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ISSN 2280-8817

anno v numero 24 marzo-aprile 2015 BIMESTRALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN A.P. 70% - ROMA - COPIA EURO 0,001 - COPIA 70% - ROMA A.P. SPED. IN S.P.A. BIMESTRALE - POSTE ITALIANE

I PUBBLICI DEI MUSEI NUMERI E GRAFICI ARTE & LETTERATURA LOMBARDIA, MILANO, BERGAMO QUATTRO MESI A IL MERCATO DELLE GALLERIE DAVID FOSTER WALLACE MAPPE E CONSIGLI DI VIAGGIO

CITTÀ-STATO: REPORTAGE TOTO COTUGNO BANCHE & ARTE DA SINGAPORE A MALTA UNA FOTO CONCETTUALE UBS, ART BASEL E LA GAM

àncora di salvezza sul dissesto della cultura nella Capitale del Paese – dissesto di cui incessantemente parliamo da anni – potrebbe in maniera inaspettata giungere dal Vaticano. L’annuncio del Giubileo Straordinario da parte di Papa Bergoglio schiude opportunità impensabili per una città che ha totalmente perduto, dal punto di vista della programmazione museale, il treno di Expo 2015, ma che ora ha la chance di prendere quello del Giubileo 2016. L’allure del cambio di millennio non c’è, i soldi che vi furono allora non ci sono (3mila miliardi e mezzo di

tonelli lire), non c’è neppure un papa dallo spessore di Giovanni Paolo II sebbene Francesco abbia un seguito non indifferente. Quel che potrebbe esserci è l’afflusso di pubblico da tutto il mondo. Anzi la quantità di pellegrini e di turisti che utilizzeranno il Giubileo come scusa per visitare la Città Eterna potrebbe aumentare perché

massimiliano la propensione a spostarsi è enormemente aumentata rispetto al 2000. Ci sono le low cost e all’epoca non c’erano. Ci sono i treni veloci e allora non c’erano. Insomma i 25 milioni di arrivi che si calcolarono al cambio di millennio sono alla portata e la questione di quali servizi dare a tutte queste persone deve essere posta. Senz’altro strade pulite, legalità e decoro (e già qui siamo in grande ritardo), ma poi anche servizi culturali. Se hai degli ospiti che stanno in città due o tre notti non puoi pensare che girino solo per basiliche a confessarsi. Mentre Milano con Expo attrezza la sua offerta culturale e inaugura nuo- vi musei come il Mudec disegnato da David Chipperfield, Roma vive una débâcle culturale non indifferente, soprattutto per quanto riguarda l’im- pegno del Comune di Roma. Paradossalmente ad esser più a rischio sono quegli spazi che vennero aperti sul chiudersi degli anni Novanta, proprio in vista dalle celebrazioni giubilari. Le Scuderie del Quirinale vennero aperte a dicembre del ’99 con una grandiosa mostra sui Cento capolavori dell’Ermitage, oggi questo spazio e tutti quelli gestiti dal Palazzo delle Esposizioni sono gravemente a rischio a causa dei tagli comunali. Il Macro venne aperto a settembre del ’99 con una mostra dedicata a Duilio Cambellotti e oggi quello stesso museo, dopo un quindicennio di alterne vicende e dopo decine di milioni di investimenti, è stato di fatto abbandonato dall’amministrazione. Nell’ambito delle programmazioni che il Commissario per il Giubileo dovrà fare non sarebbe male considerare questi aspetti, sfruttare i finanziamenti previsti per il grande evento per dare ossigeno alle programmazioni di questi spazi. Far partire, poi, progetti nuovi ma veloci e sostenibili visti i pochi mesi a disposizione: c’è il progetto di apertura al pubblico del Quirinale che andrebbe alimentato (il nuovo Capo dello Stato sembra essere decisamente d’accordo) e potrebbe costituire un’attrazione inedita per centinaia di migliaia di persone; c’è la grande idea di William Kentridge per i muraglioni del Tevere fino ad oggi bloccata da patetici veti soprintendenziali; c’è una città che negli ultimi anni si è scoperta capitale della Street Art con centinaia di muri che possono trasformarsi in avvincenti percorsi attraverso le periferie. Non sarebbe una cattiva idea – in circolo proprio nelle ore in cui stampiamo questo giornale – che tutto questo venisse coordinato da una figura come quella di Francesco Rutelli. Non tanto e non solo per la sua esperienza nella città di Roma, quanto per il suo passato da Ministro della Cultura. La sua nomina potrebbe garantire un ruolo anche culturale ai fondi che il Paese deciderà di investire sul Giubileo del 2016.

4 EDITORIALI er chi è cresciuto negli Anni Settanta, il termine “interattività” suonava bene, come una pro- messa di democrazia e di affermazione libertaria contro l’autoritarismo del potere, di cui ilTesto Artisti- co Intoccabile era il simulacro. A teatro si abbattevano i confini tra palco e platea, in letteratura le spe- rimentazioni dissolvevano l’idea di romanzo tradizionale, nell’arte decine e decine di artisti facevano a pezzi le classiche coordinate della fruizione delle opere, rendendo spesso gli spettatori parte del loro lavoro. Al cinema, luogo di moltissime utopie, tutto questo era molto più diffici- le. Tecnicamente, era quasi impossibile interrompere il flusso di un film ferrario o immaginarsi un modo in cui il pubblico potesse interagire con esso. La carica rivo- davide luzionaria si scatenava così sul contesto: era l’epoca dei festival senza premi, dei dibattiti nei cineforum, dei registi “processati” in pubblico. Poi sono arrivati gli Anni Ottanta e siamo tutti tornati a più rassicuranti modelli di godimento estetico. L’interattività si è spostata dal piano espressivo a quello tecnologico, sulla dimen- sione ludica più che su quella artistica. E all’improvviso ci siamo ritrovati dove non avremmo mai immaginato. Si cominciò con la pubblicità. Ricordate la commovente, quasi patetica battaglia di Fellini per combattere gli spot durante la trasmissione dei film in tv? Ci fu perfino un referendum, nel 1995. Naturalmente vinsero a grande maggioranza i fan della pubblicità. Allora - così come con tutto quello che riguardava la tv commerciale - non si capiva che si stava infilando un cuneo in un sistema percettivo che aveva resistito per cento anni, un cuneo che avrebbe divaricato sempre più il rapporto tra autore del film e spettatore. Contestualmente arrivarono le videocassette, che consentivano una forma di controllo sul flusso narrativo attraverso la pausa e il fast forward. Oggi un film si può vedere in mille modi, anche sullo schermo di un telefonino ridicolmente piccolo. Lo si può fermare, spostare in avanti o indietro a velocità multipla, lasciare in sospeso. Chi ha un decoder MySky può farci praticamente tutto, compreso vederlo in una lingua diversa, con sottotitoli o no. L’interattività degli Anni Settan- ta era immaginata come possibilità del pubblico di non subire passivamente una narrazione. Oggi lo spettatore è completamente padrone del modo in cui vede il film. Solo che non si tratta di un progresso, perché il cine- ma è stato degradato a puro bene di consumo, semplice entertainment da accendere e spegnere a piacimento. Per chi, come me, ha scelto per vocazione di raccontare storie al ci- nema, questo comporta un cambiamento epocale. Anche solo qual- che anno fa, realizzare un film assomigliava a fare un discorso. Sape- vi che ci sarebbe stato un pubblico ad ascoltarti e quindi era fondamentale che quello che avevi da dire fosse importante e raccontato bene. Oggi questa aura del cinema è pressoché scomparsa. Qualsiasi arte della narrazione, di fronte ad ascoltatori disabituati a concentrarsi, convinti che sia un loro diritto fare e disfare la continuità di un effetto espressivo, è destinata a morire. Vince non chi ha qualcosa da dire, ma chi produce il volume più alto, l’eccitazione più frenetica. La soglia di attenzione su Internet, dicono gli esperti, è di 8 secondi. Ovviamente si può obiettare che le arti cambiano e si trasformano, ed è proprio quello che sta succedendo. Infatti non mi lamento. Dico solo che dovremmo smettere di chiamare cinema quella cosa 2.0 che lo sta sostituendo. L’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, secondo la famosa definizione di Walter Benjamin, partiva comunque dalla definizione dell’opera in quanto tale. Oggi, nel passaggio di potenza al quadrato di quel processo, l’opera è un simulacro che si dissolve nel suo consumo tecnologico.

Regista

L'ALTRO EDITORIALE 5 IL CAPITALE CULTURALE UNO STATO INVADENTE L’ARTE DI BORIS GROYS

Basilea c’è un bunker – lo ’offerta culturale italiana è co- ’attività dei curatori è posta al ASchaulager – nel quale sono L stellata da miriadi di piccole L servizio della collettività, ha conservate numerose opere d’arte organizzazioni. Il più delle volte rilievo civile, è equidistante da gal- contemporanea. Parzialmente aper- destrutturate e poco professionaliz- lerie, artisti e pubblico? In Going to al pubblico, è luogo di ritrovo per zate, ma creative e fantasiose. Que- Public Boris Groys risponde di sì, collezionisti, banchieri, petrolieri, ste centinaia di migliaia di soggetti e questa sua fiducia può sembrarci uomini d’affari, direttori di musei culturali sono spesso giuridicamen- avventata. La figura del curatore è

ecc. Per certi aspetti è una spe- te delle associazioni. L’evidente dantini profondamente mutata nel corso faletra

cie di agenzia di rating del valore lacuna di cultura aziendale che le michele dei decenni: in un’intervista recen- severino marcello commerciale delle opere destina- fabio contraddistingue le sta mettendo te, Obrist si è interrogato sull’indi- te a regolamentare in termini di profitto il in ginocchio di fronte alla contrazione di pendenza e la preparazione dei più giovani. mercato dell’arte mondiale. Una realtà che finanziamenti pubblici. Un mondo che per Koons si è spinto oltre. “Se sei critico”, ha influisce sui più grandi musei. Nella pro- decenni ha offerto sussidiarietà, educazio- confidato a David Zwirner, sei“ già fuori dal spettiva tradizionale, il museo è socialmen- ne, intrattenimento e identità gioco”. Groys sceglie la strategia del passo te una realtà che associa cultura e potere. grazie ai tributi della collet- indietro rispetto all’attualità: sorvolando su Nel Cinquecento le prime raccolte d’arte tività, oggi è lasciato al ciò che è, si interroga sulle condizioni di divennero subito espressione del potere suo destino. Proba- possibilità di ciò che potrebbe essere. Che economico di una famiglia: i Medici, i Bor- bilmente con troppo fare dunque per “divenire pubblici”, per ghese, i Barberini, i Gonzaga si disputavano poco preavviso, sono considerare l’arte da punti di vista che sia- gli artisti migliori. A partire dalla fine del impreparati a continuare no di interesse generale? Groys Settecento, il museo si è trasformato in uno quel ruolo sociale necessario ha ragione quando osserva stoccaggio del valore culturale in con le risorse del mercato. Non che solo una piccola parte nome di una nazione. Dopo la solo perché non l’hanno mai fatto, non han- dei visitatori si pro- Rivoluzione Francese diven- no le competenze per capirlo e forse perché pongono di diventare ne il bottino di guerra di ancora non c’è un vero mercato in grado di collezionisti. Record in un popolo. Come le sostenere l’offerta. Siccome i problemi non asta o movimenti di merca- banche che stoccano vengono mai da soli, la beffa in aggiunta al to non dovrebbero dunque co- e separano il plusvalore danno delle contrazioni delle risorse pub- stituire il nostro interesse prin- economico estorto ai lavora- bliche è che lo Stato, che prima di tutto legi- cipale. Sopravvaluta tuttavia l’importanza tori, allo stesso modo il museo fera e regolamenta ogni genere di uso, pone delle “poetiche”, di quanto cioè gli artisti in età moderna stoccava il valore mille vincoli. Finché pagava, poteva anche stessi dichiarano: gli “egocumenti” posso- delle opere di un Paese, spesso a danno di dire la sua, si accettava perfino di dargli no contenere elementi di opacità. Groys un altro. Napoleone, spogliando la Grecia, l’ultima parola. Ma adesso è solo un osta- riconosce il problema quando scrive che l’Egitto e l’Italia di molti dei loro capolavori, colo, l’ennesimo ostacolo. Quanti aspetti di l’atteggiamento prevalente è oggi di incre- diede al Louvre lo statuto di museo univer- un’offerta possono determinare il successo dulità e sospetto. Non crediamo al discorso sale. Non meno esperti in “accumulazioni o l’insuccesso, raccogliendo più pubblico secondario, che per lo più è marketing: arti- originarie” del capitale culturale, vale a dire o creando centri di ricavo indispensabili? coli, recensioni, interviste. Ed è raro che la in furti, furono gli inglesi e i tedeschi, che Orari di apertura, la possibilità o meno di “scrittura curatoriale” riesca a produrre co- spogliarono la Grecia di quel che restava rivendite commerciali (i famosi servizi ag- noscenze intelligibili. Dunque: dove cercare della sua gloriosa storia. Migliaia di reperti giuntivi), esporre nomi e loghi di terzi. In- buoni criteri e trovare appoggio? Dovrem- e soprattutto 56 pannelli, 17 statue fronto- somma, si nega la libera imprenditorialità. mo confidare nella nostra esperienza visiva nali e una cariatide dell’Eretteo andarono Prima lo Stato si è tirato indietro da quasi più che nell’irresponsabile flusso di parole in Inghilterra, mentre il grandioso altare di tutto, dicendo “sono finiti i soldi, cavatevela circostante. “Decisamente non abbiamo Pergamo andò a Berlino. Il Getty Museum da soli”. Poi ci ha aggiunto: “In onore della bisogno di assimilare l’arte al pensiero né di per anni ha ricettato indi- sussidiarietà è anche giusto che il territorio, (ancor meno) alla cultura”, scriveva Susan sturbato manufatti archeologici provenienti i cittadini, gli utenti e le imprese contribui- Sontag nel 1966. “È invece importante ritro- dall’Italia, i quali venivano “ripuliti” in Sviz- scano ognuno per sé allo sviluppo”. Poi però vare i sensi. Dobbiamo imparare a vedere di zera e poi rivenduti. Celebre è la recente pretende di mettere bocca su qualsiasi cosa. più, ascoltare di più, sentire di più”. Buone restituzione della Venere di Morgantina, È coerente che gli operatori privati, che si- conoscenze di storia dell’arte rimangono un trafugata in Sicilia. Esempio eclatante del- ano a scopo di lucro o meno, affrontino un requisito importante. È sotto questo profilo la convergenza tra museo, mafia e mana- rischio imprenditoriale. Però devono poter che l’insistenza di Groys sulle “poetiche” ap- gement. Il museo come espressione della vincere, vedere premiati dal mercato la loro pare meno convincente. In assenza di un’e- potenza di una nazione come voleva Napo- offerta, la loro idea, il loro lavoro. Comune, stesa familiarità con le opere e di una con- leone, è ora espressione di gruppi d’affari non mi dai più il contributo per fare un fe- noisseurship coltivata negli anni, le nostre senza scrupoli, come quelli che stanno do- stival o una manifestazione? Dammi allora affermazioni rischiano di rivelarsi un’inerte minando i Paesi europei del Mediterraneo, la possibilità di somministrare bevande, parafrasi di luoghi comuni sociologici o sto- affamandoli. Ma cos’è per altri un museo? di vendere gadget, di offrire servizi anche rico-culturali. Nel rinunciare agli strumenti Georges-Henry Rivière, citato da Jean Clair, commerciali, così da recuperare sul mer- della descrizione per privilegiare manifesti osservava: “Il successo di un museo non si cato le risorse che prima avevo dalle casse e dichiarazioni di intenti, Groys priva il let- valuta in base al numero dei visitatori che pubbliche. Ovviamente sempre nel rispetto tore della possibilità di sottoporre a verifica, vi affluiscono, ma dal numero di visitatori ai della collettività e dove è oggettivamente sulla base della propria esperienza diretta, quali ha insegnato qualcosa”. Qualche anno plausibile. la giustezza o fallacia dell’interpretazione dopo Duchamp dirà: “Per quanto mi riguar- proposta. da la storia dell’arte è ciò che rimane di un’e- @severigno74 poca in un museo, ma non è necessariamen- @micheledantini te ciò che di meglio c’era in quest’epoca…”. project manager dell’osservatorio sulla cultura docente universitario, saggista e redattore di cyberzone critico e scrittore università la sapienza e swg

6 EDITORIALI KRIZIA PARLA CINESE A TORTO O A RAGIONE MORTE IN RETE

osa succede se un grande mar- ro in torto quando sullo scorso Dopo l’ondata di commozione sul Cchio italiano del lusso diventa Enumero di Artribune Magazi- doppio massacro di Parigi, il web si cinese? È la storia, da copertina ne, in Siriani a Milano, lamentavo sta saturando di immagini di mor- mensile, di tanti pezzi d’Italia che il totale disinteresse del mondo te. I tre giovani americani/islamici se ne vanno. Aziende storiche che dell’arte per un fenomeno di porta- pieni di speranze nella foto della vengono vendute per mancanza di ta storica come le migrazioni in atto laurea e uccisi da qualche esaltato

visione generazionale, di risorse o nel Mediterraneo. In riparazione ri- taiuti si contrappongono con il centro

per denari. Magari tanti. Una sorte porto qui i brevi stralci del racconto lorenzo culturale di Copenaghen crivellato che ha visto passare il confine ita- premoli che Federica Cellini mi ha conse- di colpi di mitra dall’IS per un convegno su liano tantissimi pezzi di cultura, aldo gnato a proposito della sua instal- Charlie Hebdo (due morti) e alla minaccia artigianato, competenze che han- lazione audio e foto che ha per tema pro- di un attacco alla Sinagoga. In che modo no formato l’idea del cosiddetto prio i migranti di Lampedusa. Draunara ha l’IS rappresenta la religione islamica, se

seganfreddo Italian lifestyle. Una delle ultime esordito prima a Belgrado, poi si è trasferita non nella sedicente autodefi- cristiano è stata “crazy Krizia”, come venne al Castello di Rivoli per volontà di Beatrice nizione di califfato e nella soprannominata dalla stampa Merz e di recente si è vista al Maxxi. “Nel auto-conclamata rappre- americana. Miuccia Mandel- 2011 sono andata a Lampedusa per Rai 2 a sentazione di tutti i li aveva creato negli Anni girare un documentario sugli sbarchi che co- valori di una religio- Sessanta il suo sogno minciavano a intensificarsi a causa delle va- ne? L’ultimo massacro moda, ispirata per rie primavere arabe. Al primo contatto sono perpetrato sui copti egiziani il nome dall’ultimo rimasta paralizzata, eppure ero già stata in (ventidue morti) ci porta a cose dialogo platonico, in- Senegal, a St. Louis, l’isola da che conosciamo bene: le bande compiuto. Una storia quasi dove partono molti dei mi- armate delle mafie, la mafia, la camorra, la “architettonica” per forme e granti che giungono sulle ‘ndrangheta, la sacra corona unita, le forme volumi, diventata simbolica con nostre coste. Ma nien- mafiose, delinquenziali e omicide. I siste- grande antologiche internazionali. Krizia è te, messa di fronte a mi sono gli stessi: controllo, sfruttamento, stata da sempre profondamente legata alle quella realtà non trova- intimidazione e dominio attraverso l’omi- tensioni artistiche e del design. Lo Spazio vo il modo di raccontarla… cidio. Unica differenza finora è l’uso della Krizia, disegnato da Piero Pinto, nel cortile Il giorno seguente ho raccolto Rete per autopromuoversi. D’altra parte i del palazzetto di via Manin a Milano, è stato la testimonianza di Tareke Brha- sistemi dell’IS sono fortemente cinemato- un simbolo di un luogo polifunzionale. Dal- ne (oggi uno dei simboli di Lampedusa) che grafici. Si potrebbe parlare di una Hollywo- le sfilate a Dario Fo, Ettore Sottsass o Borek era lì per incarico di Save the Children e quel od sull’Eufrate. Notevoli gli stacchi di effetti Sípek. Memorabili i Saloni del Mobile di viaggio l’aveva vissuto anni prima. Le sue speciali come fiamme ripresi da film (che Ingo Maurer con le più poetiche installa- parole hanno capovolto la mia prospettiva. sia Fast and Furious?) oppure di gigante- zioni luminose della design week. Poi, negli Per chi arriva, la macchina fotografica che sche esplosioni (Guerra dei mondi versione ultimi anni, una lenta e pericolosa agonia. E attende sulla banchina non è una coercizio- Anni Novanta?). Tutto è cinema nella stra- chi arriva? Una signora elegantissima dalla ne ma il segno che qualcuno è interessato tegia IS. Dalle bandiere al vento alle tute Cina, che si innamora del marchio e decide a quel che ti è successo, che la tua storia nere in stile ninja. Il califfo di Disneyland di rilanciarlo. Zhu ChongYun è una self-ma- sarà raccontata. A quel punto ero pronta, fra dieci anni sarà nel paradiso fiscale delle de woman che ha costruito un impero nel anche se il successivo arrivo notturno mi ha isole Cayman a spendere i cospicui guada- fashion cinese. E ha capito, con rara lucidità lasciato comunque sbigottita. Di un barco- gni ottenuti. Ora entrano in campo le forze e sensibilità, che bisogna ripartire dall’am- ne percepisci innanzi tutto l’odore fortissimo hacker degli Anonymous, che da sempre si bito culturale per far rinascere un brand. E di salsedine, di umidità, di Africa… E poi ci erano dichiarati “super partes” e portano un così ha spiazzato e spazzato via tutti i pre- sono gli sguardi di uomini, donne e bambi- vento di guerra telematica. Chiusi o sbarrati giudizi. Ha imposto una visione. E in questa ni carichi di terrore, smarrimento e felicità, molti siti IS e altri collegati, l’efficace stra- fase di rebirth dialoga con l’arte per dare un una miscela emotiva che ti arriva addosso tegia degli hacker attacca le roccaforti IS, senso a tanta tradizione e storia. E costrui- e ti travolge. Le foto che ho scattato quella che sulla presenza in Rete hanno investito re un nuovo immaginario. Così un pezzo di notte sono diventate poi materia della mia enormemente (forse la prima guerra giocata storia importante del nostro Paese che pote- installazione. I migranti avvolti nelle coperte tutta sulla Rete) ingigantendo un esercito di va finire nei fustini Dixan (esistono ancora?) termiche dorate mi sono apparsi in queste poche migliaia di persone. Forse è per que- è invece oggetto di un profondo, benefico immagini come cavalieri forti e fieri, ad altri sto che l’IS è così sensibile all’ironia? Hanno ripensamento. sono sembrati re magi, ad altri ancora cre- paura che si scopra che il re è nudo? In un ature fiammeggianti…”. Ora Federica è di saggio degli Anni Sessanta, Susan Sontag nuovo al lavoro e progetta un’installazione analizzava con stupore la nascita delle cul- @cseganfreddo che riguarda i siriani del suk di Aleppo. Un ture sadomaso all’interno delle culture so- luogo che ha conosciuto bene prima che lari delle rivoluzioni sessuali dell’epoca. E direttore del progetto marzotto l’orrore della guerra lo devastasse. È un la- osservava: “Il loro colore è il nero e il loro voro anche più complesso del precedente e obiettivo è la morte”. direttore scientifico Federica sta cecando una committenza per del corriere innovazione finanziarlo. Sarebbe bello che il suo slancio critico di arte e media non restasse isolato. Loro – i migranti – con- tinuano ad arrivare e morire. docente di architettura università la sapienza di roma @premolialdo

trend forecaster

COLUMNIST 7 una sopravvivenza

“Il futuro: un mondo buio, desolato. con te stesso, questo Paese ha fatto di te pagno di strada Rey-Robert Pattinson nel Un mondo di guerra, di sofferenza, un disadattato. Uno cioè che non è proprio bellissimo The Rover (David Michôd 2014 di sconfitta. Da entrambe le parti” adatto a vivere fuori o in altro modo. Uno a [nella foto]). Ci troviamo costantemente a (Bryan Singer, X-Men: Days of Futu- cui sembra tutto sommato di aver scoperto porci questa domanda, in termini politici, re Past, 2014). Manca la percezione che cosa c’è sotto questa forma sottile e sof- sociali e culturali. Possiamo raccogliere tutti stessa dell’altro. È assente ormai. focante di segregazione, sotto questa pelli- i dati possibili sul passato recente, ricostru- Questi esseri umani di adesso non cola, e a cui sembra di aver scoperto che la irlo nelle maniere più raffinate ed esaustive, ti rispondono neanche più. Non ti segregazione potrebbe essere ovunque: “Vi- rappresentarlo con le immagini più curio- badano più. Figuriamoci aiutarti, viamo in un mondo fantasmico con il quale se e rare: ma lo stiamo sempre e soltanto sostenerti, incoraggiarti, offrirti il entriamo gradatamente in dimestichezza. penetrando “archeologicamente”. E non lo caliandro

christian pranzo o la cena. Questo benevolo plurale non mi farà più conosciamo mai dall’interno – come parte Quello che in effetti ci hanno fatto. d’uopo inoltre: fummo, siamo e saremo in di noi stessi, e soprattutto come origine pos- Segregazione. Ci hanno rinchiusi in una pochissimi a risentire la sostanza piena della sibile e reale di un altro, diverso presente. forma di vita congelata. Bloccati all’inter- vita. [...] Con l’acquistare questo senso nuovo Questo passato così brillantemente descrit- no di una parodia. La parodia è quella di e vasto in una realtà più vasta, metafisico, to, così vividamente proiettato, non intrat- una società che imprigiona i propri figli: or non accenna più a un ipotetico dopo-na- tiene praticamente alcun rapporto con noi, sfruttandoli, divorandoli. Chi va all’esterno, turale; significa bensì, in maniera imprecisa- con chi siamo, con l’epoca che viviamo e chi fuoriesce è “cosmopolita”, certo: impa- bile – perché non è mai chiusa, ed imprecisa con le sue spiegazioni. È una terra di morti. ra diversi modi di vita, impara che fuori si dunque, è la nostra conoscenza – tutto ciò Storia dunque come mera elencazione di mangiano tante cose buone e che, forse, ti che della realtà continua l’essere, oltre gli fatti, dati, informazioni, figure, immagini, danno anche un lavoro a condizioni persino aspetti grossolanamente patenti della realtà autori, opere, titoli, pratiche, istituzioni, vantaggiose. Ma dentro? Dentro, den- medesima” (Alberto Savinio, Anadiomènon. testi, fenomeni, movimenti, istanze, dichia- tro questo Paese, si è creato Principi di valutazione dell’arte contempora- razioni, pensieri. Senza visione unificatrice, – o c’è sempre stato… – un nea, “Valori Plastici”, 1919, n. 4-5). né interpretazione, né correlazione e con- nucleo oscuro pulsante. È come Siamo tutti scappati: stiamo tutti scappan- nessione tra cause ed effetti, tra motivazioni parlare una lingua diversa da tutte le altre. do. E in questa fuga per la salvezza e per la e risultati, tra forze che muovono il tempo e Oppure, meglio ancora: come respirare un sopravvivenza, ciò che si perde è precisa- manifestazioni. Senza scavo, né carotaggio, tipo di aria diversa. Nella sua qualità, nella mente la complessità. Cioè noi, fondamen- né critica. Eppure, non esiste storia sua pesantezza, nella sua temperatura. E talmente, pur di sopravvivere e di scavare senza critica, così come non allora, hai voglia ad essere cinico. Hai vo- una via d’uscita, una exit strategy, siamo esiste critica senza storia: la glia a rendere questo stato quasi una moda, tutto sommato disposti a rinunciare alla storia vera è critica – coincide con essa. Allo prendendo il buono che c’è e ridicolizzando nostra originalità, o a ridurla in macchietta stesso modo, una società che non vive nel e il resto, proponendo un modello ipercolto (che fa lo stesso). “Come facciamo a sape- del suo immaginario culturale non è già più (ma in fondo perdente) e raccattando, com- re dove stiamo andando, se non sappiamo una società: è divenuta qualcos’altro. ponendo, assemblando frammenti di privi- neanche dove cazzo siamo?”, chiede giusta- legio. La verità è che, se sei del tutto onesto mente Eric-Guy Pierce al suo svitato com- @chriscaliandro

8 EDITORIALI la città del dopo

Il prima e dopo terremoto a L’Aqui- piazza con ortaggi e frutta di stagione, cian- di Finanza, di un campo sportivo, di una la sono imprescindibili, sono un frusaglie e utensili di ogni sorta per conclu- pista d’atletica, di una chiesa provvisoria, confine che ha ridefinito tutto: una dere affari incontrandosi con la città. della mensa della Caritas, di un piazzale di piazza o una tabaccheria a partire Questa piazza è ancora la cemento che in passato ospitava le eserci- dal 6 aprile 2009 hanno un prima e dimora degli aquilani, è ab- tazioni militari, da qui il nome. un dopo. Piazza Duomo, o del Mer- bastanza vasta tanto che, Da oltre un anno lo slargo all’interno della cato, è l’essenza del prima. Carlo trovandosi al suo interno, bi- piazza è la nuova sede del mercato giorna- altieri Emilio Gadda descrive l’alacre vi- sogna specificare se ci si tro- liero, una spianata di cemento umanizzata veronica talità con cui si animava in occasio- va a “capopiazza” o a “piedi- dai colori, i profumi e la routine dei suoi ne del mercato cittadino, quando la piazza piazza”, non è spavalda ma avventori. La bruttezza non risiede tanto assolveva a una delle sue più importanti sobria come gli stessi aquila- nell’idea che il mercato non si svolga più funzioni, quella civica: “Lasciatemi sosta- ni, i quali potrebbero osten- nel centro storico, impreparato a ospitare re nel mio sogno e nella mia devozione, se tare altre decine di piazze l’andirivieni di camion e furgoni da allesti- pure urgano il tempo e le cose. Lasciatemi altrettanto e più belle. Lo spirito re, bensì nella totalità della piazza che ha qui dove la piazza chiara si apre, declive ai aquilano, che piazza Duomo incarna, si ri- fatto della provvisorietà la sua identità. gradini all’arco e alle torri del Duomo: pie- vela anche attraverso un’eleganza architet- Se qualcuno la ricorda come na di tende, di gabbie di polli: fruttifera e in- tonica mai ostentata ma posta come scudo il luogo periferico dove si re- signe di peperoni, di bretelle, di padelle, di a difesa della ricchezza interiore, quella cava da piccolo per giocare pantofole, di paralumi e di piatti mal cotti, delle corti, dei palazzi nobili, degli affre- a basket, oggi questo spazio che il lucchese uno dopo l’altro li lancia ver- schi nelle sale da pranzo, di tutto ciò che è invadente rappresenta la cit- so il cielo e poi come un giocoliere li ripren- noto solo a chi, sacrificandosi, vive ancora tà più prossima a quella an- de: - le mi dànno una lirina soltanto e se lo questa città. tica, neanche identificabile porteno via! – E più ratta ancora di quel Il mercato cittadino, dopo il 2009, non si come periferica per la sua gatto è la sua parlantina toscana sopra le svolge più in piazza Duomo ma in piaz- vicinanza, abbracciata da donne torve, accigliate; che ne diffidano. za d’Armi [nella foto], uno dei luoghi del una viabilità degna di una Poi finiscono per cavare, dal bisunto, venti dopo. grande metropoli e costella- centesimi al pezzo” (Le meraviglie d’Italia. Questa piazza, che una piaz- ta da condomini finalmente Gli anni, Einaudi, Torino 1964, p. 64). za non è, esiste da prima del ristrutturati ma eccessiva- In piazza Duomo conflui- terremoto ma è stata colta mente colorati. scono ben quindici strade, è l’occasione per trasformarla Piazza Duomo o d’Armi – insieme a spazi l’espressione sociale e archi- in parco urbano dopo, con urbani, vecchi, nuovi o rinnovati – sono tettonica del sinecismo della una riqualificazione, urbani- autentici nel raccontare il prima e il dopo città – come scriveva Salvatore Settis nel stica e ambientale ancora in della stessa città, un presupposto impre- 2013 – perché qui tutti i giorni, dal 1300, corso, dell’intera area. Piazza scindibile per tracciare una mappa e orien- contadini e venditori, provenienti dalle d’Armi, appena fuori dalle mura cittadine, tarsi nella metamorfosi e nella provvisorie- frazioni e dai paesi limitrofi, allestivano la è sede di una delle strutture della Guardia tà a cui la città abitua.

IN PRATICA 9

mes; Robert Davis selezionato da Rashid John- di FERRUCCIO GIROMINI son; Pia Camil, per Gabriela Jauregui; Maeve OPERA SEXY Brennan, voluto da Phillip Lai; Vicky Wright, chiamata da J.J. Charlesworth; Ayesha Sultana, PRINCIPI DISNEY per Maria Lind; Anne Imhof, per Laura McLean- Ferris; Ádám Kokesch, per Dóra Maurer; Asim Chissà se si può considerare arte. Di sicuro si può dire art, Waqif, selezionato da Dieter Roelstraete; Ro- all’inglese, ossia disegno. E sì, a questo punto è più che con- drigo Hernández, chiamato in causa da Chris cesso dire erotic art. E forse anche in parte art brut, in quanto Sharp; Oscar Neuestern da Mario García Torres; una certa rozzezza e programmatica ineleganza fanno parte Bùi Công Khánh voluto da Zoe Butt; Rachelle integrante del pacchetto. Le rudi figurazioni erotiche che ci col- Sawatsky, da tenere d’occhio per Andrew Be- piscono stavolta non fioriscono sui muri di qualche gabinetto pubblico, bensì sugli schermi di un malizioso sito statunitense rardini; Delcy Morelos, futures great per Lucas di gossip postfemminista (ciurma quasi al completo muliebre). Ospina; Senzeni Mthwakazi Marasela, per Se volete saperlo, è andata così. Un bel giorno le disinvolte ra- Koyo Kouoh; Ma Qiusha, voluta da Song Dong; gazze della redazione si mettono allegramente a fare ipotesi Kathryn Elkin, segnalata da Fatoş Üstek; Mia su fattezze e dimensioni e particolarità degli attributi più inti- Feuer, indicata da Graham Harman; Cyrill La- mi dei principi azzurri. Ovvero i fidanzati più o meno ufficiali chauer, per Bonaventure Soh Bejeng Ndikung; delle “principesse” dei film Disney – quelli su cui prima o poi Nikita Kadan, indicata da Oliver Basciano; Yan hanno fantasticato tutte le all american girls. E giù risate a non Xing per Aimee Lin; Ayrson Heráclito, selezio- finire. Certo, l’argomento si presta all’ilarità e, visto l’ambiente, nato da Adriano Pedrosa. E per l’Italia? Gian alla derisione. E i bellimbusti più antonomastici si meritano di Maria Tosatti, scelto da Mike Watson. sicuro qualche ridimensionata. Ebbene, il ridimensionamento, in tutti i sensi e specialmente in quel senso lì, sembra davvero SANTA NASTRO la linea-guida dell’operazione: ora in piccolo, obviously!, ora in www.artreview.com lungo, ora in stretto, ora in storto. Ma dalle parole si vuole passare ai fatti. O meglio: dall’idea alla realizzazione di qualcosa di tangibile. Non in tre dimensioni, TAKASHI MURAKAMI, DESIGNER DI… come qualcuna suggerisce audace, ma almeno in due. Tanto da poter condividere le fantasie. A questo punto le CARAMELLE. MENTA, CILIEGIA O disinvolte ragazze della redazione si mettono in contatto con la giovane e altrettanto franca illustratrice di Brook- FRUTTI ESOTICI? ECCO LE FRISK IN lyn Tara Jacoby, che accetta la sfida e si mette divertita al lavoro. In quattro e quattr’otto ne esce una galleria di EDIZIONE LIMITATA aitanti giovinotti che non hanno niente da nascondere, ossia esattamente come mamma li ha fatti. Il tuffo creativo Un lancio in grande stile: è quello dell’edizione e ricreativo nell’immaginario collettivo diverte tutti, anzi tutte. È evidente che risulti NSFW – Not Suitable For Work: esplicito e sconsigliato per occhi giovani e ingenui, e insomma se siete contro non entrate. Di fatto, presentati limitata del packaging in metallo delle caramel- con una essenzialità non proprio antigraziosa ma quasi, ci sfilano dinanzi tredici corpi maschili inalberanti tredici le Frisk, marchio che fa capo alla Perfetti Van pubi più o meno virili. Melle, azienda di Lainate che è il terzo gruppo a Aprono la passerella multietnica i due belli de La Bella e la Bestia: il bullo e immotivatamente vanesio macho Ga- livello mondiale nel settore (per citare uno solo ston [nella foto] e il flaccido ma pelosissimo Adam, alias la Bestia. Seguono Eric de La Sirenetta, finto vergognoso dei prodotti del gruppo: i Chupa Chups). A su spiaggia nudista, e Ferdinand di Biancaneve graziosamente assiso sulla sponda del pozzo dei desideri. Poi il lavorare al progetto, un nome di rilievo bello di Cenerentola, giocherellante con la scarpetta di cristallo, esibisce – a detta della giuria – le “dimensioni nel panorama dell’artworld: Takashi perfette”, mentre Li Shang di Mulan appare prestante ma, come dire, un po’ sottotono. Ed ecco il Philip de La Murakami. Nasce così la capsule bella addormentata mentre si rigira nel lettone di lei (che è sveglia altrove, a quanto pare) e Aladdin che in volo collection declinata nei gusti “men- notturno galleggia sul tappeto volante d’ordinanza, vestito solo del suo striminzito panciottino di raso. ta terrificante”, “ciliegia” e “frutti Le immagini, realizzate con tecnica svelta e colorate digitalmente, sono tutte accompagnate da descrizioni ac- curate e commentini espliciti che pare meglio astenersi dal riportare. Così è per il superdotato John Smith di esotici”. Scatolette in metallo ma Pocahontas e per il super-superdotato Naveen de La principessa e il ranocchio (con indosso solo una maschera anche un originale disegno per da Mardi Gras), mentre un sornione Flynn Rider con pizzetto malandrino si è lasciato legare al letto dai lunghi le stesse caramelle, distribuite da lunghi lunghi capelli di Rapunzel. Ed è così pure, direttamente da Frozen, per il freddo-caldo Kristoff, con tanto di marzo in Francia, Belgio, Italia ambiguo ammiccamento a un amico troll, e per il caldo-freddo Hans, colto mentre si bea in un selfie-video intimo. e Giappone; distribuzione che Bisogna dire che da questo viaggetto a Fantasyland, prestazione perversa di “concettuale”, il pubblico maschile fra l’altro si connota per esce provato. Le fanciulle di jezebel.com, crediamo, avranno fatto rivoltare nell’avello il vecchio Walt. O, chissà, una trasversalità curio- forse se la ride anche lui, sotto i baffetti. sa: oltralpe le si trova infatti da Monoprix oppure www.jezebel.com nel mitico concept store Colette. MARCO ENRICO GIACOMELLI www.frisk.com IL BOOM DELL’ARTE ITALIANA DEL Una procedura lunga, farraginosa e dall’esito DOPOGUERRA? EFFETTO DELLE incerto, che spinge mercanti e collezionisti GIANFRANCO MARANIELLO È NORME SULLA NOTIFICA italiani a “disfarsi” dei vari Fontana, Scheggi, IL NUOVO DIRETTORE DEL MART. Castellani, Bonalumi, prima che siano soggetti Dai confortanti risultati in aste e fiere interna- DOPO ANNI AL MAMBO DI BOLOGNA, alla legislazione, consci del guadagno maggiore zionali alla presenza importante e di qualità in SUCCEDE A CRISTIANA COLLU che deriverebbe dalla loro vendita oltre confine. appuntamenti come Tefaf a Maastricht e Art Ba- MARTA PETTINAU A metà novembre Cristiana Collu aveva annun- sel a Hong Kong, dalle mostre internazionali in ciato il suo addio alla direzione del Mart. Dietro all’apertura all’estero di sedi di gallerie storiche la scelta di non rinnovare l’incarico triennale, (come la torinese Mazzoleni e la milanese Cardi, GIAN MARIA TOSATTI FRA I TRENTA un’insofferenza per la mancanza di una visione che hanno inaugurato nuovi spazi a Londra). GIOVANI ARTISTI PIÙ INTERESSANTI definita e precisa di museo, come dichiarò la Non sfugge il trend di mercato più che positi- AL MONDO. PAROLA DI ART stessa Collu. Dopo poco più di tre mesi e vo e in crescita esponenziale dell’arte italiana REVIEW 128 candidature, è arrivata la notizia: del secondo dopoguerra. I media parlano di I trenta giovani artisti più il nuovo direttore del polo museale “invasione dell’arte italiana”, dovuta tanto a un interessanti del mondo, trentino sarà Gianfranco Mara- diffuso interesse verso la qualità della ricerca quelli “da seguire”? Li ha niello, 44 anni, proveniente artistica italiana dai tardi Anni Cinquanta ai segnalati Art Review, già dall’esperienza alla direzione primi Anni Settanta, quanto a una massiccia famosa per la Top100 del Mambo di Bologna. “Ab- disponibilità e immissione sul mercato interna- che racconta le Very biamo scelto un professioni- zionale di opere relative a quel periodo storico. Important Persons del sta le cui competenze sono Le ragioni? Quasi per paradosso sono da ricer- mondo dell’arte. An- indiscusse sia sul fronte care nella normativa italiana sulle esportazioni nunciata da un articolo manageriale sia sul fronte a tutela del patrimonio: la legge prevede infatti di Florian Meisenberg, scientifico”, ha dichiarato il che le opere di artisti deceduti, aventi più di è uscita la consueta gui- consigliere Matteo Lunelli, cinquant’anni, necessitano di un attestato di da degli artisti da tenere “Gianfranco Maraniello è una libera circolazione, una sorta di passaporto d’occhio. Sono Jarbas figura completa, solida e colla- rilasciato dagli uffici esportazione, oltre che Lopes, selezionato borativa che con entusiasmo ha del nullaosta del Ministero dei Beni Culturali. da Fernanda Go- accettato di accogliere le sfide del

12 NEWS Mart e di aiutarci a costruirne il futuro”. Figlio dell’artista Giuseppe Maraniello, il nuovo diret- PARLIAMO DI MIART tore è stato scelto all’unanimità dal CdA del mu- INTERVISTA CON VINCENZO DE BELLIS seo. Maraniello, che potrà contare su un con- Edizione importante, questa, per Miart, la fiera differenza con una serie di gallerie internazio- tratto di cinque anni (quello della Collu era per d’arte moderna e contemporanea (e di design) nali di altissimo profilo. Ne cito alcune: Gavin tre anni), lascia Bologna dopo ben dieci anni di Milano. Con il mandato del direttore in sca- Brown, Sadie Coles, Johann Koenig, Pilar Cor- di direzione prima della vecchia Gam e poi del denza ed Expo alle porte. Ne abbiamo parlato rias, Bortolami, Office Baroque, Dependance, Mambo. Non si interrompe dunque il valzer dei con Vincenzo De Bellis [nella foto di Marco De oltre a Michael Werner e The Modern Institute direttori: sistemato il Mart, ora tocca a Rivoli e Scalzi], che conferma il suo impegno a portare che erano già dei nostri lo scorso anno. alla Gam di Torino. E poi ci sarà da decidere chi avanti l’impresa. rimpiazzerà Maraniello al Mambo. Qual è la fiera al mondo che ti piace di più e Non posso che partire da quanto ho letto sul perché. www.mart.trento.it | www.mambo-bologna.org Giornale dell’Arte: si diceva che lasci la fiera Più di una: tra quelle “classiche” direi Fiac. I per- dopo questa edizione. ché sono diversi: qualità delle gallerie altissima, BANCONOTE D’ARTISTA? In realtà il sottotitolo dell’intervista pubblicata seconda solo ad Art Basel, pochi fronzoli sul re- SÌ, E STAVOLTA NON È (SOLO) dal Giornale dell’Arte semplifica un po’ troppo sto – per me una fiera è una fiera – e soprattutto una riflessione poi nel testo riportata in modo il Grand Palais. Però confesso che la scorsa edi- UN PROGETTO CREATIVO: LA più ampio, nella quale mi limito a dire quello zione ho già notato cose che non mi convinco- NORVEGIA SI FA RIDISEGNARE LA che ho sempre detto, ovvero che il lavoro che no. Parallelamente, mi piacciono molto le fiere CARTAMONETA DA SNØHETTA mi rende più felice è quello curatoriale e che la piccole e specializzate. Penso che il futuro sia Anche la cartamoneta può fare la storia del mia ambizione è tornare al mondo dei musei, quello. progetto grafico. Succede in Norvegia, dove la dal quale provengo. Banca Centrale si appresta Qual è l’errore più grave che ritieni di aver Il tuo mandato è in scadenza, poi cosa succede? fatto in questi anni da direttore? E quale la a stampare nuove banco- Ho sempre dichiarato che si tratta di un’e- cosa più azzeccata? note che mettono al bando dizione importantissima per tante ragioni Commetto tanti errori, ogni giorno ne faccio uno i volti celebri della storia e quindi non penso che sia il caso di che mi sembra più grave del precedente… Se nazionale a vantaggio di una parlare del futuro ora. Però posso e vo- devo sceglierne uno, direi che nel mio primo rappresentazione anticon- glio dire una cosa con forza: stiamo da anno di direzione, quando ho deciso dell’inseri- venzionale del Paese e della tempo lavorando per il futuro per ren- mento della sezione design, ho commesso l’er- sua sensibilità collettiva. dere Miart sempre più solida. rore di pensare che l’arte e il design si potes- Autore, il celebre studio di sero guardare ed esperire alla stessa maniera. architettura Snøhetta, vinci- C’è chi dice, soprattutto a Milano, La cosa più azzeccata? In fiera penso che sia che hai valorizzato una manciata di stata quella di stravolgerla qualitativamente ma tore insieme allo studio The gallerie “cool” a scapito delle altre, mantenendo la struttura di base (compresenza Metric System del bando di escluse o messe in un calderone. La pa- di moderno e contemporaneo) e puntando sul- concorso. Una veste insolita rola alla difesa! la valorizzazione dell’arte (e il design) moder- per lo studio di Oslo, noto ai È la prima volta che sento una cosa del genere e na italiana all’interno di un contesto finalmente più per i progetti della Biblioteca mi fa piacere rispondere. Le partecipazioni alla contemporaneo e internazionale. Fuori fiera in- d’Alessandria d’Egitto, il nuovo fiera sono decise dal comitato e non dal diret- vece non posso che essere orgoglioso dell’aver Teatro dell’Opera di Oslo e – tore. portato la fiera ad avere un ruolo in città, farsi recentissimo – per la vittoria catalizzatore per una settimana di tutto il siste- del concorso per la nuova Certo. Ma il responsabile sei tu. ma dell’arte a Milano, città che è abituata a far- Vero. Il mio compito è quello di presentare al co- lo solo durante il Salone e in modalità del tutto sede del quotidiano Le Mon- mitato una lista di application più solida possibi- differenti. Ma questo orgoglio va condiviso con de a Parigi. le. Poi ci sono dei parametri, opinabili e discuti- tantissime persone. www.snohetta.com bili come tutte le cose che riguardano i giudizi umani, che il comitato guarda. La crescita qua- La sezione design è in crescita, si è notato litativa della fiera chiaramente cambia un po’ lo chiaramente nel 2014 rispetto al 2013. Novità CHRISTO SUL status quo precedente e questo è sempre fonte nel 2015? LAGO D’ISEO. di “lamentele”, ma si tratta di un processo natu- Grazie per questa domanda perché il design IN CANTIERE UNA rale che dovrebbe essere compreso dal sistema insieme a THENnow, sezione con cui mi sono MEGA INSTALLAZIONE specie se, e questo è stato dichiarato sin dall’ini- lasciato andare un po’ al mio spirito di curato- LACUSTRE zio, il numero delle gallerie durante la mia dire- re, è stata la vera sfida di questi primi tre anni zione non avrebbe superato le 150. Quest’anno di direzione. Siamo l’unica fiera, insieme a Zona Infaticabile Christo. Mentre vanno avanti siamo a 156, segno che già il comitato è stato di Maco, che inserisce il design nello stesso spazio le traversie legali per la realizzazione del suo manica larga... dell’arte. Nel 2015 il lavoro di curatela ha visto Over the River, l’“impacchettamento” sospe- la collaborazione tra Federica Sala e Isabelle so del fiume Arkansas, un nuovo progetto fa Raccontaci un po’ com’è configura- Valembras, e ha permesso di avere ancora più capolino. Siamo nella zona della provincia di ta la partecipazione. Gallerie new gallerie di qualità e soprattutto una puntuale Bergamo, sulla sponda occidentale del Lago entry? Qualcuno che invece non presentazione di contenuti importanti. d’Iseo. Qui le autorità locali hanno sul tavolo la è tornato? Più stranieri o meno? richiesta di una società privata, che avrebbe Facci un breve quadro analitico. Parliamo di vendite: l’anno scorso bene il Nel 2015 ci sono molte gallerie moderno, più altalenante la situazione del accolto e deciso di spingere l’opera del grande internazionali, 72 in totale. Rispet- contemporaneo. Quali strategie hai adottato artista bulgaro-statunitense: l’idea è di costruire to alle circa 10 dell’edizione 2012, quest’anno? – per un tempo limitato di due settimane circa, quella precedente al mio arrivo, è È una situazione generale che lo scorso anno nell’estate del 2016 – una passerella di tessuto un dato davvero molto si- era molto forte ovunque: la polarizzazione tra colorato, distesa sul lago, con cui collegare gnificativo. Abbiamo un “molto alto” e “molto basso”. Quindi, traslato in Monte Isola e Sulzano. Sostanzialmen- numero alto di galle- una fiera come Miart, le vendite sono state molto te un ponte componibile, lungo 1.600 rie che tornano con buone nel moderno e nel contemporaneo gio- metri e largo 5, avvolto da teli bian- continuità, molte vane. Ora sembra che il mercato si sia un po’ chi, arancio e rosa. Nulla di perma- che sono con noi tranquillizzato, devo dire più nella parte giovane dall’inizio del che in quella storica. È evidente che dal pun- nente e di troppo impattante, anzi mio mandato to di vista di un direttore e del suo team – nella un intervento che funzionerebbe e che hanno consapevolezza che numericamente e qualita- come straordinaria attrattiva turi- “eletto” Miart tivamente il contemporaneo established gioca stica e strumento di valorizzazione a loro fiera di un ruolo chiave nella qualità di una fiera come paesaggistica. La parola, adesso, rappresen- Miart – abbiamo cercato di potenziare ancora passa ai Comuni interessati e all’Au- tanza in Italia. di più la qualità delle gallerie perché in questo torità di Bacino Lacuale dei Laghi Alcune altre momento, comunque, in quel segmento è l’uni- d’Iseo, Endine e Moro. Resterà un’i- sono arriva- co elemento che tiene, e abbiamo spinto le no- potesi fantasiosa o arriverà davvero te lo scorso stre attività sui collezionisti in quella direzione. anno, ma il nulla osta? quest’anno MARCO ENRICO GIACOMELLI HELGA MARSALA facciamo www.christojeanneclaude.net davvero la www.miart.it

NEWS 13 GRATTUGIA ROCK SEDUTE ARMONICHE TUTTI IN ONDA La Shredder Cheese Gra- La panchina Windsor Settee, vendu- Avete mai cantato sotto la doccia ter, grattugia fatta a forma ta dal marchio newyorchese Matter, con in mano una spazzola o una di chitarra elettrica, si ispira è un’estensione dell’iconica Windsor spugna? Oggi potete fare le prove al famoso modello coda di ron- Chair di Christopher Specce. Questo da speaker radiofonico davanti al dine, tanto amato da musicisti modello, in particolare, richiama, nel lavandino con l’On Air Toothbrush heavy metal. Per dare un tocco motivo della spalliera, il profilo dei ta- Cover, una testina protettrice rockettaro alla vostra cucina. sti di un pianoforte. per il vostro spazzolino da www.megachef.co.uk www.mattermatters.com denti che ricorda un micro- fono in perfetto stile radio Anni Sessanta. www.isgift.com

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14 CONSIGLI NAZIS RAUS RUSSIE Morire a ventisei anni in una È un brano soltanto della vita camera a gas, incinta di quattro pulsante di Anna Achmatova, mesi. Bruno Pedretti racconta quello raccontato da Boris Nos- la storia di Charlotte Salomon, sik. Sono i brevi periodi in cui ebrea berlinese vittima della intrecciò una relazione con Mo- follia nazista. Un’artista che digliani a Parigi. Prima e dopo, ha lasciato dietro di sé un Ge- alla poetessa russa successe di samtkunstwerk da riscoprire. tutto. Bruno Pedretti – Charlotte – Skira Boris Nossik www.skira.net Anna e Amedeo – Odoya www.odoya.it

INCESTO? AMORE ART OF SOUNDS Non è semplice la vita di Mur- 1963-2004: in soli quarantuno mur, figlio d’un uomo e di una anni, il compositore Fausto Ro- gatta. Cammina su due gambe mitelli ha miscelato con qualità ma trova naturale far l’amore con eccelsa una impressionante la genitrice. Una fiaba tradotta da varietà di stili musicali. Merito a Corrado Premuda, che tanto sta Vincenzo Santarcagelo, che ne facendo per ridar lustro all’artista cura la prima monografia. argentina. Have Your Trip – HAZE Leonor Fini – Murmur – Arcoiris www.auditoriumedizioni.it www.edizioniarcoiris.it

VITE DISPERATE Non è una vita semplice, quella dell’artista e in generale del creativo. Non è semplice quando è in corso, e spesso neppure dopo. Qui vi segnaliamo otto libri che raccontano di queste storie. Ma non sono sempre strappalacrime. Perché, in ogni caso, quel che resta è un regalo enorme fatto a chi resta. di marco enrico giacomelli

UOVA E MERDA C’ERA VITA NELLA CRITICA È morto a trent’anni, ma ha Stanchi dei soliti nomi della cri- rivoluzionato l’arte. Parliamo di tica filosofica? Non ne potete più Piero Manzoni, della sua ironia, di Krauss e Foster e Danto? Beh, della sua sagacia, del suo genio. alternative ce ne sono eccome. I personaggi di Fausto Gilberti ne Ad esempio Ermanno Migliorini, raccontano l’avventura con leg- con un libro curato da Davide gerezza calviniana. Dal Sasso. Fausto Gilberti Ermanno Migliorini Piero Manzoni – Corraini Conceptual Art – Mimesis www.corraini.com

I SCREAM YOU SCREAM… DISFARE IL MONDO 13mila pagine: i diari di Edvard La disperazione è sempre in ag- Munch sono sconfinati. Questa guato. E può celarsi anche in una graphic novel ne prende spunto pittura a prima vista anodina, in- per raccontare la prima parte nocua. Che invece è radicalmen- della vita del norvegese. Ed è te disfattista. Un nobile libretto così che ha esordito qualche racconta Ruggero Savinio, con tempo fa la genovese Tuss. l’aiuto di Giorgio Agamben. Giorgia Marras Ruggero Savinio. Munch before Munch – Tuss Fabula picta – Quodlibet www.tuss.it

