BRIXIA SACRA MEMORMEMORIEIE SSTORICHETORICHE DELLA DIOCESDIOCESII DI BBRESCIARESCIA

Nuova Serie -- Anno XXIIIIII ·- NN.. 5·65-6 -- Settembre-Dicembre 11978978

Comitato di Redazione !: WelANOLUCIANO ANELLI - OITOTTAVIO CAVALLERCAV ALLERII .- ANTONIO CISTELLINI .- GIOVANNGIOVANNII CQRADAZZICORADAZZI .- LUCIANA DOSIO - ANTONIO FAPPANI - WLUIGIIGI FOSSATI - ANTONIO MASEITIMASETTI ZANNTNIZANNINI - GIAN LODOVICO MASEITIMASETTI ZANNINI - LEONARDO MAZZOLDI - STEFANO MINELLI - UGO VAGLIA - ORNELLO VALETTI.V ALETTI. Segretario di redat.iont:redazione: GIOVANNI SCAMBELLISCARABELLI

RResponsabile:esponl ablle: ANTONIO fAPPANIFAPPANI

AuAutorizzazionetoriuuione del Tribunale di BrBresciaescia in data 1188 gennaio 1966 - NN.. 244 del Regi$troRegistro Giornali e Periodici

SOMMARIOSOMMARIO:: paspago·

GIANNGIANNII CAPRA, PrPresentazioneesentazione . 89 FRANCESCO RUSSO,RUSSO, Il Card.Card. DuranteDurante DurantiDuranti di . 90 GGIANIAN LUOOVLUDOVICOICO MASETTIMASETII ZANNINI, Il Cardinale Gian FrancescoFrancesco Gambara e il Sant'Uffizio sotto Gregorio XIII 112H2 GIOVANNIGIOVANNI SCARABELLISCARABELLI,, La donaziodonazionene per llaa costiwz/onecostituzione del beneficio parrocchiale di Villanuova nel 1580 120120 L.2.CIANALUCIANA DOSIO,00510, LiricaUrica in versi sciolti alla BeataBeala VergineVeTgine detdel Buon ViaggioViaggio di Gaetano Fornasini 123 UGO VAGLIA,VAGLIA, La Compagnia di S. Nicola da Tolentino nnellaella Parrocchia di Odolo 126 CAMCAMILLOILW BOSELLI,BOSELLI , Il ReliquiarioReliquiario di S. AfraAfTa nella Chiesa di S. Afra . 130 ANTONIO FAPPANI,FAPPANI, DocumentiDocumenti sulle Reliquie di S. GlisenteGlisenli! 136 SANDROSANDRa GUERRINI, Progetti di Chiese bresciane dei secoli XVII e XVIII 144144 LUCIANOLUCIANO ANELLI, Su una ritrovata Madonna fanto/Jianafantoniana . 149 GAETANO PANAZZA,PANAZZA, AltriAlt'; frammentiframmenti di sculture pre-romanichepre·romaniche 151

Abbonamento annuale con adesione alla SocietàSocietà. L. 5.000 - Sostenitore L. 1010.000.000 C.C.P.C.C.P. NN.. 17/2758111f275S1 - SocSoc.. per la storia della Chiesa di Brescia Via TosioTo.io l/al/a - 2510025 100 BresciaBrescia La Società per lola Storia della Chiesa di Brescia dedica questo numero di "Bri·"Bri­ xia Sacra" a don Antonio MasettiMaseUi tannini ricorrendo il XXV anniversario della sua ordinazione sacerdotalesacerdotale.. Un traguardo, questo, assai significativo per chi, co­ me lui, ha scelto di dedicar~dedicare la propria vita al servizio della ChiesaChiesa.. E lalo disponibilità sempre ad ogni "chiamata" dei Superiori ha caratterizzatocaral/eriuato questi venticinque anni di vita sacsacerdotaleerdotale di don Alltonio.Antonio. S~ppurSeppur solo schema­schema· ticamente,ticafJlente, è doveroso ricordarricordaree il suo ministero alla Pace, nella Parrocchia di S. AntollioAntonio a fianco dell'indimenticabile card. Giulio Bevilacqua,Bevi/acqua, ad Agnosine, a Carzano ed ora nel Sovrano Ordine di Malta come Cappellano Conventuale ad honoremhonorem.. Qui ci preme sottolineare,SOltolineare, delladel/a molteplice attività di don Antonio, il contri­ buto dato alla storiografia bresciana.bresciana. E non tanto il già molto scritto - oppoopportu­rtu­ namente riferito nella bibliografia - ma il mal/omolto /ano.fatto . Dal 1969 infattiin/alli ricopre lalo carica di DirettorDirettoree ddell'Archivioell'Archivio Vescovile di Brescia. Questo decennio ha visto don Antonio impegnato in unun'opera'opera di radicale sistemazione dei locali adibiti ad Archivio e nel proseguimento alacre e diuturno dell'operadell' opera di ordinamento totale dei vari fondi, già meritevolmentemeritevolmente avviataavvia/a dal compianto don Alberto Nodari coa­ diuvato dal pr%~~prof. Leonardo Mazzoldi e da don Fappani. L'opera di don Antonio ha fatto dell'Archiviodel/' Archivio VescovileV cscovile uno deidci centri più frequentati da studenti e stu­ diosi di storia localelocale.. Sono varie decine lele tesi di laurea elaborate iIIin questi anllianni sui documenti dell'Archivio e con ll'appassionata'appassionata e competente assistenza di don Anlonio.Antonio. Centinaia, poi, gli articoli e le opere a stampa nellenel/e quali compaiono riferimenti ai fondi dell'Archivio Vescovile di Brescia. Né va sottaciutasottaciu/a un'altraun'allra benemerenza:benemerenza: da vari lustri il nostro don Antonio ricopre la carica di Custode delle Reliquie. Ed anche in questo sellaresettore accompaaccampa·­ gna allo squisito motivo religioso, liturgico e cultuale l'inappuntabile documen­ tazione storica. Vogliamo concludaeconcludere ricorda/Idaricordando che don Antonio è fra i Soci Fondatori della nostralIostra Società fin dal 1966, Membro del Consiglio di Presidenza con lalo carica di TesoriereTesoriere.. Fa parteparle del Comitato di Redazione della nostra Rivista.Rivista. E'E' membro poi della Commissione Diocesana dd'Arte'Arte Sacra e Consigliere Nazionale degli Archi­ visti ecclesiastici.ecclesiastici. 1I motivi elencati, seppur assai incompleti, sono sufficienti per esprimere lalo nostra gratitudine a don Antonio. La cordialità e lola stima nei suoi confronticonfronti ciet animano ad augurargli di tutto cuore: ad multos annos allcora!ancora! Il Presidente MonsMons.. GIANNI CAPRA

89 BIBLIOGRAFIA DI DON ANTONIO MASETTIMA SETTI ZANNINI

Una gloria del Patriziato bresciano:bresciano: Santa Maria CrCrocifissaocifissa Di Rosa. «Rivista Araldica», Roma, febbraio 1956, pp. 66-69.66·69. Una nobilissima istitu:d01zistituzione:e: la Congrega:d01teCongregazione dei PP.P.,P. Filippini di Brescia dcIIidetti "Padri della Pace".Pace", «Rivista Araldica», Roma, aprile 19561956,, pp. 138138-141.-141. Contributi alla storia delle Venerabili Con/rateTl/ile:Confraternite: la COI/fraternitàConfraternità di S. Maria Bianca della Mirandola. «Rivista Araldica», Roma, aprile 1957 (fu pubbli­ cato l'estratto). Il Reliquiario ddelleelle 55.SS. Croci. «Memorie Storiche della DiocesiDiocesi di Brescia», voI. XXIV, 1957, f. 2, p. 56. Si apre per la via Chiusure un nuovo capitolo ricco di speranze. «L'Italia» (edizione bresciana), 1l novembre 1957. La casa di Bartolomeo Colleoni a Brescia. «Rivista Araldica», Roma, marzo 1958,19.58, pp. 116-120 (fu pubblicato l'estratto).l'estratto). Gli antantenatienati di S. Filippo Neri.Neri. L'Oratorio di SS.. Filippo Neri, Roma, anno XV, n .. 5,.5, maggio 1958.19.58. Da cento anni alla PPace ace il culto dell'dell' Immacolata.Immacolata. «L'Italia»«L'Italia» (edizione brescia­ na), 4 maggio 1958.1958. Per la diligente custodiacustodia delle Sacre Reliquie. Bollettino Ufficiale della Diocesi di Brescia; anno XLVIII, maggio-giugno 1958,1958, pp. 111-118. Id. Rivista DiocesanaDiocesana Milanese - ufficiale per gli atti Arcivescovili; anno XLVII, n. 8, agosto 1958, p. 338-344 (essendo(essendo ArcivescovoArcivescovo S.E. Mons. G.B. Mon­ tini)tini). . Come si presenteràprese1llerà la nuova via Tosio? OttoOuo secoli di storia non possono eses­­ sere dimenticati nella realizzazionerealizzazione deldel Piano Regolatore, «L'Italia» (edizione brebre­­ sciana), 13 agosto 1958. Il PatronoPatrono dei Collezionisti d'Italia. «La voce del collezionista»,collezionista .. , Roma, otto­ bre 19581958.. LalA raccoltaraccolla dei sigilli, con particolare riguardo a quelli ecclesiastici. «La voce del collezionista», Roma, anno IV, febbraio-marzofebbrnio-marzo 1959, n. 2-3, n. 4. Cenni sulmi culto delle ReliquieReliquie dei Santi a BresciaBrescia nell'Altonell'Allo MedioevoMedioevo.. MiscelMiscel­­ lanea di Studi bresciani sull'Alto Medioevo, a curacura deldel Comitato bresciano per l'VIIIl'VIII Congresso internazionale dell'Artedell'Arte dell'Altodell'Alto MM.E.,.E., Brescia 1959,1959, pppp.. 137137-- 140 (fu pubblicato l'estratto).l'estratto). Sfogliando gli scritti di PadrePadre AntonioAntonio CottinelliColtinelli d. O. «L'Italia» (edizione bresciana),bresciana), 29 gennaioge~aio 1960. Cenni storicistorici su SanSali Polo. San Polo: inaugurazioneinaugurazione e benedizionebenedizione della nuovanuova Chiesa Parrocchiale, numeronumero unicounico 18-1918-19 marzo 1960,1960, pp. 17-18. Origini e sviluppi della casa di EserciziEsercizi Spirituali di Brescia,Brescia, negli scritti di un suoma grande animatorea'limatore.. L'Oratorio di S. Filippo Neri, Roma, anno XVII, maggiomaggio 1960, pp. 10-12 e «Il«lI Seminario», Brescia,Brescia, annoanno XVI, n.n. 5, settembresettembre 1961.

90 In ricordo di Mons. Paolo GuerriniGuerrini.. «Rivista Araldica», Roma, gennaio 1961. La festafeS/a di SS.. AngelaAngela Merici: attualità di unWt messaggio. «Voce del Popolo», Brescia,Brescia, 27 gennaio 1962. I VVescoviescovi di Brescia. «Il«II Seminario», Brescia,Brescia, a puntate dal marzo 19621962.. A PomPomp pegninoegnino di Vobarno si è fermato il Medioevo . •«L'Italia» L'Italia» (edizione(edizione bre­ sciana), 22 aprile 19621962.. Appunti di Storia locale:locale: il quartiere S. Anna a BresciaBrescia.. Bollettino ParrocParroc­­ chiale: S. Anna, Brescia 1962.] 962. Una perla della serena Valverde:Valverde: lo storico Santuario di Rezzato,Rezzato, recensione al libro di d. Antonio Fappani. «Giornale«Giornale di Brescia», 2 novembre 19621962.. Una bella guida del SantuarioSafttuario di Rezzato (recensione). «L'Italia» (edizione(edizione bresciana),bresciana). 9 novembre 1962. Fede, storia ee leggenda in alcuni dipintidipittli preziosi.prcziosi. I Ss. Faustino e GiovitaGiovi/a a Bione.Bione. Giornale di Brescia,Brescia, 22 gennaiogennaio 196.3.1963. Cappelle ed eremitaggi sui monti della ConcaConca dOro (Agnosine e Bione)Bione).. «Vo«Vo­­ ce del popolo», Brescia, 19 ottobre 1963. La BeataBeata Maddalena Martinengo da Barco.Barco. «Voce del popolo»,popolo», Brescia 25 luglio 1964 e in Annali Francescani,Francescani, a. 95 (1964) n. 11Il.. Storia di Urago Mella,Mel/a, Brescia 1964.1964. Un registro cinquecentesco della ompagniaompagl1ia delle SS.55. Croci. «Brixia Sacra», an­ no VI, nn.. 1 (1971). La Chiesa di San BernardinoBemardino da Siena in Noboli, in ..«Voce Voce Amica di Zana­ no», n. 6-7 (agosto) 1975.

Brescia com'era una volta: Ultun tempotempo sorgeva una villa, inin Sant'Eustacchio Cronache (n. 2626-1967), - 1967), pppp.. 16-17),16·17), bimestrale per i dipendenti degli stabilimentistabilimenti S. Eustachio. Cenni storicistorici sulla chiesa dei 55.SS. Faustino e GiovitaGiovila di BioneBione nel 50°5(f' anniveranniver­­ sario dell'erezionedell'erezione della Parrocchia,Parrocchia, in numero unico in onore di don Albino Festa, Brescia 19761976.. Appunti per una storia di Agnosine, in numero unico in onore di don Enrico Zanetti, Agnosine 1975.1975. lALa Nuova BibliotecaBiblioteca.. Comunità (periodico attività parrocchiali di Urago MelMel­­ la),Ia), febbraio 1966. Un eelencolenco di notai dal sec. XIII al secsec.. XVIII, inin «Brixia«Brixia Sacra» 1971 (anno VI) p. 88. La numerazionenumcrazione dell'Archivio della Mensa VescovileVescovile compiuta dall'archivista di Calimero Cristoni, in «Brixia«Brixia Sacra», 197.31973 (a. VII), pp.pp. 158-160158·160.. Archivio della Mensa VescovileVescovile di Brescia,Brescia, «Brixia«Brixia Sacra»,Sacru, anno IX, 1974,1974, pppp.. 35-40, 98-99.98·99.

91 Le Visite PastPastoraliorali dei Vescov;Vescovi bresciani dopo il Concilio di Trento, «Brixia Sacra», anno IX, 11974,974, pp. 134-14l. Archivio della Mensa Vescovile,Vescovi/e, Brescia, -4J:Brixia«Brixia Sacra», anno X, 1975,1975, pppp.. 61·63.61-63. La Visita Pastorale di Mons. Annibale Grisonio alle Parrocchie della pianura occidentale bresciana (1540), in «Studi in onore di LuigiLuigi Fossati», Brescia 1974. Un fondo archivistico brescialtobresciano della Abazia della Vangadiua,Vangadizza, «Brixia.Brixia Sacra», anno XI, 1976, pppp.. 78-80.78-80. Presentazione al volume di Luciano AnAnellielli:: Le Chiese di Borgosatollo, Bre­ scia 19771977.. Necrologi di sacerdoti defunti dal gennaio 1970 all'aprile 1974, in .«RivistaRivista della Diocesi di Brescia».Brescia». PresPresentazioneentazione del volume di Emilia NicoliNicoli:: Quatà aqua ghé pasàt sòta 'l pònt! Brescia 1978. Nella storia e nel/anella tradizione: i Montini famiglia cristiana, in «Tribuna.Tribuna bre­bre­ sciana», settosetto 1966. Stemmario dei VVescoviescovi di Brescia, in .Armerista«Armerista bresciano», Brescia 1974. Le carte dell'Archivio VesVescovilecovile di Brescia, iinn Atti del Convegno: Chiesa Azione Cattolica e Fascismo, Roma 1979.

Q.Q? IL CARD. DURANTE DURANTI DI BRESCIA (Dall'Archivio Segreto Vaticano)

La famiglia Duranti (de Durantibus),Durantibus). originariaongmaria di Palazzolo, trapiantata aIl Brescia nel sec.sec. XV, toccò l'apogeo della potenza e della glgloriaoria nella prima metà del sec. XVI, per i molti benefici, incarichi e uffici avuti dalla Curia RomanaRomana.. I relativi documenti sono stati elencati dagli Annali di Famiglia, manoscritto utilizzato da G.GG.G.. Gradenigo, nel voI. III della sua Brixia Sacra, anch'esso mano­ scritto, conservato nella BiblioteBibliotecaca Queriniana di Brescia. Da questo volume PaoPaololo Guerrini riporta i documenti, che riguardano il Card.Card. Durante (1), ma senza l'indicazione della fonte; per cui riesce alquanto dif­dif­ ficile controllarne la veridicità e l'esattezza. In questo studio - offerto aall carissimo D.D. Antonio MasettiMasctti Zannini, in oc­ casione delle sue nozze d'ad'argentorgento sacerdotali - dopo alcune notizie sommaries.ommarie su alcuni membri della famiglia Duranti della prima metà del CinquecentoCinquecento,, quali risultano dall'Archivio Segreto Vaticano (2), che ci è stato possibile rintracciare, noi elenchiamo tutti i riferimenti al Card. Duranti, sempre sulla scorta ddell'Archi­ell'Archi­ vio Vaticano e di altre fonti,fonti, per integrareintegrare,, completare, documentare e coprire le lacune, che si riscontrano nei ricordati Annali della Famiglia DurantiDuranti:: cercherecerchere·­ mo cosìcosl di portare un modesto contributo alla biografia dell'illustre personaggio, che è una gloria ddellael1a Brescia cinquecentesca. 1) Andrea, fratello di Durante, risulta provvistoprovvisto della chiesa parrocchiale dei SS. Nazario e Celso di Collio, in Val Trompia,Trompia, alla quale rinunziò nel 1524 a

((1)1) P. GUERRINI, 14La Famiglia Duranti e i i suoi Vescovi, Pavia, Tip. Artigianelli,Anigianclli, 1911 (estr(estr.. da "Brixia''Brbda Sacra", ano 11911).911). (2) PPerer l'Archivio Segreto VaticanoVaticano (A.S(A.S.v.V.).) sono in uso le seguenti citazioni, per quanto riguardari guarda ilil nostro soggetto:soggetto: AA.A.A ="'" Archivium Arcis (Castel S. Angelo). Acta Carner.Camer. = Acta CamerariiCamerarii.. Acta Miscell. = Acta Miscd1anea.Miscellanea. Acta Vicecancdl.Vicecancell. = Acta Vicecancellarii·Viccancellarii-.. ArmArm.. (cifr.(cifra romana), voI.V

93 favore di suo fratello Durante (Reg.(Reg. VaroVat. 1437, f. 109v-lll).109v-111). Il 27 maggio del 1536 ottenne, col fratello Paolo, la cittadinanza romanaromana.. Guerrini,Guenini, La Famiglia Duranti, Pavia 1911, p. 24. 2) Pietro, figlio di Bartolomeo, nato a Palazzolo nel 1942, Dottore in Di­ ritto (Doctor Decretalium), Arcidiacono di Brescia nel 1505 O),(3), Canonico di Bergamo (4), ReferendarioReferendatio della Segnatura Apostolica (5) e Familiare di Pao­ lo III. Fu promosso Vescovo di Termoli il 23 ottobre del 15315366 (6); quindi fu nominatonominato Datario il giorno 8 febbraio del 1537 (7), Prelato Domestico 1'11 giu­ gno 1537 (8) e Segretario Apostolico l'anno seguente. Rinunziò alla Diocesi, a favore di suo nipote Vincenzo, nel 1539. Poco dopo moriva e veniva sepolto in S. Maria sopra Mlnerva.Minerva. 3) Vincenzo, nipotenipote di Pietro, nato a Palazzolo nel 1509, studiò a Padova, dove divenne Dottore in Utroque. Risulta Milite di S. Pietro, Canonico di BrBree­ scia nel 15351535,, Familiare di Paolo IIIIII,, Governatore di Spoleto e Camerino e prov­ visto della chiesa di Boario (9). Il 14 luglio del 15391539,, in seguito a rinunzia dello zio Pietro, fu promosso Vescovo di Termoli (lO);(10); il 21 luluglioglio fu nominato Refe­ rendario della Segnatura e il l'agostol° agosto Datario (11); 1'8 maggio del 1540 venne nominatonominato Prelato Domestico e l'anno successivo Scrittore Apostolico (12). Egli però veniva dispensato dall'ufficiodall'ufficio di Datario il 21 febbraio del 1.5411541 (13),(13) , forse per irregolarità amministrative. L'8 settembre del 1542 egli divenne Viceconte

(3) Il 23 ottobre 15361536 rinunziò a favore di Durante Duunti.Duranti. (4) Era diventato canonico di Bergamo, in successione di Gi-aoomoGiacomo Pianea.Planca. Vi rinunziò il 27 aprile del 1537 e gglili fu assegnata una pensione di 15 scudi suisui suoi frutti. RegReg.. Vat. 1518,1518, f. 248-251. (5)(5 ) Risulta Referendario dell'una e l'altra Segnatura negli anni 1537-1538,1537·1538, come dal Reg. Suppl. 23002300,, f.f. 59; 2309, f. 262. aroCfr. B. Katterbach, ReferendariiRe/erendarii utriusque SiSigna­gna­ (uraeturae,, Città del Vaticano 19311931,, p. 102102,, n. 60. (6) Acta ViccomceIl.Vicecancell. 5,5, f. 43 (01. 1919).). (7) Arm. XLI, 7, f. 338338,, n. 321. Il 29 marzo del 11537537 egli rinunziò alla litlitee per la chiesa dei S5.SS. Faustino e Giovita di Quinzano con Vincenzo MarelliMarelli,, Avvocato fiscale;fiscale; il 17 dicembre ebbe l'indulto di conferire benefici nnellaella sua Chiesa, Reg. Val.Vat. 17051705,, 68-75v68-75v (01. 66-73v). ItItemem al f. 317,317, sub 4 aprile 15371537.. (8) Arm. VLI, 66,, f. 18. Cfr.Cfr. KAITKATTERBACH,ERBACH, Op. e l.J. citocito Per Pietro Duranti, dr.cfr. PP.. GUERRINI, I duduee VesVescovicovi di Termoli e Datari del S.c.,S.C., in "Brooa"Brixia Sacra"Sacra",, II (1911)(1911),, pp.pp. 88-92; P.P. GUERRINI, La FFamigliaamiglia Duranti e i suoi Ve­ scovi, Pavia 1911; P. GUERRINI, Cardinali e VescoviVescovi Bresciani, Brescia 19119155, p. 11. (9) Bolla del 3 luglioluglio 1539, ReReg.g. Vat. 1524,1524, f. 168-17Ov168-170v,, in cui rinunzia a favore dello zio Pietro, riservandosi il "regressus". . (lO) Acta VicCOIncVicecanceell. 5, f. 109Hl9 (01.(01. 85); Acta Miscell.Misccll. 1818,, f. 316; Katterbach, Referendarii,Re/erendarii, 103, n. 61. (11) ArmArm.. XXIXXXIX,, 106106,, ff.. 143. (12) Reg. Vat. 17071707,, f. 288 (01. 466). Nello stesso ggiornoiorno ebbe l'incarico di AbbreviatoreAbbreviatore delle LettereLettere Apostoliche, IIvi,vi, f. 289 (01. 467).467) . Egli aveva ottenuto la chiesa parrocchiale di S. Michele, a Bassano BrBresciano,esciano, per cecessionessione dello zio Pietro, 1'11 luluglioglio del 1539, alla quale rinunziò a favore del Card.Card. Dionisio Laureo 1'8 marzo del 1540.1540. Reg. Vat. 1707, f. 425v (01. 609v)609v).. (13) L. VON PASTOR, Storia dei Papi,Papi, V,BI.V, 131. TUllaviaTuttavia eegligli figura ancora in Curia il 7 aprile del 1541. A.A.,A.A., l-XVIII, 1712, f. 12lv.121v.

94 della Cattedrale di Brescia (14). PresePrese parte al Concilio di Trento,Trento, quale VescovoVescovo di Termoli,Termoli, nelle sue varievarie fasifasi.. Nel 15511" l risultarisulta a RRomaoma tratra ii Referendari della Segnatura ee nel 15531.553 suffraganeo di Ravenna (15)(15 ) ed ebbe corrispondenza con S. Ignazio,Ignazio, per aprireaprire un collegio di GesuitiGesuiti in questaquesta città (16). Nel 1555 fufu nono­­ minato Vescovo Ausiliare di BresoiaBrescia daldal CardCard.. DuranteDurante.. ~' Rinunziò alla DiocesiDiocesi di Termoli il 17 agosto 11564.564. MorìMorl ad Asola nelnel 1570 e fufu sepolto nel Duomo vecvec­­ chio di Brescia (17).(17). 4) GirolamoG;rolamo risultarisulta Milite di S. Pietro;Pietro; fufu provvistoprovvisto delladella chiesa parrocchiaparrocchialele di S. Raffaele di Gerolanuova iill 14 dicembredicembre del 1542,1.542, quando avevaaveva appena 11 anni. RegReg.. Vat.Varo 1616,1616, f.f. 7v-107v- 10.. 5) Bartolomeo,Bartolomeo, fratellofratello di Vincenzo e nipote di Pietro,Pietro, Vescovi di Termoli, familiarefamiliare e commensalecommensale di PaoloPaolo III,III, fufu provvistoprovvisto della chiesa parrocchiale dei SS.S5. Faustino e GGiiovitaovita ddii Quinzano,Qui nzano, inin seguitoseguito a rinunziarinunzia dellodello zio Pietro,Pietro, il 4 aprileaprile del 1537.1537. Reg.Reg. Vat. 1495,1495, f.f. 317;317; ebbeebbe un canonicato a BresciaBrescia il 2277 di­ oembrecembre deldel 1539 (18) ee una cappellania nellanella parrocchiale di BedizzoleBedizzole il 22 febfeb­­ p~nsionepensione annua sui suoii fruttifrutti (20). Era Canonico di Brescia,Brescia, quando il 27 aprileaprile del 1.55415.54 gli fu affidataaffidnta l'amministrazionel'amministrazione dei fruttirutti della chiesa didi S. Maria ddii braiobuio del 15501550 (19(19),), alla qualequale rinunziavarinunziava il giorno seguente, riservandosiriservandosi una ValverdeValverde dii Botticino ((21).21) . Il11 26 maggiomaggio rinunziò alal canonicato a favore di suo fratello Nicola. Era Vicedomino del Capitolo quando morìmorl nel 15741574 e ne preseprese la successione il nipote Pietro,Pietro, cchehe rinunziò nel 159l.1591. 6) Valerio,Valeria, Familiare di Paolo III,III, risultarisulra investito della cappellania di 5.S. Lu­ ca nella Cattedrale di Brescia,Brescia, alla quale rinunziòrinunziò ilil 7 mamarzorzo del 1537,1537, riservan­riservan­ dosi una pensione annua suisui suoisuoi frutti (22)(22).. Il 1°1" gennaio del 15381.538 egleglii ebbeebbe la chiesa parrocchiale dei SS. GervasioGervasio ee Protasio di Cologne, inin seguito a rinunziarinunzia di BartolomBartolomeoeo BastoneBastone (23). Il 14 dello stesso mese egli rinunziavarinunziava al canonicato di S. GiGiorgioorgio di Milano, che aveva ottenuto ilil 5 ottobrottobree del 11.536536,, riseriservandosirvandosi una pensionepensione annua ssuiui susuoioi frutti e redditi (24).

(1(14)4) RegReg.. VatVat.. 1707,1707, f. 43435v5v-4-437v37v (0(01.1. 619v619v-621v)-62Iv).. (U)(15) G. FahrFabri,i, ILLe SllguSagre MMemorieemorie di RDvrnnllRavenna Antica,Anticll, Venezia 1664,1664, p.p. 546.546. (16) MonumentaMonumenta HHistoricaistorica S.I.I.. MonumentaMonumenfil If!.natiana,It.nlltillna, 2211,11 , 215215,, 220.220. Cfr. MM.. SCADUTOSCADUTO,, Sto­ ria deUadella Compagnia di Gesù in Italia,Italia, III,Hl. 52552'.. (17) PPerer ViVincenzoncenzo DurantiDuranti , oltre i cicitot. scritti ddelel GGuerrini,uerrini. crr.cfr. L. vonvon Pastor,Pastor, Storia ddeiei Papi,Pllpi, V, passim; G.G. ALBERICO,ALBERICO, I VescoviVescovi ItalianiTtillian; 111al Concilio di TrTrento,ento, Firenze, Sansoni (1959)(1959),, 72·7372-73 e passim. (18) Arm.Arm. XLI,XLI, 16,16, ff.. 1414 (01.(01. 11).Il). L'BL'8 giugno ddelel 11540540 Paolo III p:ligli concesse dei benefici vacanti o di prossima vacanzavacan7..a neUanella diocesi di Brescia, IviIvi,, f. 16 (01. 13).13). ((19)19) RRegeg.. VatVat.. 17391739,, f. 256v·2,256v-257v7v.. (20) RReg.eg. VltVat.. 1738, f. 16. (21(21)) Arm. XLIXLI,, 7070,, f. 381, n. 234. (22) Reg. Vlt.Vat. 1524, ff.. 217·2217-218v;18v; ReRegg. Va!.Vat. 11536,536, f. 12-1312-13.. Da questquestaa Bolla risulta che di ququestaes ta cappellania ereraa stato provvistoprovvisto PietroPie tro DcDe BonisBonis,, parroco dei 55.SS. Nazario e Celso di FrontFrontignano.ignano. (23) RegReg.. VatVat.. 151519,19, f. 179-1SOv179-180v. (24) Reg.. VatVat.. 1524,1524, f.f. 2B·214v.213-214v. DciDel canonicato fu investitoinvestito Nicola 5tampone,Stampone, viterbese, Fa­ miliare dddel Papa.

95 7) Aurelio, nipote del Card. Durante, risultarisulta Arcidiacono di Brescia il 18 ottobre del 1538, in seguito a rinunzia di Durante, eletto Vescovo di Alghero (25). Da Paolo III fu nominato Protonotario Apostolico, Accolito e Cappellano PonPon·­ tificio,ti6cio, Conte Palatino e CavCavalierealiere deldellolo Speron d'Oro il 26 settembre del 1546. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 2525.. 8) Giovanni Andrea, laico, fratello di Durante,Durante, risulta Castellano del Castello di Parma, per cessione del fratello, eletto Vescovo di Alghero ((26).26). Il 23 febbraio del 1550 egli veniva nominato Prefetto del castello di Camerino (27). 9) Gregorio, laico, al quale il 1199 ddicembreicembre del 1539 viene concesso il diritto di patronato sulsul ViceVicedominato dominato della CaCattedralettedrale di BBrescia,rescia, didi cui aveva aumentato il reddito (28).(28) . 10)l O) Paolo, fratello del Card. Durante, insieme col fratello Andrea, ottenne la cittadinanza romana il 3 marzo del 1542. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 24. 11) Alessandro, nipote del Card.Card. Durante, Dottore in Utroque, Milite di S. Paolo e Familiare di Paolo III,III, il 9 marzo del 1545 ebbe la parrocchia di SS.. Raffaele di Gerolanuova, per rinunzia del Card. Durante (29).(29) . Il 16 dicembre del 1550 fu promosso Arcidiacono di Brescia ed ebbe anche la cchiesahiesa parrocchparrocchialeiale di S. Siro di Cemmo di Val Camonica, per cessione dedell Card.Card. DurantiDuranti (30).(30) . Il 14 giugno del 11557,557, mentre aveva appena 25 anni, venne nominato Vescovo Coa­Coa­ diutore del Card. Durante a Brescia, con l'obbligo di ricevere il presbiterato en­ tro sei mesi e la consacrazione episcopale a 27 anni (31).(31) . Alla morte ddelel Card. Durante (24 dkembredicembre 1558) sorse lite tra Alessandro Duranti e Alvise PriuliPriuli sulla successione; ma il Papa Paolo IV annullòannullò llaa pretesa dell'uno e dell'altro, nominannominandodo Vescovo lo stesso GovernGovernatoreatore di Brescia, DDomenicoomenico Bollani,Bollani, il 15 mar­ zo del 151559.59. 112)2) Gian Giacomo, chierico, riceve inin commenda la PreposiPrepositura tura ddii SS. Maria MadMaddalenadalena di Brescia, degli Umiliati, per cessione del Card. Durante, il 5 dicem­ bbrere d,ldel 1550 (32). 13) Nicola, chierico, risultarisulta investito deldel canonicato e della prehendaprebenda del Ca­ pitolo di Brescia, in seguito a rinunzia del fratello Bartolomeo, ilil 26 maggio del 15551555 (33). Il 14 seguente rinunzia aall canonicato ddii SS. Giorgio in Palazzo di Mi­ llano,ano, ricevuto il 5 ottobre 11536,536, riservandosi una pensione sui suoi frutti (24).(24) .

