KEMI-HATHOR Pag. 4 n. 119 - Giugno 2005 n. 119 - Giugno 2005 Pag. 5 KEMI-HATHOR KEMI-HATHOR Pag. 6 n. 119 - Giugno 2005 n. 119 - Giugno 2005 Pag. 7 KEMI-HATHOR EDITORIALE di Angelo Angelini a cura della Redazione La nascita dei Tarocchi

Pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando alcuni appunti di Angelo Angelini riguardo i Tarocchi. Il contenuto di questi manoscritti inizia da una delle tante leggen- de, tuttavia basata su date, luoghi e personaggi realmente esistiti, per proseguire poi in confronti astrologici, storici, numerici, chi- mici, alchimici e cabalistici, nell’intento di districare l’ingarbu- gliata matassa di quei misteriosi messaggi che i tarocchi ci vo- gliono trasmettere. Iniziamo quindi dalla leggenda per introdurci nelle più sottili pro- blematiche che Angelo Angelini ha lasciato per i nostri lettori.

Un pellegrino, durante la calda estate del 1308, percorreva la via Romea, chia- mata anche via Regina, serpeggiante ai piedi del profilo ondulato delle colline dell’astigiano e dell’oltrepò pavese, costeggiata di fitte boscaglie risuonanti del canto degli uccelli e frammentate di paludi rallegrate dal gracidare delle rane. Ora lontano, ora vicino, si udiva il canto del merlo che accompagnava i passi del pellegrino. Sentiva il peso della marcia dei giorni precedenti, quando partito da Torino, si era rifocillato sostando presso la Fontana di Annibale.

KEMI-HATHOR Pag. 4 n. 119 - Giugno 2005 Nella tarda luce del pomeriggio di agosto, sul poggio di fronte a lui, vide, con trepidazione e soddisfazione, sventolare la bandiera bianca e nera del Baussant rosso crociato, alta sulla fattoria di Santa Maria del Tempio, che si stagliava con le sue mura quadrate e la torre merlata, sullo sfondo scuro di una fitta boscaglia di castagni e di querce. Era la meta agognata dopo tanto peregrinare: il rifugio sicuro dei Cavalieri del Tempio. Il pellegrino si rivolse al cavaliere, ammantato nel suo bianco mantello, sul limitare, e mentre calava il sole accompagnato dai canti della Compieta, os- servando dall’alto il profilo della strada da cui era venuto, chiese di essere ricevuto dal precettore. Il cavaliere, varcata l’entrata del podere, ove si aggirava pigro il bestiame marchiato con la croce ramponata dell’ordine del Tempio, attraversò l’orto della mansione, affiancato dall’ignoto visitatore, costeggiò la vasca ove si al- levavano i pesci, cibo per la penitenza dei periodi quaresimali, e introducendo l’ospite nella mansione si diresse verso la sala del piccolo oratorio, addobbata di armi e cimeli, trofei di guerre lontane. Il pellegrino e il precettore si buttarono l’uno nelle braccia dell’altro.

Rimasero molto a lungo abbracciati, poi si sciolsero e fissando negli occhi il pellegrino, fra Silverio disse: “Finalmente, finalmente sei venuto. Brutti tempi corrono!.. I processi a carico dell’Ordine si stanno moltiplicando e a Parigi il Gran Maestro del Tempio e i suoi più stretti collaboratori agonizzano già da un anno nelle prigioni. I nostri rapporti con il clero secolare e soprattutto con i domenicani si fanno più tesi. Noi, che assieme ai Benedettini e ai Cistercensi abbiamo cercato di dare un volto all’occidente, che abbiamo posto le basi di una scienza eterna, basata sull’alchimia trasfusa nell’architettura delle nostre cattedrali, noi che come monaci–cavalieri, abbiamo costruito una fitta rete di ricoveri, oggi sia- mo sotto accusa”.

“ Lo so” – rispose il pellegrino – “accuse di praticare segretamente la magia, accuse infamanti, fantasmi di intelletti deliranti che vi addebitano le cose più turpi. Ma è il vostro impero finanziario che oggi fa tremare Filippo il Bello, timoroso di non poter far fronte ai debiti che ha con voi. E’ il Papa, che si trova ad Avignone e non a Roma, che vi teme, poiché sotto il vostro ordine si può compiere l’unificazione culturale e politica, non solo nel- l’Europa cristiana, ma in tutto il bacino del mediterraneo...”. n. 119 - Giugno 2005 Pag. 5 KEMI-HATHOR “Lo so” – replicò fra Silverio – “Momenti ancor più duri ci aspettano. Fra un mese, su istigazione di Fra Filippo da Como, l’inquisitore, questa mansione sarà requisita e io mi troverò in prigione. Ma è già buio ormai. Domani, quando all’alba suonerà la campana del mattutino, quando passeran- no rapidi e silenziosi i cavalieri avvolti nei loro bianchi mantelli, che si avvie- ranno al loro servizio divino nella cappella, tu ripartirai. Lungo la via Regina ti fermerai a Caselle, troverai un fratello Antoniniano la cui tunica è decorata da una tau azzurra su fondo nero. Là udirai come l’ordine potrà risorgere dalle sue ceneri, ma purtroppo non conoscerà i nostri trionfi”.

Passarono la notte insonni, commentando e manipolando misteriosi fogli su cui erano incise figure miniate su fondo d’oro, raffiguranti strani geroglifici e numeri. Giunto il mattino il pellegrino si accomiatò da fra Silverio.

“Porterai con te questi simulacri di sapienza antica” – soggiunse il precettore – “e sotto un innocuo passatempo, tra un boccale di birra o di vino sollevati a brindisi su un tavolo di osteria, potrà circolare, all’insaputa di tutti, la base della vecchia saggezza. Non vuole essere la profanazione del Libro Universa- le, ma come il seme si adatta allo sfruttamento per perpetuare la specie, così un innocuo gioco potrà essere la testimonianza, per chi avrà occhi per vedere, della Sapienza Universale”.

“Attraverso la divinazione” – proseguì l’ignoto pellegrino – “mostrerò come i princìpi che governano la realtà, siano sempre identici a se stessi, e come il gioco dell’analogia corra, come una cascata che si risolve in mille rivoli, lun- go lo scenario della manifestazione. Ma soprattutto, per chi vorrà intraprendere il cammino dell’opera, sarà guida e precettore per i passi che dovrà compiere”.

“Addio, non arrivederci, per ora” – rispose fra Silverio – “il mio compito ter- mina qui. Che Dio ti sia sempre vicino”.

Il pellegrino, trattenendo a stento le lacrime, silenziosamente si allontanò da quella casa che aveva rappresentato, fino allora, un rifugio sicuro e che presto si sarebbe tramutata in un luogo di dolore. Il suo animo si fece triste, infinitamente triste, e pur confortato dalla missione

KEMI-HATHOR Pag. 6 n. 119 - Giugno 2005 Il trono papale nel Palazzo di Avignone, in Francia che gli era stata affidata, sentì sopra di sé il peso dell’influenza di quella Maya indistruttibile, la forza di quel Fato, il Potente di diversa natura, che gli si parava dinanzi con il ghigno satanico sulla bocca contorta, con il lampo rosso dell’occhio torbido. Lo vide impersonato nella follia degli uomini, nella terribile parola “guerra”, nel morire e nel rinnovarsi continuo delle cose, in quella febbre insaziabile che si rinnova nel miracolo della vita, nella certezza della morte; che si può n. 119 - Giugno 2005 Pag. 7 KEMI-HATHOR combattere non nella speranza e nell’ignoranza di ieri, ma nella sapienza di oggi, conquistata attraverso il dolore. Sapienza racchiusa in quelle misteriose 22 lame dorate che teneva celate gelo- samente sul petto e nelle 56 carte rappresentanti uomini, donne e numeri. Sapienza, Quiete, Calma serena, che attraverso le ferite e gli strappi del tem- po, lasciano brillare la luce; promesse e curiosità, per chi è più vivo ed è più lontano dall’ultima “linea rerum” di sostare, fermarsi ed ascoltare. Ma la saggezza che in essa risuona, non vale ad impedire un’impressione di disagio e di imbarazzo che si crea nell’animo del giovane ascoltatore, il quale dopo una breve pausa saluta con un gesto vago e si rituffa di nuovo nel tempo. Nel tempo che stringe, che impregna di una aspettativa impaziente tutta l’at- mosfera, ove la sete inestinguibile del nuovo scaglia nella lotta falangi di con- quistatori. “Rinnovarsi”, rinnovarsi e quindi morire!... è il peana di tutta la vita. In mezzo a questi pensieri il pellegrino si sentì un vecchio, solitario, abbando- nato in mezzo alla via, sorpassato dai mille e mille che fra poco dovranno fare, come lui, la figura delle pietre miliari, disseminate nella strada dell’oblio.

Il Tempo!... Ove svaniscono idee ritenute fino allora incrollabili, e ove altre ne sorgono, forti di tutta l’audacia della loro giovinezza. Leggi che si trasformano, ordinamenti sociali che si infrangono, si riassestano, nuovi scopi che si affacciano all’orizzonte delle collettività e degli individui, nuovi tragici problemi che affamano le Nazioni, che si amano, si odiano, si alleano, si combattono, si spengono, risorgono per spegnersi definitivamente. Panta rei, tutto scorre, proprio come le onde placide del grande fiume su cui si era soffermato il pellegrino in attesa del traghetto. Il Tempo, alleato formidabile di quel Nexus Causae, simile ad una immensa Ruota della Vita, ove la nozione della vita è immensa ed unica, ed abbraccia tutti i mondi e tutte le creature. Vita che, sottomessa alla distruzione, rinasce di nuovo e, se stanca e sopraffat- ta, cade, si rialza più ostinata, più tenace, per dar vita ad altre innumerevoli forme, per rifugiarsi in specie senza nome, per irrompere ovunque, persisten- te, sottile, arcana forza evolvente. Nei pensieri del pellegrino, questa forza si accostò al simbolismo della 20a carta miniata che teneva sul petto e vide, nello stesso tempo, la crudeltà del Maligno, desideroso di procreare una prole innumerevole, per estendere al- l’infinito il dominio della morte. Una tragica ruota, integrata perfettamente nella chiara visione delle cause e

KEMI-HATHOR Pag. 8 n. 119 - Giugno 2005 degli effetti, e di conseguenza nella morsa di un giudizio implacabile ed in- flessibile. Ma la stessa carta portava anche il simbolo dell’Arcangelo a guardia dell’Eden, l’angelo con la spada fiammeggiante a due tagli che ne impedisce l’entrata ai non degni. Il volto del maligno scomparve e subentrò quello dell’Arcangelo, armato di spada temprata di fuoco, superbamente brandita in alto, arma sterminatrice, promettitrice di immortalità poiché sa vincere la calamità della rinascita e ob- bliga al riposo la Morte. Per i seguaci dell’Opera, quella 20a lama si sarebbe chiamata la “Perfezione” quindi non più il Destino, il Fatum, che colpisce tutti i mondi, ma il riposo dello Spirito, nella liberazione dei sensi, nell’equilibrio dell’anima ottenuto con la pace della “operata opera” nel campo chiuso al fantasma del dolore. “Surgite Mortui, venite ad judicium Domini Mei” sussurrò sottovoce il pelle- grino; la materia ormai perfetta può sostenere ora, a testa alta, il Giudizio divino poiché essa ha raggiunto la “massima Perfezione”. Con animo più libero, ormai rasserenato, il pellegrino si diresse verso la barca che lo aspettava per il traghetto del grande fiume.

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Per mettere al corrente il lettore su quanto successe ad uno dei protagonisti della nostra storia , Fra Silverio, sappiamo, dai dati storici, che dopo un mese dalla visita del nostro misterioso pellegrino, in settembre, fu arrestato dal do- menicano Fra Filippo, sotto accusa di eresia, con tutti i templari della mansio- ne e la fattoria venne messa sotto sequestro.

Immagine del sepolcro di Bonifacio VIII, Grotte Vaticane, Roma

n. 119 - Giugno 2005 Pag. 9 KEMI-HATHOR Fra Silverio, comparso dinanzi al Tribunale di Ravenna nel 1311, fu condan- nato dapprima al rogo, pena che gli fu commutata poi in prigione perpetua. Jacques de Molay, frattanto, tra le fiamme del rogo della Senna, pronunciava la sua maledizione contro Filippo il bello e Clemente VI.

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Questa storia romanzata, che tuttavia si basa su date, luoghi e personaggi real- mente vissuti nel tormentato periodo del crepuscolo dei Templari, può inserir- si, nonostante altre leggende, sul filone della diffusione dei Tarocchi o libro di Thoth, in occidente.

Se come dice Court de Gobelin il tarocco è l’unico libro sopravvissuto delle diverse biblioteche egizie, sconosciuta è la via attraverso la quale questo libro sia penetrato nella cultura medioevale. Come altrettanto sconosciuti sono i glifi originali che contraddistinguevano le figure delle Lame Maggiori. Comunque sia, i Tarocchi fanno la loro comparsa in occidente tra il XIII e il XIV secolo, secondo alcuni portati dagli Zingari, secondo altri da pellegrini provenienti dal Medio Oriente, secondo altri ancora, (e questa è anche la no- stra opinione) dai Templari. E’ infatti a questo ordine, voluto da S. Bernardo, che si è mantenuto in stretto contatto con i Cluniacensi, che noi dobbiamo le testimonianze più probanti dell’esoterismo antico che sia giunto fino a noi. Ma per poter comprendere come il Tarocco, il Libro della Saggezza, esca dal chiuso delle conventicole per espandersi e nascondersi dietro un gioco inno- cente di carte, sarà bene dare un brevissimo cenno storico sulle condizioni che esistevano in Europa tra il 1200 e il 1300. All’inizio del 1200 sul trono di Pietro era salito Innocenzo III, (1) simbolo di splendore e di potenza religiosa e politica del Papato, deciso a tutti i costi a far trionfare la Chiesa. Uscita da un grave pericolo, quale la eccessiva mondanità e la corruzione di ecclesiastici unitamente al traffico scandaloso delle cose sacre, con Innocenzo III la Chiesa si trovò dinanzi alle eresie Catare e Valdesi, che stavano domi- nando intere regioni, come la Provenza. Il Papa, quando si accorse che le armi spirituali non bastavano per soffocare l’eresia, ricorse a quelle temporali organizzando una Crociata contro gli Albigesi. Nel 1209 gli Albigesi furono letteralmente distrutti, e nel contempo vennero

KEMI-HATHOR Pag. 10 n. 119 - Giugno 2005 Statua di un cavaliere crociato anche devastate ferocemente città e regioni civilissime, quale la zona di Tolosa che subì un colpo mortale, e il tutto si risolse a vantaggio della Monarchia francese, che estese la propria autorità verso il sud. A questo si aggiunga l’azione temporale svolta da Innocenzo III in Italia, che dopo la morte prematura di Enrico VI, approfittò per elevare a posizione supe- riore l’ideale teocratico della Chiesa, estendendo il suo dominio ai ducati di Ancona e Spoleto costituendo così un complesso compatto di terre dalla Romagna al Lazio meridionale. In questo modo nacque la separazione dell’Italia meridionale da quella setten- trionale. Furono anche gli anni in cui in Spagna S. Domenico di Gusman ideava e fondava l’ordine dei Frati predicatori o Domenicani, diretto a propugnare il trionfo della Chiesa con la conversione e la distruzione degli eretici. L’ordine fu riconosciuto nel 1216 dal papa Onorio III, successore di Innocenzo III, ed esso nacque con carattere battagliero per lo spirito di lotta contro gli eretici, che ben illumina l’atmosfera allora vigente in Spagna, dove continua era la lotta del cristianesimo contro l’islamismo. Ai Domenicani, per questo ruolo di lotta oltre misura, fu poi affidato il Tribu- nale dell’Inquisizione, creato per ricercare e colpire l’eresia. n. 119 - Giugno 2005 Pag. 11 KEMI-HATHOR I papi che seguirono Innocenzo III, quali Gregorio IX e soprattutto Innocenzo IV, si trovarono di fronte a Federico II, figlio di quell’Enrico VI morto prema- turamente e nipote di Federico I, detto il Barbarossa. Il sangue materno siculo, l’ambiente in cui crebbe e fu educato, profondamen- te esoterico, la grande conoscenza della filosofia araba ne fanno innanzitutto un italiano ed un avversario tenace del Papato. Della sua opera politica rimase ben poco, poiché il sogno di riunificazione delle due Italie cadde per le tenaci opposizioni del papato. Di lui rimasero, però, gli Studi di Padova e di Napoli che l’Imperatore volle fondati, e la glo- riosa Scuola Poetica Siciliana, molto vicina a quella trovadorica, di contenuto marcatamente esoterico. Nel 1250 morì in Puglia all’età di 56 anni, con il grande rimorso di aver impri- gionato il suo fedele cancelliere Pier delle Vigne, che prima aveva tenuto ambe le chiavi del suo cuore e che colto da disperazione si suicidò.

Gli succedette Manfredi, suo figlio, dopo un breve interregno di Corrado IV, ma il papa Clemente IV fece vantare i diritti di alta sovranità della Chiesa sul Regno di Sicilia, per investire del regno stesso un altro Sovrano e provocare l’intervento contro lo Svevo. L’appello fu prontamente raccolto da Carlo D’Angiò, Re di Francia, che nel 1266, nella battaglia di Benevento, sconfisse Manfredi che ivi trovò la morte pur combattendo da valoroso. Tolti di mezzo moglie e figli, chiudendoli in strettissima e crudele prigionia, Carlo D’Angiò spostò il centro del Regno da Palermo a Napoli, mentre nel territorio veniva largamente favorito l’insediamento di feudatari francesi. L’idillio tra la Chiesa e la Francia non durò a lungo e scoppiò la discordia quando sul trono di Francia si insediò Filippo il Bello, energico assertore della sovranità dello Stato, e sul soglio pontificio Bonifacio VIII che nella sua Bolla “Unam Sanctam” affermava questi concetti:

«[...] La spada spirituale e la spada materiale sono dunque l’una e l’altra nella potestà della Chiesa; ma la seconda deve essere impiegata per la Chiesa e l’altra dalla Chiesa. Questa è nella mano del sacerdote, quella nella mano del re e dei guerrieri, ma sotto la direzione del sacerdote. Ora bisogna che l’una di queste due spade sia soggetta all’altra e la potestà temporale alla spirituale. Poiché secondo l’apostolo: Ogni potere viene da Dio e quelli (i poteri) che sono, sono disposti da Dio [...]

