Guida alla città e ai suoi quartieri scritta e illustrata dai ragazzi

Comune di Assessorato alle Politiche Scolastiche

Comune di Catania Assessorato alle Politiche Scolastiche X Direzione - Servizio Istruzione Ufficio Attività Parascolastiche

Guida alla città e ai suoi quartieri scritta e illustrata dai ragazzi

A cura di Enrico Iachello e Antonino Indelicato

Contributo L. 285/97 Assessorato Servizi Sociali

©2007 Comune di Catania Assessorato alle Politiche Scolastiche pag. 4 La città immaginata Umberto Scapagnini, Giuseppe Maimone pag. 6 Introduzione Enrico Iachello, Antonino Indelicato

Parte prima pag. 10 La storia pag. 18 Le vicende urbanistiche pag. 22 L’architettura pag. 36 I luoghi caratteristici pag. 46 I musei pag. 50 Il viale dei catanesi illustri pag. 54 La festa di s. Agata pag. 58 Le tradizioni

Parte seconda pag. 66 Centro storico pag. 80 Ognina - Picanello pag. 90 Borgo - Sanzio pag. 98 Barriera - Canalicchio pag. 102 S. Giovanni Galermo pag. 108 Trappeto nord - Cibali pag. 116 Monte Po - Nesima pag. 120 S. Leone - Rapisardi pag. 128 S. Giorgio - Librino pag. 134 S. Giuseppe la Rena - Zia Lisa pag. 136 Bibliografia pag. 137 Elenco delle scuole partecipanti 6 Governare oggi una città è compito non facile. Una sfida continua. Senza soste. Un confronto permanente con il resto del mondo che si propone e appare ai nostri occhi con nuove infinite varianti. A volte accettabili, a volte incredibili. Eppure reali, concrete. Davanti a noi. Come macigni. Sembra quasi che vengano da un altro pianeta. E invece, no. I portatori del cambiamento sono individui, esseri umani come noi. Siamo tutti protagonisti del cambiamento. Che, a guardar bene, c'è sempre stato nella storia della vita. La differenza, rispetto a prima, è nella rapidità del cambiamento. È un po’ quello che accade nello sport. I movimenti e il gioco diventano sempre più tecnici e veloci; e negli sport di squadra la capacità di saper stare insieme conta più della bravura del singolo. Vincere insieme, perdere insieme, saper immaginare insieme la prossima com- petizione. Catania, la nostra Catania, vive il suo presente. Si esprime, si propone, si incon- tra, si scontra, si confronta. Con la plurale vitalità dei singoli cittadini e con una pro- posta amministrativa che, con il lavoro di tutti, diventa progetto complessivo attra- verso il percorso segnato dalle regole e dai tempi del processo democratico. Catania, i catanesi, vivono il presente e immaginano il futuro. I tanti cambiamenti strutturali realizzati con le grandi opere tuttora in corso rap- presentano la volontà di voler fare, di andare avanti. Certo, il cambiamento vero è nella capacità dello stare insieme, nel progettare e realizzare insieme nella consapevolezza di un destino comune. Conoscere Catania, la guida della città scritta e illustrata dagli studenti delle ele- mentari e medie, è un progetto da noi immaginato e voluto con la convinzione che si può vivere il presente e progettare il futuro partendo dalla conoscenza del nostro passato e dalla scoperta della nostra identità. Un passato troppo lontano o cono- sciuto attraverso i libri di scuola, spesso diventa, per i ragazzi, esercizio astratto e non coinvolgente. A noi interessava che facessero esperienze sul campo, con i loro docenti, alla scoperta della città. Un viaggio a partire dalle strade, dai vicoli, dalle piazze, dai quartieri, dalle feste patronali, dai racconti dei nonni, dai mercati rionali, dalle parrocchie, dai campetti di periferia, dai giardini, dalle botteghe artigiane, dai teatrini di quartiere. Dall’esperienza quotidiana alla città. Dal particolare a Catania. Ne è venuto fuori, grazie all’impegno dei curatori e dei docenti referenti, un lavo- ro originale e creativo che la scuola catanese consegna alla città e ai turisti in visita. Il confronto permanente alimentato da inesauribile curiosità, con il mondo che cambia, è avviato. Le illustrazioni a tutta pagina che arricchiscono e punteggiano il percorso narrativo di Conoscere Catania, appaiono come bagliori improvvisi, squarci fantastici, luoghi dell’immaginario, folgoranti intuizioni prodotte dalla inces- sante creatività dei giovani. Sono il racconto visivo della Città Immaginata. La città del presente e del futuro prossimo che, con entusiasmo e passione, insieme a Voi vogliamo costruire. Grazie ragazzi.

Giuseppe Maimone Umberto Scapagnini Assessore alla Cultura e Politiche Scolastiche Sindaco di Catania 7 Questo volume, scritto dagli studenti di quasi tutte le scuole dell’obbligo di Catania, non è una guida nel senso convenzionale del termine. Innanzitutto e soprattutto è un esercizio di cittadinanza che dalla conoscenza dei luoghi e della loro storia muove per approdare a una identità nuova e consapevole dell’essere catanesi. Obiettivo ambizioso, ma l’attenzione e l’impegno mostrati da insegnanti e alunni è già il primo importante segno che il senso di appartenenza è forte, così come forte è l’esigenza di tradurlo con “parole proprie” per farne appunto tratto di una identità in trasformazione che ha bisogno di nuove e più approfondite cono- scenze. La scuola, la tanto vituperata scuola, rivela così insospettate energie e capacità di confronto con il territorio in cui opera. Se invece di giaculatorie si proponessero (e finanziassero) iniziative come questa si troverebbe forse la possibilità di ricucire un rapporto che appare logorato più per colpa della società che della scuola. Gli studenti sono la grande risorsa per riannodare legami o inventarne di nuovi. Il libro è stato - lo ripetiamo - integralmente scritto da loro sotto la guida dei loro insegnanti che intelligentemente si sono limitati ad accompagnare e vigilare il per- corso dei ragazzi ponendo via via cartelli e segnali di orientamento che consentis- sero di evitare perdite di tempo o vicoli ciechi. Anche noi ci siamo limitati a fornire strumenti, indicazioni, intervenendo il meno possibile nel testo, e solo per creare uniformità nell’impostazione complessiva del volume, quasi un lavoro redazionale dopo aver fornito uno schema di base (anch’esso concordato con gli insegnanti) e il necessario supporto organizzativo per l’articolazione del lavoro. La scelta metodologica vincente si è rivelata l’osservazione e la ricognizione sul campo sorretta da alcune preliminari letture di base. Imparare a leggere il territorio urbano, imparare a dialogare con gli attori dello spazio urbano: questo il percorso seguito da insegnanti e alunni. Concretamente il lavoro è stato organizzato in modo tale che ciascuna delle scuole partecipanti potesse dare un proprio contributo sia alla descrizione genera- le della città (qui è stato interessante constatare ad esempio come i ragazzi delle scuole di periferia si siano impegnati a raccontare un angolo del centro storico), sia 8 alla raffigurazione degli aspetti più significativi dei quartieri di appartenenza. Ne è venuta fuori, nel primo caso, una rappresentazione più sistematica della storia e delle risorse artistiche, naturali e culturali collettive, nel secondo caso, un quadro magari più impressionistico di ciascun quartiere, come di appunti da una passeg- giata, un’immagine certamente non completa, ma vivace, dinamica e ricca di colo- re. Senza contare che molto spesso è stata per i ragazzi una preziosa, e forse la prima, occasione per prendere contatto con gli amministratori delle rispettive Municipalità, che hanno collaborato sempre con rimarchevole impegno. A tutti è stato chiesto infine di documentare i propri contributi con schizzi e dise- gni che, nella loro ingenua freschezza, rappresentano forse il contributo più origi- nale di questa prova di scrittura collettiva. Il numero delle scuole (circa 45) e di studenti che hanno partecipato, il risultato in termini di impegno e di qualità del prodotto finale sono già un successo per noi e per i promotori dell’iniziativa. Speriamo che il libro diventi strumento con cui i giova- ni studenti di oggi trasmetteranno a quelli di domani non solo le informazioni in esso raccolte, ma soprattutto l’esigenza di imparare - e ogni volta occorre ricominciare da capo - a conoscere la propria città in modo critico e autonomo. Una via, non la sola, ma neanche secondaria, per formare nuovi cittadini e nuove classi dirigenti. È la prima volta che nelle scuole di Catania si realizza un esperimento come questo. Un esperimento, con tutti i limiti, ma anche con tutti i vantaggi che esso comporta. Giudicheranno i lettori, in primo luogo le famiglie degli studenti, ma poi anche i nuovi studenti degli anni a venire, se si è prodotto qualcosa di utile. Per noi è stato importante partecipare all’esperimento, confrontarci con una realtà diversa da quella a noi abituale. Ne siamo usciti senz’altro arricchiti e, crediamo, anche gli insegnanti e gli stu- denti che vi hanno partecipato da protagonisti.

Enrico Iachello Antonino Indelicato 9

Nella notte dei tempi mentre i Siculi forse giunsero nell’isola quando ormai L’Etna, o ‘Mongibello’, ha sempre avuto una parte i Sicani si erano spostati nella parte occidentale della importante nella vita di Catania. Per i primi abitanti Sicilia. Per altri storici Sicani e Siculi furono contem- della zona il vulcano fu fonte di terrore per la violen- poraneamente a Catania; in realtà probabilmente i za delle sue eruzioni ma anche fonte di materia due popoli si fusero talmente bene che presto fu prima (la lava vulcanica, appunto, utilizzata allora impossibile distinguerli. Questi primi insediamenti come oggi per opere di ogni genere). In tempi lonta- avvennero a partire dalla seconda metà del terzo mil- ni le grotte formate dalla lava facevano anche da lennio fino al XVI secolo a.C., mentre tra l’800 ed il rifugio ai primi abitatori del luogo. 650 a.C. iniziò la colonizzazione greca vera e propria. Le notizie che abbiamo sulle origini della città si Oltre al nome siculo, a dimostrare la presenza di confondono quasi sempre col mito e con la leggen- un insediamento pre-greco a Catania abbiamo i da: Omero, ad esempio, parla dei Ciclopi come dei numerosi reperti ritrovati nel XVIII secolo grazie al primi abitanti della zona! principe di Biscari (pioniere catanese nel campo Ma chi erano i primi catanesi? Alcuni storici affer- archeologico) e nel XIX secolo, per merito di Basile e mavano che Catania fosse stata fondata dai Greci di Orsi: abbiamo così manufatti dell’età del bronzo e Calcidesi nel 729 a. C., ma oggi è chiaro che Catania anche gallerie di origine lavica con tracce della pre- non fu fondata da loro, ma soltanto colonizzata; perciò senza umana in epoche lontane. il sito doveva già esistere in precedenza. Una confer- Queste importanti testimonianze dell’antichissi- ma a questa idea si trova nel nome stesso di ‘Catania’, mo passato di Catania in parte si trovano al Museo che non è, come qualcuno potrebbe pensare, di origi- del , ma sono poco conosciute. ne greca, bensì sicula: l’antichissimo termine ‘Katáne’ Dei primi secoli della colonia greca abbiamo significa con ogni probabilità ‘grattugia’, con riferi- poche notizie: sappiamo solo che vi furono attivi il mento all’aspetto del paesaggio tipico della ‘sciara’ legislatore Caronda e il poeta Stesicoro. Nel V seco- catanese, che si presenta piuttosto accidentato. lo a. C. fu invece sottomessa, prima da Gelone, e poi Gli abitanti più antichi quindi erano i Siculi, e da Dioniso, tiranni di Siracusa, e i suoi abitanti ripe- anche i Sicani; i primi sicuramente di origine italica, i tutamente deportati. Nei secoli successivi il territorio secondi forse originari del luogo, oppure dell’attuale catanese rimase sotto il controllo siracusano. Spagna. Proprio i Sicani sarebbero ‘i primi arrivati’, [I. C. RECUPERO] 12 Etna Teatro greco

Ed ecco i romani costumi, abbondante di mezzi’. Non mancarono Durante la prima guerra Punica, che si combattè momenti e fasi drammatiche: la guerra servile nel prevalentemente in Sicilia, Catania passò sotto il 138, la disastrosa eruzione dell’Etna nel 121 e le controllo dei Romani. rovinose conseguenze del mal governo esercitatovi Fu il console romano Valerio Messala nel 263 dal pretore Verre. a.C. a conquistare Catania. La Sicilia divenne la In epoca successiva è collocata la vicenda della prima provincia dell’impero romano, e a reggerla dal Patrona della città: Agata, cristiana di nobili origini, 227 a.C. vi fu inviato un governatore con la carica di vissuta nel 238 d.C. e martirizzata su ordine del pro- pretore. curatore romano Quinziano. Grande fu l’importanza di Catania nel lungo [I. C. SAMMARTINO PARDO] periodo della dominazione romana. Catania romana ci si presenta infatti con un superbo complesso di opere, che vanno dalle Terme Achilliane, poste sotto L’età bizantina la Cattedrale, al grandioso Anfiteatro romano, che si La dominazione bizantina in Sicilia incominciò estende dal tratto ancora visibile di piazza nel 535 d.C., quando i Siciliani aprirono le porte Stesicoro, fino ad oltre via Penninello, e la cui arena, delle loro città al generale Belisario il quale, senza col diametro massimo di m. 71 e minimo di m. 51, è trovare opposizione, si impadronì di Catania e di superata soltanto da quella del Colosseo di Roma. Siracusa. A Siracusa, addirittura, il celebre condot- Fu ricostruito completamente anche il Teatro tiero riuscì ad entrare nella città ‘gettando a tutti greco, che poteva contenere settemila spettatori e monete d’oro’. si restaurò l’Odeon, un teatro più piccolo, che servi- I bizantini restarono in Sicilia fino all’827 d.C. va per prove corali. Ci restano ancora ricordi di illu- Durante questo periodo l’isola divenne per un breve stri sepolcri (in via Ipogeo) e di mosaici (nell’area del periodo la sede della capitale dell’impero bizantino; monastero dei Benedettini), e della Naumachia, che l’imperatore Costante II, infatti, nel 663 d.C. trasferì si trovava dinanzi alla Porta Decima e che fu distrut- da Costantinopoli a Siracusa non solo la corte e gli ta dall’eruzione del 1669. uffici imperiali, ma anche la zecca. L’isola, quindi, si Non stupisce che Cicerone nell’orazione ‘De legò fortemente all’Oriente, a Bisanzio, senza però Signis’, la definisca ‘città ricca di terre, onorevole di staccarsi completamente dall’Occidente, da Roma. 13

Anfiteatro romano Odeon Falconiere

In questo periodo, infatti, la chiesa romana possede- I normanni va vastissimi latifondi in Sicilia, e il legame con il Nel 1071, guidati dal Gran Conte Ruggero, i papa era molto stretto. Basti pensare che la prima Normanni occuparono una prima volta Catania, ma, lettera che scrisse il papa Gregorio Magno fu proprio dopo un breve ritorno degli Arabi dovettero riconqui- una lettera inviata ai vescovi siciliani, nella quale il stare la città nel 1081. In questo periodo la popola- pontefice ordinava di radunarsi una volta l’anno a zione era composta da diverse comunità: quella Siracusa o a Catania. greco-bizantina e quella saracena e una numerosa Per i Siciliani, comunque, la dominazione bizanti- comunità ebraica na fu pesante: la pressione fiscale era molto forte, Ruggero creò una struttura civile ed ecclesiastica c’era molta corruzione e spesso scoppiavano rivolte nuova, affidandone ai monaci benedettini la direzio- militari. ne tanto che Catania divenne feudo di Ansgerio, In questo periodo Catania fu sede di una zecca abate di s. Eufemia. Questi divenne abate nella quale si coniavano monete di bronzo. A dell’Abazia benedettina di s. Agata e vescovo di una Catania, inoltre, aveva sede il praetor, che era diocesi che comprendeva il territorio di Mascali, responsabile della giustizia civile e aveva il compito Enna e Piazza Armerina. Nel 1078, per volontà di di riscuotere le tasse. Ruggero, si iniziò a costruire la Cattedrale, nello stile Con la spedizione musulmana dell’827, infine, la di una chiesa - fortezza da cui, essendo vicina alla dominazione bizantina finì, e la Sicilia venne conqui- costa, si poteva controllare anche il porto. stata dagli Arabi. Catania rimarrà città feudale per circa centocin- quanta anni. Nel 1169 un terribile terremoto distrus- se la città e fece moltissime vittime, tra cui lo stesso Arrivano gli arabi vescovo Giovanni Ajello, ma dopo pochi decenni è La loro presenza a Catania è compresa fra l’875 e già ricostruita. il 1071. Il suo nome fu cambiato in Medinat el fil Sappiamo poi che Catania insorse nel 1232 con- (città dell’elefante) e attraversò una fase di grande tro Federico II e fu punita col saccheggio. In questa sviluppo, soprattutto commerciale. Sappiamo dal occasione Federico fece costruire il Castello Ursino geografo arabo Edrisi che era ricca di moschee, di che, oltre a difendere la città, doveva servire a tene- cui non è rimasta alcuna traccia. re sotto controllo i suoi abitanti. 14

Bastione san Giovanni Plastico della Giudecca (particolare)

Durante il regno di Federico II comunque la città ne, l’unico ricordo è costituito dalla cosiddetta porta si liberò dalla giurisdizione feudale del vescovo- della Judeca affiancata da una torre che conduceva al abate, divenendo città regia o demaniale, con diritto cimitero degli ebrei (nella zona di via Acquedotto di avere propri rappresentanti al Parlamento. Greco, quartiere Cappuccini, via Case Sante). La Judeca Inferiore si estendeva lungo il corso [I. C. MEUCCI] del fiume Amenano, che per questa ragione veniva chiamato Judicello, fino all’attuale Piazza S. Placido La Giudecca a Catania e comprendeva la zona dove attualmente si trova la pescheria. Era il quartiere commerciale e ne conser- Dell’esistenza degli Ebrei a Catania si ha notizia va ancora oggi le caratteristiche. certa da una lettera di Papa Gregorio Magno al In entrambe le Judeche vi era la Sinagoga: la Vescovo di Catania Leone il Taumaturgo, dell’aprile Meskita grande nella Judeca Soprana che si trovava del 596 d.C. A differenza di altri luoghi della Sicilia, a presumibilmente all’altezza dell’attuale Vicolo Catania non è rimasto alcun ricordo sulla ubicazione d’Avola; la Meskita Picciula nella Judeca Suttana del quartiere degli Ebrei prima della loro espulsione che si trovava presumibilmente all’altezza dell’attuale del 1492. In base agli antichi documenti che ci sono Vicolo degli Angeli, traversa di via S. Anna stati tramandati è possibile stabilire la delimitazione La caratteristica della comunità ebraica catanese del quartiere ebraico entro le mura della città. In era quella di essere stata ben accolta e di essere ben linea di massima si possono stabilire due zone della integrata nella città. Judeca: la Judeca Soprana e la Judeca Suttana. Il [C. D. CARONDA] confine delle due Judeche è ipotizzabile nell’attuale cortile Pantaleone e via Orfanelli. La Judeca Suprana, il più antico insediamento Francesi e spagnoli ebraico, si estendeva dall’attuale via Pozzo Mulino Con Federico II il regno di Sicilia raggiunse alti fino all’attuale ospedale s. Marta, Bastione degli livelli di prosperità. Con l’ascesa al trono di Sicilia di Infetti, Bastione del Tindaro e a sud fino alla zona di Manfredi, il regno aveva raggiunto una sua stabilità, piazza Machiavelli. Era la zona cosiddetta dei servizi: ma morirà in battaglia presso Benevento, sconfitto vi si trovavano l’ospedale, il macello. Della Judeca da Carlo D’Angiò, che grazie a quella vittoria si Superiore, compresa entro le cinta delle mura norman- impadronì della corona di Sicilia. 17

Il Castello Ursino con l’Etna sullo sfondo Cavaliere

Tuttavia anche Pietro III d’Aragona avanzava pre- Successivamente la corona insieme al trono di Sicilia tese sul trono di Sicilia avendo sposato Costanza, passò a Carlo V. Dopo la pace di Utrecht la Sicilia fu figlia di Manfredi. Egli seppe sfruttare l’occasione assegnata a Vittorio Amedeo II di Savoia e, nel 1734, della sommossa del Vespro del 1282, che iniziò a la corona di Sicilia passò ai Borbone. Palermo e si diffuse in tutta l’isola. Il pretesto fu dato [I. C. PETRARCA] dalle provocazioni di un soldato francese, Drouet, che fece offesa, davanti alla chiesa di Santo Spirito, ad una giovane sposa che si recava a messa. Periodo borbonico Una delegazione di nobili messinesi fu mandata a Durante il periodo borbonico Catania, pur tra chiedere aiuto a Pietro III d’Aragona che sbarcò a varie vicende drammatiche (come il colera del 1837 Trapani il 30 agosto, proclamandosi re di Sicilia. Nel o i vari moti che esplodono nel corso degli anni), 1285 gli successe il figlio Giacomo e quindi, nel approfittando della crisi di Messina, afferma il suo 1298, Federico. ruolo di centro di riferimento per gran parte della Federico sposò Eleonora, figlia di Carlo d’Angiò e Sicilia orientale. La città prosegue la sua ricostruzio- la giovane coppia si trasferì a Catania che, per 200 ne e si dota via via di numerose opere pubbliche e anni, rimase capitale del regno. A seguito di una importanti edifici religiosi e civili. Approfittando della congiura cittadina la città fu consegnata a Roberto riforma amministrativa del 1819 si affermerà come d’Angiò. Il re ritornò trionfalmente dopo la pace di capoluogo non solo amministrativo ma economico e Caltabellotta. La firma di questa pace poneva fine culturale di un’area più ampia dei confini ammini- alla guerra del Vespro. strativi della provincia. Il porto, la rete viaria che la Nel 1381 al largo di Ognina si svolse un’epica collega ai comuni etnei, sono alla base del suo svi- battaglia tra gli Angioini e Aragonesi. Catania era cir- luppo economico che a un certo punto si scontra condata dalle truppe nemiche; i catanesi attaccaro- però con le difficoltà e i limiti della monarchia borbo- no al grido di sant’Agata e Alagona e le truppe nica la cui azione appare incerta e contraddittoria Angioine batterono in ritirata. Ferdinando di Castiglia negli ultimi anni a causa delle crescenti difficoltà nel 1412 divenne re di Sicilia; gli successe il figlio finanziarie e politiche mentre avanza l’aspirazione Alfonso V d’Aragona che promosse, nel 1434, la fon- all’unificazione nazionale. dazione dell’Università, la seconda dopo Napoli. [I. C. VITTORINO DA FELTRE] 18 Fontana dell’Elefante Fontana dell’Elefante

Dall’unità ai giorni nostri Drammatici furono invece gli anni della guerra Il 31 maggio 1860 i cittadini si ribellarono contro che causò, soprattutto nei mesi conclusivi, morti e le milizie borboniche che furono costrette ad abban- distruzioni anche in città a causa degli attacchi aerei donare Catania. Nel luglio del 1860 entrarono in città anglo-americani. In questo periodo, come in tutte le le truppe garibaldine. altre città, l’attività economica è particolarmente Un grande dinamismo caratterizza la città nei condizionata dal diffondersi del mercato nero. primi decenni dopo l’unificazione. Nel 1865 fu inau- L’incubo delle guerra per i catanesi finì alle ore gurato un nuovo giardino pubblico, la ‘Villa Bellini’ e 8.30 del 5 Agosto 1943 quando le truppe anglo- nel 1866 la linea ferroviaria Catania-Messina, grazie americane entrarono vittoriose in città. Ma la libera- alla quale alcuni prodotti, come gli agrumi e lo zolfo, zione non preservò la città da una fase negativa: renderanno Catania un polo commerciale. contrabbando, mafia, brigantaggio continueranno Il progresso economico e demografico identifica- ad avere il sopravvento. no la città, conosciuta ormai con il soprannome di A cavallo tra gli anni 50-60 la crisi economica fu ‘Milano del sud’: nel 1866 Catania venne illuminata superata dalla voglia di rinascita dei catanesi: ritor- grazie al gas e nel 1872 si iniziò a costruire il nuovo na il mito della ‘Milano del sud’ grazie alla nascita di porto. nuove imprese ma soprattutto dal tumultuoso svi- Agli inizi del ‘900 la crescita demografica prose- luppo dell’attività edilizia che avverrà in maniera gue senza sosta, e l’attività amministrativa di De molto disordinata con la creazione di nuovi quartie- Felice segna un momento di grandi trasformazioni e ri non sempre accompagnati da un adeguato svilup- di grandi speranze. L’economia cittadina tra gli anni po delle strutture necessarie per la vita collettiva. ‘20-’30 subisce però una grave battuta d’arresto a Purtroppo il rilancio economico e culturale negli causa della crisi del commercio dello zolfo siciliano anni ‘70 sarà macchiato dal fenomeno mafioso che che costituiva la principale attività economica che condizionerà la vita civile e le attività economiche e faceva da traino a tante altre ad essa collegate. politiche. Solo negli anni ‘90 l’economia comincia a Seguono gli anni della dittatura fascista durante i riprendersi e Catania ritorna ad essere un ‘salotto quali la situazione economica non subisce particola- dove è possibile passeggiare e divertirsi fino a tarda ri modifiche ma si consolida secondo gli equilibri notte’. definiti dal regime. [I. C. DE ROBERTO] 19 Nascita e distruzione di una città abbiamo la porta Uzeda e il palazzo del Seminario, L’antichissima collocazione di Catania, al tempo sorgeva l’Università; il lato Nord della piazza era occu- dei Siculi, è difficile da individuare in modo esatto ai pato da botteghe, uffici e dalle carceri; dietro il giorni nostri. Abbiamo infatti poche notizie sulla topo- Municipio sorgeva la via Luminaria (oggi via Manzoni), grafia di Catania sicula e greca. Con certezza si può che cominciava dal mare, dalla porta di Carlo V, tut- affermare che la città antica era situata in gran parte t’ora visibile all’interno della pescheria e arrivava alla sulla collina, dove ora si trova il convento dei porta di Aci, ove ora è piazza Stesicoro. Le mura della Benedettini, la collina di Montevergine. Notizie più città furono iniziate nel 1541, in rinforzo di quelle anti- certe si hanno invece sulla topografia di Catania nel che, come difesa dalle continue incursioni dei pirati; periodo della dominazione romana. Di essa rimane un esse erano distribuite su un circuito di cinque chilome- importante numero di opere come: le Terme Achilliane tri, che seguiva pressappoco il percorso dell’attuale via Plebiscito. Le porte erano sette, di queste l’unica che si trovano sotto la Cattedrale, a piazza Duomo, il rimasta è la porta di Carlo V, le altre furono distrutte, grandioso Anfiteatro romano, che si estende da piazza assieme alle poderose mura, dalla lava del 1669 e dal Stesicoro fino oltre via Penninello, il Teatro greco, sito terremoto del 1693, che annientò quasi del tutto la in via Vittorio Emanuele, e l’Odeon. città di Catania e gran parte della Sicilia sud-orientale Del periodo bizantino pochi sono i monumenti (all’epoca Val di Noto). La città fu ricostruita nel corso rimasti, tra essi la cappella Bonaiuto, sita in via del ‘700, secondo le indicazioni del duca Giuseppe Bonaiuto, alla Civita. Ancora in questo periodo la topo- Lanza di Camastra. grafia della città si allarga con la fondazione della bor- gata di Nesima, nome forse derivato dal nome greco di [I. C. MAZZINI-DI BARTOLO] un proprietario di quei luoghi, Onèsimo. Nessuna trac- cia è rimasta invece del periodo della presenza araba. Nel periodo normanno-svevo venne costruita la catte- Catania ricostruita drale-fortezza di s. Agata, affacciata sul mare; attorno Dopo il terribile terremoto che la domenica 11 gen- ad essa sorse la città medievale, la Civita. naio 1693 colpì la Sicilia orientale con epicentro presso Il monumento più imponente, costruito nel periodo la città di Noto e rase al suolo anche la città di Catania, medievale, fu il Castello Ursino (1239). In questo perio- il duca di Camastra, esplorando la città “desolata” do piazza Duomo era diversa da com’è ora: di fronte la indicò i criteri da seguire per la ricostruzione, avvalen- Cattedrale, sulla sinistra c’era il Municipio; dove ora dosi dell’ingeniero De Grunembergh, ma anche di altri 20

Terremoto del 1693 Ricostruzione di Catania dopo il terremoto del 1693 ingegneri e architetti. Prevalse il criterio di dare alla Via san Filippo Via Garibaldi città lo schema ortogonale di assi viari rettilinei con Piano san Filippo Piazza Mazzini due vie principali: il cardo, da nord a sud, la via Uzeda, Piano dei Triscioni Piazza santa Nicolella ora via Etnea, e il decumano: da est ad ovest, la via Piano quattro cantoniere Quattro canti Lanza, oggi via A. di Sangiuliano, dalle quali sempre Piano di san Nicolò Piazza Dante con innesti ad angolo retto si dipartivano le altre stra- Piano della Sigona Piazza Manganelli de. Scompaiono le mura, quelle sopravvissute al terre- Piano nostra signora dell’Idria Piazza dei Miracoli moto furono inglobate dai nuovi edifici (si veda ad esempio la facciata sul porto di ). La ricostruzione impegnò la città per tutto il Nell’atto notarile del 28 giugno 1694, stipulato Settecento e parte del primo Ottocento. presso il notaro D. Erasmo Rapisarda si sottolineano la [I. C. PARINI] “vastità di vedute e l’elevatezza di idee del Camastra il quale sostenne che la città venisse ricostruita nello stesso sito, con abbondanza di acqua, aria salubre, La crescita urbana tra processi mare vicino, mura e fortificazioni pressoché intatte, e progetti (‘800-900) strade a linea retta ed ampie.” Con l’istituzione delle Intendenze viene promossa L'aristocrazia catanese ebbe modo di acquistare la sistemazione viaria del territorio. Nel 1832, essendo tanti terreni anche nelle zone popolari e far costruire ritornato un clima di stabilità economica, l’Intendenza, case e palazzi che in seguito furono venduti ad un con la pianta della città realizzata da Sebastiano Ittar, prezzo maggiore mentre, nel leggere i nomi di un tenta di programmare la crescita urbana. Tale pianta è tempo ora modificati si percepisce la presenza della il primo documento che permette una valutazione pre- chiesa catanese, ricca di monasteri e conventi cisa dell’espansione urbana 140 anni dopo il terremoto del 1693. Nella seconda metà del secolo, l’eccessiva cresci- Nomi di vie e piazze ta della popolazione urbana porta la città a tentare di IERI OGGI dotarsi di un piano regolatore. Nel piano del 1888 l’in- Strada Uzeda Via Etnea gegnere comunale B. Gentile Cusa prevede l’apertura Via Lanza Via A. di Sangiuliano di una nuova grande strada che doveva collegare la Via San Francesco Via Crociferi città da ovest ad est, con diverse piazze che doveva- 21 Piazza Duomo

no animare il nuovo viale. Il piano non venne mai ti coinvolgono la città e si costruisce anche un nuovo approvato, ma ha influenzato lo sviluppo della città palazzo di giustizia sito in piazza Verga. almeno fino al primo dopoguerra. Il primo tratto ad [S.M.S. CAVOUR] essere realizzato (1879-1882) avrà la parte nuova della Villa a mezzogiorno, un’ampia piazza nel lato opposto, una serie di villini aristocratici progettati dai più illustri La grande trasformazione del secondo degli architetti dell’epoca, come Sada, Filadelfo e dopoguerra Francesco Fichera, nel rimanente tratto e si chiamerà Nell’immediato dopoguerra si ha una forte immi- viale Regina Margherita. Questo tratto del viale ancora grazione dai centri rurali della provincia in direzione del oggi è il più elegante tra i quattro tratti in cui si artico- capoluogo, nelle aree periferiche si ha un notevole la la grande strada. Pochi anni dopo seguì l’apertura aumento dell’edilizia privata e di quella sovvenzionata. del viale XX Settembre tra via Etnea e piazza Giovanni Da questo momento in poi, in assenza di un Piano Verga. Gli edifici più interessanti dei primi anni del regolatore, la città è sottoposta ad un impressionante Novecento sorti lungo il viale XX Settembre sono: la “sacco edilizio” solo in apparenza permesso dal rego- Villa Miranda (1905) e l’ex palazzo Monaco con le lamento edilizio del 1935. cariatidi dello scultore G. Moschetti e i soffitti affresca- Episodio fondamentale dello sviluppo urbano di ti da A. Abate. Seguono negli anni trenta i due palazzi questo periodo, è lo sventramento del quartiere di s. di largo dei Vespri dell’ing. Mastrogiacomo. In questo Berillo che, partendo da una vecchia proposta del stesso periodo cominciò a svilupparsi anche il quartie- 1913 dell’amministrazione social-riformista, guidata re cosiddetto di via Androne mentre il quartiere di Cibali da G. De Felice-Giuffrida, riproposta tra le due guerre arrivò fin sulla piazza s. Maria di Gesù. In parallelo col dall’amministrazione fascista, è approvata e realizzata viale XX Settembre, fino a piazza Giovanni Verga, si svi- nel 1956 dall’amministrazione democristiana. Questa luppò tutto il quartiere di via Umberto, inaugurata nel operazione conduce alla costruzione di una nuova 1890. Nei primi anni del Novecento si tentò di approva- area metropolitana per gli scambi ed il commercio re un Piano Edilizio di risanamento, allo scopo di colle- (banche, uffici, negozi, centri direzionali), e di un’arte- gare i nuovi quartieri con quelli storici più popolari. Ma ria che collega il centro storico alla stazione ferroviaria a causa di difficoltà politiche ed economiche il proget- (corso Sicilia, corso Martiri della Libertà), e al conse- to non trovò applicazione. Intorno agli anni Trenta e guente spostamento in varie parti periferiche della Quaranta, con l’interruzione della guerra, nuovi proget- città di ben 10.000 persone. 22 Sventramento del corso Sicilia negli anni ‘50 Corso Sicilia

Attualmente il famoso corso Sicilia è composto da tranne una vecchia chiesa rimasta al centro. La via Di grandi palazzi realizzati negli anni ‘60 dove sono stati Prima, oggi via De Curtis, è molto degradata, per metà insediati bar, banche, negozi. Questo fa sì che la sera, è nuova, l’altra metà è vecchia e alcuni edifici sono alla chiusura delle attività commerciali, diventi una addirittura pericolanti. Fortunatamente l’ex piazza strada priva di vita. Cappellini, ora dedicata al giudice G. Falcone, è stata Questa operazione tuttavia non è stata completata riqualificata e resa più attraente mentre la chiesa del in tutti i suoi aspetti per cui accanto ai nuovi palazzi, Crocifisso della Buona Morte che si era salvata dagli molto curati dal punto di vista architettonico, convivo- sventramenti degli anni ‘60, è stata opportunamente no strutture edilizie fatiscenti e abbandonate. restaurata. Diamo adesso un’occhiata a questa cartina. Gli edifici a ridosso di corso Sicilia sono molto più nuovi di quelli del lato opposto. In questa via i negozi appartengono a ragazzi di colore, le case sono disabi- tate, cadono quasi a pezzi. Più avanti, superato uno svincolo, si nota un vuoto nel quale è stato collocato un parcheggio abusivo. Anche in via s. Maria di Betlemme, se si guarda da una parte tutto è nuovo, da quella opposta tutto è vecchio. Percorrendo altri 100 metri si va verso la via più brutta di Catania, frequentata da prostitute e posteg- giatori abusivi. Molte altre strade del quartiere sono fatiscenti con pericolo di crolli; ci sono addirittura alcu- ni divieti di transito anche per i pedoni. Sembra quasi di essere in due realtà differenti! [I. C. CAPUANA-PIRANDELLO]

Come si vede, la piazza Stesicoro è il punto di col- legamento fra la zona vecchia e quella nuova. La piaz- za Spirito Santo è quasi tutta di nuova costruzione

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Anfiteatro romano

Catania greca inferiore solo al Colosseo di Roma. Gran parte della La storia di Catania greca occupa un arco di tempo cinta muraria della città fu costruita con materiali pro- lungo, ma ben poche sono le testimonianze di quel venienti dall’anfiteatro. periodo, sia per le colate laviche che hanno distrutto Dalla via Vittorio Emanuele si accede al Teatro risa- l’antico insediamento, sia perché la città romana si svi- lente al II secolo, probabilmente costruito su un pree- luppò su quella greca. sistente teatro greco. Accanto ad esso sorge l’Odeon, Fondata dai Calcidesi di Naxos nel 729 a.C. alle presumibilmente utilizzato per spettacoli musicali. falde dell’Etna, su una collina (attuale zona del Catania romana fu ricca anche di fori, di terme, di Monastero dei Benedettini) che dominava il mare sotto- basiliche e di acquedotti. Resti di terme romane si stante, la città aveva probabilmente i seguenti confini: a trovano in via della Rotonda (Terme della Rotonda), in Nord poco oltre l’Anfiteatro Romano, come testimonia piazza Currò (Terme dell’Indirizzo), sotto piazza la scoperta di necropoli in via Dottor Consoli, in via Duomo (Terme Achilliane); l’Acquedotto romano (I Etnea e in piazza Carlo Alberto; a Est dall’anfiteatro secolo d.C.) portava a Catania le acque di santa Maria all’Arcivescovado e, lungo la linea dell’antica costa, fino di Licodia e di Valcorrente. Se ne possono ammirare a Castello Ursino, zona in cui dovrebbe trovarsi l’antico ancora i resti lungo la via Grassi. porto; a Sud e a Ovest i confini in parte seguivano il La Naumachia, il Circo e il Ginnasio furono coperti percorso di via Plebiscito. I resti sono pochi e si limita- dalla lava della terribile eruzione del 1669, ma abbiamo no ad alcune tracce dell’acropoli e di un tempio dedi- ancora i resti del Foro romano nel cortile s. cato a Demetra, al Teatro e all’Odeon, poi ristrutturati Pantaleone mentre in via Ipogeo e al viale Regina completamente dai Romani, a pochi insediamenti nel- Margherita, nella villa Modica, sono stati rinvenuti l’area del Castello Ursino. monumenti funerari romani. [I. C. UNGARETTI] Catania romana I resti di Catania romana sono invece imponenti, L’arte bizantina basti pensare all’Anfiteatro romano di piazza L’architettura bizantina è essenzialmente religiosa e Stesicoro che si trova nel cuore della città. si manifesta con la costruzione di chiese a struttura L’importanza della Catania romana è testimoniata pro- basilicale e a struttura centrale. La scultura ha una fun- prio dall’anfiteatro catanese che, come grandezza, è zione decorativa in capitelli e sarcofagi e rappresenta 24

Acquedotto greco Torre Carlo V intrecci geometrici e figure umane ed animali. La pittu- raffigurata una croce legata con rami di palma. Sulla ra si caratterizza per le icone e i mosaici. Le immagini facciata del lato sinistro, in una raffigurazione sculto- umane raffigurano solo simboli del potere temporale e rea rovinata, si vede una mezza figura d’uomo, Cristo spirituale. coronato da un’aureola che tiene nella mano sinistra La cappella Bonaiuto. Inizialmente conosciuta un libro chiuso e alza la destra in segno di benedizio- come chiesetta del san Salvatore, la cappella Bonaiuto ne su una figura di donna, probabilmente s. Agata. ha acquisito questo nome dalla famiglia nobiliare che S. Gaetano alle grotte. All’interno della navata ne divenne proprietaria. Entrando nell’edificio si nota- della Chiesa una serie di gradini porta ad una grotta no tre absidi che riprendono la tipologia delle piccole lavica nella quale si trova un’immagine dipinta sul basiliche bizantine, molto comuni in Sicilia durante il VI muro. Tale vano per la sua tipologia e per l’età dell’im- secolo. Le tre absidi, semicircolari all’interno e poligo- magine dipinta è da riferire al periodo bizantino (VIII nali all’esterno, sono giustapposte ad un quadrato su secolo). cui si imposta una cupola emisferica innestata con la Basilica di via Dottor Consoli. In via Dottor parte inferiore attraverso raccordi angolari e pennac- Consoli, dove oggi si trova il civico n. 10, sorgeva una chi. In base alle tipologie architettoniche e ai ritrova- basilica costruita durante il VI secolo d.C. in cui c’era- menti di lucerne e frammenti di un affresco, è databile no dei mosaici bizantini, tra i più belli del periodo per al VI-VII secolo. la loro decorazione. I mosaici sono stati “strappati” Chiesa di s. Maria della rotonda. Chiamata così in negli anni ‘50 dal Prof. Rizza per salvarli dai lavori dei epoca bizantina, era in età romana un edificio termale. cantieri edili. Conservati al museo del castello Ursino, Il vano circolare della chiesa è circondato da tre nic- sono adesso presso la Sovrintendenza dei Beni chie. Le vasche in esse contenute furono colmate e Culturali. trasformate in cappelle. In una cappella è visibile l’im- [I. C. MONTEROSSO] magine della Madonna con Bambino a cui la chiesa è dedicata. Degli affreschi rimangono solo poche tracce. Il sarcofago di s. Agata a s. Agata la vetere. Il L’architettura medievale sarcofago di s. Agata si trova nell’abside di questa Il Duomo. L’edificio, fatto costruire da Ruggero il chiesa. Sormontato da un coperchio di pietra di età normanno nell’XI secolo sulle antiche terme achilliane, bizantina è composto da due pezzi spioventi orlati da era una “Ecclesia Munita”, cioè “cattedrale fortezza”. una ricca decorazione con fregi a ramo di ulivo in cui è Dell’antica costruzione, distrutta dal terremoto del 25 Castello Ursino Garitta

1169, oggi sono visibili le absidi normanne e le basi pietra bianca. Lungo la cinta difensiva vi erano undici delle colonne sveve. baluardi e sette porte che al tramonto venivano sbar- Il Castello Ursino. Oggi sede del museo civico, rate, rendendo la città inaccessibile. La cinta muraria venne edificato nei pressi della Rocca Saturnia tra il seguiva le attuali vie Dusmet, Porta di ferro, Teatro 1239 e il 1250 da Riccardo da Lentini per ordine di Massimo, Coppola, piazza Spirito Santo, piazza Federico II e faceva parte del sistema di fortificazioni Stesicoro e via Plebiscito. Oggi di questa cinta si pos- della città. Era a picco sul mare e ne venne allontana- sono vedere soltanto alcuni resti: la Porta dei Canali to dalla colata lavica del 1669 che ne colmò i fossati alla base dell’Arcivescovado con una parte di muro distruggendo i bastioni. Il nome “Ursino” deriva dalla lungo la via Dusmet, il bastione del santo Carcere, deformazione dialettale castrussino del nome latino ruderi dei bastioni di s. Giovanni (in via Cancello) e san castrum sinus. L’edificio è in pietra lavica, ha una pian- Michele (in via Coppola), brevi tratti di muro (nel vinco- ta quadrata con quattro torrioni circolari agli angoli e quattro torri mediane, di cui ne rimangono solo due. lo della Sfera, in via Plebiscito, nei pressi del pozzo di L’emblema dell’aquila che artiglia un agnello posto in Gammazita). un’edicola nel muro di cinta ricorda la punizione inflit- [I. C. MANZONI] ta ai catanesi per aver aderito alla Lega delle città guelfe. Sulla facciata orientale è ancora visibile il Alle spalle della chiesa di s. Maria in Ognina segno cabalistico della “pendalfa”a cinque punte. sopravvive una torre a pianta circolare. Danneggiata Le Mura di Carlo V. Delle costruzioni di Catania dal terremoto del 30 novembre 1542, fu ricostruita nel medioevale sono rimaste poche tracce a causa del 1578 per volontà del Viceré Marco Antonio Colonna terremoto del 1693. È comunque certo che già nel durante il regno di Carlo V. Oggi è utilizzata come cam- 1400 Catania era cinta da mura difensive costruite con panile della chiesa. materiale tolto all’anfiteatro. Nel 1500, a causa delle A integrazione infine del sistema difensivo, durante ripetute incursioni dei Turchi e dei corsari barbareschi lo stesso periodo, fu costruito un sistema di torrette tunisini e algerini, il viceré Ferdinando De Vega per costiere di avvistamento ordine dell’imperatore Carlo V diede inizio al restauro e per difendere la costa dalle all’ampliamento della cinta muraria cittadina esten- incursioni saracene. Ne sopravvivono due: una in piaz- dendo il suo perimetro da 4 a 6 chilometri, munendola za Europa e una in viale Artale Alagona, a Ognina. di bastioni e ornandola con eleganti conci di lava e di [I.C. PARINI] 26 Bastione del Tindaro Chiesa di san Nicola

