Atti Del Convegno “Quale Declino? Politiche Della Richerca Nell’Italia Unita”

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Atti Del Convegno “Quale Declino? Politiche Della Richerca Nell’Italia Unita” ATTI DEL CONVEGNO “QUALE DECLINO? POLITICHE DELLA RICHERCA NELL’ITALIA UNITA” Roma – Accademia Nazionale dei Lincei 9-10 giugno 2011 www.fondazioneruberti.it 1 INDICE Paolo Galluzzi Introduzione 4 Silvano Montaldo Scienze e potere politico nell’Italia liberale 6 Raffaella Simili Nazionalismo e internazionalismo fuori dall’Università. L’Accademia dei Lincei e il Consiglio Nazionale delle Ricerche 16 Sandra Linguerri Le politiche della scienza nell’organizzazione della ricerche extrauniversitaria: Società, istituzioni ministeriali, organizzazione nazionale e internazionale 23 Roberto Maiocchi Scienze e politica sotto il fascismo 36 Emanuele Bernardi La sperimentazione agraria tra fascismo e dopoguerra 47 Alessio Gagliardi Scienza, industria e autarchia 56 Giovanni Favero La ricerca demografica e statistica tra università, enti pubblici e finanziamenti privati: il percorso di Corrado Gini 68 www.fondazioneruberti.it 2 Mauo Capocci Domenico Marotta e l’industria farmaceutica in Italia 86 Francesco Cassata A Cold Spring Harbor in Europe. ∗ Adriano Buzzati-Traverso, il LIGB e la cooperazione scientifica internazionale ∗∗ 96 Luigi Cerruti Università, industria, Stato. La chimica italiana dalla Ricostruzione ai progetti finalizzati 141 Mario Bolognani Il passo del gambero dell’informatica italiana 166 Giovanni Paoloni Energia e sviluppo: politica e ricerca prima e dopo il miracolo economico 174 Angelo Guerraggio Ricerche scientifiche ai partiti politici 188 www.fondazioneruberti.it 3 Paolo Galluzzi Introduzione Ho avuto il privilegio di incontrare Antonio Ruberti all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, quando era Rettore della Sapienza, un incarico che aveva tenuto per lunghi anni con universale apprezzamento. L’occasione dell’incontro fu provocata dal comune amico Tullio Gregory che accompagnò Ruberti a Firenze in visita al Museo Galileo. Mi colpì in maniera particolare non solo il suo vivo interesse per le collezioni del Museo e per le ricerche e le pubblicazioni sulla storia della scienza dell’istituzione fiorentina ma, soprattutto, la sua appassionata rivendicazione della dimensione culturale della ricerca scientifica. Mi parve che Ruberti condividesse, in particolare, il ragionamento col quale sottolineavo che la dimensione culturale dell’impresa scientifica emerge con palmare evidenza dallo studio critico dell’evoluzione storica della scienze e delle tecniche. Convenimmo che la separazione della scienza dalla cultura – un fenomeno purtroppo largamente presente nell’Italia contemporanea – rappresentava una delle cause principali non solo del distacco, soprattutto dei giovani (cominciavano a manifestarsi allora i primi sintomi della cosiddetta “crisi delle vocazioni scientifiche”), dagli studi di scienza e tecnologia, ma anche dell’impoverimento e isterilimento dello stesso concetto di cultura. Dopo quell’incontro i contatti si intensificarono. Divenuto ministro, Ruberti mi invitò a collaborare alle iniziative che veniva coraggiosamente assumendo per promuovere la più incisiva diffusione di quella che non casualmente definiva “cultura scientifica”, un progetto che si fondava sulla convinzione della necessità di abbattere gli steccati eretti per separare rigidamente gli studi di scienze e tecnologia dagli studi umanistici. In pochi anni la lucidità, l’energia e la determinazione di Ruberti alimentarono la speranza che fosse possibile avviare un processo di profondo rinnovamento culturale e istituzionale: il progetto di riforma dell’Università e degli Enti di Ricerca, con al centro l’idea nuova dell’autonomia, intesa non come libertà di fare quello che si vuole, ma come assunzione piena di responsabilità; i successi ottenuti nel rivendicare la necessità di incrementare l’investimento del Paese nella ricerca; l’idea, www.fondazioneruberti.it 4 fortemente sottolineata, della necessità che parte cospicua dell’investimento pubblico fosse destinata al sostegno della ricerca di base, dato che solo dallo sviluppo delle conoscenze fondamentali può derivare l’aumento di competitività dei settori produttivi; l’affermazione della necessità di garantire un governo unitario dei processi di formazione, ponendo sotto la medesima