KEMI-HATHOR Pag. 12 n. 119 - Giugno 2005 Rappresentazione di Federico II nelle vesti di crociato

[...] Il perché ogni creatura umana deve essere soggetta al pon- tefice romano e noi dichiariamo, affermiamo, definiamo e pro- nunziamo che questa sottomissione è assolutamente di necessi- tà per la salute [...]». (2)

Sotto queste prospettive, in questo triste contesto storico ove l’ombra di Torquemada già si annunciava minacciosa tra le nebbie della Storia che a da venire, non era forse cosa giusta e saggia salvaguardare i contenuti della Sa- pienza antica, non sempre in accordo con i princìpi della Chiesa secolare, mascherandola dietro un paravento quale il gioco delle carte ponendole, appa- rentemente, sotto gli occhi di tutti e quindi nel posto più sicuro e meno sospettabile? E’ in questo momento che viene gettato il seme della criptografia alchimica, oggi così tanto cara a un certo genere di occultismo moderno, e lo si avverte con chiarezza anche nell’architettura, esaminando le chiese sorte in quest’epoca. n. 119 - Giugno 2005 Pag. 13 KEMI-HATHOR Sulle cattedrali gotiche compaiono, come ornamento, innocenti foglie di quer- cia e fiori di loto, poste da mani iniziatiche che vogliono trasmettere il loro messaggio, senza che la mano secolare della Chiesa possa intervenire e salva- guardando la propria testa dalla spada temporale domenicana. Così, per esempio, succede nel Duomo di Milano, ricco di riferimenti alchimici, ove Giacomo da Campione e Giovannino de Grassi disegnano la Stella a sei punte, comune nel romanico, sui frontoni delle cattedrali, nel portale della Sacrestia meridionale, mascherandoli sotto i fatti accaduti alla Vergine, e la Stella a cinque punte nel portale della Sacrestia settentrionale, col Salvatore in trono e col Cristo in gloria, al centro del tabernacolo, cuspidato e coronato da cinque esili grigliette.

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Per quanto riguarda il luogo, perché abbiamo collocato il fatto in Lombardia e non altrove? Non per campanilismo, evidentemente, ma per dare ragione di una certa di- sposizione territoriale, poco conosciuta in verità, dei suoi principali monu- menti sacri. La Lombardia al pari della Provenza e della Catalogna, risulta essere una delle regioni maggiormente interessate dal fenomeno del Templarismo, che pose un gran numero di Mansioni ovunque. Il nome di molte località ricorda ancora il termine mansio, la mansione, come per esempio Manzo, presso il Torrente Rile di Verzate, come pure Cascina de Mensi, sulla strada Lodi–Pavia. Ma esiste una ragione ancor più valida, per menzionarla, che risale al padrino dei Cavalieri del Tempio: S. Bernardo, uno dei Santi più colti e più preparati in campo misteriosofico del Cristianesimo esoterico, al pari di San Colombano, il Vescovo giunto dal Nord, che fermatosi e stabilitosi sulle colline che ancora oggi portano il suo nome, poco lontane dalle rive del Po, seppe fondere la cultura druidica con quella prettamente mediterranea. Entrambi i religiosi, a distanza di tempo l’uno dall’altro, scelgono la fertile pianura padana per le loro opere. Essa era già stata sede di una fiorente civiltà a cavallo tra l’età del bronzo e l’età del ferro, quando Roma era ancora nel “grembo degli Dei”, civiltà che, come mostrano i reperti, è stata aliena da ogni violenza e da ogni clamore guerriero. E’ la civiltà chiamata di Golasecca. (3) I fiumi e i torrenti che percorrono la pianura creano condizioni particolarmen-

KEMI-HATHOR Pag. 14 n. 119 - Giugno 2005 L'alta torre poligonale dell'Abbazia di Chiaravalle n. 119 - Giugno 2005 Pag. 15 KEMI-HATHOR te adatte perché si manifestino determinate condizioni magnetiche, che sono ancor più messe in risalto dalle innumerevoli confluenze dei corsi d’acqua minori in quelli maggiori, che sfociano nel grande fiume che dal Monviso si getta nell’Adriatico. Ogni confluenza che mescola due acque di provenienza diversa si mostra ma- gneticamente attiva, poiché l’incontro di due correnti corrisponde a condizio- ni particolari di vitalizzazione. Inoltre la romanizzazione che ha dovuto subire la Gallia Cisalpina, rispetto alla Britannia, ha determinato la scomparsa di dolmen e menhir o altre testi- monianze megalitiche, non ha potuto cancellare, comunque, in epoca celtica, certi orientamenti che congiungono punti di antichissimo insediamento. Spesso tali allineamenti puntano in direzioni magiche come il sorgere del Sole, o il tramonto nelle date più importanti dell’antico calendario celtico. Sono stati trovati allineamenti orientati verso l’aurora del primo Maggio, com- prendenti più di 12 punti che da Miradolo di Garlasco, attraverso S. Colombano, arrivano a Vidigulfo.

Sappiamo che il calcolo delle probabilità indica che vi è una probabilità su duecento di incontrare un allineamento casuale di sei punti, e una su mille per quanto riguarda un allineamento di sette punti. Un secondo allineamento che punta sulla festa di Beltaine, la festa del primo Maggio chiamata anche festa di primavera, attraverso dodici punti, collega Dorno con Cascina Abbazia, mentre una linea orientata sul solstizio di inver- no (Natale) congiunge Madonna delle Bozzole con Torre dei Torti, sulla costa meridionale del Ticino. Questa è la pianura padana, che fu povera di una organizzazione statale, ma ricca di tradizioni culturali magiche antichissime la cui impronta sopravvive ancora oggi, seppur mutilata nella tradizione e nei gesti della vita quotidiana delle popolazioni contadine, nel linguaggio e nei nomi dei luoghi, in alcune credenze popolari attrae la sensibilità di S. Bernardo. La sua “preistoria” ricca di innumerevoli fermenti, i suoi boschi sacri a Brigida, la celtica dea del fuoco e della fertilità, (passata nel cristianesimo come Santa Brigida, mai esistita, al pari di San Giorgio) spingono S. Bernardo a fare di questa pianura l’ “Orione del cielo”, il punto di inizio del cammino palingenetico umano. La costellazione che nell’antico Egitto era chiamata Xer–an, il “Guerriero che si gira”, ovvero colui che tolti i sensi dal mondo esteriore proietta la sua atten- zione all’interno. Sulle vecchie tradizioni misteriosofiche si innesta la vena fresca della terra

KEMI-HATHOR Pag. 16 n. 119 - Giugno 2005 Navata centrale dell'Abbazia di Morimondo mediorientale portata dal templarismo e sotto la volontà di S. Bernardo nasco- no sette conventi cluniacensi che ricordano la disposizione esatta delle sette stelle di Orione, anzi ne sono la loro trasposizione speculare in Terra. Le tre stelle della Cintura di Orione vengono edificate in Terra nelle tre Abba- zie: di Morimondo (la Mor–Munda celtica , che significa grande fortezza), di Chiaravalle, alla periferia di Milano e di Cerreto presso Lodi.

Verso il nord configurano la costellazione: la Certosa di Acquafredda, sul lago di Como, e l’Abbazia di S. Benedetto di Vallalta, a nord–est di Bergamo. A sud completano la disposizione stellare le abbazie di Rivolta Scrivia e ad est Chiaravalle della Colomba, a metà strada tra Piacenza e Parma. Queste abbazie, ideate da monaci, costruite da maestranze specializzate quali i Maestri Campionesi o Les Compagnons du Tour, nascono come fortilizi, n. 119 - Giugno 2005 Pag. 17 KEMI-HATHOR circondati da un muro e l’accesso al monastero avveniva per un passaggio a volta, rotto da un ponte levatoio. Le norme di costruzione erano sempre le stesse, con l’erezione del chiostro sul lato del mezzogiorno della chiesa, la quale, a sua volta, era orientata ad est, e sul lato orientale il fabbricato delle sale capitolari, con i dormitori.

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Solo chi a potuto apprezzare nei tempi passati, l’incantesimo che emana dai rivi che percorrono la fertile pianura, prima della loro tragica morte per inqui- namento, come hanno provato i monaci di S. Bernardo quando hanno edifica- to l’Abbazia di Chiaravalle e di Rivolta Scrivia, disciplinandone le acque, può capire come l’acqua, nome che si pronuncia con la bocca protesa, con le lab- bra aperte, come avide di un bacio, pronto a raccoglierne il sorso vivificatore, imponga la sua volontà sopra l’ambiente che a stento la trattiene. Si allunga, si allarga, scorre, incalza come la giovinezza spensierata che non conosce limiti, come l’adolescente pieno di forza che non si impone ostacoli, che spezza la voce del dubbio, della contrarietà. Emerge, trabocca, sommerge i campi, al pari di una volontà che non ha tempo di fermarsi, al pari di un’idea che travolge i pensieri stagnanti, che vuole abbracciare nel suo amplesso, sen- za confini, tutto ciò che incontra. L’acqua sgorga dalle piccole culle sabbiose, scorre e con dolcissima sollecitu- dine, con pudico amore, raccoglie e protegge nel suo seno gli impulsi creativi degli esseri che trovano in essa la loro forza di crescenza. Così dagli abissi di Gaia, dal suo utero, sepolto nelle misteriose profondità della Terra–Madre, fecondata da un segreto amplesso con lo spirito prigionie- ro delle sue stesse viscere, essa esce impetuosa e canta e si infiora di argento, percorre le sue vie, accelera e rallenta nel suo corso, mantenendo inalterata la sua purezza. Cangia e rinnova i suoi colori coprendosi della veste dell'arcobaleno rara e pura come l'argento, producendo quegli inattesi miracoli di luce, scorrendo sull’immutato letto di sabbie luccicanti, là con riflessi verdastri, qua con lampeggiamenti violacei, sempre con la rapida volubilità dell’agente che essa impersona: il magnetismo. Parlano e raccontano i cantastorie la sua leggenda antichissima, ricordando lo scorrere pigro del Lete (4) o la freschezza della polla di Mnemosine. Ma non si sa ove finisca la storia e ove cominci la verità. Sull’infinito mare della poesia naviga la sua storia, e il fantastico viaggio rico- pre di riposante oblio ben altri inganni che quelli creati dalla leggenda.

KEMI-HATHOR Pag. 18 n. 119 - Giugno 2005 Tra le sue acque palpita l’oro che le Ondine gelosamente custodiscono, e che il Nibelungo dovrà estrarre e portare alla luce come trofeo di vittoria. Nel suo mondo fermentano ed operano forze esterne, la sua voce sembra una eco di canti arcani lontani e ben li udirono coloro che eressero cappelle e mo- numenti sacri presso le sue onde, perché le acque sacre del fiume potessero riflettere l’ombra del Tempio... come Mnemosine nel quale si beve la brucian- te bevanda d’amore, nel quale si ritrova il ricordo degli esseri a rendere evane- scente e inghiottire l’ombra del Tempio, come il Lete che presenta le fosforescenze ingannevoli, come fantasmi, che fuggono via con l’onda, la- sciando il malcapitato perplesso, inquieto, insaziabile, pellegrino nella vana ricerca dell’Ideale.

Questo ispirò la fertile pianura ricca delle sue acque, ove ogni voce sembra una eco di arcani canti lontani, la realtà un’ombra fallace dei sensi e ove l’in- cantesimo dell’acqua affascina. * * * Come è illustrata questa Sapienza antica, raccolta nelle carte da gioco, quali siamo abituati a maneggiare nei momenti di ozio o di divertimento, e quale n. 119 - Giugno 2005 Pag. 19 KEMI-HATHOR insegnamento vogliono trasmettere queste 22 figure chiamate Arcani Mag- giori, e che vengono impiegate, nella maggioranza dei casi, per predire la buo- na o la cattiva ventura alla gente? In altre parole a quale tappa vogliono fare riferimento queste carte? Dobbiamo rimanere nei mondi senza nome, in ampie isole di luci argentee e continenti immensi di luci auree, naviganti in infiniti spazi di zaffiro, fra il ritmico fluire e rifluire delle onde del tempo, là dove tenui splendori rischiara- no le tenebre e le tenebre si evolvono in luce, là dove la vita supera la morte, oppure dobbiamo considerarle relegate in quell’oceano di vita, da noi controllabile, ove il nostro fragile guscio può urtare contro gli scogli della riva, e frangersi in mille pezzi, per ricostruirsi, poi, sulla cresta grigia di un’onda nuova? Rispondendo alla prima domanda, dobbiamo dire che le carte del tarocco sono costituite da 22 lame, rappresentanti gli Arcani maggiori, le cui figure deline- ano personaggi e soggetti vari, seguite da 56 carte, suddivise in quattro semi: bastoni, spade, coppe e denari, in cui ogni seme è numerato da 1 a 10, con l’aggiunta di quattro figure: il valletto, il cavaliere, la regina, il re.

Tralasciando la loro storia attraverso i secoli, che si può trovare negli innume- revoli libri che sono stati scritti al riguardo, la diffusione del Tarocco prende piede dopo la scoperta dell’incisione su legno avvenuta nel XV secolo. Alla miniatura a mano eseguita fino ad allora, che ne limita la diffusione solo a pochi fortunati, dopo il 1400 le 78 carte prendono piede, e la pratica del gioco si espande un po’ ovunque. Artisti, non sempre illuminati, apportano al simbolismo delle 22 lame mag- giori, le loro idee personali, dimostrando sempre di più il significato occulto rappresentato dalle lame stesse, estendendo questa foga innovativa anche alla rappresentazione delle 56 lame minori, disegnando i vari semi con uno stile molto personale. Vicende politiche e religiose intervengono a modificare profondamente le fi- gurazioni, come per esempio la carta di Giove e di Giunone, che durante la rivoluzione si trasformarono nel Papa e la Papessa, come pure quella sedicesima enigmatica lama, oggi conosciuta come la Torre, e nel passato come Casa di Dio, con un significato esoterico profondo molto più vicino a ciò che realmen- te vuole significare. La fantasia dei disegnatori si sbizzarrisce nei colori che, lungi dal voler tra- smettere dei precisi messaggi esoterici, indicano piuttosto, le personali attitu- dini di colui che le ha miniate. Su questo sovrapporsi di simbolismi dettati più dall’estetica e dai gusti indivi-

KEMI-HATHOR Pag. 20 n. 119 - Giugno 2005 duali che da una reale esigenza esoteri- ca, gli studiosi si affannano per dipanare la matassa che costituisce l’intricata sto- ria dei Tarocchi, assegnando il diritto di primogenitura talvolta alle carte lombar- do–veneziane e tal’altra ai disegnatori d’oltralpe, provenzali. Ciononostante l’autorità intrinseca dei Tarocchi non viene mai messa in discus- sione.

Le voci che parlano di un gioco fine a se stesso, senza alcun contenuto ascoso, vengono sovrastate dalle altre che vedo- no nei Tarocchi un libro esoterico, an- che se non si riesce a mettere in luce, in modo chiaro e conciso, i suoi profondi contenuti. Impugnatura di una spada Pur criticando la teoria un po’ fantasiosa risalente al XII secolo che lo vuole l’unico libro egizio che si sia salvato alla distruzione delle biblioteche egizie, come asserisce Court de Gobelin, l’approccio con le 78 carte, incute sempre un certo rispetto ed espri- mono un senso di mistero. Anche se l’egittologia non ha scoperto, incisi sulle pareti tombali, o vergati sui papiri, questo discusso Libro di Thoth, purtuttavia il fascino che esso ema- na, riporta, inconsciamente, la sua terra di origine in quel Paese che fu consi- derato la trasposizione del cielo in terra: l’Egitto. Il complesso dei Tarocchi, nel suo assieme, richiama alle scienze antiche, le scienze che soggiacciono al dominio dello spirito, ma per le quali non abbia- mo, per così dire trovato ancora la formula vera.

Per ogni assunto ermetico o alchimico che viene provato, viene chiamata in causa la testimonianza dei Tarocchi. Perché essi sono sostanziati di un grande potere; la forza della Verità che non risiede tanto nel simbolismo delle sue figure, quanto sul potere numerologico che in esso è contenuto. Questa forza è il motivo per cui i Tarocchi sono usciti all’aperto senza avere mai nutrito preoccupazione di subire le manomissioni più ardite. Anzi questo travisamento ha rappresentato un vantaggio notevole in quanto l’opera di camuffamento delle figure, operato da artisti ignari, ha ancor più nascosto il n. 119 - Giugno 2005 Pag. 21 KEMI-HATHOR loro vero significato, mettendo al sicuro la verità, sottraendola all’occhio in- quisitore dei domenicani, ma non a quello del vero ricercatore. Il matematico, secondo il vecchio concetto pitagorico, avrebbe facilmente in- travisto l’opera della genesi perenne, ove l’UNO diventa DUE, per dare il TRE e risolversi infine col QUATTRO, il cammino della Sostanza che nel processo gnostico assume le qualità ternarie, proprie della manifestazione. Il matematico vi avrebbe, altresì, visto le tappe della Grande Opera, che dal QUATTRO tornano all’UNO, raffigurate come una gloriosa scala di luce, composta di 22 gradini.

L’osservatore superficiale avrebbe colto solo delle figure, variamente colora- te, e nel tentativo di dare loro un significato, si sarebbe perso nel dedalo delle congetture e nella foresta dei dubbi. Da questo punto di vista la diffusione dei Tarocchi rappresenta la mossa più abile che sia stata compiuta dal Templarismo o da chi per esso: da un lato la più grande turlupinatura per il mondo secolare, dall’altra la trasmissione della sapienza alla luce del Sole, senza veli, sotto gli occhi di tutti, senza alcun mascheramento criptografico. Nel contenuto numerologico, secondo una matematica funzionale, quale era intesa dalla scienza antica, che era scienza di sostanza, risiede il suo vero fa- scino e la sua reale forza.

( - continua)

Angelo Angelini

(1) La sua azione fu volta a consolidare il Cristianesimo mediante la lotta contro gli infedeli e gli eretici. (2) Il pontefice ammonì Filippo il Bello per aver violato i privilegi ecclesiastici e aver imposto tasse al clero francese e con la famosa bolla “Unam Sanctam” gli ricordò l’obbedienza dovuta alla somma autorità papale. (3) Golasecca , civiltà che si è sviluppata lungo le sponde lombarde e piemontesi del Ticino e in tutta l’area adiacente. (4) Lete il leggendario fiume infernale le cui acque avevano il potere di produrre l’oblio della vita passata.

