Comuni di GRESSONEY SAINT JEAN & GABY

Committenti:

Sig. VUILLERMOZ Edi

VERIFICA PREVENTIVA DI RISCHIO ARCHEOLOGICO

Aosta, agg. maggio 2016

Ing. Dott.Archeologa Alberto GRIMOD Cinzia JORIS Passage di Verger, n. 5 - 11100 ord.ing.Aosta n.A-664 Tel./Fax : 0165 40322 Passage du Verger, 3 e-mail: [email protected] 11100 AOSTA Tel.: 0165 40322 Arch.: Edi VUILLERMOZ Geom.: Lino GRIMOD Impianto idroelettrico sul torrente – Relazione verifica preliminare rischio archeologico

Sommario DESCRIZIONE DEL PROGETTO ...... 2

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DELLA ZONA ...... 3

METODOLOGIA DI INDAGINE ...... 4

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ...... 4

INQUADRAMENTO STORICO ED ARCHEOLOGICO ...... 6

ANALISI DELLA TOPONOMASTICA ...... 9

VALUTAZIONE DEL RISCHIO ...... 9

ANALISI DEI SITI ...... 15

GABY ...... 16

GRESSONEY-SAINT-JEAN ...... 20

GRESSONEY-LA-TRINITE ...... 22

ISSIME ...... 23

FONTAINEMORE ...... 23

LILLIANES ...... 28

Bibliografia generale ...... 30

Dottoressa Cinzia Joris Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Il presente elaborato di valutazione del rischio archeologico, redatto in ottemperanza alla normativa sulla verifica preventiva del rischio archeologico (D.L. 109\2005 artt.2ter quinquies, poi recepito dal D.L. 163\2006 artt. 94-95) è parte integrante del progetto di costruzione di un impianto idroelettrico sul torrente Lys nei comuni di Gaby e di Gressoney-Saint-Jean (Ao), il cui intestatario, a seguito della richiesta di voltura, risulta essere il sig. Edi Vuillermoz, fraz. Ladret, 20 11010 (Ao). Il progetto riguarda la realizzazione di un impianto idroelettrico, composto da opere di derivazione di acqua, da condotta forzata e da centralina di produzione, localizzato lungo il torrente Lys tra le località Possag del di Gressoney Saint-Jean a quota 1263.20 m. slm e la località Pont Trenta del comune di Gaby a quota 1158 m. slm.

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INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO DELLA ZONA L’intero intervento si colloca quasi tutto nella fascia di terreno che sta tra la Strada

Regionale n. 44 e la sponda destra del torrente Lys. A partire dal tratto che precede il ponte sul Lys nell’abitato di Eschlejo la condotta raggiunge la centrale interrata, in un tratto di lunghezza poco superiore ai duecento metri, lungo un tracciato sempre parallelo alla sponda destra ma non più compreso tra corso d’acqua e Strada Regionale.

Opera di presa

Eischtersch Hus

Trino

Blatto Torrente Lys

SR n. 44

Centrale interrata

Eschlejo Pont Trenta

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METODOLOGIA DI INDAGINE Punto di partenza della relazione è stata la disamina dei dati editi e inediti pertinenti il territorio compreso tra Lilianes e Gressoney St. Jean, alfine di ottenere un contesto territoriale coerente. Si aggiunge l’analisi della toponomastica pertinente l’area di intervento e la lettura della morfologia del sito attraverso un sopralluogo. Nella bibliografia generale allegata alla presente relazione si riportano le pubblicazioni utilizzate, comprendenti sia resoconti puntuali di indagini e ritrovamenti occasionali, sia testi generali su storia e geografia della Valle d’Aosta.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO L’intervento in oggetto comprende una fascia di territorio estesa tra l’opera di presa, collocata a monte del ponte di Onder Possag, e la centrale interrata, posta a valle, a sud ovest dell’abitato di Pont Trenta. Questa porzione di territorio si colloca nella fascia fluviale di fondovalle della media vallata del Lys posta tra strettoie caratterizzanti (Pont Trenta) e con una piana attraversata da divagazioni torrentizie, versanti scoscesi ed in parte boscati in condizioni di buona naturalità.

