ISSN-0020-0697

Informatore Botanico Italiano

BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS

VOLUME 40 • SUPPLEMENTO 2DICEMBRE 2008

La CITES in Italia: attualità e prospettive

Allegato: Manuale CITES per gli orti botanici SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS Associazione scientifica fondata nel 1888 Via G. La Pira 4 – I 50121 Firenze – telefono 055 2757379 fax 055 2757467 e-mail [email protected] – Home page http://www.societabotanicaitaliana.it

Presidente Donato Chiatante Vice Presidente Fausto Manes Consiglieri Silvano Onofri (Segretario), Pietro Pavone (Economo), Enio Nardi (Bibliotecario), Graziella Berta, Giovanni Sburlino Collegio dei Revisori Paolo Grossoni

Soci Onorari Sandro Pignatti, Paolo Meletti, Franco Pedrotti, Fabio Garbari, Carlo Blasi

Commissione per la Promozione della Ricerca Botanica in Italia Carlo Blasi (Presidente), Giuseppe Dalessandro, Francesco Maria Raimondo Commissione per la Didattica Loretta Gratani, Noemi Tornadore

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ALGOLOGIA C. Andreoli ABRUZZESE-MOLISANA G. Pacioni BIOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE G. Pasqua Salvatori EMILIANO-ROMAGNOLA C. Ferrari BIORITMI VEGETALI E FENOLOGIA F. Chiesura Lorenzoni FRIULANO-GIULIANA P. Nimis BIOSISTEMATICA VEGETALE A. Musacchio LAZIALE G. Massari BIOTECNOLOGIE E DIFFERENZIAMENTO S. Mazzuca LIGURE S. Peccenini BOTANICHE APPLICATE G. Caneva LOMBARDA B. Cerabolini BRIOLOGIA M.Privitera PIEMONTE E VALLE D’AOSTA R. Caramiello Lomagno CITES G. Frenguelli PUGLIESE G. Dalessandro CONSERVAZIONE DELLA NATURA G. Rossi SARDA G. Bacchetta ECOLOGIA C. Siniscalco SICILIANA G. Tripodi ECOLOGIA DEL PAESAGGIO E IL TELERILEVAMENTO C. Ricotta TOSCANA F. Selvi FLORISTICA A. Scoppola UMBRO-MARCHIGIANA R. Venanzoni LICHENOLOGIA S. Ravera VENETA G. Caniglia MICOLOGIA C. Perini ORTI BOTANICI E GIARDINI STORICI P. Grossoni PALEOBOTANICA M.Bandini Mazzanti PALINOLOGIA L. Sadori PIANTE OFFICINALI A. Bianchi VEGETAZIONE E. Biondi

RIVISTE DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS Informatore Botanico Italiano Direttore responsabile Donato Chiatante Plant Biosystems (Giornale Botanico Italiano) Direttore responsabile: Carlo Blasi

Quote associative annue: Socio Ordinario Euro 70,00 Socio Familiare Euro 35,00 Socio Studente Euro 35,00 Socio Collettivo Euro 140,00 Socio Sostenitore Euro 420,00

INFORM. BOT. ITAL.

Volume 40 – Supplemento 2 2008 ISSN-0020-0697

Informatore Botanico Italiano

BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS Informatore Botanico Italiano

Edito dalla Società Botanica Italiana Onlus, Firenze

Direttore responsabile Donato Chiatante

Editore Giuseppe Venturella

Editori Associati

Patrizia Albertano Algologia Michele Aleffi Briologia Alessandro Chiarucci Ecologia

Romeo Di Pietro Vegetazione Marco Fornaciari da Passano Botaniche Applicate, Fenologia, Bioritmi Federico Selvi Floristica, Sistematica Consolata Siniscalco Ecologia, Vegetazione Mauro Tretiach Lichenologia

Rubriche Responsabili editoriali Numeri Cromosomici per la Flora Italiana Giovanni D’Amato Notulae alla checklist della flora vascolare italiana Chiara Nepi, Lorenzo Peruzzi, Anna Scoppola Contributi per la realizzazione della Flora critica d’Italia Bruno Corrias, Enio Nardi, Francesco Maria Raimondo

Redazione Redattore Nicola Longo Coordinamento editoriale e impaginazione Monica Nencioni, Lisa Vannini Sede Società Botanica Italiana Onlus Via G. La Pira, 4 50121 Firenze

Pubblicazione semestrale Spediz. in abb. postale Associato all’USPI Decreto del Tribunale di Firenze n. 1978 del 7 Gennaio 1969 Unione Stampa Tipografia Polistampa s.n.c. – Firenze Periodica Italiana Copertina Progetto grafico Paolo Piccioli, Firenze SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS

La CITES in Italia: attualità e prospettive Allegato: Manuale CITES per gli orti botanici Editore Giuseppe Venturella

Dipartimento di Scienze Botaniche, Università di Palermo, Via Archirafi 38, I-90123 Palermo

Autori

Berti Stefano, De Rosa Claudia, Della Rosa Simonetta, Martinoli Adriano, Mereu Ugo, Muratore Giacoma, Nocetti Michela, Rocco Massimiliano, Rossi Alessandra, Sajeva Giulia, Sajeva Maurizio, Valentini Marco,Vitucci Maria Chiara, Zito Pietro.

Manuale a cura di

McGough Noel e Sara Oldfield

Volume stampato con il contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione per la Protezione della Natura. INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 5 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Prologo

E’ con immenso piacere e onore che mi accingo a Protezione della Natura ci offre un’opera che contie- presentare, su richiesta dell’Autorità Scientifica ne una serie di articoli chiari e didattici su ciò che la CITES italiana, il volume “La CITES in Italia: attua- CITES significa, sulla sua applicazione in Unione lità e prospettive”. All’interno dei 175 paesi firmata- Europea e sui temi principali che la Convenzione ri della Convenzione sul Commercio Internazionale ricopre. Molti di questi temi sono di grande interes- di Fauna e Flora minacciate di Estinzione l’Italia è se per settori specializzati come nel caso del registro uno dei paesi maggiormente coinvolti nella sua delle istituzioni scientifiche, che facilita lo scambio di applicazione, a partire dal 1979. Durante questi esemplari utilizzati per ricerca scientifica, o come la decenni le Autorità CITES italiane hanno lavorato registrazione dei vivai di piante CITES, che promuo- con tenzione e impegno nella creazione e nello svi- ve la propagazione artificiale consentendone la com- luppo di una struttura legislativa, scientifica, ammi- mercializzazione su larga scala ma evitandone il pre- nistrativa e di controllo che permette una applicazio- lievo nei loro habitat naturali ne esemplare della Convenzione in Italia. Un altro tema di grande interesse e attualità è quello La CITES è una convenzione complessa che richiede delle specie da legname che negli ultimi tempi è una intensa cooperazione internazionale e anche in diventato una parte molto importante del commercio questo l’Italia costituisce un modello ideale. Inoltre il internazionale. A questo proposito in due articoli si Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio offre una panoramica molto interessante sul commer- e del Mare, Direzione per la Protezione della Natura cio di queste specie in Italia, si richiama l’attenzione sta sostenendo l’eccellente lavoro del Prof. Maurizio sul taglio illegale e si presentano metodologie che per- Sajeva come Rappresentante della regione europea, mettono una misurazione più esatta favorendo un che comprende 47 stati, al Comitato Flora della miglior controllo del commercio del legname. CITES. Questo Comitato fu istituito durante la sesta Infine vale la pena sottolineare gli articoli che si rife- riunione della Conferenza degli Stati Parte (Ottawa, riscono alle specie di fauna e flora italiane incluse 1987) per fornire competenze botaniche sulle specie nella CITES. Uno degli elementi essenziali della di flora che sono, o potrebbero essere, soggette ai Convenzione è la sensibilizzazione diretta del grande controlli sul commercio da parte della CITES. Il suo pubblico e un ottimo strumento per ottenerla è compito è quello di offrire supporto scientifico alla mostrare ciò che è più vicino – ciò che ci circonda ci Conferenza degli Stati Parte e al Comitato dà motivazioni più forti. In questo senso mostrare ai Permanente sulle decisioni da prendere riguardo que- cittadini italiani quali sono le proprie specie protette ste specie. Il Comitato flora è costituito da scienziati dalla CITES risveglierà senza dubbio un interesse per delle sei principali regioni geografiche (Africa, Asia, approfondire la portata e le implicazioni della Europa, America del Nord, America centrale - meri- Convenzione. dionale e Caraibi, Oceania), nonché da uno speciali- Dobbiamo quindi congratularci per la magnifica ini- sta di nomenclatura botanica. I rapresentati vengono ziativa della presente pubblicazione, Questa è total- eletti dalla Conferenza degli Stati Parte e sono pro- mente in linea con molti degli obiettivi della Visione posti e supportati dai loro paesi di origine. L’Italia ha strategica della CITES e contribuirà a raggiungere il generosamente offerto il suo appoggio al lavoro del suo scopo “Conservare la biodiversità e contribuire al Comitato con la presentazione del Prof. Maurizio suo uso sostenibile, vigilando affinché nessuna specie di Sajeva e fornendo tutto il supporto per lo svolgimen- fauna o flora selavatica sia sottoposta o possa essere sot- to dei suoi compiti di rappresentante europeo, tra i toposta a uno sfruttamento non sostenibile a causa del quali è compreso il coordinamento regionale e la commercio internazionale, contribuendo così a una organizzazione della riunione della regione europea, consistente riduzione della perdita della biodiversità”. tenuta a Lampedusa lo scorso anno. Offrendo il patrocinio a “La CITES in Italia: attuali- tà e prospettive” il Ministero dell’Ambiente e della Prof. Dr. Margarita África Clemente Muñoz Tutela del Territorio e del Mare, Direzione per la Presidente del Comitato Flora CITES

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 7 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Presentazione

La Convenzione di Washington sul commercio inter- flora, della fauna e, più in generale, dell’eterogenei- nazionale di specie animali e vegetali selvatiche minac- tà ecosistemica e paesaggistica è alla base dei futuri ciate di estinzione (CITES, 1973) è strettamente col- programmi di conservazione della biodiversità. legata alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’am- Per cogliere questa straordinaria occasione, i botanici biente umano di Stoccolma (1972). Con la Conferen- dovranno privilegiare ricerche che si pongano obiet- za di Stoccolma prese il via il Programma delle tivi legati alla complessità e alla dinamica che carat- Nazioni Unite sui problemi ambientali (UNEP) e si terizza il mondo vegetale a livello di specie, di comu- aprì una fase importante che ha caratterizzato il dibat- nità e di paesaggio. Si dovranno pertanto meglio tito globale di questi ultimi decenni sulla conservazio- integrare con economisti, urbanisti, ecologi, geografi ne della natura e delle sue risorse. e con tutti i soggetti della pianificazione di area vasta Il nostro Paese è all’avanguardia per quanto riguarda e di dettaglio. la rete delle aree protette, la rete Natura 2000 e per In questa integrazione e nella individuazione qualita- tutto ciò che riguarda le elaborazioni culturali e tiva e quantitativa dei servizi ecosistemici resta cen- scientifiche in termini di protezione, conservazione e trale la tassonomia e la sintassonomia. Nel prossimo gestione della natura. La persona che negli anni ‘70 futuro sarà bene – come suggerito indirettamente del trascorso secolo seppe collocare l’Italia in una dagli Autori di questo Supplemento dell’Informatore posizione centrale rispetto al dibattito internazionale Botanico Italiano – aggiornare i riferimenti tassono- fu Valerio Giacomini, botanico ed ecologo, che per mici relativi alle specie presenti nella Convenzione primo segnalò l’efficacia del coinvolgimento delle CITES e meglio definire gli habitat di riferimento popolazioni locali nelle politiche di conservazione e tenendo anche presente la recente revisione del l’esigenza di interpretare in termini di “gestione” e di Manuale italiano di interpretazione della Direttiva “compatibilità” la moderna protezione della natura. Habitat in corso di definizione da parte della Società La CITES rientra nel complesso delle iniziative Botanica Italiana. internazionali volte a salvaguardare la biodiversità in E’ con questo spirito che la Commissione per la termini di flora e di fauna. Come Società Botanica Promozione della Ricerca Botanica in Italia, si com- Italiana, due sono gli elementi che è opportuno sot- plimenta con gli Autori e con il coordinatore tolineare: Maurizio Sajeva e l’editore dell’Informatore Giusep- - sin dall’inizio degli anni ‘70 con la CITES si è pe Venturella e si augura che anche in questo settore voluto ben evidenziare l’importanza della flora e ci sia un significativo progresso degli studi capace di della fauna in termini di “elementi insostituibili accogliere le esperienze di tutte le aree della ricerca per l’esistenza e il funzionamento dei sistemi botanica. naturali della Terra”; - il valore della biodiversità, in quanto elemento Carlo Blasi, Giuseppe Dalessandro e essenziale per la conservazione della funzionalità Franco Maria Raimondo dei servizi ecosistemici a scala globale, va ben oltre il semplice valore economico. Commissione per la Promozione della La conoscenza della funzionalità ecologica della Ricerca Botanica in Italia

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 9 La CITES in Italia: attualità e prospettive

I trattati internazionali quali strumenti di regolamentazione dell’utilizzo delle risorse naturali e di conservazione dell’ambiente

U. MEREU

ABSTRACT - International treaties as tools to regulate the use of natural resources and to nature conservation - Human devel- opment must take into account the limited natural resources, and compatibility of ecosystems. This is the key message of conservation. International treaties and conventions are a useful tool to conserve those resources for which national legis- lations are not enough. Up to date over 200 international treaties on environmental issues have been signed; the first one covered fisheries, protection of the antarctic, nuclear disarmament. At the Stockholm conference, 1972, for the first time nature conservation and the limit to developments were taken into account. After the Stockholm conference several inter- national treaties have been signed, but the most important was certainly the Washington Convention (1973) - Convention on International Trade in Endangered of Wild Fauna and Flora (CITES). CITES regualtes the international trade of any specimen of listed species with the aim to prevent their extinction. The aim is to mantain a sustainable use of the species, thus allowing trade and economic development but to levels that are not harmful to the survival of the species.

Key words: CITES economic development, CITES Appendices, International Conventions, specimen, Stockholm confer- ence, sustainable use

PREMESSA Negli ultimi trenta anni si è assistito ad un crescente perdita di terreni agricoli, il disboscamento, la degra- interesse di tutta l’Umanità ai problemi ambientali. dazione e la distruzione degli ecosistemi, l’estinzione La vita della Terra e la sopravvivenza dei suoi abitan- delle specie e delle loro varietà. Questa situazione ti sono infatti legate alla soluzione di un problema sottolinea la necessità della conservazione, per realiz- molto complesso: per sostenere il peso della crescita zare una gestione corretta dal punto di vista ecologi- demografica e accrescere il benessere, gli uomini uti- co dei sistemi produttivi, garantendo nello stesso lizzano le risorse naturali; ma se questo sfruttamento tempo la loro praticabilità e le loro possibilità di uti- non viene regolato, la Terra progressivamente impo- lizzazione. Il secondo è rappresentato dall’intercon- verisce, anche a causa di stili di vita che determinano nessione globale di ogni azione accompagnata da una il devastante fenomeno dell’inquinamento delle stes- corresponsabilità altrettanto globale. Ciò comporta se risorse naturali. L’Umanità, nel desiderio di realiz- la necessità di elaborare strategie globali sia per lo svi- zare lo sviluppo economico e di godere delle ricchez- luppo, sia per la conservazione della natura e delle ze naturali, deve fare i conti con la reale disponibili- sue risorse. tà limitata delle risorse e con le effettive capacità La dimensione globale di tali problemi ha spinto la degli ecosistemi; inoltre, deve tener conto dei bisogni politica internazionale verso la ricerca di una solu- delle generazioni future. É questo il messaggio della zione che fosse ampia, ovvero che coinvolgesse il conservazione. maggior numero possibile di Paesi. La ragione che Due elementi salienti caratterizzano il nostro tempo. ha indotto a intraprendere questa strada è presto Il primo è rappresentato da una capacità creativa detta. La politica, nell’affrontare un tema con carat- dell’Uomo pressoché illimitata, accompagnata, altre- teristiche sovranazionali, ha voluto ragionare pren- sì, da una pari capacità di distruzione ed annienta- dendo a riferimento precedenti esperienze di intese mento. Per soddisfare i propri bisogni l’Umanità ha comuni. In occasione di una guerra, per esempio, le sfruttato le risorse naturali senza pensare al futuro. Il diplomazie cercano di mettere le parti intorno ad un prezzo di questo atteggiamento è ormai evidente: tavolo alla ricerca di un ragionevole compromesso. É una lunga lista di pericoli e disastri quali l’inquina- così, per pura analogia, si è cercato di fare rispetto al mento, l’erosione del terreno, la desertificazione, la tema dei problemi di conservazione dell’ambiente e 10 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 di sviluppo economico e demografico delle popola- tra le numerose iniziative intraprese non hanno tutte zioni della Terra: mettere le Nazioni intorno ad un uguale valenza, molte di esse essendosi risolte in tavolo alla ricerca di soluzioni, ovvero compromessi, enunciazioni di buoni propositi o nella stesura di fra le parti. documenti rimasti senza un seguito concreto. Forse l’azione più importante a livello internazionale Inoltre, l’eccessivo numero delle Convenzioni adot- consiste nell’elaborazione di norme internazionali tate nel settore ambientale rende complessa la gestio- sulla conservazione e nell’individuazione dei mezzi ne e difficile il coordinamento dei loro Organi. Ha per garantirne l’applicazione. Efficaci accordi o con- quindi grande importanza migliorare il coordina- venzioni internazionali rappresentano un mezzo giu- mento, tuttora carente, non solo fra le diverse ridicamente vincolante per garantire la conservazione Agenzie specializzate dell’ONU, ma anche fra queste di quelle risorse naturali per le quali la legislazione e gli organi di gestione delle diverse Convenzioni sti- nazionale non è sufficiente. Dato che le convenzioni pulate nel settore ambientale. Ma determinante nella internazionali rappresentano un’autolimitazione realizzazione dello sviluppo sostenibile, cioè nella della libertà di azione di uno Stato, spesso è difficile coniugazione dell’ambiente con lo sviluppo per la giungere alla conclusione di accordi realmente effica- speranza di una migliore qualità della vita, presente e ci. A tal fine, convenzioni o trattati insufficientemen- futura, sarà un salto culturale, una nuova coscienza, te efficaci sono pericolosi e vanno evitati perché cioè un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura. generano l’illusione che i problemi vengano realmen- te affrontati quando ciò non risponde a verità. IL TRATTATO INTERNAZIONALE PER L’USO SOSTENIBILE Ad oggi sono stati firmati oltre 200 trattati relativi DELLE PIANTE E DEGLI ANIMALI: LA CONVENZIONE all’ambiente: i primi accordi ambientali hanno pre- SUL COMMERCIO INTER-NAZIONALE DELLE SPECIE DI valentemente interessato la pesca, la protezione FLORA E FAUNA MINACCIATE DI ESTINZIONE – CITES dell’Antartico, il disarmo nucleare. Ma la prima importante conferenza che ha trattato temi relativi Per introdurre la Convenzione sul commercio inter- alla conservazione dell’ambiente e ai limiti dello svi- nazionale delle specie animali e vegetali minacciate di luppo fu la Conferenza delle Nazioni Unite sull’am- estinzione, comunemente denominata in sigla biente umano, svoltasi a Stoccolma nell’anno 1972. I CITES (acronimo derivante dalle iniziali della deno- risultati ottenuti a Stoccolma sono importanti perché minazione in lingua inglese della Convenzione – costituiscono il primo esempio di ragionamento Convention on International Trade in Endangered politico globale sui temi dello sviluppo umano. Fra i Species of wild fauna and flora), è utile riportare alcu- principali obiettivi raggiunti va segnalata la nascita ni passi del preambolo al testo della stessa dell’UNEP, ovvero il Programma delle Nazioni Unite Convenzione: sui problemi ambientali, nato con lo scopo di coor- “Gli Stati contraenti, dinare e promuovere le iniziative ONU relativamen- riconoscendo che la fauna e la flora selvatiche costitui- te alle questioni ambientali. Nel corso della conferen- scono, per la loro bellezza e per la loro varietà, un ele- za fu, inoltre, adottata una dichiarazione nella quale mento insostituibile dei sistemi naturali della Terra, e si affermava che proteggere e migliorare l’ambiente è per questo devono essere protette per le generazioni pre- un dovere di tutta l’umanità, in quanto indispensabi- senti e future; le alla vita di ogni essere umano. La Conferenza di coscienti del valore sempre crescente, dal punto di vista Stoccolma si è assicurata un posto nella storia con l’a- estetico, scientifico, culturale, ricreativo ed economico, dozione del primo Piano di azione globale per l’am- della fauna e flora selvatiche; biente. Attraverso 109 raccomandazioni di iniziative …. omissis .…; nazionali ed internazionali contenenti oltre 150 riconoscendo, inoltre, che la cooperazione internaziona- diverse proposte, il Piano forniva una piattaforma di le è essenziale per la protezione di determinate specie di lavoro e un quadro politico comune per realizzare la flora e di fauna selvatiche contro un eccessivo sfrutta- prima generazione di azione ambientale. Dopo mento a seguito del commercio internazionale; Stoccolma, una serie di trattati internazionali sulla convinti che si devono prendere d’urgenza delle misure questione ambientale sono stati firmati da gran parte a questo scopo;”. dei Paesi mondiali, sottoscritti e quindi ratificati Dal contenuto del suddetto preambolo, sono, infat- anche dall’Italia. Tra queste, riveste particolare ti, immediatamente deducibili gli obiettivi che la importanza la “Convenzione di Washington (1973) sul CITES si prefigge: assicurare che l’utilizzo degli ani- commercio internazionale di specie animali e vegetali mali e delle piante selvatiche, a fini scientifici, ricrea- selvatiche minacciate di estinzione – CITES” che mira tivi ed economici, sia compiuto in modo da non a regolare, attraverso disposizioni e misure, il com- comprometterne la loro esistenza presente e futura. É mercio internazionale di qualsiasi esemplare o pro- il principio dell’uso sostenibile, cioè dell’uso corretto dotto derivato dalle specie tutelate, al fine di evitare delle risorse naturali senza il loro irreversibile detri- l’estinzione delle stesse. mento, garantendo, allo stesso tempo, il manteni- Tuttavia, il panorama della cooperazione ambientale mento di attività, spesso preziose ed irrinunciabili, internazionale si presenta oggi caratterizzato dalla per l’economia e per la cultura dei popoli dei Paesi contemporanea presenza di luci ed ombre: da una della Terra. parte è stato compiuto un grande sforzo per avviare Questi obiettivi sono stati alla base del processo di una cooperazione mondiale senza precedenti, dall’al- studio ed analisi di una regolamentazione che i rap- La CITES in Italia: attualità e prospettive 11

presentanti di ottanta Nazioni, tra cui l’Italia, avvia- nale, possa, invece, essere interdetto. Dopo queste rono nel mese di febbraio dell’anno 1973, e che prime importanti premesse, possiamo analizzare il portò alla stesura del testo, approvato e firmato a compendio di misure previste dal testo della CITES. Washington il 3 marzo 1973, con cui si stabilirono Innanzitutto, è importante richiamare quanto conte- regole per il commercio internazionale delle specie di nuto nell’art. I, in particolare riguardo alla definizio- flora e fauna minacciate di estinzione. Affinché tale ne di “specimen”. Non può, infatti, sfuggire la porta- testo fosse reso esecutivo, si dovette aspettare l’ade- ta di tale definizione: le regole della CITES si appli- sione di almeno dieci Paesi, che avvenne il 1° luglio cano a “qualsiasi animale o pianta, vivo o morto”, ma 1975 con la ratifica dei seguenti Stati: Cile, Cipro, anche ad ogni parte o prodotto ottenuto da esso. É Ecuador, Emirati Arabi Uniti, Nigeria, Svezia, facile immaginare la complessità di applicazione Svizzera, Tunisia, Uruguay ed USA. L’Italia ratificò la derivante dalla suddetta definizione, in quanto le CITES nello stesso anno con la Legge 19 dicembre misure di restrizione o di regolamentazione previste 1975, n. 874, anche se l’entrata in vigore nel nostro dalla CITES si applicano anche ad oggetti di comu- Paese tardò di oltre 4 anni. ne utilizzo commerciale e di difficile identificazione. Oggi, gli Stati che hanno aderito alla CITES sono Basti pensare ai cinturini per orologi realizzati con 174. Il Governo elvetico svolge la funzione di depo- pelli di animali, oppure ad oggetti di gioielleria con- sitario della Convenzione ed ospita a Ginevra il tenenti avori, conchiglie marine o coralli. L’elenco di Segretariato Generale della Convenzione. tali prodotti o parti è vastissimo: con un pò di impe- gno, ognuno di noi può arricchirlo con ulteriori e Le regole imposte dal Trattato internazionale tantissimi appropriati esempi. Restano, comunque, le difficoltà di tale imposizione, soprattutto per quel- Il testo della CITES firmato a Washington nell’anno lo che riguarda l’attuazione dei controlli finalizzati ad 1973 impone regole specifiche sul commercio inter- assicurare il rispetto delle regole della CITES. nazionale di animali e piante. Tutti i Paesi che aderi- Un’altro importante elemento caratterizzante della scono alla Convenzione devono assicurare, con ade- CITES è la distinzione dei gradi di protezione appli- guate norme nazionali, che tali regole siano rispetta- cati alle diverse specie animali e vegetali minacciate te. L’adesione alla Convenzione è volontaria per ogni di estinzione. Stato e, quindi, potrebbe essere conveniente per talu- Le specie vengono, infatti, elencate in tre categorie: ni Paesi non ratificare la CITES in modo tale da non l’Appendice I, l’Appendice II e l’Appendice III. Alle essere costretti a regolamentare il loro commercio. In specie elencate nell’Appendice I viene riservato il realtà, non è così e a dimostrazione di questo assun- massimo grado di protezione mentre a quelle to, c’è la grande adesione alla CITES di gran parte dell’Appendice III corrisponde il più basso. É ovvio dei Paesi della Terra. Il motivo va ricercato nell’impo- che anche le relative regole imposte ad ogni categoria sizione di alcune regole contenute nel Trattato: infat- sono diversificate, prevedendo il divieto del commer- ti, restare fuori dal cosiddetto “sistema CITES”, limi- cio per le specie elencate nell’Appendice I e la rego- ta notevolmente la possibilità di realizzare un com- lamentazione del commercio per quelle mercio internazionale di animali e piante, nonché dell’Appendice II, mentre il divieto del commercio delle loro parti e prodotti derivati, e di conseguenza, per le specie dell’App. III è limitato solo ad un singo- il Paese che decide di non aderire alla Convenzione lo Paese. É già stato annunciato che il divieto o, subisce un grave danno economico. É, pertanto, comunque in generale, la regolamentazione prevista interesse di ogni Paese rispettare tali regole, in quan- dalla CITES si applica al commercio internazionale. to garantisce agli stessi il mantenimento di uno sfrut- Gli articoli III, IV e V del Trattato regolamentano, tamento commerciale delle loro risorse naturali, altri- pertanto, solamente le esportazioni, le riesportazioni, menti gravemente limitato, benché l’adesione alla le importazioni e le introduzioni dal mare degli CITES comporti vincoli rigorosissimi a tale com- esemplari appartenenti a specie incluse, rispettiva- mercio. È necessario, tuttavia, premettere che ogni mente, nelle Appendici I, II e III, intendendo per Stato, all’atto del deposito del proprio strumento di esemplare, secondo la sopra menzionata definizione, adesione alla CITES, può formulare riserve specifi- qualsiasi animale o pianta, vivo o morto, nonché che su talune specie, considerandole escluse da ogni ogni sua parte e prodotto derivato. limitazione del commercio o, comunque, con un I meccanismi autorizzativi sono abbastanza comples- minor grado di protezione. si. É opportuno, al riguardo, evidenziare che per le Tale facoltà concessa dalla Convenzione fu utilizzata specie dell’Appendice I e, limitatamente alle prove- anche dal nostro Paese, nell’anno 1980, che sottopo- nienze dallo Stato che ha iscritto la specie, per le spe- se al regime di riserva cinque specie animali di gran- cie dell’Appendice III, è imposto il rilascio di un per- de interesse commerciale (si trattava del Caiman messo di importazione dal Paese importatore, che è latirostris, del Crocodylus cataphractus, del Crocodylus preliminare al rilascio del relativo permesso di espor- niloticus, del Crocodylus porosus, e della Chelonia tazione o del certificato di riesportazione, in quest’ul- mydas). timo caso solo se si tratta di un esemplare vivente É, altresì, ammesso che un singolo Paese possa adot- dell’Appendice I. tare regole più restrittive rispetto a quelle imposte Per le specie dell’Appendice II è, comunque, previsto della CITES e che, quindi, il commercio di talune che qualsiasi Autorità scientifica di uno Stato Parte specie, consentite dalla regolamentazione internazio- deve monitorare i permessi di esportazione rilasciati 12 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 da altri Stati e la loro effettiva esportazione, al fine di ti artificialmente per fini commerciali. In tal caso, gli poter, qualora ritenuto necessario, richiedere esemplari appartenenti a specie dell’Appendice I all’Autorità competente di limitare le esportazioni da sono considerati esemplari appartenenti a specie taluni Paesi di esemplari appartenenti a specie per le dell’Appendice II e devono essere, pertanto, applica- quali esiste un reale problema di conservazione. te le regole previste per le specie dell’Appendice II; Inoltre, ai sensi dell’articolo VI, paragrafo 5, per - per il prestito, la donazione o lo scambio non com- ogni spedizione di esemplari tutelati dalla CITES merciale di materiale di piante viventi o da erbario, deve essere sempre richiesto un permesso od un cer- conservato, disseccato od inglobati in collezioni tificato e, quindi, con un solo permesso o certificato museali, tra istituzioni scientifiche che risultino, può essere effettuata una sola spedizione. Ogni per- però, registrati da una Autorità amministrativa del messo o certificato può avere una validità massima loro Stato e che sia munito di apposita etichetta sta- di sei mesi e può contenere una bollo di sicurezza, bilita dalla competente Autorità amministrativa; apposto dalla competente Autorità amministrativa, - per consentire il movimento, senza permessi o cer- al fine di scoraggiare eventuali falsificazioni dei tificati, tra i diversi Paesi di esemplari appartenenti a documenti. Infine, è possibile utilizzare su ogni giardini zoologici, circhi, collezioni o mostre zoologi- esemplare animale o vegetale marche di identifica- che o botaniche ambulanti. Tale deroga, la cui appli- zione (come anelli, microchip, etc.) con lo scopo di cazione è facoltativa per ogni Stato Parte, è prevista facilitarne l’identificazione. solo nel caso in cui siano dichiarate le caratteristiche Particolari disposizioni sono previste per il commer- complete di tali esemplari alla Autorità amministra- cio con Paesi che non hanno aderito alla CITES. In tiva competente, siano esemplari acquisiti in regime tal caso, le importazioni di esemplari in uno Stato “Pre-CITES” o nati e allevati in cattività o riprodotti Parte della CITES da un Paese non Parte, così come artificialmente ed il trasporto sia curato in modo tale le esportazioni o le riesportazioni verso tale Paese, da limitare il rischio di ferite, malattie e maltratta- possono essere accettate od effettuate solo in presen- menti. La CITES prevede taluni obblighi per gli za di documenti, rilasciati dalle Autorità competenti, Stati Parte. In primo luogo, i Paesi devono adottare che comprendano le stesse informazioni richieste per appropriate misure per proibire il commercio di qua- qualsiasi movimento di esemplari tra Paesi aderenti lunque esemplare che sia stato realizzato violando le alla CITES. disposizioni della Convenzione. In particolare, devo- Il testo della Convenzione prevede anche delle esen- no essere inserite, nel proprio ordinamento legislati- zioni alla suddetta regolamentazione delle esporta- vo, un adeguato sistema sanzionatorio per ogni vio- zioni, riesportazioni, importazioni ed introduzioni lazione delle regole imposte dalla Convenzione, pre- dal mare. vedendo la confisca od il rinvio alla Stato esportato- Si prevedono, infatti, esenzioni: re dei relativi esemplari. A tale riguardo, la confisca - per consentire il transito o trasbordo di esemplari, di qualsiasi esemplare vivente deve poter essere affi- attraverso il territorio di un Paese, mentre questi dato all’Autorità competente del Paese che ha ema- restano sotto il controllo doganale; nato il provvedimento di confisca, la quale potrà rin- - per esemplari che furono acquisiti anteriormente viare l’esemplare allo Stato di origine, previa consul- alla data in cui sono state applicate le disposizioni tazione del medesimo, oppure potrà affidarlo ad un della CITES alla relativa specie. Centro di osservazione e di salvaguardia. Tale A tale riguardo, è necessario precisare che, a differen- Centro, secondo l’art. VIII, par. 5, del testo della za di quanto viene comunemente ritenuto, la deroga CITES, è un istituzione designata dalla competente in questione può essere applicata solo nei casi in cui Autorità amministrativa che deve provvedere alla l’acquisizione “Pre-CITES” è valida sia per lo Stato esportatore sia per quello importatore, ossia quando cura e al mantenimento di qualsiasi esemplare viven- entrambi i Paesi, esportatore ed importatore, hanno te, in particolare di quelli confiscati. Ogni Paese attuato la Convenzione dopo l’acquisizione del sud- deve, inoltre, preparare, ogni anno un rapporto com- detto esemplare. In tal caso, lo Stato esportatore prendente tutti i dati dei permessi e certificati rila- dovrà sempre rilasciare un certificato, in luogo del sciati in conformità alla CITES, ed ogni due anni permesso, per attestare la circostanza “Pre-CITES”; una relazione sulle misure legislative, regolamentari e - per gli articoli personali o di uso domestico, esclu- amministrative adottate in attuazione della dendo, però, gli articoli che furono acquisiti dal pro- Convenzione. Tali rapporti e relazioni devono essere prietario fuori del suo Stato di abituale residenza e trasmessi alla Segreteria Generale della Convenzione. vengono importati in tale Stato. Per le specie Infine, ogni Paese Parte deve designare una o più dell’Appendice II, la deroga in questione non si Autorità amministrative, che provvedono al rilascio applica nel caso in cui tali articoli, importati nel dei prescritti permessi e certificati, ed una o più Paese di abituale residenza, siano stati acquisiti dal Autorità scientifiche. proprietario in un Paese diverso da quello di abitua- le residenza e che risulti siano stati realizzati con parti L’aggiornamento periodico delle Appendici di esemplari prelevati in natura nello stesso Paese, Il testo della CITES prevede anche le modalità per qualora quest’ultimo richieda la preventiva conces- modificare gli elenchi delle specie incluse nelle sione di un permesso di esportazione di tali articoli; Appendici. L’articolo XI prevede, infatti, la convoca- - per esemplari nati ed allevati in cattività o riprodot- zione, almeno una volta ogni due anni, di una La CITES in Italia: attualità e prospettive 13

Conferenza degli Stati Parte, durante la quale i Paesi deve fare i conti con la reale disponibilità limitata delle possono esaminare lo stato di applicazione della risorse e con le effettive capacità degli ecosistemi; inoltre, Convenzione ed adottare emendamenti alle deve tener conto dei bisogni delle generazioni future. É Appendici I e II (l’Appendice III è modificabile in questo il messaggio della conservazione. Efficaci accordi o convenzioni internazionali rappresenta- qualsiasi momento su richiesta di un Paese) e, qualo- no un mezzo giuridicamente vincolante per garantire la ra necessario, formulare raccomandazioni destinate a conservazione di quelle risorse naturali per le quali la legis- migliorare l’efficacia della CITES. È previsto che, su lazione nazionale non è sufficiente. richiesta di un terzo degli Stati Parte, possa essere Ad oggi sono stati firmati oltre 200 trattati relativi all’am- convocata in qualsiasi periodo una riunione straordi- biente: i primi accordi ambientali hanno prevalentemente naria della Conferenza. interessato la pesca, la protezione dell’Antartico, il disar- Dal 1977 al 2007 sono state effettuate quattordici mo nucleare. Ma la prima conferenza che ha trattato temi relativi alla conservazione dell’ambiente e ai limiti dello Conferenze delle Parti, ciascuna organizzata da un sviluppo fu la Conferenza delle Nazioni Unite sull’am- singolo Paese, ad eccezione della Conferenza tenuta- biente umano, svoltasi a Stoccolma nel 1972. Dopo si a Nairobi nell’anno 2000 che è stata organizzata Stoccolma, una serie di trattati internazionali sulla que- dall’UNEP (Programma per l’ambiente delle stione ambientale sono stati firmati da gran parte dei Paesi Nazioni Unite), per l’assenza di candidatura di un mondiali, sottoscritti e quindi ratificati anche dall’Italia. Paese. Durante le quattordici Conferenze sono state Tra queste, riveste particolare importanza la “Convenzione adottate diverse raccomandazioni, decisioni e risolu- di Washington (1973) sul commercio internazionale di specie zioni con cui è stato possibile migliorare l’applicazio- animali e vegetali selvatiche minacciate di estinzione – CITES” che mira a regolare il commercio internazionale ne della CITES a livello internazionale. Inoltre, sono di qualsiasi esemplare o prodotto derivato dalle specie state apportate modifiche agli elenchi delle tutelate, al fine di evitare l’estinzione delle stesse. La Appendici, includendo nuove specie animali e vege- CITES si prefigge di assicurare che l’utilizzo degli animali tali per le quali era necessaria l’adozione di misure di e delle piante selvatiche, a fini scientifici, ricreativi ed eco- regolamentazione del commercio per non compro- nomici, sia compiuto in modo da non comprometterne la mettere la loro sopravvivenza. Al pari del testo della loro esistenza presente e futura. É il principio dell’uso Convenzione, le modifiche apportate agli elenchi sostenibile, cioè dell’uso corretto delle risorse naturali delle Appendici, e le risoluzioni adottate dalla senza il loro irreversibile detrimento, garantendo, allo stes- so tempo, il mantenimento di attività, spesso preziose ed Conferenza, devono essere recepite da ogni Stato irrinunciabili, per l’economia e per la cultura dei popoli Parte mediante l’emanazione di appositi provvedi- dei Paesi della Terra. É interesse di ogni Paese rispettare tali menti legislativi. regole, in quanto garantisce agli stessi il mantenimento di uno sfruttamento commerciale delle loro risorse naturali, RIASSUNTO - L’Umanità, nel desiderio di realizzare lo altrimenti gravemente limitato, benché l’adesione alla sviluppo economico e di godere delle ricchezze naturali, CITES comporti vincoli rigorosissimi a tale commercio.

AUTORE

Ugo Mereu ([email protected]), Presidente della Commissione Scientifica italiana per l’attuazione della CITES, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Via Capitan Bavastro 174, I-00154 Roma

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 15 La CITES in Italia: attualità e prospettive

L’applicazione della CITES in Europa

G. SAJEVA e M.C. VITUCCI*

ABSTRACT - The application of CITES in Europe - This article describes the peculiarites of CITES application in Europe. First, it shows the necessity of internal acts of implementation to any international convention. Then, it explains why the EC decided to give a common implementation of CITES and gives a brief outline of the relevant regulations, known as Wildlife Trade Regulation. The consequences of the common European implementation are finally explored to show the need for the EC Accession to CITES.

Key words: Implementation of CITES, Free circulation of goods, Wildlife Trade Regulations, Appendices and Annexes, EC Accession to CITES

NECESSITÀ DELL’ADATTAMENTO ALLA CITES Il 3 marzo 1973 viene conclusa a Washington la con- centri di salvaguardia degli esemplari viventi confi- venzione sul commercio internazionale di specie scati, di cui all’art. VIII, par. 5, della CITES, mentre minacciate della fauna e della flora selvatiche, univer- è necessaria un’attività legislativa per imporre le san- salmente nota come CITES, dal titolo inglese zioni per le eventuali violazioni delle disposizioni (Convention on International Trade on Endangered della convenzione (MAFFEI, 1992; SAND, 1997). Species of Wild Fauna and Flora). La CITES è entra- Stabilita in principio la necessità di specifici atti di ta in vigore il 1 luglio 1975 e conta oggi 173 stati adattamento alla CITES, vediamo come si sono membri. regolati gli stati parte della convenzione e membri Si tratta di una convenzione che persegue lo scopo di della Comunità europea. tutelare le specie minacciate attraverso la regolamen- Prima è però necessaria una precisazione sull’uso dei tazione del loro commercio. termini Comunità e Unione, che vengono general- Le specie, come si vedrà meglio in seguito, vengono mente confusi dai non addetti ai lavori. inserite in appendici diverse a seconda del rischio cui Negli anni ‘50 vengono create le Comunità europee: sono esposte e il commercio di esse è regolamentato la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la conseguentemente in maniera molto dettagliata. Una Comunità economica europea e la Comunità euro- volta che un accordo sia stato concluso a livello inter- pea dell’energia atomica. A partire dal trattato di nazionale, perché esso possa spiegare piena efficacia Maastricht si parla di Unione europea per definire all’interno degli stati membri, c’è bisogno dell’adat- l’insieme della costruzione europea, vale a dire oltre tamento dei vari ordinamenti statali alle norme con- alle Comunità originarie (il cd. pilastro comunitario) tenute nel trattato. Questo adattamento può avveni- anche due nuovi pilastri, quello relativo alla politica re in due modi. estera e di sicurezza comune e quello relativo inizial- Se il trattato contiene solo norme self-executing, cioè mente alla giustizia e agli affari interni e, a seguito del sufficientemente precise da essere direttamente appli- trattato di Amsterdam, alla cooperazione di polizia e cabili, basta un mero rinvio alle disposizioni pattizie. giudiziaria in materia penale. Se invece, come nel caso della CITES, il trattato con- In questo scritto però noi parleremo quasi sempre di tiene anche disposizioni non self-executing, come Comunità perché sia la materia commerciale sia quel- quelle che prevedono la creazione di organi o l’orga- la ambientale rientrano nel pilastro comunitario; uti- nizzazione di una sistema sanzionatorio, vi è bisogno lizzeremo invece il termine Unione solo per riferimen- di una ulteriore attività normativa integratrice a livel- ti generici alla organizzazione dopo Maastricht o a spe- lo statale, di tipo amministrativo o legislativo a cifici organi o documenti che hanno cambiato nome, seconda delle specifiche esigenze. È ad esempio suffi- come ad esempio la gazzetta ufficiale (per ulteriori ciente un’attività amministrativa per la creazione dei approfondimenti della questione cfr. GAJA, 2007).

* Anche se gli Autori condividono la responsabilità del lavoro, ai soli fini valutativi, i primi due paragrafi devono essere attribuiti a M.C. Vitucci mentre i restanti a G. Sajeva.

16 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

OPPORTUNITÀ DI UN ADATTAMENTO A LIVELLO cie potranno circolare liberamente all’interno della COMUNITARIO ANCHE SE LA COMUNITÀ NON È PARTE Comunità. Certo, un altro stato potrebbe reintro- DELLA CONVENZIONE durre i controlli doganali, per salvaguardare la salute Il 25 marzo 1957 viene concluso il trattato di Roma e la vita degli animali o preservare i vegetali, ma non mediante il quale i sei stati fondatori istituiscono la sarebbe obbligato a farlo dalla CITES. La convenzio- Comunità economica europea, denominata dal 1 ne prevede infatti la possibilità per gli stati di creare novembre 1993 Comunità europea (CE), un’orga- unioni doganali o zone di libero scambio, permetten- nizzazione che tende all’integrazione economica do anche che le disposizioni della convenzione pos- degli stati membri come premessa di una non anco- sano non applicarsi limitatamente al commercio ra raggiunta unione politica. Si tratta di Belgio, interno a tali aree. A tal proposito è opportuno ricor- Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. dare quanto indicato nell’Art. XIV, comma 3, della Dal 1973 sono membri anche Danimarca, Irlanda e CITES: “The provisions of the present convention Regno Unito; dal 1981 la Grecia; dal 1986 Spagna e shall in no way affect the provisions of, or the obli- Portogallo; dal 1995: Austria, Finlandia e Svezia; dal gations deriving from, any treaty, convention or 2004 Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, international agreement concluded of which may be Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e concluded between states creating a union or regio- Ungheria; dal 2007 Bulgaria e Romania. La nal trade agreement establishing or maintainig a Comunità raggiunge i suoi scopi attraverso l’instau- common external customs control and removing razione progressiva del mercato interno, uno spazio customs control between the parties thereto insofar as senza frontiere interne nel quale è assicurata la libera they relate to trade among the states members of that circolazione di merci, persone, servizi e capitali. union or agreement” (corsivo aggiunto). Con un ade- Anche se per la piena realizzazione del mercato inter- guamento a livello comunitario si riducono le dispa- no sono previste delle tappe (ad esempio per la libe- rità di standard. Non possono però essere del tutto ra circolazione delle persone si è dovuto attendere evitate quelle disparità che derivano dall’ulteriore maggiormente), la libera circolazione delle merci livello attuativo statuale. segue immediatamente la creazione dell’unione Ma c’è di più. Immaginiamo il caso di uno stato doganale. Vale a dire che, da un periodo di poco suc- membro della Comunità che non sia parte della cessivo all’entrata in vigore del trattato di Roma, le CITES e commerci quindi legalmente in flora e merci provenienti dai paesi terzi, una volta introdot- fauna minacciate (Per i dati sul Belgio, stato membro te nello spazio comunitario, vengono considerate in della CE ma non parte della CITES fino al 1984, cfr. libera pratica. Esse cioè, al pari delle merci prodotte MAFFEI, 1992). Una volta che questo stato abbia nella Comunità, possono circolare liberamente in introdotto specie minacciate, queste specie potranno tutto lo spazio comunitario. La possibilità di eccezio- liberamente circolare in tutto lo spazio comunitario, nali controlli doganali deve essere giustificata da rendendo così vana la partecipazione alla CITES motivi specifici, indicati nel trattato, tra cui figura la degli altri stati membri della Comunità. tutela della salute e della vita delle persone e degli Ad entrambi questi problemi si può rispondere effi- animali o la preservazione dei vegetali. Ma in nessun cacemente, accentrando a livello comunitario l’adat- caso divieti o restrizioni alla libera circolazione delle tamento alla CITES. Mentre nei primi anni di attua- merci debbono costituire un mezzo di discriminazio- zione del trattato i singoli stati parti di entrambi i ne arbitraria, né una restrizione dissimulata al com- trattati avevano provveduto individualmente, per mercio fra gli stati membri (cfr. l’allora art. 36 del ovviare ai due inconvenienti testé richiamati, nel trattato CE, oggi art. 30) (MATTERA RICIGLIANO, 1982 viene emanato un regolamento comunitario di 1990; DUBOUIS, BLUMANN, 2004). attuazione alla CITES. La circostanza che i controlli doganali sulle merci, La caratteristica del regolamento sta nella sua obbli- quindi su animali o piante selvatiche, siano tenden- gatorietà e diretta applicabilità in tutti gli stati mem- zialmente aboliti negli scambi intracomunitari pro- bri. Di conseguenza le norme del regolamento duce una conseguenza di rilievo ai fini dell’adatta- impongono gli obblighi della CITES in tutti i paesi mento alla CITES. Ne deriva infatti, se non la neces- membri della Comunità, quindi anche in quegli sità, quantomeno l’opportunità che l’adattamento stati che non avevano ancora ratificato la convenzio- alla CITES sia svolto a livello comunitario. ne. Inoltre l’adattamento è uniforme in tutti i paesi Un adattamento alla CITES compiuto in modo nei quali poi animali e piante minacciate circoleran- autonomo dai singoli stati parti dei due trattati no liberamente. Si presenta però un ulteriore proble- potrebbe non essere efficace ai fini della salvaguardia ma: la Comunità, che pure ha provveduto con un delle specie. L’applicazione della CITES nello spazio suo regolamento all’attuazione del trattato, non è del mercato comune si allineerebbe infatti allo stan- parte della CITES. Si tratta infatti di un accordo che dard più basso (THOMSEN, BRAUTIGAM, 1987; prevede che solo gli stati possano essere parti (Art. VANDEPUTTE, 1991). Si consideri ad esempio l’ipote- XXI della CITES). A questo inconveniente si è cer- si in cui uno stato ponga una riserva, volta ad esclu- cato di rispondere, introducendo un emendamento dere una determinata specie da un’appendice. Lo nella CITES che permettesse la possibilità anche per stato non sarà quindi vincolato alle disposizioni della organizzazioni di integrazione economica regionale convenzione che restringono e regolamentano il di partecipare. L’emendamento di Gaborone, pre- commercio di tale specie, ed esemplari di quella spe- sentato alla conferenza delle parti nel 1983, non è La CITES in Italia: attualità e prospettive 17

però ancora entrato in vigore; quindi la partecipa- sive modifiche, ma degni di menzione sono il rego- zione della Comunità alla CITES posa ancora oggi lamento 318/2008 che contiene le liste aggiornate su base volontaria. Non bisogna sopravvalutare l’in- degli esemplari sottoposti a tutela e il regolamento cidenza di questo problema se si pensa che oggi tutti 811/2008 che indica le combinazioni specie-paese i 27 paesi membri dell’Unione europea sono anche per le quali l’introduzione nella Comunità è sospe- parti della CITES e quindi sono anche a quel titolo sa) istituisce la Wildlife Trade Regulation col fine di vincolati. semplificare i rapporti tra gli organi di gestione dei Nel corso di questo lavoro, dopo aver illustrato le diversi stati e stabilire i requisiti comuni nella principali caratteristiche dei regolamenti attuativi Comunità per il rilascio di documenti e autorizza- (par. 3), si chiariranno le conseguenze che derivano zioni. A completamento di tali disposizioni nel 2006 dalla circostanza che l’adattamento alla CITES sia è stato emanato il regolamento 865/2006 (modifica- stato fatto (e continui ad esserlo) mediante atti to dal regolamento 100/2008). Esso stabilisce l’uti- comunitari (par. 4). lizzo di determinati modelli per il rilascio di permes- si, certificati e notifiche e ne descrive la procedura di CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IMPLEMENTAZIONE compilazione. Inoltre regola i metodi di etichettatu- COMUNITARIA: ANALISI DEI REGOLAMENTI ATTUATIVI ra e marcatura di alcune specie e la gestione di ani- L’esigenza di dare applicazione uniforme alle norme mali nati in cattività e di piante propagate artificial- non self-executing della CITES all’interno della mente. Il regolamento 338/97 impone il rispetto Comunità (par. 2) fece sì che il 3 dicembre 1982 il della convenzione CITES e chiama gli stati membri della Comunità alla collaborazione reciproca e alla Consiglio approvasse il primo regolamento comuni- creazione di un sistema di sanzioni interne per le tario di attuazione della CITES, il regolamento infrazioni. Ogni stato membro ha quindi dovuto 3626/82, seguito l’anno successivo dal regolamento emanare una legislazione interna a riguardo. L’Italia 3418/83, relativo alle modalità di rilascio e uso dei lo ha fatto con la legge 59 del 1993 – Disciplina dei documenti CITES. La protezione dell’ambiente non reati relativi all’applicazione in Italia della convenzio- rientrava però ancora tra le competenze della ne sul commercio internazionale delle specie animali e Comunità. Di conseguenza il fondamento giuridico vegetali in via di estinzione – che è stata successiva- per l’adozione del regolamento poggia sull’allora art. mente modificata con la legge 426 del 1998 e con il 235 del trattato CE (oggi art. 308). decreto legislativo 275 del 2001. Il regolamento del Tale articolo permette di adottare atti necessari al 1996, come il precedente, non rappresenta una raggiungimento degli scopi della Comunità anche mera normativa di applicazione della convenzione, in assenza di poteri espliciti, ma nel rispetto di deter- bensì se ne discosta in modo da rispondere al meglio minate condizioni procedurali. Infatti nei conside- alle esigenze particolari dovute alla struttura della randa del regolamento 3626/82 si afferma che gli Comunità europea. Anche il nuovo regolamento obiettivi del trattato CITES corrispondono a “talu- adotta misure più restrittive rispetto a quelle impo- ni obiettivi della Comunità in materia ambientale ste dalla convenzione. Ad esempio, la regolamenta- previsti dai programmi di azione in materia ambien- zione del commercio delle specie protette non avvie- tale”. Inoltre, si riconosce che l’applicazione della ne più in base al sistema delle appendici alla conven- convenzione CITES necessita il ricorso a strumenti zione bensì sulla base di allegati al regolamento di politica commerciale e che una applicazione non comunitario. Ad una prima approssimazione si può uniforme tra gli stati membri rischierebbe di provo- dire che gli allegati A, B e C corrispondono alle care distorsioni della concorrenza all’interno della appendici I, II e III della convenzione, ma il regola- Comunità. Il regolamento 3626/82, oltre a provve- mento inserisce alcune specie in allegati la cui rego- dere all’attuazione della CITES, utilizza la facoltà, lamentazione è più restrittiva e prevede un ulteriore prevista all’art. XIV, comma 1, della convenzione, di allegato D non corrispondente a nessuna appendice. regolamentare il commercio delle specie minacciate L’allegato A comprende le specie elencate nell’ap- in maniera più restrittiva di quanto non faccia la pendice I e per le quali gli stati comunitari non convenzione stessa. hanno avanzato riserve. Inoltre contiene alcune spe- Nel 1986, con l’Atto unico europeo, gli stati hanno cie considerate in via di estinzione non presenti nel- ampliato le competenze della Comunità. L’art. 130 l’appendice I. Per la maggior parte si tratta di specie R del trattato assegna espresse competenze alla indigene europee già protette dalla legislazione Comunità in materia di protezione ambientale e comunitaria. Il commercio di esemplari selvatici di l’art. 130 S stabilisce le modalità dell’azione della specie che si trovano nell’allegato A è vietato sia con Comunità in tale materia. Di conseguenza, a partire paesi terzi sia all’interno della Comunità. dalla entrata in vigore dell’Atto unico, la Comunità Quest’ultimo divieto rappresenta una novità di rilie- dispone del potere di regolamentare il commercio di vo rispetto al precedente regolamento, che invece specie protette al proprio interno, senza la necessità non si applicava agli scambi intracomunitari. di far ricorso all’articolo sui poteri impliciti. Si è Nonostante il divieto di commercio, è prevista la però dovuto aspettare fino al 1996 perché il possibilità di introdurre nella Comunità esemplari Consiglio desse vita ad una nuova e più adeguata di specie di cui all’allegato A, dietro presentazione di regolamentazione. una licenza di importazione, rilasciata dall’autorità Il regolamento 338/97 del dicembre 1996 (e succes- di gestione dello stato di destinazione solo quando 18 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 ricorrano tutta una serie di presupposti, indicati o lanza. Per importare uno specimen incluso nell’allega- richiamati nell’art. 4 del regolamento. to D è necessario presentare una notifica di importa- Le piante riprodotte artificialmente e gli animali di zione alla dogana di introduzione nell’area comuni- nati in cattività da genitori a loro volta nati in catti- taria. Nel caso in cui i volumi di import-export supe- vità (prole di seconda generazione, F2, cfr. l’art. 1, rino le quantità ritenute accettabili per la sopravvi- comma 2, del regolamento 865/2006) inclusi nel- venza della specie, questa verrà inclusa in uno degli l’allegato A sono trattati come esemplari dell’allega- altri allegati e il commercio di essa limitato in base al to B. Si tratta infatti di esemplari che non hanno lo pericolo di estinzione. stesso potenziale impatto negativo sulla flora e fauna La Wildlife Trade Regulation dedica particolare atten- selvatiche. zione al trasporto degli esemplari vivi inclusi negli L’allegato B comprende le specie che figurano nel- allegati mentre la convezione, pur accennando a que- l’appendice II della convenzione, le specie elencate sto problema, non se ne occupa in modo specifico. A nell’appendice I per le quali è stata avanzata una dare concreta attuazione alle norme sul trasporto è riserva dagli stati membri della Comunità, le specie intervenuto il regolamento 1/2005, che impone che somiglianti ad altre specie presenti negli allegati A o gli esemplari vivi siano preparati e trasportati in B (questo per garantire l’efficacia dei controlli) e le maniera da minimizzare il rischio di ferite, malattie e specie la cui introduzione nell’ambiente naturale maltrattamenti. Tale regolamento impone anche il della Comunità costituisca un pericolo ecologico per rispetto delle norme del Live Regulation pre- le specie indigene. L’introduzione nella Comunità di disposte dall’International Air Transport Association esemplari di specie elencate nell’allegato B è subordi- (IATA). La IATA è un’organizzazione internazionale nata a norme più rigide di quelle previste dalla con- composta da 240 compagnie aeree e che si occupa di venzione per l’appendice II. Oltre alla presentazione rappresentare e guidare l’industria aerea. Il Live di una licenza di esportazione rilasciata dallo stato Animals Regulation stabilisce gli standard per il tra- esportatore, è necessaria anche l’emissione di una sporto di animali vivi con le compagnie aeree. Il licenza di importazione da parte dello stato membro regolamento prevede infine ipotesi di deroga alle dis- di destinazione. Il regolamento fa riferimento a licen- posizioni in esso contenute. Fra queste si può men- ze di esportazione e certificati di riesportazione; la zionare la possibilità per gli scienziati di scambiarsi differenza sta nel fatto che per riesportazione si esemplari vivi o conservati di specie rientranti nei intende l’esportazione dal territorio della Comunità vari allegati, senza dover presentare i documenti nor- di un esemplare precedentemente introdottovi. Per malmente richiesti. semplicità, nel testo di seguito riportato si fa riferi- Chiaramente è necessario anche in questo caso un mento soltanto all’ipotesi di esportazione. La licenza controllo, che viene operato dall’organo di gestione di importazione è rilasciata soltanto se l’autorità dello stato dello scienziato. scientifica competente è del parere che l’introduzio- Per usufruire delle procedure semplificate, occorre ne nella Comunità non abbia effetti negativi sullo infatti che le istituzioni scientifiche siano apposita- stato di conservazione della specie (non detriment fin- mente registrate presso l’organo di gestione (cfr. l’art. ding) e se le leggi dello stato di origine sono state 7, comma 4, del regolamento 338/97; cfr. anche la rispettate nel corso del prelievo. Inoltre, in caso di decisione 12.97 rivolta dalla conferenza delle parti al animali vivi, il richiedente deve aver fornito la prova segretariato, disponibile sul sito www.cites.org. Cfr. documentale che la sistemazione prevista nel luogo infine l’art. VII, comma 6, della convenzione). Il di destinazione dell’esemplare sia adeguata, cosa regolamento 338/97 prevede che la Commissione invece non prevista dalla convenzione CITES, che europea vigili sull’applicazione della Wildlife Trade impone questo specifico controllo solo per gli esem- Regulation. La Commissione deve infatti mantenere plari elencati nell’appendice I. costanti rapporti con le autorità scientifiche ed Nell’allegato C sono comprese le specie dell’appendi- amministrative degli stati membri affidando ad essi, ce III e le specie dell’appendice II per le quali uno se necessario, indagini sulle violazioni in materia. La stato membro abbia posto una riserva. L’art. V della Commissione è assistita nel proprio compito dal convenzione stabilisce che tutti gli specimen inclusi comitato per il commercio della flora e fauna selvati- nell’appendice III devono essere accompagnati da un che, composto dai rappresentanti degli stati membri certificato di origine e – nel caso di importazione da e presieduto dal rappresentante della Commissione. uno stato che ha iscritto una certa specie nell’appen- Il comitato, che normalmente si riunisce tre volte dice III – anche da una licenza di esportazione che l’anno a Bruxelles, determina le misure per migliora- attesti che lo specimen è stato ottenuto nel rispetto re l’applicazione della Wildlife Trade Regulation. Esso delle leggi sulla conservazione della natura in vigore stabilisce i criteri per il rilascio e l’uso delle licenze, in quello stato. Il regolamento, oltre ai documenti delle notifiche e dei certificati previsti per le opera- richiesti dalla convenzione, richiede anche una noti- zioni di import-export. Inoltre modifica le liste degli fica d’importazione, qualunque sia la provenienza Allegati A, B, C e D e adotta le misure necessarie per dell’importazione. dare applicazione alle risoluzioni della conferenza Infine l’allegato D non corrisponde a nessuna delle delle parti della convenzione, alle decisioni e racco- tre appendici della convenzione CITES. Esso inclu- mandazioni del comitato permanente e alle racco- de le specie il cui volume di importazioni ed esporta- mandazioni del segretariato della convenzione. zioni nella Comunità è tale da giustificare una vigi- Il regolamento istituisce inoltre un gruppo di consu- La CITES in Italia: attualità e prospettive 19