(25) Reg. Vat.Vat. 1701705,5, f.f. 291-292v (01.(01. 274-275v).274·275v). (26) Arm.Arm. XLI, 5050,, f. 155 (0(01.1. 138); Arm. XXLI,LI, 16, ff.. 206 (01.(01. 204), nn.. 130130.. Al f. 207 segue l'atto notarile,notarile, del 23 agOStoagosto 1539,1539, sull'obbligo di una pensione di lO ducatiducati-· d'oro a FlaFla­­ minio Crescenzi: sottoscrive anche DuranteDurante DDuranti:uranti: «diaIta est. Durantes de Durantibus,Durantibus, electus AlgaAlgaren».ren». (27) Arm. XXXIX, 161, f.f . 22. (28) Reg.Reg. VatVal.. 1707, f. 346v346\1-348-348 (01. 528-530).528-530) . (29) Reg. Vat.Vat. 1616, f. 7v·IO.7v-1O. (30) Reg. Vat. 1737, f. 140v-142v140\1-142v (01. 222v-224v)222v-224v).. (31) Acta Vicecancell. 88,, f. 76v;76v; Acta Miscell.Mlscell. 19, f. 1199\1.99v. (32) Reg. Vat.Vat. 1738, f.f. 276-278v. (33) RegReg.. Vat. 18211821,, ff.. 171v-173v17Iv-173v.. La rendrenditaita di questo canone era di 82 ducatiducati.. (34) Arm.Arm. XXXIX, 58, ff.. 57v57v..

96 Il Card. Durante Duranti

Nacque, secondo il Chacon, il 5 ottobre del 11547547 (1). Studiò Giurispruden·Giurispruden­ za; ma non sembra che aveavessesse acquistato quella «profonda cultura»,cultura », che gli at­at­ tribuisce il Candella (2). Divenuto "chierico" di prima tonsura, si recò a Roma, dove entrò nelle grazie del Card. Alessando Farnese (futuro Paolo III), che lo nominò suo FamiliFamiliareare fin6n dal 1511515,5, affidandogli anche l'amministrazionel'amministrazione dei suoi beni. Nel 11523523 fu conclavista di Clemente VVI.I. Il CardCard.. Farnese, divenuto poi Paolo III (1534-1549), lo ricolmò di favori, nominandolo suo CameCameriereriere Segreto e Familiare, quindi Vescovo di Alghero nelnel 1538, trasferito a Cassano IonioIonio nel 15411541,, SegSegretarioretario ApostolicoApostolico e Prelato Dome­Dome­ stico nel 1542, CaCardinalerdinale nel 11544,544, Legato dell' e GoveGovernatorernatore di Narni nel 1545.154.5. Giulio III gli conferconferìl llaa Legazione dell'Umbria nel 1.5.501550 e l'anno segueseguentente lo trasferltrasferì alla Chiesa di Brescia, dove morìmorl il 24 dicembre del 1.5.58.1558. Questo, in sintesi, il Curriculum Vitae del Card. Duranti.Duranti.

Riportiamo ora il cocontenutontenuto e le indicazioni archivistiche dei singoli ddocu­ocu­ menti, che lo riguardano, perché possono servire di base alla compilazione della biografiabiogmfia del personaggio, più completa che ssiaia possibpossibile.ile. I riferimenti agli Annali di Famiglia, trascritti dal Gradenigo, li riportiamo dalla Famiglia Duranti, di P. Guerrini. 24 aprile 151518.18. Leone X commette al Vicario Generale l'esamel'esame della causa peperr un canonicato nella CattedCattedralerale di Brescia, vacante per la morte di Bernardino Maggi e conconferitoferito al cchiericohierico DurantDurantee DDuranti,uranti, Familiare e Commensale del Card.Card. Alessandro Farnese. QueQuestosto canonicatocanonicato era contestato da MaffeoMafteo Poncarali.Poncarali. Guer­ rrini,ini, La Famiglia Duranti, p. 21. 27 giugno 1518. BrevBrevee di Leone X, con cui si autorizza il chierico Durante Duranti a ricevere extra tempora i quattro ordini minori,minori, il suddiacosuddiaconatonato e il diadia­ conato.conato. Guerrini, Op. cit., p. 21. 9 luglioluglio 1518. Il Card. Alessandro FarneFarnesese libera il Duranti, suo familiare e amministraamministratore,tore, da ogni rresponsabilitàesponsabilità nnell'amministrazioneell'amministrazione dedeii suoi beni, da lui tenutatenuta.. Guerrini, Op.Op. cit., p. 22.

Il Card.Card. Duranti (l)(1) Vitae eett &sRes Gestae Ponti/icumPontificum e Cllrdinalium,Cardinalium, Romae:Romae 1677, II,Il, 703. Da rettificarerenific.n: la da·­ tala del ,5 oltobreottobre 1507, quale:quale risulta, per una svisla,svista, · dalla nostra StoStoriarill ddllldella Diocesi di CassaCassanono IIonio,onio, IIIIII,, Napoli 1968, p. 94. Illi Moroni, DizionarioDizionario di eerudizionerudizione ecclesillsticlI,ecclesiastica, XX, pp.. 300, lloo fa nascere:nascere nelnd 1486.1486. La ddaatata del Chacon si condliaconcilia esesattamenteauwne:nle: con i 71 l.[lD..ianni di vila,vita, assegnati al Duranti. (2) LL.. CANDELLA, MemorieMemorie StoricluStoriche dtidei Cardinali di S.S. RomanllRomana ChieslI,Chiesa, IV, 267.267.

97 2626 aprileaprile 1521.1521. LeoneLeone XX assegna alal DurantiDuranti lala chiesa ruralerurale didi S. Seba­Seba. stiano di Lodrino, inin diocesi di Brescia,Brescia, rassegnatarassegnata da Costantino Fabi.Fabi. Reg.Reg. Lat.Lat. 1401,1401, f.f. 338v-340v.338'1-340'1. 2828 aprile 1521. Lo stessostesso Papa gli concede lala chiesachiesa parrocchiale dei SS. Na­Na­ zario e Celso di Collio, inin ValVal Trompia,Trompia, diocesi di Brescia,Brescia, rassegnatarassegnata da AndreaAndrea Duranti. Reg. Lat. 1437, f.f. 109v-ll1.109'1-111. 7 maggio 1524.1524. Clemente VII gli assegna una pensione di 37 scudi sulle ren­ren­ dite del beneficio di S. Michele di Calino, diocesi di Brescia. Guerrini, La Fami­ glia Duranti, p. 22. 17 giugno 1524. Il11 Card. Alessandro Farnese gligli conferisce il beneficio di S. Bartolomeo di Reginaldo (Ravarano),(Ra'larano), diocesi di Parma. Guerrini, Op. e 1.l. citocit. 17 giugno 1524. Clemente VII gli concede l'indulto del "regressus" alla cap­ pella di S. Girolamo nel Duomo di Brescia. Il'Ii. vi. 1 maggio 1525. Clemente VII, di cui è stato Conclavista, gli assegna alcuni benefici, appena si renderanno vacanti, nelle diocesi di Brescia e di Bergamo, tratra cui quelli della Pieve di Cemmo e di Gerolanuova. Guerrini, Op.Op. cit., 22. 25 marzo 1534. Il Duranti è nominato Cameriere Apostolico del numero dei Partecipanti. Ivi.l'Ii. 6 novembre 1534. Paolo III lo nomina suo Segretario. Quando, dopo l'impresa di Tunisi, l'Imperatore Carlo V, dopo aver attra­ versato trionfalmente tutto il Regno di Napoli, fece il suo ingresso solenne in Roma il 5 aprile del 1535, il Papa - secondo il racconto del Cellini - incaricò il Duranti di presentare all'Imperatore « due cavalli turchi, i quali erano istati di papa Clemente, et erano i più belli che mai venisse in Cristianità.Cristianità. Questi due ca­ valli il Papa commesse a Mr. Durante suo cameriere che gli menasse allo Impera­ tore, dicendo certe parole che lui gl'impose ». La presentazione fu fatta dal Du­ ranti «con tanto isgraziato modo e con certe sue parole bresciane, annodando­annodando­ glisi la lingualingua inin bocca, che mai si vidde e sentisentì peggio: mosse lo Imperadore al­ quanto a risa» (3). Conoscendo il caratterecarattere del Cellini, le suesue parole sono da prendere concon molta circospezione, anche perché egli considerò il Duranti come suo nemico, il quale avrebbe perfino tentatotentato di avvelenarlo, mentre era in prigione (4).(4). 25 gennaio 1535. Paolo III lolo nomina Castellano e Governatore del Castello di ParmaParma.. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 22.

(3)(3) B.B. CELLINI,CELLINI, LaLa Vita scrittascritta per luilui medesimo, L. I,I, XCI. Ed.Ed. didi Enrico Carrara, Tori­ no, UTEr,UTET, I,I, 19l.191. (4)(4) Vita, cit.,cit., L. I,I, GXXV.CXXV. Ed. Carrara,Carrara, II,II, 25-26.25-26. (5)(5) PressoPresso C.C. EUBEL,EUBEL, Hierarchia Catholica,Catholica, III,III, 104,104, ricorrricorree lala datadata deldel 2525 giugno, mentre ilil GAMS,GAMS, SeriesSeries Episcoporum, 30,30, l'assegnal'assegna alal 3030 giugno.giugno. Quest'ultimoQuest'ultimo devedeve averloaverlo de­de­ suntosunto daldal CAPPELLETTI,CAPPELLETTI, LeLe ChieseChiese d'Italia,d'Italia, XIII, 148,148, ilil qualequale lolo consideraconsidera ..«distintis­ distintis­ simosimo tratra ii piùpiù distintidistinti prelati,prelati, cheche governaronogovernarono questaquesta chiesa.,chiesa», desumendodesumendo l'assenionel'asserzione daldal Mattei,Mattei, SardiniaSardinia Sacra,Sacra, 173.173. IlIl Duranti peròperò nonnon videvide mai lala suasua OtiesaChiesa didi Alghero,Alghero, nemmenonemmeno dada lontano.lontano.

9898 27 maggio 1535.1535. Il Duranti permette che la pieve di Cemmo sia separata dal beneficio della chiesa di S. Stefano e sia concessa a OrsanoOrsatto OrsattiOrsatti.. Ivi. 12 ottobre 1535.1535. Paolo III concede al Duranti il prioratoprioraco di S. Salvatore delle Tezze (Capodiponte), in Val Camonica, dei Benedettini. RegReg.. Vat.Varo 1568, f. 88v-9088v-90 (o. 96v-98). 14 ottobre 15315355.. Il Card. Farnese, commendatario, lo nomina suo Vicario per l'abbazia di S. Michele di Coniolo presso OrLinuovi.Orzinuovi. Guerrini, Op.Op. cit., p. 23. 2 dicembre 1535. Paolo III gli assegna una pensione annua di 15 scudi dd'oro'oro sulle rendite del beneficio parrocchiale di Comalo.Comalo. Guerrini, Op. e 1.l. cito 26 aprile 1536. Paolo III lo provvede della chiesa parrocchiale di S.S. Maria in Calchera in Brescia. RegReg.. Vat. 1474, f. 112-115. Presso il Guerrini, Op. cit., p. 23, la bolla è assegnata al 24 aprileaprile;; ma nel Reg. Vat. è ~« VI Kalendas MaliMaii ananoo Ih,I!», cioè 26 aprile del 1536. - 1l ' agQ;'t-;ag~~t;;' '~ 1536:1536:-- PP;~I;-;~l~-III - gli concede di poter godere contemporaneamente di diversi benefici ecclesiastici. Guerrini, Op.Op. citcit.,., p. 23. 12 agosto 1536. Paolo IIIHl lo crea Cameriere del numero dei Partecipanti. Ivi. 26 settembre 1536. 11Il Senato e il Popolo di Roma gli accordano la cittadicittadi­­ nanza romana. I vivi.. 23 ottobre 15361536.. Paolo III gli assegna l'Arcidiaconato di Brescia, dietro riri­­ nunzia di Pietro Duranti, Vescovo di Termoli.Termoli. PP.. Guerrini, 1I Due Vescovi di Ter­ moli, Datari di S.c.,S.c., in "Brixia Sacra",Sacra", II, 1911, p. 8888.. 1537.1537. Il Duranti rinunzia al canonicato di Brescia a favore di Ludovico GenGen­­ tile, suo nipote per parte della sorella Giulia. Guerrini, La Famiglia Duranti, pp.. 2323.. 12 febbraio 1537. Il Card.Card. Ranuccio Farnese gli concede in fitto, quale suo Vicario, i beni della badia di Coniolo, di cui è commendatario. IIvi. vi. 28 giugno 1538.1538. Dietro presentazione dell'Imperatore Carlo V, il Duranti viene promosso Vescovo di Alghero, con l'indulto di conservare i benefici, che ottiene, mentre la metà dei beni della Chiesa di Alghero è riservata a Pietro DuDu­­ ranti, Vescovo di Termoli. Acta Vicecancell. 55,, ff.. 61; Arm. XLI, lO, ff.. 286 (01. 300), n. 573.573. 29 giugno 1538. Il Papa gli concede di poter prendere possesso della sua Chiesa, per mezzo del suo procuratore, prima che siano spedite le bolle di nomina. Arm. XLI, lO, f.f. 295 (01. 214), nn.. 579.579. Il Duranti non si è recato mai nella sua Diocesi, che governò per mezzo del suo Vicario Generale; rimase in Curia a Roma con i diversi incarichi che vi aveva.aveva. 17 agosto 1538.1538. Il Papa gli concede di poter conferire benefici ecclesiastici nella sua Chesa di Alghero. Arm. XLI, lO, f. 410, nn.. 680. 17 agosto 1538.1538. Il Priorato del SS.SS . Salvatore delle Tezze di Val Camonica, dimesso dal Duranti, è unito unito all'Arcidiaconato di BresciaBrescia.. Reg. Vat.Vac. 1705, f. 222- 223 (01. 202.203).202-203).

99 4 ottobre 1538.1.538. BreveBreve di Paolo IIIIII al Capitolo e al Clero di Alghero, per­ ché prestinoprestino al Vescovo DurantiDuranti lala dovutadovuta soggezione ee ubbidienza.ubbidienza. Arm. XLI, 11,Il, f. 200, n.n. 856. 18 ottobre 1538.1.538. Al Duranti vieneviene riservatariservata una pensione annua sui fruttifrutti dell'Arcidiaconatodell'Arcidiaconato di Brescia, al quale haha rinunziatorinunziato a favore di Aurelio Duranti. Reg. Vat. 1705,170.5, f. 293-294v (01. 275-276v).27.5-276v). Gennaio 1539.1.539. I Duranti ottengono per ilil Collegio dei Giudici di Brescia gli stessi privilegi di quello deidei Giudici di Bologna. Guerrini, Op. cit., p. 24,24, dove si dice che la relativa Bolla è riportatariportata integralmenteintegralmente dal Mazzucchelli, Raccolta di PrivilegiPrivilegi Ducali, Brescia 1732, p. 48. 252.5 febbraio 1539.1.539. Paolo III concede a Durante, Vescovo di Alghero, l'indultol'indulto di conferire ed ottenere benefici nella sua Diocesi. Arm. XLI, 13, f. 354.3.54. 26 maggio 1539. Lettera di Durante, Vescovo di Alghero, ad Alessandro, agente di Fabio Mignanelli, Nunzio a Vienna. Nunz.Nunz. di Germ. 2, f.f. 229-230; NaNa­­ poli, Arch. di St., Fasc.Fase. 708; NuntiaturberichteNuntiaturberichte aus Deutschland,Deulsch!and, Gotha 1892, IV, 66-6766-67.. Cfr. anche Pastor,Pastor, Storia dei Papi, V, 86. 31 maggio 1539.1.539. Convalida dell'indulto, concesso al Duranti, Vescovo di Al­ ghero, di ottenere e conferire benefici nella sua Diocesi, contro lele regole della Camera ApostolicaApostolica.. AArmAArm.. XLI, 13, f.f. 354,3.54, n.n . 565..56.5. 19 giugno 1539. Lettera del Card. FarneseFarnese al Nunzio di Francia. Si suppone scritta dal Duranti, che faceva le veci del Farnese, che allora si trovava in Spa­ gna. Ehses, Concilium Tridentinum, IV, Friburgo 1906, p. 139. 6 luglio 1539. Lettera da Vienna del CardCard.. Moroni al Duranti. Nunz. di Germ. 57, f. 13-15; Nuntiaturberichte,Nun/iaturberich/e, cit., IV, 127-133. Cfr. Pastor,Pastor, Storia dei Papi, V, 86. 13 luglio 1539.1.539. Altra lettera del CardCard.. Moroni al Duranti. Nunz. di Germ.Germ . .57,57, f. 16-17; Nuntiaturberichte, cit., IV, 133-136. 20 luglio 1539. Altra lettera del Card. Moroni al Duranti. Napoli, ArchArch.. di St., Carte Farnesiane 749; Nuntialttrberich/e,Nuntiaturberichte, cit.,ci t. , 137-141. 1539. Durante Duranti, vescovo di Alghero, Segretario di Paolo III. Nunz. di GermGerm.. 59, f. 129129.. 16 febbraio 1540. Gian Andrea Duranti, laico di Bresci, ottiene l'ufficio di Castellano del castello di Parma, dimesso da Durante Duranti, eletto Vescovo di Alghero, al quale viene riservata una pensione annuannuaa di lO ducati. Arm. XLIXLI,, 16, f. 206 (01. 204), n.n. 130. Al f. 207.207. Atto notarile del 23 agosto 15391.539 sull'obsull'ob­­ bligo della pensione. Sottoscrive anche il Duranti: «Ita« Ita est. Durantes de Duranti­ bus, electus Algharen ». Cfr. anche Arm. XLI, 50,.50, f. 1551.5.5 (01.(ol. 138).138). 12 marzo 1.540.1540. Festa di S. Gregorio.Gregorio. Nella cappella privata di Giovanni Ta­ vera de Pardo, Card. di TToledo, oledo, il Duranti riceve la consacrazione episcopale, con l'assil'assistenzastenza di Fabio Colonna, Vescovo di Boura,Bostra, e di Alfonso, Sacrista di Paolo

100 III. Dichiarazione di Cornelio PermaniFermani ddelel 12 giugno 1569. Cod.Cod. Vat.VaL Lat. 12285,12285. f.f. 132 (01. 128).128). 9 luglio 1540.1540. Per il Duranti,Duranti, Vescovo di Alghero, indulto di poter accedere ai benefici ecclesiasecclesiastici.tici. RReg.cg. Vat.VAt. 1710, ff.. 18. 24 settembre 1540. Il Duranti è nominato Segretario Apostolico. Guerrini, LaLo Famiglia Duranti, p. 24. 15 novembre 15401540.. Guido AscanioAscAnio Sforza, CardCard.. Cnmerario,Camerario, dichiara che alal Duranti,Duranti, Vescovo di Alghero, viene cconcesso,oncesso, «vivae vocis oraculo », l'ufficiol'ufficio di Maestro di Camera del Papa.Papa. Arm. XXIX, 113,ll3, f. 231 (01. 225).225). 24 dicembre 1540.1540. Al Duranti,Duranti, eletto Vescovo di Alghero, viene concessa la chiesa parrocchiale di S. Martino di Alzano InferioreInferiore (Alzano Lombardo), dioc. di Bergamo, vacante per la morte di Alberico Alagni.Alagni. Arm. XLI, 19,19, f. 463 (01. 367), nn.. 1123. 18 febbraio 1541. Il Duranti, dietro presentazione dell'Imperatore Carlo V, dalla Chiesa di Alghero vieneviene trasferito a quella di CassanoCaSSAno Ionio, vacante per la morte del Card. CristofaroCristofaro Iacovacci.Iacovacci. ActAActa Vicecancell. 5, f. 144v (al.(01. 120v)120v);; Ac­ ta Camer. 33,. f. 186v (01.(o\. 166v); ActaActa Miscell.Miscell. 8, f. 257; Acta Miscell.Miscell 17,17, f. 273v (01. 206v); Acta Miscell. 18, f. 338 (01. 377); Acta Miscell. 32, f. 142v (01. 85v); Russo, Regesto VaticanoValicano per la Calabria, n. 18368 (6). 18 febbraio 1541. Bolla del trasferimento del Duranti dalla Chiesa di Alghero a quella di Cassano Ionio. Rcg.Reg. Vat. 1695, f. 5757-58v;-58v; Russo, RegestoRegeslo VatiVaticano,cano, n. 18369. Il Duranti, come i suoi immediatiimmediati predecessori, fu semplicemente Ammini­ stratore della Chiesa di Cassano, perché non mise mai piedi in Diocesi. 18 febbraio 1541. AlAI Duranti,Duranti, trasferito da Alghero a Cassano Ionio,Ionio, si con­ cede l'indulto di conservare i didiversiversi benefici,benefici , che ottiene. Arm. XLI, f. 235, nn.. 148; Russo.Russo, RegRegestoesto Vaticano, cit., n. 18370. 19 febbraio 1541. AlAI DurantiDuranti,, Vescovo di Cassiano Ionio,Ionio. si concede l'in­ dulto di prendere possesso ddellaella suasua ChiChiesaesa prima che siano spedite le Bolle di nomina. Arm.Arm. XLI, 20, f. 204 (0(01.1. 53); Russo, Regesto Vaticano, nn.. 18371. Il Duranti prese possesso della Chiesa di Cassano per procura,procura. inviata a Pie­Pie­ ttotro AffattatisNfattatis di Castrovillari,Castrovillari. DDecanoecano del CapitoCapitolo,lo. il quale fu poi promosso Vescovo di Acci (in Corsica) il 14 febbraio del 1547 e trasferito a Minori il 3 lulu­­ glio del 1553. Il Durati lo nominò anche suo Vicario Generale per Cassano. Quantunque il Duranti sia stato semplice AmministratoreAmministratore di Cassano, nonnon­­ dimeno non si disinterdisinteressòessò completamente della suasua. Chiesa, ma cercò di favorirla, come risulta dalda.! seguente e da altria.ltri documenti, chchee ricorderricorderemoemo a suo luogoluogo..

(6) Il GAMS, Serie Episcoporum,Epùcoporum, 852, riporta la nomina del Duranti a vescovo di Cassano all'Hall'lI febbraio.

101 26 febbraio 1541.1.541. Paolo III esorta i doganieri del Regno di Napoli a conce­conce­ dere il libero passaggio e l'esenzione dalla gabella al Vescovo di Cassano, che manda alla sua Chiesa uunana pianeta, due dalmatiche e aluialtri paramenti sacri. Arm. XLI, 20, f. 272; Russo, Regesto VaticanoVaticano,, n.n. 18375. 11 marzo 11541.541. Paolo III concede al Duranti, Vescovo di Cassano, gli spogli del suo predecessore, Card. Cristofaro Iacovacci. Arm. XLI, 20, f. 344 (01. 141); Russo, Regesto Vaticano, n. 18380. 7 aprile 1541. Quietanza, rilasciata daldal Card. Guido Ascanio Sforza, Carne­Came­ rrarioario del S. Collegio, a Pier LuigiLuigi Farnese,Farnese, Duca di CasCastro.tro. Vi figurano: Vin­ cenzo Durati, Vescovo di Termoli, e «Durantes«Durantes de Durantibus, episcopus Cassa­ nen., nuper Algharen ».». AA, l-XVIII, n.n. 1712 (al.(01. Arm. V, Caps. 6, f. 121, n. 20).20) . 3 marzo 1542. Paolo e Andrea Duranti, fratelli di DurDurante,ante, ottengono la cit­cit­ tadinanzatadinanza romana per sé e per i loroloro discendenti. Guerrini, La Famiglia Duranti, p.p. 24. 27 maggiomaggio 1542.1542. Durante,Durante, coi suoi fratelli, compra una casa dagli eredi del fu Antonio Barchiesi, a Roma, in contrada Campo Marzio, presso la chiesa di S. Rocco a Ripetta. Guerrini, Op. e l. cito 22 giugno 15421542.. Paolo III concede al Duranti gli spogli del fu Genesio Raia, già Arcidiacono della Chiesa di Cassano Ionio. Arm. XLI, 24, f. 341,341 , n. 513; Russo, Regesto Vaticano, n. 1856518565.. Settembre 1542.1542. Il Duranti è nominato Segretario Apostolico del numero dei partecipanti e Prelato Domestico. Arm.Arm . XXXXIX,IX, 99, f. 324v-32.5v324v-325v (al.(01. 306v- 307v); Russo, Regesto Vaticano,Vaticano , n. 118622.8622. 6 aprile 1543. Salvacondotto per il Duranti, che si reca alla sua città di Brescia.Brescia. Arm.Arm. XLI, 26, f. 382, n. 225; Russo, Regesto Vaticano, n. 18679. 6 luglio 11543.543. Paolo III concede al Duranti, Amministratore della Chiesa di Cassano, che la sua Chiesa sia esente daldallala soggezione al Metropolitano di RegReg­­ gio e soggetta direttamente alla S. Sede. Arm. XLI, 27,27 , f. 313 (01. 208),208) , n. 454454;; Russo, Regesto Vaticano, n. 18964. In Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 24, ri­ corre la data del 9 luglio 1543.1.543. La Diocesi di Cassano risulta suffraganeasuffraganea di Reggio fin dalla sua ffondazione;ondazione; ma i Vescovi si sono sempre rifiutati di riconoscerlo. L'esenzioneL'esenzione è stata riconosciuta da diver,sidiversi Papi a Cardinali, Amministratori di Cassano, ma solo a titolo personale, in quanto non si riteneva dignitoso che un Cardinale fosse soggetto all'Arcivescovo di Reggio. Per queste vicende, cfcfrr. F. Russo, Storia della Diocesi di Cassano IonioIonio,, Na­Na­ poli 1964, I, 102 sS.ss. 13 novembre 1543. Paolo IIIIII concede al Duranti il canonicato e la prebenda di S. Maria di Bedizzole,Bedizzole, Diocesi di BresciaBrescia,, vacanti per la morte di Gian Fran­ cescocesco Ugoni, Vescovo di Famagosta. Reg. Vat. 1587, f. 124-125v; Russo,Russo, Regesto Vaticano, n. 18713.18713.

102 15 gennaiogennaio 1544. Paolo III provvede il Duranti della chiesa di S. Maria del Mare a Crotone, vacante per la morte di Rolando Rizzo. Reg. Lat. 1752, f. 35v-36; Russo, Regesto Vaticano,Vaticano) n. 18732. 21 gennaio 1544. Paolo III concede al Duranti che possa conservare i diversi benefici, che ottiene nelle Diocesi di Alghero, Brescia, Famagosta e altre Diocesi. Arm. XLI, 29, f. 93, n. 46; Russo, Regesto Vaticano)Vaticano, n. 18739. 1 maggio 1544. Il Duranti rinunzia ai benefici di Rezzato e Cemmo, a favore del proprproprioio nipote Aurelio Duranti. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 25.25. 19 dicembre 1544. Il Duranti viene creato Cardinale. Acta Vicecancell.Vica:ancell 5, f.f. 207v; Reg. Vat. 1712, ff.. 233v-235v; Russo, RegertoRegesto Vaticano, n.n. 18898. Il Massarelli, nel suo Diarium del Concilio Tridentino, scrive che il Duranti, «.j( essendo vil nato, nato a Brescia e vissuto nella Corte di Roma sebene più di 20 anni alla servitù di N.o S.re (Paolo IIIIII),), senza lettere e altre buone qualità, solo in grazia e continue intercessioni della Signora predetta» (Costanza Farnese), fu promosso al Cardinalato. Diarium Concilii Tridentini, Ed. Merk1e,Merkle, ConciUumConcilium Tri­ dentinum,dentinum) Diaria 1,I) Friburgo 11901,901, p. 119696.. Il Pastor, Storia dei Papi, V, 482, n. 1, sembra condividere questo giudizio negativo, aggiungendo che Paolo III si lasciò influenzare da Costanza Farnese, « avida di danaro », elevando alla Porpora il Duranti e il Crispo, «i« i quali erano affatto indegni del cappello rosso ». Tali giudizi tuttavia, condiviscondivisii dagli storici moderni, devono essere presi con una certa circospezione.circospezione. Il Duranti non era «vii«viI nato », come afferma ilii Massarelli, ma apparteneva a famiglia illustre di Brescia, come scrivescrive il Moroni, Dizionario di erudizione eccle­eccle­ siastica, XX, p. 300; la quale famiglia era stata accolta nel Consiglio della città didi Brescia, con delibera del 26 marzo 1442, Guerrini, La Famiglia Duranti, p.p. 9.9. Per di più il Senato e il Popolo Romano avevano concesso la cittadinanza romana al Duranti fin dal 26 settembre 1536, come abbiamo annotato a suo luogo; cosa che fu concessa anche ai suoi fratelli Paolo e Andrea il 3 marzo del 1542. Anche il Tacchi-Venturi asserisce che il Duranti «era nativo di Brescia, dove dimorava la sua illustre famiglia », Stora della Compagnia di Gesù in Italia, Roma 1910,1910, 522 (2"(2 a ed. I, P.P. II, p. 141). Né si può accettateaccettare ad occhi chiusi la qualifica di «senza lettere », data al Duranti gratuitamente. Sappiamo infatti che egli aveva studiato giurisprudenza a Padova e, se non brillò nel campo delle lettere, nondimeno fu amico e protettore di letterati. 19 dicembre 1544. Paolo III accorda aall Duranti la facoltà di conferire benebene­­ fici nella diocesi di Cassano, pur non avendone preso possessopossesso.. Reg. Vat. 1712, f. 236-238 (01. 257-259);257-259); Russo, Regesto Vaticano, n. 18899. 31 dicembre 1544.1544. La Repubblica Veneta si congratula col Duranti per la sua promozione al Cardinalato. Guerrini, La Famiglia Duranti,Duranti) 2525..

103 13 gennaio 15451.54.5.. AlAI Card. Duranti vieneviene assegnato ilil titolotitolo della Basilica dei XII ApostoliApostoli.. Acta Vicecancell.Vicecancell . 5,.5, f.f. 207v; Reg. Vat. 1702,1702, f.f. 431. 9 marzomarzo 1545.1.54.5. IlIl Card. Duranti rinunziarinunzia alla parrocchiaparrocchia di S. Raffaele d(GediCe­­ rolanova,rolanova, a favore del nipote Alessandro. Reg.Reg. Vat.Vat. 1616, f.f. 7v-10.7v-1O. lOlO luglioluglio 1545. Lettera del CardCard.. Duranti al Card. Santacroce, a favorefavore di Vincenzo Duranti, Vescovo di TermoliTermoli.. Non ne abbiamo il testo;testo; ma lala notizia si rilevarileva dal Diario del Massarelli, in cui si legge:legge: «~ 11 luglioluglio 1545. Il Santacroce scrisse al Card. Durante, inin rispostarisposta della sua di hieri serasera)l). ». Merkle, ConciliumCOl1Cilium Tridentinum, cit., p. 216. 151.5 luglioluglio 15451.54.5.. Paolo III gli concede di poter far testamentotestamento «usque~ usque ad quamcumquequarncumque summam» (7). Arm. XLI, 33, f.f. 304, nn.. 428; Russo, Regesto Vati­ cano, n. 18999. 25 luglio 1545.154.5. Paolo III, scrivendo a Pietro Affattatis,Aaattatis, Decano del Capitolo di Cassano, ed a Gian AndreaAndrea Segnazzi, tuttitutti e due di Castrovillari, conferma la concessione del fitto di due terziterzi dei frutti della mensa vesvescovile covile di Cassano, fatta dal Card.Catd. Duranti. Arm. XLI, 33, ff.. 325, n. 1144; Russo, Regesto Vaticano, n. 19003.19003. 31 luglio 1545. Il Card. Duranti risulta gravemente ammalato. MassareIli,Massarelli, Diarium, eded.. Merkle, Op.Op. cit., p. 227. 22 agosto 1545.154.5. Paolo III concede al Duranti i frutti delle parrocchie della sua DioceDiocesisi di Cassano e lo autorizza a procedere «~ contra iniuste detdetentoresentores saesae­­ cularesculares quam regularesregulares» » dei beni della sua chiesa. Arm. XLI, 33, f. 400, n.n. 496; Russo, Regesto Vaticano,Vaticano, n. 19019012.12. 19 ottobre 1545.154.5. Paolo III,III, nel Concistoro segreto, crea la Legazione deldel­­ l'Umbria, di Camerino e di Spoleto e nomina primo LegatpLegalP a Latere il Card. Du­ ranti. Acta Vicecancell. 5, f. 242v;242vi Arm. XLI, 34, f. 168; Russo, Regesto Vati·Vati­ cano, n. 19031; ConciliumConàlium Tridentinum, X, P.P. I, Epistolae, Ed. Buschbell, Fri­ burgo 1916, p. 1186,86, n. 11. Cfr. anche Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 25;2.5; Pa­ stor,star, Storia dei Papi, V, .501;501; P. Paschini, in Roma, VII (1929), p. 507. 11Il gennaio 1.546.1546. Lettera da Camerino del Card. Duranti al Papa Paolo III, nella quale dice di essersessersii adoperato per aver nelle mani un Luterano, fuggito dal­ le carceri romane:romane: «vieneti; viene informato da Brescia il Vergerio vi fa propaganda ere·ere­ tica e dendenunziaunzia llaa grande quantità di eretici occulti in Italia e llaa necessità di prov­ vedere tempestivamtempestivamenteente ».». Parma, Arch.Arch. di St., Carte Farnesiane, n. 1546 (orig.); Ed. Tacchi·Ventura,Tacchi-Ventura, Storia della CompagniaCo mpagnia di Gesù in Italia, pp. . .521-.522521-522 (2(2-a ed.,ed., I, P. II, p. 140-141). PaoloPaolo Vergerio si vendicò della denunzia del Card. Duranti, mettendo fuori nel 1553 un violentissimo opuscolo contro di lui, intitolato: Del Cardinale Durante

(7) P. GUERRINIGUERRINI,, lALa Famiglia Duranti,Duranti, .p.p. 25, assegna la relativa Bolla all'll ottobre 1545.

