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LIFESTYLE MAGAZINE ISSUE_15_2017 / SETTEMBRE

Vendemmia “Calor del sole che si fa vino”

Alba Esteve Ruiz Una chef spagnola a Roma LA MAGIA DEL TEMPO Il ritmo delle stagioni, vecchi rituali che si rinnovano

Gli ultimi scampoli di estate introducono atmosfere più soft: alla luce accecante di luglio e agosto si sostituisce quella più gentile di settembre, ricca di contrasti e sfumature. È un piacere passeggiare in un bosco, magari in cerca di funghi, ma in fondo può essere gradevole anche tornare alle vecchie abitudini, quelle interrotte dal break delle vacanze. Fa tutto parte dell’eterno susseguirsi delle stagioni: in campagna è il magico momento della vendemmia mentre, guardando la cosa da un altro punto di vista, è arrivata l’ora di riprendere i nostri lavori e di accompagnare i nostri figli in una nuova avventura scolastica. Ci sono piaceri che non finiscono con le vacanze, come cucinare un buon piatto o gustarlo al ristorante, o ancora leggere, guardare un bel film, dedicarsi ad abbellire la propria casa. Vivi di gusto continua a tenervi compagnia. Buona lettura!

Stéphane Coum Direttore Carrefour market Italia

_1 sommario

idee Sap ne e ta ori, luoghi, perso ta nti m la vi odi diversi per amare

la materia prima Where are you chef? cibo per la mente Funghi Alba Esteve Ruiz Lost in translation

Una bontà di stagione che evoca Una spagnola a Roma: il Marzapane, Un libro delizioso e originale passeggiate nel bosco e ci introduce il locale in cui lavora, è diventato un svela le caratteristiche dei popoli in un mondo dall’incredibile varietà punto di riferimento della capitale attraverso le loro parole intraducibili

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ci metto la faccia la fotoricetta ambasciatori vivi di gusto Davide Fucci Tiella barese Pietro Leemann

Quattro chiacchiere con il panettiere Il tipico Riso, patate e cozze, fra i Torna il celebre chef vegetariano, che del market Vivi di Gusto di Piazza piatti pugliesi più rappresentativi, stavolta ci spiega come la vita Gramsci a Milano visto da Antonio Bufi de Le Giare abbia bisogno del bello e del buono

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il gusto di viaggiare Il tema del mese Kids Friendly Dolomiti La vendemmia I corsi

Una destinazione montana celebre per Il momento della raccolta dell’uva Tutti i genitori lo sanno: a la sua bellezza si tinge in questo periodo ispira da sempre gli artisti e ci dice settembre si deve decidere a quali di sfumature inedite molto dei vini che verranno prodotti attività pomeridiane iscrivere i bimbi

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_2 Eco.logicoEco.logico SmartSmart citiescities

Le città intelligenti coniugano crescita e sostenibilità

tendenze gourmet Habitat _46

Kebab Mobili double face CAT CHAT

Come già altri , anche la Gli arredi che svolgono una doppia Mici e neonati specialità mediorientale viene rivisitata funzione rappresentano l’ultima in chiave sana ed elegante tendenza dell’interior design Il gatto Menelao risponde ai quesiti dei suoi simili _36 _43 _47 hollyfood Art notes Il pranzo di Babette Charles Baudelaire rime di gusto

La generosità e le gioie della cucina Il famoso poeta maledetto è morto 150 Il nostro saluto in versi possono illuminare anche le anni fa ma il suo fascino continua a comunità più cupe e deprimenti influenzare l’arte ancora oggi _48 _39 _45

The cocktail club colophon SETTEMBRE 2017 - NUMERO 15 - ANNO 2 Tequila Registrazione in tribunale: Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano n.76 del 29/02/2016 - ISSN )33.  Storia, caratteristiche e uso della Ideatore: Altavia Italia leggendaria bevanda messicana Proprietario: GS S.p.A., via Caldera 21 - 20153 Milano ricavata dalla distillazione dell’agave Editore: Altavia Italia, Alzaia Naviglio Pavese 78/3 - 20142 Milano Stampatore: Altavia Italia, Alzaia Naviglio Pavese 78/3 - 20142 Milano Direttore Responsabile: Niccolò Vecchia Redazione: The Van, via Cucchiari 20 - 20155 Milano _40 Foto di copertina: Hive, via Teglio 9 - 20158 Milano

3JDPSEBUJEJQSFOEFSFMBUVBDPQJBDBSUBDFBBMMFDBTTF _4 d’inizio autunno,diincontrare sullapropria strada,aipiedidiunalbero onascostodaqualche o si limiteràa comprarli potràugualmente godere diunaconfortante esplosionedisapore, capace cespuglio, unosplendido porcino?Omagarilasquillantemacchiagialla creata daungruppo di finferli?Ifunghipossono essere unmeravigliosopassatempo percoloro che(conla giusta preparazione!) vorrannocimentarsinellaricerca.Ese pure ilbottinononfosseprestigioso, sarà comunque unabuonascusaper passare deltempoimmersinella natura.Maanchechi

s di riportare immediatamente allaterra, dicuiifunghi catturano gliaromi piùdeliziosi. Chi nonhamaidesiderato, duranteunabellaerinfrescante passeggiata difineestate b t

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ILLUSTRAZIONE DI ALESSIA CASATI la materia prima Funghi

di Niccolò Vecchia Una storia mistica, misteriosa, buonissima

Né vegetali, né animali: sono miceti. Capaci di indurre allucinazioni, o di uccidere. Ma anche deliziosi

funghi sono da sempre circondati da un’aura di mistero: potrebbero sembrare infatti dei vegetali, I ma sono privi di alcune caratteristiche di questi ultimi. Non hanno radici, foglie, fiori, non compiono la fotosintesi colorofilliana. Su questi aspetti si sono a lungo interrogati i biologi, che alla fine li hanno definiti “miceti”: una classificazione a sé stante per un “regno” che comprende più di 100.000 specie conosciute.

La prima testimonianza del rapporto tra uomo e funghi ci permette di aggiungere altro mistero e misticismo alla questione: si tratta di una serie di pitture rupestri nel sud dell’Algeria, risalenti a un periodo stimato tra i 9000 e i 7000 anni fa. Rappresentano delle cerimonie iniziatiche, sacre, in cui i partecipanti fanno uso di funghi, che gli studiosi ritengono essere allucinogeni. Non si tratta dell’unico caso di questo genere che Sia gli antichi greci che gli antichi romani ne troviamo nella storia umana: anche Aztechi e Maya apprezzavano invece la bontà, ma ne erano anche consideravano di discendenza divina certi funghi dal spaventati per la potenziale pericolosità: Plinio il potere psicotropo, e diverse testimonianze letterarie Vecchio, nella sua Naturalis Historia, racconta come confermano come in Siberia si sia tradizionalmente l’Imperatore Tiberio Claudio sia stato assassinato fatto uso di una specie chiamata Amanita Muscaria dalla moglie Agrippina ingannato proprio dalla sua per cerimonie sciamaniche. grande passione per i funghi. Q segue a pagina 7 _5 la materia prima Funghi

_6 la materia prima Funghi

100.000 ono più di le specie s di fun ghi cono sci ute ...

Tanti e buoni!

Le varietà di funghi commestibili, sia selvatici che coltivati, sono moltissime

ralasciando i Porcini, cui dedichiamo un intero nome latino è Amanita Caesaria, il fungo dei Cesari. articolo, sono davvero moltissime le varietà di Sia i bianchi gambi che il cappello dal colore ocra T funghi commestibili che possiamo trovare in hanno un sapore delizioso: consumateli crudi, per commercio. Qui descriveremo le più conosciute. gustarli al meglio. Che li si chiamino Finferli, Galletti o Gallinacci, I Pioppini, si trovano dalla primavera all’autunno, si tratta sempre del medesimo tipo di funghi: si crescono sulle cortecce umide di molti alberi e sono trovano da giugno a ottobre, dal colore giallo e dal facilmente coltivabili. Si adattano a molti usi, sia cappello frastagliato, sono apprezzati in trifolati, sia come elemento di un sugo rosso cucina per molte preparazioni. Ottimi per una pasta, o ancora come ingrediente con la polenta. aromatico di una frittata. Le Mazze di tamburo, si Simili, ma diversi per specie e trovano dall’estate all’autunno, caratteristiche, sono gli autunnali di colore bianco-grigiastro, Chiodini: in particolare sono funghi riconoscibili per il cappello dal grado tossico superiore e vanno di grandi dimensioni, dai 20 consumati solo dopo averli lessati per ai 30 cm di diametro: è anche circa quindici minuti, per poi trifolarli la parte utilizzata in cucina, in padella. soprattutto impanata o fritta, Le Lingue di bue sono invece poco come una cotoletta. comuni, note principalmente ai Gli Ovoli si trovano da fine cercatori di specie selvatiche: si trovano agosto e sono tra i funghi più da agosto a ottobre, hanno un sapore apprezzati fin dai tempi degli gradevolmente acidulo e si antichi romani: per questo il consumano anche crude. Q segue a pagina 9 _7 la materia prima Funghi