lenza scientifica, lo Scientific Review Group (SRG), fatto sì che, in questo spazio giuridico, le norme della composto dai rappresentanti delle autorità scientifi- convenzione “perdessero” la propria origine interna- che di ogni stato membro e presieduto dal rappresen- zionale e si applicassero così come trasposte. Tale tante della Commissione europea. Lo SRG esamina cambiamento comporta diverse conseguenze. ogni questione scientifica relativa all’applicazione del A partire dal momento dell’entrata in vigore del trattato. Ad esempio, ad esso si rivolge, formulando regolamento 3626/82, infatti, la fonte dell’obbligo un parere negativo, uno stato membro che decida di diviene duplice. Da un lato le norme CITES vinco- rifiutare l’importazione di una o più specie prove- lano gli stati che hanno espresso formale volontà di nienti da un determinato stato (cd. combinazione rispettarle (attraverso la ratifica del trattato), dall’al- specie-paese). Il parere negativo viene formulato se si tro lato il regolamento, che ha il vantaggio di essere ritiene che tali importazioni possano essere dannose direttamente applicabile, vincola tutti gli stati mem- per conservazione della specie in questione. Lo stato bri della Comunità, quindi anche quelli che ancora che ha formulato il parere deve poi fornire allo SRG non hanno ratificato la convenzione. Dei dieci stati le motivazioni scientifiche che lo hanno portato a che erano membri della Comunità alla fine del 1982, tale decisione. Se lo stato riesce a sostenere con ade- il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, la Grecia e guata documentazione la propria decisione, il grup- l’Irlanda non erano ancora parti della CITES; tutta- po di consulenza scientifica emette a sua volta un via, visto che il regolamento si applica in tutti gli parere negativo che porta la Commissione europea a stati, questi dovevano applicare le norme della con- sospendere le importazioni di quella determinata venzione nella loro trasposizione comunitaria. Tale combinazione specie-paese all’interno della meccanismo ha rappresentato un incentivo per i Comunità. In questo caso non potranno più essere paesi comunitari a ratificare la convenzione, cosa che emesse licenze di importazione per quelle specie se ad oggi hanno fatto tutti i 27 membri. provenienti da quel determinato stato. Il parere nega- Visto che all’interno della Comunità si applica il tivo è temporaneo e viene immediatamente ritirato regolamento e non (più direttamente) la convenzio- non appena lo stato cui è diretto fornisce nuove e ne, ogni volta che vengono apportate delle modifiche valide informazioni sul commercio e sullo stato di al trattato CITES o alle sue appendici, sarà necessa- conservazione della specie nel paese in questione, rio procedere ad un ulteriore atto di adattamento attraverso il non detriment finding. In questo caso lo comunitario. Ad esempio, per dare attuazione a livel- SRG formula un parere positivo e le licenze di lo comunitario alle modifiche introdotte nelle importazione possono nuovamente essere emesse appendici durante l’ultima conferenza delle parti, del dagli stati comunitari. Se però lo stato si mostra reti- giugno 2007, è stato necessario modificare il regola- cente e non fornisce rassicurazioni, la Commissione mento 338/97. Data l’entità delle modifiche, che può emanare una Suspending Regulation a lungo ter- riguardavano un elevato numero di specie, si è prov- mine che viene pubblicata sulla gazzetta ufficiale veduto per maggiore chiarezza a sostituire integral- dell’Unione europea. La Suspending Regulation, così mente gli allegati al regolamento 338/97 con il rego- come i bandi che la conferenza delle parti può indi- lamento 318/08. rizzare agli stati membri, è uno strumento piuttosto Un’altra conseguenza dell’implementazione comuni- efficace perché danneggia gli interessi economici taria concerne la sottoposizione dei regolamenti di degli stati cui è diretta. Lo SRG gioca quindi un attuazione CITES al controllo della Corte di giusti- ruolo fondamentale non soltanto per la protezione zia della Comunità europea (CGCE). Nonostante delle specie ma anche per l’omogeneità di applicazio- l’articolo 1, comma 2, del regolamento 338/97 affer- ne delle norme all’interno della Comunità. L’azione mi che il regolamento vada applicato nel rispetto della convenzione, la Corte è libera di dare interpre- del gruppo di consulenza scientifica impedisce infat- tazioni potenzialmente diverse da quelle date della ti che la stessa combinazione specie-paese, respinta conferenza delle parti o comunque esprimersi su una per esempio dall’Italia, possa essere importata in questione sulla quale la conferenza delle parti non si Francia e, in mancanza di controlli doganali, perve- è pronunciata (per esempio, nella sentenza C-154/02 nire in Italia. Grazie a questo sistema ogni combina- del 23 ottobre 2003, la Corte di giustizia della zione specie-paese riceve lo stesso trattamento in Comunità europea dà una propria autonoma inter- tutti gli stati comunitari. pretazione di alcune nozioni contenute dei regola- Infine, il terzo organo istituito dal regolamento menti comunitari. La sentenza può leggersi sul sito 338/97 è l’Enforcement Group. L’Enforcement Group, www.curia.europa.eu). Tale interpretazione è vinco- composto dai rappresentanti di ciascun stato mem- lante per gli stati membri. bro e presieduto dal presidente della Commissione, La circostanza che le modifiche apportate alle norme ha il compito di assicurare l’attuazione delle disposi- e alle appendici CITES non siano direttamente zioni del regolamento attraverso l’esame delle que- applicabili nella Comunità fino alla loro trasposizio- stioni tecniche relative alla sua applicazione. ne in un regolamento comunitario e la possibilità che la CGCE dia un’interpretazione difforme da quella CONSEGUENZE DELL’IMPLEMENTAZIONE COMUNITARIA: della conferenza delle parti, permettono di ipotizzare RAPPORTO TRA WILDLIFE TRADE REGULATION E CITES che gli stati membri della Comunità possano essere L’adattamento della CITES all’interno della Comu- destinatari di obblighi incompatibili tra di loro. Non nità europea attraverso regolamenti comunitari ha è però il caso di enfatizzare il problema, se solo si 20 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 ragiona sul fatto che normalmente la Comunità tari. Le sentenze della CGCE e del Tribunale di adotta disposizioni più restrittive di quelle imposte primo grado rappresentano peraltro uno strumento dalla CITES, e che questa possibilità è autorizzata ben più efficace dei meccanismi convenzionali, in espressamente dall’articolo XIV, comma 1, della con- quanto direttamente applicabili in tutti i paesi comu- venzione. Peraltro, la convenzione prevede, al terzo nitari. É quindi probabile che uno stato comunitario comma del medesimo articolo, una parziale soluzio- che non dia corretta applicazione alle convenzione, ne della questione dell’incompatibilità, nella misura così come recepita nei regolamenti attuativi, venga in cui autorizza gli stati parti di unioni doganali o di sanzionato esclusivamente dal sistema di garanzie zone di libero scambio a derogare alla convenzione, comunitario. Ne è esempio la sentenza C-182/89 ma solo limitatamente al commercio interno. del 29 novembre 1990 (disponibile sul sito Gli stati della Comunità europea sono soggetti ad un www.curia.europa.eu), con la quale la CGCE ha duplice sistema di garanzie per il rispetto della nor- condannato la Francia per avere rilasciato licenze mativa CITES. In caso di violazione di una norma d’importazione in mancanza dei requisiti necessari ai della convenzione essi possono essere sanzionati sensi del regolamento applicabile, che nella fattispe- tanto dalla conferenza delle parti e dal comitato per- cie era più restrittivo della norma della convenzione manente (Standing Committee), tanto ad opera degli cui dava esecuzione. Questo spiega perché tale infra- analoghi meccanismi creati con i regolamenti di cui zione non ha avuto alcun riscontro dal sistema di si è riferito. Il sistema di garanzie della convenzione è garanzie della CITES. piuttosto sviluppato. Il comitato permanente, istitui- to dalla conferenza delle parti, predispone i testi di CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE risoluzioni che debbono poi essere adottate dalla conferenza delle parti. Si tratta di raccomandazioni Attraverso la creazione della Wildlife Trade Regulation nelle quali si dispone una sospensione temporanea la Comunità europea ha dimostrato di non voler del commercio con uno stato, nel caso che questo solamente dare uniformità all’applicazione della con- non osservi le disposizioni della convenzione (Le venzione CITES ma piuttosto di voler dare vita ad risoluzioni della conferenza delle parti vengono defi- un sistema rigoroso ed efficace che ha rappresentato nite raccomandazioni e decisioni. Il linguaggio scelto e continua a rappresentare uno stimolo per lo svilup- dalla convenzione si discosta dal linguaggio comune- po della convenzione stessa. mente usato nel diritto internazionale e comunitario, L’impossibilità per la Comunità di diventare parte dove il primo termine è usato per atti non vincolan- della convenzione ha di fatto duplicato la fonte degli ti mentre il secondo definisce atti a portata obbliga- obblighi contenuti nella convenzione con i problemi toria. Sembra che la differenza invece risieda nel fatto che si sono visti. Tale impasse potrebbe però essere che le risoluzioni si usano per fornire linee guida di superata nei prossimi anni. Infatti nel 1983 la IV lunga durata, mentre le decisioni si indirizzano a spe- conferenza delle parti ha approvato l’emendamento cifici organi della CITES, indicando incombenze che di Gaborone che modifica la clausola di adesione al dovrebbero essere assolte entro una certa scadenza). trattato, in modo da permettere anche a organizza- In pratica, allo stato inadempiente viene fornito un zioni di integrazione economica regionale di aderir- lasso di tempo per adeguarsi alle disposizioni della vi. Per l’entrata in vigore dell’emendamento è però convenzione, ad esempio emanando disposizioni necessario che questo venga ratificato da 54 degli 80 interne di adattamento, combattendo il traffico ille- stati che all’epoca erano parti della convenzione. gale di specie protette, presentando il rapporto Ancora oggi mancano 7 ratifiche per raggiungere il annuale che aveva omesso di presentare o adeguan- traguardo. dosi a precedenti raccomandazioni del comitato. La Una volta che l’emendamento entrasse in vigore, la raccomandazione di sospendere il commercio viene Comunità potrebbe diventare membro a pieno tito- poi ritirata non appena lo stato cessi di essere ina- lo della convenzione. In tale ipotesi la partecipazione dempiente. Perché tale misura sia realmente effettiva della Comunità alla convenzione non riposerebbe è però necessario che venga recepita e messa in atto più meramente su basi volontarie. Inoltre, il segreta- da tutti gli stati parte, cosa che non sempre si verifi- riato e gli stati parti della convenzione avrebbero un ca anche perché si tratta di un atto giuridicamente unico referente per tutta la comunità. Le norme della non vincolante. CITES e le loro successive modifiche vincolerebbero Già abbiamo descritto i meccanismi in base ai quali non solo gli stati ma anche le istituzioni comunitarie. il gruppo di consulenza scientifica può, attraverso l’a- Sarebbe così possibile che la Comunità rispondesse zione della Commissione europea, sospendere le direttamente davanti alle altri parti per eventuali vio- importazioni nella Comunità di prodotti inclusi lazioni della convenzione, derivanti ad esempio da negli allegati se provenienti da uno stato che non un adattamento incompleto; oggi, invece, eventuali rispetti le norme CITES. Ciò fa sì che anche uno censure si rivolgono ai singoli stati membri che stato non membro della Comunità possa essere magari stanno attuando quei comportamenti proprio indotto al rispetto delle norme CITES da parte del in esecuzione di un regolamento comunitario. sistema di garanzie istituito dalla CE. Inoltre, la Corte di giustizia della Comunità europea In aggiunta a tali meccanismi, vi è la possibilità di un e il Tribunale di primo grado dovrebbe attenersi alle controllo del rispetto dei regolamenti attuativi della decisioni ed interpretazioni della conferenza delle CITES ad opera degli organi giurisdizionali comuni- parti. Tutto ciò eviterebbe il sorgere di casi d’incom- La CITES in Italia: attualità e prospettive 21 patibilità tra norme convenzionali. Nell’attesa del- Economic Community: Who benefits? Boston University l’entrata in vigore dell’emendamento, non si può International Law Journal, 5: 273. negare che la regolamentazione comunitaria sia VANDEPUTTE G., 1991 – Why The European Community riuscita a garantire una effettiva ed efficace applica- should become a Member of the Convention on the zione della convenzione CITES all’interno dello spa- International Trade in Endangered Species of Wild zio giuridico comunitario. Fauna and Flora (CITES). Georgetown International Environmental Law Review, 3: 253. LETTERATURA CITATA RIASSUNTO - In questo contributo vengono descritte le DUBOUIS L., BLUMANN C., 2004 – Droit matériel de peculiarità dell’applicazione della CITES in Europa. In l’Union européenne. Montchrestien: 240-241. primo luogo si mette in evidenza la necessità di una imple- GAJA G., 2007 – Introduzione al diritto comunitario. Laterza: 4 ss. mentazione delle azioni interne ad ogni convenzione MAFFEI M.C., 1992 – La protezione internazionale delle internazionale. Inoltre vengono fornite indicazioni su specie animali minacciate. Cedam: 78 ss. come la Comunità europea fornisce il suo contributo MATTERA RICIGLIANO A., 1990 – Il mercato unico europeo. all’implementazione della CITES. Gli autori riportano Norme e funzionamento. Utet: 324-326. anche una breve descrizione dei regolamenti più impor- SAND P., 1997 – Whither CITES? The Evolution of a Treaty tanti noti come Wildlife Trade Regulation. Le conseguenze Regime in the Borderland of Trade and Environment. della comune implementazione europea vengono infine European Journal of International Law, 8: 46-48. analizzate per evidenziare la necessità dell’adesione della THOMSEN J., BRAUTIGAM A., 1987 – Cites in the European CE alla CITES.

AUTORI

Giulia Sajeva ([email protected]) Imperial College London, Silwood Park, Buckhurst Road, UK-Ascot, SL5 7PY Maria Chiara Vitucci ([email protected]) Dipartimento di Diritto Pubblico, Via Maqueda 172, I-90134 Palermo

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 23 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Adempimenti relativi alla registrazione presso il Segretariato CITES e la Comunità Europea di Istituzioni Scientifiche e vivai commerciali

S. DELLA ROSA, A. ROSSI e M. VALENTINI

ABSTRACT - Administrative procedures for registration of Scientific Institutions and Appendix I nurseries (artificial propa- gation) by the CITES Secretariat and EU bodies - CITES (the Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) is an international agreement between Governments. Its aim is to ensure that international trade in specimens of wild animals and plants does not threaten their survival. Today, it accords varying degrees of protection to more than 30,000 species of animals and plants, whether they are traded as live specimens, or derived products (e.g. skins, dried plants, extracts). The text of the Convention was finally agreed at a meeting of representatives of 80 countries in Washington DC., USA, on 3 March 1973, and on 1 July 1975 CITES entered in force. Today, there are 174 Parties. Italy is a party of the Convention since 1975. In the EU the Convention is actually regulated through Reg. (EC) 338/97 and Reg. (EC) 865/06. In particular this article deals with two provisions of possible derogation. Article VII, paragraph 6, of the Convention contains special provisions relating to regulation of trade in certain types of specimens of species included in Appendices I, II and III for “non-commercial loan, donation or exchange between scientists or scientific insti- tutions registered by a Management Authority of their State”. The Register of scientific institutions entitled to this exemp- tion is maintained by the Secretariat in accordance with Resolution Conf. 11.15 (Rev. CoP12), which also contains guide- lines for the implementation of the exemption. In accordance with Resolutions Conf. 9.19 (Rev. CoP13), any Management Authority that wishes to register a nursery operation that artificially propagates Appendix-I plant species must provide to the Secretariat, for inclusion in its Registers, all appropriate information to obtain and maintain the reg- istration of each such nursery. The procedure for registration and other details are provided in the above Resolutions. Moreover, article 56 of Reg. (EC) 865/06 provides guidance for registering, at national level, Annex A nurseries for EU internal trade.

Key words: Administrative procedures, Appendix I nurseries, CITES

INTRODUZIONE La CITES (Convenzione sul Commercio Internazio- Le specie protette dalla CITES sono incluse nelle nale di Specie Minacciate di Fauna e Flora Selvati- Appendici I, II e III sulla base del loro stato di con- che) ha oltre 30 anni e coinvolge ad oggi 174 nazio- servazione in natura e sull’importanza del commer- ni, compresi i 27 Stati Membri dell’Unione Europea. cio a livello internazionale. Periodicamente le La Convenzione è entrata in vigore nel 1975 e da Appendici vengono aggiornate nel corso dei lavori allora è diventata uno degli accordi internazionali più della Conferenza degli Stati Parte (CoP). importanti per la conservazione delle specie. Per gli adempimenti previsti dalla Convenzione Il suo scopo principale è quello di assicurare che il ognuno degli Stati Parte designa una o più Autorità commercio internazionale di animali e piante, loro di Gestione, per l’emissione delle licenze e lo svolgi- prodotti o derivati, non costituisca una minaccia per la mento dei controlli e una o più Autorità Scientifiche conservazione delle specie nel loro ambiente naturale. per valutare gli effetti del commercio sullo status La CITES attualmente regola il commercio di circa della specie in natura. 30.000 specie di fauna e di flora attraverso un siste- L’Unione Europea disciplina l’applicazione della ma di certificati e licenze che autorizza il commercio Convenzione di Washington attraverso regolamenti. degli esemplari protetti dalla Convenzione stessa; Il Reg. (CE) n. 338/1997, adottato ed entrato in tutte le importazioni, le esportazioni, le ri-esporta- vigore nel giugno del 1997, prevede l’inclusione delle zioni e le introduzioni dal mare delle specie contem- specie negli Allegati A, B e C; attualmente è anche in plate dalla Convenzione sono autorizzate attraverso il vigore il Reg. (CE) n. 865/2006 del 4 maggio 2006 rilascio di licenze. che ha sostituito il precedente Reg. (CE) n. 24 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

1808/2001. Tale Regolamento è stato parzialmente che risultano registrate da un’Autorità amministrativa emendato dal Reg. (CE) 100/08. del loro Stato, relativamente a specimen da erbario, I regolamenti comunitari sul commercio di specie altri specimen conservati, dissecati o inglobati da museo, selvatiche sono direttamente applicabili in tutti gli e materiali di piante vive che portino un’etichetta emes- Stati Membri e formano la base legale per l’imple- sa o approvata da un’Autorità amministrativa”. Ciò mentazione della CITES in Europa; la normativa significa che nel momento in cui delle istituzioni regolamenta il commercio in ambito comunitario ed scientifiche debbano movimentare specimen a scopo internazionale. di studio, siano essi di Appendice I, II o III, decado- no i requisiti di permessi di importazione/esportazio- LA CITES IN ITALIA ne, purché le istituzioni scientifiche siano registrate La Convenzione di Washington è stata ratificata presso le Autorità di gestione dei loro stati. La dall’Italia con la Legge n. 874 del 1975 e applicata Risoluzione Conf. 11.15 (Rev. CoP12) elenca i crite- con la Legge n. 150 del 1992 e succ. mod. (L. ri per la registrazione delle istituzioni scientifiche 59/1993, L. 426/1998, D.Lgs. 275/2001). presso il Segretariato CITES. Tale disciplina è inte- gralmente recepita a livello nazionale attraverso il Normativa nazionale D.M. del 23 marzo del 1994 che prevede l’istituzio- ne, presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela La Legge 150/92 ha stabilito che i Ministeri del Territorio e del Mare, del registro delle istituzio- dell’Ambiente, dell’Agricoltura e Foreste e della ni scientifiche. Salute istituiscono con proprio decreto la Come previsto dall’art. 2 dello stesso D.M., le istitu- Commissione scientifica CITES. zioni pubbliche o private possono presentare la Il D.M. 27 aprile 1993 ha previsto l’insediamento domanda per l’inclusione nel registro delle istituzio- della Commissione presso il Ministero dell’Ambiente ni scientifiche al Ministero dell’Ambiente - Autorità e della Tutela del Territorio e del Mare e ne ha indi- di Gestione CITES; le richieste rispondenti ai requi- viduato i membri. siti di legge sono sottoposte al parere vincolante e La Commissione Scientifica CITES, che funge da obbligatorio della Commissione Scientifica CITES. Autorità Scientifica Nazionale, ha il compito di L’esito della valutazione è comunicata direttamente esprimere pareri su diverse fattispecie. al richiedente; ad ogni istituzione scientifica registra- Il D. Lgs. 300 del 30 luglio 1999, successivamente ta è assegnato un codice identificativo comprenden- modificato dal D. Lgs 287 del 6 dicembre 2002, te il codice ISO dell’Italia e un numero progressivo attribuisce al Ministero dell’Ambiente e della tutela di tre cifre seguito dalla sigla IS. Le denominazioni, del territorio, tra gli altri, i compiti e le funzioni l’indirizzo e il codice identificativo delle istituzioni riguardanti l’attuazione e la gestione della scientifiche sono trasmessi al Segretariato CITES e Convenzione di Washington e dei relativi Regola- alla Comunità Europea (Tab. 1). Le istituzioni scien- menti Comunitari. tifiche registrate dovranno apporre sui contenitori L’Autorità di Gestione Italiana è costituita presso il utilizzati per trasportare gli specimen oggetto di MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del scambio/donazione, specifica etichetta, fornita Territorio e del Mare), svolge funzioni di indirizzo e dall’Autorità di gestione CITES italiana. Le istituzio- coordinamento delle altre Autorità nazionali; il ni scientifiche autorizzate, ogni volta che si avvalgo- Ministero dello Sviluppo Economico, dip. no di tale procedura, etichettano la spedizione e l’ul- Commercio Internazionale è responsabile per il rila- tima parte dell’etichetta dovrà essere inviata dai scio di licenze di importazioni/esportazioni, mentre nuclei operativi CITES del Corpo Forestale dello il Corpo Forestale dello Stato, presso il Ministero Stato, che operano presso le dogane, al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, cura il rilascio di dell’Ambiente – Servizio Protezione della Natura, certificati di riesportazione e di certificati comunita- che provvederà a registrare la spedizione. Rimane ri (nascita in cattività, proprietà personale, ecc), oltre inteso che detta deroga si applica solamente a scam- a costituire l’autorità di controllo nazionale. Le pre- bi tra istituzioni registrate presso il Segretariato scrizioni al divieto di commercio stabiliscono alcune CITES; laddove gli scambi prevedano una parte non deroghe per le specie incluse nelle Appendici della registrata, verranno seguite le normali procedure di Convenzione e negli Allegati del Reg. (CE) 338/97 richiesta di rilascio di licenze di importazione/espor- di cui si avvalgono, tra l’altro, istituzioni scientifiche, tazione. La Commissione Scientifica CITES potrà per lo scambio di esemplari a scopi non commercia- revocare la registrazione qualora vengano a mancare i li; sono inoltre previste deroghe al divieto di com- requisiti di cui al art. 2, comma 1, , o in caso di qual- mercio di esemplari inclusi in Appendice I (Allegato siasi altra irregolarità che la commissione stessa valu- A del Regolamento comunitario), per esemplari di terà come ostativa agli scopi che si prefigge la animali nati ed allevati in cattività e per esemplari di CITES. piante propagate artificialmente. VIVAI ISTITUZIONI SCIENTIFICHE Come previsto dall’art. VII, par.4, della Convenzione Come previsto dall’art. VII, paragrafo 6, della di Washington, gli “specimen di una specie animale Convenzione “le disposizioni degli articoli III, IV e V iscritta nell’Appendice I e allevati in cattività per fini non si applicano al prestito, donazione o interscambio commerciali, o di una specie vegetale iscritta non commerciale fra scienziati o istituzioni scientifiche nell’Appendice I e riprodotti artificialmente per fini La CITES in Italia: attualità e prospettive 25

commerciali, saranno considerati specimen delle specie tende un ambiente non naturale intensamente manipo- iscritte nell’Appendice II”. Ciò significa che, non- lato dall’intervento umano, che può comprendere la col- ostante gli specimen siano inclusi in Appendice I e tivazione, la concimazione o fertilizzazione, il control- pertanto ne sia normalmente precluso l’utilizzo per lo delle piante infestanti, l’irrigazione od operazioni di scopi commerciali, essendo questi allevati in cattività vivaio come l’invasatura, la sistemazione in lettiera e la o riprodotti artificialmente, ne è consentito l’utilizzo protezione contro le intemperie, senza che tale elenco sia a fini commerciali e possono essere importati/espor- esaustivo. tati con la documentazione prevista per gli specimen 2. Il legname prelevato da alberi cresciuti in piantagio- di Appendice II. ni monocolturali si considera riprodotto artificialmente La Risoluzione Conf. 9.19, rev. CoP13, stabilisce le in conformità del paragrafo 1”. linee guida per la registrazione presso il Segretariato Il vivaio che intenda richiedere riconoscimento della CITES e l’istituzione di un registro internazionale di riproduzione artificiale ai sensi dell’art. 56 del Reg. strutture che esportano esemplari di Appendice I (CE) 865/06, può inoltrare la richiesta al Corpo (Allegato A) propagati artificialmente. Secondo tali Forestale dello Stato – Servizio CITES competente. linee guida, l’Autorità di Gestione trasmette al A seguito di tale richiesta, in applicazione delle dero- Segretariato una serie di informazioni fornite dalla ghe di cui all’art. 62 del Reg. (CE) 865/06 o per lo struttura richiedente. spostamento all’interno dell’Unione Europea degli A livello comunitario, l’art. 7, par. 1, lett. a), del Reg. esemplari, il Servizio CITES competente, solo dopo (CE) 338/97, prevede che “fatta salva l’applicazione aver controllato l’esattezza e la completezza delle delle disposizioni dell’art. 8, gli esemplari delle specie informazioni contenute nella scheda e delle prove elencate nell’Allegato A, che sono nati e allevati in cat- documentali fornite dal vivaista medesimo ed aver tività o riprodotti artificialmente, sono soggetti alla eseguito gli accertamenti ritenuti opportuni, provve- disciplina riguardante gli esemplari delle specie elencate de ad inviare la richiesta alla Segreteria della nell’Allegato B”. La lett. b) dello stesso par.1, art. 7, Commissione Scientifica CITES unitamente a copia prevede, inoltre, che “nel caso di piante riprodotte di tutta la documentazione. Nella scheda, firmata dal artificialmente, le disposizioni degli articoli 4 e 5 sono vivaista, sono riportate le informazioni necessarie alla derogabili nel rispetto delle norme speciali stabilite dalla conoscenza della conformità della riproduzione arti- Commissione (Commissione delle Comunità Europee, ficiale degli esemplari ai requisiti dell’art. 56 del Reg. N.d.R.) e riguardanti: (CE) 865/06 e, per quanto riguarda la riserva ripro- i) l’uso dei certificati fitosanitari; duttiva, ogni utile informazione documentale che ne ii) il commercio da parte di commercianti registrati attesti la legale origine/acquisizione. La Segreteria e delle Istituzioni Scientifiche di cui al paragra- provvede, anche in collaborazione con l’Autorità di fo 4 del presente articolo; e gestione, alla necessaria consultazione della iii) il commercio di ibridi.” Commissione Scientifica CITES. Qualora necessa- Infine, la lett. c) dello stesso par. 1 dell’art. 7, preve- rio, l’Autorità di gestione e/o l’Autorità Scientifica de che “i criteri per determinare se un esemplare è stato valutano l’opportunità di disporre ulteriori accerta- allevato in cattività o riprodotto artificialmente ed il menti. A seguito del parere espresso dalla carattere commerciale degli scopi perseguiti, nonché il Commissione Scientifica CITES e delle indicazioni contenuto delle norme speciali di cui alla lettera b), sono dell’Autorità di gestione, il Servizio CITES compe- stabiliti dalla Commissione (Commissione delle tente provvede a comunicare al vivaista la conformi- Comunità Europee, N.d.R.)”. tà della coltivazione delle specie sottoposte a verifica Tali criteri sono stati indicati dalla Commissione al disposto dell’art. 56 del Reg. (CE) 865/06 e la della Comunità Europea con l’emanazione del Reg. conseguente possibilità di utilizzare, senza la certifi- (CE) 865/06 che ha sostituito il Reg. (CE) 939/97 e cazione prevista dall’art. 8, par. 3 del Reg. (CE) il Reg. (CE) 1808/01, nel quale si prevede che: 338/97, esemplari di quelle specie per scopi commer- 1. Gli esemplari di specie vegetali si considerano ripro- ciali. Attualmente sono riconosciuti, ai sensi dell’art. dotti soltanto quando l’organo di gestione competente, 56 del Reg. (CE) 865/06, un totale di n.38 vivai. di concerto con l’autorità scientifica dello Stato membro Inoltre, ai sensi dell’art. 29 del Reg. (CE) 865/06, il interessato, abbia accertato quanto segue: vivaio può richiedere di essere anche registrato come a) si tratta di piante o di derivati di piante cresciute o esportatore di esemplari riprodotti artificialmente, in sviluppatesi da semi, talee, divisioni, tessuti radicali o ottemperanza agli orientamenti adottati dalla altri tessuti vegetali, spore o altri propaguli in condizio- Conferenza delle Parti contraenti della CITES. ni controllate; La richiesta per l’inclusione nel registro delle struttu- b) la riserva riproduttiva originaria è stata costituita in re che riproducono artificialmente specie di osservanza della normativa applicabile alla data della Appendice I (Allegato A) deve essere inoltrata sua acquisizione e conservata in modo non nocivo per la all’Autorità di gestione CITES presso il MATTM e sopravvivenza della specie in ambiente naturale; deve contenere, tra l’altro, le seguenti informazioni: c) la riserva riproduttiva originaria è gestita in modo da nome e indirizzo del proprietario e della struttura, garantirne la conservazione nel lungo periodo; anno di fondazione, descrizione dettagliata delle tec- d) nel caso di piante innestate, sia la parte radicale che niche di propagazione utilizzate, indicazione delle l’innesto sono stati riprodotti artificialmente in confor- quantità che si prevede di esportare nell’immediato mità delle lettere a), b) e c). futuro. Ai fini della lettera a), per condizioni controllate s’in- L’Autorità di Gestione, acquisito il parere della 26 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Commissione Scientifica CITES, trasmette la richie- I-30135 VENEZIA sta al Segretariato che provvede all’inclusione della IT 013 Museo Civico di Storia Naturale di struttura nel registro sopra menzionato (Tab. 2). A Verona tale vivaio potranno, pertanto, essere rilasciate licen- LungAdige Porta Vittoria, 9 ze di esportazione prestampate sulle quali, alla casel- I-37129 VERONA IT 014 Museo di Storia Naturale di Trieste la 23, figura il numero di registrazione del vivaio e la Piazza A. Ortis, 4 seguente dicitura: “Licenza valida unicamente per I-34123 TRIESTE piante riprodotte artificialmente come definite dalla IT 015 Museo Regionale di Scienze Naturali Risoluzione CITES Ris. Conf. 11.11. valido unica- Via Giolitti, 36 mente per i seguenti taxa: ...... ”. I-10123 TORINO L’Autorità di Gestione provvede, dunque, a fornire al IT 016 Museo Civico di Storia Naturale di Servizio CITES competente conferma dell’avvenuta Carmagnola registrazione, comunicando il numero attribuito al Via S. Francesco di Sales, 188 vivaio. I-10022 CARMAGNOLA IT 017 Università di Torino TABELLA 1 Dip. to Biologica Vegetale-orto Botanico – Erbario Lista delle istituzioni scientifiche registrate presso il V. le P.A. Mattioli, 25 Segretariato CITES (*). I-10125 TORINO List of scientific institutions registered at the CITES . IT 018 Museo Civico di Storia Naturale di Secretariat Milano Codice Istituzione scientifica Corso Venezia, 55 I-20121 MILANO IT 001 Dipartimento di Scienze Botaniche IT 019 Museo Civico di Storia Naturale dell’Università di Palermo “Giacomo Doria” Via Archirafi, 38 Via Brigata Liguria, 9 I-90123 PALERMO I-16121 GENOVA IT 002 Museo Civico di Storia Naturale di IT 020 Dipartimento di Scienze Ferrara Sperimentali Veterinarie Via de Pisis, 24 dell’Università di Padova I-44100 FERRARA Viale dell’Università 16 IT 003 Università di Siena I-35020 LEGNARO Dip.to Biologia Ambientale – IT 021 Centro Studi Erbario Tropicale Erbario e Orto Botanico Via La Pira 4 Via P.A. Mattioli, 4 I-50121 FIRENZE I-53100 SIENA IT 022 Dipartimento di Biologia IT 004 Museo di Storia Naturale di Lovorno Università di Genova Via Roma, 234 Viale Benedetto XV, 5 I-57127 LIVORNO I-16132 GENOVA IT 005 Istituto Botanico “Harbury” ed Orto Botanico Università di Genova Totale 22 Corso Dogali, 1 I-16136 GENOVA (*) In sede di applicazione della legge 150/92 venne- IT 006 Museo Friulano di Storia Naturale ro registrate numerose altre istituzioni scientifiche, ai Via Lionello, 1 fini della detenzione di esemplari CITES, individua- I-33100 UDINE te con codici progressivi IT 000 IS; la registrazione di IT 007 Accademia dei Fisiocritici tali strutture non è valida per la deroga prevista, e Piazza San Agostino, 5 non ne è pertanto qui riportato l’elenco. I-53100 SIENNA IT 008 Università di Firenze – Museo di Storia Naturale TABELLA 2 Via G. La Pira, 4 Lista delle strutture che propagano artificialmente specie di I-50121 FIRENZE App. I. IT 009 Museo Civico di Rovereto List of operations that artificially propagate specimens of Borgo Santa Caterian, 43 App.I species. I-38068 ROVERETO IT 010 Erbario del Dipartimento di Biologia Codice Vivaio Vegetale Università “La Sapienza” di Roma P-IT-1001 Azienda Agricola P. Panarotto Piazzale Aldo Moro, 5 Via Nanon 2 I-00185 ROMA I-37035 S. GIOVANNI ILARIONE IT 011 Istituto Nazionale per la Fauna (Verona) Selvatica P-IT-1002 Azienda Agricola Nardotto e Capello Via Cà Fornecetta, 9 Corso Repubblica 266 I-40064 OZZANO EM. (BO) I-18033 CAMPOROSSO IT 012 Museo Civico di Storia Naturale di (Imperia) Venezia S. Croce, 1730 Totale 2 La CITES in Italia: attualità e prospettive 27

LETTERATURA CITATA LEGGE N. 59 DEL 1.993 – Modifica alla Legge n. 150 del CONF. 9.19 (REV. COP13) Guidelines for the registration of 1992. nurseries exporting artificially propagated specimens of LEGGE N. 426 DEL 1998, Nuovi interventi in campo Appendix-I species. ambientale, art. 4. CONF. 11.11 (REV. COP14) Regulation of trade in plants LEGGE N. 275 DEL 2001 – Riordino del sistema sanzionato- CONF. 11.15 (REV. COP12) Non-commercial loan, dona- rio in materia di commercio di specie animali e vegetali tion or exchange of museum and herbarium specimens. protette, a norma dell’art. 5 della Legge 21 dicembre 1999, n. 526. CONF. 12.3 (REV. COP14) Permits and certificates. COUNCIL REGULATION (EC) NO 338/97 OF 9 DECEMBER 1996 on the protection of species of wild fauna and flora RIASSUNTO - La CITES (Convenzione sul Commercio by regulating trade therein. Internazionale di Specie Minacciate di Fauna e Flora Selvatiche) è una convenzione internazionale tra governi. COMMISSION REGULATION (EC) NO 865/2006 OF 4 MAY Il suo scopo principale è quello di assicurare che il com- 2006 – Laying down detailed rules concerning the imple- mercio internazionale di animali e piante, loro prodotti o mentation of Council Regulation (EC) No 338/97 on the derivati, non costituisca una minaccia per la conservazio- protection of species of wild fauna and flora by regulating ne delle specie nel loro ambiente. La CITES attualmente trade therein. regola il commercio di circa 30.000 specie di fauna e di D.M. 27 APRILE 1993 – Istituzione presso il Ministero flora e funziona attraverso un sistema di certificati e licen- dell’Ambiente della commissione scientifica per l’applica- ze da richiedere ed ottenere prima che inizi il commercio zione della convenzione di Washington sul commercio degli esemplari protetti dalla Convenzione stessa. Il testo internazionale delle specie animali e vegetali in via di della Convenzione fu firmato da rappresentanti di 80 estinzione. paesi a Washington., il 3 marzo 1973, ed è entrata in vigo- D.M. 23 MARZO 1994 – Istituzione del registro delle re il 1° luglio del 1975. Coinvolge ad oggi, più di 174 Istituzioni Scientifiche previsto dall’art. VII, paragrafo 6, nazioni, compresi i 27 Stati Membri dell’Unione. L’art. della Convenzione sul commerciointernazionale delle spe- VII, par. 6, della Convenzione prevede che “le disposizioni cie di fauna e flora selvatica minacciata di estinzione degli articoli III, IV e V …non si applicano al prestito, dona- (CITES). zione o interscambio non commerciale fra scienziati o istitu- D.L. N. 300 DEL 30 LUGLIO 1999 – Concernente le strut- zioni scientifiche che risultano registrate da un’Autorità ture organizzative dei Ministeri, nonché i compiti e le amministrativa del loro Stato, relativamente a specimen da funzioni del Ministero dell’ambiente e della tutela del erbario, altri specimens da museo conservati, dissecati o inglo- territorio. bati, e materiali di piante vive che portino un’etichetta emes- D.L. N. 287 DEL DICEMBRE 2002 – Modifiche al decreto sa o approvata da un’Autorità amministrativa”. La legislativo 30 luglio 1999, n. 300, concernente le strutture Risoluzione Conf. 11.15 (Rev. CoP12), contiene le linee organizzative dei Ministeri, nonché i compiti e le funzioni guida per l’inclusione nel registro del Segretariato CITES del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio. delle istituzioni scientifiche riconosciute dalle Autorità di LEGGE N. 874 DEL 1975 – Ratifica la convenzione di Gestione dei Paesi Parte. La Risoluzione Conf. 9.19 (Rev. Washington sul commercio internazionale delle specie di CoP13), prevede che le Autorità di Gestione dei paesi flora e fauna minacciate di estinzione. Parte possono richiedere l’inclusione, nel registro del LEGGE N. 150 DEL 1992 – Disciplina dei reati relativi Segretariato, dei vivai che riproducono specie di all’applicazione in Italia della convenzione sul commer- Appendice I inviando tutte le informazioni necessarie cio internazionale delle specie animali e vegetali in via di all’inclusione attenendosi alle procedure di inclusione estinzione. riportate nella Risoluzione.

AUTORI

Simonetta Della Rosa, Traffic Europa presso la sede italiana del WWF Italia, Via Po 25/c, I-00198 Roma Alessandra Rossi, consulente presso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Protezione della Natura, Via Capitan Bavastro 174, I-00154 Roma Marco Valentini, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione Protezione della Natura, sezione CITES, Via Capitan Bavastro 174, I-00154 Roma

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 29 La CITES in Italia: attualità e prospettive

La misurazione dei legnami inclusi in CITES

S. BERTI, M. NOCETTI e A. ROSSI

ABSTRACT - The matter of CITES timber measurement - The conservation of natural resources has raised increasing inter- est in recent decades as a result of the greater attention to environmental issues. In this context the CITES Convention (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) deals with the protection of wild species that, because of the commercial interest, could be at risk of extinction. To this end are carried out many controls on the quantities traded, to ensure that the amount stated on the CITES documentation matches with that actually imported and/or exported. For timber this match may not occur because of problems related to the nature of wood and the lack of a uniform method of measuring the elements of the timber shipments. The development of such uniform method is essential to make more effective and efficient the controls and improve, therefore, the fight against illegal trade of endangered species. An aid to this effect may be given by the existing European Standards, but the active cooperation of the international CITES community is essential to legitimate the standardization of the CITES timber measurement.

Key words: measurement method, wood, log, sawn timber, batch, timber shipment

INTRODUZIONE L’importanza della conservazione delle risorse fore- tema della conservazione delle foreste viene di nuovo stali si è venuta consolidando negli ultimi decenni evidenziato e rientra tra i sette piani d’azione priori- come conseguenza naturale della crescente attenzio- tari definiti dagli artt. 6-20 della Convenzione stessa. ne verso le tematiche ambientali. Tale attenzione è Se da un lato l’importanza delle foreste e della loro sancita, a livello internazionale, da vari “MEAs” conservazione viene sancita da varie convenzioni, (“Multilateral Environmental Agreements”) e dai conferenze ed accordi internazionali, dall’altro le relativi strumenti di recepimento degli stessi da parte misure adottate in proposito rimangono in larga delle realtà economiche regionali (ad esempio parte volontarie e perciò applicabili ed applicate solo Unione Europea) e dei singoli stati firmatari. in quei contesti in cui il valore economico delle fore- Già dal 1973, con la firma della Convenzione sul ste non costituisce il fulcro dell’economia locale. Commercio Internazionale di Specie Minacciate di Attualmente sempre maggiore preoccupazione viene Estinzione (CITES) si afferma, non solo l’importan- espressa per la conservazione delle foreste tropicali, za delle specie vegetali come parte fondamentale ormai da lungo tempo oggetto di pesante sfrutta- degli ecosistemi, ma anche l’attenzione al loro sfrut- mento a fini commerciali, come pure di distruzione tamento da parte delle economie locali e del mercato per recuperare terreni per attività agricole o per este- internazionale, riconoscendo quindi una prima si insediamenti umani spesso legati allo sfruttamento necessità di monitoraggio ed eventuale protezione. del sottosuolo. È successivo, e risale al 1992, il primo riconoscimen- È evidente che la conservazione della biodiversità e to da parte dell’UNCED (United Nations degli ecosistemi forestali, laddove da tali ecosistemi Conference on Environment and Development) dipenda l’economia di un paese, risulta estremamen- della necessità di considerare le foreste quali uno dei te difficoltosa in termini di preclusione totale d’uso; punti imprescindibili per la conservazione della bio- è necessario pertanto un approccio di utilizzo soste- diversità. L’adozione da parte dell’UNCED dei nibile della risorsa attraverso la stesura e l’applicazio- “Forest Principles”, che fornivano linee guida per la ne di piani di gestione e di taglio a ridotto impatto e gestione sostenibile delle foreste temperate, boreali e la creazione di zone protette all’interno delle quali si tropicali, ha fatto sì che l’attenzione della comunità garantisca una salvaguardia più rigorosa. internazionale si rivolgesse verso un problema che Un tipo di approccio di conservazione che implichi sino ad allora era stato considerato marginale. l’utilizzo sostenibile delle risorse rientra perfettamen- A seguito anche della firma e ratifica della Conven- te nell’ambito di pertinenza della Convenzione zione sulla Biodiversità (Rio de Janeiro, 1992) il CITES (MEREU, 1995). 30 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

LA CONVENZIONE DI WASHINGTON (CITES) rite nell’Appendice unilateralmente, senza consulta- La CITES nasce nell’ambito della settima assemblea zione cioè con gli altri Stati Parte. generale del IUCN (“International Union for Nonostante le Appendici della Convenzione conten- Conservation of Nature and Natural Resources”) nel gano un maggior numero di specie vegetali che ani- 1960, durante la quale dubbi e preoccupazioni ven- mali, il controllo e l’applicazione della Convenzione nero manifestati sulla necessità di regolamentare le per le specie vegetali sono ancora oggi motivo di importazioni di specie di animali e piante, con parti- preoccupazione. Le ragioni sono varie e tra queste colare riferimento al rispetto della legislazione vigen- probabilmente il minor valore economico che molti te negli stati di origine. L’applicabilità di tali norma- Stati Parte attribuiscono alle piante rispetto agli ani- tive risultava però limitata dal fatto che non vi fosse- mali; oppure la maggiore difficoltà di riconoscimen- ro strumenti legislativi che informassero gli importa- to degli esemplari, che può portare ad inefficienza tori sulle norme specifiche adottate dai paesi di origi- dei controlli e più difficoltosa applicazione delle dis- ne delle specie animali e vegetali. posizioni della Convenzione. Nel 1963 l’assemblea generale dell’IUCN approvò Si è tuttavia assistito ad un aumento di attenzione una risoluzione che esortava la creazione di una con- verso le specie vegetali incluse in CITES da quando venzione internazionale che mirasse a controllare l’e- sono state avanzate alcune proposte per l’inclusione sportazione, il transito e l’importazione di specie di specie legnose di particolare interesse commercia- minacciate di estinzione e delle loro pelli e trofei. le. Le proposte avanzate durante l’ottava e la nona Una prima bozza del testo della Convenzione venne Conferenza delle Parti (CoP, 1992 e 1994) hanno presentata durante l’Assemblea Generale dell’IUCN dato origine a molte dispute, portando infine all’in- nel 1964, mentre la prima lista di specie potenzialmen- clusione di tre specie del genere Swietenia e dell’inte- te oggetto di misure di protezione apparve nel 1969. ro genere Gonystylus in Appendice II della CITES Nel 1972 la Conferenza delle Nazioni Unite su (rispettivamente 12° e 13° Conferenza delle Parti). “Human Environment” tenutasi a Stoccolma, approvò Successivamente, anche la Pericopsis elata è stata la raccomandazione 99.3, a seguito della quale 88 inclusa nella medesima Appendice. nazioni cominciarono a discutere la bozza della Il testo della Convenzione (Articolo I, comma b, Convenzione, in un’ assemblea plenipotenziaria che si punto iiii) stabilisce che, per le specie vegetali incluse svolse a Washington DC a febbraio/marzo del 1973. in Appendice II e III, siano oggetto di controllo solo Il 3 marzo 1973 la CITES venne firmata ed entrò in quelle parti e derivati facilmente riconoscibili e che vigore solo dopo la decima ratifica, il 1 luglio del 1975. sono specificate nell’Appendice di inclusione con rife- Il preambolo della Convenzione ne afferma chiara- rimento alla specie. Per quanto riguarda l’Appendice mente lo spirito e l’obiettivo primario può essere così I sono invece soggette al controllo tutte le parti e i definito: “garantire la cooperazione internazionale degli prodotti derivati che siano facilmente riconoscibili. stati per evitare che il commercio internazionale in spe- Ogni specie vegetale inclusa nelle Appendici, inoltre, cie animali e vegetali ne possa minacciare l’esistenza”. è contrassegnata con una Annotazione che ne speci- fica le parti e i derivati che dovranno essere oggetto IL MECCANISMO DI PROTEZIONE DELLE SPECIE VEGE- dei controlli CITES e quelli che eventualmente ne TALI E LEGNOSE saranno esenti. Le Annotazioni per le specie vegetali La protezione delle specie, in applicazione della sono 11 (Tab. 1). metodologia CITES, viene realizzata attraverso l’in- Il meccanismo delle Annotazioni alle Appendici, in clusione delle stesse in tre diverse Appendici e la con- linea generale, consente di concentrare gli sforzi dei seguente regolamentazione del commercio interna- controlli sulle specie e/o parti di esse che sono mag- zionale. Tutte le importazioni, esportazioni e ri- giormente interessate dal commercio internazionale e esportazioni di specie incluse nella Convenzione che per questo motivo risultano particolarmente a devono essere autorizzate con un sistema di licenze. rischio per la conservazione nel proprio ambiente Ogni Stato Parte ha l’obbligo di designare una o più naturale naturale (WIJNSTEKERS, 2005). Autorità di Gestione con il compito di curare il siste- ma di licenze ed una o più Autorità Scientifiche L’ISPEZIONE DEI CARICHI DI LEGNAME come organi consultivi per determinare gli effetti che La Convenzione prevede, per qualsiasi esemplare il commercio potrà avere sullo status di conservazio- iscritto nelle Appendici, che la quantità riportata sulla ne delle specie. documentazione CITES e controllata al momento Le Appendici hanno tre livelli: l’Appendice I include dello scarico doganale, corrisponda a quella effettiva- le specie minacciate di estinzione; il commercio di mente importata o (ri)esportata, potendo quest’ulti- tali specie è consentito solo in circostanze ecceziona- ma essere inferiore ma mai superiore a quella dichia- li. L’Appendice II include quelle specie non necessa- rata nella documentazione di accompagnamento. riamente minacciate di estinzione, ma per le quali il Qualora tale condizione non si verificasse, il carico commercio deve essere controllato e regolamentato al ispezionato è passibile di sanzioni e sequestro. Nel fine di evitare che il loro utilizzo commerciale possa caso del legname possono però insorgere delle proble- minacciare la loro sopravvivenza. L’Appendice III matiche riguardanti la metodologia di ispezione dei contiene le specie per le quali uno Stato Parte ha carichi in sede doganale e la loro dichiarazione di con- richiesto la cooperazione delle altre Parti per monito- formità con la documentazione CITES presentata al rarne il commercio internazionale; queste sono inse- momento dell’importazione o della riesportazione. La CITES in Italia: attualità e prospettive 31

TABELLA 1 Annotazioni CITES per le specie vegetali. CITES Annotation for plant species. Numero Descrizione #1 Serve a designare parti e prodotti, eccetto: a) semi, spore e polline (masse polliniche comprese); b) colture di piantine o di tessuti in vitro, in mezzi solidi o liquidi, trasportate in contenitori sterili; e c) fiori recisi di piante propagate artificialmente. #2 Serve a designare parti e prodotti eccetto: a) semi e polline; b) colture di piantine o di tessuti in vitro, in mezzi solidi o liquidi, trasportate in contenitori sterili; c) fiori recisi di piante propagate artificialmente; e d) prodotti chimici. #3 Serve a designare radici intere, a strisce e parti di esse.

#4 Serve a designare parti e prodotti, eccetto: a) semi e polline, tranne quelli di cactus messicani ed originari del Messico; b) colture di piantine o di tessuti in vitro, in mezzi solidi o liquidi, trasportate in contenitori sterili; c) fiori recisi di piante propagate artificialmente; d) frutti e loro parti e prodotti di piante naturalizzate o propagate artificialmente; e) cladodi e loro parti e prodotti di piante naturalizzate o propagate artificialmente del genere Opuntia sot- togenere Opuntia. #5 Serve a designare tronchi, legname segato e fogli da impiallacciatura (piallacci) #6 Serve a designare tronchi, legname segato, fogli da impiallacciatura (piallacci) e compensato #7 Serve a designare tronchi, trucioli o frammenti di legno non trattati #8 Serve a designare le parti ipogee (radici e rizomi): intere, in pezzi e in polvere.

#9 Serve a designare parti e prodotti eccetto quelle etichettate “Prodotto da materiale di Hoodia spp. ottenuto da raccolta e produzione controllati in collaborazione con le Autorità di Gestione CITES di Botswana/Namibia/Sud Africa in base all’accordo n° BW/NA/ZA xxxxxx”. #10 Serve a designare tronchi, legname segato e fogli da impiallacciatura, incluso articoli in legno semi-finiti uti- lizzati per la fabbricazione di archetti per gli strumenti musicali a corde. #11 Serve a designare tronchi, legname segato, fogli da impiallacciatura, compensato, polveri ed estratti.

Queste difficoltà possono sorgere sia a causa delle valori anche inferiori al 10% quando questo è lavo- caratteristiche del materiale, sia delle modalità con cui rato e mantenuto al chiuso in locali asciutti. i quantitativi esportati e importati vengono misurati, Tali variazioni del contenuto di umidità sono conti- sia per difficoltà oggettive di ispezione dei carichi. nue e si verificano ogni volta che le condizioni Queste ultime, in particolare, sono legate alla com- ambientali cambiano e si mantengono tali per un posizione stessa dei carichi di legname che comune- tempo sufficiente a permettere il nuovo equilibra- mente includono nella stessa spedizione specie diver- mento del legno. se, difficili spesso da riconoscere; ma anche assorti- L’umidità ha un ruolo molto importante nell’in- menti legnosi diversi, che richiedono modalità di fluenzare la maggior parte delle proprietà del legno: misura e verifica differenti. Le quantità trasportate, si parla sicuramente di un’influenza sulla lavorabilità inoltre, possono essere anche molto ingenti, renden- del materiale (segagione, incollaggio, piallatura, fini- do le verifiche ispettive spesso lunghe e laboriose, tura ecc.), ma anche su quelle che sono le sue presta- tanto più se si considera la difficile accessibilità al zioni, intendendo con questo termine il complesso carico se trasportato all’interno di container. delle resistenze meccaniche, che tendono a diminui- re all’aumentare del contenuto di umidità del legno, Le caratteristiche del legno e le proprietà termiche ed elettriche. Il legno è un Il legno è un materiale igroscopico, che tende, cioè, a cattivo conduttore di calore e di corrente elettrica, equilibrare il suo contenuto di umidità con le condi- ma la conduttività termica e la conducibilità elettrica zioni ambientali alle quali è posto. L’umidità di un aumentano all’aumentare del suo contenuto d’acqua. elemento legnoso può variare da valori superiori al L’umidità del legno è molto importante anche per la 100% al momento di abbattimento della pianta, a sua durabilità; ne è un esempio il fatto che attacchi da 32 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 parte di agenti fungini avvengono elusivamente quan- do questa supera il 18%. Ciò che, però, ha una parti- colare importanza per l’argomento trattato, è sicura- mente l’influenza che l’umidità ha sulla stabilità dimensionale e la massa volumica del legno. A predet- te variazioni di umidità, infatti, corrispondono varia- zioni delle dimensioni dell’elemento legnoso: si osser- vano ritiri del legno quando il contenuto d’acqua diminuisce e rigonfiamenti quando questo aumenta. Allo stesso modo varia la massa volumica, compor- tando aumenti anche consistenti del peso del materia- le all’aumentare dell’umidità dello stesso con conse- guenti maggiori costi di trasporto e, successivamente, di essiccazione durante le fasi di trasformazione. Per questo motivo può accadere che le dimensioni (e il peso) di uno stesso elemento legnoso misurato al Fig. 1 momento della partenza del carico, non corrisponda- Pallet utilizzato sotto per una catasta di segati (freccia). no a quelle misurate al suo arrivo, se le condizioni Pallet in a sawn timber batch (arrow). ambientali alle quali è stato sottoposto durante il tra- sporto sono state tali da causare dei consistenti cam- biamenti di umidità del legno (GIORDANO, 1981).

Metodi di misura dei carichi: principali problematiche Al momento dell’ispezione di un carico di legname CITES, come già affermato, deve essere verificata la corrispondenza tra i quantitativi dichiarati nella documentazione di accompagnamento e quelli effet- tivamente presenti. Per fare questo è necessario procedere alla misurazio- ne dei lotti trasportati e quindi capire, in primo luogo, che cosa debba essere misurato e, in secondo luogo, come. Questi due aspetti nel caso dei carichi di legname, devono essere considerati con particolare attenzione. Per quanto riguarda il “cosa” deve essere misurato, la Risoluzione RIS. CONF. 10.13 (REV. COP14, 2007) Fig. 2 “Implementation of the convention for timber spe- cies” fornisce le definizioni da adottare per le princi- Listelli distanziatori in una catasta di segati (freccia). pali forme legnose presenti commercialmente: tron- Sticks in a sawn timber batch (arrow). chi, o porzioni di essi (in questo caso denominati “toppi” secondo la vigente normativa tecnica di set- tore), segati, fogli da impiallacciatura e compensato. possono causare decolorazioni, macchie da contatto, Per i segati, però, sorge già un primo problema: lo sacche di umidità, degrado biologico, etc. Può però spessore minimo perché un segato venga così defini- accadere che lo spessore di tali elementi eguagli o to dalla Risoluzione è 6 mm; nella pratica commer- superi i 6 mm, rientrando pertanto nella definizione ciale è consuetudine, per l’imballaggio del carico, uti- di segati fornita in base alla Ris. Conf. 10.13. lizzare degli elementi quali pallet (Fig. 1), listelli L’operatore CITES addetto al controllo, quindi, sarà distanziatori (Fig. 2), traversi, copertine o protezioni, pertanto obbligato, in mancanza di linee guida o cri- ben distinguibili in base alle loro dimensioni e al loro teri concordati in ambito CITES, a considerare aspetto dal prodotto effettivamente commercializza- anche tali elementi nel calcolo totale del volume del to, ma che possono essere costituiti da legno della carico ispezionato. Ciò può comportare la non medesima specie oggetto del carico (sono infatti nor- rispondenza con il volume dichiarato nella docu- malmente ricavati dagli scarti di lavorazione del ciclo mentazione CITES, che normalmente fa riferimento di produzione). alla quantità del carico utilizzata commercialmente. Tale pratica, essenzialmente di natura tecnica, è Alcune specie legnose infine, quali quelle apparte- motivata dal fatto che il contatto con legno di specie nenti al genere Gonystylus, in ragione di particolari diverse può portare a danneggiamenti anche gravi, a problematiche di conservazione che comprendono causa del differente comportamento delle varie spe- anche l’evidenza di tagli illegali e canali di commer- cie nei confronti dell’umidità e/o della presenza di cio illegali, sono state inserite in Appendice II con estrattivi (particolari composti chimici contenuti nel Annotazione #1 (che prevede il controllo e la certifi- legno e, spesso, diversi tra una specie e l’altra) che cazione CITES di tutte le parti e i prodotti derivati). La CITES in Italia: attualità e prospettive 33

In assenza di criteri univoci e concordati in ambito CITES, potrebbero verificarsi anche in questo caso difformità tra la documentazione accompagnatoria del carico e quanto effettivamente misurato, in quan- to tutti gli elementi del genere Gonystylus che com- pongono il carico dovranno essere inclusi nel calcolo del volume. Per quanto riguarda, invece, le modalità di misura, ognuna delle tipologie di prodotto importate e/o esportate (tronchi, segati, prodotti finiti ecc.) richie- de accorgimenti differenti. Nel caso dei tronchi (toppi) e dei segati ciò che deve essere misurato è il volume ma, mentre per i primi si tratta di rilevare il diametro e la lunghezza del pezzo, per i segati devono essere misurati lo spessore, la lar- ghezza e la lunghezza dell’elemento. Questo potrebbe apparire semplice e scontato, ma Fig. 4 spesso non è così. Per il diametro di un tronco, ad Zona di tronco esclusa dalla misura della lunghezza per esempio, la misura può essere effettuata in testa, alla presenza di difetti. base o nel tratto mediano del tronco stesso; e ancora, Part of log excluded by the length measure because of the può essere determinato come misura unica o come presence of wood defect. media di due diametri rilevati perpendicolarmente; può essere misurato includendo o meno la corteccia (sopra o sotto corteccia); può includere l’alburno o difetti, alla perdita di umidità (come precedentemen- considerare solo il durame (Fig. 3); può essere deter- te descritto) e alle irregolarità della sezione. minato ponendo attenzione a escludere dalla misura L’addetto al controllo che dovrà verificare la rispon- eventuali irregolarità della sezione oppure no. denza tra il volume dichiarato e quello misurato, dovrà essere al corrente di tale consuetudine ed aver ricevuto delle istruzioni in merito per poter dichiara- re il carico conforme e non procedere all’eventuale sequestro per un eccesso di volume riscontrato nel carico ispezionato rispetto alla dichiarazione docu- mentale. Nel caso dei segati, oltre alla possibilità di variazione delle dimensioni dovute ai fattori prece- dentemente illustrati, un altro aspetto molto impor- tante è quello della composizione del carico, solita- mente formato da una o più cataste. Queste, a loro volta, possono comprendere elementi tutti omogenei per dimensioni, oppure essere forma- te da elementi diversi per spessore, larghezza e/o lun- ghezza (Fig. 5).