PER GLI ACQUISTI 15 ECCO COME LO SPOSTAMENTO DURALEX di RAFFAELLA PELLEGRINO DELLA GAMEC DI BERGAMO È FINITO NELLA PALUDE Si sta trasformando in una melina insoste- TUTELA DELL’IMMAGINE: nibile, anzi in una palude. Strano, perché RIPRODUZIONE REALE ED EVOCATIVA il sindaco è un renziano di ferro, uno che le paludi dovrebbe odiarle. E invece… Parliamo Il diritto all’immagine rientra tra i diritti della personalità costituzionalmente garantiti (art. 2) ed è disciplinato dell’ormai famigerato caso dello spostamento dalle norme del Codice civile (art. 10) e della Legge sul diritto d’autore (artt. 96-97 Legge n. 633/41). In base a della Gamec di Bergamo. Da una vita si parla di tali norme, l’immagine di una determinata persona, salvo casi eccezionali, non può essere riprodotta, esposta uno spostamento, essendo la sede attuale a dir e pubblicata senza il consenso dell’interessato. poco inadeguata. Le proposte sono state le più La tutela dell’immagine copre l’utilizzazione del ritratto, inteso quale riproduzione delle reali sembianze fisiche varie: pareva fatta per la Caserma Montelungo, di una determinata persona, a prescindere dalle modalità di riproduzione (fotografia, disegno o altra tecnica). La protezione si estende anche agli elementi evocativi dell’immagine, cioè a quegli elementi che per la loro poi però considerata troppo piccola; pareva fat- peculiarità richiamano in via immediata nella percezione dell’osservatore un determinato personaggio, al qua- ta per l’investimento della Fondazione Credito le quegli elementi sono indissolubilmente collegati. Sono considerati elementi evocativi dell’immagine di una Bergamasco, che avrebbe contribuito all’am- persona l’abbigliamento, la postura, l’acconciatura, il trucco e altri, qualora siano idonei a richiamare l’immagi- pliamento ma che poi scappò a causa dei tempi ne di quel determinato personaggio. e delle burocrazie. E alla fuga sembra essere Sulla base di questa premessa teorica, la giurisprudenza italiana ha più volte affermato che costituisce violazio- destinato anche l’ultimo regalo, quello della ne del diritto all’immagine l’utilizzazione non autorizzata di elementi pubblicamente utilizzati da un personag- Fondazione Banca Popolare di Ber- gio per caratterizzare la propria personalità. Già nel 1984, i giudici hanno considerato illecito lo sfruttamento gamo. L’ente, afferente al Gruppo non autorizzato, nell’ambito di una campagna pubblicitaria, di alcuni elementi caratterizzanti l’immagine pub- Ubi Banca, è pronto da anni blica di Lucio Dalla, idonei a fare inequivoco riferimento alla figura fisica e professionale dell’artista. Nella a risolvere i problemi del specie, non era stato riprodotto il ritratto, ma era stata evocata l’immagine dell’artista attraverso l’utilizzazione di uno zucchetto di lana a maglia grossa e degli occhialetti a binocolo. In un altro caso i giudici hanno deciso museo diretto da Giacinto che l’immagine stilizzata di Totò (un volto connotato dal mento storto e così via), abbinata al nome Totò, sono di Pietrantonio con una idonei a evocare l’immagine dell’attore, con la conseguenza che l’utilizzazione di tali elementi come marchio di Kunsthalle di medie un prodotto dolciario era illecita, in mancanza del consenso degli eredi. dimensioni (5mila mq) I principi sopra esposti in materia di tutela dell’immagine sono stati recentemente confermati dal Tribunale di negli ex Magazzini Milano (21 gennaio 2015), che ha condannato la società Caleffi a risarcire il danno subito degli eredi dell’attrice generali di via Ro- Audrey Hepburn, di cui era stata illecitamente utilizzata l’immagine in una campagna pubblicitaria. Anche in velli, nell’ambito di questo caso è stata tutelata l’immagine dell’attrice evocata attraverso l’utilizzazione dell’acconciatura, dell’abito un ampio progetto nero, dei lunghi guanti neri, dei gioielli e degli occhiali, cioè di elementi indissolubilmente collegati all’imma- urbanistico. Tutto gine di Audrey Hepburn. re-ga-la-to. Un pro- getto, firmato dallo studio bergamasco Traversi+Traversi, di NUOVO GALERIE ROSSI cui si parla dal 2010, SPAZIO GINEVRA che ha iniziato nel 2013 il suo iter ufficiale stria high-tech, di strategie corporate, nato in una famiglia d’arte e dunque “pecora nera” al contrario. e che – da Braccio destro assoluto della galleria: il genio e la vi- quando sulla sedia di sione impersonati da Martina Cavallarin. primo cittadino siede Giorgio Gori – si è impantanato. Il progetto pare avere difetti Su quale tipologia di pubblico e di clientela pun- soprattutto logistici ma è comunque il migliore tate? tra quelli girati. E l’amministrazione ogni tanto Pubblico e clientela sono due animali differenti ed qualcosa sui giornali: “meglio il Palazzo della entrambi oggetto della mia attenzione. Sovente il Libertà”, ma no lì deve andarci la Prefettura, pubblico è istituzionale e permette di portare avanti “meglio il Palazzetto dello Sport”, che secondo progetti di natura culturale a cui la galleria è aperta, il Sindaco – tenetevi forte – “ricorda il Gug- apertissima. La clientela è internazionale così come è interazione Ginevra, polis unica nel suo genere, città genheim di New York”. Intanto passano i mesi aperta e sperimentale della democrazia “glocal” del e il mecenate potrebbe decidere di investire futuro. altrove… www.gamec.it Un cenno agli spazi espositivi. La galleria è uno spazio sorprendentemente ampio Un ingegnere, un manager nelle alte sfere delle azien- e funzionale per un centro storico, 160 mq con alti ACQUA DI PARMA E L’ARTE de multinazionali, che molla tutto e apre una galleria. soffitti, una grande luminosità, una via storica (tradu- CONTEMPORANEA. IL DEBUTTO A Qui trovate la storia di Marco Rossi, che inizia la sua cendo: via Calvino angolo via Pozzi-San-Pietro, nien- MILANO, A PALAZZO CUSANI avventura a Ginevra. Insieme a Martina Cavallarin. te di più ginevrino, convergenza cattolica romana e “ è calvinista). Anni fa già sede di una galleria storica di Produrre una mostra di arte contemporanea Da quali istanze è nata l’idea di aprire una galleria? Ginevra. per noi una sfida stimolante e un motivo di or- Io credo che l’arte moderna e contemporanea siano goglio. Sostenere e affiancare alcuni fra migliori il punto focale delle correnti culturali, politiche, socia- Ora qualche anticipazione sulla stagione. artisti italiani della scena attuale è un modo e li, spirituali che hanno forgiato la società post-indu- Dopo il successo di Antonio Riello, entrato in due un’opportunità per riaffermare il nostro impe- striale e che stanno modellando l’era di Internet e del collezioni museali della regione, Ariana - Ginevra e gno nel promuovere la cultura, la bellezza e le mondo multipolare. Un punto di osservazione privile- Mudac - Losanna, e la sorpresa di David Byrne, una potenzialità del nostro Paese nei confronti di un giato, a trecentosessanta gradi, su eventi e sensibilità, parentesi moderna su Andy Warhol con pezzi unici pubblico internazionale”. Con queste parole Ga- fatto di grandi sfide e di una ricerca incessante. legati al rapporto tra Andy e i musicisti del suo tem- briella Scarpa, presidente di Acqua di Parma, po, seguito da un dialogo tra due giovani talenti gine- presenta la “discesa in campo” dell’azien- Il vostro progetto in tre righe. vrini (Marion Tampon-Lajarriette e Benoît Billotte) e A uno schema verticale e quasi processuale che due altrettanto giovani e fortissimi Rytz Monet e Ma- da profumiera nell’arte contem- parte dall’artista e termina nelle collezioni e nei mu- ria Elisabetta Novello. E poi un’esplosione di talenti poranea. Impegno culturale sei preferisco opporre una versione interattiva, “the quali Paola Angelini, Luca De Angelis, Silvia Mariotti, del resto già ampiamente world is flat” citando Friedman, un sistema di intera- Lorenzo Di Lucido, Lorenzo Aceto, Francesca Marti- dimostrato dal gruppo di zioni che varcano il limite del pubblico e del privato, nelli… cui l’azienda italiana è del fornitore e del fruitore, e che rivelano la molte- parte, LVMH di Ber- plicità delle interazioni possibili nel mondo dell’arte. MARCO ENRICO GIACOMELLI nard Arnault. Per il Tutto questo nel rispetto fondamentale dei ruoli e dei debutto Acqua di personaggi dell’arte. 2 Rue du Puits-Saint-Pierre – Ginevra Parma Contempo- +41 (0)79 7811124 rary Art Projects Chi siete? [email protected] Marco Carlo Rossi è ingegnere, un uomo dell’indu- www.galerierossi.com sceglie Milano e

16 NEWS il secentesco Palazzo Cusani [nella foto di di IRENE SANESI Agostino Osio], dove il GESTIONALIA 15 maggio prende il via la mostra I’ll Be There MATEMATICA CULTURALE Forever – The Sense of Equazione: cultura = innovazione = futuro. Soluzione: investo sulle imprese “pivot”. Tradotto: quale l’economia di Classic. Curata da Cloe senso per le imprese culturali (piccole o grandi che siano)? Ci sarà un futuro soltanto ripensandole come entità Piccoli, direttore artistico capaci di produrre innovazione (per se stesse e la comunità). E poiché non tutte sono in grado di affrontare questo del progetto, l’esposizione – passaggio (leggi cambiamento), allora si dovrà investire sulle imprese pivot. che si avvale dell’allestimento “Nella pallacanestro il ‘pivot’ è il ‘finalizzatore’ della squadra […] A un ‘pivot’ si richiede di saper sfruttare la sua dello studio di architettura grande massa per permettere a tutti gli altri giocatori di andare a segno. Oggi, anche nei distretti italiani stanno Kuehn Malvezzi – presenta emergendo le imprese ‘pivot’: aziende di dimensione medio-grande, in grado di trainare il ‘gioco’ dell’intero distret- to. Per rendere vincente il modello distrettuale è necessario focalizzare incentivi e interventi sulle aziende ‘pivot’. Tali opere site specific di artisti come Rosa Barba, azioni consentirebbero di ottenere un effetto leva i cui benefici ricadrebbero sull’intero indotto”. Massimo Bartolini, Simone Berti, Alberto Garut- Presentata come un requisito cruciale per la competizione a livello di sistemi, l’innovazione è sempre più concet- ti, Armin Linke, Diego Perrone e Paola Pivi. “Per tualizzata come ibridazione sul piano scientifico e disciplinare: si innova infatti non soltanto inventando qualcosa raccontare questa declinazione del classico”, ha di nuovo, ma anche facendo qualcosa di abituale con modalità più efficaci ed efficienti. All’interno della filiera di spiegato Cloe Piccoli ad Artribune, “ho invitato produzione del valore culturale possono essere intercettati innumerevoli spazi di miglioramento: di comunicazio- alcuni degli artisti italiani più interessanti ‎che ne, di servizio, di accessibilità soprattutto informativa, di contatto, di traspirazione. da sempre guardano al classico e lo inter- Se applichiamo questo ragionamento alle imprese culturali, possiamo trarre queste conclusioni: pretano con grande libertà. Per questa in ciascun territorio ci sono imprese culturali “pivot”; occasione stiamo lavorando a nuo- le imprese “pivot” devono essere oggetto di ricerca al fine di comprenderne le dinamiche di successo e ve produzioni, alcune delle quali avviare processi di isomorfismo; entreranno a far parte della gli incentivi dovranno sempre più indirizzarsi sulle imprese “pivot” e non “a pioggia” se si vuole ottenere nuova collezione di arte l’effetto-leva; contemporanea di Acqua le imprese “pivot” possono rappresentare i capofila di reti locali e globali (hub-snodi creativi) affini e/o mul- di Parma. Una mostra che tidisciplinari, divenendo fattori attrattivi e di sviluppo. scandaglia un concetto di classico affascinante, In un alfabeto culturale possiamo parafrasare: “dall’edificio all’opificio”. Parlando di innovazione potremmo dire che le imprese culturali sono isole. Ecosistemi adattabili che guardano alle mutazioni e alle ibridazioni come pro- complesso, articolato, in cessi e alle diversità come relazioni: non qualcosa da temere, ma da governare. Il ruolo e la missione dell’impresa cui si intrecciano storie, culturale sono finalizzati al cambiamento, chi la guida deve preoccuparsi che avvenga in una direzione adeguata culture, geografie. Al di alle attese. Il futuro dipende dai “pivot”: per esserlo (o diventarlo) ci vuole una forte consapevolezza del sé cul- là di stereotipi e formali- turale, senso di responsabilità, propensione al rischio. smi, di simmetrie ed equi- libri, il classico è un’idea @irene_sanesi viva e attiva, che torna e ritorna nella storia, sempre diverso, sfuggente, evanescen- te, eppure sempre presente”. MIA, MILANO E LA FOTOGRAFIA MASSIMO MATTIOLI SOTTO IL SEGNO DI ROLAND BARTHES www.acquadiparma.com

SARÀ RENZO PIANO A PROGETTARE IL NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO. UN PROGETTO FINANZIATO DAL MAGNATE DAVID W. PACKARD Tutti sanno che Renzo Piano sta lavorando a New York alla nuova sede del Whitney Museum (anzi, ormai sta per finirlo, visto che l’inaugu- razione è fissata per il 1° maggio). Ma quasi nessuno sa che l’archistar e senatore a vita è intanto impegnato in un altro progetto museale: il nuovo Museo Archeologico di Ercolano. Un’o- pera che pare sia già in fase avanzata, tanto che il mese prossimo saranno consegnati i progetti L’appuntamento con MIA – Milan Image Art Fair è dall’11 al 13 aprile. Molte le novità di questa quinta edizione, a esecutivi: eppure tuttora regna il più assoluto partire dalla location, The Mall in zona Porta Nuova. La fiera fondata da Fabio Castelli rilancia però anche dal punto riserbo, rispettato anche dal ministro Dario di vista del programma culturale, coinvolgendo Gianluigi Ricuperati nell’organizzazione. E proprio a lui abbiamo chiesto di raccontare questa nuova avventura nel segno di Roland Barthes. Franceschini. Il motivo? Non è chiaro, anche se alla base pare esserci la discrezione richiesta Le fiere sono oggetti ansiosi, per usare – distorcendola – la famosa formula di Harold Rosenberg. Lo sono in ge- dal mecenate dal cui impegno – propositivo, nerale, e lo sono in particolare quelle di fotografia, e lo sono in particolare quelle di fotografia in un Paese come ma anche economico – nasce l’impresa: David il nostro, nel quale il collezionismo di questo tipo non si è veramente imposto in modo solido, per ragioni varie W. Packard, erede di uno dei fondatori del che non si possono affrontare in breve. colosso dell’elettronica Hewlett-Packard, che Quel che si può annunciare, invece, è che MIA sembra sulla buona strada – perché ha compreso i limiti strutturali pare abbia investito oltre 15 milioni di euro del mondo cui si riferisce, il mondo del collezionismo di fotografia italiano – e cerca di ribaltare il gioco. per la sua nota passione per il sito campano. La strada che ho proposto, prima seguendo una parte del programma culturale con questa idea di celebrare Roland Barthes e la sua Camera Chiara, il più importante saggio mai scritto sulla fotografia, e poi aiutando MIA L’area che ospiterà il nuovo edificio si trova nel a cucirsi nuove forme di identità votate alla ricerca, alla discussione di alto profilo globale e culturale – invitan- terreno limitrofo al Padiglione della barca di Er- do relatori di grande qualità e notorietà, nominando un nuovo comitato di selezione che guardi alle realtà più colano, che potrebbe essere abbattuto per far significative della ricerca internazionale sulla fotografia, ben oltre i confini italiani, ecco – tutto questo, prima nel posto al nuovo edificio. Un progetto, que- 2015, a ridosso della prossima edizione, e poi nel 2016, se saremo capaci, dovrebbe aiutare MIA a rifinire la sua sto che riguarda l’area archeologica, nel posizione nello scacchiere più sovraffollato che ci sia. Ma, soprattutto, dovrebbe fornire a cittadini e appassionati quale peraltro Ercolano si pone come un punto di ritrovo delle menti curiose e aperte alle avventure che dalla fotografia inseguono altre discipline. modello virtuoso di gestione nella Il programma su Roland Barthes non riguarda solo la fotografia: riguarda la cultura e la produzione di conoscen- sinergia fra pubblico e privato: un za, e la vita, in senso ampio e sofisticato, e perciò vedo in MIA un’altra occasione di insistere sui temi che ritengo cruciali per capire qualcosa in più di “cosa significa essere contemporanei”. case study simbolico per certe li- nee di indirizzo che costituiscono GIANLUIGI RICUPERATI fra le novità più rilevanti della Riforma Franceschini. www.miafair.it

NEWS 17 BRAIN DRAIN di NEVE MAZZOLENI STEFANIA MANGANO | BOLOGNA BANGALORE

Classe 1985, Stefania Mangano – che è nata a Città vicino è a Mumbai. In città gli istituti più attivi sono l’Al- pletamente tecnici specializzati o sceno- del Messico – ha lasciato l’Italia per andare in . liance Française, il Goethe Institut e il British Council, grafi. Purtroppo, senza un vero sostegno Un percorso iniziato da zero, nell’ambito del manage- impegnati in attività di cooperazione culturale. Con i al dialogo da parte delle istituzioni culturali, ment delle arti performative. Dopo un anno a mezzo suoi otto milioni di abitanti, Bangalore è considerata la queste rimangono opportunità lasciate all’in- a Bangalore, ha un messaggio chiaro per l’Italia: “Non Silicon Valley dell’India, con una grossa concentrazione traprendenza dei singoli. siamo cervelli in fuga ma ponti con Paesi straordinari di aziende di IT, oltre ad essere il centro scientifico di con i quali dialogare”. ricerca più importante del Paese. Rispetto ad altre città Quali politiche culturali promuove l’India? indiane, l’ambiente culturale è ancora in evoluzione. Uno degli istituti non profit più interessanti con sede India, enorme continente ricchissimo di cultura: a Bangalore è l’Indian Foundation for the Arts, molto come ci sei arrivata? Com’è la geografia dei luoghi delle arti in India? attiva nel sostenere l’internazionalizzazione delle arti Principalmente per amore, a occhi chiusi nel luglio Complesso generalizzare per un territorio vasto e ca- e l’utilizzo di pratiche culturali innovative, anche come 2013, ma anche spinta dalla curiosità per un territo- ratterizzato da identità, lingue e religioni molto distanti strumento di sviluppo sociale. A loro si deve un proget- rio che ignoravo quasi totalmente. Lo choc culturale è tra loro. Le istituzioni governative sostengono princi- to di grande successo come il Kali Kalisu Project, che stato notevole per la quantità di gente, colori, traffico, palmente le forme d’arte di tradizione, in un’ottica di dal 2009 forma le insegnanti delle scuole pubbliche l’energia di un Paese in preda a uno sviluppo convul- consolidamento dell’identità nazionale. Le industrie all’utilizzo di pratiche artistiche all’interno del curricu- so. Un’impresa trovare il mio spazio all’inizio. Dopo un culturali più fiorenti sono quelle pop di Bollywood, del- lum scolastico. Dal punto di vista dell’arts management, periodo di ricerca personale, ho conosciuto le realtà la musica e della danza tradizionali, e dell’artigianato. realtà come ARThinkSouthAsia, India Theatre Forum e artistiche e culturali locali e scoperto ambienti più affi- Per quanto riguarda il teatro, la produzione si concen- Khoj International Artists’ Association promuovono net- ni alla mia storia professionale. tra nelle grandi città come Mumbai, ma recentemente working internazionale e corsi di specializzazione per anche Hyderabad, Kochi, Chennai e Bangalore. professionisti culturali. Come hai raggiunto la tua posizione professionale? Ci sono voluti diversi mesi, accettando una sfida diffi- Temi politici e instabilità del Paese ti permettono di Hai un messaggio per l’Italia? cile. Ho iniziato lavorando come volontaria per il Ranga lavorare liberamente? Ci si sente un po’ abbandonati dalla madrepatria, so- Shankara Festival, organizzato dal più importante teatro A livello diplomatico i rapporti non sono rosei: ad prattutto guardando alla forza di altri istituti di cultura di Bangalore. In quell’occasione ho conosciuto la diret- esempio, l’India non parteciperà a Expo. I fondi alla europei. Ci sono molteplici e interessanti terreni di trice artistica del Teatro Jagriti, con cui collaboro stabil- cooperazione culturale italiana hanno subito un conse- confronto tra le nostre due culture, con ricadute positi- mente dal 2013 come freelance. Per loro ho ricoperto guente ridimensionamento. ve anche nelle possibilità di rapporti commerciali. L’In- vari ruoli: assistente alla regia e responsabile di palco- dia è un Paese complesso ma non ostile. Bisogna che scenico di tre produzioni. Ho organizzato un festival di Cosa pensano gli indiani di noi? l’Italia cambi prospettiva, rendendosi più intraprenden- teatro per ragazzi e sviluppato il progetto Theatre for C’è una conoscenza approssimativa, che si limita alla te: non siamo cervelli in fuga ma ponti con Paesi straor- Babies, prevedendo una residenza per Elisa Fontana, moda, al cibo e a qualche sporadico interesse cultu- dinari con i quali dialogare. un’artista italiana specializzata in teatro per la primis- rale, come ai film del Neorealismo italiano o il teatro di sima infanzia. figura. L’India sta effettivamente vivendo un periodo di www.stefaniamangano.com sviluppo frenetico e contraddittorio, e le possibilità di Quali vantaggi e opportunità ci sono per un italiano? rapporti e scambi culturali sono davvero molte. Esiste Il prossimo cervello in fuga sarà A Bangalore, e in tutto il sud dell’India, non esiste una per esempio una reale richiesta di professionisti qua- CHIARA BERNASCONI vera e propria rappresentanza italiana, a parte la Ca- lificati sia in ambito di produzione cinematografica, sia mera di Commercio. L’Istituto Italiano di Cultura più musicale, ma anche teatrale, dove mancano quasi com- @nevemazz

COSÌ SARÀ LA MIA BIENNALE UNA GALLERIA D’ARTE IN UNA CHIESA SCONSACRATA. GAVIN BROWN TORNA A ROMA PARLA OKWUI ENWEZOR Lo spazio è di fascino indiscusso. Anzi, di più: la zona è di Mancano poco più di un mese all’inaugurazione della Biennale d’Arte di Venezia e lo scorso grande appeal, in quella parte di Trastevere meno turistica, 5 marzo il direttore Okwui Enwezor, in dialogo con il presidente Paolo Baratta, ha finalmente ancora un pochino verace. E poi vuoi mettere aprire una rivelato alla stampa mondiale nomi e temi dell’imminente rassegna. All the World’s Futures si galleria d’arte in una chiesa sconsacrata? E poi a pochi passi preannuncia, fin dal titolo, una Biennale di ampio respiro, animata da 136 artisti, di cui 89 per la prima volta a Venezia, provenienti da 53 Paesi diversi, con 159 lavori inediti. Solo quattro gli da dove, dieci anni fa, l’avventura romana si interruppe. Ora italiani, due dei quali, Pino Pascali e Fabio Mauri, non più in vita. il gallerista newyorchese Dalle parole del suo direttore, la prossima Esposizione Internazionale d’Arte non teme la com- Gavin Brown torna nella mistione con la politica e la denuncia di una contemporaneità dai risvolti tutt’altro che neutrali. Capitale e riesce a mettere La vitalità, il disordine e il Capitale, i tre filtri utilizzati da Enwezor e ispirati all’Angelus Novus di le grinfie su uno spazio che da Walter Benjamin, tengono le fila di un taglio curatoriale improntato a ragionare sullo “stato delle cose”, privilegiando opere inedite e studiate ad hoc per l’area dei Giardini, come l’intervento tanti anni ambiva: la chiesetta dei Raqs Media Collective o di Philippe Parreno, in una logica ricostruttiva di un futuro ar- sconsacrata di Sant’Andrea dei monico. Vascellari, un gioiellino dalle La cronologia della Storia giocherà un ruolo altrettanto essenziale e l’Arena, nuovo cuore pul- sembianze un po’ rinasci- sante del Padiglione centrale, ne sarà la prova. Progettato per accogliere, tra le mentali e un po’ settecente- molteplici attività live, anche e soprattutto la lettura quasi giornaliera del marxiano Das Kapital, questo ambiente conferisce all’intera esposi- sche ma con una storia da zione un accento fortemente politico, ribadito anche dalla presenza milleduecento anni. Via dei di artisti molto attivi sul piano della denuncia, da Tania Bruguera a Vascellari dista non più di Maja Bajevic fino a Marlene Dumas e John Akomfrah. 150 metri da via dell’Arco Eppure, la Biennale tratteggiata dallo stesso Enwezor non sem- de’ Tolomei, dove Gavin bra trovare nelle parole del suo direttore la medesima forza che il programma, invece, lascia intendere. Speranzoso di non suscitare, Brown, in combutta con con la sua Biennale, reazioni accese, Enwezor si limita Franco Noero di Torino e Toby ad auspicare che gli spazi di Arsenale e Giardini, e Webster di Glasgow, aprì una dell’Arena in particolare, possano diventare “luogo galleria chiamata RomaRomaRo- di collaborazione”, tralasciando le ipotetiche derive ma, che operò tra l’inizio del 2003 di equilibri così delicati come quelli contemporanei. Insomma, i presupposti teorico-concettuali per una e il 2005. E così Gavin Brown ripren- Biennale ancora più impavida di quella architettata da de il discorso da dove era terminato, con Massimiliano Gioni ci sono tutti. C’è da sperare, però, l’apertura della terza sede nel mondo dopo quelle che, una volta tradotti in realtà, sappiano mantenere la newyorchesi del West Village e del Lower East Side. Nomi? stessa energia. La direzione dello spazio dovrebbe essere affidata a Giulia ARIANNA TESTINO Ruberti, dealer giovane ma di grande esperienza: romana, ha lavorato da Hotel a Londra, da Balice Hertling a Parigi www.labiennale.org e, sempre a Parigi, da Gagosian.

18 NEWS QUALCUNO SCIPPERÀ FONDAZIONE PRADA. LA FONDAZIONE BEYELER A RENZO PIANO? UNA STORIA DI SUCCESSO SI LAVORA A UN AMPLIAMENTO DI 10MILA MQ C’era una volta uno spazio dedicato alla scultura il cui nome univa un brand conosciuto in tutto il mondo, una Qualcuno potrebbe mettere le mani su città e una disciplina: Prada, Milano, arte. Siamo nei primi uno dei capolavori di Renzo Piano? Sem- Anni Novanta e una signora appassionata d’arte di nome bra proprio di sì. Parliamo della Fondation Miuccia Prada comincia un’attività, forse per gioco, che Beyeler [nella foto di Mark Niedermann] di si rivela una storia di successo. A quei tempi le giovani e Riehen, facoltoso sobborgo di Basilea dove si “commercialmente” stylish blogger di moda, trasforma- starebbe lavorando per un ampliamento del tesi improvvisamente in connoisseur d’arte, ancora devo- museo, qualcosa come 9.500 mq. Insomma: no fare la loro aggressiva apparizione sul front row delle nessuno esclude che sia lo stesso Piano a met- sfilate New York/Londra/Milano/Parigi. Miuccia Prada terci le mani. Dal museo per ora fanno sapere comincia a produrre opere ambiziose, interventi ad hoc, di aver affidato ai più grandi studi architettonici coinvolge artisti già affermati sulla scena internazionale e personaggi dello spettacolo del calibro di Robert De un “mandato di studio”. Si sarebbe dunque an- Niro. Nel suo spazio, nel frattempo diventato Fondazione cora alle fasi preliminari, ovvero all’acquisizio- Prada, mette in scena mostre che lasciano il segno, come ne del terreno su cui edificare l’extension, che quella di Anish Kapoor o di Steve McQueen, altre meno avrebbe costi complessivi di circa 50 milioni di convincenti, come quella di Francesco Vezzoli, diventato franchi. La parcella sarebbe già stata individua- poi suo “consigliere” fashionista, o della svedese Natha- ta, ma la fondazione deve impegnarsi a preser- lie Djurberg. Nel 2011, la Regina italiana della moda apre vare il Parco Iselin Weber e nel contempo otte- uno spazio a Venezia nel palazzo Ca’ Corner della Regina nere il permesso di costruzione. La nuova ala, (per l’appunto), affacciato sul Canal Grande. Qui, con il significativamente più piccola della struttura supporto di Germano Celant, allestisce mostre concet- tualmente complesse che indicano la volontà di andare esistente, oltre a nuovi padiglioni ospiterebbe controcorrente rispetto ad altri marchi, più interessati ad artisti blockbuster e opere blue chip dall’effetto spet- anche uno spazio multifunzionale. tacolare, cangiante. Miuccia Prada non sembra proprio interessata a mostrare la propria collezione privata, mi- www.fondationbeyeler.ch schiando di tanto in tanto le stesse carte col risultato, spesso, piuttosto scontato e noiosetto. È questo slancio pro- positivo che la porta a inaugurare la nuova Fondazione a Milano, commissionando un impressionante restyling di un sito industriale dei primi del Novecento, in largo Isarco. Una riconversione architettonica di ben 19mila mq, di WALZER GALLERISTICI A MILANO. cui 11mila usati per attività espositive, che porta la firma dell’Office of Metropolitan Architecture (OMA) di Rem CHIUDONO O CAMBIANO FORMA LE Koolhaas [nella foto di Dominik Gigler]. Il 9 maggio la Fondazione Prada apre al pubblico con installazioni site GALLERIE FLUXIA E PHOTOLOGY. specific di Robert Gober e Thomas Demand, una rassegna cinematografica a cura di Roman Polansky, un bar INTANTO TORNA PACK (CON allestito dal regista Wes Anderson e due mostre collettive dedicate all’arte antica curate questa volta da Salvato- FEDERICO LUGER) re Settis, stimato studioso di arte e archeologia, in collaborazione con Anna Anguissola e Davide Gasparotto. Due mostre sulla scultura classica dai titoli accattivanti, per niente accademici e impolverati, Serial Classic e Portable Grandi manovre per l’ambiente galleristico Classic: la prima mette in discussione il rapporto tra originale e imitazione (sede di Milano, dal 9 maggio al 24 milanese. Fluxia, dopo cinque anni “intensi e agosto), l’altra sul ruolo e sulla funzione delle miniature (sede di Venezia, dal 9 maggio al 13 settembre). appaganti” che l’hanno portata a essere fra i protagonisti di Zonaventura – con artisti come DANIELE PERRA Alfred Boman, Andrea De Stefani, Luca Fran- cesconi –, annuncia la chiusura. Una galleria www.fondazioneprada.org che aveva scelto fin da subito il dinamismo internazionale, con presenze a fiere come Frieze Londra, Arco Madrid, Liste Basel; e che costruttore romano, QUANTO VALE PER IL MIBACT a Miart 2013 si era aggiudicata il Premio Emer- tra le sue realizza- IL SOSTEGNO AGLI UNDER 35? gent per il miglior stand. Novità anche in casa zioni il Maxxi e MENO DELLO 0,5 PER CENTO Photology: presentando la mostra dedicata a il nuovo Teatro DEL FUS del Maggio di Mario Giacomelli, la galleria fondata da Davide Il bicchiere potrebbe essere visto come Firenze) e della Faccioli ha annunciato che “chiuderà la propria mezzo pieno o mezzo vuoto. La ver- moglie Elena, base nel prossimo dicembre, per lasciare posto a sione “mezzo pieno” recita: finalmente che ne è grande nuove basi operative a Bologna, Noto e Garzon il Ministero dei Beni e delle Attività Cul- animatrice, ha tro- Uruguay”. C’è poi chi riapre in nuovi spazi: è la turali e del Turismo si occupa dei giovani vato negli anni il Galleria Pack, che a Milano ha chiuso i suoi spa- talenti italiani under 35, inserendo addirit- suo spazio in zi fisici ormai da tre anni, e che ricomincia da tura una voce specifica (Residenze e Under 35) mostre, mu- viale Sabotino 22, a due passi da Porta Roma- nello schema della nuova ripartizione del FUS sei, cataloghi, na, con il nome di Spazio 22, e con il titolare – Fondo Unico per lo Spettacolo per l’anno 2015. Giampaolo Abbondio pronto a condividere pubblicazioni. Nei prossimi anni, tut- tavia, Molto bene. Già si prefigurano incroci creativi, la nuova avventura con il collega Federico potrebbe fare un ulteriore step, approdando in scambi di esperienze, workshop internazionali, Luger: “Abbiamo già fatto fiere e altri una vera e propria fondazione coi suoi spazi partnership con istituzioni straniere: quello cioè progetti in condivisione, come la parte- espositivi e museali. Fondazione alla quale che ammiriamo in tante amministrazioni altrui. cipazione di Maria Magdalena Campos sarebbero conferite le opere di una collezione Poi si passa a sbirciare le cifre, abbinate alle voci Pons al Padiglione di Cuba nel 2013, che che così potrebbe essere aperta al pubblico, di questa ripartizione, e il bicchiere comincia a abbiamo coprodotto”. disponibile in una zona accessibile e raggiungi- svuotarsi. Già, perché a questa nuova apertura, www.fluxiagallery.com | www. bile della città. La Fondazione Cerasi, secondo quanto risulta ad Artribune, potrebbe nascere con lo Stato che finalmente sostiene i giovani e photology.com | www.galleriapack.com li incoraggia a formarsi con esperienze dirette www.federicoluger.com a Roma negli spazi centralissimi dell’ex Ufficio d’Igiene di via Merulana che la ditta dei Cerasi, (così intendiamo la voce “Residenze”), è riservato la Sac, sta restaurando e ri-edificando. Si tratta meno dello 0,5% del FUS. Questo dicono le cifre: NUOVI SPAZI PER LA CULTURA. di un grande palazzo primonovecentesco bom- sui 406.229.000 euro di totale da ripartire del A ROMA LA COLLEZIONE CERASI bardato durante la Seconda guerra mondiale e Fondo Unico per lo Spettacolo, per “Residenze e STA PER DIVENTARE FONDAZIONE? pericolante: il Consiglio Comunale si espresse Under 35” sono previsti 2 milioni di euro. Men- I Piccoli Saltimbanchi di Antonio Donghi, la Pet- per risolvere la situazione fin dal 1957, la Sac tre vanno alle Fondazioni lirico sinfoniche 182 tinatrice di Antonietta Raphael e poi Pirandello, vinse la gara per la riqualificazione nel 2002, i milioni di euro, alle Attività cinematografiche Mafai, Janni, Depero, Sironi, de Chirico, Caso- cantieri sono iniziati solo alla fine del 2014 per 77 milioni, al teatro 67, alla musica 56, fino alle rati, Campigli, Funi, Martini, Capogrossi, Sci- via delle lentezze burocratiche. Una storia tutta Attività circensi e spettacolo viaggiante bene- pione, Cambellotti, Dottori, Balla e tanti altri. italiana, che però questa volta potrebbe avere ficiate di 4,4 milioni. In questo contesto, caro La collezione di un museo ben messo sul Nove- un lieto fine: non solo uffici, una volta riquali- Franceschini, riservare agli under 35 due milioni cento? No. Una raccolta privata piuttosto, una ficato l’edificio, ma anche uno spazio culturale si chiama solo “conservare”, non “riformare”. delle tante che fanno l’onore dei collezionisti con opere di prim’ordine. Tempi? Se va tutto MASSIMO MATTIOLI italiani. La collezione di Claudio Cerasi (grande liscio, fine 2016. www.beniculturali.it

NEWS 19 ULTIME DA VIAFARINI DOCVA a cura di GIULIO VERAGO ŠPELA VOLCIC CORINNE MAZZOLI CRISTIANO MENCHINI Postojna, 1984 La Spezia, 1984 Viareggio, 1986 Partendo da una consapevolezza cartesiana del mezzo Corinne Mazzoli crea distopie, futuri devianti e scenari Con l’insistenza dell’incisore e la calma di un natura- fotografico, Špela Volcic procede per ellissi, metafore sinistramente verosimili, dove le quattro leve del mar- lista, Cristiano Menchini sviluppa il suo vocabolario e cortocircuiti: immagini mentali e sollecitazioni retini- keting, come i cavalieri dell’Apocalisse, hanno vinto la pittorico sovrapponendo forme arboree a forme artifi- che collidono in modo solo apparentemente casuale. battaglia contro la realtà. Tutorial #1: How to Get a High ciali, arbusti a rottami abbandonati, genera trame com- Nella psicologia aristotelica l’uomo è capace di parto- Gap è una riflessione sulle idiosincrasie contempora- plesse dove lo sviluppo quasi matematico delle efflo- rire phantasmata, rappresentazioni mentali immaginati- nee. Una scultura-attrezzo, creata per storpiare le co- rescenze ricorda lo sviluppo di sinapsi e i tracciati del- ve delle cose reali. Nel video Guardare le cose presenti sce e uniformarsi al diktat della moda, diventa feticcio le vene capillari. Palmizio fa parte di un ciclo realizzato in vista di cose assenti l’artista coglie la poesia ambigua del desiderio, come se lo slogan implicito fosse la mas- a partire dal dialogo tra l’artista e Libereso Guglielmi, delle terre urbane non rivendicate, generando un mise sima di Nietzsche “diventa ciò che sei”. Il video-tutorial storico collaboratore di Mario Calvino (padre di Italo) en abyme dove le sterpaglie che infestano lo spazio è quasi un omaggio all’estetica del marketing virale, presso la stazione botanica sperimentale di Sanremo. sfumano i confini tra ciò che viviamo realmente e i fan- indispensabile per trasformare il pubblico in audience, Le storie di vita scambiate tra l’artista e il botanico han- tasmi di ciò che possiamo solo immaginare. lo spettatore in follower. no ispirato un gioco di forme fluido e vitale.

Guardare le cose presenti in vista di cose assenti, 2013 Tutorial #1: How to Get a Thigh Gap, 2013 Palmizio, 2012 installazione video installazione e video acquerello e acrilico su tela

IL METROPOLITAN MUSEUM NUOVO ZETAEFFE SI RIFÀ IL LOOK E SI AFFIDA SPAZIO FIRENZE A DAVID CHIPPERFIELD Avrà la firma di David Chipperfield la nuova ala In che zona avete aperto e perché? sud-ovest del Metropolitan Museum di New York La scelta di aprire uno spazio espositivo in via Mag- dedicata all’arte moderna e contemporanea (e gio è per noi voluta e non casuale. È una strada parti- forse anche le adiacenti gallerie di arte africana, colarmente importante per l’arte a Firenze, che pre- oceanica e delle Americhe). Chipperfield è di senta già realtà di gallerie d’arte contemporanea che recente salito agli onori della cronaca italiana per si pongono in dialogo con la presenza storica degli il caso MUDEC, il Museo delle Culture di Mila- antiquari. no, progettato dall’architetto inglese, che ora è in E i vostri spazi espositivi come sono? rotta con l’amministrazione comunale accusata La galleria nasce in uno spazio antico interpretato in di inadempienze esecutive. Ma parliamo di una veste contemporanea, rendendolo molto attuale pur archistar che non ha bisogno di presentazioni: conservando la traccia del suo passato nella struttu- basti pensare alla sua direzione della Biennale di ra che lo caratterizza. La ZetaEffe è composta da un Architettura del 2012. Il suo nome è stato scelto grande corpo principale di circa 130 mq, da uno spa- a seguito di un processo di selezione durato zio sottostante dedicato alla scultura e alla proiezione un anno e concluso il 10 marzo con votazione di video; una piccola corte separa altri tre locali, dove unanime del consiglio d’amministrazione del saranno presentate retrospettive e dove verranno al- MET. Tre i criteri di scelta applicati, riferisce lestite le opere, in mostra permanente, degli artisti Sonia Zampini – insieme a Francesco Giannattasio – che collaborano con la galleria. Lo spazio ha cono- il direttore del museo americano Thomas D. apre una nuova galleria a Firenze. Qui però si punta sciuto l’evoluzione storica dell’arte: prima di noi era Campbell: visione, esperienza e compatibilità, al dialogo fra giovani e “storicizzati”. In via Maggio, la sede di una galleria antiquaria, poi è diventata che hanno trovato perfetta rispondenza dove la contaminazione fra antiquariato e contempo- un negozio con oggetti di modernariato e infine nei progetti museali dell’archistar raneo è già di casa. la nostra presenza introduce il contemporaneo. britannica, dal Neues Museum di Berlino al Museo Jumex nel New Perché nasce ZetaEffe e con quali obiettivi? E ora la vostra programmazione. Mexico, dalla nuova sezione La galleria nasce dalla volontà di creare uno spazio La mostra inaugurale, dal titolo Poliuretani, è del Saint Louis Art Museum in cui l’arte storicizzata possa dialogare con le nuove dedicata a Max e Torquato Perissi, fotogra- tendenze: per questo presenteremo artisti conosciuti fi fiorentini rispettivamente di moda e di arte alla galleria The Hepworth ma anche giovani talenti italiani e internazionali. che, con questa mostra, inaugurano un lavoro Wakefield. Il MET si aspetta dallo collettivo. È un ciclo di 25 grandi opere, stampa- studio britannico la progettazione Chi siete? te su plexiglas retroilluminato a led, che creano una di una struttura che sia in grado di L’iniziativa nasce da un progetto di Sonia Zampini, connessione tra il linguaggio pittorico e quello foto- accogliere le molteplici narrazioni dell’arte del storica dell’arte e curatrice, e Francesco Giannatta- grafico. Seguirà una personale di Tommaso Cascella nostro tempo. Si prevede inoltre di raddoppiare sio, responsabile della Galleria Immaginaria di Firen- in dialogo con le sculture di Pietro Cascella; poi una la metratura del roof garden e di studiare una ze. La nostra intenzione iniziale è stata poi condivisa retrospettiva di Giosetta Fioroni. Altri eventi interes- soluzione per migliorare il dialogo tra il museo e da alcuni amici collezionisti. seranno anche la fotografia: è probabile la definizio- il vicino Central Park. L’ampliamento del Metro- ne di una personale di Matteo Basilè entro il 2015. Su quale tipologia di pubblico puntate? politan Museum andrà ad accompagnare un’altra Mi auguro possa essere eterogeneo, in grado di ap- nuova opera architettonica museale, l’amplia- prezzare opere di maestri conosciuti ma anche di Via Maggio 47r – Firenze mento del Whitney Museum progettato da Renzo artisti più giovani. Il taglio sarà comunque contem- 347 1840617 Piano, che, dopo quattro anni di cantiere, aprirà poraneo, per cui immagino un pubblico interessato [email protected] al pubblico il 1° maggio di quest’anno. anche ai nuovi linguaggi. www.galleriazetaeffe.com MARTA PETTINAU

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CURATORI: NE ABBIAMO ANCORA BISOGNO?VOL.II Le cronache dell’ultimo decennio hanno inferto colpi durissimi alla figura del curatore (la situazione economica, le dichiarazioni di “indipendenza” da parte degli artisti, la riaffermazione di un’esigenza critica e teorica, la sovrabbondanza delle figure professionali a disposizione). Qual è il ruolo del curatore oggi? A cosa serve la sua professionalità e in cosa consiste esattamente? L’abbiamo chiesto a chi lo fa di mestiere. E questa è la seconda puntata. (a cura di Santa Nastro e Valentina Tanni)

LORENZO BENEDETTI MARKO STAMENKOVIC La figura del curatore nell’ultimo decennio ha Penso sia la relazione tra “conoscenza” e “igno- avuto un’enorme diffusione. Nonostante la crisi, ranza” a spingerci verso la riflessione sul ruolo il numero di corsi per curatori è in crescita espo- specifico dei curatori nel mondo contempora- nenziale. Non c’è quasi più un Paese sprovvisto neo (dell’arte). Gli orizzonti epistemici, incredi- di uno di questi programmi e se ne contano oltre bilmente trascurati in passato, sono finalmente quattrocento. Ma l’attenzione sulla figura del cu- presi in considerazione attraverso un lavoro ratore rispecchia anche la crescita di biennali, di ricerca critica permanente. La mia visione musei, centri d’arte e collezioni private che stanno nascendo in tutto dell’atto del “curare” - nel senso di mostrare / gettare luce sui lati il mondo. In l’Italia la maggiore difficoltà per i cu- più oscuri dei nostri universi epistemici – si modifica continuamen- ratori, e per il settore contemporaneo in gene- te in relazione al processo del “mettere in mostra”: far vedere ciò rale, consiste nella mancanza di infrastrutture che sarebbe altrimenti sottorappresentato e tenuto nascosto da una operative che possano competere su un livel- visualità prescrittiva generata da idee razziste e sessiste, tipiche lo internazionale. La mancanza di coerenza e di copertura delle culture dominanti. Se la realtà quotidiana resta territoriale porta la figura del curatore verso l’emigrazione oppure profondamente impregnata dagli aspetti in- verso lo sviluppo di un’attività di ricerca e pubblicazione (l’Italia è il gannevoli dei mondi dell’immagine, io credo Paese europeo con il numero più alto di riviste e quello più basso di che il focus della nostra attenzione curatoriale centri d’arte). È necessario investire sulla qualità professionale delle debba concentrarsi sul loro lato oscuro. Curare singole persone. Se si sviluppasse, inoltre, una politica territoriale contiene in sé la potenzialità di evocare aspetti della vita umana che coordinata sulla qualità e la professionalità, l’Italia avrebbe una strut- sono trascurati o sottovalutati, in modo da espandere i limiti della no- tura di spazi pubblici invidiabile nel mondo. stra comprensione di ciò che è sconosciuto, impossibile da spiegare a parole o irrappresentabile.

CLAUDIA ZANFI INESE BARANOVSKA Questione complessa, poiché complessa è la fi- La nostra è un’epoca molto veloce, ricca di cam- gura del curatore in Italia. Sembra che tutti sap- biamenti significativi in ogni sfera dell’esistenza: piano fare i curatori (giornalisti, addetti stampa, i modi di vivere, le istituzioni sociali, la politica, direttori marketing, insegnanti) ma si tratta di i diritti umani, l’economia, l’ecologia, l’educazio- un mestiere difficile e sono pochissime le figure ne. Il fatto che il ruolo del cura- in grado di farne una vera professione. Di so- tore venga messo in discussione lito il curatore in Italia fa cinque fa parte del normale processo o sei “mestieri” diversi, e quando si stanca fa il dialettico del cambiamento. È naturale che gli concorso in accademia o all’università e cam- esseri umani mettano in dubbio le regole e le bia professione. All’estero, invece, il docente universitario fa leggi attuali; gli artisti lo fanno in modo particolare, mettendo il docente e il curatore fa il curatore. Oggi c’è quindi la necessità di continuamente in discussione i propri diritti e il proprio ruolo nella attivare una visione nuova, una riflessione culturale agile e dinamica società. Penso che l’arte contemporanea, con la sua diversità, riesca a in grado di dialogare con il territorio locale e con quello internazio- lanciare sfide sempre nuove ai curatori e agli artisti. Penso che sareb- nale. C’è bisogno di parlare della contemporaneità e della memoria, be incredibilmente importante lo sviluppo di una visione strutturale di essere presenti sul campo, di occuparsi dei fatti di grande trasfor- ampia, che permetta di superare le barriere accademiche e teore- mazione sociale e politica, utilizzando nuove pratiche curatoriali e tiche, puntando su un approccio interdisciplinare. Secondo me un un importante network internazionale, in grado di coinvolgere anche curatore oggi deve essere intelligente e pieno di capacità, deve saper partner economici esteri. Inoltre è necessario progettare in maniera motivare e guidare il lavoro di gruppo, ispirando il team con la pro- sostenibile, senza sprechi e con la massima attenzione al genius loci, pria visione, con la propria conoscenza e un gusto perfetto. Un’altra poiché rappresenta la necessità di risemantizzare e caricare di signi- caratteristica del curatore di successo consiste nel sapere “ascoltare” ficati nuovi i paesaggi della cultura e del sociale. gli artisti e tutte le altre professionalità con cui viene a contatto.

22 TALK SHOW MARTINA CAVALLARIN RAFFAEL DOERIG La crisi degli inizi del 2000 è avvenuta nel mo- La mia idea sul ruolo del curatore è poco spet- mento in cui è andata appannandosi la figura tacolare e non così futuristica. Penso che del curatore, personalità spesso prestata da al- il suo compito sia quello di di- tri ambiti, culturalmente digiuna e sprovvista ventare un complice dell’artista, delle basi fondamentali della storia dell’arte. permettendogli di realizzare il Per quanto attiene l’indipendenza degli artisti, proprio lavoro. Facendo domande, orga- occorre puntualizzare che quello con il nizzando le situazioni e fornendo suggerimenti critico e/o curatore è uno scambio effettuato relativi al contesto: altri artisti, concetti, idee, testi (sempre facendo da due dimensioni differenti: ciascuna parte in modo che il lavoro abbia una propria vita). Il curatore costituisce il deve assumersi propri diritti e doveri. Alcune volte collegamento tra l’opera e il pubblico (spesso, differenti tipologie di la fase di scambio vissuto nello studio dell’artista, l’analisi delle opere pubblico). Deve condividere il proprio entusiasmo rispetto al lavoro e l’elaborazione di un testo critico sfociano in un piano di lavoro col- e renderlo accessibile. lettivo. Si passa dunque a un impianto reale d’individuazione di un progetto e abitazione di un luogo in cui l’opera oltrepassa il confine privato dello studio per manifestarsi nel pubblico. La “scrittura espo- sitiva” prevede la presentazione e azione dell’esposizione nella quale, attraverso pratiche di relazione, si armonizza e compenetra l’analisi ANDREA BRUCIATI operata dal critico e l’assistenza operata dal curatore. Mi piace intendere la pratica curatoriale come azione di confine, dove si instaura a ogni ordine e livello uno scambio vivificante. La ritengo fun- zionale in quanto laterale, idonea per questo alla GIACINTO DI PIETRANTONIO complessa piattaforma della contemporaneità, e Mi interrogo sulla questione da anni, da quan- sono convinto che questa prospettiva “eccentri- do nel 2003 alla GAMeC ho messo in piedi, su ca”, in perenne movimento, possa però essere suggerimento di Alessandro Rabottini, un pre- garantita solo e sempre specificando ruoli e competenze. Questi colpi mio per curatori under 30: il Premio Lorenzo durissimi in atto sono da imputarsi fondamentalmente a una pro- Bonaldi Per l’Arte-Enter Prize. Avevamo notato gressiva mancanza di competenze scientifiche, critiche e teoriche da che c’erano tanti premi per gli artisti, ma non per parte di molti operatori che hanno ormeggiato il i curatori, una figura che si era fatta avanti in loro bagaglio culturale e dialogico, facendo sì maniera molto forte a partire dagli Anni Ottanta, avendo come prece- che la curatela si trasformasse in semplice or- dente il papà di tutti i curatori in senso contemporaneo: Harald Sze- ganizzazione di eventi, superficiale negli esi- emann. Ci avviamo ora verso la nona edizione del Premio e la vasta ti e autistica, in quanto autoreferenziale, nei partecipazione dimostra come questa “professione” sia molto sentita. risultati. Dinanzi a questa funzione disciolta e banalizzante del D’altra parte, la figura del curatore non è mai stata popolare come curatore si stanno così creando canali alternativi, destrutturati e av- in questi anni, perché il sistema dell’arte si è espanso e necessita vertiti come più autentici, che prefigurano pertanto nuovi orizzonti di molta “mano d’opera”. Certo, i curatori, tranne poche nei quali, mi auguro, la figura di un professionista preparato, versati- eccezioni, non incidono più di tanto, ma non le e “poroso” possa far ritrovare all’azione curatoriale una sua ragion per l’indipendenza dell’artista, che è cosa buo- d’essere, fondata sulla progettualità e l’ascolto fattuale. na e giusta, piuttosto perché il mercato, aste comprese, è entrato in maniera molto potente nell’attribuzione del valore. Tuttavia la nascita di tante riviste d’arte in Italia nell’ultimo quindicennio sta a dimostrare che le persone non vogliono solo delle cifre di fianco alle opere, ma anche FRANCESCO BONAMI dei discorsi, come direbbe Foucault. E le riviste non potrebbero esi- La figura del curatore è tanto in crisi quanto quel- stere senza critici e curatori. la di un allenatore di calcio quando tutti i gioca- tori della sua squadra giocano bene. O quella di un direttore d’orchestra quando i suoi musicisti sono eccezionali. Ma siccome spesso non tutti i CRISTIANA PERRELLA giocatori sono campioni e non tutti i suonatori Credo che il ruolo del curatore abbia tutt’altro che sono fenomenali, ecco che c’è ancora bisogno perso senso e rilevanza. La Biennale di Massimi- del curatore. Che il curatore sia di per sé inutile liano Gioni lo ha dimostrato: è stata quella con si sa. Ma siccome gli artisti non vogliono cer- il taglio curatoriale più deciso e pregnante degli tamente amministrare oppure organizzare ultimi anni. In uno scenario culturale così vasto programmi di musei, fondazioni o gallerie, ri- e pieno di segni e informazioni come il nostro, mane il bisogno di qualcuno che si smazzi la il lavoro di scegliere delle opere e metterle in rogna di parlare a consiglieri di amministrazione, assessori, buro- dialogo tra loro, articolando un discorso che le contestualizzi rispetto crati di Stato o collezionisti. E chi lo fa? Il curatore. Al quale poi viene a temi di respiro più generale, è necessario. Aiuta a costruire senso. dato il contentino di “curare” la mostra, ossia l’illusione che il suo Il curatore è l’elemento che attiva la relazione lavoro non sia così rognoso. Detto questo, non mi pare proprio che tra artista, istituzione e pubblico. Ha un’exper- la professione sia in pericolo. Infatti sono gli artisti a voler diventare tise che i musei italiani faticano a riconoscere curatori. Pensiamo a Cattelan, ma non solo a lui, che usa il “curatore ma che altrove è indubitabile. Una sensibilità e una di Troia” (non il “curatore troia”, già utilizzato e spremuto in passato) comprensione dell’arte diverse da quelle dell’artista ma che proprio per rientrare dentro le mura dell’arte con un nuovo ruolo, avendo per questo lo rendono un suo prezioso interlocutore, anche nel mo- abbandonato il proprio. Troppi curatori allo sbaraglio? Forse. Ma, in mento in cui le opere vengono pensate e realizzate. fondo, perché no? Chi è causa del suo male curi se stesso.

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APPROPOSITO di SIMONA CARACENI TO THE CITY OF THE CLOUDS ARCHAEOLOGY SAMPLE COLLECTOR DIG QUEST: ISRAEL Incentrata sulla città perduta inca nota come La Ciudad Archeologo fai da te? Studente al primo scavo? Ben fatta e sviluppata scientificamente su una serie di de las Nubes, sulle montagne della Colombia, ha un Questa app permette di creare un database semi- reperti del territorio israeliano messi a disposizione fascino tutto particolare perché interamente basata professionale dei reperti ritrovati. Ricordando a tutti dall’Israel Antiquities Authority, comprende anche i sullo storytelling. To the City of the Clouds è un coloro che scaricano questa applicazione che è illegale Rotoli del Mar Morto, una fra le più importanti scoperte emozionante romanzo d’avventura interattiva dove collezionare reperti in modo autonomo, questa app archeologiche del XX secolo. Un po’ troppo “religion- le scelte determinano il seguito della storia. Il gioco permette risultati eccezionali, a partire dalle opzioni oriented”, presenta la Genesi 1.1 con il racconto della è basato sul testo, senza grafica o effetti sonori, ma di condivisione e sincronizzazione o esportazione dei creazione, i Dieci Comandamenti, i Salmi e altri 2.000 dati in un foglio excel per poterci lavorare sul proprio manoscritti per bambini dai 7 agli 11 anni, i quali alimentato dal potere dell’immaginazione. Una giovane computer. Si possono inserire automaticamente le possono affacciarsi all’archeologia con giochi simili a archeologa dovrà combattere serpenti velenosi, coordinate GPS del ritrovamento e la visualizzazione quelli delle numerose app di archeologia, ma stavolta disastri tropicali e l’esercito di guerriglia delle FARC su Google Maps; e poi foto, temperatura e condizioni su reperti originali. I giocatori possono scegliere tra per assicurarsi la fama, la fortuna e un’importante atmosferiche, peso, dimensioni, nonché coordinamento due siti di scavo, di cui ognuno richiede l’utilizzo di cattedra in una prestigiosa università. Il tutto condito dell’attività del team. La virtual archaeology è stato uno differenti competenze archeologiche. Interessante la da alcol, giovani assistenti lussuriosi e spiriti inca. dei primi banchi di prova per l’utilizzo delle tecnologie parte con un antico mosaico di epoca romana, che Scegliete personaggio, orientamento sessuale (per i nel patrimonio, e finalmente una app “prosumer” permette di individuare e classificare gli animali e giovani assistenti lussuriosi…) e propensione a portare mette a disposizione quel bagaglio di tecnologie che gli oggetti riprodotti. Ogni sito dispone di scoperte strani vestiti dei nativi. Poi lasciatevi trasportare dalla accompagnava gli archeologi. Ora però basta un che raccontano all’utente la storia dello scavo e narrazione. tablet. dei manufatti. www.choiceofgames.com/to-the-city-of-the-clouds/ play.google.com www.craterhouse.com costo: € 1,53 (Android) / € 1,99 (Apple) costo: free con in-app purchases per servizi ulteriori costo: gratis piattaforme: iPhone, iPad, iPod touch, Android piattaforme: Android piattaforme: iPhone, iPad, iPod touch, Android

A FIRENZE NASCERÀ IL MEMORIALE NUOVO THECA GALLERY ITALIANO DI AUSCHWITZ. SPAZIO MILANO E PRENDERÀ IL POSTO DEL CENTRO D’ARTE EX3 C’è poco da fare: in Italia sembra operare la più Su quale tipologia di clientela puntate? E su quale rigida legge di Murphy. Anche facendo una cosa rapporto con il territorio? buona e giusta, si deve trovare il modo perché Il rapporto con Milano è a doppio filo: da una parte abbia dei lati negativi. Capita ora a Firenze: si può dire radicato culturalmente oltre che attraverso dove nella Giornata della Memoria il sindaco una rete di collezionisti, mentre il contrappunto offer- Dario Nardella annuncia le date per il progetto to da Milano è di essere una città in grado di offrire per il polo della Memoria, che nel capoluogo grandi opportunità e progetti da poter sviluppare, toscano ospiterà il Memoriale italiano di Au- anche partnership con altre gallerie o realtà storiche presenti sul territorio. Il nostro target è composto sia schwitz. Il progetto sarà presentato il 25 aprile, da collezionisti italiani sia internazionali, ma accomu- e al momento sono note solo le linee generali: il nati da una visione ampia e innovativa su ciò che il nuovo spazio a Gavinana, nel Quar- mercato dell’arte offre, dando contemporaneamente tiere 3, accoglierà “l’opera in arrivo uno sguardo alle quotazioni e uno alla ricerca. dal Blocco 21 e ricorderà la disumana violenza della Shoah”. Il riferimento è al Un cenno ai vostri spazi espositivi. memoriale realizzato nel 1971 su inizia- Lo spazio che ospita la galleria si può definire di tiva dell’Associazione nazionale degli matrice nordica-mitteleuropea: è composto da due ex deportati politici, al quale lavo- Arriva da una precedente esperienza a Lugano, An- stanze completamente bianche che affacciano su via rarono personalità della cultura drea Carlo Alpini. Ora però ha deciso di portare la Tadino. Anche il pavimento in legno è bianco, così propria galleria nel capoluogo lombardo. E le pre- come il vecchio camino oggi elemento neutro “incor- italiana del calibro di Lodovico messe sono delle migliori. Qui ce le racconta una a niciato” da tenui marmi grigi. Tre alte e strette finestre Barbiano di Belgiojoso, Primo una. affacciano su strada, mentre l’illuminazione diafana Levi, Pupino Samonà, Nelo contribuisce a espandere la percezione di ampiezza Risi, Luigi Nono, al fianco degli Come arriva a Milano la galleria? Perché? degli spazi, mostrando la galleria come uno scrigno ex deportati allora al vertice Theca Gallery è nata due anni fa a Lugano. Il lavoro di luce verso la città. dell’Aned, a cominciare da condotto in Svizzera e nelle mostre create per par- Gianfranco Maris, Teo Ducci tecipazioni alle fiere europee è stato la base su cui E ora qualche anticipazione sulla stagione in corso. e diversi altri. Ma nel luglio impostare la nuova galleria a Milano. La necessità di La stagione si comporrà di quattro mostre personali 2011 venne chiuso al pubblico tornare in Italia è maturata durante l’ultimo anno di (tre oltre a quella inaugurale): gli artisti coinvolti sono per decisione unilaterale della attività in Svizzera, quando la galleria ha iniziato a la- Federico De Leonardis, Marco Mendeni, Jonathan vorare attraverso installazioni site-specific. L’esigenza Guaitamacchi. Una mostra collettiva sarà presen- direzione del Museo di Auschwitz, principale è stata la necessità di confrontarmi con un tata in estate. Doppia esposizione sarà invece per visto che l’installazione italiana – a contesto culturale, artistico e di mercato come quello Mohsen Taasha Wahdi, giovane artista afghano già detta dei vertici – non corrispondeva milanese. esposto nel 2012 a Documenta e da noi portato alla più alle linee guida emanate dal museo ne- Biennale di Venezia nel Padiglione dell’Iran per il pro- gli ultimi anni. Tutto bene? Sì, se non fosse per Descrivete in tre righe il vostro progetto. getto curato da Marco Meneguzzo e Mazdak Faiznia. un particolare neanche tanto piccolo: il polo Il progetto della galleria è di lavorare solo attraver- In autunno si terrà la sua prima personale in galleria della Memoria sorgerà infatti nella sede del so installazioni. A ogni mostra sarà accostato un ca- a Milano. centro d’arte dell’Ex3, in viale Giannotti. “Un talogo con immagini delle opere negli spazi della modo per dare all’Ex3 un nuovo ruolo simbolico galleria e includerà un saggio del critico chiamato a Via Tadino 22 – Milano nel panorama degli spazi espositivi fiorentini in curare l’esposizione. Il concept attorno a cui ruoterà 334 2849730 l’attività della galleria è quello della “stratificazione”, [email protected] un momento di grande evoluzione e valorizza- sia essa concettuale, materica o mnemonica. www.theca-art.com zione”, si legge sul sito del Comune di Firenze.

