli obiettivi di contenimento della spesa per consumi intermedi e consulenze posti dal

238 La disposizione considera adempienti, agli effetti di cui al citato art. 6, comma 20, del d.l. n. 78 del 2010 le Regioni che hanno registrato un rapporto uguale o inferiore alla media nazionale fra spesa di personale e spesa corrente (al netto del ripiano dei disavanzi sanitari) e che hanno rispettato il patto di stabilità. 239 Si rimanda, anche in questo caso, agli approfondimenti presenti, sul punto, nella Relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto consuntivo per il 2014 della Regione Lombardia, approvata con deliberazione della Corte dei conti, SRC Lombardia n. 225/2015/PARI.

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legislatore nazionale, producendo apposito prospetto dimostrativo e specificando, in particolare, in caso di indicazioni tese ad escludere alcune tipologie di spesa, se sono state adottate le opportune misure compensative atte a garantire l’obiettivo complessivo di riduzione posto dal legislatore nazionale (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 139 del 2012) adempimento oggetto di alcuni rilievi nelle deliberazioni della Sezione n. 31, n. 32 e n. 34 del 2016. La Regione ha richiamato, in primo luogo, la legge regionale 27 dicembre 2011, n. 37, nonché la deliberazione della Giunta regionale n. 250 del 9 marzo 2012, ad oggetto "Linee di indirizzo per gli enti del settore regionale allargato e società in house in materia di contenimento della spesa pubblica" , con la quale è stato fatto obbligo ai direttori generali delle aziende sanitarie e degli istituti di ricerca di presentare, in allegato al bilancio d'esercizio, un’apposita attestazione, sottoscritta anche dal presidente del Collegio sindacale, in cui viene certificato l'avvenuto rispetto degli obiettivi di contenimento dei costi per consumi intermedi. In relazione a tali ambiti di spesa, la Regione riferisce di aver già adottato provvedimenti tesi a produrre effetti sui bilanci degli enti del SSR, tra i quali: - deliberazione di Consiglio regionale n. 19 del 4 agosto 2010, avente ad oggetto, in particolare, la razionalizzazione della rete ospedaliera; - deliberazione di Consiglio regionale n. 23 del 4 agosto 2011, avente ad oggetto ulteriori indicazioni per l’adeguamento della rete e dell'offerta ospedaliera; - deliberazione di Giunta regionale n. 809 del 7 luglio 2011, avente ad oggetto una direttiva vincolante, ex art. 8, comma 1, della legge regionale n. 41 del 2006, in materia di razionalizzazione delle strutture non cliniche delle aziende sanitarie; - DGR n. 1717 del 27 dicembre 2013, inerente al riordino delle attività distrettuali e delle cure primarie (sempre avente natura di direttiva vincolante). La Regione precisa che i provvedimenti sopra richiamati recepiscono gli standard di riferimento resi disponibili dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali (AGENAS) per la fissazione di parametri per l’individuazione delle strutture semplici e complesse. La Regione rappresenta, inoltre, che, sempre nell’ambito delle operazioni di contenimento in argomento, con particolare riferimento alle limitazioni alle assunzioni, se non previa autorizzazione (art. 7 della legge regionale 24 dicembre 2010, n. 22), sono state adottate le seguenti deliberazioni di Giunta: n. 198 del 22 febbraio 2011, “ Linee di indirizzo per gli Enti del settore regionale allargato e società “in house” in materia di contenimento della spesa pubblica ”; n. 29 del 12 gennaio

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2012, “ Blocco delle assunzioni del personale del S.S.R. per l’anno 2012. Provvedimenti conseguenti ”; n. 250 del 9 marzo 2012, “Linee di indirizzo per gli enti del settore regionale allargato e società in “house” in materia di contenimento della spesa pubblica ”; n. 1553 del 13 dicembre 2012, “ Blocco assunzioni 2013 ”; n. 1617 del 13 dicembre 2013, “ Misure finalizzate al contenimento della spesa di personale ed alla riduzione del precariato nell’ambito di Aziende, Enti ed Istituti del S.S.R., nell’anno 2014 ”; n. 1720 del 22 dicembre 2014, “ Ricognizione e programmazione del fabbisogno di personale di Aziende, Enti ed Istituti del Servizio Sanitario Regionale per l’anno 2015 ”, integrata con deliberazione n. 27 del 20 gennaio 2015, “ Modifica ed integrazione della Deliberazione della Giunta Regionale n. 1720 del 22/12/2014 ”; n. 35 del 22 gennaio 2016, “Indirizzi e disposizioni diverse in materia di assunzioni di personale per l’anno 2016, ai sensi dell’art. 7 della L.R. 24 dicembre 2010, n. 22, e ss.mm.ii. – Direttiva vincolante ex art. 8 della L.R. 7 dicembre 2006, n. 41, e ss.mm.ii.; n. 532 del 10 giugno 2016 “Indirizzi e disposizioni diverse in materia di assunzioni di personale per il periodo 1 luglio 2016 – 31 dicembre 2016, ai sensi dell’art. 7 della L.R. n. 22/2010 e ss.mm.ii. – Direttiva vincolante ex art. 8 L.R. n. 41/2006 e ss.mm.ii. ”. La risposta della Regione specifica, altresì, che, con le sopra citate d.g.r. n. 35 e n. 532 del 2016, anch’esse aventi natura di direttiva vincolante, sono state dettate le disposizioni inerenti le deroghe assunzionali a valere sull’esercizio 2016, di competenza del Dipartimento salute e servizi sociali. Mediante tali provvedimenti la Regione ha inteso disciplinare le modalità di effettuazione, per l’anno 2016, delle assunzioni del personale di tutti i ruoli ed in tutte le tipologie contrattuali, inclusa l’acquisizione di prestazioni libero professionali. Come ogni anno, anche le suddette deliberazioni di Giunta n. 35 e n. 532 hanno previsto un sistema di monitoraggio e controllo (entrato a regime dall’esercizio 2014) delle richieste di deroga al summenzionato blocco delle assunzioni, finalizzato ad esperire un più incisivo controllo sulle aziende sanitarie, che, con cadenza quadrimestrale, devono effettuare una ricognizione delle assunzioni e delle cessazioni verificatesi a vario titolo. La Sezione rileva come le direttive sopra esposte, fornite dalla Regione in sede di interlocuzione istruttoria, non riguardino, nello specifico, i limiti finanziari posti, dalle richiamate norme statali di finanza pubblica, ai costi delle spese di funzionamento (missioni, formazione, autovetture, etc.), salvo quanto comunicato per le collaborazioni libero-professionali (ascrivibili, ove ne ricorrano i presupposti, alla categoria, propria delle norme finanziarie, delle “consulenze ”).

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La Sezione ribadisce, inoltre, la necessità (come già fatto nelle precedenti deliberazioni n. 74/2016/PARI e n. 56/2015/PARI) che le direttive regionali tese a stabilire un alternativo obiettivo di costo alle spese di funzionamento osservino quanto affermato nelle sentenze della Corte costituzionale n. 182 del 2011 e n. 139 del 2012, in particolare esplicitando, in caso di esclusione di alcune componenti dal calcolo dell’obiettivo finanziario, i maggiori risparmi da conseguire per altri aggregati ugualmente oggetto di limitazione. Ove si eserciti tale facoltà, appare opportuno che il piano dei conti degli enti del servizio sanitario regionale, come previsto dall’art. 27, comma 2, del d.lgs. n. 118 del 2011, contenga separata evidenza dei costi soggetti a limitazione (per es. consulenze o autovetture) e di quelli, della medesima natura, invece esclusi (per esempio, perché finalizzati a garantire l’attività di emergenza o i livelli essenziali di assistenza, etc.). Anche in questo caso, preso atto delle indicazioni regionali, l’accertamento circa il rispetto, da parte delle singole aziende del servizio sanitario regionale, degli obblighi di contenimento posti alle spese per consumi intermedi sarà condotto dalla Sezione in sede di esame dei bilanci d’esercizio, come previsto dall’art. 1, commi 3 e seguenti, del d.l. n. 174 del 2012, (sono in fase di deposito le deliberazioni riferite ai bilanci dell’esercizio 2015).

8.10.5.1 Gli obblighi di rinegoziazione introdotti nel 2015

L’art. 9-ter del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, al fine di garantire la realizzazione di ulteriori interventi di razionalizzazione della spesa, ha prescritto che, per l'acquisto dei beni e servizi elencati nella tabella A allegata al decreto (fra i quali la prevalenza di quelli strumentali all’erogazione di prestazioni sanitarie), gli enti del SSN sono tenuti a proporre ai fornitori una rinegoziazione dei contratti in essere che abbia l'effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, e senza che ciò comporti modifica della loro durata, al fine di conseguire una riduzione su base annua del 5 per cento del valore complessivo dei contratti in essere. Il comma 4 del citato articolo prevede che, nell'ipotesi di mancato accordo con i fornitori, entro il termine di trenta giorni dalla trasmissione della proposta, gli enti del SSN hanno diritto di recedere dal contratto, in deroga all'articolo 1671 del codice civile, senza alcun onere. La norma fa, altresì, salva la facoltà del fornitore di recedere dal contratto entro trenta giorni dalla comunicazione, da parte dell’amministrazione, della manifestazione di volontà di operare la riduzione (sempre senza alcuna penalità). Il recesso del privato ha effetto decorsi trenta giorni dal ricevimento della comunicazione da parte dell’ente del SSN.

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Il comma 5 prevede, infine, che gli enti del Servizio sanitario nazionale che abbiano risolto il contratto ai sensi del precedente comma 4, nelle more dell'espletamento delle gare, possono, al fine di assicurare comunque la disponibilità dei beni e servizi indispensabili per garantire l'attività assistenziale, stipulare nuovi contratti accedendo a convenzioni-quadro, anche di altre regioni, o tramite affidamento diretto a condizioni più convenienti in ampliamento di contratto stipulato, mediante gare di appalto o forniture, da aziende sanitarie della stessa o di altre regioni, previo consenso del nuovo esecutore. La ridetta norma di finanza pubblica ha esteso ad un cospicuo elenco di beni e servizi strumentali all’erogazione di prestazioni sanitarie (oltre che ai dispositivi medici) gli obblighi di rinegoziazione del contratto già introdotti, in particolare, per i contratti stipulati ad un prezzo superiore a quello di riferimento stabilito dall’ex AVCP (e, in seguito, dall’ANAC). L’analisi applicativa di quest’ultima norma (art. 15, comma 13, lett. b, del d.l. n. 95 del 2012) è stata già oggetto di attenzione, da parte della Sezione, con riferimento ai bilanci 2013 e 2014 degli enti del SSR (cfr., per esempio, deliberazione n. 34/2016/PAR). Nel corso dell’interlocuzione istruttoria finalizzata alla redazione della presente relazione non sono state chieste le direttive eventualmente fornite dalla Regione al riguardo, avendo concretato l’analisi sulla parte della norma riferita ai dispositivi medici, per i quali in parallelo vige una precisa regola limitativa di finanza pubblica (art. 15, comma 13, lett. f), del d.l. n. 95 del 2012), oggetto di esame nel pertinente paragrafo della presente relazione. Al momento, invece, non sono presenti norme limitative di finanza pubblica riferite al complessivo aggregato dei beni e servizi sanitari, l’evoluzione della cui spesa è stato analizzato sia in generale che in riferimento alle norme di finanza pubblica limitanti le spese di funzionamento/consumi intermedi (può farsi rinvio al precedente e successivo paragrafo della presente relazione). L’accertamento circa il rispetto, da parte delle singole aziende del servizio sanitario regionale, degli obblighi di rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi posti dal citato art. 9-ter del d.l. n. 78 del 2015, sarà condotto dalla Sezione in sede di esame dei bilanci d’esercizio 2016 degli enti del SSR.

8.10.5.2 L’andamento generale della spesa per beni e servizi non sanitari

I beni e servizi non sanitari comprendono tutti gli acquisiti, effettuati dagli enti del SSR, strumentali all’erogazione di prestazioni sanitarie (spese per mensa e prodotti alimentari, servizi di lavanderia e pulizia, smaltimento rifiuti, utenze, ecc.).

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Su questa area di spesa i benefici attesi dovrebbero provenire, in esecuzione degli obiettivi di riduzione posti dal d.l. n. 66 del 2014, da una revisione della spesa per effetto di una migliore programmazione (evitando proroghe e mero riferimento ai consumi storici), di acquisti centralizzati e dal monitoraggio dei contratti in esecuzione. I costi complessivi, nel quadriennio 2013-2016, registrano una lieve contrazione (-0.59 per cento). In particolare, cresce sensibilmente il costo per riscaldamento (+121,32 per cento) e mensa (+11,28 per cento), mentre si riducono, in modo cospicuo, i costi per la telefonia (-36,70 per cento). Discorso a parte va fatto per il decremento dei costi per assicurazione (-70,14 per cento), frutto dell’introduzione del sistema di autoassicurazione.

Tab. n. 126 - Servizi non sanitari – anni 2013-2016

Variazioni (dati in migliaia di euro) 2013 2014 2015 2016 percentuali 2013 - 2016

B.2.B.1) Servizi non sanitari 244.208 238.709 243.402 242.772 -0,59% B.2.B.1.1) Lavanderia 28.354 28.935 29.013 28.281 -0,26% B.2.B.1.2) Pulizia 37.746 37.438 36.837 34.974 -7,34% B.2.B.1.3) Mensa 22.959 22.696 23.056 25.549 11,28% B.2B.1.4) Riscaldamento 4.288 4.390 10.504 9.490 121,32%

B.2.B.1.5) Assistenza informatica 24.915 24.025 26.007 25.326 1,65%

B.2.B.1.6) Trasporti (non sanitari) 3.624 3.804 3.823 3.445 -4,94%

B.2.B.1.7) Smaltimento rifiuti 7.523 7.435 7.527 7.374 -1,98% B.2.B.1.8) Utenze telefoniche 6.736 4.615 4.367 4.264 -36,70% B.2.B.1.9) Utenze elettricità 12.148 13.445 14.166 11.881 -2,20% B.2.B.1.10) Altre utenze 11.828 12.900 13.161 11.653 -1,48% B.2.B.1.11) Premi di assicurazione 8.167 2.653 2.573 2.439 -70,14% B.2.B.1.12) Altri servizi non sanitari 75.920 76.373 72.368 78.096 2,87% Fonte: CE consolidati 2013, 2014, 2015 e 2016 forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

La tabella seguente evidenzia, invece, in primo luogo, come la spesa per beni non sanitari (9,8 milioni di euro) costituisca una parte minore dei costi complessivi sostenuti dal SSR. Tuttavia, registra una percentuale di riduzione fra 2013 e 2016 (meno 26 per cento), che appare idealmente in linea con gli obiettivi posti dal legislatore nazionale in materia (citato art. 15, comma 13, lett. a, del d.l. n. 95 del 2012).

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Tab. n. 127 - Beni non sanitari –anni 2013-2016

Variazioni (dati in migliaia di euro) 2013 2014 2015 2016 dal 2013 al 2016

B.1.B) Acquisti di beni non sanitari 13.258 13.240 11.889 9.813 -26% B.1.B.1) Prodotti alimentari 3.090 3.077 2.356 828 -73% B.1.B.2) Materiali di guardaroba, di 3.105 2.997 3.047 2.667 -14% pulizia e di convivenza in genere B.1.B.3) Combustibili, carburanti e 1004 983 888 804 -20% lubrificanti B.1.B.4) Supporti informatici e 3.216 3.206 2.943 2.940 -9% cancelleria B.1.B.5) Materiale per la manutenzione 1.043 1.137 1.007 961 -8% B.1.B.6) Altri beni e prodotti non 1.800 1.840 1.648 1.613 -10% sanitari Fonte: CE consolidati 2013, 2014, 2015 e 2016 forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

8.10.6 L’attività di centralizzazione delle committenze – direttive e risultati

Le disposizioni normative nazionali, nell’arco temporale 2012-2016, hanno rafforzato l’obbligo di ricorso, da parte degli enti del servizio sanitario, alle convenzioni quadro stipulate da CONSIP o dalle centrali d’acquisto regionali (art. 1, comma 449, della legge n. 296 del 2006). Inoltre la legge ha affidato a soggetti aggregatori, istituiti su base regionale, l’espletamento delle funzioni di stazione appaltante anche per conto degli enti del servizio sanitario regionale (art. 9, comma 3, del d.l. n. 66 del 2014). A tal fine, in sede istruttoria, è stato chiesto di precisare i risultati ottenuti nel corso del 2016 e di evidenziare eventuali profili di criticità o difficoltà nell'applicazione della normativa in discorso. Nella risposta istruttoria del 7 giugno 2017, la Regione ha ricordato quanto disposto dalla legge regionale 29 dicembre 2014 n. 4, che, all’art. 18, obbliga gli enti del SSR ad approvvigionarsi per l’acquisto di beni e servizi attraverso la centrale regionale di acquisto (CRA), che, a seguito della successiva legge regionale 29 luglio 2016, n. 17, svolge, dall’1 ottobre 2016, le sue funzioni nell’ambito di A.Li.Sa. La Regione evidenzia, in particolare, che, per il 2016, l’area centrale acquisti di A.Li.Sa. ha gestito oltre 90 procedure di gara. Il compito di assicurare la fornitura delle merci e dei servizi necessari al funzionamento del SSR è particolarmente gravoso, posto che, in primo luogo, il mercato è in continua evoluzione. Non è sufficiente considerare i prodotti già in uso negli ospedali, ma bisogna tenere conto anche di tutte le innovazioni scientifiche. Nel 2016 sono state aggiudicate n. 45 procedure, pari a 3.105 lotti, per un ammontare totale di euro 1.139.436.053. Le

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principali aggiudicazioni riguardano i prodotti farmaceutici, i reagenti, i dispositivi medici ed i servizi non sanitari. La Regione, inoltre, evidenzia che, nel 2016, si è iniziato ad affrontare il tema degli acquisti di apparecchiature ad alta complessità e ad uso diffuso. In particolare, sono state aggiudicate due procedure, una per l’acquisto tomografi assiali computerizzati e risonanze magnetiche, e l’altra per la fornitura di ecografi. Proprio per rendere maggiormente vincolante quest’ultima iniziativa, la Giunta ha assunto la d.g.r. n. 328 del 20 marzo 2015, che, al fine di individuare i criteri per un’appropriata allocazione degli ecografi, ha stabilito che tutte le richieste di acquisto di nuove tecnologie inoltrate all’Agenzia sanitaria regionale debbano essere correlate di copia della proposta di acquisizione inoltrata alla segreteria scientifica della “rete HTA” (rete di collaborazione tra le tecno-strutture delle Regioni e l’AGENAS, nata nel 2009 con lo scopo di sviluppare progetti volti a ottimizzare le tecnologie sanitarie ). Nel 2016 le procedure indette sono state 41, per un totale di euro. 1.219.324.711. La risposta ha precisato, inoltre, che la Centrale regionale di acquisto, interna ad A.Li.Sa., effettua, inoltre, un costante monitoraggio dei siti web delle aziende sanitarie per evidenziare eventuali situazioni di elusione della normativa. I profili di criticità più rilevanti, evidenziati nella risposta istruttoria, riguardano i tempi di espletamento delle gare, che tendono a dilatarsi a causa delle difficoltà nella raccolta dei dati e nell’ iter di standardizzazione dei fabbisogni (inoltre, viene sottolineata la crescente litigiosità delle imprese fornitrici). In caso di forniture specifiche e richiesta motivata, la Centrale di acquisto autorizza le aziende sanitarie a procedere autonomamente. Tale ultima facoltà risulta espressamente prevista dal legislatore a decorrere dal 2017. Il comma 3-bis dell’art. 9 del citato d.l. n. 66 del 2014, introdotto dall'art. 1, comma 421, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, ha previsto che le amministrazioni pubbliche obbligate a ricorrere a Consip o agli altri soggetti aggregatori regionali possono procedere, qualora non siano disponibili i relativi contratti, e in caso di motivata urgenza, allo svolgimento di autonome procedure di acquisto (dirette alla stipula di contratti aventi durata e misura strettamente necessaria)240 . La novella normativa viene incontro alla difficoltà più volte emerse, anche nelle interlocuzioni istruttorie con la Regione e gli altri enti del servizio sanitario ligure, aventi fonte, in particolare, nei tempi di aggiudicazione delle procedure di gara da parte dei vari soggetti aggregatori regionali, a fronte del necessario, e spesso non rinviabile, approvvigionamento di beni e servizi da parte degli enti eroganti prestazioni sanitarie.

240 In tale caso l'Autorità nazionale anticorruzione può rilasciare il codice identificativo di gara (CIG).

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L’intervento legislativo dovrebbe permettere una migliore conciliazione fra l’esigenza di risparmio connessa all’imposizione di un sistema centralizzato di espletamento delle funzioni di stazione appaltante e quella di procacciamento di beni e servizi strumentali all’erogazione di prestazioni sanitarie, che, per loro natura, devono essere acquisiti in maniera costante e tempestiva.

Costi assicurativi e accantonamenti a fondo rischi

Al fine di esaminare una categoria di oneri particolarmente sensibile per le aziende sanitarie, è stato chiesto di precisare i costi sostenuti, nell’esercizio 2016, dalla Regione o dagli altri enti del SSR, per le polizze assicurative stipulate a copertura dei rischi di danno arrecato a terzi nell’esercizio dell’attività sanitaria. In particolare, alla luce di quanto acquisito in sede di esame del rendiconto della Regione per gli esercizi 2013, 2014 e 2015, di fornire aggiornamenti sull’evoluzione dei costi (sinistri pagati) e dei fondi (risorse accantonate) del sistema di autoassicurazione. Con la legge regionale 26 ottobre 2011, n. 28, avente ad oggetto "Programma assicurativo per rischi da responsabilità civile delle aziende ed enti del servizio sanitario regionale" , la Regione ha mirato a razionalizzare e unificare le scelte delle aziende del SSR, nonché a contenere l'aumento dei costi assicurativi e di quelli di liquidazione, adottando un sistema di gestione diretta del rischio sanitario, che comporta, tra l'altro, la creazione di un fondo regionale finalizzato al finanziamento degli esborsi che gli enti devono effettuare nel corso dell’anno per ciascun sinistro liquidato. Ogni azienda o ente del SSR è stata tenuta ad aderire, alla scadenza dei singoli contratti assicurativi, al sistema di autoassicurazione centralizzato. Il fondo regionale dedicato, istituito dalla legge citata, è partito, negli anni 2012 e 2013, con una dotazione di 15 milioni di euro (tre aziende del SSR avevano ancora attiva una polizza assicurativa). La gestione è stata affidata alla ASL n. 2 Savonese, che ricopre il ruolo di capofila e garantisce la provvista di cassa alle aziende dopo la definizione dell’eventuale contenzioso. A livello regionale opera un comitato, che svolge l'attività di decisore di seconda istanza relativamente ai sinistri la cui proposta di transazione sia di valore uguale o superiore a 150.000 euro. Il descritto sistema di gestione diretta del rischio da responsabilità civile è entrato a regime nel 2014, con l’adesione di tutti gli enti del Sistema sanitario regionale. Pertanto, il fondo è stato riparametrato, elevandolo a 25 milioni di euro, e tale si è mantenuto per gli anni 2015 e 2016. In quest’ultimo esercizio, tuttavia, il fondo relativo all’anno 2012 è stato integrato con euro 3.025.308. Complessivamente, per

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gli esercizi 2012-2016 sono stati stanziati 108 milioni di euro quale fondo rischi regionale e liquidati euro 48,7 milioni di euro a titolo di risarcimento danni.

Tab. n. 128 - Fondo ex l. r. n. 28 del 2011 (gestione diretta rischio)

Saldo al Anno di riferimento Importi impegnati Utilizzo 31/12/2016

2012 18.025.308 -16.359.853,06 1.665.454,94 2013 15.000.000 -11.755.715,87 3.244.284,13 2014 25.000.000 -11.244.497,34 13.755.502,66 2015 25.000.000 -8.022.450,20 16.977.549,80 2016 25.000.000 -1.408.813,43 23.591.186,57 TOTALE 108.025.308 -48.791.329,90 59.233.978,10 Fonte: dati forniti dalla Regione in sede istruttoria.

Nel 2013 l’ammontare dei rimborsi, riconosciuti dalle compagnie di assicurazione aggiudicatarie del servizio, erano stati complessivamente pari a euro 959.000 (modello CE, consolidato regionale, voce A.5.A), a fronte di costi per servizi assicurativi (B.2.B.1.11.A), per euro 5.826.000 (a cui andavano sommati gli accantonamenti per copertura diretta dei rischi, B.16.A.4, pari a euro 14.615.000). Nel 2014, esercizio di entrata a regime del nuovo modello di autoassicurazione, la voce del modello CE, consolidato regionale, riferita ai rimborsi assicurativi (A.5.A), sale ad euro 2.339.000 (in particolare in virtù dei ricavi iscritti dall’ASL n. 5 Spezzina, che ammontavano a circa 1,7 milioni di euro). Diminuisce a euro 208.000 l’onere per i premi assicurativi, a cui andava sommato l’accantonamento per la copertura diretta dei rischi, pari a euro 24.328.000. Nel 2015, la voce del modello CE, consolidato regionale, riferita ai rimborsi assicurativi (A.5.A), sale ad euro 10.681.000 (in particolare in virtù del mutamento dei criteri di iscrizione dei trasferimenti effettuati dall’ASL n. 2 Savonese agli altri enti del SSR, non più imputati, quali ricavi, da parte di questi ultimi, nel conto “ A.1.B.3.1) Contributi da altri soggetti pubblici (extra fondo) vincolati” ). Si azzera, invece, l’onere per i premi assicurativi (a cui, come costo di sistema, va sommato l’accantonamento per la copertura diretta dei rischi, pari a euro 22.374.000).

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Tab. n. 129 - Autoassicurazione del rischi derivanti dalla responsabilità degli operatori sanitari verso terzi – dati economici consolidati di sintesi 2013 2014 2015 2016

A.5.A) Rimborsi assicurativi (*) - 1.696.000 10.681.000 12.105.000

A.1.A.1) Ricavi da Regione per quota fondo sanitario 15.000.000 25.000.000 25.000.000 28.025.000 regionale indistinto (solo ASL n. 2) A.1.B.2.2) Contributi da aziende sanitarie pubbliche 515.000 241 della Regione o Prov. Aut. (extra fondo) altro A.3.B) Utilizzo di quote inutilizzate di contributi di esercizi precedenti da soggetti pubblici (extra fondo) 2.195.000 2.620.000 1.150.000 1.879.000 vincolati A.1.B.3.1) Contributi da altri soggetti pubblici (extra 2.910.000 6.004.086 (***) (***) fondo) vincolati (**)

B.2.B.1.11.A) Premi di assicurazione - R.C. 5.241.000 - - - professionale B.16.A.4) Accantonamenti per copertura diretta dei 14.615.000 24.328.000 22.374.000 26.616.000 rischi (autoassicurazione) B.9.C.2) Altri oneri diversi di gestione (**) 5.241.000 10.456.000 13.253.000 15.470.000

B.2.B.2.3.A) Consulenze non sanitarie da privato (**) 249.000 623.000 784.000 800.000 (*)nel 2013 la voce non veniva utilizzata per la gestione diretta del rischio. (**) dettaglio fornito dalla Regione. Gli importi riguardano la sola gestione diretta del rischio. (***) A partire dall’esercizio 2015 gli enti del SSR non utilizzano più detta voce per i ricavi da gestione diretta del rischio, ma la sola voce “A.5.A) Rimborsi assicurativi”. Fonte: dati forniti dalla Regione in sede istruttoria.

Al fine di agevolare la lettura della tabella sopra riportata, va precisato che l’ASL n. 2 Savonese, a fronte dell’erogazione del finanziamento regionale a titolo di autoassicurazione, iscrive, nel proprio bilancio, un ricavo (alla voce “A.1.A.1, contributi in conto esercizio da regione o prov. Aut. per quota F.S. regionale indistinto” , nel 2015 pari ad euro 25 milioni) ed un corrispondente costo, a titolo di accantonamento (alla voce “B.16.A.4 Accantonamenti per copertura diretta dei rischi” , nel 2016 pari a euro 26,6 milioni). Nel conto economico dell’ente del SSR che liquida il risarcimento del danno sono effettuate le seguenti iscrizioni contabili: un ricavo (avente causa nel trasferimento ricevuto dall’ASL n. 2) alla voce “A.5.A) Rimborsi assicurativi ” (nel 2016, pari a 12,1 milioni di euro 242 (importo che non corrisponde a quanto riportato nel CE consolidato inviato dalla Regione in data 12 luglio 2017, dove sono esposti euro 10.294.000); un costo, derivante dal pagamento del risarcimento danni a terzi, alle voci “B.9.C.2 Altri oneri diversi di gestione” (pari nel 2016, a livello regionale, a 15,47 milioni di euro)

241 L'Ospedale Evangelico Internazionale ha contabilizzato ricavi per euro 515.000 nella voce " A.1.6.2.2) - Contributi da Aziende sanitarie pubbliche della Regione o Prov. Aut. (extra fondo) altro ", invece che alla voce "A.5.A) - Rimborsi assicurativi". I correlati costi dovevano essere contabilizzati nella voce "B.9.C.2) - Altri oneri diversi di gestione " e non nella voce "B.16.A.4) Accantonamenti per copertura diretta dei rischi (autoassicurazione)” , che deve essere compilata solo dall’ASL capofila, come da indicazioni regionali fornite con le d.g.r. 866 del 2013 e d.g.r. 102 del 2014. Pertanto, nella tabella l'importo di euro 515.000 è stato inserito, fra i costi, alla voce " B.9.C.2) Altri oneri diversi di gestione ". 242 Fino all’esercizio 2014, tali ricavi erano iscritti, da alcune aziende sanitarie, anche alla voce “A.1.A.1, contributi in conto esercizio da regione o prov. Aut. per quota F.S. regionale indistinto” .

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e alla voce “B.2.B.2.3.A Consulenze non sanitarie da privato” per eventuali oneri di assistenza legale (pari nel 2016, a livello regionale, a 0,8 milioni di euro). A fine esercizio, la ASL n. 2 accantona (alla voce “B.16.A.4, Accantonamenti per copertura diretta dei rischi – autoassicurazione” ) la differenza tra quanto inserito quale ricavo nel proprio conto economico preventivo e gli importi liquidati come risarcimento danni (anche mediante fornitura di provvista agli altri enti del SSR). Nell’esercizio successivo, il pagamento di eventuali risarcimenti viene effettuato mediante prelievo dal fondo rischi dello stato patrimoniale. A tal fine, la ASL n. 2 Savonese iscrive un ricavo alla voce “A.3.B Utilizzo fondi per quote inutilizzate contributi di esercizi precedenti da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati” (pari nel 2016, a 1,87 milioni di euro) 243 . Allo stato attuale, il “modello CE - consolidato regionale ” non evidenzia, in maniera autonoma, i costi sostenuti dal sistema sanitario regionale per il risarcimento dei danni a terzi discendenti da responsabilità professionale. Le risorse regionali che alimentano il fondo di autoassicurazione sono attribuite, per la gestione contabile, all’ASL n. 2 Savonese, che fornisce le necessarie provviste finanziarie agli altri enti del SSR nel caso in cui debbano liquidare un risarcimento 244 . Tuttavia, il conto economico di questi ultimi non registra tale costo in un conto dedicato, ma alla generica voce “Altri oneri diversi di gestione” (a cui si associa, in caso di rifusione di spese legali, il conto “Consulenze non sanitarie da privato” ). Le iscrizioni non permettono di avere immediata contezza dell’effettivo impatto dei costi derivanti dal risarcimento danni a terzi per colpa medica sul bilancio sanitario regionale, né del saldo, positivo o negativo, rispetto alla stima effettuata dalla Regione a inizio esercizio (mediante lo stanziamento delle risorse da destinare al fondo di autoassicurazione). In proposito, appare opportuno ricordare, come già fatto in occasione della relazione sulla gestione sanitaria 2014 e 2015, che il d.lgs. n. 118 del 2011, pur avendo imposto a tutti gli enti del SSN di redigere in maniera uniforme gli schemi di bilancio, sia preventivi che consuntivi (cfr. artt. 25 e 26), e di adottare, a tal fine, un uniforme piano dei conti (art. 27), conforme a quello dei modelli ministeriali CE ed SP (DM Salute 15 giugno 2012), permette comunque alle regioni di dettagliare il ridetto piano dei conti, inserendo ulteriori sotto voci.

243 Nel caso di trasferimento di provviste agli altri enti del SSR, questi ultimi procedono alle iscrizioni, di ricavo e di costo, esposte in precedenza. Naturalmente, a fronte dell’eventuale utilizzo, l’ASL n. 2 deve diminuire, in misura corrispondente, l’ammontare del fondo accantonato nello stato patrimoniale (salvo reintegrarlo, previo transito in conto economico quale accantonamento, nell’ipotesi dell’attribuzione di un nuovo finanziamento da parte della Regione).

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L’assenza di evidenziazione autonoma nel bilancio sanitario regionale rende maggiormente difficoltosa una valutazione del saldo costi-benefici del nuovo sistema di copertura diretta dei rischi rispetto a quello, utilizzato in precedenza, di stipula di contratti di assicurazione. Tuttavia, una valutazione maggiormente ponderata in termini di rapporto costi/benefici necessita del decorso di un maggiormente congruo arco temporale (in questo senso la tabella sopra riportata, dalla quale emergerebbe, nel nuovo sistema, un ammontare di costi superiore al precedente andrebbe completata con gli oneri relativi ai premi assicurativi pagati in un esercizio in cui tutti gli enti del SSR erano assicurati da soggetti esterni). Appare necessario monitorare, infatti, non solo l’andamento delle richieste di risarcimento da parte di terzi (a cui devono corrispondere prudenti accantonamenti ai pertinenti fondi), ma, altresì, le concrete liquidazioni dei singoli sinistri denunciati all’esito di un accordo fra le parti o di un giudizio ordinario (momento in cui è possibile valutare l’effettiva congruità rispetto a quanto in precedenza accantonato, pena l’emersione, in caso di stima in difetto, di una sopravvenienza passiva). I costi emergenti dal nuovo sistema di autoassicurazione (sia per accantonamenti che per eventuali sopravvenienze passive) vanno, inoltre, confrontati con quelli sostenuti, in termini di premi, nel precedente sistema di copertura assicurativa integrale (sia pure con franchigia). Queste analisi, necessitanti del decorso di un congruo lasso temporale, saranno oggetto di verifica, da parte della scrivente Sezione regionale di controllo, in occasione dell’esame dei bilanci sanitari consolidati dei prossimi esercizi.

8.11.1 Le novità della legge n. 24 del 2017

L’art. 10 della legge 8 marzo 2017, n. 24 (“ Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie ”) ha imposto alle strutture sanitarie e sociosanitarie, sia pubbliche che private, di essere provviste di copertura assicurativa o, in alternativa, di analoghe misure per la responsabilità civile verso terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d'opera (obbligo già contenuto nell'art. 27, comma 1-bis , del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 114), anche per i danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante presso le ridette strutture, compresi coloro che svolgono attività di formazione o sperimentazione e ricerca clinica. Il precetto si applica anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime di libera professione intramuraria o in regime di convenzione con il SSN. Le strutture sanitarie e socio sanitarie devono stipulare, altresì, polizze assicurative o adottare altre analoghe misure per la copertura della responsabilità civile verso terzi degli esercenti le professioni sanitarie (disciplinata ex

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novo dall’art. 7, comma 3, della legge), fermo restando, tuttavia, quanto previsto dall'articolo 9 della legge (che regolamenta l’azione di rivalsa verso l’esercente la professione sanitaria o, se si tratta di soggetto legato da un rapporto di servizio con una struttura sanitaria pubblica, la responsabilità amministrativa) 245 . Inoltre, l’art. 10, comma 3, della medesima legge dispone, al fine di garantire efficacia alle azioni di rivalsa avviate dalla struttura sanitaria o dall’assicuratore e quella di responsabilità amministrativa, avviata dalla Corte dei conti, ciascun esercente la professione sanitaria operante a qualunque titolo in strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private deve stipulare, con oneri a proprio carico, un'adeguata polizza di assicurazione per colpa grave. Il successivo comma 6 precisa che, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro centoventi giorni dall’entrata in vigore della legge n. 24 del 2017, saranno determinati i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie e per gli esercenti le professioni sanitarie, prevedendo l'individuazione di classi di rischio a cui far corrispondere massimali differenziati. Il medesimo decreto deve stabilire, inoltre, i requisiti minimi di garanzia e le condizioni generali di operatività delle altre analoghe misure, anche di assunzione diretta del rischio, obbligatorie, in alternativa, ai sensi dell’art. 10, comma 1. Fra queste deve disciplinare le modalità di previsione nel bilancio delle strutture sanitarie di un fondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati (a tali fondi viene esteso il divieto di esecuzione forzata previsto, per alcune specifiche risorse destinate al servizio sanitario nazionale, dall’art. 1, commi 5 e 5-bis , del d.l. 18 gennaio 1993, n. 9, convertito dalla legge 18 marzo 1993, n. 67. La verifica della conformità del sistema di autoassicurazione del rischio sanitario istituito dalla Regione Liguria ai parametri che saranno introdotti dal decreto ministeriale attuativo della legge n. 24 del 2017 sarà effettuato in occasione della relazione allegata al giudizio di parificazione del rendiconto 2017.

8.11.2 Gli accantonamenti a fondo rischi e oneri

Per quanto concerne l’esposizione in bilancio, da parte degli enti del SSR, degli accantonamenti al fondo per rischi e oneri, l’art. 29, comma 1, lett. g), del d.lgs. n.

245 Quest’ultima disposizione non si applicano per gli esercenti la professione sanitaria indicati al comma 2 dell’art. 10 (liberi professionisti e dipendenti esercenti la professione in regime di intramoenia), per i quali restano fermi gli autonomi obblighi di assicurazione posti dall’art. all'articolo 3, comma 5, lettera e), del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 (e all'art. 5 del regolamento attuativo d.p.r. 7 agosto 2012, n. 137), ed all'art. 3, comma 2, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito dalla legge 8 novembre 2012, n. 189 (che disciplina i requisiti minimi ed uniformi che i contratti di assicurazione stipulati dagli esercenti le professioni sanitarie devono osservare).

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118 del 2011 dispone che lo stato dei rischi aziendali sia valutato dalla regione, verificando l'adeguatezza dei relativi accantonamenti a bilancio. Il collegio sindacale del singolo ente, inoltre, deve attestare l'avvenuto rispetto degli adempimenti necessari per procedere all'iscrizione dei fondi ed al relativo utilizzo. Con nota PG/2017/85779 del 28 febbraio 2017 la Regione, anche a seguito dei rilievi effettuati dalla Sezione in occasione dell’esame dei bilanci degli enti del servizio sanitario regionale, ha fornito specifiche indicazioni per la costituzione dei fondi rischi ed oneri, e dei relativi accantonamenti annuali. La tabella che segue riporta gli importi degli accantonamenti per rischi presenti nei modelli CE, consolidato regionale, degli esercizi 2013-2016. Da questi ultimi, traspare, quantomeno in termini numerici, una maggiore attenzione da parte degli enti del SSR alla congruità degli accantonamenti di risorse per far fronte ai rischi derivanti da cause civili (cresciuti del 371 per cento) e per contenzioso da lavoro dipendente (che, nel 2016, cresce soprattutto a causa di un netto incremento del fondo appostato dall’EO Galliera). Per quanto concerne, invece, gli accantonamenti per copertura diretta dei rischi, l’incremento è dovuto all’entrata in vigore, a regime, nel 2014, del nuovo sistema di autoassicurazione (trattato nel precedente paragrafo).

Tab. n. 130 - Accantonamenti per rischi – anni 2013-2016

Variazioni 2013 2014 2015 2016 dal 2013 al 2016

B.16.A) Accantonamenti per rischi 26.618 34.540 48.294 40.397 52% B.16.A.1) Accantonamenti per cause civili ed 1.570 5.473 2.954 7.394 371% oneri processuali B.16.A.2) Accantonamenti per contenzioso 150 441 168 1503 902% personale dipendente B.16.A.4) Accantonamenti per copertura 14.615 24.328 22.374 26.616 82% diretta dei rischi (autoassicurazione) B.16.A.5) Altri accantonamenti per rischi 10.283 4.298 22.798 4.884 -53% In migliaia di euro Fonte: CE consolidati 2013, 2014, 2015 e 2016 forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

Con lettera istruttoria del 5 luglio 2017, è stato chiesto alla Regione di fornire maggiori ragguagli circa la sensibile diminuzione (da 22,7 a 4,8 milioni di euro) degli “altri accantonamenti per rischi ”. Sulla base di quanto accertato in occasione dell’esame del rendiconto 2015, infatti, il predetto accantonamento era stato effettuato al fine di coprire i rischi derivanti dal contenzioso instaurato dalla società Micenes s.c.a.r.l., gerente il servizio calore per gli uffici regionali e degli enti del SSR. La Regione ha precisato che, con la d.g.r. n. 1185 del 20 dicembre 2016, sono stati impegnati 17 milioni di euro a favore delle aziende del SSR. Il provvedimento forniva mandato al direttore generale del Dipartimento salute e servizi sociali per la sottoscrizione di un verbale di conciliazione davanti al giudice ordinario. La

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transazione è stata siglata nel mese di dicembre 2016. Gli enti del SSR hanno, pertanto, contabilizzato 17 milioni a ricavo alla voce del CE " A.1.6.1.1) Contributi da Regione o Prov. Aut. (extra fondo) vincolati " e accantonato l'importo nella voce "B.16.C.2) Accantonamenti per quote inutilizzate contributi da soggetti pubblici (extra fondo) vincolati" , come previsto dalle Linee guida del modello CE allegate al DM Salute 15 giugno 2012. La voce utilizzata evidenzia il fatto che i costi correlati ai ricavi, contabilizzati nell'esercizio 2016, verranno sostenuti a partire dal 2017. La Sezione prende atto dei chiarimenti forniti, rinviando l’eventuale esame della transazione stipulata in sede di analisi dei bilanci 2016 degli enti del SSR.

La spesa farmaceutica

Il Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica , approvato con delibera delle Sezioni Riunite n. 3/RCFP/17 del 27 marzo 2017, evidenzia i risultati del monitoraggio della spesa farmaceutica relativi ai primi dieci mesi del 2016, confermando, fenomeno già messo in evidenza nel 2015, come l’incremento degli acquisti di farmaci da parte delle strutture pubbliche (sia come spesa ospedaliera che in distribuzione diretta) non sembri più trovare compensazione nei risparmi nella farmaceutica convenzionata. L’introduzione di prodotti innovativi è alla base degli aumenti più consistenti (solo in parte coperti dal fondo statale stanziato a tal fine 246 ). Sull’esercizio 2016, inoltre, hanno inciso le difficoltà di funzionamento del c.d. pay back . In particolare, non essendovi stata ancora una definizione per l’anno 2016, le somme indicate nel monitoraggio a riduzione della spesa non hanno trovato applicazione nei conti regionali. Nel 2016 la spesa farmaceutica territoriale è risultata, nel complesso, pari a circa 12 miliardi (il 13 per cento del finanziamento del SSN). Escludendo quanto coperto con il fondo per i farmaci innovativi (416,7 milioni per i primi dieci mesi dell’anno) ed i pay back delle aziende farmaceutiche, la spesa complessiva nazionale rientra all’interno del tetto complessivo (11,35 per cento del FSN). La deliberazione della Sezione delle Autonomie n. 7/2016/FRG (i cui contenuti sono ripresi dalla recente deliberazione n. 17/2017/FRG) illustra in sintesi l’attuale governance finanziaria della spesa farmaceutica, basata su tetti nazionali e regionali e sulla responsabilità degli eventuali ripiani posta a carico della filiera del farmaco (pay back ), che, introdotta nel 2008 (per la farmaceutica territoriale), ha efficacemente contenuto la spesa complessiva. Basandosi su una preventiva valutazione dei farmaci che avrebbero perso la copertura brevettuale, ha generato

246 Art. 1, comma 593, della legge n. 190 del 2014.

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consistenti risparmi 247 , che si sono tradotti in una progressiva riduzione del pertinente tetto di spesa posto dalle norme di finanza pubblica (dal 14 per cento del FSN, nel 2008, all’11,35 per cento, dal 2014). A partire dal 2013 il descritto modello di governo della spesa è stato applicato anche alla farmaceutica ospedaliera, ma con minore efficacia, non potendosi replicare con uguale incisività l’effetto compensativo della minore spesa dovuta ai farmaci generici, soprattutto dopo l’introduzione nei prontuari dei farmaci innovativi 248 . Di recente, l’art. 21 del decreto-legge n. 113 del 2016, convertito dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, oltre a prevedere una revisione delle regole di governo della spesa farmaceutica, ha stabilito che le aziende produttrici versino alle regioni l’80 per cento ed il 90 per cento dei pay back accertati da AIFA per lo sfondamento dei tetti di spesa, rispettivamente, del biennio 2013-2014 e 2015. Tuttavia, sugli sforamenti accertati da AIFA per il triennio 2013-2015, pari a circa 1,5 miliardi (220 milioni per la territoriale e 1,3 miliardi per l’ospedaliera), è pendente contenzioso innanzi al TAR del Lazio, che, con decreto n. 4213 del luglio 2016, accogliendo sostanzialmente le motivazioni dei ricorrenti circa la scarsa trasparenza dei criteri di determinazione dei budget attribuiti, e dei relativi ripiani, ne ha sospeso, in parte, il pagamento. In seguito, sempre il TAR Lazio, con successiva ordinanza del 14 settembre 2016, ha imposto ad AIFA di presentare, entro il 31 marzo 2017, una relazione sulla metodologia di calcolo dei budget assegnati a ciascuna azienda farmaceutica, e dei relativi tetti di spesa, rinviando all’11 luglio 2017 la decisione di merito. L’esito di tale decisione, se sfavorevole ad AIFA, avrà un impatto sugli equilibri di bilancio delle regioni, posto che queste ultime hanno già iscritto tra le entrate, nella misura stabilita dal d.l. n. 113 del 2016, i ripiani ( pay back ) oggetto del contenzioso. Al momento, l’AIFA sta lavorando ad una soluzione stragiudiziale della controversia, che impegnerebbe le aziende produttrici a ritirare i ricorsi presentati, a fronte, però, di uno sconto sui ripiani ancora da versare.

