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Natura Montagna Anno LV n. 2/2008 Sommario

FRANCESCO CORBETTA, FRANCESCO CETTI SERBELLONI, GIORGIO NEBBIA PERIODICO SEMESTRALE DI DIVULGAZIONE NATURALISTICA Caro Lettore ...... 3 Direttore: CARLO CENCINI, STEFANO PIASTRA FRANCESCO CORBETTA La crisi ambientale del lago d'Aral ...... 11 Condirettori: ONICA AZZARINI CARLO CENCINI, FRANCESCO M L CETTI-SERBELLONI, GIORGIO NEBBIA, I Lepidotteri: un fantastico mondo di ali colorate. DANILO MAINARDI, GIAMBATTISTA VAI Biologia e conservazione ...... 27 Redazione, amministrazione, abbonamenti e pubblicità: ROBERTO PONZI, GAETANO PIZZOLONGO PÀTRON EDITORE Utricularia livida E. Meyer: una fra le più piccole VIA BADINI 12, QUARTO INFERIORE 40057 GRANAROLO DELL'EMILIA, BOLOGNA piante carnivore terrestri ...... 35 Tel. 051 767003 - fax 051 768252 e-mail: [email protected] GIUSEPPE RIVALTA Sito: www.patroneditore.com Niger: il paese dei dinosauri ...... 43 Sul sito, nella sessione riviste, sono presen- ti gli indici di tutte le annate pubblicate. SERGIO FERRI Abbonamento: 33,00 (estero 49,00). La cannabis, droga e farmaco ...... 51 Fascicoli arretrati 20,00 (estero 27,00). Versamento sul c.c.p. n. 16141400 inte- Lettere ...... 60 stato all’editore. L’abbonamento decorre dal 1° gennaio con diritto al ricevimento Notiziario ...... 63 dei fascicoli arretrati. Necrologi ...... 66 I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni Recensioni ...... 70 dopo la ricezione del numero successivo. L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti riprodotte in quest’opera. Progettazione e impaginazione: Bologna. Stampa: LI.PE. Litografia Persicetana, S. Giovanni in Persiceto, Bologna febbraio 2009. Natura Montagna Registrazione Tribunale di Bologna n. 2294 del 30/4/1954.

Foto di copertina: Il cimitero delle navi di Moynaq (Uzbekistan), un tempo principale porto del lago d'Aral (foto S. Piastra, maggio 2007). Natura Montagna

NATURA MONTAGNA

Anno LV, n. 2 - 2008

UNIONE BOLOGNESE NATURALISTI Via S. Giacomo 9 - 40126 Bologna

DIRETTORE: Francesco Corbetta

CONDIRETTORI: Carlo Cencini - Francesco Cetti-Serbelloni - Giorgio Nebbia - Danilo Mainardi - Gian Battista Vai

COMITATO SCIENTIFICO Francesco M. Agnoli - Paola Altobelli - Giancarlo Avena - Baccio Baccetti - Giovanni Ballarini - Ottavio Barnabei - Roberto Bernardi - Virginio Bettini - Edoardo Biondi - Frèdèric Bioret - Alberto Bizzarri - Lorenzo Bonometto - Giorgio Boscagli - Enzo Boschi - Luciano Bullini - Luigi Cagnolaro - Giuseppe Caia - Lilia Capocaccia-Orsini - Viviana Cappiello - Luigi Cavazza - Gianluigi Ceruti - Giuliano Cervi - Alessandro Chiusoli - Brunetto Chiarelli - Ennio Cillo - Mario Cobellini - Giuseppe Cognetti - Paolo Colantoni - Longino Contoli - Giovanni Cristofolini - Margherita Corradi - Salvatore Cucuzza-Silvestri - Marco Del Monte - Gaetano De Luca - Cesare De Seta - Giuseppe Di Croce - Felice Di Gregorio - Francesco Emiliani Zauli - Fiorenzo Facchini - Sergio Frugis - Tamara Galkina - Fabio Garbari - Elio Garzillo - Jean-Marie Gehù - Giulio Ghetti - Giorgio Giacomelli - Salvatore Giannella - Folco Giusti - Loretta Gratani - Ettore Grimaldi - Giorgio Gruppioni - Silvano Landi - Vittorio Leone - Aldo Lepidi - Enrico Lorenzini - Sandro Lovari - Roberto Malaroda - Harry Manelli - Adriano Mantovani - Elio Manzi - Marcello Manzoni - Dacia Maraini - Renato Massa - Raniero Massoli- Novelli - Carla Maurano - Gianluigi Mazzufferi - Paolo Melotti - Alessandro Minelli - Guido Moggi - Gianpaolo Mondino - Antonio Moroni - Pierluigi Nimis - Anna Occhipinti - Pietro Omodeo - Giuseppe B. Osella - Gherardo Ortalli - Michele Padula - Alberto Passarelli - Roberto Passino - Cesare Patrone - Franco Pedrotti - Luciano Pergola - Corrado Piccinetti - Sandro Pignatti - Giovanni Pinna - Emilia Poli-Marchese - Amedeo Postiglione - Antonio Praturlon - Paolo Pupillo - Bernardino Ragni - Franco Ricci-Lucchi - Ambrogio Robecchi Mainardi - Gian Ludovico Rolli - Patrizia Rossi - Giancarlo Roversi - Fabio Roversi Monaco - Sandro Ruffo - Valerio Scali - Gianfranco Simboli - Mario Spagnesi - Gianfranco Tarsitani - Franco Tassi - Alfredo Todisco - Giacomo Tripodi - Guido Visconti - Vincenzo Vomero - Jessie Walker - Fulvio Zaffagnini - Sergio Zangheri - Janko Zigon - Marcello Zunica

SEGRETERIA DI REDAZIONE: Nadia Brighetti - Stefano Piastra - Massimo Tognetti Pàtron Editore, Via Badini 12, Quarto Inferiore, 40057 Granarolo dell'Emilia, Bologna

AMMINISTRATORE: Carlo Cencini

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Questa volta l’Editoriale inizia Fossi stato Berlusconi gli avrei con due “lettere a…”. Si tratta chiesto di fare il MInistro della di due personaggi diversamente Salute, ma purtroppo questi beau importanti. Ma entrambi impor- geste, in politica, non si possono tantissimi: Emma Marcegaglia, fare. Presidente della Confi ndustria e Leggo un trafi letto dal titolo “Tutti Umberto Veronesi, Scienziato di vegetariani. È la battaglia che chiara fama e noto politico. farò in Senato” e … allibisco. Vabbé che chi ha riassunto in Il ponte sullo Stretto (e un poche righe argomentazioni inopportuno intervento di più articolate e complesse non Emma Marcegaglia) ha avuto certo compito facile ma, nelle dichiarazioni del Sen. Nella passata legislatura, pur- Veronesi, dato e non concesso troppo, da questione tecnica che siano veritiere, c’è molta che era (ed è), era diventata una approssimazione e troppo ver- questione ideologica. dismo da strapazzo e molte cose “Sì”, da destra, “no” da sinistra, non quadrano. (e non solo da parte di quelli che, le noiose manovre di seziona- “Ogni chilo di carne brucia come verdi e Bianchi (il Ministro mento del treno sul ferrobotto (e 20.000 litri di acqua”. Ma no, allora in carica), dicono “no” a successiva ricomposizione)? Senatore. Può darsi benissimo tutto, ma anche da parte di per- Via, mi torna in mente la stantia che un bovino abbia bevuto nella sone solitamente più assennate barzelletta sul soldato Gennaro sua vita 20.000 litri di acqua come l’ex Esposito al quale qualcuno (anche se la cifra mi sembra Ministro Di Pietro che, per la TAV, aveva ordinato “avanti, march” eccessiva) per ogni kg. del suo si era coraggiosamente esposto. e poi si era dimenticato di fer- peso, ma, di quell’acqua, ne ha Ma perchè TAV “sì” e Ponte marlo. trattenuta solo 900 gr. circa per “no”? Dopo qualche giorno, in caserma, kg. di peso. Nelle mie modeste capacità di arriva un telegramma così conce- Il resto lo ha restituito all’am- comprendonio non capisco. pito: “Soldato Gennaro Espo- biente sotto forma di deiezioni, Il neo-ministro Matteoli ha dato sito, arrivato allo stretto di Mes- liquide e solide, e di “perspiratio subito il via e personalmente, sina, attende ordini segnando il insensibilis” e altre forme di emis- in base non a ideologie ma alle passo”. Eh, la disciplina di un sione di vapore acqueo. Basta argomentazioni che ho più volte tempo! osservare la condensa che si espresso e alla diretta conoscenza Mi consenta, Presidente Marce- verifi ca in una stalla. dei luoghi (quante estenuanti gaglia: si documenti meglio (ad Quindi tutta quell’acqua di cui traversate sul lento “ferrobotto” esempio leggendo il libro, sull’ar- si è pretesa la “bruciatura” è ma anche quanti squisiti aran- gomento, della Prof.ssa Lean- entrata, invece, in circolo. cini divorati della “Premiata dra D’Antone dell’Università di Paradossalmente, a valle, ulti- Comanderia Garibaldi”). Sono Roma, o facendo l’esperienza, mata la depurazione biologica, perfettamente d'accordo. allucinante, di una traversata qualcuno, quelle urine, le avrà Trovo invece del tutto incompren- sul ferrobotto, malgrado la bontà addirittura bevute. sibile l’atteggiamento assunto da degli “ arancini” (qui, arancioni) “Produzione di combustibile da Emma Marcegaglia, la avvenente che danno il benvenuto a chi si cereali” (e sicuramente ben preparata) reca in Sicilia. Il Prof. Veronesi la condanna ed neo-presidente di Confi ndustria. io, modestamente, concordo con Premesso che per la Signora Mar- F.C. Lui. cegaglia provo una innata sim- “Grano, soia, riso, mais costano patia, sono costretto a segnalare sempre di più e vanno ad ingras- negativamente il suo (forse non Il Prof. Umberto Veronesi e i sare gli animali da allevamento” ben meditato) intervento. suoi appelli al e il Prof. Veronesi non è d’ac- Che significa “meglio pensare vegetarianesimo cordo. prima alla TAV”? Non lo sono nemmeno io, ma E poi, quando i treni veloci Premessa. Del Prof. Umberto credo sia il caso di precisare saranno giunti a Villa S. Gio- Veronesi ho la massima stima e, meglio. vanni, che si fa? per Lui, provo anche una vivis- Premesso che il bestiame – e spe- Si perde il tempo conquistato con sima simpatia. cialmente quello “poligastrico” 3 Natura Montagna

– andrebbe alimentato a fi eno di molto, molto trinciato totale. nali. graminacee e leguminose (come – Ovini e caprini, per fortuna, at- Secondo me bisognerà comin- cantava il poeta con gli immor- tingono agli ambienti naturali. ciare a pensare alla utilizzazione tali versi “e il bue rumina nelle Soprattutto prati gli ovini e degli psichiatri (o, quanto meno, opache stalle la sua laboriosa pascoli cespugliati i caprini. psicologi) alimentari. Avranno Lupinella”) mentre i “monoga- – Uova: per la loro produzione le terreno fertile e smisurate possi- strici” (suini) abbisognano sì di galline ovaiole sono state nu- bilità di impiego. cereali come grano, riso e mais, trite a cereali (e loro derivati) e Concludendo, quindi. o loro sottoprodotti occorre pre- solo in minima parte da farina Lasci perdere l’appello al vegeta- cisare. di Erba medica. rianesimo: troppo pericoloso. – Grano: come tale è difficile che E una volta esaurita la loro fase Al senso della misura (e, soprat- venga somministrato. Si usa la produttiva, le ovaiole andranno tutto, del buon senso) sì, crusca. pure utilizzate (o no?). Gallina Buon lavoro, caro Senatore! – Riso, idem. Si usa la “pula” vecchia fa buon brodo. (pula e non lolla). Il riso intero E i pulcini maschi? Andranno F.C. o vestito (“Risone”) si usa so- destinati all’allevamento o…sop- lo, come becchime, per polli, pressi? Credo all’allevamento. anatre, oche. E i pesci? Certo quelli pescati allo Siamo a fine ottobre ed è ora – Soia: a scopo zootecnico si stato libero non hanno inciso sui di chiudere… usa solo uno scarto, il panello bilanci energetico-alimentari-eco- e l’utilissimo olio viene con- nomici di cui sopra ma gli altri, ma siccome la legge Gelmini sumato dall’uomo (come del quelli di allevamento, sì. è andata in porto, dopo tanto resto succede anche per il Infatti nei loro mangimi entrano rumore (ma non sarà stato sha- Girasole e le altre oleifere). di prepotenza altri pesci di scarso kesperianamente “tanto rumore – Mais: premesso che come tale pregio, farine animali, farina di per nulla!”) ci sia consentito un (ma anche sola crusca) è in- erba medica e altre ancora di breve commento. No, no, per dispensabile per il nutrimento provenienza vegetale. carità: dei suini, nella zootecnia bo- Mi rendo conto di avere forzato non sulla legge che è un atto vina ciò che si usa è il cosid- la mano, in questi miei critici esclusivamente politico e che per- detto “trinciato totale” dove la commenti. tanto, assolutamente apartitici massima parte del foraggio è Il Senatore non intendeva certo come siamo, non vogliamo qui data non solo dalle cariossidi dire quello che gli è stato messo neppure lontanamente sfi orare. (le sole che entrano nella ali- in bocca, ma, l’ho doverosa- No: ci riferiamo ad un argomento mentazione umana, dei suini mente premesso, è assai diffi cile che, con la sopracitata legge e del pollame), ma anche da sintetizzare in poche righe ragio- (ancora) non ha nulla a che fare tutte le parti vegetative (fusti namenti espressi in modo molto ma, con maggiore precisione alla e fogliame) opportunamente più articolato e complesso. (ahimè) abnorme proliferazione triturati ancora nel campo e Comunque, “pulci” a parte, di corsi, corsini e corsetti univer- poi insilati. sostanzialmente siamo d’accordo sitari fi no a superare la ragguar- Il vero quadro, pertanto, è ben con il Senatore, ma non creiamo devole cifra di 5500, sì! diverso da quello fornito nella nuove ideologie. Il vegetariane- Tra questi ha più volte attratto semplicistica versione fornita. simo (spinto) lasciamolo a San la nostra attenzione (in senso Prosegue il Prof. Veronesi. Francesco, agli altri Santi (e, negativo) un corso di laurea, pre- “Primo passo: diventare vegeta- purtroppo, anche al nefasto Adolf sumo breve, detto poeticamente riani o quasi. Latte, uova e pesci Hitler). “Scienza del fi ore e del verde” e sono più che suffi cienti… “ Se fossero vegetariani anche che vede, udite, udite, la bellezza Concordo con il Senatore che Stalin e Pol-Pot non sappiamo, di ben 7 iscritti! però, me lo consentirà, quello da ma Adolf basta e avanza. E il tutto avviene non in qualche Lui adombrato è un vegetariane- Certo, se vi ci si vorrà dedi- trascurata(?) e screditata(?) uni- simo molto annacquato. care (complimenti e auguri) il versità balcanica o sudamericana Anche qui occorre specifi care. Senatore Veronesi avrà terreno (dato e non concesso che lo siano – Latte (e latticini): sono fornite, fecondo in cui operare. più delle nostre) ma a Pavia. modeste quote di ovino e ca- Basti pensare alle diete disequili- E siccome a Pavia l’estensore prino escluse, da quei bovini brate di molti bambini (già obesi di queste povere note si è lau- che vengono nutriti con (poco) a 10-12 anni: io, allora, ero un reato, l’indignazione è molto fieno, ormai; polpa di barba- fuscello) e alle fobie alimentari maggiore. bietole; panello di oleose e di molti, troppi nostri connazio- Anche se molto paternamente il 4 Natura Montagna

Magnifi co Rettore, Prof. Agatino Un “giorno dopo “ caratteristico Mi sono chiesto più volte nelle Stella, spiega che il corso non è è quello che segue ai viaggi o ai mie molte occasioni di frequen- costato nulla, perché impartito da periodi di vacanze e che proprio tazione di questa via (frequen- Docenti già stipendiati, il censore per la ripresa di contatto con il tazione che debbo confessare (F. C. ) non è meno indignato. quotidiano è destinato o comun- avvenne anche nei trentadue Lo è non per l’inutilità o meno que privilegiato per fi ssare ricordi anni durante i quali vi era proi- del corso (e il numero di 7 iscritti e per riviverne criticamente il bito l’accesso) se oggi sarebbe la dovrebbe dire lunga: triste contenuto. possibile realizzare un intervento fenomeno in quanto, metafori- In questo stato d’animo reso par- di questo tipo e di questo carat- camente parlando, i paperi (gli ticolare dagli eventi del “giorno tere: di più mi sono chiesto se, studenti) accompagnano le oche dopo” che hanno caratterizzato nel caso vi fosse la disponibilità (i docenti) a bere! il periodo successivo alle ferie dei mezzi economici necessari, In questo caso i paperi hanno estive ho dedicato una rifl essione se fosse pensabile l’ottenimento dimostrato maggiore senno delle su fatti e situazioni recenti. delle autorizzazioni e dei per- oche! Parto dalla riapertura al transito messi necessari. L’indignazione del censore non pedonale a Capri della via Krupp La risposta negativa si radica dipende da quel responso. che collega Capri alla Marina nella domanda su chi avrebbe il Dipende dalla intitolazione del Piccola e che dopo 32 anni di coraggio di assumerne la respon- corso che, presume, sia di giar- chiusura è finalmente tornata sabilità sia di concezione sia di dinaggio. alla accessibilità. autorizzazione. Nulla di offensivo se avesse Una realizzazione straordinaria Meno male che allora queste con- mantenuto il suo (degnissimo) dizioni si siano verifi cate e che nome. oggi sia prevalsa la decisione di Ma quel “scienza del fi ore” non garantirne la conservazione. Ma a significa nulla. Proprio nulla. questa interrogazione altre fanno Anche se talora molto appari- seguito in necessaria sequenza. E scenti i fiori significano poco, proprio sulla stessa isola di Capri molto poco. ho avuto modo di constatare in E se la loro presenza (ed enfatiz- mezzo a tanti interventi negativi zazione) non è inquadrata nelle uno che mi ha colpito in modo varie fasi della evoluzione del particolare per la sua entità e per verde allora serve a ben poco. i suoi effetti. Serve solo a confondere. dovuta alla munifi cenza del re Senza fi rma di progettista respon- Ma gli studenti non ci sono dell’acciaio da cui prende il nome sabile e senza un progetto speci- cascati. e alla sapiente sensibilità dell’In- fi co una strada praticabile alle Complimenti! gegner Mayer che ne studiò il automobili si è sviluppata con- progetto e ne curò la realizzazione giungendo la strada per il faro Francesco Corbetta e che riapre l’accesso anche di Anacapri al belvedere della all’eremo che si trova a picco Migliara. sul mare e che ricorda il mondo Era questo un posto raggiungi- della meditazione di frate Felice bile solo a piedi dall’abitato di Considerazioni del “giorno e di coloro che lo seguirono nel dopo” Anacapri per godervi una delle privilegiare questo luogo unico e viste più suggestive e affasci- Il “giorno dopo” è di solito e quasi suggestivo. nanti e coinvolgenti. per antonomasia il momento Tra questi mi è caro ricordare Tanto che un punto a lato di delle recriminazioni, dei ripensa- l’Architetto Piero Bottoni con questo belvedere e in vista dei menti e dei pentimenti. cui ebbi modo di incontro pro- Faraglioni, determinò il tuffo Il momento in cui emerge la prio in questo eremo. Il restauro disperato di qualche anima tri- responsabilità per non averci della via e gli interventi delle bolata. pensato prima o di non aver opere che ne garantiscono la Poco prima del Belvedere vi era provveduto in tempo. protezione e quindi la fruibilità la casa solitaria di un artista In quel momento di solito emer- sono stati condotti con assoluto tedesco oggi scomparso e poco gono e si evidenziano, a seconda e rigoroso rispetto del progetto prima la trattoria di Gelsomina: dello stato d’animo e dell’inten- originale anche se si sono rese un luogo di rustica raffi natezza sità dell’emozione i fatti salienti necessarie reti di protezione e nel ricevere, nel ristorare, nel ed i ricordi signifi cativi nel bene contenimento delle rocce sovra- vivere e far vivere il fascino di nel male. stanti. questo luogo. 5 Natura Montagna

questo obbrobrio (con il contri- situazioni ne danno riprova che buto dello stato e della Regione) il turismo sia divenuto sempre per realizzare la stessa cubatura più e quasi esclusivamente atti- in un altro luogo previa trasfor- vità economica e che come tale mazione della previsione di piano viene sempre più gestito e rego- e realizzando nello stesso luogo lamentato. del fabbricato demolendo un Il connotato dominante e deter- impianto Balneare. minante della mobilità ne ha Ci si deve chiedere se e come è impedito una crescita qualitativa La via alla Migliara si snodava a possibile che un fabbricato di sia per gli utenti che per i gestori. mezza costa fra orti e vigneti con quella entità possa essere rea- Ma ancor più ne ha privilegiato qualche casa isolata legata alla lizzato senza che nessuno se ne la disponibilità delle risorse attività agricola ed alla residenza accorga e debba essere quindi come oggetti di consumo deter- dei suoi addetti. Questo fi no a demolito. minando un ciclo perverso che poco più di dieci anni fa. fi nirà col porre in crisi lo stesso Ora come ho detto alla Migliara Ci si deve chiedere se è possibile settore economico. si va in macchina serpeggiando che se un fabbricato di tale entità La crescente pressione sui beni con una via che si inerpica fra possa essere realizzato in tempi naturali e sul patrimonio cultu- arditi tornanti costeggiando case tanto brevi da impedire un tem- rale che si caratterizza sempre di e giardini che hanno invaso l’in- pestivo intervento. più come una corsa all’accapar- tero versante della montagna. D’altra parte ed in tutt’altro luogo ramento ed alla esclusivizzazione Alla sommità poco prima del Bel- e ambiente, all’immediata perife- e va perdendo l’attenzione ai vedere la trattoria di Gelsomina ria di una città come Milano ven- valori della formazione e della si è trasformata in un lussuoso gono realizzate senza permessi e crescita culturale deve far pen- albergo e ristorante con dota- senza che nessuno intervenga sare alle possibili conseguenze zione di ampia piscina terrazze tempestivamente un villaggio di una esasperazione in questa e solarium. di ville di rom che in attesa di direzione. Il traffi co automobilistico è riser- essere abbattute (se mai avverrà) vato agli abitanti lungo la strada vengono ampliate e dotate di Sono sempre più convinto che in e ai clienti dell’albergo e del ulteriori confort. una società in cui la mobilità e ristorante mediante un servizio A questo sfondo che è per lo la comunicazione tenderanno a gestito dallo stesso esercizio. meno scoraggiante fanno eco espandersi e ad accrescere la loro Il mondo è cambiato senza un le continue dichiarazioni della rilevanza si imponga una attività munifico donatore, senza un carenza di mezzi sia per sorve- di educazione e di formazione attento progettista, ma radical- gliare, sia per intervenire, sia per per un comportamento non solo mente. impedire da un lato ed il continuo coerente ma consapevole. Tornato lassù dopo alcuni anni accertamento di altri abusi, di Credo che la formazione all’at- mi sono chiesto se chi e come altri illeciti, connotati o meno di tività turistica sia irrinunciabile abbia realizzato questa trasfor- caratteri mafi osi. in tutti i settori ed in tutti i gradi mazione e più ancora se chi e Ma ancora una ulteriore conside- dalla scuola alla società. Tutte le come l’abbia autorizzata. razione si impone quale specifi ca violenze che lamentiamo all’am- Il confronto fra le due storie del “giorno dopo”. Poiché la mag- biente, alla natura, al patrimonio ed i due casi lascia perlomeno gior parte di queste tolleranze artistico e culturale, materiale e sconcertati anche per le con- e di queste iniziative abusive immateriale, sono frutto di una siderazioni che ne derivano e investono il settore delle vacanze diseducazione e della mancata che hanno portata e valore più e più in generale dell’attività educazione; una educazione generale. turistica non ne deriva una con- tanto più urgente in quanto È possibile che un paese cambi, statazione di una patologia che deve portarci ad un recupero cresca, si sviluppi o si distrugga interessa questo settore? della preminenza della qualità senza ordine, senza controlli, Io sono sempre più convinto che rispetto alla quantità ed ad una eludendo leggi e autorità? il turismo, nella sua stessa defi - rivalutazione dell’essere rispetto Ho letto non molti giorni fa che nizione, nella sua articolazione, all’avere per una restituzione di in base al cosiddetto accordo nella sua caratteristica di attività pari dignità all’io rispetto all’al- con il ministro Beni Culturali di complessa abbia bisogno di un tro. Prima che il “giorno dopo” allora, Rutelli, ai proprietari della ripensamento sia in ordine ai suoi sia troppo tardi. costruzione di Alimuri debba fi ni che ai suoi mezzi. essere concesso di demolire Credo ed il ripetersi di fatti e di Francesco Cetti Serbelloni 6 Natura Montagna

Nucleare gli idrocarburi e del carbone tricità ottenibile dai combustibili negli attuali motori e centrali fossili, da fonte idroelettrica o Si stanno moltiplicando docu- e macchine termiche, immet- geotermica e anche da fonti rin- menti e scritti, spesso ammantati tono nell’ambiente sostanze novabili. di una certa autorevolezza scien- nocive; I costi monetari dell’elettricità tifi ca, che indicano l’opportunità – è vero che l’estrazione del car- nucleare devono essere calcolati di tornare di nuovo a produrre bone comporta un alto prezzo in riferimento al suo intero ciclo: elettricità con centrali nucleari. di vite umane; si comincia con i costi relativi Le tesi fi lo-nucleari sono basate – è vero che il calore o l’elettricità all’estrazione dei minerali di sui seguenti punti: ottenuti dalle fonti energetiche uranio e alla relativa concentra- (a) l’elettricità nucleare non è rinnovabili – tutte direttamen- zione a ossido, yellow cake, con associata alla produzione di te o indirettamente di origine formazione di grandi quantità gas serra: solare – calore a bassa, media di scorie, sia pur blandamente, (b) l’elettricità nucleare non è o eventualmente alta tempe- radioattive (per ora omettiamo le inquinante, a differenza di ratura, elettricità fotovoltaica considerazioni sulla dimensione, quella ottenuta bruciando o termoelettrica, dal vento o tutt’altro che infi nita, delle riserve prodotti petroliferi e carbo- dal moto ondoso, calore dalla di uranio, economicamente recu- ne; combustione di materie orga- perabili). (c) l’elettricità nucleare costa, niche derivate dalle biomasse Seguono i costi della trasforma- per kWh, meno di quella – hanno, con le attuali tecni- zione per via chimica dell’os- ottenuta dai combustibili che, un costo in euro per joule sido di uranio in esafl uoruro di fossili e, a maggior ragione, o per kWh, superiore a quello uranio, con formazione anche qui dalle fonti rinnovabili; delle corrispondenti forme di di scorie, sia pur blandamente, (d) la produzione di elettrici- energia ottenute dai combu- radioattive. A questo punto vi tà nucleare permette di af- stibili fossili; sono i costi della trasformazione frontare con tranquillità il – infine i revisionisti sostengono dell’esafl uoruro di uranio in un problema del graduale im- che l’energia nucleare è sicura concentrato di esafluoruro di poverimento delle riserve di perché nelle molte diecine di uranio contenente dal 3 al 5 % petrolio; anni in cui alcune centinaia di uranio-235, con formazione di (e) il problema della sistemazio- di reattori hanno funzionato sottoprodotti di uranio “impove- ne delle scorie radioattive è ci sono stati due soli incidenti rito” contenente meno dell’1 % di fastidioso ma è risolvibile. “importanti”, quello di Three uranio-235. Tale “arricchimento” Mile Island negli Stati Uniti in uranio-235 può avvenire con Come spesso capita, tali tesi (1979), in cui non è morto il vecchio processo di diffusione nascondono errori e bugie dietro nessuno, e quello di Chernob- gassosa o con il processo di alcune verità: yl, in Ucraina, (1986), che si è centrifugazione, entrambi basati – è vero che l’uso dei combustibi- verificato in forma catastrofica sul fatto che il fl uoruro di uranio- li fossili comporta un aumento perché era stato costruito dai 235 è “un poco” più leggero del delle emissioni nell’atmosfera comunisti; fl uoruro dell’uranio-238 presente di gas (i cosiddetti “gas serra”) – e ancora che la tecnologia in ragione di circa il 99,3 % nel responsabili del lento, conti- nucleare comporta le difficoltà minerale. nuo, riscaldamento planetario che vedremo fra poco in mag- Una parte dei costi di arricchi- dell’atmosfera e degli oceani e giore dettaglio, ma le difficoltà mento è pagato dal fatto che dei mutamenti climatici; sono sempre state incontrate il residuo di fl uoruro di uranio – è vero che le riserve mondiali da qualsiasi nuova tecnologia “impoverito” può essere tra- di petrolio (presto, anche di e la scienza e la tecnica le han- sformato in uranio metallico, gas naturale) stanno impove- no sempre superate. blandamente radioattivo, che, rendosi e i problemi di scar- NON È VERO che l’energia nucle- essendo un metallo pesante, sità e di relativo aumento dei are risolve o attenua i precedenti trova impiego come zavorra per prezzi si faranno sentire in uno problemi. Essa infatti non è né battelli e aerei, e, essendo pirofo- o due decenni, anche come economica, né sicura né pulita. rico, trova “utile” impiego come conseguenza della crescente NON È VERO che è “economica”: proiettile di cannoni o di aerei. Il conflittualità associata al con- se si fanno i conti del costo – non ricavato di questo commercio va trollo politico e militare delle del prezzo, che con il costo non detratto dal costo (ben maggiore) riserve; ha niente a che fare – dell’elet- del processo di arricchimento. – è vero che l’estrazione, il tra- tricità nucleare si vede che esso A questo punto vanno contabiliz- sporto e la combustione de- è ben più alto del costo dell’elet- zati i costi di trasformazione chi- 7 Natura Montagna

mica dell’esafl uoruro arricchito può anche avere dalla vendita trali, di separazione e trattamento di uranio-235 in ossido, che viene (nessuno sa a quale prezzo) del del combustibile irraggiato, di introdotto nei reattori per liberare plutonio come “combustibile” per trasporto e smaltimento dei calore per fi ssione nucleare. altri reattori nucleari in forma di materiali radioattivi associati a A questo punto cominciano i ossido misto di uranio-plutonio tale ciclo. costi relativi alla costruzione (MOX), dopo che è svanita la NON È VERO che la produzione e all’installazione del reattore follia dell’uso del plutonio in di elettricità nucleare è pulita. e della centrale, costi che inci- reattori autofertilizzanti. Inquinamenti radioattivi si veri- dono sul kWh dell’elettricità La seconda strada consiste nella fi cano durante l’intero ciclo dal nucleare sotto forma di una sepoltura, per migliaia di anni, minerale alla sepoltura delle frazione (ammortamento) del del combustibile irraggiato nes- scorie, anche se in gran parte i capitale investito. Con un’ardita suno sa come e dove e nessuno dati sono poco noti; gran parte operazione contabile si possono sa quali siano i costi delle pro- delle contaminazioni umane e far apparire bassi i “costi fi ssi” spezioni geologiche, della costru- ambientali sono destinati a verifi - dell’impianto facendo apparire zione di gallerie sotterranee, dei carsi – con certezza – in futuro. bassi i costi dell’impianto, del tentativi poi abbandonati (che I più delicati punti di inquina- denaro e la durata della vita utile cosa è costata ai cittadini italiani mento sono associati alle attività della centrale: più a lungo la cen- la pur piccola avventura, alla minerarie, alla fase di trattamento trale produce e vende elettricità, fine del 2003, del tentativo di chimico del minerale, alla fase meno i costi fi ssi incidono sul sistemare materiali radioattivi in di arricchimento, allo stesso costo del kWh elettrico nucleare. un giacimento di sale a Scanzano funzionamento del reattore che Sfuggono a una reale valutazione Ionico ?) inevitabilmente è accompagnato del costo dell’elettricità nucleare Le precedenti considerazioni indi- da, sia pure in genere abbastanza i costi coperti da fi nanziamenti cano che qualsiasi “ragionevole” limitate, emissioni di elementi pubblici, da concessioni da indicazione di un basso costo radioattivi nell’atmosfera e nelle parte di enti pubblici dei suoli, dell’elettricità nucleare è falsa, acque. Ma la parte più inqui- dell’acqua di raffreddamento, essendo noti (con forti incertezze) nante del ciclo nucleare si ha della protezione da assalti, delle e contabilizzabili soltanto alcuni nella fase di ritrattamento del norme di sicurezza dei lavoratori costi ed essendo del tutto scono- combustibile irraggiato e, sotto e altri costi ancora. sciuti in gran parte i costi com- forma di contaminazioni future e A questo punto ogni uno o due plessivi. Il lettore avrà notato che certe, nelle fasi di sistemazione e anni il combustibile deve essere non ho preso in considerazione sepoltura delle scorie radioattive estratto dal reattore, sotto forma nessun costo monetario associato e di quanto resterà dei reattori di “combustibile irraggiato” agli esseri umani, come spese per dopo la fi ne della loro vita utile. ed entra in un’altra parte del il ricovero di operai o di persone La contaminazione futura si può ciclo che genera costi da attri- esposte a radiazioni, perdita di solo intuire perché mancano buire all’elettricità prodotta. Il ore di lavoro, spostamento di proposte affidabili di sistema- combustibile irraggiato deve popolazioni dalle zone a rischio, zione delle scorie radioattive in stazionare per mesi o anni in costi della militarizzazione e del modo che, per migliaia e diecine una piscina sott’acqua, e anche controllo poliziesco delle zone di migliaia di anni (tempi più questo costa. coinvolte con attività nucleari. lunghi di quelli che ci separano A questo punto il combusti- NON È VERO che la produzione dall’alba della rivoluzione del bile irraggiato può seguire due di elettricità di origine nucleare è Neolitico) le materie radioattive strade, una, quella del recupero sicura; i casi sempre citati degli non vengano a contatto con le del plutonio e sua separazione dai incidenti ai reattori di Three Mile acque e con esseri viventi. prodotti di fi ssione o di irraggia- Island (“Tutti vivi ad Harrisburg”, Dovunque passa, il ciclo nucleare mento e dall’uranio, con i relativi come scrisse ironicamente Dario genera e lascia materiali radio- costi a cui vanno aggiunti altri Paccino) e di Chernobyl, dovuto attivi formatisi, spesso per irrag- costi sconosciuti, ma elevati, per alla nota arretratezza della tec- giamento di parti di macchinari; la sepoltura, per migliaia di anni, nologia comunista (!?), sono lo si vede dalla circolazione di dei residui radioattivi diversi dal solo due episodi di una lunga, e crescenti quantità di merci rese plutonio; tale operazione può solo in parte conosciuta, serie di radioattive dall’impiego, nel loro peraltro avere anche un piccolo incidenti che hanno avuto effetti ciclo produttivo, di materie che ritorno monetario sotto forma di di inquinamento ambientale e sono state a contatto con la radio- plutonio venduto a fi ni militari, di avvelenamento di lavoratori, attività delle centrali o dei vari nessuno può dire a quale prezzo; incidenti verifi catisi lungo l’intero processi. Anche in questo caso si un piccolo ritorno monetario si ciclo di funzionamento delle cen- hanno poche notizie sotto forma 8 Natura Montagna