Il modellamento della vallata è legato in primo luogo all’azione glaciale, che ne ha determinato la morfologia nelle sue linee principali, generando terrazzamenti lungo i versanti, speso scolpiti in roccia, con presenza di dossi e rocce montonate. Queste forme hanno subito il rimodellamento da parte degli altri agenti morfogenetici quali la gravità, cui si deve la formazione di estesi accumuli detritici e di frana che caratterizzano il piede del versante destro, e le acque superficiali, in grado di modificare periodicamente l’andamento dell’alveo del Lys nel tratto a monte di Trino, e alle quali si deve la formazione della gola rocciosa che caratterizza il tratto a valle di questo punto.

Più nel dettaglio, è possibile suddividere il tracciato in tre tratti morfologicamente omogenei.

Tratto Opera di presa-Trino: le opere interessano un tratto di fondovalle a modellamento torrentizio piuttosto ampio, fortemente modificato e seguito degli eventi alluvionali del 1993 e, soprattutto, del 2000, nel corso del quale il Lys à divagato su gran parte del

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fondovalle, interessando in più punti la strada regionale che corre sul fianco destro (vedi paragrafo dissesti). A seguito di tali eventi sono stati eseguiti importanti interventi idraulici di regimazione, in parte ancora da completare (nuovo ponte in loc. Onder-Possag al posto degli attuali attraversamenti provvisori di Possag e Trino-depuratore) con formazione di un alveo di piena ordinaria e di un alveo “golenale” prevalentemente prativo, occupato dal Lys soltanto durante gli eventi di piena più gravosi. Il dissabbiatore in progetto viene realizzato nell’area “golenale” sulla destra del corso d’acqua e la condotta che da esso prende origine corre al margine dell’alveo di piena fino a Schuel HusTrino, dove si porta nel ristretto lembo di piana lungo la strada regionale risparmiato dall’evento del 2000, lungo il quale raggiunge la chiusura di questo settore di piana alluvionale, presso il ponte provvisorio per l’area del depuratore.

Tratto Trino-Eschlejo: a valle di Trino il fondovalle si restringe, compreso tra le ampie conoidi detritiche di Soago e l’accumulo di paleofrana a grandi blocchi di Blatto. La condotta corre in questo tratto lungo la sponda destra seguendo il corso del vecchio canale della segheria, a valle del muro di sostegno della strada regionale, aggirando i grandi massi della paleofrana. L’alveo si approfondisce progressivamente: poco a valle della vecchia segheria esso presenta un tratto interessato sulla destra da erosione spondale, che ha parzialmente scalzato la fondazione del muro di sostegno della strada regionale e scoperto le tubazioni che correvano al suo piede. In questo tratto si rende necessario appoggiare la condotta sopra una muratura di rincalzo da realizzare a partire dell’alveo torrentizio, che potrà in tal modo anche proteggere le strutture esistenti, attualmente fortemente vulnerabili. A valle la sponda diventa rocciosa e la condotta può validamente appoggiarsi sullo stretto ripiano lapideo sotto le case di Blatto, oltre le quali la valle si allarga leggermente e consente di passare subito a valle della strada in terreni prativi poco acclivi fino a Tanno, dove inizia la gola rocciosa, sempre più profonda e ripida proseguendo verso valle. In questo tratto la condotta, per non impegnare la strada, deve correre subito a valle della stessa, ancorata al ripido fianco roccioso della gola. Due piccoli impluvi che solcano il versante presso Tanno e circa 200 metri più a valle, hanno richiesto per la realizzazione della strada di intervenire con ponti dalla volta in pietra, in corrispondenza ai quali anche la tubazione dell’acquedotto di Gaby, normalmente interrata sotto la sede viabile, passa a valle, “staffata” alle spalle del ponte, mentre la

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condotta in progetto dovrà poggiare su una struttura autonoma (trave in c.a. o acciaio reticolare) ancorata alla roccia ai due lati dell’impluvio.

Tratto Eschlejo-Centrale di Pont Trentaz : L’ultimo tratto percorre un settore meno acclive, presso il tracciato della vecchia mulattiera, sui terreni glaciali a valle di Eschlejo, e poi sulla conoide del T. Forko, in terreno a grandi massi, spesso di dimensioni ciclopiche.

Dal punto di vista geologico, l’area si colloca all’interno della Zona Sesia-Lanzo, che risulta suddivisa da un contatto tettonico in un “elemento inferiore”, costituito dal Complesso dei Micascisti Eclogitici e da quello degli Gneiss Minuti e in un “elemento superiore”, costituito dalla Seconda Zona Diorito-Kinzigitica. In particolare, il tratto di valle interessato dal tracciato è scolpito in quest’ultima formazione.