104 che ha posto in priggionepriggione un Ambasciator di uno dede'' maggiori Principi dell'Impero. Il Cappelletti, Le ChieuChiese dd'Italia,'ltaUa, XI, 648, mette in risalto il dignitoso conte·conte­ gno del Card. DurantiDuranti a questo proposito, scrivendo:scrivendo: «Spiccò in lui somma mo­ derazione nel sostenere ggl'insultil'insulti vomitatigli contro dall'apostata Paolo Vergerio, il giovine ».». Questo però veniva denunziato anche da Gian Pietro Giustiniani, il quale il 12 gennaio del 1549 scriveva al Card. Ranuccio Farnese che « non cessa il demonio di agitare il spirito di P.P. Vergerio contro l'honore di DDioio ed santa Chiesa ... (egli) va per veneziavenezia incognito, subvertendo hor questo, harhor quell'altro gentil huomo, acciò sforzsforzinoino Monsignor Legato et nostri illustrissimi Signori a sep­ pellire un nuovo processo, formato contro di lui, e contra altri lutterani che son nell'Istrianell'I stria ». Tacchi-Ventura, Op. cito (2"(2a ed., I, P. II, p. 144-145). 6 marzo 1546. Bernardino MaffeiMafIei scrive al CardCard.. Cervini: «N«N.o.o S.re (Pao­ lo III), Dio lodato, sta benissimo et questa mattina ha desinato in la vigna del Cardinal Durante, che sarà per avviso eett consolatione di V. S. Ill.maIlI.ma ». Concilium Tridentinum, X, P. I, Epistolae, Ed. G. Buschbell, Friburgo 1916, pp.. 408408.. 27 settembre 15461546.. Paolo III crea Protonotario Apostolico, suo Accolito, Cappellano, Conte Palatino e CavalieCavalierr dello Speron d'Oro Aurelio Duranti, nipote del Card. Durante. Guerrini, ÙJLa Famiglia Duranti, p. 2.5.25. 31 marzomano 1548. Paolo III concede in commenda al Card. Duranti il priorato di S. Maria Maddalena di Gambara in Brescia, degli Umiliati, vacante per la morte del Card. Agostino Trivulzio (8). Reg.Reg. Vat. 1664, f. 324-326.324-326. 8 giugno 1548. Paolo III conferma a Bisazio Natali la chiesa di SS.. Maria del Piano, di Casalnuovo (ora Villapiana), a lui concessa dal Card. Duranti, perpetuo Amministratore della Chiesa di Cassano. Reg. Lat. 1974,1974, f. 148v-151; Russo, ReRe­­ gesto Vaticano, n. 19382. 1548. La Serenissima scrive al suo Rappresentante in Brescia che, vacando i beneficibene6ci ecclesiastici nella Diocesi, siano conferiti al Card. Duranti, fino alla somma di 1000 ducati. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 25. 13 febbraio 1550. Giulio III riserva al Card. Duranti i frutti della chiesa parrocchiale di SS.. Giovanni di Begale (Borno), diocesi di Brescia, alla quale egli ha rinunziato. Reg. Vat. 1734,1734, f. 248.248. 13 febbraio 1550. La stessa riserva gli è concessa sui frutti della chiesa par­ rocchiale di S. Maria di Calcaria (Calcinatello?), diocesidiocesi di Brescia. RegReg.. Vat. 1535,1535, p.29vp.29v.. 13 febbraio 1550.1550. Giulio III conferma il Card.Card. Duranti Legato a Latere, con tutte le facoltà, di Spoleto, Camerino, Terni, Narni e loro Ducati, nonché di usiCesi e Cerreto.urreto. ArmArm.. XXXIX, 59, f. 164v-166 (al.(01. 138v-140)138v-140).. nita del SS. Corpo di Cristo di Altomonte, diocesi di Cassano. Roma, ArchArch.. di SS..

(8) Il Guerrini,Guerrini, OpOp.. e 1.I. ciI.,cit., la riporta al 15l:; maggio 1548.1.:548.

105 L'esenzione è stata riconosciuta da diversi Papi a Cardinali, Amministratori Sabina, Lib. F, f.f. 832; Russo, RegesloRegesto Valicano,Vaticano, n. 19739.19739. 21 ottobre 1550. Il Card.Card. Duranti ottiene delle indulgenze per la Confrater- 3 dicembre 1550.1550. Il Card.Card. Duranti rinunzia allaaJla commenda di S.S. Maria Mad·Mad­ dalena,dalena, a favore di suo nipote Gian Giacomo, ee il Papa gli assegna una pensione annua di 800 ducati sui suoi redditi. Reg. VatVat.. 1738, f. 281v-283;281v-283; Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 26 (sub 6 dicembre).dicembre) . 7 dicembre 1550. Giulio III assegna al Catd.Card. Duranti una pensione di 800 ducati sui suoi redditi. RegReg.. Vat. 1738, f. 281v-283; Guerrini,Guerrini, La Famiglia Du­Du­ ranti, p. 26 (sub 6 dicembre). 7 dicembre 1550.1550. Giulio III assegna al Card. Duranti una pensione di 1200 scudi. Guerrini, Op. citcit.,., pp.. 2626.. 16 dicembre 1550. A richiesta del Card. Duranti, Amministratore di Cassano, si dà mandato di eseguieseguirere il transunto delIadella Bolla di Paolo III e del Breve di in­in­ dulgenze dello stesso Papa alla Confraternita del SS. Sacramento, eretta nella chiesa di S. Biagio di Maratea, diocesi di Cassano, con la dichiarazione di Giu­Giu­ lio III, «vivae« vivae vocis oraculo », sulla validità di dette indulgenze dopo la celebra­ zione del Giubileo. A.S.VA.S.V.,., Fondo Domenicano, 171; Russo, RegesloRegesto Vaticano, n. 19748. 16 dicembre 1550. Al Card. Duranti,Durant,i, che oggi ha rinunziato all'Arcidiaconato della Chiesa di Brescia e alla chiesa parrocchiale di S. Siro di Cemmo di Val Ca·Ca­ monica,manica, di cui vien provvisto Alessandro Duranti, vengono riservati i frutti. Reg. Vat.Vat. 1738, ff.. 279-281v. 18 febbraiofebbraio 1551. Il Card. Duranti dalla Chiesa di Cassano viene trasferito a quella di Brescia, vacante per la morte del Card. Andrea Cornaro. Acta Vicecan­ celI. 7, f. 72; Acta Miscell. 19, f. 48v; Acta Miscell. 65, f . .308308 (9)(9).. Il Cappelletti, Le Chiese dd'Italia,'Italia, XI, 647, fa precedere il Duranti da Alvise Priuli,Priuli, scrivendo:scrivendo: ««Qui Qui dev'essere inserito tra i pastori di questa Chiesa un Alvise Priuli, eletto nell'anno stesso della morte del Card. Andrea Cornaro, ma sconoscono­­ sciuto a tutti gli scrittori bresciani ».». Egli ne ricava la notizia da una lettera del Sadoleto, contenuta nella Raccolta di Lettere di XIII Huomini illustri, in Venetia 1560, in cui il Sadoleto, il 16 aprile 1550, si congratula col Priuli della sua no­ mina a Vescovo di Brescia. E soggiunge: «Del sunnominato vescovo Alvise non abbiamo di poi verun'altra notizia, né si sa perché non sia stato consccratoconsecrato od aal­l­ meno investitoinvestito dello spirituale possesso della sua chiesa, a cui era stato eletto ».

(9) Il GRADENIGO, Ponti/icumPontificum Brixiensium seriseries,es, BrixiaeBrixi-ae 1755, p. 364, ne assegna il tratra­­ sferimento a Brescia al 16 aprile 1550 e il possesso al luluglioglio seguenteseguente.. Egli è seguito dal Gams, Op. cit., 871.871 . Ma si nanatratta di un grossolano errore, perché il Card.Card. Andrea Cor­ naro morìmori il 30 gennaiogennaio del 1551. E' ugualmente erralaerrata la data del 20 febbraiQfebbraio del GUERRINI, La Famiglia Duranti, p. 26, concon riferimento all'Eubel, II, 140, che, al con­con­ trario,trario, riporta la data eesattasalta del 18 febbraiofebbraio..

106 Ma si tratta di un erroreerrore di interpretazione. Difatti nello stesso giorno della nomina del Duranti (18 febbraiofebbraio 1551) Giu­ lio III concesse ad Alvise Priuli, «chierico veneziano », l'accesso o successione alla Chiesa di Brescia, in caso di rinunzia o di mortemorte del Card. Duranti: «per cesces­­ sionem velvel obitum Durantis de Durantibus, qui hodiehodie ad dictam ecclesiam promo­ tus est ». Reg.Reg . Vat. 1791, f. 353-355 (01. 578-.580).578-580). Si tratta però di una nomina puramente ipotetica, la quale, per di più, non sasarebberebbe precedente, ma - caso mai - susseguente alla rinunzia o alla morte del Duranti. In realtà la promozione del Priuli non ebbe effetto nemmeno dopo la morte del Duranti, perché « l'inflessibile Paolo IV non la volle poi confermare» (lO).(10). 18 febbraio 1551.1.5.51. Il Papa Giulio III assegna al Card. Duranti una pensione di 200 scudi sopra i frutti della Chiesa di Cassano Ionio. Arm.Arm. LII,LIl, 1,l, f. 61v-6261v·62 (01.(01. 49v-.50);49v-50); Russo, Regesto Vaticano, n.n. 19769 (11)(11).. 21 febbraio 1.5.51.1551. 11Il Card. Camerario, Guido Ascanio Sforza, ordina a Pe­ tretto del Carretto e suoi soci di restiturerestiture al Card.Card. Duranti la parte della gabella, che gli spetta, sulla vendita di cinque mulini. Arm. XXX, 168, f. 47 (01. 36). 6 marzo 1551.1.551. Delibera del Comune di Brescia sulle spese da affrontare per l'ingressol'ingresso del Card. Duranti in Diocesi. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 26. 6 marzo 1.5.51.1551. Giulio III raccomanda al Doge di Venezia, Francesco Andrea Donato, il Card. Duranti, eletto Vescovo di Brescia. Arm.Arm. XLI, 59,.59, f. 201 (01. 197), n. 122. QuesQuestata lettera assume un carattere speciale, perché la promozionepromozione del Du­ ranti alla sede di Brescia avvenne ««non non senza opposizione di Venezia» (12). 13 marzo 1551.1.5.51. 11Il Card. Duranti rinunzia alla chiesa di S. Maria del Mare di Crotone, che aveva in commenda, la quale viene concessa a Luca Antonio Aloisi, di Senigallia. Resignat. 138, f. 146; Russo, RegestoRegeslo Vaticano,Valicano, nn.. 19771. 14 marzo 1551.15.51. Il Doge di Venezia assegna al Card. Duranti il possesso temporale del vescovato di Brescia. Guerrini, La Famiglia Duranti, p. 26. 6 maggio 1.5.51.1551. Giulio 111III concede al Card.Card. Duranti che possa visitare per­ sonalmente o per mezzo del suo Vicario Generale tutte le parrocchie e chiese della città e diocesi di Brescia, anche di Regolari di qualsiasi Ordine, procedere e de-

(lO) StoriaStQria di BrBrescia,tsaa, promossa e dirdirettaella da G. Treccani degli Alfieri, II,Il, 442. Fa meraviglia che Paolo IV non abbiaabbìa volutovoluro confermare lala nomina del Priuli, perché questo illustre vevenezianoneziano eraera del gruppo della più scelta società spirituale dedell tempotempo (Sadoleto, Conta­ rini, Pale ecc.).c:a:.). Ma, evidentemente, egli ha volutoVOIUfO tagliar corto alla contesa tratrii lui e il Duranti, ricusandoricusando la conferma dell'unode.lI'uno e dell'alttodell'altro e.e ri-correndoricorrendo a un terzo, al Bollani, che::che non era animato da minor buona volontàvolontà.. (11) Questo Breve è~ stato emanato per MotuMo/u proprio di Giulio III e registrato nella Camera Apostolica il 5) marzo, come risulta dalla fonte cito Arm. XLII,XLll, l, f. 12v12v.. (12)(12) Storia di Brtscia,Brescia, cit., 442.

107 porre ecclesiastici, anche esenti, riformare monasteri di monache, impedendo l'inl'in­­ tromissione di qualsiasi persona, anche di delegati della S. Sede, e di istruire pro­pro­ cessi anche criminali a carico di colpevoli.colpevoli. Arm. XXXIX, 59, f. 93v-96 (01. 79v79v-- 82); Arm. XLI, 60, ff.. 192, n.n. 335. 6 maggio 1551. Per il Card.Card. Duranti, eletto Vescovo di Brescia, e ssuoiuoi suc­suc­ cessori dichiaraziondichiarazionee sulle facoltà e privilegi, accordati al CardCard.. Cornaro, suo pre­pre­ decessoredecessore.. Arm. XXXIX, 59, f. 112-115112-115 (01. 92-9592-95);); ArmArm.. XLI, 60, f. 193-197. 6 maggio 1551. Giulio III concede al Card. Duranti, eletto Vescovo di Bre­Bre­ scia, di conservare il vescovato di Cassano, fino alla nomina del successore, e di poter accordare l'indulgenza a chi assisterà alla prima Messa che celebrerà nella Chiesa di Brescia. Arm. XLI, 60, f.f. 198, n. 337; Russo, RRegestoegesto Vaticano, n. 119794.9794. 7 luglio 1551. Il Card. Duranti prende possesso della sua Chiesa di BresciaBrescia.. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XI, 648 (13). Appena venuto in Diocesi, egli ininiziòiziò la visita pastorale, che tuttavia non andò oltre la Cattedrale.Cattedrale. Per quanto estraniatoestraniato dalla vita pastorale e molto occupato ad accrescere il patrimonio familiare, egli manifestò una certa sollecitudine per la sua Diocesi, con lala pubblicazione dell'Ordo Divini Officii insieme con le Constitutiones EccleEccle­­ sae Brixiensis, con !'intentol'intento didi debellare l'eresia serpeggiante e di favorirfavoriree la riri­­ forma (14). 28 luglio 1551. A richiesta del Card.Card. Duranti, Amministratore di Cassano Ionio, ,il Papa Giulio III conferma la Confraternita del SS. Sacramento di Orso­ maro e le concede ddelleelle indulgenze. PerPerg.g. nell'Arch. di SS. Giovanni Battista di Orsomarso; Russo, Regesto Vaticano,Vatican o, n. 19822 . Abbiamo già ricordato che al Duranti era stata lasciata l'amministrazione di Cassano fino all'elezione del successore, che avvenne solo il 23 ottobre di quel­ l'anno. 1 ottobre 11551.551. Breve di Giulio III aall Vescovo di Brescia sulla riforma delle Clarisse di quella città.città. Arm.Arm. XLI, 59, n.n. 1055. 23 ottobre 1551. Giulio III assegna al Card. Duranti una rendita di 300 ducati sui frutti della ChiesaChiesa di Cassano, da passargli da BBernardoernardo Michelozzi, tra­ sferito in questo giorno da Forlì a Cassano. RegReg.. Vat.Vat. 1750,1750, ff.. 163v-166l63v-166 (al.(01. 208v- 211); Reg. Vat. 17811781,, f. 87-90;87-90; Russo, RegestoRegesto Vaticano, nn.. 19853. 5 marzo 11552552.. Lettera della Segreteria di Stato al Card. Duranti sulla resti­ tuzione di Parma e perché si adoperi presso l'Imperatore per mettere ordine in Germania.Germania. Cod. VatVat.. LatLat.. 14092, f. 90-91.

(13) Il GRADENGRADENIGO,IGO, PO/ltificumPontificum BrixiensiumBrixiensium Series, II, 364, nnee riporta, erroneamente, l'in­ gresso al luglio del 1550.1550. (14) Storia di Brescia, cit.,cit., 442.

108 23 aprileaprile 1552. Giulio III concede al Card. Duranti di poter conferire tutti i benefici ecclesiastici della sua Diocesi, anche con riserva di pensioni. Guerrini, lALa Famiglia Duranti, p. 26. 17 settembre 11552552.. Lettera di Cornelio Musso, Vescovo di Bitonto, al Card. Duranti, con la quale gli raccomanda che il Padre Priore di PPadovaadova venga nomi­· nato Vicario Generale dell'Ordine e che si tentengaga il Capitolo a Padova, facendolo eleggere Generale, perché «non« non può farsi eelettionilettioni migliore di questa ». Cod. Borg. LLat.at. 300, f. 110101 (01.(ol. 120) (15). 23 ottobre 1552.1552. Giulio IIIIII riserva al Card.Card. DDurantiuranti ununaa pensione di 500 scudi sui frutti della mensa vescovile di Cassano. Reg.Reg . VaLVat. 1750, ff.. 163v-166163v-166 (oL(ol. 208v-211);208v-211); Reg.Reg. Vat. 1781, f.f. 87-90;87-90; Russo, RegestoRegeslo Vaticano, n. 19853.19853. 1552-1553.1552-1553. Il Card. Duranti nominnominaa suo Vicario Generale a Brescia il Dott. Nicola Assonica, nobile di Bergamo e nipote di Bartolomeo Assonica, Vescovo di Capod'Istria. Guerrini, La Famiglia Duranti,Duranti, p.p. 2727.. 21 maggo 11553553.. Lettera del Card.Card. Reginaldo Pole al Card.Card. DuraDuranti.nti. Guerrini, Op. cit., 29. 13 apriaprilele 11954.954. Il Card. Duranti è deputato a presiedere il Capitolo dei CroCro­­ cigeri, che si terrà a Brescia. Arm. XLII, 7, f. 175 (al.(ol. 192)192).. 24 aprile 1554.1554. Giovanni Lippomano, nobile veneto, è provvisto della chiesa di S.S. Maria di Asola. diocesi di Brescia (ora di Mantova), col consenso del Card. Duranti. Reg. Val 1776, f. 192v192v-193v-193v (01.(ol. 269v-270v)269v-270v).. 11554.554. Il Card.Card. Duranti riduceriduce a 200 scudi llaa sua pensione sui frutti della mensa vescovile di Cassano, di cui fu Vescovo, ora affidata in amministrazione al CarCard.d. Gian Angelo Medici (futuro(futuro Pio IV). Arm. LII, 1, ff.. 61v-62v (0(ol.1. 49v·49v- 50v); Russo, Regesto Vaticano, n. 20246. 1155.55. Il Card. Duranti nominominana suo Vicario Generale a Brescia Vincenzo Du­Du­ ranti, Vescovo ddii TTermoliermoli.. Questi, già Vicariioo Generale a Ravenna, ebbe corrispondenzcorrispondenzaa con SS.. IgnaIgnazio,zio, per l'invio dei Gesuiti in quella cttcttà?. CfrCfr.. MonumentoMonumenta Historica S.I., MonumentoMonumenta Ignatiana,Ignatiana, p. 634·635634-635 (lettera didi SS.. IngazioIngazio del 6 febbraio 1553). VenutoVenuto a Brescia, egli ripeté l'invito alal Lainez,Lamez, successore di S. Ignazio, per questa città, dove la de·de­ cadenza dei costumi e la propaganda ereticale erano notevolinotevoli.. « In questa estate - scrive il P. ScaScadutoduto - pressionipressioni multiplemultiple di personalitàpersonalità bresciane giungevano a LaiLai­­ nez percperchéhé si inducesse ad accetrareaccettare una casa che gli veniva offertoffertaa in città, e quella del DurantiDuranti era tra le più vive ». M.M. Scaduto, Storia della Compagnia di Gesù in

(U)(15) Cornelio Musso, di PPiacenzaiaçen7-<1 ((1511-1579),I .'Hl·1.579), dei MMinoriinori Conventuali, fu illustreillustre teologo e predicatore di fama, professore di MetafisiçaMetafisica all'Università di PPaviaavia e di Bologna, VVe­e­ scovo di BertinoroBertinoro nel 1541, trasferito a Bitonto nel 1.544.1544. Prese parte attivaattiva al Conci·Conci­ lio TridentinoTridentino,, dovdovee tennetenne il discorso inauguraleinaugurale il 13 dicembre 1545.1545. Scrisse varie opere, tra cui le PPrediche,,ediche, 8 voLvol.,, in varie edizioni dal 1554 alal 15991599..

109 Italia,ItaUa, VoI. III, Il Governo 1556-1565, Roma 1964,1964, p. 525. Cfr. Monumenta Hi­ storica SS.I.,.I., Bobadila, 211, 215, 220. 14 giugno 1557.1557. Alessandro Duranti,Duranti, nipote del Card. Durante,Durante, a 25 anni, è nominato Vescovo coadiutore dello zio, con l'obbligol'obbligo di ricevere ilil presbiterato entro 6 mesimesi e la consacrazione episcopale a 27 anni. Acta Vicecancell. 8, f.f. 76v; Acta Miscell.Miseell. 19,19, f. 199v199v.. Abbiamo già accennato alla lite, che sorsesorse tra luilui e ilil Priuli, sulla successione al vescovato di Brescia, in seguito alla morte del CardCard.. Duranti. Paolo IV non confermò né l'uno né l'altro. 24 dicembre 15571557.. Il CardCard.. Duranti fafa testamentotestamento e nomina erede universale dei suoi beni il fratellofratello Paolo. Guerrini, La Famiglia Duranti,Duranti, pp.. 27. 17 agostoagosto 1558. Erezione a BresciaBrescia del Monastero dei SS. PietroPietro e Marcellino, delle Agostiniane, ad opera di Leonella Martinengo, che viene nominata Badessa,Badessa, e soggetto alla CongregazioneCongregazione di S. Giovanni Evangelista. Reg.Reg. Vat. 1836, f. 204204-- 206v (01. 284-286v). 24 dicembre 1558.1558. Il Card. Duranti muoremuore a 71 anni ed è sepolto nella Cat­ tedrale,tedrale, da dove nel 1604 è trasferito nella tomba di famiglia nel Duomo vecchio, con iscrizione riportata da tutti gli storici,slorici, che parlano di lui,lui , Chacon,ehacon, Ughelli,UgheUi, Gra­ denigo, Cappelletti ecc. ((16).16). Sul Card. Duranti si hanno dei giudizi discordanti. Egli deve la sua fortuna alla protezioneprotezione del Card. Alessandro Farnese, che divenne poi Papa col nome di Paolo III. Fu questo a promuoverlo Vescovo di Alghero e poi di Cassano e, infine, elevarlo alla Porpora, anche se dietro lele prespres­­ sioni di Costanza Farnese.Farnese. Ma lo stesso GuerriniGuerrini riconosce che si tratta di «una« una fortuna superiore alle sue qualità intellettualiintellettuali e morali », che è, in fondo, il giudi­giudi- zo20 del Massarelli,Massarelli, già ricordatoricordato.. A questo giudizio negativo si affianca quello degli altri storici moderni, mentrementre gli antichi sono larghi di elogi. Il Gradenigo - per esempio - scrivescrive:: «Acceptam gloriamgloriam multis auxit virtutibus; fuitfuit disertus,disertus, sa­ crarumque crarumque humanarumque litterarum peritus»peritus Jt (17). Egli però confessa che lala biografia del Duranti è stata trascritta integralmente dallo scscrittoritto del suo nipote il Conte Duranti. Il Moroni afferma che, quale Legato dell'Umbria e di Camerino, egli « si gua­ dagnò la stima e l'affetto universale»universale» e, come VescovoVescovo di Brescia, alla sua morte,morte, ««fu fu da tutti pianto,pianto, siccome fufu amato per la sua dolcezza e prudenza» (18)(18).. Per quanto riguarda lala sua attività pastorale, bisogna riconoscere che le due Diocesi di Alghero e di Cassano Ionio,Ionio, egli non le vide nemmeno da lontano,lontano, pur

(16) Da (16) Da rettificare ilil MIGNE,MIGNE, Encyclopédie dudes Cardineaux, 868, per ilil quale modmori il 15 mag­mago gio gio del 1558;l'58, ilil CHACON,CHACON, VitaeVitae PontificumPonli/icum et Cardinalium, II, 704, che ne anticipaanlidpa lala morte di un anno; il CANDELLA, MemorieMemorie Storiche dei Cardinali, IV, 267, che ne as­ segna il segna il trapassotrapasso «sul finire del 15571557 e non deldel 1558,1558, Ila 71 anni»,anni., ecc. (17) PontificumPonti{icum Brixiensium Series,Serics, pp.. 365. (18) DizionarioDiriol'Ulrio di ErudizioneErudizronc Ecclesiastica,&clcsUutictl, XX, 301.

110 incassandone la ricriccaca rendita, con la quale - insiemeinsieme con quella degli altri nume­ rosi benefici ecclesiastici, ricordati - aaumentòumentò notevolmente il patrimonio di fami­ glia. PrPreseese invinveceece il possesso di Brescia e vi dimorodimorò ssaltuariamentealtuariamente e vi mori.morì. Gli si riconosce una certa sollecitudine pastorale per questquestaa DiDiocesi,ocesi, ma si conclude:conclude: « Non fu certo vero pastore né tantotanto meno un riformatore; rimase in estimazione piuttosto fra i letterati da lui protetti, che non mancavano in Brescia» (1(19)9)..

FRANCESCOFRANCESCO RUSSO

Nota bibliografica sul Card.Card. Duranti

F. UghUghelli,elli, Italia Sacra, 2a ed.ed. di G. Coleti,Coled, Venetiis 1747, IV, 562; G.G. Gradenigo, PontificumPonti/icum Brixiensium series, BrixiaeBri:xiae 1755, 364-365; A. CChacon,hacon, VitaeVi/ae eett Res ggestaeestae PontificumPonti/icum Romanorum et S.R.E.S.R.E. CaCardinalium,rdinalium, Romae 1677, IIII,, 703-704; L. Cardella, MemorieMemorie storiche ddeiei cacardinalirdinali di S.R.c., IV, 267:267; G. Moroni, DizionarioDizi01lario di erudizione ecclesiastica, XX, 300-3()(). 301; N.N. Cappelletti, Le Chiese d'ld'Italia,talia, Venezia 1856, XI, 647-648; L. von PPastor,astor, Storia dei Papi,Papi, voI. V e VI, passimpassim;; PP.. Gucrrini,Guerrini, La Famiglia Duranti e i suoi Vescovi, PPaviaavia 1911 (estr(estr.. da "Brixia SSacra",acra", 1911); P.P. Guerrini,Guerrini, Cardinali e Vescovi Bresciani,Bresciani, Brescia 1916;1916 ; Storia di Bresda,Brescia, promossa e diretta da G. Treccani degli Alfieri, Brescia, Mot'{:CUiana,Morcelliana, II,lI, 442-443; PP.. Guerrini, MMemorieemorie storiche della Diocesi di Brescia, II, Brescia 1942;1942; F.F. Russo, Storia della DiDiocesiocesi di CorsCassanoano IIonio,onio, IIIII,I, Napoli 1968,94-96;1968, 94-96 ; F. Russo, Regesto Vaticano per lola Calabria, IV, Roma 19781978..

(19) Storia didi Bresci4,Brescia, citcit.,., IIII,, 442.442.

111 IL CARDINALE GIAN FRANCESCO GAMBARA E IL SANT'UFFICIOSANT'UFFICIO SOTTOSOTIO GREGORIO XIII

Dei molti uffici ricopertiricoperti dal cardinale Gian Francesco Gambara vescovo didi Viterbo e splendido principe del RinascimentoRinascimento (la sua villa di Bagnaia, si sa quanto addolorasseaddolorasse il santosanto cardinale Carlo Borromeo che si considerava suo "fratello" in quanto figliastro della contessa Taddea Dal Verme, madre a sua volta del porpo­ rato bresciano) (1)(1) quelloquello che più vienvieo posto inin evidenzaevidenza è il suo incaricoincarico presso la congregazionecongregazione deldel santo UffizUffizio.io. Il PastorPastot ne parla inin più luoghi,luoghi, come a proposito delle nomine cardinalizie deldel 12 dicembre 1583 allorché, insieme al cardinalecardinale Santoro, altro membro della Inquisizione,Inquisizione, si era sentito in doveredovere di far notare a Gregorio XIIIXIIl come due perper­­ sonaggi da luilui presceltiprescelti quali membri del sacro Collegio, Carlo I de Bourbon ve­ve· scovo di Rouen e Giorgio Radzwill vescovo di Wilna fossero figli di eretici.eretici. Ma ilil papa Boncompagni replicòreplicò loro: «Ciò lolo sapevo, ma entrambientrambi sono personalità sotto ogniogni riguardoriguardo distinte»distinte,. (2). Altrove sisi ricorda ilil Gambara,Gambara, sempre inin taletale ufficio, insieme ai cardinali di Pisa (Rebiba) e Francesco Pacheco, tra gli assertori,assertori, in linea col papa bolognese,bolognese, di provvedimentiprovvedimenti miranti a garantiregarantire lala indipendenza degli ufficiali della congregazione assicuratiassicurati mediante opportuni provvedimentiprovvedimenti am­ minsitrativi, da ogni sospetto (3)(3).. Altre menzioni riguardano condannecondanne da luilui pro­ nunciatenunciate (4) e, ancora, la sua posizione didi inquisitore (5) specie nel processo con­ tro l'arcivescovol'arcivescovo di ToledoToledo Bartolomeo Carranza (6) al quale si riferiscono pure

(1)(l) Cfr.Or. Il primop,imo processo perper san Filippo Neri nel codice vaticano latinolatino 3798 e in altriallri esemplarieumplIJri dell'archiviodell'lJrchivio ddl'Odell'OratoriorIJtorio di Roma,RomlJ, editoeditO ed annotatoannOialO da GG.. IncisaIncisa delladeUa Roc­ chettachetta e N. Vian,Vian, con lala collaborazionecollaborazione del p.p. C. Gasbarri,Gasharri, III, CittàCiti}, deldel Vaticano 1960, p. 45 e nota 1781787.7. Vedi ancheanche il nostronOStro La CompagniaComplJgnilJ deidci Bresciani inin Roma, Brescia 19691969. (2) L. VON PASTORPASTOR, Storia dei papiPI1Pi dalladiJl/a fine del medio evoevo compilatacompila/IJ coll sussidio dell'Ardell'Ar­­ chivio segugretoreto pontificio e di molti altriall,i archivi,archivi, IX, tru.. it.it. PP.. Cenci, Roma 1942, p. 167. (3) IbidIbid.,., pp.. 213. (4) Ibid.Ibid.,, p. 217.217. (5) Ibid.,Ibid., pp. 877, 918. (6) Una riccarica: bibliografia sul Carranza in B. CARRANZA, De mysticis nuptiis VerbiVe,bi divini cum EcclesiaE"lesia et animabus iustorum, introduzione,introduzione, testotesto iineditonedito e note a cura di A. PiaPio­­ Ianti,laoti, CittàCitti. dcidel Vaticano 1970,1970, pppp.. 7-16, notenOIe 1-201-20 (introduzione)(introduzione).. Sul processo PASTOR,PASTOR, StoriaSto';lJ dei papi, VI, pp.pp. 517-518;517-5 18; VII,VII, pp.pp. 285,285, 496496-501,-501, 525-526;525·526; VIII, pp. 233-250; IX, pp. 223-225223-225.. Un giudizio definitivodefi nitivo al quale non ostana,ostano, ma semmaiscmmai dannodanno forza lele suc­suc· cessive ricercher1cttchc (Cfr. J-] . LECLERCQ, Leù procèsprocis ded~ BB.. Carranza,Ca"IJnza, inin «Recherches~ Rcch e n:hcs desdes scien-scien· ces religieuses»,religicuses .. , 1935,1935, p. 454' ss55.i.; J.]. TELLECHE IDIGORAS,IDlGORAS, JuanJUIJn de ValdèsVa/dis y Bartolo­Barlalo­ mém~ d~de Carranza, inin «Revista~ Rcv j5ta espanolaespanola de Teologia»,Teologia .. , 1961,1%1, pp. 2892895$., ss., cfr.d r. PIOLANTI,PIOLANTI, in DDe~ mysticimystidJs nuptiis, pp. 8-9) è quello deldd PastorPastor:: «Per~Per quanto si può giudicare - eglicgl.i

112 i documenti che riproduciamo e dei quali vogliamo dar contoconto in ququesteeste note (7). Nonostante le mende, abbastanza frequenti, del resto, tra gli uomini del suo rango e del suo tempo, il cardinale Gambara, ancora non diversamente da essi, fu intransigente sulla purezza della fede; ad un religiosoreligioso di nobile famiglia bre­bre· sciana alleata alla sua, egli scrivevscrivevaa ricordando lalo. « amicizia delle loro famigliefamiglie)), », l'affetto e la stima dei quali gli avrebbe detto il latorelatore della lettera,lettera, dottor Giovan­Giovan· ni Maria Agazzi. E proseguiva: «Mi rallegro ben con lei con tutto il core di cosìcosl santa et honorata risolutione di mandar viavia gli heretici»heretiti)lo (8). Al vescovo di Modena, il domenicano Sisto Visdomini, così scriveva il Gam·Gam­ bara, con chiaro riferimento al cardinale Giovanni Morone:

PerPer quelloquc:llo che io ho ragionatoragionalo con vostra signoria eett per la relationere la tione che io n'ho avuta da altri l'ho stimata sempre di moltomollO valorevalore elet merito com'ell'è veramente;veramente ; né per questoquCStO $Oso ch'ell'habbia causa alcuna di ringratiarmi. Ben mi par di dirle per il grado ch'io ho eett per l'affettionil'afIettioni ch'io le porto che COtestacotesta città forse per qualche reliquia del seme sicché ha bisogno d'un pastorepastore molto accuratoaccuralO et diligente il qual sappia mescolare lala destreuadestrezza con la severità, et usare l'una et l'altra quando bisogna, tanto più perchépen.:hé la bona memoria di monsignor di Modena già suo predecessore per haver voluto usar sempre la mansuetudine et la piacevolezza si giudica che non habbiahabbia fattofano tuttotUIIO quello che harebbe polutOpotuto per servitio della sua Chiesi.Chiesa. Vostra signoriasignoril SIsa che il santounto Offitio si suoisuoI riposare assaiaSSIi ne ii vescovi che sono Stastatiti creati dall'Ordine degl'Inquisitori, però quando quc:lliquelli non facessino il debito loro, sarebbe manco male, o che non ci fussino vescovi, ovvero che ci fussin ddii quelli neiDei quali il sanlosanto ootioOffitio non confida. Il dlCche ho voluto dirle acciò che elllella si ricordi di corrispondere allialla fede che s'ha in leilei et sia cerlacerta eheche in ogni occasione che mi si presenteràpresenteri di farle servitio mi tro~­ varàvm tantolaoto pronto quant'ogn'altroquanl'ogn'altro suo più amorevoleamorevole et affetionatoaffetionllo.. Di Roma li 5 didicembrecembre 1571un (9).