8.12.1 Limiti di finanza pubblica alla spesa farmaceutica

L’art. 15, comma 3, del d.l n. 95 del 2012, riproducendo obblighi similari già vigenti, dispone che, a decorrere dal 2013, l'onere a carico del servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale, posto dall'art. 5 decreto-legge 1 ottobre 2007, n. 159, convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, è

247 La farmaceutica convenzionata ed i redditi da lavoro dipendente sono le uniche voci del conto economico consolidato del SSN a segnare costanti riduzioni di spesa nel corso degli ultimi anni. 248 Al riguardo, le leggi di stabilità per il 2015 ed il 2016 hanno stanziato un fondo di 500 milioni di euro per i farmaci innovativi, disponendo che solo la quota di spesa eccedente tale stanziamento concorra alla determinazione del tetto per la farmaceutica territoriale (11,35 per cento del FSN).

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rideterminato nella misura dell'11,35 per cento del FSN, al netto degli importi corrisposti dal cittadino per l'acquisto di farmaci ad un prezzo diverso da quello massimo di rimborso stabilito dall'AIFA (in base a quanto previsto dall'art. 11, comma 9, del d.l. n. 78 del 2010). In caso di sforamento, si applicano le disposizioni in materia di ripiano, previste dall’art. 5 del citato decreto-legge n. 159 del 2007, come successivamente aggiornato (al cui testo si fa rinvio). L’art. 15, comma 4, del richiamato d.l. n. 95 del 2012 aggiunge che, sempre a decorrere dal 2013, il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera sia rideterminato nella misura del 3,5 per cento del FSN (calcolato al netto della spesa per i farmaci di classe A in distribuzione diretta e distribuzione per conto, nonché della spesa per altre categorie di farmaci espressamente indicati dalla norma). Prima di analizzare i contenuti nella risposta istruttoria fornita dalla Regione, appare opportuno evidenziare, quale dato di contesto, gli elementi di valutazione desumibili dal “Monitoraggio AIFA della spesa farmaceutica nazionale e regionale” , riferito all’arco temporale gennaio-ottobre 2016, nel quale sono riassunti i risultati definitivi conseguiti dalla Regione, rapportandoli a quelli complessivi nazionali. La tabella sottostante si riferisce alla verifica del tetto complessivo posto alla spesa farmaceutica, territoriale ed ospedaliera, che, sia a livello nazionale che regionale, non risulta rispettato (rispettivamente per una percentuale dell’1,64 per cento e dello 0,99 per cento), a causa, come meglio specificato in seguito, dello sforamento addebitabile alla spesa ospedaliera.

Tab. n. 131 - Verifica tetto del 14,85 per cento per spesa farmaceutica complessiva (territoriale e ospedaliera) periodo gennaio – ottobre 2016 Liguria Italia

FSN 2014 A=B/14,85% 2.582.094.489 91.972.957.358

Tetto 14,85 % B 383.441.032 13.657.984.168

Spesa territoriale C 268.738.445 10.389.432.002

Spesa Ospedaliera D 140.753.339 4.773.429.164

Spesa complessiva E=C+D 409.491.783 15.162.861.167

Scostamento assoluto F=E-B 26.050.752 1.504.876.999

Incidenza % G=E/A% 15,86% 16,49% In euro Fonte: AIFA – “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale. Gennaio - ottobre 2016”.

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Tab. n. 132 - Verifica tetto del 3,5 per cento per spesa farmaceutica ospedaliera – periodo gennaio – ottobre 2016

Liguria Italia

FSN 2016 2.582.094.489 91.972.957.358

Tetto 3,5% 90.373.307 3.219.053.508

Spesa ospedaliera 140.753.339 4.773.429.164

Scostamento assoluto 50.380.032 1.554.375.657

Incidenza percentuale 5,50% 5,20% In euro Fonte: AIFA – “Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale. Gennaio - ottobre 2016”.

Il predetto superamento del limite alla spesa ospedaliera risulta pari, a livello nazionale, ad 1,70 punti percentuali rispetto al tetto programmato (3,5 per cento del FSN), e viene superato anche a livello regionale (con uno scostamento del 2 per cento). Anche i costi complessivi per acquisto di prodotti farmaceutici (desunti dai modelli CE, consolidato regionale) sostenuti dal sistema sanitario ligure, non solo di quelli rilevanti ai fini del rispetto dell’esposta norma di finanza pubblica, evidenziano un cospicuo incremento nell’ultimo quadriennio (pari al 27,73 per cento).

Tab. n. 133 - Prodotti farmaceutici ed emoderivati – anno 2013 – 2016

Variazione 2013 2014 2015 2016 dal 2013 al 2016

B.1.A.1) Prodotti farmaceutici ed 248.030 259.882 312.745 316.800 27,73% emoderivati B.1.A.1.1) Medicinali con AIC, ad eccezione di vaccini ed emoderivati di produzione 238.543 250.916 303.225 306.903 28,66% regionale B.1.A.1.2) Medicinali senza AIC 3.405 3.829 3.734 3.244 -4,73% B.1.A.1.3) Emoderivati di produzione 6082 5.137 5.786 6.653 9,39% regionale In migliaia di euro Fonte: CE consolidati 2013, 2014, 2015 e 2016 forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

La spesa farmaceutica territoriale, invece, sia livello nazionale (11,30 per cento) che regionale (10,41 per cento) è stata contenuta entro il tetto fissato dal legislatore.

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Tab. n. 134 - Verifica tetto del 11,35 per cento per spesa farmaceutica territoriale – periodo gennaio – ottobre 2016 Liguria Italia

FSN 2016 (A) 2.582.094.489 91.972.957.358

Tetto V.A. (B) 293.067.725 10.438.930.660 Spesa farmaceutica territoriale al netto (C) 268.738.445 10.389.432.002 del pay back Sforamento tetto V.A. (C-B) -24.329.280 -49.498.658 Incidenza % spesa farmaceutica (C/A) 10,41 11,3 territoriale/FSN In euro Fonte: AIFA Monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale e regionale periodo gennaio – ottobre 2016.

La Regione, nella risposta istruttoria del 7 giugno 2017, ha sottolineato, come già fatto negli anni scorsi, che, a partire dal 2015, il trend di spesa dei farmaci distribuiti o erogati dalle strutture pubbliche ha dovuto scontare l’immissione in commercio di prodotti innovativi ad altissimo costo. Tale circostanza è stata fatta propria, prosegue la risposta, anche dal legislatore nazionale, che ha modificato, dal 2017, i tetti di spesa “ territoriale ” e “ ospedaliera ” (cfr. art. 1, commi 398-399, legge n. 232 del 2016), riducendo il primo al 7,96 per cento del FSN ed incrementando il secondo al 6,89 per cento (oltre a mutare la composizione dei due aggregati). La spesa farmaceutica convenzionata netta, invece, come emerge dalla tabella sottostante, nel 2016 è stata ulteriormente contenuta, registrando una minore spesa, rispetto al 2015, di 7,7 milioni di euro.

Tab. n. 135 - Spesa farmaceutica convenzionata regione Liguria - anni 2010 – 2016

(milioni di euro) 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Spesa lorda* 363,7 344,8 309,0 296,5 287,1 281,0 273,3

Spesa netta* 318,8 290,7 246,6 235,9 226,9 221,3 213,6

Ricette (numero) 16.635.338 16.772.755 16.504.904 16.581.178 16.327.615 15.868.252 15.473.369 Fonte: dati forniti da Regione Liguria in sede istruttoria.

La Regione, inoltre, fa presente che i primi dati nazionali sulla spesa farmaceutica 249 regionale danno atto di un costo pro capite netto pesato di euro 115,3 a fronte di una media nazionale di euro 138,8. Il rapporto OSMED relativo ai primi 9 mesi del 2016, sempre con riferimento alla farmaceutica convenzionata, rileva in Liguria i consumi (DDD) 250 più bassi d’Italia dopo la provincia di Bolzano (948DDD/1000 abitanti a fronte di una media nazionale di 1.126 DDD/1000 abitanti).

249 Fonte AGENAS (dati in attesa di verifica definitiva). 250 La “ Defined Daily Dose ” (DDD) o “dose definita giornaliera” è l'unità di misura standard della prescrizione farmaceutica, definita dall'Organizzazione mondiale della sanità come la "dose di mantenimento giornaliera media di un farmaco utilizzato per la sua indicazione principale nell'adulto". Non deve essere scambiata per l'indice terapeutico, che definisce invece l'intervallo tra dose efficace e dose letale, o con il dosaggio definito dalla prescrizione medica.

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Tab. n. 136 - Prescrizione farmaceutica convenzionata di classe A-SSN e privata di fascia C: confronto fra i primi nove mesi del 2016 e 2015 Spesa lorda pro DDD/1000 abitanti Spesa lorda pro capite Spesa lorda pro capite capite die Automedicazione classe C con ricetta Classe A-SSN Classe A-SSN (SOP, OTC) ∆% ∆% ∆% ∆% € N. € € 16/15 16/15 16/15 16/15 Liguria 111,47 -2,67 948,00 0,38 44,25 -1,31 34,49 -3,01

Italia 130,80 -2,69 1.126,15 0,89 37,25 -0,84 29,34 -1,27 Fonte: AIFA – Rapporto OSMED “L’uso dei farmaci in Italia”, gennaio 2017.

Inoltre, i dati nazionali 2016 al momento disponibili 251 registrano, altresì, in Liguria nel periodo gennaio-settembre, la composizione percentuale della spesa regionale per medicinali erogati in distribuzione diretta e per conto più bassa d’Italia, dopo l’Emilia Romagna (90,6 per cento, distribuzione diretta e 9,4 per cento, per conto).

Tab. n. 137 - Composizione della spesa regionale per medicinai erogati in distribuzione diretta (DD) e per conto (DPC) Incidenza Incidenza DD DPC Totale % % DD DPC Liguria 155.356.735,67 16.144.240,01 171.500.975,68 90,6% 9,4%

Italia 5.451.555.742,85 1.033.956.097,60 6.485.511.840,44 84,1% 15,9% Fonte: AIFA – Rapporto OSMED “L’uso dei farmaci in Italia”, gennaio 2017.

I Liguria, nei primi nove mesi del 2016 l’utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto è cresciuto rispetto al 2015, attestandosi al 69,7 per cento. Tuttavia, resta ancora inferiore alla media nazionale (71,5 per cento).

Tab. n. 138 - Spesa e consumo SSN dei farmaci a brevetto scaduto inclusi nelle liste di trasparenza AIFA: confronto fra i primi 9 mesi del 2016 e 2015 Spesa ex -factory^ Consumo farmaci a Consumi totali farmaci a brevetto % Equivalenti brevetto scaduto scaduto % sul % sul DDD/1000 ∆% DDD/1000 ∆% € pro ∆% Spesa ex- totale totale DDD ab die 16/15 ab die 16/15 capite 16/15 factory^ DDD spesa Liguria 1.127,6 0,7 785,9 69,7 3,3 40,9 19,5 0,7 6,1 24,9

Italia 1.285,3 1,41 918,4 71,5 4,4 47,5 20,5 1,2 5,7 22,6 Fonte: AIFA – Rapporto OSMED “L’uso dei farmaci in Italia”, gennaio 2017.

La necessità di incrementare il consumo di farmaci a brevetto scaduto è stata, pertanto, ulteriormente ribadita dalla Regione, dando seguito a provvedimenti già richiamati nell’istruttoria dell’anno scorso 252 . In particolare, con la deliberazione n. 1 del 2017, il Commissario straordinario di A.Li.Sa ha fornito ulteriori indirizzi operativi per le attività sanitario o socio sanitarie per l’anno 2017. La legge di bilancio 2017, prendendo atto degli andamenti di spesa determinati dai farmaci innovativi, ha incrementato, dal 3,5 per cento al 6,89 per cento del FSN,

251 Vedi tabella 17 del “ Rapporto nazionale OSMED” , citato. 252 dd.g.r. Liguria n. 161 del 2016, n. 86 del 2016 e n. 516 del 2016.

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il tetto per la farmaceutica ospedaliera (ridefinita “ spesa farmaceutica per acquisti diretti ”), includendovi anche i farmaci di classe A in distribuzione diretta e per conto, mentre il tetto per la farmaceutica territoriale (rinominato “ tetto della spesa farmaceutica convenzionata ”) scende dall’11,35 per cento al 7,96 per cento del FSN. Rimane invariato il valore complessivo del tetto, fissato al 14,85 per cento del FSN. Inoltre, sempre la legge n. 232 del 2016 ha vincolato 1 miliardo delle nuove risorse attribuite al FSN per il 2017 (circa 2 miliardi) al finanziamento della spesa regionale in farmaci innovativi, in particolare oncologici, e vaccini.

8.12.2 La distribuzione di farmaci per conto

Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, la Sezione ha proseguito l’approfondimento della distribuzione c.d. “ per conto ”, avviato in sede di esame del rendiconto 2015. L’art. 8 del d.l. n. 347 del 2001, prevede che le regioni, anche con provvedimenti amministrativi, hanno facoltà di: a) stipulare accordi con le associazioni sindacali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, per consentire agli assistiti di rifornirsi delle categorie di medicinali che richiedono un controllo ricorrente del paziente anche presso le farmacie predette, con le medesime modalità previste per la distribuzione attraverso le strutture aziendali interne; b) assicurare l'erogazione diretta da parte delle aziende sanitarie dei medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale; c) disporre, al fine di garantire la continuità assistenziale, che la struttura pubblica fornisca direttamente i farmaci, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali, per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale. La determinazione AIFA del 29 ottobre 2004, ha approvato il prontuario della distribuzione diretta per la presa in carico e la continuità assistenziale ospedale- territorio, definendo l'elenco dei farmaci erogabili da parte delle strutture pubbliche. In particolare, la determinazione indicata ha definito il “PH-T - Prontuario della distribuzione diretta” includendovi le forme alternative di distribuzione (riconducibili alle due macro aree della distribuzione mediante strutture interne agli enti del SSR ovvero da parte di farmacie convenzionate per conto degli enti del SSR) che garantiscono la continuità assistenziale fra ospedale (H) e territorio (T) 253 .

253 Secondo questo nuovo inquadramento vengono sostanzialmente a delinearsi tre ambiti della terapia, diversi per quanto attiene al setting assistenziale e di conseguenza alle modalità distributive:

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A tal fine la determinazione AIFA individua i farmaci dispensabili mediante tali modalità, periodicamente rivedibile. Tuttavia, in concreto, la distribuzione diretta, anche nella modalità per conto, dipende, per entità dei farmaci erogabili, dalle scelte organizzative e dalle strategie assistenziali definite e assunte da ciascuna Regione. In seguito, tale elenco è stato integrato dalla determinazione AIFA del 2 novembre 2010, che ha permesso la distribuzione diretta e per conto anche dei “Farmaci riclassificati in A-PHT (ex H-Osp2)” , che, attualmente, in tutte le ASL liguri, sono erogati esclusivamente tramite distribuzione diretta. Infatti, anche in questo caso l’art. 3 della determinazione AIFA prevede che i farmaci ivi elencati vadano dispensati attraverso le strutture individuate dalle regioni, tenuto conto delle proprie esigenze organizzative, senza che queste ultime producano un aggravio di spesa per il servizio sanitario (in termini la nota della Regione G/2010/158738 del 12 novembre 2010). L’ARS Liguria ha poi emanato, in data 22 gennaio 2013, ulteriori direttive a cui devono attenersi le aziende sanitarie liguri nella distribuzione diretta dei farmaci (tese a valorizzare, in particolar modo, la semplificazione del percorso assistenziale). Pertanto, in sede istruttoria è stato chiesto alla Regione di produrre le convenzioni stipulate nel corso del 2016 o efficaci, in base ad accordi precedenti, nel medesimo periodo, riguardanti tale modalità di distribuzione di farmaci, invitando, altresì, ove disponibili, a corredare il suddetto invio di eventuali analisi o relazioni sui risultati conseguiti, anche in termini di risparmio sulla farmaceutica territoriale. Va ricordato che, in sede di istruttoria sul rendiconto 2015, la Regione ha prodotto l’accordo quadro, approvato con d.g.r. n. 108 del 2012, valevole per l’arco temporale 1 febbraio 2012 - 31 dicembre 2015 (prorogato, con la d.g.r. n. 673 del 2016, al 31 dicembre 2016), disciplinante la distribuzione di farmaci da parte delle farmacie pubbliche e private convenzionate per conto degli enti del SSR. Tale accordo, viste le determinazioni AIFA di riclassificazione, ai fini del regime di rimborsabilità (in attuazione dell'art. 11, comma 7, lett. a, del d.l. n. 78 del 2010), di alcuni farmaci da “H Osp2” ad “A” (e inseriti nell'elenco del prontuario della distribuzione diretta, c.d. "PHT" ), definisce le condizioni e le modalità per la distribuzione, da parte delle farmacie pubbliche e private, per conto del SSR, dei

1. Area H ovvero della terapia intensiva ospedaliera, il cui strumento è il PTO (Prontuario Terapeutico Ospedaliero) e i medicinali sono distribuiti esclusivamente dalla farmacia ospedaliera ai pazienti ospedalizzati o in ospedalizzazione domiciliare. 2. Area H-T ovvero della presa in carico e della continuità terapeutica, il cui strumento è il PH-T (Prontuario della Distribuzione Diretta). 3. Area T ovvero della cronicità o anche di terapie a breve termine per le situazioni cliniche che non richiedono la ospedalizzazione, il cui strumento è il PFN (Prontuario Farmaceutico Nazionale) con prescrizione da parte dei MMG e PLS e distribuzione da parte delle farmacie pubbliche e private.

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ridetti farmaci (oltre che delle eparine a basso peso molecolare), estendendolo a tutte le indicazioni terapeutiche. In attuazione dell’accordo quadro, tuttavia, le singole Aziende sanitarie regionali possono definire e sottoscrivere, con i rappresentanti provinciali delle farmacie convenzionate, autonome convenzioni su base locale, che possono modificare o integrare l'elenco dei farmaci distribuibili. Per l’erogazione del servizio di distribuzione per conto alle farmacie convenzionate è corrisposto un rimborso, comprensivo della quota relativa alla distribuzione intermedia, di euro 5,5 (IVA esclusa) per confezione distribuita, sino alla soglia di 676.000 pezzi (calcolati a livello regionale, ma ripartiti per singola ASL in proporzione alle proprie necessità assistenziali 254 ). In caso di superamento dei pezzi massimi distribuibili, l’accordo quadro rimette alle ASL l’eventuale riconoscimento di una remunerazione aggiuntiva a favore dei farmacisti convenzionati (nei limiti massimi di euro 4,5 a pezzo, IVA esclusa). Al fine di valutare l’economicità di tale forma di distribuzione (che permette all’assistito di poter prelevare il farmaco di cui ha bisogno presso la farmacia del territorio, senza doversi necessariamente recare nel presidio ospedaliero pubblico), appare necessaria un’analisi comparata con i costi ed i benefici generati dalla parallela modalità di distribuzione diretta da porte delle strutture interne degli enti del SSR. Entrambe, infatti, oltre a garantire la continuità ospedale-territorio nell’erogazione del farmaco agli assistiti, permettono di conseguire un risparmio di costi rispetto all’ordinaria dispensazione mediante le farmacie convenzionate, beneficiando gli enti del SSR (anche in virtù di apposite disposizioni normative) di sconti sull’acquisto dalle case farmaceutiche. Nel caso della distribuzione diretta (che, nel 2015, ha generato, per la Liguria, costi vivi per 123,2 milioni di euro, risultando ampiamente più utilizzata di quella per conto) all’onere per l’acquisto del farmaco dispensato va aggiunto quello relativo ai costi del personale interno impegnato nella distribuzione (che richiede in alcuni casi la consegna al domicilio dell’assistito). Tale analisi necessita di dati analitici di costo, interni alle singole aziende sanitarie, non acquisibili, per ragioni di economicità procedimentale, in tale sede, ma che possono essere oggetto di eventuale esame in sede di controllo sui bilanci degli enti del SSR (art. 1, commi 3 e 7, del d.l. n. 174 del 2012). In questa sede, si è fatto ricorso, per valutare l’economicità del servizio di distribuzione per conto ad un indice comparativo esterno, costituito dal confronto con la remunerazione accordata, per il medesimo servizio, ai farmacisti convenzionati in altre regioni. L’emolumento riconosciuto dalla Regione Liguria (pari a euro 5,5 per

254 Fa eccezione l’ASL n. 1 “ Imperiese” , che eroga direttamente tutti i farmaci del PHT, senza ricorrere al servizio delle farmacie convenzionate.

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confezione distribuita, ridotto a massimo euro 4,5 in caso di superamento del budget annuale concordato) risulta fra i meno onerosi stipulati sul territorio nazionale. In base ai dati reperiti sui siti internet delle regioni, solo Toscana (4,5 euro), Emilia- Romagna (3,88 euro), Marche (3,50 euro) e Sicilia (3,40 euro) risultano aver stipulato convenzioni meno gravose in punto di remunerazione per farmaco distribuito (mentre la media si attesta oltre i 6 euro, con riconoscimenti ulteriori in caso di farmacie rurali o con basso fatturato ovvero in ragione del costo del farmaco o del numero di pezzi distribuiti). Nel corso del 2016 è stata raggiunto con le rappresentanze delle farmacie private e pubbliche un “ accordo ponte ” necessario a garantire, senza soluzione di continuità, il rapporto e le modalità previgenti di collaborazione con le farmacie convenzionate. Quest’ultimo prevede, altresì, alcuni impegni che potrebbero costituire i contenuti di un nuovo “ accordo quadro ”, la cui definizione è stata demandata ad un apposito Tavolo tecnico (e che sarà illustrato al termine del presente paragrafo). La spesa per i farmaci distribuiti “per conto ” è rimasta, nel 2016, invariata rispetto al 2015, attestandosi attorno ai 21,3 mln di euro (l’importo minore a partire dal 2009). La Regione evidenzia, inoltre, che il rapporto tra la spesa per la distribuzione diretta e quella per conto è il più basso dopo l’Emilia Romagna (6,5 per cento contro 9,4 per cento) e che, pur scontando la popolazione più anziana d’Italia, il tetto della spesa territoriale è ampiamente rispettato (periodo gennaio/ottobre 2016: 10,41 per cento del FSN).

Tab. n. 139 - Composizione delle spesa regionale per medicinali erogati in distribuzione diretta (DD) e per conto (DPC) Incidenza Incidenza (in euro) DD DPC Totale percentuale DD percentuale DPC Liguria 155.356.735,67 16.144.240,01 171.500.975,68 90,6% 9,4% Emilia 465.621.278,74 32.166.428,28 497.787.707,02 93,5% 6,5% Romagna Italia 5.451.555.742,85 1.033.956.097,60 6.485.511.840,44 84,1% 15,9% Fonte: AIFA – Rapporto OSMED “L’uso dei farmaci in Italia”, gennaio 2017.

Con deliberazione n. 59 del 23 giugno 2017 la Regione ha approvato un nuovo “Accordo per la distribuzione di farmaci da parte delle farmacie pubbliche e private convenzionate in nome e per conto del SSR e per lo sviluppo della loro integrazione nella fornitura del servizio CUP-WEB sottoscritto il 31 marzo 2017” , il cui esame, anche con riferimento ai primi effetti economico-finanziari prodotti, sarà effettuato dalla Sezione in occasione dell’esame del rendiconto consuntivo 2017. In questa sede appare, tuttavia, opportuno sottolineare la concordata riduzione della remunerazione riconosciuta ai farmacisti convenzionati per il servizio, che scende, per le farmacie urbane (ed alcune farmacie rurali), ad euro 3,99 a confezione (oltre IVA) e, per le

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altre farmacie rurali, a euro 4,49 a confezione (oltre IVA). Inoltre, il nuovo accordo punta ad uniformare, su tutto il territorio regionale, l’elenco dei farmaci distribuibili per conto, in modo da conciliare prossimità all’utente finale e standardizzazione delle procedure distributive (presupposto per un trasparente monitoraggio e valutazione dei benefici conseguiti a fronte dei costi sostenuti).

I costi per dispositivi medici

Il consumo di dispositivi medici sta crescendo, a livello nazionale, in maniera rilevante. Gli esperti del settore prevedono uno sviluppo simile a quello conosciuto dai farmaci, fino a prefigurare un sostanziale equilibrio dei due comparti per livello di spesa. Il mercato dei dispositivi ha caratteristiche che ne rendono più difficile la regolazione, in quanto comprende prodotti altamente differenziati: articoli semplici e di uso quotidiano e apparecchiature il cui contenuto tecnologico è particolarmente alto. L’elevata eterogeneità dei prodotti, la rapida obsolescenza, i livelli di complessità tecnologica e la variabilità degli impieghi clinici, spesso strettamente correlata anche all’abilità ed all’esperienza degli utilizzatori, hanno reso più complesso individuare interventi finalizzati alla loro corretta diffusione ed al governo della spesa. Il decreto del Ministro della salute 7 ottobre 2011 ha operato una prima classificazione dei dispositivi medici. Inoltre, momento fondamentale per garantire la qualità dell’assistenza sanitaria, la sicurezza e l’appropriatezza d’uso (attraverso la conoscenza dell’impatto clinico, tecnico ed economico) è stato la realizzazione della “Banca dati e repertorio dei dispositivi medici” (BD/RDM) , istituita, con decreto del Ministro della salute, a partire dal 2007 (e aggiornata con decreto del Ministro della salute 21 dicembre 2009). La repertoriazione ha riguardato i dispositivi immessi sul mercato italiano e, con tale sistema, si è puntato ad ottenere un’anagrafe a carattere nazionale, che consenta di identificare i prodotti e raccogliere le informazioni necessarie ai fini dell’acquisto e del corretto utilizzo dei dispositivi. La banca dati (che registra circa 550 mila dispositivi medici) dovrebbe consentire alle aziende sanitarie di definire, nei propri meccanismi di budget interni, anche i consumi attesi di dispositivi per singolo centro di responsabilità, così come avviene per i farmaci.

8.13.1 I limiti di finanza pubblica ai costi per dispositivi medici

Nella tabella che segue si pongono a confronto i dati relativi ai costi, nazionali e regionali, per dispositivi medici, rilevati, nel 2015 e nel 2016, dai modelli CE alimentanti il sistema NSIS. Nella regione Liguria la spesa complessiva si attesta, nel 2016, intorno ai 164 milioni di euro (pari al 28,75 per cento dei costi complessivi per acquisti di beni, risultanti dal medesimo modello CE), in crescita dello 0,8 per cento

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rispetto al 2015. L’incremento risulta inferiore a quello registrato su base nazionale (pari all’1,3 per cento).

Tab. n. 140 - Spesa per dispositivi medici – anni 2015 e 2016

Totale Totale Totale Liguria Liguria Liguria nazionale nazionale nazionale

variazione 2016 2015 2015-2016 B.1.A.3) Dispositivi medici 163.981 5.839.746 162.618 5.765.448 0,8 1,3 B.1.A.3.1) Dispositivi medici 106.900 3.983.673 102.973 3.943.457 3,8 1,0 B.1.A.3.2) Dispositivi medici 4.403 521.304 6.534 503.828 -32,6 3,5 impiantabili attivi B.1.A.3.3) Dispositivi medico 52.678 1.334.769 53.111 1.138.163 -0,8 1,3 diagnostici in vitro (IVD) In migliaia di euro Fonte: Corte dei conti, Sezioni Riunite, Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica.

L’art. 17, comma 2, lett. c), del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011, ha disposto che, ai fini di controllo e razionalizzazione della spesa sostenuta dal servizio sanitario nazionale per l'acquisto di dispositivi medici, in attesa della determinazione dei costi standardizzati sulla base dei livelli essenziali delle prestazioni (elaborati anche sulla base dei dati raccolti nella banca dati per il monitoraggio dei consumi dei dispositivi medici, di cui al DM Salute 11 giugno 2010), a decorrere dal 2013 la spesa sostenuta dal SSN per l'acquisto di detti dispositivi, tenuto conto dei dati riportati nei modelli di conto economico (CE), compresa la spesa relativa all'assistenza protesica, è fissata entro un tetto, fissato a livello nazionale e di singola regione. L'eventuale superamento è recuperato interamente a carico della regione, attraverso misure di contenimento della spesa sanitaria o di copertura a carico di altre voci del bilancio. La norma precisa che non è tenuta al ripiano la regione che abbia fatto registrare un equilibrio economico complessivo. Il successivo art. 15, comma 13, lett. f), del d.l. n. 95 del 2012, ha poi determinato l’indicato tetto di spesa, a decorrere dal 2014, nella percentuale del 4,4 per cento del FSN. In proposito, già il Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica , approvato dalla Corte dei conti, Sezioni riunite in sede di controllo, con deliberazione n. 3/RCFP/2017, ha evidenziato come la spesa 2016 ecceda l’obiettivo, sia a livello nazionale che di Regione Liguria. Quest’ultima registra una percentuale di incidenza dei costi per dispositivi medici rispetto al fondo sanitario attribuitole pari al 5,3 per cento, superiore all’obiettivo del 4,4 per cento (ma identico alla media nazionale).

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Tab. n. 141 - Verifica tetti alla spesa per dispositivi medici nel 2016 Liguria Totale nazionale FSN GEN-DIC 2016 3.094.349 110.328.668 Dispositivi medici 163.981 5.839.746 Tetto (4,4%) 136.151 4.854.461 Scostamento assoluto da tetto di spesa 27.830 985.285 Percentuale costo dispositivi/finanziamento SSN 5,3 5,3 In migliaia di euro Fonte: Corte dei conti, Sezioni Riunite, Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica

Per quanto riguarda il rispetto del predetto limite nel 2016, la Regione, nella risposta del 7 giugno 2017, ha riferito, in primo luogo, che, al momento, non ha trovato attuazione la previsione di cui alla lett. b, comma 1, art. 9-ter del citato d.l. n. 78 del 2015 che prevede, al fine di garantire, in ciascuna regione, il rispetto del tetto di spesa per l’acquisto di dispositivi medici e fissarlo coerentemente con la composizione pubblico-privata dell’offerta, l’adozione di un accordo in sede di Conferenza permanente Stato-regioni (che doveva essere adottato entro il 15 settembre 2015 e aggiornato con cadenza biennale). Fermo quanto sopra, e ricordato ancora una volta che, in Liguria, l'offerta sanitaria è in gran parte pubblica, il tetto di spesa del 4,4 per cento del FSN ammonta, a livello regionale, ad euro 136.150.304. Ne consegue, come già verificatosi in sede di esame della gestione 2015, che il limite risulterebbe rispettato qualora si prenda a riferimento la sola voce del modello CE “ BA0220 B.1.A.3.1) Dispositivi medici ”, mentre sarebbe superato qualora venissero sommate anche le voci “ BA0230 B.1.A.3.2) Dispositivi medici impiantabili attivi ” e “ BA0240 B.1.A.3.3) Dispositivi medico diagnostici in vitro (IVD) ”, come emerge dalla tabella che segue. La spesa complessiva per il 2016 si attesta sui valori dell’anno precedente, registrando una riduzione di circa 120 mila euro.

Tab. n. 142 - Spesa per dispositivi medici Codice Descrizione 2015 2016 voce BA0220 B.1.A.3.1) Dispositivi medici 102.973.000 105.884.000 B.1.A.3.2) Dispositivi medici BA0230 6.534.000 4.382.000 impiantabili attivi B.1.A.3.3) Dispositivi medico BA0240 53.111.000 52.232.000 diagnostici in vitro (IVD) Totale 162.618.000 162.498.000 Fonte: dati forniti da Regione Liguria in sede istruttoria – importi arrotondati alle migliaia di euro

L’art. 9-ter , comma 8, del d.l. n. 78 del 2015, ha integrato il quadro della disciplina, disponendo (oltre all’imposizione di una procedura di rinegoziazione dei contratti, di cui al paragrafo seguente) che, con decreto del Ministro della salute, da adottare entro il 30 settembre di ogni anno, deve essere certificato (in via provvisoria)

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l'eventuale superamento del tetto di spesa a livello nazionale e regionale per l'acquisto di dispositivi medici, sulla base dei dati di consuntivo relativi all'anno precedente (rilevati dalle specifiche voci di costo riportate nei modelli CE consolidato regionale, di cui al DM Salute 15 giugno 2012), salvo conguaglio da riconoscere mediante altro decreto da adottare entro il 30 settembre dell'anno successivo. L'eventuale superamento del tetto di spesa regionale è posto a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per una quota complessiva pari al 45 per cento (elevata 50 per cento dal 2017), con modalità procedurali definite, su proposta del Ministero della salute, con apposito accordo in sede di Conferenza Stato-regioni (non ancora intervenuto).

8.13.1.1 La rinegoziazione dei contratti di acquisto dei dispositivi medici

L’art. 9-ter , comma 1, lett. b), del d.l. n. 78 del 2015, convertito dalla legge n. 125 del 2015 ha disposto che, al fine di garantire, in ciascuna regione, il rispetto del sopra esposto tetto di spesa per l'acquisto di dispositivi medici, gli enti del SSN sono tenuti a proporre ai fornitori di dispositivi medici una rinegoziazione dei contratti in essere che abbia l'effetto di ridurre i prezzi unitari di fornitura e/o i volumi di acquisto, senza che ciò comporti modifica della durata del contratto. Il successivo comma 4 del citato art. 9-ter precisa che, nell'ipotesi di mancato accordo con i fornitori, entro il termine di trenta giorni, gli enti del SSN hanno diritto di recedere dal contratto, senza alcun onere. La norma, è opportuno precisarlo, non impone all’ente del SSR, in caso di mancata rinegoziazione al ribasso del contratto, di recedere, ma gli attribuisce solo il diritto di farlo. Medesima facoltà di recesso è riconosciuta al fornitore privato (da esercitare entro trenta giorni dalla comunicazione della manifestazione di volontà di operare la riduzione), sempre senza alcuna penalità. Tuttavia, in quest’ultimo caso il recesso del fornitore ha effetto dopo trenta giorni dalla comunicazione all'amministrazione. L’art. 9-ter , comma 5, del d.l. n. 78 del 2015 prevede, inoltre, che gli enti del SSN che abbiano risolto il contratto, nelle more dell'espletamento delle successive gare, possono stipulare nuovi contratti accedendo a convenzioni-quadro (anche di altre regioni) o procedere tramite affidamento diretto (se a condizioni più convenienti) in ampliamento di contratto stipulato da aziende sanitarie della stessa o di altre regioni (previo consenso del nuovo esecutore). Come già ricordato nella relazione dello scorso anno, la Giunta regionale ha adottato, in merito a tale norma, la deliberazione n. 526 del 10 giugno 2016 (“ Ulteriori indirizzi operativi alle ASL, Istituti ed Enti del S.S.R. sull’assistenza farmaceutica territoriale ed ospedaliera e sui dispositivi medici e assistenza

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protesica ”), con la quale gli enti del SSR sono stati chiamati ad adempiere alle previsioni normative di finanza pubblica e ad una attenta gestione dei flussi informativi (imprescindibile anche ai fini della determinazione degli importi da porre a carico delle aziende fornitrici). Parallelamente, prosegue la risposta istruttoria, è stato rafforzato l’impegno della Centrale acquisti, anche attraverso la previsione di una stretta collaborazione tra A.Li.Sa. e le aziende del SSR (cfr. deliberazione del Commissario straordinario di A.Li.Sa. n. 1 del 2017). In precedenza, come appurato nel corso delle istruttorie funzionali all’esame dei bilanci d’esercizio degli enti del SSR, la Regione aveva emanato altre analoghe direttive, tese a dare indicazioni circa il rispetto, negli anni 2015 e 2016, del limite posto sia dall’art.15, comma 13, lett. f) del citato d.l. n. 95 del 2012 che quello, successivo, di cui all’esposto art. 9-ter , comma 1, lett. b), del d.l. n. 78 del 2015: - d.g.r. n. 641 del 30 maggio 2014, " Dispositivi medici, Linee di indirizzo per le Aziende, Istituti ed Enti del SSR e per la Centrale acquisti biennio 2014-2015 "; - d.g.r. n. 642 del 30 maggio 2014, " Linee di indirizzo regionali su percorsi organizzativi nell'assistenza protesica e fornitura di ausili tecnologici "; - nota n. 23991 dell’1 ottobre 2015, a firma del direttore del Dipartimento salute e servizi sociali, ad oggetto "Art. 9 ter D.L. 19.6.2015, n. 78 convertito con modificazioni in legge 6.8.2015, n. 125. Razionalizzazione della spesa "; - d.g.r. n. 526 del 10 giugno 2016, " DGR 161/2016. Ulteriori indirizzi operativi alle ASL, Istituti ed Enti del SSR sull'assistenza farmaceutica territoriale ed ospedaliera e sui dispositivi medici e assistenza protesica "; - d.g.r. n. 161 del 26 febbraio 2016, " Indirizzi operativi per le attività sanitarie e socio sanitarie 2016 ".

Le prestazioni erogate da privati accreditati

Nell’annuale Rapporto sul monitoraggio della spesa sanitaria , pubblicato, dal MEF, ad agosto 2016 emerge che la spesa per le “altre prestazioni da privato” (ospedaliere, specialistiche, riabilitative, integrative, protesiche, psichiatriche e altre prestazioni da operatori privati in convenzione con il SSN). L’aggregato passa da un incremento medio annuo dell’8,5 per cento, nel periodo 2001-2005, ad uno del 4 per cento nel periodo 2006-2010, per poi rallentare ulteriormente nel periodo 2011-2015, arco temporale in cui il tasso di crescita medio annuo si attesta all’1,1 per cento. L’andamento dell’aggregato riflette il miglioramento del sistema di regolazione dei volumi di spesa per le prestazioni sanitarie acquistate da operatori privati accreditati, in particolare nelle regioni sotto piano di rientro. Tale regolazione si è realizzata

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essenzialmente attraverso la definizione di tetti di spesa e l’attribuzione di budget, con il perfezionamento dei relativi contratti in tempi coerenti con la programmazione regionale. L’aggregato sconta, inoltre, le misure di finanza pubblica di contenimento della spesa per prestazioni acquistate da operatori privati. In particolare, va ricordato il d.l. n. 95 del 2012, che ha disposto la riduzione degli importi e dei corrispondenti volumi di acquisto delle prestazioni, specialistiche ed ospedaliere, da operatori privati accreditati, in misura pari allo 0,5 per cento per l’anno 2012, all’1 per cento per il 2013 ed al 2 per cento a decorrere dal 2014. La dinamica di crescita dell’aggregato resta, tuttavia, sensibilmente superiore a quella della complessiva spesa sanitaria. L’incidenza relativa cresce, infatti, dal 18,8 per cento del 2000, al 20,7 per cento del 2010, al 22 per cento del 2015 .

Tab. n. 143 - Spesa per “altre prestazioni da privato” in percentuale alla spesa sanitaria corrente – anni 2002-2015 Liguria Italia 2002 8,7% 17,7% 2003 9,4% 18,2% 2004 9,1% 18,4%

2005 9,7% 18,4% 2006 10,2% 19,1% 2007 10,6% 18,9% 2008 11,6% 19,7% 2009 11,9% 19,6% 2010 12,4% 20,1% 2011 12,1% 20,1% 2012 12,5% 20,2% 2013 12,3% 20,6% 2014 12,8% 20,6% 2015 13% 20,8% Fonte: MEF - Rapporto n. 3 monitoraggio della spesa sanitaria, 2016.

8.14.1 La spesa per acquisto di prestazioni da operatori privati in Liguria

Anche a livello di Regione Liguria viene confermato il trend descritto, posto che la percentuale della spesa per altre prestazioni da privato su quella sanitaria corrente cresce dal 8,7 per cento del 2002 al 13 per cento del 2015. Le tabelle successive traggono fonte dai dati del modello CE 2016, consolidato regionale, acquisito in sede istruttoria, ed evidenziano l’evoluzione delle varie componenti di costo per le prestazioni di assistenza, ospedaliera e ambulatoriale, erogate dai privati accreditati. In particolare, i primi due grafici mostrano il valore assoluto della spesa per tipologia di prestazione assistenziale, ripartito per natura di soggetto erogatore (pubblico e privato). Da questi ultimi appare evidente come, nel 2016, le principali

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componenti di costo si riferiscano (come in ogni sistema sanitario regionale), all’assistenza specialista ambulatoriale (che somma costi per 140 milioni di euro) ed a quella ospedaliera (che somma costi per 352 milioni di euro). Entrambe vedono una netta prevalenza di erogatori pubblici, mentre l’assistenza riabilitativa (97 milioni di euro), quella protesica (32 milioni di euro) e le prestazioni socio-sanitarie (111 milioni di euro) vedono una prevalenza degli erogatori privati accreditati.

Grafico n. 1 - Costi per prestazioni da privato accreditato in Liguria – anno 2016 da privato totale

160.000.000 140.000.000 120.000.000 100.000.000 80.000.000 60.000.000 40.000.000 totale 20.000.000 da privato 0 B.2.A.3) B.2.A.4) B.2.A.5) B.2.A.6) Acquisti servizi Acquisti servizi Acquisti servizi Acquisti servizi sanitari per sanitari per sanitari per sanitari per assistenza assistenza assistenza assistenza specialistica riabilitativa integrativa protesica ambulatoriale

Fonte: elaborazione Corte dei conti – Sezione controllo della Liguria su dati CE consolidato anno 2016.

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Grafico n. 2 - Costi per prestazioni da privato accreditato in Liguria – anno 2016

da privato totale

400.000.000 350.000.000 300.000.000 250.000.000 200.000.000 150.000.000 100.000.000 totale 50.000.000 da privato 0 B.2.A.7) B.2.A.8) B.2.A.10) B.2.A.12) Acquisti servizi Acquisto Acquisto Acquisto sanitari per prestazioni di prestazioni prestazioni assistenza psichiatria termali in Socio-Sanitarie a ospedaliera residenziale e convenzione rilevanza semiresidenziale sanitaria

Fonte: elaborazione Corte dei conti – Sezione controllo della Liguria su dati CE consolidato anno 2016.

In particolare, gli acquisti di servizi sanitari da privato per prestazioni di specialistica ambulatoriale (componente della voce di costo “Acquisti servizi sanitari per assistenza specialistica ambulatoriale” , conto B.2.A.3 del modello CE consolidato regionale) presentano, nel 2016, un valore di euro 18.448.000 (pari al 13 per cento dei costi complessivi per assistenza specialistica ambulatoriale), in diminuzione del 15,20 per cento rispetto al 2013 (euro 21.753.624). I costi per l’assistenza riabilitativa da privato (la cui spesa in termini assoluti è cospicua, attestandosi, nel 2016, ad euro 96.646.000) aumentano nel quadriennio 2013-2016 dello 6,56 per cento. In aumento anche i costi per assistenza integrativa da privato, pari, nel 2016, a euro 12.304.000 (2,84 per cento rispetto al 2013). In calo, invece, l’assistenza protesica (il cui valore assoluto, nel 2016, è pari ad euro 31.762.000), che diminuisce nel triennio esaminato del 9,67 per cento). I costi per assistenza ospedaliera costituiscono il 10 per cento complessivo dell’aggregato, sommando, nel 2016, la cifra di 36.041.000 euro, in sensibile aumento percentuale (più 55,72 per cento) rispetto al 2013 (euro 23.144.011). In quest’ultima voce risultano inseriti anche i costi per le sperimentazioni gestionali pubblico-privato, previste dall’art. 9-bis del d.lgs. n. 502 del 1992 (oggetto di esame, da parte della Sezione, nella deliberazione n. 32/2016/PRSS, riferita al bilancio 2014 dell’ASL n. 2 Savonese).