I terreni di copertura presenti in zona sono rappresentati principalmente da depositi alluvionali nel primo tratto del percorso. Successivamente divengono prevalenti i depositi di paleofrana a grandi massi e quindi il substrato roccioso di micascisti e gneiss, a tratti coperto da sottili coltri eluvio-colluviali e detritiche o ancora da grossi blocchi lapidei.

Il substrato roccioso si presenta piuttosto massiccio e tenace, con bancate a giacitura ondulata e poco acclive, prevalentemente immergente SE.

INQUADRAMENTO STORICO ED ARCHEOLOGICO

Nel la vallata in cui si inserisce l’area di progetto non esiste nessun sito archeologico e neppure è stato mai individuato alcun ritrovamento: ad un’epoca non definibile con precisione, ma con buona probabilità riconducibile alla protostoria, vanno ricondotte le coppelle individuate nella frazione di Pillaz di .

Va sottolineato come i valichi per l’area transalpina praticabili da questa vallata siano ad altitudine molto più elevata rispetto al Téodule della vicina vallata di Ayas, e quindi è verosimile che la viabilità in epoca antica fosse principalmente trasversale, collegata ai numerosi colli, tra i quali particolarmente importanti appaiono Ranzola e Bettaforca, che permettevano di accedere alle valli adiacenti: Val d’Ayas, Valsesia e Biellese. Il solo dato

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che potrebbe attestare una presenza romana nella valle è il toponimo , tradizionalmente fatto derivare da Aixima.

Durante il Medioevo, la valle è divisa tra possedimenti dell’abbazia di S Maurice d’Agaune, dei vescovi di Sion, e dei due famiglie signorili, gli Challant e i Valleise. La situazione si complica nel 1218 quando i vescovi di Sion incaricarono anche i signori di porta Sancti Ursi di esercitare i loro diritti nella valle del Lys. Tra la fine del XII e l’inizio del XIII inoltre cominciano ad essere attestati nuclei abitativi appartenenti a popolazioni di origine germanica. Con la progressiva stabilizzazione del territorio, il ponte di Guillemore diventa il confine tra mandamento dei Valleise e mandamento degli Challant e Issime diventa capoluogo del mandamento dei Valleise. Dei secoli centrali del Medioevo rimangono poche tracce:

 a Gaby, dove l’attuale capoluogo nasce in seguito alla distruzione, verosimilmente dovuta ad una frana, del primitivo insediamento in località Lihrla: in questa primitiva località sono ancora visibili le tracce di una cinta muraria e i ruderi di una casaforte o torre quadrangolare.

 I ponti di Fontainemore e Guillemore, di tipologia simile

 al tardo Medioevo è ben datata la chiesa di Fontainemore.

La maggior parte delle emergenze monumentali appartengono quindi ad un periodo posteriore: al XVI secolo il ponte della frazione Pont Trenta a Gaby e quello di Noversch a Gressoney St. Jean, la prima chiesa di Gressoney St.Jean; al XVII secolo sono da ricondurre la chiesa di Lilianes, la seconda fase della parrocchiale di Gressoney St. Jean, la parrocchiale di Gaby, il primo santuario di Voury, la parrocchiale di Issime e le altre numerose cappelle che costellano il territorio, i rascards dell’alta vallata; al XVIII secolo la parrocchiale di Gressoney La Trinité.

Dall’evoluzione insediativa del territorio, segnata dalla data di costruzione delle diverse chiese parrocchiali, è verosimile leggere una progressiva risalita verso l’alta valle che raggiunge le località più lontane solo negli ultimi secoli dell’età moderna.

Alla luce di queste considerazioni generali, l’intervento in oggetto, che si situa nel territorio comunale di Gaby e nella porzione inferiore di quello di Gressoney St. Jean, riguarda un’area che appare significativa dal punto di vista storico: la presenza di una Dottoressa Cinzia Joris Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico

fortificazione medievale, seppure ruderizzata, indica la sede di un potere signorile, sede confermata ancora nelle epoche successive dalla presenza della casaforte Druquier del 1632, appartenente ad una famiglia nobiliare che ricevette in feudo i territori di Pont Trenta. Questi gli indizi concreti, leggibili sul territorio: altri indizi più labili potrebbero evocare la frequentazione antica del vallone di Niel, a monte del capoluogo, via di collegamento con il biellese e quindi la pianura padana. Il vallone conserva infatti, analogamente a quanto si riscontra lungo il percorso che da Fontainemore porta al santuario mariano di Oropa, un toponimo che associa lago e personaggio femminile. Il Lago della Vecchia prende questo nome da una leggenda che racconta di una giovane fanciulla promessa sposa e divenuta vedova anzitempo, che si consacra ad una vita eremitica vicino al lago. Analogamente lungo l’itinerario per Oropa i sette laghi esistenti sono scenari per numerose leggende di streghe e fate, proponendo così una associazione assai nota tra personaggi femminili e laghi. Il collegamento tra acqua, laghi, sorgenti e personaggi femminili ha molti riscontri sul territorio europeo e spesso attraversa i millenni, con i luoghi verosimilmente di divinità pagane che diventano luoghi di culto alla Vergine. Il fatto che vi sia un sincretismo tra divinità pagane e luoghi di culto antichi con il mondo cristiano è un fenomeno ormai generalmente riconosciuto e le montagne sono tradizionalmente spazi di grande conservatorismo.

E verosimile pensare che, anche laddove non esistano altri indizi, come invece accade a Fontainemore con la presenza di coppelle, la toponomastica ricorda la presenza di itinerari antichi. Una percorrenza che sembra del tutto compatibile con l’ipotesi di F-M. Gambari sulla distribuzione delle culture dell’età del Ferro in Piemonte e Valle d’Aosta, secondo la quale Valle d’Aosta e Piemonte occidentale sarebbero appartenuti ad una stessa facies culturale dei Taurini e Salassi, ciò che presuppone delle vie di collegamento tra vallate laterali.

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ANALISI DELLA TOPONOMASTICA

I toponimi presenti nell’area oggetto di intervento, di cui è stato possibile individuare un’origine, riguardano realtà geografiche relative alla presenza di boschi e corsi d’acqua, escludendo anche in questo caso una presenza antropica precedente a quella attuale.

Lihrla: luogo in prossimità di un corso d’acqua

Blatto: dal “blatte” piccolo ripiano roccioso

Tanno: dal tedesco antico “tanne”, pino

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Il territorio nel quale è previsto l’intervento presenta un rischio archeologico assoluto MEDIO, in ragione degli indizi prima descritti: per calcolare il rischio archeologico relativo però è necessario considerare la geomorfologia della vallata interessata dalla condotta. Proprio sulla base della geomorfologia si è ritenuto opportuno, analogamente a quanto si osserva nella relazione di impatto ambientale, distinguere nel tracciato vari tratti, per i quali si indica:

RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO NULLO

RISCHIO ARCHEOLOGICO RELATIVO BASSO

Tracciato della condotta, opera di presa e centrale

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1) dall’opera di presa alla frazione di Trino: dopo le alluvioni del 2000 questa porzione di vallata è stata fortemente modificata; il tracciato della condotta inoltre e le opere di presa e desabbiatore si collocano sul bordo del torrente o molto vicino alla strada regionale. Si ritiene il rischio archeologico relativo NULLO.

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2) da Trino a Eschleio: dopo Trino il fondovalle si restringe e la condotta corre in sponda destra seguendo il canale di una vecchia segheria a valle del muro di sostegno della regionale e in alcuni tratti poggerà su una muratura di rincalzo della strada anche questa erosa nel corso delle alluvioni. In corrispondenza delle case di Blatto la sponda diventa rocciosa e la condotta si appoggia su uno stretto ripiano lapideo. Successivamente la gola diventa rocciosa e la condotta verrà ancorata al ripido versante roccioso. In relazione alla morfologia del territorio attraversato dal tracciato in questa porzione si ritiene il rischio archeologico relativo NULLO.

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3) da Eschleio a Pont-Trentaz: l’ultima porzione del tracciato e l’edificio relativo alla centrale interessano aree prative con grossi massi erratici al di fuori della frazione di Pont Trenta e abbastanza lontano dal torrente: nessun indizio fa pensare ad una presenza antropica tuttavia, per la presenza a Pont Trenta di un ponte risalente al XVI secolo non si ritiene opportuno escludere il rischio archeologico. Si indica quindi un rischio archeologico relativo BASSO per il quale si ritiene sufficiente la SORVEGLIANZA ARCHEOLOGICA.

