Parco naturale Monti Simbruini

Una tipica area protetta della montagna appenninica, cime che raggiungono i 2000 metri, estese faggete, a mp i pianori carsici, ricchezze d'acque sorgive, caratterizzata al suo interno da piccoli centri abitati ricchi di testimonianze storico-artistiche a volte millenarie. Il Parco Regionale dei Monti Simbruini si estende per circa 30.000 ettari, compreso fra la valle dell' ad ovest - nord ovest, quella del a sud ovest e il confine abruzzese e est (monti Simbruini d' e monti Carseolani) ed i a sud est.

Riserva naturale Lago di Posta Fibreno

Ai piedi delle catene montuose calcaree della Marsica occidentale si originano grandi gruppi sorgentizi, spesso con portate enormi, come quello che forma il lago di Posta Fibreno. Il lago, posto a quote attorno ai 290 metri sul livello del mare non è quindi che la sorgente, assai larga (30 ettari) e profonda sino a 45 metri, del fiume omonimo detto "Fiume di Cicerone" perché lambiva le proprietà del grande letterato romano prima di confluire nel .

Quando diciamo è inevitabile pensare alla capitale. R o ma con la sua straordinaria bellezza e importanza cattura l’attenzione di turisti che arrivano dall’Italia, ma anche da tutto il mondo. Ma questa straordinaria regione italiana, con le sue differenze tra nord e sud del territorio, con i suoi paesaggi così diversi, con la bellezza dei luoghi e le golosità a tavola, parla anche attraverso le sue località minori, sono i borghi nel Lazio. Il nostro itinerario tra i borghi nel Lazio inizia da Cori in provincia di Latina, sulla Francigena del Sud, passando dall’antica città medioevale di Ninfa verso Sermoneta e , e ancora Subiaco, Fara in , per terminare a Tuscania e Sutri.

Cori

Il nostro percorso inizia da questo paesino arroccato su di un colle. Un borgo antico che affonda le sue radici storiche al tempo dei Latini, oltre 1.000 anni prima di Cristo, si affaccia sulla pianura pontina e da qui domina il paesaggio.

Il percorso gastronomico sarà ricco di prodotti biologici, vere eccellenze del territorio, vino e olio principalmente. Potrete poi restare a bocca aperta davanti al tempio antico di Ercole, praticamente intatto con le sue bianche colonne, ammirare le murature giganti anche dette dei Ciclopi o poligonali e la chiesa di S. Oliva con l’attiguo monastero, una cornice paesaggistica Vigneti di Cori straordinaria, specie al tramonto. Con i bambini molto racco ma n d a t o un gelato nella piazza principale del paese, vicino si trova anche un giardino con parco giochi per rilassarsi un po’.

Tra Cori e Sermoneta Giardino di Ninfa Una delle cose che non ti immagini del Lazio è quella di trovare nel tratto tra Cori e Sermoneta, proprio sotto il paesino di Norma, un giardino di straordinaria bellezza, inserito in quella che fu una antica città medioevale, data alle fiamme e quindi abbandonata nel passato. Ci sono 3.300 specie di piante diverse, alberi provenienti da ogni parte del mondo tra rovine antiche ma ancora perfettamente leggibili, il fiume che divide il parco, i ruscelli, ponti in pietra e addirittura una incredibile foresta di altissimi bamboo. Non manca il castello con la grande torre centrale, le mura e gli animali che vivono liberi in questo straordinario giardino.

E’ una meta imperdibile, all’aria aperta i bambini hanno tutto lo spazio per muoversi e scoprire le antiche vestigia del luogo e la bellezza della natura.

Sermoneta

Un piccolo paesino sempre in provincia di Latina ma di una bellezza straordinaria. C’è la grande piazza con la scalinata che si trasforma in un teatro a cielo aperto, le case di pietra e il grande castello della famiglia Caetani che lo sovrasta dall’alto. Di Sermoneta non è da perdere la loggia dei mercanti, una passeggiata per il paese e la visita al castello. Piazza con scalinata e Castello La fortezza è poderosa, con mura e torri, tanto di ponte levatoio, scuderie e ambienti di vita quotidiana, pure la torre più alta con la stanza del “signore del castello”. I castelli affascinano sempre i bambini, si divertiranno ad esplorarne gli esterni e gli interni, i passaggi interni nelle mura e le torr i.