santa del Novecento l’Italia era alla gloriosa avanguardia nel campo dell’energia nucleare; c’erano ambizioni di costruire una bomba atomica nazionale, una nave a propulsione nucleare, ma soprattutto i vari governi, sotto la pressione dell’Enel, vole- vano costruire “tante” centrali nucleari. Bisogna riandare al 1973 e alla prima crisi petrolifera, quando il prezzo del petrolio greg- gio schizzò, in pochi mesi, da 2 a 10 dollari al barile, e fece intrav- vedere un’Italia a piedi e al buio; in quello spavento il governo del tempo non trovò di meglio che proporre il primo “programma di scoperta di metalli radioattivi, plutonio, al trizio, un ciclo che, a energetico nazionale” del 1975, soprattutto alluminio e acciaio, maggior ragione si può defi nire che prevedeva la costruzione di importati anche in Italia e prove- non sicuro e non pulito e che un numero imprecisato, fra 40 e nienti da parti del ciclo nucleare, deve essere fermato, come chiede 60, di centrali nucleari da 1000 non solo come sottoprodotti di l’articolo VI del trattato di non megawatt ciascuna che sareb- incidenti. Se si considera che esi- proliferazione nucleare. Lo sman- bero andate ad aggiungersi alle stono in funzione oltre 400 reat- tellamento delle armi nucleari tre piccole centrali esistenti (in tori nucleari, alcuni già abban- esistenti e del ciclo nucleare mili- Piemonte, Lazio e Campania) e a donati, ma che fi niranno la loro tare pone problemi di sicurezza quella ad acqua bollente costru- vita utile entro alcuni decenni, e e di contaminazione radioattiva ita in Lombardia nella golena che alla fi ne della loro vita utile i ancora più grandi di quelli del del Po a Caorso, fra Piacenza e milioni di tonnellate di cemento, ciclo nucleare “commerciale”, tal- Cremona. metalli e residui, tutti radioattivi, volta spacciato per “pacifi co” ma Già in quegli anni i dati dispo- dovranno essere sepolti “da qual- che pacifi co non è perché i suoi nibili mostravano che, dopo un che parte”, nessuno sa come e sottoprodotti trovano impiego in avvio entusiasmante, la produ- dove, si vede che davvero, con la attività militari. zione di elettricità dalla fi ssione scelta nucleare è stato stretto quel Un ultimo commento merita del nucleo atomico cominciava “patto col diavolo” di cui scrisse l’affermazione, spesso ripetuta a mostrare i suoi limiti; soprav- Alvin Weinberg, nel 1972. In dal revisionismo nucleare, che viveva bene negli Stati Uniti, cambio dell’elettricità il moderno il referendum del 1987 è stato nell’Unione sovietica, in Inghil- Faust chiede alle società umane un clamoroso errore dettato terra e in Francia dove le attività una lungimiranza, una capacità dalla frettolosa e sconsiderata nucleari civili erano funzionali di controllo, una onestà, una pressione del movimento antinu- a quelle militari; il plutonio stabilità delle istituzioni, e una cleare. Esaminiamo brevemente formatosi dall’uranio durante vigilanza che nessuna società perché il “popolo” italiano decise il funzionamento delle centrali, umana sembra capace di garan- di vietare la costruzione di altre veniva separato, in impianti tire. centrali nucleari e di interrom- costosi e soggetti a incidenti e Finora ho cercato di indicare pere il fi nanziamento Enel al reat- inquinamenti, e aveva un “mer- perché, a mio parere, deve essere tore francese Superphenix, quel cato” come esplosivo per armi fermata la moltiplicazione delle famoso reattore autofertilizzante atomiche; negli anni cinquanta, centrali nucleari e delle relative che avrebbe dovuto produrre più sessanta, settanta e ottanta del attività “commerciali”. Esiste energia di quella ricavabile dalla Novecento sono state esplose a poi un mondo in cui gli stessi carica di uranio, e perché l’esito fi ni sperimentali duemila bombe problemi, moltiplicati per molte del referendum del novembre atomiche nell’atmosfera e nel volte, sono associati al ciclo 1987 non fu dovuto soltanto allo sottosuolo. nucleare relativo alla produ- spavento seguito alla catastrofe Ma l’Italia voleva ugualmente zione di esplosivi e di materiali del reattore ucraino di Chernobyl, la sua gloria; molti si chiesero militari, dall’uranio ad alta con- allora nell’Unione sovietica. dove avrebbero potuto essere centrazione dell’isotopo 235, al Negli anni cinquanta e ses- messe le tante centrali del primo 9 Natura Montagna

programma energetico e che conoscere il signifi cato di parole che funzionano con il principio cosa sarebbe stato del combu- come isotopi, radioattività, pluto- dei reattori ad alta pressione stibile irraggiato. Per farla breve, nio, dose massima ammissibile, e che sono protetti da corazze nel successivo “programma eccetera. E capirono perché non più resistenti alle esplosioni dei energetico nazionale” del 1977 dovevano essere costruite le contenitori degli attuali reattori il numero delle centrali nucleari centrali né nel loro territorio, né nucleari “di seconda genera- previste era sceso a quattro, ma altrove. zione”. Si tratta di reattori da ciascuna da 2000 megawatt. Gli anni ottanta del secolo scorso 1600 megawatt, di progetta- Un’altra sul Po in Piemonte, una sono stati caratterizzati dall’avvio zione franco-tedesca, di cui uno nel Mantovano, una nel Lazio della costruzione delle centrale di è in costruzione in Finlandia a a Montalto di Castro, una da Montalto di Castro che avrebbe Olkiluoto e un altro dovrebbe qualche parte in Puglia. Chi sa dovuto produrre 2000 mega- essere costruito nella Francia che qualche studente un giorno watt con due reattori ad acqua settentrionale a Flamanville, nel non faccia una tesi di laurea sotto pressione, dalle continue dipartimento de la Manche. Inu- sugli errori e le menzogne e le diffi coltà del reattore (ad acqua tile dire che l’Enel ha fatto sapere compiacenze politiche di quegli bollente) di Caorso, dalle notizie di partecipare a questo secondo anni; il materiale non è facile da sempre più scoraggianti sul fun- progetto col 10 percento della ottenere. Una parte imponente si zionamento del “perfettissimo” spesa, non soddisfatta di tutti i trova a Brescia presso la Fonda- reattore francese Superphenix soldi (pubblici) già perduti nel zione Archivio Luigi Micheletti nel quale l’Enel aveva investito, cofi nanziamento dello sventurato www.musil.bs.it, in corso di di soldi pubblici, un terzo del reattore francese Superphenix. schedatura. capitale iniziale, reattore defi ni- Circolano notizie che l’Italia Apparirà allora che le proposte tivamente chiuso nel 1997 con vorrebbe partecipare alla costru- di insediamento erano fatte su la sua carica di sodio metallico zione di cinque (o dieci) di questi informazioni cervellotiche, senza e di plutonio. A Rotondella in reattori (noi facciamo sempre le tenere conto dei vincoli territo- Basilicata cominciava il ritrat- cose in grande) che comunque riali, sulla base di valutazioni di tamento delle barre irraggiate potrebbero cominciare a fornire impatto ambientale approssima- importate dal reattore americano elettricità dopo il 2020; se doves- tive e talvolta errate, e mirate a di Elk River funzionante col ciclo sero essere installati in Italia giustifi care le scelte del governo torio-uranio, chiuso dopo appena nessuno sa dove si trovino delle e delle autorità locali attratte tre anni, barre che i proprietari zone costiere in cui insediarli con dalla gran quantità di soldi che avevano provvidenzialmente un minimo di sicurezza. lo Stato offriva a chi accettava rifi lato all’Italia dove il lavoro di I problemi dell’energia saranno una centrale nucleare nel suo separazione delle varie frazioni centrali nel governo del paese territorio. altamente radioattive è stato nei prossimi decenni: per risol- In questa generale confusione inquinante e del tutto inutile. E verli non occorre certo l’energia si verifi cò l’incidente al reattore le relative scorie sono ancora lì, nucleare, ma una nuova maniera americano di Three Mile Island sul mar Ionico. di pianificare approvvigiona- (marzo 1979) a cui seguirono Quando si verifi cò la catastrofe al menti, produzione e consumi, i lavori di una commissione reattore di Chernobyl la protesta di pianificare la quantità e la sulla sicurezza nucleare, resi era già al culmine e da qui il qualità delle merci e dei servizi, pubblici a Venezia nel gennaio risultato del referendum del 1987 condizione indispensabile per 1980; neanche questo rallentò che contestava gli sconsiderati attuare una modernizzazione la passione nucleare. Le popo- programmi nucleari italiani. della ricerca, dell’industria, un lazioni condannate ad ospi- E qualcuno sta ancora pensando aumento dell’occupazione e un tare le previste centrali nucleari alla resurrezione del nucleare in miglioramento dell’ambiente. intanto si informavano e perfi no Italia, incantato dalle promesse modesti contadini impararono a dei reattori di “terza generazione” Giorgio Nebbia

10 le sabbie(fotoM.Sticher, maggio 2007). L’aspetto a attualedelportodiMoynaq(Uzbekistan): inseguitoaldisseccamentodellagod’Aral,ipescherecciarrugginiscono La crisiambientale La Dipartimento diScienzeEconomiche.SedeGeografia Dipartimento del lagod’Aral Alma Mater Studiorum UniversitàdiBologna Alma MaterStudiorum È ricco non chi possiede la terra, macoluichedisponedell’acqua È riccononchipossiedelaterra, S C TEFANO ARLO C P ENCINI IASTRA Proverbio uzbeko renati tra

11 Natura Montagna Anno LV – N. 2 2/08

Il lago d’Aral, posto in Asia centrale al confine tra no solamente due, l’Amu-Darya ed il Syr-Darya; in Kazakistan ed Uzbekistan, ha sperimentato negli entrambi i casi si tratta di corsi d’acqua cosiddet- ultimi decenni un drammatico disseccamento che ti esotici, cioè che trasportano acque provenienti ha avuto un grande risalto sia sui media che nella quasi interamente dalle aree da cui hanno origine, letteratura scientifica (NIHOUL et alii 2002). Nono- mentre quasi insignificante è l’apporto idrico rac- stante ciò e malgrado i numerosi progetti interna- colto durante il proprio decorso. zionali di ripristino o di mitigazione del danno (MIC- L’Amu-Darya (denominato Oxus nelle fonti greche KLIN 1998), il quadro generale resta ancora asso- e latine) nasce dalle montagne del Pamir in segui- lutamente critico. to alla confluenza dei fiumi Pyanj (Afghanistan) e Questo contributo si propone di sintetizzare le cau- Vaksh (Tagikistan). La sua lunghezza totale supe- se, gli sviluppi e le conseguenze di quello che nel- ra i 2400 km e, grazie ad un deflusso medio an- la bibliografia internazionale viene frequentemente nuo di 70 km3, esso può essere considerato il più menzionato come il più grave disastro ambientale grande fiume dell’Asia centrale (GLANTZ 2005). Il del XX secolo (FESHBACH, FRIENDLY 1992), frutto di regime dell’Amu-Darya, fortemente irregolare per- una pianificazione dissennata ai tempi dell’Unione ché condizionato dallo scioglimento stagionale dei Sovietica, per poi analizzarne la situazione attuale ghiacciai, è caratterizzato da un periodo di magra e discuterne i possibili scenari futuri. invernale e da due periodi di piena, uno primaveri- le ed uno estivo. L’aspetto delle sue acque, peren- nemente torbide, rimanda ad un’altra importante 1. Un bacino endoreico caratteristica di questo fiume, ovvero il notevole trasporto solido. Il lago d’Aral si trova al centro di un territorio qua- Il Syr-Darya (nell’antichità chiamato Iaxartes), lun- si interamente arido, caratterizzato da deserti sab- go oltre 2300 km, nasce dalla catena del Tien Shan biosi (Kyzylkum, Karakum) e da ambienti steppici, in Kirghizistan e attraversa Tagikistan ed Uzbeki- dove raccoglie le acque di un vasto bacino endo- stan, per poi entrare in territorio kazako e infine reico, cioè di un’area dove, per motivi orografici, sfociare tramite un delta nell’Aral. Analogamente il reticolo idrografico non ha sbocco nei mari o ne- all’Amu-Darya, anche il Syr-Darya ha un regime gli oceani, ma va invece a formare corpi d’acqua irregolare legato agli scioglimenti glaciali stagiona- interni più o meno ampi. Bacini di questo tipo so- li; il deflusso medio annuo (circa 35 km3) ed il tra- no praticamente assenti in Europa, ma risultano sporto solido sono invece sensibilmente inferiori. relativamente frequenti in continenti con superfi- All’apporto idrico dell’Amu-Darya e del Syr-Darya ci maggiori, ad esempio in Africa (lago Ciad) o in si deve la salinità del lago, che prima dell’innesco Asia appunto (oltre al caso in esame, ricordiamo della crisi odierna aveva una concentrazione di cir- il Tarim con il lago Lop Nur). ca 10 g/l. Come dimostrano infatti le indagini chi- Il bacino dell’Aral (fig. 1) é particolarmente este- miche effettuate a più riprese, i sali disciolti nelle so, raggiungen- sue acque sono do gli 1, 8 milio- nella loro totali- ni di km2 ed inte- tà di origine flu- ressando territo- viale. Proprio in rialmente Kaza- virtù della sua kistan, Uzbeki- salinità e delle stan, Turkmeni- notevoli dimen- stan, Tagikistan, sioni, nella let- Kirghizistan, Af- teratura scien- ghanistan ed in tifica l’Aral è in- minima parte differentemente Iran e Repubbli- citato come “la- ca Popolare Ci- go” o “mare”: se nese, vale a di- in italiano la pri- re tutti gli Stati ma accezione è dell’Asia centra- più frequente, le. Al suo inter- in inglese (Aral no, i fiumi prin- Sea) o francese cipali che tra- (Mer d’Aral) è la sportano le ac- seconda ad es- que superficiali Fig. 1 – Il bacino del lago d’Aral (rielaborato da MICKLIN 2007). La superficie del lago sere più corren- verso il lago so- rappresentata in figura è quella precedente all’innesco della crisi ambientale. temente usata. 12 La crisi ambientale del lago d’Aral

2. Alle radici di un disastro Grazie a questi interventi, la produzione cotonie- ra aumentò sensibilmente, senza tuttavia raggiun- ecologico: la coltivazione del gere l’agognato sorpasso nei confronti degli Sta- cotone in Asia centrale ti Uniti. In compenso gli interventi sopra descritti ebbero un impatto assolutamente devastante sul Gli anni ’50 del Novecento segnarono per l’URSS piano ambientale. un momento di svolta radicale nell’ambito eco- nomico. Definitivamente chiusa la tormentata fa- se staliniana, l’Unione Sovietica, sotto la guida di 3. La crisi ambientale: il piccolo e il Nikita Krusciov, lanciò una nuova ed ambiziosa grande Aral politica agraria in Asia centrale. Con il “Program- ma di sfruttamento delle terre vergini” si tentò per A partire dagli anni ’60 del Novecento, a una de- la prima volta di mettere a coltura, con cereali, le cina anni di distanza dall’inizio del potenziamen- sterminate steppe del Kazakistan e dell’Uzbekistan to del settore cotoniero in Asia centrale voluto da settentrionale (a quel tempo formalmente repub- Krusciov, cominciarono a manifestarsi, dapprima bliche dell’URSS), mentre per quanto riguarda la timidamente, in seguito in maniera plateale, le con- sezione centrale del bacino del lago d’Aral, il Co- seguenze di tale avventata politica. mitato Centrale del Partito Comunista Sovietico Depauperato di gran parte dell’apporto idrico dei sancì il potenziamento della coltivazione del cotone suoi tributari, l’Aral iniziò una rapida regressione, (ASHIRBEKOV, ZONN 2003), già da secoli importante in quanto le acque dei suoi due immissari non era- realtà regionale, nel tentativo da parte dell’Unione no più in grado di bilanciare quelle perse per eva- Sovietica di raggiungere l’autosufficienza riguardo porazione. Tale fenomeno non preoccupò i tecni- ad esso e di diventarne il primo produttore mon- ci sovietici; si trattava anzi del prevedibile effetto diale, sorpassando gli Stati Uniti. dell’aumento dell’area irrigata, puntualmente pre- I motivi ufficiali dell’iniziativa erano agrari ed eco- visto: un “sacrificio necessario”, come si disse al- nomici, ma dietro l’operazione erano sottese in lora, per la crescita della nazione sovietica. realtà anche mosse propagandistiche nell’ambito A più di 40 anni di distanza dall’innesco del disa- della Guerra Fredda: in questo modo l’URSS in- stro ambientale il livello del lago si è abbassato di tendeva dimostrare la superiorità del modello so- oltre 20 m, la sua superficie si è ridotta di circa il cialista rispetto a quello capitalista. Il gigantismo 75% ed il suo volume di circa il 90% (fig. 2). Que- dell’intervento si collegava anche alla politica am- sto processo - a lungo tenuto nascosto dall’URSS bientale propria dell’Unione Sovietica, incardina- e portato alla ribalta mondiale solamente tra la fi- ta su di una concezione di puro sfruttamento del- ne degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 (MICKLIN le risorse naturali, ritenute virtualmente illimitate 1988; ELLIS 1990) - è stato talmente intenso che e prive di un valore intrinseco se non in funzione nel 1989-1990 l’Aral si è frazionato in due distinti di un loro utilizzo da parte dell’uomo, parados- corpi d’acqua: il piccolo Aral (detto anche Aral del salmente molto vicina alle teorie degli economisti nord), alimentato dal Syr-Darya ed interamente in neoclassici. territorio kazako, e il grande Aral (detto anche Aral La quasi totalità dell’Uzbekistan e parte del Kaza- kistan meridionale furono così riconvertite in una sorta di enorme monocoltura cotoniera, organiz- zata in maniera fortemente statalista attraverso la creazione di Kolkhoz e soprattutto di Sovkhoz. Mentre i primi si ispiravano ad un modello di tipo cooperativo, i Sovkhoz erano vere e proprie azien- de agricole statali, caratterizzate dalle grandi di- mensioni (decine di migliaia di ettari), dalla mec- canizzazione spinta e dalla conduzione diretta da parte di agronomi governativi. I nuovi campi coltivati a cotone furono irrigati de- rivando enormi quantità di acqua dall’Amu-Darya e dal Syr-Darya tramite canali artificiali, ad oggi estesi per una lunghezza totale di circa 180. 000 km e caratterizzati da un’estrema inefficienza nel trasporto idrico (tuttora quasi metà dell’acqua ca- nalizzata in territorio uzbeko va persa e non rag- Fig. 2 – Il progressivo disseccamento del lago d’Aral a partire da- giunge i campi!) (THURMAN 2001). gli anni ’60 del Novecento (da MICKLIN 2007). 13 2/08

del sud), alimentato dall’Amu-Darya e diviso tra nuta meno l’azione mitigatrice della massa idrica, Kazakistan ed Uzbekistan, a quel tempo ancora ri- il clima della zona ha visto accentuare il suo carat- compresi all’interno dell’Unione Sovietica. tere continentale, sperimentando estati più calde e Sempre a causa dell’abbassamento delle acque del secche ed inverni più freddi (ZOLOTOKRYLIN 1999). lago, a partire dal 2001 l’isola di Vozrozhdeniye, I delta del Syr-Darya e soprattutto dell’Amu-Darya che in russo significa “Rinascita”, si è saldata al- si sono a loro volta in gran parte disseccati, dive- la terraferma, diventando una vasta penisola: tale nendo “fossili”. Nel cosiddetto Priaralye, la regio- fatto ha suscitato grandi preoccupazioni presso gli ne che si affaccia sull’Aral, la falda acquifera, pe- analisti internazionali, poiché l’isola, ora accessi- santemente contaminata e non più utilizzabile a bile via terra, tra gli anni ’30 ed ’80 del Novecento fini potabili, si è abbassata, contribuendo alla sa- aveva ospitato un centro di ricerca sovietico dedi- linizzazione dei suoli ed alla desertificazione (RAFI- cato alla sperimentazione di armi chimiche e bat- KOV 1999). Abbassamento della falda e suoli sem- teriologiche, in primis l’antrace (ALIBEK 1999). pre più salati, associati a disboscamenti antropici, La rapida regressione dell’Aral ha generato “a ca- hanno a loro volta causato una decisa riduzione scata” un lungo elenco di problemi ecologici. della foresta tugai (fig. 3), un’associazione vege- Conseguentemente alla riduzione del livello delle tale tipica dell’Asia centrale, dominata da pioppi acque è esponenzialmente aumentata la salinità, quali Populus euphratica e P. pruinosa: nel delta che è passata dagli originari 10 g/l ai 160 g/l at- dell’Amu-Darya, in soli 15 anni la foresta tugai è tualmente riscontrabili in certe aree, trasforman- passata dai 52. 000 ettari del 1974 ai 3300 ettari do buona parte del lago in un bacino iperalino. del 1989 (NOVIKOVA 1999). Questo fatto ha avuto gravissime ripercussioni sul Accanto alle criticità sopraesposte, esistono però piano ecologico, provocando la scomparsa totale realtà in rapida evoluzione e meno negative: ai no- dell’ittiofauna locale, sostituita dapprima da spe- stri giorni, ad oltre 40 anni di distanza dall’innesco cie esotiche introdotte dall’uomo; in seguito anche del disastro, è cioè possibile tracciare un primo bi- un drastico calo di queste ultime. L’economia e la lancio della crisi che ha investito il lago e tentare cultura della zona, basate sulla pesca, sono state di descriverne i diversi e per certi versi sorpren- così cancellate nell’arco di pochi decenni. denti esiti odierni. Da un punto di vista ambientale La riduzione della superficie del lago ha inoltre cau- il piccolo e il grande Aral presentano oggi situa- sato cambiamenti climatici a scala regionale: ve- zioni drammaticamente opposte. Nel primo caso,

Fig. 3 – Foresta tugai presso la riserva naturale di Badai-Tugai (Khorezm – Uzbekistan). Il deperimento di Populus euphratica e P. pruino- 14 sa, visibile in figura, va ricollegato all’abbassamento della falda acquifera e alla salinizzazione dei suoli (foto C. Cencini, maggio 2007). La crisi ambientale del lago d’Aral l’ubicazione interamente in territorio kazako è ri- sultata decisiva per un recupero delle sue condi- zioni ecologiche. Il Kazakistan, forte di una econo- mia diversificata rispetto a quella dell’Uzbekistan, trainata dallo sfruttamento dei ricchi giacimenti di gas naturale e petrolio, ha riorganizzato la propria agricoltura, riducendo la superficie irrigata e mi- gliorando l’efficienza dei canali di derivazione. La conseguente diminuzione del prelievo idrico dal Syr-Darya ha avuto diretti riflessi sul suo deflusso, che è così tornato a sfociare regolarmente nel pic- colo Aral. Contestualmente, il governo kazako ha costruito a più riprese una diga allo scopo di im- pedire lo scambio idrico tra piccolo e grande Aral e di trattenere solo nel primo l’apporto del Syr- Darya. A partire dagli anni ’90 il livello del piccolo Aral si è innalzato di diversi metri e la salinità si è abbassata, passando dai circa 30 g/l del 1990 ai 12 g/l del 2006 (ALADIN et alii 2005; MICKLIN 2007). Tali condizioni hanno permesso l’introduzione di un pesce esotico, la passera del Mar Nero (Pla- tichthys flesus luscus), molto ben adattatasi a que- ste acque, nonché il ritorno nelle acque del delta Fig. 4 – Il piccolo Aral, il grande Aral orientale e il grande Aral del Syr-Darya di specie d’acqua dolce (Cyprinus occidentale in un’immagine da satellite datata 10 settembre 2007 (Archivio NASA). carpio, Carassius gibelio, ecc. ) (MITROFANOV et alii 2003). Nel piccolo Aral, nel corso degli ultimi 15 anni, si così instaurato un circolo virtuoso, dove il guito l’aumento di salinità, che ha raggiunto i 70 ripristino ecologico dell’area ha avuto significati- g/l circa nel grande Aral occidentale ed i 160 g/l ve ricadute anche in ambito economico e sociale, circa nel grande Aral orientale: nel primo bacino rendendo possibile, grazie al supporto finanziario le uniche specie ittiche ancora presenti con pochi e tecnico straniero (in questo caso danese), la ri- individui, almeno fino al 2002, erano la ricordata nascita delle attività economiche legate alla pe- passera del Mar Nero (Platichthys flesus luscus) sca, in precedenza scomparse (DANISH SOCIETY FOR e il latterino (Atherina boyeri caspia), mentre nel A LIVING SEA 2003). secondo, a causa della salinità molto elevata, non La situazione resta invece assolutamente critica è più stato avvistato alcun pesce da almeno cinque nel grande Aral, suddiviso tra Kazakistan ed Uz- anni. In sostanza, la situazione ecologica odierna bekistan. Quest’ultimo Stato, meno dotato rispetto del grande Aral orientale è tale che esso può già al primo di giacimenti di idrocarburi, nonostante essere considerato a tutti gli effetti un mare mor- le recenti riforme agrarie e la decollettivizzazione, to: la concentrazione salina è qui talmente elevata presenta ancora oggi un’economia quasi totalmen- che sul suo fondale stanno attualmente depositan- te dipendente dal cotone, di cui costituisce attual- dosi carbonati e persino solfati, come ad esempio mente il secondo esportatore al mondo (ENVIRON- gesso (LÈTOLLE et alii 2005). MENTAL JUSTICE FOUNDATION 2005), e non può per- mettersi una riconversione ad altre colture meno bisognose di acqua. Le ingenti derivazioni per usi 4. Le risorse idriche: geopolitica irrigui dall’Amu-Darya, il cui basso corso è com- dell’Asia centrale pletamente ricompreso in territorio uzbeko, pro- seguono tuttora, al punto che le acque di questo La tragedia dell’Aral presenta anche un’importante fiume vengono pressoché interamente deviate ed dimensione geopolitica legata alla gestione delle utilizzate per l’irrigazione dei campi di cotone. Pri- acque del suo bacino. vato della quasi totalità dell’apporto idrico del suo Ai tempi dell’URSS le cinque repubbliche centro- unico immissario, il grande Aral continua dunque asiatiche appartenenti all’Unione facevano parte di la sua progressiva regressione, tanto che esso si un sistema integrato che doveva realizzare una “so- è già sostanzialmente frazionato in ulteriori due lidarietà di bacino” imposta dall’alto. Kirghizistan e corpi d’acqua, un grande Aral occidentale ed un Tagikistan, le due repubbliche che ricomprendeva- grande Aral orientale (fig. 4) (GLANTZ 2007). Pa- no al loro interno le aree di origine del Syr-Darya rallelamente all’abbassamento di livello, è prose- e dell’Amu-Darya, divennero la “riserva d’acqua” 15 2/08 Fig. 5 – Le sponde del lago d’Aral nei pressi di Moynaq in un’immagine degli inizi del ’900 (Ar- chivio Fotografico del Museo di Stato di Nukus – Karakalpakstan).

dell’Asia centrale sovietica. In quegli anni furono tratti è scavato direttamente nelle sabbie e sprov- cioè costruite numerose dighe lungo l’alto corso visto di sponde in cemento. dei due fiumi, allo scopo di immagazzinare nei me- La disgregazione dell’URSS e l’indipendenza delle si invernali grandi volumi idrici da destinare poi, cinque repubbliche centro-asiatiche (1991) hanno nei mesi estivi, all’irrigazione dei campi di cotone portato al collasso di questo sistema, e la gestione turkmeni, kazaki ed uzbeki posti più a valle. Gli delle acque in Asia centrale si è improvvisamen- sbarramenti più importanti realizzati a quel tempo te trasformata da problema interno ad uno Sta- furono quelli di Nurek in Tagikistan, sul fiume Va- to (l’Unione Sovietica) a questione internazionale ksh (affluente dell’Amu-Darya), ancora oggi la di- (BEDFORD 1996). La neonata Federazione russa si ga più alta al mondo (300 m), e di Toktogul in Kir- è completamente defilata rispetto a questo tema, ghizistan, sul Syr-Darya. Kirghizistan e Tagikistan, mentre ogni Stato centro-asiatico, sulla spinta di in cambio dell’immagazzinamento delle acque e un crescente nazionalismo alimentato dalla vec- del loro mancato utilizzo in inverno per produrre chia Nomenklatura comunista – riciclatasi in nuova energia idroelettrica, ricevevano da Turkmenistan, classe dirigente repubblicana (AKINER 1997; JELEN Kazakistan ed Uzbekistan ingenti forniture gratu- 2000) – ha abbracciato una politica idrica incentra- ite di carbone, gas naturale e petrolio, impiegate ta sugli interessi particolari, generando una grave in gran parte per il riscaldamento durante i freddi situazione di conflitto (MICKLIN 2002). mesi invernali che caratterizzano la regione (SIE- Cessate le forniture gratuite di combustibili fossili, VERS 2002; KEMELOVA, ZHALKUBAEV 2003). Kirghizistan e Tagikistan hanno cominciato, du- Nello stesso periodo, parte delle acque immagaz- rante i mesi invernali, a far defluire a valle le ac- zinate in Kirghizistan e Tagikistan furono utilizza- que conservate negli invasi allo scopo di produrre te per potenziare la coltura del cotone nel settore energia idroelettrica, ed a costruire ulteriori sbar- turkmeno del bacino dell’Aral, grazie alla realizza- ramenti, il più importante dei quali è quello tagiko zione del canale Karakum, noto anche come ca- di Rogun, posto sul fiume Vaksh immediatamente nale Lenin. Realizzato a partire dal 1954 su vole- a monte della diga di Nurek, ad oggi non ancora re di Stalin, questa mastodontica opera idraulica ultimato. Diretto riflesso del mancato immagazzi- preleva acque dall’Amu-Darya e le veicola attra- namento idrico invernale più a monte, i campi co- verso il deserto del Karakum sino alle soglie del tonieri turkmeni, kazaki ed uzbeki hanno sperimen- mar Caspio. Si tratta del canale irriguo più lungo tato un’irrigazione estiva incostante, diminuendo al mondo (1370 km), caratterizzato da un’estrema qualità e quantità del prodotto. inefficienza nel trasporto idrico poiché per lunghi Il Turkmenistan ha continuato ad estendere la 16 La crisi ambientale del lago d’Aral propria superficie irrigata ed a potenziare il com- mente ribattezzata Sustainable Development Com- parto cotoniero, proseguendo il prelievo di acqua mission (SDC). A partire dal 1997 l’ICAS è stato dall’Amu-Darya tramite il citato canale Karakum poi rimpiazzato dall’International Fund for the Aral (HANNAN, O’HARA 1998). L’ex Presidente turkme- Sea (IFAS), fondo cofinanziato da Kazakistan, Kir- no Niyazov, recentemente scomparso, nell’ambito ghizistan, Tagikistan, Turkmenistan ed Uzbekistan della propria deriva autoritarista-teocratica ave- attraverso lo stanziamento (almeno teorico) dell’1% va inoltre cominciato i lavori per la realizzazione del rispettivo PIL. A tutti questi enti si sovrappon- di un vasto bacino artificiale al centro del deserto gono infine le prerogative delle Autorità di Bacino del Karakum, pomposamente ribattezzato “Golden dell’Amu-Darya e del Syr-Darya, retaggio dell’epo- Century Lake”: se portata a termine, tale opera ca sovietica (Basin-Valley Organization – BVO). avrebbe indirettamente implicato ulteriori deriva- Nonostante la stampa governativa e filo-governa- zioni idriche dall’Amu-Darya. Ad oggi Berdymu- tiva dia di questi organi un giudizio ampiamente khamedov, successore di Niyazov, non ha ancora favorevole (KARIMOV 1999), ad uno sguardo im- preso una decisione ufficiale riguardo al prosegui- parziale tali enti appaiono come strutture di pote- mento dei lavori del “Golden Century Lake”. re autoreferenziali, più interessate alla spartizione Il Kazakistan, forte di una crescita economica le- di ricchi appalti piuttosto che alla reale risoluzione gata allo sfruttamento dei giacimenti di gas natu- dei problemi. L’indifferenza e la superficialità delle rale e petrolio, ha ridotto la propria superficie ir- autorità nei confronti della crisi del lago d’Aral so- rigata, promuovendo il ripristino ambientale del no mirabilmente narrate da Rob Ferguson nel suo corso terminale del Syr-Darya e del piccolo Aral, libro-denuncia The Devil and the Disappearing Sea ma allo stesso tempo, con la costruzione di uno (FERGUSON 2003). Chiamato dal governo uzbeko in sbarramento sullo stretto di Berg, ha condannato qualità di esperto internazionale di problemi am- il grande Aral ad un ulteriore peggioramento della bientali, Ferguson descrive il sostanziale fallimento propria situazione. della sua missione a causa dei veti e dell’immobi- L’Uzbekistan, infine, si trova a gestire gran parte lismo dei dirigenti uzbeki. del corpo idrico più problematico, il grande Aral, di cui invece il Kazakistan si è completamente disin- teressato. In più il Karakalpakstan - regione che si affaccia sulla sponda meridionale del grande Aral e che più di tutte ha sofferto e soffre del disastro ecologico (si veda il paragrafo successivo) - è for- malmente una Repubblica Autonoma ricompresa all’interno dell’Uzbekistan, abitata in maggioranza da popolazione di etnia karakalpaka (assimilabile a quella kazaka), fatto quest’ultimo che ha recen- temente portato alla nascita di spinte autonomi- stiche e secessionistiche. Nel corso degli anni, alcune agenzie dell’ONU (UNDP e UNEP) e la Banca Mondiale hanno ap- poggiato la creazione di organi interstatali allo sco- po di governare la crisi, risolvere le tensioni e av- viare un uso sostenibile delle risorse idriche (VI- NOGRADOV, LANGFORD 2001). Nel 1992 è stato istituito l’International Committee for Addressing the Aral Sea Crisis (ICAS), forma- to da membri provenienti dai cinque stati centro- asiatici, con l’obiettivo di gestire i fondi internazio- nali concessi dalla Banca Mondiale. In base ad un anacronistico modello assistenzialista e burocrati- co, l’ICAS ha però generato a sua volta una Inter- state Commission for Water Coordination (ICWC) ed una Interstate Commission for Socio-Economic De- velopment and Scientific Technical and Ecological Cooperation (ICSDSTEC), quest’ultima successiva-