KEMI-HATHOR Pag. 22 n. 119 - Giugno 2005 SIMBOLOGIA di Giuseppe M. S. Jerace

Tantra

Il concetto di divinità, se viene con- Eppure esistono rituali non siderato in senso fin troppo stretto, ricollegabili all’idea degli spiriti, così non sembra ubiquitario, perché non come anche vere e proprie religioni tutte le religioni lo assumono come indipendenti dalla concezione stessa necessario. di dio. Spesso ad essere oggetto di culto sono le anime degli antenati, oppure gli spiriti della natura. Il Buddismo ateo Il Buddismo, ad esempio, considera l’esistenza del mondo materiale come Primitive Culture una premessa ineludibile, per cui Questa osservazione giustifica la pro- piuttosto che andare alla ricerca del- posta di Tylor, che, in “ Primitive le origini, o prevedere la fine della Culture” (1871) ha suggerito una vita, magari individuandone lo sco- definizione piuttosto ampia di “reli- po ultimo, invita al raccoglimento in gione”, quale quella di “credenza in se stessi, affinché, grazie alla medi- esseri spirituali”. tazione, si riescano a sopprimere i Durkheim ha contestato questa defi- desideri, fonte di dolore, e si acceda nizione perché presupporrebbe una così ad una salvezza individuale, so- “coscienza”, ed un carattere, accom- litaria, perché priva dell’aiuto di al- pagnati da simpatie, antipatie ed cuno, e quindi anche di dio. emozioni, da parte degli esseri ai qua- In tal senso il buddismo viene defi- li vengono rivolte preghiere e sacri- nito ateo, per questo suo dichiarato fici. disinteresse nei confronti degli dei, n.119 - Giugno 2005 Pag. 25 KEMI-HATHOR di cui pur non nega l’esistenza. (indicati come sadhu ) hanno rinun- ciato a modalità convenzionali di vita sociale per sperimentare situazioni Il Bramanesimo insolite, e spesso prassi trasgressive, Quanto detto per il sistema filosofi- è difficile discriminare tra le varie co dell’illuminato, varrebbe forse correnti religiose, siano esse induiste anche per quella forma di o buddiste. bramanesimo che tende a fondere La parola , che potrebbe tradur- insieme le molteplici divinità si liberamente come “molteplici stru- riconducendole ad un “principio uni- menti” ne sottolinea l’eclettismo. co, impersonale ed astratto”, che il praticante può ritrovare nel proprio Si tratta quindi di una dottrina com- intimo, semplicemente osservando i plessa (tantra è un “ordito” che ten- precetti dello yoga, in cui ancora con- de ad estendersi), la quale ha centrazione e meditazione risultano recuperato, fin dai primi secoli della fondamentali. nostra era, istanze arcaiche. Essendo più antichi i testi tantrici buddisti di almeno una settantina Yogadarshana d’anni, si ipotizza che, se non pro- Nel classico percorso dello prio di origine tibetana, abbiano avu- Yogadarshana, difatti, ashtanga- to la loro culla nelle religioni del yoga, hatha-yoga, laya-yoga, mantra- nord-est dell’India, per poi diffonder- yoga, karma-yoga, jnana-yoga ecc. si negli ambienti indù più meridio- costituiscono una sorta di preparazio- nali. ne al Kundalini-yoga ed al raja-yoga di . In nome di un principio Anche se la preminenza viene con- ferita a tutta una serie di tecniche trascendente operanti soprattutto nell’ambito fisi- Questa posizione di ricerca delle co (asana, pranayama, yama, niyama esperienze spirituali alternative appa- ecc...) nel complesso della loro siner- re di sconcertante modernità, proprio gia, esse si prefiggono una trasfor- in quanto sembra caratteristica di una mazione alchemica del corpo che crisi della coscienza le cui prime consenta l’accesso ad una condizio- manifestazioni in occidente si po- ne superumana. trebbero forse far coincidere molto tardivamente con il tentativo di rifor- ma della Rivoluzione francese. Sadhu La contraddizione focalizzata dell’Il- Nel variegato mondo di coloro i quali luminismo riconosceva che gli uomi-

KEMI-HATHOR Pag. 26 n.119 - Giugno 2005 ni possono essere governati solo in mente osservato nella sua patria di nome di un principio trascendente, e, origine. se questo principio non si trova, oc- Le sue pratiche originali si sono corre inventarselo, altrimenti la vita evolute sullo sfondo di una tradizio- umana non avrebbe senso, se non vie- ne millenaria di incredibile profon- ne debitamente strutturata in un or- dità, per mostrarsi infine con dine sociale che ne legittimi l’esi- coloriture a volte surreali, seppure stenza. affascinanti. Il tempo, sostiene Marc Augé in “Ge- nio del Paganesimo” (Bollati Boringhieri, Torino 2002) fa esauri- Dasha re la pienezza di senso di qualsiasi L’espressione esoterica indù preve- regime rivoluzionario. de delle divinità femminili, come Rajarajeshvari, suprema regina del- l’universo, il cui culto risulta l’essen- Il senso della storia za principale della tradizione più ar- “Il senso della storia costituisce, da caica a noi pervenuta con una certa questo punto di vista, un sostituto continuità. necessario del senso della società o, Dasha Mahavidya dieci idee di sag- per meglio dire, di Dio” gezza sono al centro della dottrina Se da una parte il marxismo si riduce fondante dello Shaktismo. Sebbene a convogliarsi sull’avvenire e sulla Tantrismo e Shaktismo siano stati proiezione dell’individuo nel genere praticati da tempi immemorabili, in umano, dall’altra ci sarebbe da chie- Nepal, Assam, Kashmir, durante il dersi se, in un qualsiasi altro circolo, colonialismo britannico subirono una il cui vizio è di natura positivista, Dio rischiosa battuta d’arresto, tanto che creda in se stesso. adesso li si può vedere sopravvivere per lo più in Tibet, nella forma del Buddismo . Oriente ed Occidente Altre volte, in un medesimo ambi- L'evidenza delle pratiche to, cambiano i punti di vista e le mo- dalità di approccio a contenuti ana- sessuali loghi. Non è da escludere che un forte con- Molti ricercatori hanno notato le dif- tributo al suo ridimensionamento sia ferenze che saltano agli occhi tra il stato offerto dall’eccessiva evidenza modo in cui il Tantrismo viene de- fornita alle pratiche sessuali, sia pure scritto di solito in Occidente e l’ot- in seno ad un repertorio per altro va- tica invece con cui viene normal- stissimo. n.119 - Giugno 2005 Pag. 27 KEMI-HATHOR Questa inclusione da parte di una giosa, perciò, equivale ad una netta minoranza ha indotto, molto disciplina psicologica e quin- presumibilmente, come un moto di di ad un metodo di igiene psi- ripulsa da parte degli influenti chica... bramini puritani. Originariamente lo yoga era un processo naturale di intro- La Psicologia del versione...... un’introversione del gene- Kundalini Yoga re porta a caratteristici pro- C. G. Jung aveva fatto in proposito cessi interiori di mutamento delle considerazioni piuttosto criti- della personalità. che: Nel corso di varie migliaia di anni questi tipi di introversio- “In India lo yoga tantrico ne a poco a poco si organiz- gode di una pessima reputa- zano in metodi, seguendo vie zione; viene criticato perché è molto diverse”. collegato al corpo, ed in par- ticolare al sesso... Lo yoga, per Jung, era, insomma, un In India, oggi, lo yoga è prin- ricco e vasto deposito di rappresen- cipalmente una proposta com- tazioni simboliche dell'esperienza merciale e, se arriverà in Oc- interiore, ed in particolare del proces- cidente, sarà un guaio per so di individuazione; e le maggiori noi”. analogie le riscontrava con il Kun- dalini Yoga, il simbolo tantrico, il Contemporaneamente aggiungeva al- lamaismo tibetano e le tecniche cune altre considerazioni di natura taoiste cinesi. psicoanalitica: Sostanzialmente, comunque, il suo scopo era solamente quello di svi- “Non parlerò del significato luppare una psicologia comparata dello yoga per l’India, perché interculturale dell'esperienza inte- non posso presumere di dare riore. un giudizio su qualcosa che non conosco per esperienza personale. Una trasmutazione Posso, tuttavia, dire qualcosa su ciò che esso significa per alchemica dell’energia l’Occidente. Una tale confusione sembra si sia La nostra mancanza di senso ingenerata in Occidente anche ai tem- rasenta l’anarchia psichica. pi della cosiddetta rivoluzione Ogni pratica filosofica o reli- psichedelica.

KEMI-HATHOR Pag. 28 n.119 - Giugno 2005 n.119 - Giugno 2005 Pag. 29 KEMI-HATHOR Ad attrarre molti degli studiosi occi- dentali è stato proprio l’orientamen- Paramartha e vyavahara to sessuale compatibile con una mo- Nato come movimento riformatore derna attitudine edonistica. antiascetico ed antispeculativo, ri- Pur vero è che la pratica del tantrismo spettivamente in ambito religioso e non alimenta alcun genere di egoi- filosofico, il tantrismo aveva influen- smo, in quanto, la beatitudine che zato, a partire dal IV secolo, l’etica, persegue trascende appunto l’indivi- la mistica, la letteratura e l’arte. duo e il coinvolgimento sessuale è A contraddistinguerlo come trasgres- relativo ad una trasmutazione sivo e controcorrente, rispetto alle alchemica della sua energia. tendenze dominanti dell’induismo, è proprio quel suo sistematico eviden- “La filosofia indiana, quindi, è ziare l’identità tra il mondo dell’as- l’interpretazione accurata del- soluto (paramartha) ed il mondo fe- la condizione del non-Io che nomenico (vyavahara), grazie al- influisce, rimanendo tuttavia l’esperienza mistica dell’adorazione indipendente da noi, sulla no- (). stra psicologia personale. La sua potenzialità rivoluzionaria non si esprimeva semplicemente nel Aveva osservato Jung in “La Psico- rifiuto del sistema delle caste, ma in logia del Kundalini Yoga” (Bollati una più generale trans-valutazione Boringhieri, Torino, 2004) dei valori. Considerato un microcosmo, il cor- Considero scopo dello svilup- po viene celebrato più d’ogni altra po umano quello di fare in cosa, e soprattutto quello femminile modo che avvenga un avvici- occupa una posizione di assoluto pre- namento al non-Io ed un col- dominio. legamento tra la natura spe- Peculiare è pure l’insistenza sulla cifica del non-Io e l’Io conscio. sacralità e sulla purezza di tutte le Lo yoga tantrico fornisce cose, anche di quelle proibite, quali quindi una rappresentazione sesso, vino, carne, pesce, ecc... im- dello stato e delle fasi di svi- piegate, in modo simbolico, dalle luppo di questa impersonalità scuole della “mano destra” ed alla e di come, di per sé ed a suo lettera da quelle della “mano sini- modo, essa produca la luce di stra”. una coscienza sovrapersonale In ogni caso, ciò che occorre preci- più alta”. sare meglio, ed ancora una volta, è il fine della sua pratica, filosofica o re- ligiosa che sia, teleologicamente tesa

KEMI-HATHOR Pag. 30 n.119 - Giugno 2005 alla liberazione dal ciclo delle rina- della coscienza, nonché un potente scite e non, come erroneamente si è strumento di trasformazione persona- potuto fraintendere qualche volta, le e di realizzazione spirituale, gra- alla sola e semplice liberazione ses- zie a rituali vari, tecniche meditati- suale. ve, esercizi di pranayama e yoga in genere, recitazione di mantra ed a quella particolare attenzione riservata Una tradizione iniziatica alle personificazioni dell’aspetto Approfondendone lo studio, si sco- femminile del divino. pre che il tantrismo è una tradizione Le loro energie spirituali assicurano iniziatica affascinante con insegna- al sadhaka, adepto, di seguire la di- menti importanti per l’esplorazione sciplina metafisica in grado di esplo- n.119 - Giugno 2005 Pag. 31 KEMI-HATHOR rare tutti i livelli della divinità, dalle tro di sé. Poiché ogni chakra contie- sue forme simboliche alle più eleva- ne entrambi i principi energetici rap- te ed astratte. presentati allegoricamente dagli or- Ed è proprio in relazione all’adora- gani sessuali. zione dell’aspetto femminile del di- Alle dee furono associate le lettere vino che il Tantra è stato posto in dell’alfabeto sanscrito, simbolo dei occidente, in associazione alla , dei suoni e così di seguito. disnibizione sessuale, all’energia L’idea poi della trasformazione de- kundalini ad alla autonomia sottile gli elementi si trova in perfetta sin- dei chakra. tonia con la filosofia medievale E’ successo qualcosa di analogo pure alchemica. con lo yoga, di cui la mentalità ma- Ognuno dei cinque chakra più bassi terialistica ha trascurato l’ambito corrisponde ad un elemento: meditativo, accentuando maggior- muladhara alla terra, syadhisthana mente l’enfasi sulle posture del cor- all’acqua, manipura al fuoco, po, asanas, e sugli altri aspetti fisici. anahata all’aria, visuddha all’etere. Il procedimento di trasmutazione corrisponde allora ad un progressivo Chakra incremento della volatilità, fino a rag- Sul piano sottile (suksma) della ma- giungere la sfera dell’astrazione nifestazione, il corpo umano si con- (ajna). sidera costituito da una serie di chakra (da muladhara a sahasrara), localizzati in varie parti dell’anato- I testi mia e tra loro collegati da canali Oltre al “Tantra Yoga” di David (nadi), quali ida, pingala e susumna. Frawley (Il punto d’Incontro, Originariamente forse i chakra, o Vicenza, 2003), altri testi autorevoli padma, potevano presumersi appar- sulle dieci forme di saggezza della tenere alla fisiologia sottile e, solo in dea sono “L’Essenza del Tantra” di un secondo momento, furono posti Harish Johari (Il punto d’Incontro, in relazione con le corrispondenze Vicenza, 2003), “Kalì, la dea della dell’universo in seno al microcosmo, forza femminile” di Mookerjee (Red, quali sole, luna, fiumi, montagne, Como, 1990), “Tantra- il culto del- ecc... l’estasi” di Rawson (Red, Como, L’idea tantrica infatti considera il 1989), “Lo Yoga” ed “Il Tantrismo” corpo come l’abitazione delle divi- di Marilia Albanese (Xenia, Milano), nità ed il praticante deve raggiunge- “ e shakta” di A. Avalon (Me- re l’immedesimazione con esse. o diterranee, Roma), la trilogia di quanto meno le deve avvertire den- Robert E. Svoboda sull’Aghora

KEMI-HATHOR Pag. 32 n.119 - Giugno 2005 (“Alla sinistra di Dio”, “Kundalini”, esercizi del pranayama, al desinare “La Legge del Karma”), pubblicata (Anna yoga), al fare sesso, ecc. in Italia dalle edizioni Vidyananda di Eppure il problema relativo alla di- Assisi, “ I dieci grandi poteri cosmi- stinzione tra concreto e simbolico è ci” di Shankarnarajanan, sempre stato delicatissimo, proprio in Vijnanabhairava (La Coscienza del quanto il sadhana tantrico, nel tramu- Tremendo), ecc... tare la fisiologia umana in liturgia religiosa, si prefigge come scopo pre- cipuo la transustanziazione d’ogni Kamasutra esperienza concreta. La forma più moderna del tantrismo L’aspetto erotico dell’arte tantrica, include l’esplorazione dell’intera inoltre, persegue il fine di rappresen- gamma di pratiche energetiche attra- tare le più elevate potenze della co- verso il corpo, i sensi e la mente, allo scienza, capaci di tramutare più ra- scopo di raggiungere obiettivi sia di pidamente le energie vitali di realiz- tipo più personale, come il benesse- zazione. re dell’organismo psico-fisico, sia spirituali, quali il riconoscimento della divinità interiore. La commistione del tantrismo con la Ebbene, la componente tantrica sessualità è stata forse indotta inizial- integralista include più facilmente mente dalla diffusione e dalla popo- l’adorazione della dea sotto forma di larità del Kamasutra che si presenta Shri Yantra. come un vero e proprio manuale di Del resto, questa filosofia si caratte- pratiche, rituali e posizioni amorose. rizza proprio per tutta una serie di differenti accessi alla trasformazio- Per gli insegnamenti tantrici i preli- ne energetica, quali non solo yantra minari erotici non sono che uno dei e mantra, che, applicati a vari livelli, tanti tipi di accostamento, una delle si offrono come validi strumenti di possibili vie percorribili, così come apertura dei chakra ed ampliamento anche, in un certo altro senso, delle della coscienza. metafore e delle allegorie di qualco- Gli yantra sono diagrammi simboli- sa di più intimo ed impalpabile. ci articolati in forme geometriche, La verità probabilmente sta nel fatto oppure strutturati in composizioni di che il tantrismo, come lo yoga, con- complessa iconografia, mandala, da tengono in sé quelle modalità utili a animare con i mantra appropriati. trasformare qualsiasi attività ordina- In quanto schema lineare, lo yantra ria in azioni e rituali sacri, dal sem- ricorre ad una simbologia plice respirare, che si converte negli multivalente collegata agli archetipi n.119 - Giugno 2005 Pag. 33 KEMI-HATHOR del mistero dell’essere, i cui elemen- za degli esseri viventi, molte tradi- ti base sono il punto, il triangolo, il zioni ne enfatizzano, e a ben ragio- cerchio, ed il quadrato. ne, l’approccio in due direzioni to- Etimologicamente derivata dalla ra- talmente opposte, da una parte la ri- dice yam (trattenere), con il signifi- nuncia del celibato ascetico, dall’al- cato di strumento, da composizione tra l’eccesso libertino e disinibito geometrica dinamica si presta ad ac- della prostituzione sacra. crescere e condensare nella forma Ebbene, esiste però anche una tradi- l’energia da assimilare ai vari livelli. zione di moderazione e di equilibrio in ambito coniugale, allo scopo di Mandala mantenere l’ordine sociale attraver- so il sistema della famiglia. Dalle paure da esorcizzare alle forze La dottrina yoga, in fondo, invita alla da controllare, dalle passioni da su- disciplina individuale, non alla re- blimare agli stati di coscienza da rag- pressione, né all’esagerazione, ma giungere, le figure del mandala si in- all’armonia bilanciata, ad una giusta tegrano nell’ambiente minuziosa- mediazione. Solo una volta iniziato mente definito, per rendersi intelli- questo organico processo di evolu- gibili. zione interiore, si può arrivare a tra- L’amplesso degli dei evoca il miste- scendere i limiti soggettivi per acce- ro del superamento della dualità e la dere a quello stato di interiore appa- suprema realizzazione dell’unità. gamento e di liberazione spirituale La polarizzazione è indotta da kama, che può risiedere soltanto nelle co- il desiderio, l’impulso, che va media- scienze di ognuno di noi. to da un processo di autocoscienza, per il quale risulta indispensabile il riconoscimento dell’altro. Il tempio dell'uomo: L’impulso che si manifesta come moto vibratorio, risuona nell’imper- Il corpo alchemico cettibile fonte del suono, nada, per Il tempio più importante di qualsiasi condensarsi nel bindu, simbolo del- divinità è il corpo umano. l’uno in cui si concentrano tutte le L’organismo psicofisico è un micro- potenzialità. cosmo all’interno del quale l’anima può fare l’esperienza mistica della Moderazione ed equilibrio sacralità e comprendere il comples- so operato dell’intero universo. dello yoga Il corpo è quindi lo strumento prin- Essendo il sesso il nucleo energetico cipale dell’appagamento, ma non del più importante e potente dell’esisten- tutto quello dell’identità spirituale.