26 NEWS Ma perché chiudere ogni possibilità di rinascita di un centro d’arte che era nato con grandi di MICHELE DANTINI ambizioni e del quale la città ha un bisogno ZION assoluto? Con tutti gli edifici pubblici vuoti e abbandonati al degrado, che avrebbero potuto DOPO CHARLIE HEBDO degnamente ospitare il nuovo progetto? ARTE, CRITICA, CITTADINANZA Nei giorni dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo ho pen- Lippo Memmi, con Bambino (particolare), XIV sec. GABRIELE FINALDI È IL NUOVO sato che il silenzioso sgomento di tanti fosse senz’altro da pre- DIRETTORE DELLA NATIONAL ferire alla precipitosa loquacità di taluni, improvvisatisi esperti GALLERY DI LONDRA. L’ITALO- e commentatori. Come commentare una strage immaginando INGLESE NOMINATO DAL PREMIER di trovarvi un senso o di sfoggiare una qualsiasi “competenza”? A distanza di alcune settimane la mia prospettiva non è cambiata. DAVID CAMERON IN PERSONA Trovo però che si sia sviluppata una riflessione cui vale la pena È nato a Londra nel 1965 ma nome e cognome prendere parte. Quali obbligazioni abbiamo, come intellettuali, tradiscono le sue origini italiane. E del resto è scrittori, artisti o graffianti disegnatori satirici, nei confronti delle in Italia che ha iniziato la sua formazione, società entro cui viviamo? La domanda investe in profondità le studiando tra Napoli e Piacenza prima nostre convinzioni democratiche. di tornare a specializzarsi in storia La recente pubblicazione italiana di Antiestetica. Saggi sulla cul- tura postmoderna (postmediabooks), raccolta di saggi curata da dell’arte al Courtauld Institute di Lon- Hal Foster e apparsa in inglese nel 1983, spinge a considerare dra. Insomma: si può ben dire che c’è quanto sia difficile trasferire punti di vista “progressisti” dalla sfe- un forte Dna italiano nella persona ra politico-sociale a quella estetica. Che resta, a distanza di tre che dirigerà uno dei musei più impor- decenni, degli ambiziosi propositi fosteriani di guerrilla, dell’av- tanti del mondo. Parliamo dell’italo- vincente rappresentazione del mondo artistico come ambito (foucaultiano) di resistenza libertaria? A malapena inglese Gabriele Finaldi, nominato alla la mera esigenza. L’arte contemporanea non è diventata la cellula di gaia sovversione che ci si attendeva. Sono guida della National Gallery di Londra le oligarchie ad adunarsi attorno ad essa, non le minoranze culturali cui Foster guardava. Il “noi” progettato da in sostituzione di Nicholas Penny. Foster, affettivo ed egalitario, è reso ogni giorno più improbabile dall’erosione mainstream di tessuti ideologici Non si tratta certo di una sorpresa, e sociali. Sin dai primi giorni dopo la strage ho considerato meritevoli di attenzione le voci che invitavano a visto che lo studioso vanta già un decennio di Come rifiutare un’adesione dogmatica all’opinione prevalente. Il controslogan “Je ne suis Charlie”, in cui collaborazione con il museo di Trafalgar Squa- leggere personalmente mi sono riconosciuto, non voleva certo costituire un’offesa per le vittime. Per Artribune re come conservatore della pittura italiana e niente. Rivendicava invece la necessità di una posizione terza, ferma nel rifiutare la violen- Parte su questo nume- spagnola. Quando lasciò l’incarico per uno di za omicida e nel portare la propria parte di lutto ma al tempo stesso contraria all’insulto. ro una nuova rubrica di ancor maggiore prestigio, quello di direttore Rispetto reciproco, buone pratiche argomentative e senso del limite – attitudini che la Michele Dantini. Perché si aggiunto del Prado di Madrid. La sua nomina ha satira di Charlie Hebdo non coltivava scrupolosamente – possiedono grande importan- chiama Zion? Nella storia dei avuto il via definitivo direttamente dal premier za anche (e forse soprattutto) all’interno di società laiche e pluralistiche come le attuali. miti e delle religioni Zion è la David Cameron: cose che succedono in Inghil- La tradizione illuminista è ampia e molteplice: non impone valori uguali per tutti né città celeste; oppure la città dei resistenti, come in Matrix. Nel terra, dove le questioni culturali, anche quelle obbliga a un universalismo dogmatico. È indubbio tuttavia che la rigida separazione tra sfera pubblica e sfera religiosa sulla quale abbiamo edificato le nostre attuali de- secondo episodio della trilogia inerenti all’arte e al patrimonio, sono centrali mocrazie “tecnocratiche” non è in grado di mobilitare passioni, combattere la disu- vediamo l’intera comunità adunata nell’esistenza. guaglianza e dissolvere il reciproco pregiudizio. Possiamo qui introdurre un’analogia al cospetto di Morpheus. I cittadini www.nationalgallery.org.uk con il mondo dell’arte, anch’esso modellato da taciti principi di intransigente “laicità” di Zion sono angosciati per l’immi- e artificiosa separatezza. Sorta da una salutare polemica contro le tradizioni ereditate nente arrivo delle Macchine. Ma qualcosa impone loro di continua- e le istituzioni autoritarie, la disgiunzione modernista fra attività estetica e rito ha finito re a combattere. “Il motivo per SOLE, SPIAGGE E ARTE per depotenziare l’immagine e ridurre la nostra capacità di emozione. Il modo in cui cui oggi siamo qui”, declama CONTEMPORANEA: È LA PROMESSA oggi guardiamo all’arte contrasta singolarmente con l’esperienza estetica che si aveva fatale Morpheus, “è il nostro ancora in un recente passato. L’impasse in cui ci troviamo non è semplice né ovvia. Come DI ART MARBELLA, FIERA comune amore per la di- AL DEBUTTO QUEST’ESTATE ne usciamo? sobbedienza”. È cittadina di case bianche e palme, di turismo Scismi e diaspore costruiscono essi stessi comunità. È prevedibile che nuovi orientamenti estivo da alta società, distese di campi da golf artistici possano maturare all’interno di cerchie che praticano forme innovative di disobbedien- e yacht di lusso, sui litorali mediterranei della za civile e dissenso, coese e solidali; o sperimentano l’esperienza dell’espatrio. Emergeranno in un Costa del Sol, in Spagna. Ma da quest’anno Mar- prossimo futuro portando con sé quei mutamenti radicali che oggi ci sembrano necessari, destando dall’a- bella ha deciso di reinventarsi sotto il sole d’ago- patia per ciò che riguarda le sorti delle nostre democrazie? Non saprei dirlo, anche se tutti possiamo impegnarci sto come nuova meta per l’arte contemporanea. perché questo accada. Dal 30 luglio al 3 agosto ospiterà infatti la prima edizione di Art Marbella, grande fi era d’ar- @micheledantini te del Mediterraneo, punto d’incon- tro e crocevia tra Europa e Medio Oriente – così si defi - nisce – e Maria Chiara Valacchi, direttore dello Spazio appresta in scioltezza a pianificare la prossima che si aggiunge al già denso Cabinet di Milano. Sarà diffi cile (e probabilmen- edizione. Edizione, però, che riserverà una sor- calendario di eventi d’arte te non c’è neanche il proposito) competere con la presa: un cambio di date che riporta la rassegna contemporanea. Non c’è sorella maggiore, Arco, la principale fi era d’arte tregua neanche durante le a sovrapporsi a Frieze. Certo, il collezionismo contemporanea spagnola che si svolge annual- ferie estive, insomma, per che bazzica Verona è solo in piccola parte so- mente a Madrid dal 1982. L’intenzione evidente la comunità dell’arte e gli vrapponibile a quello che si reca a Londra, tut- è invece di intercettare gli abituali frequentatori addetti ai lavori: nel Pala- tavia qualche piede pestato c’è eccome. Non è estivi della città e i loro sostanziosi portafogli e di cio de Ferias, Congresos comunque la prima volta che ArtVerona “cade” accrescere ulteriormente l’economia locale. Art y Exposiciones, una co- nelle medesime date della fiera londinese e Marbella, infatti, sarà aperta al pubblico dalle 17 struzione moderna posi- quindi nulla di nuovo. Nuovo è invece il motivo zionata vicino al centro alle 22: un invito non troppo velato a godersi le spiagge e le attrattive esclusive della città prima per cui tutto questo è accaduto: di mezzo ci storico, arriveranno circa sono i turchi. Si dà il caso che Verona Fiere ab- cinquanta gallerie da tutto il di fare un salto in fi era. MARTA PETTINAU bia tre rassegne che la connotano come uno dei mondo – le application sono www.marbellafair.com aperte fi no al 30 marzo – che quartieri fieristici più importanti in Italia e, in esporranno arte del Novecento alcuni generi specifici, nel mondo: una sul mar- ma anche artisti emergenti, accanto PUÒ UNA FESTIVITÀ TURCA mo (Marmomacc), una sul vino (Vinitaly), una a progetti specifi ci sviluppati da curato- SPOSTARE LE DATE DI UNA sui cavalli (Fiera Cavalli). Succede quest’anno ri indipendenti e un programma parallelo di FIERA D’ARTE CONTEMPORANEA che nelle date in cui solitamente si svolge Mar- attività per collezionisti. Dietro Art Marbella c’è ITALIANA? ECCO COSA È SUCCESSO momacc ci sia una importante festività religiosa Alejandro Zaia, imprenditore e co-fondatore di A VERONA in Turchia, e succede che arabi e turchi siano Pinta London e Pinta New York, piattaforme fi Dal 16 al 19 ottobre 2015. Eccole, le date della una percentuale massiccia dei big spender di eristiche per l’arte latino-americana, spagnola e Marmomacc: impossibile fare a meno di loro, e portoghese, e un team di curatori internazionali prossima edizione di ArtVerona, la fiera sca- così lo spostamento in avanti delle date di Mar- composto dal direttore e fondatore della fi era ligera che sta acquisendo sempre più un suo Untitled di Miami, Omar López-Chahoud, Neri ruolo sullo scacchiere italiano e che – anche momacc ha fatto scivolare tutto il calendario. Torcello, curatore italiano trapiantato a Londra, grazie all’ingresso nel gruppo Verona Fiere – si www.artverona.it

NEWS 27 Milano cambia rapidamente, complice anno v numero 24 l’Esposizione Universale. 82 74 Abbiamo scelto sei progetti di www.artribune.com architettura che racchiudono la svolta. direttore Massimiliano Tonelli Cinquant’anni al timone della Galleria Milano, e ad aprire un white cube non ci pensa proprio. direzione È Carla Pellegrini la protagonista della 16esima puntata Marco Enrico Giacomelli (vice) 32della nostra inchiesta sui grandi galleristi d’Italia. Claudia Giraud Helga Marsala Massimo Mattioli 96 Caterina Porcellini Valentina Tanni Trovata divertente, stupidaggine per perditempo o geniale opera concettuale? Nelle pagine di comunicazione e logistica new media vi parliamo di Toto Santa Nastro Cotugno e una pagina La soglia fra Facebook. Oriente e Occidente. pubblicità Venezia, Cristiana Margiacchi Istanbul? +39 393 6586637 Macché, Malta! [email protected] Expo, Expo e ancora Expo. Una bella 42 Un reportage dall’isola che si settimana la dovrete trascorrere in sta rifacendo il look, a partire concessionaria Lombardia, fra Milano e i tesori in dal proprio… gate. downloadPubblicità S.r.l. Regione. Ed ecco a voi uno dei nostri percorsi. Società unipersonale via Boscovich 17 - 20134 Milano via Sardegna 69 - Roma 94 02 71091866 | 06 42011918 [email protected] Ancora, Svizzera, ancora banche. Seconda tappa della redazione Quattro mesi in nostra indagine sul rapporto via Enrico Fermi 161 - 00146 Roma viaggio per gli fra arte e finanza. Questa States. Così si fa 70 [email protected] volta si parla di UBS, la 48 un’inchiesta degna 56 banca di Art Basel. di questo nome. E ora vi progetto grafico raccontiamo come affrontano Alessandro Naldi la questione accessibilità oltreoceano. stampa CSQ - Centro Stampa Quotidiani Anche l’occhio vuole la sua via dell’Industria 52 - 25030 Erbusco (BS) parte. Non parliamo però della presentazione dei piatti, bensì di un… illustratore direttore responsabile 92 gastronomico. Gianluca Biscalchin à Marco Enrico Giacomelli 60 Lusso, finanza, casinò, Formula 1, la une nelle pagine di buonvivere. ora pure arte: unite i puntini e editore verrà fuori Singapore. Noi ve la Artribune srl raccontiamo in un reportage racchiuso in via Enrico Fermi 161 - 00146 Roma quattro fotografie.

copertina Canedicoda, LL ore, 2015 collage di stampe serigrafiche, cm 55x39 self-courtesy Continuiamo a battere il chiodo, nella Siete ancora78 lì che ascoltate la (l’intervista è a pag. 86) rubrica educational. Finché non avrete capito musica di Ed Sheeran e Hozier, 84 l’importanza di Filiberto Menna. Bruno Mars o magari Tiziano Ferro? Registrazione presso il Tribunale di Roma Suvvia, non lo sapete che ora c’è la n. 184/2011 del 17 giugno 2011 Witch House Music?! Chiuso in redazione il 16 marzo 2015 QUESTO NUMERO È STATO FATTO DA: Mettiamo per un attimo da parte le polemiche su Expo. Almeno per gli 66 Martina Adami Massimo Mattioli studi italiani è un’opportunità? Un secolo fa nasceva Veronica Altieri Neve Mazzoleni Pare di sì, e se ne parla nella rubrica di Alberto Burri, e pure al Luca Arnaudo Rebecca McGinnis 72 architettura. Guggenheim di New York si Inese Baranovska Stefano Monti festeggia. Ma le quotazioni come Valia Barriello Roberta Morgante vanno? Ve lo diciamo nelle pagine Maria Cristina Bastante Giulia Mura di mercato. Lorenzo Benedetti Claudio Musso Silvia Berselli Santa Nastro Sara Boggio Alexandra Pace Dove siamo, e soprattutto Francesco Bonami Carla Pellegrini Su e giù per la città. dove stiamo andando? Ginevra Bria Raffaella Pellegrino 8Domande capitali per inpratica, Andrea Bruciati Daniele Perra Nel senso di città alta e città bassa. Per tra Savinio e L’Aquila. Christian Caliandro Cristiana Perrella raccontarvi i distretti, Canedicoda Marta Pettinau stavolta siamo andati Adele Cappelli Giulia Pezzoli a Bergamo. Con Simona Caraceni Federico Poletti capatina a San Martina Cavallarin Aldo Premoli Pellegrino. Maria Chiara Ciaccheri Luigi Prestinenza Puglisi Alla smania d’informazione Annamaria Cilento Giorgia Quadri morbosa non c’è limite. E Matteo Cremonesi Simone Rebora l’ossessione passa da una parte Antonella Crippa Gianluigi Ricuperati 76 all’altra dello schermo. Succede al Tommaso Cuccia Domenico Russo cinema, succede nelle nostre vite. Michele Dantini Federica Russo Non dateci dei parrucconi, Vincenzo de Bellis Irene Sanesi perché bisogna pur dirlo: è Rossella Della Vecchia Vincenzo Santarcangelo ora che il mondo Alessio de’ Navasques Stefano Satta della moda smetta Giacinto Di Pietrantonio Giovanni Scotti di lavorare Chiara Di Stefano Giovanni Scucces soltanto sulla Raffael Doerig Cristiano Seganfreddo 80 comunicazione. 68 Tommaso Evangelista Marco Senaldi E ricominci a connettere idee e Marcello Faletra Fabio Severino realizzatori. Fabrizio Federici Valentina Silvestrini Davide Ferrario Silvia Somaschini Martina Gambillara Maria Rosa Sossai Parliamo di Expo, quindi parliamo Marco Enrico Giacomelli Marko Stamenkovic di cibo. Ma stavolta niente Eugenio Giannetta Lorenzo Taiuti chef stellati. Vi raccontiamo 22 Claudia Giraud Valentina Tanni invece di come il design mette i piedi Che fine hanno fatto i curatori? Ferruccio Giromini Arianna Testino nel piatto, alla Triennale di Milano. Seconda puntata di un’inchiesta in cui Lucia Grassiccia Antonello Tolve rispondono i diretti interessanti, nel nostro Luca Labanca Massimiliano Tonelli talk show. Lodovico Lindemann Clara Tosi Pamphili Martina Liverani Eleonora Usseglio Prinsi Martina Lolli Roberta Vanali Filippo Lorenzin Marta Veltri Altro che scarabocchi e Confessate: non avete mai Angela Madesani Sarah Venturini Sono tante le vandalismo. terminato Infinite Jest di Zaira Magliozzi Giulio Verago realtà che si occupano seriamente David Foster Wallace. Ma c’è chi Desirée Maida Walls di Street Art, e fra queste c’è Walls. non solo l’ha letto, ma l’ha pure 90 Mark Mangion Claudia Zanfi Opera a Roma, e si racconta nelle annotato, cosparso di post-it, Helga Marsala Giulia Zappa pagine di focus. cesellato… Anche così si fa editoria.

Prima facevano coppia fissa, lui e Nico Vascellari. Ma si sa, anche i Guardate un po’ Dati, grafici, tendenze, matrimoni più felici finiscono. Ed eccolo, com’è cambiata percentuali, giri d’affari. E in gran spolvero su copertina e nei talenti, la nostra rubrica pochissime parole. Abbiamo Canedicoda. di fotografia: intervista fatto i conti 86 a un emergente, focus in tasca alle 88 . su gallerie specializzate, affondo 38 gallerie italiane sul mercato…

32 CARLA PELLEGRINI E LA SUA (GALLERIA) MILANO 38 CHI COSA COME VENDONO LE GALLERIE ITALIANE 42 MALTA FRA ORIENTE E OCCIDENTE: IL REPORTAGE 48 ACCESSIBILITÀ: INCHIESTA DAGLI STATES 56 LA BANCA DI ART BASEL: COME UBS INVESTE IN ARTE STORIASTORIA DIDI CARLACARLA PELLEGRINIPELLEGRINI EE DELLADELLA GALLERIAGALLERIA MILANOMILANO

ome inizia la storia della società alcune tra le più impor- Quando ti sei trasferita nell’at- Ed Moses, Kenneth Price, Ed Ru- Galleria Milano? tanti aziende industriali pub- tuale sede? scha. In quello stesso anno anche La galleria era stata bliche e private per favorire le Nel 1973. Beatrice Monti e Giorgio Marconi Cfondata con questo nome loro esportazioni di manufatti e hanno fatto rassegne sulla Pop da Enrico Somarè negli Anni Ven- materie prime verso Paesi come Partiamo dall’inizio. Avete Art inglese. Nel 1967 ho fatto una ti e aveva chiuso i battenti poco la Cina e l’India, che lavoravano fatto molte cose… grande mostra su Luigi Verone- prima dello scoppio della Secon- in compensazione. L’India aveva Nel 1965 abbiamo dedicato si con la pittura, la fotografia, la da guerra mondiale. Nel 1964 i proposto a Gentili includere nel- una mostra all’Art Déco. Abbia- grafica e più tardi ho esposto i due figli di Enrico, Sandro e Gui- lo scambio i prodotti artigianali, mo esposto Titina Maselli, Age- suoi studi sul rapporto musica e do, hanno pensato di riaprirla in così lo stesso mi aveva assunto nore Fabbri. Nell’aprile del 1966 colore. Sempre nel 1967, intor- via della Spiga, insieme ai pitto- perché mi occupassi di abbiamo inaugurato Lon- no a Natale, ho esposto le opere ri Aldo Bergolli, Mario Rossello questo aspetto. La don Under Forty, con Alastair: era un tipo strano, il suo e Gianni Dova. Il 21 maggio di motivazione che opere, fra gli altri, vero nome era Hans Henning von di ANGELA MADESANI quell’anno hanno inaugurato la Gentili mi aveva di Allen Jones, Voigt, era un barone e diceva di prima mostra con le loro opere. dato era questa: Alastair era un tipo Bridget Riley, essere figlio di una principessa Li finanziava la moglie di Sandro, “Ti piace viag- strano: diceva di Joe Tilson: era spagnola e di Edoardo VII di In- Luciana Momigliano, ed era di- giare, parli le essere figlio di una la prima volta ghilterra. retta da Lella Russoli, la moglie lingue e hai che si propone- di Franco, il soprintendente di buon gusto”. principessa spagnola va una colletti- Raccontaci. Brera. Ma già l’anno successivo e di Edoardo VII va sulla Pop Art Faceva dei disegni bellissimi, Sandro e Luciana si sono separati E in galleria inglese in Italia. quasi cattivi. Alla fine della mo- e lui è venuto a stare a casa mia, come ci sei arri- L’ho fatta con Luca stra mi ha mandato un laconico dove vivevo con mio marito e i vata? Scacchi Gracco, re- telegramma, in cui mi chiedeva miei figli. Una vol- centemente scomparso, di consegnare le opere non ven- ta andata via che ha portato quel movimento dute a chi si sarebbe presentato Tu cosa facevi allora? sua moglie, Sandro aveva deciso nel nostro Paese. Un mercante e da lì a breve. E così è stato. Era Abbandonato l’insegnamento di continuare a tenere aperto lo uomo di cultura che ci ha intro- un personaggio molto misterioso, di lingua e letteratura tedesca, spazio e aveva chiesto a me e a dotti a Francis Bacon, ma anche a probabilmente appartenente da lavoravo in una società fondata mio marito, grande appassionato Egon Schiele. Un’altra importan- giovane al gruppo dei Rosa Cro- da una personalità straordina- d’arte, di diventare suoi soci. Ab- te mostra è stata quella del 1969, ce, dal quale è stato cacciato e dal ria della cosiddetta società civi- biamo accettato. In seguito San- intitolata Six West Coast Artists, quale era perseguitato. Mi ha ri- le italiana, Dino Gentili. Il suo dro se n’è andato e siamo rimasti in cui erano le opere di Billy Al cevuto, durante l’organizzazione progetto riuniva in una grande da soli. Bengston, Joe Goode, Graham, della mostra, in una camera di

32 ATTUALITÀ LE CONVERSAZIONI DI ARTRIBUNE CON I GRANDI GALLERISTI ITALIANI

gian enzo SPERONE n. 6 // marzo-aprile 2012 emilio MAZZOLI n. 7 // maggio-giugno 2012 fabio SARGENTINI n. 9 // settembre-ottobre 2012 giorgio MARCONI n. 10 // novembre-dicembre 2012 tucci RUSSO n. 11 // gennaio-febbraio 2013 lia RUMMA n. 12 // marzo-aprile 2013 bruna AICKELIN n. 13-14 // maggio-agosto 2013 pio MONTI n. 15 // settembre-ottobre 2013 massimo MININI n. 16 // novembre-dicembre 2013 marilena BONOMO n. 17 // gennaio-febbraio 2014 franco TOSELLI n. 18 // marzo-aprile 2014 franz PALUDETTO n. 19 // maggio-giugno 2014

hélène DE FRANCHIS n. 21 // settembre-ottobre 2014

enzo CANNAVIELLO n. 22 // novembre-dicembre 2014

massimo DI CARLO n. 23 // gennaio-febbraio 2015

Da cinquant’anni è titolare della Galleria Milano. Lo spazio è l’esatto contrario di un white cube, a pochi passi dalla Ca Brütta, uno degli edifici più importanti di Giovanni Muzio, e a un tiro di schioppo da Brera. I soffitti sono stati affrescati da Andrea Appiani, agli inizi dell’Ottocento. Nonostante le premesse, l’atmosfera che si respira è tutt’altro che museale.

una pensione a Monaco di Bavie- una mostra sui francobolli degli Era una mostra curata da Lea c’era in mostra? ra, dove viveva. Stava già male ed artisti inglesi… Vergine, amica di una vita, dedi- Tutti gli artisti della galleria era a letto con un pigiama di seta In Inghilterra in quel periodo cata a Marco Ferreri. Il tema era il e non solo avevano dato delle a grandi pois, con le dita piene di c’era uno sciopero delle poste, compiacimento dell’orrido: piut- opere. Così è stato anche con Rif- anelli. Era un gran signore. Aveva durato oltre due mesi. La regi- tosto agghiacciante. C’erano ope- fa nei primi Anni Settanta, che conosciuto un mondo indubbia- na, per tutta risposta, aveva tol- re di Tetsumi Kudo, Otto Muehl, abbiamo fatto alla Permanente: mente affascinante che non esi- to il monopolio, affermando che Gianni Pisani, il filmCostretto a l’incasso è andato agli operai che steva più. ognuno avrebbe potuto fare il scomparire di Gianfranco Baru- l’Innocenti aveva messo in cassa proprio francobollo e consegna- chello. integrazione. Nel 1970 Lucio Fontana era re la posta. Tutti gli artisti, da morto da due anni e tu gli hai David Hockney ad Allen Negli anni hai dedica- Avete organizzato anche un dedicato un’importante mostra. Jones, hanno fatto il to parecchio spazio concerto? Dieci anni dopo hai proposto loro francobollo fir- anche al cinema Sì, ha suonato anche Maurizio una rassegna dedicata a una mato, e anche pa- Tutti gli artisti, da d’artista. Una Pollini. Fino al ’75 circa, era bello parte poco nota del suo lavoro: i recchi scrittori. scelta piuttosto stare in galleria. La sera si discu- disegni di architettura e i proget- Tutti i soldi che David Hockney ad rara nel nostro teva di politica, di arte, di cultura ti per gli allestimenti con i neon. hanno ricava- Allen Jones, hanno Paese. in generale: era un vero e proprio Che tipo era? to sono stati fatto il loro francobollo L’interesse è laboratorio di idee. Insieme a Nanni Valentini, destinati alle firmato, e anche partito proprio al quale nel tempo ho dedicato Union. Io acqui- in occasione Nel 1972 avete fatto una rivi- cinque mostre, è la persona più stai dieci serie di parecchi scrittori di Irritarte con sta, Artemilano. Vi partecipava- generosa che io abbia conosciu- questi francobolli, il lavoro di Baru- no sette gallerie… to nel mondo dell’arte. Quando secondo me bellissi- chello. Erano Studio Marconi, l’Ariete, ho fatto la mostra Nuove ricerche mi, e ho fatto la mostra. la Galleria del Levante di Emilio visive in Italia, nel 1966, Fontana In catalogo avevamo pubblicato La tua galleria, nel corso degli Bertonati, il Naviglio, Schwarz, mi ha mandato una grande opera, anche la lettera della regina. anni, ha anche avuto un esplici- l’Annunciata, e noi con la Galleria che era pubblicata sulla sopraco- to impegno politico: i proventi Milano. perta del libro di Guido Ballo. Era Nel 1969 la tua galleria ha di Croce Nera Anarchica, nel simpatico, spiritoso. Frequentava ospitato Irritarte. Appunti per 1972, andarono alla famiglia del Qual era il collante? la galleria assiduamente. un’analisi delle comunicazio- ferroviere Pino Pinelli, caduto Eravamo sette gallerie della ni irritanti. Un titolo che balza misteriosamente da una finestra stessa zona, la rivista era diretta Stamp Out Art del 1971 era all’occhio. della Questura di Milano. Cosa da un giornalista professionista,

ATTUALITÀ 33 Nell’aprile del 1966 abbiamo inaugurato London Under Forty: era la prima volta che si proponeva una collettiva sulla Pop Art inglese in Italia.

Alastair era un personaggio molto misterioso, probabilmente appartenente da giovane al gruppo dei Rosa Croce, dal quale è stato cacciato e dal quale era perseguitato.

Lucio Fontana è la persona più generosa che io abbia conosciuto nel mondo dell’arte. Era simpatico, spiritoso. Sono arrivata in Germania trentenne, parlavo e parlo il tedesco molto bene. I musei mi aprivano le porte con una certa facilità.

Quando abbiamo fatto Riffa nei primi Anni Se durante una mostra continuo a guardare le opere, giorno dopo giorno, Settanta, l’incasso è andato agli quando entro in galleria al mattino, operai che l’Innocenti aveva messo in allora vuol dire che ho fatto cassa integrazione. una scelta giusta.

Il mercato è completamente cambiato, i collezionisti che comprano le cose per amore li conti sulle dita di una mano, i galleristi con i quali ti piace lavorare anche.

Valerio Riva. Adesso, in occa- Sei forse l’unica che ha espo- Le tue scelte, fatte in tempi rare con un artista è perché mi sione di Expo, ne abbiamo fatta sto Blinky Palermo in Italia. La non sospetti, sembrano segnala- sono innamorata del suo lavoro. un’altra edizione. Siamo sempre tua conoscenza del mondo tede- re che hai avuto ragione. Ti sei Se durante una mostra continuo in sette. Della vecchia guardia sco ti viene anche dalla tua for- occupata di artisti apparente- a guardare le opere, giorno dopo siamo rimasti solo io e Marconi. mazione? mente difficili, che il passare del giorno, quando entro in galleria I nuovi sono Lorenzelli, Tonelli, Certo. Sono arrivata in Germa- tempo però ha premiato: Gian- al mattino, allora vuol dire che ho Mudima, Visconti, Blu. In coper- nia trentenne, parlavo e parlo il franco Baruchello, Fabio Mauri, fatto una scelta giusta. Se mi vie- tina ci sarà la mappa della zona. tedesco molto bene perché sin Vincenzo Agnetti, Antonio Cal- ne a noia presto, significa che ho dalle elementari ho fatto scuole derara, Franco Vimercati, che sbagliato a scegliere. Quando ho Nel 1970 hai fatto Arte Conce- tedesche. I musei mi aprivano le in quegli anni viveva in assoluta visto da Amalia Del Ponte la gran- zionale. porte con una certa faci- solitudine, compreso da de opera di travertino, Potnia, che L’ha chiamata così Antonio lità. pochissimi. pare il volto di un Budda, che c’è Calderara, che prima voleva Dimentichi Ed nell’altra sala, ho immediatamen- chiamarla Arte Concettuale, ma Facendo un Ruscha, al qua- te proposto all’artista una mostra non c’entrava nulla, allora ha passo indietro: Il pubblico le ho fatto una personale, e lei ha accettato pur- scelto “concezionale”. Era una il disegno è ha paura del personale nel ché non fosse un’antologica. mostra di pittura e fra gli altri sempre stato disegno, ha paura 1974! Quando c’erano Raimund Girke e Rainer un tuo interes- che si rovini, che ho partecipato A partire dagli Anni Novanta Jochims. se precipuo. con alcuni miei hai iniziato a lavorare con l’ar- Come ha rispo- deperisca artisti a una mo- chitetto russo Alexandr Brodskij, Mitologie Individuali è il tito- sto il mercato a stra al Moderna che con una sua opera straordi- lo della mostra che hai dedica- questa tua scel- Museet di Stoccol- naria ha vinto nel 1999 il pre- to ai disegni dell’avanguardia ta? ma, il direttore mi ha mio per il nuovo Museo di Arte tedesca, con i lavori di George Il mercato fatto i complimenti per Contemporanea alla Bovisa. Il Baselitz, Sigmar Polke, Blinky in grande non ha risposto, anche averlo esposto ben prima che lui museo non è mai stato fatto, ma Palermo, Joseph Beuys, Hanne se io ne ho venduti molti a col- stesso lo conoscesse. l’opera è fortunatamente rimasta Darboven, Jörg Immendorf. Per- lezionisti colti, raffinati. Normal- e l’anno scorso l’abbiamo rivista ché questo titolo? mente il pubblico ha paura del A cosa devi la tua straordina- con grande piacere al Museo del Mi pareva che ognuno di loro disegno, ha paura che si rovini, ria capacità di scelta? Hai un oc- Novecento… andasse avanti senza preoccupar- che deperisca. Qualcuno, però, li chio assoluto? O cos’altro? L’ho conosciuto tramite mio fi- si di quanto gli stava intorno. Era- compra, anche se meno che all’e- In realtà ho fatto anche scelte glio Nicola, che viveva a Londra no come delle forme di utopia. stero. sbagliate. Quando decido di lavo- e studiava alla Architectural As-

34 ATTUALITÀ UNA GALLERIA MUSICALE La Galleria Milano è una delle pochissime galleria italiane che si è occupata, nel corso degli anni, del rapporto fra Ho fatto una arte e musica: ha ospitato performance, concerti, opere sul tema. Carla Pellegrini non è una melomane, ma la musica personale di Ed in rapporto all’arte l’appassiona da molti anni. Per lei che Ruscha nel 1974. Il arriva dalla letteratura, musica, pittura, fotografia, cinema, direttore del Moderna scultura sono linguaggi artistici egualmente significativi: l’importante è il senso della ricerca che li muove. Museet di Stoccolma mi Determinante in tal senso è stata la frequentazione e la col- ha fatto i complimenti laborazione con Davide Mosconi, un personaggio multifor- me della cultura italiana, scomparso tragicamente nel 2002: per averlo esposto ben artista, fotografo, musicista, designer. Nel 1963, a soli venti- prima che lui stesso lo due anni, viene apostrofato dalla stampa come “il musicista conoscesse. di jazz italiano più personale e dotato” e nel corso degli anni ha rapporti di frequentazioni con personalità del calibro di Cecil Taylor e John Coltrane. In mostra alla Galleria Milano, il volto di Davide Mosconi, con i suoi indimenticabili baffoni, è stato anche oggetto di una delle Verifiche di Ugo Mulas. Ed è proprio Davide che la introduce nel mondo delle speri- mentazioni della musica contemporanea. Irritarte era una mostra Carla Pellegrini ha dedicato parecchie mostre al suo lavoro, sul compiacimento gli ha fatto alcuni cataloghi, ha ospitato in galleria perfor- mance e cinque concerti. L’anno scorso la galleria, durante dell’orrido: piuttosto una mostra a lui dedicata, ha presentato la prima monogra- agghiacciante. fia completa sul suo lavoro, a cura di Elio Grazioli, edita da Tip.Le.Co. In quell’occasione è avvenuta la preziosa sessio- ne d’ascolto di Sezione ritmica, prima parte della composi- zione Sezione aurea, una serie di sei dischi vinilici concepiti dall’artista milanese nel 1971 e compiuta nel 2000. Un altro momento fondamentale è stato quando le è passato per le mani il catalogo della mostra dedicata a Eric Satie all’Ivam di Valencia, in Spagna, curata da Volta e Bonet, al quale si è subito appassionata, ma è stato impossibile solo pensare di portare un’operazione di quell’ampiezza a Milano. Attualmente la galleria ospita una mostra di Amalia Del Ponte, un’artista fuori dagli schemi, che nel 1973, invitata Milano era una da Umbro Apollonio e Bruno Munari, ha vinto il Primo Premio per la scultura alla Biennale di San Paolo del Brasile grande città. Sino a con l’opera Area Percettiva, un ambiente creato per sperimentare un’esperienza di vuoto, croce e delizia della tutti gli Anni Ottanta è stata ricerca sul suono. E quindi i Litofoni, le pietre sonore, esposte alla Biennale di Venezia nel 1995. Un litofono del 1989, Potnia, è presente in mostra. Il titolo è una parola di origine indoeuropea che vuol dire ‘signora’. È l’epiteto una città significativa a che Omero ha utilizzato per Artemide, per la sua straordinaria forza di dominare le fiere selvatiche. La pietra di- livello internazionale. viene sonora, se sollecitata, entra in risonanza con l’arpa posta al suo fianco. E – perché no? – forse tale attributo potrebbe funzionare anche per Carla.

www.galleriamilano.net

sociation School. In quel periodo Un altro artista per certi versi ca di Weimar. Passavo alla Blu di Guido Ballo, Gillo Dorfles, Pa- era assistente dell’architetto Ra- dimenticato e sul quale ho molto di Peppino Palazzoli. Avevo una trick Waldberg, Pierre Restany, oul Bunschoten. Per lui è andato lavorato è Carlo Alfano: ora pro- grande stima di Guido Le Noci un uomo geniale, con il quale ho in Olanda, dove ha conosciuto babilmente riuscirò a fargli altre della Galleria Apollinaire, anche passato molte ore seduta al tavo- Brodskij, che stava facendo la due mostre, anche fuori dalla mia se ci andavo di meno. lo del mio ufficio, uno di fronte sua prima mostra in Europa. Ni- galleria. all’altro. Con lui abbiamo fatto cola è rimasto molto colpito e, Hai nostalgia di quella città? una mostra in Corea. Giulio Car- una volta tornato in Italia, conti- I titoli delle tue mostre sono Sì, molta. Era una grande cit- lo Argan ha presentato la prima nuava a parlarmi di lui. Mi sono affascinanti: Scompare il Nome tà. Beatrice Monti ha esposto gli mostra di Calderara in galleria. incuriosita e sono andata a Mosca Rimane la Cifra, nel 1979, L’Inu- americani prima che diventas- a conoscerlo: anche per me è sta- tilizzabile e l’Irrealizza- sero famosi, Le Noci ha Mi rendo conto che riassume- ta una rivelazione. Ero ospite sua. bile nel 1990. presentato i Nouve- re è sempre complesso: provia- Lui è sia architetto che artista. Il Le ho fatte con aux Réalistes che mo, secondo la tua esperienza, suo lavoro è di grande poesia. È Vincenzo Ferra- Pierre Restany a fare un bilancio del mercato incredibile, ma non sono mai ri- ri, un artista del Oggi fare il gallerista ha deciso di dell’arte in Italia negli ultimi cin- uscita a fargli un catalogo perché quale sono sta- è diventato un lavoro proporre in Ita- quant’anni. cambia spesso idea, è totalmente ta molto ami- noioso e faticoso: ci si lia e non a Pa- Il mercato è completamente assorbito dal suo mondo, dalle ca. La seconda occupa troppo di conti, di rigi. Al Cimac cambiato, i collezionisti che com- sue ricerche. è una mostra c’era Mercedes prano le cose per amore li conti sull’utopia. burocrazia... Garberi, che era sulle dita di una mano, i galleristi In cinquant’anni non si può bravissima. Sino con i quali ti piace lavorare an- dire che tu abbia seguito le mode Negli Anni a tutti gli Anni Ot- che. Il pubblico comune non vie- imposte dal sistema dell’arte. Nel Sessanta Milano era tanta Milano è ne più a parlare d’arte. A me di- 1987 hai dedicato una mostra al una città con un panora- stata una città cono spesso che faccio un lavoro Concettuale in Italia, quando più ma artistico straordinario. Che significativa a livello internazio- di nicchia, in realtà faccio quello nessuno se ne curava, nel 1999 gallerie frequentavi? nale. che mi piace, che voglio appro- ti sei occupata di un artista trop- Andavo spesso all’Ariete di Be- fondire e non ho certo intenzione po spesso dimenticato, Alberto atrice Monti, ma anche da Arturo Nel corso degli anni hai lavo- di cambiare. Oggi fare il galleri- Martini, che oggi, però, abbiamo Schwarz, che ci ha fatto conosce- rato con alcuni critici molto im- sta è diventato un lavoro noioso visto nella mostra dedicata alla re i dadaisti, da Emilio Bertona- portanti: possiamo fare qualche e faticoso, ci si occupa troppo di grande guerra al Mart di Rovere- ti, dal quale ho imparato molto nome? conti, di burocrazia a discapito to. E sono solo degli esempi… sull’arte tedesca della Repubbli- In primis Lea Vergine e quin- dell’arte.

ATTUALITÀ 35

1 2

350.000 200% S6P 500 stock index 175% 300.000 150%

125% 250.000 Mei Moses World All Art Index 100%

200.000 75%

50% 150.000 Case d'asta 25% Gallerie 0% 2002 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 100.000 2007 08 09 10 11 12 13

Andamento percentuale dei due indici 2002 - 2013 Ricavi delle vendite (migliaia €) MERCATO E GALLERIE D’ARTE IN ITALIA DATI, TENDENZE, SCENARI

l mercato dell’arte mondiale nanziari, l’ottimismo è ritornato dall’aumento delle stesse in Paesi – tra cui la legislazione, il regi- ha registrato un aumento del già nel biennio successivo anche come Francia e Germania, cre- me fiscale e la mancanza di una fatturato del 150% nell’ulti- nel mercato artistico, riportando sciute rispettivamente del 13% e strategia comune –, hanno reso Imo decennio, raggiungendo una graduale crescita dei prezzi dell’11% dal 2012. L’Italia invece ancora più difficile la risalita del nel 2013 un giro d’affari di 47,4 delle opere d’arte, sebbene già rimane in una fase di stagnazio- fatturato di gallerie e case d’asta miliardi di euro (TEFAF Art Mar- nel 2012-13 si sia verificato un ne, rappresentando nel 2013 il ai livelli pre-crisi, diversamente ket Report 2013). A seguito di un divario tra i due mercati, de- 3% dei ricavi del mercato eu- da come è invece avvenuto in al- ciclo positivo di crescita tra 2003 notando una stagnazio- ropeo e l’1% di quello tre piazze più forti. A pagarne le e 2007, il mercato dell’arte ha ne dell’indice Mei globale (TEFAF Art conseguenze? È stata soprattutto sofferto a causa della crisi finan- Moses. Infatti, la Market Report la classe media, il più importante ziaria globale scoppiata nel 2008, ripresa è avve- La ripresa è 2014), sebbene bacino di compratori a sostenere registrando una contrazione dei nuta in maniera avvenuta in maniera salga al 6% la il mercato per opere tra i 500 e volumi e dei prezzi di vendita differente a se- differente a seconda percentuale i 10mila euro, iniziando a rinun- del 40% nei due anni successivi. conda dei Paesi dei volumi di ciare agli acquisti non necessari Come rappresentato dall’indice e dei segmenti dei Paesi e dei vendita nel come i beni artistici. In aggiunta, MARTINA GAMBILLARA di MARTINA Mei Moses [FIG. 1], gli effetti del dei beni arti- segmenti dei beni totale mondia- si è reso sempre più difficile ot- fallimento della banca americana stici. Mentre le artistici le, in quanto la tenere prestiti bancari a seguito Lehman Brothers si sono mani- vendite negli Sta- media dei prezzi della restrizione del credito, che festati sul mercato dell’arte solo ti Uniti nel 2013 è scesa del 70% tra ha inoltre sfavorito numerose gal- sei mesi dopo – a partire dal se- sono aumen- 2007 e 2013. A livel- lerie bisognose di liquidità. condo trimestre 2009 – portando tate del 25% lo europeo, invece, per lo Per una dettagliata analisi a un rallentamento dei volumi di rispetto all’anno precedente, stesso periodo la discesa si è fer- dell’andamento delle gallerie ita- vendita a causa dello sfavorevole l’Europa si è mossa in direzione mata al 33%, mentre per gli Stati liane tra 2007 e 2013, sono stati trend economico che ha colpito opposta, registrando una perdita Uniti al 13%. presi in esame i dati di bilancio tutti i settori, con la conseguente del 2%. Questa controtendenza L’incertezza economica italia- pubblicati da 479 società registra- perdita di fiducia di collezionisti è riconducibile principalmente na, aggravata da una situazione te in Italia (Srl e Spa) nelle cate- e operatori del sistema artistico. alla diminuzione delle vendite di instabilità politica e da ele- gorie inerenti il commercio di og- Di pari passo con i mercati fi- nel Regno Unito, attenuata però menti problematici del settore getti d’arte, escludendo antichità

38 ATTUALITÀ MAZZOLENI GALLERIA D'ARTE 4

CARDI BLACK BOX MATTEO LAMPERTICO 5% 5% 13% Top 5 2013 % ricavi sulle vendite % 8 11%

GALLERIA CONTINUA

GALLERIA D'ARTE 3 CONTINI

200.000

Totale

150.000 Prima fu la bolla, poi la crisi, ora la ripresa. Questa è più o meno Totale Esclusi i Ricavi delle Gallerie Top 20 la vulgata di quanto è accaduto 100.000 nel mercato dell’arte negli ultimi quindici anni. È un quadro veritiero? Abbiamo fatto il punto con una serie Top 20 Gallerie 50.000 di dati oggettivi.

0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Ricavi delle vendite (migliaia €)

e arredi e considerando solamen- tra 2009 e 2011, seguita tuttavia partire dal 2011: mentre le Top 20 totale (Cardi Black Box, Galleria te le attività aventi ad oggetto l’ar- da una stagnazione che ne ha continuano a recuperare quota, il Contini e Galleria Continua) [FIG. te moderna e contemporanea. bloccato la risalita. Tale rallen- resto del gruppo presenta diffi- 4]. Rispetto al 2011, l’inversio- Secondo questi dati, confron- tamento viene registrato per lo coltà nella ripresa, peggiorando ne di tendenza viene sostenuta tando l’andamento dei ricavi del- stesso periodo anche dall’Indi- addirittura le proprie performan- soprattutto da: Cardi Black Box le gallerie con quelli delle case ce Mei Moses, a significare che ce rispetto ai livelli di piena crisi (+3.280%), Matteo Lampertico d’asta italiane (Artprice Report il caso italiano non è isolato del 2009. Infatti, già dal 2012 la (+515%), Dep Art (+250%), Raf- 2007-2013), queste ultime han- rispetto alle tendenze curva delle Top 20 sale faella Cortese (+185%), Galleria no registrato un dimezzamento globali. Il grafico fa al di sopra dei livel- Contini (+20%), Galleria Conti- del fatturato annuo per il periodo emergere un altro C'è stata una li pre-crisi, e sono nua (+15%), Mazzoleni Galleria analizzato [FIG. 2], unito al crollo dato significati- breve ripresa dei perciò proprio d’Arte (+35%), Galleria dello Scu- del 74% del prezzo medio delle vo: dal 2012 la loro a sostene- do (+50%), Franco Noero (+50%), opere vendute in asta tra 2007 e convergenza volumi di fatturato re il mercato Primo Marella (+50%), che hanno 2013: una variazione che non ha tra i ricavi di tra 2009 e 2011, nell’ultimo pe- visto aumentare i propri ricavi paralleli in altri Paesi (TEFAF Art case d’asta e seguita tuttavia da una riodo, benché in controtendenza rispetto alla Market Report 2013). Tra i princi- gallerie indica stagnazione che ne ha nel totale tale perdita media del 50% delle altre pali fattori che hanno influenzato che i due settori crescita si pre- gallerie analizzate. Tali percen- la caduta dei volumi di vendi- si suddividono il bloccato la risalita senti meno inci- tuali di crescita individuano una ta delle case d’asta negli ultimi mercato di inter- siva rispetto alla tendenza comune a un gruppo anni, la cancellazione di alcuni mediazione in egual perdita gene- di gallerie operanti nel segmento appuntamenti all’incanto nel ca- misura, a differenza degli rale di ricavi, del contemporaneo, focalizzato lendario italiano a favore delle anni precedenti, in cui prevaleva- dando come risultato una ten- su artisti affermati in ambito in- Italian Sales di Londra (Christie’s no gli acquisti all’incanto. denza negativa. ternazionale, i cui valori vengono e Sotheby’s), nonché la chiusura Andando ad analizzare sepa- Da sottolineare inoltre che, nel convalidati anche nelle piazze di alcune firme italiane. ratamente i ricavi delle prime 2013, i ricavi delle prime dieci estere più importanti [FIG. 5]. Per quanto riguarda le gallerie venti gallerie per volume di fattu- gallerie rappresentano il 55% Inoltre, dando uno sguardo anche italiane, invece, vi è stata una bre- rato rispetto alle altre [FIG.3], si dei ricavi totali, e solo le prime all’indice di turnover del magaz- ve ripresa dei volumi di fatturato evidenziano due curve opposte a tre gallerie addirittura il 32% del zino, calcolato come rapporto tra

ATTUALITÀ 39 80.000 8% 5 1 CARDI BLACK BOX 2 GALLERIA D'ARTE CONTINI % 3 GALLERIA CONTINUA 70.000 7 4 MATTEO LAMPERTICO 5 MAZZOLENI GALLERIA D'ARTE 60.000 6% 6 GALLERIA DELLO SCUDO 7 AGNELLINI ARTE MODERNA 50.000 5% 8 GALLERIA LORCAN O'NEILL ROMA 9 GALLERIA FRANCO NOERO 40.000 4% 10 TORNABUONI ARTE

11 GALLERIA MUCCIACCIA 30.000 3% TOP20 2013 TOP20 12 STUDIO LA CITTA'

13 DEP ART 20.000 2% 14 ARTE MAGGIORE 15 GALLERIA F. RUSSO 10.000 1% 16 PRIMO MARELLA 17 FAMA PROJECTS 0 0% 18 RAFFAELLA CORTESE 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 19 GALLERIA D'ARTE ASTUNI Ricavi TOP20 (migliaia €) 6 EBITDA margin 20 GALLERIA D'ARTE FREDIANO FARSETTI

ALTRI MILANO

8 31% 32% Ricavi per città sul totale

% 6 13% VERONA % 9 9% VENEZIA ROMA TORINO

vendite e rimanenze, la rotazione zato da un’alta variabilità lungo di acquisto (da artisti o mercanti). Infine, uno sguardo alla ge- è maggiore nelle Top 20, indican- il periodo analizzato, a causa di Per quanto riguarda le altre gal- ografia del mercato italiano. La do dunque un’attività più intensa. una maggiore suscettibilità al ci- lerie, invece, persistono valori di Lombardia rappresenta il centro Un alto fatturato registrato nel clo economico del settore artisti- redditività negativi da imputare del mercato dell’arte italiano per 2007 tuttavia non ha garantito la co rispetto a quello delle utilities. principalmente alla diminuzione eccellenza: il 37% del fatturato sopravvivenza per alcune galle- Focalizzando l’attenzione sulle delle vendite, in quanto il livello registrato nel periodo 2007-13 in rie durante il periodo di difficoltà Top 20 [FIG. 6], nonostante il fat- dei costi registrati a bilancio non Italia proviene da gallerie aventi iniziato l’anno successivo. Dalla turato sia aumentato in valore è variato nei diversi periodi. sede in questa Regione [FIG. 7], classifica delle Top 20 del 2007, assoluto dal 2007 ad Andando ad analiz- ove vi è anche la maggiore con- infatti, sei gallerie non sono più oggi, il rapporto tra zare anche i dati centrazione (32% del totale). A in attività nel 2013 e solo sette MOL e fatturato si relativi al perso- Milano converge il 32% dei ricavi mantengono le prime posizioni è quasi dimezza- nale delle galle- italiani [FIG. 8] e risiede il 23% anche negli anni successivi. to. Questo dato Il margine che le rie italiane, lo delle gallerie totali. A seguire, i Il numero delle gallerie dal dimostra che, gallerie sono in grado scenario totale ricavi maggiori provengono da 2007 ad oggi è diminuito del 12%, nonostante il di trattenere si è oggi indica che il Veneto (22%) e Toscana (12%), con una diminuzione dei ricavi volume d’affari numero dei che registrano anche il fatturato del 27%. Se invece viene preso in sia significati- notevolmente ridotto dipendenti ha medio maggiore per il periodo considerazione il periodo succes- vamente incre- subìto un crol- analizzato, sebbene le gallerie sivo al 2010 – anno in cui si è regi- mentato negli ul- lo dopo il 2008 e aventi sede in queste Regioni rap- strato il numero più alto di galle- timi anni (anche per una ripresa bi- presentino solo il 10% e l’8% del rie attive – il numero delle gallerie rispetto ai li- sogna attendere fino totale. Al secondo posto per nu- scende del 31% e i ricavi del 9%. velli pre-crisi), al 2012, sebbene il livello mero di gallerie il Lazio (17% del Dall’analisi dei bilanci è stata il margine che le gallerie sono in dei salari sia rimasto costante, totale), concentrato nella città di inoltre calcolata la redditività del- grado di trattenere si è oggi no- indicando cioè una diminuzione Roma, unico centro in cui la crisi le gallerie, misurata dal rapporto tevolmente ridotto. Tale risultato delle retribuzioni medie. Se nel del 2009 non ha manifestato nes- tra Margine Operativo Lordo e potrebbe essere dovuto a una di- 2007 il costo medio annuale (lor- sun effetto fino al 2011, per poi fatturato (EBITDA Margin). In ge- minuzione del prezzo di vendita do) per dipendente era di circa invece impattare bruscamente. nerale, il rapporto è stato decre- delle opere, andando perciò ad 42mila euro, nel 2013 è sceso a Venezia, seconda città per volumi scente tra 2007 e 2013, caratteriz- abbassare il margine sul prezzo 20.400. di fatturato, ospita solamente il

40 ATTUALITÀ LA NUOVA FINARTE 7 INTERVISTA CON IL PRESIDENTE 40.000 50.000 60.000 80.000 20.000 30.000 70.000 10.000 GIANCARLO MESCHI 0

2007 Lombardia 2013

Veneto

Toscana

Piemonte

Lazio

Emilia Romagna

Campania Partiamo dai dati: quando sarete operativi? Quali saranno i primi passi? La società è attiva dallo scorso anno, dopo che ha acquisito il marchio Liguria dal fallimento. Abbiamo dedicato i primi mesi di esercizio a studiare il mercato, a cercare di capire come strutturarci e come posizionare il marchio Finarte; poi un paio di mesi a creare la squadra che lavorerà al progetto. Da marzo siamo propriamente operativi, con la presentazio- Sicilia ne avvenuta nella sede storica di via Brera. La prima asta è già pianifi- cata per ottobre. Per ora lavoriamo alla raccolta delle opere: ci stiamo orientando su un’asta di arte italiana, che vuole essere il nostro core. Una selezione di importanti lotti, che andrà dai fondi oro fino all’attualità. Altre

Quale sarà il vostro campo d’azione? Il nostro obiettivo primario è rilanciare l’arte italiana: noi abbiamo la moda Ricavi per regione confronto 2007-2013 (migliaia €) e sappiamo venderla, così come il design, e abbastanza il food. Poi ab- biamo, come qualcuno dice, il 50% dell’arte mondiale, e non sappiamo venderla. Nel contemporaneo, l’Italian Sale si fa a Londra. Noi vorremmo essere in grado di servire i collezionisti e il mercato italiano avendo un canale che opera dall’Italia stessa.

