titolo SANT’ANNAxxxxxxx NEWS Newsletter dell’Associazione diEx-Allievi xxxxxxxxxxxx* Scuola Superiore S. Anna – Pisa

Numero 35 • settembre 2010 - semestrale www.sssup.it/exallievi

Numero 35 “Forse per essere più ascoltati in Italia Cari Amici, con un po’ di ri- tardo vi giunge il N°35 del nostro la via più diretta non passa per il Tevere giornale. Abbiamo impiegato più tempo per raccogliere ed elabora- re i vari pezzi, tuttavia ne è valsa o l’Arno, ma per la Senna o l’Hudson” la pena. Pensate all’intervista a Francesco Orlando con cui si apre Intervista a Francesco Orlando il giornale e che purtroppo assume un significato particolare per la sua a cura di Davide Ragone* improvvisa scomparsa dopo aver- la rilasciata. Una parte è dedicata fessore era impegnato nella promozione al progetto HOPE, un’iniziativa in del suo primo e ormai unico romanzo, pieno sviluppo e che comincia a avevamo rimandato a questo autunno dare frutti. Articoli su missioni in l’ultimazione della sua intervista, che vari Paesi e un commento molto didascaliacosì esce invece postuma e in qualche qualificato di un ex allievo diplo- modo incompleta, ma intensa e auten- matico sul progetto, sono la base tica: avremmo potuto parlare anche di avvio di un resoconto di prima della sua passione per la musica e di mano del suo svolgimento a cui sa- questa opera narrativa, insieme giova- ranno dedicai i numeri futuri. Non nile e senile. mancano articoli che ricordano In me rimarrà sempre viva l’imma- persone e strutture legate alla sto- gine di questo geniale intellettuale (non ria universitaria e alla ricerca che solo accademico) dalle tante contraddi- si è svolta a Pisa nel recente pas- zioni: educato, cortese, ma impaziente; sato e che è bene non dimenticare dai tratti malinconici, ma estremamen- per mantenere il filo conduttore te ironico; assai disponibile verso tutti, che ha sostenuto l’eccellenza della ma con pochi figli, in senso adottivo nostra Università. A ciò si affian- ed elettivo; tenace e combattivo, ma ca un gruppo di articoli dedicati ad segnato da alcune sconfitte; schivo e argomenti di frontiera delle biotec- riservato, ma con un vissuto pieno di nologie agrarie, in cui esperti del episodi leggendari. settore confrontano le loro opinio- Francesco Orlando con la sua im- ni. Il numero prosegue con la ormai mensa cultura, il suo fascino innato, classica cronaca del Convivio di i suoi capelli perfettamente pettinati Primavera e le notizie dalla Scuola. all’indietro, gli occhi piccoli e penetran- Si chiude con la rassegna di alcuni ti era egli stesso un maestro inesorabile, libri ed iniziative scientifiche di ex un personaggio di altri tempi, un prin- allievi che sono incisi nella memo- cipe “desueto” della letteratura e della ria storica della Scuola e che non critica. Speriamo davvero che possa mancheranno di rievocare cari ri- reincontrarsi serenamente con Lam- cordi in molti di noi. Chiudo come pedusa in quell’irreale luogo acronico, al solito con la richiesta di contri- che riteneva essere il Paradiso. buti “ben confezionati”, per favore, e soprattutto che giungano molto Davide Ragone prima della data di chiusura del nu- mero di cui vorremmo ripristinare *** la normale uscita semestrale a par- tire dal prossimo gennaio. bg Professor Orlando, direi di co- minciare questa intervista con la sua partenza dalla Sicilia. Quali ra- Il giornale gioni la condussero a questa scelta? Bisogna ricordare una circostan- è scaricabile Francesco Orlando sulle scale della Scuola Normale, all’inizio degli anni ’80. za specifica. A Palermo, dove sono in formato Pdf Stavo andando alla Presidenza del dall’intensità del dolore che provai e nato, la mia famiglia aveva una lun- Consiglio, quando, leggendo i giorna- dalla sensazione di tesoro perduto per ga tradizione nell’avvocatura e, se a partire dalla pagina: li, la notizia della morte di Francesco tutti i futuri studenti della Normale e avessi accettato anche io di svolgere Orlando mi colse del tutto di sorpresa. dell’Università di Pisa. questa professione, come era fermo www.sssup.it/santannanews Non appartenevo alla cerchia ristretta Negli ultimi mesi avevamo avuto desiderio di mio padre e soprattutto dei suoi adepti e rimasi quasi colpito solo contatti telefonici e, poiché il pro- (Continua a pag. 6)

1 Giuseppe Moruzzi, il docente di Brunello Ghelarducci

spinto dalla esigenza di rendere le aggiornato di anno in anno. L’inte- tutte le didascalie delle figure per Giuseppe Moruzzi lezioni propedeutiche al massimo ro parco diapositive utilizzato per il comporre il pannello per la diapo- Ritratti di uno scienziato Portraits of a scientist Edizioni ETS numero di argomenti svolti successi- ciclo completo del corso biennale sitiva. vamente nelle cliniche, egli abban- occupava, verso la fine della attività L’altro aspetto quasi unico del donò progressivamente il metodo didattica di Moruzzi, nove volumi. corso di Fisiologia che si svolgeva a classico dell’insegnamento di tipo Moruzzi era solito affidare una copia Pisa in quel periodo erano le lezioni a cura di Michel Meulders Marco Piccolino monografico, in cui ogni anno ve- del volume con le figure pertinenti o dimostrazioni sperimentali. Erano Nicholas J. Wade nivano svolti dettagliatamente solo al corso che si accingevano a tenere eventi per molti indimenticabili che alcuni argomenti principali, e iniziò per la prima volta, agli allievi che si svolgevano in aula, quell’aula ad a svolgere sistematicamente tutti gli erano entrati nella carriera univer- emiciclo costruita da una Ditta te- argomenti del programma previsto sitaria, quasi fosse un viatico e un desca nel 1911, tutta di legno con i nei due anni del corso di fisiologia. dono di buon augurio per la nuova banchi estremamente angusti posti Moruzzi aveva un suo metodo di attività didattica che stavano per in gironi a picco sulla grande catte- prepararle a cui si mantenne fedele iniziare. dra dalla cui superficie, aprendo al- per tutta la sua carriera. Per prima Alle otto del mattino del giorno cuni sportelli, emergevano come per cosa sceglieva per ogni argomento di lezione il Professore chiamava il magia, dei sostegni per l’animale, soltanto gli aspetti essenziali e quel- tecnico fotografo che disponeva le dei becchi di Bunsen, dei rubinetti In occasione del centenario della li più caratterizzanti per la loro fun- diapositive nel contenitore secon- per l’acqua, un lavandino nascosto nascita del grande neurofisiologo Giu- zione propedeutica alle discipline do l’ordine che egli aveva segnato e altre componenti che trasforma- seppe Moruzzi, Pisa è stata teatro di degli anni successivi del corso. No- prima a matita sul foglio del volu- vano il piano della cattedra in un numerose iniziative in sua memoria. nostante la sua grande esperienza e me preparando la lezione, e poi tra- attrezzato banco di lavoro per l’espe- Tra queste, la recente pubblicazione del l’enorme cultura che possedeva su scritto su un foglio di carta, di solito rimento. libro Giuseppe Moruzzi. Ritratti di molti argomenti, specie quelli ine- quella già usata per le registrazioni E allora, nei giorni prefissati, ve- uno scienziato (ETS), che vede, tra renti alla funzione del sistema ner- elettroencefalografiche. Il tecnico nivano impressi in maniera indele- gli altri, interventi di Rita Levi Montal- voso, egli poneva la massima cura azionava il proiettore posto nel sot- bile nella memoria di molte genera- cini e Mario Tobino. Pubblichiamo di nel preparare ogni lezione seguendo toaula ad un segnale acustico azio- zioni di studenti alcuni degli esperi- seguito uno degli interventi, scritto da una procedura estremamente razio- nato dalla cattedra dal Professore. menti più significativi che avevano Brunello Ghelarducci. nale che garantiva il massimo di Considerando oggi la laboriosità di segnato il progresso della Fisiologia completezza dell’argomento svolto questa procedura, confrontando- e della scienza medica in generale. e un perfetto rispetto dei tempi a la con l’immediatezza e la enorme Il controllo nervoso del circolo con ra i motivi per cui, a cento disposizione. varietà di materiale didattico di- l’esperimento di Pagano e Siciliano anni dalla nascita, è giusto Le illustrazioni relative all’argo- sponibile in formato elettronico, veniva riprodotto sul cane aneste- Tricordare Giuseppe Moruzzi, mento della lezione venivano pro- non possiamo che restare ammirati tizzato. Il cuore isolato di coniglio, oltre che il suo amore per la cultura iettate come diapositive. Queste e commossi dalla cura e dal tempo sistemato in un apparecchio da per- e per la sua attività scientifica, per erano ottenute fotografando la fo- che Moruzzi dedicava alla attività fusione inventato da Spadolini, il la quale è giustamente diventato tocopia della illustrazione originale didattica. Dobbiamo anche ricono- predecessore di Moruzzi alla catte- famoso nel mondo, vi è anche lo tratta da un testo o rivista scienti- scere che tutto ciò era reso possibile dra di Pisa, ci faceva vedere dal vivo spirito innovativo che egli seppe in- fica, con in calce, dattiloscritta, la dalla diligenza e dalla disponibilità le caratteristiche di auto-ritmicità fondere nella sua attività didattica e didascalia tradotta in italiano. Il dei tecnici fotografici Alberto Ber- dell’organo e di adattamento della formativa durante gli oltre trent’an- foglio originale veniva ordinato in tini e Giovanni Bottaro e della Bi- sua portata al carico ematico, e la ni in cui fu professore nella Facoltà un fascicolo rilegato per ogni argo- bliotecaria Anna Maria Mammini- legge di Starling non aveva più se- di Medicina dell’Università di Pisa. mento che veniva continuamente Niccolai, che scriveva a macchina greti. Il gatto decerebrato che veni- Considerando poi il drammatico mutare dei valori di riferimento che vengono proposti sempre più di fre- quente dal mondo in cui viviamo, è confortante riandare col pensiero a una persona come Moruzzi, le cui opere nel campo della cultura e del- la scienza dovrebbero rappresentare valori di riferimento immutabili. Egli era dotato di una capacità di- dattica eccezionale che gli ha con- quistato un posto nel cuore di tutti gli innumerevoli studenti di Medi- cina, di Scienze e di Farmacia che hanno studiato con lui la Fisiologia dal 1950 al 1981, anno in cui si ri- tirò dall’insegnamento. L’incisività del suo discorso e la sua chiarezza espressiva e logica erano esemplari. Le sue lezioni, che egli tenne sem- pre negli stessi giorni: il lunedì, il mercoledì e il venerdì; e allo stesso orario: dalle 10 alle 11, affascinava- no tutti ed erano frequentate, specie quelle sul sonno, anche da studenti di altre Facoltà quali Lettere e Filo- sofia. Verso la fine degli anni ’50, Moruzzi nel corso di una lezione sperimentale sulla fusione dei colori.

2 va portato in aula imprimeva nella mente di ciascuno il contributo che il tono posturale, esagerato in forma paradigmatica dalla lesione, offriva al movimento e ci preparava a me- glio comprendere le alterazioni pa- tologiche di queste componenti che avremmo visto nei pazienti neurolo- gici e neurochirurgici. Queste e diverse altre lezioni sperimentali, magari eseguite solo su apparecchi specifici come quel- la sulla fusione dei colori mostrata nella Figura 3, erano attese come eventi particolarmente graditi dagli studenti che in esse potevano im- maginare anche che tipo di attività si svolgeva oltre la porta dell’aula, nei laboratori dell’Istituto. Questo grande e continuo lavoro per la di- dattica era la più bella conferma del fatto che Giuseppe Moruzzi consi- derava inscindibili per un professore universitario, il ruolo di scienziato e quello di didatta e formatore, en- trambi da gestire con identico impe- gno e responsabilità. Fu per queste qualità che Moruz- zi è rimasto impresso nella mente e nel cuore di tutti i suoi numero- sissimi allievi. In lui essi vedevano non solo la sapienza del professore colto, dello scienziato che spiegava con semplicità anche i fenomeni più complessi, ricorrendo ad esempi quasi sempre tratti dalla natura che ci circonda e dai fenomeni che ci si presentano nella vita di tutti i gior- 1949: Giuseppe Moruzzi nel suo studio dell’Istituto di Fisiologia di via San Zeno, poco dopo il suo rientro in Italia. ni. Vedevano anche il Professore attento alla condizione studentesca. questa necessità di interazione di- non essenziali; se infine gli studen- che prendeva a cuore i problemi re- Moruzzi fu infatti uno dei pochissi- sciplinare, per analizzare nel detta- ti si rendessero conto che è meglio lativi alla gestione dell’Università e mi professori a dialogare con gli stu- glio i rapporti di propedeuticità che cominciare a fare quello che si può, che si interessava anche degli aspet- denti durante il periodo del ‘68. Par- l’insegnamento della fisiologia dei con i mezzi che abbiamo, piuttosto ti politici della formazione universi- tecipò alle assemblee dove, miraco- vari argomenti all’inizio della car- che rinviare lo sforzo a tempi mi- taria. Era il Professore che, grazie al- losamente, riusciva ad esprimere la riera di uno studente di Medicina gliori. In breve, il nemico da com- la dedizione e all’entusiasmo di una propria opinione placando il tumul- aveva con la parte applicativa degli battere è anche in noi; nella pigrizia sua studentessa, Daniela Bolelli, la to con la sua calma e il suo carisma, stessi argomenti svolti nell’ambito intellettuale, nella tendenza a de- quale aveva raccolto con estrema ma soprattutto con il buonsenso e la delle discipline cliniche, al termine clamare invece che ad agire, nella cura tutte le sue lezioni del biennio, saggezza delle argomentazioni. Era del Corso di studi. Da questi contat- speranza infondata che dall’eccesso si offerse di rivedere gli appunti e di impressionante vedere la sua figura ti derivò il carattere di essenzialità del male possa nascere il bene». completarli in modo da poter offri- alta, un poco curva, con la grande e di applicabilità mirata alle disci- re a tutti gli studenti materiale di- fronte spaziosa e gli occhi chiari sor- pline successive che avevano le sue Dopo 36 anni queste problemati- dattico controllato e affidabile, “ad montati da due foltissime sopracci- lezioni. che sono sempre vive e, purtroppo, un prezzo politico” che copriva solo glia, entrare a grandi falcate nell’au- In varie occasioni Moruzzi fe- ancora lontane da una soluzione. i costi di produzione dei fascicoli. la affollata di studenti urlanti con le ce sentire la sua opinione anche a Moruzzi lungimirante promotore Queste “Dispense di Fisiologia” pre- pareti tappezzate da striscioni con livello ministeriale. Testimonia la di Istituzioni scientifiche e formati- cedettero di qualche anno l’uscita gli slogan del “Movimento”. Mentre lucidità e la modernità del suo pen- ve a Pisa del suo trattato di Fisiologia in due il Professore si dirigeva verso la cat- siero quanto scrisse nel paragrafo Oltre i suoi interessi scientifici e i volumi dedicati, secondo la suddi- tedra dove erano i componenti del conclusivo dell’articolo su “L’inse- suoi doveri didattici, Giuseppe Mo- visione della Fisiologia proposta da “Direttivo Studentesco”, il tumulto gnamento della Fisiologia nella Fa- ruzzi fu molto aperto alla prospetti- Claude Bernard, a lui molto caro, progressivamente si attenuava e, co- coltà di Medicina”, pubblicato su La va di creare a Pisa delle istituzioni alla Fisiologia della Vita Vegetativa e me per incanto, egli prendeva posto rassegna medico Scientifica del 1974: scientifiche extrauniversitarie come alla Fisiologia della Vita di Relazione. insieme agli studenti che si erano al- «L’aspetto puramente intellet- quelle facenti capo al Consiglio Na- Fu quindi per gli studenti e con il zati quando lui era salito sul podio e tuale della crisi dell’insegnamento zionale delle Ricerche del cui Co- loro critico contributo che egli iniziava il suo intervento in un’aula universitario potrebbe essere risolto mitato faceva parte. Stimolato in produsse il libro che rappresenta il silenziosa e attenta. con mezzi a nostra disposizione, se questo, ed in perfetta sintonia ope- primo trattato moderno italiano di Moruzzi prese parte attivamente ogni docente riesaminasse il proprio rativa con Gabriele Monasterio che Fisiologia. Esso resta ancora oggi, al tentativo di riformare gli studi corso con l’intento di eliminare tut- aveva simili progetti per il versante nonostante siano passati quasi 40 della Facoltà di Medicina sia a li- to ciò che può essere eliminato sen- della ricerca clinica, Moruzzi si fece anni dalla sua pubblicazione, un vello locale, stabilendo un rapporto za grave danno e di svolgere quello parte attiva con il Rettore Enrico monumento di chiarezza logica ed di fattiva collaborazione con il suo che resta in modo completo ed in- Avanzi prima e poi con Alessandro espositiva. fraterno amico Gabriele Monaste- tegrato; se le Facoltà rivolgessero Faedo, altro suo carissimo amico, la Era anche il Professore che, no- rio, il Clinico Medico famoso nel la loro attenzione ai problemi di cui moglie e figlie frequentavano nostante la sua aria apparentemente mondo per i suoi studi pionieristici coordinamento interdisciplinare e spesso la sua abitazione in Via San assente dalla realtà e concentrata di fisiopatologia renale, e con diver- di propedeuticità, piuttosto che al- Zeno, per porle in atto. Iniziò così sui suoi pensieri, si mostrava sempre si altri docenti che condividevano la creazione di nuovi insegnamenti l’iter politico e poi quello di proget-

3 arricchiti perché avevano avuto la titolo chiara, incancellabile impressione di un uomo saggio e paziente che stava ad ascoltare in modo attento e xxxxxxx interattivo. Talvolta annuendo con il capo e illuminandosi nello sguar- di xxxxxxxxxxxx* do mormorava lentamente: «molto bene». Altre volte, scuotendo lenta- mente la testa diceva pacatamente: «no, non è proprio così, ma conti- nui». Questo tono ti consentiva di proseguire l’esame senza che ti pren- desse il panico e svanisse la concen- trazione. Poiché per gli studenti del Col- legio era obbligatoria fin dal primo anno la frequenza di un Istituto uni- versitario, inizialmente delle disci- pline di base e poi di quelle cliniche, se Moruzzi rimaneva favorevolmen- te impressionato dalla preparazione di base in biologia, fisica e chimica del candidato, gli proponeva di svol- gere l’internato nel suo Istituto di- cendogli: «mi venga a trovare in via san Zeno 31, così si renderà conto di persona di che cosa si studia nella Fisiologia, per vedere se le piace». In questo modo, un gran numero di studenti del Collegio Medico hanno didascalia frequentato l’Istituto e si sono fami- liarizzati con l’uso dell’oscillografo e degli amplificatori, o hanno impa- rato a costruire microelettrodi e ad anestetizzare animali, prima ancora di studiare anatomia o patologia ge- nerale. Da questi “studenti interni” sono usciti molti fisiologi che occu- pano cattedre in diverse Università italiane o hanno proseguito la loro carriera con grande successo in pre- stigiose istituzioni del Nord Ameri- ca e dell’Europa. Erano la forza base dei vari la- boratori, i soldati semplici che ogni anno venivano ripartiti e conse- gnati ai capigruppo più anziani che dovevano iniziarli alla attività di ri- cerca e così facendo li utilizzavano Giuseppe Moruzzi con Rita Levi Montalcini nel 1968 a Roma. come “mano d’opera a basso costo” tazione e di attuazione dell’Istituto to a San Cataldo, che rappresenta “Medico-Giuridico” di un vecchio certi del loro entusiasmo e della di Neurofisiologia del CNR verso la per Pisa un elemento che la rende, Collegio, sorto nel 1937 come Col- loro dedizione e li ripagavano inse- parte finale di Via San Zeno che si insieme alle tre strutture universi- legio di Arti e Scienze Corporative gnando loro i principi del metodo trovò così ad essere una delle vie più tarie che essa ospita, una città con “Arnaldo Mussolini”. Il Collegio sperimentale. La sera, tornando in dense di Istituzioni scientifiche di uno dei poteri formativi più elevati Medico-Giuridico fu affidato in ge- Collegio, si discuteva con i nostri Pisa, con ben tre grandi Istituti uni- e diversificati del nostro Paese. Non stione alla Scuola Normale Superio- compagni che frequentavano altri versitari, di Fisiologia, di Igiene e di a caso, la via che costeggia il Com- re. L’ingresso avveniva con un con- Istituti o le Cliniche e ci si faceva Microbiologia, e un grande Istituto plesso Scientifico di San Cataldo e corso pubblico simile a quello per grandi descrivendo i risultati che di Neurofisiologia del CNR. Esso collega la Città con il nuovo com- l’ingresso alla Scuola Normale. Del- erano stati ottenuti in laboratorio e rappresentò un gioiello di organiz- plesso Ospedaliero-Universitario di la Commissione faceva parte anche a che avevamo, per una infinitesima zazione, di modernità ed efficienza Cisanello è stata intitolata nel 1996 Giuseppe Moruzzi e dagli allievi del parte, contribuito ad ottenere. Ci operativa che Moruzzi, con l’appog- a Giuseppe Moruzzi, in occasione Collegio Medico venivano reclutati sentivamo importanti perché il fa- gio di varie influenti personalità po- del decennale della sua scomparsa. molti studenti interni per l’Istituto. scino che emanava da quel posto era litiche e scientifiche di allora, riuscì Un contributo notevole fu anche In effetti per un giovane appena incredibile, non solo perché vedeva- a realizzare. dato da Moruzzi all’evoluzione di uscito dal liceo, il primo contatto mo cose nuovissime, non descritte Parallelamente, Monasterio e Lu- strutture isolate a carattere parauni- con il Professor Moruzzi era a dir po- sui libri di testo, ma anche perché igi Donato riuscivano a creare l’Isti- versitario come il Collegio Medico co folgorante. Egli riusciva a mettere potevamo assistere a seminari che tuto di Fisiologia Clinica del CNR e Giuridico, e il Collegio Pacinotti a proprio agio il candidato e, men- illustri scienziati, talvolta dei premi questi, insieme ad altre componenti e alla loro confluenza nella terza, tre gli poneva domande, palesava Nobel, erano invitati a tenere. Spes- di Fisica, di Genetica, di Biofisica, in ordine di tempo, struttura uni- gli aspetti più salienti della propria so lavoravamo fianco a fianco con di Informatica, di Biotecnologie versitaria indipendente che si tro- personalità: la calma, pacatezza, ospiti stranieri provenienti da tutto Agrarie e di altri settori disciplinari va a Pisa, cioè la Scuola Superiore chiarezza ed essenzialità nel guidare il mondo, dagli USA, dall’Europa, che si aggiunsero nel tempo, furono Sant’Anna. il dialogo. Da quel contatto, comun- dall’Asia, dall’Africa o dall’Austra- riuniti, negli anni ’90, nello straor- La storia inizia con la ricostitu- que fosse andato l’esame e l’esito lia. L’inglese era la lingua comune dinario complesso di ricerca situa- zione, dopo la guerra, con il nome di del concorso, i candidati uscivano e anche questo era un regalo che ci

4 veniva fatto perché in poco tempo si imparava una lingua dal vivo che ci sarebbe stata di grande utilità in futuro, qualunque fosse stato l’indi- rizzo preso dalle nostre carriere. Il Collegio Medico-Giuridico, con l’intervento di Rettori illumina- ti come Enrico Avanzi e Alessandro Faedo che si avvalevano di consu- lenti appartenenti al corpo docen- te dell’Ateneo come Moruzzi, fu scorporato dalla Scuola Normale e, insieme al Collegio Pacinotti di In- gegneria e di Agraria e allo storico Collegio Puteano, fu fatto confluire con una apposita legge nella Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento (SSSUP) con un ordinamento simile a quello della Scuola Normale. Da questa nel 1987 originò, dopo la donazione alla SS- SUP, dell’edificio sede del disciolto Convento delle Suore di Sant’Anna, l’attuale Scuola Superiore Sant’An- na che si pone come terza istituzione universitaria presente a Pisa e rap- presenta per le cosiddette Scienze Moruzzi, la sua famiglia, i sui allievi e tecnici nel 1980, nel giorno della festa per il suo ritiro dall’insegnamento attivo. Applicate, uno dei poli d’élite nel si trovano sugli angoli o sui portali nervo acustico con la retina: “…e te all’Istituto era stato trasformato nostro Paese. La prima delle Catte- delle case di Borgo Stretto. Le co- allora, durante un temporale, uno in un giardino che nella memoria dre di Medicina interne alla Scuola nosceva tutte e di tutte sapeva de- riuscirebbe a vedere i tuoni e a sen- di tutti noi era incantato, con al- fu proprio di Neurofisiologia e fu oc- scrivere i particolari. Provava una tire i fulmini…”. beri secolari, fiori, arbusti diversi, cupata dal Prof. Arnaldo Arduini, sintonia affettiva con la campagna Questo filo credo sia da identi- una grande macchia di giganteschi l’allievo più anziano di Moruzzi, che toscana, con il senso di pace, di tra- ficare nella costante presenza della bambù e, a ridosso delle mura me- vi si trasferì dalla cattedra di Fisio- dizione e di civiltà che la contraddi- natura, con le sue molteplici ma- dievali, un bellissimo agrumeto con logia che occupava all’Università di stingue, che forse gli richiamava la nifestazioni, che occupava eviden- aranci e limoni. In questo giardino Parma. campagna emiliana, culla della sua temente una parte del suo animo e vedevamo spesso passeggiare il Pro- In questa esposizione sintetica e famiglia dove continuava a trascor- riusciva a dargli quella consolazione fessore, assorto nei suoi pensieri o sicuramente molto lacunosa, ho cer- rere le vacanze estive nella sua di- e quella pace interiore con cui riu- in compagnia della Signora Maria cato di ricostruire così il cammino mora di famiglia al Bombodolo, con sciva a temperare l’asprezza di alcu- Vittoria che spesso ci salutava e si percorso da Giuseppe Moruzzi nella la sua ricchissima e secolare biblio- ne vicissitudini, le difficoltà che si- intratteneva con noi. A volte il Pro- nostra città di Pisa dove tante cose teca, dove nel conforto del verde, curamente avrà incontrato vivendo fessore era in compagnia di ospiti ha realizzato, dove tanto sapere ha protetto dalla calura estiva dai rami in un periodo non facile della nostra stranieri a cui mostrava le mura e diffuso e dove tanti bei ricordi ha di un secolare cedro del Libano, su storia. La stessa natura a cui si vol- raccontava la storia di Pisa e magari lasciato in chi ha avuto la fortuna un tavolino di marmo addossato geva per abbellire e complementare li informava che l’Istituto era stato di conoscerlo. Moruzzi ha sempre al tronco, correggeva i suoi lavori i concetti che esprimeva. Sicura- costruito nel 1911 sopra le rovine operato per il bene di Pisa perché scientifici, scriveva le sue lettere, mente la natura Moruzzi l’ha amata di un anfiteatro romano, dato che egli amava sinceramente questa cit- completava il suo trattato, compo- e ne ha ricercato sempre il contatto. tutta l’area di San Zeno compren- tà. Quando vi si trasferì nel 1949, neva le sue memorie. Quando si trasferì a Pisa, a parte le deva, oltre all’anfiteatro, la basilica, egli apprezzò subito le sue bellezze e In tutte queste manifestazioni del devastazioni della guerra, l’apparta- le terme – ancora visibili vicino alla i suoi tesori monumentali e fu affa- suo pensiero e della sua creatività, mento che lui occupava, come era porta nelle mura che porta sulla via scinato dal paesaggio toscano che la si intravede un filo conduttore, ora normale a quei tempi per i diretto- per Lucca – e altri edifici pubblici circonda, in particolare dalle colline tenue ora più consistente e marca- ri degli Istituti universitari, al terzo della città romana. In questo giardi- che la uniscono a Lucca fiancheg- to che si era già percepito nei suoi piano dell’edificio in Via San Zeno, no è stata scattata la foto di gruppo giando il fiume Serchio. Era un iti- discorsi, nelle sue citazioni di autori era in continuità con una grande in occasione del primo congresso nerario che egli amava molto perché classici – Lucrezio col De rerum na- terrazza da cui si dominava Pisa e IBRO nel 1961 a cui parteciparono punteggiato dalle magnifiche Ville tura forse era il più amato e citato –, la cerchia delle sue colline più pros- i neuro scienziati più prestigiosi di della Via Vecchia Lucchese da cui nei numerosi esempi con cui rende- sime, con una vista impareggiabile quell’epoca. era affascinato e di cui conosceva va leggere e indimenticabili le sue sul prodigio del trittico marmoreo In molti di noi la figura di Giu- tutti i particolari delle decorazioni, lezioni dalle quali uscivamo con in formato dalla Torre, dal Duomo e seppe Moruzzi ha trovato un posto dei dipinti e degli arredi, per averle mente l’immagine delle “…valvole dal Battistero, e la grande striscia stabile nella mente e nel cuore. Una visitate molte volte. Spesso vi ac- cardiache che si richiudono come di verde della foresta di San Rosso- figura che nel nostro subconscio è compagnava gli ospiti stranieri che vele tese dal vento...”, oppure l’im- re che lasciava indovinare la linea impercettibilmente collegata con lavoravano nell’Istituto regalando pressione reale di averla sentita che della costa. In mezzo alle case con le nostre opinioni, le nostre scelte, loro una lezione di Storia dell’Arte noi provavamo quando ci descrive- le macchie verdi dei giardini e degli i nostri stati d’animo di fronte a e del Costume italiano, sicuramente va il rumore della scarica del fascio orti interni, del tutto inimmagina- certe situazioni, il nostro modo di impareggiabile. Conosceva la gene- piramidale all’approssimarsi del mi- bili camminando per le strade, un comportarci con gli altri, quasi fosse alogia dei vari proprietari e le vicen- croelettrodo registrante: “…il rumo- punteggiare di campanili e di tetti un impalpabile termine di paragone de storiche attraverso le quali erano re di un treno che si sta avvicinan- di chiese. Una città bella e sommes- che insieme ad altri criteri forma il passate nel tempo. do…”. O quando ci lasciava attoniti sa, ricca di tesori che pudicamente perno su cui ruota il nostro giudizio Conosceva anche la città di Pi- a riflettere sui paradossi della perce- tiene in gran parte nascosti. e il nostro modo di essere e di vede- sa molto bene, talvolta si fermava zione sensoriale dopo averci enun- Moruzzi poteva vedere tutto que- re il mondo. a contemplare per l’ennesima vol- ciato l’aforisma di Donders sull’ef- sto ogni giorno e sentirsene parte. Questo forse è il regalo più bello ta uno scorcio che gli era rimasto fetto di un ipotetico esperimento di Inoltre, compreso tra la cerchia del- che egli ci ha lasciato. impresso, oppure una delle tante collegamento del nervo ottico con i le mura e la Via San Zeno, il grande edicole con Santi e Madonne che recettori uditivi dell’orecchio e del appezzamento di terra appartenen- Brunello Ghelarducci