KEMI-HATHOR Pag. 34 n.119 - Giugno 2005 condo la prospettiva mayavadi del Mayavadi non dualistico (advaita), af- La filosofia tantrica attribuisce altret- fermandone la realtà specialmente in tanta importanza al mondo esterno, qualità di coscienza. quello della realtà quotidiana della Il Bhagavata Purana raccoglie manifestazione e dell’illusione, se- questo insegnamento, all’opposto

n.119 - Giugno 2005 Pag. 35 KEMI-HATHOR dello Srimad Bhagavatam dei se solo intossicanti, potrebbe venir vaishnava, gli adoratori di Visnù, che letto come metafora o procedura pre- invece segue la visione dualista liminare sperimentale. (dvaita) della creazione. Il vino, ad esempio o una qualsiasi bevanda sacra, alludono piuttosto al flusso interiore della ininterrotta be- La crescita spirituale atitudine. Il tantra, insomma, si dimostra tolle- attraverso le emozioni rante nei confronti dei comportamen- Il tantra riconosce validità alle emo- ti eccessivi, come appunto l’uso o zioni quali strumento di crescita spi- l’abuso di sostanze, le pratiche ses- rituale. suali, o altre metodiche reputate im- Lo scopo è sempre quello di scio- pure dall’ortodossia, quali anche glierne le energie bloccate, limitate l’operatività magica e l’occultismo in o spezzate dai modelli dell’attacca- genere, perché si ritiene che tali tec- mento, come onde che si dissolvano niche, in determinate circostanze, nel mare della consapevolezza. possano manifestare una qualche uti- Espressioni di ira o di serenità degli lità provocatoria, un forte stimolo al dei ci possono aiutare in questo ten- risveglio interiore, quasi come una tativo di contattare il significato su- scossa energetica decisamente istan- periore delle emozioni, quali natura- tanea ed illuminante. li forze cosmiche in grado di coniu- Persino l’assunzione degli estratti gare il potenziale divino che alberga dalla cannabis indica (vijaya) hanno dentro di noi in ciò che si dimostra il un loro scopo cerimoniale, consisten- gioco della coscienza. te nella rimozione delle inibizioni di In quest’opera di trasmutazione ener- qualsiasi genere che possano essere getica, il tantra costituisce una sorta di ostacolo al completo svolgimento di alchimia devozionale; ma neanche dei rituali. l’ascesi yogica tende a negare le emo- zioni nella loro qualità di energie vi- tali, semmai ne reprime l’egoismo, e Shakti l’appropriazione personale, l’abuso. Come si è più volte rimarcato, la tra- dizione tantrica nutre un eccezionale rispetto nei confronti del potere fem- Il flusso interiore della minile della divinità, senza per que- sto trascurare quello maschile. ininterrotta beatitudine Entrambi si accompagnano e si com- Anche il ricorso a sostanze pletano. psichedeliche, psicodislettiche, o for-

KEMI-HATHOR Pag. 36 n.119 - Giugno 2005 Kundalini è una delle tante forme La sacra famiglia della dea, un potere divino che può Shiva e Shakti costituiscono la cop- manifestarsi anche per semplice de- pia divina per eccellenza, ma l’inte- vozione, oppure nel corso della me- ra loro famiglia, con i figli Ganesh e ditazione. Skanda, così come anche altre divi- Una tale energia dovrebbe sempre nità, riveste un notevole rilievo, al- seguire la coscienza per poter restare l’interno del pantheon indù. opportunamente sotto il diretto con- trollo della consapevolezza. Le tecniche yoga impiegate per il ri- Kundalini sveglio di kundalini pertanto dovreb- In seno al principio femminile esi- bero pur sempre rientrare in una più stono le qualità della ricettività, com- ampia pratica di devozione ed arren- passione, gentilezza, amore, bellez- devolezza al divino. za, saggezza e l’energia stessa della Poiché il controllo dei sensi e la com- coscienza. prensione dei processi mentali sono Nell’aspetto maschile del divino si i soli a poter consentire un’indagine ritrovano la volontà, la percezione, più approfondita nella natura stessa l’essere in sé. del sé interiore. La natura appartiene alla danza della dea. Oltre a bellezza, gioia, sessualità, la , il signore della dea è quella medesima beatitudine che ci dobbiamo sforzare di realiz- danza zare. Shiva è conosciuto come Nataraja, signore della danza, e la sua compa- A questo potenziale racchiuso o rag- gna esegue difatti i passi della lasya. gomitolato in una cava (kunda), il A tale proposito, il tantrismo forni- quale una volta risvegliato, è in gra- sce una concezione organica di ogni do di operare la trasformazione della tipo di arte, dalla poesia alla musica, coscienza, si riferisce la figura della dalla scultura all’architettura, dalla Kundalini. rappresentazione scenica all’icona I testi vedici che parlano diffusamen- sacra. te della Kundalini, in relazione alla Così come è anche strettamente con- scienza pranica, alla tecnica nesso, in quanto scienza, alla medi- mantrica, impostata sul verbo che cina ayurvedica, in quanto metodo di trasforma (vak), al potere della co- comprensione, e della psiche e del- noscenza (jnana-shakti) ed all’ener- l’universo, all’astrologia Jyotish ed gia della coscienza (chit-shakti). alla chiromanzia, ed, in quanto siste- n.119 - Giugno 2005 Pag. 37 KEMI-HATHOR ma tradizionale, all’alchimia ed al- l’ermetismo. Svashakti L’energia cosmica femminile costi- tuisce il potere (Shakti) di Shiva Sanatana Dharma (pace), una forza prodotta dalla pas- Del resto questo sistema spirituale fa sività, dal vuoto, dal silenzio menta- pur parte integrante della spiritualità le, dalla vita nascente. induista e perciò si basa sulla viven- Shakti vivifica le cose dal loro inter- te spiegazione delle verità relative no. alle sempre mutevoli condizioni La concezione induista di Shiva- umane che costituiscono la legge Shakti vede passivo il maschile ed eterna della Sanatana Dharma. attivo il femminile. Questa tradizione ha un approccio Il contrario avviene nel pensiero multidimensionale che include inse- buddista, in cui attiva è la maschile gnamenti differenti a seconda del li- abilità (upaya), e passiva la femmi- vello delle persone e percorsi diversi nile saggezza (prajna). a seconda dei temperamenti e delle Lo stesso vale nella tradizione attitudini. vaishnava, in cui Visnù o Krishna Accetta l’assoluto come unica veri- sono coscienza o amore, e Lakshmi tà, riconoscendo il mondo quale frut- o Radha bellezza o devozione. to dell’illusione Maya, mentre acco- Eppure Shakti è anche saggezza e de- glie pure ogni concepibile forma qua- vozione e Shiva volontà. Svashakti le espressione soggettiva del divino: è, dunque, potere interiore, forza accanto all’immutabile Brahman trasformativa che opera i grandi mu- impersonale, fuori del mondo e pri- tamenti, energia dell’illuminazione, vo di forma, intravede le forme ero- della bellezza, della gioia, della cre- tiche della dea, Krishna bambino in- atività e della grazia divina. solente e briccone, l’aspetto scimmiesco di Hanuman, o Ganesh dal volto elefantiaco. Bija mantra Si tratta in fondo di una religiosità Ciascuna divinità ha una forma so- affermativa nei confronti della vita e nora (mantra) che ne evoca il potere di tutte le sue manifestazioni, storie della coscienza e la forma mentale. erotiche comprese, grazie alla com- Il bija mantra (suono germinale) è prensione delle quali riesce a mette- un seme monosillabico: Om per , re in evidenza il trascendente, per re- Hrim per Bhuvaneshvari, e così via. alizzare l’ascesi. Essi esprimono sia la potenza divina inclusa nella sillaba matrice, sia la vibrazione cosmica che ha portato

KEMI-HATHOR Pag. 38 n.119 - Giugno 2005 n.119 - Giugno 2005 Pag. 39 KEMI-HATHOR alla condensazione dell’elemento fondamentale corrispondente. Madhyama All’interno di quel puntino che so- A livello intermedio, nel cuore, sta vrasta la lettera dell’alfabeto Madhyama, il linguaggio del pensie- sanscrito per darle risonanza ro, delle riflessioni, della creazione vibratoria, la cosiddetta artistica, dell’ispirazione; ed a que- nasalizzazione, viene raffigurata sto stadio appartiene il sogno. un’altra divinità per indicare le sva- riate ipostasi mondane della coscien- za cosmica. Pashyanti Gli strota sono più classici inni di L’illuminazione Pashyanti, si ottie- lode. ne con la percezione della verità co- smica, degli archetipi, della rivelazio- ne, della luce, si situa nell’ombelico Mantra ed è collegata al sonno profondo. Essendo la mente formata da vibra- zioni e suoni, per stimolarla occor- rono suoni e musica, cosicché la ri- Para petizione del mantra è il metodo cen- A Para appartiene invece il silenzio trale e più immediato per infonderle trascendente, dal significato così puro energia. da non poter essere verbalizzato, si ottiene nello stato di Samadhi ed oc- ªQuattro sono i livelli del par- cupa il centro della radice alla base lare - sta scritto nel Rig veda - della spina dorsale, laddove dev’es- chi ha saggezza spirituale li sere portato il potere della parola per conosce tuttiº. spingere l’energia della coscienza kundalini verso l’alto. La musica Gandharva Veda e Man- Vaikhari tra yoga portano in basso le vibra- Il verbo è femminile ed all’inizio era zioni energetiche che risvegliano il la dea, dalla forma diversa, a secon- potenziale del chakra radicale. da dei livelli di manifestazione. Vaikhari è la parola udibile e dai si- gnificati convenzionali, che segue il Yantra e chakra linguaggio delle sensazioni allo sta- Sebbene lo Sri Yantra sia il più si- to di veglia ed è prodotta dalla la- gnificativo, ogni forma di saggezza ringe. ne possiede uno proprio, in grado di rappresentarne l’energia ed il livello di realtà più sottile.

KEMI-HATHOR Pag. 40 n.119 - Giugno 2005 I mandala sono yantra più elaborati punto di vista energetico. a scopo meditativo. Essendo forza ascendente, Shiva è raffigurato dal triangolo con il verti- Homa ce in alto, e viceversa Shakti, cosic- L’offerta al fuoco Homa rafforza i ché la stella a sei punte rappresenta nostri desideri e neutralizza le nega- la base degli Yantra e dello Sri tività. Yantra, Sri chakra in particolare, Agnihotra è l’offerta che si compie dove 5 triangoli puntano verso il bas- quotidianamente. so e 4 all’opposto, verso l’alto ad in- I rituali si possono eseguire con l’im- dicare il monte Meru, la montagna maginazione (Manasa puja), oppure sacra al centro dell’universo. sotto forma di esercizi di respirazio- ne, pranayama, e di ripetizione di mantra, purché indirizzato verso il Murti chakra dove risiede la forma divina. La divinità poi si offre in una forma murti da visualizzare a scopo contemplativo, Dhyana Murti, che Shiva linga viene descritta nei versi che accom- Shiva la forza cosmica maschile, e- pagnano la meditazione, Dhyana nergia ascendente, viene raffigurata Shloka. da una pietra dritta,, una colonna, un obelisco, un pilastro (linga, stambha, skambha, daruna, dharma), Shakti Puja da un anello o da un cerchio che lo Il rituale principale per l’adorazione accoglie (yoni). esteriore di una forma divina consi- Shakti nasce dalle montagne Parvata ste nella Puja, offerta di 5 oggetti: e per questo è detta , come il olio alla terra, fiori all’etere, incenso Gange, mentre Shiva linga è la spina all’aria, fiamma al fuoco, bevanda dorsale dove scorre Sushumna, il ca- all’acqua. nale fluidico che segue il midollo L’illuminazione naturale ricavata da spinale. una lampada ad olio di sesamo, o Altre volte Shiva linga è rappresen- ghee, burro chiarificato, facilita il tato da un mortaio (yoni) dentro cui nutrimento della forma sottile del di- il pestello (linga) estrae il nettare vino e crea uno spazio sacro, perché Soma. intimo, come un campo psichico fa- La simbologia dello shiva linga cor- vorevole. risponderebbe a quella dello yin Immettere vita (Pranapratishta) nel- yang. l’icona grazie alle offerte le carica dal La rappresentazione dell’unità supe- n.119 - Giugno 2005 Pag. 41 KEMI-HATHOR riore delle forze cosmiche comple- emanò le innumerevoli sue forme con mentari che permette di cambiare di- cui è conosciuta, tra cui quella di rezione all’energia universale. , appunto vittoriosa su Durgama. Ciò significa che non è sufficiente Vidya accostarsi al sublime, ma per prima L’aspetto femminile della realtà rap- cosa occorre affrontare ed attraver- presenta la saggezza Vidya, il sape- sare il terribile. re, la conoscenza Trayi Vidya sono la saggezza dei tre Veda. Kalì è la più misteriosa e seducente La sua adorazione è un’indagine spi- forma del divino. rituale che consente di raggiungere Il suo nome è il femminile della pa- l’assoluto impersonale. rola maschile impiegata per indicare Essendo il verbo, rappresenta l’inse- il tempo, Kala. gnamento e la sua comprensione. La più grande tra le forze che gover- La dea è la pura coscienza cosmica nano l’universo elimina quanto non Samvit, la concezione dell’implicita è essenziale; è la morte psicologica essenza unitaria di tutti gli esseri. del sé separato per far trionfare la resurrezione spirituale dell’essere Sat. Shudda Upasana Quale potere di negazione è dissolu- La meditazione sull’origine del respi- zione del desiderio, Nirvana. ro è l’adorazione che mette in con- Si riferisce all’elemento aria, vayu, tatto con la realtà più intima della dea vento, ed è in rapporto col fulmine Kalì (Shudda Upasana). vidyut-shakti. Ed è perciò Kriya- Shakti potere dell’azione e della tra- sformazione. Kalì Nel corpo sottile occupa il cuore dove Dieci sono le forme di saggezza, dieci circola la forza vitale sotto forma di le grandi conoscenze, Dasha sangue; e qui Kalì prende l’appella- Mahavidya. Sudari, Lalita o tivo di Rakta, rossa. Rajarajeshvari, è la forma più popo- lare nell’India meridionale; nella par- La radice kal riporta il significato a te nord-occidentale, in Tibet e contare, misurare, mettere in moto, Kashmir, Tara; nella nord-orientale, da cui tempo, ritmo danza, oppure a in Bengala ed Assam, Kalì. ciò che è misurato, ben formato, da cui armonia, bellezza. Nello si narra che la Ma si tratta di bellezza inafferrabile dea per debellare il demone Durgama che non appartiene alla forma in cui

KEMI-HATHOR Pag. 42 n.119 - Giugno 2005 n.119 - Giugno 2005 Pag. 43 KEMI-HATHOR si riflette, bensì alla coscienza ad al- l’eternità. Vamachara Vamachara, mano sinistra, invece, accetta senza scrupoli il ricorso alle Né a destra, né a sinistra sostanze intossicanti o alle pratiche Ganapati Muni in “Uma Sahasram” sessuali; e segue il lignaggio, o la afferma: famiglia (), consentendo le re- lative e più ampie variazioni, senza “il devoto raggiunge il succes- limite alcuno. so mediante il sentiero della mano destra, mentre l’eroe percorre la via della mano si- Kaula nistra. Kaula sono coloro i quali apparten- Lo yogi, in silenzio, ottiene il gono ad un Kula, lignaggio familia- successo grazie alla via re, particolare linea tantrica di tra- celestiale situata né a destra, smissione attraverso una serie di né a sinistra. maestri e discepoli che fanno uso Su questo sentiero, altamente della sostanza di potere, emissione benedetto, egli non porta con sessuale (Kula anch’essa) della dea. sé il fardello dell’adorazione o della recitazione dei mantra....”. Tantraloka di Per la realizzazione del sé conviene quindi alternare costantemente il gio- co degli equilibri tra i due lati del Abhinavagupta, a cui si deve percorso, quando mettendo a tacere l’”Essenza dei Tantra (Tantrasara) la mente in modo diretto, quando ri- ed il commento breve alla “Trentina petendo un mantra, o ricorrendo ad della Suprema”, nel Tantraloka altre tecniche yogiche, come il (Luce delle sacre scritture) distingue pranayama. le più antiche tradizioni del tantrismo primitivo dalle pratiche kula succes- sive alla riforma di . Dakshinachara La tradizione strutturata in famiglie Il primo sistema Dakshinachara, dei campi di cremazione dei Kaulika mano destra, è “in accordo alla re- vidhayah, cioè, dalla modifica dei gola” (Samara), in quanto propone Macchanda / Matsyendra, consiste la disciplina della meditazione, del- nella proibizione dei segni mortuari l’azione e della purezza nella con- e di tutti quelli collegati al settarismo dotta. estremo vyaktalingata.

KEMI-HATHOR Pag. 44 n.119 - Giugno 2005 gio familiare (kula), descritte nel La riforma di Matsyendra Vidya Pitha, verso il sistema eroti- Il fondatore dello Yogini Kaula spo- co-mistico. stò l’attenzione del culto dalle prati- Nel IX e X secolo, si assistette alla che “terribili”, impostate sul lignag- nascita del Trika Kaula, il quale rag-

n.119 - Giugno 2005 Pag. 45 KEMI-HATHOR giunse il suo massimo sviluppo nel fluidi sessuali dopo l’unione, pas- secolo seguente, con la summa sandoseli di bocca in bocca prima esegetica di Abhinavagupta. di deporli in un vaso per l’offerta sa- crificale. Nel culto degli yuganatha del Kundagolaka Cakra l’officiante compie un’offer- I riformatori del trika portarono al ta a ed al cerchio delle ener- livello più alto d’astrazione le inno- gie che lo circondano, bevendo da un vazioni da far accettare alla comuni- vaso sacrificale un miscuglio di flui- tà Saiva del Kashmir, riservando ad di sessuali maschili e femminili, de- una più ristretta cerchia di adepti il finiti da Jayaratha il migliore degli culto erotico proprio dello Yogini elisir (rasayana). Kaula, descritto nel Kaulajnananirnaya di Matsyendranath, in base al quale si Kulamrta devono offrire e consumare sangue, Ne “Il Corpo Alchemico” (Mediter- carne, vino e fluidi sessuali, in parti- ranee, Roma 2003), David Gordon colare le emissioni fisiologiche com- White spiega che la forza a cui si fa binate (Kundagolaka). riferimento nel culto tantrico, quella che attiva le energie interiori, ha ori- gine nella matrice della dea e, pas- Rasayana sando per ogni anello della catena Abhinavagupta attenuò senz’altro gli iniziatica delle trasmissioni da guru aspetti più crudi del sesso a discepolo, occupa i canali interiori ritualizzato, dell’uso degli otto tipi di della trasformazione energetica, alla vidya (dee), dei mezzi per accedere stregua della canalizzazione che at- alle sessantaquattro yogini, ecc... tiva i diagrammi mistici, in grado di La reinterpretazione di servire da supporto del culto e della Abhinavagupta pose il maggior ac- meditazione. cento sull’orgasmo e sull’impiego dei Fondamentalmente si tratta di una relativi prodotti. corrente (ogha), di un flusso (srotas) L’orgasmo diventa così un mezzo di fluido sessuale, analogamente a privilegiato per accedere ad una quello che alimenta le genealogie beatifica espansione della coscienza, delle famiglie, per cui la vita stessa e durante la quale viene annullato l’ego la struttura del lignaggio tantrico, del praticante. kula, è definito dal flusso datore di Per l’ottenimento delle siddhi e del vita e di immortalità proprio dell’es- risveglio (apraptavibodha), si pre- senza genealogica della famiglia scrive agli adepti di consumare i (kulamrta), flusso trasmesso concre-

