Segni dell’uomo NELLE TERRE ALTE d’

A cura di Alfonso Picone Chiodo LA ’NSILICATA DI POLEMO

Collocazione Località Polemo di

Coordinate Carte I.G.M. scala 1:25.000 F° 602 II San Lorenzo Long. 581061 lat. 4206498

Quota 840 m s.l.m.

COME ARRIVARE

Avvicinamento in auto Da una recente strada conduce velocemente in meno di 10 km a Bova. Giunti al paese non entrare nel centro ma proseguire verso la montagna superando il campo di Bova calcio; poco più di un km e si nota a sinistra una stradina asfaltata che scende verso delle case. Lasciare l'auto. È qui che inizia la ’nsilicata, cioè il selciato. Percorso a piedi I segnali -rosso conducono dietro una delle prime case a destra. È qui che ha inizio la mulattiera che da Bova (la Chora = la capitale) conduceva a Roghudi, probabilmente uno dei più antichi collegamenti tra i due centri. Metteva in comunicazione una serie di casolari ormai abbandonati o trasformati in ovili posti sui crinali dei valloni che confluiscono nella . Sentieri Bova è collegata a da un sentiero (segnavia bianco-rosso) che valica l’Aspromonte. La fiumara Amendolea e il paese di Roghudi

147 DESCRIZIONE DEL SITO Il sito indagato è l’inizio del sentiero a cura di Andrea Provenzano che collegava Bova a Roghudi. In località Polemo, infatti, è ancora ben È la fiumara Amendolea, la più visibile un breve tratto di selciato. Le imponente dell'intero Aspromonte, il case che si trovano lungo il percorso motivo ricorrente di questo sentiero. erano tutte abitate fino a non molti La si domina dapprima dall'alto con anni fa da gente che oggi si è spostata ampi panorami che giungono sino al a Bova. Fino alla fine degli anni ’60 mare e all'Etna per poi avvicinarsi del secolo scorso il sentiero era sempre più come risucchiati ed attratti percorso tre volte la settimana dal inevitabilmente. Nell'ultimo tratto del postino di Bova (ancora vivo ed percorso infatti ci si ritrova minuscoli arzillo) che si recava a Roghudi per e sperduti nell'immenso alveo del portare la posta. Dai suoi racconti corso d'acqua con le ripidi pareti della emerge che molti degli abitanti, valle che incombono. Si può quindi soprattutto gli anziani della vallata e comprendere quanto questa sinuosa anche molti di Roghudi, parlavano via d'acqua, pietre e sabbia potesse esclusivamente il grecanico, intimorire i grecanici che erano rendendogli difficile la comunicazione. costretta a percorrerla ma nel Tutt’oggi il sentiero è percorso contempo come fosse fonte di vita per dall’unico abitante della vallata e di gli innumerevoli giardini che irrigava. Roghudi, il signor Antonino Trapani

148 (detto lu stiratu) di circa 65 anni, che, con la sorella, vive vicino al vecchio centro ormai abbandonato. Il signor Trapani si reca a Bova per fare la spesa, portare le olive al frantoio, andare in farmacia e alla posta, accompagnato da un paziente asino e da un cane. Passando vicino casa sua si ha l’impressione che il tempo si sia fermato a tanti anni fa: un focolare ed il minimo per difendersi dai rigidi inverni, un orto, un piccolo gregge di capre e mucche, senza energia elettrica e telefono.