responsabilità politica Università e Scuola. Idee pilota, fondate su un’analisi lucidissima della realtà, non solo di quella italiana, dato che le trasferì con successo come obbiettivi strategici prioritari nella sua incisiva azione di Commissario Europeo della Ricerca. Le speranze di rinnovamento che aveva generato col suo impegno appassionato sfumarono progressivamente, prima, con il mancato rinnovo del suo incarico ministeriale e, poi, più drammaticamente, con la sua scomparsa. Le prospettive di riforma e rivitalizzazione dell’Università e del Sistema Ricerca, così come l’energico rilancio delle iniziative per la diffusione della cultura scientifica sono venute progressivamente sfumando, con la conseguenza che è tornato a manifestarsi, sempre più impetuoso, quel processo degenerativo del quale siamo oggi testimoni. Il convegno sulla politica della scienza in Italia, dopo l’Unità, organizzato dalla Fondazione Ruberti si propone di rispondere ad alcuni degli interrogativi più pressanti ai quali Antonio Ruberti avvertiva il bisogno di trovare risposta. Attraverso quali processi è venuto imponendosi nel nostro Paese una divaricazione sempre più netta tra scienza e cultura? E quali sono stati i motori che hanno contribuito all’eliminazione della scienza e della tecnica dalla politica e della politica dalla scienza e dalla tecnica? www.fondazioneruberti.it 5 Silvano Montaldo Scienze e potere politico nell’Italia liberale Per affrontare il tema che mi è stato assegnato occorrono alcune riflessioni preliminari: innanzitutto dobbiamo stabilire quale significato dare al termine “scienze”: se tra le scienze includiamo l'economia politica il quadro del rapporto tra scienza e potere cambia radicalmente poiché l'economia politica fu tenuta in grande considerazione dalla classe dirigente dell’Italia liberale; viceversa, se per scienze intendiamo solo le scienze “esatte”, o le scienze della natura, allora tutta la questione deve essere posta sotto una luce diversa. Anche il secondo termine, il potere, deve essere meglio definito: c'è il potere politico, c'è però anche il potere dell'opinione pubblica che all’epoca aveva ormai un ruolo considerevole e con la quale gli scienziati intrattennero un rapporto significativo, come vedremo; e c’è un potere dei militari solo formalmente sottoposto al controllo delle istituzioni rappresentative potere politico e che, invece, nell'Italia liberale era in gran parte svincolato dal controllo parlamentare e legato a filo doppio con la monarchia e la corte. Per provare a dipanare questa matassa è necessario fare anche un passo indietro, nella convinzione che quello che successe prima e durante la formazione dell'Italia liberale condizionò l'atteggiamento che gli scienziati avranno durante l'Italia liberale nei confronti del potere politico. Il 23 ottobre 1831 un giovane e sconosciuto ventenne, Camillo Cavour, scrivendo allo zio a Ginevra commentava la rivoluzione di luglio che in Francia aveva posto fine alla monarchia borbonica e le conseguenze che questi eventi avevano avuto in Europa e nel Regno di Sardegna: “la scossa che ha rovesciato il più grande sovrano d'Europa ha reso vacillante il trono di tutti gli altri monarchi tanto che la maggior parte di essi ha ritenuto di dover raddoppiare la vigilanza per reprimere gli animi infiammabili, condotta che si può perdonare a persone che non sanno che la forza elastica del gas cresce proporzionalmente alla pressione che sopporta. Il nostro governo, che probabilmente non conosce la fisica, ha preso severe misure soprattutto a Genova la città si è riempita di spie”. L'uso dell'immagine retorica tratta dal linguaggio scientifico, l'adozione di termini tecnici non è un fatto casuale in Cavour, per il quale gli unici studi regolari furono quelli compiuti all'Accademia militare di Torino, dalla quale uscì come ufficiale del Genio. In secondo luogo, per Cavour il rapporto con il www.fondazioneruberti.it 6 pensiero scientifico moderno era anche una questione di famiglia, nel senso che lui era cugino di due chimici, Charles e Auguste De la Rive, che erano studiosi di valore e soprattutto con Auguste, suo coetaneo, Cavour ebbe una corrispondenza che durò per tutta la vita. Questa formazione culturale improntata anche al metodo e alle conoscenze della scienza moderna caratterizzò l'azione di Cavour, che come imprenditore applicò le conoscenze economiche e metodi scientifici all’attività