Tavola 7 Il pittore luganese Rocco Torricelli (nato Grande; Lo scontro tra Volontari e Cisal­ nel 1748, e morto, secondo il Dictionnaire pini (15 febbraio 1798); Il massacro dei historique, «verso il 1811»; ma potrebbe patrioti luganesi sulla Piazza Grande (29 I moti di essere morto anche vari anni dopo, vedi aprile 1799); Il saccheggio della stampe­ M. Agliati, Il teatro Apollo di Lugano, Lu­ ria Agnelli (id.); L'arrivo delle truppe im­ del 1798 e del 1799 gano - 1967, a pagina 8) po­ periali a Lugano (lO maggio 1799). Sarà trebbe essere chiamato l'<

lO. Lcpoo 2t aprile 1799; il -.oc:hqpo ..u. ne. Non che Lugano fosse in piccolo una Edk. &alvard lalo di Ramo TordcdJi) Milano, ma è certo che sulle rive del Ce­ resio, da un trentennio, qualcosa si muo­ -- cesse. Già ne abbiamo parlato a proposito della stamperia Agnelli e della sua attività .... 7 editoriale ch'era in relazione stretta con gli spiriti liberali più vivi della Lombardia, specie coi «giansenisti» (nell'accezione set-

11 tecentesca), che facevan capo agli abati presentanti, tosto inviati, roteranno ogni Zola e Tamburini, professori all'universi­ tre mesi: e si ricorda come al momento tà di Pavia (si vedano gli studi del Caddeo). del tentativo cisalpino essi erano Felix Jo­ La «Gazzetta di Lugano» dell'abate Va­ seph Stockmann deU'Obwald e Tobias Mi­ nelli (abbiamo visto) era sostanzialmente in chael de Buman di Friburgo. Continua il quella linea. Ora, con i nuovi eventi, an­ Laghi: «La presenza dei Plenipotenziari corché illusorii (ma è constatazione di poi, svizzeri risvegliò nell'animo di molti gio­ mentre la storia dev'essere intesa calando vani luganesi uno spirito marziale che li sul suo momento), è naturale che in molti incitò a promuovere l'erezione di un cor­ giovani, e anche non più giovani, luga­ po di milizia borghese volontaria affin di nesi, si formasse un nuovo esaltante con­ addestrarsi nel maneggio delle armi per cetto di «patria ideale»: il contrario sa­ decoro della Rappresentanza e per la rebbe stato sintomo di sonno, e fors'an­ guardia del paese». Di qui la nascita del che di morte. corpo detto dei «Volontari luganesi», che Certo il filocisalpinismo di quelli che, giu­ furono in un primo momento contrastati sta il nuovo concetto, si dissero i «patrio­ dal Consiglio dei vicini del Borgo, ma tro­ ti» era insomma un fenomeno «elitario», varono il favore dei Rappresentanti. (Di ed è pur da considerare, per altro verso, poi i Rappresentanti accettarono che ve­ il sentimento della maggioranza della po­ nisse costituito anche un corpo Volontari polazione. C'è ragione di credere che, nel­ della comunità, cioè del contado, detto lo stesso borgo di Lugano e più ancora «Corpo rosso», per contrapposizione a _~l contado, per non parlar delle altre con­ quello ebianco» del Borgo, non senza qual­ '(fade, la disposizione più diffusa fosse di che rivalità e qualche possibile conflitto apatia, aiutando una tal quale pigrizia in­ di competenza). Continua il Laghi: en tellettuale e forse fisica; ma poi all'apatia giorno 30 luglio 1797 i Volontari del Bor­ si andò mescolando anche una tal quale go ricevettero per mezzo dei Rappresen­ avversione per il «nuovo corso», animata tanti della Federazione Elvetica il dono e rinfocolata dalle notizie che, sul conto di un stendardo, ciò che fu eseguito con dei Francesi e dei giacobini, venivano dal­ molto strepito di armonica banda mili­ la Lombardia. Le componenti dello stato tare e con grande allegria. I suddetti Vo­ d'animo, ch'era insomma di «reazione», lontari ebbero pure in dono dai Cantoni apparivano diverse: c'erano commercianti svizzeri circa 500 fucili e una quantità di paurosi di veder turbati i loro traffici, ma­ polvere, di cui si servirono per ammae­ stri di posta che dallo stato di baliaggio strarsi negli esercizi militari». traevano