_8 la materia prima Funghi

S .. areb ali. be un tti ugu errore pensare che sono tu Sua maestà il Porcino

Del buonissimo re dei nostri boschi e delle nostre tavole esistono diverse varietà

on la loro forma, oltre che con il loro sapore, È però spesso vittima dei parassiti, che sovente lo sono l’immagine che appare subito nella divorano quasi completamente dall’interno! C nostra mente quando pensiamo ai funghi. Ma i porcini non sono tutti uguali! Con questo nome si indicano invece una serie di funghi della varietà Il Porcino rosso, o Boletus pinophilus, deve il suo Boletus, ognuna con caratteristiche diverse dalle altre. nome latino al fatto di essere particolarmente diffuso Ve ne raccontiamo alcune, concentrandoci su quelle nei boschi di conifere. È anche questo un fungo commestibili. estivo, che può diventare molto grande, arrivando a Il più diffuso è il Porcino comune, o Boletus edulis. pesare quasi 2 kg. E’ quello che si trova quasi sempre in commercio: Ha una consistenza molto soda, per cui si preferisce cresce dalla primavera all’autunno sia in pianura che evitare di consumarlo crudo e richiede una cottura in montagna e le sue caratteristiche in cucina ci sono più lunga degli altri porcini. Q sicuramente note. E’ buonissimo, sia cotto che crudo. Come pulire i porcini Ancora più delizioso e pregiato è il Porcino nero, È facile compromettere il gusto dei porcini che vogliamo o Boletus aereus. Si distingue per il colore scuro del cucinare. Sono infatti molto delicati e sensibili all’acqua! suo cappello e cresce, anche se non è molto comune, Come prima cosa, con un coltellino, pulite la parte inferiore nei boschi di conifere dell’Italia settentrionale e dei gambi, eliminando i grumi di terra. Poi passate al centrale. Ha una consistenza più soda rispetto ai cappello, ma non lavateli mai: strofinateli con delicatezza suoi “cugini”, e un sapore più intenso. Se si avrà usando un piccolo panno umido. Completate il lavoro con l’occasione di cucinarlo, sarà consigliabile cercare un pennellino, preferibilmente di gomma, asportando le di valorizzare le sue caratteristiche aromatiche, ultime impurità. Poi cucinateli come preferite. Se però trovate dei bei porcini freschi, potrebbe valere la senza coprirle con altri sapori. pena di conservarli. Dopo averli puliti, tagliateli per il Il Porcino reticolato, o Boletus aestivalis, è il lungo, posateli in un contenitore adatto e surgelateli. Il primo a spuntare nei boschi italiani, con l’arrivo risultato sarà perfetto: ogni volta che vorrete, li potrete dei primi caldi. Ha il gambo reticolato dal colore estrarre dal freezer e, senza bisogno di lunghi tempi di marrone chiaro e un sapore piuttosto simile a quello scongelamento, ritroverete tutto il loro aroma. del porcino comune, così come i suoi usi in cucina.

_9 la materia prima Funghi ripieni

Comun al forno e, se miFunghi fin o, f in o , Ingredienti per 4 persone

s u p • 16 ovoli grandi (in alternativa si possono usare gli e r f champignon, che saranno meno saporiti) • 2 uova i n o . • 150 g di grana o parmigiano • 1 spicchio d’aglio . . • 100 g di mollica di pane fresco • Latte • Maggiorana e prezzemolo freschi • Olio extravergine di oliva • Sale e pepe 60 minuti Separare i gambi dalle cappelle. Pulirli entrambi con un panno umido, poi asciugare le cappelle con carta assorbente. Tagliare i gambi a pezzettini. Ammollare la mollica di pane nel latte, poi strizzarla con cura. Tritare lo spicchio d’aglio, il parmigiano, la maggiorana e il prezzemolo. Unire e amalgamare in una ciotola i gambi, la mollica, le uova, un cucchiaio d’olio, aggiustando di sale e pepe. Riempire l’incavo delle cappelle con la farcia appena preparata. Ungere con poco olio una teglia e disporvi le cappelle ripiene, bagnandole anche sopra con qualche goccia d’olio. Infornare a 180° per 35 minuti. ricette Trota salmonata con porcini e patate

Ingredienti per 4 persone •4 filetti di trota salmonata • 600 g di patate gialle • 200 g di porcini • 1 carota • 1 cipolla • 2 gambi di sedano •2 spicchio d’aglio • Rosmarino • Olio extravergine d’oliva • sale

Pelare le patate e farle a cubetti, precuocerle per 4 minuti in acqua bollente, poi metterle in una casseruola con olio 60 extravergine, 2 rametti di rosmarino e 2 spicchi d’aglio, minuti infornare a 180° per 45 minuti, girandole due volte. Pulire i funghi e tagliarli a tocchetti. Tagliare ciascun filetto in 3 parti. Sfornare la casseruola, posare i filetti, dal lato della pelle, sulle patate e aggiungere i funghi. Ungere con poco olio il lato superiore dei filetti e salare. Infornare per altri 15-20 minuti. Intanto tritare grossolanamente carota, cipolla e sedano, metterle in una padella con poco olio extravergine e stufare a fuoco lento per 20 minuti. Infine impiattare i filetti, contornandoli con patate e funghi, e condendoli con un cucchiaio di verdure stufate. _10 la materia prima Funghi tibili di tartuf ommes i: età c vari due bianche e set Nove te n ere

Le regole d’oro del La magia cercatore di funghi dei tartufi

n’importante premessa: bisogna conoscere i tartufi? Sono funghi o sono tuberi? Non deve approfonditamente le classificazioni ingannare il nome latino di questa prelibatezza U micologiche. Mangiare i funghi sbagliati può E (Tuber): i tartufi sono assolutamente funghi. essere anche letale. Ecco ora qualche altra regola di Ipogei, in quanto crescono sottoterra. In natura si sicurezza. contano circa un centinaio di varietà di tartufi, ma sono - Documentarsi sempre sull’itinerario, portando con sé solo nove quelle commestibili dall’uomo. Nel territorio una mappa dettagliata della zona, anche se la si conosce. italiano si trovano in molte regioni, soprattutto in - Informarsi sul bollettino metereologico e rinunciare inverno, ma anche in estate: quelli invernali sono alla ricerca in caso di possibile maltempo. però di migliore qualità. I due centri più noti, - Evitare di addentrarsi da soli nel bosco: la rispettivamente per il cosiddetto Bianco pregiato presenza di almeno un compagno garantirà la sicurezza e il Nero pregiato, sono Alba e Norcia. Oltre al di entrambi. Bianco pregiato di Alba, il più caro e prestigioso, solo - Concentrare il periodo della ricerca nelle ore il Bianchetto ha una colorazione chiara: quest’ultimo mattutine, per scongiurare il pericolo di essere sorpresi però ha un sapore gradevole solo in piccole dosi, con dall’oscurità. una nota agliacea che ben si adatta a piatti a base di - Non sottovalutare infortuni o situazioni di difficoltà burro o formaggio. fisica: i sentieri da seguire possono essere impervi e Sono diversi invece i tartufi neri in cui possiamo mettere a dura prova la propria resistenza. imbatterci. Il Nero invernale assomiglia a quello - Portare con sé un’attrezzatura adatta: scarpe da di Norcia, ma ha un sapore meno intenso: la sua trekking, pantaloni lunghi anche d’estate, una torcia, un caratteristica, che lo distingue dagli altri tartufi, è di coltello, un cellulare carico. non soffrire la cottura, che anzi ne esalta le qualità. - Non usare zappe o rastrelli per rimuovere i funghi: Soprattutto nelle regioni dell’Italia centrale è molto possono danneggiare il terreno e pregiudicare la crescita apprezzato il Nero estivo, o Scorzone, di cui è futura. necessario usare quantità ragguardevoli, ma il profumo - Informatevi sui regolamenti locali che stabiliscono che ricorda la nocciola e il sapore morbido lo rendono le quantità di funghi che possono essere raccolti da ogni adatto a molti piatti della stagione calda. Il Nero cercatore. uncinato è invece una varietà interessante per il suo - Trasportare i funghi raccolti in un contenitore ottimo rapporto qualità-prezzo: è un altro tartufo nero areato, altrimenti potrebbero rovinarsi molto dall’aroma molto intenso e gradevole, che permette di velocemente. Q preparare ottime ricette senza esborsi eccessivi. Q

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ci metto la faccia

“SFORNIAMO IDEE SEMPRE NUOVE”

Davide Fucci, panettiere del market Vivi di gusto di Piazza Gramsci a Milano, ci parla con entusiasmo del suo lavoro

a mia storia in Carrefour inizia nel 2014 ed è strettamente legata a Vivi di gusto. Ho L infatti cominciato a lavorare, appena l’hanno aperto, nel market di Piazza Gramsci a Milano, che è stato il primo realizzato in base a questo format. Successivamente mi sono occupato della formazione un servizio personalizzato: se un cliente ha una dei colleghi (tutti i panettieri dei market Vivi di richiesta particolare, magari per una festa, siamo in gusto sono “venuti a scuola” in Piazza Gramsci) grado di esaudirla a qualsiasi ora. e dell’avviamento di vari punti vendita: pochi giorni prima dell’inaugurazione contribuivo alla sistemazione del reparto, verificando che tutti i dettagli fossero a Ci sono poi i prodotti di focacceria e di pasticceria, per posto, e poi restavo a sovrintendere al i quali variamo gli ingredienti in base lavoro per la prima settimana. alle stagionalità: in estate ad esempio, Nei market Vivi di gusto le panetterie alle classiche focacce si affianca quella funzionano in modo molto diverso rispetto con bresaola, rucola e grana, mentre la a quelle degli altri market: anziché tarte tatin, che normalmente è fatta essere consegnato una volta al giorno con le mele, può essere preparata da fornitori esterni, il pane viene a seconda del periodo con pesche e sfornato fresco per tutta la giornata, albicocche o con pere. fino alla sera, e in circa quaranta Posso dire che la mia esperienza nei varietà, dalla semplice ciabatta rustica market Vivi di gusto è stimolante perché al pane di grano duro fino ai pani ho molto spazio di manovra: ho avuto multicereali. la possibilità di introdurre idee nuove Questo modo di lavorare, oltre a dare al e continuo a farlo, cercando di andare cliente un prodotto di qualità e sempre sempre più incontro alle esigenze dei fresco, ci permette anche di offrire clienti. Q