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ANALISI DEI SITI Partendo dal comune interessato dall’intervento in oggetto, Gaby, l’analisi dei siti è stata estesa a tutta la valle di Gressoney al fine di consentire una lettura più ampia del territorio. Si è riscontrata un’assenza pressoché totale di rinvenimenti archeologici, ad eccezione delle coppelle rinvenute in frazione Pillaz di Fontainemore: elemento che consente di ipotizzare come in antico questa valle fosse meno frequentata rispetto alla vicina Valle d’Ayas, dove invece la presenza del colle del Teodulo, utilizzato come passaggio verso il Vallese sin dal Neolitico, ha favorito l’installazione delle popolazioni antiche.

All’epoca post-medioevale può essere attribuita la maggior parte delle emergenze monumentali. Per quanto concerne la viabilità post-medioevale, interessante è l’edificio, sito a Gressoney-Saint-Jean, denominato la “Dogana” che apre un problema interpretativo sull’importanza del tracciato viario della valle e del nodo segnato dal ponte di Noversch.

I dati, raccolti mediante ricerca bibliografica e d’archivio, analisi toponomastica e ricognizioni sul territorio, sono stati suddivisi all’interno delle seguenti schede per comune (Gaby, Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité, Issime, Fontainemore, ).

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GABY Casa Forte di Fouvill

Attualmente di proprietà privata, la casa-forte è appartenuta alla famiglia Albert ed è stata costruita nel 1676.

Casa Jaccond, Maisonnasse o Soala

Costruita probabilmente nel XII secolo, fu utilizzata forse come lazzeretto durante la peste del 1630: fu forse in quell’occasione che gli abitanti abbandonarono il villaggio primitivo di Lihrla, sulla riva sinistra del Lys, di cui restano oggi i ruderi di questa casa-forte, per scendere verso Chamboursière, dove si è formato l’attuale capoluogo. La casa-forte è oggi di proprietà privata.

Lihrla conserva le tracce di un antico villaggio fortificato: sono presenti resti di cinta muraria e un’antica torre quadrangolare con porta ad arco a pieno centro del XII-XIII secolo.

Il villaggio scomparve verosimilmente dopo il 1700 forse travolto da una frana.

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Casa Forte Palatz

Appartenuta ai nobili di Troc-Drisquer, risale al 1632. Oggi di proprietà privata.

Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo

La parrocchia di Gaby fu istituita nel 1786 indipendente da quella di Issime.

Dove sorgeva l’antica cappella di Saint-Michel di Chamboursière, che i documenti datano al 1438, nell’attuale frazione di Kiamouseyra, venne costruita la parrocchiale di San Michele Arcangelo. La chiesa è anteriore al 1690. L’attuale edificio religioso viene costruito nel 1824 e consacrato nel 1829, come riportano le date leggibili sul portale. All’interno si trovano due altari barocchi, uno dei quali del 1748, dedicato a Sant’Antonio, proviene dalla cappella primitiva.

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Santuario di Notre-Dame de Grâces di Voury

Il santuario è situato a bordo della strada regionale a metà strada tra Issime e Gaby.

Il complesso architettonico comprende la cappella centrale, addossata alla montagna, il santo sepolcro e gli oratori dei misteri. La facciata della cappella è affrescata con la raffigurazione della Madonna delle Grazie. L’interno è a una sola navata con transetto a cupola. L’altare maggiore settecentesco è in legno dorato e intagliato con quattro colonne tortili.

Il territorio di Gaby fino al XVIII secolo dipendeva dalla parrocchia di Issime Saint-Jacques le Majeur.

Due testamenti del 1630 attestano l’esistenza della cappella di Voury già in questa data.

Un contratto di vendita attesta il restauro della cappella nel 1706. Nel 1717 essa viene ricostruita. Dal 1833 diventa meta di pellegrinaggio della media valle del Lys.

Il santuario subisce notevoli danneggiamenti in seguito a due grandi inondazioni, una nel 1846 e una nel 1868.

Tra il 1869 e il 1874 vengono effettuati grandi lavori di ricostruzione: viene ristabilito il cammino e realizzato un muro di sostegno di circa 8 m di altezza e 20 m di lunghezza.

Importanti lavori di restauro vengono effettuati anche nel XX secolo.

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Ponte Trenta

Ponte a dorso d’asino, ad una sola arcata, in pietra databile presumibilmente al 1560.