Anagni

E’ una delle città dei Papi, tra i quali Bonifacio VIII è quello che ha lasciato forse il segno più indelebile. Una lunga strada fiancheggiata da edifici d’epoca conduce sino al Palazzo del , una costruzione di interessante architettura all’esterno ma anche dentro con la magnifica Sala della Ragione. E poi si sale ancora più su, verso la Piazza Papa Innocenzo III, e la Cattedrale con l’alto campanile. L’atmosfera che si vive tra queste strade ha del magico, è quella dei borghi italiani più caratteristici, specie se ci capiti in una giornata di mercato come è successo a noi. Ci sono i banchi con i prodotti tipici, salumi e formaggi, quelli con le verdure e il vociare della gente, una scena di vita italiana, ma con i tempi e uno sfondo affascinante fatto di edifici storici e palazzi in stile. Da non perdere la visita alla cattedrale, cripta compresa.

Subiaco

Subiaco, oltre ad essere una località molto carina a circa 40 km da Tivoli, è un centro quasi perfetto per partire all’esplorazione del territorio con delle attività all’aria aperta che coinvolgono anche tutta la famiglia. Cominciando dal soft rafting, adatto veramente a tutti, si possono fare poi degli sport a contatto con la natura come Sup e Kayak, anche il divertentissimo canyoning dove, indossate le mute protettive, si scende con la corrente del fiume. Il fiume Aniene è il protagonista principale ma c’è di più delle attività prettamente acquatiche, ci sono percorsi in mountain bike, trekking, arrampicata e speleologia. Il centro attività di Subiaco in centro è il punto di riferimento per iniziare ogni avventura, piccola o grande che sia! In zona non è da mancare la visita al Monastero di Benedetto, fantastica costruzione eretta sul fianco roccioso della montagna, interni e decorazioni uniche a l mondo realizzate intorno alla grotta del Santo. Ma anche il vicino Monastero di Santa Scolastica merita uno stop, la Villa di Nerone è un gioiello archeologico, il laghetto di San Benedetto poco distante mostra una bellissima cascata naturale sul fiume Aniene. Monastero di Benedetto

Fara Sabina

In questo piccolo borgo che guarda i colli e le valli nei dintorni si arriva passando dall’abbazia di Farfa. Un antico complesso che merita una sosta, sia nella chiesa che all’interno del convento. Ma è il paesino d i Fara in Sabina da ammirare con le sue viuzze strette e silenziose, il museo archeologico con un affascinante antico trono sabino in terracotta con una storia di 3.000 anni, il museo del silenzio, dove provare in prima Panorama di Fara Sabina persona un’esperienza tra suoni e rumori in una situazione di semioscurità. Potrete gustare dei biscottini cotti ancora nel rispetto della tradizione e dal sapore veramente speciale!!!

Tuscania

La penultima tappa del nostro viaggio tra i borghi del Lazio è Tuscania , in provincia di Viterbo, importante meta quest’ultima per chi ama le terme e le feste popolari come quella della macchina di Santa Rosa. Chiesa di San Pietro Siamo in un classico territorio etrusco, le effigi e rappresentazioni di questo importante popolo antico sono quasi dappertutto con la loro straordinaria veridicità, ancora dopo più di 2.000 anni. Spunta subito dal paesaggio collinare con le sue mura e torri possenti, ti costringe a fermarti per un immancabile scatto ricordo, che meraviglia! Fuori dal centro sono da vedere la chiesa di S. Pietro e quella di Santa Maria Assunta. Dentro il paese è imperdibile una passeggiata nel centro storico sino al Parco della Torre di Lavello, un punto di incontro locale per tutte le famiglie con bambini, un grande prato verde per loro e uno scenario da favola sulle colline, specie al tramonto, per gli adulti. Poco distante da questo borgo laziale si trova un’antica abbazia medioevale, ristrutturata e trasformata in un agriturismo, oltre a mangiare ci si può anche dormire, il suo nome è San Giusto. Gli ambienti originari sono stati rimessi a nuovo mantenendo però lo stile e l’atmosfera di un tempo, straordinario il chiostro interno, la torre campanaria, la chiesa antica e addirittura la sorgente di acqua potabile. L’agriturismo è inserito in un contesto paesaggistico meraviglioso, predomina il verde e la morbidezza del paesaggio collinare. Un sogno accessibile a tutti, e c’è pure la possibilità di fare equitazione e organizzare delle gite a cavallo con i bambini.