_13 il gusto di viaggiare Dolomiti

_14 di Giuliana Altamura INCANTO MONTANO DI SETTEMBRE

Lo spettacolare complesso alpino, dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è in questo periodo la meta ideale per passeggiate nella natura ed esperienze gourmet

e per gli ultimi scampoli d’estate alle spiagge escursione ad alta quota c’è senza dubbio il preferite la fresca aria di montagna, quale meta giro delle Tre Cime di Lavaredo, un percorso S migliore delle nostre Dolomiti per trascorrere circolare che offre panorami difficili da dimenticare. delle vacanze all’insegna della natura, dello sport, Si parte dal Rifugio Auronzo (a 2.320 m) e, seguendo della storia e – perché no? – del buon cibo e del relax? il sentiero n. 101 si raggiunge il Rifugio Lavaredo, Il complesso dolomitico, detto anche dei “Monti per poi proseguire fino alla Forcella Paterno: un’ora pallidi” per il colore lunare delle sue rocce, comprende di cammino in lieve salita, adatta anche ai meno una sezione delle Alpi Orientali che si snoda esperti, per arrivare a godere di una splendida vista sul fra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli, nelle versante settentrionale delle Tre Cime. Si avanza poi ai province di Bolzano, Trento, Udine, Pordenone, piedi del Monte Paterno fino a un bivio, da cui dirigersi ma soprattutto di Belluno. Nel 2009 è stato o verso il Rifugio Locatelli (2.438 m) o in direzione del dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per sentiero n. 105, che attraverso la baita Lange Alpe – via della ricchezza e della bellezza dei suoi scenari sull’omonimo lago – ruota lungo versante occidentale paesaggistici, pronti a lasciare chiunque senza fiato. delle Tre Cime, tornando al punto di partenza. Gli amanti delle attività all’aria aperta troveranno sulle Per gli appassionati di mountain bike, invece, Dolomiti un vero e proprio paradiso di opportunità in particolarmente affascinante è il percorso ciclabile questo periodo, dal trekking alle gite in mountain bike, che va da Trento a Caldonazzo: una salita di 8 km dai percorsi attrezzati all’arrampicata, con livelli di con pendenza del 10% che attraversa, fra una curva difficoltà di ogni tipo. e l’altra, paesaggi affascinanti, come quelli dei laghi Fra gli itinerari più suggestivi per una bella Levico e Caldonazzo. segue a pagina 16 _15 il gusto di viaggiare Dolomiti

Se poi preferite un contatto con la natura meno genuinità dei piatti tipici, prodotti in loco. Fra le tante sfiancante, potete scegliere di passeggiare in uno segnaliamo la Malga di Laces a 1.715 m sopra Laces, dei numerosi parchi, appositamente istituiti per con una vista mozzafiato sulla Cima Vermoi e il Monte proteggere la flora e la fauna locali. Fra tutti, il Sole, in cui assaggiare il tipico Schöpserne (stufato Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, più di carne) o l’ottimo formaggio Almkäse, oltre ai tanti di 31mila ettari di territorio con un’eccezionale piatti a base di selvaggina. Se vi trovate dalle parti di varietà di ambienti e risorse idriche, fra cui i due Cortina d’Ampezzo, invece, l’indirizzo giusto è quello laghi della Stua e del Mis. del raffinatissimo El Brite De Larieto, dove lo chef Riccardo Gaspari propone piatti ricercati e insieme tradizionali come i canederli con crema di rafano o i casunziei di rape rosse e semi di papavero.

Le Dolomiti, infine, sono un vero e proprio museo a cielo aperto, apprezzatissimo da tutti gli appassionati e curiosi di storia e in particolare della Grande Guerra. Il territorio si prestava perfettamente come punto di avvistamento strategico al confine con l’impero austriaco ed è tutt’oggi disseminato dei resti di fortificazioni, trincee e postazioni militari. Lagazuoi, Cinque Torri, Sasso de Stria, Forte Tre Sassi, Col di Lana, Monte Piana, Col Vidal e la zona della Marmolada: sono moltissimi gli itinerari che si possono intraprendere alla scoperta della scena bellica del primo Novecento. Q

Agosto e settembre rappresentano inoltre il periodo migliore dell’anno per la raccolta dei funghi. Fra le La leggenda mete preferite dagli appassionati spiccano l’Altopiano dei Monti Pallidi della Paganella (in provincia di Trento), la Val di Fiemme e la Val di Non, i percorsi lungo le rive del Lago di La cultura tradizionale dolomitica è ricca di storie Molveno, nel Parco Naturale dell’Adamello. Qui troverete legate ai suoi territori. Un’antica leggenda narra che il principe delle Dolomiti avesse sposato la principessa porcini, prataioli, gallinacci, mazze di tamburo, finferli della luna e soffrisse per la sua distanza: se solo si e altre qualità pregiate. Attenzione però a rispettare i fosse avvicinato a lei, la sua luce l’avrebbe accecato, regolamenti regionali per la raccolta, che stabiliscono mentre la cupezza dei boschi avrebbe fatto ammalare la fanciulla. Fu provvidenziale l’arrivo degli gnomi, limiti precisi su orari e quantità. alla ricerca di un posto dove stare. Il principe permise loro di abitare nei boschi, a patto che rendessero lucenti le montagne. Gli gnomi tesserono allora la luce della Se invece i funghi preferite mangiarli direttamente, non vi luna sulle rocce, in modo che potesse abitarci anche la principessa, assieme al suo sposo. E fu così che le resta che raggiungere una delle tante malghe dolomitiche, Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi. dove sedervi e gustare immersi nella natura tutta la

_16 da non perdere

Visita alla miniera Per un’interessante passeggiata nella storia, scoprite la Miniera di Monteneve a Moso in Passiria, aperta fino al 15 ottobre. 130 km di gallerie e pozzi, e la rotaia più lunga del mondo. E per chi desidera fermarsi a dormire, è possibile prenotare uno dei cento Il festival “delizioso” posti disponibili al Rifugio. 22, 23 e 24 settembre, a Cortina d’Ampezzo e dintorni, ha luogo il Delicious Festival Dolomiti: tre giornate dedicate allo sport, alla

. cultura e all’enogastronomia . . dolomitica, per nutrire corpo, a d d mente e cuore tra un’arrampicata e fr e un bel piatto di Spätzle. a nz lie di accog

i z oz p e e 13 eri 0 km di gall

S p o r o t c n i e r l o l t a s N atu o ra tr n ce l ne so Il mercato A spas dell’antiquariato Se vi trovate dalle parti di Feltre, non perdetevi la “Fiera dell’oggetto ritrovato”, la seconda domenica del mese: una mostra-mercato di antiquariato e modernariato che riempie il centro storico con pezzi unici e da collezionismo.

_17 Where are you chef?

Alba Esteve Ruiz a Co ian munità Valenc

di Niccolò Vecchia Spagna, tra carne di maiale, riso e creatività

La chef iberica che lavora a Roma, ci racconta i sapori e la cucina gourmet del suo paese

lba Esteve Ruiz è nata a Banyeres de mondo, sia in mille altre preparazioni in cucina». Mariola, vicino ad Alicante. La sua Poi, e soprattutto nella regione in cui è nata, A prima esperienza professionale risale non si può dimenticare il riso: «Per noi è a quando aveva solo 14 anni. Cinque anni importante quanto la pasta in Italia. Nella zona dopo è arrivata nel più prestigioso e creativo di Valencia, arriva in tavola quasi tutti i giorni, con ristorante di Spagna: il Celler de Can Roca a una grande varietà di ricette». Infine Alba tiene Girona. «Lì ho conosciuto un ragazzo italiano, a sottolineare le grandi similitudini tra la cucina Mattia Spadone: alla fine della nostra esperienza spagnola e quella italiana: «Condividiamo una dai fratelli Roca, mi ha chiesto di andare a lavorare cultura alimentare mediterranea, un gusto per nel ristorante della sua famiglia, La Bandiera, a la freschezza, per la genuinità dei sapori, per Civitella Casanova, in provincia di Pescara. Ci la semplicità. Soprattutto con la cucina del sud ho riflettuto un po’, poi ho assecondato la mia Italia, quella siciliana o campana, abbiamo davvero curiosità». tantissime cose in comune». Da Pescara a Roma il passo è stato breve, Da almeno vent’anni però la Spagna è anche la quando le è stato offerto di dirigere la cucina di patria di grandissimi chef d’avanguardia, come un ristorante che stava per aprire, Marzapane Ferran Adrià prima, e proprio i fratelli Roca dolce&cucina, di cui è tuttora la chef. «A un certo adesso: «Credo che nel nostro paese si sia trovato punto sembrava che potessi andare in Francia, per il giusto equilibrio tra rispetto della tradizione fare un’altra esperienza ma... l’amore per il mio e creatività. Questo ci dà una grande libertà di compagno italiano, oltre che per l’Italia, mi hanno sperimentare. E i risultati si vedono...». Q trattenuto qui». E ora ha raddoppiato gli impegni aprendo il Caffè dell’Opera, ristorante attivo all’interno del Teatro dell’Opera romano. carta d’identità Per lei la cucina spagnola è ben rappresentata Chi. Alba Esteve Ruiz da alcuni elementi chiave, come la carne il ristorante. Marzapane dolce & cucina di maiale: «In Spagna è amatissima. Sia come Online. www.marzapaneroma.com ingrediente dei nostri salumi, apprezzati in tutto il