5 Intervista a F. Orlando... sì via. Diversi di coloro che avevano (segue dalla prima) partecipato a questi corsi vinsero poi il concorso non in Normale, ma al di mio nonno – una generazione ad- Medico-Giuridico. Se posso fare con dietro erano ancora più forti questi grande simpatia e affetto un nome… condizionamenti, che potrei scher- direi quello dell’amico cardiologo zosamente definire di tipo “dinasti- Sergio Ghione, che mi cura ancora co” –, avrei rappresentato secondo oggi. Con lui ci conoscemmo quan- i loro calcoli la settima generazione do non era nemmeno una matricola consecutiva (almeno quattro erano e, appena uscito dal liceo, aveva su- sicure). perato insieme a una trentina di ra- In realtà, quando il nonno era gazzi il concorsino per partecipare a ancora vivo, ottenni dalla grandis- questo corso di orientamento, che sima generosità di mio padre – a allora prese la forma di un soggiorno cui rimango profondamente grato di quasi un mese in un luogo molto – un’accettazione senza rancore del periferico ma altrettanto bello, cioè fatto che io potessi aver diritto, do- nella cittadina siciliana di Erice, a po quattro anni di Giurisprudenza in 800 metri sul livello del mare, sopra cui la mia non attitudine per quel ti- Trapani. po di studi era risultata chiarissima, a dedicarmi finalmente agli studi di Come venne scelta questa loca- letteratura, che rappresentavano la lità? materia per la quale ritenevo di es- Antonino Zichichi, l’astrofisico, sere portato. era, se ricordo bene, genero di Gil- A questo punto è comprensibi- berto Bernardini e aveva dei con- le che io vivessi in una condizione tatti in quella zona. Quindi presero di disagio nel continuare a gravare degli accordi per questa sede di stra- troppo a lungo su mio padre e desi- ordinaria bellezza, che forse poteva derassi perciò emanciparmi econo- giustificare le molte ore di treno che micamente al più presto possibile. uno studente appena uscito da un li- ceo di Trieste o di Torino o di Va- E come mai scelse proprio Pisa rese doveva fare per arrivare fino ad come meta? Erice. Non c’è nulla di vergognoso nel dire che la mia attenzione fu attirata Quali erano le sue aspettative da Pisa innanzitutto per la presenza pisane? Furono appagate? Francesco Orlando appena laureato in Giurisprudenza e neo iscritto a Lettere. della Normale e cioè per l’unica re- Qui lei ha il merito di sollevare altà italiana, a mia conoscenza, che L’anno come perfezionando era il Li ricordo molto simpaticamente. un problema interessante in questa consentisse per le Facoltà di Lette- 1959/60, anche se con quello status Prima di tutto c’era il pasto in comu- nostra conversazione, ma allo stesso re e di Scienze – per le restanti ri- non ho dormito neanche una notte ne: due volte al giorno alcuni di loro tempo ha l’inconsapevole crudeltà cordo che vi fossero altri collegi – di in Normale, perché venne trasfor- mangiavano con gli studenti e qual- di prendere una lima aspra e sfregar- studiare a spese dello Stato, a condi- mato in una borsa di studio a Parigi. che docente della Normale, pur dor- la su una grave ferita. zione naturalmente di aver vinto un Fra il ’60 e il ’61 stetti fuori, poi mendo nella sede separata a fianco a Era destino che a Pisa scoprissi difficile concorso. nel novembre 1961 rientrai come piazza dei Cavalieri. qualcosa che durante gli anni prece- Allora venni a Pisa e feci un ten- lettore di lingua per supplire alla Poi, in quanto lettore, ero tenuto denti non avevo lontanamente so- tativo infruttuoso di partecipare a momentanea mancanza di un fran- a fare loro non solo gli esami di fine spettato e la sua domanda mi obbli- un concorso in Normale come stu- cese con la promessa poi molto fe- anno, ma anche a partecipare ai lo- ga a denunciare subito questa piaga, dente del terzo anno, dato che ave- delmente mantenuta dall’allora vi- ro concorsi di ammissione per Me- che è rimasta assolutamente immu- vo già iniziato gli studi di Lettere a cedirettore, il grande storico medie- dicina o per Giurisprudenza: per cui tata dal 1957 a oggi. A mia cono- Palermo. Ero anche disposto a ripie- vale Frugoni, di assegnarmi un inse- il mio voto in francese, se loro por- scenza, in Europa non esiste un al- gare su quello del secondo anno, ma gnamento come incaricato l’anno tavano questa materia, poteva avere tro Paese dove a livello universitario al vicedirettore di allora non sembrò dopo. Quindi a partire dall’anno ac- una sua importanza, anche se direi si coltivino la letteratura nazionale possibile. cademico ’62/’63 insegnai per otto mai determinante. e quelle straniere in sedi separate e anni Storia della letteratura francese, spesso prive di rapporto. Alludo evi- Non riuscì, quindi, a fare nes- che era un’etichetta molto più bella Ha qualche ricordo particolare? dentemente all’esistenza in Italia di sun concorso? Ricordavo che aves- di Lingua e letteratura francese, svol- I momenti più belli risalgono al Facoltà che si chiamano di Lette- se studiato in Normale. gendo in contemporanea l’attività ’66 e al ’67, quando l’intraprenden- re e Filosofia e ad altre Facoltà che C’era un concorso al primo, al di lettore di lingua. te ed efficientissimo direttore della oggi dappertutto (ma non all’origi- secondo e al terzo anno. Solo per il Normale di allora, il fisico Gilber- ne) si chiamano di Lingue e Lette- quarto comprensibilmente era trop- Alloggiava in piazza dei Cava- to Bernardini, inventò dei corsi di rature straniere. Ho specificato “non po tardi e non valeva la pena. Poi lieri? orientamento pre-universitario, che all’origine”, perché prima non era- c’era già il concorso di perfeziona- Ho avuto subito una bellissima credo continuino ancora. no nemmeno Facoltà, ma semplice- mento post lauream, che durava un stanza, che individuo sempre tutte In quei due anni fui il diretto- mente dei corsi di laurea in Lingue anno solo anziché tre, come adesso. le volte che ci passo sotto, la rico- re del corso e quindi non tenni sol- delle Facoltà di Economia e com- E fu precisamente questa la mia sor- nosco e quando vedo la luce acce- tanto le mie lezioncine di letteratu- mercio. te: io non potei fare il concorso da sa dico: «Ma come si permettono in ra francese, potendo una volta tan- allievo ordinario – e quindi ahimè camera mia di tenere la luce acce- to mettere una letteratura straniera Più o meno quando scoprì que- rimasi ancora un po’ a carico di mio sa?». Insomma il tempo viene per un alla pari con quella italiana e con le sta situazione? padre – e dopo la laurea vinsi il per- momento abolito talmente sono vi- altre materie del liceo classico, ma Ricordo il momento preciso. fezionamento. vi quei ricordi. diressi “tutta la baracca” anche da Quando giunsi a Pisa avevo ventitré un punto di vista pratico, cioè avevo anni ed ero appena venuto su da Pa- Dopo il perfezionamento tornò Quali rapporti aveva con gli al- contatti col medico, con la signora lermo in compagnia di Carmelo Sa- in Normale come docente. lievi del collegio medico-giuridico? che si occupava delle ragazze e co- monà, carissimo amico, lontano cu-

6 gino, nonché grande ispanista e nar- sciuto come un secolo straordinario, ratore. Carmelo doveva presentarmi l’Italia non manca certo di grandi ad Arnaldo Pizzorusso, il francesista scrittori: basti pensare a Foscolo, Le- col quale non sapevo ancora che mi opardi, Manzoni. Questi autori pe- sarei laureato. Io ero emozionatissi- rò non hanno alcuna diffusione eu- mo, immaginando che da quell’in- ropea. Quindi noi siamo liberissimi contro potesse in qualche modo di- di preferire Leopardi a Marino, ma pendere parte del mio avvenire. dobbiamo essere consapevoli che Pertanto la mattina seguente al Leopardi è un fenomeno solo italia- nostro arrivo io e mio cugino uscim- no, mentre Marino europeo. mo dall’hotel Victoria per dirigerci all’appuntamento col professore e Tornando alla sua biografia, di- ricordo ancora adesso l’estrema sor- venne professore di ruolo alla vigi- presa che mi colse quando Carmelo lia dello scoppio del ’68? disse che dovevamo dirigerci verso Sì. Ci fu addirittura un collega la Facoltà di Economia e commer- che mi disse: «Mi congratulo con te cio. Scoprii così questa situazione come qualcuno si poteva congratu- che, come minimo, va definita schi- lare con un gentiluomo francese no- zofrenica… bilitato dal re nel 1788». Insomma Quindi appresi casualmente che intendeva dire che, vincendo la cat- la materia che io volevo studiare in tedra nel ’67, facevo giusto a tempo Facoltà di Lettere aveva in sostan- per essere ghigliottinato o massacra- za uno spazio periferico ed era affi- to per lo scoppio della rivoluzione. data allo stesso docente che ero ve- Quando arrivò il momento dram- nuto fino a Pisa per conoscere, la cui matico del ’68, avevo, quindi, un in- cattedra però era a Economia e com- carico alla Scuola Normale e la cat- mercio. tedra che mi ero conquistato pres- Ogni sorta di condizionamenti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Francesco Orlando fu suo allievo. so Lingue, all’epoca ancora corso di svolte, vincoli di lavoro della mia laurea di Economia e commercio. vita futura avrebbero dovuto fare i età I promessi sposi, ma è impossibile pretende di avere qualche informa- conti con questo sdoppiamento. che questo schema vigente in Italia zione del quadro europeo, se non di Come visse quel periodo così in- appaghi il bisogno di letteratura mo- quello occidentale. Chi ha questa candescente? Quali fattori concorsero a deter- derna, che c’è nei giovani. apertura di orizzonti sa bene che cia- Per me la fase del ’68 fu davve- minare la situazione che Lei trovò? Non mi inoltro nel Novecen- scuna letteratura ha i suoi periodi di ro drammatica: avevo sinceramen- Se questa struttura fondamen- to, perché le cose si complicano… massimo splendore, sebbene non si te sperato in una politica non tout talmente nazionalista ha potuto es- Credo che il punto debole sia l’Ot- tratti necessariamente di opporli ad court, bensì culturale e auspicavo sere trasmessa fino a quando mi so- tocento. altri di decadenza o di minore pro- che quel vigoroso scossone potesse no laureato, è dipeso anche dal fatto duttività. costituire l’occasione, il pretesto per che in mezzo ci sia stato il venten- Riprendiamo il discorso prece- ottenere il rientro delle letterature nio fascista. dente. Ma la Facoltà di Lettere non Ci spieghi cosa intende. straniere nella Facoltà di Lettere. Si immagini se durante il fa- poteva riconfigurare l’offerta, pre- Prendo volentieri in prestito dal Era evidente infatti che il danno scismo qualcuno potesse proporre vedendo uno spazio adeguato per le campo economico una metafora: fosse reciproco: da un lato le lettera- l’idea di mettere nella scuola una letterature straniere, date le nuove quella dell’importare e dell’esporta- ture straniere venivano coltivate in letteratura straniera alla pari con esigenze? re. Parliamo semplicemente di lette- una Facoltà che rappresentava – per quella italiana: avrebbe urtato un All’epoca non fu possibile, ma rature che in un determinato perio- usare un’espressione forte – una sor- pilastro ideologico del regime, cioè la struttura delle Facoltà di Lettere do importano o esportano. Da que- ta di ghetto, dall’altro alla Facoltà di quello del nazionalismo. non poteva allora non determinare sto punto di vista la situazione della Lettere uno studente poteva tran- l’esigenza di uno spazio alternativo letteratura italiana è chiarissima: è quillamente laurearsi sostenendo Ci illustri quali ritiene siano i li- per le letterature straniere e in par- stata esportatrice di cultura a partire esami di latino, italiano, eventual- miti dell’impostazione di studio vi- ticolare per quelle moderne, inten- dal grande Trecento, in quanto non mente greco, e in teoria addirittura gente in Italia. dendo con questo termine quelle tanto Dante, quanto Petrarca e Boc- uscire senza sapere chi fosse William In Italia abbiamo delle Facol- dell’Otto-Novecento. Questo spa- caccio conoscono una fortuna eu- Shakespeare, perché la letteratura tà di Lettere e Filosofia tradiziona- zio casualmente finì col crearsi nelle ropea, fino a tutto il Cinquecento, inglese era una materia di contorno, li e principali, quanto a completez- Facoltà di Economia e commercio, quando si aggiungono altri grandis- quando c’era… Se, infatti, per tre za del quadro disciplinare-culturale, preoccupate però per le lingue e non simi autori sicuramente fondanti per anni l’incaricato dava le dimissioni, e modellate in fondo sul liceo classi- certo per le letterature. Si aprirono filoni della letteratura europea. Par- la disciplina scompariva del tutto. co gentiliano in cui regna un quin- quindi dei corsi di laurea appositi e lo di Ariosto e Tasso, e, se vogliamo, Alla fine del 1969, sulla scia di tetto di materie: greco, latino, italia- un po’ in tutta Italia si ebbero degli anche di Machiavelli, ma qui for- una situazione politica tesissima fra no, storia e filosofia. Il fatto che al accordi fra docenti delle due Facoltà se usciamo dalla letteratura in sen- il rettore Faedo e gli studenti, fui liceo classico, in queste Facoltà di (Economia e Lettere). so più stretto. E l’Italia resta “espor- parte attiva – e me ne vanto – nella Lettere e Filosofia e alla stessa Nor- tatrice” ancora almeno per il primo nascita di una Facoltà alla quale fu male escludano in modo rigoroso le Insolito accostamento. E che co- trentennio del Seicento: Marino fa finalmente dato il nome di Lingue letterature straniere – o le trattino sa accadde? in tempo ad avere fama europea e e Letterature straniere, che rappre- al massimo assai marginalmente – Accadde che fatalmente questi infatti pubblica a Parigi. Con la sua sentava almeno un principio di ra- determina che la cultura letteraria corsi finirono col riempirsi di lette- morte nel 1625 e col declino del gu- zionalizzazione. moderna di un giovane debba esse- rati, perché gli specialisti di lettera- sto cosiddetto barocco, questa cen- re scissa fra quella viva e quella sco- tura inglese, tedesca, spagnola, etc., tralità italiana continua fino all’Ot- Già un importante passo avanti. lastica, a patto che voglia leggere i che non trovavano uno spazio ade- tocento nel campo delle arti figura- Come si relazionava con gli studen- veri grandi della narrativa dell’Ot- guato nella Facoltà di Lettere, es- tive e della musica, ma in letteratura ti e con le loro istanze? tocento e quindi Stendhal, Flaubert sendo al di fuori del sacro pentagono fi-ni-sce. Nel 1970 Lingue era una Facol- e Balzac per la Francia, Dickens per del liceo classico, ricevevano quelle tà di massa, dove le condizioni di l’Inghilterra, Tolstoj, Dostoevskij e cattedre. Cosa cambia con l’Ottocento? studio erano assai disagiate. Mentre tanti altri per la Russia. Io alla fine sarei diventato un Se pensiamo all’Ottocento, che sul piano politico può oggi sembrare La scuola fa leggere a una certa comparatista, cioè qualcuno che col tempo verrà sempre più ricono- leggermente ridicola la pretesa degli

7 Alla fine degli anni ’60 a Pisa personaggi come Sofri, D’Alema e Mussi erano figure di spicco o si tratta piuttosto di ricostruzioni ex post? Bisogna fare un distinguo molto netto. D’Alema e Mussi sono entra- ti in Normale nel 1967, mentre So- fri nel 1960: sono sette anni di diffe- renza, non si conobbero quasi… Ad ogni modo Sofri è stato uno dei grandi animatori del movimen- to, insieme a Cazzaniga che era del- lo stesso anno. Viceversa D’Alema e Mussi, a mia memoria, furono gli unici che non si fecero assorbire in una linea extraparlamentare e ten- nero duro nella loro appartenenza al PCI. Ritengo che questo comporta- mento vada loro accreditato con una certa ammirazione, perché la pressione psicologica che veniva esercitata sulla matricola appena arrivata era talmente forte affinché aderisse al movimento studentesco, Francesco Orlando con Jean Rousset a Venezia verso la metà degli anni ’80. che al limite, se uno diceva di essere studenti che le sorti del Vietnam si un’altra città.». Fui assolutamente stituito da diritto penale e diritto di destra, veniva lasciato un po’ più decidessero nelle aule occupate, vi- profeta: nel mese di ottobre andai a civile. in pace, mentre si cercava di ren- ceversa io mi apersi molte volte al- far sostenere a due di loro un esame Ecco… Lei supponga che dirit- dere impossibile la vita ai comuni- le loro richieste, quando reclamava- in carcere a Lucca e io fuggii a Na- to penale e diritto civile si insedino sti per far loro abbandonare la linea no un miglioramento della loro si- poli, perché non avevo retto… per tradizione in due Facoltà diffe- del partito. Io ne so qualcosa, per- tuazione. Sebbene, quindi, fossi dovuto an- renti e che ogni tentativo per unifi- ché mangiavo e dormivo in mezzo ai In quel clima di grandi tensioni dare lì un po’ controvoglia, colle- carle e razionalizzare il piano di studi normalisti e quindi ero testimone di questa mia condotta mi mise contro ghi generosi e gentili mi accolsero aggiornandolo alla cultura moderna tutti i loro dialoghi. quasi tutti i colleghi e il rettore, che a braccia aperte. Si rivelò un’espe- cozzi contro delle resistenze pazze- minacciosamente mi chiese da che rienza magnifica. sche e inimmaginabili per interessi Parliamo dei suoi maestri, par- parte stessi. Sebbene in seguito eb- costituiti, fondi, risorse, etc. tendo da Lampedusa. Non ritiene bi rapporti amichevoli con Faedo, fu Quanto tempo rimase nella nuo- che forse gli siano stati attribui- comunque anche in seguito a questo va Università? Più in generale, dove era più ti meriti eccessivi, viste poi le sue episodio che compresi che Pisa era Cinque anni, facendo – mea cul- forte la contestazione nell’Univer- eterogenee materie di interesse? diventata per me inospitale. pa – vita da pendolare tra Napoli e sità di Pisa? Direi che non è tanto questione Quando gli studenti occupava- Pisa, dove avevo mantenuto una ca- Per quello che ricordo io, le Fa- di esagerare il ruolo di Lampedusa, no la Facoltà, i poliziotti entravano sa in affitto. Non mi ero infatti deci- coltà dove il movimento studente- quanto piuttosto di evitare una con- e li portavano via di peso ad uno ad so a prendere casa nella nuova sede, sco prese radici profonde furono so- fusione, che a volte viene fatta tra uno, poiché facevano resistenza, re- perché mi spaventavano le dimen- stanzialmente quattro: cioè le due ruoli radicalmente diversi. stando a peso inerte per far sforzare sioni della città. rappresentate in Normale – Lettere Se nel lavoro scientifico di studi al massimo la polizia. Successivamente mi trasferii a e Scienze – e poi le due che riguar- letterari esiste una tecnica, un im- Per l’elevata paura di disordini Venezia, dove rimasi per sette an- davano me in quel momento, cioè pianto con un suo rigore specialisti- la Facoltà era presidiata dalle for- ni. Lì invece mi stabilii in un appar- Economia e commercio e Lingue. co, da questo punto di vista io non ze dell’ordine e per entrare dovevo tamento e in quel periodo non misi Infatti Faedo fece il colpo di forza credo di esagerare dicendo che Lam- pure esibire un tesserino di ricono- mai piede a Pisa, perché mi addolo- della emancipazione di Lingue da pedusa non mi ha dato né poteva scimento a un poliziotto sempre di- rava troppo. Economia e commercio, proprio per darmi nulla, perché lui di critica non verso. spezzare in due ali una parte del mo- aveva poi letto moltissimo. Nell’ul- Ecco... Questa era la situazione Visse come uno strappo l’allon- vimento. timo periodo della sua vita era stato che mi fece fuggire via. tanamento da Pisa? inoltre afflitto da difficoltà economi- Sì, soffrii molto per essere stato Quali erano le differenze, inve- che e, quindi, non poteva né viaggia- Come arrivò a Napoli? praticamente espulso dalla violenza ce, fra Lingue e Lettere? re, né farsi venire molti libri da fuo- Nel giugno ’70 i capetti del mo- del ’68, dietro la quale però si celava Lingue era assolutamente ina- ri Palermo. Gli erano preclusi molti vimento studentesco, che avevano quella originaria di questo piano di bitabile ancora alla fine del ’69, degli acquisti che avrebbe altrimenti con me un buon rapporto, essendo studio aberrante. Vorrei intendermi mentre a Lettere (assai più Facoltà fatto fra saggi e testi, se avesse potu- io in quella situazione un professore abbastanza delle cose che lei ha stu- universitaria e un po’ meno scuo- to recarsi periodicamente a Parigi o aperto al dialogo, vennero da me e diato per riuscire a farle il paragone la), essendo il piano di studio mol- anche soltanto a Roma. Le sue let- mi comunicarono la loro intenzione giusto, cioè per dirle, caro Davide, to più razionale e meno rigido, il ture furono limitate a quel poco che di sabotare la sessione di esami scrit- che cosa penserebbe lei se nel suo ’68 durò – è tautologico – quanto un po’ accidentalmente arrivava a ti per dare un “segnale forte”. campo di studi la materia x e quel- il 1968. Palermo oppure a quei pochi libri di Ricordo che mi davano del “tu”: la y, che lei ritiene tra loro assoluta- Nella Facoltà privilegiata, di se- cui gli giungeva notizia per qualche il “tu” che si usava tra compagni. mente complementari, come io pen- rie A, dei figli di papà, la tensio- via, magari attraverso il cugino Pic- Pur consapevole che sarebbe sta- so l’italiano e il francese, fossero in ne si era perciò placata più presto: colo, e che ordinava al libraio locale, to vano, provai a dissuaderli e dissi realtà separate. a un certo momento bastò l’arrivo puntualmente poi lamentandosi del loro: «Guardate, se voi lo fate, cre- di un preside intelligente, estrema- ritardo nella consegna. do di potermi impancare a profeta: A parte il fatto che Lei è laure- mente aperto come Badaloni, abi- ora siamo in giugno, a ottobre qual- ato anche in Giurisprudenza… Un le nel trattare, per razionalizzare la Allora Lampedusa che cosa le cuno di voi sarà in galera e io sarò in buon esempio potrebbe essere co- situazione e permettere la ripresa. ha insegnato?

8 Non mi ha insegnato nulla su co- dità degli anni di Normale è quanti- me si studia, mi ha insegnato tutto tativamente minoritaria. su come si legge. Ormai sono diventati un po’ leg- Sappiamo tutti che lo stuolo dei genda i miei tre anni di lezioni pri- suoi allievi è tuttavia molto nume- vate ricevute andando a casa sua roso. e trovando dei testi scritti da lui, Tengo moltissimo ai miei allievi che poi gradiva leggessi ad alta vo- e faccio mia la famosa frase che apre ce. Lampedusa non me li regalava la prefazione del manuale di armo- mai, dicendomi che li avrebbe bru- nia di Schoenberg: «Queste cose le ciati subito dopo. Per fortuna invece ho imparate dai miei allievi». non sono mai stati distrutti, tant’è Anche io potrei dire di aver im- che occupano la stragrande parte parato molto dai miei allievi, che del Meridiano Mondadori delle sue quantitativamente si distribuiscono Opere. fra gli anni di Napoli e di Venezia: L’insegnamento dato in questa mi è rimasto tutto un gruppo di fran- forma era, tuttavia, una meraviglio- cesisti e di anglisti, che in qualche sa, affascinante, insostituibile guida misura si sono formati con me. Più alla lettura. Scrisse per me un’intera diversi studiosi di musica. letteratura inglese e più di due secoli di quella francese. E arriviamo al suo ritorno a Pisa. Uscendo da questo apprendista- Sono definitivamente tornato a to, non ero però in alcun modo pre- Pisa nel 1982, a quarantotto anni, parato, perché mi mancavano anco- per rimanerci fino ad oggi. ra i ferri del mestiere. Per un lungo periodo ho voluta- mente cercato di non avere allievi: Capisco. E chi glieli ha forniti? Francesco Orlando a Pisa durante la laudatio per la laurea honoris causa con- avevo ottenuto, infatti, l’insegna- Me li ha interamente insegna- ferita dalla Facoltà di Lettere a Vincenzo Cerami nel 2006. mento di teoria della letteratura, ti Arnaldo Pizzorusso, il francesista sis, che a tutt’oggi e senza esitazio- si e lo strutturalismo, che rappresen- che mi ha permesso di dare al mio che aveva già la statura di un “gio- ne considero il più straordinario li- tava l’immediato avvenire, anche se discorso il respiro che desideravo, vane maestro” al mio arrivo a Pisa, bro del Novecento nel campo degli noi non potevamo saperlo. senza confinarmi dentro la lettera- pur avendo soltanto undici anni più studi letterari. Io ero un docente molto giovane tura francese. di me (io ventitreenne, lui trenta- La maggior caratteristica di quel e le differenze vistose con i corsi dei Portavo a lezione testi sempre quattrenne). Ha insegnato a Pisa fi- testo è il suo immenso respiro, la maestri anziani della Normale ini- originali, documentando le mie re- no al ’65, quando poi è stato chia- grandiosa visione unitaria della tra- zialmente mi costarono care. Ci fu lazioni in prospettiva internazionale mato da Contini, e quindi nel mo- dizione occidentale a partire dai suoi poi una ripresa nella frequentazione e improvvisando una traduzione af- do più onorevole possibile, a Firen- due diversi punti di partenza (quello del mio seminario e anche nella ri- finché tutti potessero seguire. ze, dove poi ha fatto tutta la sua car- greco di Omero e quello ebraico del- cettività degli studenti a partire dal Concepisco questo insegnamen- riera. Con lui ho mantenuto un rap- la Bibbia), fino ai giorni nostri. ’65: quindi prima di andarmene po- to come una materia di formazione porto di amicizia. Questo impianto d’insieme e tei godermi appieno alcuni anni di e non di specializzazione: da un la- Dal punto di vista dei ferri del questa passione per la sintesi li de- insegnamento con successo sempre to perché è assurdo che un ragazzo si mestiere, di come si studia, di come vo certamente ad Auerbach, perché crescente. muova con competenza a cavallo fra si affronta una bibliografia, di come Pizzorusso aveva invece un grande più letterature, dall’altro perché mi si impianta la struttura di un sag- rigore specialistico e almeno allora C’è qualche allievo di quel pe- sembra formativamente importante gio, di come ci si regola nelle cita- riteneva che gli argomenti andasse- riodo che ricorda in particolare? che quello stesso giovane possa se- zioni da un punto di vista non so- ro affrontati ad uno ad uno. Un dato di fatto è che da quei guire un corso con una visione com- lo formale e tecnico, ma anche so- miei anni di insegnamento prati- parata ed ampia. stanziale, di che rapporto si può isti- Si trattava di due approcci alterna- camente è uscito un solo allievo, il tuire con quello che gli altri hanno tivi: erano conciliabili? quale poi per ragioni metodologiche Ha insegnato a lungo teoria del- detto prima di noi su un certo argo- Possono sembrare l’uno l’oppo- si è allontanato da me, mentre altri la letteratura? mento e così via… Tutto questo io sto dell’altro, ma secondo me non sono diventati, comunque, studiosi Ho ricevuto questo insegnamen- lo devo esclusivamente a Pizzorusso. si escludono. Un oggetto qualsiasi si brillantissimi nei miei settori. Tengo to nel 1995 per affidamento sosti- E se non ci fosse stata questa seve- può conoscere per approfondimen- però a fare il nome di Aurelio Prin- tutivo, rimanendo sempre titolare ra e intensissima disciplina sotto la to, isolandolo e vedendolo in se stes- cipato, che conto ancora fra i miei di francese, e l’ho tenuto con qual- sua guida, io con quello che mi ave- so senza uscirne oppure si può proce- allievi. che interruzione fino al 2006. Se va dato Lampedusa non avrei potuto dere per una via opposta, cioè con- aggiungiamo pure i vari frammenti neanche muovere i primi passi nel frontandolo con altri oggetti, facen- Come mai questa fase non è sta- precedenti, ho insegnato complessi- campo vero e proprio degli studi. do sì che il gioco delle somiglianze e ta più feconda? vamente all’Università di Pisa teo- delle differenze permetta una cono- È molto difficile dirlo... Può dar- ria della letteratura per circa quindi- Ci sono altri studiosi nei cui scenza maggiore dell’oggetto da cui si che io non fossi abbastanza matu- ci anni. Questo è stato per me mol- confronti si ritiene in qualche mo- si era partiti. Personalmente oggi so- ro per stimolare degli allievi, come to importante ed è un’eredità che in do debitore? no più favorevole a una conoscenza può darsi che la differenza fra la li- questo momento vedo in pericolo Sì, bisogna arrivare a una triade, di tipo comparativo, dopo un’intera nea che seguivo io e quelle ufficial- per la precaria situazione economi- altrimenti l’elenco dei miei primi vita di riflessioni e di lavoro. mente prevalenti fosse troppo for- ca. Ci tengo molto a dirlo e le sarò maestri sarebbe incompleto, se oltre te… Non saprei dire. Può darsi an- grato se troverà il modo di dare spa- a colui che mi ha insegnato a leg- Veniamo adesso al suo insegna- che che tra certi condizionamenti zio al mio ardente desiderio che que- gere – Lampedusa – e a chi mi ha mento. Ripartiamo dalla Normale. un po’ a priori di tipo specialistico sto insegnamento possa continuare insegnato a studiare – Pizzorusso –, I miei otto anni di insegnamento che vigevano dentro la Normale e a lungo nelle mani di un mio bravis- non ricordassi Erich Auerbach con in Normale (anche se effettivi solo la mia tendenza a visioni sintetiche simo allievo. l’effetto folgorante che su di me eb- sei) di letteratura furono caratteriz- e alla comparazione di molte cose be in un indimenticabile pomerig- zati da un forte contrasto con le me- diverse ci fosse una sorta di incom- Il ruolo della psicanalisi nella gio dell’estate del ’57 la lettura di un todologie tardocrociane che impera- patibilità di fondo. sua opera è fondamentale. suo grandissimo libro, uscito l’anno vano allora, mentre io avevo già una Oggi rappresenta una certezza È vero. Basti dire che tra il 1971 e prima in edizione italiana: Mime- qualche apertura verso la psicanali- che nel quadro dei miei allievi l’ere- il 1982 ho pubblicato ben quattro li-

