Leonardo Vitale Il «Padre» Dei Pentiti Di Cosa Nostra
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35 MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2009 IL DIZIONARIO DELLA MAFIA OMERTÀ/11 Leonardo Vitale Il «padre» dei pentiti di Cosa Nostra Ruppe la legge del silenzio L’EGEMONIA ELASOCIETÀ DELL’UMILTÀ UN’ORIGINE ANTICA Nicola Tranfaglia STORICO er le fonti più antiche, la pa- rola omertà deriva da un vo- P cabolo napoletano (dal lati- no humilitas=umiltà) usato per indicare l’adesione alle regole della camorra indicata in tempi an- tichi come «Società dell’umiltà» (Dizionario etimologico Cortellaz- zo- Zolli). Il concetto è entrato nella termi- nologia giuridica. La legge Rogno- ni-La Torre del 1982 ha introdotto l’articolo 416 bis che fissa il delitto di associazione mafiosa, per la cui sussistenza è richiesto che «coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condi- zione di assoggettamento e omer- tà che ne deriva per commettere delitti per acquisire in modo diret- to o indiretto la gestione o comun- que il controllo di attività economi- che, di concessioni e autorizzazio- ni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiu- sti per sé o per altri ovvero al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di L’uomo d’onore che finì in manicomio consultazioni elettorali». Un mec- canismo fondamentale nell’opera- LA FRASE «Sono stato preso in giro -così Leonardo Vitale durante un interrogatorio– dalla vita sin da bambino. Poi è venuta la mafia, con le sue false leggi, con i suoi falsi ideali: combattere i ladri, aiutare i zione egemonica della mafia che deboli e, però, uccidere; pazzi!». Vitale fu il primo che, per motivi di coscienza, rivelò l’organizzazione ha bisogno di silenzio e di reticen- mafiosa in Sicilia e i suoi legami con la politica. Pagò le rivelazioni con il carcere e 10 anni di manicomio, za di fronte alle indagini giudizia- dove fu sottoposto a numerosi elettroshock. Fu ucciso dalla mafia 5 mesi dopo la sua scarcerazione. rie.❖ 36 MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2009 «L’uomo di vetro»/1 IL LIBRO Di Salvatore Parlagre- co. Racconta la storia di Leonardo Vitale, lo strano ragazzo che ebbe la OMERTÀ/11 forza di svelare i segreti della mafia. Leonardo Vitale la prigione della follia Il «pazzo» che per primo ebbe il coraggio di svelare isegretidiCosaNostra Violò la legge del silenzio facendo i nomi di Riina e Calò. Venne creduto folle Internato e sottoposto all'elettroshock, fu riabilitato solo con il maxiprocesso pensabile anche solo il concepire mano una pistola e gli ordina di una qualche azione repressiva con- sparare ad un cavallo, l’animale Il racconto tro un sistema che agli occhi dei più che tanto gli piaceva e lo affascina- nemmeno esisteva. Nel 1972 però va. Leonardo non vuole uccidere, GIORGIO BONGIOVANNI* forse le cose sarebbero potute anda- ma più di tutto non vuole deludere ANNA PETROZZI* re diversamente. C’era già stata la lo zio. Spara e compie la prima scel- prima guerra di mafia degli anni ta contro se stesso cui ne seguiran- erivelazionidiLeonardo Sessanta, qualche omicidio eccel- no molte altre. Quando lo traggo- Vitale sono state in buo- lente ed era stata perfino istituita la no in arresto, nell’agosto nel 1972, bole e screditato. Non basteranno i na parte sottovalutate e Commissione parlamentare antima- per il sequestro dell’imprenditore puntuali riscontri alle sue dichiara- L passate nel dimentica- fia, eppure delle autentiche rivela- Cassina lui spiega con tranquillità zioni, nemmeno la fotografia di un toio, benché sorrette da numero- zioni di Vitale «il pazzo» se ne fece di essere innocente; ha solo scam- cadavere con una sigaretta in boc- si riscontri, e lo stesso Vitale è sta- poco o nulla. biato la sua macchina, quella usata ca così come lo aveva descritto Vita- to etichettato come «pazzo» da Leonardo era schizofrenico nel per il crimine, con quella di un ami- le, reo confesso di quel delitto e di non prendere troppo sul serio. A senso che si sentiva realmente divi- co e la sua fidanzata di allora, Pina, quella messa in scena. differenza della giustizia statua- so a metà, «indeciso tra il bene e il conferma la versione. Nemmeno le perizie degli psi- le, la mafia ha percepito l’impor- male», come lui stesso cercò di chiatri che sosterranno che la schi- tanza delle propalazioni di Leo- spiegare. Rimasto orfano di padre Pochi giorni dopo vengono arre- zofrenia non inficia la validità del- nardo Vitale e, nel momento rite- asoli12anni,lasuaeducazioneè stati Pippo Calò e Franco Scrima, la sua testimonianza. Niente da fa- nuto più opportuno, lo ha inesora- affidata allo zio Giovanbattista, Tit- due mafiosi destinati a far parlare re. Complici e mandanti saranno bilmente