Ma Di Essere Vissute. Portatele Dunque Con Voi, Apritele a Caso E La

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Ma Di Essere Vissute. Portatele Dunque Con Voi, Apritele a Caso E La MEMORIA MEMORIA – Nomi e storie delle vittime innocenti mafie Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie A cura di Marcello Cozzi, Riccardo Christian Falcone Iolanda Napolitano, Simona Ottaviani Peppe Ruggiero «Sono pagine che non chiedono solo di esse- re lette (…) ma di essere vissute. Portatele dunque con voi, apritele a caso e lasciate che quelle vite vi scavino dentro, vi diano forza e motivazione, vi riconducano all’impegno più determinati e consapevoli». d. Luigi Ciotti Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie Il libro, realizzato da Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, è curato da Marcello Cozzi, Riccardo Christian Falcone, Iolanda Napolitano, Indice Simona Ottaviani, Peppe Ruggiero. Si ringrazia la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, per la collaborazione prestata ai fini della realizzazione del presente volume. 7 Prefazione di Rosy Bindi 10 Introduzione di Luigi Ciotti 13 Avvertenze per la consultazione 15 Nota metodologica sulle fonti Edizioni Gruppo Abele © 2015 Gruppo Abele Onlus 17 Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie corso Trapani 95 - 10141 Torino tel. 011 3859500 - fax 011 389881 279 Indice dei nomi delle vittime www.edizionigruppoabele.it / [email protected] In copertina: elaborazione grafica di Elisabetta Ognibene 288 Elenco delle fonti 293 Appendice. La ricerca sulle vittime delle mafie ISBN 978-88-6579-100-4 Volume non in commercio Stampato su carta Cyclus offset Prefazione di Rosy Bindi* Quello che avete in mano è un libro prezioso. Racchiude le vi- te di donne e uomini, giovani e meno giovani, ragazzi e persino bambini, vittime innocenti di una criminalità spietata che non si è mai fermata di fronte a niente. Storie che raccontano la lotta alle mafie nel nostro Paese. Una lunga battaglia, ancora in corso, per difendere ed afferma- re il valore della legalità e i principi della convivenza democra- tica che ha coinvolto non solo i rappresentanti delle istituzioni e chi ha il compito della repressione, ma tantissimi cittadini comuni che hanno resistito alle intimidazioni, spezzato il muro di omertà, cercato la verità e la giustizia. Un libro prezioso anche perché documenta il cammino per- corso in questi 20 anni dai familiari delle vittime lungo le stra- de di tutta Italia, prima accompagnati da poche persone e poi stretti in un abbraccio sempre più ampio che ormai coinvolge, ogni anno che passa, tantissimi giovani, che così iniziano a co- noscere cosa sono e come agiscono le mafie, non solo nelle terre d’origine. Nel 2014 questo abbraccio ha commosso Papa Francesco che nell’incontro con tutti i familiari ha tracciato una linea di se- parazione invalicabile tra religione e mafia. La condanna dei mafiosi, l’invito al pentimento e a cambiare vita ha riscattato silenzi e timidezze della Chiesa e ha rinnovato in tutti noi il coraggio e la speranza di andare avanti. Memoria e impegno sono le parole che da 20 anni saldano la testimonianza dei familiari delle vittime in un grande racconto collettivo che questo volume esalta, restituendo l’immagine di un Paese e di uno Stato che, pur tra mille difficoltà e non poche * Presidente della Commissione parlamentare Antimafia. 8 Memoria Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie 9 ambiguità, non si è mai arreso alla violenza della criminalità pletare le conoscenze, e chi vorrà farlo troverà in queste storie organizzata. un ottimo punto di partenza. Abbiamo ottenuto risultati rilevantissimi e la nostra legislazio- Consegniamo questo libro a quanti ancora pensano che le ma- ne, anche grazie al lavoro di inchiesta e proposta che da mezzo fie sono semplicemente un fenomeno malavitoso, un problema secolo svolge la Commissione parlamentare Antimafia, è un marginale, relegato nel Sud d’Italia. A chi vorrebbe rimuovere esempio nel mondo. un pezzo della storia, bella e insieme tragica, della nostra demo- Ma la battaglia non è vinta. Le mafie, con straordinaria rapi- crazia, di cui la lotta alla mafia rappresenta un capitolo centrale. dità, sanno adeguare i comportamenti criminali ai mutamenti E soprattutto lo consegniamo a tutti coloro che amano la nostra sociali ed economici del nostro tempo e noi dobbiamo essere Costituzione, l’argine più saldo ed efficace contro l’illegalità e altrettanto consapevoli e pronti, per portare allo scoperto e con- la violenza, e che non dobbiamo stancarci di vivere e attuare. trastare le attività illegali e le nuove forme di condizionamento dell’economia e della politica. Memoria, impegno, partecipazione sono anche le armi di una lotta alle mafie del giorno per giorno che smonta il codice ma- fioso dei tanti “non vedo, non sento, non parlo” con la normali- tà di chi rispetta le regole, fa il proprio dovere, affronta i proble- mi, promuove la solidarietà, non scambia i diritti con i