9 bri nei cui titoli ho avuto il coraggio Continui... ne, cioè il mio tasso di ridondanza documentazione molto ampia per di mettere l’aggettivo freudiano. Se Le figure retoriche della conden- era troppo basso. un libro che sfiora le seicento pagine questo sia stato un errore o una cosa sazione, dello spostamento, della ne- Nel mio ultimo saggio – dopo di e che tratta in varia misura di circa saggia non lo so. gazione fatta per affermare e dell’af- allora io ho pubblicato decine di ar- ottocento testi. fermazione fatta per negare sono ticoli, ma mai un libro scientifico – Ho anche riflettuto sulle ragio- Perché avanza la possibilità che vuote e possono essere applicate a c’è un tasso di ridondanza un pochi- ni per le quali la frequenza di queste sia stato un errore? qualsiasi contenuto. no più alto, la prosa è più affabile, immagini si decuplichi improvvisa- Perché esiste un condizionamen- Questo è un contributo prezioso: ripete un po’ di più le cose essenziali mente alla fine del Settecento, dun- to obbligato, giustificabilissimo in secondo me oggi lavorare all’anali- e, se riuscissi a scrivere ancora un li- que in qualche modo in corrispon- quanto lo stesso Freud non è riusci- si dei testi letterari senza questi stru- bro su un qualsiasi argomento, credo denza con la rivoluzione industria- to a pensare altra applicazione della menti di derivazione freudiana signi- che potrei sforzarmi di fare ancora di le, come se nel momento in cui la psicanalisi al campo degli studi let- fica veramente essere attardati di un meglio. società umana, l’economia e la tec- terari se non una di tipo sostanzial- secolo. nologia si razionalizzano, la lettera- mente psicologico e biografico. Tali strumenti stanno tra la logi- È meno severo nel giudizio sul tura sembra agire in controtenden- ca e la semiotica e io vado un po’ fie- suo insegnamento orale? za e preferire ciò che non serve a ciò Cosa intende per psicologico e ro di avere elaborato questi concetti Sì, certo. Come docente ho sem- che è utile. biografico? in quel libriccino intitolato Per una pre avuto dagli studenti il riconosci- Vuol dire che io posso interessar- teoria freudiana della letteratura (e in mento di una grande chiarezza. So- Veniamo allora alla prossima te- mi con strumenti psicanalitici alla altri scritti) qualche anno prima di no consapevole – quanto uno può matica. personalità dell’autore, alla sua vita, aver letto l’opera del grande conti- esserlo, poi tocca agli altri giudica- Riguarda i modi e le forme di trat- alla sua biografia… Ed effettivamen- nuatore di Freud, il cileno Ignacio re – che nella parola orale martella- tazione del soprannaturale: ne ho te conosco eccellenti biografie, dove Matte Blanco, che proponeva una vo i concetti un numero sufficiente parlato diverse volte a lezione, susci- la psicanalisi permette una maggiore rilettura in chiave logica/antilogica. di volte… È nella scrittura che sono tando sempre grande interesse e cu- comprensione delle vicende. Anche stato avaro. riosità negli studenti. se la questione è più discutibile, la La sua scrittura risulta alquan- Questa ricerca elaboratissima è psicologia può essere anche applica- to complessa e richiede grande con- Gli oggetti desueti è stato, co- diventata un articolo intitolato Sta- ta al personaggio, trattandolo come centrazione. munque, un libro che ha fatto epo- tuti del soprannaturale nella narrati- se fosse una persona reale. C’è que- Non così gravemente, come nel ca. Come è nato questo progetto, va, inserito nell’opera collettiva Ei- sta piccola differenza: se le scoperte caso precedente, lei tocca un po’ quali obiettivi si era prefissato? naudi sul romanzo, diretta da Franco di Freud sono vere, una persona re- una ferita, perché io oggi sono mol- Se me lo consente, vorrei allar- Moretti. Sebbene sia arrivato a tro- ale ha un inconscio, mentre un per- to autocritico nei confronti della gare la risposta, includendo tre ar- vare una quarantina di esempi, ho sonaggio, cioè un fantasma fatto di mia scrittura nel periodo più impor- gomenti di ricerca che mi stanno a avuto il torto di non trovare mai il parole, può anche avercelo un in- tante della mia produzione, cioè nei cuore, di cui quello sugli oggetti de- coraggio o il tempo di stendere que- conscio, se l’autore ha avuto la forza saggi di ispirazione freudiana e negli sueti è stato il primo, il solo che sia sta ricerca mentre la insegnavo. di attribuirglielo, ma può benissimo Oggetti desueti, che è in ultima ana- approdato ad un libro, il quale con non averlo. lisi una continuazione di quel ciclo. mia gioia è stato tradotto in Ameri- L’ultima ricerca invece di cosa Va già un po’ meglio nel libro ca a Yale e attualmente è in corso di tratta? Quali altri contributi ha dato successivo, L’intimità e la storia, che traduzione in francese per le illustri È un tema molto singolare, forse Freud agli studiosi di letteratura? è uno studio sul Gattopardo, tributo edizioni Garnier. Sono due ottimi anche ambizioso. Come ho perduto la battaglia per pagato alla memoria del mio mae- editori: speriamo che questa pubbli- All’interno del tema dell’adul- l’ammissione delle letterature stra- stro. Oggi se riapro questo testo e ne cazione permetta una maggiore dif- terio ho fatto una piccola scoperta: niere a pieno titolo dentro le Facol- leggo due pagine, mi sembrano leg- fusione ad alcune mie idee… Forse l’antichità classica conobbe l’idea tà di Lettere, non sono riuscito nem- gibili. per essere più ascoltati in Italia la via del disonore legata al marito tradi- meno a vincerne un’altra combattu- più diretta non passa per il Tevere o to, ma sembra fosse del tutto scono- ta per quarant’anni: convincere che Perché invece ha tante riserve l’Arno, ma per la Senna o l’Hudson. sciuto l’aspetto del ridicolo. Il che l’apporto freudiano per lo studioso sulla scrittura dei cinque libri pre- ci costringe ad ammettere con te- di letteratura può essere prezioso, al cedenti? Ci parli allora di queste tre ri- sti, dati e storia letteraria alla ma- patto di non fare della psicologia né Perché gli affascinanti ideali di cerche. no, che questo atteggiamento poco di autore, né di personaggio, bensì di scientifizzazione degli studi lettera- Ho individuato tre temi nevral- caritatevole del ridicolo sia qualcosa ricavare delle figure retoriche dalle ri, che accompagnarono gli anni del gici, che ho seguito senza limiti né di specificamente cristiano… Di fat- analisi delle manifestazioni dell’in- cosiddetto strutturalismo mi aveva- geografici né storici, cercando di ri- to esplode nei secoli profondamente conscio teorizzate da Freud e quin- no convinto – a torto io oggi pen- salire dalle matrici più antiche, gre- cristiani del pieno basso Medioevo di fondamentalmente dai sogni, dai so – che fosse possibile razionalizzare co-latina ed ebraico-cristiana, attra- (XII e XIII secolo). lapsus e dai sintomi. fortissimamente fino quasi al limite verso Medioevo e Rinascimento fi- Credo di aver trovato un profon- dell’aridità anche la scrittura. Credo no alla modernità e al Duemila. do legame tra queste due cose appa- Ci faccia qualche esempio. che il punto stia in ciò che i lingui- Per l’unica di queste tre ipote- rentemente distantissime e incom- Se io sogno qualcuno che ha il sti chiamano “ridondanza”: nella co- si che è diventata un libro ho avu- patibili: il mito delle corna e quello pullover di una certa persona, i ca- municazione umana è ordinario che to l’imbarazzo di non sapere troppo del crocifisso. Si potrebbe sviluppare pelli di una certa altra persona, la le cose, o almeno le cose importanti, bene quale titolo scegliere. Alla fine un discorso, partendo dal presuppo- statura di una certa altra e le circo- non siano mai dette rigorosamente ho optato per Gli oggetti desueti nelle sto che questa ipoteca comica fosse stanze in cui appare mi rinviano ad una volta sola. immagini della letteratura. Rovine. Re- del tutto sconosciuta fino a una cer- una quarta persona, qui abbiamo in liquie. Rarità. Robaccia. Luoghi inabi- ta data e compaia improvvisamen- gioco una figura retorica vera e pro- Lei ritiene che il suo tasso di ri- tati e tesori nascosti. te in coincidenza con l’affioramento pria, che Freud chiama “condensa- dondanza sia scarso? Si trattava di rispondere a que- delle lingue volgari a spese del lati- zione”. In quell’unica persona del so- Il mio tasso di ridondanza è sta- sta domanda: perché la letteratu- no. Ecco, questo potrebbe essere un gno si condensano quattro persone to sicuramente troppo basso. Il fat- ra quando descrive oggetti materia- altro esempio di ricerca di lunga dia- dell’esperienza reale. to che decine di lettori, anche col- li sembra preferire ciò che è vecchio cronia. Altro esempio: io sono geloso del- ti, intelligenti, favorevoli alla mia li- a ciò che è nuovo, ciò che è sporco Questo libro non esiste ancora, la mia ragazza, ma invece di avercela nea, interessati a priori, mi abbiano a ciò che è pulito, ciò che funziona spero che un giorno esista, ma alla con lei per questa ragione, metto una sempre detto «ti si legge lentamen- male a ciò che funziona bene, per- mia età solo Dio può dire se si avrà violenza ingiustificata nel rimprove- te», «ti si deve rileggere», qualcuno ché sembra esserci una segreta sim- abbastanza tempo per terminare un rarla per l’acquisto di una sciarpa di magari più sincero e meno benevolo patia della letteratura per le cose progetto… cattivo gusto. Freud chiama “sposta- «ti si legge con un po’ di fatica»… non funzionali, insomma per gli og- Davide Ragone mento” questo passaggio dal motivo Ecco, io ho l’impressione che il tor- getti desueti? *Allievo perfezionando reale a quello secondario. to sia mio e che loro abbiano ragio- Sono riuscito a raccogliere una di Giurisprudenza

10 Ricordi su Francesco Orlando

di Arnaldo Pizzorusso

quentare le biblioteche: le opere di Rotrou non si trovavano certo in tutte le librerie... Così Orlando im- parò a lavorare in ambiti innovativi. Nel 1958, prima della borsa pres- so la Scuola Normale, Orlando eb- be purtroppo la tubercolosi e in quel periodo ci avvicinammo molto: durante il suo ricovero presso una clinica nel Nord Italia, mantenem- mo una fitta corrispondenza, quasi settimanale. Io avevo ammirato le capacità eccezionali di studio e di ricerca di questo giovane, anche se natu- ralmente i frutti dovevano ancora maturare, ed in quella fase ero il suo unico contatto nel mondo accade- mico. to una bellissima idea. Orlando ebbe quindi un’interru- Si tratta di un libro alla base del zione nel percorso formativo: pote- quale vi è un’immensa quantità di va leggere, ma dovette sospendere le letture, che poi Orlando fu capace sue ricerche. Dopo un certo periodo di ricostruire alla luce della chiave si rimise e dopo pochi anni ebbe i interpretativa prescelta. I mattoni primi incarichi didattici a Pisa. di quest’opera erano “cose defunte”, Come oggetto della tesi di per- proprio perché esse necessitavano fezionamento in Normale, scelsi, ancor di più di un’interpretazione, invece, Louis Ramond de Carbon- di una ricostruzione. L’“oggetto” di nières, che aveva ottenuto, in Sviz- per sé rappresenta uno dei termini zera, una notevole fama e scriveva più polisemantici della nostra lin- soprattutto descrizioni di montagne. gua, ma, come afferma l’autore, nel Ricordo bene entrambe queste suo lavoro si tratta sempre di oggetti tesi: Orlando le prese molto sul se- esistenti, non immaginari: ciò che Fine anni ’90: Francesco Orlando a Santarcangelo di Romagna durante uno dei rileva, dunque, è la relazione che convegni di letterature comparate dell’Associazione Sigismondo Malatesta. rio, si impegnò, fece le ricerche in biblioteca senza preoccuparsi se si il soggetto ha instaurato e instaura Oltre all’intervista, pubblichiamo arricchiva certo, ma non lo prepa- trattasse di scrittori più o meno no- con essi, che può essere stabile – co- questa testimonianza di Arnaldo Piz- rava per l’ambiente accademico di ti. Quello fu effettivamente per lui me pare nel libro – o mutevole nel zorusso, grande maestro e accademico allora. Quindi, anche per consiglio un periodo di apprendistato, come tempo. dei Lincei, raccolta da Davide e Sabri- di Carmelo Samonà, noto ispanista speravo, e nessuno poi gli negò di Data l’ampiezza della materia, na Ragone, mentre in tanti sono già e suo parente, si spostò a Pisa. occuparsi di Rousseau, quando arri- il volume è molto denso e a volte al lavoro per l’organizzazione di con- Mi resi conto subito che era uno vò il momento giusto. ho pensato persino che ciascuna vegni e la raccolta di studi e testi per studente d’eccezione, anche se ave- Qualche tempo dopo mi trasferii citazione, con il relativo commen- mantenere attuali il ricordo e l’inse- va fin dall’inizio una certa fretta: vo- a Firenze e poi lui insegnò a Napoli to, potesse essere lo spunto per un gnamento dell’indimenticabile figura leva scrivere qualcosa su Rousseau. e in seguito a Venezia; i rapporti si saggio separato. Orlando, però, non di Francesco Orlando. Io pensavo, però, che la ricerca di diradarono per la distanza, anche se amava la forma del saggio, preferiva una tesi dovesse rappresentare una comunque avevo avuto il piacere di i lavori complessivi nella veste di I primi passi sorta di apprendistato e che dovesse far parte della Commissione che gli libri. Il percorso di Francesco Orlan- quindi trattare un argomento in pre- diede la cattedra. Ne Gli oggetti desueti risulta poi do fu particolare già in partenza, cedenza non troppo “calpestato”, su Orlando era però molto legato a fondamentale il rapporto con il perché all’epoca era assai raro che cui cioè non vi fossero orientamen- Pisa, pensava che quello fosse il suo lettore e ne è una dimostrazione la uno studente residente in una città ti già affermati nella dottrina. Se il destino, e riuscì a farvi ritorno. stessa prefazione, che rappresenta con una propria Università, come laureando era un buon elemento, Grazie alla ritrovata vicinanza, i davvero una guida per chi si appre- Palermo, si spostasse in un’altra se- come nel caso di Orlando, ritenevo rapporti fra di noi ritornarono ot- sta ad affrontarne i contenuti, come de. Ciò si deve al fatto che egli era perciò opportuno dargli fiducia asse- timi e i contatti frequenti: veniva raramente avviene. Anche alcune stato discepolo, sebbene non in sedi gnandogli un tema originale. a trovarmi molto spesso a Firenze, correlazioni e certi collegamenti istituzionali, di Lampedusa, uomo di Scelsi, quindi, per la sua tesi di parlavamo dei miei lavori e dei suoi all’interno del testo sono in parte grande cultura, che lo aveva iniziato laurea Jean de Rotrou, autore allora e passavamo giornate intere assie- rimessi alla sensibilità del lettore. a molte letture moderne e non solo. quasi dimenticato, che aveva opera- me. Negli ultimi anni ci scrivevamo Il vero oggetto del libro, secon- Da questo punto di vista, quindi, to con una certa fortuna nella pri- anche, oltre a vederci, e conservo do me, è la letteratura stessa, quel Orlando era uno studente privile- ma metà del ’600 con una sorta di un carteggio molto copioso della corpus indefinito che non può corri- giato, conosceva i fenomeni cultu- fiammata di opere negli anni ’30 e nostra corrispondenza. spondere alle opere scritte da un de- rali del suo tempo: con Lampedusa ’40 di quello che fu un secolo stra- terminato autore né ai lavori in una aveva letto molti autori, a comin- ordinario per il teatro francese. Mi Il capolavoro determinata lingua: è un magma in ciare da Proust. Allora perché al- sembrava un autore interessante per Fra i suoi studi, vorrei soffermar- continua evoluzione, che non cono- lontanarsi dalla guida di un uomo chi fosse disposto ad affrontare un mi in particolare sul volume Gli sce confini geografici o linguistici. di questa intelligenza? Perché l’aspi- argomento che richiedesse maggio- oggetti desueti nelle immagini della let- Nell’intricato labirinto della razione di Orlando era quella di in- re impegno, perché poco era stato teratura, che, a mio parere, è la sua letteratura, Orlando è riuscito a traprendere la carriera universitaria scritto al riguardo. Trovavo giusto opera più riuscita. Già durante la costruire un percorso e a proporlo e la cultura che stava acquisendo lo che un giovane cominciasse a fre- stesura me ne parlò e mi parve subi- all’attenzione del pubblico.

11 Quando a San Piero a Grado c’era un reattore... Breve storia del nucleare pisano di Amerigo Vaglini*

Grado dal 1960 al 1963. Era un reattore del tipo “swimming po- ol”, della potenza di 5 megawatt, a cui corrispondeva, un flusso di neutroni temici di circa 3x10 alla13 neutroni/centimetro qua- drato/secondo. Il reattore RTS-1 era stato progettato per prove di scherma- tura, per prove di irradiazione su materiali strutturali, misure di parametri nucleari, produzione di radioisotopi, etc. La prima criticità avvenne il 4 aprile 1963 e la max. potenza fu raggiunta il 14 febbraio 1966; l’inizio dell’attività continuati- va, 24 ore su 24, avvenne il 3 aprile 1967 e proseguì ininter- rottamente, salvo le interruzioni periodiche per la manutenzio- ne previste dal Regolamento di Esercizio, fino al 7 marzo 1980 quando il reattore fu definitiva- mente spento. Secondo un accordo fra il Mi- nistero Difesa e l’Università di Pisa il reattore serviva a scopo di addestramento e di ricerca per il CAMEN, l’Accademia Navale e l’Università di Pisa. Il reattore di S. Piero a Gra- do rappresentò uno strumento assai utile per lo sviluppo delle conoscenze teoriche e delle ap- plicazioni pratiche dell’energia nucleare, infatti fu utilizzato da tutti gli Enti pubblici e privati che ne avevano fatta richiesta. Una stretta collaborazione fu stabilita con l’Istituto di In- gegneria Nucleare della Facoltà di Ingegneria, allora diretto dal Prof. Lucio Lazzarino. Infatti, in quegli anni, diversi corsi di spe- cializzazione in Ingegneria nu- cleare organizzati dall’Universi- tà di Pisa furono tenuti presso Una vista aerea del reattore del Camen nella pineta di San Piero a Grado: funzionò dal 1963 al 1980. A destra, in alto: il Centro. la piscina del reattore; in basso: il fondo della piscina dove risiede il nocciolo del reattore. La disponibilità di una at- trezzatura così particolare e così an Piero a Grado, una fra- stra fino al territorio livornese. Per l’epoca, erano gli anni rara, almeno per il nostro Pe- zione di Pisa, a metà strada Pochi conoscono l’attività Cinquanta, ciò rappresentava se, diede l’impulso per ricerche Stra la città e la costa del che per oltre un ventennio si è un’avventura pionieristica che sull’applicazione dell’energia Tirreno, è famosa per la stupen- svolta nei pressi di S. Piero a tuttavia in breve tempo fece di nucleare anche in altri settori da chiesa romanica che, nono- Grado, nel folto di una di que- Pisa un centro all’avanguardia come quello medico e biologi- stante il suo campanile, mozzato ste pinete dove, ad opera di un per lo studio dell’energia nucle- co. Infatti, oltre all’allestimento dalla furia barbarica dell’ultimo gruppo di fisici che lavoravano are finalizzato alle applicazioni presso il Centro, di laboratori conflitto, si erge bianca e ma- nell’Accademia Navale, diret- sia militari, come la propulsione specializzati per la radioprote- estosa nella pianura che fian- ti dal prof. Tito Franzini, prese navale, che civili. zione e per lo studio degli effet- cheggia la riva sinistra dell’Ar- corpo l’idea di installarvi un Si trattava del reattore spe- ti delle radiazioni ionizzanti su no. In questo tratto terminale impianto di ricerca nucleare. rimentale RTS-1 fornito dalla cellule e tessuti viventi, furono del suo corso il fiume attraversa Questo sito divenne il “Centro ditta americana Babcok & Wil- organizzati anche corsi di Medi- imponenti foreste di querce e pi- Applicazioni Militari Energia cox. Questo reattore di ricerca, cina nucleare presso la Clinica ni marittimi che si stendono a Nucleare” meglio noto come da noi battezzato “Galileo Ga- Medica dell’Università di Pisa. destra fino alla Versilia e a sini- CAMEN. lilei”, fu installato a S. Piero a Al CAMEN erano in funzio- 12 13 La sala controllo del reattore. Nelle foto a destra: il robot telecomandato (Mascot) che permetteva di effettuare in sicurezza manipolazioni di materiale radioattivo. ne diversi importanti laboratori sciai il gruppo di ricerca per as- siglio Scientifico. e sostituito con il Centro Ri- tra cui il laboratorio di Radiopa- sumere l’incarico di Preparatore Di recente ho pubblicato un cerche Studi Applicazioni Mi- tologia e igiene delle radiazioni, Perito Nucleare presso il CA- libro dove ho riassunto le mie litari (CRESAM). Tutto que- il laboratorio di radioprotezio- MEN dell’Accademia Navale di esperienze lavorative degli an- sto a seguito della rinuncia da ne, il laboratorio di Fisica e il Livorno. Vista la mia esperienza ni trascorsi in compagnia del parte dell’Italia all’uso pacifico laboratorio di Radiochimica e e la grande passione per la fisica Reattore nucleare di San Piero del Nucleare. Il prestigio rico- tecnologia dei materiali. In tutti nucleare venni subito inserito a Grado e in cui ho cercato di ri- nosciuto in campo nazionale questi laboratori si insediarono nel Gruppo Operativo Reattore, costruirle, con attenzione scien- e internazionale e la notevole gruppi di ricerca di grandi enti frequentando il corso necessa- tifica, molte foto inedite e con preparazione raggiunta nel set- come Eni Agip Nucleare, CNR, rio per conseguire la patente di la passione di chi ha vissuto da tore era vanificata; svaniva così CNEN e industrie come FIAT, Operatore del Reattore di Ri- vicino i fatti descritti nella sta- il sogno nato alla fine del 1955 MONTEDISON, ENEL – CISE cerca RTS-1 del CAMEN di S. gione del CAMEN. in un’aula della Scuola di Sani- e, oltre che dall’Unversità di Pi- Piero a Grado. Divenni uno dei Ho dato vita a una pagina di tà della Marina Militare presso sa, altri ancora provenienti dal- primi operatori di reattore nu- storia che trova degna colloca- l’Accademia Navale di Livorno. le Università di Pavia, Bologna, cleare in Italia e la patente mi zione in quella più ampia dello Forse con questo sogno svaniva Siena, Parma e Torino. fu rilasciata, dopo aver superato sviluppo tecnologico e indu- anche la speranza di avviare uno Nel 1959 appena conseguito i previsti esami, dal Comitato striale italiano, prima ancora studio serio e costruttivo sulla il diploma di Perito Industriale Nazionale per l’Energia Nucle- che nel settore della ricerca mi- possibilità di sviluppare anche in Radiotecnica, fui assunto nei are (CNEN) con sede a Roma litare. L’ultimo capitolo del mio in Italia, come del resto è acca- laboratori dell’Istituto di Fisica (oggi ENEA). libro porta il titolo “La grande duto e sta accedendo in diversi dell’Università di Pisa, e subito Iniziò così la mia vita lavora- delusione” e ciò è dovuto al fat- Paesi a noi vicini, una possibili- dopo, previo esame di ammissio- tiva presso il Centro Nucleare di to che, mentre eravamo sulla tà di includere quella nucleare ne, ottenni l’iscrizione al Corso S. Piero a Grado dove giunsi al strada per raggiungere grandi tra le fonti energetiche attual- di Laurea in Fisica nella stessa ruolo di Collaboratore Tecnico traguardi di ricerche e studi da mente disponibili. facoltà. In seguito venni chia- di Ricerca Esperto di Compati- fornire all’industria nazionale, il Ma questa è un’altra storia. mato a far parte, come tecnico bilità Elettromagnetica. Nella reattore cessava definitivamen- di laboratorio, di un gruppo di fase di trasformazione del CA- te la sua attività e il CAMEN, Amerigo Vaglini ricerca di Fisica Nucleare di Pi- MEN in CRESAM (Centro con Decreto Ministeriale del 13 Operatore del reattore sa presso l’Elettrosincrotone di Ricerche Esperienze e Studi luglio 1985 firmato dall’allora RTS-1 del Camen Frascati (Roma). Applicazioni Militari), ricoprii ministro della Difesa Giovan- Autore del libro Il nucleare a Nei primi mesi del 1961 la- l’incarico di Membro del Con- ni Spadolini, veniva soppresso Pisa pubblicato nel 2009

14 15 Gli OGM non mi creano ansie di Amedeo Alpi

remetto che il dibattito OGM aggiornamento di quanto recente- da un genoma completamente sin- tenza, o, quanto meno, di riuscire ad sì, OGM no, non mi affascina mente è accaduto in Italia in que- tetico. Si tratta veramente di un intervenire in un modo prevedibile Ppiù di tanto anche perché tut- sto difficoltoso ambito premettendo salto rispetto all’ingegneria geneti- su complesse reti geniche, anziché to quanto si può dire circa la poten- due riferimenti a notizie pervenute ca che ha originato gli OGM attuali su singoli geni. La comunità scien- zialità della tecnologia che sottende nel mese di Maggio 2010. e che si è basata sul trasferimento in tifica nazionale si è espressa a favore a questi prodotti è stato detto, come Verso la fine del mese si è avu- un organismo di uno od alcuni tran- di questa iniziativa ed attende con pure si è ampiamente parlato degli to il clamoroso annuncio che era sgeni. È una tappa importante della interesse gli sviluppi di questa inte- ipotetici rischi ambientali e per la stata realizzata Synthia, una cellula biologia “sintetica” che ha l’ambi- ressante impresa. salute dell’uomo. Pertanto non par- batterica (Mycoplasma genitalium) zione di creare nuove forme di vita, Il secondo evento è un’intervi- lerò di questi argomenti, ma farò un privata del suo genoma e sostituito partendo da pochi materiali di par- sta concessa alla stampa nella pri-

16 ma decade di Maggio, nella quale la nota astrofisica Margherita Hack titolo si dichiarava a favore della scelta nucleare per assicurare, insieme alle altre varie fonti, l’energia necessa- xxxxxxx ria per i bisogni crescenti del nostro paese. Nella stessa intervista soste- di xxxxxxxxxxxx* neva anche, per fare un confronto con altri argomenti scientifici ma di analogo forte impatto sull’opinione pubblica, di essere assolutamente a favore degli organismi geneti- camente modificati. Cito questi eventi perché sono, a mio parere, la dimostrazione che, per quanto il “pensiero comune” voglia gli OGM sul banco degli imputati, la maggio- ranza degli appartenenti al mondo scientifico, anche quando coinvol- to nelle problematiche sociali - co- me certamente è la Hack - , pensa in maniera opposta. L’argomento degli OGM è uno di quelli a forte componente scien- tifica; una società sana è bene che abbia un rapporto di fiducia verso gli scienziati. Ebbene, una delle co- se più tristi del dibattito in corso è la netta divisione tra gli “addetti ai lavori” e la pubblica opinione, chiaramente spostata su posizioni didascalia contrarie o profondamente scetti- che e variamente utilizzata da or- ganizzazioni che, sostenendo l’onda antitransgenica, pensano di curare meglio gli affari di loro interesse. La componente scientifica più diretta- mente interessata dalle problema- tiche degli organismi GM è l’area molto vasta della biologia ed in par- ticolare quella della biologia vege- tale con finalizzazione agraria. De- vo ripetere, ancora una volta, che questo ampio ambito scientifico è largamente orientato verso una po- sizione di non rifiuto aprioristico di questi organismi ed una buona parte di esso è assolutamente favorevo- le ad un loro impiego in agricoltura come pure in altri settori produttivi. Se quindi questa parte scientifica dedicata alla biologia delle pian- te e che include genetisti, biologi molecolari, fisiologi, biochimici, patologi, microbiologi, guarda con fiducia alla tecnologia del DNA ri- combinante, come mai la pubblica nella sua globalità non può seguire 2009 sono stati coltivati nel mondo ma è stato sollevato, questo non era opinione è così riluttante se non un dibattito tecnico-scientifico che e che rappresentano poco meno del certo superiore a quelli sollevati da addirittura contraria ad accettare gli è molto specialistico e che è anche 10% della terra coltivata globale, piante ottenute con metodi di mi- OGM? La risposta al quesito è com- facilmente coinvolgibile su molti non sono un attentato alla umani- glioramento genetico tradizionale plessa e rientra nei comportamenti, altri fronti come quello economico, tà, ma producono alimenti e mate- ed in uso da molti decenni senza certamente non sempre molto luci- etico, alimentare per citarne solo riali di vario uso che, usati da circa alcun controllo. (Al contrario gli di, della società di massa fortemente alcuni. Risulta quindi difficile, in 15 anni non hanno creato problemi organismi GM passano attraverso condizionata dai mezzi di comuni- un breve articolo di queste “news”, nelle varie aree del pianeta (le col- rigorosi controlli prima di essere ap- cazione (o, meglio, di informazione. riuscire a dare risposta piena a tutti tivazioni GM per quanto concen- provati per la coltivazione). È difficile “comunicare” con la te- i vari interrogativi che si sono ac- trate nell’America del Nord e del Credo che sia utile riferirsi alle levisione, ma anche con tutti quei cumulati sulla tematica OGM e che Sud sono ampiamente presenti in ultime novità che, in questo setto- giornali che hanno operato una ne hanno fatto un “social issue”, Asia - India e Cina - , con presenze re, si sono verificate nell’Unione scelta redazionale precisa sostenuta talora in modo scorretto e capzioso. in Africa ed Australia; sono invece Europea. da frequenti articoli contrari e da Mi limito ad affermare che, come presenti in poco più di 100.000 ha Dopo un periodo lunghissimo sporadiche testimonianze a favore) appartenente alla comunità scienti- in Europa il “vecchio” continen- (la prima coltivazione commerciale e facile preda di suggestioni (una fica, mi sento di rassicurare circa la te). Non si sono avuti effetti nocivi di piante GM si è fatta nel 1996) delle più frequenti è : “la salute dei coltivazione e l’uso di queste piante. sulle popolazioni, ma neppure sugli trascorso tra divieti e timidi passi bambini”). Certamente la società I circa 135 milioni di ettari che nel ambienti; quando qualche proble- avanti subito rientrati, l’Unione