agricola e si impegnò anche nell'industria chimica dei fertilizzanti; e come politico fece numerosi riferimenti al pensiero scientifico, sviluppando uno stile oratorio molto diverso da quello dei suoi colleghi deputati, che ebbero quasi tutti una formazione giuridica. Verrebbe da dire che la scienza influenzò il suo modo di pensare la politica. Gli esempi potrebbero essere molti: nel 1848, nel corso della discussione sui caratteri che avrebbe dovuto assumere la costituzione piemontese, il giornalista Cavour scrive: “Reputiamo indispensabile il dividere il potere legislativo fra due assemblee nell’una delle quali l’elemento popolare, la forza motrice, predomini mentre nell’altra l’elemento conservatore eserciti una larga influenza. Respingendo l’idea dell’equilibrio, vogliamo costituire la gran macchina politica in modo che l’impulso acceleratore sia coordinato con la forza moderatrice. Vogliamo accanto alla molla che spinge, il pendolo che regola e rende il modo uniforme”.
Recommended publications
  • WHERE WAS MEAN SOLAR TIME FIRST ADOPTED? Simone Bianchi INAF-Osservatorio Astrofisico Di Arcetri, Largo E. Fermi, 5, 50125, Flor
    WHERE WAS MEAN SOLAR TIME FIRST ADOPTED? Simone Bianchi INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Largo E. Fermi, 5, 50125, Florence, Italy [email protected] Abstract: It is usually stated in the literature that Geneva was the first city to adopt mean solar time, in 1780, followed by London (or the whole of England) in 1792, Berlin in 1810 and Paris in 1816. In this short paper I will partially revise this statement, using primary references when available, and provide dates for a few other European cities. Although no exact date was found for the first public use of mean time, the primacy seems to belong to England, followed by Geneva in 1778–1779 (for horologists), Berlin in 1810, Geneva in 1821 (for public clocks), Vienna in 1823, Paris in 1826, Rome in 1847, Turin in 1849, and Milan, Bologna and Florence in 1860. Keywords: mean solar time 1 INTRODUCTION The inclination of the Earth’s axis with respect to the orbital plane and its non-uniform revolution around the Sun are reflected in the irregularity of the length of the day, when measured from two consecutive passages of the Sun on the meridian. Though known since ancient times, the uneven length of true solar days became of practical interest only after Christiaan Huygens (1629 –1695) invented the high-accuracy pendulum clock in the 1650s. For proper registration of regularly-paced clocks, it then became necessary to convert true solar time into mean solar time, obtained from the position of a fictitious mean Sun; mean solar days all having the same duration over the course of the year.
    [Show full text]
  • 13 Astronomical Molecular Spectroscopy Timothy W
    j377 13 Astronomical Molecular Spectroscopy Timothy W. Schmidt 13.1 The Giants Shoulders Stargazing, in its most primitive form, has entertained our species for hundreds of thousands of years. The ancients used knowledge of the positions of fixed stars as navigational aids and also recognized wandering stars (planets), comets, and novae. The astrolabe, an instrument for fixing the positions of stars, was invented in Greece some 2200 years ago. In medieval times, the positions of stars were of great importance to the Islamic world to indicate the correct times for prayer and the direction of Mecca, and the astrolabe was an important tool. Indeed, one of the 1) greatest observational astronomers, Tycho Brahe, performed his measurements without a telescope. He used a great mural quadrant, whereby stars were sighted through a slot in a wall with a tool attached to a 90 arc. Accurate measurements of the positions of stars and planets were made in this way, and they remained the most accurate until the introduction of well-built telescopes. Brahe died in 1601, passing 2) his legacy to Johannes Kepler, who had joined him as an assistant only a year before. Kepler continued to work with Brahes observations for a decade, during which he developed the laws of planetary motion for which he is most famous, and advanced 3) theories on geometric optics. Kepler was a contemporary of Galileo, who is credited with the development and improvement of the refractive telescope. Galileo observed the four largest moons of Jupiter and described the phases of Venus as being similar 4) to the Earths moon.
