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SFE 32 a GUIDA ALLE RI OPERE STE RIO 2016

MUSICULTURA

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Macerata Via Morbiducci 5 T. 0733 262212 www.moretticomunicazione.com SFE RI STE RIO 2016 6 CARTELLONE 4 8 CALENDARIO eventi 11 MUSICULTURA SOM MA 19 «È finito! Salute a noi… e anche a lui!» 22 OTELLO the plot - handlung RIO 25 OTELLO

35 Romantiche classicità 39 NORMA the plot - handlung 41 NORMA

49 Lo volevano senza “pira” ma Verdi disse no! 52 IL TROVATORE the plot - handlung 55 IL TROVATORE

Copertina: Cristina Vincenzi Testi: Euro Moretti - Anna Moretti - Gabriele Cesaretti Stampa: Tipografia S. Giuseppe Srl - Pollenza (MC) Editore: Anna Moretti - Macerata

COMUNICAZIONE PIANIFICAZIONE BUDGET PUBBLICITARIO GESTORE SPAZI PUBBLICITARI STAMPA EDITORIA

Sede: MACERATA | Via Morbiducci, 5 | Tel. e Fax 0733.262212 Mob. 335.7011452 www.moretticomunicazione.com | [email protected] amate giocare con l’acqua ?

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23 - 29 Luglio, 7 Agosto, ore 21,00 NORMA di Vincenzo Bellini Direzione Massimo Zanetti Regia Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi Scene Federica Parolini Costumi Daniela Cernigliaro Luci Luigi Biondi

31 Luglio, 6 - 12 Agosto, ore 21,00 IL TROVATORE di Giuseppe Verdi Direzione Daniel Oren Francesco Ivan Ciampa (6 agosto) Regia Francisco Negrin Scene e costumi Louis Dèsirè Luci Bruno Poet

4 Agosto NOTTE DELL’OPERA

Fondazione Regionale delle Marche Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”

L’editore declina ogni responsabilità in merito ai programmi pubblicati in quanto suscettibili di variazioni

SFE RI STE RIO 2016 GIOVEDÌ 23 GIUGNO ORE 20,45 MUSICULTURA festival 8 Venerdì 24 Giugno ore 20,45 CA MUSICULTURA festival LEN Sabato 25 Giugno ore 20,45 DA MUSICULTURA festival RIO Venerdì 22 Luglio ore 21,00 OTELLO

Sabato 23 Luglio ore 21,00 NORMA

Venerdì 29 Luglio ore 21,00 NORMA

Sabato 30 Luglio ore 21,00 OTELLO

Domenica 31 Luglio ore 21,00 IL TROVATORE

Giovedì 4 Agosto NOTTE DELL’OPERA

Venerdì 5 Agosto ore 21,00 OTELLO

Sabato 6 Agosto ore 21,00 IL TROVATORE

Domenica 7 Agosto ore 21,00 NORMA

Venerdì 12 Agosto ore 21,00 IL TROVATORE

Sabato 13 Agosto ore 21,00 OTELLO Visita il nostro e-shop I nostri negozi

L’editore declina ogni responsabilità in merito ai programmi pubblicati in quanto suscettibili di variazioni www.bagalier.com Civitanova Marche Porto San Giorgio Visita il nostro e-shop I nostri negozi

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dell’Hotel Ristorante “La Marchigiana” Massimo Zanconi foto MUSICULTURA 2016 XXVII FESTIVAL DELLA CANZONE POPOLARE E D’AUTORE -

Count down finale verso le serate del Festival MUSICULTURA all’A testuale riflette tutte le contraddizioni che la società ci propone in rena Sferisterio di Macerata il 23, 24 e 25 Giugno presentate da questi anni, si va dal racconto che coinvolge la sfera personale alle FABRIZIO FRIZZI che vedranno tra i grandi ospiti le esibizioni live- ispirazioni di carattere sociale e a volte anche ideologiche. di GIANNA NANNINI, I TIROMANCINO, EUGENIO FINARDI, JAMES- E ora ci sono otto vincitori che si contenderanno l’ormai storica- SENESE/NAPOLI CENTRALE, EDOARDO BENNATO, SIMONE CRI sorta di “borsa di studio” che andrà all’ artista che riceverà più STICCHI, NINO FRASSICA, DACIA MARAINI, FRANCESCO GABBA consensi dal pubblico delle tre serate, augurandoci che questa ci- NI, CHIARA DELLO IACOVO (vincitrice Musicultura dell’edizione fra possa sovvenzionare in parte il suo percorso artistico. Molto 2015)…e di tanti altri personaggi durante la settimana del Festival. spesso mi si chiede se i Talent abbiano in un qualche modo distur La “Controra” il ricco programma di eventi di cultura e spettacolo, bato in questi anni Musicultura. La risposta è no. Esistono infinite aperti al pubblico che accendono le piazze del centro storico di contese che premiano le qualità canore mentre Musicultura è stata Macerata dal 20 al 26 giugno. sempre attenta all’aspetto compositivo ed interpretativo. Quando siamo partiti 27 anni fa, non c’era un concorso che analizzasse in- Musicultura, palcoscenico aperto alla parola e alla musica, dove modo approfondito la parte testuale e compositiva della canzone. codici espressivi diversi possono incontrarsi e confrontarsi in una- E se c’è stato un rinnovamento o una conferma della musica d’au concezione aperta dell’arte, da 27 anni scopre e valorizza i più tore che ha incendiato le nostre anime negli ultimi anni, si può dire sensibili artisti del panorama musicale, tra cui ricordiamo: Simo Fabrizio Friz- che un contributo importante è arrivato da Musicultura”. ne Cristicchi, Renzo Rubino, Mannarino, Pacifico, Gian Maria Testa, zi “E’ un onore fare parte di questa squadra, - ha detto Povia, Avion Travel, Patrizia Laquidara, Erica Mou, Giovanni Block, - – “Musicultura m’inebria, tra la bellezza della città, l’accoglienza Flo, Paolo Simoni, Momo, Giuseppe Anastasi, Fabio Ilacqua, Giua,- e la bravura e la libertà degli artisti è sempre un’occasione di cre Amalia Grè, L’Orage, Chiara Dello Iacovo... scita per tutti. Mi rimetto in gioco, dopo “L’Eredità”, per vivere al Tra i primi firmatari del comitato artistico del Festival due gran - di personaggi: il poeta Giorgio Caproni e il cantautore Fabrizio meglio l’esperienza da conduttore di un evento tanto importante, De André, oggi alla sua XXVII edizione il prestigioso Comitato cosa che faccio con grande piacere per l’ottava volta. Spero di esse Artistico è formato dal gotha della musica italiana tra cui: Enzo re stato all’altezza. In bocca al lupo a tutti, ed anche a me!”. Fran- Avitabile, Claudio Baglioni, Luca Carboni, Ennio Cavalli, Carmen Partnercesco De storico Vitis di Musicultura Radio1Rai “Musicultura anticipa le Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò tendenze, è una cantina dell’underground italiano” ha detto - Fabi, Tiziano Ferro, Max Gazzè, Giorgia, Maurizio Maggiani, Dacia il vice direttore di Radio1Rai “un luogo in cui la Maraini, Marta Sui Tubi, Mariella Nava, Gino Paoli, Vasco Rossi, canzone d’autore ha sempre mostrato la sua vitalità. Si è trasfor- Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, mata negli anni in un racconto sociale, ha inoltre fatto da specchio Sandro Veronesi, Federico Zampaglione, Stefano Zecchi. - del cambiamento del modo di intendere la musica che accompa “Quest’anno è un’edizione molto particolare, abbiamo avuto il gna la canzone d’autore. Musicultura è un vero serbatoio di artisti, massimo d’iscrizioni al concorso - ha dichiarato Piero Cesanelli Di un grande valore aggiunto, attraverso un concorso si racconta ciò rettore Artistico del Festival ricordando l’obiettivo di Musicultura, che succede in Italia.” di recuperare “la canzone, non come puro gioco stilistico ma come- Tra le novità di quest’anno l’App gratuita di Musicultura grazie ad catalizzatore di emozioni che riesce a coinvolgere l’ascoltatore. La App To You che darà a tutti la possibilità di avere notizie in tempo qualità delle proposte è molto variegata e ci offre una rosa di tut reale sulla manifestazione e sugli artisti geocalizzando i numerosi ti i principali generi musicali che vengono oggi proposti. La parte eventi previsti al Festival dal 20 al 26 giugno.

ARENA SFERISTERIO 23·24·25 Giugno - ore 20.45 conduce Fabrizio Frizzi

Giovedì 23 Giugno ...... PRIMA FINALE DEL CONCORSO Luca Tudisca Sikitikis Francesca Romana Perrotta Flavio Secchi

OSPITI Gianna Nannini Dub Versus di Giacomo Casti & Arrogalla feat. Elena Ledda, Massimo Loriga, Gianmarco Diana Francesco Gabbani

Venerdì 24 Giugno ...... SECONDA FINALE DEL CONCORSO Mimosa Gianfrancesco Cataldo Emanuele Colandrea Simone Cicconi

OSPITI Edoardo Bennato James Senese Napoli Centrale Eugenio Finardi Li Daiguo Adam Zagajewski

Sabato 25 Giugno ......

FINALISSIMA DEL CONCORSO Con i quattro artisti più votati dal pubblico nelle due serate precedenti

OSPITI Tiromancino Simone Cristicchi Nino Frassica e Tony Canto Dacia Maraini Chiara Dello Iacovo Alberto Brandi Alberto grafica I VINCITORI DEL CONCORSO Gli otto vincitori accederanno alle serate finali di Musicultura 2016, dove si esibiranno insieme ai big della canzone all’Arena Sferisterio di Macerata il 23, 24, 25 Giugno, in diretta su RAI Radio 1.

FRANCESCA ROMANA FLAVIO SECCHI PERROTTA (Cagliari) (BLecce/Forlì) Riemergere dalla sofferenza di un amore Un’aria primaverile malato: la canzone pervade questa ballad, lo racconta con la che coinvolge passionalità del ricordo, anche per la sua con lo stupore della circolarità musicale. rinascita.

SIKITIKIS LUCA TUDISCA (Cagliari) (Messina/Milano)

Un concentrato di Una canzone d’amore energia performante, che si fa strada senza uno spaccato di vita orpelli, bastano la notturna sincerità di una voce senza vincitori né vinti ed una musica che sa illuminato dall’ironia. dialogare col silenzio.

GIANFRANCESCO SIMONE CICCONI CATALDO (Macerata / United Kingdom) (Benevento)

Una sintesi affascinante Tra rap e hard rock, una tra linea melodica denuncia proposta con e testo. ironia, stile e maestria L’essenziale come tecnica. sempre vince.

EMANUELE MIMOSA COLANDREA (Milano) (Latina)

Una sfilza di immagini La bella strofa in battere, imprevedibili quanto l’indovinata apertura del azzeccate, calate in una riff, le luci e le ombre di circolarità musicale che un testo viscerale quanto evoca i saliscendi di un ermetico: il pathos di “sirtaki”. una canzone. 15-21 Giugno La Controra Una settimana di cultura e spettacolo in città INGRESSO LIBERO

Lunedì 20 Giugno ...... Mercoledì 22 Giugno ...... Venerdì 24 Giugno ...... 18.30 - Palazzo Ciccolini Diego Carè 12.00 - Loggia del grano Pagni e ricordi 18.00 - Cortile Palazzo Municipale 18.00 - Cortile Palazzo Municipale Giorgio Terrucidoro Diego Carè (chitarra,voce) John Vignola presenta Piero Belardinelli (fisarmonica e voce) Roberto Manfredi Non solo handicap TRILOGIA Fausto Ulissi (chitarra e mandolino) Skan - zo - na - ta con Daniele Regolo, Com’è profondo il mare, Dalla, Lucio Mauro Paggi (percussioni) La canzone umoristica e satirica italiana Grazia Di Petta, Paola Nicolini da Petrolini a Caparezza Dalla in collaborazione con Tre opere fondamentali rimasterizzate, Università degli Studi di Macerata 18.45 - Piazza C. Battisti il libro di testimonianze, 18.30 - Palazzo Conventati il DVD dell’introvabile film “Banana Republic” Il concerto del giorno dopo Roberto Gervaso con la partecipazione di Michele Mondella 17.30 - Cortile Palazzo Municipale col Vincitore assoluto La vita è troppo bella per viverla in due Cesare Bocci e Daniela Spada e col Vincitore del Premio della Critica di Musicultura 2016 presenta Ennio Cavalli 18.30 - Palazzo Conventati Pesce d’aprile Ensemble la Compagnia presentano Ennio Cavalli e Michela Pallonari In caso di maltempo le sedi della Controra saranno: 21.15 - Palazzo Ciccolini Scalinatella Teatro Lauro Rossi e Teatro della Filarmonica La canzone napoletana dalla villanella al rock Umberto Maria Giardini 18.45 - Cortile Palazzo Municipale (anziché Piazza C. Battisti), Aula Magna Adriano Taborro (chit., mandolino, violino) dell’Università (anziché Palazzo Conventati), fratto Lettera 22 Elisa Ridolfi(voce) Adam Zagajewski Antichi Forni (anziché Cortile Palazzo Municipale e Palazzo Ciccolini). Concerto in cortile su umani e affetti Chopas (voce, chit., percussioni) La vita degli oggetti e altre vite Carlo Simonari (tastiere, voce) presenta Ennio Cavalli Andrea Di Buono (voce recitante) 21.30 - Piazza C. Battisti Piero Piccioni (voce narrante) Treves Blues Band 18.30 - Palazzo Conventati Fabio Treves (armonica, voce) 20.45 - Piazza C. Battisti Eugenio Finardi Alex “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, voce) Partita in Piazza 40 anni di Musica Ribelle Massimo Serra (batteria, percussioni) Dal 20 al 26 giugno special guest Visione della partita Ray & Gab D (chitarre, voce) di calcio Italia-Irlanda 18.45 - Piazza C. Battisti Antichi Forni - 11.00–13.00 e 17.00-20.00 Gab D (basso, contrabbasso) in collaborazione con Di Gusto Italia James Senese Napoli Centrale Gianmaria Testa: un piccolo e Bar Restaurant Romcaffè Quando la musica si fa leggenda omaggio di Musicultura James Senese (lead vox, EWI synt, ) a un grande artista 23,00 - Piazza C. Battisti Franco Del Prete (drums) Martedì Giugno ...... Un viaggio fotografico e videografico 21 Jacopo Ratini Fredy Malfi (drums, vox) nel percorso umano e artistico Salotto Bukowski Gigi De Rienzo (bass) di Gianmaria Testa. Poesie e canzoni, un intreccio tematico Ernesto Vitolo (keyboards) 18.00 - Cortile Palazzo Municipale In collaborazione con Produzioni Fuorivia con Jacopo Ratini (voce narrante) presenta Michela Pallonari Giuseppe Manfridi Gianmarco Dottori (voce, chitarra) Anatomia della gaffe Luca Bellanova (pianoforte) Antichi Forni - 11.00-13.00 e 17.00-20.00 presenta Ennio Cavalli Sabato 25 Giugno ...... Asia inesplorata 32 istantanee raccontano 6 mesi 18.30 - Palazzo Conventati Giovedì 23 Giugno ...... e 20.000 Km di puro viaggio, dalla Turchia Da questa parte del mare 18.00 - Cortile Palazzo Municipale alla Birmania, su una “via della seta L’ultimo regalo di Gianmaria Testa Dacia Maraini allargata” non battuta dal turismo 18.00 - Cortile Palazzo Municipale Letture di Giuseppe Battiston La bambina e il sognatore di Luis Matías e Giulio Valenti con la partecipazione di Paola Farinetti, Li Daiguo presentano Concia Lucente, Michela Pallonari John Vignola, Piero Cesanelli Orizzonti musicali cinesi: Produzioni Fuorivia tradizione, sperimentazione AIRC e Musicultura 18.30 - Palazzo Conventati in collaborazione con l’Istituto Confucio di Con la T-shirt “Musicultura e AIRC 2016” Macerata Nino Frassica puoi sostenere i progressi della ricerca 21.15 - Palazzo Ciccolini presenta Frine Beba Favaloro (Ass. Itaci Art La mia autobiografia contro il cancro. Acquistala nella settimana Giacomo Casti & Arrogalla & Cult) 70% vera, 80% falsa del festival in tutte i luoghi della Controra, DUB VERSUS presenta Ennio Cavalli all’Arena Sferisterio e nei negozi e locali Parola narrata, attitudine dub, 18.30 - Palazzo Conventati pubblici cittadini che aderiscono remix bass-oriented, suggestioni etniche all’iniziativa. Lo Stato Sociale 18.45 - Piazza C. Battisti L’intero ricavato andrà a finanziare 21.30 - Piazza C. Battisti Il movimento è fermo Federico Zampaglione i ricercatori dell’AIRC. La band di Bologna presenta il suo primo Gianfrancesco Cataldo, Mimosa, A tu per tu Simone Cicconi, Emanuele romanzo Personaggi, arte, vita con Lodovico “Lodo” Guenzi, Alberto Cazzola Colandrea, “Albi”, Alberto Guidetti (Bebo) presenta John Vignola Disegno la città Francesca Romana Perrotta, Gli studenti del corso di Illustrazione Flavio Secchi, Sikitikis, Luca Tudisca 18.45 - Piazza Battisti (docente Mauro Evangelista) di Concerto dei vincitori ritraggono scorci architettonici inconsueti Flo Domenica 26 Giugno ...... della XXVII edizione di Musicultura della città durante la Controra Il mese del rosario conduce John Vignola (Radio 1 Rai) 18.00 - Cortile Palazzo Municipale Flo Ninetto Davoli Ernesto Nobili (chitarre) 23, 24, 25 Giugno Marco Di Palo () A tu per tu Michele Maione (percussioni) Personaggi, arte, vita Arena Sferisterio - 18.00 - 20.00 presenta John Vignola presenta Michela Pallonari Toccando il cielo con un drink Aperitivo al tramonto, aspettando 18.30 - Palazzo Conventati le stelle dal loggione dello Sferisterio. Simone Cristicchi con lo Chef Andrea Giuseppucci, 10 anni da cantattore Ristorante La Gattabuia Tolentino presenta Ennio Cavalli LA COMPAGNIA DI MUSICULTURA una produzione MUSICULTURA