Fig. 3 Esempio di misura del diametro di un tronco effettuata escludendo l’alburno. Log diameter measured under sapwood.

Tutte queste scelte possono essere fonte di discordan- ze nella misura anche molto rilevanti. Nella pratica commerciale è d’uso, inoltre, escludere nella misura della lunghezza del tronco le parti che contengono difetti evidenti e che saranno eliminate durante le successive lavorazioni (Fig. 4). Si parla in questo caso di tolleranze, cioè un aumen- to delle dimensioni nominali di un elemento legno- Fig. 5 so calcolato al fine di tenere conto di eventuali ridu- Cataste di segati di diversa lunghezza. zioni delle dimensioni stesse dovute alla presenza di Batches of sawn timber of different lengths. 34 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

In quest’ultimo caso, per determinare il volume della lità di incorrere in discordanze tra i quantitativi singola catasta devono essere misurati tutti gli ele- dichiarati nella documentazione CITES e quelli menti che la compongono singolarmente? Una rispo- misurati al momento del controllo è un’eventualità sta può essere ricercata nella documentazione di tra- da imputarsi spesso a difficoltà e problematiche nella sporto: se e quanto questa è dettagliata nel descrive- metodologia di misurazione dei lotti. Per questo re il carico. Ad esempio, se nei documenti è presente motivo l’individuazione di un metodo di misura uni- una lista della composizione delle cataste, la misura- forme e omogeneo appare di fondamentale impor- zione può essere effettuata a campione, altrimenti tanza. Questo può essere sicuramente di aiuto per risulta necessario verificate l’intero lotto. istruire coloro che effettuano le verifiche su quali In ultimo, i segati possono essere squadrati o meno, siano le modalità più idonee con cui condurre l’ispe- comportando, in quest’ultimo caso, delle irregolarità zione di un carico di legname, ma anche per fornire nella forma degli stessi che devono essere tenute in indispensabili indicazioni agli importatori ed espor- considerazione al momento della misurazione. tatori su come e quali quantitativi riportare nella documentazione di trasporto. Un aiuto in questo Prospettive e proposte senso si può trovare nelle regole forestali e nelle Da quanto sopra riportato, per il legname la possibi- norme di misurazione già esistenti. In Tab. 2 sono

TABELLA 2 Norme del CEN (European Committee for Standardization), recepite in Italia dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), riguardanti i metodi di misura degli elementi legnosi. CEN (European Committee for Standardization) standards on measurement methods of timber characteristics, transposed in Italy by UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Numero Titolo Scopo e campo di applicazione UNI EN 1309-1 Legno tondo e segati - Metodo Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN del 1999 di misurazione delle dimensioni 1309-1 (edizione aprile 1997). Fornisce un metodo per la - Segati misurazione delle dimensioni dei segati di legno. UNI EN 1309-2 Legno tondo e segati - Metodo Versione ufficiale in lingua inglese della norma europea EN del 2006 di misurazione delle dimensioni 1309-2 (edizione marzo 2006). Definisce i principi da utilizzare - Parte 2: Legno tondo - nella misurazione delle dimensioni e nel calcolo del volume del Requisiti per la misurazione e legno tondo. Si applica alle regole di misurazione del legno regole per il calcolo del volume tondo abbattuto di conifere e latifoglie. Essa non si applica al legno tropicale. UNI EN 1310 Legno tondo e segati - Metodo Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN del 1999 di misurazione delle 1310 (edizione aprile 1997). Fornisce un metodo per la caratteristiche misurazione delle caratteristiche del legno tondo e segati. UNI EN 1312 Legno tondo e segati - Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN del 1999 Determinazione del volume di 1312 (edizione febbraio 1997). Definisce le regole per la un lotto di segati di legno. determinazione del volume di un lotto di segati di legno.

UNI EN 1313-1 Legno tondo e segati - Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN del 1999 Dimensioni preferenziali e 1313-1 (edizione febbraio 1997). Specifica le dimensioni tolleranze - Segati di legno di preferenziali e tolleranze per spessore e larghezza di segati di conifere legno di conifere.

UNI EN 1313-2 Legno tondo e segati - Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN del 2000 Dimensioni preferenziali e 1313-2 (edizione novembre 1998). Specifica le dimensioni tolleranze - Segati di legno di preferenziali e le tolleranze dei segati di legno di latifoglie. latifoglie. UNI CEN/TS Criteri per la valutazione di Versione ufficiale in lingua inglese della specifica tecnica 12169 del 2008 conformità di un lotto di segati europea CEN/TS 12169 (edizione gennaio 2008). Definisce il di legno piano di campionamento e le procedure per l’ispezione per attributi di lotti di legno segato che provano un’omogenea distribuzione delle proprietà. Stabilisce inoltre condizioni e regole per il controllo della conformità o non conformità di un lotto alle specifiche concordate. UNI EN 14762 Pavimentazioni di legno - Versione ufficiale della norma europea EN 14762 (edizione del 2006 Procedure di campionamento febbraio 2006). Definisce le procedure di campionamento da per la valutazione di conformità utilizzare per la valutazione di conformità nelle norme di prodotto. La CITES in Italia: attualità e prospettive 35

riportate le principali norme europee edite dal ni ambientali in cui viene mantenuto, impone rego- CEN (“European Committee of Standardiza- le certe unanimemente riconosciute ed applicate. tion”) e successivamente recepite in Italia É auspicabile che il gruppo di lavoro sull’identifica- dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unifica- zione e misurazione del legname recentemente atti- zione) riguardanti i metodi di misura degli ele- vato all’interno della CITES riesca in tempi brevi a menti legnosi, le regole per la determinazione del produrre un documento guida che, partendo dagli volume dei lotti, le procedure di campionamento standard commerciali internazionali già disponibili, e le tolleranze da applicare. Da ricordare sono permetta di individuare un unico sistema di misura, inoltre le regole di misura di tronchi e segati magari comprensivo dei diversi metodi da applicare redatte dall’ATIBT (“Association Technique alle molteplici forme con cui il legname può essere Internationale des Bois Tropicaux” – “Measure- commercializzato. In estrema sintesi, il sistema di ment Rules of Logs and Sawn timber”, ATIBT, misura dovrebbe fornire indicazioni univoche per 1982). Tutte queste normative comprendono le affrontare argomenti chiave quali: indicazioni per poter definire un metodo di misu- a) nel trasporto di legnami grezzi o semilavorati, con- ra unico, che possa essere poi adottato nella com- siderare o meno le parti legnose che contengono mercializzazione del legname delle specie CITES difetti evidenti e che saranno eliminate durante le in modo da rendere più efficaci e efficienti non successive lavorazioni. A livello commerciale attual- solo i controlli, ma anche le importazioni e le mente in questa casistica rientra anche legname con esportazioni. L’individuazione di procedure stan- presenza di alburno; dard di misura, però, non può prescindere da una b) dato l’inevitabile continuo adeguamento alle con- consultazione e partecipazione di tutti gli Stati dizioni ambientali in cui è mantenuto, come consi- Parte della CITES; a questo scopo, un primo derare le naturali variazioni di peso e di dimensioni passo è stato compiuto istituendo un “Inter- tra la formazione del carico e la verifica all’arrivo; Sessional Working Group on Identification and c) qualora appartengano alla stessa specie legnosa, Measurement of Timber”, gruppo di lavoro che considerare o meno i materiali che accompagnano il diventerà operativo nel 2009 e che avrà appunto carico e che hanno funzioni di protezione, di conser- il compito di individuare approcci, metodologie e vazione, di migliore movimentazione come copertine tecniche di verifica condivisi sia per quanto o protezioni, listelli distanziatori, pallet e traversi; riguarda l’identificazione delle specie legnose, sia d) rapportandosi alle molteplici tipologie di pro- per la misurazione delle varie tipologie dei carichi dotto importate e/o esportate (tronchi, segati, di legname. prodotti finiti ecc.) e alla loro eventuale numero- sità, considerare la possibilità di avere modalità di CONCLUSIONI misura diverse in funzione di ciascuna tipologia e La possibilità di intervenire positivamente sulla salva- prevedere, per carichi omogenei, di poter effet- guardia e sulla conservazione degli ecosistemi foresta- tuare le misurazioni su campioni il cui numero e li passa necessariamente attraverso un attento moni- posizione all’interno del carico siano determinati toraggio delle risorse e un’oculata regolamentazione in base ad apposite tabelle. dei prelievi. Ma l’attenzione deve essere posta anche alle procedure che regolano il mercato, al fine di sti- LETTERATURA CITATA molare verso un corretto sfruttamento delle proprie ATIBT, 1982 – Les règles de classement des rondins et des risorse naturali le economie locali delle aree in cui sciages tropicaux. Commission V de l’ATIBT. insistono formazioni forestali importanti. GIORDANO G., 1981 – Tecnologia del legno, 1 La materia Tra queste procedure la misurazione dei legnami, in prima. Edizioni UTET, Torino. particolare delle specie incluse in CITES, rappresen- MEREU U., 1995 – Commercio e tutela di animali e piante. ta uno strumento importante, da non sottovalutare, Editori Associati per la Comunicazione, Frascati in grado di favorire la corretta commercializzazione (Roma). RIS. CONF. 10.13 (REV. COP14), 2007 – “Implementation e, al tempo stesso, di rallentare la presenza di forme of the convention for timber species”. www.cites.org. di utilizzazione illegale di molte specie legnose, WIJNSTEKERS W., 2005 – The evolution of CITES, CITES soprattutto di quelle tropicali. Secretariat, Geneva, Switzerland. A livello internazionale esistono regole e standard di misurazione degli assortimenti legnosi che, a RIASSUNTO - La conservazione delle risorse naturali è causa della loro prevalente natura commerciale, un argomento che ha sollevato sempre più interesse negli non sempre coincidono con gli obiettivi che si pre- ultimi decenni come conseguenza della maggiore attenzio- figge chi si occupa di salvaguardia e protezione di ne maturata verso le tematiche ambientali. Proprio in que- specie in via di estinzione. Inoltre, allo stato attua- sto ambito è nata la CITES (Convenzione sul Commercio le, per il medesimo carico di legname raramente Internazionale di Specie Animali e Vegetali Minacciate di Estinzione), che si occupa della protezione delle specie viene usata la stessa procedura di misura al che, a causa del loro interesse commerciale, possano essere momento della formazione/spedizione e al mo- a rischio di estinzione. mento del ricevimento/controllo. A questo scopo vengono effettuati controlli continui sugli La natura stessa del materiale legno poi, con caratte- esemplari commercializzati, in modo da garantire che la ristiche (peso, dimensioni, etc.) che possono mutare quantità dichiarata sulla documentazione CITES corri- anche considerevolmente in funzione delle condizio- sponda a quella effettivamente importata e/o (ri)esportata. 36 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Nel caso del legname questa corrispondenza può non veri- quindi, la lotta al commercio illegale delle specie protette ficarsi a causa delle problematiche legate alla natura del dalla Convenzione. materiale e alla mancanza di un metodo unico per la misu- Un aiuto in questo senso può essere dato dalla normativa ra delle caratteristiche dei carichi legnosi. L’individuazione tecnica europea già esistente, ma è importante che si di tale metodo risulta di fondamentale importanza per instauri una fattiva cooperazione allo scopo di allargare il rendere più efficaci ed efficienti i controlli e migliorare, più possibile la consultazione tra le parti interessate.

AUTORI

Stefano Berti, Michela Nocetti, Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree, CNR – IVALSA, Via Madonna del Piano 10, I-50019 Sesto Fiorentino, Firenze Alessandra Rossi, consulente presso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Direzione per la Protezione della Natura, Via Capitan Bavastro 174, I-00147 Roma INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 37 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Il mercato del legname in Italia, le responsabilità nel commercio di legname di origine illegale e la conservazione delle foreste tropicali grazie alla CITES ed allo sviluppo del processo FLEGT

M. ROCCO e C. DE ROSA

ABSTRACT - The Italian timber market: its role in the illegal timber trade and in the tropical forest conservation - Italy is one of the major players in the European timber market, and as importer of a great proportion of timber entering the EU market, it is certainly tangled in the trade of wood or wooden products of illegal or suspicious origin. The share of illegal logging in global wood production is estimated at 20% to 40%, while into the EU between 16% and 19% of the timber imports derive from illegal and suspicious sources. The term illegal logging refers to a range of illegal activities related to forest ecosystems, forest industries, and timber and non-timber forest products, more broadly all those activities that vio- late the national and international laws. Such activities take place in Eastern Europe including Russia, Africa, South-East Asia and Latin America, from which illegally logged wood enters the European market. Therefore, the illegal logging is a problem of international concern, as it leads to deforestation, one of the main causes for climate change. A legal origin is only a first step towards sustainable provenance from ecologically and socially responsible forestry management.

Key words: CITES, illegal logging, FLEGT, forestry management, timber trade, forestry conservation

INTRODUZIONE Negli ultimi anni il problema del commercio di mercato del legname secondo i parametri della legname di origine illegale proveniente dalle aree tro- CITES vede incluse nelle Appendici CITES solo 50 picali e non tropicali del nostro pianeta è entrato specie arboree tra quelle maggiormente sfruttate per sempre più pesantemente nell’agenda politica inter- la qualità del loro legname; un numero molto esiguo, nazionale, perché rappresenta una delle principali considerando che sono 28.000 le specie vegetali cause alla base dell’incessante processo di deforesta- incluse nelle tre appendici della CITES. zione e del rilascio di una rilevante percentuale di Sono comunque state incluse alcune specie che si anidride carbonica nell’atmosfera terrestre. possono facilmente definire carismatiche e simbolo L’Italia rappresenta indiscutibilmente un importante di importanti ambiti forestali come il Mogano dalle mercato di legname sia a livello europeo che mondia- grandi foglie (Swietenia macrophylla) dell’America le, in particolare per il commercio di alcune specie del Sud, l’Afrormosia (Pericopsis elata), proveniente originarie di aree forestali tropicali in stato critico di dal Bacino del Congo, le diverse specie del genere conservazione, che sono di forte interesse per il Gonystilus, pilastri delle foreste tropicali Indonesiane nostro settore industriale. La criticità del problema e Malesiane, che per anni hanno rappresentato le dovrebbe spronare le nostre autorità a promuovere principali specie o gruppi di specie in CITES utiliz- attività, oramai inevitabili, a livello internazionale zate dall’industria del legname (CHEN, 2006). per facilitare i processi di conservazione e di adegua- Sebbene l’inclusione di queste specie arboree nelle ta gestione di tali risorse in stretta collaborazione con Appendici della CITES abbia, in alcuni casi, suppor- quei paesi terzi con cui vi sono maggiori scambi tato la caratterizzazione di sistemi di quote e abbia commerciali. E con l’industria di settore promuovere promosso piani di gestione e di verifiche commercia- la certificazione del prodotto, dalla sua origine e per li incrociate, proprio a causa del ridotto numero di l’intera catena di custodia, garantendo al consumato- specie considerate, di fatto non ha posto un reale re ultimo la certezza di partecipare ad un processo freno al taglio e commercio illegale di legname legale e sostenibile. (Illegal Logging), che negli ultimi decenni ha determi- nato il taglio di milioni di ettari di foreste per l’ap- DATI ESAMINATI provvigionamento di legname di diverso tipo. Ad oggi, il difficile percorso culturale promosso per Il termine “illegal logging”, comunemente usato in favorire l’accettazione del controllo e la gestione del ambito politico e in letteratura, si riferisce ad una 38 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 gamma di attività illegali correlate agli ecosistemi grezza, prendendo in esame i dati registrati dalla forestali, all’industria forestale, e ai prodotti in legno European Union Foreign Trade del 2006. Le stime forestali e non forestali (TACCONI, 2007). Molte sono state calcolate sulla base della quantità di legno sono le specie di provenienza tropicale importate sul grezzo necessario per produrre i prodotti importati, e mercato europeo (Tab. 1) e per molte di queste la messe poi in relazione con la produzione di legname. mancata promozione di una adeguata gestione ne sta Lo studio ha coinvolto diversi uffici del WWF che compromettendo lo status, come evidenzia la Lista hanno supervisionato il rapporto verificando i dati, e Rossa dell’IUCN del 2008 (IUCN, 2008). integrandoli con quelli estratti da fonti nazionali (es. sta- Il fenomeno del commercio illegale di legname è tistiche ISTAT). Il lavoro ha evidenziato come il consu- stato oggetto di un recente rapporto stilato dal WWF mo di legname di origine illegale sia un fenomeno preoc- GERMANIA (WWF GERMANY, 2008), nel quale è cupante che necessita di un’adeguata risposta, che stato analizzato il mercato di legname nell’ambito sostanzialmente dovrebbe prevedere la piena e puntuale dell’Unione Europea, con un’attenzione particolare applicazione del regolamento (CE) n. 2173/2005 del alle importazioni di legname da quei paesi dove si Consiglio Europeo, relativo all’istituzione di un sistema riscontra un elevato tasso di illegalità nella gestione di licenze FLEGT per le importazioni di legname nella forestale (dal taglio al commercio del legno). Lo Comunità Europea. Dovrebbe inoltre prevedere la pro- scopo ultimo dello studio era quantizzare la respon- mozione di un’apposita regolamentazione europea sabilità e il coinvolgimento del mercato europeo nel molto più stringente rispetto a quella di recente propo- commercio illegale di legname rispetto al panorama sta, che contempli anche i manufatti in legno, ad oggi internazionale. Lo studio è stato promosso dal WWF non inclusi, come mobilio e altri prodotti finiti, profila- Germania per avere una stima dell’ordine di grandez- ti in legno, carta, carbone e legna da ardere. Per quanto za della quantità di legno illegale che entra nel mer- concerne l’Italia, l’analisi dei dati (Graff. 1) svolta dall’uf- cato europeo. Allo scopo sono stati inclusi tutti i pro- ficio italiano del TRAFFIC Europe ha messo in eviden- dotti per i quali il legno è stato usato come materia za che il mercato italiano è fortemente compromesso

TABELLA 1 Principali specie tropicali importate da alcuni paesi Europei per lavorazione industriale. Main tropical species imported for industrial purposes in some EU countries. La CITES in Italia: attualità e prospettive 39

Graf. 1 – Regioni dalle quali l’Italia ha importato segati tra il 2002 e il 2006. Graph. 1 – Regions from which Italy imported sawnwood (2002 - 2006).

dall’introduzione di legname di chiara origine illegale, e che è coinvolto anche in sostanziali scambi commerciali di prodotti a base di legno con paesi compresi in aree tro- picali interessate da preoccupanti fenomeni di deforesta- zione, tra i quali spiccano prevalentemente il Sudest Asiatico e il Bacino del Congo (OTTAVIANI, 2008).

RISULTATI La percentuale di legno illegale presente sul mercato globale è stimata essere tra il 20% e il 40%, e la per- dita economica annuale per lo stato, l’industria e i proprietari delle foreste ammonta a 9,5 miliardi di euro. In generale, il legname illegale determina un abbassamento dei prezzi che può oscillare dal 7% al 16%. Per le società che operano legalmente, questa perdita economica è aggravata dal danno d’immagi- Graf. 2 – Principali paesi dai quail l’EU importa legna- ne dell’utilizzo del legno come materia grezza e del- me e/o prodotti derivati. Graph. 2 – The most important countries for wood - l’intero settore forestale. A livello europeo, il 57% products imports in the EU. delle importazioni totali è rappresentato da prodotti in legno, mentre il restante 43% è costituito da polpa e carta. Si stima che una percentuale tra il 16% e il Ai paesi riportati in Graf. 2 vanno poi aggiunti paesi 19% di legname importato in Europa non ha origi- ne legale. É necessario ricordare che l’analisi non si è africani come la Costa d’Avorio, la Nigeria, il Congo limitata alle importazioni di prodotti di origine tro- e la Repubblica Democratica del Congo che non picale, ma si è fatto il punto della situazione a livello rientrano nei primi venti perché non esportano globale. Da ciò è emerso che almeno un terzo dei ingenti quantità di legname verso l’UE, ma che tut- prodotti a base di legno importati in Europa provie- tavia sono interessati da inequivocabili fenomeni di ne dall’Europa dell’Est, Russia inclusa: per esempio illegal logging. L’analisi delle importazioni suddivisa della quantità totale di tronchi importati in Europa nelle sue diverse tipologie di prodotto ha fornito una l’81% risulta provenire prevalentemente dalle foreste stima della percentuale di legname illegale che oscil- russe. E nella graduatoria dei paesi di provenienza del la tra il 16 % ed il 19% sull’ammontare globale di legname, la Russia occupa una posizione preminente importazioni registrate nel 2006 in Europa; percen- tuale che corrisponde a quantità comprese tra 26,5 e nell’esportazioni di legname illegale verso l’Europa, 3 non solo rispetto agli altri paesi dell’Europa dell’Est, 31 milioni di m di legname. ma a livello mondiale. Da queste stime i 4 principali paesi di provenienza Per quanto concerne i prodotti semilavorati o finiti dei prodotti illegali (Graf. 3) risultano essere la di origine legnosa come mobili, compensato, pasta di Russia, l’Indonesia, la Cina e il Brasile. A livello cellulosa, carta fino ad arrivare a carbone e legna da nazionale, l’analisi delle importazioni dei singoli Stati ardere, risulta che almeno il 23% del totale importa- Membri ha fatto emergere la posizione dell’Italia: il to in Europa è molto probabile che non abbia origi- quarto tra i principali paesi europei che importano ne legale. Almeno 12 dei 20 paesi più importanti dai prodotti legnosi di provenienza illegale o sospetta quali l’Unione Europea importa prodotti legnosi (Graf. 4). (Graf. 2) sono interessati da considerevoli fenomeni La posizione dell’Italia è legata dalle quantità di di illegal logging. legname o derivati che vengono importate da paesi 40 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

corretta gestione e uso delle risorse forestali tropicali. La rilevante quantità di legname di origine tropicale che risulta arrivare illegalmente sul mercato italiano dall’Africa (Graf. 5) mette ulteriormente in evidenza l’impellente necessità di promuovere adeguate scelte di settore in linea con una politica di conservazione e gestione sostenibile di tali risorse.

Graf. 3 – Primi 10 paesi esportatori di legname illegale in EU. Graph. 3 – Top 10 export countries of illegal wood into the EU.

Graf. 5 – Quantità di legname importato in EU da paesi africani. Graph. 5 – EU imports of illegal wood from based prod- ucts from Africa.

CONSIDERAZIONI FINALI Il fenomeno dell’illegal logging è un problema di por- tata internazionale, dal momento che è la principale Graf. 4 – Primi 10 paesi importatori di legname illega- causa di deforestazione e dei cambiamenti climatici. le in EU. Sono infatti complesse le conseguenze che comporta Graph. 4 – Top 10 import countries of illegal wood into non solo per i processi di deforestazione, e la perdita the EU. di aree forestali e di biodiversità, ma anche per le ingenti immissione nell’atmosfera di anidride carbo- nica dovuta agli incendi delle aree soggette al taglio. che risultano avere un alto tasso di illegalità nel set- La deforestazione illegale presenta ulteriori aspetti tore del legname, ovvero l’Indonesia, dalla quale pericolosi, soprattutto nelle aree tropicali, dove sem- l’Italia importa il 40% della polpa di legno, la Bosnia pre più spesso le foreste distrutte vengono sostituite Herzegovina dalla quale deriva il 42% della legna da da estese aree dedicate alla zootecnia e all’agricoltura, ardere, il Brasile da cui l’Italia importa il 20% del in special modo nel Sudest Asiatico, dove proliferano compensato di origine tropicale. L’Italia, nonostante estese piantagioni di palme da olio. Gli effetti nega- le differenti tipologie di prodotto importato e delle tivi dell’illegalità presente nel settore forestale si aree geografiche interessate, assume quindi un ruolo ripercuotono direttamente sul settore industriale che importante nel controllo e nelle attività di contrasto si stima perda circa 10 miliardi di dollari l’anno, al fenomeno dell’illegalità del mercato del legname. senza tener conto delle ingenti perdite per gli stessi Dal momento che l’Italia rappresenta uno dei princi- Paesi produttori che solo a causa dell’evasione fiscale pali mercati sui quali sono immessi prodotti in legno presentano ammanchi di almeno 5 miliardi di dolla- originati in paesi dove la proporzione illegale di ri l’anno, secondo la World Bank. Risorse economi- materiale prodotto è molto rilevante (Graf. 4), la che che potrebbero invece essere utilizzate per lo svi- scelta di definire e di partecipare a strategie concrete luppo di programmi di gestione e conservazione atte a contrastare il taglio illegale e il relativo com- delle stesse aree forestali minacciate. L’illegal logging mercio del legname, sviluppando anche rapporti rappresenta oggi la principale minaccia alla conserva- bilaterali ad hoc con i principali partner commercia- zione di interi ecosistemi forestali e di quelle comu- li così come già proposto nel piano d’azione FLEGT, nità sociali le cui economie sono strettamente dipen- potrebbe rappresentare un passo concreto verso la denti dal mantenimento delle aree tropicali del La CITES in Italia: attualità e prospettive 41

nostro pianeta, e la gravità del fenomeno richiede gestione che non ne comprometta la sopravvivenza necessariamente l’intervento di tutti quei paesi diret- nel tempo. Va infine presa in considerazione la lotta tamente od indirettamente coinvolti nei processi di al cambiamento climatico e la riduzione delle emis- deforestazione, in particolare per gli Stati Membri sioni di gas serra nell’atmosfera, che vedono nella del G8, come l’Italia. Oggigiorno, anche in conside- conservazione delle foreste tropicali un passaggio razione di quanto promosso a livello internazionale obbligato per raggiungere gli obiettivi di Kyoto, per da altri governi e da quanto auspicato nelle più cui anche lo sviluppo del meccanismo REDD importanti sedi internazionali, si presenta sempre più andrebbe adeguatamente valutato. forte la necessità anche per l’Italia di promuovere una politica in materia, estremamente utile per combat- LETTERATURA CITATA tere concretamente questo fenomeno e porre così un CHEN H.K., 2006 – The Role of CITES in Combating freno alla distruzione di ecosistemi unici come quel- Illegal Logging ~ Current and Potential. li delle foreste tropicali e subtropicali del Sudest TRAFFIC International, Cambridge, UK. http://www.traffic.org; http://www.cites.org Asiatico, dell’America del Sud o del Bacino del IUCN, 2001 – IUCN Red List Categories and Criteria: Congo. I cospicui interessi economici per il nostro Version 3.1. IUCN Species Survival Commission. settore industriale e la necessità di garantire la corret- IUCN, Gland, Switzerland and Cambridge, U.K. ii + ta gestione di quelle risorse utili e necessarie alla 30pp. nostra economia in generale, dovrebbero facilitare OTTAVIANI D., DE ROSA C., ROCCO M., 2008 (in prep) scelte in tale senso. Allo stesso tempo, si garantirebbe – Analysis of the Italian timber trade, with a special una puntuale partecipazione del nostro paese allo svi- focus on some of the tropical species. luppo del processo FLEGT promosso dall’Unione TACCONI L. (Ed.), 2007 – Illegal logging: Law Enforcement, Livelihood and the Timber Trade. Europea e la promozione di un’attività scientifica e Earthscan, UK. istituzionale in ambito CITES per includere un mag- THE IUCN RED LIST OF THREATENED SPECIES, 2008. giore numero di specie nelle Appendici della CITES, www.iucn.org soprattutto quelle già inserite nella Lista Rossa WWF GERMANY, 2008 – Illegaler Holzeinschlag und die dell’IUCN, garantendone in questo modo una EU 27: Eine Analyse der Außenhandelsdaten.

AUTORI

Rocco Massimiliano, De Rosa Claudia, Programma TRAFFIC &TIMBER TRADE – WWF Italia, Via Po 25/c, I-00198 Roma

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 43 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Le specie vegetali italiane presenti nella normativa CITES dell’Unione Europea

P. Z ITO, M. SAJEVA* e M. ROCCO

ABSTRACT - Italian plant species included in the CITES regulation of European Union - This paper presents the checklist of plant species listed by CITES that grow wild in the Italian boundary. For each species a brief description is given includ- ing distribution and synonyms beside the most relevant biological characteristics.

Key words: Italian plants, CITES, species checklist, distribution

INTRODUZIONE L’applicazione della CITES all’interno dell’Unione che crescono in territorio italiano. Anche in questo Europea prevede delle norme più restrittive rispetto caso non si è entrati nel merito dei punti di vista dei al testo della Convenzione. Tra le principali differen- vari autori, bensì si è cercato di utilizzare i nomi cor- ze che caratterizzano la CITES all’interno del territo- rentemente accettati ed utilizzati in letteratura. rio dell’Unione vi è certamente la presenza di allega- ti che, oltre a includere le specie coperte dalle Famiglia. È indicata la Famiglia a cui viene ascritta la Appendici CITES, includono numerose specie inse- specie. A tale Famiglia si intendono appartenenti rite nella direttiva habitat. Questo provoca l’allarga- tutte le specie successive dell’elenco, sino a diversa mento del numero di specie protette dalla Conven- indicazione. zione, in particolare a taxa che crescono all’interno del territorio dell’Unione Europea. L’Italia presenta Nome scientifico della taxon e relativo autore. Sono numerose specie vegetali incluse negli allegati. Le dif- quelli riportati nella banca dati CITES o, per quelli ferenze tra le Appendici CITES e gli allegati riportati a livello di genere o famiglia, quelli presenti dell’Unione Europea sono ancora poco note anche nella bibliografia consultata e riportata in ogni scheda. all’interno di enti che possono essere coinvolti nello studio e nello scambio di materiale vegetale protetto Sinonimi. Sono riportate le sinonimie del nome dalla CITES. Per questo motivo si è deciso di predi- scientifico del taxon in uso se esistenti, tratte dalla sporre una check-list dei taxa di vegetali che cresco- bibliografia riportata in ogni singola scheda. no nel territorio italiano e che sono soggetti ai rego- lamenti CITES. Per la compilazione della check-list Forma biologica. É indicata la forma e la sottoforma si è tenuto conto dei taxa presenti nelle Appendici biologica secondo il sistema Raunkiær. CITES integrandoli con quelli presenti negli allegati A, B C e D del Regolamento del Consiglio d’Europa Periodo di fioritura. É indicato il periodo di fioritu- n. 338/97 e successive modificazioni ed integrazioni. ra riportato nella bibliografia di ogni scheda. Si è verificata la presenza nel territorio italiano attra- verso la consultazione della bibliografia appropriata. Habitat. È riportata sinteticamente la descrizione Questa check-list non entra nel merito tassonomico degli habitat preferenzialmente utilizzati dalla specie. delle specie elencate, si è deciso di tenere conto della nomenclatura attualmente utilizzata dal Regolamen- Distribuzione geografica. Espressa in forma sintetica to senza con ciò dare una valutazione di merito. sulla base del corrispondente tipo corologico. Per la famiglia delle Orchidaceae, integralmente coperta dal Regolamento ed elencata a livello di fami- Distribuzione in Italia. È indicata la distribuzione su glia per l’allegato B, si è consultata la bibliografia ampia scala della specie specificando nel dettaglio la aggiornata per poter predisporre l’elenco delle specie presenza della specie nel territorio italiano.

* European Regional Representative, CITES Plant Committee. 44 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Note. Sono fornite indicazioni aggiuntive ritenute Coeloglossum viride (L.) Hartmann utili o comunque di un certo interesse per compren- Corallorhiza trifida Châtelain dere meglio alcune peculiarità della specie. Cypripedium calceolus L. Dactylorhiza elata (Poiret) Soó CITES. Viene indicato il numero dell’appendice in Dactylorhiza fuchsii (Druce) Soó cui è inserita la specie secondo la CITES e l’allegato Dactylorhiza incarnata (L.) Soó in cui la specie è inserita. Dactylorhiza insularis (Sommier) Ó. Sánchez & Herrero Dactylorhiza lapponica (Laest. ex Hartm.) Soó ELENCO FLORISTICO Dactylorhiza maculata (L.) Soó AMARYLLIDACEAE Dactylorhiza majalis (Reichenbach) P.F. Hunt et Galanthus nivalis L. Summerhayes Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. Dactylorhiza romana (Sebastiani) Soó Sternbergia lutea (L.) Ker-Gawl. Dactylorhiza saccifera (Brongn.) Soó Dactylorhiza sambucina (L.) Soó Dactylorhiza traunsteineri (Saut. ex Rchb.) Soó ASTERACEAE Arnica montana L. Epipactis atrorubens (Hoffmann ex Bernhardi) Besser Epipactis baumanniorum Ströhle Epipactis flaminia P.R. Savelli & Alessandrini CACTACEAE (L.) Crantz Le tre specie di Cactaceae presenti nel territorio ita- Epipactis helleborine Epipactis leptochila (Godfery) Godfery liano sono tutte naturalizzate (PIGNATTI, 1982) e Epipactis meridionalis H. Baumann & R. Lorenz non rientrano nelle disposizioni della CITES. Epipactis microphylla (Ehrhardt) Swartz Vengono qui incluse per rimanere coerenti con gli Epipactis muelleri Godfery allegati. Epipactis palustris (L.) Crantz Opuntia compressa (Salisb.) Mcbride Epipactis placentina Bongiorni & Grünanger Opuntia ficus-indica (L.) Miller Epipactis purpurata J.E. Smith Opuntia maxima (L.) Miller Epipogium aphyllum Swartz Gennaria diphylla (Link) Parlatore ERICACEAE Goodyera repens (L.) R. Brown Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel Gymnadenia buschmanniae (Teppner & Ster) Teppner & E. Klein EUPHORBIACEAE Gymnadenia conopsea (L.) R. Brown Euphorbia dendroides L. Gymnadenia corneliana (Beauverd) Teppner & E. Klein GENTIANACEAE Gymnadenia dolomitensis Teppner & E. Klein Gentiana lutea L. Gymnadenia odoratissima (L.) L.C.M. Richard Gymnadenia rhellicani (Teppner & E. Klein) LYCOPODIACEAE Teppner & E. Klein Lycopodium clavatum L. Gymnadenia rubra Wettstein Gymnadenia widderi (Teppner & E. Klein) Teppner ORCHIDACEAE & E. Klein Anacamptis collina (Banks & Sol. ex Russell) Hammarbya paludosa (L.) Kuntze R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase Herminium monorchis (L.) R. Brown Anacamptis coriophora (L.) R.M.Bateman, Pridgeon Himantoglossum adriaticum H. Baumann & M.W.Chase Himantoglossum hircinum (L.) Sprengel Anacamptis laxiflora (Lamarck) R.M.Bateman, Liparis loeselii (L.) L.C.M. Richard Pridgeon & M.W.Chase Malaxis monophyllos (L.) Swartz Anacamptis longicornu (Poir.) R.M.Bateman, Neotinea ustulata (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & Pridgeon & M.W.Chase M.W.Chase Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & Neottia cordata (L.) Rich. M.W.Chase Neottia nidus-avis (L.) L.C.M. Richard Anacamptis palustris (Jacquin) R.M.Bateman, Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh. Pridgeon & M.W.Chase Ophrys bertolonii Moretti Anacamptis papilionacea (L.) R.M.Bateman, Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench Pridgeon & M.W.Chase Ophrys lunulata Parlatore Anacamptis pyramidalis (L.) L.C.M. Richard Ophrys sphegodes Miller Barlia robertiana (Loiseleur) Greuter Orchis anthropophora (L.) Allioni Cephalanthera damasonium (Miller) Druce Orchis militaris L. Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch Orchis pallens L. Cephalanthera rubra (L.) L.C.M. Richard Orchis patens Desfontaines Chamorchis alpina (L.) L.C.M. Richard Orchis provincialis Balbis ex Lamarck & de Candolle La CITES in Italia: attualità e prospettive 45

Orchis purpurea Hudson Forma biologica. Geofita bulbosa. Orchis quadripunctata Cirillo ex Tenore Periodo di fioritura. Settembre – ottobre. Orchis simia Lamarck Habitat. Rupi e pendii aridi da 1500 a 2000 m. Orchis spitzelii Sauter ex W.D.J. Koch Distribuzione geografica. Sudeuropea-Westasiatica. Platanthera algeriensis Batt. & Trab. Distribuzione in Italia. Appennino centrale dal Platanthera bifolia (L.) L.C.M. Richard Monte Catri ai Sibillini, Monti Lucretili, Monti Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. Simbruini e Monti Marsica, Basilicata, Pollino, Sicila Pseudorchis albida (L.) A. & D. Löve sull’Etna e Madonie. Serapias bergonii E.G.Camus Note. Le piante che crescono nel nostro territorio Serapias cordigera L. sono state descritte come Sternbergia aetnensis (Raf.) Serapias lingua L. Guss (incl. Sternbergia exscapa Tineo) ma sono di Serapias neglecta De Notaris dubbio valore tassonomico. Serapias nurrica Corrias CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Serapias orientalis (Greuter) H.Baumann & Künkele Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Serapias parviflora Parlatore checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Serapias politisii Parlatore Serapias vomeracea (N.L. Burman) Briquet Sternbergia lutea (L.) Ker-Gawl. Spiranthes aestivalis (Poiret) L.C.M. Richard Sinonimi. Amaryllis lutea L. - Oporanthus luteus (L.) Spiranthes spiralis (L.) Chevallier Herb. Traunsteinera globosa (L.) Reichenbach Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Gennaio – ottobre. PRIMULACEAE Habitat. Prati aridi e boscaglie dal livello del mare Cyclamen hederifolium Aiton fino a 1200 m. Cyclamen purpurascens Miller Distribuzione geografica. Mediterranea-montana. Cyclamen repandum S. & S. Distribuzione in Italia. Piemonte, Lombardia, Liguria, in tutte le regioni dell’Italia centrale e meri- RANUNCULACEAE dionale spingendosi verso nord fino alla Via Emilia Adonis vernalis L. (linea Rimini-Piacenza), Marche, Sicilia e Sardegna. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. SCHEDE Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Famiglia: Amaryllidaceae Galanthus nivalis L. Famiglia: Asteraceae Sinonimi. Chianthemum nivale (L.) Kuntze - Arnica montana L. Galanthus alexandri Porcius - Galanthus imperati Bertol. - Galanthus melvillei Voss - Galanthus monta- Forma biologica. Emicriptofita rosulata. nus Schur - Galanthus nivalis var. attinsi - Galanthus Periodo di fioritura. Giugno – agosto. nivalis var. carpaticus S.S.Fodor - Galanthus nivalis Habitat. Sempre su suolo acido in pascoli, brughiere var. hololeuca Celak. - Galanthus nivalis var. majus a Rododendri e prati aridi da 500 a 2200 m, in Friuli Ten. - Galanthus nivalis var. minus Ten. - Galanthus fino al piano e sulle Alpi fino a 2650 m. nivalis forma pictus K.Mal? - Galanthus nivalis forma Distribuzione geografica. Orofita Centro-Europea. pleniflorus P.D.Sell - Galanthus nivalis var. scharlockii Distribuzione in Italia. Alpi, dal Goriziano al Cu- Casp. - Galanthus scharlokii (Casp.) Baker - neese, Appennino Piemontese, Parmigiano e Pavese. Galanthus umbricus Dammann. Note. Nella fascia prealpina (Grappa, Lessini, Baldo) Forma biologica. Geofita bulbosa. in Candore e nel Parmigiano è segnalato un tipo che Periodo di fioritura. Marzo – aprile (raramente otto- viene indicato come var. oblongifolia Rouy. bre - novembre). CITES. Appendice III - UE: Allegato D. Habitat. Boschi umidi e vallecole fresche ed umose Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- dal livello del mare fino a 1200 m. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Distribuzione geografica. Europea-Caucasica. Distribuzione in Italia. Italia settentrionale, in Italia Famiglia: Cactaceae centrale e meridionale (soprattutto sui rilievi) fino Le tre specie di Cactaceae presenti nel territorio ita- alla Calabria e Sicilia. liano sono tutte naturalizzate (PIGNATTI, 1982) e CITES. Appendice II - UE: Allegato B. non rientrano nelle disposizioni della CITES. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Vengono qui incluse per rimanere coerenti con gli checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. allegati.

Sternbergia colchiciflora Waldst. & Kit. Opuntia compressa (Salisb.) Mcbride Sinonimi. Amaryllis colchiciflora (Waldst. & Kit.) Sinonimi. Cactus ficus-indica L. - Opuntia compressa Ker Gawl. - Oporanthus colchiciflorus (Waldst. & J.F. Macbr. - Opuntia vulgaris P. Mill. Kit.) Herb. Forma biologica. Camefita suffruticosa. 46 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Periodo di fioritura. Giugno – luglio. Habitat. Pinete montane, pinete subalpine e in Habitat. Pioniera su rupi silicee soleggiate da 100 a cespuglietti a Rododendri da 600 a 2500 m. 700 m. Distribuzione geografica. Circum-Artico-Alpina. Distribuzione geografica. N-Americana. Distribuzione in Italia. Alpi, dalle Giulie alle Distribuzione in Italia. Colli Euganei, Trentino, Marittime; Appennini dalla Liguria al Salernitano. Prealpi Lombarde, Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Note. Sulle Alpi è una specie molto rara, probabil- Toscana, Basilicata. mente perché il suo ambiente è stato ridotto dall’uo- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. mo mediante il taglio di boschi naturali e la loro Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- sostituzione con prati o boschi a Picea abies. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. CITES. Appendice III - UE: Allegato D. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Opuntia ficus-indica (L.) Miller checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Sinonimi. Cactus ficus-indica L. - Opuntia compressa J.F. Macbr. - Opuntia vulgaris P. Mill. Famiglia: Euphorbiaceae Forma biologica. Fanerofita succulenta. Euphorbia dendroides L. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Sinonimi. Esula dendroides (L.) Haw. - Euphorbia Habitat. Coltivata e naturalizzata dal livello del mare divaricata Jacq. - Euphorbia laeta Aiton - Euphorbion fino a 900 m. dendroideum (L.) St.-Lag. - Tithymalus arboreus Distribuzione geografica. Neotropicale. Tourn. ex Lam. - Tithymalus dendroides (L.) Hill - Distribuzione in Italia. Italia meridionale e nelle Tithymalus laetus (Aiton) Haw. isole, più rara e generalmente solo in coltura a nord Forma biologica. Nanofanerofita / fanerofita scaposa. sulla costa tirrenica fino alla Liguria. Periodo di fioritura. Novembre – aprile. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Habitat. Rupi preferenzialmente calcaree presso il Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- mare dal livello del mare a 700 m. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Distribuzione geografica. Stenomediterranea- Macaronesica. Opuntia maxima (L.) Miller Distribuzione in Italia. Liguria, Toscana, Lazio, Sinonimi. Opuntia amyclaea Ten. - Opuntia tuna Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e isole minori, auct. non Miller - Cactus decumanus Willd. ex Schltr. Sardegna; sul continente è raramente localizzata. - Cactus maximus Colla - Opuntia decumana (Willd.) CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Haw. - Opuntia gymnocarpa Weber - Opuntia labou- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- retiana Console in K.Schum. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Forma biologica. Fanerofita succulenta. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Famiglia: Gentianaceae Habitat. Coltivata e naturalizzata. Distribuzione geografica. Neotropicale. Gentiana lutea L. Distribuzione in Italia. Italia meridionale, Sicilia. Forma biologica. Emicriptofita scaposa. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Periodo di fioritura. Giugno – luglio. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Habitat. Prati e pascoli montani calcarei da 1000 a checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. 2200 m. Distribuzione geografica. S-Europea. Famiglia: Ericaceae Distribuzione in Italia. Alpi (dalle Giulie alle Marittime, soprattutto nelle catene meridionali), Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel Appennino Piemontese (Monte Ebro), Appennino Sinonimi. Arctostaphylos adenotricha (Fern. & J.F. Pavese, Appennino centrale e meridionale fino al Macbr.) A.& D. Löve & Kapoor - Arctostaphylos uva- Pollino, Sardegna. ursi subsp. adenotricha (Fern. & J.F. Macbr.) Calder & Taylor - Arctostaphylos uva-ursi var. adenotricha Note. La specie in molte zone è in via d’estinzione Fern. & J.F. Macbr. - Arctostaphylos uva-ursi subsp. per l’eccessiva raccolta. coactilis (Fern. & J.F. Macbr.) A.& D. Löve & Kapoor CITES. Appendice III - UE: Allegato D. - Arctostaphylos uva-ursi var. coactilis Fern. & J.F. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Macbr. - Arctostaphylos uva-ursi var. leobreweri J.B. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Roof - Arctostaphylos uva-ursi subsp. longipilosa Packer & Denford - Arctostaphylos uva-ursi var. marinensis Famiglia: Lycopodiaceae J.B. Roof - Arctostaphylos uva-ursi subsp. monoensis Lycopodium clavatum L. J.B. Roof - Arctostaphylos uva-ursi var. pacifica Hultén Sinonimi. Lycopodium clavatum var. laurentianum - Arctostaphylos uva-ursi var. stipitata (Packer & Victorin - Lycopodium clavatum var. subremotum Denford) Dorn - Arctostaphylos uva-ursi subsp. stipita- Victorin - Lycopodium clavatum var. tristachyum Hook. ta Packer & Denford - Arctostaphylos uva-ursi var. sub- Forma biologica. Camefita reptante. orbiculata W. Knight - Uva-Ursi uva-ursi (L.) Britt. Periodo di scorificazione. Luglio – settembre. Forma biologica. Camefita suffruticosa. Habitat. Brughiere, boschi di aghifoglie e faggete dal Periodo di fioritura. Giugno – luglio. livello del mare fino a 2300 m. La CITES in Italia: attualità e prospettive 47

Distribuzione geografica. Subcosmopolita. nii (Timb.-Lagr.) Nyman - Orchis coriophora var. pol- Distribuzione in Italia. Alpi, Appennino settentrio- liniana (Spreng.) Pollard - Orchis coriophora var. sen- nale e Appennino centrale. nenii A.Camus - Orchis coriophora var. subsancta CITES. Appendice III - UE: Allegato D. Balayer - Orchis coriophora var. symphypetala Brot. - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Orchis fragrans Pollini - Orchis fragrans var. elongata (Maire) Raynaud - Orchis fragrans var. polliniana checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. (Spreng.) Pollard - Orchis martrinii Timb.-Lagr. - Famiglia: Orchidaceae Orchis polliniana Spreng. Forma biologica. Geofita bulbosa. Anacamptis collina (Banks & Sol. ex Russell) Periodo di fioritura. Aprile – giugno. R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglieti, pinete, Sinonimi. Barlia collina (Banks & Sol. ex Russell) da 0 a 1000 m, su suoli asciutti o molto umidi (alme- Szlach. - Orchis chlorotica Woronow - Orchis collina no temporaneamente), calcarei o debolmente neutri, Banks & Sol. ex Russell - Orchis collina subsp. chlo- o anche sabbiosi. rotica (Woronow) Aver. - Orchis collina subsp. fedt- Distribuzione geografica. Eurimediterranea. schenkoi (Czerniak.) Aver. - Orchis collina forma fla- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. vescens Soó - Orchis collina forma purpurea Maire & Weiller - Orchis fedtschenkoi Czerniak. - Orchis leuco- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. glossa O.Schwarz - Orchis saccata Ten. - Orchis sacca- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- ta var. fedtschenkoi (Czerniak.) Hautz. - Orchis sacca- checklist/2008/; ROSSI, 2002. ta forma flavescens (Soó) Raynaud - Orchis saccata lusus flavescens Soó - Orchis sparsiflora Ten. ex Boiss. Anacamptis laxiflora (Lamarck) R.M.Bateman, - Vermeulenia chlorotca (Woronow) Á.Löve & Pridgeon & M.W.Chase D.Löve - Vermeulenia fedtschenkoi (Czerniak.) Sinonimi. Orchis ambigua Degl. ex Le Gall - Orchis Á.Löve & D.Löve - Vermeulenia saccata (Ten.) biloba Arv.-Touv. - Orchis dinsmorei (Schltr.) Á.Löve & D.Löve. H.Baumann & Dafni - Orchis dubia Le Gall - Orchis Forma biologica. Geofita bulbosa. elegans var. dinsmorei (Schltr.) H.I.Schäf. - Orchis Periodo di fioritura. Febbraio – aprile. ensifolia Vill. - Orchis laxiflora Lam. - Orchis laxiflora Habitat. Pascoli magri, garighe, boschi e cespuglietti subsp. dielsiana Soó - Orchis laxiflora subsp. dinsmo- molto aperti, fino a 900 m di altitudine, su suolo rei (Schltr.) Kreutz - Orchis laxiflora var. dinsmorei asciutto, calcareo o debolmente acido. Schltr. - Orchis laxiflora var. longibracteata Willk. - Distribuzione geografica. Mediterranea. Orchis mediterranea Ten. - Orchis morio Ucria - Distribuzione in Italia. Puglia, Basilicata, Calabria, Orchis palustris subsp. laxiflora (Lam.) Batt. - Orchis Sicilia e Sardegna. palustris subsp. pseudolaxiflora (Czerniak.) H.Baumann & R.Lorenz - Orchis pseudolaxiflora CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Czerniak. - Orchis tabernaemontani C.C.Gmel. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Forma biologica. Geofita bulbosa. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Habitat. Paludi, prati acquitrinosi, margini di tor- Anacamptis coriophora (L.) R.M.Bateman, Pridgeon renti, fino a 1000 m di altitudine. & M.W.Chase Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. Sinonimi. Anacamptis coriophora subsp. carpetana Distribuzione in Italia. In tutte le regioni; mancano (Willk.) Bernardos - Anacamptis coriophora subsp. comunque segnalazioni recenti per la Val d’Aosta e fragrans (Pollini) R.M.Bateman, Pridgeon & per il Trentino Alto Adige. M.W.Chase - Anacamptis coriophora subsp. martrinii (Timb.-Lagr.) Jacquet & Scappat. - Anacamptis fra- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. grans (Pollini) R.M.Bateman - Anteriorchis coriopho- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- ra (L.) E. Klein & Strack. - Anteriorchis coriophora checklist/2008/; ROSSI, 2002. subsp. fragrans (Pollini) Jacquet - Anteriorchis cori- ophora subsp. martrinii (Timb.-Lagr.) Jacquet - Anacamptis longicornu (Poir.) R.M.Bateman, Anteriorchis fragrans (Pollini) Szlach. - Orchidactyla Pridgeon & M.W.Chase carpetana (Pau) Borsos & Soó - Orchis carpetana Sinonimi. Orchis longicornu Poir. - Orchis longicornu (Willk.) Pau - Orchis cassidea M.Bieb. - Orchis cimi- var. tlemecensis Batt. - Orchis morio subsp. longicornu cina Crantz - Orchis coreosmus St.-Lag. - Orchis cori- (Poir.) Kreutz - Orchis morio subsp. tlemecensis (Batt.) ophora L. - Orchis coriophora subsp. carpetana E.G.Camus, Bergon & A.Camus - Orchis morio var. (Willk.) Malag. - Orchis coriophora var. carpetana tlemecensis (Batt.) Maire & Weiller. Willk. - Orchis coriophora var. cassidea (M.Bieb.) Forma biologica. Geofita bulbosa. Nyman - Orchis coriophora var. dolichoceras Maire - Periodo di fioritura. Febbraio – giugno. Orchis coriophora var. elongata Maire - Orchis cori- Habitat. Pascoli, garighe, cespuglieti, boschi aperti, ophora var. fragrans (Pollini) Boiss. - Orchis coriopho- fino a 1200 m di altitudine, indifferente al substrato. ra subsp. fragrans (Pollini) K.Richt. - Orchis coriopho- Distribuzione geografica. W- Stenomediterranea. ra var. lusciniarum Maire - Orchis coriophora var. Distribuzione in Italia. Sicilia e Sardegna. major E.G.Camus - Orchis coriophora subsp. martri- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. 48 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Anacamptis papilionacea (L.) R.M.Bateman, checklist/2008/; ROSSI, 2002. Pridgeon & M.W.Chase Sinonimi. Orchis papilionacea L. - Orchis rubra Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & Jacquin in Murray. - Vermeulenia papilionacea (L.) M.W.Chase Á.Löve & D.Löve - Vermeulenia papilionacea var. Sinonimi. Anacamptis champagneuxii (Barnéoud) bruhnsiana (Gruner) Szlach. - Vermeulenia papil- R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase - ionacea var. grandiflora (Boiss.) Szlach. - Vermeulenia Anacamptis morio subsp. picta (Loisel.) Jacquet & papilionacea var. heroica (E.D.Clarke) Szlach. Scappat. - Anacamptis picta (Loisel.) R.M.Bateman - Forma biologica. Geofita bulbosa. Orchis albanica Gölz & H.R.Reinhard - Orchis alber- Periodo di fioritura. Febbraio – giugno. tii A.Camus - Orchis candida A.Terracc. - Orchis Habitat. Pascoli magri, garighe, boschi e cespuglietti champagneuxii Barnéoud - Orchis champagneuxii var. molto aperti, fino a 1400 m di altitudine, su suolo mesomelana (Rchb.f.) D.Tyteca - Orchis crenulata asciutto, calcareo o debolmente acido. Gilib. - Orchis graeca Orph. ex Soó - Orchis interme- Distribuzione geografica. Mediterranea. dia Meigen & Weniger - Orchis longicornu var. picta Distribuzione in Italia. In tutte le regioni ad eccezio- (Loisel.) Lindl. - Orchis moria Retz. - Orchis morio L. ne del Friuli Venezia Giulia e, forse, del Trentino Alto - Orchis morio subsp. albanica (Gölz & Adige. H.R.Reinhard) Buttler - Orchis morio var. albiflora Note. In Italia è presente Orchis papilionacea subsp. Tinant - Orchis morio var. athensis (Lej.) Dumort. - grandiflora (Boiss.) Malag. sinonimo di Anacamptis Orchis morio subsp. champagneuxii (Barnéoud) papilionacea var. papilionacea. E.G.Camus - Orchis morio var. champagneuxii CITES. Appendice II - UE: Allegato B. (Barnéoud) J.A.Guim. - Orchis morio var. longicalca- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- rata Boiss. - Orchis morio var. mesomelana Rchb.f. - checklist/2008/; ROSSI, 2002. World Checklist of Orchis morio subsp. picta (Loisel.) K.Richt. - Orchis Selected Plant Families. (October 2008). morio var. picta (Loisel.) Rchb.f. - Orchis morio forma velutina (Schur) Pauca - Orchis morio var. velutina Anacamptis pyramidalis (L.) L.C.M. Richard Schur - Orchis officinalis Salisb. - Orchis picta Loisel. Sinonimi. Aceras pyramidale - Anacamptis condensata - Orchis picta var. champagneuxii (Barnéoud) Nyman K.Koch - Anacamptis durandii Bréb. - Anacamptis - Orchis skorpili Velen. - Serapias athensis Lej. pyramidalis forma angistiloba Bréb. - Anacamptis Forma biologica. Geofita bulbosa. pyramidalis forma apiculata Maire & Weiller - Periodo di fioritura. Maggio – giugno. Anacamptis pyramidalis var. brachystachys (d’Urv.) Habitat. Pascoli, garighe, boschi aperti, fino a 1500 Boiss. - Anacamptis pyramidalis subsp. condensata m di altitudine, su suolo calcareo o debolmente (Desf.) H.Lindb. - Anacamptis pyramidalis forma acido, asciutto o variamente umido. condensata (Desf.) Maire & Weiller - Anacamptis Distribuzione geografica. Europea-Caucasica. pyramidalis forma longispica Andr. - Anacamptis pyra- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni eccetto la midalis var. nivea P.Delforge - Anacamptis pyramidalis Sardegna. var. sanguinea (Druce) Kreutz - Anacamptis pyrami- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. dalis forma sanguinea (Druce) P.H.Sell - Anacamptis Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- pyramidalis subsp. tanayensis (Chenev.) Quwntin - Anacamptis pyramidalis var. tanayensis Chenev. - checklist/2008/; ROSSI, 2002. Anacamptis pyramidalis var. urvilleana (Sommier & Anacamptis palustris (Jacquin) R.M.Bateman, Caruana) Kreutz - Anacamptis pyramidalis subsp. Pridgeon & M.W.Chase urvilleana (Sommier & Caruana) Landwehr - Sinonimi. Orchis laxiflora subsp. palustris (Jacq.) Anacamptis urvilleana Sommier & Caruana - Orchis W.D.J.Koch - Orchis palustris Jacq. appendiculata Stokes - Orchis bicornis Gilib. - Orchis Forma biologica. Geofita bulbosa. brachystachys d’Urv. - Orchis condensata Desf. - Orchis Periodo di fioritura. Maggio – giugno. pyramidalis L. - Orchis pyramidalis var. sanguinea Habitat. Paludi e acquitrini, paludi retrodunali, tolle- Druce. rante all’acqua salmastra, fino a 500 m di altitudine Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione geografica. Europea. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Distribuzione in Italia. In poche stazioni di Habitat. Pascoli e garighe, fino a 1400 m di altitudi- Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, ne, su suolo asciutto e calcareo. Toscana, Lazio, Campania e Puglia; segnalata in una Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. singola stazione in Abruzzo e Basilicata; non segnala- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. ta di recente in Sicilia; assente altrove. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti: Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Anacamptis palustris subsp. elegans (Heuff. ex Rochel) checklist/2008/; ROSSI, 2002. R.M.Bateman e Anacamptis palustris subsp. palustris. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Barlia robertiana (Loiseleur) Greuter Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Aceras longibracteatum Rchb.f. - Barlia checklist/2008/; ROSSI, 2002. World Checklist of longibracteata (Rchb.f.) Parl. - Himantoglossum longi- Selected Plant Families. (October 2008). bacteatum (Rchb.f.) Schltr. - Himantoglossum rober- La CITES in Italia: attualità e prospettive 49

tianum (Loisel.) P.Delforge - Loroglossum longibrac- F.W.Schmidt - Epipactis grandiflora (L.) Sm. - teatum (Rchb.f.) Moris ex Ardoino - Orchis foliosa Epipactis grandifolia All. - Epipactis pallens Sw. - Masson ex Ker Gawl. - Orchis fragrans Ten. - Orchis Epipactis pallida Sw. - Epipactis xiphophylla (Ehrh. ex longibracteata Biv. - Orchis robertiana Loisel. L.f.) Sw. - Limodorum acuminatum (Wall. ex Lindl.) Forma biologica. Geofita bulbosa. Kuntze - Limodorum grandiflorum (L.) Kuntze - Periodo di fioritura. Gennaio – maggio. Limodorum longifolium (L.) Kuntze - Serapias ensifo- Habitat. Pascoli magri, garighe e cespuglieti, fino a lia Murray - Serapias grandiflora L. - Serapias hellebo- 1000 m di altitudine, su suolo calcareo asciutto. rine var. longifolia L. - Serapias lonchophyllum L.f. - Distribuzione geografica. Stenomediterranea. Serapias longifolia (L.) Scop. - Serapias nivea Vill. - Distribuzione in Italia. Lombardia (una sola segna- Serapias pallida Wahlenb. - Serapias xiphophyllum lazione sul Lago di Garda), Liguria, Emilia Ehrh. ex L.f. Romagna, Toscana, Umbria (una sola segnalazione Forma biologica. Geofita rizomatosa. presso Perugia), Abruzzo, Molise, al sud, nelle isole. Periodo di fioritura. Aprile – luglio. Habitat. Boschi aperti, radure e cespuglieti, general- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. mente in situazioni di mezza ombra, fino a 1800 m Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- di altitudine, su suolo calcareo sia asciutto che molto checklist/2008/; ROSSI, 2002. umido. Distribuzione geografica. Eurasiatica. Cephalanthera damasonium (Miller) Druce Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. Sinonimi. Cephalanthera acuminata Ledeb. - Cephalanthera alba (Crantz) Simonk. - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Cephalanthera damasonium lusus ochroleuca Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- (Baumg.) Soó - Cephalanthera lancifolia (F.W. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Schmidt) Dumort. - Cephalanthera latifolia Janch. - Cephalanthera ochroleuca (Baumg.) Rchb. - Cephalanthera rubra (L.) L.C.M. Richard Cephalanthera pallens subsp. ochroleuca (Baumg.) Sinonimi. Cephalanthera comosa Tineo - Nyman - Cephalanthera yunnanensis Hand.-Mazz. - Cephalanthera rubra forma alba Raynaud - Cymbidium pallens Sw. - Epipactis alba Crantz - Cephalanthera rubra var. comosa (Tineo) Nyman - Epipactis lancifolia F.W.Schmidt - Epipactis ochroleu- Cephalanthera rubra forma comosa (Tineo) Robatsch ca Baumg. - Serapias alba (Crantz) Salisb. - Serapias - Cymbidium rubrum (L.) Sw. - Dorycheile rubra (L.) damasonium Mill. - Serapias lancifolia (F.W.Schmidt) Fuss - Epipactis purpurea Crantz - Epipactis rubra (L.) Roth - Serapias latifolia Mill. - Serapias ochroleuca F.W.Schmidt - Helleborine rubra (L.) Schrank - (Baumg.) Steud. - Serapias pallens (Sw.) S.B.Jundz. - Limodorum rubrum (L.) Kuntze - Serapias rubra L. Serapias tota-alba Gilib. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Periodo di fioritura. Maggio - luglio Habitat. Margini di bosco, pinete costiere, cespuglie- Habitat. Boschi e cespuglieti, fino a 1800 m, su ti, fino a 1800 m, soprattutto su suolo calcareo. suolo calcareo. Distribuzione geografica. Eurasiatica. Distribuzione geografica. Eurasiatica. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Chamorchis alpina (L.) L.C.M. Richard Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch Sinonimi. Aceras alpinum (L.) Steud. - Arachnites Sinonimi. Cephalanthera acuminata Wall. ex Lindl. - alpina (L.) F.W.Schmidt - Chamaerepes alpina (L.) Cephalanthera angustifolia Simonk. - Cephalanthera Spreng. - Epipactis alpina (L.) Schrank - Herminium conferta (B.Baumann & H.Baumann) Kreutz - alpinum (L.) Lindl. - Herminium alpinum (L.) Sweet Cephalanthera ensifolia Rich. - Cephalanthera ensifo- - Ophrys alpina L. - Orchis alpina (L.) Scop. - Orchis lia var. maravignae (Tineo) Nyman - Cephalanthera graminea Crantz - Satyrium alpinum (L.) Pers. grandiflora Gray - Cephalanthera lonchophylla Rchb.f. Forma biologica. Geofita bulbosa. - Cephalanthera longifolia forma angustifolia Maire & Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Weiller - Cephalanthera longifolia subsp. conferta Habitat. Pascoli alpini, tra 1800 e 2600 m, su suolo B.Baumann & H.Baumann - Cephalanthera longifo- calcareo e asciutto. lia forma latifolia (Maire) Maire & Weiller - Distribuzione geografica. Artico-Alpina (Europea). Cephalanthera longifolia var. pilosa Harz - Distribuzione in Italia. Sull’arco alpino. Cephalanthera longifolia var. rosea Perko - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Cephalanthera maravignae Tineo - Cephalanthera pal- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- lens Rich. - Cephalanthera thomsonii Rchb.f. - checklist/2008/; ROSSI, 2002. Cephalanthera xiphophyllum Rchb.f. - Cephalanthera xiphophyllum var. latifolia Maire - Cymbidium Coeloglossum viride (L.) Hartmann xiphophyllum (Ehrh. ex L.f.) Sw. - Epipactis ensifolia Sinonimi. Chamorchis viridis (L.) Dumort. - 50 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Dactylorhiza viridis (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & Forma biologica. Geofita rizomatosa. M.W.Chase - Entaticus viridis (L.) Gray - Periodo di fioritura. Dalla fine di maggio alla metà Gymnadenia viridis (L.) Rich. - Habenaria viridis (L.) di luglio. R.Br. - Himantoglossum viride (L.) Rchb. - Orchis Habitat. Boschi e cespuglieti subalpini, tra 400 e viridis (L.) Crantz - Peristylus viridis (L.) Lindl. - 2300 m, su terreno calcareo. Platanthera viridis (L.) Lindl. - Satyrium viride L. - Distribuzione geografica. Eurosiberiana. Sieberia viridis (L.) Spreng. Distribuzione in Italia. Alpi orientali, molto rara nel Forma biologica. Geofita bulbosa. resto dell’arco alpino; Appennino centrale con due Periodo di fioritura. Maggio – agosto. stazioni disgiunte, una delle quali si trova nel Parco Habitat. pascoli montani, cespuglieti, margini di Nazionale d’Abruzzo, l’altra nel Parco Nazionale bosco, da 500 a 3000 m, su suoli sia acidi che basici, della Maiella. asciutti o umidi. Note. Benché situati all’interno di aree protette, i Distribuzione geografica. Circumboreale. due popolamenti appenninici sono particolarmente Distribuzione in Italia. In tutte le regioni, progressi- vulnerabili a causa del basso numero di esemplari e vamente più rara a sud e assente nelle Isole. della loro bassa variabilità genetica. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato A. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002. checklist/2008/; ROSSI, 2002.