KEMI-HATHOR Pag. 46 n.119 - Giugno 2005 tamente sotto forma di fluidi sessua- Shakti è pura coscienza illuminante, li emessi durante i rituali di adora- prakasa, e la dea la coscienza che la zione e di iniziazione tantrica. riflette, vimarsa. Si tratta di un universo bipolare, al- tamente sessualizzato, nel quale ogni Sesso cosmico trasformazione e mutamento rappre- Matsyendra ha affrontato il proble- sentano altrettanti momenti di inter- ma della trasmissione del kulamrta pretazione tra un principio maschile mediante le sei yogini e identifica il ed uno femminile e dove tutte le ca- nettare del lignaggio con il fluido tegorie metafisiche, animali, piante, mestruale della dea o con i fluidi ses- minerali, appartengono ad uno dei suali mescolati di Shiva e Shakti. due generi. Se la conservazione dell’universo di- Un universo virtualmente libero, nato pende dall’infinito orgasmo cosmi- dal gioco infinito della coscienza di- co della coppia divina e se la beatitu- vina, in quanto ogni sua parte costi- dine dell’orgasmo sessuale costitui- tuente, incluso il corpo umano e lo sce l’esperienza umana che più spirito, nonché la materia bruta, è d’ogni altra gli si avvicina, ne con- intrinsecamente libera. segue che la materia medesima del- E’ forse questo il motivo fondamen- l’orgasmo, rappresentata dal seme tale per cui il tantrismo attribuisce la maschile e dall’emissione fisiologi- massima importanza all’esperienza ca dell’utero femminile, e per analo- corporea, pratica, concreta, la quale, gia dal sangue mestruale, svolgeran- congiunta alla conoscenza, diviene no necessariamente un ruolo essen- fonte di liberazione. ziale nella ricerca tantrica della rea- lizzazione e della conquista dell’au- tonomia, dell’immortalità e dei po- La via dell’estasi e la via teri divini. della pace Dakshinachara è la via della pace, L’entità cosmica vivente Vamachara la via dell’estasi. L’universo tantrico si presenta come E l’estasi libera energie molto pro- un’entità cosmica vivente, che pul- fonde e dirompenti, anche se non può sa, che vibra, e nella quale la mate- essere duratura come lo è invece la ria, le anime ed il suono sono ciò pace interiore. che la divinità riversa nella manife- stazione. Dakshinachara è propria dei bhakta, Questa divinità è Shiva e la sua auto- dei devoti, mentre Vamachara appar- manifestazione è la dea Shakti. tiene ai Vira, gli adepti dal tempera- n.119 - Giugno 2005 Pag. 47 KEMI-HATHOR mento vigoroso, virile, tipico degli l’ambito dei rituali sacri per trascen- Kshtriya. dere la coscienza fisica gradualmen- L’uno è assolutamente ortodosso, in te. quanto segue pedissequamente le Nel sistematico processo di crescita norme prescritte dal dharma, l’altro dell’anima si potrebbe avere neces- è certamente più eclettico e conse- sità di sperimentare il proibito prima guentemente anche un po’ eretico, o di abbandonarlo definitivamente ed addirittura controcorrente oppure in- il metodo migliore per trascendere un vertito (ulatamarga, cammino alla desiderio è proprio quello di appa- rovescia). garlo e trasformarlo in un gesto sa- Spesso però, il lato sinistro, Vama, cro da compiere in onore della divi- può far riferimento semplicemente nità che lo richiede. alla particolare enfasi con cui ci si Ciò che è vietato, inoltre, aiuta a li- rivolge all’aspetto femminile della berare dall’attaccamento alla purez- divinità, che ne costituisce appunto za, e dalla superbia che ne potrebbe la parte contro-laterale a quella drit- derivare, anch’essa, sostanzialmente, ta. un ulteriore ostacolo sul sentiero del- l’effettiva liberazione. Panchamakara Vamachara ricorre all’uso dei cinque Ahimsa makara, in quanto cose proibite, ma Tra coloro i quali impiegano le pra- altamente allegoriche: unione sessua- tiche della Vamachara, e cioè dell’in- le (maithuna), pesce (matsya), carne dulgenza applicata alla spiritualità (mamsa), bevande intossicanti, come come mezzo di spiritualizzazione di- il vino (madya), cereali essicati, o retta, c’è chi sicuramente indulge abbrustoliti, ovvero denaro (). nelle pratiche sessuali, le quali sono La tradizione simbolica del tantrismo pur sempre atti d’amore, ma invece riconosce al numero cinque un valo- non condivide affatto il consumo del- re magico particolare, e poi alla pri- la carne, che implica azioni cruente ma M la valenza adeguata all’unione contrarie al principio della non vio- di Shiva e Shakti, le due forze co- lenza, Ahimsa. smiche complementari. In questo specifico caso, mamsa e La bevanda inebriante, madya, signi- matsya divengono rappresentazioni fica beatitudine della coscienza; la alchemiche degli organi sessuali, ri- carne, mamsa, si riferisce alla con- spettivamente femminile e maschile, quista dei sensi, e così via dicendo. i quali si congiungono nel maithuna, La tradizione letterale, invece, usa riscaldandosi al fuoco del mudra, ali- le cinque cose (panchamakara) nel- mentato dai liquidi di madya.

KEMI-HATHOR Pag. 48 n.119 - Giugno 2005 n.119 - Giugno 2005 Pag. 49 KEMI-HATHOR Siccome l’approccio tantrico è mol- Atman vichara to pratico, allora il consiglio miglio- L’eccesso sessuale che porta alle re, per i principianti, resta quello di estreme conseguenze la nostra indul- eseguire ciò di cui si è effettivamen- genza favorisce il superamento dei te capaci, e, senza sviluppare attac- limiti. camento, proporre quello che real- Trascendere le regole mediante la mente risulta praticabile, sia esso un lussuria, significa liberarsi dal desi- rituale piuttosto semplice, ovvero derio dei sensi. l’attenzione alla dieta vegetariana, Ma l’adepto più elevato si interroga oppure la recitazione del mantra, sia piuttosto sulla propria natura e si sfor- quello un po’ più impegnativo, come za di divenire tutt’uno con il vero sé. la concentrazione e la meditazione o Questo sentiero, dell’indagine del sé ancora il pensiero speculativo, pur- o atman vichara è il più vedantico, ché tutti questi metodi vengano orien- perché consiste nel riportare il pen- tati alla realizzazione del sé. siero alle sue origini e l’io alla con- sapevolezza pura. Giuseppe M. S. Jerace

KEMI-HATHOR Pag. 50 n.119 - Giugno 2005 Riferimenti bibliografici essenziali:

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n.119 - Giugno 2005 Pag. 51 KEMI-HATHOR ASTROLOGIA di Pasquale Del Leo

Le Nove Sfere

Stabilito che il Primo mobile è l’ori- sfere di consapevolezza di stati di gine dei moti – in origine e per an- Coscienza abitati – usando un eufe- tonomasia il Moto Diurno e delle mismo – da esseri ed essenze spiri- Ore, ovvero quel moto rapidissimo tuali costituiti da Materia sottile che si compie in 24 ore trascinando sempre più rarefatta man mano che da est ad ovest tutte le costellazio- si sale verso il principio Originario ni, astri e figure celesti – andiamo che le ha informate. adesso a definire il contenuto ed i Ma per non fare confusione e tenta- significati reconditi e spirituali del- re una qualche forma di nomencla- le nove sfere sottostanti secondo la tura – che serve soprattutto alla no- Tradizione Ermetica peraltro stra mente razionale per sapere chi “exoterica” per tutta la durata del si invoca o chi si evoca e da quale Medioevo e seguita ad esempio da zona dell’Atmosfera l’Ente sia man- Dante Alighieri per la stesura del dato o provenga – dobbiamo innan- Paradiso…. zitutto parlare dei regni di natura che Non si tratta, come possono far pen- compongono la manifestazione vi- sare gli schemi di queste a noi per- sibile ed invisibile. venuti e a volte riportati sui nostri Ci è stato insegnato sui banchi di libri di Scuola, di nove sfere solide Scuola che quattro sono i regni di o vuote in successione ascendente natura: procedendo dal basso ovve- secondo la sequenza caldaica (cioè ro dall’inorganico all’organico ab- da Luna a Saturno più la sfera del biamo il regno minerale, vegetale, fisso cristallino o costellazioni e la animale e poi quello umano. sfera del Primo Mobile) ma di Nove Questa nomenclatura non tiene con- n.119 - Giugno 2005 Pag. 53 KEMI-HATHOR to della manifestazione invisibile REGNO DEVICO O ANGELICO eppure fisica che si trova sulla su- perficie terrestre e nella sua Atmo- è l’ottava superiore del regno Ani- sfera sino ai suoi più remoti ed oscu- male e come gli Animali sono gli ri confini. Amici dell’uomo aiutandolo anche Due sono le chiavi per dimostrare il nelle sue faccende domestiche così prossimo assunto: il regno umano è gli angeli sono quelle intelligenze il regno dove si incontrano Spirito e che sono preposte ad aiutare spiri- Materia secondo quanto asserito dal- tualmente ed energeticamente gli la Tradizione Neoplatonica e Pita- uomini… sono gli aiutanti della Ste- gorica che vede nelle proporzioni ganografia… le deità che possono matematiche e musicali dell’Uomo essere evocate o invocate per com- la perfetta fusione dei due principi piere determinati compiti che, come universali e nella Parola la Manife- dice il nostro Abate, non possono stazione tangibile dalla potenza cre- essere affidate agli umani se non al- atrice della Coscienza divina; per- tro per un problema di assoluta di- tanto questo mirabile Regno funzio- screzione. na anche come una sorta di cerniera o passaggio tra le dimensioni o re- gni più densi ed incoscienti e quelle IL REGNO GERARCHICO sottili o spirituali. Secondo fatto incontrovertibile è che è l’ottava superiore del Regno Ve- la manifestazione tangibile si muo- getale. Come questo regno ricopre ve su una sequenza settenaria…. set- la terra e permette con la sua vita la te sono i pianeti visibili ad occhio vita di tutto il Pianeta regolando i nudo, pertanto sette sono le ghian- livelli di Ossigeno ed Anidride Car- dole endocrine principali che li rap- bonica così le Entità che lo compon- presentano sul piano organico. gono sono Deità che sono preposti Ma sette sono anche i colori dell’Iri- ad i meccanismi vitali della terra de che compongono la Luce solare persino la manifestazione della Luce o Bianca e sette sono le note musi- e dell’Acqua con i loro meccanismi cali come sette gli intervalli princi- connessi. pali musicali … e musica e colore Basti pensare alla luna antico pia- sono le colonne della creazione ma- neta ove si trovava l’Umanità che al gica! momento è vuoto di vita e pertanto Pertanto mancano all’appello tre re- manca di Atmosfera luminosa e di gni di natura che dal nostro Creato- acqua. re sono stati messi come regni spe- A questo regno appartengono anche culari di quelli sub umani. le Alte Entità umane o Mahatma che

KEMI-HATHOR Pag. 54 n.119 - Giugno 2005 si sono liberati dal lungo Samsara o ciclo di Incarnazioni e pertanto aiu- IL REGNO DIVINO tano i processi spirituali degli Uo- mini come Maestri di Saggezza al- è l’ottava superiore del Regno Mi- l’interno dei gruppi spirituali sui pia- nerale. ni sottili o Ashram, nonché la dire- Come Questo è caratterizzato, nelle zione verso il basso e l’Umanità del- sottospecie dei metalli e dei cristal- le energie spirituali ai fini della rea- li, da sette sistemi cristallini ognu- lizzazione del Piano evolutivo. no rappresentato da un pianeta sa- Così come le piante ed in particola- cro, così nel regno Divino trovano re gli alberi si nutrono di Luce sola- manifestazione sotto forma di enti e re essenziale per la fotosintesi clo- Virtù elevatissime i Sette Raggi di rofilliana e pertanto per la loro esi- Azione Planetaria della Manifesta- stenza così gli Esseri del piano Ge- zione universale. rarchico riflettono la Luce intellet- Qui è la sede degli Archetipi divini tuale e se ne nutrono …e come i fiori ai quali si rifanno come modello le delle piante emettono essenze pro- molteplici forme i sette Principii. fumate che ne costituiscono l’Arca- no e la Quintessenza individuale ( - continua) così le Anime Sante della Gerarchia profumano di Santità. Pasquale de Leo n.119 - Giugno 2005 Pag. 55 KEMI-HATHOR RIFLESSIONI di JULIUS COHEN

Il Solstizio d'Inverno La fine di un Ciclo

I. IL SOLSTIZIO D’INVERNO d’occhio la parete esterna del vostro LA FINE DI UN CICLO argine: se appena notate qualche in- filtrazione d’acqua – anche lieve, Splendido è lo spettacolo di un fiu- quasi impercettibile – ebbene, non me in piena: è come assistere ad una perdete tempo, non indugiate neppu- lotta senza quartiere tra due Giganti, re un secondo, abbandonate d’urgen- fra la furia scatenata dell’Elemento za il vostro splendido – ed apparen- Acqua, che preme per dilagare ovun- temente solido! – luogo di osserva- que, e la calma, pacata resistenza che zione e fuggite, fuggite il più presto gli oppone l’Elemento Terra (la terra e il più lontano possibile, ché la furia degli argini!), forte della sua massa e delle Acque sta per travolgere l’argi- dell’immota inerzia. ne e portare morte e distruzione tutto Splendido davvero è lo spettacolo: e attorno. noi, in piedi sulla strada d’argine, lo Fuggite: dal momento in cui vi ac- guardiamo affascinati e, anche se le corgete del primo filtrare delle Ac- Acque infuriano a pochi decimetri dai que, il disastro può verificarsi nel nostri piedi, ci sentiamo tranquilli, volgere di pochi secondi, poiché quel poiché l’Elemento Terra – su cui ci piccolo rigagnolo che avevate visto troviamo! – ci appare stabile, non sulla parete esterna dell’argine è la cede di un millimetro, è come un spia di un dissesto assai più grande macigno che nulla sembra potere che, dall’interno, mina la stabilità scalfire. dell’intera struttura. Ci sentiamo sicuri... ma attenzione, non fidatevi, tenete costantemente Questo, delle fessure che si produ- n.119 - Giugno 2005 Pag. 57 KEMI-HATHOR cono in una sia pure imponente ope- Guai! Per questo , al primo cenno di ra di protezione, e del conseguente fessura, subito si chiamavano sul forte rischio di un repentino crollo, è posto Ingegneri per ripararle e, so- un fenomeno ben noto fin dai tempi prattutto, Sacerdoti per antichi. riconsacrarle e rinforzarle con nuovi Se ne parlò – ad esempio – in Cina, a ed appropriati riti: ché la vigilanza e datare dal IV – III sec. a.C., quando la difesa dello Stato compete sempre, venne edificata la Grande Muraglia in via prioritaria, a quei Centri Spiri- per difendere i confini settentrionali tuali che sovrintendono alla custodia del Celeste Impero contro le incur- delle sue più sacre Tradizioni. sioni dei feroci Mongoli e dei noma- Ma per quale motivo vi ho parlato di del Deserto dei Gobi. così a lungo del crollo delle strutture Noi oggi, secondo la moderna men- difensive, siano esse argini di fiumi talità materialistica, consideriamo la o mura che recingono Città, Stati o Grande Muraglia solamente in base Castelli? ai dettami dell’Arte Fortificatoria, e Ve ne ho parlato perché avverto come la valutiamo unicamente in relazio- un senso di angoscia diffusa, un con- ne ai suoi dati tecnici (l’altezza, lo tinuo chiedersi “cosa accadrà doma- spessore, lo sviluppo, l’andamento, ni?”, con una conseguente sempre più l’ubicazione delle torri di guardia e accentuata tendenza a rinchiudersi in via dicendo)... se stessi ed a “vivere alla giornata”. Ma una volta non si ragionava così Ed a ragione, ché di “fessure” nel poiché, allora, alle fortificazioni si nostro apparato di difesa (nella no- attribuiva anche una funzione magi- stra società!) ve ne sono, purtroppo, ca–sacrale: i nemici da fermare era- ormai molte: hanno cominciato a ce- no esseri umani, certo, ma il loro ma- dere i “santuari della politica”, e poi lefico potere derivava da Forze De- la Scuola, la Magistratura, le Forze moniache che li possedevano e spes- dell’Ordine, tutti gli Organi dello Sta- so anche li precedevano sotto forma to, ed oggi anche la Chiesa appare di nebbie, di miasmi, di soffi pesti- spesso priva di forze, come mai pri- lenziali. ma d’ora era avvenuto... Guai se nella muraglia si apriva qual- ...ed allora, attraverso queste innume- che fessura; guai perché attraverso ri fessure (sempre più profonde, sem- questa avrebbero potuto agevolmen- pre più larghe!) si infiltrano subdole te infiltrarsi le Negatività di cui so- prima, tracotanti poi, mille forme di pra si è detto, e contaminare la Sacra criminalità, mille germi di dissolu- Terra dell’Impero, ed infiacchire zione... a quando il crollo dell’intero l’animo dei soldati preposti alla di- sistema? fesa. Mai, speriamo davvero mai... ma ciò

KEMI-HATHOR Pag. 58 n.119 - Giugno 2005 non toglie che la paura del disastro l’angoscia che naturalmente diventi ogni giorno più grande ed attanaglia l’uomo ad ogni fine di ci- assillante in noi. clo: Siamo ora infatti al Solstizio d’Inverno e il ciclo annuale sta or- Ma tutto è davvero così fosco, tutto mai per chiudersi; ed anche il Mil- esala così fetidi miasmi ed oscuri pre- lennio – e il tempo della costellazio- sagi di morte? ne dei Pesci! – è prossimo alla sua conclusione... o forse si è già chiuso Forse no, forse – in parte – è solo il- poiché pare che Gesù sia nato qual- lusione, autosuggestione... forse è che anno prima della data ufficial- n.119 - Giugno 2005 Pag. 59 KEMI-HATHOR mente riconosciuta e da cui si conta- delle Potenze Spirituali” che reggo- no gli anni della nostra Era. no ogni cosa).

Angosce, timori poiché tutto sembra Infine in un terzo tempo – quello at- dissolversi e le nostre radici quasi più tuale – è apparso prepotente lo non ricevono cibo dalla Madre Terra Pseudospiritualismo che incita l’Uo- ormai arida, ché più non Le danno mo – insoddisfatto del Razionalismo alimento l’Amore e il Sacrificio dei e del Materialismo – ad aprirsi verso Suoi Figli. Forze Spirituali che sembrano stare Ma possibile che tutto ciò sia avve- lì, pronte ad offrirsi a lui senza chie- nuto ed – avvenga! – così d’improv- dere contropartita alcuna... viso, possibile che, nella Storia re- È vero, queste Forze ci sono, ma sono cente, non vi sia stato qualche segno Forze Infere, originate dal Basso, premonitore? sono Forze di Contraffazione, mise- ra parodia di quelle Forze dall’Alto No, non è possibile, ed infatti di se- che sempre sovrintendono alle più gni premonitori ve ne sono stati dav- Sante Tradizioni... vero molti! Sono Forze, insomma, che sembra non abbiano altro scopo che quello Vi è stato, anzitutto, il trionfo del di precipitare l’Uomo nella dissolu- Razionalismo (la famosa Dea Ragio- zione finale; la pericolosità di queste ne posta sugli altari dalla Rivoluzio- Forze è poi accresciuta dal fatto che ne Francese!) che ha chiuso gradual- chiunque può entrare in contatto con mente all’Uomo le porte del loro senza fatica poiché queste, a dif- Sovramondo (quelle Porte che prima ferenza delle Forze Pure, non richie- erano tenute aperte dall’Amore, dal- dono alcuna ascesi preliminare (anzi, l’Intuito e dalla Poesia) ... e in tal più si è contaminati meglio è!). modo si è andata via via anemizzando Spaventoso è l’Abisso in cui oggi ci anche ogni possibilità di vera e pro- troviamo; ma ancor più spaventoso fonda comprensione della Realtà cir- è come molti non se ne accorgano e costante. scambino le più dure sconfitte per splendide conquiste dell’Umanità. Poi, a ruota, è comparso il Materia- A titolo di esempio: ricordate come, lismo che ha rinserrato l’Uomo nel- a scuola, ci è stata insegnata la Sto- l’Universo Denso, Corporeo, ossia ria dell”800? “Nell”800 – ci veniva nel ristretto ed avvilente Regno del- detto – finalmente sono crollati gli la Quantità, isolandolo dall’assai più Imperialismi e, sulla scena europea, vasto e completo Regno della Quali- si sono affermati trionfanti i tà (detto anche “Regno delle Virtù e Nazionalismi”.