ideazione e direzione artistica Piero Cesanelli

testi spettacoli Piero Cesanelli e Carlo Latini

Ensemble La Compagnia Adriano Taborro (chitarre violino mandolino), Paolo Galassi (basso mandolino), Andrea Casta (voce chitarra), Chopas (voce chitarra), Riccardo Andrenacci (batteria), Marumba (piano e tastiere), Alessandra Tamburrini (piano), Carlo Simonari (voce e tastiere), Roberto Picchio (fisarmonica), Tony Felicioli (sax e flauto), Bobby Bottegoni (sax), Francesco Tesei (contrabbasso), Alessandra Rogante, Valentina Guardabassi, Elisa Ridolfi, Francesco Caprari, Ezio Nannipieri, Irene Arerè, Letizia Ciaccafava (voci), Giulia Poeta, Maurizio Marchegiani, Fulvia Zampa, Piero Piccioni, Andrea Di Buono (narratori), Andrea Pompei (contributi video)

Info: 347-7446960 [email protected] www.musicultura.it - La Compagnia di Musicultura LA COMPAGNIA DI MUSICULTURA una produzione MUSICULTURA

ideazione e direzione artistica Piero Cesanelli

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Info: 347-7446960 [email protected] www.musicultura.it - La Compagnia di Musicultura

SFE RI STE RIO 2016 Giuseppe Verdi 19 O Otello… TEL LO «È FINITO! SALUTE A NOI… ED ANCHE A LUI!»

idea dell’Otello, nasce durante un lungo pe- specie di rete. Una cosa ne ha chiamata un’al- riodo di silenzio del maestro (tra il 1871 tra, e da un niente, da una semplice parola ed il 1887), dominato secondo alcuni dal lanciata col bicchiere dell’allegria alla mano è torpore e dal tedio, ma, momento durante nato un !” scriveva Giuseppina a Giu- L'il quale, Verdi manteneva continuamente contatti lio Ricordi. con il mondo musicale attraverso, sia corrisponden- Nel 1881, è già pronto il duello tra Otello e Jago ze epistolari sia incontri tra amici. del secondo atto dell’opera, ma, due anni dopo, Fu appunto nel 1879, durante un pranzo di alla morte di Wagner, Verdi rimane profonda- Verdi e Peppina con e Giulio Ri- mente colpito, tanto da non impegnarsi più con cordi che, quest’ultimo, fece cadere il discorso l’Otello. su Shakespeare e su Boito. Soltanto dopo aver rinnovato il , il Verdi, in quell’occasione, disse di non aver pre- maestro e Boito si recano a Genova per lavo- so nessun impegno… ma, Ricordi stesso, osser- rare insieme sul libretto dell’Otello. Le discus- vò negli occhi del maestro, un certo interesse. sioni shakespeariane si protrassero per tutta la Il maestro, già negli anni di studio a Milano, composizione finchè, il 9 dicembre del 1884, aveva mostrato interesse per il teatro shake- Verdi conferma per lettera a Boito che l’opera speariano. Forse non avrebbe osato avvicinarsi ha preso davvero avvio. all’Otello senza le sollecitazioni di Giulio Ricor- Nell’ottobre del 1885, egli rielabora il quarto di che si era adoperato per far riavvicinare il atto che non lo soddisfa, e solo dopo un anno di compositore al maestro. assidui ritocchi, Verdi annuncia a Boito la fine La cultura letteraria e le esperienze artistiche dell’opera: “È finito! Salute a noi… (ed anche a fatte da Boito nel corso dei suoi viaggi in Fran- Lui) Addio”. cia, Inghilterra e Germania insieme al suo in- Quasi contemporaneamete, in data primo no- gegno incline allo sperimentalismo e alla ricer- vembre 1886, scriveva a : “Vi ca di nuovi effetti poetici, spiegano come egli scrivo per dirvi che Otello è completamente abbia avuto una concezione piuttosto esigente finito!! Proprio finito!! Finalmente!!”. del dramma in musica secondo la tradizione te- L’opera fu rappresentata alla Scala il 5 Febbraio desca. L’atteggiamento boitiano nei confronti 1887, l’autore fu acclamato quasi ad ogni pezzo, del melodramma italiano era inevitabilmente il successo fu tale che volle vicino a sè, sulla polemico e ciò fu la causa di screzi anche con ribalta anche Boito. Verdi. Certamente egli non poteva rimanere Verdi collaborò attivamente con il direttore indifferente difronte alla potente drammatici- Franco Faccio alla concertazione dell’opera, tà dell’opera verdiana. apportando anche molte modifiche alla suc- La collaborazione con Boito non fu semplice, cessiva messinscena di Roma. tanto da rendere laboriosa e difficile la nascita Nel 1888, l’opera fu data a New York; poi l’an- dell’opera. Era necessario un processo di asse- no successivo a Londra e nel 1894 all’Opéra di stamento reciproco. Parigi (tradotta in francese). Anche Giuseppina, nel 1880, esortava Ricordi In quest’ultima circostanza Verdi si impegnò al maggior silenzio possibile, essendo la cosa strenuamente alle prove nonostante gli ottan- secondo lei e secondo Verdi, troppo di là da tanni suonati. venire. D’altronde “…Si può dire che Verdi è entrato alla cieca e senza volerlo in questa Gabriele Cesaretti

SFE RI STE RIO 2016 21 Otello Dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito OTE Da di LL Musica di Giuseppe Verdi O Interpreti e personaggi

STUART NEILL Otello JESSICA NUCCIO ROBERTO FRONTALI Jago DAVIDE GIUSTI Cassio

Direttore RICCARDO FRIZZA

Regia e scene PACO AZORIN

Costumi ANA GARAY

Disegno luci ALBERT FAURA

Video PEDRO CHAMIZO

Maestro d’arme CARLOS MARTOS

Fondazione Orchestra Regionale delle Marche Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”

L’editore declina ogni responsabilità in merito ai programmi pubblicati in quanto suscettibili di variazioni SFE RI STE RIO 2016 22 Otello is a Venetian admiral in who In Zypern feiert der Admiral Othello mit sei- has defeated the Muslims successfully and ner Geliebte Desdemona den Sieg gegen die O now is celebrating the victory in the island to- Moslems. Der gehässige Jago jedoch, versucht TEL gether with his beloved Desdemona. But the die Feier zu verhindern, denn er ist von Othello LO present happiness is to be ruined by the per- nicht zum Hauptmann ernannt worden. Statt fidious Jago, jealous of the fact that Otello has ihn hat Othello Cassio erwählt. Mit Roderigos appointed Cassio captain instead of him. dur- Hilfe macht Jago Cassio trunken. Als Cassio ing the celebration of the victory, helped by beginnt, sich schlecht zu verhalten, nimmt , Jago manages to get Cassio so drunk Othello ihm seinen Auftrag weg. Außerdem that Cassio provokes a fight, thus inducing spricht Jago mit Desdemona, damit sie Othello Otello to remove him. Jago takes advantage of überzeugt, Cassio wieder zu erwählen. Othello the situation immediately. In fact on one side versteht, dass es eine Liebesgeschichte zwi- he persuades Cassio to ask Desdemona to in- schen Cassio und Desdemona gibt. Mit der tercede with Otello in order Cassio to be reap- Hilfe seiner Frau gelingt es Jago, das pointed captain. On the other side Jago makes preziöse Taschentuch Desdemona zu stehlen, Otello belive a love affair has been on between was die Bewährung von Othellos Liebe dar- Cassio and Desdemona. Jago is thus able to pro- stellt. Dieses gibt sie Cassio. Othello sieht ins- duce evidences of Desdemona's and Cassio's geheim das Taschentuch in Cassios Händen, betrayal because he manages to make Otello und ist des Verrates überzeugt. Othello ist listen to the conversation during which, actu- sehr wütend, beleidigt Desdemona und wäh- ally, Cassio is asking Desdemona to help him. rend sie schläft, erstickt er sie mit einem Besides, helped by his wife Emilia, Jago steals Kissen. Emilia kommt zu ihm und erzählt ihm Desdemona's handkerchief - precious pledge alles, aber es ist zu spät. Othello küsst seine of Otello's love for her - and lets it fall into Geliebte zum letzen Mal, daraufhin begeht er Cassio's hands without him realizing it. When Selbstmord. Cassio sees this handkerchief he assumes it's a pledge from a secret suitor and shows it to (a cura di Erika Bei) Jago just when Otello - hidden somewhere - can observe the whole scene and identify the handkerchief he had given to his wife. This lat- ter evidence convinces Otello of Cassio's and Desdemona's love intrigue definetely. Otello is determined to take his revenge on Desdemona sooner or later, and insults her without giv- ing any exaplanation of his anger. The occa- sion for his revenge is given when, invited to return to Venice because of an advancement he has received, Otello has to leave Cyprus whereas Cassio is ordered to remain. So while Desdemona is sleeping Otello arrives and, fu- rious, mothers her by using a pillow. When Emila arrives informs Otello about Jago's in- trigue, but it's too late. Otello kisses his belov- ed for the last time and commits suicide. www.zazzaretta.com Scegli la giusta cornice per il tuo paesaggio...

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SFE RI STE RIO 2016 25 Otello di Giuseppe Verdi

O Siamo a Mantova, intorno al sedicesimo secolo, all’interno del palazzo Ducale durante una fe- TEL sta organizzata dal Duca. LO Egli è un uomo molto amante del sesso femminile che dedica gran parte del suo tempo alla con- quista di donne di qualsiasi estrazione sociale, sia che siano nobili o borghesi o popolane. Le feste al palazzo erano una miniera di belle donne e l’ambiente ideale per sedurre le prescelte.

ATTO PRIMO uggia verranno i foschi baci di quel selvaggio dalle Alla fine del XV secolo in una città di mare gonfie labbra. Buon Roderigo, amico tuo sincero dell’isola di Cipro, mentre la tempesta impazza, mi ti professo, né in più forte ambascia una folla attende l’arrivo del nuovo comandante soccorrerti potrei. Se un fragil voto del presidio veneziano: Otello. di femmina non è tropp’arduo nodo pe ‘l genio mio né per l’inferno, giuro Tutti che quella donna sarà tua. M’ascolta, Dio, fulgor della bufera! benché finga d’amarlo, odio quel moro… Dio, sorriso della duna! …e una cagion dell’ira, eccola, guarda. Salva l’arca e la bandiera della veneta fortuna! Quell’azzimato capitano usurpa Tu, che reggi gli astri e il fato! il grado mio, il grado mio che in cento Tu, che imperi al mondo e al ciel! ben pugnate battaglie ho meritato; Fa’ che in fondo al mar placato tal fu il volere di Otello, ed io rimango posi l’àncora fedel. di sua moresca signoria l’alfiere! Ma come è ver che tu Roderigo sei, Otello ha sbaragliato i Musulmani e superato così è pur vero che se il Moro io fossi la tempesta. vedermi non vorrei d’attorno un Jago. Se tu m’ascolti… Otello Esultate! L’orgoglio musulmano Così, Jago mette in atto il suo perfido disegno sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria! ed invita Cassio a brindare… fino a farlo Dopo l’armi lo vinse l’uragano. ubriacare con l’aiuto di Roderigo.