Ponte de l’usina

Il ponte congiunge le opposte sponde del Lys a poche decine di metri dall’abitato di Kiamourséyra (l’antica Chamboursière). Il toponimo “usina” indica una forgia o fucina: sembra infatti che fin dal medioevo in quella località esistesse una bottega del fabbro.

Risale presumibilmente al XVII secolo. Un atto del 1653 ne documenta l’esistenza prima di tale data. Nel 1640 viene probabilmente danneggiato da un’inondazione.

Parallelamente al pont de pierre sorgeva un ponte in legno documentato ancora dalle stampe dell’Ottocento.

Il ponte dell’usina sorgeva sull’antico chemin de la Vallaise, una mulattiera rimasta in funzione fino alla costruzione della strada carrozzabile (1888).

Esso è stato danneggiato più volte tra Seicento e Ottocento. Su una spalletta del ponte si legge la data di uno dei restauri: 1818. È stato ricostruito dopo l’ultima alluvione del 2000.

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GRESSONEY-SAINT-JEAN

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

La parrocchia viene istituita con bolla di Papa Alessandro VI nel 1502 ma solo nel 1660 viene separata da Issime.

La chiesa si trova nel capoluogo denominato de Platz. È stata edificata nel 1515 e ingrandita nel 1753. Il campanile risale all’epoca della costruzione della chiesa ma fu successivamente innalzato.

Sulla facciata Est della chiesa si aprono tre porte di cui quella centrale in stile gotico. Il campanile occupa parte della navata sinistra della chiesa. La torre campanaria è in pietra a vista con semplici feritoie fino alla cella campanaria dove si aprono le bifore.

Cappella dell’Ermitage. Dedicata a S. Giuseppe, costruita nel 1633 e rifatta verso il 1850.

Cappella di Champsil. Intitolata ai SS. Pietro e Paolo, S. Antonio, fu edificata nel 1616; è di proprietà della famiglia Lateltin Laurent De Fabiani.

Cappella di Gresmatten. Intitolata all'Addolorata, è del 1852.

Cappella di La Trina. Intitolata alla Madonna delle grazie e all‘Addolorata, fu edificata nel 1720.

Cappella di Loo. Intitolata a S. Lorenzo, si trova in un alpeggio di alta montagna (2080 m); sulla facciata compare la data 1682.

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Ponte di Noversch

Ponte in pietra ad un’arcata a tutto sesto. In chiave su una spalletta è incorporata una pietra con la data di costruzione (1540) che regge una croce in pietra.

Edificio detto “Dogana”

Edificio del 1708 costruito tutto in pietra a tre piani con corpo poligonale aggettante prospiciente la strada con caratteristiche feritoie. Esso è stato trasformato prima in prigione e poi in abitazione.

Castello Savoia

Il castello, situato ai piedi del Colle della Ranzola, domina tutta la vallata. Fu costruito tra il 1899 e il 1904 per volere della Regina Margherita di Savoia che vi soggiornò durante i mesi estivi fino al 1925.

Esso è costituito da un nucleo centrale a cui si affiancano cinque torrette cuspidate ed è articolato su tre piani.

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GRESSONEY-LA-TRINITE

Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità

La chiesa del 1702, intitolata alla Santissima Trinità. La torre campanaria è contemporanea alla chiesa. La chiesa è a croce latina con volta a botte.

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ISSIME

Chiesa parrocchiale di San Giacomo

In origine incorporata nella parrocchia di , diventa autonoma agli inizi del XII secolo. Sulla facciata è presente l’affresco con la rappresentazione del giudizio universale. Nel 1683 venne demolita e completamente ricostruita. Il campanile fu sopraelevato in due momenti diversi, una nel 1568 e una nel 1764, anche se la sua base risale al XII o XIII secolo.

FONTAINEMORE

Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate

La parrocchia di Fontainemore venne fondata nel 1483; fino a tale data fu soggetta alla parrocchia di Perloz.

La chiesa, ubicata in sponda orografica destra, presenta pianta rettangolare e navata unica. L’ingresso è collocato sul lato Nord. L’abside è a Est, in prossimità dell’imbocco del ponte,

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mentre il lato Ovest dell’edificio è addossato al versante roccioso. Il portale principale, realizzato nel 1679, come si rileva dall’iscrizione sull’architrave, è sormontato da una nicchia con statua di Sant’Antonio abate in legno. La porta in legno è caratterizzata da quattro pannelli su cui sono raffigurati San Grato, San Giocondo, Sant’Antonio e Sant’Orso, intervallati da sei pannelli con foglie e fiori. Nella porzione centrale del lato Nord vi è un affresco commemorativo della processione per Oropa.