Il barocco religioso di piazza Duomo maggiore si trova la Cappella di s. Agata, che custodi- e via Etnea sce le reliquie, lo scrigno con il velo e i preziosi; più a In seguito al disastroso terremoto del 9 gennaio destra c’è la tomba del viceré Ferdinando de Acuña; 1693 che la ridusse a un cumulo di macerie, la città di dall’altro lato c’è la cappella del Sacramento. Sul pre- Catania si trasformò in un enorme cantiere, attivo per sbiterio, nella semicalotta dell’abside un affresco di tutto il XVIII secolo; la ricostruzione degli edifici, delle G.B. Corradini rappresenta il trionfo di s. Agata (1628). strade e delle chiese distrutte fu affidata ad alcuni dei Nella chiesa sono seppelliti anche Vincenzo Bellini e il più grandi architetti del tempo: Alonzo di Benedetto e cardinale Dusmet. Un altare è dedicato a s. Giorgio: la Francesco Battaglia (entrambi catanesi), Girolamo tela di Girolamo La Manna (1624) lo raffigura come un Palazzotto (messinese), Giambattista Vaccarini (paler- cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede che mitano), Stefano Ittar (toscano) e molti altri. trionfa sul maligno. Vi sono anche vari dipinti di La Cattedrale. Distrutta dal terremoto, il vescovo Abbadessa e di Guglielmo Borremans. Un monumen- Riggio affidò l’incarico della sua ricostruzione a tale organo è posto sulla tribuna sopra l’ingresso prin- Girolamo Palazzotto (fra Liberato) mentre il completa- cipale. mento del prospetto è opera di Gian Battista Vaccarini, Collegiata o Regia cappella. Intitolata a s. Maria che progettò una facciata barocca, con colonne di dell’Elemosina, è a croce latina con tre navate, costrui- granito d’Egitto, inserendo nel secondo ordine s. ta all’inizio del ‘700 su progetto di Angelo Italia; il pro- Agata con angioletti e ai lati s. Berillo e s. Euplio; rea- spetto è di Stefano Ittar (1758), espressione del tardo lizzò anche la facciata settentrionale. Nell’Ottocento barocco catanese. Di Giuseppe Sciuti sono gli affre- furono aggiunti: la cupola, dall’architetto Carmelo schi delle volte e della cupola (Glorificazione di Maria) Battaglia, e il campanile, da Carmelo Sciuto Patti. e due enormi quadri laterali (Eugenio IV crea il capito- All’interno, nelle due torri, si trovano due cappelle: del lo dei canonici e Fedeli davanti l’edicola); inoltre vi si Crocifisso e della Madonna (nella torre di s. Giorgio, trovano opere di Olivio Sozzi (Gloria di s. Apollonia), dove sono seppelliti i sovrani aragonesi); ambedue Francesco Gramignani (s. Euplio e s. Agata condotta hanno un ingresso con portale marmoreo di G. B. al supplizio), di Fra Desiderio (Sacra famiglia); sull’alta- Mazzolo (1545), con bassorilievi che illustrano scene re l’icona della Madonna dell’Elemosina, di artigianato della vita della Vergine o della Passione di Cristo, russo, riproduce l’originale bizantina dispersa nel ter- sopra le porte si notano due lunette raffiguranti remoto del 1693. Pregevole è l’organo intagliato e l’Incoronazione di Maria e la Pietà. Accanto all’altare dorato del ‘700. 27 Prospetto della chiesa di san Nicola Chiesa san Nicola Portale di villa Cerami

S. Michele Arcangelo (Minoriti). Il progetto del lastroni di pietra lavica, su cui sono impresse le prospetto della chiesa è di Francesco Battaglia (1771). impronte dei piedi di s. Agata. Da una porticina si L’interno, a pianta centrale, ha una vasta cupola. Le accede alla cella in cui fu rinchiusa la santa. pale sugli altari raffigurano s. Michele Arcangelo, tavo- S. Agata la vetere. Ricostruita nel ‘700 a una sola la del ‘500 rivestita da lamine di argento sbalzato; s. navata, sul posto di una basilica paleocristiana a 3 Francesco Caracciolo; un Crocifisso marmoreo di A. navate, che comprendeva anche il Santo Carcere, Penna del ‘700 e un’Annunciazione di G. Borremans distrutta dal terremoto. In essa si trovano: l’arca lignea (1720). Sul presbiterio, un organo monumentale, con che contenne le spoglie di s. Agata per 500 anni, il sar- intarsi e fregi d’oro. cofago di s. Agata, un bassorilievo con s. Agata, s. S. Agata alla fornace (Carcara). È dedicata anche Pietro e l’angelo, una Madonna dei bambini di a s. Biagio. Era una semplice cappella che nel 1098 fu Giuseppe Sciuti. Qui vengono conservate alcune can- ampliata, fin dove lo consentiva il bastione del carcere delore, che rappresentano sette delle dodici categorie romano che la affianca. Rimodernata nel 1589, distrut- di lavoratori cittadini. ta dal terremoto del 1693, fu ricostruita nei primi anni L’insediamento del Borgo si formò per accogliere i del XVIII secolo. Il luogo dove sorge la chiesa si dice profughi delle campagne dopo l’eruzione del 1669. corrispondere al cortile del governatore Quinziano, nel Nell’attuale piazza Cavour si trovano, a nord, la chiesa punto in cui Agata subì il supplizio dei carboni ardenti. di s. Agata del Borgo e, a sud, la chiesa settecentesca All’interno del tempio, è visibile la fornace del martirio. del ss. Sacramento al Borgo. Da questo luogo, il 3 febbraio di ogni anno si diparte la La chiesa di s. Agata del Borgo. Fu eretta, a solenne processione per l’offerta della cera alla spese del Municipio, nel Piano delle Forche, dopo il Patrona. terremoto del 1693 e consacrata nel 1709. Nell’interno S. Agata al carcere. Nel prospetto l’architetto affreschi del pittore acese Lo Coco. Nella zona presbi- Francesco Battaglia fece inserire il portale romanico, teriale sono narrate le storie di s. Agata. Ai lati dell’or- ricco di figure grottesche di uomini e di animali, che gano due medaglioni narrano l’episodio dei fratelli Pii apparteneva alla cattedrale normanna crollata nel che, durante un’eruzione dell’Etna, si lanciarono tra le 1693. Dalla navata barocca si passa al nucleo antico lave per salvare i genitori malati rimasti intrappolati. (sec. XV). Il presbiterio è dell’800. Sull’altare si trova SS. Sacramento al Borgo. Risale alla fine del sec. una tavola raffigurante il Martirio di s. Agata, dipinta da XVII, costruita dalla Confraternita del ss. Sacramento. Bernardino Niger Grecus. In una teca si trovano due È preceduta da una breve scalinata in pietra lavica. 28

Via Crociferi Chiesa di s. Francesco Borgia

Sulla facciata sopra la porta è scolpito un ostensorio. La chiesa di s. Francesco Borgia presenta, in Vi si ammirano delle tele pregiate: di Salvatore Abbate cima ad una doppia scalinata, un’imponente facciata è “La Madonna del Carmelo” e “La Madonna da cui sporgono due coppie di colonne. Le nicchie Addolorata con il ss. Crocifisso”; del sacerdote don laterali, il timpano spezzato del portale e le estremità Tullio Allegra è “Il martirio di s. Lucia” e “Il Transito di dell’ordine superiore sono ornati da sculture. s. Giuseppe”. Di fianco alla chiesa c’è una torre qua- All’interno, affreschi di Sozzi e un notevole pulpito scol- drangolare con tre campane. pito in legno. A questa chiesa è annesso il collegio dei [I. C. BRANCATI] Gesuiti, con un cortile e un portico chiuso da colonne, attribuito al Vaccarini. Oggi è sede dell’Istituto d’Arte. Sul lato destro di via Crociferi, vi è la chiesa di s. Il barocco religioso di via Crociferi Giuliano, anch’essa progettata dal Vaccarini, con fac- Uno splendido esempio del barocco catanese è ciata curvilinea, ad unica navata ellittica. senza dubbio tutta la via Crociferi. Dopo il terremoto In fondo sulla sinistra, troviamo il convento dei del 1693 costituì uno dei cardini della città e prese Padri Crociferi e quindi la chiesa di s. Camillo, la cui questo nome dalla Chiesa di san Camillo dei Padri cro- facciata è stata completata dal Battaglia; al centro è ciferi, così chiamati per via di una croce rossa che por- situata la statua di s. Camillo. È preceduta da un’ele- tavano sull’abito talare. gante gradinata. All’interno la chiesa presenta una Adagiata sulla collina di Montevergine, su di essa si pianta ovale ed è abbellita da stucchi. concentrarono una serie di edifici religiosi. [I. C. CAMPANELLA-STURZO] All’estremità due importanti elementi architettonici si contrappongono: a sud l’arco di san Benedetto, fatto costruire abusivamente per collegare la Badia Grande Il monastero dei Benedettini del Monastero delle Benedettine con la Badia Piccola; Nella grande piazza Dante si trova l’imponente a nord il portale di villa Cerami. complesso monastico del monastero dei Benedettini. Nel primo tratto, a sinistra si trova la chiesa di s. È quasi una reggia, secondo in Europa dopo quello di Benedetto ricostruita agli inizi del ‘700 con una facciata Mafra in Portogallo. Sotto la guida di Valeriano De a due ordini, preceduta da una scalinata con cancellata Franchis nel 1558 fu posta la prima pietra dell’edificio in ferro battuto. L’interno è a navata unica. Nella volta e di pianta quadrata. L’antico monastero comprendeva nell’abside sono da notare gli affreschi di G. Tuccari. oltre l’immensa chiesa e la biblioteca (oggi biblioteca 29

Porta-Cappella casa Paternò Chiesa di santa Chiara Chiesa di san Placido

civica) anche giardini pensili e serre con coltivazioni Vaccarini si devono alcune delle opere che decorano pregiate. Il monastero fu danneggiato dalla lava del queste strade; il suo capolavoro è la chiesa della 1669 e successivamente dal terremoto del 1693. Fu Badia di s. Agata. Costruita tra il 1735 e il 1767, venne ricostruito quindi in stile barocco. Lo scalone d’onore edificata di fianco alla Cattedrale. Non molto lontano con rampe sostenute da colonne è opera di stile neo- dalla Badia di s. Agata si erge sulla piazza omonima la classico del Battaglia; è ornato da stucchi alle pareti chiesa di s. Placido, entrambe nel quartiere della che rappresentano la vita di s. Agata e di s. Nicola. Il Civita. Attraversando piazza Duomo, sempre sulla via primo chiostro reca al centro un chioschetto con Vittorio Emanuele, si incontra la chiesa di s. Agostino, decorazioni in ceramica di gusto neogotico; il secondo continuando la chiesa della ss. Trinità, alla quale si chiostro riutilizza le colonne marmoree di quello sei- affianca il monastero omonimo, costruita tra il 1746 e centesco e recava al centro una bella fontana poi il 1751. All’interno si possono ammirare opere su tela distrutta. L’edificio subì dopo l’unificazione un periodo di notevole valore artistico come il Battesimo di Gesù, di degrado. Gli ambienti monastici furono utilizzati la Madonna che appare a s. Giovanni Evangelista, la come scuole e anche come caserme. Nel 1977 è stato Trinità che appare a s. Benedetto; nella parte alta si donato dal Comune all’Università quale sede della incontra la chiesa dei santi Cosma e Damiano. A metà Facoltà di Lettere e Filosofia. Il restauro, sotto la guida di via Garibaldi, in fondo alla via s. Giovanni, si erge la dell’architetto Giancarlo De Carlo, ha consentito di maestosa chiesa di s. Maria dell’Aiuto. Al suo inter- riportare l’edificio all’antico splendore. no si può visitare la copia della Santa Casa di Loreto, Annessa al monastero è la grandiosa chiesa di san edificata intorno al 1740. Ritornando verso piazza Nicola, dalla facciata incompleta e famosa anche per Duomo incontriamo la chiesa di s. Chiara con annes- l’organo settecentesco costruito da Donato del Piano. so il monastero che oggi è sede di uffici comunali. [I.C. DORIA] [I. C. FONTANAROSSA]

Il barocco religioso di via Garibaldi Il barocco civile: un itinerario e via Vittorio Emanuele attraverso i palazzi dell’epoca A partire da piazza Duomo, verso ovest fu traccia- Il forestiero che oggi viene a Catania e risale il cen- ta via Garibaldi e un tratto del corso, oggi via Vittorio tro storico dal mare verso l’interno può ammirare una Emanuele, che si prolunga verso est, fino al mare. Al serie di palazzi civili accomunati da un medesimo stile. 30

Palazzo Biscari Porta ferdinandea di via Garibaldi

Il primo, con la sua lunga terrazza affacciata sulla mari- il prospetto del , costruito dal conte na costruita su un tratto delle mura erette nel ‘500 su Tezzano e donato alla città come ospedale (l’antico ordine di Carlo V, è palazzo Biscari, con i finestroni ospedale s. Marco). decorati in pieno stile barocco, capolavoro di Antonio In fondo a via Crociferi si ammira il portale di ingres- Amato; l’interno del palazzo è costituito da una lunga so della villa Cerami mentre all’inizio, all’angolo con via serie di stanze e di saloni affrescati che vengono anco- Vittorio Emanuele, sorge il palazzo Gravina Cruyllas. ra utilizzati per feste e matrimoni di gran lusso. Sulla stessa via, verso il Duomo, c’è il palazzo Bruca Procedendo oltre la Porta Uzeda al principio della via e, andando verso il mare, si trovano i palazzi Valle, Garibaldi si incontrano il palazzo Pardo, architettoni- Serravalle e Reburdone; nei dintorni, in piazza Cutelli, camente forse ancor più ricco degli altri, e palazzo il Convitto Cutelli o, come veniva definito nel passato, Marletta, più sobrio. Alla fine di questa via, fa da sfon- il Collegio dei Nobili, con il cortile circolare decorato do la Porta Garibaldi, chiamato dai catanesi il con motivi in pietra bianca e lava nera. Nella vicina via ‘Fortino’, che in effetti è un arco trionfale edificato nel Serravalle si incontra la Casa di Vaccarini. 1768 per le nozze del re Ferdinando IV di Borbone. [I. C. PESTALOZZI] Tornando a piazza Duomo e risalendo la via Etnea verso piazza Stesicoro vi è il palazzo Sangiuliano, risalente al 1745 e completato dal Vaccarini; di fronte L’architettura dell’Ottocento è il palazzo dell’Università. Lasciata la piazza, a In questo periodo nella nostra città non furono poche decine di metri dalla Collegiata si giunge ai costruiti edifici religiosi o grandi palazzi nobiliari ma pre- “Quattro Canti” e sulla sinistra troviamo palazzo s. valentemente opere pubbliche; poche nell’ultima fase Demetrio, il primo ad essere ricostruito dopo il terre- del regno borbonico, più numerose dopo l’unità d’Italia. moto del 1693, ricchissimo di decorazioni in pietra Lungo la via Di Sangiuliano, all’incrocio con via Crispi, bianca. Proseguendo, all’angolo con via Sangiuliano, troviamo l’antico Carcere borbonico, oggi adibito a si possono ammirare altri splendidi edifici in stile caserma della Polizia di Stato, costruito tra il 1826 e il barocco, tra cui palazzo Manganelli, dalla ricca deco- 1831 dall’architetto Mario Musumeci; ha una forma ret- razione, dove sono state girate alcune scene del film ‘Il tangolare di tre piani e al centro della facciata occidenta- Gattopardo’ di Luchino Visconti, tratto dal celebre le si trova un orologio che scandiva le ore ai prigionieri. romanzo di Tomasi di Lampedusa. Giunti a piazza Lungo la via Garibaldi, all’incrocio con via Stesicoro sulle rovine dell’anfiteatro romano si affaccia Quartiere Militare, troviamo l’omonimo edificio 33

Villa Manganelli Chiosco Vezzosi

costruito nel 1822 per alloggiare la Cavalleria Reale e Risalgono infatti a questo periodo la cupola e la balau- più tardi trasformato in Manifattura dei tabacchi. stra ornata da cinque statue dei santi, che chiude il Con l’avvento del nuovo Stato unitario Catania si giardino della Cattedrale. arricchì di edifici destinati soprattutto a servizi pubbli- Accanto al palazzo dei Chierici spicca inoltre la fon- ci. La stazione ferroviaria fu inaugurata nel 1866; col- tana dell’Amenano, realizzata nel 1867 dal napoletano legava, in un primo tempo, Catania e Messina, poi Tito Angelini per rendere visibile il corso del fiume sep- Palermo e Siracusa. Per questo collegamento fu pellito dalla lava. Risalendo verso piazza s. Francesco necessario costruire una serie di archi, gli archi della troviamo invece il monumento al cardinale Dusmet. marina, eretti nella zona prospiciente il mare. Verso la fine del secolo furono costruiti l’ospedale Attorno alla stazione sorse quindi una zona indu- Vittorio Emanuele, sorto sul terreno di proprietà dei striale caratterizzata soprattutto da fabbriche adibite Benedettini ed inaugurato nel 1880, e l’ospedale alla lavorazione dello zolfo con alte ciminiere. I resti di Garibaldi, edificato su di un area appartenuta ai frati queste fabbriche, dopo un lungo periodo di abbando- cappuccini, che si trova in piazza s. Maria del Gesù, no, sono stati oggi restaurati e destinati a luogo per riutilizzando un fabbricato che prima era stato adibito congressi, mostre ed esibizioni. alla lavorazione della seta e successivamente ad ospi- Non distante dal Carcere borbonico sorse il Teatro zio dei poveri. Massimo ‘Vincenzo Bellini’, opera degli architetti In via Zurria, una traversa di via Plebiscito dal lato Scala e Sada, inaugurato nel 1890. Il prospetto, è ricco del porto, si trova il complesso architettonico dell’ex di decorazioni; l’interno, con cinque ordini di palchi, ha macello pubblico, da poco restaurato ed adibito a una perfetta acustica ed è arredato con eleganza e Centro Polifunzionale. adornato da pitture e stucchi. Infine sempre in questo periodo fu approntato il All’inizio di via Dusmet, sulla destra, ecco villa cimitero comunale, sito nella parte periferica sud- Pacini, così chiamata in onore del famoso musicista, a ovest della città, che presenta un ingresso con tre can- cui è stato eretto un busto marmoreo. Realizzata nel celli aggiunto nel 1870. 1866, è attraversata dal fiume Amenano per mezzo di La costruzione privata più significativa, il palazzo un suggestivo canale: punto d’incontro per gli anziani, Paternò del Toscano, la troviamo invece in piazza è per questo detta “Villa varagghi”, cioè degli sbadigli. Stesicoro. Iniziato nel 1700, fu completato nella Attraversando Porta Uzeda si ritorna a piazza seconda metà dell’Ottocento. Duomo per osservarvi alcuni interventi ottocenteschi. [I. C. VESPUCCI] 34

Negozio Frigeri Cancellata di villa Del Grado

L’architettura della prima metà quest’ultimo era ubicato in piazza Duomo e in seguito del Novecento fu trasportato in piazza Vittorio Emanuele, dove si Nell’arco di tempo che lega gli ultimi decenni trova ancora oggi. dell’Ottocento ai primi del Novecento, anche nella Altro grande architetto del periodo fu Francesco nostra città si realizzarono delle opere in stile Liberty. Fichera che fu protagonista sia della stagione Liberty Lungo le nuove strade aperte alla fine del secolo che di quella Decò. Il palazzo delle Poste, in via sorsero infatti molte ville in questo stile, fra cui villa Etnea, è una delle sue opere più importanti, a cui si Bonaiuto, villa Del Grado, villa Miranda, palazzo può accostare il palazzo di Giustizia, la cui realizza- Monaco, la Clinica Clementi, la palazzina della zione durerà oltre 15 anni e che è caratterizzato sulla Società elettrica. facciata principale dalla colossale raffigurazione della In occasione della II Mostra agricola siciliana del dea della giustizia, opera dello scultore Lazzaro. 1907, i chioschi in legno per ospitare l’esposizione Anche la stagione del Decò ha lasciato a Catania furono costruiti in stile liberty, ma l’esempio più signifi- tracce significative soprattutto nell’edilizia privata, cativo di questa nuova moda architettonica e decora- nella zona di via De Felice e in quella compresa fra via tiva è dato dal teatro Sangiorgi, un complesso com- Androne e piazza Montessori. Questo stile ritorna prendente: teatro, cafè-chantant, albergo e ristorante. anche in alcuni edifici di edilizia popolare nella zona Ernesto Basile nel 1907 realizza in Corso Italia la attorno allo stadio di piazza Spedini. villa Manganelli che si caratterizza per l’imponente [I. C. MUSCO] facciata in cima ad una grande scala da palcoscenico, con le torrette angolari poste di sbieco. Un piccolo capolavoro del ‘900 catanese è il nego- zio Frigeri in via Manzoni. All’inizio del ‘900 nascono i primi chioschi per le bibite che saranno elemento caratterizzante sia dal- l’architettura del tempo sia delle serate catanesi. Il più antico è quello della famiglia Costa in piazza Spirito Santo, che un tempo si trovava in piazza Stesicoro. Il chiosco è in stile liberty come quello progettato dall’ar- chitetto Basile per la famiglia Vezzosi. Inizialmente 36

Dall’alto: cimitero; ospedale Garibaldi; ospedale Vittorio Emanuele stazione ferroviaria; fontana dell’Amenano; Teatro Bellini; ex macello; villa Pacini I monumenti e le fontane La statua di s. Agata, posta su un’alta colonna di Il centro storico di Catania ha molte piazze in cui marmo proveniente dall’Anfiteatro romano, si trova in sorgono monumenti e fontane. Inizialmente le fontane piazza dei Martiri e ricorda la peste del 1743. La fon- servivano soprattutto a rifornire la città, quando l’ac- tana di Cerere, dea del frumento, ha invece una sto- qua potabile non arrivava nelle case. Le più antiche ria più complicata. Eretta da Giuseppe Orlando nel sono la Fontana dei sette canali, che si trova in 1757, durante il regno di Carlo III di Borbone, era stata pescheria ed è stata costruita nel 1612 al tempo di inizialmente collocata in piazza Università ma, non Filippo III, re di Spagna e di Sicilia, e la fontanella di essendo più gradita ai catanesi, fu trasferita in piazza sant’Agata, costruita nel 1621 per volere del Borgo e chiamata con disprezzo a Tapallira do Burgu. Governatore Francesco Lanario e si trova in via Dentro e di fronte alla villa Pacini sorgono tra statue Dusmet. Fu costruita per ricordare il punto dal quale curiose, perché senza testa. Esse rappresentano i re partì per Costantinopoli il corpo di s. Agata che era borbonici Francesco I, Ferdinando I e Ferdinando II e stato rubato dal generale bizantino Giorgio Maniace. originariamente erano collocate in posti più centrali. A partire dalla ricostruzione dopo il terremoto furo- Furono decapitate durante il periodo risorgimentale e no previste diverse piazze con al centro elementi orna- solo recentemente sono state tirate fuori dai magazzi- mentali. Molte di esse sono fontane che comprendono ni dove erano finite. anche sculture e monumenti. La più famosa è la fonta- La fontana dell’Amenano, posta all’ingresso della na dell’Elefante, che risale al 1735 e si trova al centro pescheria in piazza Duomo, fu realizzata dallo scultore della piazza Duomo. Il monumento più importante e Tito Angelini nel 1867 e utilizza l’acqua di un fiume sot- famoso è quello posto al centro della fontana detta terraneo. Per effetto della caduta dell’acqua dalla appunto dell’Elefante, opera del Vaccarini. Egli recupe- vasca superiore i catanesi la chiamano acqua ‘a linzo- rò una scultura in pietra lavica già esistente e vi pose sopra un antico obelisco egiziano che reca incisa, in lu (acqua a lenzuolo). caratteri geroglifici, il racconto del mito della dea Iside. Nel 1882, in piazza Stesicoro, fu innalzato il monu- In cima all’obelisco pose infine i simboli che richiama- mento al grande musicista catanese Vincenzo Bellini; no la storia di s. Agata. Sui lati sono due bassorilievi alla base sono rappresentate le sue opere più impor- che simboleggiano i due principali fiumi del territorio tanti: Norma, I puritani, La sonnambula, Il pirata. catanese, il Simeto e l’Amenano. È chiamata dai cata- La fontana di Proserpina si trova in piazza nesi u’ liotru ed è diventata il simbolo della città. Giovanni XXIII, alla stazione. Fu eretta da Giulio 38 Piazza Duomo Fontana di sant’Agata Piazza Roma

Moschetti nel 1900 e rappresenta il ratto di Proserpina, di largo Paisiello scavata nella pietra lavica, la fonta- figlia di Cerere, da parte di Plutone. na dei Delfini in piazza Teatro Massimo, la fontana di Per ricordare il re Umberto I, molto amato dai cata- piazza s. M. di Gesù. nesi e ucciso a Monza da un anarchico, gli fu eretta nel [C. D. DIAZ e C. D. S. G. BOSCO] 1911 una statua equestre in piazza Roma, lungo il viale dedicato alla sua vedova, la regina Margherita. In piazza s. Francesco d’Assisi sorge il monumen- I teatri to al cardinale Dusmet, del 1935, la cui statua è pog- Il fu progettato da Carlo giata su un alto basamento di pietra bianca. Ai lati Sada e inaugurato nel 1890. Il prospetto è ricco di sono posti degli altorilievi in bronzo che raccontano ornamenti e di sculture che rappresentano diversi episodi della vita del Beato. musicisti famosi ed è preceduto da un elegante porti- Nel 1957 lo scultore Lazzaro ha raffigurato alla base co. Al piano superiore un grande salone con una sta- di quattro candelabri che ornano la piazza tua di Bellini è utilizzato anche per balli e conferenze. dell’Università quattro episodi leggendari della nostra La sala grande, che può ospitare fino a 1500 posti, ha tradizione: i fratelli Pii, Gammazita, il paladino Uzeda e un’ottima acustica e presenta quattro ordini di palchi e Colapesce. Quest’ultimo personaggio che, secondo la galleria; è decorata con affreschi e stucchi. la leggenda, sostiene in fondo al mare una delle tre Il Bellini dispone di un’orchestra di 105 elementi , di colonne su cui si dice che poggi la Sicilia, ritorna in un coro di 84 elementi, di un nutrito gruppo di tecnici una scultura che si trova in piazza della Repubblica. di palcoscenico e di laboratori scenografici. La più recente fontana è quella dei Malavoglia che Il teatro Sangiorgi, inaugurato nel 1900, era all’ini- si trova in piazza Verga. È opera di Carmelo Mendola zio una sala teatrale all’aperto ricca di decorazioni che si ispirò a uno degli episodi iniziali del romanzo liberty, con annessi un ristorante, un caffè concerto, omonimo, l’affondamento cioè della ‘Provvidenza’, la una birreria, un albergo e persino una sala di pattinag- barca di ‘Ntoni dei Malavoglia; ancora più recentemen- gio. Successivamente fu coperta. Vi si sono esibiti i più te in piazza Europa e in piazza Vittorio Emanuele III famosi esponenti dello spettacolo e del varietà. Dopo sono state collocate due opere degli scultori catanesi un periodo di decadenza, nel 1988 fu acquistato dal Francesco Messina e Emilio Greco. Teatro Massimo Bellini, è stato restaurato e riutilizzato Altre fontane ornamentali ugualmente belle sono: la per concerti di musica. fontana delle Conchiglie in piazza Cutelli, la fontana [C. D. COPPOLA] 39 Piazza Verga Fontana di Nettuno

Gli Archivi di Catania L’archivio raccoglie anche gli atti notarili che ven- L’archivio è importante perché racchiude tutta la gono consegnati dopo cento anni dalla morte del storia e la memoria scritta di una città. Gli archivi pub- notaio. Sono conservati, inoltre, tutti i documenti rela- tivi al processo per i fatti di Bronte, dopo lo sbarco dei blici infatti sono quei luoghi in cui si conservano i Mille. documenti che appartengono ad un organismo statale L’Archivio storico del Comune si trova, oggi, in o ad un ente pubblico; per documento si intende qual- via s. Agata n. 2 nell’ex Chiesa di s. Caterina del siasi mezzo o cosa in grado di rappresentare un fatto, Rosario; anticamente era situato presso il Municipio. oppure di costruirne una testimonianza. I documenti Una violenta protesta per le condizioni di miseria spin- conservati sono unici ed irripetibili, e negli archivi essi se la folla, il 14 Dicembre del 1944, a distruggere e ad vengono classificati, registrati e numerati in modo da incendiare il Municipio, danneggiando così gravemen- renderli utilizzabili agli studiosi. te l’archivio. Molte testimonianze sono andate perse e Fra tutti gli archivi presenti a Catania il più impor- solo in parte è stato possibile ricostruirle. Molto impor- tante è l’Archivio di Stato. In Sicilia furono i Borboni tante è la raccolta di atti inerenti alla storia di Catania ad istituire questi archivi nel 1814. A Palermo nacque prima e dopo l’Unità d’Italia e di materiale riguardante il primo Archivio generale, che aveva il compito di riu- alcuni uomini illustri. nire le scritture di tutti gli uffici centrali e periferici della I documenti più antichi sono gli Atti dei Giurati Sicilia. Nel 1843 fu emanata una legge per istituirne (1413-1582), un’antica magistratura istituita già da altri simili nelle singole provincie; quello di Catania fu Federico II, gli Atti della Regia Cancelleria di Sicilia aperto nel 1854 e da allora conserva un grande patri- (1289-1515) e gli Atti del Tribunale del Real Patrimonio monio di documenti. Oggi ha sede in via Vittorio (1592-1639), da cui si ricavano notizie sui censimenti Emanuele, nell’ex convento di s. Caterina al Rosario. della popolazione e le proprietà immobiliari. Un settore è dedicato alla storia della Chiesa cata- L’archivio comprende inoltre i registri di Stato Civile nese, in particolare sono conservati i documenti degli (Atti di nascita; Atti di matrimonio; Atti di morte) e i enti religiosi soppressi dopo l’Unità d’Italia; particolar- Progetti edilizi (1923-1961), utili per comprendere l’ur- mente ricco è il patrimonio dei monaci benedettini. Un banistica della città. altro settore è dedicato alla storia delle famiglie nobili L’Archivio dell’Università si trova in piazza siciliane: attraverso questi documenti si possono rico- Università, nel palazzo del Rettorato, e comprende i struire le loro vicende. documenti dal 1880 ad oggi. 40

Teatro Massimo Bellini Mercato di piazza Carlo Alberto

L’Archivio diocesano contiene documenti che I mercati storici a Catania risalgono fino all’età normanna: infatti una pergamena Il mercato di piazza Carlo Alberto una volta c’era del 1092, scritta in latino, attesta la rifondazione della solo il lunedì e per questo veniva chiamato a fera o diocesi di Catania, voluta dal papa Urbano II. luni. Fino al 1693, quando ci fu il terremoto che Particolarmente significativa è una pergamena del distrusse Catania, il mercato era al Piano della Fera 1145, scritto in latino, greco e arabo; è lunga 10 metri che si trovava alle spalle dell’antica Chiesa della e contiene 850 nomi di famiglie arabe che il re norman- Collegiata. Dopo la ricostruzione, la fiera del lunedì si no aveva messo sotto la protezione della diocesi cata- trasferì al Piano degli Studi, oggi Piazza dell’Università, nese: ciò ci dimostra come allora i popoli riuscivano a dove restò fino al 1832 quando per ordine del Senato convivere insieme malgrado le diversità. della città fu trasferito nel piano della Porta di Aci. Cioè Nell’archivio sono conservati i documenti di tutte le quella che oggi è Piazza Carlo Alberto. Dall’inizio del comunità cristiane che fanno parte della diocesi di Novecento ad oggi la fiera si svolge tutti i giorni esclu- Catania sia del passato che del presente e gli atti dei so la domenica. Vi si può trovare di tutto: dalle scarpe vescovi che si sono succeduti. ai vestiti, alle verdure ai formaggi e si fanno buoni affari. Non vi sono solo documenti religiosi, ma anche L’altro mercato importante di Catania è la documenti importanti della vita civile della città di Pescheria, al centro della città antica. Essa si trova Catania. Vi sono, a partire dal ‘500, dei registri che alle spalle di Piazza Duomo, nella Piazza Alonzo di comprendono le nascite e i battesimi che fungevano Benedetto e continua al coperto, negli ambienti che da anagrafe fino al 1800, quando fu istituita l’anagrafe costituivano, molti anni fa, il corpo di guardia della civile. Vi sono, inoltre, dei documenti che attestano porta di Carlo V, una delle vie di entrata in città quan- l’istituzione dell’Università, per volere dei cittadini e do ancora era circondata dalle mura. Il mercato del autorizzata dal re Aragonese Alfonso il Magnifico nel pesce si tiene tutte le mattine ed è molto pittoresco. Vi 1434. si trovano tutti i tipi di pesce, pescato nel nostro mare, L’archivio contiene anche i dati e i documenti del e sempre freschissimo. terremoto del 1693 e della ricostruzione di Catania. Non vi si trova solo il pesce ma nelle stradine inter- Inoltre è importante perché conserva dei documenti ne si può trovare un po’ di tutto: in particolare ci sono che vennero distrutti nel 1944 quando fu incendiato il negozi dove si trovano tutti i tipi di legumi, cereali, fari- Municipio. ne e prodotti per fare i tipici dolci siciliani. Ci sono anche [CONVITTO CUTELLI] bancarelle dove si vendono ogni sorta di olive e sottoa- 41

Villa Bellini Ficus Magnolideis

ceti ma soprattutto sono molto interessanti le bancarel- to dal chiosco della musica è senza dubbio il più sug- le con le spezie ma anche quelle di prezzemolo, basili- gestivo: attraverso una scalinata pavimentata con co e tutte le erbe aromatiche. Non mancano, natural- ciottoli bianchi e neri, si arriva in uno spiazzo in cui si mente, le bancarelle coloratissime di frutta e verdura. trovano le statue che raffigurano le arti e le stagioni e [C. D. CARONDA] la vasca dei cigni; dietro c’è il grande orologio e un calendario realizzato ogni giorno utilizzando delle piantine. I grandi giardini e parchi urbani All’interno la villa si trovano altri elementi ornamen- La villa Bellini, dedicata al celebre compositore tali come statue, fontane, vasche e busti di illustri per- catanese Vincenzo Bellini, venne inaugurata il 6 gen- sonalità catanesi. Anticamente ospitava pure un pic- naio 1883 e fu subito considerata uno dei più bei giar- colo giardino zoologico e una palazzina in stile cinese, dini d’Europa. Conosciuta dai catanesi semplicemen- andata distrutta in un incendio. te come a villa, occupa una superficie di 70.942 mq e La villa Pacini fu costruita intorno al 1860 in seguito si compone di due collinette divise da un ampio piaz- al risanamento della foce del fiume Amenano che, dopo zale che costituisce uno spazio per il gioco dei bambini. un lungo percorso sotterraneo, sfociava poco distante Alla sua realizzazione collaborò anche un famoso dal mare. Le acque del fiume furono arginate dentro un giardiniere francese. Essa comprende un giardino set- canale in muratura e attorno vi venne organizzato il giar- tecentesco, detto il Laberinto, di proprietà del principe dino, all’epoca noto come Villetta della Marina. Nel Ignazio Paternò Castello di Biscari, l’orto benedettino 1879 fu intitolata a Giovanni Pacini (1796-1867), musici- di san Salvatore ed altre proprietà che il Comune sta e compositore catanese, e vi fu collocato un busto acquistò in epoche successive. marmoreo, opera dello scultore Giovanni Duprè. La vegetazione del giardino è costituita da piante Altri lavori di sistemazione, verso la fine degli anni tipiche della flora mediterranea e da diverse specie di Venti, ne ridussero la superficie, modificando la stessa origine esotica. Tra i numerosi esemplari di alberi cen- utilizzazione del giardino che divenne luogo di incontro tenari si distingue l’ultracentenario Ficus Magnolideis per anziani, spesso soli e annoiati, tanto da venire (che si può ammirare entrando dall’ingresso di piazza chiamata dai catanesi come villa varagghi (villa degli Roma), un albero originario dell’India, ritenuto sacro sbadigli). dai buddisti. La villa è accessibile da tre ingressi, ma Nel 1788 venne istituita nella nostro Università la cat- tra tutti l’ingresso monumentale su via Etnea, domina- tedra di Botanica. Quasi un secolo dopo, nel 1858, il 42

Pescheria Mercato di piazza Carlo Alberto monaco benedettino Francesco Tornabene Roccaforte, Le aree naturalistiche titolare della cattedra fondò l’Orto botanico che si trova L’oasi del Simeto e il boschetto della Playa tra la via Etnea e la via Longo. Della progettazione degli La riserva naturale della foce del Simeto si trova edifici fu incaricato il prof. Mario Distefano, docente di a sud della città, dove sfocia nel Mar Ionio il fiume che Architettura, mentre lo stesso Tornabene si occupò nasce da un territorio montuoso dei Nebrodi e percor- della sistemazione delle piante. Nel 1860, grazie ad un re per 113 Km la Piana di Catania. Al suo interno vivo- lascito del catanese Mario Coltraro, l’Orto fu ampliato e no, ancora oggi, varie specie di animali e di piante, la nuova area venne destinata alla coltivazione delle grazie alla presenza del fiume. specie spontanee siciliane. Lungo la strada che si percorre per arrivarci, dietro Il parco Gioeni, con suoi 75.000 mq di superficie, la Piscina comunale, si puo visitare un boschetto nelle è il più grande polmone verde della città. Si estende vicinanze della Playa, zona balneare di Catania. La sopra il tondo Gioeni e domina la città dall’alto verso il zona, ormai, ha una superficie molto ridotta. Vi cresco- basso. no acacie, filari di palme, alcune nane, dette scupazzu, La sua realizzazione è stata molto tormentata. Il utilizzate per la realizzazione delle scope, altissimi suo primo progetto rimonta infatti al 1931, quando fu eucalipti, verdi pini e una fiorente macchia mediterra- inserito nel progetto di un piano regolatore generale nea. È arricchita da un grazioso laghetto e, nei pressi, approvato solo nel 1942. c’è pure un maneggio. Il Parco fu riproposto nelle successive edizioni del Imboccando la strada per Siracusa, subito dopo il piano regolatore ma la sua realizzazione fu deliberata Ponte Primosole, si arriva all’Oasi. Nell’ultimo tratto solo il 16 settembre 1972 ed è stato aperto al pubbli- del Simeto, in cui vivono varie specie di pesci, si for- mano in alcuni periodi dell’anno delle paludi in cui è co alla fine degli anni Novanta. É caratteristico perché possibile ammirare il fenicottero rosa, la gallinella d’ac- si è cercato di valorizzare, con pochi interventi, la flora qua e altri uccelli migratori. La vegetazione compren- a macchia mediterranea già esistente. de tutte le specie della macchia mediterranea: tameri- Esso, oltre alle attrezzature di un moderno parco, ci, pianta di tè siciliano, canne di palude, mirto, giglio comprende i resti dell’antico acquedotto dei marino e oleandri. Benedettini e la ‘casa nella lava’ progettata dall’archi- Fino a poco tempo fa sulle sponde si trovavano le tetto Francesco Fichera. preziosissime pietre di ambra, una resina fossile che [C. D. GIUFFRIDA] contiene resti di vegetali o d’insetti. 45 Pescheria

La leggenda racconta che ai tempi del martirio di s. te vulcaniche, alcune delle quali furono abitate dall’uo- Agata, Quinziano, mentre correva con il suo cavallo mo dall’età del Bronzo. Molte di queste cavità naturali per sfuggire agli avversari, cadde nel Simeto: per que- oggi non esistono più, perché sono state distrutte dal sto ogni anno, nello stesso giorno, il fiume si infuria, selvaggio sviluppo edilizio degli anni Venti e Trenta. Solo per ricordare l’evento. poche di esse si sono conservate intatte fino ai nostri giorni. Le gallerie di scorrimento lavico nel territorio di Catania sono circa diciassette, ma dal punto di vista Catania sotterranea turistico sono facilmente raggiungibili per essere visita- Un’esperienza unica è la sensazione che si prova te anche dalle scolaresche, la grotta Petralia e la grotta entrando per la prima volta in una grotta. Lo spettaco- della Chiesa nel quartiere di s. Giovanni Galermo. lo che si offre ai nostri occhi è un ambiente povero, La grotta Petralia, detta anche grotta Leucatia, è oscuro, umido, ma molto stabile, colonizzato da fauna situata all’interno di un giardino privato di proprietà diversificata. Di questi ecosistemi sotterranei, Catania della signora Petralia, in contrada Barriera del Bosco, ne offre molti poiché sono caratteristici dei territori di nella periferia nord di Catania. Vi si accede dall’ingres- natura vulcanica. so orientale di via Liardo, sotto via Leucatia, a poche Sapete come si forma una grotta lavica? decine di metri dalla villa di Angelo Musco. È un’impo- Un flusso lavico, alimentato da una bocca effusiva, nente galleria di scorrimento lavico di grandi dimensio- scorre sul terreno facendo avanzare il magma che si ni, che con i suoi oltre settecento metri è la più lunga raffredda lungo i margini. Per successivi trabocchi, a esistente ad una quota così bassa, il che è un vero destra e a sinistra di questa massa, gli argini entrano record per una grotta preistorica urbana. È merito di in contatto e si chiudono formando un guscio che Caterina Petralia, un’esile e simpaticissima signora, se impedisce la perdita di calore dal tubo di lava. Al ter- la grotta nel 1989 non è stata sventrata dagli unghioni mine della sua attività la bocca effusiva non alimenta delle ruspe per la costruzione di un canale di gronda, più la colata, il tubo si svuota. Quando si verifica una che doveva convogliare le acque pluviali verso il mare. frattura con successivo crollo, in una punto di questo Una breve scalinata ci immette in una grande sala, guscio si verifica la condizione indispensabile affinché di circa quindici metri, alta poco più di due e lunga una grotta possa essere scoperta. circa trenta metri. Questo ambiente, denominato sala Tutta la periferia nord della città, che va da San orientale, fu utilizzato come rifugio antiaereo, durante Giovanni Galermo a Canalicchio, era molto ricca di grot- la seconda guerra mondiale. 46

Mercato di piazza Carlo Alberto Grotta Petralia

Verso ovest la grotta mostra il suo vero volto rap- intrecciavano e lavoravano meglio le loro corde, favo- presentato da un tunnel di scorrimento lavico, con riti dalle condizioni climatiche e ambientali che questa tutte le morfologie che caratterizzano questo tipo di offriva. cavità: stalattiti di rifusione sulla volta, striature sulle La facilità di accesso e la loro ubicazione, consen- pareti laterali, lave a corde sul pavimento. tono facilmente visite guidate a scopo turistico e Questa grotta ha custodito per quattromila anni soprattutto didattico. preziose testimonianze della presenza dei nostri pro- Alla grotta sono legate svariate leggende, frutto genitori nella prima fase dell’età del bronzo, infatti è della fantasia popolare. Una di queste narra che, dove quella che ha fornito più dati sulle cerimonie che oggi esiste la cavità, vi era un tempo un fiume, le cui accompagnavano le inumazioni, restituendoci una acque a causa di una delle numerosissime colate lavi- grande quantità di ceramiche e di ossa di animali, la che si trasformarono in vapore provocando l’innalza- maggior parte delle quali sono custodite nel museo mento del magma, fino a formare la volta di questa Paolo Orsi, di Siracusa. cavità, che andrebbe ad unirsi e collegarsi con grotte La grotta della chiesa, a rutta i’ s. Giuvanni, si già esistenti, quali la grotta Marrano, la grotta della trova in via Calvario, a pochi passi dalla Chiesa Madre. Regina Bianca, la grotta dei Manganelli e la grotta di È anch’essa un tunnel di scorrimento lavico d’impo- santa Sofia. Ovviamente si tratta di una credenza priva nenti dimensioni, è lunga un centinaio di metri, e al suo di fondamento scientifico. interno sono stati rinvenuti numerosi frammenti cera- Di vero c’è che nella fantasia popolare e nell’imma- mici, attribuiti alla cultura castellucciana. ginario collettivo, la grotta è stata da sempre conside- La galleria ha un andamento orizzontale; è larga 10 rata la dimora degli spiriti del bene e del male, degli metri, con la volta che non è mai inferiore agli otto dei, dei demoni, degli esseri angelici e delle ninfe. rispetto al pavimento; è facilmente percorribile, tranne nel tratto terminale, parzialmente ostruito da numerosi L’altra famosa leggenda, più nota della precedente, massi crollati dalla volta. In un tempo non lontano, nel- lega infatti la grotta della Chiesa al rapimento di l’ampia sala d’ingresso gli abitanti del luogo organizza- Proserpina, la bella figlia di Cerere, rapita dal dio vano la festa in onore di s. Giovanni Battista e sagre di Plutone, mentre era in compagnia della ninfa Ciane. Ed paese accompagnate da balli. Oltre ad essere utilizza- è proprio da questa cavità che uscì Plutone con il suo ta per i momenti ricreativi della comunità, questa cavi- cocchio tirato da veloci e forti cavalli. tà era il luogo privilegiato dei maestri cordai, che qui [S. M. S. QUASIMODO] 47 I musei comunali tutto l’arco della vita e della carriera del compositore e Il Castello Ursino è stato sempre legato ai princi- contiene i documenti che testimoniano del rapporto pali avvenimenti della città. Dalla costruzione ad oggi tra il musicista e la sua città. Nell’ingresso troneggia un è stato quasi costantemente utilizzato. Per tutto il sec. dipinto di Michele Rapisrdi, ‘Apoteosi del Bellini’. XIII mantenne il carattere di fortezza per poi divenire Alcuni modelli di scena rappresentano le sue dieci opere. Numerosi sono i cimeli conservati, tra i quali la dimora reale degli Aragonesi (nel Castello fu convoca- maschera mortuaria dell’artista, un piccolo busto, to il primo Parlamento Siciliano) e, più tardi, dei Viceré opere di Jean Pierre Dantan ed il ritratto di Girolamo Spagnoli. È stato adibito anche a carcere (nel cortile Bozza. Nella sala C si può osservare la spinetta di pro- sono ancora visibili i graffiti dei prigionieri) e utilizzato prietà del nonno di Bellini, musicista anch’egli, che in seguito come caserma. servì al cigno catanese a comporre le sue prime melo- Parzialmente restaurato in epoca fascista, dal 1934 die. Di particolare interesse è la sala D, dove sono rac- il Castello ospita le raccolte civiche nelle quali sono colti numerosi manoscritti musicali autografi, realizzati state riunite precedenti collezioni private, come quella nel periodo di studio napoletano. dei Benedettini e la Biscari di Ignazio Paternò Castello, Monumento nazionale dal 1940, Casa Verga è oggi in cui sono presenti le sezioni archeologiche greche, museo regionale. Superato il portone d’ingresso, una romane e medievali e quelle artistiche. Nel 1988 è ini- scala di marmo conduce all’appartamento dello scritto- ziato un più integrale restauro, non ancora completato. re, sito al secondo piano dell’edificio di via Sant’Anna (il Tra le opere esposte ricordiamo una piccola raccol- primo piano è occupato dai 4000 volumi della bibliote- ta di tavolette bizantine, la Vergine in trono con bambi- ca di Federico De Roberto). Quattro bacheche espon- no di Antonello de Saliba (1497), l’Ultima cena di Luis gono riproduzioni di manoscritti verghiani (gli originali de Morales (sec. XVI), il S. Cristoforo di Pietro Novelli, sono custoditi presso la Biblioteca Universitaria il Cristo deriso e la Morte di Catone, del fiammingo Regionale di Catania). Su una parete è esposta una per- Matthias Stomer. gamena decorata da Alessandro Abate, regalata a Inaugurato il 5 Maggio 1930, il museo civico belli- Verga dai soci dell’Unione in occasione del suo ottante- niano ha sede proprio nella casa natale di Vincenzo simo compleanno. In un angolo si trova il busto di Bellini, all’interno del settecentesco palazzo Gravina- Verga, opera dello scultore Bruno. Nella biblioteca vi Cruyllas. dove visse fino a sedici anni, prima di trasfe- sono sei librerie che custodiscono i 2500 volumi che rirsi a Napoli. Il museo, che occupa tre stanze e due erano proprietà dello scrittore. Sulle pareti della camera piccoli vani, è disposto in modo da accompagnare da letto si trovano due ritratti ad opera di Michele Grita. 48