Corallorhiza trifida Châtelain Dactylorhiza elata (Poiret) Soó Sinonimi. Corallorhiza anandae Malhotra & Balodi - Sinonimi. Dactylorchis elata (Poir.) Verm. - subsp. (Poir.) H.Sund. - Corallorhiza corallorhiza (L.) H.Karst. - Corallorhiza Dactylorhiza incarnata elata subsp. Cockerell - Orchis elata Poir. corallorhiza coloradensis Corallorhiza Forma biologica. Geofita bulbosa. dentata Host - Corallorhiza ericetorum Drejer - Rich. - R.Br. - Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Corallorhiza halleri Corallorhiza innata Habitat. Il solo popolamento italiano si trova lungo Corallorhiza innata subsp. ericetorum (Drejer) Nyman - var. (Drejer) Farr - le sponde umide di un torrente, a circa 800 m di alti- Corallorhiza innata virescens tudine, su substrato calcareo. Corallorhiza intacta Cham. & Schltdl. - Corallorhiza Châtel. - Decne. - Distribuzione geografica. Mediterranea occidentale. integra Corallorhiza jacquemontii Distribuzione in Italia. L’unica popolazione compo- Corallorhiza nemoralis Sw. ex Nyman - Corallorhiza Scop. - Bach.Pyl. - sta da una ventina di esemplari è ubicata in neottia Corallorhiza occidentalis Ogliastra, Sardegna centro-orientale. Corallorhiza trifida var. verna (Nutt.) Fernald - Note. I popolamenti europei, compreso quello italia- var. (Drejer) Farw. - Corallorhiza trifida virescens no, vengono spesso attribuiti a Dactylorhiza elata Corallorhiza trifida subsp. virescens (Drejer) Løjtnant - subsp. (Willdenow) Soó. Inoltre in italia Nutt. - Drejer sequipedalis Corallorhiza verna Corallorhiza virescens è presente Dactylorhiza elata subsp. elata. - Corallorhiza wyomingensis Hellm. & K.Hellm. - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Corallorrhiza trifida forma verna (Nutt.) P.M.Br. - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Cymbidium corallorhiza (L.) Sw. - Epidendrum coral- checklist/2008/; ROSSI, 2002. World Checklist of lorhizon (L.) Poir. - Epipactis corallorhiza (L.) Crantz - Selected Plant Families. (October 2008). Helleborine corallorhiza (L.) F.W.Schmidt- Neottia corallorhiza (L.) Kuntze - Ophrys corallorhiza L. Dactylorhiza fuchsii (Druce) Soó Forma biologica. Geofita rizomatosa. Sinonimi. Dactylorchis fuchsii (Druce) Verm. - Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii (Druce) Hyl. - Habitat. Boschi montani maturi con substrato Orchis fuchsii Druce. coperto da uno spesso strato di foglie in decomposi- Forma biologica. Geofita bulbosa. zione, da 700 a 2100 m. Periodo di fioritura. Aprile – luglio. Distribuzione geografica. Circumboreale. Habitat. Prati asciutti o moderatamente umidi, Distribuzione in Italia. Frequente nelle regioni set- boschi e scarpate, da 0 a 2300 m. tentrionali, rara e localizzata al sud; non è segnalata Distribuzione geografica. Eurasiatica. in Puglia e assente nelle isole. Note. In Italia tra le sottospecie è presente CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Dactylorhiza fuchsii subsp. fuchsii. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Alpi e Appennino settentrio- checklist/2008/; ROSSI, 2002. nale e centrale. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Cypripedium calceolus L. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www. Sinonimi. Calceolus alternifolius St. Lag. in Cariot - catalogueoflife.org/annual-checklist/2008/; World Calceolus marianus Crantz - Cypripedilon marianus Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). (Crantz) Rouy - Cypripedium alternifolium St.-Lag. - Cypripedium atsmori C.Morren - Cypripedium borea- Dactylorhiza incarnata (L.) Soó le Salisb. - Cypripedium cruciatum Dulac - Sinonimi. Dactylorchis incarnata (L.) Verm. - Orchis Cypripedium ferrugineum Gray - Cypripedium micro- incarnata L. - Orchis latifolia var. incarnata (L.) Crép. saccos Kraenzl. Forma biologica. Geofita bulbosa. La CITES in Italia: attualità e prospettive 51

Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Distribuzione in Italia. Dolomiti venete e tridenti- Habitat. Prati molto umidi e acquitrini, tra 200 e ne, valli bresciane. 2000 m, generalmente su suoli basici. Note. in Italia tra le sottospeie è presente Distribuzione geografica. Eurasiatica. Dactylorhiza lapponica subsp. rhaetica H.Baumann Distribuzione in Italia. Italia settentrionale e centra- & R.Lorenz. le, e forse anche in Campania; relativamente comu- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. ne sulle Alpi, via via più rara verso Sud. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www. Note. in Italia tra le sottospecie sono presenti: catalogueoflife.org/annual-checklist/2008/; World Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta (O.F.Müll.) Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). P.D.Sell (= Orchis cruenta O.F.Müll.) e Dactylorhiza incarnata subsp. incarnata. Dactylorhiza maculata (L.) Soó CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Sinonimi. Dactylorchis maculata (L.) Verm. - Orchis Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- maculata L. checklist/2008/; ROSSI, 2002. World Checklist of Forma biologica. Geofita bulbosa. Selected Plant Families. (October 2008). Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Habitat. Prati umidi e boschi aperti, fino a 2300 m Dactylorhiza insularis (Sommier) Ó. Sánchez & di altitudine; si ritrova soprattutto su suolo basico, Herrero ma cresce altrettanto bene su substrato acido. Sinonimi. Dactylorhiza bartonii (Huxley & Distribuzione geografica. Eurasiatica. P.F.Hunt) Aver. - Dactylorhiza insularis forma bar- Distribuzione in Italia. In tutta la penisola, rara in tonii (Huxley & P.F.Hunt) Gathoye & D.Tyteca - Sicilia, assente in Sardegna. Dactylorhiza insularis var. bartonii (Huxley & Note. In Italia tra le sottospecie è presente P.F.Hunt) Landwehr - Dactylorhiza insularis forma Dactylorhiza maculata subsp. elodes (Griseb.) Soó. castellana (Rivas Goday) Bernardos - Dactylorhiza CITES. Appendice II - UE: Allegato B. romana subsp. bartonii Huxley & P.F.Hunt - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Dactylorhiza sambucina subsp. insularis (Sommier ex checklist/2008/; ROSSI, 2002. World Checklist of Martelli) Soó - Orchis insularis Sommier - Orchis Selected Plant Families. (October 2008). pseudosambucina subsp. castellana Rivas Goday - Orchis romana var. insularis (Sommier) E.G.Camus - Dactylorhiza majalis (Reichenbach) P.F. Hunt et Orchis sambucina subsp. insularis (Sommier) Briq. - Summerhayes Orchis sambucina var. insularis (Sommier) Fiori - Sinonimi. Dactylorchis majalis (Rchb.) Verm. - Orchis sulphurea subsp. castellana (Rivas Goday) Dactylorhiza comosa subsp. majalis (Rchb.) P.D.Sell - Rivas Goday. Dactylorhiza latifolia (L.) Soó - Dactylorhiza fistulosa Forma biologica. Geofita bulbosa. (Moench) H. Baumann et Künkele. - Orchis latifolia Periodo di fioritura. Aprile – maggio. L. pro parte - Orchis latifolia var. majalis (Rchb.) Habitat. Boschi aperti, radure e cespuglieti, fino a Nyman - Orchis majalis Rchb. 1200 m, su suolo generalmente acido, da asciutto a Forma biologica. Geofita bulbosa. relativamente umido. Periodo di fioritura. Maggio – agosto. Distribuzione geografica. Mediterranea occidentale. Habitat. Prati umidi, acquitrini, margini di torrenti, Distribuzione in Italia. Italia settentrionale e centrale, tra 300 e 2400 m, indifferente al substrato. e forse anche in Campania; via via più rara verso Sud. Distribuzione geografica. Europea. Note. Diffusa e localmente abbondante in Sardegna, Distribuzione in Italia. Diffusa sulle Alpi, rara e mentre è rara e localizzata nell’Isola d’Elba e localizzata sull’Appennino settentrionale. nell’Isola del Giglio, massiccio dell’Amiata, Appennino Tosco-Emiliano. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Dactylorhiza romana (Sebastiani) Soó Dactylorhiza lapponica (Laest. ex Hartm.) Soó Sinonimi. Dactylorchis romana (Sebast.) Verm. - Sinonimi. Dactylorchis lapponica (Laest. ex Hartm.) Dactylorhiza libanotica (Mouterde) Aver. - Verm. - Dactylorhiza majalis subsp. lapponica (Laest. Dactylorhiza markusii (Tineo) H.Baumann & ex Hartm.) H.Sund. - Dactylorhiza traunsteineri Künkele - Dactylorhiza romana subsp. markusii subsp. lapponica (Laest. ex Hartm.) Soó - Orchis (Tineo) Holub - Dactylorhiza romana var. markusii angustifolia var. lapponica Laest. ex Hartm. - Orchis (Tineo) Soó - Dactylorhiza romana subsp. siciliensis latifolia var. lapponica (Laest. ex Hartm.) Laest. ex (Klinge) Soó - Dactylorhiza romana var. sicula Rchb.f. - Orchis maculata subsp. lapponica (Laest. ex (Tineo) Soó - Dactylorhiza sambucina subsp. pseudo- Hartm.) Nyman. sambucina (Ten.) H.Sund. - Dactylorhiza sambucina Forma biologica. Geofita bulbosa. subsp. romana (Sebast.) Bornm. - Dactylorhiza sam- Periodo di fioritura. Giugno – agosto. bucina subsp. siciliensis (Klinge) H.Sund. - Habitat. Prati, macereti umidi e bordi ruscelli, su Dactylorhiza sicula (Tineo) Aver. - Dactylorhiza sul- suolo calcareo, da 300 a 2200 m. phurea (Link) Franco - Dactylorhiza sulphurea subsp. Distribuzione geografica. Europea. pseudosambucina (Ten.) Franco - Dactylorhiza sul- 52 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 phurea subsp. siciliensis (Klinge) Franco - Orchis brac- sambucina var. hungarica (Soó) Soó - Dactylorhiza teata Ten. - Orchis fasciculata var. obtusifolia Tineo - sambucina forma hybrida (W.Zimm.) Kümpel - Orchis guimaraesii (E.G.Camus) Rivas Goday - Dactylorhiza sambucina var. hybrida (W.Zimm.) Peitz Orchis lucana Spreng. - Orchis markusii Tineo - - Dactylorhiza sambucina lusus incarnata (Gaudin) Orchis mediterranea Klinge - Orchis mediterranea Soó - Dactylorhiza sambucina forma robusta subsp. pseudosambucina (Ten.) Klinge - Orchis medi- (Neuman) Soó - Dactylorhiza sambucina forma rubra terranea subsp. siciliensis Klinge - Orchis natalis Tineo (Winterl) Hyl. - Dactylorhiza sambucina forma - Orchis ochroleuca Schur - Orchis pseudosambucina rubrobracteata (Harz ex Schltdl., Langeth. & Ten. - Orchis pseudosambucina subsp. markusii Schenk) Soó - Orchis fasciculata Tineo - Orchis incar- (Tineo) Nyman - Orchis pseudosambucina var. natalis nata Willd. - Orchis latifolia L. pro parte - Orchis lau- (Tineo) Nyman - Orchis pseudosambucina var. sicula rentina R.Bolos ex Vayr. - Orchis lutea Dulac - Orchis (Tineo) K.Richt. - Orchis romana Sebast. - Orchis lutea var. subfusca Rchb.f. - Orchis pallens Moritzi - romana lusus bicolor G.Keller - Orchis romana var. Orchis pseudosambucina var. fasciculata (Tineo) guimaraesii E.G.Camus - Orchis romana var. incarna- Nyman - Orchis saccata Rchb. - Orchis salina Fronius ta E.G.Camus & A.Camus - Orchis romana subsp. - Orchis sambucina L. - Orchis sambucina forma bar- libanotica Mouterde - Orchis romana var. lutea lae Rouy - Orchis sambucina var. bracteata E.G.Camus & A.Camus - Orchis romana forma mar- (M.Schulze) Harz - Orchis sambucina forma bractea- kusii (Tineo) Soó - Orchis romana forma obtusifolia ta M.Schulze - Orchis sambucina var. hungarica (Soó) (Tineo) Soó - Orchis romana lusus sulphurea (Link) A.Camus - Orchis sambucina forma hungarica Soó - Soó - Orchis sambucina Brot. - Orchis siciliensis Orchis sambucina lusus hybrida W.Zimm. - Orchis Klinge - Orchis sicula Tineo - Orchis sulphurea Link - sambucina var. incarnata Gaudin - Orchis sambucina Orchis sulphurea var. markusii (Tineo) Maire. forma lanceolata W.Zimm. - Orchis sambucina subsp. Forma biologica. Geofita bulbosa. laurentina (R.Bolos ex Vayr.) Malag. - Orchis sambu- Periodo di fioritura. Marzo – maggio. cina var. laurentina (R.Bolos ex Vayr.) Soó - Orchis Habitat. Boschi aperti e cespuglieti, fino a 1800 m, sambucina forma laurentina (R.Bolos ex Vayr.) Soó - su suolo asciutto o relativamente umido. Orchis sambucina laurentina (R.Bolos ex Vayr.) Distribuzione geografica. Mediterranea. Willk. - Orchis sambucina var. lutea E.G.Camus - Distribuzione in Italia. Italia centrale, Italia meridio- Orchis sambucina lusus lutea W.Zimm. - Orchis sam- nale e Sicilia. bucina lusus luteopurpurea (Rouy) G.Keller & Soó - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Orchis sambucina subvar. luteopurpurea Rouy - Orchis Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- sambucina forma obovata W.Zimm. - Orchis sambu- cina forma purpurea (W.D.J.Koch) Neuman - Orchis checklist/2008/; ROSSI, 2002. sambucina subvar. purpurea (W.D.J.Koch) Rouy - Dactylorhiza saccifera (Brongn.) Soó Orchis sambucina var. purpurea W.D.J.Koch - Orchis Sinonimi. Dactylorchis saccifera (Brongn.) Verm. - sambucina var. robusta Neuman - Orchis sambucina Dactylorhiza maculata subsp. saccifera (Brongn.) lusus rubra (Winterl) Soó - Orchis sambucina var. Diklic - Dactylorhiza saccifera subsp. bithynica rubra Winterl - Orchis sambucina forma rubrobrac- (H.Baumann) Kreutz - Orchis saccifera Brongn. teata Harz ex Schltdl., Langeth. & Schenk - Orchis Forma biologica. Geofita bulbosa. sambucina monstr. subregalis Soó - Orchis sambucina Periodo di fioritura. Maggio – luglio. var. zimmermannii A.Camus - Orchis schleicheri Habitat. Prati e boschi umidi o bagnati, su suolo Sweet - Orchis subfusca (Rchb.f.) Murb. basico, da 200 a 1850 m. Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione geografica. Stenomediterranea centro- Periodo di fioritura. Aprile – luglio. orientale. Habitat. Pascoli montani, cespuglieti e boschi aperti, Distribuzione in Italia. Appennino centrale e meri- da 300 a 2000 m, su suoli alcalini o leggermente dionale, Sicilia. acidi, asciutti o relativamente umidi. Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti Distribuzione geografica. Europea. Dactylorhiza saccifera subsp. gervasiana (Tod.) Kreutz Distribuzione in Italia. In tutte le regioni italiane e Dactylorhiza saccifera subsp. saccifera. con la sola eccezione della Sardegna. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- catalogueoflife.org/annual-checklist/2008/; World checklist/2008/; ROSSI, 2002. Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). Dactylorhiza traunsteineri (Saut. ex Rchb.) Soó Dactylorhiza sambucina (L.) Soó Sinonimi. Dactylorchis traunsteineri (Saut. ex Rchb.) Sinonimi. Dactylorchis sambucina (L.) Verm. - Verm. - Dactylorhiza majalis subsp. traunsteineri Dactylorhiza fasciculata (Tineo) H.Baumann & (Saut. ex Rchb.) H.Sund. - Orchis traunsteineri Saut. Künkele - Dactylorhiza latifolia (L.) H. Baumann et ex Rchb. Künkele.- Dactylorhiza latifolia forma rubra Forma biologica. Geofita bulbosa. (Winterl) D.Tyteca & Gathoye - Dactylorhiza sam- Periodo di fioritura. Giugno- luglio. bucina forma chusae C.E.Hermos. - Dactylorhiza Habitat. Torbiere montane, acquitrini e luoghi pau- La CITES in Italia: attualità e prospettive 53

dosi, da 600 a 1800 m. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione geografica. Endemica Alpica. Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Distribuzione in Italia. Alpi e Appennino settentrionale. Habitat. Boschi di latifoglie, da 750 a 1700 m. Note. Specie in rapida diminuzione per la scompar- Distribuzione geografica. Subendemica. sa del suo habitat. Distribuzione in Italia. Emilia Romagna, Toscana, CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www. Calabria, Sardegna. catalogueoflife.org/annual-checklist/2008/. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo Epipactis atrorubens (Hoffmann ex Bernhardi) gueoflife.org/annual-checklist/2008/; ROSSI, 2002. Besser Sinonimi. Amesia atropurpurea (Raf.) A.Nelson & Epipactis flaminia P.R. Savelli & Alessandrini J.F.Macbr. - Amesia rubiginosa (Crantz) Mousley - Sinonimi. Epipactis greuteri subsp. flaminia Epipactis atropurpurea Raf. - Epipactis atrorubens var. (P.R.Savelli & Aless.) H.Baumann, Künkele & atrata A.Waldner & Webernd. - Epipactis atrorubens R.Lore - Epipactis greuteri var. flaminia (P.R.Savelli & subsp. borbasii Soó - Epipactis atrorubens subsp. Aless.) Kreutz - Epipactis greuteri var. preinensis danubialis (Robatsch & Rydlo) Ciocârlan & (Seiser) P.Delforge - Epipactis greuteri subsp. preinen- R.Rösler - Epipactis atrorubens var. media (Fr.) sis Seiser. Nyman - Epipactis atrorubens forma sirneensis Forma biologica. Geofita rizomatosa. Neirynck - Epipactis atrorubens subsp. spiridonovii Periodo di fioritura. Agosto. (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz - Epipactis Habitat. Bosco misto di faggio e abete bianco, tra atrorubens subsp. subclausa (Robatsch) Kreutz - 800 e 1200 m, su substrato calcareo. Epipactis atrorubens var. triploidea (Gelbr. & Distribuzione geografica. Endemica. G.Hamel) Kreutz - Epipactis atrorubens subsp. tri- Distribuzione in Italia. Solamente sull’Appennino ploidea Gelbr. & G.Hamel - Epipactis danubialis settentrionale, in Romagna ed in una contigua loca- Robatsch & Rydlo - Epipactis helleborine var. rubigi- lità della Toscana. nosa Crantz - Epipactis latifolia Less. - Epipactis lati- Note. Questa specie, descritta recentemente folia var. atrorubens (Hoffm.) Coss. & Germ. - (SAVELLI, ALESSANDRINI, 1994), è strettamente affine Epipactis latifolia var. rubiginosa (Crantz) Gaudin - a Epipactis greuteri H. Baumann et Künkele, dalla Epipactis macropodia Peterm. - Epipactis media Fr. - quale differisce per la colonna priva di rostello. Per Epipactis microphylla Sieber ex Nyman - Epipactis alcuni autori (GRÜNANGER, 2000) Epipactis greuteri rubiginosa (Crantz) Gaudin ex W.Koch - Epipactis H. Baumann et Künkele è una specie a sé; descritta spiridonovii Devillers-Tersch. & Devillers - Epipactis originariamente per la Grecia, ma con areale disgiun- subclausa Robatsch - Epipactis thessala B.Baumann & to sul versante austriaco e sloveno delle Alpi orienta- H.Baumann - Helleborine atropurpurea (Raf.) Schinz li, sarebbe da ricercare anche sul versante italiano & Thell. - Helleborine atrorubens (Hoffm.) Druce - (Veneto e Friuli-Venezia Giulia). Helleborine media (Fr.) Druce - Helleborine rubigino- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. sa (Crantz) Samp. - Limodorum rubiginosum Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- (Crantz) Kuntze - Serapias atrorubens (Hoffm.) checklist/2008/; ROSSI, 2002. Bernh. - Serapias latifolia O.F.Müll. - Serapias latifo- lia atrorubens Hoffm. - Serapias latifolia var. sylvestris Epipactis helleborine (L.) Crantz Lej. - Serapias sylvestris Murray ex Steud. Sinonimi. Helleborine helleborine (L.) Druce - Forma biologica. Geofita rizomatosa. Serapias helleborine L. Periodo di fioritura. Giugno – agosto. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Habitat. Boschi aperti, pascoli aridi di montagna, Periodo di fioritura. Giugno - agosto; alla fine di macereti, dai 150 (solo al nord) ai 2300 m, su suolo aprile solo nelle isole. calcareo, più raramente su suolo acido. Habitat. Boschi di latifoglie o misti, densi o aperti, Distribuzione geografica. Europeo-Caucasica. margini e radure di bosco, cespuglieti, fino a 2000 m Distribuzione in Italia. In tutte le regioni esclusa la di altitudine, su suolo sia calcareo che leggermente Puglia. acido, generalmente profondo e relativamente CITES. Appendice II - UE: Allegato B. umido. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione geografica. Eurasiatica. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. Note. Questa specie è molto variabile nell’aspetto Epipactis baumanniorum Ströhle generale, nelle dimensioni e nel colore dei fiori. Di Sinonimi. Epipactis baumanniorum Soldano & conseguenza sono state descritte numerose sottospe- F.Conti - Epipactis exilis P.Delforge - Epipactis gracilis cie o “specie” affini dal valore tassonomico più o B.Baumann & H.Baumann – Epipactis persica auct - meno dubbio. In Italia sono presenti le seguenti sot- Epipactis persica subsp. exilis (P.Delforge) Kreutz - tospecie: Epipactis helleborine subsp. helleborine - Epipactis persica (Soó) Nannfeldt subsp. gracilis W. Epipactis helleborine subsp. latina W.Rossi & E.Klein Rossi. - Epipactis helleborine subsp. orbicularis (K.Richt.) 54 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

E.Klein - Epipactis helleborine subsp. schubertiorum Epipactis muelleri Godfery (Bartolo, Pulv. & Robatsch) Kreutz e Epipactis helle- Sinonimi. Epipactis helleborine subsp. muelleri borine subsp. tremolsii (Pau) E.Klein (Godfery) O.Bolòs, Masalles & Vigo - Helleborine CITES. Appendice II - UE: Allegato B. muelleri (Godfery) Bech. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Forma biologica. Geofita rizomatosa checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Periodo di fioritura. Giugno – agosto. Selected Plant Families. (October 2008). Habitat. Boschi aperti, radure, margini di bosco e cespuglieti, fino a 1500 m, su suolo calcareo relativa- Epipactis leptochila (Godfery) Godfery mente asciutto. Sinonimi. Epipactis helleborine subsp. leptochila Distribuzione geografica. Europea. (Godfery) Soó - Epipactis muelleri var. leptochila Distribuzione in Italia. In gran parte della penisola, (Godfery) P.D.Sell - Epipactis viridiflora var. lep- benché piuttosto rara al sud; le segnalazioni per la tochila Godfery - Helleborine leptochila (Godfery) Calabria sono da verificare. Druce. Note. In Italia tra le sotospecie sono presenti Forma biologica. Geofita rizomatosa. Epipactis muelleri subsp. cerritae M.P.Grasso e Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Epipactis muelleri subsp. muelleri. Habitat. Boschi ombrosi di latifoglie. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Centroeuropea. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Regioni settentrionali e centrali. checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Note. In Italia tra le sottospecie è presente Epipactis Selected Plant Families. (October 2008). leptochila subsp. aspromontana (Bartolo, Pulv. & Robatsch) Kreutz (= Epipactis aspromontana Bartolo, Epipactis palustris (L.) Crantz Pulv. & Robatsch). Sinonimi. Amesia palustris (L.) A.Nelson & CITES. Appendice II - UE: Allegato B. J.F.Macbr. - Arthrochilium palustre (L.) Beck - Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www. Calliphyllon palustre (L.) Bubani - Cymbidium palus- catalogueoflife.org/annual-checklist/2008/; World tre (L.) Sw. - Epipactis longifolia (L.) All. - Epipactis Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). palustris forma ochroleuca Barla - Epipactis salina Schur - Helleborine latifolia Moench - Helleborine Epipactis meridionalis H. Baumann & R. Lorenz longifolia (L.) Moench - Helleborine palustris (L.) Hill Forma biologica. Geofita rizomatosa. - Helleborine palustris (L.) Schrank - Limodorum Periodo di fioritura. Luglio – agosto. palustre (L.) Kuntze - Serapias helleborine var. palus- Habitat. Boschi di latifoglie, da 500 a 1900 m, su tris L. - Serapias longiflora Asso - Serapias longifolia L. suolo acido. - Serapias palustris (L.) Mill. Distribuzione geografica. Endemica. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione in Italia. Lazio, Abruzzo, Calabria, Periodo di fioritura. Giugno – agosto. Sicilia. Habitat. Paludi, acquitrini, margini di torrenti, prati molto umidi, fino a 1600 m di altitudine, su suoli CITES. Appendice II - UE: Allegato B. alcalini o neutri. Bibliografia. DELFORGE, 2005; GRÜNANGER, 2000; Distribuzione geografica. Eurasiatica. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. chec-klist/2008/; http://www.giros.it/Genera/epi pactis_meridionalis.htm CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Epipactis microphylla (Ehrhardt) Swartz checklist/2008/; ROSSI, 2002. Sinonimi. Amesia microphylla (Ehrh.) A.Nelson & J.F.Macbr. - Epipactis athensis Lej. - Epipactis atroru- Epipactis placentina Bongiorni & Grünanger bens Rostk. ex Spreng. - Epipactis intermedia Schur - Forma biologica. Geofita rizomatosa. Helleborine microphylla (Ehrh.) Schinz & Thell. - Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Limodorum microphyllum (Ehrh.) Kuntze - Serapias Habitat. Bosco misto luminoso, tra 750 e 1100 m, athensis (Lej.) Hocq. - Serapias latifolia var. parvifolia su suolo leggermente acido. Pers. - Serapias microphylla Ehrh. Distribuzione geografica. Eurimediterranea. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione in Italia. Emilia Romagna, Toscana, Periodo di fioritura. Maggio – agosto. Marche, Lazio, Campania e Calabria. Habitat. Boschi di latifoglie, più raramente boschi di Note. A causa della descrizione recente la distribuzio- conifere, margini di bosco e cespuglieti, da 0 a 1800 ne di questa specie non è ancora ben nota. m, su terreno calcareo. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Europeo-Caucasica. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni ad eccezio- checklist/2008/; ROSSI, 2002. ne della Val d’Aosta. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Epipactis purpurata J.E. Smith Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Epipactis atrorubens var. viridiflora checklist/2008/; ROSSI, 2002. (Hoffm.) Nyman - Epipactis degenii Szentp. & La CITES in Italia: attualità e prospettive 55

Mónus - Epipactis halacsyi Robatsch - Epipactis Coeloglossum diphyllum (Link) Fiori & Paol. - halacsyi subsp. degenii (Szentp. & Mónus) Kreutz - Digomphotis cordata (Willd.) Raf. - Gymnadenia Epipactis helleborine subsp. varians (Crantz) H.Sund. diphylla (Link) Link - Habenaria cordata (Willd.) - Epipactis helleborine var. varians Crantz - Epipactis R.Br. - Habenaria diphylla (Link) T.Durand & helleborine var. viridiflora (Hoffm.) O.Bolòs & Vigo Schinz - Herminium cordatum (Willd.) Lindl. - - Epipactis latifolia var. purpurata (Sm.) Nyman - Orchis cordata Willd. - Orchis cordifolia Munby - Epipactis latifolia lusus rosea Erdner - Epipactis latifo- Orchis diphylla (Link) Samp. - Peristylus cordatus lia var. violacea Dur.-Doq. - Epipactis pollinensis (Willd.) Lindl. - Platanthera diphylla (Link) Rchb.f. B.Baumann & H.Baumann - Epipactis pseudopurpu- - Satyrium diphyllum Link. rata Mered’a - Epipactis sessilifolia Peterm. - Epipactis Forma biologica. Geofita bulbosa. varians (Crantz) H.Fleischm. & Rech. - Epipactis Periodo di fioritura. Febbraio – aprile. violacea (Dur.-Doq.) Boreau - Epipactis viridiflora Habitat. All’ombra dei cespugli della macchia medi- (Hoffm.) Krock. - Epipactis viridiflora subsp. halacs- terranea e delle pinete, fino a 400 m, soprattutto su yi (Robatsch) H.Baumann & R.Lorenz - Epipactis suolo acido. viridiflora subsp. kuenkeleana Akhalk., H.Baumann, Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. R.Lorenz & Mosul. - Epipactis viridiflora subsp. pol- Distribuzione in Italia. Areale piuttosto ristretto, linensis (B.Baumann & H.Baumann) H.Baumann & limitato ad alcune località della Sardegna settentrio- R.Lorenz - Epipactis viridiflora var. pollinensis nale (Gallura) e dell’Arcipelago della Maddalena. (B.Baumann & H.Baumann) Kreutz - Epipactis viri- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. diflora subsp. pseudopurpurata (Mered’a) Kreutz - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Epipactis viridiflora var. rosea (Erdner) Kreutz - checklist/2008/; ROSSI, 2002. Helleborine purpurata (Sm.) Druce - Helleborine sessi- lifolia (Peterm.) Druce - Helleborine varians (Crantz) Goodyera repens (L.) R. Brown O.Schwarz - Helleborine violacea (Dur.-Doq.) Druce Sinonimi. Elasmatium repens (L.) Dulac - Epipactis mai- - Helleborine viridiflora (Hoffm. ex Krock.) Wheldon rei (Schltr.) Hu - Epipactis repens (L.) Crantz - Epipactis & Travis - Limodorum violaceum (Dur.-Doq.) repens var. ophioides (Fernald) A.A.Eaton - Gonogona Kuntze - Serapias latifolia viridiflora Hoffm. - repens (L.) Link - Goodyera brevis Schltr. - Goodyera mai- Serapias sessilifolia (Peterm.) A.A.Eaton. rei Schltr. - Goodyera marginata Lindl. - Goodyera nan- Forma biologica. Geofita rizomatosa. toensis Hayata - Goodyera ophioides (Fernald) Rydb. - Periodo di fioritura. Agosto – settembre. Goodyera pubescens var. repens (L.) Alph.Wood - Habitat. Boschi maturi, tra 1000 e 1400 m, su suoli Goodyera repens var. japonica Nakai - Goodyera repens freschi e profondi. var. marginata (Lindl.) Tang & F.T.Wang - Goodyera Distribuzione geografica. Subataltica. repens subsp. ophioides (Fernald) Á.Löve & W.Simon - Distribuzione in Italia. Emilia Romagna, Toscana, Goodyera repens forma ophioides (Fernald) P.M.Br. - Marche, Abruzzo, Calabria. Goodyera repens var. ophioides Fernald - Neottia repens CITES. Appendice II - UE: Allegato B. (L.) Sw. - Orchiodes marginatum (Lindl.) Kuntze - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Orchiodes repens (L.) Kuntze - Orchiodes resupinatum checklist/2008/; ROSSI, 2002. Kuntze - Orchis repens (L.) Eyster ex Poir. - Peramium nantoense (Hayata) Makino - Peramium repens (L.) Epipogium aphyllum Swartz Salisb. - Peramium repens var. ophioides (Fernald) Sinonimi. Epipactis epipogium (L.) All. - Epipogium A.Heller - Peramium secundum (Raf.) House - Satyrium aphyllum forma albiflorum Y.N.Lee & K.S.Lee - hirsutum Gilib. - Satyrium repens L. - Serapias repens (L.) Epipogium aphyllum var. stenochilum Hand.-Mazz. - Vill. - Tussaca secunda Raf. Epipogium epipogium (L.) H.Karst. - Epipogium gene- Forma biologica. Geofita rizomatosa. ralis E.H.L.Krause - Epipogium gmelinii Rich. - Periodo di fioritura. Luglio - agosto. Limodorum epipogium (L.) Sw. - Orchis aphylla Habitat. Boschi ombrosi di conifere, soprattutto F.W.Schmidt - Satyrium epipogium L. - Serapias epi- dove il suolo è coperto da muschi ed eriche, tra 400 gogium (L.) Steud. e 2000 m. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione geografica. Circumboreale. Periodo di fioritura. Giugno – settembre. Distribuzione in Italia. Regioni settentrionali. Habitat. Boschi montani maturi ricchi di humus, tra Note. Tramite rimboschimenti è stata introdotta 700 e 2000 m. accidentalmente nell’Appennino settentrionale e Distribuzione geografica. Subataltica. nelle Alpi Apuane. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni eccetto Val CITES. Appendice II - UE: Allegato B. d’Aosta, Liguria, Umbria, Puglia e isole. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Gymnadenia buschmanniae (Teppner & Ster) checklist/2008/; ROSSI, 2002. Teppner & E. Klein Sinonimi. Nigritella buschmanniae Teppner & Ster - Gennaria diphylla (Link) Parlatore Nigritella rubra subsp. buschmanniae (Teppner & Sinonimi. Coeloglossum cordatum (Willd.) Nyman - Ster) H.Baumann & R.Lorenz. 56 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Forma biologica. Geofita bulbosa. (E.Breiner & R.Breiner) Pellic. - Gymnadenia corne- Periodo di fioritura. Luglio. liana var. vesubiana (G.Keller) G.Foelsche & Habitat. Praterie alpine, da 1995 a 2500 m. W.Foelsche - Nigritella corneliana (Beauverd) Gölz & Distribuzione geografica. Endemica. H.R.Reinhard - Nigritella corneliana var. bourneriasii Distribuzione in Italia. Esclusiva di poche stazioni (E.Breiner & R.Breiner) E.Klein - Nigritella cornelia- del gruppo del Brenta (Trentino). na subsp. bourneriasii E.Breiner & R.Breiner - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Nigritella lithopolitanica subsp. corneliana (Beauverd) Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo Teppner & E.Klein - Nigritella nigra (L.) gueoflife.org/annual-checklist/2008/; ROSSI, 2002. Reichenbach fil. subsp. corneliana Beauverd - Nigritella rubra lusus vesubiana G.Keller. Gymnadenia conopsea (L.) R. Brown Forma biologica. Geofita bulbosa. Sinonimi. Dactylodenia comigera (Rchb.) Aver. - Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Dactylogymnadenia comigera (Rchb.) Rauschert - Habitat. Praterie alpine, da 1000 a 2200 m di altitu- Gymnadenia alpina (Turcz. ex Rchb.f.) Czerep. - dine, su substrato calcareo asciutto o moderatamen- Gymnadenia anisoloba Peterm. - Gymnadenia comige- te umido. ra Rchb. - Gymnadenia conopsea forma albiflora Distribuzione geografica. Endemica. Y.N.Lee - Gymnadenia conopsea raçe alpina (Turcz. Distribuzione in Italia. Dalle Alpi Graie alle ex Rchb.f.) Rouy - Gymnadenia conopsea var. alpina Marittime, piuttosto rara e localizzata. Turcz. ex Rchb.f. - Gymnadenia conopsea var. ornithis CITES. Appendice II - UE: Allegato B. (Jacq.) Nyman - Gymnadenia conopsea var. pyrenaica Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo (Philippe) Nyman - Gymnadenia conopsea subsp. gueoflife.org/annual-checklist/2008//; ROSSI, 2002. serotina (Schönh.) Dworschak - Gymnadenia conop- sea var. serotina Schönh. - Gymnadenia densiflora var. Gymnadenia dolomitensis Teppner & E. Klein candida G.Foelsche & W.Foelsche - Gymnadenia Sinonimi. Nigritella dolomitensis (Teppner & E. ibukiensis Makino - Gymnadenia orchidis var. pantlin- Klein) Hedrén, E. Klein & Teppner. gii - Gymnadenia ornithis (Jacq.) Rich. - Gymnadenia Forma biologica. Geofita bulbosa. pseudoconopsea (P.E.Parm.) Rouy - Gymnadenia pyre- Periodo di fioritura. Luglio. (Philippe) Giraudias - naica Gymnadenia sibirica Habitat. Prati alpini calcarei, da 2150 a più di 2500 m. Turcz. ex Lindl. - Gymnadenia splendida Dworschak Distribuzione geografica. Alpina. - Gymnadenia splendida subsp. odorata Dworschak - Gymnadenia transsilvanica Schur - Gymnadenia ver- Distribuzione in Italia. Segnalata solo per l’Alto nalis Dworschak - Gymnadenia wahlenbergii Afzel. ex Adige e, dubitativamente, per il Trentino. Rchb.f. - Habenaria conopsea (L.) Benth. - Habenaria CITES. Appendice II - UE: Allegato B. gymnadenia Druce - Orchigymnadenia comigera Bibliografia. DELFORGE, 2005; http://www.catalo (Rchb.) Asch. & Graebn. - Orchis conopea Gras - gueoflife.org/annual-checklist/2008/; ROSSI, 2002. Orchis conopsea L. - Orchis cornopica Mill. - Orchis ornithis Jacq. - Orchis peloria Foucault ex Poir. - Gymnadenia odoratissima (L.) L.C.M. Richard Orchis pseudoconopea Gren. - Orchis pseudoconopsea Sinonimi. Gymnadenia graminea Dworschak - P.E.Parm. - Orchis setacea Gilib. - Orchis suaveolens Gymnadenia heteroglossa E.G. Camus, Bergon & A. Salisb. - Satyrium conopseum (L.) Wahlenb. Camus - Gymnadenia odoratissima var. idea Goiran - Forma biologica. Geofita bulbosa. Gymnadenia odoratissima subsp. longicalcarata Periodo di fioritura. Maggio - agosto. C.E.Hermos. & Sabando - Gymnadenia odoratissima Habitat. Luoghi erbosi e pascoli montani sia asciutti var. pyrenaica (Philippe) P. Delforge - Gymnadenia che acquitrinosi, fino a 2600 m di altitudine, su sub- odoratissima var. suaveolens (Rchb.f.) Nyman - strato preferibilmente calcareo. Gymnadenia rhodopea Formánek - Gymnadenia sua- Distribuzione geografica. Eurasiatica. veolens Rchb.f. - Habenaria odoratissima (L.) Franch. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni, assente in - Orchis erubescens Zucc. - Orchis odoratissima L. - Sicilia e Sardegna. Orchis pyrenaica Philippe - Satyrium odoratissimum Note. Sono state proposte per questa orchidea (L.) Wahlenb. numerose sottospecie e varietà. Sono necessari ulte- Forma biologica. Geofita bulbosa. riori studi per stabilire se le differenze morfologiche Periodo di fioritura. Maggio - agosto. che si riscontrano nei popolamenti che occupano Habitat. Luoghi erbosi e pascoli montani sia asciutti ambienti diversi abbiano o meno una base genetica, che umidi, boschi aperti di conifere e ghiaioni, da e quindi valore tassonomico. 300 a 2400 m di altitudine, su substrato calcareo. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Eurasiatica. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni settentrio- checklist/2008/; ROSSI, 2002. nali, sulle Alpi Apuane (Toscana) assente in Liguria. Gymnadenia corneliana (Beauverd) Teppner & E. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Klein Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Gymnadenia corneliana var. bourneriasii checklist/2008/; ROSSI, 2002. La CITES in Italia: attualità e prospettive 57

Gymnadenia rhellicani (Teppner & E. Klein) Hammarbya paludosa (L.) Kuntze Teppner & E. Klein Sinonimi. Epipactis paludosa (L.) F.W.Schmidt - Sinonimi. Gymnadenia cenisia (G. Foelsche & al.) G. Malaxis paludosa (L.) Sw. - Malaxis palustris Rich. - Foelsche & al. - Gymnadenia rhellicani var. robusta P. Malaxis palustris (Huds.) Rich. - Ophrys paludosa L. Delforge - Gymnadenia robatschiana O.Gerbaud & - Ophrys palustris Huds. - Orchis paludosa (L.) Pall. - W. Foelsche - Nigritella cenisia G.Foelsche & al. - Sturmia paludosa (L.) Rchb. Nigritella nigra lusus fulva G.Keller - Nigritella nigra Forma biologica. Geofita rizomatosa. subsp. rhellicani (Teppner & E. Klein) H.Baumann, Periodo di fioritura. Giugno – agosto. Künkele & R.Lorenz - Nigritella nigra var. rosea Vis. Habitat. Il solo popolamento rinvenuto in Italia si & Sacc. ex Goiran - Nigritella rhellicani Teppner & trova in una torbiera, a circa 1080 m di altitudine. E. Klein - Nigritella rhellicani subsp. cenisia (G. Distribuzione geografica. Circumboreale. Foelsche & al.) Kreutz - Nigritella rhellicani forma Distribuzione in Italia. Tirolo meridionale. fulva (G. Keller) Teppner & E. Klein - Nigritella rhel- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. licani var. robusta (P. Delforge) Kreutz - Nigritella Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo rhellicani var. rosea (Vis. & Sacc. ex Goiran) Teppner gueoflife.org/annual-checklist/2008//; ROSSI, 2002. & E.Klein. Forma biologica. Geofita bulbosa. Herminium monorchis (L.) R. Brown Periodo di fioritura. Luglio – agosto. Sinonimi. Arachnites monorchis (L.) Hoffm. - Habitat. Praterie alpine, da 2000 a 2600 m. Epipactis monorchis (L.) F.W.Schmidt - Herminium Distribuzione geografica. Subendemica. alaschanicum var. tanguticum Maxim. - Herminium Distribuzione in Italia. Alpi Graie ed Alpi Cozie, clandestinum Gren. & Godr. - Herminium tanguti- non lontano dal confine francese. cum (Maxim.) Rolfe - Monorchis herminium Note. Areale ancora in fase di definizione. O.Schwarz - Ophrys herminium Gren. - Ophrys CITES. Appendice II - UE: Allegato B. monorchis L. - Ophrys triorchis St.-Lag. - Orchis her- Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo minium Gren. - Orchis monorchis (L.) Crantz - gueoflife.org/annual-checklist/2008/; ROSSI, 2002. Satyrium monorchis (L.) Pers. Forma biologica. Geofita bulbosa. Gymnadenia rubra Wettstein Periodo di fioritura. Maggio – luglio. Sinonimi. Gymnadenia nigra subsp. rubra (Wettst.) Habitat. Pascoli asciutti o decisamente umidi, talvol- H.Sund. - Nigritella miniata (Crantz) Janchen - ta in paludi, fino a 1700 m, su suoli calcarei o neutri. Nigritella nigra (L.) Reichenbach fil. subsp. rubra Distribuzione geografica. Eurasiatica. (Wettstein) Beauverd - Nigritella rubra (Wettst.) Distribuzione in Italia. Lungo le Alpi, le Prealpi, K.Richt. sulle Alpi Apuane e in Basilicata. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Giugno – agosto. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Habitat. Praterie alpine, da 1300 a 2600 m di altitu- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- dine, su substrato calcareo asciutto o moderatamen- checklist/2008//; ROSSI, 2002. te umido. Distribuzione geografica. Artico-Alpina (Europea). Himantoglossum adriaticum H. Baumann Distribuzione in Italia. Alpi centrali e orientali. Sinonimi. Himantoglossum adriaticum forma albiflo- rum Vöth - Himantoglossum hircinum subsp. adriati- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. cum (H.Baumann) H.Sund. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Forma biologica. Geofita bulbosa. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Periodo di fioritura. Maggio – giugno. Habitat. Pascoli e garighe, abitualmente in pieno Gymnadenia widderi (Teppner & E. Klein) Teppner sole, fino a 1400 m di altitudine, su suolo calcareo. & E. Klein Distribuzione geografica. Non ancora ben definita Sinonimi. Nigritella rubra subsp. widderi (Teppner per possibile confusione con altre sottospecie. & E.Klein) H.Baumann & R.Lorenz - Nigritella Distribuzione in Italia. In tutte le regioni con l’ecce- widderi Teppner & E.Klein. zione di Val d’Aosta, Puglia, Sicilia e Sardegna. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Giugno – luglio. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Habitat. Praterie alpine, da 1900 a 2400 m di altitu- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- dine, su substrato calcareo asciutto. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Distribuzione geografica. Eurimediterranea. (L.) Sprengel Distribuzione in Italia. Presente sulle più alte cime Himantoglossum hircinum Sinonimi. (L.) Lindl. - dell’Appennino centrale nel settore meridionale Aceras hircinum Loroglossum hircinum (L.) Rich. - Orchis hircina (L.) Crantz - delle Marche, Lazio orientale, Abruzzo, Molise. Satyrium hircinum L. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Forma biologica. Geofita bulbosa. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Periodo di fioritura. Maggio – luglio. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Habitat. Prati magri, boscaglia rada e scarpate. 58 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica St. Lag. - Liparis correana (W.P.C.Barton) Spreng. - (Euri-mediterranea). Malaxis correana W.P.C.Barton - Malaxis loeselii (L.) Distribuzione in Italia. Piemonte (non certa), Sw. - Malaxis longifolia W.P.C.Barton - Mesoptera loe- Liguria Occidentale, regioni meridionali, Sicilia. selii (L.) Raf. - Ophrys loeselii L. - Ophrys pulchella Salisb. - Gilib. - (L.) CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Ophrys trigona Orchis loeselii MacMill. - Paliris loeselii (L.) Dumort. - Pseudorchis Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.cata loeselii (L.) Gray - Serapias loeselii (L.) Hoffm. – logueoflife.org/annualchecklist/2008//; ROSSI, 2002. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Periodo di fioritura. Giugno – luglio. Limodorum abortivum (L.) Swartz Habitat. Paludi e torbiere, tra 400 e 900 m. Sinonimi. Centrosis abortiva (L.) Sw. - Epipactis Distribuzione geografica. Circumboreale. abortiva (L.) All. - Ionorchis abortiva (L.) Beck - Distribuzione in Italia. Attualmente nota solo di Jonorchis abortiva (L.) Beck - Neottia abortiva (L.) alcune località del Trentino Alto Adige, del Friuli Clairv. - Orchis abortiva L. - Serapias abortiva (L.) Scop. Venezia Giulia e della Lombardia. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Note. Segnalata in un lontano passato anche in Periodo di fioritura. Aprile – maggio. Piemonte, Veneto e Toscana, ma ovunque estinta a Habitat. Pascoli, boschi e cespuglieti, generalmente causa delle bonifiche degli ambienti umidi. su suolo calcareo, fino a 1500 m. CITES. Appendice II - UE: Allegato A. Distribuzione geografica. Mediterranea. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. checklist/2008//; ROSSI, 2002. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Malaxis monophyllos (L.) Swartz checklist/2008//; ROSSI, 2002. Sinonimi. Achroanthes monophylla (L.) Greene - Epipactis monophylla (L.) F.W.Schmidt - Microstylis Limodorum brulloi Bartolo & Pulvirenti monophyllos (L.) Lindl. - Ophrys monophyllos L. Sinonimi. Limodorum trabutianum subsp. brulloi Forma biologica. Geofita rizomatosa. (Bartolo & Pulv.) H.Baumann & R.Lorenz - Periodo di fioritura. Luglio. Limodorum trabutianum var. brulloi (Bartolo & Habitat. Prati molto umidi, margini di bosco, fre- Pulv.) P.Delforge. quentemente tra i muschi, da 1000 a 1600 m di alti- Forma biologica. Geofita rizomatosa. tudine. Periodo di fioritura. Luglio. Distribuzione geografica. Circumboreale. Habitat. Boschi maturi, su suolo sia calcareo che sili- Distribuzione in Italia. Trentino Alto Adige, Friuli ceo, tra 850 e 1400 m. Venezia Giulia, Veneto, Lombardia. Distribuzione geografica. Endemica. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione in Italia. Calabria. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008//; ROSSI, 2002. Neotinea lactea (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase Limodorum trabutianum Battandier Sinonimi. Neotinea corsica (Viv.) W.Foelsche - Orchis Sinonimi. Centrosis trabutiana (Batt.) Samp. - acuminata Desf. - Orchis corsica Viv. - Orchis hanrici Limodorum abortivum subsp. occidentale Rouy - Hénon - Orchis hanrii Jord. - Orchis lactea Poir. - Limodorum abortivum var. trabutianum (Batt.) Orchis lactea var. hanrici (Hénon) Maire & Weiller - Raynaud - Limodorum abortivum subsp. trabutianum Orchis tenoreana Guss. - Orchis tridentata Scop. (Batt.) Rouy - Limodorum lusitanicum J.A.Guim. - subsp. lactea (Poir.) K.Richt. -Orchis tridentata var. Limodorum occidentale (Rouy) D.Prain - Limodorum acuminata (Desf.) Maire & Weiller - Orchis tridenta- trabutianum subsp. thracum Presser. ta var. hanrici (Hénon) Maire & Weiller - Forma biologica. Geofita rizomatosa. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Maggio – giugno. Periodo di fioritura. Marzo – maggio. Habitat. Boschi radi e cespuglieti, fino a 900 m, Habitat. Pascoli, garighe, macchie, da 0 a 1000 m, su generalmente su suolo calcareo. suolo calcareo asciutto o relativamente umido. Distribuzione geografica. Mediterranea occidentale. Distribuzione geografica. Mediterranea. Distribuzione in Italia. Toscana, Umbria, Lazio, Distribuzione in Italia. Toscana, Abruzzo, Italia isola di Pantelleria, Sardegna. meridionale, Sicilia e Sardegna. Note. la corologia di questa specie non è ancora ben CITES. Appendice II - UE: Allegato B. definita. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008//; ROSSI, 2002. Liparis loeselii (L.) L.C.M. Richard Sinonimi. Anistylis lutea Raf. - Cymbidium loeselii (L.) Neotinea maculata (Desfontaines) Stearn Sw. - Leptorkis loeselii (L.) MacMill. - Liparis bifolia Sinonimi. Aceras densiflorum (Desf.) Boiss. - Aceras La CITES in Italia: attualità e prospettive 59