    [Show full text]
  • Testo Completo
    Università degli Studi di Ferrara DOTTORATO DI RICERCA IN "MATEMATICA E INFORMATICA" CICLO XXVI COORDINATORE Prof. Mella Massimiliano L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEGLI STUDI MATEMATICI IN ITALIA A METÀ OTTOCENTO Settore Scientifico Disciplinare MAT / 04 Dottorando Tutore Dott. Nagliati Iolanda Prof. Borgato Maria Teresa ________________________ ___________________________ (firma) (firma) Anni 2011/2013 1 1 L’internazionalizzazione degli studi matematici in Italia a metà Ottocento Introduction p. 3 Introduzione 17 L’internazionalizzazione degli studi 21 I rapporti di Betti con studiosi stranieri: temi delle lettere Corrispondenti stranieri di Brioschi Corrispondenti stranieri di Tardy La situazione degli esuli: Mossotti da Corfù a Pisa 43 Il ritorno dall’esilio I primi anni dell’attività a Pisa e i rapporti con Betti Vicende politiche, organizzazione degli studi e della ricerca nella corrispondenza tra Brioschi e Tardy 59 L’organizzazione degli studi superiori Gli “Annali” Le equazioni algebriche di quinto grado 73 La teoria degli invarianti 81 Ricerche sui differenziali ad indice fratto 99 Le riviste scientifiche toscane nell’Ottocento 109 Documenti: Lettere di Giorgini a Mossotti 127 Lettere di Mossotti a Tardy 135 Lettere di Mossotti a Betti 139 Carteggio Brioschi-Tardy 191 Lettere a Betti di studiosi stranieri 285 Lettere a Tardy di studiosi stranieri 342 Lettere a Brioschi di studiosi stranieri 369 Bibliografia 371 1 2 Introduction The past few decades have seen several studies carried out by historians of mathematics on mathematics in the post unification period in Italy, further interest being recently stimulated by the celebration of 150 years since the Unification of Italy; this moment brought about a period of renewal of structures and infrastructures suitable for the new state, a sort of modernisation of the economy, which, at the same time, required a new institutional organisation on a national level for the scientific community, to carry on the work already started in the previous decades by single states, like Piedmont and the Grand Duchy of Tuscany.
    [Show full text]
  • 1 the Founding of Arcetri Observatory in Florence
    THE FOUNDING OF ARCETRI OBSERVATORY IN FLORENCE Simone Bianchi INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Largo E. Fermi, 5, 50125, Florence, Italy [email protected] Abstract: The first idea of establishing a public astronomical observatory in Florence, Capital of the Grand Duchy of Tuscany, dates to the mid of the 18th century. Initially, the use of a low building on a high ground was proposed, and the hill of Arcetri suggested as a proper location. At the end of the century, the Florence Observatory - or Specola - was built instead on a tower at the same level as the city’s centre. As soon as astronomers started to use this observatory, they recognized all its flaws and struggled to search for a better location. Giovanni Battista Donati, director of the Specola of Florence from the eve of the Italian Unification in 1859, finally succeeded in creating a new observatory: first, he obtained funds from the Parliament of the Kingdom of Italy to build an equatorial mount for the Amici 28-cm refractor, which could not be installed conveniently in the tower of the Specola; then, he went through the process of selecting a proper site, seeking funds and finally building Arcetri Observatory. Although Donati was a pioneer of spectroscopy and astrophysics, his intent was to establish a modern observatory for classical astronomy, as the Italian peninsula did not have a national observatory like those located in many foreign capitals – Florence was the capital of the Kingdom of Italy from 1865 to 1871. To promote the project, Donati made use of writings by one of the most authoritative European astronomers, Otto Wilhelm Struve.