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L’acquisto da privato di prestazioni di psichiatria residenziale e semiresidenziale rappresenta la quasi totalità della voce di costo in discorso, e precisamente il 95 per cento, (euro 32.632.00 su 34.281.000). Tale valore aumenta del 10,36 per cento rispetto al 2013. Anche l’acquisto di prestazioni socio-sanitarie a rilevanza sanitaria è effettuato quasi integralmente da privati (circa 105 milioni di euro su 111 milioni di euro di costi complessivi). La relativa spesa cresce, nel quadriennio, del 5,8 per cento. Residuali i costi per acquisto di prestazioni termali da privato, pari a soli euro 171.000 (anche se più che triplicata rispetto al 2013). La tabella che segue riporta analiticamente i dati ora commentati.

Tab. n. 144 - I costi per prestazioni da privato accreditato – anni 2013-2016 Variaz ione 2013 2014 2015 2016 dal 2013 al 2016 B.2.A.3) Acquisti servizi sanitari per assistenza specialistica 117.846.448 121.502.000 140.011.000 140.394.000 19,13% ambulatoriale B.2.A.3.5) - da privato 21.753.624 19.237.000 18.600.000 18.448.000 -15,20% B.2.A.4) Acquisti servizi sanitari per 90.697.082 88.051.000 91.300.000 96.673.000 6,59% assistenza riabilitativa B.2.A.4.4) - da privato (intraregionale)+B.2.A.4.5) - da privato 90.694.268 88.048.000 91.222.000 96.646.000 6,56% (extraregionale) B.2.A.5) Acquisti servizi sanitari per 11.964.211 11.562.000 11.377.000 12.367.000 3,37% assistenza integrativa B.2.A.5.4) - da privato 11.964.211 11.562.000 11.351.000 12.304.000 2,84% B.2.A.6) Acquisti servizi sanitari per 35.163.401 34.181.000 31.670.000 31.762.000 -9,67% assistenza protesica B.2.A.6.4) - da privato 35.163.401 34.181.000 31.670.000 31.762.000 -9,67% B.2.A.7) Acquisti servizi sanitari per 452.097.570 454.392.000 366.265.000 351.995.000 -22,14% assistenza ospedaliera B.2.A.7.4) - da privato 23.144.011 44.775.000 50.592.000 36.041.000 55,72% B.2.A.8) Acquisto prestazioni di psichiatria residenziale e 29.568.785 29.190.000 31.557.000 34.281.000 15,94% semiresidenziale B.2.A.8.4) - da privato (intraregionale)+B.2.A.8.5) - da privato 29.568.785 29.190.000 30.239.000 32.632.000 10,36% (extraregionale) B.2.A.10) Acquisto prestazioni 2.279.028 2.116.000 1.977.000 1.996.000 -12,42% termali in convenzione B.2.A.10.4) - da privato+B.2.A.10.5) - da privato per cittadini non residenti - 54.028 153.000 152.000 171.000 216,50% Extraregione (mobilità attiva in compensazione) B.2.A.12) Acquisto prestazioni 109.608.887 111.117.000 111.035.000 111.240.000 1,49% Socio-Sanitarie a rilevanza sanitaria B.2.A.12.4) - da privato (intraregionale)+B.2.A.12.5) - da privato 98.937.754 102.624.000 104.000.000 104.673.000 5,80% (extraregionale) Fonte: per anni 2013 e 2014 elaborazione Sezione regionale di controllo su dati Sezioni Riunite della Corte dei conti; per anni 2015 e 2016 modello CE consolidato regionale.

8.14.2 Limiti di finanza pubblica ai costi per prestazioni da privato accreditato

I costi sostenuti, nel 2016, dagli enti del SSR per l'acquisto, da operatori privati accreditati, di prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e ospedaliera sono stati esaminati anche per valutare il conseguimento degli obiettivi di riduzione posti

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dall'art. 15, comma 14, del d.l. n. 95 del 2012. Tale disposizione ha, infatti, previsto che tutti i contratti vigenti nell'esercizio 2012, stipulati ai sensi dell'art. 8 -quinquies del d.lgs. n. 502 del 1992, per l'acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati per assistenza specialistica ambulatoriale e ospedaliera, devono essere ridotti, di importo e dei corrispondenti volumi d'acquisto, in modo da contrarre la spesa complessiva annua, rispetto a quella consuntivata per il 2011, dello 0,5 per cento nell’anno 2012, dell'1 per cento nel 2013 e del 2 per cento a decorrere dal 2014. La Regione ha esposto, in apposita tabella, i dati desunti dai modelli CE, IV trimestre 2016, dai quali si desume il rispetto dei limiti posti dall’indicata norma di finanza pubblica.

Tab. n. 145 - I limiti alla spesa per prestazioni da privato accreditato – anno 2016 CE IV° Anno 2011-2% TRIM. 2% B - A 2011 (A) anno 2016 (B) Acquisti servizi sanitari per assistenza specialistica ambulatoriale - da privato 25.637 512,74 25.124,26 18.448 -6.672,26 (accreditati) Acquisti servizi sanitari per assistenza ospedaliera – 17.480 349,6 17.130,40 20.492 3.361,60 da privato (accreditati) Totale 43.117 862,34 42.254,66 38.940 -3.314,66 In milioni di euro Fonte: dati regionali acquisiti in sede istruttoria, da modelli CE presenti in procedura NSIS.

La medicina di base

La seguente tabella, elaborata dalla Sezione sulla base dei dati contabili contenuti nei modelli CE 2016 degli enti del SSR ligure, espone l’evoluzione dei costi per la medicina di base nel quadriennio 2013-2016. Tale titolo di costi (voce B.2.A.1.), pari, nel 2016, a euro 155.262.000, costituisce componente importante della complessiva spesa sanitaria regionale per acquisti di servizi (risultando pari al 10,27 per cento della voce B.2.A, del modello CE consolidato regionale). Diminuiscono, tuttavia, nel quadriennio 2013-2016, del 2,15 per cento, decremento che si ripartisce in maniera quasi uniforme sulle varie componenti della voce di costo in discorso, al cui interno valore preponderante assume quella per i medici di medicina generale, pari a 107 milioni di euro (in diminuzione del 3,33 per cento rispetto al 2013).

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Tab. n. 146 - Acquisti servizi sanitari per medicina di base

B.2.A.1.1.D) B.2.A.1) B.2.A.1.1.C Altro Acquisti B.2.A.1.1.A) B.2.A.1.1.B) ) Costi per B.2.A.1.1) - (medicina servizi Costi per Costi per assistenza da dei servizi, sanitari per assistenza assistenza Continuità convenzione psicologi, medicina di MMG PLS assistenzial medici 118, base e ecc.)

ANNO 2013 Asl 1 Imperiese 22.120.000 21.923.000 14.854.000 3.203.000 1.742.000 2.124.000 Asl 2 Savonese 28.756.000 28.456.000 19.478.000 3.826.000 4.224.000 928.000 Asl 3 Genovese 70.267.599 70.027.599 50.534.884 10.935.463 4.497.739 4.059.513 Asl 4 Chiavarese 15.055.000 14.930.000 10.261.000 1.996.000 1.312.000 1.361.000 Asl 5 Spezzino 22.472.011 22.208.011 15.135.828 3.397.203 1.583.319 2.091.661 Tot regionale 158.670.610 157.544.610 110.263.712 23.357.666 13.359.058 10.564.174 ANNO 2014 Asl 1 Imperiese 22.394.000 22.157.000 14.881.000 3.202.000 1.788.000 2.286.000 Asl 2 Savonese 28.663.000 28.317.000 19.263.000 3.848.000 4.361.000 845.000 Asl 3 Genovese 69.534.000 69.239.000 50.312.000 10.837.000 4.360.000 3.730.000 Asl 4 Chiavarese 14.461.000 14.330.000 9.843.000 2.023.000 1.182.000 1.282.000 Asl 5 Spezzino 22.629.000 22.376.000 15.204.000 3.389.000 1.653.000 2.130.000 Tot regionale 157.681.000 156.419.000 109.503.000 23.299.000 13.344.000 10.273.000 ANNO 2015 Asl 1 Imperiese 22.188.000 21.963.000 14.725.000 3.194.000 1.771.000 2.273.000 Asl 2 Savonese 28.485.000 28.169.000 18.968.000 3.856.000 4.535.000 810.000 Asl 3 Genovese 68.212.000 67.916.000 49.268.000 10.746.000 4.203.000 3.699.000 Asl 4 Chiavarese 14.525.000 14.398.000 9.752.000 2.012.000 1.315.000 1.319.000 Asl 5 Spezzino 22.385.000 22.141.000 15.153.000 3.363.000 1.636.000 1.989.000 Tot regionale 155.795.000 154.587.000 107.866.000 23.171.000 13.460.000 10.090.000 ANNO 2016 Asl 1 Imperiese 22.164.000 21.939.000 14.293.000 3.195.000 2.062.000 2.389.000 Asl 2 Savonese 28.468.000 28.152.000 18.781.000 3.816.000 4.774.000 781.000 Asl 3 Genovese 67.232.000 66.936.000 48.561.000 10.682.000 4.237.000 3.456.000 Asl 4 Chiavarese 14.640.000 14.512.000 9.775.000 2.046.000 1.418.000 1.273.000 Asl 5 Spezzino 22.758.000 22.514.000 15.187.000 3.358.000 1.820.000 2.149.000 Tot. Regionale 155.262.000 154.053.000 106.597.000 23.097.000 14.311.000 10.048.000 Variazione percentuale 2013 – 2016 Asl 1 Imperiese 0,20% 0,07% -3,78% -0,25% 18,37% 12,48% Asl 2 Savonese -1,00% -1,07% -3,58% -0,26% 13,02% -15,84% Asl 3 Genovese -4,32% -4,41% -3,91% -2,32% -5,80% -14,87% Asl 4 Chiavarese -2,76% -2,80% -4,74% 2,51% 8,08% -6,47% Asl 5 Spezzino 1,27% 1,38% 0,34% -1,15% 14,95% 2,74% Tot regionale -2,15% -2,22% -3,33% -1,12% 7,13% -4,89% Fonte: questionari enti del servizio sanitario regionale 2013; modelli CE quarto trimestre 2014, consolidato 2015 e consuntivo 2016 forniti dalla regione in sede istruttoria.

Si evidenzia, infine, che l’art. 1, comma 565, della legge n. 190 del 2014, ha autorizzato una spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2015 (nello stato di previsione del Ministero della salute) per l'avvio della realizzazione dei flussi informativi per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell'ambito dell'assistenza primaria (come da art. 5, commi 11, 18 e 22, del Patto per la salute stipulato in data 10 luglio 2014).

8.15.1 Dematerializzazione documentazione sanitaria

La legge finanziaria per l’anno 2007 (27 dicembre 2006, n. 296) ha previsto, nell’ambito del sistema della tessera sanitaria (Sistema TS), il collegamento telematico dei medici prescrittori, per l’attuazione della ricetta elettronica, secondo le modalità definite con DPCM del 26 marzo 2008. Tale sistema consente la verifica in tempo reale delle ricette prescritte e delle relative prestazioni erogate a carico del

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SSN, potenziando significativamente le capacità di controllo dell’appropriatezza prescrittiva. Attualmente, secondo il monitoraggio AIFA, sono collegati telematicamente al Sistema TS, circa 55 mila medici convenzionati, oltre ai medici specialisti ospedalieri. Ciò permette il confronto fra le prestazioni prescritte dal singolo medico e quelle erogate dalle strutture sanitarie, monitorando, in particolare, la corretta prescrizione del principio attivo, i comportamenti in materia di farmaci a brevetto scaduto e le verifiche di appropriatezza clinica (attraverso la correlazione fra le prestazioni erogate all’assistito e la diagnosi indicata dal medico sulla ricetta). La dematerializzazione delle ricette mediche (introdotta con d.l. n. 78 del 2010 e, in seguito, disciplinata dal decreto ministeriale del 2 novembre 2011 e dal decreto- legge n. 179 del 2012, convertito dalla legge n. 221 del 2012) ha come obiettivo la completa eliminazione del supporto cartaceo nell’intero iter che va dalla prescrizione del medico all’erogazione della prestazione, fino al successivo controllo e rendicontazione. La realizzazione del progetto, avviata nel 2013, è programmata con le singole regioni. La Sezione ha, pertanto, chiesto alla Regione di riferire sui risultati raggiunti dalla sperimentazione e sull’osservanza, da parte degli enti SSR, degli obblighi imposti, in tema di trasmissione dei documenti attraverso la posta elettronica, dal Codice dell'amministrazione digitale (d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82), con specifico riferimento alla trasmissione dei referti medici tra enti e verso gli utenti. La risposta istruttoria riferisce che, dal gennaio 2017, è stato reso disponibile ai cittadini il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), previsto dalla legge n. 221 del 2012, conforme alle specifiche tecniche emanate dall’AGID. Il predetto Fascicolo costituisce l’evoluzione di un precedente servizio, attivo in Regione dal 2005, chiamato Conto corrente salute, e lo sostituisce. La realizzazione del FSE è oggetto di monitoraggio da parte dei competenti ministeri della salute e dell’economia, coadiuvati per gli aspetti tecnici da AGIS e per quelli in materia di tutela della riservatezza dal Garante della privacy. Il Fascicolo Sanitario Ligure raccoglie, previo consenso da parte del cittadino, i documenti sanitari, rendendoli disponibili agli operatori autorizzati. All’attivazione del Fascicolo vengono fornite delle credenziali di accesso al servizio (con livello di sicurezza stabilito a livello nazionale). Il cittadino esprime espliciti consensi per decidere se e quali documenti possono essere inseriti nel proprio Fascicolo e chi può consultarli, selezionando il livello di visibilità. Costituisce anche strumento per la consegna telematica di referti al cittadino e/o ai propri curanti.

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Obiettivi dei direttori generali

Il rapporto di lavoro dei direttori generali delle aziende sanitarie è regolato dall'art. 3-bis del d.lgs. n. 502 del 1992, dall’art. 19 della legge regionale n. 41 del 2006, dal DPCM del 19 luglio 1995, n. 502, e dall’art. 6 dell'Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005. La predetta disciplina richiede, tra l'altro, che i direttori generali garantiscano l'equilibrio della gestione aziendale. A tal fine, l'art. 3 del d.lgs. n. 502 del 1992 e l'art. 1 del d.p.c.m. del 19 luglio 1995 prevedono che le Regioni stabiliscano annualmente specifici obiettivi di efficienza, efficacia e funzionalità dei servizi sanitari. Inoltre, l’art. 1, comma 5, del citato d.p.c.m. dispone che il trattamento economico possa essere integrato da un’ulteriore quota (pari al 20 per cento), previa valutazione dei risultati di gestione ottenuti e della realizzazione degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi. Va ricordato, inoltre, che l’art. 1, comma 567, della legge n. 190 del 2014 ha inserito, nell’art. 3 -bis del d.lgs. n. 502 del 1992, un nuovo comma 7 -bis , in base al quale “l'accertamento da parte della regione del mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali costituisce per il direttore generale grave inadempimento contrattuale e comporta la decadenza automatica dello stesso” . La norma, in sostanza, rafforza il sistema di responsabilità già esistente, disponendo, con precetto valevole per tutte le regioni, che, all’interno del pannello di obiettivi attribuiti al direttore generale, il mancato conseguimento di quelli afferenti agli obiettivi di salute e assistenziali costituisce necessariamente grave inadempimento contrattuale (a cui è collegata la sanzione della decadenza dall’incarico). Inoltre, proprio al fine di sollecitare il recepimento della disposizione, il successivo comma 568 precisa che la verifica del conseguimento, da parte dei direttori generali, degli obiettivi di salute e assistenziali costituisce adempimento ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo del servizio sanitario nazionale 255 . Pertanto, in sede istruttoria, è stato chiesto il provvedimento regionale di attribuzione degli obiettivi ai direttori generali degli enti del SSR per l’anno 2016 e, ove già effettuata, la verifica del conseguimento dei relativi risultati. La Regione ha prodotto la DGR n. 486 del 27 maggio 2016, con la quale sono stati definiti gli obiettivi per i direttori generali delle aziende del servizio sanitario regionale per l’anno 2016, nonché approvati i criteri e le procedure di valutazione. Con riferimento alla formalizzazione del conseguimento degli obiettivi attribuiti, la Regione, nella risposta istruttoria, ha riferito di aver avviato l’istruttoria relativa alla

255 Ai sensi dell'art. 2, comma 68, lettera c, della legge n. 191 del 2009 e dell'art. 15, comma 24, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla legge n. 135 del 2012.

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verifica degli obiettivi assegnati per il 2016, in quanto i dati inerenti il flusso dei ricoveri, indispensabili per il calcolo di alcuni indicatori, sono divenuti definitivi intorno alla metà di maggio del corrente anno. Non sono stati forniti ragguagli in ordine all’avvenuta valutazione, e relativa formalizzazione, del conseguimento degli obiettivi attribuiti ai direttori generali per il precedente esercizio 2015, il cui esame, in occasione della relazione allegata al giudizio di parificazione (deliberazione della Sezione n. 74/2016/PARI), era stato rinviato in attesa che la Regione acquisisse i dati necessari.

L’Agenzia sanitaria regionale - ARS

In occasione delle relazioni sulla sanità regionale allegate al giudizio di parifica dei rendiconti regionali 2015 e 2016 (SRC Liguria, deliberazioni n. 56/2015/PARI e n. 74/2016/PARI), alle quali può farsi rinvio, è stata analizzata la normativa regionale che ha istituito l’ARS Liguria, ed i principali profili organizzativi. Il bilancio 2016 dell’ARS, acquisito in fase istruttoria, chiude, come nel biennio precedente, in perfetto pareggio. La differenza tra ricavi e costi della produzione, al netto delle componenti finanziarie e straordinarie, registra, tuttavia, nuovamente un saldo negativo (2014: -160.888; 2015: 5.451; 2016: -73.669). Nello specifico, l’esercizio 2016 chiude in pareggio grazie a un saldo positivo della gestione finanziaria (euro 4.234) e di quella straordinaria (euro 69.435), quest’ultima determinata da sopravvenienze attive per euro 148.490. Il valore della produzione, frutto in prevalenza di finanziamenti regionali, nel 2016 diminuisce sensibilmente (euro 3.853.316) rispetto al 2015 (euro 5.655.657). Tuttavia, alla riduzione dei ricavi (trasferimenti regionali, per euro 2.693.472, e utilizzo di fondi accantonati, in prevalenza finalizzati, per euro 859.012), non ha fatto riscontro una diminuzione proporzionale dei costi della gestione caratteristica (che dal 2015 a 2016 diminuiscono da euro 5.650.207 ad euro 3.926.985). In particolare, i costi dell’ARS riguardano, in prevalenza, acquisti di servizi e personale. Fra i primi spiccano i costi per “servizi appaltati ” e per “personale in comando”, che, se pur in calo rispetto al 2015, sono pari rispettivamente ad euro 721.889 ed euro 514.510. Risultano in diminuzione, rispetto al 2015, le collaborazioni coordinate e continuative (da euro 67.516 ad euro 29.005), mentre le prestazioni professionali aumentano da euro 139.379 ad euro 191.540. Si contrae, infine, anche la spesa per convenzioni con altri enti pubblici e privati, che diminuisce da euro 570.085 (2015) ad euro 139.200 (2016).

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Le esposte riduzioni di costo sono più che compensate dal netto incremento di quelli per il personale, che, nel quinquennio esaminato, aumentano da euro 214.310 (2012) ad euro 1.388.180 (2016). In crescita, altresì, le spese amministrative e generali (da euro 33.263 del 2011 ad euro 156.498 nel 2016), in particolare per l’incremento di utenze e spese condominiali (da euro 20.707 ad euro 32.604) e delle indennità agli organi amministrativi (da euro 5.352 ad euro 113.458). All’interno della gestione finanziaria sensibile appare la riduzione degli interessi attivi (da euro 17.542 nel 2013 ad euro 4.418 nel 2016). Infine, come accennato all’inizio della presente breve analisi di bilancio, va segnalata la somma di euro 148.490 a titolo di sopravvenienze attive, che ha permesso (al netto delle sopravvenienze passive, pari a euro 78.640, ed agli oneri straordinari diversi, pari a euro 415) di chiudere il bilancio d’esercizio 2014 in perfetto pareggio (come avvenuto negli esercizi precedenti). Le seguenti tabelle riportano l’evoluzione dei principali costi sostenuti dall’Agenzia nel quinquennio 2012-2016, dai quali si trae conferma del sensibile incremento della componente principale di costo, quella per il personale, che cresce del 349 per cento. I costi per personale in comando, collaborazioni coordinate e continuative e convenzioni con altri enti registrano, invece, un decremento.

Tab. n. 147 - Agenzia Regionale Sanitaria – costi del personale 2012 -2016 Dati bilanci di esercizio variazione dal 2012 2012 2013 2014 2015 2016 al 2016

Prestazioni professionali 41.312 79.986 238.187 139.379 191.540 364% Collaborazioni coordinate e 291.019 215.549 148.011 67.516 29.005 -90% continuative Costi per la formazione 38.073 44.681 14.221 75.488 87.334 129% Costi per personale in 810.901 764.273 714.948 628.497 514.510 -37% comando Convenzioni con enti pubblici 447.260 571.596 206.774 570.085 139.200 -69% o privati Costo del personale 214.310 1.080.567 1.610.586 1.480.965 961.589 349% Fonte: Sito ARS, sezione amministrazione trasparente.

A fronte dell’incremento dei costi per il personale interno, anche gli acquisti di servizi dall’esterno registrano, nel quinquennio 2012-2016, un sensibile aumento, pari al 322 per cento.

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Tab. n. 148 - ARS Liguria – costi per servizi appaltati e diversi 2012-2016 Dati bilanci di esercizio Variazione dal 2012 2012 2013 2014 2015 2016 al 2016 Servizi appaltati 178.857 176.443 483.208 943.367 721.889 304%

Servizi diversi 10.103 52.555 89.634 121.077 76.455 657%

Costo servizi dall'esterno 188.960 228.998 572.842 1.064.444 798.344 322% Fonte: Sito ARS, sezione amministrazione trasparente.

Al fine di verificare il rispetto, da parte dell’ARS Liguria, delle norme nazionali di finanza pubblica, è stato chiesto alla Regione di produrre le direttive emanate al fine di coordinare, in aderenza alle norme nazionali (art. 18, comma 2-bis , del d.l. n. 112 del 2008 e art. 3, comma 5, del d.l. n. 90 del 2014), le politiche assunzionali e retributive, nonché la spesa complessiva per il personale, di ARS Liguria, nonché l’eventuale monitoraggio circa l’effettiva osservanza nel 2016. La Regione ha ricordato che l’art. 62 della legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41, ha istituito l’Agenzia sanitaria regionale quale ente strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia amministrativa, patrimoniale e gestionale, per svolgere attività di supporto e di consulenza tecnica all’organizzazione regionale. La legge indicata, all’art. 63, ha stabilito che la Giunta regionale svolge nei confronti dell’Agenzia le funzioni di indirizzo, vigilanza e controllo, e approva, altresì, la sua dotazione organica. L’art. 71 ha previsto la facoltà per l’Agenzia di avvalersi di personale dipendente e, in particolare, che spetta al suo direttore definire la dotazione organica, nel limite complessivo massimo del due per cento di quella della Regione, nonché i criteri per l'utilizzo di personale a contratto. La Regione ha precisato, inoltre, che con d.g.r. n. 483 del 27 maggio 2016, sono stati approvati sia la riorganizzazione e semplificazione delle attività dell’Agenzia (determinazione del Commissario straordinario ARS n. 46 del 26 aprile 2016) che il piano assunzioni per l’anno 2016 (determinazioni del Direttore generale/commissario straordinario ARS n. 101 del 14 dicembre 2015 e n. 47 del 26 aprile 2016).

8.17.1 L’istituzione dell’Azienda ligure sanitaria della regione (A.Li.Sa.)

Con la legge regionale 29 luglio 2016, n. 17, di istituzione dell’Azienda ligure sanitaria della regione (A.Li.Sa.), l’ARS Liguria è stata soppressa e le sue funzioni sono transitate, dall’1 ottobre 2016, alla citata A.Li.Sa., che, con delibera di n. 41 del 5 maggio 2017, ha adottato la proposta del bilancio per l’esercizio 2016 (concernente il periodo dall’1 ottobre 2016 al 31 dicembre 2016). La risposta istruttoria della Regione ha riferito che il bilancio deve essere sottoposto all’esame del collegio

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sindacale, nominato con delibera n. 46 del 15 maggio 2017, prima di provvedere alla definitiva approvazione. La Sezione rinvia l’esame del bilancio della neo istituita Agenzia regionale al prossimo esercizio, il primo rappresentante un’intera gestione. In particolare, anche sulla base di quanto accertato in relazione alla soppressa ARS Liguria, appare meritevole di attenzione il complessivo assorbimento di risorse da parte della nuova Azienda. L’art. 8, commi 3 e 3-bis , della legge regionale n. 17 del 2016 dispone, per esempio, in materia di personale, che la dotazione organica di A.Li.Sa. sia determinata mediante corrispondente riduzione della consistenza di quelle degli enti di provenienza del personale e che l’Azienda debba rispettare le vigenti norme di contenimento delle spese di personale degli enti del SSN.

Gli investimenti regionali in materia sanitaria

L’art. 14 del Patto della salute del 10 luglio 2014 prevede che il Governo si impegni ad assicurare alle regioni adeguate risorse finanziarie per gli interventi infrastrutturali. L’Intesa prevede che tali fondi siano garantiti a valere sul programma straordinario di investimenti in edilizia sanitaria, di cui all'art. 20 della legge 11 marzo 1967, n. 88, ovvero attraverso altre modalità di finanziamento, anche nell'ambito della quota nazionale della nuova programmazione del Fondo UE di sviluppo e coesione 2014-2020 e, in generale, dei fondi UE 2014-2020. Si ricorda che l’art. 20 della legge n. 67 del 1988 aveva autorizzato l'esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico per l'importo complessivo di 24 miliardi di euro (così definito, da ultimo, dal comma 69 dell'art. 2 della legge n. 191 del 2009). Il Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica , approvato dalla Corte dei conti, Sezioni riunite in sede di controllo, con deliberazione 3/RCFP/2017, evidenzia che le risorse attualmente destinate agli accordi di programma per investimenti sanitari siano pari, a livello nazionale, a 15,3 miliardi di euro. Al 31 dicembre 2016, in particolare, le risorse impegnate in accordi già sottoscritti riguardano il 71,1 per cento del totale. Quelle richieste e ammesse a finanziamento sono il 94,3 per cento, e riguardano 2.313 interventi. Le risorse ancora disponibili sono, per oltre il 92 per cento, attribuite alle regioni in piano di rientro. Per la regione Liguria le risorse ammesse a finanziamento sono state pari al 100 per cento del valore degli accordi sottoscritti. La tabella che segue riassume l’evoluzione dei finanziamenti statali destinati a investimenti in sanità, a livello nazionale e regionale.

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Tab. n. 149 - Programma pluriennale di investimenti in sanità – Art. 20 della legge 67 del 1988 – Monitoraggio accordi di programma

Liguria Italia

Risorse destinate ad accordi di programma a 493,6 15.286,0 Valore degli accordi di programma sottoscritti al b 424,5 10.863,6 31/12/2016 Percentuale risorse sottoscritte su risorse destinate c=b/a 86,0 71,1 Risorse ammesse a finanziamento a valere su accordi sottoscritti d 424,5 10.249,3 Numero interventi ammessi a finanziamento e 225,0 2.313,0 Percentuale risorse ammesse a finanziamento a valere su f=d/b 100,0 94,3 accordi sottoscritti

Risorse residue per accordi di programma da sottoscrivere g 69,1 4.422,3 In milioni di euro Fonte: Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica.

Sempre il Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica sottolinea che non si sono registrate variazione nei programmi di potenziamento delle strutture di radioterapia ex lege n. 488 del 1999 e per la libera professione intramuraria ex lege n. 88 del 2000 (826,1 milioni a fronte dei quali sono stati ammessi a finanziamento 439 interventi, per un importo a carico dello Stato di 769,4 milioni.

Tab. n. 150 - Programma pluriennale di investimenti in sanità (art. 20 legge 67 del 1988) – Programmi per radioterapia e libera professione – Dati al 31 dicembre 2015 Integrazione finanziamenti di cui alla legge Integrazione finanziamenti di cui alla legge n. n. 488/1999 per RADIOTERAPIA (in migliaia 388/2000 per LIBERA PROFESSIONE di euro) (in migliaia di euro)

totale quote totale numero quote finanziamenti numero assegnate finanziamenti

interventi % assegnate libera interventi % DM radioterapia autorizzati dm 8/06/01 professione autorizzati 28/12/01 autorizzati

autorizzata autorizzata autorizzati autorizzata

Liguria 493,90 493,90 3 100 39.210,40 39.210,40 24 100 Italia 15.493,70 13.672,50 28 88,2 826.143,10 769.434,20 439 93,1 In migliaia di euro Fonte: Rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica.

Per la realizzazione e la riconversione degli ospedali psichiatrici giudiziari (decreto- legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214) lo Stato ha autorizzato la spesa di 120 milioni di euro per l'anno 2012 e di 60 milioni di euro per l'anno 2013. Le risorse sono state ripartite tra le regioni con decreto del Ministro della salute, previa approvazione di uno specifico programma (alla Regione Liguria risulta attribuita la somma di 3.893.100 euro, cfr. d.m. Salute 9 ottobre 2013). A seguito di successivi interventi legislativi, l’iniziale finanziamento complessivo di 180 milioni di euro è stato ridotto a 173,8 milioni, da ripartire in base alla popolazione residente all’1 gennaio 2011 (per il 50 per cento) ed al numero dei soggetti internati negli ospedali psichiatrici giudiziari (per il restante 50 per cento). Nel corso del 2016

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è stata disposta l’assegnazione di 18,8 milioni alla Sicilia. A fine anno erano stati approvati tutti i programmi presentati dalle Regioni, per complessivi 50 interventi.

Tab. n. 151 - Programma per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari Superamento ex OPG DM 28/12/2012 DM di Importo Numero interventi

Legge n. 191 del 2009 assegnazione assegnato contenuti nel DM (finanziaria 2010) 09/10/2013 Liguria 5.655,5 5.655,5 4 21/01/2015 Italia 173.808 - 162.619,0 48 In migliaia di euro Fonte: Corte dei conti, SSRR, Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica.

Ai fini della presente relazione va esaminato, altresì, il Piano straordinario di interventi per la riqualificazione dei grandi centri urbani , previsto dalla legge n. 448 del 1998, per il quale è stato stanziato dallo Stato un finanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Secondo il citato Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica , il predetto programma registra forti ritardi nella fase di realizzo. Dopo 18 anni dall’avvio, la percentuale di fondi utilizzati dalle regioni è del 69,3 per cento (sono stati erogati 815 milioni, di cui 1,2 milioni nel 2016). I ritardi sono principalmente dovuti alle modifiche nelle scelte progettuali dei governi regionali. La realizzazione del programma ha, infatti, una connotazione innovativa, in quanto non riguarda solamente gli aspetti di edilizia sanitaria, ma tutte le azioni che possono produrre un consistente miglioramento della complessiva assistenza sanitaria. Tra gli interventi di rilievo programmati a livello regionale, si segnala quello, proposto dalla regione Liguria, per la realizzazione del nuovo ospedale Galliera di Genova. In base a quanto esposto nel Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica , il progetto risulta finanziato per 86 milioni di euro, di cui, al 31 dicembre 2015, 44,2 già erogati dallo Stato alla Regione. La tabella che segue illustra l’avanzamento del programma di interventi per la riqualificazione dei grandi centri urbani, rapportando i dati della regione Liguria a quelli complessivi nazionali.

Tab. n. 152 - Interventi per la riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani Impegni totali Importo Finanziamenti (milioni di euro) iscritti in erogato al 31 importo erogato DM 5 aprile 2001 bilancio dicembre 2015 Liguria 86,0 86,2 44,2 51,3% Italia 1.239,5 1.176,4 814,3 69,2% Fonte: Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica

Già in sede di relazione sulla gestione sanitaria per l’esercizio 2014, la Sezione aveva chiesto di produrre il quadro delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione del nuovo ospedale Galliera. La Regione, nell’occasione, aveva precisato che il

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programma per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nell’area metropolitana genovese, previsto dall’art. 71 della legge n. 448 del 1998, è costituito da n. 17 interventi, di cui n. 10, di competenza dell’ASL n. 3 Genovese, relativi a strutture territoriali (conclusi), n. 6 di competenza dell’IRCCS-AOU San Martino-IST (di cui uno ultimato, quattro in fase di completamento ed uno da chiudere entro il 2018) e n. 1 di competenza dell’EO Galliera, relativo alla costruzione del nuovo ospedale. Il finanziamento statale per l’ultimo intervento indicato è pari a euro 86.162.504, di cui euro 44.173.496 quale contributo a carico dello Stato, già liquidati. Su tale base, la Regione ha assegnato all’Ente ospedaliero, per la costruzione del nuovo ospedale, a valere sui finanziamenti indicati, l’importo di euro 40.992.731. Il programma finanziario dell’intervento è dettagliato nella deliberazione di Giunta regionale n. 286 del 13 marzo 2015, di approvazione dello studio di fattibilità, che, fra gli altri, contiene il piano finanziario dell’opera, il cui costo complessivo viene stimato pari ad euro 152.000.000, così articolato: 1) il costo del primo lotto, relativo alla costruzione del nuovo edificio, pari a euro 135.000.000, è coperto con le seguenti risorse: - per euro 40.992.731 a valere sul citato finanziamento statale (art. 71 legge n. 448 del 1998 e DGR Liguria n. 56/2011); - per euro 9.000.000 dal prezzo differito derivante dalla cartolarizzazione degli immobili del Galliera (DGR n. 676 del 2008); - per euro 1.877.072 dal fondo statale “ programma AIDS (quota accreditata) ”; - per euro 48.515.000 dai proventi che deriveranno dall’alienazione del patrimonio immobiliare del Galliera (sulla base di una stima, effettuata dell’Ente, nel 2010); - per euro 4.500.000 dalla cessione di altri immobili e terreni di proprietà del Galliera (siti nei Comuni di Voltaggio e Coronata), nonché da donazioni; - per euro 30.115.196 mediante contrazione di mutuo bancario, con oneri a carico dell’Ente ospedaliero. 2) il costo del secondo lotto, relativo alla ristrutturazione dei padiglioni storici (denominati B6, B5, B4 e B3), è stato stimato in euro 17.200.000. Parte dei ridetti interventi, ha precisato la risposta istruttoria, sono stati già eseguiti, mentre altri troveranno copertura in sede di elaborazione di prossimi bilanci 2017-2020, senza far ricorso al mercato finanziario (come indicato nell’ordinanza d’urgenza dell’Ente ospedaliero n. 1 del 15 maggio 2014). La Regione, nella relazione sulla gestione sanitaria per l’esercizio 2015, ha riferito che l’EO Galliera ha redatto il progetto preliminare e richiesto, a dicembre 2015, al

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Comune di Genova l’indizione della conferenza di servizi per l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni (la seduta referente si è svolta in data 19 febbraio 2016). La Sezione ha, pertanto, chiesto alla Regione aggiornamenti circa le risorse finanziarie destinate al progetto. Quest’ultima, nella risposta del 7 giugno 2017, ha precisato che l’ultimo provvedimento regionale adottato è la deliberazione n. 1071 del 25 novembre 2016, con la quale la Giunta ha espresso parere in merito al progetto preliminare del nuovo ospedale, posto all’esame della Conferenza di servizi convocata dal Comune di Genova. Il suddetto progetto preliminare è stato poi approvato in Conferenza di servizi, nella seduta deliberante del 11 aprile 2017, ed il Comune di Genova, con determinazione dirigenziale n. 118.18.0.-33 del 10 maggio 2017, ha formalizzato la conclusione positiva del procedimento. Il piano finanziario dell’opera è rimasto immutato. Al momento, la Regione riferisce di essere in fase di valutazione della procedura da adottare per l’esecuzione dell’opera, alla luce del decreto correttivo al nuovo codice degli appalti pubblici, decreto legislativo n. 50 del 2016. La corretta utilizzazione dei finanziamenti ministeriali finalizzati alla realizzazione dell’ ospedale, nonché la sostenibilità finanziaria dell’intervento per il Galliera (a cui fanno carico oltre i due terzi del costo dell’opera, stimato in 152 milioni di euro, da reperire a mezzo di alienazioni immobiliari e contrazione di mutuo), sarà ancora oggetto di esame, da parte della Sezione, nell’ambito delle funzioni di controllo sulla gestione finanziarie delle regioni e degli enti del SSR, attribuite dal legislatore. In particolare, appare opportuno approfondire l’attendibilità della copertura fornita a mezzo di entrate proprie (alienazione di immobili per 48,5 milioni di euro, pari a quasi un terzo della spesa complessiva), soprattutto sotto il profilo dell’attualità delle relazioni di stima, effettuate in un periodo (il 2010) in cui il mercato immobiliare registrava quotazioni diverse dalle attuali.

8.18.1 Il monitoraggio degli investimenti sanitari già finanziati

Per quanto riguarda le azioni di monitoraggio e vigilanza, la Regione ha precisato che il settore competente effettua, per ciascun intervento finanziato, una costante verifica sulla documentazione tecnico-contabile dei lavori, finalizzata alla liquidazione dei giustificativi di spesa prodotti dalla stazione appaltante e, conseguentemente, al controllo sull’effettivo utilizzo delle risorse assegnate. Tale sistema di monitoraggio consente il controllo delle tempistiche di realizzazione (in rapporto al cronoprogramma) e la rilevazione di eventuali criticità (ai fini dell’adozione di azioni correttive). In particolare, la risposta istruttoria evidenzia che, in funzione delle varie fonti di finanziamento statali, sono previste fasi di monitoraggio e rendicontazione diversificate, sia nei confronti del Ministero della salute (interventi finanziati dall’art.

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20 della legge n. 67 del 1988 e dall’art. 71 della legge n. 448 del 1998) che del Ministero dello sviluppo economico (per il fondo UE di sviluppo e coesione). In materia di investimenti sanitari va segnalata la novella apportata all’art. 25 del d.lgs. n. 118 del 2011 dall’art. 1, comma 564, legge n. 190 del 2014. La predetta norma inserisce, infatti, un comma 1 -bis, in base al quale “le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono garantire una programmabilità degli investimenti da effettuare nel proprio ambito territoriale, attraverso la predisposizione di piani annuali di investimento accompagnati da un'adeguata analisi dei fabbisogni e della relativa sostenibilità economico-finanziaria complessiva, da attuare anche in sede di predisposizione del previsto piano dei flussi di cassa prospettici di cui al comma 2”. Il bilancio economico di previsione degli enti del SSR è composto non solo dal conto economico preventivo (redatto sulla base dello schema, e con i medesimi criteri, del bilancio d’esercizio), ma anche da un “piano dei flussi di cassa prospettici” (cui corrisponde, in sede di redazione del bilancio d’esercizio, il “rendiconto finanziario” ). La norma tende a rafforzare la funzione del documento previsionale di cassa, in aderenza all’orientamento manifestato da tempo dal legislatore, teso ad affiancare al sistema di contabilità di tipo economico- patrimoniale, quale quello previsto per gli enti del SSR, uno strumento di monitoraggio e controllo dei flussi di cassa, che determinano l’effettiva capacità di ogni ente pubblico di far fronte, tempestivamente, alle proprie obbligazioni, senza favorire la formazione di debiti pregressi (che, come noto, possono emergere anche in situazioni di equilibrio economico, in assenza di congrua monetizzazione dei ricavi). La risposta istruttoria del 7 giugno 2017 ha fornito un aggiornamento degli investimenti finanziati a favore dell’ASL 1 Imperiese e dell’ASL 3 Genovese , per i quali, dall’esame dei bilanci degli esercizi 2013, 2014 e 2015 è emersa una cospicua mole di crediti “ verso regione per versamenti a patrimonio netto ”, denotanti l’attribuzione di finanziamenti, da parte della Regione, per spese di investimento, non ancora completamente utilizzati da parte delle ridette aziende sanitarie. In particolare, relativamente a quanto rilevato nella deliberazione della Sezione n. 31/2016/PRSS circa i crediti vantati per investimenti dall’ASL 1 verso la Regione, anteriori al 2010, viene esposta la situazione aggiornata dei singoli interventi: - costruzione nuovo Palasalute di Imperia (accordo del 2009). Il costo dell’intervento è pari ad euro 12.200.000, di cui euro 6.051.500,00 a valere sul finanziamento statale. A seguito della prima gara andata deserta (il cui bando prevedeva come corrispettivo la cessione di alcuni immobili di proprietà) l’ASL ha deciso di realizzare l’opera mediante un contratto di leasing immobiliare in costruendo . L’opera è stata collaudata il 5 gennaio 2017. Al

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momento è in corso la stipula dell’atto notarile di acquisto di quota parte dell’immobile, la cui definizione consentirà la liquidazione del finanziamento statale entro l’anno; - costruzione del nuovo Palasalute di Sanremo (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 8.880.000, di cui euro 4.750.000 a valere sul finanziamento statale. L’ultimazione è prevista nel corso del 2017. La quota del finanziamento statale residua ammonta ad euro 237.550; - costruzione nuovo blocco operatorio del presidio ospedaliero di Sanremo (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 2.500.000, di cui euro 2.375.000 a valere sul finanziamento statale. L’appalto integrato è stato aggiudicato l’1 dicembre 2010, con procedura sospesa a seguito di ricorso al TAR, rigettato sia in primo grado che in appello. Successivamente l’iter autorizzativo del progetto ha subito notevoli ritardi connessi al rilascio del permesso di costruire e dell’autorizzazione sismica. L’ASL ha approvato il progetto esecutivo con deliberazione n. 77 del 2017 e consegnato i lavori in data 5 aprile 2017; - adeguamento del monoblocco del presidio ospedaliero di Imperia (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 2.352.625, di cui euro 2.169.809, a valere sul finanziamento statale. L’intervento è ultimato, ed il saldo del finanziamento statale, pari ad euro 719.535, è stato liquidato nel febbraio 2017; - realizzazione nuovo pronto soccorso del presidio ospedaliero di Sanremo (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 3.642.000, di cui euro 2.850.000 a valere sul finanziamento statale. L’intervento è ultimato e collaudato. A seguito delle verifiche da parte dei competenti uffici regionali verrà liquidato il saldo; - realizzazione nuovo corpo di fabbrica nel presidio di Bordighera (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 3.150.000, di cui euro 2.465.250 a valere sul finanziamento statale. La realizzazione dell’intervento ha subito ritardi dovuti alla necessità di ripetere la gara tre volte. Dopo la seconda gara, l’Azienda ha rivisitato il progetto adeguandolo alle nuove esigenze sanitarie. L’appalto integrato è stato aggiudicato ad agosto 2015. L’impresa aggiudicatrice ha redatto e presentato all’ASL a marzo 2016 il progetto esecutivo. L’ASL ha richiesto alla Provincia di Imperia l’autorizzazione sismica, ancora in attesa; - ristrutturazione palazzina presso il presidio ospedaliero di Bordighera (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 2.460.000, di cui euro

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1.900.000 a valere sul finanziamento statale. A seguito di contenzioso l'ASL ha affidato i lavori alla seconda impresa classificata, che ha iniziato l'esecuzione nel novembre 2012. In seguito, con deliberazione n. 29 del 2014, l'ASL ha risolto il contratto per inadempimento e, con deliberazione n. 602 del 2014, preso atto della necessità di revisionare il progetto. Con delibera n. 708 del 2016 è stato aggiudicato il nuovo l'appalto e il 16 maggio 2017 l’ATI aggiudicataria ha depositato il progetto esecutivo, in attesa di approvazione, anche in questo caso a causa del ritardo da parte della Provincia di Imperia; - ristrutturazione Palafiori di Sanremo (fondo investimenti regionale FIR 2006). Il costo complessivo è pari ad euro 2.460.000, di cui euro 2.320.000 a valere sul finanziamento regionale. Al momento dell’avvio dei lavori le funzioni di stazione appaltante venivano svolte dal Comune di Sanremo, proprietario dell’edificio, il quale si era impegnato a mantenerne la destinazione sanitaria per un periodo di anni 30. Durante l’esecuzione dei lavori si sono verificate complesse vicende hanno prodotto forti ritardi (mancato pagamento di stati di avanzamento da parte del Comune, per problemi connessi al rispetto del patto di stabilità, nonostante l’ASL avesse liquidato un primo acconto di euro 1.160.000; conseguente risoluzione del contratto e successiva rielaborazione del progetto e indizione di nuova gara d’appalto da parte di ASL 1). I lavori sono terminati e l’ASL ha in corso di formalizzazione gli atti tecnico- amministrativi necessari per consentire la liquidazione del saldo di euro 1.160.000. Relativamente a quanto rilevato, invece, dalla Sezione nella deliberazione n. 33/2016/PRSS, riguardante l’ASL 3 Genovese, questa la situazione aggiornata: - adeguamento alle norme di prevenzione incendi del presidio ospedaliero di (accordo del 2004). Il costo complessivo è pari ad euro 1.050.000, di cui euro 779.000 a valere sul finanziamento statale. I lavori sono stati iniziati nel 2008 e subito sospesi. L'Azienda ha poi risolto il contratto. Con deliberazione n. 279 del 2013 è stato approvato il progetto esecutivo revisionato, approvato dalla Regione con decreto dirigenziale n. 3951 del 2013. I lavori sono stati aggiudicati nel dicembre 2014 e consegnati nell’aprile 2015. La loro conclusione è prevista entro fine anno; - adeguamento alla nuova normativa antincendio dei padiglioni RSA di Genova- Quarto (accordo del 2004). Il costo complessivo previsto era di euro 406.084, di cui euro 385.779 a valere sul finanziamento statale. L'intervento è stato ultimato con una spesa di euro 296.564, di cui euro 276.259 a carico dello Stato, interamente liquidata;

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- adeguamento a norma di sicurezza delle apparecchiature elettromedicali della ASL 3 (accordo del 2004). Il costo complessivo è pari ad euro 771.393, di cui euro 732.824 a valere sul finanziamento statale. Poiché i lavori non sono stati aggiudicati nei termini previsti, il finanziamento statale è decaduto. Tale somma è stata poi riassegnata dopo il 2010 a valere sull’accordo di programma sottoscritto nel 2009; - ampliamento e adeguamento funzionale dell’ospedale Villa Scassi di Genova (accordo del 2004). Il costo complessivo è pari ad euro 10.988.757, di cui euro 8.800.732 a valere sul finanziamento statale (oltre euro 2.600.000 a valere su altro fondo statale). L’intervento è stato oggetto di complesse vicende che ne hanno ritardato l’esecuzione (fallimento dell’impresa aggiudicataria e varie varianti in corso d’opera). Di conseguenza, si è reso necessario integrare il finanziamento dell’intervento con ulteriori euro 2.600.000, utilizzando le somme stanziate dai fondi di sviluppo e coesione (FSC). La conclusione è prevista entro la fine del 2017; - interventi di completamento lavori antincendio negli stabilimenti ospedalieri di residenzialità dell’ASL 3 (accordo del 2009). Il costo complessivo è pari ad euro 1.860.565, di cui euro 1.767.537 a valere sul finanziamento statale. L'intervento, aggiudicato a giugno 2011, prevede la centralizzazione degli allarmi antincendio di tutte le strutture ospedaliere e territoriali dell'ASL 3. Dopo una sospensione, per fallimento della ditta appaltatrice, i lavori sono stati aggiudicati all’impresa che ha acquisito un ramo d'azienda di quella fallita. E’ in corso la redazione del progetto; - ampliamento del pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi di Genova. L’intervento programmato ha un costo di euro 3.200.000, coperto, in parte, con finanziamenti statali e, in altra, con fondi aziendali. Al momento, l’ASL ha affidato l’incarico di progettazione e non è stato ancora liquidato alcun acconto. La Sezione prende atto degli aggiornamenti forniti dalla Regione, che mostrano una miglioramento nella situazione dell’utilizzo dei finanziamenti destinati ad investimenti da parte degli enti del SSR rispetto a quanto accertato dalle citate deliberazioni della Sezione, che avevano a riferimento i bilanci degli enti del SSR 2013 e 2014. Gli accertamenti istruttori avevano, infatti, evidenziato un cospicuo immobilizzo di risorse pubbliche, dovute, non tanto a difetti di programmazione e progettazione da parte degli uffici competenti, quanto ad una negativa risposta del mercato ad accettare quale corrispettivo alcuni beni aziendali, al contenzioso attivato da imprese concorrenti, a fallimenti delle imprese aggiudicatarie, e, infine, anche alla

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necessità di rispettare il patto di stabilità interno da parte del comune a cui era stata affidata la funzione di stazione appaltante. Come sottolineato in altre occasioni, il fenomeno del mancato o ritardato utilizzo dei finanziamenti destinati a spesa di investimento rende evidente la necessità di effettuare con la massima diligenza l’attività programmatoria e progettuale (tesa ad evitare contenziosi o varianti in sede di esecuzione) e quella amministrativa (volta ad individuare la migliore strutturazione finanziaria dell’investimento da eseguire, anche alla luce delle regole di finanza pubblica da rispettare). Le criticità evidenziate, frutto anche di una stratificazione normativa, richiedente plurimi adempimenti, rendono necessario, altresì, il rispetto di tempi congrui fra la fase di programmazione (a monte della quale si colloca il reperimento delle risorse finanziarie) e quella di progettazione/aggiudicazione, posto che, come anche accaduto, un eccessivo lasso temporale rischia di inserire l’opera in un contesto di esigenze socio-sanitarie differenti rispetto a quelle iniziali.

