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DI POSITANO (SA) (PUC) OMUNALE C ONOSCITIVO RBANISTICO C U IANO UADRO P Q RELAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO

Settembre 2020 - V1

REL. A.1

ELABORATO A PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC)

RELAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO

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COMUNE DI POSITANO Via Marconi 111 84017 – Positano (SA) Tel. (+39) 089 8122535 PEC: [email protected] Progettazione Urbanistica Studio Tecnico Oliviero Antonio Architetto Antonio OLIVIERO

Valutazione Ambientale MATE ENGINEERING Il Sindaco Urbanista Raffaele Gerometta Michele DE LUCIA Studio Geologico-Tecnico Geologo Ugo UGATI Il Responsabile del Procedimento Ingegnere Raffaele FATA Studio Agronomico Agronomo Sergio FIORENZA

Adottato con ______Contributi Specialistici e SIT Ingegnere Giacomo CARISTI Geologo Antonio ZERELLA Approvato con ______Ingegnere Alessandro TERRACCIANO

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Sommario

PREMESSA ...... 3 QUADRO NORMATIVO E DI PIANIFICAZIONE ...... 6 1. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA SOVRAORDINATA ...... 7 1.1. IL PIANO URBANISTICO TERRITORIALE DELL’AREA SORRENTINO AMALFITANA ...... 7 1.2. IL PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI ...... 10 1.3. IL PIANO NAZIONALE DI EMERGENZA PER IL RISCHIO VULCANICO DEL VESUVIO ...... 12 1.4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE ...... 13 1.5. IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO ...... 16 1.6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI ...... 16 2. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA COMUNALE ...... 23 2.1. IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE ...... 23 2.2. I PIANI ATTUATIVI ...... 25 2.3. IL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE ...... 27 QUADRO AMBIENTALE ...... 29 3. IL SISTEMA AMBIENTALE E PAESAGGISTICO ...... 30 4. LE RISORSE TERRITORIALI ...... 31 4.1. LE RISORSE CON VALENZA PAESAGGISTICA – NATURALISTICA ...... 31 4.2. LE RISORSE CON VALENZA CULTURALE ...... 33 5. IL SISTEMA VINCOLISTICO...... 42 QUADRO ECONOMICO E DEL CAPITALE SOCIALE ...... 43 6. ASPETTI SOCIO-DEMOGRAFICI ...... 44 6.1. LA POPOLAZIONE RESIDENTE ...... 44 6.2. CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE ...... 45 6.3. GLI STRANIERI PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE ...... 48 6.4. IL LIVELLO DI ISTRUZIONE ...... 49 7. IL PATRIMONIO ABITATIVO ...... 50 7.1. IL BILANCIO DEGLI IMMOBILI OGGETTO DI CONDONO...... 51 8. ASPETTI SOCIO-ECONOMICI ...... 52 8.1. IL MERCATO DEL LAVORO ...... 52 8.2. LE IMPRESE, LE UNITÀ LOCALI E GLI ADDETTI PRESENTI ...... 53 8.3. DATI DI REDDITO ...... 57 QUADRO MORFOLOGICO ...... 58 9. IL SISTEMA INSEDIATIVO E RELAZIONALE ...... 59 9.1. LE ORIGINI DI POSITANO ...... 59 9.2. LO SVILUPPO URBANO DI POSITANO ...... 61 9.3. L’ANALISI DEGLI STANDARD URBANISTICI...... 63 10. LE INFRASTRUTTURE A RETE ...... 66 10.1. LA RETE DEL TRASPORTO SU GOMMA ...... 66 10.2. LA RETE DEL TRASPORTO MARITTIMO ...... 66 10.3. LA RETE DELLA MOBILITÀ DOLCE ...... 66 10.4. RETE DEI SERVIZI E DEI SOTTOSERVIZI ...... 67

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PREMESSA

Il governo del territorio a livello comunale, in , è esercitato, secondo quanto indicato nella Legge Urbanistica Regionale (LUR) n. 16/2004 “Norme sul Governo del Territorio”, LUR che ha innovato i principi e le modalità di pianificazione e le procedure di approvazione degli strumenti di disciplina territoriale e urba- nistica alle diverse scale. Appare quindi utile fare alcune considerazioni relative alla nuova disciplina urbani- stica che ha portato a sostanziali differenze dei cosiddetti “Piani di ultima generazione” rispetto agli ormai superati Piani Regolatori Generali. Le innovazioni in buona parte presenti nella nuova Legge Regionale, possono così sintetizzarsi: 1. Il passaggio dalla pianificazione territoriale urbanistica alla pianificazione ambientale. Mentre la piani- ficazione tradizionale si preoccupava di misurare i bisogni e li soddisfaceva (con la costante previsione di nuovi manufatti e col conseguente consumo di risorse), la pianificazione moderna antepone alla logica additiva ed espansiva quella della riqualificazione. La pianificazione attuale, quindi, non è più orientata agli aspetti quantitativi e alla disciplina del costruito, ma, è attenta agli equilibri ecologici, alla salvaguardia delle risorse e all’interazione tra ambiente naturale e ambiente antropizzato. Nasce quindi la pianificazione orientata ai principi della tutela ambientale, l’unica strada possibile per territori delicati, nei quali la compresenza di eterogenei rischi sia naturali che antropici e di elevati valori natu- ralistici e paesistici esige un perseguimento dello sviluppo che si combini con un’azione decisa e te- nace di tutela e di salvaguardia. L’affermarsi della pianificazione ambientale ha segnato il definitivo abbandono del piano “urbano-centrico”, imperniato sulle esigenze del costruito e dei suoi ampliamenti a scapito delle esigenze di tutela ambientale. Particolare importanza assume, in questa prospettiva, il delicato contesto “periurbano” sede di complesse dinamiche interattive, nel quale si fronteggiano il sistema insediativo, il sistema naturale e quello seminaturale delle aree agricole. Adempimento coe- rente con la forte impronta ambientalista della pianificazione è la redazione della Valutazione Ambien- tale Strategica. 2. Il superamento del sistema gerarchico-deduttivo (a cascata), che concepisce il livello sottordinato come discendente concettualmente e cronologicamente da quello sovraordinato. La più attenta pro- duzione legislativa regionale, pur conservando i tre sostanziali livelli di competenza (regionale, provin- ciale e comunale) punta sulla co-pianificazione, aperta pure agli enti responsabili dei piani di settore. 3. La pianificazione collaborativa - concertativa. La partecipazione nell’impianto legislativo statale (L. 1150/42), la partecipazione del pubblico alla formazione del piano è limitata alla fase delle “osserva- zioni”, cioè al momento in cui il piano, essendo stato adottato, ha già raggiunto la sua compiutezza, per cui le proposte di modifiche e/o integrazioni si esprimono a posteriori. In questo modo non sempre le scelte del PRG erano suffragate dalla fattibilità, e questo ha portato spesso a deludenti risultati nell’urbanistica. Le più recenti pratiche di “ascolto”, applicate prima e durante la redazione del piano, consentono invece di accogliere aspettative e contributi in grado di contribuire alla configurazione del piano secondo criteri prestazionali condivisi. All’impostazione prescrittiva è subentrata quella della partecipazione e della concertazione che porta a scelte di Piano condivise dall’Amministrazione, dai cittadini, e dagli stakeholders locali. 4. La priorità di riqualificare l’esistente rispetto agli interventi additivi, che producono consumo di suolo (risorsa irriproducibile) in antitesi con i principi di tutela degli equilibri ambientali. 5. L’attenzione al localismo, priorità per la conservazione delle tradizioni, delle vocazioni, delle specificità delle culture locali.

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6. L’applicazione di modelli perequativi, al fine di ripartire in modo equitativo i vantaggi e gli svantaggi generati dalle destinazioni di piano, attribuendo uguali regole di trasformazione ad immobili che si trovino nelle stesse condizioni di fatto e di diritto.

L’art. 23 della L.R. 16/2004 fissa come obiettivi di fondo della pianificazione comunale (in coerenza con gli obiettivi della pianificazione regionale e provinciale): • La definizione degli elementi del territorio urbano ed extraurbano raccordando la previsione di inter- venti di trasformazione con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico ambientali, agro-silvo-pastorali e storico-culturali disponibili, nonché i criteri per la valutazione degli effetti ambien- tali degli interventi stessi; • La determinazione dei fabbisogni insediativi e le priorità relative alle opere di urbanizzazione; • La suddivisione del territorio comunale in zone omogenee, individuando le aree non suscettibili di trasformazione, con l’indicazione delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone, garantendo la tutela e la valorizzazione dei centri storici nonché lo sviluppo sostenibile del terri- torio comunale; • La promozione dell’architettura contemporanea e della qualità dell’edilizia pubblica e privata, preva- lentemente attraverso il ricorso a concorsi di progettazione; • La disciplina dei sistemi di mobilità di beni e persone; • La tutela e la valorizzazione del paesaggio agrario attraverso la classificazione dei terreni agricoli, anche vietando l’utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive fatti salvi gli interventi realizzati dai coltivatori diretti o dagli imprenditori agricoli; • La compatibilità delle previsioni contenute rispetto all’assetto geologico e geomorfologico del territorio comunale.

Il Quadro Conoscitivo del territorio di Positano rappresenta un documento di carattere analitico ed interpre- tativo, strettamente funzionale alla redazione PUC. Per Quadro Conoscitivo si intende il complesso delle informazioni necessarie a consentire un’organica rap- presentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano, e costitui- sce il riferimento indispensabile per la definizione degli obiettivi e dei contenuti del PUC. Il Quadro Conoscitivo racchiude tutte le informazioni relative agli aspetti naturali, ambientali, paesaggistici, dei documenti della memoria e della cultura, ma anche degli insediamenti residenziali e produttivi, dei sistemi infrastrutturali e tecnologici, economici e sociali. In esso vengono restituiti i capisaldi della lettura del territorio al fine di coglierne l’identità e le potenzialità di crescita, affinché le azioni di conservazione, tutela e trasfor- mazione possano partire dal riconoscimento, dalla salvaguardia e dalla ricostituzione delle relazioni che in- trinsecamente legano elementi e strutture in quelle forme sensibili che noi chiamiamo paesaggio. Il Quadro Conoscitivo è stato composto attraverso l’organizzazione coordinata di: • Dati ed informazioni in possesso della Amministrazione Comunale; • Dati ed informazioni acquisite direttamente sul campo ed elaborate nella fase di formazione del Piano; • Dati ed informazioni in possesso di altri enti.

Nel processo di formazione del Quadro Conoscitivo, e più in generale del Piano stesso, uno spazio rilevante è stato dedicato a momenti di confronto con gli attori locali coinvolti. Tale modalità di lavoro assume il princi- pio dell’apertura del processo di formazione delle decisioni come modalità di massima efficacia per portare al tavolo, fin dall’inizio, nodi problematici e questioni che sappiano restituire e trattare gli articolati “punti di

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vista” dei diversi attori sociali cointeressati, nonché per una discussione intorno alle aspettative e le attese riposte nel PUC. Il presente Quadro Conoscitivo è articolato come segue: • Quadro Normativo e di Pianificazione che analizza a diverse scale tutti gli strumenti programmatici ed urbanistici, di interesse per il Comune di Positano. L’obiettivo, derivante dalla conoscenza delle occa- sioni, dei vincoli e della disciplina degli strumenti programmatici e sovraordinati, è quello di promuovere non solo uno sviluppo del territorio condiviso e coerente, indirizzato verso una crescita comune, ma anche la possibilità di definire uno scenario di area vasta con il quale interagire e confrontarsi e nel quale, il ruolo del Comune di Positano possa essere strategico e ben definito. • Quadro Ambientale che analizza il sistema del paesaggio naturale, inteso come risorsa da tutelare e valorizzare nei suoi aspetti fisici, morfologici, vegetazionali ed identitari. L’analisi si pone l’obiettivo di comprendere le risorse paesaggistico-ambientali, al fine di potenziarne il valore intrinseco mediante la realizzazione di una rete ecologica comunale (tassello di un sistema ecologico di area vasta), e di definirne i fattori di rischio. • Il Quadro Economico e del Capitale Sociale che analizza, attraverso l’interpretazione dei dati ISTAT, le dinamiche demografiche, sociali, occupazionali ed economiche che hanno caratterizzato lo scenario comunale negli ultimi anni. La conoscenza dei fenomeni demografici, economici e sociali che hanno determinato la situazione attuale del Paese risulta fondamentale per definire le proiezioni ed i dimen- sionamenti di crescita che il PUC dovrà governare. • Quadro Morfologico che fornisce la conoscenza della storia, delle tradizioni e della cultura del territorio positanese, ed inoltre analizza le caratteristiche strutturanti il sistema insediativo del territorio posita- nese (al fine di comprenderne le risorse e le criticità, le evoluzioni e logiche insediative), ed il sistema infrastrutturale (al fine di comprenderne il grado di accessibilità e di mobilità).

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QUADRO NORMATIVO E DI PIANIFICAZIONE

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1. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA SOVRAORDINATA

È bene indagare la pianificazione di ambito sovracomunale (Tav. A.2 – Carta della pianificazione sovraordi- nata) per avere un quadro complessivo di quelli che sono gli obiettivi, le strategie, gli indirizzi, i vincoli e le tutele disciplinate per il territorio di Positano.

1.1. IL PIANO URBANISTICO TERRITORIALE DELL’AREA SORRENTINO AMALFITANA Il Piano Urbanistico Territoriale dell’Area Sorrentino Amalfitana è stato redatto ai sensi della Legge 431 dell’8 agosto 1985, ed approvato con la Legge Regionale n. 35 del 27 giugno 1987; la redazione del Piano, però, cominciò nella metà degli anni ‘70 da parte della Regione Campania con il risultato che il PUT all’atto dell’ap- provazione era già “vecchio” di 15 anni. Esso nacque nell’intento di fondere in un unico Piano i contenuti finalizzati allo sviluppo e alla tutela del paesaggio di 34 comuni compresi nelle province di Napoli e di Salerno. Il PUT dell’area sorrentina-amalfitana è indirizzato prevalentemente verso il costruito come unica minaccia all’ambiente naturale, per cui dominano le prescrizioni quantitative tese a limitare l’espansione edilizia. Esso prevede norme generali d’uso del terri- torio dell’area e formula direttive a carattere vincolante alle quali i Comuni devono uniformarsi nella predi- sposizione dei loro strumenti urbanistici o nell’adeguamento di quelli vigenti. Tale normativa contiene le pre- scrizioni che debbono essere rispettate dai Comuni nella formazione dei Piani Regolatori Generali. I 34 comuni furono raggruppati in sei sub-aree distinte per caratteri di omogeneità socio-economica e fisica; il Comune di Positano ricade, assieme ai Comuni di Massalubrense, , Sant’ Agnello, Piano di Sor- rento, Meta, , nella sub-area 1 del PUT dell’Area Sorrentino Amalfitana. Nel territorio comunale di Positano vigono le prescrizioni delle seguenti Zone Territoriali del PUT: • Zona Territoriale 1/a: Tutela dell’ambiente naturale – 1°grado: Comprende le maggiori emergenze tettoniche e morfologiche che si presentano prevalentemente con roccia affiorante o talvolta a vege- tazione spontanea. • Zona Territoriale 1/b: Tutela dell’ambiente naturale – 2°grado. Comprende la parte del territorio pre- valentemente a manto boscoso o a pascolo, le incisioni dei corsi di acqua, alcune aree a culture pre- giate di altissimo valore ambientale. • Zona Territoriale 2: Tutela degli insediamenti antichi accentrati. Comprende gli insediamenti antichi ed accentrati di interesse storico, artistico ed ambientale, perimetrali e classificati secondo i criteri di cui alla relazione del Piano Urbanistico Territoriale parte 3a. • Zona Territoriale 4: Riqualificazione insediativa e ambientale di 1°grado. Comprende aree agricole ed insediamenti (spazi, per nuclei o accentrati) di interesse ambientale. Tra gli insediamenti, alcuni pos- sono rivestire anche interesse storico - artistico, altri - di recente realizzazione - risultano privi di qualità ambientale. Per la zona occorre procedere ad una complessa riqualificazione insediativa e delle strut- ture agricole. • Zona Territoriale 7 Realizzazione insediativa a tutela delle risorse agricole. In tale area l’edificazione è disciplinata, giusta la carta dell’uso agricolo del suolo. • Zona Territoriale 8 Parchi territoriali. Comprende aree generalmente in emergenza o di altopiano e che costituiscono un sistema articolato di parchi tali da soddisfare il fabbisogno di standards al livello di parchi di interesse territoriale.

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Come sappiamo la redazione del Piano Urbanistico Territoriale è cominciata nella metà degli anni ‘70 da parte della Regione Campania e fu completata nel 1987; lo strumento nacque nell’intento di fondere in un unico Piano i contenuti finalizzati allo sviluppo e alla tutela del paesaggio, ma la datazione delle analisi (anni ‘70) e l’eccessiva rigidezza della normativa si sono rivelate fortemente limitative ai fini dell’adeguamento dei Piani Comunali allo strumento sovraordinato, nonché allo sviluppo dei territori. La stessa disciplina del PUT, fortemente vincolistica e inibitoria, è figlia della cultura urbanistica dell’epoca di redazione. Si può ben capire che il PUT all’atto dell’approvazione era già “vecchio” di 15 anni, e oggi, a quasi quaranta anni dalla sua redazione, questo strumento risulta essere largamente datato e non calza più alle esigenze dei territori che ormai subiscono violentemente la sua pedissequa applicazione. Inoltre sicuramente la tecnologia utilizzabile oggi in campo urbanistico è di gran lunga più avanzata di quella che poteva essere utilizzata all’epoca di redazione del PUT. Lo scopo dell’elaborato è quindi evidenziare quelli che sono incongruenze facilmente riscontrabili da un’ana- lisi del territorio positanese e porre l’attenzione sulla necessità di una “correzione” alla zonizzazione per rendere coerente il PUT alla realtà esistente nel territorio comunale. Le incongruenze riscontrate sono riportate nella tabella seguente: ZONA ATTUALE PROPOSTA DI MODI- NR INCONGRUENZE RILEVATE DEL PUT FICA DEL PUT Zona 1A - Tutela I limiti di tale zona non sono stati definiti su di un limite fisico Zona 2 - Tutela degli 1 dell’ambiente na- certo e per questa ragione in molti casi troviamo degli edifici che insediamenti antichi turale di I grado sono compresi in due aree differenti. accentrati Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di Zona 2 - Tutela Zona 4 – Riqualifica- edificato esistente al 1956 o in data successiva che non pre- 2 degli insediamenti zione insediativa ed senta il carattere degli insediamenti antichi ed accentrati tipici antichi accentrati ambientale di I grado del territorio positanese Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di edificato esistente al 1956 o in data successiva. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclu- sivamente restauro), che porterebbe ad un restauro generaliz- Zona 1A - Tutela Zona 4 – Riqualifica- zato il patrimonio edilizio gli edifici a tutto il 1955 e dall’altro il 3 dell’ambiente na- zione insediativa ed degrado irreversibile cui sono destinati gli edifici post 1955 pre- turale di I grado ambientale di I grado senti. Nella zona a monte, inoltre, si riscontrano criticità legate al limite di zona non definito su un limite fisico certo. Sono pre- senti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Presenza di edificazione sparsa. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclusivamente re- stauro). Risulta fondamentale indagare l’epoca di costruzione di Zona 1A - Tutela Zona 4 – Riqualifica- tutti gli edifici presenti al fine evitare da un lato il restauro gene- 4 dell’ambiente na- zione insediativa ed ralizzato del patrimonio edilizio e dall’altro il degrado irreversi- turale di I grado ambientale di I grado bile cui sono destinati gli edifici post 1955 presenti. Nella zona a monte, inoltre, si riscontrano criticità legate al limite di zona non definito su un limite fisico certo. Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di Zona 7 - Realizza- edificato esistente al 1956 o in data successiva che non pre- Zona 5 – Riqualifica- zione insediativa a 5 senta il carattere degli insediamenti agricoli, ma bensì di un in- zione insediativa ed tutela delle risorse sediamento di interesse ambientale di una frazione interna di ambientale di II grado agricole Positano

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ZONA ATTUALE PROPOSTA DI MODI- NR INCONGRUENZE RILEVATE DEL PUT FICA DEL PUT Zona 1A - Tutela Zona 5 – Riqualifica- 6 dell’ambiente na- I limiti di tale zona non sono stati definiti su un limite fisico certo. zione insediativa ed turale di I grado ambientale di II grado Presenza di edificazione sparsa. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclusivamente re- stauro). Risulta fondamentale indagare l’epoca di costruzione di Zona 1A - Tutela Zona 5 – Riqualifica- tutti gli edifici presenti al fine evitare da un lato il restauro gene- 7 dell’ambiente na- zione insediativa ed ralizzato del patrimonio edilizio e dall’altro il degrado irreversi- turale di I grado ambientale di II grado bile cui sono destinati gli edifici post 1955 presenti. Sono pre- senti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Presenza di edificazione sparsa. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclusivamente re- stauro). Risulta fondamentale indagare l’epoca di costruzione di Zona 1A - Tutela Zona 4 – Riqualifica- tutti gli edifici presenti al fine evitare da un lato il restauro gene- 8 dell’ambiente na- zione insediativa ed ralizzato del patrimonio edilizio e dall’altro il degrado irreversi- turale di I grado ambientale di I grado bile cui sono destinati gli edifici post 1955 presenti. Sono pre- senti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di edificato esistente al 1956 o in data successiva. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclu- Zona 1A - Tutela Zona 4 – Riqualifica- sivamente restauro), che porterebbe ad un restauro generaliz- 9 dell’ambiente na- zione insediativa ed zato il patrimonio edilizio gli edifici a tutto il 1955 e dall’altro il turale di I grado ambientale di I grado degrado irreversibile cui sono destinati gli edifici post 1955 pre- senti. Sono presenti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Presenza di edificazione sparsa. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclusivamente re- stauro). Risulta fondamentale indagare l’epoca di costruzione di Zona 1A - Tutela Zona 1B – Tutela tutti gli edifici presenti al fine evitare da un lato il restauro gene- 10 dell’ambiente na- dell’ambiente natu- ralizzato del patrimonio edilizio e dall’altro il degrado irreversi- turale di I grado rale di II grado bile cui sono destinati gli edifici post 1955 presenti. Sono pre- senti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di Zona 2 - Tutela Zona 4 – Riqualifica- edificato esistente al 1956 o in data successiva che non pre- 11 degli insediamenti zione insediativa ed senta il carattere degli insediamenti antichi ed accentrati tipici antichi accentrati ambientale di I grado del territorio positanese Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di Zona 1A - Tutela edificato esistente al 1956 o in data successiva. In tale area la Zona 4 – Riqualifica- 12 dell’ambiente na- criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclu- zione insediativa ed turale di I grado sivamente restauro), che porterebbe ad un restauro generaliz- ambientale di I grado zato il patrimonio edilizio gli edifici a tutto il 1955 e dall’altro il