17 europea ha elaborato una complessa normativa che consente la coltiva- zione di queste piante solo a condi- zione che sia rispettata una griglia di vincoli molto rigidi che spesso scoraggiano l’eventuale agricoltore desideroso di misurarsi con i prodot- ti di questa nuova (ormai non più così nuova) tecnologia. Sappiamo comunque che le direttive europee devono essere recepite dai paesi membri prima di poter essere ope- rative nei vari territori; inoltre nei vari paesi, come in Italia, le diverse Regioni devono elaborare dei “piani di coesistenza” che possono consen- tire la coltivazione di queste piante, cosiddette biotecnologiche, senza interferire con le coltivazioni tra- dizionali o biologiche o comunque allevate secondo principi agrono- mici ritenuti non compatibili con le tecniche biotech. Mentre questo lungo processo era ancora in atto è arrivata la notizia, per l’esattezza il 2 Marzo u.s., che la Commissione europea aveva concesso il permes- so per la coltivazione di una pata- ta ottenuta dalla Bayer e capace di produrre un amido particolare. La patata, chiamata Amflora, genera un tubero, quello che normalmente usiamo per la nostra alimentazione, che contiene solo la frazione ami- lopectica dell’amido, mentre è pri- va di amilosio, l’altra componente dell’amido. Questo risultato è stato ottenuto “spegnendo” il gene re- sponsabile per la sintesi di amilosio. Il prodotto è quindi non suscettibile di uso alimentare perché il sapore sarebbe particolarmente ingrato per i nostri palati, ma può essere molto utile per l’industria della carta, può essere anche usato come addensan- te in varie lavorazioni; si può anche fare un utilizzo dei prodotti derivati dall’amido Amflora negli alimenti per animali. Uno dei problemi che preoccupano di più gli assertori del- le piante non-GM è la trasferibilità dei pollini dai soggetti GM a quel- li normali; vi sono vari motivi che escludono questo rischio nella pa- tata perché gran parte delle patate in coltivazione è sterile e perché la patata si propaga per parti di tubero e non per seme; se si aggiunge che la coltivazione di questa patata è consentita solo per scopi industriali si capisce come le varie preoccupa- zioni del vasto pubblico interessato alla “purezza” varietale potesse esse- re rassicurato. Ma non è stato così; le cronache dei giorni successivi al 2 Marzo hanno riportato concitate dichiarazioni di associazioni di vario tipo che gridavano all’attentato ai valori “identitari” (sic!) delle nostre produzioni ed al rischio che questa patata rappresentasse il cavallo di Troia per l’ingresso generalizzato dei tanto temuti OGM nel nostro territorio. Non trovo giustificazione

18 alcuna per questo atteggiamento la relativa alla sentenza del Consi- negativo da parte di Associazioni glio di Stato che ha dato ragione ad importanti in campo agrario, i cui un maiscoltore del Friuli ordinando dirigenti dovrebbero essere in grado al Ministero delle politiche agri- di distinguere i pericoli veri da quel- cole di concludere entro 90 giorni li inesistenti; ancora più criticabile il procedimento di autorizzazione mi sembra la posizione di figure isti- alla semina di mais transgenico co- tuzionali di primissimo piano nella me sancito dal diritto comunitario. vita pubblica, che non hanno esi- L’agricoltore aveva deciso di ricorre- tato a dichiarare, subito dopo l’an- re al Consiglio dopo aver inoltrato nuncio del permesso di coltivazione regolare richiesta per la semina di della Amflora, la volontà di chiede- mais Bt (trasformato geneticamen- re a Bruxelles l’applicazione della te per acquisire resistenza ad insetti clausola di salvaguardia, arrivando parassiti), ed aver atteso invano la persino a ideare la promozione di risposta per moltissimo tempo. La referendum popolari sull’argomento decisione del Consiglio di Stato ha per tornare a ribadire la tolleranza causato una forte reazione gover- zero. Con atteggiamenti così non- nativa concretizzata in un decreto dialoganti si evita di capire quali cosiddetto anti-OGM firmato dal possano essere i possibili lati positivi precedente Ministro delle politiche di una tecnologia così potente come agricole e controfirmato dai Mi- quella del DNA ricombinante che nistri della salute e dell’ambiente. ha già dato molti risultati concreti Non era difficile immaginare che anche in campo medico. questo provvedimento avrebbe in- Nel congestionato dibattito che nescato atti di ribellismo che sono è seguito non si è pensato neppure puntualmente avvenuti. Infatti il 25 per un attimo che quel permesso a Aprile u.s., con un filmato visibile di Aprile 2010 di “Informazioni dai fatti, rifiutato i prodotti agrari della coltivare un OGM veniva dopo 12 anche su Youtube, alcuni sostenitori Georgofili”, organo della omonima tecnologia del DNA ricombinante, anni di moratoria sulla coltivazione degli OGM si sono fatti riprendere Accademia. generando le contraddizioni che di OGM in Europa. Sia detto tra l’al- mentre procedevano alla semina di Ancora a conferma di un len- ho cercato di elencare e accettan- tro, tanto per sottolineare quanto di- alcuni semi transgenici in un luogo to avanzamento dell’Europa verso do, di fatto, la posizione della lobby stratta sia la nostra pubblica opinio- segreto. Seguire queste cronache l’accettazione della tecnologia in antibiotech. Se invece avesse pur ne ma anche gli “opinion makers”, non è francamente la più esaltante questione, va annoverata l’appro- respinto una parte degli attuali pro- che nella stessa occasione in cui si delle attività; ma non si può fare a vazione di un progetto di ricerca dotti, ma avesse aperto alla ricerca approvava la coltivazione della pa- meno di rilevare che ormai siamo concernente la piante transgeni- consentendo le prove sperimentali tata si approvava anche la commer- ben al di fuori del confronto tec- che forestali tipicamente europee in campo con tanto di comparazio- cializzazione di tre nuovi tipi di mais nico-scientifico. Le varie posizioni o ivi naturalizzate (pioppo, pino, ne sia qualitativa che quantitativa GM, che potrebbero incidere sulla sono fortemente infiltrate di ideo- abete,betulla, castagno, etc.). Si delle produzioni, oltre ai controlli agricoltura europea non meno della logia; è stata quindi una piacevole tratta di definire le basi scientifi- previsti per la salute umana ed ani- patata transgenica. Ma di questo si è sorpresa sentire il nuovo titolare del che per direttive politiche dell’UE male e per la salvaguardia dell’am- reso conto solo qualcuno ed un po’ dicastero dell’agricoltura dichiarare che riguarderanno le piante fore- biente, allora la posizione sarebbe di tempo dopo. È anche opportuno che, senza mettere in discussione stali transgeniche. In particolare stata accettabile. L’attuale situazio- notare che una nota associazione la linea seguita dal governo, per gli verrà studiato il cosiddetto flusso ne di rifiuto non può essere condivi- ambientalista parlava in quei giorni OGM non si può rinunciare alla orizzontale e verticale dei transgeni sa dalla comunità scientifica. di “follia” e di decisione “assurda” al ricerca. È anche degna di nota l’af- insieme all’effetto pleiotropico (in- Per ultimo mi sia consentita una punto da “condannare l’agricoltura fermazione del ministro che, rife- fluenza su più di un carattere) dei licenza eterodossa: in tutte le vicen- Made in e di mettere a rischio rendosi al nostro paese, dice “anche medesimi. Si tenterà di ottenere la de umane si può peccare per inerzia la salute dei cittadini”. L’estremismo in Italia ci sono fior di intelligenze massima sicurezza possibile studian- o per intemperanza. Vista la incre- di queste affermazioni è tale che ri- che lavorano e hanno lavorato a do l’integrazione sito-specifica dei dibile inerzia dell’Italia in questo tengo di esimermi dal fare conside- progetti di sperimentazione in que- geni (l’esatta collocazione nel geno- settore, ben venga qualche piccola razioni in merito. Mi limito a dire sto campo.” Infine non è secondario ma) per minimizzare la variabilità intemperanza. E così sia. che questi atteggiamenti tendono a osservare che l’associazione nazio- della loro espressione e monitoran- negare ogni spazio di dialogo e sono nale dei maiscoltori (la voce dei di- do gli alberi GM in tutta la catena Amedeo Alpi coerenti solo con un risultato: eli- retti interessati dovrà essere sentita produttiva. minare dall’Italia, e possibilmente qualche volta!) chiede con insisten- Come si può facilmente osser- dall’Europa, ogni prodotto di quella za di potersi avvalere dei semi otte- vare la comunità scientifica è as- P.S. Mentre stavo scrivendo tecnologia che è considerata in sé nuti con la tecnologia di cui stiamo solutamente in grado di assicurare questo articolo è stato pubblicato negativa, con buona pace di tutte discutendo. interventi sulle piante coltivate che un importante lavoro sul numero le affermazioni dialoganti di molti Oltre a questi argomenti che siano rispettose delle implicazioni di Maggio della prestigiosa rivista “tiepidi” nei confronti degli OGM hanno interessato l’opinione pub- ambientali, incluse le preoccupazio- PNAS (organo dell’Accademia che nei dibattiti iniziano dicendo blica, vorrei ricordare che in altri ni circa la salute dell’uomo. americana delle Scienze). I ricer- che non sono contrari agli OGM e paesi europei, pur con la ormai ben catori, dopo un accurato esame del poi danno sfogo ad una litania in- nota prudenza dell’UE in questo Voglio chiudere questo bre- trascrittoma e del metaboloma di finita di supposti guai alla salute, campo, ci si sta muovendo decisa- ve intervento ricordando che ad orzo normale e transgenico, hanno all’ambiente, all’economia agricola, mente nel campo dello studio delle una “lobby biotech”, certamente osservato più variabilità nei comuni etc etc che non basterebbe un vo- possibili applicazioni della tecno- esistita ed operante, corrisponde incroci che nelle varietà transgeni- lume a contenerli, ma ai quali sono logia del DNA ricombinante su una opposta ma simmetrica “lobby che. stati sempre dati, nei lunghi anni varie importanti specie coltivate. anti-biotech” (che tra i suoi punti È solo una delle infinite dimo- trascorsi, esaurienti risposte basate La Francia, ad esempio, ha recente- di forza cita, tra gli altri, la crisi dei strazioni che la tecnologia del DNA su dati pubblicati sulle riviste tecni- mente autorizzato le prove in cam- saperi tradizionali, il monopolio del ricombinante può essere affidabile che e scientifiche di maggior diffu- po di viti transgeniche; è una rispo- mercato dei semi, lo sfruttamento non meno di quanto sia stata l’ec- sione nel mondo. sta ad una esigenza sentita anche dei piccoli agricoltori ). In base a cezionale attività di miglioramento Un’altra questione che ha occu- dalla viticoltura italiana come au- considerazioni varie l’Unione euro- genetico tradizionale condotta da pato le cronache dei giornali è quel- torevolmente ricordato nel numero pea, ma soprattutto l’Italia, ha, nei almeno un secolo.

19 A cosa serve la campagna? Due risposte all’articolo di Amedeo Alpi di Andreina De Tomassi*, Enzo Monaco * Riceviamo, e volentieri pubblichia- avevano mai fatto la spesa, mai cuci- li, come si fa per un museo a cielo Non tutto è perduto mo due commenti all’articolo “Se non nato, mai rifatto i letti. Ho provato aperto (la Svizzera ha un plotoncino è più dedicata all’agricoltura a cosa a “insegnare” loro queste cose ele- di giovani che mantengono perfetto Ho letto con grande interesse serve la campagna?” di Amedeo Alpi, mentari, mi guardavano muti, quasi il famoso “paesaggio svizzero”! Case l’intervento del prof. Amedeo Al- pubblicato nel numero scorso. spaventati, e ho capito che per loro rurali, mulini, staccionate in legno, pi. Dopo un’interessante analisi l’aliena ero io. Sono rimasti sette ecc.), agevolare i giovani, adottare i sui “Cittadini e la campagna”, sui giorni chiusi in casa, tra video, mes- prodotti “sani e buoni” nelle scuole, “Molteplici usi del suolo da parte La realtà è finita saggini, giochetti virtuali. Hanno negli ospedali, nelle mense pubbli- della moderna società” e sui “Fatto- mangiato solo dolci e pasta! che e private... ri naturali per l’agricoltura” il prof. Il tuo articolo-grido di dolore, E ho capito che la realtà è morta, 4. Istituire le Cattedre Ambulan- Alpi affronta “Il caso Italia” e invo- sulla terra che muore, caro Ame- non sanno che cosa vuol dire annu- ti con degli esperti che vanno in giro ca la nascita di un dibattito speran- deo, fotografa perfettamente la real- sare, toccare, gustare. Gli bastano gli (scuole, supermercati, comuni, cam- do di “sentire varie risposte, magari tà agricola italiana così frantumata, occhi per lo schermo e il dito per il pagne) a spiegare come si fa un’agri- corredate di dotte analisi e possibil- dimenticata, abbandonata. Ma non touch. È finita l’esperienza, la con- coltura ecosostenibile, come si fa la mente di concrete proposte”. credo ci siano speranze, i buoi sono cretezza, la perlustrazione curiosa del lotta biologica, come si individua un Non è il mio caso. Non sono in fuggiti per sempre, il latte è stato territorio umano, naturale, culturale. prodotto, come lo si propone, come grado di fare né le une né le altre. versato a fiumi... Caro Amedeo, adeguiamoci, stia- si vende, ecc... Intervengo solo perché affascinato Le mie aspettative si affievoli- mo dentro la fantascienza, loro sono 5. Obbligare gli agriturismi, le dalle problematiche esposte, che scono di giorno in giorno. Molto esseri virtuali, fragili, eterei, traspa- countryhouse, i B&B, a essere non mi interessano non direttamente probabilmente stiamo procedendo renti, loro sono il futuro. solo simulacri di un passato molto ma in margine alla mia attività di velocemente verso un cambiamen- E noi, che siamo dell’altro secolo, remoto, ma diventare “cultura agri- giornalista gastronomo e di Presi- to epocale: stiamo diventando una vogliamo salvare la terra da lavoro e cola diffusa”, delle fattorie didatti- dente dell’Accademia Italiana del generale industria di trasformazio- addirittura la Terra? Siamo nell’eter- che, offrendo almeno all’ottanta per peperoncino. E intervengo in modo ne. I pomodori dalla Cina, il gra- no e infinito cerchio della vita e cento prodotti di territorio e, se pos- disordinato e incompleto. Ricono- no dall’Australia e dalla Bulgaria, della morte. Forse questa Terra si sibile, raccontarli. scendo che non so proporre un di- la frutta dalla fascia magrebbina, i autodistruggerà e qualcuno fonderà 6. Come sta succedendo per scorso organico. maiali dalla Croazia, eccetera. Ec- un’altra “civiltà” su un altro piane- l’energia (piccole produzioni au- La prima impressione che deriva co, noi acquistiamo il bene prima- ta... Chissà. tonome) così si dovrebbe fare per dall’intervento del prof. Alpi è che rio all’estero e poi lo trasformiamo Tornando con i piedi per ter- l’agricoltura: ogni famiglia, fuori dal- ci sia un eccessivo pessimismo nelle (addirittura) in prodotto doc, dop, ra, alla nostra agricoltura, oramai le città, dovrebbe cercare di produr- sue parole. Mi pare che elementi po- magari con i colori della bandiera arcaica, così detto in due parole, do- re autarchicamente il proprio cibo sitivi ci siano nel mondo dell’agri- italiana... Non credo ai controlli. po vent’anni passati fra le campagne (orti, mini allevamenti, eliminando coltura italiana che è senz’altro una E allora, che cosa ci rimane della vere e agricoltori in carne ed ossa (lo i divieti, mini frutteti) o se è in città, realtà in crisi e in trasformazione. nostra Civiltà Contadina? La me- specifico per non confonderci con affidarsi alla fattoria più vicina, ma- Provo dunque, in un modo un po’ moria, la nostalgia, il vagheggia- un giochino alla moda che impazza gari adottandola. In questo modo si aforistico, a focalizzare alcuni punti. mento, utile solo per alcune pubbli- su Facebook), per me si dovrebbe: salverebbe un po’ di biodiversità e si 1. Quando ero giovane, negli an- cità o marche di jeans. 1. Smantellare la piovra buro- salverebbe il lavoro degli agricoltori. ni ’60, sentivo parlare con insistenza Diceva McLuhan che quando un cratica (ma si sta già strozzando da 7. Tutto questo, ovviamente, con del fenomeno di un eccessivo urba- fatto arriva in televisione, quel fat- sola); una volta per un mio pezzo al l’ausilio di programmi online, ven- nesimo che provoca di conseguenza to, nella realtà vera, è già morto e “Venerdì di Repubblica”, avevo cal- dite dirette, formando dei veri e pro- l’abbandono delle campagne. Suc- sepolto. Com’è vero! Guarda quanti colato con un bravo agronomo, che pri Distretti alimentari di quartiere cessivamente in vari convegni ho programmi che oramai da qualche per un agricoltore, su un ettaro di o di piccoli comuni. sentito parlare di un’inversione di anno ci propinano varie gastrono- terra, gravavano settanta “entità”, Caro Amedeo, queste sono solo tendenza, di una “fuga demografica mie a tutte le ore. Perchè? Il passato fra amministrazioni locali, sindacati, delle semplici “buone pratiche”, che dalle città verso le campagne”. E ap- edulcorato si vende bene. Si basano associazioni, ministeri, istituti nazio- già da anni qualcuno ha adottato. profondendo il discorso ho scoperto sulla cocente nostalgia di una prati- nali ed europei, ecc. Ma il peso della politica, della bu- che questa fuga ha interessato tutte ca che apparteneva ai secoli scorsi. 2. Ci vorrebbero tante agricol- rocrazia, del terziario, della finanza le regioni d’Italia centro-settentrio- Non si cucina quasi più: precotti, ture e allevamenti specialistici, di virtuale, del circo mediatico, delle nale, le più ricche, mentre al Sud liofilizzati, solubili, surgelati, ecc. nicchia (tante nicchie fanno un mode, della non-cultura sta soffo- fatta eccezione della Puglia e della hanno preso il posto dell’antica sistema), puntare sulle eccellenze cando e annullando il settore pri- Sardegna, il fenomeno è stato as- spesa quotidiana e dei vari sistemi e non più sull’agricoltura massiva mario. sente. di cottura; nelle famiglie (ci sono (visto il prezzo del grano!), mi spie- Quando sarà scomparso del tut- 2 . La superficie agricola utilizza- ancora?) non si tramandano tradi- go: più Culatello di Zibello e meno to il Novecento (Bertolucci l’aveva ta in Italia è passata dai 15,8 milioni zioni, i ragazzi hanno oramai palati milioni di maiali, più podolica, più preconizzato) scomparirà anche la di ettari del 1982 ai 12,7 di oggi. Tre e papille impoveriti e sentono solo rendena e meno frisona; più formag- Civiltà del Cibo, qualche memoria milioni in meno che non sono ce- il dolce e l’amaro. Credimi, non è gi d’alpeggio e meno schifezze alla andrà in un museo online e i figli dei mentificati ma forse semplicemente passatismo, è statistica. cadaverina che propinano le grandi figli del Duemila conosceranno altri abbandonati. Questo significa che Ti racconto una mia recente marche, più olive tenere ascolane e piaceri mentali a noi, così corporei, si può ancora salvare il salvabile. esperienza: sono venuti in vacanza meno olivone turche...in poche pa- fisici, sensoriali, assolutamente pre- 3. L’estrema frammentarietà e la da noi (a Sant’Anna del Furlo, den- role, più locale, meno globale. clusi. Per ora, accontentiamoci di ricomposizione fondiaria è l’eterno tro la Riserva Naturale della Gola E certo che i GAS, il Bio e i mer- un fiore di sambuco in pastella, una problema dell’agricoltura italiana. del Furlo, Marche) sei adolescenti, catini si stanno prendendo un po’ di fetta di lonzino di fico, qualche fra- Non ci sono stati progressi anche se dai quindici ai diciasette anni, tutti rivincita... golina di bosco con gocce di sapa. non sono mancate le leggi e le ini- romani, per passare una settimana 3. Diminuire le tasse ai glorio- ziative per facilitare gli acquisti per nel bosco. Li ho osservati, come si si superstiti, agricoltori custodi del Andreina De Tomassi i coltivatori diretti. Il prof. Guido possono guardare degli alieni. Non territorio e delle memorie, sostener- * giornalista e scrittrice Corazzieri sostiene che la “causa di

20 titolo xxxxxxx di xxxxxxxxxxxx*

didascalia ciò risiede naturalmente nell’alto ta magari con le attività terziarie e combattendo l’abusivismo e piani- legislative più concrete ed incisive. valore del terreno che fa da premio quaternarie. ficando le utilizzazioni dell’acqua 10. Il prof. Alpi parla di un’agri- su ogni altra forma di utilizzazione 6. “Chi fa l’Agricoltura ha poca utilizzata per l’agricoltura, l’indu- coltura che non ha collegamenti anche perché del suo prezzo, anno voce in capitolo” sostiene il Prof. stria e le altre attività terziarie. Mi con le Università e non trae benefi- dopo anno, compete senza sfigura- Alpi. Mi chiedo: dipende anche dal sembrano condivisibili le afferma- ci dal lavoro svolto dalle numerose re con quello offerto da altre forme fatto che l’agricoltura ha perso gran zioni del Direttore generale della facoltà di agraria esistenti in Italia. di investimento”. Perciò non è da parte della sua funzione strategica e FAO, Jaques Diouf al quinto Forum Non ho modo di dubitare che sia aspettarsi per il futuro un’inversio- la possibilità di influenzare le scelte mondiale dell’acqua che si è tenuto così. Mi risulta però che qualche one di tendenza. politiche per un ridotto peso eletto- l’anno scorso a Istanbul “Il futuro Università si pone il problema ma 4. A proposito della grande dif- rale? dell’acqua è in un’agricoltura più ef- mi pare anche che i risultati non so- fusione del part-time e degli addet- 7. Il prof. Alpi sembra criticare ficiente” ha detto Diouf auspicando no splendidi. ti ai lavori in agricoltura bisogna “la fantasia italica dei giacimenti “una produzione con meno acqua” Mi sembra illuminante a tal riflettere sulla componente degli enogastronomici”. Mi può trovare con “investimenti ed incentivi ben proposito il libro di Antonio Pa- immigrati, già presente e destinata d’accordo solo se si riferisce a pro- finalizzati”. scale Scienza e sentimento. Sostiene ad aumentare fortemente in futuro duzioni che hanno una “piccola o Al di là delle iniziative legislati- Pascale che “in agricoltura ogni in- con la conseguente diminuzione del inesistente base reale di riferimen- ve ci vuole comunque una grande novazione tecnologica è vista come lavoro dei nati nel nostro paese. Un to”. Non in assoluto. Sono convin- opera di sensibilizzazione con cam- sinonimo di corruzione”, e che “di fenomeno complesso e destinato a to infatti che la riscoperta di produ- pagne mirate per accrescere in tutti contro, per combattere gli abusi del “rotazioni” che faranno diminuire zioni di nicchia, il perseguimento la consapevolezza del problema e sistema moderno, corrotto e diabo- sempre più il rapporto sacrale fra il della qualità e il contenimento dei creare fra le popolazioni una menta- lico, ci si basa solo sull’agricoltura lavoratore e la terra. Un rapporto costi sono elementi insostituibili lità che va contro gli sprechi. biologica. che è stato sempre fondamentale per un rilancio di alcuni settori del- 9. Da una denuncia pubblicata Limitandosi, però a pronunciare nella storia dell’agricoltura in tutti la nostra agricoltura. sui giornali si apprende che la gran- la parola magica, appunto, biologi- i paesi del mondo. 8. Drammaticamente condivisi- de distribuzione organizzata com- co e insistendo sempre sul medesi- 5. Sulla valorizzazione delle aree bili invece tutte le osservazioni che mercializza gli ortaggi e gli agrumi mo punto: la totale assenza di inter- periurbane c’è in atto un interessan- il prof. Alpi fa a proposito dell’ac- siciliani con ricarichi che superano venti chimici”. te dibattito. Ci sono i sostenitori del qua. Fino a ripetere con lui che la il 500% del prezzo pagato agli agri- Mi chiedo in conclusione e chie- cosiddetto “parco agrario metropo- “barca mondo è diventata incredi- coltori danneggiando consuma- do al prof. Alpi: è possibile trovare litano”. Fra questi il più convinto è bilmente piccola per quanto è po- tori e produttori. È la conferma di un punto di incontro, un’integra- Pierre Donadieu che vorrebbe tra- polata”. Bisogna ribadire alcune re- quanto siano giuste le affermazioni zione critica della conoscenze tra- sformare il territorio agricolo peri- altà: a) L’agricoltura consuma fino del prof. Alpi quando parla di “forte dizionali con quelle che vengono urbano in una “campagna urbana”. a 70 volte il quantitativo di acqua preminenza della Grande Distribu- dalla ricerca e dall’innovazione Una proposta che ha un forte limite usato per cucinare o lavarsi. b) Mol- zione Organizzata”. Qualcosa si sta tecnologica? E ancora. Un nuovo nella concezione di una “campagna ti paesi devono importare più della facendo negli ultimi tempi per risol- e diverso rapporto fra agricoltura e urbana” solo rurale e non produttiva metà del loro fabbisogno alimen- vere il problema e si parla con sem- Università non potrebbe risolvere con agricoltori che diventano cura- tare perché non hanno abbastanza pre maggiore convinzione di “filiera molti dei problemi di cui stiamo tori del paesaggio. Resta comun- acqua; c) La quantità di acqua ne- corta” e di “prodotti a kilometro parlando? que tutta da giocare la scommessa cessaria per una popolazione rad- zero”. Iniziative interessanti per la di un’agricoltura professionale ed doppierà nei prossimi 50 anni. Gli sensibilizzazione dell’opinione pub- Enzo Monaco economicamente valida realizzata esperti sostengono che si potrebbe blica. Alle quali però si dovrebbero *Presidente Accademia Italiana negli spazi periurbani. Armonizza- avere un’attenuazione del problema aggiungere controlli ed iniziative del peperoncino ONLUS