Sutri

D i Sutri, ultima tappa del viaggio, non dimenticheremo mai l’anfiteatro scavato interamente nella roccia, uno spazio di incredibile capienza e fascino antico, poco distante non è da perdere il Mitreo, un’antichissima e suggestiva chiesa scavata anch’essa nel tufo. A Sutri si può visitare anche il Golf Club Nazionale, una bella struttura sportiva immersa nel verde, perfetta per gli appassionati ma anche per i principianti !

Anfiteatro di Sutri

Per approfondire

https://www.bambiniconlavaligia.com/6-borghi-nel-l a z io /

Per gustare i prodotti tipici del territorio e le specialità della cucina laziale si può scegliere un percorso enogastronomico da seguire per immergersi nella tradizione culinaria.

Ecco alcune proposte.

Itinerario enogastronomico Strada del Vino Castelli Romani La Strada dei vini dei Castelli Romani è il miglior sposalizio tra territorio e vini che hanno una storia di oltre tremila anni. Immergetevi in un viaggio che unisce archeologia, tradizione gastronomica, bellezze paesaggistiche e vini DOC come il Frascati, Marino, e Velletri. In questo percorso però non ci sono solo vini, attraversando il Parco Parco Regionale dei Castelli Romani potrete visitare ville del seicento come: Chigi ad Ariccia e Palazzo Sforza a Genzano. Vigneti di Frascati

Gastronomia e prodotti tipici

I vini DOC dei castelli romani spaziano dal bianco, al rosso e al rosato in tantissime varietà. Dal frizzate all'ambile. I prodotti tipici di questa zona, oltre gli eccellenti vini, sono l'olio extra vergine d'oliva, la porchetta, le coppiette di cavallo e l'intramontabile pecorino romano.

Itinerario enogastronomico da Castel Sant'Angelo ad Amatrice Questo è un itinerario di 75 chilometri nell'alta Valle del Velino che ti permetterà di scoprire sapori tipici e paesi più belli della zona.

Gastronomia e prodotti tipici Un viaggio all'insegna del gusto di passeggiate Castel Sant’Angelo al confine tra Lazio, , Abruzzo e Marche. Durante l'escursioni potrete assaggiare i piatti più antichi del mondo, con carne autentiche, buon vino e dolci casarecci. La gastronomia di questa zona si caratterizza per una cucina povera ma ricca di gusto con ricette tradizionali. Non c'è da stupirsi se i piatti tradizionali vedono la pasta all'uovo con cui fare delle ottime tagliatelle, pappardelle, stracci e ravioli. I condimenti saranno a base di sughi di funghi, cinghiale e tartufi. I prodotti tipici sono le castagne da cui si ottiene una golosa marmellata e il liquore alla genziana.

Itinerario enogastronomico della Tuscia

Un itinerario che unisce arte e storia il tutto bevendo ottimo vino e mangiando il miglior pane e olio del Lazio. La Tuscia è un luogo ideale per passare 3-4 giorni circondati da carni, salse, dolci e monumenti.

Gastronomia e prodotti tipici Montefiascone

Il piatto tradizionale è senza ombra di dubbio l'Acquacotta con pane casareccio, verdure e cicoria d i campo e un poco di mentuccia. Altro piatto tradizionale è la zuppa di agnello. Il dolce più famoso sono i maccheroni con le noci. Ma ci sono anche delle ottime crostate fatte con la ricotta o ciambelline di vino. Senza dimenticare i "Tozzetti" che, inzuppati nel vino DOC da dessert (Aleatico di Gradoli), rappresentano la massima espressione del fine pasto tradizionale della cucina della Tuscia.

Ciociaria da Mangiare

La è una zona famosa nella parte sud est di Roma. Ed è l'unione tra tradizione, cucina e paesaggi mozzafiato. Da mangiare sicuramente la Mozzarella di Bufala di .