Fig. 6 – Pesca nel lago d’Aral in un’immagine degli anni ’50 del Novecento. 17 2/08

5. Il Karakalpakstan, la regione più contiene da 4 a 6 g/l (ATANIYAZOVA 2003). L’aumen- to della salinità interessa anche il 40% delle terre colpita coltivabili che hanno così perso gran parte della La crisi ecologica del lago d’Aral è stata accompa- loro fertilità. In alcuni casi la salinizzazione dei suoli gnata da un deciso peggioramento delle condizio- è tale da rendere necessarie misure estreme come ni di vita della popolazione del bacino (soprattutto quella di “lavare” i campi con grosse quantità di per quanto riguarda la situazione sanitaria, socia- acqua prima di coltivare. le ed economica) che sono diventate veramente Se è possibile tracciare una precisa correlazione drammatiche nel Karakalpakstan, la regione più tra l’aumento della mineralizzazione dell’acqua e colpita dalla crisi. il calo dei raccolti agricoli, non esistono dati certi Il Karakalpakstan è una repubblica semi-autonoma sui possibili effetti sulla salute associati alla con- dell’Uzbekistan, situata nel delta del fiume Amu- tinua ingestione di sali nell’acqua da bere. L’uso Darya, su di un’area di 165. 000 km2, la metà cir- cronico di acqua fortemente mineralizzata è stato ca della superficie dell’Italia. La sua popolazione messo in relazione con un’alta incidenza di iper- ammonta a 1. 570. 000 abitanti (2005), pari al tensione, malattie dei reni e del tratto urinario, di- 6% della popolazione del Paese, con una densità sturbi al fegato, malattie vascolari, ecc. (WHISH- di 9,5 ab./km2. La repubblica dispone di una vasta WILSON 2002). autonomia formale in campo culturale, economico Il fondo prosciugato del lago è oggi costituito da e sociale, ma in realtà è sotto lo stretto controllo del sabbia incrostata di sale, priva di vita e contami- governo centrale uzbeko. Il Karakalpakstan è una nata dai pesticidi. Le grandi tempeste di polvere, regione multietnica costituita dal 32% di Karakal- che qui si scatenano almeno una decina di vol- paki (oltre mezzo milione), 30% di Uzbeki, 26% di te all’anno, erodono la superficie sollevando una Kazaki, 4% Turkmeni e 8% tra Russi, Tatari, Core- quantità enorme di polveri, valutata in oltre 40 mi- ani e altri gruppi minori. I Karakalpaki sono un po- lioni di tonnellate l’anno, che vengono distribuite polo indigeno delle coste del lago d’Aral, con una sulle terre e sugli abitanti delle regioni circostanti. propria lingua e cultura e un’economia prevalen- A causa dei venti predominanti che provengono temente rurale, ma che ha da tempo abbandonato da settentrione, il Karakalpakstan è la regione più il nomadismo e la yurta, la tradizionale tenda dei esposta di tutto il bacino (GLANTZ 2005). nomadi delle steppe centro-asiatiche. Anche in questo caso è difficile stimare gli effetti I problemi che affliggono oggi la popolazione del di questo fenomeno sulla salute umana, ma studi Karakalpakstan appartengano a due diverse cau- epidemiologici mostrano una relazione tra l’espo- se, spesso strettamente correlate tra loro. La prima sizione alle polveri e un aumento dell’incidenza di è costituita dai problemi umani, sociali ed econo- malattie polmonari ostruttive croniche e di asma mici direttamente collegati al disastro ambientale: bronchiale, soprattutto nei bambini. Questa corre- salinizzazione dell’acqua potabile, inquinamento lazione è più marcata per le particelle fini, partico- ambientale e malattie connesse, scomparsa del- larmente pericolose perché capaci di penetrare nel la pesca e crisi economica correlata. L’altra è co- sistema immunitario (O’HARA et alii 2000; MÉDECINS stituita dai problemi comuni alle popolazioni che SANS FRONTIÈRES 2003). soffrono di sottosviluppo, qui resi più acuti dalla Le frequenti tempeste di polvere non sono solo por- crisi economica e sociale che ha accompagnato tatrici di polveri e di sale, ma anche di composti il dissolvimento dell’Unione Sovietica e il difficile chimici altamente tossici. Ai tempi dell’URSS, nelle e lento trapasso verso un’economia di mercato: fattorie del cotone del Karakalpakstan fu fatto un aumento della povertà, peggioramento dei servizi abuso cronico di prodotti chimici: pesticidi, erbi- sociali, emigrazione, ecc. cidi e defolianti. Paradossalmente, per contrastare Uno dei principali problemi che affliggono la popo- l’aumento della salinità del suolo e delle acque e il lazione della regione è l’alto livello di salinità che ha conseguente calo della produzione, vennero impie- contaminato l’acqua per il consumo umano e per gati più acqua, più fertilizzanti e più pesticidi in una l’agricoltura. Quasi tutta l’acqua utilizzata nel Ka- sorta di spirale perversa (WHISH-WILSON 2002). rakalpakstan passa attraverso infiniti campi di co- Tra i pesticidi utilizzati vi sono numerosi inquinanti tone dove drena enormi quantità di sale. Senza un organici permanenti, come DDT, toxafene e linda- sistema efficace di drenaggio, ogni goccia d’acqua no (HCH), spesso associati a PCB (policlorobifeni- che raggiunge le altre coltivazioni o viene assunta li) e diossine (come la famigerata TCDD). Sebbene dagli animali domestici o bevuta dalle persone ri- l’uso di questi veleni sia da tempo bandito nei paesi sulta fortemente salinizzata e inquinata. occidentali, altrettanto non è avvenuto in Uzbeki- Le linee guida dell’OMS stabiliscono che per esse- stan, dove alcuni di essi sono ancora liberamente re potabile l’acqua non deve possedere più di 1, 5 usati. Negli ultimi anni si è comunque registrata una diminuzione dei livelli di inquinamento delle 18 g/l di sale: nel Karakalpakstan l’acqua potabile ne La crisi ambientale del lago d’Aral

Fig. 7 – Case diroccate a Moynaq (foto C. Cencini, maggio 2007).

acque nell’area del delta, dovuta più all’elevato co- fino a livelli critici. Le principali cause sono emor- sto dei prodotti, insostenibile per molti agricoltori, ragie, tossiemia, infezioni, aborti, patologie genitali che all’effetto delle convenzioni internazionale in e soprattutto cattiva salute delle donne. campo ecologico e sanitario. L’anemia è molto alta e colpisce l’87% degli ado- Gli inquinanti chimici sono entrati nella catena ali- lescenti, il 90% delle donne non gravide e addirit- mentare e arrivano alla popolazione tramite diversi tura il 98, 7% delle donne gravide (UNICEF 2002). vettori: ingeriti con gli alimenti dove si accumula- L’anemia è causa di complicanze durante la gravi- no nelle catene alimentari, con l’acqua contami- danza e il parto, ed è aggravata dalla dieta povera, nata attraverso le falde acquifere e - per quanto dal basso consumo di carne e dalla pratica diffusa riguarda i neonati - tramite l’utero o il latte mater- in tutta l’Asia Centrale di dare il tè ai bambini (in no (ATANIYAZOVA 2003). quanto inibisce l’assorbimento del ferro). Uno studio condotto da Medici Senza Frontiere, uni- Nel Karakalpakstan gli aborti spontanei sono saliti ca organizzazione medica internazionale presente al 18% delle gravidanze e un neonato su 20 pre- nella regione (MÉDECINS SANS FRONTIÈRES 2003), ha senta anomalie genetiche: un dato cinque volte trovato livelli significativi di cloro organico persi- più alto di quello dei paesi europei. L’aumentato stente (inclusi DDT, PCB e diossine) in campioni accumulo di errori genetici dovuti alla esposizio- di carne, pesce, uova, latte, patate e riso. ne ai residui dei pesticidi può ben spiegare il tas- La gravissima crisi sanitaria di origine ambienta- so di incidenza anormale del cancro. In particolare le è ben documentata da alcuni indicatori. I livel- i residenti del Karakalpakstan soffrono il più alto li di mortalità infantile sono paragonabili a quel- tasso al mondo di cancro dell’esofago (ATANIYAZO- li dell’Africa sub-sahariana: 70-100 per mille nel VA 2003). 1996 (SAIKO 1998) (a titolo di confronto il tasso di Ma la principale emergenza del Karakalpakstan è mortalità infantile in Italia è dell’8 per mille). Altre la tubercolosi, che qui raggiunge i livelli di una vera patologie dell’infanzia sono il modesto peso alla e propria epidemia: nel 2002 l’incidenza di nuovi nascita, la crescita ritardata, la pubertà dilaziona- casi di infezione era di 90 su 100. 000 e nell’area ta e i ritardi psiconeurologici: tutti più alti del nor- più vicina all’Aral i tassi erano ancora più alti. L’at- male. I problemi respiratori acuti sono la causa di tuale epidemia di tubercolosi è alimentata dallo morte della metà dei decessi tra i bambini; la diar- standard di vita povero, dalla scarsa nutrizione e rea è la seconda causa (MÉDECINS SANS FRONTIÈRES dall’ignoranza. Molti malati sono riluttanti a sotto- 2003). Anche la mortalità materna è aumentata porsi alle cure e preferiscono affidarsi alla medi- 19 2/08

Fig. 8 – Cartello stradale all’entrata di Moynaq (foto C. Cencini, maggio 2007).

cina popolare. ti specie diverse. Gran parte del pesce veniva la- Il sistema sanitario ha risentito anche del genera- vorato e inscatolato in una fabbrica di Moynaq - il le deterioramento delle infrastrutture sanitarie se- più grande stabilimento di lavorazione del pesce guite al collasso della Unione Sovietica. La sanità dell’Unione Sovietica - e poi esportato in tutte le soffre di scarsi finanziamenti e molti ospedali ru- repubbliche dell’Unione (KARIMOV et alii 2005). rali mancano di strumentazioni mediche di base, Queste attività davano lavoro e relativo benessere di equipaggiamenti diagnostici, di medicine essen- sia ai pescatori sia agli operai delle industrie con- ziali. I dipendenti sono sotto-pagati: lo stipendio serviere e dei cantieri navali. In totale furono impie- medio mensile di un medico nel Karakalpakstan gate fino a 60. 000 persone negli anni di massimo è di 24 $USA e in queste condizioni molti medici splendore (SAIKO 1998; WHISH-WILSON 2002). emigrano. L’aumento della salinità del lago ha portato alla progressiva scomparsa di quasi tutte le 45 specie di pesce, sia indigene che introdotte, e al conse- 6. Moynaq: da porto a città fantasma guente collasso del pescato che è passato dalle 43. 000 tonnellate del 1960 alle 17. 000 del 1970, Nei tempi antichi la regione dell’Aral era un’oa- per poi azzerarsi completamente a partire dal 1980 si prospera, dove migliaia di persone lavoravano (GLANTZ 2005). come pescatori, agricoltori, mercanti, cacciatori e Moynaq è oggi un modesto agglomerato di case e artigiani. In particolare Moynaq (Muynak in rus- di capanne, in parte vuote e diroccate (fig. 7), stra- so), una cittadina che sorge sulle rive meridiona- de deserte, fabbriche ittiche abbandonate, qualche li del lago, era un florido centro di attività legate edificio amministrativo e la scuola. Il benvenuto è alla pesca, al turismo e al porto (al pari di Aralsk offerto da un ormai anacronistico cartello che raf- in Kazakistan). figura un pesce, simbolo del florido commercio it- A Moynaq, sino alla metà circa del Novecento la tico di un tempo (fig. 8). pesca era praticata attraverso tradizionali imbar- Da una vicina altura, su cui si erge un monumen- cazioni a vela (fig. 5); più tardi, negli anni ’50 e to ai caduti della II Guerra Mondiale, si godeva un ’60 del Novecento, tale settore dava lavoro a circa tempo un’ampia vista sul lago. Oggi lo spettacolo 1200 pescatori organizzati in 12 aziende collettive è irreale: il fondo del lago asciutto si perde a vista di pesca che gestivano una flottiglia di 200 imbar- d’occhio e più in là le carcasse dei pescherecci del- cazioni a motore tra pescherecci e navi frigorifero la flotta di Moynaq giacciono arrugginite tra le dune (fig. 6). Negli anni più floridi la pesca produceva del neoformato deserto. Uno spettacolo spettrale, oltre 40. 000 tonnellate di pesce all’anno di ven- intriso di silenzio angosciante, muta testimonianza 20 La crisi ambientale del lago d’Aral

Fig. 9 – Immagine odierna del monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale di Moynaq. Da qui, un tempo la vista spaziava sull’Aral; oggi è possibile contemplare solo il deserto (foto S. Pia- stra, maggio 2007).

della catastrofe umana ed ecologica (fig. 9). Il la- trofe all’Aral hanno subito pesanti ripercussioni. go è lontano più di 40 km e tra Moynaq e l’acqua L’agricoltura delle aree deltizie ha perso produtti- c’è un deserto di sale e di veleni che il vento sol- vità in seguito alla salinizzazione dei suoli che ha leva e trasporta ovunque. Le tempeste di sabbia danneggiato più di sei milioni di ettari di terreni. sono sempre più frequenti, soprattutto in estate e Più di un quinto delle coltivazioni sono state abban- in autunno quando l’aria in città diventa polverosa donate, divorate dal sale e dai concimi chimici; la e quasi irrespirabile. produzione di cereali e di verdure è scesa del 50%; Il ricco passato di Moynaq legato alla pesca e all’in- anche la produzione di foraggio è drasticamente dustria ittica è relegato in un piccolo Museo allesti- calata e con essa il numero degli animali allevati. to presso la scuola: foto, dipinti, modellini e qual- La minore disponibilità idrica ha spinto all’abban- che scatola ossidata di pesce conservato raccon- dono della risicoltura, un tempo particolarmente tano come era un tempo la città. fiorente nel delta dell’Amu-Darya. Eppure non tutto sembra perduto. In anni recenti Questo delta era un tempo un ambiente estrema- sono state intraprese alcune timide iniziative volte mente ricco di vita, che ospitava un ecosistema a reintrodurre la pesca e l’acquacoltura in quel che fluviale tipico: la foresta tugai. Nella foresta e ne- rimane del delta dell’Amu-Darya dove, nei periodi gli acquitrini del delta abbondava la fauna selvati- di abbondanza, le poche acque residue del fiume ca, molto apprezzata dai cacciatori. In particolare potrebbero essere impiegate per l’allagamento di l’ondatra (Ondatra zibethicus) – un roditore ac- modeste depressioni, creando piccole aree umide quatico localmente chiamato muskrat – era molto a salinità contenuta. È quanto è avvenuto nel ba- ricercata per la pregiata pelliccia. Oggi l’area oc- cino di Sudoche, posto una trentina di km a sud- cupata dalla foresta tugai è stata drammaticamen- ovest di Moynaq, che verrà descritto nel prossimo te ridotta e ne sopravvive, frammentata, meno del paragrafo. 10% della superficie originaria. Ne consegue che Accanto alla pesca è stata completamente can- anche queste risorse, che contribuivano al soste- cellata anche un’altra attività, oggi impensabile: il nimento dell’economia locale e al nutrimento della turismo balneare, un tempo fiorente lungo la co- popolazione, sono state completamente annullate sta meridionale del lago, meta turistica per la No- (MICKLIN 2006). menklatura sovietica e fonte di lavoro per una par- Povertà e sottoalimentazione cronica sono un pro- te della popolazione locale. blema diffuso tra la popolazione karakalpaka. Un Anche le altre attività economiche nelle zone limi- recente lavoro della Banca per lo Sviluppo dell’Asia 21 2/08

(ENVIRONMENTAL JUSTICE FOUNDATION 2005) suggeri- ciov, nel 1986 il “Progetto del secolo” venne defi- sce che dal 50 al 70% dei Karakalpaki sono po- nitivamente bocciato e non ebbe mai applicazione veri e un 20% molto poveri. Il tasso di disoccupa- pratica (MICKLIN 1987b). zione, già elevato in tutto l’Uzbekistan (17%), qui Attorno alla metà degli anni ’90, già a diversi anni raggiunge i valori più elevati (20%). dalla disgregazione dell’URSS e dall’indipendenza Non stupisce dunque che il Karakalpakstan – così delle cinque repubbliche centro-asiatiche, Kari- come la regione kazaka di Kyzylorda – degradato mov e Nazarbayev, presidenti rispettivamente di dal punto di vista ambientale e depresso econo- Uzbekistan e Kazakistan, hanno tentato di “riesu- micamente abbia conosciuto massicci fenomeni mare” il programma di deviazione dei fiumi sibe- di emigrazione e di spopolamento. Di fronte alla riani verso quello che era nel frattempo diventato il perdita di fonti di sussistenza e a povertà e malat- grande Aral, riproponendolo alla Russia. Quest’ul- tie, una larga parte della comunità karakalpaka ha tima, pur sottolineando gli altissimi costi dell’opera semplicemente risposto migrando. e la necessità di valutarne attentamente l’impat- L’emigrazione ha avuto il suo apice negli anni ’80 to ambientale, ha assunto una politica ambigua e ’90. Si stima che almeno 75.000 persone siano e, a tutt’oggi, non ha ancora del tutto bocciato il emigrate dal Karakalpakstan tra il 1989 e il 2005: progetto, forse al fine di mantenere un possibile di questi 55. 000 erano Kazaki e 20.000 di etnia strumento di pressione e di influenza nei confronti karakalpaka, mentre la maggioranza dei Russi ave- di Kazakistan ed Uzbekistan (INTERNATIONAL CRISIS va già lasciato la regione (UNHCR 2000; MYAGKOV GROUP 2002). 2006). Oggi l’emigrazione continua, ma a livelli più Ai nostri giorni, la situazione economica e geo- bassi, valutati in 2-3000 persone l’anno. politica centro-asiatica ha però convinto la mag- Le persone che emigrano sono in genere le più pre- gior parte degli studiosi a considerare irrealizzabi- parate; questo rappresenta una perdita significati- le un ripristino del lago d’Aral ai livelli precedenti va delle risorse umane regionali che può ulterior- la crisi (UNESCO 2000). Se il piccolo Aral desta mente compromettere il futuro della popolazione poche preoccupazioni perché il suo livello appare del Karakalpakstan. destinato a conservarsi nel tempo, gli sforzi mag- giori, progettuali e pratici, si sono ormai concen- trati sul grande Aral. Riguardo ad esso, rispetto 7. Quale futuro per l’Aral? ad un utopico recupero integrale del lago, appare oggi più realistica una prospettiva di salvaguardia Già nel passato sono state avanzate alcune propo- della situazione esistente e di riduzione del danno ste per risolvere la crisi dell’Aral. ambientale. Nel corso degli anni ’70 ed ’80 del Novecento, I maggiori esperti si stanno attualmente confron- quando la regressione del lago aveva raggiunto tando su alcune strategie e relativi scenari. uno stato allarmante, gli scienziati sovietici con- Un primo progetto prevede l’isolamento completo getturarono di risollevarne il livello deviandovi ar- e permanente del grande Aral occidentale dal gran- tificialmente le acque dei fiumi siberiani Ob ed Ir- de Aral orientale. Quest’ultimo manterrebbe così tysh. Tale programma, enfaticamente ribattezzato il livello attuale oppure uno leggermente superio- “Progetto del secolo”, prevedeva la realizzazione re grazie all’apporto dell’Amu-Darya ed all’acqua di un canale lungo ben 2200 km (“Sibaral”), gra- in eccesso proveniente dal piccolo Aral; il gran- zie al quale le acque dei due fiumi della Siberia de Aral occidentale, invece, privato dell’apporto occidentale avrebbero dovuto risolvere i problemi idrico, sarebbe inevitabilmente votato al sacrificio idrici del lago e riportarlo alla situazione origina- e destinato al disseccamento totale. I punti deboli ria (HOLLIS 1978). Analogamente al “Programma di una simile ipotesi stanno innanzi tutto nel fat- di sfruttamento delle terre vergini”, si trattava di un to che, per renderla attuabile, occorrerebbe dimi- progetto faraonico, dai costi elevatissimi e del qua- nuire i prelievi idrici per usi irrigui dall’Amu-Dar- le, coerentemente con l’approccio tecnocratico so- ya e raddoppiare il deflusso annuo di tale fiume vietico già analizzato, non era stato assolutamente nel grande Aral orientale (ISLAMOV 1999), cosa per valutato l’impatto ambientale. Se portato a termi- ora improponibile vista la dipendenza economi- ne, esso avrebbe forse risolto la crisi dell’Aral, ma ca dell’Uzbekistan dal settore cotoniero. Andrebbe allo stesso tempo avrebbe sicuramente innescato inoltre verificata la reale disponibilità da parte del un disastro ecologico dalle imprevedibili dimensio- Kazakistan di lasciar defluire le acque in eccesso ni nella taiga russa (MICKLIN 1987a; MICKLIN, BOND del piccolo Aral verso il grande Aral orientale, in 1988). A causa dell’opposizione di una parte del- territorio uzbeko. la comunità scientifica sovietica (DARST JR 1988), Una seconda ipotesi è quella formulata prima da ma soprattutto sulla spinta della Perestroika e della A. T. Salokhiddinnov e Z. M. Khakimov (SALOKHID- Glasnost volute dal nuovo leader sovietico Gorba- DINNOV, KHAKIMOV 2004) e successivamente ripresa 22 La crisi ambientale del lago d’Aral

lo scenario precedente, anche questa ipotesi fun- ziona sul piano teorico ma, ancora una volta, non affronta i nodi pratici relativi a come diminuire in territorio uzbeko il prelievo idrico dall’Amu-Darya e alla disponibilità da parte kazaka a cedere parte delle acque del piccolo Aral. Un terzo e più radicale modello, forse il più realisti- co di tutti, prospetta, stante la situazione attuale, il disseccamento pressochè totale sia del grande Aral orientale che del grande Aral occidentale. In un ta- le scenario, i fini sedimenti depositati sul fondale asciutto dei due corpi idrici, dannosi per la salute umana perché carichi di inquinanti e di particelle saline, andrebbero completamente “fissati” attra- verso la semina o la piantumazione di specie alo- file (KHAMZINA et alii 2005), realizzando cioè quella che nella letteratura tecnica internazionale è det- ta un’operazione di greening. In corrispondenza del delta dell’Amu-Darya, le poche acque residue del fiume potrebbero essere impiegate per l’alla- gamento di modeste depressioni, che si trasfor- merebbero quindi in piccole superfici umide a sa- linità contenuta. Un’esperienza-pilota in tal senso è rappresentata dal bacino di Sudoche, posto una trentina di km a sud-ovest di Moynaq. Qui, grazie

Fig. 10 – Recente progetto per la salvaguardia del piccolo Aral, del grande Aral occidentale e del grande Aral orientale (da MIC- KLIN 2007). da P. Micklin (MICKLIN 2006; MICKLIN 2007), che ha l’ambizioso obiettivo di conservare nel tempo, pur con volumi ridotti, piccolo Aral, grande Aral oc- cidentale e grande Aral orientale (fig. 10). Questi tre corpi idrici andrebbero posti in comunicazione tra loro: in particolare, l’Amu-Darya andrebbe de- viato verso ovest e fatto sfociare nel grande Aral occidentale, il cui livello potrebbe così risalire si- no a 33 m s. l. m. ; l’acqua in eccesso del grande Aral occidentale defluirebbe per gravità, tramite un canale artificiale con sponde in cemento, nel grande Aral orientale, a sua volta alimentato anche dall’acqua in eccesso proveniente dal piccolo Aral, non più attraverso lo stretto di Berg, bensì attra- verso un nuovo canale artificiale da realizzare più ad ovest. Il sistema integrato appena esposto per- metterebbe un innalzamento di livello del grande Aral orientale sino a circa 29 m s. l. m. Come nel-

Fig. 11 – Nel caso del bacino di Sudoche, l’allagamento arti- ficiale di alcune depressioni nel delta dell’Amu-Darya ha per- messo la creazione di un corpo d’acqua dolce in cui è stata reintrodotta l’ittiofauna. Tale fatto ha consentito la rinascita di un modesto comparto locale legato alla pesca (foto S. Piastra, maggio 2007). 23 2/08

Fig. 12 – T. H. Shevchenko, Luna piena a Kos-Aral. Acquerello su carta. 1848-1849.

ad un progetto finanziato dalla Banca Mondiale, in sta area una totale ristrutturazione del settore agri- pochi anni (1998-2003) è stato ricreato artificial- colo, tuttora imperniato sul cotone, che le cinque mente un corpo d’acqua dolce esteso per oltre 10 repubbliche dell’Asia centrale, eccettuato in parte km2 e del volume di circa 2 km3 (WORLD BANK 1998; il Kazakistan, non possono permettersi. I leader UNESCO 2000). Al di là del valore strettamente degli Stati centro-asiatici non hanno inoltre alcun ecologico dell’area, posta lungo le rotte migratorie interesse a prendere decisioni impopolari ed anti- degli uccelli e per questo motivo oggetto di vincoli economiche sul breve periodo quali una riduzio- protezionistici (REPUBLIC OF UZBEKISTAN 1998), la bas- ne della produzione cotoniera oppure l’introduzio- sa salinità delle acque ha permesso l’introduzione ne di specifiche tasse sull’uso delle risorse idriche dell’ittiofauna, e, analogamente a quanto visto su in agricoltura allo scopo di prevenirne lo spreco, scala maggiore nel piccolo Aral, si è così innescato perchè il loro autoritarismo si basa anche su una un circolo virtuoso che attualmente (2007) con- politica populista e demagogica. sente il lavoro di alcune decine di pescatori (fig. Perdurando la situazione attuale, appaiono irrag- 11). Il successo di questa area umida dimostra giungibili, soprattutto per il Karakalpakstan, gli come interventi di questo tipo siano tecnicamente obiettivi di sviluppo ipotizzati dall’UNESCO per l’an- possibili, ecologicamente validi ed efficaci sul pia- no 2025 (UNESCO 2000), che contemplavano un no economico e sociale. Non va però dimenticato significativo miglioramento delle condizioni ecolo- come, in questo caso, le ingenti risorse economi- giche, economiche e sociali nel bacino del lago. che necessarie alla sua realizzazione (quasi 4 mi- Se il piccolo Aral appare ormai avviato verso una lioni di $USA) rendano il rapporto costi-benefici del gestione sostenibile delle risorse idriche, nel ca- progetto molto squilibrato: in altre parole, l’espe- so del grande Aral occidentale e del grande Aral rienza di Sudoche va giudicata positivamente, ma orientale, nonostante i diversi progetti di ripristino è difficilmente proponibile, viste le altissime spese, ambientale, le previsioni non possono che essere una sua estensione su vasta scala. pessimistiche, e delineare per il futuro prossimo la scomparsa pressochè totale di un’emergenza di grande valore non solo naturale, ma anche cultu- 8. Conclusioni rale. È infatti particolarmente ricco il patrimonio di leggende, canti orali, opere artistiche e letterarie de- I ripetuti appelli lanciati dalla comunità scientifica dicati al nostro lago: a titolo esemplificativo, ricor- internazionale per estendere al lago d’Aral lo status diamo che il grande artista ucraino T. H. Shevchen- di Patrimonio Mondiale (World Heritage) (GLANTZ, ko (1814-1861) visitò personalmente quest’area FIGUEROA 1997) e per salvarne la biodiversità, ad attorno alla metà dell’Ottocento al seguito della oggi sono caduti in gran parte nel vuoto, essenzial- spedizione scientifica di A. I. Boutakoff (BOUTAKOFF mente per ragioni di ordine economico e politico. 1853), ed immortalò l’Aral in diversi suoi acquerelli Per risolvere radicalmente la crisi dell’Aral occorre- (fig. 12) e componimenti poetici. All’interno di essi, rebbe infatti ridurre la superficie irrigata nel suo ba- l’isolamento geografico del lago diviene metafora cino, ma un tale intervento implicherebbe in que- della solitudine umana (RICH 1999). 24 La crisi ambientale del lago d’Aral

Pur nell’impostazione comune della ricerca, i paragrafi 23-50. 5 e 6 di questo studio sono stati elaborati da C. Cenci- GLANTZ M.H. (2007) – Aral Sea Basin: A sea dies, a sea ni; i paragrafi 1, 2, 3, 4 e 7 da S. Piastra. Le conclusioni also rises, “Ambio” 36, 4, pp. 323-327. sono comuni ad entrambi gli autori. GLANTZ M.H., FIGUEROA R.M. (1997) – Does the Aral Dati inediti e documentazione fotografica sono stati rac- Sea merit heritage status?, “Global Environmental colti nel corso di ricerche sul campo effettuate nel mag- Change” 7, 4, pp. 357-380. gio 2007 nel Karakalpakstan (Uzbekistan). HANNAN T., O’HARA S. (1998) – Managing Turkmenistan Kara Kum Canal: Problems and Prospects, “Post- Soviet Geography and Economics” 39, 4, pp. 225- Bibliografia 235. HOLLIS G.E. (1978) – The Falling Levels of the Caspian AKINER S. (1997) – Central Asia: conflict or stability and and Aral Seas, “The Geographical Journal” 144, 1, development?, Londra. pp. 62-80. ALADIN N., CRETAUX J.F., PLOTNIKOV I.S., KOURAEV A.V., INTERNATIONAL CRISIS GROUP (2002) – Central Asia: Water SMUROV A.O., CAZANAVE A., EGOROV A.N., PAPA F. (2005) and Conflict, (Asia Report N. 34), Bruxelles. – Modern hydro-biological state of the Small Aral Sea, ISLAMOV B. (1999) – Doubling Freshwater Inflow is the “Environmetrics” 16, pp. 375-392. Key to Curbing the Aral Sea Crisis, in Russian Regions: ALIBEK K. (1999) – Biohazard. The Chilling True Story Economic Growth and Environment, (International of the Largest Covert Biological Weapons Program in Symposium, Hokkaido University, July 21-24, 1999), the World, New York. Hokkaido, pp. 413-426. ASHIRBEKOV U.A., ZONN I.S. (2003) – Aral: The History of JELEN I. (2000) – Repubbliche ex sovietiche dell’Asia a Dying Sea, (IFAS, USAID), Dushanbe. Centrale. Nuovi centri, nuove periferie, nuove frontiere, ATANIYAZOVA O.A. (2003) – Health and Ecological Torino. Consequences of the Aral Sea Crisis, in Third World KARIMOV I.A. (1999) – Uzbekistan on the threshold of the Water Forum: Regional Cooperation in Shared Water Twenty-First Century, New York. Resources in Central Asia, Kyoto. KARIMOV B., LIETH H., KURAMBAEVA M., MATSAPAEVA I. (2005) BEDFORD D.P. (1996) – International water management – The problems of fishermen in the Southern Aral in the Aral Sea basin, “Water International” 21, 2, Sea region, “Mitigation and Adaptation Strategies for pp. 63-69. Global Change”, 10, 1, pp. 87-103. BOUTAKOFF A. (1853) – Survey of the Sea of Aral, “Journal KEMELOVA D., ZHALKUBAEV G. (2003) – Water, Conflict, and of the Royal Geographical Society” XXIII, pp. 93- Regional Security in Central Asia Revisited, “New 101. York University Environmental Law Journal” 11, pp. CENCINI C., PIASTRA S. (in stampa) – L’impatto socio- 479-502. economico della crisi del lago d’Aral: il caso del KHAMZINA A., LAMERS J.P.A., WORBES M., BOTMAN E., VLEK Karakalpakstan (Uzbekistan), in CENCINI C. , MENEGATTI P.L.G. (2005) – Assessing the potential of trees for B. , FEDERZONI L. (a cura), Una vita per la geografia. afforestation of degraded landscapes in the Aral Sea Scritti in ricordo di Piero Dagradi, Bologna. Basin of Uzbekistan, “Agroforestry Systems” 10, pp. DANISH SOCIETY FOR A LIVING SEA (2003) – Setting the course 1-14. for the Northern Aral Sea Fishery, Lemvig. LÈTOLLE R., ALADIN N., FILIPOV I., BOROFFKA N.G.O. (2005) DARST R.G. JR (1988) – Environmentalism in the USSR: – The Future Chemical Evolution of the Aral Sea from The Opposition to the River Diversion Projects, “Soviet 2000 to the year 2050, “Mitigation and Adaptation Economy” 4, 3, pp. 218-225. Strategies for Global Change” 10, pp. 51-70. ELLIS W.S. (1990) – A Soviet Sea Lies Dying, “National MÉDECINS SANS FRONTIÈRES (2003) – Karakalpakstan: a Geographic” 177, 2, pp. 72-92. Population in Danger, Tashkent. ENVIRONMENTAL JUSTICE FOUNDATION (2005) – White gold. MICKLIN P. (1987a) – Soviet water diversions plan: The true cost of cotton. Uzbekistan, cotton and the Implications for Kazakhstan and Central Asia, “Central crushing of a nation, Londra. Asian Survey” 1, 4, pp. 9-43. FERGUSON R. (2003) – The Devil and the Disappearing MICKLIN P. (1987b) – The Fate of “Sibaral”: Soviet Water Sea, Vancouver. Politics in the Gorbachev Era, “Central Asian Survey” FESHBACH M., FRIENDLY A. Jr. (1992) – in the 6, 2, pp. 67-88. USSR: Health and Nature under Siege, New York. MICKLIN P. (1988) – Dessication of the Aral Sea: A Water GLANTZ M.H. (1999), (Ed.) – Creeping Environmental Management Disaster in the Soviet Union, “Nature” Problems and Sustainable Development in the Aral 241, pp. 1170-1176. Sea basin, Cambridge. MICKLIN P. (1998) – International and Regional GLANTZ M.H. (2005) – Water, Climate, and Development Responses to the Aral Crisis: An Overview of Efforts Issues in the Amu Darya Basin, “Mitigation and and Accomplishments, “Eurasian Geography and Adaptation Strategies for Global Change” 10, pp. Economics” 39, 7, pp. 399-416. 25 2/08

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26 Fig. ( 1–Latonia rere lastagioneinvernale. raggiungere localitàmeridionalipiùcaldeeadattepertrascor- famiglia deiNinfalidicapacedicompiereannualimigrazioniper I Lepidotteri:unfantastico Biologia econservazione Issoria lathonia Issoria mondo dialicolorate. ) è una farfalla appartenentealla ) èunafarfalla ECOS StudioAssociato,Pavia M ONICA L AZZARINI

27 Natura Montagna Anno LV – N. 2 2/08

Fig. 2 – Esemplare adulto di Vanessa Io (Inachis io) con la spirotromba completamente srotolata per succhiare il nettare da un fiore.