_18 Chef al lavoro

pane: eccellenz rza a ro Ma ma na

So o I fa ci rriso mediterrane mosi salumi iberi Where are you chef? Con Pietro Leemann

_20 Where are you chef? Alba Esteve Ruiz

i, l r uo t i re si eca s per non spr .. ono a. in cett ventati questa ri

Ho scelto di proporvi una ricetta che arriva dall’Andalusia: il Tocinillo de Tocinillo de cielo Cielo è un buonissimo dolce con una storia particolare e antica. Infatti è nato nel convento di Santo Spirito a Jerez de Come prima cosa preparare il caramello, mettendo la Frontera, dove ha avuto origine anche 1 acqua e zucchero in un pentolino e cuocendo fino il vino Jerez, o Sherry. a ottenere un composto dal colore dorato. Non Per chiarificare il vino le suore usavano mescolare, per evitare che si cristallizzi. grandi quantità di albume d’uovo: Farlo raffreddare e usarlo per rivestire il fondo di così, per non sprecare i tuorli, si sono 2 stampini d’alluminio da dolce monoporzione. inventate questa ricetta. È piuttosto semplice da fare e il Unire lo zucchero semolato all’acqua in un pentolino risultato è davvero goloso! 3 e portare fino a 115° per creare uno sciroppo. Versare lo sciroppo a filo sui tuorli e le uova Ingredienti per 12 persone 4 intere, poi mescolare in una boule d’acciaio, senza incorporare aria. 360 g di tuorlo d’uovo Per il caramello 8 uova intere 50 g d’acqua Versare il composto negli stampi, raggiungendo 2,5 1170 g di zucchero 500 g di zucchero 5 cm di altezza del composto al massimo. semolatosemolato semolatosemolato 250250 g d’acqua Mettere gli stampi su una teglia a bordi alti, riempita 6 d’acqua per una cottura a bagnomaria. Ricoprire la teglia con carta assorbente e alluminio. 7 Cuocere in forno a 170° per circa 40 minuti. Tirare fuori dal forno gli stampi, lasciare raffreddare 8 a temperatura ambiente, poi passarli in frigo. Consumare dopo almeno 24 ore.

_21_ 21 prodotti di gusto Salumi

CLASSICI SENZA TEMPO Da Pasini una linea d’eccellenza, composta di quattro referenze, che è espressione della più antica tradizione culinaria lombarda

a riscoperta della tradizione passate che hanno saputo tradizioni e ai segreti del passato, italiana – e in particolare tramandare il loro sapere fino ai Salumi Pasini dedica molto spazio Ldi quella lombarda – è nostri giorni. alla ricerca per offrire ogni giorno alla base della linea I Classici, La famiglia Pasini è depositaria ai suoi consumatori prodotti lanciata da Salumi Pasini. delle tradizioni del suo territorio innovativi. Quella alimentare italiana è una d’origine, la Lombardia, tramandate La linea I Classici di Salumi tradizione fatta di estrema cura di generazione in generazione per Pasini è composta di quattro nella scelta delle materie prime e più di 60 anni, mantenendo ancora referenze: Salame Campagnolo nella lavorazione. Proprio a questi lavorazioni artigianali come la in vaschetta da 90 g, Prosciutto due aspetti – materie prime e legatura del salame e, per la Cotto in vaschetta da 110 g, lavorazione – il marchio Salumi bresaola di suino, il massaggio Bresaola di suino in vaschetta Pasini dedica un’attenzione pari delle carni fatti entrambi a da 90 g, Salame Campagnolo con solo a quella delle produzioni di mano. Nonostante l’ancoraggio alle carta alimentare. Tutti i prodotti, una volta, per portare sulle tavole proposti in un packaging di oggi il meglio del nostro passato. ricercato, sono realizzati con Il rispetto di ogni ingrediente materie prime selezionate conduce alla creazione e al 100% italiane, e non di prodotti di altissimo contengono allergeni come livello, portatori dei sapori glutine, lattosio e proteine del e dei profumi che da secoli latte. contraddistinguono le nostre Dei veri capolavori di gusto: ottimi terre. Ogni passo che porta prodotti della tradizione per vivere, alla realizzazione dei prodotti nell’intimità della propria casa così Salumi Pasini ripercorre i gesti come nella convivialità di un pasto compiuti, con maestria e senza tra amici, un’esperienza culinaria mai affrettarsi, dalle generazioni unica. Q LA fotoricetta Tiella Barese 1 kgg 1 kgg di patate di cozzezz a pastapg gialla fresche (evitare le patate nuove)

1,5 kgg di riso Arborio

500 g di pomodori ramati

Le istruzioni 1 di antonio Bufi spicchio d’agliog

a “tiella” di riso alla barese è uno dei piatti più amati in Puglia (e non solo: tutti i pugliesi che vivono fuori, cercano 300 g L sempre di riproporla nelle loro case). Ma è un piatto di olio extra vergineg impegnativo da preparare per la combinazione di ingredienti utilizzati, quindi bisogna esercitarsi per arrivare alla perfezione. Soprattutto, ogni famiglia ha la sua ricetta e ognuna è convinta che sia la migliore. Antonio Bufi è uno chef pugliese di grande 200 g talento, che sta conquistando l’attenzione di molti gourmet con di pecorino grattugiatogg il suo ristorante Le Giare, nel quartiere Carrassi di Bari: ecco la sua versione, vicinissima alla metodologia tradizionale, di questa grande ricetta. Pepe nero qbq per 4 persone Prezzemolozz qb

_24 preparazione 1 La sera prima aprire le cozze a mano e a mezzomezz g guscio, conservando lacqual’acqua didi apapertura.

2 Poi pelare le patatet t e affettarleff con lo spessore di 3 o 4 mm.m. AffettareAffettare i ipomodori pomodori e e unirli unirli in una bacinella con le patate, 100 g di olio, pepe, prezzemolo sminuzzato, l’acqua delle cozze, l’aglio a fettine. Mescolare con cura, coprire con pellicola trasparente a contatto e riporre in frigoriferof g rifero per per una una notte. notte. 3 Sul fondo di una teglia della circonferenza di 40 cm versare 100 g di olio, distribuire per bene sul fondo uuna p parte dlldellee patate e dei pomodorpomodori. Distribuire in maniera ordinata le cozze con il guscio verso il basso,ba coprire con il riso crudo distribuito in maniera uniforme, ultimareultimar con le restanti patatetate e pomodorpomodori. Coprire con olio, pecorino grattugiato. Diluire con un popo’ dad’acqua q o brodo di pesce il condimento rimasto nella bacinella delle patapatate, aggiustarere di sale e versarlo nella teglia coprendo il tututto f a filo.

Infornare a 180/200° e cuocere dai 30 ai 40 minuti,uti, controllando spessop p g r aggiungere per regolare la cottura e aggiungere 4 un po’ di liquido. Lasciare intiepidire e poi servirla.

In alcune case si aggiungono alla preparazionepr p z anche delle zucchine, ma c’ècè chichi lala giudicagiudica un’eresia. _25_ 2 5 il tema del mese La vendemmia

di Elena Zargani Piccardi “CALOR DEL SOLE CHE SI FA VINO”

Quello della raccolta dell’uva è un momento solenne ed evocativo. I suoi tempi e i suoi modi sono determinati da un numero molto alto di variabili

olti di voi, leggendo queste pagine, Se il “ribollir de’ tini” diventa pop, è perché proveranno una sensazione di familiarità, già è popolare. La vigna fa da sfondo alla nostra M quasi di nostalgia. Vi tornerà infatti storia, è profondamente radicata nell’immaginario alla mente qualche “tema del mese” di qualche collettivo. Fra i maggiori Paesi produttori al tempo fa quando, rientrati a scuola, vi attendevano mondo, l’Italia è l’unico in cui le zone dei immancabilmente almeno due argomenti: “Le mie vigneti non sono sempre ben delimitate e vacanze” e, appunto, “La vendemmia”. Questo, distanti le une dalle altre. Da noi, le vigne alle elementari. Negli anni successivi, gli spunti s’inoltrano ovunque, in ogni angolo della penisola letterari legati alla vigna si sarebbero moltiplicati: e delle isole; s’addentrano sui litorali, s’inerpicano lunghi filari di versi e di prosa, dal “calor del sulle montagne, resistono a picco sul mare, sulla sole che si fa vino” dantesco ai colli fiorentini del sabbia, nella pietra, su terreni riarsi o negli antichi Foscolo, “per vendemmia festanti”; dagl’“irti colli” letti dei fiumi, a ogni latitudine e altitudine. di Carducci all’odierno Fiorello con la sua San “Viticoltura eroica”, a volte: terre vocate alla vigna Martino in musica, centodieci anni dopo. con caparbietà e fatica. 642.367 ettari di vigne

_26 il tema del mese La vendemmia

Altezza mezza bellezza

L’altitudine dei vigneti sul livello del mare è un fattore fondamentale in viticoltura. I “vini alti”segue hannoa pagina 28 che attraversano il Paese intero come arterie, vene spesso doti di particolare freschezza e finezza. Sono e capillari che percorrono un corpo vivo. generalmente più eleganti, meno strutturati e di corpo, meno concentrati nel colore, a vantaggio del corredo aromatico e dell’acidità. Si è calcolato che per ogni 170 metri in più sul “Bisogna averci fatto le ossa, averla nelle ossa livello del mare, la temperatura del vigneto diminuisce come il vino e la polenta, allora la conosci senza di un grado centigrado circa; mentre per ogni 100 bisogno di parlarne”: in questo modo Cesare metri in più, la gradazione zuccherina dell’uva Pavese descrive la valle del Belbo. Così è per la diminuisce di quasi un grado. vigna: non esiste una popolazione al mondo che Esistono, comunque, limiti massimi di altitudine alla “ce l’abbia nelle ossa” più di noi; e se dovessimo coltivazione della vite, che variano in base a latitudine, posizione geografica del vigneto, disposizione del terreno dimenticarci questo nostro legame antico, niente ed esposizione. In Italia i “vini alti” vanno dai 600-800 potrebbe riallacciarlo quanto leggere l’ultimo metri sul livello del mare nelle Langhe piemontesi fino capolavoro di Pavese. Della vendemmia, il ai 1.300 metri della Val d’Aosta e dell’Etna, in Sicilia. protagonista de La luna e i falò racconta:

_27 il tema del mese La vendemmia

“Sono i giorni più belli dell’anno. Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo “BISOGNA AVERCI FATTO LE OSSA, AVERLA NELLE non fa più, freddo non ancora; c’è qualche nuvola OSSA COME IL VINO E LA POLENTA, ALLORA LA CONOSCI SENZA BISOGNO DI PARLARNE” chiara, si mangia il coniglio con la polenta e si va (CESARE PAVESE) per funghi.” Pavese scrive queste parole fra settembre e novembre del ’49. Le scrive e le vive, poiché dalle parti del Belbo e di Canelli, terra di Brachetto, Perché nella vendemmia, “c’è un tempo per ogni di Freisa, di Barbera e Moscato, di Dolcetto e cosa” (questo non è Pavese, è la Bibbia, che al Nebbiolo, sono proprio questi i mesi clou della nostro fa concorrenza per densità di riferimenti vendemmia. L’ultima che Pavese avrebbe visto: viticoli): ogni terreno, ogni varietà d’uva ha il morirà a fine agosto dell’anno successivo, quando proprio calendario vendemmiale. Nel nostro si raccolgono le uve Moscato e quelle da spumante emisfero, si raccolgono le uve tra luglio e ottobre- (Canelli è famoso per l’uno e le altre), ma ne novembre, persino dicembre, a seconda della rimangono da vendemmiare la maggior parte; per latitudine (più si è a nord, più tardi matura l’uva), non parlare del re di Langhe e Roero, il Nebbiolo, dell’altitudine (la maturazione rallenta al salire del che si fa attendere altri due-tre mesi almeno. livello), dell’esposizione delle vigne (quelle esposte

_28 il tema del mese La vendemmia

ne I ta ig lia: i v 642.367 ettari d

a sud danno frutti che maturano prima), della varietà verificati con precisione i parametri della vendemmia: dei vitigni (quelli a bacca bianca maturano, in zuccheri riduttori (grado zuccherino), acidità genere, prima di quelli a bacca rossa), e infine dello totale (in alcuni casi, anche acidità volatile) e pH. stile di vino che vogliamo ottenere. Oggi come ieri, i grappoli giunti al giusto punto di maturazione vanno raccolti subito, prima che qualche pioggia eccessiva o un’improvvisa grandinata ne L’uva si raccoglie quando il rapporto tra la faccia scempio. Nella viticoltura di qualità, la cernita percentuale di zuccheri e l’acidità ha raggiunto il dell’uva è talmente certosina da suddividersi in più valore ottimale: questo rapporto si chiama indice fasi successive, poiché i frutti di uno stesso vigneto di maturazione ed è determinante nel decidere non matureranno mai “in simultanea”: ogni vigna, ogni quando iniziare la vendemmia. Se ai nostri bisnonni angolo, ogni grappolo fa storia a sé, in base a quanta bastava premere gli acini fra le dita per valutarne luce od ombra, acqua o brezza sia arrivata proprio il tenore zuccherino, oggi si prediligono strumenti lì. Ed ecco che la vendemmia si tramuta in tante scientifici di misurazione, come il mostimetro o micro-vendemmie, per la gioia di figli e nipoti, pronti a il rifrattometro, e l’analisi chimica del mosto carpire gli acini più succosi in campagna, e a ricordarli eseguita in laboratorio, dove possono essere sui banchi di scuola. Q

“C’è un tempo per ogni cosa”

Ecco una suddivisione di massima per tempi di Grignolino, Grillo, Lacrima, Lambrusco, Malvasia maturazione dei principali vitigni. Bianca, Malvasia Istriana, Malvasia Nera, Merlot, Precoci o medio-precoci: Brachetto, Chardonnay, Monica, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Nero Cortese, Dolcetto, Falanghina, Fiano, Friulano, d’Avola, Nieddera, Nosiola, Nuragus, Ortrugo, Oseleta, Gamaret, Gewürztraminer/Traminer Aromatico, Moscato, Passerina, Pigato, Pignoletto, Ribolla Gialla, Riesling Müller Thurgau, Pecorino, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Renano, Rondinella, Rossetto, Sagrantino, Sangiovese, Pinot Meunier, Pinot Nero, Primitivo, Sauvignon Blanc, Schiava Gentile, Teroldego, Timorasso, Trebbiano, Semidano, Vespaiola, Viognier. Trebbiano di Lugana, Verdeca, Verdicchio, Vermentino, Media o medio-tardiva: Alicante, Arneis, Barbera, Vernaccia. Biancame, Bonarda, Bovale, Cabernet Franc, Cabernet Tardivi: Aglianico, Carricante, Croatina, Lagrein, Sauvignon, Canaiolo, Cannonau, Catarratto, Ciliegiolo, Molinara, Montepulciano, Nebbiolo, Negroamaro, Petit Colombana, Colorino, Corvina, Dindarella, Fumin, Verdot, Refosco dal Peduncolo Rosso, Sangiovese, Syrah, Gaglioppo, Glera, Grechetto, Greco, Greco Bianco, Trebbiano Spoletino.

_29 cibo per la mente Boy, snow, bird cibo per la mente

“CON TE MI SENTO GEZELLIG”

Un delizioso libro illustrato ci guida attraverso parole intraducibili che esprimono concetti molto familiari

uesto è un libro speciale, perché fatto di parole speciali – parole rubate a tutte le lingue del Q mondo, ma usate per raccontare un’emozione, un’azione, un significato che tutti noi già conosciamo: Ella Frances Sanders, Lost in translation, semplicemente, non sapevamo come dirlo. Marcos y Marcos, 2015, 120 pagine. Le parole raccolte da Ella Frances Sanders in Lost in traslation, edito da Marcos y Marcos, sono cinquanta, e sono una più bella dell’altra, così come le illustrazioni che con la parola “jugaad” indica una soluzione che le accompagnano. Parole intraducibili, certo, ma rapida ed efficace che richiede il minimo dello sforzo: capaci di dirci tantissimo del popolo che le ha inventate. praticamente uno stile di vita. Pronti a perdervi in questo splendido viaggio in giro per Il Galles, da parte sua, conosce bene la nostalgia, quella il pianeta attraverso la magia del linguaggio? un po’ amara che racchiude malinconia e rimpianto per i luoghi perduti del passato o che non sono mai esistiti: l’“hiraeth”. E chi non la conosce? Allo stesso modo, In svedese esiste una parola che indica la scia tutti comprendiamo benissimo, purtroppo, il significato luminosa della luna che si riflette sull’acqua: del verbo russo “razljubit’”: guardare qualcuno “mångata”. La Svezia è terra di poeti. Non da meno, che amavi e renderti conto che il sentimento però, sono i giapponesi, che col sostantivo “komorebi” non è più lo stesso di un tempo. E se siamo soliti individuano il brillare del sole fra le foglie degli alberi. buttarci sul cibo per compensare questo genere di L’accoglienza, la familiarità e il piacere della mancanze emotive, potremmo presto ritrovarci una conversazione caratterizzano invece il popolo olandese, bella “kummerspeck”, la “pancetta da stress” secondo i che non a caso ha inventato la parola “gezellig” per tedeschi. Il premio per il romanticismo, però, lo vincono descrivere quel senso di intimità, calda e rigenerante, i brasiliani, che nel loro portoghese annoverano la parola che si prova stando con le persone care. “cafuné”, ossia “l’atto di passare teneramente le Non poteva che essere greco il concetto di “meraki”, dita fra i capelli della persona amata”. Con Lost un verbo che indica il “fare qualcosa con tutto in traslation sarà dolce “vacilar” per il mondo, come te stesso”: passione e creatività non mancano affatto direbbero gli spagnoli: non un semplice viaggiare, ma un a questa cultura! Ingegnoso, invece, il popolo indiano, godere del viaggio in sé, indifferenti alla meta. Q

_31 ambasciatori vivi di gusto Pietro Leemann

di Giuliano Pavone “IL BELLO E IL BUONO CI RENDONO FELICI”

L’armonia di sapori come ricetta per stare bene e la cucina come stimolo per le relazioni umane: questi e altri spunti nelle parole del noto chef vegetariano

opo averci fatto compagnia per tutto il vista filosofico. Tornando a un livello alimentare, gusto primo anno di Vivi di gusto Magazine, e olfatto (insieme alla vista) sono importanti prima di D spiegandoci i vari aspetti della sua attività, tutto perché ci permettono di riconoscere la freschezza il grande chef vegetariano Pietro Leemann torna a e la fragranza di un cibo, e poi perché una dieta con parlare ai lettori con un’intervista sulle sue abitudini una gamma completa ed equilibrata di gusti (e che non e sulla sua visione della vita. si limita solo al dolce e al salato, come invece spesso avviene in Occidente), ci aiuta a stare bene. A cosa associa la parola “gusto”? Prima di tutto a uno dei cinque sensi. Lo associo Ha parlato di vista. Quanto conta per all’olfatto: sono due sensi diversi ma entrambi lei la dimensione estetica? Che criteri servono per percepire appieno ciò che ci circonda. adotta sotto questo aspetto per i Per migliorarli, dobbiamo ampliare la nostra suoi piatti? conoscenza attraverso nuove esperienze, e poi Il bello e il buono sono secondo me indispensabili “purificarci”, cioè liberarci dagli altri sapori, per vivere bene. Dare colore e gusto alla vita sotto che possono confonderci. Vale anche da un punto di tutti i punti di vista è importante per la nostra felicità personale, e di conseguenza anche per la nostra salute. carta d’identità Posso dire di fare, attraverso i miei piatti, una rappresentazione Zen all’occidentale. Se da noi Chi è. Pietro Leemann un piatto è concepito come un quadro, in Oriente è piuttosto un paesaggio, qualcosa di naturale. Ha dove. Joia, via Panfilo Castaldi, 18 cioè volume: è tridimensionale. Ciò dipende sia dalla – Milano posizione in cui gli orientali mangiano – più bassa, quindi vedono i piatti frontalmente e non dall’alto on line. www.joia.it – sia da una precisa scelta estetica. In Oriente la Natura non viene solo valorizzata, ma enfatizzata.