Gastronomia e prodotti tipici

L a C io c iaria ha piatti molto poveri che denotano la genuinità della gente e delle tradizioni. Ricchi però di calore e capaci di saziarvi le pietanze ciociare sono intinse di vecchi sapori come la minestra con il pane di sotto o le lasagne a i fa g io l i o la zuppa di baccalà. I vini costituiscono la miglior espressione dei 800.000 anni di storia di questa zona. Il più noto è il Cesanese che scorre a fiumi nelle osterie, rosso corposo che saprà deliziarvi il palato. Per gli amant i del bianco la Passerina del Frusinate è un ottimo IGT.

Per approfondire https://www.travel365.it/itinerari-percorsi-enogastronomici-lazio.htm#2-it i n e r a r io - enogastronomico-da-castel-sant

Pano Sotte

Primo piatto a base di pane casereccio e legumi tipico della Ciociaria.

Ingredienti per 4 persone

10 fette di pane casereccio raffermo, 300 gr. di bietola, 300 gr. di insalata cicoria, 200 gr. di fagioli, 200 gr. di ceci, 200 gr. di fave, 200 gr. di lenticchie, 1 carota, 1 pomodoro maturo, 1 costa di sedano, ½ cipolla, 1 peperoncino, 1 spicchio di aglio, 150 cl. di acqua, 100 gr. di pecorino grattugiato, olio extravergine d’oliva e sale q.b.

Preparazione: Mettere a bagno le fave, i fagioli, le lenticchie e i ceci almeno dodici ore in acqua leggermente tiepida. Mondare le verdure, lavarle e tagliarle a listarelle. In una casseruola soffriggere la cipolla tagliata a fettine, il peperoncino e lo spicchio d'aglio; unire le verdure tagliate, i legumi, il trito di sedano e carota, il pomodoro e l'acqua. S a la r e e cuocere per circa un'ora, a recipiente coperto. In una casseruola di coccio disporre uno strato di fette di pane, coprire con uno strato di minestra e cospargerlo con il pecorino. Proseguire alternando gli strati fino ad esaurimento degli ingredienti. Spolverizzare la superficie con il formaggio e far riposare almeno quindici minuti prima di servire.

Spaghetti cacio e pepe

Ingredienti

Spaghetti 320 g, Pecorino romano stagionatura media gr. 200, pepe nero in grani e sale fino q.b.

Preparazione:Come prima cosa occupatevi di grattugiare Proseguite mettendo a bollire l'acqua in un tegame (mettetene circa la metà di quanto ne usate di solito per cuocere la pasta, così sarà più ricca di amido) e quando bollirà potete salare a piacere. Una volta salata, potete cuocere gli spaghetti. Nel frattempo, versate i grani di pepe interi su un tagliere, quindi schiacciateli pestando con un pestello per carne o un macinino. In questo modo si sprigionerà maggiormente il profumo pungente del pepe. Versate metà dose di pepe schiacciato in una padella ampia antiaderente , tostatelo a fuoco dolce mescolando con una paletta di legno, poi sfumate con paio di mestoli di acqua di cottura della pasta. Le bollicine che vedrete comparire saranno dovute all'amido contenuto nell'acqua. Scolate quindi gli spaghetti quando saranno molto al dente (tenendo da parte l'acqua di cottura) e versateli direttamente nella padella con il pepe tostato ; proseguiranno la cottura con il condimento. Smuovete la pasta continuamente con delle pinze da cucina per farla "respirare” e aggiungete un mestolo di acqua o due al bisogno, per continuare la cottura rimestando gli spaghetti . Continuate a versare un mestolo di acqua solo al bisogno (quando vedete che la padella è quasi completamente asciutta) e a rimestare con le pinze da cucina. Nel frattempo che la pasta arriva a cottura, occupatevi della crema al Pecorino (non iniziate prima questa operazione perché la crema si rapprenderebbe troppo): versatene circa metà dose di Pecorino grattugiato in una ciotola. Aggiungete un mestolo di acqua di cottura della pasta sul Pecorino grattugiato . Mescolate con una frusta in maniera energica e aggiungete ancora acqua al bisogno. Unite poi la dose restante di Pecorino, tenendone poco da parte per condire successivamente. Unite ancora un po' di acqua al bisogno: in questa fase dovrete calibrare bene dose di Pecorino e acqua per ottenere una cremina della giusta consistenza e senza grumi. Terminate la cottura della pasta, aggiungendo poca acqua calda ancora se necessario; prima di unire la crema di Pecorino, mescolate brevemente la crema ponendo la ciotola sopra il vapore del tegame con acqua calda, mescolate sempre con la frusta , così da riportare la crema ad una temperatura simile a quella della pasta. Spegnete il fuoco della padella con gli spaghetti e versate la crema di Pecorino. Mentre versate la crema di Pecorino sugli spaghetti, muoveteli continuamente con la pinza da cucina, versate anche il Pecorino che avevate tenuto da parte, mescolate e saltate ancora la pasta quindi impiattate i vostri spaghetti cacio e pepe e insaporite con il restante pepe, gustate subito in tutta la loro cremosità! Si consiglia di consumare immediatamente gli spaghetti cacio e pepe e non conservare, per motivi di sicurezza alimentare, eventuali avanzi di pasta cotta.