21 Scuola Sant’Anna e Progetto Hope Un contributo alla prevenzione dei conflitti di Marcello Spatafora*

1. Alla luce di taluni scambi di Il Progetto HOPE è, per tutti noi, lo, basti pensare alla Nato ed al G8), tervento del CDS a fronte di situa- idee recentemente avuti in argo- una sfida. Dovremo fare ogni possi- in ambienti accademici (vedasi, ad zioni di crisi, che giustificherebbero/ mento con Allievi, Ex-Allievi, do- bile sforzo, negli anni a venire, per esempio, i progetti di ricerca por- imporrebbero un suo interessamento centi e responsabili della Scuola S. esserne all’altezza. tati avanti, già una decina di anni ai sensi della Carta, è in realtà forte- Anna, mi sembra che possa esser 2. Lo spunto per la scelta dei va- fa, dalla International Peace Aca- mente selettivo. Dal che l’accusa ad di un qualche interesse metter per ri argomenti che saranno oggetto di demy), a livelli politici, governativi esso rivolta di doppi standard, e con iscritto una serie di riflessioni, matu- queste mie riflessioni mi è stato del e parlamentari. ciò stesso i germi di una, appunto, rate nei circa sei anni da me trascorsi resto fornito proprio dal Progetto Del resto, per tutta una serie di progressiva sua irrilevanza/ineffica- alle Nazioni Unite; su tematiche, di HOPE. Un Progetto che, valutato motivi, la Capacità di Risposta del cia operativa, risultato inevitabile di per sé molto complesse ed in con- alla luce della mia esperienza alle sistema Onu, nel reagire cioè ex post una perdita di credibilità agli occhi tinua evoluzione, che verranno qui Nazioni Unite, viene spontaneo a crisi e conflitti, appare sempre più e nella percezione di larghi settori tuttavia evocate con un approccio inserire nel più ampio contesto di carente ed in affanno. Non è certo della membership. flash, senza alcuna pretesa di organi- un processo di rafforzamento delle questa la sede per affrontare compiu- È del resto a siffatta tendenziale cità e completezza; con una partico- capacità della comunità internazio- tamente l’argomento. Mi limiterò a irrilevanza che va ricondotto il pro- lare attenzione rivolta a quelle che nale – in tutta la gamma di soggetti qualche flash. cesso di riorientamento e riposizio- sono sia le capacità di Risposta del in cui essa si articola – di contribuire 4. Circa l’operato del Consiglio namento ONU sul versante della sistema ONU a fronte dell’insorgere alla Prevenzione dei conflitti ed ai di Sicurezza (CDS), organo che è al Prevenzione e del Peacebuilding/ di conflitti (con il Peace keeping, il processi di Peacebuilding e di Sta- centro del sistema di sicurezza col- Statebuilding, cui facevamo dian- Peaceenforcing, le cosiddette “mis- tebuilding in situazioni postconflit- lettiva ONU, non rileva tanto cosa zi cenno. Sotto questo profilo, ad sioni politiche” del tipo Unama in tuali. esso abbia o non abbia fatto a fronte esempio, la Unama, e cioè la “mis- Afghanistan ecc.), sia le sue capaci- Un processo acceleratosi in di una o altra situazione conflittuale, sione politica” di tipo civile avviata tà riguardo la loro Prevenzione (in- quest’ultimo decennio, sulla scia, e cioè quali misure e decisioni, e con dall’Onu in Afghanistan, risponde, cludendovi anche il Peacebuilding all’origine, di un importante rap- quale contenuto, abbia adottato o anche, alla esigenza di arginare un e lo Statebuilding postconflittuale). porto in argomento del Segretario non adottato. Molto più interessan- processo di marginalizzazione, con Il tutto al fine, anche, di indivi- Generale Kofi Annan, del giugno te fare un raffronto fra le decisioni conseguente recupero di una qual- duare quelli che potrebbero essere 2001, fortemente innovativo nella adottate dal CDS ed i concreti se- che centralità. gli spazi percorribili in vista di un sua visione sinergica e “ comprehen- guiti applicativi che tali decisioni 5. Talmente eloquente, il raf- rafforzamento, e di un più alto pro- sive” della tematica. Una visione hanno avuto. fronto/dicotomia fra realtà dei fatti filo di visibilità, del ruolo svolto che in anni successivi è via via di- Il raffronto è, a dir poco, deso- e realtà declaratorie, che in diverse dal Sistema S. Anna, un Sistema ventata incontrastata dottrina, con lante, a fronte di quella che viene occasioni, nei miei interventi sia in da rendere vieppiù proiettato verso conseguente emergere della colle- oramai percepita dalla membership CDS che in Assemblea Generale, forme avanzate e sinergiche di coo- gata esigenza, per le Nazioni Unite, come una “creeping irrelevance” ed non ho esitato ad affermare che ci perazione internazionale, specifica- di assicurare la c.d. “system wide co- inefficacia – non necessariamente troviamo di fronte, purtroppo, ad un mente nei settori umanitario/diritti herence” sul terreno, fra la variegata inefficenza – del sistema di sicurez- processo implicante un progressivo umani, e del capacity ed institution gamma di iniziative avviate in uno o za ONU, sempre meno in grado di affievolimento, di fatto una mo- building. altro settore, e portate avanti da una “make the difference”, sul terreno e difica, di quanto disposto dall’art. Lo strumento per una svolta è sta- pluralità di soggetti. sul piano politico. 25 dello Statuto ONU – uno dei to del resto già creato, su iniziativa e Come dice un proverbio anglo- Una luminosa eccezione è benin- “pilastri”della Carta – il quale sta- grazie all’entusiasmo ed impegno del sassone, “an ounce of prevention is teso rappresentata dall’intervento bilisce che gli Stati Membri “con- Prof. Franco Mosca, del dr. Gianluca worth a pound of cure”, una oncia Unifil in Libano, su nostro deter- vengono di accettare ed eseguire le Samarani e di tanti altri. Mi riferi- di prevenzione vale quanto una lib- minante impulso ed impegno. Così decisioni adottate” dal CDS. Nel sco beninteso al Progetto Hope, un bra di cura. Sopratutto, aggiungerei, come la vicenda Kossovo/Unmik, caso specifico, il testo dell’art. 25 progetto molto ambizioso nelle sue allorché la possibilità di ricorrere ad ed il ruolo determinante al riguardo andrebbe quanto meno integrato potenzialità, rispondente ad una ben una libbra di cura rischia di rivelarsi, svolto dal CDS, ha rappresentato con un inciso finale “nei limiti in precisa visione, fortemente innova- sempre più spesso, obiettivo vellei- anch’essa un’eccezione, addirittura cui esse (le decisioni del CDS) non tivo nel suo approccio. tario ed in larga parte puramente un “non precedente”, frutto di un ledano interessi vitali rientranti nel- Ci troviamo di fronte ad una sor- declaratorio. Gli esempi di siffatto contesto politico del tutto peculiare. la propria sfera di sovranità”, o altra ta di gateway project, aperto ad una velleitarismo sono sotto gli occhi di Esempi di siffatta tendenziale ir- formula del genere. E tale modifica decina circa di discipline, con un tutti. rilevanza? Non c’è che l’imbarazzo sarebbe, a mio avviso, il risultato di approccio che, cito testualmente 3. Il processo, cui facevo dianzi della scelta. Dal Sudan/Darfur al- un processo pluridecennale di larga- perché trattasi di un punto chiave, cenno, tende a porre una crescente la Somalia, dal Ciad alla R.D. del mente diffusa acquiescenza, la quale, intende essere “integrato e sinergico, enfasi sulla importanza di una “vi- Congo, dalla Birmania all’Iran, dalla come noto, è fonte di diritto. capace di intervenire su più livelli, sion” e di una strategia operativa, Georgia al Medio Oriente ecc. (fra 6. Mi sembra possa esser di inte- che si estendano oltre gli attuali da parte del Sistema ONU e più in le poche più vistose eccezioni, sorta resse, a conferma di questa progressi- cardini dell’aiuto umanitario, alla generale della comunità internazio- di success story ad onta delle rica- va erosione ed affievolirsi della capa- ricerca di soluzioni innovative ed nale, che siano centrate non tanto dute, il Burundi. Oltre al già citato cità di Reazione del sistema ONU, efficaci”. Un passaggio, questo, che sulla Capacità di Reazione (ad una Unifil). Per non parlare, beninteso, un qualche cenno, per forza di cose mi sembra appropriato ricollegare ad crisi, o conflitto), quanto sul raffor- di quelle situazioni di crisi, per quan- sommario ed incompleto, sul tema un recente documento di lavoro G8, zamento delle Capacità di Preven- to gravi, che neppure approdano sul Peacekeeping e Peaceenforcing. in cui si fa riferimento alla necessità zione (dell’insorgere di siffatta crisi, tavolo del CDS a causa della oppo- Per poter decidere l’invio di una di lavorare assieme verso “integrated o conflitto). sizione – veto o, il più delle volte, Forza di Peacekeeping è necessario and joined-up solutions including “From Reaction to Conflict Pre- semplice minaccia di veto – di uno che sussistano talune condizioni, through productive links between vention”, non a caso una tematica o altro Membro Permanente (un facenti parte oramai di una vera e the wider Development and Securi- oggetto di sempre maggiore atten- esempio per tutti, il Tibet). propria “dottrina” del Peacekeeping ty agendas”. zione in ambienti Onu (ma non so- Sotto quest’ultimo profilo, l’in- ONU, e dalle quali un consistente

22 numero di Paesi (di fatto i più im- alcun modo disposti ad accettare rie, anche di un recente passato (in lizzazione. Un qualcosa, mi sembra, portanti contributori di truppe, fa- interventi di Peaceenforcing,titolo che Congo nel 2008, ad esempio, con la che potrebbe certamente esser di in- centi sopratutto parte del Movimen- prescindano cioè dal consenso dello Monuc), non abbiano a ripetersi, è teresse per il Sistema S. Anna, alla to Non Allineati, NAM) non sono Stato ospite. E sulla scia dei NAM, in realtà necessario – e di ciò vi è luce della propria consolidata tradi- al momento disposti a prescindere. più o meno sotto traccia, exxxxxxx per i più oramai una sempre più diffusa con- zione di eccellenza in questo campo Siamo in presenza di una dottrina e svariati motivi (contrarietà a siffatte sapevolezza – che cambi il concetto e, in prospettiva, alla luce delle po- di una prassi che rasentano talvolta azioni da parte delle opinionidi xxxxxxxxxxxx* pub- stesso di Peacekeeping, e le relative tenzialità insite nel Progetto Hope. il surreale – a fronte di vere e proprie bliche interne, ad esempio. Noi ita- modalità di decisione e di gestione; Altro settore di possibile interes- tragedie e crimini sul terreno – ma di liani non facciamo certo eccezione), è necessario che il CDS apra le porte se per il Sistema S. Anna è quello cui comunque i responsabili ONU si si muovono anche altri settori della a chi è chiamato ad attuarne le de- connesso alla “standing police capa- sono fatti più volte convinti asserto- membership, a cominciare da uno o cisioni (sì da mitigare gli effetti di city” delle Nazioni Unite – uno stru- ri ed interpreti, ad esempio con rife- altro membro permanente del CDS. un approccio che, quale che ne sia mento operativo di fondamentale rimento alla crisi somala negli anni Per avere una conferma del fatto la cosmesi, è pur sempre del genere importanza, destinato ad esser viep- 2006/2008. In altri termini, la con- che si è di fronte ad un sostanziale “armiamoci e partite”); è necessario più valorizzato – che, come noto, dizione per poter avviare una opera- affievolirsi delle potenzialità di in- che i Paesi coinvolti nei conflitti viene da noi ospitata presso la Base zione di Peacekeeping è che vi sia, tervento coercitivo originariamente assumano dirette responsabilità sul logistica ONU di Brindisi (UNLB). Monsieur de Lapalisse, una “peace previste dalla Carta, basta ripensare terreno, ed essi saranno in grado di E con la UNLB, come nel caso del to keep”, una pace in atto e da man- ai contenuti di quello che è stato assumerle ove abbiano a tal fine be- CoESPU, vi è spazio, ritengo, per un tenere, su cui vigilare e sulla quale l’intervento militare ONU in Con- neficiato, tra l’altro, di programmi rafforzamento della collaborazione iniziare a ricostruire la vita civile e go, nel 1960, tramite la UNF. Ebbe- di capacity ed institution building, da parte del Sistema S. Anna, trat- sociale del Paese. ne, a cinquant’anni di distanza, e ad e cioè programmi di cosiddetta Pre- tandosi di un settore strategico sotto Laddove non vi sia, o non vi sia onta degli asseriti progressi del siste- venzione strutturale, integrati nelle il profilo del capacity ed institution ancora, “a peace to keep”, com’era ma di sicurezza collettivo missioni di peacekeeping e nel loro building. Alla luce, anche, sia della il caso appunto della Somalia, e delle Nazioni Unite, un interven- mandato (trattasi di un aspetto cru- prevista istituzione, presso la Base, di di tanti altri scenari di crisi, non to del genere – che fu di peace enfor- ciale. Anche in ambito G8 è stato quello che sarà il primo nucleo del- sarebbe stato configurabile alcun cing, e non tanto di peace keeping recentemente posto un forte ac- la “Justice and Correction Standing intervento di Peacekeeping (la per- – sarebbe oggi improponibile, per cento sull’importanza dei “linkages Capacity” ONU, che del prospet- durante fluidità e precarietà della tutta una serie di motivi, ad alcuni between Peacekeeping and Peace- tato “upgrading ”della Base stessa, situazione in Somalia continua del dei quali ho già fatto cenno. building reforms, as part of one inte- che potrebbe diventare il “Global resto a riflettersi ora sull’incisività Verosimilmente ci troviamo di grated process”). Service Centre” (con un Regional dell’operato della Amisom, espres- fronte ad una situazione di transizio- In questo campo merita un cen- didascaliaService Centre ad Entebbe), di so- sione dell’Unione Africana e frutto ne, di modifica degli equilibri e dei no, per le sue incidenze su possibili stegno logistico per tutte le operazio- di una defatigante gestazione plu- poteri originariamente previsti dal- coinvolgimenti del Sistema S. An- ni ONU. riennale). Con la conseguenza che la Carta, che in modo molto netto na, l’attività del CoESPU, Centro 8. Concludo con talune conside- la comunità internazionale si trove- erano suddivisi fra Cap.VI e Cap. di Eccellenza per le Stability Police razioni specificamente attinenti alle rebbe ad essere impotente – sotto il VII. Per cui, oramai, nessuno si sor- Units, che come noto viene da noi attività di Prevenzione dei conflitti, profilo della capacità di Reazione – a prende più se si fanno interventi di ospitato a Vicenza, per programmi perché è proprio questo il campo in fronte di situazioni che pur compor- Peacekeeping ex Cap.VII, ritenendo di formazione delle forze di polizia. cui, come ho dianzi accennato, vi tano violazioni, anche gravi, dei più che ciò valga a dar più forza al man- Con il CoESPU il Sistema S. An- sono tutte le premesse affinché il elementari diritti e valori della per- dato dei peacekeepers ed a renderli na intrattiene già ora una fruttuosa Sistema S. Anna, con il suo patri- sona umana. più autorevoli e rispettati, ma pro- collaborazione, che verosimilmente monio di expertise e di eccellenza, Discende da quanto sopra, a for- filando nel contempo siffatti inter- è suscettibile in futuro di esser raf- con la sua rete di docenti, Ex-Allievi tiori, che le Nazioni Unite sono ben venti con le caratteristiche che sono forzata. ed Allievi, possa ritagliarsi un ruolo difficilmente in grado di fare, in pro- proprie ad un operare sub Cap.VI, Mi sono soffermato su questi sempre più incisivo, che vada al di là prio, del Peaceenforcing, a differen- presupponendo cioè il consenso di aspetti della tematica del Peacekee- di quanto sinora fatto. za di quanto fa la Nato in Afghani- tutte le parti, a cominciare dal con- ping, aspetti che sono a cavallo della Del resto, nell’ambito del Sistema stan o la coalizione multilaterale in senso del Paese che dovrà accogliere Prevenzione dei conflitti e del Pea- ONU (ma non solo), la Scuola S. Iraq. Ciò che al riguardo le Nazioni sul proprio territorio le unità militari cebuilding, in quanto ritengo che sia Anna beneficia già adesso (e di ciò il Unite possono fare – il che beninte- ONU (emblematico al riguardo il proprio questo lo scenario operativo merito va anzitutto al prof. Andrea so è di straordinaria importanza – è caso Sudan). in cui un Centro di eccellenza pluri- De Guttry, per le importanti inizia- di conferire o meno legalità e legitti- Per converso, si tende ad ope- disciplinare ed interdisciplinare qua- tive di collaborazione, e di presenza mità al Peaceenforcing altrui (della rare sempre più spesso sub Cap.VI le la Scuola S. Anna, in una o altra sul campo, da lui avviate e portate Nato; di una o altra coalition of the ma forzandone lo spirito, in quanto sua articolazione e partnership, ove avanti ) di credenziali di ricono- willing ecc.). Nonché, se del caso, di vi si ricorre disponendo interventi possibile nell’alveo del Programma sciuta professionalità, quanto mai affiancarlo con “missioni politiche che, per la loro tipologia, sono tipici Hope, potrebbe fruttuosamente av- utili fondamenta in vista di ulteriori “chiamate ad assicurare, tra l’altro, di un operare sub Cap.VII, almeno venturarsi. impegni e traguardi. Sarà a tal fine l’auspicabile “system wide coheren- nella sua concezione originaria. Anche avendo a mente che si essenziale, tra l’altro, che in seno al- ce” in area. Altro significativo esempio di sta ora discutendo, a livello G8 ma la comunità internazionale, ad ogni La capacità ONU di un diretto evoluzione e scostamento rispetto non solo, della possibilità di dar vita, livello, si continui ad alimentare la Peaceenforcing è in altri termini alle previsioni della Carta è il sem- nel quadro dei cosiddetti “civilian percezione che a guidare l’operato sparita, quanto meno al momento. pre più frequente ricorso, da parte peacekeepers”, a squadre di esper- del Sistema S.Anna sono sempre e E di ciò sono beninteso responsa- del CDS in sede di adozione di prov- ti specializzati nelle più importanti solo logiche di merito e di sostanza, bili gli Stati Membri, e cioè settori vedimenti sanzionatori e di contra- aree della gestione di situazioni post- e non già una o altra logica di schie- maggioritari della membership, che sto al terrorismo, a poteri normativi conflitto, esperti provenienti da Pa- ramento. Una logica, quest’ultima, di fatto,anche se non a parole, sono e ordinamentali (che la Carta non esi che da tempo hanno sviluppato che si rivelerebbe esiziale, in quanto sempre più diffidenti a fronte di in- conferisce al CDS, riservandoli questo know how (e l’Italia è certa- premessa di possibili doppi standard, terventi del genere. all’Assemblea Generale) aventi una mente fra questi), che vedano coin- che, in ambito Nazioni Unite (ma Anche qui sono i NAM, e cioè i diretta incidenza nell’ambito nor- volte le Amministrazioni, gli Istituti non solo), finiscono inevitabilmen- maggiori contributori di uomini alle mativo interno degli Stati Membri ed i Centri attivi nel settore, nonché te, come dianzi accennato in tema missioni ONU (negli ultimi 15 an- (sorta di direttive UE!). Trattasi, ONG e rappresentanti della società di CDS, con l’intaccare immagine e ni, dopo l’abbandono della Somalia, superfluo rilevarlo, di una vistosa ec- civile: in vista, ad esempio, di una credibilità. Utili spazi per un ruolo tra i primi 10 Paesi contributori di cezione all’irrilevanza delle decisioni “rule of law standing capacity”, for- vieppiù rafforzato, e a più alto profi- truppe non figura alcun Paese oc- del CDS. mata da esperti in settori cruciali per cidentale o Nato), a non essere in 7. Affinché tragedie umanita- il successo di una attività di stabi- (Continua a pag. 25)

23 Timor Est Missione Operation Smile in Dili di Simone D’Imporzano*, Gregorio Di Franco*

Nella foto in alto: veduta di una strada del lungomare di Dili; in basso: una volontaria infermiera australiana con in braccio un bambino con labioschisi; nella pagi- na a fianco: i tre italiani che hanno parteciato alla missione, da sinistra a destra Gregorio Di Franco, Simone D’Imporzano e Nicola Freda. opo un lungo viaggio della sivamente la popolazione è appros- appena pescato, baracche adibite a gruppo di medici volontari potesse durata di quasi un giorno simativamente mantenuta con gli negozi alimentari. risolvere il problema dei loro bam- Dfinalmente arriviamo all’ae- aiuti della comunità internazionale. Il team internazionale di Opera- bini. Dopo una prima accoglienza roporto di Dili, capitale di Timor Dell’estrema povertà ci se ne ac- tion Smile era composto da un folto da parte dei volontari locali, i quali Est, paese che ha ottenuto a tutti corge facilmente girando per le vie gruppo di volontari australiani, a raccoglievano i dati dei pazienti e gli effetti la propria indipendenza della città, dove ai nuovi palazzi del cui si aggiungevano anche volon- spiegavano ai genitori come si sa- dall’Indonesia solamente nel mag- Governo fanno contrasto le barac- tari locali e volontari provenienti rebbe svolta la visita e la necessità gio 2002. Il Paese è poverissimo, che e le abitazioni mal ridotte della dagli Stati Uniti, dalla Gran Bre- poi di trasferirsi a bordo della nave prevalentemente impegnato in popolazione locale, dove è possibile tagna, dalle Filippine, dal Vietnam per l’eventuale intervento chirurgi- un’agricoltura ed in una pesca di osservare ai bordi della strada grup- e dall’Italia. Il gruppo italiano era co, i bambini venivano quindi visi- sopravvivenza ma con una disoccu- pi di bambini che giocano scalzi, composto dal chirurgo plastico tati all’interno di uno stesso locale pazione che sfiora il 70%. Comples- pescatori che girano con il pesce Nicola Freda e dal dott. Simone dai chirurghi, dagli anestesisti, dal D’Imporzano e dal dott. Gregorio pediatra e dal dentista, in modo di Di Franco con il ruolo di “Scrub avere una valutazione completa del Technician”. Del team facevano paziente e, nell’eventualità di un parte chirurghi plastici, anestesisti, caso maggiormente impegnativo, un pediatra, infermieri, un dentista, poterne subito discutere e giungere un logopedista, addetti alla docu- quindi alla migliore conclusione per mentazione sia fotografica che scrit- il paziente. ta, volontari locali con il compito Dopo questi primi giorni dedicati di traduttori. alla selezione di quei casi candidati La missione prevedeva la colla- alla chirurgia, ci siamo quindi tra- borazione con la USNS Mercy, na- sferiti a bordo della USNS Mercy. ve ospedale della marina americana, Con un piccolo battello abbiamo ancorata nella baia di Dili. La prima quindi raggiunto dal porto di Dili parte della missione si è però svolta la USNS Mercy, ancorata a largo. a terra con la visita dei bambini con All’arrivo siamo stati accolti dagli labioschisi e palatoschisi. Dopo che ufficiali che ci hanno dato il ben- ci siamo sistemati presso l’alloggio, venuto a bordo e ci è stato quindi con un pulmino ci siamo quindi assegnato il nostro alloggio. La recati presso una clinica privata, marina americana metteva a dispo- che sembrava tutto tranne che una sizione le sale operatorie, mentre clinica privata. Ad aspettarci erano tutto il materiale necessario per gli già presenti numerosi genitori con i interventi era di Operation Smile. loro figli, con la speranza che questo Abbiamo quindi trascorso il primo

24 giorno a bordo a preparare le sale operatorie che ci erano state asse- gnate, distribuendo tra le tre sale operatorie tutto il necessario per gli interventi che sarebbero iniziati il giorno successivo. La giornata era scandita dagli orari della nave, con sveglia alle 5.30 del mattino. Dopo la classica colazione americana a ba- se di omelette e bacon, ogni mattina veniva svolto un breve meeting, per discutere di ciò che era accaduto il giorno precedente e dei pazienti che sarebbero stati operati quel gior- no. Si iniziava quindi con la lunga giornata di interventi. La gestione della sala operatoria era affidata al team di Operation Smile. Noi ci siamo resi completamente disponi- bili nell’aiutare gli infermieri di sala nella gestione della sala operatoria, dal lavaggio e sterilizzazione degli strumenti, alla conta degli strumen- ti e pulizia della sala operatoria alla bambini affetti labioschisi o perso- niale indonesiana nello sforzo atto che ci hanno accolto a bordo. L’in- fine della giornata. Il nostro ruolo è ne con una precedente chirurgia per a conquistare la lealtà dei nativi di domani ognuno è quindi partito per stato quello di “Scrub Tech”, ruo- labioschisi rioperate per la revisione Timor Leste. Lungo il sentiero la- la propria nazione, ripromettendoci lo che non si limitava al semplice della cicatrice chirurgica. Altri casi stricato, lungo poco più di un chilo- però che ciò che questa missione ferrista, ma consisteva anche nel sono consistiti in bambini con pala- metro, sono dislocate piccole grotte ci ha lasciato avrebbe fatto sì che ruolo di aiuto del chirurgo, dato che toschisi e persone che presentavano rappresentanti le stazioni della Via non fosse stata l’ultima missione a l’equipe operatoria generalmente esiti cicatriziali di ustioni responsa- Crucis. L’alta statua in bronzo è ap- cui avremmo partecipato, ma che in era costituita dal chirurgo plastico bili della compromissione funziona- pollaiata in cima ad una scogliera in futuro saremmo partiti per ulteriori e dallo Scrub Tech. In alcuni casi le di articolazioni, quali per esempio roccia sedimentaria da dove si gode missioni per aiutare persone meno all’equipe si aggiungeva anche un quelle delle dita di una mano. una magnifica visione di Dili e delle fortunate di noi che, vivendo in chirurgo locale, che operava sotto Finiti gli interventi, l’indomani bianche spiagge con le loro chiare paesi poveri, non hanno le nostre la guida del chirurgo plastico, con abbandoniamo la nave per passare acque. A distanza erano visibili le stesse possibilità di cura. l’obbiettivo di trasmettergli quel- gli ultimi giorni nuovamente a Dili. navi ormeggiate nel porto, tra cui le conoscenze necessarie per far sì Abbiamo quindi sfruttato l’ultimo anche la USNS Mercy. Simone D’Imporzano che in futuro fosse stato in grado giorno libero per visitare la gigan- La missione si è conclusa con un *specializzando di Chirurgia generale di operare autonomamente questi tesca statua di “Jesus Christ the party a cui hanno partecipato sia i bambini affetti da labioschisi. La King”. La statua è stata eretta, nel membri del team di Operation Smi- Gregorio Di Franco maggior parte dei casi è consistito in 1996, dall’amministrazione colo- le sia gli ufficiali della USNS Mercy *medico

... progetto Hope... operare ed a far fronte ad episodi di operare in stretta partnership con di poter fare a meno di contribuir- violenza già in atto o imminente). gli interlocutori locali; alla capacità vi finanziariamente. Il che avviene (segue da pag. 23) Suppongo che un rafforzato im- di intercettare i loro reali bisogni; beninteso sopratutto in periodi di lo di visibilità, del Sistema S. Anna pegno del Sistema S. Anna potrebbe alla necessità di una visione strate- ristrettezze di bilancio, ancorché sia potrebbero aprirsi in relazione a tut- più facilmente profilarsi – come del gica “comprehensive ”, che tenga intuitivo che fare Conflict Preven- ta una serie di iniziative da avviare resto già avviene adesso – nel qua- ben presente, ad ogni stadio di in- tion sia cost effective rispetto fare nel campo dello Sviluppo (povertà, dro degli interventi di Prevenzione tervento, la complementarietà fra Reaction (come da proverbio ricor- sviluppo economico e sociale, co- Strutturale, in uno dei due conte- gli strumenti di sviluppo e quelli di dato all’inizio). siddette diseguaglianze orizzontali, nitori cui ho fatto dianzi cenno, e sicurezza e di natura politica, e che C’è da augurarsi che il nostro Go- educazione, sanità, good governan- cioè in quello dello Sviluppo/Assi- nel contempo incoraggi il “lavorare verno sia pienamente edotto e con- ce, capacity e institution building, stenza Umanitaria/Diritti Umani. assieme” di peacekeepers, peacebu- sapevole dei termini in cui si pone la security sector reform, assistenza Da tener peraltro presente che certe ilders, Istituzioni Finanziarie Inter- questione, e della importanza della umanitaria, diritti umani e così via) tipologie di interventi (ad esempio, i nazionali, Organizzazioni e realtà posta in gioco. Sì che non ceda alla ovvero nel campo della Sicurezza, programmi di assistenza umanitaria) regionali, Società Civile. tentazione del risparmio immediato, due campi che, come abbiamo vi- possono rientrare sia nella “Struc- Una forte limitazione, purtroppo, effettuando tagli a quei finanzia- sto, sono strettamente correlati ed tural Prevention” che nella “Ope- per le attività di Prevenzione dei menti che sono indispensabili per interagenti. Iniziative di cui occor- rational Prevention”, tipologie di Conflitti è in genere rappresentata poter portare avanti una o altra ini- rerà peraltro ricercare ed assicurare, prevenzione i cui ruoli sono del re- dalla scarsità di risorse finanziarie a ziativa nel campo della Prevenzio- tramite appropriati raccordi con il sto complementari e strettamente disposizione per iniziative in questo ne dei conflitti, del Peacebuilding, Sistema ONU, la “system wide co- interconnessi. campo. La ragion di ciò è semplice. dello Statebuilding: tagli che, nel herence”. Osservo del resto che talune Le attività di Prevenzione dei con- caso specifico, sarebbero esiziali e Quanto a finalità e caratterizza- componenti richieste per questi in- flitti si svolgono per lo più sotto che, alla resa dei conti, porterebbero zione delle iniziative che potranno terventi di Prevenzione dei Conflit- traccia; hanno scarsa visibilità, in non già ad un risparmio, bensì ad un essere avviate dal Sistema S. Anna, ti, coincidono con il modus operandi quanto trattasi di attività a lenta aggravio di spesa per l’Erario. Oltre ci si potrà muovere o nell’ambito che caratterizza le iniziative di coo- cottura, ad efficacia incrementa- beninteso ad incidere sulla nostra della cosiddetta “Structural Preven- perazione internazionale a matrice le; ben raramente “fanno notizia”, immagine, peso e credibilità a livel- tion” (chiamata ad “address the root S. Anna. Mi riferisco, ad esempio, non finiscono sulle prime pagine lo internazionale. causes of conflict”, nella definizione alla necessità di una particolare dei giornali: la conseguenza è che della Commissione Carnegie) ovve- “local context sensitivity”, avuta sovente i Governi tendono a sotto- Marcello Spatafora ro sul piano della cosiddetta “Ope- riguardo alle locali realtà sociali cul- valutarne l’importanza, ed al limite * Ambasciatore d’Italia rational Prevention” (chiamata ad turali religiose ecc.; alla necessità di ritengono di poterne fare a meno, o alle Nazioni Unite

25 Nello Spirito del Progetto Hope: missione ad Haiti di Suomi Eachempati, Mia Talmor, Filippo Filicori e Fabrizio Michelassi*

