Giovanni Paolo II Discorsi Sport Turismo 2006

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Giovanni Paolo II Discorsi Sport Turismo 2006 Presentazione E’ per noi doveroso ricordare Giovanni Paolo II a un anno dal santo “transito” dalla terra al cielo (2 aprile 2005). Per quanto riguarda lo specifico punto di vista della pastorale del turismo e dello sport, davvero “grande” è stato Giovanni Paolo II. Dunque non solo fu “grande” per il suo straordinario Pontificato, segnando indelebilmente la storia della Chiesa e del mondo nel vorticoso passaggio dal secondo al terzo millennio, ma altresì per quanto egli ha genialmente detto e fruttuosamente fatto in riferimento ai “mondi” complessi e fascinosi del tempo libero. Come in altri ambiti del vivere umano, anche in questi ambiti particolari Giovanni Paolo II ha lasciato un magistero di altissimo livello pastorale e spirituale, etico e culturale, che sarebbe da insipienti lasciarlo impolverare negli archivi. Con generosità sconfinata, ha investito la sua autorità nell’illuminare le coscienze dell’intera umanità, nello spronare ad azioni buone e degne, nel decifrare i fenomeni tipici della modernità alla luce del “depositum fidei”, cioè di quell’intelligenza “condensata” della fede che assomma la sapienza della Parola, la forza della Tradizione, la trasparenza dell’Etica. I suoi interventi, sia nel turismo che nello sport, si presentano innumerevoli e di varia natura, pronunciati in diverse circostanze e indirizzati a molteplici soggetti in occasione di udienze ufficiali o di incontri più riservati. Nel loro insieme, sia pure eterogeneo, si configurano come un corpus dottrinale e pastorale di spessore rilevante e di impostazione originale, inserendosi dinamicamente nella continuità della tradizione tracciata dall’insegnamento dei predecessori e dalla grande riflessione teologica e culturale della Chiesa cattolica. La presente pubblicazione, di carattere antologico, contiene gli interventi più significativi sia per il turismo e sia per lo sport. Su circa 40 interventi in ambito turistico, ne presentiamo 31; altrettanto, su 120 interventi in ambito sportivo, ne presentiamo 77, come un dono lasciato in eredità per tutti noi. 2 Per onorare un così cospicuo e impegnativo magistero pontificio si chiederebbe uno studio approfondito o almeno uno sforzo di sistematizzazione tematica e ben circostanziata, tale da facilitare un più immediato apprendimento e un’interiorizzazione più feconda anche rispetto ad un’applicazione pastorale, cioè rispetto alla “ricezione” contenutistica e pratica da parte delle Chiese locali, delle associazioni e dei momenti presenti nel mondo cattolico e impegnati nel turismo e nello sport. Ci auguriamo che si possa realizzare nel prossimo futuro, convinti come siamo che un tale straordinario “patrimonio” debba essere fatto rifluire nei gangli viventi della Chiesa, soprattutto in quelle aree dove più ferve il fenomeno del turismo e dove più è diffusa la multiforme pratica sportiva. D’altra parte riteniamo per noi imprescindibile rendere questa piccola testimonianza, con sentimento di profonda gratitudine, a Giovanni Paolo II che, con la parola e con l’esempio, ci ha costantemente istruiti, edificati e spronati a “prendere il largo” nella navigazione del Regno di Dio nella storia dell’umanità, stando “dentro” le sue vicende, benché contraddittorie, e tuttavia aperte all’evangelizzazione. Mons. Carlo Mazza 3 Discorsi sul turismo 4 Discorsi alla Chiesa 5 1 Omelia al Santuario di Nettuno (1° settembre 1979) [...] La “parola di Dio”, illumina anche il fenomeno del turismo. Infatti, tutte le realtà umane sono illuminate e interpretate dalla rivelazione di Cristo, che è venuto a salvare tutto l’uomo e tutti gli uomini. Anche la realtà del turismo deve essere vista alla luce di Cristo. Indubbiamente il turismo è ormai un fenomeno di epoca e di massa: è diventato una mentalità e un costume, perché è un fenomeno “culturale”, causato dall’aumento della conoscenza, del tempo libero e della possibilità di movimento; è un fenomeno “psicologico”, facilmente comprensibile, date le strutture della società moderna: industrializzazione, urbanizzazione, per cui ogni individuo sente il bisogno di distensione, di distrazione, di mutamento, specialmente a contatto con la natura; ed è anche un fenomeno “economico” fonte di benessere. Però, anche il turismo, come tutte le realtà umane, è un fenomeno ambiguo, e cioè utile e positivo se diretto e controllato dalla ragione e da qualche ideale; negativo se scade a semplice fenomeno di consumismo, a frenesia, ad atteggiamenti alienanti e amorali, con dolorose conseguenze per l’individuo e per la società. E’ perciò necessaria anche una educazione, individuale e collettiva al turismo, perché si mantenga sempre al livello di un valore positivo di formazione della persona umana cioè di giusta e meritata distensione, di elevazione dello