Sintesi e conclusioni

I dati finanziari desumibili dal rendiconto 2016 della Regione hanno confermato che gli impegni per la spesa sanitaria (3,33 miliardi di euro) costituiscono componente principale di quella regionale, attestandosi al 76,01 per cento del totale degli impegni complessivi (4,44 miliardi di euro, al netto delle partite di giro). Il risultato del conto economico sanitario consolidato regionale ha evidenziato, nel 2016, un disavanzo di 71,1 milioni di euro, che ha trovato copertura, nel 2017, in risorse proprie per 76,5 milioni (producendo un avanzo finale di 5,4 milioni). La Regione non ha, al momento, formalmente individuato le aziende sanitarie ed ospedaliere che, ai sensi della legge di stabilità n. 208 del 2015, dovrebbero presentare un piano di rientro. Tutte le principali componenti di costo della sanità sono state, tuttavia, contenute ai livelli del triennio precedente (meno 0,91 per cento rispetto al 2013). Un’incidenza negativa continua ad avere, invece, il saldo della mobilità (negativo per 39,15 milioni di euro), palesante la necessità di migliorare l’attrattività del sistema sanitario ligure. La Regione, con la DGR n. 486 del 27 maggio 2016, ha attribuito ai direttori generali (e, per essi, all’intera struttura) gli obiettivi, economico-finanziari e assistenziali, per l’anno 2016, mentre non sono stati forniti aggiornamenti in ordine alla valutazione del conseguimento di quelli relativi al precedente esercizio 2015. La Sezione ha proseguito la verifica degli adempimenti imposti dal d.lgs. n. 118 del 2011, disciplinante l’armonizzazione dei bilanci sanitari, in particolare in materia di perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del

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SSR e di integrale accertamento e impegno delle relative risorse. Come accertato negli esercizi precedenti, anche per il 2016 non risultano ancora approvati il bilancio della “ gestione sanitaria accentrata presso la regione ” ed il “ consolidato sanitario regionale ” (la cui scadenza è fissata, rispettivamente, al 31 maggio ed al 30 giugno). Per quanto riguarda la legge regionale n. 17 del 2016, che ha attribuito ad A.Li.Sa. le funzioni di GSA, la Sezione ribadisce la necessità di un’attuazione conforme alle norme del d.lgs. n. 118 del 2011, che presuppone che la GSA gestisca, ed imputi al proprio bilancio, tutte le operazioni finanziarie riguardanti la spesa sanitaria gestite, direttamente, dalla Regione. L’obbligo di erogazione agli enti del SSR, entro la fine dell'esercizio, di almeno il 95 per cento delle somme incassate dallo Stato e di quelle che autonomamente ha destinato al finanziamento del servizio sanitario (la percentuale 2016 è risultata pari al 99 per cento) risulta conseguito. Meno celeri appaiono, sotto questo profilo, i pagamenti relativi al ripiano dei disavanzi degli anni pregressi (frutto del meccanismo legislativo previsto a tal fine) e quelli per spese di investimento (in cui, nel 2016, a fronte di previsioni per oltre 58 milioni di euro, si registrano impegni per 17,7 milioni e pagamenti per soli 13,9 milioni). L’ammontare complessivo, al 31 dicembre 2016, dei debiti della Regione verso le aziende del SSR è pari a circa 630 milioni di euro (in riduzione rispetto al 2015, in cui si erano attestati a 696 milioni), di cui 66,8 milioni iscritti in contabilità da oltre un quinquennio. Anche l’indebitamento verso terzi degli enti del sistema sanitario regionale ha registrato una diminuzione (dai 962 milioni di euro del 2015 agli 816 milioni del 2016). Speculare il miglioramento della situazione di cassa degli enti sanitari, valutata sulla base di due indici sintetici, interessi passivi per ritardato pagamento ai fornitori e per utilizzo delle anticipazioni di cassa, entrambi in diminuzione. Si riducono anche i tempi di pagamento ai fornitori, che si attestano, nel 2016, su base regionale, su una media di 61 giorni, pur registrando ancora una cospicua mole (circa 539 milioni di euro) effettuati oltre i tempi massimi imposti dalla legge. Un’analisi specifica ha riguardato il rispetto delle norme nazionali di coordinamento di finanza pubblica e di razionalizzazione della spesa sanitaria. In particolare, risultano conseguiti gli obiettivi di contenimento dei posti letto accreditati (che si riducono da 4.157, al 31 dicembre 2015, a 4.128, al 31 dicembre 2016), che palesano una percentuale pari al 3,62 per mille abitanti (inferiore al 3,70, posto dal legislatore nazionale), e dei costi per il personale del SSR (che si riducono del 2,06 per cento nel quadriennio 2013-2016 e risultano inferiori, al netto delle esclusioni previste, a quelli sostenuti nel 2004, ridotti dell’1,4 per cento). Nel 2016 la spesa farmaceutica

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complessiva ha fatto registrare, in Liguria, la percentuale del 15,86 per cento del fondo sanitario nazionale, inferiore alla media nazionale (16,49 per cento), ma non sufficiente a raggiungere l’obiettivo posto dalla legge (14,85 per cento). Quest’ultimo, nello specifico, risulta conseguito per la spesa farmaceutica convenzionata, in cui la Regione si attesta al 10,41 per cento del fondo sanitario (contro la percentuale obiettivo dell’11,35 per cento e la media nazionale dell’11,30 per cento), mentre non è raggiunto per quella ospedaliera, in cui la percentuale di spesa è stata pari al 5,50 per cento del FSR (superiore all’obiettivo del 3,50 per cento ed alla media nazionale, pari al 5,20 per cento). Tale ultimo limite è penalizzante per le regioni nelle quali l'offerta ospedaliera è in prevalenza pubblica, posto che nelle prestazioni di ricovero erogate da operatori privati accreditati, il costo del farmaco somministrato è compreso nel corrispettivo complessivo, modulato sulla tariffa (DRG) di riferimento. Discorso analogo può essere effettuato per il tetto posto ai costi per dispositivi medici, che registrano, a livello regionale, una crescita percentuale, rispetto al 2015, meno marcata di quella nazionale (0,8 per cento contro 1,3 per cento), ma senza riuscire a conseguire l’obiettivo di finanza pubblica (5,3 per cento del FSN, sia per la Liguria che sul territorio nazionale, a fronte di un obiettivo del 4,4 per cento). Infine, i costi per le prestazioni, ambulatoriali e di ricovero, erogate da operatori privati accreditati mostrano, in Liguria, in termini assoluti, valori meno elevati di quelli nazionali (solo l’assistenza riabilitativa, quella protesica e le prestazioni socio-sanitarie si ripartiscono in maniera quasi paritaria), ma una tendenza percentuale di cresciuta superiore alle altre spese sanitarie. Tuttavia, per tale categoria di costi, risulta rispettato, nel 2016, il limite di finanza pubblica posto dalla legge statale (contrazione della spesa complessiva annua, rispetto al 2011, del 2 per cento). Pr quanto riguarda i conti relativi agli accantonamenti, è proseguita l’analisi degli effetti prodotti dalla legge regionale n. 28 del 2011, che ha introdotto un sistema di gestione diretta del rischio sanitario, entrato a regime nel 2014. La Sezione, al fine di poter proseguire l’analisi dei costi e dei benefici arrecati dal nuovo sistema di auto- assicurazione, anche alla luce delle novità che saranno introdotte dal decreto ministeriale attuativo della legge n. 24 del 2017, ha ribadito l’invito a dettagliare il piano dei conti degli enti del SSR, inserendo ulteriori sotto voci rispetto a quelle previste, come da facoltà concessa dal d.lgs. n. 118 del 2011. Si è preso atto, inoltre, della conformazione al citato decreto di armonizzazione del procedimento di verifica degli accantonamenti a rischi nei bilanci degli enti sanitari, nonché dell’intervenuta chiusura, mediante transazione (che sarà analizzata in sede di esame dei bilanci d’esercizio 2016 degli enti del SSR), di un rilevante contenzioso con la società gerente

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il servizio calore (che ha comportato la riduzione del pertinente accantonamento a rischi per 17 milioni di euro). Per quanto riguarda gli investimenti in sanità, la Sezione, già nell’esame dei bilanci degli enti del SSR, aveva rilevato una cospicua mole di risorse per investimenti impegnate dalla Regione (270 milioni al 31 dicembre 2016, in riduzione rispetto ai 301 milioni rilevati a fine 2015, di cui 31,9 attribuiti oltre 5 anni prima), ma non ancora utilizzate dagli enti del SSR, per le quali è proseguito il monitoraggio sullo stato di avanzamento delle opere. Analoga attenzione continua ad essere prestata per l’intervento di costruzione del nuovo ospedale Galliera (il cui costo stimato è pari a 152 milioni di euro), in particolare per la copertura fornita a mezzo di entrate proprie (alienazione di immobili per 48,5 milioni di euro), soprattutto sotto il profilo dell’attualità delle relazioni di stima, effettuate in un periodo (2010) in cui il mercato immobiliare registrava quotazioni diverse dalle attuali.

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CAPITOLO 9 VERIFICA DI AFFIDABILITA’ DELLE SCRITTURE CONTABILI DEL RENDICONTO DELLA REGIONE LIGURIA PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2014

Premessa e metodologie di indagine adottate

Nell’ambito della Programmazione dei controlli e delle analisi della Corte dei conti per l’anno 2017, approvata dalle Sezioni Riunite in sede di controllo con la deliberazione n. 17/2016/INPR, si prevede la prosecuzione dell’utilizzo di metodologie sperimentali nell’attività di verifica e valutazione della regolarità amministrativa e contabile della documentazione giustificativa della spesa regionale attraverso la metodologia DAS ( Déclaration d’assurance et de sincérité ) per le Sezioni regionali che negli anni 2015-2016 hanno proceduto a tale innovativa modalità di controllo – Liguria, Lombardia e Lazio – e l’estensione, di tale metodologia di controllo, anche alle Sezioni regionali di Marche ed Umbria. La Sezione di controllo della Corte dei conti per la Liguria, con delibera n. 11 del 3 marzo 2017, ha incluso, pertanto, nel Programma dei controlli per l’anno 2017 la prosecuzione dell’attività di verifica avviata nel 2015 sulle scritture contabili, limitatamente alla spesa, in analogia con il sistema nazionale, basata sulla metodologia DAS ( Déclaration d’assurance et de sincérité ). All’estrazione del campione statistico, comprendente trenta ordinativi di pagamento emessi dalla Regione Liguria nell’anno 2016 - in linea con il sistema MUS (Monetary Unit Sampling ) che la Corte dei conti europea utilizza per gli accertamenti nel contesto della dichiarazione annuale di affidabilità ( DAS ) - sono state apportate alcune semplificazioni rispetto all’analogo modello utilizzato per le Amministrazioni centrali dello Stato, pur conservandone le principali caratteristiche. In data 18 maggio 2017, presso le Sezioni Riunite in sede di controllo, con la partecipazione delle Sezioni regionali di controllo delle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Marche ed Umbria, è stata effettuata l’estrazione del campione oggetto di verifica per ciascun bilancio delle Regioni interessate. Il piano di campionamento è stato adottato seguendo i criteri stabiliti, tra i quali in particolare: • le categorie che hanno rappresentato la popolazione obiettivo sono quelle indicate all’allegato A), individuate attraverso i codici gestionali SIOPE; • l’unità statistica è stata rappresentata dal singolo ordinativo di pagamento;

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• dalla popolazione obiettivo sono stati esclusi i titoli di pagamento inferiori ai 200 euro; • i codici SIOPE sono stati selezionati e raccolti in due sottoinsiemi (macro- categorie); il primo comprendente le voci: Acquisto di beni e prestazioni di servizi, Utilizzo di beni terzi ed Investimenti fissi; il secondo recante le voci residuali; • le fasce di importo, all’interno delle quali il campione ha operato, sono tre (da euro 200 a euro 14.999, da euro 15.000 a euro 124.999, oltre i 125.000 euro); • le fasce di importo sono state distribuite in: 9 mandati di pagamento nella prima, 13 nella seconda e 5 nella terza. Sono stati aggiunti, inoltre, 3 titoli censiti, che corrispondono agli ordinativi di pagamento di importo più elevato; • è stata applicata la regola dell’eliminazione del codice SIOPE, pur sempre nella capienza della verifica dei codici SIOPE selezionati: una volta estratto un titolo al quale corrisponde un determinato codice SIOPE, le altre spese con il medesimo codice sono eliminate; ciò al fine di sottoporre a verifica la più ampia casistica di spesa presente; • il campione è stato così distribuito:

Tab. n. 153 - DAS - Tavola 2 FASCIA 1 FASCIA 2 FASCIA 3 (200-14.999) (15.000-124.999) (oltre 125.000) Acquisto Beni Acquisto Beni Acquisto Beni Servizi e Altro Servizi e Altro Servizi e Altro Investimenti Investimenti Investimenti 7 2 11 2 3 2

Significatività Il bilancio complessivo della Regione Liguria ammonta, in termini di pagato, a circa 5,31 miliardi alla data del 5 aprile 2017; la popolazione obiettivo consistente in complessivi 0,103 miliardi è rappresentativa del 1,9 per cento circa dell’intero rendiconto (in linea con quanto osservato sul Rendiconto generale dello Stato e con quanto ritenuto idoneo dalla metodologia DAS). La procedura ha fornito un campione estratto formato da 27 unità statistiche campionate e 3 unità statistiche censite. Il campione è di euro 29 milioni e rappresenta il 28,3 per cento della popolazione obiettivo. A titolo riepilogativo, nella tavola che segue, sono riportati i dati che hanno costituito la base di riferimento relativa alla procedura adottata per la definizione del campione estratto.

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Regione Liguria: Bilancio 2016 (valori in euro )

Tab. n. 154 - DAS - Tavola 3 SIOPE Spesa complessiva Gestione Gestione non Totale Sanitaria Sanitaria Titolo I SPESE CORRENTI 3.413.051 579.668 3.992.719 Acquisto di beni e prestazione di servizi 5.796 34.884 40.681 Utilizzo di beni di terzi 0 2.970 2.970 Trasferimenti correnti ad altri soggetti 5.226 165.299 170.525 Titolo II SPESE IN CONTO CAPITALE 106.542 178.198 284.740 Investimenti fissi 0 12.068 12.068 Trasferimenti in conto capitale ad altri soggetti 0 82.455 82.455 Concessione di crediti e anticipazioni 10.000 4.300 14.300 Altre spese in conto capitale 0 56 56 Titolo III SPESE RIMBORSO PRESTITI 0 230.906 230.906 Titolo IV SPESE PER CONTABILITA’ SPECIALI 651.378 150.841 802.220 TOTALE 4.170.972 1.139.613 5.310.585 SIOPE REGIONE Spesa obiettivo (SO) Gestione Gestione non Totale Rendiconto Sanitaria Sanitaria (SO) Titolo I SPESE CORRENTI 5.876 74.157 80.033 80.033 Acquisto di beni e prestazione di servizi 5.674 34.840 40.514 40.514 Utilizzo di beni di terzi 0 2.970 2.970 2.970 Trasferimenti correnti ad altri soggetti 262 36.347 36.549 36.549 Titolo II SPESE IN CONTO CAPITALE 0 22.924 22.924 22.924 Investimenti fissi 0 12.068 12.068 12.068 Trasferimenti in conto capitale ad altri soggetti 0 6.500 6.500 6.500 Concessione di crediti e anticipazioni 0 4.300 4.300 4.300 Altre spese in conto capitale 0 56 56 56 Titolo III SPESE RIMBORSO PRESTITI 0 0 0 0 Titolo IV SPESE PER CONTABILITA’ SPECIALI 0 0 0 0 TOTALE 5.876 97.081 102.957 102.957

Spesa complessiva [A1] 5.310.585 Spesa obiettivo [B1] 102.957 Fonte: SIOPE Percentuale su spesa complessiva [B1/A1] 1,9% al 6 aprile 2017 Percentuale su spesa complessiva al netto Titolo IV 2,3% Spesa obiettivo (a lordo dei titoli inferiori a 200 euro) [B2] 102.957 Fonte: Rendiconto di cui: titoli sotto i 200 euro [C2] 47,4 Regione Liguria Spesa obiettivo (titoli superiori a 200 euro) [D2] 102.909 al 5 aprile 2017 Percentuale su spesa complessiva [D2/A1] 1,9

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L’attività di valutazione della regolarità amministrativo-contabile dei singoli atti di spesa oggetto del campione selezionato ha coinvolto tutte le strutture competenti della Regione Liguria, con le quali si è sviluppato un costruttivo e proficuo contraddittorio. In particolare, dopo una prima richiesta in data 18 maggio 2017 volta ad acquisire la documentazione giustificativa della spesa, corredata dagli eventuali elementi illustrativi sul procedimento presupposto all’emissione dell’ordinativo di pagamento, durante l’audizione del 16 giugno 2017, sulla base dei principi dell’oralità, della concentrazione e della immediatezza, si è provveduto ad approfondire alcuni aspetti delle procedure esaminate, formulando specifiche richieste di integrazione sugli elementi di valutazione e di informazione ancora da acquisire per una complessiva analisi del quadro procedurale di ogni singolo ordinativo di pagamento; tali richieste sono state formalizzate nella nota n. 3092 del 21 giugno 2016. Gli elementi richiesti, salvo alcune eccezioni riportate nelle singole schede relative agli ordinativi di pagamento estratti, a cui si rinvia, sono stati forniti esaustivamente dagli uffici della Regione. Nella tavola seguente si riportano le strutture regionali interessate, i cui responsabili hanno presenziato all’audizione, nonché il numero dei titoli estratti rispettivamente per ciascuna di esse.

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Tab. n. 155 - DAS - Tavola 4 Direzione/Struttura Codice struttura Numero titoli estratti Segreteria generale 122110 1 Presidenza Segreteria generale 122125 2 Trasporto pubblico regionale Segreteria generale 122140 1 Cultura e spettacolo Direzione centrale affari legali, giuridici e legislativi 127115 1 Avvocatura regionale Direzione centrale finanza, bilancio e controlli 133115 1 Controllo finanziario Direzione centrale organizzazione 141110 4 Sistemi informativi e telematici regionali Direzione centrale organizzazione 141120 10 Affari generali Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro 148115 1 Politiche della montagna e fauna selvatica Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro 148135 1 Sistema regionale della formazione Dipartimento territorio 153120 1 Programmi urbani complessi ed edilizia Dipartimento territorio 153175 2 Trasporto pubblico regionale Dipartimento territorio 153180 1 Infrastrutture Dipartimento salute e servizi sociali 179105 1 Staff, programmazione e politiche del farmaco Dipartimento salute e servizi sociali Assistenza sanitaria e socio-sanitaria alle fasce deboli, 179130 1 politiche sociali e famiglia Dipartimento sviluppo economico 185115 1 Competitività Dipartimento sviluppo economico Sviluppo strategico del tessuto produttivo e 185135 1 dell’economia ligure Dipartimento sviluppo economico 185140 1 Servizio Energia

Fonte: Regione Liguria

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Sintesi e conclusioni

Per quanto concerne gli esiti degli accertamenti svolti dalla Sezione regionale di controllo sul campione estratto, anche a seguito dell’esame delle integrazioni documentali prodotte, sono emerse alcune lievi criticità, che hanno riguardato una percentuale, calcolata in termini di rapporto tra l’importo del titolo e l’ammontare della spesa campionata, che, peraltro, non desta preoccupazione sull’affidabilità dei conti.

Le criticità hanno riguardato il rispetto del punto 5.1 del principio applicato alla contabilità finanziaria, allegato 4/2 al Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e ss.mm.ii., , relativamente all’attestazione della copertura finanziaria dell’intero importo di spesa fin dall’avvio della procedura di spesa, relativamente a due ordinativi di pagamento.

Inoltre, in relazione a due titoli di spesa, relativi alla stessa procedura di appalto, si resta in attesa della produzione da parte della Regione della sentenza di appello del Consiglio di Stato, che concluda definitivamente, almeno sotto il profilo giudiziario, la vicenda inerente alla fattispecie esaminata.

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Allegato A

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Schede DAS:

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Capitolo n. 5908 – ordinativo n. 18

Missione/Programma: 12 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia / 7 Programmazione e governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali Titolo: I Spesa corrente Numero e Denominazione Capitolo: n. 5908 “Trasferimenti ad altri soggetti del fondo regionale per le spese correnti per i servizi sociali

Ordinativo di pagamento: n. 18 Data ordinativo: 28.01.2016 Numero/anno impegno: n. 8528/2015 Causale della spesa: Concessione di contributo per il progetto a rilevanza regionale “Custodi sociali e call center anziani” ai sensi della Deliberazione della Giunta regionale n.1210 del 31.11.2015. Liquidazione acconto. Beneficiario: Agapè Soc. Coop. Sociale Importo pagato: euro 333.597,60 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Dipartimento Politiche Sociali Settore : Pianificazione e programmazione delle politiche sociali integrate Responsabili della spesa: Dottoressa Maria Luisa Gallinotti

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 12 del 24 maggio 2006 “Promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari” e legge regionale n. 42 del 06 dicembre 2012 “Testo unico delle norme sul Terzo Settore”.

Relazione sulla procedura : La Giunta regionale, con deliberazione n. 1210 del 03 novembre 2015, ha approvato l’avviso pubblico per la concessione di contributo a cooperative sociali, associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, per il progetto a rilevanza regionale “Custodi sociali e Call Center anziani” per la prevenzione e la promozione delle reti di prossimità a sostegno degli anziani con indicazione di specifici criteri di ammissibilità delle iniziative redatte in forma progettuale, ferma restando la conclusione dell’attività non oltre 4 mesi dalla data di concessione del contributo. L’importo del contributo concedibile viene fissato sino ad un massimo del 70% del valore del progetto (la compartecipazione dell’ente deve quindi coprire almeno il 30% dell’intero progetto). In data 16 dicembre 2015 la Commissione nominata con nota prot. IN/2015/22795 dell’11 dicembre 2015 del Direttore generale del Dipartimento, definisce in prima istanza le modalità per procedere alla valutazione dei progetti presentati, secondo quanto definito dalla deliberazione della Giunta regionale n. 1210/2015, quindi esamina il progetto pervenuto da parte della Cooperativa Sociale Televita Agapè, capofila dell’ATS Tecnica Regionale, costituita da diciassette soggetti nell’ambito della

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cooperazione e del volontariato. Con decreto n.4449 del 29 dicembre 2015 viene approvato il progetto presentato per un importo di euro 494.568,00 ed autorizzata la spesa con assunzione di impegno per euro 476.568,00 sul cap. 5908, rinviando “l’impegno della somma di euro 18.000,00 all’esercizio 2016 compatibilmente con le risorse disponibili in tale esercizio”; quest’ultima somma è impegnata con decreto n. 1455 del 04 aprile 2016. Con nota prot. PG/2016/16636 del 27 gennaio 2016 è stata comunicata ad Agapè Soc. Coop. Sociale la concessione del contributo e con nota prot. PG/2016/82545 del 19 aprile 2016 l’integrazione a copertura dello stanziamento previsto dall’avviso pubblico. La somma di euro 333.597,60 costituisce l’anticipazione da erogarsi al momento dell’approvazione del provvedimento di assegnazione, ossia del decreto n. 4449 del 29 dicembre 2015; la liquidazione avviene con atto n. 5 del 18 gennaio 2016. La somma oggetto di pagamento è stata sottoposta alla verifica ai sensi dell’art. 48- bis del DPR 602/73 circa l’inadempienza all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di cartelle di pagamento relative a ruoli consegnati agli Agenti di riscossione. Il mandato di pagamento relativo, n. 18 emesso il 28 gennaio 2016, è quietanzato in data 02 febbraio 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: Nel corso dell’audizione del 16 giugno 2017, e con successiva nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, è stato richiesto un secondo invio della documentazione trasmessa, poiché la maggioranza dei file pervenuti hanno riscontrato problemi informatici che non ne consentivano l’apertura. In tale sede sono stati consegnati i seguenti documenti: Deliberazione della Giunta Regionale n. 1210 del 3 novembre 2015, di approvazione dell’avviso pubblico per la concessione di contributo; Decreto n. 4449 del 29 ottobre 2015, relativo all’assegnazione del contributo all’ATS Tecnica Regionale e assunzione di impegno per euro 476.568,00; Decreto n. 1455 del 04 aprile 2016 di impegno di euro 18.000,00 ad integrazione. Il Settore ha inoltre inviato i documenti relativi alla costituzione dell’Associazione temporanea di scopo e le relazioni sull’attività dei periodi gennaio-aprile e maggio- luglio 2016.

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Profili di criticità: La delibera della Giunta Regionale n. 1210 del 3 novembre 2015 dà atto, al punto 2, della copertura finanziaria complessiva del contributo finalizzato al progetto “Custodi sociali e Call Center Anziani” pari ad euro 494.568,00 al capitolo 5908 del bilancio 2015, che presenta la necessaria disponibilità, con attestazione di regolarità amministrativa, tecnica e contabile dell’atto rese dal Dirigente del Settore e dal Direttore generale del Dipartimento. Il successivo decreto n. 4449 del 29 dicembre 2015 di assegnazione del contributo di euro 494.568,00, indicando nelle premesse testualmente “Tenuto conto che, nel corrente esercizio finanziario la somma di euro 494.568,00 non trova la necessaria copertura sul cap. 5908”, autorizza solo parzialmente la spesa, per euro 476.658,00, rinviando, al punto 3,” l’impegno della somma di euro 18.000,00 all’esercizio 2016 compatibilmente con le risorse disponibili in tale esercizio”. Ai sensi del punto 5.1 del principio applicato della contabilità finanziaria , allegato 4/2 del decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 e ss.mm.ii., “Ogni procedimento amministrativo che comporta spesa deve trovare, fin dall’avvio, la relativa attestazione di copertura finanziaria ed essere prenotato nelle scritture contabili dell’esercizio individuato nel provvedimento che ha originato il procedimento di spesa. (omissis ) L’impegno si perfeziona mediante l’atto gestionale, che verifica ed attesta gli elementi anzidetti e la copertura finanziaria, e con il quale si dà atto, altresì, degli effetti di spesa in relazione a ciascun esercizio finanziario contemplato dal bilancio di previsione. Pur se il provvedimento di impegno deve annotare l’intero importo della spesa, la registrazione dell’impegno che ne consegue, a valere sulla competenza avviene nel momento in cui l’impegno è giuridicamente perfezionato, con imputazione agli esercizi finanziari in cui le singole obbligazioni passive risultano esigibili.” Nella procedura in esame, pur attestando la copertura finanziaria all’intera somma sul bilancio 2015 con l’atto di avvio del procedimento, la deliberazione della Giunta n. 1210/2015, con decreto n.4449/2015 si sono imputate solo parzialmente le somme allo stesso esercizio 2015, non assicurando la certezza della copertura complessiva della spesa e senza provvedere ad una suddivisione degli importi sulla base dell’effettiva scadenza dei pagamenti, con la conseguente assunzione dei relativi impegni agli esercizi di esigibilità delle singole obbligazioni passive (secondo la stabilita ripartizione di un acconto del 70% del contributo corrisposto ad obbligazione giuridica perfezionata, sul bilancio dell’esercizio 2015, e un saldo del 30% alla sua esigibilità, nell’esercizio 2016, posto che l’attività doveva concludersi non oltre i quattro mesi dall’assegnazione).

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Conclusioni: Si raccomanda un più rigoroso rispetto del principio contabile sopra richiamato, in tutte le fattispecie future di analoga rilevanza.

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Capitolo n. 486 – ordinativo n. 25

Missione/Programma: 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione / 5 Gestione di beni demaniali e patrimoniali Titolo: I Spesa corrente Numero e Denominazione Capitolo: n. 486 “Spese per fitti passivi conseguenti ad interventi di bonifica dei manufatti contenenti amianto presenti in edifici occupati dalla Regione”

Ordinativo di pagamento: n. 25 Data ordinativo: 01.02.2016 Numero/Anno impegno: n. 2/2016 Causale della spesa: pagamento canone discendente dal contratto di locazione degli uffici in Genova, via Fieschi 9, per il periodo 01 gennaio 2016-31 marzo 2016. Beneficiario: Generali Italia S.p.A. Importo pagato: euro 20.752,27 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione centrale organizzazione Settore : Affari generali Responsabili della spesa: Dottor Paolo Sottili

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 2 del 7 febbraio 2012 ad oggetto: “Disciplina regionale in materia di demanio e patrimonio”, art. 37

Relazione sulla procedura : A seguito del rinvenimento di amianto negli uffici in locazione alla Regione nell’immobile in Genova, via D’Annunzio 113, i conseguenti interventi di bonifica hanno reso necessario il trasferimento degli uffici regionali. La Giunta regionale, a seguito di esame delle ipotesi di locazione e ritenuto congruo il canone richiesto dalla proprietà, sulla base dei dati desunti dall’osservatorio immobiliare dell’Agenzia del Territorio (oggi Agenzia delle Entrate), approvava con deliberazione n. 85 del 27.06.2008 la stipula di un contratto di locazione con Toro Assicurazioni S.p.A. per i locali all’undicesimo piano dello stabile in Genova, Via Fieschi, 9. Con decreto dirigenziale n. 3983 del 18 dicembre 2008 veniva approvato lo schema di contratto e si procedeva all’imputazione della spesa per l’anno 2009. Il contratto veniva successivamente stipulato a partire dal 1° aprile 2009 e con scadenza al 31 marzo 2015. Il Settore Amministrazione Generale ha comunicato data 14 maggio 2014 la riduzione automatica dei canoni di locazione del 15% ai sensi del decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014. Il contratto si è rinnovato automaticamente, in assenza di comunicazioni di recesso

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entro i 12 mesi precedenti alla scadenza, alle medesime condizioni sino al 31 marzo 2021. Con decreto n. 136 del 30 gennaio 2015 sono stati impegnati gli importi complessivi a titolo di canone di locazione e di spese condominiali per l’intero periodo, ripartite sui singoli esercizi di competenza. A fronte della razionalizzazione delle strutture, è stato comunicato il recesso anticipato dal contratto con nota prot. PG/2016/291931 del 30 novembre 2016; i locali saranno restituiti in data 31 novembre 2017. La fattura n. E3/00055 del 04 dicembre 2015 è emessa da Generali Italia S.p.A., conduttrice dell’immobile conseguentemente al conferimento di Toro Assicurazioni S.p.A. in Alleanza Toro S.p.A. e quindi alla fusione di quest’ultima in Generali Italia S.p.A., per un importo pari ad euro 23.058,34, comprendente il canone e le spese di locazione per il periodo 01 gennaio 2016-31 marzo 2016. Gli uffici regionali preposti hanno provveduto alla rideterminazione del canone in euro 20.752,27 (di cui euro 3.742,21 per IVA) da imputarsi al capitolo 486, poiché l’adeguamento ISTAT non si applica alle pubbliche amministrazioni per l'utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali, ai sensi del decreto legge n. 95 del 07 luglio 2012, convertito con modificazioni, dalla legge n. 135 del 07 agosto 2012. La liquidazione reca il n. 63 del 26 gennaio 2016. Il Settore Affari Generali ha comunicato con nota prot. PG2016/64736 del 30 marzo 2016 la citata rideterminazione del canone, in seguito all’informativa in merito trasmessa all’entrata in vigore del D.L. n.95/2012 (nota prot. PG2012/113894 del 27 luglio 2012). La somma di euro 1.808,00, IVA inclusa, relativa all’acconto per le spese condominiali è stata imputata al relativo capitolo 489. Il beneficiario è stato oggetto di verifica ai sensi dell’art. 48-bis del D.P.R. n. 602/1973 in data 01 febbraio 2016 circa l’inadempienza all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di cartelle di pagamento relative a ruoli consegnati agli Agenti di riscossione. Il pagamento è avvenuto con mandato n. 25 emesso in data 01.02.2016, soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, per l’importo complessivo di euro 20.752,27 e quietanzato in data 03.02.2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata comprende: - Argomento di Giunta n. 85 del 27 giugno 2008, ipotesi di contratti di locazione

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per il trasferimento temporaneo del personale; - Decreto dirigenziale n. 3983 del 18 dicembre 2008, approvazione schema del contratto e imputazione della spesa; - Contratto di locazione con Toro Assicurazioni S.p.A. registrato in data 07 aprile 2009 al n. 106; - Comunicazioni inerenti il conferimento di Toro Assicurazioni S.p.A. in Allenza Toro S.p.A. (prot. PG 152686 del 23 ottobre 2009) e la fusione di quest’ultima con Generali Italia S.p.A. (prot. PG 4408 del 10 gennaio 2014); - Comunicazione prot. PG/2012/137279 del 27 settembre 2012, relativa al mancato adeguamento del canone agli indici ISTAT; - Comunicazione prot. PG/2014/97721 del 14 maggio 2014, relativa alla riduzione automatica canoni di locazione; - Decreto dirigenziale n. 136 del 30 gennaio 2015, assunzione impegni di spesa; - Fattura n. E3/000055 del 04 dicembre 2015; - Liquidazione n. 63 del 26 gennaio 2016; - Mandato n. 25 del 01 febbraio 2016; - Comunicazione prot. PG/2016/291931 del 30 novembre 2016, relativa al pagamento parziale della fattura; - Quadro generale riassuntivo dei costi di locazione.

Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: A seguito dell’esame della documentazione fornita, si rileva la regolarità della procedura di spesa in oggetto.

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Capitolo n. 365 – ordinativo n. 429

Missione/Programma: 1 Servizi istituzionali, generali e di gestione / 3 Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 365 “Spese per premi assicurativi per immobili e attrezzature regionali, automezzi, dipendenti autorizzati all'utilizzo del mezzo proprio, responsabilità civile nei confronti di terzi”

Ordinativo di pagamento: n. 429 Data ordinativo: 04 marzo 2016 Numero/anno impegno: n. 30/2015 Causale della spesa: Pagamento premi assicurativi annui anticipati polizze RC patrimoniale, furto, elettronica, kasko, incendio, tutela legale. Beneficiario: Marsh S.p.A. Importo pagato: euro 96.638.39 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Direzione centrale organizzazione Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dottor Paolo Sottili

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 5 del 11 marzo 2008 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) e successive modificazioni ed integrazioni”; decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006.

Relazione sulla procedura : Con decreto dirigenziale n. 1084 del 18 aprile 2012 veniva indetta una gara di appalto, esperita mediante procedura aperta, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 e ss.mm.ii., nonché della legge regionale n. 5 dell’11 marzo 2008 e ss.mm.ii., per l’affidamento del contratto di consulenza e brokeraggio assicurativo a favore di Regione Liguria e degli enti appartenenti al settore regionale allargato (esclusi gli enti sanitari) per un periodo di durata triennale, con aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa. Al decreto erano allegati il Capitolato speciale d’appalto, disciplinante modalità e condizioni di esecuzione del servizio, nonché gli schemi del bando di gara, del disciplinare e della scheda per la rilevazione dei requisiti di partecipazione. Con decreto n. 1880 del 3 maggio 2013 si aggiudicava definitivamente il servizio ad AON S.p.A., dando atto della sottoscrizione in forma elettronica di un’apposita convenzione-quadro alla quale gli Enti strumentali della Regione erano tenuti ad aderire a norma della legge regionale n. 13 del 9 maggio 2003 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria (Legge finanziaria 2003)”. Successivamente, con decreto n. 3139 del 30 luglio 2013, il citato decreto n.