intactum (Link) Rchb.f. - Aceras maculatum (Desf.) Distribuzione in Italia. In tutte le regioni eccetto le isole. Gren. - Aceras secundiflorum (Bertol.) Lindl. - Aceras CITES. Appendice II - UE: Allegato B. vayredae K.Richt. - Coeloglossum densiflorum (Desf.) Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Hartm. ex Willk. & Lange - Habenaria intacta (Link) checklist/2008//; ROSSI, 2002. Benth. - Himantoglossum parviflorum Spreng. - Himantoglossum secundiflorum (Bertol.) Rchb. - Neottia cordata (L.) Rich. Neotinea intacta (Link) Rchb.f. - Neotinea maculata Sinonimi. Bifolium cordatum (L.) Nieuwl. - forma alba Maire & Weiller - Neotinea maculata var. Cymbidium cordatum (L.) Londes - Diphryllum cor- stricta Landwehr - Ophrys densiflora Desf. - Ophrys datum (L.) Kuntze - Distomaea cordata (L.) Spenn. - secundiflora Steud. - Orchis atlantica Willd. - Orchis Epipactis cordata (L.) All. - Helleborine cordata (L.) ecalcarata Costa & Vayr - Orchis imbecilla Sol. ex F.W.Schmidt - Listera cordata (L.) R.Br. - Listera cor- Britten - Orchis intacta Link - Orchis maculata (Desf.) data var. chlorantha Beauverd - Listera cordata forma Batt. & Trab. - Orchis sagittata Munby - Orchis disjuncta Lepage - Listera cordata subsp. nephrophylla secundiflora Bertol. - Orchis ustulata var. ecalcarata (Rydb.) Á.Löve & D.Löve - Listera cordata var. neph- (Costa & Vayr) Nyman - Peristylus atlanticus (Willd.) rophylla (Rydb.) Hultén - Listera cordata forma rube- Lindl. - Peristylus densiflorus (Desf.) Lindl. - Peristylus scens P.M.Br. - Listera cordata forma tetraphylla maculatus (Desf.) Rchb.f. - Satyrium atlanticum Lavoie - Listera cordata forma trifolia (Asch. & (Willd.) Lindl. - Satyrium densiflorum Brot. - Graebn.) Pauca & Stefur. - Listera cordata lusus trifo- Satyrium maculatum Desf. - Satyrium parviflorum lia Asch. & Graebn. - Listera cordata forma trifolia Pers. - Tinea cylindrica Biv. - Tinea intacta (Link) P.M.Br. - Listera cordata forma variegata P.M.Br. - Boiss. - Tinea maculata (Desf.) Vis. Listera cordata forma viridens P.M.Br. - Listera neph- Forma biologica. Geofita bulbosa. rophylla Rydb. - Neottia nephrophylla (Rydb.) Szlach. Periodo di fioritura. Marzo – giugno. - Ophrys cordata L. - Ophrys nephrophylla (Rydb.) Habitat. Cespuglieti, boschi aperti, pinete, garighe, Rydb. - Pollinirhiza cordata (L.) Dulac - Serapias cor- fino a 1500 m, su suoli calcarei o acidi, asciutti o data (L.) Steud. umidi. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. Periodo di fioritura. Giugno – luglio. Distribuzione in Italia. in quasi tutte le regioni, Habitat. Boschi di conifere (soprattutto di Picea abies), assente in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, cespuglieti a mirtillo, ambienti umidi ricchi di muschi, Veneto, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia,. da 900 a 2200 m, su suoli acidi saturi di umidità. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Circumboreale. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Trentino Alto Adige, Friuli checklist/2008//; ROSSI, 2002. Venezia Giulia, Veneto, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Neotinea tridentata (Scop.) R.M.Bateman, Pridgeon CITES. Appendice II - UE: Allegato B. & M.W.Chase Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Orchis tridentata Scop. Forma biologica. Geofita bulbosa. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Habitat. Pascoli magri, pascoli di montagna garighe, Neottia nidus-avis (L.) L.C.M. Richard macchie, radure, da 0 a 1600 m, su suolo calcareo Sinonimi. Distomaea nidus-avis (L.) Spenn. - Epipactis asciutto o relativamente umido. nidus-avis (L.) Crantz - Helleborine nidus-avis (L.) Distribuzione geografica. Eurimediterranea. F.W.Schmidt - Helleborine succulenta F.W.Schmidt - Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. Listera nidus-avis (L.) Curtis - Malaxis nidus-avis (L.) Note. oltre a Neotinea tridentata subsp. commutata Bernh. - Neottia macrostelis Peterm. - Neottia squamo- (Tod.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase in sa Dulac - Neottidium nidus-avis (L.) Schltdl. - Ophrys Italia tra le sottospecie è presente Neotinea tridentata nidus-avis L. - Serapias nidus-avis (L.) Steud. subsp. tridentata. Forma biologica. Geofita rizomatosa. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Periodo di fioritura. Aprile – luglio. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Habitat. Boschi ombrosi, fino a 1800 m di altitudi- ne, su suoli basici o neutri. checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). Distribuzione geografica. Eurasiatica. Distribuzione. In tutte le regioni. Neotinea ustulata (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & CITES. Appendice II - UE: Allegato B. M.W.Chase Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Orchis ustulata L. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Aprile – luglio. Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh. Habitat. Pascoli magri, praterie alpine, cespuglieti, Sinonimi. Bifolium ovatum (L.) Nieuwl. - Diphryllum da 150 a 2000 m, su suoli calcarei o acidi, asciutti o ovatum (L.) Kuntze - Distomaea ovata (L.) Spenn. - anche molto umidi. Epipactis ovalifolia Stokes - Epipactis ovata (L.) Crantz Distribuzione geografica. Eurosiberiana. . Helleborine ovata (L.) F.W.Schmidt - Listera multi- 60 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 nervia Peterm. - Listera ovata (L.) R.Br. - Malaxis Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. ovata (L.) Bernh. - Neottia latifolia Rich. - Ophrys Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. bifolia Lam. - Ophrys ovata L. - Pollinirhiza ovata (L.) Dulac - Serapias ovata (L.) Steud. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Periodo di fioritura. Maggio – luglio. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Habitat. Boschi, cespuglieti e prati umidi, fino a 2100 m di altitudine, su suoli sia acidi che basici. Ophrys arachnitiformis Gren. & Philippe Distribuzione geografica. Eurasiatica. Sinonimi. Ophrys arachnitiformis subsp. archipelagi Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. (Gölz & H.R.Reinhard) Kreutz - Ophrys arachniti- formis subsp. gallica (Looken) Kreutz - Ophrys arach- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. nitiformis subsp. mateolana (Medagli & al.) Kreutz - Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Ophrys arachnitiformis subsp. occidentalis Scappat. - checklist/2008//; ROSSI, 2002. Ophrys arachnitiformis subsp. splendida (Gölz & H.R.Reinhard) H.Baumann & R.Lorenz - Ophrys Ophrys apifera Hudson arachnitiformis subsp. tyrrhena (Gölz & Sinonimi. Arachnites apifera (Huds.) Hoffm. - Ophrys albiflora Spruner ex Boiss. - Ophrys apifera H.R.Reinhard) H.Baumann & R.Lorenz - Ophrys var. almaracensis Pérez-Chisc., Durán Oliva & Gil aranifera subsp. arachnithiformis (Gren. & Philippe) Llano - Ophrys apifera var. aurita (Moggr.) Gremli - E.G.Camus - Ophrys aranifera Hudson var. morisii Ophrys apifera subsp. austriaca (Wiesb. ex Dichtl) Martelli - Ophrys aranifera var. specularia Rchb.f. - K.Richt. - Ophrys apifera var. basiliensis S.Schwegler Ophrys archipelagi Gölz & H.R.Reinhard - Ophrys & Matthies - Ophrys apifera var. belgarum Turner argolica subsp. morisii (Martelli) Kreutz - Ophrys Ettl. - Ophrys apifera var. bicolor E.Nelson - Ophrys castellana Devillers-Tersch. & Devillers - Ophrys cra- apifera forma bicolor P.D.Sell - Ophrys apifera var. bronifera subsp. morisii (Martelli) H.Baumann & botteronii (Chodat) Brand - Ophrys apifera subsp. R.Lorenz - Ophrys exaltata subsp. arachnitiformis botteronii (Chodat) Hegi - Ophrys apifera forma bot- (Gren. & Philippe) Del Prete - Ophrys exaltata subsp. teronii (Chodat) P.D.Sell - Ophrys apifera var. broteroi archipelagi (Gölz & H.R.Reinhard) Del Prete - Welw. ex Nyman - Ophrys apifera subsp. chlorantha Ophrys exaltata subsp. castellana (Devillers-Tersch. & (Hegetschw.) Arcang. - Ophrys apifera var. chlorantha Devillers) Soca - Ophrys exaltata subsp. montis-leonis (Hegetschw.) Nyman - Ophrys apifera var. curviflora (O.Danesch & E.Danesch) Soca - Ophrys exaltata A.Soulié - Ophrys apifera forma flavescens (Rosbach) Tenore subsp. morisii (Martelli) Del Prete - Ophrys P.D.Sell - Ophrys apifera var. flavescens Rosbach - exaltata subsp. splendida (Gölz & H.R.Reinhard) Ophrys apifera subsp. friburgensis (Freyhold) P.Fourn. Soca - Ophrys exaltata subsp. tyrrhena (Gölz & - Ophrys apifera var. friburgensis Freyhold - Ophrys H.R.Reinhard) Del Prete - Ophrys gallica Looken - apifera var. fulvofusca M.P.Grasso & Scrugli - Ophrys Ophrys insectifera subsp. integra Moggr. & Rchb.f. - apifera var. immaculata Bréb. - Ophrys apifera subsp. Ophrys integra (Moggr. & Rchb.f.) Paulus & Gack - jurana Ruppert - Ophrys apifera var. muteliae Mutel - Ophrys massiliensis Viglione & Véla - Ophrys mateo- Ophrys apifera var. purpurea (Tausch) Nyman - lana Medagli & al. - Ophrys montis-leonis O.Danesch Ophrys apifera var. speciosa Nyman - Ophrys apifera & E.Danesch - Ophrys morisii (Martelli) G.Keller & var. tilaventina Nonis & Liverani - Ophrys apifera Soó - Ophrys occidentalis (Scappat.) Scappat. & subsp. trollii (Hegetschw.) O.Bolòs - Ophrys apifera M.Demange - Ophrys panattensis Scrugli, Cogoni & forma trollii (Hegetschw.) P.D.Sell - Ophrys apifera Pessei - Ophrys sipontensis O.Danesch & E.Danesch - var. trollii (Hegetschw.) Rchb.f. - Ophrys aquisgranen- Ophrys specularia (Rchb.f.) Lojac. - Ophrys sphegodes sis Kaltenb. - Ophrys arachnites Mill. - Ophrys austria- subsp. arachnitiformis (Gren. & Philippe) Malag. - ca Wiesb. ex Dichtl - Ophrys bicolor O.Nägeli - Ophrys sphegodes subsp. integra (Moggr. & Rchb.f.) Ophrys botteronii Chodat - Ophrys chlorantha H.Baumann & Künkele - Ophrys sphegodes subsp. Hegetschw. - Ophrys epeirophora Peter - Ophrys fri- burgensis (Freyhold) O.Nägeli - Ophrys holoserica massiliensis (Viglione & Véla) Kreutz - Ophrys sphe- (Burm.f.) Greuter - Ophrys immaculata (Bréb.) godes subsp. sipontensis Gumpr. - Ophrys splendida O.Nägeli - Ophrys insectifera subvar. aurita Moggr. - Gölz & H.R.Reinhard - Ophrys tyrrhena Gölz & Ophrys integra Sacc. - Ophrys jurana (Ruppert) H.R.Reinhard. Neuberger - Ophrys oestrifera M.Bieb. - Ophrys pene- Forma biologica. Geofita bulbosa. densis Kalkhoff - Ophrys purpurea Tausch - Ophrys Periodo di fioritura. Febbraio – maggio. ripaensis Porta - Ophrys rostrata Ten. - Ophrys sarae- Habitat. Pascoli, garighe, cespuglieti e boschi aperti, pontana Ruppert - Ophrys trollii Hegetschw. - Orchis fino a 1000 m di altitudine, indifferente al substrato. apifera (Huds.) Salisb. - Orchis holoserica Burm.f. - Distribuzione geografica. Endemica. Orchis oestrifera (M.Bieb.) M.Bieb. Distribuzione in Italia. Sardegna. Forma biologica. Geofita bulbosa. Note. La posizione sistematica di questa variabilissi- Periodo di fioritura. Aprile – luglio. ma entità è tutt’altro che ben definita. Habitat. Pascoli, garighe, cespuglieti e boschi lumi- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. nosi, fino a 1400 m di altitudine, su suoli calcarei Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- asciutti o relativamente umidi. checklist/2008//; ROSSI, 2002. La CITES in Italia: attualità e prospettive 61

Ophrys bertolonii Moretti Ophrys flavicans Vis. Sinonimi. Arachnites bertolonii (Moretti) Tod. - Sinonimi. Ophrys aurelia P.Delforge, Devillers- Arachnites insengae (Nyman) Tod. - Ophrys bertolonii Tersch. & Devillers - Ophrys balearica P.Delforge - var. dalmatica Murr - Ophrys bertolonii subsp. flavi- Ophrys benacensis (Reisigl) O.Danesch & E.Danesch cans (Vis.) K.Richt. - Ophrys bertolonii forma triloba - Ophrys bertolonii subsp. aurelia (P.Delforge, (Renz) Soca - Ophrys bertolonii var. triloba Renz - Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz - Ophrys berto- Ophrys dalmatica (Murr) Soó - Ophrys inzengae lonii subsp. balearica (P.Delforge) L.Sáez & Rosselló Nyman - Ophrys marzensis Soca - Ophrys romolinii - Ophrys bertolonii subsp. benacensis (Reisigl) Soca - Ophrys speculum Bertol. - Ophrys tenthredini- P.Delforge - Ophrys bertolonii var. bertoloniiformis fera var. flavicans (Vis.) Nyman. (O.Danesch & E.Danesch) Balayer - Ophrys bertolo- Forma biologica. Geofita bulbosa. nii subsp. bertoloniiformis (O.Danesch & Periodo di fioritura. Marzo – giugno. E.Danesch) H.Sund. - Ophrys bertolonii var. catalau- Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglieti e terreni nica (O.Danesch & E.Danesch) D.Tyteca & sassosi, fino a 1000 m di altitudine, su suolo calcareo B.Tyteca - Ophrys bertolonii subsp. catalaunica asciutto o relativamente umido. (O.Danesch & E.Danesch) Soca - Ophrys bertolonii Distribuzione geografica. Centro-Mediterranea. subsp. drumana (P.Delforge) Kreutz - Ophrys bertolo- Distribuzione in Italia. Emilia Romagna, Italia cen- nii subsp. explanata (Lojac.) Soca - Ophrys bertolonii trale e meridionale, Sicilia. var. explanata Lojac. - Ophrys bertolonii var. ferrequi- Note. Il nome di questa orchidea è stato messo in noides Balayer - Ophrys bertolonii subsp. magniflora discussione per il fatto che la descrizione di Ophrys (Geniez & Melki) Soca - Ophrys bertolonii subsp. bertolonii è basata su esemplari della Liguria, regione saratoi (E.G.Camus) Soca - Ophrys bertoloniiformis dove l’orchidea in questione non è presente. Di con- O.Danesch & E.Danesch - Ophrys bertoloniiformis seguenza la tassonomia di tutto il gruppo dovrebbe subsp. benacensis Reisigl - Ophrys catalaunica essere cambiata ed il binomio Ophrys bertolonii O.Danesch & E.Danesch - Ophrys disjecta Murr - andrebbe attribuito all’orchidea Ophrys bertoloniifor- Ophrys drumana P.Delforge - Ophrys explanata mis subsp. benacensis sinonimo di Ophrys flavicans. (Lojac.) P.Delforge - Ophrys gelmii Murr - Ophrys CITES. Appendice II - UE: Allegato B. magniflora Geniez & Melki - Ophrys melitensis (Salk.) Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Devillers-Tersch. & Devillers - Ophrys promontorii checklist/2008//; ROSSI, 2002. O.Danesch & E.Danesch - Ophrys pseudobertolonii Murr - Ophrys pseudobertolonii subsp. bertoloniifor- Ophrys bombyliflora Link mis (O.Danesch & E.Danesch) H.Baumann & Sinonimi. Arachnites bombyliflora (Link) Tod. - Künkele - Ophrys pseudobertolonii subsp. catalaunica Ophrys bombylifera Willd. - Ophrys bombyliflora (O.Danesch & E.Danesch) H.Baumann & Künkele forma buccheriana De Langhe & D’hose- Ophrys - Ophrys saratoi E.G.Camus - Ophrys saratoi subsp. canaliculata Viv. - Ophrys distoma Biv. - Ophrys hiul- benacensis (Reisigl) Del Prete - Ophrys saratoi notho- ca Sebast. & Mauri - Ophrys insectifera var. biflora subsp. gelmii (Murr) H.Baumann & Künkele - Desf. - Ophrys labrofossa Brot.- Ophrys pulla Ten. - Ophrys sphegodes subsp. melitensis Salk. - Ophrys Ophrys tabanifera Willd. tarentina Gölz & H.R.Reinhard. Forma biologica. Geofita bulbosa. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Marzo – maggio. Periodo di fioritura. Aprile – maggio. Habitat. Pascoli magri e cespuglieti, tra 100 e 900 m, Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglieti radi, tra 100 su suoli calcarei asciutti o relativamente umidi. e 1300 m, su suolo calcareo generalmente asciutto. Distribuzione geografica. Mediterranea. Distribuzione geografica. Endemica. Distribuzione in Italia. Italia meridionale, centrale e Distribuzione in Italia. Lazio meridionale, Abruzzo, nelle isole; assente dall’Italia settentrionale, ad ecce- Campania, Puglia (Promontorio del Gargano). zione dell’Emilia Romagna. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008//; ROSSI, 2002. checklist/2008//; ROSSI, 2002. Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench Ophrys discors Bianca in Gussone Sinonimi. Arachnites fuciflora F.W.Schmidt Sinonimi. Ophrys biancae (Todaro) Macchiati. Forma biologica. Geofita bulbosa. Forma biologica. Geofita bulbosa. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Periodo di fioritura. Marzo – aprile. Habitat. Prati aridi, garighe e boschi luminosi su Habitat. Pascoli magri, garighe, pinete rade, fino a solo calcareo, da 0 a 1400 m. 700 m di altitudine, su suoli calcarei generalmente Distribuzione geografica. Euri-Mediterranea. asciutti. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni, assente in Distribuzione geografica. Endemica. Sicilia. Distribuzione in Italia. Sicilia (dintorni di Catania, Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti: Ragusa, Siracusa, Trapani e Palermo). Ophrys fuciflora subsp. apulica O.Danesch & CITES. Appendice II - UE: Allegato B. E.Danesch (= Ophrys holoserica subsp. apulica Bibliografia. ROSSI, 2002. (O.Danesch & E.Danesch) Buttler) - Ophrys fuciflo- 62 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 ra subsp. biancae (Tod.) Faurh. - Ophrys fuciflora checklist/2008//; ROSSI, 2002.; World Checklist of subsp. candica E.Nelson ex Soó (= Ophrys holoserica Selected Plant Families. (October 2008). subsp. candica (E.Nelson ex Soó) Renz & Taubenheim) - Ophrys fuciflora subsp. chestermanii Ophrys lunulata Parlatore (J.J.Wood) H.Blatt & W.Wirth - Ophrys fuciflora Sinonimi. Arachnites lunulata (Parl.) Tod. - Ophrys subsp. elatior (Paulus) R.Engel & Quentin - Ophrys aranifera subsp. lunulata (Parl.) E.G.Camus - Ophrys fuciflora subsp. fuciflora - Ophrys fuciflora subsp. aranifera var. lunulata (Parl.) Rchb.f. - Ophrys sphe- lacaitae (Lojac.) Soó (= Ophrys lacaitae Lojac) - godes subsp. lunulata (Parl.) H.Sund. Ophrys fuciflora subsp. oxyrrhynchos (Tod.) Soó (= Forma biologica. Geofita bulbosa. Ophrys oxyrrhynchos Tod., Ophrys oxyrrhynchos subsp. Periodo di fioritura. Marzo – aprile. celiensis (O.Danesch & E.Danesch) Del Prete ) - Habitat. Pascoli magri, garighe, boschi aperti e terre- Ophrys fuciflora subsp. parvimaculata O.Danesch & ni sassosi, fino a 1300 m di altitudine, su suolo cal- E.Danesch (= Ophrys holoserica subsp. parvimaculata careo asciutto o relativamente umido. (O.Danesch & E.Danesch) O.Danesch & Distribuzione geografica. Endemica. E.Danesch). Distribuzione in Italia. Presente con sicurezza solo CITES. Appendice II - UE: Allegato B. in Sicilia. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.cata Note. altre segnalazioni dubbie in Italia sono relative logueoflife.org/annual-checklist/2008/; World alla Sardegna e alla Calabria. Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). CITES. Appendice II - UE: Allegato A. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Ophrys fusca Link (sensu lato) checklist/2008/; ROSSI, 2002. Sinonimi. Arachnites fusca (Link) Tod. - Ophrys fusca subsp. creberrima (Paulus) H.Kretzschmar - Ophrys Ophrys lutea Cavanilles fusca subsp. cressa (Paulus) H.Kretzschmar - Ophrys Sinonimi. Arachnites lutea (Gouan) Tod. - Ophrys fusca subsp. creticola (Paulus) H.Kretzschmar - insectifera var. lutea Gouan. Ophrys fusca subsp. thriptiensis (Paulus) Forma biologica. Geofita bulbosa. H.Kretzschmar. Periodo di fioritura. Febbraio – maggio. Forma biologica. Geofita bulbosa. Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglieti, fino a Periodo di fioritura. Febbraio – giugno. 1400 m di altitudine, su suolo calcareo. Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglieti, terreni Distribuzione geografica. Mediterranea. sassosi, fino a 1400 m di altitudine, su suolo calcareo. Distribuzione in Italia. Liguria, Toscana, Lazio, Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. Distribuzione in Italia. Liguria, Emilia Romagna e Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, in tutte le regioni dell’Italia centrale e meridionale Calabria, Sicilia e Sardegna. incluse le isole; in Piemonte e Lombardia è segnalata Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti Ophrys una sola stazione. lutea subsp. galilaea (H.Fleischm. & Bornm.) Soó e Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti: Ophrys lutea subsp. Lutea. Ophrys fusca subsp. fusca - Ophrys fusca subsp. irico- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. lor (Desf.) K.Richt. - Ophrys fusca subsp. pallida Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- (Raf.) E.G.Camus in E.G.Camus & A.A.Camus (= checklist/2008//; ROSSI, 2002; World Checklist of Ophrys pallida Raf.). Selected Plant Families. (October 2008). CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Ophrys scolopax Cav. checklist/2008//; ROSSI, 2002.; World Checklist of Sinonimi. Arachnites speculum Tod.- Ophrys fuciflora Selected Plant Families. (October 2008). subsp. scolopax (Cav.) H.Sund. - Ophrys holoserica subsp. scolopax (Cav.) H.Sund. Ophrys insectifera L. Forma biologica. Geofita bulbosa. Sinonimi. Epipactis myodes (Jacq.) F.W.Schmidt - Periodo di fioritura. Aprile – maggio. Malaxis myodes (Jacq.) Bernh. - Ophrys insectifera var. Habitat. Prati aridi e garighe, da 0 a 300 m. myodes L. - Ophrys myodes (L.) Jacq. - Orchis insecti- Distribuzione geografica. Euri-Mediterranea. fera (L.) Crantz - Orchis myodes (Jacq.) Bernhard. Distribuzione in Italia. Liguria, Abruzzo e sporadi- Forma biologica. Geofita bulbosa. camente segnalata nelle regioni meridionali. Periodo di fioritura. Aprile – luglio. Note. in Italia tra le sottospecie sono presenti: Ophrys Habitat. Pascoli e boschi aperti, fino a 2050 m di altitu- scolopax subsp. apiformis (Desf.) Maire & Weiller in dine, su suolo calcareo umido o relativamente asciutto. R.C.J.Maire - Ophrys scolopax subsp. conradiae Distribuzione geografica. Europea. (Melki & Deschâtres) H.Baumann & al. - Ophrys Distribuzione in Italia. In tutte le regioni, escluse scolopax subsp. cornuta (Steven) E.G.Camus - Ophrys Puglia e Isole. scolopax subsp. scolopax. Note. In Italia tra le sottospecie è presente Ophrys CITES. Appendice II - UE: Allegato B. insectifera subsp. insectifera. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.cata CITES. Appendice II - UE: Allegato B. logueoflife.org/annual-checklist/2008/; World Check- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- list of Selected Plant Families. (October 2008). La CITES in Italia: attualità e prospettive 63

Ophrys speculum Link D.Tyteca - Ophrys tenthredinifera subsp. grandiflora Sinonimi. Ophrys ciliata Bivona-Bernardi. (Ten.) Kreutz - Ophrys tenthredinifera var. guimarae- Forma biologica. geofita bulbosa. sii (D.Tyteca) Kreutz - Ophrys tenthredinifera subsp. Periodo di fioritura. Marzo – aprile. guimaraesii D.Tyteca - Ophrys tenthredinifera forma Habitat. Pascoli aridi, garighe e cespuglieti, fino a lutescens (Batt.) Raynaud - Ophrys tenthredinifera var. 1000 m di altitudine, su suoli calcarei asciutti o rela- lutescens Batt. - Ophrys tenthredinifera subsp. praecox tivamente umidi. D.Tyteca - Ophrys tenthredinifera var. praecox Rchb.f. Distribuzione geografica. Mediterranea. ex E.G.Camus, Bergon & A.Camus - Ophrys tenthre- Distribuzione in Italia. Comune in Sicilia e dinifera subvar. serotina (J.A.Guim.) E.G.Camus - Sardegna, molto rara nell’Italia peninsulare. Ophrys tenthredinifera var. serotina J.A.Guim. - Note. in Italia tra le sottospecie è presente Ophrys Ophrys tenthredinifera subsp. villosa (Desf.) speculum subsp. speculum. H.Baumann & Künkele - Ophrys tetuanensis Pau - CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Ophrys villosa Desf. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Forma biologica. Geofita bulbosa. checklist/2008//; ROSSI, 2002.; World Checklist of Periodo di fioritura. Marzo – maggio. Selected Plant Families. (October 2008). Habitat. Pascoli e garighe, fino a 1200 m di altitudi- ne, su suoli da asciutti a relativamente umidi, indif- Ophrys sphegodes Miller ferente al substrato. Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione geografica. Mediterranea. Periodo di fioritura. Marzo – maggio; in situazioni Distribuzione in Italia. Italia meridionale Sicilia, particolari la fioritura può iniziare fin da gennaio. Sardegna; rara nell’Italia centrale. Habitat. Pascoli magri, garighe, boschi aperti e terre- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. ni sassosi, fino a 1200 m di altitudine, su suolo cal- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- careo asciutto o relativamente umido. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Distribuzione geografica. Eurimediterranea. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. Orchis anthropophora (L.) Allioni Note. La sistematica delle Ophrys del “gruppo sphego- Sinonimi. Aceras anthropomorphum (Pers.) Sm. - des” è ancora mal definita. In Italia tra le sottospecie Aceras anthropophorum (L.) R.Br. - Aceras anthropo- sono presenti: Ophrys sphegodes subsp. atrata phorum forma angustatum (Rouy) Maire - Aceras (Rchb.f.) E.Mayer (= Ophrys incubacea Bianca) - anthropophorum var. angustatum Rouy - Aceras anth- Ophrys sphegodes subsp. litigiosa (E.G.Camus) Bech. ropophorum forma latior (Rouy) Maire - Aceras anth- - Ophrys sphegodes subsp. passionis (Sennen) Sanz & ropophorum var. latior Rouy - Aceras anthropophorum Nuet (= Ophrys sphegodes subsp. garganica E.Nelson) forma purpurata Balayer - Arachnites anthropophora - Ophrys sphegodes subsp. sipontensis (R.Lorenz & (L.) F.W.Schmidt - Himantoglossum anthropophorum Gembardt) H.A.Pedersen & Faurh. - Ophrys sphego- (L.) Spreng. - Loroglossum anthropophorum (L.) Rich. des subsp. sphegodes (= Ophrys exaltata Ten., Ophrys - Loroglossum brachyglotte Rich. - Ophrys anthropo- fuciflora subsp. exaltata (Ten.) E.Nelson, Ophrys morpha Willd. - Ophrys anthropophora L. - Satyrium panormitana (Tod.) Soó, Ophrys sphegodes subsp. anthropomorphum Pers. - Satyrium anthropophorum panormitana (Tod.) E.Nelson, Ophrys sphegodes (L.) Pers. - Serapias anthropophora (L.) Jundz. subsp. sicula E.Nelson ex Soó). Forma biologica. Geofita bulbosa. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Habitat. Pascoli aridi e garighe, da 0 a 1500 m, gene- checklist/2008//; ROSSI, 2002. ralmente su suoli calcarei, più raramente su suoli neutri. Ophrys tenthredinifera Willdenow Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. Sinonimi. Arachnites limbata Link - Arachnites tenth- Distribuzione in Italia. in tutte le regioni ad eccezio- redinifera (Willd.) Tod. - Ophrys aprilia Devillers & ne di Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Val Devillers-Tersch. - Ophrys arachnites Link - Ophrys d’Aosta. di-stefani Lojac. - Ophrys ficalhoana J.A.Guim. - Note. Recenti ricerche genetiche hanno permesso di Ophrys ficalhoana var. choffati J.A.Guim. - Ophrys accertare che questa specie appartiene al genere ficalhoana var. davei J.A.Guim. - Ophrys fusca Rchb. Orchis. - Ophrys grandiflora Ten. - Ophrys hookeri Orph. ex CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Soó - Ophrys insectifera var. rosea Desf. - Ophrys lim- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- bata Link - Ophrys neglecta Parl. - Ophrys rosea checklist/2008/; ROSSI, 2002. (Desf.) Duf. - Ophrys tabanifera Sieber ex Nyman - Ophrys tenoreana Lindl. - Ophrys tenthredinifera Orchis brancifortii Bivona-Bernardi subsp. aprilia (Devillers & Devillers-Tersch.) Kreutz Sinonimi. Anacamptis brancifortii (Biv.) Lindl. - - Ophrys tenthredinifera subvar. choffati (J.A.Guim.) Anacamptis quadripunctata Lindl. - Orchis brancifor- E.G.Camus - Ophrys tenthredinifera subvar. davei tii forma maculata J.Baláz & M.Baláz - Orchis qua- (J.A.Guim.) E.G.Camus - Ophrys tenthredinifera dripunctata subsp. brancifortii (Biv.) E.G.Camus. subsp. ficalhoana (J.A.Guim.) M.R.Lowe & Forma biologica. Geofita bulbosa. 64 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Periodo di fioritura. Aprile – maggio. (Rchb.f.) H.Sund. - Orchis raddeana Regel - Orchis Habitat. Prati aridi, garighe e macchie aperte, da 0 a rivinii Gouan - Orchis rivinii var. albiflora Thielens - 1200 m, su suolo calcareo e asciutto. Orchis rivinii var. stenoloba Marchal - Orchis stevenii Distribuzione geografica. Endemica. Rchb.f. - Strateuma militaris (L.) Salisb. - Zoophora Distribuzione in Italia. Sicilia e Sardegna. atropurpurea Bernh. - Zoophora rubella Bernh. Note. In Sardegna è limitata ai rilievi calcarei del set- Forma biologica. Geofita bulbosa. tore orientale, mentre in Sicilia si ritrova sulle catene Periodo di fioritura. Maggio – giugno. montuose settentrionali. Habitat. Pascoli, macchie, boschi radi, da 0 a 1800 CITES. Appendice II - UE: Allegato B. m, su suoli calcarei asciutti o umidi. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione geografica. Eurasiatica. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni dell’Italia settentrionale e centrale. Orchis italica Poiret CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Sinonimi. Orchis fusca var. stenoloba Coss. & Germ. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- - Orchis italica forma albiflora Nicora ex Fiori & checklist/2008/; ROSSI, 2002. Paol. - Orchis italica forma maculata Soó - Orchis lon- gicornis Lam. - Orchis longicruris Link - Orchis longi- Orchis pallens L. subsp. Font Quer & P.Palau - cruris longipenis Orchis Sinonimi. Orchis pseudopallens K.Koch - Orchis sul- Poir. - var. (Coss. militaris Orchis purpurea stenoloba phurea Sims. & Germ.) Willk. - Orchis tephrosanthos Desf. - Orchis Forma biologica. Geofita bulbosa. tephrosanthos var. undulatifolia (Biv.) Webb - Orchis Periodo di fioritura. Aprile – giugno. undulatifolia Biv. - Orchis welwitschii Rchb.f. Habitat. Pascoli montani, arbusteti nani d’alta Forma biologica. Geofita bulbosa. quota, boschi radi, tra 300 e 2000 m, su suolo calca- Periodo di fioritura. Marzo – maggio. reo o leggermente acido. Habitat. Pascoli, garighe, macchie, boschi radi, da 0 Distribuzione geografica. Europea-Caucasica. a 1300 m, su suoli calcarei asciutti. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni dell’Italia Distribuzione geografica. Mediterranea. peninsulare, ad eccezione di Umbria e Puglia; molto Distribuzione in Italia. In tutte le regioni dell’Italia rara al sud. centrale e meridionale ed in Sicilia. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Orchis patens Desfontaines Orchis mascula (L.) L. Sinonimi. Barlia patens (Desf.) Szlach. Sinonimi. Orchis mascula subsp. signifera (Vest) Soó - var. L. - F.W. Forma biologica. Geofita bulbosa. Orchis morio mascula Orchis ovalis Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Schmidt ex Mayer. - Orchis signifera Vest Forma biologica. Geofita bulbosa. Habitat. Prati, boschi radi e uliveti, da 0 a 600 m, su Periodo di fioritura. Aprile – giugno. suoli debolmente acidi, asciutti o relativamente Habitat. Prati, pascoli montani, boschi radi, da 0 a umidi. 2570 m, su suoli calcarei o neutri, asciutti o relativa- Distribuzione geografica. W-Stenomediterranea. mente umidi. Distribuzione in Italia. Liguria. Distribuzione geografica. Europea-Caucasica. Note. In Italia tra le sottospecie è presente Orchis Distribuzione in Italia. In tutte le regioni ad eccezio- patens subsp. patens. ne di Puglia e Sicilia. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti: Orchis mascula subsp. speciosa (Mutel) Hegi e Orchis mascu- checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of la subsp. mascula. Selected Plant Families. (October 2008). CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Orchis provincialis Balbis ex Lamarck & de Candolle checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Forma biologica. Geofita bulbosa. Selected Plant Families. (October 2008). Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Habitat. Boschi e cespuglieti, meno frequentemente Orchis militaris L. prati umidi soprattutto di montagna, fino a 1500 m, Sinonimi. Orchis brachiata Gilib. - Orchis cinerea su suoli profondi. Schrank - Orchis galeata Poir. Orchis militaris var. Distribuzione geografica. Mediterranea. nervata (Marchand) Nyman - Orchis militaris subsp. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni; non ci stevenii (Rchb.f.) B.Baumann & al. - Orchis militaris sono però segnalazioni recenti per il Friuli Venezia var. stevenii (Rchb.f.) Nyman - Orchis militaris var. GIulia e la Val d’Aosta; sembrerebbe scomparsa tenuifrons P.D.Sell - Orchis mimusops Thuill. - Orchis anche dall’unica stazione del Trentino. nervata Marchand - Orchis punctulata subsp. stevenii Note. In Italia tra le sottospecie sono presenti Orchis La CITES in Italia: attualità e prospettive 65

provincialis subsp. pauciflora (Ten.) E.G. Camus (= m, eccezionalmente fino a 1800 m, su suoli calcarei Orchis pauciflora Ten.) e Orchis provincialis subsp. o neutri relativamente asciutti. provincialis. Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atalantica. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione in Italia. In quasi tutta la penisola, è Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- stata segnalata anche in Sicilia; assente in Val d’Aosta, checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Puglia e Sardegna;. Selected Plant Families. (October 2008). CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Orchis purpurea Hudson Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Sinonimi. Orchis aserica B.Baumann & al. - Orchis checklist/2008/; ROSSI, 2002. caucasica Regel - Orchis caucasica forma aserica (B.Baumann & al.) P.Delforge - Orchis fusca Jacq. - Orchis spitzelii Sauter ex W.D.J. Koch Orchis fusca var. idiocrana C.Morren - Orchis fuscata Sinonimi. Barlia spitzelii (Saut. ex W.D.J.Koch) Pall. - Orchis lokiana H.Baumann - Orchis maxima Szlach. - Orchis patens subsp. spitzelii (Saut. ex K.Koch - Orchis militaris Hornem. - Orchis moravica W.D.J.Koch) Á.Löve & Kjellq. Jacq. - Orchis pontica Fleischm. & Hand.-Mazz. - Forma biologica. Geofita bulbosa. Orchis purpurea subsp. caucasica (Regel) B.Baumann Periodo di fioritura. Maggio – luglio. & al. - Orchis purpurea subsp. lokiana (H.Baumann) Habitat. Boschi aperti, pinete, pascoli alpini, arbu- H.Baumann & R.Lorenz - Orchis purpurea var. steti nani d’alta quota, tra 1000 e 2000 m, su suoli moravica (Jacq.) Nyman - Strateuma grandis Salisb. calcarei lungamente innevati d’inverno. Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione geografica. Orofita S-Europea. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Distribuzione in Italia. In un numero relativamente Habitat. Pascoli, garighe, macchie, boschi radi, da 0 basso di stazioni distribuite sulle Alpi centro orienta- a 1300 m, su suoli calcarei o neutri, asciutti o relati- li e sulla catena appenninica. vamente umidi. Note. in Italia tra le sottospecie è presente Orchis Distribuzione geografica. Eurasiatica. spitzelii subsp. spitzelii. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of checklist/2008/; ROSSI, 2002. Selected Plant Families. (October 2008).

Orchis quadripunctata Cirillo ex Tenore Platanthera algeriensis Batt. & Trab. Sinonimi. Anacamptis trichocera K.Koch - Sinonimi. Platanthera chlorantha subsp. algeriensis Gymnadenia humilis Lindl. - Orchis bipunctata Raf. - (Batt. & Trab.) Emb. Orchis cupanii Tod. - Orchis hostii Tratt. - Orchis nico- Forma biologica. Geofita bulbosa. demi Sieber ex Steud. - Orchis quadripunctata forma Periodo di fioritura. Maggio – luglio. albiflora (Raulin) De Langhe & D’hose - Orchis qua- Habitat. Prati umidi in prossimità di sorgenti e dripunctata var. albiflora Raulin - Orchis trichocera ruscelli, tra 600 e 1600 m di altitudine. Brongn. Distribuzione geografica. Mediterranea occidentale. Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione in Italia. Sardegna. Periodo di fioritura. Aprile – maggio. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Habitat. Prati aridi, boschi luminosi e garighe, da 0 a 1600 m, su suolo calcareo e asciutto. Bibliografia.www2008/ toran-g/snual/ checkle. i - f ogueofp: i al t l R .cat ht OSSI, 2002 Distribuzione geografica. Stenomediterranea nord- orientale. Platanthera bifolia (L.) L.C.M. Richard Distribuzione in Italia. Abruzzo, Campania, Puglia, Sinonimi. Gymnadenia bifolia (L.) G.Mey. - Basilicata e Calabria. Habenaria bifolia (L.) R.Br. - Lysias bifolia (L.) Salisb. - Orchis bifolia L. - Satyrium bifolium (L.) Wahlenb. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. - Sieberia bifolia (L.) Spreng. Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo Forma biologica. Geofita bulbosa. gueoflife.org/annual-checklist/2008/; ROSSI, 2002. Periodo di fioritura. Aprile – giugno (fino a metà luglio al nord). Orchis simia Lamarck Habitat. Boschi aperti, cespuglieti, radure e pascoli, Sinonimi. Orchis cercopitheca Poir. - Orchis linearis su suolo umido o asciutto, fino a 2400 m di altitudi- Tourlet - Orchis militaris Sm. - Orchis simia subsp. ne, indifferente al substrato. taubertiana (B.Baumann & H.Baumann) Kreutz - Distribuzione geografica. Paleotemperata. Orchis smithii Sweet - Orchis taubertiana B.Baumann Distribuzione in Italia. In tutte le regioni ad eccezio- & H.Baumann - Orchis tephrosanthos Vill. - Orchis ne di Sicilia e Sardegna. zoophora Thuill. Forma biologica. Geofita bulbosa. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Habitat. Pascoli, macchie, boschi radi, da 0 a 1200 checklist/2008/; ROSSI, 2002. 66 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. Bibliografia. DELFORGE, 2005; GRÜNANGER, 2000; Sinonimi. Gymnadenia chlorantha (Custer) Ambrosi http://www.catalogueoflife.org/annual- - Habenaria chlorantha (Custer) Bab. - Habenaria checklist/2008/. montana (F.W.Schmidt) T.Durand & Schinz - Orchis chlorantha Custer - Orchis montana F.W.Schmidt - Serapias cordigera L. Orchis virescens Zollik. ex Gaud. - Platanthera chlo- Sinonimi. Helleborine cordigera (L.) Pers. - Lonchitis rantha var. grandiflora M.Schulze - Platanthera chlo- cordigera (L.) Bubani - Serapiastrum cordigerum (L.) rantha var. montana (F.W.Schmidt) Nyman - A.A. Eaton. Platanthera montana (F.W.Schmidt) Rchb.f. - Forma biologica. Geofita bulbosa. Platanthera montana var. gselliana H.Baumann, Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Künkele & R.Lorenz. Habitat. Pascoli aridi o moderatamente umidi, Forma biologica. Geofita bulbosa. cespuglieti e garighe, fino a 1100 m di altitudine, su Periodo di fioritura. Maggio – luglio. substrato calcareo. Habitat. Boschi, arbusteti, cespuglietti e prati, da 0 a Distribuzione geografica. Mediterranea. 1800 m. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni eccetto: Distribuzione geografica. Eurosiberiana. Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto Distribuzione in Italia. In tutte le regioni, eccetto la Val d’Aosta e Lombardia. Sardegna. Note. Serapias cossyrensis B. et H. Baumann sinoni- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. mo di Serapias cordigera subsp. cordigera, descritta Bibliografia. GRÜNANGER, 2000; http://www.catalo come endemica dell’isola di Pantelleria. gueoflife.org/annual-checklist/2008/. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Pseudorchis albida (L.) A. & D. Löve checklist/2008/; ROSSI, 2002. Sinonimi. Bicchia albida (L.) Parl. - Bicchia albida (L.) Parl. - Coeloglossum albidum (L.) Hartm. - Serapias lingua L. Entaticus albidus (L.) Gray - Gymnadenia albida (L.) Sinonimi. Helleborine lingua (L.) Pers. - Orchis lin- Rich. - Habenaria albida (L.) R.Br. - Leucorchis albi- gua (L.) Scop. - Serapiastrum lingua (L.) A.A. Eaton da (L.) E.Mey. - Orchis albida (L.) Scop. - Peristylus Forma biologica. Geofita bulbosa. albidus (L.) Lindl. - Platanthera albida (L.) Lindl. - Periodo di fioritura. Marzo – giugno. Satyrium albidum L. - Sieberia albida (L.) Spreng. Habitat. Pascoli moderatamente umidi, garighe, Forma biologica. Geofita bulbosa. cespuglieti e boschi luminosi, fino a 1500 m di alti- Periodo di fioritura. Maggio – agosto. tudine, indifferente al substrato. Habitat. Pascoli alpini, margini e radure di boschi, Distribuzione geografica. Mediterranea. da 600 a 2500 m, su substrato sia acido che alcalino. Distribuzione in Italia. In tutte le regioni eccetto: Distribuzione geografica. Artico-Alpina. Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia e Val Distribuzione in Italia. Piuttosto comune sulle Alpi, d’Aosta; la sua presenza nel Piemonte meridionale è molto più rara sull’Appennino settentrionale e centrale. dubbia. Note. In Italia tra le sottospecie è presente Note. In Italia tra le sottospecie è presente Serapias Pseudorchis albida subsp. albida. lingua subsp. lingua. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Selected Plant Families. (October 2008). Selected Plant Families. (October 2008).

Serapias bergonii E.G. Camus Serapias neglecta De Notaris Sinonimi. Serapias cordigera subsp. laxiflora (Soó) Sinonimi. Serapias cordigera subsp. neglecta (De H.Sund. - Serapias hellenica Renz - Serapias laxiflora Not.) K.Richt. - Serapiastrum neglectum (De Not.) Chaub. - Serapias parviflora subsp. laxiflora Soó - A.A.Eaton. Serapias pseudocordigera var. laxiflora Nyman - Forma biologica. Geofita bulbosa. Serapias vomeracea subsp. laxiflora (Soó) Gölz & Periodo di fioritura. Marzo – maggio. H.R.Reinhard - Serapias wettsteinii Fleischm. Habitat. Pascoli aridi o moderatamente umidi, gari- Forma biologica. Geofita bulbosa. ghe, pinete aperte, fino a 600 m s.l.m., su suolo basi- Periodo di fioritura. Marzo – maggio. co o moderatamente acido. Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglietti e pinete Distribuzione geografica. Centro-Mediterranea. luminose, fino a 1500 m, su suolo alcalino o legger- Distribuzione in Italia. Liguria, Emilia Romagna e mente acido, asciutto o relativamente umido. Toscana. Distribuzione geografica. Mediterranea orientale. Note. in Italia tra le sotospecie è presente Serapias Distribuzione in Italia. Regioni meridionali e Sicilia. neglecta subsp. neglecta. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. La CITES in Italia: attualità e prospettive 67

Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Periodo di fioritura. Aprile – giugno. checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Habitat. Pascoli aridi, garighe e cespuglieti, fino a Selected Plant Families. (October 2008). 1200 m di altitudine, su suolo asciutto o relativa- mente umido, da calcareo a leggermente acido, o Serapias nurrica Corrias anche sabbioso. Forma biologica. Geofita bulbosa. Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Distribuzione in Italia. Liguria, in tutte le regio- Habitat. Garighe e cespuglieti, da 0 a 250 m di alti- ni dell’Italia centrale eccetto l’Umbria, Italia tudine in Sardegna, ma fino a 1000 m in Sicilia, su meridionale. suolo asciutto. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Stenomediterranea. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Calabria, Sicilia e Sardegna. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Note. questa specie sembrerebbe rara e localizzata, ma le conoscenze potrebbero essere incomplete a Serapias politisii Parlatore causa della sua descrizione relativamente recente. Sinonimi. Serapias aphroditae P.Delforge - Serapias CITES. Appendice II - UE: Allegato B. bergonii var. aphroditae (P.Delforge) H.Baumann & Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- R.Lorenz - Serapias bergonii var. politisii (Renz) checklist/2008/; ROSSI, 2002. H.Baumann & R.Lorenz - Serapias mastiana P.Delforge. Serapias orientalis (Greuter) H.Baumann & Forma biologica. Geofita bulbosa. Künkele Periodo di fioritura. Aprile – giugno. Sinonimi. Serapias cordigera subsp. orientalis Habitat. Macchie e garighe, tra 0 e 500 m, su suolo (Greuter) H.Sund. - Serapias vomeracea subsp. orien- asciutto, calcareo o sabbioso. talis Greuter - Serapias orientalis E. Nelson subsp. Distribuzione geografica. Stenomediterranea. apulica E. Nelson (nom. illeg.) - Serapias apulica (H. Distribuzione in Italia. Puglia (alcune località del Baumann et Künkele) P. Delforge - Serapias orienta- Salento) e Sicilia. lis (Greuter) H. Baumann et Künkele subsp. sicilien- Note. Non c’è accordo tra i vari autori né sul valore sis Bartolo et Pulvirenti. sistematico di questa specie. Inoltre, a causa dell’in- Forma biologica. Geofita bulbosa. certezza sulla posizione sistematica dell’orchidea in Periodo di fioritura. Marzo – aprile. questione e dei popolamenti italiani in particolare Habitat. Pascoli magri, garighe, boschi luminosi, non è possibile fornire dati certi sulla sua distribuzio- fino a 500 m di altitudine, su suolo calcareo o sab- ne in Italia. bioso, asciutto o debolmente umido. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. Mediterranea orientale. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Solamente in Puglia, dal checklist/2008/; ROSSI, 2002. Promontorio del Gargano al Salento, e in Sicilia meridionale. Serapias vomeracea (N.L. Burman) Briquet Note. ROSSI (2002) non ritiene giustificata la separa- Sinonimi. Helleborine longipetala Ten - Helleborine zione a livello specifico di questa entità da Serapias pseudocordigera Sebast. - Lonchitis longipetala Bubani vomeracea. I popolamenti italiani, vengono quindi - Orchis lingua All. - Orchis vomeracea Burm.f. - considerati semplici varietà, soprattutto a causa della Serapias cordigera subsp. vomeracea (Burm.f.) loro grande variabilità. In Italia tra le sottospecie H.Sund. - Serapias hirsuta Lapeyr. - Serapias lancifera sono presenti Serapias orientalis subsp. orientalis e St.-Amans - Serapias longipetala (Ten.) Pollini - Serapias orientalis subsp. siciliensis Bartolo & Pulv. Serapias pseudocordigera (Sebast.) Moric. - Serapias CITES. Appendice II - UE: Allegato B. vomeracea var. cordigeroides (E.Nelson) N.R.Campb. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- & A.K.Campb. - Serapias vomeracea subsp. flava checklist/2008/; ROSSI, 2002; World Checklist of Balayer - Serapias vomeracea subsp. Istriaca - Serapias Selected Plant Families. (October 2008). vomeracea subsp. longipetala (Ten.) H.Baumann & Künkele - Serapiastrum longipetalum (Ten.) Serapias parviflora Parlatore A.A.Eaton - Serapiastrum vomeraceum (Burm.f.) Sinonimi. Serapias columnae Aurnier - Serapias elon- Schinz & Thell. gata Tod. - Serapias laxiflora Rchb.f. - Serapias laxiflo- Forma biologica. Geofita bulbosa. ra var. parviflora (Parl.) Rchb.f. - Serapias mascaensis Periodo di fioritura. Aprile – giugno. H.Kretzschmar, G.Kretzschmar & Kreutz - Serapias Habitat. Pascoli magri, garighe, cespuglietti e pinete occultata J.Gay ex Willk. - Serapias parviflora var. luminose, da 0 a 1450 m, su suolo alcalino o legger- (Renz) Kalop. - forma lutescens Serapias parviflora mente acido, asciutto o relativamente umido. lutescens Renz - Serapias parviflora subsp. mascaensis (H.Kretzschmar, G.Kretzschmar & Kreutz) Kreutz - Distribuzione geografica. Eurimediterranea. Serapias parviflora subsp. occultata (J.Gay) Maire & Distribuzione in Italia. In tutte le regioni ad eccezio- Weiller - Serapiastrum parviflorum (Parl.) A.A.Eaton. ne di Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Sardegna. Forma biologica. Geofita bulbosa. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. 68 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Famiglia: Primulaceae checklist/2008/; ROSSI, 2002. Cyclamen hederifolium Aiton Sinonimi. Cyclamen neapolitanum Ten. Spiranthes aestivalis (Poiret) L.C.M. Richard Forma biologica. Geofita bulbosa. Sinonimi. Gyrostachys aestivalis (Poir.) Dumort. - Periodo di fioritura. Agosto – ottobre. Neottia aestivalis (Poir.) DC. - Ophrys aestiva Balb. - Habitat. Leccete e boschi caducifoglie (querceti e Ophrys aestivalis Poir. castagneti) dal livello del mare fino a 1300 m. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Distribuzione geografica. N-Mediterranea Periodo di fioritura. Giugno – luglio. (Stenomediterranea). Habitat. Prati molto umidi, margini di torrenti, Distribuzione in Italia. Piemonte, Lombardia, paludi e laghi, fino a 1300 m di altitudine, su sub- Liguria, in tutte le regioni dell’Italia centrale e meri- strato acido o neutro. dionale spingendosi verso nord fino alla Via Emilia Distribuzione geografica. Mediterraneo-Atlantica. (linea Rimini-Piacenza), Sicilia e isole minori, Distribuzione in Italia. Segnalata sporadicamente in Sardegna. tutte le regioni del nord, ad eccezione della Val CITES. Appendice II - UE: Allegato B. d’Aosta, in Toscana, Marche e Lazio. Bibliografia. PIGNATTI, 1982. Note. Mancano segnalazioni recenti per Trentino, Cyclamen purpurascens Miller Liguria, Emilia Romagna e Marche. Sinonimi. Cyclamen europaeum auct. CITES. Appendice II - UE: Allegato A. Forma biologica. Geofita bulbosa. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Periodo di fioritura. Agosto – settembre. checklist/2008/; ROSSI, 2002. Habitat. Boschi e soprattutto faggete dal livello del mare fino a 1900 m. Spiranthes spiralis (L.) Chevallier Distribuzione geografica. Orofita NE-Mediterranea. Sinonimi. Epipactis spiralis (L.) Crantz - Gyrostachys Distribuzione in Italia. Alpi, sulle catene meridiona- autumnalis (Balb.) Dumort. - Gyrostachys spiralis (L.) li dal Goriziano alla Valsesia, Carso Triestino, rilievi Kuntze - Ibidium spirale (L.) Salisb. - Neottia autum- prealpini, alta pianura Padana, Colli Euganei, Alpi nalis (Balb.) Pers. - Neottia autumnalis (Balb.) Steud. Occidentali da Ivrea alla Liguria e Bologna a - Neottia spiralis (L.) Sw. - Ophrys autumnalis Balb. - Barbiano. L. - (L.) Scop. - Ophrys spiralis Serapias spiralis CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Spiranthes autumnalis (Balb.) Rich. - Spiranthes glau- Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- ca Raf. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982. Forma biologica. Geofita rizomatosa. Periodo di fioritura. Settembre (al nord) – Cyclamen repandum S. & S. Novembre (al sud). Sinonimi. Cyclamen vernale O. Schwarz – Cyclamen Habitat. Pascoli asciutti o moderatamente umidi, vernum Rchb. boschi di conifere, garighe, fino a 1000 m di altitu- Forma biologica. Geofita bulbosa. dine, su suoli alcalini o moderatamente acidi. Periodo di fioritura. Aprile – maggio. Distribuzione geografica. Europeo-Caucasica. Habitat. Leccete, macchie e raramente nei boschi a Distribuzione in Italia. Iin tutte le regioni. caducifoglie dal livello del mare fino a 1200 m. CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Distribuzione geografica. N-Mediterranea. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Distribuzione in Italia. Tutte le regioni dell’Italia cen- checklist/2008/; ROSSI, 2002. trale e meridionale (verso nord fino a Pesaro, Perugia, Valdarno a Rignano, Siena, Viareggio, Carrara, in Traunsteinera globosa (L.) Reichenbach Romagna fino a Bertinoro, e nel Modenese a Sinonimi. Nigritella globosa (L.) Rchb. - Orchis globo- Guiglia), Sicilia e Isole minori, Sardegna. sa L. - Orchis globosa var. major Schur - Orchis halle- CITES. Appendice II - UE: Allegato B. ri Crantz - Orchites globosa (L.) Schur - Traunsteinera Bibliografia. PIGNATTI, 1982. globosa forma major (Schur) Beldie. Forma biologica. Geofita bulbosa. Famiglia: Ranunculaceae Periodo di fioritura. Maggio – agosto. Adonis vernalis L. Habitat. Pascoli alpini e subalpini, da 900 a 2300 m, su suoli calcarei asciutti o umidi. Forma biologica. Emicriptofita scaposa. Distribuzione geografica. Orofita S-Europea. Periodo di fioritura. Maggio – giugno. Distribuzione in Italia. Su tutto l’arco alpino e Habitat. Prati aridi steppici da 50 a 300 m. sull’Appennino settentrionale. Distribuzione geografica. Eurosiberiana (steppica). Distribuzione in Italia. Friuli presso Gradisca, CITES. Appendice II - UE: Allegato B. Ronchi e Palmanova: probabilmente estinta. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- Note. Segnalata anche sul Gran Sasso a Campo checklist/2008/; ROSSI, 2002. Imperatore, ma poiché può essere confusa con La CITES in Italia: attualità e prospettive 69

Adonis distorta è da escludere la sua presenza in tale HTTP://WWW.GIROS.IT/GENERA/EPIPACTIS_MERIDIONA- località. LIS.HTM CITES. Appendice II - UE: Allegato B. PIGNATTI S., 1982 – Flora d’Italia, I. Edagricole. Bibliografia. http://www.catalogueoflife.org/annual- ROSSI W., 2002 – Orchidee d’Italia. Quad. Cons. Natura, 15. Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica. checklist/2008/; PIGNATTI, 1982 WORLD CHECKLIST OF SELECTED PLANT FAMILIES, 2008 – The Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, LETTERATURA CITATA Kew. Published on the Internet; DELFORGE P., 2005 – Guide des Orchidées d’Europe, http://www.kew.org/wcsp/ accessed October 2008. d’Afrique du Nord et du Proche-Orient. Delachaux et niestlé. RIASSUNTO - Questo lavoro fornisce la checklist delle GRÜNANGER P., 2001 – Orchidacee d’Italia. Quad. Bot. specie vegetali incluse nella normativa CITES che cresco- Ambientale Appl., 11(2000): 3-80 no nel territorio italiano. Per ciascuna specie vengono for- HTTP://WWW.CATALOGUEOFLIFE.ORG/ANNUAL-CHEC- niti i sinonimi, la distribuzione e le principali caratteristi- KLIST/2008/ che biologiche.

AUTORI

Pietro Zito, Maurizio Sajeva, Università di Palermo, Dipartimento di Scienze Botaniche, Via Archirafi 38, I-90123 Palermo Massimiliano Rocco, Ufficio Italiano del Traffic Europe, presso WWF Italia, Via Po 25/c, I-00198 Roma

INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 71 La CITES in Italia: attualità e prospettive

La CITES nel mondo vegetale: la riproduzione artificiale, strumento a difesa della natura

G. MURATORE

ABSTRACT - CITES and plants: artificial propagation as a tool for wildlife conservation - Several plants are included in the Appendices of the Convention on International Trade of Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES). CITES encourages artificial propagation as it may take the pressure off wild populations. The CITES definition of Artificial Propagation requires that plants are grown in a controlled environment, manipulated by human activities. Also, the parental stock used for propagation must be of legal origin. Nurseries propagating plants which complies with the CITES requirements are allowed some simplified procedure for export.