Abbacchio "brodettato"

Ingredienti: 1,2 kg circa di abbacchio (coscia, spalla o carrè) diviso in pezzi di circa 50 g l'uno; 50 g di prosciutto grasso e magro in un'unica fetta; 1 piccola cipolla; 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva; 1/2 bicchiere di vino bianco secco; 3 tuorli d'uovo; 1 limone succoso; poca farina; prezzemolo; maggiorana; sale e pepe Preparazione Scaldate l'olio in un tegame e fatevi soffriggere dolcemente la cipolla affettata sottilmente e il prosciutto tagliato a dadini minuscoli. Prima che la cipolla prenda colore, mettete nel tegame l'abbacchio e fatelo rosolare in maniera uniforme, girandolo spesso e mantenendo la fiamma a metà altezza. Quando avrà preso un leggero colore, insaporitelo con sale e pepe e spolveratelo con mezzo cucchiaio di farina fatta scendere da un setaccino. Fate rosolare ancora per qualche minuto e quando la farina comincia a scurire, bagnate con il vino e, una volta sfumato, versate nel tegame un bicchiere di acqua calda. Incoperchiate e proseguite la cottura per circa tre quarti d'ora, fino a quando la carne sarà tenera e il fondo sarà diventato cremoso ma fluido. Mettete i tuorli d'uovo in una scodella e unitevi un pizzico di sale, uno di foglioline di maggiorana e mezzo cucchiaio di prezzemolo tritato. Mescolate e diluite il tutto con il succo di limone. Ritirate il tegame dal fuoco, tirate su i pezzi di agnello e, mescolando energicamente, amalgamate il composto di uova al fondo di cottura. Se necessario rimettete il tegame sulla fiamma tenuta sotto il minimo: la salsa non deve assolutamente bollire, dovrà rapprendersi e diventare cremosa senza "stracciarsi". Rimettete la carne nel tegame, mescolate e servite subito.

Carciofi alla romana

Nulla è lasciato al caso nella preparazione di questo semplice e profumato contorno: dalla scelta della varietà di carciofo, la mammola (o carciofo romanesco) che si distingue dalle altre per la sua forma più rotonda e le foglie non spinose. Poi la menta (o mentuccia meglio ancora), lo spicchio d’aglio per aromatizzare l’interno. E stretti stretti in un tegame avviene la magia: con una cottura dolce e lenta questo fiore dalla scorza dura si trasforma in un prelibato contorno morbido e profumato.

Ingredienti: 4 carciofi mammole, Mentuccia o menta 1 mazzetto, Aglio 1 spicchio, Olio extravergine d’oliva ml. 100, Acqua ml 250, Limoni 1, sale fino e pepe nero q.b.