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1880/2013 veniva revocato per un errore materiale nella verbalizzazione della seduta pubblica del 11 marzo 2013, con conseguente convocazione della Commissione di gara in una nuova seduta pubblica in presenza di tutte le imprese partecipanti e riformulazione della graduatoria. Con il decreto dirigenziale n. 4089 del 15 ottobre 2013 la gara veniva aggiudicata all’impresa Marsh S.p.A., con la quale veniva sottoscritta la convenzione quadro Rep. n. 423 del 6 dicembre 2013. Il Capitolato speciale d’appalto definisce la modalità di remunerazione del contratto, a totale carico delle Compagnie assicuratrici aggiudicatrici delle singole gare per le polizze in capo alla Regione e agli Enti del settore regionale allargato, con una commissione stabilita nel 4% dell’ammontare per le polizze RCA e del 9% per le restanti polizze, secondo l’offerta economica presentata da Marsh S.p.A. in sede di gara (punto 4 del Capitolato). Viene stabilito, inoltre, che il pagamento avvenga esclusivamente per tramite di Marsh S.p.A., che ha obbligo di rilasciare alla regione, entro il termine perentorio di quindici giorni dal pagamento, le ricevute quietanzate emesse dalle Compagnie assicuratrici (punto 5.2 del Capitolato). Marsh ha provveduto alla comunicazione relativa al conto bancario dedicato ed ai nominativi degli operatori autorizzati, ai sensi della legge n. 136 del 13 agosto 2010 all’art. 3 “Tracciabilità dei flussi finanziari”, in data 29 aprile 2013. In parallelo veniva indetta la gara per l’affidamento dei servizi assicurativi rientranti nel fabbisogno della Regione e degli Enti del settore regionale allargato, stimato mediante indagini statistiche di rilevazione dei sinistri intercorsi a far data dal 2005 e di valutazione del rischio, come emerge dai documenti su foglio elettronico trasmessi dal Settore, elaborati da Marsh S.p.A., aggiudicataria del precedente contratto, nelle more della nuova aggiudicazione. L’indizione della gara di affidamento dei servizi assicurativi ha luogo con decreto dirigenziale n. 3141 del 31.07.2013, che stabilisce che la stessa sia esperita mediante procedura aperta - ai sensi dell’art. 3, comma 37, articolo 54, commi 1 e 2, ed articolo 55 del d.lgs. n. 163/2006 e ss.mm.ii. e dell’art. 6, comma 1, della legge regionale n. 5/2008 e ss.mm.ii. – per complessivi euro 5.004,291,30, valore rappresentativo delle esigenze di Regione Liguria e degli enti sub regionali di cui alla legge 9 marzo 2003, 13 e ss.mm.ii, con una suddivisione in 12 lotti e una validità triennale e con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui all’art. 83, comma 1, del decreto legislativo n. 163/2003 e ss.mm.ii.. Con successivo decreto dirigenziale n. 4871 in data 6 dicembre 2013 la gara di cui trattasi veniva aggiudicata con il seguente esito:

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Lotto Polizza - Assicurazione Euro Lotto n. 1 “Polizza RCTO” - QBE Insurance LTD 403.425,00 Lotto n. 2 “Polizza RC Patrimoniale “ - LLOYD’S Markel 202.437,00 Lotto n. 3 “Polizza Tutela Legale” - LLOYD’S Chaucer 390.037,13 Lotto n. 4 “Polizza Incendio” – Fondiaria SAI ora Unipolsai 288.586,56 Lotto n. 5 “Polizza Furto” – VITTORIA Assicurazioni 29.160,00 Lotto n. 6 “Polizza Elettronica” - Fondiaria SAI ora Unipolsai 93.588,42 Lotto n. 7 “Polizza Globale Fabbricati” - Fondiaria SAI ora Unipolsai 2.536.380,00 Lotto n. 8 “Polizza Infortuni” - LLOYD’S kLIN 416.593,98 Lotto n. 9 “Polizza Kasko” – GENERALI Italia 29.034,03 Lotto n. 10 “Polizza RCA” - VITTORIA Assicurazioni 118.800,00 Lotto n. 11 “Polizza All Risks” - Fondiaria SAI ora Unipolsai 30.190,29 Lotto n. 12 “Polizza RC Professionale Datasiel“ – AIG Europe 65.880,00 per complessivi euro 4.604.112,41. Con decreto n. 4871 del 6 dicembre 2013 veniva autorizzata la sottoscrizione delle convenzioni – quadro corrispondenti ai lotti sopra indicati con decorrenza delle polizze dal 1° gennaio 2014. Tale decreto rinviava l’assunzione degli impegni di spesa a carico della Regione a successivi provvedimenti, dando atto che gli stessi saranno assunti a favore di Marsh S.p.A. che si farà carico di liquidare le singole Compagnie assicuratrici. Successivamente, il decreto n. 1665 del 13 giugno 2014 stabiliva la decorrenza delle polizze ai lotti da 1 a 10 a far data dal 30 giugno 2014. Con dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà sottoscritta in data 10 settembre 2012 dal legale rappresentante di QBE Insurance LTD, sono stati comunicati i conti correnti bancari e le persone delegate ad operare su tali conti, ai sensi della legge n. 136 del 13 agosto 2010 all’art. 3 “Tracciabilità dei flussi finanziari”. Il decreto n. 148 del 04.02.2015 ha autorizzato la spesa complessiva di euro 800.000,00 (incluse le imposte di legge) sugli esercizi 2015 e 2016, per la copertura dei premi assicurativi annui per i periodi contrattuali sino al 31 dicembre 2016, inclusa la polizza a copertura RCTO, relative regolazioni ed eventuali coperture in appendice a quelle già attive, assumendo i relativi impegni di spesa a favore del suddetto Broker Assicurativo Marsh S.p.A. Con il provvedimento n. 791 del 19 dicembre 2016 è stata liquidata la somma di euro 96.638,39, concernente il rinnovo annuale della polizza assicurativa RCTO dell'annualità 2016, di cui al carico contabile n. 6889291. Il mandato n. 429 dello stesso importo, emesso il 04 marzo 2016, è stato assoggettato alla verifica ex art. 48-bis del D.P.R. n. 602/1973 in data 01 febbraio 2016 circa l’inadempienza all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di cartelle di pagamento relative a ruoli consegnati agli Agenti di riscossione e infine pagato dal Tesoriere in data 10 marzo 2016.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione originariamente inviata comprende: − relazione sulla procedura; − decreto n. 148 del 04 febbraio 2015, assunzione degli impegni di spesa; − carico contabile n. 6889291 del 04 gennaio 2016 − convenzione Rep. n. 426 del 6 dicembre 2013, stipulata con il Broker Marsh S.p.A.; − atto di liquidazione n. 791 del 19 febbraio 2016; − mandato di pagamento n. 429 del 04 marzo 2016. A seguito dell’audizione del 16 giugno 2017 sono stati richiesti chiarimenti e integrazioni documentali, formulati successivamente con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017; il Settore ha trasmesso a riscontro: − relazione integrativa sulla procedura; − decreto n. 1084 del 18 aprile 2012, indizione della gara per affidamento del servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo; − bando di gara servizi brokeraggio pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 28 aprile 2012; − decreto n. 1880 del 3 maggio 2013, aggiudicazione ad AON S.p.A.; − decreto n. 3139 del 30 luglio 2013, revoca del decreto n. 1880/2013 per errore materiale; − decreto n. 4089 del 15 ottobre 2013, aggiudicazione a Marsh S.p.A.; − capitolato d’appalto sottoscritto per accettazione da Marsh S.p.A.; − offerta economica presentata da Marsh S.p.A in sede di gara; − comunicazione ai sensi della legge n. 136 del 13 agosto 2010 all’art. 3 “Tracciabilità dei flussi finanziari” rilasciata da Marsh S.p.A. in data 29 aprile 2013; − decreto n. 3141 del 31 luglio 2013, indizione della gara europea per l’affidamento del servizio assicurativo; − bando di gara servizi assicurativi pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 9 agosto 2013; − disciplinare di gara e modelli delle dichiarazioni per l’ammissione alla gara; − presentazione relativa agli Enti del settore regionale allargato inclusi nel bando; − statistiche dettagliate dei sinistri e valutazione del rischio predisposti da Marsh S.p.A.;

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− capitolati di gara e schede dei requisiti per i diversi lotti, in particolare: lotto n. 1 - Polizza RCT/O − decreto n. 4871 del 6 dicembre 2013, aggiudicazione gara polizze assicurative; − decreto n. 1665 del 13 giugno 2014, assunzione degli impegni di spesa; − convenzione-quadro lotto n. 1 – Polizza RCT/O, sottoscritta il 18 dicembre 2014; − comunicazione ai sensi della legge n. 136 del 13 agosto 2010 all’art. 3 “Tracciabilità dei flussi finanziari” rilasciata da QBE Insurance LTD, in data 10 settembre 2012.

Profili di criticità: Nessun rilievo.

Conclusioni: Preso atto della documentazione prodotta a corredo del titolo di spesa, si rileva al regolarità del procedimento in esame.

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Capitolo n. 4508 – ordinativo n. 742

Missione/Programma: 15 Politiche per il lavoro e la formazione professionale/ 4 Politica regionale unitaria per il lavoro e la formazione professionale Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 4508 “Trasferimenti ad imprese dalla quota di fondi finanziati dall’Unione Europea per la realizzazione dell’Obiettivo 2 del Fondo sociale europeo”

Ordinativo di pagamento (mandato): n. 742 Data ordinativo: 16 marzo 2016 Numero/ anno impegno: n. 2711/2014 Causale della spesa: Finanziamento progetti per interventi integrativi per i giovani nei settori dell’economia del mare e della green economy – piani di sviluppo settoriali – corso PSS Levante. Beneficiario: Importo pagato: euro 73.167,80 Esercizio di provenienza: 2014

Direzione: Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro Settore : Sistema regionale della formazione Responsabili della spesa: Dottoressa Antonella Berettieri

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Reg. (CE) n. 1083/06 del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione; Reg. (CE) n. 1081/2006 del Parlamento e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo; Reg. (CE) n 1080/2006, del Parlamento e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale; Reg. (CE) n. 1828/2006 della Commissione che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) 1083/2006 e del regolamento (CE) 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio; D.P.R. 5 aprile 2012 n. 98, di modifica del D.P.R. 3 ottobre 2008 n. 196 (regolamento di esecuzione del regolamento (CE) n. 1083/2006; Quadro strategico nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013, approvato dalla Commissione europea con decisione del 13 luglio 2007; Programma operativo obiettivo “Competitività- Regionale e Occupazione" Fondo sociale europeo - Regione Liguria 2007-2013, approvata dalla Commissione Europea con decisione 7 novembre 2007 n. C (2007) 5474 e successivamente modificato con decisione della Commissione Europea (C2013) 1658 del 15 marzo 2013; legge regionale 1 agosto 2008 n. 30 (Norme regionali per la promozione del lavoro) e ss.mm.ii.; la legge regionale 11 maggio 2009 n. 18 (Sistema educativo regionale di istruzione, formazione e orientamento) e ss.mm.ii.; Piano triennale regionale dell'istruzione, della formazione e del lavoro 2010-2013 approvato dal Consiglio regionale con

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deliberazione 2 febbraio 2010 n. 21 prorogato ai sensi dell'art. 56 comma 4 della L.R. 18/2009;

Relazione sulla procedura : La Regione ha avviato nel 2012 il Piano Giovani con deliberazione della Giunta Regionale n. 1037 del 07 maggio 2012 con l’obiettivo di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone di età compresa tra i 16 e i 34 anni e di favorirne un’occupazione stabile e di qualità; una delle linee di intervento è denominata Piani di Sviluppo Settoriale, con obiettivi prioritari quali l’Economia del Mare e la Green Economy . La Giunta regionale ha approvato con delibera n. 1024 del 05 agosto 2013 l’avviso pubblico “Invito a presentare progetti finalizzati alla realizzazione di interventi integrati per favorire l’occupazione dei giovani nei settori dell’economia del mare e della Green Economy . Piani di Sviluppo Settoriale (PSS)” a valere sul P.O. CRO Fondo Sociale Europeo- Regione Liguria 2007/2013 – asse II – Occupabilità e Asse IV- Capitale Umano” indirizzato a giovani disoccupati, inoccupati oppure occupati con forme di contratto flessibili. In totale sono stati messi a disposizione 748 posti. Ogni progetto ha una durata di diciotto mesi dalla data di avvio delle attività. Al finanziamento delle iniziative sono state assegnate complessivamente risorse pari a euro 8.000.000,00 a valere su P.O. Obiettivo “Competitività Regionale e Occupazione” FSE 2007/2013 – Asse II “Occupabilità” e Asse IV “Capitale umano”, di cui euro 3.000.000,00 destinati all’Economia del Mare, nel rispetto del principio di complementarietà tra i fondi (FSE e FESR) di cui all’art. 34 del Reg. (CE) 1083/06, nei limiti delle condizioni previste dal POR FESR e nel rispetto di FSE e FESR. Gli interventi sono strutturati nella forma di percorsi integrati articolati in azioni di tipo orientativo, formativo e di accompagnamento lavorativo o alla creazione d’impresa. Con decreto del Direttore Generale n.73 del 5 marzo 2014 è stato approvato l’esito della procedura di selezione, ammettendo al finanziamento dodici proposte progettuali (di cui quattro per la linea di intervento 1, Economia del Mare). Rientra in tale ambito il “Progetto Levante”, oggetto dell’indagine, presentato dall’Opera Diocesana Madonna dei Bambini Villaggio del Ragazzo (di seguito “Villaggio del Ragazzo”) in qualità di soggetto capofila dell’A.T.S. appositamente costituita, composta, oltre al capofila “Villaggio del Ragazzo”, da: Fondazione Accademia Italiana Mercantile; Sviluppo S.C.R.L.; Università Degli Studi Di Genova; Alaggi Srl; Safety World Sas; Yacht Performance S.r.l. In data 12 marzo 2014 è stato dato avvio agli adempimenti degli obblighi previsti dalla normativa, elencati nella relazione predisposta dal Settore.

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Il mandato estratto riguarda il pagamento della quota erogabile prevista alla concorrenza del 95% della realizzazione del progetto, per la quota a carico del Fondo Sociale Europeo. Con decreto n. 1494 del 5 giugno 2014, si è provveduto all’assunzione degli impegni per una parte delle Associazioni temporanee di scopo (ATS), tra le quali l’ATS “Villaggio del Ragazzo”. Tali impegni, per un totale di euro 551.466,59, sono stati ripartiti tra le varie quote a carico del Fondo di Rotazione (62,32%), del co-finanziamento regionale (0,31%) e, infine, per la quota di nostro interesse a carico del PO CRO FSE 2007/2013 (37,37% del totale) al capitolo 4508 del bilancio regionale, esercizio 2014, suddivisa in Asse II Occupabilità, per euro 187.398,06 e Asse IV Capitale Umano, per euro 18.685,00. Contestualmente sono stati assunti gli accertamenti in entrata sui corrispondenti capitoli dell’Entrata dello stesso esercizio, relativi ai finanziamenti da parte del FSE e del Fondo di rotazione (numeri 1915 e 1916). Durante lo svolgimento dell’attività oggetto del presente esame sono state presentate diciassette certificazioni di spesa, sulle quali sono stati eseguiti altrettanti controlli “a tavolino” e due controlli “in loco”. In data 22 ottobre 2015, con decreto n. 3172, si è provveduto alla riduzione di buona parte degli impegni assunti a favore dei vari soggetti attuatori, a fronte di economie di spesa accertate per attività non realizzate. Nel caso del progetto di cui trattasi tale riduzione ammontava ad euro 32.476,00, dovuta sostanzialmente ad una parziale attivazione delle Work experiences , a fronte di opportunità lavorative che si erano concretizzate per gli allievi alla fine dei percorsi formativi: pertanto l’impegno complessivo per il progetto è sceso da euro 551.466,59 ad euro 518.990,59. In osservanza alla convenzione, il “Villaggio del Ragazzo” ha presentato il rendiconto in data 20 gennaio 2016, per un importo totale di euro 508.957,60; pertanto, considerato che l’importo erogabile fino a concorrenza del 95% del rendiconto era pari ad euro 483.509,72 e gli acconti erogati nel corso dell’attività ammontavano ad € 284.845,31, la somma ancora dovuta risultava di euro 198.664,41, come da fattura elettronica n. 5/01 emessa il 28 gennaio 2016. La quota relativa al finanziamento FSE è stata liquidata con provvedimento n. 1005 del 26 febbraio 2016 di euro 73.167,80, a cui ha fatto seguito l’emissione del mandato di pagamento n. 742 del 16 marzo 2016, soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972 ed a verifica ex DPR 602/73 art. 48-bis in ordine alla non inadempienza nei confronti di pagamenti di ruoli affidati ad Agenti della riscossione.

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Il mandato è stato quietanzato dal Tesoriere in data 18 marzo 2016, Il Settore ha inoltre precisato che la formale chiusura del progetto– senza tagli - è avvenuta in data 27 settembre 2016 con successiva emissione del saldo finale. Al termine dello svolgimento delle attività formative, si sono ottenuti i seguenti esiti occupazionali: - relativamente al Corso “Coordinatore dei servizi di Porto Turistico”, su undici allievi formati, si sono realizzate sette assunzioni (due con contratto a tempo determinato, quattro con contratto a tempo indeterminato ed una collaborazione) e la creazione di una Società in nome collettivo; - riguardo al Corso “Tecnico turistico del diporto”, sono stati formati dodici allievi; di questi nove sono stati assunti (sette con contratto a tempo indeterminato, due in servizio civile) e è stata creata una Società in nome collettivo; - in relazione al Corso “Service manager del diporto”, su quattrodici allievi formati, si sono realizzate cinque assunzioni (tre con contratto a tempo determinato, una con contratto a tempo indeterminato ed una collaborazione) nonchè la creazione di una Società in nome collettivo e di una Ditta individuale.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata comprende: - relazione dettagliata sulla procedura amministrativa e sull’attività svolta; - delibera della Giunta regionale n. 1037 del 2012 di approvazione del “Piano Giovani”; - delibera G.R. n. 1024 del 5 agosto 2013, di approvazione dell’avviso pubblico; - decreto n. 457/2013 nomina del gruppo di valutazione - verbali della selezione - scheda di valutazione dell’ATS “Villaggio del Ragazzo” del 05 febbraio 2014; - decreto Direttore n 73/2014 di approvazione esiti della selezione; - costituzione ATI “Villaggio del Ragazzo” - convenzione sottoscritta il 25 luglio 2014 - decreto n. 1494/2014, finanziamento dei progetti - decreto n. 3764/2014, sistemazione contabile; - informazioni antimafia art. 91 D.L. 159/2011, risposta Prefettura 12 maggio 2014 - polizza fidejussoria del 17 settembre 2014 - durc regolare al 6 ottobre 2014 - decreto n. 3172/2015, riduzione impegni di spesa per accertate economie; - fattura elettronica n. 5_01 del 28 gennaio 2016 - provvedimento di liquidazione n. 1005 del 26 febbraio 2016 - mandati di pagamento dal n. 739 al n. 744 del 16 marzo 2016 - comunicazione di avvenuta emissione dei mandati; - invio rendiconto all'U.O. Controlli del 24 marzo 2016; - approvazione rendiconto da Controlli del 27 settembre 2016; - “Progetto Levante” completo dei relativi allegati. Non si è resa necessaria alcuna integrazione rispetto alla documentazione presentata.

Profili di criticità: Non si è rilevato alcun profilo di criticità.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in relazione alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 5295 - Ordinativo n. 813

Missione/Programma : 13 Tutela della salute/001 Servizio sanitario Regionale Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 5295 “Quota del Fondo Sanitario Regionale di parte corrente per acquisto di giornali, riviste e pubblicazioni”

Ordinativo di pagamento: n. 813 Data ordinativo: 18 marzo 2016 Numero/anno impegno: n. 930/2015 Causale della spesa: Pagamento fatture per acquisti di ricettari medici Beneficiario: Istituto Poligrafico Zecca dello Stato Importo pagato: Euro 110.044,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Dipartimento Salute e Servizi Sociali Settore : Staff, Programmazione e Politiche del farmaco Responsabili della spesa: Dott. Giovanni Della Luna, dott. Marco Sussi

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: DM 11 luglio 1988, n. 350 “Disciplina dell’impiego nel Servizio Sanitario Nazionale del ricettario standardizzato a lettura automatica”; articolo 50 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 236 “Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici”; DM del 18 maggio 2004 e 17 marzo 2008

Relazione sulla procedura: Il DM 11 luglio 1988, n. 350 “Disciplina dell’impiego nel Servizio Sanitario Nazionale del ricettario standardizzato a lettura automatica”, ed in particolare agli articoli 3 e 4, ha disposto che per l’approvvigionamento dei ricettari le Regioni debbono avvalersi dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato secondo modalità e a condizioni da definirsi in apposite convenzioni. I successivi decreti ministeriali del 2004 e del 2008 succitati hanno fissato i criteri per la determinazione dei prezzi delle forniture alla Pubblica Amministrazione e le caratteristiche e l’impiego del modello del ricettario, precisando che la cura della distribuzione dei ricettari è in capo all’Istituto Poligrafico. I fabbisogni annuali sono definiti tramite procedura informatica detenuta dall’Istituto stesso. Successivamente si procede alla sottoscrizione di un contratto annuale riportante sia i quantitativi complessivi della fornitura precedente, sia gli importi dei ricettari come determinati dalla apposita Commissione ministeriale. Al momento dell’impegno della relativa spesa il contratto vigente era riferito al triennio 2013-2015. L’Istituto Poligrafico a luglio 2014 ha richiesto di inserire nella piattaforma informatica i fabbisogni per l’anno 2015 e di specificare le modalità di consegna, comunicando, contestualmente, i prezzi determinati dalla Commissione ministeriale per l’anno 2015.

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Acquisiti i fabbisogni dalle Aziende e dagli Enti Sanitari l’Amministrazione regionale ha, in data 24 settembre 2014, adempiuto alle richieste dell’Istituto Poligrafico. A seguito della deliberazione di finanziamento delle attività urgenti, necessarie per il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale, in data 13 aprile 2015 è stato richiesto al competente Ufficio regionale la determinazione della somma destinata all’acquisto dei ricettari necessari per l’anno 2015. La proposta contrattuale di adesione, predisposta dall’Istituto Poligrafico, è stata trasmessa via mail in data 16 aprile 2015. Con deliberazione della Giunta Regionale del 24 aprile 2015, n. 629, è stata autorizzata la sottoscrizione del contratto ed è stata impegnata la somma necessaria per l’anno 2015. Il contratto è stato firmato digitalmente dal Direttore del Dipartimento Salute in data 15 maggio 2015 e restituito firmato digitalmente dall’Istituto Poligrafico in data 5 giugno 2015. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente il titolo di spesa; deliberazione di Giunta regionale n. 994 del 5 agosto 2012 “Approvazione convenzione 2013-2015 e contratto 2013 tra Regione Liguria e Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. per fornitura di ricettari e relativo impegno di spesa di euro 650.000,00”; convenzione per la fornitura dei ricettari medici standardizzata a lettura automatica; deliberazione di Giunta regionale n. 629 del 24 aprile 2015 “Approvazione contratto 2015 con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello stato S.p.A. per fornitura ricettari. Impegno di euro 670.000,00; contratto per la fornitura dei ricettari medici standardizzata a lettura automatica, fabbisogno 2015; fatture elettroniche: n. 1215008165 del 16 novembre 2015, n. 1215008594 del 30 novembre 2015 e n. 1215009396 del 30 dicembre 2015; mandato di pagamento n. 813 del 18 marzo 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 5295 – ordinativo n. 983

Missione/Programma: 13 Tutela della salute/ 1 Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei L.E.A. Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 5295 “Quota del fondo sanitario regionale di parte corrente per acquisto di beni e prestazioni di servizi”

Ordinativo di pagamento: n. 983 Data ordinativo: 24 marzo 2016 Numero/anno impegno: n. 8550/2015 Causale della spesa: pagamento servizi infrastrutturali ICT per i sistemi sanità di Regione Liguria Beneficiario: Liguria Digitale SCPA Importo pagato: euro 133.793,78,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Direzione Centrale Organizzazioni Settore : Informatica Responsabili della spesa: Dottor Francesco Pensalfini Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: DGR n. 1740 del 30 dicembre 2014 “Approvazione del disciplinare quadro della attività di Liguria Digitale”

Relazione sulla procedura: In attuazione dell’Accordo quadro tra Regione Liguria e Liguria Digitale S.C.P.A., quest’ultima svolge attività richieste dagli Enti soci secondo il Piano Operativo Annuale approvato dalla Giunta regionale, come stabilito dal Disciplinare quadro approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1740 del 30 dicembre 2014. Dopo aver recepito le autorizzazioni necessarie da parte del Dipartimento Salute e Servizi Sociali, con deliberazione n. 4155 del 30 dicembre 2015 la Giunta approva un’integrazione per euro 133.793,78 delle attività informatiche svolte per il comparto della sanità, al precedente importo autorizzato di euro 1,5 milioni, come da note prot. IN/2015/21757 del 27 novembre 2015 e prot. IN/2015/23732 del 21 dicembre 2015. L’attività oggetto dell’integrazione di incarico rientra nell’ambito del progetto “realizzazione primitive della ricetta dematerializzata” ed è analizzata in dettaglio nel verbale di verifica periodica del 10 marzo 2016 e nel prospetto riepilogativo dell’attività, nonché negli allegati tecnici relativi al completamento dell’attività. La fattura n. 9E emessa in data 24 febbraio 2016 da Liguria Digitale, verificato lo stato di avanzamento dell’attività come risulta dal verbale del 10 marzo 2016, prot. n.NP/2016/5858, è liquidata con provvedimento n. n. 1528 del 21 marzo 2016. Il mandato di pagamento n. 983 del 24 marzo 2016, soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, è stato pagato in data 30

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marzo 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata inizialmente comprende: − Relazione sulla procedura; − deliberazione della Giunta regionale n. 1740 del 30 dicembre 2014 “Approvazione del disciplinare quadro della attività di Liguria Digitale”; − nota prot. IN/2015/21757 del 27 novembre 2015, saldo del finanziamento disponibile esercizio 2015; − nota prot. IN/2015/23732 del 21 dicembre 2015, incremento accertamento 2015; − decreto n. 4155 del 30 dicembre 2015, approvazione dell’integrazione delle attività informatiche per il comparto sanità; − fattura n. 9/E del 04 febbraio 2016; − verbale di verifica periodica del 10 marzo 2016; − provvedimento di liquidazione n. 1528 del 21 marzo 2016; − mandato di pagamento n. 983 del 24 marzo 2016. In sede di audizione del 16 giugno 2017 e con successiva nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, è stata richiesta un’integrazione documentale relativamente ai disciplinari di incarico del 6 agosto 2015 relativi al comparto Sanità e ai quadri economici del 2 ottobre 2015 inviati da Liguria Digitale SCPA, nonché la documentazione completa relativa al "completamento dell'attività" citato nel decreto n. 4155 del 30 dicembre 2015, con la quantificazione delle attività aggiuntive e del corrispettivo. Il Settore ha prodotto la seguente documentazione integrativa, precisando che la prima richiesta riguarda cinque diverse forniture: − PG/2015/142575 del 6 agosto 2015, disciplinare relativo alla realizzazione della ricetta dematerializzata; − PG/2015/174001 del 7 ottobre 2015, relativo quadro economico; − PG/2015/142577 del 6 agosto 2015, disciplinare per l’attività di conduzione tecnica svolte per il Dipartimento della salute − PG/2015/173963 del 2 settembre 2015, relativo quadro economico; − PG/2015/142580 del 6 agosto 2015, disciplinare per le acquisizioni a rimborso di beni e servizi;) − PG/2015/173996 del 7 ottobre 2015, relativo quadro economico; − PG/2015/142585 del 6 agosto 2015, disciplinare relativo all’assistenza

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applicativa di secondo livello e conduzione applicativa dei software centrali del Sistema Informatico sanitario; − PG/2015/173962 del 7 ottobre 2015, relativo quadro economico; − PG/2015/142587 del 6 agosto 2015, disciplinare servizi infrastrutturali ICT per i sistemi sanità di Regione Liguria; − PG/2015/153613 del 3 settembre 2015, relativo quadro economico; − PG/2015/180332 del 16 ottobre 2015, nota integrativa al quadro economico al punto precedente, per richiesta ad Agenzia delle Entrate circa la modalità di fatturazione. In merito alla richiesta della documentazione relativa al completamento dell’attività citato nel decreto n. 4155/2015, sono pervenute: − prospetto riepilogativo dell’attività e relativi allegati tecnici

Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla docum entazione prodotta .

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Capitolo n. 445 – Ordinativo n. 1196

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione/011 Altri servizi generali Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione: Capitolo: cap. 445 “Spese per incarichi a legali esterni, periti ed accessorie”

Ordinativo di pagamento: n. 1196 Data ordinativo: 30 marzo 2016 Numero/anno impegno: 4453/2015 Causale della spesa: Liquidazione fattura 6FE2016 – impegno n. 412/2014 sostituito in fase di riaccertamento con impegno n. 4453/2015 Beneficiario: Avv. Luigi Cocchi Importo pagato: Euro 6.344,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Affari Legali, Giuridici e Legislativi Settore : Avvocatura Regionale Responsabili della spesa: Dirigente del Settore Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: D.M. 20 luglio 2012, n. 140

Relazione sulla procedura: Il mandato di pagamento si riferisce alla spesa contenuta a titolo di corrispettivo a saldo per la prestazione professionale fornita dall’Avv. Luigi Cocchi del foro di Genova, consistente nella proposizione di impugnativa davanti al TAR Liguria avverso le relazioni ispettive del MEF in esito alle verifiche eseguite dal giorno 20 maggio 2013 al 27giugno 2013, aventi ad oggetto, l’una la verifica in materia di scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica sotto il profilo contabile e finanziario; l’altra la verifica in materia di scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica con riguardo alla gestione del personale. L’impugnativa fu decisa tramite deliberazione della Giunta Regionale n. 61/2014 ed affidata a legale esterno in ragione sia dei ristretti tempi per la proposizione del ricorso sia per proposizione del ricorso, sia per il carico di lavoro gravante sui legali interni, come risulta dalla motivazione della deliberazione della Giunta Regionale. Acquisito il preventivo del legale a cui era stato affidato lo studio della questione (pari ad euro 5.000,00, oltre ad IVA a CPA) e dichiaratolo conforme ai parametri professionali di cui al DM n. 140 del 20 luglio 2012, se ne autorizzò il pagamento con decreto dirigenziale n. 49/2014. A seguito della audizione del 16 giugno 2017, audizione dei singoli Dirigenti della spesa, ed al contraddittorio orale instaurato con il Dirigente, responsabile della spesa, presente all’audizione stessa, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, sono stati chiesti copia del contratto concluso con l’Avvocato Luigi Cocchi ed il parere di congruità rilasciato dalla struttura regionale competente sul compenso del

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professionista esterno.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: deliberazione della Giunta regionale n. 61 del 31 gennaio 2014 di conferimento dell’incarico all’avv. Luigi Cocchi; decreto del Dirigente n. 49 del 24 febbraio 2014 è stata impegnata la somma di euro 6.344,00, di cui euro 200 a titolo CPA ed euro 1.444,00 a titolo di IVA; richiesta di preventivo inviata dalla Segreteria dell’Avvocatura regionale del 27 gennaio 2014; lettera del 27 gennaio 2014 contenente il preventivo di spesa inviata dall’avv. Luigi Cocchi; mandato di pagamento n. 1196 del 30 marzo 2016; fattura elettronica n. 6FE del 18 gennaio 2016

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 3656 – ordinativo n. 1335

Missione/Programma: 5 Tutela e valorizzazione dei beni e delle attivita' culturali / 2 Attivita' culturali e interventi diversi nel settore culturale Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 3656 “Trasferimento ad altri soggetti di fondi per iniziative di spettacolo dal vivo della Regione”

Ordinativo di pagamento: n. 1335 Data ordinativo: 04 aprile 2016 Numero/anno impegno: n. 4714/2015 Causale della spesa: concessione di un contributo per eventi di spettacolo dal vivo rientranti nell’iniziativa denominata “Liguria dei Festival”. Beneficiario: Associazione Festival Massimo Amfiteatrof Importo pagato: euro 9.500,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Segreteria Generale Settore : Cultura e spettacolo Responsabili della spesa: Dottor Luca Parodi

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 34 del 31 ottobre 2006

Relazione sulla procedura : La legge regionale n. 34 del 31 ottobre 2006 "Disciplina degli interventi regionali di promozione dello spettacolo dal vivo" all'articolo 10 — nel testo in allora in vigore (precedentemente alle modifiche apportate con l'art. 54 della legge regionale 30 dicembre 2015 n. 29) - recitava: "1. La Regione può sostenere specifiche iniziative di spettacolo di interesse regionale, a seguito di istanza presentata da soggetti pubblici e privati. 2. Nel Piano di cui all'articolo 4 sono definiti i criteri e le modalità per la concessione dei contributi regionali di cui al comma 1”. Il Piano triennale di promozione dello spettacolo dal vivo per il periodo 2012-2014 - approvato, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 4 della citata L.R. 34/2006, con deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 29 febbraio 2012 e prorogato, ai sensi dell'art. 17 della legge regionale n. 2 del 24 febbraio 2014, fino all'adozione del nuovo Piano al punto III "Interventi e Strumenti" prevede, tra l'altro, alla lettera D) "Progetti di iniziativa regionale" uno specifico filone di attività denominato "Liguria dei Festival". Con deliberazione della Giunta Regionale n. 508 del 27 marzo 2015 "Approvazione Programma operativo degli interventi in materia di spettacolo dal vivo — Anno 2015" è stato approvato, tra l'altro, un "Bando per il sostegno a soggetti privati per la promozione di iniziative di spettacolo dal vivo, di pertinenza del filone attuativo La

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Liguria dei Festival”, che prevedeva l’invio delle istanze entro e non oltre venti giorni dalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Liguria (avvenuta il 22 aprile 2015). Detto bando prevedeva una valutazione di ammissibilità affidata alla struttura regionale competente ed una valutazione di merito affidata ad un nucleo di valutazione interno alla struttura stessa, tenendo conto di parametri quali la strumentazione finanziaria ed organizzativa disponibile e la professionalità dei soggetti proponenti, desunta anche dalla dimostrata continuità del lavoro culturale, dal sussistere di un eventuale contributo statale e di un eventuale contributo regionale prolungato nel tempo. A questi criteri si aggiungeva l’attribuzione di un punteggio, sulla base di ulteriori requisiti quali la presenza di sponsor privati, la sussistenza di finanziamento statale o di finanziamenti regionali su bandi diversi, nonché una soglia minima per l’ammissibilità. Nel caso in cui le risorse non fossero state sufficienti a soddisfare per intero le richieste ammissibili, la determinazione dei contributi sarebbe stata riproporzionata in misura percentuale fra le singole richieste di contributo. L'Associazione Festival Massimo Amfiteatrof di Levanto ha presentato istanza registrata al prot. n. PG/89474/2015 in data 13 maggio 2015, relativamente ad un festival di musica classica da tenersi tra il 7 luglio e il 7 settembre 2015 nel territorio dei comuni di Levanto, , Brugnato, . Il nucleo di valutazione, individuato con ordine di servizio prot. n. PG/2015/10992 del 15 maggio 2015, in data 7 luglio 2015 ha redatto una graduatoria finale, che includeva l'Associazione Festival Massimo Amfiteatrof, alla cui istanza sono stati attribuiti 30 punti. Con decreto n. 2776 del 25 settembre 2015 è stata approvata la graduatoria relativa alla concessione dei contributi per le iniziative di spettacolo denominato "La Liguria dei Festival" ed assunto il relativo impegno al cap. 3656 del bilancio con imputazione all’esercizio 2015. All’iniziativa in esame è stata attribuita la somma di euro 9.500,00, erogabile in una soluzione ovvero, a richiesta del beneficiario, in due tranche. Con nota prot. n. PG/2015/183082 in data 2 ottobre 2015 la Regione ha comunicato all'Associazione Massimo Amfiteatrof la concessione del contributo, fornendo le opportune istruzioni per la presentazione della rendicontazione propedeutica alla liquidazione del contributo stesso. L’Associazione non ha fatto richiesta di anticipazione. In data 21 gennaio 2016 è pervenuta la documentazione richiesta; la struttura competente, verificata la correttezza e completezza della stessa, ha disposto il

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provvedimento di liquidazione n. 980 del 26.02.2016 per l’intera somma concessa. Il mandato n. 1335 dell'importo di € 9.500,00, emesso il 04.04.2016, è stato quietanzato dal Tesoriere in data 06 aprile 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata comprende: − relazione dettagliata sull’iniziativa e sulla procedura amministrativo-contabile; − legge regionale n. 34 del 31 ottobre 2006 “Disciplina degli interventi regionali di promozione degli spettacoli dal vivo”; − deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 29 febbraio 2012 “Piano triennale di promozione dello spettacolo dal vivo 2012-2014”; − deliberazione della Giunta regionale n. 508 del 27 marzo 2015 “Approvazione del programma operativo degli interventi in materia di spettacolo dal vivo – 2015”; − istanza di richiesta contributo dell’Associazione Festival Massimo Amfiteatrof di Levanto, prot. n. PG/89474/2015 in data 13 maggio 2015; − ordine di servizio prot. n. PG/2015/10992 del 15 maggio 2015, nomina della commissione valutatrice; − verbale dell’istruttoria di merito “Liguria dei Festival 2015” della commissione in data 07 luglio 2015, prot.n. NP/2015/16294 del 28 luglio 2015; − decreto n. 2776 del 25 settembre 2015, assegnazione dei contributi ed assunzione di impegno; − nota prot. n. PG/2015/183082 del 21 ottobre 2015, comunicazione di concessione del contributo; − prot. 11437 del 21 gennaio 2016, rendicontazione composta da relazione, bilancio consuntivo e documentazione giustificativa delle spese sostenute; − atto di liquidazione n. 980 del 26 febbraio 2016; − mandato di pagamento n. 1335 del 04 aprile 2016.

Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 385 – ordinativo n. 3280

Missione/Programma: 1 Servizi istituzionali, generali e di gestione / 6 Ufficio tecnico Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 385 “Spese per manutenzione ordinaria dei locali e relativi impianti per gli uffici regionali”

Ordinativo di pagamento: n. 3280 Data ordinativo: 20 maggio 2016 Numero/anno impegno: n. 575/2016 Causale della spesa: pagamento prima rata manutenzione conservativa, ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici e speciali delle sedi della Regione in comune di Genova. Beneficiario: Bilfinger Sielv Facility Management S.r.l. Importo pagato: euro 21.296,94 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione centrale organizzazione Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dottor Paolo Sottili

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 5 del 11 marzo 2008 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) e successive modificazioni ed integrazioni”; decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006.

Relazione sulla procedura : Con decreto dirigenziale n. 2916 del 9 ottobre 2015 veniva indetta una gara, esperita mediante procedura negoziata ai sensi degli articoli 122, comma 7, e 57, comma 6, del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 e ss.mm.ii., nonché della legge regionale n. 5 del 11 marzo 2008 e ss.mm.ii. - per l’affidamento del contratto di conduzione e manutenzione conservativa ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici e speciali a servizio delle sedi della Regione Liguria ubicate nel territorio del Comune di Genova, per la durata di sette mesi e dieci giorni, con aggiudicazione a favore del prezzo più basso, ai sensi dell’art. 82 del medesimo decreto legislativo. Con lo stesso decreto si provvedeva all’assunzione degli impegni a carico dei bilanci degli esercizi 2015 e 2016 con imputazione a diversi capitoli di spesa, tra i quali il n. 385, oggetto della presente indagine. Il Settore ha precisato che l’offerta di Bilfinger Sielv F.M. s.r.l., è risultata anomala, come attestato nel verbale del giorno 3 novembre 2015 del seggio di gara, pertanto veniva sottoposta a verifica circa la congruità (art. 86 comma 3 d.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.). Tale verifica veniva esperita mediante successive dettagliate richieste alla Società, di cui alle note prot. n. PG/2015/191794 del 3 novembre 2015, prot. n.

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PG/2015/193900 del 5 novembre 2015 e prot. n. PG/2015/205522 del 23 novembre 2015, provvedendo anche alla convocazione presso gli uffici regionali in data 30 novembre 2015 per ulteriori chiarimenti a conferma della congruità dell’offerta. Raggiunto l’esito positivo della verifica, si procedeva all’aggiudicazione definitiva ed alla stipula del contratto con decreto n. 4440 del 22 dicembre 2015 e scrittura privata in data 22 febbraio 2016. Il Settore ha prodotto le sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria n. 386 del 23 aprile 2015 e n. 728 dell’11 settembre 2015, in merito al ricorso numero di registrato generale 48 del 2015 per l’annullamento della gara effettuata nel 2014. Si resta, al riguardo, in attesa della sentenza di appello del Consiglio di Stato. Il pagamento oggetto della presente disamina riguarda il pagamento della fattura n. 107 del 27 aprile 2016, di importo pari ad euro 21.296,94, emessa a seguito di certificato di regolare esecuzione dell’intervento rilasciato in data 5 maggio 2015 e liquidata con provvedimento n 2328 del 10 maggio 2016. La somma oggetto di pagamento è stata regolarmente sottoposta alla verifica ai sensi dell’art. 48-bis del DPR 602/73 circa l’inadempienza all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di cartelle di pagamento relative a ruoli consegnati agli Agenti di riscossione. Il mandato n. 3280 emesso in data 20 maggio 2016, soggetto a split payment , è stato quietanzato dal Tesorire il 24 maggio 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione originariamente inviata comprende: − relazione sulla procedura; − decreto dirigenziale n. 2916 del 9 ottobre 2015 e relativi allegati (schemi di lettera di invito e scheda di rilevazione dei requisiti), di indizione della gara ed assunzione degli impegni; − decreto dirigenziale n. 4440 del 22 dicembre 2015, aggiudicazione; − sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria n. 386 del 23 aprile 2015 e n. 728/2015 depositata in data 11 settembre 2015. − fattura n. 107 del 27 aprile 2016; − certificato di conformità della fornitura in data 5 maggio 2016; − atto di liquidazione n. 2328 del 10 maggio 2016; − mandato di pagamento n. 3280 del 20 maggio 2016. A seguito dell’audizione del 16 giugno 2017 sono state richieste integrazioni

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documentali e chiarimenti, formulati successivamente con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017; in risposta a tali richieste il Settore ha trasmesso: − offerta Bilfinger Sielv Facility Management s.r.l. − verbale della commissione di gara in data 3 novembre 2015; − note prot. n. PG/2015/191794 del 3 novembre 2015, prot. n. PG/2015/193900 del 5 novembre 2015 di richiesta giustificativi e prot. n. PG/2015/205522 del 23 novembre 2015 di convocazione della Società per chiarimenti ed elementi utili e correlate relazioni giustificative prodotte da Bilfinger Sielv Facility Management s.r.l.; − scrittura privata sottoscritta digitalmente in data 22 febbraio 2016

Profili di criticità: Non sono stati inviati, tra la documentazione di gara, il Capitolato speciale d’appalto e il quadro economico. Per quanto concerne la sentenza TAR Liguria n. 728 dell’11 settembre 2015, si resta in attesa della sentenza di appello del Consiglio di Stato.

Conclusioni: Per una completa valutazione della fattispecie si deve rimanere in necessaria attesa della produzione da parte di Regione Liguria della sentenza di appello del Consiglio di Stato, che concluda definitivamente, almeno sotto il profilo giudiziario, la vicenda inerente alla fattispecie esaminata.

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Capitolo n. 2638 - Ordinativo n. 3397

Missione/Programma : 16 Agricoltura, Politiche Agroalimentari e Pesca/001 Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 2638 “Trasferimenti ad altri soggetti per la prevenzione ed il risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole ai sensi dell’articolo 42, comma 5, della L.R. n. 29/94”

Ordinativo di pagamento: n. 3397 Data ordinativo: 26 maggio2016 Numero/anno impegno: 8344/2015 Causale della spesa: Ripartizione fondo per opere di prevenzione e danni da fauna selvatica Beneficiario: Taddei Paolo Importo pagato: euro 960,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Dipartimento Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti Settore : Politiche della montagna e della fauna selvatica Responsabili della spesa: Vassallo Valerio Ivo, Monticelli Giorgio

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: L. R. 1° luglio 1994, n. 29 “Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”

Relazione sulla procedura: Il procedimento di spesa in oggetto riguarda una richiesta di risarcimento danni presentata dal signor Taddei Paolo, residente a Lerici, per i danni subiti ad un vigneto sito nel comune di Bonassola. Tale vigneto, di proprietà del sig. Lettlenmayer Jacopo Franco Albert di Milano, al momento del sopralluogo risultava essere coltivato dall’affittuario sig. Taddei Paolo. L’impianto era iscritto all’Albo dei vini delle colline di Levanto (Albo 1 – Colline di Levanto Bianco) dove veniva indicata una superficie di mq 2600 con numero 1220 ceppi ed una produzione potenziale di Kg 2.340 (circa Kg 1,91 a pianta). Dal sopralluogo emergeva che il vigneto, peraltro esposto in una buona posizione collinare e ben curato, presentava un danno, ancora visibile, esteso a 800 piante, si notavano ancora le tracce degli ungulati che avevano procurato il danno. Veniva, altresì, riscontrato che alcuni vitigni, sicuramente reimpiantati, presentavano una produzione molto inferiore a quella potenziale. Veniva stimato un danno medio di Kg 1,50 a pianta per un danneggiamento complessivo pari a 12 quintali di uva. Essendo uva DOC, veniva applicato il prezzo di euro 80,00 a quintale, come da prezziario, approvato dal Comitato Provinciale per la gestione del fondo per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati alle produzioni agricole, zootecniche e alle altre opere approntate sui terreni coltivati e a pascolo della fauna selvatica. Tale Comitato, nella seduta del 26 novembre 2015, ha provveduto ad esaminare e approvare la richiesta di risarcimento danni, liquidando un importo di euro 960,00.