Il Palazzo del Governo di Port au Prince distrutto dal terremoto. Martedì 12 Gennaio 2010, un clinic, aperta e gestita fino dal lontano ercoledì 13 Gennaio, ven- finalmente riusciti a partire Venerdì terremoto del settimo grado della scala 1981. Alla luce delle conseguenze de- tiquattro ore dal sisma, 15 Gennaio, ma nonostante la prio- Richter ha colpito violentemente Haiti. vastanti del sisma, molti membri della Mil nostro team era stato rità di atterraggio ci fosse stata con- Questo evento catastrofico è stato re- Facoltà dell’Istituto di Chirurgia del formato. Composto da un chirurgo fermata prima della nostra partenza, gistrato alle 16.53, ora locale, a circa Weill Cornell Medical Center/New traumatologico, tre specializzandi in una volta in volo siamo stati dirotta- 25 Km ad ovest di Port-au-Prince, la York Presbyterian Hospital hanno traumatologia, tre chirurghi ortope- ti su un aeroporto della Repubblica capitale di Haiti. È stato stimato che offerto il loro aiuto per le vittime del dici, due infermiere, due tecnici di Domenicana da dove il giorno dopo 3 milioni di persone siano state colpite terremoto di Haiti. Considerando la sala e due anestesisti, ci siamo ac- abbiamo raggiunto Haiti. dalla tragedia, che si ritiene abbia cau- necessità di assistenza chirurgica spe- cinti immediatamente a prepararsi Ad Haiti siamo stati accolti da un sato oltre 50.000 vittime nelle prime cializzata, sono state organizzate due adeguatamente alla missione. Il jet volontario delle Nazioni Unite che, 24 ore e abbia riversato nelle strade mission diverse e successive. La prima, privato, messo a disposizione da una avendo caricato ciò che ci portava- centinaia di migliaia di altre, le cui case con la partecipazione del Professor ditta specializzata in protesi ortope- mo dagli Stati Uniti su svariati fur- erano crollate o erano affette da danni Soumitra Eachempati, Professore Or- diche, è stato caricato di strumenti goni, ci ha portato all’Ospedale Ge- ingenti. Grazie all’Internet le immagi- dinario di Chirurgia e Responsabile del chirurgici, fissatori interni ed ester- nerale di Haiti. Purtroppo l’Ospe- ni di questa distruzione sono arrivate Servizio di Traumatologia e Chirurgia ni, anestetici e tutto il necessario al dale aveva subito danni strutturali agli occhi di tutti nel giro di poche ore: d’Urgenza al New York Presbyterian normale funzionamento di una sala che lo rendevano inservibile. Non il bisogno di cure mediche specialistiche Hospital, ha preso il via immediata- operatoria, incluso la maggior quan- essendo in grado di allestire una sala è stato immediatamente evidente. mente dopo il disastro; la seconda, con tità di acqua potabile possibile. operatoria da campo, ci siamo spo- Il Weill Cornell Medical College di la partecipazione della Professoressa Sebbene pronti a decollare Gio- stati in una struttura vicina, l’Haiti New York ha una lunga storia di assi- Mia Talmor, Professore Associato di vedì 14 Gennaio, abbiamo subito Community Hospital, con due sale stenza umanitaria a popolazioni disa- Chirurgia al Weill Cornell Medical 24 ore di ritardo dovuto al fatto che operatorie danneggiate solo margi- giate. Esempi includono la creazione College nella Divisione di Chirurgia il piccolo aereoporto di Haiti, che nalmente dal sisma. di una struttura ospedaliera in Tanza- Plastica e Ricostruttiva, è stata lancia- ha solo una pista di atterraggio, era Al nostro arrivo abbiamo trova- nia, il Weill Bugando Medical Center ta due settimane dopo. completamente congestionato dal- to dozzine di pazienti con ferite che e, nella stessa Haiti, una struttura di Quello che segue è il racconto di la moltitudine di aerei provenienti drenavano pus e ferite da schiaccia- assistenza agli indigenti, la GEISKO queste due missioni. da tutte le parti del mondo. Siamo mento. Molti altri avevano lesioni

26 La disperazione di una donna haitiana tra le macerie. lacero contuse che richiedevano alle estremità superiori o quelli che fronte della enorme mole di inter- capitale, Port-au-Prince, dove vive pulizia chirurgica e antibiotici . Ap- erano facilmente trasportabili, in venti. la maggior parte della popolazione prossimativamente un terzo delle genere bambini. Il nostro team ha lavorato inin- Haitiana. Le prime stime parlavano vittime erano bambini. La maggior Prima del nostro arrivo, una doz- terrottamente per oltre 60 ore, di centinaia di migliaia di vittime e parte delle persone aveva infezioni zina di medici internazionali coadiu- riuscendo ad aprire altre due sale feriti, in uno scenario apocalittico. diffuse o era deidratata, lasciata per vati dal poco personale sanitario lo- operatorie, ed effettuando oltre 100 Con il passare dei giorni abbiamo giorni negli androni dell’ospedale cale avevano cercato di organizzare i operazioni. Dopo cinque giorni dal assistito a immagini di devastazione senza ricevere nessuna attenzione. feriti. Questi erano stati suddivisi in nostro arrivo siamo tornati a casa fi- che diventavano sempre peggiori. Un intenso odore di putrefazione base alla gravità in una sorta di tria- sicamente ed emotivamente esausti. Avendo avuto l’opportunità di permeava l’intero ospedale. ge rudimentale. I pazienti per i quali Avevamo essenzialmente dormito visitare Haiti nella metà degli anni All’inizio la mole di interventi era stata posta l’indicazione chirur- sul pavimento dell’ospedale solo po- ’80 come turista e più tardi come da eseguire sembrò insormontabi- gica erano circa una cinquantina a che ore per notte e eravamo soprav- chirurgo volontario, ero ben conscio le. Nelle due sale operatorie agibili fronte di circa 200 pazienti presenti vissuti a patatine, barrette proteiche della situazione sanitaria del paese. mancavano macchinari anestesiolo- all’interno dell’ospedale, numero e acqua. Tristemente sapevamo che Haiti è il paese più povero dell’emi- gici, ventilatori, riserve di ossigeno che approssimava il migliaio consi- alcuni pazienti che avevano subito sfero Ovest con un reddito medio e saturimetri. Vi era sostanzialmente derando le persone radunate fuori, amputazioni avrebbero contratto in- pro-capite annuo di circa 1000 euro assenza di strumenti chirurgici e di che tutte le mattine provavano a fezioni e sarebbero deceduti in preda e con il più basso rapporto di medici elettrobisturi, niente banca del san- guadagnare l’ingresso nell’ospedale. alla sepsi. Per gli altri, sapevamo che per paziente e numero di letti ospe- gue o possibilità di effettuare esami Abbiamo immediatamente co- la vita di un amputato in un paese dalieri per paziente nel mondo. ematochimici; la mancanza di pelli- minciato a preparare i pazienti per sottosviluppato è gravata di ostacoli Era chiaro dall’inizio che i Chi- cole radiografiche rendeva inusabili gli interventi dando priorità alle insormontabili. rurghi Plastici sarebbero stati neces- i macchinari radiologici dell’ospeda- persone che recavano fratture espo- Il 12 Gennaio, la mia lista opera- sari, specialmente nelle fasi succes- le. Era chiaro che avremmo dovuto ste. Senza la possibilità di indurre toria era colma di interventi estetici sive per le procedure ricostruttive. adeguarci a uno standard di assisten- l’anestesia generale, eravamo co- e ricostruttivi. Ero particolarmente Come Chirurgo Plastico ricostrutti- za chirurgica ben diverso da quello stretti a operare con anestesia spi- concentrata su una paziente che vo con ampio training in chirurgia a cui eravamo abituati nella nostra nale, blocchi regionali o sedazione non era soddifatta per il fatto che del trauma ero sicura che le mie pratica quotidiana. profonda. Sono state necesssarie dopo un intervento di mastectomia conoscenze mi consentivano di es- Ben presto ci siamo resi conto numerose amputazioni, mentre i più la ricostruzione non era speculare al sere una candidata ideale per tale che avremmo visto solo alcuni tipi fortunati hanno ricevuto interventi seno naturale. Avevo già tentato di missione. di pazienti: i quattro giorni che era- conservativi o sono stati trattati con correggere tale asimmetria più volte Ho cominciato a prepararmi per no trascorsi dalla tragedia avevano fissatori esterni. Nei giorni successi- nel passato, e quella mattina stavo il viaggio senza sapere quando effet- già operato una selezione spietata. vi abbiamo effettuato le pulizie chi- per utilizzare una tecnica nuova con tivamente sarei stata chiamata per Senza assistenza medica efficace, la rurgiche e le amputazioni digitali. cui non avevo molta esperienza. la partenza. Come Presidente della maggior parte dei terremotati che Con il passare del tempo la nostra Le cose erano andate bene in sala Società dei Chirurghi Plastici della avevano sofferto lesioni maggiori efficienza è migliorata. Abbiamo operatoria e mi apprestavo a guidare regione di New York ho tenuto al al torso o alla testa era già decedu- cominciato a separare i pazienti in verso casa particolarmente di buon corrente tutti i nostri soci. Simulta- ta. Inoltre, la maggior parte delle attesa di atti operatori da quelli già umore. Appena accesi la radio, fui neamente ho ricevuto una e-mail da strade era impercorribile e gli uni- operati. Abbiamo tentato di esegui- investita dalle notizie che proveni- un collega che lavorava in un ospe- ci che erano riusciti a raggiungere re controlli post-operatori ogni 24 vano da Haiti. Un terremoto del set- dale subito fuori da Port-au-Prince. l’ospedale erano stati i feriti lievi e ore ma siamo stati indubbiamente timo grado della scala Richter che si Era arrivato sul luogo tre giorni do- quelli che avevano riportato traumi limitati dalla mancanza di risorse a era abbattuto a poche miglia dalla po la tragedia e si era ritrovato in un

27 si sono infettate. Se non fosse stato dimostra come siamo ben lontani per la minuziosa assistenza infer- dall’assicurare assistenza ottimale in mieristica prestata diligentemente queste situazioni. I disastri inevita- dal nostro team 24 ore su 24 avrem- bilmente drenano tutte le risorse a mo avuto un tasso di infezioni ben disposizione, tuttavia una maggiore più alto. Insieme con un gruppo di organizzazione e coordinamento dei chirurghi ortopedici, abbiamo ese- team internazionali di medici sareb- guito più di 40 interventi al giorno, be di indubbia utilità. È necessario in costante necessità di rifornimen- costituire un piano di emergenza ti di attrezzature mediche. volto a portare assistenza alle popo- Alla sera, le condizioni dei pa- lazioni disagiate. Una cooperazione zienti operati quel giorno mi tor- internazionale patrocinata dall’Or- mentavano la coscienza. In altre ganizzazione Mondiale della Sani- circostanze, alcuni pazienti sareb- tà dovrebbe adoperarsi per essere bero sopravvissuti o alcune amputa- pronta a fronteggiare le inevitabili zioni non sarebbero state necessarie. calamità future. Mi era particolarmente rimasta im- Nel nostro caso, le nostre missio- pressa una donna che aveva ripor- ni avrebbero beneficiato di un ospe- tato una frattura distale della tibia dale da campo in cui allestire una mentre era al lavoro ed era arrivata terapia intensiva e una sala opera- in ospedale due giorni dopo il terre- toria ben attrezzata. In mancanza di moto. Mi raccontava di come il ma- questa struttura, non siamo stati in rito era rimasto vittima del sisma e grado di assicurare a tutti i pazienti che la loro figlia di 13 anni si stesse medicazioni adeguate, antibiotici, prendendosi cura dei fratellini di 3 nutrizione e idratazione. A mano e 4 anni in un campo rifugiati vi- a mano che terminavano le nostre cino a Port-au-Prince. Era contenta scorte di farmaci e dispositivi medi- di essere tra le prime ad essere stata ci, non abbiamo avuto la possibilità operata: voleva tornare a prendersi di ottenere rifornimenti. Se aves- cura dei suoi figli. In sala operatoria simo potuto beneficiare di un am- la situazione appariva grave e nono- biente più idoneo con antibiotici e stante avessimo provato ad inserire maggiore equipaggiamento a dispo- un fissatore, l’amputazione si pa- sizione, saremmo riusciti a stabiliz- ventava l’unica alternativa a lungo zare più pazienti critici e a salvare termine. Nonostante ciò, quando più vite e più arti. discussi il da farsi con la paziente, A parte queste riflessioni, il no- lei si mostrò determinata a cammi- stro dipartimento rimane soddi- nare nel pomeriggio con il fissatore, sfatto delle cure mediche apporta- dato che, nessuno avrebbe dato un te. Sappiamo di aver aiutato molti I centri di prima accoglienza colmi di persone bisognose di assistenza. lavoro ad Haiti a un amputato e i pazienti, anche se non abbiamo ospedale periferico minimamente uno staff estremamente competen- suoi figli avevano bisogno della loro potuto aiutare tutti quelli che ne intaccato dal sisma. Come risultato te formato da chirurghi, internisti, madre e di cibo. avevano bisogno. Abbiamo messo nel giro di poche ore 400 pazienti pediatri, anestesisti, paramendici e Al ritorno a New York, ho tro- alla prova le nostre capacità medi- si sono presentati all’ospedale tra- farmacisti. vato quattro messaggi lasciati sulla che non avendo le risorse a cui ben sportati per lo più dalle forze armate Quando sono arrivata, la mag- mia segreteria dalla mia paziente; troppo spesso ci affidiamo nei nostri Americane o Dominicane. Da quel- gior parte dei traumi erano già sta- era contenta del risultato ma aveva ospedali. la e-mail era chiaro che continuava ti trattati e il nostro lavoro è stato recentemente cominciato a preoc- E soprattutto abbiamo tutti ac- ad esserci bisogno di chirurghi orto- incentrato sul trattamento e la cuparsi di una ruga che era imper- quisito crescita personale grazie a pedici e di chirurghi plastici. chiusura delle ferite chirurgiche. cettibilmente più prominente sulla questi ricordi indelebili che ci han- Dopo aver mandato una e-mail Quasi tutti i pazienti avevano subi- parte sinistra del suo volto e richie- no rammentato il perchè siamo di- di sollecito a tutti i soci della nostra to lesioni a carico delle ossa lunghe, deva un “ritocchino”. Ho pensato di ventati medici. società di Chirurghi Plastici della e molti erano rimasti prigionieri raccontarle della mia recente espe- regione di New York, abbiamo rice- delle macerie per lungo tempo, ral- rienza ad Haiti, ma ho realizzato che *Il Professor Soumi Eachempati vuto 60 adesioni in 24 ore. Abbia- lentando l’assistenza medica. Nei non sarebbe stato corretto. Come è Professore Ordinario di Chirurgia mo stabilito turni che garantissero giorni immediatamente successivi cittadini della nazione più ricca del al Weill Cornell Medical College e costante assistenza da parte di Chi- alla tragedia il personale medico si mondo i nostri pazienti sono abi- Responsabile del Servizio di Trau- rurghi Plastici Ricostruttivi nella è occupato di stabilizzare il mag- tuati a regimi assistenziali di regime matologia e Chirurgia d’Urgenza al regione fino alla fine di Aprile. Io gior numero di pazienti, operando molto elevato. A 2000 chilometri New York Presbyterian Hospital in sono partita con il primo turno. trasferimenti per quanto possibile, di distanza, i cittadini del paese più New York City. Siamo arrivati all’aeroporto di senza disporre di elettricità, farmaci povero dell’emisfero occidentale La Professoressa Mia Talmor è Santo Domingo in quanto l’aero- e quanto altro. Come risultato tutti erano contenti di avere una brandi- Professore Associato di Chirurgia porto di Port-au-Prince era stato coloro che potevano beneficiare di na in una tenda e un medico al loro al Weill Cornell Medical College precedentemente chiuso. Siamo chirurgia ricostruttiva sono invece fianco. Come chirurgo mi sono sen- nella Divisione di Chirurgia Plasti- poi giunti in ospedale dopo 10 ore di stati trattati con terapia demolitiva. tita fortunata e orgogliosa di avere ca e Ricostruttiva e Presidente della viaggio di macchina su strade sterra- Non potendo utilizzare la tecnica avuto l’opportunità di aiutare le vit- Società dei Chirurghi Plastici della te. L’ospedale era equipaggiato con di flap muscolare, considerata il ca- time del terremoto di Haiti al mas- regione di New York. 5 sale operatorie funzionanti, una posaldo della terapia chirurgica di simo delle mie potenzialità. Questa Il Dottor Filippo Filicori è Ri- degenza post-operatoria e sale adi- questo tipo di lesion, siamo tornati esperienza mi aiuterà a raggiungere cercatore al Weill Cornell Medical bite alla terapia intensiva e reparto a tecniche più primitive che mini- una maggiore maturità professiona- College. maternità. I pazienti erano allog- mizzassero l’esposizione del tessuto le e un migliore equilibrio. Il Professor Fabrizio Michelassi giati in “reparti” costituiti da tende sano. Molti pazienti hanno subito Un esame dei fatti alla luce dei è Professore Ordinario di Chirurgia negli edifici adiacenti all’ospedale. amputazioni senza che il moncone recenti disastri come i terremoti in e Direttore dell’Istituto di Chirurgia US aid, un’organizzazione facente venisse appropriatamente richiuso, Abruzzo, Cina e Turchia, gli attac- del Weill Cornell Medical College e capo al ministero dell’interno Ame- molte fratture di ossa lunghe erano chi dell’11 Settembre a New York, Capo Chirurgo del New York Presb- ricano aveva fornito all’ospedale instabili e molte ferite chirurgiche gli tsunami e l’uragano Katrina yterian Hospital.

28 Dopo un anno di speranza di Gianluca Samarani*

oter vantare di aver avuto centinaia di persone al primo Pconvegno del progetto HO- PE, il 30 aprile 2010, è allo stesso tempo un motivo di enorme orgo- glio ed una grande responsabilità. Orgoglio non per noi, ma per tutte quelle persone che, nonostante i tempi di crisi e tagli, hanno trovato il tempo e la volontà di interessar- si al nostro nuovo Progetto, se non di occuparsi attivamente in altre Organizzazioni di Cooperazione Internazionale. Dall’Aula Magna della Scuola Sant’Anna o tramite lo streaming, abbiamo avuto l’ono- re di una grande partecipazione nel giorno del nostro debutto. Grande responsabilità, si scriveva. In un panorama che ad oggi conta moltissime Organizzazioni Umani- tarie, già all’opera in tutto il mondo e su diversi livelli, dall’assistenza sanitaria alla diplomazia, dalla lot- ta alla fame all’economia, proporsi come una nuova pagina della Co- operazione ha il rischio di non es- sere altro che una ridondanza. Una dispersione, per quanto onorevole, dello sforzo di aiutare alcune realtà, locali od in giro per il mondo, ad aiutarsi. Abbiamo accettato con enorme fe- licità quelle Organizzazioni e quelle Il prof. Bellini e Suor Ortensia, della NEXT ONLUS, di fronte al Centro fondato dal professore nel Nord del Madagascar. personalità che ci hanno onorato della loro presenza al Convegno, Internazionale. Questa era la vera stire l’evolversi dei nostri progetti a getto non soltanto per realizzare la così come tutti coloro che sono in- sfida del 30 aprile, questa la nostra lungo termine. La collaborazione struttura e fornire la professionalità tervenuti ai nostri incontri prepara- grande responsabilità: dare nuovi ri- con questo gruppo già attivo nella dei medici aderenti al progetto, ma tori e formativi, a partire da ottobre sultati, cominciare a fare esperienza Cooperazione Internazionale presso anche, nella nostra ottica multidi- 2009 fino ad aprile 2010. L’espe- non solo teorica, ma pratica. Creare. la Scuola Sant’Anna è una impor- sciplinare, per affiancare al Pronto rienza e la professionalità che sono Ad un anno di vita, possiamo conta- tante risorsa per tutti noi di HOPE. Soccorso la nascita di un centro di state messe a nostra disposizione re quattro progetti operativi. Il pri- Il terzo progetto è una collaborazio- Telemedicina. Grazie a questo in- così liberamente dimostra come nel mo è stato avviato dopo nemmeno ne con l’Organizzazione Operation vestimento, la capacità di gestire i mondo della Cooperazione Uma- sei mesi di esistenza, una collabo- Smile, che si occupa di interventi casi clinici a distanza migliorerà in nitaria ci sia una grande volontà di razione con la ONLUS NEXT del di chirurgia ricostruttiva in tutto il maniera esponenziale, incremen- collaborazione e di supporto verso prof. Bellini, in Madagascar. Abbia- mondo. Ad oggi, grazie alla supervi- tando la qualità del servizio offerto le realtà più piccole e volontero- mo ospitato a Pisa un membro di sione del dott. Nicola Freda, mem- ai pazienti con enorme risparmio di se. Questo è proprio uno dei punti questa Organizzazione per uno stage bro dell’Organizzazione, sono già soldi ed energie. cardine di HOPE. Nascendo da una di formazione sulla creazione di ma- partiti uno specializzando di Chi- Per concludere, un ringraziamento tradizione multidisciplinare ed in- teriale per indagini infettivologiche rurgia dei trapianti ed uno studente a tutti coloro che si sono impegnati novativa, ci proponiamo di fondere a basso costo. Grazie alla collabora- fresco di laurea specialistica in me- nel progetto, o che lo hanno soste- le diverse discipline del sapere nel- zione con la Fondazione Arpa ed il dicina, nella missione denominata nuto in ogni modo. Non saremmo la stessa Attività Umanitaria. Allo Dipartimento di Microbiologia del “Timor Est”, in cui i due referenti qui ad elencare tutti i risultati ot- stesso tempo, avviciniamo esperien- prof. Campa presso l’Univesità di del nostro gruppo si sono distinti tenuti senza ciascuno di loro. Un ze simili e distanti, mettendole nel- Pisa, questo progetto si è recenta- per la loro dedizione e per le loro ca- apporto inestimabile che ci rende la stessa stanza per un momento di mente concluso con grande soddi- pacità. Puntiamo a rendere la colla- determinati a fare ancora di più. In condivisione e confronto, alla ricer- sfazione di tutte le parti coinvolte. borazione con Operation Smile una questi giorni stiamo organizzando ca di nuove e più efficaci soluzioni. Per accrescere la nostra esperienza relazione costante nel tempo, alla l’attività didattica del progetto, un Diventare un trait d’union, una Or- e prepararci al futuro, tre dei nostri ricerca di un reciproco aiuto. nuovo ciclo di incontri che si pro- ganizzazione che si propone di unire referenti hanno frequentato a luglio Ed infine, il nostro primo proget- trarrà per tutto l’anno, nell’ottica gli sforzi piuttosto che disperderli il Corso del prof. De Guttry relativo to a lungo termine, nato grazie della learning community. Questo è in una moltitudine di opere buone, alla gestione di situazioni di conflit- all’interazione con il prof. Arzilli solo l’inizio. simili ma separate, è nel DNA del to. Il Corso e gli insegnamenti del per conto della regione Toscana. nostro progetto. Tuttavia, la nostra prof. De Guttry e dei suoi collabo- L’obiettivo primario riguarda la Gianluca Samarani attività non vuole solo interagire ratori sono stati di inestimabile im- costruzione di un centro di Pronto Coordinatore Generale del Progetto con quanto attualmente esiste, ma portanza, e ci serviranno a meglio Soccorso presso l’ospedale pubbli- HOPE, Perfezionando al secondo anche proporsi come nuova linfa vi- comprendere e definire gli obiettivi co di Durazzo, in . HOPE anno del Settore tale nel mondo della Cooperazione da realizzare sul campo, nonché ge- parteciperà nel tempo a questo pro- di Scienze Mediche

29 Viaggio degli allievi di scienze politiche in Medio Oriente di Francesca Maria Orsini*

decine di telecamere disseminate ovunque che trasformano la Cisgior- dania in una grande prigione. In poche parole della guerra psi- cologica che non si può comprende- re fino a che non vi si è esposti. Noi stessi che pure dovremmo provenire da un paese considerato da Israele “amico”, siamo stati sottoposti ad estenuanti controlli di sicurezza e trattenuti alle frontiere senza alcuna spiegazione. Si può infine rimanere imparziali dopo essere stati testimoni oculari di spari da parte dell’esercito israeliano sui fedeli musulmani che si recavano a pregare il venerdì sulla spianata delle moschee? Ho pensato a lungo se consegna- re a queste pagine un rapporto det- tagliato e asettico sulle visite effet- tuate alle autorità locali, alle ONG, e ai luoghi di rilevanza storico-cul- turale, che sono state tutte di gran- de interesse, ma ho preferito, forse sbagliando, abbandonarmi all’emo- zione che mi sono riportata in Ita- lia. Ciò che mi sovviene ripensando a questa esperienza è un urlo, un grido per fermare tutto e tutti. Un grido di disperazione per l’assuefa- zione della comunità internazionale alla violenza che si perpetua ogni giorno in quei luoghi. E se proprio devo fare uno sforzo di razionalità, ripensando ai campi profughi dei palestinesi al sud del Litani, alle tracce ancore ben visibili dell’ulti- mo attacco armato di Israele contro il Libano, alle armi impugnate come un giocattolo da giovanissimi solda- Foto in alto: presso il quartier generale della missione UNIFIL a Naqoura nel sud del Libano. Da sinistra: stagista presso ti israeliani, mi viene in mente solo l’Ambasciata italiana a Beirut, Gloria Pracucci, allieva, Silvia Bardi, allieva, Carlo Jacobucci, primo segretario presso un consiglio: chiunque ne abbia la l’Ambasciata d’Italia a Beirut, Francesca Maria Orsini, Colonnello Restaino, comandante del contingente italiano a possibilità visiti questi luoghi, non Naqoura, Eliza Zanini, allieva, Marco Roberti allievo, Lorenzo Basile, allievo. Foto in basso: gli allievi della Scuola come turista, ma come viaggiatore presso il parlamento palestinese insieme ad alcuni parlamentari e alcuni docenti della AlQuds University. dal cuore e gli occhi aperti. rganizzare il viaggio di set- ma soprattutto emotivo. In ogni Come giurista, positivista e fer- Mille altre parole sarebbero inu- tore degli allievi del III incontro, da ogni conversazione vente sostenitrice di un umanesimo tili. Un ringraziamento a tutti colo- Oanno del settore di Scien- si evinceva un equilibrio precario capace di elaborare una morale auto- ro che abbiamo incontrato durante ze Politiche (Silvia Bardi, Lorenzo che regge i rapporti tra uno stato e noma che pone il rispetto dell’indi- questa esperienza e in particolar Basile, Gloria Pracucci, Marco Ro- i suoi vicini, ma anche tra le varie viduo al centro della propria azione modo alla missione UNIFIL e al berti ed Elisa Zanini) non è stato etnie e le varie comunità religiose. è stato un duro colpo vedere ciò che contingente italiano per il tempo semplice, sia per la situazione poli- Ogni domanda andava quindi cali- abbiamo visto e vivere ciò che ab- che ci hanno dedicato e l’insosti- tica instabile, sia per i tagli ai fondi brata con prudenza per non urtare biamo vissuto. Siamo stati testimo- tuibile lavoro di assistenza alla po- destinati dalla FUR a queste attivi- la sensibilità dell’interlocutore, ma ni più o meno volontari degli sforzi polazione civile e di mediazione tra tà, ma, nonostante le difficoltà, ce comunque tentando di ottenere del popolo palestinese per condurre le parti in conflitto. Per il supporto l’abbiamo fatta. delle informazioni importanti per una vita prossima alla normalità, per logistico al dott. Carlo Jacobucci, Con il supporto finanziario e comporre il quadro. riappropriarsi del proprio destino e primo segretario presso l’Ambascia- soprattutto logistico del Ministero Arrivare in Palestina senza avere gestire la propria esistenza tra mille ta d’Italia in Libano e al dott. Ste- degli Affari Esteri e della rete diplo- un pregiudizio, senza un’idea preco- difficoltà che per chi è lontano non fano Stucci, primo segretario presso matica italiana in Medio Oriente a stituita sulle ragioni delle parti in sono neanche immaginabili. Non si l’Ambasciata d’Italia in Giordania. febbraio-marzo 2010 abbiamo in- causa o ancor di più senza abbrac- tratta solo del muro che costringe a Infine per l’accoglienza, la dispo- trapreso un lungo viaggio in Israele, ciare in toto la visione dell’uno o percorrere chilometri per raggiunge- nibilità e l’organizzazione degli in- Giordania, Libano e Territori Oc- dell’altro è molto difficile, ma que- re luoghi che disterebbero pochi me- contri, un grazie di cuore al corpo cupati Palestinesi, con l’obiettivo sto ci eravamo imposti per tentare tri in linea d’aria, ma delle privazioni docente della AlQuds University di di conoscere da vicino le ragioni del di raccogliere più elementi possibili quotidiane, del controllo esercitato Gerusalemme Est. conflitto che da oltre sessanta an- per farci un’idea nostra. da Israele sugli ingressi e le uscite, ni coinvolge in vario modo questi Nonostante ciò io ho fallito nel sulla rete idrica e sulla fornitura elet- Francesca Maria Orsini stati. Il viaggio è stato molto fatico- mio intento di rimanere un’osserva- trica, sulla gestione dei rifiuti, che *Perfezionanda in Politiche, Diritti so, dal punto di vista intellettuale, trice imparziale. di fatto non vengono smaltiti, delle Umani e Sostenibilità