Museo del Castello Ursino I musei alle Ciminiere

Nel salotto sono stati raggruppati i mobili che lo le per l’umanità. Il museo si sviluppa su tre piani ed scrittore aveva con sé durante il soggiorno milanese e occupa una superficie di circa 3000 metri quadri; c’è interessanti sono anche le foto scattate da Verga. pure una zona riservata ad esposizioni tematiche e Di più recente istituzione, il museo Emilio Greco è temporanee. Il museo propone, attraverso ambienti stato voluto per celebrare un artista catanese la cui ricostruiti, le condizioni che caratterizzavano la vita in fama ha superato i confini regionali e nazionali, ma che Sicilia prima, durante e dopo l’evento bellico con simu- la cittadinanza catanese aveva dimenticato. Ospita gran lazioni, proiezioni ed esposizioni di reperti originali. parte della produzione grafica dell’autore. Le opere Il museo del cinema ha lo scopo di ricordare che conservate, fra litografie e acqueforti, appartengono alla nel primo quindicennio del ‘900 Catania divenne un produzione che va dal 1969 al 1989, comprendendo importante centro di produzione cinematografica. Si anche disegni e sculture. Di particolare pregio la serie tratta di una esposizione permanente, che ha lo scopo delle 25 acqueforti intitolate ‘Commiati’, nelle quali di proporre al pubblico i documenti riguardanti l’arte coglie alcuni temi cari allo scrittore catanese V. Brancati. cinematografica, le sue tecniche e la sua storia, con Dentro alcune bacheche, disposte al centro della particolare riguardo alla relazione tra il cinema e la prima stanza, sono custodite molte tra le pubblicazio- Sicilia. Il museo espone le foto scattate sui set duran- ni che riguardano l’opera grafica dell’artista catanese. te le riprese di film girati nella nostra isola e spesso [S. M. S. CARDUCCI] tratti da capolavori della letteratura siciliana contem- poranea. Il percorso museale racconta la storia delle invenzione riguardanti il cinema, la sua evoluzione tec- I musei alle Ciminiere nica, i suoi sviluppi stilistici e formali. Questo originale museo dello sbarco è dedicato ad Molte sono state anche le mostre temporanee un episodio drammatico della storia contemporanea, importanti che sono state ospitate nei diversi ambien- accaduto proprio in Sicilia, nell’estate del 1943, quan- ti delle Ciminiere. Fra queste sono da ricordare quelle do, alle porte di Catania, lungo le sponde del Simeto, fu sull’Etna, sul periodo borbonico e sugli scavi effettua- combattuta dall’esercito Alleato la battaglia decisiva ti da un’equipe di ricercatori ed archeologi per la liberazione dell’isola dalla presenza dei nazifasci- dell’Università di Catania per riportare alla luce Kyme, sti. Questo spazio culturale vuole anche rendere omag- oggi Aliaga in Turchia, una delle città portuali più gio a tutti i caduti della battaglia di Sicilia ma servire da importanti del Mediterraneo dell’epoca ellenistica. insegnamento per capire che la pace è il bene principa- [C. D. XX SETTEMBRE] 49

Museo diocesano Museo del mare

Il museo diocesano Il museo del mare Il museo diocesano di Catania si trova in un edificio Si trova ad Ognina ed è stato inaugurato nell’aprile appositamente restaurato accanto alla Cattedrale che del 2000, grazie all’iniziativa dell’Associazione si affaccia su piazza Duomo e che anticamente era Comitato s. Maria di Ognina e dei pescatori della zona. una parte del Seminario dei Chierici. I vari oggetti esposti, oltre che essere di rilevante inte- Il museo si articola in più piani con diverse sale. resse storico ed etnoantropologico, testimoniano una Sono esposti gli arredi liturgici, i paramenti e gli ogget- delle attività più antiche dell’uomo: la pesca. ti in argento della Cattedrale e di altre chiese della città La preziosa collezione raccolta nel Museo è il frut- e della diocesi. to di varie donazioni di pescatori e appassionati della Fra gli oggetti più significativi si possono citare: il pesca. Possiamo ammirare vari utensili, attrezzi e stru- fercolo di s. Agata, la porta del sacrario di s. Agata, menti nautici, che rappresentano la testimonianza di diversi reliquiari in argento, un calice di corallo, i para- un mestiere e di una cultura antichissimi ma ancora menti sacri, gli ostensori in oro e pietre preziose, i gio- attuali. Il percorso utilizza delle schede che mirano a ielli donati a s. Agata e gli arredi dedicati alla Patrona, stimolare la curiosità e a coinvolgere emotivamente il un fercolo in miniatura, tre spine della corona di Gesù visitatore. Cristo contenuti in tre colonnine di vetro, frammenti di statue. All’interno del museo c’è anche una pinacoteca. Il museo del giocattolo Tra i quadri si può ammirare: la “Sacra Famiglia” del Raccoglie una vasta quantità di giocattoli d’epoca Cavallucci, la Madonna con Bambino di C. Niger, i compresi tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, dipinti ispirati allo stile del Caravaggio di M. Minniti, di natura, composizione e provenienza diverse. Il quelli dei pittori catanesi O. Sozzi e F. Gramignani, il museo è allestito nelle sale del settecentesco Palazzo ritratto del cardinale Nava, l’Adorazione dei Magi del Bruca, appartenuto ai principi Scammacca della Bruca. fiammingo Borremans. All’interno del cortile si ammira una fontana neo- Sopra il museo ci sono due terrazze da cui si gode uno splendido panorama: esse si affacciano infatti classica rappresentante Nettuno, mentre una loggetta rispettivamente su piazza Duomo e sul vicino porto e sorretta di colonne in stile ionico da accesso al museo. gli archi della Marina. Annessa al museo c’è una sala ristorante con caf- È attrezzato anche con due sale in cui si svolgono fetteria e sala da thè. conferenze e concerti. [C. D. DON MILANI] 50

Caronda

Tantissimi sono i catanesi che, in ogni tempo, si tempo. È autore di un’importante ‘Storia naturale e sono distinti e sono diventati famosi in molti settori generale dell’Etna’. A lui è dedicata una scuola nel dell’attività dell’uomo. Di quelli di cui abbiamo sentito quartiere di Picanello. parlare, abbiamo raccolto le notizie essenziali. Antonino di Sangiuliano, nato nel 1852, fu uno dei primi sindaci di Catania dopo l’Unità d’Italia e poi deputato al Parlamento. Esperto diplomatico, fu mini- Personaggi della storia stro degli Esteri negli anni che precedettero la prima Caronda è considerato una dei grandi legislatori guerra mondiale. Morì nel pieno del suo impegno nel dell’antichità, al pari di Dracone ad Atene e Licurgo a 1914. A lui è dedicata una delle più importanti vie del Sparta. Poche sono le notizie certe sul suo conto. La centro storico. sua attività legislativa si è svolta intorno al VII secolo a. Giuseppe De Felice Giuffrida, uomo politico, gior- C. Un suo busto di marmo si trova nel ‘viale degli nalista e oratore, nacque a Catania nel 1859. Di idee uomini illustri’, al . socialiste, fu il più autorevole e amato esponente politi- Il cardinale Dusmet nacque a Palermo il 15 agosto co di Catania agli inizi del ‘900 e tra i fondatori nel 1892 del 1818 dal marchese Luigi Dusmet e dalla nobildonna dei Fasci dei lavoratori in Sicilia, di cui fu il maggiore Maria Dragonetti. A cinque anni fu ammesso nella Badia animatore. Per questo fu arrestato e condannato a 18 Benedettina di San Martino delle Scale dove pronunciò anni di carcere, ma uscì dopo solo due anni in seguito ad un’amnistia. Tornato a Catania, fu eletto sindaco e i voti il 18 agosto 1840. Dopo essere stato abate di s. svolse un’attività amministrativa infaticabile e ricca di Nicola la Rena, fu nominato arcivescovo di Catania, poi iniziative. Fu sempre vicino ai bisogni della popolazione, cardinale nel 1888. Diceva sempre: «Finché avremo un al punto da essere chiamato ‘nostru patri’. Quando morì panettello noi lo divideremo con il povero». al suo funerale partecipò l’intera città. L’osservanza di questo principio caratterizzò tutta la sua vita. Nel 1931 l’arcivescovo mons. Patanè introdus- [C. D. MALERBA] se la causa per la sua beatificazione che fu firmata da papa Paolo VI nel 1965. Nel 1988 è stato proclamato ‘beato’. Personaggi della letteratura Giuseppe Recupero nacque nel 1720; prima stu- Stesicoro, nato ad Imera, tra Cefalù e Termini dioso di monete e di documenti antichi, divenne poi Imerese, verso il 638 a. C., morì a Catania verso il 555 uno dei più grandi studiosi di vulcanologia del suo a. C. Il vero nome era Tisia ma fu soprannominato 52

Cardinale Dusmet Antonino di Sangiuliano

Stesicoro perché ‘ordinatore di cori’ poiché inventò la Crispo, I Canti, La Palingenesi, Ricordanze, Lucifero, poesia corale. Tra le sue opere: 26 libri di Inni (tra cui Giobbe, Poemetti, Epigrammi, La natura di Lucrezio, La caduta di Troia e L’Orestea) e vari poemi, tra cui L’Atlandide. celebri i due su Elena. Federico De Roberto, nato a Napoli nel 1861, morì Domenico Tempio, nato a Catania nel 1750, vi a Catania nel 1927. La mamma era catanese; diploma- morì nel 1821. Legato ai principi di Biscari, fu poeta di to in ragioneria, ben presto si dedicò al giornalismo e impegno civile anche se nella tradizione popolare si è all’attività letteraria; fu amico di Verga e Capuana. Tra imposta la fama di poeta giocoso e osceno. Tra le sue le sue opere: I viceré, La sorte, Documenti umani, opere più importanti La Carestia e numerosi componi- Processi verbali, L’albero della scienza. menti erotici. Nino Martoglio nacque a Belpasso (Catania) nel Luigi Capuana, nato a Mineo nel 1839, morì a 1870 e morì a Catania nel 1921. Esordì presto nel gior- Catania nel 1915. Studiò Legge a Catania, si interessò nalismo, poi si dedicò al teatro ed alla poesia. È fra i prestissimo di letteratura e di poesia popolare. Fu il più importanti autori del nostro teatro dialettale. Tra le teorico del verismo italiano. Diventò ispettore scolasti- sue opere: San Giovanni Decollato, L’aria del continen- co e sindaco di Mineo; all’Università di Catania gli fu te, La Centona, una raccolta di poesie siciliane. assegnata la cattedra di estetica e stilistica. Tra le sue Vitaliano Brancati, nato a Pachino (Siracusa) nel opere più significative: Giacinta, Il marchese di 1907, morì a Torino nel 1954. Giornalista e scrittore, Roccaverdina, diverse raccolte di fiabe per bambini oltre che autore teatrale e cinematografico. Dopo un Giovanni Verga (1840-1922) fu il massimo espo- periodo trascorso a Roma, rientrò a Catania, il cui nente del verismo italiano attraverso cui espose la sua mondo fu per lui una grande fonte di ispirazione. Tra le visione della vita tragicamente pessimistica che si sue opere: Don Giovanni in Sicilia, Gli anni perduti, Il pone in antitesi con l’ottimismo dei suoi tempi. Tra le bell’Antonio, Le trombe d’Eustachio, Don Giovanni sue opere: Una peccatrice, Storia di una capinera, Vita involontario, La governante. dei campi, I Malavoglia, Novelle rusticane, Mastro don Ercole Patti (1904-1976), giornalista e narratore. Gesualdo, Cavalleria rusticana, La Lupa. Deve la sua fama a romanzi come Quartieri alti, Mario Rapisardi (1844-1912). Fu un grande inno- Giovannino, Un bellissimo novembre, Graziella. Molte vatore della poesia italiana, nella quale fece entrare di queste opere sono diventate anche soggetti cine- tutti i temi sociali, morali e religiosi del suo tempo. Tra matografici di successo. le sue opere: Ode a S. Agata, Inno alla guerra, Fausta, [C. D. BISCARI] 53 Giuseppe De Felice Catania in musica

Personaggi dell’arte Emilio Greco (1913-1995), scultore catanese con- Giovanbattista Vaccarini, nato a Palermo nel temporaneo arrivato a fama internazionale. Le sue opere 1702, all’età di ventisette anni fu chiamato a Catania sono esposte nei principali musei del mondo. Sono da per collaborare all’opera della ricostruzione. Veniva da ricordare in particolare il monumento a Pinocchio a Roma, dove aveva conosciuto l’opera di Vanvitelli, Collodi, il monumento a papa Giovanni XXIII in s. Pietro Bernini e Borromini. Da queste esperienze nasce un a Roma, le porte in bronzo del Duomo di Orvieto. barocco con forti influenze classiche, che seppe espri- Una raccolta di sue opere grafiche da lui donate al mere utilizzando i materiali locali: la pietra bianca e la Comune, ha consentito di costituire un museo a lui pietra lavica. dedicato. I suoi interventi furono in parte di completamento e decorazione di edifici già ricostruiti: ebbe per esempio l’incarico di completare la facciata e la fiancata setten- Personaggi del teatro trionale della Cattedrale, che già era stata ricostruita in Giovanni Grasso (1873-1930) fu un grande attore buona parte. A questo scopo riutilizzò le colonne di drammatico catanese. Iniziò a lavorare dando la voce marmo dei resti dei monumenti romani. Allo stesso ai pupi nel teatro di marionette del padre; fu puparo modo fu incaricato di completare il prospetto del egli stesso prima di iniziare la carriera di attore per l’in- Palazzo Municipale, anch’esso già riedificato. coraggiamento di Martoglio. Le opere che sono state completamente progetta- Angelo Musco (1871-1937) iniziò a lavorare te dal Vaccarini sono invece la vicina chiesa della anch’egli nella compagnia di Giovanni Grasso; nel Badia di s. Agata, la Fontana dell’Elefante, il Palazzo 1914 riuscì a presentare una propria compagnia tea- Massa, la chiesa di s. Giuliano in via Crociferi. trale, con la quale divenne famosissimo in tutti i teatri Olivio Sozzi, nato a Catania nel 1690, fu un pittore italiani, recitando sia in lingua italiana che in dialetto. attivo nella prima metà del ‘700. Dopo un lungo perio- do di formazione a Roma, rientrato a Catania dipinse Il più grande attore catanese contemporaneo è molte opere per le chiese che si stavano ricostruendo stato Turi Ferro (1921-2001), fondatore del Teatro sta- in città dopo il terremoto. Se ne trovano in s. Chiara, s. bile di Catania, con il quale ha portato al successo Giuliano, s. Francesco d’Assisi, le chiese della Trinità e molte opere di autori siciliani. Fu attivo anche alla della Collegiata, s. Domenico. Nella maggior parte dei radio, in televisione e al cinema. casi si tratta quindi di soggetti religiosi. [C.D. RAPISARDI] 54

Catania in musica La casa a Cibali in cui Turi Ferro trascorse la sua infanzia

Personaggi della musica Anche nel campo della musica leggera contempo- Fra i compositori di musica classica, certamente ranea diversi sono i nomi di catanesi che hanno rag- Vincenzo Bellini è un nome da tutti conosciuto. Nato giunto la notorietà a livello nazionale. Primo fra tutti va a Catania nel 1801, intorno ai sette anni iniziò a com- ricordato Franco Battiato, cantautore-filosofo, autore porre musica sacra. Completò la sua educazione che nel tempo ha saputo rinnovarsi ed approdare a musicale a 18 anni presso il conservatorio di Napoli. testi e musica diversi, eterogenei, sfuggendo a qual- Durante gli anni di permanenza in questa città compo- siasi cliché. Da molti anni forte è il suo legame cultura- se vari drammi che vennero rappresentati. le con il filosofo Manlio Sgalambro. Nel 2003 esordisce Nel 1827, scritturato dalla Scala, si trasferì a anche nel cinema firmando la regia del film Perduto Milano. Con l’opera Il pirata ebbe successo e notorie- amor, cui ha fa fatto seguito nel 2006 Musikanten. tà e il suo nome si diffuse in Italia e all’estero. Il primo Più recente è il successo di Carmen Consoli che, capolavoro belliniano fu La sonnambula nel 1831, dello dopo un esordio nei locali della città, è arrivata alla stesso anno la Norma. notorietà nazionale nel 1996 partecipando al Festival Nel 1834 il musicista si trasferì a Parigi e iniziò la di Sanremo. Da allora la “cantantessa”, come lei stes- composizione de I puritani che andò in scena nel 1835. sa ama definirsi, è una delle protagoniste della scena Il successo fu strepitoso ma Bellini, di li a poco si musicale italiana. ammalò. Morì giovanissimo a Parigi nel 1835, succes- Altro personaggio musicale di rilievo è Mario sivamente fu seppellito nella Cattedrale di Catania. Venuti che, dopo essere stato il leader dei Denovo, si Pietro Coppola nacque ad Enna nel 1793 ma, gio- è affermato anche come cantante solista. vanissimo, si trasferì a Catania. Fu direttore artistico al Altri nomi importanti in questo campo sono quelli di teatro comunale, al San Carlo di Napoli e al Sao Carlos Gianni Bella, Marcella Bella, Umberto Balsamo, di Lisbona. Tra le sue opere, la più importante fu Nina Vincenzo Spampinato. pazza per amore. Morì nel 1877. Fra i gruppi musicali sono da citare i Denovo, gli Giovanni Pacini (1796-1867). Compositore di Sugarfee, gli Uzeda. molte opere, a Viareggio fondò la scuola di musica [DE AMICIS] che, nel 1865, verrà trasferita a Lucca. Pietro Platania (1828-1907). Compositore di musi- ca lirica e da camera, fu direttore del Conservatorio di Napoli. 55 Il 3 di febbraio cantate lodi in onore della santa, e con un famoso e Tra tutte le manifestazioni religiose, la festa di s. grandioso spettacolo di fuochi pirotecnici. Agata è la più sentita dalla popolazione catanese. Il [C. D. D’ANNUNZIO] lungo programma dei festeggiamenti inizia il 2 e si conclude il giorno 13 febbraio. Già nel mese di genna- io si respira l’aria di festa, si può ammirare una bella Il 4 di febbraio illuminazione per le vie che percorrerà il fercolo della Questo è il giorno più emozionante della festa. santa durante la processione. Già alle prime luci dell’alba i devoti, vestiti col sacco Giorno 3 la festa prevede il coinvolgimento di tutte bianco, si radunano nella piazza Duomo ad aspetta- le autorità civili, religiose e militari. Il sindaco e le più re l’apertura della Cattedrale. Non appena vengono autorevoli personalità della città si recano in piazza spalancati i portoni, a migliaia si dirigono veloci Stesicoro, presso la chiesa di s. Biagio all’interno della verso la cappella situata alla destra dell’altare mag- quale vi è la cappella di s. Agata alla Fornace, su due giore. A questo punto, fra le grida dei fedeli, viene carrozze settecentesche dell’antico Senato della città. aperto il cancello della ‘Cammaredda’, dove tutto Da qui si diparte la processione per l’offerta votiva della l’anno sono custodite le reliquie e il busto della cera, le candele cioè che arderanno sul fercolo duran- santa. Segue la ‘Messa dell’aurora’, celebrata dal- te i successivi giorni di festa. Le autorità, le associazio- l’arcivescovo, a conclusione della quale, accompa- ni e i vari gruppi rappresentati offrono ceri e fiori che gnate dal rumore degli spari, le reliquie portate a vengono depositati in Cattedrale alla fine del corteo. spalla dai devoti escono dalla chiesa per essere cari- È un appuntamento che riporta alle proprie origini cate sul fercolo. Inizia così il cosiddetto ‘giro ester- tutti i catanesi compresi quelli che vivono fuori dalla no’ che vivrà il suo momento centrale quando Agata città, i quali, per l’occasione, ritornano per partecipare attraverserà i luoghi del martirio. con devozione a questo incontro annuale con la loro Inizialmente il fercolo, passando sotto la porta santuzza. Uzeda, imbocca la via Dusmet dove, all’incrocio con Questa funzione meravigliosa acquista un’impor- la via Porticello, davanti all’icona della Madonna tanza simbolica: davanti ad Agata si ritrova tutta la della Lettera, l’arcivescovo offre un cero alla città, senza fazioni, partiti, interessi politici e discordie. Patrona. Il percorso, poi, tocca la via Calì, piazza La giornata si conclude con il concerto, a piazza Cutelli, via Vittorio Emanuele, piazza dei Martiri, pas- Duomo, durante il quale vengono eseguite musiche e sando sotto la statua di s. Agata che doma un drago, 56

Processione lungo la via Etnea Processione di sant’Agata simbolo della peste; prosegue quindi per via VI apri- Il 5 di febbraio le, viale della Libertà, piazza Iolanda, dove viene Le manifestazioni del giorno 5 febbraio rappresen- accolta da una sostenuta moschetteria. tano il momento culminante della festa. È il giorno del- Imboccando poi via Umberto, attraverso via l’anniversario della morte della santa martire, e per Grotte Bianche si arriva alla Fiera, in piazza Carlo questo, nella mattinata, in cattedrale si celebra il Alberto, dove s. Agata fa sosta davanti al santuario solenne Pontificale, a cui partecipano le massime dell’Annunziata, altro luogo religioso molto amato autorità. Prima della celebrazione, i celebranti e le dai catanesi che lo conoscono come chiesa della associazioni religiose e civili, formano un corteo che Madonna del Carmine. Qui riceve l’omaggio dei parte dall’Arcivescovado per concludersi all’ingresso Padri carmelitani, alla fine del quale il fercolo prose- principale della Cattedrale. gue per piazza Stesicoro, dove l’arcivescovo pro- Nel pomeriggio comincia il giro interno della pro- nuncia un’omelia che precede la salita dei cessione, quello che anticamente si chiamava il “Giro Cappuccini, che viene effettuata di corsa fino a piaz- dei Nobili”, perché avviene lungo la via più importante za s. Domenico: visto dall’alto dei balconi è uno dei della città, la via Etnea, e tocca, fino al Borgo, i quar- momenti più spettacolari della festa. tieri dove una volta abitavano i notabili della città. Il fer- Si raggiunge quindi l’antica cattedrale di s. Agata colo viene adornato con fiori bianchi, simbolo della la Vetere, la prima chiesa dedicata alla santa, dove purezza, il giorno precedente vengono invece esposti viene effettuata una sosta più lunga per la celebra- fiori rosa, simbolo del martirio. Da piazza Duomo si zione di una messa, a conclusione della quale un incomincia a snodare la lunghissima processione dei sacerdote pronuncia un discorso in onore della devoti che portano il sacco bianco penitenziale, in Patrona. ricordo del rientro in patria delle spoglie della santa. In Al tramonto il giro riprende per percorrere le vie questa serata, le Candelore, che nei giorni precedenti che un tempo erano ai margini della città storica: via hanno visitato separatamente i vari quartieri, adesso, Plebiscito e via Vittorio Emanuele, per salire a piazza tutte riunite, precedono la santa lungo il percorso. Palestro, dove si svolge un bellissimo spettacolo Particolarmente emozionante è la processione dei pirotecnico. Si ritorna poi su via Plebiscito, per tor- grossi Ceri votivi portati a spalla dai devoti, che illumi- nare infine a piazza Duomo, attraverso la porta nano di in chiarore suggestivo le strade. I fuochi di Uzeda, quando ormai è notte fonda. piazza Borgo, a metà del percorso, sono molto attesi [C. D. CORRIDONI] perché di grande effetto. Subito dopo comincia la pro- 57 Uscita di sant’Agata dalla Cattedrale Candelora Salita Sangiuliano

cessione del ritorno. A notte fonda il fercolo viene tira- testimonia un programma del 1674, quando le can- to di corsa lungo la salita di Sangiuliano, è un momen- delore venivano chiamate anche gigli ed alcune to di grande tensione, molto atteso e apprezzato. erano anche più alte delle case. Dopo il terremoto Infine, prima del rientro in Cattedrale, alle prime luci del 1693, la processione dei cerei assunse tutte le dell’alba, il momento più suggestivo e struggente della caratteristiche di una festa barocca, anzi potremmo festa: “il canto delle Benedettine”, che prima esegui- definirla un esempio di barocco in movimento. vano dietro le grate del loro convento e che ora inve- Ciascuna di esse rappresenta un mestiere o un’as- ce, da 15 anni circa, eseguono dalla scalinata, dietro la sociazione religiosa e vengono portate a spalla grande cancellata, all’ingresso della chiesa di s. secondo la grandezza ed il peso da quattro, otto, Benedetto. Il canto che viene eseguito è l’antifona lati- dieci o dodici uomini forti e robusti. na del Magnificat dei vespri di s. Agata, probabilmen- Le candelore aprono la processione secondo l’or- te composta da Gregorio Magno, la melodia è invece dine preciso di fondazione. Apre la processione la opera di Filippo Tarallo. Le parole rievocano la preghie- candelora di Mons. Ventimiglia, la più piccola, chia- ra che la santa ha innalzato a Cristo durante la deten- mata “Cannalora di sant’Aita”, realizzata dopo l’eru- zione in carcere. A notte fonda, talvolta alle prime luci zione del 27 aprile 1766. dell’alba, la processione si conclude con il rientro in Segue quella dei Rinoti, che si fregia del titolo di Cattedrale. “Primo Cereo”, costruita tra il 1820 e il 1852, dono [C. D. MONTESSORI] degli abitanti del quartiere di San Giuseppe La Rena; è caratterizzata dai quattro bellissimi grifoni scolpiti alla base. Le candelore La terza candelora è quella dei giardinieri e fiorai; L’origine della festa della candelora si colloca è chiamata “La regina” ed è l’unica in stile gotico - intorno al 500 d.C. come sostituzione di un rito sacro veneziano, ornata alla base da archi ogivali con le ad un rito pagano. Quelle di s. Agata sono delle vere statue dei santi Attanasio, Euplio, Fortunato, e proprie sculture votive di legno, decorate con fiori, Giuliano, Guglielmo, Pantaleo, Quintiliano, Sesto e luci e bandiere, che accompagnano il fercolo della Stefano; alla sommità è ornata da una specie di santa in giro per Catania ormai da tanti secoli. Le corona. La quarta candelora è quella dei pesciven- candelore che oggi precedono il fercolo sono undici, doli, chiamata “La Bersagliera”, in stile rococò, ricca ma in passato sono state anche ventotto, come di stendardi ex voto e di scene del martirio di s. 58 L’offerta della cera Candelora e devoti per le strade di città

Agata. Sono presenti anche le statue di s. Francesco La nona candelora è quella dei panettieri, la più di Paola, protettore della gente di mare, s. Giorgio, s. pesante di tutte, portata da dodici persone e chia- Giovanni Battista. mata “La mamma”. Il cereo fu costruito nel 1731, ma La quinta candelora è quella degli ortofrutticoli, fu gravemente danneggiato nell’aprile del 1943, denominata “La Signorina”, anch’essa con sculture durante i bombardamenti. Alla base presenta quattro che rappresentano il martirio di s. Agata e santi telamoni, poi la raffigurazione delle vicende di s. Attalo, Benedetto, Euplio, Paolo, Pietro e Sesto. Alla Agata, poi otto angeli e quindi la corona e una boc- sommità del cereo sono posti gagliardetti e un cesto cia di vetro. La decima candelora è quella dei betto- di fiori. Il sesto cereo è la candelora dei macellai, lieri, la più alta di tutte e la seconda per peso e por- ovvero i chianchieri, caratterizzata da quattro leoni tatori (dieci). Alla base ci sono quattro leoni e sopra alla base, al di sopra dei quali si trovano le scene quattro grifoni; nel secondo ordine ci sono le scene della vita della Patrona, la statua della Madonna del del martirio; nella terza c’è un trionfo di candele, put- Carmine e quelle dei santi Antonio da Padova, tini, cariatidi e le statue degli apostoli Bartolomeo, Isidoro, Agricola e Sebastiano, protettore della cor- Giovanni, Paolo, Pietro; alla sommità la corona e la porazione. Alla sommità quattro angeli che tratten- boccia di vetro. L’undicesima ed ultima candelora è gono nelle loro mani la corona, lampade, bandiere e quella del Circolo Cittadino s. Agata, costruita nel un cesto di fiori freschi. 1876 e quindi la più recente. Nel primo ordine ci La settima candelora è quella dei pastai, l’unica sono quattro grandi sculture ornamentali, seguite sopravvissuta dei ceri settecenteschi, conserva dalle scenografie della passione di Agata; nel terzo ancora al suo interno il cerone originale. Non ha ordine dentro le edicole ci sono le statue di s. Agata, scene della vita di s. Agata ma solo statue dei santi s. Euplio, l’Immacolata Concezione, compatrona di Berillo, Euplio, Pietro e Agata, quattro putti recanti Catania. Nella sommità la corona e una cesta di fiori. insegne agatine e la corona nella sommità. L’ottava Accanto a queste, nei secoli scorsi, c’erano quel- candelora è quella dei pizzicagnoli, costruita in stile la dei calzolai, dei muratori, dei carrettieri ed oggi liberty, è caratterizzata da quattro cariatidi alla base, alcune di recente fattura ma di minore valore artisti- la scena della passione di Agata nel secondo ordine, co che nei giorni di festa girano per i quartieri e per le statue degli apostoli Andrea, Giovanni, Paolo e le scuole, come quella del quartiere del Villaggio s. Pietro sovrastati da puttini alati alla base della coro- Agata. na, nella quale è incastonata una boccia di vetro. [C. D. S. GIORGIO] 59 La novena di s. Giuseppe La Festa dei Morti La novena di san Giuseppe dura nove giorni. In Il culto dei morti è molto sentito dai catanesi e ne chiesa si prega e si canta. La tradizione narra che celebrano la ricorrenza in modo molto particolare dalla montagna scendevano i pastori, vestiti in che mescola la tristezza degli adulti con la gioia dei modo tradizionale, con degli strumenti particolari, le bambini. La sera precedente infatti i bambini vanno ciaramelle che erano fatte di pelle di capra, con dei a letto e i padri raccomandano loro di non alzarsi per buchi nella parte legnosa che permetteva la fuoru- non farsi punzecchiare i piedi dai morti che, durante scita di suoni. Si esibivano nelle famiglie in cambio la notte, verranno a visitare le case dei loro cari per di denaro, e si esibivano anche davanti alle immagi- portare dolciumi e giocattoli ai nipoti. ni o alle icone del santo. La mattina della ricorrenza tutti i bambini si sve- Vicino a queste figure vi erano i nanareddi, grup- gliano molto presto e vanno in giro per la casa a cer- pi di musicisti composti da persone cieche che la care i doni che avevano tanto desiderato e che sono mattina venivano accompagnate dai bambini presso stati nascosti, naturalmente dai genitori, nei posti più le porte delle persone che li volevano ascoltare per impensati. tutti i nove giorni. I bambini sono contentissimi e il giorno dopo, tor- Davanti ai dipinti o alle icone si metteva una base nando a scuola, si domandano a vicenda: «chi ti las- con nove candele accese. Le icone, venivano saru i morti?». addobbate con rami di palma e di limone che veni- vano raccolte in campagna mentre sopra o attorno alle icone si deponevano agrumi, arance e limoni. Le novene di Natale Durante questi nove giorni venivano offerte agli La novena di Natale costituiva un momento molto ospiti le piparelle, biscotti fatti con farina, mandorle significativo nella vita delle nostre comunità e diver- e pepe nero, con vino. Il 19 marzo, cioè per la festa se sono le usanze con cui veniva celebrata. In Sicilia di san Giuseppe, veniva preparato il macco, una si può ricordare, ad esempio, la tradizione dei canto- passata di fave secche e bollite, condita con uva ri ambulanti siciliani che giravano per le case ed ese- passa e finocchio riccio. Questo macco assieme al guivano le loro cantilene davanti ai presepi oppure baccalà fritto (come voleva la tradizione) veniva poi all'esterno nei pressi di edicole votive. I testi delle offerto in dono agli amici, ai familiari, ai poveri e ai novene risalgono almeno al secolo scorso e sono vicini. giunti a noi solo attraverso la tradizione orale, tra- 60 Commemorazione dei defunti Pupi siciliani mandate a voce da padre in figlio, ma ormai la loro che molto diverse nella costruzione del pupo. Don memoria è quasi scomparsa. Gaetano Greco, Don Liberto Canino furono due illustri Resiste invece la presenza degli ‘zampognari’ per pupari palermitani, mentre Gaetano Crimi, Giovanni le strade della nostra città, nel periodo che va Grasso, Nino Insanguine, Trombetta, Amico e la fami- dall’Immacolata all’Epifania. glia dei fratelli Napoli rappresentano la scuola catanese. [C. D. CAPPONI] A salvaguardia di questo patrimonio artistico l’UNESCO ha recentemente dichiarato il teatro dei Pupi ‘capolavoro del patrimonio orale e immateriale I pupi siciliani dell’umanità’. I pupi sono le caratteristiche marionette armate a [C.D. DELEDDA] cui si fanno rappresentare dei testi che derivano dalla poesia epico-cavalleresca. Questa forma di spettaco- lo si diffuse in Sicilia nella prima metà dell’Ottocento, Le leggende diventando un aspetto tipico della nostra tradizione. I In via s. Calogero, la strada che collega via Zurria pupi sono alti più di un metro e pesanti circa 30 Kg, con piazza Federico di Svevia, si apre il cortile sono manovrati con una tecnica particolare: mentre il Gammazita, all’interno del quale ci sono i resti dell’an- busto è fisso ed è sostenuto da una barra di ferro, le tico pozzo nel quale si lanciò a capofitto, durante i braccia e le gambe sono snodate e fatte muovere, Vespri siciliani, una giovane catanese di nome, appun- mediante altre aste di ferro, dai manianti mentre la to, Gammazita. voce è data dal parlatore. La leggenda è collegata al periodo della dominazio- Il repertorio dell’opera dei pupi generalmente in ne francese in Sicilia che provocò, il 30 marzo 1282, la dialetto siciliano racconta le vicende di Orlando, ribellione del popolo: il Vespro siciliano, causato dalla Rinaldo, Angelica, Carlo Magno ed i Paladini di mancanza di rispetto di un soldato verso una donna Francia. Spesso raccontano anche episodi del palermitana. Vangelo e storie di briganti. Il racconto popolare narra di una giovane e virtuo- Tutti i pupi sono rivestiti con splendide armature di sa ragazza che non tollerava le insidie di un soldato metallo e stoffe pregiate ricamate finemente con fili di francese preferì trovare la morte gettandosi a capofit- oro e di argento. I pupari più famosi provengono dalla to in un pozzo che ancora, secondo la convinzione dei scuola palermitana e catanese, che hanno però tecni- catanesi, porta nel fondo le tracce del sangue della 61

Teatro dei pupi Novena di san Giuseppe

povera giovane. In realtà, le macchie esistono ma sono Il pesce è cucinato in tantissimi modi: è il re dei dovute ai depositi di ferro lasciati da una sorgente, ora secondi piatti. Specialità tipicamente catanese è la asciutta, che scorreva tra le lave. cotoletta di sarda a ‘beccafico’. La leggenda di Gammazita fu scolpita alla base di La carne si mangia con moderazione, prediligendo uno dei quattro lampioni che decorano ed illuminano la quella di maiale. Piatto rinomato è il ‘falsomagro’ di piazza Università. Le sculture degli altri tre lampioni vitello. Vere specialità sono: la gelatina di maiale, chia- ricordano i fratelli Pii, che salvarono i genitori dalla lava mata zuzzo, condita con il limone. di un’eruzione dell’Etna; la leggenda di Cola Pesce, Molto ampia è la scelta che si presenta in una tipi- rimasto sul fondo del mare a reggere uno dei pilastri su ca friggitoria: le ‘crispelle’ fatte con pasta di grano e cui si fonderebbe la Sicilia; la leggenda del paladino ripiene di acciughe o di ricotta fresca; le pizze alla ‘sici- Uzeda nata nell’ambito dell’Opera dei pupi. liana’, un calzone con ripieno di acciuga e ‘tuma’ fre- [C.D. TEMPESTA] sca; i notissimi arancini di riso e ragù. La ‘dolceria’ catanese offre grande varietà: i tipici ‘cannoli’, ripieni di crema o di ricotta, lavorata con lo Le specialità gastronomiche zucchero; le ‘olivette’, dolci di pasta di mandorla, pre- Tra i primi piatti della ricca cucina tradizionale etnea senti nelle pasticcerie catanesi in occasione dei ricordiamo: gli spaghetti alla ‘Norma’, popolari in tutto festeggiamenti di s. Agata, e i dolci di pasta dura, chia- il mondo, preparati con salsa di pomodoro fresco e mati ‘ossi di morto’, consumati soprattutto nel mese di fette di melanzana fritte nel buon olio d’oliva e cospar- novembre. Coloratissimi sono i frutti di pasta reale, si con abbondante ricotta salata; la pasta con pangrat- preparati con pasta di mandorla, che riproducono tato abbrustolito e filetti di acciuga sciolti nell’olio insa- nella forma frutta, ortaggi e pesci. In estate non pos- porito di aglio; l’appetitosa pasta al sugo nero di sep- sono mancare i gelati e soprattutto le ‘granite’ (alla pia; i cannelloni alla catanese, costituiti da sfoglie di mandorla, al caffè, ai gelsi neri, al limone) accompa- pasta all’uovo, ragù di carne, formaggio e tanto peco- gnate dall’immancabile brioche. Una delizia del palato rino cosparso sopra che, durante la cottura in forno, è la ‘cassata siciliana’, fatta con pan di spagna, crema forma una deliziosa crosta dorata. di ricotta, glassa di zucchero e frutti canditi. A tante Fra i legumi, caratteristici sono i ceci con la coten- gustose pietanze si accompagna la varietà dei vini, na di maiale e, tra le verdure, i caliceddi o amareddi, prodotti soprattutto nei paesi dell’Etna. consumati con le salsicce. [C. D. BATTISTI] 62

Novena di san Giuseppe Catania e il Vulcano

A Pasqua, un dolce tipico che anticamente cele- E non possiamo concludere senza pensare che brava la rinascita della natura e che con l’avvento del l’Etna è fonte di gioia per noi ragazzi, ne siamo orgo- cristianesimo ha assunto il significato simbolico della gliosi, ai nostri occhi appare maestosa e delle nostre resurrezione di Gesù Cristo, è costituito dagli aceddi passeggiate ricordiamo l’aria pulita, i colori intensi e cu l’ovu, pani di pasta dolce di proporzioni e forme luminosi, il profumo dei pini e della ginestra, la soffice diverse, con sopra delle uova sode. e morbida neve, l’indescrivibile soddisfazione nel [C. D. CAPPONI] gustarne un pò, magari con il succo di un limone, e la gioia di condividere con molte persone un panorama unico e straordinario. La città e il vulcano [S.M.S. DE SANCTIS] La storia, le attività e lo stesso nome di Catania si lega alla presenza dell’Etna. Lo stesso nome Katáne, ovvero grattugia, dal terreno lavico su cui sorge, o La città e il mare Katá Áitne, che tradotto significa sotto l’Etna, fu fon- Da piazza Europa fino ad Acicastello si estende la data nel 729 a. C. proprio alle pendici del vulcano, costa lavica che i Catanesi chiamano ‘la scogliera’; familiarmente chiamato Mongibello, nome derivato da sotto piazza Europa e lungo viale Ruggero Di Lauria, due termini, uno latino e l’altro arabo, la cui traduzione che di notte è illuminata da una luce verde soffusa che significa ‘Monte dei monti’. Fin dall’antichità il vulcano evidenzia gli alberi del viale, vengono allestiti d’estate ha affascinato tanto che poeti greci e latini lo fecero alcuni solarium con ingresso libero e delle scalinate in oggetto di racconti mitologici. legno per facilitare l’accesso al mare. I catanesi amano Tra le eruzioni più devastanti ricordiamo quelle del particolarmente questa parte della costa, anche se per 1669 che invase una zona allora periferica della città. arrivare fino al mare il cammino è spesso impervio. I catanesi amano e temono il loro vulcano: temono Lungo le banchine si fermano spesso i passanti ed la sua attività distruttiva ma vivono della sua presenza i turisti per ammirare il golfo che si estende alla vista perché è una grande attrazione turistica; perché la pie- fin verso Siracusa. A piazza Nettuno vi è un luna park tra lavica lavorata, scolpita o ricoperta di ceramica e d’estate vi si tengono feste popolari, concerti e serve a pavimentare strade, marciapiedi e cortili, per manifestazioni. A fine estate si tiene ogni anno una incorniciare portoni ed archi di palazzi; perché i sedi- processione con le barche per festeggiare la menti vulcanici rendono fertile il terreno circostante. Madonnina di Ognina. Il porticciolo di San Giovanni Li 63

Festa di sant’Agata Festa di sant’Agata, carrozza del Senato

cuti è un piccolo gioiello incastonato nel golfo e quel- mappe), dell’economia, dei servizi, della società ecc. lo antichissimo di Ognina un ritrovo per i buongustai - www.provincia.catania.it sito ufficiale della del pesce, che vanno a comprarlo appena pescato. Provincia regionale di Catania; ha le stesse caratteristi- Oltre Ognina vi sono i lidi e prestigiosi alberghi e risto- che di quello precedente. ranti sul mare. Questo è uno dei tratti della costa più - www.apt.catania.it è il sito dell’Azienda belli e affascinanti, dove il nero della costa lavica spic- Provinciale per il turismo. ca nel contrasto con l’azzurro del mare e del bianco - www.unict.it è il sito dell'Università, con pagi- della schiuma delle onde. ne molto ricche su ogni facoltà. Ma il litorale catanese è costituito anche dalla - www.aeroporto.catania.it è il sito utile a sconfinata spiaggia della Playa’, che si estende per chi… deve volare. chilometri in direzione sud, dal faro verso Siracusa, - www.arbours.net/catania/ per chi deve attraversando l’Oasi del Simeto. I fondali sempre prendere la nave. pescosi, la totale assenza di vento e il clima mite tutto - www.amt.ct.it per chi… si accontenta dell’au- l’anno, fanno del litorale catanese il paradiso degli tobus! appassionati di sport subacquei e del mare in genere. - www.ciaociaoitaly.com/catania.htm, oppure [S.M.S. LEOPARDI] - www.bb-roma.it/Hotel/Italy-town/Catania- Hotel.htm se vi serve un hotel a Catania. - www.teatrostabilecatania.it: per informazioni Catania nel web su un’istituzione catanese: il Teatro Stabile. Catania è presente nel web con moltissimi siti, - www.museodiocesicatania.it, il Museo dove possiamo trovare informazioni sulla storia o i Diocesano a portata di… mouse. monumenti, e su tutto quello che succede in città. Qui - www.emmeti.it/Arte/Sicilia/ProvCatania/ ne possiamo ricordare solo alcuni: Catania/index.it.html qui ci sono tutti i musei della città - www.comune.catania.it/portale/ è il sito uffi- - www.lasicilia.it è la testata giornalistica più ciale del Comune di Catania: ricchissimo di pagine e di importante di Catania. informazioni di ogni genere per tutti i cittadini, le - www.calciocatania.it è il sito più amato dai imprese, le scuole, i turisti, ecc. Ci hanno particolar- tifosi rossazzurri mente interessato le pagine che riguardano le varie - www.ct.astro.it per gli studiosi o appassionati municipalità, dove si parla del territorio (ci sono le di astronomia. 64 Festa di sant’Agata a piazza Duomo Piazza Duomo