materiale giovamento, contadini In questo contesto e anche contrasto di abituati delle lor tipiche diffidenze, sa­ stati d'animo si inserisce il tentativo vio­ cerdoti (non tutti) timorosi per ragioni re­ lento di cliberazione:. o di «annessione» ligiose, siccome la Rivoluzione francese della notte sul 15 febbraio 1798, anzi «in (il padre Soave in un suo libro aveva aurora», come scriverà la «Gazzetta di tentato di dame, polemicamente, il «vero Lugano». Fu un fatto militarmente quasi volto») appariva anche come opera satani­ irrilevante, che però ebbe conseguenze ca, distruggitrice d'ogni autentico valore grandissime nei due sensi, quello della morale: e la Cisalpina ne offriva qualche «libertà» e quello della permanenza di Lu­ esempio. Era possibile individuare il «giu­ gano, e però di tutto il , alla Svizze­ sto mezzo», con una soluzione che appa­ ra. Riassumiamo nell'essenza i fatti. I «pa­ gasse le fervide aspirazioni libertarie e in­ trioti», almeno indirettamente favoriti dal sieme mettesse al riparo dalle avventure in- Direttorio Cisalpino, che già aveva ali­ 'esciose? Forse si può dire che nei mo­ mentato altre insurrezioni in Piemonte, -.,lenti della inquieta vigilia una tale indivi­ Venezia, in Liguria, anche a Roma, e che dualizzazione non fosse facile, e non riu­ tanto più ora si sentiva interessato per ra­ • scisse a trovare la sua espressione; forse gioni geografiche ed etniche, avevano as­ anche si può dire che per giungere a que­ soldato un certo numero di uomini della sto dovesse accadere quel «qualcosa» che Lombardia, e a Bergamo si erano provvi­ dagli uni era auspicato, ed era paventato sti di armi: punto d'avvio della spedizione, dagli altri. Campione. Tra i fautori del complotto le La vecchia Svizzera dei «Sovrani» aveva cronache registrano Giambattista Qua­ avvertito quanto stava nell'aria anche ai dri dei Vigotti, Giovanni Reali di Cadro, confini meridionali. Narra il cronista La­ i luganesi del Borgo Felice Bellasi, Zac­ ghi: .,La Dieta, che si era radunata in caria Re, Stefano e Rodolfo Riva; e di Aarau per provvedere e prevenire agli ur­ questi tal uni furon pure materialmen­ genti pericoli dai quali in conseguenza del­ te della partita. Si sbarcò alla foce del Cas­ la guerra poteva essere minacciata la Fe­ sarate, si entrò nel Borgo per la porta di derazione, risolse di mandare in questi Ba­ San Rocco invadendo la contrada di Ca­ liaggi oltramontani una Rappresentanza nova, dove era sito l'Albergo Svizzero te­ straordinaria munita di plenipotenza so­ nuto da Agostino Taglioretti (uomo pe­ vrana affin di tenere soggetti e subordinati raltro, pur nella fedeltà svizzera, aperto al­ questi abitanti, prevenire e distruggere le istanze democratiche), che ospitava i tutto ciò che eccitar potesse gli animi ad due Rappresentanti elvetici; nella spara­ una rivoluzione, e finalmente per far ad­ toria rimase ucciso il fratello minore del­ destrare questi popoli nel maneggio delle l'albergatore, Giovanni, che faceva parte armi per poter al caso difendersi da qua­ dei Volontari; l'albergo fu tosto assedia­ lunque nemico che tentasse violare la neu­ to. Agli spari fecero eco le campane e i tralità, che la Svizzera si era proposta, col tambureggiamenti, destando egli abitanti metter piede sul suo territorio». Questi Rap- che pacificamente dormivano, i quali, tut-