Ma non batterete solo aste di arte contemporanea... No, abbiamo quattro dipartimenti: Moderno e Contemporaneo, Ottocento, 4% delle gallerie totali. Seguono mondiali e di attrarre i nuovi Old Masters e Fotografia. Stiamo poi lavorando, per ora con operatori esterni, su sezioni dedicate all’Arte Africana e Mediorientale e al Design. Torino (4%) e Brescia (3%), che as- ricchissimi collezionisti esteri. sieme alle altre tre città contano il Inoltre, è sempre più evidente il Quale sarà il vostro approccio al mercato italiano, sulla base degli studi 50% delle gallerie in Italia. divario interno tra i grandi col- che avete realizzato nei mesi scorsi? Tra 2007 e 2013 i ricavi sono lezionisti, che preferiscono però Siamo sei azionisti che vengono da mondi diversi, finanza, industria, c’è diminuiti di un terzo in Lombar- rivolgersi a operatori internazio- solo Attilio Meoli che aveva lavorato già in Finarte. Siamo però abituati a fare investimenti, a fare start up: abbiamo studiato il mercato, rendendoci dia e Veneto mentre, al contra- nali, e i piccoli e medi collezio- conto che esiste una fascia che riguarda pochi artisti italiani e che viene rio, in Piemonte si è verificato nisti che hanno decurtato i coperta dalle due grandi case d’asta mondiali, e poi da una serie di sog- un aumento del 40%. loro acquisti in arte. Di getti molto piccoli, di origini mercantili. Riteniamo che ci sia spazio per Milano presenta la nessun aiuto l’ec- coprire quella fascia di mercato intermedia, ed è lì che ci vogliamo posi- miglior perfor- cessiva protezio- zionare. Dopo l’asta di ottobre, ne faremo almeno due il prossimo anno, e poi partirà un piano di sviluppo che arriverà alla quotazione in borsa, mance post- ne legislativa e per avere risorse per poter operare a livello internazionale. Poi una parte Lehman grazie Di nessun aiuto è la tassazione rilevante avrà il canale online: fra i nostri soci c’è Diego Piacentini, il nu- a livelli costan- l’eccessiva protezione italiana, che mero due di Amazon, che ha una competenza evidente nel settore. Siamo ti di crescita rendono il no- convinti delle potenzialità del mezzo, intendiamo arrivare a programmare dei ricavi, se- legislativa e la stro Paese an- aste fatte in sala qui in Italia, ma visibili nel mondo grazie alla Rete. guita da Ve- tassazione italiana cora più chiuso Quale sarà il vostro atteggiamento verso le gallerie d’arte? nezia, sebbene entro i propri Le gallerie hanno e avranno sempre un ruolo insostituibile nel contem- per quest’ultima confini, accom- poraneo non storicizzato: sono loro che scoprono gli artisti, non sono la ripresa abbia pagnati da una le case d’asta. Quando un’opera è storicizzata, e ha delle transazioni di avuto un leggero ral- mancanza di secondo livello, è chiaro che la trasparenza che ha raggiunto il mercato rende più semplice l’attività della casa d’aste, che fa da intermediario, al lentamento nel 2012. politiche a so- contrario del mercante che acquista e rivende con margini importanti. Uno scenario che appare stegno del settore che faticano a Oggi questo è cambiato, e la diffusione delle informazioni ha portato alla dunque molto critico, quello del considerare la domanda di arte contrazione di questi margini: in questo senso le gallerie oggi fanno più mercato dell’arte in Italia, una un veicolo di crescita economi- fatica rispetto alle case d’asta. I galleristi saranno sempre più bravi di noi crisi accentuata dalla situazione ca. Questi numeri, che Artribune nel capire l’arte; noi speriamo di essere più bravi nel venderla. economica interna ma che affon- ha elaborato e analizzato, servi- MASSIMO MATTIOLI da le proprie radici nella difficol- ranno a far riflettere e a velociz- tà di competere con altri mercati zare le contromisure? www.finarte.it

ATTUALITÀ 41 MALTA CONFABULATIONS

asseggiando per Slie- Multiforme e sfaccettata in chiese, palazzi e conventi, senza sta italo-maltese sorto negli Anni ma, giungendo sulla quanto ponte tra Oriente e Occi- dimenticare la presenza di Cara- Cinquanta, soprattutto in ambito passerella che collega dente, fortemente radicata nella vaggio il quale alloggiò a Malta, letterario, tendeva a conciliare il lungomare a The fede e tradizione cattolica soste- dopo la sua fuga dall’Urbe, circa Classicismo e Futurismo con una Point, il più grande nute dall’Ordine di San Giovanni un anno e mezzo dipingendo uno visione educativa e spirituale Pcentro commerciale dell’isola, soprattutto dopo il Grande Asse- dei suoi capolavori, la Decollazio- dell’arte), mentre solo negli ultimi e guardando di fronte, a poche dio dei turchi del 1565, l’arcipela- ne di San Giovanni, e diventando decenni ha trovato un interessan- centinaia di metri, l’inconfondi- go può vantare una storia artistica Cavaliere di Obbedienza prima te spinta di rinnovamento, pur bile skyline di Valletta con le sue di indubbio spessore. Si possono di fuggire, espulso con ignominia dovendosi scontrare con un am- cupole e i suoi palazzi che sem- trovare nelle due isole ben sette per uno screzio con un Cavaliere, biente sostanzialmente conserva- brano costruiti gli uni sugli altri, strutture megalitiche che dalle profonde carceri di tore. Una conferenza dell’artista e non è difficile leggere le due ani- testimoniano l’apice Castel Sant’Angelo. curatore Raphael Vella del 2008 me di Malta. Una modernità ar- dell’architettura Per questo so- era intitolata proprio Malta è una Catholicism: chitettonica caotica e in frenetica nel tardo neoli- strato artistico The Ghost is here to stay or, The costruzione nell’assenza di spazio tico, più di tre- terra di confine e culturale, e Maltese artist’s inability to forget cerca di dialogare con il passato cento chiese, che conserva tra le un profondo religion, e del resto questo tenta- di TOMMASO EVANGELISTA austero e glorioso della capitale, molte in forma pieghe delle sue baie radicamento tivo di rapporto con la religione custodita tra alcune delle più im- monumentale al territorio e i luoghi del sacro, in assenza ponenti fortificazioni progettate e ricchissime di le tracce delle infinite e alla forma, del recupero della tradizione o dall’ingegno umano. tesori, tra le qua- dominazioni del l’arte contem- quantomeno di una componen- Malta – Melitè per i Greci, in li spicca per mae- passato poranea maltese te antropologica, spesse volte si omaggio alla dolcezza del suo stosità la Rotunda si è mantenuta nel è posta più come un limite che miele – è una terra di confine che di Mosta, che Novecento sostan- come una sperimentazione per conserva tra le pieghe delle sue vanta la quarta zialmente figurativa, con gli artisti. baie tutte le tracce delle infinite cupola autoportante più grande alcune interessanti declinazioni Vince Briffa, Austin Camilleri, dominazioni del passato: fenici, al mondo. post-impressioniste, futuriste e Pierre Portelli e Raphael Vella greci, romani, bizantini, arabi, Valletta si può considerare, simboliste, anche dopo la fine sono stati i fondatori del gruppo normanni, aragonesi, cavalieri e dopo Roma, il luogo migliore per della Seconda guerra mondiale, Start, il primo sodalizio artistico impero britannico. Tutte hanno apprezzare il meglio del Baroc- quando la ricostruzione è venuta in territorio maltese con un mani- plasmato un territorio comples- co romano, esploso poi durante a legarsi con l’indipendenza e il festo e una precisa azione comu- so e multiculturale racchiuso in i quarant’anni di permanenza di nazionalismo, e quindi con la re- ne. Si conoscevano ben prima di appena trecento chilometri qua- Mattia Preti, che ha lasciato cir- lativa conservazione della tradi- formare un gruppo, ma l’artista e drati. ca quattrocento opere sparse tra zione (il movimento Neo-Rondi- curatore maltese Mark Mangion,

42 ATTUALITÀ Malta è sempre stata una terra di confine e di contrasti, crocevia di culture e di forti tradizioni. Ora Valletta, in occasione della sua elezione a Città Europea della Cultura nel 2018, si appresta ad aprirsi a una serie di impegni culturali. Con la realizzazione del nuovo Gate di Renzo Piano e una crescente attività espositiva e curatoriale, la città si prepara così a vivere una nuova stagione artistica.

tornato nel 2002 dagli Stati Uniti, terfront, e il gruppo è diventato la interessanti ricerche artistiche risalto e movimento alla facciata, fu il primo a pianificare una mo- da subito un punto di riferimento dal respiro internazionale, tra le e il recupero dell’adiacente Royal stra nel tentativo di far partire un per il pubblico e per gli studenti quali Geography of Proximity di Opera House, abbattuta durante i progetto più complesso. La collet- che si occupavano di contempo- Roberto Daolio e Alessandro Ca- bombardamenti tedeschi e lascia- tiva, chiamata Uber, fu allestita in raneo, andando a svolgere an- stiglioni. ta oggi volutamente quale “open uno spazio nella zona di Pacevil- che un ruolo didattico, dato che Oltre al programma espositi- theatre” con pochi e minimali le, dando modo a tante persone diversi artisti hanno avuto poi vo dell’MCA, è importante nota- accorgimenti strutturali. L’aspetto di conoscersi, collaborare e pen- modo di insegnare presso l’uni- re come tra gli eventi che hanno maggiormente innovativo dell’o- sare a un’azione comune. Nell’e- versità e altre istituzioni. Oggi il maggiormente inciso sul sostrato perazione, però, e che inizialmen- state del 2002 un altro progetto, gruppo è sciolto da diversi anni artistico maltese, con forti ricadu- te era stato poco gradito dall’opi- chiamato Cityspaces, organizzato e i suoi esponenti hanno te nell’opinione pubbli- nione pubblica, suscitando accesi e curato da Raphael Vella, ha aiu- intrapreso strade e ca, sia da includere dibattiti tra la popolazione, è tato la formazione del sodalizio: ricerche differenti, anche l’avveniristi- stato quello dell’abbattimento del “Noi tutti volevamo intraprende- ma si percepi- “Noi tutti volevamo co intervento di vecchio Gate e la completa elimi- re un viaggio di cambiamento”, sce, guardando intraprendere un viaggio riqualificazione nazione del concetto di barriera, ci racconta Pierre Portelli, “e per l’ultima gene- urbana proget- lasciando la porta quale uno spa- questo abbiamo deciso di sceglie- razione di ar- di cambiamento”, tato da Renzo zio aperto e transitabile, un filtro re il nome Start. Volevamo Start tisti, come la ci racconta Pierre Portelli, Piano per Val- solo concettuale che vorrebbe per attuare un’esplorazione dell’al- loro esperien- “e per questo abbiamo letta. Si chia- “aprire” la città al contesto euro- ternativa, un’innovazione senza za legata a pra- scelto il nome Start" ma Valletta City peo in vista della sua elezione a essere necessariamente commer- tiche installative Gate il progetto Città Europea della Cultura per il ciali. Non volevamo Start come e performative, dal a cui lo Studio 2018, che segue di alcuni anni il un movimento di divisione. Vole- forte impatto visivo e Renzo Piano suo status di patrimonio mondia- vamo Start come una piattaforma di critica anche all’am- Building Wor- le dell’Unesco. Tale ribaltamento di collaborazione tra artisti locali biente di appartenenza, abbia kshop lavora dal 2008 per riqua- semantico dell’idea di porta, dal e stranieri, attraverso la quale positivamente inciso sul contesto lificare l’accesso al centro storico forte impatto visivo, con inser- educare giovani studenti e artisti artistico. della capitale maltese deturpato, ti contemporanei nel tessuto alla sperimentazione. Credo che Un’importante azione di aper- negli Anni Sessanta, da un inter- dell’antica cinta muraria e in una abbiamo ottenuto questo risulta- tura è stata intrapresa da Mark vento di architettura brutalista. Il conformazione urbanistica, quel- to”. La prima mostra ufficiale di Mangion, fondatore e direttore di complesso comprende anche il la di Valletta, “Città Umilissima” Start è stata Borders, nel 2003, MCA – Malta Contemporary Art, nuovo Parlamento, pensato nella o anche “una città costruita dai presso Pinto Vaults, quello che un progetto curatoriale che dal calda pietra locale con interventi gentiluomini per i gentiluomini”, oggi è il rinnovato Valletta Wa- 2008 al 2011 ha portato sull’iso- lapidei destrutturanti che danno come scrisse Walter Scott, estre-

ATTUALITÀ 43 NATIONAL MUSEUM OF FINE ARTS Vanta la più ricca collezione d’arte di Malta e si trova nella parte terminale della South Street in un palazzo secentesco, ma per il st. elmo 2018 verrà spostato nel rinnovato Auberge bay d’Italie. Fra i tanti, Mattia Preti e caravagge- schi, interessanti opere dal Novecento malte- se e mostre temporanee. www.heritagemalta.org punent

street mint old

old

theatre ST JOHN’S CO-CATHEDRAL

st Un Caravaggio in fuga da Roma dopo l’omici- . st lucia dio di Ranuccio Tomassoni trova accoglienza windmill . zecca ' sull’isola, protetto dai Cavalieri Ospitalieri. s triq street Per la loro cattedrale realizzerà la sua opera -ifran triq i più grande e solenne, modernissima nell’uso triq san south degli spazi e del colore. Assolutamente da -mercanti triq gwann il visitare. st triq . melita www.stjohnscocathedral.com hastings gardens NATIONAL MUSEUM pawl OF ARCHAEOLOGY san Anche il Museo Nazionale triq CITY GATE / PIAZZA TEATRU RJAL Il biglietto da visita di Valletta per il nuovo millen- di Archeologia ospita mo- nio con un progetto che comprende Gate, Teatro stre temporanee e una pre- e nuovo Parlamento, realizzato da Renzo Piano stigiosa collezione legata al e che dota la città di un luogo vitale e moderno periodo neolitico, con grande in dialogo col suo glorioso passato. Non è raro abbondanza di modernis- upper sime sculture preistoriche, barrakka trovare sui basamenti del Teatru Rial installazioni gardens e sculture di artisti maltesi. pur con criteri museografici www.pjazzateatrurjal.com molto datati. L’allestimen- to dell’ultima esposizione, “The Great Story of a small herbert VIVA Island-Nation through 100 ganado Il Valletta International Visual gardens Objects” è un compendio di ST JAMES CAVALIER Arts Festival è una nuova piatta- quello che non si dovrebbe Ospitato nel ristrutturato Bastione di San forma per gli artisti maltesi e in- fare in un museo. Giacomo, presenta all’interno un piccolo ternazionali, un festival dinamico www.heritagemalta.org teatro, un cinema d’essai, una sala per con- che mira a creare nuove reti in- certi e diverse gallerie. Ha accolto negli anni ternazionali e avviare un proces- artisti, scrittori, musicisti, attori, pensatori so di cambiamento nella scena maltesi e stranieri e vanta un ricco program- culturale locale. Le opere sono ma di mostre. ospitate in vari luoghi della città. www.sjcav.org www.viva.org.mt

mamente geometrica e rigorosa cerco da questi transiti di creare curatoriale diffuso che semplice- un’opera d’arte contemporanea nella sua unità, non può che esse- luoghi mentali e narrazioni mito- mente accade, per mostrare al pubblica di un artista maltese. re per gli artisti un richiamo alla logiche”. pubblico qualcosa di bello della L’ultima in ordine di tempo è modernità e un invito a non guar- La sua ultima personale, dall’e- propria terra: “Con Fragmenta stata l’installazione rePUBBLI- dare solamente al passato bensì loquente titolo Maltese Confabu- organizzo mostre pop-up in spazi KA di Pierre Portelli, un enorme ad aprirsi alla sperimentazione. lations, una vera e propria ver- pubblici o semi-pubblici in tutta megafono realizzato in occasione Che l’abbattimento del vecchio tigine visiva e mentale sull’idea Malta. Fragmenta avviene nel della Festa della Repubblica, il Gate sia stato, a livello simbolico stessa di “Malta” e dei suoi abitan- corso di un singolo giorno o di un quale dà letteralmente voce alle e iconico, un avvenimento impor- ti, è stata presentata nell’ottobre pomeriggio. Fragmenta è anche persone permettendo a chiunque tante nella storia visiva maltese lo del 2014 presso gli spazi di Blitz, offrire esperienze. È per le persone di parlare all’interno e di farsi sa bene l’artista Bettina Hutschek una galleria privata nel cuore di che la visitano perché la cosa af- udire, tramite un’amplificazione, che, tra il 2011 e 2014, ha girato Valletta, l’unica con un fascinante di uno spazio in tutta la piazza. “Credo che l’o- il documentario City Gate – Diary preciso taglio cura- pubblico è che si fan- biettivo sia stato raggiunto”, ci ha of a Demolition dedicato proprio toriale e un’attiva no sempre incon- scritto l’artista. “L’interazione con alla demolizione della vecchia politica culturale, La spinta di tri imprevisti e il lavoro è continua. È l’elemento porta della città [nella foto a pag. allestita in un riqualificazione si deve improv- ludico che attira soprattutto le 42]. Bettina, di origini tedesche antico palazzo visare. Frag- giovani generazioni verso l’opera e operativa tra Malta e Berlino, seicentesco e urbanistica ha dotato menta quindi (a volte la vecchia generazione ha impostato la sua ricerca sul- portata avan- Valletta di uno spazio- è un discorso è troppo timida per partecipare). la pratica multidisciplinare e su ti dall’artista e palcoscenico-piazza sul dialogo”. L’elemento sonoro infatti è stato forti legami con l’antropologia curatrice Ale- che mancava Tornan- una sorpresa per il pubblico, che culturale, sociale e fisica dei con- xandra Pace. La do al progetto non si aspettava una forma tale di testi nei quali si è trovata a vivere, stessa Alexandra, City Gate, si nota contatto”. Un’opera, quindi, dalla generando da quest’analisi instal- che ha inaugu- come questa spinta forte carica politica, com’era stata lazioni estremamente immersi- rato la galleria di riqualificazione urba- in precedenza l’impressionante ve e complesse: “La mia pratica nel 2013 con una sua personale nistica abbia dotato Valletta di scultura Zieme di Austin Camille- artistica”, ci spiega, “è impostata dal titolo Tampered evidence, ha uno spazio-palcoscenico-piazza ri, un cavallo bronzeo senza una sulla ricerca multidisciplinare che analizzato più volte, attraverso i che probabilmente mancava e zampa posto su un basamento, di genera varie forme: film-saggi, te- suoi scatti, l’idea di memoria e di che si pone anche come vetrina fronte al nuovo edifico del Parla- sti o performance. Partendo sem- tempo in legame anche con l’am- per gli artisti. Significativo, in tal mento, il quale, proprio facendo pre da osservazioni sul reale e da biente stratificato della sua isola; senso, il progetto portato avanti leva sull’idea celebrativa del mo- pratiche narrative, cerco di affian- un lavoro che Bettina porta avan- dalla fondazione Pjazza Teatru numento equestre, forniva una care strati di finzione e realtà, al ti altresì attraverso il programma Rjal di presentare, ciclicamente, testimonianza ironica e illusoria fine di creare ‘spazi transitori’, e Fragmenta Malta, un progetto sugli spazi all’aperto del teatro, circa il ruolo del potere e proba-

44 ATTUALITÀ BLITZ L’unica galleria privata a Valletta, ospi- L’ARTISTA. MARK MANGION tata in un palazzo del Seicento e gestita dalla curatrice e artista Alexandra Pace Mark Mangion è un artista e curatore indipendente. È il [vedi box], presenta nei suoi spazi un fondatore e il direttore di Malta Contemporary Art e Par- ricchissimo programma culturale fatto di allel Borders. L’MCA è stata fondata nel 2008 come uno mostre, convegni, talk, performance... Da spazio artistico non profit geograficamente localizzato, notare il dialogo tra gli splendidi pavimen- una piattaforma internazionale e locale per le arti visive ti tradizionali e le opere contemporanee e l’innovativo design del suo bar aperto in che ha molto influito sul contesto maltese. Dal 2008 occasione degli eventi. MCA ha collaborato con oltre cento artisti e altri profes- www.thisisblitz.com sionisti in oltre venticinque mostre, progetti ed eventi, coinvolgendo fra gli altri Simon Starling, Cyprien Gail- lard, Spartacus Chetwynd, Douglas White, Jess Flood- Paddock e Haris Epaminonda. “In origine MCA ha seguito una serie di progetti all’interno di varie strutture artistiche e non, intitolate ‘The search for a space’. Successivamente si è lavorato duro per riempire TEATRU MANOEL il vuoto della scena contemporanea maltese delle arti vi- Il terzo teatro più antico d’Europa, situato sive. Il suo obiettivo”, prosegue Mangion, “è stato quello nell’Old Theatre Street, è attualmente il di supportare gli artisti locali e di impegnare il pubblico teatro nazionale della Repubblica maltese e sede della Filarmonica di Malta. Sentire in un dibattito più critico. In due anni di attività è diven- un concerto di musica barocca o contem- tato così il primo spazio delle arti visive contemporanee poranea tra i suoi palchi scricchiolanti e di Malta, lavorando con interessanti e differenti gruppi di le luci basse delle lampade è un po’ come artisti internazionali. Essendo stata sempre ferma nei suoi tornare indietro nei secoli. principi curatoriali e avendo ottenuto un riconoscimento www.teatrumanoel.com.mt internazionale, si è battuta all’interno di un sistema locale molto conservativo, con l’eccezione di un piccolo gruppo di individui. MCA ha ottenuto un piccolo finanziamento a Malta e ha adottato un approccio rigoroso, ma al contempo giocoso verso il suo programma”. La seconda questione riguarda l’approccio curatoriale dell’MCA fino alla nascita di Parallel Borders, ovvero dallo spostamento dal micro al macro contesto, con una impressione anche su alcune difficoltà dell’ambiente maltese per quanto riguarda il contemporaneo: “Gli artisti sono stati invitati a sperimentare quello che non potrebbero in istituzioni dove c’era molto in discussione. Il programma differente rifletteva un’apertura e un approccio ricco di in- terrogativi, allontanandosi dallo spettacolo e dal risolutivo”, spiega l’artista-curatore. “Parallel Borders fu costituita ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA come un’estensione del progetto MCA, che purtroppo, dopo il suo impegno, perse tutto il sostegno governativo. MCA Ha sede nella centralissima St George ha sempre avuto modesti ma ambiziosi programmi per l’arte contemporanea a Malta. Ci sono stati piccoli tagli, ma Square ed è una realtà attiva e dinami- il progetto è stato deliberato e poco limitato. Parallel Borders emerse come una nuova e transnazionale piattaforma, ca con tante attività, tra le quali lectures, che si riflette sugli spazi geopolitici e narrativi e territori fisici presentati come una serie di progetti in tutta Europa proiezioni di film e mostre temporanee di da Atene a Reykjavik e in tutte le principali città europee. La sua seconda edizione, attualmente in produzione, invita artisti italiani e maltesi. Possiede anche a creare una rete di collaboratori in tutto il Medio Oriente per archiviare collettivamente e cumulativamente e localiz- una ricca biblioteca consultabile. zare una serie di progetti geograficamente specifici in uno spazio visivo. È difficile valutare l’esatta influenza che www.iicvalletta.esteri.it/IIC_Lavalletta MCA possiede a Malta. Poiché lavorare a Malta è stato talvolta frustrante, MCA ha contribuito a creare un dibattito sull’importanza dell’arte contemporanea e a fissarla nell’agenda nazionale. Il tempo ce lo dirà!”.

www.markmangion.com bilmente una critica alla violazio- con tante attività e performance mentre la terza edizione del con- abbreviazione di Mużew tal-Arti ne delle mura della città. sperimentali riservate appunto ai cept Divergent Thinkers, unito che significa appunto in maltese A pochi passi dal Teatro, sa- più piccoli. Da poco inaugurata, quest’anno all’evento, dedicato ai Museo Nazionale di Belle Arti ma lendo per la rinnovata Pjazza de è possibile visitare invece la col- giovani artisti maltesi emergenti che rimanda anche alle Muse. Il Valette, si giunge a un altro luogo lettiva Afterselfie. Beyond masks e curato da Raphael Vella, è sta- museo, ora ospitato in un palazzo significativo per l’arte contempo- a cura di Carolina Bortolotti, una to ospitato proprio negli spazi di secentesco nella parte terminale ranea a Malta: il St James Cavalier mostra concepita durante la 2014 Blitz. Il tema dominante dell’edi- di South Street, verrà spostato Centre for Creativity. Inaugurato VIVA Curatorial School. zione era Radical: Back and Forth nel luogo in cui era stato istituito nel 2000 negli spazi riconverti- Tra gli eventi temporanei più e presentava stimolanti lavori, nel 1924, ovvero presso l’Auber- ti del cinquecentesco Bastione significativi degli ultimi anni, tra i quali quelli di Adrian Abela, ge d’Italie ora sede dell’Autorità di San Giacomo, il St James ha infatti, vi è VIVA – Valletta In- Matyou Galea e LaKri (Kristina del Turismo, e per l’occasione, come scopo quello di sostenere ternational Visual Arts Borg). Del resto, le nuove oltre a spazi ristrutturati, presen- il patrimonio e la cultura artisti- Festival, un festival generazioni si stanno terà al pubblico un innovativo ca del Paese, aprendosi anche a elaborato con lo Le nuove spostando sempre allestimento. Il museo vanta una esperienze internazionali. Dotato scopo di interna- generazioni si più fuori confi- collezione di grande qualità, con- di un piccolo teatro, un cinema zionalizzare la stanno spostando ne, preferendo siderando l’importante presenza d’essai, una sala per concerti e scena delle arti come luoghi di molte opere di Mattia Preti, di diverse gallerie, ha accolto negli visive attraver- sempre più fuori di formazione un folto gruppo di caravaggisti e anni artisti, scrittori, musicisti, so la creazione confine, preferendo artistica soprat- di altre chicche tra le quali spic- attori, pensatori maltesi e stranie- di nuove reti Londra come luogo tutto l’Inghilter- ca uno splendido acquerello di ri, organizzando svariate mostre artistiche che di formazione ra, con Londra Turner, ma presenta anche una contemporanee, pur mancan- riuniscano cu- in testa, la Scozia ricca collezione dedicata al Nove- do però, soprattutto nel campo ratori e artisti in- artistica e anche l’Italia, e cento maltese, e in questo senso dell’arte, di una precisa e coeren- ternazionali e locali ciò porta un le scelte di mostre temporanee te linea di sviluppo. Il suo nuo- di diverse generazioni; continuo af- non riguardano solo l’arte moder- vo direttore artistico, Toni Sant, legato al festival vi è anche un flusso di idee nuove e aggiornate na ma anche il contemporaneo. ha dichiarato di voler lavorare progetto di residenze per curatori alle ultime tendenze artistiche e Particolare e coraggioso allora il molto sul contesto maltese e ha e, appunto, una curatorial school curatoriali, con una predilezione criterio allestitivo adottato per aperto un bando pubblico per la che comprende molte pubbliche per l’arte relazionale, la videoarte la sua nuova veste, dato che la selezione di proposte espositive. lecture. Tra gli artisti protagonisti e la fotografia. collezione non sarà più fruibile L’evento, invece, maggiormente di VIVA 2014, svoltasi lo scorso A pochi passi dal St James, per in ordine cronologico bensì attra- riuscito è di certo Ziguzajg, un anno a settembre, sono da se- il 2018 è prevista l’inaugurazione verso quattro tematiche o “storie”: festival annuale d’arte e creatività gnalare Mieke Bal, Democracia, del rinnovato National Museum Malta, la Sicilia e il Mediterraneo; dedicato al mondo dei bambini, Austin Camilleri e JP Azzopardi, of Fine Arts, MUZA in acronimo, Malta e la cultura europea; Malta

ATTUALITÀ 45 LO SPAZIO. BLITZ Alexandra Pace ha iniziato la sua carriera nel cam- po della fotografia e del graphic design. Dopo aver operato con successo nel mondo dell’arte e della fo- tografia commerciale a Malta per oltre dieci anni, si trasferisce a Londra, dove frequenta il Central Saint Martins College of Art & Design. Ritornata sull’isola nel 2013 apre la galleria BLITZ negli splendidi spazi di un palazzo secentesco, la casa della sua famiglia lasciata disabitata per molto tempo, nel cuore profon- do di Valletta. Ne nasce uno spazio dinamico, l’unico luogo privato sperimentale attivo nella capitale, in continua evolu- zione e mutazione che si appresta a portare avan- ti una serie di collaborazioni e attività culturali: “Il feedback positivo dei visitatori”, racconta, “mi ha in- coraggiato a portare avanti questo ambizioso progetto che ha trovato ora lo status di organizzazione non profit. Per il 2015 l’idea è quella di rafforzare ulteriormente la nostra volontà di essere un luogo di sperimentazione e coinvolgimento, cercando il sostegno finanziario per rendere l’intera operazione fattibile e sostenibile. In linea con gli obiettivi della ‘National Cultural Policy’, Blitz si propone di adottare un approccio concreto verso il raggiungimento dei suoi obiettivi di integrazione, diffusione e partecipazione. Pertanto il ruolo di Blitz nella politica culturale nazionale sarebbe quello di creare un ambiente sperimentale in cui una larga parte della società non sia solamente consapevole delle sfere rizomatiche e stratificate dell’arte contempo- ranea, ma sia soprattutto attiva”. In questo processo di ricerca e dialogo un importante ruolo assume il programma di residenza. “Come parte dei suoi piani per un programma di collaborazione internazionale, Blitz prevede di avviare un corso di artist-in- residency, per cui i residenti potranno occupare lo spazio della galleria per un periodo di tempo, potranno vivere, lavorare e alla fine presentare i propri lavori”, spiega Pace. “Le nostre aspettative per questo programma sono la creazione di un sito permanente di ricerca, sperimentazione e creatività. Per nutrire l’ethos di Blitz come spazio per sviluppare idee, costruire relazioni e coltivare i talenti; uno spazio per la pratica delle arti sperimentali e un parco giochi per le idee”. Oltre ad essere curatrice, Alexandra è soprattutto un’artista e una ricercatrice che, come fotografa, ha lavorato molto sui concetti di tempo, memoria e presenza. “Sono artista, educatore e curatore e inizierò a breve a Londra un dottorato di ricerca in filosofia. La mia area di studio è la durata e la temporalità nell’opera d’arte e nella pratica curatoriale, soprattutto nell’utilizzo dei nuovi media. Il mio processo si basa sulla comprensione dell’immagine come intensiva-interattiva, intercambiabile, incompleta e multipla. Sono in particolare interessata all’arte che va oltre i propri confini e mette in discussione la presenza della nostra esistenza attraverso tematiche quali la tecnologia, la scienza e la cultura delle merci. Il mio obiettivo è focalizzare il programma qui a Blitz su progetti che sfidano la sta- ticità della musealizzazione e curare una serie di mostre ed eventi che riguardano la molteplicità del fare arte oggi”.

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e l’impero; Malta e i suoi artisti. Istituti di Cultura maggiormente mi curatoriali, mentre la galleria giocoforza diventa anche poli- Sandro Debono, senior curator, attivi, data anche la sua centrali- Blitz attiverà un programma di tica, ha permesso lo sviluppo ne parla in questi termini: “Una tà nella Vecchia Cancelleria in St residenze d’artista. Kinemastic di diverse ed eterogenee realtà storia è più coinvolgente, secon- George Square, è da menzionare International Short Film Festival, artistiche. Ma è proprio questa do me, rispetto alla cronologia, quello italiano, che coinvolge ar- invece, si è occupato e si occupa continua tensione e scrupolosità perché la cronologia, di nuovo, è tisti italiani e maltesi e che nel di un complesso programma cul- molto “british” che si scontra con relativa. Cronologia secondo che 2011 ha curato l’ultima persona- turale, che culmina nel festival e i ritmi lenti di un ambiente me- cosa? Secondo l’opinione inter- le, prima della scomparsa, di Ric- che comprende in tutta l’isola diterraneo, quasi una propaggi- nazionale? Secondo quello che cardo Licata. proiezioni, talk, esposizioni e ne del sud Italia o, come direbbe sta succedendo a Malta? Sono Riguardo ai progetti in pro- concerti non legati solo alla cine- Carmelo Bene, del “sud del Sud due cose diverse. Esiste una cro- gramma per il 2015, naturalmen- matografia bensì a una linea e a dei santi”, a rendere Malta un nologia internazionale dell’arte, te continuano gli eventi legati un immaginario underground. luogo di confine estremamente ma ci sono anche diverse crono- alla Fondazione Valletta 2018 Del resto, per quanto riguar- affascinante, carico di aspettati- logie nazionali quindi in un certo col suo direttore artistico da spazi stabili, quello ve, memorie e di tempi illusori. modo dobbiamo riferirci a come Mario Philip Azzo- che sembra anco- Come i due orologi presenti nei la comunità guarda alla propria pardi e il program- ra mancare, so- campanili delle sue chiese, che eredità, come guarda alla propria ma costruito in- prattutto nella segnano ore diverse affinché il storia dell’arte, quali sono i valori torno a quattro Manca un luogo capitale, è un Diavolo venga ingannato e non che questa storia dell’arte rappre- nuclei-simbolo: pubblico attivo di luogo pubbli- si presenti durante la Messa. Un senta”. Nell’idea del racconto e Generations, confronto, che co, attivo, di luogo dove la tendenza generale della storia, il lavoro sul contem- Routes, Cities confronto che al vintage e alle ultime tracce poraneo è pensato pertanto come e Islands. Tra si faccia carico di si faccia cari- dell’illusionismo e dello spetta- un confronto tra l’artista e il pas- questi si segnala innovare co di innovare colo barocco viene a legarsi e a sato, anche se in questo dialogo Mdina Cathedral e influire su un dialogare con progetti contem- sembra che il contemporaneo Contemporary ambiente sostan- poranei stimolanti e di grande debba svolgere più che altro un Art Biennale, zialmente instabile qualità, un luogo “fuori dal comu- ruolo succedaneo a qualsiasi altra da novem- fra la tendenza a rimane- ne”, come descritto meraviglio- forma di narrazione, e non speri- bre con la direzione artistica di re racchiuso nel proprio passato samente all’esploratore moder- mentale. Giuseppe Schembri Bonaci, che e l’impulso ad accogliere acriti- no nel libro Uncommon. Malta Altri spazi stimolanti a Valletta, coinvolgerà l’intera città di Mdi- camente una modernità cultura- e Gozo a cura di Emma Mattei e quantomeno per la stratificazione na, la vecchia capitale dell’ar- le distruttiva e speculativa. C’è Joh Banthorpe: una raccolta di e maestosità degli ambienti, che cipelago, intesa come un’uni- da dire anche che probabilmen- pensieri, racconti, reportage e hanno ospitato eventi tempora- ca sede espositiva sul tema di te proprio l’assenza di un museo impressioni di artisti, scrittori, nei sono il Fortress Builders For- Christianity, Spirituality and the nazionale d’arte contemporanea, viaggiatori, fotografi sulla segre- tifications Interpretation Centre e Other, e la nuova edizione di con relativa imposizione di una ta e sregolata bellezza di questa il Castel Sant’Elmo, mentre tra gli VIVA con i suoi nuovi program- forte strategia curatoriale che terra.

46 ATTUALITÀ

STATI UNITI STORIE DI MUSEI E DISABILITÀ

iamo negli Stati Uniti, il cessibilità. Si inizia da Chicago può realizzare il contesto per ab- riva da lontano: prende origine Paese che nelle sue mag- per proseguire con Los Angeles batterla: pratiche multisensoriali, dall’attivismo sociale e da una giori città ha realizzato e San Francisco, la costa est (Bo- narrative, scalabili negli obiettivi legge forte e strutturata. Nasce in Smusei imponenti, giu- ston, Philadelphia e Washington) di apprendimento, aperte, flessi- un contesto di strutture relativa- stificando il vanto di collezioni e infine New York. bili. Nello specifico museale, un mente recenti, dalla cura generale importanti. Staff di lavoro che Quello dell’accessibilità è un esempio concreto sono i conte- dei servizi di “customer service” e possono includere fino a centi- tema articolato, sia sul fronte nuti e le forme delle didascalie: dalla spinta, tutta americana, alle naia di persone e finanziamenti dei contenuti che su quello delle non per forza, dunque, strumen- finalità museali di tipo educativo. spesso privati e generosi. Realtà percezioni comuni. Di fatto, tazioni costose ma soluzioni Chicago, Illinois, è la prima perlopiù non profit, che si pon- riguarda una battaglia che, in questo caso, si città. Qui si svolge la LEAD – Le- gono frequentemente obiettivi di per i diritti e un uni- sviluppano da una adership Exchange in Arts and sviluppo in rete con le organizza- verso di stereotipi riflessione sulle Disability Conference, un conve- zioni più diverse: ospedali, uni- spesso associato Qui negli USA leggibilità del gno, alla sua 15esima edizione, versità, centri d’inserimento lavo- esclusivamen- i musei sono una testo in termi- dedicato all’accessibilità dei luo- rativo, associazioni di veterani… te alle barriere cosa seria, punti di ni visivi, di ghi della cultura e organizzato dal Qui i musei sono una cosa seria, architettoni- riferimento per la comprensibi- Kennedy Center di Washington. di MARIA CHIARA CIACCHERI insomma, punti di riferimento che. In realtà, lità e capacità Si parla di musei, teatri e perfor- per la crescita culturale e civile il termine ‘ac- crescita culturale e di coinvolgi- ming center, con l’idea di poter del Paese e, soprattutto, delle sue cessibile’ non civile del Paese mento. reciprocamente apprendere da comunità. Per questo motivo, la si riferisce solo Esistono an- contesti differenti. Diverse que- riflessione sui pubblici è spesso a spazi che ga- che qui realtà bril- stioni, condivise e non necessa- concepita secondo approcci che rantiscono l’in- lanti ma senza fondi; riamente museali, facilitano il ne analizzano in profondità la gresso fisico, musei che vorrebbero es- confronto a partire da una consa- complessità dei bisogni. ma anche a proposte finalizzate sere accessibili ma non lo sono pevolezza comune: Abbiamo compiuto un viaggio, al coinvolgimento sensoriale, alla davvero; esperienze pilota sen- 1. La legislazione. Tutto questo un percorso di quattro mesi negli comprensione cognitiva, al be- za alcuna garanzia di continuità. non sarebbe possibile senza il Stati Uniti finanziato da un bando nessere emotivo, alla tenuta del- Eppure, fra queste si collocano supporto offerto da una legge del della Fondazione Banca del Mon- la motivazione. Il riferimento è approcci e un sistema di pratiche 1990, l’ADA – Americans with Di- te di Lombardia per confrontarci quindi alla disabilità visibile e in- dai quali abbiamo da apprende- sabilities Act, che obbliga i servizi con le migliori pratiche per l’ac- visibile ma, soprattutto, a ciò che re. Del resto, qui l’inclusione ar- aperti al pubblico ad adottare le

48 ATTUALITÀ Era l’America. E forse lo è ancora. Parliamo di pratiche accessibili. Della capacità di alcuni musei, ricercata e resa metodo, di rendersi spazio di partecipazione e condivisione per tutti. Una nuova inchiesta di Artribune Magazine.

linee guida indicate per l’accessi- e sociali. È il contesto, infatti, che pire tutti, manifestarsi con l’età o quello dell’educazione museale è bilità. La legge è quasi ovunque genera una difficoltà e la enfatiz- in via temporanea, e la già citata un ambito dinamico. Con il sup- rispettata e diversi musei hanno za. Una scala all’ingresso di un rampa sarà utile anche a chi con- porto di centinaia di volontari (in nel proprio staff una persona in- museo, intesa quale unico acces- duce un passeggino. alcuni musei si calcolano anche caricata esclusivamente del suo so, impedirà di entrare a una per- Date per assodate queste que- due anni di attesa), chi conduce studio e della sua applicazione. sona su sedia a rotelle. Qualora ci stioni (le stesse sulle quali ci si le attività sono principalmente 2. Il linguaggio. La lingua cambia fosse una rampa, la disabilità non confronta anche in Italia), è qui i contractuals, affiancati da per- costantemente il proprio lessico rappresenterebbe un problema. possibile indagare in profondi- sonale dedicato all’accessibilità. col crescere della consapevolezza 4. L’Universal Design e l’Uni- tà altri aspetti più specifici Con veri e propri dipartimenti sociale, rendendo inappropriate versal Design for Lear- e meno noti. Si parla finalizzati a promuovere l’inclu- parole considerate d’uso comune ning. In questo caso molto di formazio- sione. I maggiori musei hanno un fino a poco tempo prima. È un ci si riferisce all’a- ne del persona- gruppo di lavoro dedicato ai pub- discorso sempre attuale, affron- dozione di me- Da un modello le, di suppor- blici con disabilità o, più facil- tato da più parti anche in Italia, todi per la pro- della disabilità di tipo to emotivo, mente, la riflessione pragmatica per il quale termini come ‘han- gettazione (di medico a uno sociale, la dell’inclusione su questi temi si sviluppa nel più dicappato’ o ‘diversamente abile’ luoghi, oggetti, disabilità è interpretata delle persone ampio ambito di coinvolgimento non sono più ritenuti corretti. La informazioni e con disabilità delle comunità (territoriali, stra- persona ora è riportata al centro comunicazioni) non più alla stregua di di provenien- niere, associative e molto altro (people-first language) e la disabi- adatti a tutti. una malattia za straniera, di ancora). Advocacy, la chiamano lità definita solo in seconda istan- “One size doesn’t best practice per qui. È il farsi portavoce di qual- za, quale una fra le sue molteplici fit for all” è il motto la linearità de- cuno e dei suoi interessi, e far sì caratteristiche. “People with disa- di un approccio che fa scrittiva, di che l’istituzione di cui si è parte bilities” rimane quindi anche qui della flessibilità una strate- valutazione, di si dimostri rispettosa, accoglien- l’espressione più usata. gia in grado di offrire a ogni in- supporti tecnologici e molto altro done le istanze a favore della par- 3. I modelli di percezione. Da un dividuo le stesse opportunità. La ancora. Ci si confronta fra profes- tecipazione. modello della disabilità di tipo condizione di partenza è quindi sionisti diversi per competenze, Di advocates, nel corso di que- medico a uno sociale, la disabi- l’analisi dei fruitori, escludendo in un mercato delle professioni sto viaggio, ne abbiamo incon- lità è interpretata non più alla qualsiasi concetto di normalità più strutturato del nostro, soprat- trati moltissimi. Il presupposto stregua di una malattia ma come arbitraria. La disabilità è concepi- tutto per opportunità di aggiorna- implicito del loro lavoro risiede conseguenza di fattori ambientali ta quale condizione che può col- mento e crescita. Più in generale, in un principio di collaborazione

ATTUALITÀ 49 BEST PRACTICE: QUI TORINO dell’impegno delle principali istituzioni culturali Si parla di accessibilità sempre più spesso e, di Torino e dell’area circostante sui temi dell’ac- soprattutto all’estero, rappresenta un tema im- cessibilità culturale. L’idea è quella di lavorare prescindibile nella riflessione sul futuro dei nell’ottica del design for all, cioè della creazione musei. Qual è la vostra percezione del sistema di strumenti che vadano incontro alle necessità museale italiano attuale rispetto alla progettua- del disabile, intercettando però anche quelle di un lità diffusa di Torino? pubblico più ampio. Quello di Torino è un punto di vista sicuramente privilegiato sulle questioni dell’accessibilità mu- Quali sono le barriere che la Fondazione cerca seale. Il sistema culturale della città è molto at- di rimuovere attraverso i principali progetti che tento a rendere i luoghi della cultura accessibili ai portate avanti? pubblici con disabilità. In generale, c’è uno scam- La principale barriera è lo scetticismo nei con- bio di esperienze attivo e interessante tra i mu- fronti della possibilità stessa di accedere ai sei su questi temi: la vera rivoluzione, in senso contenuti dell’arte contemporanea. Osserva- scientifico ma anche creativo, è avvenuta quando re insieme, avvicinarsi, provare a rintracciare ci siamo resi conto che lavorare sull’accessibilità nella propria quotidianità il linguaggio proposto era prima di tutto una questione di comunicazio- dall’opera d’arte indebolisce le barriere e gene- ne, di sperimentazione di linguaggi e di strumenti ra appartenenza: nel museo la differenza diventa che rendano realmente possibile l’accesso alla ricchezza. cultura.

Concepite l’accessibilità quale pratica di mes- Occuparsi di accessibilità significa anche ela- sa in rete e confronto. Con quali realtà colla- borare strategie creative e ripensare alla co- Intervista con Annamaria Cilento, referente per borate? municazione quale nuova pratica. Quali sono le i Progetti Accessibili della Fondazione Sandretto Il Dipartimento Educativo è impegnato quotidia- sfide che pone questo nuovo approccio? Re Rebaudengo. namente in visite alle mostre e attività di labora- Certamente la comunicazione è un tema cruciale. torio con centri diurni e cooperative, e siamo in Con il gruppo di ricerca Making Sense, ci siamo Il vostro dipartimento educativo ha sempre contatto con gruppi che utilizzano un approccio presto trovati a porci domande sul grado di effi- dimostrato una notevole attenzione rivolta al scientifico e terapeutico, come la Fondazione cienza della comunicazione. Nella nostra ricerca coinvolgimento dei visitatori e prova ne è la Carlo Molo, che si occupa della cura di pazienti ci occupiamo di problemi legati alla visione, dove lunghissima esperienza con i mediatori. Com’è affetti da afasia. Tra i percorsi più interessanti c’è la parola è lo strumento preferenziale nel suppor- nata l’esigenza di occuparvi anche di accessi- quello intrapreso con l’Unione Italiana Ciechi e to a chi non vede. Ma quali sono in realtà i dati bilità? Ipovedenti di Torino, che ha portato alla fidelizza- essenziali che consentono di avere un’esperien- Il Dipartimento Educativo si è occupato di acces- zione di un gruppo che visita periodicamente le za soddisfacente nella fruizione di un’opera? Esi- sibilità fin dall’inizio delle sue attività. Per noi i nostre mostre e partecipa a specifici laboratori. stono dei punti fermi da cui partire? Quali stru- percorsi e le attività proposte sono uno strumen- Una delle conseguenze più immediate è stata la menti sono necessari, quali esistono già, quali to importante per una più facile e attiva parteci- creazione della mappa tattile dell’edificio, e ormai sono ancora da costruire? Si pensi all’esempio pazione alla vita culturale della città, indipenden- da tempo in mostra viene utilizzato il font Bianco- del Castello di Rivoli, al dizionario dell’arte con- temente dalle differenze culturali, sociali, fisiche. enero, un carattere specifico che facilita la lettura temporanea in lingua dei segni. Questa, probabil- L’accessibilità dei musei è un ulteriore tassello a ipovedenti e dislessici. Il risultato più importan- mente, è la sfida di oggi: un museo che parli tutte che contribuisce a migliorare la qualità di vita te della collaborazione con l’UICI è però il percor- le lingue, comprese quelle delle disabilità, e che di tutti, favorendo l’accoglienza e le occasioni di so di studio sul rapporto fra arte contemporanea diventi il luogo di nascita e sperimentazione di socializzazione e di espressione. Queste consi- e percezione sensoriale. Il progetto di ricerca ha una comunicazione nuova, per tutti. derazioni ci hanno portati ad aderire al Manife- adottato il nome Making Sense. I sensi e le parole sto per la Cultura Accessibile, una dichiarazione nell’opera d’arte. www.fsrr.org

trasversale. Del resto, i profes- di un imprescindibile documento dei contenuti esposti. Per questa citati anche nelle mission. Obiet- sionisti museali che lavorano che definisce le principali linee ragione, numerose esperienze tivi che spesso muovono nella nell’ambito dell’accessibilità han- guida per l’accessibilità museale. prevedono la collaborazione at- stessa direzione del museo quale no spesso un background di tipo In questo settore si è compreso tiva fra dipartimenti curatorali istituzione calata nel presente: educativo o artistico: in questo che, rispetto alla concorrenza, ed educativi, abbattendo l’im- l’accessibilità quale pratica creati- senso, il confronto diretto con al- la condivisione rappresenta una plicita gerarchia presente anche va, connessa al critical thinking e tre realtà, spesso associative e di strategia più efficace. Del resto, nei nostri musei. Luoghi come che non si affida esclusivamente supporto, rappresenta un requisi- gli stessi visitatori con il Whitney Museum e il al testo per le sue comunicazioni. to di base. A un livello superiore, disabilità e i rispet- Metropolitan Mu- Ovviamente, tutto questo accade spesso su base territoriale, stupi- tivi caregiver si Numerose seum of Arts, il a partire dalla collaborazione fra sce (e conforta) l’esistenza sem- rincontrano set- esperienze MoMA, i Fine la direzione, i diversi dipartimen- pre più diffusa di consorzi per la timanalmente prevedono la Arts Museums ti e le comunità con disabilità per condivisione delle best practice: in musei diver- di San Fran- una riflessione che non riguarda è il caso degli storici Museum si; le persone collaborazione fra cisco e, più solo i musei d’arte: centri come Access Consortium di New York, rincorrono dipartimenti curatorali ed recentemen- lo storico Museum of Science di del CANE – Cultural Access New proposte con educativi, abbattendo te, il Contem- Boston o l’Exploratorium di San England, e dei più recenti fondati entusiasmo, par- un’implicita porary Jewish Francisco sono la dimostrazione a San Francisco e Chicago. Sem- tecipando a espe- Museum (solo di come ogni museo possa diven- pre in termini di costruzione di rienze differenti gerarchia per citarne alcuni) tare centro di ricerca e sperimen- rete altre due colossali istituzioni soprattutto lavorano proprio a tazione sui processi di apprendi- contribuiscono alla diffusione di per temi, col- partire dalla condivisio- mento e le pratiche di accesso. una consapevolezza comune: è lezioni di riferimento e contesti. ne delle pratiche corrette. D’altro canto, l’accessibilità si il caso della già citata John Ken- Questa pratica di collaborazione Proposte per la formazione, intreccia inevitabilmente con la nedy Performing Center (promo- spesso assume valenza vertica- incontri periodici, linee guida pratica educativa: tenta la messa trice anche dell’International Or- le. L’accessibilità, d’altronde, è condivise sono gli strumenti prin- in discussione degli spazi, rende ganization on Arts and Disability) anche frutto di decisioni legate cipali che consentono ai musei di esperienziale la visita, incenti- e dello Smithsonian Institute di alla struttura fisica del museo, agire coerentemente rispetto a vando le aspettative e supportan- Washington, quest’ultimo autore nonché relative all’articolazione obiettivi di accesso, spesso espli- do la tenuta della motivazione.

50 ATTUALITÀ BEST PRACTICE: QUI NEW YORK I musei, quale spazio pubblico che incoraggia il con i loro amici e le famiglie non disabili. Infine, dialogo e il coinvolgimento con l’arte e fra le per- la collaborazione con i pubblici rappresenta un sone stesse, possono essere potenti catalizzatori ulteriore aspetto centrale della nostra filosofia. del cambiamento. Questa inclusione ha un impat- Siamo partner di numerose organizzazioni che to positivo non solo sulle persone con disabilità, si occupano di disabilità e sollecitiamo i feedback ma anche sulle persone senza disabilità: le loro dai visitatori individuali sia in modo informale che percezioni possono trasformarsi, possono svi- formale attraverso valutazioni più strutturate. lupparne nuove, ampliare le proprie prospettive e acquisire nuovo rispetto e considerazione per Al Met anche le opportunità di lavoro sono per la diversità. tutti. Quali vantaggi genera includere la diversi- tà nel proprio staff? I programmi accessibili sviluppati dal tuo di- La diversità favorisce la creatività. Persone con partimento per il Metropolitan Museum sono prospettive ed esperienze diverse che si riuni- riconosciuti internazionalmente quale modello scono insieme per risolvere un problema o rea- d’eccellenza. Puoi identificare un approccio e le lizzare qualcosa, spesso producono innovazione. strategie trasversali che li caratterizzano? E le persone con disabilità incontrano tutti i giorni La flessibilità, nella definizione del programma problemi da risolvere o sfide da superare, molti e nell’insegnamento, rappresenta una strategia più delle persone non disabili, e questo porta a Intervista con Rebecca McGinnis, senior mu- necessaria per raggiungere l’obiettivo di garan- flessibilità di pensiero e nuove idee. Inoltre, l’in- seum educator, Access and Community Pro- tire occasioni di scelta. Ad esempio, sempre più novazione che migliora l’accessibilità per le per- grams al Metropolitan Museum of Art. spesso la tecnologia permette agli utenti di con- sone con disabilità spesso migliora l’usabilità per figurare le interfacce allo scopo di rispondere a tutti, quindi consente che ne possano beneficia- Cosa significa per te parlare di accessibilità del particolari preferenze o necessità. Creare op- re pubblici più ampi. Le istituzioni culturali sono museo? portunità per il coinvolgimento all’arte e ai mu- centri vitali per la comunità e includere personale La questione centrale, con riferimento ai musei sei attraverso l’uso dei sensi è un’altra strategia diverso dimostra un impegno e la volontà di ri- e alle istituzioni culturali, sta nella scelta. Acces- che promuove il principio di scelta. Considerato flettere le comunità che l’organizzazione vorreb- sibilità, infatti, non significa solo poter parteci- che si tratta di uno dei più grandi musei al mon- be coinvolgere. Le istituzioni culturali dovrebbero pare. Significa soprattutto permettere a tutte le do capofila nell’ambito dell’accessibilità, credo continuare ad aspirare alla diversità del proprio persone, qualunque siano le loro abilità, di po- che il Met abbia la responsabilità di mettere in staff allo scopo di raggiungere questo obiettivo. ter prendere parte alla vita del museo nel modo discussione i pregiudizi e le percezioni comuni Un esempio dal Met (e altri musei statuniten- che ritengono più interessante e ogni volta che su ciò che una persona con disabilità può voler si): gli educatori sordi che insegnano in lingua ne hanno voglia. Riconoscersi è un altro modo fare o può essere in grado di fare in un museo. dei segni offrono un modello per i bambini (e gli per sentirsi inclusi: è creare connessioni fra la Possiamo farlo, ad esempio, avendo guide sorde adulti) sordi che possono avere un tour nella loro propria vita e un’opera d’arte o un’esperienza o non vedenti che insegnano nelle sale, e anche madrelingua, American Sign Language, piuttosto culturale. Questo comprende anche vedere se creando opportunità per i visitatori che vadano che attraverso un interprete. Le guide sorde lavo- stessi rappresentati nelle collezioni e nell’inter- oltre le loro aspettative. Le nostre lezioni di dise- rano come rappresentanti del museo: sono pre- pretazione di un museo, o far parte dello staff di gno per persone cieche o ipovedenti (attraverso parati sull’arte e la storia e facilitano esperienze un’istituzione culturale. il programma Seeing Through Drawing) rendono cariche di significato fra i partecipanti. I visita- il mezzo bidimensionale del disegno accessibile. tori sordi di tutte le età non solo possono vivere Soprattutto qui a New York la maggior parte dei Anche l’aspetto sociale dei nostri programmi è un’esperienza diretta e coinvolgente al museo, musei ha programmi accessibili a persone con molto apprezzato dai partecipanti. Le soluzioni ma possono anche considerarlo un’istituzione ri- disabilità. Possiamo dire, più in generale, che adottate per ogni programma o che permettono spettosa e inclusiva per la comunità sorda. questi programmi hanno un impatto su tutti i una visita accessibile indipendente consentono visitatori? anche alle persone con disabilità di partecipare www.metmuseum.org

Il caso del Getty Museum di Los d’archivio che fanno riferimento proposte è evidentemente cre- continuità. L’attenzione riposta Angeles è emblematico: comple- all’accessibilità di questo museo sciuto; sono cambiati gli approcci nel settore è evidente anche nella tamente accessibile da un punto risalgono addirittura al 1908 e si e le riflessioni che hanno portato declinazione in chiave accessibile di vista fisico e sensoriale, non riferiscono alla possibilità di po- alla realizzazione di programmi di tutti gli eventi del museo, nel- esplicita la propria accessibilità ter chiedere in prestito una sedia importanti e frequentatissimi. la prospettiva multidisciplinare cognitiva, ma la delega alla didat- a rotelle per poter visitare il mu- Su tutti, i più famosi sono certa- e nella specifica riflessione del tica anche nell’articolazione su seo. Nel Bulletin of The Metropoli- mente Discoveries (per persone ruolo dell’istituzione nelle diver- più livelli di tutti i contenuti. tan Museum of Art datato con disabilità cognitive se fasi della vita dei suoi pubblici. Volendo tracciare una map- maggio 1913 si ripor- e disturbi dello spet- La ricerca costituisce un aspetto pa delle istituzioni capofila nello ta l’esperienza di tro autistico), Met centrale del lavoro, attraverso lo specifico dell’accessibilità per due lezioni te- A Philadelphia, Escape (per ma- studio condotto sulle potenzia- persone con disabilità, meritano nute a visitatori ad esempio, i primi lati di Alzhei- lità di inclusione delle proposte di essere menzionate le proposte non vedenti, percorsi pensati mer e i loro multisensoriali e la collaborazio- del Metropolitan di New York, del mentre risale caregiver [nelle ne attivata con i diversi diparti- MoMA, del Philadelphia Museum a pochi anni per visitatori ciechi e foto alle pagg. menti, in particolare il Media Lab of Art e del Fine Arts Museum di dopo (1917) il ipovedenti sono stati 48 e 31]) e Pic- Department. Un progetto recente, Boston. Per offrire una prospet- primo riferi- attivati quarant’anni fa ture This! (per ad esempio, nato proprio da que- tiva anche storica basti pensare mento a “lezioni visitatori ciechi e sta partnership interna, ha visto che a Philadelphia, ad esempio, i per sordi”. La col- ipovedenti). la collaborazione della Parsons primi percorsi pensati per visita- lezione tattile è stata L’eccellenza The New School for Design nella tori ciechi e ipovedenti sono stati messa a punto negli Anni nasce da un progettazione di un corso seme- attivati quarant’anni fa e all’MFA Settanta, inaugurando parallela- gruppo di lavoro relativamente strale sui temi dell’accessibilità di Boston da trentacinque. Il caso mente una progettualità più strut- piccolo: tre persone fulltime con museale. Dopo un periodo di for- del Met presenta forse una delle turata: sono gli anni in cui si svol- il supporto di una dozzina di edu- mazione e confronto, gli studenti programmazioni per l’accessibi- gono i primi tour in lingua dei catori e altrettanti volontari. Le hanno potuto elaborare diverse lità più articolate e considerate segni e le attività educative per le proposte sono differenziate ogni proposte per la progettazione eccellenti a livello internazionale persone definite the“ mentally re- mese per tema, consentendo agli inclusiva. Sono molteplici, del [vedi il box]. I primi documenti tarded”. Da allora il numero delle stessi visitatori di partecipare con resto, le applicazioni fra design

ATTUALITÀ 51 MOMA LA SITUAZIONE ITALIANA Il più famoso. Programmi per non vedenti e ipovedenti, ma- Nel nostro Paese il panorama appare sicuramente meno omogeneo, per- lati di Alzehimer e caregiver, ché più recente nei suoi sviluppi. Le ragioni sono complesse ma, anche persone con disabilità cognitiva in questo caso, in parte legate a un approccio museale poco orientato al adulti e bambini. Le audioguide coinvolgimento dei diversi pubblici. Qui, del resto, abbiamo iniziato a oc- sono disponibili anche per non cuparci delle barriere architettoniche solo a partire dagli Anni Sessanta. vedenti con descrizione verbale E se pure quello all’accessibilità è un diritto sancito per legge (la prima delle opere (scaricabili online). risale al 1971), non esistono soluzioni standardizzate. www.moma.org Nonostante questo, negli ultimi cinque anni si è assistito a una crescita significativa dei musei interessati a questa riflessione. La Commissione Accessibilità di ICOM – International Council of Museums porta avanti INTREPID MUSEUM da tempo una mappatura dei musei coinvolti proprio per inquadrare le Museo dedicato all’esposizione e inter- dimensioni di questo fenomeno. Un quadro generale della materia, infatti, pretazione della storia, della scienza e dei non è ancora stato tracciato, ma quello che sicuramente emerge è la servizi militari e della marina. Numerosi tendenza a sviluppare gradualmente singole proposte rivolte a specifici i programmi accessibili, ben segnalati sul sito. Fra tutti, significativi i percorsi dedi- gruppi. L’accessibilità globale resta ancora un miraggio. cati ai bambini con disturbi dello spettro Però esistono molte istituzioni d’eccellenza che tentano di promuovere autistico. modelli di coinvolgimento inclusivo. È il caso del Museo Tattile Statale www.intrepidmuseum.org Omero di Ancona: esempio riconosciuto internazionalmente, è nato nel 1993 e presenta una ricca collezione interamente tattile; oppure del Galata Museo del Mare di Genova, dove l’articolata progettazione per l’accessibi- WHITNEY MUSEUM lità si è sviluppata in concomitanza con il protocollo d’intesa fra Regione Chiuso (per trasloco a Downtown) fino al Liguria e MiBACT proprio sull’accessibilità dei principali siti culturali; e 1° maggio, veicola un’immagine della di- ancora, il Museo Anteros di Bologna, realtà storica nata dalla volontà di sabilità neutrale, anche attraverso il ricco promuovere percorsi tattili per vedenti e non vedenti. Altri esempi: le at- sito web, dove sono presenti numerosi tività di Palazzo Strozzi a Firenze, il lavoro dei Musei Civici di Brescia, le contenuti video in ASL. Grande collabo- innovative proposte per l’inclusione del MAMbo a Bologna, i progetti mul- razione fra dipartimenti e attenzione a ri- tisensoriali del Museo Nazionale Archeologico di Aquileia, i nuovi percorsi muovere tutte le possibili barriere. www.whitney.org in LIS a Venezia (nati da una collaborazione fra Soprintendenza, Musei Civici e Università)… Il discorso sull’accessibilità riguarda d’altra parte i musei intesi in senso lato: lo testimonia, ad esempio, il progetto Percorsi che ha reso accessibile l’area del Palatino e del Foro Romano. Quello dell’accessibilità museale è un settore che non ha confini netti, CHILDREN’S MUSEUM soprattutto in un Paese come il nostro, associabile a un museo diffuso. Le esigenze dei visitatori (soprat- In questo caso l’attenzione all’accessibilità può essere condivisa a livello tutto bambini e famiglie) sono al territoriale, come dimostra il recente caso di Matera. Eletta Capitale del- centro della programmazione del la Cultura 2019, la città ha ospitato lo scorso settembre una due giorni museo, che dedica il sabato e la nazionale sull’accessibilità che ha portato alla formulazione di un docu- domenica a programmi inclusivi mento di sintesi (il Manifesto di Matera) subito adottato dalla città lucana. creati per favorire la condivisione Anche il caso di Torino è significativo in termini di sviluppo della rete e l’apprendimento. territoriale, dove è stato elaborato il Manifesto della Cultura Accessibile. www.cmany.org RUBIN MUSEUM Dedicato a opere provenienti Il documento, datato 2010, è nato allo scopo di rilanciare un confronto dall’area himalayana. Molto at- tuttora aperto sul fronte nazionale. tento all’accessibilità, offre sul In generale verrebbe da essere ottimisti, anche se alle volte resta il dubbio proprio sito web dettagliate in- che si tratti solo di una tendenza. Se il museo deve essere spazio di tutti, dicazioni relative ai programmi andrebbe maggiormente approfondita la questione del coinvolgimento di dedicati a pubblici diversi. Al- tutte le comunità possibili, e non solo delle persone con disabilità. Questa cuni programmi prendono avvio sì che sarebbe vera inclusione. da conversazioni informali nello spazio della caffetteria. www.rubinmuseum.org

e accessibilità spesso indagate diversificare i propri pubblici di sider Art (diverse gallerie, musei circolare in un regolare mercato nel corso di specifici tirocini di riferimento senza fare altrettanto e persino una fiera dedicata a dell’arte senza enfasi sulla disabi- ricerca. È il caso di una mappa nell’organizzazione del proprio New York), il tentativo di ripen- lità degli autori. Gli obiettivi pos- del museo che raffigura, a livelli personale apparirebbe una con- sare all’esistente distinzione del sono essere ambiziosi e portare diversi, la dislocazione di caratte- traddizione. Per questa ragione, mercato dell’arte veicola la vo- gli artisti a ottenere visibilità (e ristiche dello spazio che possono un recente convegno sul ruolo lontà di promuovere una nuova buone quotazioni) grazie anche al essere critiche (come luce, folla o dei musei nell’inclusione dell’au- percezione della disabilità stessa. supporto di musei come il MoMA, rumore) o anche di un progetto tismo (ospitato proprio al Met) L’esempio di San Francisco è for- il Berkely Museum of Art o il Bro- online per ripensare la descrizio- ha dedicato una specifica se il più conosciuto, grazie oklyn Museum (è il caso della ne verbale delle immagini. sessione al tema. Men- alla presenza di tre recente mostra di Judy Scott). La Tirocini, collaborazioni, inseri- tre lo Smithsonian centri (laboratorio volontà dei musei di fare spazio menti lavorativi: il fronte del la- Institute di Wa- Tirocini, di produzione e alla presenza della disabilità (in voro è un altro tema chiave per shington pro- collaborazioni, insieme centro termini di produzione e raffigura- quel che riguarda l’accessibilità. muove, all’inter- inserimenti lavorativi: espositivo) de- zione) apre comunque nuove pro- Sempre nel caso del Metropoli- no dei suoi mu- dicati all’im- spettive di inclusione, permet- tan, le competenze dello staff si sei affiliati, un il fronte del lavoro è un piego di artisti tendo di approfondire un tema sviluppano dall’integrazione di programma di altro tema chiave per con e senza di- indagato in profondità anche in saperi diversi, includendo pro- tirocinio rivolto quel che riguarda sabilità, molto ambito accademico. L’università fessionisti e stagisti con e senza esclusivamente a l’accessibilità diversi fra loro capofila di questa ricerca è cer- disabilità allo scopo di elaborare studenti con disa- per approcci, tamente quella di Leicester (UK), progetti capaci di rispondere alle bilità cognitiva. spazi e contesto ur- grazie al lavoro del Research Cen- esigenze di tutti, senza per questo Ma la riflessio- bano. Creativity Explo- tre for Museums and Galleries. escludere frequenti proposte per ne sulle compe- red, Creative Growth e NIAD In generale, la riflessione sulla l’aggiornamento continuo. L’a- tenze professionali nello specifi- Art Center sono luoghi che per- disabilità negli Stati Uniti non è spetto dell’inserimento lavorativo co dell’arte non si esaurisce solo mettono a persone con disabilità sempre lineare ma è molto arti- rappresenta dunque una que- nell’ambito museale, incrocian- cognitiva di coltivare il proprio colata: ed è forse proprio questo stione centrale, inevitabilmente dosi con i temi della produzione talento accanto ad altri professio- l’aspetto più difficilmente rin- considerata anche all’interno di artistica. Nonostante la discreta nisti. L’idea è che le opere prodot- tracciabile. Soprattutto con rife- altre istituzioni: pretendere di diffusione delle proposte di Out- te, quando interessanti, possano rimento all’accessibilità, nel con-

52 ATTUALITÀ STUDIO MUSEUM IN HARLEM FOLK ART MUSEUM CLOISTERS MUSEUM La sezione medievale del Metropolitan è un Museo dedicato alla valorizzazione delle co- Museo votato all’esposizione di munità di quartiere. È possibile concordare opere di artisti autodidatti (fra cui pezzo di Europa a New York. Il museo speri- menta da alcuni anni un percorso multisen- tour per persone con disabilità sensoriale. alcuni con disabilità). Ottimo programma (dell’organizzazione Arts Tour tattili, in lingua dei segni, pos- soriale rivolto a persone malate di Alzhei- mer e i loro caregiver, che viene riproposto and Minds) dedicato alle persone con Alzhei- sibilità di consultare le didascalie in mer e i loro caregiver: grande attenzione nel- formato large-print. mensilmente con temi diversi. www.metmuseum.org la scelta dei materiali e dell’articolazione di www.folkartmuseum.org proposte per il benessere di tutti. www.studiomuseum.org GUGGENHEIM MUSEUM upper Oltre ai numerosi programmi differenziati a seconda delle esi- MUSEUM OF THE CITY genze dei suoi pubblici, ha rea- Il museo dedicato alla città di New York. In- lizzato un’applicazione con una teressante riflessione sulle potenzialità delle descrizione verbale delle opere didascalie e in generale sulle modalità di ac- per non vedenti. Mappe large- cesso ai contenuti. print e brochure accessibili. www.mcny.org www.guggenheim.org

upper west side JEWISH MUSEUM Il museo ha recentemente modificato la sua identità visiva, esplicitando anche sul nuovo sito e in maniera chiara la ricca articolazione delle sue proposte. Anche l’uso del linguag- central TRANSIT MUSEUM park upper gio semplice muove nella stessa direzione. east side È il museo dedicato ai trasporti della città Alcuni dei programmi speciali sono condotti di New York. Numerose le facilitazioni per al mercoledì, giorno di chiusura del museo. l’accesso e le opportunità per insegnare www.thejewishmuseum.org competenze nell’uso dei mezzi pubbli- ci nella vita quotidiana. Particolarmente interessante il programma doposcuola METROPOLITAN Subway Sleuths, una proposta continua- Massima attenzione alla rimozione tiva di dieci settimane rivolta a bambini manhattan di tutte le barriere sia negli spazi con disturbi dello spettro autistico. delle gallerie, sia attraverso le atti- web.mta.info vità condotte dagli educatori. www.metmuseum.org

west village

east village TENEMENT MUSEUM QUEENS ART MUSEUM lower Museo storicamente votato all’inclu- Ogni anno offre programmi rivolti manhattan sione, visitabile solo partecipando a a migliaia di bambini e adulti con uno dei tour. Ha messo a punto una diverse abilità fisiche, emozionali, serie di strategie per l’inclusione di comportamentali e cognitive. Mol- pubblici con disabilità cognitiva a ti programmi anche per l’aggior- partire dalla collaborazione con un namento professionale all’acces- access advisory board con il quale sibilità. ArtAccess fornisce ser- BROOKLYN MUSEUM collabora anche alla realizzazione di vizi a domicilio di avvicinamento Museo da sempre esemplare sul piano del- tutti programmi accessibili. all’arte rivolti anche a visitatori la veicolazione dei contenuti e attento alle www.tenement.org che, per motivi fisici o di salute, istanze sociali di rappresentazione di tutte non possono visitare il museo. le comunità. Numerose proposte per l’ac- www.queensmuseum.org cessibilità, fra cui Sensory Tours e visite su brooklyn misura. www.brooklynmuseum.org testo italiano è facile percepire educativi: basato quindi sull’uso cifiche, spesso aperte e comun- conservazione e archivio. Il mu- solo riferimenti omogenei, senza dell’empatia, dell’ascolto attivo, que presenti in quasi tutti i musei. seo, ripensato all’interno della cogliere il valore di un dato che dell’empowerment delle persone Esistono poi realtà dedicate all’in- cornice dell’accessibilità, si carica è anche di natura quantitativa. È coinvolte in tutte le fasi di proget- fanzia che hanno messo a punto di ulteriori implicazioni sul fron- il caso delle proposte sviluppate to (inclusa la valutazione). Molti programmi specifici (talvolta at- te educativo e insieme sociale; si per persone malate di Alzheimer progetti sono nati proprio dal tivi nei momenti di chiusura al trasforma in un’opportunità per e i loro caregiver. Riferendosi confronto con le associazioni e pubblico generale), come accade la riappropriazione identitaria e alla sola New York, sono alme- le comunità rappresentanti del- al Chicago Children’s Museum, al la discussione del presente; di- no una quindicina i musei che la disabilità: un esempio Please Touch Museum di venta ambito nel quale ripensare hanno progettato e sperimentato fra i tanti è quello del Philadelphia o al Bo- all’apprendimento quale disci- percorsi dedicati ai visitatori con Tenement Museum Il museo ston Children Mu- plina complessa e multimodale; l’Alzheimer. Il citatissimo Meet che, nonostante diviene il luogo seum. Di quest’ul- contesto per sperimentare e raf- Me at MoMA (proposta estrema- l’inaccessibilità timo, una curio- forzare le competenze di tutti i mente strutturata e condivisa strutturale del nel quale cogliere sità: la persona propri pubblici possibili. Il museo in modo brillante) non è l’unico proprio museo una rappresentazione che si occupa diviene il luogo nel quale cogliere modello. In città, anche a partire dedicato alle del mondo complessa, dell’accessibi- una rappresentazione del mondo dal supporto offerto all’Alzheimer storie dei pri- a partire dalla quale lità dell’espe- complessa, a partire dalla quale Society, luoghi come il Metropoli- mi migranti, è rienza di visita facilitare l’incontro reale. Invoglia tan, lo Studio Museum di Harlem riuscito a realiz- facilitare l’incontro è responsabile a sentirsi bene con approcci, an- (attraverso Arts in Mind), The Cloi- zare un percorso reale anche del benes- che di natura empatica, condivisi. sters Museums, l’American Folk aperto a tutti. sere fisico ed Ripensa alla comunicazione come Art Museum, il Rubin Museum, il Grande attenzione è emotivo dei disciplina nuova e insieme la inse- Jewish Museum e molti altri han- riposta anche nella struttura- colleghi. gna. Immaginare un museo acces- no strutturato proposte differenti zione di attività che siano adatte Tutto questo significa riportare sibile significa dunque ripensare e articolate a partire dalle quali all’età dei pubblici di riferimento. i musei al centro, intravedendo- anche a questo. E questo viaggio, elaborare un confronto comune. Soprattutto gli adulti con disabili- ne la necessarietà per il singolo tra le righe, lascia intuire come Tutte queste programmazioni tà cognitiva non sono mai tratta- e la collettività insieme. Non solo qualunque museo del presente condividono un approccio che è ti in modo infantile. Le proposte dunque spazio estetico, per l’ap- debba procedere interrogandosi lo stesso diffuso nei dipartimenti elaborate per i bambini sono spe- prendimento storico-artistico, di anche in questa direzione.