_32 SE DA NOI UN PIATTO È CONCEPITO COME UN QUADRO, IN ORIENTE È PIUTTOSTO UN PAESAGGIO: È TRIDIMENSIONALE

I miei piatti, esteticamente, sono sempre la combinazione di tre principii: la forma naturale degli alimenti, la geometria e la casualità.

Le piace fare la spesa? Sì, molto. Quando la faccio per cucinare a casa, di solito mi lascio ispirare da quello che trovo, partendo dalla verdura e costruendoci delle preparazioni intorno. A volte, anche se di rado, mi capita di scoprire un ingrediente che non conoscevo. Naturalmente compro sempre prodotti bio, faccio caso alla stagionalità e sono molto critico nell’osservare la freschezza degli alimenti.

Cosa le dà piacere, cioè cosa la fa vivere di gusto, nella vita di tutti i giorni? La vita la godo di più quando le mie relazioni con gli altri fioriscono. In fondo anche cucinando cerco di stimolare una qualità delle relazioni. Per questo credo che la cucina vegetariana, che è scevra da aggressività, sia la migliore anche da questo punto di vista. Un’altra parte che mi fa vivere bene è il contatto con la Natura, che si può avere anche vivendo, come me, a Milano. Infine mi dà piacere l’essere in pace con me stesso: un risultato che ottengo tutti i giorni viaggiando dentro di me attraverso la meditazione. Q

_33 kids friendly

“A CHE CORSO LO ISCRIVO?” le scelte, ad esempio affiancando un’attività Per decidere come e quanto occupare fisico/sportiva e una creativo/musicale. L’ideale è il tempo libero dei bambini, sono parecchi iscrivere il nostro bambino insieme a un amichetto, gli elementi che vanno valutati rendendo così più facile l’inserimento in un gruppo nuovo e più piacevole l’approccio con un’attività ettembre: è tempo di tornare al lavoro, a sconosciuta. Senza contare che, fra genitori, ci si dà scuola, alla routine. Per i più piccoli, si pone una mano per accompagnarli e andare a riprenderli. S la questione dei corsi extrascolastici. Ecco qualche consiglio, maturato rigorosamente sul campo, per fare le scelte migliori. IN MOLTI CAVALCANO L’ONDA DEI CORSI PER BAMBINI, MA CHI È VERAMENTE Innanzitutto, non esagerare: è bene optare per due IN GRADO DI OFFRIRE UN SERVIZIO AD HOC? (massimo tre) attività a settimana. I bambini sono VERIFICARE LA LOGISTICA, L’ACCOGLIENZA, già abbastanza carichi, fra scuola (spesso a tempo GLI INSEGNANTI, MA SOPRATTUTTO pieno), impegni extra (il catechismo, per esempio) L’ORIENTAMENTO AI PIÙ PICCOLI. e familiari (come rinunciare alla merenda dalla nonna?). I corsi sono delle importanti occasioni Se è sacrosanto seguire inclinazioni e desideri, di socializzazione e apprendimento, ma non nella scelta va però adottato anche un criterio di vanno usati come un “parcheggio”: se possibile, praticità. Un corso può essere entusiasmante, è sempre meglio un po’ di tempo in più con mamma ma se si svolge in un orario scomodissimo o e papà, anche a fare la spesa o una commissione. dall’altra parte della città i disagi potrebbero Come dice lo stimato pediatra milanese Giampaolo sopravanzare i benefici. In più, è prudente Paolino, «Questi bambini a scuola già fanno orari da orientarsi verso una scuola che permette di pagare metalmeccanici, non stressiamoli oltre». ogni 4-6 mesi anziché annualmente. I bambini, Naturalmente, i gusti dei bambini vanno si sa, facilmente cambiano idea. E proprio per assecondati senza imporre quelli dei genitori. ridurre il rischio che il piccolo perda interesse dopo Se le idee non sono troppo chiare, conviene qualche mese, vale la pena di scegliere un corso approfittare delle lezioni di prova, momenti utili per in cui è previsto il saggio finale: ai bambini piace conoscere discipline, scuole e attività nuove e per mettersi alla prova e mostrare ai familiari quello che avere, a incontro concluso, un importante feedback hanno imparato, e la prospettiva di un’esibizione dall’insegnante. Sarebbe poi preferibile bilanciare facilmente li “fidelizzerà”. Q

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tendenze gourmet

IL ADESSO È CHIC

Atmosfere minimal, contaminazioni e tanto gusto: ecco come un altro street food ha fatto il salto di qualità

a rivincita dello street food in versione gourmet gustose sperimentazioni sui singoli ingredienti: dalle è ormai un dato di fatto. Dopo gli , i differenti marinature della carne alle diverse tipologie L toast, persino i , poteva forse mancare di pane utilizzato, dalle verdure di contorno alle ricette il trend del kebab per palati raffinati? delle salse. Questo piatto gustoso a base di carne grigliata tipico della Turchia, ma diffuso in tutto il Medio-Oriente, ha smesso di essere il pasto take away “5 euro e via” La prima “kebabberia” gastronomica ad aprire a degli studenti con l’ora di buco, per prestarsi a Milano è stata Mariù, che nasce dall’idea di mixare eleganti rivisitazioni da alta gastronomia. la tradizione culinaria mediorientale e quella La sostanza, di fatto, resta quella: la ricetta originale del italiana, utilizzando condimenti e carni del Bel Paese Döner Kebab (letteralmente: “kebab che gira”) prevede secondo le ricette turche. Il design deliziosamente carne di agnello, manzo, pollo o tacchino messi a girare vintage del locale richiama la genuinità della cucina – appunto – sul tipico spiedo verticale; poi insalata, della nonna, e c’è persino un angolo per il bookcrossing. pomodoro, cipolla, salsa harissa piccante, salsa allo Non perdetevi il kebab con melanzana, burrata, e . Noi occidentali non abbiamo tardato pomodori e carote. ad affiancarvi patatine fritte, ketchup e maionese. Il tutto Sempre a Milano, in zona Porta Venezia, potrete viene consumato tradizionalmente nella yufka, un pane divertirvi a creare personalmente il vostro kebab a metà strada tra e arabo. da NUN. In un ambiente dal fascino minimal e Le versioni gourmet del prodotto spaziano invece fra contemporaneo, è possibile scegliere dalla lunga lista

_36 il e cla cal ssico spiedo verti

di San Lorenzo, quattro ragazzi siciliani hanno aperto BabeK, progetto gastronomico basato su materia prima di qualità, sostenibilità e filiera corta, innovazione della tradizione e cura dei particolari.

A Torino, fate un salto da Kebaguette: questo locale propone un delizioso mix di cucina francese e marocchina, e potrete gustare la variante richiamata dal titolo, il “kebab baguette”. Ottima la versione con polpette di fave e ceci. Il menù prevede inoltre altri piatti tipici della cucina marocchina, come il couscous e la tajine (carne in umido), disponibile nella variante con pollo o con vitello e prugne, aromatizzata alla cannella e mandorle tostate. Nella capitale, l’indirizzo giusto è Kebab da Hossein, ristorante di cucina persiana nei pressi della Tomba di Nerone. In un ambiente suggestivo, con tanto di musica folklorica e danza dal vivo, potrete immergervi nell’atmosfera mediorientale assaggiando ottimi piatti come il Giugè Kebab (spiedino di pollo disossato con zafferano e cotto sulla brace) o il Kebab Kubideh, spiedini di carne di manzo macinato, sempre cotti sulla brace. Q

Gyros o kebab? Capita spesso di confondere gyros e kebab, due piatti in effetti molto simili tra loro, se pure appartenenti il primo alla tradizione culinaria greca e il secondo a quella turca. La differenza principale riguarda il tipo di carne utilizzata che, degli ingredienti disponibili, quali inserire nel vostro nel caso del gyros, è quasi sempre di maiale – carne proibita panino. Fra le specialità della casa, il , dalla tradizione musulmana e non inclusa quindi nel kebab. tipico d’Israele, con pane arabo, melanzane fritte, Non a caso il gyros viene detto anche “ ”. Il gyros, inoltre, è spesso condito con , una salsa greca hummus, harissa piccante, uovo sodo, patate a base di yogurt, aglio e cetrioli. A volte prevede l’aggiunta di lesse, basilico e menta fresca. e può essere impiattato con un contorno abbondante. Ancora all’ombra della Madonnina, in zona colonne

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hollyfood

“UN ARTISTA NON È MAI POVERO”