- www.ct.ingv.it è il sito dell’Istituto nazionale pagine sulla storia, i monumenti, i personaggi di di fisica e vulcanologia (ne ha di cose da dire Catania. sull’Etna…) - www.catania.virtuale.net ha una cartina inte- - www.cataniaperte.com presenta una bella rattiva, un giornale telematico, una chat, il meteo ecc. immagine al centro e tanti link a destra e a sinistra; i - www.library.thinkquest.org/27892/data/ colori e la grafica sono piacevoli e la navigazione è percorso.htm è per chi vuole svolgere una ricerca sto- abbastanza semplice. Le pagine di ‘Catania per sem- rico-artistica su Catania: ogni monumento è descritto pre’ sono dedicate a s. Agata, Vincenzo Bellini e l’Etna. in modo molto ampio e chiaro e ci sono molte foto. - www.cataniatradizioni.it il sito si apre con - www.viapervia.it/citta/index.php?citta uno slogan: ‘Catania, una città da conoscere e da =Catania presenta foto di Catania a 360°: trooooppo amare’. L’home page è molto chiara e semplice, intro- carino!!! La sezione dedicata agli eventi è ben organiz- duce immediatamente alla navigazione. All’interno tro- zata ed aggiornata. viamo pagine su: cucina, giochi, filastrocche, perso- - www.artetna.com oppure naggi, storia, superstizioni ecc. La navigazione è molto - www.basalto.com/pietra.html quando la facile e intuitiva. pietra lavica diventa arte… - www.vivicatania.net ci sembra il sito adatto - www.cataniaperte.com/bellini/ soprattutto a chi vuole trascorrere una serata in città: oppure si dà molto spazio ai locali pubblici (bar, ristoranti, piz- - www.akkuaria.net/associazionevincenzo- zerie, discoteche, cinema, teatri ecc.). Inoltre ci sono bellini/ per conoscere un grande catanese… molte pagine dedicate agli eventi musicali del momento. - www.carmenconsoli.it oppure www.carmen- - www.siciliainfoto.it/catania.htm nella parte consoli.com per… la nostra cantantessa preferita!!! superiore della home page troviamo i link per accede- - www.telefonoblu.it/sicilia/catania a tutela re alle varie pagine: i monumenti, s. Agata, l’Etna, del consumatore (soprattutto se turista). come raggiungere Catania, Catania agli inizi del ‘900. E tanto altro ancora! Le varie pagine sono molto ricche di foto e i testi sono [S.M.S. GIOVANNI XXIII] facili da leggere. I colori sono tenui e la grafica è molto gradevole: insomma il sito appare piacevole e facil- mente navigabile. - www.catanianetwork.it molte, bellissime 65

I MUNICIPALITÀ

Chiesa di sant’Agata alle Calcare

Questa Municipalità coincide con la parte più anti- Al suo interno si possono individuare dei quartieri più ca della città, così come è stata ricostruita dopo il ter- piccoli: gli Angeli custodi e Santa Maria delle Salette, il remoto del 1693. Essa racchiude in effetti una molte- vero e proprio San Cristoforo, il Fortino e San Cosimo. plicità di quartieri, la maggior parte dei quali hanno la Punti di riferimento del grande quartiere sono: il Fortino, via Plebiscito, che corrisponde grosso modo alla vec- la Manifattura dei tabacchi, la chiesa degli Angeli chia cinta muraria che racchiudeva la città, come Custodi, il Castello Ursino, via Garibaldi e via Transito. comune punto di riferimento. Fino ad un recente pas- L’edilizia di alcune zone del quartiere è ancora segnata sato hanno rappresentato il centro storico della città in dalla caratteristica architettura dei cortili che prendono quanto per dignità sociale e attività economiche erano il nome o dalla famiglia che vi abitava originariamente, al centro della vita cittadina; oggi molti di essi appaio- o dal mestiere esercitato da coloro che vi avevano la no molto degradati e ghettizzati; gli stessi abitanti ne bottega, o da un particolare architettonico, o da qual- hanno perso memoria. che animale che vi veniva allevato oppure da piante. Un passato glorioso testimoniato da tracce di pre- Tutte le zone erano, e in parte lo sono ancora, senze archeologiche come testimonia la via caratterizzate da numerose botteghe e attività com- Naumachia, da imponenti fortezze come il Castello merciali e artigianali: di mercieri, di pescivendoli, di Ursino, dal leggendario pozzo di Gammazita sulle mura biscottari, di pane, di vino. Nella toponomastica citta- di Carlo V, dalla dismessa attività della bachicoltura e dina si ha testimonianza delle attività degli artigiani del dell'industria della seta (via Consolato della seta), dai quartiere, che erano cordai, piombai, sellari e tessitori. resti delle fabbriche di zolfo e di liquirizia, dalla Oggi si può ritrovare lo stesso folklore di un tempo in Manifattura dei tabacchi, dall'elegante villa Scabrosa via Belfiore, dove tutti gli artigiani espongono le loro ormai presente solamente nella toponomastica. mercanzie, e nella famosa ‘Pescheria’. Cercheremo di raccontarli separatamente, provan- Fino al 1969 in via Zurria era attivo il Mattatoio do a cogliere alcune delle caratteristiche che ci sono Comunale (oggi è un centro sociale e sportivo con sembrate più rilevanti. piscina); vicino sorgeva il pastificio alimentare ‘Santa Lucia’ e la ‘Pescheria’; nella parte alta di via del Plebiscito le ‘Chianche’ (le macellerie dove si macella- Il quartiere di San Cristoforo va clandestinamente), il mercato ittico all’ingrosso ‘u Oggi il quartiere di San Cristoforo si estende tra le sgabellu’ in via del Principe, il mercato ortofrutticolo di vie Garibaldi, Mulino a Vento, Concordia ed Acquicella. piazza Alcalà . 68 Chiesa santa Maria della Salette Archi della marina

Lungo la via del Plebiscito, strada principale del a pietra che espongono svariate forme di pane, dalla quartiere, sapori, odori e colori tipici della tradizione tipica mafaldina al gustoso pane di semola. Non man- catanese trovano la loro massima espressione. Pizzerie, cano le rosticcerie con l’invitante pollame allo spiedo. ‘putie’, trattorie e bar caratterizzano la via che divide il quartiere in una zona nord ed una sud. Nella trattoria di ‘Pippo la vecchia’ si gustano gli antipasti a base di pesce Il quartiere della Salette e quelli tipici della caponata e della parmigiana, i primi Cuore del quartiere è la chiesa di s. Maria della piatti sfiziosi quali la ‘pasta cca cipudduzza e pumadoru’, Salette, costruita sulla via omonima negli anni 1870-76 la ‘pasta cca muddica’ e la ‘pasta cca cucuzza fritta e dal Beato cardinale Dusmet, grande devoto della ricotta salata’ e i secondi piatti di baccalà e di trippa. Madonna della Salette, apparsa in Francia il 19 settem- Un bar di antica tradizione è l’ex ‘Lanzafame’, oggi bre 1846, e ricostruita, dopo il bombardamento del ‘Di Paola e Coco’, dove si può assaporare la dolceria 1943, per opera dei Padri Salesiani, i quali, svolgendo catanese e fare colazione gustando l’iris al cioccolato la loro attività pastorale nel quartiere, istituirono la scuo- o il panzerotto alla crema, o ancora il babà al rum o la la primaria, l’Oratorio, il Centro giovanile, i corsi profes- tipica cassatella. sionali, i laboratori di formazione finalizzati all’inseri- Nella piccola piazza di San Cristoforo, ristoro in mento nel mondo del lavoro, sia per ragazzi (elettricisti ogni momento della giornata è l’antico e suggestivo e termoidraulici) che per ragazze (sarte ed estetiste), in ‘chiosco’ che con le sue fantasiose e coloratissime tal modo ancora oggi combattono la cultura della stra- bevande disseta il palato di tutti i passanti, offrendo da e formano ‘buoni cristiani ed onesti cittadini’. loro un rinfrescante ‘seltz, limone e sale’, o una mistu- La chiesa, realizzata in stile neo-gotico, con faccia- ra a base di agrumi, mandarino, arancia e limone, o un ta esterna in mattoni rossi, cornicione, cornici e porta- rigenerante ‘misto frutta’ da bere tutto di un fiato nelle le in pietra bianca decorato con una lunetta scolpita, torride giornate dell’estate catanese, al ritorno dalla raffigurante la Madonna della Salette, gli angeli e i due passaggiata al mare. pastorelli, Massimino e Melania, in origine aveva il pro- C’è un’alta concentrazione di macellerie di carne spetto di pietra calcarea. Attraverso il portone a dop- equina, che alla sera si trasformano in luoghi d’incontro pia anta in bronzo scolpito, con sette tacche, rappre- per i buongustai del tipico ‘arrusti e mangia’ e del caldo sentanti le lacrime della Madonna, si accede all’inter- e fumante sangeli, budello contenente sangue reso no, a navata unica con copertura a cassettoni con denso dalla cottura. Tanti sono i panifici dotati di forno motivi di losanghe colorate in azzurro, bianco e oro e 69

Chiosco a piazza San Cristoforo

un rosone centrale. Le due pareti laterali in marmo, Lei dedicata. Negli anni successivi fu edificata una presentano ciascuna due altari, anch’essi in marmo e chiesa, dedicata a s. Agata e ai ss. Angeli Custodi, a sesto acuto: l’altare della Carità e della Famiglia consacrata nel 1730 dal vescovo Pietro Galletti. Dopo Salesiana a destra, quello della Sacra Famiglia e del la seconda guerra mondiale fu tolto il nome di s. Agata Sacro Cuore a sinistra. L’altare maggiore, in marmo con il dovere di culto alla Santa e ad oggi la chiesa è giallo con due angeli, è rivolto verso i fedeli. A destra dedicata solo ai ss. Angeli Custodi. di esso vi è l’ambone in marmo bianco. L’abside poli- Dopo l’ultima guerra, e precisamente il 7 ottobre gonale, con basamento in marmo e pareti a strisce 1943, il sac. Santo D’Arrigo cominciò a raccogliere i verticali bianche e oro, ha al centro una statua lignea bambini rimasti orfani nel popoloso quartiere marinaro della Madonna della Salette, di origine francese, che degli Angeli Custodi. Superate le difficoltà iniziali, con presenta ancora oggi, sul fianco destro, i segni del i fondi raccolti tra privati ed enti, acquistò il terreno sul bombardamento del 1943. Il 19 settembre si celebra quale fu costruito l’Istituto inaugurato il 2 febbraio con molta devozione, ma senza grandi esteriorità, la 1948 con la presenza di un piccolo gruppetto di bam- festa della Madonna della Salette, voluta dal Cardinale bini e di due donne della parrocchia che prestavano la Dusmet per ricordare l’evento accaduto in Francia. loro assistenza. Nello stesso periodo l’organizzazione Nel quartiere sono presenti attività commerciali assistenziale ed educativa di minorenni fondata dal come il mercato rionale tra via Belfiore e via Testulla, sac. Giuseppe Serrano e denominata ‘Città dei ragaz- dove si possono acquistare ad un prezzo economico zi’ rallentò la propria attività; pertanto furono trasferiti capi d’abbigliamento ed oggetti vari d’uso quotidiano, nell’Istituto di ‘padre Santo’ i 12 bambini in esso ospita- e in via della Concordia venditori ambulanti, soprattutto ti, le attrezzature nonché la denominazione di ‘Città dei di frutta e verdura. Molte sono le botteghe, sparse nelle ragazzi’, così definita perché i ragazzi eleggevano fra vie interne, di artigiani: sarti, falegnami, fabbri, calzolai. loro i componenti di un mini Consiglio comunale: sinda- co, assessori, giunta, che avevano il compito di gestire la piccola collettività. Ancora oggi l’istituto si occupa Il quartiere degli Angeli Custodi non solo di minori dai 3 ai 13 anni residenti nel quartie- Nel 1669 la colata lavica risparmiò la parte del ter- re per i quali siano state individuate specifiche proble- ritorio in cui sorge attualmente la chiesa dei ss. Angeli matiche, ma costituisce un punto d’incontro per tutti i Custodi. Per ringraziare l’intercessione divina, invoca- ragazzi del quartiere, essendo fornito di spazi attrezzati ta tramite s. Agata, gli abitanti costruirono un’edicola a a campo di calcio, di pallavolo, laboratori ed altro. 70

Pizzeria di via Plebiscito Bar Di Paola e Coco (ex bar Lanzafame di antica tradizione)

I nostri nonni ci hanno raccontato che nel quartiere dità nei periodi di siccità. Quanta fatica dovevano affron- Angeli Custodi, proprio vicino alla scuola, in via tare ogni giorno i lavoratori, ma quella fabbrica era una Gramignani, c’era una fabbrica di liquirizia. La mattina, sicura fonte di guadagno, che, a quei tempi, era prezioso. i bambini che andavano a scuola vedevano arrivare i Ancora adesso, nelle fabbriche moderne, accanto carrettieri con il loro carico di radici di liquirizia; dai alla conca c’è il ‘mastro liquiriziaio’ che controlla con carri cadevano pezzi di radici che lasciavano il segno grandissima esperienza, tramandata da padre in figlio, lungo il percorso, con grande gioia dei bambini che li l’esatto punto di solidificazione del prodotto, ma il pro- raccoglievano per assaporarne il nero succo, ‘nero cesso di lavorazione è tutto meccanizzato e i prodotti come l’inferno’, come dicevano i contadini che dove- sono molto vari: dal semplice bastoncino di legno vano scavare molto per estirpare le radici infestanti grezzo, ricercato dai fumatori in sostituzione della della pianta, soprattutto di quella ‘mascolina’ che sigaretta, alle liquirizie gommose profumate, confetta- scendeva nel terreno a grandi profondità. Era il dopo- te, presentate in confezioni elegantissime. Peccato guerra e bastava poco per rendere felici i piccoli. che non vengano più prodotte nell’antica fabbrica! Siamo andati a vedere l’edificio: ora è tutto diroc- cato e la gente del quartiere lo utilizza come discarica. Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo ricostruito il Il quartiere del Fortino lavoro degli operai all’interno della fabbrica, del ‘con- Visitare a piedi il quartiere tutti insieme è stata una cio’: le donne che lavavano e sminuzzavano le radici; esperienza interessante perché ci ha permesso di la grande macina che veniva utilizzata per schiacciar- andare per piazze, vie e vicoli che, di solito, vediamo le; la fornace, alimentata dai residui della spremitura solo attraverso il finestrino della macchina. La passeg- delle olive, nella quale venivano cotte in acqua; la giata dentro e intorno al Fortino è stata piacevolissima grande ‘conca’ dove la pasta nera veniva messa a bol- in quanto abbiamo potuto toccare con mano tutte lire, rimestata sempre più faticosamente da uomini quelle ‘pietre’ antiche che lo costituiscono e scoprire le energici sotto lo sguardo attento del ‘mastro liquirizia- tradizioni legate a questo monumento attraverso le io’ perché diventava sempre più densa e pronta per interviste fatte alle persone anziane sonnecchianti essere lavorata in panetti o messa nelle forme. sulle panchine. Parlando… parlando sono venute fuori I carrettieri ritornavano la sera per trasportare in cam- antiche storie nate intorno al Fortino, quando fuori pagna i residui della lavorazione della liquirizia: servivano dalla Porta si usava fare un grande mercato ortofrutti- a coprire il terreno e mantenere un maggior tasso di umi- colo con bancarelle piene di ogni specialità, portate 71 Bancarella ortofrutticola al mercato della Pescheria

con i carramatti dai paesi vicini e dalla piana di supermercati, conserva usanze, tradizioni e vecchi Catania, con essi si confondevano i nichilittari, vendi- mestieri nelle botteghe artigianali dei calzolai, fabbri, tori di ferraglia varia; a tutti questi si univano i massari marmisti, vetrai, fiorai, pasticcieri, macellai, fruttaioli, che davano l’anticipo ai contadini per i lavori prestati venditori di stocco e baccalà. nei campi. Tanta operosità veniva offuscata da piccoli La sera la tradizione continua… e il quartiere si episodi di ruberie che diedero origine all'aneddoto su popola di ambulanti di antica memoria quali venditori Puddu Cisca (famoso borsaiolo): di sangeli (sanguinaccio), mauro (alghe marine condi- te), olive condite, quarume (trippa), meusa (milza), Cu passava do Furtino e non era arrubbatu carne di cavallo (arrusti e mangia), crespelle, luppini, Puddu Cisca o è ‘n galera o è malatu ‘. rizzi con limone, vaccarreddi. Il quartiere, inoltre, offre la possibilità di usufruire di In un intreccio di fantasiose tradizioni e storia strutture pubbliche ben attrezzate: asili nido, scuole e abbiamo saputo che la bellissima Porta Ferdinandea è centri di formazione professionali, librerie, la bibliote- stata costruita per celebrare le nozze di Ferdinando I di ca, strutture sportive, consultorio, la sede della muni- Borbone con Maria Cristina d’Austria; questa Porta cipalità, uffici pubblici, ospedale, parrocchie, ed il monumentale innalzata dai catanesi nel piano del cimitero monumentale che, essendo vicinissimo alla Fortino, dopo l’Unità d’Italia è stata dedicata a nostra scuola, fa parte del nostro panorama giornalie- Garibaldi e quindi oggi si chiama Porta Garibaldi ma ro quando guardiamo fuori dalla finestra o giochiamo noi la continuiamo a chiamare ‘u Furtino’: in cortile.

Ma che bella questa piazza La chiesa parrocchiale di santa Lucia al Fortino tutta intorno rinnovata. sorge in via Gismondo 62 su un antico terreno donato Porta nuova e Porta vecchia dal signor Luigi Sacchero nel 1890 al signor Filippo prima……. il chiasso di un mercato Gismondo, proprio per la costruzione di una chiesa, ora bambini in allegria che avvenne nell’arco di diversi anni e a più riprese, tra la gente che sonnecchia. con le sole offerte dei fedeli. Intorno al 1914 incominciò la devozione a s. Lucia Camminando… camminando ci siamo resi conto e nel 1936 arrivò una reliquia consacrata dalla Curia che il nostro quartiere, oltre ad avere tanti negozi e Arcivescovile, che fu chiusa e suggellata dentro un 72

La Pescheria Macelleria del mercato della Pescheria piccolo reliquario. Fu questa l’occasione per iniziare a un sapore più dolce, con cioccolato, miele o ricotta. realizzare una festa per le vie del quartiere che si svol- Tutto ciò viene dato in assaggio durante la sagra orga- ge a tutt’oggi il 13 dicembre. nizzata nel cortile dell’Oratorio. I preparativi alla festa iniziano giorni prima con la La festa si protrae per tutta la serata e come tutte raccolta di fondi monetari, offerti dai fedeli, grazie ai le feste parrocchiali, sin dalle prime ore del mattino, un quali è possibile lo svolgersi della festa, con la realiz- membro del comitato dei festeggiamenti, accoglie zazione di fuochi d’artificio, archeggiate luminose davanti la chiesa i devoti che portano le loro offerte e lungo le vie del quartiere, bande musicali che si acco- pacchi dono per le famiglie più disagiate, e non man- dano alla processione che accompagna il fercolo detto cano di certo i venditori di candele, palloncini, calia e ‘vara’, addobbato con fiori di colore diverso. simenza. Durante la processione per le vie del quartiere con il simulacro di s. Lucia, possiamo assistere a vari momen- ti significativi ed emozionanti: letture, preghiere e canti La via Garibaldi fatte dal sacerdote con e per i fedeli malati e bisognosi; (Pescheria-Transito-Plebiscito) soste, sempre con momenti di preghiera e fuochi d’ar- L’incontro con una parte del patrimonio artistico e tificio, nei caratteristici altarini preparati per le strade. culturale ci ha rivelato una Catania nuova, più interes- Altro momento emozionante è la ‘calata sante e spesso guardata distrattamente. Adesso vor- dell’Angelo’ durante la quale viene fatta scendere dai remmo scoprire il volto del nostro quartiere, parte inte- balconi una cesta di vimini con dentro un angelo di grante di quel tessuto storico che sentiamo apparte- porcellana con le varie offerte. nere a tutti noi. In piazza Campo trincerato oltre ai fuochi d’artificio Partiamo da villa Pacini, per i catanesi ‘a villa varag- si svolge l’offerta, da parte di un devoto, del pane ghi’, per i tanti anziani che la frequentano, cercando di benedetto, mentre in via Delle Calcare viene simulata ingannare la noia: isola verde del nostro quartiere dove la conosciutissima ‘salita di Sangiuliano’, che tanto alberi di pino e piante ornamentali fiancheggiano i via- ricorda la festa di s. Agata. letti ed il ponticello sotto il quale scorre il fiume Specialità della festa di s. Lucia è la ‘cuccia’, un Amenano; qui, all’ombra degli archi della marina, sim- preparato a base di frumento messo a bagno per patici vecchietti trascorrono il loro tempo giocando a diverse ore e poi arricchito, secondo la fantasia delle carte, mentre altri, seduti sulle panchine, chiacchiera- donne parrocchiane, con ceci o lenticchie, o per dare no sul tempo che fu e sul tempo di oggi. 73 Fiorenzo Napoli Gioco di carte a villa Pacini

Per noi ragazzi, invece, luogo d’incontro e di diverti- si sporgono generosi davanzali e facciate ormai scro- mento è la piscina di via Zurria, antico macello comu- state dal tempo. E poi come non notare il grande micro- nale; qui ci alleniamo e passiamo con gli istruttori pia- cosmo di artigiani e bottegai che vive nei sottoscala e cevoli pomeriggi. Chi predilige il calcio si ritrova invece nei laboratori attorno al castello, in locali che portano i presso l’oratorio della chiesa di s. Maria delle Salette, segni di un tempo lontano, fatto di piccole porte e di dove i padri salesiani ci accolgono amorevolmente mani tozze che pazienti e precise ancora oggi lavorano organizzando tra l’altro partite di calcetto, gare di palla- e che rappresentano la grande eredità catanese. volo e naturalmente appassionanti derby tra tifosi del Vediamo cestini d’ogni forma, intrecciati con fili di Milan e della Juventus, squadre antagoniste da sempre. paglia, luccicanti tamburelli variopinti e i ‘pupi’ che allie- Ci spostiamo adesso a piazza Duomo, accanto alla tavano, nei teatrini dei vari quartieri, le serate dei bambi- fontana dell’Amenano, e ci incamminiamo verso via ni. In via Reitano al numero 55, si trova ancora la botte- Garibaldi. Sentiamo un brusio che diventa sempre più ga artigianale dei fratelli Napoli che tramandano l’arte forte. Alla nostra sinistra, lungo le viuzze basolate di marionettistica catanese da quattro generazioni. pietra lavica, è una festa di colori e profumi: siamo al Entrando nella bottega, improvvisamente si avverte la mercato della Pescheria, dove fanno bella mostra ver- sensazione di tornare indietro nel passato. Paladini, dure, ortaggi, frutta, pesce, carni e drogherie varie. dame e cavalieri maestosi si stagliano davanti a noi, in Sulle bancarelle peperoni rossi e gialli contrastano attesa che il maniante Giuseppe dia loro vita e i parraturi con il violetto delle melanzane ed il verde dei carciofi; e la parratrice, nelle persone di Fiorenzo, Gaetano e della banchi con i pesci: i masculini e u muccu, i polpi che signora Italia raccontino le loro eroiche gesta, accompa- ancora si muovono e tante altre specie; anche capret- gnati dalle musiche e dai suoni scelti da Salvatore. Per la ti, castrati, salsicce pendono da fili invisibili come preparazione dello spettacolo finale si dipingono le marionette. Particolarmente spettacolare è la cottura scene, si lavorano a sbalzo le armature e si cuciono i du sangeli e da quarumi, i cui fumi avvolgono i passan- vestiti utilizzando gli attrezzi con grande maestria. ti ed i turisti che, con le macchine fotografiche, cattura- Un’altra bottega si trova in piazza s. Antonio: quel- no queste immagini come ricordo delle vacanze sicilia- la dello scultore-intagliatore di legno Lorenzo ne. Sicuramente la Pescheria del nostro quartiere non Salamone e del suo collaboratore Aurelio Quattrolune: ha eguali ed è importante per le sue caratteristiche, ma statue in legno e sponde di carretto vengono scolpite anche per lo sviluppo economico che offre al territorio. con antichi attrezzi quali sgorbie e tira muschitti, Ancora assetati di conoscenza, ci muoviamo verso diventando nelle loro abili mani vere e proprie opere u casteddu, al centro di una fitta rete di vicoli, sui quali d’arte, insomma pezzi unici. 74

Cortile della Provvidenza Muro esterno scuola via santa Maddalena Altarino in una casa del quartiere

Risalendo ancora arriviamo all’incrocio con la lunga di Paola venne acquistata da Giovan Battista Vaccarini arteria di via Plebiscito, dove ad antichi palazzi sette- per la costruzione della propria casa. È un edificio di ottocenteschi si alternano costruzioni moderne. Anche interesse storico e monumentale, oggi è sede del cen- qui sui marciapiedi si aprono putie con caratteristiche tro multimediale della Soprintendenza di Catania. grigliate di arrusti e mangia, pasticcerie che mostrano Il palazzo Pedagaggi si trova in via Vittorio invitanti cannoli di ricotta, cassate e cassatelle e stuz- Emanuele, angolo piazza Cutelli; restaurato, oggi è zichevoli rosticcerie piene di arancini, crespelle, sfin- sede della facoltà di Scienze Politiche dell’Università. gioni e le classiche cartocciate. Il palazzo Reburdone è del XVIII sec. e si trova in via Alla fine della nostra passeggiata ci riposiamo beven- Vittorio Emanuele, angolo piazza dei Martiri; anche do al chiosco un fresco bicchiere di seltz, limone e sale. esso oggi è una sede dell’Università di Catania Il Convitto Cutelli (detto anche il Collegio dei Nobili), fu edificato a partire dal 1747 per volontà di La via Vittorio Emanuele II Mario Cutelli che destinò la sua eredità alla costruzio- L’edilizia civile che si affaccia su questa strada offre ne di un edificio in cui fossero formati i rampolli maschi numerosi esempi di costruzioni interessanti e con un delle famiglie patrizie, affinché venissero educati notevole significato storico. ‘all’uso di Spagna’. Oggi è una scuola pubblica con tre Il Carcere vecchio è stato costruito durante il regno ordini di istruzione: scuola elementare, scuola media dei Borboni tra il 1825 e il 1831. Nasce dopo le repres- e liceo classico europeo. sioni dei moti del 1821, quando il Castello Ursino, allo- Essendo un quartiere storico è naturale trovare ra prigione, non bastò a contenere il numero accre- sulle facciate dei palazzi delle lapidi che ricordano par- sciuto dei prigionieri. Ormai l’edificio ha perso al suo ticolari avvenimenti. Sulla facciata esterna del Convitto interno il primitivo aspetto perché è stato ampiamente Cutelli si trova una lapide inaugurata il 4 novembre rimaneggiato; si sviluppava intorno ad una corte ret- 1926 che commemora i capi del movimento rivoluzio- tangolare, oggi manomessa, dovevano esserci dei nario del 1836 a Catania. Le sentenze di morte furono corridoi su cui si aprivano le celle. L’edificio appariva a pronunciate nell’Aula Magna del Convitto Cutelli, allo- tutti come una tetra prigione dove si svolgeva una vita ra Sala di Udienza, dal Tribunale marziale ed eseguite segregata ed esclusa dalla comunità. Oggi è una nella piazza dei Martiri, chiamata piano della Statua, caserma in dotazione alla Polizia di Stato. dove si trova un’altra lapide a ricordo. La Casa di Vaccarini si trova in via Sorrentino. Nel Molti sono anche i negozi che ormai possono van- 1736 una parte del vigneto del convento di s. Francesco tare un’attività più che secolare. 75

La bottega Salamone Macelleria di carne equina in zona via Plebiscito

La cereria Cosentino è stata fondata nel 1795 ed è non essere presente a Catania, città prettamente mari- gestita dalla famiglia Cosentino da cinque generazioni. nara. Nel terremoto del 1693 la chiesa precipitò e fu rico- È nata per l’esigenza del popolo e nel 1800 ha avuto struita nel 1700. Nel 1738, il re di Sicilia Carlo di Spagna, un riconoscimento e una targa di premio dalla chiesa. proclamò s. Francesco di Paola ‘patrono dell’isola’ e a Attualmente il negozio si trova in piazza s. Placido. Le perenne ricordo fu posta nella chiesa una lapide. candele sono fatte in modo artigianale e industriale, la Dopo 1860 il Demanio privò i Minimi dei locali del differenza tra le candele bianche e gialle è che quella convento che successivamente furono trasformati in bianca è rivolta alla chiesa per gli usi liturgici, mentre caserma della Guardia di finanza; da quel momento i quella gialla è un dono o una promessa. figli di s. Francesco di Paola lasciarono Catania. Dopo La farmacia De Gaetani si trova in Vittorio che un incendio scoppiato nel deposito di legname Emanuele 100. È stata fondata nel 1794 da Salvatore attiguo alla chiesa distrusse tutto, nel 1907 la chiesa fu De Gaetani ed è gestita dalla famiglia da sette genera- ricostruita per volere del cardinale Giuseppe Francica zioni. È la più antica di Catania ed è soprannominata la Nava. Una iscrizione posta a destra entrando dice: «In ‘Farmacia dei dotti’ perché in passato frequentata da omaggio i fedeli marinai ed altri devoti catanesi erigo- uomini distinti per nobiltà e saggezza. Ancora oggi, no questo altare maggiore. Anno Domini 1912». anche se la figura dello speziale è scomparsa, prepa- Attualmente è parrocchia dal 4 novembre 1948. I rano sciroppi ed altri medicinali. marinai della Civita celebrano annualmente la festa del Questa via è ricca anche di testimonianze religiose. santo patrono, che chiamano ‘Santo Padre’, la secon- Oltre quelle più rilevanti, ci sono ad esempio alcune da domenica di Pasqua, con una grande affluenza di chiese che hanno un ruolo importante per il quartiere. fedeli e la benedizione al porto. Dove sorge l’attuale s. Francesco di Paola c’era Costruita nel 1224-1226 dai Benedettini, la chiesa quello che chiamavano ‘Oratorio di s. Onofrio’. Il posto di San Gaetano alla marina era originariamente dedi- era molto adatto al raccoglimento e ciò spiega il motivo cata a s. Giuliano. Distrutta dal terremoto, fu ricostrui- per cui venne dedicato a questo santo solitario. Nel ta nel 1700 e fu dedicata a s. Gaetano. Il Cardinale maggio del 1523 l’oratorio onofriano della Civita passò Dusmet arricchì la chiesa con quadri di s. Gaetano, ai ‘Minimi’ di s. Francesco di Paola i quali vi innalzarono della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù. Nella chie- un loro convento. Questo ordine era molto diffuso sa si svolgono attività di recupero per i giovani. nell’Italia meridionale e in Sicilia. Il santo di Paola era il Girando per la Civita abbiamo inoltre trovato e patrono della gente di mare e il suo culto non poteva catalogato moltissime icone, testimonianze di fede 76

Calzolaio in zona San Cristoforo Trattoria Pippo La Vecchia popolare. Per lo più sono addossate alle abitazioni e un altare con un quadro raffigurante la Madonna della sono di fattura povera. Abbiamo elencato quelle più Lettera, s. Agata ed un angelo. significative. In via Sorace una terracotta inserita nel muro rap- Interessanti sono pure alcune testimonianze del presenta Cristo deposto dalla croce tra la Madonna gusto catanese. Di recente fondazione ma erede della e s. Giovanni; in via Sorrentino si rappresenta una grande tradizione dolciaria catanese è la bottega di Crocifissione con ai lati due donne; quella di via Famà Nonna Vincenza, negozio specializzato in dolciumi contiene una statua di s. Giuseppe; in via Concezione vi nato nel 1998 che si trova in Piazza San Placido. Sono è una statua della Madonna a protezione di un’immagi- prodotti artigianali senza conservanti. Prima si faceva- ne della Sacra Famiglia; in via Cola Pesce c’è un basso- no dolci tipici di Agira, poi la produzione si è allargata rilievo di s. Agata; in via s. Francesco di Paola c’è un a tutti i dolci tipici siciliani e ai rosoli di limone, manda- altarino con all’interno un dipinto su legno raffigurante la rini, fragola… Madonna delle Grazie; Via Billotta si trova un quadro in La specialità degli arrusti e mangia consiste nel legno dipinto raffigurante s. Francesco e la Madonna fatto che di giorno sono delle semplici macellerie, con il Bambino; in via Scrudato 1, inserito nello spes- invece la sera dalle ore 20 fino a notte si trasformano sore murario, c’è un dipinto raffigurante la Madonna in putie di strada. Mettono fuori dei bracieri dove arro- col Bambino; in largo XVII Agosto una statuetta della stiscono la carne, specialmente di cavallo, che viene Madonna e una di s. Bernadetta; in vicolo Civita c’è un’edicola che racchiude l’immagine della Madonna messa nel panino. Sono frequentati sia dai giovani che del Rosario; in via dei Pescatori l’edicola contiene un dalle persone grandi, ma anche dagli stranieri e dai quadro che rappresenta la Sacra Famiglia; in via Pozzo viaggiatori di passaggio che non si perdono la possibi- s. Teresa troviamo due edicole contenenti rispettivamen- lità di assaggiare la buona carne. Una si trova una in te una terracotta maiolicata raffigurante s. Sebastiano via Calì, l’altra di fronte agli archi della marina. alla colonna e una che probabilmente rappresenta s. Ad angolo tra la via Ventimiglia e via Vittorio Teresa; in via Carnazza Amari un’edicola votiva contie- Emanuele si trova un caratteristico chiosco. È stato ne un’immagine dell’Addolorata; in via s. Tommaso si costruito circa cinquant’anni fa, è aperto tutti i giorni ammira un’immagine di s. Tommaso che col dito tocca ed è frequentato da tutti. Le bevande più richieste il costato di Cristo; in via Museo Biscari: c’è una lapi- sono: selz al limone con il sale o selz al mandarino e de di marmo con l’effigie di s. Agata; in via Porticello limone. 79 Panificio Spanò Acquedotto dei Benedettini

Via Etnea & dintorni ché vi passa s. Agata mentre nel ‘700 era chiamata con La zona che circonda piazza Stesicoro è un’area un nome buffissimo “strata d’u jaddazzu” per l’insegna piena di memorie storiche della città, soprattutto quel- a forma di beccaccia di un osteria vicino al Fortino. le legate al martirio della patrona di Catania. La chiesa Il nome della via Antico Corso deriva dal vecchio di s. Agata al Carcere si trova in prossimità della piaz- quartiere del “corso” cui appartennero i “Cursoti” e za, alle spalle della chiesa di s. Agata alle Calcare. Il soprattutto i “Cani Corsi” che erano ragazzi poco più luogo della detenzione della Santa è individuato sin grandi di noi che si coprirono di gloria combattendo dall’antichità nella celletta incorporata in ciò che rima- contro i Borboni. È molto bello quello che scrive di loro ne di un poderoso contrafforte del bastione, che risale Saverio Fiducia: “…Sulla piazza di porta d’Aci i napo- all’epoca romana come struttura di sostegno della col- letani stanno per avere la meglio, ma ad un tratto un lina che sovrastava l’anfiteatro. solo altissimo urlo di rabbia risuona, si scatena l’infer- L’attuale chiesa del Carcere, ad unica navata, è no: i Corsi irrompono nella piazza...”. costituita da tre corpi di epoche diverse, dei quali quel- Nel quartiere dei Cappuccini si trova un centro lo anteriore, barocco, venne realizzato nel 1760 in chiamato “Leon” dove, con l’aiuto di animatori, si seguito all’abbattimento di parte del bastione e all’am- fanno i compiti e dopo si gioca. Questo centro si trova pliamento della chiesa verso est. L’autore dell’amplia- in Via Plebiscito vicino piazza Grotta Magna, esso è mento e del prospetto è Francesco Battaglia che vi grande e spazioso si può disegnare, si fanno progetti inserì nella facciata il portale romanico, ricco di figure divertenti e a volte si fanno anche delle recite con balli grottesche di uomini e di animali, che apparteneva e canti; c’è anche un bellissimo campo dove si gioca all’antico prospetto della Cattedrale normanna crollata al calcio. con il terremoto del 1693. Questi animatori sono le stesse persone che ci Alle sue spalle sorge l’antica cattedrale di s. Agata sono in un altro centro molto più piccolo, i “Minoritelli”, la Vetere, di fronte alla quale inizia a snodarsi la via in via G. Clementi, di fronte all’ospedale s. Marta; in Plebiscito, con i quartieri dell’Antico Corso e dei esso si svolgono le stesse attività. In questi centri non Cappuccini. Il nome della via del Plebiscito si riferisce ci si annoia mai perché c’è sempre qualcosa di diver- al plebiscito del 1860 col quale la Sicilia decise di tente da fare: passeggiate per conoscere la nostra entrare a far parte del regno d’Italia; ma, andando città, corsi di informatica, ecc. indietro nel tempo, abbiamo scoperto che popolar- Ritornando per la salita dei Cappuccini a piazza mente questa strada si chiama ‘a strata d’u giru’ per- Stesicoro, troviamo invece lo stile monumentale fra 80 classico e barocco del Palazzo della Borsa del 1933 occupato però totalmente dalle auto in sosta, e quello che è sede oggi della Camera di Commercio. esistente all’interno del nostro circolo didattico. L’ingresso si apre con la stretta facciata a cui si colle- Pertanto, il sogno di noi tutti bambini e di tutti gli gano i due corpi laterali. Ampie arcate e alte volte dila- abitanti resta sempre quello di vedere un giorno Piazza tano lo spazio. All’edificio lavorarono anche altri artisti Montessori diventare più spaziosa ed accogliente, come Giuseppe Piccolo, Tino Perrotta, Carmelo Florio, priva di automezzi e ricca di alberi frondosi, panchine Giuseppe Barone e Roberto Rimini. Le proporzioni pulite, aiuole con i fiori profumati e colorati. sono equilibrate, l’andamento dell’edificio è orizzonta- La scuola ‘A. Diaz’ si trova in un quartiere che con- le. All’interno invece lo spazio si dilata, le proporzioni giunge la parte più antica della città con i quartieri che sono smisurate, come enorme è la statua della sono nati all’inizio del XX secolo. Andando in giro con Minerva dello scultore Lazzaro. Gli affreschi dei soffitti le nostre maestre abbiamo visitato luoghi storici, cul- sono di Carmelo Comes. turali e di rilievo sociale. In piazza s. Maria di Gesù abbiamo visto la chiesa che custodisce una famosa Madonna col Bambino del Piazza Montessori - Santa Maria di Gesù Gagini e la cappella Paternò, uno dei pochi monumen- La scuola ‘G. Deledda’ sorge in piazza Montessori, ti che si sono salvati dal terremoto del 1693. Nella in un quartiere sviluppatosi negli anni Cinquanta e stessa piazza si trova la parte più antica dell’ospedale Sessanta. Nel nostro cortile si ammirano i resti dell’an- ‘Garibaldi’ e inizia il complesso dei Salesiani con la tico Acquedotto dei Benedettini. scuola e l’oratorio dove i ragazzi trascorrono il tempo libero, organizzando tornei di calcio. Nella vicina piaz- Nel quartiere si trovano bei palazzi moderni, la za Lanza c’è il carcere nuovo, costruito nel 1935. chiesa di s. Euplio, la cui facciata è ricoperta di matto- In alcune strade del nostro quartiere come il viale ni rossi sui quali spiccano tre croci in ferro battuto. M. Rapisardi, via Androne e via Tomaselli, sorgono Due grandi ospedali garantiscono la salute dei cit- molte ville eleganti dei primi decenni del Novecento tadini, il Garibaldi ed il Ferrarotto dove fanno anche gli come quella dei duchi di Misterbianco, circondata da interventi a cuore aperto. rara vegetazione. Poco distante, in via Androne sorge Accanto alla nostra scuola sorge l’Istituto psico- la villa Majorana, con una torretta esagonale. pedagogico Turrisi Colonna e la Facoltà di Scienze della Lungo il viale si incontrano anche due grandi scuo- formazione; un po’ più distante l’Istituto s. Antonio, il s. le superiori: l’istituto tecnico ‘Archimede’ e il commer- Orsola e quello dei Salesiani, famoso per il suo oratorio. ciale ‘De Felice’, che si affaccia sulla piazza Roma, Di recente è stato allestito un albergo, l’Hotel dove si trovano due chioschi, punti di incontro e di Mediterraneo, e il campo sportivo di Cibali, oggi intito- aggregazione per molti giovani. lato ad Angelo Massimino, è stato ristrutturato di Tra via Longo e via Etnea è posto l’Orto botanico, recente. realizzato dal monaco benedettino F. Tornabene nel L’Istituto s. Antonio ha una bella chiesa dedicata al 1858, mentre in via Lago di Nicito, presso il diparti- santo, la cui festa viene celebrata ogni anno il 13 giu- mento di biologia animale dell’Università di Catania, si gno, quando la statua viene portata in processione per trova il museo di zoologia. le strade del quartiere. In quel giorno è tradizione che venga benedetto il pane per i poveri. Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli Nel quartiere si svolgono due mercatini ‘pianta e insegnanti delle seguenti scuole: spianta’ che danno lavoro a tante famiglie, uno a piaz- - C. D. Battisti za Montessori e l’altro a piazza Spedini. Essi però si - C. D. Caronda svolgono di fronte alle scuole elementari e pertanto in - C. D. Deledda - C. D. Diaz caso di pericolo potrebbero intralciare il libero acces- - C. D. San Giovanni Bosco so ai mezzi di soccorso. - C. D. Tempesta La zona è fornita pure di molti negozi di abbiglia- - I. C. Capuana-Pirandello mento e di ristorazione famosi per i prodotti tipici sici- - I. C. Doria liani. Il quartiere però non offre molto spazio verde dedi- - I. C. Manzoni - I. C. Mazzini-Di Bartolo cato ai bambini dove poter liberamente giocare all’aria - I. C. Vespucci aperta, tranne il poco esistente nella Piazza Montessori, - Convitto nazionale Cutelli 81 II MUNICIPALITÀ