I Lepidotteri mente le tengono unite in posizione verticale, men- tre quelle delle falene accompagnano o avvolgono il corpo. Infine le farfalle hanno generalmente co- Le farfalle sono sicuramente gli insetti più apprez- lori più vivaci e abitudini diurne. zati e conosciuti, formano l’ordine dei Lepidotteri La struttura del corpo è organizzata, come per ogni che comprende circa 165. 000 specie classificate altro insetto, in tre parti distinte: capo, torace e ad- fino ad ora. La parola Lepidotteri ha origini greche dome. La testa è piccola e arrotondata, occupata in e significa “ali ricoperte di scaglie”, questa infatti è gran parte da due grossi occhi composti da migliaia la principale caratteristica che accomuna tutte le di piccolissime lenti chiamate omatidi. Ogni omati- farfalle. Un altro elemento significativo di questo dio ha una superficie esagonale e una indipendente taxon è la specializzazione raggiunta dall’appara- fibra nervosa, l’immagine percepita dalle farfalle ha to boccale che va a formare una spirotromba. Le una risoluzione limitata essendo strutturata in mol- numerose specie appartenenti all’ordine vengono teplici tasselli, ma la percezione dei movimenti e divise in farfalle e falene; non esiste però una cor- dei colori ha una grande precisione. Molte farfalle rispondente e rigorosa classificazione tassonomi- possiedono anche un paio di ocelli, con una strut- ca e nemmeno una precisa caratteristica che per- tura assai più semplice, importanti per regolare la metta di individuare con facilità le due categorie. funzionalità degli occhi composti. Un altro impor- Tutte le farfalle europee e la maggior parte delle tante organo di senso posizionato sul capo sono le altre specie hanno antenne clavate, da cui deriva antenne, che possono avere forme diverse, ma in il nome Ropaloceri; le falene invece hanno anten- ogni caso servono per la percezione di stimoli tattili ne molto diversificate e vengono chiamate anche e chimici. Sono strutturate in tanti piccoli segmenti Eteroceri, purtroppo però alcune falene hanno an- e completamente ricoperte da organi sensoriali ca- tenne dalla forma clavata, complicando notevol- paci di ricevere segnali chimici, olfattivi e meccani- mente la distinzione. ci. Le antenne sono divise in tre parti principali: lo Le ali delle falene sono generalmente mantenu- scapo che è il segmento più lungo articolato con il te unite durante il volo da un’appendice chiamata capo, un corto pedicello e infine il flagello. frenulo e solamente in una specie australiana fra Le farfalle si nutrono di liquidi e principalmente le farfalle è stata osservata la stessa struttura. La di nettare, l’apparato boccale si è quindi evoluto posizione delle ali durante il riposo può essere un in una struttura molto simile ad una proboscide ulteriore particolare da osservare: le farfalle solita- chiamata spirotromba. Le mascelle si sono unite 28 I Lepidotteri: un fantastico mondo di ali colorate. Biologia e conservazione per formare un sottile canale, lungo circa come il Il ciclo vitale dei Lepidotteri corpo dell’insetto, che quando non viene utilizza- to può essere arrotolato sotto il capo. Alcuni lepi- Gli insetti vengono comunemente classificati in ba- dotteri non possiedono la spirotromba e allo sta- se alla natura della loro metamorfosi: un piccolo dio adulto non si nutrono, ma la maggior parte gruppo di specie prive di ali (eterometaboli) non delle farfalle è attirata dai fiori colorati (soprattut- subisce metamorfosi e quindi gli individui adulti to rossi, viola o blu) e profumati, sui quali cerca- non differiscono in modo significativo dalle larve, no il nettare. Altre fonti di nutrimento importanti gli emimetaboli subiscono una metamorfosi sem- sono le secrezioni zuccherine prodotte dagli afidi, plice: i caratteri adulti vengono raggiunti gradual- la frutta molto matura o addirittura marcia, liqui- mente e, attraverso le mute successive, l’individuo di ricchi di sali come l’urina o il sudore. Sia le ali passa attraverso più stadi ninfali fino a raggiungere che le zampe sono appendici del torace, peloso e l’aspetto e le dimensioni caratteristiche dell’adulto. diviso in tre parti disomogenee: protorace, meso- Infine sono olometaboli tutti gli insetti che attraver- torace e metatorace. sano una metamorfosi completa che conduce da- Le sei zampe possono essere di dimensioni diver- gli stadi larvali all’adulto cambiando radicalmente se, per esempio nella famiglia dei Ninfalidi quelle l’aspetto e l’ecologia dell’individuo. anteriori sono atrofizzate, e alcune specie portano Le farfalle appartengono a quest’ultimo gruppo un piccolo sperone sulla tibia, chiamato epifisi, uti- d’insetti che hanno un ciclo vitale assai comples- lizzato per ripulire le antenne o la spirotromba. so e attraversano quattro fasi distinte: uovo, larva, Le farfalle hanno due paia di ali membranose fra pupa e adulto. cui quelle anteriori hanno solitamente dimensioni La femmina depone un numero di uova variabile maggiori. Le ali si muovono in modo solidale du- fra alcune decine e alcune centinaia sulla vege- rante il volo grazie ad un’appendice chiamata fre- tazione, scegliendo accuratamente le specie ve- nulo o ad un’ampia superficie di sovrapposizione. getali che serviranno come nutrimento al bruco L’articolazione con il torace avviene attraverso due non appena si schiuderanno le uova. La selezione giunture e il movimento è realizzato da due paia di delle piante nutrici su cui lasciare le uova avviene muscoli molto potenti. Le venature sono strutture grazie ad organi sensoriali molto sensibili, inizial- importanti per il sostegno meccanico della doppia mente gli adulti vengono attirati da colori speci- membrana che costituisce ogni ala e, grazie alle fici, in seguito vengono ispezionati dettagli come differenti disposizioni, permettono l’identificazio- la forma o la tessitura della foglia. Anche la per- ne di alcune specie tropicali; inoltre lungo di esse cezione di odori e stimoli chimici è fondamentale, scorre il sangue che porta nutrimento alle cellu- così i tessuti vegetali vengono analizzati con ogni le. Entrambe le superfici dell’ala sono ricoperte di parte del corpo: tarsi, antenne, apparato boccale, piccolissime scaglie disposte in modo ordinato e ovopositore… imbricato; col passare del tempo molte di queste Le dimensioni delle uova sono variabili non solo a li- scaglie vengono perse o logorate con conseguen- vello interspecifico, ma anche all’interno della stes- ze differenti in relazione alla specie. Alcune farfalle sa specie ci possono essere significative differenze infatti perdono la capacità di riscaldarsi utilizzando in relazione allo stato di salute e all’alimentazione i raggi del sole, altre hanno difficoltà nel volo. Le della femmina. La colorazione cambia notevolmen- scaglie contengono quei pigmenti che rendono così te durante le prime dodici ore dalla deposizione, colorati e affascinanti i lepidotteri, fra i più diffusi passando da tonalità piuttosto sbiadite a colori più possiamo ricordare le melanine, che producono intensi, solitamente variabili fra il verde e il marrone, colori scuri, e le pteridine, che ci appaiono rosse, che permettono all’uovo di mimetizzarsi. La forma gialle o arancioni. Le colorazioni brillanti o iride- può variare fra una specie e l’altra, ma rimane ab- scenti non sono dovute alla presenza di pigmenti, bastanza costante all’interno di una stessa famiglia, ma piuttosto alla struttura delle scaglie. I maschi le strutture più ricorrenti sono quella a botte, a cu- possiedono anche delle scaglie, chiamate andro- pola, a forma di birillo o di bottone. Alcune specie conie, specializzate nell’emissione di odori, queste depongono le uova sempre isolate l’una dall’altra, hanno un ruolo fondamentale durante il corteg- come nel caso della cavolaia minore, altre invece giamento, le farfalle sono infatti molto sensibili ai realizzano dei gruppi, che possono essere anche messaggi chimici e odorosi. L’addome è ricoperto molto numerosi, come comportamento di difesa da peli o scaglie ed è suddiviso in dieci segmen- nei confronti di predatori e parassiti. ti non sempre distinguibili con facilità. Nella par- Le larve dei lepidotteri non hanno strutture specia- te terminale sono contenuti gli organi genitali che lizzate nella rottura dell’uovo, escono rosicchiando hanno una struttura complessa spesso utilizzata con le mascelle l’involucro, che spesso diventa per per l’identificazione tassonomica, i maschi hanno loro anche un’importante fonte di sali minerali o anche due organi copulatori poco evidenti. di batteri simbionti essenziali per la sopravvivenza. 29 2/08

Generalmente, durante i primi giorni di vita, i bru- piccole e semplici di quelle dell’adulto, che non chi sono tutti molto simili fra di loro, sia per quan- sono in grado di spostare il corpo. Dall’addome to riguarda la colorazione sia per la morfologia del invece possono partire alcune paia di false zam- corpo; solamente dopo la prima muta cominciano pe, così chiamate perché sono più morbide e tal- a comparire tutti i caratteri tipici di ogni specie. volta anche telescopiche poiché possono essere La larva di farfalla ha essenzialmente lo scopo di ritratte. La deambulazione del bruco avviene pro- nutrirsi per crescere fino al momento della meta- prio grazie a queste false zampe addominali dota- morfosi. Tutto il suo corpo è quindi impostato per te anche di uncini molto importanti per la presa a svolgere questa funzione: il capo è tondo e diviso diversi tipi di superfici. Gli ultimi segmenti addo- in due emisferi, su ogni emisfero ci sono sei ocelli minali sono modificati, generalmente a forma di disposti a raggiera, capaci di distinguere solamen- cuneo. L’alimentazione dei bruchi è basata quasi te luci ed ombre. Due piccolissime antenne sono esclusivamente sul consumo delle parti più tenere la sede di numerosi recettori sensoriali che guida- delle foglie escludendo quindi le venature, alcune no il bruco nella scelta del cibo. Sotto la fronte si specie però mangiano anche l’involucro dei semi o estendono due mandibole di forma quadrata, so- alcune parti dei fiori. L’alimentazione di ogni bruco no delle semplici placche cornee rivestite di denti è basata esclusivamente su un numero ristretto di sul lato interno. Le mascelle sono grandi e a for- piante nutrici che solitamente appartengono alla ma di cono, la loro funzione è la selezione del ci- stessa famiglia; in qualche caso viene selezionata bo e inoltre servono per trattenere i tessuti vegetali un’unica specie vegetale. Questo è il motivo per cui mentre il bruco mangia. Sul labbro inferiore si tro- gli adulti cercano con attenzione le essenze vege- va la filiera, un organo contenente due ghiandole tali su cui deporre le uova. Alcune larve si costru- salivari modificate per produrre la seta. Il corpo iscono un riparo all’interno del quale si riposano è composto da tredici segmenti che vanno a for- oppure si nutrono, utilizzando frammenti di foglie mare un tubo flessibile, ogni anello presenta alcu- e seta, spesso è possibile trovare tende di notevoli ni tubercoli con disposizione e forma caratteristi- dimensioni che ospitano una colonia di bruchi dal che di ogni specie. La superficie del corpo inoltre comportamento gregario. I bruchi di molte spe- può differenziarsi per le decorazioni, che possono cie, appartenenti a diverse famiglie (la più nota è variare con il succedersi delle mute, e per la pre- quella dei Licenidi) formano strette associazioni senza di setole o ciuffi di peli. Ad ogni segmento simbiotiche con le formiche. Infatti le larve pro- toracico è articolato un paio di zampe, molto più ducono secrezioni zuccherine di cui si nutrono le formiche, che a loro volta non solo non divorano i bruchi, ma li proteggono da altri potenziali preda- tori o parassiti. In alcuni casi trasportano il bruco all’interno del formicaio, fornendogli un riparo fi- no al momento in cui si è completata la metamor- fosi. Il ritmo di attività dei bruchi è regolato dalla temperatura, quando essa scende al di sotto di un certo livello, le larve entrano in uno stato di quie- scenza, diverso dall’ibernazione e dalla diapausa, che permette loro di superare l’inverno. Sebbene il bruco continui ad alimentarsi e quindi a crescere, il suo resistente rivestimento esterno non è elasti- co e deve essere periodicamente sostituito attra- verso un processo chiamato muta o ecdisi che si ripete quattro o cinque volte durante la vita larva- le. La muta finale è quella che segna il passaggio dal bruco alla crisalide.

Fig. 3 – Bruco di Macaone (Papilio machaon). Questa spe- cie frequenta prati, radure e spazi assolati; le larve si nutro- no di diverse specie di Ombrellifere e frequentemente si possono osservare all’interno di orti o giardini. Il bruco di Macaone ha un aspetto vellutato e colori molto brillanti: il corpo verde è decorato da strisce nere e macchie di un vi- vace colore arancione. In caso di pericolo estroflettono una curiosa appendice rossa chiamata osmeterium. 30 I Lepidotteri: un fantastico mondo di ali colorate. Biologia e conservazione

Spesso si pensa alla crisalide come ad uno stadio tamente l’insetto deve attendere qualche ora in quiescente poiché apparentemente non è attiva, un luogo assolato. in realtà all’interno dell’involucro sono in atto im- La vita della farfalla adulta può avere una dura- portanti processi metabolici per demolire i vec- ta molto variabile compresa fra poche ore e al- chi tessuti e ricostruire quelli nuovi dell’adulto. cuni mesi, ma generalmente l’esistenza media di Non appena il bruco ha completato la sua cre- un individuo adulto si aggira fra i quattro e i cin- scita, cessa di alimentarsi e va alla ricerca di un que giorni. Ogni specie ha un habitat e un perio- luogo adatto alla metamorfosi, in larga maggio- do di volo definiti, nelle regioni meridionali pos- ranza le farfalle si impupano direttamente sulla sono susseguirsi diverse generazioni prolungando pianta nutrice e quindi non compiono particolari notevolmente il periodo di volo. A quote elevate spostamenti. Una volta trovato il luogo adatto la o nelle regioni più settentrionali, difficilmente una larva si assicura ad un supporto in uno o più pun- specie può essere presente con più di una gene- ti, successivamente alcune specie costruiscono razione annuale. degli astucci caratteristici utilizzando foglie, altro materiale vegetale oppure semplicemente la se- ta. Terminata la fase preparatoria la larva diviene Esigenze ecologiche dei Lepidotteri quiescente e iniziano i processi metabolici della metamorfosi che possono richiedere tempi molto I Lepidotteri sono degli insetti strettamente legati diversi: da pochi giorni ad alcuni mesi. Il corpo alla presenza di habitat adatti alla sopravvivenza della crisalide permette di intravedere quelle che dell’individuo durante le diverse fasi della sua vi- saranno le future appendici dell’adulto: ali, zam- ta: uovo, larva, pupa e adulto. Per secoli le farfal- pe, antenne e talvolta anche gli occhi, anche se le hanno tratto importanti benefici dalla presenza formano ancora un corpo compatto nella struttu- dell’uomo che, attraverso la pastorizia e l’agricol- ra della pupa. La parte terminale del corpo viene tura, rendeva disponibili ampi spazi aperti ed as- chiamata cremaster ed è costituita da un grup- solati. Le rapide alterazioni del paesaggio agricolo po di uncini, con morfologie differenti a seconda tradizionale e la distruzione di alcuni tipi di habitat della specie, che ha la funzione di tenere la pupa hanno modificano costantemente la struttura della agganciata al suo involucro di seta. Tutti i pro- comunità di farfalle. cessi metabolici che avvengono durante lo stadio Attualmente i fattori che ne minacciano la con- di crisalide sono regolati dai corpora allata, due servazione possono essere riconosciuti nelle se- ghiandole situate vicino al cervello che produco- guenti cause: no ormoni giovanili per tutta la durata della vita I bruchi sono molto sensibili alla presenza di pesti- larvale. Quando viene sospesa la secrezione di questo ormone, le cellule dell’epidermide comin- ciano a produrre la cuticola pupale e da questo momento un complesso processo, regolato da di- versi ormoni, permetterà alle gemme imaginali di svilupparsi e di dare origine ai tessuti e agli organi dell’adulto. Le gemme imaginali sono dei piccoli pacchetti di tessuti presenti durante tutta la vita della larva; la presenza di ormoni giovanili impe- disce però che venga attivata la loro crescita. Le pupe si aprono lungo una fessura che parte dalle spalle e segue il profilo delle ali, le prime parti del corpo dell’adulto che escono dall’involucro sono quindi il capo e il torace. L’insetto ormai adulto inghiotte dell’aria per gonfiare il proprio corpo e, con l’aiuto delle zampe, trascina anche l’addome fuori dall’astuccio. Le ali sono ancora inutilizza- bili durante questa fase di uscita dalla crisalide, prima che si asciughino e che si aprano comple-

Fig. 4 – La Vanessa Io (Inachis io) è una delle specie più colorate e affascinanti fra i Lepidotteri europei: sulle ali pre- senta due grandi ocelli che hanno la funzione di intimorire potenziali predatori. 31 2/08

Fig. 5 – Podalirio – In questa foto si può osservare un adulto di Podalirio (Iphiclides podalirius) su una pianta di Buddleja (Buddleja davidii), una delle essenze più utilizzate per realizzare giardini per le farfalle; questa specie infatti produce fiori profumati e ricchi di nettare per l’intero corso dell’estate.

cidi e spesso sono selettivi nella scelta della pian- Conservazione dei Lepidotteri ta nutrice; l’utilizzo di erbicidi causa la scomparsa di piante È ormai certo che negli ultimi decenni il numero di spontanee indispensabili al nutrimento dei bruchi; farfalle presenti in Italia si sia drasticamente ridot- l’introduzione di specie vegetali esotiche impo- to e che alcune specie rischino la definitiva scom- verisce la presenza di piante nutrici autoctone in parsa (Provincia di Cremona 1999). grado di ospitare i bruchi; Dal punto di vista legislativo interviene a questo l’uso di insetticidi non selettivi per combattere le proposito la Direttiva 92/43/CEE, meglio cono- specie economicamente dannose, colpisce un’am- sciuta come Direttiva Habitat. Essa indica nell’Al- pia gamma di organismi; legato II 20 specie, di cui circa la metà apparte- la gestione di parchi e giardini pubblici e priva- nenti alla fauna italiana, la cui gestione dovrebbe ti privilegia piante e fiori vistosi ma spesso privi richiedere la designazione di zone speciali di con- di nettare; servazione. Nell’Allegato IV invece sono riportate molte specie necessitano di zone umide sempre 23 specie di interesse comunitario, di cui ben 18 più rare; appartenenti alla fauna italiana, che richiedono una alcune famiglie sono strettamente legate alla pre- protezione rigorosa. senza di boschi con radure, ambienti sempre più Complessivamente in Pianura Padana di Pavia è rari a causa di numerosi mutamenti nella gestio- ipotizzabile la presenza di tre specie menzionate ne dei boschi. dalla Direttiva CEE 92/43, di cui solo Lycaena di- Le farfalle sono sensibili ai mutamenti climatici. spar presente nell’Allegato II e tre specie presenti I ropaloceri, ossia le farfalle comunemente defi- nell’Allegato IV (Tab. 1). nite diurne, sono spesso utilizzate come indicato- Il Libro Rosso degli animali d’Italia, curato dal wwf, ri ecologici. Studiando le comunità di Lepidotteri segnala 26 specie e sottospecie di Lepidotteri mi- infatti si possono ricavare utili informazioni sulla nacciate, fra cui ritorna il nome della Lycaena di- qualità ambientale. 32 spar. I Lepidotteri: un fantastico mondo di ali colorate. Biologia e conservazione

Fig. 6 – Esempio lepidottero eterocero – Lepidottero appartenente al gruppo degli eteroceri, chiamati anche falene. Le principali caratteristiche di questo ampio gruppo di specie sono le antenne con forme molto diversificate, la presenza di un frenulo per tenere unite le ali e le abitudini prevalentemente notturne.

Lycaena dispar o Licena delle ra 13 mm alla schiusa e 20 mm prima della me- tamorfosi. La crisalide è lunga circa 20 mm, di paludi colore grigio con alcune striature più scure. È le- gata alla pianta nutrice grazie ad un cinturino se- Lycaena dispar (Hartwoth, 1803) è una delle spe- riceo che la sostiene a testa in giù (Provincia di cie di Lepidotteri europei minacciata dalla scom- Cremona 1998). parsa o rarefazione dell’habitat, in particolare que- Gli adulti frequentano ambienti come marcite, argi- sta specie è legata alla presenza di zone umide e ni dei canali, zone incolte ricche d’acqua e le fem- in Italia è segnalata soprattutto in Pianura Padana, mine depongono singolarmente o in piccoli gruppi sulle coste della Toscana e lungo il litorale ioni- uova di colore verde sulle foglie di Rumex hydro- co della Calabria (D’Amico 2002). All’interno del lapathum (Balestrazzi 2002), Rumex obtusifolius suo areale risulta estremamente localizzata, con (Balestrazzi 1988), Rumex aquaticus (Balestrazzi una distribuzione discontinua e popolazioni isola- 2002), Rumex acetosa (Balestrazzi 1988), e Ru- te che possono facilmente scomparire in seguito mex crispus (Butterflyarc 2002). a periodi prolungati di clima avverso o incursioni di parassitoidi (D’Amico 2002). Come suggerisce il nome, Lycaena dispar è ca- Lycaena dispar in provincia di ratterizzata da uno spiccato dimorfismo sessua- Pavia le: il maschio ha parti superiori di colore rosso con bordature e una sottile barra nera, mentre le Nel corso del 2004 e del 2006 è stato fatto un femmine hanno parti superiori anteriori rosse con censimento per individuare la presenza di Ly- bordi e bande nere e superiori posteriori marrone caena dispar nei Siti d’Importanza Comunita- scuro con fascia arancione; la superficie inferiore ria della provincia di Pavia, attraverso uscite delle ali è uguale nei due sessi, ovvero ali ante- ad hoc e raccogliendo i dati bibliografici di- riori arancioni con puntini neri e margine grigio, sponibili. posteriori grigio chiaro con una fascia margina- Complessivamente Lycaena dispar è risultata le aranciata. Il bruco è di colore verde scuro, con presente in 16 SIC il cui elenco è riportato in corpo appiattito e capo piccolo color ocra, misu- tabella 2. 33 2/08 Indicazioni gestionali Nome scientifico Allegato II Allegato IV Per mantenere ed eventualmente incrementare le Lycaena dispar • • popolazioni di Lycaena dispar è opportuna una gestione mirata del territorio. Sarebbe auspicabile Maculinea arion • non solo la conservazione delle popolazioni pre- Zerynthia polyxena • senti all’interno dei SIC, ma l’individuazione di una rete ecologica sufficiente a mantenere collegate le diverse colonie. Questo favorirebbe il flusso genico Tab. 1– Lepidotteri menzionati dalla Direttiva CEE 92/43 pre- e l’espansione dell’areale distributivo di Lycaena senti in Pianura Padana. dispar e di numerose altre specie. Lungo i canali irrigui è importante evitare sia lo I dati bibliografici relativi al Parco del Ticino, sviluppo di una vegetazione a carattere arbustivo, hanno permesso di segnalare questa specie in sia uno sfalcio eccessivo della vegetazione erba- 2 SIC: “Basso Corso e Sponde del Ticino”, “Bo- cea. È quindi consigliabile alternare la manuten- schi Siro Negri e Moriano”, mentre le uscite sul zione dei diversi tratti di canali o delle due sponde, campo ne hanno accertato la presenza nei rima- garantendo sempre la presenza di ambienti idonei nenti 14 SIC localizzati in Lomellina e nei din- a larve e adulti. Particolare attenzione dovrebbe troni di Pavia. essere posta alla conservazione di Rumex spp., Questa apparente ricchezza non deve però essere piante nutrici di Lycaena dispar. fraintesa: le popolazioni censite risultano infatti, Infine si consiglia di monitorare con continuità la nella maggior parte dei casi, isolate ed esigue. presenza di Licena delle paludi nel corso degli anni La specie necessita quindi di un costante mo- per individuare l’andamento generale della meta- nitoraggio e di adeguate misure di conservazio- popolazione e l’efficacia degli interventi di conser- ne. Canali irrigui e marcite sono risultati essere vazione attuati. Interessante sarebbe anche verifi- gli habitat più idonei ad ospitare questa farfalla care la distribuzione della specie all’esterno delle e quindi meritano un’attenzione particolare nella aree protette e dei SIC, sempre per arrivare ad una gestione del territorio. gestione più efficace della specie.

CODICE NUMERICO NOME DEL SIC LOCALIZZAZIONE IT2080001 Garzaia di Celpenchio Lomellina IT2080002 Basso Corso e Sponde del Ticino Parco del Ticino IT2080003 Garzaia della Verminesca Lomellina IT2080004 Palude Loja Lomellina IT2080005 Garzaia della Rinalda Lomellina IT2080006 Garzaia di S. Alessandro Lomellina IT2080007 Garzaia del Bosco Basso Lomellina IT2080009 Garzaia della Cascina Notizia Lomellina IT2080010 Garzaia di Sartirana Lomellina IT2080011 Abbazia Acqualunga Lomellina IT2080013 Garzaia della Cascina Portalupa Parco del Ticino IT2080014 Boschi Siro Negri e Moriano Parco del Ticino IT2080015 San Massimo Parco del Ticino IT2080016 Boschi del Vignolo Parco del Ticino IT2080017 Garzaia di Porta Chiossa Pavese IT2080023 Garzaia di Villarasca Pavese

Tab. 2 – Presenza di Lycaena dispar nei SIC della provincia di Pavia.

34 Dipartimento diArboricoltura,BotanicaePatologiaVegetaleDipartimento -FacoltàdiAgrariaUniversitàdegli una fralepiùpiccolepiante Utricularia livida Utricularia carnivore terrestri carnivore Studi diNapoli“FedericoII” G AETANO R OBERTO P IZZOLONGO P ONZI E.Meyer:

35 Natura Montagna Anno LV – N. 2 2/08

Le piante carnivore hanno sempre suscitato non racenia, Drosera (Foto 2), Dionaea (Foto 3), Pin- solo grande curiosità negli appassionati di piante guicola, tutte facilmente reperibili in commercio e di biologia vegetale, ma anche enorme interesse o coltivate ed esposte in molti Orti Botanici dove nei botanici che le hanno fatte oggetto di nume- costituiscono notevoli attrattive non soltanto per i rose, specifiche ricerche. La relativa bibliografia è diversi meccanismi di cattura delle prede, ma an- pertanto molto vasta; delle opere recenti a carat- che per i colori spesso brillanti dei loro fiori per tere generale ci limitiamo a citare solo pochi Au- attrarre insetti. tori (Pietropaolo and Pietropaolo, 1986; Juniper Le specie appartenenti ai generi Nepenthes e Sar- et al. , 1989; Albert et al. , 1992; Blondeau, 1996; racenia sono tutte esotiche ed appartengono alle Labat, 2000; Rice, 2002). “carnivore” di maggiori dimensioni; infatti le trap- Si tratta di piante sia terrestri che acquatiche del pole (ascidi) con le quali queste piante catturano tutto autotrofe, la cui caratteristica è quella di esse- le prede, possono raggiungere e superare 60 cm re capaci di una nutrizione azotata supplementare, di altezza, come nella Sarracenia flava vivente in prevalentemente a spese di piccoli organismi che vengono attratti, catturati con modalità diverse in trappole mortali, e gradatamente digeriti. Vengono chiamate “carnivore”, con un termine po- co appropriato, ed altrettanto impropria è la de- finizione “insettivore”; infatti queste strane piante catturano e digeriscono non soltanto insetti, ma an- che batteri, funghi, aracnidi, millepiedi, centopie- di, anellidi, crostacei, lumache, piccoli vertebrati come anfibi, rettili e roditori; alcune catturano ne- matodi, altre in modo specifico protozoi. La necessità di una nutrizione azotata supplemen- tare è dovuta al fatto che queste piante si sono adattate a vivere in ambienti poveri di sostanze azotate; si rinvengono, infatti, in acque corren- ti o stagnanti, in suoli umidi, acidi, poco drenati, Foto 2 – Drosera rotundifolia L. x 0,25. in terreni dilavati, dove le condizioni anaerobiche non consentono la vita a microrganismi capaci di operare una totale decomposizione delle sostan- ze organiche. Molto note, tra le carnivore terrestri, sono quelle appartenenti ai generi Nepenthes (Foto 1), Sar-

Foto 3 – Dionaea muscipula comunemente detta “pigliamosche”. Foto 1 – Ascidio di Nepenthes sp. x 0,5. x 0,5. 36 Utricularia livida E. Meyer: una fra le più piccole piante carnivore terrestri

America, tra la Florida e la Carolina del Nord. Ap- australis R. Br. , U. intermedia Hayne, U. minor partengono invece anche alla nostra flora sponta- L. , U. ochroleuca Hartmann, U. vulgaris L. (Foto nea alcune specie dei generi Drosera e Pinguicola 4); quest’ultima, detta “erba vescica”, è la più co- (Pignatti, 1982); la Pinguicola hirtiflora, descritta mune; vive in gran parte della nostra penisola in da Tenore, vive in stazioni molto isolate e spesso acque stagnanti, in fossati, nelle risaie e nelle zo- difficilmente raggiungibili; in Campania è presente ne litorali, spingendosi fino al piano submontano. nei monti sopra Amalfi, su alcune rupi dove lo stil- Molte specie esotiche, tipiche della flora tropicale licidio è continuo; altre specie hanno distribuzione (Taylor, 1964; 1989) sono terrestri o epifite, dai alpina o subalpina. Per quanto riguarda il genere fiori spesso vistosi e vivacemente colorati. Drosera, le specie della nostra flora, Drosera ro- Originaria dell’Africa è Utricularia livida E. Meyer, tundifolia e Drosera intermedia, vivono prevalen- oggetto del presente articolo; questa specie terre- temente nell’Italia settentrionale, in acque acide, stre è stata descritta e studiata sotto diversi sino- paludi, sfagni e torbe. nimi; Slinger (1954) ha condotto uno studio ap- Le strategie di cattura delle prede, che si realizzano profondito sul suo sinonimo U. transrugosa, con- in queste piante, sono stupefacenti sia per la strut- siderando in particolare la morfologia delle parti tura delle trappole che per la loro straordinaria ef- vegetative, compresi gli ascidi. ficacia; una delle più spettacolari si può ammirare U. livida si comporta generalmente come specie in Dionaea muscipula, comunemente detta piglia- annuale, ma talora diventa perenne e, in tal caso, mosche, dove il meccanismo di cattura è a scatto, riduce la produzione di semi. Il suo areale naturale provocato mediante la sollecitazione di alcuni peli è il Madagascar e l’Africa orientale, dalla Etiopia tattili situati sulla superficie delle due facce fogliari e dalla Somalia fino al Sud Africa nella provincia in grado di chiudersi, in particolare nei luoghi cal- del Capo; ma alcuni esemplari sono stati trovati di, con rapido, istantaneo movimento. anche nel Messico; costituiscono il suo habitat le Sfuggono generalmente alla curiosità e all’interes- praterie costantemente o periodicamente umide se degli appassionati alcune carnivore di picco- o paludose, i suoli umidi, poco profondi, inondati, lissime dimensioni, come alcune specie apparte- dal livello del mare fino a 2. 600 metri di altitudi- nenti al genere Utricularia. Questa denominazione ne. Gli esemplari oggetto della nostra descrizione è stata data al genere da Linneo, nel 1735, per la provengono dall’Africa; tuttavia non siamo in gra- presenza di trappole, gli ascidi, che si presentano do di precisarne la zona essendo stati acquistati come minuscoli otricelli, Utriculi in latino, da cui da commercianti le cui indicazioni sono poco at- Utricularia. In queste piante gli ascidi sono quin- tendibili. di piccole vescichette che nelle specie acquatiche La Foto 5 mostra un gruppo di piantine di cui si hanno una duplice funzione: favorire il galleggia- vedono, sulla superficie del terreno, soltanto le fo- mento e catturare prede come alghe, piccoli ani- mali, detriti organici vari; nelle specie terrestri fun- zionano invece soltanto come trappole mortali di collaudato effetto. La nostra flora spontanea annovera 5 specie di Utricularia, tutte acquatiche (Pignatti, 1982): U.