punito per aver violato molto di sé, e per Leonardo comin- tutti assolti, l’unico a pagare sarà la legge dell’omertà. È augurabile cia il calvario. A fine settembre lui: condannato a 14 anni di reclu- che, almeno dopo morto, Vitale L’«addestramento» esce dal carcere ma è molto prova- sione. Ma la sua vera sentenza alla trovi il credito che meritava e me- Per «iniziarlo» lo zio gli to, viene preso subito sotto l’ala prigionia non è la galera, quanto la rita». consegnò un fucile e gli protettrice dello zio Titta e viene follia. fatto visitare da uno psichiatra che Un breve passaggio delle venti fece uccidere un cavallo gli diagnostica uno stato di grave La pazzia diventa per tutti la giu- pagine che la sentenza di rinvio a depressione. Gli prescrive per que- sta soluzione per le pericolose con- giudizio del maxi processo di Paler- ta Vitale, capo della famiglia di Al- sto motivo otto giorni di sismotera- fessioni di Leonardo e soprattutto la mo del 1988 dedica a Leonardo Vi- tarello di Baida, mafioso spregiudi- pia: elettroshock. Ai quali segue il migliore garanzia a protezione del tale oggi considerato il primo dei cato e astuto, capace di uccidere e trasferimento dapprima nel carce- sacro valore dell’omertà. collaboratori di giustizia. In realtà far uccidere ma anche di intratte- re dell’Asinara e poi in una clinica Meglio per i mafiosi farlo interna- già nel 1937 un medico trapanese, nere delicati rapporti di mediazio- psichiatrica di Sassari dove comin- re piuttosto che ucciderlo e rischia- Melchiorre Allegra, affiliato alla fa- ne. cia a manifestare apertamente i se- re di dare valore alle sue parole e me- miglia mafiosa palermitana di Pa- Leonardo è un ragazzino pensie- gni del suo dolore: grida, protesta, glio perfino per chi lo ama. La pove- gliarelli, aveva raccontato, agli uf- roso e dall’animo sensibile ma si rifiuta di mangiare e come nell’at- ra mamma, muta e pia donna di ma- ficiali di polizia che lo avevano ar- pronto a fare qualsiasi cosa per lo to finale di una tragedia si cospar- fia e chiesa, conosce le regole e do- restato, la struttura di Cosa No- zio Titta. Il boss ha in mente per il ge il corpo di feci. Nessuno ha più po la misteriosa sparizione dello zio stra, il rito della «punciuta», i nomi nipote una carriera criminale di dubbi: Leonardo è pazzo. Titta per lupara bianca, capisce che delle famiglie più importanti e i le- tutto rispetto e lo inizia un passo Quindi quando il 29 marzo del l’unica via per avere salva la vita di gami con la politica, la sanità e gli alla volta. Per spingere la sua co- 1973 corre in Questura, chiede di suo figlio è proprio la pazzia. Assie- affari. scienza al di là del limite tracciato Bruno Contrada e riempie 50 pagi- me alla figlia, altra figura silente ma Erano gli anni Trenta ed era im- tra la vita e la morte gli mette in ne di verbale è già un testimone de- attenta, assiste il figlio nelle sue ne- Approfondimenti Per saperne di più www.antimafiaduemila.com www.leonardovitale.it 37 MERCOLEDÌ Tutta l’informazione utile Un portale sulla vita 23 DICEMBRE per conoscere Cosa Nostra di Leonardo Vitale 2009 «L’uomo di vetro»/2 «Storia di Giovanni Falcone» IL FILM La versione cinematografica dell’omonimo li- LA VITA Francesco La Licata ricostruisce le vicende bro di Parlagreco. Uscito nel 2007, il regista è Stefano salienti della vita di Giovanni Falcone, il magistrato Incerti, con protagonista Tony Sperandeo e David Coco. Il protagonista del pool antimafia e del maxiprocesso di film narra la storia di Vitale, il primo pentito di Cosa Nostra. Palermo, fino alla strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Cronologia «Arruolato» a soli 17 anni poi arriva il pentimento Leonardo Vitale (Palermo, 27 giugno 1941 – 2 dicembre 1984) è considerato il primo pentito di Cosa Nostra. Nel ‘73 fu dichiarato pazzo e internato in manicomio. Quando ne uscì, venne assassinato. L’iniziazione Èconsideratoilprimoveropentito di Cosa Nostra. Nato a Palermo il 27 giugno 1941 viene “iniziato” all'età di 17 anni da suo zio Titta Vitale e diven- ta uomo d'onore nel '60 nella fami- glia di Altarello di Baida. La crisi mistica Soldato al servizio dei capi, rimarrà Dopo le rivelazioni sulla mafia e i nei ranghi più bassi fino a che il 30 legami con la politica, Vitale marzo ‘73, spinto da una profonda passò da un manicomio criminale crisi di coscienza, si presenta sponta- all’altro, dove venne sottoposto a neamente alla Squadra Mobile e ini- numerosi elettroshock zia a collaborare. Il pentimento «Lamia colpa è di essere nato, di esse- cessità, ma soprattutto nella conver- due mondi suonano nell’orecchio re vissuto in una famiglia di tradizioni Il libro sione religiosa. Entrambe le donne del giudice cui non sfuggiva niente mafiose».