Missionari Saveriani Contenuti

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Missionari Saveriani Contenuti COMUNICAZIONE M ISSIONE COMMUNICATION MISSION Missionari Saveriani Contenuti Carissimi fratelli, L l...crrERA Del 5uPeJuoRE GeNERAlE (ITAliANO EINGlese) Rl~~il®m r;~t~m:b~a·: ~5 _ar:n_i ~i pr:es_e~Zl! ~a~~ri~~a. 5 r ~~ ~pe~ie_nc:ia: de ~ue:t~:a -~~6~. d~ ~ol~m:b~a. 12 Baptism of1Rire: Chinds ChrdstJians and the Bc!mer Upnising ofl~ ~5 R. G. TteOEMANN RMX Capitolo Terzo: caratteristiche del nostro carisma 25 Seduçao neoliberal 33 FIIEIBETIO s~e~Hn Una pubbliGazione sui martiri saveriani 37 ERMANNO FERROJ SX l n occasione della canonizzazione àel Beato F. Fogolla 4@ NQBUO lwAMOT0, sx Qrowth and C@mmitmen't' 43 ENI'H0 CAsAI.U€CI, sx Un antico comandamento nuow 48 f.\t..Ae110 CeiiESOU, sx Notizie tial mondo sx 55 ! ~o~tt:i 4efu:r~i . 61 Puòblicazioni di Saveriani 63 Carissimi fratelli, La fede è una risposta al bisogno umano di felicità. O meglio: è proposta di un modo pienamente umano di vivere. Il credente non può pretendere che qualcuno accetti la sua proposta di fede, se da essa non sorgesse, e visibile, un modo di vivere più ampiamente e profondamente umano. Tanto più chiara e forte sarà la capacità di attrazione della proposta, quanto più questa sarà autentica, coeren­ te e chiara. Mi pare utile fermarsi un momento per cogliere la logica della fede in quanto si distingue dalla logica idolatrica (chiamo così qua­ lunque logica non credente, sia che affermi l'assenza di ogni assolu­ to sia che lo identifichi con qualche realtà diversa da Dio). Cerco di sintetizzare questa logica idolatrica secondo la visione più rigorosa, quella che nega cioè insieme a Dio ogni possibilità di giustificazione per la verità o il valore, ogni possibilità di salvezza etero o autofondata. La negazione di Dio arriva inevitabilmente alla contraddittoria assolutizzazione dell'io da una parte e al riconoscimento della sua radicale impotenza dall'altra: la vita è "passione inutile" (Sartre). La logica dell'idolatria è figlia di questa visione. Il suo obiettivo è la ricerca della felicità; la quale è una somma di opportunità fug­ gevoli (di beni, di piaceri, di esperienze . .. ) e alla massima intensità possibile. A tal punto che occorre inventare bisogni nuovi e sempre più grandi per avere il piacere della loro soddisfazione; e affrettarsi a riempire al massimo il breve tempo che abbiamo, poiché la vita passa e rischia di rimanere vuota. Al limite, la vita più riuscita è quella bruciata nella passione della droga: breve e intensa come la fiammata di un fiammifero. La logica della fede è diversa: la felicità è una moltiplicazione, nella quale ci sono fattori fissi e un fattore mobile. Il fattore mobile è dato da ciò che di fatto si sta vivendo ed esperimentando, mentre i fattori fissi sono la libertà e la comunione. Mi spiego. Dicembre 2000 1 La fede, ponendoci in comunione con la Trinità e con i fratelli, relativizza ogni altro bene (perché il bene è la comunione) ma nello stesso tempo lo arrkchisce (perché tutto è espressione e via alla co­ munione). La fede dunque ci dà libertà e spessore: rende possibile il godere.di tutto e in maniera più profonda, perché non si gode solo della cosa che si sta sperimentando ma ancor più dell'amore che vi si incontra (la rosa che viene in risposta dalla persona amata, porta con sé molta più ricchezza della rosa colta in un giardino). Comunione e libertà approfondiscono ed estendono enorme­ mente la capacità di fruizione della vita per il credente: elevano alla terza potenza quello che sarebbe altrimenti piccola esperienza chiusa in se stessa. Il credente ha la massima fruizione della vita, poiché egli ha la comunione che ne è il contenuto e la libertà che ne è la condizione. Poiché di tutto gode colui che sa che "tutto concorre alla sua salvezza"; e più profo ndamente gode di un bene colui che lo esperimenta all'interno di una relazione amorosa, proveniente e fi­ nalizzato ad essa (''tutto è dono"). E questo esperimenta il credente, egli che è dono ricevuto, nel momento stesso in cui si fa dono al fratello bisognoso. Lo shalom (che è altro nome della gioia) è il frutto bello e buo­ no della fede. Esso è armonia con sé stessi e con l'universo circo­ stante, fiducia in un mondo sensato e buono, speranza in un desti­ no di vita, compagnia della Presenza amorosa in qualunque situa­ zione . Il Vangelo è proposta di vita più umana per ognuno; l'annun­ cio ne è la presentazione a chi non lo conosce; e il missionario (o meglio ancora: la comunità missionaria) è chiamato ad esserne la manifestazione visibile. Cordialmente vostro Francesco Marini, sx 2 ComMnx 117 Dear Brothers ! .