Foto 4 – Utricularia vulgaris L. , l’utricularia più comune della Foto 5 – Utricularia livida E. Meyer: ad ogni fogliolina corrispon- nostra flora. x 4. de un individuo. x 0,5. 37 2/08

glioline; nella Foto 6 è invece mostrato un esem- sezione si incontra un tessuto parenchimatico (P) plare isolato dal terreno. Le parti costituenti l’in- che, nella parte centrale, racchiude un unico fa- tero apparato vegetativo sono: gli stoloni, i rizoi- scio vascolare (F) in cui risulta chiaro soltanto un di, le foglie, gli ascidi. Va sottolineato che le radici vaso xilematico anulo-spiralato. mancano in tutte le utricularie. I rizoidi sono strutture problematiche, poco diverse Gli stoloni sono strutture caulinari filiformi, delica- dagli stoloni e di minori dimensioni; spesso sono te, ramificate, cilindriche, prive di peli. In sezione posizionati alla base delle infiorescenze; Slinger trasversale (Foto 7) partendo dallo strato esterno, (1954) ritiene che accrescendosi, si trasformano si nota: l’epidermide (E) monostratificata da cui in stoloni. sporgono, senza un ordine particolare, minutissi- Le foglie sono spatolate (Foto 6), a margine inte- me ghiandole (g) costituite da tre sole cellule: una ro, gradatamente ristrette nella parte basale che basale infissa nell’epidermide; una mediana stret- diventa cilindrica e si continua con lo stolone; ri- ta, denominata colletto; una terminale, globosa, e esce pertanto difficile individuare dove finisce la priva di cuticola, nel cui interno si osserva mate- struttura fogliare e dove inizia quella dello stolo- riale strutturato. Procedendo verso il centro della ne; in realtà la foglia può considerarsi uno stolone appiattito. Nella foglia, di cui si osserva lo sche- ma della sezione trasversale nella Foto 8, il fascio vascolare (F), continuazione del fascio vascolare dello stolone, talora si divide una o due volte co- stituendo un’esile nervatura difficilmente visibile a occhio nudo. Il mesofillo è omogeneo, non distinto in tessuto a palizzata e tessuto spugnoso, formato da un solo tipo di clorenchima (C) ricco di cloro- plasti che però diminuiscono verso la base foglia- re, dove si possono differenziare uno o più ascidi. L’epidermide (E) mostra ghiandole sporgenti (g) dello stesso tipo di quelle descritte per gli stolo- ni; gli stomi (St), presenti generalmente solo sulla pagina superiore e nel tratto più esposto alla luce, sono leggermente infossati, privi di cellule annes-

Foto 6 – U. livida: le diverse parti costituenti l’apparato vegeta- tivo. x 30.

Foto 8 – Schema di una sezione trasversale di una foglia. (Da Slin- ger, 1954; modificato).

Foto 7 – Schema della sezione trasversale di uno stolone. (Da Foto 9 – Stoma osservato al microscopio elettronico a scansio- Slinger, 1954; modificato). ne. x 1.600. 38 Utricularia livida E. Meyer: una fra le più piccole piante carnivore terrestri se (Foto 9) e ritenuti da Slinger conformi al tipo porato, poiché presenta più di tre pori germinati- “anemocyclic” o “ranunculaceous” di Metcalfe and vi, tricolpato poiché mostra tre solchi longitudinali Chalk (1950). (colpi). Il pistillo è formato da un ovario globoso, L’infiorescenza (Foto 10) è l’unico germoglio ae- da un corto stilo e da uno stimma bilobo recante reo; si forma all’ascella di una foglia “circinata” e le papille stimmatiche sul labbro inferiore. Il frut- raggiunge una altezza di 10-20 cm; lungo lo scapo to è una capsula deiscente, con uno o più semi si differenziano fino a 8 fiori, brevemente pedun- angolosi, cuneiformi. colati, con corolla bilabiata “personata”, ciascuno Lo scapo fiorale, in sezione trasversale (Foto 13), all’ascella di una brattea fertile; sul peduncolo fio- mostra la tipica struttura di un caule; infatti, par- rale si inseriscono due bratteole. Il calice è formato tendo dall’esterno si osserva: da due soli sepali di colore dal verde al rosso, per- a) una epidermide (E) monostratificata e cuticola- sistenti nel frutto maturo; la corolla è variamente rizzata con stomi e ghiandole tricellulari del tipo colorata, dal rosa al lilla al rosso porpora; la fau- già descritto; ce è chiusa dal “palato” (che è un rigonfiamen- b) un clorenchima (C); to del labbro inferiore) colorato di giallo. Gli sta- c) una banda di sclerenchima (Sc); mi sono due e portano su un corto filamento una antera di forma allungata, dapprima rivolta verso l’ovario, successivamente rivolta verso l’esterno a seguito di una torsione del filamento; l’apertura delle antere avviene per una fessura longitudina- le (Foto 11). La forma e talune caratteristiche dei granuli pollinici si possono osservare nella Foto 12. Questo tipo si polline si può definire stefano-

Foto 11 – Lo stimma (Sm) e le 2 antere (a) aperte longitudinal- mente (Microscopio elettronico a scansione; x 70).

Foto 10 – Parte terminale di uno scapo fiorale; x 3. Nell’inserto Foto 12 – Granulo di polline fotografato al microscopio ottico; particolare di un fiore; x 8. x 1.500. 39 2/08

Foto 15 – Schema mostrante i rapporti tra le diverse parti anatomi- che di un ascidio che partecipano al meccanismo di cattura: le an- Foto 13 – Schema della sezione trasversale di scapo fiorale. (Da tenne, la porta ed il pavimento. (Da Slinger, 1954; modificato). Slinger, 1954; modificato).

Foto 16 – Ascidio visto al microscopio elettronico a scansione; x Foto 14 – Schema dell’anatomia di un ascidio. (Da Slinger, 1954; 800. Nell’inserto particolare delle cellule epidermiche le cui pa- modificato). reti esterne sono corrugate. x 2.000.

d) un tessuto parenchimatico (P) nel quale sono labbra, un labbro superiore (Ls) ed un labbro infe- immersi i fasci vascolari (F) disposti in cerchia riore (Li); un solo fascio vascolare (F), proveniente ed in cui il floema non è individuabile al micro- dal peduncolo, attraversa l’ascidio nella sua parte scopio o nelle micrografie. dorsale; sulla superficie interna sono presenti nu- La morfologia e l’anatomia degli ascidi corrispon- merose ghiandole costituite da una cellula basale dono alla descrizione fatta da Slinger (1954) per U. cilindrica, da una piccola cellula mediana discoi- transrugosa. Queste efficientissime trappole (Foto dale, da una cellula terminale con due o con quat- 14) si differenziano sia sugli stoloni che alla base tro braccia, sempre sprovviste di cuticola; quelle delle foglie alle quali si connettono mediante un con 4 braccia sono state definite “quadrifide (Gq), corto peduncolo; sono di dimensioni minute, ge- quelle con 2 braccia “bifide”; queste ultime (Foto neralmente non superano 2 mm di lunghezza e 1 15, Gb) si trovano generalmente solo in prossimi- mm di larghezza; hanno forma di piccole vescicole tà della bocca. traslucide, leggermente appiattite e quindi a profilo Lo strato cellulare interno del labbro superiore (Fo- ovale in sezione trasversale. Nella parte opposta al to 15, Ls) si prolunga a formare una sorta di ten- peduncolo si trova la “bocca” (B), apertura attra- da, la cosiddetta “porta” (Po), che scende fino a verso cui è possibile, in determinate condizioni, il toccare il “pavimento” (Pv) del labbro inferiore (Li) passaggio di prede. La bocca è delimitata da due ostruendo così l’ingresso alla cavità dell’ascidio. 40 Utricularia livida E. Meyer: una fra le più piccole piante carnivore terrestri

La porta (Foto 18) è libera soltanto nella sua par- dell’ascidio. Gli strati sono diversi per struttura e te terminale che tocca il pavimento e può essere proprietà; lo strato interno è capace di rapida con- spinta meccanicamente verso il lume dell’ascidio trazione ed espansione perché formato da cellule determinandosi in tal modo una apertura attra- più grandi le cui pareti presentano introflessioni verso cui le prede possono essere ingerite. Sulla più o meno regolari; sono in realtà cellule a sof- epidermide esterna della porta si notano numerosi fietto, a mantice; lo strato esterno, formato da cel- peli, alcuni dei quali sono lunghi, rigidi (Foto 15, lule appiattite, con rinforzi cellulosici negli angoli, *) e, come descriveremo più avanti, partecipano è pertanto più rigido. Nelle sezioni si nota che lo al meccanismo di apertura della porta e quindi al- spessore della porta non è uniforme; è minore nel- la cattura delle prede. la zona mediana mentre è chiaramente maggiore Oltre che dalle due labbra, la bocca è delimitata nella parte terminale. È importante sottolineare dai tessuti laterali dell’ascidio denominati “guance” che la porta si può aprire solo in un verso; infatti (Foto 16, Gu) da Slinger; su ogni labbro si trovano la cimasa, cioè la sua parte estrema libera, poggia lunghi peli ghiandolari disposti in file denomina- te “antenne” (Fott. 16 e 17, A) da Lloyd (1942), la cui funzione sembra essere quella di guidare le prede verso il loro destino, ma anche di trattenere costantemente, davanti alla bocca, un sottile stra- to di acqua. La parete dell’ascidio è sottile, traspa- rente, formata da due soli strati di cellule, tranne in corrispondenza delle labbra dove lo spessore è maggiore per la presenza di tessuti parenchimati- ci; lo strato cellulare esterno è formato da cellule con pareti ondulate (Foto 16 ed inserto) a cui so- no frammiste le medesime ghiandole di tre cellule descritte per gli stoloni. L’ondulazione delle pare- ti è importante perché consente a queste cellule di aumentare o diminuire il loro volume mediante variazioni osmotiche. I peli delle antenne sono formati da 4 cellule (Fo- to 17, inserto): una inferiore, prolungamento di una cellula epidermica; una basale, di forma allun- gata e cilindrica; una cortissima, discoidale; una terminale, lievemente allungata, di natura ghian- dolare. Vista di prospetto, la porta ha forma semicircolare; in sezione longitudinale (Fott. 15 e 18, Po) si mo- Foto 18 – Particolare dei rapporti tra la porta ed il pavimento. Se- stra costituita da due strati di cellule, uno esterno zione trattata con P. A. S. (Periodic Acid Schiff). x 1.000. ed uno interno, quest’ultimo rivolto verso il lume

Foto 17 – File di peli allineati, le “antenne”, intorno alla bocca dell’ascidio, viste al microscopio elettronico a scansione; x 200. La freccia indica la particolare struttura di un singolo pelo al mi- Foto 19 – Nematode catturato ma, per le grosse dimensioni, in- croscopio ottico. x 1000. gerito solo parzialmente. x 500. 41 2/08

su una depressione del pavimento rivestita da una to rapido è il ritorno dell’ascidio alla condizione di membrana di natura cuticolare denominata “velo” “pronto” per una successiva cattura. Questa con- (Fott. 15 e 18, Pv) posizionata e strutturata in ma- dizione si verifica perché le ghiandole “quadrifide”, niera tale da consentire alla porta di aprirsi soltanto oltre a secernere enzimi digestivi, hanno la funzio- dall’esterno verso il lume dell’ascidio. ne di riassorbire l’acqua dal lume dell’ascidio e ri- Il meccanismo mediante il quale gli ascidi cattu- pristinare una leggera depressione; conseguente- rano le prede è tra i più complessi realizzati dalle mente le “guance” tornano concave. L’acqua as- piante carnivore. È stato dimostrato che la cattu- sorbita dalle ghiandole “quadrifide” viene espulsa ra avviene per azione meccanica che coinvolge, all’esterno mediante le minute ghiandole tricellulari però, processi fisiologici e strutture anatomiche. che tappezzano la superficie esterna dell’ascidio. Va precisato che sia nelle specie acquatiche che La cosa strana è che queste trappole a volte rie- in quelle terrestri, all’interno dell’ascidio c’è acqua scono a catturare prede che, per le loro dimen- contenente sostanze varie, tra cui enzimi digestivi sioni, non riescono ad entrare completamente nel secreti dalle ghiandole “quadrifide”. lume dell’ascidio, come si vede nella Foto 19 che Quando l’ascidio è pronto per la cattura di una pre- mostra un ascidio da cui sporge parte di un ne- da, le sue condizioni sono le seguenti: matode catturato; tuttavia, la parte sporgente ver- 1) le pareti laterali o guance sono un poco rientrate, rà gradatamente risucchiata mediante movimenti concave, tendenti a tornare convesse e quindi delle “guance” conseguenti al processo di dige- si trovano in una situazione di equilibrio insta- stione. bile; 2) l’acqua ha, all’ interno dell’ascidio, una pres- sione inferiore a quella dell’acqua esterna; ma Bibliografia malgrado questa sua maggiore pressione, l’ac- qua esterna non riesce ad aprire la porta; ALBERT V.A., WILLIAM S.E., CHASE M. (1992) – Carnivorous 3) questa infatti è ermeticamente chiusa, a tenu- plants: phylogeny and structural evolution. Science, ta stagna, bloccata nella depressione del pa- 257; 1491-1495. vimento, col contributo del “velo” e di sostanze BLONDEAU G. (1996) – Plantes carnivores. Ed. De mucillaginose; Vecchi. 4) per la sua particolare anatomia, la “porta” ten- JUNIPER B.E., ROBINS R.J., JOEL D.M. (1989) – The de a curvarsi verso l’esterno (quindi subisce una carnivorous plants. Academic Press London. lieve spinta verso il fermo determinato dalla de- LABAT J.J. (2000) – Plantes carnivores. Comment le pressione del pavimento); ciò è dovuto al fatto cultiver facilement. Eugen Ulmer. che, come è stato precedentemente detto, le sue LLOYD F.E. (1942) – The carnivorous Plants. Chronica cellule a soffietto tendono a espandersi, men- botanica, 213-270; Waltham. tre le cellule dello strato più sottile sono poco METCALFE C.R., CHALK L. (1950) – Anatomy of the estensibili. Dicotyledons. Oxford Univ. Press London. Questa situazione di equilibrio instabile viene tur- PIETROPAOLO J., PIETROPAOLO P.A. (1986) – Carnivorous bata quando qualche preda che si aggira all’entrata plants of the world. Timber Press, Portland, Oregon. dell’ascidio, spinge inavvertitamente verso il basso PIGNATTI S. (1982) – Flora d’Italia 2, ; 626-627. Edagricole, i lunghi peli rigidi presenti sulla superficie esterna Bologna. della porta (Foto 15, *); questi peli funzionano co- RICE B. (2002) – Carnivorous plants. Classic perspectives me microscopiche leve, spingendole verso il basso and new research. Biologist, 49; 245-249. la porta viene spinta verso l’interno dell’ascidio; si SLINGER J. (1954) – The Morphology and Anatomy of determina in tal modo una apertura attraverso la Utricularia transrugosa Stapf. Bothalia 6; 385-406. quale l’acqua esterna, per la maggiore pressione, TAYLOR P. (1964) – The genus Utricularia L. penetra nell’ascidio trasportando all’interno le mal- (Lentibulariaceae) in Africa (south of the Sahara) and capitate prede che rimangono intrappolate perché Madagascar. Kew Bulletin 18 (1), ; London. la porta si chiude immediatamente. La digestione TAYLOR P. (1989) – The genus Utricularia: a taxonomic è abbastanza rapida (pochi minuti) ed altrettan- monograph. XIV HMSO London.

42 Fig. 1–DesertodelTenerè-Niger Graffitideltardo neolitico. Niger: ilpaesedeidinosauri Niger: Biologo ePresidentedelComitatoTecnico delParcodeiGessiBolognesi G IUSEPPE R IVALTA

43 Natura Montagna Anno LV – N. 2 2/08

Fig. 2 – uno dei numerosi campioni osteologici del giacimento di Gadoufaoua.

“…Azzaroli è fermo davanti alle vertebre…Nessuno sione ghiotta per ricavare quel po’ di denaro che, credeva di trovare l’ago nel pagliaio, eppure lo ab- anche se temporaneamente, possa spostare l’ago biamo trovato. Virgilio esclama: < Ma sono proprio della bilancia della loro dignitosa povertà. Con la vertebre!. >. Si china, ne raccoglie una, accarezza la lunga crisi politica algerina, da questa frontiera per superficie di pietra che un tempo era osso, la rigira anni il movimento turistico via terra, si era ridotto osservandola con cura. Freneticamente cominciamo fino a scomparire quasi del tutto e solo da poco a cercare, a fotografare, chiamandoci l’un l’altro per tempo è ripreso, anche se in maniera minima. Si far esaminare le ossa trovate, mentre le cineprese ron- comincia con il pagare il transito in Euro, moneta zano. Ossa pietrificate dappertutto. E siamo solo sul già ampiamente conosciuta, e in una cameretta bordo del giacimento di cui si vede la continuazione buia ed invasa dalla sabbia ci viene fatta firmare verso Est… ”. un’assicurazione “virtuale”, nel senso che ad Arlit ci informeranno che la vera assicurazione la dob- Da “Il Cimitero dei Dinosauri” biamo ancora pagare… ma tutto ciò fa parte del di Virgilio Boccardi e Cino Boccazzi mondo africano ed è inutile e controproducente opporsi o contestare… tanto… Da queste poche righe traspare tutto l’entusiasmo Finite le formalità e lasciateci alle spalle il nutrito degli uomini che, nel 1972, scoprirono uno dei più gruppo di persone del villaggio di frontiera ci but- importanti giacimenti di dinosauri dell’Africa saha- tiamo verso Est seguendo le caratteristiche “balise” riana; essi facevano parte di una spedizione italiana costituite da bidoni con un palo piantato dentro, finanziata dal Dr. G. Ligabue di Venezia. che ci indicano la pista verso la zona mineraria di Quest’anno a trent’anni di distanza abbiamo volu- Arlit. Lungo il percorso, veloce e piatto che taglia to rivisitare quei luoghi a dir poco “mitici” disper- di tanto in tanto gli ampi oued che confluiscono si tra le sabbie dell’immenso Deserto del Tenerè, nella amplissima valle dell’Azaouak, incontriamo in Niger. tracce preistoriche (macine, manufatti ecc. ) che ancora una volta dimostrano quanto grande sia stato il popolamento del Sahara durante il Neoli- Il viaggio tico, quando era ricco di fiumi, laghi vegetazione ed animali oggi rimasti solo sotto forma di splen- Partiti da Tunisi e dopo aver attraversato l’Algeria, dide rappresentazioni incise o dipinte nelle rocce senza alcun problema, siamo arrivati al confine col delle montagne. Niger al posto di frontiera di Assamaka. Al nostro Arlit ci viene incontro sotto forma di una lunga e arrivo immediatamente siamo circondati da un nu- bassa collina tabulare: non è un rilievo naturale, golo di persone, gentili, ma caratterizzate da quel- bensì una gigantesca discarica di una miniera… la classica insistenza tipica dei paesi subsahariani, di Uranio!! Marzo è il mese del vento di sabbia che vedono nei turisti e nei viaggiatori un’occa- per cui la località è a dir poco “insalubre”. Mi di- 44 Niger: il paese dei dinosauri

Fig. 3 – Saline di Teguiddam Tessoum vasche in cui vien fatto evaporare l’acqua carica di sale. spiace di aver dimenticato a casa il piccolo gei- la guida che ci accompagnerà sui giacimenti os- ger che mi porto sempre dietro. Ritengo che se siferi. Mentre aspettiamo che arrivino i permessi l’avessi avuto avrei avuto inquietanti conferme governativi necessari per la visita ci concediamo, sulla presenza nell’aria di un buon livello di ra- vista anche l’ora, una sosta “ludica” al ristorante dioattività. Fatti nuovi controlli alla polizia e al- gestito da un altro italiano (Vittorio Gioni) che da la dogana della cittadina arriviamo all’imbocco oltre vent’anni lavora qui. dell’Autostrada che scende ad Agadez. Si tratta Dopo essere entrati lasciandoci alle spalle un nu- infatti di una strada asfaltata a pagamento. Il “ca- trito gruppo di persone che cercano di venderci sello” è rappresentato da una corda tesa messa oggetti di artigianato locale (per altro anche mol- di traverso che viene abbassata solo dopo aver to belli), ci sediamo attorno ad un lungo e basso pagato un biglietto e lasciato qualche “cadeau” tavolo e pranziamo sorseggiando anche della buo- agli addetti, polizia compresa. In un’ora e mez- na birra. Pensando a quello che abbiamo visto e zo si arriva ad Agadez che si caratterizza per la lasciato fuori dal portone, ci sentiamo un po’ a di- sua antica moschea in terra rossa che sovrasta sagio, ma la gentilezza dei camerieri e la improv- le basse case della città. visa quiete del luogo ci fa dimenticare tutto, anche Agadez, per chi ama attraversare il Sahara con i giorni di pista trascorsi in mezzo a violente tem- mezzi propri, rappresenta un punto di arrivo im- peste di sabbia. All’uscita si ripiomba nella realtà portante e pieno di fascino. H. Barth, (esploratore fatta di voci concitate, caldo e polvere. Il tentati- tedesco partito da Tripoli, nel 1850) così descris- vo di visitare la moschea ed il famoso minareto in se questa città: “Un tempo era per grandezza pari terra e pali di legno non riesce a causa dell’insi- a Tunisi, circondata da orde barbariche, ai confini stenza delle persone che non ci mollano neanche col deserto e con i fertili distretti dell’interno di un un minuto e poi finalmente ci allontaniamo con grande continente quasi sconosciuto; qui fondata i nostri mezzi e riusciamo ad andare a visitare il sin dall’antichità e difesa come luogo di pacifici in- vecchio mercato e, un po’ fuori dal centro, quello contri, di traffici commerciali e di scambi di prodot- certamente più “etnico” del bestiame. Qui è un’in- ti tra differenti nazioni dai caratteri più disparati”. sieme di colori, parlate diverse, suoni, richiami dei Ad Agadez abbiamo un appuntamento con l’agen- bovini dalle enormi corna (simili a quelle delle pit- zia S. V. S di Ravà (con il quale avevamo mesi pri- ture neolitiche) che si associano ai versi guttura- ma concordato il giro al Cimitero dei Dinosauri). li e sgraziati dei dromedari. Vediamo accatastati i Parliamo con una delle persone responsabili e con pani di sale dalla tipica forma conica che arrivano 45 2/08

Fig. 4 – Ossa enormi sparse un po’ dappertutto… nel giacimen- to di Gadoufaoua.

se colline, in un paesaggio monotono e dominato da una luce livida con un caldo che si è fatto sof- focante, arriviamo ad un’acacia sotto cui vi sono due tuareg che si alzano e ci vengono incontro. Aker scambia con loro alcune parole dopo i sa- luti di rito, scendiamo dai fuoristrada e comincia- mo ad incamminarci verso una zona delimitata da pietre messe per meglio identificare l’area di sca- vo. Dopo pochi passi restiamo attoniti: davanti a noi si estende una zona letteralmente cosparsa di grandi ossa ancora in connessione anatomica. Si tratta di due esemplari di dinosauri erbivori (ge- nere Jobaria) già scavati e di cui mancano solo i crani ancora sotto alla sabbia. La lunghezza di questi animali raggiunge i 20 metri. Il recinto di pietre ad una più attenta osservazione risulta co- stituito in gran parte da pezzi di legno fossilizzato. Facciamo un lungo giro attorno: qua e là affiora- no ossa di dimensioni a volte grandi come un uo- mo ed ovunque schegge nerastre di pochi centi- metri che altro non sono che pezzetti sminuzzati da Bilma lontana centinaia di chilometri, villaggio di ossa, denti ecc. I due “vigilantes” ci mostrano sperduto al di là del grande “Tenerè” (il “grande altri reperti raccolti in zona e riuniti in vasi di ve- nulla”) e ovunque bambini carichi di quella alle- tro da marmellata! Si tratta di decine di denti di gria tipica dell’infanzia e che curiosi si accalcano carnivori, pezzi di uova dinosauriane, tronchi di attorno a me che mostro le riprese che ho fatto a alberi fossili ed anche manufatti e macine neoli- loro con la videocamera. tiche. Come sempre accade in queste zone dove Sera al campeggio a verificare i mezzi e le provvi- la desertificazione ha colpito in maniera pesante, ste per il giro a Gadoufaoua, il cimitero dei Dino- si è avuto un collassamento degli “orizzonti” stra- sauri che inizierà il giorno dopo. tigrafici per cui sullo stesso piano di campagna si All’alba siamo davanti all’agenzia, carichiamo possono raccogliere ossa vecchie di 130 milioni Aker, la nostra guida che ci porterà alla scoperta di anni assieme a punte di freccia costruite appe- del passato affiorante dalle sabbie. Come sempre na 10.000 anni fa. questi nomadi hanno con sé il minimo indispensa- Le ore passano svelte ed essendo l’una, il caldo bile, ma il tè non manca mai e con esso lo zucche- (siamo ormai intorno ai 45 gradi) ci obbliga ad una ro, elementi che dall’inizio del ’900 son diventati sosta all’ombra dell’acacia sotto cui i due tuareg parte integrante di questi popoli. Lasciamo Aga- ci preparano un classico tè alla menta, ben caldo dez e percorriamo un lungo tratto di asfalto. Dopo e zuccherato. Ancora una volta questa tradizione poco più di un’ora lo abbandoniamo e come pri- si dimostra la più adatta a superare i disagi del cli- mo obiettivo puntiamo su Merendet un luogo che ma sahariano. si raggiunge con un’ottantina di chilometri di pista; Verso le 15 ripartiamo e prendiamo un’altra pi- lì recentemente son stati scoperti scheletri interi sta che ci conduce alla base di una lunga falesia di erbivori durante una campagna di esplorazione (=scarpata): siamo arrivati, dopo oltre 50 km, ad statunitense, guidata da Paul Sereno un giovane una vasta foresta pietrificata. Qui i tronchi d’albe- paleontologo dell’Università di Chicago. La pista è ro, appartenenti verosimilmente a delle conifere del buona e tipicamente saheliana, con erba e cespu- genere “Araucaria”, giacciono sparsi ovunque e, gli che però via via si diradono fino a scomparire. per l’erosione subita, molti mostrano, ben evidenti, Il Sole è ormai alto in un cielo che resta grigio per gli anelli di accrescimento. Alcuni hanno dimen- la polvere in sospensione. Speriamo di esser for- sioni che superano il metro in lunghezza. Ancora tunati, visto che a 4 o 5 giorni di vento si alternano l’atmosfera si presenta cupa per via del cielo gri- di solito altrettanti di “bonaccia” che dovrebbero gio attraverso cui si intravede il disco solare bian- permetterci una “navigazione “ tranquilla, perché castro, ma per fortuna non c’è vento. proprio di navigazione si tratterà, per l’ assenza di Si ritorna sui nostri passi e facciamo una breve so- piste segnate: è l’inizio del Tenerè. In vista di bas- sta presso un pozzo attorno cui fervono lavori per 46 Niger: il paese dei dinosauri

Fig. 5 – Niger – deserto del Tenerè – I mezzi della spedizione al Cimitero dei dinosauri. l’abbeverata di numerosi dromedari e buoi. Alcu- ne in lontananza: siamo arrivati a Gadoufaouà. Il ni uomini tirano su l’acqua da un pozzo profondo nome è tutto un programma, infatti tradotto dal- con l’aiuto di miti asinelli. Sono gruppi diversi che la lingua tuareg significa “il luogo dove neanche i lavorano ed ognuno ha la sua carrucola di legno. cammelli vogliono scendere”. Era dagli anni ’70 L’orlo del pozzo ed i tronchi, su cui vengono inserite che sognavo di arrivare in questo posto, e il caso le carrucole, recano profondi solchi dovuti all’uti- ha voluto che ci arrivassi proprio alla vigiglia del lizzo prolungato di questo strumento fondamentale mio compleanno: il 15 Marzo! Prima che scenda per la vita in queste “regioni della sete”. la notte facciamo un giro di ricognizione e subito Proseguiamo e cominciamo ad inoltrarci davvero qua e là tibie, femori, costole, vertebre, denti ecc. nel Tenerè. La guida cerca di trovare la direzione sono sparsi un po’ dovunque. migliore e più adatta ai mezzi che dondolano, ar- Prepariamo il campo più lontano, a ridosso di un rancano e si insabbiano. Abbassiamo definitiva- cordone di dune che sembrano chiuderci in un mente la pressione dei pneumatici per aumentare abbraccio protettivo: un posto magico. Con l’ar- il galleggiamento sulla sabbia. Passiamo vicino ad rivo della sera il vento si alza e sibila tra le creste un tumulo di pietre: è una delle tante tombe “prei- di sabbia e sembra allontanarsi mugghiando ver- slamiche”, forse dell’Età del Bronzo, che costella- so il centro della valle, la valle di un “Mondo per- no tutto il Sahara. Con una buona dose di capar- duto”, tanto per rifarsi al famoso romanzo di Sir bietà affrontiamo un tratto “impestato” da dunet- Artur Conan Doyle. La cena è a base di tortellini te di sabbia durissime alte circa un metro e molto per festeggiare l’evento. Sotto un cielo finalmen- ravvicinate. Finalmente ne siamo fuori e possia- te stellato ci corichiamo stanchi, ma veramente mo proseguire, ma occorre ritrovare la direzione soddisfatti, anche perché i dati satellitari che ave- giusta e qui con grande mia sorpresa, Aker estrae vamo noi coincidevano perfettamente con il pun- da uno straccio colorato un “satellitare”! Anche to in cui venne fatto il campo della prima spedi- quaggiù i tempi cambiano con una rapidità scon- zione italo-francese organizzata dal Dr. Giancarlo volgente. Però la tecnologia ha sì i suoi pregi, ma Ligabue di Venezia insieme a Boccazzi, Boccardi anche i suoi difetti: infatti dopo poco l’apparec- e Taquet. Prima di addormentarmi ritorno con la chio elettronico comincia ad emettere un suono mente alla leggenda tuareg di Ouran, un antena- ritmato: le batterie si stanno scaricando. Per for- to di questo popolo che rubò un cammello e Dio tuna noi ne abbiamo di scorta e così la tecnologia lo punì trasformandolo in una grande lucertola! può riprendersi il ruolo che si merita e verso sera, Ecco perché da sempre i nomadi hanno evitato seguendo le indicazioni di rotta impostata sul GPS la zona perché in quelle ossa gigantesche vede- arriviamo in vista di una ampia valle con delle du- vano (e forse li vedono ancora oggi) i resti di quel 47 2/08

rite, ma di questo ancora nel Tenerè non se ne è riscontrata traccia. Durante la nostra esplorazione nel giacimento di Gadoufaouà, abbiamo incontrato, almeno tre re- sti di quei giganteschi progenitori dei coccodril- li: enormi mandibole in affioramento dalle rocce azzurrine con denti del diametro superiore ai tre centimetri! Durante i nostri zigzagare tra le dune e le grigie argille cretacee abbiano anche incrociato una, or- mai rara, carovana costituita da oltre 200 drome- dari provenienti dal fondo del Tenerè, da Bilma. Incontrare queste carovane, localmente chiamate “azalai”, è sempre emozionante per chi, come noi, Fig. 6 – Vertebre ancora in posizione anatomica giacimento di ama il Sahara, il Deserto che D. H. Lawrence definì Gadoufaoua. come “una terra eternamente senza padrone”. Verso la fine del tour arriviamo ad un pozzo che, loro predecessore colpito dalla divinità. Per ricor- tradotto dal tamahaq, significa “meglio della ghir- dare questa leggenda, all’Iguanodonte che qui fu ba”. Immediatamente un gruppo di dromedari stra- scavato, venne dato il nome di Ouranosaurus. Il namente ci viene incontro e contemporaneamente, mattino successivo riprendiamo carta, bussola e da sotto ad una acacia avanza una donna vestita di satellitare e andiamo alla ricerca di nuove zone nero con un piccolo bambino in braccio. La guida, in cui trovare fossili in affioramento. Il giacimen- dopo aver parlato con lei ci spiega che è da molti to è veramente enorme. Si è calcolato che copra giorni sola e senza la possibilità di attingere acqua una lunghezza di circa 180 chilometri per una lar- poiché è priva dei trenta metri di corda necessaria ghezza che varia dai 10 ai 30 chilometri. I reper- per calare il secchio nel pozzo! In breve, sotto un ti sono databili intorno ai 130 milioni di anni da sole a dir poco cocente (oltre 45 gradi all’ombra), oggi e quindi appartenenti al Periodo Cretaceo. riempiamo tutti i recipienti per la nomade e abbe- In quel tempo tutti i continenti erano ancora più veriamo i dromedari assetati. Aver l’acqua e non o meno collegati tra loro e esisteva una certa uni- poterla bere è una delle tante assurdità di questo formità di clima per cui anche la vegetazione era smisurato deserto che non deve esser mai preso abbastanza simile e di tipo tropicale. Le specie “alla leggera”. più diffuse erano le Araucarie (conifere oggi qua- Raggiungiamo la pista che viene da Bilma e do- si scomparse), le Cicadee (simili a basse palme), po alcune decine di chilometri ci fermiamo ad un Gingko spesso dalle dimensioni considerevoli e posto di blocco della polizia nel centro di un pic- molte specie di Felci arboree, oggi reperibili solo colo villaggio. Vi sono grossi camion stracarichi in zone della fascia tropicale (es. Uganda, Messi- di merce gente. Aker consiglia di non far foto e co, New Zeland ecc.). L’ambiente era caratterizza- di lasciar a lui le pratiche di controllo. Mi secca to da vaste zone allagate, paludose dove i grandi non poter scattare immagini perché la scena me- fiumi si disperdevano in amplissime pianure ver- riterebbe una bella documentazione, ma è giusto deggianti. Anche la zona dell’attuale Tenerè non rispettare queste disposizioni, anche perché, ci era tanto dissimile dalla precedente descrizione. verrà spiegato, che buona parte di quelle persone L’ecosistema era abbastanza ben delineato con sono degli immigrati clandestini che vengono dal pesci, anfibi, insetti oltre a numerose specie di Sudan, Tchad, Nigeria ecc. e che tentano di entra- dinosauri erbivori. Tra questi gli Iguanodonti (es. re in Libia, costeggiando l’Air, (le cui propaggini Ouranosaurus nigeriensis, dal caratteristico mu- si cominciano ad intravedere da qui). Arrivati al so allungato) erano i più diffusi. L’erbivoro più gi- mare questi disperati si imbarcheranno su qualche gantesco era tuttavia una specie simile ai Bron- nave fatiscente per tentare di sbarcare in Italia. tosauri (Jobairia)che raggiungeva i 25 metri di All’inizio del 2002 un camion simile a questi ha lunghezza. Tra i carnivori vivevano specie simili avuto problemi meccanici su una delle piste “in- all’Allosauro come è testimoniato da numerosi e visibili” e delle 90 persone che caricava solo due grossi artigli, ma abbondavano anche delle for- si sono salvate, tutte le altre sono morte di sete ! me simili a coccodrilli (Saurosuchus imperator) I loro corpi sono stati trovati a vari chilometri di lunghi fino a 14 metri. distanza dal mezzo in panne da cui si erano allon- I Dinosauri si sono estinti in massa verso i 64 mi- tanati per andare alla ricerca disperata di acqua o lioni di anni fa forse per le conseguenze catastro- di qualche soccorritore. Sono purtroppo tragiche fiche provocate dall’impatto di un grosso meteo- cronache di ordinaria amministrazione per que- 48 Niger: il paese dei dinosauri ste zone e sono notizie che non arrivano quasi di questi viaggi è che le realtà della vita qui si ve- mai all’opinione pubblica tantomeno a quella ex- rificano direttamente con i propri occhi e senti- tranazionale: questa è la dura realtà del deserto menti senza i condizionamenti dei “media”: que- che è anni luce lontana dalle realtà ad esempio, sto costituisce un arricchimento interiore che non di ben noti eventi rallystici che mostrano solo un ha prezzo e che accomuna tutti i veri viaggiatori aspetto (il meno importante) del deserto, quello del Deserto. che è caratterizzato da “marche” prestigiose e da Lasciata Teguidda puntiamo direttamente verso mezzi fantascientifici che poco hanno a che fare il confine algerino dopo aver espletato veloce- con i nostri rugginosi e cigolanti fuoristrada, che mente le formalità doganali e di polizia ad Assa- tuttavia ci permettono di vivere e vedere il vero maka, favoriti nei tempi anche da nuove raffiche Sahara. di vento di sabbia che sembrava attenderci pro- Le prime propaggini del massiccio dellAir, ci rega- prio al confine. Ormai la parte più importante del lano una serie di interessanti graffiti preistorici e di viaggio è stata messa in archivio. Lasciamo alle zone sacre di tipo megalitico. L’arrivo ad Agadez nostre spalle, non senza un certo rimpianto, le conclude il nostro impegnativo tour al “Cimitero grandi distese di ossa dei Dinosauri, un mondo di dei Dinosauri”. Il tempo di una doccia ristoratrice popoli poveri, ma pieni di dignità e le grandi di- presso la sede dell’Agenzia SVS, del Signor Ravà stese del Tenerè con i suoi cieli stellati che sem- e via di nuovo, questa volta puntando verso Nord brano quasi caderti addosso e i silenzi introvabili in direzione dell’Algeria. altrove. Davanti a noi ancora migliaia di chilo- Imbocchiamo la strada che conduce ad In Gall metri di deserto, un altro e stupefacente Sahara: (oggi asfaltata) e da questo villaggio percorriamo quello dell’Algeria. la pista che attraversa vari oued dell’ Azauak e facciamo campo nel Sahel. Il mattino successivo siamo alle saline di Teguidda - n - Tessoum: il pa- Schede ese della sete. Poche case di fango rosso, niente acqua dolce, un unico rilievo basso alle spalle del Sintesi storica del Niger villaggio. Quella che era in passato una collina, oggi è un enorme cratere con l’interno crivella- Popolato fin dalla preistoria e ricolonizzato dai po- to di pozze circolari piene di sale. Tutto è stato poli scesi a Sud durante le prime fasi di desertifica- scavato a mano con semplici e poveri utensili. Il zione alla fine del Neolitico. Tra il X° e il XIII° sec. fango in cui è contenuta una alta concentrazio- d.C. sviluppo dell’Impero Kanem-Bornu con entra- ne di Cloruro di Sodio, viene raccolto in conche ta dalla Nigeria di etnie Hausa e Djerma (discen- circolari in cui viene immessa acqua e fango in denti dei Songhai). Sviluppo di commerci costitu- piccoli pezzi che si scioglie all’interno. L’evapo- iti per lo più da schiavi ed oro. Nel 1898 arrivano i razione della soluzione salina e i travasi succes- francesi. Negli ultimi anni dell’ 800 a causa di una sivi in vasche di decantazione attigue, permette forte siccità il Niger innalza il prezzo del sale rica- alla fine di ottenere una sottile crosta cristallizzata vando notevoli interessi economici. (carovane di dal colore generalmente bianco, ma che può as- sale di Bilma ecc.). 1922: dopo scontri con i Tua- sumere il giallastro o rossastro se c’è stato ven- reg i Francesi lo occupano e ne fanno una colonia. to di sabbia. 1958: viene concessa l’autonomia e nel 1960 ha Il sale viene poi preparato in “pani” rettangolari o l’indipendenza. Negli anni ’70 vengono sviluppate circolari con appositi stampi e spolverato di sabbia le ricerche d’Uranio. Seguono vari governi e pre- per proteggerlo all’esterno. Questo tipo di prodot- sidenti e una progressiva recessione economica. to viene usato anche come integratore nella dieta 1999. È eletto Presidente Mamandou che cerca dei dromedari e altri animali. Le vasche richiedo- appoggi negli USA e Francia. no una continua manutenzione che vien fatta dal- le donne e dai giovani ragazzini del villaggio. Qui Agadez c’è una sola sorgente, ma è di acqua salata, per cui l’approvvigionamento idrico per la popolazione Tra le città nigerine è quella senz’altro più carat- avviene solo con camion cisterna. Il luogo è a dir teristica e che ha mantenuto il suo aspetto antico. poco “infernale” per la temperatura di solito mol- tipicamente “sudanese” con le sue case di matto- to elevata e anche per l’umidità originata dalla sa- ni di fango. Spicca dai tetti della città, il minareto lina ed inoltre quando arrivano le piogge la pista a tronco di piramide da cui escono i pali di legno diventa impraticabile e di conseguenza il camion che lo mantengono in piedi. La Moschea sorta nel cisterna non può arrivare… 1515 è stata ricostruita nel 1844. Animatissimo il Ancora una volta mi vengono in mente i “non mercato delle verdure, ma ancora più caratteristico problemi” della nostra cosi detta civiltà: il bello il mercato “tuareg” del bestiame (dromedari, bo- 49 2/08

