Mai Stati Uniti (2013) Sono gli attori la parte migliore di quest'opera che appare più vitale delle ultime produzioni vanziniane. Un film di con Vincenzo Salemme, Ricky Memphis, Ambra Angiolini, Giovanni Vernia, Anna Foglietta, Maurizio Mattioli, Andrea Pittorino, Paolo Bessegato, Daniela Piperno. Genere Commedia durata 90 minuti. Produzione Italia 2013. Uscita nelle sale: giovedì 3 gennaio 2013 Cinque personaggi scoprono di avere un padre in comune. Riceveranno però l'eredità solo se esaudiranno l'ultimo suo desiderio.

Boris Sollazzo - www.mymovies.it Cinque fratelli che non sanno di esserlo, un viaggio in America per spargere le ceneri del padre che ha sedotto e abbandonato le loro madri e mettere così le mani su una cospicua eredità. La trama del nuovo film dei fratelli Vanzina è uno di quei canovacci a colpo sicuro che usano gli sceneggiatori di mestiere per non correre rischi, soprattutto se in quel quintetto trovi attori come Vincenzo Salemme e Ricky Memphis, in gran forma, e hai la fortuna di valorizzare il bel talento comico di Anna Foglietta o la maturazione artistica di Ambra Angiolini. E sono proprio gli attori la parte migliore di quest'opera, nonostante un Giovanni Vernia che si conferma non tagliato per la carriera cinematografica (la sua imitazione di De Niro verrà ricordata come una delle trovate più urticanti della storia del cinema). A loro aggiungiamo anche Maurizio Mattioli che con la sua partecipazione, breve ma irresistibile, ci regala forse i momenti più divertenti del film. Un film, questo, che appare di sicuro più vitale delle ultime produzioni vanziniane, grazie, probabilmente, anche alla presenza come cosceneggiatore di Edoardo Falcone (sodale, in scrittura, anche di Massimiliano Bruno), che sembra aver dato loro nuova linfa e una maggiore coerenza narrativa rispetto all'estemporaneità degli ultimi anni.Eppure il difetto di fondo dei loro ultimi vent'anni - dal loro secondo viaggio in America, per intenderci, '''' (1992) e quel piccolo grande gioiello che è '''' (2003) escluso - riemerge prepotente. Guardando la regia di Carlo e percorrendo la scrittura di Enrico, è inevitabile sentirsi fuori tempo, non riuscire ad appassionarsi a storie che senti vecchie, lontane. Lo stile è quello di un cinema che non c'è più, la partitura narrativa è faticosa pur nella brevità del film, l'insieme di gag hanno un sapore di già visto, anche la coralità appare forzata. E qui è inevitabile chiedersi perché nessuno di noi si stancherebbe mai di rivedere, ancora adesso, '''' o ''Sapore di mare'', ''Yuppies - I giovani di successo'' o ''Eccezzziunale...veramente'' (e persino ''Amarsi un po''') ma poi non riesce a lasciarsi catturare da questo sentimentalismo comico degli ultimi due decenni. La risposta, forse, sta in una minore cura dei particolari (il fuso orario inesistente tra Ambra, in America, e la sua psichiatra Daniela Piperno, in Italia, entrambe al telefono di notte non è determinante ma, di sicuro, dà fastidio) e in un'armonia inesistente tra le varie parti in commedia che, invece, prima, era il punto di forza delle storie vanziniane. E per sentirsi e rendersi moderni non bastano le ammiccanti citazioni alla commedia americana moderna (''Parto col folle'' e ''Una notte da leoni'' su tutti) o ai classici di un tempo (''Intrigo Internazionale'' che incontra... il grande e compianto presidente della Roma Franco Sensi!), la patina di un cinema (sor)passato non va comunque via.

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