ATTUALITÀ 53

ARTE E BANCHE UBS. LA BANCA DI ART BASEL

BS è “la banca di Art La partnership con la GAM ha zazioni. Posso dire tuttavia che è diventata nel tempo la casa Basel” e già questo come scopo principale per la ban- abbiamo aderito a un bando co- delle grandi collezioni milanesi può raccontare quanto ca quello di attivarsi anche in Ita- munale che, oltre all’importo, e lombarde, lascito di importan- Usia complicato riusci- lia con un progetto che contribu- definiva anche l’orizzonte tempo- ti famiglie alla città. L’arte è una re a fare altre cose, a fianco di isca concretamente allo sviluppo rale: tre anni a partire dal 2013. passione che in UBS condividia- questo impegno così importan- del territorio, attraverso uno dei Tengo tuttavia a sottolineare che mo con tantissimi clienti, molti te, che abbiano poi i loro risul- suoi principali motori di crescita: il supporto alla GAM non è esclu- dei quali sono collezionisti. Il col- tati e la loro visibilità. In tutto il la cultura. Abbiamo scelto Milano sivamente finanziario ma anche lezionismo ci coinvolge inoltre di- mondo, oltre a una importante perché qui abbiamo sede di forte collaborazione e rettamente dal momento che noi fiera, UBS sostiene molti musei. e concentriamo una condivisione di con- stessi, come gruppo, siamo pro- In Italia avete scelto la GAM di parte rilevante del tenuti. prietari di un’ampia collezione Milano. È una scelta esclusiva o nostro business Dopo l'esperienza d’arte contemporanea – la UBS pensate di allargare la vostra at- ma, dopo que- molto positiva con la Scegliere la Art Collection. tenzione anche ad altre strutture sta esperienza GAM è stata La partnership si fonda quindi in futuro, magari presenziando molto positiva, GAM di Milano, siamo una scelta co- sul principio fondamentale della anche a Roma? siamo pronti pronti a considerare raggiosa. Non condivisione di obiettivi e interessi di MASSIMILIANO TONELLI Indubbiamente UBS ha un for- a considerare anche altre si tratta di uno e nasce proprio con l’intenzione di te legame con la cultura e l’arte in anche altre op- opportunità spazio pro- cooperare nell’ambito di un proget- particolare, attraverso una serie portunità e, fra priamente sexy. to basato non solo su un’attività di di iniziative e manifestazioni che tutte le città, sicu- Avete puntato su sponsorizzazione, ma anche sulla portiamo avanti in diversi Paesi. ramente Roma una piattaforma più collaborazione concreta alla realiz- Tra questi, sicuramente la part- per prima, intima, profonda. Come zazione di un programma comune. nership con Art Basel – con le sue dove peraltro abbiamo una filiale è emersa questa scelta? derivazioni di Miami e Hong Kong importante. Pur essendo realtà diverse, È stata travagliata? Avevate – ma anche il sostegno a impor- UBS e la Galleria d’Arte Moderna un ballottaggio con altre struttu- tanti istituzioni museali quali la Quanto investite ogni anno di Milano sono legate da una par- re? O con altre città? Fondazione Beyeler, il Louisiana sulla vostra partnership con la ticolare affinità. I principali punti No. Ci siamo innamorati su- Museum, il Nouveau Musée Na- GAM di Milano? È un progetto d’incontro fra l’istituto bancario bito di questo luogo magnifico, tional de Monaco o il Guggenheim che avete pensato su quale oriz- e il museo sono quelli dell’arte intravedendone le potenzialità di per un’interessante operazione di zonte temporale? e del collezionismo. La GAM è sviluppo e di valorizzazione a be- mappatura dell’arte nelle regioni Non siamo soliti comunicare un luogo magnifico, un gioiello neficio dei milanesi e di tutti gli emergenti del pianeta. i valori delle nostre sponsoriz- di storia, di arte e di cultura ed appassionati d’arte.

56 ATTUALITÀ Secondo capitolo della nuova inchiesta di Artribune Magazine. Abbiamo cominciato indagando la realtà di BSI, la Banca della Svizzera Italiana, e qui restiamo in Svizzera. Si parla infatti di UBS, fondata a Winterthur nel 1998 ma con una storia che inizia a metà dell’Ottocento. Ne abbiamo discusso con Stefano Satta, Head of Marketing (Italia).

L’AZIENDA

UBS nasce ufficialmente nel 1998 dalla fusione di Unione di Banche Svizzere e Società di Banca Svizzera, dunque le sue radici affondano nella seconda metà dell’Ottocento. Doppia la sede madre, a Basilea e Zurigo, con un AD – Sergio Ermotti – che viene da Lugano. Con l’ac- quisizione nel 2000 del gruppo Paine Webber è diventata la più grande banca privata al mondo. Imponente il suo im- pegno nel settore dell’arte, reso iconico ARTE E BANCHE dalla partnership con Art Basel sin dal 1994. Opera sul mercato finanziario in 50 Paesi e ha oltre 60mila dipendenti nel mondo, ripartiti nelle divisioni Wealth Management, Wealth Management Ame- ricas, Retail & Corporate, Global Asset UBS. LA BANCA DI ART BASEL Management e Investment Bank. www.ubs.com

Come utilizzate questa piatta- Riteniamo che il progetto ab- alla gestione di una collezione di comunicazione, favorendo un forma per fare attività con i vo- bia contribuito ad aumentare la privata, con particolare focus maggior radicamento nel conte- stri clienti? UBS ha una tradizio- riconoscibilità del brand UBS, sugli aspetti di rischio, davvero sto di riferimento. ne di coinvolgimento dei clienti soprattutto su Milano, e una sua importanti nel mercato dell’arte. mediante l’arte. Come declinate positiva associazione all’impe- I colleghi del nostro Art Compe- UBS e la GAM. Una sintesi di tutto questo sul mercato italia- gno in cultura, come esempio tence Center sono spesso inviati cosa avete fatto in questi due no? virtuoso di collaborazione fra alle nostre attività in GAM, per anni dal punto di vista culturale La partnership con la GAM pubblico e privato. Questi aspet- interloquire con i nostri ospiti e artistico. ci ha permesso di condividere ti non sono immedia- interessati ad approfon- Il nostro sostegno alla GAM in modo concreto con la nostra tamente misurabili dire il loro servizio. si articola su due direttrici clientela italiana, e lombarda – è da poco più A Zurigo abbiamo principali. La prima riguarda in primis, l’interesse per l’arte. I di un anno che Insomma vi- la valorizzazione del suo ricco nostri clienti, attuali e potenziali, la partnership un centro di vete la vostra patrimonio artistico attraver- sono infatti regolarmente coin- ha sortito esi- competenza che opera attività come so il finanziamento di opere di volti in serate ed eventi dedicati, ti concreti –, a livello globale e che mecenatismo riallestimento e di restauro. In durante i quali condividiamo con altri tuttavia supporta la clientela puro o come quest’ambito sono già stati rea- loro i risultati delle operazioni lo sono: fra marketing lizzati due importanti interventi. di restauro e riallestimento delle questi, sicura- come consulente strategico? O Il primo è stato l’ampliamento e collezioni del museo che soste- mente il numero indipendente entrambe le la riorganizzazione del percorso niamo, oppure visite esclusive davvero cospicuo cose? espositivo delle collezioni Grassi alle mostre temporanee in pro- di clienti e di nostri Entrambe e Vismara, che sono state unite gramma. Penso ad esempio alla contatti coinvolti nel- le cose. Un per mostrare al pubblico un iti- meravigliosa mostra in corso de- le varie iniziative e, oltre a ciò, obiettivo fondamentale di que- nerario coerente dal punto di dicata a Medardo Rosso. una maggiore consapevolezza sta attività è contribuire concre- vista narrativo e cronologico di dei nostri servizi di art advisory tamente allo sviluppo culturale un corpo eccezionale di capo- Questa vostra presenza sullo che offriamo alla clientela con del territorio in cui operiamo lavori del Novecento italiano e scacchiere artistico italiano ha maggiori disponibilità. A Zuri- attraverso un’operazione di valo- internazionale (la collezione Vi- portato dei benefici misurabili? go abbiamo infatti un centro di rizzazione di un suo importante smara negli ultimi anni non era Ha aumentato la vostra presenza competenza che opera a livello pezzo di patrimonio artistico, la nemmeno visibile al pubblico). in determinati mercati? Ha dato globale e che supporta la clien- GAM appunto. Indubbiamente, Il secondo intervento importan- forza all’attività di art advisory nei tela come consulente indipen- per UBS questo si traduce anche te è stato il riallestimento del confronti della clientela italiana? dente su tutti gli aspetti legati in un’opportunità di visibilità e corridoio dedicato a Medardo

ATTUALITÀ 57 NON SPARATE SULL’ARTISTA. PARLA FRANCESCO BONAMI

to particolare per i visitatori, che avranno quasi la ed entrano in conflitto tra loro, rendendo diffici- sensazione di entrare in una quadreria di dipinti. le decifrare il significato degli elementi in gioco. L’allestimento rifletterà l’eredità storica del mu- Proprio in questi momenti la pittura acquisisce il seo, luogo in cui i dipinti acquistano un significato ruolo che nei film western è proprio del pianista particolare nel momento in cui vengono posti in quando cerca di riportare l’ordine nel corso di una dialogo con altri dipinti. Pur rispettando la natura rissa: come il pianista, la pittura richiama l’atten- individuale di ciascuna opera, la mostra è stata zione delle persone verso un punto specifico, un concepita come una composizione musicale in cui punto simbolico che può essere facilmente rico- i quadri rivestono il ruolo delle note. nosciuto e compreso da tutti. Dopotutto un dipinto I dipinti hanno una relazione del tutto particolare è sempre un dipinto e di fronte a una tela, non con lo spazio, specialmente con lo spazio simbo- importa chi ne sia l’autore, sappiamo di trovarci lico rappresentato dalla tela. I dipinti sono idee, di fronte allo “spazio-archetipo” dell’opera d’arte. pensieri, gesti, visioni e sogni sospesi nella mente E questo è il primo punto fermo su cui poter poi Nella nostra epoca, invasa da reality show e da dell’artista che atterrano poi sulla superficie della sviluppare ulteriori livelli di significato. una costante informazione istantanea, la pittura tela o su quella di un altro supporto. In questo Entrando alla Gam e incontrando la UBS Art Col- non ha subito l’influenza dell’era digitale, è rima- caso abbiamo immaginato i quadri come fossero lection sappiamo immediatamente dove ci trovia- sta al contrario un elemento unico, che ci consen- ancora sospesi – non nella mente dell’artista, ma mo: siamo dentro un museo e siamo al centro di te di mantenere un ritmo umano e una relazione piuttosto nello spazio museale. una collezione. Dato questo punto di partenza, naturale con il tempo: non importa infatti quanto Le pareti delle sale espositive saranno coperte da siamo pronti per scoprire i molteplici significati e sia veloce il gesto creativo, ancora oggi la pittura fotografie che riproducono le sale della Gam come le diverse emozioni espresse attraverso ciascuna rimane un processo lento. erano e come sono quando ospitano la collezio- opera d’arte. La UBS Art Collection riflette questo ritmo lento ne permanente del museo. Le sale rappresentano Allestire una mostra durante Expo significa sot- attraverso un significativo nucleo di opere di al- la storia del museo, a cui la UBS Art Collection tolineare il significato intrinseco di “expo”: esibi- tissima qualità, create da artisti di grande rilievo aggiunge un nuovo livello storico. Le opere del- zione, esposizione. Quale miglior modo di esporre dagli Anni Sessanta ad oggi. la UBS Art Collection raccontano infatti un’altra qualcosa dunque, se non attraverso quelle “fine- Lo scorso anno abbiamo esplorato la produzione storia: la storia di una collezione che ha reagito al stre di conoscenza” in cui si trasformano i dipinti su carta nella prima esposizione italiana di opere suo tempo, lo ha rispecchiato e ha agito attraver- una volta appesi alle pareti? E allora non sparate dalla UBS Art Collection. Quest’anno con Don’t so di esso, mostrando in questo modo al visitatore al pittore, ascoltate la sua musica! shoot the painter abbiamo voluto svolgere una come una banca può e dovrebbe interpretare lo sorta di inchiesta sul ruolo della pittura nell’arte Zeitgeist della sua epoca in qualità di collezioni- FRANCESCO BONAMI contemporanea. sta. Pur avendo selezionato anche alcune immagini Il titolo della mostra, Don’t shoot the painter, si fo- dal 17 giugno al 4 ottobre 2015 fotografiche, è stato l’approccio del pittore il vero calizza sul ruolo della pittura nella storia dell’arte Don’t shoot the painter ispiratore di questa mostra che si terrà durante moderna e contemporanea, storia che ha visto a cura di Francesco Bonami Expo 2015 – durante un periodo quindi molto in- anche momenti di confusione e incertezza. Come GAM tenso per la città di Milano. nel saloon di un film western, anche nella sto- Via Palestro 16 – Milano Il piano terra della Gam accoglierà le opere della ria dell’arte ogni tanto capita che esploda il caos. 02 88445947 UBS Art Collection ricreando un’esperienza mol- Idee e concezioni diverse e opposte si scontrano [email protected]

Rosso – di cui il museo conserva e laboratori. Abbiamo già orga- GAM. In lei abbiamo trovato un genesi ha avuto questo progetto? un numero importante di opere nizzato dei laboratori creativi per interlocutore sempre appassio- La prima mostra realizzata lo – mirato a valorizzare al meglio bambini e alcune conferenze, ma nato, attento e competente. scorso anno nell’ambito della no- la visione e la percezione delle vorremmo fare decisamente di stra partnership con la GAM è sta- sculture di questo importante ar- più nel 2015. Per legittimare la vostra attivi- ta interamente dedicata a disegni tista apprezzato in tutto il mondo. tà milanese avete coniato anche su carta selezionati dalla UBS Art Il rapporto con le istituzioni un titolo con tanto di manifesto Collection. Nella scelta di questa E la seconda direttrice? come è stato? Fluido? Spesso ci operativo: UBS Next/Art. Raccon- materia – medium con una storia Il secondo filone del nostro capita di sentire grandi mecenati tateci. più antica di altri, quali tela o scul- impegno con la GAM ci vede inol- cui viene fatta passare la voglia La parola ‘next’ associata all’ar- tura – vi era in qualche modo il tre coinvolti nella produzione, causa lentezze, burocrazie… te, ben rappresenta quella che è la simbolo dell’inizio di un percorso attraverso la nostra collezione, Al contrario. Con i di- nostra visione del ruolo del- più lungo. Gli ottimi risultati della di contenuti volti ad ampliarne e versi referenti coin- la cultura nella società. mostra ci hanno spronato a prose- diversificarne il pubblico coinvol- volti si è instaurato L’arte, soprattutto guire con una nuova esposizione, gendo nuovi visitatori interessati un rapporto di La mostra sarà quella contem- quest’anno molto più grande e im- alla contemporaneità. Nel 2014 collaborazione un omaggio a poranea, è spes- pegnativa, anche perché pensata abbiamo organizzato negli spazi e di scambio so stimolante in occasione di Expo 2015: Don't della Galleria una mostra di di- sempre fluido quel medium che è e aggiunge shoot the painter. Dipinti dalla segni dalla UBS Art Collection, e costruttivo, sempre stato un punto sempre nuove UBS Art Collection, in programma curata da Francesco Bonami. La ma al tempo di riferimento per gli interessanti dal 17 giugno al 4 ottobre [vedi mostra – intitolata Year after Year stesso rispetto- artisti e il pubblico: prospettive al box]. – includeva opere di artisti im- so e attento ai modo in cui noi Il focus sulla pittura nasce da portanti (tra cui Baselitz, Freud, reciproci ruoli e la pittura percepiamo le una considerazione del curatore Lichtenstein, Polke, Ruscha, responsabilità. cose. UBS valorizza Francesco Bonami che abbiamo Twombly, Winters), spesso ine- A cominciare tali stimoli attraverso subito sposato. Oggi l’arte con- dite per l’Italia, ed è stata visitata dall’assessore varie iniziative legate al mon- temporanea si esprime attraver- da oltre 15mila persone. alla Cultura Filippo Del Corno e do dell'arte, che nel loro comples- so le più svariate forme, alcune C’è infine un’ulteriore diret- da Marina Pugliese, direttore del so dimostrano il nostro impegno particolarmente innovative, come trice della nostra collaborazione Polo d’Arte Moderna e Contem- per comprendere il mondo attua- le performing arts. Quasi in con- con GAM, finora più marginale e poranea del Comune di Milano. le e in qualche modo anticiparne trasto rispetto a questi tratti, la che però vogliamo potenziare. Si Indubbiamente fondamentale e tendenze e sviluppi futuri. nostra nuova mostra sarà invece tratta della messa a punto di un al centro della collaborazione vi un omaggio a quel medium che è calendario culturale composito di è inoltre il rapporto costante e Per quest’anno prevedete una sempre stato – e continua ad es- incontri aperti al pubblico, con- di grande valore con Paola Zatti, grande mostra sulla pittura a par- sere – un punto di riferimento e ferenze, presentazioni, didattica conservatore responsabile della tire da giugno. Come è nata? Che continuità sia per gli artisti sia per

58 ATTUALITÀ PLANET ART UBS L’ARTWORLD IN UNA APP

diffusione:

dipendenti: 54 paesi oltre 60mila uffici: 720 È un progetto ancora in fieri, quello di Planet Art, ma è altrettanto una piattaforma sulla quale la banca UBS punta moltissimo per restare sempre più in contatto e per costruire un filo di relazione diretta fra istituto, clienti, art appassionati e collezionisti. E già oggi la app, di questo stiamo parlando, collection dimostra tutta la sua potenza anche in vista di sviluppi di medio periodo. UBS Si tratta ad oggi di un sistema di aggregazione di notizie a livello globale da tutto il mondo dell’arte. Il motore sottostante all’applicazione consente QUANTE QUANDO COSA

DISEGNI di analizzare milioni di keyword, nomi, argomenti. Altre ricerche possono OLTRE FOTOGRAFIE

DAGLI SCULTURE essere fatte per area geografica o per città, con tanto di statistiche su quali 35mila anni ‘60 siano le metropoli mondiali più raccontate dalle cronache artistiche (New OPERE AD OGGI York e Londra su tutte, ovviamente). La base dati di partenza è e resta comunque il materiale pubblicato dai tanti VIDEOARTE siti e blog artistici mondiali, da Art in America ad ArtNews, dalle pagine cul- COME turali del Guardian al blog Hyperallergic, da Wallpaper ad Artnet. Tutto viene il sito www.ubs.com/art scandagliato, analizzato, incasellato per dare la possibilità agli utenti della app (gratuitamente scaricabile) di costruirsi i propri percorsi: per nome, per e la app UBS Planet ArtCosa città, per argomento.

www.ubs.com/microsites/planet-art

il pubblico: la pittura appunto. Da di collaborare con Francesco Bo- cento dipinti esposti, e di uno dei in linea con le caratteristiche fon- qui il titolo Don’t shoot the painter: nami nasce proprio dalla volontà principali appuntamenti di richia- damentali della collezione vengo- riferimento ironico alla frase “don’t di avere uno sguardo attento e mo nel calendario d’arte di Expo no cedute. shoot the pianist” che spesso com- indipendente per valorizzare al in Città. La filosofia alla base della no- pare nei saloon dei film western. meglio la collezione e renderla stra collezione è quella di realizza- L’esposizione si propone infatti di fruibile. Ci sono poi alcuni tratti Questa mostra ci offre la scusa re e conservare opere che provo- sancire il ruolo della pittura come del lavoro di Bonami che ci incu- per parlare della vostra straor- chino e ispirino allo stesso tempo punto di riferimento nell’arte con- riosiscono e ci accomunano: è un dinaria collezione: come è nata, i nostri collaboratori, i nostri clien- temporanea per artisti e pubblico: curatore italiano ma opera in tutto come è cresciuta, su quale impo- ti ma anche il pubblico più vasto. ogni volta che le idee e i linguaggi il mondo, in grado quindi di com- stazione culturale, con quale stile. Spesso infatti le opere principali dell’arte si confondono e rendo- prendere la visione globale della La collezione unisce le raccolte sono oggetto di importanti prestiti no difficile decifrare il significato nostra collezione e di offrire d’arte delle società che ne- museali. degli elementi in gioco, la pittura allo stesso tempo punti gli ultimi trent’anni si torna sulla scena per riportare l’at- di vista interessanti sono fuse nell’attua- Dove risiede questa sconfinata tenzione su ciò che è facilmente per un pubblico C'è stata una le Gruppo UBS. raccolta? Quanto di questo è nel- riconoscibile e interpretabile a tut- sia locale sia in- breve ripresa dei L’incorporazione le vostre sedi italiane? ti, esattamente come la musica del ternazionale, in volumi di fatturato di Paine Web- Negli uffici dove lavoriamo e ri- pianista nei film western riporta arrivo a Milano ber nel 2000 ha ceviamo i nostri clienti: circa 720 l’ordine nel caos del saloon. per Expo. tra 2009 e 2011, seguita contribuito in uffici in 54 Paesi nel mondo. Que- da una stagnazione modo notevole sto sicuramente contribuisce a un Continua, anche con questa Don’t shoot che ne ha bloccato all’acquisizione ambiente di lavoro stimolante ma mostra, il rapporto con France- the painter sarà la risalita di importanti ar- rende particolarmente sfidante sco Bonami. Come si è costituito l’unico evento ar- tisti della fine del il lavoro di un curatore che deve questo sodalizio? tistico che avete in XX secolo. Oggi selezionare le opere per una mo- Il sodalizio con Francesco Bo- programma durante il la collezione stra temporanea! I criteri di sele- nami è stato per noi fondamen- semestre di Expo a Milano e comprende cir- zione delle opere per le diverse tale: abbiamo avuto la possibilità in Italia in generale? ca 30mila opere – principalmente sedi UBS tengono anche conto del di coinvolgere un grande curatore, Sì. Questa mostra per noi è bi-dimensionali: dipinti, fotogra- contesto e della sensibilità locali. esterno e indipendente, capace molto importante e abbiamo volu- fie e disegni – di artisti celebri ed Per questo nelle nostre nove sedi di guardare con occhio critico e to concentrare la nostra attenzio- emergenti dagli Anni Sessanta ad italiane abbiamo circa 120 opere, attento alla nostra vastissima col- ne e i nostri sforzi su di essa e sulla oggi. Poiché la contemporaneità è quasi interamente concentrate lezione per selezionare le opere GAM, per farla al meglio. Si tratta il suo focus, la collezione è costan- sulla fotografia dei più grandi pa- più interessanti da offrire al pub- infatti della più ampia mostra di temente alimentata da acquisizio- esaggisti italiani: Ghirri, Iodice, blico in un percorso espositivo opere della UBS Art Collection ni di opere eseguite negli ultimi Barbieri, Basilico, Vitali, solo per coerente e stimolante. La scelta mai realizzata al mondo, con oltre dieci anni, mentre opere non più citare i più celebri.

ATTUALITÀ 59 60

REPORTAGE Singapore è in continua trasformazione, intenta a soddisfare i clienti del turismo del lusso, dei casinò, della Formula 1 e della finanza. Da qualche anno è diventata anche palcoscenico per artisti provenienti dall’area asiatica e pacifica, condotti dalle loro gallerie a caccia di clienti facoltosi. Ecco il reportage fotografico dell’art advisor Antonella Crippa, che ci racconta le sue dodici ore nella città più ambiziosa dell’Asia.

Cresciuta vertiginosamente nell’ultimo decennio, consi- derata da migliaia di expat americani ed europei la città in cui si deve vivere per avere successo, nel 2015 Singapore festeggia il giubileo dell’indi- pendenza dall’Inghilterra. Il Marina Bay Sand Hotel è il sim- bolo di una città che cambia a ritmo vorticoso, indifferente alla conformazione naturale della baia e alle preesisten- ze storiche del vecchio porto, fondato da Stamford Raffles nel 1819. Inaugurato nel 2011 su progetto di Moshe Safdie e Peter Walker, l’hotel è stato, lo scorso gennaio, la sede di Art Stage Singapore. Il pay off del- la fiera, We are Asia, spiegava bene il ruolo che la città vuo- le occupare nella geografia del mercato dell’arte. Alla fie- ra erano presenti, tra gli altri, Krinzinger, Perrotin e White Cube. L’Italia delle gallerie era rappresentata da Contini e Of- ficine dell’Immagine. SINGAPORE WE ARE ASIA Tra le costruzioni sorte negli ultimi anni c’è il ParkRoyal on Pickering, “hotel-in-a-garden” costruito dallo studio WOHA e insignito nel 2011 del Solar Pioneer Award e nel 2012 del Green Mark Platinum Award, riconoscimenti che premiano edifici con tecnologie sosteni- bili per migliorare l’efficienza energetica e idrica. Vasche, giardini pensili, serre, pareti verdi, condizionamento, tutto alimentato anche da pannelli solari. L’edificio è particolar- mente impressionante se visto dal basso. Si trova ai margini di Chinatown, quartiere della città dove pullulano ristorantini e botteghe cinesi, che si alter- nano a sterminati centri com- merciali, brulicanti di persone e odori. Un mix confuso che contrasta con gli ordinati e co- lorati serbatoi per le piante del grattacielo, miraggi di poesia e aria pulita. REPORTAGE 61 62 REPORTAGE

Il museo d’arte più importan- te della città, il Singapore Art Museum o più comunemente chiamato all’occidentale SAM, è ospitato in una ex scuola cattolica per ragazzi, il St. Jo- seph, che dal 1987 ha cam- biato sede. La ristrutturazione, firmata da Wong Hooe Wai, ha rispettato la struttura origina- ria, le belle porte grigie delle aule e la divisione di ali. A fian- co alle sale sull’arte del Nove- cento e in particolare su quella calligrafica cinese, ampi spazi sono dedicati all’arte contem- poranea. Il museo ha una nuo- va ala, il 8Q SAM, aperta molto recentemente e usata soprat- tutto per l’arte contemporanea ad alto tasso tecnologico. Altro luogo da non perdere è il NTU Centre for Contemporary Art. Il SAM ha appena ospitato il Signature Art Price organizzato ogni tre anni dalla Asia Pacific Breweris Foundation, charity istituita nel 1994 dalla Hei- neken Asia Pacific. Quest’anno, i quindici finalisti sono stati se- lezionati da una giuria compo- sta da Feng Boyi, Luckana Ku- navichayanont, Susie Lingham, Chris Saines e Pooja Sood. Tra gli altri, interessante il lavoro fotografico di Yao Jui-Chung + Lost Society Document (LSD) di Taiwan sulla recente tra- sformazione dell’architettura e del paesaggio di archeologia industriale della loro città, e quello di Arin Rungjang, Gol- den Teardrops (2013), una in- stallazione accompagnata da un video realizzato dall’artista tailandese sulla preparazione di un dolce dalla storia antica, portoghese-bengalese-giap- ponese, esploso sotto forma di lacrime d’oro sospese sul telaio di legno di una casa tra- dizionale. REPORTAGE 63 Abbonati ad Artribune Magazine AbbonAmento per ItAlIA ed europA 6 numeri + eventuali numeri speciali \ posta prioritaria: 39€ / anno

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txt: martina gambillara Il 2015 rappresenta l’anno della celebrazione del centenario della nascita di Alberto Burri – avvenuta il 12 marzo 1915 a Città di Castello – attraverso una serie di iniziative nazionali e internazionali volte a ricordare il suo ruolo all’interno dell’arte del XX secolo. Un anniversario anticipato da eccezionali risultati e prezzi da record nelle aste di febbraio 2014 a Londra, come quelli per due opere della sua celebrata serie Combustioni. Combustione Plastica del 1960-61 ha segnato il nuovo record personale con la cifra di 4,6 milioni di sterline, mentre il giorno seguente Ros- so Plastica del 1963 è stato venduto a 3,6 milioni. Il precedente record risaliva al 2011, per un’opera della stessa serie (Combustione Legno del 1957), battuta a 3,1 milioni. Burri è infatti tra i protagonisti di un mercato molto richiesto a livello internazionale, decentrato su Londra per le vendite all’incanto ma che continua a far riferimento al nostro Paese come principale bacino di raccolta dei lavori più importanti. Il mercato di Alberto Burri nel 2014 ha registrato un fatturato di 16,9 milioni di euro – contro i 12,4 milioni dell’anno precedente –, l’86% del quale è stato totalizzato a Londra, sebbene a parità con l’Italia per il numero di opere vedute (dati Artprice). Prendendo in considerazione il periodo dal 2000 a oggi, in Italia sono state vendute 372 opere contro 174 in Regno Unito. Ma a un maggior numero di transazioni non corrisponde però una tendenza simile in merito al fatturato: Londra infatti raggiunge ben 52 milioni di euro con le vendite in asta, mentre l’Italia si ferma a 21 milioni. Nello stesso perio- do, negli Stati Uniti si verificano vendite per un valore di 1,8 milioni di euro, dimostrando dunque uno scarso interesse verso l’artista. In generale, il numero dei lotti venduti e il fatturato di Burri hanno subito una lenta ma costante crescita fino al 2007, seguita da una contrazione soprattutto nel 2010, a cui però non ha corrisposto un aumento di lotti invenduti. Ciò significa che, in periodo di piena crisi globale, si è cercato di proteggere il mercato dell’artista per evitare un abbassamento delle quotazioni. Nel 2010, sei lotti

66 RUBRICHE venduti nel Regno Unito hanno totalizzato 2,3 milioni di euro, contro 24 opere in Italia per un totale di 1 milione. Da questo momento in poi ASTA LA VISTA di SANTA NASTRO si rende ancora più evidente l’evoluzione della geografia del mercato di Burri, che trova la sua fortuna nella principale piazza europea, fino ad ZENG FANZHI. CINQUANT’ANNI ED ESSERE AL TOP arrivare a oltre 14 milioni nel 2014. Nell’ultimo Ha solo cinquantuno anni, viene dalla triennio, infatti, Londra rappresenta per la prima Cina centrale, da Wuhan, che della pro- volta oltre la metà delle transazioni e la quota di vincia di Hubei è la capitale. Si chiama mercato dell’Italia crolla al 40%. Zeng Fanzhi e in Oriente – e non solo – è una vera star delle aste. Tanto che Tra gli eventi principali organizzati per il cente- solo lo scorso anno ha raggiunto un fat- nario, la grandiosa retrospettiva al Guggenheim turato di oltre 59 milioni di euro. Museum di New York (dal 9 ottobre 2015 al 6 Pur non facendo politica, il suo lavoro è gennaio 2016), che mira a far conoscere al pub- intriso dell’immaginario culturale rivo- blico americano le serie di opere meno popolari luzionario e della Cina di Mao, dell’ha- bitat in cui è cresciuto, reinterpretato oltreoceano, come Muffe, Cretti, Cellotex, Bian- attraverso le emozioni personali del chi, Legni e Ferri [nella foto: Ferro SP, 1961 – maestro d’Oriente. La sua fortuna corrisponde all’ascesa e all’interesse guadagnato dall’arte cinese GNAM, Roma – photo Antonio Idini – courtesy nel primo decennio del nuovo millennio. Ministero per i Beni e le Attività Culturali]. In questa congiuntura favorevole, il suo lavoro guadagna risultati record a Londra, negli Stati Uniti e na- turalmente a Hong Kong, dove nell’ottobre 2013, da Sotheby’s, la sua Ultima Cena (2001 [nella foto]) Curata da Emily Braun, The Trauma of – una rivisitazione del capolavoro di Leonardo da Vinci – raggiunge addirittura i 23 milioni di dollari. Painting raccoglie un centinaio Le cronache dell’epoca parlano di una stima iniziale di 10 milioni per il lavoro acquistato e poi venduto dal Barone e dalla Baronessa Guy e Myriam Ullens de Schooten. Un record, questo, che lancia il lotto di opere provenienti da colle- nel gotha dei quindici migliori risultati per l’arte contemporanea e che ha ulteriormente rinfocolato zioni private e pubbliche, non- l’interesse per l’arte asiatica. ché dalla Fondazione di Città Se il 2014 non è stato è stato generoso come il precedente, ha comunque confermato uno status, bat- tendo molte delle sue opere per cifre tra il milione e i tre milioni di dollari sulle piazze di Londra, New di Castello, per creare un percorso volto a York e Hong Kong. Dove, insieme alla Cina, ça va sans dire, si concentra il mercato di questo artista mostrare la complessità e la varietà nell’utilizzo molto amato anche negli Stati Uniti e nell’area franco-anglofona d’Europa. dei materiali da parte dell’artista che influenzò E in Italia? Lo abbiamo visto quattro volte. Nel 2005, quando ancora non era una stella del mercato, profondamente non solo l’Arte Povera, ma anche presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, nel 2008 per la mostra 21st Century China: Art between Identity and Transformation al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2009 alla Biennale di l’Espressionismo Astratto americano e l’Informa- Venezia e infine, sempre in laguna, nel 2011 a Palazzo Grassi nell’ambito della mostra The World le europeo. Proprio nella patria di Rauschenberg Belongs to You. si cercherà di far emergere l’importanza che Bur- ri ebbe sull’artista americano, il quale creò i pri- mi Combine Paintings solo dopo aver visitato lo studio dell’artista italiano in via Aurora a Roma. Nel 2013, già all’annuncio, la retrospettiva aveva EMER-GENTE di MARTINA GAMBILLARA contribuito a far registrare quotazioni record per l’artista, tra cui un importante risultato per l’ope- È QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA ra Sacco del 1952, venduta a 2,9 milioni di euro. Non mancano importati iniziative in territorio My East is your West è un proget- nazionale, con epicentro nella Fondazione to che unisce a Venezia, nei giorni della 56. Biennale d’Arte, Shilpa situata a Città di Castello, che propone convegni, Gupta (Mumbai, 1976) e Rashid attività didattiche, aperture straordinarie fino Rana (Lahore, 1968), a testimo- alla primavera del 2016. L’anno di Burri è stato nianza della tragica divisione tra già avviato lo scorso autunno con la suggestiva India e in due Stati nemici, mostra nel Museo Civico di Sansepolcro, in cui dopo secoli di convivenza tra indù sono state affiancate quattro opere dell’artista e musulmani. Entrambe le nazioni con capolavori di Piero della Francesca, per la non hanno mai avuto una presen- za costante alla storica manifesta- cura di Bruno Corà. Vicina a Città di Castello, il zione veneziana, nonostante siano giovane Alberto Burri si recava spesso a Sanse- caratterizzate da una vivace scena polcro, dove studiava le opere di Piero, da cui artistica interna, che però non trova ancora il sostegno governativo nella promozione internazionale. trasse l’equilibrio perfetto delle sue composizio- L’india ha partecipato per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 2011, senza tuttavia tornarci ni. nell’edizione successiva. Il Pakistan, invece, non ha mai avuto un padiglione nazionale. L’unica appari- Tra gli interventi più importanti, il restauro e zione fu nel 2009 grazie alla partecipazione a un evento collaterale intitolato East-West Divan insieme il completamento del Cretto di Gibellina, la a Iran e . India e Pakistan non condividono solo un confine, ma anche un passato e una cultura comuni, che i grande opera realizzata tra il 1984 e il 1989 che, due artisti mirano a ri-tracciare attraverso le loro opere site specific e a porre quesiti che muovono come un immenso sudario, avvolge le rovine dall’antichità alla modernità coloniale, fino al presente conflittuale e cosmopolita del subcontinente. del terremoto del 1968 che distrusse la cittadina Rashid Rana e Shilpa Gupta sono artisti riconosciuti a livello internazionale già dai primi anni 2000, siciliana. I progetti percorrono da sud a nord la presenti nelle più importanti collezioni di arte del sud-est asiatico e scambiati principalmente sulla Penisola. A Milano la ricostruzione del Teatro piazza londinese. Gupta lavora con diversi media, tra cui video, installazione e performance. La sua Continuo, la piattaforma scenica progettata per opera 1:14.9 del 2011-12, una rappresentazione poetica della divisione geopolitica di India e Pakistan, il Parco Sempione e demolita nel 1989. In corso è stata acquisita dal Guggenheim. Tra le ultime mostre, le personali al Kiran Nadar Museum of Art di Nuova Delhi e al Kunstnemes Hus di Oslo, e la collettiva presso l’Asia Society, Hong Kong Center. Rana la lavorazione di un film a lui dedicato, aperto [nella foto: Crowd Series #1, 2013] critica gli stereotipi negativi che riguardano la figura femminile, da una scena ambientata nel campo di prigionia dalla mercificazione sessuale della fotografia commerciale al modo di indossare il burqa. Quest’ulti- texano di Hereford nel 1943, momento in cui mo è il soggetto della più fortunata serie dell’artista, intitolata Veil, che ha raggiunto le quotazioni mag- Burri decise di abbandonare la medicina per giori in asta e il top price di 538mila dollari nel 2008 a Londra. Nel 2014 la Lisson Gallery di Milano ha dedicarsi all’arte. dedicato una personale all’artista pakistano, le cui opere più importanti si attestano oltre la soglia dei Infine, la nuova edizione delCatalogo Generale 100mila dollari. Gupta invece è ancora al di sotto dei 20mila, sebbene in crescita già dal 2013. in sei volumi (Petruzzi Editore), a cui la Fonda- Il progetto ospitato a Palazzo Benzon è ideato e curato da Feroze Gujral, fondatore e direttore del- la Gujral Foundation, organizzazione non profit nata nel 2008 a supporto delle arti contemporanee zione sta lavorando da anni, che documenta il nell’Asia meridionale e rivolta alle iniziative internazionali. Il progetto si avvale della consulenza nel- suo percorso dal 1945 al 1995, comprendendo la curatela di Natasha Ginwala, di Martina Mazzotta e del comitato scientifico formato da Richard per la prima volta anche scultura e grafica, sce- Armstrong, direttore della Fondazione Museo Solomon R. Guggenheim, e da Amin Jaffer, direttore nografia e architettura. internazionale di arte asiatica di Christie’s.

MERCATO 67 DAVID FOSTER WALLACE UN RICORDO A COLORI

txt: sara boggio “Ho visto completi fucsia e giacche rosa mestruo e scaldamuscoli viola e marroni e mocassini bianchi senza calzini”, scriveva David Foster Wallace (Ithaca, 1962 – Claremont, 2008) a proposito di una crociera extra-lusso nei mari caraibici, in mezzo a “intensità di blu oltre il blu più limpido che si possa immaginare”, e in compa- gnia della specie di turisti più viziata e peggio vestita d’Occidente. Una cosa divertente che non farò mai più è una cronaca di viaggio impietosa ed esilarante, come tutti i suoi servizi da inviato speciale. Che sono veri e propri reportage antropologici. Ma anche fotografie, ad altissima definizione, di persone e cose, sotto cieli che variano dalcolor “ acciaio a basso tenore di carbonio” al “colore di un paio di jeans usati”, tra facce “color bistecca al sangue” o dall’“abbronzatura terrigna”. Il database di tinte che colora la scrittura di Wallace, e che nei romanzi si apre a uno spettro cromatico ancora più esteso (e potente), è il corrispettivo di una tavolozza: impressionista, espressioni- sta e/o surrealista, usata con la padronanza tecnica di un fiammingo e lo sguardo affilato di un iper-realista. Eppure Wallace, come quei due o tre pilastri a secolo che riescono a incidere sull’impal- catura culturale del tempo proprio e a venire, e che non cavalcano l’onda dell’accessibi- lità immediata, intimidisce. Intimidisce anche la sua scomparsa, che si dice prematura o tragica pur di non citare il suicidio con il suo velo di stigma. E quindi capita che sullo statuto di genio attribuito all’autore e di capolavoro al suo lascito siano tutti d’accordo, ma per sentito dire: Infinite Jest, in questo senso, è forse il libro di culto più citato di fine millennio e il meno letto. Un omaggio (inatteso, vista la cornice) è stato reso a Wallace l’anno scorso dalla Biennale del Whitney di New York. Presi in prestito dal Ransom Center dell’Università di Austin, Texas (che ne conserva tutto l’archivio), e sistemati in un paio di teche del quarto piano, erano esposti dei manoscritti: una serie di note per l’intervista a Federer (apparsa sul New York Times nel 2006) e diverse pagine dell’ultimo romanzo, Il Re Pallido, incompiu- to e pubblicato postumo, nel 2011. Fogli di brutta. Dall’aspetto particolarmente sobrio

68 RUBRICHE dopo centinaia di metri quadri di stimoli visivi e sonori da biennale, ma del tutto ap- propriati all’occasione, se il punto del Whit- STRALCIO DI PROVA di MARCO ENRICO GIACOMELLI ney è valutare lo stato dell’arte in America (e magari mostrarlo in buona salute). IL FASCINO SUBLIME DEL SUMO Del resto, tornando al lessico cromatico di Wallace e pensando a quanto è colorata Protagonista di questo Stralcio di prova è un viterbese classe 1974, Giorgio la sua prosa, i suoi libri si addicono alla Nisini. Mentre protagonista del suo quarto romanzo – che chiude la Trilogia dell’incertezza composta da La demolizione del Mammut (2008) e La città di perfezione alle arti visive. A partire proprio Adamo (2011, selezionato per il Premio Strega), dopo l’esordio con Quello dall’opera che esercita la più severa selezio- che non so (2006) – è un quadro e la ricerca del suo autore. ne all’ingresso: Infinite Jest. Non è un caso Il dipinto raffigura, ed è il titolo del libro, una Lottatrice di sumo (Fazi, pagg. che ad accorgersene siano state due artiste: 316, € 18). Un’immagine dipinta con grande sapienza tecnica, ma dal sogget- Corrie Baldauf, americana di base a De- to scostante; una bellezza dunque sublime è racchiusa in un quadro che così Nisini descrive nei suoi contenuti: “Quando finalmente l’immagine fu libera troit, e Barbara Balfour, canadese di base dall’imballo mi resi conto che quel rosa non era altro che il colore di una pelle a Toronto. Casuale, invece, la folgorazione nuda. Apparteneva a una donna grassa e deforme che si teneva in equilibrio di entrambe per i colori di Infinite Jest (non- sulle gambe piegate; aveva braccia enormi, il seno enorme, uno stretto costu- ché l’assonanza linguistica tra i cognomi). me nero che tentava invano di contenere il sovrabbondare di grasso. Il vero cuore del quadro era però il viso, che mi colpì non solo perché sproporzionato Baldauf non era una devota di Wallace, e rispetto al resto del corpo, più piccolo e longilineo, ma anche per l’espressione per affrontare le oltre 1.200 pagine del libro insieme disperata e feroce, come quella di un animale che sta per sferrare si è inventata un escamotage: concentrare l’attacco conclusivo a un nemico molto più forte di lui”. l’attenzione sulle parole che indicano i co- Dall’altra parte c’è invece un artista sciamano (non pensate a un modello à la Joseph Beuys, piuttosto a un Hermann Nitsch al quale abbiano sottratto il lori e segnalarle con un post-it dalla tinta lato creepee e iniettato una buona dose di spiritualità preveggente) e la di lei figlia, ovvero Massimo Golemi detto corrispondente (Infinite Jest Project: Phase Golem e Olga, Golemi naturalmente. 1, 2014 [nella foto]). L’espediente ha funzio- Semplice come un’addizione elementare, la questione sta tutta nel capire se l’uno – il quadro – appartiene, dal nato anche oltre il previsto. Conclusa la pri- punto di vista autoriale, al secondo – il pittore-sciamano. E non è così semplice, perché il dipinto non è firmato né tantomeno esiste un’autentica. Si intrecciano allora due vite almeno, quella del possessore dell’opera e quella del- ma lettura, ha subito ricominciato da capo, la figlia dell’artista, in una serie di incontri intorno ai quali si muovono personaggi e situazioni (passate e presenti) questa volta per fare una mappatura tema- che ammantano il romanzo di un’aura a tratti sapienziale, una sorta di Bildungroman per la mezza età alleggerito tica e cronologica (Only Only: Phase 2 of the e reso più appetibile da una lieve componente giallistica. Infinite Jest Project, 2014). Nel frattempo Troppe cose insieme? Forse sì. Il romanzo resta tuttavia molto godibile, e regala alcune caratterizzazioni che ha iniziato a postare su Twitter le sue an- potrebbero sembrare esagerate, ma che rispondono perfettamente alla realtà. Chiunque conosca un minimo l’ambiente dell’arte, ad esempio, non potrà che sorridere amaramente leggendo le descrizioni comportamen- notazioni, trasformando il raccoglimento tali relative al critico Ernesto Del Monte: “Mi chiesi fino a che punto mi potessi fidare di lui, quanto la scoperta di della lettura in un dialogo che ha chiamato quest’opera potesse solleticare la sua ambizione”. Se poi ci mettiamo pure la gestione a dir poco anomala dell’e- a raccolta migliaia di lettori di Wallace. redità – in termini di opere – di Golem da parte della figlia, e delle diatribe fra quest’ultima e il suddetto critico… beh, o Nisini ha un buonissimo intuito, o segue da vicino le cronache dell’arte contemporanea (la sua passata Pura polifonia post-moderna. collaborazione con la GNAM di Roma fa propendere per la seconda ipotesi). Per l’artista, un’esperienza Basta che non scriva più di una crocchia di capelli “fermata da un fermaglio” e continueremo a seguirlo con di profonda “intimità digita- attenzione. le”, che non si sarebbe mai aspettata dalla comunicazio- ne a 144 caratteri del social. FEDEX di MARCO ENRICO GIACOMELLI E ora Baldauf è al terzo atto, per fare il tracciato dei nomi. UNGARETTI CRITICO D’ARTE Barbara Balfour, prima di immergersi nella lettura, ha dovuto superare un momento di Tra dicembre 2014 e febbraio 2015, la Galleria Biffi Arte di Piacenza ha ospita- to una mostra collettiva che raccoglieva opere di autori come Giacomo Balla rifiuto dovuto allo status di culto da cui il e Umberto Boccioni, Corrado Cagli e Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà e libro era circondato quando è uscito. Poi è Giorgio de Chirico, Piero Dorazio e Jean Fautrier, Renato Guttuso e Ottone semplicemente arrivato il momento giusto, Rosai, Scipione e Ardengo Soffici, e l’elenco potrebbe continuare ancora a lun- e siccome le parole di Wallace impongono go. Cosa, o meglio chi, li accomunava? Giuseppe Ungaretti. La mostra, dal titolo Ungà. Giuseppe Ungaretti e l’arte del XX secolo, costituiva continui arresti al flusso narrativo, lei ha infatti la prima parte di un progetto che comprende anche un libro omonimo, iniziato ad annotarle e ne ha concepito, edito da Nomos di Busto Arsizio (pagg. 136, € 14,90). Entrambi, mostra e volume, a sua volta, un libro (The Inkiest Black, curati da Angela Madesani [firma che ritrovate in queste pagine, nella rubrica 2014), dove sono riportati elenchi di voca- di fotografia e nell’intervista a Carla Pellegrini]. Perché dunque parlarne in questa rubrica? In fondo, il libro è un prodotto ben boli (Long List) e di colori (Qualified Colors, confezionato, ma da sé non giustificherebbe questa rilevanza. Il fatto è che si trat- White, Black). E dunque, oltre a innamo- ta nientemeno che di un addenda al Meridiano che Mondadori dedicò, nel 1974, rarsene, che cosa ci fa un’artista visiva con a Saggi e interventi dello stesso Ungaretti. Un tomo fondamentale per conoscere un “rosa osceno”, un “verde indeciso”, un l’anima non strettamente poetica di Ungà (come lo chiamava Fautrier), questo è “arancione da disfacimento autunnale”, con fuori di dubbio, ma che ahinoi non comprende i suoi numerosi scritti dedicati all’arte. Insomma, qui si tratta di colmare una lacuna non da poco, con pagine pubblicate fra il 1926 e il 1968 su riviste, quotidiani e cataloghi di il “rosso polveroso del fuoco attraverso il mostre che non sono certo di facile reperibilità. fumo” o con il “colore sottilmente triste del E così si riesce pure a ricostruire agevolmente una parte importante della figura di Ungaretti, che al rapporto con primo pomeriggio invernale”? Li traduce in le arti visive e con gli artisti ha dedicato moltissimo, come rammenta la stessa Madesani nelle pagine introduttive pigmenti, ovviamente. Così ha fatto Balfour al volume. Si comincia dunque nel 1912, quando Ungaretti è a Parigi, a stretto contatto con quell’ambiente d’a- vanguardia che rese la capitale francese un luogo magico per almeno un paio di decenni. E la storia prosegue, con le sue strisce di colore steso a spatola, punteggiata da inevitabili aneddoti, con il poeta che vive nello stesso stabile in cui c’è lo studio di de Chirico, che come nei campionari per tintometro. però è costretto ad abbandonarlo e a lasciare pure le sue tele; solo grazie a Ungaretti non finiscono al mercato Però nemmeno lei è sicura di aver chiuso i delle pulci, ma nelle mani di André Breton. E ancora, nel breve e colto testo della Madesani si racconta di questo conti con Infinite Jest. Una forma di dipen- amore per l’arte che prosegue anche a Roma, e del sodalizio con la Scuola di via Cavour, fino al sostegno nei confronti di Mario Schifano. denza, suprema ironia del titolo, misteriosa E poi, e poi ci sono i testi di Ungaretti. Dagli stili molteplici, dal più lirico al più graffiante. Giusto un passo, datato alchimia tra parole e colori? È evidente che 1927: “Un vizio portato dalle idee romantiche è quello di chiamare a giudice il pubblico. Chi è il pubblico? Chi è per capire non basta leggere: bisogna vede- costui? Questo testone sapientissimo, questo gusto squisito, quest’assoluta probità dov’è? Eppure ci sono editori, re le parole. E allora “sarà come passare dal direttori di giornali, critici che vi dicono: ‘È roba che non va per il pubblico’. Non vi dicono: ‘Per il mio gusto non va; per l’indirizzo estetico o morale che voglio dare al mio pubblico, non va’”. bianco e nero al colore”, direbbe giustamen- te il Re pallido. @megiacomelli

EDITORIA 69 OGGETTI ALIENI

txt: valia barriello Si sono finti oggetti semplici, con la medesima funzione dei loro predecessori, hanno arricchito, modello dopo modello, la gamma di prodotti esistenti e si sono fatti strada, a colpi di innovazione, nel va- sto mondo della conservazione e preparazione del cibo. Stiamo parlando degli elettrodomestici, prodotti oggi indispensabili ma fino al secolo scorso elementi alieni che hanno guadagnato a pieno titolo un posto nella storia del disegno industriale. È proprio agli elettrodomestici che la T riennale di Milano ha deciso di dedicare l’ottava edizione del Triennale Design Museum con la mostra Cucine & Ultra- corpi (dal 9 aprile 2015 al 21 febbraio 2016) a cura di Germano Celant in stretta collaborazione con Silvana Annicchiarico, il cui titolo si ispira al libro del 1955 di Jack Finney, L’invasione degli ultracorpi, e all’omonimo film (1956) di Don Siegel. Non è una scelta casuale, quella di voler dedicare un approfondimento al mondo del cibo: è infatti il tema portante dell’evento dell’anno, Expo, intitolato Nutrire il pia- neta. Energia per la vita. Ma è una scelta intelligente lasciare sullo sfondo, per una volta, il rumore dello sciame causato dall’alimento in sé, diventato negli ultimi anni imperante sotto più sembianze. È un piacere, ma soprattutto una vera scoperta esperienziale, capire come questi elementi “cospiratori” hanno