KEMI-HATHOR Pag. 60 n.119 - Giugno 2005 Ben misero trionfo fu davvero quel- ultimi aneliti spirituali, il Caos e la lo! Ché i Nazionalismi si affermaro- Dissoluzione cominciarono ad infil- no non per virtù propria, ma per il trarsi ovunque; ognuno prese a pen- venire meno della forza dell’Idea sare per sé, i Nazionalismi si frantu- Imperiale, per l’estinguersi della sua marono in Regionalismi e ben presto sacralità ormai più non compresa dai compariranno sulla scena anche i popoli e – fatto assai più grave e de- Provincialismi e poi faide di Comu- terminante! – neanche più sentita né ne (...il “principato di Seborga” già incarnata dagli stessi Reggitori. preannuncia questa nuova Era!).

Ma il decadere delle Idee, ªHomo homini lupusº. l’imbarbarimento dei popoli e dei Sempre così accade quando lo spiri- loro Reggitori produsse in breve al- to non fa più udire la sua voce, quan- tri mutamenti: ché le Monarchie Na- do non vi è più spirito di Sacrificio, zionali nate sulle ceneri degli Impe- né l’Amore è un collante della socie- ri, si mostrarono di fatto anch’esse tà; quando su tutto prevale l’ansia prive di quei validi “contatti con l’Al- dell’Ego e il culto del Dio Denaro. to” che pur dovevano costituire il fondamento della loro stessa esisten- Il Dio Denaro: oggi è inteso come il za (poiché è “dall’Alto” che ogni vero detentore di quelle magiche chiavi Re attinge i suoi poteri) ... né il po- che aprono le Porte di ogni Potere polo, da parte sua, era più capace di Materiale (gli unici Poteri veramen- intendere i veri valori dello Spirito e te ambiti!), come la più desiderabile della Vita. droga per chi – ormai totalmente per- meato di Egoismo – mette se stesso Si cominciò allora a parlare di un al centro di ogni cosa e in pari tempo Potere che veniva “dal Basso” (la via teme che ogni cosa possa rivoltargli- “dall’Alto” era ormai di fatto preclu- si contro e nuocergli... il Dio Dena- sa a tutti!) e quasi ovunque i Regimi ro, ossia la più potente arma con cui Repubblicani subentrarono alle Mo- l’Io Egoistico ritiene di potersi difen- narchie... ma l’ansiosa ricerca del dere e in pari tempo pienamente rea- consenso popolare (ossia “dal Bas- lizzare se stesso. so”) ben presto logorò – sotto il pro- filo morale – anche queste nuove Senza Denaro l’Uomo di oggi è nien- strutture, degradandole a semplici te (“si sente” niente!)... ma guarda- mercati di affari che cercavano in telo, paragonatelo agli Uomini di al- Sfere sempre più basse la loro forza tri tempi allorché si credeva nei va- e legittimazione. lori dello Spirito, allorché ognuno Aboliti (o soffocati) così di fatto gli traeva vanto da quanto sapeva dare n.119 - Giugno 2005 Pag. 61 KEMI-HATHOR alla Comunità, ai Fratelli ... guarda- ... e noi, esseri umani, che fine fare- telo, paragonatelo questo misero mo? Uomo d’oggi, e vi accorgerete del Verremo forse trasformati in larve, terribile Baratro in cui siamo spro- incubi od ombre ululanti che grida- fondati! no il loro terrore nel pauroso ed infi- Ma forse sbaglio, forse non è tutto nito Silenzio del Nulla? così nero... forse, come vi ho detto, chi mi spinge a parlare così è l’ango- Non sappiamo ... ma per compren- scia della fine di un ciclo, è il terrore dere come vadano vissuti questi ulti- delle fessure nella Grande Muraglia, mi giorni dell’anno è bene rifarsi agli è il senso di mistero che avvolge il Antichi, alle loro credenze ... Solstizio d’Inverno quando Morte e ... e poiché siamo qui, nel Lazio (la Vita, decrescere e ricrescere del Sole “Saturnia tellus” di Virgilio!), nulla sembrano unirsi fra loro nel più ma- sembra esservi di meglio che rifarsi gico momento dell’anno. ai Romani dei primordi, i quali pro- prio in questi giorni celebravano i Sa- turnalia, le feste dedicate all’antico II. IL SOLSTIZIO D’INVERNO dio Saturno e sommamente care al NELL’ANTICA ROMA popolo. Allorché la festività fu istituita (si era Questi ultimi giorni che precedono agli albori della Monarchia, o forse il Solstizio d’Inverno (“ultimi gior- anche prima, quando il Dio Giano ni” a partire da S. Lucia, il 13 dicem- regnava sulla Terra), allora, dunque, bre, o anche da S. Saturnino, il 29 la festa durava un solo giorno, ed era novembre, giorno in cui i Templari il 17 dicembre (ma non prendete la iniziavano la loro preparazione spi- data per oro colato, riportare ad oggi rituale per la solennità del S. Nata- le datazioni di quei tempi è un’im- le), questi ultimi giorni, dunque, sem- presa difficile, spesso assai brano particolarmente idonei per in- aleatoria!). durre in uno stato d’animo pieno di Poi, con la riforma di Giulio Cesare, terrori e di incertezze.... la durata dei saturnalia passò a 3 gior- ...cosa accadrà? ni, dal 17 al 20 dicembre. ... il Sole, con le giornate che tendo- Infine, durante l’Impero, le celebra- no sempre più ad accorciarsi, cosa zioni si protrassero per 7 giorni, dal farà? 17 al 23 dicembre, abbracciando così Tenderà forse a spegnersi del tutto? l’intero periodo solstiziale. ...verrà, allora, la terribile Notte Co- In tale lasso di tempo si celebravano smica che tutto avvolge nel suo geli- però anche le feste di altre Divinità – do, silenzioso e mortale abbraccio? tutte collegate concettualmente sia a

KEMI-HATHOR Pag. 62 n.119 - Giugno 2005 Saturno che al particolare periodo La prima, Ops, era onorata il 19 di- calendariale ± , quali la Dea Ops, la cembre, in occasione delle ªOpaliaº diva Angerona ed Acca Larentia. (ma un'altra sua festa era celebrata n.119 - Giugno 2005 Pag. 63 KEMI-HATHOR in agosto); era considerata la paredra (ossia la sposa) di Saturno, ed il suo Ma come venivano celebrati i nome viene collegato ad un vocabo- Saturnalia, queste antiche feste che, lo greco che significa “luogo irriguo, in sostanza, chiudevano un ciclo (un fertile” (1); alcuni ritengono di rav- anno!) e ne aprivano un altro? visare in Lei un’antica Dea delle Anzitutto, fin dal primo giorno, si Acque e della Fertilità dei campi. eleggeva un “rex Saturnialorum” che Quando ad Angerona, la sua ricor- regnava per tutta la durata delle feste renza cadeva proprio il 21 dicembre, garantendone il libero svolgimento il giorno del Solstizio; il suo nome anche nei confronti delle Autorità (Angerona) deriva dal latino “angor” Civili: si trattava infatti di feste spes- (“l’affanno del cuore, l’angoscia che so assai sfrenate e – come già si è si prova al momento della morte”) ed accennato – anche a carattere anche da “angustus” (che indica “un orgiastico. periodo di tempo, o di luce, eccessi- Il loro aspetto “sfrenato”, e spesso vamente ristretto”)... “sovvertitore” degli ordinamenti so- ...Tutte etimologie, come si vede, che ciali, derivava dal fatto che, in quei ben si accordano col trauma del Sole sette giorni, si tendeva a fare rivive- all’ultimo giorno dell’anno solare. re i tempi mitici in cui – secondo la Le feste in onore di Acca Larentia leggenda – Saturno sarebbe giunto (dette “Larentalia” e celebrante il 23 nel Lazio instaurando l’Età dell’Oro: dicembre, quando già il Sole ha co- Età felice in cui non vi erano classi minciato a ricrescere) avevano un sociali, né servi né padroni. carattere orgiastico poiché tendeva- Per questo, durante i Saturnalia, si no a propiziare la fertilità nella spe- consentivano temporanee inversioni ranza che essa poi durasse per tutto dei ruoli sociali, sì che gli schiavi il nuovo anno. potevano burlarsi dei padroni e farsi La fertilità e e la ricchezza infatti ben da loro servire a tavola, nonché usu- si addicevano ad Acca Larentia, di fruire di numerose altre libertà. cui si diceva che fosse stata una pro- Ma il Regno di Saturno, come si è stituta; divenuta ricchissima avrebbe accennato, fu caratterizzato anche da poi lasciato in eredità al popolo ro- una straordinaria abbondanza di pro- mano tutti i suoi beni. dotti, sia della terra che della pasto- L’11 dicembre. invece, quasi in pre- rizia... parazione dei Saturnalia, si onorava ...e fu proprio grazie a questa abbon- il “Sol indiges” (ossia “indigete, na- danza che, in quei tempi, la Pace re- tivo del luogo”) che era anche detto gnò ovunque sovrana tra i popoli, né “portatore di alloro”, ossia di Gloria mai, al loro interno, vi furono tensioni e di Vittoria. sociali.

KEMI-HATHOR Pag. 64 n.119 - Giugno 2005 Affinché “l’abbondanza” anzidetta scambiarsi, come doni augurali, del- potesse nuovamente verificarsi, du- le candele di cera d'api. rante i Saturnalia si praticavano “riti Poiché l’ape è simbolo di Regalità, di fertilità” basati sui principi della di Sapienza e di superiori Poteri Spi- Magia Imitativa: gli uomini si abban- rituali, si può accettare come valida donavano a comportamenti orgiastici la spiegazione data da Macrobio, se- a carattere sessuale al fine di invitare condo cui “tali candele rammentava- la Natura a fare altrettanto. no che grazie a quell’antico Re (Sa- Durante i Saturnalia, poi, era uso turno) l’Umanità fu elevata da una n.119 - Giugno 2005 Pag. 65 KEMI-HATHOR vita informe e oscura alla Luce e alla solamente leciti ma necessari: essi Conoscenza delle arti liberali”. infatti, in base alla consueta pratica della Magia Imitativa, servivano ad Ma alcuni non concordano ed a pro- invitare gli Dei a fare altrettanto, os- posito del significato di dette cande- sia a “gettare le sorti” per decidere le propongono un’altra interpretazio- quali avvenimenti avrebbe dovuto ne basata su un gioco di parole: Er- portare il nuovo anno. cole infatti avrebbe suggerito agli Non stupiamo di questo, ché simili antichissimi abitanti del Lazio di ono- credenze sono comuni a molte Reli- rare Saturno offrendoGli lumi accesi gioni; basti ricordare i “Canti anziché sacrifici umani... il che – a dell’Edda” dove la Veggente, dopo detta di Ercole – sarebbe stato possi- avere descritto il “Crepuscolo degli bile poiché, in greco, “luce” e Dei” (con la morte di Odino, di Thorr “uomo” sono praticamente omofoni, e di tutte le Antiche Divinità), così differendo solamente per la loro “vede” l’inizio della nuova Era sotto accentazione: la guida dei Nuovi Dei (i Figli di Odino, di Thorr e via dicendo): φως, φωτóς = foós, footós è “la luce”, mentre ªsi ritroveranno i Nuovi Dei φως, φοτóς = fohos, fotós è “uomo”. nei Verdi Prati del Cielo ...... Altri doni che si scambiavano durante e qui dei Padri trarranno i Saturnalia erano i “sigillaria”, le scacchiere d'oro statuette di argilla che Macrobio in- e i dadi getteranno terpreta come sostitutivi di arcaici per decidere degli uomini le sacrifici umani ma che in realtà, se- sortiº. condo i più recenti studi, sembrano doversi riferire al gioco (“teste e uo- Feste tutte imperniate sul ciclo del mini, cioè pedine che, nel folklore Sole – Sole che muore, Sole che na- popolare diventano statuette d’argil- sce – furono dunque i Saturnalia. la”). Le si intese come «lotta della Luce contro le Tenebre», della Fertilità Ancora una trasgressione veniva con- contro i flagelli della Carestia (o dei sentita nei Saturnalia, ed era quella “4 cavalieri dell’Apocalisse”, se pre- dei giochi d'azzardo, vietati rigoro- ferite). samente dalla legge nei rimanenti periodi dell’anno... In tali occasioni gli uomini non sola- Ma ora, mentre tutto volgeva alla fine mente invocavano gli Dei (Saturno e e al rinnovamento, divenivano non le sue paredre, in particolare) ma in-

KEMI-HATHOR Pag. 66 n.119 - Giugno 2005 tervenivano in maniera attiva nella Saturno fu assimilato a seguito della contesa, incitandoLi ed ellenizzazione della Religione Roma- affiancandoLi con appropriati riti na... ma Saturno, l’antico Dio italico, magici, affinché le Forze di Vita sem- quello celebrato nei primi Saturnalia, pre trionfassero su quelle di Morte, chi era, quali forze della natura adom- Distruzione, Desolazione. brava, quali funzioni svolgeva nella Creazione e nel Mantenimento del- l’Ordine Universale? III. MA CHI ERA, IN REALTÀ, A dire il vero di tutto questo sappia- SATURNO? mo ben poco...... Ovidio, nei Fasti, parla di Giano Tutti, a scuola, abbiamo studiato la come del primo Re del Lazio; qui, mitologia di Saturno, ma non lascia- dal mare, sarebbe poi giunto Saturno moci trarre in inganno poiché quan- che avrebbe insegnato agli uomini to abbiamo appreso, in realtà, riguar- l’agricoltura e portato loro gli incom- dava il Dio greco Kronos, al quale mensurabili doni della Pace, dell’Ab- n.119 - Giugno 2005 Pag. 67 KEMI-HATHOR bondanza e della Civiltà. istituite da una popolazione antichis- Giano allora l’avrebbe associato a sé sima, i Pelasgi (che alcuni dicono nel regno e sarebbe così iniziata la essere stati i compagni di Ercole), i famosa Età dell’Oro, quella in cui gli quali avrebbero anche provveduto ad uomini vivevano felici e gli Dei di- erigere un altare all’aperto in onore moravano fra loro. del Dio, ai piedi del Campidoglio. Saturno, insomma, sarebbe stato un Per vedere sorgere, a Roma, il primo Dio della fertilità e della Luce dello tempio dedicato a Saturno bisogna spirito, quella che gli uomini chiama- però attendere, all’incirca, la metà del no spesso “Gloria” e raffigurano con I millennio a. C., quando l’ultimo Re un’aureola che circonda il capo (si etrusco, Tarquinio il Superbo, deci- noti: “aureola” da “aurum”, l’Oro, se di sostituire l’anzidetto altare con quello di cui era Re Saturno!). un tempio vero e proprio... Dionigi di Alicarnasso, in merito al Ma come spesso avviene le cose an- culto di Saturno nella Roma darono per le lunghe e l’inaugurazio- monarchica, riferisce il seguente epi- ne (o “dedicazione”) della struttura sodio relativo a Tullo Ostilio, il Re avvenne più tardi, nel 497 a. C. ossia guerriero per eccellenza (Tito Livio in periodo repubblicano. lo aveva detto “ferocior”, più fiero e In tale tempio fu poi conservato il bellicoso di Romolo stesso). tesoro di Roma (l’aerarium) sotto la Era allora in corso una tremenda custodia dei Questori, nonché una guerra fra Roma e Veio quando, per statua del Dio che stranamente per l’improvviso tradimento di Mezio tutto l’anno era legata con bende, le Fufezio dittatore di Alba, le sorti della quali però venivano sciolte in occa- battaglia sembravano volgere al peg- sione dei Saturnalia. gio per i Romani. Tullo Ostilio, allora, si rivolse agli Sulla base di quanto sopra detto, ed Dei e in particolare a Saturno ai fini di una migliore comprensione promettendoGli, in cambio della vit- della personalità del Dio, conviene toria, di istituire delle feste pubbli- sottolineare i seguenti tre punti: che in Suo onore ... e così avrebbero avuto origine i primi Saturnalia. – anzitutto il fatto che sia stato un In questa occasione, dunque, Satur- Re etrusco a volere erigere un tem- no sembra caratterizzarsi per una va- pio in onore di Saturno, quasi che lenza squisitamente eroica e guerrie- le origini del culto del Dio andas- ra. sero ricercate in Etruria anziché a Ma sull’origine dei Saturnalia, Roma; Macrobio cita un’altra versione se- – poi la questione dell’”aerarium” condo cui tali feste sarebbero state posto – indubbiamente non a caso

KEMI-HATHOR Pag. 68 n.119 - Giugno 2005 – sotto la protezione del Dio del- col potere della sua magia e della l’Età dell’Oro; “norma universale” da lui emana- – infine la stranezza di quei legami ta; gli altri due – Mithra ed Indra che avvolgevano la statua del Dio; – apparivano piuttosto come di- cosa rappresentassero non si è an- fensori e custodi delle leggi e dei cora riusciti a comprendere con legami, in quanto divinità dal- precisione, ma alcuni li ritengono l’aspetto prevalentemente guerrie- simboli di un potere specifico di ro... comunque sia, legami e leggi Saturno, quasi che Egli fosse un sempre sono stati alla base di ogni “Signore dei legami e delle leg- civiltà... e Saturno, ricordiamolo, gi” (vedasi, ad esempio, gli Dei fu proprio un Dio civilizzatore!). indoeuropeo Varuna, Mithra ed Indra: il primo – Varuna – legava Quanto poi all’usanza di sciogliere i n.119 - Giugno 2005 Pag. 69 KEMI-HATHOR legami che avvolgevano il simulacro tani, col suo mortale abbraccio. del Dio, proprio in corrispondenza Questo fu dunque il Saturno cono- del finire dell’anno solare (al Solsti- sciuto dall’antica Roma, prima zio d’Inverno), questa starebbe a si- dell’ellenizzazione e della sua assi- gnificare che al termine di ogni ciclo milazione a Kronos. tutte le norme devono essere riviste: Dio multiforme poiché in pari tem- si “sciolgono” i lacci imposti dalle po civilizzatore, agricoltore e vecchie in attesa di porre dei nuovi, disciplinatore dei flussi delle acque più idonei a disciplinare le sorti del irrigue; Dio dell’Abbondanza, della Mondo del nuovo Ciclo che sta per Pace, delle ricchezze e dell’Oro; Dio iniziare. che regola il succedersi dei Cicli sta- “Sciogliere i legami”: questo era for- bilendone e gradualmente aggiornan- se il compito specifico di una miste- done le norme; Dio della Luce, della riosa divinità femminile (“misterio- Luce del Sole come di quella dello sa” perché sappiamo ben poco di Lei) Spirito (che costituisce la vera gloria detta “Lua Mater” od anche “Lua dell’uomo); Dio, infine, guerriero che Saturni”. pronto soccorre chi, come Tullo Il nome “Lua” richiama infatti alla Ostilio, impavido combatte contro le mente i verbi “luere” e “so – luere” Forze del Male e del Tradimento, pur che significano appunto “sciogliere, trovandosi in palesi condizioni di in- liberare, rimuovere i lacci pur impo- feriorità.. nendo espiazioni e pene”. Dio davvero multiforme, dunque...