12 ti tremanti e sbigottini e non sapendo ciò cattolica. Sennonché poi un centinaio di ,che fosse, non ardivano per timore di uscir «patrioti» faceva irruzione nel Borgo, ot­ di casa» (Laghi). Accorsero però alcuni Vo­ tenendo dal popolo, per un improvviso lontari, che si unirono a quelli che già sta­ «revirement», l'adesione alla Cisalpina: e vano nel corpo di guardia: contro i quali si inviava a Milano una deputazione, di si trovarono a dover fieramente contrasta­ cui faceva parte G. B. Maggi, per l'aggre­ re i Cisalpini quando sbucarono in Piaz­ gazione dell'intero baliaggio. Ne conse­ za Grande. La scaramuccia, nel tremendo guiva un attacco di paesani, respinto. Ma e sempre crescente fracasso, durò circa poi il 4 marzo Volontari e altri uomini del un'ora, e volse presto al peggio per gli Luganese a lor volta irrompevano nel assalitori, che non trovarono l'intesa coi Borgo, e le sorti nuovamente cambiavano. loro partitanti ch'eran nel Borgo, e do­ La vicenda però continuava con fasi alter­ vettero alla fine reimbarcarsi. Il disegno ne. A Locarno l'albero della libertà era acquarellato del Torricelli che presentiamo innalzato solo il 6 marzo, e le direttrici mostra appunto il momento culminante: a potevan dirsi simili a quelle ormai affer­ sinistra, i Cisalpini sbucati da Canova, a matesi a Lugano. Senza scosse, e anzi in destra i Volontari usciti dal corpo di guar­ una sorta di «embrassade générale~, avve­ dia; di faccia, la casa Agnelli; sullo sfon­ niva il trapasso in Valmaggia. A Bellinzo­ do, in arretrato, il palazzo dei marchesi na s'ebbe pure una congreg!lzione della Riva; all'estrema destra, l'angolo meridio­ «Generalità del Borgo», e si seguì il nuo­ nale del palazzo della Mensa vescovile vo corso, sia pur in forme che non posso­ (pressappoco dove adesso sta il palazzo ci­ no paragonarsi a quelle di Lugano. Più vico). curioso e originale e insomma degno di Importante poi, ancorché sempre avvol­ nota quel che avvenne a Riva San Vitale, to da qualche nebbia nella narrazione, quan­ dove il 23 febbraio si proclamò addirittu­ to avvenne nella giornata del 15. I due Rap­ ra una «repubblica indipendente», con ten­ presentanti svizzeri provvidero, sempre a denze nettamente cisalpine: ma il tutto, per star al Laghi, alla «mobilitazione dei pae­ vari motivi, non doveva durare che l'«espa­ sani», presso i quali stava un lor punto di ce d'un ma/in». forza, e scrissero protestando alle autori­ tà di Milano: tutto sembrava essere rien­ Sostituita l'amministrazione dei baliaggi trato nella normalità, quasicché l'episodio italiani coi due «cantoni» dell'Elvetica, di poche ore prima non altro dovesse ri­ non è che, specie a Lugano, le passioni si manere che un episodio, quando una folla sopissero in tutto; da parte dei molti con­ di alcune centinaia di persone, alle cinque servatori del Borgo e più della campagna del pomeriggio, si fece sotto le finestre del­ i risentimenti vollero rimanere accesi; né lo stesso Albergo Svizzero, capitanata dal­ la soluzione dell'«Elvetica», che politica­ l'avvocato Annibale Pellegrini di Ponte mente non era molto dissimile dalla solu­ Tresa (giurista notevole, uomo di spiriti zione della «Cisalpina» (salvo la questio­ liberali apertissimi, autore di un opuscolo ne, peraltro importante, dell'appartenen­ in un certo senso determinante, di cui si za), poteva trovare certi strati della popo­ dice altrove) e, pare, da un avvocato Stop­ lazione consenzienti. Lo stesso insediamen­ pani di Ponte Tresa (che taluno vuoI iden­ to delle nuove autorità fu ambiguo. Di­ tificare con quell'Angelo Maria Stoppani fatti, se a prefetto di Bellinzona venne che si troverà alla testa del «pronuncia­ chiamato il colonnello Rusconi del Pala­ mento di Giubiasco» nel 1814), i quali sio, che nor poteva certo dirsi un simpa­ reclamarono «la loro libertà svizzera, per tizzante per le idee giacobine ma era uo­ reggersi da sé (per usar le parole precise mo integro e al disopra di ogni sospetto, a del Buman: «/hre schweizerische Freyet, prefetto di Lugano venne chiamato un an­ um sich selbst zu regieren»): e la storia lu­ ziano negoziante, Giacomo Buonvicini, che ganese, sia pure per non moltissimi giorni, piuttosto guardava con nostalgia all'«an­ dato che altri più gravi fatti in un più vasto cien régime». Valga a definir una situa­ scacchiere stavano per svolgersi e far pre­ zione un altro passo del Laghi: «Il Buonvi­ cipitare il tutto (si intenda l'invasione del­ cino era piuttosto di genio aristocratico ta vecchia Confederazione da parte dei rsi intenda conservatore, o reazionario] Francesi e la sua definitiva caduta), si e perciò mal veduto dai Patriotti, i quali svilupperà su quella linea direttrice (che invece di essere protetti erano dal mede­ fu detta poi dei «libero-svizzeri», in con­ simo trascurati; il Buonvicino inoltre non trasto con quella dei «libero-cisalpini»). impediva punto i clamori delle fazioni Sarà da registrare poi una prima positiva aristocratiche, le quali altro non cercava­ reazione di oltre San , da parte no che lo sterminio di quelli che avevano di Basilea, che rinunciò subito ai suoi «di­ promosso la libertà luganese. Ogni tratto ritti»: ma bisogna aggiungere che quella fu si vociferava l'arrivo di qualcuno dei fuo­ opera personale di Peter Ochs, coerente rusciti Patriotti: tosto i faziosi facevano su­ co' suoi principii. scitare il popolo per atterrir le autorità af­ Accenniamo qui soltanto a quel che s~ die­ finché non permettessero la dimora dei de contemporaneamente, o quasi, nel pae­ suddetti Patriotti neppure in incognito». se. A Mendrisio venne in quello stesso 15 I «patrioti., si sa, vennero poi processati e febbraio innalzato l'albero della libertà assolti, e poterono rientrare; ma restavan col cappello di Tell, in un'atmosfera di re­ guardati dai molti, specie dai contadini, co­ lativa tranquillità; convocato dal Lan­ me «giacobini, briganti e traditor della Pa­ fogto il Congresso generate del Baliaggio tria». La situazione non migliorò, da que­ pel ~orno 20, il popolo giurò «la libertà sto punto di vista, nemmeno quando il svizzera», oltre alla fedeltà alla religione Buonvicini nel marzo nel 1799 venne ri-

13 mosso dalla carica e sostituito da Fran­ bottega, chiusa, è forzata con ferri e asce cesco Capra, già «patriota», il quale non da tre energumeni. Dalle finestre piovono poteva godere molta popolarità, e anzi sulla strada libri, risme di carta, quadri, volle rendersi ancora più impopolare pub­ un mappamondo, che la folla dei forsen­ blicando una legge che proibiva le proces­ nati raccoglie sulla piazza (si vedono an­ sioni, da lui stesso resa anche più drastica. che mobili, una cassetta su cui spiccano Per entro, poi, continuava a brigare il ma­ le parole «Posa Piano», tappeti, pentole), stro di posta Pietro Rossi, agente dell' Au­ e si porta via, anche con muli e gerle; vi­ stria e dell'Inghilterra. Non è da maravi­ sibilissimi tre che se ne vanno con un gliarsi dunque se le notizie che giungevan torchio, forse servito poi a Pietro Rossi, dall'Italia, dove gli Austro-Russi avevano ri­ indicato tra gli istigatori del fattaccio, portato vittorie e avanzavano rapidamente per stampare il suo «Telegrafo delle Alpi», su Milano (il Bonaparte si trovava in Egit­ successore della gloriosa «Gazzetta», che to), e dalla Svizzera, dove i generali Masse­ in questo giorno doveva avere il suo atto na e Jourdan avevano subìto rovesci ed era­ di morte. E' invece patetica, sotto i por­ no sulla difensiva, trovarono specie a Luga­ tici, la figuretta di uno che, smessa per no un terreno favorevole ai controrivolu­ un momento la insana virulenza, ha ap­ zionari: sicché si arrivò alle tragiche gior­ poggiato il fucile al muro e si è posto a nate del 28 e 29 aprile 1799. Nel pomerig­ leggere un libro. go del 28 una folla di facinorosi concentra­ S'ebbero successivamente: l'instaurazione tasi a Sorengo scese nella contrada di di un «governo provvisorio», che ottenne un c Nassa, dove stava il prefetto Capra, che ordine relativo; la cacciata dal Borgo, il fu costretto a dimettersi e a liberare al­ 2 maggio, dei «paesani», divenuti eviden­ cuni reclusi; dipoi