    [Show full text]
  • Jjmonl 1606.Pmd
    alactic Observer GJohn J. McCarthy Observatory Volume 9, No. 6 June 2016 Dead End? Conventional wisdom has long held that galaxies regenerate from the gas and debris of their own dead stars. Find out why that isn't always true - inside, page 15 http://www.mccarthyobservatory.org June 2016 • 1 The John J. McCarthy Observatory Galactic Observvvererer New Milford High School Editorial Committee 388 Danbury Road Managing Editor New Milford, CT 06776 Bill Cloutier Phone/Voice: (860) 210-4117 Production & Design Phone/Fax: (860) 354-1595 www.mccarthyobservatory.org Allan Ostergren Website Development JJMO Staff Marc Polansky It is through their efforts that the McCarthy Observatory Technical Support has established itself as a significant educational and Bob Lambert recreational resource within the western Connecticut Dr. Parker Moreland community. Steve Barone Jim Johnstone Colin Campbell Carly KleinStern Dennis Cartolano Bob Lambert Mike Chiarella Roger Moore Route Jeff Chodak Parker Moreland, PhD Bill Cloutier Allan Ostergren Cecilia Dietrich Marc Polansky Dirk Feather Joe Privitera Randy Fender Monty Robson Randy Finden Don Ross John Gebauer Gene Schilling Elaine Green Katie Shusdock Tina Hartzell Paul Woodell Tom Heydenburg Amy Ziffer In This Issue OUT THE WINDOW ON YOUR LEFT .................................... 4 ASTRONOMICAL AND HISTORICAL EVENTS ......................... 12 SURVEYOR 1 LANDING SITE .............................................. 4 COMMONLY USED TERMS ............................................... 14 2016 MERCURY TRANSIT
    [Show full text]
  • The Worldwide Impact of Donati's Comet on Art and Society in the Mid
    The Rˆole of Astronomy in Society and Culture Proceedings IAU Symposium No. 260, 2011 c 2011 International Astronomical Union D. Valls-Gabaud & A. Boksenberg, eds. DOI: 00.0000/X000000000000000X The worldwide impact of Donati’s comet on art and society in the mid-19th century Antonella Gasperini1, Daniele Galli1 and Laura Nenzi2 1 INAF–Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Firenze, Italy email: gasperi,[email protected] 2 University of Tennessee, Knoxville, USA email: [email protected] Abstract. Donati’s comet was one of the most impressive astronomical events of the nineteenth century. Its extended sword-like tail was a spectacular sight that inspired several literary and artistic representations. Traces of Donati’s comet are found in popular magazines, children’s books, collection cards, and household objects through the beginning of the twentieth century. Keywords. Donati’s comet, 19th century literature and art 1. Introduction Donati’s comet was discovered in Florence on June 2, 1858. It became visible to the naked eye in the northern and southern hemispheres between September 1858 and March 1859. Its gracefully curved tail, which extended almost 40 degrees in the southwestern sky, made a great visual impact and inspired several pictorial (paintings, watercolours, sketches) and poetic (lyrical and satirical) representations, especially in Great Britain and France. In the Eastern world, the influence of Donati’s comet on contemporary society is particularly significant in Siam and Japan. This contribution outlines the relations and interconnections between a scientific discovery, the artistic movements of the period, and the different social environments in a worldwide context. 2. The discoverer, Giovanni Battista Donati Giovanni Battista Donati was born in Pisa in 1826 and studied physics and mathemat- ics at the local University under the guidance of O.
    [Show full text]
  • Introduction
    Cambridge University Press 978-1-107-00229-6 - Unravelling Starlight: William and Margaret Huggins and the Rise of the New Astronomy Barbara J. Becker Excerpt More information 1 Introduction where in the murky depths of mind do idea-seeds sleep? what seasons do they know that make them wont to wake and grow in spasms – madly now, dormant then – entangling all within their ken: synaptic vines to clamber to the very stars. My interest in the life and work of English astronomer William Huggins (1824–1910) began over twenty years ago in a graduate seminar on conceptual transfer within and among specialised scientific communities. The exchange of cultural baggage is a subtle dynamic that practitioners, particularly those working in long-established disciplines, usually take care to shield from public view. Our little group spent the semester analysing the far more transparent machinery of newer, still-developing hybrid disciplines like geophysics, bio- chemistry and astrobiology. The topic meshed well with my own research interests at the time. I wanted to learn more about how the boundaries of scientific disciplines are established, policed and altered: What are the rules members must follow in investigating the natural world? What questions are deemed appropriate to ask? What do good answers to such questions look like and how can they be recognised? What constitutes an acceptable way of finding those answers? Who is allowed to participate in the search? Who says? How better to find answers to these questions than to watch a scientific discipline during a period of change? I chose to explore the origins of astrophysics, a mature hybrid science that blends the methods, instruments and theories of chemistry and physics, as well as those of both mathematical and descriptive astronomy.