·• Faith is a response to the human need for happiness. Better stili: it is the proposal of a fully human way of living. The believer cannot expect others to accept his proposal of faith unless i t offers a visibly better an d more human way of living. The proposal will be more authentic, coherent and clear if it exerts a clear and strong attraction. I invite you to reflect briefly with me o n how the logic of faith differs from the logic of idolatry (by idolatry I mean any form of unbelief which either denies the existence of any kind of Absolute, or identifies the Absolute with any reality other than God). Here I will sum up the logic of idolatry in its most extreme form which denies, not only God's existence, but also the possibility of any justification for truth and values, together with any possibility of salvation either from within or from outside the individua!. When the existence of Go d is denied, the ego is inevitably invested with an absolute value on the one hand,. whilst its radical impotence is recognized on the other: life is a "useless passion" (Sartre). The logic of idolatry is the product of such a vision. Its goal is happiness, which consists in the sum of fleeting opportunities (possessions, pleasures, experiences) at the maximum intensity possible. This requires the invention of newer and more intense needs in order to obtain greater an d more intense pleasure through their satisfaction; life is lived in haste, because ti me is short and must be filled to the brim, otherwise it becomes void and empty. At its extreme limits, the most fulfilled life is the one consumed in the passion of drugs: short and intense like the flame of a match. Faith follows a different logic: happiness is like a multiplication which is the result of stable factors an d a flexible facto r. The flexible factor is our actuallife experience, whilst the stable factors are freedom and communion. Faith, which establishes communion between us an d the Trinity and our neighbour, recognizes the relative nature of every other good (because communion is the good); at the same time, faith Dicembre 2000 3 enriches every good (because everything is an expression of, and a way towards, communion). Faith, therefore, gives us freedom and consistency: it allows us to take delight in everything in a more profound way, because pleasure is not only the result of an experience, but also of the love we encounter therein (a rose given to a loved one is quite different from one that is merely plucked from a garden). Communion and freedom give the believer a greater potential for a fulfilled life: they allow him to rise far above what would otherwise be a limited existence ofself-a bsorption. Since the believer knows that "everything contributes to his sa lvation", he can take a mo re profound delight in everything, and even more so when he experiences !ife within a loving relationship ("everything is a gift"). This is the experience of the believer, who receives himself as a gift when he offers the gift ofhimself to a brother in need. The "shalom" (which is another name for joy) is the beautiful and go od fruit of fai th. We experience i t as harmony with ourselves and the universe that surrounds us, trust in a meaningful and good world, hope in our ultimate destiny and the company of a loving Presence that is always at our side ... The Gospel offers a more human !ife to everyone; our proclamatio n proposes i t to those w ho have no t yet heard of it; an d the missionary (or better stili, the missionary community) is called to be its visible manifestation. Cordialmente vostro Francesco Marini, sx 4 ComMlix 117 1\ il l ·ssioni/ l{icorrcnzc Colombia: 25 anni di presenza saverzana• Il l l l·hl11.1 io lY75 arrivavano in Colombia i primi confratelli : i padri Elio ( " ''"·'· l·l,avio Veronesi, e ]osé Jiménez Marin. Iniziavano prendendosi cura tkll.a p.a rrncchia Sagrado Coraz6n, Barri o el Firme a Buenaventura. In seguito 1 S.avcri.an i assumeranno la cura pastorale della parrocchia Cristo Redentor nel llarrio Bolivar, sempre a Buenaventura (1984) e la parrocchia di San Fr.ancisco Javier nel Barrio Las Orquideas a Cali (1984). Più tardi per l'Ani­ m.azionc Missionaria, la promozionevocazionale e la formazione inizieranno .altre presenze non legate ad una parrocchia, a Santafé de Bogotà (1995) e a Mcdellin ( 1998). Commi.x prima che fmisca l'anno, an che se con un ritardo di qualche mese, non vuole lasciare passare inosservato questo anniversario. Lo fa pubblicando una parte del contributo della Regione per la prima tappa della RMX (nostra traduzione abbastanza libera) e tra le r isposte alle molte domande della seconda tappa ha scelto le tre che possono aiutare a completa­ re il quadro.
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