Storia e descrizione dei quartieri che potevano ospitare un solo soldato ed erano colle- È la municipalità meno omogenea sotto l’aspetto gate fra loro grazie ad un sistema di segnalazioni (fuma- storico e urbanistico tra le circoscrizioni cittadine: te di giorno e fuochi di notte), che arrivava fino al cam- comprende infatti tutta l’area costiera da Ognina alla panile del Duomo, allora alto 100 metri; assieme alla Stazione, il villaggio Dusmet (a nord della circonvalla- ‘Torre di Carlo V’, oggi incorporata nella chiesa della zione) e si inoltra in città fino alla zona dei tribunali Madonna di Ognina, facevano parte del sistema di for- (piazza Verga e corso Italia). I due nuclei più antichi tificazione dell’isola contro i Turchi. Una zona caratteri- sono Ognina e Picanello. stica di Ognina è il Rotolo, famoso per una antica icona Ognina prende il nome dal fiume Lòngane, che mariana detta “del Rotolo” e per un tempietto votivo, sgorga a Cifali, sul fianco della collina di s. Sofia, dove oggi distrutto, eretto nel 1126 nel luogo dove il 17 ago- oggi c’è ancora un grande lavatoio; è un fiume sotter- sto dello stesso anno i catanesi presero solennemente raneo, perchè seppellito dalla violenta eruzione del in consegna le reliquie di s. Agata, trafugate 80 anni 1381, che sbocca nel golfo di Ognina, dove si trovano prima dal generale bizantino Maniace. diverse bocche d’acqua dolce (polle) rilevate lungo la L’altro nucleo, Picanello, deriva il nome probabil- scogliera, quali ‘l’acqua della punta dei palummi’, mente dal greco ‘peghè’, ‘fonte’, da qui ‘piccola fonte’, ‘l’acqua delle capre’, ‘le acque casse’. per la ricchezza di acque nella zona. Verso la fine del È un borgo tipicamente marinaro, ma curiosamen- 1800 B. Gentile Cusa la ritenne un’area adatta alla rea- te non ne conserva memoria nella sua toponomastica, lizzazione di un quartiere in cui le famiglie catanesi ad eccezione della via Conzari, riferita ai pescatori che nobili e benestanti potessero costruire delle case di vil- usavano lo speciale attrezzo detto conzo. leggiatura: Picanello è infatti ancora oggi caratterizza- Il suo porto, detto anche ‘porto Ulisse’ perché to da ville e case padronali, in stile liberty, di grande secondo la tradizione fu il punto di approdo dell’eroe pregio, come il palazzo di piazza Duca di Camastra, la omerico, è il più antico della città; già in epoca greca villa Marchese in via del Rotolo, la palazzina Tringali di veniva sfruttato come punto di approdo commerciale. via Duca degli Abruzzi; numerose anche le abitazioni Più volte distrutto da colate laviche, è stato sempre monofamiliari o condominiali nello stesso stile. ricostruito, conservando l’antico aspetto. Oggi Picanello non ha più le caratteristiche origina- Testimonianze che sottolineano l’importanza militare rie per le piccole lottizzazioni a basso costo effettuate del porto sono le ‘garitte’, le vedette spagnole ancora all’inizio del ‘900 che hanno agevolato l’arrivo di nuovi visibili lungo la scogliera, a Ognina e in piazza Europa, residenti e che hanno dato al quartiere una fisionomia 82 Chiesa santa Maria in Ognina Pescheria di Ognina

più popolare. Nel complesso il quartiere, molto popo- ricostruirono. I due portali d’ingresso furono recupera- loso, presenta ancora grandi spazi non valorizzati ma ti e collocati al posto primitivo. Furono restaurati la anche numerosi luoghi di incontro: 14 piazze, da quel- grande tela della Sacra Famiglia del 1552 del Vignerio, le storiche (Ognina, Europa, Duca di Camastra) alla con la preziosa cornice barocca, e una deposizione recentissima piazza Padre Pio e 2 parchi (Falcone e sempre del Vignerio. Ricostruita la chiesa dopo 4 anni, quello marino di Ognina), per non parlare del lungoma- venne riaperta al culto l’8 settembre del 1697, giorno re, lungo oltre due chilometri e mezzo, che si affaccia che venne dedicata alla ‘Vergine nascente’ dal vesco- sulla ‘Scogliera’, meta delle passeggiate domenicali vo Andrea Riggio. In questa chiesa si ammirarono dei catanesi. anche altre opere d’arte come il Tabernacolo eucaristi- Il quartiere presenta una diffusa rete di servizi, vi co, l’effigie di Nostra Signora di Ognina, il Battistero, sono infatti 3 sedi di uffici comunali, 5 uffici postali, l’affresco della Crocifissione, il martirio di s. Euplio a presidi ospedalieri, farmacie, 2 hotel; inoltre è attraver- cui è anche dedicata la chiesa. Inoltre nella volta mag- sato da sei linee urbane di trasporto, di cui una per un giore si ammirano degli affreschi: l’incoronazione di collegamento diretto con i mercati. Nell’area della Maria in cielo, una Visitazione e una Natività. municipalità hanno sede la stazione centrale ferrovia- ria e la stazione delle linee interurbane di pullman per collegamenti regionali e nazionali. S. Maria della Guardia L’origine della chiesa di s. M. della Guardia risale al 1870-72, quando, su richiesta di alcuni fedeli, il sac. I luoghi della fede Bruno e l’avv. Zappalà fecero costruire una chiesetta S. Maria di Ognina circolare nella borgata che allora era una distesa di Sui ruderi dell’antichissimo tempio di Athena nera lava. Durante i lavori, l’avv. Zappalà mentre si tro- Longathis, dopo l’eruzione del 1381, venne eretta nel vava a Marsiglia, trovò delle analogie tra il faro del 1392, la chiesa di s. Maria di Lògnina che fu dedicata Porto che illuminava una statua dorata della Madonna alla Natività della Vergine dal vescovo Simone del e la chiesetta che stava costruendo, così volle chia- Pozzo. Allora era una abbazia, una fortezza, unico marla Madonna della Guardia. Fece dipingere il qua- esempio a Catania e provincia, come testimonia la dro della Madonna ad imitazione della Madonna di torre cilindrica. La chiesa crollò col terremoto del 1693, Raffaello detta di Foligno e ai suoi piedi fece dipingere tranne la robusta torre. I fedeli con ardore religioso la una giovanetta che offre il cuore a Maria, dalla quale 83 Palazzo Liberty a piazza Duca di Camastra Palazzo Liberty in via del Rotolo

riceve un’ancora. La guerra del 1940-43 ridusse que- to da alcuni pescatori, che avevano più volte gettato le sta chiesa costruita con tanti sacrifici ad un cumulo di reti in mare invano, mosso a compassione fece il macerie. Dopo 22 mesi, però, rinacque più armoniosa segno della croce e subito tirarono con quelle tanta di prima ed il vescovo Patanè la eresse a parrocchia. moltitudine di pesci». Da allora l’amore e la devozione La Madonna viene festeggiata il 17 ottobre. dei pescatori per la Madonna si accrebbero sempre Nei locali della chiesa ha sede un’associazione più e per questo in segno di riconoscenza la gente del degli scout. borgo la venera con grande fervore religioso. Trascorsi quasi tre secoli di fervente attività religiosa, l’8 settem- bre del 1990 la chiesa è stata elevata alla dignità di Statua di s. Agata Santuario Mariano con decreto dell’arcivescovo Luigi Bommarito. A perpetua memoria il parroco il p. Nel 1126 il 17 Agosto due soldati bizantini sbarca- Antonio Fallico ha fatto collocare una lapide all’ingres- rono sulle sciare vulcaniche di Ognina, a porto Ulisse, so principale del Santuario. il veneratissimo corpo di s. Agata. Per ricordare tale La festa in onore della Madonna Bambina si svolge evento fu eretta sul posto una piccolissima chiesetta alla fine dell’estate. L’evento è il frutto dell’impegno e tutta in pietra lavica, poi distrutta dai terremoti. Il della religiosità di tutta la comunità di Ognina. Sette le Comune, in ricordo di quell’evento, ha eretto una stele manifestazioni religiose e folkloristiche più tipiche e di lava con una lapide e una statua di s. Agata scolpi- significative: ta nel 2004 da Tullio Aceto, nella rotonda tra il viale A. 1) Il triduo di catechesi: le varie tematiche in pre- De Gasperi e via del Rotolo. parazione alla festa si ispirano alla pietà religiosa popolare. 2) La svelata: alle ore 8:00 del giorno 8 settembre I luoghi della festa la Madonna incoronata e illuminata appare sull’altare. La festività della Madonna di Ognina è sempre La chiesa è strapiena di persone già di buon mattino. stata celebrata l’8 settembre di ogni anno. Durante la messa, tra musiche e canti, riappare la Popolarmente è detta la festa d’a Bammina e da ogni Madonna sull’altare, accompagnata dall’applauso dei parte dell’isola arrivano folle di devoti e turisti. Fra i presenti che vogliono manifestare così la loro gioia nel tanti fatti prodigiosi avvenuti nella nostra chiesa spic- vedere la loro ‘mamma celeste’ di nuovo presente sul- ca quello accaduto intorno al ‘600: «mentre p. Colnago l’altare. È un momento emozionante, in cui si avverte stava a sedere sul lido del mare, essendo stato prega- la commozione generale. 84

Centro culturale fieristico Le Ciminiere Barca durante la festa della Madonna di Ognina

3) La consacrazione della famiglia: attraverso i che li invita a recitare preghiere e canti a lei dedicati. bambini che offrono fiori, ogni nucleo familiare si con- Solo dopo aver ricevuto la sua benedizione, gli ognine- sacra e si mette a disposizione dei bisogni della fami- si si sentono pronti a concludere la giornata, sotto la glia della Madonna che è la parrocchia del quartiere. buona protezione materna. 4) La sagra del pesce azzurro: la sera del sette settembre tutti i pescatori in piazza Ognina apparec- chiano una grande tavolata e offrono a tutti del pesce I luoghi dell’economia e del lavoro arrosto dopo averlo pescato. Oggi Picanello conserva ancora molte case a piano 5) La gara delle barche: nel primo pomeriggio terra ma anche tanti palazzi. Sono state anche demo- della domenica che segue l’8 settembre, nelle acque lite molte delle belle ville con il giardino dove le fami- del porto di Ognina si svolge la gara delle barche che glie ricche passavano l’estate, perché tanta gente, che portano i colori azzurro e rosso del manto della prima abitava in campagna, aveva trovato lavoro in Madonna. città e aveva bisogno della casa. Per esempio, in via 6) La processione in mare: la Madonna è condot- Spoto, dove da quarant’anni c’è il mercato chiuso rio- ta al porto di Ulisse dove l’aspetta una grande barca nale, prima c’era tanta campagna. Ce lo hanno rac- addobbata di fiori e luci. I marinai la sistemano sull’im- contato i nostri nonni. Abbiamo guadagnato tante barcazione perché Lei possa benedire il mare e pro- case e negozi ma abbiamo anche perduto il contatto teggerci dai pericoli. L’uscita dal porticciolo è seguita con la natura; ci sono pochi alberi e non si sente più il da altre barche colme di persone. cinguettio degli uccellini e il profumo dei fiori. 7) La processione nel quartiere: il simulacro Camminando tra i palazzi si vede poco cielo e si sente posto sulla vara adornata di luci e fari percorre le vie anche tanto rumore di macchine e motorini. del borgo fermandosi davanti alle abitazioni degli ammalati. Durante il tragitto i bambini si vestono di bianco I luoghi dei servizi come angioletti e offrono dei fiori e delle candele, reci- A poca distanza dalla stazione ferroviaria si disten- tando una preghiera. Gli ogninesi hanno un rapporto de l’immenso spazio espositivo e fieristico a tutti noto amorevole e costante con la Madonnina, infatti, ogni con il nome ‘Le Ciminiere’. Alla fine dell’800 questo sera prima di prepararsi per la notte, aspettano che complesso industriale era utilizzato per la raffinazione dalla ‘torre-campanile’ arrivi il suono delle campane dello zolfo che proveniva dalle miniere che si trovava- 85

Zo Centro Culture Contemporanee Lungomare

no nell’ennese e nell’agrigentino. Il suo nome deriva I luoghi della cultura dal luogo dove avveniva il processo di trasformazione Zo, centro culture contemporanee dallo zolfo grezzo in pani. Esso, a causa della crisi di Poco distante si trova il centro Zo, gestito da una questo settore industriale, ha subito un lungo periodo piccola società cooperativa, che occupa anche esso di abbandono ma oggi la sua realtà è cambiata: per l’edificio di una vecchia raffineria di zolfo nei pressi opera della Provincia Regionale di Catania, dopo della stazione ferroviaria. Lo stabilimento, accurata- un’accurata opera di ristrutturazione e valorizzazione, mente ristrutturato, si estende su una superficie di è diventato un centro polifunzionale per musei e atti- 1600 mq e comprende ampi spazi adattabili a diverse vità espositive, artistiche, culturali e didattiche. tipologie di eventi. Il centro infatti svolge un’intensa La struttura, priva di barriere architettoniche, si attività di promozione e diffusione di tutte le forme arti- suddivide in diverse aree: stiche legate ai linguaggi e ai saperi della cultura con- - l’area teatrale e congressuale dotata di due ampie temporanea. sale che permettono di ospitare conferenze e semina- ri, congressi, concerti e spettacoli; comprende anche una grande sala attrezzata a studio televisivo e un anfi- Il teatro Angelo Musco teatro destinato a spettacoli all’aperto; Istituito nel 1957 dall’Ente Provinciale per il Turismo - l’area espositiva e fieristica dove è possibile orga- di Catania, in via Umberto 312 ha sede il Teatro nizzare mostre ed esposizioni di vario genere che per- Musco, che funziona come sala in particolare per spet- mettono soprattutto alle piccole e medie imprese di tacoli dialettali e per rassegne di compagnie formate promuovere le proprie attività; da giovani; è sede di una scuola di arte drammatica e - l’area dei musei permanenti. ospita convegni nazionali ed internazionali indetti dal Essa è corredata da uffici e salette per dimostrazio- Teatro Stabile di Catania, di cui fa parte. Viene inoltre ni e riunioni. utilizzato come sala di prova per gli spettacoli in pro- Molti sono stati gli eventi che hanno portato lustro gramma al teatro delle Muse. alla città: dalla mostra su Nefertari alle mostre su Nel 1972 fu devastato da un incendio ma fu subito Picasso, De Chirico, Utrillo, i Futuristi siciliani, da quella ricostruito ed ampliato; oggi, infatti, conta 305 posti a dedicata al vulcano Etna a quella sul periodo borbonico. sedere. 86

Lungomare Salumiere al mercato rionale di Picanello

I luoghi del sapere diurno è anche una casa di riposo per tutti quegli In alcuni locali delle Ciminiere ha sede la ST anziani che non hanno una famiglia e che non poten- University di Catania che è una scuola di alta formazio- do essere più autosufficienti, hanno bisogno di perso- ne capaci di donare loro amore e cure. ne promossa e finanziata dalla ST Microelectronics, Gli anziani presenti sono circa 15 e provengono da azienda specializzata in componenti elettronici. Catania e provincia. Il centro diurno invece ospita ogni Questa azienda punta molto sull’innovazione ed è tra i giorno circa 70 nonnini. A loro il centro offre molteplici cinque principali produttori di chips. È l’esempio di un attrazioni: il cineforum, lezioni di ballo, la tombola, il moderna azienda integrata, vale a dire che sono pre- mercante in fiera e, per coloro che vogliono mantene- senti in essa tutte le principali funzioni aziendali: la re al massimo della forma il loro corpo, persino la gin- produzione, la ricerca, la formazione e la commercia- nastica dolce. lizzazione dei prodotti. Questo ente usufruisce delle sovvenzioni del Comune e della Provincia ed è proprio il Comune a stabilire che, per poter accedere al centro, le donne I luoghi della solidarietà devono aver compiuto 55 anni e gli uomini 60, devono Il Centro diurno ‘Monsignor Ventimiglia’ risiedere a Catania e non superare un certo reddito. I ritmi della vita odierna sono adatti a gente molto Per noi andare a visitare gli anziani significa non attiva. E così per mantenersi “vivi”, gli anziani hanno solo non abbandonarli ma ascoltarli quando parlano bisogno di stare con gli altri. Per fortuna, esistono dei del loro passato. centri di accoglienza provvisti di risorse umane e materiali. Non troppo distante dalla scuola elementare che Il centro di prima accoglienza frequentiamo è il centro diurno ‘Monsignor della parrocchia ss. Sacramento ritrovato Ventimiglia’. Questo importante vescovo di Catania, Il centro di via VI Aprile nasce nell’anno 2000, gesti- spinto dal desiderio di aiutare le persone senza dimo- to dalle suore che facevano riferimento alla parrocchia ra, aprì le porte della sua villa per donare un tetto ed del ss. Sacramento ritrovato. Offriva dei pasti caldi tutti un punto di riferimento a coloro che purtroppo non i giorni della settimana, tranne il giovedì. Inizialmente il avevano una famiglia. Col passare degli anni, il centro servizio era rivolto solo a persone bisognose, preva- si è dedicato interamente agli anziani. Oggi il centro lentemente italiani. In seguito cominciarono a frequen- 89

Mercato rionale nel quartiere Picanello Mercato rionale nel quartiere Picanello

tare il centro anche degli immigrati che cercavano un presa ci ha lasciati un po’ di tenerezza nel cuore, per- primo aiuto, una volta giunti nella nostra città. ché la volontaria Celeste ci ha mostrato un bambino di L’ubicazione della parrocchia, proprio di fronte alla sei mesi nato in Italia, da genitori di origine rumena, e Stazione centrale della ferrovia, ha avuto la sua parte. cresciuto presso il centro. Successivamente i locali vennero organizzati meglio e con p. Valerio cominciarono a collaborare dei volonta- ri. Il centro divenne dormitorio e, soprattutto per gli La Misericordia di s. Maria di Ognina immigrati provenienti dall’Est europeo, un punto di Nata nel 1985 a cura di un gruppo di volontari, riferimento. Il luogo offre una prima ospitalità e dà l’op- prende il nome della parrocchia di cui fa parte. È affi- portunità di fermarsi per qualche tempo, usufruendo di liata alla Confederazione Nazionale delle Misericordie un letto e dei pasti, tuttavia vi sono delle regole ben d’Italia e opera nel settore dell’assistenza sanitaria. precise: gli ospiti possono fermarsi stabilmente solo Conta circa 70 volontari e mette a disposizione della per due mesi ed in quest’arco di tempo devono trova- comunità i propri mezzi tutti i giorni, dalle 8.00 alle re in città una casa ed un lavoro; in tal modo si dà l’op- 23.00. È dotata di due ambulanze, di cui una attrezza- portunità ad altri di prenderne il posto. Ovviamente dei ta per la rianimazione, un pulmino per il trasporto di volontari li aiutano nell’integrazione. persone e attrezzature per gli interventi di protezione È possibile, visitandolo, vedere quanto è piccolo civile. L’equipaggio di ogni ambulanza è composto da ma efficiente. Vi sono pochi ambienti dove però gli barellieri soccorritori e autisti soccorritori entrambi immigrati trovano tutto il necessario, dalla cucina al iscritti all’Albo Nazionale del Soccorritore. Il volontario dormitorio, ai servizi igienici e c’è persino un locale prima di essere inserito attivamente nella struttura di adibito a deposito di bagagli. Due volontari sono pre- servizio viene istruito con corsi di preparazione al senti tutto il giorno, facendo dei turni e dando suppor- primo soccorso. to per la soluzione di qualunque problema. Ma la I servizi che offre l’associazione sono di pronto nostra visita, alla fine, ha dell’incredibile. Percorrendo intervento sanitario, trasporto di malati ed infermi, una scala interna all’edificio, si raggiungono le fonda- assistenza dei minori a rischio e dei senza fissa dimo- menta della chiesa restaurate e ben curate, dove i ra. La Misericordia si avvale inoltre di un’équipe, for- bambini possono svolgere attività ricreative, dal teatro mata da medici e soccorritori volontari che organizza- al gioco, assistiti dal personale della parrocchia o dai no corsi per gli alunni delle scuole elementari, delle volontari del centro di accoglienza. Una piacevole sor- medie inferiori e delle medie superiori. 90 L’AVIS nella campagna per la messa a bando delle mine e del- AVIS è l’acronimo di “Associazione Volontari Italiani l’uso dei bambini soldato. Il Centro Astalli di Catania si del Sangue”. Questa associazione ha il più alto nume- trova in via Malta 17, è nato nel 1999 ed è diventato in ro di soci a livello mondiale. L’AVIS non ha scopi di questi anni punto di riferimento sicuro e prezioso per i lucro, il suo obiettivo è quello di raccogliere il sangue tantissimi immigrati (circa 3.500 ) che vi trovano non soltanto una risposta immediata all’assistenza primaria, donato dai propri soci e metterlo a disposizione gratui- ma anche e soprattutto persone che li accompagnano tamente delle persone che ne hanno bisogno. A nel percorso difficile e penoso per la sopravvivenza e Catania l’AVIS nasce nel 1966 per iniziativa del dr. per l’inserimento e l’integrazione nel nostro paese. Ennio Romano. La sede operativa era presso l'ospeda- le Vittorio Emanuele. Attualmente la sede dell’AVIS comunale di Catania è in via Asiago 10, dove vengono I luoghi della socialità effettuati i prelievi. L’AVIS di Catania dispone di un’ autoemoteca con due postazioni per le donazioni. Nei Il Dopolavoro ferroviario, nato circa 40 anni fa, ha prossimi mesi, grazie al contributo di diversi Enti locali sede in via Umberto 314; è aperto non solo ai soci, e di privati, l’AVIS di Catania acquisterà un’autoemote- ferrovieri in servizio o pensionati, ma anche a tutti gli appartenenti al territorio. Esso svolge attività ricreative ca più grande, dotata delle più moderne apparecchia- e culturali: al suo interno, infatti, si trovano una biblio- ture mediche. Molti sono i volontari donatori che vi teca, una sala riunione e anche un bar. dedicano volentieri parte del loro tempo libero.

L’Asilo s. Agata I luoghi del divertimento Il cinema-teatro ABC si trova in via Pietro Mascagni Situato nella via omonima, è una delle istituzioni 94; fu fondato nel 1958. Esso era stato destinato ini- benefiche più care ai catanesi; assiste vecchi poveri di zialmente alle pellicole in seconda visione con un ambo i sessi. Fondato nel 1878 dalle Piccole suore dei costo del biglietto accessibile a molti spettatori. poveri, aderendo ad un pressante invito del cardinale Chiuso negli anni ‘80 per la crisi che coinvolse molti Dusmet, cinque anni dopo accolse le suore e i vec- cinema, fu poi riaperto dopo 10 anni ma è stato adibi- chietti nell’attuale sede che era stata costruita su ter- to ad autosalone. Ristrutturato, oggi è tornato al suo reno donato dalla nobildonna Anna Scammacca e con uso originario ed è dotato di circa 1200 posti. Molte gli aiuti finanziari del marito di lei, cav. Paolo Platania, famiglie frequentano questo cinema che offre anche di privati e di enti pubblici, e quello considerevole dello spettacoli in prima visione e spesso adatti ai bambini. stesso cardinale Dusmet. L’inaugurazione avvenne il Nel nostro quartiere noi ragazzi di Ognina ci diver- 10 giugno 1883; questa struttura, che nel corso degli tiamo inoltre frequentando il Luna park di piazza anni è stata ampliata e più volte ristrutturata per garan- Nettuno che è il più grande di Catania, oppure giocan- tire ai ricoverati una sempre migliore assistenza, dalla do all’interno della bambinopoli che si trova vicino alla sua fondazione ha ospitato migliaia di vecchietti, gran Chiesa di Ognina. parte dei quali hanno chiuso la loro vita terrena proprio Con i genitori andiamo a passeggiare al Lungomare, fra quelle pareti, sostenuti dall’affetto delle religiose e alla Scogliera e al porticciolo, molto frequentato anche dall’aiuto dei cittadini. Le suore che si sono dedicate da persone di altri quartieri che vengono per acquista- per più di un secolo all’assistenza di questi vecchietti re il pesce fresco che i pescatori portano dal mare. catanesi appartengono a tutte le nazioni della terra. Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli insegnanti delle seguenti scuole: Il Centro Astalli - C. D. Capponi Il Centro, nato per iniziativa del Generale dei gesuiti - C. D. Giuffrida Pedro Arrupe nel 1981, è un’organizzazione in cui ope- - C. D. Malerba rano migliaia di persone (gesuiti, laici, non cristiani) - I. C. Martoglio impegnate in 50 Paesi, in campi profughi, in centri di - I. C. Parini detenzione di immigrati; è vicina ai richiedenti asilo, alle - I. C. Recupero vittime di guerra, attiva nella difesa dei diritti umani, - S. M. S. Leopardi 91 III MUNICIPALITÀ

Storia e descrizione dei quartieri sta abbandonata dopo l’incendio che distrusse il tea- Il territorio che rientra nella III Municipalità ha origi- tro Piccadilly che vi era ospitato. ni accertate storicamente: fu il vescovo di Catania Il quartiere del Tribunale si identifica con la grande Michelangelo Bonadies, nel maggio del 1669, a dona- piazza Verga, che deve il suo nome allo scrittore sici- liano autore dei Malavoglia, a cui s’ispira la fontana re alcuni terreni posti a nord della città ai profughi dei posta al centro. Alla fine dell’800 quando serviva per le casali di Misterbianco e Belpasso, distrutti dalla violen- parate e le cerimonie militari era detta piazza d’Armi e ta eruzione dell’Etna. I nuovi insediamenti, che assun- dopo l’esposizione agricola del 1907 mutò il nome in sero i nomi di Borgo e Consolazione, dovettero ospita- piazza dell’Esposizione. Una delle strade più impor- re ventiquattro anni dopo altri profughi: erano le mona- tanti ed eleganti è il corso Italia, ampio, alberato, con che superstiti scampate al terremoto del 1693, le quali controviali laterali. furono alloggiate in alcune baracche provvisorie. Tali Anche nell’ultimo tratto di via Etnea compreso fra quartieri mantennero fino al 1832 un natura di periferia piazza Cavour e il tondo Gioeni si ha la presenza di caratterizzata da piccole case disposte attorno ad un qualche edificio ottocentesco che merita di essere cortile comune. Nel corso del XX secolo fu più volte, ricordato: il palazzo Chiarenza, a più piani, dove abitò a nel 1947 e nel 1966, proposta la ristrutturazione del lungo il poeta Mario Rapisardi, ed a sud di questo la tessuto edilizio dei due quartieri che non fu mai realiz- bella villa Marano con rivestimento in pietra lavica. Altro zata. La parte più antica ha avuto la sua fase di mas- edificio da menzionare è pure il vecchio palazzo otto- simo popolamento tra l’Ottocento e il Novecento, centesco dell’istituto del Sacro Cuore alla Badiella, già attualmente ospita circa 57.000 abitanti, appartenenti dei principi Biscari, che negli anni Trenta fu ampliato con in prevalenza alla piccola e media borghesia, con la costruzione del cavalcavia sulla via omonima. Fu uno notevoli differenze sociali: le zone più recenti del dei collegi femminili più importanti della città, attual- Tribunale e di viale Sanzio hanno un tono più signorile, mente è la sede del conservatorio musicale ‘V. Bellini’. quelle più antiche del Borgo e della Consolazione Ai primi del Novecento fu iniziata la costruzione ospitano una popolazione di piccola borghesia. dell’Ospizio dei ciechi, edificio di stile eclettico, con Presenta al suo interno prestigiosi palazzi della fine grande giardino annesso. Fra l’edilizia privata dello dell’Ottocento e dei primi anni del XX secolo e grandi stesso tempo sono da segnalare anche le due belle ville in stile liberty sopravvissute agli anni del sacco palazzine quasi dirimpetto la via Ospizio dei ciechi, edilizio; di particolare rilievo è la villa Manganelli, rima- una di proprietà della famiglia Berretta e l’altra dell’av- 92

Villa D’Ayala Stazione Circumetnea di via Caronda

vocato Zingali, quest’ultima lasciata dal proprietario I luoghi della fede all’Università di Catania. La prima chiesa nel quartiere dei profughi fu eretta Sulla parte terminale della via Etnea vi è uno slargo in questa piazza a spese del municipio che la ricostruì semicircolare chiamato tondo Gioeni, dove sorgono i dopo il terremoto del 1693 e la completò nel 1709. Fu resti del palazzo-castello che il barone Spitaleri aveva dedicata a s. Agata che i fedeli invocavano quando iniziato a costruire. incombeva il pericolo delle eruzioni dell’Etna. Il centro di aggregazione dei cittadini del Borgo è la L’interno della chiesa è costituito da una navata piazza Cavour che viene ancora chiamata dagli anzia- unica, con un solaio ricostruito nel 1956. La facciata ni piazza Borgo. Fino alla fine del Seicento questa esterna invece è tripartita ed è arricchita da un portale piazza era soltanto un pianoro fuori dalla città e veniva decorato con statue e capitelli e in alto da una finestra chiamata Piano delli furchi, perché lì avveniva l'impic- con timpano triangolare e putti in pietra bianca. Nella cagione dei condannati a morte. Nel Settecento cam- parte destra s’innalza il campanile, sormontato da una biò nome e si chiamò piazza Borgo, infine nel 1876 cuspide e dall’orologio. Una lapide accanto al portale assunse il nome attuale di piazza Cavour. reca la seguente scritta: «A Dio Ottimo Massimo, dopo La ricongiunzione fra il Borgo e il resto della città l’eruzione dell’Etna, insignita con nome trionfale di avvenne tra la fine dell’Ottocento e i primi del Agata, eretta con denaro piamente offerto, distrutta dal Novecento, quando si iniziò a costruire nella zona terremoto, rivive con più magnificenza in perpetuo». compresa fra il viale Regina Margherita e la via All’interno, nella zona del presbiterio, si possono Umberto. Il viale ospitò le prestigiose dimore delle ammirare gli affreschi del pittore acese Lo Coco che famiglie più in vista della città. Fra queste ricordiamo narrano le storie di s. Agata, ai lati dell’organo sono l’abitazione del duca Trigona di Misterbianco. Molte di due medaglioni che rappresentano la leggenda dei queste ville furono successivamente abbattute, per far ‘Fratelli Pii’, Anfinomo e Anapia. posto a moderni palazzi. Fra viale della Libertà e corso Sul lato opposto di piazza Cavour sorge la chiesa Italia sorgeva, ad esempio, uno dei più rappresentativi del ss. Sacramento al Borgo, edificata all’inizio del esempi dello stile liberty a Catania, villa D’Ayala. La Settecento e ampliata nel secolo successivo. Nel splendida villa era composta da un piano terrano e due mezzo della piazza si trova anche una bella fontana piani sopraelevati, ed era circondata da un giardino a con una statua di marmo che rappresenta la dea verde. Nel 1958 venne demolita per costruirvi una Cerere. Fu scolpita nel 1757 dallo scultore Giuseppe sede della Banca Commerciale Italiana. Orlando ed esposta in un primo tempo, durante il 93 Ospizio dei ciechi Trattoria in via Empedocle

regno di Carlo III di Borbone, in piazza Università. universitarie, studi professionali, banche, agenzie di Un’iscrizione latina posta in basso afferma che assicurazione, ecc... «Cerere un tempo dettò leggi e dette miti alimenti alle Lungo le strade che la collegano al centro troviamo terre; ora, ricordandosi della patria, dal marmo fa pio- negozi di prodotti artigianali mentre nelle vie laterali ci vere la ricchezza». Sebbene Cerere fosse nell’antichità sono botteghe di calzolai, venditori ambulanti con i particolarmente venerata a Catania, come ricorda loro carretti di frutta e verdura, piante e… pesce. Un Cicerone, i catanesi, forse insoddisfatti dell’aspetto po’ dappertutto si possono trovare i tipici chioschi, della statua o della fortuna che avrebbe dovuto far pio- molto apprezzati soprattutto d’estate, dove ci si può vere, la oltraggiavano e le cambiarono persino il nome, dissetare a qualsiasi ora con spremute fresche di aran- che divenne dea Pallade, da cui poi derivò, in senso ce, seltz al limone, cedrate e altre bibite a base di frut- dispregiativo, Tapallara. Non essendo dunque piaciuta ta. Alcuni dei chioschi storici si trovano proprio in piaz- ai catanesi, fu trasferita al Borgo nel 1832. Spesso ber- za del Borgo e in piazza Vittorio Emanuele III. sagliata a sassate dai ragazzi, fu necessario affidarne il restauro nel 1882 allo scultore Francesco Licata. All’altezza dell’attuale via s. Euplio esisteva l’antica I luoghi della cittadinanza e dei servizi chiesetta della Mercede. Tale chiesetta fu demolita e La sede della III municipalità è in via R. Giuffrida riedificata nella vicina strada del Borgo vecchio, oggi Castorina 6 ed è anche presente un Centro Servizi in via Caronda. via Canfora 56. I centri polifunzionali sono tutti raccol- ti in via R. Giuffrida Castorina 10. Vi sono due bibliote- che: ‘Tondo Gioeni’ in via Etnea 782 e ‘Vincenzo I luoghi dell’economia e del lavoro Bellini’ in via Passo Gravina. La Municipalità occupa il terzo posto per popolosi- Una sede della Questura è ubicata in via Pensavalle tà e si va sempre più configurando sia come zona resi- 11; vi sono inoltre tre sedi dell’ASL e un ospedale, il s. denziale alto borghese che come area commerciale. Vi Luigi-Currò, in viale Fleming. La municipalità è servita sono eleganti negozi e gioiellerie, gelaterie, bar e da vari mezzi di trasporto: autobus di linea AMT, la rosticcerie dove si possono gustare le specialità metropolitana e la linea ferroviaria della Circumetnea gastronomiche catanesi (arancini, crispelle di ricotta e con la stazione di via Caronda 352A. acciughe) e la pasticceria tradizionale. Non mancano Un insediamento particolare è la caserma ‘E. centri sportivi e piscine, alberghi di tono e strutture Sommaruga’, intitolata al Ten. Col. Erminio Sommaruga, 94 Caserma Sommaruga morto eroicamente a Marsala durante lo sbarco alleato primo sovrintendente del teatro Massimo Bellini, assie- in Sicilia, nella difesa di un caposaldo costiero, meri- me a personalità rappresentative dell’epoca, pensò di tando la medaglia d’oro alla memoria. Essa è cronolo- istituire una scuola con l’insegnamento del canto, del gicamente l’ultima sorta a Catania. Sembra che sia pianoforte e del violino. Fu invitato a dirigerla il maestro nata nel 1935 per alloggiare temporaneamente le trup- Santo Santonocito. Nel marzo del 1954 la scuola cam- pe in transito, in attesa dell’imbarco per l’Africa biò nome diventando istituto musicale ‘Vincenzo Orientale per la Campagna di Etiopia. Ultimata nel Bellini’; nel 1956 si costituì il consorzio che ancora lo 1939, ha una struttura rettangolare, occupa una super- sostiene formato dal Comune, dalla Provincia e dalla ficie di 52.045 mq., ed è costituita da una serie di edi- Camera di Commercio. Nel 1961 ebbe il pareggiamen- fici che si affacciano su un grande cortile interno. to di tutte le classi esistenti; nel 1968 si iniziarono le Attualmente alloggiano in caserma, oltre al 62° pratiche per la nuova sede e la trasformazione in con- Reggimento Fanteria ‘Sicilia’, il Centro Trasmissioni di servatorio di Stato; l’amministrazione comunale a que- Presidio, un Deposito logistico e gli Organi per arruo- sto scopo nel 1984, ha acquistato una parte dell’edifi- lamento per Catania e Provincia. cio dell’Istituto Sacro Cuore di via Etnea.

I luoghi della cultura e del sapere La biblioteca comunale ‘Vincenzo Bellini’ Il liceo musicale ‘Vincenzo Bellini’ Aperta nel 1950 nel chiosco cinese del giardino Nella Catania dell’Ottocento mancavano i conser- Bellini dal sindaco Giovanni Perni, la biblioteca era la vatori ma erano vivi i salotti musicali privati, primo fra prosecuzione ideale della gloriosa biblioteca popolare tutti quello di casa Biscari. Su un altro piano, la scuola omonima, presieduta da Giuseppe Lombardo Radice del convitto nazionale Cutelli per un secolo diede un e distrutta prima dal regime fascista, che la trasformò valido contributo alla formazione delle bande musicali in ‘centro fascista di studi siciliani’, e poi dalla guerra. cittadine e della Sicilia orientale. Nel 1916 vi fu un Si trova attualmente in una traversa di via Etnea, in primo tentativo per l’istituzione di una scuola di musi- attesa della sede definiva in corso Sicilia, di cui è già ca. Con una delibera dell’amministrazione comunale si scavata l’area e sono pronti i progetti. Funziona con le invitò il maestro Pietro Platania, allora direttore del caratteristiche di una biblioteca pubblica moderna. conservatorio di Napoli, a dirigere l’istituenda scuola, Ospita anche delle manifestazioni culturali. Dispone di ma fu soltanto nel 1946 che Gioacchino Di Stefano, volumi di cultura generale, prevalentemente enciclo- 95 pedie, opere di narrativa, poesia, teatro, viaggi, saggi- I luoghi della natura stica, storia, politica, sociologia. Dal 1975 sono sorte Il parco Falcone alcune succursali in diversi quartieri della città. Si tratta di una recente sistemazione a verde realiz- zata dal Comune di Catania. Il giardino è intitolato al giudice G. Falcone in ricordo del quale è stato piantato L’Istituto per ciechi ‘Ardizzone Gioeni’ un esemplare di carrubo che spicca non solo per il valo- L’istituto per ciechi (già ospizio dei ciechi) fu fonda- re ornamentale ma anche per il significato simbolico ad to dal barone Tommaso Ardizzone Gioeni e fu costitui- esso legato dopo la strage mafiosa di Capaci. Il parco to in ente morale con regio decreto del 31 maggio ospita una vegetazione ricca e diversificata composta 1895, avendo come fini istituzionali l’educazione, da oltre 60 piante di specie mediterranea ed esotica. l’istruzione e l’assistenza dei ciechi. La sede dell’ente fu solennemente inaugurata dai reali d’Italia, Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro, il 30 maggio Il parco Madre Teresa di Calcutta 1911, presente il capo del governo on. Giovanni Ha una superficie di circa 7.216 mq. È in terra bat- Giolitti. Dalla fondazione e fino al 30 giugno 1973 tuta e in alcuni tratti pavimentato o asfaltato. Ospita hanno operato le suore Figlie di s. Anna. La sede una bambinopoli e alcune attrezzature sportive lungo il dell’Istituto è in via Etnea 595. È questa una vecchia perimetro. Sono presenti circa 50 specie di piante. costruzione realizzata tra il 1903 e il 1911, su progetto dell’arch. Filadelfo Fichera, composta da circa 150 vani, ivi compresi gli ampi dormitori e vari saloni, per I luoghi dei divertimenti una superficie coperta di circa 4.300 mq, oltre a vasti cortili e alla villetta antistante l’edificio. Sabato sera a casa? Non sapete cosa fare, dove Ha lo scopo di provvedere all’istruzione professio- andare? È semplice! Sono tante le cose che si posso- nale dei giovani non vedenti; per la sua specificità, no fare qui a Catania, basta conoscerla un po’ meglio accoglie alunni in ambito extraprovinciale e regionale. per scoprire che offre molti divertimenti! Per esempio Ha due indirizzi: centralinisti telefonici e massofisiote- potreste andare al cinema, dare una festa in un pub o rapisti, entrambi di durata triennale. Inoltre offre con- in una pizzeria, andare a teatro o scatenarvi in disco- sulenza per l’integrazione degli alunni diversamente teca! Dove? Nei numerosi locali che si trovano nella abili e servizi a scuole di specializzazione per inse- città etnea, per darvi un esempio vi elencheremo quel- gnanti di sostegno. li contenuti nel nostro quartiere. Se desideraste andare al cinema vi potreste dirige- re all’Excelsior’, all’Ariston o al Lo Po’ che offrono agli I luoghi della solidarietà e della socialità spettatori anche un servizio di ristoro. Nel nostro quartiere si segnala l’esistenza dei Se il cinema non vi attira, potreste andare ad assi- seguenti centri: il Centro Anziani in via Gozzano 24; il stere ad una rappresentazione teatrale all’Ambasciatori Centro Fratres in via Etnea 595, che si occupa di dona- o, per i più piccoli, al teatro ‘Zig Zag’ che oltre a orga- zioni; il Centro di volontariato in via san Pietro 49. nizzare spettacoli divertenti, insegna loro l’arte della Per quanto riguarda l’orientamento e la consulenza recitazione con corsi pomeridiani. Un altro teatro, che nell’ambito dell’età evolutiva è operante in via Caronda propone anche spettacoli per i bambini, è il ‘Piscator’. 224 il COSPES: Centro di Orientamento Scolastico Se i giovani considerano il teatro un’arte superata e Professionale e Sociale. È un centro di ricerca e di antica, possono incontrarsi con i loro amici in pub o in sperimentazione, che ha la sede centrale a Roma, ma pizzerie che sono adatte per riunirsi con gli amici o per è presente in Italia in 13 regioni. Tale centro svolge la cene romantiche in intimità. Molte di queste mettono a sua attività a favore di gruppi giovanili, insegnanti, disposizione dei ragazzi locali per fare feste a suon di famiglie, animatori e istituzioni e offre la sua consulen- musica. Per esempio il ‘Day Night’, mette a disposizio- za nei settori dell’orientamento scolastico e professio- ne due locali, uno per il karaoke e l’altro per scatenar- nale, della formazione professionale e degli operatori si in discoteca, oppure vi è lo ‘Smera Club’, che offre impegnati in ambito educativo; comprende anche un la possibilità di ascoltare musica da discoteca como- osservatorio sul mondo delle professioni e del lavoro. damente seduti in poltrona. 96

Parco Falcone Il quartiere immaginato

Consigliato per persone di tutte le età è il bowling te di impianti sportivi che accolgono i ragazzi anche di piazza s. Maria di Gesù che oltre alle piste da per attività extra-curriculari e ospitano società sporti- bowling, ha un bar e una sala giochi con videogiochi, ve. Per esempio c’è la scuola elementare ‘Pizzigoni’, tavoli da biliardo e calcetto. con la sua immensa palestra fornita di attrezzi; la Se preferite invece passeggiare tra la verdeggiante scuola media ‘Dante Alighieri’, anch’essa con una natura, potete dirigervi al ‘parco Falcone’, attrezzato grande palestra che ospita ormai da molto tempo la con strutture adatte al divertimento dei più piccoli e con società di pallavolo Roomy Club. Al contrario, alcune un chiosco per ricaricarvi dopo la lunga passeggiata! scuole hanno carenza di locali per l’attività sportiva. Un esempio è la scuola media statale ‘G. Carducci’ che in compenso ha un grande cortile adattato a I luoghi dello sport campo di basket… ma che purtroppo è spesso occu- Siete invece amanti dello sport? A Catania, potrete pato dalle automobili. trovare non pochi impianti sportivi ben attrezzati. Ad Infine, per chi ama stare all’aria aperta, il parco esempio, nella nostra circoscrizione, ci sono molte Falcone permette anche di praticare footing, jogging e palestre che offrono svariati servizi. Presso la palestra altro ancora. Per questo speriamo che vengano molti- ‘Altair’ si possono praticare ginnastica artistica, ritmi- plicate le aree verdi in tutta la città! ca, correttiva, nuoto e tonificare i muscoli grazie alla sala-attrezzi. La palestra ‘Energy’, invece offre una Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli insegnanti delle seguenti scuole: sala per praticare hip-hop e body-building. La ‘Oikos’ - C. D. Biscari è provvista di piscina, campi di calcio e di pallavolo e - C. D. De Amicis una sala per la ginnastica artistica. Anche la ‘Nadir’ ha - C. D. Rapisardi una bella piscina. Per coloro che hanno problemi di - C. D. XX Settembre scoliosi, la ‘Coordiner’ è un efficiente centro medico - I. C. Sammartino Pardo - S. M. S. Carducci che li risolverà. - S. M. S. Cavour Per i ballerini provetti, non bisogna dimenticare le scuole di danza! All’interno della circoscrizione una delle più conosciute è la ‘Degas’, che dispone di corsi pomeridiani di danza classica e moderna per ragazzi e ragazze di tutte le età. Inoltre molte scuole sono dota- 99