vini e ovini). Grande è l’animazione nelle strade e è valida 10 anni), mentre è consigliabile la profi- spesso il turista appena arrivato è circondato da lassi antimalarica per la parte più occidentale del frotte di persone che vogliono contrattare con lui Paese. le loro merci e i loro monili. Una bottega artigiana Fuso orario: stessa ora del meridiano di Gre- tuttavia offre migliori garanzie per chi voglia ac- enwich. quistare oggetti in argento (famose sono le croci di Agadez). Suggerimenti

Notizie sulla Repubblica del Niger È consigliabile avere molte copie dattiloscritte con l’elenco dei partecipanti al viaggio con i dati ne- Clima: desertico- arido. cessari (= nome e cognome, numero passaporto, Precipitazioni: Luglio, Agosto, Settembre. data del suo rilascio e dove è stato rilasciato, data Superficie: 1. 267. 000 kmq. di scadenza, data di nascita e località di nascita, Confini: Algeria, Libia, Tchad, Nigeria, Benin, Bur- nomi dei genitori, cittadinanza e residenza). Questo kina faso, Mali. elenco con i dati personali riduce di molto i tempi Popolazione: 10. 000. 000 abitanti. alle frontiere o ai posti di controllo. Etnie presenti: Haussa (56%); Djerma (22%); Peul Se si è con veicoli propri è consigliabile avere sem- (8%); Tuareg (8%);Kaonuri (4,3%); Altri (1,2%) pre a portata di mano i dati del veicolo e cono- Francesi residenti circa 4000. scere la posizione dove è stampigliato il numero Capitale: Niamey. del telaio. Altre città: Agadez, Arlit, Zinder, Tahaoua, Bil- ma. Il “cimitero dei Dinosauri” è un’area protetta dal Lingua: francese (ufficiale), haussa, derma. governo del Niger e la sua visita è consentita so- Religione: Musulmana (80%), animista, cristiana lo su specifica richiesta (chi viene trovato in zo- Ordinamento: Repubblica presidenziale. na senza permesso rischia gravi sanzioni). Per Economia: miniere d’Uranio, produzione e confe- ovviare ai numerosi problemi burocratici è con- zionamento alimenti, prodotti chimici, ecc. sigliabile rivolgersi a delle Agenzie autorizzate. Valuta: franco dell’Africa Occidentale (CFA); L’Eu- Una delle più accreditate è “SPAZI D’AVVENTU- ro è ben conosciuto ed accettato. RA” con sede in Italia www.spazidavventura.com; I travellers cheque possono esser cambiati senza creata da viaggiatori sahariani fin dal 1977, ha problemi nella capitale Niamey, ma altrove diventa una base ad Agadez (Societè Voyage Saharien- molto difficile. Ad Agadez c’è una moderna banca ne) e fornisce guide e mezzi, oltre a sbrigare tut- in cui è possibile utilizzare la carta Visa. te le formalità necessarie per visite ai Dinosauri, Mance come in buona parte dell’Africa esiste la Tenerè e Tchad). La gestione è caratterizzata da consuetudine di lasciare una mancia che media- una grande professionalità e competenza. mente deve rimanere nell’ambito di un 10% del valore totale. Mezzo utilizzato per il viaggio: Camper 4x4 della Quando si acquista oggetti di artigianato è sempre Florence Camper Alfa Romeo 35/8; serbatoi per meglio contrattare il prezzo proposto generalmen- complessivi 300 litri gasolio; serbatoi acqua cir- te più alto del valore della merce. ca 100 litri; numero 2 ruote di scorta; due piastre Gasolio: in Niger il costo per litro si aggira intorno da sabbia; filtri gasolio, olio e aria di ricambio; set a € 0,50 o poco più, abbastanza caro consideran- di chiavi inglesi e attrezzi vari; compressore e ge- do i prezzi algerini e libici. neratore (meglio utilizzare compressore a 12 volt Periodo adatto alla visita: da Novembre a Marzo adeguato); scorte viveri per un mese (molta pasta (gli altri mesi possono esser troppo caldi o con per le cene serali); il materiale fotografico (video fango sulle piste). e fotocamera) và protetto con custodie tipo “Ewa Campeggi: costo generalmente basso (es. € 10 / marine” per evitare che la polvere, sempre presen- die), mentre vi sono alberghi che possono partire te, entri nelle apparecchiature; satellitare, carte e da € 30 fino ad arrivare a € 100) con parcheggio bussola; medicinali anti -diarrea, antipiretici, disin- sorvegliato. fettanti, molte confezioni di Aspirina(specialmente Visto: è richiesto e occorre farselo rilasciare in Ita- da regalare ai nomadi che si incontrano e che ne lia dall’Ambasciata di Roma (tel: 06 3729013), fanno sempre richiesta) e collirio. dove molto gentilmente forniranno l’elenco delle documentazioni necessarie. Nota: in tutti i tratti desertici MAI viaggiare con un Vaccinazioni: è obbligatoria la Febbre Gialla (che solo veicolo.

50 galli eReginaElena,Milano. pp. 38-45,fondazioneIRCCS, Ospedale Maggiore Policlinico, Mangia- * La Cannabis,nonsolodrogada “la ca’granda”,trimestralen1/2-2007 La La cannabis,drogaefarmaco La Già Professore Ordinario di Farmacologia all’UniversitàdiBologna Già ProfessoreOrdinariodiFarmacologia S ERGIO F ERRI *

51 Natura Montagna Anno LV – N. 2 2/08 Storia in Europa notizie interessanti sui suoi effetti psico- tropi. Nel 1810 un membro della “Commission des Sono poche le piante che sono state oggetto di Sciences e des Arts” annotava: “…per gli Egiziani, studi tanto numerosi e approfonditi come la ca- la canapa è la pianta per eccellenza, non per gli usi napa, pianta che cresce spontaneamente in tutte che ne fanno in Europa e in molti altri Paesi, ma per le fasce temperate del pianeta. I riferimenti all’uso i suoi peculiari effetti. La canapa coltivata in Egitto della pianta Cannabis sativa risalgono a migliaia è in realtà intossicante e narcotica”. di anni or sono: consapevoli della sua robustezza, Approfondite descrizioni delle proprietà della pian- sia in Oriente i Cinesi, sia in Occidente gli antichi ta cominciano a diffondersi, in effetti, in Europa. Greci e i Romani, la utilizzarono per il confeziona- Nel 1839 un giovane medico irlandese, O’Shan- mento di abiti e l’allestimento di cordame ad uso ghnessy, in servizio presso l’esercito britannico in navale. Nella storia più recente le citazioni sull’im- India, riassumeva criticamente le informazioni con- piego della pianta per la resistenza della sua fibra cernenti la canapa nella medicina indiana; di più, sono ovviamente innumerevoli; particolarmente egli stesso allestiva una serie di ricerche sugli ani- interessanti quelle concernenti la sua coltivazione mali (topo, ratto, coniglio) per precisarne gli ef- in America (Virginia) nel 1610. fetti e il margine di sicurezza che descriveva come Ma è come medicinale che l’uso della Cannabis si elevato. Questo stesso studioso, sulla linea del- data ai tempo più antichi: fra gli Assiri (800 a. C.), gli la terapia indiana tradizionale, somministrava la Amerindi e i (soliti) Cinesi (2700 a. C.). Proprio in Ci- Cannabis a soggetti sofferenti di varie patologie, na, l’imperatore Shen Nung descrive la canapa in un dall’epilessia ai reumatismi, riscontrando un’effi- libro che più avanti sarebbe diventato di riferimento cacia anticonvulsivante, analgesica, antiemetica ufficiale per la medicina cinese, con indicazioni per la ma con effetti collaterali frequenti per le alte dosi, malaria, i dolori reumatici, la costipazione. Gli Indiani che egli definiva di tipo catalettico. ne sottolineano (2000-1500 a. C.) alcune proprietà Negli stessi anni si diffondevano in Europa descri- “farmacologiche”: antifebbrile, ipnotica, stimolante zioni più complete circa le proprietà della pianta dell’appetito, di sollievo delle cefalee ed euforizzan- nella letteratura scientifica, soprattutto, ma non te. Anche nell’antico Egitto la pianta era conosciuta solo, sul versante psicotropo. ed è proprio da questo Paese che gli scenziati coin- In un commentario alla Farmacopea Britannica, volti nelle campagne militari di Napoleone riportano particolarmente acuto, così venivano descritti, nel

52 La cannabis, droga e farmaco

1848, gli effetti psicotropi di estratti della Cannabis: “Numerosi osservatori hanno talora constatato nei nativi d’Oriente, i quali ne fanno uso comunemente al posto di alcolici, uno stato di rilassatezza, di gra- devole «rêverie» che può facilmente indurre ad evi- tare ogni pur semplice lavoro; una condizione attiva di ebbrezza che induce l’individuo a cantare, ridere, ballare e, talvolta, lo spinge ad atti di violenza come in uno stato di ubriachezza aggressiva”. Contemporaneamente, sempre in Europa, in cir- coli artistico-letterari parigini (Théophile Gautier, Baudelaire), con i toni eccessivi tardo romantici dell’epoca, si formulavano inni di esaltazione ol- tre che al vino, all’assenzio, alle droghe tradizionali (oppio), anche alla Cannabis, versione hashish.

Marihuana e hashish. Terminologia

A questo punto occorrono alcune precisazioni: tut- te le parti della pianta Cannabis sativa sottospe- cie indica, sia maschile che femminile, con l’ecce- zione dei semi, contengono principi psicoattivi in misura maggiore o minore, con la concentrazione massima nelle sommità fiorite (femminili) seguita da quella delle foglie. Sono stati dati vari nomi alle preparazioni ottenute dalla pianta. Tuttavia la terminologia più corrente è quella di marihuana o marijuana (Maria Giovan- na, secondo la leggenda sudamericana), riferita alla intera pianta (soprattutto le foglie) seccata e sminuzzata e di hashish, che indica l’essudato, la resina secreta dell’infiorescenza (sommità fiorite). Anche sulla parola hashish sono, nel tempo, sorte vere e proprie leggende, una delle quali riconosce in essa l’origine del termine assassino, in riferimen- to alla scelta criminosa di consumatori della pianta capeggiati, nell’antico vicino Oriente, dall’altret- tanto leggendario “vecchio della montagna”, pre- sunto organizzatore di crimini e trame occulte di della Sanità, la Cannabis (marihuana - hashish) è ogni genere. Numerosi altri nomi sono in circola- diventata nei tardi anni ’90 il più diffuso composto zione, indiani per lo più, come bhang e ganja, che d’abuso del mondo, superando gli stessi oppiacei indicano, rispettivamente, foglie e sommità fiorite e la cocaina. Negli Stati Uniti, Paese che fornisce della pianta cresciuta spontanea (con basso con- accurate statistiche in proposito, si riscontrano nel tenuto in principi attivi) e foglie e sommità fiorite consumo oscillazioni, a seconda degli anni e delle della pianta coltivata (con più alto contenuto in classi professionali e sociali, che vanno, per fare principi attivi). Il termine charas, sempre indiano, un esempio, dal 2 al 10% degli studenti delle scuo- corrisponde a quello, nostrano, di hashish, resina. le superiori (con uso quotidiano) fino al 37-50% I prodotti della pianta, nelle varie culture, possono degli stessi negli ultimi trenta giorni di frequenza essere fumate, masticate, ingerite. scolastica. Secondo l’Asl-Città di Milano, la per- Indipendentemente, comunque, dalla terminolo- centuale di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 gia, all’inizio del ventesimo secolo, l’uso ricrea- anni che ne abbiano fatto uso almeno una vol- zionale, voluttuario della pianta, al di là di quello ta supera largamente il 60%. Nonostante le leggi medicinale, coinvolgeva tutto il mondo, dall’Africa si riscontra ovunque un’evoluzione all’incremento all’Europa, all’Australia, al Sud America e proprio del consumo dovuto anche alla diminuzione delle da qui raggiungeva gli Stati Uniti e il Canada. Se- disapprovazione sociale e alla diminuita percezio- condo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale ne del rischio. 53 2/08

Anche l’Italia vie- Cannabis, una pro- ne ovviamente posta al rialzo cir- coinvolta dal fe- ca la quota di pos- nomeno mondiale sesso, con sanzioni di diffusione del- amministrative che la marihuana, fa- evitino il rischio del vorito da un clima carcere. Tuttavia culturale artistico- l’intervento di un letterario e socio- Tribunale Ammi- politico che vede nistrativo Regio- il suo culmine nei nale ha fatto so- “formidabili” an- spendere il prov- ni ’60 della con- vedimento e ha testazione. Negli aperto un proble- ambienti giovani- ma che non è so- li, quello studente- lo di discrezionalità sco soprattutto, lo politica, di quanti- “spinello” diven- ficazione giuridica ta un’occasione di di limiti massimi di aggregazione, un segnale di appartenenza, l’espres- sostanze psicotrope detenute ma anche un severo sione di una cultura alternativa, protestataria. Ben problema di sostanza tecnico-scientifica. La svolta presto, tuttavia, l’uso della Cannabis esce da questo verso una legislazione più permissiva nei confron- contesto quasi rituale e la “canna” viene adottata ti della Cannabis è favorita dalle regolamentazioni singolarmente da giovani e da adulti a scopo ricrea- della vendita in alcuni Paesi europei, come l’Olan- zionale ed anche per il gusto di contravvenire a nor- da, e dalle molte dichiarazioni favorevoli, internazio- me e regolamenti sociali avvertiti come repressivi. nalmente, al suo uso terapeutico e, non da ultimo, Tuttavia, al di là di ogni espressione elusiva, di ogni dal rovesciamento di convincimenti radicati in molti analisi sociale, politica, psicologica da affidarsi ai per i quali l’uso della marihuana potrebbe configu- vari cultori disciplinari e agli operatori “sul territo- rare, oltre che un danno in sé, il primo passo verso rio”, dovrebbe essere chiaro che con l’uso della Can- le droghe “pesanti”, l’eroina tipicamente. nabis di configura una scelta specifica nell’ambito della ricca offerta di sostanze s’abuso discutibilmen- te più o meno “leggere”, più o meno “pesanti”. Principi attivi I suoi effetti dannosi vengono discussi, per quan- to riguarda la gravità, comparativamente a quelli A questo punto, appaiono utili per comprendere provocati da altre sostanze d’abuso, come l’alco- meglio le diverse opinioni e le resistenze opposte ol e il tabacco, ben più comuni e socialmente più da coloro che vedono in questi provvedimenti un accettate dalla cultura occidentale. Una legisla- segnale di incoraggiamento alla “escalation” nel zione sempre me- consumo di dro- no punitiva contri- ghe, alcuni appro- buisce ad enuclea- fondimenti sugli re la Cannabis dal effetti della Can- contesto che, se- nabis e sul conte- condo gli specia- nuto in principi at- listi, è quello pro- tivi. prio degli allucino- Queste precisazio- geni. ni dovrebbero aiu- Dopo anni di seve- tare a superare la ro proibizionismo genericità dei con- alla concessione cetti di marihuana di una ambigua e e hashish. discussa “modica La pianta Canna- quantità” di dro- bis sativa indica ga per uso perso- (e anche il fumo nale che ha visto che si sprigiona recentemente, per dalla sua combu- quanto riguarda la stione) contiene 54 La cannabis, droga e farmaco

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bis confiscate, coltivate evidentemente con questo preciso scopo, l’incremento progressivo della con- centrazione media di THC dall’1,5% fino al 20%. Questi cambiamenti vengono addirittura riferiti allo sviluppo di coltivazioni di piante sottoposte a ma- nipolazioni genetiche ed accrescono il timore che l’offerta di una Cannabis altamente attiva possa influire sul suo consumo.

Recettori dei cannabinoidi - endocannabinoidi La Cannabis viene abitualmente fumata come si- garetta da 0, 5-1 g. Circa il 50% del THC contenu- to nel fumo viene rapidamente assorbito a livello polmonare, passa in circolo e viene ridistribuito; le concentrazioni plasmatiche raggiungono il pic- co entro 10-20 minuti e l’accesso al cervello, con- siderata la lipofilia della molecola, è rapido e gli effetti farmacologici si evidenziano pertanto entro pochissimi minuti dall’inizio del fumo. L’assorbimento e la distribuzione del THC si realiz- zano con la via inalatoria molto più precocemente che dopo un’assunzione per via orale. Il THC viene convertito rapidamente, nel fegato e nel polmone, in un metabolita cannabinoide ancora modesta- mente attivo ma il proseguimento della degrada- zione esita nella produzione di vari composti ormai inattivi, a lenta eliminazione nelle urine. Il loro dosaggio nei liquidi biologici rende quindi possibile, con l’ausilio di sofisticati test, l’accerta- mento dell’avvenuta assunzione della droga inalata centinaia di composti a varia struttura chimica; anche dopo ore o addirittura giorni. La durata degli di questi, una sessantina sono stati identificati e effetti farmacologici di una sigaretta di Cannabis è raggruppati come cannabinoidi, appartenenti a calcolata mediamente in un paio di ore. un’unica classe chimica, quella dei terpenofenoli. Una serie di considerazioni scientifiche hanno fat- L’identificazione della struttura dei principi real- to ritenere che il complesso degli effetti centrali e mente attivi della Cannabis è stata possibile gra- periferici prodotto dai cannabinoidi riconosca la zie all’isolamento, negli anni ’40, di due di questi mediazione di specifici recettori per questi stessi cannabinoidi, e precisamente il cannabinolo e il cannabinoidi. L’attivazione di queste strutture di- cannabidiolo di per sé dotati di modesta efficacia stribuite sulla membrana della cellula operata dai rispetto al composto successivamente identifica- cannabinoidi viene trasmessa all’interno della cel- to e siamo negli anni ’60, e cioè il delta 9-tetrai- lula stessa attraverso una catena di eventi biochi- drocannabinolo (Δ9 THC) o comunque con ef- mici complessi e ancora in via di precisazione che fetti distinti rispetto a quest’ultimo. Il THC viene coinvolgono una quantità di trasmettitori, di ioni, riconosciuto come responsabile principale delle di proteine modulanti il messaggio. proprietà psicoattive della pianta e, più in gene- Il primo di questi recettori ad essere stato identifi- rale, dei suoi diversi effetti farmacologici. Questi cato è stato denominato CB1 (cannabinoide 1) e si effetti si esercitano prevalentemente, ma non uni- trova distribuito prevalentemente, ma non esclusi- camente, a livello del Sistema Nervoso Centrale e vamente, nel Sistema Nervoso Centrale, in parallelo variano con la quantità assunta e la via di sommi- con le strutture cerebrali la cui messa in opera giu- nistrazione ma è importante anche la sensibilità stifica molti degli effetti propri dei cannabinoidi, da individuale del consumatore, le circostanze stesse quelli, in particolare, cognitivi, della memoria, della dell’assunzione, singolarmente o in gruppo. gratificazione a quelli motori. La scarsità di recettori Di fronte a tutto questo è con molta preoccupazio- individuabili a livello delle strutture cerebrali coin- ne che si sta constatando nelle piante di Canna- volte nella respirazione spiegano, viceversa e altret- 56 La cannabis, droga e farmaco tanto bene, la sostanziale assenza della depressione simi a quelli descritti per il THC, principale com- respiratoria che è invece propria e temutissima, di ponente attivo della Cannabis. Altri endocannabi- altre droghe, tipicamente degli oppiacei. noidi si affiancano all’anandamide come il 2-ara- Successivamente al CB1, un altro e distinto recet- chidonoil-glicerolo (2-AG) ed altri cicosanoidi in tore atto ad accogliere e trasmettere i messaggi dei fase di accertamento e studio. cannabinoidi, è stato identificato e designato CB2. Ma quali sono, in definitiva, questi effetti evocati La sua distribuzione è centrale e periferica in parti- dalla Cannabis e dai suoi principi attivi? colare nelle cellule dell’intestino, del fegato e nelle cellule della milza, nei linfociti, nei monociti; per queste ultime collocazioni, è ipotizzabile un ruolo Proprietà psicoattive della Cannabis del CB2 nei fenomeni immunitari. L’insieme delle ricerche in argomento non solo lascia intravedere L’evidenza più spiccata delle proprietà psicoatti- l’esistenza di altri sottotipi di recettori per i canna- ve della Cannabis e dei suoi principi attivi è rap- binoidi, con ruoli funzionali distinti1, ma ha anche presentata nel consumatore dal cambiamento sollevato una serie di quesiti di estrema rilevanza dell’umore, un misto di euforia e rilassatezza fino per l’avanzamento delle conoscenze in biologia. alla sonnolenza che avvolge l’individuo soprattutto Il più importante di questi quesiti ha preso l’avvio quando è solo e può durare un paio d’ore. Durante da un analogo interrogativo a suo tempo sollevato questo tempo, nei consumatori dei diversi prepara- per gli oppiacei: come mai nel cervello degli ani- ti di Cannabis che contengono le più elevate con- mali e dell’uomo stesso sono individuabili recetto- centrazioni di principio attivo THC, si evidenziano ri specifici atti ad accogliere messaggi provenienti alterazioni delle percezioni visive e auditive e della dall’esterno, dal mondo naturale, come sono quelli percezione del tempo, che sembra scorrere molto propri della morfina, una sostanza (un alcaloide) più lentamente; sono ugualmente alterati i proces- che è espressa in un vegetale, tipicamente in una si cognitivi e la memoria per cui risulta ostacolata varietà del papavero? l’esecuzione di attività che richiedono l’articola- Le ricerche conseguenti a queste e, ovviamente, ad zione di circuiti neuronali complessi. La Cannabis analoghe sollecitazioni scientifiche avevano porta- influenza anche l’attività neurovegetativa con au- to all’individuazione nel cervello dell’uomo di so- mento della frequenza cardiaca e vasodilatazione stanze endogene, le endorfine, di cui la morfina periferica resa evidente, fra l’altro, dall’intenso ar- imita appunto gli effetti. Una situazione analoga si rossamento della congiuntiva; sensibile è anche è riproposta per i cannabinoidi della Cannabis, un l’incremento dell’appetito, un effetto che è oggetto vegetale cui corrispondono nell’organismo speci- di interesse da parte di produttori farmaceutici che fici recettori: sul filo di questi ragionamenti, sono vedono la possibilità di sviluppare farmaci per il state identificate, in finale, nell’uomo e nell’anima- controllo, positivo o negativo, dell’appetito. le, delle sostanze endogene “leganti” di questi re- cettori, la prima delle quali ha ricevuto il nome di anandamide, da una parola sanscrita che significa La Cannabis come sostanza serenità, contemplazione. d’abuso Altre sostanze bioattive del genere sono state suc- cessivamente estratte da vari tessuti e collettiva- Non dobbiamo dimenticare che la Cannabis, con i mente indicate come endocannabinoidi a significa- suoi derivati - marihuana e hashish - e i suoi prin- re, appunto, la sede endogena e il collegamento con cipi attivi, delta 9-tetraidrocannabinolo in partico- le ricerche d’origine, dalla Cannabis. Degli endocan- lare, è pur sempre una droga. Che la marihuana, nabinoidi sinora individuati è stata precisata la strut- anche fumata, tanto per citare l’esperienza più fre- tura chimica, che è ben distinta, va precisato, da quente, si configuri come sostanza d’abuso è con- quello dei cannabinoidi vegetali e se ne è precisato fermato ormai da tempo, anche se la precipitazione anche il corredo di enzimi preposto alla loro sintesi di una sindrome astinenziale, indicativa appunto e metabolizzazione. In base a questi riscontri scien- di una dipendenza, viene all’osservazione clinica tifici si può postulare l’esistenza, nell’organismo, di solo nei consumatori di dosi regolari, più frequen- un vero e proprio sistema neurochimico “cannabi- temente orali ed elevate, che improvvisamente ne noide” le cui funzioni e interazioni con gli altri sistemi interrompono l’assunzione. La sintesi di composti neurochimici sono in via di accertamento. antagonisti dei recettori dei cannabinoidi CB1 e Fra gli endocannabinoidi isolati, l’anandamide in CB2, come il rimonabant, ha permesso di arriva- particolare è quella che produce gli effetti più pros- re a sicure conclusioni in proposito sul piano spe- rimentale, sia in vivo negli animali di laboratorio 1 L’esistenza di siti recettoriali diversi per i cannabinoidi è postulato da (scimmie incluse) sia in vitro sul biochimismo di alcuni ricercatori per giustificare gli effetti del cannabidiolo, in parte di- cellule in cultura, secondo uno schema procedu- stinti per qualità ed intensità, da quelli del THC. 57 2/08