Tutti Jago Evviva Otello! Vittoria! Vittoria! Egli è ubriaco fradicio. Ti scuoti. Lo trascina a contesa; è pronto all’ira, Tutti esultano ma qualcuno già trama alle t’offenderà… ne seguirà tumulto! spalle di Otello. Si tratta di Jago, alfiere di Pensa che puoi così del lieto Otello Otello, che lo odia perché ha scelto come turbar la prima vigilia d’amor! capitano Cassio. Egli decide di vendicarsi di Cassio e di turbare le nozze del moro, Il momento è propizio e bastano poche parole facendosi aiutare da Roderigo che ama perché Cassio si irriti alle parole di Roderigo. segretamente Desdemona, la futura moglie di Otello. Cassio Bada alle tue spalle! Jago Furfante! Suvvia, fa senno, aspetta l’opra del tempo. A Desdemona bella, Roderigo che nel segreto de’ tuoi sogni adori, presto in Briaco ribaldo! SFE RI STE RIO 2016 Cassio Ma il caso in mio favor s’adopra. Marrano! Eccolo… al posto, all’opra. 26 Nessun più ti salva! Accanto ad Otello, il perfido Jago cerca di O Montano cerca di separarli ma Cassio sguaina insinuare il tarlo della gelosia in Otello. la spada. Otello richiamato dal clamore, TEL giunge per chiedere spiegazioni a Jago, che Otello LO nulla adduce per difendere Cassio… Colui che s’allontana dalla mia sposa, è Cassio? Otello Abbasso le spade! Jago Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni? Cassio? No… quei si scosse O la turchesca rabbia è in voi trasfusa come un reo nel vedervi. per sbranarvi l’un l’altro?… Onesto Jago, per quell’amor che tu mi porti, parla. Otello Credo che Cassio ei fosse. Jago … Non so… qui tutti eran cortesi amici, dianzi, e giocondi… ma ad un tratto, come Jago se un pianeta maligno avesse a quelli Temete, signor, la gelosia! smagato il senno, sguainando l’arme È un’idra fosca, livida, cieca, col suo veleno s’avventano furenti… avess’io prima sé stessa attosca, vivida piaga le squarcia il seno. Stroncati i piè che qui m’addusser! Otello tanto che Otello decide di destituire Cassio Miseria mia! ~ No! il vano sospettar nulla giova. dalla carica di capitano. Pria del dubbio l’indagine, dopo il dubbio la prova, dopo la prova (Otello ha sue leggi supreme), ATTO SECONDO amore e gelosia vadan dispersi insieme! Jago continua la sua perfida opera; la sua vendetta sarà completa solo quando Otello Jago crederà al tradimento di Desdemona. Così, Un tal proposto spezza di mie labbra il suggello. Jago, convince Cassio che soltanto Desde­ Non parlo ancor di prova; pur, generoso Otello, mona può aiutarlo ad ottenere il perdono e vigilate, soventi le oneste e ben create contemporaneamente… coscienze non vedono la frode: vigilate. Scrutate le parole di Desdemona, un detto Jago può ricondur la fede, può affermare il sospetto… Attendi a ciò ch’io dico. Eccola; vigilate… Tu dèi saper che Desdemona è il duce del nostro duce, sol per essa ei vive. Tutto procede come previsto da Jago: Desde­ Pregala tu, quell’anima cortese mona cerca di convincere Otello a perdonare per te interceda e il tuo perdono è certo. Cassio…

fa in modo che questi si incontrino scorti Desdemona “casualmente” da Otello. D’un uom che geme sotto il tuo disdegno la preghiera ti porto Jago Già conversano insieme… ed essa inclina, Otello sorridendo, il bel viso. Chi è costui? Mi basta un lampo sol di quel sorriso per trascinare Otello alla ruina. Desdemona Andiam… Cassio. SFE RI STE RIO 2016 Otello Jago Era lui A me quel vel! 27 che ti parlava sotto quelle fronde? (Già la mia brama Conquido, ed ora O Desdemona Su questa trama Jago lavora!) Lui stesso, e il suo dolor che in me s’infonde TEL tanto è verace che di grazia è degno. Otello è ormai in preda alla gelosia e Jago ne LO Intercedo per lui, per lui ti prego. approfitta per infliggergli un altro duro colpo. Tu gli perdona. Jago ma Otello è preoccupato dall’infedeltà e non Non pensateci più. vuole proprio saperne. La donna non riesce a Otello spiegarsi il duro comportamento del marito. Tu? Indietro! fuggi! M’hai legato alla croce!… Desdemona Ahimè!… Più orrendo d’ogni orrenda ingiuria Perché torbida suona dell’ingiuria è il sospetto. la voce tua? qual pena t’addolora? Nell’ore arcane della sua lussuria (e a me furate!) m’agitava il petto Otello forse un presagio? Ero baldo, giulivo… M’ardon le tempie… Nulla sapevo ancor; io non sentivo sul suo corpo divin che m’innamora Desdemona e sui labbri mendaci Quell’ardor molesto gli ardenti baci svanirà, se con questo di Cassio! Ed ora!… ed ora… morbido lino la mia man ti fascia. Ora e per sempre addio sante memorie, addio, sublimi incanti del pensier! Otello Addio schiere fulgenti, addio vittorie, Non ho d’uopo di ciò. dardi volanti e volanti corsier! Addio, vessillo trïonfale e pio! Desdemona e dïane squillanti in sul mattin! Tu sei crucciato, signor! Clamori e canti di battaglia, addio!… Della gloria d’Otello è questo il fin. Otello Mi lascia! Jago Pace, signor. Desdemona Se inconscia, contro te, sposo, ho peccato. Otello Dammi la dolce e lieta Sciagurato! mi trova una prova secura parola del perdono. che Desdemona è impura… La tua fanciulla io sono Non sfuggir! non sfuggir! nulla ti giova! umile e mansueta; Vo’ una secura, una visibil prova! ma il labbro tuo sospira, O sulla tua testa hai l’occhio fiso al suol. s’accenda e precipiti il fulmine Guardami in volto e mira del mio spaventoso furor che si desta! come favella amore. Vien ch’io t’allieti il core, Jago racconta ad Otello di aver sentito Cassio ch’io ti lenisca il duol. sognarla…

Intanto Jago completa il suo disegno: costrin­ Jago ge sua moglie Emilia, a cedergli un fazzoletto Ardua impresa sarebbe; e qual certezza caduto a Desdemona. sognate voi se quell’immondo fatto sempre vi sfuggirà?… SFE RI STE RIO 2016 Ma pur se guida Jago e Otello è la ragione al vero, una sì forte Sì, per ciel marmoreo giuro! 28 congettura riserbo che per poco per le attorte folgori! alla certezza vi conduce. Udite: Per la morte e per l’oscuro mar sterminator! O Era la notte, Cassio dormìa, gli stavo accanto. D’ira e d’impeto tremendo presto fia che sfolgori Con interrotte voci tradia l’intimo incanto. questa man ch’io levo e stendo! TEL Le labbra lente, lente, movea, nell’abbandono Dio vendicator! LO del sogno ardente; e allor dicea, con flebil suono: «Desdemona soave! Il nostro amor s’asconda. Cauti vegliamo! ATTO TERZO L’estasi del ciel tutto m’inonda.» Nella sala del castello, l’Araldo annuncia Seguìa più vago l’incubo blando; l’arrivo degli ambasciatori veneziani. con molle angoscia l’interna imago quasi baciando, ei disse poscia: Araldo «Il rio destino impreco che al moro ti donò». La vedetta del porto ha segnalato E allora il sogno in cieco letargo si mutò. la veneta galea che a Cipro adduce gli ambasciatori. e poi gli mostra la “prova” tangibile dell’in­ fedeltà: il fazzoletto di Desdemona. La donna Mentre Desdemona cerca nuovamente di lo avrebbe donato a Cassio, proprio ciò che convincere Otello dell’innocenza di Cas­ era stato il suo pegno d’amore. sio, Otello non la ascolta, vuole solo una conferma dell’infedeltà e le chiede di vedere Jago il fazzoletto donatole… Talor vedeste in mano di Desdemona un tessuto Otello trapunto a fior e più sottil d’un velo? No; il fazzoletto voglio ch’io ti donai.

Otello Desdemona È il fazzoletto ch’io le diedi, pegno Non l’ho meco. primo d’amor. Otello Jago Desdemona, guai se lo perdi! guai! Quel fazzoletto ieri Una possente maga ne ordia lo stame arcano: (certo ne son) lo vidi in man di Cassio. ivi è riposta l’alta malia d’un talismano. Bada! smarrirlo, oppur donarlo, è ria sventura! Otello Ah! Mille vite gli donasse Iddio! Non trovarlo significa, per Otello, anche la Una è povera preda al furor mio! conferma del tradimento e… Jago, ho il cuore di gelo. Lungi da me le pïetose larve! Otello Tutto il mio vano amor esalo al cielo, Guardami in faccia! guardami, ei sparve. Dimmi chi sei! Nelle sue spire d’angue l’idra m’avvince! Ah! sangue! sangue! sangue! Desdemona Sì, per ciel marmoreo giuro! La sposa fedel d’Otello. Per le attorte folgori! Per la morte e per l’oscuro mar sterminator! Otello D’ira e d’impeto tremendo presto fia che sfolgori Giura! questa man ch’io levo e stendo! Giura e ti danna…

Otello ormai senza dubbi sull’infedeltà di ormai in preda all’ira costringe la donna ad Desdemona, giura di vendicarsi. allontanarsi. Sconvolta ella si abbandona SFE RI STE RIO 2016 all’amarezza che ha nel cuore. Allora Jago Otello sferza il colpo finale e convince Otello ad Tutto vidi. 29 ascoltare una conversazione tra lui e Cassio. Cassio estrae quel fazzoletto che egli crede Voci O sia il regalo di una segreta corteggiatrice. Evviva! Agli occhi di Otello tutto prova l’adulterio di Alla riva! Allo sbarco! TEL Desdemona. LO Otello Jago È condannata. (Origlia Otello.) Fa’ ch’io m’abbia un velen per questa notte.

Otello Voci (Tutto è spento! Amore e duol Evviva! Evviva il Leon di San Marco! L’alma mia nessuna più smova. Tradimento, la tua prova Jago spaventosa mostri al Sol.) Il tosco, no, val meglio soffocarla, là, nel suo letto, là, dove ha peccato. Jago Quest’è una ragna Otello dove il tuo cuor casca, Questa giustizia tua mi pace. si lagna, s’impiglia e muor. Troppo l’ammiri, La perfidia di Jago trionfa e finalmente riesce a troppo la guardi, farsi promettere che verrà nominato capitano bada ai deliri vani e bugiardi. Jago Quest’è una ragna A Cassio Dove il tuo cuor Jago provvederà. Casca, si lagna, S’impiglia e muor. Otello Jago, fin d’ora mio capitano t’eleggo. Cassio Miracolo vago Jago dell’aspo e dell’ago Mio duce, grazie vi rendo. che in raggi tramuta Ecco gli ambasciatori. le fila d’un vel. Li accogliete. Ma ad evitar sospetti Più bianco, più lieve Desdemona si mostri a quei messeri. che fiocco di neve, che nube tessuta dall’aure del ciel. Otello Sì, qui l’adduci. Otello ormai certo del tradimento, decide di vendicarsi e di uccidere Desdemona. Giungono gli ambasciatori con il messaggio Jago, felice ed appagato, gli suggerisce come del Doge. Ma, mentre Otello legge che è stato compiere l’opera. richiamato a Venezia, perde la ragione ed insulta Desdemona. Tra lo stupore generale, Jago l’ambasciatore Lodovico è sbigottito dal Vedeste ben com’egli ha riso? comportamento di Otello.

Otello Otello Vidi. Demonio taci!

Jago Lodovico E il fazzoletto? Ferma! SFE RI STE RIO 2016 Tutti dovrebbe “far accadere qualche sventura” a Orrore! Cassio… 30 Lodovico Roderigo O La mente mia non osa Ahi triste! pensar ch’io vidi il vero. TEL Jago LO Otello Ahi stolto! stolto! A me Cassio! Se vuoi, tu puoi sperar; gli umani, orsù! cimenti afferra, e m’odi. Jago Che tenti? Roderigo Ascolto. Otello Guardala mentr’ei giunge Jago Col primo albor salpa il vascello. Or Cassio Gentiluomini È il Duce. Eppur se avvien che a questi accada Ah! triste sposa! sventura… allor qui resta Otello.

Lodovico Roderigo Quest’è dunque l’eroe? Quest’è il guerriero Lùgubre… dai sublimi ardimenti Luce d’atro balen!

Otello annuncia che tornerà a Venezia: Cassio Jago sarà il suo successore a Cipro. La notizia Mano alla spada! riempie d’ira Jago e sgomenta Desdemona A notte folta io la sua traccia vigilo, che viene nuovamente maltrattata da Otello. e il varco e l’ora scruto; il resto a te. Sarò tuo scolta. A caccia! a caccia! Lodovico Cingiti l’arco! Otello, per pietà la conforta o il cor le infrangi. ATTO QUARTO Otello Nella camera da letto, Desdemona è tor­ Noi salperem domani. mentata da un triste presagio… A terra!… e piangi! Emilia Desdemona Era più calmo? A terra!… sì… nel livido fango… percossa… io giacio… Desdemona piango… m’agghiaccia il brivido Mi parea. M’ingiunse dell’anima che muor. di coricarmi e d’attenderlo. Emilia, E un dì sul mio sorriso te ne prego, distendi sul mio letto fioria la speme e il bacio la mia candida veste nuziale. ed or… l’angoscia in viso M’odi. Se pria di te morir dovessi e l’agonia nel cor. mi seppellisci con un di quei veli. Quel sol sereno e vivido che allieta il cielo e il mare Emilia non può asciugar le amare Scacciate queste idee. stille del mio dolor. Desdemona è ferita dall’atteggiamento di Jago non si arrende e si rivolge a Roderigo Otello che le riesce inspiegabile. Le ritorna in suggerendogli che per rimanere a Cipro egli mente la storia di una ancella innamorata… SFE RI STE RIO 2016 Desdemona Desdemona Son mesta tanto. Ave Maria, piena di grazia, eletta 31 Mia madre aveva una povera ancella, fra le spose e le vergini sei tu, innamorata e bella; sia benedetto il frutto, o benedetta, O era il suo nome di tue materne viscere, Gesù. Barbara. Amava Prega per chi adorando a te si prostra, TEL un uom che poi l’abbandonò, cantava prega nel peccator, per l’innocente, LO un canzone: «La canzon del salice». e pe ‘l debole oppresso e pe ‘l possente, Mi disciogli le chiome… ­ misero anch’esso, tua pietà dimostra. Io questa sera ho la memoria piena Prega per chi sotto l’oltraggio piega di quella cantilena… la fronte e sotto la malvagia sorte; per noi tu prega, Piangea cantando nell’erma landa, sempre e nell’ora della morte nostra. piangea la mesta… Ave Maria… nell’ora della morte. Amen! O salce! salce! salce! Sedea chinando All’arrivo, Otello, la bacia ed ella si risveglia. sul sen la testa! O salce! salce! salce! Otello Cantiamo! il salce funebre Se vi sovviene sarà la mia ghirlanda. di qualche colpa commessa che attenda grazia dal ciel, imploratela tosto. Affrettati; fra poco giunge Otello. Scorreano i rivi fra le zolle in fior, Desdemona gemea quel core affranto, Perché? e dalle ciglia le sgorgava il cor l’amara onda del pianto. Otello O salce! salce! salce! T’affretta. Uccidere non voglio l’anima tua. Cantiamo! Il salce funebre sarà la mia ghirlanda. Desdemona Scendean augelli a vol dai rami cupi D’uccider parli? verso quel dolce canto. E gli occhi suoi piangevan tanto, tanto, Otello da impietosir le rupi. Sì. Riponi quest’anello Povera Barbara! Solea la storia La donna cerca di far capire ad Otello che con questo semplice suono finir: ama soltanto lui… Egli era nato per la sua gloria, io per amar… Ascolta. Odo un lamento. Otello Taci. Chi batte a quella porta?… Ami Cassio.

Emilia Desdemona È il vento. No! sull’anima mia!

Desdemona Otello Io per amarlo e per morir. Cantiamo! Quel fazzoletto ch’io ti donai gli desti. Salce! Salce! Salce! Emilia, addio. Come m’ardon le ciglia! Desdemona È presagio di pianto. Non è vero! Buona notte. Otello Ma dopo aver pregato, si addormenta. Nella sua man lo vidi. SFE RI STE RIO 2016 Desdemona Emilia Io rea non sono! No! Costui 32 dalla mia man quel fazzoletto svelse Ma ormai Otello ha deciso e la soffoca. Emilia a viva forza. O sopraggiunge e rivela ad Otello che Cassio ha ucciso Roderigo… poi si accorge che Cassio TEL E nella mia dimora trovai quel vel. LO Desdemona è morente nel letto… Otello Montano Emilia, Rodrigo morente che avvenne? mi svelò di quest’uom l’arti nefande.