Nello stesso tempo ilil cardinale Gambara, incoraggiava e consigliava gli inquiinqui·­ sitori; a quello di Mantova, in una lettera che si potrebbe datare, almeno per la collocazione della minuta nel copialettecopialetterere dal 24 manomarzo 1576 in poi, scriveva assiassi·­ curando «.. tutti i buoni uffitij a beneficio suo conoscendola di quel merito et bontà ch'é, ma è bene ch'attenda a vivere con ogni quiete con gli altri religiosi, fuggendofugge ndo

scrive - gli errori ddelel CarranzaCarrQnUl erano solo il rovescio dclledelle sue virtù; nello sforzo di ricon­ricon· ciliare gli eretici con la Chiesa, di moderare gli ostacoli eheche essi trovavano nella dottrina cattolica, egli andò loro,loro, almeno nellanclla forma delle espressioni,espressioni, troppo incontro, e perciò mise in pericolo, senza volerlo, la purezza dclladella dottrina della Chiesa ( ...... ). ). La severità con cui si agìagi contro l'infelice,'infelice arcivescovo,arcivesco\'o, o più tosto contro lala suaSUI tendenza,lendenza, fu posciapostil presto giustificata dagli eventi. Ancora pendevipendeva il processo di Carr.nza,Carranza, allorché al nord sorse appunto da quelliquella tendenza un'eresia cbeche nei secoli seguenti dovevadovevi portare alla ChiesaQUesa danni indicibiliindicibili». (si riferisce ovviamente al Giansenismo), PASTOR, Storia deidt; popi,papi, IX, pp. 224-225.224225. (7) lI documenti originali che qui pubblichiamo si trovano nnellaella Civica Biblioteca QuerinilnaQueriniana di Brescia, Archivio Gamblra,Gambara, COpia/tlUCopialetterert del cardinale G.F.G.F. Gambara (non cartolato,cartolaIO, la numerazione delle carte si trova in un regesto da noi compilato).compilato) . (8) Copialettere,Copia/mut, c. 77 r s.d., aIl l PQdrepadre Maggi.MQggi. (9) Ibid., cc. 23 vv· - 24 rf..

113 sempre l'occasionel'occasione di garegare et di sdegni; et lili sisi promettepromette -- soggiunge ilil cardinalecardinale -- dove potrò giovarle,giovarle, che nonnon sese nene trovaràtrovarà ingannata»ingannata» (10).(lO). Sempre per gli affari del santo UfEzioUffizio ilil cardinale GamharaGamhara tenevateneva come nor­ ma assoluta lala riservatezza:riservatezza:

InIn cose appartenenti alal santo OfficioOffido - scriveva a donna GirolamaGiroll.ma Colonna -- ioio nonnon sanson solito di dar mai rispostarisposta a sortesone alcuna di letterelettere: che mi siano scritte, etet sono stato cosicosl rigoroso inin osservar sempre questo stile, che anche alla reginaregina di FranciaFrancia non ho mai rispostorispostO quando mi raccomandavaraccomandava monsignor di Fois.Fois. Tuttavia è tantotanto ilil desiderio che ioio hoho di servire a vostra eccellenzaeccdlenza che nonnon possoposso lasciarlasciar didi dirledirle intornointorno alal principeprincipe della ScaliaScilla raccoman­ datomi da lei,lei, che se bene nella giustizia qui non si suole uscir deldci corso ordinario nondimeno gli saranno usate tuttetutte quelle cortesie et agevolezze che comporta l'equi·tà,l'equità, et ioio meme ne pigliarò particular cura perper servire al. vostra eccellenzaeccdlenza alla qual desiderodesidero di servir inin cose che dipen­ dono da me et cheche siano di sua soddisfatione quant'altroquanl'aItro servitore ch'ella habbia (11)(11)..

Va osservato tuttavia che quel principe, in sospetto dicii eresia era stato fattofatto incarcerare,incarcerare, come risulta da una lettera del cardinale d'Ossat (5 novembre 1584) nelle prigioniprigioni napoletane dell'Inquisizionedell'Inquisizione (12), mentre Paolo de FoixFoìx era stato arrestato in Roma, per analoghe accuse dalle quali venne prosciolto, e trattenutotrattenuto in quelle segretesegrete (13)(13). . Sempre nella sua veste di inquisitore, il cardinale Gambara si dovette interes­ sarebbe d'un caso ben più clamoroso, il processo cioè contro l'arcivescovo dicii To­ ledo Bartolomeo Carranza de Miranda (nato nel 1503 a Miranda nella Navarra e deceduto in Roma, dopo le traversietraversie cui accenneremo, il 2 maggio 1576). L'epi­L'epi­ sodio è ben noto anche per esser stato recentemente approfonditoapprofonclito da vari studiosi, in ordine alle accuse dicii eeresia,resia, al processo conclusosi a Roma il 14 aprile 1576 con la condanna alla ritrattazione di alcune proposizioni sospette ed a pene minori (14). Per quanto riguarda l'attivitàl'attività inquisitorialeinquisiwriale del Gambara ci limitiamo però a ci­ tare alcuni documenti successivi alla morte dell'arcivescovo di Toledo. Il 6 mag­ gio 15761.576 infatti, a sepoltura avvenuta in santa Maria sopra Minerva, il cardinalecarclinale scriveva al re di Spagna raccomandandogliraccomandandogli il latore della sua lettera, «tornandosedornandose con questi altri signori che si sono adoperati nella causa tolitana il signor licentiato Timino il quale è dicii quella virtù che è molto benbon nota»not::l.» e che avrebbe baciato la mano dicii Filippo II a nome del Gambara ((15).15). Di nlì a dodici giorni il porporato bresciano, scrivendo al cardinale PacheroPacheco,, non avrebbe nascosto la sua opinione su quella causa e su ququellaella sentenza, con una chiarezza tale da esimere da qualsiasi commentocommento circa la autenticità del suo convincimento, il quale, ovviamente, va inteso come espressione personale, non

(lO)(10) lbidIbid.,., c. 48 V.,v., s.d_s.d. La lettera è trascritta dopo quella datata 24 marzo 1576.1576_ {(11)Il) lbid.,Ibid., c.c. 1 v, s.d. (12) PPASTOR,ASTOR, Stori/JStoria dei PllPi,papi, IX, p. 215. (l3)(13) lbidIbid.,., p. 214. (l4)(14) Or.Cfr. nota 6.6. (15(15)) CopiJettere,Copialettere, c. 403 v.v.

114 certo imparziale né infallibile, ma tuttavia meritevole di essereessere nota per compren­ dere criteri ispiratori ed atteggiamenti di quel porporato tanto legato alla Spagna ed all'uall'unissononissono con quegli inquisitori.

Oltre alle letterelettere scritte da me a vostra signoriasignoria illustrissima di Lombardia -- cosicosì da Ro­ ma ilil 18 maggio _- dIaella havm.havrà havuto due altre mie, per una delle quale mi condolevocondolevo della morte della sanasacra maestà di bona memoria et per l'altra le davo contOconto della spcditionespeditione della causa toletana mandandole copia della sentenzia et abiurationabiuratione,e, la qual poco doppo che fu fatta, l'arcivescovo,1'arcivescovo, comecome vostra signoria havrà inteso a quest'quest'horahora passò di questa vita che fu a 2 del presente, di modo che pare cheche la Providenza di Dio habbia differito la morte di questo prelato in tempo che lala causa s'era vista et finita, perché se fusse mancato prima, non saria statostato possibile di far crederecredere al mondo che egliegli non fusse un santo, et che non fusse sstatota to perseguitato un innocente. La morte di esso ha levato la faticafati-ca a questi miei illustrissimi signori d'havefd'haver a ricordare molte cose necessarie al benefitio di quella chiesa, si come per non levare a flOvdlierinovellieri la parte loro, non dirò altro a vostra signoria illustrissima delle scappate fatte dal dottor Navarra, se non che avvedutosiavvedutosi, egli del castigo, che conosceva di meritare per la sua imprudenza, se n'andò dal papa, et gli offerse di scriverscriveree un libro in difesa della sentenza data, OUIma sua santità li rispose queste precise parole: «La nostra sentenza non ha biso­biso­ gno della vostra difesa, né d'un libro».libro». Dell'altre cause poi del santo OfltioOfftio non mi par che si convenza parlare dove si parla didi, questa toletana parendo che la grangrandezzadezza di essa oflese1ioffeseli tutte le altre. Dirò bene a vostra signoria illustrissima che se veggo verificare in lei quel che soleva dire la bona memoria del cardinale di Correggio, chcche comccome gli spagnoli si trovavano ini,n Spagna, non si ricordavano più di venire in Italia, poiché considero che ella piglia ooslcosì a lungo termineternilne intorno alla sua visita, et io vorrei che ella lasciasse più tosto di visitar qualche pila della sua Chiesa, che tardar tanto a tornarsene a Roma, dove è desideratissimo dada tutti, ma in estremo da me (16).

Anche questa lettera è molto chiara, particolarmenteparticolatmente indicativa non solo della opinione del cardinale Gambara sul Carranza (un giudizio che, del resto è largalarga­­ mente superato da quello più equanime degli storici e dei teologi moderni e con­ temporanei) (17), mama anche nello stesso tempo d'una certa resistenza che ancora incontravano i decredecretiti tridentini circa la residenza dei vescovi.vescovi. Nonostante lala sua non celata ostilità, cosl,così, appunto, espressa dopo la morte del Carranza, il Gambara incaricatoincaricato da Gregorio XIIIXIII «d'intender le divisioni che si havevano a fare tra i serviservitori tori dell'arcivescovo di Toledo secondo i meriti et secondo lele pretensioni di ciascuno», agì,agl, sembra con prudenza e secondo giustigiusti­­ zia. Infatti, come scriveva ancora a «monsignor di Conca», cioè al vescovo di Cuenca e futuro cardinale di Toledo dcde Queiroga in una lettera del 20 giugno (senza indicazioneindicazione dell'anno, ma senza dubbio del 1576), ilil cardinale GambaraGambara erogò diecimila scudi ai fratellifratelli del decano di Talaverna che erano vissuti a Roma, durante ilil processo con grave dispendio; poi, inin seguito all'intervento di don Pie­ tro de Carranza che riteneva inadeguata quella somma (tanto(tanto più perché il deca-

(16) Ibid., c. 403 rv.rv. (17) Cfr. PASTOR, Storia dei papi, IX, pp. 224-225, e nota 6 ddii questoquesto nostro scrittoscritto..

115 no, cui era stata assegnata intorno al 1571 una provvlSloneprovvisione di scudi 100100 al mese, non si era mai prevalso di quellequelle renditerendite ed anzi le aveva declinate non essendo al servizio del re), ilil cardinale avrebbe consentito ad aumentare la liquidazione,liquidazione, ma ostava a quell'atto l'interventol'intervento dell'ambasciatore don Giovanni di Zuniga il quale, scrive iill Gambara ..«m'ha m'ha pregato che non s'innovasse né s'assignasse cosa alcuna alla distribution fatta»fatta... E pertanto raccomandava i fratelli del decano al re didi Spagna (18)(18).. Ancora inin relazione a quel processo ed ai rapporti fattifatrisi si frattanto tesitesi tratra RoRo­­ ma e lala Spagna, vi sono altri documenti epistolari nei quali ilil cardinale Gambara tratta delladeIJa successione del Carranza alla sede arcivescovile toletana.toletana. Essendo veve·­ nuto a mancare ilil 1717 giugno 1577 il nunzio a MadridM:u!rid Nicolò Ormaneto vescovo di Padova, Gregorio XIII aveva destinato come suo rappresentante in Spagna FiFi·­ lippo Sega vescovo di Ripatransone inin quel tempotempo dimorantedlmorante in Fiandra presso don Giovanni d'Austria. Tra le questioni più urgenti dada risolvere e delledelle quali sisi parla nellenelle istruzioni al nuovo nunzio due riguardavanoriguardavano lele pretesepretese ddii Filippo II in Italia (tentativo di limitare le facoltà del nunzio a Napoli Lorenzo Campeggi, diritto didi patronato per i vesvcscovati covati di SiciliaSiciua e Sardegna), le altre la successione del CarranzaCarranza.. Infatti il Consiglio del rere aveva nominato un uditore per prendere possesso della sede arcivescovile e prprimazialeimaziale di Toledo e frattanto rimaneva sospesa lala questione relativa all'uso delle rendite di quella mensa che ll'autorità'autorità secolaresecolare avevaavcva amministratoamministrato durante lala prigionia di monsignor dedc CarranzaCarranza (19).(19). ArcivescovoArcivcscovo di Toledo divenne poi, come è noto Gaspare de Quiroga il ve­ scovo di Cuenca amico e corrispondente del Gambara; questi ssii era interessatointeressato per lala sua nomina cardinalizia ancor prima del Concistoro in cui Gregorio XIII aveva fatto «lacla prima grande nomina», ma soltanto alla fine del 1578, ilil 15 ddi.i­ cembre, dopo la rinunciarinuncia di Ferrante di Toledo, creato appunto il 2121 febbraio dello stesso anno, il Queiroga fu chiamatochiamato a far parte del sacro CollegCollegioio (20)(20)..

S'èS'~ risoluto Nostro Signore di far promotionepromolione: di cardinali, ee: stamanestatrulne: - cos1cosl scrive:scrive il GambaraGambarl al CasanateCasanale inin data 22 febbraio 15781578 - doppo lala CongregationeCongrc:galione: dell'Inquisitione,dell'Inquisitione:, cheche: s'ès'~ fattafatla dinanzi alla persona sua, memc: n'ha datodalO parteparle: di manieramanie:ra cheche: con quest'occasionequesl'occasione: non ho mancatomancalo di ricordarericordare: a sua santilàsantità lala persona dell'arcivescovodell'arcivescovo di Toledo dicendo cheche: in tuttaIUlla lala Spagna non ~è prelatoprclalo di maggior merito, che:che era figliolo di questa corte, che giudi­giudi. cavoClIVO non menme:n servitioservilio che reputationereputalione deldc:! sant'Offitiosant'affido che l'Inquisitorl'Inquisilor generalegenerale: del regno di Spagna fussefusse: cardinale e:1et allaall11 fine che siccomesiccome: lala Chiesa di ToledoTolOOo havevahavc:va patito tantotanto peperr contoconIo dell'arcivescovo passato, cos1cosl pativa cheche: si convenisse di honorarlaronorarla col promuoverepromuove:re ilil suo prelato, poichépoi~ con questoqueslo si sarebbe fattofatto ancheanche: grandegrande: honoreroDore al sacro CollegioColIe:gio et a questaquesll santasanla Sede.

(18) Copialettere,Copialettere, c.c. 404 rv.rv. ((19)19) PASTOR, Storia dei papi, IX, p. 253. (20) Ibid., pppp.. 163-164. Il detto paragrafopafllgrafo sullesulle: «nomine«nomine: deide:i cardinali»cardinali. chiariscechiarisce: ancoraancori il concon·­ tenutolenulo delladclll letteraletle:flI deldc:! Gambara di cui allealle: notenoie: seguenti.

116 Ho trovatotrovato Nostro Signore molto ben disposto a favore di monsignor iUustrissimoillustrissimo arei­arci· vescovo, havendo approvatoapprovato quanto ho ddettoetto et mostrato di volerlo promuovere, se ben non questa volta, non potendo mancare a quelli cheche gli erano stati racchomandati dal re.re. lolo non ho lasciatolasdato di replicare cheche concon tuttotutto che suasua maestà non n'habbia faltofatto instantie,in stantie, tuttaviatuttavia non era dubbio che haverebbe rictvuto per grato servitioservitio chchee Sua Santità havesse fatto cardinale un prelato tantotanto intimo et tanto principale appresso lala persona di Sua maestà, con soggiungeresoggiungere che ii meriti didi esso solo ascondevano i meriti di,dr tutti gli altri.altri.

Assicurava infineinune che anche ilil cardinale Farnese, «innanzi l'hora del Consi­Con si· storo, parlerà a Sua Santità» in questo senso (21).(21) . Sei giorni dopo il cardinale Gambara tornava sull'argomento scrivendo an­an· cora a quel suo corrispondente, e sempresempre insistendo sull'interessesull'interesse deldel Santo UfÌÌzioUffizio (e della Spagna, naturalmente) per quella nomina:

Cltr'aOltr'a quel ch'io ho scritto a vostra signoria con le mie precedenti - cosicos1 il 28 febbraio, da Roma - ho anche voluto d;r!edirle che doppo lola ppromottioneromottione ho fatto sapere al signor don Giovann;Giovanni, di Zuniga alcuni pensieri che stimavo ch'importasseroch'importassero non poco al servitio dcidel re, et con questa occasione mi parve di darle conto dell'uffitio fatto da me con Nostro Signore per lola persona di monsignor arcivescovo di TolcdoToledo si per procedere con ququellaella ingenuità et libertà che son solito,solito, si anche perché se talvolta egli l'hal'havesse ves se inintesoteso da altri, non lo rappre­rappre· sentasse a sua maestà diversamente et li dissi che quelle ragioniragioni,, che mi havevano mosso a far quest'uffitio,quest'uffitio, mi muovevano anche a farlo con lei per soddisfare alla mia conscientia giudi­giudi· candolo servitio di Dio, di sua maestà et de suoi regniregni et honore di ququestaesta santa Sede, et ag­ag· giunsi che se bene sua SantttàSanthà approvava le mie ragioniragioni,, tuttavia non si risolvendo a promuo­promuo· verlo,verIo, conoscevo con tutto che tenesse la causa in se, che non restava per altro che per non haver tempo d'intender la mente di sua maestà, onde havevohavcvo pensato che questi altri signori iUustrissimiillustrissimi dell'Inquisitiondell'Inquisitionee facessino il medesimo offitio,offido, ma poi non mi pareva a propopropositosito per haver visvistoto la ferma risolutione di sua Beatitudine.Beatitudine. Il signorsignor don Giovanni commendò tutto questo,questo, tanlotanto più parendoHparendolt ch'io havessi fatto quel chchee mi conveniva, con dir ch'harebbe fatto l'istesso, se si fusse trovato ne i miei piedi, et dcidei meritrmeriti ddell'ell'arcivescovo arcivescovo parlò molto honoratamente, dicendo che egli era tanto oblig.1toobligato servitore, che doveva desiderargli ogni grande honore et che eraera restato di parlarne col papa per haverhavcr la legge scritta, la quale non poteva alterar per haver la nominatione tre anni solo di quegli altri. Ma doppo la morte di Guzman di Silva havevahaveva scritto al re che se havesse domandato l'arcivescovol'arcivescovo per ilil titolo, era di opinione che l'havesse ottenuto facilmente; poi che vedeva la persona di questo prelato in tanta buona consideratloneconsideratione di sua Santità et di tutta la corte, che anzi, senz'esserscnz'esser nominato stimava che fosse potuto riuscire; di che si come non havrebbe fatto instantrainstantia sese non n'havesse commissione, cosicosì se si fusse trattato di farlofarlo,, non si sarebbe opposto,opposto, casoQlSO che da sua maestà non li fusfussese comandato espressamente, non li parendo se non servitio della maestà sua che un suo tanto confidente et principal ministro fusse horroratohonorato di questa dignitàdign!tà (22)(22)..

Era tempo dunque che il cardinale Gambara informasse direttamente Filip·Filip­ po II e ciò egli fece con una lettera in data 4 marzo che svolge le solite conside·conside-

(21) Copialettere, cccc.. 409 v ·- 410 vv.. (22) Ibid., cc.. 406 rv;TV; una postilla d'altra mano e probabilmente coeva recareca questa leggenda: «lettera radssimararissima et degna dd'essere'essere notata».

117 razioni e ripete sostanzisostanzialmente,almente, nella prima parte quanto gli aveva glagià scritto (23) mentre nella seconda parte si ribadisce l'interesse della InquisizioneInquisizione nel premiare unouno dei più foniforti accusatori ddelel CarranzaCarranza.. IIIl GambaraGambara,, dopo aver detto di non conoscere personalmente il Queiroga, soggiunge,

essendo piaciuto a Dio çheche come ministroministro habbia havutohavuto tanta parte nelnci çastigocastigo dcidel suo prede­prede· cessore, pareva che si convenisseronvenisse a me il procurare il premio al merito dell'arcivescovo presente acciocchéacci ocd~ questa santaWlla Sede non stasia men prontapronla nel premiar çheche in castigarC1Istig:ar chidJi merita (24).

Come si è detto il cardinale di TolOOoToledo ebbe la porpora il 15 dicembre 1578; il Gambara non mancòmnncò di rallegrarsi con lului,i, sebbene in ritardo trovandositrovandosi inferinEer· .., mo per la podragra e, con l'occasionel'occasione gli fecefece sapere che anche il figlio di GregoGrego­­ rio XIII si eerara occupato della nomina giudicata dal papa «cosa grata a Dio» (25).(25) . Ma Giacomo Boncompagni, come del resto il Gambara, non si era mosso per fini completamente disinteressati, giacché di lì11 a poco il cardinale solleciterà l'interl'inter­­ vento del QuQueirogaeiroga in certi affari del marchese di VignolaVignola «il quale - coslcosì scrisse il cardinale al canonico Mondoya iill 30 ottobreottobre 1579 - non ha altra speranza che in una sua maestàmaestà con l'intercessionel'intercessione et favore del signor cardinale di Toledo»,TolOOo», nel quale avrebbe confidato ancheanche il papa «che non desidera al mondo cosa più che di vedere accomodato questo signore» (26)(26).. Il cardinale Gambara con la consueta destrezza,destrezza, nell'insinuarsi tra le debo­debo­ lezze nepotistiche del vecchio papa e l'interel'interessesse ddellaella corona cattolica insistette presso il cardinale di ToledoTolOOo a favore dIedle negozio di Giacomo Boncompagni. L'8

(23) CoslCosi ininiziaizia la letteralettera:: dlavendo«Havendo Nostro Signore deliberato di far la promotione de cardi­C2J"d.i­ nnaliali et datomi parte il dldi innanzi, trovandomi io roncon Sua Santità per la congregationerongregatione dcll'Inquisiciondell'Inquisitionee perper debito mio le ricordairirordai la persona dell'arcivdell'arcivescovoescovo di Toledo perché essendo di dottrina, valore eetl bontà il più emieminente nenIe perlato di Spagna, giudicavo che l'honorarlo roncon la dignità del cacardinalatordinalato fussefussc riputatione di sua Beatitudine et del sacrosacro Collegio, servitio5erVrtio di DioDio,, ddii vostraVOStra maestàmaes tà et di rotesticotesti regni oltr'a che mi pareva anche che complisse alla nostranosUl1 sanasanta fede che si tenessetenesse contoronto del tribunale del santo Offitio con l'honorare !'Inquisitorel'Inquisitore generale.,generale», ibid.,ibid., c. 56 r. E poi ilil QuQueirogaciroga si san:bbesarebbe aggiunto alai «due nominati« dallo stesso rree ee la morte deldel Guzman de Silva avrebbe dato «molte«molte occasioni»occasioni. peperr giustificare ququellaella promozione, ibid.,ibid., c.c. 56 vv.. (24) Infine il cardinale Gambara si rallegravaTlIliegrava per i successi di don Giovanni d'Austria nelle Fiandre, ibid..,, cccc.. 56 v-57v· 57 rr.. (25) IbidIbid.,., ce.. 412 r, 22 marzo 1579.1579. (26) Prosegue la lettera: «lo mi sfonosforzo di tenertt:fler viva questaquesa speranza quando posso, ma la naturanatun de i vecchi è di sperar poco et di credere a ii fatti soli eett più di tutti è cosicosl fatto il papa, il quale per quel ch'io ho potuto conoscere,C'Or1OSC'ere, è entratoentralO in opinione che si vada a camino discorrdiscorrereere et pascerlopascc:rlo di speranz.e,speranze, comerome ququelloello che giudichi che non sia per viverviver molto, la qual opinione a me non par punto al proposito per ilil servitservitioio del re, non tanto per questo pontefice che è pure robusto in modo che mostramosttll d'havered'ha vere a vivvivereere qualch'an.qualch'an­ no, quanto per lo esempio di quel che potrannopotra nllO speraresperare gli altri ponteficipontclici che fonderanno le loro speranzeSpetllllZC in sua maestà,maeslà, oltr'a che per la rriputationeiputatione dell'illustrissimo di Toledo non vorrcivorrei che quelliquelli che cercavano di tratteneretrattenere lala sua promotionepromolione conron dir cheche doppo non si saria ottenuta cosa alcuna di quel che si desiderava, si possinopassino vantare d'haver detto il vero più di me.,me», Ibid., c.c. 441414 vv.. PerPer gli interessi di don Giacomo BoncompagniBonrompagni nel regno di Napoli, cfr.dr. PASTOR, Storia dei papi, IX, pp. 28-29.28-29 .

118 febbraio 1580 scriveva infattiinfa tti al Queiroga di aver spedito i brevi desiderati e che quando il papa sarà «tornato dalla villa ttusculanausculana che sarà per la congregazione del sasantonto Oflitio»,Offitio», gli avrebbe dato sue notizie. FrattantoFrattanto insistevainsisteva:: «Per servitio di detto rere havhavreirci grgranan piacerepiacere che già fosse stata ddataata qualche soddisfatione a Sua SaSantità»ntità» (27).(27) . Un altro accenno al santo Uffizio, relativorelativo questa volta non alla vantata pre­ senza del papa in congregazione, ma a questioni specifiche, si trova allaaUa data 28 agosto 1582, quando il Cardinale Gambara, raccomandandosi alla amicizia del vicerevkere di Napoli don Giovanni de Zuniga accennava ad un contrasto con la In­ quisizione con la speranza di poterlopotedo dirimere (28).

GIAN LUOOVICO MASETIIMASETTI ZANNINI

(27)(27) CopitlldUre,Copialettere, c. 420 rvjrv; soggiunge il cardinale GambafllGambara cbc:che il cardinale FrancescoFflInCCSCQ de Joyeuse arcivescovo di Narbona gli avevaneva parlato dei vantaggivllntaggi derivabili alla Cristianiti\Cristianità da un matrimonio tra il duca d'A1encond'Alencon ed una figlia di Filippo II,II,

119 LA DONAZIONE PER LA COSTITUZIONE DEL BENEFICIO PARROCCHIALE DI VILLANUOVA NEL 15801580

Giustamente Angelo Cocca nella sua opera storica su VillanuovaViUanuova (1)(l) ha sotto­ lineato vigorosamente lalo. figura di don Giacomo Costa come l'artefice principale della erezione a Parrocchia indipendenteindipendeme da Gavardo della chiesa di SS.. Matteo.Mauro. Nell'ampio capitolo dedicato a questo argomento, Cocca, sulla scorta di documenti dell'epoca, informa che i beni che costituirono il beneficio dell'erigenda parroc­ chia erano frutto di unauna donazione del già ricordato don Costa, che riservava a sé ed alla sorella Marta l'usufrutto dei beni donati vita natural durandurante.te. Queste notizie il Cocca le traeva dal lungo atto di erezierezioneone decretato dallo stesso S.S. Carlo Borromeo, allora Visitatore Apostolico ddellaella Diocesi di Brescia. Possiamo ora aggiungere un altro documento a comprova di quanto già asse­ rito dal Cocca.Cocca. Si tratta di una copia o brutta copia (probabilmente(probabilmente proprio dello stesso 1.580)1580) dell'atto notarile di donazione rogatorogato dal notaio stesso di S. Carlo con funzioni di Cancelliere. Mi è stata gentilmente segnalata da don Antonio Ma­ setti Zannini, direttore dell'Archiviodell' Archivio Vescovile di Brescia, al quale esprimo la più viva riconoscenza (2). Dopo una lunga premessa in lingua latina - usata normalmente negli attiatti pubblici del tempo - nellanella quale si specificano il motivo e le condizioni delladella do­ nazione, si passa alla elencazione e descrizione dei beni stessi donati. E', questa, la parte forse più interessante del documento e perché ci informa di una serie di nomi di località forse andati per sempre smarriti e perché documenta la genero­ sità davvero grande di don Giacomo Costa e perché, essendo in lingua italiana, è accessibile a tutti.rutti. L'atto presentato, essendo una specie di estratto,estratto, è naturalmente incompleto. Si accennano solo le formule giuridiche d'uso e si omette, purtroppo, la formula finale con la firma del notaio, slsì che non possiamo saperesapere chchii è il rogante questo attoatto.. Un frammento, quindi, comunque assai interessante e significativo della com­com· posita e sempre stimolante storia di Villanuova.

(1) Cocca ~Io,Angelo, ViIlflnUOV/JVillanuova "dnel tempo,II:mpo, Tip.Tip. «L'Ancora»,«L'Anooraa, ViareggioVi.reggio 1973.197}. In particolareparticol.re cap. }O,3°, pp. 69-73. (2) Archivio VesoovVescovileile Brescia, RR.I..I. anno 1862, nn. 100-101.100-101. RegolamentiRegol.menti e IstituzioniIstituzioni:: alle­alle­ gato alla pratica «Sul rifiuto del Municipio di Villanuova alla continuazione ddelel Suplemento di Congrua al Parroco»Parroco~ deldel 13 gennaio 1862 presso lala PPrefetturarefettura della Provincia di BreBre­­ seia,scia, DivDiv.. IV, n. 348348..