reclamò le armi dal temente invisi anche ai molti luganesi con­ .' commissario di guerra Felice Stoppani, servatori; l'arrivo degli Imperiali, il 10-11 pur lui «patriotu, e finì con l'ucci­ maggio; l'attraversamento di varie contrade derlo. Il 29 si ebbe il peggio, illustrato dal del Ticino da parte delle truppe del generale Torricelli in due tavole allucinanti: G.B. Suvorov; finché col giugno del 1800 tor­ Quadri, con qualche altro, si salvò a sten­ narono i francesi, e venne insediato il com­ to sul lago; l'avvocato Papi, segretario del missario elvetico Heinrich Zschokke. Ma Cantone, e il tenente Castelli furono tolti questa è storia già successiva, che il Tor­ dal loro letto e strascinati nelle carceri (il ricelli non illustra più. Sono se mai da se­ Pretorio, oggi sede della Banca dello Sta­ gnalare, sempre alla fine d'aprile 1799, to); l'abate G.B. Agnelli jr. si salvò grazie la calata di duecento verzaschesi a Locar­ a un corpo di truppe francesi di passaggio no; l'invasione di Mendrisio da parte di da Lugano mentre si ritirava verso il nord. una turba di paesani, che al grido "Ven­ Partiti anche questi soldati, non ci fu più detta contro i patrioti!» destituirono il vi­ freno per la folla: il Papi e il Castelli ven­ ce-prefetto G.B. Maggi e pure si abban­ nero tolti dalle carceri e strascinati ai pie­ donarono ai saccheggi. Il 1. maggio si di dell'alb~ro della libertà, che campeggia­ ebbe l'irruzione a Bellinzona di gente di va ancora dal febbraio del '98 (su progetto Isone e di Medeglia, e poi, in quello stesso di Rocco Torricelli), e fucilati. E ugual mese, la resistenza dei leventinesi contro i sorte subì il «gran gazzettiere» G.B. Va­ francesi, che va sotto il nome di «guerra nelli, che, ignaro del pericolo, si era re-' delle forcelle». cato con un asciugamano sulla riva a la­ varsi: in lui si voleva punire il banditore delle idee che avevan portato a Lugano il Emilio Motta, Nel 1. Centenario dell'In­ nuovo odiato «regime». E vennero quindi dipendenza ticinese, Bellinzona 1898. i forsennati saccheggi, tra l'altro delle ca­ Giulio Rossi - Eligio Pometta, Storia del se del prefetto Capra e dell'arciprete Riva. • Cantone Ticino, Lugano 1941. Il colmo forse si ebbe col saccheggio del­ Rinaldo Caddeo, I primi anni del Risorgi­ la casa Agnelli, dal pianterreno al soffit­ mento Ticinese, nella cronaca inedita di to, che il Torricelli appunto illustra nella Antonio Maria Laghi, Modena i938. tavola che pubblichiamo, e che vediamo Il Ticino e la Rivoluzione francese, Il, di presentare brevemente. La casa (che fu 1798, Documento dagli Archivi di Francia poi modificata profondamente su disegno pubblicato e annotato da Louis Delcros, di Otto Maraini alla fine dell'Ottocento, Bellinzona 1961. oggi sede della succursale della banca UBS), Augusto Gaggioni, Le vicende politiche campeggia tra la Piazza Grande e quella della tipografia dei fratelli Agnelli, 1745- che si diceva (verso il lago, dove si nota 1799, Bellinzona 1969 (con le due tavole la costruzioncella neoclassica del corpo del Torricelli sui fatti del 1799 commen­ di guardia dei Volontari: abbattuto poco tate da Virgilio Chiesa). dopo la metà dell'Ottocento), la Piazzetta Domenico Robbiani, Soste attorno a tre della Legna. Sulla destra si apre, con un repubbliche: Cisalpina, Riva San Vitale, accesso dal veduti sta notevolmente amplia­ Genestrerio, Lugano 1966. to, la contrada di Canova; a destra l'albe­ ro della Libertà sormontato dal cappello di Tell, che ha attorno una sorta di pal­ chetto con quattro fasci littori, simboli re­ pubblicani, e l'angolo del palazzo della Mensa vescovile, con l'insegna dell'Osteria Grande. Al pian di terra della casa Agnel­ li, chiuso, il caffè J acchini, la cui inse­ gna è adornata da due elefantini; un'altra

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