Novembre 2010

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Novembre 2010 novembre 2010 © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza. Indice delle Sale Sala I Il collezionismo mediceo ..........................................................................................................2 Sala II L'astronomia e il tempo ........................................................................................................12 Sale III e IV La rappresentazione del mondo...................................................................................69 Sala V La scienza del mare...............................................................................................................93 Sala VI La scienza della guerra .....................................................................................................113 Sala VII Il nuovo mondo di Galileo ...............................................................................................164 Sala VIII L’Accademia del Cimento: arte e scienza della sperimentazione..................................185 Sala IX Dopo Galileo: l’esplorazione del mondo fisico e biologico................................................236 Sala X Il collezionismo lorenese .....................................................................................................265 Sala XI Lo spettacolo della scienza.................................................................................................300 Sale XII e XIII L’insegnamento delle scienze .................................................................................342 Sala XIV L’industria degli strumenti di precisione........................................................................382 Sale XV e XVI Misurare i fenomeni naturali.................................................................................406 Sala XVII La chimica e l’utilità pubblica della scienza.................................................................456 Sala XVIII La scienza in casa.........................................................................................................489 © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza 1 Sala I Il collezionismo mediceo Filippo Camerota Protettori delle arti e patroni delle scienze, i Medici raccolsero nel tempo una straordinaria collezione di strumenti scientifici, di cui in questa sala sono esposti alcuni raffinati esemplari. Per circa due secoli la collezione fu ospitata nelle sale della Galleria degli Uffizi accanto ai capolavori dell'arte antica e moderna. Iniziata dal fondatore del Granducato di Toscana, Cosimo I de' Medici (1519-1574), la collezione fu notevolmente arricchita dai figli e successori: Francesco I (1541-1587), che incentivò soprattutto le raccolte naturalistiche e le ricerche alchemiche, e Ferdinando I (1549-1609) che raccolse un gran numero di strumenti matematici, nautici e cosmografici. Cosimo II (1590-1621) ebbe il privilegio di accogliere nella collezione i rivoluzionari strumenti di Galileo. In seguito, originalissimi termometri soffiati nelle vetrerie di Palazzo Pitti, furono costruiti per le attività dell'Accademia del Cimento fondata da Ferdinando II (1610-1670) e Leopoldo de' Medici (1617-1675). Tra gli ultimi Medici spicca il nome di Cosimo III (1642-1723) che ebbe al suo fianco il matematico Vincenzo Viviani, ultimo discepolo di Galileo. © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza 2 Sala I ‐ Il collezionismo mediceo Astrolabio [Inv. 3361] Collocazione: Sala I Costruttore: Egnazio Danti o Giovanni Battista Giusti [attr.] Luogo: Firenze Data: sec. XVI Materiali: ottone, legno Dimensioni: diametro 840 mm, altezza 860 mm Inventario: 3361 Astrolabio costituito da un solo timpano per la latitudine di 43°40' (corrispondente a Firenze). È collocato su un tavolino ottagonale inclinabile ed è completo di rete e alidada. Intorno al planisfero si trova il calendario con i nomi dei mesi, il quadrato delle ombre, segnato su un arco in posizione eccentrica, il cerchio dello Zodiaco, una scala ticonica per la divisione dei gradi in 12 parti, la rosa dei venti e la scala dei gradi. Originariamente attribuito a Egnazio Danti, viene oggi da G.L'E Turner considerato, per i punzoni e per le caratteristiche delle incisioni, opera della bottega fiorentina dalla quale sono usciti gli strumenti firmati da Giovanni Battista Giusti. Lo strumento era custodito nella Galleria degli Uffizi e lo stesso Galileo ne fece uso per i calcoli astronomici. Per questa ragione viene definito astrolabio di Galileo. Cannocchiale binoculare [Inv. 2563] Collocazione: Sala I Costruttore: Chérubin d'Orléans Luogo: Fattura francese Data: ca. 1675 Materiali: legno, pelle, pelle zigrinata Dimensioni: lunghezza c. 1050 mm Inventario: 2563 Lo strumento è costituito da quattro sezioni rettangolari che contengono