Per preparare i carciofi alla romana come prima cosa iniziate a tagliare il limone a metà . Poi riempite una ciotola piuttosto capiente con dell'acqua e spremete all'interno il mezzo limone e strofinate la parte restante sulle mani, in questo modo non si anneriranno durante la pulizia dei carciofi. Prendete i vostri carciofi e iniziate ad eliminare le foglie più esterne strappandole con le mani. Pelate anche il gambo e arrotondate la parte finale utilizzando un coltellino affilato. Posizionate il carciofo all'interno dell'acqua acidulata e proseguite cosi anche per gli altri. Coprite con della carta assorbente che servirà a tenere i carciofi immersi nell'acqua, tenete da parte e nel frattempo occupatevi del ripieno. Prendete la menta, arrotolate le foglie e tagliatele a coltello senza triturarle troppo. Passate all'aglio, sbucciatelo, tagliatelo prima a fettine e poi tritate anch'esso. Unitelo alla menta, aggiungete un pizzico di sale, il pepe nero e mescolate il tutto. Scolate i carciofi e sbatteteli leggermente per eliminare l'acqua in eccesso, poi utilizzate il mix appena preparato per farcirli. Massaggiateli con sale e pepe disposti sul tagliere e man mano che sono pronti trasferiteli capovolti in un tegame, tenendoli piuttosto ravvicinati. Versate poi sia l'olio che l'acqua, dovranno essere coperti fino all'inizio del gambo. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere per circa 30 minuti a fuoco dolce. A questo punto risulteranno teneri e potrete servire i vostri carciofi alla romana ancora caldi. Se non riuscite a trovare la mentuccia, che ha un gusto più delicato, potete optare per la menta o il prezzemolo. Questi carciofi sono ottimi anche per condire la pasta, basterà tagliuzzarli una volta cotti! Maritozzi quaresimali La ricetta classica r o ma n a dei maritozzi prevede il lievitino e nell'impasto l'uso della scorza d'arancia. La farina di manitoba dona sofficità alla pagnotella che, una volta cotta, verrà incisa e farcita di abbondante panna montata. Qui sotto vi proponiamo la ricetta dei maritozzi quaresimali sono un tipico dolce romano preparato appunto durante la Quaresima. Questi maritozzi sono simili a dei piccoli panini con dentro uvetta, pinoli e canditi. Nel Medioevo si mangiavano per compensare al meglio il periodo di digiuno quaresimale, l’usanza voleva inoltre che il primo venerdì di Marzo, venisse donato un maritozzo dai ragazzi alle proprie fidanzate per nasconderci dentro dei gioielli in oro.

• Ingredienti : 100 g di pasta di pane lievitata, 300 g di farina 00, 2 uova, 65 gr. di burro a temperatura ambiente, 60 gr di zucchero, 90 gr. di uvetta, 40 gr. di pinoli, 40 gr di cedro candito tagliato a dadini sale q.b.

Preparazione

Impastate la pasta del pane con la farina, 20 g di burro, un pizzico di sale e un uovo. Formate una palla, coprite con un panno umido e lasciate lievitare in un posto caldo per 6 ore circa. Mettete a bagno l’uvetta poco prima che finisca il tempo di lievitazione. Riprendete la pasta e unite i restanti 45 g di burro, lo zucchero e l’uovo rimanente. Impastate fino ad avere un composto omogeneo. A questo punto unite i pinoli, il cedro e l’uvetta strizzata e asciugata. Lavorate bene per amalgamare il tutto. Formate tanti panini di circa 5-6 cm di diametro, leggermente allungati alle estremità e posizionateli su una teglia rivestita di carta forno. Coprite con un panno umido e lasciate lievitare ancora per circa 8 ore (tutta una notte). Spennellate i panini con del latte e infornate a 200 gradi per circa 15 minuti. Sfornate i maritozzi quaresimali e fateli intiepidire su una gratella prima di consumarli.

Fonti:

https://www.cucchiaio.it

https://ricette.giallozafferano.it http://ricettacolo.com/ricette http://www.gamberorosso.it https://www.ricettedellanonna.net

Il Lazio ha tanti volti, è infatti una regione con un ricco patrimonio culturale, storico e artistico. Sagre, Mercatini dell’Artigianato tipico rappresentano un settore importante e fiorente. Vediamo allora quali sono alcuni appuntamenti dei prodotti da non perdere.

L’evento si tiene nei primi tre weekend di Settembre a Colle di Fuori nel cuore del Parco dei Castelli Romani - Gli stands sono sempre aperti a pranzo e a cena, offrendo menù ricchi e assortiti a base di funghi: gustosi primi piatti fettuccine, gnocchi, cellitti, strozzapreti e zuppe, vere specialità “fatte in casa”; ma anche secondi

piatti: bistecche e tagliate, straccetti, scaloppine e arrosticini accompagnati da funghi porcini alla brace. Non mancano poi pizza bruschette e suppli ai funghi porcini.