    [Show full text]
  • Cosmic Meteorology
    Cosmic meteorology Article Accepted Version Lockwood, M. ORCID: https://orcid.org/0000-0002-7397-2172 and Owens, M. ORCID: https://orcid.org/0000-0003-2061-2453 (2021) Cosmic meteorology. Astronomy & Geophysics, 62 (3). 3.12-3.19. ISSN 1366-8781 doi: https://doi.org/10.1093/astrogeo/atab065 Available at http://centaur.reading.ac.uk/98978/ It is advisable to refer to the publisher’s version if you intend to cite from the work. See Guidance on citing . Published version at: http://dx.doi.org/10.1093/astrogeo/atab065 To link to this article DOI: http://dx.doi.org/10.1093/astrogeo/atab065 Publisher: Oxford University Press All outputs in CentAUR are protected by Intellectual Property Rights law, including copyright law. Copyright and IPR is retained by the creators or other copyright holders. Terms and conditions for use of this material are defined in the End User Agreement . www.reading.ac.uk/centaur CentAUR Central Archive at the University of Reading Reading’s research outputs online gy Author-produced pre-print of paper published at: Lockwood, M. & M.J. Owens Cosmic Meteorology Astron. and Geophys., 62 (3), pp.3.12–3.19 (2021) doi: 10.1093/astrogeo/atab065 Cover Image: An engraving by William Henry Wesley of the total solar eclipse of 18 July 1860, published in Memoirs of the RAS in 1879. This engraving was based on observations by Ernst Wilhelm Leberecht Tempel; others recording the same event also saw the unusual curved structure. See page 3.12 to find out more about how such historical observations have a place in today's space weather research.
    [Show full text]
  • Biographical Note
    Biographical note 1786 Giovanni Battista Amici was born in Modena on 25 March to Giuseppe Amici Grossi and Maria Dallocca. 1806 He married Teresa Tamanini, with whom he had three children, Vincenzo (1807), Elena (1808) and Valentino (1810). 1808 He graduated as an Architectural Engineer at the University of Bologna. 1811-1825 Professor of Mathematics (Geometry, Algebra and Plane Trigonometry) at the Liceo, where university subjects were taught, and then at the University of Modena. 1811 One of Amici’s reflecting telescopes, judged by the astronomers of Brera to be the equal of the Herschelian telescope in possession of their Observatory, was awarded the gold medal during the National Exposition. In November he supplied a second telescope of 17 Paris foot focal length and 11 inch aperture to Brera. This was the largest reflector ever built in Italy. 1812 He devised his catadioptric microscope as an inverted application of a Newtonian telescope. According to John Quekett, a new and most important era in microscopic science had commenced in England with the improvement in the reflecting microscope constructed by Amici in 1815. Between 1812 and 1813 his workshop produced various reflecting telescopes and a new double-image micrometer. 1814 He presented his paper Descrizione di un nuovo micrometro < Description of a new micrometer > (“Memorie di Matematica e di Fisica della Società Italiana delle Scienze”, Tomo XVII-1816). 1817 He made his first long journey, which took him to Naples via Bologna, Florence and Rome. His camera lucida enjoyed enormous success. 1818 He presented his paper De’ microscopj catadiottrici (On Catadioptric Microscopes) to the Società Italiana delle Scienze and his first discoveries about the circulation of sap in plants, Osservazioni sulla circolazione del succhio nella Chara (both in “Memorie di Matematica e di Fisica”, XVIII-1820).
