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IL DIZIONARIO DELLA MAFIA /11 Leonardo Vitale Il «padre» dei pentiti di Cosa Nostra

Ruppe la legge del silenzio L’EGEMONIA ELASOCIETÀ DELL’UMILTÀ

UN’ORIGINE ANTICA Nicola Tranfaglia STORICO

er le fonti più antiche, la pa- rola omertà deriva da un vo- P cabolo napoletano (dal lati- no humilitas=umiltà) usato per indicare l’adesione alle regole della indicata in tempi an- tichi come «Società dell’umiltà» (Dizionario etimologico Cortellaz- zo- Zolli). Il concetto è entrato nella termi- nologia giuridica. La legge Rogno- ni-La Torre del 1982 ha introdotto l’articolo 416 bis che fissa il delitto di associazione mafiosa, per la cui sussistenza è richiesto che «coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condi- zione di assoggettamento e omer- tà che ne deriva per commettere delitti per acquisire in modo diret- to o indiretto la gestione o comun- que il controllo di attività economi- che, di concessioni e autorizzazio- ni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiu- sti per sé o per altri ovvero al fine di impedire o ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di L’uomo d’onore che finì in manicomio consultazioni elettorali». Un mec- canismo fondamentale nell’opera- LA FRASE «Sono stato preso in giro -così Leonardo Vitale durante un interrogatorio– dalla vita sin da bambino. Poi è venuta la mafia, con le sue false leggi, con i suoi falsi ideali: combattere i ladri, aiutare i zione egemonica della mafia che deboli e, però, uccidere; pazzi!». Vitale fu il primo che, per motivi di coscienza, rivelò l’organizzazione ha bisogno di silenzio e di reticen- mafiosa in Sicilia e i suoi legami con la politica. Pagò le rivelazioni con il carcere e 10 anni di manicomio, za di fronte alle indagini giudizia- dove fu sottoposto a numerosi elettroshock. Fu ucciso dalla mafia 5 mesi dopo la sua scarcerazione. rie.❖ 36 MERCOLEDÌ 23 DICEMBRE 2009

«L’uomo di vetro»/1 IL LIBRO Di Salvatore Parlagre- co. Racconta la storia di Leonardo Vitale, lo strano ragazzo che ebbe la OMERTÀ/11 forza di svelare i segreti della mafia. Leonardo Vitale la prigione della follia Il «pazzo» che per primo ebbe il coraggio di svelare isegretidiCosaNostra Violò la legge del silenzio facendo i nomi di Riina e Calò. Venne creduto folle Internato e sottoposto all'elettroshock, fu riabilitato solo con il maxiprocesso