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.- .- . " , , " • GIOVANNIGIOVANNI FRANCHIFRANCHI CONCON TESTAl\IENTOTE:-TAMENTO lI·II- AGOSTOAGOSTO 1623-IG2~· ININ ATTIATTI VINCENZOVINCENZO PIAZZAPIAZZA LEGAVALEGAVA UN--U~- OIl'TAGLIAOHTAGLIA ALLAALLA CHIESUOLACHIESUOLA DELLADELLA MADO'N~AMADO!'."NA INI~ SIL\SILVATA DISTRIJTT,ADISTRUTTA IN QUES1"''lUL'I'r~IIQUESTI ULTIMI TEMPITEMPI

~ EE CONCOi\" GHANDEGI\AN)E ~i\NTAGGIOVA~'f.~GGIO DIDI ELEGANZAELEGAI"ZA EE CAPACI1ACAPACITh SOSTlTlJIT.A.SOSTrrU ITA DALLADALLA PHESENTEPRESENTE INTITOLATAINTITOLATA DELLADELLA MADONN.A.MADONNA DELDEL BUONVlAGGIOBUON VIAGGIO ~# COLL~COLL- ONEHEC~.ONEHE CHE ,. VI SI .CEiI.EBCELEBRASSE IN PERPETUO UNA 1\t~SSA~PPTMESSA QUOTIDIANA, E A PERENNAR.PERENNARE LA ,MEMORMEMORIA DEL PIO LEGATO ORDINAVA CHE IN DETTATTA-tmEsUO CHIESUOLA SI PONESSE UNA LAPIDE . \ CHE A TUTTIJ DICESSDICESSE ,LA , ·SUA DISPOSIZIONEDIS IL CHE .' NON ESEGUITOSI PEL CORSO DI :'OLTREbLTRE D,DUE SECOLI ~;\;'/ ' : ..._. ,i:.:,-: __-' ~;r : - __ .. _ -i,: A RIPARAZIONE'0"1"...... , :DELL"DELL"JNCURIA INCURIA PASSATA SI ADEMPIE CON PREMURA"A ININ QUES'I'p, GIORNO 2.7: . MAGGIO 18(,'2 ' :,1 DAUATTUALEDAUATTUALE FABBRICCERIAFABBRICCER V -- ---:---.: .... "--~------

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Castenedolo, Oratorio della Madonna del Patrocinio,Patrocinio , pianta tratta dal disegno autografo di DomenDomenicoico Corbellin!.Corbellini. I J

1 - La statua della MadonnaMadonna col Bambino, durante ilil restauro dei Poisa.POIS8. •

22· - Particolare del Bambino,Bambino, prima delladalia ridipintura.ridlplnlura. . ~'" _...... :·tf"'. . .".

Fig.Fig. 11 -• FrammentoFrammento didi transennatransenna didlUneslra finestra oo didi portaparla (dal(da l Battisteroeallisiero didi SS.. Giovanni,Giovanni , rectoraclo)).. BBrerescSciiaa., pressopresso archarch.. GG.. BBozzettI.ozzetti. FigFig.. 2·2 - FrammentoFrammento didi transennatransenna oo didi finestrafinestra ((daldal BattiBattisterostero didi SS, ... GiovanniGiovanni,, verversoso).). BresciaBrescia,, pressopresso areharch.. GG.. Bozzelli.Bozzetti. -a; N N O DJ

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Fig. 44· - Pluteo -- Cologne, Chiesa di S. Eusebio. 12 9.bre9.bre USO1580 ((3).3). In NominNominee domini anno a NativitaleNativitate ciusdemeiusdem mH1esimomillesimo quingentesimo octuagesimo IIn­n­ dictionedietione nona didiee sabbati duodduodecimaecima mensis Novembris Pontificatus SanetissimiSanctissimi Domini-Domini· Na­No­ strstrii Gregori;Gregorij Papae XIII anno nono.nono. CupicnsCupiens infrascriptusinfrascri ptus Rc:vReverenduserc:ndus dominus presbiterptc:'Sbiter JaçobusJacobus CoslaCosta oriundu$oriundus et habilalorhabitator lociloci Villae Novae membrum curacuraee ArchipresbiteratusArchiprc:sbileratus lodloci Gavardi Diocesis Brixiensis CuralusqueCuratusque mercenariusmerccnarius in c:«1~iaecclesia SaneuSancti MatthiaeManhiae dicti locilod Villae novae quod locus ipse Villae novae, aeac amneomne c:iuseius TTerritorium,erritorium, Vicinanl;aVicinantia elet famiIiae,familiae, et domus, aeac ecdc:siaecclesia ipsa sanCIisancti ManhiaeMatthiae,, omnesque aliae c:«les:aeeccles:ae in eo lecoloco,, et Territorio c:xistc:nlesexistentes dimdimembrentur,embrc:ntur, et separentur, quo ad Offinomnee ius sspiritualepn-ituale a didietaeta cura animarum Gavardi, dictaqudietaquee ecdesiaeecclesiae SaneliSancti Matthiae in ipso lecoloco Villae conStitualur,constituatur, crc:etur,creetur, et eri­ gatutgatur in parochialemparochialem omnino separatam a dieta parochialiparochiall generagenerali,li , pro maiorimai ori illorumiIlorum anima­ rum salutsalute,e, ac diclaedietae VicinantiaeVicinanuae commodo scsciensqueiensque presbiter ipse, ulut ipse dixildtxit dietam di­ membrationem, et er«rionemerecttonem fieri posse,posse, nisi prius ipsa c:cclesiaecclesia sanCIisancti MatthiaeMatthiae compentecompenterr dotata ad vitaevillC sustentaUonemsustentationem futuri pro ttemporeempore illius Curati Titularis. IdIdeoeo presbiterpl"CSbiter ipse in praesentia meimci NotarijNotari; in hac parte Cancellarij IllustrissimiIllustrissimi et ReverendissimiReverendissimi domini Caroli tituli SantSanctaelae PraxooisPraxedis presbiteri Cardinali Mediolanensis ArchiepiscopiArchiepiscopi Visitatoris Apostolici in civitate et Diocesi Brixiensi, testiumquetestiumque infrascriptorumtnfrascriplOrum ad InfrascriptaInfrascripta spe­ cialiterdallter vocatorum et rogatorumrogatorum constitutus. VoluntarieVolunlarie sponte, et ex certa animi scientia, et non per aliquem errorem i'urisiuris nec facti eett aliasalias amniomni meliori modo, iureiurc: via causa et forma quibus melius,mclius, et validius fierifieri potuit et potest, etiam ad petidonempc:titionem diClidieti mei Notarij publicaepublicae personae stipulantis nomine etc. dietae ecclesiaec:cclc:siae sanctisaneu MatheiMathei diClidicti locilod ddee Villanova, ac cuiuslibetcuiuslibc:t futurifUluri in era pro tempore Rectoris,ReclOtis, nec non et nomine etc. cuiuslibetcuiuslibc:t alteriusalterius personaepersonac: cuia·cuia * interest,interest, tntereritintererit velvc:l inteinte:­­ resse potest et poterit,poteri!, quomodolibc:tquomodolibet in futurum. Donationem interinter vivos puram meram irrevocabilemirrcvocabilem fecit,fccit, et facitfadt dieto mihi Notario etcetc.. nomine etc. praefatiprac:fati IllustrissimiIllustrissimi et ReverendissimiReverc:ndissimi Cardinalis Visitatori Apostolici, et nomine etc. praefataeprac:fatae EcclesiaeEcdesiae sancti Matthei, et illius pro tempore futuri RectorisRectoti$ stipu­ lantilanti etc.etc. Nominative de infrascriptis bonis, quae siesic describenturdc:scribc:ntur.. 1. Prima unaUDa Pezza di terra arrativaarrativi et avidata in contrada del Casol tantota nto quanto la si ritroveràritrover1.. Item un'altra pezza di Terra arrat. et vid. in contrada delladella Volta verso Gavardo tanto quanto la sksi: ritroverà.ritroverà. Item un'altra pezzapc:ua di Terra arrat.atTa!. vid. nella contrada della Volta verso Villanuova tantotantO quanto lala si ritrova. ItemItem un'altra pezzapena didi Terra inin contrada di Morgagna araara.. vidat.vidat. tanto quanto lala si ritrova.ritrova. Item un'altraun'a1tl"1l pezzapena di TerraTerra arrat.amI!. vid. inin contrada SopraSoprasaitta scritta tanto quanto lala si ritrova.ritrova. ItemItem un'altraun'altra pezzapena di Terra arrat.arral. vid. ditta del Manusotto,Manusollo, tanto quanto lala siSt ritrova.ritrova. ItemIlem un'altra pezzapena di Terra arrativa et vidata nei Caserotti,Caseroni, tantotanto quanto lala si ritrova.ritrova. ItemI tem un'altra pezzapena di Terra arrativa, vidata, detta ilil dossel tantotanto quanto lala si ritrova. Item un'altra pezzapezza di TerraTerra prativa alla Pirletta,Pirletta, tantotanto quanto lala sisi ritrova.ritrova. ItemItm un'altraun'a!tl"1l pezzapezza di Terra costiva, arzinivaaniniva etet prativaprativa alla costa ta.q.ta.q. ItemItc:m un'altraun'altra pezzapc:zza di TerraTerl"1l montivamontivi arborivaarboriva inin Simo tantotanto quantoquanto lala sisi ritrovaritrova.. ItemItm un'altra pezzapena di Terra montiva, et arboriva alli ArzeniAneni tantotanto quanto la si ritrovaritrova. Salvo errore etcete.. Item de omnibus iuribusiuribus etcetc..

(3)(3) NellaNc:lla ttrascriz:ioneraSCtlZ10ne dell'attodell'atto ho scioltosciolto tuttetutte lele: abbreviazioniabbreviuioni che potesseropotessero costituire qual­ cheche iimpc:d.imentompedimento alla piùpiù facilefacile comprensione deldel testotesto..

121121 Et praedicta cun sosolemnibuslemnibus tenoretenore cessione iuriumiurium et actionum translationetranslatione dominij et possessionis so\emnisolemni constttuto,constrtuto, constitutione missi et procuratoris inin rem suamsuam propriam posi­posi­ tionetione inin suisui locum, ius etet statumstatum promissione etc. destendendi in fonnaforma communi etet iuris etc. Quorum tamen omnium bonorum, et iuriumiurium sic ut suprasupra donatorum PraefPraefatusatus Reverendus Dominus donans sisibibi aacc dominae Marthae de Costis eius sororisorori reservavit et reservat plenum et integrumintegrum usum fructum, doneedonec ipse et praefata eius $Ororsoror vixerim,vixerint, seu alter eorum vixerit, et non aliteraliter neenec alio modo presentem donationem non feeisset neenec factun esset. Et queroquem quidem donationem suisui ut suprasupra fccitfeeit prafatae ecclcsiaeecclesiae pro illius perpetua dote, aeac cuiuslibet futuri in ea pro tempore Curati sustentationem,sustentationem, ubi tamen in pparochialemarochialem eriga­ tturur ut supra, et non aliter neenec alio modo prpresentemesentem donationdonationemem non fccisset,feeisset, neque faceret. Premissaque omniomnia,a, et singula fecit et facit idem donans gratgratisis et amore Dei, et ut gratum faciat Altissimo, et onnipotenti neo,Deo, qui ex eiuseius mera pietate, et m~mi:sericordiar icordia dignetur peccapecca­­ torum suorum misereri, et eius lmimamanimam cum ex hac vita migrari contingat in coeIestemcoelestem patriam reçiperedpere.re. Quae omnia et cc.. PaetaPacta execu.tivexecutivaa et c. Insuper praefatus dominus Donans iuravit et iurat,iural, ad Sancta Dei Evangelia manu ad pec­ tus posita more sacerdotali ppraesensracscns.. InstrumcntumquInstrumentumquee habere rratumatum etc.etc. et non contravenire cctect.. etiam sub reflcctione.reffectrone. Actum Brixiae inin Monasterio fratrum Sancti DomDominiciiniei praesentibus RevReverendoerendo domino Dominico a sancto elia filio quondam nob. domini Antonii,Antonij, et Reverendo domino prpresbiteroesbitero Joanne de Rivadossis /iliofilio quondam domini Angeli rectorerectore residentiresidenti Iloeioei de Burno Vallis Camonicae diocesis Brixiensis testibus Idoneis ad prcmissapremissa vocatis specialiter atque rogatis.

GIOVANNI SCARABEllSCARABELLIl

122 LIRICA, IN VERSI SCIOLTI, ALLA BEATA VERGINE DEL BUON VIAGGIO DI GAETANO FORNASINIFORNASINI

Tra ii manoscritti, conservati nell'archivionell'archivio dei nobili Navarini di Castenedolo, ho ritrovato un'un'altra altra lirica in versi scioltisciolti di Gaetano Fornasini (1). E' una com­ posizione dedicata alla Beata Vergine del BuonBuon Viaggio. Come già dissi per altre due canzoni riportate sulsul fascicolo dell'aprile-maggio del 1977,1977, non si può parlare nemmeno in questo caso di alta poesia, anche se l'autore rivela una discreta dimestichezzadimestichezza con gli endecasillabiendecasillabi usati liberamente. Si avverte, infatti,infatti, che - nonostantenonostante la scorrevolezza del discorso (che(che solo alla fine si conclude un po' bruscamente e aa fatica)fatica) - il poeta esprime una fede profonda e non nasconde una cultura che ha il solo difetto di non essere illumi­illumi­ nata completamente dall'ispirazionedall'ispirazione.. Forse questa viene frenatafrenata dall'impegnodall'impegno stilistili­­ stico e smorza lala significativa immediatezza di certi motivi che, pure,pure, sono pro­ fondi e testimoniano un forte sentire. PuòPUÒ anche darsi ilil caso che il Fornasini abbia voluto riunire in un'unica lirica troppi concetti religiosi, realizzatirealizzat i talvolta da immagini concrete assai notenote al popolo, tenendo come modellomodello soprattuttosoprattutto il canto dantesco alla Vergine. L'inizio, nell'appellativonell'appellativo Vergine pura, richiama la canzone petrarchesca «Ver~Ver­­ gine bella che di sol vestita », ma l'autorel'autore no'l riesce efficace come l'Aretinol'Aretino nel mettere in rilievorilievo il dogma della purificazione di Maria. CosìCosl i due endecasillabi seguenti, mentre dovrebberodovrebbero dar rilievo al sublime atto di amore di Dio,Dio, si rivelano faticosi, perché il Fornasini tende ad imitare Dante nell'accostamento di aggettivi che,cbe, nell'idea contrastante, dovrebberodovrebbero rea­ lizzare il significatosigni6cato profondo dell'incarnazionedell'incarnazione di Gesù in un'umile fanciulla. I vv. 5°,5", 6°,6°, 7"7" che precedono un'invocazione sentita,sentita, non celano lolo sforzo del poeta per accostare i concetti della provvida, onnipotenteonnipotente preoccupazione del Creatore per gli uominiuomini al miracolo operato, perper mezzo della Vergine, che mater­ namente si prestò all'operaall'opera sublime della Redenzione attraverso l'obbedienza al comando di Dio e alle pene affrontate durante la vita terrena di Cristo. Quando, poi, rifrendosi agli occhi della Madonna,Madonna, il poeta afferma che in essi riluce / tutto il bello del cielo (e fin6n qui, anche se forzato,forzato, il concetto è abbastanza

(1) Di luilui e dellade112 suasua attività letterarialetternia già dissi in un precedente fascicolo di «BrixiacBrixia sacra»sacra... (aprile-maggio 1977)19n)..

123 chiaro), e inin cui lele spel/tespente / sue favillefaville racceseraccese ilil Divin Sole, si rimane perplessi e ci si domanda come ilil Cristo abbiaabbia potuto raccendere le sue pupille in quelle della madre che, andando al sepolcro di Lui, lloo trovò vuotovuoto.. I versi seguenti, per fortuna, poggiano su sentimenti tanto profondprofondii che rie­rie­ scono più spontanei; anzi, legandosi meno a rreminiscenzeeminiscenze culturali, esprimono veramente quello che l'autore sente e, soprattutto, indicano la sua certezza che la Vergine, per i poveri mortali, è sempre pronta a domare il serpe antico e rio.rio. Gli sciolti, fino al termine del componimento, sono un'invocazione che, però, non si lega al motivo specifico, ma alla fede generica nella Madonna. Abbondano, jnfatti,infatti, i concetti llegati,egati, ora all'opera misericordiosa della Vergine, ora alla debo­ lezza umana, ora alla vittoria di Maria sul demonio tentatore; ilil tutto in una sovrabbondanza di vocaboli cchehe sanno spesso di secentismo. Brutto senz'altro il verso Ben sai che dopo del tuo ventre il Frutto, che rivela una rielaborazione faticosa e impoetica del bel concetto dell'Ave Maria e che an­ nulla anche l'affermazione di fedefede nella Vergine defindefinitaita da Dante faI/tanafontana vivace e dal Fornasini fonte vivace.vivace. Qualcuno potrebbe chiedere:chiedere: «Perché riesumareriesumare certi componimenti se si debbono criticare negativamente?».negativamente? ». UUnn motivo c'è. Un conto è il sentimento, un altro è la possibilità di espri­espri­ merlo poetpoeticamente.icamente. Non va dimenticato che il Fornasini fu uomo di rare virtù e di nobili sentimenti e fu, soprattutto, autodidatta. Ciò valorizza il suo desiderdesiderioio di trtradurreadurre poeticamente i momenti pipiùù significativi vissuti non solo da lui, ma da tuttotutto il popolo che proprio nelle poesie trovavatrovava,, ancheanche se in forma imperfetta, i suoi sentimesentimentinti più immedimmediatiiati e più veri.veri. Penso chchee il Fornasini abbia avvertito questa esigenza sua e degldeglii altri e abbia cercato, adeguandosi ai modelli classici, di lasciare un documento della fede del tempo, fede che non era solo nel suo animo, ma che era in tutti cocoloroloro che nella sofferenza ricorrevano alla Madre comune nella certezza di un aiuto che gli uomini negavano spesso e volentieri. NonosNonostantetante la laboriosità della versificazione,versificazione, la fede di chi viveva nel sec. XIX si avverte viva e suona, oggi soprattutto, monito a chi dispera, a chi soffre, a chi teme le insidie del mondo moderno.moderno. Non a caso, anche se non c'è un cenno specifico, gli sciolti furono dedicati alla Beata Vergine del Buon Viaggio. Anche allora, infatti, le strade non erano sicure e viaggiare risultava oltremodo difficile per i malvagi che ininsidiavanosidiavano i vian­ danti. Per questo si chiedevachiedeva lala protezione della Vergine del buon viaggioviaggio la cui immagine rimane,rimane, nella chiesa di S. Maria in Silva, a testimoniaretestimoniare lala fiducia dei nostrinostri antenatiantenati in Colei che vigila maternamente sui mortali, specie suisui più umili e i più indifesi (2).

(2)(2) Per lele notinotiziezie sulla chiesa di SS.. MariaMa ria inin Silva, opera di Rodolfo Vantini, e che sisì trova all'inizioa.ll'Wzio di via Corsica, rimando allibroal libro di A.A. FAPPANI, I santuari bresciani, Brescia '7272..

124 La chiesa suddetta era ,infatti, posta, nel passato, alleaUe porte della città, nel punto inin cui confluivanoconfl uivano ii pellegrini o i commercianti,commercianti, che entravano o uscivanousc ivano dal centro abitato. PoichéPoiché eraera assai pericoloso avventurarsiavventurarsi fra le strade dedeserteserte o, peggio ancora, nelle campagne disabitate, sia chi dovevadoveva mettersi inin viaggio, sia chi era giunto alla meta sano e salvo, invocavainvocava e ringraziavaringraziava la Vergine per lala Sua protezioneprotezione.. PerPer questoqut:sto motivo ritengo che non sia superfluo riportareri portare alla luceluce certe opere letterarie che, pur nelnel loroloro scarsoscarso valore, sono assai significativesignificative socialmente.socialmente. Esse, infatti,infatti, rimangonorimangono a testimoniare,testimoniare, non solosolo lala fedefede nella Vergine, fede che ancora è abbastanza viva, ma soprattutto lele grazie che Ella operava nella città di Brescia, i cuicui cittadini sentivano il bisogno di tramandaretramandare ai posteripostt:ri i benefìcibenefici divini dei quali erano stati oggetto.oggeuo. Certo gligli uomini del secolo scorso pensavano che è sempre bene avere fede et: volevano dimostrarlo ogniqualvolta la provvida mano delladella Vergine o didi Dio o dei Santi interveniva in loro aiuto. Perché,Perché, dunque,dunque, non riproporre certicerti documenti cheche possono ridareridare fiducia e fede a chi, pur essendoessendo cristiano, sente vacillare la certezza dell'intervento divino per limitare le tristi vicende del mondo attuale? Questo, credo, pensò anche ilil FornasiniForaasini il quale, resoreso sensibile da tante sventure,sventure. dovette avere la consapevolezza che ogni malematt: diventadiventa più leggero e più sopportabile se si ha fede,fed e, specialmentespecialmente nella Madonna. LUCIANAlUCIANA DOSIOD0510

125 VAE SOLI!SOLf.! LA COMPAGNIA DI S. NICOLA DA TOLENTINO NELLA PARROCCHIA DI ODOLO

Grande pericolo è essere solo, e grande conforto è abitare e camminare ben accompagnato, come dice Salomone: Vae soli! Con tale ammonizione si conclude il proemio alle regole della Compagnia di S. Nicola da Tolentino accolta dai fratelli in verità didi Odolo, che tenevano le loro assemblee nella chiesetta di S. Bartolomeo. La regola era stata approvata e confer­confer­ mata a Brescia dall'Arcivescovo di Milano e Visitatore ApostolicoApostOlico Carlo Borromeo il 12 dicembre 1580. E' noto come dopo la peste del 11577577 si andò diffondendo, anche in Valle Sabbia, il culto del frate agostiniano SS.. Nicola da Tolentino (1245-1305),(1245-1305), al quale si attribuiva il dono dei miracoli, perché il ricordo delle passate calamità sofferte durante il contagio preparasse gli uomini a sostenere altre pubbliche sventure (l),(1). La Compagnia di Odolo ffuu tra le prime a costituirsi, e in breve crebbe per lo zelo nell'osservanza rigorosa delle ordinazioni e per il numero dei confratelli.confratelli. Durante la visita pastorale del 12 ottobre 1600, il Vescovo Marin Giorgi concesse ai Confratelli di costruire il vestibolo davanti alla chiesa di S.S. Bartolomeo, e di amoam­ pliare l'oratorio.l'oratorio. Concesse inoltre che un confratello ritiratoritiratosi si dalla Compagnia po­po­ tesse chiedere di esservi riammesso nnelel termine di due mesi (2).

(1) Nella seconda metà del sec. XVI si diffuse in Valle Sabbia la regola di S. Agostino, che ebbe le sue Compagnie a Sabbio Chiese e a Bagolino.Bagolino. Cfr. U.U. Vaglia, Storia della VallVallee Sabbia, Brescia 1970, voI. II,, p.p. 366. Nella prima metà dcidel sec. XVII anche AgnosineAgnosine ebbe la Compagnia di S.S. Nicola. Ci informa p. Antonio MasetciMasetti ZanniniZannrni nel numero unico S. Faustino di BionBione,e, 25 gellIlaiogennaio 19761976,, pubblicato a ricordo di Don Albino Festa: «Al­ l'altare di S. Nicola faceva capo una confraternita eretta il 13 febbraio 1614 detta ddeiei Cinturati che ogni anno ilil 2 agostoagosto,, in occasione della festa di S. Nicola da Tolentino teneva una !iOiennesolenne processione movente dalla Pieve che si concludeva con la celebrazione solenne della S.S. Messa in San Faustino. QueslaQuesta processione venne poi spostata nella festafesta didi sant'Agostino. InIn questa chiesa vi era pure una indulgenza particolare concessa ai Cinturati nel giorno di S. Agostino,,"Agostino»,, p. lO.lO. (2)(2) La chiesetta didi S. BartolomeoBartolomeo,, nella contr-adacontrada omonima di Odolo fu fattafatta costruire daldal Comune nel 1531. Cfr.Cfr. U. Vagli-a,Vaglia, Levrange, in Commentari dell'Ateneo di Brescia 1960, p.p. 371. Vedi E. Spada, CbiesaChiesa ParrocParrocchialecbiale di Odolo 1667-1967 anno 'ricentenariotricentenario della CbiesaChiesa di 5.S. Zeno,Zeno, Brescia 1967, p. 22. Dagli AltiAtti delladella Visita Pastorale deldel 12 ottobre 1600,1600, a p. p. 47 si legge «Liceat fratribusfratribus socielatissocietatis D.D. NicolaNicolari inin ecclesiamecclesiam S. Bart.Bart.oo convcnientibusconvenientibus erigereerigere vestibulum ante ipsam ecc\esiamecclesiam etet oratoriumoratorium suum dilataredilatare haita utut capaccapacee sitsit omnium Confratrum, liceltliceat item iis fratribus, qui pro controversia oralorijoratorij se segregaverunt a reliquiareliquia sodetatesocretate redireredire ad

126 Dopo circa due anni, nel 1602,1602, lalo. Compagnia poté ottenere di essere eretta in Congregazione da Fra TornmasoTommaso Roffi di BresciaBrescia,, Vicario Generale della Congre­ gazione di Lombardia dei Frati Eremiti di S_S. Agostino. Fra Tommaso approvò lalo. regolaregola della Compagnia nel Convento di S. BarnabaBarnaba a Brescia il 23 agosto 1602, e la impreziosl di privilegi e di graziegrazie spirituali. Il 23 luglio 1613 Antonio Arboreo, Dottore in Sacra Teologia,Teologia, Protonotario Apostolico, Canonico della Chiesa di Brescia e ddelel Vescovo Marin Giorgi Vicario Episcopale e Spirituale, eresse la Congregazione di Odolo in ConConfraternitafraternita su istanza del Reggente ms. Giuseppe Barcella. Nel rapporto redattoredatto dal Cancelliere G. AndrAndreaea Benallio e sottoscritto dai testimoni Giacomo Ferrari mansionario e GG.B. .B. Lazzarino Cappellano della CatteCatte­­ drale di Brescia, è concesso all'Oratorio di edificare un altare a S. Nicola da Tolen­Tolen­ tino nella chiesetta di S. Bartolomeo, di celebrare una messa in certi giorni, e di fare altre opere pie alla Confraternita a similitudine di altre Confraternite di San Nicola (3). La regola della Compagnia di SS.. Nicola esiste nell'archivio parrocchiale di Odolo. E' a stampa, pubblicata nel 1584 nella tipografia di Vincenzo Sabbio in Brescia. Si deve credere che il culto di S. Nicola fosse diffuso nella DiocesiDiocesi di Bre­ scia, e di conseguenza.conseguenza largamente richiesta la regoregola-tipo,la-tipo, nella quale erano in bianco alcuni spazi aveove la ComCompagniapagnia potesse scrivere, completando i periodi, il nome del proprio comune e ii propri deliberata.deliberata. Nel proemio lo spazio bianco è completato con le parole «alla Compagnia ... posta nella terra di Odolo»Odolo».. Nel cap.cap. 7 della regola alle cinque feste nelle quali ogni fratello con tutta lalo. famiglia si doveva comunicarecomunicare (Natale,(NAtale, Pasqua, Penteco­Penteco­ ste, Assunzione, Tutti i Santi) sono aggiunte le feste della PurificazionePurificaziol1e e Annun­ ciazione della MadMadonna,o1ma, di S.S. Giovanni Battista, di S. AndreaAndrea.. Nel cap. 25°,25°, dove si tratta dell'approvazione dei novizi, è stato aggiunto «Dichiarando che se alcuno sarà stato casso e privo de lalo Compagnia per qualche male deportamento,depor/amento, et che questo tale volesse re/ornare,retornare, non possa essere reaccettato se prima non haveràhaveriJ avuto due terciterci dele voci in suo lavare,favore, ponendolo poi in ultimo di tutti». Per offrire particolari notizie sulla attività della Compagnia riporto in fine l'indice dei capitoli della regola. Non credo tuttavia di tralasciare:

ipsam termino duorum mensium, quibus transactis, qui non reddierint,rcddierint, intelligantur omnino adusiexclusi»•. . Durante la Visita Pastorale:Pastorale deldd 12 giugnogiugllO 1703, il Vescovo MarcoMaroo Dolfin rileva cheche: la chic::sc:ttachiesetta di S.S. Bartolomeo ha un reddito di 50 scudi, e:e vi sono i ConfratelliConfr:atclli di SS.. NicolaNimla.. (})(3) Dai documenti allegati alla Re:golaRegola (Vincenzo Sabbio, 1584) che:che hobo potutopotUiO consultareconsultare: col consenso dddel Rev. Parroco Don Giuseppe Chiodi, al quale rrnnovormnovo il vivo ringraziamentoringrulamcnto. Altre testimonianze sulla vitalitàvitaliti della Compagnia di Odolo e delle consorelle:consorelle valligiane, ci danno le ReliquieReliquie di S. Nicolò da Tolentino Confessore ancora devotamente conservate nelle ciese di Odolo, Bagolino, Sabbio Chiese, Preseglie,Preseglie, Promo di Vestone; e le Reli­· quiequie: di SS.. Agostino nellenc:lle Chiese di Odolo, Bione e Ponte Caflaro.Caffaro.

127 a) Officiali della Compagnia: il Reggente (eletto(eletto tre volte all'anno: a Natale, 1°l° Maggio, e S.S. Maria di Settembre)Settembre),, ilil Sottoreggente ai qualiquali spetta la distribu­ zione delle cariche nominando primaprimà il Maestro dei NoviziNovizi,, quindi il Massaro, gli Infermieri, ii Cantori (cui(cui spettava di predisporre il Razionale e le cose dell'Ora­dell'Ora­ torio). Nessuno poteva essere confermato nel medesimo ufficio oltre l'anno. b) I Confratelli dovevano offrire sopra l'altare, ognognii ultima domenica del mese, 14 ducati; c) guardarsi dai tripudi, curiosità e compagnie vane, da ogni insolenza, da parole turpi e disoneste; d) ammaestrare i figli alla preghiera, e tenere la donna loro non come serva ma come compagna data da Dio; e) aiutare gli iinferminfermi e i moribondi anche con denaro. f) La Compagnia non possa avere ricchezze; rrifiutareifiutare denari se non ne ha bisogno; usare subito llee ablazionioblazioni e ii lasciti. g) Il Novizio, fatta la sua approvazione, riceva la veste bruna con il cappuc­cappuc­ cio con uunana croce rossa piccola nel fronte, e una cinta bruna ddii corame in memoria di castità. h) Le elezioni siano fatte mettendo nella bussola un grano di fava in segno di approvazione, o elidi lupino in segno contrario. Per esprimere dubbio elidi volontà si dava a un tratto la fava e il lupino. La disciplina era fatta nelle feste solenni «con una mane di verzellette, sopra alla spalla ssinistrainistra a carne nuda, per il spacio di un Miserere, e di un Deprofundis».Deprofundis». Chi mancava era punito con l'offerta di due denari alla SacristiaSacristia.. Indice di tutti i capitoli della Regola 11)) Di quello che si deve fare ogni hora. 2) Di quello che si deve fare ogni giorno. 3) Di quello che si deve fare ogni settimana. 4) Del andare a dire l'Officl'Officioio Divino . 5).5) Del modo di dire l'Officio.l'Offida. 6) Di quello che si deve fare ogni mese. 7) Di quello che si deve fare ogni anno, cioè della Santa Comunione. 8) Del sllentiosilentio e de difetti della lingua. 9) Della riverentiariverentia verso alli religiosi. lO)10) Del dare buon esempio. 11)11 ) Del ammaestrareammaestrare la sua famiglia.famiglia. 12) Del non piadezare, o litigarelitigare inin cortecorte.. 13)13) Delle opere di misericordia. 14) Delle anime del Purgatorio.Purgatorio. 15) Della povertade, nella quale si deve conservar la CompagniaCompagnia.. 17) Del modo della elettione del RegenteRegente.. 18) Dell'Officio del Regente. 19)19) Della dispensatione et elettione de' fratellifratelli allialli altri Offici della Compagnia.

128 20) Del modo et ordine di dire sua colpa. 21) Delle riprensioni, et mortificationi. 22) Del proponere alcuno per fratello della Compagnia. 23) Della licentia da darsi a alcuno per dar principio a venire alla Compagnia. 24) Del ratificare la volontà sua il Noviccio dinantirunanti al Regente, etet alla Compagnia. 25) Del ridursiridursi la sera del Mereore,Mercore, Giovedi, et Venerdi Santo. 26) Del ricevere il Noviccio per approbato fratello nella CompagniaCompagnia.. 27) De' partiti che si hanno a proponere nella Compagnia. 28) Del leggereleggere questo libro.libro. 29) Della gratitudine verso alli nostri Padri spirituali. 30) Del stare in Oratione. Seguono: la minuta delle feste nelle quali era obbligo andare alla Compagnia, e la Rubrica che insegnainsegna ilil variare degli Offici.Offid. Non si conosce ilil tempo in cui la Confraternita di Odolo ebbe ad esaurirsi. Contrariamente ad altre Compagnie religiose,religiose, poté resistere agli urti subiti nei primi anni dell'occupazione francese e continuare oltre la metà del secolo scorso. Don Emilio Spada, nella monografiamonogra6a «Odolo4O:Odoio nel terzo centenario delladeUa sua chiesa parrocchiale (1667-1967)>>(1667- 1967)>> cita unun foglio manoscritto del 13 luglioluglio 1851, in cui si ricorda che Lorenzo ZalteriZaheri e Nicola Leali, volendo entrare nella Compa­ gnia del SSSS.. Sacramento fecero professione con la regolaregola degli antichi ConfratelliConfratelli di S. Nicola, e ricevetteroricevetteto l'abito di detta Compagnia dal Maestro deidci Novizi.