    [Show full text]
  • Astronomia E Fisica a Firenze. Dalla Specola Ad Arcetri
    I LIBRI DE «IL COLLE DI GALILEO» – 5 – I LIBRI DE «IL COLLE DI GALILEO» – 5 – Direttore Roberto Casalbuoni (Università di Firenze) Comitato Scientifico Oscar Adriani (Università di Firenze; Sezione INFN Firenze, Direttore) Francesco Cataliotti (Università di Firenze) Guido Chelazzi (Università di Firenze; Museo di Storia Naturale, Presidente) Stefania De Curtis (INFN) Paolo De Natale (Istituto Nazionale di Ottica, Direttore) Daniele Dominici (Università di Firenze) Pier Andrea Mandò (Università di Firenze) Filippo Mannucci (INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri, Direttore) Giuseppe Pelosi (Università di Firenze) Giacomo Poggi (Università di Firenze) Astronomia e Fisica a Firenze Dalla Specola ad Arcetri a cura di Fausto Barbagli, Simone Bianchi, Roberto Casalbuoni, Daniele Dominici, Massimo Mazzoni, Giuseppe Pelosi Firenze University Press 2017 Astronomia e Fisica a Firenze : dalla Specola ad Arcetri / a cura di Fausto Barbagli, Simone Bianchi, Roberto Casalbuoni, Daniele Dominici, Massimo Mazzoni, Giuseppe Pelosi. – Firenze : Firenze University Press, 2017. (I libri de «Il Colle di Galileo» ; 5) http://digital.casalini.it/9788864534640 ISBN 978-88-6453-463-3 (print) ISBN 978-88-6453-464-0 (online) Catalogo della Mostra Astronomia e Fisica a Firenze, tenuta a Firenze presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze (dicembre 2016-marzo 2017) Curatori della Mostra Fausto Barbagli, Università di Firenze Simone Bianchi, INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri Roberto Casalbuoni, Università di Firenze Daniele Dominici, Università di Firenze Massimo Mazzoni, Università di Firenze Giuseppe Pelosi, Università di Firenze Le foto di prima e di quarta di copertina sono di Saulo Bambi e riproducono il pavimento e il soffitto della Tribuna di Galileo. Nella Sezione VI, le foto 1-6 sono di Roberto Baglioni, le foto 9-12 sono di Piero Mazzinghi.
    [Show full text]
  • Novembre 2010
    novembre 2010 © Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza. Indice delle Sale Sala I Il collezionismo mediceo ..........................................................................................................2 Sala II L'astronomia e il tempo ........................................................................................................12 Sale III e IV La rappresentazione del mondo...................................................................................69 Sala V La scienza del mare...............................................................................................................93 Sala VI La scienza della guerra .....................................................................................................113 Sala VII Il nuovo mondo di Galileo ...............................................................................................164 Sala VIII L’Accademia del Cimento: arte e scienza della sperimentazione..................................185 Sala IX Dopo Galileo: l’esplorazione del mondo fisico e biologico................................................236 Sala X Il collezionismo lorenese .....................................................................................................265 Sala XI Lo spettacolo della scienza.................................................................................................300 Sale XII e XIII L’insegnamento delle scienze .................................................................................342 Sala XIV L’industria
    [Show full text]
  • Abstracts Sisfa 2014
    XXXIV Congresso Nazionale SISFA Firenze, 10-13 Settembre 2014 Museo Galileo Fondazione Scienza e Tecnica Museo di Storia Naturale Sezione ‘La Specola’ XXXIV Congresso Nazionale SISFA – Firenze 2014 PROGRAMMA 10 Settembre 2014 – Mercoledì 15:00-18:00 Gabinetto Vieusseux, - Palazzo Strozzi, Sala Ferri 15:00- Registrazione dei partecipanti Apertura del Congresso 15:30 Saluti delle Istituzioni ospitanti Relazioni ad invito 16:00 Thomas B. Settle A reflection on the shift in views of material nature from those of Medieval natural philosophy to the materialist/mechanistic ones of early modern science 16:45 Michele Camerota Galileo e la scienza del moto: tra dinamica e cinematica 17:30 Lucio Fregonese Presentazione del database consultabile degli articoli SISFA 18:00 fine della sessione 11 Settembre 2014 – Giovedì 9:00-13:20 Museo Galileo Relazione ad invito 9:00 Giorgio Strano Un nuovo approccio allo studio dei dati degli astrolabi medioevali Comunicazioni (15 min. + 5 min. discussione) 9:40 Angelo Baracca La storia della fisica a Cuba Tra '800 e '900: i contributi della fisica moderna 10:00 Stefano Bordoni J.J. Thomson’s Lagrangian thermodynamics 10:20 Antonino Drago On the historical accounts of statistical mechanics 10:40 Emilio Marco Pellegrino & Elena Ghibaudi Entropy from Clausius to Kolmogorov: historical evolution of an open concept Coffee break 11:20 Christian Bracco The Milanese period of Albert Einstein Prospettive diverse nella scienza del '900 11:40 Giovanni Macchia A public debate in England in the thirties on Universe's expansion
    [Show full text]