70 RUBRICHE conquistato spazio nelle cucine italiane fino a rendersi indispensabili. Il percorso espositivo di Italo Rota, con il PICK-A-PACK di GINEVRA BRIA supporto grafico di Irma Boom, guida lo spettatore attraverso i quattro elementi: acqua, fuoco, terra, aria e tutti i sensi, non AZIENDA AGRICOLA CLEMENTINA. NOIR DU BOIS senza prima averlo messo in guardia sul fatto “La Lombardia, la Valle del Ticino e il suo che la cucina costituisce uno dei luoghi più parco naturale sono la nostra terra. Fontanili, pericolosi della casa. sorgenti, dighe, cascine, mulini, risaie, pioppi Si parte dall’ e dalle cucine delle non- e prati sono il nostro sguardo”, si legge alla acqua prima riga di un piccolo testo che, stampa- ne, con i frigoriferi dei primi modelli Fiat, to sul retro di cubi sezionati di cartoncino, degli Anni Cinquanta, passando per il Milio- accompagna conserve e mieli, in barattoli ne di Ignis del 1962, per arrivare nelle nostre dalla capienza soppesata. “La Cascina Cle- cucine con il modello frigorifero-lavagna mentina e gli uomini che ci lavorano sono la nostra casa. Noi siamo frutto di declivi dolci Chalk Chalk di Antonio Villas per Ardo e di lembi boschivi simili a quelli delle grandi (2008). foreste alluvionali dell’Europa, come erano Si passa attraverso il fuoco con i piani cottura prima dell’uomo. Noi respiriamo la stessa e il modello di Tecnomasio Italiano Brown aria di specie altrove scomparse o estrema- Boveri del 1949 fino al design di Smeg [nella mente rare: di olmi, robinie e fiori acquatici; di biancospini, noccioli ed erbe medicinali. foto: Studio Piano Design, P705ES, 1998] o Lontano dalle grandi città, nel mezzo del blu il sistema modulare a induzione di Foster. e del verde, i nostri fiori nascono da una cura La terra occupa un tema sensibile di attualità per la perfezione e dai sapori di una natura intatta. Noi siamo i frutti di un luogo in cui ancora esiste il confine come lo smaltimento dei rifiuti, su cui molte tra natura e civiltà, tra realtà e fantasia, anche se attorno, per le strade che ci circondano, si trovano solo campi, torri di avvistamento e castelli”. aziende stanno proponendo soluzioni inno- Attraverso questa breve presentazione, abilmente nascosta dalla superficie di spessa cellulosa, i frutti unici vative, come le compostiere del gruppo Sar- di una terra a tratti dimenticata, dall’interno, raccontano luoghi e origini d’appartenenza. All’esterno, invece, tori Ambiente, o come Gabriele Fiocco e le l’elegante spaziatura di squadrate confezioni in legno di balsa annerito circonda due, quattro oppure otto compostiere costruite con materiali di riciclo. contenitori di vetro, che mantengono sottovuoto mostarde, confetture e mieli. Dal 2014 AAC ha curato, inoltre, I sensi iniziano a essere invasi e l’udito viene anche una linea di dieci tisane erboristiche, pensate come accompagnamento ulteriore al momento quoti- diano di consumo di frutta in conserva. colpito per primo da tutti i piccoli elettrodo- La storia dell’Azienda Agricola Clementina, stanziata a qualche chilometro da Abbiategrasso, nasce nei primi mestici rumorosi, da Frullo, primo frullatore Anni Zero. Uno fra i più importanti imprenditori del banqueting di alto livello in Italia decide di comprare al- prodotto in Italia nel 1954, a Grimi del 1957. cuni terreni nel proprio Comune di origine, includendo una piccola magione di una vecchia, ormai decaduta In mostra i modelli storici di Mendini per azienda agricola: la Clementina. A partire da quel momento, grazie alla selezione di diversi agronomi, su determinate parcelle dei terreni della Clementina si coltivano, in apposite serre, frutti di bosco. More, mirtilli, Philips e Alessi e il tostapane di Gae Aulenti fragole e lamponi, selezionati tra centinaia di varietà. Oggi AAC ha avviato una produzione esclusiva di pro- per Trabo nel 1997: Toast. Ma non è tutto, dotti a tiratura limitata, attualmente riservata a pochi clienti prescelti. perché la sezione aria mostrerà dalle cappe Grazie ad un riposizionamento dell'immagine a opera di A-Septica, agenzia di comunicazione e strategic- di Faber al prototipo di Gaetano Pesce per architecture, a partire dal 2013 enigmatici barattoli in vetro svelano lateralmente la grana e la consistenza dei Elica (Pescecappa), mentre tatto, olfatto e vi- frutti veri della terra. Mentre un ventaglio cromatico, che spazia dal giallo per i mieli al rosso per confetture o mostarde di fragola, emerge mettendo in risalto le superfici nere e il logo, a prima vista ermetico, in realtà sta saranno coinvolti da altrettante macchine. segno astrale del Sole. Un cerchio pieno circondato da una circonferenza, ancora una volta segno ritrovato di Tutti questi strumenti sono un regno di natura. stati ideati dall’uomo per faci- litare e agevolare il momento della preparazione del cibo e di GIULIA ZAPPA la sua conservazione, mettendo al L’AZIENDA primo posto la funzione che svolgono, ma senza mai tralasciare la forma, la scocca, il ATIPICO. DESIGN PRÊT-À-PORTER design. Nel secondo dopoguerra la diffusione dell’e- Che il good design sia passato di moda? A giudicare dalle intenzioni lettrodomestico è stata possibile grazie ad che portano alla nascita di Atipi- aziende illuminate come Girmi, Electrolux, co, giovane brand rigorosamente Fiat, Ignis, che hanno investito su designer made in Italy, dovremmo pensare quali Joe Colombo, Vico Magistretti, Angelo di sì. Il nome, con la sua vocazio- Mangiarotti, Luca Meda, Marco Zanuso, che ne al distinguo, è una vera e pro- pria dichiarazione d’intenti, quella hanno progettato forma ed ergonomia di che rivendica il direttore creativo questi corpi inizialmente alieni per renderli Gianluca Corbari, co-fondatore sempre più riconoscibili e vicini ai nostri gu- del marchio con i fratelli Enrico e sti. Oggi per noi è impensabile immaginare Maurizio: arredi e complementi una cucina senza questi ultracorpi o ipotiz- d’arredo devono incarnare quali- tà e bellezza al servizio della vita zare di preparare una cena senza l’ausilio quotidiana. È l’attenzione al conte- di elettrodomestici, ma l’invasione non si è sto, e alle sue esigenze di praticità, ancora fermata. che si pone come buona prerogati- Le innovazioni tecnologiche, le tematiche va, per un design che non sia solo d’immagine ma “for living”, come recita l’headline aziendale. ambientali e sociali spingeranno la ricerca A interpretare questa chiamata alle armi troviamo designer, quasi esclusivamente italiani, appartenenti alla di ingegneri e progettisti sempre più avanti giovane generazione. La loro inclinazione a un linguaggio minimalista non esclude guizzi di carattere: il siciliano Antonino Sciortino plasma il tondino di ferro in volumi plastici, Federico Angi piega gli specchi fino all’invenzione e realizzazione di nuove donandogli spessore (Plissé), Fabio Meliota rivede con tratto asciutto le proporzioni di caraffe e bicchieri. macchine che cambieranno e forse facilite- L’italianità, però, non rappresenta un confine inamovibile (se è vero peraltro che Atipico si prende all’estero ranno il nostro rapporto con il cibo. Avranno le migliori soddisfazioni di fatturato). Basti pensare che l’ultima collezione presentata alla kermesse parigina nuove sembianze, ma non ci sembreranno di Maison&Objet, À table [nella foto], è progettata dai designer di Fabrica per restituire alla tavola la sua più alieni: il design continuerà a fornire loro dimensione cosmopolita e multiculturale, dall’aperitivo di casa nostra al rito del tè in Giappone. sembianze amiche. www.atipiconline.it

@valiabarriello @giuliazappa

DESIGN 71 EXPO 2015 PUNTO E A CAPO

txt: zaira magliozzi Manca poco più di un mese all’inaugurazione di Expo 2015 e, nel momento in cui scriviamo, davanti agli occhi di tutti non c’è un “paesaggio straordinario il cui aspetto ricorda un’isola, ricca di spazi verdi e interamente circondata dall’acqua”. Al suo posto, un cantiere, un enorme, immenso cantiere di oltre 1 milione di mq. Nonostante i quasi 4mila operai e il lavoro 24 ore su 24, sono alte le probabilità di assistere a una cerimonia di apertura con le gru a fare da sfondo. Anche tra gli addetti ai lavori si avverte apprensione, come ha raccontato Michele Molè dello Studio Nemesi, progettista del Padiglione Italia: “C’è grande preoccupazione perché i tempi sono al limite dell’impossibile. Ma questo impossibile lo stiamo realizzando attraverso il contributo di tutti”. Per capire cosa ci aspetterà nei 184 giorni di esposizione internazionale dal tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita è fondamentale interpretare i numeri, conoscere gli archi- tetti coinvolti, analizzando criticamente le scelte fatte e dando uno sguardo ai padiglioni che, almeno su carta, sembrano i più promettenti. Ad oggi sono 145 le partecipazioni ufficiali, tra Paesi, organizzazioni internaziona- li e padiglioni corporate. Questo vuol dire che, idealmente, il 94% della popolazione mondiale parteciperà all’Expo milanese. Un dato interessante è il coinvolgimento delle società interna- zionali: solo sette aziende, in tutto il mondo, hanno deciso di costruire una propria struttura a Milano. Di queste, ben quattro

72 RUBRICHE saranno realizzate o sponsorizzate da brand con base in Cina, con il risultato che in tutta Expo ci saranno più padiglio- PRESTINENZA.IT di LUIGI PRESTINENZA PUGLISI ni cinesi che italiani. Gli altri elementi fondamentali che defi- UN’ESPOSIZIONE ANNACQUATA niscono i contorni di questa operazione sono quelli economici. Dati ufficiali ri- C’era un tempo in cui le esposizioni universali celebravano la modernità. feriscono che l’investimento pubblico è Gli stati nazionali facevano a gara a chi pari a circa 1,3 miliardi di euro – anche avesse il padiglione più moderno e gli se diverse fonti riportano cifre più alte – architetti sperimentali investivano in e il contributo privato è quantificato in questi edifici tutto il loro ingegno. Nell’esposizione di Montréal del 1967, 350 milioni di euro. L’investimento delle ad esempio, Buckminster Fuller co- istituzioni internazionali sembrerebbe struì una delle sue più grandi cupole essere di circa un miliardo di euro, di cui geodesiche. E il 25enne Moshe Safdie disegnò un Habitat di cellule residen- più della metà (600 milioni) è relativo alla ziali [nella foto] realizzate in fabbrica costruzioni di infrastrutture e il restante e giustapposte in loco che avrebbe si riferisce alla loro gestione. Tutto questo dovuto abbattere i costi di costruzione. L’apoteosi dell’idea di un’esposizione per accogliere venti milioni di visitatori universale dedicata a celebrare l’archi- previsti. Numeri contenuti se si pensa tettura della società contemporanea fu all’edizione più costosa e più vista di sem- l’Expo di Osaka del 1970, gestito dall’abile regia di Kenzo Tange. Il giapponese realizzò un’enorme megastruttura pre, quella tenutasi a Shanghai nel 2010, sospesa su soli quattro pilastri e delle dimensioni di circa 100 metri per 200, pari a quattro campi da calcio. Ma anche gli altri progettisti dei 53 padiglioni stranieri e dei 32 nazionali non furono da meno: chi realizzò strutture per cui la città spese quasi 3 miliardi di pneumatiche, chi costruzioni interrate, chi arditi grappoli di capsule prefabbricate. E fra i tanti c’era il giovanissimo euro solo per la costruzione del sito e a Renzo Piano, allora ai suoi esordi. cui parteciparono 73 milioni di visitatori. Oggi, con l’Expo di Milano, siamo lontani da quei tempi eroici. D’altronde è da numerosi Expo che non si vede una concentrazione di padiglioni degni di nota, anche se ci sono state alcune e notevoli eccezioni. Manca un’idea Tantissimi, com’era pre- di futuro che muova gli animi e convinca gli espositori ad abbandonare ciò che attrae perché semplicemente vedibile, sono i progettisti scenografico in favore di ciò che conquista perché profetico. Certo, in questo Expo di Milano all’inizio c’era un’idea bella e stimolante: costruire poco e dare la parola alla italiani coinvolti. Expo è terra e al cibo, sostenendo che oggi per generare progresso occorra fare un passo indietro. L’ipotesi espositiva per molti un’ottima occasio- era però troppo forte e forse poco scenografica; inoltre comportava una cooperazione di intenti fra troppe realtà nazionali ed economiche. E così si è deciso di annacquarla allestendo un Expo piacevole ma lottizzato per pa- ne per lavorare e acquisire diglioni come tanti altri. Dell’importanza del quale forse ci dimenticheremo nel momento in cui saranno chiusi i visibilità internazionale. Tra battenti e si dovranno tirare le somme. questi troviamo diversi studi ad aver otte- www.expo2015.org nuto più di un incarico. Nemesi, oltre al Padiglione Italia, ha progettato anche il @prestinenza padiglione corporate dell’azienda cinese Joomoo; Italo Rota ha lavorato sia al pa- diglione promosso da Vinitaly che a quel- CASE HISTORY di GIULIA MURA lo del ; Piuarch ha ideato l’Edicola della Caritas ambrosiana e il Padiglione Enel; Michele De Lucchi ha lavorato al PADIGLIONE #ITALIA Padiglione Zero (curato da Davide Ram- Palazzo Italia sarà il cardine non solo dell’in- pello) e a quello del grande partner Intesa tero masterplan, ma di tutto Expo, che si Sanpaolo. Non solo. Carlo Ratti Associati preannuncia un semestre caldo, caldissimo. ha progettato il Future Food District, Forse per i tempi, così stretti e affannati, for- se per la sua architettura complessa, sicura- un supermarket Coop e una piazza per mente per la posizione e il significato che esplorare nuovi modi di interazione tra quest’opera di per sé si porta dietro. cibo e persone; a Mario Cucinella è stato Posto lungo il Cardo, il Padiglione Italia sarà commissionato il Padiglione Granarolo, al centro dell’articolazione urbanistica e go- drà della posizione privilegiata che si riser- mentre Antonio Citterio e Patricia Viel va al Paese ospitante, come fosse il fondale hanno messo a punto alcuni lavori per scenico dell’intera composizione. È nato l’accessibilità al sito. seguendo un concept ben preciso: quello E i padiglioni nazionali come hanno in- identitario di comunità che, come nei tipici terpretato architettonicamente il tema? borghi italiani, si riunisce in una piazza in- torno a una serie articolata di volumi più o Le parole d’ordine sono eclettismo e meno connessi. “Un organismo che si svilup- provvisorietà – visto che le strutture pa attorno a questo vuoto come un microcosmo urbano, un progetto osmotico che si apre alla dimensione informa- saranno quasi tutte smontate e in alcuni le”, lo ha definito Michele Molè, padre – insieme a Susanna Tradati, sua socia dal 2004 dello Studio Nemesi – del casi rimontate. Tra i più interessanti, sia progetto vincitore. Una gigantesca foresta pietrificata, costituita da quattro volumi, sei piani fuori terra per un totale di oltre 13mila per il tema che per la soluzione estetica mq [nella foto, l’Albero della Vita al 4 marzo]. Volumi divisi in blocchi funzionali e articolati, appunto, intorno a un adottata, troviamo Austria, Cina, Brasile, grande vuoto centrale: a ovest la zona espositiva, a sud la parte auditorium ed eventi, a nord gli uffici e la rappre- Francia, Israele, Estonia, Inghilterra, Slo- sentanza, a est la zona conferenze e meeting. Il tutto raccordato sotto una grande copertura conica vetrata, per far venia, Emirati Arabi, Polonia. Ognuno, piovere luce naturale nella hall a tripla altezza. a suo modo, ha saputo andare oltre quel Ma la vera innovazione sono i rivestimenti, concepiti come una tessitura fitta di linee di forza e ombre: 900 pannelli tutti diversi, brevettati appositamente da Italcementi e pensati con una tecnologia fotocatalitica e biodinamica, ca- limite implicitamente insito nel concetto pace cioè di “mangiare lo smog”. Un fattore che si aggiunge al fotovoltaico, contribuendo a rendere il Padiglione di padiglione temporaneo, rappresentan- Italia un edificio a emissione quasi zero. do al contempo un carattere nazionale e La scoperta graduale del percorso espositivo e dell’architettura naturale (l’edificio ha radici massicce, grandi fusti internazionale, di tradizione e ricerca. e chiome imponenti) conduce i visitatori su territori inesplorati del gusto e della bellezza: sul rooftop infatti c’è posto per un ristorante di livello, una terrazza panoramica e spazi istituzionali di rappresentanza.

@zairamagliozzi www.padiglioneitaliaexpo2015.com

ARCHITETTURA 73 MILANO OUTSIDE EXPO txt: federica russo UNICREDIT PAVILLION @_federicarusso_ Il nome potrebbe confondere: il nuovo edificio Unicredit che na- scerà nel segno di Expo non ha nulla di temporaneo. Realizzato in isola legno strutturale, punta ad essere un segno architettonico riconosci- bile nell’area di Porta Nuova, all’ombra dell’Unicredit Tower di Ce- sar Pelli. I soprannomi già si sprecano: seme, fagiolo, bozzolo ma soprattutto sellino… La forma sarà sicura- mente inconfondibile, ma si spera che il pun- to forte sia il ruolo di catalizzatore sociale e culturale per cui è sta- to progettato. Un au- ditorium da 700 posti (divisibile in occasione di piccoli eventi), sale espositive, un asilo aziendale per 50 bambini e una zona lounge sul tetto, oltre alla possibilità di proiettare su maxischermi in facciata. Un intervento tra pubblico e privato che promette di portare nuova linfa a una zona già in netta crescita.

Project: Michele De Lucchi Year: 2015 Location: piazza Gae Aulenti Status: in progress Photo: Gianni Penzo & Gabriella Nocera

Parco Sempione

MUSEO ARMANI Brera Da anni dichiara la volontà ferrea di regalare un museo della moda alla città che lo ha visto crescere professio- nalmente, e ora il proposito sembra diventare realtà. Una “Tate tutta bianca”, come ha spesso annuncia- to, sorgerà adiacente al quartier generale della griffe, accanto al Teatro Armani [nella foto] e sempre a firma IULM KTC Tadao Ando. Archivio Il Knowledge Transfer Centre progettato da 5+1AA sta portando ulte- fotografico, collezione riore lustro alla già nota sede dell’università. Il volume basso a sud del permanente legata a complesso ospita aule, laboratori, uffici casa Armani, spazi e spazi per workshop, mentre quello a espositivi temporanei nord, sempre di due piani, conserva gli e un centro di cultu- archivi e le biblioteche tradizionali e si ra e ricerca aperto al connette con l’ingresso e con gli uffici pubblico alcuni giorni a settimana, il tutto in una location sugge- esistenti. L’auditorium troneggia al centro stiva: un ex silos appartenuto agli stabilimenti Nestlè. Poche per del complesso, esibendo forme morbide ora le rivelazioni: l’apertura è prevista per maggio, negli stessi e accattivanti e proponendosi come cen- giorni e nei pressi di quello che sarà il Museo delle Culture di tro multi-culturale per congressi, proie- Chipperfield. zioni cinematografiche ed eventi. Il vero fulcro dell’intervento è però la torre, ele- Project: Tadao Ando mento iconico e ludico, che ospita il cuo- Year: 2015 re pulsante del KTC: l’archivio digitale di Location: via Bergognone tutte le attività dell’università legate alla Status: in progress moda, al cinema e alla comunicazione, un centro di ricerca e studio ma soprat- tutto di sperimentazione. Uno spazio uni- co che ruota intorno a una scala centrale, bizzarro faro arancione nella nebbia, che si propone di essere il nuovo centro propulsore della creatività di IULM.

Project: 5+1AA Tortona Year: 2014 Location: via Carlo Bo Status: completed Photo: Caviola

74 RUBRICHE L’INCUBATORE PER L’ARTE Questo piccolo edificio è in realtà un intervento importante nello ARCH.ECO di VALENTINA SILVESTRINI sviluppo del masterplan Isola a Porta Nuova. Si sviluppa in soli due piani per un totale di circa 500 mq: un semplice parallelepi- pedo rivestito in metallo, con aperture rettangolari regolari e un ingresso rialzato su ENERGIA PER TUTTI: UN’UTOPIA? una grande scalina- ta, podio per eventi Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita è lo all’aperto. Nonostan- slogan di Expo 2015: ma come riuscirci te il carattere mode- se ancora oggi circa 1,3 miliardi di per- sto dell’intervento, sone, ovvero il 20% della popolazione realizzato con un mondiale, non ha accesso all’elettricità? budget contenuto, il La percentuale sale al 38% se si valuta suo ruolo di cataliz- l’impossibilità di ricorrere alle cosiddet- zatore sociale è ben più importante di te clean cooking solutions. Anche a cau- quanto possa sem- sa del divario energetico, una cospicua brare: connesso – tramite il Parco della Biblioteca degli Alberi – fetta degli abitanti della Terra a fatica alla Fondazione Catella, è andato a sopperire alla mancanza degli mette insieme il pranzo con la cena, e originari spazi artigianali e di aggregazione sociale di quartiere, nel farlo impiega metodi ancora preisto- demoliti in seguito al nuovo piano urbanistico, e ospita al suo in- rici; d’altra parte, circa 3,5 milioni di per- terno workshop e piccole attività produttive. sone muore ogni anno prematuramente a causa dell’inquinamento dell’aria le- Project: Stefano Boeri Year: 2013 gato alla combustione domestica. Location: via De Castilla Con l’obiettivo di produrre soluzioni applicabili, WAME – World Access to Modern Energy, l’as- Status: completed sociazione sorta per volere di importanti società europee del settore (A2A, Edison, Enel, Eni, E.On, Gdf Suez, Gas Natural e Tenaris) e di Expo, ha lanciato un bando, inserito nel programma ufficiale dell’esposizione universale. I risultati, attesi in questi giorni, saranno presentati in una mostra multimediale prevista nel capoluogo lombardo nel semestre di Expo. Una commissione di esperti, prendendo in esame aspetti quali replicabilità e sostenibilità nel lungo periodo, sta FONDAZIONE FELTRINELLI valutando casi studio già realizzati o frutti di ricerche condotte da istituzioni pubbliche, organiz- A quasi otto anni di distanza dal concepimento, sembra che la zazioni intergovernative, Ong, business community e istituti accademici su due fronti: Accesso Fondazione Feltrinelli vedrà la luce solo nel 2016. Nonostante ciò, all’energia e Accesso all’energia e nutrizione. il progetto non sembra invecchiato per niente, anzi – come molti La volontà di dare risonanza internazionale alle disuguaglianze nell’approvvigionamento ener- dei progetti di Herzog & De getico, oltre ad assimilare il principio espresso dalle Nazioni Unite con il programma SE4All Meuron – è atteso come un grande cambiamento – Sustainable Energy for All, è dettata dalle drammatiche conseguenze del modern energy gap: architettonico e urbano l’assenza di illuminazione pubblica e privata, l’inaccessibilità ai sistemi di telecomunicazioni, nell’area. Fortemente lega- l’incapacità di fornire servizi sanitari e soprattutto l’impossibilità di utilizzare metodi evoluti to al tracciato delle mura per cucinare, riscaldarsi, procurarsi l’acqua, con il conseguente inasprimento delle differenze spagnole e alla simmetria di genere. E proprio al case study in grado di contribuire all’emancipazione femminile sarà dei Caselli Daziari di Por- assegnato l’Energy4Women, un riconoscimento volto a individuare pratiche capaci di fornire ta Volta, l’intervento va a alle donne strumenti adeguati per lo svolgimento delle loro attività. riempire un vuoto lascia- to dalla Seconda guerra mondiale con due lunghi wame2015.org volumi specchiati, formal- mente eco delle tradizionali cascine lombarde. Ospiteranno caffè, @vale_cosebelle librerie e spazi multifunzionali al piano terra, gli uffici della fon- dazione al primo e secondo piano, aree dedicate alla ricerca con accesso all’archivio da parte del pubblico al terzo piano. La sua genesi radicata doppiamente alla tradizione milanese, a livello ur- banistico e architettonico, lo rende un pezzo di città prima ancora ARCH.TIPS di GIULIA MURA della sua realizzazione.

Project: Herzog & De Meuron EXPO: COSA RESTERÀ? Year: 2016 Location: Porta Volta Cosa ne faremo di tutta questa architet- Status: in progress tura quando il grande spettacolo dell’e- sposizione universale sarà concluso e il sipario calato? Il tema è attualissimo. Se n’è discusso anche a Milano il 26 e 27 feb- braio, in occasione di BEyond 2015, piatta- FONDAZIONE PRADA forma di incontro e confronto dedicata al Sarà finalmente inaugurata quest’anno la nuova Fondazione Pra- tema del riuso urbano e della città smart da, uno dei progetti più noti e chiacchierati di OMA. L’articolato a misura d’uomo, che organizzerà diversi complesso esistente si presta perfettamente all’idea di proporre appuntamenti in tutto il 2015. un nuovo concetto di spazio espositivo, frammentario e diver- Ad esempio, nel caso del Padiglione Italia sificato. La great hall si (costato 40 milioni di euro, otto in più del presterà a diverse scelte previsto a causa di un cambio progettuale curatoriali e preserverà richiesto dalla committenza in corso d’o- la collezione della Fon- pera) l’edificio rimarrà e verrà convertito dazione; le tre cappelle in polo di sviluppo tecnologico, diventando uno dei pochi a restare per sempre. Gli altri edifici ospiteranno esposizioni individuali; le quattro abi- temporanei che si affacciano sul Cardo – alcuni dei quali progettati dallo stesso Studio Neme- tazioni esistenti, gli uffici; si – sono invece stati appositamente pensati con un sistema costruttivo “a secco” per essere e The Haunted House sarà smontati al termine di Expo e ricollocati altrove. dedicata al design. Nuovi Perché la questione non riguarda solo la destinazione d’uso di questi esoscheletri, ma anche interventi: una torre con come riutilizzare i materiali edili di cui sono composti, consentendo un recupero dei costi sia in differenti condizioni ar- termini monetari che ambientali. Oltre al fatto che l’intera area, a cavallo tra il Comune di Milano chitettoniche al servizio di e quello di Rho, colonizzata e adattata dal punto di vista infrastrutturale per ospitare l’enorme artisti e curatori, un black numero di visitatori, è stata stravolta e necessita di una nuova funzione. box, terreno di incontro di media, arte e tecnologia, e un “museo ideale” per pezzi di ogni dimensione. Dovremo aspettare il 9 mag- Al momento la notizia (passata ahinoi sotto silenzio) riporta come incerto il suo futuro, poiché gio per scoprire se Rem Koolhaas anche questa volta è riuscito a nessuno ha partecipato al bando di gara per aggiudicare il milione di metri quadri del lotto. stupire, cambiando la nostra idea di museo. Le linee guida del masterplan post-Expo indicano criteri precisi per l’investimento a posteriori sull’area, metà della quale da destinare al verde: base d’asta 315 milioni e mezzo, escluse of- Project: OMA ferte al ribasso e proroghe. Year: 2015 Se entro dicembre 2016 non si giungerà a una soluzione proficua per la collettività, dopo lo Location: largo Isarco smantellamento delle strutture fieristiche la prospettiva è delle più buie: niente soldi, tanto spre- Status: in progress co, troppo degrado, ennesima occasione non sfruttata. Photo: courtesy OMA www.beyond2015.org

ARCHITETTURA 75 STRISCIANDO NELLA NOTTE

txt: christian caliandro Louis “Lou” Bloom non è pazzo, così come non lo era Travis Bickle in Taxi Driver (il riferimento diretto più esplicito e pertinente di Nightcrawler – Lo sciacallo): è invece l’espressione perfetta dell’ideologia che muove e sottende la sua società. Il personaggio in- terpretato magistralmente da Jake Gyllenhaal nel film diretto da Dan Gilroy, infatti, non si oppone al mondo che lo circonda, non è uno sconfitto né un bohémien. Un’ideologia potentissima proprio perché non si vede, non si manifesta chiaramente, ma informa di sé i corpi, gli oggetti, i comporta- menti e – soprattutto – l’intero dispositivo mediatico. Come Lou spiattella con il suo tono gelidamente scientifico alla direttrice delle notizie mattutine Nina Romina (Rene Russo), la maggior parte degli americani guarda quasi esclusivamente canali televisivi locali: è interessata cioè solo e soltanto a ciò che accade sotto casa, nel contesto fisico caratterizzato da immediata prossimità. Questa chiusura di orizzonti da una parte riflette la chiusu- ra degli stessi quartieri, delle zone benestanti e delle case nei suburbs residenziali di Los Angeles; dall’altra radicalizza in modo esponenziale l’ossessività dei contenuti shoccanti e orrorifici sottopo- sti alle 6 del mattino (“l’ora dei vampiri”) agli spettatori famelici di azione, iperviolenza e sensazio- nalismo. Ossessività dell’offerta e della domanda, che Lou si propone ovviamente di soddisfare. Lo fa puntando sull’efficienza e sulla velocità – in questo, rispondendo perfettamente alle esigenze fondamentali del “sistema”, e anzi addestrandosi in maniera minacciosa ad essere il più efficiente, il più performante tra i suoi concorrenti-sciacalli: “Quando mi vedi, vuol dire che è il giorno più brutto della tua vita” diventa il suo slogan simpaticamente atroce. Lou è un millantatore, ma pian piano la sua fantasia imprendi-

76 RUBRICHE toriale si trasforma in realtà, e pian piano scopriamo che questo sociopatico da ma- nuale è l’imprenditore modello richiesto L.I.P. - LOST IN PROJECTION di GIULIA PEZZOLI dal capitalismo, il self-made man che co- struisce rapidamente dal nulla la propria STAKE LAND identità professionale. Metà verme e metà supereroe dell’informazione, Lou sfreccia Il mondo è devastato da un’epidemia che per le strade della metropoli prima sulla ha trasformato la maggior parte della sua carretta anonima, poi sulla fiamman- popolazione umana in vampiri assetati di sangue. Anche le città e i villaggi ame- te Dodge rossa – altrettanto anonima. Il ricani sono stati raggiunti dal morbo e, dinamismo e il vuoto sono i suoi tratti mentre si preparano a una fuga inutile e caratteristici, e vincenti: sa benissimo di disperata, il giovane Martin e la sua fami- essere più veloce di tutti, sia nel pensie- glia vengono attaccati. Sarà solo grazie al ro che nell’azione, ed è completamente pronto intervento di Mister, un abilissimo cacciatore di mostri, se l’adolescente riu- amorale piuttosto che immorale. scirà a sopravvivere alla strage familiare. Va orgoglioso del suo processo di auto- Comincia così per entrambi un viaggio on formazione, condotto su Internet: “Se sai the road alla ricerca di un territorio sicuro quello che stai cercando, puoi trovare di dove poter vivere. Lungo la strada affron- tutto”. Quale alfiere migliore, e più auda- teranno mostri, stupratori, assassini e sette religiose capeggiate da fanatici, ma troveranno anche oasi di pace, città fortificate create dai “sopravvissuti”, nonché validi e fedeli alleati. ce, del neo-giornalismo nel XXI secolo? Stake Land (letteralmente “Terra dei Paletti”) è in sostanza un road movie, un viaggio di formazione con una deci- Fieramente, come un novello Dziga Ver- sa connotazione horror. Scritto e diretto dal giovane Jim Mickle con la collaborazione di Nick Damici (qui inter- tov o Walter Ruttmann, identifica sempre prete di Mister), il film trova i suoi punti di forza nell’approfondita e studiata caratterizzazione dei personaggi, in di più il proprio sguardo e la propria una sceneggiatura ben scritta che non semplifica né banalizza, e in una regia convincente e saggia per un film di intrattenimento con punte splatter di grande effetto. Particolarmente ben realizzati gli effetti speciali (nonostante presenza con l’obiettivo della telecamera; un budget limitato), ottima anche la scelta, evidentemente low cost, delle location: dai paesaggi naturali alle aree e a un certo punto rivendi- industriali abbandonate. ca proprio l’inquadratura Stake Land è un film interessante per gli amanti del genere, non si limita all’azione e non associa il pericolo solo alla presenza di “mostri”, ma pone spesso il dubbio che siano gli umani rimasti illesi dal virus la vera minaccia. come unico criterio selet- Per Mickle l’insidia reale è la “deviazione” morale della nuova America post-apocalittica, non quella genetica. tivo, come discrimine tra Sette religiose in attesa di un nuovo redentore proliferano in tutto il territorio, convinte che la piaga del vampiri- smo sia la giusta punizione divina per le colpe dell’umanità. Il regista pone continuamente l’attenzione ai perso- ciò che va ripreso e ciò che naggi (principali e non) e alla loro evoluzione psicologica, raccontando una storia fatta di uomini che crescono, bisogna escludere. Cosicché, cercano l’amore, cambiano e si mostrano sempre di più mano a mano che la trama procede. anche ai file che man mano carica sul suo computer si potrebbe riferire la critica USA, 2010 | horror | 98’ | regia: Jim Mickle Sono stati girati sette brevi videoclip, webisodes che costituiscono i prequel sulla vita dei singoli personaggi che Siegfried Kracauer – l’autore di Da principali del film. Caligari a Hitler: una storia psicologica del cinema tedesco – rivolse al capolavoro Berlino – Sinfonia di una grande città, accusandolo di “cecità sociale”: “Mentre di SANTA NASTRO nei grandi film russi le colonne, le case e le SERIAL VIEWER piazze vengono ben esplicitate nella loro importanza per l’uomo, qui vengono messi ÄKTA MÄNNISKOR in fila dei frammenti dei quali nessuno può Inedita in Italia, prodotta dalla Sveriges immaginare il perché della loro presenza” Television, Äkta Människor, nota come (Wir schaffens, “Frankfurther Zeitung”, Real Humans, è una serie nata in Svezia e n. 856, 1927). ideata da Lars Lundström. Due le stagioni A complicare ulteriormente le cose, la sino ad oggi. strana assonanza del nome del personag- In un presente alternativo al nostro, la fa- gio con il protagonista dell’Ulisse (1922) miglia Engman vive una società in cui gli uomini sono coadiuvati dai robot. Questi di James Joyce: Leopold Bloom, L. Bloom svolgono i lavori umili, fanno le pulizie, che compie la sua odissea moderna a vengono utilizzati come badanti, nurse Dublino il 16 giugno 1904 mentre i suoi e talvolta schiavi sessuali. Ma a un certo pensieri e le sue associazioni occupano le punto, come nella migliore delle tradi- pagine del romanzo. Ma, a differenza di zioni, uno scienziato visionario, David Ei- Leopold, Lou non è un personaggio all’in- scher, crea un “codice” in grado di libe- terno della città: è piuttosto una funzione rare la coscienza degli automi. Si genera della città stessa. Mentre siede davanti al uno scontro per il potere tra razza umana e Hubot, anche chiamati in maniera sprezzante “Pacman”, che è prima di tutto etico e politico. volante o sul tettuccio dell’auto, mentre Chi sono i veri umani? Chi ha diritto di vivere e dominare e chi no? Chi è “nel giusto” e chi è diverso? Gli umani guida o impugna la telecamera o viene non hanno dubbi naturalmente: i robot si rompono, sono programmati, possono essere spenti, non hanno con- respinto dai poliziotti, non sta guardan- sapevolezza, libero arbitrio, ricordi. Ma anche le persone si ammalano, sono socialmente controllate e la loro do affatto il paesaggio urbano attorno a coscienza, azioni, emozioni, amori e battaglie svaniscono con la morte. Ecco perché gli Hubot di Eischer, in grado sé – perché è parte integrante di esso. di congelare la coscienza umana in un lasso di tempo più lungo di quello che ci è dato normalmente di vivere, Non ha alcuna vita psichica distaccata rappresentano la naturale evoluzione darwiniana dell’essere umano. dall’ambiente che attraversa; l’unica atti- L’estetica vintage della serie e il famoso design svedese gratificano l’occhio dello spettatore, già ipnotizzato dalla bravura degli attori che interpretano i robot, mentre il mosaico politico e sociale si compone nella traduzione del vità psichica – macchinica, automatica: nostro presente. Gli umani di serie A si scontrano con gli Hubot di serie B. Nascono le rivoluzioni, gli amori contra- warholiana – consiste precisamente in stati e diversi, le sottoculture, crescono il discrimine tra le classi sociali, la disoccupazione e lo sfruttamento della questo attraversamento. Orientato esclusi- prostituzione. Emergono i movimenti reazionari nazionalsocialisti a protezione della razza umana. vamente a catturare la sua preda: la noti- E mentre la storia evolve (e l’umanità dà il peggio di sé) non possiamo fare altro che pensare che forse i veri umani zia efferata, il fatto di sangue, l’immagine evocati dal titolo siano proprio gli Hubot. Volente o nolente, per progresso o per sconfitta, la storia si costruisce cruenta da esporre in apertura dell’insul- abbandonando i vecchi panni e ricollocando il punto di vista sull’altro. sa trasmissione quotidiana. www.svt.se/akta-manniskor/

@chriscaliandro @santa_nastro

CINEMA 77 WITCH HOUSE MUSIC

txt: claudia giraud La witch house non esisterebbe senza Internet e, soprattutto, senza Youtube, che da due lustri (questo è l’anno del decennale: il 23 aprile 2005 fu caricato il primo video) fa diventare fenomeni degli autentici sconosciuti. Con video per lo più amatoriali, dove non sono ri- chieste particolari competenze tecniche ma solo una buona dose di sfacciataggine. Poi sarà il numero di visualizzazioni raggiunte a decretarne il successo o meno. Ma la witch house, nata e proliferata proprio sul web (e di cui si serve a piene mani per i suoi scopi creativi), paradossalmente sembra ostinarsi a nascondersi, a relegarsi in poche playlist ufficiali, per giunta introvabili se non si conosce l’esistenza di questo genere-non genere musicale. Questo a causa della cripticità di molti gruppi, dai nomi spesso impronunciabili, con simboli esoterici (per lo più cro- ci e triangoli) degni di una setta satanica o di una comunità di iniziati. Quasi per “una reazione contro Internet”, secondo la teoria di Robin Carolan, fondatore di Tri Angle, l’etichetta discografica con base a Londra e a New York che, insieme alla Disaro Records, distribuisce offline questi suoni oscuri. Musicalmente la witch house campiona da tutti i generi: dall’hip hop alla new wave, alla musica dark, , dance, industrial, rallentando, manipolando e distorcendo il brano (spesso degli Anni Ottanta), ma sempre all’interno di un contesto house. Visivamente fa lo stesso tipo di operazione, prendendo frame ovunque, dall’animazione giapponese ai film Anni Quaranta, in linea con la filosofia internettiana del miscelare tutto in un grande calderone, senza più confini tra generi e decadi temporali.

78 RUBRICHE Il termine nasce per scherzo verso la fine del 2009, quando gli statunitensi Travis Egedy aka Pictureplane (produttore mutimediale OCTAVE CHRONICS di VINCENZO SANTARCANGELO che prima di allora aveva remixato pezzi di band come Crystal Castle) e Jonathan Coward aka Shams, coniano la dicitura REINHOLD FRIEDL: INSIDE PIANO “witch house” per descrivere ironicamente Il Neo-Bechstein è considerato il pri- il loro stile musicale, fatto di dance music mo pianoforte elettrico della storia. con venature dark e forti radici nell’occulto. Ideato e costruito tra il 1929 e il 1930 dalla C. Bechstein Pianofortefabrik in Ma solo dopo che Pitchfork, collaborazione con la Siemens e la la nota webzine di critica Telefunken (i suoi genitori sono il fisico Walther Nerst e l’assistente musicale, ne scrive in termini Hans Driescher), è un pianoforte a entusiastici, dando credito coda munito di diciotto pick-up elet- tromagnetici. al loro autodefinirsi (insieme Meno celebre del suo lontano cu- a Modern Witch) band witch gino Fender Rhodes, ovviamente house, molte persone comin- surclassato dalla miriade di stru- menti elettronici che sarebbero stati ciano a postare su diversi progettati negli anni successivi, il blog il neologismo, facendolo Neo-Bechstein è oggi poco più che un pezzo da collezione, ospitato in diventare un meme. La consacra- qualche museo e ritenuto un reperto per organologi. Non però agli occhi di Reinhold Friedl [nella foto di zione definitiva arriva nel 2010, grazie a Claus Uhlendorf], compositore, pianista, saggista e direttore artistico del collettivo Zeitkratzer, che all’in- un articolo di Brian Harkin per il New York gombrante generatore di suoni ha dedicato la sua ultima uscita discografica (Golden Quinces, Earthed, for Times, in cui racconta di una nuova ondata spatialised Neo-Bechstein) e non pochi sforzi creativi. Friedl è il teorico di una tecnica, chiaramente debitrice di artisti come White Ring, Balam Acab, di John Cage, che potremmo chiamare, servendoci del titolo di un doppio cd uscito qualche anno fa, “Inside Piano” (proprio come la serie di documentari dedicati a Renzo Piano). Oooo, e su tutti i Salem (o S4LEM), un trio Con lo sguardo del radiografo, questo austero musicista tedesco esplora le regioni più profonde di un og- del Michigan giudicato il capostipite del ge- getto che conosce alla perfezione. Per Friedl il pianoforte non è solo lo strumento che la storia della musica nere, che si contraddistingue per una musica classica ci ha consegnato con un suono connotato e un bagaglio di tecniche altamente codificato. Il piano lenta, dove l’hip hop è centrale ma dove di Friedl, i suoi organi, diventano una infinità di strumenti in potenza, e musica in potenza è quella realizzata grazie alla sua maestria tecnica. giocano un ruolo fondamentale anche il dub, Se con Zeitkratzer l’atteggiamento si spinge ai confini dell’iconoclastia pura – un’attitudine che lo porta il goth, l’electro e l’ambient. a reinterpretare “classici” di Whitehouse/William Bennett, Lou Reed (ovviamente Metal Machine Music) e Nonostante ogni musicista abbia caratteristi- Merzbow al fianco di Schönberg, Stockhausen e Cage – quando è solo davanti al suo piano Friedl sembra che proprie – quasi un dubstep rudimentale piuttosto uno scienziato. I suoni diventano “pendeloques de glace” e “ombres d’ombres”, quasi-cose o sem- per Alec Koone aka Balam Acab, campiona- plici stati percettivi. Venendo a mancare qualsiasi dinamica figura-sfondo, si resta immersi in una foschia che, sebbene sia il frutto di un preciso intento di rendere tridimensionale un oggetto piano (fuor di metafora: di menti pesanti su basi eteree per Oooo, e il spazializzare un suono che è in origine mono), immerge l’ascoltatore in uno stato di stasi quasi totale. Anche versante più oscuro del synth-pop per White solo per questo, un’esperienza da provare. Ring – ci sono alcuni denominatori comuni: le parti cantate non esistono www.reinhold-friedl.com | www.zeitkratzer.de perché si tratta solo di voci manipolate e remixate da brani altrui, grazie a software come Logic, Ableton, Audaci- ART MUSIC di CLAUDIA GIRAUD ty, GarageBand, FruityLoops; il suono è sporco e rallentato; WITCH HOUSE TORINESE l’atmosfera è quasi sempre Witch house: un movimento nato verso la fine del 2009 negli Stati Uniti, che ingloba ogni tipo di drammatica, esasperata e sonorità metropolitana del passato per ricreare spettrale. C’è anche un decalogo per un codice sonoro ben leggibile in questo tempo creare musica witch house, quello stilato dal presente, dove la parola d’ordine è diventata “mi- suo “inventore” Travis Egedy, attraverso tre- scelazione”. E in Italia? C’è Belzebau, un progetto dici regole fondamentali: dalle più improba- musicale curato da Roberto Vaio, “sperimentato- re mediatico” con un passato radiofonico a Radio bili ed esoteriche, come mangiare melograno Flash di Torino, che da qualche tempo si dedica e portare con sé sempre dell’onice, a quelle proprio a questa mescolanza di suoni, per molti più strutturali per l’immaginario witch, come versi ancora sconosciuta sul suolo italico. fare graffiti e studiare i saggiImmediatism e “Mi sono avvicinato a questo genere”, spiega Vaio, T.A.Z. – The Temporary Autonomous Zone, “perché rispecchia i miei gusti musicali: new wave, ambient, hip hop, metal, industrial, acid house, tran- Ontological Anarchy, Poetic Terrorism del ce, funky e techno diventano, metaforicamente par- 1991, l’opera più famosa di Peter Lam- lando, gli strumenti che servono alla creazione della musica witch house, e il tutto senza dimenticare le atmosfe- born Wilson, più noto con lo pseudonimo re tanto surreali quanto macabre della serie televisiva più gettonata negli Anni Novanta, ovvero ‘Twin Peaks’ di di Hakim Bey. Un anarco-situazionista e David Linch. Un vero e proprio stampo atmosferico di questo genere musicale”. scrittore statunitense, con influenze legate al Perché l’uso di questo nome? “Ho miscelato la paura dei grandi con quella dei piccoli, Belzebù (il diavolo) e il sufismo, che ha teorizzato il concetto di Zona Babau (l’uomo nero )”. Una crasi rivelatrice dello spirito giocoso di questo genere musicale che elegge You- tube a luogo deputato di ascolto. Se la cultura hip hop è fatta di musica, poesia, e graffiti, quella witch house è Autonoma Provvisoria, ovvero una zona fatta di immagini e video amatoriali, dove moda, vintage, spezzoni di film Anni Quaranta/Cinquanta/Sessanta franca, reale o virtuale, libera dal dominio con meravigliose donne dell’epoca si fondono digitalmente in atmosfere oscure. del sistema capitalista, che tutto omologa e Anche Belzebau si attiene a questi schemi, sia visivi sia sonori, ma aggiunge qualcosa di personale, misce- normalizza per disinnescare ogni focolaio di lando per lo più il genere dark a quello funky, ovviamente rallentato. Nonostante questo, è facile riconoscere contestazione. Un cult per le controculture tra i brani l’influenza di gruppi come Tangerine Dream, Kraftwerk, Tuxedomoon, Christian Death, e Skinny Puppy. Inoltre, Belzebau è una costola del progetto Mesmer Korps, fondato da Lorenzo Giorda aka Lord cyberpunk e per le utopie comunitarie in Theremin, che assieme al duo di videoartisti torinesi Fannidada costruisce “rituali contemporanei sotto il se- Rete. E ora anche per i seguaci della witch gno dell’ironia”, per sottolineare il lato spirituale del digitale. Da vedere e, soprattutto, sentire prossimamente house music. nei locali più underground di Torino.

@c1aud1 www.facebook.com/belzebau

MUSICA 79 SCOUTING ALL’ITALIANA

txt: clara tosi pamphili Primo problema: definire anagraficamente un giovane talento. Secondo problema: capire se è vero o se è un bluff. Terzo problema: inserirlo in un percorso dove possa crescere fino a prendere in mano il testimone della staffetta della corsa a ostacoli che è il mondo del fashion contempo- raneo. Fatta un’analisi della età degli stilisti più rilevanti, i grandi curatori e produttori della moda italiana hanno capito che il primo dei loro problemi è il ricambio. Un’impresa difficilissima, dove la complicazione mag- giore sta proprio nello stabilire un punto di collegamento fra maison storiche-e-famose e nuovi talenti, far capire che non si vuole “sostituire” ma creare la continuità, interna al brand o esterna se il giovane, dopo un periodo di collaborazione, vuole proseguire da solo. È chiaro che il momento critico sta nella ricerca di nuovi talenti all’altezza dell’incarico, ed è veramente critico questo momento perché è qui che gli stadi di crescita saltano, la voglia di talents crea confusione e ne nasce una matassa di mille fili ognuno diverso, con cui non sempre si può fare un nuovo tessuto. I tre problemi enunciati all’inizio si affrontano con vetrine e concorsi, punti di osservazione regolati anche dal rapporto con le scuole di formazione, che ne traggono grande pubblicità, ma soprattutto con un lavoro di scouting e ricerca che non conosce confini. Veri e propri cacciatori armati di fiuto e Instagram, capaci di decodificare i segnali dei blogger, frequentatori di terreni paralleli come l’arte contemporanea o il cinema, viaggiatori curiosi, colti lettori di feste ed eventi dove compaiono spontanee anti- cipazioni di trend: sono loro che trovano il nuovo. Questo terreno di ricerca si allarga sempre di più: dopo anni di promozione dell’ibrido, il risultato è che spesso il nuovo non ha radici in un solo campo e quindi va coltivato in particolari condizioni, che facciano capire che pianta sarà. È chiara una regola per cui spesso chi sa inventare lo fa perché non conosce le dinamiche costruttive di un prodotto e si muove per forte entusiasmo creativo: basti pensare ad alcuni esempi di innovatori che hanno cambiato la storia della moda senza averla studiata, come l’architetto Gianfranco Ferré, Ennio Capasa che andò in Giappone a lavorare con Yamamoto dopo aver finito gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, e Romeo Gigli, architetto anche lui e ispirato viaggiatore. Casi dove oggi trova spazio il successo dell’ecces- so, l’enfant-prodige, il fanciullo geniale Nicolò Beretta, designer delle scarpe Giannico [nella foto]: diciotto anni, puro istinto (come dice lui stesso), nessuna scuola o esperienza precedente, l’ispirazione a un quo-

80 RUBRICHE tidiano di nuova generazione capace di guardare a Lady Gaga, Brancusi, Picasso e Damien Hirst contemporaneamente. FASHIONEW di ALESSIO DE’ NAVASQUES Un dato che evidenzia l’importanza fondamentale della collaborazione con gli artigiani che realizzano le visioni di AN ITALIAN THEORY questi anticipatori, di quanto la tradizione Cos’hanno in comune cibo e moda? Sono due settori dell’ec- della produzione di qualità sia necessaria cellenza italiana, per cui siamo apprezzati in tutto il mondo e per portare a compimento un progetto che esportiamo ovunque. Ma non solo. Negli ultimi anni han- no assunto codici di comunicazioni simili, sono riusciti con i che non segue la routine. Un grande loro linguaggi e segni a invadere media e social network. Han- direttore della fotografia no sfruttato al massimo le potenzialità dell’era della comuni- cazione. Nella moda, inoltre, il food sembra essere diventato può “scrivere” il sogno del un trend: basti pensare alle stampe e ai motivi ispirati al “junk regista, un grande sarto può food” del nuovo direttore creativo di Moschino, Jeremy Scott, o alla presentazione di lo scorso inverno, che aveva materializzare la creativi- trasformato Le Grand Palais in un grande supermercato. Tanti tà di un designer. Sarebbe anche i progetti durante Expo a Milano. Alessandro Enriquez, giovane poliedrico ed esuberante, desi- bene consolidare da subito gner eclettico ma anche giornalista e comunicatore, ha lanciato il rapporto fra ideazione e da due anni il progetto 10 X 10 – An Italian Theory. Una collezio- realizzazione, più che fra ne che approfondisce i legami tra food, moda e italianità. Tutto è iniziato con una pubblicazione in cui noti designer veniva- ideazione e comunicazione. no intervistati parlando di cibo, di estetica legata alla tavola e Anche le grandi maison si stanno impe- all’arte del ricevere. La ricerca di Enriquez in questi anni si è gnando per sostenere la continuità con orientata alla progettazione di pattern e tessuti che restituissero dinamiche diverse, alcune più “strategi- il suo Dna legato al mondo della Sicilia, dove è nato. Un pro- getto concepito come una teoria di italianità che non conosce che” per la loro immagine, altre realmen- confini, spaziando da abiti e accessori fino a mobili e oggetti. te costruttive. Giorgio Armani ospita in Dai simboli della cultura popolare come trifogli e corni porta- ognuna delle sue sfilate, sulla prestigiosa fortuna, fino alla declinazione dei temi legati alla tavola imbandita all’italiana. passerella di via Bergognone, un giovane: Durante la scorsa fashion week milanese, il giovane talento ha dato una nuova interpretazione alla sua filosofia, riportando su stampe e ricami il rito della colazione all’italiana. Disegni e stilizzazioni della pasticceria, per raccon- Andrea Pompilio, Stella Jean, Christian tare il momento del caffe, accompagnato da dolci tipici come cassate, cornetti, cantucci, baci di dama. La collezione Pellizzari, Julian Zigerli, Au Jour Le Jour, è composta da abiti a ruota dal sapore Anni Cinquanta, con stampe e disegni all-over sul tema. Capi in denim-lurex Angelos Bratis, fino alla prossima Vivet- con inserti a contrasto ravvivati dal lettering jacquard e denim stampato, con decorazioni multi-patches, ricamati ta. Renato Balestra ha ideato il progetto con disegni e testi tipicamente “mattutini”. T-shirt, jeans a vita alta, abiti chemisier, giubbini di jeans imbottiti in Be Blu Be Balestra in collaborazione con pelliccia sintetica e jeans arricchiti da lavaggi stone-washed basici, aggrediti da stampe all-over. Completano la collezione la “maglieria illustrata” con ricami a intarsio e la collezione di accessori realizzata in collaborazione con le scuole e AltaRoma, creando condizioni Azzurra Gronchi, che segue le tematiche della collezioni. di crescita fino alla collaborazione con Un modo fresco e ironico per raccontare un mondo, il nostro patrimonio enogastronomico, simbolo della cultura Lesage di Parigi. italiana e del nostro lifestyle. L’ideale sarebbe fare entrambe le cose in due fasi diverse: guidare la sperimenta- zione ma anche affiancarli, quando sono pronti a presentarsi, con grandi nomi che FASHIONOTES di FEDERICO POLETTI attirino l’attenzione della stampa. Perché è vero che, mentre in altri Paesi il lavoro FOOD, FURNITURE AND… FASHION? sui giovani segue dinamiche ben strut- turate – ad esempio, il British Fashion Milano si prepara al grande evento Expo, che ruoterà intorno al food, uno dei grandi asset del Belpaese. Quale sarà il ruolo del Council dal 1983 sostiene e promuove fashion, seconda F del nostro sistema, che insieme al furniture i fashion designer inglesi di vari livelli design rappresenta il tanto celebrato italian style? coinvolgendo buyers e stampa durante la Fino al 1° aprile, a Palazzo Reale arriva la mostra La camicia se- London Fashion Week e negli altri appun- condo me, dedicata a Gianfranco Ferrè, un nome che ha lasciato tamenti di moda, dove organizza un suo un segno nella storia della moda e non solo italiana. Il fatto curio- so è che la mostra arriva dal Museo del Tessuto di Prato, dove nel showroom rappresentativo e interessante gennaio 2014 si erano già esposti i modelli iconici realizzati da – l’Italia procede verso una localizzazione Ferré e conservati nella Fondazione diretta da Rita Airaghi. Dopo romana dello scouting ancora in fase di lunghe polemiche e superati mille ostacoli politico-burocratici, definizione. Milano potrà rendere omaggio al lavoro di un grande maestro il Una scelta futura che nasce da una vo- cui brand è stato annichilito da una pessima gestione finanziaria. Grazie alla Fondazione e ai moderni sistemi di archivio, il lavo- lontà di disegno nazionale del made in ro di Ferré è salvo per fortuna, ma questo deve farci riflettere Italy che conferma a Milano e Firenze le su quanto poco l’Italia sappia conservare e promuovere i propri loro attività caratteristiche e individua la talenti. forza di Roma come laboratorio di osser- Se guardiamo il calendario delle mostre di moda all’estero pos- vazione, inquadramento e affiancamento siamo capire quanto siamo in ritardo su questi temi. A Parigi, al Grand Palais, il 1° aprile debutta la mostra dedicata all’estro e al nella riproduzione della moda italiana. talento artistico dell’ex enfant terrible [nella Un focus centrato sul progetto Who’s on foto]. Un progetto che ha fatto il giro del mondo, partendo da Next che AltaRoma e Vogue realizzano in Montréal, Dallas, San Francisco, Madrid, Rotterdam, Stoccolma, New York, Londra per arrivare anche in Australia. collaborazione da dieci anni e da cui sono Ad arricchire l’esposizione sarà anche il talento di numerosi artisti, tra cui la compagnia teatrale UBU diretta da usciti, anche se non vincitori, molti next. Denis Marleau e Stéphanie Jasmin, la quale ha animato i manichini con strumenti hi-tech innovativi e sorprendenti. Sempre a Parigi, il Palais Galliera (fino al 23 agosto) in collaborazione con Alber Elbaz, direttore artistico della Sarà Roma a rispondere ai tre problemi Maison Lanvin, celebra la più antica casa di moda francese ancora in attività con una mostra dedicata alla celebre iniziali? Sicuramente le caratteristiche modista Jeanne Lanvin (1867-1946), per ripercorrerne la storia con oltre cento modelli in esposizione provenienti storiche, culturali, artistiche possono co- dalla collezione privata del museo e dall’archivio della maison. Ancora a Parigi, il 92enne Pierre Cardin ha aperto struire un habitat perfetto per analizzare con una verve non comune il suo museo, dove sono esposti oltre duecento abiti tra le sue creazioni più rappresen- e mostrare e per convincere un giorna- tative di haute-couture (dalla prima collezione del 1953 fino al mitico bubble dress), oltre a mobili, cappelli, scarpe e gioielli. lista a fare un viaggio. Soprattutto se il E se a Londra, al Victoria & Albert Museum, fino al 19 luglio è allestita la mostra Savage Beauty di Alexander Mc- talent lo accompagnano Bernini e Borro- Queen, forse è davvero giunto il tempo di capire come valorizzare le nostre risorse creative, portandole più spesso mini, o se sta dentro il Colosseo. in mostra non solo in Italia, ma anche in giro per il mondo.

MODA 81 LO STRANO CASO DI TOTO CUTUGNO

txt: valentina tanni Internet è un luogo pieno di contraddizioni. Da quando siamo connessi, lo schermo del computer si è trasformato in una finestra attraverso cui osserva- re la caleidoscopica diversità dei comportamenti umani. È una messa in scena continua della differenza, in tutte le sue possibili manifestazioni: dalla più confortante alla più sconvolgente, dalla più tenera alla più spaventosa. Ogni possibile declinazione del pensie- ro, della visione e dell’azione è degnamente rappresentata e individuabile: basta cercare sufficientemente a lungo. Ma Internet è anche il luogo dellaripetizione : tutti i dati sono riproducibili e vengono copiati senza sosta, dagli esseri umani e dalle macchine. L’infor- mazione viene duplicata, diffusa, condivisa e circola in infinite versioni, spesso identiche, altre volte leggermente modificate, talora stravolte. Da una riflessione su questo rapporto, di deleuziana memoria, tra differenza e ripetizione è nato uno dei fenomeni web più curiosi degli ultimi anni, un caso talmente interessante da attrarre l’attenzione di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Universitario di Studi Su- periori di Pavia (che ci ha scritto un saggio) e in seguito di organi di stampa internazionali come Il Washington Post. Si tratta della pagina Facebook italiana La stessa foto di Toto Cutugno ogni giorno, online dall’agosto del 2014 e seguita da oltre 64mila utenti. La fanpage fa esattamente ciò che annuncia nel titolo: posta quotidianamente una vecchia e sgranata fotografia del can- tante, senza aggiungere commenti e senza variare il minimo particolare.