La “regina” di Sutri torna a indossare la corona in due imperdibili fine settimana dedicati al gusto e alle antiche

tradizioni. Già, il legume tipico della splendida cittadina in provincia di Viterbo ha un nome nobile, un gusto inconfondibile e in cucina si presta ai più svariati accoppiamenti. Non a caso Carlo Magno fu uno dei primi estimatori del fagiolo regina che appartiene alla famiglia dei borlotti, ha grandi dimensioni e un colore bianco crema con screziature rosse: un’occasione per scoprirlo la darà la

Sagra del Fagiolo, in programma il 25/26 agosto e l’1/2 settembre con la sua 44esima edizione.

Negli stand gastronomici i visitatori potranno gustare questa delizia condita con un filo d’olio della Tuscia ma anche con salsicce, cotiche, gnocchetti e insalata nelle tipiche ciotole di terracotta, insieme a gustose specialità alla brace e all’ottimo vino della zona. Musica dal vivo, folclore e spettacoli vari faranno da divertente contorno ai 4 giorni di festa, per onorare al meglio la “regina” di un

intero territorio.

Prodotti Artigianali La storia dell’artigianato nel Lazio, e in particolare a Roma, sembra essere scritta proprio nei tantissimi nomi delle strade, dei vicoli e delle piazze come via dei falegnami, dei balestrieri, dei fabbri o dei sediari. Alcune botteghe artigiane sono ancora attive e allora si può incontrare ad esempio la bottega dei fabbri dove si lavora il ferro battuto per realizzare testate di letti, prodotte anche in ottone, suppellettili, sedie, panchine, elementi di arredo o decoro. Maestri dell’arte del rame sbalzato si incontrano oltre che a Civita Castellana anche a Tivoli, a Bomarzo e a Subiaco, le sedie impagliate sono ancora lavorate artigianalmente a Cori, vicino a Latina, mentre a Subiaco si lavorano a mano tutt’oggi i tessuti e ad Arpino si producono le terrecotte ed è ancora fiorente la tradizionale lavorazione delle statuine del presepe. Arte della ceramica L’arte della ceramica nel Lazio ha la sua sede più rinomata nella località di Civita Castellana, in provincia di Viterbo. Nella Tuscia Viterbese la lavorazione della ceramica ha origini antichissime, risale addirittura agli Etruschi. Oggi questa antica lavorazione è portata avanti di generazione in generazione dai tanti artigiani che lavorano nelle botteghe di Acquapendente, Bagnoregio, Bomarzo, Tuscanica, Vasanello e Tarquinia. Le ceramiche sono protette da un disciplinare della Camera di Commercio di Viterbo e nel caso della ceramica “Tuscia Viterbese doc” essa è prodotta con argille che sono cotte a differenti temperature per poi essere lavorata a mano all’interno di laboratori artigianali autorizzati. N e l Museo della ceramica di Tarquinia si possono ammirare preziosi esempi di ceramiche e reperti antichi.

Ricami di Palestrina I ricami di Palestrina sono così pregiati da essere famosi in tutto il mondo, una lavorazione paziente fatta interamente a mano attraverso la tecnica del cosiddetto punto Palestrina, nome derivato dalla omonima cittadina in provincia di Roma. Nel periodo della Roma Imperiale tale tipo di ricamo era così diffuso per adornare gli abiti dell’epoca infatti esisteva anche una scuola per insegnare quest’arte del ricamo.

Mercatino di Porta Portese Il I l mercatino di Porta Portese è uno dei mercatini più antichi e popolari in tutta Italia citato anche nelle canzoni, nella letteratura e nei film. La sua nascita risale al 1700 ed è un’occasione per trovare davvero di tutto: oggetti, generi alimentari, prodotti realizzati artigianalmente, articoli usati o introvabili nel mercato tradizionale. I banchi dei rigattieri sono allestiti la domenica fin dalla mattina presto, a partire dalle 6.00 del mattino, e restano aperti fino al primo pomeriggio (ore 14.00 circa). Girare fra le bancarelle di questo rinomato mercatino romano è sicuramente anche un’occasione per la conoscenza di un altro dei tanti volti di Roma e delle sue tipicità e tradizioni locali. Per approfondire puoi consultare: https://www.guidaconsumatore.com/prodottiartigianali