Ma, a prescindere dall’anzidetta Lua, Ma quale sarà stato il Suo vero “si- la Divinità femminile che si confi- gnificato”, quello che consente di gura come vera e propria paredra di amalgamare in una visione unitaria Saturno (il Dio delle messi e del- tale apparente e sconcertante molte- l’agricoltura) è Ops il cui nome, in plicità? base all’etimologia, sembra signifi- In tale ricerca sarà di notevole aiuto care “la Signora delle terre irrigue, lo studio delle etimologie. fertili”, e le cui feste erano celebrate Saturnus: alcuni scandiscono “sat – due volte all’anno. urnus”, dove “urnus” avrebbe valore La prima il 25 agosto quando si im- di possessivo, come a dire “Saturnus, magazzinavano i raccolti, la secon- ossia il possessore del Sat”... da il 19 dicembre, durante i Saturnalia, quando occorreva implo- Ma cos’è il “sat”? rare la divinità affinché il gelo non danneggiasse la vegetazione né im- Per comprendere il significato di prigionasse le Acque, nei bacini mon- “sat” conviene rifarsi al nome etru-

KEMI-HATHOR Pag. 70 n.119 - Giugno 2005 sco del Dio, che suona “Satres” e da passato tale e quale nel greco) che cui il nome latino del Dio appare significa “oro, luce, splendore del chiaramente derivato... Sole e del Potere di Gloria”. Similmente “” (sempre radice Ma per gli Etruschi cosa avrà mai si- “sat”!) indicava una “luminosità tut- gnificato “Satres”, con la solita radi- ta spirituale”, una “pienezza delle ce “sat”? doti di intuizione e di saggezza”. “Xshatra” era poi la potenza di Glo- Per rendercene conto dovremo risa- ria che irradiava dal Dio, “Xshatriya” lire alla terra d’origine degli Etruschi erano i Guerrieri Sacrali ripieni, ap- – l’Asia Minore – e da qui portarci punto, di tale Gloria. ancora più verso Est, verso la regio- Satres, Saturnus: ossia, con ogni pro- ne del Caucaso – Iran – Caspio da babilità, “il (Dio) luminoso”, “Colui dove sono sciamati tutti i popoli suc- che irradia attorno a sé una Luce di- cessivamente stanziatisi nel bacino vina, piena di Gloria e di Vittoria” del Mediterraneo... (2). E in tale zona – finalmente! – trovia- Ma con quale nome sarà stato onora- mo il vocabolo iranico “satra” (poi to, nell’antico mondo indoeuropeo, n.119 - Giugno 2005 Pag. 71 KEMI-HATHOR questo splendido e luminoso Dio? l’agricoltura rifiorì e ovunque tornò Forse sarà stato onorato come uno dei la gioia, la fertilità, l’abbondanza... Marut, i giovani e divini guerrieri che ovunque fu l’Età dell’Oro, insomma! affiancavano l’opera del grande Dio Indra... Ma cosa accadde a Indra dopo il com- ...o forse sarà stato proprio Indra stes- battimento vittorioso contro il drago- so, Dio demiurgo e fecondatore, per- ne, contro il Signore delle Forze sonificazione dell’esuberanza della d’Inerzia, del gelo, della densa Ma- Vita, dell’Energia cosmica e biolo- teria e della Morte? gica, nonché instancabile combatten- Accadde una cosa assai strana, poi- te contro le Forze del Male che di ché il Dio – forse per l’enorme sfor- continuo minacciano l’esistenza della zo compiuto – cadde in un terribile Vita da Lui generata ed alimentata. stato di depressione e fuggì, fuggì Grande guerriero, fu Indra. lontano diventando piccolo come un Il Suo mito centrale, che è anche il seme, nascondendosi nello stelo di un più importante di tutto il Rig Veda, fiore di loto. parla di un Suo combattimento vit- Preoccupata di non vederlo tornare, torioso contro Vrtra, terribile drago- la sua Sposa si mise alla ricerca e ne che aveva catturato e raggelato dopo mille avventure lo trovò e, aiu- nella cavità di una montagna tutte le tata da Agni (il Dio del Fuoco e del Acque dell’Universo. Calore Solare!) gli parlò, gli parlò a Ogni cosa stava di conseguenza de- lungo elogiandone la Gloria e tutte perendo: morivano i pesci nei mari le imprese trascorse... ormai asciutti e, priva di acqua, an- Finché così, inondato di lodi, Indra che la vegetazione scompariva dalla ritrovò poco a poco la sua forza, la Terra sì che più alcun animale – er- sua Luce e le sue dimensioni divine, bivoro o carnivoro che fosse – trova- e tornò in Cielo dove ogni inverno va cibo per la sua fame. ripete la sua lotta contro Vrtra, per la Indra allora si armò, affrontò il dra- salvezza degli uomini e dell’intero gone e lo uccise ... e allora l’Acqua Creato. (la divina Acqua) riprese a fluire li- Indra: ossia, dunque, “il Glorioso, il bera ... Luminoso”, il possessore del “sat” ... proprio come “Satres – Saturnus”, ...fu forse la Lua Saturni a sciogliere dunque! i suoi legami? Indra: ovvero, ancora, la Luce, la Gloria, la Potenza del Sole che libera I mari e i fiumi si riempirono, i cam- le Acque dalle morse del Gelo e fa sì pi furono di nuovo verdi e irrigui che esse fluiscano libere a portare vita (proprio come li amava la Dea Ops!), e gioia fra gli Uomini...

KEMI-HATHOR Pag. 72 n.119 - Giugno 2005 Michael Sendivogius incontra Saturno nel Giardino delle Esperidi (dal Viridarium Chymicum, XVII secolo)

Ma in questa periodica lotta contro il so”, mentre Ovidio (Fasti, I, 235 – Demone del Gelo, il Dio del Sole gra- 237), tenendosi più sulle generali, dualmente esaurisce la sua forza, di- dice che il Dio si sarebbe occultato venta debole come un vecchio, pic- nel Lazio (e poiché “occultarsi” in colo come un bambino, freddo (qua- latino si dice “latere”, il nome si morto!) come il Sole del Solstizio “Lazio” rammenterebbe proprio tale d’Inverno. lontano evento). Saturno, dunque, sarebbe un Dio Il Sole del Solstizio d'Inverno: è pro- guerriero e vittorioso (il Sol Indiges prio questo l’aspetto di Indra che vie- “portatore di alloro” dell’11 dicem- ne impersonato da Saturno. bre!) che però avrebbe pagato a caro Anche Saturno – come Indra! – in prezzo la Sua ardita impresa a favo- questi ultimi giorni dell’anno appare re dell’Umanità. così privo di forze che alcuni Lo di- Adesso nei Saturnalia, gli uomini ce- cono “vecchio cadente” ed altri Lo lebrano riti per ringraziarLo del suo pensano “quasi morto”. sacrificio (sacrificio portatore di vita, Macrobio (Sat., I,7,24) asserisce che di gioia e di abbondanza) ed anche Egli sia “improvvisamente scompar- per “rinforzarLo”, tendendo ad imi- n.119 - Giugno 2005 Pag. 73 KEMI-HATHOR tare la Sposa di Indra che aveva ria- nimato il Dio sussurrando al Suo IV. SATURNO, IL RE DELL’ETÀ orecchio parole di lode e d’incanto. DELL’ORO Ora sarà chiaro anche perché mai, in un affresco di Pompei, Saturno sia Splendido regno fu dunque quello di effigiato come un vecchio, col capo Saturno, tanto da meritare il nome di velato ed una corta spada ricurva in “Età dell’Oro”; splendido regno... ma pugno: è “vecchio” perché è debole, quando fu? come il Sole di questi ultimi giorni Esiodo (ne “le Opere e i Giorni”) lo dell’anno; ha il capo velato per signi- colloca agli inizi della storia del- ficare che il Suo fulgore è, ormai, l’Umanità; mai, dopo di allora, fu quasi spento, impedito a manifestar- raggiunto un eguale splendore, un si dalla fitta trama del velo; ma è pur simile gioioso benessere, un tale li- sempre un Eroe guerriero che mai ci vello di perfezione spirituale negli abbandonerà come testimonia l’arma uomini... che impugna. Dopo l’Età dell’Oro tutto peggiorò Non temete, anche se ora Saturno è e, in progressiva caduta, si ebbero vecchio ed esausto, ben presto si ri- l’Età dell’argento, quella del Bronzo prenderà e tornerà vittorioso a com- e, infine, l’Età attuale contraddistin- battere contro le Forze del Male per ta dal duro e gelido Ferro. donarci a piene mani il suo Oro ... Tutte le mitologie, a un dipresso, par- forse quando vi apparirà così ringio- lano di queste Quattro Età e tutte, vanito stenterete a riconoscerLo, for- concordi, descrivono la nostra Età se lo scambierete per Giano, il Dio (quella del Ferro, come si è detto) con degli Inizi, il Sole Nascente che si i colori più cupi: avidità, assassini, affaccia sulla scena del Mondo il 21 tradimenti, capi inetti e corrotti, dis- dicembre, il medesimo giorno in cui soluzione di tutte le strutture socia- Saturno sembra quasi morire... li... quale nostalgia, quale rimpianto Giano: il Sole Bambino, come quel- dunque per i tempi felici dei lo che apparve a Betlemme circa due “Saturnia Regna”... torneranno essi millenni or sono (3). mai? Giano e Saturno: ecco perché gli Forse sì, torneranno, perché pare che Antichi li dissero “co–re”, entrambi al termine delle anzidette Quattro regnanti sul Destino degli uomini; Ere, dopo un terribile cataclisma fi- perché sono i due volti del Sole, i due nale, tutto debba ricominciare da volti del Grande Dio senza cui non capo, tornare agli inizi. esistono né Vita e Civiltà sulla Ter- Gli Dei prenderanno nuovamente ra, né Gloria e Luce nell’Alto dei possesso delle loro luminose Aule Cieli. Celesti e di là, con la loro saggezza,

KEMI-HATHOR Pag. 74 n.119 - Giugno 2005 n.119 - Giugno 2005 Pag. 75 KEMI-HATHOR torneranno a dirigere il Mondo, un ni dell’Eterno, là dove il tempo più Mondo purificato e rinnovato... e così non scorre ed è pertanto possibile inizierà una nuova splendida Età del- osservare l’intera Storia del Mondo l’Oro. come in un Eterno Presente... Ebbene, cosa videro questi Iniziati, Ma come fu (ed anche: come sarà?) quali notizie ci portarono di quei fa- questa famosa Età dell’Oro? volosi “giorni d’Oro”, quando l’Ita- lia era chiamata “Saturnia tellus” e il Molti hanno cercato di descriverla; sapiente governo del grande e vec- alcuni hanno ripetuto quanto aveva- chio Dio faceva sentire ovunque i no udito dire (o letto); altri invece, suoi benefici effetti? più arditi, hanno cercato di procurar- Ascoltate ... ascoltate quel che ho tro- si notizie di prima mano forzando le vato scritto, su tale argomento, su una pesanti Porte del Passato fino a pe- vecchia pergamena, finita (non so netrare – grazie all’aiuto dell’Estasi come!) in un mio libro di scuola ... e della Poesia – nei misteriosi Domi- ascoltate:

* * *

“SPLENDIDA, DAVVERO, FU L’ETÀ DELL’ORO: in un Mondo dove non vi era né il mio né il tuo, ognuno dimenticava se stesso e il suo cuore era uno specchio che rifletteva Gioie e Dolori degli Altri, della sua Gente; ognuno, allora, era grande e stimato non per quanto aveva, ma per quanto aveva dato; là i pensieri, le parole e le opere di ognuno erano candidi come la prima neve d’inverno che imbianca i monti, ardenti come fuoco che guizza nel camino, gioiosi come acqua che scorre ridendo nei ruscelli, soavi ed affettuosi come sorriso di Madre, come abbraccio di Donna, come la Terra del nostro Paese dove siamo nati e dove – se Dio vorrà – riposeremo un giorno in pace!

SPLENDIDA, DAVVERO, FU L’ETÀ DELL’ORO: ché mai alcuno – allora! – parlava di distinzioni sociali se non per reclamare a sé

KEMI-HATHOR Pag. 76 n.119 - Giugno 2005 il diritto a maggiormente soffrire, a maggiormente esporsi nella lotta per la difesa del Bene Comune allora il Signore si distingueva dal Povero non già per ricchezze di Terre o Denari, ma per la maggiore generosità, per la maggiore capacità di dare tutto se stesso agli altri e alla Patria; allora non vi erano né Re né Servi, tutti si sentivano Fratelli, poiché tutti si sentivano parte dell’Uno, tutti si sentivano figli della stessa Madre (la Terra!), tutti si sentivano Figli dello stesso Padre (il Cielo!), e tutti, tutti insieme, volevano combattere le Forze del Male per conservare intatti i Beni loro trasmessi dai comuni Genitori: la Santa Terra su cui erano nati e il luminoso Cielo a cui, quali eredi, si sentivano destinati. Nemici comuni, per tutti, erano le Forze della “Morte dell’Anima”, e tutti si sentivano uniti in un’unica, titanica lotta, uniti da un unico, indissolubile Fato: Fato di gioia se qualcuno – il più generoso ed ardito! – fosse riuscito a guidare gli Altri alla Vittoria, ma Nero Fato di lutto se non fosse sorto un Eroe capace di sconfiggere i Mostri delle “Tenebre dello Spirito”, quelli i cui nomi sono: Egoismo – Avidità – Orgoglio – Paura e Tradimento

SPLENDIDA, DAVVERO, FU L’ETÀ DELL’ORO:

L’Oro che l’uomo – allora! – ambiva era la “Luce dello Spirito”, quella che come preziosa aureola circondava il capo degli dei e dei più puri Eroi; per possedere quest’aurea “Luce dello Spirito” fu allora nobile gara fra i mortali: ognuno reclamava per sé le più ardite imprese, le prove più aspre, il più acuto soffrire; ognuno – allora! – sognava la Gloria (non il Denaro!), sognava un giorno di ergersi da solo contro il Fato, da solo combatterlo in lotta disperata, n.119 - Giugno 2005 Pag. 77 KEMI-HATHOR fino a commuovere il cuore degli Dei e piegarne il loro duro volere, fino a costringerLi ad accogliere nel Cielo i suoi cari Fratelli, quelli che la Sorte aveva fatti da meno di lui e per i quali sempre aveva combattuto.”

* * *

Questo era scritto nella pergamena di nome della mia Gente: poiché è per cui vi ho fatto cenno. loro, unicamente per loro, che io Ma prima di proseguire oltre nella let- vivo, combatto e Ti invoco!”. tura, consentitemi una breve interru- zione per meglio spiegare l’ultima af- Due grandi insegnamenti si possono fermazione, quella secondo cui trarre da queste parole: “l’Uomo, sfidando il Fato, può – anzitutto l’importanza dell’azione financo piegare gli dei al suo vole- dell’Uomo quale “fiancheggiatore re”. di Dio” nella guerra escatologica Non stupitene, ché anche Seneca ave- che Egli combatte contro le Forze va detto: “vi è un solo spettacolo che del Male, delle Tenebre, della Dis- può distogliere Dio dalla Sua Ope- soluzione, della Morte; ra: quello dell’Uomo che in nome di un Ideale osa sfidare la Sorte (ossia – e poi (secondo l’insegnamento!) il “Fato”)... e Dio allora si commuo- l’importanza fondamentale del ve e fa Suo il volere dell’Uomo”. Sacrificio personale, grazie al qua- le le Virtù fioriscono, le Luci del Si può anche dire: Dio si commuove Cielo (Sole solstiziale incluso!) si quando vede un Uomo che osa levarsi ravvivano e il Mondo si mantiene fino a Lui e dirGli: “Padre, davvero splendido, fertile, armonioso e immenso è il Tuo compito di lotta vivo. senza tregua contro le Forze del Male, al fine di creare e mantenere il Ma chiudiamo questo inciso, tornia- Mondo; io sono un nulla, Padre, ma mo alla lettura del nostro vecchio ma- consentitemi, nel mio piccolo, di af- noscritto ed alla “Età dell’Oro”, e fiancarmi a Te in questa Lotta Co- chiediamoci: specie in relazione a smica che Tu, per noi, stai combat- quanto or ora evidenziato, vi è anco- tendo; so bene che soffrirò, che altro ra qualcosa da dire per meglio chia- non ricaverò che pene e dolori a non rire in cosa consista questa splendi- finire; ma, Ti prego, non rifiutare la da Età, e quando essa si manifesti?... mia offerta e mettila in conto nel Li- sì, certo, molto si può dire in propo- bro della Vita là dove hai segnato il sito, ascoltate le antiche parole:

KEMI-HATHOR Pag. 78 n.119 - Giugno 2005 SPLENDIDA DAVVERO FU L’ETÀ DELL’ORO: dalle sue asprezze, come da terra fertile, emergono splendenti gioielli le Tenebre generano la più viva e dolce Luce, e dal cuore del pesante e scuro Piombo saturnino affiora gioioso il più puro Oro del Mondo; splendido sempre è combattere per la Vittoria, ma più esaltante ancora è combattere senza speranza alcuna, è combattere solamente perché così vogliono la Fede e l’Ideale, così vogliono gli Dei ed i Fratelli; grande è la Gloria di chi torna vincitore, ma più grande ancora è la Gloria di chi muore, di chi dà la vita non per un guadagno, ma perché al fratello vada il frutto del suo sacrificio.

SPLENDIDA, DAVVERO, FU L’ETÀ DELL’ORO:

Oro è il sorriso di un bambino, è lo sguardo di una Donna innamorata, è l’addio di un vecchio morente;

Oro è la lotta contro l’Ingiustizia e la Slealtà, è l’opporsi ai Nemici della nostra Terra;

Oro è il sangue del Nemico che cola sulla lama della mia spada, ma Oro ancor più prezioso è il mio sangue quando irrora la Sacra Terra degli Avi;

Oro è il Sacrificio, Oro è la lotta senza posa che genera la Vita: poiché la Vita è Contesa e perenne Divenire...... e il Divenire, che la Ruota del Tempo instancabile dipana, il Divenire altro non è che Amore, Affanno e, quindi, Vita!

SPLENDIDA, DAVVERO, È STATA ED È – ORA! – L’ETÀ DELL’ORO, splendida perché tutti e tutto trasmuta in Oro: n.119 - Giugno 2005 Pag. 79 KEMI-HATHOR l’Amore genera Oro, e Oro a profusione generano il Dolore e il Sacrificio; sorridete (mai scompaia il sorriso dalle vostre labbra!) e con gioia accettate le prove che a Dio piace inviarvi: in ognuna di esse (se con gioia saprete accoglierle!) troverete il germe della Vita ed il più puro Oro.

QUESTO, DI CUI ORA VI HO DETTO,

è l’arcano messaggio di Saturno, è il messaggio del Sole morente al Solstizio d’Inverno, è il messaggio di N. S. Gesù Cristo, è un antico messaggio che dice:

la Morte non esiste, null’altro vi è che mutamento, mutamento di stato, di modalità di esistenza;

chi saprà morire, come il Sole d’Inverno, risorgerà poi glorioso, come il Sole di Primavera;

chi accetterà le dure prove imposte dal saggio e vecchio Saturno, vedrà l’Oro affiorare dal suo cuore; così l’Opera Alchemica è compiuta, così si avvera l’antica profezia “E TENEBRIS LUX”, ossia “dalle Tenebre scaturisce la più vivida Luce”;

così si svelano anche le parole del Vangelo di Giovanni (il S. Giovanni del Solstizio d’Inverno!), là dove è scritto: “è necessario che il seme muoia perché possa portare molti frutti”.