IV MUNICIPALITÀ

Storia e descrizione dei quartieri stenza di un’antica fonte utilizzata in un complesso I luoghi della memoria termale di età romana. Un’altra ipotesi è quella secon- do cui il termine licatria deriverebbe dalla presenza Noi abbiamo pensato di utilizzare soprattutto la nella zona a valle di un tempio in pietra bianca (dal toponomastica per ricostruire la fisionomia dei nostri greco leucos, cioè bianco, più catria, ovvero divinità.) quartieri. Ci siamo accorti infatti che i nomi delle stra- Via del Canalicchio: detta così per le copiose sor- de, quando non sono dati a caso, raccontano qualco- genti d’acque che scorrendo a cielo aperto sul terreno, sa della storia e delle persone che li hanno abitati. formavano dei canali di irrigazione spontanea ai quali Via del bosco: conduceva al confine del territorio periferico settentrionale della città di Catania con il gli abitanti del quartiere erano soliti attingere. bosco etneo. Il toponimo discende dal fatto che in Via Angelo Musco: in onore del grande attore questa zona della città era collocato, sino al secolo catanese Angelo Musco (1875-1930) che a Barriera XIX, la barriera doganale per i transiti da e per l’area fece costruire, negli anni ‘20, una villa in stile decò dal- pedemontana, dove appunto si estendevano i casali l’architetto Francesco Fichera. del “bosco etneo”. Via cardinal Nava: dedicata al cardinale Giuseppe Via due obelischi: la costruzione dei due obelischi Francica Nava di Bontifè (1846-1928), vescovo di risale al 1835 allorquando l’intendenza borbonica Catania, noto per aver incoraggiato la costruzione di vari avviò la costruzione del primo tratto di strada verso istituti di beneficenza a Catania e provincia e per essere l’Etna. Sono tra i monumenti più rappresentativi di stato il fondatore dell’Ospizio del Sacro Cuore di Gesù Barriera e costituivano, fino alla metà del 900, il confi- con l’annesso santuario, attualmente sede di un istituto ne daziario della città. Ancor oggi sono visibili due lapi- salesiano. Alla sua morte, l’allora assessore comunale di collocate il giorno dell’inaugurazione. Nell’obelisco La Porta propose di intitolare a suo nome la strada che di destra é riportata la seguente scritta: “Regnando / si apriva proprio di fronte al santuario da lui voluto. Ferdinando II / re delle Due Sicilie / a rendere piu’ age- Piazza s. Maria del Carmelo: è nata nei primi anni vole il cammino / più attivo il commercio interno / men Sessanta. Per realizzarla si è reso necessario l’abbat- penoso il viaggio all’Etna / Alvaro Paternò Castello / timento di una lunga schiera di case addossate alla intendente della provincia / questa strada alpestre per chiesa. Al centro di queste abitazioni esisteva un pitto- lo innanzi / disastrosa / curò che a spese provinciali / resco “toccu” (cortile) abitato dagli artigiani del luogo. fosse comoda e carrozzabile / anno MDCCCXXXV”. Via Zammataro: dedicata a don Giuseppe Via Leucatia: la località era denominata catria- Zammataro conosciuto come patri sammataru che, dacatria-licatria-leocatia-licatia o “li bagni” per l’esi- per oltre 45 anni, resse la parrocchia di Barriera. Uomo 100 Timpa della Licatia Piazza del Carmelo imponente alto e robusto che, dietro modi talvolta rudi, occasione del primo anniversario dalla scomparsa, pose celava un animo caritatevole e ligio ai propri doveri di una lapide nella sua casa di via del Bosco. Il suo nome sacerdote e di educatore. Morì nel 1988. è legato ad un fatto storico di notevole rilevanza. Durante Slargo Seminara: (tra via Paratore e via Giliberto): la seconda guerra mondiale, subito dopo i furiosi bom- intitolata, con una solenne cerimonia il 2 agosto 1995, bardamenti del 1943, i tedeschi decisero l’abbattimento a Salvatore Seminara, unica vittima catanese della stra- del monumentale palazzo centrale delle poste di via ge di Bologna del 2 agosto 1980, che è ancora ricorda- Etnea. Il conte Spina si oppose a quelle decisioni addu- to nel quartiere per la sua nobiltà d’animo, umiltà, spiri- cendo motivi di pubblico servizio e convinse l’allora mini- to di sacrificio e disinteressato amore verso il prossimo. stro delle comunicazioni a bloccare la mano dei tede- Largo Giuseppe Catanzaro: (largo Barriera inteso schi, manifestando la volontà, nel caso in cui il palazzo come abbiviraturi). È una delle località più note di fosse stato minato, di non uscire dal proprio ufficio. Catania per la sua posizione strategica che consente il Lapide in marmo all’interno della chiesa s. transito dei mezzi dalla città verso i paesini etnei. È Cuore: a ricordo di don Michele Puglisi Aiello che nelle oggi intitolato alla memoria dell’ingegnere Giuseppe proprie volontà testamentali dispose che una sua Catanzaro, fatto fucilare il 15 luglio 1943 perché ritenu- grossa proprietà passasse al patrimonio amministrati- to, a torto, un disertore. L’esecuzione avvenne presso vo della “Pia opera dell’albergo dei poveri” fondata da l’obelisco a destra della piazza. mons. Ventimiglia ed altri sei benefattori. La lapide Piazza dei Viceré: in omaggio al capolavoro dello commemorativa è accompagnata dalla seguente iscri- scrittore Federico De Roberto, ‘I vicerè’, ambientato zione: “Perchè i posteri conoscessero il venerato nome nella Catania della seconda metà dell’Ottocento. Nella dei generosi benefattori che di ampi censi crebbero il recente sistemazione della piazza si è voluta realizzare patrimonio di questo esilio di mendicità. La commis- un’ideale continuazione dell’acquedotto dei Benedet- sione direttrice del pio istituto nel 1885 q.m.p.” tini espressa dagli archi. Via Pietra dell’ova: il nome deriverebbe dalle copiose presenze di ‘bombe vulcaniche’, ovvero sin- I luoghi della fede e delle feste religiose golari pietre dalla forma di un grosso uovo sparate Nel quartiere di Barriera vi sono due chiese: la chiesa dall’Etna in epoca assai remota. del Sacro Cuore e la chiesa della Madonna del Carmelo. Lapide in marmo di via del Bosco: la cittadinanza, La prima fu costruita per iniziativa del cardinale per onorare la memoria del conte Francesco Spina in Francica Nava alla fine dell’800. La struttura è a forma 101 Via Leucatia Madonna del Carmelo

di croce greca; in essa si possono ammirare la cappel- alcuni bambini. Vi è poi un momento molto particola- la del Battistero, la cappella di Maria Ausiliatrice, l’alta- re: i pompieri porgono dei fiori mentre vengono libera- re di s. Agata, i dipinti raffiguranti s. Giovanni Bosco, s. te in aria delle colombe bianche. Giuseppe e s. Antonio e, sull’altare maggiore, la mera- Sulla piazza del Carmelo sorge la statua raffigurante vigliosa statua del Sacro Cuore di Gesù. s. Pio da Pietralcina, benedetta dall’arcivescovo nel La chiesa della Madonna del Carmelo fu costruita 1977. Diversi altarini caratteristici, intitolati alla per volontà dei coniugi Musumeci nel 1840 come testi- Madonna e ad alcuni martiri, si trovano disseminati nelle monia l’epigrafe votiva che sormonta il portone princi- strade del quartiere. All’interno della grotta Petralia, pale su cui è stata impressa la seguente scritta: “Ad situata in via Liardo, si trova un suggestivo presepe. onore di Maria ss. del Carmine / Pasquale Musumeci / e Maria Di Guardo coniugi / questa chiesa a proprie spese / eressero”. Questo prezioso cimelio di marmo I luoghi dell’economia e del lavoro nel 1990 è stato restaurato dal maestro artigiano A parte i centri commerciali della grande distribu- Pasquale Litrico. zione e i tanti negozi che rispondono ai principali biso- All’interno la chiesa è molto semplice: spicca sul- gni quotidiani degli abitanti del quartiere, facendo una l’altare maggiore un crocifisso ligneo del 1840 che fu ricerca siamo stati particolarmente colpiti da alcuni trovato in una soffitta e restaurato da artigiani locali. ‘luoghi’ poco conosciuti e molto antichi, dove si eser- Sul lato destro c’è la statua in gesso della Madonna citano dei lavori artigianali, alcuni dei quali tendono a del Carmelo che fu per sbaglio portata in questa chie- scomparire. Abbiamo dunque trovato l’officina del lat- sa. È rimasta qui per volontà dei fedeli e forse secon- toniere, dove si aggiustano le pentole; negozi di ferra- do loro per sua stessa volontà! menta e di calzolai, una falegnameria, un laboratorio di Il 16 luglio si festeggia in tutto il quartiere la sua argenteria e di lavorazione di marmi. festa, caratterizzata da spettacolari fuochi pirotecnici. Il fercolo, costruito nel 1935, è accompagnato dalla banda musicale e viene trainato dai fedeli che indos- I luoghi della cittadinanza e dei servizi sano lo scapolare (abito fatto in panno di lana di colo- Gli uffici della IV municipalità sono alloggiati in due re marrone o nero, riproduzione dell’abito dei carmeli- strutture logistiche: in via Frassati c’è la sede dei ser- tani) per mezzo di due lunghe funi. Su di esso prendo- vizi sociali, dell’anagrafe, lo sportello polifunzionale, la no posto i sacerdoti, che invitano alla preghiera, e ludoteca e la scuola materna, il comando dei vigili 102 urbani; la sede del castello recuperato di via Leucatia monte dei ruderi dell’antico acquedotto dei ospita la biblioteca ‘R. Livatino’, il salone delle confe- Benedettini, si trova la timpa di Leucatia, una terrazza renze, l’aula consiliare. È anche sede di attività di verde su Catania, in cui si mantiene l’unico ambiente volontariato e di laboratori didattici. umido della città in ottimo stato di naturalità, nono- È presente anche l’istituto zooprofilattico speri- stante la massiccia urbanizzazione degli ultimi anni. mentale in via Passo Gravina. L’importanza dell’area è dovuta alla sua antica forma- L’ospedale M. Ascoli-S. Tomaselli, il Policlinico uni- zione geologica e all’affioramento di acque sorgive, versitario e una nota clinica privata hanno sede nel alla flora e alla fauna caratteristiche. Vi abitano ad nostro territorio, ma la loro attività ha un raggio d’azio- esempio numerose specie di api. Sulla superficie affio- ne molto più ampio. rano cospicue quantità d’acqua che formano piccoli torrenti , i quali scorrono seguendo il pendio del terre- no e poi si disperdono nel sottosuolo. Tre secoli e I luoghi della cultura e del sapere mezzo fa queste acque venivano captate e trasporta- Nella nostra circoscrizione, oltre le scuole dell’ob- te dall’acquedotto dei Benedettini fino in città, ora bligo, hanno sede scuole superiori come l’istituto invece si disperdono. L’ambiente della timpa è ricco di agrario ‘Eredia’ e una sezione staccata del liceo vegetazione, tra cui la cannuccia di palude, la tifa, la ‘Cutelli’, una sezione dell’Accademia delle belle arti. menta romana e l’ipomea. Due importanti scuole private sono l’istituto Leonardo Nelle acque che scorrono in questo ambiente c’è da Vinci e il s. Giuseppe. una ricca fauna di invertebrati , tra cui diverse specie L’insediamento più importante è la Città universita- di api. Ma ciò che colpisce la fantasia dei cittadini è il ria, che ospita la maggior parte delle facoltà a caratte- granchio di fiume, il potamon fluviatice, l’unica specie re scientifico e occupa l’intera collina di s. Sofia. di granchio che vive nelle acque dolci dell’Italia. È Molto significativa è la presenza dei Salesiani con dotato di cinque paia di zampe e vive in ambienti non l’istituto del Sacro Cuore e una scuola professionale inquinati. La presenza dei granchi di fiume nella timpa molto apprezzata. Nel nostro territorio hanno pure la ne fa un’area di importanza naturalistica. Per questo loro sede il Seminario arcivescovile e lo Studio teolo- essa dovrebbe essere protetta e sottratta al degrado. gico San Paolo. I luoghi dello sport, del divertimento I luoghi della solidarietà e della socialità e del gusto Oltre l’istituto dei salesiani è rilevante la presenza Nel quartiere sono presenti le seguenti strutture delle Salesiane con il Centro Laura Vicuña che con le pubbliche: il campo di calcio Seminara di via Paratore sue molteplici iniziative, rivolte soprattutto ai bambini e e quello di via F. Fagiani. Diverse sono anche le strut- alle donne, ha un ruolo molto attivo nella vita del quar- ture private che offrono la possibilità di praticare varie tiere. Entrambi gli istituti sono anche centri aperti a discipline sportive. forme di aggregazione per adulti e ragazzi. Nel nostro quartiere vi sono molti posti da poter fre- Sono operative alcune associazioni di volontariato quentare per gustare buoni gelati e i prodotti della come il Banco alimentare e altre che in prevalenza rosticceria e della cucina tradizionale. Vi sono anche dei fanno capo alle strutture ecclesiastiche del quartiere. posti caratteristici e particolari come il venditore di san- geli in piazza Due obelischi e il venditore di lupini in piazza del Carmelo. Non mancano alcuni tipici chioschi. I luoghi della natura La timpa della Licatia Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli insegnanti delle seguenti scuole: Oltre il parco ‘Gioeni’ e agli altri spazi verdi che si - C. D. D’Annunzio trovano in piazza del Carmelo, in piazza dei Vicerè e in - C. D. Don Milani piazza Paratore, a nord della città, tra Barriera e s. - I. C. Monterosso Agata li Battiati, a ridosso dello svincolo di Canalicchio, in corrispondenza delle vie T. M. Manzella, Leucatia e F. Lojacono, situata subito a 103

V MUNICIPALITÀ

Origine del nome e breve storia del paese alcuni danni e la popolazione, per sfuggire ai bombar- Durante il corso della storia il paese di San Giovanni damenti aerei, si rifugiava nella grotta di s. Giovanni, di Galermo ha cambiato varie volte il suo nome. Nel dove venivano anche celebrate le messe. periodo romano era chiamato Pago, in seguito assun- Oggi il paese è urbanizzato e la sua popolazione è se il nome di Panhormus e infine nel medioevo, il nome aumentata, siamo a circa 13.000 abitanti. Con la di Casale Galermo. Il nome di san Giovanni di Galermo, costruzione delle case popolari e delle cooperative, il con cui oggi è conosciuto, deriva dall’unione tra l’anti- livello sociale si è notevolmente differenziato. co Panhormus e il nome del santo, il cui culto è anti- chissimo. Alcuni, equiparando il nome di ‘Galermo’ a Archi e portali in pietra lavica ‘Guglielmo’, fanno risalire l’origine del villaggio al Nel nostro territorio esistono alcune costruzioni che tempo della dominazione normanna in Sicilia (1060- lo caratterizzano. San Giovanni di Galermo infatti è 1194 ); altri invece, che trovano appoggio in una pre- noto per gli archi di ingresso costruiti in pietra lavica, sunta etimologia araba del nome Galermo (in arabo pietra che nel nostro territorio abbonda. Gli archi Galèm), ritengono che il villaggio abbia avuto origine hanno una caratteristica costruttiva che risale ai tempi durante la dominazione degli Arabi (827-1072 ). Altri dei Romani e che è basata su 3 punti: la chiave d’arco ancora ritengono che il villaggio sia di origine ellenica e e i due piedritti. La chiave d’arco è posta al centro ed perciò anteriore al dominio romano. In alcuni testi anti- è solitamente messa in evidenza con una scultura. I chi si legge infatti che la grotta di s. Giovanni era l’an- due piedritti sono posti alla base dell’arcata, uno a tro da cui uscì Plutone per rapire Proserpina. destra e uno a sinistra. Entrambi sono messi in eviden- San Giovanni di Galermo ha una vicenda storica che za da pietre sporgenti che hanno il compito scaricare lo distingue dagli altri quartieri. Parzialmente distrutto il peso dell’arco e servono a sorreggere i due pilastri dalla colata lavica del 1669 sgorgata dai Monti Rossi di costruiti anch’essi in pietra lavica. Nicolosi, fu presto ricostruito e fino al 1928, quando fu Gli archi che si trovano per le vie del quartiere sono inglobato nel territorio del comune di Catania, era un di diversa fattura e alcuni sono veramente belli. Molti comune autonomo compreso tra Mascalucia, Catania, portano incisi nella chiave dei simboli cristiani o dei Misterbianco e San Pietro Clarenza. La sua popolazio- fiori stilizzati o delle facce di animali. Ai lati spesso si ne era prevalentemente dedita all’agricoltura e alla possono vedere dei buchi in cui erano inseriti degli pastorizia. Durante la seconda guerra mondiale subì anelli in ferro dove i contadini legavano i propri anima- 104

Veduta di San Giovanni Galermo alle origini li quando dovevano entrare in casa per delle brevi Casa Bertuccia soste. Certe volte erano sostituiti da anelli in pietra La casa Bertuccia, che secondo la tradizione lavica incassati nella muratura. sarebbe parte della villa di campagna della famiglia di s. Agata, si trovava in via Immacolata. Oggi, purtrop- po, questa casa è stata demolita per dar posto ad un La cisterna romana nuovo palazzo. L’abitazione originale (definita dagli In contrada Cisternazza, raggiungibile da via San archeologi con il termine di ‘Pretorio’) era in stile roma- Pietro Clarenza, si trovano i resti di una cisterna roma- no, realizzata con muri ad opus latericium e conci di na, di cui rimane solo la vera, cioè il collo della cister- lava. Esternamente presentava delle finestre e un na ed un pilastro. La cisterna raccoglie l’acqua piova- grande ingresso. La casa era ritenuta la residenza esti- na non dai tetti, ma dai campi circostanti. L’acqua va della famiglia di s. Agata e, probabilmente, la stes- viene filtrata da un sistema molto efficace di decanta- sa santa sarebbe nata qui. Infatti tra i nobili romani era zione. Ancora oggi contiene acqua ed è in funzione. diffusa l’usanza di partorire nelle case di campagna per non disturbare gli affari degli uomini e per dare più spazio ai nuovi nascituri. Le turrette Non tutti però sono d’accordo con questa teoria e Nelle contrade Coccio, Pompeo, Mangione e per questo motivo sono sorte alcune discussioni, Stocco si trovano le turrette, costruzioni a secco in soprattutto tra coloro che volevano che la santa fosse pietra lavica, alcune delle quali alte anche 12-13 metri, nata a Palermo e coloro che ritenevano che fosse nata a create dai contadini per bonificare i loro poderi dalle Catania. Questa contesa nasce dal ritrovamento di alcu- pietre più grosse. Venivano realizzate creando un peri- ni manoscritti che si riferiscono all’arresto della santa da metro in muratura a secco il cui interno veniva riempi- parte di Quinziano. In questi manoscritti si legge che la to da pietre più piccole. Nel lavoro di carriari i petri vergine, sfuggita al proconsole, si rifugiò a Palermo vici- erano spesso impiegati anche i bambini. Queste tor- no l’Etna. Chiaramente questo è un errore perché rette servivano ai contadini anche come base per Palermo non è vicino al vulcano Etna. Sicuramente furo- costruirvi una piccola casa, come terrazza per asciu- no gli amanuensi a sbagliare il nome nel ricopiare il gare fichi d’india, pomodori, mandorle, ecc. Servivano manoscritto, scambiando ‘Galermo’ con ‘Palermo’. anche come punto di vedetta per controllare che i Nel 1601 papa Clemente VIII incaricò una commis- pastori non invadessero con il gregge i campi. sione pontificia di accertare in quale città era nata 105

Interno grotta della chiesa Le turrette

Agata. Questa commissione sentenziò che la questio- Nel 1803, dato che questa chiesetta era diventata ne non si poteva definire: Agata rimaneva contesa tra meta per molti pellegrini, si decise di ingrandirla. Molto palermitani e catanesi. importante è la statua lignea dell’Immacolata, risalen- te al 1750, che rappresenta la Madonna in estasi, coperta da un mantello azzurro tempestato di stelle; I luoghi della fede sulla testa si trova la corona. Chiesa della Madonna delle Grazie La chiesa, sita in via Mariani, è di data incerta, anche se da alcuni documenti si può far risalire al Chiesa di s. Giovanni Battista 1800. Nella facciata della chiesa svetta un rosone in La chiesa madre è dedicata a s. Giovanni Battista, terracotta, realizzato da un prete di Acireale, rappre- il cui culto è presente fin da tempi antichi. Anche se sentante la crocifissione di Gesù davanti alla Madonna non si conosce l’anno esatto di costruzione, grazie ad e a s. Giovanni. La scelta di questo soggetto è dovuto alcune informazioni possiamo affermare che esisteva al fatto che vicino a questa chiesa vi è la via Calvario. già prima del 1580, anno in cui venne fondata la L’interno della chiesa è molto piccolo; di fronte ‘Confraternita’. Altri documenti importanti per la storia all’entrata vi è un affresco realizzato da un pittore non della chiesa sono: il registro dei battesimi (il primo risa- molto bravo, come si capisce dalla mancanza di pro- le al 1619) e una notizia presente nei registri della Curia spettiva. Ai lati sono rappresentati due angioletti che che informa che nel 1669, quando ci fu la colata lavi- tengono aperta una tenda e al centro doveva esservi ca che si fermò all’altezza dell’attuale via Sopra sciare, dipinta la Madonna che oggi non si vede più a causa vicino ad una cisterna presso cui venne portato il velo di alcuni restauri sbagliati. di s. Agata, la statua di s. Giovanni Battista venne por- tata nel duomo di Catania con un carro. La chiesa è stata restaurata diverse volte. Uno dei Chiesa dell’Immacolata primi restauri avvenne nel 1890: in quest’occasione la Si pensa che la chiesa dedicata all’Immacolata sia parte centrale della chiesa fu alzata di 2-3 metri, supe- sorta intorno al 1719, come è scritto in un gradino di rando in altezza il campanile. Un secondo restauro pietra lavica posto all’ingresso della chiesa. Tuttavia avvenne nel 1935: la facciata, che era stata costruita in da alcuni documenti si sa che la prima pietra fu posta pietra lavica, fu rifatta con pietra bianca. Un ultimo nel 1748 per volere del reverendo don Giovanni Aiello. restauro è avvenuto in questi anni e ha comportato l’in- 106 Chiesa Madre di San Giovanni Galermo Festa di san Giovanni Battista serimento di vetrate colorate rappresentanti le 8 beatitu- Quando a San Giovanni Galermo arriva l’alba del dini, il taglio degli altari laterali (non più utilizzati dopo la 24 giugno le ante della porta, che per un anno intero riforma liturgica) e la realizzazione dell’altare maggiore. hanno custodito il Patrono nella sua cappella, vengo- All’interno della chiesa vi sono opere di grande no schiuse lentamente. Nel frattempo nell’unica nava- valore: ta della chiesa ‘madre’ i fedeli si raccolgono in pre- • un crocifisso ligneo del 1700; ghiera e i devoti gridano con forza e amore “Viva San • l’organo posto nel coro risalente al 1850; Giuvanni”. Davanti ai loro occhi in tutto il suo splendo- • un quadro raffigurante la predicazione di s. re seicentesco si mostra il simulacro carico di ori e altri Giovanni Battista anch’esso del 1700; oggetti preziosi donati per grazie ricevute. • un quadro raffigurante la Madonna del Rosario In realtà i festeggiamenti iniziano il giorno prima, datato 1581; durante il quale bande e sbandieratori animano le stra- • una scultura raffigurante il battesimo di Gesù de, mentre la Confraternita dà vita alla solenne proces- del 1899; sione serale della Reliquia. • i tre medaglioni presenti nel soffitto e rappre- A mezzogiorno in punto, nell’assordante frastuono sentanti tre momenti importanti della vita di s. della moschetteria e tra volantini multicolori, s. Giovanni Battista, risalenti al 1890; Giovanni varca la soglia della chiesa. • un fonte battesimale in pietra lavica. Di sera giunge l’altro momento tanto atteso: la calata dell’angelo. Con un sistema di funi, un angioletto di car- tapesta scende e arriva sino alla vara sottostante. Altri La festa di s. Giovanni Battista due momenti importanti sono l’ottava e il 29 agosto. In Il santo patrono del paese è s. Giovanni Battista, quest’ultima data si ricorda il martirio subito dal Santo. precursore di Cristo e nunzio dell’estate perché la sua festa cade proprio durante i primi giorni della nuova stagione. La devozione per questo santo è tale che Il fercolo di s. Giovanni Battista nel tempo si è deciso di aggiungere al nome del paese, Il fercolo di s. Giovanni Battista, costruito in legno che inizialmente era solo Galermo, il nome del santo dorato con colonne in stile corinzio e dotato di ruote stesso. Tre sono i momenti più importanti della festa di risalenti al 1900, fu realizzato dal frate cappuccino fra s. Giovanni: la svelata del santo, la calata dell’angelo, Gregorio (lo stesso che costruì la bellissima sacrestia l’ottava. di Messina). 107 Scorcio del quartiere I luoghi della socialità

Chiamato dai fedeli vara, è custodito vicino all’in- • il cappello: simbolo di ubbidienza e del pelle- gresso del campanile. A mezzogiorno del 24 giugno il grino in viaggio dalla terra verso il cielo (oggi non è più fercolo con la statua del Patrono, trainato dai fedeli, in uso); percorre la via San Pietro Clarenza. • il mantello: simbolo della carità; Prima che la vara percorra l’itinerario, è tradizione • la Croce di Malta: attaccata al sacco bianco che sul fercolo salgano ad uno ad uno dei poeti per come testimonianza dell’origine della Confraternita. recitare le loro poesie dialettali in onore del Santo. In All’interno della Confraternita vi sono diversi gradi, passato, quando l’ultimo poeta aveva recitato la propria che sono messi in evidenza dai diversi colori dei man- poesia, a voce alta diceva: «E iù ora vi dicu, pigghiami- telli e da altri ornamenti. Il Governatore e i due assi- ni sta’ vara e amuninni cù vera fidi. Viva San Giuvanni». stenti si differenziano per il colore della mantellina e In serata la vara continua il suo giro per le vie prin- anche perché solo il Governatore, in occasione della cipali del paese che, per l’occasione, vengono ornate festa in onore di s. Giovanni Battista, porta un meda- da archeggiate luminose. Il fercolo rientra definitiva- glione raffigurante la statua del patrono. mente a mezzanotte. Per entrare a far parte della Confraternita bisogna presentare una domanda, ma sono tutti i soci che con voto segreto decidono di accettare o meno il candidato. La confraternita Tra i compiti della Confraternita vi sono quelli di aiu- Fin dal 1580 il popolo di San Giovanni di Galermo tare il parroco nell’organizzazione della festa, di custo- ha costituito una ‘Compagnia’ in onore di s. Giovanni dire in banca il tesoro di san Giovanni, di coltivare gli Battista per diffonderne il culto. Questa ‘Compagnia’ è ulivi del santo, posti lungo le strade del quartiere e di oggi detta ‘Confraternita di s. Giovanni Battista’. occuparsi di opere di carità. Ogni Confratello, nelle occasioni speciali, deve Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli indossare una divisa composta dai seguenti indumenti: insegnanti della scuola: • il sacco: simbolo di grazia e di purezza; - S.M.S. Quasimodo • il cingolo: simbolo della carità e della peniten- za, che ricorda la frase di s. Giovanni «Penitentiam agite» ovvero «fate penitenza»; • il cappuccio: che serve a nascondere il volto dinanzi ai cattivi costumi; 108

VI MUNICIPALITÀ

Casa del pesce

Storia e descrizione dei quartieri Luoghi di incontro e di svago sono il parco giochi di Trappeto via Capo Passero e il parco ‘Gandhi’ di via s. Sofia. L’origine del nome deriva dalla presenza di un In via s. Sofia si trovano gli impianti sportivi del C.U.S., ‘trappeto’ cioè un luogo dove venivano spremute le ma esistono anche diversi impianti sportivi privati. olive; il quartiere sino a trent’anni fa era quasi esclusi- vamente agricolo, dal 1969 in poi vengono approvati dei progetti che prevedono la realizzazione di abitazio- San Nullo ni di edilizia popolare. Tre sono le ipotesi sull’origine del nome di questo Oggi dunque Trappeto può essere diviso in 3 parti: quartiere: la prima si basa sulla presenza in una zona del la prima, dal semaforo della Circonvallazione per meno quartiere di un’edicola non identificabile dedicata ad un di un chilometro di via Galermo, viene comunemente santo di origine egizia di nome ‘San Nilo’; altra ipotesi detta ‘la strada delle ville’ per la presenza di qualche può essere collegata al fatto che una volta in questo villa della prima metà del ‘900; la seconda zona può quartiere non ci abitava nessuno, nuddu in dialetto; una essere quella della parte bassa di viale Tirreno e della terza ipotesi è legata alla tradizione che vuole che il primo parte sinistra di via s. Sofia, costituita principalmente abitante del quartiere si chiamasse Salvatore Nullo. da complessi di tipo residenziale; la terza parte, più Da un punto di vista storico San Nullo è il nucleo rappresentativa, è data dalle due grandi costruzioni a originario di un piccolo borgo contadino di cui si regi- forma di lunghi anelli che costituiscono il quartiere stra la presenza già prima del terremoto del 1693. popolare abitato da più di 5000 persone, diventato All’inizio del Novecento era diventato zona di villeggia- ormai prevalentemente un quartiere dormitorio non bene integrato con la città. tura dei borghesi catanesi che vi hanno edificato diver- Oltre le scuole dell’obbligo sono presenti due scuole se ville ricche di verde andate ormai totalmente superiori, l’istituto professionale Alberghiero e l’istituto distrutte, tranne quella che fu luogo di nascita e resi- tecnico aeronautico ‘Ferrarin’, l’istituto per sordomuti denza del matematico Sebastiano Catania. ‘Gualandi’ e una sede dell’Opera Diocesana Assistenza. A partire dagli ultimi due decenni del 1900 il quar- Una piccola biblioteca è in via Galermo, all’interno della tiere si è trasformato con la costruzione di molti edifi- sede della municipalità, dove si trova anche un centro ci, anche di cooperative, che hanno ridotto i grandi polifunzionale e un centro per il recupero dei minori deno- spazi verdi prima presenti facendo scomparire in parte minato ‘Punto a capo’ che ha lo scopo di offrire momen- la collina verde di Catania. ti di svago ai bambini dai 9 anni in su. Altro importante Restano alcune zone caratterizzate da grotte di ori- centro di aggregazione è la parrocchia di s. Stefano. gine vulcanica formatesi in seguito ad antiche colate 110

Biblioteca “Beppe Montana” Venditori di “sangeli” preistoriche non datate; attorno ad esse si registra una collegio dei Salesiani, e furono realizzate opere pubbli- discreta presenza di macchia mediterranea. che come la scuola elementare ‘F. Corridoni’, alcuni Nella parte bassa del quartiere, sopra un’altura, si complessi di edilizia popolare in via dello Stadio, in via trova il convento delle domenicane, sul cui piazzale è Stazzone e in via G. Lavaggi e fu progettato dall’archi- stata posta una grande croce la cui luce è visibile dalla tetto Raffaele Leone lo stadio polisportivo, inaugurato Circonvallazione. La parrocchia del quartiere intitolata nel 1937 e completamente rinnovato negli anni a s. Michele Arcangelo. Novanta. Nel dopoguerra la speculazione edilizia portò, fra l’altro, all’abbattimento di villa Carcaci al posto della quale venne edificato un edificio alto più di 30 metri. Cibali Ancora oggi tuttavia molti luoghi storici del passato La parte più antica della Municipalità è costituita sono in parte presenti: in piazza Bonadies, all’inizio di dal quartiere di Cibali. L’origine del nome di questa via Santa Sofia, rimangono i resti degli archi dell’antico borgata deriva da Kephalè (testa d’acqua), dovuto alla acquedotto, la fontana Bonadies e l’antico lavatoio. fonte che sgorgava in quel luogo. Il nucleo originario L’acqua che alimenta sia la fontana che il lavatoio pro- era conosciuto già prima del terremoto del 1693 ed era viene dal fiume Lòngane, che l’eruzione del 1381 ha formato da case sparse; dopo il terremoto compare totalmente coperto e reso sotterraneo. Il lavatoio è per- anche l’organizzazione attorno ad un cortile comune, fettamente funzionante perché l’acqua non è stagnante secondo un modello presente in altri quartieri popolari ma in continuo deflusso. È stato parzialmente ristruttu- della città. Successivamente furono costruite alcune rato nel 1983 con il rifacimento del tetto, della recinzio- ville suburbane di famiglie importanti come la villa ne e del cancello d’ingresso. All’interno del lavatoio c’è della famiglia Carcaci e la villa Gentile Cusa. anche un piccolo altarino in pietra lavica con il quadro Esso ruota attorno a piazza Bonadies, da cui si della Madonna delle Grazie, lì presente da oltre 50 anni. dipartono le strade che la congiungono a Catania e In via dello Stadio, di fronte al Teatro Stabile, si agli altri quartieri un tempo separati dalla città: via trova una lapide in memoria del giornalista G. Fava Cifali, via Galermo, via s. Nullo, via s. Sofia. ucciso nel 1984, perchè nel suo giornale, ‘I Siciliani’, Fino all’inizio degli anni Trenta Cibali rimase un sob- raccontava dei misfatti compiuti dalla mafia in Sicilia. borgo collegato al centro di Catania solo per mezzo di Oggi la via dello Stadio è intitolata a lui. E proprio in una strada a fondo naturale. Intorno al 1930 furono una delle stradine del quartiere, la via Pioppo, c’è pure avviate una serie di opere che portarono alla progressi- la casa in cui ha abitato da ragazzo Turi Ferro, uno dei va integrazione con la città: venne sistemata la piazza più illustri interpreti del teatro siciliano. A Cibali è nato s. Maria di Gesù, in un’angolo della quale c’era già il anche il noto scrittore e giornalista Jgor Man. 111 “Arrusti e mangia” a Cibali

«Amuninni a Cifuli versu a Susanna» (Andiamo a un’epigrafe nella strada contigua alla Parrocchia (lato Cifali verso la Susanna), solevano dire a Catania colo- ovest), denominata ‘via Curato’. Prima del crollo avve- ro che pensavano di fare una scampagnata non tanto nuto a causa di una bomba nel corso dell’ultimo con- lontano. Sul luogo vi era una tipica osteria, dalla quale flitto mondiale, il 19 luglio1943, figurava in questa veniva fuori un caratteristico odore di arrosto mesco- chiesa un dipinto a forma circolare, datato 1892, rap- lato al profumo del pane di casa. Proprietaria della presentante s. Giuliano, affrescato dal canonico Tullio trattoria era una certa Susanna, da cui prese nome l’in- Allegra, mentre sull’altare maggiore risaltava il quadro tero rione tuttora ricordato dall’omonima via. Alla della Madonna della Grazia portato da Misterbianco Susanna c’erano anche: u stazzuni, fabbrica artigiana dai profughi. Di squisita fattura artistica è il Simulacro di manufatti di argilla cotta, identificabile con l’attuale della Madonna di Cifali, scultura di legno massiccio via Stazzone, una delle più antiche strade di Cifali; u eseguita a Madrid nel 1754, come attesta un docu- cantastorie, il celebre don Roccu De Mauro che si intendeva, a modo suo, anche di ortopedia, aggiusta- mento dell’Archivio Parrocchiale “lignea effigies va gambe e braccia distorte; una zecca clandestina Integerrimae Matris Cybalis”. Le corone ricche di con succursale a Picanello la cui l’attività era diretta gemme che ornano il capo della Vergine e del dal falsario Paolo Ciulla. Altro personaggio caratteristi- Bambinello furono realizzate nel 1868 dall’orafo Pietro co, ricordato anche nel vecchio motivo popolare «a Caruso Lazzara. Cifuli ci stava u mastru pittinaro», era un modesto arti- All’ingresso della chiesa, sul muro a destra si legge giano di pettini proveniente da Misterbianco. la scritta: «Questa Chiesa Parrocchiale fu fatta restau- Oggi il quartiere ha cambiato totalmente aspetto. È rare a spese dei coniugi Giuseppe Scordo e Maria ricco di costruzioni varie sia di edilizia popolare sia di Messina nell’anno 1892». palazzi. Nel 1946 la chiesa fu riedificata su progetto dell’ar- chitetto Rosario Marletta e nel 1953 fu denominata Divina Maternità di Maria in Cibali. I luoghi della fede Un’altra chiesa cattolica è quella che sorge in piaz- La chiesa di s. Maria della Grazia di Cibali, oggi za Maria Ausiliatrice, denominata Chiesa della Natività Divina Maternità della Beata Vergine Maria fu edificata del Signore. per volere dei profughi misterbianchesi sfuggiti al ter- A Cibali c’era un’altra chiesa detta di s. Maria della remoto del 1669. Essa fu ricostruita nel 1693 dopo il Graziella, chiamata dal popolo a chisiudda perchè pic- terremoto che distrusse l’intera città. Nel 1757 venne cola. Il diminutivo ‘Graziella’ stava a distinguerla dalla costituita la Vicaria Curata e a ricordo di ciò fu posta chiesa maggiore cui era vicinissima. Sorgeva all’angolo 112 La fontana Bonadies Il lavatoio

di via Galermo ed era proprietà dei principi Biscari, ma I luoghi dell’economia e del lavoro recentemente è stata demolita. I tre quartieri della VI Municipalità presentano situa- In via Casagrandi ha sede la fraternità sacerdotale zioni piuttosto variegate anche sul piano economico; della Missione Chiesa-mondo in genere prevalgono esercizi commerciali, per lo più di Altri luoghi di culto non cattolici sono la Chiesa profilo medio o medio-basso. Dominano le attività di evangelica di via Susanna e la Sala dei Testimoni di commercio al dettaglio, seguite dalle imprese edili e di Geova. varie attività artigianali e di servizi.

I luoghi della festa I luoghi della cittadinanza Da antichissima data si celebra questa festa ogni La sede della municipalità, grande e moderna, si anno, la seconda domenica di ottobre. I cifaloti porta- trova in via Galermo 254. Qui ci sono anche molti ser- no su una vara l’effigie della Madonna per le strade più vizi comunali decentrati come il Centro Sociale che larghe del quartiere ed in questa occasione ornano il offre informazioni in merito a problemi di lavoro, istru- capo della Madonna e del Bambinello con le preziose zione, tutela della salute; lo sportello anagrafe, il con- corone. Mettono sul petto di Maria il giglio argenteo e sultorio familiare dell’Usl 3, la biblioteca e la ludoteca il gelsomino in finissimo smalto nella manina del Arcobaleno. Il quartiere è collegato alla città da diver- Bambinello, tutte opere preziose realizzate dall’orafo se linee di autobus; è attraversato dalla Circumetnea, catanese Lazzara nel 1868. che a Cibali ha una stazione. Un’altra festa molto sentita è quella dell’Immacolata, l’otto dicembre. In questo giorno i preti delle due chie- se principali celebrano la s. Messa in modo solenne, I luoghi del sapere dopo i fedeli escono la statua della Madonna Immacolata e le fanno fare un giro nella piazza di s. Nel quartiere di Cibali si trovano diverse istituzioni Maria Ausiliatrice. Le strade limitrofe e la piazza vengo- educative e formative a carattere statale e regionale. no illuminate con la luminaria, mentre venditori di torro- Esse operano non soltanto nell’ambito del quartiere, ni, dolciumi e palloncini creano un’atmosfera festosa. A ma anche di tutta la città. Oltre le scuole di istruzione sera tardi la festa si conclude con il fuoco d’artificio. primaria e secondaria operano l’istituto educativo ed Nel mese di Febbraio in occasione della festa di s. assistenziale ‘Sacro Cuore’ di via Mantova e il ‘Regina Agata gli abitanti del quartiere fanno uscire fino alla Elena’ di via F. Aporti. A queste si aggiungono le scuo- cattedrale la Candelora degli ortolani. le medie superiori: il liceo scientifico statale ‘Principe 113 Mercatino in piazza Spedini Panificio in zona Cibali

Umberto’ di via Chisari, alcune sezione dell’istituto stisce bancarelle con prodotti provenienti dal commer- agrario ‘F. Eredia’ in via Valdisavoia, adiacenti alla cio equo solidale: chincaglieria, manifatture, oggetti Facoltà di agraria. Altre istituzioni universitarie sono d’arredamento e prodotti alimentari. l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, all’angolo di via s. Sofia, l’Istituto di economia e politica agraria, l’Istituto superiore di Catania per la formazione di I luoghi della socialità eccellenza di via s. Paolo. La piazza è lo spazio privilegiato, il luogo dell’in- A carattere regionale si trovano due centri di forma- contro e dello scambio. Il quartiere di Cibali offre nella zione professionale in via Cifali: l’A.N.F.E ossia bella stagione la possibilità di trascorrere pomeriggi e Associazione nazionale famiglie degli emigrati, e il s. lunghe serate nelle sue piazze che sorgono attorno ai Giovanni Apostolo. Infine, si ricorda la Biblioteca circo- grandi palazzi e alle strette viuzze. La piazza che può scrizionale di via Galermo dedicata a Beppe Montana, definirsi il cuore del quartiere è piazza Bonadies, con- poliziotto ucciso dalla mafia nel 1985. tornata dalla imponente Chiesa, dagli archi del rudere dell’acquedotto e dal ‘Lavatoio’ con le sue fresche acque; è frequentata dagli anziani e dagli adolescenti; I luoghi della solidarietà segue piazza s. Maria Ausiliatrice, di fronte alla chiesa Nel quartiere il più conosciuto centro di solidarietà della Natività del Signore, piazza dove si riuniscono ancora i giovani che frequentano l’oratorio. è l’Associazione di volontariato ‘Casa della Speranza’. Piazza Spedini è la più ampia, delimitata da impo- Essa è ospitata nei locali di villa Gentile Cusa, di pro- nenti edifici popolari, dalla scuola elementare ‘Corridoni’ prietà del Comune di Catania. L’associazione, in e dallo Stadio Cibali, oggi intitolato ad Angelo accordo con le scuole del quartiere, ogni anno offre Massimino, che è stato presidente della squadra di cal- agli alunni diverse opportunità di socializzazione e pro- cio del Catania. Questa piazza ogni sabato è gremita di pone modelli educativi diversi da quelli della strada. I gente del quartiere e non, perchè vi si svolge il caratte- volontari che vi operano sono circa quaranta, tra gio- ristico mercatino rionale, dove si può acquistare di tutto. vani e anziani. Allestiscono anche mostre fotografiche Nella zona sud del quartiere, proprio al confine d’epoca, mostre di oggetti ed utensili antichi per non della Municipalità, è ubicata la piazza 2 Giugno, chiama- far dimenticare la memoria storica del passato. ta dagli abitanti anche piazza ‘dei vecchi’, perchè è fre- Un’altra associazione operante nel quartiere si quentata prevalentemente solo da loro. Gli anziani del chiama ‘Arcadia’, una cooperativa sociale con sede in quartiere vi trascorrono molto tempo a giocare a carte e via Chisari, che spesso in occasione delle festività alle- a domino: mattinate e pomeriggi, seduti nei sedili in 114

Officina meccanica per moto Il maniscalco muratura, completati da tavoli, riparati dal sole dalle I luoghi del divertimento e del gusto folte chiome degli alti alberi di ficus, incuranti di quello Importanti sono i luoghi in cui è possibile assistere che succede intorno nel trafficato viale Mario Rapisardi. a spettacoli di vario tipo: il teatro ‘Verga’ in via Fava, Ogni tanto qualcuno si alza per sgranchirsi e, dopo aver sede principale del Teatro Stabile; il teatro ‘Don Bosco’ fatto un giretto attorno alla fontana zampillante, si va a al viale M. Rapisardi, dove si esibiscono molte compa- dissetare alla fontanella o va a prendersi un bicchiere di gnie di teatro dialettale; il teatro ‘Valentino’ e il cinema limonata al chiosco e poi riprende a giocare. ‘Corsaro’, in via s. Nicolò al Borgo. Sono tanti i posti di ritrovo nel settore della ristora- I luoghi della natura zione. Sul viale Mario Rapisardi, si affacciano due belle ville utilizzate come ristoranti: Villa delle Ninfe e il Tra i quartieri di Catania, il quartiere di Cibali è quel- Rigoletto, non distante da esse c’è la famosa gastro- lo che nel passato, è stato sempre considerato zona di nomia Pistorio che produce specialità siciliane. Molti grande valore naturalistico, come affermava l’insigne sono i chioschi e le pizzerie, i bar e i camion che ven- scrittore Mariano Foti nel libro Cifali: «zona d’incanto, dono panini. Nel quartiere è facile incontrare i vendito- di orti e giardini». L’aspetto del quartiere in tempi ri ambulanti che si cimentano, con focolari e pentole, recenti è notevolmente cambiato e per certi aspetti è a cucinare il caratteristico sangeli, la carne equina, i peggiorato: sono sorti palazzi moderni accanto a case carciofi arrosto. a piano terra; villette recintate da muretti bassi ed In piazza Bonadies esiste da sessanta anni un chio- inferriate, ricoperte da fitta vegetazione, che hanno sco che una volta si chiamava ‘Chiosco del passero’ sottratto estesi spazi naturalistici. perché il proprietario lasciava cadere del cibo che un Gli unici “luoghi della natura” che rimangono sono: il passero regolarmente beccava. Oggi si chiama parco ‘Gandhi’ che si raggiunge salendo da via s. Sofia, ‘Chiosco 46’ in onore della squadra di calcio della città. all’altezza di via Varese, frequentato sporadicamente dai bambini dei complessi condominiali limitrofi, mentre Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli quasi sconosciuto a molti è il parco ‘Horacio Majorana’, insegnanti delle seguenti scuole: piccolissimo spazio della natura, realizzato dai ragazzi - C. D. Corridoni - I. C. Meucci dell’I. C. ‘A. Meucci’, in occasione del Progetto Demos - I. C. Petrarca nel 2001, oggi in stato di abbandono totale. Il parco è una struttura polifunzionale con un campo di calcio a cin- que, una pista di pattinaggio, un bocciodromo, un picco- lo chiosco e alcuni giochi per bambini (giostra e altalene). 117

VII MUNICIPALITÀ

Storia e descrizione dei quartieri Gli insediamenti sono rimasti un’isola circondata da Il quartiere di Nesima fa parte della VII vaste zone di lava che, con opportuni interventi e attrezzature potrebbero diventare una sorta di ‘parco Circoscrizione di Catania; sorge a Nord-Ovest della di lava’, senza alberi, ma con le piante tipiche di que- città su una zona occupata da lave di antiche eruzioni. sti terreni. L’idea originale del quartiere risale ai primi anni del ‘900 e si deve ad un’iniziativa avviata dalla Giunta pre- sieduta dall’allora Sindaco Giuseppe De Felice. Gli I luoghi della fede eventi successivi fecero accantonare il progetto che fu ripreso nel dopoguerra. Nel quartiere operano due chiese: la chiesa di s. Il primo insediamento realizzato intorno al 1947 Pio X, sita nella omonima piazza e la chiesa dello Santo Spirito su via Pacinotti. corrisponde alla cosiddetta zona dei villini compresa La costruzione della chiesa san Pio X fu iniziata nel tra le vie Mercantini, Fontana, Hibn Hamdis e Nobili. 1955 e ultimata nel 1963 dall’Istituto Autonomo Case Gli insediamenti successivi invece furono di edilizia a Popolari. Lo stile della costruzione rispecchia quello di carattere popolare e arrivano fino ai primi anni molti altri edifici religiosi salesiani con annesso orato- Sessanta, assegnati in prevalenza, ma non solo a rio. Ciò le consente di svolgere sia la funzione religio- famiglie provenienti da zone malsane del centro stori- sa che attività sportive, ricreative e culturali. Nel pro- co di Catania come l’Antico Corso, via Plebiscito, ecc. getto originario, era previsto anche un grande locale A partire dagli anni Settanta, per iniziativa privata, per il cinema e il teatro. Caratteristico è il campanile, nuovi edifici sono sorti lungo le vie A. Diaz, A. Volta e alto 60 metri, punto di riferimento perché visibile da la Circonvallazione. Un’altra parte del quartiere è rap- varie parti del quartiere. Anche la grande piazza anti- presenta dalle abitazioni lungo le più antiche via stante è uno dei pochi punti di incontro Palermo e piazza Marconi. La chiesa di Spirito Santo già esistente negli anni Oltre le case non sono presenti luoghi di incontro e ‘50, si erge su un piccola altura che la mette in eviden- socializzazione; le attività economiche riguardano za. È formata da tre navate, di cui una grande e acco- soprattutto negozi che soddisfano le necessità prima- gliente. rie. Gli unici punti di riferimento per i cittadini sono Le due chiese rappresentano due importanti punti rimasti le chiese, Spirito Santo e san Pio X, retta per di riferimento per gli abitanti: luoghi di preghiera e per molti anni dai Salesiani, e le scuole del quartiere. attività religiose come la catechesi dei piccoli e degli 118