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ZONA ATTUALE PROPOSTA DI MODI- NR INCONGRUENZE RILEVATE DEL PUT FICA DEL PUT degrado irreversibile cui sono destinati gli edifici post 1955 pre- senti. Sono presenti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Insediamento prevalentemente consolidato della fascia costiera con presenza di edificato esistente al 1956 o in data successiva. Zona 1A - Tutela In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi Zona 4 – Riqualifica- 13 dell’ambiente na- possibili (esclusivamente restauro), che porterebbe ad un re- zione insediativa ed turale di I grado stauro generalizzato il patrimonio edilizio gli edifici a tutto il 1955 ambientale di I grado e dall’altro il degrado irreversibile cui sono destinati gli edifici post 1955 presenti. Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di edificato esistente al 1956 o in data successiva che non pre- Zona 2 - Tutela Zona 4 – Riqualifica- senta il carattere degli insediamenti antichi ed accentrati tipici 14 degli insediamenti zione insediativa ed del territorio positanese. Nella zona a monte, inoltre, si riscon- antichi accentrati ambientale di I grado trano criticità legate al limite di zona non definito su un limite fisico certo. Insediamento prevalentemente consolidato con presenza di edificato esistente al 1956 o in data successiva. In tale area la criticità è relativa alla limitatezza degli interventi possibili (esclu- Zona 1A - Tutela Zona 4 – Riqualifica- sivamente restauro), che porterebbe ad un restauro generaliz- 15 dell’ambiente na- zione insediativa ed zato il patrimonio edilizio gli edifici a tutto il 1955 e dall’altro il turale di I grado ambientale di I grado degrado irreversibile cui sono destinati gli edifici post 1955 pre- senti. Sono presenti aree libere utilizzabili per la creazione di standard per i residenti. Zona 1A - Tutela Zona 8 – Parchi L’area rientra nella zona A del Parco Regionale dei Monti Lat- 16 dell’ambiente natu- territoriali tari, ed è di difficile accesso. rale di I grado Zona 1B – Tutela Zona 1A - Tutela L’area rientra nella zona A del Parco Regionale dei Monti Lat- 17 dell’ambiente na- dell’ambiente natu- tari, ed è di difficile accesso. turale di II grado rale di I grado Zona 1A – Tutela È un’area libera da indagare con maggiore dettaglio che può Zona 4 – Riqualifica- 18 dell’ambiente na- essere utilizzata per la creazione di aree di sosta e parcheggio zione insediativa ed turale di I grado di ingresso alla frazione. ambientale di I grado Zona 1A – Tutela Zona 1B – Tutela L’area è attualmente utilizzata per il deposito temporaneo di ri- 19 dell’ambiente na- dell’ambiente natu- fiuti turale di I grado rale di II grado

1.2. IL PARCO REGIONALE DEI MONTI LATTARI Il Parco Regionale dei Monti Lattari è stato istituito il 13 novembre del 2003 con DPGR n. 781, e si estende su una superficie di circa 16.000 ha distribuiti tra i versanti della Penisola Sorrentino-Amalfitana e l’entroterra dell’Agro-Nocerino, e al suo interno rientrano 27 Comuni, di cui 8 comuni della Provincia di Napoli1 e 19 della Provincia di Salerno. Il Comune di rientra parzialmente nell’area parco.

1 Vico Equense, Meta di Sorrento, , , Gragnano, Lettere, Agerola, Castellamare di Stabia.

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Ad oggi la pianificazione dell’Ente Parco è rappresentata dal “Piano Preliminare Strutturale – Leggi n.33/1993, 16/2014, 13/2008” adottato con Delibera nr. 7 del 06 agosto 2015, a seguito di parere favorevole espresso dalla Comunità del Parco nella seduta del 23 luglio 2015. Nelle more della definizione e dell’ado- zione del “Piano del Parco” definitivo, il quadro normativo regolarmente in vigore è rappresentato dalle “Norme di Salvaguardia” di cui alla D.G.R. Campania nr. 2777 del 26 settembre 2003, pubblicata sul BURC Speciale del 27 maggio 2004. Tali norme definiscono il quadro generale dell’assetto territoriale dell’area, indicando, mediante, zonazione (stabilità con la stessa DGR 2777/2003) i vincoli da osservarsi sul territorio. L’area del Parco è stata suddivisa nelle seguenti zone: • Zona “A” – Area di riserva integrale; • Zona “B” – Area di riserva generale orientata e di protezione; • Zona “C” – Area di riqualificazione dei centri abitati, di protezione e sviluppo economico e sociale.

Figura 1: Zonizzazione del Parco Regionale dei Monti Lattari

Ciascuna zona è sottoposta ad un particolare regime di tutela in relazione ai valori naturalistici, ecologici, geomorfologici ed ambientali delle rispettive aree, nonché in rapporto agli usi delle popolazioni locali ed alla situazione della proprietà ed alle forme di tutela già esistenti. • Zona di riserva integrale (Zona A) in cui l’ambiente è conservato nella sua integrità: il suolo, le acque, la fauna e la vegetazione sono protetti e sono consentiti soltanto gli interventi per la protezione dell’am- biente o la ricostituzione di equilibri naturali pregressi da realizzare sotto il controllo dell’Ente Parco. Le zone a riserva integrale debbono essere individuate fra quelle prive di insediamenti permanenti, abitativi o produttivi. È vietata qualsiasi attività che possa compromettere risorse naturali. Le aree destinate a riserva integrale potranno essere acquisite alla proprietà pubblica;

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• Zona di riserva generale (Zona B). Ogni attività deve essere rivolta al mantenimento della integrità ambientale dei luoghi. Sono consentite ed incentivate le attività agricole e silvo - pastorali tradizionali e la manutenzione del patrimonio edilizio esistente, laddove non contrastino con le finalità del Parco; • Zona di riserva controllata (Zona C). Vanno incentivate le attività agricole, zootecniche e silvo - colturali tradizionali ed il mantenimento dell’integrità terriera nelle aziende contadine. Sono agevolate, inoltre, le attività socio - economiche e le realizzazioni abitative ed infrastrutturali compatibili con i principi ispiratori del Parco, nonché lo sviluppo delle strutture turistico - ricettive delle attrezzature pubbliche e dei servizi complementari al Parco.

1.3. IL PIANO NAZIONALE DI EMERGENZA PER IL RISCHIO VULCANICO DEL VESUVIO Il primo Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio è stato redatto nel 1995 da due Commissioni nazio- nali, istituite per valutare il rischio connesso a un’eru- zione nell’area vesuviana e pianificare la risposta ad un’eventuale emergenza. Il Piano ha poi subito vari aggiornamenti e integrazioni, di cui l’ultimo risale al 2014 quando, dopo un lungo percorso di studi e ana- lisi, si è arrivati all’individuazione delle nuove e più estese zone di pericolosità. Il Piano, assumendo come scenario di riferimento l’evento esplosivo del 1631, individua tre aree a di- versa pericolosità che sono: • La “Zona Rossa”, area immediatamente circo- stante il vulcano, quella a maggiore pericolo- sità in quanto potenzialmente soggetta all’in- vasione dei flussi piroclastici (miscele di gas e materiale solido ad elevata temperatura che, scorrendo lungo le pendici del vulcano ad alta velocità che possono distruggere in breve tempo tutto quanto si trova sul loro cammino). Il Piano nazionale di emergenza (ipotizzando precauzionalmente che i flussi piroclastici si sviluppino a 360° nell’intorno del vulcano) prevede che la Zona Rossa venga completa- mente evacuata prima dell’inizio dell’eruzione. La Zona Rossa include i territori di 25 comuni delle province di Napoli e di Salerno, per un totale di circa 670 mila abitanti. Positano ricade all’interno della Zona Rossa. • La “Zona Gialla”, area esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione del Vesuvio è esposta alla significativa ricaduta di cenere vulcanica e di materiali piroclastici che possono, fra l’altro, apportare un sovraccarico eccessivo sui tetti degli edifici fino a determinarne il crollo. La ricaduta di particelle, inoltre, può causare problemi alle vie respiratorie, in particolare in soggetti predisposti non adeguata- mente protetti, danni alle coltivazioni e problemi alla circolazione aerea, ferroviaria e stradale. Nella nuova zona gialla, ufficializzata con la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri uscita in Gaz- zetta Ufficiale il 19 gennaio 2016, ricadono 63 Comuni e tre circoscrizioni del Comune di Napoli. Si prevede che, come accadde nel 1631, solo il 10-15% della zona gialla sarà effettivamente coinvolto dalla ricaduta di particelle, subendo danneggiamenti. Diversamente da quanto accade per la zona rossa, i fenomeni attesi nella zona gialla non costituiscono un pericolo immediato per la popolazione ed è necessario che trascorra un certo intervallo di tempo prima che il materiale ricaduto si accumuli

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sulle coperture degli edifici fino a provocare eventuali cedimenti delle strutture. Vi è pertanto la possi- bilità di attendere l’inizio dell’eruzione per verificare quale sarà l’area interessata e procedere, se ne- cessario, all’evacuazione della popolazione che vi risiede. La zona gialla interessa comuni delle pro- vince di Napoli, Avellino, Benevento e Salerno. • La “Zona Blu”, che ricade all’interno della zona gialla, ma è soggetta ad un agente di pericolosità ulteriore; corrisponde infatti alla “conca di Nola” che, per le sue caratteristiche idrogeologiche, potrebbe essere soggetta a inondazioni e alluvionamenti oltre che alla ricaduta di ceneri e lapilli. Anche per la zona blu la strategia prevede l’allontanamento della popolazione ad evento in corso. Infatti, le colate di fango, causate dal trascinamento di ceneri operato dall’acqua meteorica, sono da attendersi durante la fase di evento in corso, una volta che si sarà accumulato sufficiente deposito vulcanico, ma anche successivamente, e procureranno seri disagi alla circolazione di persone e mezzi. Particolarmente esposti potranno essere gli insediamenti civili, industriali e artigianali al piede di pendii la cui inclina- zione abbia consentito l’accumulo di quantità di ceneri considerevoli.

Il Comune di Positano ricade all’interno della zona di pericolosità “gialla”.

1.4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è stato approvato con L.R. n. 13 del 13 ottobre del 2008. Il PTR rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale regionale ed è assunto quale documento di base per la territorializzazione della programmazione socioeconomica regio- nale nonché per le linee strategiche economiche adottate dal Documento Strategico Regionale (DSR) e dagli altri documenti di programmazione dei fondi comunitari. Il PTR fornisce il quadro di coerenza per disciplinare nei PTCP i settori di pianificazione, al fine di consentire alle Province di promuovere, le intese con ammini- strazioni pubbliche ed organi competenti. Il PTR ha elaborato cinque Quadri Territoriali di Riferimento utili ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province. I QTR sono: • Il Quadro delle reti. La rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e logistica) e la rete del rischio ambientale, che attraversano il territorio regionale. Dalla articolazione e sovrapposizione spa- ziale di queste reti s’individuano per i Quadri Territoriali di Riferimento successivi i punti critici sui quali è opportuno concentrare l’attenzione e mirare gli interventi. • Il Quadro degli ambienti insediativi. Individuati in numero di nove in rapporto alle caratteristiche mor- fologico-ambientali e alla trama insediativa. Gli ambienti insediativi individuati contengono gli elementi ai quali si connettono i grandi investimenti. Sono ambiti subregionali per i quali vengono costruite delle “visioni” cui soprattutto i PTCP, che agiscono all’interno di “ritagli” territoriali definiti secondo logiche di tipo “amministrativo”, ritrovano utili elementi di connessione. • Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS). I Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) sono indivi- duati sulla base della geografia dei processi di auto-riconoscimento delle identità locali e di auto-orga- nizzazione nello sviluppo, confrontando il “mosaico” dei patti territoriali, dei contratti d’area, dei distretti industriali, dei parchi naturali, delle comunità montane, e privilegiando tale geografia in questa ricogni- zione rispetto ad una geografia costruita sulla base di indicatori delle dinamiche di sviluppo. Tali si- stemi sono classificati in funzione di dominanti territoriali (naturalistica, rurale-culturale, rurale-indu- striale, urbana, urbano-industriale, paesistico-culturale). Con tali definizioni si registrano solo alcune dominanti, senza che queste si traducono automaticamente in indirizzi preferenziali d’intervento. Si sono individuati 45 sistemi con una definizione che sottolinea la componente di sviluppo strategico

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(Sistemi Territoriali di Sviluppo). Ciascuno di questi STS si colloca all’interno di una matrice di indirizzi strategici specificata all’interno della tipologia delle sei classi suddette. Attraverso adeguati protocolli con le Province e con i soggetti istituzionali e gli attori locali potranno definirsi gli impegni, le risorse e i tempi per la realizzazione dei relativi progetti locali. • Il Quadro dei Campi Territoriali Complessi (CTC). Nel territorio regionale vengono individuati alcuni “campi territoriali” nei quali la sovrapposizione-intersezione dei precedenti Quadri Territoriali di Riferi- mento mette in evidenza degli spazi di particolare criticità, dei veri “punti caldi” (riferibili soprattutto a infrastrutture di interconnessione di particolare rilevanza, oppure ad aree di intensa concentrazione di fattori di rischio) dove si ritiene la Regione debba promuovere un’azione prioritaria di interventi parti- colarmente integrati. • Il Quadro delle Modalità per la Cooperazione Istituzionale e delle Raccomandazioni per lo Svolgimento di “Buone Pratiche”. I processi di “Unione di Comuni” in Italia, che nel 2000 ammontavano appena ad otto, sono diventati 202 nel 2003. In Campania nel 2003 si registrano solo 5 unioni che coinvolgono 27 Comuni. Il PTR ravvisa l’opportunità di concorrere all’accelerazione di tale processo. Gruppi di comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, caratterizzati da contiguità e reciproca accessibilità, possono essere incentivati alla collaborazione per quanto attiene al miglioramento delle reti infrastrut- turali e dei sistemi di mobilità.

I Quadri Territoriali di Riferimento proposti dal PTR, delineano il carattere di copianificazione presente nel piano. L’intenzione è di poggiare il successo del Piano non tanto sull’adeguamento conformativo degli altri piani, ma sui meccanismi di accordi e intese intorno alle grandi materie dello sviluppo sostenibile e delle grandi direttrici di interconnessione. Non si ricerca quindi una diretta interferenza con le previsioni d’uso del suolo, che rimangono di competenza dei piani urbanistici, in raccordo con le previsioni dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP). L’obiettivo è di contribuire all’ecosviluppo, secondo una visione che attribuisce al territorio il compito di mediare cognitivamente ed operativamente tra la materia della pianifica- zione territoriale (comprensiva delle componenti di natura paesistico-ambientale) e quella della promozione e della programmazione dello sviluppo. Il Comune di Positano rientra nell’Ambiente Insediativo n. 2 “Penisola sorrentino-amalfitana” ed è compreso nel Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) “Sistemi a dominante paesistico ambientale culturale” F7 “Penisola amalfitana”. Per l’Ambiente Insediativo n. 2 il riassetto idrogeologico, e più in ge- nerale, la difesa e la salvaguardia dell’ambiente costituiscono una delle priorità dell’intera area. Sotto il profilo economico un primo or- dine di problemi è relativo alla valorizzazione e al potenziamento delle colture “tipiche” presenti nell’ambito ed in particolare nelle aree colli- nari, che potrebbero costituire una valida integrazione del sistema economico-turistico della fascia costiera. I problemi infrastrutturali ed insediativi possono così riassumersi: • Scarsa offerta di trasporti pubblici collettivi; • Insufficiente presenza di viabilità trasversale interna; • Scarsa integrazione fra i centri montani e costieri; • Carenza di servizi ed attrezzature (quelle esistenti sono concentrate prevalentemente nei centri di Sorrento, Vico Equense, Castellammare di Stabia e Cava dei Tirreni);

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• Problemi di dissesto idrogeologico, di erosione della costa alta e dei litorali, inadeguatezza delle infra- strutture portuali e carenza dei servizi per la nautica da diporto.

L’obbiettivo generale del PI è volto allo sviluppo del turismo locale nelle sue diverse accezioni e punta forte- mente all’integrazione tra le aree costiere e le aree interne, cercando di coniugare, attraverso un’attenta azione di salvaguardia e difesa del suolo, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dell’area con un processo di integrazione socio-economica. In questo quadro, la priorità è senz’altro da attribuire ad una rigorosa politica di riequilibrio e di rafforzamento delle reti pubbliche di collegamento, soprattutto all’interno dell’area, in modo da consentire a tutti i comuni di beneficiare di un sistema di relazioni con l’esterno attualmente gravante, prevalentemente, sulla fascia costiera. Appare evidente che per tale ambiente, la sud- divisione puramente amministrativa debba essere superata per stabilire intese, anche interprovinciali, al fine di realizzare una politica di coerenze programmatiche. Le strategie specifiche individuate dal PTR per l’STS F7 “Penisola amalfitana” riassunte nella “matrice degli indirizzi strategici” sono: • A.1 – Interconnessione – Accessibilità attuale: la via principale di collegamento è la SS 163 Amalfitana che segue la costa passando per Positano, , , sino a Vietri. L’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno non attraversa il territorio, ma è molto prossimo al confine nord del sistema territoriale. Gli svincoli più vicini sono Nocera-Pagani, Cava dei Tirreni e , interno al confine. Non vi sono linee ferroviarie che attraversano il territorio, solo la linea delle FS Napoli – Sa- lerno è molto prossima al confine est e la stazione di Vietri è interna al sistema territoriale. Attualmente l’aeroporto più vicino è Napoli-Capodichino raggiungibile percorrendo, a partire dallo svincolo di No- cera, circa 40 km di autostrada A3 e di raccordo A1-A3. • A.2 – Interconnessione – Programmi: Per il sistema ferroviario non sono previsti interventi. In futuro, oltre all’aeroporto di Napoli-Capodichino, anche quello di Pontecagnano, sarà piuttosto vicino al si- stema territoriale. Esso sarà raggiungibile percorrendo, a partire dallo svincolo di , circa 25 km di autostrada A3 fino allo svincolo di Pontecagnano, più altri 6 km per raggiungere lo scalo, una volta usciti dall’autostrada. Per il sistema stradale i principali invarianti progettuali sono: a) Miglioramento della viabilità in Costiera Amalfitana con la realizzazione delle gallerie di e Praiano; b) Adeguamento della SS 168 e delle strade minori di raccordo con le aree interne (valico di Chiunzi, Passo di Agerola Dragonea, ecc.) • B.1 – Difesa della biodiversità; • B.2 – Valorizzazione Territori marginali; • B.3 – Riqualificazione della costa; • B.4 – Valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio; • C.2 – Rischio sismico; • C.3 – Rischio idrogeologico; • C.6 – Contenimento del rischio attività estrattive; • E.2a – Attività produttive per lo sviluppo- agricolo - Sviluppo delle Filiere; • E.2b – Attività produttive per lo sviluppo- agricolo - Diversificazione territoriale; • E.3 – Promozione delle attività produttive per lo sviluppo turistico.

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La diversa intensità di applicazione degli indirizzi strategici è indicata nella matrice strategica con una scala di valori che va da Basso a Elevato. Con tali valori si vogliono indicare non solo le politiche consolidate in tale direzione degli STS, ma anche segnalare dove è necessario intervenire per rafforzarle.

MATRICE DEGLI INDIRIZZI STRATEGICI PER IL STS – F7 PENISOLA AMALFITANA STS A1 A2 B1 B2 B3 B4 C2 C3 C6 E2a E2b E3 F7 2 2 4 1 4 1 2 3 1 3 4 4

La matrice degli indirizzi strategici attribuisce: • 1 punto (basso) se vi è scarsa rilevanza dell’indirizzo; • 2 punti (medio) se l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di miglioramento ambientale e paesaggistico; • 3 punti (elevato) se l’indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare; • 4 punti (forte) se l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare.