30 Inverno a New York: get the Consensus or die tryng di Cinzia Morrone*

impatto con New York ve- ro umanamente possibile di acroni- zione della Dichiarazione di Pechi- turali che in molte occasioni sem- nendo da Pisa produce un mi e abbreviazioni, una sorta di rito no, l’Italia ha organizzato un evento brano, curiosamente, agli antipodi. L’inevitabile straniamento iniziatico per chi cerca di districarsi a margine per discutere del tema Pertanto, mi sono appassionata ai dovuto al considerevole scarto in nei meandri imperscrutabili dei re- con, assieme all’On. Carfagna, i Mi- negoziati per l’adozione della risolu- confusione e dimensioni tra le due troscena di tutto ciò che si muove nistri competenti di Egitto e Sene- zione sul tema della mortalità delle realtà. Sono arrivata nella Grande attorno ad Plaza, gal e la First Lady del Burkina Faso, partorienti, poiché condensava in Mela già consapevole che sarebbe- ho avuto la fortuna di affiancare il Madame Compaoré. un’unica trattativa tutti i “temi cal- ro stati tre mesi duri, in cui avrei Primo Segretario Roberto Storaci I ritmi intensi imposti dai frene- di” del dibattito internazionale, tra dovuto imparare la città soprattut- nell’ambito dei diritti umani, cam- tici negoziati per l’adozione delle cui aborto e diritti sessuali e ripro- to attraverso il ritmo monotono e po potenzialmente sterminato. Più risoluzioni delle due Commissioni duttivi di donne e ragazze. Ho as- rassicurante delle giornate lavorati- precisamente, sono stati due im- hanno portato a raddoppiare gli sistito con stupore ai “drammi” dei ve. Quello che ho potuto solo va- capannelli europei che nottetempo gamente immaginare prima, e che hanno svelato le incolmabili diver- forse tre mesi sono sufficienti a far genze sul tema tra Paesi cattolici e cogliere appena, è la vita newyor- conservatori, come e Irlanda, kese, quel miscuglio indecifrabile di e Paesi tradizionalmente più pro- fretta ansiosa, di vite che s’incrocia- gressisti, quali Svezia e Francia. È no senza lasciare segni, di autobus stato, quindi, interessante imparare pieni di persone che fanno percorsi l’importanza della “co-sponsorship”, sempre uguali in mesi scanditi dal ossia dell’esplicito supporto ad una variare dell’intensità del vento. So- risoluzione da parte di determinati prattutto, non avrei mai creduto ci Paesi che non si limitano al tacito fossero così tanti ragazzi impegnati consenso all’adozione. Ebbene, è in stage a vari livelli nelle Nazioni anche sul terreno della “sponsoriz- Unite e nelle Rappresentanze di zazione” che si accendono gli animi, tutto il mondo, una schiera di ven- a segnalare che un consenso palese tenni alle prese con il presente ed e uniforme per aree geografiche può il futuro della pratica delle relazioni non solo rappresentare un successo internazionali. diplomatico per il Paese che pro- Sapere di essere a New York per muove la risoluzione, ma anche (si lavorare alla Rappresentanza Italia- spera) indirizzare la comunità inter- na presso le Nazioni Unite è stato la nazionale sul tema. ciliegina sulla torta. Ogni mattina Inutile negare che lavorare per ottanta giorni sono andata a la- all’ONU ridimensiona molte del- voro all’incrocio tra First Avenue e le aspettative che si nutrono sul- la 44esima Strada con dinanzi il Pa- la capacità dell’organizzazione di lazzo di Vetro, che visto dall’esterno farsi carico dei problemi planetari: è gigantesco ed ambizioso almeno la vocazione universalistica e l’in- quanto si rivela spoglio e bisogno- finità di temi affrontati, spesso a so di ammodernamenti all’interno: livello estremamente specialistico, durante il mio stage la General contribuiscono all’immagine di una Assembly Hall si è letteralmen- ipertrofica burocrazia ripiegata su te sgretolata, con pezzi di soffitto se stessa. Ma le Nazioni Unite sono in caduta libera che l’hanno resa un’organizzazione di Stati, incapace inagibile. Gran parte dei lavori di fare ciò che i suoi Membri si ri- dell’ONU è stata trasferita già da velano a loro volta incapaci di fare, tempo nel Temporary Building: un essendo unwilling, o unable, oppure superprefabbricato che nella lamie- Cinzia Morrone a New York entrambe le cose. Pur tuttavia, ciò ra ha ingoiato il giardino dell’Hea- che resta è l’importanza dell’unico dquarter e le migliaia di funzionari portanti appuntamenti a cadenza incontri a livello comunitario per foro davvero mondiale, di un luogo che si avvicendano quotidianamen- annuale a dettare i tempi del mio coordinare le posizioni dei 27 prima in cui ogni singolo Stato può fare te al suo interno. Per le cassandre impegno a New York: la sessione degli agguerriti match alle Nazioni sentire la sua voce, del solo posto dell’inutilità del lavoro onusiano, il annuale della Commissione per lo Unite. Strappare concessioni anche al mondo in cui anche Stati minu- Palazzo di Vetro in dissesto è il sim- Sviluppo Sociale (CsocD) a febbra- soltanto su singole parole al Grup- scoli hanno una Rappresentanza di- bolo di un’organizzazione che fatica io, e quella della Commissione sulla po dei 77 a presidenza Yemenita ha plomatica, sebbene a volte con soli a fronteggiare le pressioni esterne, Condizione Femminile (CSW) a spesso richiesto ore di interminabili 2 funzionari ed un autista. Resta, ed il Temporary Building è l’emble- marzo, quest’ultima con l’arrivo di trattative e fiumi del caffè dispera- ancora, un’organizzazione in cui, ma della precarietà di un impegno una nutrita delegazione da Roma, tamente pessimo della Caffetteria pur con tutti gli aspetti perfettibili che non va oltre generiche prese di guidata dal Ministro per le Pari del Temporary Building. Mai avrei e inefficaci, le ragioni delle Solo- posizione e report tanto dettagliati Opportunità Mara Carfagna. L’Ita- pensato che per un Paese potesse es- mon Islands pesano in Assemblea quanto privi di seguito. lia, nel Bureau della CSW con la sere di vitale importanza la sfumatu- Generale tanto quanto quelle degli Il lavoro nella Rappresentanza vicepresidenza della Commissione, ra semantica che distingue un “wel- Stati Uniti, in un gioco tra Davide Italiana a New York è necessaria- ha assunto un ruolo leader a New coming” da un “taking note”. Tutta- e Golia emozionante da seguire ed mente diviso in aree di competenza York nella lotta alle mutilazioni ge- via, la cosa che lascia più basiti i ne- emotivamente coinvolgente anche affidate a singoli diplomatici in base nitali femminili, con un approccio ofiti della diplomazia è l’incessante se si è solo per un attimo, magari per a caratteristiche personali ed exper- culturalmente sensibile apprezzato lavorio sotteso agli stessi negoziati sbaglio, seduti con davanti il name- tise acquisita in carriera. Dopo aver dai partner africani. Per la sessione europei, volto a mettere insieme dei plate “Italy”. trascorso i primi due giorni a cerca- di quest’anno, che commemorava il pacchetti di posizioni definite e di- Cinzia Morrone re di memorizzare il maggior nume- quindicesimo anniversario dell’ado- fendibili mediando tra approcci cul- *Allieva di Scienze Politiche

31 Grazie Dino, veramente un bel regalo di Caterina Sganga

uando oramai qualche Con- racconto romanzato. La battaglia – Proseguendo, si incontrano due loro imprescindibilità. vivio di Primavera fa, sotto va ascritto al merito dell’autore – ha capitoli dedicati al “come si entra” Muovendosi ancora di qualche Qil cocente sole pisano e i fu- prodotto ottimi frutti. e al “come si studia” a Scuola. Ecco pagina inizia il dettagliato resocon- mi delle griglie a pieno regime, Dino Se già la scelta dello stile rap- – si è tentati di pensare – Dino non to delle attività dei laboratori e dei Satriano mi accennò brevemente presentava il primo ostico banco è riuscito a resistere alla formalità centri di ricerca della Scuola, rac- l’idea, ancora embrionale, di far se- di prova, ancora più accidentato si della descrizione più ufficiale delle contati con le parole di chi li dirige guito al suo libro più goliardico con profilava il cammino da percorrere caratteristiche del Sant’Anna, a e di chi vi lavora, e del percorso di una biografia a tutto tondo della per sintetizzare la poliedricità di una mo’ di depliant approfondito o di internazionalizzazione compiuto Scuola, il progetto mi entusiasmò, realtà difficile da raccontare con year book: avrà certo pensato che nell’ultimo decennio. Dino non si ma non nego che la ritenni per chiarezza ed efficacia finanche per una biografia che si rispetti non può smentisce neanche qui, e ne coglie e molti versi un’impresa impossibile. chi vive o ha vissuto per anni la sto- esimersi dal dare conto degli aspetti sottolinea l’elemento centrale: l’in- Si trattava, a voler procedere per ria recente dell’istituzione. Perché più istituzionali e meno romanzati, terdisciplinarietà. Finanche il letto- sintetiche generalizzazioni, di co- il progetto potesse dirsi compiuta- e forse non gli si può dar completa- re ignaro della realtà Sant’Anna e niugare nello stesso testo i ricordi mente realizzato, era necessario mente torto. Anche in questo caso, lontano dalla realtà accademica ita- e le tradizioni, la storia “ufficiale” raccogliere, gestire ed organizzare invece, la lettura stupisce piacevol- liana percepisce chiaramente come e gli aneddoti, lo spirito dell’istitu- coerentemente un coro di dati e di mente: non vi è passaggio che non pur obbedendo alle regole imposte zione ed i numeri della sua interna- numeri, ma anche un coro di testi- enfatizzi come l’eccellenza dell’isti- dalla competizione internaziona- zionalizzazione e della crescita delle monianze variegate e variopinte, tuzione non risieda solamente le ed alle esigenze di innovazione, sue attività didattiche e di ricerca, diverse sia nella loro provenienza nell’alta qualità della formazione che spingono ad una sempre mag- dei suoi laboratori e delle sue strut- esperienziale (da allievi ed ex allie- offerta, nell’internazionalizzazione giore specializzazione e ad un sem- ture, e tutto questo tracciandone vi fino a personale tecnico-ammini- del percorso degli allievi e della ri- pre maggiore studio di nicchia, la l’intimo continuum e valorizzando strativo, docenti e ricercatori) che cerca, nella miriade di servizi offerti famiglia santannina non dimentica quegli aspetti della santanninità – in quella temporale e generaziona- che coccolano chi ha la fortuna di come nel suo codice genetico ed al- mi si passi il cacofonico neologismo le. Dove crescono i talenti è uscito, e vincere il concorso di ammissione. le origini del suo successo sia scritta – “che non trovi sui libri”, e anco- Dino è riuscito nell’impresa senza Ciò che traspare dalle righe dense l’armonia e la compenetrazione del- ra meno sulle brochure. Pensavo ci rinunciare a quel brio narrativo che di informazioni intrecciate a ricordi le diversità disciplinari. Senza cade- avrebbe rinunciato. E invece tempo si richiede dove si voglia evitare di e racconti è l’interprofessionalità re nella pedante retorica floreale, dopo, quando oramai avevo varcato annoiare presto il lettore. dell’istituzione, dove soggetti dalle dal racconto emerge come alla con- le Colonne d’Ercole da alcuni mesi, La storia ufficiale si tinge del competenze e dai ruoli diversi inte- sapevolezza del rischio quotidiano vidi il nome di Dino nella mia ca- colore dell’aneddotica, mentre su ragiscono e camminano insieme; e che sei settori diversi, ricchi anche sella di posta. Mi chiedeva una sor- ogni tema si intrecciano spezzoni vi si legge, inoltre, la miniera di op- al loro interno di aree di ricerca ete- ta di auto-intervista cartacea. Hai di presente e di passati più o meno portunità di crescita e sviluppo of- rogenee, si frammentino e tentino vissuto intensamente i tuoi anni a remoti. Nella biografia dedicata alla ferte da una vera comunità educan- di espandersi a discapito dei vicini Scuola – mi diceva – per tante e di- figlia l’incipit si rivolge ai suoi geni- te, dove tante teste pensanti dalle si affianchi la perdurante volontà di verse ragioni: che ne dici di parlar- tori illustri (il Mussolini, il Medico- provenienze differenti, dai caratteri non disperdere l’eredità del passato mene un po’? Parla di te, parla della Giuridico, il Pacinotti), alle loro spesso opposti, dalle esperienze fre- – e, in fondo, uno dei tratti carat- Scuola, parla di quello che vi siete vicissitudini ed ai racconti delle quentemente speculari dialogano terizzanti l’unicum del Sant’Anna - dati, a ruota libera, in poche pagine. icone della collegialità in istituzioni nel segno di una formazione conti- trasformandosi in monadi costrette Ci misi un po’ a riuscire a sintetizza- ancora vicine al prototipo residen- nua e reciproca. È una storia, quella da una oramai anacronistica legge re le mie sensazioni, i miei ricordi, i ziale e ben lungi da lasciar preconiz- del Sant’Anna raccontata da Dino, istitutiva a convivere sotto lo stesso miei pensieri e le mie riflessioni ge- zare la nascita di una nuova e ben che insegna come una delle nostre tetto. nerali, ma lo feci, e per molto tempo più complessa discendente. Alcune principali ricchezze stia in quel la- Il libro riesce, nella sua corposità non ne seppi più nulla. Mesi dopo, pagine consegnano poi al lettore la boratorio innovativo che, costruito e complessità, ad operare una sinte- in occasione di uno dei miei ritorni memoria – politica, quasi epica nel lentamente negli anni, continua si per nulla facile di estremi e di pri- pisani, trovai la bozza di questo lun- suo sapore d’altri tempi – delle vi- ad offrire un’educazione che non smatiche sfaccettature. E lo fa però go e denso racconto di viaggio den- cende più o meno tormentate che è solo accademico-scientifica, ma non in maniera statica, ma descri- tro le mura di piazza Martiri. Ne fui condussero alla costituzione della anche e soprattutto umana, sociale vendo vividamente l’anima ultima piacevolmente meravigliata: Dino Scuola, della chiamata dei primi e politica. dell’istituzione, finalmente rivelata, ce l’aveva fatta, peraltro rifuggen- docenti e di alcuni suoi gossip; si Non è un caso, allora, che non a mo’ di chiosa finale, nell’ultimo do quelle tentazioni da ex – magari assiste al trasferimento dei giovani esista una vera e propria soluzione capitolo (“Palestra di vita”), dove non della Scuola, ma di uno dei due santannini nella sede odierna, final- di continuità tra i capitoli dedicati i racconti della quotidianità colle- suoi autorevoli genitori, il Collegio mente tutti insieme sotto lo stesso al concorso di ammissione ed all’of- giale di oggi si intersecano con la Medico-Giuridico – che avrebbero tetto (con particolare enfasi goliar- ferta formativa e la parte dedicata storia dell’Associazione Ex-Allievi, potuto rendere l’ambizioso progetto dica sul tanto atteso arrivo delle al “come si vive” dentro le mura di del suo ruolo e dei suoi futuri obiet- un’operetta come tante. colleghe del gentil sesso); si osserva piazza Martiri: più che l’esaltazione, tivi. Le due parti si fondono nella Erano due i demoni da sconfigge- lo sforzo di progettazione e realizza- usata ed abusata, del valore aggiun- descrizione conclusiva del Convi- re: da un lato, il rischio di risolversi zione della restaurazione del mona- to della collegialità nel percorso vio di Primavera, quale momento nella ossequiosa autocelebrazione stero, e la progressiva espansione in dell’allievo santannino, il libro si che aspira a diventare sempre più il dell’Alma Mater, come spesso fa chi altre strutture. Anche qui, al letto- propone esplicitamente di raccon- corrispondente collegiale di quelle incensa le proprie origini accademi- re esterno si aprono le porte di un tare ragioni e peculiarità della con- vecchie riunioni familiari natalizie che per osannare, in ultima istanza, mondo in cui alla descrizione archi- taminazione inscindibile tra le va- che raccolgono generazioni diverse se stesso; dall’altro, quello di cadere tettonica si affianca la familiarità rie anime dell’esperienza di vita al e parenti emigrati lontano attorno nell’attraente trappola dell’ufficiali- dei nomignoli assegnati a corridoi, Sant’Anna, dimostrando come ogni alla stessa tavola imbandita a festa. tà ed oggettività, del racconto sto- stanze, punti di incontro, la loro ge- “pilastro”, dalla formazione alla ri- È per queste e tante altre ragioni rico supportato dall’aridità di dati e nesi e, come in una mappa interatti- cerca alla vita in comune, sia stato che, seppure conoscessi molti de- numeri, se non in quella dell’aned- va, gli aneddoti più o meno risalenti plasmato nelle sue caratteristiche gli aneddoti raccontati, gran parte dottica, abbandonando l’obiettivo che vi sono associati nella memoria dalla contemporanea sussistenza del percorso storico della Scuola, e biografico per il più facile tòpos del di chi vi ha vissuto e vi vive. degli altri elementi, enfatizzati nella molti aspetti della sua attuale realtà

32 universitaria e di vita, la lettura del per il soddisfacimento di egoismi ed in maniera diversa, agli allievi più allievi quando spiegano con fervore libro di Dino non si è limitata a di- ambizioni individuali. titolo“vecchi” – a chi, come me, se ne sta che ciò che li ha trasformati da stu- vertirmi o a farmi ritornare indietro Viene da chiedersi, in chiusura, a per andare, o a chi se ne è andato da denti di talento in uomini e donne nel tempo, come può fare una rac- chi serva questa bella e riuscita bio- poco. Il libro fa prendere coscienza di successo non è stata solo l’offerta colta di foto e di aneddoti di fami- grafia. La risposta è molteplice.xxxxxxxdi quella reazione di allontanamen- formativa, la dedizione sui libri e la glia. Su di me, santannina dal 2001 È utile – e sarò scontata – per il to – che si comprende spesso ex post determinazione nella ricerca, ma lo e prossima a levare le tende, con in pubblico esterno. La coralitàdi xxxxxxxxxxxx* diacro- ma non nel momento in cui ci si tro- sviluppo di quegli strumenti critici, bocca già il sapore della nostalgia e nica e sincronica dei racconti apre va ad attraversarla – nei confronti di di sensibilità ed umani che hanno della tristezza per ciò che negli anni prospettive che nessun’opera isti- un posto da cui si è da poco spiccato imparato non cedendo alla tenta- sembra lentamente essersi scolori- tuzionale può riuscire parimenti a il volo, oramai svuotato di quegli af- zione di lavorare come matti per to e perso, ha lasciato qualcosa di fornire. Per il lettore non coinvolto fetti, di quei legami e di quei signi- essere il miglior libretto in campo, più: un messaggio ottimista, quella personalmente ed emotivamente, ficati del passato più recente che fa ma sfruttando al massimo le poten- positiva relativizzazione propria del il libro si rivela comunque una mi- male ricordare mentre si attraversa- zialità di un posto dove cultura non racconto storico, che aiuta a coglie- niera di informazioni, e offre conto no le spesso turbolente fasi di tran- è solo formazione accademica, ma re l’essenziale anzichè il particolare delle peculiarità di cui il Sant’Anna sizione verso la vita adulta. Dinanzi vita quotidiana di collegio, e non di tipico del contingente. dormitorio. Nei racconti ufficiosi e ufficiali di Il libro li chiama a non dimen- Dino si vede la creatura Sant’Anna ticarlo, e a non rendersi colpevoli nascere, crescere e svilupparsi ver- della distruzione di uno spirito che so direzioni magari impensabili due ha rappresentato e rappresenta il decenni fa; la si vede trasformarsi vero ingrediente speciale della loro in maniera quasi radicale; si sente crescita e della missione formativa parlare di crisi della collegialità, di dell’istituzione. Nello stesso tempo, crescente individualismo, di fram- suggerisce loro di non sentirsi sola- mentazione. Sono i tanti tasselli di mente tronfi del successo raggiunto un quadro evolutivo determinato, a con l’ammissione e motivati a lan- cui viene aggiunto però il disegno di ciarsi ciecamente nella corsa com- quella sottile linea rossa che la sto- petitiva, ma di guardare con curio- ria dimostra non essersi mai smarri- sità ed umiltà al Sant’Anna come ta: il continuum, insito nel permane- un luogo in cui la ricchezza extra- re di quegli ingredienti che hanno didascaliaaccademica e gli insegnamenti che reso e rendono la ricetta santannina possono provenire dall’interazione una ricetta speciale, condita dal sa- delle sue differenti umanità rappre- pore inconfondibile dato dal senso sentano la miniera che è stata loro di appartenenza. donata, e che devono dimostrare “Continuum – riporta significati- ogni giorno, e non solamente con vamente l’autore – è il valore prima- una sterile media universitaria e rio che diamo alla tradizione della vita tante summer schools in curriculum, di collegio, in ogni senso. Continuum di continuare a meritare. è la consapevolezza che entrare nella Serve, in ultima istanza, alla stes- nostra Scuola non significa occuparne sa istituzione, a cui rammenta come Dino Satriano un posto letto, ma accettarne lo spirito sia facile diventare grandi dimenti- e i valori di comunità “educante” con può a buon ragione vantarsi, al di al rigetto, la lettura dell’opera di cando da dove si è venuti, e quanto le sue piccole e grandi regole. Ci sono là dei successi scientifici, dell’eccel- Dino invita comunque a riflettere sia ottuso vivere entusiasticamente santannini che vanno ad Harvard, al lenza formativa e dei riconoscimen- in positivo, e a concentrarsi non su il presente ed il futuro ignorando Fermilab, al Mit in America, all’Eco- ti dentro e fuori i confini nazionali. quello che si è perso, ma su quello come essi non siano che il frutto di le Normale, all’Imperial College, alla Questo era forse l’obiettivo più che si è ricevuto; a ricordare che sì, ciò che è stato, di un passato che London School, ma anche dopo un facile da raggiungere per Dino. si è avuta una famiglia che fino ai non è materiale da dimenticatoio anno o due non si sentono per nulla Quello più difficile, invece, era riu- diciannove anni è stata la fonte di polveroso, ma elemento inelimina- allievi di uno di quei celebri istituti, ma scire a comunicare qualcosa agli in- quella educazione e di quegli stimo- bile di ciò che si è. sempre e soltanto dei santannini in tra- siders dell’istituzione, coloro i quali li che hanno permesso di sviluppare Questo libro ci dà l’occasione di sferta. E così dev’essere”. si sono raccontati alla sua penna ed il talento necessario ad entrare al ripercorrerci, di rivivere chi erava- Gli anni passano di pagina in pa- hanno lasciato che lui li osservasse Sant’Anna, ma che dopo si è stati mo, di guardare alle istantanee di gina; le foto cambiano, cambiano i nei mesi per realizzare il suo proget- accolti in un’altra famiglia, in gra- chi siamo, e di farlo senza perdere racconti, cambiano i protagonisti. to. L’impresa è riuscita: il libro serve do di offrire tutti quegli strumenti, mai di vista l’essenza della nostra Si passa dal passato remoto all’im- agli allievi di ieri come a quelli di non solo accademico-professionali ricetta vincente. Dice allora giusta- perfetto al presente. Eppure, dalle oggi, così come serve all’istituzione ma anche e soprattutto umani e ci- mente Giuliano Amato nella sua testimonianze degli attori della sto- nel suo complesso, ora che, raggiun- vili, senza i quali il tuffo nella bolgia prefazione che “si può fare la storia e ria traspare sempre la percezione di ta l’età adulta, essa si appresta ad del reale – lontano dalla bambagia si possono mettere insieme ricordi non appartenere ad una comunità che, impostare strategie di lungo periodo di piazza Martiri – sarebbe risultato soltanto per alimentare nostalgia, ma seppur fatta di persone così diverse e a costruire il suo prossimo e meno o risulterebbe molto più problema- anche per creare futuro, per spingere in punto di retroterra, sensibilità, prossimo futuro. tico, lungo e spaesante. Il libro ci verso il futuro”. Dino, più o meno interessi ed obiettivi, è sempre de- Serve agli allievi di ieri, diceva- invita, allora, a superare il rigetto e volontariamente, ha voluto fare scritta come la “nostra” comunità. E mo: fa vedere loro come quel conti- a non lasciar morire dentro di noi il esattamente questo, con un’opera questo non per lacrimosa retorica – nuum di cui hanno fatto parte non senso di appartenenza, il continuum, che con tante risate, tanta serietà e checché ne possa dire il lettore ma- si è mai spezzato; li chiama a sentire e ad agire, nei nostri limiti, di con- qualche lacrima rappresenta sì una lizioso o superficiale – ma per via di ancora vivo il legame con un’istitu- seguenza. emozionante biografia, ma anche e quel legame che non si spezza nep- zione che avrà anche cambiato no- Serve, poi, agli allievi di oggi. Ai soprattutto un monito da non igno- pure con il tempo e con la distanza: me, ma non contenuto; e li chiama, più giovani spiega per immagini, rare. un legame che chiama chi è uscito se da quel continuum riconoscono di racconti e riflessioni cosa voglio- E per questo regalo, caro Dino, a tornare, aiutare, contribuire, resti- aver tratto qualcosa di buono per sé, no dire gli “anziani” del collegio non possiamo che ringraziarti di tuire, e che chiama chi è dentro a ad esserne riconoscenti e a manife- quando dicono loro che non è stato cuore. non dimenticare di essere parte di starlo. vincere un concorso ad averli resi un sistema che non esiste solamente Lo stesso richiamo si rivolge, santannini, o cosa intendono gli ex- Caterina Sganga

33 Convivio 2010 di Giovanni Benelli, Francesco Delù, Davide Ragone

In alto e nella pagina a fianco alcune immagini della bella festa che unisce allievi ed ex ogni primo maggio. ella sera dell’ultimo apri- aromatico, ma assai fresco, il quale suonato e cantato canzoni proprie ra una volta arricchito da racconti, le, in una primavera ormai ben si accompagna a tale verdura e e d’autore, mentre qualche allievo conversazioni, svaghi più o meno Ninoltrata, ricca di fragran- altrettanto bene riesce a soddisfare più anziano non ha resistito alla sportivi dei più resistenti. ze ed aromi che riempiono l’aria, anche i palati più esigenti. E poi canzone napoletana, coinvolgendo Tale torpore è stato efficace- numerosi ex allievi accorrevano ancora dolci in abbondanza, torro- altri collegiali. mente rimosso da alcune piacevoli verso la loro antica Scuola da tutte ni d’ogni genere, cuneesi, ma anche Come di consueto, a impreziosire consuetudini ormai consolidate nel le parti d’Italia, portando con loro prodotti tipici della Toscana, regio- la serata racconti immaginifici degli cuore di ognuno: in primo luogo, la dovizia di prodotti tipici delle loro ne che sentiamo tutti almeno un ex allievi, in particolare del Colle- tradizionale partita di calcetto sul terre. po’ “nostra”, in quanto ha accolto e gio Medico-Giuridico, che non esi- pratino di Scuola a cui hanno par- La serata si è aperta nel chiostro accoglie allievi del Sant’Anna dav- ste più, ma permane ancora vivido tecipato allievi, ex allievi e perfino di San Gerolamo con una bella esi- vero d’ogni provenienza, da grandi nei ricordi dei vecchi collegiali. docenti del Sant’Anna; quindi, bizione del coro del Sant’Anna, di- città come da sperduti paesi. Secondo una tradizione ormai una delle più acrobatiche e deci- retto dal “maestro” Michele Basile A irrorare il tutto, vini prove- ben avviata, se il 30 aprile sono gli samente meglio riuscite edizioni (allievo di ingegneria) e composto nienti dall’intero stivale, tra cui un ex allievi a offrire la cena, la grigliata della battaglia a colpi di gavettoni. da ragazzi e ragazze d’ogni anno, pur originale “Convivio 2010”, hanno del primo maggio viene invece pre- Secchiate, canna dell’acqua, pezzi con una maggioranza di matricole e permesso a vecchi e nuovi colle- parata e offerta dagli allievi: è sem- di ghiaccio e gavettoni dal terraz- fagioli. giali di godere appieno di questa pre bello, ancora una volta, notare zino di Crociera hanno contribuito Il piatto forte sarebbe stata poi magnifica serata, allietata in vari come tale reciprocità costituisca un a dar vita ad un’atmosfera in grado la cena, coordinata come al solito momenti da molti spettacoli: tra simbolo di quelli che si vogliono es- di – possiamo ben dirlo – rompere dal prof. Franco Mosca, Presiden- questi, alcuni sketch di Gianluca sere i rapporti tra chi allievo è oggi il ghiaccio ulteriormente tra tutti i te degli ex collegiali, e rivelatasi “Jamaica” Samarani e della moglie e chi lo è stato in passato, ma, in presenti, rafforzando ancora il sen- all’insegna del formaggio, presente Jessica Wyne, cui si sono aggiunte fondo, non ha mai smesso di esserlo, so di collegialità. in grande selezione ed abbinato a l’abituale verve di Gino Bartale- contribuendo tutti a costituire una Conclusa un’altra edizione del frutta, varietà di miele, mostarde, na, la fisarmonica del prof. Franco grande tradizione. E allora, carne convivio di primavera, l’appunta- mentre i salumi, rispetto all’anno Bonsignori e battute e gesti me- grigliata di ogni tipo, bruschette, mento è per il prossimo anno, spe- precedente, hanno ceduto il pas- no prevedibili, come la “tirata” in zucchine e melanzane hanno impe- rando che sempre più nuovi e vec- so. Presenti, come tradizione, sva- tedesco e la seguente barzelletta gnato nell’ora meridiana i presenti, chi collegiali desiderino prendere riati cesti di fave abbinate al cacio dell’amb. Gianluca Bertinetto... In che hanno poi ceduto lentamente parte a questa occasione di festa, baccellone, poco strutturato ed seguito diverse giovani leve hanno a un torpore post-prandiale, anco- scambio e condivisione.

34 35 Maria Chiara Carrozza Intitolata una strada confermata Direttore della Scuola a Federico Chiarugi

Il 27 marzo scorso è stata intitolata una strada di Pisa a Federico Chia- rugi. La cerimonia si è svolta all’interno di una serie di iniziative in sua memoria. Federico, che iniziò il suo percorso sportivo da ginnasta nel CUS Pisa e arrivò nelle fila della nazionale, prima di essere vittima di un grave incidente, è scomparso nel 2008. A lungo ha collaborato come consulente di business per la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con cui aveva mantenuto uno strettissimo legame. Il sorriso di Micol

Lo scorso aprile, nell’aula magna della Scuola, si è svolta una mise en espace del testo sce- nico Il sorriso di Micòl che Mar- co Marchi ha tratto da Il Giar- Maria Chiara Carrozza è stata confermata Direttore della Scuola Superiore dino dei Finzi-Contini di Giorgio Sant’Anna di Pisa per il triennio accademico 2010 / 2013, raccogliendo uno Bassani. Accompagnato da straordinario successo e venendo eletta al primo turno: per lei ben 64 voti, musiche del compositore russo a fronte di un quorum fissato a quota 43, pari alla maggioranza assoluta dei Joseph Achron e da un canto votanti, in questo caso 85 su 92 aventi diritto. Per essere eletta e per dare ini- dell’Haggadah di Pesach (il te- zio al suo secondo mandato, che prenderà il via ufficialmente in novembre, sto religioso che commemora è stato quindi sufficiente un solo turno elettorale, che si è svolto lo scorso l’antica fuga del popolo ebraico 28 settembre. L’affluenza alle urne è stata particolarmente elevata, tanto che dalla schiavitù in Egitto), il te- il quorum per rendere valida la consultazione è stato raggiunto molto pre- sto è stato recitato dall’attrice sto. Il collegio elettorale, convocato dal Decano, professor Flavio Coceani, Sara Borsarelli (nella foto). era composto da tutti i professori Ordinari e Associati, dai rappresentanti L’evento è stato rganizzato dei ricercatori, degli allievi e del personale tecnico e amministrativo. Maria dall’Associazione Ex-Allievi, in Chiara Carrozza si conferma il più giovane Rettore italiano, oltre a essere collaborazione con la Fondazio- una delle pochissime donne in Italia a ricoprire questo ruolo. ne il Fiore di Firenze. L’organo ritrovato Tanti auguri Elettra e Calogero! Lo scorso primo Agosto si sono sposati Elettra Stradella e Calogero Oddo. Elettra Stradella ha 29 an- ni ed è originaria della provincia di Savona; attualmente è borsista di ricerca della Scuola Sant’Anna su un progetto del Fondo Sociale eu- ropeo sul tema della assistenza so- cio-sanitaria per anziani e non au- tosufficienti; Calogero Oddo ha 27 anni, è della provincia di Palermo, ma vive da sempre in Toscana, e sta completando il perfezionamento Continuano i concerti nella chiesa Sant’Anna, in Biorobotica alla Scuola Superiore grazie al bellissimo organo che lì si trova dal Sant’Anna. Collabora a vari pro- 1850 e che il recente restauro ha riportato al suo getti presso il laboratorio Arts, sotto antico splendore. Lo scorso 5 giugno è stata la il coordinamento della professoressa volta dell’organista Matteo Imbruno (foto) che Maria Chiara Carrozza, dove si oc- ha proposto un ricco programma di musiche, pre- cupa in particolare di tatto artificiale sentate col titolo “Le scuole tastieristiche nord- nell’ambito delle ricerche sulla mano europea e italiana a confronto tra rinascimento robotica. Ai giovani sposi gli auguri e barocco”. Il concerto è stato organizzato dalle della Redazione e di tutti gli ex! Associazioni Allievi ed Ex-Allievi della Scuola.