Otello Emilia Ah! Discolpati! Un gran delitto! Cassio uccise Roderigo. Jago No. Otello E Cassio? Lodovico Ferma. Emilia Vive. Montano S’insegua. Otello Cassio vive! Otello apprende di essere stato ingannato, ormai troppo tardi… Desdemona Ingiustamente… uccisa ingiustamente… Otello Tant’osi! Niun mi tema Emilia s’anco armato mi vede. Ecco la fine Chi geme là?… Orror! del mio cammin… Oh! Gloria! Otello fu. E tu… come sei pallida! e stanca, e muta, e bella, Desdemona pia creatura nata sotto maligna stella. Muoio innocente… Fredda come la casta tua vita… e in cielo assorta. Emilia Desdemona! Desdemona!… Ah… morta!… Gran dio!… Chi fu? morta!… morta!… Ho un’arma ancor! Desdemona Nessuno… io stessa… al mio si uccide. signor mi raccomanda… Emilia… addio. Cassio Ah! ferma! Solo a quel punto Emilia rivela ad Otello che fu Jago a prenderle il fazzoletto con la forza… Tutti Sciagurato! Emilia No, tutto rivelo! Otello Pria d’ucciderti… sposa… ti baciai. Jago Or morendo… nell’ombra… in cui mi giacio… Taci. Un bacio… un bacio ancora… un altro bacio…

ANDREA BOCELLI - È come il sole che illumina il mondo con la sua voce

Peppe Molini SFE RI STE RIO 2016 Vincenzo Bellini 35 NOR Norma MA ROMANTICHE CLASSICITÀ

orma di Vincenzo Bellini è l’opera titolare gusto’, ma una finissima e irrinunciabile (non di una delle dieci arie ‘irrinunciabili’, quel- importa se involontaria) pennellata psicologica le note anche a chi di opera è appassionato e moderna che accentua, se possibile, il signi- poco o punto. Grazie anche all’interpreta- ficato romantico della partitura inteso come Nzione immortale di la cavatina ‘Casta esigenza di esprimere affetti ed emozioni in Diva’ è entrata nella mente e nel cuore di chiunque, maniera forte e inequivocabile. Norma, dun- sintesi espressiva dell’intero universo di un’opera que, si accosta ai figli impugnando un coltello multiforme e sfaccettata come il capolavoro bellinia- all’inizio del secondo atto: la grande tensione no: perfetta nella forma ma intensa nell’espressione, caricata nel lungo recitativo ‘Dormono entram- sospesa tra rito pubblico e dolore privato, tra sacra- bi’ irrompe come un fiume in piena nel desolato lità e sofferenza, riflette alla perfezione le ansie di e franto melodiare che, per un attimo, la strazia un’opera dal ponte gettato a metà strada tra classici- al ‘Teneri figli’: ma è un attimo e subito ritorna smo e romanticismo. potente il declamato (‘Ed io li svenerò?’) fino Ovvio che il romanticismo di Norma (la cui all’esplosione finale con cui la madre ha il so- prima ebbe luogo alla Scala nel 1831) sia molto pravvento, ‘Ah no! Son miei figli’, vero svuotar- particolare: il librettista, Felice Romani, non fu si di una tensione, fin qui incontrollabile, nella e mai sarebbe stato cultore dei soggetti ‘moder- vittoria della natura sulla vendetta. ni’ provenienti da oltralpe e legati al clima del Da questa mirabile scena si capiscono, poi, le romanticismo ‘nero’ e ‘maledetto’ (prova in- grandi novità formali di una partitura già pro- confutabile sarà il disagio nel preparare il testo tesa verso il futuro: Bellini, ovviamente, non di Lucrezia Borgia, da Hugo destinato alla musi- rinuncia alla struttura a numeri chiusi e sareb- ca di Donizetti). Tuttavia elementi inequivoca- be incauto parlare di wagnerismo ante litteram, bilmente romantici sono presenti nello scontro ma si serve di questa struttura per delineare i tra culture (la donna celtica che ama un uffi- propri personaggi usandola a suo piacimento. ciale romano) oltre che nel canto cui è richie- Ecco dunque la cavatina di Norma, ‘Casta Diva’ sta passione, emotività e un enfatizzazione del essere non una cavatina tradizionale: il soprano sentimento da parte delle voci. Al tempo stesso non è solo con se stesso, non sfoga il suo dolore il soggetto (la fonte è una tragedia di Alexander al pubblico. Norma è la protagonista di un rito Soumet, sempre del 1831) non nasconde i suoi pubblico in cui sfacciatamente proietta il dolore debiti classici: non solo Medea (figura su cui è del suo intimo privato e sarebbe difficile rico- ricalcata pesantemente la parte di Norma nella noscere la forma di una cavatina ‘tradizionale’ tragedia) ma anche le varie Vestali, argomenti in quella melodia lunga lunga (come chiamava che, del resto, Felice Romani aveva già affronta- Verdi le melodie belliniane), avvolta su se stessa to scrivendo altri libretti tra cui (tanto per fare fino alla perorazione ribattuta in acuto e accom- un esempio) La sacerdotessa d’Irminsul (1817) pagnata dal sommesso sussurro del coro. Anco- per Pacini. In effetti la Norma di Soumet sem- ra, si prenda il primo duetto Norma-Adalgisa: brerebbe in tutto e per tutto una Medea confu- la struttura del duetto irrompe nel recitativo, sa all’anagrafe: al termine della tragedia uccide e il flauto fa già partire la sua dolcissima nenia il figlio Clodomir per poi suicidarsi in un lago all’ispirata battuta di Norma ‘Oh, rimembranza’: stretta a Agénor, l’altro figlio. Il fatto che, nel mentre le due donne dialogano ancora l’orche- libretto di Romani, Norma non arrivi a tanto stra srotola l’ispirata introduzione melodica che non è solo indice del grande pragmatismo del svilupperà la voce di Adalgisa al ‘Sola, furtiva al Romani nell’adattarsi a soggetti ‘moderni’ cer- tempio’ (il duetto vero e proprio, come si legge cando di rileggerli secondo il proprio ‘buon anche dall’impaginazione dei versi nel libret- SFE RI STE RIO comprendere fino in fondo l’instabile equilibrio 2016 to di Romani). Non c’è frattura tra recitativo e duetto e questo trasmigrare del dialogo in canto del personaggio, in cui anche i trilli e le agilità 36 ne è l’esempio. Un procedimento simile viene di forza assumevano una loro importanza fon- pure adottato per l’ingresso di Adalgisa: la sua damentale (si pensi alla forza onomatopeica di cavatina si srotola su un’intima e tenera melo- ‘Adalgisa fia punita’, dove le agilità visionaria- NOR dia, allacciandosi senza soluzione di continuità mente dipingono le fiamme del rogo). al recitativo che la precede e a quello che segue: Oltre a Medea un’altra fonte riconosciuta per MA niente aria da applauso, niente virtuosismi… po- il personaggio di Norma è quella della mitica che battute di tenera, estenuata pudicizia (‘Deh, Valleda (come individuato da Lidia Bramani proteggimi, o Dio’). Viene eliminata, inoltre, la con molta competenza in un suo saggio): costei convenzione del Finale I (tutti i protagonisti al era una sacerdotessa gallica (le cui gesta sono proscenio con dovizia di coro a cantare il loro narrate da Stazio nelle Silvae e da Tacito nelle turbamento e la loro indecisione): è solo un ter- Historiae) inserita da Chateubriand nel Libro zetto a chiudere l’atto, lo scontro privato degli XXIV de Les Martyrs, dove il mito viene conta- affetti in quest’opera basta a caricare dell’urgen- minato con quello della sacerdotessa spergiura za e della drammaticità necessarie il momento ai voti, dato che lo scrittore francese la fa aman- scenico (cui non aggiunge nulla il coro fuori te del generale romano Eustazio. Dunque Nor- scena che chiama Norma agli altari). Grande ma ha già nelle sue origini l’instabile equilibrio dovette apparire l’originalità di questa chiusa tra elementi classici e romantici, parte integran- (benché non del tutto nuova… lo stesso Doni- te del suo fascino e della sua poesia. zetti pochi anni prima aveva ‘osato’ chiudere il Ma gli spunti romantici del lavoro non si esau- primo atto del suo Paria con un duetto), forse riscono solo nell’intensa espressività del canto non compresa fino in fondo alla prima. Già, per- e nella richiesta partecipazione dell’interpreta- ché la prima non fu un successo, e non solo per zione: l’atmosfera boschiva e celtica si inserisce le novità formali belliniane ma, soprattutto, per alla perfezione nel filone principiato dai Canti la scarsa forma fisica della compagnia (nei ruoli di Ossian di Macpherson (in Italia tradotti dal principali Giuditta Pasta, Domenico Donzelli e Cesarotti). Ambienti tenebrosi, illuminati dalla Giulia Grisi, tra gli artisti più famosi e rinoma- luna, carichi di squarci naturalistici: c’è molto ti del tempo). È rimasto celebre l’aneddoto che di quest’atmosfera in Norma, nelle torce che vuole Giuditta Pasta recalcitrante a eseguire la, occhieggiano tra gli alberi millenari del bosco, poi, celeberrima ‘Casta Diva’ che, in ogni caso, nella luna che bagna e illumina ogni cosa. Del venne da Bellini abbassata di tono rispetto alla resto a Bellini non era ignota la musica d’oltral- stesura originaria. Infine artista e compositore pe con la sua sensibilità agli eventi naturalistici, giunsero a un accordo: se entro una settimana la come testimonia l’affinità che intercorre tra il Pasta avesse trovato il brano ancora ostico Belli- Coro dei druidi al II atto (mutuato dalla giovani- ni avrebbe provveduto a riscriverlo. Ovviamen- le e Fernando) e il I movimento della ce- te la Pasta riuscì, ‘Casta Diva’ è meritatamente leberrima Sonata al chiaro di luna di Beethoven. divenuto il brano più celebre dell’opera e, a Oggi Norma rappresenta un banco di prova e il testimonianza dello studio continuo e assoluto traguardo agognato da ogni primadonna che sia della musica sublime, la cantante inviò a Bellini tale: gli studi sulla partitura hanno anche por- un vaso di fiori e una lampada: vigili compagni tato a interessanti esperimenti tesi ad affidare del suo impegno per essere all’altezza del mae- il ruolo di Adalgisa non più a un mezzosopra- stro. Se la prima non fu un trionfo, va tuttavia no (come da tradizione) ma a un soprano liri- detto che non fu nemmeno un fiasco dato che, co come doveva essere, alla prima, Giulia Grisi, nelle rappresentazioni successive, il pubblico si opponendolo a una Norma di vocalità più scura accorse della bellezza e dell’originalità di questa e tesa, come doveva essere Giuditta Pasta (non creatura belliniana, in un successo crescente di a caso ex contralto). Tra le protagoniste di que- replica in replica. Di fatto possiamo tranquilla- sta tradizione possiamo citare celebri mezzoso- mente affermare che Norma è tra le pochissime prani, che non hanno resistito al fascino della opere della prima metà dell’Ottocento rimaste turbolenta sacerdotessa, come o sempre stabilmente in repertorio. Questo portò, Grace Bumbry. Sia come sia, con Adalgisa so- ovviamente, anche al formarsi di alcune scorie prano o mezzo, eseguita con scrupoli filologici interpretative: con l’avvento del verismo Norma o meno, Norma continuerà ad affascinare le pla- fu affrontata anche da soprani che considerava- tee di tutto il mondo con il canto puro e dispe- no la coloratura un inutile orpello, spianando rato della sua preghiera alla luna: ‘spargi in terra disinvoltamente trilli e agilità. Rare furono le quella pace che tu fai regnar in Ciel’. eccezioni e una prova di questo ‘gusto’interpre- tativo è l’incisione con Gina Cigna degli anni Gabriele Cesaretti ‘30, soprano peraltro ammirevole nei molti pas- si di canto spianato e privo di ornamenti. Ci vol- Norma è al suo quinto appuntamento allo Sferisterio, dopo es- le Maria Callas, non a caso grande Medea, per servi andata in scena nel 1979, 1982, 2001 e 2007. SFE RI STE RIO 2016 37 Norma Tragedia lirica in due atti NOR Libretto di Felice Romani dalla tragedia Norma ou L’infanticide MA di Alexandre Soumet Musica di Vincenzo Bellini

Interpreti e personaggi

MARIA JOSÈ SIR Norma RUBENS PELIZZARI Pollione SONIA GANASSI Adalgisa NICOLA ULIVIERI Oroveso

Direttore MASSIMO ZANETTI

Regia LUIGI DI GANGI e UGO GIACOMAZZI

Scene FEDERICA PAROLINI

Costumi DANIELA CERNIGLIARO

Disegno luci LUIGI BIONDI

Fondazione Orchestra Regionale delle Marche Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”

L’editore declina ogni responsabilità in merito ai programmi pubblicati in quanto suscettibili di variazioni SFE RI STE RIO on web www.moretticomunicazione.com

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Buona visione a tutti!

Anna Moretti Editore SFE RI STE RIO 2016 39 The opera takes place in Gaul, at the time of the Roman Gallien zur Zeit der Römer. Die Druidenpriesterin Norma Empire. The priestess, Norma, daughter of Oroveso, the ist, entgegen ihrer Keuschheitspflicht, die heimliche Gelieb- NOR High priest of the Druids, calls upon her God by an an- te des römischen Prokonsuls Pollione und Mutter seiner bei- cient oak tree to tell her if the time has come to revolt den Kinder. Im heiligen Irminsul-Hain verkündet Oroveso MA against Rome. By this ancient rite, the Druids, priests of den Druiden in tiefer Nacht, dass Norma bei Erscheinen des the Celts, could ask guidance from the God Irminsul, per- Mondes den göttlichen Willen offenbaren werde: Alle hoffen sonified in the ancient oak, by cutting down mistletoe at auf ein Zeichen der Gottheit zum Kampf gegen die Römer. the rising of the moon. The whole population is waiting Im Dunkel dieses Waldes überrascht Pollione seinen Freund for the most propitious moment to free itself from Ro- Flavio mit dem Geständnis, dass er Norma nicht mehr liebe, man domination. sondern die junge Priesterin Adalgisa. Er fürchtet Normas Norma is in love with the Roman Proconsul Pollione and Rache und erzählt von einem Traum, in dem sie ihm als Mör- has secretly borne him two children, breaking the vow of derin ihrer Kinder erschienen sei (Traumerzählung des Se- chastity sworn by priestesses. Pollione confides, howev- ver „Mit Adalgisa Hand in Hand“). Beide werden vertrieben er, to his friend Flavio, that he no longer loves Norma as von Druiden, die den Mondaufgang verkünden. Norma tritt he has fallen deeply in love with another young priestess, auf mit Gefolge. Zur Enttäuschung der Priester und Krieger Adalgisa. “Despite his obsession with a premonition of erklärt die Seherin, dass die Zeit zum Kampf noch nicht ge- tragedy to come, and his fear of Norma’s anger...he is in- kommen sei. Dann vollzieht sie die heilige Handlung des capable of putting his love for Adalgisa out of his mind”. Mistelbrechens und fleht die Mondgöttin um inneren Frie- When everyone has left, Pollione suggests that Adalgisa den an, einen Frieden, den sie sich selbst, zerrissen zwischen escape with him to Rome…she is doubtful, but unable to der Liebe zum Römer Pollione und ihrer Pflicht, ersehnt resist the love she feels for Pollione, and in the next scene (Arie der Norma „Keusche Göttin“). Nachdem die Gallier she goes to Norma to tell her she has fallen in love with den Ort verlassen haben, erscheint Adalgisa, um zu beten. a man. Only when Pollione enters does she realise that Pollione bestürmt sie, mit ihm nach Rom, wohin er abberu- both the women are in love with the same man. Adalgisa, fen ist, zu gehen, was sie nach langem innerem Kampf ihm now aware of the situation, is ready to give him up. auch verspricht, als Liebesopfer. Norma quält sich mit der Back at her dwelling, Norma considers killing her chil- Vorahnung, dass Pollione ohne sie nach Rom zurückkehren dren in revenge for this betrayal…but maternal love werde. Voll Verständnis nimmt sie Adalgisas Geständnis auf, is stronger than her pain, strong enough for her to beg einen jungen Römer zu lieben, und - in Erinnerung an ihrer Adalgisa to take care of them when she has married Pol- eigene Geschichte - gewährt sie ihr die Lösung vom Keusch- lione. Adalgisa is distressed and implores her not to kill heitsgelübde. Für beide ist es eine tragische jähe Erkenntnis, herself, saying that she will try and convince Pollione to dass der hinzutretende Pollione für die eine der Vater ihrer return to Norma. Kinder, für die andere der Geliebte ist. Adalgisa wendet sich However, in the forest, the Druid warriors are waiting von ihm ab, Norma droht ihm mit ihrer Rache. for the propitious moment to attack the Romans, but Voller Wut will Norma ihre beiden Knaben töten, doch ihre Oroveso is unable to act, as Norma has not yet revealed Mutterliebe siegt. Sie fordert Adalgisa auf, Polliones Gattin the wishes of the God Irminsul. She is waiting, full of zu werden, die Kinder mit nach Rom zu nehmen und ihnen hope, for Adalgisa to return, but Clotilde informs her that eine gute Mutter zu sein. Die tief bewegte Adalgisa, die für Pollione has no intention of returning to her, as he in- Pollione keine Liebe mehr empfindet, möchte stattdessen tends to abduct Adalgisa and carry her off to Rome. Only Pollione dazu bewegen, zu Norma zurückzukehren. Ein neu- after hearing this, does Norma declare that the God com- er Hoffnungsschimmer erwacht in der Brust der unglückli- mands an attack on the Romans and the Proconsul. chen Priesterin. Oroveso verkündet den zum Kampf gerüste- Pollione is captured and Norma tries to convince him to ten Galliern den Orakelspruch Normas, demzufolge mit den abandon Adalgisa in exchange for his life, but he is stead- Römern Frieden geschlossen werden soll. Als Adalgisa aber fast in his refusal. Norma, having lost her only hope, berichtet, dass sich der Prokonsul weigert, sie aufzugeben rages and threatens to have all the Romans killed and und selbst vor der Entweihung des Tempels nicht zurück- burnt on a pyre she talks of a priestess who has broken schrecken würde, schlägt Norma mit dem Brennus-Schwert her vows. Pollione believes she is talking about Adalgisa. verbittert an den Schild, der an der heiligen Eiche hängt, Unexpectedly, to general disbelief and horror, Norma re- um die Gallier zum Kampf gegen die Römer aufzuhetzen. veals her guilty secret. She herself is the one who has Gleich danach wird ihr Pollione als Gefangener vorgeführt. broken her vow of chastity and should be condemned to Stolz reicht er ihr sein Schwert, damit sie ihn töte. Sie zögert, death. Only at this point does Pollione realise her mag- gibt ihm eine letzte Gelegenheit, Adalgisa zu entsagen. Er tut nanimity, and with his love rekindled, vows to join her es nicht. Norma droht, als Rache ihre gemeinsamen Kinder on the pyre. umzubringen, dann mit dem Opfertod Adalgisas. Umsonst. Before dying, Norma reveals to her father that she has So lässt sie den Scheiterhaufen richten für eine Priesterin, two children and entrusts them to his care. Oroveso, his die das Keuschheitsgebot gebrochen habe. Als die Gallier heart breaking with love and despair, forgives Norma, but nach dem Namen der Schuldigen fragen, nennt sie nicht den can only stand by and watch while she climbs onto the Adalgisas, sondern ihren eigenen. Ihre Kinder dem Schutz pyre with Pollione. Orovesos anvertrauend, geht sie gefasst ihrem Tod entgegen. Überwältigt und von neuer Liebe erfasst, folgt ihr Pollione in den Flammentod.