pensabile anche solo il concepire mano una pistola e gli ordina di una qualche azione repressiva con- sparare ad un cavallo, l’animale Il racconto tro un sistema che agli occhi dei più che tanto gli piaceva e lo affascina- nemmeno esisteva. Nel 1972 però va. Leonardo non vuole uccidere, GIORGIO BONGIOVANNI* forse le cose sarebbero potute anda- ma più di tutto non vuole deludere ANNA PETROZZI* re diversamente. C’era già stata la lo zio. Spara e compie la prima scel- prima guerra di mafia degli anni ta contro se stesso cui ne seguiran- erivelazionidiLeonardo Sessanta, qualche omicidio eccel- no molte altre. Quando lo traggo- Vitale sono state in buo- lente ed era stata perfino istituita la no in arresto, nell’agosto nel 1972, bole e screditato. Non basteranno i na parte sottovalutate e Commissione parlamentare antima- per il sequestro dell’imprenditore puntuali riscontri alle sue dichiara- L passate nel dimentica- fia, eppure delle autentiche rivela- Cassina lui spiega con tranquillità zioni, nemmeno la fotografia di un toio, benché sorrette da numero- zioni di Vitale «il pazzo» se ne fece di essere innocente; ha solo scam- cadavere con una sigaretta in boc- si riscontri, e lo stesso Vitale è sta- poco o nulla. biato la sua macchina, quella usata ca così come lo aveva descritto Vita- to etichettato come «pazzo» da Leonardo era schizofrenico nel per il crimine, con quella di un ami- le, reo confesso di quel delitto e di non prendere troppo sul serio. A senso che si sentiva realmente divi- co e la sua fidanzata di allora, Pina, quella messa in scena. differenza della giustizia statua- so a metà, «indeciso tra il bene e il conferma la versione. Nemmeno le perizie degli psi- le, la mafia ha percepito l’impor- male», come lui stesso cercò di chiatri che sosterranno che la schi- tanza delle propalazioni di Leo- spiegare. Rimasto orfano di padre Pochi giorni dopo vengono arre- zofrenia non inficia la validità del- nardo Vitale e, nel momento rite- asoli12anni,lasuaeducazioneè stati Pippo Calò e Franco Scrima, la sua testimonianza. Niente da fa- nuto più opportuno, lo ha inesora- affidata allo zio Giovanbattista, Tit- due mafiosi destinati a far parlare re. Complici e mandanti saranno bilmente punito per aver violato molto di sé, e per Leonardo comin- tutti assolti, l’unico a pagare sarà la legge dell’omertà. È augurabile cia il calvario. A fine settembre lui: condannato a 14 anni di reclu- che, almeno dopo morto, Vitale L’«addestramento» esce dal carcere ma è molto prova- sione. Ma la sua vera sentenza alla trovi il credito che meritava e me- Per «iniziarlo» lo zio gli to, viene preso subito sotto l’ala prigionia non è la galera, quanto la rita». consegnò un fucile e gli protettrice dello zio Titta e viene follia. fatto visitare da uno psichiatra che Un breve passaggio delle venti fece uccidere un cavallo gli diagnostica uno stato di grave La pazzia diventa per tutti la giu- pagine che la sentenza di rinvio a depressione. Gli prescrive per que- sta soluzione per le pericolose con- giudizio del maxi processo di Paler- ta Vitale, capo della famiglia di Al- sto motivo otto giorni di sismotera- fessioni di Leonardo e soprattutto la mo del 1988 dedica a Leonardo Vi- tarello di Baida, mafioso spregiudi- pia: elettroshock. Ai quali segue il migliore garanzia a protezione del tale oggi considerato il primo dei cato e astuto, capace di uccidere e trasferimento dapprima nel carce- sacro valore dell’omertà. collaboratori di giustizia. In realtà far uccidere ma anche di intratte- re dell’Asinara e poi in una clinica Meglio per i mafiosi farlo interna- già nel 1937 un medico trapanese, nere delicati rapporti di mediazio- psichiatrica di Sassari dove comin- re piuttosto che ucciderlo e rischia- Melchiorre Allegra, affiliato alla fa- ne. cia a manifestare apertamente i se- re di dare valore alle sue parole e me- miglia mafiosa palermitana di Pa- Leonardo è un ragazzino pensie- gni del suo dolore: grida, protesta, glio perfino per chi lo ama. La pove- gliarelli, aveva raccontato, agli uf- roso e dall’animo sensibile ma si rifiuta di mangiare e come nell’at- ra mamma, muta e pia donna di ma- ficiali di polizia che lo avevano ar- pronto a fare qualsiasi cosa per lo to finale di una tragedia si cospar- fia e chiesa, conosce le regole e do- restato, la struttura di Cosa No- zio Titta. Il boss ha in mente per il ge il corpo di feci. Nessuno ha più po la misteriosa sparizione dello zio stra, il rito della «punciuta», i nomi nipote una carriera criminale di dubbi: Leonardo è pazzo. Titta per lupara bianca, capisce che delle famiglie più importanti e i le- tutto rispetto e lo inizia un passo Quindi quando il 29 marzo del l’unica via per avere salva la vita di gami con la politica, la sanità e gli alla volta. Per spingere la sua co- 1973 corre in Questura, chiede di suo figlio è proprio la pazzia. Assie- affari. scienza al di là del limite tracciato Bruno Contrada e riempie 50 pagi- me alla figlia, altra figura silente ma Erano gli anni Trenta ed era im- tra la vita e la morte gli mette in ne di verbale è già un testimone de- attenta, assiste il figlio nelle sue ne- Approfondimenti Per saperne di più www.antimafiaduemila.com www.leonardovitale.it 37 MERCOLEDÌ Tutta l’informazione utile Un portale sulla vita 23 DICEMBRE per conoscere Cosa Nostra di Leonardo Vitale 2009

«L’uomo di vetro»/2 «Storia di » IL FILM La versione cinematografica dell’omonimo li- LA VITA Francesco La Licata ricostruisce le vicende bro di Parlagreco. Uscito nel 2007, il regista è Stefano salienti della vita di Giovanni Falcone, il magistrato Incerti, con protagonista Tony Sperandeo e David Coco. Il protagonista del pool antimafia e del maxiprocesso di film narra la storia di Vitale, il primo di Cosa Nostra. , fino alla strage di Capaci, il 23 maggio 1992.