36 Progetto VECTOR: Il Maestro Vitaletti a Chongqing grande successo a ICT 2010

Il Progetto Vector (Versatile Endoscopic Capsule for gastrointestinal Tu- mOr Recognition and therapy) del Laboratorio CRIM della Scuola Supe- riore Sant’Anna di Pisa ha vinto il primo premio come migliore progetto in esibizione all’evento ICT 2010 organizzato dalla Commissione Euro- Il 25 aprile scorso, si è tenuto un concerto di beneficenza del Maestro pea. L’obiettivo del progetto VECTOR è eliminare i tumori gastrointesti- Giovanni Vitaletti presso la storica Great People’s Hall di Chongqing, nali attraverso la diagnosi medica preventiva resa possibile da strumenti luogo simbolo della storia cittadina (foto). Il Galileo Galilei Italian In- microtecnologici. Le attività legate al progetto infatti si occupano dello stitute ha realizzato questo evento in collaborazione con il Chongqing sviluppo di capsule intelligenti che possono essere prese dal paziente per International Women’s Group (CQIWG), ricevendo inoltre il supporto via orale e provvederanno alla scansione del tratto digestivo alla ricerca del governo locale, tramite l’Ufficio Relazioni Internazionali della Muni- di eventuali tumori in stadio precoce. A differenza dei dispositivi attual- cipalità e la Commissione Cultura. Nondimeno altre realtà locali prove- mente disponibili, le capsule elaborate nell’ambito del progetto VECTOR nienti dal mondo accademico, commerciale ed industriale hanno offerto saranno controllate da un medico e saranno dotate di “gambe” per muo- il loro sostegno in itinere facendo in modo che l’evento potesse avere un versi nello stomaco e nell’intestino. Incorporeranno inoltre sensori ottici meritato successo. capaci di analizzare il tessuto e quindi migliorare sensibilmente la diagnosi L’incoraggiante sostegno ricevuto da parte dell’Ambasciata di Pechino precoce dei tumori. Curare i tumori in una fase iniziale sarà possibile an- tramite l’Istituto Italiano di Cultura che ha patrocinato l’evento ed il che grazie al potenziamento delle capsule con pinze e strumenti in grado prezioso aiuto dello stesso Attachè culturale, il Dottor Claudio Poeta, ci di rimuovere o distruggere il tessuto malato all’interno del corpo. hanno altrettanto incoraggiato affinchè si concretizzasse questa iniziativa benefica. Il concerto pianistico del Maestro Vitaletti, che ha eseguito musiche di Frederich Chopin nella prima parte per dedicare invece la seconda parte a Quadri di un’esposizione di Mussorgsky, ha entusiasmato gli spettatori presenti all’interno di un teatro che riesce a contenere fino a 3500 persone. L’intero incasso, di circa 50 mila RMB (6 mila Euro) è stato devoluto in beneficenza, per aiutare la pronta ripresa delle attività scolastiche nella area della provincia del Qinghai gravemente colpita dal terremoto dello scorso 14 Aprile 2010, di comune accordo con gli altri partner del progetto, tra cui è doveroso menzionare anche i responsabili della Great People’s Hall. Viaggio in Cina per 18 studenti della Scuola

Si intensificano i rapporti con la Cina grazie alle attività dell’Istituto Con- fucio di Pisa. L’iniziativa ha riguarda un soggiorno di tre settimane presso l’Università di Chongqing, con cui la Scuola Superiore Sant’Anna colla- bora da anni. Ad avere l’opportunità di passare tre settimane in Cina nel mese di ottobre sono stati 18 studenti della Scuola Superiore Sant’Anna, 5 della Scuola Normale Superiore e 11 allievi di un corso di cinese com- merciale organizzato presso il Polo universitario sistemi logistici di Livorno dall’Istituto Confuncio. Gli allievi della Scuola Superiore Sant’Anna sele- zionati per il viaggio hanno tutti seguito un corso intensivo di lingua cinese offerto dall’Istituto Confucio. Durante il soggiorno, organizzato congiuntamente da Istituto Confucio, Università di Chongqing e Galileo Galilei Italian Institute, è prevista per Nicoletta Fossati è diventata Fellow del Royal College of Anaesthetists, la gli allievi l’opportunità di seguire corsi di lingua di cinese appositamente cerimonia (foto) si è tenuta lo scorso 13 settembre. A Nicoletta le congratu- programmati per loro, partecipare a workshop e attività culturali, come lazioni e gli auguri da parte della Redazione e di tutti gli ex! corsi di kung-fu e calligrafia, e visitare aziende italiane e cinesi presenti sul territorio e con cui la Scuola Superiore Sant’Anna già collabora.

37 sempre più giovani medici cerchino Riflessioni serali di un chirurgo maturo la via dell’estero (vi assicuro, ricevo circa due mail al giorno di giovani opo aver letto oggi ancora devono pensare alle generazioni chirurgo. e meno giovani che cercano oppor- Ddue mails di giovani chirurghi future e dovrebbero farsi vivi. È Cavina, nel cui reparto Pisa- tunità di lavoro nel mio servizio, 2 italiani che mi chiedono consigli chiaro, il mio pensiero è probabil- no (locali di fortuna della vecchia al giorno!) per poter lavorare in Svizzera, an- mente falsato da tanti anni di as- clinica di oftalmologia, senza cure O forse l’esperienza al Sant’An- cora scosso dalla lettera di Celli senza dall’Italia, ma è mai possibile intense ed altre diavolerie…) tante na è diversa, ma allora diciamolo e che consigliava al proprio figlio di che le difficoltà e le frustrazioni che ore passai, quando timidamente gli cerchiamo di dar coraggio, esempi e emigrare e davanti all’ultimo nu- risentivo più di trent’anni fa le ri- comunicai il mio progetto di emi- opportunità alle generazioni future mero del Sant’Anna, ormai vicino viva intatte e immutate attraverso grare a Basilea, mi disse, “vai Rosso di medici, offriamoci come Mentor a trent’anni di carriera, mi vien da le testimonianze di giovani medici se te la senti ed hai l’occasione, vai, e diamo una speranza a questi gio- pensare al destino e al futuro delle che ho occasione di incontrare o qui un futuro non te lo posso pro- vani! Perché nonostante tutto lo giovani generazioni mediche ed in che mi mandano mail per chiedere mettere”. Franco Mosca, quando io studio della medicina in Italia è ec- particolare ai giovani chirurghi. un opportunità di formarsi e lavo- stesso feci l’esame di specialità, sen- cellente, e la fantasia, lo spirito di Intanto, che fine ha fatto la mia rare in Svizzera? È mai possibile che za mai aver frequentato a Pisa (ero adattamento, l’acume e la curiosità generazione? Siamo ormai degli non si possa insegnare ad un giova- a Basilea), mi dispensò da domande intellettuale dell’italiano, fanno si ultracinquantenni (ultra, ultra…), ne lo splendido mestiere della chi- tecniche, ma mi interrogò sulla mia che all’estero siano estremamente un età di maturità conseguita, ma rurgia, la bellezza e la soddisfazione vita da assistente, continuando ad apprezzati e nella maggior parte dei stranamente silente… Dove sono del contatto coi malati, la gioia incoraggiarmi. Poi Allgoewer (mi casi accedano a carriere brillantis- finiti i Crea, Vicini, Giulianotti, della ricerca scientifica ben fatta (e ha fatto da Mentor fino alla Pro- sime! Ma perché non tenere questo Margaria, Neglia, Picano, Paganel- onesta), senza aver paura di perde- fessur a Basilea! Nonostante abbia capitale in Italia? Se penso a quan- li, Tononi? Alcuni sono personag- re qualcosa di se stessi? Non è una lavorato solo tre anni con lui!), to mi ha dato Pisa, il Sant’Anna gi illustri, perché non battono un sensazione affascinante quella di Harder, Parc, tutte persone che in per la mia realizzazione umana e colpo? È vero Mosca, Ghelarducci vedere realizzare attraverso le mani un modo o nell’altro mi accom- professionale, e a quanto poco pos- sono sempre ben presenti e attivi, dell’allievo, i propri gesti? pagnano ogni giorno, mi hanno so rendere, trovo lo spreco enorme, ma chissà, sarà forse ora di dar loro Leggevo ieri sulla rivista del permesso di amare il mio mestiere, e triste! Ecco, sono solo alcune ri- il cambio! American College of Surgeons un e mi hanno regalato una dignità flessioni serali di un chirurgo felice, Il Sant’Anna rievoca continua- articolo che sottolineava l’impor- umana e professionale. che tanto vorrebbe che le genera- mente in maniera suggestiva per- tanza in una formazione e carriera Dove sono oggi i Mentor per i zioni future potessero accedere alla sonaggi del passato a noi in parte chirurgica, del Mentor, non solo nostri giovani? Da quanto sento ce stessa felicità, ma avendo la possi- noti, tanti però non li abbiamo come consigliere ma anche come ne sono pochi, rimpiazzati da logi- bilità di rimanere nel proprio paese. conosciuti, invece mancano quelli esempio di vita. Non c’è niente di che di raccomandazione, nepoti- degli anni settanta, ottanta, do- più vero, e mi accorgo di aver avu- smo, clientelismo e di sfruttamento Raffaele Rosso ve sono…? Sono forse questi che to questa fortuna nella mia vita di vero e proprio. E questo fa sì che www.crusoe.it

Per ricordare Cristiano Meossi

o piangono in tanti Cristiano, il Pubblichiamo di seguito il ricordo Lpediatra, perché era un grande commosso letto durante le esequie medico e una grande persona. Che dal primario Dott. Domenici. lascia davvero un vuoto profondo: tra i suoi cari e tra i suoi piccoli pa- Mi riesce difficile parlare di Cri- zienti, che seguiva con tanto amore stiano in questo momento: non è stato e dedizione, come dovrebbe fare un solo il collega, ma anche, e soprattutto buon dottore. Come faceva – con l’amico. Un’amicizia che dura da pri- un impegno totale e tanta bravura ma della collaborazione professionale e – Cristiano, che se ne è andato a che va ben oltre l’intesa professionale soli 51 anni vinto da una terribile pure grandissima: ricordo il piacere di malattia che ha affrontato con co- una costante sintonia e di uno stimolo raggio e serenità, dando fino all’ul- intellettuale vivacissimo. timo una lezione di comportamento Cosa dire di Cristiano? Geniale, a tutti. brillante, organizzato, logico, affi- Era nato a Siena nel 1959 ed era dabile, sensibile, umano, vulcanico, cresciuto a Orbetello dove vivono i comunicativo, capace di cogliere le genitori: il papà Alvaro, anche lui sfumature, magari non si trovava una medico, e la mamma Nada, inse- cartella, ma lui non dimenticava mai gnante. ��Nel 1983 si era laureato nulla di un paziente, di grandissima con 110 e lode a Pisa. Si era poi cultura, pieno di interessi e capace di specializzato (sempre con il massi- coltivarli tutti e bene, talento fuori dal mo dei voti) in clinica pediatrica comune, molto corretto ma non con- e in neuropsichiatria infantile. Dal venzionale, sempre di corsa tra i tanti luglio 1988 era in servizio nel repar- impegni non sgarrava mai nel ritarda- to di pediatria del Campo di Marte re 15’ esatti, ma con uno sguardo, un con la qualifica di assistente medico sorriso sapeva sempre farsi perdonare nostro gruppo: come si dice con lin- queste cose sta arrossendo, però è la fino al 1993, poi di aiuto correspon- (quante volte ci abbiamo scherzato guaggio sportivo, cercheremo di far realtà. Cristiano, uomo di grandi oriz- sabile. Dal 1993 era responsabile del su), molto orgoglioso della sua fami- forza sul collettivo, il gruppo cercherà zonti: ora ne ha davanti uno ancora Centro multizonale per la preven- glia, come la sua famiglia è orgogliosa di essere all’altezza di lui e delle sue più grande, ma conoscendolo e sapen- zione e la cura del diabete mellito in di lui e a buon diritto. aspettative. Un esempio, una testi- do la sua passione per la vela saprà età�� evolutiva del Campo di Marte. Lascia una traccia indelebile nel monianza. Sono sicuro che sentendo navigare anche là.

38 n maestro di diritto. Non solo, laureati e un sostegno continuo alla Uma anche un prezioso maestro loro formazione, per far loro raggiun- Un maestro di diritto di vita. Così colleghi e vecchi allievi gere la piena maturità scientifica». provenienti da numerosi atenei ita- Un sostegno non soltanto didattico, liani hanno salutato e festeggiato il ma anche umano, in un rapporto professor Antonio Piras in occasione costantemente positivo di grande della sua uscita dai ruoli universitari disponibilità. dopo 40 anni di una prestigiosa car- Lo stesso discorso vale per i qua- riera accademica e scientifica che rant’anni di lezioni – sempre affolla- l’ha portato ad essere considerato te, «cristalline e coinvolgenti, spesso uno dei «padri fondatori» della scuo- addirittura piacevoli», per opinione la del moderno diritto commerciale: comune, nonostante gli argomenti caposcuola in Italia e autorità rico- – fatte agli universitari dei corsi ordi- nosciuta anche a livello internazio- nari di laurea. Per tutti è stato un do- nale, soprattutto in campo societario cente di quelli, sempre più rari, che e bancario, riguardo ai quali diversi riescono a fare appassionare i ragazzi suoi scritti restano di fondamentale alla materia di studio, per ostica che importanza. sia, e davvero li «allevano», seguen- Invece che nella sede naturale doli, consigliandoli, guidandoli nelle dell’Università di Pisa, dove il pro- scelte, aiutandoli nei momenti di dif- fessor Piras ha insegnato per oltre 40 ficoltà. Lui stesso trovò un professore anni prima a Economia e poi a Giu- così, quando dalla Sardegna arrivò a risprudenza, facendola diventare un Pisa, nel ’54, per studiare legge, an- punto di riferimento obbligato per i che se aveva la passione per le lettere cultori di diritto commerciale, i me- e scriveva dei magnifici temi d’italia- ritati onori gli sono stati tributati in no: «il giurista e romanziere Salvato- una solenne giornata di studi, il 24 re Satta, di Nuoro come me, diceva, Nino Piras aprile scorso, presso il rettorato della ricordando un antico causidico, che radicale, delicatissimo restauro» –, vera “vocazione” potessero lavorare Seconda Università di Napoli, da- tutti i sardi prima o poi finiscono in dove ha svolto in tutti questi anni con me; però non doveva essere una vanti al gotha del diritto societario, tribunale, o come rei, o come avvo- anche l’attività di avvocato, il pro- vocazione esclusiva, di tipo mona- commerciale e bancario. Perché Na- cati, o come giudici… Ecco, io ci so- fessor Piras tiene un ritratto in cor- stico. Chissà quante volte mi sono poli? Perché l’Ateneo di questa città no finito come avvocato». nice di Lorenzo Mossa. Che, quando intrattenuto a parlare con gli studen- costituisce con Pisa, Campobasso, Per Piras, quel Maestro in aula e lui lavora, lo guarda con un’ espres- ti appunto di arte e letteratura, o di Catania e la Cattolica di Milano il fuori fu Lorenzo Mossa, altro sardo, sione benevola. E sugli scaffali vicino esperienze di viaggio o di incontri consorzio universitario che ha dato docente di diritto commerciale di alla scrivania si vedono, accanto alle con personaggi di rilievo. vita al Dottorato di ricerca in Diritto fama internazionale, che gli avrebbe pubblicazioni giuridiche, libri d’ar- «Del resto, la prima “lezione” in commerciale Interno e Internaziona- passato il testimone in quella disci- te, raccolte di litografie di Maccari, tal senso la ebbi da ragazzo e proprio le, del cui collegio di docenti Anto- plina. «Seppe di me mentre sostene- Possenti, Egon Schiele. Alle pareti, in un contatto a distanza con l’Ate- nio Piras fa parte fin dalla fondazione, vo il concorso per entrare al Collegio incisioni di Picasso, Cézanne, Se- neo pisano. Era destino. Facevo la ne è uno dei «probi pionieri», come Medico-Giuridico, allora sotto l’egi- verini, Guttuso, Capogrossi, Cam- terza classe del liceo classico a Nuo- viene definito. Di conseguenza, con da della Scuola Normale, e m’invitò pigli e altri. Mescolanza di diritto e ro, quando il professore d’italiano l’Università di Napoli ha intrattenu- ad andare a trovarlo. M’interrogò per pittura. «Interessi di uguale forza», ci assegnò come tema un commen- to lunghi e stretti rapporti di colla- un paio d’ore, su tutto, vita, interessi, dice Antonio Piras, «che convivo- to a una frase del filosofo Armando borazione, nell’ambito delle attività opinioni, cominciando a chiedermi no benissimo». Molte sere, uscendo Carlini, che era stato rettore a Pisa: scientifiche e accademiche promosse cosa pensassi della condizione del dallo studio, passa dal suo gallerista “La lunghezza o la brevità della vita dal dottorato. «E del suo quaranten- pastore sardo… Alla fine concluse: e antiquario di fiducia, davanti al- non conta. Ciò che conta è viverla nale insegnamento pisano, che ha “Ho capito, sei o almeno sembri un la Scuola S. Anna. Naturalmente, in profondità. Nell’attimo che passa, formato moltitudini di commercia- comunista. Ma non m’interessa. Tu i pezzi migliori li tiene nella casa non passare invano”. Io ne fui mol- listi e avvocati, docenti e liberi pro- puoi essere quello che vuoi, io sono cittadina sui Lungarni e in quella, to colpito, e decisi di mandare una fessionisti, hanno beneficiato anche un liberale, ma dovrai tenerti lonta- splendida, di campagna. Assieme a copia del mio commento alla rivi- tanti napoletani. Naturale, dunque, no dalla politica e dedicarti soltanto una quantità impressionante di libri, sta Humanitas, sulla quale scriveva che volessimo festeggiarlo qui», ha agli studi se vorrai il mio aiuto”. Da antichi e moderni, in edizioni anche Carlini, perché gliela recapitassero. dichiarato il rettore. quel momento nacque un sodalizio rare. «Quella passione liceale per la Inaspettatamente Carlini mi rispose, Quale segno tangibile di ammi- strettissimo, Mossa diventò quasi letteratura che nella professione sa- facendomi alcune osservazioni e in- razione e riconoscenza verso il mae- un mio tutore, mi sostenne in tutti crificai al diritto mi è rimasta dentro viandomi l’estratto di un suo saggio stro, nell’occasione è stata presentata i modi, mi fece impartire lezioni sup- e io l’ho alimentata. Da matricola, su Bergson, con dedica autografa, una serie di studi inediti, raccolti in pletive di tedesco e mi mise perfino a oltre ai corsi di Giurispudenza segui- che naturalmente conservo: Al giova- un volume dai contenuti di grande nuovo con l’abbigliamento. Una vol- vo le lezioni del grande italianista ne Nino Piras, beneaugurando. Quan- attualità e dal titolo Amministrazione ta che ero in crisi perché sotto pres- Luigi Russo, che era stato direttore do poi venni a Pisa, andai a trovarlo, e controllo nel diritto delle società, che sione e da troppo tempo lontano dal della Normale. Ricordo che arrivava e fu il primo passo importante nella porta la dedica Liber amicorum An- mio ambiente, mi mandò a sue spese nell’aula 6 della Sapienza con la sua mia splendida avventura in questa tonio Piras. Il libro dei suoi amici e, in Spagna, infilandomi, nonostante inseparabile coppoletta da siciliano e città». nello stesso tempo, suoi grandi esti- fossi fagiolo, in una gita di facoltà ri- i pantaloni a saltafossi, che lasciava- Accadeva oltre cinquanta anni matori, omaggio comune di docenti servata ai laureandi. E per farmi ave- no vedere i calzini… Ma che fascino fa. E adesso, caro professor Piras, il e di vecchi e nuovi discepoli. Ha det- re da un giorno all’altro uno speciale quando parlava! più affettuoso augurio anche da par- to il professor Gaetano Presti, mem- “permesso di frontiera”, telefonò in «I forti interessi culturali aiuta- te della grande famiglia della Scuola bro del Comitato tecnico-scientifico mia presenza al Questore». no a crescere: è un concetto che ho Sant’Anna, in particolare dai tuoi della Cattolica e coordinatore del Il felicissimo gusto dell’aneddoto, cercato di trasmettere ai miei allievi, vecchi compagni del Collegio Medi- Dottorato di ricerca: «Del professor con il quale riusciva ad «alleggerire» così come Lorenzo Mossa spinse me a co-Giuridico, come il sottoscritto, e Piras si è voluta onorare la sapien- anche le lezioni sui titoli di credito o coltivarli, insieme con il gusto, in lui grazie infinite dagli innumerevoli al- za giuridica e nello stesso tempo la sulle procedure concorsuali. molto evidente, per una vita piena lievi vicini e lontani per tutto quello passione profusa verso i suoi giovani Ora nel suo studio in via Sant’An- e varia. Il diritto non è tutto. Sono che hai insegnato, di diritto e di vita. allievi. Passione basata su due prin- drea pieno di antichi affreschi – «per stato sempre molto selettivo, preten- cìpi: il reclutamento dei migliori questo lo scelsi e lo sottoposi a un dendo che soltanto quelli con una Dino Satriano

39 Un tributo a Fabio Merusi innovatore del Diritto Amministrativo Edizioni ETS lisi critica delle sue opere più signifi- perché più realistico di altri, rispet- www.edizioniets.com cative. Fin dall’inizio, nel suo primo to al diritto positivo: egli non esita a lavoro sulle direttive governative lamentare l’ingiustizia amministra- Lynn Hunt La storia culturale nell’età globale nei confronti degli enti di gestione, tiva, invece di glorificare la giustizia Collana: Studi culturali [1] appare evidente la originalità inter- amministrativa; valorizza le autorità 2010, pp. 136. pretativa di Merusi nell’affrontare indipendenti a fronte delle ammini- problemi nuovi in modo personale e strazioni tradizionali; lamenta l’in- Daniel Arasse inedito. Successivamente, nel lavo- stabilità dei servizi pubblici. Il soggetto nel quadro ro sull’affidamento e la buona fede La conclusione di Cassese ben Saggi d’iconografia analitica Sara Longo [cur.] nel diritto pubblico, Fabio Merusi sintetizza il valore dell’opera di Collana: Segni del pensiero [12] arditamente capovolge la conce- Merusi: egli, da un lato tiene forti i 2010, pp. 220, ill. zione consolidata che la buona fede legami con la tradizione, dall’altro non trova spazio nei confronti della scava un solco che ci distacca da Giuseppe Moruzzi Fabio Merusi pubblica amministrazione e sostiene essa e apre nuove strade, sia nelle Ritratti di uno scienziato er celebrare i 70 anni di Fabio la tesi che il privato è un cittadino, analisi, sia nel metodo. Portraits of a scientist M. Meulders, M. Piccolino, PMerusi, ex allievo del Collegio non più un suddito, quindi merite- N.J. Wade [Cur.], 2010, pp. 264, ill. Medico-Giuridico ai tempi del- vole della tutela della sua buona fe- Brunello Ghelarducci la Scuola Normale Superiore, gli de. A distanza di decenni queste tesi Baruch Spinoza allievi Marcello Clarich e Luigi hanno trovato ampia conferma e P.S. Non sono un giurista, ma men- Etica Benvenuti hanno organizzato nel rappresentano elementi consolidati tre riassumevo gli scritti di Clarich e Paolo Cristofolini [cur.] novembre 2008 a Venezia, sede del diritto amministrativo. di Cassese non ho potuto fare a meno Collana: philosophica [73] del Dottorato congiunto in Scien- Nelle opere successive Meru- di paragonare la posizione critica, ma 2010, pp. 374. ze Giuridiche dell’Università Cà si elabora alcune delle più solide e mai avulsa dalla tradizione e dalla rego- Gianni Vattimo Foscari, dell’Università L.U.I.S.S. convincenti rivisitazioni di alcune la, di Fabio Merusi, insigne docente e Introduzione all’estetica e della Facoltà di Giurisprudenza aree del diritto amministrativo nei Maestro del diritto, con quella di Fabio Collana: parva philosophica [23] di Pisa, un seminario sulla sua ope- settori della sanità, della giustizia, Merusi, neolaureato e “Prefetto” del 2010, pp. 92. ra di indiscusso Maestro del diritto dei servizi pubblici, delle banche Collegio Medico Giuridico nelle occa- amministrativo. Dai numerosi in- e dei finanziamenti pubblici, delle sioni in cui, ad un’ora piuttosto tarda Gabriele Tomasi Un bicchiere con Hume e Kant terventi è scaturito un volume (Il fondazioni, dei trasporti, dei beni della notte, emergeva dalla sua camera Divertissement estetico-metafisico diritto amministrativo alle soglie del culturali e in diversi altri settori col- al primo piano del Collegio, in pigiama Collana: parva philosophica [24] nuovo secolo. L’opera scientifica di legati a procedure amministrative. di peloncino a righe e ciabatte marroni, 2010, pp. 164. Fabio Merusi, Pisa 2010, curato da- Sabino Cassese , al termine della sua con le mani unite dietro la schiena e i gli stessi organizzatori) in cui viene analisi sintetizza in tre punti il valore piedi un po’ divaricati come è ancora Leonardo Messinese tratteggiata l’opera di Merusi la cui innovativo del contributo di Merusi suo costume, e osservava in silenzio il Il paradiso della verità Incontro con il pensiero vita accademica è stata interamente al diritto amministrativo italiano: mare di acqua che scorreva nel corri- di Emanuele Severino dedicata a questo settore della giu- nel primo sottolinea la sua costante doio davanti alla sua camera in cui si Collana: philosophica [76] risprudenza a cui egli ha apportato aderenza e fedeltà alla tradizione e dibattevano tra secchi vuoti, bianche- 2010, pp. 228. importanti contributi interpretativi al metodo giuridico italiano per cui ria varia, suppellettili e carta, corpi ed innovativi. la sua opera si mantiene sempre ade- completamente ignudi di matricole che Viaggio nella democrazia Il volume contiene una ricca rente alla cultura amministrativista parevano ormai rassegnate ad essere Il cammino dell’idea democratica nella storia del pensiero politico prefazione di Sabino Cassese, anche italiana. Il secondo aspetto caratte- trascinate dalla corrente giù per le scale M. Lenci, C. Calabrò [Cur.] lui ex-allievo del Collegio Medi- ristico dell’opera di Merusi consiste fino al piano terra. Collana: Storia e Politica [2] co Giuridico quasi contemporaneo nel suo interesse per il diritto civile Dopo avere osservato per un po’ la 2010, pp. 384. e grande amico di Fabio Merusi. della pubblica amministrazione che scena, con appena una sottile traccia Cassese tratteggia l’iter culturale di pochi hanno dimostrato con la stes- di sorriso che traspariva dal suo volto, Miró. Il poeta del colore Merusi fornendo interessanti spunti sa continuità e con lo stesso rigore. assumeva una posizione più eretta, Catalogo della mostra, Trieste, 2010 Michele Tavola [cur.] interpretativi sullo sviluppo dei suoi Infine, Cassese rileva come Merusi sempre però con le mani unite dietro la 2010, pp. 96, ill. interessi nel campo del Diritto attra- abbia un atteggiamento più critico, schiena e, calmo ma autorevole, dichia- verso una succinta ma incisiva ana- meno accomodante, forse proprio rava la fine della bagarre con grande Chefchaouen sollievo dei disgraziati naufraghi e qual- Architettura e cultura costruttiva che rumore da parte dei pirati persecu- S. Mecca, L. Dipasquale, L. Rovero, U. Tonietti, V. Volpi [cur.] tori. Veniva sempre obbedito. Non so Collana: Sentieri Saperi Progetti [4] SANT’ANNA NEWS se l’abbiamo disturbato significativa- notiziario semestrale 2009, pp. 216, ill. mente nella stesura dei suoi primi lavori F. Camangi, D. Pettini, A. Stefani, Direttore responsabile: Brunello Ghelarducci; Comitato redazionale: tanto da compromettere lo sviluppo del suo pensiero giuridico futuro. Quanto G. Cecchelli, A.M. Santoro Amedeo Alpi, Giovanni Comandé, Alga Foschi, Franco Mosca, Piante spontanee d’uso alimentare Pierdomenico Perata, Davide Ragone, Mauro Stampacchia, Giu- riferito sopra dai suoi allievi e da auto- Viaggio alla scoperta della cucina povera seppe Turchetti; Editore: Associazione Ex-Allievi Scuola Superiore di revoli colleghi, oltre che dalla sua splen- a partire dalla tradizione popolare volterrana Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna, Pisa. Pubblicato con dida carriera, sembra escluderlo. 2010, pp. 208, ill. un contributo della Scuola Superiore Sant’Anna e della «Fondazione Una cosa è certa: per tutti noi è Spitali».; Presidente: Franco Mosca; Presidente Onorario: Giuliano stata una presenza autorevole e amica Marilina Betrò, Valerio Simini Amato; Coordinatore: Giuseppe Turchetti; Segreteria: Anna Letta; e come tale l’abbiamo amato. Perciò, Sono venuta correndo a cercarti Sede: Piazza Martiri della Libertà, 33 – 56127 Pisa, Tel. 050/883226, fax Canzoni e musica nell’antico Egitto da questa particolare, non accademica 2010, pp. 180, ill. 050/883600; e-mail: [email protected] - web: www.sssup.it/exallievi; Stam- prospettiva, a nome di tutti gli amici pa: Edizioni ETS, piazza Carrara – 56126 Pisa, www.edizioniets.com; di allora e della Associazione Ex-Allievi ISSN 1593-5442, Registrazione n. 9 del 1993 presso il Tribunale di Pisa. vorrei porgergli i nostri più affettuosi Piazza Carrara 16-19, 56126 Pisa tel. 050 29544, fax 050 20158 auguri per il futuro. pubblicitaria informazione

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