SFE RI STE RIO 2016 Norma 41 di Pietro Mascagni

NOR La sacerdotessa Norma, figlia di Oroveso, gran sacerdote, sta compiendo il rito religioso degli MA antichi popoli celtici, i Druidi. Ella deve recidere il vischio, posto sulla quercia sacra al centro del mondo, al primo sorgere della luna, per sapere il volere del Dio Irminsul. La prima scena è ambientata nella foresta in Gallia, durante la dominazione romana sui popoli celtici. I Druidi sperano che il Dio dica che il momento di liberarsi dai romani è arrivato. Nell’antefatto, Norma ama il proconsole romano Pollione e contravvenendo all’obbligo di ca- stità delle sacerdotesse, ella ha avuto da lui due figli che vivono ora nascosti in casa.

ATTO PRIMO Di candore e di amor. Ministra al tempio Oroveso Di questo Iddio di sangue, ella vi appare Ite sul colle, o Druidi, Come raggio di stella in ciel turbato. Ite a spiar ne’ cieli Quando il suo disco argenteo Pur essendo ossessionato da un sogno fune- La nuova Luna sveli; sto e temendo l’ira di Norma… Ed il primier sorriso Del virginal suo viso Pollione Tre volte annunzi il mistico In rammentarlo io tremo. Bronzo sacerdotal. Meco all’altar di Venere Era Adalgisa in Roma, Druidi Cinta di bende candide, Il sacro vischio a mietere Sparsa di fior la chioma. Norma verrà? Udìa d’Imene i cantici, Vedea fumar gli incensi, Oroveso Eran rapiti i sensi Sì, Norma. Di voluttade e amor. Quando fra noi terribile Ma Pollione, si confida con l’amico Flavio: egli Viene a locarsi un’ombra: non ama più Norma e non c’è nulla da fare per- L’ampio mantel druidico chè si è innamorato della giovane sacerdotessa Come un vapor l’ingombra: Adalgida. Nulla riesce a fargli cambiare idea, ne- Cade sull’ara il folgore, anche il fatto che egli abbia avuto da lei due figli! D’un vel si copre il giorno, Muto si spande intorno Pollione Un sepolcrale orror. A me non puoi Più l’adorata vergine Far tu rampogna, ch’io mertar non senta; Io non mi trovo accanto; Ma nel mio core è spenta N’odo da lunge un gemito, La prima fiamma, e un Dio la spense, un Dio Misto de’ figli al pianto… Nemico al mio riposo: ai piè mi veggo Ed una voce orribile L’abisso aperto, e in lui m’avvento io stesso. Eccheggia in fondo al tempio

Flavio egli non riesce a dimenticare l’amore per Adalgisa! Altra ameresti tu? Pollione Pollione Trama congiure i Barbari… Parla sommesso. Ma io li preverrò… Un’altra, sì,… Adalgisa… Me protegge, me difende Tu la vedrai… fior d’innocenza e riso Un poter maggior di loro. SFE RI STE RIO 2016 E’ il pensier di lei che adoro; E vita nel tuo seno, E’ l’amor che m’infiammò. E patria, e cielo avrò.) 42 Di quel Dio che a me contende Quella vergine celeste Quando tutti se ne sono andati, Adalgisa va NOR Arderò le rie foreste, nella foresta per pregare… L’empio altare abbatterò. MA Adalgisa Mentre Pollione e Flavio si allontanano, appa- Sgombra è la sacra selva, re Norma, armata di verbena per il rito sacro. Compiuto il rito. Sospirar non vista Ella proclama che non è ancora giunto il mo- Alfin poss’io, qui dove a me s’offerse mento della vendetta… La prima volta quel fatal Romano, Che mi rende rubella al tempio, al Dio… Tutti Fosse l’ultima almen! - Vano desio! E che ti annunzia il Dio? parla: quai sorti? Irresistibil forza Qui mi strascina… e di quel caro aspetto Norma Il cor si pasce… e di sua cara voce Io nei volumi arcani L’aura che spira mi ripete il suono. Leggo del cielo; in pagine di morte Deh! proteggimi, o Dio: perduta io son. Della superba Roma è scritto il nome… Gran Dio, abbi pietà: perduta io son. Ella un giorno morrà; ma non per voi. Morrà per vizi suoi; ma Pollione la scorge e le rinnova la sua di- Qual consunta morrà. L’ora aspettate, chiarazione d’amore proponendole di fuggire L’ora fatal che compia il gran decreto. a Roma con lui. Pace v’intimo… e il sacro vischio io mieto. Pollione Norma, Oroveso e Coro Tu vien meco. Casta Diva, che inargenti De’ tuoi riti è Amor più santo… Queste sacre antiche piante, A lui cedi, ah! cedi a me. A noi volgi il bel sembiante Senza nube e senza vel. Adalgisa Ah! non dirlo… Norma Tempra tu de’ cori ardenti, Pollione Tempra ancor lo zelo audace, Il dirò tanto Spargi in terra quella pace Che ascoltato io sia da te. Che regnar tu fai nel ciel. Vieni in Roma, ah! vieni, o cara… Dove è amore, è gioja, è vita: Oroveso e Coro Inebbriam nostr’alme a gara Spargi in terra quella pace Del contento a cui ne invita… Che regnar tu fai nel ciel. Voce in cor parlar non senti, Che promette eterno ben? Quando il momento sarà propizio i romani Ah! dà fede ai dolci accenti… cadranno e regnerà la pace ed ella spera in Sposo tuo mi stringi al sen cuor suo che anche Pollione ritorni ad amarla serenamente. Adalgisa (Ciel! così parlar l’ascolto… Norma Sempre, ovunque, al tempio istesso… (Ah! bello a me ritorna Con quegli occhi, con quel volto Del fido amor primiero; Fin sull’ara il veggo impresso… E contro il mondo intiero Ei trionfa del mio pianto, Difesa a te sarò. Del mio duol vittoria ottien… Ah! bello a me ritorna Ciel! mi togli al dolce incanto Del raggio tuo sereno; O l’error perdona almen.) SFE RI STE RIO 2016 Adalgisa è piena di rimorso per aver tradito il In quel leggiadro aspetto, un altro cielo voto di castità delle sacerdotesse, ma, non rie- Mirar credetti, un altro cielo in lui. 43 sce a resistere all’amore che sente per Pollione. Norma NOR Pollione (Oh! rimembranza! io fui Adalgisa! e vuoi lasciarmi?… Così rapita al sol mirarlo in volto.) MA Crebbe la fiamma ardente. Adalgisa Io… Ah!… non posso… seguir ti voglio. Norma (Io stessa arsi così) Pollione Qui… domani, all’ora istessa… Norma piena di comprensione è pronta a scio- Verrai tu? glierla dai voti, consapevole di cosa significhi l’amore per un uomo… Adalgisa Ne fo promessa. Norma Ah! tergi il pianto: Più tardi, Norma nella sua casa si confida con Te non lega eterno nodo all’ara. Clotilde. Ella teme che Pollione voglia fuggire Ah! sì, fa core, e abbracciami. ed abbandonare lei ed i loro figli… Perdono e ti compiango. Dai voti tuoi ti libero, Norma I tuoi legami io frango. Vanne, e li cela entrambi. - Oltre l’usato Al caro oggetto unita Io tremo d’abbracciarli… Vivrai felice ancor.

ma all’improvviso giunge Adalgisa che le con- Adalgisa fessa di essersi innamorata, contravvenendo Ripeti, o ciel, ripetimi all’obbligo di castità delle sacerdotesse. Sì lusinghieri accenti: Per te, per te s’acquetano Norma I lunghi miei tormenti. Mi abbraccia, e parla - Che ti affligge? Tu rendi a me la vita, Se non è colpa amor. Adalgisa Amore… ma in un momento ella comprende, all’arrivo Non t’irritar… Lunga stagion pugnai di Pollione, che tutte e due le donne si sono Per soffocarlo… ogni mia forza ei vinse… innamorate dello stesso uomo. Immediata- Ogni rimorso. - Ah! tu non sai pur dinanzi mente la sua benevolenza si trasforma in ira Qual giuramento io fea!… fuggir dal tempio… contro il traditore. Tradir l’altare a cui son io legata, Abbandonar la patria… Norma Ma dì… l’amato giovane Norma Quale fra noi si noma? Ahi! sventurata! Del tuo primier mattino Adalgisa Già turbato è il sereno?… E come, e quando Culla ei non ebbe in Gallia… Nacque tal fiamma in te? Roma gli è patria…

Adalgisa Norma Da un solo sguardo Roma! Da un sol sospiro, nella sacra selva, Ed è? prosegui… A piè dell’ara ov’io pregava il Dio. Tremai… sul labbro mio Adalgisa Si arrestò la preghiera: e tutta assorta Il mira. SFE RI STE RIO 2016 Norma Dio non v’ha che mali inventi Tremi tu? e per chi? De’ miei mali più cocenti… 44 Oh non tremare, o perfido, Maledetto io fui quel giorno No, non tremar per lei… Che il destin t’offerse a me. NOR Essa non è colpevole, Il malfattor tu sei… Adalgisa MA Trema per te, fellone… Ah! non fia, non fia ch’io costi Pei figli tuoi… per me… Al tuo cor sì rio dolore… Siam frapposti e mari e monti Solo allora, Adalgisa capisce che il suo ama- Fra me sempre e il traditore… to è lo sposo di Norma ed il padre dei figli di Soffocar saprò i lamenti, Norma. Divorar i miei tormenti: Morirò perchè ritorno Norma Faccia il crudo ai figli, a te. Oh! di qual sei tu vittima Crudo e funesto inganno! Pria che costui conoscere ATTO SECONDO T’era il morir men danno. Norma, nella sua abitazione, medita di ucci- Fonte d’eterne lagrime dere i suoi figli per vendicarsi del tradimento Egli a te pur dischiuse; di Pollione… Come il mio cor deluse, L’empio il tuo cor tradì. Norma Dormono entrambi… non vedran la mano Adalgisa Che li percuote. - Non pentirti, o core; Oh! qual mistero orribile! Viver non pono… Qui supplizio, e in Roma Trema il mio cor di chiedere, Obbrobio avrian, peggior supplizio assai… Trema d’udire il vero… Schiavi d’una matrigna. - Ah! no: giammai. Tutta comprendo, o misera, Muoiono, sì. Non posso Tutta la mia sventura… Avvicinarmi: un gel mi prende, e in fronte Essa non ha misura, Mi si solleva il crin. - I figli uccido!… S’ei m’ingannò così. Teneri figli… pur dianzi Delizia mia… essi nel cui sorriso Pollione, ormai scoperto, dichiara il suo amo- Il erdono del ciel mirar credei!… re solo per Adalgisa che invece è pronta a ri- Ed io li svenerò?… di che son rei? nunciare a tutto! Norma, a quel punto, non Di Pollion son figli. riesce a trattenere tutto il suo furore contro il Ecco il delitto. Essi per me son morti: proconsole! Muojan per lui: E non sia pena che la sua somigli. Norma Feriam… Vanne, sì: mi lascia, indegno, Ah! no… son miei figli!… miei figli! Figli obblia, promesse, onore… Olà!… Clotilde! Maledetto dal mio sdegno Non godrai d’un empio amore. ma l’amore materno è più forte del dolore, Te sull’onde, e te sui venti tanto che decide di affidarli ad Adalgisa affin- Seguiranno mie furie ardenti, chè li protegga, dopo aver sposato Pollione. Mia vendetta e notte e giorno Ruggirà d’intorno a te. Adalgisa Sposo!… Ah! mai… Pollione Fremi pure, e angoscia eterna Norma Pur m’imprechi il tuo furore! Pei figli suoi t’imploro. Questo amore che mi governa Deh! con te, con te li prendi… E’ di te, di me maggiore… Li sostieni, li difendi… SFE RI STE RIO 2016 Non ti chiedo onori e fasci, Trovo un’amica ancor. A’ tuoi figli ei fian serbati: Sì, fino all’ore estreme 45 Prego sol che i miei non lasci Compagna tua m’avrai: Schiavi, abbietti, abbandonati… Per ricovrarci insieme NOR Basti a te che disprezzata Ampia è la terra assai. Che tradita io fui per te. Teco del Fato all’onte MA Adalgisa, deh! ti mova Ferma opporrò la fronte, Tanto strazio del mio cor. Finchè il mio core a battere Io senta sul tuo cor. Adalgisa Norma! ah! Norma, ancora amata, Intanto, nella foresta, i guerrieri Druidi at- Madre ancor sarai per me. tendono il momento propizio per attaccare Tienti i figli. Non fia mai i Romani ma Oroveso deve femarli perchè Ch’io mi tolga a queste arene. Norma non ha ancora rivelato il volere del Dio Irminsul. Norma Tu giurasti… Oroveso Guerrieri! a voi venirne Adalgisa Credea foriero d’avvenir migliore. Sì, giurai… Il generoso ardore, Ma il tuo bene, il sol tuo bene. L’ira che in sen vi bolle Vado al campo, ed all’ingrato Io credea secondar; ma il Dio non volle. Tutti io reco i tuoi lamenti: La pietà che mi hai destato Coro Parlerà sublimi accenti… Come? E le nostre selve Spera, ah spera… amor, natura L’abborrito Proconsole non lascia? Ridestarsi in lui vedrai… Non riede al Tebro? Del suo cor son io secura… Norma ancor vi regnerà. Oroveso Adalgisa è commossa e la implora di non uc- Un più temuto e fiero cidersi poichè ella cercherà di convincere Pol- Latino condottiero lione a ritornare da lei. Qualche speranza si A Pollion succede. accende in Norma… Coro Adalgisa E Norma il sa? di pace Mira, o Norma, a’ tuoi ginocchi E’ consigliera ancor? Questi cari pargoletti. Ah! pietà di lor ti tocchi Oroveso Se non hai di te pietà. Invan di Norma La mente investigai. Norma Ah! perchè la mia costanza Ella attende piena di speranza che Adalgisa Vuoi scemar con molli affetti? torni ma Clotilde le rivela che Pollione non Più lusinghe, più speranza, tornerà mai da lei poichè egli ha deciso di ra- Presso a morte un cor non ha. pire Adalgisa e di portarla a Roma con sé.