Cronologia «Arruolato» a soli 17 anni poi arriva il pentimento

Leonardo Vitale (Palermo, 27 giugno 1941 – 2 dicembre 1984) è considerato il primo pentito di Cosa Nostra. Nel ‘73 fu dichiarato pazzo e internato in manicomio. Quando ne uscì, venne assassinato. L’iniziazione Èconsideratoilprimoveropentito di Cosa Nostra. Nato a Palermo il 27 giugno 1941 viene “iniziato” all'età di 17 anni da suo zio Titta Vitale e diven- ta uomo d'onore nel '60 nella fami- glia di Altarello di Baida. La crisi mistica al servizio dei capi, rimarrà Dopo le rivelazioni sulla mafia e i nei ranghi più bassi fino a che il 30 legami con la politica, Vitale marzo ‘73, spinto da una profonda passò da un manicomio criminale crisi di coscienza, si presenta sponta- all’altro, dove venne sottoposto a neamente alla Squadra Mobile e ini- numerosi elettroshock zia a collaborare. Il pentimento «Lamia colpa è di essere nato, di esse- cessità, ma soprattutto nella conver- due mondi suonano nell’orecchio re vissuto in una famiglia di tradizioni Il libro sione religiosa. Entrambe le donne del giudice cui non sfuggiva niente mafiose». Inizia così il suo racconto ai diranno solo in seguito di non aver come qualcosa di già sentito altro- poliziotti, ai quali parlerà di un mon- Venti interviste mai creduto alla malattia mentale, ve. Soprattutto quelle su Pippo Calò do fatto di ritualità, violenza e conni- per capire la mafia ma solo alla disperazione dell’ani- diventato ormai il capo del manda- venze a tutti i livelli. Sin da subito fa i mo di quel ragazzo buono costretto mento di Porta Nuova. nomi di Riina, Provenzano, Calò e dell' afareciòchenonavrebbemaivolu- Falcone si è ricordato di quel po- ex sindaco Ciancimino. Si autoaccu- to. Nel pentimento, nella preghiera, vero pazzo. Leonardo rientra da sa poi di numerosi delitti, ma discuti- nella consolazione della Croce il gio- Reggio Emilia in anticipo rispetto al- bili certificati medici lo definiscono vane comincia a riprendere padro- la scadenza della pena, si stabilisce pazzo e lo costringono a passare da nanza di se. Nel carcere psichiatrico acasadellamadre,prega,curale un manicomio criminale all’altro do- di Reggio Emilia, dove ha una fitta piante e non ha più paura. Sa che ve verrà sottoposto a terapie invasi- corrispondenza con una suora, rie- verrà ucciso ma non gliene importa ve come l’elettroshock. Privato della sce e ritrovare equilibrio e lucidità più nulla. Non è più un uomo diviso capacità di intendere e di volere non sufficienti per ribadire le sue accuse ametà,hasceltodachepartestare verrà creduto e sarà l’unico ad essere eperrendersicontodiesserestato ehadecisodiespiarecosìlapropria condannato per le colpe ammesse. indotto alla follia «d’autorità». colpa di aver ucciso. Offrendo la vi- Rinchiuso nel carcere di Reggio Emi- Leonardo Vitale avrà come unico ta ai suoi assassini vigliacchi che lia Vitale approfondisce la conversio- COSE DI COSA NOSTRA risarcimento la drammatica confer- con 5 colpi di pistola lo freddano ne spirituale. Nella prima sentenza Giovanni Falcone in collaborazione con ma delle sue dolenti profezie. Aveva mentre è ancora seduto in macchi- del maxiprocesso si parlerà di un «esi- Marcelle Padovani annunciato il piano per uccidere il na con la mamma e la sorella di ritor- to scontato», soprattutto «per il cli- colonnello Russo, assassinato infat- no dalla messa di domenica 2 dicem- ma culturale dell'epoca, secondo cui Lapenna è quella della giorna- ti nel 1977, e del giudice Terranova, bre 1984. soltanto un pazzo avrebbe potuto lista francese Marcelle Padovani, crivellato dalla furia dei corleonesi violare la ferrea legge dell'omertà». ma la voce narrante è quella di Gio- emergenti nel 1979, per il quale ave- Rileggendo quei paragrafi dedica- vanni Falcone. Le venti interviste di- va indicato persino il movente politi- ti a Vitale nella sentenza del maxi Il sacrificio ventano materiale per dettagliate co. Dovrà aspettare il 1983 per spe- processo Falcone sottolinea alcune Il 2 dicembre 1984, 5 mesi dopo la li- narrazioni in prima persona che si rare di essere creduto davvero. parti con un pennarello e fissa nella berazione, viene ucciso davanti alla articolano in sei capitoli, disposti co- Alla fine di quell’anno Palermo in- mente le regole feroci della guerra madre e alla sorella dopo la messa me altrettanti cerchi concentrici at- fatti sta per essere scossa da un even- alla mafia e il loro prezzo: omertà, domenicale. Poco tempo prima ai torno al cuore del problema-mafia: to senza precedenti. Parla un altro indolenza, tradimento, inefficien- giornali aveva dichiarato: «Ora mi lo Stato. Una testimonianza resa da pentito, che sa- za, gioco sporco e sacrificio estremo ammazzeranno», ma non aveva ten- Falcone dopo aver lasciato Paler- rebbe potuto finire pazzo pure lui se per la verità. tato di nascondersi. La validità della mo nel 1991. Il libro è edito della ad ascoltarlo non ci fosse stato Gio- sua collaborazione viene riconosciu- Bur. vanni Falcone. Le storie del boss dei *Di Antimafia Duemila ta nella sentenza del maxi processo.