1.5. IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) rappresenta l’evoluzione conoscitiva, normativa e tecnico operativa del “Piano Straordinario per l’emergenza idrogeologica”, con il quale sono state pianificate e programmate le azioni, le norme d’uso del suolo e gli interventi riguardanti l’assetto idrogeologico del territorio. Il PAI è sovraordinato ad ogni altro strumento di pianificazione urbana, così come confermato dalla Corte Costituzio- nale (Sentenza n. 85/90), e pertanto all’Autorità di Bacino devono essere preventivamente sottoposte, per un parere obbligatorio sulla compatibilità idrogeologica, i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale, gli strumenti urbanistici comunali, i Piani Regolatori delle Aree di Sviluppo Industriale, i Piani Regionali di Settore e i Progetti di realizzazione e/o manutenzione di opere pubbliche localizzate nelle fasce fluviali. Il Comune di Positano rientra nell’ambito dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, isti- tuita ai sensi dell’art. 63 comma 1 del D.Lgs. 152/2006, e all’interno del territorio comunale trova applicazione il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Territorio redatto dall’ex Autorità di Bacino Destra Sele (suc- cessivamente accorpata all’interno dell’ex Autorità di Bacino Regionale della Campania Sud ed Interregio- nale per il Bacino Idrografico del fiume Sele), adottato con delibera del Comitato Istituzionale nr. 10 del 28 marzo 2011 e pubblicato sul BURC nr. 26 del 26 aprile 2011 e da tale data vigente. Il piano definisce, in funzione delle caratteristiche di dissesto del territorio, le aree caratterizzate da diverso grado di suscettività al dissesto, rispetto alle quali si sono impostate le attività di programmazione contenute nel Piano.

1.6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI SALERNO Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, introdotto nella legislazione nazionale dall’art.15 della L.142/90 e i cui compiti sono stati in seguito sanciti dal D.lgs.112/98 e dettagliatamente disciplinati dalla Legge Regionale n. 16 del 2004, è un atto di programmazione e pianificazione territoriale complessiva e costituisce l’anello di congiunzione tra gli indirizzi programmatici regionali e sovraregionali e le indicazioni di dettaglio sull’assetto urbano stabilite nei piani di livello comunale.

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Il PTCP della Provincia di Salerno è stato approvato con D.C.P. n. 15 del 30/03/2012; esso si fonda sul principio del minor consumo di suolo, da attuarsi mediante il recupero e la riqualificazione dei tessuti inse- diativi esistenti, incentivati da misure premiali, a tutela dell’integrità fisica del territorio e del paesaggio, e si pone l’obiettivo di armonizzare conservazione e sviluppo in un procedimento dinamico, che coinvolga, di volta in volta nelle scelte, dietro l’impulso dell’ente Provincia, i diversi attori che concorrono alla gestione, alla salvaguardia ed alla trasformazione del territorio. Il Piano, coerentemente con le disposizioni della L.R. n. 16/2004, articola i propri contenuti progettuali in disposizioni di carattere strutturale e programmatico. La componente strutturale è relativa alle scelte di lungo termine che non richiedono verifiche o revisioni, se non al radicale mutare di condizioni politico‐culturali fondamentali. La componente operativa o programmatica è riferita a tempi brevi, necessita di verifiche e rielaborazioni frequenti e si presta elettivamente a pratiche di tipo concertativo‐negoziale. In particolare, la componente strutturale del PTCP comprende le disposizioni pertinenti al valore e all’efficacia di piano con- cernenti la grande organizzazione del territorio (aree protette esistenti e proposte, rete ecologica, grandi infrastrutture a rete e puntiformi, polarità e sistemi di centralità, grandi aree specializzate sia industriali – ASI – che terziarie, criteri di dimensionamento dei carichi insediativi, strategie di sviluppo locale). Esse sono ritenute valide a tempo indeterminato o perché riferite a criteri e principi fondamentali assunti come riferimenti costitutivi delle azioni per il governo del territorio o perché assunte come telaio strategico delle azioni di riqualificazione e/o trasformazione dell’assetto attuale da perseguire in forme concertate e partecipate nelle politiche dei prossimi decenni. Di conseguenza, nell’ambito delle disposizioni strutturali il PTCP: • Delimita ricognitivamente le aree caratterizzate da omogenei livelli di biodiversità, di valore paesaggi- stico, di rischio, con corrispondenti definizioni normative; • Definisce una rete ecologica come sistema di ricomposizione delle aree (individuate tenendo conto delle aree già protette e di quelle da proteggere) che vanno tutelate/valorizzate anche mediante inter- venti trasformativi di rinaturalizzazione totale o parziale per recuperare gradi accettabili di continuità fra le aree verdi; • Localizza indicativamente polarità e centralità; • Definisce criteri di localizzazione e/o delimitazione per i distretti specializzati (aree industriali, grande distribuzione, ecc.); • Traccia indicativamente le grandi infrastrutture a rete e localizza indicativamente i grandi impianti in- frastrutturali; • Individua gli Ambiti Identitari Territoriali, fondati sulle Unità di Paesaggio e gli STS, per ciascuno dei quali indica gli obiettivi generali di sviluppo e di qualità paesaggistica con gli indirizzi conseguenti che i Comuni recepiranno nei PUC; • Propone indirizzi strategici per le politiche locali.

La componente programmatica consiste invece nella indicazione dei progetti prioritari da porre in attuazione a breve termine in ordine alla valorizzazione ambientale ed alla realizzazione delle scelte di assetto, nonché nella individuazione dei riferimenti e delle procedure per la pianificazione comunale e per la costruzione concertata di strategie sostenibili di sviluppo locale. Nell’ambito delle disposizioni programmatiche, pertanto, il PTCP: • Localizza i progetti, eventualmente concertati con i Comuni e le altre istituzioni necessarie, da realiz- zare nel breve periodo sulla base di scelte di priorità e di una attendibile valutazione di risorse e ca-

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pacità operative; a ciascuno di essi corrisponderà una scheda contenente lineamenti di studio di fatti- bilità progettuale (essa potrebbe costituire il protocollo di base per intese programmatico‐attuative con le istituzioni pubbliche e gli eventuali partner privati); • Individua i sottoinsiemi, anche distinti per specifici tematismi (eventuali PIP, PEEP ecc. consortili), in cui i Comuni dovrebbero, attraverso le Conferenze d’Ambito, coordinarsi nella redazione dei PUC.

Le strategie di rilievo provinciale individuate secondo un modello “a grappoli” di città che valorizzi il patrimonio urbanistico, ambientale e paesaggistico nel quadro di una politica di costruzione dinamica delle identità ur- bane è costituito da: • La valorizzazione, quale sistema policentrico e reticolare, dell’Agro Sarnese – Nocerino, nel quale le complementarità urbane (da consolidare) potranno avvalersi di nuove dotazioni lungo la direttrice nord‐orientale della valle del ‐valle di Codola e Mercato S. Severino – – Sarno; • La promozione di una centralità complessa nella integrazione/complementarità dei centri della valle dell’Irno – Solofrana; • La promozione del sistema urbano di Salerno – Pontecagnano e delle relazioni metropolitane tra ca- poluogo e margine settentrionale della Piana del Sele, Picentini, Valle dell’Irno‐Solofrana, Cava de Tirreni, Costiera amalfitana; • La valorizzazione di Cava de Tirreni quale centralità autonoma e, al tempo stesso, “porta” di accesso al sistema turistico della costa d’Amalfi; • Il potenziamento del dipolo urbano , città media integrata a cui si connettano le relazioni di raccordo con i “grappoli urbani” dei centri picentini, dei centri del medio Sele e del Tanagro, della Piana del Sele; • Il potenziamento della direttrice per funzioni legate alla produzione industriale, artigianale, alla logistica, alla distribuzione commerciale, ai servizi all’impresa; • La riorganizzazione degli insediamenti del Vallo di Diano come “città del Vallo”, intesa quale sistema urbano reticolare integrato, qualificato dalla complementarità e dall’integrazione delle centralità esi- stenti; • La valorizzazione delle centralità locali di Capaccio – , di , di , di , come fuochi di sistemi di centri urbani minori organizzati come città poli nucleo; • La promozione di azioni integrate volte a contrastare i diffusi fenomeni di desertificazione sociale che accompagnano i territori interni caratterizzati da condizioni di marginalità.

Per garantire l’efficace perseguimento degli indirizzi sopra enunciati il Piano prevede inoltre la definizione di strategie volte: • Alla riqualificazione degli insediamenti esistenti (recupero e rivitalizzazione degli insediamenti storici, riqualificazione e consolidamento degli insediamenti di recente formazione, contenimento dell’edilizia diffusa e riconfigurazione degli aggregati extraurbani, ripristino della qualità dei paesaggi urbani e creazione di nuovi paesaggi); • Al miglioramento della qualità ambientale delle strutture insediative mediante la promozione di azioni di integrazione/connessione tra la rete ecologica ed il verde urbano;

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• Alla valorizzazione dei grandi attrattori culturali, degli insediamenti legati alla formazione ed alla ri- cerca, delle eccellenze del sistema produttivo; • Al potenziamento delle infrastrutture e dei servizi per il turismo e per il tempo libero, mediante la defi- nizione di misure ed azioni diversificate in relazione ai diversi contesti territoriali; • Alla realizzazione e/o al potenziamento di poli specialistici nei settori dei servizi turistici, della forma- zione e della ricerca, dei servizi pubblici e privati, dell’agroalimentare, della logistica.

Le proposte per il sistema ambientale si articolano sulle priorità fondative delle sistemazioni idrogeologiche, della ri- qualificazione ambientale dei corsi d’ac- qua e delle fasce costiere, della preven- zione del rischio sismico e vulcanico, del controllo del rischio indotto dalle at- tività estrattive, della tutela e valorizza- zione del patrimonio geologico. Il Comune di Positano rientra nell’Am- bito Identitario “La Costiera Amalfitana e la centralità di Cava de Tirreni” di cui si riportano gli obiettivi del PTCP.

Figura 2: La Costiera Amalfitana e la centralità di Cava de Tirreni

SISTEMA OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVO SPECIFICO

Tutela delle componenti peculiari geomorfologiche, vegetazionali e pae- saggistiche che ne connotano l’assetto Programmazione per la riqualificazione e/o la rinaturalizzazione dei siti che presentano caratteri di degrado Sostegno alle attività agro-forestali, prevedendo anche interventi per la diversificazione/integrazione delle stesse Valorizzazione del patrimonio naturalistico, anche a fini turistici, me- SALVAGUARDIA DELLA CARATTE- diante il ripristino e/o l’adeguamento dei sentieri e percorsi pedonali esi- RIZZAZIONE E DELLA CONNOTA- stenti, la predisposizione di una idonea segnaletica, la localizzazione di ZIONE PAESAGGISTICA ED AM- nuovi percorsi di servizio, scientifici o didattici, la promozione di azioni di

BIENTALE DEL PATRIMONIO NATU- recupero e riuso per le costruzioni dismesse o in via di dismissione da NATURALE RALISTICO E FORESTALE destinare a centri informazione, rifugi attrezzati, centri servizi per l’escur- sionismo, centri di documentazione ambientale, etc. o, qualora compati- bile con le esigenze di salvaguardia, ad attrezzature turistiche, culturali e di archeologia dell’industrializzazione Tutela, la gestione e la valorizzazione del patrimonio geologico (geositi), PAESAGGIO custode di valori scientifici, ambientali, culturali e turistico-ricreativi, per favorire la conoscenza, la fruizione e l’utilizzo didattico dei luoghi di inte- resse geologico, delle grotte e dei paesaggi geologici Misure di salvaguardia del regime di apporti sedimentari di origine sia SALVAGUARDIA DELLA CONNO- continentale che litoranea TAZIONE PAESAGGISTICA ED AM- Preservazione fisica delle coste alte e delle falesie limitando la realizza- BIENTALE DELLA FASCIA CO- zione di nuovi interventi invasivi, salvo quelli necessari per la messa in STIERA sicurezza, consolidamento, manutenzione e riqualificazione delle aree

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SISTEMA OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVO SPECIFICO da realizzarsi mediante l’uso di tecniche e attrezzature a minimo impatto ambientale Misure di salvaguardia delle dinamiche morfoevolutive e delle condizioni di stabilità delle coltri superficiali Previsione di azioni finalizzate alla manutenzione, riqualificazione e pro- tezione del patrimonio naturalistico, paesaggistico ed ambientale, non- ché degli elementi del paesaggio umano storicamente presenti Definizione di un sistema integrato di interventi per contrastare o miti- gare il fenomeno dell’erosione costiera Recupero ambientale e paesaggistico dei siti degradati, destrutturati, o alterati dalla presenza di attività ed insediamenti o manufatti inconciliabili con le esigenze di tutela, riqualificazione, valore storico ed identitario, prevedendo interventi per il ripristino dello stato originario dei luoghi ov- vero interventi di restauro paesaggistico nonché di sviluppo economico identitario idonei a realizzare l’integrazione tra uomo e ambiente; in parti- colare, per le cave dismesse e/o degradate, il recupero, restauro del paesaggio e ricomposizione ambientale saranno attuati con interventi consistenti in ciglionamenti/terrazzamenti dei fronti di cava, riporto di ter- reno sciolto sui ripiani così realizzati ed adeguata piantumazione con specie arbustive ed arboree, anche fruttifere, coerenti con la flora e con le coltivazioni agricole locali, riqualificandone i siti con la previsione di servizi e attrezzature per la città ed il territorio, la allocazione di funzioni sportive, ricreative, turistiche, culturali, commerciali, o la conversione in impianti per l’impiego di risorse energetiche dolci PROGRAMMAZIONE DI AZIONI PER IL POTENZIAMENTO DEGLI IN- Azioni di intervento connesse a fenomeni franosi o di esondazione, non- TERVENTI DI PREVENZIONE E MI- ché all’inquinamento dei corpi idrici, superficiali e sotterranei, e delle ac- TIGAZIONE DEI FATTORI DI RI- que marine SCHIO NATURALE ED ANTROPICO PROGRAMMAZIONE E ATTUA- ZIONE DI INTERVENTI PER LA MITI- Azioni di intervento (quali il consolidamento dei versanti, il rimboschi- GAZIONE DEL DISSESTO IDRO- mento, etc.) in zone ad elevato rischio idrogeologico GEOLOGICO NELLE AREE DEVE- GETATE E/O DISBOSCATE Salvaguardia della caratterizzazione morfologica, vegetazionale e per- cettiva dei siti Salvaguardia e la promozione delle colture tipiche e tradizionali, quali li- moneti, vigneti, etc., attraverso la promozione e il sostegno di azioni di adeguamento strutturale delle aziende agricole esistenti, di sistemi di

qualità, di costante miglioramento degli standard produttivi e di offerta di servizi di supporto e promozione Integrazione e la diversificazione delle attività agricole con azioni di recu- pero e riuso delle costruzioni rurali dismesse o in via di dismissione da VALORIZZAZIONE DEI MOSAICI destinarsi ad offerta turistica integrativa e diversificata rispetto a quella

AGRICOLI ED AGROFORESTALI già localizzata lungo il versante costiero promuovendo lavorazioni arti- ANTROPIZZATO

gianali - quali produzioni agricole locali, allevamento, apicoltura ed atti- vità zootecniche, piccoli laboratori caseari, accoglienza rurale - nonché di prodotti identitari AGGIO Diffusione dell’agricoltura biologica quale presidio territoriale, fattore di contenimento dei carichi inquinanti ed elemento di valorizzazione dell’of-

PAES ferta agroalimentare Promozione di programmi di adeguamento, manutenzione, risanamento conservativo e/o ripristino dei terrazzamenti agricoli mediante opere di sostegno delle terrazze coltivate, opere di VALORIZZAZIONE DEGLI ASPETTI Recupero, risanamento, riqualificazione e restauro del territorio in pre- PAESAGGISTICI ED IDENTITARI senza di interventi dell’uomo

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SISTEMA OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVO SPECIFICO

DERIVANTI DALL’AZIONE DI FAT- Recupero, adeguamento e riqualificazione dell’accessibilità e fruizione TORI NATURALI, UMANI E DALLE pubblica della costa e del mare, prevedendo anche opere e infrastrutture LORO INTERRELAZIONI CON per la difesa della costa da realizzarsi con tecniche a basso impatto am- AZIONI DI RECUPERO AMBIEN- bientale TALE E PAESAGGISTICO NONCHÉ Recupero, adeguamento e riqualificazione paesistico-ambientale delle RIQUALIFICAZIONE E PROTE- strutture esistenti purché rappresentative dell’identità territoriale ZIONE DEL FRONTE DI MARE Recupero, riqualificazione e adeguamento dell’accessibilità e dei per- NELLE AREE URBANIZZATE corsi Previsione delle necessarie sistemazioni idrogeologiche

Adeguamento degli standard anche in considerazione dei flussi turistici e della crescita economica del territorio RECUPERO E VALORIZZAZIONE SOSTENIBILE DEI CENTRI STORICI Potenziamento della offerta turistica destagionalizzata, della produzione E DEI NUCLEI ANTICHI ACCEN- e commercializzazione di prodotti artigianali ed agricoli locali TRATI, CON PARTICOLARE ATTEN- ZIONE ALLE AREE INTERNE RECUPERO, ADEGUAMENTO E RI- QUALIFICAZIONE PAESISTICO-AM- BIENTALE DI ATTIVITÀ, IMPIANTI Valorizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispon- ED ATTREZZATURE FINALIZZATI denti a criteri di qualità e sostenibilità ALLA PRODUZIONE E TRASFOR- MAZIONE DEI PRODOTTI E DELLE RISORSE LEGATE AL TERRITORIO Ristrutturazione edilizia/urbanistica con l’attribuzione di nuovi valori ar- chitettonici, urbanistici e paesaggistici, nonché di nuove funzioni, lì dove possano contribuire al processo di riqualificazione anche mediante il re- RIQUALIFICAZIONE DEI MANU- cupero di quelle quote di manufatti abusivi, regolarmente condonati, che FATTI E DEGLI INSEDIAMENTI DI risultino compatibili con le esigenze di tutela, di valorizzazione e di riqua- SCARSA QUALITÀ lificazione dei siti, prevedendo invece la demolizione, e successiva ri- composizione, dei manufatti non recuperabili e/o inconciliabili con i valori paesaggistici dei siti. CONSERVAZIONE E POTENZIA- MENTO DEI SERVIZI DI SCALA LO- CALE E SOVRALOCALE, IN UNA LOGICA DI RETE E COMPLEMEN- TARITÀ Piccole quote residenziali che possano contribuire ai fabbisogni interni

Calibrate funzioni ricettive e di servizio turistico di pregio Calibrate funzioni produttive comprensoriali per la localizzazione di atti- vità artigianali e per la lavorazione, la produzione e la vendita anche di REALIZZAZIONE DI NUOVI, CALI- prodotti tipici e/o locali, da dimensionare sulla base di documentate ana- BRATI, INSEDIAMENTI NEI TERRI- lisi dei fabbisogni TORI PIÙ INTERNI Servizi pubblici e privati di rango locale e sovracomunale, al fine di intro- durre relazioni di complementarità ed integrabilità con i centri costieri e, allo stesso tempo, migliorare la qualità della vita delle quote di popola- zioni insediate nei territori marginali, con progetti concordati in scala so- vracomunale Impianti per produzione di energia mediante l’impiego di fonti rinnovabili (solare, biomasse), da dimensionare e localizzare compatibilmente con le esigenze di tutela dei valori paesaggistici

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SISTEMA OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVO SPECIFICO Promozione della realizzazione di sistemi di accessibilità ai siti pubblici e privati al fine di garantire il superamento delle barriere architettoniche, la sicurezza e le vie di fuga

Tutela delle risorse naturalistiche esistenti lungo i versanti montani/colli-

nari

DEI

Potenziamento della centralità del comune di Cava dÈ Tirreni, per il

ruolo che svolge per la

CAVA

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMO- Costiera amalfitana di porta di accesso e polo funzionale per servizi di DI

NIO AMBIENTALE, STORICO-CUL- rango superiore, nonché quale cerniera strategica tra l’area metropoli- ’ TURALE E RIQUALIFICAZIONE tana di Salerno e la “città dell’Agro” TIRRENI DEI VALORI INSEDIATIVI Ridefinizione dei parametri urbanistici e delle norme d’uso nelle aree vin- colate, mediante la previsione della modifica dei parametri imposti dal PUT e la proposizione di norme d’uso, anche per aree vincolate, mag-

giormente rispondenti alla situazione di fatto e agli indirizzi strategici det- CENTRALITA tati per lo sviluppo dell’area

Riqualificazione e razionalizzazione della infrastrutturazione costiera per la mobilità e per i servizi turistici Articolazione dell’offerta turistica integrando la fruizione delle funzioni co- stiere con quella delle aree montane, puntando alla valorizzazione delle

OFFERTA colture tipiche. ’ VALORIZZAZIONE DELLE RI- Riqualificazione delle preesistenti strutture turistico ricettive, con la crea-

SORSE TERRITORIALI ESISTENTI zione di pertinenze per i richiesti adeguamenti normativi o per servizi an- DELL E POTENZIAMENTO DI UN SI- nessi, che mirino al miglioramento del servizio offerto STEMA D’ECCELLENZA DI RILIEVO TURISTICA INTERNAZIONALE Promozione di un’offerta integrativa e diversificata nelle aree interne Qualificazione della rete di attività commerciali, artigianali e di servizi tu- ristici, quale sistema integrato per il potenziamento dell’economia locale

QUALIFICAZIONE Riqualificazione, potenziamento ed adeguamento degli approdi costieri

Potenziamento del sistema della mobilità su gomma

Individuazione di un polo attrezzato nei comuni di Tramonti/Maiori in MOBI- prossimità della S.P.2

Potenziamento del sistema della Circumsalernitana anche attraverso l’in- DELLA

serimento di 2 nuove stazioni metropolitane a Cava dÈ Tirreni, in ag- giunta alla stazione delle FF.SS. esistente

INTERMODALITÀ TERRA-MARE ED Realizzazione di vettori meccanici di collegamento tra i centri costieri ed i

EFFICIENTI SISTEMI DI INTER- nuclei interni

SISTEMA

LITÀ SCAMBIO PER UNA SOSTENIBILE Realizzazione di un terminal intermodale (ferro/gomma/vie del mare) a DEL FRUIZIONE DEI SITI Vietri sul Mare Realizzazione di elisuperfici per il servizio di elisoccorso, protezione ci- vile ed a scopi turistici di mobilità Riorganizzazione delle “vie del mare” attraverso il potenziamento della rete dei porti e degli approdi Realizzazione delle azioni immateriali per il governo e la regolazione

POTENZIAMENTO della domanda di accesso previste dal Piano di Riassetto della Mobilità Sostenibile in Costiera Amalfitana della Comunità Montana

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2. LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA COMUNALE

Nel presente capitolo viene analizzata la strumentazione urbanistica di livello comunale (Tav. A.4 – Carta della strumentazione urbanistica vigente) presente nel territorio comunale di Positano.