* * *

KEMI-HATHOR Pag. 80 n.119 - Giugno 2005 Così, con questo richiamo al Vange- lo, termina l’antico manoscritto di cui vi ho detto. “L’EGOISMO L’Età dell’Oro – ormai è chiaro! – PROVOCA LA CADUTA, non è un’Età “storica” del Mondo, LA MORTE SPIRITUALE; come diceva Esiodo, ma un’Età no- stra, interiore; possiamo realizzarla in di contro ogni momento, anche ora, qui e su- bito. IL DONO DI SÉ Guardatevi attorno, ascoltate la TV, (ossia il SACRIFICIO) leggete i giornali... FA RINASCERE, Non spaurite delle tragiche e insen- DONA LA VITA”. sate notizie che vi danno, ma ralle- gratevi; davvero le fessure della Grande Muraglia cinese sembrano moltiplicarsi, e il nostro argine esse- Auguri e buon lavoro alchemico a re sul punto di crollare... tutti Voi, amici miei carissimi! Ma voi rallegratevi poiché grande sarà la gloria di chi, in questi periodi Jiulius Cohen oscuri, saprà trovare in sé la forza per non arrendersi, per resistere, per lot- tare senza posa contro le Forze del Gelo e delle Tenebre. NOTE

Grande davvero sarà la sua Gloria: e (1) Ops, Opis: forse dal greco το πισος per lui domani – domani il 22 dicem- = luogo irrigato, prato; oppure dal bre! – spunterà un Sole nuovo e cre- vedico ap / pah = le acque; o, anco- scente, per lui – e “in” lui! – nascerà ra, dal greco ωπη = la vista, lo il Bambino, per lui si produrrà il pre- sguardo (la Veggente, insomma). zioso Oro Alchemico che lo farà ri- splendere come la più pura e perfetta (2). In una leggenda osseta, che ancora oggi si tramanda tra le genti del Pietra Filosofale, come le “candele Caucaso, si parla di una Divinità di purissima cera d’api” che rischia- femminile estremamente luminosa ravano le notti dei Saturnalia. (la Luna) il cui nome è “Sataney”.

Come mio piccolo dono solstiziale, (3). Macrobio, nel I libro dei “Saturna- consentitemi di darvi questa breve lia”, così scrive: “noi chiamiamo massima alchemica (ispirata, si direb- Giano padre, venerando con tale be, proprio dal Dio Saturno): nome il Sole”. n.119 - Giugno 2005 Pag. 81 KEMI-HATHOR MITOLOGIA di John Horseshoe

I Celti

E’ molto difficile ricostruire la sto- ne da noi, anche se in verità nostri ria che si è svolta ai primordi, desi- progenitori e facenti parte del nostro gnare delle date esatte e situare i po- bagaglio genetico e psicologico. poli, che anticamente popolavano L’origine dei Celti, nota ai Romani l’Europa, nelle loro terre d’origine. col nome di Galati e Galli, ci viene I confini allora non esistevano e non tramandata da vari autori classici, esisteva nemmeno chi vergasse la come Strabone e Diodoro il Siculo, storia e le peripezie di questi popoli. che li descrivono come alti e biondi, Altrettanto difficile risulta accedere coi capelli ondulati, tirati all’indie- alla completa conoscenza delle loro tro, vestiti con tuniche colorate e pan- abitudini, tradizioni e religioni. taloni, diffusi dall’Irlanda al Po. Il continuo stratificarsi delle civiltà Viene delineata anche un’altra varietà ha creato una commistione di tradi- di Celti con capelli scuri e teste ro- zioni, di religioni, di tribù, che ci è tonde. Alcuni di loro si radevano la ormai difficile distinguere le une dal- barba, altri se ne lasciavano crescere le altre. una corta. Con l’aiuto degli antichi miti, leggen- I nobili si rasavano, lasciandosi però de, ritrovamenti archeologici, dei dei lunghi baffi pendenti sulla boc- corredi funerari, della toponomastica, ca. Si adornavano con i collari detti con l’interpretazione delle sculture, Torque, molti fatti da spirali intrec- delle decorazioni e delle figure rap- ciate di oro e argento, altri di bronzo, presentanti le antiche divinità, si può di ferro, bracciali simili e collane tentare di capire la mentalità e il (Bonn – Rheinisches modo di vivere di civiltà tanto lonta- Landesmuseum). n.119 - Giugno 2005 Pag. 83 KEMI-HATHOR Sembra che dalla loro culla origina- dionale ed arrivare fino alla Boemia ria, le steppe euroasiatiche, si fosse- centrale (Boi) e meridionale e all’Un- ro spinte verso ovest. Erano i gheria. dominatori delle tribù teutoniche; si Nel V secolo a. C. si stabilirono nel- amalgamarono con le tribù autocto- l’Europa Centrale, portandovi la loro ne e diventarono una razza mista. civiltà “La Tene” (V - I secolo a. C. ), senza aver rapporti ostili con i po- Il primo regno celtico pare si sia for- poli autoctoni. mato tra le sorgenti del Reno, I Celti erano una popolazione in pe- dell’Elba e del Danubio. renne movimento nel tempo ( in Acquistarono una loro individualità sloveno erano chiamati “Selci”- tra gli altri popoli indoeuropei verso migratori), definivano se stessi sol- il II millennio a. C. tanto col nome delle tribù e non par- I Greci li menzionavano sotto l’ap- lavano “celtico”. pellativo di Iperborei, popolo mitico Invasero la Grecia nel III secolo a. che popolava le isole del nord del C., minacciando i Delfi, si spinsero mondo, identificato da Ecateo nel IV lungo il Danubio fino al Mar Nero e secolo a. C e da Erodoto (450 a. C. ). in Asia Minore, dove si stabilirono La loro superiorità consisteva nel- nella regione a cui diedero il nome l’imprimere ad altri popoli le loro di Galazia. caratteristiche. Nel IV secolo alcune tribù penetra- Erano audaci, franchi e fieri, si dedi- rono in Italia e combattendo gli Etru- cavano anche a lavori utili, quali le schi si stanziarono infine nella pia- scienze e le lettere, erano un popolo nura padana (Gallia Cisalpina) e di sognatori, poeti, devoti religiosi e gruppi di Boi scelsero Felsina come aristocratici; così li definisce lo sto- loro capitale (Bononia – Bologna). rico Lewis Spence. Nella piana del medio Danubio fon- Strabone li descrive come combatten- darono Singidunum (Belgrado). ti formidabili, però vanagloriosi e I1 Galles, la Galizia polacca e spa- prepotenti. gnola segnano i confini Platone ricorda che erano intelligen- toponomastici della loro espansione. ti, pessimisti e dediti all’ubriachez- Il loro modo di vedere la vita, la loro za. dispersione, l’anarchia politica, le ri- Ad ogni modo, l’origine dei Celti ri- valità tra le tribù non permise alla mane ancora avvolta nel mistero. Pre- civiltà Celtica di organizzarsi in un domina l’ipotesi che il loro antico unico potente Stato. insediamento, durante il primo mil- lennio a. C., potesse includere L’organizzazione sociale era pretta- l’odierna Francia, la Germania meri- mente rurale e la struttura essenzial-

KEMI-HATHOR Pag. 84 n.119 - Giugno 2005 mente aristocratica, simile alla greca ti, dell’enfasi, della omissione abil- dei tempi di Omero, e tale si conser- mente tesa verso il suo gioco politi- vò in Irlanda fino alla fine del Me- co. dioevo. La prova più interessante di una sto- La religione celtica non doveva cer- ria vista miticamente, come i Celti la tamente costituire, come la maggior intendevano, si trova nel testo irlan- parte delle altre religioni dell’antichi- dese del “Libro delle invasioni”, dove tà, un insieme coerente e immobile. vengono enumerate le ondate di in- Doveva essere un pantheon vasori da oltre la “nona onda”, con- composito di dei tribali, di divinità fine designato della terra. locali spesso preceltiche (nel loro Si nominano i Cessairani, i continuo migrare incorporavano la Partholoniani, le genti di Nemed, i cultura e gli usi dei popoli incontra- Fir Bolg, i Tuatha de Danaan (i più ti), di culti propri a taluni gruppi so- conosciuti, ricordati e adorati come ciali, raccolti in un sistema tutt’altro dei) e per ultimi i Milesi, che costrin- che rigido, ordinato attorno a poche sero i Tuatha deificati a ritirarsi nei grandi divinità panceltiche del comu- loro “Sidhe” (s’intende che parliamo ne fondo mitologico. della storia Irlandese, perché l’Irlan- Per i Celti la Cosmogonia era rego- da è stata un’isola che i Romani non lata dalla mitologia con una struttura occuparono ed è rimasta a lungo sen- ordinata e dalle feste. E’ significati- za influssi delle civiltà greca e roma- vo che la SCACCHIERA (la britan- na, onde le tradizioni si sono mante- nica “gwyddbwyll” o l’irlandese nute a lungo nella loro forma origi- “fidhchell”) compare in vari raccon- nale). ti, facendoci notare che gli dei e gli eroi si muovono sui quadri regolari Dobbiamo mettere come premessa della cosmogonia celtica, anche se il necessaria, che Cesare, che tante no- mondo era permeato dall’incertezza tizie ci fornisce su Galli e Celti, la- e casualità dell’Aldilà. scia intendere per motivi di “propa- Sembra che i giochi sulla scacchiera ganda”, che aveva conquistato la fossero associati alle feste Samhain Gallia omnis, non solo la Gallia e Beltain. Comata, e che Gallia era sinonimo Nella scacchiera, che rappresenta la di CELTICA, per valorizzare agli terra, c’è sempre un centro sacro. La occhi dei suoi lettori il “pericolo cel- quinta dimensione mistica, o centro tico”, che egli così valorosamente di questo modello simbolico, è lo combatteva. stesso “Aldilà”. Cesare, come scrive Tucidide, era un A proposito di giochi, pare che an- maestro nell’arte degli arrangiamen- che il gioco della “mora” sia stato n.119 - Giugno 2005 Pag. 85 KEMI-HATHOR inventato dai Celti. Anche se i Latini no il mondo sensibile. l’ebbero dagli Etruschi (documenta- to da vasi e bassorilievi), la parola La Catena celtica della vita era vista “mora” che si ritrova in Italia, è pre- come un modo infinito di possibilità sente anche nella lingua spagnola e di variazioni, e si estendeva oltre (morra), nella francese (mourre), l’umanità fino agli animali, alle pian- nella inglese (mora). te, alle rocce. Proprio i Celti che invasero tutte que- I Celti credevano nella possibilità di ste terre furono i diffusori di questo cambiare forma, in una combinazio- gioco, infatti “moran” in lingua Cel- ne di metempsicosi (passaggio da un tica vuol dire mucchio, cumulo, am- corpo ad un altro dopo la morte), masso (nel gioco si sommano le dita metamorfosi (cambiamento della for- in un solo cumulo) e “meur” signifi- ma) e reincarnazione (nascere di nuo- ca dito! vo), il che si evince dalle antiche leg- gende (Cailleach, Mabon, Ceridwen, Gli elementi naturali rappresentava- mago Merlino ecc). no, per i Celti, le manifestazioni più potenti degli dei e questo era un con- Il Paganesimo Originale fu ampia- cetto olistico della divinità col quale mente modificato anche dalle religio- noi oggi non siamo più in Armonia. ni portate dai Romani, prima che in Le grandi potenze della natura pote- Gallia comparisse il Cristianesimo. vano identificarsi con Lug, Morrigan, Dall’esame di “Altceltischer Dagda ecc... Sprachschatz” di Holder vediamo Non possedevano Miti della Creazio- com’erano numerose le divinità cel- ne in quanto tali. Interpretavano il tiche continentali. Anwyl, (Trans mondo come una serie di Gaelic Society of Inverness XXVI, interrelazioni sottili, che trascendo- p. 411 e seg. ) annota che la divinità no il bisogno di un principio e di una nominata più volte (39) era Belenos. fine. La loro dottrina originale, slegata Le immagini degli dei (soprattutto dalle dottrine orientali, insegnava che quelle fatte prima del contatto con la l’anima è immortale e che alla morte cultura classica, non sono per lo più del corpo cambia involucro e conti- rifinite in modo completo e definito, nua a vivere in un al di là, un’isola proprio per una loro valenza simbo- lontana a ovest (credenza mantenuta lica) e dei loro simboli sono le più fino al XVI secolo). rappresentative testimonianze: l’Al- Credevano anche in una sorta di giu- bero della Vita (la palmetta), i suoi dizio universale, che avverrà quan- guardiani animali (uccelli, stambec- do l’acqua ed il fuoco distruggeran- chi, grifoni, serpenti mostruosi) e il

KEMI-HATHOR Pag. 86 n.119 - Giugno 2005 “Signore degli animali” (Cernunnos). tromba da guerra (càrnyx - in bronzo Concepivano una divinità sotto mol- - Edimburg, Royal Museum of te forme; l’immagine più diffusa è Scotland). quella di una Testa virile con barba e Tra i Celti le divinità femminili era- baffi, associata alla palmetta o ad un no venerate come divinità individuali motivo che sembra essere l’equiva- o come dee collettive (MATRES). lente celtico da interpretare probabil- Come consorti degli dei maschili (più mente come la doppia foglia di vi- tardivamente) o più diffusamente schio, inquadrata nella coppia di “S” come dee a sé stanti, probabilmente che evoca i guardiani dal corpo antiche immagini di Madre Terra. anguiforme. I culti primitivi, in linea con la posi- Un’altra immagine diffusa è il Ca- zione della Donna come prima por- vallo dalla testa umana (monete d’oro tatrice di civiltà, quando era la don- dei Veneti armoricani III – II secolo na che coltivava la terra ed erano le a. C.). sacerdotesse che officiavano i culti Altri motivi simbolici sono spesso propiziatori, associavano al culto del- accostati su queste monete al caval- la fertilità tutto ciò che concerneva lo celtico: il calderone dell’abbon- la civiltà, attività specifiche e persi- danza, l’insegna di guerra col cin- no la guerra (in certe tribù anche le ghiale, uccelli dal becco di rapaci donne andavano in guerra e istruiva- (probabilmente corvi – uccelli dal no i ragazzi all’uso delle armi), di- carattere bellicoso). vennero protettrici di città, di fiumi, Tornando al cinghiale – la sua testa di boschi sacri, di famiglie, di mozza formava il padiglione della partorienti, e della casa. n.119 - Giugno 2005 Pag. 87 KEMI-HATHOR La “Minerva” celtica insegnava i donne namnite. In seguito gli spiriti principi dell’industria e delle arti, ed e gli dei maschili soppiantarono le era associata alla Brigit irlandese. dee, il divino re-sacerdote soppiantò Benché i Celti avessero superato da la rappresentante femminile. tempo questo stadio primitivo, alcu- La dea divenne consorte del dio e ciò ne dee femminili mantenevano intatta si riscontra in certe tradizioni la loro importanza. In Britannia e folkloristiche nel rito della ierogamia, nella Francia meridionale si venera- la cosiddetta ªRegina Di Maggio”. va Belisama (da bruciare, brillare), Più tardi queste dee si trasformarono forse associata al culto del fuoco. forse in Holda, “signora della muta feroce” e dei consessi delle streghe Sul, dea delle sorgenti calde, nelle (Medioevo). Venne rinvenuta una località di Bath e Hesse, nei cui statuetta raffigurante la dea in grop- templi ardeva il fuoco perpe- pa al cinghiale, che in epoche prece- tuo. denti era lui stesso una divinità, di Nemetona in britannia e Germa- cui la dea era divenuta la forma nia e forse anche l’irlandese umanizzata. Nemon e Cathubodua e Badb-Catha ( corvo di batta- Alcune dee erano associate alle sor- glia) sono associate alla guer- genti o ai fiumi, Dirona o Sirona in ra. Gallia e nelle province renane, asso- Andrasta (l’invincibile) era vene- ciata anche a Grannos, rappresenta- rata dal popolo della regina ta con grappoli d’uva e grano. Boudicca o Boudicea, Stanna (colei che sostiene), dea del- Andarta dei Voconci e Bello- la terra, na degli Scordisci. Vesunna e Aventia che diedero il In Galazia veneravano una dea nome a Vesona e Avanche. della caccia, alle cui feste in- Sequanna, dea della Senna. coronavano di fiori i cani, as- Bormana, associata a Bormo nella similata alla dea Diana o Ar- Gallia meridionale e Damona nella temide. Gallia orientale (forse associata a un animale, radice del nome in irlande- Se agli inizi lo spirito della vegeta- se “dam” – bue o nel gallese “dafad” zione era femminile, suo rappresen- – pecora. tante sarebbe stata una donna, uccisa Abnoda, dea delle sorgenti del Da- dalle devote durante le festività ricor- nubio e della Foresta Nera. renti. Arduinna dea delle Ardenne. Questo spiega il sacrificio di una di Clota dea del fiume Clyde, esse, durante una festa, per mano di Sabrina (dal trono sotto le onde

KEMI-HATHOR Pag. 88 n.119 - Giugno 2005 traslucide), sca. Icauna, dea dello Yonne, Sinnon, dea dello Shannon. Credenze posteriori celtiche associa- no a laghi e fiumi esseri mostruosi e I Celti veneravano le acque e le divi- cattivi: draghi e serpenti, lo straluna- nità acquatiche, anche se qualche to cavallo d’acqua (Epona - la dea autore (Gomme), suggerisce che si- cavalla che in origine era probabil- ano stati gli Aborigeni Preceltici ad mente una divinità di una sorgente), iniziare codesta propensione. o Bouovinda, da “bou-s” e “vindo- Vero è che alcuni fiumi e dee fluvia- s”, “mucca bianca” che personifica- li portano nomi preceltici. va le acque spumeggianti. Si trovano così iscrizioni dedicatorie Nel Galles esistono ancora antiche a Bormanus, Bonmo, Danuvius, credenze, che attribuiscono ad alcu- Luxovius, ma le dee sono più nume- ne antiche famiglie, la presenza di rose: Acionna, Aventia, Bormana, vecchie megere bavose (gwrach-y- Brixia, Divona, Sirona, Ura, rhibyn-, interessante è che in sloveno Cluroida, Nemesa, Nimis, Nemh, “vrac”, significhi mago), che con gri- Marna, Moder, Madder, Maronne, da stridule predicono loro presagi di Maronna. morte. II fiume madre era quello che irriga- Alle acque si sacrificavano anche va l’intera regione. esseri umani (si presume alla vigilia C’erano, poi, dei che presiedevano di San Giovanni). alle sorgenti curative e il giorno di Le Donne erano collegate ai pozzi San Giovanni si visitavano i pozzi come sorveglianti, sacerdotesse del sacri, simboli di fertilità. pozzo. Le Fate associate alle sorgenti e gli Nelle adiacenze dei pozzi sacri, dove antichi Spiriti non avevano un nome la gente si recava per guarire dalle specifico e possedevano un carattere loro malattie, si appendevano i benevolo, per esempio, nelle fonta- bendaggi o parti del vestiario su un ne di Logres dimoravano delle fate, albero vicino. Spesso gli alberi stes- che rifocillavano i passanti, finché si venivano gettati nel pozzo (aspet- gravemente offese, sparirono e la lan- to sacrificale), come anche monete, da divenne desolata (sloveno Vile, spille, animali, ex voto. Zlatorog). Dalle acque si traevano anche Spesso lo spirito delle acque si in- vaticini. carnava in un animale: un pesce, ( - continua) un’anguilla, un salmone: pesce della Conoscenza -Bretagna, Galles, una John Horseshoe rana (Principe Ranocchio), una mo- n.119 - Giugno 2005 Pag. 89 KEMI-HATHOR