La torre campanaria presenta tre ordini separati da una cornice in pietra. Databile alla stessa epoca della chiesa, fu successivamente sopraelevata.

All’interno della chiesa, gli archi della volta a vela poggiano su un cornicione sorretto da lesene. Al centro della volta è il rosone con lo stemma dei Signori de Vallaise. È presente un altare con nicchia al cui interno è una statua della Madonna di Oropa che si data alla fine del XVIII secolo.

Appartenente alla chiesa di XV secolo è una finestra in pietra con architrave gotico alta circa m 2,50 e larga m 1,25 che si trova nel presbiterio.

La chiesa fu costruita nel 1494, in seguito all’erezione della parrocchia, come attesta un’iscrizione facente parte in origine della chiesa e attualmente affissa sul muro esteriore della casa delle opere parrocchiali di Sant’Antonio (“hoc opus fecit Magister Anthonius de Goyetus de Issima M IIII LXXXXIIII”). Fu ricostruita e ampliata nel 1679.

La chiesa sembra essere collocata in funzione del ponte.

In passato la processione verso il santuario di Oropa partiva da qui.

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Ponte adiacente alla chiesa

Ponte a una sola arcata, largo m 2,60. Presenta delle spallette laterali in pietra legate con malta e pavimentazione in ciottoli.

Potrebbe essere datato per tipologia a epoca medievale. Tuttavia, trattandosi di una struttura funzionale e non conoscendo ulteriori indizi (iscrizioni, ecc.) non è possibile darne una datazione più precisa.

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Cappella di San Rocco

Ubicata poco distante dalla chiesa parrocchiale, in sponda orografica sinistra.

La cappella, dedicata a San Rocco, fu costruita in seguito alla peste del 1630, distrutta da un’inondazione nel 1755 e ricostruita nel 1758. Nel 1890 fu interessata da un altro rifacimento. In anni recenti è stata completamente restaurata.

Cappella di Farettaz

Ubicata nell’abitato di Farettaz, la cappella si affaccia sul pendio ripido della montagna.

Dedicata a San Lorenzo, fu costruita presumibilmente nel 1646.

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Cappella di Pillaz

La cappella, dedicata a San Francesco di Sales, è a pianta rettangolare con campanile in muratura di pietra. Fu costruita nel 1698. All’interno della cappella, una tela, sopra l’altare, raffigura la Madonna di Oropa, san Francesco di Sales, San Francesco di Assisi, e altri due santi. Si data al XVII secolo.

Oggi dalla cappella di Pillaz parte la processione da Fontainemore a Oropa; fino al 1974 costituiva invece la prima tappa del pellegrinaggio che muoveva dalla chiesa parrocchiale.

Coppelle in frazione Pillaz

Si ha notizia del ritrovamento di una roccia con cinque coppelle in prossimità delle prime case di Pillaz, sul lato sinistro del sentiero. Salendo più in alto, altre quattro coppelle su due sassi che hanno funzione di basamento di alcune baite. Nei pressi delle ultime case, si documentano nove coppelle di piccole dimensioni su una pietra; tre di queste riunite da canaletti.

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LILLIANES

Chiesa parrocchiale di San Rocco

La chiesa, ubicata in sponda orografica destra, è a pianta rettangolare e navata unica.

Costruita su una più antica cappella, fu consacrata nel 1614. Intorno alla prima metà del XVIII secolo fu ricostruita e ampliata.

La parrocchia di Lillianes, come quella di Fontainemore, fu soggetta a quella di Perloz ma per un tempo maggiore, fino al 1693.

Dottoressa Cinzia Joris Impianto idroelettrico sul torrente Lys– Relazione verifica preliminare rischio archeologico

Ponte che conduce alla chiesa di San Rocco

Ponte in pietra a quattro arcate. La pavimentazione è in ciottoli. Al centro del ponte si trova una piccola edicola con statua della Madonna Nera con il bambino.

La struttura risale al 1733.

Ponte di Guillemore

Il ponte attraversa un orrido, le “Gouffres de Guillemore”, scavato dal torrente Lys al confine con Issime. Ponte in pietra di epoca medioevale.

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Immagini : www.lovevda.it

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