2.1. IL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE Il Piano Regolatore Generale (PRG) vigente nel Comune di Positano è stato adottato con deliberazione del Commissario ad acta n.1/P.R.G./99 del 04/02/1999 ed approvato con deliberazione della G.E. della Comu- nità Montana Penisola Amalfitana il 26/03/2003, munito dell’ammissione al visto di conformità reso con D.P.G.R. n.91 del 11/03/2004, e pubblicato sul B.U.R.C. n.34 del 19/07/2004 Il PRG recepisce pedissequamente le prescrizioni del PUT, e forma una sottozonizzazione delle sei zone del PUT; di seguito si riporta una sintesi della zonizzazione: ➢ Zona territoriale 1A “Zone di tutela naturale”. Comprende le maggiori emergenze tettoniche e morfo- logiche e si presenta prevalentemente con roccia affiorante e talvolta a vegetazione spontanea. Rica- dono all’interno di tale zona le aree edificate poste lungo la strada di collegamento con Montepertuso, e i nuclei edificati sorti lungo la costiera: Le Agavi verso Meta, e l’edificato sparso lungo la costiera, verso Praiano. Tra i principi essenziali del piano è stato fin dall’inizio evidenziato quello di riconoscere nel paesaggio di Positano la eccezionale simbiosi tra morfologia ed insediamenti. Questo carattere non trova nella zonizzazione del PUT però un sufficiente presupposto normativo adatto ad assicurare una tutela integrata, a causa della sommaria distinzione tra zona 1A e zona 2 e per la labile definizione del concetto di restauro del paesaggio contenuto nel titolo IV della legge 35/1987. In parti- colare, per quanto riguarda i manufatti edilizi esistenti, gli unici interventi ammessi sono di manuten- zione straordinaria e di restauro conservativo; sono previsti interventi finalizzati alla difesa del suolo e alla difesa idraulica, al ripristino e alla manutenzione dei percorsi pedonali, per attività escursionistiche, ricreative, di osservazione e di studio e per l’accesso ai luoghi panoramici. ➢ Zona territoriale 1B “Zone di tutela Silvo–Pastorale”. Comprende la parte del territorio prevalentemente a manto boscoso o a pascolo, le incisioni dei corsi d’acqua, alcune aree a colture pregiate di altissimo valore ambientale. Il territorio di Positano è interessato da questa zona per una piccolissima parte sita nell’area al confine con il comune di Pimonte nei pressi del Monte S. Michele; essa è stata trasferita nel PRG come “Zona di tutela silvo-pastorale”. ➢ Zona territoriale 2 “Tutela degli insediamenti antichi accentrati”. Comprende gli insediamenti di inte- resse storico, artistico ed ambientale, perimetrati e classificati secondo i criteri dettati dal PUT; tale zona comprende il centro urbano principale. La possibilità consentita dal PUT di articolare la zona territoriale 2 all’interno del PRG come zona A e come zona di rispetto ambientale è stata utilizzata per assicurare quella continuità di paesaggio, tra la zona 1A con più accentuati caratteri di naturalità e le parti di territorio interne all’abitato che conservano gli stessi caratteri. Secondo quanto previsto dal PUT la zona 2 è stata suddivisa nelle seguenti ZTO: • “Zona di rispetto ambientale”, che rappresenta le parti del territorio ancora allo stato naturale in connessione con la contigua zona 1A. In particolare, le aree sono localizzate su alcuni versanti medio bassi (al di sopra dei nuclei di Fornillo e di Liparlati), lungo le profonde incisioni dei fossi (nel fosso di Fornillo, nella valle dei Mulini, nel fosso di Liparlati), nelle aree in continuità con la fascia costiera (spiaggia di Fornillo, la spiaggia di Arienzo e La Porta) e parti intercluse nell’insediamento (sul versante che divide la contrada di Liparlati dall’area centrale). Nella zona di rispetto ambientale non è prevista la nuova edificazione, ma è concesso, qualora non si interferisca con le visuali

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prospettiche di osservazione degli insediamenti antichi di cui alla zona A, di realizzare interventi pubblici per la localizzazione di attrezzature di interesse comune e di impianti sportivi, il tutto nel rispetto delle caratteristiche ambientali. • “Zona A” che riguarda per lo più l’edificato all’interno della zona 2 del PUT. Ogni intervento in tale ZTO è subordinato alla redazione di piani particolareggiati (in tutto ne vengono definiti sette in tale zona); l’individuazione dei piani particolareggiati ha tenuto conto della stretta connessione degli aspetti ambientali e morfologici, che sono di fatto la condizione strutturante sia del tessuto urbano che delle tipologie edilizie. Fino all’approvazione di questi è consentita in tale ZTO solo la manu- tenzione ordinaria ed il consolidamento statico. Potranno però essere attuati “interventi pubblici diretti ai sensi delle Leggi 167/1962 e 865/1971 o concessioni in regime convenzionato ai sensi della legge 10/1977”. ➢ Zona territoriale 4 “Riqualificazione insediativa ed ambientale di 1° grado”. Comprende le aree agricole e gli insediamenti (sparsi, per nuclei o accentrati) di interesse ambientale. Per il comune di Positano tale zona comprende il nucleo originario di Montepertuso e l’area occupata dello stadio “De Sica” fino alla strada per Nocelle. Sono escluse le aree edificate di via S. Croce e delle Selvetelle (che ricadono nella zona territoriale 1A). Secondo quanto previsto dal PUT la Zona 4 è stata suddivisa nelle seguenti ZTO: • “Zone A” che individua quella parte dell’insediamento in cui si riconoscono prevalenti i caratteri dell’impianto originario; l’edificato perimetrato comprende sia le realizzazioni precedenti al 1956, anche parzialmente trasformate, sia quelle più recenti edificate comunque sul “sedime” dell’im- pianto storico. Ogni intervento in tale ZTO è subordinato alla redazione di un piano particolareg- giato il cui perimetro ricomprende l’intero ambito di Montepertuso. • “Zona C” in cui si prevedono interventi di nuova edificazione residenziale con caratteristiche di consolidamento dell’insediamento piuttosto che di vera espansione. La presenza dell’edificato esi- stente, nel perimetro della zona, così come la contiguità con l’edificato della zona A, conferisce infatti alle quattro aree individuate, il carattere di interventi di completamento e di riqualificazione dell’esistente. • “Zona D/1” destinata a insediamenti produttivi artigianali o a piccoli laboratori, localizzata lungo la strada carrabile verso Nocelle, distante dal nucleo abitato (per non arrecare disturbo) ma allo stesso tempo strettamente connessa ad esso da percorsi carrabili e pedonali. • “Zona E” destinate all’attività agricola, individuata nelle aree dove la coltivazione rappresenta il carattere prevalente da mantenere e potenziare. In particolare per la zona a monte dell’abitato, la Zona E individua le parti di territorio coperte a vigneto o a vigneto consociato con le colture ortive; nella parte restante, le zone E individuano in prevalenza la copertura del suolo a oliveto o a oliveto consociato con colture ortive. Le zone E coincidono, in buona sostanza, con le parti residue dell’at- tività agricola che ha segnato e costruito nel tempo il territorio e il paesaggio di Positano. • “Zone di rispetto” in cui si prescrive la inedificabilità assoluta, sia pubblica che privata, individuate lungo l’area del fosso, oggi in parte coperto dall’edificio del campo sportivo. Si riconoscono per quest’area qualità ambientali da tutelare e soprattutto una funzione di salvaguardia dal rischio idro- geologico. Il PRG non individua zone B in quanto non sono presenti aree di “urbanizzazione recente da conside- rare sature ai fini residenziali” come indicato dal PUT. La carta dell’evoluzione storica del tessuto edi- lizio mostra le trasformazioni operate sull’edificato dell’impianto originario e le realizzazioni più recenti, per le quali sono necessari interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica; a tal fine il perimetro della

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zona C comprende anche parti già edificate le cui trasformazioni possono essere condotte unitaria- mente a quelle di nuova edificazione al fine di ottenere configurazioni parzialmente o totalmente di- verse da quelle attuali considerate insoddisfacenti. ➢ Zona territoriale 7 “Razionalizzazione insediativa e tutela delle risorse agricole”. La zona riguarda il nucleo abitato di Nocelle. È prevista una complessiva razionalizzazione degli insediamenti, tutelando nella misura massima possibile le attuali destinazioni agricole delle aree inedificate. Qui la superficie edificata è di poco superiore ad un ettaro e sono presenti ampie aree agricole all’interno dell’insedia- mento; Ciò caratterizza l’impianto sia dimensionalmente che tipologicamente e lo integra allo scenario ambientale. La zona 7 è stata articolata nel PRG come: • “Zona A” che individua quella parte dell’insediamento in cui si riconoscono i caratteri dell’impianto originario. L’edificato così perimetrato comprende sia quello realizzato entro il 1956, anche parzial- mente trasformato, sia le realizzazioni più recenti edificate comunque sul “sedime” dell’impianto storico. Ogni intervento in tale ZTO è subordinato alla redazione di un piano particolareggiato il cui perimetro ricomprende l’intero ambito di Nocelle. • “Zona C” di espansione residenziale che comprende due aree di nuova edificazione, che, come nel caso di Montepertuso, assumono carattere di completamento e di riqualificazione. • “Zona E” destinate all’attività agricola in cui la copertura principale del suolo agricolo è rappresen- tata dai vigneti anche consociati con le colture ortive (nella parte a nord e a sud dell’abitato), e da seminativo arborato (nella zona alle spalle della chiesa) e da oliveto anche consociato con colture ortive nelle parti più esterne dell’abitato. Il carattere agricolo prevalente dell’area, da mantenere e potenziare, e il recupero del patrimonio edilizio esistente devono relazionarsi con la fruizione turi- stica a carattere naturalistico dell’area stessa. A questo scopo si sono previste aree di sosta nei punti più significativi e aree a verde attrezzato in prossimità dell’abitato quali attestamenti dei per- corsi pedonali e dei sentieri naturalistici. • “Zone di rispetto” in cui si prescrive la inedificabilità assoluta, sia pubblica che privata, sono state individuate lungo l’area che affaccia sul vallone Porto. Vi si riconoscono qualità ambientali da tute- lare dovute alla particolare orografia del sito che si affaccia quasi a strapiombo sul vallone Porto e anche alla presenza di bosco misto. Così come per la zona 4 del PUT, anche nella zona 7 non sono individuate ZTO B per le stesse motivazioni. ➢ Zona territoriale 8 “Parchi territoriali”, che comprende aree generalmente in emergenza o di altopiano che dovrebbero costituire un sistema articolato di parchi per soddisfare il relativo standard a livello territoriale. Per il comune di Positano l’area interessata riguarda solo una piccola porzione di territorio situata al confine con il comune di Vico Equense, nei pressi della località di Croce della Conocchia. Tale area è stata trasferita nel PRG come “Parco territoriale”. La normativa di PRG impedisce l’edifi- cazione in qualsiasi forma, sia pubblica che privata e le modificazioni del suolo di qualsiasi genere, mentre consente il più ampio uso pubblico, che dovrà essere regolamentato al fine di salvaguardare l’integrità dell’ambiente naturale e il permanere delle attività agricole. È demandato alla regione il com- pito di fissare le modalità dell’uso pubblico delle aree.

2.2. I PIANI ATTUATIVI In attuazione del vigente PRG gli strumenti attuativi approvati sono: • Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia ed Ambientale (approvato con D.G.C. n.96/2010);

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• Piano Urbanistico Attuativo n. 5 BIS “Spiaggia Grande – Villa Marittima” (approvato con D.G.C. n.13/2013).

2.2.1. PROGRAMMA INTEGRATO DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA, EDILIZIA ED AMBIENTALE L’ambito di intervento del Programma Integrato è quello previsto dal PRG vigente del Comune di Positano come PUE n.1 “Fornillo” e PUE n. 2 “Punta Reginella”; gli ambiti individuati comprendono quelle porzioni urbane composte da volumi edificati, spazi liberi, manufatti di interesse storico-culturale e viabilità interna, caratterizzate da una formazione di origine antica, ricadenti nella Zona Territoriale 2 del PUT ed individuati dal PRG come “Zona A” o “Zona di Rispetto Ambientale”. Il Programma si pone come obiettivo la riqualificazione e la rivitalizzazione degli ambiti Fornillo e Punta Re- ginella, e, quindi, definisce gli indirizzi ai quali devono essere improntati i progetti e gli interventi al fine di: a) Promuovere la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale, attraverso la salvaguardia della presenza antropica, in quanto presupposto per la conservazione dell’identità sto- rico-culturale dei centri stessi; b) Perseguire la riqualificazione e il recupero strutturale, ambientale e conservativo, nonché l’adegua- mento degli standard di qualità abitativa dei centri storici, anche attraverso un complesso integrato e organico di interventi riguardanti le funzioni e i servizi urbani; c) Utilizzare forme e procedure di attuazione e gestione diretta dei programmi di recupero, attraverso l’intervento pubblico e privato, nel rispetto della normativa vigente in materia.

Il Programma Integrato detta delle linee di indirizzo progettuali per il sistema dell’edificato, il sistema degli spazi pubblici, il sistema dell’accessibilità ed il sistema dei trasporti. Da un’attenta analisi dell’edificato presente negli ambiti di intervento, il Programma individua e definisce, per ognuna delle singole unità minime di intervento, gli interventi specifici da applicarsi per riqualificare/ripristi- nare gli originari caratteri tipologici e decorativi degli edifici, compatibilmente con quanto prescritto nelle Norme del vigente PRG, in quelle del PUT e delle altre leggi, nazionali e regionali, del settore. Per ciò che riguarda il sistema degli spazi pubblici, il Programma prende atto di alcune iniziative già in corso, e fornisce una serie di indicazioni di carattere generale (riportate nel Manuale delle Tecniche di Intervento e dei Materiali), nonché, una serie di indicazioni puntuali (riportate nelle specifiche schede elaborate per alcuni spazi significativi); l’obiettivo è stato quello di recuperare quanto più possibile spazi alla percorribilità pedo- nale (riducendo la sezione della strada carrabile interna al tessuto urbano), restituendole sia il ruolo di ele- mento connettivo nel sistema dei percorsi (insieme al resto delle gradonate e percorsi pedonali), sia quello di luogo dal quale poter ammirare il paesaggio senza doversi districare tra le macchine in sosta ai lati della strada. Per quanto riguarda il sistema dell’accessibilità il Programma conferma i parcheggi previsti nel PRG presenti nel suo perimetro, e precisamente: • P1 – Fornillo, parcheggio pluripiano automatizzato per 200 posti auto, di cui 50 pertinenziali; • P2 – Corvo, parcheggio interrato pluripiano automatizzato per 162 posti auto, di cui 50 pertinenziali; • P3 – Chiesa Nuova, parcheggio in roccia pluripiano automatizzato per 250 posti auto di cui 50 perti- nenziali.

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Oltre questi parcheggi se ne prevedono altri ai margini del tessuto edificato, esterni agli ambiti oggetto del presente Programma; alcuni di tali parcheggi, inoltre, sono direttamente connessi ad un sistema di collega- menti meccanizzati, nonché ad un nuovo sistema di trasporto pubblico, basato su veicoli elettrici, che serve l’intero abitato. L’idea è quella di istituire una linea circolare nel percorso via Pasitea, via Colombo, via Mar- coni con una frequenza di circa dieci minuti, in grado di supportare le esigenze di mobilità e di accessibilità dei residenti e di tutti i soggetti in arrivo-partenza.

2.2.2. PIANO URBANISTICO ATTUATIVO N. 5 BIS “SPIAGGIA GRANDE – VILLA MARITTIMA” Il P.U.A. n° 5 bis “Spiaggia Grande – Villa Marittima” comprendente l’intera spiaggia (dal Fosso dei Mulini alla località “Grotte dell’Incanto”) e la sua immediata prosecuzione verso l’alto (Via del Brigantino, Via Mulini, Piazza del Saracino, Via Rampa Teglia, Via Vito Savino, Piazza Flavio Gioia). Si tratta di un’area di notevole valore scenico e paesaggistico costituita dal versante costiero (sistema mare/spiaggia/pareti e scarpate rocciose) su cui insiste parte del nucleo urbano di Positano. Tale sito sorge su un’area pianeggiante proprio alla foce della cosiddetta “Forra dei Mulini” una sorta di vallone naturale a ridosso del litorale, ricadenti nella Zona Territoriale 2 del PUT ed individuati dal PRG come “Zona A” o “Zona di Rispetto Ambientale”. L’area identificata come Spiaggia Grande/Villa Marittima rappresenta il nucleo propulsore, il centro dinamico della città in cui si concentrano tutte le principali attività socio/economiche e culturali: dal turismo al commer- cio, all’artigianato; dalle attività di balneazione al turismo nautico e diportistico, alle principali manifestazioni culturali. La sua particolare orografia ha fatto sì che si costituisse un sistema di percorsi fatto di gradinate e rampe che connette un tessuto di notevole valore storico/architettonico e che trova il suo fulcro nella Catte- drale e nel borgo compatto circostante. L’obiettivo strategico del PUA è il ripristino della completa integra- zione tra il sistema insediativo ed il sistema naturalistico. Mentre il sistema insediativo ha conservato le sue connotazioni e le sue caratteristiche di insediamento di interesse storico artistico, anche se alterate dal tempo e da una manutenzione non sempre adeguata e con- dotta a buon fine, il sistema naturalistico è risultato fortemente degradato e compromesso dalla mancanza di una corretta pianificazione dello sviluppo dei servizi legati a quello che è il principale indotto dell’economia positanese e cioè quello turistico. • Per tale motivo gli interventi proposti per l’area di intervento riguarderanno: • Per il sistema insediativo azioni di generale riqualificazione che rafforzino la tutela e la conservazione dei valori di identità storico/culturale dell’insediamento al fine di migliorare il suo standard qualitativo. • Per il sistema naturalistico azioni che possano avviare un modello di destagionalizzazione turistica e consolidare ulteriormente la posizione di Positano nei circuiti turistici di qualità nazionali ed internazio- nali ed al contempo di perseguire la tutela dell’integrità fisica e ambientale del territorio.

L’integrazione tra sistema insediativo e naturalistico è affidata alla realizzazione ed al recupero di un sistema di spazi pubblici per esigenze funzionali e per valorizzare il patrimonio culturale, architettonico e ambientale di Positano.

2.3. IL PIANO DI EMERGENZA COMUNALE Il Piano di Emergenza Comunale (PEC) pianifica e coordina le attività e le procedure che bisogna adottare per fronteggiare un evento calamitoso atteso sul territorio, impiegando tutte le risorse con efficienza ed effi- cacia per consentire il superamento dell’emergenza e quindi il ritorno alla normale condizione di vita.