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Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale sono state risolte le criticità rilevate, in particolare quella relativa alla costituzione del comitato che ha deliberato la somma da riconoscere al sig. Taddei Paolo.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente il titolo di spesa; decreto dirigenziale n. 443 del 28 dicembre .2015 “Ripartizione fondo per opere di prevenzione e danni da fauna selvatica”; deliberazione di Giunta regionale n. 435 del 13 maggio 2016 “Criteri per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati da fauna selvatica alle produzioni agricole, zootecniche e alle opere approntate sui terreni coltivati e/o pascolo” ed il relativo allegato 1; regolamento regionale 4 aprile 2016, n. 2 “Regolamento per il funzionamento del Fondo per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati da fauna selvatica di attuazione dell’articolo 43 della legge regionale 1° luglio 1994, n. 29”; relazione denuncia danni causati dalla fauna selvatica al vigneto del sig. Taddei Paolo, redatta da un Funzionario del Settore competente; verbale riassuntivo del Comitato provinciale per la gestione del Fondo per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati da fauna selvatica alle produzioni agricole, zootecniche e alle opere approntate sui terreni coltivati a pascolo dalla fauna selvatica del 26 novembre 2015; composizione del Comitato nella seduta del 26 novembre 2015; regolamento provinciale di funzionamento di tale Comitato; denuncia dei danni subiti da parte del sig. Taddei Paolo; mandato di pagamento n. 3397 del 26 maggio 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 6809 – ordinativo n. 3843

Missione/Programma: 16 Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca / 1 Sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 6809 “Spese per funzioni di controllo, vigilanza, assistenza tecnica in materia fitosanitaria”

Ordinativo di pagamento: n. 3843 Data ordinativo: 08 giugno 2016 Numero/anno impegno: n. 1758 Causale della spesa: Fornitura materiali per Laboratorio Diagnostico del Settore Fitosanitario. Beneficiario: AGRITEST S.r.l. Importo pagato: euro 683,20 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione Centrale Organizzazione Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dottor Paolo Sottili

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 5 del 11 marzo 2008 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 (codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) e successive modificazioni ed integrazioni”; decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016

Relazione sulla procedura : Con Decreto dirigenziale n. 2121 del 10 maggio 2016, è stata autorizzata la spesa per il pagamento delle forniture necessarie per il funzionamento del Laboratorio Diagnostico del Settore Fitosanitario, a fronte di richieste specifiche di quest’ultimo per forniture di beni e servizi, spesa comunemente effettuata attraverso il servizio economale, che non risulta possibile a fronte di problemi informatici legati all’acquisizione di un nuovo software di contabilità. La fattura n. FATTPA 21_16 del 26 maggio 2016 di AGRITEST S.r.l., pari ad euro 683,20 riguarda la fornitura di kit di test su metodi diagnostici immunosierologici secondo il protocollo “DAS ( double antibody sandwich ) Elisa” per l’individuazione dell’organismo nocivo xylella fastidiosa. La liquidazione è avvenuta con atto n. 2634 del 1 giugno 2016. Il mandato n. 3843, emesso in data 08 giugno 2016, soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, è stato quietanzato in data 10 giugno 2016.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata comprende: − Decreto dirigenziale n. 2121 del 10 maggio 2016; − Fattura n. FATTPA21_16 del 26 maggio 2016; − Provvedimento di liquidazione n. 2634 del 1 giugno 2016 − Mandato n. 3843 del 8 giugno 2016

Profili di criticità: Nessun rilievo.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in relazione alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 655 – ordinativo n. 4525

Missione/Programma: 17 Energia e diversificazione delle fonti energetiche / 1 Fonti energetiche Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 655 “Spese per l’esercizio delle funzioni in materia di attestazione delle prestazioni energetiche degli edifici”

Ordinativo di pagamento: n. 4525 Data ordinativo: 14 luglio 2016 Numero/anno impegno: n. 3796/2016 Causale della spesa: disciplinare di incarico in house per lo svolgimento delle attività previste dall’art.6 bis comma 2 della L.R. 22/2007 e ss.mm.ii. in materia di certificazione energetica degli edifici. Acconto. Beneficiario: IRE - INFRASTRUTTURE RECUPERO ENERGIA Importo pagato: euro 260.000,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Sviluppo Economico Settore : Ricerca, Innovazione ed Energia Responsabili della spesa: Dottoressa Gabriella Drago

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 22 del 29 maggio 2007 “Norme in materia di Energia”

Relazione sulla procedura : La legge regionale n.22 del 29 maggio 2007 “Norme in materia di Energia” e ss.mm., all’art. 6-bis , prevede, tra l’altro, che I.R.E. Liguria S.p.A., sulla base di apposite convenzioni, gestisca, per conto di Regione Liguria la banca dati dei certificati della prestazione energetica degli edifici, provveda all’iscrizione nell’elenco regionale dei soggetti abilitati al rilascio dell’attestato di prestazione energetica dei professionisti che ne fanno richiesta, ed effettui verifiche a campione sulla conformità degli attestati di prestazione energetica alle disposizioni regionali vigenti. Con nota prot. n. IN/2015/21508 del 24 novembre 2015 la Dirigente del settore ha attestato la necessità di affidamento dell’incarico ad un soggetto esterno “in ragione della materia stessa dell’incarico per il cui espletamento non esistono all’interno dell’Ente le necessarie professionalità; in particolare si evidenzia che I.R.E. S.p.A., in coerenza con le funzioni ad essa assegnate dall’art. 6 bis della legge regionale n.22 del 29 maggio 2007 e ss.mm.ii “Norme in materia di Energia”, svolge dal 2009 funzioni di supporto tecnico e altamente specialistico in materia di efficienza energetica degli immobili e di certificazione energetica”, nonché “di aver accertato che l’attività richiesta rientra tra i compiti statutari della Società affidataria dell’incarico e di ritenere congrua l’offerta formulata dalla Società affidataria in

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relazione alle attività richieste, alle ore di lavoro necessarie e alle specifiche professionalità coinvolte, in quanto il preventivo di spesa è stato ritenuto congruo, in relazione alle attività richieste, alle ore di lavoro necessarie e alle specifiche professionalità coinvolte, inoltre, i parametri di costo adottati sono stati calcolati secondo quanto disposto dalla D.G.R. n. 1268 del 9 ottobre 2008 e in coerenza con le analoghe attività affidate ad I.R.E. S.p.A. negli anni 2014-2015”. Con decreto n.3834 del 03 dicembre 2015 è stato conferito l’incarico in house per la gestione del processo di certificazione degli edifici, stipulato con apposito disciplinare, alla Società I.R.E. LIGURIA S.P.A. per un importo complessivo di euro 650.000,00, con copertura finanziaria al capitolo n 655. Il disciplinare prevede lo svolgimento di quattro attività da realizzare in un arco temporale di dodici mesi dalla data di stipula, più precisamente: 1) Gestione del processo di certificazione; 2) Supporto per l’adeguamento normativo e regolamentare in materia di efficienza energetica; 3) Supporto alla regione per lo sviluppo e l’implementazione del Catasto regionale degli impianti termici (CAITEL); 4) Supporto alla regione per la definizione di strumenti agevolati finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica degli immobili. La liquidazione del compenso stabilito avvenisse con le seguenti modalità: 40% a titolo di anticipo, 40% alla presentazione di un rapporto intermedio entro il 31 agosto 2016; 20 % a saldo, a presentazione del resoconto finale delle attività svolte da presentarsi entro il 31 gennaio 2017. La procedura in esame riguarda il pagamento dell’acconto all’affidamento dell’incarico, per il quale I.R.E. Liguria S.p.A. ha emesso in data 28 aprile 2016, la fattura n° 16S/2016. La fattura è stata liquidata con atto n. 3033 del 05 luglio 2016. Il mandato n. 4525, emesso in data 14 luglio 2016 e soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, è stato quietanzato in data 18 luglio 2016.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: La documentazione trasmessa riguarda: − Decreto n. 3834 del 03 dicembre 2015 “Conferimento incarico assistenza tecnica in house a IRE Spa per lo svolgimento di attività previste dall’art.6 bis c.2 l.r.n.22/2007 e ss.mm. ii. in materia di certificazione energetica degli edifici anno 2006 – spesa € 650.000,00”; − Disciplinare di incarico in house per lo svolgimento delle attività previste dall’art.6-bis comma 2 della L.R. 22/207 e ss.mm. ii. in materia di certificazione energetica degli edifici” stipulato in data 28 dicembre 2015; − Lettera del Settore Ragioneria prot. IN/2015/244 del 9 gennaio 2015 ad oggetto: “ Split payement nelle operazioni con gli Enti Pubblici”; − Fattura 16S/2016 di IRE − Provvedimento di liquidazione 3033 del 5 luglio 2016; − Comunicazione al Settore Amministrazione Generale, Servizio Gare e contratti, prot. n. IN/2015/21508 del 24 novembre 2015, relativa all’incarico ad IRE in corso; − Report intermedio in data 31 agosto 2017; − Report finale in data 30 gennaio 2017.

Profili di criticità: Non si è rilevato alcun profilo di criticità.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in relazione alla documentazione presentata.

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Capitolo n. 8400 – ordinativo n. 5293

Missione/Programma : 7 Turismo / 1 Sviluppo e valorizzazione del turismo Titolo: I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: n. 8400 “Spese per lo svolgimento delle attività concernenti il turismo e la promozione turistica”

Ordinativo di pagamento: n. 5293 Data ordinativo: 08.08.2016 Numero/anno impegno: n. 2137/2016 Causale della spesa: Affidamento diretto fornitura struttura mobile e attrezzature audio-video per la manifestazione del 2 giugno 2016 Beneficiario: PLASMEDIA S.r.l. Importo pagato: euro 10.370,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Segreteria Generale Settore : Presidenza Responsabili della spesa: Dottor Iacopo Avegno

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge n. 150 del 7 giugno 2000 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”; decreto legislativo n. 50/2016 “Codice dei contratti pubblici”; legge regionale n. 21 del 28 agosto 1986 “Disciplina delle iniziative ed attività per favorire la presenza istituzionale della Regione”; legge regionale n.3 del 11 aprile 2004 “Disciplina delle attività di informazione e comunicazione della Regione Liguria”; legge regionale n.28 del 4 ottobre 2006 “Organizzazione turistica regionale”

Relazione sulla procedura : Le manifestazioni celebrative del 2 giugno 2016, nel 70° anniversario della Repubblica, hanno visto anche l'inaugurazione del progetto denominato "LaMiaLiguria", come rappresentato nella nota del Presidente della Regione del 25 maggio 2016; al progetto hanno aderito i principali enti territoriali, economici e culturali della città, con la proiezione di immagini e video promozionali della Liguria sulla facciata del palazzo sede della Regione, coperto in conseguenza alle operazioni di restauro dello stesso, trasformando il disagio in un'opportunità di promozione turistica del territorio fruibile da cittadini e turisti. La spesa è stata assunta per la fornitura e montaggio di attrezzature audio a supporto del concerto dell'Orchestra Teatro Carlo Felice organizzato per tale data in piazza De Ferrari. L’individuazione della ditta affidataria della fornitura, stante la necessità di provvedere in tempi ristretti, è avvenuta mediante preliminare indagine esplorativa di mercato, alla quale ha fatto seguito l’esame delle offerte pervenute da parte di due soggetti, tra i quali Plasmedia S.r.l.. Il preventivo di quest’ultima è stato ritenuto

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congruo e rispondente alle modalità tecniche prestazionali richieste dal Settore, come risulta da verbale in data 31 maggio 2016. La procedura di affidamento diretto alla società Plasmedia S.r.l. è stata eseguita nel rispetto della normativa vigente in materia di appalti pubblici. L'art. 36, comma 2 del D.lgs. n. 50/2016 e l'articolo 20, comma 3, del regolamento regionale n. 3/2012 e ss. mm., prevedono che, per gli affidamenti di importo inferiore a euro 40.000,00, il responsabile del procedimento possa operare in maniera diretta. Con nota prot. PG/2016/117312 del 31 maggio 2016 veniva comunicato a Plasmedia S.r.l. l’affidamento del servizio. Con decreto n. 2795 del 16 giugno 2016 è stato autorizzato l'impegno di spesa n. 2137 a favore della società Plasmedia s.r.l. per l'importo di euro 10.370,00 (IVA compresa). La società Plasmedia S.r.l, in data 25 luglio 2016, ha emesso fattura n. 6/PA di euro 10.370,00 e la struttura, con nota NP/16156 del 03 agosto 2016, ne ha richiesto la liquidazione. Il mandato n. 5293, emesso in data 08 agosto 2016, soggetto a procedura di split payment ai sensi dell’art. 17-ter del DPR n. 633/1972, è stato quietanzato dal Tesoriere in data 10/08/2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: La documentazione inviata comprende: - relazione sulla procedura di spesa; - nota del Presidente della Regione Liguria prot. n. IN/2016/10484 del 25 maggio 2016 - decreto n. 2795 del 16 giugno 2016 di assunzione dell’impegno di spesa; - fattura n. 6/PA del 25 luglio 2016; - liquidazione n. 3722 del 1 agosto 2016; - mandato n. 5293 del 8 agosto 2016, quietanzato. A riscontro dei chiarimenti richiesti in sede di audizione del 16 giugno 2017 e formalizzati con successiva nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, il Settore Presidenza ha trasmesso la seguente documentazione integrativa: - relazione integrativa; - verbale di esame delle offerte del 31 maggio 2016 e allegati preventivi di spesa pervenuti; - nota prot. PG/2016/117312 del 31 maggio 2016, comunicazione di affidamento del servizio;

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- nota Plasmedia srl prot. PG/2017/227949 del 27 giugno 2017, chiarimenti sul delegato alla firma, invio e conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche.

Profili di criticità: Il principio applicato della contabilità finanziaria , allegato 4/2 del decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 e ss.mm.ii., al punto 5.1 reca: “Ogni procedimento amministrativo che comporta spesa deve trovare, fin dall’avvio, la relativa attestazione di copertura finanziaria ed essere prenotato nelle scritture contabili dell’esercizio individuato nel provvedimento che ha originato il procedimento di spesa. (omissis ) L’impegno si perfeziona mediante l’atto gestionale, che verifica ed attesta gli elementi anzidetti e la copertura finanziaria, e con il quale si dà atto, altresì, degli effetti di spesa in relazione a ciascun esercizio finanziario contemplato dal bilancio di previsione.” Nel procedimento in esame, da quanto emerge dalla documentazione prodotta, sia l’affidamento della fornitura a Plasmedia S.r.l. in data 31 maggio 2016, che la sua realizzazione sono antecedenti all’assunzione dell’impegno avvenuta con decreto n. 2795 del 16 giugno 2016, nonchè alla registrazione contabile dello stesso da parte della Ragioneria, avvenuta in data 10 giugno 2016.

Conclusioni: Si raccomanda un più rigoroso rispetto del principio contabile sopra richiamato, in fattispecie future di analoga rilevanza.

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Capitolo n. 8889 - Ordinativo n. 5531

Missione/Programma : 18 Relazioni con altre autonomie territoriali e locali/002 Politica regionale unitaria per le relazioni finanziarie con le altre autonomie territoriali Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo 8889 “Spese dirette del fondo per il Programma attuativo regionale (Par – FAS 2007-2013”

Ordinativo di pagamento: n. 5531 Data ordinativo: 17 agosto 2016 Numero/anno impegno: 5687/2012 Causale della spesa: Erogazione della seconda quota ad IRE S.p.A. per la progettazione definitiva relativa al ponte sul torrente Sardonella nel comune di Sant’Olcese Beneficiario: IRE S.p.A . Importo pagato: Euro 42.572,90 Esercizio di provenienza: 2012

Direzione: Dipartimento Regionale Programmi Regionali, Porti, Trasporti, Lavori Pubblici ed Edilizia Settore : Infrastrutture Responsabili della spesa: Ing. Fabio Re, Arch. Anna Maria Fortunato

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Secondo addendum alla convenzione tra la Regione Liguria e la società infrastrutture Liguria S.p.A., sottoscritto in data 14 maggio 2013

Relazione sulla procedura: L’erogazione di euro 42.572,90 riguarda il pagamento della seconda quota, pari al 40% del costo previsto di euro 106.432,25, ad IRE S.p.A. (precedentemente denominata Infrastrutture Liguria S.r.l.) per la redazione della progettazione definitiva del rifacimento del ponte sul torrente Sardonella ubicato nel comune di Sant’Olcese, all’innesto della strada comunale Arvigo – Torrazza e la strada provinciale 2. Tale progettazione era stata prevista dal secondo addendum, sottoscritto in data 14 maggio 2013, alla convenzione tra la Regione Liguria e la società partecipata Infrastrutture Liguria S.p.A. Per l’impegno e la successiva liquidazione è stato utilizzato lo stanziamento dell’importo di 1.500.000,00 per la progettazione di interventi in relazione agli eventi alluvionali. La società suddetta, a seguito della approvazione da parte della Regione della proposta attuativa all’uopo predisposta, ha proceduto alla redazione della progettazione in oggetto. L’erogazione della somma è stata effettuata secondo le indicazioni contenute nella deliberazione di Giunta Regionale n. 170 del 17 febbraio 2012 la seconda quota è stata corrisposta a seguito della consegna del progetto definitivo alla Regione e l’avvio della successiva conferenza dei servizi per l’approvazione del medesimo. A seguito della audizione del 16 giugno 2017, audizione dei singoli Dirigenti della

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spesa, ed al contraddittorio orale instaurato con il Dirigente responsabile, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, sono state chieste la nota del comune di Sant’Olcese del 5 aprile 2013, prot. 3661 e l’autorizzazione del CIPE sulla riprogrammazione delle risorse relative al PAR-FAS 2007-2013. È stato anche richiesto di inviare tutta la documentazione afferente gli affidamenti esterni fatti da Infrastrutture Liguria s.r.l in merito al rifacimento del torrente Sardonella e di chiarire in base a quali norme ed in base a quali considerazioni giuridiche la società Infrastrutture Liguria sia stata considerata stazione appaltante.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: richiesta del Sindaco del comune di Sant’Olcese del 5 aprile 2013, avvio procedura riprogrammazione PAR-FAS 2007- 2007 del Comitato di Sorveglianza del 18 ottobre 2012; chiusura procedura riprogrammazione PAR-FAS 2007-2007 del Comitato di Sorveglianza del 23 ottobre 2012; delibera CIPE n. 110 del 26 ottobre 2012 di presa d’atto della riprogrammazione; deliberazione del consiglio regionale n. 23 del 27 novembre 2012 di presa d’atto della riprogrammazione; lettere di invito prot. n. 1541-1547/2013; verbale di gara dell’11 febbraio 2013; verbale verifica requisiti dell’11 dicembre 2013; aggiudicazione provvisoria del 19 dicembre 2013; aggiudicazione definitiva del 20 dicembre 2013; verbale di constatazione efficacia aggiudicazione del 14 febbraio 2014; contratto sottoscritto tra Regione ed Infrastrutture Liguria s.r.l; atto costitutivo della società ed Infrastrutture Liguria s.r.l.; deliberazione della Giunta regionale n. 550 del 21 maggio 2012, con la quale è stato approvato lo schema di convenzione tra la Regione ed Infrastrutture Liguria s.r.l per “progettazioni di interventi per opere infrastrutturali in relazione agli eventi alluvionali ottobre 2011. Impegno di spesa di euro 1.500.000,00”; deliberazione della Giunta regionale n. 428 del 20 novembre 2012 “Rimodulazione dei finanziamenti di interventi alluvionali conseguente la riprogrammazione PAR-FAS 2007-2013 e relative sistemazioni contabili”; deliberazione della Giunta regionale n. 441 del 12 aprile 2013 “Approvazione secondo addendum alla convenzione con Infrastrutture Liguria s.r.l del 15 maggio 2012, per il rifacimento del ponte sul torrente Sardonella all’innesto della strada comunale Arvigo – Torrazza e la SP2 in comune di Sant’Olcese”; richiesta del 9 luglio 2013 inviata dal Dirigente competente alla società Infrastrutture della predisposizione della proposta attuativa relativa alla progettazione definitiva del rifacimento del ponte di cui trattasi; invio, in data 12 agosto 2013, della proposta attuativa; approvazione

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della proposta attuativa in data 19 settembre 2013; deliberazione della Giunta regionale n. 170 del 17 febbraio 2012 “Definizione delle modalità di erogazione dei finanziamenti regionali per le attività di progettazione assegnate ad Infrastrutture Liguria s.r.l. ai sensi della Convenzione approvata con DGR n. 1124 del 6 settembre 2009”; invio, in data 7 luglio2014, da parte del Dirigente competente, al Sindaco del comune di Sant’Olcese di copia del progetto definitivo relativo all’intervento di cui trattasi; mandato di pagamento n. 5531 del 17agosto 2016

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 9607- Ordinativo n. 6222

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione/006 Ufficio Tecnico Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 9607 “Manutenzione straordinaria di immobili condotti in locazione”

Ordinativo di pagamento: n. 6222 Data ordinativo: 15 settembre 2016 Numero/anno impegno: 578/2016 Causale della spesa: Liquidazione fatture nn. 264-266 del 31 agosto2016 Bilfinger manutenzione straordinaria impianti elettrici sedi regionali in locazione Beneficiario: Bilfinger Sielv Facility Management s.r.l. Importo pagato: Euro 34.191,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Risorse strumentali, Finanziarie e Controlli Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dirigente del Settore

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE; D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 “Legge Regionale 11 marzo 2008, n. 5 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”; Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE»

Relazione sulla procedura: Con Decreto dirigenziale n. 2916 del 9 ottobre 2015 veniva indetta una gara, esperita mediante procedura negoziata, ai sensi del combinato disposto degli articoli 122, comma 7 e 57, comma 6, del decreto legislativo n. 163/2006, nonché dell’articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 5/2008, per l’affidamento del contratto di conduzione e manutenzione conservativa ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici e speciali delle sedi regionali per la durata di sette mesi e dici giorni, con aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, ai sensi dell’articolo 82 del succitato decreto legislativo. Con Decreto dirigenziale n. 4440 del 22 dicembre 2016 veniva aggiudicata in via definitiva la gara di cui trattasi in favore della società Bilfinger Sielv Facility Management s.r.l. e successivamente veniva sottoscritto apposito contratto d’appalto. Con il mandato in oggetto si è provveduto a saldare le fatture n. 264 del 31 agosto 2016, per un importo di euro 16.536,64, e n. 266 del 31 agosto 2016, per un importo di euro 17.654,50 e per un importo complessivo di euro 34.191,14, relative ad operazioni di manutenzione straordinaria degli impianti elettrici e speciali delle sedi regionali condotte in locazione nei mesi di giugno ed agosto 2016.

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A seguito della audizione del 16 giugno 2017 ed a seguito del contraddittorio orale instaurato con il Dirigente responsabile, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, è stato chiesta all’Ente la seguente documentazione: contratto sottoscritto con l’aggiudicatario, ordini di intervento e schede dettagliate degli interventi, sentenza integrale del TAR Liguria e dispositivo di sentenza del Consiglio di Stato ovvero sentenza se già depositata, provvedimento di proroga del servizio, precisando, infine, se l’Ente, nel corso del 2017, abbia affidato il servizio di conduzione e manutenzione conservativa ordinaria e straordinaria degli impianti ed in caso di risposta positiva si è chiesto di inviare gli atti.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente competente sul procedimento afferente al titolo di spesa, ordini di intervento del 9 ottobre 2015 riportanti l’indicazione delle fatture n. 264 e n. 266 del 31 agosto 2016, decreto dirigenziale n. 2916 del 9 ottobre 2015 “ Procedura negoziata senza pubblicazione di bando, per l’affidamento del contratto di conduzione e manutenzione conservativa, ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici e speciali delle sedi della Regione Liguria”; decreto dirigenziale n. 4440 del 22 dicembre 2015 “ Aggiudicazione gara a procedura negoziata per l’affidamento contratto da conduzione e manutenzione conservativa ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici regionali”; contratto sottoscritto il 22 febbraio 2016; sentenza TAR Liguria n. 386/2015; ordinanze Consiglio di Sato n. 1235/2016 e 5301/2016; mandato di pagamento n. 622 del 15 settembre 2016.

Eventuali profili di criticità:

In relazione alla sentenza TAR Liguria n. 728 dell’11 settembre 2015, si resta in attesa della sentenza di appello del Consiglio di Stato.

Conclusioni: Per una completa valutazione della fattispecie si deve rimanere in necessaria attesa della produzione da parte di Regione Liguria della sentenza di appello del Consiglio di Stato, che concluda definitivamente, almeno sotto il profilo giudiziario, la vicenda inerente alla fattispecie esaminata.

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Capitolo n. 2117- Ordinativo n. 6318

Missione/Programma : 17 Energia e diversificazione delle fonti energetiche/001 Fonti energetiche Titolo : II Spese in conto capitale Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 2117 “Trasferimenti a istituzioni sociali private per la realizzazione del progetto Enerschift”

Ordinativo di pagamento: n. 6318 Data ordinativo: 26 settembre 2016 Numero/anno impegno: 4784/2016 Causale della spesa: Progetto Enerschift – pagamento di euro 65.925,00 quale prima quota di risorse finanziarie per svolgere l’attività” Beneficiario: SUNIA – Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari – Importo pagato: Euro 65.925,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti Settore : Programmi Urbani complessi ed Edilizia Responsabili della spesa: Arch. Giovanni Gaggero; Arch. Pier Paolo Tomiolo

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Regolamento (EU) n. 1291/2013 del Parlamento Europeo “programma Quadro Horizon 2020”; contratto sottoscritto con la Commissione Europea n. 694816/ENERSCHIFT sottoscritto dal Segretario Generale della Giunta Regionale il 1 febbraio 2016, autorizzato dalla Giunta Regionale n. 32 del 22 gennaio 2016

Relazione sulla procedura: Enerschift è un progetto finanziato dalla Unione Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020 per un importo di euro 950.000,00 che vede Regione Liguria quale capofila, IRE – Divisione energia – quale partner insieme alle quattro ARTE liguri ed al SUNIA. Il contratto siglato tra la Regione Liguria e la Commissione Europea all’articolo 21 prevede che il contributo assegnato al progetto (euro 967.687,50) è trasferito alla Regione in qualità di capofila, che successivamente corrisponderà ai partener succitati le rispettive quote di competenza. Poiché la Commissione Europea, in data 4 marzo 2016, ha trasferito alla Regione, a titolo di anticipazione, la somma di euro 580.612,50, pari al 65% del contributo complessivo decurtato del 5% a titolo di fondo di garanzia, si è provveduto a trasferire ai soggetti coinvolti nel progetto la rispettiva quota di competenza, secondo le percentuali indicate nella tabella 2 allegata al decreto n. 3545 del 2 agosto 2016. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente il titolo di spesa; deliberazione di Giunta regionale n. 32 del 22 gennaio 2016 “Programma europeo “Horizon 2020”. Progetto ENERSCHIFT. Sottoscrizione contratto con la Commissione Europea e delega di firma”; decreto dirigenziale n. 3545 del 2 agosto 2016 “Programma europeo “Horizon 2020”. Impegno e liquidazione di euro 411.750,00 a favore dei partner di progetto”; mandato di pagamento n. 6318 del 26 settembre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 476- Ordinativo n. 6440

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione/0033 Gestione Economica, Finanziaria, Programmazione e Provveditorato Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 476 “Spese di pubblicità legale per l’espletamento di gare d’appalto di lavori, servizi e forniture di soggetti che si avvalgono della stazione unica appaltante regionale (SUAR)”

Ordinativo di pagamento: n. 6440 Data ordinativo: 27 settembre 2016 Numero/anno impegno: n. 1357/2016 Causale della spesa: Pubblicità legale della gara d’appalto per la ricostruzione dell’argine ed infrastrutture attigue a seguito dell’alluvione del 4 ottobre 2010 in località Punta Arrestra e Molinetto, sita nel comune di Beneficiario: Mediagraphic s.r.l Importo pagato: Euro 2.928,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Direzione Centrale Organizzazione Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dirigente del Settore

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”; Legge Regionale 11 marzo 2008, n. 5 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”

Relazione sulla procedura: Con Decreto dirigenziale n. 4334 del 30 dicembre 2015, rettificato con Decreto dirigenziale n. 1394 del 01 aprile 2016, esecutivi entrambi ai sensi di legge, su richiesta del comune di Cogoleto, veniva autorizzata l’indizione di una gara d’appalto a procedura aperta per la “Ricostruzione dell’argine ed infrastrutture attigue a seguito dell’alluvione del 4 ottobre 2010, in località Punta Arrestra e Molinetto – comune di Cogoleto (GE)”. Ai fini della pubblicazione del bando di gara sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 5^ Serie speciale contratti pubblici – sono state interpellate, a mezzo di posta elettronica, 5 concessionarie dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, individuate tra le Agenzie autorizzate alla raccolta e trasmissione telematica delle inserzioni, indicate nell’elenco pubblicato sul sito internet della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Il preventivo economicamente più vantaggioso è stato presentato da Mediagraphic s.r.l. di Barletta. Con il mandato in oggetto è stata saldata la fattura n. 554 del 26 aprile 2016 a Mediagraphic s.r.l. per la pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, ai sensi del combinato disposto degli articoli 66, comma 7 e 122, commi

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4 e 5, del decreto legislativo n. 163/2006. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente al titolo di spesa; decreto dirigenziale n. 1768 del 13 aprile 2016 “Provvedimenti in ordine alla pubblicità legale della gara d’appalto per la ricostruzione. Argine ed infrastrutture attigue a seguito dell’alluvione del 4 ottobre 2010, in località Punta Arrestra e Molinetto – Comune di Cogoleto”; provvedimento di liquidazione n. 4501 del 22 settembre 2016; fattura elettronica n. 554 del 26 aprile 2016; mandato di pagamento n. 6440 del 27 settembre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta

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Capitolo n. 375 - Ordinativo n. 6904

Missione/Programma : 1 Organi istituzionali/005 Gestione dei beni demaniali e patrimoniali Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 375 “Spese per fitti passivi e accessorie”

Ordinativo di pagamento: n. 6904 Data ordinativo: 6 ottobre 2016 Numero/anno impegno: 70/2016 Causale della spesa: Locali siti in località Pallodola Sarzana di proprietà C.A.L.L.L. – liquidazione fatture nn. 369 e 370 per canone uffici e laboratori e rimborso oneri accessori, periodo 1° aprile 2016-30 gennaio 2016 Beneficiario: Società Centro Agroalimentare Levante LI Importo pagato: Euro 13.693,74 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione centrale Risorse Strumentali, Finanziarie e Controlli Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dirigente del Settore

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Legge regionale 7 febbraio 2012, n. 2 “Disciplina regionale in materia di demanio e patrimonio”

Relazione sulla procedura: La Regione, al fine di ospitare gli uffici e i laboratori del Dipartimento Agricoltura, con contratto stipulato in data 3 luglio 2007, ha acquisito in locazione dall società Centro Agroalimentare Levante Ligure Lunigiana a r.l. l’immobile sito in Sarzana, via Variante Cisa – Località Pallodola per una superficie complessiva di metri quadrati 904,50. Tale contratto è stato stipulato a seguito dello scioglimento di due precedenti convenzioni stipulate, la prima, in data 20 giugno 2003, avente ad oggetto l’utilizzo dei locali per complessivi metri quadrati 735, la seconda, in data 1° agosto 2006 ed avente ad oggetto l’utilizzo di un’ulteriore porzione di immobile, pari a metri quadrati 169,50. Con Decreto dirigenziale n. 1732 del 2 luglio 2007 è stato, pertanto, approvato il contratto avente ad oggetto l’immobile citato, decorrenza 1° luglio 2007 e scadenza 30 giugno 2013, successivamente rinnovato sino al 30 giugno 2019. Dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, ed in particolare dell’articolo 3, comma 1, l’Amministrazione regionale non ha riconosciuto l’aumento ISTAT per gli anni 2012-2017. In occasione del rinnovo del contratto di locazione, 1° luglio 2013, Regione Liguria ha applicato, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del decreto-legge n. 95/2012, la riduzione del canone di locazione, pari al 15% di quanto sino ad allora corrisposto. Il mandato in oggetto riguarda il pagamento del canone di locazione, come previsto dagli articoli 4 e 5 del contratto di locazione. Nel caso specifico, si tratta del

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pagamento del II° trimestre 2016, fatturato dal Centro Agroalimentare Levante Ligure Lunigiana a r.l., fattura n. 369 del 30 giugno 2016, per un importo di euro 13.693,74. La suddetta fattura è pervenuta all’Amministrazione regionale solo in data 26 settembre 2016. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente al titolo di spesa; decreto dirigenziale n. 911 del 8 novembre 2015 “Locali siti in Sarzana, località Pallodola, ad uso Centro di Agrometereologia Applicata Regionale di proprietà della società Centro Agroalimentare Levante Ligure Lunigiana a. r.l. Impegno di spesa canoni di locazione e utenze”; nota del Dirigente del Settore del 26 maggio 2013, prot. n. 86892, di riduzione del canone del 15%, articolo 3, comma 4, del decreto-legge n. 95/2012; nota del Dirigente del Settore del 27 luglio 2012, prot. n. 113926, di mancata applicazione dell’aggiornamento ISTAT al canone di locazione, articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 95/2012; decreto dirigenziale n. 1732 del 2 luglio 2007 “Utilizzo locali siti in Sarzana, località Pallodola di proprietà della società Centro Agroalimentare Levante Ligure Lunigiana a. r.l. Approvazione schema contratto e scrittura privata. Annullamento impegno n. 82 di euro 42.054,70, assunto con decreto 116/2007. Impegno di spesa di euro 58.800,00 sul cap. 375/bilancio 2007; contratto di locazione sottoscritto il 3 luglio 2007; fattura elettronica 369 del 30 giugno 2016; mandato di pagamento n. 6904 del 9 ottobre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 400- Ordinativo n. 7424

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, Generali e di Gestione/002 Segreteria Generale Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 400 “Spese per traslochi e facchinaggio”

Ordinativo di pagamento: n. 7424 Data ordinativo: 18 ottobre 2016 Numero/Anno impegno: 2016 Causale della spesa: Liquidazione fattura 80 del 30.09.2016 alla società Silvestri s.r.l. per movimentazioni relative al mese di settembre 2016 Beneficiario: Silvestri s.r.l. Importo pagato: Euro 13.000,82 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione Centrale Organizzazione Settore : Affari Generali Responsabili della spesa: Dirigente del Settore

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 “Codice dei contratti pubblici”; Legge Regionale 11 marzo 2008, n. 5 “Disciplina delle attività contrattuali regionali in attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”

Relazione sulla procedura: Con Decreto dirigenziale n 2979 del 30 agosto 2012, veniva indetta una gara centralizzata, esperita mediante procedura ai sensi dell’articolo 3, comma 37, articolo 54, commi 1 e 2, ed articolo 55 del decreto legislativo n. 163/2006 e della legge regionale n. 5/2008, per l’affidamento dei servizi logistici e movimentazione di attrezzature per ufficio ed arredi, per la durata di un triennio, con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ex articolo 83 del citato decreto legislativo n. 163/2006. Con il Decreto dirigenziale n. 1061 del 26 febbraio 2013, veniva aggiudicata, in via definitiva, la gara di che trattasi, alla società Silvestri Traslochi s.r.l. e, successivamente, veniva sottoscritto apposito contratto d’appalto. Con il Decreto dirigenziale n. 2184 del 10 maggio 2016 è stata autorizzata la spesa relativa alla ripetizione dei servizi per l’adesione di Regione Liguria alla convenzione per la durata di un anno e per la spesa di euro 214.636,19, IVA compresa, a favore della società aggiudicataria. Con il mandato in oggetto si provvedeva a saldare la fattura n. 80/PA del 30 settembre 2016 della società Silvestri s.r.l., per un importo di euro 13.000,82. La fattura è stata emessa a fronte dei servizi prestati dalla società Silvestri sulla base di quanto previsto nel contratto stipulato fra le parti. A seguito della audizione del 16 giugno 2017, ed a seguito del contraddittorio orale instaurato con il Dirigente competente, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017,

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prot. n. 3092, è stato chiesto di chiarire le ragioni della ripetizione del servizio in questione, posto che né il bando di gara prevedeva la possibilità di ripetere il contratto, né il valore posto a base di gara inglobava il costo relativo alla possibile ripetizione del servizio.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 giugno 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente competente sul procedimento afferente il titolo di spesa; decreto dirigenziale n. 2979 del 30 agosto 2012 “Indizione di gara, mediante procedura aperta per affidamento servizi logistici e di movimentazione, attrezzature per ufficio e arredi per Regione Liguria, Enti strumentali ed Enti del Settore regionale allargato (Euro 1.043.406,00, IVA compresa)”; decreto n. 2184 del 10 maggio 2016 di intervento/fornitura con l’indicazione della fattura n. 80/PA; decreto dirigenziale n. 2184 del 10 maggio 2016 “procedura negoziata per ripetizione convenzione per servizi logistici e di movimentazione attrezzature per ufficio e arredi con l’impresa Silvestri s.r.l. di Genova (euro 214.636,00 IVA compresa); liquidazione n. 5003 del 13 ottobre 2016; pubblicazione sito ANAC ripetizione contratto; bando di gara pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea; mandato di pagamento n. 7424 del 18 ottobre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 424 – ordinativo n. 7659

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione/ 8 Statistica e sistemi informativi Titolo: I Spesa corrente Numero e Denominazione Capitolo: n. 424 “Spese per il noleggio, l'acquisto e la manutenzione di apparecchiature telefoniche e di reti di collegamento per la trasmissione dati ”

Ordinativo di pagamento: n. 7659 Data ordinativo : 20 ottobre 2016 Numero/anno impegno: n. 1294/2016 Causale della spesa : Spese per i servizi di telefonia mobile Beneficiario: Telecom Italia S.p.A. Importo pagato: euro 12.659,98 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione Centrale Organizzazioni Settore: Informatica Responsabili della spesa : Ing. Francesco Pensalfini

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge n. 488 del 23 dicembre 1999 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2000)", art. 26; legge n. 388 del 23 dicembre 2000 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001)", art. 58.

Relazione sulla procedura: Con decreto del Settore Amministrazione Generale n. 951 del 20 aprile 2015 è stata approvata l’adesione alla convenzione Consip “Telefonia Mobile 6”, a lotto unico, per l’anno 2015. Successivamente è stato effettuato un ordine diretto di acquisto attraverso il Portale degli acquisti della Pubblica Amministrazione per la migrazione di utenze e servizi dalla precedente convenzione “Telefonia Mobile 5” (numero dell’ordine 2133510 del 19 maggio 2015). La spesa annuale prevista per il 2016, pari a euro 90.000,00 IVA esclusa, è stata impegnata con il decreto del Settore Informatica n. 1597 del 6 aprile 2016 al capitolo 424 del bilancio 2016-2018. L'ordinativo di pagamento n. 7659 del 20.10.2016 comprende la liquidazione di 2 fatture Tim per il 5° bimestre 2016, mesi di giugno e luglio, emesse entrambe il 12 agosto 2016: le fatture TIM n. 7X03040304 di importo pari a 12.381 e n. 7X02742981 di importo pari a € 278,42 - IVA inclusa.

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La prima riguarda il traffico di telefonia mobile. Come precisato nella relazione del competente Settore, nella fornitura è presente un canone di noleggio e assistenza tecnica per un numero di 437 apparati telefonici e router Wi-Fi per il traffico dati, a fronte di 298 linee fonia e 53 linee dati. Dal riepilogo costi per utenza si possono verificare le spese del traffico di ogni singola linea, le relative tasse di Concessione Governativa, gli abbonamenti e le spese per il traffico dati. Il traffico telefonico è generato a consumo secondo il tariffario della suddetta Convenzione.

La seconda fattura riguarda invece il traffico di SMS informativi per allarmi intrusione, incendi e fax di 10 linee telefoniche a tariffazione agevolata; anche in questo caso è fornito il riepilogo dettagliato dei costi. Entrambe le fatture sono state liquidate con provvedimento n. 4911 in data 11 ottobre 2016. Il mandato di pagamento n. 7659 del 20 ottobre 2016, a seguito di verifica Equitalia ai sensi dell’art. 48-bis del DPR n. 602/1973, è stato pagato in data 24 ottobre 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata inizialmente comprende: − relazione sulla procedura; − decreto n. 951 del 20 aprile 2015, adesione alla convenzione Consip; − ordine diretto su “Acquisti in Rete” n. 2133510 del 19 maggio 2015 e allegato “Tariffe e corrispettivi”; − decreto n. 1597 del 06 aprile 2016, assunzione impegno per l’anno 2016. − fatture TIM n. 7X03040304 e n. 7X02742981 del 12 agosto 2016 e relativi allegati, comprendenti dettagli sulle forniture e sui relativi costi; − provvedimento di liquidazione n. 4911 del 11 ottobre 2016; − ordinativo di pagamento n. 7659 del 20 ottobre 2016.

In sede di audizione del 16 giugno 2017, nonchè con successiva nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, è stato richiesto un chiarimento relativamente alle modalità di verifica dei consumi effettuati; il Dirigente del Settore ha precisato che la verifica verte principalmente sull’analisi degli eventuali scostamenti o difformità rispetto ai consumi “storici”. È stata richiesta, inoltre, un’integrazione documentale per problemi tecnici nell’apertura del file relativo al decreto n. 951 del 20 aprile 2015, che il Settore ha provveduto a trasmettere nuovamente.

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Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rileva la regolarità del procedimento di spesa in oggetto a fronte della documentazione prodotta.

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Capitolo n. 409 – ordinativo n. 7829

Missione/Programma : 1 Servizi istituzionali, generali e di gestione / 3 Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato Titolo: I Spesa corrente Numero e Denominazione Capitolo: n. 409 “Spese per riscaldamento, condizionamento, illuminazione, gas, acqua”

Ordinativo di pagamento: n. 7829 Data ordinativo : 24 ottobre 2016 Numero/anno impegno: n. 275/2016 Causale della spesa: Fornitura energia elettrica agli uffici regionali – utenze agosto 2016 Beneficiario: ENEL Energia S.p.A. Importo pagato: euro 67.011,23 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione Centrale Organizzazioni Settore: Affari Generali Responsabili della spesa : Dottor Paolo Sottili

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale n. 41 del 29 dicembre 2014 “Disposizioni collegate alla legge finanziaria 2015”, art. 18, comma 8.

Relazione sulla procedura: Il Consorzio Energia Liguria, costituito nel 2002, provvede all’acquisizione di energia elettrica e di gas per gli enti del settore regionale allargato, ai sensi della legge regionale n. 41 del 29 dicembre 2014, art. 18, comma 8, “in qualità centrale di committenza di cui all’articolo 33 del d.lgs. 163/2006 e successive modificazioni e integrazioni, che assicura la necessaria assistenza ai propri consorziati nella fase di esecuzione del contratto”. Il Consorzio può intrattenere tutti i rapporti precontrattuali e contrattuali con i prestatori di servizi e ne valuta le offerte, negozia i mutamenti, stipula in nome e per conto dei consorziati gli atti contrattuali di somministrazione di energia e gas. Con nota del 11 maggio 2015, registrata al prot. n. PG/2015/91279 del 18 maggio 2015, il Consorzio Energia Liguria ha comunicato l’aggiudicazione definitiva della fornitura di energia elettrica per il periodo 2015-2016 ad ENEL Energia S.p.A., allegando il capitolato d’appalto e l’a scheda relativa all’esito della procedura conclusa, denominata “Accordo quadro edizione 2015 PUN” per la fornitura ai consorziati. In tale nota il Consorzio afferma, tra l’altro, che la società aggiudicataria “ha presentato i prezzi più competitivi tra i sette primari trader che hanno partecipato”, tra i quali anche il fornitore aggiudicatario delle convenzioni Consip.

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Tale aspetto, relativo alla valutazione dei prezzi garantiti dal Consorzio Energia Liguria rispetto alle convenzioni Consip è già stato oggetto di analisi nel corso dell’indagine 2016, con la trasmissione da parte del Settore della documentazione necessaria a dimostrare la economicità della scelta. Con decreto dirigenziale n. 2147 in data 06 agosto 2015 vengono assunti gli impegni di spesa al capitolo 409 sugli esercizi 2015, 2016 e 2017 per il pagamento dei consumi di energia elettrica per le utenze elencate nel decreto stesso. In data 16 settembre 2016 ENEL Energia S.p.A. emette le fatture relative ai consumi delle utenze per il periodo agosto 2016. Le fatture sono liquidate con provvedimento n. 5096 del 17 ottobre 2016 sugli impegni n.275 e n.277 del 2016. Il mandato di pagamento n. 7829 del 24 ottobre 2016 riguarda la quota imputata all’impegno 275/2016; il Tesoriere lo ha quietanzato in data 26 ottobre 2016.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata inizialmente comprende: − relazione sulla procedura; − Statuto Consorzio Energia Liguria − Regolamento Consorzio Energia Liguria − Decreto dirigenziale n. 2147 in data 06 agosto 2015, assunzione dell’impegno di spesa; − le fatture di Enel Energia S.p.A. relative alla fornitura energia elettrica agli uffici regionali per il mese di agosto 2016; − provvedimento di liquidazione n. 5096 del 17 ottobre 2016; − mandati n. 7829 e n. 7830 del 24 ottobre 2016.

In sede di audizione in data 16 giugno 2017 è stata richiesta un’integrazione documentale, formalizzata successivamente con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, relativamente all’aggiudicazione della fornitura. Il Settore ha prodotto la nota del Consorzio Energia Liguria, a prot. n. PG/2015/91279 del 18 maggio 2015, con la quale comunicano ai Soci le risultanze della gara e l’aggiudicazione della fornitura ad ENEL Energia S.p.A.

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Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Dall’esame della documentazione fornita, si rileva la regolarità del procedimento di spesa in esame.