UGO VAGLIA

129 IL RELIQUIARIO DI S. AFRA DELLA CHIESA DI S. AFRA

Abbiamo trovato nelle filze del notaio bresciano Alfonso Brognoli il docudocu­­ cumento con cui la seconda quadra di SS.. Alessandro consegnò il giorno 23 magmag­­ gio 1591 al molto Reverendo Abate Ascanio MarMartinengo,tinengo, venerando Priore del convento di S. Salvatore nella chiesa di SS.. Afra, l'insigne e venerata reliquia del capo di S.S. Afra e lo pubblichiamo non per invadeinvaderere ilil campo dell'amico reve­ rendissimo D.D. Antonio MasettiMasctti Zannini, degnissimo conservatore delle Reliquie della Diocesi di Brescia, ma perchè tale documento ci permette di aprire uno spiospi­ raglio della stostoriaria tormentata ed insicura dell'oreficeria bresciana del secolo XVI e di chiarire, concon altri documenti trovati nelle filze dello stesso notaio, i termini storici della costruzione della chiesachiesa di S. Afra e dei chiostri di S.S. Salvatore a lei connessi. Cominciamo dalla prima; la storia dell'oreficeria bresciana dei secoli XV e XVXVII è stata fatta ddalal Peroni con quella capacità di lettura delle opere che tuttitutti gli riconoscono, ma lui stesso riconosceva che il discorso storico che veniva svolsvol­­ gendo era troppo frammentario perper la mancanza di documenti e di fatti, soprat­ ttuttoutto quando, abbandonando la ricerca delle croci stazionaustazionali o processionali, processionali, era stastatoto costretto a sistemare quei pochi monumenti d'arte orafa di carattere monu­ mentale come i busti-reuquiarii.busti-reliquiarii. Discorso quasi impossibile, poichè di essi nel terter­­ ritorritorioio bresciano per il secolo XVXVII tuttora esiste solo l'esemplare di S. Afra oggi conservato nella chiesa ddii S.S. Eufemia in città; dopo, nei secoli XVXVIIII e XVXVIII,III, di busti-busti-reliquiarireliquiari in legno ed in metallo ce ne sosonono fin che si vuole dai busti !iligneignei della chiesa ddii S.S. Giovanni ai quattquattroro splendidi in metallo del Duomo Nuovo. PPrimarima di essessii e di quello ddii S.S. Afra possediamo quello di S.S. Apollonio,Apollonio, donato da Ottone MandeMandellollo a S. S. FFrancescorancesco di Pavia datato 1.3911391 il cui plasticismo volu­ metrico può essere stata uunana indicazione per i nostnostriri orafi dei secoli successivi. Rimane solo quello di S. Afra, eesempiosempio interessante in cui il linguaggio ttradisceradisce un diretto llegameegame colla grande croce di S.S. Francesco di BrescBresciaia,, opera di Gio­ vanni Francesco ddallealle Croci. Il plasticismo chiaramente volumetrico, il netto ri­ saltosalto di aalcunlcunii acaccidenticidenti fisionomici, seppurseppur velati da un modellato morbidamente chichiaroscurato,aroscurato, il panneggio mosso, ma preziosamente raffinaraffinato,to, delle dorature si ritrovano nei busti dei Santi della croce specie in quello ddii Santa CChihiara,ara, ilil pipiùù uutiletile per il raffrontoraffronto.. Poi viene la scoperta dedell busto reliquiario di S. Antigio, bbattutoattuto qualche annoanno fa in ununaa asta lolondinesendinese ed acqacquistatouistato dal VictoVictoriaria and AlbeAlbertrt MuseurnMuseum di quella città, e quest'quest'ultimaultima scoperta non ffaa che riconfermare tuttotutto

113030 quanto si era già detto ed il secondo esempesemplarelare di Londra è tanto simile al primo da sospettare che il rreliquiarioeliquiario inglese sia stato pprodottorodotto dalla sstessatessa bottega. IInfattinfatti se confconfrontiamorontiamo i due busti in questione vi troviamo ididenticientici i motivi firma morelliani, che servono anancorcor oggi a determinare una attribuzione, la ttestaesta cupolicupoliformefor me quasi sferica, le arcate orbicolare accentuataccentuatamenteamente segnate, il globo oculare sferico, la pupilla dilatata ed infossata, il panneggio preziosamepreziosamentente ed amorevolmamorevolmenteente cucuratorato e nessuno,nessuno, nè prima nè in seguseguito,ito, ha mai dubitato che si trattasse di due opere della prima metà dedell serosecololo XVI. Che poi il busto di SS.. Afra fossefosse opera ddii GiovanGiovannini FranceFrancescosco dalle CCrociroci è un po' più diffidifficilecile da accettaaccettarere se il nostro è morto il ggiornoiorno 8 febbraio 1502 come testimoniatestimonia il Guerrini (M.S.B(M.S.B,, 11951,951, pp.. 46)46),, ma llaa bottega ddeiei dalldallee CrocCroci,i, oppuroppuree dall'insegdall'insegnana ddellaella croce, nnonon si è estinta né con Giovanni Francesco né con Bernardino suo padre, ha prosperato con Girolamo, morto fra il 11552552 ed il 151554,54, coi coicoi suoi fifigligli Giovanni Francesco IIII,, Giuseppe, Giacomo Antonio eedd infine con Girolamo II figlio di Giuseppe con cui varchiamo i limiti del secolo. Comunque nnessuno,essuno, ripetiamo,ripetiamo, ha maimai sollevato dubbi sullasulla datazione del reliquiarireliquiarioo bresciano, ed ecco il documento bresciano, dispdispettoso,eltoso, minare questa sistemaziostemazionene che faticosamentefaticosamente si era venuta fissando attorno alla oreoreficeriaficeria brebre·­ sciana. Ecco il documdocumentoento nei suoi terminitermini precisi.

InIn chrchristiisti nomine Amen anno sue nativitatis millesimo quingentesimo nonagesimo primoprimo didiee vigesimo teniotertio mensis May horahol1l vesperarumvespel1lrum indieindietiontionee quarta currente }U5SUJussu multum ReverendiReverendi D. Ascanij Martinenghi ex CoComitibusmitihus de Barchi:Barchi- AbbatisAbbati! venerandi monaneriimonasterii SctiSeti SaSalvatorislvatoris BrixiaeBrixiac et ad eius presentiam assiassistentibussten tibus etiam ReverendisReverendis d. Claudio de SanetoSancto Gervasio nunc priorepriore momonastnasteriierii- Divi AntoniiAntonii Coneleani, D. Theophilo Aquila et d. ZachariaZaeharia Appiano et d. Mauro Bertello et d. LivioLivio FFisoneoisonco eetl d. VincentioVincendo Gambara omnibusomnibus canoniciscanoniei! dictaedietae congregationis necnee non COl1lmcoram spectahilihusspectabilibus dd. LudovieoLudovico MoreschoMon=ho massario quadre 2de Alexandri dOClorihu$doctoribus dd. Emanuele Tertio de Lanis eetl HHyppolitoyppoliro Luciago aeac dd.. Hie­H ie-­ ronimo Ugono omnibus consiliariis dietaedietae quadraequadl1le consiliarisque Caritatis cuius prefatusprefatus spec­ tabilistabilis d. Paulus Chizola est massarius, presentibuspresentihus et assistentibus srsr.. FranciscoFl1Incisco de Forbitis et sr. OliverioOlivcrio de CapelettisCapelcttis ex confratribuseonfl1ltribus diete Caritatis, Caput sanctumSB netum dive Affre,Aflre, quod alias,aliaS, dum refficiabaturrefliciabatur templumtcmplum dietediete gloriose MartirisMartiris in dieta civitatecivitate (exstiter)(exstilcr) at ob tem­ poris inopiam conditconditumum inin quadam capsula nucea prout inin publieopublioo documento a me notario infrascriptoinfrascriplo tunctune confectoconfetto et celebrato,celebl1l10, fuitfuh per ReverendumRevcrcndum d. Calistum CalzavelliamCalzaveUiam cano­ nicumrucum et sacersacerdotemdotem inin dieto monasterio commorantemcommol1lntem e dieta capsiola summa diligenti a exstractum et inin bombieebombice albo duobusque pannis serieeissericeis coloriscolori! purpureipurpurci devote involtuminvoltum etet deinde planimodepla nimode positum in statua caputcapu! argenteum ponderispondcris onciarum sexagintasexaginta quattuor in circacirca,, spatulasspatulas vero humeroshumeros etel pectuspeclUS haneoshaneos aureatosaurcalos habente.habcnte. Quae repositiorepositio sie factafaeta fuitfuit inin sacello dietidicti Monasterii propeprope turrim campanearum exsi­ex!i­ stente presepresentibusntibus dd. Jo.lo. Baptista Gambara, JulioJulio Grabello,Gl1Ibello, FranciscoFuncisco Barbero et Marco AntonioAntonio Cesareno testibustestihus notisnotis adad hoc spetiaspetialiterliter vocatisvOCllis ddee quibus rogatusrogatus fuifui ego Alfon­Alfon· sus Brugnolus notarius publieumpublicum conficere instrumentuminstrumentum ad laudemlaudem sapientissapienti! Alfonsus BrognolusBrognolus (l).(1).

(1)(1) A.S.B.A.s.B. Notarile,NOlarile, Brescia, Not.NoI. BrognoliBtagnoli Alfonso, 1590-1591,1.'90-1.'91, f.f. 3184.

131 Non occoroccorrere molto per capire quanto ci dice ilil documento. Verso il 1563,1.563, quando i canonici regolari della congregazionecongregazione di S. Agostino cominciarono a rico­ struire la chiesa di S. Faustino ad sanguinem, rinnovandola col nome di Afra, ed il loro convento col titolo di S. Salvatore abbattendo le costruzioni precedenti, lala reliquia più preziosa, il capo della martire bresciana Afra, venne presa in consegna dalla Quadra II di S. Alessandro, entro i cui confini si trovava la stessa chiesa, e conservata presso la Quadra medesima, forse nella sua casa purtroppo distrutta dai bombardamenti, inin una teca di legno, capsula nucea, che per molto tempotempo rimase inalterata ob temporis inopiam essendo questi di traversie militari, di pestilenze e di carestie .. Solo quando i tempi si resero meno tristi ed essendo terminataterminata la costru­ zione delladelIa chiesa (1857) e ripresa in un certo sensosenso l'officiatura,l'officiatura, la Quadra depo­ sitaria riconsegnò ilil prezioso carico ai canonici lateranensilatetanensi riponendola in un costoso reliquiario in gran parte argenteo. Ne consegue che il busto della martire, parte inin argento e parte in ramerame dorato, deve essere stato approntato in occasione di questa riconsegna (1591) poi­poi· chè l'altra alternativa, cioè di un reliquiario conservato ab antiquo e riutilizzatoriutili:aato nellanella bisogna, ci sembra ostare alla prassi normale ed al buon senso, tanto più che il notaio, per scrupolo professionale o · per richiesta degli offerenti, vedi Qua­ dra, segna anche il peso dell'argento quasi a testimoniare la perfetta prassi della consegna. Allora l'opera deve essere posticipata di qualche decennio, non deve più essere considerata il frutto di una arte nuova e fresca, nata contemporaneamente o quasi al capolavoro di Giovanni Francesco delle Croci ma il prodotto di una tradizione conservatriceconservatrice e ritardataria ormai incapace di seguire i tempi; opera tecnicamentetecnicamente ammirabile, ma priva ormai di signsignificatoificato pregnante. Il documentodocumento ci offre pur nella sua chiarezza qualche dubbio: la mancanza delle spathulae nel o sulsul reliquiario; ma possiam ben pensare che le palmette si siano rotte o siano cadute oppure sian state riutilizzateriutilizzate in epoca successiva, per esempio nei due reliquarii Ila mo' di braccio, più o meno ad esso contemporanei, conservati nella stessa chiesa ed in onore della medesima martire; infattiinfatti difficildifficil·­ mente nel buon tempotempo antico uunn reliquiario di quella foggia avrebbe impugnato il simbolo del martirio ed inin tal maniera irrazionale.irrazionale. Soluzione positipositivava quindi anche se il Morassi (2) afferma che il busto è in argento dorato, fatto questo che porterebbe a non poter riconoscere nell'attuale reliquiariore1iquiario quello identificabile nell'oggetto indicatoindicato dal documento. Una ricognizionericognizione effettuata dall'amico Don Scarabelli ha appuratappuratoo che solo il busto non è d'argento ma di rame confermando il documento trovato.

(2) A. MORASSI, CatalogoCaralogo delle opere d'arted'arte nellend/t chiesechitI(! di Brescia, Roma, PoligraficoPoligralico delldelloo Stato, 1939, p. 3737..

132 Circa i due bracci-reliquiariibracci-reliquiarii ricordiamo un documento datato 1592 17 gen­ naio (A.S.B(A.S.B.. Not. Brescia NotO Camillo Beppi, f. 29252925)) dove Andrea q Agustini de Mescis (?).(?). ltemItem legavi!legavit quod infrascriptus eius heres teneatur et o ligatusligatus sit posIpost morlemmortem testatoris celebrari facere missas quinque, unamttnam statuam argenteam vide/iutvidelizet in EcelesiaEcclesia Sctae Afrae, in EcclesiaEcelesia Sc/aeSctae Mariae Cra/iarumGratiarum Brixiae et in EcelesiaEcclesia SctaeSc/ae Mariae ubi diciturdicilur in Conchis pro quolibet loeo.loco. E per non lasciar sospeso quel 1587 indicato dalla firma del Rossi suisui freschi delIadella navata maggiore della chiesa e ripresoripreso da noi qualche pagina innanzi, par­ liamo dei tempi di costruzione della chiesa di S. Afra e dei suoi conventi. Secondo il Morassi (3) ed il Peroni (4), che per ultimi ne scrissero, ma prima di loro il Fè (5) ed il Brognoli (6) nene avevano fissata la datazione, la chiesa sarebbe stata costruita, su progetti di Pietro Maria Bagnatore, nel 1580 e terminata nel 11603,603, coinvolgendo logicamente anche quellaquella della costruzione dei chiostri.chiostri. I documenti da noi trovati e pubblicati nel già ricordato RegestoRegesto dei notai (7) fanno giustizia di detti annuali; infatti già nel 1536, in data 8 maggio, Antonio q.q. Bartolomeo Averoldi testava obbligando i suoi eredi construi facere unam capellameapellam in dietadicta eeelesiaecclesia SeteScte Afre seu in alia eonstruendaconstruenda (8), chiesa che viene ben presto iniziata se nelnel 1538 addì 8 di gennaio Pietro Conegliano prevosto del monastero di S. Salvatore, la cui chiesa assumerà il titolo in seguito di S. Afra, e Zaccaria Falnetti stipulano il contratto pproro fabrica Capelle ad diclUmdictum Monasterium elet ;amjam eeptecepte perficienda (9) e proseguita se il 23 marzo dello stesso anno i canonici abbiso­ gnano di denaro per aedificando et costruendo dictam suorumsttorttm Ecclesiam Sancti Salvatoris seu sal/emsaltem Capellam magl1ammagnam sive chorum ipsius EcclesiaeEcelesiae que esiest quasi ad dimidium construclaconstructa (lO).(lO). Il coro deve essere statostato terminato pochi anni dopo se nel 1542 il giorno 11 dicembre il prevosto di SS.. Salvatore poteva allogare a Giovanni Antonio MoMo­­ rari da Soresina e ad Andrea da Gussago la costruzione dedell coro ligneo (Il).(11) . Le filze del notaio Tommaso Bargnani dal 1551 sino al 1560, l'ultima data è il 12 genanio, continuano a documentarci il crescere del grande chiostro e testimotestimo­­ niano la presenza continua di Zaccaria Falnetti, indicatoindicato prima come faber mu­ rorum poi, sin dal 1534, ingegneriusingegnerius al quale si devono quasi certamente i pro­ getti dell'abside e del chiostro. Ripresa la ricerca, dopo una sosta di riflessione,

(3) A. MORASSI, op.op. cit., p. 17. (4) AA.. PERONI, LL'architettura'architettllra e~ la scultura$ClIllllra nei secoli XV e XVI, in ««StoriaStoria di Brescia», Brescia, Morcelliana,MorcelJiana, voI. IIII,, p. 871 e ss.ss. (.5)(5) L.F. FE' D'OSTIANI, Tradizione e arte nelle vie di Brescia,Brercia, Brescia,Brescia, Figli di Maria Im­ macolata, 1927, pp. 177-177-178.178. (6) P. BROGNOLI, Nuova guidagflida di Brescia,Brescia, Brescia, NucoliNuooli Cristiani, MDCCCVI, p. 99. (7) C. BOSELLIBOSELLI,, Regesto artisticoarlistico d~idei nolainotai roganliroganti in Brescia dall'amlOdall'anno 1500 all'anno 1560, Brescia, Tipo Lito Fratelli Geroldi,Geroldi, 1976, voI. n,II, p. M.65. (8) C. BOSELLI,BOSELLI, op. ciL,cit., ibidem. (9) C. BOSELLI, op. cit.,cit., voI. II, p. 22. (lO) C. BOSELLI, op. cit.cit., voI. II, p.p. 22.

133 nnelleelle ffilzeilze dei nostnostriri notai,notai, per completarne llaa serie sino alal 11630,630, ci siamo imbat­imbat­ tuti con il notaio Alfonso Brognoli rogante dal 1558 al 161614,14, uomo di fiducia di Ascanio Martinengo AbatAbatee del monastero che ci interessa.interessa. E' una serie di attiatti per lala maggior parte riguardanti vendite, compere, affitti,affitti, legati, fra i quali aalclcununii documenti che ci permettono di testimoniare la conclusione della costcostruru­­ zione della chiesa e della stiasua decorazione. Prima di citarli vorremmo ricordare quanto venne scoperto durduranteante i restaurirestauri della chiesa nel 11943943 poco prima che per i bombardamentibombardamenti lo stesso edificio venvenisseisse quasi completamente distrutto. Noi ricordiamo benissimo, purtroppopurtroppo non ne è rimasta alcuna fotografia, lala grande epigrafe dedicatoria affrescataaffrescata sullasulla controfacciatcontrofacciata,a, scoperta dallo sposta­sposta­ mento della grande tela del Barucco rappresentante l'Inferno)l'Inlemo, in cui si citavano i nomi del PapPapaa sedentesedente ssulul soglio ed il Doge regnante, come ci rricordiamoicordiamo anche che detta epigrafe eraera ben datata, ma un'imperdonabileun'imperdonabile pigriziapigrizia d'allorad'allora ci impe­impe­ disce ora di avere una certezzcertezzaa ed unauna prova irrefutabile.irrefutabile. Oggi la memomemoriaria visiva dedell'epigrafell'epigrafe si conserva in noi, mmaa le cifre ddii essa appaiono meno precise ed è con un senso di incertezzaincertezza che, affidandoci a queiquei lontanilontani rricordi,icordi, formuliamo lala data 11590.590. La data però si lega bene sia con i documenti conosciuti,conosciuti, come la dadatata affre·affre­ scata ddalal Rossi 11587,587, sia con quelli che siamo per produrreprodurre.. liIl primo è il pagamentopagamento fatto a PietroPietro Maria BagnatoreBagnatore delle ppittureitture da luluii fattefatte nella chiesa didi SS.. AfraAfra sino aall 2 dicembre 1589.1589.

1.5891589 IndictioncIndictione ZO2° didiec sabati mensismcnsis d{cembrisdecembris in camera cubicucubicularilari infrascripti Reverendi Abbatis sita in monasterio Stae Affrae Brixiae presentibus d. Joanni q.d. Antonii PPilottiilotti di Feraria ffamiliariamiliari prefadprelati RdiRdi AbbatisAbbatig et Francisco q. Stef:miStefani dcde Zanottis de Siviano RRiminiimini pariter serviservito toriri testibus asserentibus elcetc et quae infrascriptaeinfrascriptae partes per me notarium nono­­ scunscuntur.tur. Multum Rd. Dominus Don Ascanius Martinengyus dignissimus Abbas monasterii SetiScti Salvatoris BrixiaBrixiaee presens et o.gensagens nomine dicti Monasteriis tamquam debitoris infrascripdinfrascripd Petri Mariae ut infra omni meliori modo elcetc inherendo ( ...... ? .. ) et ordine oretemus dato.data per infrascriptuminfro.scriptum q.q. Rdmi Don MM.. Antonium Rovatum de expendendo ad dccoremdecorem EcclesiaeEcdesiae Stae Affrae pretium ad purum infrascriptae petiae terrae jurejute et proprio in perpetuum ad pu­pu­ rum mundum etc dedit, tradidit et insolutuminsolulllm assignavit etc. Domino Petro Mariae fq. PetriPetri de BagnatoribusBagnatoribus PictoriPietori civi et habitatorihabhatori Brixiae presenti et agentiagcnti pro se etc.elc. nomnominatiminatim unam petiam terrae arativamarativam et vitatam sitam iinn territorio Rocchafranchae districtus Brixiae in contrata ( ...... ? ? ..... ) cui coherunt amane Ludovicus de Bassis a meridie strata a sero seriola dietadicta la comune a monte heredes BarthoBartholomeilomei Bovaioli sallemsaltem plodiorumplodiorum triumtrium in circa quanquantata­­ cumque sit absquam additione et diminutione pretii infrascripti et quae petia terrae alias erat q. Rdi Dni. Don Marci Antonii Rovati olim canon;cicanonici regularis in ipso in ipsum Mona­ stesteriumrium cumrom ordinatione sua suscepta (?), ad habendum etc.etc. dans et ponens consituit pre­ falllsfatus Multum Rdus DD.. Abbas se in possessione etc nomine umentamen etc doncedonec etcetc.. quam etc.etc. ac ppromisitromisit de evinctione et legitima!egitima deflensionedeffensione dictae rei insolutae datae tam in toto ququamam in parte tam iinn proprietateproprietale quam in possessione omncmqueomnemque litemlilem elCetc i1emitem reficere etc in forma.fonna.

((11)11 ) C. BOSELLI,BOSELLI, op. cir.cito

113434 Et hoc pro pretio et finito mercato librarum trc:centumtrecentum plt. in credito quod prefatusprdatus Pe­Pe· tru$trus MariaMaria habet in dieto Monasterio caUs.:!causa PicturarumPieturarum ipsi MonasterioMonasterio factarum in Ecclesi-aEccIesra dictidieti Monasterii usque in presentpresentemem diem pro quibus libris trecentum pltpiI prefatusprefalUs d. Petrus Maria liberavi!liberavit et absolvit dictumdietum Multum Rdum Dnum Abbatem et per eum dictumdietum Mona· steriumsteriumet et ab omni eo etc.etc. pro dittadieta summa dictarumdietarum !ibrarumlibrarum treccntumtrecentum PromiltendoPromittendo etc. obligando etc. Renuntiando de quibus quibus omnibus rogatus sum ego Alfonsus Brugnolus notllriusnotarius publicum conficere instrumentuminstrumenlUm ad laudemlalldem sapicntissapientis AlfonsllsAlfonsus Brugnolus (12).(12) .

Anche questo documentodocumento,, pur essendo esplicito e chiaro, ci lascia dubbiosi ed apre una nuova problematica sulle opere lasciate dal Bagnatore nella chiesa didi S. S. Afra. Quali opeopere:re: il il grandegrande Cristo Morto firmato e datato 1588 o gli gli af­af· freschi del catino dell'abside o quelli della navata di sinistra alla cui fine egli collocava la lunetta con Due Sibille e puttipulii colla firma e llaa data 1603 (13)? SicuSicuramenteramente l'uno e gli altri giacchè il documento parla solo di prezzo e di con­con· tratto, non di pagamento totale ancanchehe perchè trattandosi didi opere fatte usque inù: presentem diem si presume un seguseguitoito alle opere giàgià fattefatte.. Altro problema: come mai il Rossi termina lala sua parte ddii decorazione nel 1587 firmandola nella navata centrale di S. S. Afra mentre ilil Bagnatore è pagapagatoto solo nel 1589,1589. cioè due annianni dopo, ed è proprio in questo biennio 15871587-1589·1589 che ilil pittore orceano, per la stessa chiesa e per gli stessi committenti, realizza iill Cristo Morto ed uunana parpartete della decorazione a lui affidata? Oppure la decorazione della navata di destra,destra. opera del Rossi, si protrae oltre iill 1587 o ilil Bagnatore lloo ha sostitusostituitoito in parte od in tutto nelle navate? (14)(14).. La distdistruzioneruzione della chchiesaiesa e quiquindindi degli affreschi non ci permette più ddii avereavere una rrispoisposta;sta; lele poche fotografie, non sempre mitide e chiare,chiare, ci llascianoasciano quanto mamaii incerti ed insicuri;insicuri; solo un colpo di fortuna archivistica, potrà sanare ilil nostronostro desideriodesiderio.. Comunque l'atto rrogatoogato dal BBrognolirognoli nel 1589 conferma che la chiesa eerara stata già tutta costruita, altrimenti ilil notaio non avavrebberebbe potuto scrivere pretio et finito mercato..mercato .... causa Picturarum ipsi Monasterio factarumjaclarum in Ecclesia dictiJicli Monasterii. Ma totornandornando allaaUa datazione della chiesa ecco ilil documento che taglia lala testa aall toro.toro.

In data 1591 19 aprile DecrevitDe<:revit Magni·ficusMagnificus Cesar qq.. Magnifici D. OctavianiOctllviani dedc Provaliis habere inin EcclesiaEcdesia Sancate AfIrMracae Brixiae novitenoviterr fabrieatafabricata inin cuius ecclesecdesiaia locoloro nuncupnuncupatoato delle Carceri exstant reliquaereliquae Beatorum Alexandri et Angeli martirummanirum de ProvaliisProvaliis...... unam capellamcape1lam ...... Multum ReverendusRevcrendus Abbas ...... assignavit CapellamCapcUam nuncopatamnuncopatam subsub nomi,nenomine pietatis inin parteparte aIl monte inin ingressuingrcssu ecclesiaeeedesiae ...... (15)(15).. Et de hoc satis! CCAMillOAMILLO BOSELLI (12) AA.S.B..S.B. Notarile, Brescia,Brescia, ff.. 31833183.. (13)(13) C. BOSELLI, II dipinti inin SS.. AfraAlfa ed ii lo10ft)ro autori, «L'Italia»,. L'tlalia., 19431943,, 4 febbraio.febbraio. (14) C. BOSELLI, IbidemIbidem.. ((15)15) AA.5.B..S.B. Notarile, Brescia, Not. BrognoBrognolili Alfonso, f.f. 3184.

131355 DOCUMENTI SULLE RELIQUIE DI S. GLISENTEGLI SENTE

I documenti che qui vengono rriprodottiiprodotti hanno un loro particolare valorevalore.. RiRi­­ guardano infatti un santo singolsingolare,are, sul quale s'è scritto abbastanza e da don Ales­ sandro Sina con sottile acume critico e con amplissima informazione ((1).1). Non mi dilungherò ad esporre i risultati delle ricerche dell'eminente storiografo camuno. Naturalmente il Sina rilÌutarifiuta ogni udienza alla purpue affascinante leggenda che vuole S. Glisente arrivato in Valcamonica con altri due fratelli, Fermo e Cristina, al seguito delle truppe di Carlo Magno e con i fratelli si sarebbe poi ritirato a penitenza sui monti camuni: egli su quelli di Berzo, Fermo su quelli di Borno, Cristina su quelli di Lozio, promettendosipromettendo si a vicenda di salutarsi ogni sera con i fuochi fino6no a quando questi si spensero perché eeranorano morti. Sui loro sepolcri venven·­ nneroero edificate tre chiese. Districandosi fra leggende e supposizioni e raccogliendotaccogliendo validi argomenti sto-­sto­ dci,rici, don Alessandro SmaSina (che è senz'altrosenz' altro il miglior storico che la ValcamonicaValcamoruca abbia avuto), ha ricostruito notizie più plausibili su S. Glisente.Glisente. Secondo il Sina, egleglii fu un nobile camuno di origine franca, probabilmente epigono di quei "do"do-­­ mini", ossia signori di BeBerzo,rzo, discendenti da una delle tre famiglie franche di Esine citate nella donazdonazioneione di Giselberto del 979979.. Costoro nel secsec.. XI erano stati investiti, e divennero poi proprietari di vasti possedimenti che il monastero di S.S. Pietro in MonteMonte aveva ricevutoricevuto in dono dalldall'arciprete'arciprete di Manerbio, Arderico, fra cui le montagne pascolive di Val Gabia, Cavaler e RoncoleRoncole,, confinanti con i territori di Bienno e di Esine. Fu probabilmente sul monte Roncole che il nobile Glisente, seguendo l'esempio di S. Costanzo, S. Obizio e molti altri, si rritiròitirò a vita di preghiera e di meditazione, svolgendo apostolatoapostolato frafra i molti pastori e i manman·­ driani che vivevano su quei monti e soccorrendoli, consigliaconsigliandolindoli e scendendo a Berzo soltanto lala domenica e lungo l'inverno.l'inverno. Sul monte poi sarebbe morto e sulla sua tomba venne edificedificataata la prima chchiesa.iesa. Da segnalare però un'ipotesi avanzata da PP.. Guerrini nelnel 1911 secondo il quale S. Glisente potrebbe essere ststatoato un ffraterate Umiliato, fondatore di una casa di Vmi·Umi-

(l)(1) B. FAYNUS, Martirologium Brixianum, Brescia 166J,1663, al 26 luglio; Acta Sanctorum,Sanctorum, VI, pp. 318318-Jl9;-319; P. GUERRINIGUERRINI,, Intorno a SS.. Glisente di Berzo, «Brixia Sacra», II (1911) pp. 37-41;37-41; O. PIaTTI,PIOTTI, Il culto di S. Glisellte,Glisente, eremita nell'Alta Valle TTrompia,rompia, Breno 1912; G.G. PANAZZA, L'arte medioevale ndnel territorio bresciano, Bergamo 1942, pp.pp. 144·144- 145; A. SINA, LalA leggendaleggenda di Carlo Magno ed il culto di S. GlisenleGlisente in ValleValle Camonica, «Memorie storiche della diocesi di Brescia», XII (1944), pppp.. 99·151;99-151; A. SINA, Esine. SioriaStoria di una terra camuna, Brescia 19461946,, pp.. 75.

136 liatitiati sul monte di Berzo, intornointorno alla medesima epoca inin cucuii S. Costanzo di Niardo fondava e dirigevadu-igeva lala casa degli Umiliati inin Conche. Anzi, ancora secondo ilil Guer­Cueì rini, il santuario di S. Glisente potrebbe essere stato lala "domus de Eseno" (casa di Esine), ricordata da un antichissimoantichissimo catalogocatalogo delle Case Umiliate. L'esistenza di S. Glisente è, secondo ilil Sina,Sina, provata da un culto già vivo e diffuso agli iniziinizi del secolo XIII. Anche sulle tombetombe di S. Glisente ha scritto esaurientemente dondon Sina. E' cer­ to plausibile quanto suggerisce lala tradizione locale che indicaindica lala prima sepoltura del santo eremita nel sarcofago che si scorge ancora, vuoto, sul limitarelimitare della cripta del santuario. Beniamino Zacco (2) dice che poi lele sspogliepoglie vennero rapite da alcuni incaricatiincaricati della Comunità di Collio; altri invece sostesostengonongono che i ladriladri fossero di Bagolino (3).(3) . I ladri comunque avrebbero desistitodesistito dall'impresa perché colpiti da improvvisa cecità che riacquistarono poi quando ebberoebbero riposto lele sacre reli­ quie nel loro deposito. A parte racconti del genere,genere, chiaramente leggendari,leggendari, ilil mimi­­ stero della sepoltura del corpi di S. Glisente rimane nonostante la voce racrac­­ colta verso la seconda metà del sec. XVII da Bernardino FarinoFarina da certo Bottaini seconsecondodo la quale ilil corpo di S. Glisente sia stato parte sepolto nellanelIa spelonca e parte in S. Lorenzo di Berzo,Berzo, voce a sua volta registrataregistrata anche da P. Gregorio da Valcamonica. Senonché a nulla valsero le ricerche che, basandosi su tali voci, comcom­­ pìpi l'arciprete di Berzo don Paolo Bona, salvosalvo al ritrovamento dietro l'ancona di S. LorenzoLorenzo di una cassettina con alcuni ossicini «senza nome né scrittura» di cui l'Ordinario non permise alcuna esposizione ((4).4). «Da tuttotutto questo, scrive il Sina, venveniamoiamo in chiaro che alla fine del secolo XVII non si sapeva dove erano stati riposti i resti mortali del santo» (5). Né ser­ vovonono a far luce sulla questione gli atti delle visite pastorali. Circa la sepoltura fuori la chiesa di S. Lorenzo, indicata come la tomba del santo, il Sina è del parere che siasia stata costruita nei primi decenni del sec. XVIII e crede che sia stata fatta erigere dall'arciprete don Antonio Bosio che «deve4!deve aver fatto delle ricerche per trovare il corpo del Santo. In alcuni ssaggiaggi fatti ese­ guire nella chiesa di S. Lorenzo, rinvenne il corpo, che da alcuni segni od indizi particolari egli credette doversi ritritenereenere del Santo. Sottoposto il caso all'Ordina­ rio, quequestisti deve aver risposto a lui, come al patrocoparroco Bona, quando dietro al coro trovò la cassettina contenente delle ossa,ossa, e cioè che non constando della auten­ ticità, non permetteva venissero poste in chiesa, per essere venerate, ma che fos­ sero collocate in una tomba allall'esterno'esterno del tempiotempio». • . (6).(6) .