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Il PEC del Comune di Positano, il cui aggiornamento è stato approvato con D.C.C. nr. 12 del 07/03/2018, è elaborato secondo il metodo “Augustus”, ed individua le aree di emergenza che sono: • Aree di attesa per la popolazione, zone sicure all’aperto, in cui la popolazione si dirige a piedi senza utilizzare auto, dopo l’evento per ricevere le prime informazioni e le direttive sul comportamento da adottare per partecipare in modo attivo al superamento dell’emergenza. La Tabella seguente riporta le aree di attesa presenti nel Comune di Positano: AREA CAPIENZA SS163, belvedere “Madonnina” nei pressi dell’Hotel “Le Agavi” ≈ 100 p. Via Pasitea, slargo “Presepe” in prossimità del bivio con v. Boscariello ≈ 50 p. Via Marconi, giardinetti presso la sede del C.O.C. ≈ 100 p. SS 163 in corrispondenza all’accesso di Quartiere Liparlati ≈ 100 p. Via Pasitea Ingresso del Garage “Migliaccio” – P.zza Mulini ≈ 100 p. Piazzetta località “Montepertuso” ≈ 100 p. Parcheggio all’ingresso di località Nocelle ≈ 100 p. Piazzale antistante la Chiesa Madre di Positano > 300

• Aree di ammassamento sono luoghi in cui dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. La Tabella seguente riporta le aree di ammassamento presenti nel Comune di Positano: AREA Via Pasitea, Spazi interni e esterni del Garage “Mandara” SS 163, slargo Hotel “Il San Pietro”, Via Laurito n.2

• Aree di ricovero o accoglienza per la popolazione, luoghi al chiuso in grado di accogliere la popola- zione allontanata dalle proprie abitazioni per tempi medio-lunghi. Tali aree sono preferibilmente strut- ture esistenti, al coperto, idonee ad accogliere la popolazione (alberghi, scuole, palestre, ecc.). La Tabella seguente riporta le aree di ricovero/accoglienza presenti nel Comune di Positano: AREA TIPOLOGIA Hotel “Le Agavi”, Via Marconi n.127 Ricovero coperto Scuola Media, via Pasitea n.308 Ricovero coperto Hotel “Marincanto”, Via Cristoforo Colombo n.50 Ricovero coperto Spiaggia Grande Tendopoli

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3. IL SISTEMA AMBIENTALE E PAESAGGISTICO

Il territorio del Comune di Positano appartiene alla Costiera Amalfitana, un’area che si estende per 11.231 ettari tra il Golfo di Napoli e il Golfo di Salerno e comprende 16 Comuni della provincia di Salerno: Amalfi, , Cava dÈ Tirreni, Cetara, , , Maiori, Minori, Positano, Praiano, , Ravello, Sant’Egidio del Monte Albino, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare. Prende il nome dalla città Figura 3: Veduta della Costiera Amalfitana di Amalfi, nucleo centrale della Costiera non solo geograficamente, ma anche storicamente. “La Costiera amalfitana è un’importante area culturale in cui lo stile di vita si tramanda di generazione in generazione contribuendo a mantenere intatte le tradizioni. La ricchezza paesaggistica, frutto sia dell’inter- vento dell’uomo sia della mano benevola della natura, la rende inoltre un luogo ricco di fascino e suggestione dove il mare e la montagna, passando attraverso gli ampi spazi aperti delle coltivazioni, si fondono in perfetta armonia”; con la seguente motivazione dal 1997 la Costiera Amalfitana è entrata a far parte dell’UNESCO. Quello che oggi possiamo ammirare, quindi, è il risultato di due compo- nenti, quella naturale e quella storica, in un processo virtuoso che non ha alterato l’equilibrio dei numerosi elementi che compongono il territorio (ve- getazione, acqua, fauna) ma ha creato un sistema in cui il paesaggio è frutto di trasformazioni continue finalizzate a conseguire un vantaggio (i contadini che nell’XI secolo hanno realizzato le terrazze lo facevano per ricavare terra coltivabile), ma sempre compatibili e sempre caratterizzate da uno sfruttamento intelligente delle risorse locali. La Costiera Amalfitana offre in ogni stagione un particolare spettacolo legato alla natura. Dalla fioritura primaverile degli alberi di limoni o dei primi pampini delle viti, al verde intenso del bosco ed al blu luccicante del mare in estate, ai colori caldi dell’autunno con i castagneti carichi di frutti, al bianco delle onde del mare invernale o allo spettacolo della montagna e delle colline: ogni stagione ha un suo colore ma sempre affascinante e tale da incuriosire anche il viaggiatore più distratto. A completamento di questa offerta ci sono alcune oasi con elevati valori naturalistici: la Valle delle Ferriere tra Scala e Amalfi con la riserva naturale dove cresce la Woodwardia radicans, il Vallone Porto di Positano, dove la natura è in- fluenzata dall’alto gradiente di umidità, la macchia mediterranea di Capodorso a Maiori, la commistione di natura e architettura nel Fiordo di Furore, il panorama sull’intera Costiera dal Sentiero degli Dei. Il territorio comunale di Positano mostra Figura 4: Veduta di Positano dal mare lo stesso andamento morfologico dell’intera costiera amalfitana, con le cime più elevate che fanno da spartiac- que con il versante Sorrentino e le pen- dici degradanti rapidamente verso il mare.

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4. LE RISORSE TERRITORIALI

Le risorse (Tav. A.7 – Carta delle risorse) rappresentano tutti quei beni di natura ambientale, paesaggistica, storico – culturale che abbiano un “valore” riconosciuto sia dal punto di vista normativo che percettivo – identitario. L’accezione di risorsa è molto ampia: essa racchiude in sé il valore intrinseco del territorio e delle sue potenzialità di sviluppo. Di seguito vengono analizzate le risorse suddivise in risorse con valenza paesaggistica – naturalistica, e risorse con valenza culturale – archeologica che ricadono all’interno del Comune di Positano.

4.1. LE RISORSE CON VALENZA PAESAGGISTICA – NATURALISTICA L’intero territorio comunale di Positano con D.M. del 23/01/1954 è stato decretato di notevole interesse pub- blico “perché, oltre a costituire con la sua spiaggia e le sue caratteristiche case variopinte che si affacciano digradanti sul mare, un quadro panoramico di singolare bellezza, offre con le sue strade dei punti di vista dai quali si abbraccia la visione di tutta una ridente e festosa conca ricca di agrumeti e di giardini”; tale vincolo è ricompreso nel successivo Decreto Ministeriale del 21/09/1984 Nel Comune di Positano tra le risorse con valenza paesaggistica e naturalistica spiccano: • Il Parco Regionale dei Monti Lattari, Figura 5: Panorama dei Monti Lattari istituito nel 2003 con D.P.G.R. n. 781 del 13/11/2003, occupa una superfi- cie di circa 16.000 mq e abbraccia l’intera penisola sorrentino-amalfi- tana interessando il territorio di 27 comuni tra le provincie di Napoli e di Salerno. L’area è fisicamente delimi- tata dal mare del Golfo di Salerno, dalla piana Nocerino-Sarnese e dal mare del Golfo di Napoli e com- prende alcune delle più suggestive località turistiche della regione, come Positano, Amalfi e Ravello. La struttura paesaggistico-ambientale che lo caratterizza è interessata da una parte dell’Appennino carbonatico campano, sistema che segna il confine tra i golfi di Napoli e Salerno, su cui si affaccia la costiera sorrentino-amalfitana, e dall’altra dagli ambienti carsici nei quali si alternano i terrazzamenti coltivabili dediti alla produzione dell’ulivo e degli agrumi. Il suo territorio è ricco di emergenze turistico patrimoniali e disseminato di importanti centri storici, testimoni di una presenza fortemente radicata dell’uomo, ma anche di peculiarità ambientali che si esplicitano in un’intima unione tra due elementi apparentemente in contraddizione: la montagna e il mare. Il Parco Regionale dei Monti Lattari offre uno dei più ampi ventagli escursionistici dell’Appennino. La sua fitta rete di sentieri consente di sperimentare appieno la convivenza tra montagna e mare, che in questo territorio è stretta come in nessun altro luogo. La maggior parte dei rilievi possiede versanti acclivi che spesso precipitano in vere e proprie pareti. I sentieri si snodano sempre in contesti panoramici di grande suggestione. La morfologia della penisola fa sì che molte delle passeggiate possibili su questi itinerari consentano di abbracciare con lo sguardo i due mari.

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• L’area naturale marina protetta di “Punta Campanella”, riserva marina isti- tuita con D.M. n. 46 del 12/12/1997 suc- cessivamente modificato con D.M. del 13/06/2000. È situata nelle province di Napoli e Salerno, in Campania, e si estende su una superficie in mare di ol- tre 1.500 ettari, tra il comune di e il comune di Positano. La riserva protegge circa 40 km di costa ed il mare antistante. È clas- sificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo.

• La Zona di Conservazione Speciale (ZSC) “Dorsali dei Monti Lattari” (IT8030008), formato da rilievi mon- tuosi di natura calcarea con ripidi versanti percorsi da brevi corsi d’acqua a regime torrentizio e presenza sparsa di coperture piroclastiche. Qui vi sono fasce di vegetazione in cui sono rappresentati i principali popolamenti vegetali dell’Appennino meridionale.

• La ZSC e ZPS “Fondali marini di Punta Campanella e ” (IT 8030011), che presenta fondali carbonatici del Mar Tirreno in continuazione con la Penisola Sorrentina. Gli elementi di par- ticolare qualità ed importanza sono le praterie di fanerogame marine, la presenza di Cnidari Gorgonacei (Corallium rubrum, etc.), i siti popolati da Lithophaga, la zona di migrazione per Larus Audouinii.

• Il Sito di Interesse Comunitario “Valloni della Costiera Amalfi- tana” (IT8050051), formato da piccole valli separate ed incise da torrenti che decorrono brevemente lungo le pendici sud dei Monti Lattari.

• Il ZSC “Isolotti Li Galli” (IT8050018), piccoli isolotti carbonatici prospicienti in versante meridionale della costa Amalfitana. Gli elementi di particolare qualità sono la vegetazione rappresen- tata in prevalenza da macchia mediterranea e da steppe litora- nee con nuclei di lecceta, l’avifauna nidificante (Falco peregri- nus), la Lucertola endemica (Podarcis sicula gallensis).

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• La ZSC “Costiera Amalfitana tra Nerano e Positano” (IT8030006), che presenta ripide scogliere (falesie) di natura calcarea con presenza di piccoli valloni, separati, incisi da tor- renti che decorrono brevemente dai Monti Lattari. Gli elementi di particolare qualità ed importanza sono la vegetazione rap- presentata essenzialmente da boschi misti di caducifoglie e da boschi di leccio. Interessante è la vegetazione delle rupi costiere, nonché, l’avifauna migratoria e nidifi- cante, e la chirotterofauna.

4.2. LE RISORSE CON VALENZA CULTURALE Il patrimonio storico-artistico positanese è considerevole, ed è formato dai palazzi e dall’architettura religiosa. In particolare all’interno del territorio comunale risultano vincolati i seguenti beni:

RIFERIMENTI CATASTALI DECRETO TIPO IMMOBILE FOGLIO PARTICELLA SUB VINCOLO Resti di una villa romana di D.M. 02-10-1986 Archeologico 5 D, F età giulio-claudia D.M. 02-11-2000 Resti di una villa romana di 3, 4, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, Archeologico 9 D.M. 05-02-1987 età giulio-claudia 14, 15 Architettura Villa dei Fisici 7 61 1, 2 D.M. 21-04-1987 1032,1039, 232, 603, 604, 605, 606, 608, 65, 685, 686, 687, 688, 689, 690, 691, 692, Resti di una villa romana - Archeologico 693, 817, 819, 820, 821, 846, D.M. 20-07-1988 fine A.C. - 79 D.C. 847, 848, 850, 851, 852, 853, 854, 855, 856, 862, 863, 864, 865, 866, 867, 920 Architettura Torre della Sponda 7 190 D.M. 15-09-2014 Architettura Torre Trasita 5 857 D.M. 15-09-2014 Architettura Torre Fornillo o Clavel 3 233 D.M. 15-09-2014

4.2.1. LA VILLA “MARITTIMA” DI POSITANO Alla fine del I sec. a.C. al di sotto dell’attuale l’oratorio della Chiesa S.S. Maria Assunta viene costruita una Villa “Marittima” molto simile a quelle della vicina Capri e delle numerose sparse lungo la costiera Amalfitana. Questo tipo di costruzione era un vero e proprio status delle famiglie più agiate, solitamente appartenenti alla classe senatoria romana. Chi fosse il proprietario di questa sontuosa villa è però ancora incerto, ma numerosi fonti fanno riferimento a Posides Claudi Caesaris, un liberto dell’imperatore Claudio, dal cui nome derive- rebbe il toponimo di Positano. Intorno alla metà del I sec. d.C., la villa era in corso di restauro per i danni prodotti dal sisma del 62 e per un probabile passaggio di proprietà intervenuto nel frattempo. Il terremoto divenne occasione per riproporre una nuova e ricca veste agli ambienti di rappresentanza, come testimonia una delle sale da pranzo della villa, il lussuoso triclinium venuto alla luce nella cripta. La lussuosa residenza fu danneggiata in modo irreversibile dall’eruzione vesuviana che distrusse Pompei. La colonna eruttiva si innalzò nell’atmosfera per oltre venti chilometri, superando l’alta dorsale dei monti

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Lattari e ricadendo verso sud. Le forti piogge, che sempre si associano alle eruzioni, attivarono valanghe di fango che si ingrossarono verso il fondovalle e si consolidarono rapidamente. I tetti spioventi favorirono lo scivolamento delle pomici verso l’esterno, solo piccoli quantitativi entrarono da porte e finestre. Poco dopo valanghe di fango raggiunsero la villa con una velocità rilevante, riempiendone gli ambienti e facendo crollare, sotto l’enorme spinta, tetti e solai. Le colonne in stucco del portico furono abbattute e trascinate all’interno del triclinio, mentre contro la parete nord si accumulava il materiale ligneo del soffitto, dei tramezzi e delle stesse impalcature dei restauri in corso. Questo accumulo ha protetto i resti di un armadio che conservava il vasellame bronzeo. La parte mediana della parete est subì uno spostamento di circa quaranta centimetri verso valle, testimoniato da un’ampia frattura, la prova più spettacolare della violenza dell’evento. Nel corso degli ultimi anni, Figura 6: Pianta dell’area museale due successive campagne di lavori (2004/2006; 2015/2016) hanno messo in luce una porzione di ine- stimabile interesse ar- cheologico della villa ro- mana di Positano. La rilevanza dei ritrova- menti, la suggestiva collo- cazione al di sotto del piano di calpestio dell’am- biente ipogeo medievale della chiesa madre, ad una profondità di circa 11m, è testimonianza eclatante delle stratificate radici storico artistiche della città costiera. Architetture, pitture murali e suppellettili domestiche, attestano l’importanza culturale del contesto antico. A conclusione dei meticolosi lavori di scavo, degli inter- venti di consolidamento delle strutture, delle accurate opere di restauro delle superfici affrescate e delle suppellettili (bronzo, ceramiche, ecc.), sono stati rea- lizzati percorsi aerei (passerelle e scale in vetro e ac- ciaio corten), al fine di rendere accessibile e fruibile al pubblico dei visitatori l’ambiente ipogeo sotto al quale si trova “l’angolo di casa” più bello e antico di Posi- Figura 7: Dettaglio degli affreschi del IV stile pompeiano rinvenuti nella villa tano.

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Figura 8: Interno della villa L’esistenza della villa era nota già da tempo; Karl We- ber, addetto agli scavi borbonici, descrive nel 1758 strutture con affreschi e mosaici al di sotto della Chiesa madre e del campanile, anche se la sua sco- perta pare risalire in realtà agli anni Venti anni del ‘900, quando un macellaio, nel creare un corridoio in cui mantenere fresche le carni, si trovò di fronte ad una struttura sepolta.

4.2.2. TORRI DI GUARDIA Nel territorio di Positano ritroviamo tre torri di guardia costruite durante la metà del XVI secolo per volere del viceré Pietro da Toledo che sono: • La Torre Fornillo o Clavel, che sorge nei pressi dell’omo- nima spiaggia. Essa presenta la tipologia angioina del 1281 (probabilmente la presenza di una torre più antica ha in- fluenzato l’aspetto); il profilo, leggermente rastremato, a scarpatura continua, si confonde con la roccia grazie all’uti- lizzo della pietra locale nel paramento esterno. È a pianta esastila e i vani, di cui si compone, sono coperti da volte a crociera. Ha subito alterazioni soprattutto nei vani-finestra, quando è stata adattata ad abitazione privata. • La Torre Trasita, che sorge su una scogliera verticale. La torre, a pianta circolare, è da ricollegare alla Guerra del Ve- spro (1282) ed in origine presentava due ambienti sovrap- posti con copertura a volta a calotta. Il paramento esterno è in pietra locale. La torre prende il nome dal toponimo legato al punto di avvistamento degli uccelli, solitamente quaglie, che entravano verso terra dal mare. La torre venne ridisegnata come abitazione nel ‘900 dal marchese Giorgio Gozzi. • La Torre della Sponda che sorge nei pressi dell’omonima spiaggia si trova in posizione opposta alla Torre Trasita. Denuncia con la sua pianta circolare un’origine medievale, anche se il coronamento in controscarpa (di cui restano al- cune parti) rivela adattamenti subiti in epoca vicereale. La copertura è a cupola con muro a N, ricollegabile alla prote- zione del posto dove si trovava il cannone. La struttura venne definitivamente messa fuori uso militare nel 1758 a seguito degli accordi tra Carlo III di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, e l’imperatore Ottomano. Nel 1817 venne adibita ad abitazione privata.

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4.2.3. ARCHITETTURE RELIGIOSE L’architettura religiosa rappresenta un patrimonio ricchissimo per il territorio comunale; gli edifici presenti sono: • La Chiesa Santa Maria Assunta, che si trova alla sommità di una collinetta di probabile origine alluvionale, nelle imme- diate vicinanze della spiaggia. La sua posizione urbanistica ed ambientale è di grandissimo valore. Il complesso si trova alla fine della stradina pedonale che rappresenta l’asse prin- cipale (via dei Mulini) del Centro Storico di Positano. Esso comprende la chiesa parrocchiale, la chiesa dell’oratorio, la sacrestia, la cripta, un’area archeologica, il campanile e altri locali. La storia è legata a quella del monastero benedettino di Santa Maria, che secondo una tradizione non documen- tata sarebbe stato eretto in occasione dell’arrivo a Positano dell’icona bizantina della Madonna, ancor oggi venerata nella Chiesa. Più verosimilmente, invece l’abbazia fu fondata nella seconda metà del sec. X; il primo cenno documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del sec. XI. La Chiesa così come oggi si presenta risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782. La chiesa ha pianta a croce latina, a tre navate, con transetto, coro e abside poligonale. Sul fondo dell’abside si trova l’altare preconciliare, al di sopra del quale è collocata l’icona bizantina della Vergine, inserita in un artistico tronetto a parete in marmo e stucco. Il coro è impreziosito da stalli lignei di pregevole valore. Le navate sono suddivise da archi a tutto sesto poggianti su possenti pilastri a pianta quadrata, sul cui lato rivolto alla navata centrale sono appoggiate lesene ioniche. Al di sopra di esse, un alto cornicione funge da imposta alla soprastante volta a botte lunettata, all’interno della quale si aprono grandi finestroni a vetri istoriati. Un imponente arco trionfale unisce la navata centrale al transetto. Quattro piloni a pianta composita delimitano l’area centrale del transetto e reggono il tamburo e la cupola. Al primo pilone destro è addossato un monumentale pulpito ligneo. La chiesa prospetta con la sua facciata eclettica su di un caratteristico sagrato, sul quale si erge anche il campanile, separato dalla chiesa. • La Chiesa di Santa Caterina situata lungo il Viale Pasitea, in località Punta Reginella nel contesto del Centro Storico. Benché non si conosca l’epoca di costruzione della chiesa di Santa Caterina, siccome si tramanda che sia stata eretta dalla stessa famiglia Porcelli (che ha edificato la vicina chiesa di Santa Margherita), si può ipotizzare che anch’essa risalga al XVI-XVII secolo. Secondo gli studiosi la famiglia Porcelli e altre famiglie positanesi, che avevano commerci con Alessandria d’Egitto, hanno importato la devozione alla Santa. La sua posizione si inserisce nell’andamento sinuoso dell’edificato e asseconda il tracciato viario. Essa attual- mente si presenta in un elegante stile neogotico con sobrie decorazioni (cornici, costolonature e marcapiani) e delicate tinte tenui. È costituita planimetricamente da una navata unica a tipologia basilicale, voltata a crociere e accessibile dall’unico ingresso in facciata. È illuminata da finestre circolari ed ogivali a vetri policromi. Anche la facciata e il piccolo ed esile campanile si presentano in elegante stile neogotico. Alla chiesa è unita una piccola sacrestia che sorge sul lato destro. Divenuta cadente, fu restaurata dalla famiglia Cinque e poi, negli anni trenta, dopo la costruzione dell’attuale Viale Pasitea, fu ricostruita nell’attuale

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forma in stile neogotico a cura degli abitanti del rione. L’altare settecentesco in commesso marmoreo è l’unico elemento superstite della vecchia cappella. • La Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Montepertuso che sorge sul pianoro che domina l’abitato di Montepertuso. La sua semplice e sobria architettura esterna con l’abside e le cappelle laterali semicircolari riporta alla memoria analoghi esempi d’architettura religiosa rinascimentale. L’interno pseudo-barocco è a tre navate, divise da tre archi, con tran- setto e abside ai lati del quale sono dipinti i Santi Pietro e Paolo. Sopra l’ingresso vi è la cantoria con l’organo. La co- pertura della navata principale è a volta a botte lunettata con otto luci. Nella parte superiore dell’abside vi è un’apertura circolare che, quando è illuminata dai raggi solari, dona a tutto l’ambiente un fascino particolarissimo. Sul lato destro, addossato alla chiesa, si eleva il campanile con la sua caratteristica cuspide ottagonale irregolare. Non è nota la data della sua fondazione, che deve essere stata di poco successiva a quella della Chiesa Madre di Positano. • La Chiesa di San Giacomo Apostolo nel rione Liparlati, è una delle più antiche di Positano. Gli storici riferiscono varie epoche di fondazione della chiesa. L’Ercolino la fa risalire al XII secolo, Il Camera al XIII secolo, mentre il Talamo al XVI secolo. Probabilmente fu fondata dalla famiglia Parlato e successivamente curata da Positanesi che avevano rela- zione con la Spagna (donde l’intitolazione al santo di Com- postela Fondata nel XII secolo, in onore di Santiago de Compostela (S. Giacomo del Campo di stelle) dalla famiglia Parrata che aveva interessi commerciali con la Spagna, è il cuore intorno al quale ha preso forma e si è sviluppato l’an- tico borgo medievale. Alcune decorazioni a carattere reli- gioso, rinvenute sulle mura di vecchie case parzialmente di- rute e prossime alla chiesa, fanno ritenere che vi fosse ag- gregato un cenobio di cui si è persa memoria. Come la mag- gior parte delle chiese minori, è ad una sola navata con copertura a volta lunettata con quattro oblò, per poter meglio illuminare l’interno con i due altari. L’altare principale, in commesso marmoreo, ha, al di sopra, in una cornice, un quadro di S. Giacomo. Sul secondo altare in muratura, sulla destra, vi è un dipinto che rappresenta l’ultima cena. In una nicchia di fronte al secondo altare sono custodite le statue di rappresentanti delle varie etnie convertite al Cristianesimo. Sull’ingresso vi è la cantoria ac- cessibile dalla sacrestia. Fu la prima chiesa positanese ad essere restaurata, nel sec. XVIII, a cura di Giovanni Cimmini e dei suoi marinai, scampati ad un naufragio. All’esterno, ai lati dell’ingresso, sono murate due formelle in marmo con incise le figure degli apostoli S. Giacomo e S. Giovanni. L’elemento peculiare che caratterizza la chiesa e con essa l’intero rione, è il campanile con la caratteristica cupo- letta a cipolla rivestita con ambrogette colorate.