rale che i ricercatori applicano alle più classiche sono ancora in discussione in sede legislativa-nor- sostanze d’abuso, come gli oppiacei. mativa, oppure sono di parziale attuazione in Regioni L’interpretazione dei sintomi evocati dalla Canna- a Statuto speciale (Alto Adige) le cui autorità met- bis sull’uomo è complicata da molti fattori che pos- teranno a disposizione derivati della Cannabis per sono essere individuali: lo sviluppo di una tolleran- uso farmacologico in regime di day hospital; è un za, con cui si intende il decremento progressivo riconoscimento di loro caratteristiche terapeutiche al degli effetti con l’uso cronico della droga, è molto di fuori delle censure connesse al problema “droga”. soggettivo ma è soprattutto l’uso concomitante e Il dronabinolo è un cannabinoide e precisamente lo non infrequente di altre sostanze d’abuso, l’alcool stesso THC, ottenuto per via sintetica e dispensato anzitutto, che complica il quadro sintomatologico. in compresse (Marinol) di vario dosaggio, mentre Per la stessa ragione, anche la sindrome astinenzia- il nabilone è un cannabinoide di sintesi con legge- le, il complesso di sintomi, cioè, che compare con re modificazioni strutturali rispetto al precedente: è la deprivazione in consumatori cronici di alte dosi, infatti un 9-transchetocannabinoide che dovrebbe può risultare confusa: i sintomi più frequentemente avere, usando un condizionale, un più basso po- osservabili sono comunque l’irritabilità, l’irrequie- tenziale psicotropo. Il Sativex è un prodotto farma- tezza, l’insonnia, la sudorazione profusa, l’anores- ceutico, uno spray oromucosale per l’erogazione di sia; l’aumento della temperatura corporea, il calo livelli terapeutici di due dei principali cannabinoidi, ponderale, il tremore sono egualmente sintomi og- il più volte citato delta 9-tetraidrocannabinolo (THC) gettivi. Eccezionalmente sono stati segnalati casi e il cannabidiolo. Il Cannador è un estratto totale di di allucinazioni, uditive e visive con la deprivazione Cannabis. Questi preparati sono in commercio in di preparati di Cannabis ad elevato contenuto di vari Paesi europei, dall’Olanda alla Germania, alla principi attivi. Al potenziale d’abuso non sfuggo- Svizzera, alla Gran Bretagna, al Belgio, alla Spagna no i succedanei dei cannabinoidi sinora sintetizza- ma anche in Paesi extraeuropei come l’Australia e ti, che pure tanto hanno contribuito all’acquisizio- il Canada (che ha la legislazione più permissiva an- ne di conoscenze sul loro meccanismo d’azione, che per quanto riguarda la coltivazione della pianta sul significato fisiologico delle sostanze endogene Cannabis). Anche negli Stati Uniti alcuni Stati han- correlate (come l’anandamide) e, non da ultimo, no concesso l’autorizzazione al commercio dei ci- sono stati utili per chiarire le correlazioni con altre tati farmaci pur confliggendo con il parere contrario sostanze d’abuso, come gli oppiacei. A proposi- espresso dalle massime autorità federali e pertanto to di questi ultimi, le più recenti indagini inducono si renderà necessario ricomporre queste divergen- ad attribuire ai cannabinoidi proprio una funzione ze. La prescrizione, in generale, è indirizzata al con- genericamente modulatoria che potrebbe rivelarsi trollo farmacologico del dolore, in particolare quello utile, sul piano applicativo, per il controllo farma- oncologico, eventualmente in associazione con altri cologico della dipendenza agli oppiacei. farmaci come gi oppiacei per ridurne il dosaggio, in Indipendentemente dalle considerazioni anche più ciò affiancandosi (un’arma in più) al corposo grup- generali concernenti i composti d’abuso, una delle po di analgesici utilizzati a questo scopo. preoccupazioni più serie è quella manifestata da È confermata l’efficacia antiemetica (antinausea) non pochi ricercatori i quali temono che l’uso cro- della Cannabis nel corso di specifiche chemiote- nico della Cannabis e dei suoi derivati da parte dei rapie antitumorali, in caso di inadeguatezza di far- giovanissimi, psicologicamente più deboli, possa maci con questa indicazione. far rischiare il rallentamento dei processi evoluti- È evidente che questi interventi terapeutici si rial- vi cerebrali, con ripercussioni sull’apprendimen- lacciano alle esperienze descritte già da secoli dai to e sulla coordinazione motoria. Esistono anche consumatori della Cannabis e verificate dalle più segnalazioni cliniche per le quali la Cannabis può recenti ricerche. aggravare o far precipitare i sintomi di turbe men- L’identificazione degli endocannabinoidi e dei loro tali pre-esistenti, come la schizofrenia. recettori variamente distribuiti nel Sistema Ner- voso, negli organi periferici e nelle cellule immu- no-competenti fa ritenere che questo complesso Potenziali terapeutici della neurochimico partecipi alla regolazione di sva- Cannabis riate importanti funzioni fisiologiche e patofisio- logiche. Il discorso si porta, a questo punto, sui potenziali Nuove indagini sono pervenute a un livello avan- usi terapeutici della Cannabis, alcuni dei quali già zato sotto il profilo normativo per altre applicazioni riconosciuti e di cui si è riferito all’inizio. farmacologiche dei derivati della Cannabis nei più Il potenziale terapeutico della Cannabis e dei can- disparati settori della patologia, diverse da quelle nabinoidi ha da tempo avuto un ampio riscontro del controllo del dolore: dai disordini motori del- all’estero, mentre in Italia provvedimenti in proposito la sclerosi multipla, del morbo di Parkinson e della 58 La cannabis, droga e farmaco corea di Huntington fino, come già accennato, al gli effetti psicoattivi evocati dai comuni preparati controllo del consumo di cibo nelle due condizioni di Cannabis. opposte di obesità e anoressia. Queste patologie Sembra andare in questa direzione la sintesi, re- riconducono pur sempre a una disregolazione per cente, del dexanabinol; anche in questo caso è co- varie cause del Sistema Nervoso spino-encefalico munque opportuno l’uso del dubitativo. così come, del resto, le sindromi collegate alle “tur- Architettare molecole di sintesi più selettive per que- be dell’appetito” che ammettono complesse com- sto o quello dei substrati neuronali e magari anche ponenti neuropsichiche che si ripercuotono sul bi- più potenti del prototipo, è procedura largamente lancio energetico. utilizzata in farmacologia, proprio per composti di Merita di essere ricordato che il rimonabant, anta- ispirazione naturale e varia attività terapeutica. gonista dei recettori degli (endo)cannabinoidi, è un Nel caso specifico, con la precisazione delle fun- farmaco antiobesità: ha un impatto sia centrale, di zioni degli endocannabinoidi, anandamide “in pri- controllo delle componenti omeostatiche e di gra- mis”, gli specialisti potrebbero operare variamen- tificazione del bilancio energeticoi e dell’appetito, te interferendo, oltre che sulle strutture recettoriali sia periferico direttamente sulle cellule adipose in- come poc’anzi accennato, sempre a titolo d’esem- testinali. Per le stesse ragioni di governo delle com- pio, con il biochimismo e il metabolismo degli en- ponenti edoniche, di gratificazione, il rimonabant docannabinoidi stessi, arrivando a escludere fun- viene testato anche nei confronti della dipendenza zioni specifiche indesiderate. da fumo. Il rimonabant è stato effettivamente mes- In alternativa, opportune correzioni chimico-strut- so in commercio ma è già stato sospeso dall’AIFA turali potrebbero impedire l’accesso al Sistema nei Paesi dell’Unione Europea perché “il rischio di Nervoso Centrale di molecole cannabinoidi, limi- disturbi psichiatrici nei pazienti in trattamento con tandone l’effetto se necessario, alle sole strutture questo farmaco è raddoppiato rispetto a coloro che periferiche. assumono placebo”. Ma le potenzialità terapeutiche dei composti della Cannabis vengono esplorate anche in altre dire- Conclusioni zioni, concernenti capitoli ben distinti delle scienze biomediche come, per citarne solo alcuni, l’osteopo- A commento conclusivo di quanto sin qui riferito, rosi e l’aterosclerosi, i fenomeni immunitari e quelli merita di essere evidenziato l’importante contribu- infiammatori, fenomeni d’altronde evidenti, per cer- to offerto allo sviluppo delle scienze biomediche te loro componenti, anche in alcune delle patologie dall’impiego critico di risorse naturali, sul piano te- citate. Si tratta evidentemente di ipotesi di lavoro orico e su quello applicativo. Per restare nei limiti che trovano però tutte un collegamento proprio nel- speculativi dell’argomento Cannabis, va segnalato il le ricerche sugli endocannabinoidi e che potrebbero rinnovo di interesse per un’altra pianta, una Echina- esitare in risultati preziosi e ben mirati. cea, nella quale sono stati individuati, con indagini Un impedimento alla introduzione di terapie speci- recentissime, componenti che funzionerebbero co- ficamente collegate alla Cannabis in quanto “erba”, me immunomodulatori in conseguenza di una loro “spinello”, ecc. , è opposto evidentemente dalla so- interazione proprio con i recettori dei cannabinoidi. stanziale inaccettabilità sociale delle sue proprietà psicoattive, dalla ripercussione sulla normali atti- vità e, non da ultimo, dalle non chiare correlazio- Bibliografia ni teorico-pratiche con altre sostanze d’abuso, ti- picamente gli oppiacei e l’alcool. Questo insieme ADAMS I.B., MARTIN B.R., (1996) – Cannabis: Pharmacology di considerazioni suscitano motivata perplessità and Toxicology in Animals and humans. In Addiction sui presunti vantaggi della Cannabis nei confronti 91, (11),1585-1614. di farmaci tradizionalmente adottati per ciascuna FERRI S. et al. (1981) – Investigation of behavioral effects delle indicazioni elencate. of an extract of Cannabis sativa L. Psycopharmacology Il superamento di queste perplessità circa l’utilizzo 75, 144-147. clinico dei derivati della Cannabis, e sempre am- FERRI S. et al. (1986) – Possible mediation of catecho- messo che venga confermata la loro reale superio- laminergic pathways in the antinociceptive rità terapeutica rispetto ai farmaci convenzionali, Psycopharmacology 89, 244-247. potrà venire non tanto dalla scelta di indicazioni PACHER P., BATKAI S., KUNOS G. (2006) – The Endocan- applicative che lascino evidentemente poche al- nabinoid System-Pharmacotherapy. Pharmacol. Rev. ternative in proposito, quanto piuttosto dalla re- 58, 389-462. alizzazione di analoghi sintetici dei cannabinoidi SINGH J., BUDHRAJA S., (2006) – Therapeutic potential of che abbiamo un impatto sulle strutture neuronali, cannabinoids receptor ligands: current status. Methods i recettori ad esempio, così selettivo da escludere Find. Exp. Clin. Pharmacology 28(3), 177-183. 59 Lettere Natura Montagna

domanda: no, il nitrato non rimane sempre nella stessa quantità, e le buone pratiche agricole tendono a ritar- Caro Direttore, dare e limitare il percolamento di nitrato nelle acque. In leggo, su una rivista ambientalista, una notizia che mi molte condizioni (maggiormente nelle risaie e nelle pa- lascia un po’ perplesso. ludi) enormi masse di azoto vengono “perdute” in atmo- Infatti si parla di procedimenti in atto per trasformare il sfera in seguito a processi anaerobi di denitrificazione,

letame in biogas e in un ammendante del terreno in base specialmente come N2, e questo è certamente un fatto all’assunto che, così facendo, si limiterebbe la produzio- positivo per gli equilibri ecologici delle aree ad alta in- ne di nitrati che non giovano alla potabilità delle acque tensità agricola. destinate alla alimentazione e si otterrebbe sostanza or- Diverso e appunto complicato sarebbe il discorso se, a ganica simile all’humus. questo punto, andassimo a chiederci: ma questi gas in Ma, mi chiedo io, l’azoto non sarà sottoposto anche in aria poi cosa fanno? contribuiscono per esempio a effetti questo caso a quela forma di massima ossidazione che, serra? Ma non è qui il luogo di occuparsene. Rimandia- insegnavano a scuola rappresenta la forma (di azoto) mo queste curiosità a interventi più approfonditi, che mi maggiormente appetita dalle piante? auguro, Natura e Montagna vorrà presto ospitare. E allora, Non si è scoperta l’acqua calda visto che anche nei trattamenti tradizionali si arrivava a questo? (Lettera firmata) Da Bergantino, in provincia di Rovigo, ci scrive un affe- zionato lettore, Marcello Santini: Il Direttore, pur nella sua onniscienza (autoironico, NdR) non sa cosa rispondere e ben volentieri passa la pal- Caro Direttore, e dagliela! Da decenni (se non da seco- la al Prof. Paolo Pupillo, Ordinario di Fisiologia Vegeta- li) ognuno mangia tranquillamente i frutti prodotti da le all’Università di Bologna, che molto gentilmente ri- piante clonate (come le antiche mele “Limoncelle” o più sponde: recenti come la “Renetta”, o le “Golden” o tutte le pere o le albicocche (come la Bella di Imola) e, altrettanto Gent. Direttore, tranquillamente, usa uve clonate per mantenere fedel- rispondo alla lettera del nostro lettore agronomo come mente i pregi di vini da esse derivati. posso, sia perché è piuttosto tecnica, sia perché per Però non appena si avanza una proposta di usare car- formazione (o deformazione) disciplinare non so molto ni di animali clonati scatta l’alarme e contro quelli che di deiezioni. Con questi limiti non avrei niente da ecce- ormai hano giornalisticamente un nome, l’accattivan- pire in linea di principio sulla gassificazione dei letami te neologismo di “figli di Dolly”, si scatena la bagarre da allevamenti zootecnici. Con questi impianti si forma mediatica. un biogas (soprattutto metano) che può avere impieghi Ha senso tutto ciò o si tratta di un atteggiamento me- energetici come combustibile; si riduce la biomassa in- ramente emotivo? quinante; si evita lo sversamento diretto o indiretto di li- quami nei corpi idrici che tanto ha contribuito alla conta- Il Direttore ha le sue idee in proposito ma non vuole minazione dei nostri fiumi. I residui semisolidi della gas- imporle ed allora si rivolge ad un insigne studioso di sificazione, ricchi di sostanze azotate organiche e non, Scienze Veterinarie (già disturbato ai tempi di “mucca possono diventare ottimi fertilizzanti naturali se mesco- pazza” ve ne ricordate?) il Prof. Paolo Stefano Marcato lati al terreno agrario, dove peraltro gran parte dell’azoto che, molto cortesemente ed esaurientemente, risponde. sarà normalmente ossidato a nitrato per l’attività batte- Grazie Marcato! rica. Anche la struttura del suolo ne trarrà giovamento. Le piante coltivate assorbiranno il nitrato (e ogni altra La Federal and Drugs Administration (Fda), l’ente che forma di azoto) e quasi tutto il resto. Meno nitrato fini- sovrintende sulla sanità alimentare degli Stati Uniti, ha sce nei corsi d’acqua, meglio è; ci sono precisi limiti di dato l’ok per la produzione e la commercializzazione del- legge, come il lettore ben sa, non solo per l’acqua per la carne clonata. Sostanzialmente l’agenzia americana usi domestici. E fin qui, direi, tutto bene. ha stabilito, dopo lunghi e accurati studi, che non ci so- Ma i quesiti se ben interpreto sarebbero anche: 1) se le no differenze tra la carne degli animali clonati e quella piante “preferiscano” il nitrato ad altre forme d’azoto, degli animali allevati con il metodo tradizionale. Non c’è 2) se, alla fine del processo, tutto il nitrato non finisca poi da stupirsi se pensiamo che da anni la riproduzione ugualmente in acqua. Sulla prima domanda: il nitrato dei bovini e degli altri animali da allevamento avviene è la forma di azoto più comune soprattutto nei terreni in provetta. Gli allevatori selezionano gli aspetti miglio- aperti e le piante lo assorbono e lo organicano effica- ri di un capo di bestiame e li combinano con il seme di cemente e rapidamente, pur essendo in grado di assi- un capo che eccelle nelle carenze del primo. In prati- milare qualsiasi altra fonte d’azoto compreso l’ammo- ca indirizzano l’inseminazione aiutandola senza l’inter- nio (con qualche complicazione in più). Sulla seconda vento della natura! Cos’è se non una clonazione? E poi 60 Natura Montagna Lettere

La pecora Dolly in Scozia. Maialini clonati in Cina. agendo così si migliora la selezione dei capi di bestia- La raccomandazione del Parlamento europeo non ri- me e si riduce la mortalità, con costi di gestione note- guarda esclusivamente gli animali clonati, ma anche i volmente inferiori. loro discendenti. Un particolare importantissimo: il pro- Secondo la Fda non è necessario informare i consuma- cesso di clonazione è costoso, ed eventualmente verreb- tori dell’origine di ciò che stanno acquistando, dato che be usato per ottenere “fotocopie” degli animali migliori gli animali clonati (e il loro latte) sono uguali a quelli da usare come riproduttori, non come carne da macello. prodotti con metodi naturali. O almeno, la precisazione Il no del Parlamento si estende all’allevamento in Euro- è d’obbligo, naturali quanto ci si può aspettare da ani- pa di animali clonati e dei loro discendenti; alla vendita mali di allevamento, quasi tutti figli della fecondazione di latte proveniente da animali clonati e dai loro discen- artificiale, generati da sperma congelato di pochi ma- denti; all’importazione in Europa di semi o embrioni di schi iperselezionati e da ovociti di mucche già macel- animali clonati e dei loro discendenti. La giustificazione late da impiantare poi in una fattrice, oppure da fem- addotta è evitare danni “all’immagine e alla sostanza mine di cui è stata sincronizzata chimicamente la fase del modello agricolo europeo” che, a quanto affermano dell’ovulazione per rendere più economico ed efficien- gli eurodeputati, “si basa sulla qualità dei prodotti, sui te il processo riproduttivo. La clonazione dunque non principi ecocompatibili e sul rispetto di standard rigorosi è che il punto di arrivo di un processo avviato anni fa. di benessere degli animali”. “Per la precisione, quella di cui si sta discutendo ora è Come sappiamo, la carne clonata è già in vendita negli la clonazione da cellule somatiche di individui adulti”, USA e questo non induce a credere alla permanenza del spiega Cesare Galli, direttore del Laboratorio di Tecno- divieto e alla tenuta futura del no alla vendita a livello di logie della Riproduzione di Cremona dove sono nati il decisione della Commissione. toro Galileo e altri animali clonati. L’autorizzazione del- Per ora le normative europee non consentono di impor- la Fda è arrivata dopo più di due anni di indagini e po- tare questi prodotti e richiedono per la carne protocolli lemiche, quando già nel 2002 la National Academy of di qualità e tracciabilità. Ma l’apertura alla carne clonata Sciences americana aveva decretato sicure le carni de- rischia di acuire la tensione commerciale tra Europa e gli animali clonati. L’Efsa, l’agenzia europea per la si- Usa, già alta a causa del bando comunitario sulla carne curezza alimentare, ha dato un sostanziale quanto am- americana agli ormoni. biguo via libera alla carne clonata e ai derivati ricavati Intanto l’esecutivo UE ha già commissionato un sondag- dalla stessa. Ma il Parlamento europeo ha votato con- gio Eurobarometro sui cibi clonati che dovrebbe essere tro la messa in commercio di tali prodotti. Il problema è disponibile nella seconda metà del 2008. verificare quanto effettivamente il voto del Parlamento In conclusione, credo che il proibizionismo non avrà valga in quanto la decisione vera verrà presa dalla Com- successo e se mantenuto porterà a forme clandestine missione europea che può decidere a suo piacimento, di commercio con altri ben più gravi rischi per la salu- come, ad esempio, è già successo per il regolamento brità dei prodotti. D’altra parte il proibizionismo euro- europeo sul biologico. peo verso gli anabolizzanti ormonali nell’ allevamento ha 61 Lettere Natura Montagna

“Caro Fontana, complimenti per le tue intelligenti curiosità e grazie per avermi coinvolto. Purtroppo, come succede nella maggior parte dei casi, nell’opera di questi sommi Pittori (e non solo Raffaello) gli alberi, in particolare, sono assolutamente stilizzati e pertanto non identificabili (eccetto due piccoli Cipressi svettanti sullo sfondo). Quando si tratta di piante erbacee, invece cose vanno meglio. Nella fattispecie, alla base dei paffuti piedini de- gli angioletti, sono sicuramente riconoscibili due cespi di piantaggine (Plantago media), mentre purtroppo mi è impossibile pronunciarmi sulla altra pianta fiorita. Potrebbe essere una Composita liguliflora, ma non mi azzardo oltre e sarò molto grato a chi vorrà cercare di risolvere il problema. Mucche clonate nello Stato americano del Wisconsin. Grazie, comunque del quesito e complimenti per la tua vivacità intellettuale. generato e continua a generare un commercio illegale clandestino floridissimo di questi ormoni. Francesco Corbetta Paolo Stefano Marcato

Da Roma un affezionato consocio e attento lettore, Un nostro Lettore e Socio molto affezionato, il Dottor Gio- l’Amm. Edoardo Piccirilli ci scrive: vanni Fontana, di Bologna, sempre molto attento ai pro- “Caro Direttore, blemi botanico-artistici, mi scrive: ho letto in un importante, importantissimo quotidiano una lettera, pubblicata con grande evidenza nella quale “Caro Direttore, si auspica il rimboschimento delle aree incendiate. nei giorni scorsi ho assai ammirato, sulla stampa na- La proposta non mi trova concordante in quanto la tro- zionale, gli stupendi servizi dedicati al famoso quadro vo pericolare per il possibile innesco di sordidi interessi di Raffaello, la Madonna del Cardellino, recentemente e intrallazzi economici. In fondo la vegetazione brucia- molto ben restaurato. Come puoi facilmente immagina- ta, purché gli incendi non si susseguano in tempi trop- re la mia curiosità è stata attratta, come in altri casi, dai po ravvicinati e purché non sia costituita da monotoni particolari botanici sullo sfondo. impianti di conifere (magari esotiche) riprende molto Mi potresti, gentilmente, fornire alcuni ragguagli sugli bene nel giro di pochi anni. O no?” stessi? Grazie.” Il Direttore risponde: Il Direttore ringrazia Lui per il destro che gli viene dato di “Anch’io la penso come il nostro attento lettore con il scrivere qualcosa e acchiappa la palla al balzo. quale mi congratulo assai vivamente. Infatti gli interventi E risponde: in materia già si sono rivelati spesso assai pericolosi. La vegetazione che brucia più facilmente specialmente al Sud è spesso costituita da graminacee della step- pa ed arbusti della macchia quali Ampelodesma Mau- ritanica, Cymbopogon hirtus e altre sclerofille medi- terranee. Tutte queste specie sono geneticamente attrezzate per ricacciare attivamente alla base; spesso anche solo poche settimane dopo la passata di incendio e dopo pochi anni, dalla stessa, percettivamente, non si capisce più che c’è stato. Nei monotoni rimboschi- menti di conifere, paradossalmente, l’incendio fa qua- si bene all’ambiente e, aspetti estetici negativi a par- te ci restituisce ambienti maggiormente ricchi di bio- diversità. Concordo quindi perfettamente con la valutazione dell’attento consocio e lettore. 62 Natura Montagna Notiziario

186 CANDELINE PER IL CORPO FORESTALE DELLO STATO

Per il suo annuale il Corpo Forestale dello Stato è sce- so letteralmente in piazza. E lo ha fatto scegliendo uno dei luoghi storici di Roma: piazza del Popolo. Quattro giorni di festeggiamenti, dal 17 al 20 ottobre scorsi, tra incontri e appuntamenti istituzionali. La manifestazione è stata inaugurata dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Luca Zaia e dal Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, e si è chiusa alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napo- litano e delle più alte cariche dello Stato. Dopo l’inaugu- razione, sempre alla presenza del Capo del Corpo fore- stale, si è svolta la premiazione del concorso fotografi- Piazza del Popolo adulti e bambini hanno potuto vedere co “I Forestali Forze della Natura”, diviso in tre sezioni: anche le unità cinofile della Forestale, unità speciali che “forestali”, “professionisti” e “amatori”. Sono stati con- prestano ser vizio presso i nuclei regionali distribuiti sul segnati 3 premi per la categoria “forestali”, 3 premi per territorio nazionale per assicurare un rapido intervento e la categoria “amatori” e 2 menzioni speciali ad altret- fronteggiare le più diverse situazio ni, in ausilio ai reparti tanti Forestali. Messi da parte premi e riconoscimenti, operativi. L’impiego delle unità cinofile è principalmen- finalmente l’apertura al pubblico del Villaggio Natura: te destinato ad attività di protezione civile, di ricerca e un itinerario divulgativo e didattico alla scoperta del- soccorso di persone scomparse in superficie o travolte le molteplici attività della Forestale. Un vero e proprio da macerie, detriti e valanghe. Ed è proprio per l’impe- viaggio all’interno di un parco tematico per avvicinare gno mostrato nelle situazioni più difficili, che il Corpo i cittadini all’ambiente. Una curiosità: gli stand del Vil- forestale dello Stato promuove ogni anno il “Premio Na- laggio erano realizzati con legname di ramino tagliato in zionale Cani con le stellette” che vuole mettere in luce Asia nelle ultime foreste degli oranghi e sequestrato dal l’infaticabile operato e l’abile preparazione delle unità servizio Cites del Corpo Forestale. A fornire l’energia a cinofile dei diversi Corpi di Polizia, dell’Esercito e dei parte del Villaggio alcuni pannelli fotovoltaici. Corpi Nazionali di Protezione Civile del nostro Paese. È Due elicotteri, una centrale operativa mobile e una pa- Baltoro il cane della Forestale premiato dal Ministro del- rete per roccia tori: sono state solo alcune delle attra- le politiche agricole alimentari e forestali nel corso della zioni del Villaggio allestito a Piazza del Popolo che ha cerimonia di lunedì 20 ottobre alla presenza del Presi- attirato turisti e romani per avvicinarli alle tematiche dente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ambientali. Curiosi, appassionati e turisti hanno visitato il Villaggio Natura nei quattro giorni di festeggia menti, accompa- Una no stop in piazza gnati anche dalla mascotte Silvano che non si è nega- Oltre alle riserve naturali visitabili in occasione di “Na- to ai flash soprattutto dei bambini. Tra le attrazioni che tura Aperta”, a Roma c’è stata la possibilità di visitare ha avuto più successo c’è quella del Nucleo Rocciato- il patrimonio naturale di Villa Borghese: ogni giorno si ri appar tenente al Soccorso Alpino Forestale (S.A.F.) poteva fare una pas seggiata nel parco romano accom- che ha guidato i visitatori nelle prove di arrampicata su pagnati da esperti e Forestali. parete. Anche il personale del Nucleo Investigativo An- E poi a spasso per gli stand delle attività del Corpo fore- tincendio Boschivi (N.LA.B.) ha effettuato prove di re- stale dello Stato tra un’attrazione e l’altra. Prima la pre- pertazione tecnico-scientifica per la ricerca degli ordi- sentazione del Gruppo Sportivo Forestale che ha dato gni incendiari e dei punti di innesco. A Piazza del Popolo negli anni tante soddisfazioni. Ultime, in ordine di tem- erano esposti anche tutti i mezzi utilizzati dalla Forestale po, le due medaglie olimpiche conquistate a Pechino: il nelle varie attività di tutela e controllo del territorio: dalle bronzo nel fioretto a squadre per Giovanna Trillini e l’oro motoslitte, agli elicotteri; dal Laboratorio didattico alla nel tiro a volo, specialità skeet per Chiara Cainero, pre- Centrale Operativa Mobile, completamente attrezzata sente in piazza per ricevere gli onori dei visitatori. per il coordinamento di situazioni di crisi; dalle auto e E tra una dimostrazione di karate e l’altra anche l’esibi- moto storiche ai più moderni fuoristrada. zione della banda del Corpo forestale dello Stato, com- Il 20 ottobre, in una bella giornata di sole e con tan- posta da 50 elementi, di cui quattro donne, provenienti ta soddisfazione per il successo dei festeggiamenti del da ogni parte d’Italia e tutti in uniforme storica, ispira- 1860 annuale del Corpo forestale dello Stato, il Presi- ta alla divisa in uso nel 1904 con il cappello alla alpina dente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Capo del del tipo a bombetta completato con il fregio e la penna. Corpo Forestale Cesare Patrone hanno chiuso la mani- Ogni ora uno spettacolo, ogni ora una dimostrazione. A festazione, davanti ai reparti schierati. Presenti il Mini- 63 Notiziario Natura Montagna

erano esenti da critiche fondate. Ma il miglioramen- to dell’ organizzazione ha portato alla raccolta diffe- renziata della spazzatura e a discariche appropriate, ed i miglioramenti tecnici hanno portato a incenerito- ri (piace di più il termine termovalorizzatori) che fun- zionano a temperature più elevate (distruggendo così completamente le molecole complesse, quali quelle della diossina), hanno filtri sempre più efficaci che ri- ducono ormai a zero tutte le emissioni, una migliore efficienza nella trasformazione del calore in energia elettrica, e un utilizzo migliore del calore a bassa tem- peratura (prodotto dalle centrali) per riscaldare edifici pubblici e privati ottenendo un aumento dell’efficienza stro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca energetica globale di quasi un fattore due). Un ottimo Zaia ed il sottosegretario Antonio Bonfiglio. esempio bolognese è l’inceneritore di Granarolo, ini- Non da ultimo, occorre ricordare la consegna da parte zialmente contestato ed ora insostituibile, efficiente, e del Presidente della Repubblica degli atte stati relativi al- “le mucche possono pascolare vicino alla centrale” (e le promozioni per merito straordinario al personale della forse dovrà incenerire anche rifiuti napoletani). Un al- Forestale che si è particolarmente distinto nello svolgi- tro inceneritore/termovalorizzatore modello è quello di mento della propria attività professionale e ai due atleti Brescia … e pensare che l’energia ottenuta dagli ince- del Gruppo sportivo che hanno vinto medaglia d’oro e neritori è di fatto rinnovabile! … e intanto a Napoli si di bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008. brucia immondizia nelle strade, …, a bassa tempera- “Il Corpo incarna e tramanda i valori della conservazione tura e, senza alcun filtro! ambientale ma anche dello sviluppo sostenibile e coniu- Eppure persiste la sindrome Nimby quasi che la popo- ga le funzioni di polizia con una conoscenza straordina- lazione si sia dimenticata del continuo miglioramento ria della realtà agro silvo-pastorale del territorio italiano. tecnologico, che permette continui miglioramenti di ef- Poiché la tutela dell’ambiente passa necessariamente ficienza e di riduzione degli effetti nocivi. Se ne stanno attra verso l’attività rurale che a sua volta incide e modi- accorgendo persino i cinesi, che nell’ultimo anno hanno fica profondamente ambiente e paesaggio, il Corpo Fo- aperto ogni settimana una nuova grande centrale ter- restale ha sempre costituito il legame tra due esigenze moelettrica a carbone, bruciandolo in modo inefficiente ugualmente valide e rispettabili, ossia la tutela dell’am- e senza alcuna preoccupazione ambientale. Ora stanno biente e la difesa rispettosa ma dinamica della comples- preparando progetti e miglioramenti che cambieran- sità del sistema produttivo agricolo e forestale”. no la situazione. Dire no ed opporsi a nuove iniziative, Con queste parole il Capo del Corpo Forestale dello fa “perdere il treno”, e fa aumentare i costi, senza che Stato, Cesare Patrone, ha voluto salutare e chiudere le si ottenga una razionale visione dello sviluppo a lunga celebrazioni prima della preghiera del Forestale a San scadenza, come è avvenuto in modo clamoroso per i ri- Giovanni Gualberto e della resa degli Onori militari al fiuti a Napoli… Vedi Napoli e poi… muori! Quanti “treni Presidente della Repubblica e alla Bandiera. abbiamo perso”? Per produrre elettricità, in Italia si usa un “mix” di car- buranti con molto gas e petrolio, che sono i più costo- …NO, GRAZIE! …LA SINDROME NIMBY IN ITALIA

L’espressione “Nimby” (“Not in my backyard”, “Non vi- cino a casa mia”) è stata introdotta da un giornale ameri- cano; poi è nata la “sindrome Nimby”, che si è estesa un pò ovunque nel mondo, ed ha trovato la sua “massima espressione” in Italia. Si è iniziato con No alle centrali a carbone e No al nucleare in Italia; si è poi proseguito con tanti altri No, grazie: No inceneritori, No discariche, No Tav, No a centrali a biomasse, No nuove autostrade, No nuove centrali, No rigassificatori, Biogas? No, grazie, No alle an- tenne per i telefonini, No a nuove tangenziali e tanti altri No in Italia: vedi alcuni esempi in Fig. 1; qui considereremo i problemi energetici, includendo anche gli inceneritori. Si pensi agli oppositori degli inceneritori: i primi ince- neritori di qualche decennio fa erano già utili, ma non 64 Natura Montagna Notiziario si1. Il risultato è che il costo dell’energia elettrica in Italia nità Europea! E la raccolta differenziata, le discariche è il più alto in Europa2. Il costo potrebbe diminuire se appropriate, gli inceneritori? … Inceneritore? eredità da usassimo un pò più di carbone, che è più abbondante rifiutare! … lo non finanzio gli inceneritori … del gas e del petrolio, e proviene da paesi più stabili di Cosa sta succedendo in Italia? Siamo un paese in decli- quelli che esportano petrolio e gas. Ma, … no al carbone no, come dicono alcuni giornali stranieri? … e anche ita- … Potremmo usare energia elettrica prodotta da relati- liani. …: un paese alla deriva. Energia, l’Italia dei no. vamente piccole centrali a biomassa, scarti di prodotti Che possono fare gli scienziati? Diventa sempre più im- agricoli e altro, situati in molti siti nel paese ma … Como, portante fare una continua, semplice, corretta ed appro- Romagna, Marche, Calabria, … no alle biomasse … priata comunicazione e divulgazione della scienza e della È interessante ed istruttiva la lettera scritta da un lavo- tecnica. Per esempio spiegando la differenza fra potenza ratore per il “suo giornale”, circa otto mesi fa. “Sono un elettrica di picco installata ed energia elettrica prodotta compagno che ha la tessera di Rifondazione fin dal pri- per es. in un anno. (I termini sono confusi e anche in- mo giorno. Non so se Liberazione pubblicherà questa vertiti in molti giornali: quando espressi correttamente si mia lunga lettera. Ma non posso fare a meno di mani- nota che la potenza installata per impianti eolici e solari festare tutta la mia rabbia quando apro il mio giornale è grande; ma l’energia elettrica prodotta è piccola). e leggo gli entusiastici resoconti delle gesta dei cosid- Giorgio Giacomelli e Roberto Giacomelli detti no coke che cercano di impedire il completamento Bologna 28/05/2008 della centrale Enel di Civitavecchia. Sono un lavoratore dell’Enel da 29 anni. Ho girato tante centrali in tutta Ita- lia e anche fuori. Conosco bene la difficoltà di coniuga- COLLISIONATORE O DISTRUTTORE? re la produzione di energia elettrica con l’abbattimento delle emissioni nell’ambiente, ma posso testimoniare L’americano Walter Wagner ha presentato un esposto a con assoluta certezza che quella che stiamo costruendo un tribunale delle Haway contro il nuovo collisionatore a Torrevaldaliga Nord è la migliore che abbia mai visto LHC del CERN, sostenendo che, se messo in funzione, proprio per le tecnologie nuove che adopera per pulire “può distruggere la terra”. Il Signor Wagner non è nuovo i fumi. Invece debbo leggere proprio su Liberazione una a queste iniziative: nel 1999 aveva presentato un esposto criminalizzazione della nostra centrale che non sta ne in simile per cercare di bloccare l’avvio del collisionatore di cielo ne in terra. Come se la responsabilità dell’aumen- alta energia protone-protone e nucleo-nucleo [oro-oro] to dei tumori nella Regione Lazio fosse tutta colpa della (RHIC) al laboratorio di Brookhaven, in Long Island, vi- centrale che ancora non c’è. Lo capite o no che in questo cino a New York. Il laboratorio organizzò una commissio- modo tutti noi che lavoriamo in questo settore ci sentia- ne di esperti per studiare in dettaglio la possibilità di una mo trattati come gli untori che diffondevano la peste? catastrofe terrestre. La commissione giunse alla conclu- Ma come quella degli untori anche questa è solo una sione che tale possibilità era teoricamente molto remo- leggenda. ta, e che questa conclusione era confortata dalle osser- E intanto il costo del petrolio aumenta e l’ENEL trova vazioni sui raggi cosmici, composti da nuclei leggeri e più conveniente acquistare energia elettrica da nuclea- pesanti accelerati naturalmente ad altissime energie; tali re in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, ed ha acqui- raggi cosmici giungono da qualche miliardo di anni sul- stato grosse quote di centrali nucleari in Slovacchia. E la luna, sulla terra, sul sole (e possono anche scontrarsi … nucleare, no grazie! … Ritorno al nucleare, no grazie! nel vuoto interstellare) e non hanno mai provocato cata- …, con il risultato di aumentare gli acquisti di energia strofi. Sulla base di queste conclusioni, e affermazioni da elettrica prodotta in centrali nucleari straniere poste un parte di astrofisici, la Corte non accettò la richiesta del po’ più lontano. Questa soluzione è per ora forse la mi- Signor Wagner. RHIC ha iniziato a funzionare nel 2000 e gliore; occorre però mantenere stretti contatti sui reattori diversi grandi esperimenti si sono svolti per oltre 6 anni, nucleari di nuova generazione: quando si brucerà U238 senza aver prodotto alcun danno. Il collisionatore LHC al oppure Th232 le riserve effettive di combustibili nucleari Centro Europeo per la fisica delle particelle (CERN) è il da fissione aumenteranno di quasi un fattore 100 (e sa- nuovo collisionatore gigante costruito da una collabora- ranno sufficienti per alcune migliaia di anni). zione mondiale (il maggior contributo è del CERN stes- E il problema dell’immondizia in Campania resta diffi- so). È previsto che LHC entri in funzione verso la fine del cile, sembra quasi irrisolvibile, ed è costoso; inviamo 2008 a energia e intensità inferiori a quelle di progetto; immondizia in Germania (spendendo ~250 euro/ton- energia e intensità che verranno gradualmente aumen- nellata). E riusciamo a ricevere contributi dalla Comu- tati in seguito. Quattro grandi esperimenti (e un paio più piccoli) sono stati preparati e verranno utilizzati da 1 Vedi Piero Angela e Lorenzo Pinna, La sfida del secolo, Monda- alcune migliaia di fisici e ingegneri provenienti da tutte dori, 2006. le parti del mondo. Ricercheranno il misterioso bosone 2 Il costo dell’elettrictà per uso domestico in Francia, nelle regioni di Higgs, che dovrebbe essere responsabile della massa attorno al lago di Ginevra, è quasi due volte inferiore a quello italia- di ogni particella; ricercheranno anche nuove particel- no. 65 Notiziario - Necrologi Natura Montagna

