INFORMAZIONI CULTURALI

BAČ La città di Bač è situata sulla sponda sinistra del Danubio, mentre su quella destra si trova Vukovar (HR), nella regione della nella parte nord-ovest della . Il Danubio è il confine occidentale, del territorio di competenza, per 43 km; ha circa 17.000 abitanti suddivisi in più centri abitati segno evidente di multietnicità, infatti si contano serbi, slovacchi, croati, ungheresi, rumeni, rom,… Bač conserva significative tracce della multiculturale storia europea della Vojvodina, vi si trovano architetture romaniche, gotiche, rinascimentali, bizantine ed islamiche e testimonianze barocche quali definitiva testimonianza di diversità culturale che coniuga le culture dei Balcani con quelle Occidentali.

Fortezza medievale Situata nell’area originaria della città, è il più significativo e meglio conservato castello medievale della Vojvodina; fu costruita su un isolotto, più alto rispetto alla città, circondato dal fiume Mostonga (attualmente asciutto) e da uno dei suoi immissari tra il 1338 ed il 1342 (regno di Carlo Roberto d’Angiò), la sua pianta definitiva risale al XV secolo. Il primo ampliamento della città antica è ad opera dell'arcivescovo Petrus de Varda che fece scavare il letto del fiume Mostonga dando accesso alla città, con le imbarcazioni, direttamente dal Danubio. Alla fine del XV secolo furono rinforzate le strutture difensive, in particolare con le torri a sud e sud-ovest; la fortezza fu comunque conquistata nel 1529 dagli Ottomani e, dopo la rivolta di Rakotzy del 1703-10 contro gli Austroungarici, fu demolita e definitivamente abbandonata. Monastero Francescano Il complesso, situato nel centro di Bač, è composto dall'edifico della Chiesa dell'Assunzione e da quello a pianta quadrata del monastero. La chiesa sorge sui resti di una preesistente struttura romanica, a una navata, risalente al XII sec. ad opera dei Cavalieri del Santo sepolcro di Gerusalemme (Templari); nel XIV sec., dopo l'estinzione dell'ordine dei Templari, i francescani la restaurarono in stile gotico e le affiancarono un monastero e un campanile. Con il dominio turco, la chiesa fu trasformata in moschea e mantenne tale funzione fino al 1686, due anni dopo i francescani di Bosnia ripreso possesso dell'edificio. La corte interna fu ricavata con lavori eseguiti tra il 1724 e il 1770.

Vi si trovano la “Biblioteca Slavica” (Croatica) composta da manoscritti e da volumi del XVII e XVIIsec, sculture e opere pittoriche come un'Ultima cena del 1737, un'icona della Vergine della Tenerezza di scuola italo-cretese, opera del maestro Dima (1684). Chiesa cattolica di San Paolo e il convento delle suore di Notre Dame L'edificio costruito tra il 1773 e il 1780, è stato ampiamente rinnovato nel 1838 conservando lo stile barocco. A navata unica con altare semicircolare e sacrestia a Nord, l'interno è ripartito da tre brevi colonnati; le facciate sono decorate e foto: Damiano Visintin completate da una torre campanaria su due piani. Nel 1876, con la supervisione dell'arcivescovo Ljudevit Heinold, all'ala Nord venne affiancato il convento delle suore di Notre Dame, una costruzione a due piani in stile classico con finestre in stile neo-romanico.

foto: Tiziano Pizzamiglio Resti dell’hammam Nel centro di Bač, i resti dell'hammam sono un'importante testimonianza del periodo ottomano in Vojvodina; la costruzione probabilmente risale al 1578, Evli Celebi la cita in un resoconto di un suo viaggio nel 1665. Gli scavi hanno riportato alla luce i resti di sei stanze fra cui: l’halvat (sala d’aspetto ed una stanza spogliatoio), i sadirvan (gabinetti), l’hazna (una piscina) e il Kulhan (la stanza con la fornace per riscaldare l’acqua). L'edificio è stato in gran parte demolito, si conserva solo una porzione della cupola della sala centrale. La Cappella Hermit di Sant’Antonio nella foresta di Guvnište La Cappella si trova nella foresta di Guvnište, nelle vicinanze di Bač; un'iscrizione indica un restauro nel 1817 di un luogo di culto risalente al 1526. A navata unica, con altare poligonale nella sezione Est, ha una sacrestia a Nord e un campanile in legno. Le facciate sono state rinforzate con contrafforti , l'entrata principale è foto: Damiano Visintin sormontata da due trifore in stile gotico.

Musei etnografici In tutti i centri del Comune (Bač, Bođani Plavna, Bačko Novo Selo and Selenča) si possono trovare dei musei etnografici con significative testimonianze delle tradizione e delle culture delle diverse comunità che hanno abitato la regione. Significativi quelli dei Sokci, abitanti della Slavonia che si spostarono lungo il Danubio e arrivarono a Bač oltre trecento anni fa, e quello di Selenča che raccoglie una mostra permanente degli usi e costumi degli abitanti di origine slovacca, una comunità tutt'oggi presente soprattutto in questo villaggio. foto: Damiano Visintin

BOĐANI Il Monastero serbo-ortodosso sorge a pochi chilometri da Bač sulla riva del Danubio, con pianta a U comprende una chiesa, e degli annessi ad uso residenziale e agricolo. La struttura originaria della chiesa risale al 1478, fu commissionata da un mercante serbo della Dalmazia come ex-voto; più volte ricostruito, l'attuale edificio risale al 1722 ad opera di Mihail Tamisvarlija, presenta una pianta a croce con cupola all'intersezione fra il transetto e la navata principale. La restante parte del complesso fu ricostruita tra il 1786 e il 1810 dopo la distruzione dovuta a un incendio; le pareti interne sono affrescate da Hrisifor foto: Luca Bortolotto Zefarovic, scrittore e pittore. Il ciclo di affreschi di Bođani, datato 1737, con tendenze sia bizantine che barocche, è un importante esempio della pittura della prima metà del XIX sec. nel Sud-est dell'Europa ed è fondamentale per la storia dell'arte serba. Di particolare pregio la partizione in icone opere dei pittori di Kyiv, Jov Vasiliyevič e Vasily Romanovič.