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• La Chiesa di Santa Margherita s’incontra lungo le rampe che conducono alla spiaggia di Fornillo, in una posizione di grande interesse urbanistico e ambientale. Costruita forse nel sec.XVI o sec. XVII venne restaurata nella seconda metà del ‘700. Preceduta da una caratteristica piazzetta, su cui la chiesa prospetta con la sua facciata neoclassica, essa ha pianta longitudinale, a navata unica terminate con parete piana a mo’ di abside. La chiesa ha copertura a botte lunet- tata e decorata con motivi di ispirazione barocca e neoclas- sica. L’accesso è costituito da un portale centrale che im- mette nell’aula mediante un atrio ligneo. Sull’ingresso vi è la cantoria con l’organo. L’abside ospita il presbiterio rialzato rispetto alla navata, con un pregevole altare preconciliare che sorge su di una predella a tre gradini. Al di sopra dell’al- tare si trova una nicchia decorata. La navata presenta una partitura con lesene binate corinzie che intervallano due ar- coni e due cappelle laterali con rispettivi altari. Le lesene di fondo sono arrotondate e fanno da rac- cordo tra le pareti laterali e l’abside. Un prominente cornicione corre sopra i capitelli e circonda tutta l’aula interrompendosi al centro dell’abside per far posto alla cornice della nicchia. Al di sopra del cornicione è impostata direttamente la volta. L’illuminazione della chiesa avviene mediante una fine- stra centrale in facciata e tre per ogni lato della navata. Sul lato sinistro della chiesa si trovano due ambienti, di cui uno funge da sacrestia. • La Chiesa di Santa Croce sorge nell’abitato di Nocelle. Fu edificata nel 1834 da Giuseppe Casola e dagli abitanti del borgo in sostituzione della più antica chiesetta, divenuta cappella del cimitero. L’edificio sacro sorge sulla singolare piazza del borgo che funge anche da sagrato ed ha le ca- ratteristiche di una grande terrazza panoramica, aperta su una veduta di straordinario interesse. La chiesa, che si mo- stra in stile neoclassico, è ad un’unica navata absidata, a tipologia basilicale, illuminata da quattro finestre laterali, con volta a botte ribassata e lunettata. L’in- terno è arricchito da una decorazione in stucco, composta da lesene e cornici sulle pareti e da moda- nature, scomparti e motivi geometrici alla volta che si imposta su di un prominente cornicione. Lungo le pareti sono presenti nicchie e incavi. Il presbiterio occupa lo spazio dell’abside ed è rialzato di due gradini, coperto da calotta lunettata. Alla controfacciata è collegata la cantoria, dove trova posto un organo a canne. La sacrestia è composta da due ambienti che ospitano anche un piccolo museo d’arte religiosa ed etnografica. All’edificio sono annessi una piccola canonica e il campanile.

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• La Chiesa di San Giovanni posta all’interno del Centro Sto- rico di Positano, in località Pastiniello, ed è raggiungibile at- traverso una delle antiche scalinate (via S. Giovanni), che collegano la parte alta del paese, il rione Chiesa Nuova, con la spiaggia. Non si conosce con esattezza l’epoca di fonda- zione della chiesa, ma si può ipotizzare che sia nata nell’am- bito della grancia della Chiesa Nuova (XIII - XIV), dipen- dente dall’Abazia benedettina di Positano. Questo lo fa pen- sare il fatto che la chiesa sorgesse nel contesto di terreni coltivati (denominato, appunto, Pastiniello o Terra) e fortifi- cati, siti nei pressi della grancia e di proprietà abbaziale. L’edificio si presenta in stile neoclassico, sobriamente deco- rato, costituito da un unico ambiente rettangolare, sulla cui parete piana di fondo è collocato l’altare con il suo pregevo- lissimo paliotto in marmo policromo, con decorazioni a fiori e volute (attualmente conservato altrove, per preservarlo dal degrado della chiesa). La copertura dell’ambiente è a volta botte lunettata, a sesto pieno. Le pareti laterali della chiesa sono decorate a grossi riquadri conclusi in alto dal cornicione da cui spiccano la volta e le lunette (eue per lato, alcune finestrate, alcune cieche). Il cornicione si interrompe nel mezzo della parete di fondo per ospitare un decoro a conchiglia. Un solo accesso mette in collegamento la chiesa con il caratteristico sagrato, che si collega alle rampe di scala della pubblica strada. Sul lato destro dell’edificio si trova la piccola sa- crestia, a cui si accede da un varco nei pressi dell’altare. • La Chiesa di San Matteo, sorge all’interno del fitto tessuto urbano che digrada dal rione Chiesa Nuova verso il Centro Storico di Positano. Non si conosce l’epoca a cui risale la chiesa di San Matteo ma è attestata come una delle più an- tiche di Positano. La prima notizia della chiesa risale al 1671, quando essa era beneficio del vescovo di Lacedonia, mons. Girolamo Campanile. È inserita armoniosamente tra le case del contesto edificato ed è raggiungibile attraverso le ripide scale di via Monte, una delle più caratteristiche stra- dine del paese. La chiesa, di piccole dimensioni, è costituita da un unico ambiente a pianta rettangolare, coperto da volta a botte lunettata a sesto ribassato. Vi si accede direttamente mediante l’unico ingresso centrale. Sulla parete fondale, a superficie piana, è situato l’altare preconciliare barocco. È presente anche una piccola sacrestia (anch’essa coperta a botte ribassata), che separa la chiesa dall’attiguo terrapieno a sinistra. Le pareti dell’aula liturgica sono scandite da lesene composite e archi ciechi sormontati dal cornicione su cui è impostata direttamente la volta di copertura. Sia la facciata sia l’interno si presen- tano in una sovrapposizione di stili barocco e neoclassico. In questa chiesa, fino al secolo scorso, era conservata un’antica lastra di marmo, reperto forse della villa romana ed ora al Museo Nazionale di Napoli, raffigurante un uomo con una cesta di frutta circondato da suonatori di pive.

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• La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o Chiesa nuova co- struita sul colle occidentale della città di Positano ed emerge sull’abitato circostante con il suo volume tozzo cilindrico, co- lor ocra, bucato da finestroni strombati e coronato da una maestosa cupola bianca estradossata. Inizialmente sul luogo dove oggi sorge la Chiesa Nuova esisteva una cap- pella dedicata al SS. Sacramento, con molta probabilità fon- data dai monaci benedettini risiedenti nell’Abazia di Posi- tano, di cui essa costituiva una Grancia (cioè una succur- sale abbaziale). Ad essa dovevano essere annessi alcuni possedimenti terrieri circostanti dotati di torri e fortificazioni. La chiesa è inserita tra le case e le stradine del rione, di cui rappresenta il fulcro urba- nistico e sociale. Essa è raggiungibile attraverso alcune rampe di scale che si collegano alla rotabile. Alla massiccia sobria mole esterna si contrappone un interno arioso, luminoso e riccamente decorato. È tra gli edifici che più fedelmente seguì lo stile barocco del tempo, in cui fu costruito, e di tale gusto rappresenta attualmente uno dei monumenti più interessanti della Costiera. La sua pianta è ellittica, ma fruita longitudinalmente (lungo l’asse maggiore dell’ellisse). Radialmente, lungo il perimetro di base, sono disposte le cappelle archivoltate a tutto sesto, ciascuna dotata di altare marmoreo. L’asse principale della chiesa si conclude con un sacello (esterno all’ellissi di base) in cui è ricavata la cap- pella principale con l’altare maggiore. Le pareti circolari sono scandite da un ritmo di pieni e vuoti: i pieni sono occupati da coppie di lesene composite e i vuoti dalle cappelle radiali. Al di sopra, si stende il cornicione decorato che corre lungo tutta la parete interrompendosi in corrispondenza della cappella principale. Il piano superiore della parete ripete la partitura inferiore e presenta sei finestroni ad arco ribassato; è conclusa da un secondo e più snello cornicione, che funge da imposta per la grande cupola. Sulla porta principale sono collocati organo e cantoria. Fanno parte del complesso un esile campanile, la sacrestia e altri piccoli ambienti. • La Chiesa di Maria Santissima del Rosario sorge nel Centro Storico di Positano, prospiciente la famosa piazza dei Mu- lini, che è punto di confluenza delle principali strade rotabili e pedonali del paese. Tuttavia essa si trova oggi in posi- zione isolata, a causa del crollo del monastero di cui era parte, pur se situata all’interno del fitto reticolo urbano circo- stante. Non si dispone di alcuna notizia sulla nascita della chiesa, ma gli storici ipotizzano comunque una remota epoca di fondazione, per via degli antichi reperti ancora oggi presenti in essa. Non si conosce la sua relazione con la vi- cina Abbazia benedettina di Santa Maria, che fin dal me- dioevo dominava la realtà socio-religiosa di Positano. Que- sta chiesa, inseme ad alcuni censi e fondi, fu donata dal Co- mune di Positano, nel 1614, ai Padri Domenicani allo scopo di erigervi un monastero dove risiedessero almeno tre religiosi addetti alla cura del popolo. I Domenicani negli anni successivi ampliarono i locali con la costruzione, sul lato sinistro della chiesa, di modesti edifici e celle che adibirono a monastero, dove rimasero fino al 1652.La chiesa si presenta con caratteri architettonici di grande semplicità. Ha pianta longitudinale ad aula unica coperta a botte, con finestre lungo la parte superiore delle pareti, ampio presbiterio sopraelevato di alcuni gradini e separato dalla navata tramite un semplice ma impo- nente arco trionfale, tamburo e cupola sull’area presbiteriale e una singolare facciata a capanna, in

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cui emerge la cornice del portale in tufo grigio. All’interno dell’edificio sono presenti reperti archeologici. Alla chiesa sono annessi piccoli locali adiacenti al suo lato sinistro, tra cui la sacrestia, al di sopra della quale si eleva una piccola vela campanaria. • La Cappella di San Pietro nella frazione Laurito, sorge in posizione isolata, lontana dal Centro e in un contesto di tipo rurale e di rada edificazione. È costruita su di un pro- montorio di eccezionale interesse naturalistico e paesag- gistico, circondata da un sagrato e da un’area verde a mo’ di terrazza panoramica verso la città di Positano e il Mar Tirreno. L’esistenza di una vecchia chiesa dedicata a San Pietro, nel villaggio di Laurito (attuale frazione di Positano), è probabilmente antichissima. Essa era in origine sotto la giurisdizione della Cattedrale di Amalfi, che nel 1177 la ce- dette all’Abazia di Positano (in permuta con la chiesetta di Sant’Elia in Amalfi). Essa rimase nella proprietà dell’Aba- zia fino al 1440, e fu abbattuta nel 1600 per far posto ad una vigna. Sorgeva, secondo il Vespoli, sul lato orientale del villaggio, in prossimità della spiaggia. La chiesa aveva la funzione di parrocchia del villaggio di Laurito, che un tempo era molto popoloso. Successivamente la parrocchia fu estinta in seguito alla sensibile diminu- zione degli abitati. È una chiesetta molto semplice, caratterizzata da una facciata a capanna e una pianta rettangolare, ad una sola navata, con copertura a botte lunettata ed estradossata. Il presbiterio è in piano con la navata. Il pavimento è in cotto con inserzioni di “riggiole” di differente provenienza (di maestri napoletani). La principale peculiarità della chiesa è data dall’abside interamente vetrata che permette una immediata relazione del suo interno con il paesaggio circostante e una straordinaria luminosità. In adiacenza, sul lato destro, sorge la piccolissima sacrestia. • La Chiesa di Santa Lucia sorge lungo una stradina nel rione Chiesa Nuova, incastonata tra gli edifici del borgo, poco di- scosta dalla chiesa di Maria Santissima delle Grazie. Pur- troppo da nessuna fonte si ricavano notizie sulla fondazione di questa chiesa né sulla sua storia. Gli storici ipotizzano che sia sorta fin da epoca medievale, insieme al rione Chiesa Nuova (o Terra), di cui fa parte. Ha pianta rettango- lare con copertura piana, unico accesso in facciata e altare preconciliare ricavato sulla parete piana di fondo. L’interno, che non mostra elementi architettonici di rilievo, è stato sud- diviso con la costruzione di un solaio interpiano in legno. Sulla destra è presente una piccola sacrestia. La semplice facciata, in intonaco uniforme color ocra, presenta un in- gresso centrale, sormontato da un oculo libero, e una som- mità a forma arcuata semicircolare, in cui si inserisce sulla destra la vela campanaria a mo’ di tempietto.

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5. IL SISTEMA VINCOLISTICO Nel presente Capitolo vengono analizzate le aree vincolate con limitazioni/inibizioni alla trasformazione del territorio (Tav. A.8 – Carta dei vincoli); per vincoli vengono intesi tutti quegli elementi di natura geologica (ad es. frane) o fisica (ad es. cimiteri, strade, ecc.) che generano una fascia di rispetto, finalizzata alla salvaguar- dia dell’elemento e degli effetti di rischio che esso può generare, e che determinano fonti di pericolosità evidenti o latenti per l’ambiente e per l’uomo. I vincoli presenti nel territorio positanese sono: • Vincoli di carattere idrogeologico in riferimento al Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (aree a pericolosità da frana, a pericolosità idraulica e a pericolosità da colata); • Fascia di rispetto dalle infrastrutture stradali (secondo le indicazioni del Nuovo Codice della Strada); • Fascia di rispetto dai corsi d’acqua (R.D. 523/1904 “Testo unico sulle opere idrauliche”, e L.R. 14/1982 “Indirizzi programmatici e direttive fondamentali relative all’esercizio delle funzioni delegate in materia di urbanistica, ai sensi dell’art. 1, secondo comma, della L.R. 65/1981”); • Vincolo idrogeologico (R.D. 3267/1923 “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani”); • Aree percorse dal fuoco iscritte al catasto incendi (L. 353/2000 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”); • Fascia di rispetto cimiteriale (secondo le indicazioni del Regio Decreto 1265/1934 come modificato dall’art. 28 della L. 166/2002, e della L.R. 14/1982); • Aree per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici alla fre- quenza di rete (50 Hz) connessi al funzionamento e all’esercizio degli elettrodotti (D.P.C.M. 8 Luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la pro- tezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti” e Decreto 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti”); • Fascia di rispetto dei depuratori (Delibera del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall’inqui- namento 04/02/1977).

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QUADRO ECONOMICO E DEL CAPITALE SOCIALE

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6. ASPETTI SOCIO-DEMOGRAFICI

Attraverso la lettura e la modellazione dei dati forniti dall’ISTAT, è stato possibile scomporre l’insieme delle caratteristiche della popolazione di Positano, per osservarne le dinamiche e i mutamenti. La lettura dei dati e dei grafici permette di esprimere un giudizio oggettivo, relativo alla vita di una popola- zione, attraverso dinamiche naturali (es. natalità, mortalità) e dinamiche sociali (es. commercio). Le dinami- che storiche, economiche e sociali sono strettamente interconnesse tra loro e corrispondono alle principali variabili che descrivono la popolazione.

6.1. LA POPOLAZIONE RESIDENTE Osservando i dati relativi alla popolazione residente nel Comune di Positano, è possibile constatare un au- mento della stessa negli ultimi quarant’anni: nel 1981 si contavano 3.488 abitanti, nel 2011 ve ne erano 3.860 abitanti, e nel 2019 3.854.

4.000 3.950 3.951 3.955 3.942 3.904 3.913 3.882 3.890 3.880 3.898 3.900 3.855 3.860 3.854

3.800

3.700 3.638

3.600 3.488 3.500

3.400

3.300

3.200 1981 1991 2001 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

Figura 9: Popolazione residente al 31 dicembre. Elaborazione personale su Fonte dati ISTAT.

L’andamento della popolazione è influenzato dal Saldo Naturale (che indica, in valore assoluto, la differenza tra i nati ed i morti registrati in un anno in un determinato territorio), ed il Saldo Migratorio (che indica, in valore assoluto, la differenza tra il numero degli immigrati e quello degli emigrati registrati in un anno in un determinato territorio). Per il territorio di Positano si è analizzato il Saldo Naturale registrato nell’ultimo decennio:

15

10

5

0

-5

-10 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 SAL_NAT -1 3 4 -3 2 11 1 -6 0 -9

Figura 10: Saldo Naturale al 31 dicembre. Elaborazione personale su Fonte dati ISTAT.

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Come si nota dalla figura soprastante, il saldo naturale nell’ultimo decennio è stato positivo in cinque occa- sioni, ed ha una media di +0,20 unità. Il Saldo Migratorio registrato nell’ultimo decennio è invece riportato nella figura seguente:

60

40

20

0

-20

-40 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 SAL_MIG -24 2 40 49 -1 -7 -14 -23 -15 -34

Figura 11: Saldo Migratorio al 31 dicembre. Elaborazione personale su Fonte dati ISTAT.

Come si nota dalla figura soprastante, il saldo migratorio nell’ultimo decennio è stato positivo solo in tre occasioni, ed ha una media di -2,70 unità. La somma tra Saldo Naturale e Saldo Migratorio ci restituisce il Saldo Totale, variabile che influenza la po- polazione residente annuale:

60

40

20

0

-20

-40

-60 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 SAL_TOT -25 5 44 46 1 4 -13 -29 -15 -43

Figura 12: Saldo Totale al 31 dicembre. Elaborazione personale su Fonte dati ISTAT.

Come si nota dalla figura soprastante, il salto totale nell’ultimo decennio è stato positivo in cinque occasioni, ed ha una media di -2,50 unità. La popolazione di Positano, quindi, si può definire in decremento nell’ultimo decennio.

6.2. CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE Dai dati ISTAT relativi agli anni dei censimenti (1981, 1991, 2001, 2011) e l’ultimo anno rilevato (2019) è stato possibile caratterizzare la popolazione residente all’interno del Comune. La prima operazione effettuata è stata quella di descrivere la distribuzione per età della popolazione posita- nese; nel 2019, la distribuzione dell’età è rappresentata dalla successiva piramide d’età:

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75 E PIÙ 65-74 55-64 45-54 35-44 25-34 15-24 10-14 5-9 MENO DI 5 400 300 200 100 100 200 300 400

FEMMINE MASCHI

Figura 13: Piramide dell’età al 31 dicembre 2019. Elaborazione personale su Fonte dati ISTAT.

Dalla piramide d’età si evince che le fasce di età più rappresentative sono le fasce di età tra i 45 ed i 64 anni. Analizzando i dati pregressi si ottiene il seguente grafico:

700 600 500 400 300 200 100 0 Meno di 5 5-9 10-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 e più 1981 256 301 325 586 530 468 403 277 239 103 1991 256 200 245 631 607 490 437 371 235 166 2001 213 243 237 468 602 609 494 453 336 227 2011 167 190 214 452 486 563 589 473 405 321 2019 161 149 163 432 445 492 619 549 427 417

Figura 14: Popolazione residente per classe di età alla data dei censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Dal grafico si rileva che negli anni 1981, 1991 le fasce di età più rappresentative sono le fasce di età tra i 15 ed i 34 anni. Nell’ultimo decennio, invece, le fasce più significative diventano quelle con età maggiore di 45 anni, con un notevole aumento di residenti con età superiore ai 75 anni. Questo dato fa emergere la tendenza all’invecchiamento della popolazione positanese, ed in questo senso un dato molto significativo è quello relativo all’indice di vecchiaia.

200

178 150

127 100

81 50 57 39 0 1981 1991 2001 2011 2019

Figura 15: Indice di vecchiaia della popolazione. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

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L’indice di vecchiaia è un indicatore utilizzato nella statistica demografica per descrivere il peso della popo- lazione anziana in una determinata popolazione, e si definisce come il rapporto di composizione tra la popo- lazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni). Analizzati i dati ISTAT si può osservare che il parametro è pressoché quadruplicato negli ultimi 40 anni, e questo ci porta a definire la popolazione di Positano come una popolazione “anziana”. La seconda operazione effettuata è stata quella di descrivere le caratteristiche delle famiglie presenti nel territorio comunale. Al 1981 nel Comune di Positano si contano 1.024 famiglie con un andamento crescente negli ultimi 40 anni, attestandosi nel 2019 a 1.537 unità.

1.600

1.501 1.537 1.434 1.200 1.188 1.024 800

400

0 1981 1991 2001 2011 2019

Figura 16: Famiglie residenti. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

La trasformazione più significativa che si è avuta tra il 1981 ed il 2011 riguarda il numero dei componenti delle famiglie; se nel 1981 esse sono prevalentemente composte da 4 componenti (26%), nel 2011 le famiglie risultano maggiormente composte da un solo componente (32%) o con 2 componenti (20%), e la diminuzione maggiore si ha nelle famiglie composte da 6 componenti e più (104 nel 1981 scese a sole 42 nel 2011). Al 2019 la famiglia “tipo” è composta da 2,51 componenti.