Adalgisa Clotilde Renderti i dritti tuoi, Ella ritorna al tempio: O teco al cielo, agli uomini Trista, dolente implora Giuro celarmi ognor. Di profferir suoi voti.

Norma Norma Sì… hai vinto… abbracciami. Ed egli? SFE RI STE RIO 2016 Clotilde Rimasta con lui, ella gli propone di abbando- Ed egli nare Adalgisa in cambio della sua salvezza. 46 Rapirla giura anco all’altar del Nume. Pollione rifiuta con decisione.

NOR Norma Norma Troppo il fellon presume. M’odi. MA Lo previen mia vendetta - e qui di sangue… Pel tuo Dio, pe’ figli tuoi… Sangue romano… scorreran torrenti. Giurar dei, che d’ora in poi… Adalgisa fuggirai… All’altar non la torrai… Solo dopo aver saputo ciò, Norma dichiara E la vita io ti perdono… che il Dio vuole la guerra contro i Romani e E non più ti rivedrò. quindi contro il proconsole Pollione!! Giura.

Norma Pollione Ed ira adesso, No: sì vil non son. Stragi, furore e morti. Norma Tutti Giura, giura! Guerra, guerra! Le galliche selve Quante han querce producon guerrier. Pollione Qual sul gregge fameliche belve Ah! pria morrò. Sui Romani van esi a cader. Norma, ormai in preda alla rabbia, minaccia Sangue, sangue! Le galliche scuri di uccidere tutti i Romani e di far bruciare sul Fino al tronco bagnate ne son rogo Adalgisa. Sovra i flutti del Ligeri impuri, Ei gorgoglia con funebre suon. Norma Adalgisa fia punita; Nelle fiamme perirà. Strage, strage, sterminio, vendetta! Già comincia, si compie, si affretta. Pollione Come biade da falci mietute Ah! ti prendi la mia vita, Son di Roman le schiere cadute. Ma di lei, di lei pietà.

Tronchi i vanni, recisi gli artigli, Norma Abbattuta ecco l’aquila al suol. Preghi alfine? indegno! è tardi. A mirar il trionfo dei figli Nel suo cor ti vò ferire. Ecco il Dio sovran un raggio di sol. Già mi pasco ne’ tuoi sguardi, Del tuo duol, del suo morire. Subito viene catturato Pollione che viene con- Posso alfine, io posso farti dotto nel recinto delle sacerdotesse. Norma si Infelice al par di me. fa avanti per ucciderlo e poi si ferma per in- terrogarlo da sola. Pollione Ah! t’appaghi il mio terrore; Tutti Al tuo piè son io piangente,… Ferisci. In me sfoga il tuo furore, Ma risparmia un’innocente: Norma Basti, basti a vendicarti Io deggio Ch’io mi sveni innanzi a te. Interrogarlo… investigar qual sia L’insidiata o complice ministra Alla sacerdotessa rimangono solo le minac- Che il profan persuase a fallo estremo. ce: le basterà rivelare che vi è una sacerdotes- Ite per poco sa spergiura ed ella sarà condannata… SFE RI STE RIO 2016 Norma Il Dio severo che qui t’intende All’ira vostra Se stassi muto, se il tuon sospende, 47 Nuova vittima io svelo. Una spergiura Indizio è questo, indizio espresso Sacerdotessa i sacri voti infranse, Che tanto eccesso punir non de’. NOR Tradì la patria, il Dio degli avi offese. Prima di morire Norma rivela ad Oroveso di MA Tutti aver avuto dei figli e li affida a lui perchè ne Oh! delitto! oh! furor! La fa palese. abbia cura.

Norma Norma Sì, preparate il rogo. Son madre…

… ma, tra lo stupore generale, ella rivela a tutti Oroveso ogni sua colpa! È lei che ha infranto i voti di ca- Madre!!! stità ed è lei che deve essere condannata a morte! Norma Norma Acquetati… Son io. Clotilde ha i figli miei… Tu li raccogli… e ai barbari Oroveso L’invola insiem con lei Tu! Norma! Oroveso Norma No… giammai… va… lasciami. Io stessa: Il rogo ergete. Norma Solo ora Pollione è colpito dalla sua grandezza Ah! padre!… un prego ancor. d’animo e riconquistato dal suo amore vuole Deh! non volerli vittime salire insieme a lei sul rogo. Del mio fatale errore… Deh! non troncar sul fiore Norma Quell’innocente età. Qual cor tradisti, qual cor perdesti Pensa che son tuo sangue… Quest’ora orrenda ti manifesti. Abbi di lor pietà. Da me fuggire tentasti invano; Padre! tu piangi! Crudel Romano, tu sei con me. Un nume, un fato di te più forte Oroveso Ci vuole uniti in vita e in morte. Oppresso è il core. Sul rogo istesso che mi divora, Sotterra ancora sarò con te. Oroveso con il cuore pieno di amore e di tri- stezza concede il perdono a Norma e non può Pollione far altro che guardarla mentre sale sul rogo Ah! troppo tardi t’ho conosciuta… insieme a Pollione. Sublime donna, io t’ho perduta,… Col mio rimorso è amor rinato, Pollione Più disperato, furente egli è. Il tuo rogo, o Norma, è il mio. Moriamo insieme, ah! sì, moriamo; Là più santo L’estremo accento sarà ch’io t’amo. Incomincia eterno amor. Ma tu morendo, non m’aborrire, Pria di morire perdona a me. Norma Padre!… addio!… Oroveso e Coro Oh! in te ritorna, ci rassicura; Oroveso Canuto padre te ne scongiura: Addio!… Dì che deliri, dì che tu menti, Sgorga, o pianto; Che stolti accenti uscir da te. Sei permesso a un genitor. Ti svelerò un filtro d’amore potentissimo, senza unguenti, senza erbe e senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama.

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CENTRO ESTETICO ELISIR MACERATA VIA FOSCOLO 47 TEL. 0733 260495 www.elisiresteticamacerata.it SFE RI STE RIO 2016 Giuseppe Verdi 49 IL Il Trovatore TRO VA LO VOLEVANO SENZA “PIRA” TO MA VERDI DISSE NO! RE

ra il 1851 e il 1853 Verdi viveva nell’amata di zingari. Il soggetto de Il Trovatore era piut- proprietà di Sant’Agata, situata nei luoghi na- tosto intricato e macabro e comprendeva alcuni tii, lontano dai pettegolezzi dei bussetani e particolari cui anche la censura pontificia era andava via via costruendo il suo piccolo im- stata costretta ad interessarsi. In una lettera al Fpero fatto di campagna e tranquillità. Cammarano del 18 novembre 1851 Jacovacci, Trascorso un periodo di solitudine e di distacco impresario del teatro Apollo, enumerava i ne- dal mondo teatrale, che il Maestro non amava cessari cambiamenti che dovevano essere ap- particolarmente, il lavoro poteva procedere con portati perché l’opera potesse essere messa in la necessaria calma e meditazione. Dopo la for- scena: Leonora non doveva suicidarsi sulla sce- tuna di , Verdi era alle prese con una na, si dovevano al contrario nominare Chiese, nuova opera che prendeva spunto da un dram- Conventi o Voti e non doveva esserci neanche ma faraginoso e mediocre, ed aveva però avuto l’ombra di un rogo, che avrebbe potuto riportare un enorme successo alla sua rappresentazione a alla memoria i vergognosi atti del Sant’Uffizio. Madrid nel 1836: El trovator di Antonio Garcìa Che cosa sarebbe rimasto del melodramma? No- Gutièrres. L’autore l’aveva scritto all’età di 23 nostante le disposizioni, Il Trovatore mantenne anni, immaginando di ambientarlo in Biscaglia pire, avvelenamenti, chiostri e decapitazioni, e in Aragona, all’inizio del XV secolo, quando riuscendo ad ottenere un grande successo. cioè in Spagna era divampata la guerra civile. E’ difficile trovare un altro componimento di Verdi affidò la stesura del libretto a Salvatore cui sia stato detto tanto bene e tanto male, che Cammarano, il quale però non accontentò il abbia suscitato tante polemiche. E’ certo stra- Maestro che aveva già tutta l’opera in mente, no che Il Trovatore sia inserito fra due opere, tanto da suggergli addirittura i versi fondamen- Rigoletto e , in cui Verdi si era pro- tali, perché questa avesse “tutta la novità e la posto di non accettare le convenzioni formali: bizzarria del dramma spagnolo”. Nell’estate del ne Il Trovatore, infatti, tornano le cavatine e le 1852 tuttavia Cammarano morì quando ancora cabalette, nonché un modo tradizionale di fare erano da scrivere metà del III atto e tutto il IV. melodramma, di porre i personaggi di fronte al Su consiglio di De Sanctis, Verdi affidò il lavo- pubblico; se Verdi non fosse stato il genio che ro a Leone Emanuele Bardare. Il 14 dicembre era, un libretto che racchiude una storia come l’opera era già completamente finita e il 19 gen- quella di Manrico, Leonora e Azucena avrebbe naio 1853 andò in scena all’Apollo di Roma, ri- dato vita esclusivamente a qualcosa di ridicolo scuotendo un grandissimo successo, nonostan- e scadente, mentre nelle mani del Maestro que- te Verdi giudicasse “indegna” l’esecuzione, ad ste vicende, immerse nell’oscurità della notte, eccezione della prestazione vocale del soprano illuminate dal fuoco della grande pira che con- Elena Rosina Penco. suma la strega e dai falò degli zingari, prendono L’esecuzione alla Scala dello stesso anno fu in- l’aspetto di un grande affresco. vece considerata “deplorevole” dal Caminazzi, Ne Il Trovatore, più che nelle altre opere, i per- che considerò Il Trovatore “di lunga mano infe- sonaggi sono marionette che assumono una riore” alle altre opere di Verdi. vita propria solo per influsso della musica, che La composizione attraversò le Alpi e approdò riuscendo a rappresentare le passioni di tanti il 23 dicembre 1854 a Parigi al Théâtre Italien, libretti traboccanti di versi e di rime, permet- e nel 1857 all’Opéra, con l’inserimento di un tono loro di acquistare un carattere e un’anima. balletto, obbligatorio in quel periodo, che com- Si è parlato, a proposito di questo melodramma, prendeva una Gitanilla e, insieme, una Sevilla- di sublimità e mostruosità insieme, di “sintesi na-Bohémien e un Galop, ripreso poi dal coro di bellezza alterna”, di “piena espressione della SFE RI STE RIO 2016 rozzezza artistica di Verdi”, ma anche di “inten- sità del suo talento”. 50 Il Trovatore è servito a simboleggiare l’opposi- zione del Verdi giovane, della prima maniera, contro il Verdi vecchio del e dell’Otello, IL del Verdi plebeo contro quello aristocratico, del Verdi romantico contro quello classico. Bruno TRO Barilli a questo proposito parla di “ritmo prodi- VA gioso e veemente”, di “schemi rozzi ma larghi e solidi”, di “foga folgorante e irreparabile”. Ma TO se anche si potranno trovare parti rozze, brutte, RE o di cattivo gusto (Mila è convinto di una “vo- luta e dolorosa ricerca del triviale da parte di Verdi”), è escluso che qualcuno possa bollare Il Trovatore come un’opera fiacca o debole: tanto essa è veemente, carica di impeto e di eccita- zione, piena espressione del “far creativo del grande musicista”.

Gabriele Cesaretti SFE RI STE RIO 2016 51 Il Trovatore Dramma in quattro parti IL Libretto di Salvatore Cammarano TRO Musica di Giuseppe Verdi VA TO Interpreti e personaggi RE PIERO PRETTI Manrico ANNA PIROZZI Leonora MARCO CARIA Il Conte di Luna ENKELEJDA SHKOSA Azucena ALESSANDRO SPINA Ferrando

Direttore DANIEL OREN FRANCESCO IVAN CIAMPA (6 agosto)

Regia FRANCISCO NEGRIN

Scene e costumi LOUIS DESIRE

Disegno luci BRUNO POET

Fondazione Orchestra Regionale delle Marche Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”

L’editore declina ogni responsabilità in merito ai programmi pubblicati in quanto suscettibili di variazioni SFE RI STE RIO 2016 52 Fifteenth-century Spain, civil war. ìThe Troubadour” In der Vorhalle des Schlosses von Aliaferia erzählt der is a chanting warrior named Manrico. He is fighting Hauptmann Ferrando den Wachsoldaten eine Episode IL against his enemy, The Count di Luna, because his aus der jüngeren Geschichte des Grafenhauses: Der jün- lover Leonora, waiting for him, has mistaken the gere Sohn des Grafen ist von einer Zigeunerin entführ TRO Count, who also loves her, for him. Ferrando, the worden, weil sie die Ermordung ihrer Mutter rächen VA captain of the guard, narrates to his troops a terri- wollte (diese wurde wegen einer Missetat vom Gra- ble happening of 15 years ago: the revenge taken by fen hingerichtet). Die Zigeunerin hatte dann das Kind TO a gypsy for the death of her mother, that is to say verbrannt, deshalb wollten die Soldaten sie töten. Am RE the apparent destruction in the fire of the son of the Abend gesteht Leonora ihrer Freundin Ines im Park des old Count di Luna. At the gypsy camp, Azucena tells Schlosses ihre Liebe zu dem Troubadour Manrico. Die- Manrico of what happened to her mother and admits se hört in der Ferne Manrico ein Lied singen und will that she threw the wrong baby on the fire, keeping, zu ihm laufen, befindet sich jedoch in den Armen des as her own, the Count’s son. Manrico explains that Grafen .Beide Männer sind nicht nur Rivalen der Liebe, he heard a voice during the duel telling him that the sondern zugleich politische Widersacher und lieben die Count di Luna is his brother and for this reason he selbe Frau. Daher kann Leonora das Duell der beiden did not kill him. News comes that Leonora, thinking nicht verhindern. In einem Zigeunerlager erzählt die Manrico dead, is to enter a convent. The Count plans Zigeunerin Azucena (die Mutter von Manrico) diese to abduct Leonora, but Manrico stops him, and he Geschichte, sie sagt aber, sie habe ihren Sohn mit dem and his lover are tearfully reunited. Manrico brings geraubten Kind verwechselt. So versteht Manrico, dass Leonora to Castellor. Meanwhile, Azucena is cap- er nicht der Sohn der Zigeunerin ist und mochte daher tured by the Count: Ferrando recognizes her as the mehr über seine Herkunft erfahren. Jemand hat Le- gypsy who killed the Count’s younger brothe, and onora gesagt, dass Manrico im Duell mit dem Grafen she is sentenced to death. In the castle, the planned ermodet wurde (eine Lüge) und sie beschliesst, eine marriage of Manrico and Leonora is interrupted by Ordenschwester zu werden. Der Graf versucht während news of Azucena’s capture: the Troubadour rushes der Zeremonie sie zu entführen, aber Manrico gelingt to save her. Imprisoned by the Count, Manrico and es, sie zu retten. Ferrando ergreift Azucena und bringt Azucena are threatened with death, while Leonora sie zum Grafen. Sie akzeptiert, dass sie die Mutter von seeks to save her lover, offering herself in return: Manrico ist. So kann jetzt der Graf seine doppelte Rache she has secretly taken poison and soon dies. In the geniessen: eine für den toten Bruder, und eine fuer Le- prison, Azucena reveals to Manrico his parentage, onoras Liebe. Derzeit versuchen Manrico und Leonora as a son of the old Count and brother to his enemy. insgeheim zu heiraten, aber als Manrico entdeckt, dass The Count returns and, finding Leonora dead, orders seine Mutter geraubt worden ist, fahrt er zu ihr. Auch Manrico’s execution. After Manrico’s death, Azuce- Manrico wird eingekerkert. Leonora sagt dem Grafen, na has her final triumphant revenge revealing to the dass sie ihn heiraten wolle, wenn er Manrico frei lässt. Count the identity of his victim. In der Tat wird sie nach einigen Minuten sterben, denn sie hat ein Gift getrunken. Aber als Manrico entdeckt, dass Leonora sterben wird, will er nicht frei sein und so stirbt sie in seinen Armen. Der Graf gebietet,ihn tö- ten zu lassen. Obwohl Azucena untrötslich ist, schreit sie dem Grafen entgegen: Er war dein Bruder! Du bist gerächt, O Mutter!