spirito, di comunione con il prossimo e con Dio. E’ perciò necessaria una profonda e convinta educazione umanistica all’accoglienza, al rispetto del prossimo, alla gentilezza, alla comprensione reciproca, alla bontà; è necessaria anche una educazione ecologica, per il rispetto dell’ambiente e della natura, per il sano e sobrio godimento delle bellezze naturali, tanto riposanti ed esaltanti per l’anima assetata di armonia e di serenità; ed è soprattutto necessaria un’educazione religiosa affinché il turismo non turbi mai le coscienze e non abbassi mai lo spirito, ma anzi lo elevi, lo purifichi, lo innalzi al dialogo con l’Assoluto e alla contemplazione del mistero immenso che ci avvolge e ci attira. Questa è la concezione del turismo alla luce di Cristo, fenomeno irreversibile e strumento di concordia ed amicizia. 6 2 Al III Congresso Mondiale della Pastorale del Turismo (10 novembre 1979) Grazie per avermi così amabilmente invitato a questo incontro! Sono ugualmente felice di salutare gli osservatori venuti dalle altre comunità cristiane e che sono interessati ai problemi della mobilità umana. Vorrei che la mia visita fosse per tutti voi e per ciascuno di voi, il segno del valore che il Pastore universale della Chiesa attribuisce alla pastorale del turismo. Che si tratti di coloro che fanno del turismo o di coloro che lo organizzano, è una frazione importante del popolo cristiano e dell’umanità. È ugualmente, e sempre più, un momento significativo della vita dei nostri contemporanei che ha bisogno di una evangelizzazione specifica. Queste giornate romane vi hanno permesso di sorvolare molti “luoghi” e categorie di turismo attraverso i cinque continenti, di ascoltare esperienze interessanti e molto diverse. Individualmente e tutti insieme, voi avete avuto una presa di coscienza più viva della mobilità attuale e dei suoi bisogni pastorali. Del resto avete espresso molte idee, posto numerose domande, raccolto una quantità di desideri e di propositi che condividerete, al vostro ritorno, con i vostri colleghi e con tutti i vostri collaboratori, preti, religiosi e laici interessati dal turismo. Permettetemi di lasciarvi alcuni suggerimenti personali, come segno di comunione profonda con le vostre preoccupazioni e di incoraggiamento caloroso a proseguire il vostro buon lavoro. L’estensione del fenomeno della mobilità umana, e più precisamente del turismo, è un fatto. Invece di soccombere ad impressioni di disagio e di impotenza, poiché voi sentite meglio degli altri quanta umanità viaggiatrice oggi ha la tendenza a fuggire alla rete e all’influenza delle istituzioni tradizionali, civili e religiose, rimanete in piedi, perspicaci, attivi ed inventivi! Voi siete la Chiesa! La Chiesa che deve approfondire incessantemente la realtà crescente e continuamente mutevole del turismo. Con simpatia e lucidità, bisogna andare più avanti nella conoscenza degli aspetti economici, politici, sociologici, psico-sociologici del turismo attuale, se volete partecipare in modo razionale e competente alla promozione dei veri valori del turismo, e accreditare a poco a poco nell’opinione pubblica un’etica del turismo. Poiché il turismo è fatto per l’uomo e non l’uomo per il turismo. Il vostro compito esige tanto tatto quanto coraggio e perseveranza. Ma che felicità contribuire a liberare questo mondo nuovo del turismo dalle sue numerose ambiguità per dargli il suo volto umano e cristiano! L’avete avvertito anche nel corso di questo Congresso: la pastorale del turismo esige sempre più – a fianco della buona volontà che resta un contributo prezioso – persone appositamente preparate e formate a questo servizio così particolare dell’evangelizzazione. Penso evidentemente ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose; ma penso ancor più ai laici cristiani, che fino ad ora non hanno preso abbastanza, o non hanno osato prendere, il loro posto in un mondo che li riguarda in primo luogo. Su questo preciso punto auspico che alcune università cattoliche si preoccupino – prima che sia troppo tardi – di dare questa formazione appropriata a tutti coloro che vogliono impegnarsi, permanentemente o temporaneamente, nella pastorale turistica. Sono proprio questi uomini e queste donne che potranno assicurare una presenza evangelica ed ecclesiale al livello delle più alte istanze del turismo, come a quello delle agenzie di viaggio e del personale di accompagnamento. 7 Sono sempre costoro che potranno intraprendere un’azione nei centri e nelle regioni turistiche, presso i responsabili locali, il mondo alberghiero, e gli abitanti del luogo. Questa indispensabile formazione e questa azione concertata di tutti i responsabili della pastorale turistica, sono il cammino necessario del risveglio e dello sviluppo nel mondo del turismo di una mentalità individuale e collettiva fatta di rispetto, di accoglienza,
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