(2) P. BENIAMINO ZACCO, Vita di S.S. Glisente, ms.ms. nell'Archivio parrocchiale di BcrwBerzo Inferiore. 13),(3) P. EleutEleuterioerio di Palazzolo nella sua inedita Vita di S. Glisente Francese. (4) aroCfr. P.P. GUERRINI, Intorno a S. Glisenu.Glisente, p. 38.38. {'l(5) A.A. SINA, L.La leuendaleggenda di Carlo MagnMagno,o, p. 147. (6)(6) Ibidem, p.p. 149.

137 In verità Alessandro Sina di fronte a tante notizie cocontraddittorientraddittorie dovette arrendersi e dichiarare di non poter dire dove si trovassero le reliquie, avanzando tuttavia la supposizione che alcune reliquie del santo sarebbero state sepolte all'in­all'in­ terno della chiesa di S. Lorenzo «nel presbiterio, forse dal lato dell'epistola, ai piedi dell'affresco chchee riproduce la vita del santo; e che le altre rimaste sul monte,. sieno state nel secolo XV, quando venne costruita la nuova chiesa, deposte dentro o sotto l'altare» (7).(7) . Alla luce di queste supposizioni, e disquisizioni critiche, i documenti qui di seguito riportati acquistano particolare rilievo. Dimostrano come ancora nel sec.sec. XIX avanzato e nel secolosecolo XX fosse incerto il luogo della sepoltura del santo, ma anche come fosse viva la devozione. Il primo documento è una segnalazione dell'I.R.dell'I.R. Delegato di Bergamo al Ve­ scovo di BrBresciaescia in data 14 marzo 1522 (8) che seguiva ad altra precedente segna­segna­ lazione di due giorni prima da parte dell'Arcdell'Arcipreteiprete di BerzoBerzo.. Vi si legge:

L'I.R. Commissario DistrettualeDistrettuale di BrBrenoeno 0::10con rapportorapporto 1122 corrente Marzo ha riferito che il giorno 7, detto mese, dai muri diroccadiroccatiti dclladella chieschiesaa di St. Lorenzo di Berzo venne per l'ac­ cidentale smovimento di una piepietratra a vedersi una cassa di legno; che questa cedette facilmente alle curiose investigazioni di un ragazzo chchee per tal modo scopriscoprì coll'opera di un bastoncello i piedi di un morto; che, ciò snputosi,saputosi, si divulgò nella circonvicina popola7ionepopolazione il rumore che quel corpo fosse quello di SI.St. GlisGlisente;ente; che siffauosiffatto rumore fu accreditato dalla esternata opi­ nione di quel Sig. Arciprete e del predicatore quaresimalquaresimalee sulla prprobabilitàobabilità della cosa; che infine l'affluenza delle persone, le qualiquali recavansireçavansi in forma procssionale al sito dello scoperto cada­ vere, avevano consigliata la Deputazione locale a stabilirvi due guardie.guardie. Questa Delegazione provinciale in vistavi-sta di tutto ciò ha referittoreferiuo a quel Commissario d'ordinare le cose in guisa chchee non sia in alcun modo tocco e molto meno trasportato il cadavere inin discorso a meno che non gli giungano ulteriori istruzioni,istruzioni, o un di LeiLei ordine.ordine. E stacil.starà poi in attenzioattenzione,ne, ch'ella voglia, Monsignore, parteciparle lele disposi:cioni,disposizioni, che stimasse all'uopoall'uopo d'impartire sull'argomento, e che si pregano possibilmentepossibilmente sollecite, trattandosi di avvenimento che potrebbe agevolmente dadarr luogo a popolari aberrazioni. Bergamo li 1144 Marzo 1822 pel ConsigliereConsigliere di Governo I.R. Delegato Prov.!eProv.1e L'I.R.VL'LRV.. Delegato

Le segnalazioni dell'Arciprete di Berzo e del LR.I.R. DDelegatoelegato di Bergamo trotro­­ varono pronta rispondenza nella Curia di Brescia. Pochi giornigiorni appresso, il 20 mar­mar­ zo, infinfattiatti il canonico Giovanni LuchLuchii (9), su incarico del vescovo mons. Gabrio Maria Nava, partiva per Berzo per compiere in luogo un'ispezione. Di essa diede ampia relazione (lO) nel seguente:

171(7) Ibidem. (8) Archivio VescovileVescovile di Brescia, RR.I..I . 1822, n.n. 322. Devo a don Antonio MasetttMasetti: Zannini, al quale con affettuosa e viva ammirazionammirazionee e stima è dedicato questo contributo, la gentigenti­­ lissima segnalazione del documento. (')(9) Il canonico nobileoobile Giovanni Luchi didi Windegg, nominato membro del Capitolo della Cattedrale 1'11 apraprileile 1808, fu convisitatore del vescovo e suo collaboratore preziosoprezioso.. (lO) Archivio Vescovile di Brescia, R.LR.I. 1822, n. 322.

138 PROCESSO VERBALE dell'esamedrll'rsa1l1r lattofatto di un/In ctldavrrrcadavere er suo depositodrposilO rinvenuto vicinovicino alla chiesa di SS.. LorenzoLo,em:o di BerzoBrn.o L'Ill.moL'Ill.mo e R.dmo Monsignor Gabrio Maria Nava Vescovo di Brescia avvertito con Lettera nonché dal signorsignor ArcipreteArciprete di Berzo di Civi·dateCividate inin Valcamonica,Valcamonico, sotto il giorno dodecidodcd marzomano corrente, ancaanco del Signor Delegato civile di Bergamo inin data quatordici di dettodellO mese, che inin detto paese di Berzo, correndo ilil giorno sette,selle, a caso in un deposito antico annesso alla vecchia Parrocchiale dettadeua di S. Lorenzo erasi soopescopertorto un cadaverecadavere vestitovestitO con mantello, cingolo alleane reni, e bastoncello, e che da molti essendo statOstato supposto esseresser taltal cadavere lele spoglie di SS.. Gli­ sente protettore di quel paese, e morto nelle parti montuose del medesimo, si è accumulata lala popolazionepopolarione accresciuta ancora dall'accorse genti di altre ParrocParrocchiechie ad osseosservare,rvare, e venerare il dettodetto cadaveree.davere come se autenticatoautenticalO fosse esseresser quello del dettodetto Santo,Samo, e che il tumultorumuho degli accorrenti di giorno in giorno aumentava a segno che dalla Regia Delegazione si era dovuto ordinare, che detto cadavere non più fosse a vista deldd popolo sino a che ilil vescovo Diocesano non avesse con formalitàformaliti. dichiaratodichiarnto che le rinvenuterinvenute spogliespoglie: si dovesserodovessero considerare come appartenenti al surrifsurriferitoerito santo, pregando essa Regia DelegazioneDelegazione ilil Vescovo di sollecitare lala revisione di quelle, onde a suo tempotempo ne seguasegua lala relativa dichiarazione della lolororo autenticitàautenticitA o non autenticità inin proposito. Ora il Prelato non potendosi egli perpersonalmentesonalmente trasferiretrasferire di presente al suddettosuddellO paese,paese, ritrovandosiritrovandosi impegnato inin altre serie occupazoccupaz:oni:oni dcidel suo ufficio, ha delegatodelegato me infrascrittoin(rascrttto a subito portarmi, in Vallecamonica, ed in essa al paese di Berzo di Cividate per fare in pro­ positopositO gli opportuni esami da esseesserr assoggettatia!SOggellafÌ ai riflessiriOessi di esso monsignor Vescovo, ondeonde passipossi lolo stesso emanare lele opportune determinazioni. Nel giorno adunque 20 del corrente marzoIllllrzo 1822 da BresciaBresci.a arrivato inin LovereLovere dopo aver iviivi pernotato, mi sono direttodirello al riferito paese ddii BerzoBera) nella mattina del giorno 21; aveove ac­ colto ocn molta degnazionedegnazione da quel Signor Arciprete Bui-ssaBuissa non mancai tostotosto occuparmi del commessomiCOmmessomi esame; e poiché il cadavere, su cui dovea cader l'esame,l'esame, non potea rendersi visibile senzasenUi o la presenza o l'assensol'assenso deldci Signor Commissario Civile di Breno, per cui ordine eraeu di nuovo stato murato e chiuso [senza però esser stato mosso ne dalla cassa, aveove esiste, ne smossa lala cassa medesima dal luogo oveave da principio esisteva]esisteval cosìcosI fufu di mestieri, che ilil Signor Deputato Riccieri spedisse a Breno ad avvertir esso Signor Commissario che essendo da Brescia io arrivato con speziale delegazionedelegazione di MM.or.or Vescovo, per l'esame suespresso,suespresso, avesse,avesse:, se perso­pers0- nalmentenalmen te si aggravava di ritrovarsi presente,presente, a rilasciar l'ordine,l'ordine, che non fosse ulteriormente imimpedila,pedita, se occorreva,oo:orreva, ancaanco l'estrazoine delladclla cassa dal luogo,luogo, aveove l'accennatol'accennato cadavere esiesi­­ stevaneva per farvi lele opportune osservazioni. Prima però di altro, rassegnata al Signor Arciprete la Lettera didi M.or Vescovo indicanteindicante la riferitariferita delegazionedelegazione in me da esso fatta,falla, ed il desiderio che vi si trovassetrovasse presentepresente ancaanco ilil Signor Vicario Foraneo di Bienno, ed altri:altri che ioio credessi opportuni [avendo inin ciò oltre ilil dettodetto SignorSignor Arciprete di Bienno invitatoinvitato roncon LetteraLettera ancaanro il Signor Arciprete di Darfo] ho presa informazioneinformazione dal predetto Signor Arciprete Bui-ssaBuissa delledelle circostanze deldci fatto,fallo, e risultanzerisu[tanze dello stesso, a cui fatte lele opportune interrogazioniinterrogazioni ha relativamente ad esse rispostorisposto.. Primo, che nel giorno 7 del corrente marzo essendosi nella parte del muro, che forma parapetto al deposito del cadavere, smossi alcuni sassi accidentalmente si è inm parte scopertoscopertO esso deposito, qualequale rimanerimane fuori della clUesachiesa di S. Lorenzo antica ParochialeParoc:hia.le appoggiato peròpero al muro orientale della medesima, e ne fu avvertito, da chi l'aveal'avei ravvisato,ravvisato, di ciò ilil Signor Arciprete, quale portatosi sopra luogo,luogo, dacchè il coperchio della cassa contenente il cadavere erasi in parteparte rotto, poté in esso ravvisarvi un cadavere intierointiero copecopertorto per la maggior parte di pelle inariditamaridita ma indurataindurata aventeavente una veste sottana di tela chiusa con bottoncini lavoratilavorati di reve,leve, e riccamatiricrarnati con croce, ed mantello di fustagno seminero, e foderatofodernto di tela;tela; ilil tuttotutto consisténte;consistente; e cinto di un pezzo di corda comune secondo ha depostodepoSto esso Signor Arciprete ddii

139 aver dopo questa scoscopertaperta fatto chiuder l'apertural'apertura del muromuro per cuiCul siSl poteva non solo vedere, ma ancor por mano al detto cadaverecadavere,, ma che ciononostante mentre egliegli: era impegnato in chiesa nellenclle SacSacrere Funzioni {dacché[dacché s'era spasparsarsa voce in paese che erasier~ s i scoperto tale deposito, e che potesse essessereere il corpo di S. Glisente] vi fu fra il popolo chi si portò al sucitato luogo, e fatta nuova rottura nel parapetto si avvanzòavvaflZÒ a levare d'addosso del cadavcadavereere parte del mantello,mantello, sottana, bottoni, ed alcuni osossami,sami, assistito ancaanco in ciò da altre persone; sicché fu costrcostrettoetto il Parroco di implorar il braccio della comunecomune,, la quale evi pose le guardieguardie,, ed indi fece raddopraddop­­ piare il parapetto; dopoché moltiplicatasi la gente concorrente per vedere quel cadavere la Commissione civile di Breno diede di ciò ordine al DeputatoDeputato di quella comune. Terzo, che esscndoessendo proposta da persona pia abitante in paese di far nellanella località, oveave tra­tro­ vasi il detto Deposito cercar Iimosinalimosina ad onor di SS.. Glisente, esso Parroco si è assolmamenteassolutamente opposto. Quarto, che non è altrimenti verovero,, che la gentegente,, chchee in qualche numero sisi recava onde soddisfare la loro pia curiosità di vederevedere quello da loro sacro crcdmocreduto cadavere, vi si recassereçasse in forma di processione,processione, ma a discrdiscreteete turme[Urme senza alcuna religiosa formalità. QuQuesteeste furono in proposito le deposizioni del Parroco, le quali in quanto alle qualità del cadavere, ed abito di sottana, e mantello dìdi cui era coperto furono confermatconfermatee dal R.do D. Carlo Amadori, attuale predicatore quaresimale in quella ParrocchiaParrocchia,, e lo stesso si è asserito dal Signor Angelo Buìssa giovine di anni circa ventiventi,, ce nipote del Parroco suddetto, il quale di più ha aggiuntoaggiunto che ad uno de latilad del cadavere eravi un bastoncello, che liIl è parso del legno di paghera mezzo scorticatoscorticato.. Le soprascritte notizie circa il mentovato cadaverecadavere,, e deposito sono quelle che ho potuto raccogliere dalle sopradescritte personepersone,, fra le quali ilil Parroco ha ancoanca asserito di aver udito il Cancelliere della Comune di Berzo diredire,, che una volta ripassando alcune carte della Comune vi lesse una memoria, che il corpo di S. Glisente dal di lui oratorio sulsul monte fossefosse stato tra·tra­ sferito nella chiesa di S. Lorenzo; eedd avendo desiderato di parlar con esso Cancelliere, e di aver detta carta, mi fu rispostorisposto che il Cancelliere era assente, ne si sapeva quando sarsarebbeebbe stato di ritorno, e che le carte della Comune erano per certa combinazione trasportate in BreBre-­­ no, e confuse con altrealtre,, ma che al ritorno del cancelliercancellieree Stsi sarebbe proccurato rinvenire la relativa carta, e spedirmela.spedirmela. Avea già preventivamente scritto al Signor D. Carlo Ginami in Malegno, perché proccu·proccu­ l'asserasse spcdirmspedirmii quelle notizie,notizie, che avesse in Malegno potuto rinvenirrinveniree circa la tumutumulazionelazione del corpo did~ S. Glisente; ma mi fecefeçe rispondere che niente vi sapeva in proposito, ne in allora poteva farne ricerca per esser impegnato nella assistenza a due persone in punto di morte,morte, ma che disimpegnato da si rilevante occupazione avrebbe fatte le opportune ricerche e poiché io avea con Lettera prevenuti li due Vicarj ForaneiForanei di Bienno, e di Darfo perché favorisserofavorissero tosto recarsi in Berzo per assister ad un affar di rilievo, s'immaginarono di che carattere egli fosse, tanto più che la Lettera venuta da Brescia diretta al Signor Rettor VerziVeni di Lovere avaveaea pre­ venuto con la notizia,notizia, che ioio ero stato deledelegatogato da S.E. monsignor Vescovo allall'esame'esame deUadella da alcuni supposta spoglia di SS.. Glisente, ond'è che da molti in Lovere, ed altrovaltrovee ooncon mia sor­sor· presa, e senzaché dalla mia bocca si fosse detto ad alcuno l'oggetto del mio viaggio, era com·com­ plimentato sul moUvomotivo dello stesso. Arrivati adunque in Berzo i due Vicarj Foranei, e altresl il Signor Commissario civilecivile di Breno invitatovi dal Deputato maggiore di Berzo,Ber~, ossia di quella comune [quale però, comeché pieno di Religione, si è protestato che era venuto non mai per associarsi nell'esame del noto cadavere, essendoessendo questa mansione ecdesiasticaecclesiastica dacché trattavasi ddellaella ricognizione di ben o mal supposte Reliquie, ma unicamente per ordinare, che il commesso clidi monsignotmonsignor Vescovo non fosse impedito in alcun conto dal far estrarre il suddetto cadavere, farnefarne i rilicvrrilievi con tutta libertà, ed a ciò fossero somministrati gli opportuni mezzi, e tenuto in freno il popolo dall'af·dall'af­ follarsi, ed impedinniimpedirmi la libera revisione del cadavercadaveree predetto, avendo a questo fine fatto

140 venire due guardie con ii loroloro fucili oltre altri uomini d'armid'anni a ciò commessi da Signori Depu­ tati di quella comune.comune. Portatomi adunque con lili sopra indicatiindicati Vicarj al locale aveove chiusa con muro da ogni parteparte trovavasitrovavasi il deposito del cadavereeadnvere osservai,osservai , cheeh~ lolo stesso eraera appoggiato al grossog.... osso muro esterno, ed orientale della chiesa sopraaccennata di S. Lorenzo martire, e poggiato sul piano parallelo al rimanente della base del piano attorniante lala dettadelta chiesa, diffesodifIeso inin facciatafacciata da un muro perpendicolare di cinquecinque oncie circa, che al di sopra dell'altezza di due braccia circa si piega alzandosialundosi verso il muro della chiesa unito con malta allo stesso. Erasi ivi adunato molto popolo trattavitrattovi dalla curiosità ddii poter vedere ilil cadavere, quale però si è contenuto con tuttatutta mode­ razionemione lalasciandosciando liberolibero ilil localeklC1lle a me,me, a Signori predettipredeui Vicarji Foranei, Signor Arciprete di Berzo,Ikrzo, e Signor D. Domenico Martinelli, onde liberamenteliberamente farefare lele opportune osservazioni. Prima adunque didl far scavare esso deposito si è fatta un esattaesalla osservazioneosservazione nell'esterno muromuTO e sopraposto arco] quale ad altro non si vede servire se nonnon a sosteneresostenete una sopraposta scala, che va in cantoria, e sul pulpito] tuttotutto rozzo, e senza alcun ornato, a distinzione dal rima­rima­ nente de muri; anzi meno degli altri ornato, poiché sottoSOltO un'altro arco vicino a quello del deposito, e simile nella forma vi è dipinto un crocefisso, e nella facciata della chiesa vi è di­ pinto inin figura colossale S. Cristoforo, e altresìaltresl al di sotto, e fuorifuori di esso arco vi è un'urna in altoalto semimarmorea, che tienetiene un iscrizioiscrizionene del 1545 indicante esservi iviiv, il cadavere di per­ sona benefattrice de poveri, ehch aveva disposto sessanta somme di biada per formaformarere un monte di pietà il cuicu; deposito con iscrizioneiscrizione in marmomanno si osserva chiuso da muro ed inin pian terreno al di sotto.SOIlO. Si è pure fattafalla attentaallenta osservazione se vi fossefosse qualehequalche principio di iscrizione,iscrizione, ma non si è trovata inin alcun lluogo.uogo. Si è quindi cominciato ad atterrar ilil muro che formava liIi parapetto del Deposito, e tostotosto è apparsa la cassa di questo fattafalla di asseaS$C comune,comu ne, sembra di paghera,pll8hera, rozza esimilee simile affatto nel lavorierelavoriere alle casse de morti, che di presente si fanno per collocarvi in esse il cadavere de trapassati.trapassati. Sopra lala cassa stessa vi era due pezzi d'asse simi-lesimile partepartc quasi contorta, e parte inin essere, quale convien dire sia statastatB levatalevata da primi scopriscopritori tori onde poterpotcr osservare ilil cadavere. Esso cadavere è posto con il capo verso sera, i piedi a mattinamattina.. IlIl capo è staccato, non so poi come, dalda.! collo.collo. Ha la boccabocc1I estremamente aperta, manca però di quasi tuttitulti ii denti, statilistatil i come si dice derubati; lala lunghezzalungheu.a di tutto ilil cadavere è di circa braccia cinque ed oncieonde quattro.quattTO. IlII volto è quasi tuttotUlto coperto di pelle indurita a segno cheche sembra un vero cuojo, e lolo stessostesso ssii dica della maggior parteparte del corpo, quale pellepeUe è discretamentedi-scretamente bianca; manca in unaUDa mano, checbe è la destra di quattro ditadita,, ed alcuni altrialni ossi massime di costole, stsateleatele come si dice derubate. Anco l'abitol'abito e mantelomamelo nella parte anteriore e statoStatO levato da mano rapace;rapace; solo ssii vede una camiccia, o dirò meglio una porzione di essa, di telatela fina e lavorata allaaUa ma­ nieraDiera con cui soglionssoglionsii ora lavorarelavorare lele camiccie. AlAI di sottoSOltO della schenaschcna rimane una porzione del mantello fattofatto come di fustagnofUStAGno quasiqUAsi nero, e foderato di telatela bianca ancor sussistente e che non cede se non al taglio della forbice.forbice. AncaAnco della sottanaSOllana rimanerimane nella parte posterioreposteriore qualche rrimasuslio,imasuglio, e sembra fattfattaa di finafml lana;lana; e delli bottoncini non ve n'è alcuno, stati come si dice levatilevati dalle furtive mani del popolo. HaH3 una gamba, ossia osso della tibia inin parte corrosa, e caricariata;ata; nel pettopellO è scomposto farsiforsi per lele violenzeviolenu: pratticateli,prallicateli, manca del nnaso,aso, lingua, ed occhi nel resto lele giunture sono tuttutttee unite. FaFallette lele suddettesuddette osservazioni, mi sono fatto premura di ricricercaercarere con tuttatUlla diligenza se o nelleDelle parti nascoste del cadavere, o di sottoSOltO di esso vi fosse qualche pezzo di piombo, metallo, o pergamena, che potesse dare qualche indizioindizio della personapenona di cui fu qqueluel cadavere, ma nientenlente ssii è rinvenuto; e poiché sperava una qualche memoria rinvenirlarinvenirIa nel locale aveove quella cassa esistevaaisteva ho fattafalla estrarre con diligenza la cassaCllS~ medesima, ho fattofalto ripulireripulire ilil piano sopra cui quellaqu ella esisteva, indiindi mi sono abbassato, ed ho esaminatoesaminalO per minuto inin ogni parte l'internol'interno di quella perfettamenteperfellameDte rozzarozza tomba, e non ha potuto rinvenire alcuna memoria scolpita, ne dipinta, ne inin alcuna maniera espressa relativa a quel cadavere iviivi riposto; quindi nella fatta estrazione della cascassasa di esso cadavere non essen-

141 dosi potuto ocxultareoccultare a quel popolo, che era presente, senza però che alcuno fuori di noi VIvi siSI sia avvicinato, e senza alcun tumulto, vi ho riflesso, che a riserva di unaUlla donna, cchehe è parsa recitar sotto voce qualche orazione niun'altroniun' altro ha dimostrato per quella qualunque siassiasii spoglia, segno di divozione, ma solo di curiosità.curiosità. Compiuto il suddetto esame ho fallfattoO rimetter il deposito, e cadavere al suo amicoantico luogo facendolo bene murare come lo era avami.avanti. QQuindiuindi portatomi nell'interno di essa chiesa di S. Lorenzo vi ho osservato due ritratti di S. Glisente uno antico sul muromuTO della ChChiesaiesa oveave è dipinto vestito di color come si suoI dire di canella senza mantellomameUo però cocoll capucriocapuccio e senzsenzaa bottoni in atto di munger il latte da una pecora; e l'altro in tela [ed è quello che esistevesistevaa nell'nell'alpestre alpestre oratorio di esso Santo]Santo] in cui il SamoSanto è steso oriwmalmenteorizontalmente come morto, e sem·sem­ bra di pittura meno anticaamica del primo; in essa apparisccapparisce co bottoncini non nella sottana, ma nel mamcllo,mantello, e tanto il mantello che la[a sottana e del colore di sopra indicatoindicalo benchè più oscuro. Si rifletta, che di contrapposto al muro a cui esternamente appoggappoggiaia il sopramdicatosopraindicato de­de­ posito senza però niente internarsi nel muro stesso vi è l'Altare['Altare di S.S. Rocco [e[e qucstOquesto mi pare non in ttuttoutto,, ma solo in parte corrisponda all'esterno locale dedell depositodeposito]] ne vi- è in chiesa oltre esso se non l'Altare maggiore dedicato al martire S. Lorenzo.Lorenzo. Vi sono nell'interno della chiesachieSll variivarij depositi ma tutti muniti di iscrizioni in pietra o marmo di epoca non molto antica indi­indi­ canti esser per lo pù di persone religiose, ma neppurneppUf uno ve n'è che sia indicante aalcunalcuna cosa di SS.. Gliseme.Glisente. Di tutto il suesposlO,suesposto, che potrei asserire con giuramento, e che occorrendo non dubito sarà ratificato da due assessori indicati li Signori VicarjVicari Foranei di Bienno, e Darfo, dal Signor Arciprete di Berzo, e dal Signor D. DomenkoDomenico Martinelli ProfessorProfessar nel Seminario didi LovereLovere rasras­­ segno lo.la notizia a S.E. S.E. R.dma Monsignor Gabrio Maria Nava Vescovo di Brescia, per cui com­ missione mi portai sopra luogo a fare li surriferrtisurriferiti esami, ed al cui giudizio s'aspeltas'aspetta il deter­deter­ minare se il di sopra accennaloaccennato cadavere debbasi supporre veramente esser il corpo detdel Santo eremita Glisente o nò.nò. A me non rimoroerimorde la[a coscienza di non aver con eesattezzasattezza esaminato tuttocio,tuttodo, che in pro­ posito mi è parso degno di riflesso, .per presentarne il risultato al mio Superiore, e di non aver implorato in ciò J'assistcnul'assistenza de!del Santo, di cui si tratta esplorare se il suo corpo sia vera­vera­ mente contenuto nel suaccennato rinvenuto cadavere; pregandolo, che con lalo. sua iintercessionentercessione in ciò assista lalo. determinazione del Prelato. Aggiongo, che avendo avuto occasione di vedere preventivamente alla mia andata a BcrwBerzo il Signor Arciprete di Pisogne Bonardi quale esso pure era prevenuto comecome gli altri deldel motivo della mia venuta in VakamonicaValcamonica mi ha raccon­raccon­ tatolato siccome una sua Parrochiana da molto tempo aillittaafflitta da fierissime convulsioni, e paralisi takhétalché da se non poteva levarsi cert'abito che teneva indosso se non era ajutataaiutata da aItri,altri, aven­aven­ dosi fatto portare alcuni pezzettipezzeui dell'abitodell' abito,, oss;aossia sottana, stati frutivamente tolti da quella di cui era vestito il corpo ossia cadavere sopraindicato col pregarepregare il Santo a volerla liberare dal suo male,male, non è già stata liberata dal male, ma si è trovata svestita non sa come da quell'abito che aveva indosso rivestita però col solito altrui ajutOaiuto non si è da se sin ora potuta spogliare. Tale pezzettopeuetto di tela, comccome pure altroaltro pezzettopczzctto dcidel mantello che copriva lo stesso cadavere, stato llevatoevato da persona di Berzo, ed a me consegnati li rimetto uniti alla presente.presente. GIOVANNI Canonico LUCHILUCRI commesso da Monsignor Vescovo di Brescia GabrioGab,io Maria NiJvaNava all'esame come sopra

Non sappiamo quale seguito abbia avuto il rapporto del canonico Luchi. Sappiamo solo che la questione rimase aperta. Nell'epistolario che monsignor Pao­ lo Guerrini ebebbebe ad affidarmi, ho trovato la seguente copia di lettera con firma autografa del vescovo mons. Giacinto Tredici in data 12 luglio 1938 all'arcipreteall'arciprete

142 di Berzo,Berzo, nella qualequale riferisceriferisce didi un'altra inchiesta affidataaffi data a p. AgostinoAgostino Gemelli,Gemelli, rettorerettore mmagnificoagnifico dell'Universitàdell 'Università cattolicaca ttolica del S. Cuore. Purtroppo l'archiviol'archivio di mons. TrediciTredici rimanerimane chiuso e nonnon abbiamoabbiamo lala possibilità di circostanziare concon altrialni documentidocumenti lala lettera.lettera. Ma essa basta a confermare il cultoculto di S. Glisente e lala continua ricercaricerca delle sue reliquie. Scriveva mons. Tredici:

Brescia, 12 luglioluglio 1938 Molto RevRev.. e caro Arciprete, BERZO Un primoprimo esame deidci resti trovati nella tomba detta di S. GHsente,Glisente, fatto dal RevRev..momo P.P. Gemelli,Gemc:lli, ha provocato da lui questa rispostarisposta:: E' difficile dall'esamewll'esamc: deidci resti umani argomen­ taretare la loroloro età, se:se non vi sono altrialtri elementi di giudiziogiudizio.. I peritiperiti che si usano nei processi non si soglionosogliano pronunciare che per un periodo di 50 o 60 anni circa. Il resti in questionequestione prepn:­­ sentano un caso di mummificazione, deldc:l quale non si-si può giudicare il tempo.tempo. Il tessutotessuto risultarisuha antico e ben conservato:conservato: non si può ddireire di più,più, sese: non questo, cheche: se fosse moltomolto antico non si sarebbe:sarebbe potuto coconservarenservare cosìcosi se:se non in speciali favorevolifavorevoli condi­condi· zionirioni di chiusura della tomba, dell'ambiente:dell'ambiente ecc. BisognerebbeBisogne:rebbe: quindi, per pronunciare un giudizio, con$iderare:considerare argomenti di caratterecarattere: StO­sto­ rico. Don Sina mi ha tracciato,tracciato, riferendoriferendo da P. Gregorio, un quadro ddii- quello che dice la tra­ dizione. Ma,Ma, per quello che si riferisceriferi~ alla ididc:ntitàentità dc:1Iadella tombatomba e:e dei resti di S. Glisc:nte:,Glisente, non mi pare cchehe se:se nene: possa tiraretirare: una conclusioneconclusivne sicura. Stando cosIcosì lele: cose, e:e fino a nuovo giudizio, «nihil.mihil innovetur»innovetuno.. I restiresti si lascino al lolororo posto. Non si introducaintroduca un culto pubblico, comcomee: ssarebberoarebbero funzioni celebrate alla tomba ecCecc.; nonnon si iimpediscampedisca il culto pprivato,rivato, come:come sarebbe il ffermarsiermarsi di persone ddavantiavanti alla tomba, preghierepreghie:re privatprivatee: c:cc.ecc. PPeròerò questo culcultola non lo si incoraggi positivamente.posilivamente:. Nulla vieta che si cdc:bricelebri nnellaella chiesa di S. Lorenzo (oltre che:che in quella di S. GlisemeGlisente sul manimonte)e) la1:1 festafesta ddii S. Glisente nel giomogiorno tradizionale, sen7.asenza però lala Messa propria. Se:Se in oa:asioneoccasione di quella festa avvenissero disordindisordini,i, come:come balliballi,, la festa si sospenda temporaneamente,temporaneamente:, cioè finché i di·di­ sordini ssianoiano tolti: quesloquesto non per un giudizio intornointomo a S. GliscnGlisente,le, ma per motivo d'altro ordine.ordine. VVii sasalutoluto e vvii benedico. t GIACINTO TREDICTREDICII - Vc:scovoVescovo

I documendocumentiti riportatriportatii sono di perper sé eloquenti. C'è da augurarsaugurarsii che abbia.abbia­ nnoo ancoancorr oggi un'eco cchehe può esseresseree risolutiva. Esistono, infatt;infatt,i ooramairamai mezzimezzi tatalili da perpermetteremettere ddii sstabiliretabili re se le rereliquieliquie rritrovateitrovate siasianono autentiche o nno.o. BasBastata sosololo un pocpocoo ddii buona volontà.volontà. ANTONIO FAPPANI

'43143 PROGETTI DI CHIESE BRESCIANE DEI SECOLI XVIIXVII, e XVIII Due sconosciute opere di Antonio e Domenico Corbellini

Una delle sezioni più importantiimponanti dell'ArchiviodeU'Archivio VesVescovile covile di Brescia, quella delldellee "Parrocchie", è da tempo finalmente accessibile agli studiosi, dopo l'esemplare ordi­ namento compiutocompiuto da Don Antonio Masetti Zannini, infaticabileinfaticabile Direttore dell'Ar­ chivio stesso. Nelle numerose cartelle delle parrocchie del Bresciano sonosono raccolti diversi documenti, interessanti i più svariatisvariati campi della storiografia, anche se principal­ mente attinenti alla storia religiosa della provincia. Tra di essi, rivestono particolare importanza per la storia dell'architettura bresciana le planimetrie di quasi tuttetutte le chiese, gli oratori e ii santuari costruiti in provincia dalla metà del '600 ai primi decenni dell'BOO.dell'800. Ogni nuova fabbrica doveva essereessere approvata dalla competente autorità eccle­ siastica e l'approvazionel'approvazione veniva sempre trascritta sulla piantina ddell'edificioell'edificio deli­ neneataata dal progettista; una copia veniva poi conservata in Cancelleria. Quindi è facile rinvenire tra queste carte i disegni autografi dei Marcheui,Marchetti, dei Turbino e dei CorbelliCorbellini,ni, insieme a quellquellii di altri anonimi e più umili architetti. DifficilmenteDiBicilmente le piante sono firmate, ma nella documentazionedocumentazione che le accom­ pagna si può trovare qualche indizioindizio che guida l'attribuzione.l'attribuzione. Mi sono proposto di pubblicare integralmente, per schede e a puntate,puntate, questa grande raccolta di disegni e i ddocumentiocumenti ad essi relativi, per fornire agli studiosi di storia locale delle fontifonti più facilmente consultabili e perper completare il quadro dell'architettura dell'architettura tra i secoli XVII e XVIII, delineato un po' sommariamente dal Cappelletto nel suo articolo nella "Storia di Brescia" (l).(1). Si deve comunque ricordare che a quel tempo l'Archivio VesVescovile covile era acces­ sibile con fatica, e che il Cappelletto vide alcune planimetrie (e forse solo quelle, non la documentazione allegata) all'ultimo momento, dedicando ad esse un breve cenno nelle note della sua opera. Un altroaluo importante gruppo di disegni si trova presso l'Archivio di Breno, Iln passato con l'Archiviol'Archivio Putelli.Puteili. Lo studioso camuno li aveva raccolti quando era direttore dell'Archivio Ve­ scovile e poi li aveva portati con sé.