600

500

400

300

200

100

0 1 2 3 4 5 6 e più 1981 168 171 188 262 131 104 1991 236 236 245 280 127 64 2001 393 296 275 319 120 31 2011 486 298 288 291 96 42

Figura 17: Famiglie residenti ai censimenti ISTAT per numero di componenti. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

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Da segnalare infine la popolazione che si sposta giornalmente. Alla data del Censimento del 2011 coloro che si spostano sia all’interno del comune che fuori di esso sono pari a 1.892 unità, in leggero aumento rispetto al dato del 2001; in particolare lo spostamento è prevalentemente interno al territorio comunale.

POPOLAZIONE RESIDENTE CHE SI SPOSTA GIORNALMENTE INTERNO COMUNE FUORI DAL COMUNE ANNO TOTALE STUDIO LAVORO STUDIO LAVORO 2001 1.502 298 1.800 2011 359 1.199 206 128 1.892

6.3. GLI STRANIERI PRESENTI NEL TERRITORIO COMUNALE La componente straniera è un fattore marginale per la comunità di Positano: essa infatti rappresenta il 5% della popolazione. Al 31 dicembre del 2019 Positano conta 188 cittadini stranieri presenti sul territorio comu- nale, proveniente prevalentemente da Paesi Europei (61%). Osservando l’andamento storico è possibile osservare che la presenza di stranieri è aumentata del 20% nell’ultimo decennio.

200

180

160

140

120

100

80

60

40

20

0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Apolidi 1 0 0 1 1 1 1 0 0 0 Oceania 4 3 1 2 2 2 1 1 1 1 America 33 27 30 39 37 38 45 45 40 39 Asia 13 10 11 16 20 23 20 23 23 25 Africa 7 7 8 9 7 5 5 7 7 9 Paesi Europei 102 79 96 102 107 112 110 110 116 114

Figura 18: Stranieri al 31 dicembre per nazionalità. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

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6.4. IL LIVELLO DI ISTRUZIONE Sulla base del Censimento generale della Popolazione e delle abitazioni del 2011 è stato possibile risalire al grado Laurea Licenza di istruzione della popolazione positanese. Al Censimento 8% elementare 22% del 2011, considerando la popolazione residente nel Co- Diploma mune con età superiore ai sei anni, si contano 3.288 per- 35% sone con titolo di studio e la distribuzione è riportata nella Licenza media seguente figura: 35%

Figura 19: Distribuzione del grado di istruzione. Elaborazione per- sonale su fonte dati ISTAT.

L’andamento storico della popolazione, per grado di istruzione, permette di conoscere il livello formativo degli anni precedenti.

Analfabeti Licenza elementare Licenza media Diploma Laurea 1981 66 1.174 816 352 78 1991 61 1.021 1.199 547 47 2001 33 877 1.142 944 242 2011 41 724 1.139 1.147 278

Figura 20: Popolazione per grado di istruzione. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Dalla figura soprastante si evince che nel periodo tra il 1991 ed il 2001 è sensibilmente aumentato il numero di laureati, e negli ultimi anni va diminuendo il numero di analfabeti.

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7. IL PATRIMONIO ABITATIVO

Dai dati dei Censimenti della Popolazione e delle Abitazioni del 2011 emerge che su 1.123 abitazioni in edifici residenziali il 63% è stato costruito prima del 1960 (ed in particolare il 25% prima del 1918).

1% 0% 25% 0%

4% Prima del 1918 9% 1919-1945 19% 1946-1960 1961-1970 1971-1980 23% 1981-1990 19% 1991-2000 2001-2005 2006 e successivi

Figura 21: Abitazioni presenti in edifici residenziali per epoca di costruzione. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Al 2011 sono presenti in totale 2.235 abitazioni, di cui 750 (34%) risultano non occupate.

2.500

2.000 750 411 1.500 634 485 1.000 1.415 1.485 1.182 500 985

0 1981 1991 2001 2011

Abitazioni occupate Abitazioni non occupate

Figura 22: Abitazioni presenti alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Come si può notare dal grafico della figura precedente, dal 1981 al 2011 si è avuto un incremento di 765 abitazioni, che al 2011 hanno una superficie complessiva di 132.848 mq (con una media quindi di 89 mq per abitazione), quasi raddoppiata rispetto al dato del 1981 (69.125 mq). Alla data del Censimento del 2011 la maggior parte delle abitazioni presenti a Positano, sono costituite da tre stanze (403), ed il 72% sono di proprietà.

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450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1 stanza 2 stanze 3 stanze 4 stanze 5 stanze 6 o più stanze 1981 44 183 305 239 114 100 1991 31 144 322 355 184 146 2001 31 222 408 397 204 153 2011 34 257 403 399 206 186

Figura 23: Abitazioni occupate suddivise per numero di stanze alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Per quanto riguarda la condizione generale di affollamento, si evidenzia un indice di affollamento (rapporto tra il numero di famiglie residenti ed il numero delle abitazioni occupate) pari a 1,01, riscontrando quindi un leggero sovraffollamento.

7.1. IL BILANCIO DEGLI IMMOBILI OGGETTO DI CONDONO Il 15° Censimento della Popolazione e delle Abitazioni del 2011 fissa il dato sulle abitazioni presenti sul territorio comunale, pari a 2.235 abitazioni. Si può ritenere che tutti gli edifici oggetto di condono stati censiti nel 2011 e quindi siano parte delle abitazioni presenti. Dai dati forniti dagli uffici comunali emerge la seguente situazione sulle pratiche di condono presentate:

Tabella 1: Istanze di condono presentate per Legge di riferimento

RIFERIMENTO ISTANZE PRESENTATE CONDONO (NR) L. 47/1985 887 L. 724/1994 579 L. 326/2003 569 TOTALE 2.030

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8. ASPETTI SOCIO-ECONOMICI

Nel presente capitolo sono riportati i risultati delle analisi condotte sulla base dei dati del Censimento Gene- rale dell’Industria e dei Servizi dal 1981 al 2011.

8.1. IL MERCATO DEL LAVORO Alla data del Censimento del 2011 nel Comune di Positano sono 1.559 gli occupati, mentre le persone che dichiarano di essere in cerca di occupazione risultano essere 89. La somma delle persone occupate e delle persone in cerca di occupazione (1.648), definiscono la forza lavoro del Comune di Positano (di cui il 59% di sesso maschile).

1.000

800

600

400

200

0 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine 1981 1991 2001 2011 In cerca di occupazione 92 89 60 71 87 67 58 31 Occupati 736 350 768 418 845 485 922 637

Figura 24: Forza lavoro alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Al 2011 le persone che non sono in condizione professionale (non forza lavoro) sono 12.443 (di cui il 62% di sesso femminile) superiori alla forza lavoro, e sono rappresentati prevalentemente da casalinghe/i.

800

600

400

200

0 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine 1981 1991 2001 2011 In altra condizione 461 440 430 406 250 198 177 129 Ritirati dal lavoro 202 160 220 189 241 181 312 322 Studenti 116 106 110 127 142 129 125 135 Casalinghe 0 559 0 546 2 562 9 427

Figura 25: Non forza lavoro alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

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Il settore maggiormente trainante per l’occupazione è il terziario nel quale sono occupate 1.269 persone (di cui il 56% di sesso maschile); marginale è il ruolo dell’agricoltura in cui sono impiegate 67 persone (di cui il 52% di sesso femminile).

1.000

800

600

400

200

0 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine 1981 1991 2001 2011 Altro 538 207 548 262 606 385 711 558 Industria 282 88 384 196 218 83 179 44 Agricoltura 58 29 53 36 21 17 32 35

Figura 26: Popolazione occupata per settore alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

8.2. LE IMPRESE, LE UNITÀ LOCALI E GLI ADDETTI PRESENTI Per descrivere le imprese e gli addetti alle stesse presenti all’interno del Comune di Positano di imprese ci si è rifatti ai dati sulle imprese e le unità locali dei Censimenti Generali dell’Industria e dei Servizi. L’impresa è l’esercizio professionale di una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Le imprese sono iscritte al Registro delle Imprese della CCIAA e sono classificate in funzione del loro stato di attività in attive (o operative), inattive, sospese, fallite, liquidate o cessate. Le imprese possono essere istituite ed operare in un unico luogo o in luoghi diversi mediante la sede centrale e varie unità locali, che possono trovarsi nella stessa provincia o in altre province. Le unità locali assumono poi rilevanza giuridica diversa a seconda delle funzioni attribuite dall’imprenditore: possono essere filiali, succursali, agenzie, depositi, negozi, magazzini ecc. Gli addetti sono le persone che lavorano per conto di una medesima impresa all’ interno di una unità locale e nell’ambito di una attività economica. Gli addetti possono lavorare sia presso la sede che presso una delle unità locali dell’impresa. Tutti i dati del paragrafo sono stati raggruppati secondo i codici ATECO 2007, di cui si riporta la legenda:

A B C D E F G I H J

Agri- Attività Attività Fornitura di Fornitura di Costru- Commercio Servizi Trasporto e Servizi di coltura, estrattiva manifat- energia acqua; reti zioni all’ingrosso e di allog- magazzinag- informa- silvicol- turiere elettrica, fognarie, atti- al dettaglio; gio e ri- gio zione e tura e gas, vapore vità di tratta- riparazione di stora- comuni-

pesca e aria mento dei ri- autoveicoli e zione cazione LEGENDA

ATECO 2007 ATECO fiuti e risana- motocicli mento K L M N O P Q R S T U Attività fi- Attività Attività Attività Amministra- Istruzione Sanità e Attività artisti- Altre at- Attività di fa- Attività di nanziarie e immo- professio- ammini- zione pub- assi- che, di intrat- tività di miglie e con- organiz- assicura- biliari nali, strative e blica e di- stenza tenimento e servizi vivenze come zazioni e tive scientifi- di servizi fesa; assi- sociale divertimento datori di la- organismi che e tec- di sup- curazione voro per per- extraterri- niche porto sociale ob- sonale dome- toriali bligatoria stico

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Le imprese presenti nel territorio di Positano al 2011 sono 418, dato leggermente superiore a quello del decennio precedente (+52), con la maggioranza di imprese impiegate nel settore per il commercio all’in- grosso e al dettaglio (115) e servizi di alloggio e ristorazione (97); si sottolinea la drastica riduzione di attività manifatturiere dimezzatesi dal 1981 (102) al 2011 (52).

120

100

80

60

40

20

0 A B C D-E F G I H-J K L-M-N O P Q R-S T U 1981 3 0 102 0 21 112 71 26 0 4 0 0 0 24 0 0 1991 0 0 80 0 10 105 75 12 1 11 2 0 4 19 0 0 2001 0 0 71 0 19 108 77 20 3 27 1 0 6 34 0 0 2011 1 0 52 0 31 115 97 26 5 49 0 0 8 34 0 0

Figura 27: Numero di imprese per tipologia alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Di seguito, vengono riportati nel dettaglio il numero delle imprese presenti. ATECO 2007 DETTAGLIO IMPRESE % Agricoltura, silvicoltura e Pesca e acquacoltura 1 0,25% pesca Industrie tessili 1 0,25% Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di arti- 34 8,46% coli in pelle e pelliccia Fabbricazione di articoli in pelle e simili 1 0,25% Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero Attività manifatturiere (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e mate- 7 1,74% riali da intreccio Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali 3 0,75% non metalliferi Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e 4 1,00% attrezzature) Altre industrie manifatturiere 2 0,50% Costruzione di edifici 6 1,49% Costruzioni Lavori di costruzione specializzati 25 6,22% Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di au- 3 0,75% toveicoli e motocicli Commercio all’ingrosso e Commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di al dettaglio riparazione di 17 4,23% motocicli) autoveicoli e motocicli Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di 95 23,63% motocicli)

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ATECO 2007 DETTAGLIO IMPRESE % Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte 12 2,99% Trasporto e magazzinaggio Trasporto marittimo e per vie d’acqua 2 0,50% Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti 9 2,24% Attività dei servizi di allog- Alloggio 61 15,17% gio e di ristorazione Attività dei servizi di ristorazione 36 8,96% Produzione di software, consulenza informatica e attività 1 0,25% Servizi di informazione e connesse comunicazione Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici 2 0,50% Attività finanziarie e assi- Attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assi- 5 1,24% curative curative Attività immobiliari Attività immobiliari 5 1,24% Attività legali e contabilità 14 3,48% Attività professionali, Attività degli studi di architettura e d’ingegneria, collaudi ed 12 2,99% scientifiche e tecniche analisi tecniche Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 4 1,00% Attività di noleggio e leasing operativo 8 1,99% Noleggio, agenzie di viag- gio, servizi di supporto alle Attività di servizi per edifici e paesaggio 1 0,25% Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di imprese 4 1,00% supporto alle imprese Sanità e assistenza sociale Assistenza sanitaria 7 1,74% Attività creative, artistiche e di intrattenimento 3 0,75% Attività artistiche, sportive, Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da di intrattenimento e diverti- 1 0,25% gioco mento Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 5 1,24% Riparazione di computer e di beni per uso personale e per 2 0,50% Altre attività di servizi la casa Altre attività di servizi per la persona 9 2,24%

Sono 1.019 gli addetti nelle imprese (-671 rispetto al 2001); il maggior numero di addetti si riscontra nel settore per servizi di alloggio e ristorazione (306), ed il commercio all’ingrosso e al dettaglio (223); c’è da notare che nell’ultimo decennio si sono maggiormente ridotti gli addetti nel settore per servizi di alloggio e ristorazione si sono drasticamente (-423), e nel settore delle attività manifatturiere (-180).

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800

600

400

200

0 A B C D-E F G I H-J K L-M-N O P Q R-S T U 1981 10 0 292 0 107 274 515 41 0 11 0 0 0 56 0 0 1991 0 0 442 0 54 270 438 46 1 33 47 0 4 33 0 0 2001 0 0 346 0 97 246 729 99 3 55 57 0 7 51 0 0 2011 1 0 166 0 138 233 306 66 5 64 0 0 11 29 0 0

Figura 28: Addetti alle imprese per tipologia alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Per ciò che attiene le unità locali, al 2011 nel territorio di Positano se ne contano 448, dato leggermente in rialzo rispetto al decennio precedente (+12).

140

120

100

80

60

40

20

0 A B C D-E F G I H-J K L-M-N O P Q R-S T U 1981 0 0 91 0 20 132 83 23 6 30 3 4 9 35 0 0 1991 0 0 102 0 13 126 84 16 4 13 4 4 4 20 0 0 2001 0 0 91 0 20 132 83 23 6 30 3 4 9 35 0 0 2011 1 0 53 0 31 122 102 28 9 52 0 5 10 35 0 0

Figura 29: Unità locali per tipologia alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

Gli addetti alle unità locali sono 1.089, dato in decremento rispetto a quello del 2001 (-694). Il maggior numero di addetti si riscontra nel settore delle imprese per servizi di alloggio e ristorazione (311) e nel settore per il commercio all’ingrosso e al dettaglio (217).

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800

600

400

200

0 A B C D-E F G I H-J K L-M-N O P Q R-S T U 1981 10 0 304 0 122 239 528 57 10 24 2 80 5 81 0 0 1991 0 0 428 0 69 278 444 76 16 33 32 41 4 33 0 0 2001 0 0 316 0 98 244 750 102 17 57 58 79 11 51 0 0 2011 1 0 163 0 138 217 311 76 22 63 0 52 15 31 0 0

Figura 30: Addetti alle unità locali per tipologia alla data dei Censimenti ISTAT. Elaborazione personale su fonte dati ISTAT.

8.3. DATI DI REDDITO Nel presente paragrafo sono analizzati i dati relativi al reddito medio dichiarato dalla popolazione positanese per capire qual è la situazione economica degli abitanti. L’imposta sul reddito delle persone fisiche, abbreviata con l’acronimo IRPEF, è un’imposta diretta, personale, progressiva e generale; sono soggette all’imposta le persone fisiche e in alcuni casi, le società, che però la versano attraverso i soci. Il gettito Irpef si stima che sia pari a circa un terzo del gettito fiscale dello Stato. Il reddito medio della popolazione nazionale è di 35.204 €, mentre quello della Campania è di 27.778 €; nel Comune di Positano il reddito è al di sotto della media nazionale e regionale attestandosi a 25.114,28 €.

Tabella 2: Reddito imponibile persone fisiche, ai fini delle addizionali all’Irpef dei residenti. Fonte dati ISTAT CONTRIBUENTI CON REDDITO MEDIA ANNO REDDITO IMPONIBILE IMPONIBILE [€] REDDITO [€] 2014 2.598 51.431.705 19.796,65 2015 2.622 54.813.897 20.905,38 2016 2.625 57.910.770 22.061,25 2017 2.590 60.110.719 23.208,77 2018 2.628 66.000.330 25.114,28

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QUADRO MORFOLOGICO

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9. IL SISTEMA INSEDIATIVO E RELAZIONALE

Il sistema insediativo e relazionale (Tav. A.9 “Articolazione funzionale del territorio”) è composto da tutti quegli elementi fisici (strade, piazze, edifici, verde urbano ecc.), funzionali (attrezzature pubbliche, attività commerciali e per lo svago e il tempo libero ecc.) ed immateriali (identità, cultura e tradizioni, senso di ap- partenenza, riconoscibilità, ecc.), che, aggregati in una logica sistemica, determinano uno spazio urbanizzato capace di rendere possibile l’insediamento (dove insediare non vuol dire abitare ma vivere). Nel quadro del sistema insediativo sono state individuate le componenti del patrimonio edilizio presente sul territorio, nonché le attrezzature ed i servizi pubblici o di uso pubblico, e nel presente capitolo viene analizzato lo sviluppo urbano di Positano nonché la dotazione di attrezzature pubbliche o di uso pubblico.

9.1. LE ORIGINI DI POSITANO L’origine di Positano risale alla preistoria: nel periodo post glaciale, quando il livello del mare era molto più basso, sicuramente Positano, come presumibilmente altre zone della Costiera Amalfitana, era abitata da cacciatori raccoglitori, del genere Cro Magnon. Questo ce lo dice un ritrovamento che risale agli anni 70 di ossa fossili di cervo e di cinghiale accanto ad un focolare di circa ottomila o novemila anni fa, secondo la datazione al carbonio, nella Grotta della Porta presso la località Sponda. Passando al periodo della Grecia Classica, si ritiene che l’isola citata nell’Odissea di Omero, dove Ulisse resiste al canto delle sirene fosse l’Isola dei Galli, o Li Galli; ciò rende evidente che le nostre coste erano già conosciute agli antichi greci, anche se probabilmente, secondo lo storico Strabone erano quasi disabitate. Storicamente Positano esce dall’oblio al tempo dell’antica Roma, quando sulle sue coste, come per gran parte della Costiera Amalfitana, vennero edificate sontuose ville appartenenti a ricchi liberti, e “Positano” probabilmente prende nome proprio dalla più spettacolare villa appartenente al liberto Posides Spado, o comunque dal relativo Poseidone Dio del mare. Tra gli antichi abitanti del luogo si dice di numerose ville, alcune delle quali seppellite sotto la sabbia della spiaggia grande; a partire dal molo dove attraccano le imbarcazioni dei passeggeri fino alla scogliera dell’Incanto (che prenderebbe nome proprio dalla presunta “Villa Incanto”), e cioè il lato est della spiaggia, dove, a memoria degli antichi pescatori spuntava ancora una colonna utilizzata per ormeggiare le imbarcazioni. Si dice che l’imperatore Tiberio, il quale si trasferì a Capri perché a Roma tutti lo odiavano, non si fidava di nessuno ed aveva paura di essere avvelenato, per questa ragione si inoltrava fino a Positano con la sua trireme per fornirsi della farina, da un mulino tuttora esistente in Piazza dei Mulini e addirittura ancora funzionante fino al periodo della seconda guerra mondiale. Le ville, assieme ad altre costruzioni degli antichi romani furono seppellite dalle pomici durante l’eruzione Pliniana del 79 d.C. Non si hanno molte altre notizie di Positano nei secoli successivi; si sa che Positano appartenne all’Abate nel periodo feudale ma i positanesi vi si ribellarono ed iniziarono a navigare uscendo così in scena prepo- tentemente all’epoca delle Repubbliche Marinare, e dal nono all’undicesimo secolo fece parte della Repub- blica di Amalfi. La cittadina è rinomata nel sec. X come centro commerciale sviluppato tanto da essere in concorrenza con la rinomata Venezia; la popolazione era molto attiva e non rinunciava ai commerci pur non avendo un porto che potesse ospitare le navi. Nel sec. XV Positano divenne famosa per l’invenzione della bussola da parte del suo cittadino Flavio Gioia, studioso di matematica e di professione nocchiero.