82 RUBRICHE Il team di studiosi che ha redatto la ricerca Everyday the Same Picture: Popularity and Con- tent Diversity ha utilizzato la pagina come “caso di ARTFUNDING di FILIPPO LORENZIN controllo” in uno studio sulle reazioni degli utenti di fronte all’eterogeneità dei contenuti online. E se certamente i dati ricavati possono sembrare THERESA DUNCAN E I VIDEOGIOCHI PERDUTI incredibili (ogni singolo post, sempre identico, non Gli ultimi mesi del 2014 saranno ricorda- riceve mai meno di 1.500 like e una quarantina di ti nell’ambiente videoludico (e non solo) commenti, dimostrando una stabilità di gradimen- come il periodo in cui è scoppiato quel to totalmente assente in pagine con un palinsesto gigantesco fenomeno ribollente di vele- ni che risponde al nome di Gamergate. più “tradizionale”), quello che sembra essere sfug- Al centro delle discussioni più violente gito a tutti i commentatori del fenomeno è la na- c’è stato il dibattito sul ruolo sempre più tura performativa del progetto. Si tratta, con ogni influente delle donne nell’industria dei vi- evidenza, di un progetto artistico, di stampo con- deogiochi, una questione nata già a par- cettuale e di ascendenza situazionista. Gli ingre- tire dai primi Anni Novanta con il cyber- femminismo e cresciuta di pari passo con dienti ci sono tutti: l’appropriazione, la ripetizione, l’affermazione delle figure femminili in il nonsense, l’approccio filosofico. questa comunità. Intervistato dal magazine Meltybuzz, l’anonimo Rhizome, importante organizzazione e creatore della pagina conferma la nostra intui- piattaforma online dedicata allo studio e alla preservazione di opere digitali, ha lanciato in quei mesi di dilanianti flame wars una campagna su zione: “L’idea è nata dalla necessi- Kickstarter per conservare e riscoprire il lavoro di una delle figure più eclettiche degli Anni Novanta. tà di dare alle persone qualche Theresa Duncan, regista, critica e programmatrice di videogiochi scomparsa in circostanze miste- riose nel 2007, sviluppò tra il 1995 e il 1998 Chop Suey, Smarty e Zero Zero, titoli sperimentali che certezza in questi tempi instabili. prendevano le distanze da quelli che erano i luoghi comuni di un’industria che già in quel periodo Nel tempo della malleabilità della tendeva a uniformare le proprie proposte. Questi tre giochi, ormai divenuti introvabili, si rivolgevano forza lavoro immateriale e della soprattutto alle bambine, un target quasi sempre ignorato dall’intera scena videoludica: le mecca- niche di gioco erano stimolanti, incentrate sull’esplorazione e la sperimentazione, senza imporre standardizzazione della creatività limitazioni costrittive. ormai degradata a marketing, mi Rhizome ha presentato alla comunità di Kickstarter un progetto per rendere questi giochi disponi- bili gratuitamente online, un’iniziativa che si sarebbe sviluppata nei mesi successivi con un evento sono richiamato al concetto deleu- pubblico al New Museum di New York e una mostra online dedicata interamente alla sviluppatrice ziano di differenza nella ripetizio- statunitense. La proposta è stata accolta con molto entusiasmo: nell’arco di poche settimane sono stati ne per rappresentare la possibilità della ricerca del raccolti i 20mila dollari necessari per avviare l’intero programma, dimostrando come i temi affrontati piacere tra le pieghe della reificazione dell’immagi- dalla Duncan siano cocenti anche a distanza di vent’anni. nario”. E prosegue: “Nelle nostre bacheche le notizie www.kickstarter.com diventano obsolete alla stessa velocità con cui sono venute in essere. Tutto cambia affinché nulla cambi. @fi_lor Questa pagina, in netta contrapposizione, propone sempre la stessa foto, ogni giorno. Una foto eterna che non passa mai di moda, non invecchia mai”. I fan sembrano aver perfettamente compreso lo SURFING BITS di MATTEO CREMONESI spirito del progetto, contribuendo a renderlo anco- ra più efficace attraverso commenti surreali come SHOPPING AL MERCATO NERO (DEL WEB) “l’immagine oggi sembra un po’ più scura”, “la giacca era meglio stirata ieri” e “sbaglio o gli sono Quando si parla di Darknet cresciuti i capelli?”. Lo stesso Toto Cutugno non ha o Deep Web molto spesso si potuto ignorare il fenomeno, ormai trasformato da evoca un’idea piuttosto vaga inside joke per pochi a fenomeno virale di portata e fumosa di una Rete paral- nazionale, intervenendo più volte nei commenti lela, regno del mercato nero, un luogo in cui si usano mo- della pagina per unirsi al gioco. Ma si tratta solo di nete diverse da quelle cano- un gioco? O non ci troviamo piuttosto di fronte a niche e dove chiunque può un divertissement molto serio? Se invece che sulle facilmente recuperare beni e pagine di Facebook ci trovassimo in un museo prestazioni illegali di qualsia- d’arte contemporanea, l’operazione non verrebbe si genere. La Darknet però è chiamata “arte relazionale” invece che essere bolla- anche molto altro, ad esempio ta come “passatempo per gente che non ha niente un luogo in cui i dissidenti po- da fare”? litici possono comunicare e E non era arte relazionale anche il progetto Potato reperire informazioni in forma anonima, sfuggendo a restrizioni e controlli. Salad, che portò inaspettatamente alla ribalta, lo L’ultimo progetto realizzato dal collettivo !Mediengruppe Bitnik evidenzia la complessità e l’eteroge- scorso anno, l’americano Zach Danger Brown, neità delle questioni che il Deep Web solleva. Il gruppo da anni conduce la propria ricerca artistica mettendo in atto pratiche di hacking del pensiero comune, offrendo punti di vista insoliti e innovativi autore di una surreale campagna di crowdfunding su tematiche di attualità e rilevanza non soltanto artistica, ma sociale e politica. per finanziare un’insalata di patate? La campagna, Presentato in occasione delle mostra alla Kunst Halle Sankt Gallen, Random Darknet Shopper è un bot nata da un’azione insensata, bizzarra e senza sco- programmato per fare acquisti su Agora, uno dei marketplace principali, scegliendo in modo random po, partì da 10 dollari e si concluse a oltre 55mila. uno dei numerosissimi beni disponibili per poi farselo spedire direttamente presso la sede della Intervistato dall’Huffington Post, Philip Ludington, mostra. Gli oggetti acquistati restituiscono un’immagine un po’ meno fosca del mercato nero online: un progettista di videogiochi di Reno, giustificava un cappello con videocamera incorporata, l’edizione completa della saga de Il Signore degli Anelli così la sua partecipazione al progetto: “Le persone fotocopiata, alcune pastiglie di ecstasy, un set di chiavi passepartout per vigili del fuoco. pensano sempre che il divertimento sia da mettere Il lavoro solleva questioni estremamente attuali, come la regolamentazione di macchine in grado di da parte per dare la precedenza alle cose più im- agire autonomamente. Se !Mediengruppe Bitnik pone quesiti che lascia aperti, una prima soluzione a portanti. Ma cosa dovremmo davvero fare? Mettere questi problemi saranno chiamati a trovarla i magistrati svizzeri che, dopo aver disposto il sequestro fuori legge qualsiasi fonte di intrattenimento finché delle pastiglie di ecstasy acquistate dal bot, dovranno decidere come giudicare le azioni del software tutti i problemi importanti siano stati risolti? Io non e chi ritenerne responsabile. Su quali norme baseranno il loro giudizio: quelle degli uomini o forse sulle Tre leggi della robotica di Asimov? credo, perché non ci riusciremmo, saremmo troppo giù di morale”. www.bitnik.org/r/

@valentinatanni @matt_cremonesi

NEW MEDIA 83 GUARDARE LA VITA (CON L’ARTE) #2

txt: antonello tolve Accanto alle proposte avanzate nel 1966 Sulla educazione ar- tistica e a una serie di manovre portate avanti nell’ambito dell’insegnamento universitario, Filiberto Menna ha espresso negli anni una militanza pedagogica che, dall’osservatorio privilegiato dell’arte, ha allungato lo sguardo sul campo della politica e delle riforme scola- stiche con lo scopo di promuovere un equilibrio tra differenti saperi.Per creare, cioè, una gestione democratica della cultura e una interdipendenza polifonica in grado di garantire una maggiore armonia – un rapporto dialettico – tra la dimensione individuale e la dimen- sione sociale, tra il privato e il pubblico, tra l’io e il noi, tra il mondo degli intellettuali e quello delle istituzioni. Tra il dentro e il fuori, più precisamente. A condizione che il dentro – l’intimo e il confidenziale – sia esso stes- so politico e che il dono grazioso della classe amministrativa (della classe dominante) non sia sempre quello “di scaricare sui cittadini una situazione fallimentare”. Infatti, se da una parte Filiberto Menna insiste fortemente sul ruolo di un intellettuale capace di evitare che la propria “funzione si chiuda entro i confini di una pura specializzazione pro- fessionale, come pretendono i canoni della efficienza voluta dalla società capitalistica”, e che

84 RUBRICHE si vada a creare, per giunta, una classe mercenaria – alla mercé dell’orizzonte politico di turno e di un orticello ac- LETTERE DA UNA PROF di MARIA ROSA SOSSAI chiappa-consensi – priva di scrupoli (o, peggio ancora, priva di ideali efficaci – L’OBIETTIVO A PROCESSO mediante l’organizzazione di manifesta- La 23esima lettera è indirizzata a Pietro Gaglianò, critico e studioso di linguaggi contemporanei. zioni culturali, quelle della politica delle strutture e quella della politica dell’effi- Caro Pietro, ci siamo incontrati una sola volta a Roma, in occasione mero – a migliorare il volto sociale per di una tavola rotonda sul tema “collezionare tempo e equipaggiare il cittadino con un arsena- spazio” e mi hanno interessato i racconti sulla tua at- le riflessivo nei confronti di un modello tività di docente di performance a Firenze [nella foto: in cui l’uomo è soltanto spettatore e Installation and Performance Class alla SACI di Fi- renze – photo John Ralston]. puro consumatore), dall’altra avanza un Il tuo contatto con gli studenti mi è apparso vivo e dia- programma che metta definitivamente lettico, perché ha a che fare con la difficoltà di oggetti- “radici nella vita comunitaria”, che coin- vare qualcosa di così processuale come la performan- volga “all’interno del mestiere una fetta ce. Il tuo metodo prende spunto dalla deriva psicogeo- grafica collettiva di Guy Debord, per portare nel modo di realtà sempre più ampia, dilatando più diretto gli studenti a vivere in profondità un attraver- al massimo i confini degli interventi, samento che abbia come obiettivo se stessi, aiutandoli inserendoli in un disegno strategico di ad abbandonare l’ossessione per la formalizzazione natura politica […], tenendo ben presente e per la finalizzazione, male tipico del nostro sistema educativo. Spostando il focus dall’esito al processo, l’ascolto si trasforma in una relazione dinamica e interlocutoria che non si tratta di sostituire un potere con lo spazio e con le persone intorno. con un altro potere, quanto di cambiare Lo studio per molti anni della danza contemporanea ti ha insegnato a far passare la conoscenza attraverso il corpo. la qualità, la natura stessa del potere”. Ecco perché ogni lezione è preceduta da un lungo riscaldamento che rende gli studenti concentrati e reattivi, ma Partendo da queste indispensabili pre- soprattutto chiama in gioco la loro capacità di vedersi e vedere il proprio corpo organicamente in relazione con il sistema di energie in cui agiscono. E infine la sintesi riconduce gli studenti alla necessità di elaborare una forma e messe, Menna concepisce così un’imma- un linguaggio, dopo essere stati portati lontani dall’attenzione per l’esito. gine pedagogica che non solo travalica Il tuo metodo pedagogico è stato inoltre arricchito da una lunga esperienza in progetti europei di peer coaching e gli apparati piramidali del potere (che di altre possibilità di condivisione di uno spazio del pensiero in cui la gestione verticale e gerarchica viene sostituita vogliono confinare la storia dell’arte in“ da un confronto orizzontale e alla pari. Questa esperienza è stata per te formativa, aiutandoti a svolgere meglio l’attività curatoriale. una posizione periferica e subalterna”) Credo che la frase “Doing is Knowing” di Allan Kaprow riassuma ogni capacità pedagogica capace di condurre e quelli altrettanto verticali dell’educa- all’unità mente e corpo, azione e pensiero. zione scolastica (che stabilisce regole e predilige alcuni insegnamenti a disca- pito di altri), ma mira a intrecciare arte, istituzioni e domanda sociale al filo della RETI DIDATTICHE di ADELE CAPPELLI partecipazione e della cooperazione. Il problema individuato (un problema “a tre termini – l’artista o l’intellettuale in TED E IL TESORO DEI TALK genere, le istituzioni, la collettività”) è, Un giorno un tale aveva bisogno di una mano del resto, quello di uscire “dal ghetto per risolvere un problema. Di lì a poco, in della propria separatezza” per “appro- seguito a un generoso e disinteressato pas- fondire ed allargare” la conoscenza (e la saparola fatto di utili racconti di esperienze vissute, il tale iniziò a pensare che forse anche coscienza) del reale. lui avrebbe potuto trovare una soluzione, o al- “Il momento storico che meno avrebbe potuto provarci. La storia non è stiamo attraversando ap- proprio così semplice e il sito non è il bar del paese, dove tra persone che si conoscono la pare sempre più segnato solidarietà a volte nasce spontanea. Ma que- da una fortissima do- sta memoria antropologica, di abitudini socia- manda di partecipazione, li, potrebbe aleggiare, in una veste planetaria dalla esigenza, da parte più attuale, sull’esperienza di TED. TED nasce come luogo d’incontro, confronto e scambio per innovazioni riguardanti i settori della tecnologia, dell’in- dei cittadini di ogni ceto, trattenimento, del design e dell’arte e ha come obiettivo, così come recita il suo motto, condividere e “diffondere di prendere la parola e di idee di valore”. Così, in qualche decennio TED – Technology Entertainment Design si è trasformato in un punto di intervenire direttamente riferimento per raccogliere e trasmettere idee. Creato da Richard Saul Wurman e Harry Marks nel 1984, ha un format molto semplice, che funziona come megafono per idee che concretamente hanno contribuito a produrre nella gestione della vita cambiamenti negli ambiti più disparati. quotidiana”, evidenzia Menna Inizialmente, in una conferenza annuale in California, illustri protagonisti del pensare e del fare in diciotto minuti in un intervento apparso su La Voce proponevano una lezione messa poi a disposizione di tutti in Rete. Negli anni le iniziative si sono moltiplicate. Nel della Campania il 19 settembre 1976. 2001 Wurman ha venduto la formula del talk non profit come franchising. Nel 2012, in The New Inquiry, in un saggio Non si tratta però di una semplice “esi- dedicato al fenomeno TED, si leggeva: “A Ted tutti sono Steve Jobs e ogni idea è trattata come fosse un iPad”, mentre il sociologo Nathan Jurgenson lo definiva “lo Urban Outfitters del mondo delle idee: trova concetti cool che possono genza elitaria, portata avanti da una essere impacchettati e rivenduti alle masse”. avanguardia giovanile” sessantottina, Comunque la si pensi, TED è diventato un marchio nel mondo con attivi diversi servizi online, tra i quali TED-ed, con ma di un più ampio raggio che investe lezioni da poter utilizzare in classe, o TEDx, logo per organizzare eventi. Nel frattempo le conferenze si sono mol- l’intera popolazione (“quel ceto medio tiplicate, incrementando in modo esponenziale la quantità di interventi messi a disposizione in Rete. Nel mare ma- che non sembrava ancora aver trovato gnum delle registrazioni, attraverso ricerche per nominativi o ambiti tematici, è possibile trovare nella sezione watch una propria identità, diviso com’era tra i TEDTalks nelle versioni integrali, circa 2.000 conferenze scaricabili gratuitamente, sottotitolate in più di novanta l’impegno puramente professionistico e lingue. Fra i talk è possibile costruire un itinerario collegato ai propri interessi, stanando fra i tanti nomi eccellenze di uso alienato del tempo libero”) e muove settore. Così è possibile imbattersi nell’intenso racconto di José Antonio Abreu, mentre per l’arte interessanti sono gli interventi degli artisti Olafur Eliasson, Antony Gormley, JR, Haasand Hahn, Mundano o quello di Edi Rama, dalla volontà di riformare l’istruzione premier dell’Albania, che ha fatto dell’arte un’azione politica e che qui racconta come, proprio attraverso l’arte, sia per costituire, con l’arte e con la cultura riuscito non solo a trasformare esteticamente Tirana quando ne era sindaco [nella foto], ma soprattutto a migliorare tout court, delle leve di cambiamento la qualità della vita dei suoi abitanti. sociale che possano aprire la strada a una societa piu giusta e libera. www.ted.com

EDUCATIONAL 85 CANEDICODA Wings n. 78 , 2013 – collage di tessuto, cm 86x60 ca. self-courtesy

txt: daniele perra Classe 1979, ombra Le pellicole più amate. situazioni dove sperimentare e imparare. Poi, grigia dietro agli esordi di Nico Vascellari ma Umido come Holy Motors, muto come Aurora, forse, diverse gestioni dell’ego ci hanno allon- lontano dalla cultura dell’ego e dai clamori fumettoso come Sin City. tanato. Io ho il mio carattere, le mie debolez- mediatici, di una timidezza contagiosa, Cane- ze, le mie necessità. Resta un forte ricordo. dicoda è difficile da catalogare. Design, moda, Artisti (nel senso più ampio del termine) guida. Ho dato il mio contributo a Codalunga dal musica sperimentale, performing arts, si muo- Direi Carlos Casas per l’umiltà, l’acqua per la 2008 al 2011. Riconosco meno la forma che ve con una disinvoltura “naturale” e senza bar- versatilità. ha preso adesso. riere. Vede la musica come un linguaggio so- ciale, perché sostiene che l’artista, l’ambiente Come, dove e perché Canedicoda? Organizzi concerti molto spesso in location che lo circonda e il pubblico devono trovare Per un bisogno d’identità, usando una ma- e con format inusuali. Ottaven è il nome che l’armonia perfetta. Alla proposta di “creare” la schera sincera. In relazione con me stesso e hai scelto per quest’attività che si fonda su copertina di questo numero ha detto: “Ma… io nel confronto con l’esterno. Il perché è asciutta un binomio per te indissolubile: musica e non so se sono un artista”. necessità primaria. Il nome deriva da un gioco: tempo. Come? la coda, elemento d’istintività e trasparenza, è Considero la musica, intesa solo come suono, Che libri hai letto di recente? proprietaria del cane, esempio di fedeltà. come un linguaggio puro, poco incline alla La pelle del fantasma di René Daumal, Poesie bugia. L’ascolto è intimo ma accomunante. Ho e Canzoni di Bertolt Brecht, Indiani in tuta di In principio furono le t-shirt. Poi il contributo emotività controverse, di amore e odio, per Jaime de Angulo. al successo di Nico Vascellari. Risale al 2008 l’organizzare concerti. Come Ottaven firmo un tuo evento musicale nello spazio Coda- la musica che “compongo” io dal 2003. Come Che musica ascolti? lunga di Vittorio Veneto. Piattaforma Fantastica, insieme a Stefano di Lettera 22, Maurizio Abate, Salvatore Mar- Mi parve più semplice e immediato generare Holidays Records, promuovo progetti sonori tirano, Ilpo Väisänen e Pan Sonic tutto, e vendere t-shirt con le mie serigrafie piutto- che ritengo utile condividere. Jake Maginsky, Jung An Tagen, Lifetones, sto che proporre i miei segni chiedendomi Muslimgauze, Neil Young, Nicola Bernier, se fossero arte o meno. Vorrei essere pratico Stilista, designer, musicista, set-designer, Sibylle Baier, Lubomyr Melnyk, Ultraeczema e informe. Con Nico Vascellari c’è stata una organizzatore di concerti. L’unica etichetta tutto, Holidays tutto, Senufo tutto. forte e viscerale amicizia, un’intensa e spon- che non ti sei mai cucito addosso è quella tanea collaborazione prima musicale, poi di d’artista. I luoghi che ti affascinano. aiuto e supporto al suo lavoro. È stato natu- Ho letto in un libro primitivo: la specializza- Palermo? rale affiancarlo: si costruiva, c’erano ottime zione, prima o poi, mette fine all’evoluzione.

86 RUBRICHE Crei abiti ma la fattezza è sempre volutamente artigianale e ogni pezzo è unico. Sei un autentico anti-fashion. Non di ANTONELLO TOLVE sono in molti a chiamare un pullover “collage di lana”. NOW Libertà è una condizione che cerco. Alimentarsi con gu- sto e cambiare. Sentire un abito come tuo, come pelle. Ritengo l’imperfezione una variabile sana. Elasticità, re- CORTESI GALLERY lugano / londra spiro e – perché no? – vedere il tempo come una rana. In grado di coniugare spazio fisico e me- Mi sembra che a unire tutti i tuoi lavori ci sia un ele- taforico, ambiente espositivo e riflessivo, la Cortesi Gallery di Lugano si presenta mento fondamentale: il disegno. come una vetrina che mira a “diventare un Disegno come gesto. Dar forma a una necessità attraverso punto d’incontro per collezionisti, studiosi e l’una o l’altra tecnica. La carta è stata uno dei primi am- appassionati oltre che un luogo in grado di bienti, anche se ricordo bene quanto cantassi da bambi- coniugare il mondo culturale e quello del no. Non trovi sensato disegnare con la voce? mercato, promuovendo e stimolando la co- noscenza dei movimenti artistici sviluppa- tisi in Europa dagli Anni Sessanta a oggi”. Si può fare… Stampe su magliette, carta, stoffa, tela e Con una strategia che attraversa le trame collage di lana, il tuo lavoro “tipografico” sembra avere dell’archeologia contemporanea e delle un ruolo molto importante. ultimissime tendenze, la Cortesi Gallery Mi piace considerarle come azioni primitive. È apprezza- propone infatti uno spaccato artistico che disegna il panorama estetico europeo del secondo Novecento. bile lasciare dei segni. Inaugurata il 16 maggio 2013 con la mostra Arte Italiana ‘60-’90, la Cortesi Gallery – diretta da Stefano Cortesi, “coadiuvato nella gestione dai figli Andrea e Lorenzo, con cui ha condiviso la pas- Al MAMbo l’anno scorso, nell’ambito del Live Arts Week sione e l’esperienza nell’arte contemporanea” (al loro progetto si è unita, successivamente, Vera III, hai realizzato una videoinstallazione ambientale Canevazzi) – la galleria mette in campo un percorso necessariamente storico e filologico che per la quale hai raccolto più di 2mila video su Youtube si allunga, via via, su arterie espressive attuali con esposizioni pronte a esercitare, appunto, una serie di esplorazioni nel ricettario creativo contemporaneo. sul tema dell’efflorescenza. Hai anche realizzato una se- Ne è esempio la collettiva Out of the Blue (2013) curata da Alberto Salvadori, che presenta un rie di sedute multiuso che hai messo all’asta alla chiu- plotone di artisti internazionali – Rosa Barba, Will Benedict, Kerstin Braetsch, Matthew Bran- sura della mostra. non, Maurizio Cattelan, Dan Colen, Roberto Cuoghi, Elmgreen & Dragset, Haris Epaminon- Vivo Youtube come un ritratto organico che ci osserva. da, Wade Guyton, Elad Lassry, Jacob Kassay, Jason Martin, Paola Pivi, Anselm Reyle, Markus Live Arts Week è un momento dove provare, in parte ca- Schinwald, Ned Vena e Francesco Vezzoli – per offrire un bilancio felice delle ultime genera- zioni che hanno contribuito e stanno “contribuendo a un cambiamento importante e ineludibile pire e crescere. È un contesto che, rigenerandosi, cerca di nel mondo dell’arte e della rappresentazione” (Salvadori). restare ibrido. Io ci vedo un’ottima sensibilità musicale, Accanto ad una doppia-personale di Paolo Scheggi e Lucy Skaer (2014) curata da Eva Fabbris una provata esperienza per le performing arts, un’impor- e a una personale di Edo Bertoglio (2014), curata da Mariuccia Casadio, la galleria continua la tante attenzione per gli ambienti, un’elogiante propensio- sua e ricognizione con Great Expectations #1. Il pensiero del futuro nell’arte degli anni ‘60 (2014) ne al dubbio e una gentile volontà di seminare. che propone un itinerario – curato da Marco Meneguzzo – tra le opere di Getulio Alviani, Ma- rina Apollonio, Bernard Aubertin, Alberto Biasi, Gianni Colombo, Toni Costa, Dadamaino, Gabriele De Vecchi, Franco Grignani, Heinz Mack, Marcello Morandini, Jesus Rafael Soto, Com’è nata l’immagine inedita che hai creato per la co- Grazia Varisco, Victor Vasarely, Nanda Vigo e Ludwig Wilding. pertina di questo numero? Ad allargare il processo di riflessione sugli statuti dell’arte e sulle maglie di gusti polifonici, la Dal rispondere alle domande, ho contato fino a sette, ho Cortesi Gallery è pronta ad aprire un nuovo spazio a Londra, per offrire al suo pubblico, da un scelto tre dischi, mi sono messo al lavoro e forse ho an- doppio avamposto, percorsi esclusivi, sempre più aperti a modelli di varia estrazione e natura. che ballato un po’. Via Frasca 5 – Lugano 41-43 Maddox Street – Londra @perradaniele [email protected] – www.cortesigallery.com

OSSERVATORIO CURATORI a cura di MARCO ENRICO GIACOMELLI ATTILIA FATTORI FRANCHINI Come descrivere il mio percorso e la mia visione mostre e progetti indipendenti in spazi commerciali senza supportarlo con aneddoti personali, luoghi, e non profit. Tra le più importanti: la stretta collabo- immagini e web-link, strumenti spesso fondamentali razione con la galleria Paradise Row, per la quale ho nel mio lavoro? Da sempre sono attratta dal concetto fondato The Basement (2012-2013), un programma di ibrido e di elementi non finiti, aperti alla discus- alternativo dedicato ad artisti ancora non rappresen- sione, contesti misti di produzione e distribuzione. tati in Gran Bretagna; quella con Seventeen Gallery, La mia formazione inizia a Milano, in Bocconi, nel corso nella quale oggi lavoro come direttore associato; la di Economia per Arte Cultura e Comunicazione. Uno nascita di Opening Times, fondazione per il suppor- scambio in Argentina all’età di ventun anni mi ha cam- to e ricerca dell’arte digitale supportata da fondi biata, affinando anche sogni e obiettivi di vita. Appena culturali inglesi. Al momento sto lavorando a Helsinki laureata sono partita per Londra. Ho studiato un anno presso l’Università d’Arte Kuvat, partecipando come al Goldsmiths College e ho iniziato a curare progetti guest curator alla presentazione di fine anno degli indipendenti. Un fortunato incontro con l’artista Rhys studenti dell’MFA – Master in Fine Arts. Coren e la mancanza di fondi per l’organizzazione Non ritengo ci sia una formula unica per essere cu- di mostre mi ha portato a fondare bubblebyte.org e a ratori. In tante occasioni il curatore è un consigliere lavorare con più di duecento artisti internazionali tra o facilitatore, qualcuno capace di supportare l’artista il 2011 e il 2013, contestualizzando il loro lavoro (e durante fasi differenti dalla mera creazione dell’o- focalizzando il mio) su piattaforme online. pera e di guidarlo nella navigazione del cosiddetto Il mio approccio, da sempre indipendente, proviene sistema; altre volte il curatore è un narratore o un ini- dalla tradizione DIY e si incentra sulla creazione di ziatore di processo. Dipende tanto da elementi quali contesti alternativi per il supporto di pratiche emer- distribuzione, generativo di dinamiche interessanti, energia e proattività, dalla voglia di cambiare le nor- genti ancora non consolidate dal successo di mer- ogni volta differenti. Ogni progetto si sviluppa in ma- me e creare le circostanze adeguate. Io ho adattato cato. niera autonoma, posizionandosi come crescita ed la mia visione alla mia personalità, spesso cercando Il contemporaneo in tutte le sue forme in continuo esperimento. approcci meno canonici, scoprendo attraverso ogni divenire mi ha sempre affascinato e con esso la Credo nella commistione di generi e nella rivoluzio- progetto nuove frontiere da attraversare. possibilità di interpretare la realtà che ci circonda. ne digitale, la quale ha creato scenari nuovi, con pos- Approccio la curatela come percorso di vita in tutte sibilità di scambio e sperimentazione artistica prima www.attiliaff.com le sue forme, e ritengo ogni passaggio, dall’incon- inimmaginabili. tro con l’opera dell’artista alla sua presentazione e Dal 2013 a oggi il mio lavoro è evoluto attraverso tante @attiliaff

TALENTI 87 GIOVANNI SCOTTI

txt: angela madesani Giovanni Scotti dalla Panini di Modena, che mi è servito per ferma e avanzava molto lentamente. Ho pen- nasce a Napoli nel 1978. Nel 2007 si diploma entrare in una dimensione di ricerca della qua- sato, allora, che ci sono certe cose che proprio in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli le ancora non ero consapevole. Qui ho iniziato non riusciamo a cogliere, perché fuori dalla e nel 2009 si trasferisce a Milano, dove conse- a interessarmi a quel movimento invisibile che nostra soglia di percezione. gue il Master in Photography & Visual Design circola dietro l’istantaneità di uno scatto, nella alla NABA. La sua è una ricerca di matrice esi- sua immobilità, allorché l’immagine diventa Una vena romantica che si coglie anche in stenziale: sul tempo e sulla condizione umana. l’attestazione presente del movimento, in cui Fuori e all’intorno (2010-12). Il suo lavoro ruota attorno al tema della per- il fattore temporale resta in bilico, sospeso fra Certo, ma anche qui ci sono degli elementi che cezione fotografica della realtà ed è il frutto di passato e futuro, negando così la possibilità di tradiscono l’anima concettuale, spesso sotte- una profonda riflessione sui concetti di tempo un continuum percepibile naturalmente. sa nei miei lavori: l’impiego della stereosco- e spazio. In realtà gli è rimasto un profondo pia (come anche ne La città del disincanto) è affascinamento nei confronti della pittura e del In alcuni tuoi lavori mi pare di avvertire una strumentale a un tentativo di completamento disegno. componente romantica, come in Isolated dell’immagine affidato allo spettatore, il quale Nel panorama contemporaneo della fotografia boat transiting for 35 minutes into the deep- può scegliere di aggiungere o meno profondi- italiana di paesaggio, il suo è un approccio in- est blue for the purpose of viewing beyond the tà alle fotografie dove la nebbia rende appena solito. Ha definito le sue foto degli autoritratti, limits of visibility (2013). percepibili i soggetti. in cui l’indagine parte da se stesso e si mani- Beh, io sono romantico: una sera, nel marzo festa poi attraverso il paesaggio. Negli scenari del 2013, mentre tornavo a casa, ho scorto La città del disincanto (2013-15) è dedicato a urbani, oggetto delle sue immagini, l’uomo è quella scena in mare, lungo la strada che da Edenlandia, una città del divertimento che ha perlopiù assente. I suoi luoghi sono modelli Pozzuoli porta verso Bagnoli. Sono corso a avuto sede a Napoli sino a qualche tempo fa. ideali per dar vita a immagini ambigue, in cui recuperare la macchina fotografica: la nave Tutte le foto sono state realizzate in assenza di le presenze non sono univoche e del tutto de- era ancora lì, come immobile e sospesa nel visitatori, inoltre va precisato che qui stiamo finite. tempo. Ho esposto la pellicola per 35 parlando di un parco dei divertimenti minuti, avrei potuto trattenermi Come chiuso temporaneamente e non in Partiamo da Transizioni / Prossimamente tre ore, se non fosse stato per il leggere Artribune abbandono. Molte delle foto mo- Cambia completamente (2009), in cui metti in evidenza il rapporto tra freddo. Ero convinto di avere volto la rubrica di fotografia. strano le scenografie e gli inter- presenza e assenza. la foto. Avrei scoperto solo Con l’intervista al talento ni illuminati e in buona parte Si tratta del mio primo lavoro, commissionato dopo che la nave non era scovato da Angela Madesani (e ancora funzionanti. Qui c’è un ricco portfolio pubblicato online) accanto a due focus su una galleria specializzata e su cosa sta accadendo 88 RUBRICHE nel comparto a livello di mercato. Con la nuova firma di Silvia Berselli. qualcosa che si vuole recuperare: il luogo vive. Se è vero che “guardare e vivere sono la stessa cosa”, di ANGELA MADESANI come ci insegna Antonioni in Deserto rosso, ecco che PHOTONOW lo sguardo può essere determinante e dare nuova lin- The Morning is Salty | A day in the life Ljubljana _ Nobel kebap & burek non-stop 24h , 2012 fa alle cose. Svelato il trucco, resta il disincanto, e ma- RBCONTEMPORARY gari è proprio grazie a questo che si possono cogliere milano allo stesso tempo l’essenza, la bellezza e il dramma Situata al piano terreno di dell’illusione, che è poi la vita stessa. un signorile appartamento di un palazzo ottocentesco, L’indagine di matrice sociale è un filo rosso sottile in una zona tra le più belle che si rintraccia in quasi tutti i tuoi lavori. di Milano – di fronte al Tea- È così, come è vero che lo faccio in maniera sottile. tro Strehler e alle spalle del Ho sempre creduto che un autore, un artista, debba Castello Sforzesco, in Foro Buonaparte 46 – RBcon- produrre bellezza e lasciare che altri si occupino di temporary nasce nel 2011. altro. RB è l’acronimo dei cogno- mi dei due fondatori: Ric- In A day in the life (2012), dedicato a Lubiana, è cardo Redaelli e Alessandra come se avessi affettato e ricomposto i diversi mo- Barlassina. Dal 2014, tut- menti dello sguardo. tavia, resta solo Riccardo, In un certo senso questo lavoro si potrebbe defini- che dopo una pluriennale re un esperimento, ma rappresenta un tassello im- esperienza nel mondo delle case d’aste ha deciso di aprire uno spazio che sia un contenitore dove far accadere incontri, mostre, scoperte. portante della mia produzione, senza il quale non Sin dall’inizio, quella di RB è una programmazione sistematica, che ha portato la galleria a fare circa avrei raggiunto una certa consapevolezza riguardo quattro mostre personali l’anno, con un dichiarato interesse nei confronti della fotografia contempora- a un tema difficile da rappresentare in fotografia: nea. poco di una esperienza totalizzante può infine esse- La fotografia nasce da una passione del proprietario, conoscitore, collezionista, oggi poco più che qua- re registrato, qualsiasi sia lo strumento impiegato. E rantenne, che nel corso del tempo ha raccolto molto materiale, anche ottocentesco. Lo scorso anno la allora mi sono detto: che cosa succederebbe se mi galleria ha ospitato una mostra interamente dedicata a Ivan Bianchi e al suo lavoro sulla Russia del XIX piazzassi per strada con una macchina fotografica e secolo: una mostra da museo, che non è facile da trovare in spazi privati italiani. Alcuni autori, fra quelli che lavorano con la galleria, utilizzano le tecniche tradizionali (Sergio Scabar, un cavalletto piantato a terra per un giorno intero? Takeshi Shikama, Jefferson Hayman) ma nessuna preclusione è riservata a chi si serve del digitale: Ma soprattutto, tra i tanti possibili imprevisti, riuscirò Massimiliano Gatti, Amelia Bauer, Andrea Boyer, Fabrizio Ceccardi, Gianluca Maver, Roberto Segata. ad arrivare alla fine dell’operazione? Era però chiaro “Conoscere gli artisti è la parte più bella”, dichiara Redaelli. “Si creano rapporti e amicizie. L’importanza che avevo bisogno di prendere nota. Questo lavoro delle persone che stanno dietro le opere, che danno voce ai loro lavori, così come le persone che danno vita va inteso come il risultato di più linguaggi espressivi, alla galleria, che la fanno vivere e crescere con una propria identità”. Per farsi conoscere a un pubblico nella sua complessità metalinguistica. Il mio è un atto sempre più vasto, RB ha partecipato ad alcune fra le maggiori fiere del settore. narrativo in cui la fotografia da sola non sarebbe ba- La programmazione per la stagione comprende una nuova mostra di Marco Dapino [nella foto] con stata a esprimere l’esperienza che ho vissuto e che in lavori sul territorio di Milano e, più avanti, una mostra, sempre di taglio museale, interamente dedicata alla fotografia d’alpinismo tra il 1870 e il 1950. buona parte ho raccontato soltanto perché l’ho messa per iscritto. Si potrebbe definire il mio tentativo“ di Foro Buonaparte 46 – Milano esaurimento di un luogo”, soltanto che io ero a Lubia- 02 875785 na e non nella Parigi di Perec. [email protected] – www.rbfineart.it

PHOTOMARKET di SILVIA BERSELLI FOCUS OTTOCENTO

Il mercato dell’arte dell’Ottocento ha subito negli ul- avuto un impatto decisamente positivo sul mercato. timi anni una forte flessione: i prezzi sono crollati so- Un ruolo a parte lo hanno autori del ventennio succes- prattutto nella fascia medio-bassa. Rispetto a questa sivo, come Julia Margaret Cameron (306.000) o Lewis situazione, come se la passa il mercato della fotografia Carroll (694.000), che si staccano completamente dal dello stesso periodo? lavoro di ricerca sul paesaggio o sull’architettura dei La fotografia nasce ufficialmente nel 1839 a seguito del riconoscimento del primo procedimento fotogra- primi fotografi per occuparsi di un più moderno lavoro fico, il dagherrotipo. L’Ottocento è il secolo dove in di introspezione, che aprirà alla fotografia novecente- arte si esaurisce una tradizione figurativa, mentre la sca. Tra questi anche Wilhelm von Gloeden, fotografo fotografia muove i suoi primi passi. Queste premesse tedesco che passò gran parte della sua vita a Taormina, dovrebbero collocarla tra i materiali più ricercati dai il quale ha valutazioni tra i 2.000 e i 5.000 euro. Tra collezionisti, ma non è così. i pochi a rinnovare l’idea di paesaggio con maestose Qualità e rarità fanno i grandi numeri, tutto il resto riprese di montagna sarà Vittorio Sella (2.000-4.000). si compra ancora con pochi spiccioli. La fotografia Il mercato della fotografia dell’Ottocento può esse- dell’Ottocento ha in parte risentito del cambiamento di gusto e oggi il mercato è certamente più vivace per re così riassunto: pochissimi autori con prezzi molto gli autori del Novecento. Gli Anni Quaranta-Cinquanta elevati e una moltitudine di fotografie di poco valore. dell’Ottocento hanno visto attivi autori, molti dei quali Proprio perché resta un mercato in prevalenza con artisti convertiti al mezzo fotografico, raffinati e curio- quotazioni ancora molto basse, vale la pena tenerlo si, pronti a utilizzare la fotografia secondo la propria d’occhio. Le regole per non sbagliare sono: puntare a sensibilità, spesso senza la preoccupazione di farne soggetti non tradizionali, curiosare tra le fotografie ita- un mestiere. In questo breve periodo si collocano foto- (199.000) e Roger Fenton (171.000), mentre gli italiani liane, soprattutto le più antiche, non dimenticare l’O- grafi quali i francesi Gustave Le Gray (740.000 euro la più significativi sono Giacomo Caneva (32.000) e Fe- massima quotazione raggiunta in asta [nella foto: Brig lice Beato (98.000), che italiano lo era solo per metà. riente che, con Cina, India e Giappone, può riservare upon the Water, 1856]), Charles Negre (280.000) e Hip- Il fatto che in altri Paesi gli studi storico-critici di questo buone sorprese. E soprattutto acquistare solo immagi- polyte Bayard (265.000), gli inglesi Henry Fox Talbot periodo siano particolarmente avanzati ha ovviamente ni di qualità.

FOTOGRAFIA 89 STREET ART È PARTECIPAZIONE

SIMONE PALLOTTA 35 anni, storico dell’arte e curatore di Walls. Laureato in Storia dell’Arte Contem- poranea all’Università degli Studi Roma Tre, si occupa dal 2006 di arte pubblica e urbana costruendo politiche culturali tra- sversali in territori di margine. Negli anni ha definito una figura di curatore in grado di ampliare lo spettro professionale per adeguarsi ai contesti più diversi: dall’orga- nizzazione alla mediazione culturale.

ANDREA MESSORI 41 anni, da venti impegnato nel campo dell’educazione non formale per giovani e adulti. Presidente di Walls, ne cura gli aspetti organizzativi e le relazioni con le istituzioni.

SIMONE GARGANO 32 anni, responsabile della scrittura e dello sviluppo dei progetti, ha lavorato nel campo della progettazione culturale e del project management per brand e istitu- zioni e ha collaborato con alcuni studi di architettura. Laureato in Architettura e in Industrial Design presso l’Università La Sapienza di Roma.

FRANCESCA LACROCE 30 anni, si occupa della produzione e dell’organizzazione dei progetti e svolge attività di ricerca artistica. Impegnata da anni nel settore della cultura e dell’arte contemporanea, ha lavorato come assi- stente curatore presso istituzioni e as- sociazioni nazionali, prima e dopo aver conseguito la specializzazione in arte con- temporanea presso la Vrije University di Amsterdam.

90 RUBRICHE txt: walls Walls è un’associazione culturale che lavora fondendo arte contemporanea e inclusione sociale attraver- so la partecipazione attiva dei cittadini. Abbiamo costruito I MURI DEL CARCERE il nostro equilibrio ponendo sullo stesso piano un’attenta Uno dei più importanti progetti di Walls è stato Rebibbia on the Walls, partito nel 2010. selezione delle migliori risorse artistiche nazionali e inter- Due anni di lavoro all’interno della sezione di massima sicurezza del carcere romano: nazionali con la necessità di un impegno civile quotidiano. un percorso d’arte partecipata costruito con venti detenuti e due artisti. Il progetto è Il fulcro delle nostre attività è imperniato sull’ideazione di stato costruito per intervenire sull’area destinata all’ora d’aria dei detenuti, suddivisa in tre diversi ambienti: l’area di transito verso i campi sportivi, il campo di pallavolo e progetti complessi che puntano al miglioramento della per- il muro di recinzione del campo di calcio. cezione estetica dello spazio pubblico, allo sviluppo delle Matteo Milaneschi, designer e artista toscano, ha immaginato insieme ai detenuti aree depresse e all’educazione all’arte contemporanea. Per una grande composizione astratta composta da diciannove colori. La decisione di elaborare un progetto non figurativo nasce dalla difficoltà di individuare un soggetto fare questo, lavoriamo principalmente con quella che viene condiviso. Si è puntato invece sul colore come potente valore ottico capace di dia- definita Street Art e che nei nostri progetti trasformiamo in logare con le diverse condizioni emotive dei detenuti, in grado di adeguarsi giorno arte pubblica di nuova generazione. dopo giorno ai diversi umori. Quest’opera, come le altre, è stata realizzata attraverso Il curatore di Walls, Simone Pallotta, dal 2006 opera sul ter- una votazione che ha coinvolto tutti i detenuti del braccio G12, dei quali solo quindi- ci hanno materialmente partecipato alla realizzazione. In ordine temporale, questo ritorio romano, iniziando il suo lavoro con un’opera site spe- è stato il primo intervento, che ha modificato l’angusto spazio di accesso ai campi cific realizzata da Blu (per la prima volta a Roma) ed Etnik sportivi. in una stazione di Roma Nord in forte stato di abbandono. Ad Agostino Iacurci è stato invece richiesto uno sforzo maggiore in termini di me- tratura. L’artista e i detenuti hanno agito su due diversi spazi con progetti diversi. Nel Oltre a definire una nuova specifica figu- campo da pallavolo, circondato su tre lati da muri alti cinque metri, è stato rappresen- ra di curatore di arte pubblica e urbana, tato un mondo fantastico, popolato da personaggi scaturiti dai racconti dei detenuti che avrebbero lavorato al murale. Le presenze umane sono inserite quindi in un pae- con il suo lavoro Simone ha definito dal saggio surreale, per una pacifica evasione visiva. principio l’approccio che caratterizza Nel campo di calcio sarebbe invece stato impossibile non fare riferimento allo sport . nazionale per eccellenza: l’artista, però, ha ideato un lavoro che supera le divisioni oggi le modalità progettuali di Walls e le fazioni. Ogni detenuto ha scelto un pattern grafico con cui realizzare la bandiera Dal 2008, anno di costituzione, Walls è ideatore, promotore e della sua squadra (i quindici detenuti provenivano da dodici diverse regioni italiane). produttore di progetti d’arte pubblica contemporanea. Attiva Le bandiere sono state realizzate come un unico, grande striscione continuo, sorretto sul difficile territorio di Roma, l’associazione è stata invitata da figure senza fisionomie specifiche: le singole identità, così cancellate, si sono unite nell’amore per lo sport, senza differenze legate alla provenienza geografica. a collaborare a progetti in tutta Italia, diventando leader nel Un lavoro corale, di difficile produzione, tra permessi, burocrazia e la necessità di settore della Street Art e dell’arte pubblica partecipata. attraversare ogni giorno otto porte blindate con i rispettivi controlli. Un progetto che La progettazione culturale si è arricchita negli anni con per- ci ha permesso di capire come l’arte, e soprattutto la fatica che la produce, possa corsi di educazione attiva e non formale, attività di ricerca e rappresentare una sintesi dell’impegno che pretende la vita per essere vissuta. interventi all’interno di laboratori e seminari. L’interesse di onthewalls.it/rebibbia-on-the-wall istituzioni, brand, aziende e privati verso le nostre modalità operative ci ha permesso di crescere, tanto da poter offrire oggi soluzioni innovative in diversi ambiti della progettazio- ne culturale e creativa. SAN BASILIO A COLORI Al momento stiamo lavorando all’imple- mentazione delle nostre strategie ope- Nel futuro di Walls c’è sicuramente Sanba, il progetto che abbiamo avviato a Roma nel 2013 e che rappresenta un laboratorio continuo di arte pubblica, nel quale sperimentare rative, ampliando la ricerca in ambiti e promuovere attività e nuovi modelli di partecipazione creativa. Dai bambini agli anzia- artistici quali la Land Art e l’arte parte- ni, passando per diversi artisti internazionali, il quartiere San Basilio sta diventando per cipata, l’architettura del paesaggio e il noi una palestra, in cui il livello qualitativo dell’approccio artistico, e quindi delle “per- sonalità” invitate a collaborare, si bilancia con un altrettanto elevato approccio sociale. design urbano. Il nostro modo di operare è pensato Abbiamo già avviato un percorso con quindici anziani del territorio e puntiamo a per arricchirsi nel tempo di ulteriori processi creativi e par- coinvolgerne cinquanta nei prossimi mesi. Con loro, e con quattro artisti, realizzere- tecipativi, in grado di creare una continuità temporale nei mo opere di diversa fattura nel territorio. L’obiettivo è raccontare il territorio avvalen- progetti, mai pensati come eventi ma costruiti per durare dosi degli abitanti e contemporaneamente rendendo questi stessi dei co-protagonisti delle opere, grazie a una serie di attività condivise: il muralismo, capace di creare il nel tempo, ripetibili ed esportabili nelle eterogenee realtà sostrato visivo che modifica l’estetica del quartiere, contribuisce anche alla creazione urbane. di una relazione forte e nuova tra artisti e comunità locali. L’approccio di Walls con i territori in cui opera è sempre im- Il prossimo passo sarà quello di ampliare la rete di progetti complessi sui territori. prontato alla creazione di un “metodo”, un generatore di pro- Stiamo aprendo cantieri in luoghi come La Rustica, con l’obiettivo di strutturare un cessi virtuosi, che una volta innescati continuino il proprio network di progettazione culturale che renda le periferie terreno fertile. L’arte e il lavoro di partecipazione rappresentano per noi un volano reale per la creazione di percorso autonomamente, modellandosi sulle peculiarità e i un senso comunitario basato sulla messa in moto di energie creative che svelino il bisogni di ciascun territorio. La genesi di questo percorso di potenziale della periferia. Questa volontà ha due obiettivi: la creazione di economie attivazione e stimolo della sensibilità alla questione urbana locali, dove realtà associative possano prendersi la responsabilità di un progetto a e dello spazio pubblico abbraccia un’ampia varietà di attori lungo termine, e la conseguente crescita di aspetti turistici all’interno di aree non con- venzionali. Un lavoro delicato che richiede attenzione e la massima cura. Un errore da sociali, con un interesse per le fasce di popolazione anagrafi- evitare? Quello di sfruttare i territori con azioni superficiali di “facciata”. camente e socialmente escluse dai circuiti più convenzionali Una volta messi in rete diversi territori, potremo collegarli fra loro per cominciare un dell’arte contemporanea, come gli anziani e i ragazzi. Con dialogo tra periferie diverse. Un insieme di luoghi che condividono esperienze cre- loro si coltiva la consapevolezza del grande potenziale dell’a- ative e culturali di livello potranno più facilmente attrarre flussi di turismo culturale e zione collettiva e partecipata sugli spazi della città, attraver- accendere un faro sulle situazioni di degrado. Le opere, i luoghi e i progetti diventano dei “marcatori” di cui le istituzioni devono accorgersi forzatamente. so un processo di alfabetizzazione ai linguaggi dell’arte. La lunga strada per strutturare quest’idea, in una periferia di dimensioni enormi Il sistema di approccio e cooperazione con le realtà locali come quella di Roma, occupa costantemente le giornate di Walls. Che nel frattempo operato da Walls è sempre improntato all’orizzontalità e allo sta aprendo un dialogo con un’altra grande città italiana: il suo modello di arte pub- scambio umano e culturale. I progetti non sono mai “calati blica continua a viaggiare, anche oltre i confini della Capitale. A breve saremo anche impegnati in un grande progetto istituzionale in dieci città dall’alto” ma concordati, trasformati nel tempo e arricchiti italiane in occasione di una importante commemorazione. grazie a un’intensa attività di confronto e dialogo fra tutti i soggetti coinvolti. www.sanba2014.it

FOCUS 91 GIANLUCA BISCALCHIN ILLUSTRATORE GOURMET

txt: martina liverani È il più famoso illustratore del mondo ga- stronomico italiano. Il suo tratto contagia le locandine degli eventi di set- tore, i menu dei ristoranti più avveduti, le pagine dei libri scritti dagli chef: Gianluca Biscalchin si è cucito addosso una professione partendo dalle sue abilità e passioni. “Sei più bravo o più famoso?”, gli chiediamo. “Diciamo che ho avuto la giusta intuizione. All’estero ci sono diverse figure che fanno illustrazione gastronomica, mentre in Italia nessuno lo faceva”. Il mestiere di illustratore gastronomico richiede capacità artistiche ma anche una vasta e precisa conoscenza del settore della gastronomia, prodotti, produttori e protago- nisti inclusi. Di formazione giornalistica, Biscalchin ha sempre raccontato a parole di cultura, musica, cinema, e il disegno era solo una parentesi uni- versitaria di quando aveva vent’anni e bisogno di arrotondare, o semplicemente un passatempo ereditato dal padre pittore.