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SERVIZI INCLUSI manutenzione ordinaria e straordinaria_soccorso stradale gomme estive ed invernali_RCA_KASKO_incendio e furto assicurazione personale sul conducente_bollo incluso SFE RI STE RIO 2016 55 Il Trovatore di Giuseppe Verdi IL TRO VA TO RE

ATTO PRIMO Cingeva i simboli di una maliarda! Ferrando E sul fanciullo, con viso arcigno, All’erta, all’erta! Il Conte l’occhio affiggeva torvo, sanguigno! n’è d’uopo attender vigilando; ed egli D’orror compresa è la nutrice… talor presso i veroni Acuto un grido all’aura scioglie; della sua cara, intere ed ecco, in meno che il labbro il dice, passa le notti. i servi accorrono in quelle soglie; e fra minacce, urli e percosse Nell’atrio del palazzo dell’Aliaferia si veglia… la rea discacciano ch’entrarvi osò. Ferrando, uomo d’armi del Conte di Luna, sveglia i servi e i soldati che si sono lascia- La zingara era stata immediatamente scac- ti vincere dal sonno. Bisogna “attendere ve- ciata; purtroppo però, la tardiva scoperta le gliando”, dice, perché il Conte, da quando ha aveva dato il tempo necessario per gettare sentito provenire dal giardino una serenata sul bimbo i suoi malefici… per Leonora, la donna di cui è innamorato, roso dalla gelosia trascorre la notte veglian- do sotto il suo balcone. Per scacciare il son- Ferrando no, i servi gli chiedono di raccontare la vera Asserì che tirar del fanciullino storia di Garzia, il fratello minore del Conte, l’oroscopo volea… scomparso in tenerissima età. Bugiarda! Lenta febbre del meschino la salute struggea! Ferrando Coverto di pallor, languido, affranto Di due figli vivea padre beato ei tremava la sera. il buon Conte di Luna: Il dì traeva in lamentevol pianto… fida nutrice del secondo nato ammaliato egli era! dormia presso la cuna. Sul romper dell’aurora un bel mattino Infatti, di lì a qualche tempo, il piccino si era ella dischiude i rai; ammalato e, visto che le cure erano inutili, e chi trova d’accanto a quel bambino?… si era pensato subito al maleficio. La zinga- ra era stata cercata, arrestata e condannata Ferrando racconta di una zingara che not- al rogo come strega. La donna aveva però tetempo si era furtivamente introdotta nel una figlia, che subito aveva pensato di ven- palazzo e, sul far dell’alba, era stata sorpresa dicare la madre. Poco dopo,infatti, il piccolo dalla nutrice del bimbo mentre se ne stava Garzia era sparito. Le ricerche subito fatte accostata alla culla. La donna l’aveva aggre- avevano condotto nel luogo dove era stata dita ed erano accorsi i servi. bruciata la zingara e tra le ceneri ancora fumanti erano stati rinvenuti i resti carbo- Ferrando nizzati ed rirriconoscibili di un bimbo: era Abbietta zingara, fosca vegliarda!… forse il piccolo Garzia?… SFE RI STE RIO 2016 Ferrando Gli astanti confermano, aggiungendo altre La fattucchiera perseguitata testimonianze. Siamo nei giardini del palaz- 56 fu presa, e al rogo fu condannata; zo ove Leonora ed Ines, due dame di compa- ma rimaneva la maledetta gnia della regina, si fanno le loro confidenze. IL figlia, ministra di ria vendetta! Compì quest’empia nefando eccesso… Ines TRO Sparve il fanciullo e si rinvenne Che più t’arresti?… l’ora è tarda; vieni: VA mal spenta brace nel sito istesso di te la regal donna TO ov’arsa un giorno la strega venne, chiese, l’udisti. e d’un bambino… ahimè!… l’ossame RE bruciato a mezzo, fumante ancor! Leonora svela ad Ines come è nato quell’a- more così travagliato e inconsueto: le era Il Conte di Luna era sopravvissuto per poco capitato di premiare il valoroso vincitore di all’evento, ucciso dal grande dolore, anche se in un torneo, un cavaliere sconosciuto; ne era cuor suo aveva nutrito fino alla fine la speranza rimasta colpita, ma costui, essendo senza in- che i miseri resti rinvenuti non fossero stati del segne, non si era rivelato. suo bimbo, ed aveva esortato l’altro figlio, l’at- tuale Conte, a non sospendere mai le ricerche. Leonora Un’altra notte ancora Ferrando senza vederlo… Brevi e tristi giorni visse! Pure ignoto del cor presentimento Ines gli diceva che spento Perigliosa fiamma non era il figlio; ed a morir vicino tu nutri! Oh! come, dove bramò che il signor nostro a lui giurasse la primiera favilla di non cessar le indagini… ah! fur vane!… in te s’apprese?

Ormai sono trascorsi molti anni e il bimbo Leonora non è stato più trovato, ma la storia non s’è Ne’ tornei! V’apparve conclusa perché l’anima della strega vaga an- bruno le vesti ed il cimier, lo scudo cora sulla terra e molti l’anno veduta sotto bruno e di stemma ignudo sembianze di upupa, gufo, civetta. sconosciuto guerrier, che dell’agone gli onori ottenne: al vincitor sul crine Ferrando il serto io posi! Civil guerra intanto All’inferno? È credenza che dimori arse: no ‘l vidi più, come d’aurato ancor nel mondo l’anima perduta sogno fuggente imago, ed era volta dell’empia strega, e quando il cielo è nero lunga stagion… ma poi… in varie forme altrui si mostri. Il cavaliere era in realtà Manrico, il “Trova- Un servo del Conte, che a suo tempo l’aveva tore”, nonché capo dei ribelli in armi contro percossa, è addirittura morto di paura quan- il Conte di Luna. Era trascorso molto tempo, do una sera, a mezzanotte in punto, ella, in quando una notte era ricomparso e le aveva una stanza del palazzo, gli è comparsa in- indirizzato una malinconica serenata. nanzi sotto le sembianze di gufo. Leonora Ferrando Tacea la notte placida Morì di paura un servo del conte, e bella in ciel sereno che avea della zingara percossa la fronte! la luna il viso argenteo Apparve a costui d’un gufo in sembianza, mostrava lieto e pieno; nell’alta quïete di tacita stanza! quando suonar per l’aere, Con l’occhio lucente guardava… guardava! infino allor sì muto… Il cielo attristando d’un urlo feral! dolci s’udiro e flebili Allor mezzanotte appunto suonava… gli accordi d’un lïuto, SFE RI STE RIO 2016 e versi melanconici della notturna lampa… un trovator cantò. Ah! l’amorosa fiamma 57 Versi di prece, ed umile m’arde ogni fibra! Ch’io ti vegga è d’uopo… qual d’uom che prega iddio; che tu m’intenda… Vengo… A noi supremo IL in quella ripeteasi è tal momento… un nome… il nome mio… Il trovator! Io fremo! TRO Corsi al veron sollecita… VA egli era, egli era desso!… Pervaso d’amore, il Conte ha un insopprimi- TO Gioia provai che agli angeli bile desiderio di vederla; si dirige con slan- solo è provar concesso! cio verso il verone, ma gli accordi di un liuto RE Al core, al guardo estatico provenienti dal fitto degli alberi lo raggelano. la terra un ciel sembrò. Agli accordi segue la voce dolce e melodiosa del Trovatore, che canta le speranze del suo Ines, preoccupata per la storia udita, racco- cuore innamorato. manda a Leonora di dimenticarlo. Dimenticarlo? Come potrebbe! Lo ama tal- Manrico mente tanto che per lui sarebbe disposta an- Deserto sulla terra, che a morire… col rio destino in guerra è sola speme un cor Leonora al trovator! Obliarlo! Ah! tu parlasti Ma s’ei quel cor possiede, detto, che intendere l’alma non sa. bello di casta fede, è d’ogni re maggior Leonora il Trovator! Di tale amor che dirsi mal può dalla parola, Leonora, fino a questo momento in ansiosa d’amor che intendo io sola, attesa, si affretta a scendere per gettarsi tra il cor s’inebriò! le braccia dell’uomo del suo cuore. Il mio destino compiersi non può che a lui dappresso… Leonora S’io non vivrò per esso, Più dell’usato per esso io morirò! è tarda l’ora!… io ne contai gl’istanti co’ palpiti del core!… Alfin ti guida Ines è commossa e le augura che questo suo pietoso amor tra queste braccia… grande amore le porti eterna gioia. Si avvia nel buio del giardino, verso l’ombra Ines che intravvede (e che pensa sia Manrico) e (Non debba mai pentirsi nell’avvicinarsi gli palesa il suo amore… Il chi tanto un giorno amò!) Conte ascolta e tace, ma la voce irata del Trovatore svela l’equivoco. Leonora, resasi Nei giardini del palazzo è notte fonda. Il Con- immediatamente conto della situazione, si te di Luna veglia tormentato dal suo amore getta ai piedi di Manrico e gli giura il suo per Leonora, passeggia e guarda le stanze del amore… palazzo immerse nel sonno. Una fievole luce filtra dal verone. Egli imma- Leonora gina Leonora ancora sveglia. Qual voce!… Ah, dalle tenebre tratta in errore io fui! Conte A te credei rivolgere Tace la notte! immersa l’accento e non a lui… nel sonno, è certo, la regal signora, A te, che l’alma mia ma veglia la sua dama! Oh Leonora! sol chiede, sol desia… Tu desta sei; me ‘l dice Io t’amo, il giuro, io t’amo da quel verone tremolante un raggio d’immenso, eterno amor! SFE RI STE RIO 2016 Manrico è felice; il Conte di Luna, adiratis- L’ora omai per te suonò! simo, sfida in mortale duello il fortunato ri- Il suo core e la tua vita 58 vale… il destino a me serbò! IL Conte Tu!… Come! ATTO SECONDO TRO Insano temerario! Il cielo schiarisce e ci lascia intravvedere un VA D’Urgel seguace, a morte accampamento di zingari posto sulle falde di TO proscritto, ardisci volgerti un monte della Biscaglia. a queste regie porte? Alcuni di essi sono intenti a forgiare attrezzi, RE battono sull’incudine cantando un ritornello. Manrico Manrico, dopo il cruento scontro con il Con- Che tardi? Or via, le guardie te di Luna, era stato raccolto, ormai in fin di appella, ed il rivale vita, da Azucena, che lo aveva trasportato al ferro del carnefice nell’accampamento e curato amorevolmente. consegna. Ora giace disteso accanto ad un fuoco ed ascolta la zingara cantare una tristissima Conte canzone ispirata ad una funesta storia che si Il tuo fatale istante conclude con una strampalata invocazione assai più prossimo “mi vendica… mi vendica”. è, dissennato! Vieni! Azucena Leonora cerca di indirizzare su di sè le ire Stride la vampa! ~ la folla indomita del Conte… corre a quel fuoco ~ lieta in sembianza! Urli di gioia ~ intorno echeggiano; Conte cinta di sgherri ~ donna s’avanza! Di geloso amor sprezzato Sinistra splende ~ sui volti orribili arde in me tremendo il foco! la tetra fiamma ~ che s’alza al ciel! Il tuo sangue, o sciagurato, Stride la vampa! ~ giunge la vittima ad estinguerlo fia poco! nerovestita, ~ discinta e scalza! Dirgli, o folle!… «io t’amo» ardisti!… Grido feroce ~ di morte levasi; Ei più vivere non può. l’eco il ripete ~ di balza in balza!… Un accento proferisti Sinistra splende ~ sui volti orribili che a morir lo condannò! la tetra fiamma ~ che s’alza al ciel!

Leonora Manrico le chiede di svelare il mistero di Un istante almen dia loco quella invocazione finale. Azucena racconta il tuo sdegno alla ragione, che molti anni prima aveva assistito, impo- io, sol io, di tanto foco tente, alla tragica morte di sua madre, bru- son, pur troppo, la cagione… ciata sul rogo… Piombi, ah! piombi il tuo furore sulla rea che t’oltraggiò… Azucena Vibra il ferro in questo core, E tu la ignori, che te amar non vuol, né può. tu pur! Ma, giovinetto, i passi tuoi d’ambizion lo sprone Manrico, invece, accetta impavido il duello… lungi traea!… Dell’ava il fine acerbo è quell’istoria: la incolpò superbo Manrico Conte di malefizio, onde asseria Del superbo vana è l’ira; côlto un bambin suo figlio… Essa bruciata ei cadrà da me trafitto. venne ov’arde quel foco! Il mortal che amor t’ispira, dall’amor fu reso invitto. Manrico La tua sorte è già compita! Ahi! Sciagurata! SFE RI STE RIO 2016 Azucena ma tutte qui nel petto! Io sol, fra mille Condotta ell’era in ceppi al suo destin tremendo, già sbandati, al nemico 59 col figlio sulle braccia, io la seguia piangendo: volgendo ancor la faccia!… Il rio De Luna infino ad essa un varco tentai, ma invano, aprirmi, su me piombò col suo drappello; io caddi, IL invan tentò la misera fermarsi e benedirmi, però da forte io caddi! ché, fra bestemmie oscene, pungendola coi ferri, TRO al rogo la cacciavano gli scellerati sgherri! Azucena VA Allor con tronco accento «Mi vendica!» sclamò. Ecco mercede TO Quel detto un’eco eterno in questo cor lasciò. a’ giorni che l’infame, nel singolar certame RE Subito aveva pensato di vendicarla e quindi ebbe salvi da te! Qual t’acciecava aveva rapito il figlio minore del conte di Luna, strana pietà per esso? padre dell’attuale. Poi, mentre passava sul luo- go del rogo ove era stata bruciata sua madre, Manrico aveva visto ardervi un fuoco e le fiamme le Oh madre! non saprei dirlo a me stesso! avevano sconvolto la mente. Nel delirio, ave- va gettato il bimbo sul rogo. Quando si era ria- Azucena vuta, il corpicino bruciava ancora; con orrore, Strana pietà!… tuttavia si era accorta che quello sul rogo non era “dell’empio Conte il figlio”: ella, accecata Manrico dalla momentanea pazzia, vi aveva gettato il Mal reggendo all’aspro assalto, proprio piccino. Manrico ammutolisce, Azu- ei già tocco il suolo avea: cena lo tranquillizza, gli ricorda il suo mater- balenava il colpo in alto no amore, le cure prestategli dopo il duello. che trafiggerlo dovea… Quando arresta un moto arcano, Azucena nel discender, questa mano, Ah!… forse… le mie fibre acuto gelo Che vuoi! quando al pensier s’affaccia il truce fa repente abbrividir! caso, lo spirto intenebrato pone Mentre un grido vien dal cielo, stolte parole sul mio labbro… Madre, che mi dice: «non ferir»! tenera madre non m’avesti ognora? Azucena Manrico Ma nell’alma dell’ingrato Potrei negarlo? non parlò del cielo un detto! Oh! se ancor ti spinge il fato Azucena a pugnar col maledetto, A me, se vivi ancora, compi, o figlio, qual d’un dio, no ‘l déi? Notturna, sii pugnati campi compi allora il cenno mio! di Pelilla, ove spento Sino all’elsa questa lama fama ti disse, a darti vibra, immergi all’empio in cor. sepoltura non mossi? La fuggente aura vital non iscovrì, nel seno Poi, commosso, giura che la vendicherà. non t’arrestò materno affetto? E quante cure non spesi a risanar le tante Manrico ferite!… Si, lo giuro, questa lama Scenderà dell’empio in cor. Manrico rivede la scena, racconta che aveva disarcionato il Conte ma non lo aveva finito Giunge una staffetta a portargli le notizie perché era stato trattenuto da una forza mi- che la Rocca di Castellor è stata conquistata, steriosa e che Leonora, credendolo morto in combat- timento, ha deciso di ritirarsi nel vicino con- Manrico vento dove prenderà il velo. Manrico vuol Che portai nel dì fatale… partire immediatamente per impedirlo. SFE RI STE RIO 2016 Azucena Ferrando e seguaci Ferma… Son io che parlo a te! Ardire! andiam! celiamoci 60 Perigliarti ancor languente fra l’ombre… nel mister! per cammin selvaggio ed ermo! Ardire! andiam! silenzio! IL Le ferite vuoi, demente, si compia il suo voler! rïaprir del petto infermo? TRO No, soffrirlo non poss’io… Conte VA il tuo sangue è sangue mio!… Per me, ora fatale, TO Ogni stilla che ne versi i tuoi momenti affretta… tu la spremi dal mio cor! La gioia che m’aspetta RE gioia mortal non è!… Manrico Invano un dio rivale Un momento può involarmi opponi all’amor mio, il mio ben, la mia speranza!… non può nemmeno un dio, No, che basti ad arrestarmi donna, rapirti a me! terra e ciel non han possanza… Ah!… mi sgombra, o madre, i passi… Leonora conforta le sue amiche che, pian- Guai per te s’io qui restassi!… genti, la conducono al chiostro. Tu vedresti ai piedi tuoi La vita per lei, dopo la morte di Manrico, non spento il figlio dal dolor! ha più scopo.