Chiesa di san Pio X Masseria Strazzeri nel parco di Monte Po adulti ma anche luoghi di aggregazione, luoghi per delle eruzioni. Il famoso scrittore Edmondo De Amicis stare insieme, per giocare, per comunicare, per aiuta- lo ha così descritto: «O mio benevolo lettore, che re ed essere aiutato. Organizzano anche doposcuola, andrai un giorno a Catania, ricordati di fare un giro corsi di taglio e cucito, incontri con esperti per affron- della ferrovia Circumetnea, e dirai che è il viaggio cir- tare tematiche di natura sociale. colare più incantevole che si possa fare in sette ore sulla faccia della terra» (da “Ricordi di un viaggio in Sicilia”). I luoghi dei servizi Oggi la Circumetnea si sta trasformando in Nesima in questo ultimo decennio ha visto realizza- Metropolitana: ciò è avvenuto già per il tratto che va da te opere che potrebbero cambiare l’economia e lo piazza A. Lincoln al porto. Recentemente è stata inau- stato sociale del quartiere: l’ammodernamento della gurata la piazza antistante la stazione di Nesima ferrovia Circumetnea e la costruzione della grande Superiore che, assieme ad un grande parcheggio piazza davanti alla stazione di Nesima, il nuovo gran- anch’esso già realizzato, consente ai cittadini che de ospedale Garibaldi e gli impianti sportivi. vogliono lasciare il proprio mezzo di raggiungere il Nesima Superiore è stata servita fin dai primi anni centro catanese con il treno. Però i lavori della del ‘900 da un mezzo di locomozione che ha reso Metropolitana vanno a rilento e ancora i catanesi non orgogliosi i cittadini catanesi: la cara e vecchia cafittera. ne possono fare pieno utilizzo come mezzo di traspor- Nel 1867 infatti, risolti i problemi della Stazione to cittadino. Da un’inchiesta condotta tra i genitori Centrale della Ferrovia Nazionale, sorse la necessità di degli alunni, risulta però che sono ancora in pochi una ferrovia che collegasse alcuni centri del circonda- coloro che utilizzano la Circumetnea per recarsi da rio etneo al capoluogo e, per conseguenza, alla rete Nesima al centro; eppure ciò risolverebbe molti pro- ferroviaria centrale. blemi di traffico veicolare, soprattutto se, come è pre- Il 2 febbraio del 1895 fu inaugurato il tratto visto, sarà costruito il prolungamento fino a piazza Catania/Borgo-Adernò (oggi Adrano) e a catena tutti Stesicoro. Lo stesso si può dire per il tratto previsto gli altri tratti, Adernò-Bronte, Bronte-Castiglione, fino all’aeroporto. Castiglione-Giarre, Giarre-Riposto. In tal modo Sono molto utilizzati, invece, gli autobus da cui Catania vantava una strada ferrata con un percorso Nesima è ben servita, anche se essi sono lenti per il più unico che raro: dal mare di Riposto al terreno gela- traffico cittadino e per i lunghi percorsi, affollatissimi e to delle nevi dell’Etna ed a quello infuocato e aspro sempre in ritardo. 119 In questi ultimi anni ha preso a funzionare il nuovo I luoghi del gusto ospedale Garibaldi anche se molti reparti devono La cucina a Catania è vivace ed estrosa, come gli ancora aprire. Edifici nuovi, moderni, attrezzati secon- abitanti di questa città pieni di allegria ed inventiva. Il do le nuove tecnologie, forniti di personale specializ- quartiere di Nesima Superiore non è fornito di locali zato rispondono alle necessità del territorio cittadino e tipici come trattorie e ristoranti, se si vuole festeggiare della Sicilia orientale. Esso sorge là dove c’era il vec- un avvenimento o portare a pranzo un amico dobbia- chio e fatiscente ospedale Geriatrico, un luogo dove la mo uscire dal quartiere e andare in zone limitrofe, dove dignità umana veniva calpestata frequentemente. Si si trovano validi locali per tutte le tasche, come nella spera che il pieno funzionamento di tutti i reparti in zona del viale Mario Rapisardi o nella zona di tempi brevi possa dare inizio ad un nuovo sviluppo Misterbianco. demografico e a una ripresa edilizia. Nel quartiere troviamo tuttavia dei bar o laboratori Al margine del quartiere è sorta infine la ‘cittadella che espongono i prodotti della tradizione catanese. La dello sport’ che comprende la grande piscina comu- domenica o nelle feste sono affollatissimi e occorre nale, il nuovo grande palasport e diversi campi di cal- fare la fila prima di essere serviti. È evidente che il cio. Si tratta di strutture che sono a servizio di tutta la catanese è una buona forchetta, ed è liccu, cioè gli città dove molti di noi vanno a praticare varie attività piacciono i dolci. sportive. Da un’indagine svolta durante i corsi di educazione Recentemente è stato ristrutturato e riqualificato alimentare, risulta che molti piatti nel nostro quartiere l’ex mercato coperto che oggi è diventato un moderno sono ancora oggi eseguiti scrupolosamente nella cuci- centro che accoglie servizi comunali per il territorio, la na familiare secondo la tradizione. biblioteca, la sede della Croce Rossa, un ambulatorio I piatti più in uso sono: veterinario per cani. • pasta alla Norma, un vero capolavoro tra salsa La sede della Protezione Civile si trova in una fresca di pomodoro, melanzane fritte e ricotta salata. costruzione dalla linea aerodinamica sulla circonvalla- Fu dedicata a Vincenzo Bellini o, secondo alcuni, chia- zione. In origine essa era stata destinata a diventare mata così perché segue una ‘norma’ quando la si cucina; una casa di riposo che doveva accogliere gli anziani • scacciate piene di verdura o di tuma (tipico dell’allora ospedale Geriatrico, ma era rimasta incom- formaggio fresco) e acciughe; piuta per lungo tempo. • falso magro, rotolo di carne al cui interno si trovano uova sode, mortadella o salame, cipollina fre- sca e caciocavallo,che gli conferiscono un bel croma- I luoghi del sapere tismo; Oggi nel quartiere sono presenti più scuole e gli • baccalà cucinato alla “a ghiotta”, fritto o sem- abitanti possono scegliere la scuola più vicina o quel- plicemente lessato e condito con olio, limone, aglio e la più adatta alle loro esigenze. prezzemolo tritato; La scuola Elementare ‘Vittorino Da Feltre’, costrui- • Maccu, ovvero pasta con purea di fave; ta in via Fontana tra il 1953 e il 1954, fu la prima strut- • salsiccia con i semi di finocchietto, specie se tura di edilizia scolastica nel quartiere. Nel 1966 è arrostita e mangiata assieme alla verdura cotta, detta sorta in via F. Durante una seconda struttura per sod- caliceddi o amareddi. disfare le esigenze dettate dall’incremento della popo- lazione. I due plessi, assieme a quelli di scuola mater- Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli insegnanti della scuola: na di via F. Eredia, formano attualmente un Istituto - I. C. Vittorino da Feltre Comprensivo che accoglie un’utenza che va dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria di primo grado. Fa parte del quartiere il Centro di Formazione Professionale I. A. L., che avvia i giovani al lavoro con corsi per elettricisti, elettromeccanici, tubisti termoi- draulici, ecc.

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VIII MUNICIPALITÀ

Chiesa Sacro Cuore al Fortino

Storia e descrizione dei quartieri maniera disinteressata, come se facessero parte di I quartieri di questa Municipalità si sviluppano una grande famiglia. Per le vie si respirava il profumo attorno a tre principali strade: la parte alta del viale dei campi e si sentivano le voci dei bambini, i ragli Mario Rapisardi, l’ampio corso Indipendenza che degli asini, i passi degli uomini. attraversa il popoloso quartiere di San Leone ed infine Oggi la nostra municipalità si può dividere in diver- l’interminabile via Palermo, lunga oltre due chilometri, se zone. Quella intorno a via XXXI maggio e alla parte che da piazza Palestro arriva al nuovo Ospedale centrale del viale Mario Rapisardi si è sviluppata a par- Garibaldi. Questa fu intitolata al capoluogo dell’isola tire dalla fine degli anni ‘60, a seguito del boom edili- visto che era un percorso obbligatorio per chiunque, zio che ha reso possibile l’espansione della città nelle partendo da Catania, decidesse di andare a Palermo. zone più periferiche. Essa occupa l’area dove si esten- Secondo quanto ci hanno raccontato gli anziani deva la vecchia ‘Sciara Curia’, fino ad arrivare fin quasi che qui sono nati e cresciuti, queste vie un tempo alle porte di Misterbianco. apparivano profondamente diverse da come si pre- La zona denominata San Leone, è nata da un’ope- sentano ora. Inizialmente poche erano le zone costrui- razione di vera e propria ‘deportazione’ degli abitanti te, infatti, oltre alle già esistenti “masserie” di Nesima del vecchio quartiere San Berillo, che esisteva nel- inferiore, che sorgevano sui terreni degli Angiò e dei l’area dove oggi sorge il corso Sicilia. Questi ultimi Paternò Castello, tutto era sciara e campagna. Le erano in massima parte commercianti. Di questi abi- prime costruzioni pare siano state fatte proprio nella tanti originari oggi non c’è più quasi traccia, le case di zona di Monte Po. Proprietario di questi terreni, che si edilizia popolare, infatti, sono state vendute a bassis- estendevano fino al torrente di Fossa Creta, era il cav. simo costo dai proprietari ai nuovi abitanti, prevalente- Francesco Anzalone il quale per realizzare le costru- mente di fasce sociali molto deboli. Dell’operazione di zioni prese la “manovalanza” dal confinante paese di ‘deportazione’ non abbiamo trovato tracce documen- Misterbianco. I poveri braccianti, stanchi del quotidia- tate, ma solo molte testimonianze orali da parte di chi no andirivieni, chiesero ed ottennero dal cavaliere i ter- ha vissuto l’evento in prima persona. reni in enfiteusi (legge du censu) che consisteva nel- Il nostro quartiere è dunque abbastanza recente, l’obbligo di pagare annualmente una cifra pattuita ma moltissimi sono i tesori che racchiude, anche anti- variabile a seconda dell’estensione del terreno. Fu così chissimi, che purtroppo non sono adeguatamente che nacquero le prime case, per la costruzione delle conosciuti, come ad esempio la Villa Curia, una antica quali gli abitanti si aiutavano reciprocamente ed in casa di villeggiatura destinata ai novizi dei Padri gesui- 122 Fabbrica di calce La “putia” Cinci in via Palermo ti, risalente al periodo borbonico. Non è stato possibi- modesta chiesetta costruita dal 1880 al 1883 grazie al le visitarla, perché, ci hanno detto, al momento è in lavoro domenicale delle famiglie del quartiere. Questa stato di abbandono. parrocchia in ottobre festeggia solennemente la Oltre ad ampi spazi verdi, alcuni dei quali divente- Madonna del Rosario mentre, in occasione del Venerdì ranno parchi pubblici, altre antiche masserie sono Santo, realizza una commovente Via Crucis vivente. ancora presenti nel nostro territorio come la masseria Sempre sulla via Palermo dobbiamo segnalare la Costarelli e la masseria Valdisavoia, ancora oggi abita- presenza, ad angolo con via Fossa Creta, della grazio- ta, dove si conservano antichi strumenti di lavoro. sa cappella della Madonna delle Grazie, costruita nei primi del ‘900 per iniziativa privata, ed ancora, di fronte a via Goito, si distingue appena ciò che resta delle due I luoghi della fede e delle feste stanzette che costituivano la chiesa del Divino Amore. Un tempo tutte le case, anche se povere, avevano Le altre chiese che ricadono nella Municipalità sono l’atareddu, un altarino cioè contenente una o più invece abbastanza recenti: la chiesa di s. Leone (1970- immagini sacre, simbolo di una fede profonda, realiz- 73), nell’omonimo quartiere di corso Indipendenza, che zato solitamente sull’esterno di un muro della proprie- custodisce la reliquia del santo i cui festeggiamenti tà. Questi altarini venivano addobbati in occasione solenni si tengono tra agosto e settembre; sul viale delle grandi feste e curati non solo dal proprietario Mario Rapisardi si trovano la chiesa della Sacra Famiglia della casa ma anche dagli affittuari o dai vicini. (1968-74) che custodisce al suo interno un antico tritti- Percorrendo via Palermo se ne trovano tantissimi, belli co in legno raffigurante la Sacra Famiglia e la vivace e carichi di storia; qualcuno più moderno si può osser- Parrocchia di s. Luigi Gonzaga (1964-68) con l’impor- vare nel quartiere San Leone, mentre sono quasi tante quadro di s. Luigi realizzato da Michele Rapisarda. assenti lungo il viale Mario Rapisardi. E, a proposito di fede, è proprio sulla via Palermo che si trovano le chiese più antiche. All’estremo sud di I luoghi dell’economia e del lavoro via Palermo c’è infatti la parrocchia Sacro Cuore al Nei nostri quartieri la vita economica è basata su Fortino (1901) che con la statua in marmo del Gesù si commercio e artigianato: in particolare, la maggiore affaccia imponente sulla piazza Palestro mentre, concentrazione di negozi, bar e altro si trova lungo il all’estremo opposto, in via Monte Po, vi è la viale Mario Rapisardi ed il corso Indipendenza, soprat- Parrocchia della Madonna del Rosario, semplice e tutto intorno alle piazze principali; mentre le botteghe 123 La “putia” Cinci in via Palermo

artigiane si trovano lungo la via Palermo. Riguardo ai tra marzo e giugno, periodo di primavera, e quindi di negozi, si può dire che non manca nulla: dagli alimen- matrimoni. C’è anche un sarto da uomo, il quale ci ha tari all’abbigliamento, dalle scarpe agli articoli sportivi; detto di aver imparato a lavorare quando era ancora ci sono inoltre farmacie, tabaccherie, gioiellerie, carto- un bambino, ma oggi è orgoglioso di poter dire che tra lerie ecc. Abbiamo cercato di intervistare alcuni arti- i suoi clienti ci sono professionisti, politici ecc. giani del quartiere: tutti ci hanno detto che hanno scel- Ci sono inoltre alcuni falegnami e fabbri, oltre a to questa zona perché era sprovvista di quel mestiere meccanici, elettrauto e carrozzieri. e spesso l’attività è stata ereditata dai genitori. Il lavo- In via Pisacane c’è una fabbrica di candeggina e ro nelle botteghe non è redditizio come una volta, altri detersivi. La proprietaria acquista l’ipoclorito di infatti la clientela è diminuita e si è ridotta soltanto ai sodio, lo miscela con altre sostanze, poi il liquido viene clienti fissi; gli artigiani per la maggior parte sono imbottigliato, etichettato, e venduto. anziani e alcuni si rammaricano perché i giovani non In via Palermo c’è un’antica calcara, dove oggi si vogliono imparare il loro mestiere perché hanno fretta trova una fabbrica di calce per le costruzioni. di guadagnare ed è un peccato, perché sappiamo che All’interno del Parco di Monte Po si trova una picco- questa è un’attività antica, che non perde la sua auten- la fattoria tradizionale, dove “u zu Pippinu” alleva pecore ticità e potrebbe dare molte soddisfazioni. e capre, e produce ricotta e formaggi con metodi antichi. Abbiamo incontrato alcuni di questi artigiani per sentire le loro storie. Sul viale Mario Rapisardi c’è una vetreria artistica: il I luoghi del sapere, della cittadinanza vetraio ha raccontato che questo lavoro gli è stato tra- e dei servizi mandato dal padre e che lui lavora soprattutto per Spesso il cittadino non è consapevole dei servizi clienti privati. Il suo lavoro consiste nell’elaborare, su che il quartiere in cui vive può offrirgli: noi abbiamo richiesta dei clienti, un disegno su un foglio e riportar- fatto un’indagine sperando che il nostro lavoro possa lo sul vetro, così il cliente può avere un lavoro “in essere un valido aiuto per tutti. esclusiva” e personalizzato. Gli strumenti che utilizza I luoghi del sapere dell’VIII Municipalità sono sono delle pinze e un taglierino per tagliare il vetro e essenzialmente le scuole. Per quanto riguarda l’istru- una macchina che serve per affilarlo. zione primaria i circoli didattici sono pochi ma ben Nella municipalità lavora una sarta, la quale ci ha distribuiti all’interno del quartiere e sono: Coppola, riferito che il periodo più fruttuoso è quello compreso Nazario Sauro, s. G. Bosco e Montessori; invece gli 124 Cani randagi nel quartiere San Berillo U zu Pippinu

istituti comprensivi sono: De Roberto, Meucci, I luoghi della solidarietà Ungaretti, Mascagni e Vittorino da Feltre; infine abbia- Sul territorio della Municipalità sono presenti i mo le scuole medie De Sanctis e Giovanni XXIII. volontari dell’associazione Mani Tese con cui la scuo- Per quanto riguarda l’istruzione superiore troviamo la collabora ormai da diversi anni, effettuando mostre- all’interno del quartiere tre importanti istituti di indirizzo mercato a favore dei popoli svantaggiati del sud del tecnico-professionale e cioè il Cannizzaro, il Gemmellaro mondo: in tal modo facciamo concretamente l’espe- e il Lucia Mangano. Ma non dobbiamo dimenticare i pic- rienza dell’aiuto agli altri in modo disinteressato, non coli: per loro c’è un asilo nido in via Stanislao solo pietistico o religioso, ma umanitario in senso lato. Cannizzaro. Infine bisogna segnalare la presenza di una Attraverso una breve intervista a due compagni e a biblioteca comunale in corso Indipendenza 5. una maestra che vivono nel quartiere abbiamo poi Per i luoghi della cittadinanza dobbiamo partire dalla capito quali servizi svolgono i volontari della sede della municipalità in viale Mario Rapisardi 299 Misericordia di San Leone. Soprattutto il servizio di dove i cittadini possono usufruire di moltissimi servizi: autoambulanze presente nel territorio è molto impor- anagrafe, stato civile, carte d’identità, servizi socio- tante per soccorrere sollecitamente eventuali feriti, assistenziali e domiciliari, attività sportive e ricreative e ammalati, o per eventi naturali straordinari. molto altro ancora. È praticamente il Comune di Inoltre, all’interno della struttura di San Leone si tro- Catania in piccolo!! È importante ricordare che proprio vano ambulatori dove medici anch’essi volontari presta- in questo periodo è stato approvato l’appalto per la no la loro opera a favore delle persone che per vari moti- costruzione della nuova sede che dovrebbe nascere vi ne avessero bisogno. Questi servizi danno maggiore entro i prossimi tre anni in via Enrico Cialdini. sicurezza alle persone che vivono nel quartiere, ma Se c’è bisogno di un consultorio familiare si può anche nel resto della città: spesso si parla di solitudine andare in Via Infantino al n.17. e di paure, ma questi volontari ci rassicurano, ci fanno Infine riguardo ai servizi dobbiamo segnalare il sentire protetti, meno soli e ci spingono ad imitarli. comando della Polizia Municipale in via Nazario Sauro 40, una sede della Polizia di Stato in piazza Eroi d’Ungheria 11, una piccola caserma dei Carabinieri in I luoghi della socialità e della natura corso Indipendenza 43. Inoltre il quartiere è ben servi- Riguardo al tema della socialità ci siamo interroga- to dai mezzi pubblici anche se sono spesso in ritardo ti e abbiamo fatto delle brevi interviste ai familiari per e molto affollati. documentarci sulle reali disponibilità del quartiere in 125

Colonne dell’acquedotto romano e villa Asmundo La Piana Il quartiere immaginato

fatto di servizi offerti sia ai giovani e sia agli anziani. ad aranci... A destra, ulivi secolari e mandorli circonda- Hanno così accertato che molto è stato fatto negli no la Masseria Costarelli, non agibile, con i portoni ultimi tempi per migliorare gli spazi esterni, cioè i parchi decorati dalle poche lastre di pietra lavica rimaste e con tanto verde e i giochi annessi, per dare la possibili- dove si conservano ancora i resti di antiche colonne. tà ai ragazzi di riunirsi per fare sport, per giocare o sem- Dal piazzale si ammira una bellissima veduta della plicemente per incontrarsi e discutere in luoghi protetti Playa, la spiaggia catanese. All’interno scopriamo dal traffico e piacevoli da vedere proprio come la piaz- anche un pregevole palmento in pietra che non abbia- zetta Vittime del dovere, oppure sempre vicino alla mo potuto ammirare da vicino perché in stato di nostra scuola in via Medaglie d’Oro, il parco Giovanni degrado e pericolante. Abbiamo notato solo dall’ester- Lizzio dedicato all’ispettore di polizia ucciso dalla mafia. no il torchio con cui si spremeva l’uva. È bello ascolta- E ancora, il parco Fenoglietti situato tra la via re il racconto delle attività che si svolgevano all’interno Aurora e la piazza Risorgimento che dà la possibilità a e della conta tradizionale degli otri pieni: «6, 7, a bambini, giovani e meno giovani di incontrarsi, godere Mmaculata, 16, non si cunta, 18, s. Giuseppe!» del verde e far correre anche i cagnolini che tanta Più in là, nella parte inferiore, le chiome di quattro compagnia fanno alle persone anziane. pioppi proteggono un piccolo altarino circondato da I ragazzi hanno soprattutto evidenziato che occor- sedili scavati nella roccia, dove gli abitanti della masse- rono ancora più servizi per gli anziani: i loro nonni e ria si riunivano in preghiera. In lontananza si scorgevano bisnonni spesso si sentono soli e hanno bisogno di i silos, che servivano a raccogliere e conservare il grano. luoghi al chiuso e comodi per l’inverno oltre alle piaz- Nel cuore del parco si trova il giardino dei Giusti, zette con le panchine che si trovano ormai più facil- luogo in cui sono state collocate 7 stele in onore di mente nei giardini dei nostri quartieri. uomini che hanno fatto della loro vita un dono per A questo proposito abbiamo effettuato un giro che l’umanità sofferente: G. Perlasca, G. Palatucci, C. ci ha permesso di scoprire tante meraviglie che fino ad Marrone, A. Zarekolor, S. Gaon, A. Torrelli, C. Urbani; ora ignoravamo potessero esistere nel nostro quartiere. in prossimità di ciascuna di esse sono state messe a Innanzitutto il parco Monte Po, il polmone verde più dimora altrettante querce. Questo luogo è stato istitui- grande di Catania. Sorprendente per grandezza e per to il 27 gennaio del 2000, in occasione della ricorrenza le varietà delle piante rese rigogliose dal torrente del Giorno della memoria. Acquicella che attraversa il parco. Entrando è possibi- Sempre compresi nel parco, difficili per il momento le ammirare a sinistra, un terreno terrazzato, coltivato a vedersi, si trovano resti di un acquedotto romano, 126

Servizi per gli anziani del quartiere Servizi per gli anziani del quartiere un’enorme cisterna risalente ad epoca recente costrui- chi, bigliardi e locali dove si possono vedere le partite ta per rifornire d’acqua l’intera città ma mai entrata in di calcio trasmesse dalle pay-tv e dove ci si può riunire funzione. per guardare la partita della propria squadra preferita. Abbiamo lasciato il Parco Monte Po per andare in È interessante sottolineare invece come in occasio- Contrada Nunziatella, dove scorre il fiume Acquicella; ne delle feste di quartiere si mantiene intatta una delle questo corso d’acqua, che nasce a s. Maria di Licodia, tradizioni più antiche legate al gusto, cioè quella di con- ha una grandissima importanza storica perché le sue sumare per le strade calia e simensa, richiamati dalla acque furono utilizzate e incanalate dagli antichi roma- voce del caliaro che dice: «ci l’aju bedda atturrata sta ni, per portare l’acqua nei centri abitati. Da lontano, calia caura». Ed ancora, soprattutto nella zona di via infatti, sull’altra riva del fiume abbiamo potuto vedere i Palermo, fino al Fortino, sono diventati di moda gli arru- resti delle colonne dell’antico Acquedotto romano. Nei sti e mangia a base di carne di cavallo e di salsiccia. pressi c’è pure l’antica villa patrizia Asmundo-La I luoghi deputati al gusto sono quasi tutti a condu- Piana, che sorge sui resti di una cappella bizantina, zione familiare; vengono usate ricette antiche traman- scoperta dall’architetto Libertini. date da padre in figlio e sono utilizzati, in alcuni casi, Altri spazi verdi non sono ancora aperti al pubblico prodotti biologici. Tra i locali più antichi, in via Palermo perché acquisiti da poco e pertanto ancora in via di 531, troviamo la Putia Cinci, che esiste da circa 120 sistemazione: per esempio il parco Gemmellaro, anti- anni. Diversi e tutti degni di nota sono i laboratori di camente cava di pietra lavica, chiamato a pitrera. pasticceria, molto apprezzati per i deliziosi torroncini, le paste di mandorla e la frutta martorana. Caratteristici della zona sono i frequentatissimi I luoghi del divertimento e del gusto chioschi dove si preparano coloratissime e succose Al quartiere appartengono tre importanti strutture bibite: uno di questi è lo ‘young drink’. sportive: il Pala Catania, un palazzetto dello sport che può accogliere un vasto pubblico anche per concerti e Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli manifestazioni di vario genere; fra l’altro ha ospitato insegnanti delle seguenti scuole: alcune gare delle Universiadi; il campo comunale di - C. D. Coppola calcio; il campo comunale di baseball. - C. D. Montessori - S. M. S. De Sanctis Per quanto riguarda le attività di svago quali cinema, - S. M. S. Giovanni XXIII teatri, discoteche, pub ecc., il quartiere ne è, purtrop- - I. C. De Roberto po, completamente sprovvisto: ci sono solo sale-gio- - I. C. Ungaretti 129 IX MUNICIPALITÀ

Storia e descrizione dei quartieri costruite dai primi abitanti di San Giorgio, iniziarono a Il quartiere San Giorgio si trova nella periferia sud nascere i grandi condomini delle case popolari carat- ovest della città di Catania ed è incastrato tra i quartie- terizzati da palazzi con molti piani (fino a dieci) e poche ri Librino, Villaggio s. Agata e Monte Po. Il suo territo- strade e servizi. Negli anni Ottanta nacquero molte rio è prevalentemente collinare e caratterizzato dalla cooperative di edilizia residenziale, dove andarono ad presenza di argilla e falde acquifere, utilizzate sin dai abitare principalmente carabinieri, poliziotti, dipenden- tempi remoti sia dalle botteghe artigianali che lavora- ti della Marina e molti privati. vano l’argilla (come quella famosa di don Alfio Certo), Contemporaneamente nei borghi vicini, in mezzo che per le attività agricole, molto fiorenti fino alla metà alle belle masserie presenti nel territorio, nasceva il del secolo scorso. nuovo quartiere di Librino sulla base di un avveniristi- La storia del quartiere, come raccontano le perso- co progetto del 1970 affidato all’urbanista giapponese ne che vi sono nate e cresciute, prima della seconda Kenzo Tange, perché disegnasse una ‘città satellite’ guerra mondiale era caratterizzato dalla presenza di con un complesso di servizi efficienti in grado di assi- grandi masserie agricole, dove si coltivavano vigneti, curare spostamenti veloci verso le varie parti della città olivi e agrumi e si allevavano pecore, maiali, mucche e verso l’interno dello stesso insediamento. ed altri animali. Intorno ad esse nel tempo si sono svi- Il progetto originario prevedeva ben tredici reti di luppati piccoli borghi rurali: Librino, Bonaventura, servizio indipendenti tra loro, dieci quartieri residenzia- Castagnola, Bummacaro, Moncada, San Teodoro, li ed il collegamento con la città, mediante un asse dei Grimaldi, Nitta, San Giorgio. servizi ed un asse attrezzato. Inoltre, erano previste Nel dopoguerra molti terreni delle masserie venne- attrezzature collettive in prossimità degli edifici, stazio- ro venduti o in certi casi donati ai contadini, che inizia- ni degli autobus di linea urbana, extraurbana e anche rono a costruire le prime case. In questo periodo man- una metropolitana; sedici aree attrezzate per impianti cavano strade asfaltate e acqua potabile, che veniva sportivi e la disponibilità di 500 aule per la scuola del- portata con le autobotti due o tre volte la settimana. l’obbligo, di 200 per la scuola superiore e l’aggiunta di Anche i collegamenti con il centro di Catania erano 96 sezioni per la scuola materna. difficili: la ‘corriera’ passava solo tre volte al giorno e Venticinque anni dopo, Librino vede quasi comple- spesso si doveva andare al centro di Catania a piedi. tata la realizzazione degli alloggi previsti e l’insedia- Tra la fine degli anni Sessanta dello scorso secolo e la mento di circa il 75% degli abitanti. Accoglie edilizia metà degli anni Settanta, accanto alle piccole case convenzionata, cooperative, case popolari, edifici 130

Librino brutto Librino bello assegnati a famiglie sfrattate dagli appartamenti citta- strellato. Icone che rappresentano s. Giorgio cavaliere dini. Pochi degli impianti pubblici risultano però realiz- si trovano nella zona chiamata a putiedda (dopo il zati. In particolare ancora insufficienti risultano gli Cirino La Rosa e prima del parco Peter Pan). spazi verdi, gli impianti sportivi e i luoghi di ritrovo. Famosissimo era il vino di produzione della zona, il Qualcosa ha cominciato a muoversi, come i centri vino delle ‘terreforti’, tipo di terra argillosa mista a sab- commerciali nati recentemente, ma si rischia di portar- bia di cui è composto il terreno. Nella vecchia Librino si dietro ancora per molto tempo l’etichetta di quartieri si vendemmiava nella masseria Moncada, nel cui terri- dormitorio. Gli abitanti sperano tuttavia che questi torio scorrevano dei ruscelli stagionali e c’era una quartieri possano un giorno diventare quella ‘città satel- zenia (strumento idraulico per sollevare l’acqua, di pro- lite’ moderna e funzionale che era stata immaginata. babile origine araba). Fino a quarant’anni fa questi borghi vivevano chiu- si in se stessi. Per uscire dalla zona e andare a Catania, I luoghi della memoria bisognava passare dal ‘dazio’ di via Palermo e lungo la Nel territorio di Librino sono presenti diversi com- strada c’erano parecchi fondachi cioè locande (provvi- plessi rurali di notevole pregio e di interesse storico- ste anche di stalla) sempre aperte a qualsiasi ora. artistico, al cui interno si trovano anche frantoi e pal- Molte vie prendono il nome dai mestieri o dagli anti- menti, perché il territorio circostante era soprattutto chi proprietari dei terreni: il borgo Cardinale e lo stra- coltivato ad uliveti e vigneti. Anticamente essi erano dale Cardinale, prendono il nome dal Cardinale proprietà di note famiglie appartenenti alla nobiltà ter- Francica Nava; Fossa Creta deriva il nome dallo staz- riera catanese; quelle tuttora visibili risalgono all’800. zone (stazzuni), che ancora esiste, in cui si lavorava la In via dell’Agave c’è la masseria Bicocca, vicino al creta che si estraeva nella zona. capolinea si trova la masseria Sorci. Il quartiere San Oggi, in buona parte, queste masserie, perdendo il Giorgio deve il suo nome alla Masseria Villa s. Giorgio, loro originario uso agricolo, sono divenute demanio che oggi è sede della parrocchia s. Padre Pio. In que- del Comune, per essere destinati a scopi sociali. Gli sto edificio era custodito un quadro rappresentante s. edifici rurali già ristrutturati sono: Giorgio, che oggi fa parte di una collezione privata. Nel • la masseria Recupero: attrezzata a laboratorio quartiere infatti era viva la devozione a s. Giorgio, di geotecnica per il controllo dei lavori in corso a Librino; come dimostrava un dipinto sulla facciata dell’attuale • le case Castagnola: adibite a scuola materna farmacia Satellite, oggi sostituito da un mosaico pia- ed a struttura polivalente per spettacoli e mostre; 131 • la masseria Bonaiuto: è stata concessa dove molti bambini del quartiere trascorrono il tempo all’Università degli Studi di Catania per collocarvi il libero dagli impegni scolastici impegnandosi in attività Centro Regionale di Educazione Ambientale; ludiche, espressive e creative. • villa Fazio: è sede di impianti sportivi; Un solo ambulatorio medico della ASL è presente a • villa Nitta: in fase di ristrutturazione, sarà desti- Librino ed è composto di due padiglioni prefabbricati nata ad un centro di riabilitazione per ragazzi autistici. dove sono ospitati i locali che offrono i servizi sanitari Sono, invece, ancora in attesa di adeguato recupero più importanti. Sono invece assenti gli ospedali e i le seguenti case rurali: casa Sisinna, le masserie Vico, centri polifunzionali. Bummacaro, Mancini. Appena sufficienti sono i collegamenti pubblici con la città. Librino è anche sede di un Commissariato di I luoghi della fede Pubblica Sicurezza. Le parrocchie sono un luogo di aggregazione importante e vi si svolgono molte ed interessanti atti- vità socio-culturali e di volontariato. Quelle di San I luoghi del sapere Giorgio sono: s. Padre Pio, presso la masseria Villa s. Nel quartiere sono presenti solo le scuole dell’ob- Giorgio (sullo stradale Cardinale); s. Maria del Carmelo bligo: il C. D. San Giorgio, gli I. C. V. Brancati e A. - s. Maria Goretti (sullo stradale Cravone) nella quale si Musco. L’istituto delle suore di Gesù Redentore ‘Casa trova una statua di s. Giorgio; Maria Ausiliatrice - s. dei fanciulli - Cirino La Rosa’ si trova vicino al parco Domenico Savio, che offre un supporto importante a ‘Peter Pan’. molte attività di volontariato. Inoltre c’è una cappella Nel quartiere l’opera educativa delle scuole e delle nell’Istituto Massimiliano Kolbe (in via del Passero). famiglie è coadiuvata da vari centri sociali, quali la A Librino operano le parrocchie: della Resurrezione casa-oratorio e centro giovanile ‘Giovanni Paolo II’, del Signore, in viale Castagnola, consegnata ai fedeli ubicata nei locali della ex masseria De Stefani, che nel 1992; di Nostra Signora del Santissimo accoglie i fanciulli nelle ore pomeridiane e li coinvolge Sacramento in via delle Susine, eretta a parrocchia nel in varie attività ludico-espressive. 1963; di Santa Chiara in viale Moncada. Nelle tre par- A Librino operano gli I. C. Brancati, Campanella- rocchie si organizzano attività sportive, ricreative e di Sturzo, Cardinale Dusmet e Fontanarossa; è presente aggregazione per sopperire alla mancanza di centri inoltre una biblioteca comunale. ricreativi pubblici. Non si svolge nessuna festa di quartiere tranne nel periodo delle festività agatine, quando per le vie del I luoghi della solidarietà quartiere girano le candelore. Molte associazioni di volontariato sono presenti nel territorio di San Giorgio ed offrono la loro disponibilità a collaborare con le istituzioni del quartiere: Casa Nazaret, I luoghi dell’economia e del lavoro il già citato centro ‘Giovanni Paolo II’; la Ginestra, che si Una degli elementi che caratterizza questi quartieri occupa dei giovani, con progetti per promuovere forma- è la quasi assoluta mancanza di attività economiche e zione ed emancipazione culturale; l’associazione di botteghe di artigianato tipico, se si esclude qualche COSPES/CIOFS ‘Laura Vicuña’ che è un Centro di negozio di generi alimentari e qualche supermercato. orientamento socio-psico-pedagogico, per le famiglie e Ogni mercoledì in viale Bummacaro è organizzato un i giovani; diversi gruppi d’incontro; la Cooperativa socia- mercatino rionale che rappresenta una grande risorsa le ‘Marianella Garcia’ che ha sviluppato il progetto di un per il quartiere. Centro polifunzionale ‘Vulcano’; l’associazione Sacro Cuore; la Polisportiva Giovanile Salesiana, che si occu- pa di formazione ed animazione catechistica e ricreati- I luoghi della cittadinanza e dei servizi va; l’associazione ‘Cirino La Rosa’ che si occupa di con- Nella sede della Municipalità sono presenti lo spor- sulenza per minori a rischio; l’associazione di volontaria- tello anagrafe, i servizi sociali, i vigili urbani, la sala to Genesi che organizza spettacoli, attività sportive e consiliare, la sala teatro, la biblioteca e la ludoteca, ricreative e si occupa di assistenza alle famiglie. 132

In quasi tutte le parrocchie sono attive le sezioni I luoghi dello sport locali della Caritas. Nel nostro quartiere sono presenti pochi impianti La Compagnia teatrale ‘Cassise’ opera presso la sportivi pubblici. Gli unici impianti aperti a tutti sono parrocchia Maria Ausiliatrice - s. Domenico Savio. quelli annessi alle parrocchie. I bambini e i ragazzi che A Librino, oltre gli oratori parrocchiali, sono presen- vogliono praticare assiduamente uno sport sono ti: il Centro giovanile ‘Miriam’, il Centro sociale ‘Iqbal costretti a spostarsi nei quartieri vicini, o in città, dove Masih’ che è operativo dal 1995, un gruppo Scout sono invece presenti piscine, palazzetti dello sport e Agesci e una Confraternita della Misericordia costitui- molti campi di calcetto privati, presenti a San Giorgio ta nel 1989. solo nella parte alta del quartiere. I luoghi della socialità sono generalmente le piazze, Nel territorio di Librino è invece presente una gran- gli oratori e i centri giovanili presso le parrocchie. Per i de struttura sportiva denominata ‘Palanitta’, ubicato in bambini c’è la ludoteca ‘L’aquilone’, mentre nei pressi viale Nitta 3. La struttura consegnata nel giugno del del Consiglio di Quartiere c’è un centro per anziani. 1999 è utilizzata per manifestazioni di vario genere. Non lontano vi è un campo di calcetto mentre gli impianti sportivi di viale Castagnola sono ubicati a Villa I luoghi della natura Fazio, un antico caseggiato rurale, oggi attrezzato a San Giorgio è un quartiere periferico della città di sede di accoglienza per quanti frequentano gli impian- Catania e quindi in molte parti confina con campi agri- ti sportivi adiacenti. coli e aperta campagna. Pochissime sono però le zone attrezzate per essere utilizzate come punti di incontro, mancano infatti piaz- I luoghi del divertimento ze e aree destinate a verde pubblico. Solo la parte Anche in questo campo l’offerta è molto povera. In interna del quartiere, attraversata dalle nuove strade questi quartieri non sono presenti cinema, teatri (a che collegano il quartiere alla città, è caratterizzata parte quelli delle parrocchie e delle scuole), discoteche dalla presenza di grandi aiuole spartitraffico e di grandi o pub, ma solo bar con delle salette dove si può con- rotatorie con palme nane ed altre piante tropicali. sumare un pasto, una birra o del buon gelato. Vicino a queste si trova tutta la parte più vecchia La maggior parte degli abitanti del quartiere si spo- del quartiere compresa tra lo stradale San Giorgio e sta al centro storico di Catania per frequentare gli Via Palermo, caratterizzata invece dalla quasi totale innumerevoli locali notturni, pub, cinema, teatri. Altri assenza di verde anche privato, poiché le case sono preferiscono consumare un buon panino presso i state costruite abusivamente e una attaccata all’altra, camioncini presenti in vari punti del quartiere, una cercando di sfruttare al massimo il poco spazio che buona pizza da asporto facilmente reperibile nelle ogni proprietario aveva a disposizione. diverse pizzerie del luogo o frequentare i diversi chio- Gli unici parchi giochi attrezzati del quartiere sono il schi che fungono anche da punti di ritrovo per i giova- parco ‘Peter Pan’, il cui nome è stato scelto dai bam- ni del vicinato. Sparsi per il quartiere si trovano alcuni bini delle scuole circa otto anni fa e il parco giochi vici- laboratori di pasticceria. no alla parrocchia Maria Ausiliatrice. Le campagne incolte ed abbandonate che si trova- Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli no vicino alle abitazioni periferiche della parte nord del insegnanti delle seguenti scuole: quartiere vengono spesso trasformate in parchi spon- - C. D. San Giorgio tanei. Nei periodi meno freddi i bambini utilizzano que- - I. C. Brancati - I. C. Campanella-Sturzo sti spazi per dare libero sfogo alla loro immaginazione, forse divertendosi più che nei parchi attrezzati. Uno di questi è la zona soprannominata u munti, una collinet- ta compresa tra San Giorgio e via Palermo nei pressi dello stazzone. Un altro parco attrezzato a Librino si trova ubicato in via s. Teodoro e prende il nome di piazzale dell’Elefante; è stato inaugurato nel 2000. 135