In un classico da Oscar, le virtù culinarie di una ragazza portano gioia in una cupa comunità danese dell’800

rendete l’atmosfera più cupa e depressiva che Il pranzo di Babette, Danimarca, 1987, riusciate a immaginarvi: un paesino remoto durata: 102 minuti, di Gabriel Axel, con Stéphane P e isolato dello Jutland, la metà dell’800, una Audran, Birgitte Federspiel, Bodil Kjer. comunità religiosa integralista e puritana. Metteteci un veneratissimo decano, fondatore della setta, che si dà il portarla con sé all’Opéra e farne una diva... ma è costretto caso sia anche il padre delle due fanciulle più sante e a ripartire solo e col cuore spezzato. Anni e anni dopo, intoccabili del pianeta, di una bellezza da togliere il fiato. la routine delle sorelle è interrotta dall’arrivo Come immaginerete, in un posticino del genere – fra di Babette, una ragazza francese scappata dalla cori e buio a ora di pranzo – il piacere carnale guerra civile, cui offrono rifugio in cambio di un è del tutto bandito, che si tratti di un bacio o aiuto in cucina. Martina e Philippa non lo sanno, ma di aggiungere il sale nella minestra. I giovani si Babette è la leggendaria cuoca del Café Anglais, ridotta a appostano fra i banchi delle navate per spiare i biondi preparare per loro insipide zuppette. profili di Martina e Philippa, protette dall’occhio vigile Finché un giorno Babette non vince alla lotteria e decide del padre, e mai che le due distolgano i loro sguardi di spendere l’intera somma per preparare un immacolati da Dio. pranzo alla comunità dei fedeli, che accolgono vino e portate come si trattasse di doni di Satana. Piatto dopo I FEDELI ACCOLGONO VINO E PORTATE COME DONI piatto, però, ogni tensione si scioglie, e il piacere della DI SATANA. PIATTO DOPO PIATTO, PERÒ, OGNI buona cucina rallegra l’animo di tutti gli astanti. La TENSIONE SI SCIOGLIE E GLI ANIMI SI RALLEGRANO. generosità da vera artista di Babette (“un artista non è mai povero”, decreta) riporta a suon di quaglie en sarcophage, brodo di tartaruga e Amontillado, una Ed è così che, fra una preghiera e un’azione di carità, le serenità perduta da tempo. Q ritroviamo vecchie e zitelle. Non che nessuno ci abbia mai provato, a trascinarle fuori dalla comunità. Un ufficiale indebitato, mandato in esilio dal padre perché riflettesse LA MIA KAREN sulla sua vita dissoluta, s’innamora di Martina, ma Se amate Karen Blixen (Il pranzo di Babette è tratto da comprende ben presto l’impossibilità di averla, e va via un suo libro), non perdete un altro film ispirato a una con la coda fra le gambe, ragionando sulla crudeltà del sua opera: La mia Africa. Diretto da Sydney Pollack, con Meryl Streep e Robert Redford, di Oscar nel 1986 destino. Un famoso cantante lirico parigino, in seguito, ne vinse ben sette! s’infatua di Philippa e del suo talento canoro, vorrebbe

_39 The cocktail club

Tequila, il Messico in una bottiglia

All’origine del leggendario distillato centroamericano c’è una pianta dal nome gentile: agave blu. La sua storia rimanda a quella delle antiche popolazioni indigene

d Agave Experience, evento internazionale successivamente fermentato con lieviti selezionati e dedicato a questa pianta succulenta diffusa acqua, e distillato due volte fino alla gradazione di A anche nel nostro sud, i protagonisti non sono 40/45. Per produrre mezcal, invece, le piñas, fornite da botanici o esperti di giardinaggio ma figure di spicco altre varietà di agave, cuociono a fuoco in fosse scavate del bartending e degli alcolici. nel terreno. Dall’agave, infatti, si ricavano la Una tequila premium deve tequila (in spagnolo il termine è al utilizzare solo aguamiel. Bastano maschile: el tequila) e il mezcal, i invece percentuali più basse – ma distillati simbolo del Messico. non inferiori al 51% – per la tipologia mixto. UNA TEQUILA È BLANCO In etichetta non devono mancare O PLATA (ARGENTO) SE HA l’indicazione CRT, che certifica SEMPLICEMENTE RIPOSATO IN TINI D’ACCIAIO PER 60 l’iscrizione del produttore al Consorzio, GIORNI; JOVEN SE INVECCHIATA e quella NOM, che attesta il rispetto RAPIDAMENTE; REPOSADO DOPO del disciplinare approvato nel 1974 (la UN PERIODO IN BOTTE MINIMO data di nascita della tequila è, però, il DI TRE MESI, CHE DIVENTANO 1795, quando fu fondata la distilleria ANNI NEL CASO DELL’AÑEJO (DA 1 A 4/5) E DELL’EXTRA AÑEJO José Cuervo), il numero identificativo (ANCHE 8 ANNI). dell’azienda e la scritta “Hecho en Mexico”. Dal Paese d’origine la tequila Più precisamente, la tequila – il mezcal ha regole si diffuse nel mondo nel Novecento, meno restrittive – può essere prodotta solo nello assumendo modalità di consumo curiose: per esempio, stato messicano di Jalisco e in specifiche aree accompagnata da sale e succo di lime sparsi sul dorso di altri quattro stati, e dalla varietà Agave Azul, della mano. E ovviamente come ingrediente di cocktail, fra per ottenere più profumi e qualità superiore. Per la cui il celebre Tequila Boom Boom, nel quale il distillato, produzione si utilizza il cuore della pianta, la piña, che allungato con acqua tonica, si beve tutto d’un fiato, dopo cuocendo si trasforma in un liquido detto aguamiel, aver sbattuto due volte il bicchiere sul tavolo. Q

_40 ricetta

Bollicine di Tequila

3 cl di Tequila bianca 1,5 cl di St-Germain 1,5 cl di succo di limone fresco Prosecco Scorza di limone Un acino d’uva

Un accostamento insolito, ma molto efficace, quello tra Tequila e Prosecco: in uno shaker unire con abbondante ghiaccio la Tequila, il St-Germain (liquore ai fiori di sambuco) e il succo di limone. Agitare con decisione. Poi versare, con anche il ghiaccio, in un bicchiere alto. Le Bollicine Aggiungere il Prosecco fino a riempire il bicchiere. Mescolare delicatamente, di Tequila poi guarnire con una scorza di limone di Maurizio Zanni e un acino d’uva.

Il cocktail bar L’Antiquario di Napoli ha preso questo nome soprattutto perché è nato là dove sorgeva il famoso negozio Antichità Leone, al civico 2 di via Vannella Gaetani, che è storicamente la strada degli antiquari della città. Ma anche nella sua ispirazione è un locale che tende a recuperare atmosfere del passato: il proprietario Alex Frezza l’ha aperto prendendo spunto dalla tradizione invece entrare liberamente, per godere di americana degli Speakeasy, nata negli un’atmosfera elegantemente retrò e per Stati Uniti con il proibizionismo. Erano affidarsi alle cure del bartender Maurizio locali clandestini, in cui si entrava solo Zanni, che con i suoi cocktail attraversa conoscendo una parola d’ordine. In varie epoche e interpreta con gusto questo bar, pure senza insegna, si può contemporaneo stili del passato.

_41 Habitat Habitat

camera per Un ap propria gli os pendiabiti diventa una vera e piti!

Quan do il mobile è do uble fac e

Tavoli-libreria, sedie-scrivania e specchi su cui stirare: il poco spazio aguzza l’ingegno ed esalta lo stile

wo is megl che one”, recitava un vecchio in un letto a una piazza. Si richiude tramite cinghie spot. Che non possa valere anche per elastiche, in un colorato gioco di volumi e geometrie. “Til design? I mobili double face, arredi Avete mai pensato di stirare su di uno specchio? capaci di svolgere una doppia funzione senza nulla Assia Logerot propone “Madame est servie”, uno perdere in eleganza e stile, rappresentano l’ultima specchio che si ribalta e, per l’appunto, diventa tendenza nel mondo dell’interior design. un’asse da stiro. Da sistemare comodamente Divertenti, innovativi, ma soprattutto funzionali, in un angolo della camera da letto e rovesciare permettono di risparmiare spazio arredando all’occorrenza. in modo smart e iper-contemporaneo locali di “Newton” di Naos è un tavolo dal design raffinato e piccole dimensioni, per non farsi mancare nulla lineare che, grazie al meccanismo di rotazione di due aggiungendo un tocco di originalità in più alle barre parallele, si trasforma in una libreria. Diventa vostre case. Siete pronti a lasciarvi stupire? invece a sua volta un tavolo, la Also Chair, sedia disegnata da Akin Bacioglu: basterà semplicemente capovolgerla per poterci mangiare o scrivere! GLI ARREDI CAPACI DI SVOLGERE UNA DOPPIA Sembra un semplice appendiabiti “Chambre FUNZIONE SENZA NULLA PERDERE IN ELEGANZA d’Ami” RAPPRESENTANO L’ULTIMA TENDENZA NEL , realizzato per Campeggi da Matali Crasset, MONDO DELL’INTERIOR DESIGN ma è molto di più: questo oggetto dall’aspetto giocoso, diventa una vera e propria camera per gli ospiti, completa di materasso, tavolino da notte e guardaroba. Meneghini propone una “Minicucina” che, se Per chi ha dei bambini, infine, sarà utilissimo il richiusa, si trasforma in un delizioso mobile fasciatoio “Care” realizzato da Stokke, capace da soggiorno in stile retrò. Costruita in legno di crescere in dimensione e funzionalità in base massello e dotata di due piastre elettriche, una vasca all’occorrenza (e all’età dei pargoli), per poi diventare con miscelatore, frigo e cassetti attrezzati, è pensata una piccola scrivania, e infine un normale tavolino. appositamente per una zona giorno di piccola metratura. Uno di quegli arredi di cui è impossibile disfarsi! L’elegante “Lea2” di Casamania, invece, è una Con i mobili double face, ammettiamolo, non solo si poltroncina convertibile in poliuretano, che si tramuta risparmia spazio, ma ci si diverte pure tantissimo. Q