Key words: artificially propagated, CITES Appendices, parental stock, seizure

INTRODUZIONE La crescita delle relazioni e degli scambi a livello loro popolazioni ha reso necessario la loro inclusione mondiale ha contribuito ad aumentare la domanda negli elenchi della CITES, acronimo che indica la di specie di piante esotiche, il cui possesso prima era C0nvenzione sul Commercio Internazionale di appannaggio di pochi cultori e appassionati. Specie di fauna e flora minacciate di estinzione, sti- L’incremento del flusso turistico e la disponibilità, pulata a Washington nel 1973. L’elenco delle piante anche a buon mercato, di serre o ambienti climatiz- protette dalla CITES include oltre 30.000 specie, zati, che garantiscono la sopravvivenza delle specie in numero elevato e di gran lunga superiore al numero paesi diversi anche dal punto di vista climatico da delle specie animali. Questo fornisce un’indicazione quelli di origine, hanno portato all’aumento del di quanto la flora sia più sensibilmente colpita dallo numero di coloro che amano collezionarle. Si è veri- sfruttamento, cosa che risulta più difficile per gli ani- ficato, pertanto, un aumento della produzione e mali che godono di una maggiore solidarietà dell’o- commercializzazione di piante a scopo ornamentale pinione pubblica. volte a soddisfare un’utenza maggiore, non necessa- Le piante tutelate dalla Convenzione di Washington riamente consapevole dei propri acquisti perché, se e maggiormente commercializzate interessano le tutti conoscono il divieto circa il commercio dell’a- piante succulente, le piante carnivore, le piante bul- vorio o delle pellicce di felini di altissimo valore eco- bose, le famiglie delle Orchidacee Cycadacee, nomico, pochi sanno che tali divieti esistono nella Zamiacee e delle Agavacee, i generi Euphorbia, Aloe, stessa misura anche per specie economicamente irri- Pachypodium, Thillandsia, piante da legname ecc. levanti e, quindi, alla portata di tutti, ma il cui pre- …così come elencate e distribuite nelle Appendici lievo sconsiderato determina un danno biologico della Convenzione di Washington e negli Allegati nel grave. Reg. (CE) 318 del 13 marzo 2008. Molti vivaisti, per soddisfare le esigenze della propria La maggior parte delle specie può essere propagata clientela, hanno da tempo ampliato l’offerta di pro- artificialmente e per alcune specie risulta abbastanza dotti, cercando di garantire standard qualitativi sem- semplice: un esempio eloquente può essere rappre- pre elevati. Nella maggior parte dei casi ciò è stato sentato da Euphorbia trigona, i cui esemplari propa- ottenuto mantenendo dei corretti comportamenti gati artificialmente da cultivar sono esenti dalle dis- volti alla salvaguardia dell’ambiente. In altri casi, posizioni della Convenzione o, ancora, tutte le specie sono state intraprese vie più brevi, ma eticamente del genere Aloe sono tutelate, eccezion fatta per l’Aloe scorrette, per perseguire facili guadagni. vera o barbadensis che è esclusa poiché, coltivata da Molte specie vegetali a vario titolo hanno subito delle secoli, non è mai stata trovata traccia dell’esistenza di forti pressioni commerciali e il depauperamento delle popolazioni naturali; quindi, piante o parti o deriva- 72 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 ti di essa sono di sicura origine artificiale. Tutto ciò All’interno dell’Unione Europea, vigono ulteriori in accordo con lo spirito che caratterizza la liste più restrittive denominate Allegati. Convenzione di Washington, che non ha lo scopo Ad esempio, l’Appendice I corrisponde, con l’ag- precipuo di vietare, ma di regolamentare il commer- giunta di altri taxa, all’Allegato A, l’Appendice II cio mediando tra le ragioni della natura e quelle del- all’Allegato B. Può capitare per alcune specie, come l’economia. Obiettivo primario della CITES è una nel caso di alcune Euphorbie, di essere comprese pianificazione razionale capace di conciliare conflitti nell’Appendice II della Convenzione, ma all’interno tra opposti bisogni di sviluppo sociale e ambiente della UE essere incluse all’Allegato A. naturale. Si cerca, cioè, di rendere attuabile un uso Oltre alle piante, anche tutte le loro parti ed i pro- sostenibile delle risorse naturali, garantendo il massi- dotti da esse derivati sono soggetti a regolamentazio- mo dei benefici economici e sociali con il minimo ne CITES. Pertanto, anche semi, foglie, talee sono degli effetti negativi sull’ambiente. Un aiuto notevo- soggetti a controllo, se non espressamente esclusi da le per l’applicazione dei principi ispiratori della un’annotazione posta accanto al nome della specie CITES prima descritti è offerto dalle attività degli nelle liste. orti botanici e dei vivai, che possono contribuire a Questo succede, ad esempio, per la maggior parte di scoraggiare il commercio di piante illegali e svolgere semi delle specie di Appendice II che sono esenti un ruolo efficace per la conservazione delle specie e dagli adempimenti CITES. Tuttavia, nel 1997, la X del relativo habitat. Gli Orti botanici custodiscono i Conferenza delle Parti ha accettato la proposta del maggior depositi di germoplasma di piante selvati- Messico di includere nei controlli i semi di tutte le che, pertanto, costituiscono un centro importante specie di Cactaceae messicane originari dal Messico. per la conservazione ex-situ di specie minacciate; i Tutto lo scambio di materiale CITES è soggetto al vivai ,invece, con le loro tecniche e conoscenze per la rilascio di permessi; la normativa, infatti, prevede che riproduzione di specie commercialmente richieste, qualsiasi movimentazione di piante sia accompagna- possono rendere più facile la protezione e conserva- to da un relativo certificato CITES. zione in-situ delle stesse. Un vivaio che si rispetti, Il commercio di piante propagate artificialmente è oltre a perseguire le sue logiche commerciali, deve possibile per tutte e tre le Appendici, anche per quel- adottare dei comportamenti permeati da una sana li di Appendice I, poiché, attraverso la commercializ- etica nel pieno rispetto delle normative vigenti loca- zazione degli esemplari propagati in vivaio, si può li, nazionali e internazionali che regolano la protezio- alleviare la pressione sulle popolazioni naturali. Il ne della flora. Per far ciò gli operatori del settore Reg. (CE) n. 338/97 del Consiglio del 9 dicembre devono: 1996, relativo alla protezione di specie della flora e - conoscere tutte le leggi che regolamentano il della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio e la detenzione di piante; commercio, prevede delle deroghe per gli esemplari - accertarsi che le piante acquistate o ricevute siano nati in cattività o allevati artificialmente. Infatti, il state regolarmente ottenute e non costituiscano Regolamento Comunitario consente operazioni di oggetto di operazioni illegali; natura commerciale per le piante in Appendice I. - non incoraggiare, commissionandola, la raccolta Rispetto agli esemplari prelevati in natura, questa è illegale di piante minacciate d’estinzione per una differenza concreta e sostanziale, poiché le ope- accontentare le richieste di qualche collezionista. razioni commerciali internazionali e all’interno della Il commercio internazionale di specie incluse nella Unione Europea sono consentite solo per esemplari CITES è regolato da un sistema di permessi che con- in Appendice II, mentre l’appartenenza sente ai paesi esportatori di limitare e rendere soste- all’Appendice I o all’Allegato A consente il rilascio di nibile il prelievo. certificazione CITES solo ed esclusivamente per Le specie di flora e fauna sono incluse in varie liste di finalità biomediche, scientifiche, per scopi di ripro- protezione previste per la Convenzione in relazione duzione utile alla conservazione della specie, per al pericolo d’estinzione: ricerca o istruzione finalizzate alla preservazione o conservazione delle specie, escludendone l’utilizzo Appendice I. Contiene le specie maggiormente commerciale. minacciate di estinzione. L’utilizzo di piante preleva- Lo stesso Regolamento consente per le operazioni di te in natura per fini commerciali è proibito. Oltre import/export, al posto della relativa certificazione 300 specie vegetali sono incluse in questa Appendice. CITES, l’uso di semplici certificati fitosanitari che attestino la propagazione artificiale così come defini- Appendice II. Contiene specie non particolarmente to dalla CITES o, ancora, l’uso di particolari etichet- minacciate che potrebbero diventarle senza una rego- te per prestiti, donazioni e scambi di piante o esem- lamentazione del commercio. Il commercio è con- plari da erbario a scopo non commerciale tra sentito, ma regolamentato. Oltre 25.000 specie vege- Istituzioni Scientifiche iscritte in un apposito regi- tali sono incluse in questa Appendice. stro. Anche per il commercio all’interno della Unione Europea, non è consentito il commercio di Appendice III. Contiene specie che un Paese dichia- esemplari delle specie elencate nell’Allegato A. É pre- ra soggette a limitazione commerciale, mentre, se di vista, però, un’esenzione da tale divieto se trattasi di origine da altri paesi, non sono regolamentati. Oltre esemplari riprodotti artificialmente di una specie 30 specie vegetali sono incluse in questa Appendice. vegetale. La CITES in Italia: attualità e prospettive 73

Appare evidente la necessità di definire in modo uni- radici degli esemplari selvatici appaiono più secche e voco il concetto di riproduzione artificiale, poiché di colore bruno e la loro forma si adatta alle asperità una procedura semplificata per specie riprodotte arti- del terreno. Gli esemplari raccolti in natura appaio- ficialmente può facilmente agevolare frodi da parte no decolorati per l’azione intensa dei raggi solari in di quei pochi operatori pronti ad attestare una falsa contrasto con il colore verde degli esemplari da attività riproduttiva. Con l’emanazione di vari vivaio. Anche la forma e la densità delle spine sono Regolamenti Comunitari, ultimo in ordine di tempo un sintomo della raccolta in natura. Il genere il Reg. (CE) 865/06, sono stati fissati i criteri per la Copiapoa, che cresce ad altitudini elevate, subisce definizione di riproduzione artificiale. un’irradiazione ultravioletta più intensa e presenta L’articolo interessato definisce l’esemplare propagato un colorito tipico grigiastro dell’epidermide come artificialmente: reazione allo stress luminoso ed anche le spine hanno “…..si tratta di piante o di derivati di piante cresciute un tipico aspetto grigiastro e una durezza non pre- o sviluppatesi da semi, talee, divisioni, tessuti radicali o sente negli esemplari coltivati. Le spedizioni, inoltre, altri tessuti vegetali, spore o altri propaguli in condizio- contengono esemplari piuttosto uniformi per dimen- ni controllate ……” sione e, quindi, la presenza contemporanea di esem- La norma stabilisce che la pianta ottenuta per ripro- plari di varie età allo stesso costo deve insospettire. duzione sessuale o vegetativa deve essere stata ripro- Altro punto chiave per la definizione di propagazio- dotta in ambiente non naturale, integralmente gesti- ne artificiale: to e manipolato dall’uomo che deve assicurare tutti - la riserva riproduttiva originaria è stata costituita gli interventi colturali necessari per assicurarne una in osservanza della normativa applicabile alla data crescita regolare. Operazioni quali la coltivazione, la della sua acquisizione e conservata in modo non concimazione, fertilizzazione, il controllo delle pian- nocivo per la sopravvivenza della specie in ambien- te infestanti, l’irrigazione od operazioni di vivaio te naturale; come l’invasatura, la sistemazione in lettiera e la pro- - la riserva riproduttiva originaria è gestita in modo tezione contro le intemperie permettono una cresci- da garantirne la conservazione nel lungo periodo. ta uniforme e riconoscibile dall’esemplare selvatico. Con il termine di riserva riproduttiva originaria si La cura del vivaista che non permette l’attacco di intendono le piante madri, cresciute in condizioni parassiti o di piante infestanti consente la crescita controllate, utilizzate per la riproduzione e per tale dell’apparato fogliare uniforme e privo di macchie. definizione i semi non possono essere considerati Questo è evidente nelle orchidee dove le foglie degli riserva riproduttiva. La riserva riproduttiva deve esse- esemplari selvatici mostrano tutti i segni dei danni re stata ottenuta in conformità delle leggi nazionali e causati dalle condizioni naturali, quali screziature e CITES, perché, pur avendo riprodotto la generazio- imperfezioni causate dall’azione degli insetti. Inoltre, ne seguente in ambiente controllato in modo eccel- la raccolta veloce e senza cura può provocare rotture lente, se questa discende da esemplari provenienti da o danni alle basi delle foglie. Le piante selvatiche col- operazioni illegali non può più essere considerata tivate in serra, dopo qualche tempo, mostrano chia- come artificialmente propagata. Tale riserva deve ramente la differenza di crescita delle foglie vecchie, essere curata in modo da assicurarne il mantenimen- cresciute nell’ambiente naturale, da quelle nuove, to per un lungo periodo; in alcuni casi, si riconosce cresciute in vivaio. Ancora, gli esemplari selvatici, se la necessità di integrare la riserva con materiale selva- raccolti da poco, possono avere licheni o erbe ancora tico, sempre se ciò non nuoce alla sopravvivenza delle attaccati. Erbe e licheni non sono normalmente pre- specie naturali. I semi sono considerati propagati senti in un vivaio di orchidee. Non è sempre facile artificialmente se ottenuti da piante propagate artifi- discernere l’esemplare prelevato in natura da quello cialmente secondo i criteri individuati dalla CITES, propagato artificialmente e qualche volta si deve pertanto, importare i semi ottenuti da piante selvati- ricorrere all’ausilio di esperti, ma l’osservazione di che senza la prescritta documentazione equivale a alcuni particolari può essere determinante. Un esem- prelevare e importare illegalmente esemplari selvatici. pio pratico può essere costituito dall’operazione che Un caso interessante è emerso con la presentazione al ha portato al sequestro di un grosso quantitativo di Servizio CITES da parte di un vivaista di una dichia- Cactaceae provenienti dal Perù ed importate in Italia. razione di riproduzione artificiale di specie vegetali I 1491 esemplari erano scortati da un certificato incluse nell’Allegato B del Reg. (CE) 318/08. Una CITES d’esportazione peruviano attestante la ripro- nota del Servizio Fitosanitario competente per terri- duzione artificiale, ma al controllo la maggior parte torio attestava, a seguito di verifica sul posto, l’esi- degli esemplari presentava tutti i segni di un prelievo stenza delle condizioni previste dalla CITES per la in natura. La morfologia irregolare è chiara indica- definizione di riproduzione artificiale e con la stessa zione di prelievo in habitat naturale. Le radici, se si forniva un elenco che, oltre a contenere le specie danneggiate o assenti, indicano una raccolta senza la dichiarate dal vivaista, includeva diverse specie del minima cura e presenze di tagli brutali indicano l’av- genere Encephalartos e si attestava per tutte la propa- venuta rimozione di esemplari adulti ben ancorati al gazione artificiale così come definito dalla CITES. terreno. Diversamente, se cresciute in vaso, l’appara- Vista la difformità, il Servizio CITES procedeva al to radicale si accresce adattandosi alla morfologia del controllo in campo e si riscontava la presenza di circa contenitore e mostra delle radici carnose, le cui punte 2.000 esemplari di varie specie di Encephalartos, biancastre segnalano una crescita regolare. Spesso le genere incluso integralmente nell’Allegato A del Reg. 74 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

(CE) 318/08. Dalla documentazione si evidenziava dichiarazione del vivaista al Servizio CITES con cui l’origine degli esemplari da semi acquistati in Belgio lo stesso si impegna al rispetto delle normative. Sarà con origine dal Sudafrica. Da contatti con l’Autorità cura del Servizio CITES controllare che ciò avvenga. di Gestione CITES Belga, si accertava l’inesistenza di La CITES si è rivelata uno strumento di protezione documentazione CITES e, pertanto, l’introduzione e salvaguardia per le specie minacciate d’estinzione dei semi all’interno della Unione Europea era avve- efficace per alcune specie più che per altre. nuta in modo illegale e fraudolento. Le piante erano Probabilmente, quando tutti i commercianti e opera- cresciute in condizioni controllate, ma avevano origi- tori del settore avranno fatto proprio il concetto di ni da semi introdotti illegalmente,pertanto il ceppo uso sostenibile delle risorse, la Convenzione raggiun- parentale ottenuto non poteva considerarsi artificial- gerà veramente il suo obiettivo. Purtroppo, non tutti mente propagato, ma di origine selvatica. Si procede- hanno capito che l’applicazione della norma non va così al sequestro delle piante e al deferimento penalizza, ma piuttosto garantisce la continuità del all’Autorità Giudiziaria del detentore. I vivai che commercio, scongiurando il sovrasfruttamento delle esportano regolarmente esemplari propagati artifi- specie di flora e fauna selvatiche. cialmente di Appendice I possono richiedere di esse- Se la Convenzione, oltre a limitare e vietare l’uso re trascritti nel registro di Appendice I del delle risorse naturali, al contempo fornisce delle Segretariato CITES. Essere riconosciuto come espor- alternative e delle agevolazioni per coloro che ne tatore di esemplari riprodotti artificialmente permet- rispettano i principi, sicuramente non verrà vissuto te al vivaista di poter usufruire dell’esenzione dai dalle popolazioni come un ostruzione al proprio svi- divieti che impongono la non commercializzazione luppo, ma piuttosto come ausilio per uno sfrutta- di esemplari inclusi in Appendice I e Allegato A e di mento consapevole. poter accedere a un sistema di permessi facilitato. I vivaisti possono col loro contributo scoraggiare il Il vivaista che da piante madri in Appendice I o in commercio di piante illegali e svolgere un ruolo effi- Allegato A ottiene una discendenza e vuole essere cace per la conservazione in-situ delle specie. La loro registrato deve dichiararne la detenzione al servizio opera, se in linea con le normative, può essere rico- CITES competente e compilare una scheda apposita nosciuta e i loro commerci agevolati, come nel caso dove vengono richiesti vari dati sulla struttura e sul- di operazioni commerciali che riguardano piante l’attività vivaistica. Verificata l’attendibilità dei dati artificialmente propagate. ricevuti, il servizio CITES inoltra la richiesta alla Segreteria della Commissione Scientifica CITES che, RIASSUNTO - Molte specie vegetali sono incluse nelle in collaborazione con l’Autorità di Gestione, può dis- liste della CITES, la Convenzione sul Commercio porre una verifica se i dati in possesso non sono esau- Internazionale di Specie in Via di estinzione. Per la prote- stivi e successivamente deve esprimere un parere. Il zione delle piante selvatiche, la CITES agevola i vivai che vivaista, atteso il sopralluogo da parte degli accerta- praticano la riproduzione artificiale di specie protette, poi- tori, in caso di riscontro positivo attestando il ricono- ché questa può contribuire a diminuire il prelievo in natu- scimento della propagazione artificiale, viene regi- ra.La definizione di riproduzione artificiale secondo la strato e può utilizzare delle licenze di esportazione normativa CITES prevede che la pianta sia cresciuta in prestampate per specie elencate negli Allegati A o B. ambiente controllato e manipolato dall’uomo. Questo Basta indicare alla casella 23 di dette licenze il nume- permette una crescita uniforme, che insieme all’osserva- ro di registrazione del vivaio e la dicitura: «Licenza zione di altri particolari, consente di distinguerla dall’e- semplare selvatico. Anche la riserva riproduttiva originaria valida unicamente per piante riprodotte artificialmente deve essere stata ottenuta in conformità delle leggi vigen- come definite dalla risoluzione CITES conf. 11.11 ti. Osservate queste disposizioni, il vivaio, una volta rico- (Rev. CoP13).Valida esclusivamente per i seguenti taxa: nosciuta la riproduzione artificiale di determinate specie ……». dagli enti preposti, può essere registrato e accreditato Le procedure di controllo e di riconoscimento di come esportatore di esemplari riprodotti artificialmente e propagazione artificiale di esemplari di Appendice II usufruire così di deroghe e semplificazioni nel rilascio dei o Allegato B sono più semplici e presuppongono la permessi CITES.

AUTORI

Giacoma Muratore ([email protected]), Servizio CITES – Corpo Forestale Regione Siciliana, Via Camillo Camilliani 87, I-90145 Palermo INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 75 La CITES in Italia: attualità e prospettive

Le specie animali segnalate per l’Italia elencate dalla normativa CITES dell’Unione Europea

A. MARTINOLI e M. ROCCO

ABSTRACT - species recorded for Italy and listed in CITES Convention of the European Union – This paper pres- ents the checklist of animal species listed by CITES that have been found in Italy, including species with established pop- ulations as well as species observed occassionally (e.g. birds). For each single species (or groups of species in case of korals), a brief descriptions is given including the taxonomic (systematics, common names) and the the most relevant biological characteristics.

Key words: Italian fauna, CITES, species checklist, distribution

INTRODUZIONE Le specie animali per le quali vengono di seguito for- Mediterraneo e in particolare nelle acque italiane. nite le schede informative, sono state selezionate Balaenoptera musculus (Balenottera azzurra, dalla banca dati CITES (www.cites.org) utilizzando Mammiferi Cetacei) specie per la quale non esistono come criterio di estrazione il dato di presenza nel ter- dati di presenza certa né per i mari italiani né per il ritorio italiano (chiave di selezione “Italy” nel campo Mar Mediterraneo. Herpestes edwardsi (Mangusta “country or territory”). Queste specie sono state poi grigia indiana, Mammiferi, Carnivori) in quanto integrate con quelle incluse negli allegati A, B C e D specie introdotta e naturalizzata nell’area del Parco del Regolamento del Consiglio d’Europa n. 338/97 e del Circeo intorno agli anni ‘70, di cui non esistono successive modificazioni ed integrazioni. A tale pro- più segnalazioni da almeno due decenni. È da evi- posito si sottolinea come alcune specie individuate denziare come questa specie appartenente alla fami- nel database CITES risultino per l’Italia accidentali glia dei Viverridi sia indicata, nella banca dati CITES (ossia di presenza sporadica e/o occasionale nel terri- come appartenente alla famiglia dei Mustelidi. torio italiano). Tale informazione è stata evidenziata Rispetto all’elenco CITES riguardante l’avifauna nelle singole schede. Si è inoltre operato uno stralcio segnalata per l’Italia, è stata effettuata una modifica, dall’elenco risultante dalla banca dati CITES delle sostituendo la specie indicata nell’elenco specie per le quali non vi sono più segnalazioni certe Phoenicopterus ruber (Fenicottero rosso o Fenicottero in Italia da almeno una decina di anni. La cancella- dei Caraibi), in quanto specie a distribuzione caraibi- zione dall’elenco delle specie trattate nel presente ca, presente alle Isole Galapagos e sulla costa setten- lavoro è stata vagliata anche in relazione alle caratte- trionale del Sud America, con la specie ristiche di vagilità degli individui delle specie prese in Phoenicopterus roseus (Fenicottero rosa), presente in considerazione, e all’attuale areale conosciuto, valu- Europa meridionale, parte dell’Asia e dell’Africa, la tando quindi l’eventuale probabilità di una coloniz- cui distribuzione interessa l’Italia. È comunque da zazione o una ricolonizzazione (nel caso di specie di rilevare che per alcuni autori il fenicottero rosa è presenza storica), nell’ambito del territorio italiano. ancora considerato sottospecie di P. ruber, nonostan- A tale proposito quindi non sono state considerate te la proposta suddivisione in due specie distinte. È nella trattazione le specie di seguito riportate. altresì da evidenziare che la recente segnalazione di Lagenorhynchus acutus (Lagenorinco acuto, Mammi- due popolazioni di Ammotragus lervia (Ammotrago o feri Cetacei) in quanto non sono note segnalazioni Pecora crinita o Capra berbera, Mammiferi certe per i mari italiani, inoltre la specie, oltre che ad Artiodattili), seppur di modesta entità numerica, essere in forte regresso, è segnalata solamente essendo costitute da circa una trentina di animali nell’Atlantico settentrionale, condizione che rende- complessivamente, insediate da circa un decennio nel rebbe assai improbabile una sua presenza nel Mar nord Italia (provincia di Alessandria e provincia di 76 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Varese), induce a considerare l’opportunità di inseri- appartenenti tutte le specie successive dell’elenco di re questa specie nell’elenco delle specie presenti nel specie trattato, sino a diversa indicazione. Con database CITES segnalate per l’Italia. È opportuno “periodo delle nascite” o “riproduzione” sono indica- ricordare inoltre che tale specie, originaria del nord ti i mesi o le stagioni per le quali sia possibile eviden- Africa, è da considerarsi alloctona per il nostro Paese, ziare eventuali concentrazioni delle nascite o delle ed è asuspicabile, come per le altre specie non autoc- deposizioni e il periodo degli accoppiamenti. tone, che venga rimossa dagli ambienti naturali in Vengono inoltre fornite indicazioni relative più in cui si è insediata. La compilazione delle schede rela- generale alla riproduzione (es. dimensione dei picco- tive alle specie animali è stata effettuata sia fornendo li alla nascita, tempi di schiusa delle uova, maturità informazioni comuni a tutte le specie (inquadramen- sessuale, numero medio di piccoli alla nascita). to sistematico al rango di famiglia, nome scientifico, Per quanto concerne i coralli è stato fornito l’elenco descrittore, nome comune, sinonimie, habitat, distri- delle specie presenti nelle acque italiane, suddivise buzione in Italia, note, CITES, UE) sia individuan- per famiglie, compilando il paragrafo caratteristiche do specifiche voci in relazione ai diversi gruppi siste- principali con alcuni dati sintetici sull’ecologia e la matici trattati, che verranno specificati nei paragrafi morfologia riferite, in generale, alla media delle dedicati. caratteristiche relative all’ordine.

Contenuti comuni per tutte le specie Contenuti specifici per l’avifauna Per quanto concerne i contenuti comuni delle sche- I dati relativi a nome scientifico della specie, descrit- de ricorrenti per ciascuna specie trattata, le informa- tore e anno di descrizione e nome comune in italia- zioni fornite sono le seguenti: no sono tratti dalla checklist degli Uccelli italiani Famiglia. È indicata la Famiglia a cui viene ascritta la (CISO-COI, 2005, http://www.ciso-coi.org/ specie. A tale Famiglia si intendono appartenenti COImateriale/ListaCISO-COI.pdf). Per quanto tutte le specie successive dell’elenco, sino a diversa concerne la distribuzione e la fenologia viene riporta- indicazione. “Nome scientifico della specie”, ta la corologia della specie ed eventualmente vengono “descrittore” e “anno di descrizione”, sono quelli fornite indicazioni sulla distribuzione geografica delle riportati nella banca dati CITES. I “nomi comuni” sottospecie; viene inoltre riportata la fenologia relati- in italiano sono riportati in ordine di priorità di uti- va all’areale complessivo e al territorio nazionale. Per lizzo (il primo nome citato è quello più comunemen- le specie migratrici, sono riportate indicazioni in te utilizzato per indicare la specie in italiano). merito ai periodi in cui si verificano i movimenti Sinonimi. Sono riportate le eventuali sinonimie del migratori. La terminologia fenologica adottata è quel- nome scientifico attualmente valido per la specie. la di uso corrente, descritta di seguito in dettaglio: Habitat. È riportata sinteticamente la descrizione Sedentaria. Specie o popolazione legata per tutto il degli habitat preferenzialmente utilizzati dalla specie, corso dell’anno ad un determinato territorio, in cui corredati da eventuali indicazioni relative agli inter- viene anche portato a termine il ciclo riproduttivo. valli altitudinali (o batimetrici nel caso di specie Nell’ambito di una popolazione sedentaria possono marine) ove vi è la maggior probabilità di rinvenire la verificarsi erratismi stagionali di breve portata, a specie e da eventuali altre informazioni sull’autoeco- seguito di particolari situazioni ambientali o meteo- logia della specie. rologiche (es. erratismi verticali di popolazioni che si Distribuzione in Italia. È indicata la distribuzione su sono riprodotte in aree montane e che in autunno- ampia scala della specie specificando nel dettaglio la inverno si spostano verso il fondovalle). presenza della specie nel territorio italiano. Dispersiva. Specie o popolazione che compie movi- Note. Sono fornite indicazioni aggiuntive ritenute menti di varia portata, anche in diverse direzioni (es. utili o comunque di un certo interesse per compren- dispersione giovanile nel periodo compreso tra l’in- dere meglio alcune peculiarità della specie. volo e la migrazione autunnale). CITES. Viene indicato il numero dell’appendice in Migratrice. Specie o popolazione che compie cui è inserita la specie secondo la Convention on annualmente spostamenti dalle aree di nidificazione International Trade in Endangered Species of Wild verso le zone di svernamento (generalmente in Fauna and Flora. autunno) e, da queste, verso i siti riproduttivi (in pri- UE. Viene indicato l’allegato in cui è inserita la spe- mavera). Una specie o una popolazione è considera- cie secondo il Regolamento CE N. 338/97 e sucessi- ta migratrice per un determinato territorio quando vi ve modificazioni ed integrazioni. transita senza nidificare o svernare. Nidificante. Specie o popolazione che porta regolar- Contenuti specifici per alcune specie mente a termine il ciclo riproduttivo in un determi- Per quanto concerne Mammiferi, Uccelli, Rettili, nato territorio. Il termine viene utilizzato in abbina- Anfibi, Insetti, Antozoi e Idrozoi l’inquadramento mento a sedentaria. sistematico ai ranghi superiori alla Famiglia è relativo Migratrice nidificante o estiva. Specie o popolazio- alla Classe e all’Ordine mentre per i pesci è relativo ne migratrice e nidificante in un determinato territo- alla Sottoclasse (Elasmobranchi e Attinopterigi) e rio, nel quale non viene abitualmente effettuato lo all’Ordine. All’Ordine esplicitato si intendono svernamento. La CITES in Italia: attualità e prospettive 77

Estivante. Specie o popolazione migratrice che si trat- MAMMIFERI CETACEI tiene in un determinato territorio durante il periodo Famiglia: Ziphiidae estivo o buona parte di esso, senza nidificare. Svernante. Specie o popolazione migratrice che si Mesoplodon bidens (Sowerby, 1804). (Mesoplodonte sofferma a passare l’inverno o buona parte di esso in di Sowerby, Mesoplonte bidente). un determinato territorio, ripartendo in primavera Sinonimi. Physeter bidens Sowerby, 1804; Delphinus verso le aree di nidificazione. sowerbensis Blainville, 1817; Aodon dalei Lesson, 1828. Accidentale. Specie che frequenta un determinato Periodo delle nascite. Le nascite avvengono in tarda territorio sporadicamente, in genere con individui primavera dopo una gestazione di circa 12 mesi. I singoli o in numero molto limitato. Si tratta in gene- piccoli alla nascita hanno dimensioni di 2.4-2.7 re di specie con areali di nidificazione e quartieri di metri di lunghezza e pesano circa 185 kg. svernamento molto lontani. Habitat. Presente principalmente nelle acque tempe- rate e subartiche a elevate profondità (tra i 200 e i Categorie AERC 1500 m). Distribuzione in Italia. Specie presente Viene fornito un codice alfanumerico di 3 cifre così nell’Atlantico settentrionale considerata accidentale composto: la prima lettera rappresenta la categoria per il Mediterraneo e la cui presenza nei mari italia- AERC (Association of European Records and Rarities ni non è stata accertata. Committees), il primo numero indica lo status gene- Note. Specie accidentale. rale ed il secondo numero lo status riproduttivo. Tale CITES. Appendice II codice alfa numerico permette di classificare le specie UE. Allegato A in accordo con il sistema di categorizzazione ufficial- Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ mente adottato dall’AERC. Di seguito viene detta- details/13241 gliata la legenda dei codici AERC utilizzati: A = spe- cie di origine apparentemente selvatica, osservata Ziphius cavirostris G. Cuvier, 1823. (Zifio). almeno una volta a partire dal 1950. B = specie di Sinonimi. Delphinus desmarsti Risso, 1826; origine apparentemente selvatica, osservata almeno Delphinus philippii Cocco, 1846; Ziphius savii una volta tra il 1800 e il 1949. C = specie introdotta Richiardi, 1873. dall’uomo o sfuggita dalla cattività, che ha formato Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di almeno una popolazione nidificante in grado di gestazione di circa 12 mesi, avvengono in tutto l’ar- autosostenersi. co dell’anno e non sembra esserci uno specifico Status generale (primo numero): 1 = regolare: specie periodo riproduttivo. I piccoli alla nascita misurano constatata in almeno 9 degli ultimi 10 anni. 2 = irre- 2-3 m di lunghezza e un peso di circa 250 kg. golare: specie constatata più di 10 volte e in almeno Habitat. Presente principalmente nelle acque tropi- 6 anni dopo il 1950, ma in meno di 9 degli ultimi 10 cali e temperate a elevate profondità (oltre i 200 m). anni. 3 = accidentale: specie constatata 1-10 volte o Distribuzione in Italia. Specie a distribuzione in 1-5 anni dopo il 1950. 4 = storica: specie consta- cosmopolita, presente in tutti i mari e gli oceani del tata almeno una volta, ma non dopo il 1950. mondo. Di presenza regolare nel Mar Mediterraneo, Status riproduttivo (secondo numero): 1 = regolare: accertata la presenza nel Mar Ligure e nel Mar Ionio specie che ha nidificato in almeno 9 degli ultimi 10 centrale e meridonale. anni. 2 = irregolare: specie che ha nidificato in 1-8 Note. È l’unica specie del genere Ziphius. degli ultimi 10, ma in più di 3 siti o anni; ance spe- CITES. Appendice II cie che non ha nidificato negli ultimi 10 anni, ma ha UE. Allegato A nidificato in più di 3 siti o anni nel periodo prece- Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ dente (mai però regolarmente). 3 = accidentale: spe- details/23211 cie che ha nidificato solo in 1-3 siti o anni. 4 = stori- ca: specie che ha nidificato regolarmente in un certo Famiglia: Fiseteridi periodo, ma mai negli ultimi 10 anni. 0 = specie per Kogia sima (Owen, 1866). (Cogia di Owen). la quale mancano prove certe di nidificazione. Sinonimi. Kogia simus (Owen, 1866). Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Periodo di nidificazione gestazione di circa 9 mesi, avvengono in un periodo Per il territorio italiano (nel caso di specie nidifican- di 4-5 mesi, con un picco nel periodo estivo. I picco- ti in Italia) e per i paesi d’origine delle specie trattate li alla nascita misurano 1 m di lunghezza e un peso non nidificanti sul territorio nazionale, vengono for- di circa 40-50 kg. nite indicazioni in merito al periodo riproduttivo. In Habitat. Presente principalmente nelle acque tropi- particolare, vengono riportate informazioni relative cali e temperato-calde. Avvistabile più frequente- al periodo di deposizione delle uova, dei tempi di mente nelle acque superficiali in prossimità delle incubazione, del numero di giorni che intercorrono coste. tra la schiusa e l’involo. Dove possibile vengono for- Distribuzione in Italia. Specie a distribuzione ampia, niti dati sul numero di covate per anno e sulle presente in tutti i mari e gli oceani del mondo. Di dimensioni della covata. presenza accidentale nel Mar Mediterraneo, accerta- 78 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 ta la presenza nelle acque italiane in relazione ad un CITES. Appendice II paio di spiaggiamenti. UE. Allegato A Note. Secondo alcuni autori apparterrebbe alla fami- Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ glia dei Cogidi. details/6336 CITES. Appendice II UE. Allegato A Globicephala melas (Traill, 1809). (Globicefalo, Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Delfino pilota). details/11048 Sinonimi. Delphinus melas Traill, 1809; Delphinus globiceps G. Cuvier, 1812; Delphinus deductor Physeter catodon Linnaeus, 1758. (Capodoglio, Scoresby, 1820; Globicephalus melas Flower, 1885; Fisetere, Organante). Globicephala melaena (Thomas, 1898). Sinonimi. Physeter catodon Linnaeus, 1758; Physeter Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di microps Linnaeus, 1758; Physeter tursio Linnaeus, gestazione di circa 15-16 mesi, avvengono nel perio- 1758; Physeter maximus G. Cuvier, 1798; Catodon do luglio-ottobre, con un picco nel periodo estivo. I macrocephalus Lacepede, 1804. piccoli alla nascita misurano circa 1,8-2 m di lun- Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di ghezza e hanno un peso di circa 75-110 kg. gestazione di circa 14-16 mesi, avvengono principal- Habitat. Presente principalmente nelle acque pro- mente nel periodo autunnale. I piccoli alla nascita fonde e fredde del globo. Le acque tropicali e sub tro- misurano 4 m di lunghezza e un peso di circa 600- picali costituiscono una bariera che tiene separate le 1000 kg. popolazioni settentrionali da quelle meridionali. Habitat. Presente principalmente nelle acque pro- Distribuzione in Italia. Frequente in tutta la parte fonde di tutti i mari e gli oceani. Più comune nelle centrale del Bacino Mediterraneo, dal Mar Ligure al acque temperate e tropicali. Mare di Corsica e di Sardegna al Tirreno Distribuzione in Italia. Specie a distribuzione ampia, Settentrionale e Centrale, meno presente nella zona presente in tutti i mari e gli oceani del mondo. Specie orientale. Poco segnalato nel Mar Ionio, se non ubiquitaria nel Mar Mediterraneo, segnalata spesso all’interno del Golfo di Taranto. in prossimità della isobata dei mille metri. Note. Vengono distinte due diverse popolazioni: nel- Note. È il più grande di tutti gli Odontoceti e il più l’emisfero sud (associata alle correnti di Humboldt, grande animale vivente munito di denti, inoltre è il delle Falkland e del Benguela) e nell’Atlantico del mammifero che si immerge più in profondità (fino a Nord. Sono separate geograficamente dalla larga 2200 metri), riuscendo a trattenere il respiro per più fascia tropicale e possono essere considerate specie o di 2 ore. sottospecie differenti (edwardii al sud e melas al nord). CITES. Appendice I CITES. Appendice II UE. Allegato A UE. Allegato A Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ details/41755 details/9250

Famiglia: Delfinidi Grampus griseus (G. Cuvier, 1812). (Grampo, Delphinus delphis Linnaeus, 1758. (Delfino comune). Delfino di Risso). Sinonimi. Delphinus vulgaris Lacepede, 1804; Sinonimi. Delphinus griseus G. Cuvier, 1812; Delphinus capensis Gray, 1828; Delphinus longirostris Delphinus rissoanus Desmarest, 1822; Delphinus G. Cuvier, 1829. rissoi Gervais, 1859; Grampidelphis griseus (Miller e Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Kellog, 1955). gestazione di circa 10-12 mesi, avvengono principal- Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di mente nel periodo autunnale. I piccoli alla nascita gestazione di circa 11-12 mesi, avvengono principal- misurano circa 1 m di lunghezza e hanno un peso di mente nel periodo invernale, sebbene nell’Atlantico circa 7-15 kg. settentrionale ci possano essere frequenti nascite esti- Habitat. Presente principalmente nelle acque costie- ve. I piccoli alla nascita misurano circa 1.1-1.5 m di re con temperature medie superficiali di circa 10 lunghezza. gradi. Frequenta le acque pelagiche sino a qualche Habitat. È specie pelagica e di mare profondo (fre- migliaio di chilometri dalle coste. quentemente tra i 400-1000 m di profondità) ma Distribuzione in Italia. Specie oceanica distribuita può essere avvistata anche in prossimità della costa, nelle acque tropicali e temperate dell’oceano in particolare su scarpate continentali a forte pen- Atlantico e Pacifico. Nel Mar Mediterraneo è regolar- denza o su canyons sottomarini. mente presente solo tra le isole dell’arcipelago greco e È frequente nei mari tropicali e temperati caldi, in il Mare di Alboran. La presenza della specie nelle estate si spinge anche in acque più fresche. acque italiane è stata accertata nel Mar Ligure, nei Distribuzione in Italia. Presente nell’Oceano mari della Sicilia, nel Tirreno Centrale, nell’Adriatico Atlantico, Oceano Pacifico e Oceano Indiano. Meridionale e nello Ionio Settentrio-nale. Avvistamenti e spiaggiamenti segnalati in tutto il Note. La popolazione del Mediterraneo e del Mar Bacino Mediterraneo, soprattutto in Mar Ligure, Nero sembra essere isolata. nell’Arcipelago Toscano e a nord della Sicilia. La CITES in Italia: attualità e prospettive 79

Note. Particolari della riproduzione poco conosciuti: acque meridionali del bacino. sembra che in Mediterraneo si accoppino in autunno. Note. La Pseudorca è uno dei più grossi delfini esi- CITES. Appendice II stenti, lungo fino a 6 metri e pesante 1.4 tonnellate. UE. Allegato A CITES. Appendice II Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ UE. Allegato A details/9461 Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ details/18596 Orcinus orca (Linnaeus, 1758). (Orca). Sinonimi. Delphinus orca Linnaeus, 1758; Orca gla- Stenella coeruleoalba (Meyen, 1833). (Stenella stria- diator Van Beneden et Gervais, 1868-80; Grampus ta, Delfino dalle briglie, Delfino eufrosine). orca (Miller e Kellog, 1955). Sinonimi. Delphinus ceruleo-albus Meyen, 1833; Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Delphinus styx Gray, 1846; Clymene dorides Gray, gestazione di circa 15-18 mesi, avvengono principal- 1866; Prodelphinus euphrosyne Flower, 1885. mente nel periodo tra ottobre e marzo. I piccoli alla Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di nascita misurano circa 2.1-2.5 m di lunghezza e gestazione di circa 12-13 mesi, avvengono principal- hanno un peso di circa 180 kg. mente nel periodo invernale ed estivo, autunnale in Habitat. Presente sia negli abissi sia nei bassi fondali Mediterraneo. I piccoli alla nascita misurano circa 0.8- vicino alle coste arrivando a volte addirittura fino alle 1 m di lunghezza e hanno un peso di circa 10-13 kg. foci di alcuni fiumi. L’orca frequenta preferenzial- Habitat. Predilige le acque temperate e tropicali la mente acque fredde; in estate può cacciare anche tra cui temperatura varia dai 10 ai 26 °C, sebbene il loro i banchi di ghiaccio. optimum sia intorno ai 18-22 °C. Generalmente è Distribuzione in Italia. Specie diffusa in tutti gli animale pelagico ma si incontra di frequente anche oceani e i mari del mondo. In Mediterraneo è consi- sotto costa, dove la scarpata continentale abbia forte derata specie occasionale. Avvistamenti e spiaggia- pendenza, ovvero dove le isobate siano molto vicine menti sono per lo più localizzati nella parte occiden- tra loro. Può cacciare sino a profondità di 200 m. tale del Bacino. Si ipotizza che non esista una popo- Distribuzione in Italia. Presente in tutti i mari e gli lazione di orche residenziale nel Mediterraneo ma oceani del mondo. Presente comunemente in tutto il che sporadicamente alcuni esemplari entrino dallo Mediterraneo. Stretto di Gibilterra. Note. È il Delfinide più comune in Mediterraneo e Note. Il peso del maschio di orca può arrivare fino a per questo spesso erroneamente segnalato come 5600 kg, mentre quello della femmina fino a 3800 Delfino comune (appartenente invece alla specie kg. La lunghezza è di 9 metri per il maschio e 7.9 Delphinus delphis). metri per la femmina. L’orca è il mammifero più CITES. Appendice II UE. Allegato A veloce al mondo (in acqua) e può raggiungere la velo- Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ cità di 55 km/h. details/20731 CITES. Appendice II UE. Allegato A Steno bredanensis (G. Cuvier in Lesson, 1828). Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ (Steno, Delfino dai denti rugosi, Steno dal rostro). resources/ID/fauna/Volume1/A111.002.004.001%2 Sinonimi. Delphinus rostratus Desmarest, 1817; 0Orcinus%20orca_E.pdf; http://www.iucnredlist. Delphinus bredanensis Lesson, 1828; Steno frontatus org/details/15421 (Blyth, 1863); Steno rostratus (Lutkin, 1889). Periodo delle nascite. Le nascite avvengono dopo un Pseudorca crassidens (Owen, 1846). (Pseudorca). periodo di gestazione non noto con precisione ma Sinonimi. Phocaena crassidens Owen, 1846; Orca presumibilmente tra i 10 e i 12 mesi. I piccoli alla crassidens Gray, 1846; Orca meridionalis Flower, nascita misurano circa 0.8-1 m di lunghezza. 1865; Globicephalus grayi Burmeister, 1867. Habitat. Presente principalmente nelle acque pro- Periodo delle nascite. Le nascite sembrerebbero fonde tropicali e sub-tropicali. Sembra evitare acque avvenire nel corso di tutto l’anno anche se si è evi- fredde o correnti fredde anche superficiali. denziato un periodo di maggior concentrazione dei Distribuzione in Italia. Presente dal Pacifico occi- parti tra il tardo inverno e l’inizio della primavera. La dentale sino al Mediterraneo. gestazione dura 11-15 mesi circa e i piccoli alla nasci- In questo mare, considerata un tempo specie occasio- ta misurano circa 1.6-1.9 m di lunghezza e hanno un nale, negli ultimi anni ne è stata registrata una mag- peso di circa 80 kg. giore presenza, in particolare nella parte più meridio- Habitat. Diffusa in tutti i mari tropicali e temperati nale del Bacino. del globo, principalmente in acque profonde (anche Note. Questo delfino venne descritto per la prima oltre i 2000 m di profondità). A volte si spinge in volta da Cuvier nel 1823 ed è l’unica specie descritta acque costiere. appartenete al genere Steno. Distribuzione in Italia. Specie ad ampia distribuzio- CITES. Appendice II ne nei mari temperati e caldi dove risulta essere quasi UE. Allegato A cosmopolita. Considerata specie occasionale nel Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Mediterraneo dove è stata segnalata in particolare in details/20738 80 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Tursiops truncatus (Montagu, 1821). (Tursiope, Pterobalaena minor Eschricht, 1849; Balaenoptera Delfino maggiore, Tursiope troncato, Delfino soffia- bonaerensis Burmeister, 1867; Balaenoptera davidsoni tore, Tursione). Scammon, 1872; Sibbaldius mondinii Capellini, Sinonimi. Delphinus troncatus Montagu, 1821; 1877; Balaenoptera rostrata (Van Beneden et Gervais, Tursiops tursio (Gervais, 1855). 1868-1880). Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di gestazione di circa 12 mesi, avvengono principal- gestazione di circa 10-11 mesi, avvengono principal- mente nel periodo estivo. I piccoli alla nascita misu- mente nei mesi di dicembre e giugno. I piccoli alla rano circa 0.85-1.3 m di lunghezza e hanno un peso nascita misurano circa 2.4-2.8 m di lunghezza e di circa 15-30 kg. hanno un peso di circa 450 kg. Habitat. Predilige ambienti costieri con acque tem- Habitat. Presente sia in zona costiera sia in mare perato calde. aperto anche se sembra frequentare comunemente Distribuzione in Italia. Specie oceanica cosmopolita estuari, baie, fiordi e lagune. Sembra preferire acque distribuita nelle acque tropicali e temperate. temperato fredde ed evitare le acqua tropicali. Probabilmente presente in tutto il Mediterraneo. Distribuzione in Italia. Specie cosmopolita presente Note. Il Tursiope è considerato per eccellenza il più in tutti i mari e gli oceani del mondo. Considerata opportunista tra i Delfinidi: riesce, infatti, ad adat- una specie occasionale per il Mar Mediterraneo ove è tarsi anche a condizioni estreme di antropizzazione, prevalentemente presente nel bacino occidentale, il come baie e porti molto trafficati. Gli esemplari di Centro Studi Cetacei ne segnala, al 2001, 11 spiag- questa specie sono noti ai pescatori del Mediterraneo giamenti su coste italiane. per le interazioni con le loro reti da pesca. Spesso, Note. La balenottera minore è una delle due specie infatti, i Tursiopi sviluppano una strategia alimenta- più piccole e comuni della famiglia dei Balenotteridi. re legata alle abitudini di pesca locali cacciando il CITES. Appendice I pesce appena catturato dalle reti, prima che i pesca- UE. Allegato A tori tornino a ritirarle. Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ CITES. Appendice II details/2474 UE. Allegato A Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Balaenoptera physalus (Linnaeus, 1758). resources/ID/fauna/Volume1/A111.002.014.002%2 (Balenottera comune). 0Tursiops%20truncatus_E.pdf; http://www.iucnred Sinonimi. Balaena physalus Linnaeus, 1758; Balaena list.org/details/22563 boops Linnaeus, 1758; Balaenoptera rorqual Lacepede, 1804; Balaenoptera meditarraneensis Famiglia: Focenidi Lesson, 1828; Balaena antiquorum Fisher, 1829; Balaena quoyi Fisher,1829; Rorqualus musculus F. Phocoena phocoena (Linnaeus, 1758). (Focena Cuvier, 1836; Balaenoptera musculus Van Beneden et comune, Focena, Marsuino, Porco marino). Gervais 1868-1880. Sinonimi. Delphinus phocoena Linnaeus, 1758. Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di gestazione di circa 11-12 mesi, avvengono principal- gestazione di circa 11 mesi, avvengono principal- mente nel periodo invernale e primaverile. I piccoli mente nel periodo tra maggio e agosto. I piccoli alla alla nascita misurano circa 6-6,5 m di lunghezza e nascita misurano circa 0.70-0.85 m di lunghezza e hanno un peso di circa 1800-2000 kg. hanno un peso di circa 5-8 kg. Habitat. Specie pelagica presente prevalentemente in Habitat. É normalmente specie costiera che occupa acque temperate e temperato-fredde.Evita tenden- anche aree di acqua dolce o salmastra, in particolare zialmente acque tropicali e polari. nei pressi di lagune costiere. Distribuzione in Italia. Specie cosmopolita presente Distribuzione in Italia. La Focena comune è presen- in tutti i mari e gli oceani del mondo. Nel te nell’Atlantico settentrionale, nell’Oceano Artico e Mediterraneo è specie regolare, più frequente nell’a- nel Pacifico settentrionale. È probabilmente assente rea centro-occidentale. Avvistata dal Mar Ligure al o occasionale in Mediterraneo ma regolare e ben Tirreno Meridionale fino allo Ionio, si incontra nor- conosciuta nel Mar Nero e nel Nord Egeo, nell’area malmente in acque pelagiche, oltre la isobata dei più prossima allo Stretto dei Dardanelli. 2000 metri e spesso ai margini di anelli di corrente di Note. È uno dei più piccoli mammiferi oceanici del acque fredde. mare. Note. La balenottera comune è il secondo animale CITES. Appendice II del pianeta per dimensioni, dopo la balenottera UE. Allegato A azzurra. Può infatti raggiungere e superare i 26 m. Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Gli individui dell’emisfero boreale sono normalmen- details/17027 te di 1-1.5 m più corti di quelli dell’emisfero austra- le. È il più grande cetaceo del Mediterraneo. Famiglia: Balenotteridi CITES. Appendice I Balaenoptera acutorostrata Lacépède, 1804. UE. Allegato A (Balenottera minore o balenottera rostrata). Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Sinonimi. Balaena rostrata Fabricius, 1780; details/2478 La CITES in Italia: attualità e prospettive 81

Famiglia: Balenidi UE. Allegato C Eubalaena glacialis (P. L. S. Müller, 1776). (Balena Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ franca nordatlantica, Balena nera, Balena dei Baschi). details/3744 Sinonimi. Balaena nordcaper Lacepede, 1804; Balaena australis Dasmoulins, 1822; Balaena bisca- Canis lupus Linnaeus, 1758. (Lupo, Lupo appenninico) yensis Eschricht 1860; Eubalaena australis (Gray, Sinonimi. Canis lupus italicus Altobello, 1921. 1864); Balaena mediterranea Gray, 1870; Macleayius Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di britannicus Gray, 1870; Balaena tarentina Capellini, gestazione di circa 63 giorni, avvengono principal- 1877; Eubalena glacialis (Tomilin, 1962). mente nel periodo primaverile, in particolare nel Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di mese di maggio. Le cucciolate hanno un numero gestazione di circa 12 mesi, avvengono principal- variabile di piccoli da 1 a 11, mediamente 6. mente nel periodo invernale e primaverile. I piccoli Habitat. Presente in gran parte degli habitat dell’e- alla nascita misurano circa 4.5-6 m di lunghezza e misfero settentrionale, con l’eccezione delle foreste hanno un peso di circa 1000 kg. tropicali e dei deserti aridi. In Italia presente dai 300 Habitat. Frequenta principalmente aree costiere m di quota sino a oltre 2500 m. come baie e penisole con acque poco profonde carat- Distribuzione in Italia. Specie presente, seppur con terizzate da grande abbondanza di Copepodi. un areale molto frammentato, nell’emisfero setten- Distribuzione in Italia. Solo due segnalazioni da dati trionale, a nord del 20° N di latitudine. La presenza bibliografici precedenti il 1985. attuale del lupo in Italia interessa l’intera catena Note. Le balene franche nordatlantiche sono facil- appenninica dall’Aspromonte sino alle Alpi mente distinguibili dalle altre balene per le callosità Marittime. Recentemente (inizio anni ‘90) vi è stata presenti sulla loro testa, per il largo dorso privo di una colonizzazione stabile anche dell’arco alpino, in pinna dorsale e per il lungo profilo arcuato della bocca. cui la specie è presente dalle Alpi sud-occidentali pie- CITES. Appendice I montesi sino alla Valle d’Aosta. UE. Allegato A Note. La popolazione presente in Sicilia è estinta Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ dagli anni ‘40, mentre in Sardegna la specie non è details/41712 mai stata presente. CITES. Appendice II UE. Allegato A MAMMIFERI CARNIVORI Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Famiglia: Canidi resources/ID/fauna/Volume1/A112.001.003.005%2 0Canis%20lupus_E.pdf; http://www.iucnredlist. Canis aureus Linnaeus, 1758. (Sciacallo, Sciacallo org/details/3746 dorato). Sinonimi. Canis aureus dalmaticus Fitzinger, 1830; Famiglia: Ursidi Canis aureus var. moreotica Geoffroy, 1835; Canis aureus dalmatinus Wagner, 1841; Canis graecus Ursus arctos Linnaeus, 1758. (Orso bruno, per la Wagner, 1842; Canis aureus balcanicus Brusina, sottospecie presente in Appennino, Ursus arctos mar- 1892; Canis lupus minor Mojsisovics, 1897; Canis sicanus Altobello, 1921: Orso d’Abruzzo, Orso mar- aureus hungaricus Ehic, 1938; Canis aureus ecsedensis sicano). Kretzoi, 1947. Sinonimi. Ursus arctos Boddaert, 1772; Ursus arctos Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di fuscus Gmelin, 1788; Ursus arctos rufus Borkhausen, gestazione di circa 60-63 giorni, avvengono princi- 1797; Ursus alpinus Fischer, 1814; Ursus formicarius palmente tra aprile e la prima metà di maggio. Le Billberg, 1828. cucciolate, alquanto variabili, sono composte media- Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di mente da 2-6 piccoli. gestazione di circa 180-260 giorni, avvengono prin- Habitat. Presente principalmente nei territori pianeg- cipalmente nel periodo tra gennaio e marzo, presso il gianti e collinari ricoperti da fitta macchia arbustiva o rifugio invernale. I piccoli della cucciolata sono gene- da estesi ambienti umidi con canneti e macchie gole- ralmente 2 o 3. nali. In genere evita boschi montani anche se può Habitat. Presente principalmente nelle aree ampia- superare altitudini elevate durante gli spostamenti. mente forestate e condisturbo antropico ridotto. In Distribuzione in Italia. Specie presente in buona genere la specie non è segnalata, in Italia, sotto i 500 parte del continente africano, Europa sudorientale, m di quota, prediligendo la fascia altitudinale tra i Medio Oriente, Anatolia, Caucaso sino a parte 550 m e i 1600 m. dell’India, Sri Lanka e Indocina. In Italia la specie è Distribuzione in Italia. Specie presente nella regione segnalata dai primi anni ‘80 interessando il Friuli- olartica, seppur con una distribuzione assai fram- Venezia Giulia e il Veneto, in particolare nelle pro- mentata e coincidente principalmente, in Europa, vincie di Belluno, Udine, Treviso, Gorizia e Trieste. con i rilievi montuosi. In Italia la specie è presente in Note. La specie è in forte espansione negli ultimi due tre distinte porzioni di territorio: nel settore delle decenni ed è da considerarsi in una probabile fase di Alpi Centrali, frutto di un intervento di reintrodu- insediamento stabile in Italia. zione con esemplari provenienti dalla Slovenia; nelle CITES. Appendice III w Alpi Orientali frutto di colonizzazione spontanea da 82 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 parte di individui provenienti dalla Slovenia; in Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di Appennino centrale, nell’area del Parco Nazionale gestazione di circa 63-68 giorni, avvengono preva- d’Abruzzo, Lazio e Molise. lentemente tra metà marzo e fine aprile ma si posso- Note. In Italia sono presenti due distinte sottospecie: no protrarre sino a fine autunno. I piccoli alla nasci- U. a. arctos nelle Alpi Centrali e Orientali, (presenza ta hanno un peso tra i 40 e i 160 g. frutto principalmente di operazioni di reintroduzio- Habitat. Predilige in modo particolare gli habitat ne), e U. a. marsicanus in Appennino centrale. forestali di latifoglie anche se può cacciare in ambien- CITES. Appendice II ti aperti. In genere predilige altitudini tra i 400 e gli UE. Allegato B 800 m o comunque aree con permanenza della Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- copertura nevosa inferiore a 100 giorni all’anno. ces/ID/fauna/Volume1/A112.002.006.001%20Urs Distribuzione in Italia. La presenza della specie in us%20arctos_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ Italia è relativa a quattro aree: lungo la penisola details/41688 dall’Aspromonte sino all’Appennino Umbro- Marchgiano; sulle Alpi è segnalato in due distinte Famiglia: Mustelidi aree, ossia in Liguria, dalla frontiera francese sino alla Lutra lutra (Linnaeus, 1758). (Lontra, Lontra provincia di Savona, e al confine con la Slovenia sino comune). alla pianura friulana; nella porzione settentrionale Sinonimi. Mustela lutra Linnaeus, 1758; Lutra vulga- della Sicilia e in Sardegna. ris Erxleben, 1777; Mustela lutra piscatoria Kerr, Note. La popolazione presente in Sardegna è stata 1792; Lutra fluviatilis Leach, 1816; Lutra vulgaris introdotta dall’uomo probabilmente in epoca remo- var. marinus Billberg, 1827; Lutra nudipes Melchior, ta, sebbene non ci siano ancora dati certi circa la cro- 1834; Lutra roensis Ogilby, 1834. nologia della sua introduzione. Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di CITES. Appendice II gestazione di circa 60-70 giorni, avvengono in tutte UE. Allegato A le stagioni. Le cucciolate sono composte in genere da Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- 1-3 piccoli e solo eccezionalmente da 5. ces/ID/fauna/Volume1/A112.007.001.026%20Felis Habitat. Presente principalmente in fiumi e torrenti %20silvestris_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ di bassa quota (tra i 200 e i 600 m di altitudine) con details/8543 acque poco profonde dove esiste una buona alternan- za tra ambienti con acque lotiche e lentiche, solo Lynx lynx (Linnaeus, 1758). (Lince euroasiatica, marginalmente presente in laghi e valli costiere. Lince comune). Distribuzione in Italia. La specie è presente in Sinonimi. Felis linx Linnaeus, 1758; Lynx vulgaris Europa, Asia minore, Siberia (a media latitudine) e Kerr, 1792; Linx vulgaris alba Kerr, 1792; Lynx vul- Africa settentrionale, sebbene con distribuzione garis melinus Kerr, 1792; Felis borealis Thunberg, frammentata. Nelle isole del Mediterraneo è presen- 1798; Felis kattlo Schrank, 1798; Felis lyncula te solo a Corfù, Eubea e Chios (Grecia). In Italia la Nilsson, 1820; Felis cervaria Temminck, 1824; Felis specie si è notevolmente rarefatta nel corso dell’ulti- lupulinus Thunberg, 1825; Felis vulpinus Thunberg, mo secolo, e attualmente è presente solo in 1825; Felis virgata Nilsson, 1829; Felis isabellina Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. Blyth, 1847; Lynx lynx Trouessart, 1910; Lynx dinni- Note. La specie in Italia, sino a pochi decenni or ki Satunin, 1915; Lynx lynx wrangeli Ognev, 1928; sono, era presente in alcuni bacini idrografici dalla Lynx lynx balcanica Buresch, 1941; Lynx linx kozlovi Liguria sino alla Calabria. Fetison, 1950; Lynx lynx neglectus Stroganov, 1962; CITES. Appendice I Lynx lynx carpathicus Kratochvil & Stollman, 1963; UE. Allegato A Felis (Lynx) lynx stroganovi Heptner, 1969; Lynx lynx Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- martinoi Miric, 1978; Lynx lynx alpina Ragni, ces/ID/fauna/Volume1/A112.004.023.004%20Lutr Possenti & Mayr, 1993. a%20lutra_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di details/12419 gestazione di circa 65-72 giorni, avvengono princi- palmente nel periodo tardo primaverile. Famiglia: Felidi Habitat. Specie legata ad ambienti forestali sia in Felis silvestris (Schreber, 1777). (Gatto selvatico). aree planiziali che collinari e montane con maggior Sinonimi. Felis catus Linnaeus, 1758; Felis (Catus) frequenza di contatto a quote inferiori ai 1500 m di silvestris Schreber, 1777; Felis catus ferus Erxleben, altitudine. In particolare predilige le formazioni 1777; Felis lybica Forster, 1780; Felis ocreata Gmelin, miste di latifoglie e conifere ricche di affioramenti 1791; Felis lybica var. sarda Lataste, 1885; Catus ferox rocciosi e ripari. Martorelli, 1896; Felis mediterranea Martorelli, Distribuzione in Italia. Specie con ampia distribu- 1896; Felis sylvestris Pocock, 1907; Lynx sardiniae zione nel paleartico, sebbene sensibilmente ridotta Mola, 1908; Felis silvestris Trouessart, 1910; Felis rispetto ad un paio di secoli fa. In Italia sino alla fine ocreata sarda Trouessart, 1910; Felis molisana del XVIII secolo era presente su tutto l’arco alpino e Altobello, 1921; .Felis silvestris libyca Ellerman & probabilmente sino a metà ‘800 anche in alcune aree Morrison-Scott, 1951. dell’Appennino centrale. Attualmente la presenza La CITES in Italia: attualità e prospettive 83

della specie sull’arco alpino è da mettere in relazione Sinonimi. Rupicapra rupicapra ornata, Lyddeker 1913; agli sconfinamenti di individui da Francia, Svizzera, Rupicapra pyrenaica ornata, Nascetti et al., 1985. Austria e Slovenia ove sono stati effettuati interventi Periodo delle nascite. I piccoli vengono partoriti nel di reintroduzione. In Appennino è probabilmente periodo che va dalla prima decade di maggio all’ulti- presente un nucleo di individui nell’area del Parco ma decade di giugno, dopo una gestazione di 25-27 Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise forse frutto di settimane. Ingenere nascono 1-2 piccoli, più rara- immissioni abusive. mente 3. Note. Gli esemplari autoctoni delle Alpi, noti in Habitat. Praterie d’altitudine tra i 1200 e i 1700 m quanto tassidermizzati e conservati presso i musei di di quota nel periodo luglio-dicembre e aree boscate storia naturale, mostravano frequentemente colora- tra i 1000 e i 1300 m di quota tra gennaio e giugno. zione uniforme del mantello senza traccia di striatu- Distribuzione in Italia. In Appennino Centrale nel re e macchie (forma “concolore”). CITES. Appendice II Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise sui Monti UE. Allegato A Amaro, Costa Camoscira, Sterpi d’Alto, Boccanera, Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- Capraro, Iamiccio, Petroso, Altare, Meta, catena ces/ID/fauna/Volume1/A112.007.001.015%20Lyn delle Mainarde e zone limitrofe. Sono stati effettuati x%20lynx_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ interventi di reintroduzione nei massicci della details/12519 Majella e del Gran Sasso. Note. La sottospecie risulta endemica. Famiglia: Focidi CITES. Appendice I Monachus monachus (Hermann, 1779). (Foca UE. Allegato A monaca, Foca monaca mediterranea, Foca mediterra- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- nea, Bue marino). ces/ID/fauna/Volume1/A119.009.044.001%20Rup Sinonimi. Phoca monachus Hermann, 1779; Phoca icapra%20pyrenaica%20ornata_E.pdf; albiventerBoddaert, 1785; Phoca leucogaster Pèron, http://www.iucnredlist.org/details/19771 1816; Pelagius monachus Cuvier, 1824; Phoca her- manni Lesson, 1828; Monachus mediterraneus Ammotragus lervia (Pallas, 1777). (Ammotrago o Nilsson, 1838; Leptonyx monachus Wagner, 1846; Pecora crinita o Capra berbera) Leptorhynchus monachus Giebel, 1848. Sinonimi. Antilope lervia Pallas, 1777; Ovis tragela- Periodo delle nascite. Le nascite, dopo un periodo di phus Afzelius, 1815; Ovis ornata Geoffroy Saint- gestazione di circa 9-10 mesi, avvengono principal- Hilaire, 1827; Ovis (Ammotragus) tragelaphus Blyth, mente nel periodo maggio-dicembre ma con un 1840; Ammotragus tragelaphus Gray, 1850; Musimun picco in settembre-ottobre. I piccoli alla nascita tragelaphus Gervais, 1855; Aries tragelaphus Lataste, misurano circa 1 m di lunghezza e hanno un peso di 1887; Ovis (Ammotragus) lervia Lydekker, 1898; Ovis circa 20 kg. lervia Anderson e de Winton, 1902; Ammotragus ler- Habitat. Predilige habitat costieri rocciosi con pre- via Thomas, 1902. senza di cavità e grotte nelle quali si rifugia, in parti- Periodo delle nascite. La stagione degli accoppia- colare durante le ore notturne. menti è concentrata nel periodo settembre-novem- Distribuzione in Italia. Specie presente, sebbene in modo non uniforme, dalla costa atlantica nordafricana bre.Le femmine partoriscono 1-2 piccoli nel periodo al bacino orientale del Mediterraneo e nel Mar Nero. marzo-maggio dopo una gestazione di 5-6 mesi. I L’area mediterranea che ospita il maggior numero di piccoli alla nascita pesano 4-5 kg. esemplari è quella dell’Egeo. In Italia la specie viene Habitat. Predilige aree desertiche e semi-desertiche, segnalata occasionalmente solo in Sardegna. Sino a dal livello del mare sino a quote mediamente elevate. qualche anno fa sono stati effettuati avvistamenti Presente anche in boschi di sclerofille. all’Isola di Montecristo, nell’Arcipelago Toscano, in Distribuzione in Italia. Specie endemica del Nord Puglia e in Sicilia Africa, introdotta in America e in alcuni Paesi euro- Note. La foca monaca non ha più da tempo popola- pei. In Italia sono segnalati solamente due nuclei zioni vitali in Italia. naturalizzati, di circa una trentina di animali com- CITES. Appendice I plessivamente, uno in provincia di Alessandria e uno UE. Allegato A in provincia di Varese. Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Note. Questa specie raggiunge un’altezza al garrese details/13653 compresa fra 75 e 110 cm, che ne fa uno delle specie più grandi dell’Africa settentrionale. È l’unica specie descritta per il genere Ammotragus. MAMMIFERI ARTIODATTILI CITES. Appendice II Famiglia: Bovidi UE. Allegato B Rupicapra pyrenaica Bonaparte, 1845; ssp. ornata Siti di riferimento. http://animaldiversity.ummz. Neumann, 1899. (Camoscio appenninico, umich.edu/site/accounts/information/Ammotragus_ Camoscio d’Abruzzo) lervia.html; http://www.iucnredlist.org/details/1151 84 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