92 RUBRICHE Nel 2008 decide di usare la matita a livello professionale e di raccontare le sue storie con parole e disegni. Sceglie di dedicarsi comple- CONCIERGE di MARIA CRISTINA BASTANTE tamente al cibo, passione innata, e da quel momento comincia un percorso di studio: sia THE BRANDS HOTEL delle tecniche di illustrazione che della cuci- A raccontarlo, L’Hotel di Riccione – nato na. Anni passati sul campo (a tavola, per dire da un’idea dell’imprenditore e architetto la verità) a sperimentare una nuova forma di Giancarlo Tirotti e inaugurato a novembre reportage e racconto che unisce immagini a – pare quasi un’operazione concettuale, il contenuti specializzati, con un risultato unico risultato ultimo della brandizzazione for- sennata che ha caratterizzato il marketing, e ancora oggi inimitato. Parte della sua espe- e non solo, delle ultime decadi. Eppure qui, rienza di gourmet armato di matita e ironia a sorpresa, l’idea è rovesciata: non si esalta Biscalchin l’ha raccontata e disegnata nel la compattezza monolitica di un brand, ma libro Prêt-à-gourmet. Come diventare un vero l’eccellente parzialità di tanti. Così l’alber- go romagnolo, situato nel cuore mondano gourmet a prova di gaffe, uscito nel 2013 per della “perla verde”, ha chiamato a raccolta Mondadori. una serie di marchi prestigiosi, affidando a Biscalchin si muove su due fronti stilistici: ognuno non solo una specifica fornitura o servizio, ma la realizzazione di una stanza, per così dire, tematizzata. da un lato disegni colorati, gioiosi e accom- E se il prospetto, che affaccia su viale Parini e sul porto canale, è relativamente semplice, l’interno regala la piacevole sensazione del lusso customizzato: nel caffè ristorante si può mangiare o degustare dal piccolo pagnati dalla delicata ironia delle parole, ma assortito menù, dalle 7 del mattino alle 2 di notte, seguendo i ritmi della movida rivierasca; l’attico – vista dall’altro disegni fatti a china, ispirati a vec- mare – è vetrato (ma interamente apribile), ovviamente prenotabile e dotato di piscina e sky bar. chie stampe o alle antiche enciclopedie di Le stanze sono solo sedici – dimensione media 50 mq, accessoriate comme il faut: dai maxischermi a scom- botanica e zoologia. parsa alla scelta delle lenzuola (seta, lino o cotone) in fase di booking – e dieci di queste sono affidate Il mix di parole all’estro dei brand partner Bartorelli, DS, La Perla, Mastro Raphael, Pascucci, societàdellapietra, Technogym, e immagini messo a punto da Transvital, Via Bizzuno, che hanno proposto in ognuna un arredo diverso e predisposto un cadeau persona- Biscalchin risolve il crescente lizzato per gli ospiti. Mastro Raphael celebra il mare, con una selezione di texture e tappezzerie, La Perla la sensualità preziosa, desiderio di comunicazione Via Bizzuno la luce, in un gioco perfetto di naturale e artificiale (con l’aggiunta, che non guasta, di una vasca visiva che chiediamo in questi idromassaggio sul terrazzo), la stanza di Transvital è una vera e propria Spa, decorata con geometrie neutre, tanto quanto quella di Tecnogym [nella foto] è arredata come un’area wellness. E se la stanza di Bartorelli anni di abbuffate digitali e im- è la diamond room, quella di societàdellapietra richiama, senza ostentazione, la bellezza pura del mondo mediatezza. minerale. Ma la più creativa e personalizzabile l’ha ideata Pascucci: ha colori brillanti, un’atmosfera urbana e I suoi disegni, facili da leggere e immediati, una parete – che nasconde gli armadi – da decorare, con un messaggio o un graffito, a proprio piacimento. sanno mantenere lo spessore e la specificità Via Parini 8 – Riccione di un argomento tecnico come a volte sa es- 0541 692266 sere la cucina. È il caso delle pubblicazioni [email protected] - www.l-hotel.it che Biscalchin ha curato in collaborazione camera doppia brandizzata da 179 a 559 euro con noti chef, illustrando ricette, ingredienti o procedimenti. Nel 2014 ha illustrato il libro Susci più che mai (Giunti) dello chef Moreno Cedroni, uscito in occasione dei trent’anni de SERVIZIO AGGIUNTIVO di MASSIMILIANO TONELLI La Madonnina del Pescatore, due stelle Miche- lin a Senigallia. Una carrellata di ricette e una UNA LEGGENDA A FIRENZE miriade di pesci illustrati nella biodiversità di Lasciate perdere la Firenze piatta e turistica, tutta aree colori, forme, misure e proporzioni. Oltre a pedonali e biciclette, che si spande attorno all’Arno. disegnare bene, un illustratore Qui siamo nella parte meridionale e collinare della città. Sulle alture che partono immediatamente a sud gastronomico deve conoscere di Ponte Vecchio e si arrampicano verso Poggio Impe- la differenza anatomica tra riale e dietro verso il Chianti. Villa Bardini è qui, appollaiata sopra il quartiere San scampo, gambero e gambero- Niccolò. Col suo giardino sensazionale che puoi ve- ne; deve riprodurre la realtà, dere con lo stesso biglietto necessario a visitare il Giardino di Boboli. Qui tanti proprietari, a partire dal dandogli naturalmente… un Seicento. Tanti proprietari fino all’ultimo, l’antiqua- po’ di colore. Così, quel che rio Bardini, che fece testamento indicando la città di Firenze come unico erede dell’immobile. Seguirono sembra un limite diventa inve- anni di abbandono, finché l’Ente Cassa di Risparmio ce per Biscalchin uno stimolo di Firenze non si prese carico di restaurare tutto, costi- tuire una fondazione, aprire spazi espositivi, promuovere corsi e concerti di musica e inaugurare un museo creativo. dedicato al pittore Annigoni e uno allo stilista Capucci. Ultimo in ordine di tempo è il libro dello chef Un ristorante in linea con tanta qualità non poteva mancare, ed ecco che – dopo alcuni tentativi non partico- Niko Romito del ristorante Reale, tre stelle larmente riusciti negli anni passati – da qualche settimana si è stabilita qui La Leggenda dei Frati, tavola che vede alla guida il giovane e appassionato Filippo Saporito e che, dopo le sedi di Abbadia Isola e Castellina Michelin a Castel di Sangro, 10 Lezioni di Cu- in Chianti nel senese, ha trovato casa a Firenze. cina (Giunti) al quale Biscalchin ha collaborato Nell’attesa di inaugurare gli spazi all’esterno per l’estate (mozzafiato il panorama sul capoluogo) e di aprire con illustrazioni disegnate a china in bianco un orto funzionale alla cucina, Saporito ha portato alla villa la sua brigata e ha già impostato un menu che e nero. “Nel mio caso disegnare è come fare ha margini di miglioramento ma che è già credibile e solido, nonostante la nostra prova risalga ai giorni di rodaggio. Qualche piatto? Riso con topinambur, scalogni e midollo; pici tirati a mano al sugo espresso di il lavoro di un cuoco: bisogna scegliere gli lepre e fumo di rosmarino; manzo cotto e crudo al profumo di pepe nero, fino alle triglie cotte sulla pelle con ingredienti esatti”, racconta Biscalchin a pro- succo di provola, polenta ed erbe di campo. Prima di tutto, in attesa di ordinare, una pallina irresistibile di posito dell’esperienza con Romito. “Dovendo lardo spalmabile che fa il verso al più ordinario burro. Alle pareti ruotano opere a cura della Continua di San Gimignano, galleria con la quale La Leggenda ha da disegnare un carciofo [uno degli ingredienti sempre una felice collaborazione. clou dello chef, N.d.R.] un illustratore normale disegnerebbe un carciofo astratto, io ho fatto Costa San Giorgio 6 – Firenze parecchie ricerche, mi sono ispirato a due tipi 055 0680545 [email protected] - www.bardinipeyron.it di carciofo abruzzese usati dallo chef, che na- turalmente si è accorto della differenza”. @direttortonelli

BUONVIVERE 93 FUGHE IN TERRA DI LOMBARDIA

LA MOSTRA fino al 29 marzo LA MOSTRA Wim Wenders fino al 19 aprile Villa Panza Matteo Fato Piazza Litta 1 Museo d’Arte Contemporanea 0332 239669 Viale Padania 6 [email protected] 039 2145174 www.fondoambiente.it [email protected] www.comune.lissone.mi.it

IL RISTORANTE Ilario Vinciguerra Via Roma 1 IL MUSEO 0331 791597 dal 23 aprile [email protected] Accademia Carrara www.ilariovinciguerra.it Piazza Carrara 82 035 399677 www.accademiacarrara.bergamo.it varese

gallarate bergamo L’OSTERIA Locanda delle Grazie lissone Via San Pio X 2 milano 0376 348038

grazie mantova

L’ALLOGGIO NHOW Hotel LA MOSTRA Via Tortona 35 fino al 6 giugno 02 4898861 LA LETTERATURA Ai Weiwei Stendhal soggiornò in Italia nel 1800- [email protected] Palazzo Te www.nh-hotels.it 1802, poi in qualità di console nel 1836- Viale Te 13 1839 e infine negli ultimi anni della sua 0376 323266 vita. Oltre ai Taccuini, la testimonianza [email protected] più rilevante del suo amore per la Peni- IL FESTIVAL www.palazzote.it dal 19 al 29 marzo sola è La Certosa di Parma, che fu pub- Uovo festival blicato nel 1839. [email protected] www.uovoproject.it

txt: santa nastro Siete a Milano per Expo 2015 o per MiArt, la fiera d’arte mo- LA FIERA derna e contemporanea di Milano? Ci sono molti ottimi motivi per programmare, tra un dal 10 al 12 aprile impegno di lavoro e l’altro, una fuga a Mantova. In auto ci vogliono solo due ore, ma la MiArt proposta è ricca. Che la città, in fatto d’arte, abbia molto da offrirvi, ve lo dice anche lo Viale Scarampo – Gate 5 Pad. 3 scrittore francese Stendhal, nel suo taccuino di viaggio. “A Mantova, qualche anno fa”, 02 49971 [email protected] scrive “andavo cercando bozzetti e piccoli quadri quali mi con- www.miart.it sentivano le mie modeste sostanze; esigevo però che i pittori fossero anteriori al 1600, perché verso quest’epoca si spense LA FIERA del tutto l’originalità italiana messa in pericolo sin dalla caduta di Firen- dall’11 al 13 aprile ze nel 1530”. MIA Nel 2015, invece, le occasioni non vi mancheranno. Innanzitutto, la grande mostra di Piazza Lina Bo Bardi 1 Ai Weiwei a Palazzo Te, che fino a giugno porta in Italia ilgiardino incantato concepito [email protected] dall’artista cinese, nella splendida residenza dei Gonzaga. Opere inedite, 46 per www.miafair.it l’esattezza, ma anche interventi di Meng Huang e Li Zhanyangdei, artisti che da due anni collaborano con il più noto maestro, famoso inoltre per l’attivismo e le vicende politiche

94 RUBRICHE e personali. Ma non solo. Ad aprile, infatti, riapre anche la Camera degli Sposi, capolavoro, famoso in tutto il mondo, del Mantegna. MO(N)STRE di FABRIZIO FEDERICI Danneggiata a causa del terremoto che nel 2013 colpì anche la Torre nord-est del Castello di EXPO IN UNA STANZA San Giorgio, la Camera Picta torna finalmente a impressionare, con il lirismo degli affreschi L’Europa pullulava di esposizioni universali ben prima e le sorprendenti creazioni prospettiche, i dell’avvio ufficiale di questo tipo di manifestazioni (Londra, visitatori di tutto il mondo. E qui vi diamo il 1851). Non si trattava, allora, di iniziative mastodontiche, primo consiglio gastronomico: a meno di dieci che richiedessero la costruzione di interi nuovi pezzi di cit- tà, sulla cui destinazione post eventum non si avevano idee chilometri dal centro, sulle rive del Mincio, c’è la chiare. All’opposto, la sfida era quella di racchiudere la me- Locanda delle Grazie. Dove mangerete – fra altre ravigliosa varietà dell’universo in uno spazio che fosse il prelibatezze – i migliori tortelli alla zucca del più raccolto e intimo possibile, spesso in una sola stanza. globo terrestre e vi stupirete per la profondità e Dare vita a un microcosmo che fosse specchio e compen- ricercatezza della cantina. dio del macrocosmo, attraverso una selezione di oggetti Si riparte da Mantova per raggiungere rari, strabilianti, eccellenti, prodotti dalla natura (naturalia) Bergamo dove dal 23 aprile riapre il Museo così come dall’uomo (artificialia). dell’Accademia Carrara di Belle Arti. Nato nel Tale pratica, che affondava le sue radici nei tesori delle cat- 1796, ritorna dopo sette anni al suo splendore, tedrali medievali, ricevette un forte impulso all’alba dell’Età più moderna che mai, dopo un riallestimento e Moderna, con le scoperte geografiche che stimolarono la una serie di interventi che hanno reso il museo curiosità per ciò che era lontano nello spazio, e con l’Uma- ancora più funzionale e grazie ai molti interventi nesimo e la riscoperta dell’Antico, che spinsero a interes- di restauro che hanno interessato molte delle sarsi a ciò che era lontano nel tempo e a collezionarne le opere conservate. 130 saranno i capolavori vestigia. A nord delle Alpi proliferarono le Wunderkammer, esposti e i grandi nomi non mancano: Raffaello, o stanze delle meraviglie; nelle corti della Penisola “stu- dioli” dal più preciso impianto filosofico e con una più evidente (anche perché più facile da soddisfare) Bellini, Tiepolo e ancora Mantegna, la star della predilezione per le “anticaglie”. pittura lombarda, tra gli altri. Milano vantò numerosi musei di curiosità: il più celebre fu quello, dalla marcata impronta (proto)scienti- Prima di tornare nella metropoli, passaggio a fica, che radunò nel Seicento il canonico Manfredo Settala [nella foto]. Ma ancora nell’enciclopedismo Lissone, dove Matteo Fato inaugura Krinein (la) che caratterizzò l’attività di collezionista di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, nei decenni centrali dell’Ot- Crisi, una mostra a cura di Alberto Zanchetta, tocento, si scorge un’eco di questa tradizione. Alla quale il capoluogo lombardo ha reso omaggio con nella quale prevale la riflessione sul senso della una mostra allestita, nel 2013/14, alle Gallerie d’Italia e proprio al Poldi Pezzoli: ai mirabilia di un tempo critica e sul linguaggio visivo della pittura. si accostavano opere d’arte novecentesca e contemporanea, sulla scia di una mitica rassegna curata da Si dorme a Milano, al NHOW Hotel di zona Adalgisa Lugli per la Biennale di Venezia del 1986. Tortona, un hotel che prende l’anima dal quartiere del design in cui si colloca, con la struttura progettata da Matteo Thun e l’area di STEFANO MONTI relax di Karim Rashid. Giusto in tempo, L’ALTRO TURISMO magari, se la vostra permanenza è a marzo, per visitare l’Uovo festival (fino al 29), kermesse di LA VOCE DI UN “GUFO” performing arts, oppure, in aprile, per fare una sosta al MIA (11-13 aprile), la fiera dedicata alla “Nutrire il pianeta, Ener- gia per la vita”. Con que- fotografia e all’immagine in movimento, con sto slogan ci accingiamo capatina alla Fondazione Mudima per la mostra ad assistere all’imminente personale di Roberto Coda Zabetta, FILM# 00- inaugurazione di Expo 2015, 56, tra cinema e pittura. una vetrina imperdibile per Si cena a Gallarate, a 40 km dal- l’Italia, il volano e il simbo- lo della ripresa economica la città, da Ilario Vinciguerra, la così come da più parti si an- cui carta vanta il menù delle ac- nuncia a gran voce. “Gufo” è que, un Dripping di pasta e latte l’appellativo affibbiato a chi la pensa diversamente e il 1° concentrato di bufala di pollo- maggio 2015, la data del via, ckiana memoria tra i primi e una sarà il “no-gufi-day”, come Sfogliatella farcita di baccalà e cime di rapa annunciato dal premier Ren- nella rivisitazione della tradizione napoletana. zi la scorsa estate. Sono 20 milioni i visitatori attesi a Milano in occasione del grande evento, che, come si Il tutto in una villa dei primi del Novecento. Che legge sul sito ufficiale, apporterà benefici all’intero “sistema turistico italiano”. Dubbiosi della circostanza che in Italia si possa parlare di “sistema turistico”, è proprio il tema delle ricadute che fa riflettere. abbandoniamo per calarci nella seduzione di Le stime ufficiali quantificano per il periodo 2012-2020 un impatto complessivo di 23,6 miliardi di euro di un’altra villa, l’eminente residenza Panza di Biu- produzione aggiuntiva e un incremento totale del valore aggiunto pari a 10 miliardi. Il riferimento è allo mo a Varese, oggi gestita dal FAI, nella quale – studio elaborato nel 2012 dalla SDA Bocconi su commissione di Expo 2015 e della Cciaa di Milano. Al oltre a deliziarvi con la collezione minimal che di là della circostanza che, a nostro avviso, queste cifre appaiono sovrastimate soprattutto con riguardo il compianto Conte costruì – troverete fino al 29 ai flussi turistici attesi, presenti e futuri, senza sottacere che non mancano coloro che hanno evidenziato marzo la mostra dedicata a Wim Wenders, un errori di natura metodologica nella misurazione d’impatto citata, il dato che resta sono gli spropositati racconto degli Stati Uniti fatto da 34 fotografie di costi infrastrutturali e gestionali di una struttura che, sorta all’insegna del nobile fine di “nutrire il pia- neta”, ha portato alla cementificazione di ettari e ettari di terreno, non mancando come spesso accade foto di luce e paesaggio. “Considero Villa Panza”, nell’assegnazione degli appalti pubblici all’italiana di alimentare fenomeni di corruzione e infiltrazioni ha commentato il famoso regista, “un luogo che della criminalità organizzata. rappresenta il cuore della cultura europea e al E se i costi di realizzazione si sono rivelati elevati, altrettanto deve dirsi dei costi di partecipazione. Le ci- tempo stesso, grazie alla collezione, l’unione tra fre per l’affitto degli spazi si aggirano sul milione di euro per 85 mq. A tanto ammonta la somma sborsata l’Europa e l’America nella sua piena espressione. da Lavazza, secondo quanto riportato dal sito Il Fatto Alimentare [nella foto: lo Spazio Lavazza disegna- Non avevo mai pensato a una mostra dedicata to da Fabio Novembre]. Expo è, dunque, un lusso che non tutte le imprese si possono permettere, così all’America, ma questo luogo me l’ha ispirata e come non tutti gli italiani alle prese con la crisi possono affrontare il costo di un biglietto d’ingresso che, soprattutto se sommato alle spese di viaggio e soggiorno, risulta eccessivo. penso sia stato un grande privilegio poterla fare”. Queste, tuttavia, sono solo le considerazioni di un “gufo” che, con una eccessiva dose di realismo, conti- Tra reminiscenze hopperiane: la mostra è de- nua a chiedersi se ha senso “investire” tante risorse sull’infrastruttura di un “evento” che, in quanto tale, dicata a Denis, amico di Wenders, e a Edward. ha carattere passeggero e, soprattutto, che si propone di far riflettere la popolazione mondiale sull’im- Due modi di raccontare l’America. portanza di impiegare responsabilmente le risorse (alimentari) a disposizione.

PERCORSI 95 Bergamo Alta Giardino Botanico Bergomense via baioni

via della fara via maggio

xiv nazario via

via broseta tassis via

sauro

colleoni lorenzo via

san

6 via via coghetti

3 1

piazza via goethe duomo via porta dipinta viale via donizzetti mura delle viale tomaso delle

rosate san mura via mura via delle viale vittorio emanuele ii viale ii

giacomo

san emanuele

via vittorio via pignolo viale

via

antonio ortigara

locatelli monte via masone

via

viale

roma

Con Expo e Miart un passaggio da Milano in questi mesi si deve fare. Ed è l’occasione, per chi viene da più lontano, per scoprire l’intera Regione. Bergamo: la città a castello 1. 2. 3. 4. GAMeC Thomas Brambilla GombitHotel La Bottega del Buongustaio Per gli appassionati di contem- Non c’è esattamente un profluvio Quasi incredibile a dirsi – e im- Consiglio per un pranzo veloce, poraneo, tutto ruota intorno al di gallerie di ricerca a Bergamo. maginiamo le difficoltà per re- magari in versione street. In que- museo diretto da Giacinto di Pie- Una ventata d’aria nuova l’ha alizzarlo… – nella Città Alta c’è sto santuario del gusto, che opera trantonio [leggete a pag. 16 le portata da pochi anni un giova- pure un design hotel. Si chiama dal 1970, avrete modo di soddi- polemiche sul suo spostamento]. ne gallerista, Thomas Brambilla. Gombit e sta accanto alla Torre sfarvi. Ordinando al banco della L’evento clou in questi mesi (dal Un passaggio nei suoi spazi me- del Gombito, edificio in pietra del gastronomia, oppure sedendovi 31 marzo al 28 giugno) è la mo- stra di Cory Arcangel, campione rita, soprattutto perché fino al 23 XIII secolo. All’interno, un conti- ai tavoli del bar e bistrot. Dove della “new media generation”. maggio ci sono le opere di Ron nuo lavorìo che trasforma inces- provare un panino farcito, o ma- Una sua intervista la trovate su Gorchov, baldo ottantenne che santemente gli spazi grazie agli gari una spiadipizza accompa- artribune.com. esordisce in Italia. artisti che vi operano. gnata da una centrifuga. via san tomaso 53 via casalino 23 via mario lupo 6 via borfuro 14 www.gamec.it www.thomasbrambilla.com www.gombithotel.it www.labottegadelbuongustaio.biz

96 DISTRETTI viale

roma Bergamo Bassa

via dello

statuto

maggio 8 verdi xiv via via via mazzini via garibaldi camozzi via

nullo 4 via via diaz borfuro 2

viale

francesco papa tiraboschi maj via via giovanni via broseta angelo via broseta via

xxiii

via 7

palma via

quarenghi

il piazzale

vecchio marconi paleocapa

pietro

moroni bernardino via

via

san via carducci

via

via leopardi amicis simoncini via de via carducci via 5 Parco Leopardi

via finazzi

bernardino

san

via

Un percorso ve lo suggeriamo giusto nelle pagine precedenti. Qui invece ci concentriamo su una città: Bergamo. Bergamo: la città a castello 5. 6. 7. 8. Al Carroponte Teatro sociale Coffee.n.Television Terme di San Pellegrino All’approccio tradizionale prefe- Capatina immancabile in città Potrete dire di aver esplorato le Una piccola deviazione dovete rite le location industùriali. Allo- alta per questo luogo magico, re- pieghe più nascoste e cool di Ber- farla, per una giornata nelle rin- ra optate per questo ristorante, staurato di recente. La sua storia gamo. Qui infatti si fa shopping novate e appena riaperte terme enoteca, bar che sta all’interno inizia nel 1809 ed è una storia di senza incappare in tristi souvenir, di San Pellegrino. C’è poco da di quella che era l’industria Cice- rivalità artistica e culturale con la fra abiti firmati da giganti come aggiungere, per uno dei cen- ri. Proprio sopra il bancone del città bassa, dove sta il Teatro Do- Margiela e Orjan Andersson, e un tri termali più noti al mondo: si bar ancora fa bella mostra di sé nizetti, entrambi di proprietà del angolo dedicato a libri & riviste. estendono per 6mila mq, mixano il carroponte. Tutto da proporre il Comune. Un progetto originale Tenetevi comunque l’indirizzo design contemporaneo con affre- menu fingerfood, tra microburger di Leopoldo Pollack, allievo del web, ché si può comprare anche schi e soluzioni architettoniche e crudi di pesce. Piermarini. online. primonovecentesche. via de amicis 4 via colleoni 4 via san bernardino 22b viale della vittoria 53 www.alcarroponte.it www.teatrodonizetti.it www.coffeentelevision.com www.qctermesanpellegrino.it

DISTRETTI 97 In Vitrine c’è Rä di Martino Rendering digitali, pittura analogica

Quando un progetto raggiunge la quarta Digitali o analogiche? Ecco il primo dub- edizione significa che ha una sua struttu- bio dinanzi alle grandi tele di Avery Singer ra consolidata. Nel caso di Vitrine questa (New York, 1987) approdate alla Fondazio- fino al 12 aprile struttura è il dialogo che si innesca tra l’arte ne Sandretto dalla Kunsthalle di Zurigo. fino al 6 aprile contemporanea e un’istituzione come quel- a cura di Beatrix Ruf Tutte giocate sulle tonalità del grigio, le a cura di Anna Musini la della Gam, ma non solo: perché Vitrine è FONDAZIONE immagini di Singer sono create grazie a un GAM anche un concept che mette in comunica- SANDRETTO programma freeware di modellazione 3d, Via Magenta 31 zione mondo interno ed esterno al museo, Via Modane 16 riportate sulle tele con un proiettore, scher- Torino alternando l’immaginario quotidiano con Torino mate con nastro adesivo e pitturate con un 011 4429518 una consolidata tradizione storico-artistica. 011 3797600 aerografo; un lavoro che dà vita a spazi il- www.gamtorino.it L’interazione che si viene a creare investe www.fsrr.org lusionistici su cui campeggiano piatti e ge- sia l’opera che lo spettatore, al quale viene ometrici protagonisti. Attraverso la pittura restituita un’impressione, uno stimolo interiore e silenzioso che si insinua l’artista rielabora il sintetico mondo delle informazioni digitali la cui icono- nella memoria, investendo lo spazio e il tempo personale con una nostalgia grafia attinge a episodi di cronaca, richiami letterari e opere d’arte, come nel- mai vissuta, se non attraverso l’opera stessa. la tela Gerty MacDowell’s Playbook (2014) in cui fonde una scena dell’Ulisse Il primo appuntamento con Rä di Martino (Roma, 1975) si intitola The Picture di Joyce alla performance Seedbed di Vito Acconci. of Ourselves, ed è un lavoro diverso dai “soliti” progetti dell’artista, perché si Con espedienti cinematografici e dense ombreggiature, si rendono vive for- sviluppa attorno all’immagine di una bambina al contrario, sospesa e tenuta me spigolose e meccaniche che ricordano la forza scultorea dei dipinti di per le gambe da un uomo. La relazione tra queste due persone non è spie- Fernand Léger e l’estetica di superficie delle avanguardie storiche donando, gata, lascia quindi aperta l’interpretazione a più significati, perché potrebbe inoltre, presenza e concretezza a informazioni destinate a succedersi conti- essere un quadro di famiglia, oppure potrebbero essere due persone che non nuamente. I personaggi di Singer, principalmente femminili, celano un calo- si conoscono. La forza di questo video in bianco e nero, montato con primi re emotivo e un’ironia di fondo che si riversa sugli attuali schemi sociali: è il piani alternati, sta proprio nei non detti, oltre che in un dialogo senza parole caso di Heidiland, in cui ritrae una novella Heidi in versione raver. Attraverso che si instaura grazie allo sguardo dei due protagonisti, testimoni di una nar- sequenze di close-up, fermi immagine e una luce da set, avvia una riflessione razione aperta a svariate possibilità. meta-artistica che parla del culto dell’artista e della creazione di un’opera Nei pochi minuti di durata del video, insieme alle inquadrature – contraddi- (Director, 2014). stinte da un’ottima fotografia – si alternano suoni sparsi, brani pop, musica Le tele, appese alle pareti, coinvolgono per la loro dimensione e per la vibra- classica e radiogiornali, ognuno associato a un punto di ripresa, a un cambio zione plastica donata dalle ombre e dai simboli che sfaccettano e umanizza- di inquadratura, fino a creare un montaggio eterogeneo in grado di comuni- no i personaggi ritratti che, visti da lontano, sembrano immersi in un flusso care a ciascuno qualcosa di familiare e universale al tempo stesso. digitale di dati. Altre tele si succedono sospese nel corridoio attiguo alla sala L’immagine allargata nella sua totalità potrebbe essere un gioco spensiera- espositiva, un percorso a zig zag che svela la vacuità del retro della tela e to o una prova di fiducia, ma soprattutto infinite visioni della stessa cosa, mette in scena la liquidità del sapere informatico. poiché a guardare in camera sono due mondi agli antipodi: un uomo e una Nonostante Avery Singer si serva dell’ottica cinematografica per rendere so- donna, un adulto e una bambina, uno in piedi e l’altro a testa in giù, uno fiero lide determinate informazioni, la loro natura simulacrale continua a essere e l’altro spensierato. In definitiva, molteplici testimonianze di come la vita rimarcata dal fatto che le sue figure godono di un’immobilità tuttavia resa possa essere contenitore di infinite possibilità di vissuti. vibrante dalla sovrapposizione di piani di colore che danno un contrappun- A sostegno e a dimostrazione di questa conclusione, una simbolica inqua- to di profondità. Inoltre l’orizzonte atemporale su cui si stagliano e il loro dratura di foglie d’edera attorno al tronco dell’albero, metafora di come il continuo doppiarsi non negano il bisogno dell’artista di storicizzare episodi sostegno di un adulto permetta a un bambino di crescere scegliendo tra un transeunti e di riflettere sul fare arte e sui cliché del suo mondo. illimitato intrecciarsi di direzioni. eugenio giannetta martina lolli

Pablo Bronstein tra Schinkel e Soane Il potere del lavoro Quale sia la linea di confine tra le opere Catharine Ahearn (Johannesburg, 1985) al- di Pablo Bronstein (Buenos Aires, 1977) e lestisce una personale programmatica: ogni la struttura della galleria è difficile dirlo. I intervento – scultoreo, installativo oppure monumentali disegni di macchinari da la- pittorico – si inserisce in un racconto sti- voro, risalenti all’epoca della rivoluzione listico prospettico. Vòlto ad ampliare ogni fino al 2 aprile industriale, rivestono le pareti dell’officina, linea compositiva precedentemente esplo- FRANCO NOERO fondendo la struttura in acciaio dell’edificio PEEP-HOLE rata. A partire dall’ormai adeguatamente Via Mottalciata 10b con le colonne di ghisa degli esercizi gra- Via Stilicone 10 scandagliato piano del Reale, No Soap Torino fici dell’artista argentino. La connotazione Milano Radio prende possesso della prima sala di 327 1491932 architettonica della collezione di disegni 339 7656292 Peep-Hole attraverso due lavandini che, nel www.franconoero.com trova la sua terza dimensione in galleria, ri- www.peep-hole.org fluire, alimentano diversi volumi di schiu- portandoci nella Londra di fine Settecento. ma di sapone. Metafora della natura conca- All’interno di We live in Mannerist times si affianca alla collezioneThe age tenante, alienante e spesso invariata dei lavori quotidiani. Ma, a portare lo of steel, una serie di acquerelli ispirati alle fabbriche di ceramiche inglesi. Il spettro percettivo del visitatore nel cuore della personale, si presenta The risultato è frutto di un approfondito studio dell’architettura neoclassica, attra- Morther (2015), una tenda meccanica che struttura una passatoia site spe- verso i disegni di Schinkel e Soane, con un tocco irriverente che inserisce de- cific, un’installazione dalla massima portata per gli spazi, regolamentando corazioni rinascimentali e contradditori elementi del movimento moderno. visioni e visuali di una mostra dalle combinazioni materiche e dalle esplora- zioni formali sostanzialmente infinite. eleonora usseglio prinsi ginevra bria Gli universi di John Armleder Il rigore dell’arte John Armleder (Ginevra, 1948) sfrutta ogni In occasione dei vent’anni dalla morte di lato della galleria disponendo una instal- Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, lazione nel primo salone, cuore attrattivo a cura di Francesca Franco 1994), una densa retrospettiva. Due le sedi: della personale, e due forniture sculpures e Sergio Risaliti una a Milano, l’altra alle porte di Pero, dove (oggetti quotidiani, solitamente di design, CHRISTIAN STEIN gli ampi spazi consentono di ubicare buo- giustapposti a tele astratte) nella seconda Corso Monforte 23 na parte delle opere (circa sessanta in tut- MASSIMO DE CARLO stanza. Al piano di sopra, tele e scultu- Milano to). Alcune tra queste, come quelle esposte Via Ventura 5 re creano un universo colorato, un tocco Via Vincenzo Monti 46 proprio nella sede della Christian Stein di Milano kitsch fatto di objet trouvé, collage e sostan- Pero Torino alla prima personale del ‘67, risalgo- 02 70003987 ze distribuite con l’aiuto del caso; paddle 02 76393301 no agli esordi della produzione dell’artista. www.massimodecarlo.com paintings che a ogni distanza suggeriscono www.galleriachristianstein.com Il respiro della mostra attraversa il tempo di significati differenti. Dalle radici Fluxus Boetti, inteso come una fetta della sua vita, dell’artista dominano l’ironia, la riflessione sui confini di ciò che arte è e ciò e ciò ben si coniuga con il ruolo che il tempo stesso occupa nella sua dialet- che arte non è, e la fondamentale semplicità delle opere, che si traduce – an- tica. Un passare misurato dagli autoritratti, dai viaggi a Est, dall’approccio cora con l’aiuto dell’ironia – in accessibilità da parte di ogni spettatore a un ludico alla propria identità. Prolisse, nello spazio e – ancora – nel tempo, le significato che non è definitivo, semmai soggettivo. Ogni sala diCharivari è serie dei lavori postali, dove ogni inizio sembra perdersi per dover ricomin- un universo surreale, da godere, esplorare e, in parte, costruire con i propri ciare in altro modo. Tutti invitati ad abbracciare i cangiantismi diligenti di sensi. un sempre doppio Boetti. lodovico lindemann lucia grassiccia

98 RECENSIONI Arte a Casa Castiglioni Le alchimie di Jackson Pollock

Nella sala stampa della Triennale di Milano, La Fondazione Guggenheim ha consacrato il Le regole del gioco è presentato da Luca Lo fino al 6 aprile 2015 ai fratelli Pollock e, in collaborazione Pinto, curatore della mostra, Edoardo Bona- con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e fino all’11 aprile a cura di Luciano spetti, direttore artistico del progetto e cu- con il Molab-Cnr, ha iniziato un monitorag- a cura di Luca Lo Pinto ratore della Triennale Arte, e da due artisti Pensabene Buemi e gio volto al restauro delle undici delicatissi- FONDAZIONE che hanno preso parte al percorso regalan- Roberto Bellucci me opere di Jackson Pollock (Cody, 1912 – ACHILLE CASTIGLIONI do lavori site specific: Patrick Tuttofuoco e COLLEZIONE PEGGY Springs, 1956) acquistate da Peggy nel corso Piazza Castello 27 Céline Condorelli. A qualche centinaia di GUGGENHEIM della sua attività di mecenate. La scelta di Milano metri di distanza, il rigoglioso, instancabile Dorsoduro 701 - Venezia operare su Alchemy è stata valutata da un 02 8053606 Studio Museo Achille Castiglioni attende, 041 2405411 team di ricerca internazionale che ha optato www.achillecastiglioni.it spurio di qualsiasi presenza umana, che il www.guggenheim-venice.it per il restauro di questo lavoro composto da percorso, concepito come un omaggio della ben 4,6 chili di materia pittorica. contemporaneità al maestro del design italiano, venga visitato. In questo one painting show, l’unica protagonista è la tela che ci accoglie Non è difficile immaginare, parallelamente, come oggetti, opere, pubblica- con una carica cromatica squillante e inedita. Progettata da Pollock nel 1947 zioni, video, mock-up, appunti, collage e costumi abbiano potuto prendere sulla base di un telaio da ricamo, segna il superamento della fase surrealista vita e parola, animandosi gli uni con gli altri. Lontani dai ripetuti sguardi che dell’artista che, in quest’opera, porta a maturazione la sperimentazione della hanno concepito e incastonato, negli ultimi mesi, ventidue lavori fra i lavori, celebre tecnica del dripping. all’interno del museo dedicato a Castiglioni. Sguardi che diventeranno un La mostra si snoda attraverso una selezione di immagini e documenti d’ar- crescendo, continuando ad alimentare ricerche e chasse du trésor fra i visita- chivio che testimoniano il clima nel quale Pollock operava: i suoi legami tori dello spazio. Presenze rigorosamente scandite da visite guidate, ristrette familiari, i suoi pennelli e i suoi barattoli di colore, le sue foto al lavoro. a una ventina di persone alla volta. L’allestimento ha dunque un impianto prettamente educativo e mira a coin- Il percorso, caratterizzato da interventi rispettosi, preziosi e minimi di di- volgere lo spettatore attraverso una ricostruzione della tecnica dell’artista ciassette fra artisti, architetti e designer, si svolge senza sovrapposizioni fi- americano, evidenziando sia il processo creativo – messo in luce tra l’altro siche, ma, all’opposto, incarnando, rendendo proprie determinate parcelle dalla radiografia della tela qui esposta – sia le suggestioni offerte dalla mate- di spazio vuoto, lasciate intonse dal tempo e dalla pratica del progetto. Le ria pittorica attraverso una serie di schermi touchscreen che offrono la possi- regole del gioco, nell’ambiente eutrofico di piazza Castello, si rivela un titolo bilità di navigare tridimensionalmente dentro il dipinto. che dimentica il proprio futuro e contraddice se stesso, passando dalla parte La vera scelta vincente di questa mostra è però il modello prototipato del opposta dello specchio, dal lato di chi si vede guardare, da chi si vede in cer- dipinto proposto in scala 1:1 e ottenuto da una stampante 3d. Volutamente ca, catturato dagli oggetti. Tra il benvenuto familiare e tranchant di Cristoph presentato in toni di grigio per esaltare lo spessore della materia, offre allo Meier, gli stipiti-guida di Charlotte Posenenske, lo specchio geometrizzato spettatore la possibilità unica di entrare dentro il lavoro creativo dell’artista. di Martino Gamper, gli interventi territoriali di Mandla Reuter, le giustap- La narrazione, mai noiosa, delle tecniche utilizzate dal team multidisciplina- posizioni materiche di Carol Rama, le lampadine di Céline Condorelli, il re è affidata a un video in chiusura di percorso che funge da complemento ef- costume disegnato per Giovanna Castiglioni da Patrick Tuttofuoco, il video- ficace per un pubblico che è condotto per mano nell’opera a vivere l’alchimia performance di Riccardo Previdi e il meteorite di Olaf Nicolai. unica creata da Pollock nella sua breve ma entusiasmante carriera. Nonostante l’idea del percorso fosse quella di non creare alcun vincolo te- Senza dubbio la questione messa in campo da questa iniziativa non riguarda matico, ma di suggerire ampliamenti in filigrana della collezione-archivio di solamente la necessità di porre l’accento sul restauro del contemporaneo: il Achille Castiglioni, Le regole del gioco stravolge esperienze, giustapposizio- percorso allestitivo è didatticamente valido e costruito attorno ad apparati ni, elementi e limiti di tutti i fautori chiamati ad inserirsi nello studio – fami- multimediali dai quali non si può e non si deve più prescindere quando si glia Castiglioni compresa – per un nuovo gioco di regole della composizione. pensa a una mostra che vuole avere – come in questo caso – l’ambizione di lasciare un segno nello spettatore. ginevra bria chiara di stefano

Gary Hill. Carica di profondità Il luogo d’arrivo di Stéphanie Nava Il titolo della personale di Gary Hill (Santa Stéphanie Nava (Marsiglia, 1973) esprime Monica, 1951) da Lia Rumma fa appello a un mondo interiore che si rivela con dise- un’espressione militare, “carica di profondi- gni concettuali e romantici. Gli spazi della tà”. Depth Charge (2009-12) è anche il lavo- galleria sono divisi per tematiche. Il piano ro che conferisce la chiave di lettura della superiore è dedicato all’architettura: quat- fino al 30 aprile mostra, in cui l’artista combina due prece- fino al 24 aprile tro disegni su carta, Reprises (2014-15), de- LIA RUMMA denti opere: la proiezione è infatti un riferi- RICCARDO CRESPI lineano paesaggi di ispirazione persiana, Via Stilicone 19 mento a Varese 360, in cui la composizione Via Mellerio 1 bizantina, giapponese e fiamminga. Sono Milano Un Grande Sommeil Noir (1906) di Varèse Milano visioni consce e precise che generano im- 02 29000101 è interpretata da Bill Frisell alla chitarra 02 89072491 magini oniriche appartenenti al suo univer- www.liarumma.it elettrica, mentre i cinque monitor a terra www.riccardocrespi.com so creativo, dove l’uomo è sempre presente: proiettano The Psychedelic Gedankenexpe- di spalle per Reprises (flamand) oppure ne- riment, luogo in cui l’artista crea una traccia delle alterazioni psichiche do- gli interni di case come per Reprises (persan). Il piano inferiore è connesso al vute all’assunzione di LSD, dietilamide dell’acido lisergico. Ma il vero centro paesaggio, all’uomo nel paesaggio. Con la serie Archipel (2010), macchie di transmediale del percorso, che comincia come un rivestimento dell’edificio, china delineano verdi paesaggi dove appaiono gambe, mani e teste di esseri è rappresentato da due lavori recenti: Klein Bottle e Pacifier. Due interventi umani. Mentre il plastico del greto del fiume Rodano Le( cours figé des lignes, la cui natura ontologica e materiale sembra provenire da visioni alchemiche, 2015) attira l’attenzione, quasi come se avesse percorso la mostra lasciando all’apparenza, detonanti. un segno, diventando ad locum venire. ginevra bria giorgia quadri Un museo per Kenneth Noland Romeno è Giulietta: Verona cambia musica Vent’anni di carriera raccontati da una deci- Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) riporta la sua na di opere che arrivano direttamente dallo esperienza di Verona, frutto di un lungo studio dell’artista. È la mostra di livello mu- percorso di avvicinamento: escursioni, con- seale, benché non retrospettiva, che Cardi versazioni, collaborazioni con enti e azien- fino all’11 aprile dedica a Kenneth Noland (Asheville, 1924 fino al 24 aprile de locali. E attraverso Verona, divenuta a cura di Annamaria Maggi – Port Clyde, 2010), con la cura di Annama- a cura di Adele Cappelli “archetipo" e “scenografia inconsapevole”, CARDI GALLERY ria Maggi. Al piano terra s’incontrano l’enor- STUDIO LA CITTÀ apre la sua visione socio-economica di que- Corso di Porta Nuova 38 me Via Bound (1970), uno degli stripes in Lungadige Galtarossa 21 sta parte di Occidente. Una mappa menta- Milano cui sperimenta per la prima volta l’utilizzo Verona le, innescata dalle Geografie economiche 02 45478189 della tela non preparata alla ricerca dell’ap- 045 597549 e dipanata nei trenta metri di Landscape www.cardigallery.com parenza più immateriale della pittura; poi il www.studiolacitta.it Verona, mostra una città come intelaiatura, caratteristico incrocio di linee ortogonali di rete di connessioni in cui ogni punto è col- Call (1973), tratto dalla serie Plaid e alcune Shaped canvases, dove l’asimme- legato e risente di tutti gli altri. Edifici in degrado o in disuso sconfinano nel tria del supporto esaspera l’astrazione, negando l’ontologia del quadro inteso centro storico monumentale e commerciale, creando inedite interazioni e come “finestra sul mondo”. La vera guest star si rivela solo al piano superiore: apparentamenti, restituendo quella complessità del tessuto urbano con cui l’opera più vecchia, un Target del 1958, attende sul fondo della sala per ipno- molti cittadini, anche tra coloro che ne hanno conoscenza consapevole o la- tizzare lo sguardo a ogni passo con la sua irresistibile combinazione di colori. tente, hanno smesso di confrontarsi. Con l’intento non solo di denuncia, ma di riapertura di “nuove possibilità di esistere”. silvia somaschini roberta morgante

RECENSIONI 99 Calchi e sovraimpressioni a Museion Grotte e affreschi. Guerzoni al MAMbo

Dopo Manifesta, Documenta e Biennale È un bene e, soprattutto, un coscienzioso fino al 26 aprile di Venezia, per Rossella Biscotti (Molfet- dovere riconoscere a Franco Guerzoni (Mo- ta, 1978; vive a Bruxelles) arriva anche la dena, 1948) il ruolo primario assunto nel pa- Chiara Fumai fino al 19 aprile 2015 a cura di Frida Carazzato consacrazione museale in Italia. Al quarto norama artistico degli ultimi cinquant’anni. a cura di fino al 25 maggio piano del Museion di Bolzano, Letizia Raga- Con questa determinazione, nella mostra Rossella Biscotti glia cura una mostra antologica estesa ma Gianfranco Maraniello Archeologie senza restauro, ci si concentra a cura di Letizia Ragaglia succinta: un progetto capace di testimonia- MAMBO sugli ultimi sviluppi del suo lavoro pittori- MUSEION re in sole cinque tappe i peculiari metodi di Via Don Minzoni 14 co, escludendo quello fotografico, più volte Via Dante 6 – Bolzano ricerca e produzione dell’artista. La riattiva- Bologna di recente esaminato in altri contesti – in 0471 223413 zione di impronte storiche e umane è infatti 051 6496611 particolare la recente mostra alla Triennale www.museion.it una tra le cifre distintive nel lavoro di Bi- www.mambo-bologna.org di Milano, nella quale era altresì raccontato scotti, e qui viene sviluppata ulteriormente, il sodalizio di Guerzoni con Luigi Ghirri nel- nella scelta di portare in mostra non solo le opere già esposte, ma anche i la Modena degli Anni Sessanta. calchi di alcune (Le Teste in Oggetto) e le impressioni di altre (Gli anarchici L’ingresso dell’area espositiva è segnalato e allo stesso tempo occluso da due non archiviano). Una pratica che non contraddice però il nucleo concettua- opere del 2011 intitolate Museo ideale. Fermi di fronte ad esse prima d’entra- le della sua poetica: sul piano teorico, infatti, l’inversione si risolve in uno re, non intravediamo chiaramente nulla di ciò che seguirà. Si sospetta che si slittamento, capace di potenziare nel fruitore lo stimolo all’indagine critica. stia per accedere a un museo, o almeno alla rappresentazione dell’idea stessa A questo si lega poi la principale dominante della ricerca di Biscotti, un che di museo ha l’artista. Tra le quindici opere esposte, alcune degli esordi impegno sociale e politico diretto, incarnato in parte da tutti i lavori, ma (Antropologie e Libro, 1971-1976) custodiscono l’origine della sua ricerca, soprattutto da L’ergastolo di Santo Stefano. La principale protagonista dell’e- nonché supportano lo sviluppo cronologico in mostra. sposizione resta quindi la Storia, anche se la mise en abyme del processo di L’attenzione alla superficie intesa come accesso alla stratificazione culturale impressione rischia una deriva sottile: quando la storia da ricalcare non è più rende Guerzoni sempre attuale: così Archeologie senza restauro, Affresco in solo quella con la “S” maiuscola, ma anche quella poco più che decennale di corso d’opera, Stanze e Grotte (le ultime tre appositamente realizzate per il un percorso di ricerca artistica. Mambo), tutte del 2014, scivolano in un posto ipotetico il cui ricordo rischia Il progetto di Biscotti è poi integrato da un’ulteriore “sovraimpressione”, il buio della dimenticanza, fin quando l’ultima linea d’ombra non viene recu- quella operata da Chiara Fumai (Roma, 1978; vive a Bruxelles). Il dialogo perata dall’artista che ne ricava dei contenitori d’emozioni e sentimenti. Di tra le due artiste nasce in maniera pressoché spontanea, e non stona affatto questo tipo sono le due Stanze. Evoluzione scultorea delle fotografie d’interni la “forzatura” applicata da Fumai al discorso di Biscotti. Il fantasma della di anni fa, sono scatole in gesso appese a parete dentro cui si scorge un posto giornalista e terrorista Ulrike Meinhof infesta una visita guidata alla mostra, ormai da tempo disabitato: il medium fotografico è qui rielaborato ulterior- deviandone la focalizzazione storico-identitaria, ma sviluppandone al con- mente in una rappresentazione stratificata. tempo le potenzialità di veicolo ermeneutico. Fumai conferma così le carat- Grotte invece s’ispira alla Grotta dei Cervi di Porto Badisco che fu murata teristiche di una pratica di ricerca volta a decostruire il logocentrismo del dopo la scoperta. Affresco in corso d’opera è un lavoro installativo costituito discorso dominante, facendo del proprio corpo il luogo (ma non il centro) di da un’impalcatura tarlata, dove pezzetti di legno pigmentati e cocci sono di- tale perturbazione. stribuiti come se tutto fosse stato abbandonato all’improvviso per consentire La performance si struttura nel difficile equilibrio tra funzione medianica e alla materia di compiere indisturbata il proprio corso. urgenza comunicativa, rasentando l’inconsistenza di un troppo rigido “copio- In una Grotta e in uno Strappo d’affresco sono accuratamente mimetizzati ne” ospitato nella project room (con taglio pressoché didascalico, tra scrittura dei marchingegni che muovono lievemente una carta e un pendolo di stucco. automatica e stregoneria), ma poi smontandolo a sua volta per lasciare sul Queste sono alcune delle nuove fisicità di Guerzoni che la mostra risalta in campo una presenza vibrante e fantasmatica, più vivida del reale. un ambiente immersivo, aprendo anche uno sguardo sul valore che la pittura ha nella ricerca dell’artista. simone rebora domenico russo

È senza limiti il quadro dell’arte In principio era la linea L’arte da sola non è in grado di cambiare Linea e carta: indagate nei loro aspetti gra- il mondo, ma può innescare riflessioni con fici, scultorei, fino alla quasi identificazione il potere di trasformare. Come gli spetta- dell’una con l’altra. Elemento grafico e me- tori traducono e interpretano i suoi limiti dium per eccellenza, diventano organismi nel mondo reale diviene allora territorio di quasi vivi in un crescendo che esplora la a cura di Lorenzo Bruni analisi molto meno sterile di quella dei suoi forma plastica e tridimensionale, rimanen- EDUARDO SECCI meri oggetti, e soprattutto confini. Questi MARIE-LAURE FLEISCH do però sempre fedele al segno originario. Via Maggio 51r limiti che ci/si trasformano sono i medesi- Via di Pallacorda 15 In alcune opere bidimensionali su/di carta, Firenze mi indagati da Be Andr (Oslo, 1978) e Klas Roma Katharina Hinsberg (Karlsruhe, 1967) spe- 055 283506 Eriksson (1976). Parole e frasi in legno e 06 68891936 rimenta i processi di trasformazione grafici, www.eduardosecci.com vinile ricercano un nuovo ordine spaziale, www.galleriamlf.com attraverso il disegno a mano libera, e plasti- trascendendo la dimensione intimista cui ci: la carta è incisa, puntellata, bucata. Da siamo soliti relegare la scrittura, accanto a neo-turneriane tele astratte, dipin- qui la linea si libera fino a dialogare con gli spazi della galleria. Ecco allora te con fumogeni da stadio, in cui ad essere circoscritta è la collettività del loro l’installazione Spatien, “intermezzo di spazio” – presentata per la prima volta abituale raggio d’azione. Opere che mettono in discussione la deontologia nel 2010 in Germania – che dà il titolo alla mostra. Cascate di fili di carta dell’arte e le sue contraddizioni: cosa identifica la pratica artistica, l’espe- fissati meticolosamente, dal soffitto al pavimento, invitano il visitatore all’in- rienza dell’oggetto o l’oggetto stesso? Nessuna delle due: siamo sempre noi a terazione e alla modificazione, creando una nuova dimensione spaziale. scegliere ciò che vogliamo tramutare in arte. sarah venturini marta veltri Davide Monaldi racconta di sé Sten&Lex: creazione e distruzione Cinquecento tessere in ceramica simili a Roma fa sempre più rima con Street Art. figurine, con su dipinti i volti di artisti e il Anche grazie a gallerie come Wunderkam- rispettivo nome: sono ritratti di star dell’art mern. Che ora ospita la coppia formata da system internazionale, al quale forse Davi- Sten (Roma, 1982) e Lex (Taranto, 1982). I de Monaldi (San Benedetto, 1983) guarda loro stencil, attraverso la distruzione della con ammirazione. Sicuramente con iro- a cura di Giuseppe Pizzuto matrice, restituiscono la visione del pro- STUDIO SALES nia. Alcune statue di buffi personaggi sono WUNDERKAMMERN cesso creativo come parte integrante dell’o- Piazza Dante 2/7 “messe in scena”: in un angolo c’è Shy boy Via Gabrio Serbelloni 124 pera. Questa reiterata estetica del perituro Roma mentre in un sottoscala c’è Happy Birthay, Roma designa le estreme conseguenze della criti- 06 77591122 un bambino tutto nero con un palloncino. 06 45435662 ca al consumismo: le matrici distrutte an- www.studiosales.it Nota curiosa: le statuette di Monaldi hanno www.wunderkammern.net nientano la riproducibilità dell’opera. Nei tutte – un po’ alla maniera di Ontani - il suo densi spazi della Wunderkammern, che volto, com’è più chiaro in Family. Attirano la sua attenzione oggetti e perso- testimoniano una storia pregressa, si snoda l’enfasi bicromatica del bianco e ne comuni, divenendo tra le sue mani manufatti artistici che mantengono nero: qui la concezione frammentaria, quanto la tendenza astrattiva, evoca la propria semplicità, così anche uno zerbino dal titolo Autoritratto, elastici miraggi tribali. L’impronta identitaria di Matrici distrutte riecheggia anche colorati o gomme da masticare spiaccicate. Sono tutti lavori in terracotta e nelle matrici lasciate all’incuria degli agenti atmosferici e nell’inedita scelta ceramica che celano un senso palpabile di oscura amarezza. Monaldi qui si cromatica del blu sul bianco, predisposta per l’intervento in strada nel quar- rivela bambino che guarda il mondo dal basso. tiere di Torpignattara. martina adami rossella della vecchia

100 RECENSIONI Il contemporaneo in Medio Oriente Di bastoni, serpenti e altri animali

Tra i più apprezzati momenti espositivi Giunto a Parigi nel 1989 per partecipare fino al 12 aprile dell’edizione 2014 di Arte Fiera con Il pie- a Les Magiciens de la Terre, Huang Yong distallo vuoto, torna anche quest’anno l’ap- Ping (Xiamen, 1954), a seguito degli eventi a cura di Marco Scotini fino al 24 maggio puntamento che lega l’analisi della scena di piazza Tienanmen, è rimasto nella capi- PINACOTECA a cura di Hou Hanru artistica di uno specifico contesto socio- tale francese, assurgendo a figura di riferi- NAZIONALE politico e la relazione con il collezionismo e Giulia Ferracci mento di un possibile dialogo tra Occidente Via delle Belle Arti 56 privato. L’obiettivo è puntato su quel Medio MAXXI e Oriente nel montante contesto dell’arte Bologna Oriente che tanto ha riempito le colonne Via Guido Reni 4a globale. Col tempo, sembra che anche a 051 4209411 dei media internazionali (e continua a far Roma Huang Yong Ping sia toccato in sorte di di- www.pinacotecabologna. parlare di sé). 06 3201954 ventare un “venerato maestro”: la mostra al beniculturali.it Il percorso ideato da Marco Scotini però www.fondazionemaxxi.it Maxxi, nel celebrarne il percorso attraverso si scosta immediatamente dalla cronaca, alcune installazioni iconiche, si accoda così anche se in parte è necessario inglobarla, proponendo tematiche che più senza troppe novità alla tendenza in corso a livello internazionale, a partire si apparentano a soste metodologiche per riflettere sulla contemporaneità dalla fondamentale retrospettiva del 2005 al Walker Art Center di Minneapo- tutta. Prima fra tutte la forma e la funzione del tempo, o meglio dei “tempi”, lis (con un’introduzione di Philippe Vergne che resta insuperata per la com- qualora si configuri come categoria temporale (modernità/postmodernità) o prensione dell’artista). L’occasione romana risulta peraltro utile per riflettere nel caso in cui sia necessario misurare la distanza tra la Storia e la vita. criticamente della parabola di Huang Yong Ping, i cui esiti correnti appaiono In seconda istanza il valore e il significato del termine modernità, di una sua per molti versi divergenti rispetto all’approccio radicale degli esordi. imprescindibile quanto complessa declinazione geografica che tenga conto Se, infatti, non si può non apprezzare l’immaginifica intensità dellaCarta della stratificazione tra popoli, nazioni, confini naturali o imposti. E ancora del mondo (2001), un’opera in cui il globo terracqueo viene svolto come una l’attualissimo dualismo Oriente/Occidente rappresentato dalla quanto mai buccia d’arancia infilzata da annunci catastrofici, o ancora è agevole registra- ossimorica definizione di “guerra di culture”. re tensioni interculturali di qualche suggestione in installazioni come Hei Dato un tale scenario, l’interrogativo cardine dell’esposizione si sposta sul (2006) e (2007), qualche perplessità solleva punto di vista, sulla posizione dalla quale si getta lo sguardo, sia essa una Hei Sina Sina Construction Site scelta o una costrizione. È dal caleidoscopio delle eterogenee visioni (e degli la produzione più recente, dove il ricorso continuo ad animali impagliati si svariati approcci) degli artisti che il visitatore è chiamato a perdersi nella avvicina pericolosamente allo stilema, con soluzioni espressive oscillanti tra singola narrazione per ricostruire la propria visione d’insieme. Ai racconti il didascalico e l’espediente. Passi, insomma, per il cammello a cui una gi- e alle indagini degli operatori culturali venuti dall’esterno (i Sopralluoghi in gantesca cruna traversa le froge, ma marchiarne a fuoco il vello col relativo Palestina di Pasolini, il Taccuino Persiano di Foucault o la Beirut di Basilico) passo evangelico sembra davvero troppo (Camel, 2012). rispondono le poetiche degli autoctoni, alternando sintesi biografiche, de- Sospendiamo il giudizio, poi, su opere come Chefs (2012), tripudio tassider- scrizioni critiche e ricerche d’archivio. mico di teste capobranco volto a sollevare la “questione di chi e cosa sia il L’estetico e il documentale procedono di pari passo, a volte spalleggiandosi controllo” (sic nella guida alla mostra), o Bugarach (2012), una montagna di a distanza, altre volte invece contaminandosi fino al punto in cui il primo cemento con contorno di bestie impagliate (male) che nel complesso ricorda fa propri i supporti del secondo o, viceversa, il documento diventa sogget- più i plastici dei trenini che una critica acuta al millenarismo new age. to primario della pratica artistica. Le opere infine dimostrano un’attenzione Discorso a parte merita il gigantesco scheletro metallico di Bâton Serpent trasversale dei collezionisti privati che ai protagonisti che hanno raggiunto (2014), installazione che dà anche il titolo alla mostra e, nella sua sorpren- la ribalta internazionale (Mona Hatoum, Walid Raad, Kutluğ Ataman, Emily dente monumentalità, tradisce una ricerca della spettacolarità più vicina Jacir) hanno accostato artisti appartenenti alle ultime generazioni o sempli- all’intrattenimento che alla ricerca concettuale. Se non altro, l’opera riesce a cemente meno noti. La mostra, allora, più che dare tempo al tempo si assu- trascendere l’“effetto scatolone” tipico del Maxxi e questo non è poco. me la responsabilità di porre un termine dal quale partire. Giusto in tempo. claudio musso luca arnaudo

Trasparenza della pittura Per Liliana Moro niente è come sembra Con una luce spigolosa e croccante che crea Gli accenti sono segni grafici che indicano forme appena accennate, macchie leggere la pronuncia e determinano il significato. ed elegiache, sembianze di figure e di cor- Cosa succederebbe se sullo stesso termine pi immersi su una superficie cinerea e as- fino al 1° maggio venissero posti più accenti, facendo coesi- sorbente, Henry Chapman presenta negli a cura di Agata Polizzi stere dizioni e contenuti? Un’implosione di fino al 10 aprile spazi della T293 un progetto speciale che FRANCESCO significati e significanti. La contraddizione T293 indaga gli orizzonti del realismo per co- PANTALEONE insita nella percezione della realtà – e l’in- Via dei Tribunali 293 struire un discorso sul tempo e sulla natura Via Vittorio Emanuele 303 stabilità che ne consegue – è il leitmotiv di Napoli della pittura. Facendo del processo artistico Palermo Àncóra. Le sculture, le installazioni e i col- 081 295882 un atto di cancellazione, Chapman propone 091 332482 lage sono opere ossimoriche, volte a sottoli- www.t293.it così un ambiente – undici tele di media e www.fpac.it neare quanto sia ardua la ricerca di punti di grande dimensione, un video (Future, 2014) riferimento certi nel fluire della vita. Così, e un testo ciclostilato che indica i due estremi anatomici delle sensazioni alcuni salvagente dall’anima di cemento rimangono ancorati a terra, ormeggi umane – per introdurre lo spettatore in un campo visivo che, se da una parte a cui aggrapparsi durante una tempesta; una luce capovolta, introspettiva esercita una riflessione sul dinamismo della pittura (proprio del gesto futuri- ma non trascendentale, illumina il pavimento anziché elevarsi. E poi il neon sta), dall’altra attraversa il mondo dell’arte e alcuni drammi della storia con Àncóra: i concetti di spazio e tempo coincidono, evidenziando come questi un timbro stilistico volto a registrare, schedare, protocollare le pulsazioni siano gli assi cartesiani del pensare e dell’agire umano, nonostante le fluttua- picnolessiche del presente. zioni dell’esistenza. antonello tolve desirée maida Ispirare la natura nel palermitano I giochi di potere di Adelita Husni-Bey Circa quaranta minuti d’auto separano Pa- Una serie di lavori a sfondo politico-sociale. lermo da Castelbuono. Un breve viaggio Il titolo Il Principe, la Classe e lo Stato sotto- mattutino, un rito laico ma domenicale. Chi linea le relazioni di potere tra caste in una giunge al Castello dei Ventimiglia ha dun- società contemporanea. La mostra di Ade- que accomodato il tempo sufficiente alla lita Husni-Bey (Milano, 1985) è composta visita ed è bendisposto all’ascolto. Le storie principalmente da fotografie che ruotano MUSEO CIVICO proposte dalla mostra di Sandro Scalia (Ra- LAVERONICA attorno al video Agency - giochi di potere, Piazza Castello gusa, 1959; vive a Palermo) sono racconti Via Grimaldi 93 tratto da una simulazione svoltasi al Maxxi Castelbuono secolari colti sul luogo. Le fotografie e i vi- Modica di Roma. Protagonisti, alcuni studenti del 0921 677126 deo di naturalia/artificialia cedono la parte 0932 948803 Liceo Manara della capitale. Gli alunni, di- www.museocivico.eu più sostanziosa della residenza del fotogra- www.gallerialaveronica.it visi in cinque categorie (giornalisti, politici, fo tra le mura antiche del borgo siciliano. Le lavoratori, attivisti e banchieri), si sono ca- immagini in mostra non trattengono il fascino evidente dell’autore per i det- lati ciascuno nel loro ruolo riflettendo, in conseguenza delle scelte fatte, sulle tagli minuziosi che il silenzio delle periferie fa emergere intatti, ingentiliti da dinamiche di potere nella società odierna. La simulazione è stata preceduta una sottile patina di polvere e d’oblio. La Torre dell’orologio, il bosco di agri- da alcuni incontri con opinion leader dei vari settori, affinché gli studenti fogli monumentali, la Biblioteca del Convento dei Cappuccini, le collezioni potessero avere una migliore percezione delle categorie scelte. Un progetto botaniche di Francesco Minà Palumbo; naturalia e artificialia si inseguono in che rientra nel percorso di analisi di Adelita sulla rappresentazione delle una danza allegorica e malinconica. ideologie egemoniche nelle società occidentali. luca labanca giovanni scucces

RECENSIONI 101 Gaggiez , 2014, Youtube videostill cuccia

senaldi

marco tommaso testo di foto di

a un lato, in modo epidemico e imprevedibile, un po’ la stessa sovrabbondanza di segni, messaggi, discorsi che dovunque insorgono rivolte urbane e suburbane, dovrebbero descriverle, dalla cronaca live all’immancabile Dmanifestazioni di protesta, guerriglie metropolitane. sigletta, con tanto di logo animato dell’ennesima mascotte. Dall’altro, in forma endemica, con regolare e ineluttabile sca- Tuttavia, se c’è una lezione da trarre, sia pure a distanza di denza, si continuano a organizzare le grandi kermesse inter- anni, da Genova 2001 (come del resto da Brésil 2014) è pro- nazionali. Da un lato, quasi seguendo le strane parabole di un prio questa: che queste due visioni non appartengono a due equilibrio punteggiato, ecco manifestarsi i “disordini” (come mondi diversi, incomunicabili e inconciliabili, e nemmeno li battezza la grancassa mediatica). Dall’altro, con una eroica a logiche discorsive che “raccontano” la nostra complessa fedeltà a un calendario che come minimo si potrebbe defini- realtà da due fronti contrapposti. Piuttosto, bisognerebbe dire re desueto, ecco gli imperdibili appuntamenti con il “nuovo che queste logiche si presuppongono a vicenda: se non c’è ordine” mondiale. Da un lato, le forme di protesta sembrano grande kermesse che non si tiri dietro le sue proteste, è an- nascere spontaneamente in reazione alla violazione di sacro- che vero che non ci sono proteste che non facciano appello santi diritti. Dall’altro, pare impossibile rinunciare ai meeting contro qualche Grande Evento. milionari, che dovrebbero servire a rilanciare città in crisi o E se dovessimo iniziare a considerare queste due serie interi Stati in decadenza, ad aprire nuovi fronti mercantili, o come le facce della stessa medaglia, anziché continuare a anche a divenire crogiuolo di incontri interculturali in cui co- pensarle nella loro separatezza? E se questa stessa unità co- minciare a progettare insieme il futuro planetario. stituisse la “terza narrazione”, quella vera, capace di “com- Comunque stiano le cose, nulla di più diverso, almeno se ci prendere” entrambi i fenomeni? Non è esattamente questo si ferma alle apparenze visive, tra queste due serie di eventi:

Rebel, rebel (and established) ciò che accade quando, cercando in Rete il video di una i primi effettivamente si presentano in modo caotico, sono qualche manifestazione, possiamo finalmente vederlo, solo sprovvisti di una narrativa consistente e possono essere al però “assalito” dal banner pubblicitario di Expo 2015, che massimo testimoniati da immagini frammentarie, o riprese assume così un senso imprevisto? “a mano”, dal basso, nel cuore delle agitazioni, quindi senza E non era forse a questo che pensava quel genio di Guy De- una logica che le renda leggibili. Le grandi manifestazioni bord (di cui è appena uscita presso Postmedia la bizzarra e globali, invece, dai Mondiali di calcio ai megasummit, dalle sconcertante autobiografia, Questa cattiva reputazione) quan- Olimpiadi fino a Expo, sono continuamente rilanciate dalla do – montando nei suoi film scene delle proteste di piazza, “copertura” mediatica, ma restano altrettanto indescrivibili insieme a frammenti di parate militari o cerimonie civili – appunto perché “coperte” (nomen omen), cioè offuscate dal- parlava di “critica della separazione”?

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