due piccoli cannocchiali: le lenti oculari si trovano nell'estremità più larga, le lenti obiettive in quella più stretta. Tutte le sezioni sono di legno; all'interno sono verniciate di nero; all'esterno, la sezione più larga è coperta di pelle zigrinata nera, le altre sono rivestite di pelle verde con fregi dorati e con al centro lo stemma della famiglia de' Medici. Negli angoli si trova l'immagine di un cherubino, firma simbolica dell'artefice. I due tubi interni, di pergamena, sono oggi in qualche parte incompleti. L'oculare composto è formato di tre lenti. Questo cannocchiale binoculare è © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza 3 Sala I ‐ Il collezionismo mediceo descritto per la prima volta nell'opera del Padre Cappuccino Chérubin d'Orléans, La dioptrique oculaire [La diottrica oculare], pubblicata nel 1671 a Parigi. La presenza dello stemma mediceo indica che lo stesso Chérubin costruì lo strumento per Cosimo III de' Medici, probabilmente negli anni Settanta del Seicento. Questo strumento può ingrandire gli oggetti di 15 volte. Cifrario [Inv. 1312] Collocazione: Sala I Costruttore: sconosciuto Luogo: Fattura italiana Data: sec. XVII Materiali: ottone Dimensioni: diametro 100 mm Inventario: 1312 Cifrario costituito da due dischi di diverso diametro sovrapposti l'uno all'altro. I dischi sono contrassegnati ciascuno da tre facce concentriche divise in ventiquattro caselle con le lettere dell'alfabeto. Il disco maggiore, fisso, è munito di anello di sospensione, mentre quello minore, girevole, presenta un piccolo indice sul bordo esterno. Al centro è imperniato un ostensore che può ruotare su entrambi i dischi. Lo strumento consentiva di elaborare linguaggi in codice attraverso la sostituzione concordata delle lettere dell'alfabeto indicate dall'ostensore e dall'indice del disco minore. Proviene dal lascito di Vincenzo Viviani. Corso del Danubio [Inv. 3715] Collocazione: Sala I Autore: Carlo Giovanni Gibertoni Data: 1694 Materiali: scagliola Dimensioni: 1465x793 mm Inventario: 3715 La tavola a scagliola riporta in basso a sinistra, in lingua francese, la dedica del suo autore, Carlo Giovanni Gibertoni, al Gran Principe Ferdinando de' Medici, figlio di Cosimo III. Su sfondo bianco, essa rappresenta il corso del fiume Danubio, riportando una descrizione assai dettagliata (città, affluenti, caratteristiche fisiche, ecc.) dei territori in cui esso scorre. Vi sono delineate la costa adriatica dell'Italia, il golfo di Venezia e parte della costa dalmata. © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza 4 Sala I ‐ Il collezionismo mediceo Gioco ottico [Inv. 3196] Collocazione: Sala I Ideatore: Jean-François Niceron Costruttore: Jean-François Niceron Data: 1642 Materiali: legno Dimensioni: 700x430x530 mm Inventario: 3196 Si tratta di un gioco ottico ideato e costruito da Jean-François Niceron. L'apparecchio è costituito da un quadro ad olio, su tavola di legno, fissato verticalmente ad una seconda tavola orizzontale, recante un sostegno di legno. Il quadro raffigura una serie di teste di turco, fra le quali si osserva un trofeo di bandiere. Sul sostegno si trovava originariamente un tubo contenente una lente poliedrica ed un diaframma (il tubo è andato perduto nel corso dell'alluvione del 1966). Se il quadro veniva osservato attraverso il tubo, appariva il ritratto di Ferdinando II de' Medici. Tale ritratto consisteva infatti di frammenti separati che, grazie alle rifrazioni multiple prodotte dalla lente poliedrica, venivano ricomposti. Sfruttando le rifrazioni di una lente prismatica, questo gioco ottico produce un effetto analogo alle anamorfosi. Sulla tavola orizzontale si trova una scritta laudativa di Ferdinando II parzialmente cancellata. Gioco ottico [Inv. 3197] Collocazione: Sala I Autore: Ludovico Buti Luogo: Fattura italiana Data: 1593 Materiali: legno, vetro Dimensioni: 815x500x1120 mm Inventario: 3197 In un telaio di legno è imperniata una tavola sulla quale sono fissate stecche triangolari di legno. Se la tavola viene guardata dall'alto verso il basso in avanti, sulla serie delle facce visibili delle stecche dipinte appare il ritratto di Carlo III duca di Lorena; se, tramite lo specchio posto di fronte, viene osservata dalla parte opposta, la tavola mostra allora il ritratto della Granduchessa Cristina di Lorena, figlia di Carlo III e moglie di Ferdinando I de' Medici. Un apparecchio del tutto simile a questo realizzato dal fiorentino Ludovico Buti è descritto da Egnazio Danti nel suo commento a Le due regole della prospettiva (Roma, 1583) di Jacopo Barozzi da Vignola e, successivamente, da Jean-François Niceron. © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza 5 Sala I ‐ Il collezionismo mediceo La perspectiue curieuse…, Jean François Niceron (facsimile) [Firenze, Museo Galileo,
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