149 In alto: Platì - In basso: In alto: Sfalassà - In basso: Antonimina In alto: Platì - In basso: Favazzina-Tagli

Reggio : S. Anna di Ortì : Eremo Botte

150 LA VIABILITÀ IN ASPROMONTE appenninica) costituivano quindi un a cura di Alfonso Picone sistema a spina di pesce che consentiva di percorrere agevolmente Tra i segni della frequentazione l’Aspromonte. L’efficienza di tale dell’Aspromonte da parte dell’uomo vi viabilità è attestata da numerose sono le strade, i sentieri, le vie, testimonianze. Gli abitanti di un insomma tutto ciò che gli ha paesino della vallata dell’Amendolea consentito di percorrere questo ricordano ancora che Maru Gnoccu territorio. Ma per quanto riguarda la faceva Grécia (località montana sopra viabilità antica lo studio è difficile in Gallicianò) – Reggio e ritorno in un quanto rari sono i rinvenimenti giorno. Agli inizi del secolo scorso, il archeologici di tratti di strade ed viaggiatore inglese Norman Douglas, incerta è la loro datazione. Tuttavia impiegò una giornata per recarsi da l’intento di dedicare una parte della Delianova a Bova. nostra piccola indagine a tale tema Negli ultimi decenni, tuttavia, le aree deriva dai numerosi brandelli di vie, interne dell’Aspromonte hanno visto selciate e non, che abbiamo incontrato una notevole diminuzione demografica. lungo il nostro camminare in questa Gran parte della popolazione si è Samo: monte Perre montagna. La capillarità di tale spostata sulla costa ed i sistemi viari sistema viario conferma ancora una collegano ora quasi esclusivamente la volta come l’Aspromonte, e la marina con i pochi centri interni e non montagna in genere, non fosse un più questi tra di loro. ostacolo nelle comunicazioni tra le Le vie interne sono state quindi genti. Anzi, per un popolo come quello abbandonate e l’incuria ma calabrese, che ha vissuto sempre con soprattutto l’ignoranza sta difficoltà il rapporto con il mare, la cancellando questo patrimonio. montagna ha rappresentato luogo di Molte le abbiamo segnalate alle transito privilegiato e fonte di risorse. autorità ed agli studiosi ed alcune La viabilità nella montagna reggina si sono state oggetto di indagini. Tuttavia componeva di due elementi principali. nel breve volgere di un decennio molte Le vie istmiche (esistenti già in età sono scomparse. È per tale motivo che protostorica) che collegavano i due ne presentiamo una breve rassegna, di versanti dell’Aspromonte utilizzando le certo parziale rispetto all’esistente. fiumare (d’estate) o i percorsi di crinale. Questi valicano la dorsale grazie a passi come quello di Cancelo, STORIE E LEGGENDE del Mercante e piani come quelli della a cura di Mimmo Cuppari Limina, di Zillastro. Lungo la dorsale appenninica, poi, la natura stessa E tutt’ora viva la leggenda che lungo il offre un percorso in gran parte sentiero e precisamente dove questo pianeggiante ed a quote di rado si biforca per scendere nella località superiori ai 1.000 m che attraversa Foculiu, le Narade (Nereidi) la mattina tutto l’Aspromonte allungandosi, lungo presto, prima del sorgere del sole, l’asse SO-NE, dai piani di Zervò sino a aspettavano le donne di Bova che si quelli della Limina: è la cosiddetta Via recavano a fare il bucato nel greto Grande, toponimo ancora riportato della fiumara Amendolea per sulle vecchie tavolette dell’I.G.M. percorrere un tratto di sentiero I due elementi (vie istmiche e dorsale insieme e fare qualche dispetto.

151 Si racconta che una volta all’imbrunire solare). La donna capisce, perciò, che Intanto la Nnarata aspetta, e aspetta una signora chiamò la vicina ad alta quella comare che la precede è una che ti aspetta, il tempo passa ed inizia voce e si accordò con quella per Nnarata e inventandosi la scusa di a fare giorno. È a questo punto che la andare insieme la mattina dopo a fare aver dimenticato di prendere con sé il Nnarata, che non sopporta la luce del il bucato nella fiumara Amendolea. sapone, dice alla falsa comare: sole, capisce che la donna l’ha La Nnarata aveva seguito la – Mi son dimenticata di prendere il ingannata, ed infuriata si avventa sulla conversazione tra le due comari e sapone; mi aspettate qua e mi truscia strappando e disperdendo perciò la mattina dopo, quando era guardate la truscia fintanto che ritorno tutt’intorno i panni. Mentre i primi ancora buio, si presenta davanti la a prenderlo? raggi del sole cominciano a casa della comare, la chiama e (Truscja: lenzuolo o altro telo con raggiungere la terra, la Nnarata spacciandosi per l’altra comare le annodati insieme i quattro angoli a scompare insieme alle tenebre. chiede se è pronta per andare a fare il forma di fagotto contenente all’interno La donna ancora rinchiusa in casa bucato. Quella, meravigliata, un qualcosa. In questo caso i panni viene raggiunta questa volta dalla vera domanda: sporchi.) comare con la quale avevano – Comu mai cummari venistivu kusì – E la Nnarata: l’appuntamento. La donna racconta prestu? – Va bene, vi aspetto ma non vi alla comare i fatti ed ormai, con il sole E la Nnarata risponde: ddjmuratj (non impiegate molto alto, decidono di andare a prendere la – Non ndavjva kkiù sonnu e poi cusì non tempo). truscia, ma arrivati in loco trovano di pigghja lu suli pe strata. La donna torna a casa e tutta tutti i panni ormai inutilizzabili. La comare un po’ timorosa si prepara, impaurita si chiude dentro in attesa Storia realmente accaduta o leggenda? esce e s’incamminano, lei avanti e la che faccia giorno. Nessuno può dircelo. Nnarata dietro. Vedendo che l'altra è silenziosa, il che non era nelle sue abitudini, si BIBLIOGRAFIA insospettisce e la fa passare davanti. A questo punto si accorge che la G.P. GIVIGLIANO, Assi e direttrici protostoriche in Calabria, «Klearchos», 1977, pp. 51- comare, pur avendo la veste lunga, 104. mentre cammina fa scintille con i piedi sul selciato. (Le Narade erano G.P. GIVIGLIANO, Percorsi e strade, Storia della Calabria Antica, Gangemi Ed., Reggio degli esseri che pur avendo sembianze C.-Roma 1994. femminili, al posto dei piedi avevano G.P. GIVIGLIANO, Ricognizione di topologia storica fra Reggio e Leucopétra in Calabria gli zoccoli e non sopportavano la luce bizantina, Rubbettino Ed., Soveria Mannelli 1991.

L’antico acciotolato di accesso al paese L’intervento distruttivo delle ruspe nel abbandonato di vecchio 2001 AUTORI

Redazione testi: D. Cuppari, A. Provenzano, A. Picone

Rilievi e rielaborazione grafica: Studio Riproarc di cons. arch. Claudia Cutrupi

Foto: C. Cutrupi, A. Picone