(1) G. CAPPELLETTO, G. CAPPELLETIO, L'archiutturaL'architettura d~idei suolisecoli XVII e~ XV/II,XVIII, in ..«Storia Storia di Brescia»,Brescia., III, Brescia 1964, pppp.. 339339-397.-397.

144 E' auspicabile che questi documenti rientrino nella loro sede primitivapnmltlva.. PensavoPensavo di pubblicare i disegni parrocchia per parrocchia, in ordine alfabetico, ma duedue interesinteressantisanti scoperte mi hanno indotto a presentare dapprima queste due planimetrie, e di seguire in seguitoseguito lo schema che mi ero proposto. Ho preferito non pubblicare le fofotografietografie del progetto originale, difficilmente leggibili, ma una copia fedele a china; qualora sarà possibile allegherò anche rilievi o fotografie della struttura attualmente visibile e dei particolari decorativdecorativi.i. Ho il piacere ddii iniziareiniziare questa raccolta con un'ignorata opera del grande architetto Antonio Corbellini. Si tratta del progetto della parrocchiale di Malloonno,nno, che i documenti indicano come ampliamentoampliamento,, ma che in realtà è una radicale ricoricostruzione,struzione, perché è statostato conservato qualcosa della vecchia chiesa soltanto nelle strutture dell'abside. Questo lavoro risale al 11731731 e si colloca cronologicamente nella maturità dell'artista, dopo le grandi parrocchiali di Castelmella (1708) e di Coccaglio (1718). La chiesachiesa di Malonno è più vicina a quella di Castelmella, della quale ricalca abbastanza fedelmente lo schema, aggiungendo particolari strutture che accrescono il movimento, come le due scale a chiocciola in piùpiù.. Abbiamo un accentuato schema longitudinale, senza notevole staccostacco tra pre­ sbiterio e navata; quest'ultima si articola in due campate rettangolari con calotta ellittica, menmentretre il presbiterio presenta una calotta a pianta circolare. I raccordi tra i due vani sono realizzati con sguanci sia all'esterno che all'in­all'in­ terno, dove notiamo una rottura del ritmo con gli accessi alle scale a chiocciola. Altre due scale dello stessostesso tipo racchiudono il presbiterio verso l'abside e danno su due ambienti simmetrici che conferiscono all'insieme una forma a croce latina. La facciata è perfettamente rettilinea, movimentata solo da lelesenesene a sezione rettangolare, e non presenta movimenti curvilinei. Il raccordo interno tra aula e facciata è realizzatorealizzato con elementi curvilinei che si aprono su due piccoli vani. Le pareti della navata sono decorate per ogni latoJato da due coppie di lesenelesene a sezione semicircolare. Notiamo nel complesso un disinvolto ed elegante articolarsi dello spazio, con una misurata e pulita commistione di ritmi curvilinei e rettilrettilinei.inei. Discorso completamente opposto compie Domenico Corbellini, figlio di Anto­ nio, nella piccola cappella privata che progetta nel 1746 per un ricco possidente di Castenedolo. L'oratorio, di per se stesso, ha una spiccata predilezione per la pianta centrale, ma in questo lavorolavato possiamo vedere come l'architetto preferisca, in antitesi con il padre, uno schema più geometricamente definito, meno sfuggente e articolato. Abbiamo due quadrati, uno più grande per l'aula, l'altrol'altro più piccolo per il presbiterio, che ssii innestano e circoscrivono due calotte circolari.

145 Tutta una serie di lesene a sezione rettangolare all'interno ed all'esterno arti­ cola le pareti, ma con un preciso senso di razionale scansione e ordinamento.ordinamento. Queste soluzioni architettoniche sono perfettamente inin accoaccordordo con quanto vedevamo nel primitivo progetto della chiesa cittadina di S. Lorenzo (l751),(1751), che si deve attribuire con certezza a Domenico Corbellini e non all'abate Carlo (2)(2).. SANSAN DRODRQ GUERRINI

(2) P. GUERRGUERRINI,INI, La chiesa preposituralepreposi/urale di 5S.. Lorenzo in Brescia, inin ...«Memorie Memorie storiche deUadella diocesi di Brescia»,Brescia .. , 1940,1940, pp. 40-41. MALONNO,MAWNNO, ChiuaChiesa ParrocchialePa"occhiale dei 5sSs.. Faustino e Giovita, anno 1731, progetto auto­ grafo di Antonio Corbellini. DisegnoDisegno a china, con colorazione delle murature in grigio, su fogliofoglio di cm. 380238x52 (base xli: altezza).altezza) . Al centro della piantina è scrittaserina l'approvazionel'approvazione:: Die 28 martij 1731173 1 }Jllustrissimusllustrissimus ddominusominus LeandeLeanderr ChizzolaChizzola archidiaconusarchidiaoonus cathedralisC1Hhcdralis BrixiaeBrixiae et in cpisço.episco­ patu eiusdemciu$dem exiMen.existen. viso etet bene perpensopcr~nso praesenti typo ececcld eesisiaeae parochialis sub titulo et invocatione SanctorumSanclOfllm MartirumMartifllm Faustini et Jovitae}ovitae in locoloro Malonni Valliscamonicae huius diocesidiocesiss dcde novo00\'0 COI"lSlflIendacconstruendae pro maori Dci,Dei elet eiu5rlemeiusdem SaneSancti ti titularisti tularis gloria et maiori populi commodo, illud approbavitapprobavil et approbat, facultatem et licentiam eandemeandem novamoovam pa­ rochialemroc:hialem sub titulo praedicto sub quo erat etiam antiqua parochialisparochiaEs concessit et impartitus est aeac concedit impartttur,imp.:IrIÌ1ur, servatis ex pmescriplopraescripto cone.eone. provincialiumpwvindalium de fabricafabrica «elesiaeecclesiae servandis et ita etc.etc. wnderLeander OllzzolaChizzola vicariusvicarius generalis Petrus Benaleus cancellarius eepiscopalispiSC"Oplllis (Archivio VescovileVtscovilt di Brescia,Brucia, Setsez... Parrocchie, Malonno nn.. 329) Jllustrissimo}Ilustrissimo Signore ReverendoReve rendo e PPadronadren Colendissimo Dall'essibitorDall'e~ibitor delle presentipresenri sarà a V.S. }llustrissimnJllustrissima presentato ilil modello e didissegnossegno della restaurationreslaunl.lion di cotesta parochialeparoc:hiale sottoSOltO l'jnvocationel'jnvocatione de' Gloriosi Santi Martiri FaustinFaostin e Grovita,Giovita, concorrendovi tutta la neccessitànecce~ità di ampliarla,ampliarl~, essendo la vecchvecchiaia incapace di capir lala numnumerositàeresità di questo publico et logora, non conveniente al decoro di una parochiale.paroc:hiale. Perciò si supplica benigno decretodecreto per dar mano a restaurarlarestauraTla e assieme di benigna licenza di poter lavorare la festa, come anchcanche alle nostre donne di poter filarefilare per dcttadetta fabrica,fabrica, servservateate però sempre quelle festefeste che da VV.S..S. Jllustrissima}llustrissima saran riservate. Condon;Condoni V.S.V.$. Jllustrissima}Ilustrissima l'ardire,l'ardire, giaa::hègiacchè l'assontoJ'assonto della fabrica stasta comesso allaaUa virtùvinù del Signor Antonio Corbellino. CosìCosi mi perdonerà se trasmettotrllSmetto perper mano d'esso le presenti. Con inchinarLa e dedicarLi tutti li miei piùpiù umili riverenti e divoti osscquijossequij mi dico di V.S.V.S. Jllustrissima}llustrissima e Colendissima devotissimo umilissimo ossequentissimo servitore GIOVANNI MOSSINO Malonno, li 18 marzomano 1731 (Colloca:àont:(Collocazione: come il precedente)prtcedente) CASTENEDOLO,CASTENEOOLO, Oratorio della Madonna deldd Patrocinio; anno 1746, progettoprogtfto autogra­ fo di Domenico CorbtfliniCOI'bellini.. Disegno a china, con colorazione delle murature in rosa, su foglio scrupolosamente squadrato di cmcm.. 37x50 (base x altezza). Sotto la piantinapiantma è scritta l'appro·l'appro­ vazione: Die 29 aprilis 1746,1746, in cancclleriacancelleria episcopali Brixiae. }UustrissimusJllustrissimus dominus }acobu$J acobus Soncinus canonicus dacc.daec. poenit. coadiutoris «elesi"lleecclesi-ae cathedralis Brixiae acae in episcopatu eiusdem provicariusprovicariu5 generalis existens, viso praesentipraesenti typOtypo

146146 oratorij consuuendiconstruendi sub litulotitulo elet invocalioneinvocatione PalrocinijPatrocinij BealaeBeatae Mariae Virginis in contralacontrata del Borgo dell'Omdell'Ora nunwpatanuncupata inlraintra limites paroedaeparoeciae Casteneduli pro parte domini Petri Bonalda huius civitatis praesentato et anenlOattento consensuconsensu adrnodumadmodum rreverendieverendi domini archi·archi­ presbiterpresbiterii dictae terrae resultante ex eius attestatrcme,attestadone, attenattentoqueloque etiam instrumcntoinstrumento dota·dota­ tionis diei 6 aprilis wrentiscurentis rogalOrogato per dominum Hieremiam TrecaniTrecani notarium huius dvi·civi­ tatis pro eodem oratorio manutenenrlomanutenendo pariter exhexhibito,ibito, typum praefatumpraefAtum approbavit et ap­ probat aeac praedietopraedicto domino PPetroetro Bonalda dìctumdictum oratorium iuxta huiusmodi typum et sub invOClnhioneinvocathione praedìctapraedicta ad formam a divo Carolo praescriptampraescriplam de fabrica ecclesie,ecdesie, absque ullo vel minimo praeiudiciopraciudicio jurium parochialim construi facicndifaciendi licentiam concessit et impartibus esI.est. JacobUIJacobus Soncinus provicarius genenlis.generalis. (Archivio VescovileVescovile di B,efcùl,Brescia, sn.sez. Parrocchie, CasttnedoloCastenedolo n. 192) 17461746,, 6 apaprilerile Assegnazione didi scudiscudr cinque annui fatta dal signor PietroPietro Bonalda al Venerando Altare della Beata VerginVerginee MariaMaria del PatrocinioPalrocinio.. Jn Christi nomine elc.etc. L'annoL'anno dopo la nattivitànauività di nonostrostro Signore mille sellcrentosettecento qua·qua­ rantantnta sei, correndo l'jndizionel'jndi?ione nona, il giorno di mercordr, sei del mese d'aprile, essendo in una slanzastanza terntneaterranea ddladella casa ed abitazione di raggionentggione ddell'infrascrittoell'infrascritto signor Bonalda, sita in ququestaesta cillllcittà di Brescia in contralacontrata ddelleelle Pescarie,Pescarie, presenti il signosignorr Pietro PellegriniPellegrini quon·quon­ dam Signor Giovanni et il signor Domenico Corbellin figlio del signosignorr Antonio,Antonio. ambi di que­ sta cittllcittà ed abitanti, testimonijtestimonij noti, ed asserenti con me nodaro etc. Volendo il signosignorr Pietro Bonalda quondam signor Giuseppe cittadino di questa cittllcittà far erriigeregere nella lerntterra di Caste­ nedolo in contrata detta del Borgo dell'Ora ed in vicinanza alla ddii lui casa ed abitazione iinn detta terra, un oratoriooralorio pubbHcopubblico con suo altare ad onore e sotto il titolo della Beata Vergine Maria del Patrocinio e volendovolendo pure lo stesso signor Pietro adempire alla necessarianccessaria dota·dota­ zione dell'oratorio ed altareallare sudetti, col provederli della rendita annua e perpetua di scudi cinque dada lire sette piccole ll'uno'uno per il dovuto mantenimento delle sacre supe!ettHisupelettHi ed orna­orna· menti dovuti all'altaall'altarere medesmedesimo,imo, qui perciò presente dettodellO signor Pietro BonaldaBc)llalda ed agente per se etc. essecutivamente all'obligo sudettosud etto e per l'effettol'effetto di sopra espresso, ha assegnato ed assegna all'altare medesimo, stipulando me nodaro come publica persona ed accettando per l'altarel'altare sudetto,sudetto, scudi cinque annui, ed in perpetuo da lirelire sette piccole l'uno,l'uno, fondan­fondano doli sopra la parte delldell'infrascrita'infrascrita pezza di terra, che saràsari in fine dcidel presente descrittadescrilla e coeroe­­ renziata, asserendo esso sigoorsignor Bonalda essere di sua liberalibem raggione,mggione, non ad altri obligata, né ippotecata in specie, volendo che lala parte stessa perpetuamente con li suoi frutti:frullr edcd entrate resti efficacemente ed in perpetuo obligata e tenuta all'annuale contribuzionecontribu:done predetta verso et a favore di detto altaaltarere,, rimossa qualuqualunquenque opposizione etcetc.. Affermando anco esser abile a detta annua contribuzione e maggioremaggiore ancora, con li annui, fruttifrutti didi essa iinn sola partepa rte dominicale, scomputatoscomputato e detratto qualunque aggravio sìsl publico,publioo, come privato, volendo detto signor Bonalda che detti scudscudii cinque d'assegnamento come sopra, siano e s'intendano liberiliberi eedd essenti da ogni spesa ed 1991llVioaggravio sì51 publico, come pri­pri· vato, e ciò tuttotutto per l'effettol'effetto di sopraSOpnt espresso, né altrimenti etcetc.. Obligandosi pure detto signor PietroPietro qui presente,presente, iinsiemensieme con tuttitutti lili suoi eredi e suc­ cessori di essequkcsscquir prontamenteprontamente quanto di sopra, promettendo etcetc.. obbligando etcetc.. rrinunciandoinunciando etcetc.. quelle perpetuamente attendereallendere ed osservar etc.elc. non contrafacontrafar,r, néné contrcontraveniravenir etcett.. né dimandar abilitazione etc. e quella dimandata ed ottenuta, non usar etcetc.. volendo etc. sotto­SOIlO­ ponendosi etc., et ciò tuttotutto per ogni miglior modo etc.elc. Qual pezza di terraterra è'è' videlicet:videlice t: piò due inin sera parte d'una pezza di terraterra d'assad'assaii maggiomaggiorr quantità,quantitil, aradora e vidata vidata,, chiamata lala Breda del Monticello, sitasira sopra ilil tenertener di Castenedolo iinn contrata del Borgo dell'Ora,dell'Ora,

14477 a quel pezzapeua di terralerra confina ddaa tuttelutte le partipartì detto signor Pietro Bonalda assegnante, salvis etc. Rogatum per me HijeremiamHijeremiam Trecanum notariumnOlarium ad laudem sapientiss.apiencis eetctc.. S.T.S.T . Ego Hijeremras Trecanus quondam domindominii lbomaeThomae publicus Veneta auctoritate Bri­Bri­ xiae notarius,nOlarius, de praedictis omnibu5omnibus rogatus fui,fui , eisque praesenspraesens extiti,extiti, iidcoquedeoque inin fiçlemfidem me authenticeau thentice subscripsi et de more subsignavi etc. cum resservationeresservationc eetctc.. (CoIlOCllvone:(Collocazione: come ili/ precedente)precedente)

14488 SU UNA RITROVATA MADONNA FANTONIANA

Ho potuto quest'estate segUlreseguire da vicino l'importantel'importante restaurorestauro che la ditta Poisa di Brescia ha effettuato sui resti di una Madonna col Bambino ritrovataritrovata e recuperata al suo originale splendore da PadrePadre Felice Murachelli degli Oblati, che Ofaora la espone all'ammirazione dei fedeli e degli intenditori d'arte, nellanella Basilica di Santa Maria delle Grazie di BresciaBrescia.. L'intervento dei Poisa è stato importante ed accurato. La statua era stata ritrovata in stato non buono; ma fortunatamente tutte lele parti essenziali - le mani ed il volto della Vergine, l'interal'intera statuetta del Bam­ bino, che è autonoma ed indipendente statua rispetto alla MadreMadre - avevano con­ servato l'aspetto originale, compreso almeno l'ottanta per cento clelJadella parte colo­ rata, che in opere di questo genere è importantissima, perché conferisce alla sculscul­­ tura lignea l'espressione del viso e l'incarnato. In meno buone condizioni era il "manichino" che costituiva il corpocorpo della Vergine. InInfattifatti ssii trattava di una di ququelleelle Madonne "vestite" che etaera cosIcosÌ frequente di poterpoter vedere nelle chiese della nostra città (una molto bellabella ancora esiste, fra quelle che ricordo,ricordo, nella chiesa del Carmine, con indosso ancora il suo prezioso vestitovestito di seta azzurrina ricamata d'ar­ gento) e specie in quelle delle nostre valli. Poi, nella nostra Diocesi, un'ordinanza vescovile ne consigliò la sostituzione con statue a figura intera, e tutte di legno o di altro materiale; e, purtroppo per i nostri spesso belli e preziosi ""manichini",manichini", si verificò un vero e proprio oblio, che spesso li confinò o ssii trasformò in uno scempio. Sono sempre, o quasi sempre, lavori d'epoca barocca, e particolarmente del Settecento: il manichino sembrava proprio uno di quelli che si vedono nellenelle sar­ torie; aveva braccia e gambe snodabili perché fosse più semplice e più agevole infilare e sfilare i vestiti che si adattavano a questa od a ququellaella cerimonia: ogni Madonna aveva il suo appropriato "guardaroba", e spesso si trattava di vesti e tessuti preziosi, nella maggiormaggior parte dei casi passati ancora una volta nelle mani degli antiquari, che ne hanno fatto, e ne fanno, commerciocommercio.. Specie la bottega bergamasca ddeiei Fantoni (1(1)) ha contributo nel Settecento ad incrementare il gusto per ququesteeste statue abbigliate, come dimostra, se ve ne

(1) Va però detto, a onoronoree ddeiei Bergamaschi, che nessuna ordordinanzainanza sopravvenne in quella DioDio­­ cesi a premere perché si deponesserodeponessero dagli altari queste statue vestite;vestite; e questa è la ra­ra­ gionegione per cui ancor oggi si possono vedere colà ben conconservateservate lele opere di unauna nobile tradizioneIflIdi,;iolle artistica.artistiCli.

149 era bisogno, il monumentale catalogo: I Fantoni. Quattro secoli di bottega di scul­swl­ tura in Europa, che è stato pubblicato a Bergamo nel '78, per la Mostra tenutasi nel Palazzo della Ragione. OraOra,, il restauro e l'abile lavoro ddeiei Poisia,Poisia, si è, nella statua che abbiamo in esame, proprio incentrato sul manichino,manichino, che è stato rimosso (2) e sostituito con una statua paneggiatapaneggiata secondo un sobrio gusto tardo-settecentesco cheche bene si at­ taglia alle movenze, barocche ma composte, delle parti originali.originali. Queste ultime sono propriamente quelle che hanno attirato dapprima lala nostra curiosità ed il nostro interesse, e poi la nostra ammirazione, una volta che è ap­ parsa palese l'alta qualità e l'abilità della mano che le aveva intagliate. Mano per ora ignota agli ststudiosi,udiosi, ma che a me sembra da fare senz'altrosenz'altro rientrare nell'areanell'area della bottega dei Fantoni per un seguito di ragioniragioni che esporrò più sottO,sotto, e, non ultima per la provenienza geografica (l'alta Valle Camonica)Camonica) che è argomento da non sottovalutare (3). Quando vidi la statua per la prima volta, credetti di trovarmi di fronte quella fantoniana del Duomo di Breno: tutto vi è identico, all'infuori della posizione della mano sinistra della Vergine, e di quella destra del Bambino. PersinoPersino vi si ricollega l'espressione dei volti.volti. La Vergine guarda i devoti con un appena accennato sorriso sulle labbra; e il volto, modellato a piani larghilarghi e compatti, accentra tutta l'attenzione negli occhi grandi e pensosi (4). Al contrario, il Bambino è un capolavoro di fragrante naturalezza, di puerilepuerile dolcezza: osservate con quanta semplicità appoggia la ma­ ninanina sulla spalla della Madonna, e come trattiene lele gambette per appoggiarsi meglio alal braccio che lolo sostiene (5). Certo non è facile riscontrare sempre nelle opere settecentesche della bot­ tega dei FantFantonioni tanta naturalezza e tanta leggiadria:leggiadria: ciò conferisce a questo lavoro - che io ritengo senz'altrosenz'altro da agggiungereagggiungere al catalogo dei Maestri bergama­ schi - un pregio nuovo, un carattere particolare. LUCIANO ANELLIANElLI

(2) Esso era in cattive condizioni. E,E, d'altronde,d'altronde:, bisogna ben pensare cheche: la Madonna non erae:ra più esponibileesponibile: al pubblico essendo del tuttotuno priva deldc:! suo "guardaroba". Una soluzione andava adonata,adottata, e quella di consc:rvareconservare lele partipani scultoreesculloree anticheantiche: innestateinneSiale con buon gusto su un tronco nuovo, è sembrata anche a meme: una buona soluzione.soluzione. (3) Sul manichino ligneo e:ranoerano applicati cinque minuscoli frammentiframmenei di carta, che Padre Mu­ rachelliracbelli conserva,conserva, con scrittoserino "nicchia" su tre di essessi,i, e "fuori" sugli ahrialtri due. Ciò che a memc: sembra dovesse:dovesse servire:servire a dare delle indicazioni a chi doveva rimuovererimuove:re: ee: poi ricol­ locare la statua nelle diversediverse: occasioni. Al verso dei medesimi cartellinicarte:llini sosonono delle lettere di difficile collocazione. (4(4)) Le due mani sono capolavoro assoluto di virtuosismo tecnicotecnico perpe r come sonoSOfIO sgranate:sgranate le dita e:e trattatetrattate: quasi con effetto da moderno Iperrealismol ptrrtillismo americano. (:5)(5) In origine la Madonna sorre:ggevasorreggeva sulla mano il Bambino.

150 ALTRI FRAMMENTI DI SCULTURE PRE-ROMANICHE

Dopo lala pubblicazione del terzoter.lO volume deldel «Corpus delladella Scultura altoalterne­ me­ dioevale» dedicato alla DiocesiDiocesi di Brescia, è uscito un altro modesto contributocontributo del sottoscritto,sottoscritto. in aggiunta (1) ed è di prossima pubblicazione un importante studio delIadella dottodou. Renata StradiottiStradiotti sugli inediti capitelli dei secoli VIIIVIlI e IX in­ dividuati recentementerecentemente nella loggetta deldel tiburiotiburio di SS.. Maria inin Salario a BresciaBrescia.. Sono lieto ora di presentare,presentare, in questa «miscellanea»«miscellanea» in onoreonore del benemerito studiosostudioso p. Antonio Masetti Zannini, qualche altro frammentofrommento di recente identifi­ cato o venuto alla luce. 1) frammento di transenna, forse per finestra o per porta, siasia per l'ampiezza del disegno e per lo spessore della lastra,lastra, sia perché essa era in vista su ambedueambedue i lati,Iati, anche se soltanto su uno (come è naturale)naturale) la lavorazione è più raffinata,raffinata, mentre sull'altrosull'altro il marmo è soltanto liscio (figg.(6gg. 1 ee 2). Il frammento in marmo bianco cristallino misuramisura h. cm. 27x18,27x18, spessore cm. 6. Il motivo decorativo è costituito da nastri larghi,larghi, dalla superficie lievemente arrotondata, che, ondulati, si intrecciano, formando cerchi di varia misura (da cm.cm . 5.5 a cm. 4) e fori dalle forme irregolari, mandorlate. Il motivomotivo regolare, tipico del secolo V o VI si è alterato e questoquesto elemento,elemento, insieme al modellato lievemente tondeggiante, farebbe pensarepensare anche ad una data alquantoalquanto più tarda. 2) FrammentoFrammento di pilastrino o, meglio, di stipite inin pietra gallina lavoratolavorato su due latilati che fanno spigolo: su quello più ampio è il solito motivo dei quattro nastri, costituiti ognuno da tre cordonature,cordonature, ora con modellatura a spigolo, oraora alquanto arrotondata, che si intrecciano a maglia larga (fig(6g.. 3). Il lato minore presenta, frafra ii listelli,listel1i, il motivo poco comune di angoli acuti sovrappostisovrapposti uno sull'altro, fortementefortemente intagliati.intagliati. L'elementoL'elemento curioso, in questo frammento,frammento, è costituito daldal rrisaltoisalto o risega, al posto dello spigolo ad angolo retto fra lele due faccie,faccie, che in parte conserva l'ori­ ginaria decorazionedecorazione (ma(ma per la maggior parte è obliterata), costituita da una serie di lingue di bue affiancate e contenenti una piccola foglia triangolare fortemente staccata dal fondo: quasi lala trasformazione del motivo classicoclassico degli ovuli. La data­ zionezione deldel frammento è da collocare nel sec. VIII.VIII.

(1) Cfr. AggiunteAggiuntt altJ1 Catalogo delleJtllt sculturesculturt preromanichepuromanicht bresciane,brnciant, inin «Aquileia.Aquileia Nostra»,Nostra_, aa.. XLV-XLVI (1974-1975), p. 754 segg5c:gg..

151 I due frammentiframmenti vennero alla luceluce nella ristrutturazioneristrutturazione delladella casa inin piazza del Duomo n.n. 33 del 1969, adiacente all'anticoan'antico Battistero di S.S. Giovanni, databiledatabile alal VI secolosecolo.. I due pezzi sono oraora conservati - concon l'autorizzazionel'autori7.zazione delladella Soprin­Soprin­ tendenzatendenza alle Antichità - in situ, pressopresso l'arch.l'arch. Bozzetti al quale si devede ve ilil pro­ getto di ristrutturazione e di restauro dell'edificiodell'edificio,, che permise di metteremettere inin luceluce un tratto di decumano didi epoca romana,romana, uunn portico del sec. XIIIXIII e, alal di sopra, restiresti di unun'edific'edificioio ddelel secolo XV. 3) Frammento di pluteo, in pietra di Sarnico,Sarnico, oggi murato sul fianco esterno nord delladella chiesa del cimicimittero,ero, dedicata a S. EusebioEusebio inin Cologne, delle misuremisure di cm. 60x60 (2). Il riqriquadrouadro si aadornadorna di una ghirlandaghirlanda concon fogliefoglie dd'alloro,'alloro, entroentro lala quale sonosono disposte doddodiciici foglie didi felce lievementelievemente incurvateincurvate a formare una girangiran­ dola, il cui centro è costituito da una rosettarosetta a seseii petali.petali. Nei quattro angoli del riquadroriquadro sono, infine,infine, foglie lobate o a trifogliotrifoglio e caulicoli (fig(fig.. 4). Il11 motivo appiattito e fitto,fitto, con effetto di stoffastoffa ricamata di chiarachiara deriva­ zione bizantina, trovatrova qualche raroraro riscontro negli altri frammentiframmenti scultoreiscultorei bre­ sciani, come, ad esempio, negli ststucchiucchi del gruppo 0, scopertiscoperti nella chiesa di S. Salvatore e datati da AA.. Peroni all'inizio del secolo IX,IX, oppure inin un pilastrino del Duomo Vecchio (sec. VIII-IX);VIII-IX); può,può, invece,invece, essereessere meglio avvicinato, perper llaa eleganza della didisposizionesposizione e per lala flessuosità degli elementi vegetali, ad una lastralastra del Museo Civico di Spoleto o adacl alcuni marmi di S. Sabina inin Roma della finefine del sec. VIII-inizioVIII-inizio del secsec.. IX. Anche ilil nostro frammento,frammento , pertanto,pertanto, è da collo­collo­ care inin tale epoca.epoca. Quasi certamente,certamente, ssii trattatratta didi un pluteopluteo decorativo dell'antica chiesa di S. Eu­ sebio che, come ci indica il titolo,titolo, è sicuramentesicuramente ddii origineorigine bizantina o longobarda,longobarda, e doveva esesseresere di unauna certa importanimportanza,za, se nell'atto col quale Audualdo e Au­Au­ dulfo chiamato Fradelol,Frade1ol, figli di Abone di Cantoberna, vendono ii loro beni nel Bergamasco a TussiloneT ussilone e a Windigin, ssii didicchiarahiara che esso è «acto«acto ad basilicam sasanctincti Exebi in montemonte Orfano» (3).()). Non è poi da trascuraretrascurare la notizia delladella scoperta di tombe longobardelongobarde a Colo­ gne nel 1930, ii cui repertireperti sono conseconservatirvati nel Museo CristianoCristiano di Brescia. Pur­ troppotroppo lala chiesachlesa venne totalmente ricostruita nel 1662 e soltanto con qualche as­ saggio dìdi scavo si potrebbero ritrovareritrovare lele tracce dell'anticode ll 'antico edificio. GAETANO PANAZZA

(2) Il frammento èè: stato soltanto citato (ma per sbaglio indindicato a CoI.:cagIio,Coccaglio, anziché a CoC0-­ logne), da G. PANAZZA, BresciaBrescia e il suo Unitorioterritorio da Teodorico a Carlo Magno, inin "«Id Longobardi e lala LombardiaLombardia -- Saggi»,Saggi ... , Milano 1978, p.p. 13131.1. (3)(J) M. LUPO,LUPO, CodexCode" diploMadiplomaticusticus civit.dvit. eett Ecc!Ecd.. Bergomatis,Bergomatis, I,I, col. 605-608, doc.doo:.:. 795795..

152 BANCA S. PAOLO BRESCIA SSoc.oc. perper AzioniAzioni fondfondataata nelnoI 18881888 CapitaleCapitala 8e RRiserveiserv a (1977) L.L. 22.538.000.00022.538.000.000 SEDESEDe IN BRESCIA -_ FILIALE IN MILANO UfficioUfficio ddii rappresentanzarappresentanza Inin ROMA 9 AgenzieAgenzie di Città inIn Brescia Sportello presso SpadaliSpedali Civili di BresciaBrascl. 57 Agenzie didr Provincia SporlelloSportello Stagionale Inin ClusaneCluslne BANBANCACA AUTORIZZATA AD OPERARE IN:IN : LOMBARDIALOMBARDIA.· PIEMONTE· EEMILIAMILIA ROMAGNA·RO MAGNA · VENETO· VENETO . TENTINO ALTO ADIGEADIGE • Tutte le operazioperazionionI di Banca,Banca. Titoli,Titoli, BorsaBorsa,, Cambio, Estero • Cassette di sicurezza •. CessaCassa continua • ConvenzionataConvenzionata cocoll servizioservizIo «BANKAMERICARD.~ BANKAMERICARO • • FFinanziamentiinanzIamenti a medio termine fruentifruentI di agevoagevolazionilazioni fiscaliflacall • AnAnticipazioniticipazioni su mercimarci e prodotti agricoli Inin depositodeposito pressopresso Il MaMagazzinigazz ini GeneraHGe nerali BorghettoBorghetto • Prestiti Prestltl artigianiartigiani 8a tasso agevolato • Prestiti a commercianti ea tasso agevolato • PrestitPrestitii agrari d'esercizio e,e. a tasso agevolato, di conduzioneconduzione pperer Incre­incre· mento zootecnzootecnicolco e per acquisto macchine agricole. • Effettua operazionioperazIoni speciali con appoggio a: _- MediocMediocreditoredito Regionale Lombardo - IstitutoIstituto ItalianoItallano _- LLeasingeaslng Regionale Lombardo di Credito Fondiario -_ Eflbanca - Istituto Mob1llareMobiliare Italiano

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