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Capitolo n. 7964 - Ordinativo n. 7939

Missione/Programma : 14 Sviluppo economico e competitività/001 Industria, PMI e Artigianato Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 7964 “Conferimenti alla Cassa per il Credito alle imprese artigiane – Artigiancassa S.p.A. e Gestore del credito agevolato – risorse autonome

Ordinativo di pagamento: n. 7939 Data ordinativo: 25 ottobre 2016 Numero/anno impegno: 2358/2016, ex n° 361/2015 Causale della spesa: Liquidazione a favore di Artigiancassa S.p.A. per credito agevolato alle imprese artigiane Beneficiario: Artigiancassa S.p.A Importo pagato: Euro 760.000,00 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Dipartimento Sviluppo Economico Settore : Competitività e Innovazione del Sistema Produttivo Responsabili della spesa: Dott.ssa Gloria Donato

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: L.R. 2 gennaio 2003, n. 3 “Riordino e semplificazione della normativa in materia di artigianato”

Relazione sulla procedura: Con decreto del Dirigente n. 1838 del 25 giugno 2014 è stata aggiudicata la gara d’appalto, mediante procedura aperta, per l’affidamento di servizi nell’ambito del credito agevolato a favore degli artigiani della regione Liguria rientranti tra gli interventi previsti dall’articolo 58 della legge regionale 2 gennaio 2003, n. 3 “Riordino e semplificazione della normativa in materia di artigianato”. In data 6 agosto 2014 è stato sottoscritto tra Regione Liguria ed Artigiancassa S.p.A. il relativo contratto di appalto – rep. n. 436/2014 – Il contratto prevede che Artigiancassa S.p.A gestisca le operazioni relative alla concessione dei contributi in conto interessi rilascio di garanzie ai sensi dell’articolo 37 della legge 25 luglio 1952, n. 949 e dell’articolo 23 della legge 21 maggio 1981, n. 240, nonché degli interventi agevolativi del Fondo Regionale di Garanzia, fondo istituito dalla legge 14 ottobre 1964, n. 1068, gestione, quest’ultima, delegata alle Regioni dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. L’impegno e la liquidazione sono relativi al conferimento al gestore del credito agevolato delle risorse destinate alla concessione dei contributi alle imprese artigiane e sai fini dell’attuazione della misura agevolativa prevista nel Programma Triennale 2012-2014 e confermata dal Programma triennale 2015-2017. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente al titolo di spesa; decreto dirigenziale n. 448 del 3 marzo 2015 “Impegno a favore di ARTIGIANCASSA S.p.A. delle risorse a valere sul bilancio 2015 per la concessione di contributi alle imprese artigiane. Impegno di euro 780.000,00”; decreto dirigenziale n. 1838 del 25 giugno 2014 “Aggiudicazione gara a procedura aperta indetta per l’affidamento di servizi nell’ambito del credito agevolato, leasing e garanzie per gli artigiani della Regione Liguria”; contratto di appalto per l’attuazione dei servizi nell’ambito del credito agevolato, leasing e garanzie per gli artigiani della Regione Liguria; mandato di pagamento n. 7939 del 25 ottobre 2016

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta

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Capitolo n. 2315 – ordinativo n. 8542

Missione/Programma : 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente/ 5 Aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione Titolo: I Spesa corrente Numero e Denominazione Capitolo: n. 2315 “Spese per l’estinzione degli incendi boschivi, per assistenza, consulenza e propaganda intese alla prevenzione dei medesimi”

Ordinativo di pagamento: n. 8542 Data ordinativo : 8 novembre 2016 Numero/anno impegno: n. 581/2016 Causale della spesa : liquidazione fattura di settembre 2016 del contratto relativo al servizio aereo di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi Beneficiario: Heliwest S.r.l. Importo pagato: euro 303.278,75 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Agricoltura, Turismo, Formazione e lavoro Settore: Politiche della montagna e della fauna selvatica Responsabili della spesa : Dottor Valerio Vassallo

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006.

Relazione sulla procedura: Il servizio aereo di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi e per l’espletamento di compiti di istituto sul territorio della Regione Liguria è stato affidato con gara di appalto indetta nel 2011 mediante procedura aperta, senza previa pubblicazione del bando di gara, con aggiudicazione secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Con decreto n. 2489 del 19 luglio 2012 il servizio veniva aggiudicato definitivamente a Heliwest S.r.l. per una spesa massima complessiva di euro 4.179.000,00 (IVA esclusa) per il triennio di durata contrattuale, fatta salva la facoltà di ripetizione tramite affidamento diretto in regime di procedura negoziata, per un periodo massimo di ulteriori tre anni ovvero mediante singoli rinnovi di durata annuale, fino a un massimo di tre anni. Tale facoltà era prevista altresì nel disciplinare di gara. Il contratto veniva stipulato in data 19 ottobre 2012, al Rep. n. 405/2012. Con decreto n. 3240 del 29 ottobre 2015 è stato autorizzato il ricorso alla procedura negoziata, senza previa pubblicazione di bando, per l’affidamento della ripetizione del contratto Rep. n. 405/2012 ad Heliwest S.r.l., con l’assunzione degli impegni di spesa al capitolo 2315 e con imputazione a ciascuno degli anni di durata del contratto.

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In data 30 ottobre 2015 è stato stipulato mediante scrittura privata non autenticata– ai sensi dell’art. 28, comma 1, lett. c) del regolamento regionale n. 2/2012 – sottoscritta digitalmente e registrata al prot. NP/2015/23611, la ripetizione del servizio di cui al precedente contratto con decorrenza 1 novembre 2015 e scadenza 31 ottobre 2018. L’ammontare fissato per l’intero periodo della ripetizione contrattuale e pari ad euro 3.900.400,00 (IVA esclusa), comprensivi di quota fissa (80% dell’importo di aggiudicazione della gara di cui al contratto n. 405/2012) e di una quota liquidabile in funzione alle ore di volo effettuate, con una stima di 800 ore complessive (400 ore nella prima annualità e 200 ore per ciascuna delle due successive). L'importo contrattuale è erogato secondo le modalità e le scadenze indicate nel contratto Rep. 405/2012, vale a dire secondo le modalità stabilite dal Capitolato Speciale d'Appalto, art. 17, che prevede l'emissione di una fattura mensile, relativa al servizio “svolt0f”, comprensivo di importo fisso e quota variabile. Il Settore competente ha specificato quanto segue in merito alle modalità di verifica dell’attività svolta: “Il Servizio elicotteristico viene coordinato operativamente dalla SOUP (Sala Unificata Permanente) cui è affidata la direzione delle attività di antincendio boschivo, ed è gestita, sulla base di una Convenzione, dal Corpo Forestale dello Stato. Il Settore regionale rimane responsabile della parte amministrativa del contratto e quindi del pagamento dei corrispettivi mensili. La liquidazione delle fatture mensili avviene sulla base delle verifiche amministrative, nonché del controllo delle attività svolte sulla base delle richieste di intervento effettuate dalla stessa SOUP. Il capo della Centrale Operativa Regionale, vice Comandante del CFS, verifica l'attività svolta per il servizio di spegnimento apponendo il proprio visto di regolarità del servizio sulla fattura della ditta.” L’ordinativo di pagamento n. 8542 emesso in data 8 novembre 2016 fa riferimento alla fattura n. 16PA di Heliwest S.r.l. in data 30 settembre 2016, relativa al mese di settembre, liquidata dalla struttura con provvedimento n. 5446 in data 27 ottobre 2016, a fronte di visto rilasciato dal dirigente del Corpo Forestale dello Stato in data 10 ottobre 2016 (prot.n. PG/2016/240402 del 21 ottobre 2016). È stata regolarmente effettuata la prevista verifica ai sensi dell’art. 48-bis del DPR n. 602/1973 circa la non inadempienza del soggetto beneficiario. Il mandato è stato pagato dalla Tesoreria regionale in data 10 novembre 2016,

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata comprende: − relazione sulla procedura; − decreto n. 642 del 28 febbraio 2011 di indizione della gara; − bando di gara, disciplinare, allegati relativi ai requisiti generali e tecnici, faq; − decreto n. 2489 del 19 luglio 2012, aggiudicazione definitiva a Heliwest S.r.l.; − contratto Rep. n. 405 del 19 ottobre 2012; − decreto n. 3240 del 29 ottobre 2015, ripetizione del contratto e assunzione relativi impegni di spesa sugli esercizi dal 2015 al 2018; − fattura n.16PA di Heliwest S.r.l. del 30 settembre 2016; − nota prot. PG/2016/240402 del 21 ottobre 2016, visto del Corpo

Forestale dello Stato; − provvedimento di liquidazione n. 5446 del 27 ottobre 2016; − ordinativo di pagamento n. 8542 del 8 novembre 2016

anche a seguito della richiesta di integrazioni in sede di audizione del 16 giugno 2017 e con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, relativamente alla documentazione della gara espletata nel 2012.

Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rileva la regolarità del procedimento di spesa in oggetto a fronte della documentazione prodotta.

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Capitolo n. 503 - Ordinativo n. 9092

Missione/Programma : 19 Relazioni internazionali/002 Cooperazione territoriale Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 503 “Fondo per il finanziamento regionale dei progetti obiettivo e cooperazione territoriale e prossimità 2014-2020”

Ordinativo di pagamento: n. 9092 Data ordinativo: 22 novembre 2016 Numero/anno impegno: 5235/2016 Causale della spesa: Conferimento in house a FILSE S.p.A. per supporto alla animazione territoriale, alla comunicazione e alla predisposizione della reportistica del Programma Italia-Francia Alcotra Beneficiario: FILSE S.p.A. Importo pagato: Euro 27.500,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Sviluppo Economico Settore : Sviluppo Strategico del tessuto produttivo e dell’economia ligure Responsabili della spesa: Ing. Alberto Pellissone – dott. Marco Rolandi

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e Consiglio del 17 dicembre 2013 sulle disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca; Regolamento (UE) n. 1299/2013 del Parlamento Europeo e Consiglio del 17 dicembre 2013 sulle disposizioni specifiche per i sostegno del fondo europeo di sviluppo regionale all’obiettivo di cooperazione territoriale europea per il periodo 2014-2020; Decreto legislativo 18.04.2016, 50, Codice dei contratti; Deliberazioni di Giunta Regionale 27.03.2015, n. 558 e 6.05.2016, n. 421 che individuano i Programmi di cooperazione territoriale europea INTERREG 2014-2020 per la Regione Liguria e le prime modalità attuative

Relazione sulla procedura: Al fine di far conoscere le opportunità offerte dal Programma europeo di cooperazione INTERREG Italia – Francia Alcotra 2014-2020, il Settore Sviluppo Strategico del tessuto produttivo e dell’economia ligure, competente nell’ambito del Dipartimento Sviluppo economico dell’attuazione della cooperazione territoriale europea, ha inteso organizzare attività di informazione e animazione locale, e, in particolare, la realizzazione di 3 eventi, destinati ai servizi regionali, al sistema regionale allargato, agli enti territoriali e al partenariato socio- economico del territorio ammissibile sul medesimo Programma Alcotra (Provincia di Imperia), nonché al possibile partenariato transfrontaliero, con lo scopo di presentare e diffondere le caratteristiche, obiettivi, opportunità e regolamentazione del programma, per il periodo di programmazione 2014-2020. L’attività di coordinamento del Programma sopra citato comporta un’attività di supporto alle strutture regionali gestori di progetti volti alla predisposizione di opportuni modelli – d’intesa con l’Autorità di gestione del Programma medesimo – e un’attività continua di supporto al monitoraggio dell’avanzamento fisico e finanziario

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di progetti attraverso un’apposita reportistica. La necessità di affidare l’incarico ad un soggetto esterno nasce dal fatto che il personale dipendente della Regione, oltre ad essere ridotto rispetto alle effettive necessità, non è dotato di tutte le competenze necessarie allo svolgimento delle attività previste nei tempi assegnati dal medesimo Programma. Tutto ciò ha comportato la necessità di attribuire a FILSE S.p.A., un incarico in house per l’attività di supporto ai servizi regionali e al territorio ammissibile (Provincia di Imperia) per il monitoraggio e la rendicontazione del Programma di cooperazione territoriale Italia – Francia Alcotra 2014-2020. La società FILSE risulta essere il soggetto maggiormente idoneo ad effettuare l’incarico in argomento poiché è dotata di esperienze specifiche nel settore delle comunicazioni e dell’animazione territoriale attraverso esperienze ed ha manifestato la propria disponibilità allo svolgimento dell’incarico, rientrando l’attività oggetto dell’incarico nei compiti statutari della Società affidataria. Si precisa che l’incarico costituisce un affidamento in house, in quanto la Regione esercita sul FILSE S.p.A. un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, come stabilito dalla DGR n. 1268/2008 e confermato dalla legge regionale n. 20/2014 – Disposizioni in materia di partecipazioni societaria della Regione -. A seguito della audizione del 16 giugno 2017 ed al contraddittorio orale instaurato con il Dirigente responsabile della spesa, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, è stata chiesta la predisposizione di una relazione sull’attività svolta fino al 31.12.2016 da parte di FILSE S.p.A., specificando anche le ragioni che hanno comportato la necessità di proroga del termine finale al 30.06.2017.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: decreto dirigenziale n. 3987 del 5 settembre 2016 “Conferimento di incarico in house a FILSE S.p.A. per supporto alla animazione territoriale, alla comunicazione e alla predisposizione della reportistica del Programma Italia- Francia Alcotra. Impegno di spesa per euro 55.000,00”; disciplinare di incarico a FILSE S.p.A.; relazione sull’attività svolta da FILSE S.p.A. fino al 31 dicembre 2016; mandato di pagamento n. 9092 del 22. Novembre 2016.

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Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 3147 - Ordinativo n. 9093

Missione/Programma : 10 Trasporti e diritto alla mobilità/001 Trasporto ferroviario Titolo : Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 3147 “Prestazioni professionali e specialistiche per l’efficientamento del servizio e per la riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale su gomma nonché per l’attività di programmazione regionale in materia di trasporto e mobilità”

Ordinativo di pagamento: n. 9093 Data pagamento: 22 novembre 2016 Anno/Numero impegno: 5225/2016 Causale della spesa: Attività di assistenza tecnica a supporto della programmazione e monitoraggio in materia di trasporto pubblico locale. Liquidazione del 20% dell’incarico Beneficiario: Liguria Ricerche S.p.A. Importo pagato: Euro 30.000,00 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Territorio Settore : Trasporto Pubblico Regionale Responsabili della spesa: Ing. Gabriella Rolandelli; dott.ssa Antonia Serafino

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale 7 novembre 2013, n. 33 “Riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale ”; legge regionale 9 agosto 2016, n. 19 “Modifiche alla legge regionale 7 novembre 2013, n. 33 (Riforma del sistema del trasporto pubblico regionale e locale) ed altre modifiche normative in materia di trasporto pubblico locale”

Relazione sulla procedura: La legge regionale 7 novembre 2013, n. 33, legge di riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale prevede, tra l’altro, all’articolo 6 che la Regione eserciti le funzioni di programmazione e controllo del servizio dei servizi di trasporto pubblico locale. In particolare con la novella legislativa è stato previsto il superamento del Bacino unico regionale attraverso l’istituzione dei Bacini provinciali di trasporto con conseguente individuazione dei relativi Enti di governo (Città Metropolitana di Genova ed Enti di area vasta di Imperia, Savona e La Spezia). Le modifiche apportate dalla legge regionale n. 19/2016 hanno reso necessario rivedere la programmazione dei servizi e la predisposizione degli indirizzi strategici per le relative procedura di affidamento degli stessi, tenuto conto che gli Enti di governo svolgeranno la funzione di stazione appaltante. Si è deciso, pertanto, di procedere con l’affidamento di un incarico ad un soggetto esterno trattandosi di materia specialistica non attribuibile alle professionalità esistenti, attingendo alle risorse previste per l’esercizio delle attività programmatorie dall’articolo 29 della medesima legge regionale n. 33/2013. La società Liguria Ricerche S.p.A. è risultata il soggetto maggiormente idoneo, in

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quanto in possesso di pluriennale esperienza nell’ambito delle attività di supporto ai processi di programmazione regionale. Con decreto del Dirigente n. 4438 del 13 settembre 2016 è stato approvato il conferimento dell’incarico alla società Liguria ricerche S.p.A., società in-house, per un importo di euro 150.000,00, IVA inclusa, la somma suddetta è stata impegnata al Capitolo 3047. Con lo stesso decreto è stato approvato contestualmente lo schema di contratto ed il disciplinare di incarico. La formalizzazione dell’incarico è avvenuta mediante stipula della convenzione tra Liguria Ricerche S.p.A. e Regione Liguria avvenuta il 13 settembre 2016. La liquidazione della somma avviene a seguito di presentazione della fattura da parte della società incaricata con le seguenti modalità: 1. Il 20% al momento dell’affidamento dell’incarico – fattura n° 35 del 28 ottobre 2016 emessa dalla società Liguria Ricerche S.p.A. per un importo di euro 30.000,00 (IVA compresa) – liquidazione n. 5641 del 3.11.2016; 2. Il 20% alla consegna degli elaborati intermedi; 3. Il 20% restante alla consegna della rendicontazione finale. A seguito della audizione del 16 giugno 2017, audizione dei singoli Dirigenti della spesa, ed al contraddittorio orale instaurato con il Dirigente responsabile della spesa presente all’audizione, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, sono stati chiesti chiarimenti sulle ragioni dell’affidamento posto che trattasi di attività ordinaria. E’ stato chiesto, altresì, di indicare il personale attualmente in servizio rispetto alla consistenza della pianta organica.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: decreto dirigenziale n. 4438 del 13 settembre 2016 “conferimento dell’incarico in house alla società Liguria Ricerche S.p.A. per attività di assistenza tecnica a supporto della programmazione e monitoraggio in materia di trasporto pubblico locale. Impegno di spesa euro 150.000,00”; disciplinare d’incarico alla società Liguria Ricerche S.p.A. ed allegato tecnico contenente anche il preventivo della spesa; fattura elettronica del 28 ottobre 2016; lettera del Dirigente del Dipartimento relativo alla attribuzione di incarichi e delle attività ai dipendenti assegnati al Dipartimento stesso; mandato di pagamento n. 9093 del 22 novembre 2016.

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Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni:

Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 9768 – ordinativo n. 9751

Missione/Programma : 1 Servizi Istituzionali, generali e di gestione / 3 Gestione economica, finanziaria, programmazione e provveditorato Titolo I Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 9768 “Concessione di crediti a medio- lungo termine a taso agevolato alle ARTI liguri”

Ordinativo di pagamento: n. 9751 Data pagamento: 5 dicembre 2016 Numero/anno impegno: 6982/2016 Causale della spesa: Sistemazione contabile finalizzata al recupero del credito maturato nei confronti di ARTE Savona alla data di entrata in vigore della legge regionale 2 novembre 2016, n. 25 “Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2015, n. 27 (Legge di stabilità della Regione Liguria per l'anno finanziario 2016) e alla legge regionale 3 luglio 2007, n. 23 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)” Beneficiario: ARTE Savona Importo pagato: Euro 4.299.651,63 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Direzione centrale finanza, bilancio e controlli Settore : Controllo finanziario Responsabili della spesa: Dott. Marco Fracchia

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: legge regionale 19 dicembre 2014, n. 40 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria – Legge finanziaria 2015; legge regionale 2 novembre 2016, n. 25 “Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2015, n. 27 (Legge di stabilità della Regione Liguria per l'anno finanziario 2016) e alla legge regionale 3 luglio 2007, n. 23 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi”; legge regionale 12 novembre 2015, n. 18 “Disposizioni di modifica a norme di carattere finanziario”, legge regionale 28 dicembre 2009, n. 62 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria (legge finanziaria 2010)”

Relazione sulla procedura: La Giunta Regionale, con deliberazione n. 33 del 20 gennaio 2015, ha concesso un’anticipazione di cassa ad ARTE Savona per un importo di euro 6 milioni ai sensi dell’art. 31 della legge regionale n. 40 del 19 dicembre 2014, approvando il relativo schema di convenzione che disciplina, tra l’altro, le modalità di restituzione dell’anticipazione di cassa (art. 3, comma 2), mediante rimborso su richiesta della Regione entro l’esercizio di concessione, e prevede, nel caso di mancato rimborso anche parziale, la possibilità di trattenere le somme dovute ad ARTE Savona a qualsiasi titolo o causale sino a concorrenza dell’ammontare di cui trattasi (art. 5, comma 1).

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Con decreto n. 14 del 13 febbraio 2015 è stata impegnata la somma di euro 6 milioni a favore di ARTE Savona a titolo di anticipazione di cassa al capitolo 9762, impegno n. 130/2015 - regolarmente erogata - e accertata la stessa somma a carico di ARTE Savona al capitolo 3109, accertamento n. 132/2015. Poiché alla data del 31 dicembre 2015 non risultava pervenuta alla Tesoreria regionale alcuna somma a titolo di rimborso dell’anticipazione erogata, con decreto del n. 1149 del 15 marzo 2016 è stato trattenuto un primo importo di euro 1.229.260,61 ad ARTE Savona, relativo alla quota di competenza della dotazione finanziaria per l’anno 2016 del fondo istituito con la legge regionale n. 18 del 12 novembre 2015, art. 6. Successivamente, il Settore Bilancio e Ragioneria ha recuperato ulteriori somme per euro 471.087,76, riducendo il residuo debito complessivo di ARTE ad un importo di euro 4.229.651,63. ARTE Savona, con nota prot. n. 7896 del 22 luglio 2016, ha rappresentato alla Regione le difficoltà ad onorare il debito residuo. A seguito dell’introduzione, con legge regionale n. 25 del 2 novembre 2016, del comma 4-bis all’art. 6 della citata legge regionale n. 18/2015, accogliendo la richiesta di dilazione pervenuta da ARTE Savona con nota prot. 12061 del 9 novembre 2016, la Giunta regionale, con deliberazione n. 1090 del 25 novembre 2016, ha definito il piano di rientro in quindici anni della somma di euro 4.299.651,63 e, contestualmente, approvato uno schema di convenzione che definisce le modalità procedurali di esecuzione e di attuazione. L’importo non viene maggiorato da interessi legali, trattandosi del recupero di una somma erogata per la gestione del patrimonio immobiliare e per le attività istituzionali di cui alla legge regionale n. 9 del 12 marzo 1998; la quota annuale dovrà essere versata alla Regione entro il 30 aprile di ogni anno.

Il mandato in esame costituisce la sistemazione contabile della somma registrata all’accertamento n. 132/2015, costituente il residuo debito di ARTE Savona, a fronte della sua dilazione in quindici annualità e all’assunzione dei relativi accertamenti sugli esercizi di competenza. ARTE Savona ha provveduto a versare, entro il termine del 30 aprile 2017, la prima rata di euro 286.643,45 del piano di rientro.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: La documentazione prodotta, anche a seguito della richiesta di integrazione nell’audizione del 16 giugno 2017 e formulata con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, comprende: − relazione sulla procedura amministrativa e contabile in esame; − normativa regionale (stralcio); − deliberazione della Giunta regionale n. 33 del 20 gennaio 2015, anticipazioni di cassa di cui all'art. 31 della L.R. n. 40/2014 a favore delle ARTE liguri; − convenzione con ARTE Savona sottoscritta digitalmente; − deliberazione della Giunta regionale n. 14 del 03 febbraio 2015, di erogazione della anticipazione; − deliberazione della Giunta regionale n. 168 del 01 marzo 2016, riparto tra le ARTE liguri della dotazione finanziaria 2016; − decreto n. 1149 del 15 marzo 2016, recupero dell’anticipazione di cassa; − ordinativi di incasso dal n. 768 al n. 772 del 11 aprile 2016 e n. 3164 del 22 settembre 2016, recupero dell’anticipazione; − note ARTE Savona prot. n. 7896 del 22 luglio 2016 e nota prot. 12061 del 9 novembre 2016; − deliberazione della Giunta regionale n. 1090 del 25 novembre 2016, di approvazione delle modalità attuative dell’operazione di rateizzazione; − reversale di incasso n. 4514 e relativo mandato di pagamento n. 9751 di sistemazione contabile emessi in data 05 dicembre 2016 e quietanzati in data 07 dicembre 2016; − ordinativo di incasso n. 1541 del 05 maggio 2017, prima rata dell’operazione di rateizzazione.

Profili di criticità: Nessun rilievo.

Conclusioni: In relazione alla procedura di spesa in esame ed alla documentazione prodotta, si rinviene la regolarità della procedura.

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Capitolo n. 8716- Ordinativo n. 10267

Missione/Programma : 9 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente/002 Tutela, valorizzazione e recupero ambientale Titolo : II Spese in conto capitale Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 8716 “Spese riguardanti residui passivi perenti missione 9, programma 02, p.c.f.u. 2.02.03.02.000”

Ordinativo di pagamento: n. 10267 Data ordinativo: 14 dicembre 2016 Numero/anno impegno: 2007/3863 relativo al capitolo originario 2055 2016/6750 relativo al capitolo assegnato perente 8716 Causale della spesa: APQ IV – Intervento 1 analisi e realizzazione Beneficiario: Liguria Digitale S.c.p.a. Importo pagato: Euro 58.799,41 (liquidati 0,05 in meno) Esercizio di provenienza: 2007

Direzione: Direzione Centrale - Organizzazione Settore : Informatica Responsabili della spesa: Ing. Francesco Pensalfini

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Deliberazione di Giunta Regionale n. 575 del 9 giugno 2006 “Convenzione tra la Regione Liguria e Datasiel Sistemi e Tecnologie di Informatica S.p.A. per lo sviluppo e la conduzione tecnica del sistema informativo regionale e della società dell'informazione" al momento dell'impegno; Deliberazione di Giunta Regionale n. 756 del 5 agosto 2016 “Approvazione del nuovo disciplinare Quadro delle attività di Liguria Digitale S.c.p.a. Legge regionale n. 42 del 18 dicembre 2006, così come modificata dalla legge regionale n. 41 del 29 dicembre 2014” al momento della liquidazione

Relazione sulla procedura: In data 29 dicembre 2015 la società Liguria Digitale S.c.p.a. emette la fattura n. 406E per un importo di euro 85.799,46, IVA inclusa, relativa all’attività APQ IV integrativo – intervento 1, analisi e realizzazione. La fattura viene accettata e sospesa in attesa della dovuta e necessaria documentazione per avviarla alla liquidazione. In data 8 giugno 2016 viene redatto il verbale, prot. n. 11757, a firma dott.ssa Anna Cerrato, per conto della Regione Liguria, e l’ing. Roberto Massone per la società Liguria Digitale, verbale con il quale viene autorizzata la liquidazione della fattura sopra citata. Essendo il residuo passivo caduto in perenzione, si è dovuto procedere ad un nuovo impegno – 4825 del 18 ottobre 2016 -. A seguito del nuovo impegno di spesa si è proceduto alla liquidazione effettuata con provvedimento n. 4950 del 11 ottobre 2016, mandato numero 10267 del 14 dicembre 2016. A seguito della audizione del 16 giugno 2017, audizione dei singoli Dirigenti della spesa, ed al contraddittorio orale instaurato con l’Avvocato regionale presente all’audizione stessa, con lettera istruttoria del 21 giugno 2017, prot. n. 3092, è stata

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chiesta la seguente documentazione: richiesta di intervento di ARPAL Liguria; provvedimento con il quale sono state impegnate le risorse per tale progetto – impegno n. 2007/3863 – ed atti negoziali intervenuti tra DATSIEL S.p.A. ed ARPAL Liguria; relazione contenente i vari stati di avanzamento dei lavori, dal 2007 ad oggi, con l’indicazione delle ragioni del notevole ritardo.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento, ed a seguito della richiesta istruttoria del 21 luglio 2017, è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del dirigente competente sul procedimento afferente al titolo di spesa; offerte tecnico economiche, decreto dirigenziale n. 3636 del 20 novembre 2006 “Convenzione Regione Liguria-DATSIEL S.p.A. Approvazione schede di fornitura intervento 1 APQ IV Integrativo. Euro 1.144.518,00”; approvazione Capitolato Regione Liguria – Datasiel S.p.A. APQ IV; autorizzazione Piano stralcio, prot. n. 133251/5966 del 17 ottobre 2007; lettera DATSIEL S.p.A. del 26 settembre 2007, relativo al prospetto consuntivo attività svolte e Piano stralcio; lettera DATSIEL S.p.A. del 9 ottobre 2008, relativo al piano Stralcio n. 2 e tabella economica dei costi; lettera Regione Liguria del 10 settembre 2009, prot. 30527, relativa al potenziamento dei servizi telematici per i soggetti economici coinvolti; lettera DATSIEL S.p.A. del 11 agosto 2009, relativa al potenziamento dei servizi telematici per i soggetti economici – Intervento I2V02; lettera DATSIEL S.p.A. del 11 agosto 2009, relativa al prospetto consuntivo ed attività svolte al 31 agosto 2007; lettera DATSIEL S.p.A. del 22 marzo 2010, relativa all’analisi degli interventi A e B dell’Intervento I2V02; lettera DATSIEL S.p.A. del 22 marzo 2010, relativa all’analisi degli interventi I3-I4-I5-I7-V02; lettera DATSIEL S.p.A. del 7 aprile 2014, relativa allo stato di avanzamento al 31 dicembre 2013 e rimodulazione intervento 06RLLV10-I3 – Servizi operativi ARPAL; lettera DATSIEL S.p.A. del 30 dicembre 2014, relativa allo stato di avanzamento al 31 dicembre 2014 intervento 06RLLV10- I3; lettera DATSIEL S.p.A. comunicazione consegna prodotto 06RLLV10-I3; fattura elettronica 406-E del 29 dicembre 2015; verbale collaudo ARPAL del 23 maggio 2016 e relazione attività svolta nel 2015; decreto dirigenziale di liquidazione n. 4825 del 18 ottobre 2016; verbali di verifica stato avanzamento lavori ARPAL Liguria dal 21 maggio al 7 giugno 2016; relazione avanzamento lavori; mandato di pagamento n. 10267 del 14 dicembre 2016.

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Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 9454 – ordinativo n. 10376

Missione/Programma : 14 Sviluppo economico e competitività / 005 Politica regionale unitaria per lo sviluppo economico e la competitività Titolo: II Spesa in conto capitale Numero e Denominazione Capitolo: n. 9454 "Spese per attività di assistenza tecnica finanziati con quota comunitaria FESR per interventi del POR-FESR 2014- 2020- Sviluppo Economico e Competitività"

Ordinativo di pagamento: n. 10376 Data ordinativo : 15 dicembre 2016 Numero/anno impegno: n. 4306/2016 Causale della spesa: Realizzazione fascicolo sanitario elettronico ligure - prime attività Beneficiario: Liguria Digitale SCPA Importo pagato: euro 99.999,99 Esercizio di provenienza: 2015

Direzione: Direzione Centrale Organizzazioni Settore: Informatica Responsabili della spesa : Dottor Francesco Pensalfini

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Delibera della Giunta regionale n. 1740 del 30 dicembre 2014 “Approvazione del disciplinare quadro della attività di Liguria Digitale”; Delibera della Giunta Regionale n. 756 del 5 agosto 2016 "Approvazione del nuovo Disciplinare Quadro delle attività di Liguria Digitale S.c.p.A. L.R. n. 42/06 art. 10 comma 3 come modificata da L.R. n. 41/2014”

Relazione sulla procedura: In attuazione dell’Accordo quadro tra Regione Liguria e la società Liguria Digitale S.C.P.A., quest’ultima svolge le attività richieste dagli Enti soci secondo il Piano Operativo Annuale, contenente le linee di indirizzo per lo sviluppo del Sistema informativo regionale integrato – SIIR – e del progetto istituzionale “Liguria in rete”. Il Piano Operativo Annuale viene adottato dalla Giunta regionale, come stabilito dal Disciplinare quadro di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1740 del 30 dicembre 2014. Qualora sorgano, nel corso dell’anno, nuove esigenze rispetto ai progetti e ai servizi previsti dal P.O.A., o modifiche agli stessi, il Comitato di coordinamento valuta le rimodulazioni o integrazioni. Gli incarichi di progetto o di servizio sono composti da un disciplinare di incarico e un quadro economico predisposto da Liguria Digitale, approvati dall’Ente socio richiedente il progetto o il servizio. Il Disciplinare quadro detta, inoltre, le modalità di erogazione dei corrispettivi.

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Con deliberazione n. 756 del 5 agosto 2016, la Giunta regionale ha approvato il nuovo disciplinare quadro delle attività di Liguria Digitale, che prevede all’art. 6, comma 2, la possibilità di proposte tecnico-economiche pluriennali. Dopo aver recepito le autorizzazioni necessarie da parte del Settore Competitività, come da nota prot. n. 22968 del 14 dicembre 2015, con decreto n. 4518 del 30 dicembre 2015 è stata approvata e autorizzata a favore delle Società Liguria Digitale la fornitura ad oggetto: "Realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico", per l'importo totale di euro 1.000.000,00( IVA inclusa), a valere su tre capitoli del bilancio 2015-2017 relativi al POR FESR 2014-2020 "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" — OT2 Asse 2 "Agenda Digitale" - Azione 2: − il capitolo 9454: Spese per attività di assistenza tecnica finanziate con quota comunitaria FESR per interventi del POR FESR 2014-2020 Sviluppo Economico e Competitività, pari a euro 500.000,00, oggetto della presente analisi, impegno originario n. 8552/2015 (n. 4306/2016 e 2833/2017 a seguito di riaccertamento); − il capitolo 9455: Spese per attività di assistenza tecnica finanziate con quota statale per interventi del POR FESR 2014-2020 — Sviluppo Economico e Competitività, per euro 390.000,00; − il capitolo 9456: Spese per attività di assistenza tecnica finanziate con quota regionale per interventi del POR FESR 2014-2020 — Sviluppo Economico e Competitività, per euro 110.000,00. e relativi accertamenti in entrata sui corrispondenti capitoli 1933 e 1934 per le quote comunitaria e statale.

La fattura n. 280E emessa in data 9 dicembre 2016 da Liguria Digitale per l’importo complessivo di euro 199.999,99, per l’attività effettuata nel periodo dal 1 gennaio al 31 agosto 2016. Il verbale di verifica prot. NP/2016/25955 del 7 dicembre 2016 approva lo stato di avanzamento e la rendicontazione. La fattura viene liquidata con provvedimento n. 6385 del 13 dicembre 2016. Il mandato di pagamento n. 10376 del 15 dicembre 2016 relativo alla quota parte della fattura imputata al capitolo 9454 di euro 99.999,99, è stato quietanzato in data 19 dicembre 2016.

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Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: la documentazione inviata inizialmente comprende: − relazione sulla procedura; − deliberazione della Giunta regionale n. 1740 del 30 dicembre 2014 “Approvazione del disciplinare quadro della attività di Liguria Digitale”; − deliberazione della Giunta regionale n. 756 del 05 agosto 2016, approvazione del nuovo disciplinare quadro; − nota prot. IN/2015/22968 del 14 dicembre 2015, autorizzazione all’impegno; − decreto n. 4518 del 30 dicembre 2015, approvazione e impegno Fascicolo sanitario elettronico ligure (prime attività); − fattura n. 280/E del 04 febbraio 2016; − verbale di verifica periodica dell’1 dicembre 2016; − provvedimento di liquidazione n. 6385 del 13 dicembre 2016; − mandato di pagamento n. 10376 del 15 dicembre 2016.

In sede di audizione del 16 giugno 2017, nonché con nota prot. n. 3092 del 21 giugno 2017, è stata richiesta un’integrazione documentale relativamente al Piano operativo di definizione delle attività per la realizzazione del fascicolo sanitario elettronico, nonchè al disciplinare di incarico a Liguria Digitale SCPA completo di quadro economico. Il Settore ha prodotto la seguente documentazione integrativa: − nota Liguria Digitale n. 719 del 10 dicembre 15 inviata con PEC PG/2015/0224007 del 17 dicembre 2015 avente ad oggetto: "Trasmissione documento "Fascicolo Sanitario Elettronico Ligure — progetto esecutivo"; − nota prot. n. PG/2015/221718 del 15 dicembre 2015, trasmissione del disciplinare di incarico; − e-mail 18 dicembre 2015 del Settore Informatica di approvazione dei quadri economici; − nota di Liguria Digitale n. 735/2015, protocollata al n. PG/2015/0225056 del 18 dicembre 2015 e nota n. 745/2015, prot. n. PG/2015/0225059 del 18 dicembre 2015, di trasmissione del quadro economico rispettivamente per le annualità 2015 e 2016. − Piano del progetto “FSE – Fascicolo Sanitario Elettronico” e relativi allegati; − prospetto riepilogativo dell’attività e relativi allegati tecnici

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Profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 3102- Ordinativo n. 10836

Missione/Programma : 10 Trasporti e diritto alla mobilità/001 Trasporto ferroviario Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 3102 “Trasferimenti dei fondi provenienti dallo Stato per il finanziamento del trasporto pubblico locale su ferro”

Ordinativo di pagamento: n. 10836 Data ordinativo: 21 dicembre 2016 Numero/anno impegno: 8796/2016 Causale della spesa: Contratto di servizio – III° trimestre 2016 – imponibile fattura n. 8101006543 del 11 ottobre 2016” Beneficiario: Trenitalia S.p.A. Importo pagato: Euro 20.166.139,74 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti Settore : Trasporto Pubblico Regionale Responsabili della spesa: Ing. Gabriella Rolandelli; Ing. Stefano Dagnino

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Decreto legislativo n. 422/97 “Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 ”; Legge regionale n. 33/2013 “Riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale”; Decreto-legge 29.11.2008, n. 185,” Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale ”, convertito, con modificazione, dalla legge 28.01.2009, n. 2; Decreto-legge 18.10.2012, n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito, con modificazioni, dalla legge 17.12.2012, n. 221; DGR n. 210/2010 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 1764/2013 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 789/2014 “relazione in merito all’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale ai sensi dell’articolo 34, comma 20, del decreto-legge n. 179/2012”; DGR n. 570/2015 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 1481/2015 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 576/2016 “Accordo preliminare per il rinnovo del Contratto di servizio di trasporto ferroviario regionale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria. Modifiche all’Addendum approvato con DGR n. 351/2016 ed approvazione del programma di esercizio”; DGR n. 1130/2016 “Rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria per il periodo 2015-2017”; DM n. 403/2016 con il quale è stata disposta la ripartizione tra le Regioni per l’erogazione del 30% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale”; Decreto Direttore del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti n. 453/2016 con il quale è stato disposto il pagamento alle Regioni a statuto ordinario del residuo 40% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale; Decreto del Direttore Generale del Dipartimento del Territorio n. 335/2016, attraverso il quale è stato effettuato l’accertamento dell’entrata ed impegnata la somma per il terzo e quarto trimestre 2016 e liquidata la fattura oggetto del presente titolo di spesa. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della

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spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

Relazione sulla procedura: Con DGR n. 1130 del 6 dicembre 2016, ad oggetto: “Rinnovo del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. e regione Liguria per il periodo 2015-2017” la Giunta Regionale ha approvato, tra l’altro, lo schema dell’atto di rinnovo del contratto di servizio per il trasporto ferroviario di interesse regionale e locale per il periodo 2015-2017 ed in particolare: a) ha rinnovato il contratto in questione per il periodo 2015-2017, sottoscritto il 10 dicembre 2016; b) ha approvato il Protocollo di intesa con Trenitalia S.p.A. per la definizione dei reciproci impegni per il periodo 2018-2032; c) ha previsto di aviare le procedure per l’affidamento diretto del servizio allo scadere del contratto triennale 2015-2017, prevedendo una durata massima di 15 anni, di cui 10 anni previsti dall’articolo 5, paragrafo 6 del Regolamento CE n. 1370/2007 ed un ulteriore 50% previsto dall’articolo 4, paragrafo 4, del medesimo Regolamento. Per il terzo trimestre 2016 – luglio – settembre 2016 – Trenitalia S.p.A. ha emesso fattura n. 8101006543 del 11.10.2016, per un importo di euro 22.182.753,71 – IVA compresa – per la fornitura dei servizi di trasporto ferroviario di competenza regionale, fattura ricevuta via pec il 12 ottobre 2016. Secondo quanto prevede il vigente contratto di servizio stipulato fra le parti tale fattura deve essere pagata entro 60 giorni dal ricevimento ed accettazione della stessa. Tuttavia, tenuto conto dell’incertezza in merito ai tempi di ripartizione ed impegno delle risorse statali del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale di cui all’articolo 16-bi del decreto-legge n. 179/2012, il pagamento della fattura è stato sospeso. In data 28 novembre 2016, con DM n. 403, è stata disposta la ripartizione tra le Regioni per l’erogazione del 30% del suddetto fondo nazionale, trasmesso con nota del 7 dicembre 2016, n. 8066 e pervenuta al Settore Trasporto Pubblico Regionale in data 15 dicembre 2016. A seguito dell’emanazione del decreto interministeriale succitato con decreto del Direttore Generale del Dipartimento del Territorio n. 335 del 19 dicembre 2016 è stata accertata la somma di euro 68.915.470,74 sul capitolo di entrata del bilancio di previsione 2016-2018, con imputazione al 2016, e contestualmente è stata impegnata complessivamente, sul capitolo di spesa 3102, la somma di euro 45.465.507,45, IVA compresa, a favore di Trenitalia S.p.A. e liquidata la fattura in

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questione per un importo di euro 20.166.139,74, a titolo di corrispettivo dovuto per il terzo e quarto trimestre 2016. Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale, contraddittorio dal quale non sono emersi elementi di criticità.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente il titolo di spesa; deliberazione di Giunta regionale n. 570 del 27 marzo 2015 “D.lgs. n. 422/97, articolo 9. Contratto di servizio 2005-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; deliberazione di Giunta regionale n. 576 del 21 giugno 2016 “Accordo preliminare per il rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto ferroviario regionale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria. Modifiche all’addendum approvato con DGR n. 251/2016 e approvazione del programma di esercizio”; deliberazione di Giunta regionale n. 1130 del 6 dicembre 2016 “Rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario regionale di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. per il periodo 2015-2017”; deliberazione di Giunta regionale n. 335 del 19 dicembre 2016 “D.lgs. n. 422/97, articolo 9. Contratto di servizio tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario di interesse regionale. Accertamento del 40% del Fondo Nazionale Trasporti ed impegno a favore di Trenitalia S.p.A.”; relazione tecnica-illustrativa per il rinnovo del contratto di servizio di trasporto ferroviario regionale tra regione Liguria e Trenitalia S.p.A.; atto di rinnovo del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale per il periodo 2015-2017; fattura elettronica n. 8101006543 del 11 ottobre 2016; mandato di pagamento n. 10836 del 21 dicembre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta.

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Capitolo n. 3102 - Ordinativo n. 10837

Missione/Programma : 10 Trasporti e diritto alla mobilità/001 Trasporto ferroviario Titolo : I Spese correnti Numero e Denominazione Capitolo: Cap. 3102 “Trasferimenti dei fondi provenienti dallo Stato per il finanziamento del trasporto pubblico locale su ferro”

Ordinativo di pagamento: n. 10837 Data ordinativo: 21.12.2016 Anno/Numero impegno: 8798/2016 Causale della spesa: Contratto di servizio – III° trimestre 2016 – IVA fattura n. 8101006543 del 11.10.2016 Beneficiario: Trenitalia S.p.A. Importo pagato: Euro 2.016.613,97 Esercizio di provenienza: 2016

Direzione: Dipartimento Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti Settore : Trasporto Pubblico Regionale Responsabili della spesa: Ing. Gabriella Rolandelli; Ing. Stefano Dagnino

Norme di riferimento dell’intera procedura di spesa: Decreto legislativo n. 422/97 “Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 ”; Legge regionale n. 33/2013 “Riforma del sistema di trasporto pubblico regionale e locale”; Decreto-legge 29.11.2008, n. 185,” Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale ”, convertito, con modificazione, dalla legge 28.01.2009, n. 2; Decreto-legge 18.10.2012, n. 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito, con modificazioni, dalla legge 17.12.2012, n. 221; DGR n. 210/2010 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 1764/2013 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 789/2014 “relazione in merito all’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale ai sensi dell’articolo 34, comma 20, del decreto-legge n. 179/2012”; DGR n. 570/2015 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 1481/2015 “Decreto legislativo n. 422/97, art. 9 – contratto di servizio 2009-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; DGR n. 576/2016 “Accordo preliminare per il rinnovo del Contratto di servizio di trasporto ferroviario regionale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria. Modifiche all’Addendum approvato con DGR n. 351/2016 ed approvazione del programma di esercizio”; DGR n. 1130/2016 “Rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria per il periodo 2015-2017”; DM n. 403/2016 con il quale è stata disposta la ripartizione tra le Regioni per l’erogazione del 30% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale”; Decreto Direttore del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti n. 453/2016 con il quale è stato disposto il pagamento alle Regioni a statuto ordinario del residuo 40% del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale; Decreto del Direttore Generale del Dipartimento del Territorio n. 335/2016, attraverso il quale è stato effettuato l’accertamento dell’entrata ed impegnata la somma per il terzo e quarto trimestre 2016 e liquidata la fattura oggetto del presente titolo di spesa

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Relazione sulla procedura: Con DGR n. 1130 del 6 dicembre 2016, ad oggetto: “Rinnovo del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. e regione Liguria per il periodo 2015-2017” la Giunta Regionale ha approvato, tra l’altro, lo schema dell’atto di rinnovo del contratto di servizio per il trasporto ferroviario di interesse regionale e locale per il periodo 2015-2017 ed in particolare: a) ha rinnovato il contratto in questione per il periodo 2015-2017, sottoscritto il 10 dicembre 2016; b) ha approvato il Protocollo di intesa con Trenitalia S.p.A. per la definizione dei reciproci impegni per il periodo 2018-2032; c) ha previsto di aviare le procedure per l’affidamento diretto del servizio allo scadere del contratto triennale 2015-2017, prevedendo una durata massima di 15 anni, di cui 10 anni previsti dall’articolo 5, paragrafo 6 del Regolamento CE n. 1370/2007 ed un ulteriore 50 per cento previsto dall’articolo 4, paragrafo 4, del medesimo Regolamento. Per il terzo trimestre 2016 – luglio – settembre 2016 – Trenitalia S.p.A. ha emesso fattura n. 8101006543 del 11 ottobre 2016, per un importo di euro 22.182.753,71 – IVA compresa – per la fornitura dei servizi di trasporto ferroviario di competenza regionale, fattura ricevuta via pec il 12 ottobre 2016. Secondo quanto prevede il vigente contratto di servizio stipulato fra le parti tale fattura deve essere pagata entro 60 giorni dal ricevimento ed accettazione della stessa. Tuttavia, tenuto conto dell’incertezza in merito ai tempi di ripartizione ed impegno delle risorse statali del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale di cui all’articolo 16-bi del decreto-legge n. 179/2012, il pagamento della fattura è stato sospeso. In data 28 novembre 2016, con DM n. 403, è stata disposta la ripartizione tra le Regioni per l’erogazione del 30 per cento del suddetto fondo nazionale, trasmesso con nota del 7 dicembre 2016, n. 8066 e pervenuta al Settore Trasporto Pubblico Regionale in data 15 dicembre 2016. A seguito dell’emanazione del decreto interministeriale succitato con decreto del Direttore Generale del Dipartimento del Territorio n. 335 del 19 dicembre 2016 è stata accertata la somma di euro 68.915.470,74 sul capitolo di entrata del bilancio di previsione 2016-2018, con imputazione al 2016, e contestualmente è stata impegnata, sul capitolo di spesa 3116, la somma di euro 2.016.613,97 a titolo di IVA dovuta sull’importo imponibile di euro 20.166.139,74, pari al corrispettivo dovuto per il terzo e quarto trimestre 2016.