DERONJE Il villaggio è un esempio della multiculturalità che caratterizza l'intera area con una radicata presenza di comunità Rom e con edifici religiosi sia cattolici che ortodossi. Nei dintorni, di particolare interesse il sito neo-litico di Donja Branjevina risalente a oltre 7000 anni fa. Deronje è conosciuto per il Festival della tamburica (strumento della tradizione danubiana) e per la presenza di una Colonia degli Artisti annuale.

foto: Luca Bortolotto BACKA PALANCA Città multiculturale conosciuta per il Tikvara, il lago formato dal Danubio riconosciuto con Monumento nazionale; da visitare la Chiesa di S. Giovanni Battista ritenuta l'edificio religioso ortodosso più antico della Vojvodina. L'area è caratterizzata per la presenza di ben 33 siti archeologici e, a nord, di una delle foreste danubiane: Bagremara. Interessante anche il villaggio di Karađorđevo, fondato dagli ungheresi a partire da un allevamento di cavalli ancora oggi molto frequentato.

NOVI SAD

Novi Sad, capitale della Vojvodina, è situata sulla riva destra del Danubio e conta circa 400.000 abitanti, ha una struttura metropolitana composta da diversi sobborghi fra cui , nota per la sua Fortezza. L’area era già abitata circa 6500 anni fa, i Celti la conquistarono nel IV sec. a.C. e costruirono una fortezza sulla collina di Petrovaradin; dal I sec. a.C., durante l’Impero Romano, è parte della Provincia della Pannonia, venne fondato l’insediamento di Cusum sulle terre dell’attuale città. L'insediamento fu foto: Damiano Visintin successivamente distrutto dagli Unni nel V sec. d.C. e ricostruito dai Bizantini assunse il nome di Petrikon, restando continuo obiettivo di conquista tra il X e il XII sec. è parte del Regno d’Ungheria con il nome di Pétervàrad. Tra il 1526 ed il 1687, l'insediamento ritorna sotto il dominio ottomano ed è principalmente abitato da serbi; dalla fine del XVII secolo fa parte dell'Impero asburgico che proibì alla popolazione di fede ortodossa di vivere a Petrovaradin, questo diede inizio all'urbanizzazione della riva destra del Danubio, con il nome di Neoplanta, Novi Sad appunto. Nel 1748, Maria Teresa d'Austria la proclamò città reale libera e per i serbi divenne la città-patria (chiamata l’Atene Serba). Fu sotto l'amministrazione ungherese fino alla I guerra mondiale quando l'Impero Austro-ungarico si dissolse, da allora è parte del Regno e poi della Repubblica Federale di Jugoslavia. Oggi la Vojvodina è regione autonoma della Serbia.

foto: Damiano Visintin

Fortezza di Petrovaradin La Fortezza mantiene la struttura costruita fra il 1692 e il 1780, con la tipologia delle fortezze francesi, ad opera di Voban e su progetto degli ingegneri militari austriaci Marsilio, Kaiserfeld e Vamberg. E' composta da una parte “alta” e una parte “bassa”; nella fortezza di sopra furono costruite le prigioni e una serie di gallerie, per una lunghezza complessiva di 16km, mentre la fortezza di sotto (Vaserštat) accoglieva gli alloggi degli ufficiali e della magistratura, un ospedale, l'arsenale, la caserma e altri edifici pubblici. Grande rilievo hanno i resti di un'antica abbazia cistercense, dedicata alla Beata Vergine e datata 1243, rinvenuti sotto l'Arsenal, oggi Museo della città. La Fortezza è oggi come centro di numerose attività culturali, in particolare nel mese di luglio si svolge il festival musicale Exit. PARCO NAZIONALE DI FRUŠKA GORA

Il Parco nazionale di Fruška Gora, istituito nel 1960, è un complesso collinare isolato nella pianura pannonica, fra il Danubio e la Sava. La ricchezza dei depositi fossili lo ha definito “uno specchio della nostra storia geologica”, la sua importanza è anche, se non soprattutto, data dalla straordinaria flora endemica, di cui sono state individuate 15.000 specie alcune delle quali a rischio di estinzione. Si tratta di una zona molto fertile dedita all'agricoltura e al pascolo. La Fruška Gora riveste una straordinaria importanza anche per i numerosi monasteri foto: Damiano Visintin ortodossi presenti che, tra il 1400 e il 1700, hanno rivestito la doppia funzione di luoghi di culto e di riparo durante le invasioni ottomane. Dei 35 edifici costruiti, in un'area di 50 km per 10km, ne rimangono quindici conservati in un buono stato e custodi di vari tesori d'arte sacra; i più interessanti sono: Krušedol, Velika e Mala Remeta, Grgeteg. (fonte: www.npfruskagora.co.rs)