A CASA DI MARIO RIGONI STERN CON FRANCE- SCO CORBETTA

Il 16 giugno di quest’anno è scomparso ad Asiago il celebre scrittore Mario Rigoni Stern. La notizia, per sua espressa volontà, è stata divulgata a funerali già av- venuti: un’ultima lezione di sobrietà, dopo le tante che aveva dato nella sua vita e nei suoi scritti. I giornali ne hanno ovviamente parlato, con articoli a volte molto belli, ma tutto sommato mi è rimasta la sensazione che la sua statura di scrittore, cresciuta a poco a poco di ogni particella; ricercheranno anche nuove particel- attraverso i decenni nella stima dei lettori e nella con- le, che potrebbero costituire la materia oscura presente siderazione dei critici (e secondo me destinata a cre- nell’universo. C’è una curiosa correlazione fra lo studio scere ulteriormente nel tempo), non sia stata sempre delle particelle piccolissime e i primi attimi dell’Universo: adeguatamente messa in risalto. Come se valesse an- le collisioni protone-protone a un’energia di 14 miliardi di cora quella definizione di Elio Vittorini, “scrittore non di elettronVolt nel centro: di massa, e poi le collisioni piom- vocazione”, che aveva accompagnato il suo romanzo bo-piombo, permetteranno di “osservare” come doveva di esordio, dimostratasi col tempo largamente ridut- essere l’Universo circa un centesimo di miliardesimo di tiva e sempre meno aderente a un autore che aveva, secondo dopo il Big Bang, la grande “esplosione” che al contrario, trovato strada facendo la propria auten- ha dato origine al nostro universo. LHC non distruggerà tica vocazione e aveva imparato a combinare, secon- l’Universo: dovrebbe invece permetterei di conoscerlo do equilibri sempre più raffinati, i ricordi personali e le meglio. Obiezioni del tipo di quelle fatte contro RHIC e sue riflessioni sul passato e il presente con i paesaggi LHC sono state fatte in passato verso nuovi accelerato- e i materiali narrativi della sua terra, soprattutto tra le ri di alta energia che stavano per entrare in funzione, in due guerre mondiali. particolare verso acceleratori che usavano ioni pesanti. Mario Rigoni Stern, peraltro, nato ad Asiago (Vicenza) Tutti gli acceleratori sono entrati regolarmente in fun- il 1° novembre 1921, alpino a 18, a 22 sergente mag- zione, nessuno ha dato luogo a problemi e tutti hanno giore in Russia durante la tragica ritirata e, una volta contribuito a migliorare la nostra conoscenza dell’ “estre- tornato tenacemente a casa dopo molte vicissitudini, mamente piccolo” e del nostro universo. In ogni modo il a lungo impiegato al catasto comunale e scrittore a CERN ha già fatto valutare la situazione da due comitati tempo parziale sino alla pensione, e solo dopo scritto- e continua a farlo, anche in riunioni pubbliche, per cer- re a tempo pieno, è sempre stato molto lontano dal cli- care di rimuovere ogni dubbio. ché del letterato. Anche se il suo primo libro, Il sergen- In realtà cos’è che il signor Wagner, e qualcun altro, te- te nella neve (1953), era già un’opera magnifica e un me che avvenga in una collisione di altissima energia? classico, come tutti oggi riconoscono, della letteratura I) Creazione di un “minibuconero” o una “singolarità italiana del dopoguerra. Personalmente credo di averlo gravitazionale” che potrebbe ingrandirsi a spese del ma- letto per la prima volta negli anni ’80, con la Storia di teriale con cui urta. Tönle (1978), e da allora i suoi libri sono stati una com- II) Inizio di una transizione a un nuovo stato di vuoto (in- pagnia costante. Negli anni penso di averli letti quasi stabilità del vuoto). Il concetto teorico di un nuovo stato tutti. L’altipiano di Asiago, peraltro, mi evoca ricordi di vuoto è già difficile da pensare, e poi il gran numero di lontanissimi della prima infanzia, quando i miei genito- raggi cosmici di altissima energia che sono arrivati per es. ri si trasferirono per tre anni in provincia di Vicenza, ai sulla luna avrebbe già dovuto crearlo molto tempo fa. piedi delle montagne, certamente reinventati nella me- III) Creazione di una “strangelet” (un oggetto contenente moria attraverso il filtro di qualche fotografia in bianco tre tipi di ) con carica elettrica negativa che assor- nero degli anni ’50 che circolava per casa. È un luogo, ba il materiale con cui urta, ingrandendosi. I minibuchi- insomma, a cui mi sento in qualche modo legato e di neri, un nuovo tipo di vuoto e le strangelets sono oggetti cui mi piace leggere, anche se in seguito mi è capitato o concetti teorici, non verificati sperimentalmente (per raramente di tornarci. i minibuchineri e le strangelets si può solo dire che, se Anche per questo, qualche anno fa, quando Francesco esistono, sono estremamente rari). Calcoli effettuati da Corbetta mi raccontò di aver incontrato Rigoni Stern molti esperti hanno mostrato la grande improbabilità a un premio di letteratura ambientale e di avergli pro- dei tre processi citati. Analisi basate sui raggi cosmici e messo una visita ad Asiago, mi venne istintivo dire che su osservazioni astro fisiche hanno evidenziato che i tre lo avrei accompagnato volentieri. Francesco si stava processi non si sono mai presentati nel passato. allora adoperando per estendere il movimento di opi- Giorgio Giacomelli, Università di Bologna nione che ne caldeggiava, con raccolte di firme e let- 66 Natura Montagna Necrologi tere, la nomina a Senatore a vita. Una campagna che RICORDO DI ANNA STAGNI non ha poi prodotto il risultato sperato, anche se, a dire il vero, pensavo allora e penso adesso che il no- Il 31 agosto 2008 ci ha lasciati Anna Maria Stagni, det- stro parlamento non fosse il luogo più adatto per uno ta Anna o “la Signorina” come preferiva farsi chiama- scrittore “casto e solitario” come lui. Sono sicuro che re piuttosto che Prof. anche da noi allievi interni. Nata un riconoscimento più adeguato e intimamente gradi- il 16/3/1925, dopo gli studi classici al mitico liceo bo- to sia stata la laurea honoris causa in scienze forestali lognese Galvani, si era laureata in Scienze Biologiche e ambientali che gli aveva conferito nel 1998 l’Univer- presso l’allora Istituto di Zoologia (confluito negli anni sità di Padova. ’80 nell’attuale “Dipartimento di Biologia Evoluzionisti- Ho ritrovato nelle vecchie agende il giorno in cui sia- ca Sperimentale”) dell’Università di Bologna. Allieva di mo andati a trovarlo, il 18 giugno 2003, e delle due/tre Pasquini, ha lavorato inizialmente come assistente vo- ore passate con lo scrittore ho un ricordo piacevole e lontario e successivamente ha collaborato con diversi nitido, come credo ce l’abbia anche Francesco. A co- emeriti fra cui Vannini e Ghirardelli. minciare dall’emozione di vederlo nella casa che si era Ha vinto la cattedra di “Biologia generale l’1/11/1973. costruito quasi da sé, un po’ isolata al limite del bosco È stata la prima donna scienziata a vincere la cattedra in una strada di case sparse fuori dal paese, modesta nell’ateneo bolognese, durante gli anni di piombo della e dignitosa, molto simile a come la immaginavo dagli rivolta studentesca. Di quegli anni ricordava le difficoltà, accenni che si trovano nei suoi scritti, soprattutto in le ribellioni degli studenti che si barricavano per impe- quelli che parlano dei paesaggi e della vita quotidia- dire ai docenti l’ingresso agli Istituti, ma anche la ricer- na della gente dell’altipiano: dal Bosco degli urogalli ca del dialogo con i giovani, proprio lei che aveva tanto (1962) ad Arboreto salvatico (1991) sino agli ultimi, faticato a imporsi in quanto donna! Era perciò riuscita ancora più asciutti ed essenziali ma sempre bellissimi. a far capire agli studenti che non era giusto mandare Rigoni Stern è certamente uno degli scrittori italiani all’aria anni di esperimenti da controllare o allevamenti novecenteschi che più ha parlato di natura, esiben- preziosi per svolgere le tesi. do in mille modi la sua concreta e approfondita co- Oltre ad una didattica ponderosa, che spaziava dalla noscenza degli ambienti dell’altipiano, da montanaro “Biologia generale”, alla “Embriologia sperimentale”, curioso, sapiente e fiero della sua terra, da fine cono- alla “Zoologia”, ha ricoperto numerosi incarichi, dagli scitore delle piante e degli animali della montagna e, esami di stato per biologi, alla direzione dell’“Unione anche, da cacciatore ormai in disarmo ma comunque bolognese naturalisti”, alla partecipazione come Acca- appassionato e dotato di una mira quasi infallibile (una demico Benedettino all’”Accademia delle Scienze” di delle sue rare civetterie e il solo motivo che, leggendo- Bologna, al coordinamento del dottorato di ricerca. lo, me lo rendeva a tratti un po’ meno simpatico). Era sempre pronta al nuovo e con entusiasmo giovanile Nel colloquio con noi parlò soprattutto di boschi, a un affrontava tutto ciò che poteva promuovere un avanza- certo punto comparve anche il figlio laureato in scien- mento dei giovani e della zoologia. ze forestali e tecnico della comunità montana, ed era È stata coordinatrice del 1° dottorato di ricerca in Italia curioso percepire qualche volta nelle sue parole l’esi- nel 1984 (cui ho partecipato anch’io), consorziato con tazione del botanico dilettante di fronte al botanico le università della regione, continuativamente per una accademico (così imponente per giunta), soprattutto quindicina d’anni. Ricordo che, a fronte di immani fati- quando cercava i termini più corretti per descrivere che tra tesi, seminari e corsi di laboratorio sparsi tra la un ambiente, una specie, un problema forestale. Nel regione e il “Laboratorio di Biologia Marina” di Fano in lasciarlo gli ricordai l’infallibile rimedio per il raffred- collaborazione con il prof. Piccinetti, amava intrattene- dore di cui aveva dettato la ricetta in Inverni lontani re i colleghi, giunti a Bologna e sommersi da discorsi e (1999) e gli dissi che avevo qualche difficoltà a trovare scartoffie, con piccoli spuntini a base di pasticcini e di il miele di salvia delle isole dalmate che a lui un ami- un buon calice di bianco frizzante, serviti su un trabal- co spediva in regalo. Pensavo mi rispondesse che un lante carrellino da salotto di altri tempi. buon miele qualunque sarebbe andato bene lo stesso, Nel 1989 assieme al collega chimico prof. Ripamon- ma sorridendo contento della citazione e compiaciuto ti ed al geologo prof. Rossi, ha fondato con lo stile del per la battuta che stava per dire mi rispose che ci vo- pioniere, in mezzo a mille difficoltà, il corso di laurea in leva proprio quello ma che al giorno d’oggi c’era sicu- Scienze Ambientali a Ravenna, il 1° in Italia. Mancava- ramente modo di ordinarne un poco attraverso inter- no gli spazi, le attrezzature, per cui i primi anni le lezio- net. Per dire quanto fosse attentissimo alle sfumature ni si svolgevano in posti impensati: in un ex asilo, in un e abile nel cesellarle con le parole e, insieme, sensibi- vecchio palazzo del centro, persino in un seminario e in le ai cambiamenti, di un cielo nuvoloso in montagna una scuola di mosaico bizantino! e della nostra epoca. Le sue linee di ricerca hanno spaziato dagli studi sulla ri- generazione e sessualità di idrozoi, platelminti e anellidi, Mino Petazzini ad altri sul differenziamento del sesso di anfibi e uccelli, 67 Necrologi Natura Montagna

fino a quelli relativi ad accrescimento, dinamica di po- polazione e riproduzione di teleostei marini. Autrice di oltre 100 pubblicazioni, ha scritto il capito- lo di un libro sull’inversione sessuale di anfibi nel 1975 ed ha tradotto ed adattato il testo di zoologia Cockrum - McCauley in collaborazione con i prof. Vannini e Zaf- fagnini negli anni ’90. È andata in pensione il 1° novembre 2000, data che ha segnato l’inizio della sua malattia sia fisica che psicolo- gica perché la sua vita, spesa tutta o quasi per il lavoro e i giovani, si era fermata. Brillante e briosa (amava ve- stire di rosso) sia nel carattere che nella didattica, sape- va attrarre gli studenti con le sue lezioni che rispecchia- vano una profonda conoscenza zoologica e una solida cultura, ricca di dettagli, aneddoti, esempi, talmente vi- vi da rimanere scolpiti nella mente, da far apprendere bene i concetti. “Vado a battancare” usava dire quando doveva sostenere le idee che riteneva giuste e utili per la crescita culturale dell’Istituto e della zoologia e lo fa- ceva sempre in modo diretto, senza sotterfugi e falsità. Era molto severa, prima di tutto con se stessa perché “c’era sempre” e non si tirava mai indietro se il lavoro chiamava, ma lo era anche con allievi e collaboratori, da cui pretendeva il massimo. Ricordo un giorno che venne a nevicare in maniera insolita (una delle ultime nevicate degli anni ’90), al punto che chiusero l’auto- strada del sole…ma quel giorno erano stati stabiliti gli esami a scienze ambientali a Ravenna. La sua reazione fu immediata: “andiamo per la strada statale”, non le passò nemmeno per l’anticamera del cervello che sa- Una grande quercia. Come quella che svettava dietro rebbe stato meglio rimandare gli esami. Arrivammo a il suo casale di pietra, a fianco delle rovine romane in Ravenna con tre ore di ritardo, ma alla fine facemmo gli località Septem Aquae, alta sulla piana reatina, cara a esami stabiliti! Il suo esempio è stato questo! Il suo ca- Cicerone che qui pare avesse stabilito dimora. risma era molto forte, un misto di fascino intellettuale e Questo era Pietro Dohrn: un grande albero arcaico, che di severità, per cui gli studenti sapevano che la zoolo- ha dato ombra e ristoro a tanti, nella sua lunga vita. gia bisognava studiarla bene e non tentarla. Ma grande Nella sua scia di discepoli, che per decenni non ha mai era anche la sua umanità, la partecipazione ai problemi smesso di attrarre, reclutare, istruire, stimolare e (quan- della gente, anche se di umile estrazione. do era il caso) rimproverare con burbera ma affettuo- Anna Stagni, una forte, schietta e briosa personalità, sa severità, mi sono felicemente ritrovata anch’io. Anzi oltre ad una grande umanità e semplicità, ha costituito è proprio a lui, come tanti altri ecologisti italiani e non, un punto di riferimento per una folta schiera di studenti che debbo la mia iniziazione all’ecologia. Un’iniziazione di almeno tre generazioni. in grande stile, come tutto d’altronde nella vita di Pie- tro, che non era uomo da mezze misure e non giocava Una sua allieva al risparmio. Maria Vallisneri Il giorno stesso in cui ci conoscemmo, nell’inverno del 1971 a Roma, mi invitò nel Cilento: “Perché li dobbia- PIETRO DOHRN, UN RICORDO mo istituire” mi disse con la passione e la capacità di sognare in grande che erano la sua cifra distintiva “il pri- In ricordo di Pietro Dohrn avevamo già pubblicato, sullo mo parco marino del Mediterraneo” Due giorni dopo, mi scorso numero, un commovente ricordo di Silvano Lan- condusse, attraverso un Cilento ancora incredibilmente di. Ma, inspiegabilmente, avevamo omesso questo, non intatto e fragrante (mi era toccato in sorte il privilegio di meno importante, di Grazia Francescato e una commo- un ultimo sguardo prima dello scempio alle porte) fino vente pagina del Victor Hugo di Shakespeare. a Santa Maria di Castellabate, nel cui specchio di mare Ce ne scusiamo con gli interessati e ovviamo. antistante avrebbe dovuto, secondo i suoi piani, esse- re istituita la zona protetta. Mi depositò in una casetta F.C. di pescatori a Punta Inferno, in compagnia di una mole 68 Natura Montagna Necrologi

È bello in questa terra, durante questa oscura vita, breve passaggio a un'altra vita, è bello che la forza abbia un maestro, il diritto, che il progresso abbia un capo, il coraggio, che l'intelligenza abbia un sovrano, l'onore, che la coscienza abbia un despota, il dovere, che la civiltà abbia una regina, la libertà, che l'ignoranza abbia una serva, la scienza. Tratto da: VICTOR HUGO, William Shakespeare, DEUXIEME PARTIE, Livre IV, Critique, VI, 1865.

di documenti in inglese, francese e lingue varie, (che io avrei dovuto tradurre e sintetizzare per farne materiale informativo sul futuro parco) e due cassette di arance e limoni, che dovevano costituire la mia riserva di viveri. Niente era impossibile, per Pietro: i suoi sogni erano sempre a portata di mano, bastava volerlo, nessuna dif- ficoltà poteva incrinare la volontà felice che sola porta a realizzare i progetti al di sopra dell’umano. Tanto per fa- na, mentre Paola mi faceva da Virgilio nei musei d’arte re un esempio: un giorno, mentre traducevo i documen- moderna della Svezia, allora all’avanguardia. Il mondo ti riscaldandomi i piedi su uno di quei bracieri rotondi, dell’ambientalismo globale nascente si era dato appun- pieni di tizzoni ardenti, che si usavano allora in Cilento, tamento alla Conferenza Onu: era la mia tribù’, quella mi imbattei in una relazione scritta in una lingua scono- a cui sentivo profondamente di appartenere, a cui an- sciuta. Pareva arabo. “ E infatti è arabo” sentenziò Pie- cora oggi appartengo. Un mese dopo, a Malta, la mia tro, poliglotta per nascita ed educazione, quando venne iniziazione veniva sigillata, sempre al seguito di Pietro e a trovarmi. “ Traducilo” “Ma io non so l’arabo, come fac- Paola, alla Conferenza Pacem in Maribus, promossa da cio?” protestai piagnucolosa. “IMPARALO!!!” tuonò lui Elisabeth Mann, figlia del grande scrittore tedesco, am- allargando le braccia e le manone, con un sorriso entu- bientalista ante litteram. Ricordo ancora, con emozione, siasta “IMPARALO!!!!” E, a mo’ di incoraggiamento, mi che Pietro ottenne dal suo amico Cousteau il permesso lasciò sul tavolo una dose extra di arance e fichi secchi di farmi scendere nel suo batiscafo, ancorato nel porto con le mandorle. Non imparai l’arabo, naturalmente, ma de La Valletta. I miei ricordi privati non finiscono natu- quel giorno imparai qualcosa di molto più importante: ralmente qui. Riempiono più di tre decadi, e seguono la che cos’è un vero maestro e quale benedizione sia, nel- scia luminosa di Pietro: da quando era direttore Stazio- la vita di una persona giovane, incontrarne uno. Pietro ne Zoologica di Napoli, fondata dall’illustre nonno Anton rimase per molti anni il mio maestro e fu lui ad avviar- (che charme, quei thè delle cinque, nel salone affrescato mi all’incontro con l’ecologia ‘planetaria’: l’anno dopo dell’Acquario, con il samovar d’argento della mamma di - era il mitico 1972 - un passaggio-chiave nella storia Pietro, i musicisti assorti al piano o al violino, e i ricer- dell’ambientalismo, l’anno della prima Conferenza Onu catori che interrompevano i loro lavori per godersi que- su Ambiente e Sviluppo a Stoccolma, della pubblicazio- gli inediti intermezzi artistici!) fino a quando, ormai vec- ne dello storico libro dei coniugi Meadows “ The limits chio, coltivava il farro nei campi intorno al casale di San to growth”, partii con lui e con la sua prima moglie, l’ar- Nicola (con anni d’anticipo rispetto al boom della moda tista Paola Princivalli, alla volta della capitale svedese. del farro, lui faceva tutto prima, le mode le precedeva, Alloggiavamo a casa di una sua vecchia amica, attri- le creava, non le seguiva). Ma fermiamo qui l’onda dei ce di teatro, con vista sul porto di Stoccolma. In pochi ricordi, e diciamo di Pietro quel che è giusto dire di lui. giorni Pietro mi introdusse ad ecologisti di rango come Per prima cosa, era un vero Maestro: capace non solo Barry Commoner, Edward Goldsmith, Antonio Ceder- d’insegnare, di trasferire competenze e nozioni, ma so- 69 Necrologi - Recensioni Natura Montagna

prattutto capace di illuminare e di riscaldare il discepolo Lorenzo Sorbini di turno con la forza della sua visione ‘cosmica’, calda, piena di affettuosa cura per piante, animali, persone, I fossili di Bolca per tutto l’immenso e fragile tessuto di ecosistemi che 133 pagine, V edizione 2007, Ed. La Grafica, costituisce il tessuto della vita. Certo, c’era ingenuità, Vigo di Lavagno (VR) una naiveté che a volte inteneriva, a volta irritava, nel con foto a colori e in bianco e nero suo modo di vedere il mondo e le persone. Quasi una non volontà di tener conto del lato oscuro di ognuno, della complessità spesso inquietante del cuore umano (ma negli ultimi anni, nei momenti più’ cupi, credo che questa dimensione più amaramente consapevole l’abbia raggiunta e praticata). La voglia di sognare in grande e la sua immensa, festosa generosità permetteva a tutti, anche a tanti che magari poco se lo meritavano, di sede- re all’ombra della grande quercia e goderne l’ampiezza, la frescura. Maestro, dunque. Di ecologia e d’ambien- talismo, ma non solo. Maestro nel rapporto profondo e felice con Madre Terra, con quella Natura che ha difeso con la tenacia accanita di un militante e con la creativa operosità del visionario, che non teme la sfida di tradur- re i suoi sogni in realtà. Una grande anima. Non basta. Nei settori dedicati alla paleontologia delle biblioteche Nella storia dell’ambientalismo del nostro paese, che universitarie o dei musei naturalistici, è facile trovare il spero qualcuno di noi si decida a scrivere, Pietro rap- volumetto che Lorenzo Sorbini dedicò ai fossili di Bolca e presentava una componente rara, quasi unica:. Erede di pubblicato dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona. una nobile tradizione mitteleuropea, mischiava con di- Si tratta, tuttavia, di un libro esaurito da tempo. La ristam- sinvolta armonia, nei suoi geni, la cultura scientifica del pa del 2007, tal quale all’edizione originale del 1972, vi padre e del nonno (fondatori e artefici delle fortune della ha così posto un rimedio. Il libro è costituito da un’ottan- Stazione come fulcro della biologia marina nel Mediter- tina di pagine di testo al quale seguono 21 tavole a colori raneo) con la vena cosmopolita e artistica della madre e una bibliografia che, visto l’anno di pubblicazione della e dei parenti slavi. Il tutto cosparso del pepe dell’ironia prima edizione, ha ormai un carattere prevalentemente ed autoironia partenopea. Davvero un mix irreperibile, storico. Il testo comprende una prima parte composta che faceva di Pietro un personaggio da antica favola rus- da 4 brevi capitoli. In essi è contenuto un breve excursus sa, da bildungroman mitteleuropeo, con rintocchi inediti storico sul significato dei fossili nell’antichità classica, che di melodie napoletane… Una bellissima musica, quella è però centrato sull’ittiologia, e su come si inseriscono i che Pietro ha suonato per noi. E per Madre Terra. Che fossili di Bolca nei primi musei naturalistici che in età tar- fortuna averla potuta ascoltare. Ora sta a noi far sì che do rinascimentale si vanno a costituire nell’Italia centro- l’eco di quei suoni non si disperda. settentrionale. Un capitolo è poi espressamente dedicato alle vicende naturalistiche veronesi, che sono inscindibil- Grazia Francescato mente legate alla storia dei pesci scavati a Bolca. La seconda parte del volumetto si occupa invece degli aspetti scientifici. Nei primi capitoli viene illustrata la stratigrafia, con una sezione stratigrafica sintetica, e al- cuni dettagli sulla natura e sul significato paleoecologico dei diversi tipi litologici che si rinvengono nella Pesciara di Bolca. Nei capitoli successivi vengono fornite infor- mazioni sui diversi gruppi di fossili estratti dalla Pescia- ra, in particolare pesci, reperti vegetali e insetti, e sulle tecniche di estrazione e preparazione dei fossili. Le ulti- me pagine del volumetto sono dedicate alle altre locali- tà fossilifere della zona di Bolca e al celebre museo dei fossili che, tuttavia, è oggi totalmente rinnovato rispetto al tempo in cui Sorbini scrisse il suo libro. Le belle tavole a colori provengono da fotografie ese- guite da Sorbini su esemplari in mostra nel Museo dei fossili di Bolca oppure nel Museo veronese. Complessivamente, si tratta di un libro ricco di infor- 70 Natura Montagna Recensioni mazioni che, in larga misura, risultano ancora corrette, A proposito del capitolo “Edilizia rurale in Lomellina” nonostante il progredire delle conoscenze sulle condi- va detto che, lo stesso, è assai smilzo quando avrebbe zioni eco-ambientali nelle quali vissero (e morirono) gli potuto (e dovuto) essere molto più sviluppato., Un ve- splendidi pesci di Bolca ci abbiano fornito maggiori det- ro peccato. tagli e un articolato quadro d’insieme. Esso è però utile Segue poi un interessante “excursus” sulle terre del Ri- per chi intende avere notizie generali, magari prima di so che sono molte e variamente caratterizzate e, a pro- effettuare una visita al Museo dei fossili e alla Pesciara, posito delle quali, moltissime sono le novità che si ven- visita altamente consigliata per la straordinaria qualità gono ad imparare. dei fossili (dei veri “pezzi da museo”) e per il fascino del- Ad esempio che la attuale Jolanda di Savoia, nella Bassa le gallerie scavate nella miniera (la Pesciara, appunto) Ferrarese, un tempo si chiamava “La Venezia” e deve il suo durante oltre tre secoli di ricerche. nuovo nome al fatto che il Re Vittorio Emanuele III era in vi- sita in zona e poichè in quei giorni era nata la Principessina Roberto Barbieri Jolanda suggerì di adottare il nome della sua primogeni- ta. Come sempre a proposito di “terre del Riso” vengono Alfredo Zavanone opportunamente citate anche alcune zone di coltivazione poco note quali la Maremma toscana (nei dintorni di Gros- Sua Maestà Il Riso seto); le risaie calabresi e quelle, sarde, dell’oristanese. Un interessantissimo capitolo è dedicato alla storia dei 138 ricette di grandi Chef storiche e tradizionali grandi risi italiani, dal mitico “Maratelli “ (che ha nutrito Atesa Editrice, 222 pagg. € 19,00 l’infanzia dello scrivente) ai famosi “Arborio”, “Baldo” e Ma come, potrà obiettare subito qualcuno, un altro libro all’attualmente celeberrimo “Carnaroli” che, dello scri- sul riso? Non ve ne sono già a sufficienza ( se non trop- vente, sta nutrendo la decrepita vecchiaia. pi) in giro ( e, perdippiù, spesso, malfatti)? Ancora un capitolo è dedicato al Riso e alla natura con La risposta a questi importanti quesiti è assai facile. la citazione di numerose aree protette dove il Riso (e la La stampa di questo libro, come si suol dire, colma ben più risaia) la fanno da padroni e viene analizzato il signifi- di una lacuna (e, consentitemi, la colma molto bene). cativo ruolo della risaia (specialmente la “stabile”, dove Infatti non di sole ricette (peraltro, talora, assai interes- c’è) come incomparabile ecosistema. santi) si tratta, ma anche di molto altro. Ancora, imperdibile, il capitolo “Riso e cinema” dove, Già nel primo capitolo “Riso, fonte e simbolo di vita” le ovviamente, il celebre “Riso amaro” la fa da padrone. varie notizie storiche sono molte e, sicuramente origi- Peccato solo che la foto prescelta di Silvana Mangano nali e utilissime, sono quelle relative al possente canale non sia quella “cult”. Cavour (in una cui diramazione, il mio corpo, giovinet- Citazioni giornalistiche varie sul Riso tra cui quella, sto- to....., nuotò!). rica, dell’allagamento delle risaie, nel 1859, da parte dei E perchè questo richiamo? Perchè il possente corso Piemontesi, per fermare le truppe Austriache. d’acqua ha reso (e rende possibile tuttora) la coltiva- Un altro capitolo è dedicato al “Santo delle mondine”, il zione del palustre cereale su gran parte della superficie Beato Padre Francesco Piazzola, fondatore di un ordine su cui è attualmente coltivato. di Suore votate all’apostolato presso le mondine ed è Poi altri utili capitoli come “Il Riso in Oriente”; “Il Riso assai commovente, per lo scrivente, riconoscere il vol- nella tradizione ebraica”; “Sagre, feste e concorsi dedi- to della sua amatissima “Zia Suora” nel piccolo gruppo cati a sua Maestà il Riso”, tra le quali il fascinosamente delle Fondatrici dell’ordine. assonante “Riso e Rose” del Monferrato (dove, presumo, Insomma c’è tutto! si parlerà anche, e molto, di vino) Seguono le ricette, numerosissime, da quelle storiche Ma ciò è bene perchè un vecchio proverbio ricorda che a quelle talvolta improponibili della “nouvelle cuisine”. “il Riso nasce in acqua e muore nel vino”. Non le possiamo commentare tutte, ma un “neo” (pe- raltro generalizzato)g lo dobbiamo evidenziare. Nelle do- ssi.i. Quella citazionecit di 80 grammi (o, peggio ancora, 550)0) pro capitecapite sono veramente avvilenti. No, no: meglio ““100”100” ((oo “12“120”).0 MMaa non è cocolpal di Zavanone. Merito suo invece, insie- mmee a molti alaltri, è quello di aver scelto per la iconogra- ffiaia moltissimmoltissimii degli impareggiabili (e assai didascalici) ““oli”oli” di AntoAntonion Ferrari. GGrazierazie ancorancoraa a Zavanone, a Giancarlo Roversi (autore ddellaella presentazione)presenta e alla Atesa Editrice di Bologna.

Francesco Corbetta 71 Recensioni Natura Montagna

Silvano Landi loro volta ricchi di preziosi serbatoi di biodiversità. Altrove, ancora più avanti, due bellissime foto ci sve- Pensieri di viaggio nel bosco ideale lano la bellezza dei Pioppi cipressini: nella dorata veste autunnale, una; a mostrare la significativa “fastigiatura” EdAs Giuliano di Roma (Fr) dei rami, l’altra. 212 pagg., riccamente illustrato e robustamente rilegato. Poi il verde cupo di una annosa faggeta. € 25,00 Grandi alberi isolati (probabilmente di nobili specie La indefessa attività pubblicistica di Silvano Landi, volta quercine) spiccano, maestosi , nello squallore della a volta dedicata a problemi tecnico-giuridici o alla di- steppa colturale. vulgazione, spesso in chiave poetica e artistica (ma, sia Preziose presenze non solo paesisticamente ma anche ben chiaro, sempre con solida base anche scientifica) ecologicamente per il ricetto che offrono a tanti esseri del valore degli alberi, continua, e, questa volta ci dona nostri utili amici. “Pensieri di viaggio nel bosco ideale”. Un bellissimo primo piano dedicato a ramosi talli liche- Vediamo. nici. Chissà, forse una Ramalina, l’uno, e una Usnea Si tratta di un libro eminentemente fotografico ( e le fo- barbata, l’altro. to, come al solito, sono di eccelso livello non solo arti- Altrove il penetrante obiettivo di Landi coglie tenerissi- stico ma anche in base alla efficacia didattica) e infatti me immagini di Mammiferi: un ghiro in letargo in una lo spazio occupato dalle fotografie prevale, ampiamen- piccola cavità (tutta incrostata,intorno, di neve ghiac- te, sul testo scritto. Quasi subito ci dà il benvenuto una ciata) e un graziosissimo Mustelide (?) che però non so fitta fustaia di Faggio ammantata di neve in modo assai riconoscere. accattivante e che mostra, nel bel mezzo (e certo non a Persino la geometrica tessitura delle placche del “ritido- caso) un monumentale esemplare assai annoso e sicu- ma” nella scorza di una annosa Quercia rivela insospet- ramente deperiente.Insomma un “albero vetusto”. tabili pregi estetici. Perchè? Perchè lungi dall’essere un elemento, un fat- Affascinante la dorata fioritura del Maggiociondolo. tore di detrazione per il bosco , presenze come questa Ancora un significativo Salice, “vitellino”, per i suoi rami sono autenticamente preziose per aumentare la biodi- giallo-uovo, questa volta, ricco di tralci, assai flessibili, versità della cenosi boscata visto che il patriarca del da utilizzare come legacci (o per intrecciare panieri) e bosco (come giustamente lo definisce Landi) alberga poi, in veste autunnale, un Larice per regalarci l’incanto un gran numero di preziose presenze sia vegetali che della sua chioma, dorata, ben degna essa pure del ro- animali: licheni corticicoli, funghi, una miriade di inver- mantico appellativo di “maiden hair tree”, se, dell’appel- tebrati e spesso anche piccoli vertebrati legati, per la lativo non si fosse già impossessata Ginko biloba. nidificazione e/o il letargo, alle numerose cavità di cui Le sughere decorticate con i loro accesi cromatismi. sono ricchi. La nobiltà di un Cembro isolato. Più avanti una bellissima e commovente foto è dedica- La tenerezza che ispirano i precoci amenti maschili di un ta all’insopprimibile binomio uomo-albero. Un vecchio Salice e la riconoscenza che ci ispirano per il nutrimento contadino preleva da un ancor più vecchio Salice rami offerto a qualche Imenottero un po’ troppo precoce e lo e rametti, frutto felice della sagace operazione di “ca- stesso valga per gli amenti di un Nocciolo (che ci mo- pitozzatura”. stra anche gli stimmi di un fiore femminile). Eh, la capitozzatura, quale saggia e sagace operazio- Specie dioica il Salice; monoica con fiori diclini com- ne è! menta con pedanteria il vecchio botanico. E, scusate l’inciso personale, mi ricorda i tempi della Due entusiasmanti tavole dedicate al Corbezzolo, la mia infanzia , nella mia natia Lomellina, quando le ripe pianta che ha ispirato il tricolore italico (e, nell’opera di dei fossati erano ricche di Salici capitozzati, le “gabe,” a un fedele elbano come Landi, non poteva mancare). Così come non può mancare, da parte mia, anche la se- gnalazionegnalazione ((assai ammirata) di un artistico “riccio” che contiene ancoraan una bella castagna. La festositàfestosità della fioritura di Cercis, l’Albero di Giuda e della fruttificazionefruttific dell’Agrifoglio. Possenti Olivi,Ol sicuramente millenari, ramificati, “slu- pati”pati” e contorti.conto AltroAltro ci sarebbesare ancora da dire (e con sommo piace- re),re), ma è necessarion concludere con un sincero “gra- zie, Landi”!Landi”! Grazie,Grazie, EdEdAs!A

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