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Nel 1492 divenne feudo del napoletano Giovanni Miroballo e poi nel 1532 di Marino Mastrogiudice, al quale successero i Cossa, i Blanch e i Bonito. In quegli anni di decadenza e dominazione, Positano conobbe po- vertà e terrore, i feudatari mettevano tasse di ogni genere, gli attacchi e le scorrerie di pirati erano frequenti nel paese, i monti circostanti erano infestati di briganti, un’epidemia di peste decimò ulteriormente un paese già pesantemente segnato. Si tramanda che al largo di Positano, presso l’arcipelago dei Galli una banda di pirati si nascondeva con i loro navigli tra gli isolotti, ed appena avvistava una nave partiva all’attacco, sac- cheggiandola ed uccidendo i passeggeri. Tra fine ottocento ed inizio 1900, durante dei lavori sull’isola mag- giore di Li Galli, furono trovate in delle fosse un numero enorme di ossa umane, non è stata datata l’epoca a cui risalgono e si ipotizzano che fossero le vittime della peste o comunque di qualche antica epidemia, i più fantasiosi invece dicono che sono le vittime delle sirene, altri ancora; le vittime dei pirati. Fra le ossa fu trovato un corredo vescovile. Nella seconda metà del ‘500 Positano fece costruire delle torri di avvistamento così come aveva ordinato il viceré Pietro da Toledo; le più importanti torri furono quella di Sponda, di Trasita e quella di Fornillo. Nono- stante le opere difensive costruite, Positano non riuscì però a sottrarsi all’incendio appiccato dalle truppe dell’imperatore turco Solimano II. Un anno fondamentale per la storia di Positano è il 1668, anno della proclamazione di “città regia” dopo aver pagato un riscatto dalla feudalità di 12.943 ducati. Da quell’anno s’incrementarono i commerci con Cipro, con la Grecia, con la Puglia, con la Calabria; i Positanesi raggiungevano tutti i porti del Mediterraneo utiliz- zando feluche, polacche, galeotte. Risale a quel periodo la costruzione di molte case che ancora oggi si possono ammirare e che si caratterizzano per lo stile barocco con decorazioni particolarmente ricche. La decadenza di Positano fu segnata dall’avvento del vapore nell’Ottocento; a quel tempo il paese contava ottomila abitanti, ma i positanesi non furono in grado di costruire navi veloci ed avanzate tecnologicamente, e nel decennio fra il 1860 e il 1870, circa seimila persone emigrarono in America causando una perdita di braccia lavoro e una decadenza nel paese. Le case rimasero vuote, i muri si sgretolarono, le pitture si scolorirono, i tetti caddero, la gente prima di partire per il nuovo continente toglieva le finestre alle case per far sì che non venisse censita e tassata, dando un aspetto tetro al paesaggio di quel tempo, per cui Positano godeva la cattiva fama del nome di “paese fantasma”; da allora la popolazione di Positano non ha mai supe- rato i quattromila abitanti. Dagli inizi del novecento ogni tanto capitava qualche forestiero per sbaglio che però rima- neva folgorato dalla bellezza del posto; fu così che Positano divenne man mano alcova di ar- tisti e molti altri personaggi innamorati del paese come il napoletano Caprile, il tedesco Richard Oelze, Picasso, Carra; meta di scrittori come Siegfried Kracauer, John Steinbeck, Corrado Alvaro, Dino Buzzati, Alberto Moravia, per non parlare poi, di quel gruppo di profughi tedeschi, che dal 1939 al 1945 si rifugiarono a Positano per sfuggire alla tirannide nazista, dallo scrittore Stefan Andres, Armin Wegner, Martin Wolff, al pittore russo Ivan Zagaruiko.

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9.2. LO SVILUPPO URBANO DI POSITANO Lo sviluppo urbano di un’area è un processo complesso, dettato in parte da trasformazioni spontanee con esito incerto, in parte da azioni, piani e programmi di governance territoriale, il cui scopo è di territorializzare, o pianificare e programmare il futuro sviluppo secondo fattori che cambiano nel tempo e nello spazio. La capacità di saper individuare e gestire le direttrici di espansione di una città, ripercorrendo le varie trasfor- mazioni che nel corso del tempo la trama urbana ha subito ed i vari fattori che hanno generato questi cam- biamenti, garantiscono una maggior riuscita del piano. Nella ricostruzione del processo di sviluppo urbano di Positano (Tav. A.6 – Carta dell’evoluzione storico- insediativa) si possono fissare due momenti distinti descritti di seguito. Il primo momento è riferito al tessuto Figura 31: I.G.M. 1955 edilizio originario esistente al 1956; in questo caso si rappresentano gli inse- diamenti storici nati dopo le realizza- zioni infrastrutturali di fine ottocento, e vi si riconoscono i nuclei più compatti dell’impianto originario quali Fornillo, Corvo, Liparlati, l’area di Spiaggia Grande, e si ritrovano sporadici episodi nelle frazioni di Montepertuso e di No- celle.

Figura 32: I.G.M. 1990 Il secondo momento è riferito all’espan- sione successiva al 1956 che ha com- portato il completamento del Centro Ur- bano di Positano, nonché, la crescita delle frazioni di Montepertuso e Nocelle, ma anche un processo di densificazione del tessuto edilizio di base (che ha inciso su specifiche tipologie insediative) che ha eliminato e modificato gli originari modelli di occupazione del lotto. Questo processo si è avuto in special modo: • Lungo via Pasitea, via C. Colombo e sul crinale di punta Reginella; • Al di sopra della contrada Corvo (lungo la strada per Montepertuso), sul ripido costone alle spalle del nucleo di Fornillo verso la strada costiera, nel nucleo di Liparlati lungo il percorso pedonale che lo collega con Montepertuso.

Inoltre in questo momento vengono realizzati esternamente all’abitato nuovi edifici, localizzati lungo la S.S. “Amalfitana” e lungo la direttrice per Montepertuso, che fanno nascere dei veri e propri nuclei, come nel caso di Arienzo, Laurito e Sponda. Infine è da segnalare in questo periodo l’occupazione delle aree sui versanti degli alvei dei fossi e nelle aree collinari alle spalle dei nuclei storici, con le maggiori trasformazioni che avvengono nella valle dei Mulini.

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Figura 33: Ortofoto anno 2011 Figura 34: Ortofoto anno 2017

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9.3. L’ANALISI DEGLI STANDARD URBANISTICI Negli anni più recenti il tema della pianificazione dei servizi è divenuto uno dei settori più importanti dell’atti- vità programmatoria di livello locale. All’Ente comunale spetta il compito di soddisfare la domanda di attrez- zature di servizio espressa dalla popolazione residente. In questo momento però il problema non è tanto e soltanto quello di reperire generiche aree per soddisfare una possibile domanda, quanto quello di razionaliz- zare un sistema di attrezzature a partire non solo dalla individuazione e disponibilità della quantità di aree, ma dalla loro qualità e della reale capacità da parte del Comune di poter realizzare concretamente quanto previsto e/o necessario in termini urbanistici. È con questo obiettivo che è stata svolta un’attenta disamina del fabbisogno di attrezzature, dei servizi, in modo da soddisfare non solo una domanda di quantità ma anche di qualità urbana. L’analisi è stata finalizzata ad una valutazione del complesso delle risposte fornite dall’ente pubblico rispetto al quadro dei fabbisogni, alla loro tipologia, alle relative dinamiche e distribuzione territoriale.

9.3.1. LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO I riferimenti normativi per l’analisi degli standard urbanistici sono il D.M. 1444/68 e la L.R. 35/1987. Il D.M. 1444/1968 fissa un rapporto standard/abitante pari a 18 mq/ab per gli standard di livello locale, innalzato dal Piano Urbanistico Territoriale della Penisola Sorrentino-Amalfitana a 27 mq/ab per i comuni della sub-area 3 (caso di Positano). La ripartizione degli standard da rispettare è la seguente: STANDARD DI LIVELLO LOCALE DOTAZIONE (MQ/AB) Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport 18,00 Aree per l’istruzione 4,50 Aree per parcheggi 2,50 Aree per attrezzature di interesse comune 2,00

La L.R. 9/1990, inoltre, fissa per le attrezzature religiose, nei Comuni con popolazione non superiore a 10.000 abitanti, un’estensione delle aree non inferiore a mq 5.000.

9.3.2. IL BILANCIO DEGLI STANDARD URBANISTICI Nello schema, di seguito riportato, si evi- denzia il percorso metodologico con il quale si è proceduto nelle operazioni di verifica delle aree destinate a standard urbanistici. Come si evince, la prima operazione ha in- teressato l’analisi delle risorse esistenti e delle loro caratteristiche; ciò comporta la lettura degli strumenti urbanistici vigenti, per definire la localizzazione di tutte le aree a standard previste, e il rilievo delle attrez- zature esistenti attraverso un’indagine diretta condotta con i competenti Uffici Comunali. Successivamente sono state valutate le quantità in termini di superficie complessive (mq esistenti) e di ele- menti minimi d’uso costituenti le attrezzature, infine la verifica dei rapporti esistenti a quelli previsti in base alla normativa che li disciplina.

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Sulla base delle analisi e delle indagini svolte (Tav. A.9 – Articolazione funzionale del territorio), la quota di aree per spazi pubblici è pari a mq 35.236,57 ripartita nel modo appresso indicato:

DOTAZIONI DI LIVELLO LOCALE: AREE PER ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE ID DENOMINAZIONE SUPERFICIE (MQ) 1 Municipio 1.731,14 2 Cimitero Positano 5.764,40 3 Cimitero Nocelle 372,38 4 Chiesa di Santa Maria Assunta e Torre Civica 1.599,31 5 Chiesa di Santa Caterina 153,59 6 Chiesa di San Giacomo 166,93 7 Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Montepertuso 1.566,06 8 Chiesa di Santa Margherita 194,42 9 Chiesa di Santa Croce 130,93 10 Chiesa di San Giovanni 77,08 11 Chiesa di San Matteo 67,72 12 Chiesa di Santa Maria delle Grazie 269,81 13 Chiesa di Maria S.S. del Rosario 264,71 14 Chiesa di Santa Lucia 113,77 15 Polifunzionale e info point del Parco Monti Lattari 666,12 16 Polifunzionale (ex scuola elementare) 2.219,25 17 Isola ecologica 482,37 18 Polifunzionale 435,50 19 Museo del viaggio - Pinacoteca 169,63 20 Comando Vigili Urbani 87,72 TOTALE 16.532,84

AREE PER L’ISTRUZIONE ID DENOMINAZIONE SUPERFICIE (MQ) 1 Istituto Comprensivo “Porzio” 2.174,93 2 Istituto Comprensivo “Porzio” - Montepertuso 534,26 TOTALE 2.709,19

AREE PER SPAZI PUBBLICI ATTREZZATI ID DENOMINAZIONE SUPERFICIE (MQ) 1 Impianto sportivo V. De Sica 10.547,19 2 Area attrezzata via Pasitea 259,87 3 Piazza dei racconti 1.802,74 4 Area attrezzata via Marconi 522,87 5 Area ludica Montepertuso 296,70 6 Area attrezzata Piazza Cappella 391,18 7 Area Pic Nic Montepertuso 407,87 TOTALE 14.228,42

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AREE PER PARCHEGGI ID DENOMINAZIONE SUPERFICIE (MQ) 1 Area parcheggio Montepertuso 292,38 2 Area parcheggio Nocelle 1.058,09 3 Area parcheggio Viale Pasitea 415,65 TOTALE 1.766,12

Nella tabella seguente è riportata la dotazione di standard (di livello territoriale e locale) al 2019 nell’intero territorio comunale evidenziando il grado di carenza/surplus rispetto al fabbisogno richiesto dalla normativa:

FABBISOGNO DA GRADO DI ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI PRESENTI L.R. 35/1987 CARENZA/SURPLUS DI LIVELLO LOCALE MQ MQ/AB MQ MQ/AB MQ MQ/AB Aree per attrezzature di interesse comune 16.532,84 4,29 7.708,00 2,00 8.824,84 2,29 Aree per l’istruzione 2.709,19 0,70 17.343,00 4,50 -14.633,81 -3,80 Aree per spazi pubblici attrezzati 14.228,42 3,69 69.372,00 18,00 -55.143,58 -14,31 Aree per parcheggi 1.766,12 0,46 9.635,00 2,50 -7.868,88 -2,04 TOTALE 35.236,57 9,14 104.058,00 27,00 -68.821,43 -17,86

La consistenza di standard di livello locale di Positano risulta essere gravemente deficitaria; infatti a fronte dei 27 mq/ab previsti dalla L.R. 35/1987, nel territorio si ha una dotazione di standard di 9,14 mq/ab (-17,86 mq/ab). Dai dati si evincere che nel territorio comunale risultano estremamente insoddisfacenti le superfici per gli spazi pubblici attrezzati (-14,31 mq/ab). A questi servizi possono essere sommati le aree private utilizzate per uso pubblico (standard in sede impro- pria), che assommano a: ATTREZZATURE E SERVIZI PRIVATI PRESENTI DI USO PUBBLICO MQ MQ/AB Aree per spazi pubblici attrezzati 2.206,65 0,57 Aree per parcheggi 5.063,06 1,31 TOTALE 7.269,71 1,89

La consistenza di standard di livello locale di Agerola tra standard in sede propria e sede impropria risulta quindi essere pari a 42.506,28 mq con una dotazione di 11,03 mq/ab (-15,97 mq/ab).

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10. LE INFRASTRUTTURE A RETE Il sistema delle infrastrutture a rete (Tav. A.10 – Carta delle infrastrutture a rete) è composto da tutti gli elementi strutturanti le infrastrutture di trasporto e le reti tecnologiche (servizi e sottoservizi).

10.1. LA RETE DEL TRASPORTO SU GOMMA Il territorio di Positano è attraversato dalla S.S. 163 “Amalfitana” che serve le località della costiera Amalfi- tana, ha inizio a Meta e si conclude a Vietri sul Mare con un percorso lungo circa 50 km che presenta parec- chie curve e tornanti ed è a una sola corsia, piuttosto ristretta, per ogni senso di marcia. La rete delle infrastrutture viarie allo scopo di ottenere una rappresentazione alquanto differenziata è stata classificata, nell’ambito dell’analisi svolta, in: • Rete primaria di interconnessione, formata dalla Strada Statale 163 “Amalfitana” che permette i colle- gamenti primari tra il territorio positanese ed i comuni limitrofi (Vico Equense e Praiano). Tale rete è caratterizzata da un flusso stabile, con notevoli punti di crisi per l’elevato afflusso di veicoli specie nei periodi estivi, comfort di marcia e livelli di sicurezza spesso inadeguati. • Rete di distribuzione, formata dai collegamenti primari con carattere di distribuzione, formata da strade che si diramano dalle strade primarie per servire i principali nuclei insediativi (Montepertuso e Nocelle), e l’area della Spiaggia Grande. Tali assi hanno caratteristiche operative mediocri, con comfort di mar- cia e livelli di sicurezza spesso inadeguati. • Rete locale, formata dai collegamenti aventi carattere di penetrazione. Si tratta di tutte le strade che garantiscono l’accesso ai singoli quartieri e/o isolati.

10.2. LA RETE DEL TRASPORTO MARITTIMO Oltre alla Spiaggia Grande, ci sono una banchina di riva e un pontile di ferro dove, durante la stagione turi- stica, partono gli aliscafi e le motonavi che collegano Positano con le altre località della costiera amalfitana (Amalfi, Cetara, Maiori e Minori) e sorrentina (Sorrento, Seiano e Castellamare di Stabia). Stesso discorso per Salerno e Capri, entrambe facilmente raggiungibili da aprile a fine ottobre. I collegamenti con Ischia, invece, sono assicurati soltanto durante i mesi estivi, mentre non esistono colle- gamenti diretti con Procida.

10.3. LA RETE DELLA MOBILITÀ DOLCE La rete delle infrastrutture per la mobilità dolce è costituita dai sentieri censiti dal Club Alpino Italiano (CAI) che interessano il territorio di Positano. In particolare troviamo nel territorio: • Sentiero CAI 327 “Sentiero degli Figura 35: Sentiero CAI 327 - ‘‘ Sentiero degli Dei” Dei”. Il sentiero, lungo 5,30 km e di durata di 4 ore circa (andata e ritorno), collega la Frazione Bo- merano di Agerola alla Frazione Nocelle di Positano. È stato per secoli l’unica strada che colle- gava i borghi della Costiera Amalfitana. • Sentiero CAI 329 “Sentiero Alto degli Dei”. Il sentiero, lungo 8,40

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km e di durata di 9 ore circa, collega la Frazione Bomerano di Agerola alla Frazione Montepertuso di Positano. • Sentiero CAI 329b: ‘‘Dalla Frana a Nocelle”. Il sentiero, lungo 1,98 km e di durata di 3,5 ore circa, collega il luogo della frana di crollo (che pochi anni fa si staccò dalla rupe sommitale del Monte Catello di Agerola) alla Frazione Nocelle di Positano. • Sentiero CAI 331: “Da Arienzo all’Alta Via dei Monti Lattari”. Il sentiero, lungo 5,70 km di durata di 4,5 ore circa, parte dalla località Arienzo di Positano, e precisamente da una scalinata, molto lunga e ripida, che inizia lungo la Strada Statale Costiera Amalfitana, denominata Via Arienzo, e termina al Vallone Pozzo dove si incontra la strada carrabile che conduce alla vicina Chiesa di Santa Maria del Castello. • Sentiero CAI 331a: “Da Montepertuso a Positano”. Il sentiero, lungo 1,30 km di durata di 1,5 ore circa, parte dalla località Montepertuso e, precisamente dal centro del borgo nei pressi della Chiesa della Madonna delle Grazie e termina alla località Lipariati. • Sentiero CAI 331b: “Variante per le Tese di Positano”. Il sentiero, lungo 1,30 km di durata di 1,5 ore circa, è una variante del Sentiero CAI 331 e si prende percorrendo a piedi quest’ultimo, nella parte bassa del Vallone Pozzo. • Sentiero CAI 333: “Le Tese di Positano”. Il sentiero, lungo 2,00 km di durata di 2,2 ore circa, parte dalla località Corvo di Positano e termina alla località Santa Maria del Castello (m 652) dove il percorso termina all’incrocio con l’Alta Via dei Monti Lattari. • Sentiero CAI 333a: “Dal Bivio per Montepertuso all’Alta via dei Monti Lattari”. Il sentiero, lungo 2,20 km di durata di 1,4 ore circa, parte dalla località Bivio per Montepertuso di Positano e conduce fino alla località Capo d’Acqua dove il percorso termina all’incrocio con l’Alta Via dei Monti Lattari.

10.4. RETE DEI SERVIZI E DEI SOTTOSERVIZI Con la Legge Regionale n. 15 del 02/12/2015 “Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell’Ente Idrico Campano”, la Regione Campania ha individuato un unico ambito territoriale ottimale coincidente con il territorio regionale, suddiviso in 5 Ambiti distrettuali denominati: Ambito distrettuale Napoli, Ambito distret- tuale Sarnese-Vesuviano, Ambito distrettuale Sele (in cui rientra il Comune di Positano), Ambito distrettuale Caserta, Ambito distrettuale Calore Irpino. L’EIC ha il compito di predisporre il Piano d’Ambito su scala re- gionale, affidando per ogni Ambito distrettuale la gestione del servizio idrico integrato al soggetto gestore sulla base delle indicazioni di ciascun Consiglio di distretto. Il Piano d’Ambito Regionale è in fase di predisposizione, e con Delibera del Comitato Esecutivo dell’Ente Idrico Campano nr. 45 del 19/12/2019 è avvenuta la presa d’atto del Preliminare del Piano d’Ambito Regio- nale. Dai dati del suddetto Piano emerge che l’Azienda Servizi Idrici Integrati Ausino ha in gestione i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione del Comune di Positano. La rete di distribuzione idrica ha uno sviluppo di 24,75 km ed ha una funzionalità sufficiente. La rete fognaria ha uno sviluppo di 19,29 km ed ha una funzionalità insufficiente. Nel territorio sono presenti nove serbatoi attualmente in esercizio con le seguenti caratteristiche: DENOMINAZIONE TIPOLOGIA MATERIALE NR. VASCHE CAPACITÀ (MC) Tagliata sopra Esterno Muratura 1 20 Nocelle Esterno Muratura 1 35 Cascata Seminterrato Cemento Armato 2 4.400

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DENOMINAZIONE TIPOLOGIA MATERIALE NR. VASCHE CAPACITÀ (MC) Vallepozzo Seminterrato Cemento Armato 1 90 Liviezzolo Esterno Muratura 1 65 Tagliata sotto Esterno Muratura 1 20 Chetrara Seminterrato Cemento Armato 1 150 Corvo Esterno Cemento Armato 2 313 Liparlati Esterno Cemento Armato 2 240

Sono presenti sette impianti di sollevamento con le seguenti caratteristiche: NR. POTENZA PORTATA VOLUME DENOMINAZIONE POMPE (KW) MEDIA (L/S) SOLLEVATO (MC/A) Sollevamento reflui di Positano – Marina 1 30 5,29 167.040 Sollevamento reflui di Positano – Cimitero 1 3 0,63 19.710 Sollevamento reflui di Positano – Laurito 1 (Spiaggia) 2 13 0,02 526 Sollevamento reflui di Positano – Laurito 2 (San Pietro) 1 6 0,46 14.454 Sollevamento reflui di Positano – Chetrara 2 26 1,83 57.816 Sollevamento reflui di Positano – Monticelli (Monteper- 1 11 0,03 876 tuso) Sollevamento reflui di Positano – Campo Sportivo (Mon- 1 6 0,03 911 tepertuso)

È presente un impianto di depurazione con le seguenti caratteristiche: TIPOLOGIA AC- ABITANTI EQUIVA- ABITANTI EQUIVA- DENOMINAZIONE FUNZIONALITÀ QUE TRATTATE LENTI PROGETTO LENTI TRATTATI Depuratore di Positano Insufficiente -- 4.200 12.000

Nel territorio comunale è presente un’isola ecologica alla via Marconi. Il territorio di Positano è interessato dall’elettrodotto aereo “Sorrento – Vico Equense – Agerola – Lettere” a 150kV (eserciti a 60 kV) da smantellare per lasciar posto ad un nuovo elettrodotto in semplice terna della capacità di 150 kV.

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