MAMMIFERI RODITORI avviene a circa 70 giorni dalla nascita, ma i giovani Famiglia: Istricidi diventano indipendenti a circa 100-105 giorni dalla nascita. Hystrix cristata Linnaeus, 1758. (Istrice) Habitat. non esclusivamente legato ad ambienti di Sinonimi. Hystrix cristata europaea Kerr, 1792; pianura e costieri, frequenta anche ambienti collina- Acanthion daubentoni Cuvier, 1823; (Hystrix cristata) ri ricchi di corpi d’acqua e ambienti coltivati. Caccia var. alba de Sélys Longchamps, 1839; Acanthion in acque aperte poco profonde, sia in aree costiere sia cuvieri Gray, 1847. nell’interno. Nidifica in colonie a terra, su isolotti Periodo delle nascite. Specie monogama, con un riparati, o in presenza di canneto o altre tipologie di sistema riproduttivo basato sulla formazione di cop- vegetazione acquatica. pie stabili. La riproduzione appare indipendente Distribuzione in Italia. 9 segnalazioni ritenute vali- dalle stagioni, con accoppiamenti che si verificano de (4 post 1950): 1) Juv., fiume Oglio, Calcio (BG), nel corso di tutto l’anno, sebbene prevalentemente 1855. 2) M ad., Nonantola (MO), 1865 o 1866. 3) concentrati nel periodo settembre-ottobre, mentre le M ad., Val di Bella, Camporeale (PA), 1890. 4) M nascite sembrano concentrarsi nel mese di febbraio, ad., Foce Neto, Crotone (CZ), 1894. 5) F ad., palu- dopo una gestazione compresa tra 90 e 120 giorni. de di Bientina (PI-LU), 1911. 6) Ad., Foce Tronto, Mediamente nascono uno-due piccoli per cucciolata San Benedetto del Tronto (AP), 1953. 7) circa 10 e si possono avere uno o due parti annui. individui, canale d’Otranto, 1955. 8) Imm?, lago di Habitat. Predilige aree provviste di adeguata coper- Burano (GR), 1974. 9) Ad., Bocca d’Ombrone tura vegetale, arborea o arbustiva, in grado di offrire (GR), 1986. riparo e sufficiente nutrimento. Trova condizioni Note. Altre segnalazioni per l’Italia sono riferibili a particolarmente favorevoli negli ambienti di macchia individui sfuggiti dalla cattività. mediterranea, ma si rinviene anche in boschi, siepi, CITES. Appendice I vegetazione ripariale, aree rocciose, ecosistemi agro- UE. Allegato A forestali, parchi urbani. È diffusa soprattutto nelle Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- aree pianeggianti e collinari, mentre si fa più raro al ces/ID/fauna/Volume2/A210.002.001.003%20Pele di sopra dei 900 m di quota benché sugli Appennini canus%20crispus_E.pdf sia stato segnalato fino a 2.000 m. Distribuzione in Italia. La specie è presente in Africa, diffusa dalla costa mediterranea fino a UCCELLI CICONIFORMI Senegal, Zaire nord-orientale e Tanzania settentrio- nale, è presente inoltre nella penisola italiana e la Famiglia: Ciconidi Sicilia. In Italia la specie appare distribuita con con- Ciconia nigra (Linnaeus, 1758). (Cicogna nera) tinuità in Sicilia e dall’estremità meridionale della Sinonimi. Ardea nigra Linnaeus,1758. Calabriasino alla provincia di Piacenza e verso Ovest Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- fino in Liguria. Recenti segnalazioni provenienti dal tribuzione paleartico-afrotropicale. Migratrice e dis- Piemonte, e dalla parte meridionale della Lombardia persiva. Sverna in Africa a sud del Sahara, meno fre- e del Veneto confermano l’espansione dell’areale ita- quentemente nel Mediterraneo. La popolazione ibe- liano della specie verso Nord. rica è parzialmente sedentaria. In Italia è migratrice Note. È la specie di maggiori dimensioni fra i regolare, nidificante (estiva) di recente immigrazio- Roditori italiani. L’Italia è l’unico paese europeo in ne, svernante irregolare. I movimenti migratori cui è presente la specie. avvengono tra agosto-ottobre e marzo-maggio. UE. Allegato A Categorie AERC. A11 Siti di riferimento. http://www.minambiente.it/ Periodo di nidificazione. La deposizione avviene tra index.php?id_sezione=2441 fine marzo e maggio. L’incubazione dura 32-38 gior- ni. L’involo avviene a 63-71 giorni dalla nascita. Un’unica covata annua di 3-5 (2-6) uova. Habitat. La specie è legata prevalentemente a foreste UCCELLI PELICANIFORMI mature e indisturbate, ricche di fiumi, torrenti e aree Famiglia: Pelicanidi umide aperte, utilizzate per la ricerca del cibo. Può Pelecanus crispus Bruch, 1832. (Pellicano riccio) nidificare sia su alberi, che su pareti rocciose. In Sinonimi. nessuno. migrazione frequenta zone aperte erbose, risaie, palu- Distribuzione e fenologia. specie monotipica a dis- di, acquitrini, anche in zone alpine fino a 2300-2800 tribuzione centroasiatico-pontica. Migratrice, par- m di quota. zialmente migratrice, dispersiva. Sverna nel Distribuzione in Italia. Le attuali aree di nidificazione Mediterraneo orientale, tra Albania e Israele. In Italia sono limitate al Piemonte (primo caso di nidificazione è di comparsa accidentale. in provincia di Novara nel 1994, colonizzazione suc- Categorie AERC. A30 cessiva di altre aree in provincia di Biella e Vercelli), Periodo di nidificazione. Nei paesi d’origine la depo- alla Calabria (in provincia di Crotone) e alla Basilicata. sizione delle uova avviene tra la fine di marzo e l’ini- È noto un tentativo di nidificazione in Lazio, provin- zio di giugno. Un’unica covata annua di 2-3 uova, cia di Viterbo nel 2002. Recenti sporadiche presenze con probabile covata di rimpiazzo nel caso di perdita sono state segnalate in periodo di svernamento in delle uova. L’incubazione dura 30-32 giorni. L’involo Sardegna, Sicilia, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, La CITES in Italia: attualità e prospettive 85

Friuli-V.G., Piemonte, Lazio e Calabria. ni autori il fenicottero rosa è considerato sottospecie Note. la popolazione è stata stimata in 4-6 coppie nel di Phoenicopterus ruber Linnaeus, 1758 2003, con locale tendenza all’espansione. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- CITES. Appendice II tribuzione paleartico-paleotropicale molto frammen- UE. Allegato A tata, nella Regione Paleartica ha distribuzione medi- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ terraneo-turanica-iranica. resources/ID/fauna/Volume2/A211.004.002.006% Migratrice, parzialmente sedentaria e dispersiva. 20Ciconia%20nigra_E.pdf Sverna nei siti riproduttivi e a sud fino all’Africa set- tentrionale e Asia Minore. In Italia è parzialmente Famiglia: Treschiornitidi sedentaria e nidificante di recente immigrazione, Platalea leucorodia Linnaeus, 1758. (Spatola) parzialmente migratrice, svernante regolare. I movi- Sinonimi. Platalea Leucorodia Linnaeus, 1758. menti migratori avvengono tra fine agosto-novembre Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- e febbraio-aprile. Dispersioni giovanili tra fine buzione paleartico-orientale. Nella Regione palearti- luglio-agosto. ca ha distribuzione eurocentroasiatica. Migratrice e Categorie AERC. A11 dispersiva. Le popolazioni occidentali svernano pre- Periodo di nidificazione. costruzione dei nidi da fine valentemente lungo le coste atlantiche del Nord febbraio; la deposizione avviene tra fine marzo e giu- Africa, quelle orientali nel Mediterraneo. In Italia è gno. Saltuarie deposizioni autunnali tra fine agosto- migratrice regolare, nidificante (estiva) di recente ottobre in Puglia nel 1996 e 2000. L’incubazione immigrazione, svernante regolare. I movimenti dura 28-31 giorni. L’involo avviene a 70-75 giorni migratori avvengono tra agosto-ottobre e febbraio- dalla schiusa. Un’unica covata annua di un solo uovo. maggio. Dispersioni giovanili in luglio-agosto. Habitat. Frequenta vasti complessi umidi costieri, sal- Categorie AERC. A11 mastri o salati, caratterizzati da fondali bassi e ricchi Periodo di nidificazione. La deposizione avviene di nutrimento. Nidifica in isolotti e argini bassi e fan- generalmente tra aprile e metà maggio; negli ultimi gosi circondati dall’acqua. Durante la migrazione e lo anni la nidificazione è risultata più precoce nelle Valli svernamento può spingersi in zone umide interne. di Comacchio, con deposizioni tra fine febbraio e Distribuzione in Italia. Il primo caso accertato di fine marzo. L’incubazione dura 24-25 giorni. nidificazione riguarda la Sardegna (Stagno di L’involo avviene a 45-50 giorni dalla schiusa. Una Molentargius, nel 1993; occupazione delle vicine covata annua di 3-4 (2-5) uova. Saline di Macchiareddu nel 1999); tentativi di ripro- Habitat. Frequenta e nidifica in lagune e saline, in duzione irregolare riguardano altre località costiere zone paludose d’acqua dolce con arbusti e alberi e in delle Sardegna (Stagno di Porto Botte, Sulcis). boschi fluviali d’alto fusto. In migrazione e durante Nidificazioni accertate, più o meno regolari, riguarda- lo svernamento frequenta preferibilmente le zone no la Puglia (Salina Margherita di Savoia), la Toscana umide costiere. (Laguna di Orbetello e Diaccia Botrona), l’Emilia- Distribuzione in Italia. Il primo caso accertato di Romagna (Salina di Comacchio, Salina di Cervia) e la nidificazione riguarda l’Emilia-Romagna (Valli di Sicilia (Pantani di Vendicari). Durante lo svernamen- Comacchio, nel 1989); successivamente sono state to la gran parte della popolazione è concentrata in un colonizzate anche altre località: laguna di Venezia, numero limitato di aree umide: Stagno di Cagliari, pianura bolognese, Friuli-Venezia Giulia, Isolone di Oristano-Sinis, Orbetello-Burano, Palmas-S. Oldenico (Piemonte), Bacino di Bando (FE), Punte Antioco, Manfredonia-Margheri-ta di Savoia. Più Alberete (RA), Lomellina (PV). Presenze regolari in scarse, ma in incremento, sono le presenze sul conti- periodo di svernamento riguardano il lago di Lentini nente, in Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia. e le saline di Trapani (Sicilia), la laguna di Orbetello Note. Popolazione stimata nel 2000 in circa 3200 (Toscana), Manfredonia-Salina Margherita di Savoia coppie. Tendenza all’espansione territoriale, con flut- (Puglia), stagno di Cagliari (Sardegna). Presenze irre- tuazioni numeriche. golari in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio CITES. Appendice II e Molise. UE. Allegato B Note. La popolazione nidificante in Italia è stata stima- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ ta in circa 80 coppie nidificanti nel 2001, con tenden- resources/ID/fauna/Volume2/A211.006.003.003%2 za all’incremento locale e all’espansione territoriale. 0Phoenicopterus%20roseus_E.pdf CITES. Appendice II UE. Allegato A Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- UCCELLI ANSERIFORMI ces/ID/fauna/Volume2/A211.005.019.003%20Plat Famiglia: Anatidi alea%20leucorodia_E.pdf Anas formosa Georgi, 1775. (Alzavola asiatica) Sinonimi. Nettion formosa, Auct. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- FAMIGLIA: FENICOTTERIDI tribuzione sibirica. Migratrice, sverna in Giappone e Phoenicopterus roseus Pallas, 1811. (Fenicottero rosa) Cina sud-orientale. Di comparsa accidentale nei Sinonimi. Phoenicopterus antiquorum, Phoenicopterus paesi mediterranei (a sud fino a Spagna, Isole erythraeus, Auct. Phoenicopterus ruber roseus. Da alcu- Maltesi, Italia). In Italia è accidentale. 86 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Categorie AERC. A30 umide aperte: lagune, risaie, lanche fluviali, stagni, Periodo di nidificazione. Nelle aree a sud del Circolo laghi o scavi parzialmente allagati. Generalmente Polare Artico la deposizione delle uova inizia alla fine evita gli ambienti troppo chiusi dalla vegetazione di maggio, a latitudini maggiori l’inizio della deposi- arborea e le acque molto profonde e oligotrofiche. zione è ritardato a giugno. L’incubazione dura circa Maggiormente diffusa fino a 300 m di quota, con 24-25 giorni. L’involo avviene a partire da agosto. massimi di circa 500 m. Al di fuori del periodo ripro- Viene deposta annualmente un’unica covata di 4-10 duttivo sosta anche in acque profonde e oligotrofi- uova. che, e sulle coste marine, per brevi periodi e nelle Habitat. Nidifica in praterie umide, torbiere, arbu- vicinanze della costa. Presente anche in aeroporti steti di salice e larice. Sverna in ambienti caratterizza- costieri (Genova-Sestri), in primavera. ti dall’alternanza di corpi d’acqua (laghi naturali o Distribuzione in Italia. La popolazione nidificante artificiali, fiumi), usati prevalentemente per il riposo in Italia è concentrata prevalenemente in Pianura diurno, e coltivi, frequentati alla ricerca di cibo Padana, con presenze più localizzate e irregolari nelle durante le ore notturne. regioni centro-meridionali e insulari. In Sicilia il Distribuzione in Italia. 11 segnalazioni ritenute vali- primo accertamento della nidificazione risale al de (3 post 1950): 1) M., San Felice presso Modena, 1954, in Sardegna nel 1956. Presenze occasionali in 1881. 2) 3 ind., presso Albogno, Val Vigezzo (NO), aree alpine e appenniniche. 1911. 3) 6? Ind., di cui un M. catturato, Lago d’Orta Durante le migrazioni le presenze sono molto più (NO), 1914. 4) 7 ind. M. e F. catturati, Valli di consistenti in periodo primaverile, in relazione al tipo Comacchio, 1925. 5) M, Val Grande Lugugnana di migrazione che interessa il Mediterraneo, con con- (VE), 1926. 6) Valli di Comacchio (RA-FE), 1928. centrazioni anche di diverse centinaia di individui. 7) F., Manfredonia (FG), 1938. 8) M. juv., Paludi di Lo svernamento è irregolare; si stima una popolazio- Caorle (VE), 1940. 9) Torrente Terdobbio, 1952. ne irregolare di una decina di individui su tutta la 10) presso Vigevano (PV), 1961. 11) M., Campoma- penisola, anche se è probabile che alcune osservazio- rino (CB), 1970. 2 segnalazioni da confermare (post ni invernali si riferiscano a individui inabili al volo o 1950): 2 ind nel Pavese, 1967; Cagliari, 1994. Altre sfuggiti dalla cattività. segnalazioni, non riportate in questa trattazione, Note. Popolazione italiana stimata in 350-500 coppie, sono riferite a individui di origine selvatica incerta. concentrate per circa l’80% nelle regioni settentrionali. Note. La specie tende a d aggregarsi in gruppi molto numerosi. UE. Allegato A Ha sofferto un rapido e pesante declino in gran parte Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/datazo- dell’areale nel corso del XX secolo, a causa della cac- ne/species/index.html?action=SpcHTMDetails.asp cia indiscriminata. &sid=460&m=0 CITES. Appendice II UE. Allegato B Aythya nyroca Güldenstädt, 1770. (Moretta tabaccata) Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- Sinonimi. Anas nyroca, Güldenstädt, 1770. Fuligula ces/ID/fauna/Volume2/A212.002.012.016%20Ana nyroca, Fulix nyroca, Nyroca nyroca, Auct. s%20formosa_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- details/141530 tribuzione euroturanica. Migratrice e parzialmente sedentaria e dispersiva. La popolazione del Anas querquedula Linnaeus, 1758. (Marzaiola) Mediterraneo occidentale e Nord Africa sverna prin- Sinonimi. Querquedula circia, Anas circia, Auct. Da cipalmente in Africa occidentale, quella dell’Europa alcuni Autori posta nel genere monospecifico orientale in Mediterraneo orientale, Mar Nero e Querquedula. Egitto. In Italia è parzialmente sedentaria e nidifican- Distribuzione e fenologia. specie monotipica a dis- te, migratrice regolare, dispersiva, estivante, svernan- tribuzione euroasiatica. Migratrice, sverna in Africa te regolare. Movimenti migratori tra fine agosto- occidentale nella fascia tropicale a nord dicembre e metà febbraio-aprile. dell’Equatore, con presenze scarse e irregolari nel Categorie AERC. A11 Mediterraneo. In Italia è migratrice nidificante (esti- Periodo di nidificazione. Il corteggiamento inizia va), migratrice regolare, svernante irregolare. Movi- generalmente in aprile; la deposizione delle uova menti tra agosto-novembre e metà febbraio-metà avviene a fine aprile-inizio giugno. L’incubazione maggio. dura circa 25-27 giorni. L’involo avviene a 55-60 Categorie AERC. A11 giorni dalla schiusa. Viene deposta annualmente Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova un’unica covata di 8-10 uova (6-14). avviene nel periodo metà aprile-metà giugno. Habitat. In periodo riproduttivo frequenta zone L’incubazione dura circa 21-23 giorni. L’involo paludose d’acqua dolce, con fondali di media profon- avviene a 35-40 giorni dalla schiusa. Viene deposta dità e ricche di vegetazione palustre sommersa, galleg- annualmente un’unica covata di 8-10 uova (6-14). giante ed emergente. Preferiti soprattutto gli specchi Habitat. Nidifica in zone umide d’acqua dolce, natura- d’acqua stagnante bordati da folto canneto, con arbu- li o artificiali, con acqua preferibilmente poco profonda sti e alberi sparsi.Si adatta localmente ad occupare ed eutrofica, anche in bacini di ridotta estensione. anche acque debolmente salmastre (stagni costieri, In particolare per la riproduzione predilige zone lagune). Maggiormente diffusa fino a circa 250 m, La CITES in Italia: attualità e prospettive 87

con massimi di circa 1000 m (Lago del Matese, Mezzano), Veneto e Friuli-Venzia Giulia (Lagune di Campania). In periodo non riproduttivo sosta fre- Caorle e Grado-Marano, Isola della Cona), Puglia quentemente anche in lagune, stagni salmastri, local- (Lago di Lesina), Sicilia (Lago Ogliastro), Piemonte mente in acque marine costiere. In genere evita acque (Lago di Viverone). profonde e oligotrofiche e le acque soggette a rapido Note. Recente ampliamento dell’areale di sverna- scorrimento e ampie variazioni di livello. mento verso ovest, con conseguente incremento delle Distribuzione in Italia. In tempi storici ritenuta presenze in Europa. nidificante in Pianura Padana, Toscana, Sicilia e CITES. Appendice II Sardegna. In Italia le presenze più consistenti e stabi- UE. Allegato A li si hanno in Emilia-Romagna (già dagli anni ‘50- ‘60), Sardegna e Sicilia, dal 1983; più scarse in Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Toscana (Laghi di Burano e Montepulciano), Puglia resources/ID/fauna/Volume2/A212.002.003.005%2 e Lombardia (provincia di Varese, provincia di 0Branta%20ruficollis_E.pdf Lecco). Presenze irregolari o determinate in parte da introdu- Oxyura leucocephala (Scopoli, 1769). (Gobbo rug- zioni negli anni ‘90 anche in Lazio, Basilicata, ginoso) Campania e Umbria. Durante le migrazioni si posso- Sinonimi. Anas leucocephala Scopoli, 1769. Fuligula no osservare concentrazioni primaverili e autunnali leucocephala, Erismatura leucocephala, Auct. anche di numerosi individui. Lo svernamento è rego- Distribuzione e fenologia. specie monotipica a dis- lare, con un numero limitato di individui (popola- tribuzione mediterraneo-turanica. Le popolazioni zione stimata in 150-400 individui), con presenze occidentali sono sedentarie e dispersive, quelle orien- più regolari e consistenti nelle regioni centro-meri- tali sono prevalentemente migratrici. In Italia è estin- dionali e insulari. ta come nidificante (ultimi casi accertati in Sardegna Note. Popolazione nidificante in Italia stimata in 70- nel 1977), migratrice rara e irregolare, svernante irre- 100 coppie, con decremento e fluttuazione locale e golare. Movimenti tra ottobre-novembre e marzo- colonizzazione recente di alcune aree a seguito di aprile. reintroduzioni. La specie si ibrida frequentemente Categorie AERC. A20 con Aythya ferina. Periodo di nidificazione. In Spagna, Nord Africa e UE. Allegato A Kazakhstan la deposizione delle uova avviene tra fine Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/datazone maggio e giugno. L’incubazione delle uova dura 25- /species/index.html?action=SpcHTMDetails.asp&si 26 giorni. Una covata annua di 5-10 uova. d=476&m=0 Habitat. Nidifica in stagni costieri salmastri e d’ac- qua dolce con ricca vegetazione ripariale a canneto e Branta ruficollis (Pallas, 1769). (Oca collorosso) giuncheto. Durante la migrazione e lo svernamento Sinonimi. Anser ruficollis Pallas, 1769, Bernicla rufi- collis, Auct. frequenta acque dolci o salmastre con fondali poco Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- profondi e coste marine. tribuzione artica ristretta. Areale limitato a una fascia Distribuzione in Italia. Nidificante in tempi storici costiera della Siberia occidentale. Migratrice, sverna in Sardegna (ultimi casi nel 1977, provincia di in Europa sud-orientale e nei Balcani. In Italia è Oristano), Puglia (ultimi accertamenti nel 1957 in migratrice rara e irregolare, svernante irregolare. provincia di Foggia e nel 2001 in condizioni control- Categorie AERC. A20 late nell’ambito di un progetto di reintroduzione Periodo di nidificazione. Nei paesi d’origine la depo- avviato nel 1998-2000) e, senza prove certe, in sizione delle uova avviene tra metà giugno e metà Sicilia. In tempi storici lo svernamento era ritenuto luglio. I giovani diventano indipendenti entro la fine regolare in Sicilia, Sardegna e Puglia. Recenti presen- di agosto. ze autunno-invernali riguardano la Sicilia (2 ind. nel- Habitat. Nidifica sul terreno nella tundra o nelle aree l’inverno 1981-82 e 1 ind. nel dicembre 1983), aperte a nord della fascia di tundra alberata. Sfrutta Friuli-Venezia Giulia (1 ind. nel 1988), Emilia- le zone asciutte delle sponde dei fiumi, al riparo di Romagna (1 ind. nel 1998 e 1 ind. nel 2003 nelle salici e betulle nani. Al di fuori della stagione ripro- Valli di Comacchio). duttiva, sia durante le migrazioni che durante lo sver- Note. Negli anni ‘70 la popolazione sarda era stima- namento, la vicinanza di aree umide diventa meno essenziale e la specie frequenta prevalentemente aree ta in circa 12 coppie o in 15-20 individui; le ultime steppiche, pascoli semi-aridi e coltivi. osservazioni di 2-3 individui in periodo estivo risal- Distribuzione in Italia. Oltre 30 segnalazioni stori- gono al 1979. In Corsica l’ultima nidificazione risale che recenti ritenute valide, in gran parte riferibili alle al 1966. regioni settentrionali (in particolare alto Adriatico) e CITES. Appendice II al periodo invernale (novembre-febbraio). Acciden- UE. Allegato A tale in Alto Adige, Lombardia, Toscana, Lazio, Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Recenti casi di resources/ID/fauna/Volume2/A212.002.033.005%2 svernamento in Emilia-Romagna (Bonifica del 0Oxyura%20leucocephala_E.pdf 88 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

UCCELLI CICONIFORMI precedenza posta nei generi Egretta o Ardeola. Famiglia: Ardeidi Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- buzione subcosmopolita, in origine indo-africana. Ardea alba Linnaeus, 1758. (Airone bianco maggiore) Due sottospecie: B. i. ibis interessa Africa, Asia sud- Sinonimi. (Linnaeus, 1758). Egretta alba Herodias occidentale e Europa meridionale e America; B. i. alba, Casmerodius albus, Auct. Da alcuni autori posta coromandus presente nel resto dell’Asia e Australia. nel genere Egretta o Casmerodius. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Migratrice a corto raggio, parzialmente sedentaria e buzione cosmopolita. La sottospecie nominale A. a. dispersiva.In Italia è parzialmente sedentaria e nidifi- alba nidifica in Europa e Asia temperata. cante di recente immigrazione, parzialmente migra- Parzialmente migratrice e dispersiva. Sverna princi- trice e dispersiva, estivante, svernante regolare. palmente in Mediterraneo e Medio Oriente. In Italia Categorie AERC. A11 è parzialmente sedentaria e nidificante di recente Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova immigrazione, migratrice regolare, dispersiva, esti- avviene da metà aprile a agosto, più tardive in vante, svernante regolare. Movimenti migratori in Lombardia e più precoci in Sardegna. Generalmente settembre-ottobre e marzo-aprile. una sola covata per anno, a volte due, di 3-5 uova. Categorie AERC. A11 L’incubazione delle uova dura 22-26 giorni. Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova L’involo avviene dopo circa 30 giorni dalla schiusa. avviene da metà marzo a metà giugno, con una sola Habitat. Nidifica in zone umide interne e costiere covata per anno generalmente di 3-5 uova (2-6). (stagni retrodunali), con vegetazione palustre emer- L’incubazione delle uova dura 25-26 giorni. L’involo gente (fragmiteto), ma anche in presenza di vegeta- avviene dopo 42 giorni dalla schiusa. zione arbustiva, boschi igrofili, localmente in piop- Habitat. Nidifica in zone umide d’acqua dolce o peti in zone di risaia e in impianti artificiali di coni- debolmente salata, caratterizzate dalla presenza di fere. Maggiormente diffusa fino a 150 m. Al di denso canneto, e in boschi igrofili di salici presso aree fuori del periodo riproduttivo frequenta zone aper- paludose. Per l’alimentazione sfrutta aree aperte con te parzialmente inondate, in vicinanza di aree acqua poco profonda, risaie, valli da pesca, saline; più umide, zone paludose, incolti erbosi. Per motivi raramente utilizza il bordo di laghi o fiumi con spon- trofici è frequente l’associazione a mandrie di ovini de anche scoscese. e bovini al pascolo. A scopo alimentare può frequentare anche aree asciut- Distribuzione in Italia. Nel corso del XX secolo la te (coltivi, pascoli), in particolare in periodo invernale. specie ha colonizzato in modo spontaneo l’America, Distribuzione in Italia. In tempi storici (prima del con un incremento esplosivo dell’areale. 1950) esistono segnalazioni, ritenute incerte, di nidi- Probabilmente a seguito di introduzioni l’espansione ficazione in Piemonte (provincia di Vercelli) e Veneto ha interessato anche l’Australia. Introdotta anche (Laguna di Venezia). La specie è, come nidificante, di nelle isole dell’Oceano Indiano e Hawaii. recente comparsa, con primi casi accertati in Emilia- L’espansione di areale ha interessato anche l’Europa, Romagna (Delta del Po, 1990; Valli di Comacchio, con colonizzazione di Penisola Iberica, Francia e 1992; pianura bolognese, 1999; provincia di Parma, Italia. Ritenuta in tempi storici in Italia di comparsa 1996). In seguito sono state colonizzate anche altre accidentale, con circa 50 segnalazioni note a metà regioni: Veneto (Laguna di Venezia, 1993), anni ‘70. In Italia il primo caso accertato di nidifica- Lombardia (provincia di Mantova, 1994; provincia zione riguarda la Sardegna (Stagno di Molentargius, di Pavia, 1994; Lago di Sartirana, 1998), Sicilia 1985). Successivamente la colonizzazione ha interes- (Lago di Lentini, 1997). Possibile niidifcazione in sato Piemonte (1989), Lombardia (1992), Emilia- Sardegna nel 1999 e 2001. Durante le migrazioni si Romagna e Veneto (1993), Toscana (1997), Umbria è registrato un aumento progressivo delle presenze a (2001) e Sicilia (2001). Le massime presenze attual- partire dagli anni ‘80, più evidente nelle zone inter- mente sono concentrate in Pianura Padana occiden- ne della Pianura Padana. Segnalalzioni anche in Valle tale, Delta del Po, Toscana (Palude del Fucecchio) e d’Aosta, dagli anni ‘90. Durante lo svernamento è Sardegna. Recente colonizzazione dell’Emilia- stata stimata una popolazione di 2000-4000 indivi- Romagna (provincia di Parma); alcune cooppie in dui nel 2000. Sicilia (Foce del Simeto). Durante lo svernamento la Note. La popolazione nidificante è passata da una popolazione presente è stata stimata in 2000-2500 sola coppia nel 1990 in un unico sito a 37-45 nel individui nel 2002, con massime concentrazioni nel 2000 in 8 siti. Trend in incremento. La colonia più Delta del Po, Lombardia-Piemonte, Emilia- importante è a Punta Alberete-Valle Mandriole (RA), Romagna, Toscana e Sardegna. con 30-35 coppie nel 2000. Note. La popolazione nidificante in Italia è passata da 1-2 coppie nel 1985 in un unico sito a 719-760 UE. Allegato A in 25 siti nel 2000, con in incremento e espan- Siti di riferimento. http://animaldiversity.ummz. trend sione territoriale. umich.edu/site/accounts/information/Ardea_alba.html UE. Allegato A Bubulcus ibis (Linnaeus, 1758). (Airone guardabuoi) Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Sinonimi. Ardea Ibis Linnaeus, 1758. Ardeola ibis, resources/ID/fauna/Volume2/A211.001.005.004%2 Ardea russata, Bubulcus lucidus, Egretta ibis, Auct. In 0Bubulcus%20ibis_E.pdf La CITES in Italia: attualità e prospettive 89

Egretta garzetta (Linnaeus, 1766). (Garzetta) Distribuzione e fenologia. Specie politipica a dis- Sinonimi. Aredea Garzetta Linnaeus, 1766. tribuzione cosmopolita, a seguito dell’introduzione Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- in Europa settentrionale, Asia sud-orientale, Africa buzione paleartico-paleotropicale-australasiana. La meridionale, Australia e Nuova Zelanda. In origine sottospecie nominale E. g. garzetta interessa la distribuzione eurocentroasiatico-mediterraneo- Regione Paleartica Occidentale; E. g. gularis presente saharo sindica. Sedentaria. In Italia è sedentaria e in Africa occidentale; E. g. schistacea presente dal mar nidificante. Rosso all’India. Le sottospecie gularis e schistacea Categorie AERC. AC11 sono ritenute da alcuni Autori forme di una specie Periodo di nidificazione. Riproduzione in colonia. separata (E. gularis). Migratrice e dispersiva. Sverna Le colonie selvatiche in genere sono composte da 5- principalmente in Africa, secondariamente in 10 coppie. La deposizione delle uova avviene nel Mediterraneo. In Italia E. g. garzetta è migratrice periodo marzo-settembre, con un massimo da aprile nidificante (estiva), probabilmente in parte sedenta- a agosto.Le popolazioni semi-domestiche nidificano ria. Migratrice regolare, estivante. in tutti i mesi dell’anno. In genere 2 o 3 covate all’an- Svernante regolare. Movimenti tra agosto-ottobre e no, con deposizione di 2 uova. L’incubazione delle metà marzo-giugno. E. g. gularis/schistacea sono di uova dura 16-19 giorni. L’involo avviene dopo 35-37 comparsa accidentale, con oltre 35 segnalazioni rite- giorni dalla schiusa, in periodo estivo anche dopo nute valide e irregolari casi di svernamento solo 25-32 giorni. Categorie AERC. A11 Habitat. Le popolazioni selvatiche nidificano in zone Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova rocciose sia interne, sia costiere (falesie, scogliere, avviene a partire da aprile a metà agosto, con deposi- calanchi) poco disturbate e ricche di anfratti. Le zioni precoci a metà marzo in Toscana. Una covata popolazioni inurbate e semi-domestiche utilizzano per anno (occasionalmente 2), generalmente di 3-5 edifici storici, campanili, torri, piccionaie e anche uova (2-8). L’incubazione delle uova dura 21-25 manufatti moderni. Per l’alimentazione frequenta giorni. L’involo avviene dopo 40-45 giorni dalla campagne aperte, incolti, vigneti e stoppie cerealico- schiusa. le. Le popolazioni urbane sono largamente dipen- Habitat. Nidifica in boschi igrofili (ontaneti di denti dall’uomo. medio fusto) o su saliceti a portamento arbustivo, Distribuzione in Italia. Nelle regioni centro-meri- nella zona delle risaie, nelle aree di paleoalveo della dionali e insulari sono presenti in modo frammenta- pianura. Ai margini della zona delle risaie la specie to residui nuclei selvatici (Columva livia livia), quasi può occupare boschi misti su terreni asciutti (di ovunque in decremento, con maggiore frequenza in quercia, carpino, pino silvestre) e robinieti, oltre a corrispondenza di zone costiere rocciose e piccole pioppeti di modesta estensione. In Toscana e isole. La popolazione selvatica è stimata in 3000- Sardegna nidifica anche su salicornia e macchia 7000 coppie, concentrate per quasi il 70% in mediterranea. Al di fuori del periodo riproduttivo Sardegna. In Toscana stimate 100-500 coppie, frequenta anche lagune salmastre costiere, coltivi e nell’Isola di Pianosa 30-60. marcite Note. In varie regioni del Paese sono presenti nuclei Distribuzione in Italia. Nidifica principalmente con fenotipo e comportamento selvatici, la cui iden- nella Pianura Padana; più scarsa e localizzata nelle tità tassonomica potrebbe derivare sia da individui regioni centrali e in Sardegna; presenze scarse e insta- inselvatichiti, sia da nuclei selvatic storicamente inur- bili nelle regioni meridionali e in Sicilia. Durante lo bati (definiti “piccioni torraioli”). svernamento la popolazione è stimata in 5000-9000 individui, con maggiori concentrazioni in Alto UE. Allegato A Adriatico (Lagune di Grado-Marano), Sardegna, Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data coste toscane, Pianura Padana interna. zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as Note. Popolazione nidificante in Italia stimata in p&sid=2444&m=0 15000-16000 coppie, con trend in incremento, fluttuazione o stabilità locale. La popolazione ita- Streptopelia turtur (Linnaeus, 1758). (Tortora selvatica) liana rappresenta circa il 23% di quella paleartica Sinonimi. Columba Turtur Linnaeus, 1758. occidentale. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- buzione eurocentroasiatico-mediterranea. La sotto- UE. Allegato A specie nominale S. t. turtur interessa l’Italia. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- Migratrice a lunga distanza su ampio fronte. Sverna ces/ID/fauna/Volume2/A211.001.008.005%20Egre in Africa nella zona del Sahel, tra Senegal, Gambia ed tta%20garzetta_E.pdf Etiopia. In Italia è migratrice nidificante (estiva), migratrice regolare, svernante irregolare. Movimenti tra agosto-ottobre e tra fine marzo-metà giugno. Categorie AERC. A11 UCCELLI COLUMBIFORMI Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova Famiglia: Columbidi avviene a partire da metà aprile fino a metà luglio, Columba livia Gmelin, 1789. (Piccione selvatico) con una/due covate per anno (a volte 3) di 2 uova. Sinonimi: nessuno. L’incubazione delle uova dura 13-15 giorni. L’involo 90 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 avviene dopo circa 20 giorni dalla schiusa. namento utilizza di preferenza lagune e stagni costie- Habitat. Nidifica in ambienti rurali di pianura e di ri, localmente laghi artificiali interni (Sardegna). collina, in zone boscate aperte, boschetti, filari di Distribuzione in Italia. Presente regolarmente alberi con arbusti e siepi. Utilizza spesso ontaneti e durante le migrazioni in particolare in Sardegna, saliceti golenali, margini di boschi planiziali, zone a Sicilia, lungo le coste tirreniche; concentrazioni più macchia mediterranea. Maggiormente diffusa a scarse riguardano i fiumi e laghi della Pianura quote inferiori ai 300-500 m, con presenze localizza- Padana. Durante lo svernamento presenze regolari e te fino a 900-1100 m, con massimi a 1400-1500 m consistenti interessano la Sardegna (Oristano-Sinis, sull’Appennino settentrionale. In migrazione sono Stagno di Cagliari, Palmas-Sant’Antioco), in relazio- frequenti osservazioni fino a 2400-2500 m, occasio- ne all’aumento della popolazione corsa, la Toscana nalmente fino a 3100 m sulle Alpi occidentali. (Laguna di Orbetello-Burano) e la Sicilia. Recenti Distribuzione in Italia. Nidifica su tutta la penisola, segnalazioni in Puglia, Lazio, Umbria, Emilia- sulle isole maggiori e in alcune piccole isole Romagna, Liguria e Lombardia. dell’Arcipelago Toscano, della Sardegna e della Note. In Corsica venivano stimate 40-100 coppie Sicilia, con vuoti di areale in corrispondenza dei nella prima metà del XIX secolo; una contrazione maggiori rilievi montuosi e in Puglia. della popolazione ha ridotto il numero di coppie a 4 Al termine della stagione riproduttiva sono frequen- nel 1974, con seguente ripresa a 17 coppie nel 1988 ti concentrazioni di adulti e giovani in zone ricche di e a circa 25 negli anni ‘90. nutrimento e in dormitori. CITES. Appendice II Presenze invernali stimate in singoli individui con UE. Allegato A osservazioni occasionali in Sicilia, Sardegna, Emilia- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Romagna e Piemonte. resources/ID/fauna/Volume2/A213.002.001.001%2 Note. Alcune segnalazioni invernali potrebbero in 0Pandion%20haliaetus_E.pdf parte riferirsi a migratori tardivi o precoci, o a indi- vidui sfuggiti dalla cattività. Popolazione nidificante Famiglia: Accipitridi in Italia stimata approssimativamente in 150000- 300000 coppie. Accipiter brevipes (Severtsov, 1850). (Sparviere levantino) UE. Allegato A Sinonimi. Astur brevipes Severtsov, 1850. Accipiter Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data badius, Auct. zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- p&sid=2498&m=0 tribuzione mediterraneo-pontica. Migratrice, sverna in Africa. Consistente migrazione autunnale sul Bosforo. In Italia è di comparsa accidentale. UCCELLI FALCONIFORMI Categorie AERC. A30 Famiglia: Pandionidi Periodo di nidificazione. Nei paesi d’origine Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758). (Falco pescatore) (Balcani) la deposizione delle uova avviene tra metà Sinonimi. Falco Haliaetus Linnaeus, 1758. Pandion maggio e l’inizio di giugno. L’incubazione dura circa haliaetos, Auct. 30-35 giorni. L’involo avviene dopo circa 40-45 gior- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- ni dalla schiusa. buzione subcosmopolita. Migratrice e parzialmente Habitat. Predilige aree caratterizzate da clima mite e migratrice. Sverna in Africa a sud del Sahara, local- asciutto, soprattutto a quote poco elevate, occupan- mente in Nord Africa, Medio Oriente e do aree di pianura e bacini fluviali, con presenza di Mediterraneo. In Italia la specie è estinta come nidi- foreste. Si spinge fino a quote di circa 1000 m (ecce- ficante (ultimi casi accertati in Sardegna, Golfo di zionalmente fino a 1980 m in Armenia). Orosei nel 1977; in Sicilia, Isole Egadi nel 1960-65; Distribuzione in Italia. 2 segnalazioni ritenute vali- in Puglia, provincia di Lecce nel 1955). Migratrice de (1 post 1950). 1) M. juv., Aspromonte (RC), regolare, estivante, svernante regolare. Movimenti tra 1893. 2) Stretto di Messina, 1989. agosto-inizio novembre e marzo-maggio. Dispersioni Note. Specie di comparsa accidentale anche in giovanili in agosto. Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Cipro e Tunisia. Categorie AERC. A14 CITES. Appendice II Periodo di nidificazione. Nei paesi mediterranei i siti UE. Allegato A riproduttivi vengono occupati molto precocemente; Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data la deposizione delle uova avviene a partire da metà zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as marzo, con una sola covata per anno generalmente di p&sid=3427&m=0 3 uova (1-4). L’incubazione delle uova dura 34-40 giorni. L’involo Accipiter gentilis (Linnaeus, 1758). (Astore) avviene dopo 49-57 giorni dalla schiusa. Sinonimi. Falco gentilis Linnaeus, 1758. Falco Habitat. Frequenta e nidifica in zone costiere marine palumbarius, Astur palumbarius, Auct. rocciose e isole, con nidi su falesie, scogliere o su alberi. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- In migrazione frequenta ambienti umidi di vario buzione oloartica. Sedentaria e dispersiva, migratrice genere, sia costieri, sia dell’interno, spingendosi in a corto raggio. In Italia è sedentaria e nidificante, aree alpine fino a 2300 m di quota. Durante lo sver- migratrice regolare, svernante regolare. La CITES in Italia: attualità e prospettive 91

Categorie AERC. A11 Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da tribuzione eurocentroasiatica. Adulti sedentari, gio- metà marzo a maggio. L’incubazione dura 35-38 vani e immaturi dispersivi. giorni. L’involo avviene a 35-45 giorni dalla schiusa. In Italia la specie è estinta come sedentaria e nidifi- Un’unica covata annua di 2-4 uova. cante (ultimo caso accertato di nidificazione in Habitat. Nidifica in boschi maturi di diversa compo- Sardegna, provincia di Nuoro nel 1961). Migratrice sizione, prediligendo quelli di conifere puri o misti a rara e irregolare. latifoglie. In Sardegna utilizza formazioni di macchia Categorie AERC. A34 e foresta dominate da leccio. Più diffusa tra 400 e Periodo di nidificazione. Nella Penisola Iberica la 1700 m, con presenze localizzate in pianura. deposizione delle uova avviene a partire da metà feb- Distribuzione in Italia. A. g. gentilis ben distribuita braio. L’incubazione dura 50-55 giorni. L’involo sulle Alpi, presenze più rare e localizzate sugli avviene dopo circa 100-120 giorni dalla schiusa. Una Appennini, soprattutto nei settori centro-settentrio- covata di un solo uovo. nali e meridionali. A. g. arrigonii presente in Habitat. Nidifica su alberi in aree montuose boscate, Sardegna e Corsica. Osservazioni regolari in pianura caratterizzate da pendii scoscesi e aree aperte aride in Piemonte nei mesi invernali. Di comparsa acci- utilizzate per la ricerca del cibo. dentale durante le migrazioni e lo svernamento in Distribuzione in Italia. Note una quindicina di Puglia (Salento) e Sicilia. segnalazioni storiche di giovani e immaturi nelle Note. popolazione nidificante stimata in 500-800 regioni settentrionali della Penisola (Emilia- coppie. Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, CITES. Appendice II Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), Marche, UE. Allegato A Campania e Calabria, effettuate in primavera e Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data autunno. Segnalazioni più recenti in Sardegna zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as (1980), Calabria (1975), Campania (1975) e Veneto. p&sid=3466&m=0 Note. In Sardegna la specie, prima dell’estinzione, ha subito un decremento sensibile nella seconda metà Accipiter nisus (Linnaeus, 1758). (Sparviere) del XX secolo: nel 1945 venivano stimate 10-12 cop- Sinonimi. Falco Nisus Linnaeus, 1758. pie, con una popolazione complessiva di 40-60 indi- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- vidui; nel 1055 le coppie erano scese a 4-7, con circa buzione olopaleartica. Migratrice, sedentaria e dis- 20 individui, fino a 5 individui nel 1975 . persiva. Sverna a sud dell’areale fino al nord Africa e CITES. Appendice II Medio Oriente. In Italia è sedentaria e nidificante, UE. Allegato A migratrice regolare, svernante regolare. Movimenti Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- tra agosto-novembre e marzo-maggio. ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.002.001%20Aeg Categorie AERC. A11 ypius%20monachus_E.pdf Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da metà aprile a giugno. L’incubazione dura 33-35 gior- Aquila chrysaetos (Linnaeus, 1758). (Aquila reale) ni. L’involo avviene a 24-30 giorni dalla schiusa. Una Sinonimi. Falco Chrysaëtos Linnaeus, 1758. Falco ful- covata annua di 4-5 uova. vus, Aquila Chrysaëtus, Auct. Habitat. Nidifica in boschi di diversa composizione, Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- collinari e montani, prediligendo quelli con alberi di buzione oloartica. Sedentaria, giovani e immaturi media grandezza e inframmezzati da radure e aree dispersivi. In Italia è sedentaria e nidificante. Adulti aperte, naturali o coltivate, utilizzate per la caccia. normalmente sedentari, giovani e immaturi dispersi- Maggiormente diffuso tra 500 e 1600 m, più scarso vi, con movimenti di alcune decine di chilometri da e localizzato in pianura, dove utilizza boschi planizia- fine settembre-ottobre, anche verso aree pedemonta- li ripariali e boschi suburbani. ne e pianeggianti. Svernante localizzata. Distribuzione in Italia. A. n. nisus ampiamente dif- Categorie AERC. A11 fusa sulla penisola e in Sicilia, con presenze localizza- Periodo di nidificazione. L’attività riproduttiva (cor- te in Pianura Padana. A. n. wolterstorffi presente in teggiamento, apporto di materiale ai nidi) può inizia- Sardegna e Corsica. Ampliamento di areale in inver- re già nel tardo autunno, ma raggiunge il picco tra no, con presenze anche nelle piccole isole. febbraio e marzo. La deposizione delle uova si verifi- Note. popolazione nidificante stimata in 2000-4000 ca da marzo a aprile. L’incubazione dura 42-45 gior- coppie. ni. L’involo avviene a 65-85 giorni dalla schiusa. CITES. Appendice II Viene deposta un’unica covata annua di 2 (1-3) uova, UE. Allegato A ma generalmente viene portato all’involo un solo Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/datazo- giovane (sulle Alpi meno del 20% delle coppie che ne/species/index.html?action=SpcHTMDetails.asp hanno allevato giovani è riuscita ad allevarne 2). &sid=3455&m=0 Habitat. Specie tipicamente rupicola, nidifica in aree montane rocciose ricche di pareti dove costruisce i nidi Aegypius monachus (Linnaeus, 1766). (Avvoltoio e di pascoli e praterie che utilizza per la caccia. Diffusa monaco) principalmente tra 800 e 2200 m di quota, con pre- Sinonimi. Vultur Monachus Linnaeus, 1766. Vultur senze a quote inferiori sulle isole (100-200 m) e mas- cinereus, Auct. simi sulle Alpi occidentali (2650 m, Gran Paradiso). 92 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Distribuzione in Italia. Presente sulle Alpi e sugli dalla schiusa. Una covata annua di 2-3 (1-4) uova. Appennini, in Sicilia e in Sardegna. Habitat. É una specie originariamente legata ad Note. Popolazione nidificante stimata in circa 500- ambienti caratterizzati da quote poco elevate, spinta 550 coppie, di cui circa 400 sulle Alpi. a colonizzare aree ad altitudini più elevate a causa CITES. Appendice II della persecuzione e della perdita di habitat idoneo. UE. Allegato A In Europa centrale e orientale nidifica in foreste fino Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ a 1000 m di quota, in ambienti steppici e in aree col- resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.003%2 tivate con presenza di grossi alberi. Nel Caucaso fre- 0Aquila%20chrysaetos_E.pdf quenta in particolare zone di pianura, in corrispon- denza di boschi ripariali e aree semi-desertiche. Aquila clanga Pallas, 1811. (Aquila anatraia maggiore) Durante lo svernamento la specie sembra maggior- Sinonimi. Aquila Clanga Pallas, 1811. Falco naevius, mente legata alle aree umide. Aquila naevia, Auct. Distribuzione in Italia. 18 segnalazioni ritenute vali- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- de (13 post 1950). 1) Colle di Cadibona (SV), 1882. tribuzione eurosibirica. Parzialmente migratrice. 2) Monte Novacco, Castrovillari (CS), 1898. 3) Sverna a sud dell’areale fino all’Europa meridionale e Campocroce di Mirano (VE), 1940. 4) Cotignola Medio Oriente. In Italia è migratrice regolare, sver- (RA), 1942. 5) Montemaggiore Belsito (PA), 1947. nante regolare. Movimenti tra ottobre-novembre e 6) Opicina, Banne (TS), 1954. 7) Monte Lauro marzo-aprile. (SR), 1959. 8) Foce Isonzo, Staranzano (GO), 1968. Categorie AERC. A10 9) Monte Lauro, Pachino (SR), 1973. 10) Stretto di Periodo di nidificazione. Nell’Europa dell’est la Messina, Scilla (RC), 1986. 11) Sicilia, 1990. 12) deposizione delle uova avviene a partire dalla fine di Monte Covello (CZ), 1993. 13) Lago Partecipanza, aprile. L’incubazione dura 42-44 giorni. L’involo S.Giovanni a Manzolino (MO), 1993. 14) Stretto di avviene dopo circa 60-65 giorni dalla schiusa. Una Messina, 1995. 15) Isola della Cona (GO), 1996. covata annua di 2 (1-3) uova. 16) Piana di Gela, 1997. 17) Bonifica del Mezzano Habitat. Specie legata di preferenza a foreste planizia- (FE), 1997-98. 18) Stretto di Messina (RC), 2000. li e collinari, in aree caratterizzate dalla presenza di Note. Contrazione di areale e decremento numerico aree umide, naturali o artificiali. Durante la migrazio- generalizzato a livello europeo, recenti sintomi di ne e lo svernamento frequenta zone umide costiere o ricolonizzazione in Austria. interne di diversa tipologia (laghi, fiumi, lagune, valli CITES. Appendice I da pesca). Di comparsa accidentale in centri urbani. UE. Allegato A Distribuzione in Italia. Presenze frequenti e regolari Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- durante le migrazioni in alto Adriatico e alto Tirreno, ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.006%20Aqu rara o irregolare nelle regioni meridionali e insulari. ila%20heliaca_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ Svernante regolare, con presenze più frequenti details/144497 durante gli inverni molto freddi, in Pianura Padana, nelle zone costiere di Emilia-Romagna, Veneto, Aquila nipalensis Hodgson, 1833. (Aquila delle steppe) Toscana e Lazio. Sinonimi. Falco rapax nipalensis (considerata da alcu- Note. Segnalazioni storiche di nidificazione in Pia- ni Autori sottospecie di Aquila rapax). nura Padana (province di Modena e Pavia), Liguaria Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- e Toscana (provincia di Grosseto) non confermate. buzione centroasiatica. Migratrice, sverna in Africa. CITES. Appendice II Di comparsa accidentale o irregolare in Europa occi- UE. Allegato A dentale, fino a Norvegia e Francia. In Italia è acci- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- dentale. ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.004%20Aqu Categorie AERC. A30 ila%20clanga_E.pdf Periodo di nidificazione. Nei paesi di origine la deposizione delle uova avviene tra aprile e luglio. Aquila heliaca Savigny, 1809. (Aquila imperiale) L’incubazione dura circa 45 giorni. L’involo avviene Sinonimi. Falco imperialis, Aquila imperialis, Aquila dopo 55-65 giorni dalla schiusa. Una covata annua mogilnik, Aquila Adalberti, Auct. Specie ritenuta da di 2 (1-4) uova. alcuni Autori conspecifica di A.adalberti Brehm, Habitat. Specie legata alle aree aperte delle regioni 1861, propria della Spagna. steppiche e semi-desertiche, dalla pianura alle aree Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- montuose, fino a 2300 m. Nei quartieri di sverna- tribuzione eurocentroasiatica. Parzialmente sedenta- mento africani frequenta le aree di savana, alberata e ria e migratrice. Sverna in Medio Oriente e Africa non; osservata fino a 4500 m di quota. nord-orientale. Di comparsa accidentale in Europa e Distribuzione in Italia. 11 segnalazioni ritenute valide in Libia. In Italia è accidentale. (7 post 1950). 1) Liguria, 1955-56. 2) Orgosolo (NU), Categorie AERC. A30 1902. 3) Pula (CA), 1908. 4) Domodossola (NO), Periodo di nidificazione. Nei paesi di origine la 1913. 5) Foce Reno, Torre di Bellocchio (RA), 1960. deposizione delle uova avviene a partire da metà-fine 6) Campagnatico (GR), fine anni ’70. 7) Lago di marzo fino alla fine di aprile. L’incubazione dura Burano (GR), 1985. 8) Monte Argentario (GR), 1988. circa 43 giorni. L’involo avviene dopo 60-77 giorni 9) Pescarolo (CR), 1987-88. 10) Stagno di Santa La CITES in Italia: attualità e prospettive 93