X MUNICIPALITÀ

Altarino di s. Maria Goretti

Storia e descrizione dei quartieri Allo stesso tempo sono carenti anche le strutture La X Municipalità occupa una vasta area della peri- che possono offrire agli anziani la possibilità di trascor- feria sud di Catania e comprende in effetti diversi nuclei rere in compagnia parte della giornata. abitati molto diversi tra loro: San Giuseppe La Rena, All’interno del suo territorio sono tuttavia presenti Santa Maria Goretti, Zia Lisa e villaggio Sant’Agata. importanti servizi e realtà industriali e commerciali che San Giuseppe La Rena e la parte più vecchia di Zia interessano non solo il quartiere ma tutte le città. Lisa sono gli insediamenti più antichi, legati soprattut- Considerando come punto di partenza quello più to alle attività agricole prevalenti nella zona fino alla prossimo al centro della città, l’inizio della municipalità seconda guerra mondiale. coincide con la via Acquicella ed è caratterizzato dalla Per quanto riguarda gli insediamenti residenziali presenza del grande cimitero monumentale. pubblici, il più antico è il villaggio S. Maria Goretti, rea- Vi è poi la zona commerciale di San Giuseppe La lizzato per ospitare 1400 abitanti rimasti senza tetto Rena con un grande ipermercato e il mercato ortofrut- dopo l’alluvione del 1951. ticolo generale. La zona del Villaggio Sant’Agata e quella nuova di Più distante è la zona industriale di Pantano d’Arci, Zia Lisa sono costituite da case popolari più recenti, con impianti alimentari e del settore meccanico, far- spesso già degradate, e con gravi fenomeni di pover- maceutico e dell’elettronica. tà e disagio sociale. Ad eccezione di qualche edificio Quasi al centro del territorio si trovano infrastruttu- scolastico e delle chiese, sono quasi del tutto prive di re importanti per tutto il territorio catanese quali l’aero- strutture pubbliche che pure erano previste ma per la porto di Fontanarossa, in fase di ampliamento, la sta- gran parte o non sono state realizzate o sono rimaste zione ferroviaria per le merci di Bicocca, l’inizio di stra- in stato di abbandono. de di grande comunicazione, come l’autostrada per Il carattere artificiale di questi quartieri è ben rap- Palermo e la statale per Siracusa. presentato dalla particolare toponomastica che non Vi è poi la grande zona della Playa, dalla caratteri- intitola le strade e le piazze - per esempio - a perso- stica costa sabbiosa, che accoglie strutture destinate naggi famosi, ma organizza le zone con le sole lettere allo sport e allo svago e ultimamente è in fase di dell’alfabeto. Si tratta di territori in cui mancano i luo- ristrutturazione e ammodernamento. ghi di aggregazione per i bambini, i ragazzi e gli adole- Al confine del territorio si trova un’area con caratteri- scenti: solo recentemente sono stati attrezzati dei stiche naturali di rilievo come la foce del Simeto, sotto- campi sportivi e alcune bambinopoli. posta a tutela. Tuttavia, a partire dall’inizio degli anni 136 Settanta, questa zona è stata continuamente violata da Nello stesso anno il commentatore Di Stefano donò al insediamenti residenziali abusivi concentrati sul litorale e cereo un’area adiacente alla chiesa parrocchiale nella realizzati perfino sulle aree demaniali. Al danno ambien- quale fu costruito un apposito locale dove ancora oggi tale e paesaggistico si è aggiunta la sottrazione siste- esso viene conservato. matica all’uso pubblico del litorale, spesso recintato. La festa patronale di s. Giuseppe prevede diversi momenti religiosi ma anche momenti di festa come la sagra del macco, un purè di fave fresche, e quella della I luoghi della memoria ricotta e del formaggio. Seguono tradizionali giochi di I luoghi della memoria della X Municipalità sono corsa con i sacchi e l’albero della cuccagna, l’offerta di soprattutto il Cimitero inglese e il Cimitero di via doni e l’asta in onore di s. Giuseppe. Momento centra- Acquicella. Nel primo sono sepolti i soldati inglesi che le della festa è la processione con il venerato simula- hanno perso la vita nella battaglia del Simeto, in occa- cro di s. Giuseppe per le strade del quartiere. I festeg- sione della liberazione di Catania nel 1943. Il secondo giamenti si concludono con una pittoresca fiaccolata. accoglie le persone morte nel territorio del Comune di Il 6 luglio viene ricordata e venerata s. Maria Catania. Per i catanesi è un luogo di culto particolare. Goretti; in questa data si ricorda questa bambina non Essi, infatti, una volta l’anno invadono in modo quasi ancora dodicenne che muore accoltellata per non festoso questo cimitero e trascorrono vicino ai loro morti cedere alle lusinghe di un ragazzo di circa diciotto anni la ricorrenza del 2 Novembre. All’interno del cimitero, che finirà in carcere, ma che, grazie alle preghiere della assieme alle tombe a carattere familiare, ultimamente si piccola Maria, si convertirà. sono sviluppate le cappelle delle Confraternite costituite da edifici moderni su più piani con un gran numero di loculi. Nella parte più alta sono collocate infine le tombe I luoghi della socialità storiche e monumentali, spesso opera di artisti famosi, Senza considerare i grandi insediamenti industriali, che risalgono soprattutto alla prima metà del l’economia del quartiere è ridotta al minimo delle Novecento. Un esempio per tutti è la cappella Fichera. necessità e affidata principalmente a negozi e labora- tori prevalentemente a conduzione familiare. L’attività culturale è affidata solo alle scuole; sono I luoghi della fede e delle feste presenti alcune biblioteche che comunque risultano Tutti i centri abitati hanno la loro parrocchia: s. insufficienti. Giuseppe a San Giuseppe la Rena, s. Maria Goretti al I luoghi di aggregazione sociale sono quasi del villaggio Santa Maria Goretti, s. Croce al Villaggio tutto assenti e sono sostituiti dai numerosi bar, da Sant’Agata, Madonna del Divino Amore al villaggio Zia qualche piccolo parco e dalle sale giochi che però Lisa II; delle cappelle usate per le messe domenicali spesso rappresentano un punto d’incontro poco edu- esistono anche nei villaggi nati in forma spontanea cativo. lungo la costa. Delle chiese sono presenti anche a I luoghi della solidarietà della X Municipalità sono Maristaeli, che è la base degli elicotteri della Marina quasi sempre le parrocchie, che con i loro oratori e con militare, e all’interno della caserma dell’aeronautica un intenso lavoro di volontariato, si occupano sia dei militare di Fontanarossa. giovani, evitando che oziando per le strade diventino Relativamente alle feste del quartiere è molto sen- manovalanza a basso costo per la malavita, che degli tita e partecipata la festa di s. Agata per la presenza adulti in grave stato di disagio. della candelora dei Rinoti, la quale si fregia del titolo di A ridosso dell’aeroporto ci sono i campi sportivi di ‘Primo cereo’ in quanto è la più antica e sta in testa alla calcio e di rugby, che sono a servizio della città più che processione dei grandi cerei. È stata costruita tra il del quartiere. Resta solo qualche campo di calcetto, 1820 e il 1852 al tempo dei signori don Girolamo spesso mal ridotto. Messina e don Giuseppe Barbagallo, notabili della borgata di San Giuseppe La Rena. Fino al 1859, la Hanno contribuito alla redazione di questa scheda gli alunni e gli insegnanti delle seguenti scuole: candelora, che appartiene agli abitanti di San - I. C. Fontanarossa Giuseppe La Rena, veniva smontata in più parti e con- - I. C. Pestalozzi servata nella piccola chiesa parrocchiale del rione. - I. C. Musco 137 AA.VV., Catania. Splendore del Barocco. Un itinerario Holm A., Catania antica attraverso le chiese del centro storico Lanzafame G., Le candelore Alibrandi A. - Signorello L., Dei castelli e delle torri Lanzafame G., Sant’Agata festa barocca Andronico F., Catania sconosciuta Longhitano A., La parrocchia nella diocesi di Catania, Andronico F., Catania, evoluzione storica di una città, in prima e dopo il Concilio di Trento Archivio storico per la Sicilia orientale (ASSO) Micciche’ E.- Di Franco Lino N., Catania allo specchio Boscarino S., Sicilia barocca. Architettura e città Pavone V., Storia di Catania Consoli G., S. Agata vergine e martire catanese Quattrocchi S., Catania e il suo Settecento vaccariniano Correnti S. - Spartà S., Le strade di Catania Rasà Napoli G., Guida alle chiese di Catania D’Amico R. (a cura), Catania. I quartieri nella metropoli Recupero N., Guida di Catania e provincia Dato G., La città di Catania. Forma e struttura (1693- Rocca A., Il liberty a Catania 1833) Rocca A., L’arte del ventennio a Catania Dato G., Urbanistica a Catania in età giolittiana Sciacca L., Catania com’era (Quaderno IDAU n. 11) Sciacca L., La città da Katane a Catania, le lunghe origini Dato G., La città e i piani urbanistici (1930-1980) Scifo A., Catania archeologica Di Blasi M.T., Il Cicerone Scifo A., Catania barocca Dollo C. (a cura), Per un bilancio di fine secolo. Catania Scifo A., Catania contemporanea nel Novecento, 3 voll. Scifo A., Catania dei Vicerè Dufour L. - Raymond H., 1693. Catania. 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138 C. D. Battisti S.M.S. Leopardi C. D. Biscari C.D. Malerba I.C. Brancati I.C. Manzoni I.C. Campanella-Sturzo I. C. Martoglio C. D. Capponi I.C. Mazzini - Di Bartolo I. C. Capuana - Pirandello I. C. Meucci S. M. S. Carducci I. C. Monterosso C.D. Caronda C. D. Montessori S.M.S. Cavour I.C. Musco Convitto Nazionale Cutelli I. C. Parini C.D. Coppola I. C. Pestalozzi C. D. Corridoni I. C. Petrarca C. D. D’annunzio S.M.S. Quasimodo C.D. De Amicis C. D. Rapisardi C.D. Deledda I. C. Recupero I.C. De Roberto I. C. Sammartino Pardo S. M. S. De Sanctis C.D. San Giorgio C. D. Don Milani C.D. Tempesta C. D. Diaz I.C. Ungaretti I. C. Fontanarossa C. D. XX Settembre S. M. S. Giovanni XXIII I. C. Vespucci C.D. Giuffrida I. C. Vittorino da Feltre

139 C. D. Battisti Cristian Di Maria, Veronica Fazio, Salvatore Scalia, Isidoro Jonathan Docente referente: Amalia Passarello Margherita Ferro, Damiano Frazzetto, Trovato Classi V C, D: Rosy Orefice, Vanessa Gulshan Kumar, Domenico Micalizzi III D: Orazio Borzì, Sonia Botta, Finocchiaro, Antonella Mazzeo, Giovanni Caruso, Maria Marilena Salvatore Consolo, Salvatore Di Mauro, I.C. Campanella-Sturzo Caruso, Paola Natalia Fiorito, Caterina Lo Giudice, Ylenia Docente referente: Angela Natoli Francesco Messina, Daniele Milton, Longobardo Docenti che hanno collaborato: Alessia Mirabella, Natale Palermo, Giuseppe Marchese, Enza Di Stefano, Cristian Parisi, Gaetano Pezzino, Giulia C. D. Biscari Rosetta Fragalà, Daniela Lenti, Savoca, Roberto Sentina, Emanuele Docente referente: Francesca Stella Pinuccia Sturiale, Maria Vitali, Melina Tomaselli, Agata Ursino Docenti che hanno collaborato: Caltabiano, Nunzia Bottitta, Pina IV A: Manuela Ambra, Alessia Barone, Cinzia Interlicchia, Sara Comis Vargetto Marco Calatella, Angela Di Silvestro, Classi IV A, B, C, D: Francesco Scuola primaria, classi: Giovanni Franceschino, Concetta Aglianò, Alessia Aiosa, Elisabetta III A: Giuseppe Abate, Francesco Jessica Lamburi, Maria Rachele Asero, Erika Bembo, Rodolfo Buttò, Bonaccorsi, Paola Bruno, Agata Maricchiolo, Agata Mirabella, Martina Daniela Carbone, Giovanni Di Stefano, Desiree Costanzo, Giuseppe Modica, Domenico Mollica, Gaetana Calogero Alessandro Ippolito, Andrea Fontanarosa, Alessandro Grasso, Puglisi, Maria Ragusa, Demi Scardaci, Lombardo, Ahmed Majdoub, Angelo Laura Milone, Antonella Pittari, Sebastiano Sciuto, Luca Andrea Seria, Damiano Mancino, Chiara Mirone, Salvatore Poma, Damiano Rodo, Agata Salvatore Spampanato, Luca Gloria Oliva, Francesco Patanè, Virginia Eleonora Scevolo, Concetto Tomasello Penna, Alessandro Platania, Alfredo Alessandro Strano IV B: Vincenzo Ariete, Giada Barone, Daniele Puglisi, Andrea Russano, Paola III B: Emanuele Agnello, Aurora Amarù, Federica Bonanno, Salvatore Catania, Torrisi, Kevin Vilotta, Fausto Zuccaro Giacinto Samuele Anastasi, Mirko Alessio Fazio, Christian Foti, Azzurra Bonvegna, Sebastiana Caniglia, Frazzetto, Luca Giardina, Agata I.C. Brancati Veronica Coco, Jessica Costanzo, Guerra, Matilde La Rosa, Vanessa Docenti referenti: Maria A. Raciti, Chiara Cutrona, Simona D’Alessandro, Margaglio, Martino Murabito, Giuseppe Tiziana De Luca Giovanni Gerbino, Martina Giorgia Ragusa, Filippa Natalia Randis, Donato Docenti che hanno collaborato: Giampiccolo, Simone Mangano, Romeo, Salvatore Stabile, Giulia Arancio, Bonanno, Campagnolo, Di Giuseppe Marletta, Damiano Nassisi, Tomarchio, Roberto Tomarchio Mauro, Di Stefano, Giaconia, Leotta, Domenico Rindone, Domenico Saia, IV C: Angelo Bertollo, Giulia Cannizzo, Lisi, Marino, Pagnano, Puliatti, Salato, Domenico Marco Spadaro, Graziano Maxmiliano Finocchiaro, Christian Santangelo Roberto Zappalà Manganaro, Vanessa Anna Messina, Scuola secondaria di I° grado, classe III C: Luca Falsaperna, Angela Gentile, Prospero Daniele Nacci, Orazio Oliva, II E: Antonio Aiello, Noemi Aiello, Sebastiano Napoli, Andrea Panissidi, Arturo Rosignoli, Carlo Russo, Maria Giovanni Boninelli, Flavia Catania, Michele Parisi, Loriana Rizzotto, Teresa Santapaola 140 IV E: Valeria Angelini, Alessia Anna S. M. S. Carducci Scuola primaria, classe V: Omar Ben Zingarino. Docente referente: Maria Siciliano Fadhel, Vincenzo Calì, Gianfranco V A: Rossana Mollica, Tatiana Classi: Costantino, Gabriele Guarrera, Trombetta, Roberta Urzì. II G: Giulia Bucceri Umberto Longo, Edoardo Monteforte, V B: Hilary Agati, Giacomo David III H: Giulia Piccitto, Angela Costanzo, Andrea Pirrone, Daniele Borbone, Laura Catania, Cristina Silvia Seminara, Chiara Romeo Ramnaggessur, Floriana Di Paola, D’Amico, Roberta Di Benedetto, Lorenzo Scattina, Francesco Privitera, Valentina Giardina, Giuseppe Roberto C.D. Caronda Filippo Sciacca, Reale Miriam, Giarlotta, Marina Giraffa, Serena La Docente referente: Domenica Aiello Pierpaola Savia, Pasquale Andrea Ferrera, Simone Moschetto, Sabrina Docente che ha collaborato: Rosa Lo Orofino, Anna Catania Quattrocchi, Giusy Rapisarda, Gabriele Coco Scuola secondaria di I° grado, classi: Tedesco Plesso di via Orfanelli, classi: I C: Chiara Morales V C: Jessica Bonfiglio, Antonio II A: Miriana Di Bella, Rosaria D’Urso, II B: Nadia Aiello, Nunzio Gabriele Manganaro, Rossella Russo, Concetta Martina Ferrini, Sebastiano Liuzzo, Filetti, Salvatore Prato, Enrica Rita Rao, Viola Francesco Margarone, Vincenzo Silvia Rapisarda, Roberta Riccardi, V D: Concita Cardia, Giusy Caruso, Maugeri, Veronica Mirabella, Carla Manuela Agata Spera, Giulia Volpis, Agatino Celso, Luana Filetti, Ivan Nundloll, Maria Alessandra Pulvirenti, Veronica Mineo, Alessia Pace Gangemi, Giovanna Gullo, Giorgia Ilaria Salvatore Rosolia II C: Roberta Moro Magrì, Gabriele Sciuto, Placido Marco III A: Rossella Anastasi, Michael III A: Fabrizio Chiarenza, Isabella Sarah Tomaselli, Rosario Torrisi, Santa Maria Canonizzo, Denny Compagnone, Costantino, Giuseppe Manlio La Greca, Trombetta, Giovanni Ventura Felicia Crimi, Alessandro Crisafulli, Gloria Spampanato, Grazia Agata V E: Agata Tiziana Vinciguerra Lucia Desirèe De Martino, Esmeraldo Savia, Valentina Cavallaro Scuola secondaria di I° grado, classi: Grippaldi, Naomi Intelisano, I F: Gabriele Barbera, Janette Calì, Magdalena Janik, Antonietta La Rosa, C.D. Coppola Rosa Condorelli, Vincenzo Costanzo, Naomi Puglisi, Antonella Rosalia, Docente referente: Lorenza Costanzo Agata Drago, Giusi Nancy La Malfa, Serena Stivala Docenti che hanno collaborato: Rosa Valeria La Rosa, Damiano Lo Adriana D’Ambra, Grazia De Pasquale, Vecchio, Maria Grazia Maimone, S.M.S. Cavour Giuseppa Fischetti Antonino Manganaro, Cristian Porto, Docente referente: Giuseppa Marletta Classi: Grazia Ylenia Randazzo Docenti che hanno collaborato: Lea V A: Ilenia Calabrese, Giuseppe Pietro II D: Abate Clarissa, Edoardo Aparo, Cannata, Maria Calafiore, Agata Sapienza, Agata Tambone, Giada Santa Cambria, Gianluca Caruso, Malaponte Viglianesi, Federico Amato, Sebastiano Sebastiano Celano, Vincenza Costanzo, Classi: La Rosa, Veronica Licondro, Simone Anthony Alessandro Longo, Luciano I A: Roberta Cannavò, Silvia Crisafulli, Ragusa, Cosimo Damiano Raineri, Musumeci, Martina Santamaria, Alessia Claudia D’Angelo, Costanza Distefano, Francesco Torre Sozzi, Salvatore Vacca.lluzzo Davide Giacalone, Giulia Gullotta, V B: Cristina Accardo, Barbara II G: Concetta Matti Cristiana Lanzafame, Giulia Li Rosi, Costanzo, Valentina Di Simone, Federica Lo Presti, Maria Teresa Gianluca Finocchiaro, Alessandra C. D. Capponi Magnano di San Lio, Roberta Magnano Mirabella, Paolo Molisina, Alice Docente referente: Giovanna Morello di San Lio, Yvonne Malfa, Giulia Musmarra, Sarah Orofino, Adriana Docenti che hanno collaborato: Rita Privitera, Roberta Raciti, Roberta Puglisi, Chiara Anna Samperi, Pietro Anfuso, Gabriella Cappadonna, Katia Scozzarella Sidoti, Alessia Zappalà, Chen Miriana Marrana, Rosa Arcidiacono I E: Giulia Biondi, Giorgia Cacciola, Ningxi, Desireè Di Maita, Sebastiano Plesso Via De Caro, classi: V A, B Daniele Caruso, Mario Caruso, Mario Fiore, Chiara Francese, Giulia Plesso Villa Glori, classi: V C, D Castiglione, Giulia D’Arrigo, Nicola De Gemmellaro, Giovanna Maria Laudani, Plesso Via Anfuso, classe V E Girolamo, Elena Didietro, Mario Francesco Maccarrone, Lorenzo Falanga, Enrico Ferlazzo, Eugenio Mirabella, Angela Vittorio, Salvatore I. C. Capuana - Pirandello Ferlito, Martina Finocchiaro, Lisa Cassata, Carmelo Ferlito, Agata Docente referente: Rosaria Grasso Halliday, Flavio Intravaia, Eder Lanza, Francesca Innacolo, Marco Lombardo, Docenti che hanno collaborato: Elisa Ines Mancuso, Francesco Margarone, Federica Valguarnera, Caterina Ventura Rindone, Antonella Tomasello, Maria Alessia Marino, Carlo Minuta, Stefania Busà Morales, Giorgio Noto, Giovanna C. D. Corridoni Alunni che hanno partecipato: Luca Pulvirenti, Francesca Riccioli, Arianna Docente referente: Antonietta Salvatore Amato, Luca Guarrera, Scalia, Silvio Sciuto, Marta Siracusa Maugeri Vincenzo Privitera, Maria Cristina II E: Monica Camerano, Doriana Docenti che hanno collaborato: M. Pesce, Maria Concetta Barbanera, Sanfilippo, Paola Spampinato Monaco, R. Toscano Roberta Sottile, Giuliana Dadone, Krizia Classe V C: Antonio Cannata, Bonforte, Antonina Testa, Alessia Convitto Nazionale Cutelli Giovanna Cardaci, Marco Gentile, Cocuzza, Dario Foti, Mattia Latino Docente referente: Giovanna Arena Carla Agata Leotta, Alessandro Napoli 141 C. D. D’annunzio Sicali, Grazia Siclari, Antonio Siracusa Signorelli, Francesco Speciale, Federica Docente referente: Floriana Del III D: Santi Davì Todaro, Elena Toullier Giudice III F: Fabio Andaloro, Maria Cristina Plesso Via Macallè, classi IV E, F: Docenti che hanno collaborato: Lanzanò, Luciano Miuccio, Valeria Davide Arcidiacono, Mattia Basile, Giovanna Savoca, Antonella Maugeri, Pecora Alessandro Belfiore, Elena Bonaccorso, Liliana Midolo, Anna Greco, Enza III G: Santi Gentile, Gabriele Mirabella, Vito Bonanno, Daniele Bozzanga, Gatto, Maria Grazia Leone, Maria Graziano Santangelo, Orazio Valerio Giorgio Bucolo, Magueye Campione, Marchese Scuderi Cecilia Carrubba, Giorgio Caruso, Giulio Classi IV C: Salvatore Grasso, Consoli, Clara Contrafatto, Elena Valentina Seminara, Daniela Micalizzi, S. M. S. De Sanctis Crapio, Stefano Cunsolo, Cristina Tania Ragusa, Serena Litrico, Paola Docenti referenti: Sandra Testa e Curcio, Roberta Di Mauro, Giulio Reina, Dominique Nicosia Francesca Costantino Gambino, Eleonora Giulio, Martina Classe I I: Francesco Caruso, Davide Grassi, Ludovica Intelisano, Sabrina C.D. De Amicis Civello, Enza Federica Falcone, Andrea Kabaou, Lorenzo Lando, Giulio Docenti referenti: Silvana Sciuto e Fichera, Antonino Giustolisi, Paola Lombardo, Michelangelo Magrì, Mattia Valeria Petrullo Guarnaccia, Annalisa Marchese, Marzà, Dario Pandolfo, Virginia Classi V C, D: Michela Bregamo, Salvatore Nobile, Andreina Privitera, Pappalardo, Sergio Piscitello, Monica Bregamo, Loris Casalicchio, Simone Scalia, Enrico Schillaci, Lorena Francesco Riva, Giorgio Russo, Raffaele Martina Costa, Dennis Di Perna, Strano, Giuseppe Zappalà Scalia, Gregorio Talamo, Veronica Urso, Giuseppe Indelicato, Ruggero Leotta Germana Vitale, Rosa Anna Zinna C. D. Don Milani C.D. Deledda Docente referente: Anna Vasta I.C. Doria Docente referente: Santa D’amico Docenti che hanno collaborato: Docenti referenti: Barbara Messina, Classi: Santa Lidia Sanfilippo, Lidia Ferrera Isabella Belfiore V A: M Camerano, I. Di Paola, M. Fonti, Alunni che hanno partecipato: Docenti che hanno collaborato: C. Franco, L. Ferlito, G. Fichera, S. La Floriana Bonaccorsi, Daniela Micalizzi, Donatella Mancuso, Salvo Spampinato Rosa, V. Magno, D. Marletta, E. Claudia Merlino, Davide Di Mauro, Scuola primaria, classe IV A: Moscatt, M. Tornetta, G. F. Varisco, A. Miriana Seminara, Antonella Contino, Samuele Pietro Furnari, Valentina Visicaro Francesca Sapienza, Gianluca Grazia Lo Giudice, Orazio Marco V B: R. Alì, N. Cacciato, A. Cavallaro, Pappalardo Mangano, Giusi Musumeci, Andrea G. D’Amico, G. Furneri, G. Ferlito, S. Palazzolo, Ilenia Manuela Pastura, Mancuso, L. Naselli, V. Salanitro C. D. Diaz Martina Privitera, Flavia Viscoso, Docente referente: Angela Costanzo, Viglianesi Domenico I.C. De Roberto Rosalba Giannone Scuola secondaria di I grado, classe Docenti referenti: Grazia Napoli, Docenti che hanno collaborato: II D: Francesco Bruno, Emanuela Concetta Rapisarda Maria Grazia Di Pietro, Angela Privitera, Castorina, Cristina Di Mauro, Rosario Classi: Marisa Raggio, Anna Maria Sicari Di Prima, Melissa Mazzeo, Maria I A: Martina Maccarrone, Sofia Plesso Via Basile, classi III A, B: Grazia Rapisarda, Sara Viscoso Lombardo Alessandra Amore, Guglielmo Aprile, I D: Giusiana Patanè Marta Barbagallo, Damiano Basile, I. C. Fontanarossa I E: Ludovica Abate, Loredana Carola Bigio, Francesca Bonaccorso, Docente referente: Maria Grazia Sapienza, Sefora Schilirò Martina Burrello, Danilo Cannavò, Basile II C: Giuliana Ranno, Rossella Serio Davide Cannavò, Giacomo Cannavò, Docenti che hanno collaborato: II H: Michela Viviana Nastasi, Gabriella Giorgio Caramma, Giuseppe Caruso, Grazia Sacco, Maria Teresa Sacco, Nicolosi, Martina Trovato, Serena Alfonso Cimino, Andrea Crisafulli, Donata Licandro Zappalà Antonella D’Angelo, Cristiana Classi I A, B: Jessica Caracciolo, Stella III B: Federico Asero, Alexander Emmanuello, Daniele Ferro, Giorgio Miriana Marchetta, Emanuela Pandolfo, Bentivegna, Salvatore Di Guardo, Franceschini, Maria Giulia Galati, Giulia Stefania Russo, Vincenzo Tabacco Sathiana Iannone, Marzia Pellegrino, Gallo, Alessandro Gennaro, Elettra Fabrizio Prestifilippo, Enrico Puglisi, Giunta, Giulia La Causa, Miriam La S. M. S. Giovanni XXIII Federica Sicari Fico, Francesca Lauricella, Alessandro Docente referente: Antonina Messina III E: Anthony Calabrese, Salvatore Lenzo, Paolo Leonardi, Francesco Classi: Caruso, Damiano Catanese, Gianpaolo Mancuso, Riccardo Mazzeo, Alessia I A: Davide Concorso, Elisa Guarnera, Conti, Federica D’Arrigo, Claudio Di Mirenna, Davide Maria Papaleo, Elena Tecla Maria Tognetti. Mauro, Mariella Frasca Spada, Ilenia Petrocitto, Rosalba Petrocitto, Federica I D: Melania Di Giovanni, Alessandro Giustolisi, Giosuè Iannitello, Ylenia Reitano, Simone Ricceri, Gianluca D’Andrea, Gloria Ferro, Federico Irrera, Alessandro Macaluso, Giovanni Ridolfo, Santo Rugolo, Nicolò Saia, Faccialà Marletta, Alessandra Poma, Laura Andrea Sanfilippo, Matteo Scalia, Carla I M: Jessica Cucchiara, Maria Rita Ramirez, Valeria Sapienza, Mariarosa Sciacca, Giorgia Scuto, Paolo Caruso 142 II C: Sara Brugaletta, Gabriele Russo, Federico Santoro, Luana Spadaro, Claudio Zuccarello III I: Deborah Carnazza, Simona Giulia Spampinato, Francesco Torrisi, II A: Simone Bonica, Alberto Coco, Putrido, Giorgia D’Arrigo, Anna Claudia Salvatore Vittorio Francasco Giglio, Rosario Lanzafame, Spampanato IV E: Teresa Addia, Francesca Castro, Rachele Mammana, Lucio Pagano, Alessia Rosa Chiavaro, Sabrina Luigi Pappalardo, Desiree Russo, C.D. Giuffrida Colombrita, Carla Incarbone, Marco Stefano Spampinato Docente referente: Salvina Camilleri Leone, Edoardo Maccarrone, Gaetano Docenti che hanno collaborato: Mangion, Leonardo Mazzone, Viviana I.C. Manzoni Mariella Corallo, Maria Letizia Salafia, Mirabella, Alice Montalto, Annalisa Docente referente: Teodora Tarsia Elena Taormina Muscato, Silvia Paternò Castello, Incuria Classi: Carmela Rapisarda, Emanuela Rizzotti, Docenti che hanno collaborato: II E: Laura Butera, Dario Casella, Rikesh Russeean, Massimo Salvini, Maria Privitera, Concetta Bellino, Angela Di Grazia, Davide Mirabella Raffaella Santamaria, Grazia Scuderi Silvana Spina, Laura Giunta, Pippo III D: Emanuele Russo IV F: Edoardo Brignone, Francesco Strano IV A: Francesco Aliffi, Bianca Amico, Caccetta, Ottavia Cannavò, Dario Classi: Nicola Barbagallo, Giulia Buremi, Cardamone, Marta D’Angelo, Vittoria Di II D: Annalisa Garozzo, Minutola Rosaria Calanna, Silvia Cannata, Giunta, Giampietro Fabrizio Franco, Vendaloro Felicia, Salamanca Federica Cocuzza, Marta Consoli, Bonaccorsi, Luigi Falanga, Giorgia Francesco, Salamone Alessia Riccardo Crocellà, Domenico Asinelli, Chiara Laudani, Carlo Leto, II F: Chiara Aiello, Alice Bertello, D’Alessandro, Giovanni Di Bella, Marta Carlo Poidomani, Eleonora Porto, Giuseppe Maugeri, Saverio Russotto Mirò Federico, Francesco Franco, Samuele Scionti, Federica Sozzi, Laura La Rosa, Alessandra Leone, Arianna Tarantino, Giordana Zocco I. C. Martoglio Chiara Lo Bello, Martina Magnano, V A, B, C, D Docenti referenti: Marinella Spina, Rachele Marziolo, Enrica Musarra, Carmela Liseni Carolina Pulvirenti, Emma Reitano, S.M.S. Leopardi Classi: Edoardo Ridolfo, Piersimone Docente referente: Marina Carulli I E: Sofia Ardizzone, Alessia Bucceri, Sanfilippo, Amedeo Scibilia, Paolo Docenti che hanno collaborato: Giulia De Dominici, Ilenia Concetta Di Spina, Francesco Zinno Francesca Trovato, Agostina Palumbo, Mauro, Francesco Fabiano, Alessandra IV B: Giovanni Bottino, Rossella Rosalba Bulla, Daniela Testa Ferro, Piergiorgio Gilioli, Mario Gozzer, Brucato, Armando Cappadonna, Gloria Classi: Alfredo Antonino Mirabella, Cristina Cilauro, Lorenzo Di Stefano, Enrico II A: Alberto Roccasalva. Munzone, Mario Nicolosi, Giulia Distefano, Francesco Fazio, Martyn II D: Riolo Cristian. Nicotra, Luana Savasta, Giuliana Gallucci, Emanuela Granà, Angelo II G: Danila Praticò, Luca Pannuzzo, Tattaresu, Francesca Trovato, Roberto Guglielmino, Denise La Farina, Donata Francesca Di Dio, Gloria Gallucci Villari, Marco Vincenti, Marika D’Amore. Mammolenti, Francesco Marziani, II E: Chiara Erminia Messina II E: Rosario Bonomo, Gabriele Caruso, Dario Milazzo, Antonino Mirabella, III G: Luca Fragapane, Enrico Roberta Federica Colombrita, Cristian Francesco Peluso, Ludovica Profeta, Giarrusso, Daniel Zappalà, Sebastiano Lucio Di Marco, Edoardo Ficociello, Angela Pulvirenti, Linda Reale, Noemi Salemi, Martina La Rosa Alessandro Gravina, Fabrizio Carmelo Riggi, Andrea Salvà Gagliolo, Assia Gulino, Damiano Gullo, Danilo Santoni, Giulia Vadalà, Alessia Verti, C.D. Malerba Manfredi, Giuliano Marra, Francesco Giuliano Zuccarello Docente referente: Liliana Musumeci, Eleonora Pappalardo, Alfio IV C: Dario Accardo, Elena Aloisio, Intraversato, Adriana Binetti Pulvirenti, Gaetano Luca Randis, Pietro Caponnetto, Carlotta Costanzo, Classi: Cristina Svezia, Miriana Zumbo Lucrezia Di Mauro, Giuseppe D’Urso, V A: Chiara Aquilino, Carmelo Aveni, Simone D’Urso, Giulia Florio, Dalila Melania Galletta, Jessica Licciardello, I.C. Mazzini - Di Bartolo Gallucci, Davide Giuffrida, Angelica Leandro Mammana, Daisy Marchese, Docente referente: Elisa Di Noto Grasso, Serafina Lanzafame, Lisa Salvatore Marletta, Marco Nicotra, Docenti che hanno collaborato: Mara Licata, Tracy Lo Presti, Alessandra Emanuele Santangelo, Desiree Cannizzo, Laura Maestri Marino, Andrea Marino, Antonio Santonocito, Salvatore Sapienza, Classi: Pallante, Pietro Pantellaro, Giuseppe Andrea Toscano, Andrea Toscano, I A: Roberta Cannata, Gaetana Marzia Pennisi, Emanuele Traina Zaccaria, Roberta Urzì Giuffrida, Francesca Russo, Giulia Sofia Marino V B: Maria Adriana Bumbica, Emanuela Aura, Loriana Palla IV D: Laura Anastasi, Beatrice Campagna, Valeria Consoli, Samuele II B: Danny Arezzi, Luisa Golino, Barbagallo, Giorgio Burgio, Valentina D’Anna, Luca Di Marca, Salvatore Giovanna Grillo, Rosario La Rosa, Clementini, Roberta Contadino, Ian Gravagna, Salvatore Intravaia, Alessia Adriana Pierini Christopher Evans, Roberto Faraci, Messina, Dominique Messina, Vanessa Fabrizio Fassari, Emma Gervasi, Pezzino, Andrea Alessandro I. C. Meucci Margherita Giuffrè, Ilenia Guardo, Prezzavento, Alessandro Rapisarda, Docente referente: Gesua Galante Rosaria Mannino, Diego Micari, Alessio Sapienza, Loriana Sapienza, Docenti che hanno collaborato: Rosa 143 Sgroi, Angelo Licari Musumeci, Greta Strazzeri, Serena S.M.S. Quasimodo II B: Desirèe Fittolo. Puglisi Docente referente: Rosario Aiello II E: Federica Calafato, Francesca Docenti che hanno collaborato: Failla, Oriana Micci I. C. Pestalozzi Marina Faranda, Simona Perni, Clotilde III E: Marco Lombardo, Benedetta Docenti referenti: Andrea Amici, Russo, Rosa Catania Spampinato Grazia Caffarelli Classi: Scuola Primaria, classi: I D: Giorgia Alessia Arena, Federica I. C. Monterosso V C, D: Francesca Arena, Elena Barresi, Barrovecchio, Sonia Carbonaro, Chiara Docente referente: Domenico Rizzo Angelo Chillemi, Giuseppe Cimino, Catania, Alessio Costanzo, Giorgia Docenti che hanno collaborato: Rosario Clementi, Agatino Condorelli, D’Argenio, Vito Di Benedetto, Federica Daniela Coco, Alina Motta, Giorgio Salvo Consoli, Grazia Cristaudo, Di Mauro, Desirè Falsaperla, Vincenzo Abbate Alessandro Cuntrò, Brian Di Giorgio, Finocchiaro, Sonia Gagliano, Giorgia Scuola Primaria, classe IV C Luigi Ferrara, Priscilla Laspina, Grillo, Francesca Malandrino, Viviana Scuola Secondaria di I ° grado, clas- Alessandro Lo Re, Antonio Messina, Maugeri, Alessandra Platania, Vincenzo si: Giulia Privitera, Claudio Roro, Irene Rosa, Maria Francesca Salici, II D: Roberta Masto, Rosario Papale, Sicali, Alessia Ursino, Agata Zerbo, Francesco Santonocito, Alfio Miriana Centrò, Luca Gullotta, Agata Veronica Zocco Spampanato, Wancy Toscano, Michela Vitale Scuola secondaria di I°grado, classi: Toscano, Ylenia Tosto III D II A: Valentina Capuano, Raffaele I I: MariaVittoria Cutugno, Agostino D’Amico, Serena Gabriele, Simona Failla, Kevin Ferlito, Claudia Aurora C. D. Montessori Giordano, Simona Gurrieri, Nunzio Laberinto, Cristhian Licciardello, Docente referente: Agata Rosaria Andrea La Piana, Salvina Lazzaro, Rosario Manduca, Simone Mannino, Cullurà Pamela Prezzavento, Angela Torrente Giuseppe Marino, Federica Napoli, Docenti che hanno collaborato: R. II B: Alessio Caruso, Gianluca Ferlito, Martina Nauta, Chiara Nicotra, Roberta Branca, L. Lo Vecchio, M. Musumeci Eleonora Longo, Fabio Pellegrino, Pappalardo, Roberta Rovere, Maria Classi: Teresa Russo, Jenny Spampinato Silvia Troina II I: V D: Alessia Crifò, Lorenzo Cuscani, III B: Jessica Spampinato, Salvatore Santa Aiello, Antonino Arena, Giada Falsaperna, Manuela Guglielmino, Samuele De Gregorio, Andrea Russo, Spoto Giandomenico Pappalardo, Rebecca Alessio Torrisi Polizzi, Debora Prato, Antonella V E: Emanuele Di Re, Concetta I. C. Petrarca Rapisarda, Emilia Salerno, Palmina Ricevuto Docente referente: Maria Antonietta Sanfilippo, Martina Strano, Santo V F: Elisa Bonanno, Myriam Coco, Palmeri Vecchio, Gaetano Maria Aiello, Docenti che hanno collaborato: Daniele Di Pietro, Giuseppe Lo Verde, G. Alessandro Il Grande, Maria Luisa Monia Federica Lombardo, Lorenzo Flaccomio, M. Maccarrone, M. C. Manuali, Agata Marchese, Martina Gullotta Pirronitto Raciti Classi: II D: Luca Barbagallo, Carmela I.C. Musco I A - BLU: Andrea Belgiorno, Valentina Contarini, Alessandra Di Grazia, Chiara Docenti referenti: Carmela Cantone, Agata Bonaccorsi, Federico Calafiore, Finocchiaro, Francesco Garozzo, Enrica Mallo Gabriele Canova, Alessio Caloria, Grasso Giorgia, Grasso Martina, Classi: Giorgio Fiammingo, Benedetto Eleonora Iannello Leone, Roberta I D: Paola Alessia Santonocito, Gabriele Germanò, Dalila Eleonora Papale, Filippo Passarello Fabrizio Emanuele Tosto, Rosa Maria Freni, Grillo, Federica Platania, Jessica Roggio, Lorena Tosto, Martina Zinna, Agata Leone, Paola Marino, Grazia Viglianisi Valentina Scrivano Scattina I A - GIALLA: Giuseppe Biazzo, Kevin III D: Michaela Garozzo, Daniele III D: Razza Miriana Alfio Giuga, Samuele Maienza, Fabrizio Garozzo, Oriana Rannisi, Claudia I E: Federica Fazzio, Carla Nicolosi Millauro Reina, Michele Rosaeli, Concetto III E: Alessia Arcidiacono, Manuele I A - ROSSA: Mario Bafumi, Giorgia Senna, Concetta Viola Barbagallo, Sabrina Capizzi, Giusj Balsamo, Andrea Calì, Rosita Di Mauro, Costanzo, Alessia Di Bella, Marco Sebastiano Marino, Gaetano Giulio C. D. Rapisardi Guerriera, Federica Polizzi Morè, Simone Petraliti, Danilo Platania, Docente referente: Chiara Paolella Alessio Porto, Vanessa Saverino, Docenti che hanno collaborato: G. I. C. Parini Gabriele Venticinque Strazzulla, A. Marletta, Caselli Docenti che hanno collaborato: I A - VERDE: Santo Johnny Cambria, Classi: Loredana Raudini, Pina Milazzo, Giuseppe Caruso, Simona Giovita, II F: Alessia Sciuto, Gianluca Munzone, Domenico Battaglia Giovanni Inveninato, Giuseppe Andrea Grazioso, Giorgia Licciardello, Alunni che hanno partecipato: Giovanni La Rosa, Santo Musumeci, Andrea Ventimiglia, Giovanni Vadalà, Francesca Giulia Novello, Alice Cristina Scilipoti, Simona Spampinato, Irene Di Maio, Emanuele Strano, Pecorino, Daniela Privitera, Margherita Stefano Ursino, Gabriele Rosario Simone Parlato, Lucrezia Panebianco, Spitaleri, Andrea Ursino, Federica Zummo Angelo Plumari, Gabriele D’Amico 144 IV A: Paolo Andò, Andrea Chizzoni, Marco Costanzo, Marco Di Fede, IV B: Alessio Ardito, Lorenzo Baglio, Federico Coco, Roberto Corsaro, Sebastiano Ficarra, Graziella Guerrazzi, Simona Bracchitta, Laura Callerame, Francesco Sferrazzo, Danilo Strano Luca La Causa, Sebastiano Marchese, Rachele Carciotto, Laura Catania, Elide IV B: Giustina Iuvara, Enrica Pistorio, Giuseppe Marino, Carlo Milici, Danilo Comis, Valentina Coppola, Andrea Simone Granata Mullins, Agatino Scuderi, Fabiana IV E: Flavia Amato, Angelo Amore, Seminara, Giuseppa Martina Zuccaro Danubio, Salvatore Mainero, Adriano Morgana Aneli, Emanuela Bennici, IV D: Umbertina Formosa, Clara Noemi Salemi, Veronica Savasta, Antonio Alessandro Coco, Andrea Giustolisi, Motta, Ylenia Ternullo, Alessandro Scuderi, Gabriele Strano, Simone Alessandro Guerrieri, Sebastiano La Tosto, Agata Vinciguerra, Mario Valenti Ferla, Antonio Messina, Gaetano Vinciguerra IV C: Irene Paola Carlino, Paolo Mirko Torresino, Santo Tripi, Giuliana Carnazza, Francesca Cocuzza, Giulia Zuccarello, Salvatore Pizzuto C.D. Tempesta Docente referente: Alfina Linguanti, Di Gatti, Rosa Roberta Agata Giuffrida, I. C. Recupero Bartolo. Giorgia Guarino, Magdalena Guarnera, Docenti referenti: Laura Agosta, Rina Docenti che hanno collaborato: Ida Antonino Francesco Nicolosi, Monica Torre Cuomo, Carmela D’Arrigo, Vanna Pintaldi, Andrea Pulvirenti, Claudia Docente che ha collaborato: A. Rissignolo, Maria Pappalardo Rosiglione, Ilaria Noemi Scaletta, Leone Classi: Fabrizio Siciliano Classi: IV E: Giampiero Aulino, Cristian IV D: II C: Asuin Appadoo, Carmelo Costanzo, Salvatore Costanzo, Paola Gullotta, Alessio La Barbagallo, Giuseppe Colombo, Veronica Cutuli, Angelo Della Vita, Monaca, Andrea Pignataro, Graziana Andrea Di Mauro, Rosalba Frazzetta, Domenico Puglisi, Giuseppe Raciti, Rizzo, Vanessa Sade Ankamah Simona Gangemi, Antonino La Greca, Dario Sparti Priyanka, Giuseppe Sgroi, Roberto Gaetano Mannino, Giulia Marciante, V A, G, H Vassallo, Federica Villalba Salvo Pizzimento, Francesco Platania, Gabriele Privitera, Santo Alexander I.C. Ungaretti I. C. Vespucci Sambataro, Aurora Testa, Nancy Docente Referente: Caterina Vaccarello Bottiglieri Docenti referenti: Maria Spoto, Edvige I D: Marco Di Giovanni Docenti che hanno collaborato: Politi II D: Desirèe Arcidiacono, Ivan Arezzi, Cristiana Beltrame, Fortunata Ucchino, Docenti che hanno collaborato: Luca Barbirotto, Simone Centamore, Cinzia Viola, Concetta Licciardello, Maria Rosaria Alessi, Anna Randazzo, Chiara Colletta, Federico Conti, Alessia Agata Arena, Rosa Marletta, Francesca Giuseppe Vinci Costanzo, Vincenzo Falco, Damiano Cutispoti, Teresa Colajanni, Anna Linda Classi: Ferro, Salvo Garozzo, Marco Loteta, Porto, Laura Curasì Guendalina Pirruccio, Lucia Pulvirenti, Classi: II B: Gabriele Reito Oriana Stimoli, Federica Tucci, Giulia I B: Angela Leotta, Carmen Belluso. II C: Antonino Nicolosi Tusa I C: Domenico Catania, Zuccaro II D: Agatino Sebastiano La Rosa, Giancarlo, Jonathan Alex Zuccaro, Giovanni Palumbo, Sebastiano Viscuso I. C. Sammartino Pardo Alessandro Trincale II F: Bonaccorso Salvatore Nicolò. Docente referente: Margherita Valenti II B: Antonio Maita, Roberta Catania III E, F Classi: II C: Michael D’Ambra, Giancarlo I B: Giulia Rubulotta Reitano III B: Camuto Riccardo, Davide II D: Valeria Caruso, Alessia Petringa, I. C. Vittorino da Feltre Calandra Deborah Scuto, Agata Rindone Docente referente: Lucia Piazza III B Docenti che hanno collaborato: C.D. San Giorgio III D: Marzia Amato, Giovanni Di Chiara Anfuso, Rita Guidotto, Angela Docente referente: Alfredo Gregorio, Andrea Savoca, Rosario Livera, Concetta Vincenti, Sebastiana Quattrocchi Sciuto, Priscilla Zuccaro Docenti che hanno collaborato: III E: Valentina Fiorini, Shana Famà Milazzo, Maria Condorelli, Grazia Melita, Vitanza Leotta, Graziella Farsaci Classi III A, B - IV A, B, C, D - V A, B C. D. XX Settembre Scuola primaria, classi: Docente referente: Maria S. Scuderi II C: G. Finocchiaro C. D. San Giovanni Bosco Classi: III C: M. Spampinato, I. Vitale Docenti Referenti: Lucia Rigano, Rosa IV A: Valeria Adamo, Sonia Alì Eleonora III D: S. Comis, G. Giulio Molino Crisafi, Francesca Floresta, Giovanni IV C: Z. Nicastro, C. Seminerio Docenti che hanno collaborato: Anna Foti, Alessio Giuffrida, Riccardo Nania, Perdichizzi, Barbara Spampinato Noranian Kimiya, Aurelio Pappalardo, Scuola secondaria di I° grado, classi: Classi: Riccardo Pepe, Riccardo Privitera, I C: M. Leonardo IV C: Melania Adornetto, Angelo Cifalà, Eleonora Vincenti III C: Borzì, R. M. Calcagno 145

Comune di Catania Assessorato alle Politiche Scolastiche X Direzione - Servizio Istruzione Ufficio Attività Parascolastiche

Ideazione Giuseppe Maimone

Coordinamento Roberto Fresta - Direttore X Direzione Pubblica Istruzione Giuseppe Nicolosi- Dirigente Servizio Istruzione Silvana Contino - Responsabile Ufficio Attività Parascolastiche

Hanno collaborato:

Ufficio Attività Parascolastiche Luigia Bentivegna Santa Filogamo Agostina Longo Francesca Rizzo Tiziana Adolfi Loredana Fichera Simona Sortino Concetto Scuderi Lucrezia Patti Alessandro Nanfitò

Segreteria Assessore Grazia Scalia

La pubblicazione della presente guida è stata resa possibile grazie ai fondi della Legge 285/97.

Si ringraziano: Giuseppe Zappalà - Assessore ai Servizi Sociali Ubaldo Camerini - Direttore XI Direzione Servizi Socio Sanitari Giuseppa Musumeci - Responsabile P.O. Fondi Speciali di Finanziamento - XI Direzione Le Municipalità cittadine Giovanni Indelicato

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Progetto grafico e impaginazione: Etcetera Stampa: Officine Grafiche Riunite Cosentino & Pezzino, Palermo

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