favori, non offre complicità in apparenza innocue ma in realtà mortali. Questa lotta alle mafie che vive di gesti quotidiani e scelte diffuse, anche quando non è organizzata in associazioni o movi- menti, è la premessa indispensabile per dare forza e respiro all’a- zione di contrasto di tante eccellenti professionalità che opera- no nella magistratura, nelle forze di polizia e nelle istituzioni. Basta scorrere le pagine di questo libro per capirlo. Accanto ai nomi conosciuti, ci sono tantissimi, meno noti o lontani nel tempo, che non potremo più dimenticare perché hanno con- tribuito, a volte in modo inconsapevole, a formare la coscienza civile di una comunità più libera e più salda nel rifiuto della corruzione e dell’illegalità. La scelta dei nomi è stata fatta da Libera e riflette il percorso di sensibilizzazione e crescita culturale di cui l’associazione è stata artefice in questi 20 anni. Non tutte le vittime elencate sono riconosciute ufficialmente come vittime di mafia e su alcune di queste la Commissione Antimafia ha in corso approfondimenti, che speriamo contri- buiscano a far conoscere la verità. Del resto, questo è un elenco aperto e non rigido, per molte biografie sono possibili e anzi au- spicabili nuove ricerche, per arricchire le informazioni e com- Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie 11 Introduzione Che cosa possiamo imparare da queste pagine? La prima cosa è che la violenza mafiosa colpisce indistintamente. di Luigi Ciotti* Il primo nome è quello di El Hadji Ababa, un ragazzo africano di 26 anni ucciso a Castelvolturno (Ce) nel settembre del 2008. Sono 15 le persone immigrate tra le vittime innocenti. La seconda è che il presunto riguardo mafioso verso le giovani vite è una menzogna: sono 83, tra bambini e ragazzi, le vittime. La terza è che si tratta di una violenza trasversale: dai semplici cittadini alle forze di polizia, dai magistrati agli avvocati, dai «Quando ti uccidono un figlio, sparano anche su di te. A me sindacalisti ai giornalisti, dagli imprenditori ai commercianti, hanno sparato quel giorno». Queste parole di Saveria Antiochia, dai preti ai medici, dai politici agli amministratori pubblici non donna straordinaria e mamma di Roberto, agente di polizia uc- c’è “fascia” sociale e professionale che non abbia avuto le sue ciso da Cosa nostra nell’estate del 1985, custodiscono la chiave vittime. per capire lo spirito di queste pagine. Le mafie le si può studiare, La quarta è che, oltre che feroce, quella mafiosa è una violenza analizzare, raccontare con efficacia, ma è difficile capirle a fon- cieca: sono ben 156 le persone uccise per essersi trovate dentro do senza aver conosciuto le loro vittime, senza aver sentito sulla un conflitto o per essere state scambiate, per un beffardo gioco pelle – per “contagio” emotivo – quegli spari che Saveria non del destino, con altri. ha mai smesso di sentire. La quinta è che la mafia ha iniziato a uccidere tanto tempo fa Quest’opera di ricerca, di ricostruzione, è il frutto di una e non ha mai smesso di farlo: il primo omicidio risale a due vicinanza non occasionale, di un accompagnamento mai secoli fa, la quantità maggiore si concentra tra gli anni Ottanta venuto meno. e Novanta del 900 – col picco di 41 omicidi nel 1982 – ma In un Paese smemorato, che tende a rimuovere il passato o a le morti continuano sino ai giorni nostri. E se è vero che il fare della memoria una retorica (o, peggio, a sottoporre interi numero si è ridotto, è anche vero che la trasformazione delle periodi della sua storia a comodi revisionismi) Libera ha voluto mafie in “imprese” insediate nei centri vitali della vita sociale ricordare le vittime delle mafie in tre modi complementari e e economica, ha aumentato in maniera incalcolabile il numero strettamente intrecciati: con la vicinanza concreta ai famigliari, dei “morti vivi”, delle persone a cui le mafie tolgono il lavoro, con la ricostruzione di ogni storia, anche le più lontane e la libertà, la dignità. remote, con l’impegno testardo e quotidiano affinché siano Due ultime considerazioni. Il nostro obbiettivo è di arrivare rimosse le cause sociali, culturali e politiche che hanno generato a superare le distinzioni fra le vittime. Che siano associate tutta quella violenza e tutto quel sangue. alla violenza mafiosa, al terrorismo o alla criminalità comune, Sono pagine che non chiedono solo di essere lette – così vanno ricordate tutte, così come vanno garantiti ai famigliari i come non basta, per ricordare una vittima, mettere una targa, legittimi diritti. intitolare una piazza, dedicare una manifestazione – ma di essere Il nostro è un Paese di stragi ancora in gran parte impunite vissute. Portatele dunque con voi, apritele a caso e lasciate che e avvolte in presunti misteri, un Paese che troppe volte non quelle vite vi scavino dentro, vi diano forza e motivazione, vi ha garantito verità e giustizia, due parole gigantesche che non riconducano all’impegno più determinati e consapevoli.
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