Conte Leonora Tutto è deserto! né per l’aura ancora O dolci amiche, suona l’usato carme… un riso, una speranza, un fior, la terra In tempo io giungo. non ha per me! Degg’io volgermi a quei, che degli afflitti è solo sostegno, e dopo i penitenti giorni Anche il Conte di Luna medita di rapirla pri- può fra gli eletti al mio perduto bene ma che entri in convento. ricongiungermi un dì! Tergete i rai Ferrando e guidatemi all’ara… Ardita opra, o signore, imprendi. All’improvviso il Conte si para dinanzi per offrirle il suo amore; Leonora lo respinge Conte senza esitazioni, ma egli è deciso a prender- Ardita, e qual furente amore la; sta per avventarsi sulla donna, quando ed irritato orgoglio compare Manrico. Il Conte alla sorpresa fa chiesero a me. Spento il rival, caduto seguire le minacce. ogni ostacol sembrava a’ miei desiri: novello e più possente ella ne appresta! Leonora L’altare! Ah no, non fia E deggio e posso crederlo? d’altri Leonora mai… Leonora è mia! Ti veggo a me d’accanto! Il balen del suo sorriso È questo un sogno, un’estasi, d’una stella vince il raggio!… un sovrumano incanto? il fulgor del suo bel viso Non regge a tanto giubilo novo infonde in me coraggio!… rapito, il cor sospeso!… Ah! l’amor, l’amore ond’ardo Sei tu dal ciel disceso, le favelli in mio favor!… o in ciel son io con te? Sperda il sole d’un suo sguardo la tempesta del mio cor. Conte Dunque gli estinti lasciano Ordina ai suoi soldati di nascondersi e, di morte il regno eterno! nell’attesa, sogna le gioie dell’amore… A danno mio rinunzia SFE RI STE RIO 2016 le prede sue l’inferno! o Manrico, o figlio mio?… Ma se non mai si fransero Non soccorri all’infelice 61 de’ giorni tuoi gli stami, madre tua? se vivi e viver brami, IL fuggi da lei, da me. Conte Sarebbe ver? TRO Manrico risponde che è vivo perché Dio ha Di Manrico genitrice? VA voluto soccorrerlo TO Da quell’invocazione il Conte scopre di aver Manrico catturato la madre del suo nemico. RE Né m’ebbe il ciel, né l’orrido E’ un colpo di immensa fortuna e ne appro- varco infernal sentiero. fitterà per rovesciare quella sorte che gli era Infami sgherri vibrano stata avversa. mortali colpi, è vero!… Potenza irresistibile Ferrando hanno de’ fiumi l’onde! Trema!… Ma gli empi un dio confonde! Quel dio soccorse a me. Conte Oh sorte!… In mio poter! Sguainano le spade. Agli armigeri del Conte si contrappongono però i compagni di Man- Azucena rico, comandati da Ruiz, che sbaragliano i Deh! rallentate, o barbari, soldati del Conte consentendo a Manrico e le acerbe mie ritorte… Leonora di riunirsi felici. questo crudel martirio è prolungata morte! D’iniquo genitore ATTO TERZO empio figliuol peggiore, Nell’accampamento fervono i preparativi trema! v’è dio pe’ miseri, per assalire la rocca di Castellor. Ferrando e dio ti punirà! promette ai soldati che stanno approntando le armi, per esortarli a combattere, la vittoria Conte e ricco bottino. I soldati rispondono in coro Tua prole, o turpe zingara, che sono pronti alla battaglia… colui, quel traditore?… Potrò col tuo supplizio Tutti ferirlo in mezzo al core! Tu c’inviti a danza! Gioia m’inonda il petto, Squilli, echeggi la tromba guerriera, cui non esprime il detto!… chiami all’armi, alla pugna, all’assalto. Meco il fraterno cenere Fia domani la nostra bandiera ampia vendetta avrà! di quei merli piantata sull’alto. No, giammai non sorrise vittoria Frattanto, nella cappella della rocca di Ca- di più liete speranze finor!… stellor si preparano le nozze. Il fragore delle Ivi l’util ci aspetta e la gloria, armi che giunge da lontano preoccupa Leo- ivi opimi la preda e l’onor. nora, ma Manrico la conforta: anche se il pe- ricolo è grande, la vittoria sarà sua. Leonora Ferrando la riconosce. E’ la figlia della strega si rammarica per quel destino che vuole il a suo tempo bruciata sul rogo: per quella pa- rombo di guerra compagno sinistro della sua rentela anche lei merita il supplizio. Nell’u- festa più bella. Manrico la invita a sperare dire la sentenza, la zingara viene presa da nel trionfo del loro amore. disperazione e invoca il figlio Manrico. Manrico Azucena Il presagio funesto, E tu non m’odi, deh! sperdi, o cara!… SFE RI STE RIO 2016 Leonora catturato ed ora si trova imprigionato nel pa- E il posso? lazzo dell’Aliaferia insieme ad Azucena; Ruiz 62 vi sta accompagnando furtivamente Leono- Manrico ra, che vuole vederlo. IL Amor… sublime amore, in tale istante ti favelli al core! Leonora TRO Ah sì, ben mio, coll’essere Vanne, VA io tuo, tu mia consorte, lasciami, né timor di me ti prenda.. TO avrò più l’alma intrepida, Salvarlo io potrò forse. il braccio avrò più forte. Timor di me!… sicura, RE Ma pur se nella pagina presta è la mia difesa. de’ miei destini è scritto In quest’oscura ch’io resti fra le vittime notte ravvolta, presso a te son io, dal ferro ostil trafitto, e tu no ‘l sai!… Gemente fra quegli estremi aneliti aura che intorno spiri, a te il pensier verrà! deh, pietosa gli arreca i miei sospiri… E solo in ciel precederti D’amor sull’ali rosee la morte a me parrà! vanne, sospir dolente, del prigioniero misero Leonora e Manrico conforta l’egra mente… L’onda de’ suoni mistici Com’aura di speranza pura discende al cor! aleggia in quella stanza: Vieni; ci schiude il tempio lo desta alle memorie, gioie di casto amor! ai sogni dell’amor!… Ma, deh! non dirgli, improvvido, Giunge Ruiz ad interrompere Manrico: il le pene del mio cor! Conte ha fatto portare la zingara sotto gli ……… spalti perché lo spettacolo del rogo sia vi- Quel suon, quelle preci solenni, funeste, sto dal Castello. Manrico può così scorgere empiron quest’aere di cupo terror! la madre legata tra i ceppi, pronta per essere Contende l’ambascia, che tutta m’investe gettata sul fuoco già acceso. al labbro il respiro, i palpiti al cor! Manrico Suo figlio! All’interno del carcere Manrico invoca la morte; Ah! vili… il rio spettacolo quasi il respir m’invola!… Manrico Raduna i nostri, affrettati, Ah, che la morte ognora Ruiz… va’… torna… vola… è tarda nel venir … l’orrendo foco a chi desia morir!… tutte le fibre m’arse, avvampò! Addio, Leonora! Empi, spegnetela, o ch’io fra poco col sangue vostro la spegnerò! Leonora Era già figlio prima d’amarti… Sull’orrida torre, ah! par che la morte non può frenarmi il tuo martir! con ali di tenebre librando si va!… Madre infelice, corro a salvarti, Ah! forse dischiuse gli fian queste porte o teco almeno corro a morir! sol quando cadaver già freddo sarà!

Cade nel tranello preparatogli dal Conte e Manrico parte così immediatamente all’attacco nel Sconto col sangue mio tentativo di salvare la madre l’amor che posi in te!… Non ti scordar di me!… Leonora, addio! ATTO QUARTO La battaglia è finita, egli l’ha perduta: è stato Ella non vuole dimenticarlo, si è recata di SFE RI STE RIO 2016 proposito in quel luogo disposta a pagare, Leonora per la libertà e la vita del suo uomo, l’altissi- (M’avrai, ma fredda, esanime 63 mo prezzo che le verrà chiesto… spoglia!) IL Leonora Conte Di te, di te scordarmi?… Colui vivrà… TRO Tu vedrai che amore in terra VA mai del mio non fu più forte… Leonora TO vinse il fato in aspra guerra, (Vivrà!… contende il giubilo vincerà la stessa morte. i detti a me, signore… RE O col prezzo di mia vita ma coi frequenti palpiti la tua vita io salverò, mercé ti rende il core! o con te per sempre unita Ora il mio fine impavida, nella tomba io scenderò. piena di gioia attendo… Potrò dirgli morendo: Leonora, non vista, ascolta il Conte ordinare salvo tu sei per me!) ai soldati l’immediata decapitazione di Man- rico ed il rogo per l’Azucena. Si presenta poi Conte dinnanzi a lui per chiedere salva la vita di Fra te che parli? Volgimi, Manrico. mi volgi il detto ancora, o mi parrà delirio Leonora quanto ascoltai finora… Mira, di acerbe lagrime tu mia!… ripetilo. spargo al tuo piede un rio… Il dubbio cor serena… Non basta il pianto? Svenami, Ah! ch’io lo credo appena ti bevi il sangue mio… udendolo da te! Calpesta il mio cadavere… ma salva il Trovator! All’interno del carcere Azucena rivive l’or- rore di un altro rogo, quello che bruciò il cor- Conte po di sua madre… Ah! dell’indegno rendere vorrei peggior la sorte… Azucena fra mille atroci spasimi Un giorno centuplicar sua morte… turba feroce l’ava tua condusse… Più l’ami, e più terribile al rogo! Mira la terribil vampa! divampa il mio furor! Ella n’è tocca già! già l’arso crine al ciel manda faville!… Al previsto rifiuto, si offre al Conte in cam- Osserva le pupille bio della libertà per Manrico. fuor dell’orbita loro! Ah! chi mi toglie a spettacol sì atroce? Leonora Dischiudimi Manrico, per calmarla, l’invita con dolcezza la via fra quelle mura… filiale a cercare di dormire e scacciare così Ch’ei m’oda!… che la vittima con il sonno l’incubo di quei ricordi… fugga, e son tua. Manrico Il Conte, sorpreso, accetta il patto e le con- Se m’ami ancor, se voce cede di entrare nella prigione per farlo fug- di figlio ha possa d’una madre in seno, gire, ma lei dovrà restarci e mantenere la ai terrori dell’alma promessa. oblio cerca nel sonno, e posa e calma. Suggellati i patti, Leonora succhia il veleno che teneva nell’anello appositamente portato Azucena al dito e poi, felice, grida la sua gioia… Sì, la stanchezza m’opprime, o figlio… SFE RI STE RIO 2016 alla quïete io chiudo il ciglio! Azucena Ma se del rogo arder si veda Ai nostri monti… ritorneremo!… 64 l’orrida fiamma, destami allor! l’antica pace… ivi godremo!… Tu canterai… sul tuo liuto… IL Manrico in sonno placido… io dormirò! Riposa, o madre: iddio conceda TRO men tristi immagini al tuo sopor. Intanto, il veleno sta facendo il suo effetto su VA Leonora. Ella si sente mancare le forze, lui la TO Azucena soccorre, Leonora gli svela d’essere prossima Ai nostri monti… ritorneremo!… a morire: ha preso il veleno per amore suo e RE l’antica pace… ivi godremo!… per salvarlo… Tu canterai… sul tuo liuto… in sonno placido… io dormirò! Leonora Ah, fu più rapida Manrico prega per lei… la forza del veleno ch’io non pensava!… Manrico Riposa, o madre: io prono e muto Manrico la mente al cielo rivolgerò. Oh fulmine!

Leonora annuncia a Manrico che è venuta a Leonora salvarlo. Deve fuggire subito e da solo. Senti! la mano è gelo… Perché da solo? Perché lei vuol restare? Si Ma qui… foco terribil arde… darà al Conte! Se questo è il prezzo della sua libertà egli la rifiuta! Manrico Che festi!… o cielo! Leonora La tua vita!… Leonora Prima che d’altri vivere… Manrico io… volli tua morir!… Io la disprezzo… Pur figgi, o donna, in me gli sguardi!… Manrico Da chi l’avesti ed a qual prezzo? Insano!… ed io quest’angelo Parlar non vuoi!… Balen tremendo!… osava maledir! Dal mio rivale!… intendo, intendo!… Ha quest’infame l’amor venduto… Sopraggiunge il Conte che, resosi conto venduto un core che mi giurò! d’essere stato giocato, ordina l’immediata decapitazione di Manrico, quindi trascina Ma Leonora lo rimprovera dolcemente e lo Azucena alla finestra perché possa assiste- implora di fuggire in fretta… re all’esecuzione. Ella grida disperatamente di fermare il boia e ascoltarla, ma la lama Leonora cala inesorabile sul ceppo: Manrico è morto! Oh, come l’ira ti rende cieco! Azucena, stravolta, rivela al Conte la terribi- Oh, quanto ingiusto, crudel sei meco! le verità Egli ha fatto decapitare suo fratello! T’arrendi… fuggi, o sei perduto! Il Conte di Luna resta impietrito dall’orrore. Nemmeno il cielo salvar ti può! La vendetta si è compiuta!..

Azucena intanto giace sogna la libertà tra i Azucena suoi monti… Sei vendicata, o madre! SINCE 1885

premiata.it SFE 32 a GUIDA ALLE RI OPERE STE RIO 2016

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