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saporesapARTore NOTESe ppsichesiche I fiori PLACES di Charles IN QUAI D’ANJOU, SULL’ÎLE SAINT-LOUIS A PARIGI, TROVERETE L’HÔTEL DE LAUZUN, HÔTEL PARTICULIER DOVE Il 31 agosto saranno trascorsi VISSERO, NEL 1840, CHARLES FOCUS BAUDELAIRE E THÉOPHILE centocinquant’anni dalla morte GAUTIER. CARLOS SCHWABE, I DUE POETI PRESERO IN PITTORE SIMBOLISTA FITTO IL PIANO SUPERIORE di Charles Baudelaire, il poeta TEDESCO NATURALIZZATO E VI FONDARONO IL CLUB SVIZZERO, FU TRA I DES HASHISHINS, DEDICATO maledetto per eccellenza, autore PRECURSORI DELL’ART ALLA SPERIMENTAZIONE NOUVEAU, E LAVORÒ NEL DI DROGHE, HASHISH IN dei Fiori del Male, fra i maggiori CAMPO DELL’EDITORIA PARTICOLARE. È QUI CHE PARIGINA REALIZZANDO BAUDELAIRE COMINCIÒ A esponenti della letteratura ILLUSTRAZIONI PER SCRIVERE I FIORI DEL MALE. OPERE DI AUTORI COME L’HÔTEL, DI PROPRIETÀ BAUDELAIRE, MALLARMÉ COMUNALE, È OGGI francese. Nato a Parigi nel 1821, E ZOLA. SPLEEN ET IDÉAL VISITABILE. È UN QUADRO DEL 1907, cantò dello spleen metropolitano, ISPIRATO ALLA PRIMA SEZIONE DEI FIORI DEL dell’angoscioso inseguimento MALE. di una Bellezza ideale, delle corrispondenze segrete che si nascondono fra le cose del mondo, Play NELL’ALBUM “FLEURS” regalandoci versi di indescrivibile DEL 1999, FRANCO BATTIATO HA MUSICATO potenza e modernità, che IL COMPONIMENTO BAUDELAIRIANO “INVITO continuano tuttora a ispirare artisti AL VIAGGIO”, ADATTATO IN TRADUZIONE ITALIANA DAL FILOSOFO MANLIO e scrittori di ogni generazione. SGALAMBRO. LO STESSO Quote TITOLO DELL’ALBUM, DI “MA CHE IMPORTA FATTO, È UN OMAGGIO AI L’ETERNITÀ DELLA “FLEURS DU MAL” DEL DANNAZIONE A CHI HA POETA FRANCESE. CANTA PROVATO, IN UN SECONDO, BATTIATO: «TI INVITO AL L’INFINITO DELLA GIOIA?” VIAGGIO / IN QUEL PAESE CHE TI ASSOMIGLIA TANTO. / I SOLI LANGUIDI DEI SUOI CIELI ANNEBBIATI / HANNO PER IL MIO SPIRITO L’INCANTO / DEI TUOI OCCHI, QUANDO BRILLANO OFFUSCATI. / LAGGIÙ TUTTO È ORDINE E BELLEZZA, / CALMA E VOLUTTÀ».

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OBIETTIVO SMART CITIES

Tecnologia, progettazione e cittadini che partecipano: i centri urbani diventano sempre più intelligenti, a tutto vantaggio di ambiente e qualità della vita

uò una città essere intelligente? Certo Secondo il rapporto Smart City Index 2016 della che sì: può e – aggiungiamo – deve, se società EY, le tre città italiane più smart sono P vogliamo aumentare la qualità della nostra nell’ordine Bologna, Torino e Milano. Ma vita e salvaguardare l’ambiente. Da qualche iniziative promettenti non mancano nelle città di tempo si parla spesso di smart cities, che vuol tutte le dimensioni e latitudini. A Siracusa, per dire città intelligenti. Ma cosa significa davvero esempio, ci si sposta con il bike sharing o con questa espressione? Una città intelligente è navette elettriche calcolando tempi di percorrenza quella che mette insieme vari aspetti, di con lo smartphone. pianificazione urbanistica, di efficienza A Firenze l’ex carcere delle Murate è diventato energetica e di comunicazione (trasporti e un polo di eccellenze culturali, mentre il progetto tecnologie dell’informazione) per coniugare Open Data mette a disposizione dei cittadini in al meglio competitività e sostenibilità. C’entra modo trasparente una gran mole di dati sull’operato poi anche il capitale umano: accesso all’istruzione/ della pubblica amministrazione. A Varese si sta informazione e partecipazione alla vita sociale sono sperimentando la NFC (Near Field Communication), due ingredienti fondamentali per rendere smart una una tecnologia di comunicazione wireless a corto città (e i suoi abitanti). raggio che permette di leggere informazioni di interesse e utilizzare servizi avvicinando il cellulare INFORMAZIONI IN TEMPO REALE ai loghi dell’iniziativa disseminati in vari punti SUI SERVIZI, OPEN DATA, QUARTIERI della città. ECOCOMPATIBILI E RISPARMIO ENERGETICO E all’estero? Città antesignane della tendenza smart sono state Malaga e Rio de Janeiro. Naturalmente non esistono (ancora) città smart al Quartieri completamente ecocompatibili sono 100%, e (per fortuna) nessuna città è totalmente stati realizzati a Londra, Helsinki, Stoccolma e esente da processi di innovazione sostenibile. Esiste nell’austriaca Linz. Ma la palma di città più smart però una differente gradualità degli interventi va probabilmente ad Amsterdam grazie, fra l’altro, che porta a individuare centri urbani più o meno a illuminazione a basso consumo, banda larga e virtuosi. stazioni energetiche green per le barche sui canali. Q

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IL NUOVO ARRIVATO

Gentile sig. Menelao, sono Alcide, un gatto di quindici anni, e abito a Milano in via della Spiga. Sono anziano, ho le mie Gentile Signor Alcide, suvvia! Non li chiami abitudini, odio le novità e da sempre marmocchi, sono dei bambini: degli esseri piccoli sono amorevolmente coccolato dai miei due padroni. Sento che tutto sta per e innocenti, talvolta profumati, talvolta decisamente cambiare: è in arrivo un marmocchio no, ma certo simpatici. Capisco perfettamente come si e la mia stanza preferita mi è stata improvvisamente bandita. sente perché mi trovo nella sua stessa situazione. Sembra che Cosa mi attende? La prego, mi Giovanni e quella sciroccata di fidanzata che si è trovato stiano dica cosa sarà di me. Alcide aspettando un bambino. Loro sono felicissimi, io no. Non mi fanno più entrare in una stanza, suppongo perché sarà la stanza del piccolo. Hanno comprato un nuovo, rumorosissimo aspirapolvere, che passano freneticamente ogni giorno. Mi hanno sottoposto a un ciclo antiparassitario che sembrava non avere mai fine. Mi hanno, nell’ordine: nascosto una pastiglia fra le crocchette (scoperta subito, hi hi hi!), fatto ingoiare una poltiglia gialla a tradimento (mezza sputata, hi hi hi!), messo un liquido maleodorante tra le scapole (con movimenti degni di un contorsionista, me lo sono leccato, però dopo ho sbavato per ore). Sicurezza del bambino, igiene della casa e antiparassitari per i gatti: capisco che agli occhi degli umani possono sembrare dei consigli utili ma per noi sono una tortura! Che dirle, Alcide? Tema il peggio, ma non ne faccia una tragedia. Sicuramente lei passerà in secondo piano per qualche tempo, ma poi ritornerà a essere coccolato come prima. Eviti di andare a dormire nella culla del bambino, i suoi peli potrebbero far insorgere delle complicanze respiratorie nel piccolo di casa. Se le viene di andare a dormire nel passeggino – da me è già arrivato, Giovanni l’ha ordinato su Internet dopo attenta selezione, l’ho provato di nascosto una notte e devo dirle che è favoloso –, cerchi di farlo senza farsi vedere. Il mio consiglio di massima, ad ogni modo, è questo: faccia finta di nulla e non dia nell’occhio. Esiga le sue crocchette al momento opportuno e poi dorma tranquillo. Torneranno da lei presto i suoi padroni, non si preoccupi, e a coccolarla non saranno più in due, ma in tre! rime di gusto Uva

Sotto un filare di vite radioso di sole fra pampini e foglie sporche di verderame.

Staccare con i denti l’acino d’uva maturo e gonfio per donartelo con le labbra. “Bacio d’uva” di Bruno Dall’Olio

Bruno Dall’Olio Chiari (BS), 1923. Industriale tessile di giorno, poeta per vocazione di notte. Inizia a pubblicareare le sue opere a sessanta anni.

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pag 31 pag 16 Col sostantivo “komorebi”, gnomi i giapponesi individuano li il brillare del sole fra uce G o la l ron e rocce le foglie degli alberi sse a sull te lun lla de Da noi, le vigne s’inoltrano ovunque, in ogni angolo della pag 26 penisola e delle isole “I miei piatti sono la combinazione di tre principii: e importa la forma naturale degli a ch nazione “M a dan alimenti, la geometria dell nità econdo, er in un s e la casualità” ’et ovato, l a pr hi h o della gioia?” a c finit l’in pag 33

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Vogliamo regalarti una sorpresa musicale Inquadra il QR code e accederai alla colonna sonora di questo numero di Vivi di Gusto Magazine. Buon ascolto!