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Nella audizione del 16 giugno 2017, in presenza del Dirigente, responsabile della spesa, si è svolto il contraddittorio orale nel corso del quale non sono emersi elementi di criticità.

Regolarità formale della documentazione, congruità della classificazione economica e politica della spesa, rispetto dei principi contabili: A corredo del mandato di pagamento è stata prodotta la seguente documentazione: relazione del Dirigente sul procedimento afferente il titolo di spesa; deliberazione di Giunta regionale n. 570 del 27 marzo 2015 “D.lgs. n. 422/97, articolo 9. Contratto di servizio 2005-2014 tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario regionale”; deliberazione di Giunta regionale n. 576 del 21 giugno 2016 “Accordo preliminare per il rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto ferroviario regionale tra Trenitalia S.p.A. e Regione Liguria. Modifiche all’addendum approvato con DGR n. 251/2016 e approvazione del programma di esercizio”; deliberazione di Giunta regionale n. 1130 del 6 dicembre 2016 “Rinnovo del Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario regionale di interesse regionale e locale tra Trenitalia S.p.A. per il periodo 2015-2017”; deliberazione di Giunta regionale n. 335 del 19 dicembre 2016 “D.lgs. n. 422/97, articolo 9. Contratto di servizio tra Regione Liguria e Trenitalia S.p.A. per il trasporto ferroviario di interesse regionale. Accertamento del 40% del Fondo Nazionale Trasporti ed impegno a favore di Trenitalia S.p.A.”; relazione tecnica-illustrativa per il rinnovo del contratto di servizio di trasporto ferroviario regionale tra regione Liguria e Trenitalia S.p.A.; atto di rinnovo del contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale per il periodo 2015-2017; fattura elettronica n. 8101006543 del 11 ottobre 2016; mandato di pagamento n. 10837 del 21 dicembre 2016.

Eventuali profili di criticità: Nessun profilo di criticità rilevato.

Conclusioni: Si rinviene la regolarità della procedura di spesa in esame in ordine alla documentazione prodotta

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CAPITOLO 10 VERIFICA AFFIDABILITÀ IMPEGNI E PAGAMENTI DEL PERIMETRO SANITARIO

Premessa e metodologie di indagine adottate

Nel presente capitolo si è cercato di valutare l’affidabilità del rendiconto consuntivo 2016 della Regione Liguria in relazione alle spese del perimetro sanitario (come definito dal d.lgs. n. 118 del 2011). In particolare, con campionamento a discrezione, è stata esaminata conformità della rappresentazione finale (rendiconto) alle scritture contabili alla base (bilancio di previsione, impegni, pagamenti). La verifica è stata, pertanto, limitata alla valutazione della regolarità contabile delle poste del rendiconto, o meglio delle sottostanti scritture di impegno e pagamento, che, come noto, devono osservare predeterminati presupposti e requisiti, stabiliti, ormai in modo uniforme, per tutte le regioni, dal d.lgs. n. 118 del 2011, e allegati Principi contabili. Non è stata oggetto di esame, dati gli scopi della verifica (l’affidabilità del rendiconto a rappresentare la situazione finanziaria dell’Ente), la regolarità amministrativa degli impegni e dei pagamenti effettuati. Tuttavia, dalla documentazione esaminata non sono emerse ipotesi di irregolarità ictu oculi rilevabili. Il metodo seguito, come si avrà modo di constatare, ha visto l’estrazione di alcuni impegni e pagamenti contenuti in alcuni capitoli dei programmi di spesa riferiti alla “missione 13 sanità”. Il criterio seguito non è stato quello casuale, ma fondato sulla valutazione del controllore e finalizzato ad abbracciare un’area quanto più ampia, e, di conseguenza, ritenuta significativa, del rendiconto. Purtroppo, i tempi istruttori hanno limitato l’esame numerico dei titoli, che si confida di estendere (standardizzando, altresì, il criterio di estrazione), in futuro.

Impegni

A) Missione 13 – Tutela della salute Programma 1 – Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA

Capitolo 4867 – Impegni

Denominazione: Trasferimento dei fondi provenienti dallo stato per la realizzazione del progetto ”Il paziente oncologico lungo sopravvivente. Ridurre il rischio di complicanze riproduttive: un modello per le pratiche assistenziali di preservazione della fertilità” (accordo tra il Ministero della salute e la Regione Liguria del 1.08.2012).

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Gestione competenza Gestione residui passivi Economie PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI TOTALE DA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI RESIDUI COMPETENZA 31/12/2016 31/12/2016 105.000.000,00 37.354,46 0,00 0,00 37.354,46 67.645,54

Fonte: Dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1: CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 9238 del 22 dicembre 2016 di euro 37.354,46 – P.D.C. U.1.04.01.02.014 – Trasferimenti correnti a istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Oggetto: Progetto “Il paziente oncologico lungo sopravvivente. Ridurre il rischio di complicanze riproduttive: un modello per le pratiche assistenziali di preservazione della fertilità”. Accertamento, impegno e liquidazione, a titolo di saldo, di euro 37.354,46. Beneficiario: Azienda ospedaliera universitaria San Martino-IST Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. 26822 del 19 dicembre 2016, di autorizzazione alla spesa complessiva di euro 37.354,46, e impegno ai sensi dell’art. 20 del Titolo II del d.lgs. n. 118 del 2011 a favore dell’AOU San Martino-IST quale unità operativa capo-progetto, che provvederà alla successiva divisione del finanziamento con le altre UU.OO sulla base del piano finanziario approvato con DGR 1669 del 21 dicembre 2012, con imputazione al capitolo di spesa 4867 del bilancio di previsione della Regione Liguria, per gli anni finanziari 2016-2018, con imputazione all’esercizio 2016 e scadenza il 31 dicembre 2016. Osservazioni: dalla delibera della Giunta regionale n. 26822 del 19 dicembre 2016, si rileva che la somma di euro 37.354,46 rappresenta la cifra residuale del finanziamento complessivo di euro 350.000, concesso dal Ministero della salute per il progetto sopra indicato , di cui l’IRCCS-AOU San Martino-IST è conduttore. Detto finanziamento risulta vincolato per lo svolgimento delle attività progettuali. Dalla delibera risulta, altresì, che la suddetta cifra era andata in perenzione amministrativa, e che, per ottenerne la liquidazione, la Regione Liguria ne ha chiesto la reiscrizione con nota prot. 79501 del 15 aprile 2016.

B) Missione 13 – Tutela della salute Programma 07 – Ulteriori spese in materia sanitaria

Capitolo 5147 – Impegni

Denominazione: “Spese derivanti da contenziosi del settore sanitario”

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Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 0 17.000.000 17.000.000 0 0 17.000.000

Fonte: Dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1:

CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 8928 del 20 dicembre 2016 di euro 4.107.826,07 – P.D.C. U.1.04.01.02.033 – Trasferimenti correnti a istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici a titolo di finanziamento del servizio sanitario nazionale. Oggetto: Causa civile sul contratto regionale di appalto relativo alle forniture, servizi e lavori della gestione energetica delle aziende del sistema sanitario ligure (controparte MICENES S.c.a r.l.) – conciliazione giudiziale. Beneficiario: Azienda ospedaliera universitaria San Martino-IST Documenti a supporto: - delibera della Giunta regionale n. 26912 del 20 dicembre 2016, di autorizzazione alla spesa complessiva di euro 4.107.826,07 e di impegno, ai sensi dell’art. 20 del d.lgs. n. 118 del 2011, a favore dell’IRCCS-AOU San Martino-IST, con imputazione al capitolo di spesa 5147 del bilancio di previsione della Regione, per gli anni finanziari 2016-2018, con imputazione e scadenza all’esercizio 2016; - nota del 16.12.2016, prot. n. IN/2016/24727, della Direzione centrale finanza, bilancio e controlli, settore controllo finanziario, di autorizzazione all’avvocatura regionale all’accertamento di euro 17.000.000, con imputazione al capitolo n. 41 “Addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF – quota libera ” ed al contestuale impegno di pari importo, con imputazione al capitolo n. 5147 “Spese derivanti da contenziosi del settore sanitario ” del bilancio di previsione 2016- 2018 a valere sull’esercizio 2016; - nota del 19 dicembre 2016, n. IN/2016/24765 del Dipartimento salute e servizi sociali, di richiesta condivisione capitolo di spesa n. 5147, avente per oggetto “ Spese derivanti da contenziosi del settore sanitario ”; - nota del 20 dicembre 2016, prot. n. IN/2016/24890, del Dipartimento salute e servizi sociali, di richiesta di condivisione del capitolo di entrata n. 41, avente per oggetto “ Addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF – quota libera ”. Osservazioni: dalla delibera della Giunta regionale n. 26912 del 20 dicembre 2016 si rileva che la somma di euro 4.107.826 rappresenta una quota dell’impegno complessivamente assunto per totali euro 17.000.000 a favore delle aziende ed enti

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sanitari liguri, convenuti nel giudizio instaurato con atto di citazione notificato il 20 dicembre 2014, con il quale l’impresa MICENES scarl ha chiesto a Regione Liguria ed agli enti del SSR la condanna al pagamento di asseriti crediti relativi al contratto regionale di appalto per forniture, servizi e lavori della gestione energetica integrata. La Regione, con DGR n. 1002 del 1° agosto 2014, ha incaricato uno studio legale, avocando a sé un ruolo di coordinamento della difesa. A seguito dell’invito espresso dal giudice competente sull’opportunità di prendere in considerazione una conciliazione, valutando l’alea di rischio connessa alla causa, la Giunta regionale ha conferito, con delibera n. 316 del 21 marzo 2014, apposito mandato al Direttore generale del Dipartimento salute e servizi sociali, al fine di verificare l’esistenza delle condizioni per effettuare un tentativo di conciliazione e/o transazione. Quest’ultimo ha richiesto, con nota del 12 dicembre 2016, ad IRE (in qualità di ufficio appaltante, in virtù della convenzione di cui alla DGR n. 101/2007) l’espletamento di una istruttoria tecnica per individuare i possibili elementi di condivisione per il superamento della controversia. Nel contempo, ha chiesto al legale della Regione un parere in merito. Inoltre, ha conferito incarico, con nota del 13 dicembre 2016 PG2016/308415, ad altro avvocato, in qualità di esperto in materia tributaria, per l’emissione di un parere sugli aspetti fiscali connessi all’ipotesi di conciliazione giudiziale. In data 15 dicembre 2016 il direttore generale del Dipartimento salute acquisiva i due pareri legali richiesti e, il 19 dicembre 2016, la relazione dell’IRE. La Giunta, con delibera n. 26912 del 20 dicembre 2016, ha autorizzato la spesa complessiva di euro 17.000.000, e impegnato la somma sul capitolo n. 5147 del bilancio di previsione 2016-2018, con imputazione all’esercizio 2016, a favore delle aziende e degli enti sanitari, per il pagamento nei confronti della controparte (MICENES scarl) delle rispettive quote, come previste nello schema del verbale di conciliazione. La liquidazione avverrà con successivi provvedimenti.

C) Missione 13 – Tutela della salute Programma 1 – Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA

Capitolo 5230 – Impegni

Denominazione: Ripartizione della quota del fondo sanitario nazionale di parte corrente per il finanziamento della medicina penitenziaria.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie

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TOTALE DA PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 4.200.000,00 4.179.842,00 8.195.568,00 7.376.011,20 4.999.398,00 20.158,00 Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1:

CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 9429 del 23 dicembre 2016 di euro 2.403.024 – P.D.C. U.1.04.01.02.020 – Trasferimenti correnti a aziende sanitarie locali a titolo di finanziamento del servizio sanitario nazionale. Oggetto: Ripartizione della quota del fondo sanitario nazionale di parte corrente per il finanziamento della medicina penitenziaria. Beneficiario: ASL 3 Genovese Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. 26941 del 21 dicembre 2016, di autorizzazione alla spesa complessiva di euro 4.179.842 e di impegno a favore dell’ASL 3 Genovese, con imputazione al capitolo di spesa 5230 del bilancio di previsione 2016-2018, esercizio 2016, per la quota di euro 2.403.024. Osservazioni: dalla delibera della Giunta regionale n. 26941 del 26 dicembre 2016, si rileva che la somma di euro 2.403.024 rappresenta la cifra assegnata all’ASL n. 3 Genovese a seguito di ripartizione dell’importo di euro 4.179.842, sulla base della proposta della Commissione salute e dei criteri utilizzati per la ripartizione del Fondo sanitario nazionale 2015, destinato al finanziamento della medicina penitenziaria.

D) Missione 13 – Tutela della salute Programma 5 – Servizio sanitario regionale - investimenti sanitari

Capitolo 5262 – Impegni

Denominazione: Impiego delle somme recuperate per la realizzazione del piano straordinario di interventi per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 2.775.173,00 2.775.172,99 1.656.982,38 1.353.638,43 303.343,95 0,01 Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

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Operazione campionata n. 1:

CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 4640 del 18 luglio 2016 di euro 2.775.172,99 – P.D.C. U.2.03.01.02.012 – Contributi agli investimenti a aziende ospedaliere e ospedaliero- universitarie integrate con il servizio sanitario nazionale. Oggetto: Legge 448/98 – art. 71. Nuovo blocco operatorio centralizzato. Assegnazione e impegno a favore di IRCCS AOU Osp. San Martino – IST di euro 2.775.172,99. Rettifica al decreto DG 17/2014 e sistemazioni contabili. Beneficiario: IRCCS-AOU San Martino – IST Documenti a supporto: decreto del Direttore generale n. 12357 del 16 luglio 2016 di autorizzazione e impegno alla spesa complessiva di euro 2.775.172,99, con imputazione al capitolo di spesa 5262 del bilancio di previsione 2016-2018, esercizio 2016. Osservazioni: dal decreto del Direttore generale n. 12357 del 16 luglio 2016 si rileva che la somma di euro 2.775.172,99 rappresenta la cifra assegnata all’IRCCS-AOU San Martino-IST a seguito della restituzione, da parte dell’ASL 3 Genovese, di una somma di pari importo derivante da interventi non realizzati.

E) Missione 13 – Tutela della salute Programma 1 – Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA

Capitolo 5304 – Impegni

Denominazione: Quota del Fondo sanitario regionale di parte corrente per la copertura di quota del fondo per la non autosufficienza per trasferimenti ad imprese.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 4.904.000,00 4.904.000,00 20.000,00 20.000,00 0,00 0,00 Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1: CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 867 del 11 marzo 2016 di euro 4.904.000 – p.d.c. u.1.04.03.99.999 – trasferimenti correnti a altre imprese. Oggetto: Fondo regionale per la non autosufficienza – periodo febbraio-luglio 2016. Impegno di spesa euro 4.904.000. Beneficiario: Fi.L.S.E. spa

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Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. 3984 del 7 marzo 2016, di autorizzazione alla spesa complessiva di euro 4.904.000 e di impegno a favore di Fi.L.S.E. spa, con imputazione al capitolo di spesa 5304 del bilancio di previsione 2016-2018, esercizio 2016. Osservazioni: dalla delibera della Giunta regionale n. 3984 del 7 marzo 2016, si rileva che la somma di euro 4.904.000 rappresenta la cifra assegnata a Fi.L.S.E. spa, da gestire per conto ed in base alle direttive dei distretti socio-sanitari, a copertura dei mesi febbraio-luglio 2016, al fine di consentire l’erogazione della misura economica del fondo regionale per la non autosufficienza. L’impegno risulta finanziato dall’aumento, di pari importo, dell’accertamento n. 307 sul capitolo di entrata n. 135 “Compartecipazione regionale all'iva – quota destinata alla sanità”.

F) Missione 99 – Servizi per conto terzi Programma 1 – Servizi per conto terzi - Partite di giro

Capitolo 9933 – Impegni Denominazione: Varie - gestione sanità.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie PREVISIONI SOMME RESIDUI PAGAMENTI TOTALE DA DEFINITIVE IMPEGNATE PASSIVI RESIDUI AL COMPETENZA 31 dic. 2016 31 dic. 2016 500.000,00 230.075,19 8.400,00 0,00 231.836,29 269.924,81

Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016 Operazione campionata n. 1:

CERTIFICATO DI IMPEGNO n. 4638 del 15 luglio 2016 di euro 7.338,90 – P.D.C. U.7.01.99.99.999 – Altre uscite per partite di giro n.a.c. Oggetto: Impegno e contestuale liquidazione della somma di euro 7.338,90 a favore di ASL 2 Savonese quale restituzione per reiterato versamento di borsa di studio indebitamente percepita da tirocinante dei corsi di formazione specifica in medicina generale. Beneficiario: ASL 2 Savonese. Documenti a supporto: decreto dirigenziale n. 9969 del 7 luglio 2016 di impegno della somma di euro 7.338,90, con imputazione al capitolo di spesa 9933 del bilancio di previsione 2016-2018, esercizio 2016. Osservazioni: dal decreto dirigenziale n. 9969 del 7 luglio 2016 si rileva che la somma di euro 7.388,90 rappresenta quanto dovuto dal beneficiario di una borsa di studio indebitamente percepita, come da sentenza n. 25/2013 della Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Liguria. L’ASL 2 Savonese, con nota prot. 6862 del 17 luglio

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2014, ha comunicato alla Regione di aver provveduto al recupero e al conseguente introito della somma dovuta per danno erariale dal tirocinante, trasmettendo il relativo ordinativo di pagamento emesso a favore della Regione. Con successiva nota, l’ASL 2 Savonese ha comunicato di aver emesso, per errore, un altro mandato di pagamento a favore della Regione, con la stessa causale. Pertanto, la Regione ha provveduto a regolarizzare l’operazione tramite le partite di giro, incassando e contestualmente riversando la suddetta somma a favore dell’ASL 2.

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Pagamenti

A) Missione 13 – Tutela della salute Programma 1 – Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA

Capitolo 5230 – Pagamenti Denominazione: “Ripartizione della quota del Fondo sanitario nazionale di parte corrente per il finanziamento della medicina penitenziaria”.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI RESIDUI PAGAMENTI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 4.200.000,00 0,00 8.195.568,00 7.376.011,20 4.999.398,00 20.158,00 Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1 : MANDATO DI PAGAMENTO n. 1007 del 24 marzo 2016 di euro 925.907,53 - P.D.C. U.1.04.01.02.000. Oggetto: “Residuo-Liquidazione 1119/2016 – Assegnazione delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alle aziende sanitarie del SSR. Anno 2014” Beneficiario: ASL 1 Imperiese Documenti a supporto: delibera della giunta regionale n. NP/27236 del 30 dicembre 2014 di “Accertamento ed impegno delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alla Aziende sanitarie del SSR ligure, importo euro 4.120.123,00 con cui si assegnano alle Aziende Sanitarie del SSR ligure gli importi determinati utilizzando le stesse modalità di riparto nell’Intesa in Conferenza Unificata n. 123/CU del 16 ottobre 2014”. Atto di liquidazione n. 1119 del 2 marzo 2016 a favore della ASL 1 Imperiese di euro 925.907,53.

Operazione campionata n. 2: MANDATO DI PAGAMENTO n. 1008 del 24 marzo 2016 di euro 306.706,75 - P.D.C. U.1.04.01.02.000. Oggetto: “Residuo -Liquidazione 1119/2016 – Assegnazione delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alle aziende sanitarie del SSR. Anno 2014” Beneficiario: ASL 2 Savonese Documenti a supporto: delibera della giunta regionale n. NP/27236 del 30 dicembre 2014 di “Accertamento ed impegno delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alla Aziende sanitarie del SSR ligure, importo euro 4.120.123,00 con cui si assegnano alle Aziende Sanitarie del SSR ligure gli importi determinati utilizzando le stesse modalità di riparto nell’Intesa in Conferenza

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Unificata n. 123/CU del 16 ottobre 2014”. Atto di liquidazione n. 1119 del 2 marzo 2016 a favore della ASL 2 Savonese di euro 306.706,75.

Operazione campionata n. 3: MANDATO DI PAGAMENTO n. 1009 del 24 marzo 2016 di euro 2.104.759,17 - P.D.C. U.1.04.01.02.000. Oggetto: “Residuo Liquidazione 1119/2016 – Assegnazione delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alle aziende sanitarie del SSR. Anno 2014 ” Beneficiario: ASL 3 Genovese Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. NP/27236 del 30 dicembre 2014 di “ Accertamento ed impegno delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alla Aziende sanitarie del SSR ligure, importo euro 4.120.123,00 con cui si assegnano alle Aziende Sanitarie del SSR ligure gli importi determinati utilizzando le stesse modalità di riparto nell’Intesa in Conferenza Unificata n. 123/CU del 16 ottobre 2014 ”. Atto di liquidazione n. 1119 del 2 marzo 2016 a favore della ASL 3 Genovese di euro 2.104.759,17.

Operazione campionata n. 4: MANDATO DI PAGAMENTO n. 1010 del 24 marzo 2016 di euro 546.780,91 - P.D.C. U.1.04.01.02.000. Oggetto: “Residuo -Liquidazione 1119/2016 – Assegnazione delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alle aziende sanitarie del SSR. Anno 2014 ” Beneficiario: ASL 5 Spezzino Documenti a supporto: delibera della giunta regionale n. NP/27236 del 30 dicembre 2014 di “ Accertamento ed impegno delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alla Aziende sanitarie del SSR ligure, importo euro 4.120.123,00 con cui si assegnano alle Aziende Sanitarie del SSR ligure gli importi determinati utilizzando le stesse modalità di riparto nell’Intesa in Conferenza Unificata n. 123/CU del 16 ottobre 2014 ”. Atto di liquidazione n. 1119 del 2 marzo 2016 a favore della ASL 5 Spezzino di euro 546.780,91.

Operazione campionata n. 5: MANDATO DI PAGAMENTO n. 1011 del 24 marzo 2016 di euro 213.629,64- P.D.C. U.1.04.01.02.000. Oggetto: “Residuo Liquidazione 1119/2016 – Assegnazione delle risorse relative al finanziamento della medicina penitenziaria alle aziende sanitarie del SSR. Anno 2014” Beneficiario: ASL 4 Chiavarese Documenti a supporto: delibera della giunta regionale n. NP/27236 del 30 dicembre 2014 di “Accertamento ed impegno delle risorse relative al finanziamento della

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medicina penitenziaria alla Aziende sanitarie del SSR ligure, importo euro 4.120.123,00 con cui si assegnano alle Aziende Sanitarie del SSR ligure gli importi determinati utilizzando le stesse modalità di riparto nell’Intesa in Conferenza Unificata n. 123/CU del 16 ottobre 2014”. Atto di liquidazione n. 1119 del 2 marzo 2016 a favore della ASL 4 Chiavarese di euro 213.629,64.

G) Missione 13 – Tutela della salute Programma 5 – Servizio sanitario regionale - investimenti sanitari

Capitolo 5262 – Pagamenti Denominazione: Impiego delle somme recuperate per la realizzazione del piano straordinario di interventi per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI RESIDUI PAGAMENTI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZA DEFINITIVE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 2.775.173,00 2.775.172,99 1.656.982,38 1.353.638,43 303.343,95 0,01 Fonte: dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1 : MANDATO DI PAGAMENTO n. 7404 del 31 agosto 2016 2016 di euro 474.916,27- P.D.C. U.2.03.01.02.012. Oggetto: “Residuo – liquidazione 4159/2016 – CUP C37B15002950002 Progetto ex art. 71 legge 448/98 -Nuovo locco operatorio centralizzato IRCCS S. Martino-IST. Liquidazione 1° acconto di euro 474.916.,29” Beneficiario: AOU San Martino – IST Documenti a supporto: decreto del dirigente n. NP/15562 del 29 luglio 2016, di autorizzazione alla liquidazione a favore dell’AOU San Martino–IST della somma di euro 474.916,29 a titolo di primo acconto per la realizzazione dell’intervento ad oggetto “Nuovo blocco operatorio centralizzato” con l’imputazione sul capitolo 5262, impegno di spesa n. 7373/2014. Atto di liquidazione n. 4159 del 31 agosto 2016 a favore di AOU San Martino–IST di euro 474.916,29.

Operazione campionata n. 2 MANDATO DI PAGAMENTO n. 8762 del 15 novembre 2016 2016 di euro 2.775.172,99 - P.D.C. U.2.03.01.02.012. Oggetto: “Competenza – liquidazione 5181/2016 –Progetto ex art. 71 legge 448/98 -Nuovo locco operatorio centralizzato IRCCS S. Martino-IST. Liquidazione 2° acconto di euro 3.291.705,72” Beneficiario: AOU San Martino – IST

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Documenti a supporto: decreto del dirigente n. NP/4604 del 30 settembre 2016 di autorizzazione alla liquidazione a favore dell’AOU San Martino – IST della somma di euro 3.291.705,72 a titolo di secondo acconto per la realizzazione dell’intervento ad oggetto “Nuovo blocco operatorio centralizzato” con l’imputazione sul capitolo 5262, impegno di spesa n. 4640/2016 di euro 2.775.172,99. Atto di liquidazione n.5181 del 20 ottobre 2016 a favore di AOU San Martino – IST di euro 2.775.172,99.

Operazione campionata n. 3 MANDATO DI PAGAMENTO n. 8766 del 15 novembre 2016 2016 di euro 516.532,73- P.D.C. U.2.03.01.02.012. Oggetto: “ Residuo – liquidazione 5181/2016 –Progetto ex art. 71 legge 448/98 - Nuovo locco operatorio centralizzato IRCCS S. Martino-IST. Liquidazione 2° acconto di euro 3.291.705,72 ” Beneficiario: AOU San Martino – IST Documenti a supporto: decreto del dirigente n. NP/4604 del 30 settembre 2016, di autorizzazione alla liquidazione a favore dell’AOU della somma di euro 3.291.705,72 a titolo di secondo acconto per la realizzazione dell’intervento ad oggetto “ Nuovo blocco operatorio centralizzato ” con l’imputazione sul capitolo 5262, impegno di spesa n. 7373/2014 di euro 516.532,73. Atto di liquidazione n. 5181 del 20 ottobre 2016 a favore di AOU San Martino – IST di euro 516.532,73.

H) Missione 13 – Tutela della salute Programma 1 – Servizio sanitario regionale - finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA

Capitolo 5304 – Pagamenti Denominazione: Quota del Fondo sanitario regionale di parte corrente per la copertura di quota del fondo per la non autosufficienza per trasferimenti ad imprese.

Gestione competenza Gestione residui passivi Economie TOTALE DA PREVISIONI RESIDUI PAGAMENTI PAGAMENTI RESIDUI COMPETENZE DEFINITIVE PASSIVI 31/12/2016 31/12/2016 4.904.000 4.904.000 20.000 20.000 0 0 Dati da documento tecnico del conto del bilancio 2016

Operazione campionata n. 1:

MANDATO DI PAGAMENTO n. 1034 del 24 marzo 2016 di euro 4.904.000- P.D.C. U.1.04.03.99.999. Oggetto: “Competenza -Fondo regionale per la non autosufficienza – periodo febbraio-luglio 2016. Impegno di spesa euro 4.904.00,000.

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Beneficiario: Fi.L.S.E. spa Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. NP/3984 del 18 marzo 2016, di autorizzazione alla liquidazione a favore Fi.L.S.E. spa della somma di euro 4.904.000, al fine di consentire l’erogazione della misura economica del Fondo regionale per la non autosufficienza, in base alle direttive dei Distretti sociosanitari a copertura dei mesi febbraio-luglio 2016, con l’imputazione sul capitolo 5304 (impegno di spesa n. 7605/2015). Atto di liquidazione n. 1538 del 21 marzo 2016 a favore di Fi.L.S.E. spa di euro 4.904.000.

Operazione campionata n. 2: MANDATO DI PAGAMENTO n. 985 del 24 marzo 2016 di euro 20.000,00- P.D.C. U.1.04.03.99.999. Oggetto: “Residuo -Quota del Fondo sanitario regionale di parte corrente per la copertura di quota del fondo per la non autosufficienza per trasferimenti ad imprese”. Beneficiario: Fi.L.S.E. spa Documenti a supporto: delibera della Giunta regionale n. NP/27564 del 23 dicembre 2015 avente per oggetto “Progetto sperimentale per la Vita Indipendente annualità 2014 – Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche sociali presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Impego di Spesa” con cui è autorizzata la liquidazione a favore Fi.L.S.E. spa della somma di euro 20.000, da destinare al Progetto a rilevanza regionale progetto promosso dall’Unità Spinale dell’Azienda ospedaliera S. Corona di Pietra Ligure, con l’imputazione sul capitolo 5304, su impegno di spesa n. 7605/2015. Atto di liquidazione n. 433 del 11 febbraio 2016 a favore di Fi.L.S.E. S.p.a. di euro 20.000,00.

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CAPITOLO 11 INDICE DELLE TABELLE Tab. n. 1 - Bilancio di previsione 2016-2018 ...... 20 Tab. n. 2 - Missioni, Programmi e Variazione ...... 22 Tab. n. 3 - Quadro generale riassuntivo della gestione ...... 42 Tab. n. 4 – Saldo di cassa ...... 43 Tab. n. 5 – Saldo finanziario ...... 43 Tab. n. 6 - Risultanze differenziali della gestione di competenza ...... 44 Tab. n. 7 - Risultanze differenziali della gestione dei residui ...... 44 Tab. n. 8 - Risultati della gestione di competenza ...... 45 Tab. n. 9 – Risultato di amministrazione ...... 45 Tab. n. 10 - Equilibri di bilancio ...... 45 Tab. n. 11 – Saldo pareggio di bilancio ...... 48 Tab. n. 12 - Entrate ...... 49 Tab. n. 13 - Spese ...... 52 Tab. n. 14 - Risultati della gestione residui ...... 55 Tab. n. 15 - Residui passivi ...... 57 Tab. n. 16 - Variazioni residui ...... 58 Tab. n. 17 - Totale residui ...... 60 Tab. n. 18 - Residui attivi – competenza 2016 ...... 60 Tab. n. 19 –Residui conservati ...... 60 Tab. n. 20 - Totale residui da riaccertare ...... 61 Tab. n. 21 - Residui passivi – competenza 2016 ...... 61 Tab. n. 22 - Residui determinati al 31 dicembre 2015 ...... 61 Tab. n. 23 - Totale residui da riaccertare ...... 61 Tab. n. 24 – Residui attivi ...... 62 Tab. n. 25 – Residui passivi ...... 62 Tab. n. 26 - Residui riaccertati vetusti ...... 63 Tab. n. 27 - Incremento Fondo Pluriennale Vincolato ...... 65 Tab. n. 28 – Fondo Pluriennale Vincolato (FPV) ...... 65 Tab. n. 29 - Residui perenti ...... 68 Tab. n. 30 – Saldo di cassa ...... 69 Tab. n. 31 -Riscossioni ...... 70 Tab. n. 32 -Pagamenti 2016...... 72 Tab. n. 33 - Prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione: ...... 73 Tab. n. 34 –Composizione risultato di amministrazione ...... 74 Tab. n. 35 - Mutui autorizzabili ...... 75 Tab. n. 36 – Entrate calcolate ai fini del FCDE ...... 77 Tab. n. 37 - Calcolo FCDE ...... 78 Tab. n. 38 - Accantonamenti FCDE ...... 79 Tab. n. 39 - Disavanzo sostanziale ...... 96 Tab. n. 40 - Normativa regionale ...... 104 Tab. n. 41 - Normativa nazionale ...... 105 Tab. n. 42 - Crediti della società ...... 110 Tab. n. 43 - Debiti della società ...... 110 Tab. n. 44 - Crediti della società ...... 111 Tab. n. 45 - Debiti della società ...... 112

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Tab. n. 46 - Strutture complesse ...... 125 Tab. n. 47 - Verifica obiettivi ...... 128 Tab. n. 48 - Spesa per capitoli ...... 142 Tab. n. 49 - Situazione debitoria regionale 2009-2016 ...... 149 Tab. n. 50 - Variazione consistenza indebitamento 2014 – 2016 ...... 149 Tab. n. 51 - Indebitamento totale a carico dello Stato 2014-2016 ...... 150 Tab. n. 52 - Situazione debitoria complessiva (a carico di Regione e dello Stato) 150 Tab. n. 53 - Calcolo vincolo indebitamento ...... 152 Tab. n. 54 - Movimenti contabili nel conto vincolato ...... 155 Tab. n. 55 - Flussi SWAP di tasso Merrill Lynch 50mm ...... 164 Tab. n. 56 - Flussi SWAP di tasso Nomura 67,92 MM ...... 166 Tab. n. 57 - SWAP di ammortamento Merrill Lynch – 80MM ...... 167 Tab. n. 58 - SWAP di ammortamento Merrill Lynch – 120mm ...... 168 Tab. n. 59 - Contratti ancora aperti al 21 luglio 2017 ...... 169 Tab. n. 60 - Oneri finanziari sostenuti da Arte nel periodo gennaio 2013 marzo 2017 sulle aperture di credito concesse da Banca CARIGE S.p.A. per l’acquisto del patrimonio immobiliare di cui alla l.r. n. 22 del 2010 ...... 179 Tab. n. 61 - POR CRO FESR-Liguria 2007-2013 – Piano finanziario operativo ..... 185 Tab. n. 62 - Indici di realizzazione del POR FESR LIGURIA 2007-2013 ...... 186 Tab. n. 63- POR CRO FSE-Liguria 2007-2013 – Piano finanziario operativo ...... 187 Tab. n. 64 - Indicatori di contesto FSE – Evoluzione medio periodo ...... 188 Tab. n. 65 - Programmazione comunitaria 2014-2020 - Risorse europee assegnate in gestione alla Regione Liguria ...... 189 Tab. n. 66 - POR CRO FESR Liguria 2014-2020 - Dotazione finanziaria ...... 193 Tab. n. 67 - Avanzamento finanziario e fisico del POR FESR 2014-2020 ...... 196 Tab. n. 68 - POR CRO FSE Liguria 2014-2020 - dotazione finanziaria ...... 206 Tab. n. 69 -Avanzamento finanziario e fisico del POR FSE 2014-2020 ...... 208 Tab. n. 70 – PSR LIGURIA 2014-2020 - Piano finanziario ...... 213 Tab. n. 71 -Avanzamento finanziario al 31 dicembre 2016 ...... 214 Tab. n. 72 - Efficienza realizzativa dei Programmi operativi 2014-2020 della Regione Liguria al 31 dicembre 2016...... 224 Tab. n. 73 - Trasporto su gomma: la situazione degli affidamenti ...... 239 Tab. n. 74 – Servizio erogato in chilometri ...... 246 Tab. n. 75 - Fondo destinato al rinnovo parchi autobus anni 2015 e 2016 ...... 251 Tab. n. 76 - Quota del fondo nazionale TPL ...... 274 Tab. n. 77 – Finanziamenti regionali ...... 276 Tab. n. 78 - Finanziamenti assegnati ai bacini di traffico del trasporto su ferro e gomma ...... 277 Tab. n. 79 – Prospetto CCNL Autoferrotranvieri – Aziende di trasporto liguri ...... 278 Tab. n. 80 – Altre spese regionali per il TPL ...... 278 Tab. n. 81 - Prospetto entrate – rendiconto 2016 ...... 281 Tab. n. 82 - Fondo nazionale per il concorso finanziario agli oneri del trasporto pubblico locale anno 2016 ...... 282 Tab. n. 83 – Spese correnti ...... 283 Tab. n. 84 – Spesa TPL - ripartizione per programmi ...... 286 Tab. n. 85 – Spese in conto capitale ...... 287 Tab. n. 86 - Tabella ripartizione fondi regionali in conto capitale per il trasporto pubblico locale ...... 289

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Tab. n. 87 - Stato patrimoniale attivo ...... 295 Tab. n. 88 - Stralcio inventario beni mobili (mezzi di trasporto) ...... 300 Tab. n. 89 - Stralcio inventario beni mobili (macchine per ufficio e hardware) .... 301 Tab. n. 90 - Impegni spesa corrente sanitaria e spesa corrente totale - 2012 - 2015 ...... 319 Tab. n. 91 - Percentuale impegni per spesa sanitaria su spesa corrente regionale ...... 319 Tab. n. 92 - Totale impegni sanità regione Liguria – esercizio 2016 ...... 320 Tab. n. 93 - I costi della sanità regionale – anni 2013-2016 ...... 321 Tab. n. 94 - Andamento Fondo sanitario nazionale anni 2009-2016 ...... 322 Tab. n. 95 - Riparto Fondo sanitario nazionale 2009 - 2016 ...... 322 Tab. n. 96 - Incrementi percentuali FSN Stato e FSR Regione Liguria ...... 322 Tab. n. 97 - Risorse destinate alla spesa sanitaria regionale esercizio 2016 ...... 323 Tab. n. 98 - I ticket in sanità nel 2015 e nel 2016 ...... 325 Tab. n. 99 - Andamento spesa relativa alle compartecipazioni a carico del cittadino ...... 326 Tab. n. 100 - Andamento spesa relativa alle compartecipazioni a carico del cittadino ...... 327 Tab. n. 101 - Spesa perimetro sanità per missione e programmi – Conto competenza ...... 329 Tab. n. 102 - Spesa perimetro sanità per missione e programmi – Conto residui 330 Tab. n. 103 - Risorse impegnate a favore degli enti del SSR – anno 2016 ...... 331 Tab. n. 104 - Riparto fondo sanitario nazionale - flussi mobilità 2016 ...... 333 Tab. n. 105 - Risultati di esercizio - regione Liguria - anni 2007-2016 ...... 335 Tab. n. 106 - Regione Liguria - Coperture disavanzo sanitario esercizio 2016 ..... 336 Tab. n. 107 - Indebitamento totale enti del SSN 2011-2015...... 342 Tab. n. 108 - Debiti della regione Liguria verso gli enti del SSR ...... 343 Tab. n. 109 - Debiti della regione Liguria verso gli enti del SSR ante 2011 ...... 344 Tab. n. 110 - Indebitamento enti del servizio sanitario regionale – anni 2013-2016 ...... 345 Tab. n. 111 - Interessi passivi e tempi medi di pagamento ai fornitori – anno 2016 ...... 346 Tab. n. 112 - Interessi passivi e tempi medi di pagamento ai fornitori – anno 2015 ...... 346 Tab. n. 113 - Pagamenti fatture effettuati dal SSR nel 2016 per anno di emissione ...... 348 Tab. n. 114 - Indicatori di tempestività dei pagamenti pubblicati da Aziende SSR 350 Tab. n. 115 - Interessi passivi per anticipazioni di tesoreria 2016 ...... 352 Tab. n. 116 - Conto del tesoriere al 31 dicembre 2016 - Gestione sanità ...... 353 Tab. n. 117 - Rilevazione SIOPE relativa all’esercizio 2016 – gestione non sanitaria ...... 355 Tab. n. 118 - Rilevazione SIOPE relativa all’esercizio 2016 – gestione sanitaria .. 355 Tab. n. 119 - Impegni perimetrati sanità di competenza 2016 ...... 359 Tab. n. 120 - Accertamenti perimetrati sanità di competenza 2016 ...... 359 Tab. n. 121 - Adeguata erogazione di cassa agli enti del SSR - ANNO 2015...... 361 Tab. n. 122 - Evoluzione residui passivi spesa sanitaria - Rendiconto 2016 ...... 362 Tab. n. 123 - Posti letto accreditati per attività di ricovero – dati 2016 ...... 369 Tab. n. 124 - Numero risorse umane SSR ...... 370

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Tab. n. 125 - Costo personale sanitario 2016 - art. 2, comma 71, legge n. 191 del 2009 ...... 371 Tab. n. 126 - Servizi non sanitari – anni 2013-2016 ...... 383 Tab. n. 127 - Beni non sanitari –anni 2013-2016 ...... 384 Tab. n. 128 - Fondo ex l. r. n. 28 del 2011 (gestione diretta rischio) ...... 387 Tab. n. 129 - Autoassicurazione del rischi derivanti dalla responsabilità degli operatori sanitari verso terzi – dati economici consolidati di sintesi ...... 388 Tab. n. 130 - Accantonamenti per rischi – anni 2013-2016 ...... 392 Tab. n. 131 - Verifica tetto del 14,85 per cento per spesa farmaceutica complessiva (territoriale e ospedaliera) periodo gennaio – ottobre 2016 ...... 395 Tab. n. 132 - Verifica tetto del 3,5 per cento per spesa farmaceutica ospedaliera – periodo gennaio – ottobre 2016 ...... 396 Tab. n. 133 - Prodotti farmaceutici ed emoderivati – anno 2013 – 2016 ...... 396 Tab. n. 134 - Verifica tetto del 11,35 per cento per spesa farmaceutica territoriale – periodo gennaio – ottobre 2016 ...... 397 Tab. n. 135 - Spesa farmaceutica convenzionata regione Liguria - anni 2010 – 2016 ...... 397 Tab. n. 136 - Prescrizione farmaceutica convenzionata di classe A-SSN e privata di fascia C: confronto fra i primi nove mesi del 2016 e 2015 ...... 398 Tab. n. 137 - Composizione della spesa regionale per medicinai erogati in distribuzione diretta (DD) e per conto (DPC) ...... 398 Tab. n. 138 - Spesa e consumo SSN dei farmaci a brevetto scaduto inclusi nelle liste di trasparenza AIFA: confronto fra i primi 9 mesi del 2016 e 2015 ...... 398 Tab. n. 139 - Composizione delle spesa regionale per medicinali erogati in distribuzione diretta (DD) e per conto (DPC) ...... 402 Tab. n. 140 - Spesa per dispositivi medici – anni 2015 e 2016 ...... 404 Tab. n. 141 - Verifica tetti alla spesa per dispositivi medici nel 2016 ...... 405 Tab. n. 142 - Spesa per dispositivi medici ...... 405 Tab. n. 143 - Spesa per “altre prestazioni da privato” in percentuale alla spesa sanitaria corrente – anni 2002-2015 ...... 408 Tab. n. 144 - I costi per prestazioni da privato accreditato – anni 2013-2016 ..... 411 Tab. n. 145 - I limiti alla spesa per prestazioni da privato accreditato – anno 2016 ...... 412 Tab. n. 146 - Acquisti servizi sanitari per medicina di base ...... 413 Tab. n. 147 - Agenzia Regionale Sanitaria – costi del personale 2012 -2016 ...... 417 Tab. n. 148 - ARS Liguria – costi per servizi appaltati e diversi 2012-2016...... 418 Tab. n. 149 - Programma pluriennale di investimenti in sanità – Art. 20 della legge 67 del 1988 – Monitoraggio accordi di programma ...... 420 Tab. n. 150 - Programma pluriennale di investimenti in sanità (art. 20 legge 67 del 1988) – Programmi per radioterapia e libera professione – Dati al 31 dicembre 2015 ...... 420 Tab. n. 151 - Programma per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari 421 Tab. n. 152 - Interventi per la riorganizzazione e riqualificazione dell’assistenza sanitaria nei grandi centri urbani ...... 421 Tab. n. 153 - DAS - Tavola 2 ...... 434 Tab. n. 154 - DAS - Tavola 3 ...... 435 Tab. n. 155 - DAS - Tavola 4 ...... 437

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