Giusta (OR), 1999. 11) Saline di Siracusa, 2000. nipalensis, Aquila naevioides, Auct. Ritenuta da alcu- Note. Due sottospecie riconosciute, di cui A. n. ni Autori conspecifica di A. nipalensis. orientalis riguarda il Paleartico occidentale. La popo- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- lazione europea, stimata in 15000-25000 coppie, è buzione afrotropicale. Principalmente sedentaria, quasi totalmente concentrata in Russia. localmente dispersiva. Di comparsa accidentale nel CITES. Appendice II Mediterraneo. In Italia è accidentale. UE. Allegato B Categorie AERC. B40 Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Periodo di nidificazione. Nei paesi del Nord Africa resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.008a% la deposizione delle uova avviene prevalentemente 20Aquila%20nipalensis_E.pdf nella seconda metà di marzo; in India e Pakistan la deposizione avviene nel periodo novembre-marzo. Aquila pomarina Brehm, 1831. (Aquila anatraia L’incubazione dura circa 43-45 giorni. L’involo minore) avviene dopo 76-85 giorni dalla schiusa. Una covata Sinonimi. Aquila Wahlbergii, Aquila pomerana, Auct. annua generalmente di 2 uova, anche se raramente (La prima delle due denominazioni Salvadori, 1872 viene portato all’involo più di un giovane. è dovuta ad un errore di determinazione [cfr. Habitat. In Asia occidentale e in Europa la specie Giglioli, 1886). occupa la fascia continentale di medie latitudini tra Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- la fascia delle foreste e le aree subtropicali, dove uti- buzione paleartico-orientale. Migratrice con maggio- lizza principalmente le vaste aree di pianura delle ri concentrazioni sul Bosforo. Sverna in Africa orien- zone steppiche e semi-desertiche, penetrando a volte tale, irregolarmente nel Mediterraneo orientale. In oltre il margine delle aree desertiche e risalendo le Italia è migratrice scarsa e regolare, svernante irrego- pendici di aree collinari. La specie evita invece le lare. Movimenti tra metà agosto-novembre e fine zone montane e le aree umide. Nei quartieri di sver- febbraio-maggio. namento africani frequenta soprattutto vaste aree Categorie AERC. A10 aperte con alberi sparsi, con abbondanza di risorse Periodo di nidificazione. Nei paesi dell’Europa trofiche (colonie di termiti). orientale la deposizione delle uova avviene a partire Distribuzione in Italia. 2 segnalazioni ritenute vali- da fine aprile fino a metà giugno. L’incubazione dura de (ante 1950). 1) Sant’Antioco (CA), 1876. 2) 38-41 giorni. L’involo avviene dopo circa 58 giorni Stagno di Cagliari, 1898. dalla schiusa. Una covata annua generalmente di 2 Note. Di comparsa accidentale anche in Spagna, (1-3) uova. Israele, Egitto. Habitat. Nel Paleartico occidentale nidifica in aree CITES. Appendice II continentali, alle medie latitudini, in corrispondenza UE. Allegato B di aree umide di pianura a nord e a est dell’areale, in Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ boschi umidi e aree golenali. Nei Carpazi, Caucaso e resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.008%2 Balcani, utilizza in prevalenza foreste montane piut- 0Aquila%20rapax_E.pdf tosto aride ad altitudini medie, nidificando fino a 1800 m, eccezionalmente fino a 2200 m di quota. In Buteo buteo (Linnaeus, 1758). (Poiana) migrazione frequenta aree planiziali e collinari sia Sinonimi. Falco Buteo, Linnaeus, 1758. Buteo vulga- della costa che dell’interno. Si concentra principal- ris, Auct. mente sugli stretti, più rara sui valichi montani. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Distribuzione in Italia. Circa 60 segnalazioni stori- buzione euroasiatica. Migratrice, sedentaria e disper- che e recenti ritenute valide, in particolare nelle siva. Popolazioni insulari tipicamente sedentarie. regioni meridionali (Stretto di Messina, Canale di Sverna a sud dell’areale, fino al Nord Africa e Medio Sicilia, Sicilia sud-orientale e Puglia), in primavera, e Oriente. In Italia è sedentaria e nidificante, migratri- in quelle centro-settentrionali (Circeo, Conero, Valli ce regolare, svernante regolare. Movimenti tra set- di Lanzo in Piemonte) in autunno. In inverno sono tembre-inizio novembre e marzo-maggio. state registrate presenze irregolari in Piemonte, Categorie AERC. A11 Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da Toscana, Sardegna e Sicilia. fine marzo a giugno. L’incubazione dura 33-35 gior- Note. Negli ultimi decenni le presenze si sono fatte ni. L’involo avviene a 50-55 giorni dalla schiusa. Una più regolari e consistenti, in relazione all’espansione covata annua di 2-4 (1-6) uova. dei limiti occidentali dell’areale europeo. Habitat. Nidifica in boschi di varia natura e compo- CITES. Appendice II sizione, in presenza di alberi alti e indisturbati. UE. Allegato B Necessita di radure e spazi aperti che vengono utiliz- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- zati per la caccia. Diffusa principalmente tra 500 e ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.003.007%20Aqu 1500 m. Durante la migrazione e lo svernamento fre- ila%20pomarina_E.pdf; http://www.iucnredlist.org/ quenta spesso aree planiziali, anche antropizzate e details/144492 può spingersi a quote superiori a 2000 m. Distribuzione in Italia. B. b. buteo è ampiamente pre- Aquila rapax (Temminck, 1828). (Aquila rapace) sente su tutta la Penisola e in Sicilia; presenze più loca- Sinonimi. Falco rapax Temminck, 1828. Aquila lizzate riguardano la Pianura Padana centro-orientale, 94 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 il Salento e la costa adriatica. In Sardegna, Corsica e Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Arcipelago Toscano è presente B. b. arrigonii. buzione eurocentroasiatico-mediterranea.le popola- Note. Popolazione nidificante stimata in 4000-8000 zioni euroasiatiche sono principalmente migratrici, coppie. quelle nord-africane prevalentemente sedentarie e CITES. Appendice II dispersive. Sverna in Africa centro-settentrionale e UE. Allegato A Medio Oriente. Di comparsa accidentale o irregolare Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- in Europa centrale. In Italia è ritenuta possibile la ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.007.007%20Bute nidificazione della specie in Puglia, sulla base di o%20buteo_E.pdf osservazioni recenti e ripetute di coppie in atteggia- mento territoriale, e a Pantelleria, in Sicilia. Buteo lagopus (Pontoppidan, 1763). (Poiana calzata) Migratrice scarsa e regolare, estivante irregolare, sver- Sinonimi. Falco Lagopus Pontoppidan, 1763. nante irregolare. Movimenti tra settembre-novembre Archibuteo lagopus, Auct. e aprile-maggio. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Categorie AERC. A10 buzione circumartica. Migratrice, sverna principal- Periodo di nidificazione. In Africa nord-occidentale mente in Europa centrale e sud-orientale tra il 45° e la deposizione delle uova avviene tra fine marzo e il 55° parallelo, raramente a sud del 41° parallelo fine aprile; in Grecia tra fine marzo e metà aprile. negli inverni molto freddi. In Italia è migratrice rego- L’incubazione dura almeno 28 giorni. L’involo avvie- lare, estivante occasionale, svernante regolare. ne dopo almeno 40-42 giorni dalla schiusa. Una Movimenti tra ottobre-dicembre e aprile-maggio. covata annua generalmente di 3-4 uova (2-5). Categorie AERC. A20 Habitat. Nell’areale riproduttivo frequenta ambienti Periodo di nidificazione. Nei paesi scandinavi la aridi, semidesertici o steppici, principalmente in deposizione delle uova avviene da fine aprile-inizio zone a bassa altitudine. Durante la migrazione fre- maggio a fine giugno. L’incubazione dura circa 28-31 quenta di preferenza aree planiziali e collinari, pro- giorni. L’involo avviene dopo 39-43 giorni dalla montori, stretti e coste marine. Può spingersi in aree schiusa. Una covata annua generalmente di 3-4 uova montane, fino a circa 2000 m di quota. (2-7). Le dimensioni della covata sono in relazione Distribuzione in Italia. Probabile recente nidifica- alla disponibilità trofica, in particolare in relazione zione in Puglia e Sicilia. Durante le migrazioni le alle popolazioni di lemming e di arvicole del genere osservazioni sembrano più frequenti nelle regioni Microtus, con covate di 2-3 uova in annate con scar- meridionali e in Sicilia in primavera (Stretto di sa disponibilità trofica e di 5–7 uova in annate favo- Messina, Capo d’Otranto in Puglia, Conero, revoli; possibile covata di rimpiazzo in caso di perdi- Campania) e in quelle settentrionali in autunno. ta delle uova. Casi locali di estivazione sono noti per Puglia, Habitat. Nidifica sugli altipiani subnivali, nella tun- Basilicata e Sicilia. Segnalazioni invernali riguardano dra e nella zona di transizione tra tundra e taiga delle Lazio, Campania, Puglia, Toscana, Sardegna e Sicilia. zone artica e subartica. Le aree di svernamento sono Note. Due sottospecie riconosciute per il Paleartico costituite da pianure coltivate, praterie, torbiere. In Occidentale: B. r. rufinus, che interessa l’Italia e B. r. Italia sverna principalmente nella Pianura Padana cirtensis, distribuita in Nord Africa. centro-orientale e nelle adiacenti vallate e anfiteatri CITES. Appendice II morenici. UE. Allegato A Distribuzione in Italia. Durante le migrazioni le Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ osservazioni della specie sono più frequenti nelle resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.007.022%2 regioni settentrionali, irregolari in quelle centrali, 0Buteo%20rufinus_E.pdf accidentali nelle regioni meridionali e sulle isole. Durante lo svernamento le presenze sono regolari, Circaetus gallicus (Gmelin, 1788). (Biancone) con una decina di individui, nell’area dei grandi laghi Sinonimi. Falco gallicus Gmelin, 1788. prealpini. Osservazioni recenti riguardano inoltre Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- Toscana e Lazio. tribuzione paleartico-orientale. Migratrice, sverna in Note. L’areale italiano di svernamento rappresenta Africa a nord dell’Equatore, in una fascia compresa una probabile appendice del subareale carpatico- tra il 20° e il 10° parallelo. Rara e localizzata nel danubiano, utilizzato regolarmente negli anni favore- basso Mediterraneo. In Italia è migratrice nidificante voli all’espansione della specie. Il trend della popola- (estiva), migratrice regolare, svernante regolare loca- zione europea è caratterizzato da marcate fluttuazio- lizzata. Movimenti tra agosto-inizio novembre e ni numeriche in relazione a quelle delle specie preda. metà febbraio-aprile. CITES. Appendice II Categorie AERC. A11 UE. Allegato A Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova a Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ fine marzo-aprile. L’incubazione dura 45-47 giorni. resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.007.011%2 L’involo avviene a 70-75 giorni dalla schiusa. Una 0Buteo%20lagopus_E.pdf covata annua di un unico uovo. Il giovane, dopo l’in- volo, rimane per 5-6 settimane nella zona del nido, Buteo rufinus (Cretzschmar, 1827). (Poiana codabianca) senza allontanarsi. Sinonimi. Falco rufinus Cretzschmar, 1827. Buteo Habitat. Nidifica in aree boscose, anche di medie ferox, Auct. dimensioni, di composizione mista con presenza di La CITES in Italia: attualità e prospettive 95

conifere. Preferisce ambienti in cui i tratti boschivi nella Pianura Padana, con maggiori concentrazioni sono alternati a zone aperte: superfici nude, rocciose nelle zone costiere dell’Adriatico. Localizzata in o sabbiose, parzialmente coperte da vegetazione erba- Toscana e Sardegna, irregolare in Abruzzo e Alto cea e arbustiva. Le zone di caccia comprendono Adige, da confermare in Lazio, Puglia, Calabria e pascoli, garighe, pseudo-steppe, paludi, dune sabbio- Sicilia. La migrazione primaverile è concentrata su se; sulle Alpi occidentali vengono utilizzate anche stretti, coste marine e valichi montani; il transito pri- praterie di altitudine fino a 2700 m di quota. maverile è particolarmente consistente sullo Stretto Distribuzione in Italia. Nidifica su Alpi occidentali, di Messina, Puglia (Capo d’Otranto), Appennino Prealpi centro-orientali, Appennini e rilievi del ver- Ligure (Arenzano), Promontorio del Conero, costa sante tirrenico, con vuoti di areale sulla dorsale marchigiana. La migrazione autunnale si verifica ad appenninica. I due nuclei principali si trovano nelle ampio fronte, con movimenti consistenti nel medio- regioni nord-occidentali e nella Maremma tosco- basso Tirreno. Durante lo svernamento le massime laziale. Da accertare la nidificazione in Sicilia. concentrazioni si registrano in Alto Adriatico Concentrazioni di individui in migrazione si posso- (Laguna di Venezia, Delta del Po, Lagune di Grado e no osservare su stretti e valichi alpini. Le Alpi Marano) e in Sardegna (Oristano-Sinis). Presenze Marittime sono interessate da un’importante rotta di abbondanti si trovano in Puglia (Manfredonia-Salina migrazione nel periodo autunnale; l’Appennino Margherita di Savoia) e Toscana (Lago di Ligure (Arenzano) è caratterizzato da una consisten- Massaciuccoli). Presente anche in Pianura Padana te migrazione primaverile. Sono noti casi di sverna- interna (incremento delle presenze invernali regolari mento regolare in Sicilia; presenze irregolari in nelle risaie del Vercellese), Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Alpi occidentali, Lombardia, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia. Emilia-Romagna, Toscana, Basilicata, Calabria e Note. Popolazione nidificante stimata in 170-220 Sardegna. coppie. Note. Popolazione nidificante stimata in 350-400 CITES. Appendice II coppie. UE. Allegato A CITES. Appendice II Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ UE. Allegato A resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.012.002%2 Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data 0Circus%20aeruginosus_E.pdf zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as p&sid=32257&m=0 Circus cyaneus (Linnaeus, 1766). (Albanella reale) Sinonimi. Falco cyaneus Linnaeus, 1766. Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758). (Falco di palude) Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Sinonimi. Falco aeruginosus Linnaeus, 1758. Falco buzione oloartica. Migratrice e parzialmente sedenta- rufus, Circus rufus, Milvus aeruginosus, Auct. ria. Sverna in Europa, a sud fino al Mediterraneo e Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Medio Oriente. In Italia è nidificante irregolare, buzione paleartico-paleotropicale-australasiana. migratrice regolare, estivante, svernante regolare. Migratrice e parzialmente sedentaria e dispersiva. Movimenti tra fine agosto-novembre e marzo-aprile. Sverna in Africa, Mediterraneo e Medio Oriente. Categorie AERC. A13 In Italia è sedentaria e nidificante, migratrice regola- Periodo di nidificazione. Nei paesi scandinavi la re, erratica in periodo extra-riproduttivo, svernante deposizione avviene da inizio maggio a metà-fine regolare. Movimenti tra settembre-novembre e giugno; in Europa centrale e Gran Bretagna le uova marzo-maggio. vengono deposte da fine aprile a fine maggio; nei casi Dispersioni giovanili da agosto. di nidificazione in Italia la deposizione delle uova ha Categorie AERC. A11 avuto inizio da metà aprile. L’incubazione dura 29- Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da 31 giorni. L’involo avviene a 32-42 giorni dalla metà marzo a maggio. L’incubazione dura 31-38 schiusa, con i maschi generalmente più precoci delle giorni. L’involo avviene a 35-40 giorni dalla schiusa. femmine. Una covata annua di 4-6 uova. Una covata annua di 3-4 uova (2-6). Habitat. In migrazione e durante lo svernamento fre- Habitat. Nidifica in zone umide di acqua dolce o sal- quenta ambienti aperti erbosi, dalla pianura fino a mastra, costiere o dell’interno, ricche di fitta vegeta- quote elevate (2600-3400 m in Valle d’Aosta). Sulle zione palustre (fragmiteto).Utilizza anche bacini di Alpi e nella fascia pedemontana frequenta pascoli, ridotta estensione, vasche di zuccherifici, cave in dis- praterie, torbiere, margini di zone boscose e arbuste- uso, bacini di ittiocoltura; recenti casi di nidificazio- ti; in Pianura Padana si osserva in zone golenali, prati, ne sono noti in prati da sfalcio della Pianura Padana. incolti erbosi, aree aeroportuali, coltivi con fossati. Maggiormente diffuso in aree di pianura, raro al di Distribuzione in Italia. Nidificante in tempi storici sopra degli 800 m in Europa. Durante le migrazioni in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, può raggiungere quote elevate, in corrispondenza dei Toscana e ritenuta estinta in Pianura Padana nella valichi principali. In migrazione e durante lo sverna- prima metà del XX secolo, nel 1998 è stato accerta- mento frequenta anche aree coltivate, fiumi, canali, to il primo caso di nidificazione recente in Emilia- margini di zone boscose, risaie, pascoli. Nel periodo Romagna (provincia di Parma). Durante le migrazio- extra-riproduttivo forma dormitori in coltivi di ni presenze consistenti e regolari si registrano in cereali e saline. Pianura Padana, sulle Prealpi, in alto e basso Distribuzione in Italia. Diffusa come nidificante Adriatico, lungo le coste ioniche e basso-tirreniche, 96 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 in Sicilia e Sardegna. Durante lo svernamento pre- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- senze più consistenti si hanno nelle regioni setten- tribuzione euroturanica. Migratrice, sverna in Africa trionali, sul versante tirrenico e in Puglia. La popola- a sud del Sahara. zione svernante è probabilmente compresa tra 1000 In Italia è migratrice nidificante (estiva). Migratrice e 3000 individui, con fluttuazioni annuali. regolare, svernante irregolare, estivante (immaturi). Note. Durante le migrazioni e lo svernamento forma Movimenti tra fine agosto-inizio ottobre e fine dormitori comuni in zone umide costiere o asciutte marzo-fine maggio. Dispersione da fine luglio. nell’interno, con concentrazioni in genere di 10-20 Categorie AERC. A11 individui per dormitorio. Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da CITES. Appendice II fine aprile a inizio giugno. L’incubazione dura 28-29 UE. Allegato A giorni. L’involo avviene a 35-40 giorni dalla schiusa. Siti di riferimento Una covata annua di 3-5 uova. http://www.cites.org/eng/resources/ID/fauna/ Habitat. Nidifica in ambienti aperti di varia natura Volume2/A-213.003.012.006%20Circus%20cyane (pianure, larghe vallate, brughiere, torbiere, incolti, us_E.pdf coltivi, aree marginali di zone umide), generalmente a quote relativamente basse. Circus macrourus (S. G. Gmelin, 1770). (Albanella Maggiormente diffusa dalla pianura fino a 500 m, pallida) con massimi di 1000 m sugli Appennini. In migra- Sinonimi. Falco macrourus Gmelin, 1770. Accipiter zione si può osservare anche in aree montane fino a macrourus Gmelin, 1771. Circus Swainsonii, Auct. oltre 2000 m di quota. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- Distribuzione in Italia. Nidifica nelle regioni centra- tribuzione centroasiatico-pontica. Migratrice, com- li, in Pianura Padana e Sardegna, con maggiori con- pie movimenti su vasto fronte. Sverna in Africa a sud sistenze in Emilia-Romagna e Toscana. Consistenze del Sahara, localmente in Medio Oriente, Nord più limitate riguardano Lazio, Piemonte, Veneto, Africa, Albania e Grecia. In Italia è migratrice regola- Friuli-Venezia Giulia e Marche. Recenti segnalazioni re, svernante irregolare. Movimenti tra fine agosto- interessano Molise e Abruzzo; da confermare la nidi- metà ottobre e marzo-metà maggio. ficazione in Puglia. Durante le migrazioni un trans- Categorie AERC. A10 ito consistente riguarda il Canale di Sicilia e lo Periodo di nidificazione. Nei paesi dell’Europa sud- Stretto di Messina in primavera; più scarsa la migra- orientale la deposizione avviene nei mesi di maggio e zione autunnale. giugno. L’incubazione dura 29-30 giorni. L’involo Note. Popolazione nidificante stimata in 260-380 avviene a 32-42 giorni dalla schiusa, con i maschi coppie. generalmente più precoci delle femmine. Una covata CITES. Appendice II annua di 4-6 uova. UE. Allegato A Habitat. Segnalata principalmente in ambienti di Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/resour- pianura e di collina con presenza di vegetazione erba- ces/ID/fauna/Volume2/A213.003.012.010%20Circ cea. Frequenta ambienti aperti della costa e dell’in- us%20pygargus_E.pdf terno (coltivi, pascoli, aree costiere), localmente anche aree collinari e montane parzialmente cespu- Elanus caeruleus (Desfontaines, 1789). (Nibbio gliate o boscate. Meno legata alle zone umide rispet- bianco) to alle specie congeneri. Sinonimi. Falco caeruleus Desfontaines, 1789. Distribuzione in Italia. La migrazione primaverile è Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- più consistente e regolare; le maggiori presenze in buzione paleartico-paleotropicale. Nel Paleartico questo periodo si registrano in Puglia (Capo occidentale l’areale appare frammentato e limitato a d’Otranto) e sullo Stretto di Messina; più rare o irre- Portogallo, Spagna, Francia, coste dell’Africa nord- golari in Pianura Padana, sul medio e alto Adriatico, occidentale ed Egitto. Principalmente sedentaria, sul versante tirrenico, in Sardegna e Corsica. In popolazioni tropicali dispersive. Di comparsa acci- periodo invernale segnalazioni recenti interessano la dentale in Europa e Medio Oriente. In Italia è acci- Sicilia meridionale e la Toscana (provincia di dentale. Grosseto). Categorie AERC. A30 Note. Le sporadiche notizie storiche di nidificazione Periodo di nidificazione. Nel Mediterraneo occiden- in Italia sono ritenute inattendibili, soprattutto per tale la deposizione delle uova da fine febbraio-inizio una probabile confusione con C. pygargus. marzo a inizio aprile. L’incubazione dura 25-28 gior- CITES. Appendice II ni. L’involo avviene a 30-35 giorni dalla schiusa. Una UE. Allegato A covata annua di 3-4 uova (2-6). Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Habitat. Frequenta aree steppiche aride e semi-deser- resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.012.007%2 tiche, ampie pianure, valli, boschi ripariali, savana, 0Circus%20macrourus_E.pdf boscaglie, margini di foresta; raramente penetra al- l’interno di ampie aree boscate e in regioni montane. Circus pygargus (Linnaeus, 1758). (Albanella minore) Piuttosto sedentario, occupa le stesse aree nel corso Sinonimi. Falco Pygargus Linnaeus, 1758. Falco cine- dell’anno, gli spostamenti si verificano in modo raceus, Circus cineraceus, Auct. opportunistico in corrispondenza delle zone con La CITES in Italia: attualità e prospettive 97

buona diponibilità cibo (ad esempio in aree colpite tendenza all’erratismo nell’ambito dell’arco alpino, da incendi). con sporadiche osservazioni anche in altre regioni Distribuzione in Italia. 4 segnalazioni ritenute vali- europee. de (3 post 1950). 1) F. ad., Lombardore (TO), CITES. Appendice II autunno 1938. 2) Valle Fiume Crati (CS), autunno UE. Allegato A 1969. 3) provincia di Catanzaro, settembre 1974. 4) Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ 2 ind., Parco Naturale del Conero (AN), aprile 2000. resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.021.001%2 Note. Popolazione europea stimata in 1100-2000 0Gypaetus%20barbatus_E.pdf coppie, di cui circa 1000 in Spagna. Rara e localizza- ta in Francia con primi casi di nidificazione nel Gyps fulvus (Hablizl, 1783). (Grifone) 1990-1991. Sinonimi. Vultur fulvus Hablizl, 1783. CITES. Appendice II Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- UE. Allegato A buzione eurocentroasiatico-mediterranea. Presente Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ con due sottospecie: G. f. fulvus in Africa settentrio- resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.015.002%2 nale, Europa meridionale, Asia sud-occidentale e 0Elanus%20caeruleus_E.pdf Asia centrale, tra India settentrionale e Altai; G. f. fulvescens in parte dell’Afganistan, del Pakistan e Gypaetus barbatus (Linnaeus, 1758). (Gipeto) India centrale e settentrionale. Sedentaria e dispersi- Sinonimi. Vultur barbatus Linnaeus, 1758. va, parzialmente migratrice. In Italia è sedentaria e Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- nidificante localizzata in Sardegna nord-occidentale. buzione paleartico-afrotropicale. Gli adulti sono Migratrice regolare localizzata, dispersiva, svernante sedentari, i giovani e gli immaturi dispersivi. In Italia irregolare, estivante localizzata. Movimenti regolari è sedentaria e nidificante (a seguito di reintroduzione tra fine estate-inizio autunno. sulle Alpi). Sedentaria e nidificante estinta in Categorie AERC. AC11 Sardegna (ultime prove di nidificazione in provincia Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da di Nuoro nel 1967-69; recente tentativo di reintrodu- inizio gennaio a fine marzo. L’incubazione dura 48-54 zione non riuscito). Migratrice irregolare, dispersiva. giorni. L’involo avviene a 110-115 giorni dalla schiu- Categorie AERC. AC12 sa. Una covata annua di 1 solo uovo (raramente 2). Periodo di nidificazione. Frequentazione dei nidi da Habitat. Frequenta aree aperte con scarsa vegetazione parte della coppia già in ottobre-novembre; la depo- arborea: altopiani, pianure steppiche, pascoli, praterie sizione delle uova avviene a gennaio-febbraio, in alpine e prealpine, caratterizzati da abbondanza di alcuni casi già a dicembre. L’incubazione dura circa 55 giorni. ungulati selvatici e domestici. Nidifica su pareti roc- L’involo avviene a 35-40 giorni dalla schiusa. L’unica ciose sia costiere che dell’interno. Più legato a climi covata annua è generalmente di 2 uova (a volte uno caldi e alle basse e medie latitudini, evita aree piovo- solo), ma viene invariabilmente allevato un solo pulcino. se, umide e soggette a forte innevamento e superfici Habitat. Utilizza gli ambienti situati al limite della forestali troppo estese. Nidifica fino a 2750 m nel vegetazione arborea, caratterizzati dalla presenza di Caucaso, in Asia e in Africa settentrionale, a quote rupi e pareti rocciose ricche di anfratti in cui nidifica inferiori in Europa, con maggiori frequenze dalla pia- e praterie aperte alpine e subalpine, frequentate nura fino a 500 m, con massimi di 700-800 m. soprattutto per la ricerca del cibo. Distribuzione in Italia. Nidificante in tempi storici Distribuzione in Italia. Nidificante in tempi storici in Sardegna, Sicilia e sulle Alpi, e con dubbio in Sardegna, Sicilia (ultima prova nel 1840) e sulle sull’Appennino centro-meridionale, la specie si è Alpi. Presente fino al 1500 anche sull’Appennino estinta localmente in Sicilia, con ultima prova sui centrale. Dopo l’estinzione locale sulle Alpi avvenuta Monti Nebrodi nel 1965. Attualmente l’areale di all’inizio del XX secolo (ultima nidificazione nel nidificazione è limitato alla Sardegna, con casi e ten- 1910), la specie è stata oggetto di un programma di tativi di nidificazione in Friuli-Venezia Giulia conservazione internazionale, che ha portato al rila- (Forgaria) e in Abruzzo (Monte Velino), a seguito di scio di 144 giovani individui dal 1986 al 2006, in immissioni. Movimenti di giovani e di adulti non corrispondenza di 4 aree sull’arco alpino: Parco nidificanti si verificano regolarmente sulle Alpi Nazionale degli Alti Tauri, Parco Nazionale Svizzero- Giulie e nelle zone limitrofe; più irregolari sono i Parco Nazionale dello Stelvio, Alta Savoia-Parco movimenti sul resto dell’arco alpino, in Pianura Nazionale del Mercantour, Parco Naturale delle Alpi Padana occidentale, in Liguria e nelle regioni centro- Marittime. Attualmente è presente una popolazione meridionali. In Sicilia sono note una decina di segna- nidificante stimata in 100-120 individui sull’intero lazioni dopo l’estinzione. arco alpino, con 4 coppie nidificanti nel Parco Note. Popolazione italiana stimata in 37-42 coppie Nazionale dello Stelvio. Le segnalazioni sono fre- (comprese quelle presenti nei siti di immissione). quenti e regolari su tutto l’arco alpino, in particolare CITES. Appendice II nei parchi dello Stelvio, Adamello-Brenta, Argentera UE. Allegato A e Gran Paradiso. Di comparsa accidentale nel settore Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ occidentale della Pianura Padana. resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.023.005%2 Note. Molti degli individui immessi manifestano 0Gyps%20fulvus_E.pdf 98 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Haliaeetus albicilla (Linnaeus, 1758). (Aquila di mare) Hieraaetus fasciatus (Vieillot, 1822). (Aquila di Sinonimi. Falco albicilla Linnaeus, 1758. Bonelli) Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- Sinonimi. Aquila fasciata Vieillot, 1822. Falco bonel- tribuzione euroasiatica. Sedentaria, dispersiva e li, Nisaetus fasciatus, Auct. migratrice a seconda della latitudine e dell’età degli Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- individui. Sverna a sud dell’areale, fino al buzione paleartico-paleotropicale. In Italia è sedenta- Mediterraneo e Medio Oriente. In Italia è estinta ria e nidificante in Sicilia e in Sardegna, rara o irre- come sedentaria e nidificante (ultima prova di nidifi- golare in Calabria. Adulti sedentari, giovani e imma- cazione in Sardegna, provincia di Nuoro nel 1956, turi dispersivi. con sporadiche osservazioni successive fino al 1967). Categorie AERC. A11 Migratrice regolare, svernante irregolare. Movimenti Periodo di nidificazione. Deposizione delle uova da tra agosto-marzo. inizio febbraio a metà marzo. L’incubazione dura 37- Categorie AERC. A24 40 giorni. L’involo avviene a 60-65 giorni dalla Periodo di nidificazione. Nella porzione più setten- schiusa. Una covata annua di 1- 2 uova. trionale dell’areale (Islanda, Norvegia settentrionale, Habitat. Nidifica su pareti rocciose in ambienti Siberia) la deposizione delle uova avviene da metà mediterranei aperti di bassa e media montagna, con aprile a metà giugno; in Norvegia meridionale e alternanza di pianure, aree boscate, macchia, pascoli, Svezia da fine marzo-inizio aprile; in Germania dal- incolti e corsi d’acqua. l’ultima decade di febbraio ad aprile. L’incubazione Distribuzione in Italia. Ritenuta in tempi storici dura 34-36 giorni. L’involo avviene a 70-75 giorni nidificante comune in Sardegna e scarsa in Sicilia, dalla schiusa, ma i giovani diventano indipendenti con indizi di nidificazione possibile nell’Arcipelago dopo altri 35-40 giorni. Una covata annua di 2 uova Toscano (Montecristo, 1977-78). Attualmente una (1-3), con possibili covate di sostituzione dopo la popolazione complessiva di 13-18 coppie è distribui- perdita delle uova. ta tra Sicilia (stimate 9-13 coppie), Sardegna (2-3) e Habitat. Specie legata generalmente a coste marine, Calabria con sporadiche presenze (1-2 coppie). I gio- isole, laghi, grandi fiumi e paludi, con abbondanza vani e gli immaturi sono localmente dispersivi, con di fonti trofiche (pesci, uccelli acquatici). Presente in spostamenti irregolari anche a notevole distanza dai genere in pianura o a quote non eccessivamente ele- siti riproduttivi: individui osservati in Liguria e vate (in Asia raggiunge però i 2000 m), con ampi Piemonte sono ritenuti immaturi in dispersione dalla territori di caccia costituiti da superfici d’acqua e Francia, individui osservati in Friuli-Venzia Giulia ritenuti appartenenti alla popolazione iugoslava del terreni aperti, evita zone aride e superfici forestali Montenegro. molto estese. In Sardegna nidificava in prevalenza Note. Diminuzione drastica della popolazione sarda lungo le coste rocciose, su piccole isole e nelle zone negli anni ‘60-’70; in Sicilia stimate ancora circa 40 montane interne. Durante i movimenti migratori e coppie negli anni ’70, poi diminuzione progressiva. dispersivi la specie tende a frequentare le stesse tipo- CITES. Appendice II logie di habitat: coste marine, grandi fiumi, laghi, UE. Allegato A zone umide. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Distribuzione in Italia. Estinta localmente come resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.033.003%2 nidificante in Sardegna e in Corsica (1956), in tempi 0Hieraaetus%20fasciatus_E.pdf storici segnalazioni dubbie di nidificazione riguarda- no anche Puglia, Campania, Liguria e Lombardia. Hieraaetus pennatus (Gmelin, 1788). (Aquila minore) Attualmente le presenze regolari della specie si riferi- Sinonimi. Falco pennatus Gmelin, 1788. Nisaëtus scono ai movimenti migratori di singoli individui, in pennatus, Auct. particolare giovani e immaturi, che sono più fre- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- quenti nelle regioni centro-settentrionali. tribuzione eurocentroasiatico-mediterranea. Migra- Negli ultimi anni si registra un incremento delle pre- trice, sverna a sud del Sahara, sporadicamente nel senze anche in periodo di svernamento, con apparen- basso Mediterraneo. In Italia è stato ipotizzato un te recente rioccupazione di aree storiche di sverna- caso di possibile nidificazione in base all’osservazione mento. Le segnalazioni riguardano Emilia-Romagna di presunte coppie in periodo riproduttivo sull’Isola (provincia di Modena), Lombardia, Veneto (Laguna d’Elba (1971) e in Liguria (Arenzano, 1984), con di Venezia), Friuli-Venezia Giulia, Toscana (San osservazione di parate nuziali e comportamenti di Rossore, Laguna di Orbetello), Lazio (Parco Naturale difesa territoriale. Migratrice regolare, con movimen- del Circeo), Sardegna (Capo Caccia). ti tra agosto-novembre e marzo-maggio. Svernante Note. In tempi storici ritenuta relativamente più fre- irregolare, apparentemente regolare in Sicilia. quente e regolare, soprattutto in alto Adriatico, con Categorie AERC. A10 decrementi a partire da metà XX secolo. Periodo di nidificazione. Nei paesi dell’Europa meri- CITES. Appendice I dionale e del Nord Africa la deposizione delle uova UE. Allegato A avviene dai primi di maggio a metà giungo. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ L’incubazione dura 36-38 giorni. L’involo avviene a resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.024.002%2 50-55 giorni dalla schiusa. Una covata annua gene- 0Haliaeetus%20albicilla_E.pdf ralmente di due uova (raramente 1 o 3). La CITES in Italia: attualità e prospettive 99

Habitat. Specie legata alla presenza di foreste, evita collinari steppiche attraversate da valli fluviali in tuttavia vaste superfici omogenee, preferendo boschi Campania, Basilicata, Puglia e Calabria ionica. La misti interrotti da boscaglie, macchia e aree aperte. specie è nidificante localizzata in Sicilia, con immi- Generalmente presente in zone montane e collinari, grazione in Sardegna nel 1991. La migrazione autun- localmente in pianura. In migrazione frequenta sia nale è consistente e interessa le regioni settentrionali, aree interne, sia costiere, con maggiore frequenza l’Adriatico, il Canale di Sicilia e il punto più stretto lungo le fasce costiere del Mar Ligure e del Mar tra la Sicilia occidentale e la Tunisia. La migrazione Tirreno e nelle zone prealpine. primaverile è regolare e consistente sullo Stretto di Distribuzione in Italia. Presente durante le migra- Messina. Presenze regolari durante lo svernamento si zioni e in inverno. Movimenti regolari si registrano registrano in Sicilia (5-10 individui), irregolari in nel Canale di Sicilia, in Sicilia (comprese Isole Sardegna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Egadi), sul medio-alto versante tirrenico (Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia. Toscana, Arcipelago Toscano) e in Liguria. Varie Note. Popolazione italiana stimata in 847-1138 cop- segnalazioni anche in Pianura Padana (Piemonte, pie, con presenze considerevoli in Lombardia (200- Lombardia, Veneto). 250 coppie), Trentino-Alto Adige (85-110 coppie), Note. Popolazione stimata nel periodo invernale: 1- Lazio (80-109 coppie), Basilicata (200-300 coppie). 15 individui. In Sicilia stimati 1-10 individui sver- CITES. Appendice II nanti, con ripetute osservazioni nell’area della Foce UE. Allegato A Simeto-Lago di Lentini. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ CITES. Appendice II resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.045.002%2 UE. Allegato A 0Milvus%20migrans_E.pdf Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.033.006%2 Milvus milvus (Linnaeus, 1758). (Nibbio reale) 0Hieraaetus%20pennatus_E.pdf Sinonimi. Falco Milvus Linnaeus, 1758. Milvus rega- lis, Milvus ictinus, Auct. Milvus migrans (Boddaert, 1783). (Nibbio bruno) Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Sinonimi. Falco migrans Boddaert, 1783. Falco ater, buzione europea. Migratrice (popolazioni nord- Milvus niger, Auct. orientali), sedentaria e dispersiva. Sverna a sud dell’a- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- reale fino al Mediterraneo. In Italia è sedentaria e buzione paleartico-paleotropicale-australasiana. nidificante nelle regioni centro-meridionali e insula- Migratrice, sverna principalmente in Africa a sud del ri. Migratrice regolare, con movimenti tra settembre- Sahara. In Italia è migratrice nidificante (estiva); ottobre e marzo-maggio. Svernante regolare. migratrice regolare, con movimenti tra fine luglio- Categorie AERC. A11 ottobre e marzo-aprile; svernante regolare localizzata. Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova Categorie AERC. A11 avviene a fine marzo-metà aprile. L’incubazione dura Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova circa 31-32 giorni. L’involo avviene a 48-70 giorni avviene a aprile-giugno. L’incubazione dura circa 31-32 dalla schiusa. L’unica covata annua è generalmente di giorni. L’involo avviene a 42 giorni dalla schiusa. 1-3 uova. L’unica covata annua è generalmente di 2-3 uova (1-5). Habitat. Nidifica in ambienti di varia natura e com- Habitat. In periodo riproduttivo frequenta regioni posizione, caratterizzati da alternanza di boschi e collinari e di pianura con boschi misti di latifoglie, boschetti maturi di latifoglie o conifere e di aree pinete costiere, boschi di sempreverdi mediterranei, aperte, coltivi e incolti, pascoli con bestiame al circondati da aree aperte. Mostra una spiccata ten- pascolo brado, utilizzati per la caccia. Per la ricerca denza a concentrarsi in prossimità delle zone umide del cibo frequenta anche discariche e strade asfaltate. e delle discariche di rifiuti, anche in prossimità di Localmente (in Sicilia) frequenta di preferenza zone centri urbani, utilizzate per alimentarsi. Nidifica con rupestri con pareti rocciose. Diffusa prevalentemente coppie raggruppate o isolate, localmente in colonie, tra la pianura e i 600 m, con massimi di 1400-1500 su alberi o su pareti rocciose, con maggiore diffusio- m in Sicilia. Durante lo svernamento forma dormi- ne tra 200 e 700 m di quota, con massimi riscontra- tori in aree boscate di varie decine di individui. In ti di 1150 m sulle Prealpi Bresciane. Durante la migrazione frequenta anche campagne coltivate, migrazione frequenta un’ampia varietà di ambienti, risaie, fiumi, laghi e lagune. anche di media e alta montagna, concentrandosi Distribuzione in Italia. Ritenuta specie nidificante lungo le coste marine in corrispondenza di stretti e comune in tempi storici a sud della Toscana, in Sicilia promontori. e Sardegna e scarsa e localizzata nelle regioni setten- Distribuzione in Italia. La distribuzione è frammen- trionali. Agli inizi del ‘900 era ancora comune nelle tata, con una frazione consistente della popolazione isole e nel versante tirrenico della Toscana, nel centro distribuita nella Pianura Padana occidentale (in cor- sud e nelle isole. Nel 1950 si estingue in gran parte del rispondenza dei boschi golenali) e nella fascia preal- Centro Italia (Marche, Umbria) e rimane un piccolo pina dei grandi laghi. Altri nuclei principali si posso- nucleo nel Lazio, nel comprensorio dei Monti della no individuare sulla costiera maremmana (Toscana e Tolfa, qualche coppia in Toscana, e nel Sud Italia. Lazio); nelle valli fluviali del Tevere e dei suoi Attualmente la specie è presente, con una distribuzio- affluenti in Lazio, Umbria e Toscana; nelle regioni ne non uniforme, solo nelle regioni centro-meridiona- 100 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 li e insulari. È stata recentemente reintrodotta in pro- cie nidificante scarsa anche sulle Alpi Marittime, in vincia di Siena (1-2 coppie) e una residua popolazione Maremma Toscana, Isola del Giglio, Lazio e regioni (7-9 coppie) è presente nel Lazio. In Abruzzo, ricom- meridionali, compreso Abruzzo. Scomparsa negli parsa negli anni ’80, attualmente sono presenti 41-70 anni ‘70 in Toscana, Campania e Lazio. Ultime nidi- coppie; in Molise 40-50 coppie. In Campania la ficazioni in Puglia nel 1983-84. Attualmente è stima- popolazione è di 14-19 coppie. La Basilicata rappre- ta la presenza di circa 7 coppie nidificanti sulla senta la roccaforte della specie, con circa metà della Penisola (2 in Basilicata e 5 in Calabria) e circa 10 popolazione italiana (150-200 coppie). coppie in Sicilia. Durante le migrazioni è registrato un transito regola- Note. Trend della popolazione in decremento, con re ma scarso su Stretto di Messina, Promontorio del estinzioni locali. Nel 1976 venivano stimati in Italia Conero, Promontorio del Circeo. Segnalazioni di ancora 70-80 individui singoli individui, imputabili a movimenti dispersivi, CITES. Appendice II sono scarse ma regolari anche nelle regioni settentrio- UE. Allegato A nali. Lo svernamento si verifica regolarmente nelle Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ regioni meridionali, con formazione anche di roost resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.048.001%2 numerosi, in Basilicata, Calabria, Abruzzo, Lazio e 0Neophron%20percnopterus_E.pdf Sicilia; recentemente, a seguito di reintroduzioni, lo svernamento di individui è in aumento in Toscana. Pernis apivorus (Linnaeus, 1758). (Falco pecchiaiolo) In Pianura Padana le presenze invernali sono meno Sinonimi. Falco apivorus Linnaeus, 1758. sporadiche negli inverni molto freddi. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a distri- Note. Popolazione italiana composta da 293-403 buzione europea. Migratrice, sverna principalmente coppie nidificanti. Un notevole calo delle popolazio- nelle zone equatoriali dell’Africa occidentale e centrale, ni è stato registrato negli ultimi anni a livello euro- secondariamente in quella orientale e meridionale. In peo, in particolare in Germania, Spagna e Francia. Italia è migratrice nidificante (estiva). Migratrice rego- CITES. Appendice II lare, con movimenti tra metà agosto-ottobre e metà UE. Allegato A aprile-metà giugno. Svernante irregolare. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Categorie AERC. A11 resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.045.003%2 Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova 0Milvus%20milvus_E.pdf avviene a metà maggio-giugno. L’incubazione dura circa 37-38 giorni. L’involo avviene a 40-45 giorni Neophron percnopterus (Linnaeus, 1758). dalla schiusa. L’unica covata annua è generalmente di (Capovaccaio) 2 uova (1-3). Sinonimi. Vultur Percnopterus Linnaeus, 1758. Habitat. In periodo riproduttivo la distribuzione Neophron percnopterus, Auct. della specie è legata a complessi forestali, anche di Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- scarsa estensione, con formazione pura, sia di latifo- buzione paleartico-paleotropicale. Migratrice (le glie (in particolare castagneti e faggete), sia di conife- popolazioni delle Canarie e Isole del Capo Verde sono re, o mista, purché con buona presenza di imenotteri sedentarie). Sverna principalmente in Africa a sud del (vespe e bombi), di cui si nutre. Per la ricerca del cibo Sahara, scarsamente in Mediterraneo e Nord Africa. sfrutta formazioni forestali aperte, radure, prati, mar- In Italia è migratrice nidificante (estiva) in Sicilia, gini dei boschi, pascoli. Nidifica a quote che vanno Basilicata e Calabria, saltuariamente in Puglia. dal piano basale a circa 1800 m, con maggiore diffu- Migratrice regolare, dispersiva, svernante irregolare, sione tra i 400 e i 1000 m. In migrazione frequenta estivante. Movimenti tra fine agosto-inizio ottobre e per le soste notturne anche campagne coltivate e zone febbraio-maggio. Immaturi in transito fino a giugno. suburbane. In periodo invernale la specie è stata osser- Categorie AERC. A11 vata in aree lacustri con presenza di boschi e incolti. Periodo di nidificazione. Occupazione dei siti ripro- Distribuzione in Italia. Specie nidificante comune e duttivi da febbraio, con massimo a marzo. La depo- diffusa sulle Alpi e nei settori prealpini; ben rappre- sizione delle uova avviene a inizio aprile-metà mag- sentata sull’Appennino settentrionale, più scarsa e gio. L’incubazione dura circa 42 giorni. L’involo localizzata in quello centro-meridionale, a sud fino a avviene a 70-90 giorni dalla schiusa. L’unica covata Campania e Basilicata. È rara e localizzata in Pianura annua è di 1-2 uova. Padana, dove la sua presenza è legata ai residui boschi Habitat. Utilizza prevalentemente zone aperte di pia- planiziali, in Puglia (Gargano) e in alcune aree nura, collina e montagna, con massime quote fre- dell’Appennino centro-meridionale. Irregolare in quentate di 1000 m sulla penisola e 1500 m in Calabria, da confermare in Sardegna. Durante la Sicilia. Predilige aree destinate al pascolo brado di migrazione autunnale la Pianura padana viene attra- bestiame, aree aperte aride, brulle, con presenza di versata da un consistente flusso da est verso ovest, che macchia mediterranea, per il reperimento del cibo. si sviluppa ai piedi dell’arco alpino. In primavera Per la nidificazione è indispensabile la presenza di movimenti consistenti si registrano sullo Stretto di pareti rocciose, gole fluviali o rocce isolate e indistur- Messina, sull’Appennino Ligure (Arenzano), sul bate. Nei pressi del nido è stata spesso riscontrata la Lago di Garda e sul Promontorio del Conero. Casi di presenza di corsi d’acqua. svernamento o presenze invernali di singoli individui Distribuzione in Italia. In tempi storici ritenuta spe- sono stati registrati in Sardegna, Lazio, Sicilia. La CITES in Italia: attualità e prospettive 101

Note. Popolazione italiana stimata in 600-1000 coppie. Habitat. Nidifica in ambienti aperti xerofili con pre- CITES. Appendice II senza di pareti rocciose calcaree, sabbiose, di tufo o UE. Allegato A gesso. Occasionalmente (in Sicilia) nidifica su falesie Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ marine. Particolarmente adattato alle condizioni di resources/ID/fauna/Volume2/A213.003.051.002%2 clima caldo-arido, frequenta ambienti steppici, col- 0Pernis%20apivorus_E.pdf ture cerealicole, incolti, pascoli soleggiati. La specie è diffusa prevalentemente tra i 100 e i 700 m, con Famiglia: Falconidi massimo riscontrato di nidificazione a 1125 m di Falco amurensis Radde, 1863. (Falco dell’Amur) quota in Calabria. Sinonimi. Nessuno. Ritenuta da alcuni Autori sotto- Distribuzione in Italia. La sottospecie F. b. feldeggii specie di F. vespertinus è sedentaria e nidificante nelle regioni centrali Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- (Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, tribuzione centroasiatica orientale. Migratrice, sver- Abruzzo, Molise), meridionali (Basilicata, na in Africa sud-orientale. Di comparsa irregolare in Campania, Puglia, Calabria) e in Sicilia, con limite Medio Oriente e accidentale in Europa. In Italia è settentrionale sull’Appennino Emiliano. La popola- accidentale. zione italiana, stimata in 140-172 coppie, è concen- Categorie AERC. A30 trata per la gran parte in Sicilia (70-80 coppie) e rap- Periodo di nidificazione. Nell’areale di nidificazione presenta quasi l’80% di quella europea e circa il 10% (Siberia, Mongolia, Manciuria, Corea del Nord e di quella paleartica occidentale. La popolazione sici- liana presenta caratteri intermedi con la sottospecie estremità orientale della Cina) nidifica da maggio ad F. b. erlangeri dell’Africa nord-occidentale. agosto. L’incubazione dura 22-30 giorni. L’involo Note. La specie ha subito un forte declino tra gli anni avviene a circa un mese dalla schiusa. L’unica covata ‘50 e ‘70 del secolo scorso, determinato principal- annua è generalmente di 3-4 uova (2-6). mente dalla persecuzione diretta e all’asporto di pic- Habitat. Nidifica in foreste, sia di latifoglie, sia di coli e uova finalizzato ad alimentare il commercio di conifere o ai margini degli ambienti forestali, in step- uccelli per la falconeria. Malgrado la protezione lega- pe alberate, in aree palustri e valli fluviali; nelle zone le garantita dal 1977 la popolazione non ha mostra- più settentrionali dell’areale utilizza torbiere e aree to segni di ripresa. umide della taiga. In inverno frequenta in particola- CITES. Appendice II re aree aperte, comprese estese praterie e coltivi. UE. Allegato A Utilizza in genere aree fino a 1000 m circa di altitu- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ dine, ma durante le migrazioni la specie è stata osser- resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.006%2 vata fino 4420 m. 0Falco%20biarmicus_E.pdf Distribuzione in Italia. 3 segnalazioni ritenute vali- de (post 1950): 1) M Ad., Stretto di Messina, presso Falco cherrug Gray, 1834. (Sacro) Cannitello (RC), aprile 1995. 2) F Ad., Stretto di Sinonimi. Falco saker, Gennaia saker, Hierofalco Messina, località S. Rosalia (ME), aprile 1998. 3) M saker, Auct. Ad., Stretto di Messina, località Orbo Castanea Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- (ME), maggio 1998. buzione centroasiatico-pontica. Migratrice e parzial- Note. Generalmente specie gragaria, migra in gruppi mente migratrice. Sverna a sud dell’areale fino a nuerosi e forma roost invernali che possono contare Medio Oriente e Africa orientale, secondariamente fino a migliaia di individui. in Mediteranneo centro-orientale. In Italia è migra- CITES. Appendice II trice regolare, con movimenti tra settembre-novem- UE. Allegato B bre e febbraio-maggio. Svernante irregolare. Siti di riferimento. http://www.globalraptors.org/ Categorie AERC. A10 grin/SpeciesResults.asp?specID=8225 Periodo di nidificazione. Nei paesi balcanici e nel sud della Russia la deposizione delle uova avviene Falco biarmicus Temminck, 1825. (Lanario) dall’inizio di aprile a metà maggio. L’incubazione Sinonimi. Falco lanarius, Gennaia feldeggii, Falco dura circa 28-30 giorni. L’involo avviene a 40-45 Feldeggii, Auct. giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è general- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- mente di 3-5 uova. buzione mediterraneo-afrotropicale. Sedentaria e dis- Habitat. Per la riproduzione, nell’areale d’origine, persiva. In Italia: sedentaria e nidificante nelle regio- utilizza steppe alberate con isolate pareti rocciose, ni centrali, meridionali e in Sicilia. altopiani e pianure moderatamente alberate. Caccia Categorie AERC. A11 sulle superfici aperte a vegetazione erbacea, aree col- Periodo di nidificazione. Già durante l’inverno, a tivate, zone umide. In migrazione e svernamento fre- partire da dicembre, la coppia visita frequentemente quenta zone aperte in regioni calde e secche, occasio- la parete rocciosa prescelta per la riproduzione; la nalmente aree montane. Locali concentrazioni si deposizione delle uova avviene a fine gennaio-inizio possono verificare durante le migrazioni in corri- aprile. L’incubazione dura circa 30-35 giorni. spondenza di stretti, linee di costa e piccole isole. L’involo avviene a 44-46 giorni dalla schiusa. L’unica Distribuzione in Italia. Le segnalazioni sono dimi- covata annua è generalmente di 3-4 uova. nuite progressivamente da metà XX secolo. 102 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Attualmente la migrazione sembra più regolare nelle in altre località della stessa provincia. regioni meridionali e insulari (massima presenza in Note. Popolazione europea stimata in 37000-55000 Puglia, Calabria e Sicilia), più scarsa in quelle centra- coppie, di cui 25000-30000 in Russia. li, occasionale in Pianura Padana. Il transito prima- CITES. Appendice II verile è scarso ma regolare sullo Stretto di Messina (1- UE. Allegato A 2 ind./anno); osservazioni irregolari sul Monte Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Brisighella (4 ind., primavera 1993) e Promontorio resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.010%2 del Conero (1 ind. 1987-1990). Presenze invernali o 0Falco%20columbarius_E.pdf casi di svernamento recenti di singoli individui sono stati registrati in Sardegna (1998 e 2000-01), in Falco eleonorae Géné, 1839. (Falco della regina) Sicilia (1995), Lazio (1999 e 2000), Lombardia Sinonimi. Falco Eleonorae Géné, 1839. (1997). Hypotriorchis Eleonorae, Auct. Note. Popolazione europea stimata in 470-670 cop- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- pie. Contrazione di areale e decremento numerico tribuzione mediterraneo-macaronesica. L’areale di nel corso del XX secolo, con locali estinzioni ai mar- nidificazione si estende in una piccola fascia latitu- gini occidentali dell’areale. dinale che va dalle Isole Canarie a Cipro, con la CITES. Appendice II maggior parte della popolazione mondiale (70%) UE. Allegato A nidificante nelle isole del Mar Egeo, in particolare Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Cicladi e Dodecanneso. Nidifica anche nelle coste resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.008%2 dell’Africa nord-occidentale, Marocco, Tunisia e 0Falco%20cherrug_E.pdf Algeria. Migratrice. Sverna in Madagascar, seconda- riamente in Africa orientale. In Italia è migratrice, Falco columbarius Linnaeus, 1758. (Smeriglio) nidificante (estiva) in Sardegna e nelle Isole Pelagie e Sinonimi. Falco lithofalco, Falco aesalon, Auct. Eolie. Migratrice regolare, estivante, svernante irre- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- golare. Movimenti tra fine ottobre-metà novembre e buzione oloartica. 4 sottospecie nel Paleartico occi- aprile-luglio. dentale, di cui F. c. aesalon interessa l’Italia. Categorie AERC. A11 Migratrice. Sverna a sud dell’areale fino al Nord Periodo di nidificazione. Siti riproduttivi occupati in Africa e Medio Oriente. In Italia è migratrice regola- aprile-luglio e abbandonati a fine ottobre-primi di re, con movimenti tra settembre-novembre e fine novembre. La deposizione delle uova avviene a metà febbraio-aprile, e svernante regolare. luglio-metà agosto. L’incubazione dura 30-35 giorni. Categorie AERC. A10 L’involo avviene a circa 36 giorni dalla schiusa. L’unica Periodo di nidificazione. In Islanda, Penisola covata annua è generalmente di 2-3 uova (1-5). Scandinava, nord della Russia la deposizione delle Habitat. In Italia frequenta in periodo riproduttivo uova avviene dalla seconda metà di maggio a fine solo le aree delle colonie, tutte poste su isole, con sco- giugno. L’incubazione dura circa 28-32 giorni. gliere difficilmente accessibili, ricche di terrazzi e L’involo avviene a 25-32 giorni dalla schiusa. L’unica cavità. All’inizio della stagione riproduttiva i falchi covata annua è generalmente di 3-5 uova (1-7). della regina si spingono in cerca di insetti anche in Habitat. Nei paesi d’origine, utilizza in periodo zone interne, coperte di vegetazione arborea o di riproduttivo gli ambienti aperti tipici delle alte lati- macchia; la massima parte dell’attività di caccia tudini: brughiere, lagune costiere, paludi d’acqua avviene però in mare aperto, fino a 6-8 km dalla dolce, foreste rade d’alta quota. In Asia utilizza anche costa, dove predano passeriformi in migrazione post- formazioni steppiche di altopiano. Evita i territori riproduttiva. Durante la migrazione gli ambienti fre- caratterizzati da copertura arborea fitta ed estesa. In quentati possono riguardare anche le aree interne migrazione e svernamento frequenta ambienti aperti della Penisola, sia pianeggianti, sia montane. erbosi con alberi e arbusti sparsi, aree pianeggianti e Distribuzione in Italia. Specie ritenuta nidificante in collinari, localmente aree montane. In genere gli tempi storici in Sardegna, Sicilia (Isole Pelagie) e ambienti di svernamento sono posti a quote inferio- Liguria. Attualmente nidifica in Sardegna, con circa ri a 600 m, con massimi di 1700-2000 m sulle 205-273 coppie distribuite sulla costa centro-orien- Prealpi Bergamasche. tale (Golfo di Orosei), sulla costa centro-occidentale Distribuzione in Italia. Sono ritenute inattendibili le e 160-180 coppie sull’Isola di S. Pietro e isolotti del segnalazioni storiche di presunta nidificazione in Golfo di Palmas; Sicilia, con circa 124-160 coppie Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna. L’Italia rap- distribuite nelle Isole Pelagie, Eolie e Tremiti. presenta un ponte di migrazione per le popolazioni Durante le migrazioni il transito è regolare in prima- nordiche che svernano in Nord Africa, con movi- vera sulle piccole e grandi isole, lungo le coste e local- menti autunnali più regolari e consistenti di quelli mente nell’interno. Di comparsa rara in Pianura primaverili. Lo svernamento è apparentemente più Padana centro-orientale e sulle Alpi, meno irregolare consistente e regolare nelle regioni centro-settentrio- in Liguria e Piemonte meridionale. Recenti segnala- nali (stimati 25-265 ind. presenti annualmente in zioni in periodo estivo o casi di estivazione sono noti Lombardia). In Pianura Padana sono note concentra- per Calabria, Campania, Lazio, Toscana, Emilia- zioni (fino a 25 ind.) tardo autunnali-invernali in Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Recenti presenze roost nella Riserva Naturale Valli del Mincio (MN) e invernali di alcuni individui rilevate in Sardegna. La CITES in Italia: attualità e prospettive 103

Note. La specie è endemica del bacino del Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Mediterraneo. La forte localizzazione geografica e la resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.024%2 colonialità rendono la specie estremamente vulnera- 0Falco%20naumanni_E.pdf bile, particolarmente esposta ad alcune minacce, quali il disturbo arrecato dal turismo di massa, il furto di Falco pelegrinoides Temminck, 1829. (Falcone di uova e pulli per collezionismo, il prelievo di uova e Barberia) pulli da parte di predatori specializzati o opportunisti. Sinonimi. Falco barbarus, Falco peregrinoides, Auct. CITES. Appendice II Ritenuta da alcuni Autori sottospecie di F. peregrinus. UE. Allegato A Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ buzione centroasiatico-nordafricana. Dispersiva e resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.015%2 forse parzialmente migratrice. Di comparsa acciden- 0Falco%20eleonorae_E.pdf tale nel Mediterraneo (Isole Maltesi, Grecia, Italia). In Italia è accidentale. Falco naumanni Fleischer, 1818. (Grillaio) Categorie AERC. B40 Sinonimi. Falco cenchris, Cerchneis Naumanni, Periodo di nidificazione. In Nord Africa la deposizio- Cerchneis tinnunculoides, Auct. ne delle uova avviene da marzo ai primi di maggio. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a distri- L’unica covata annua è generalmente di 3 uova (2-5). buzione eurocentroasiatico-mediterranea. Migratrice, Habitat. Distribuito alle medie e basse latitudini in sedentaria in minima parte nel basso Mediterraneo. Nord Africa e Medio Oriente nel Mediterraneo e a Sverna principalmente in Africa a sud del Sahara, local- est fino all’Iran e Asia centro-occidentale. Nella sta- mente in Mediterraneo e Nord Africa. In Italia è migra- gione riproduttiva frequenta principalmente zone trice nidificante (estiva), migratrice regolare, svernante interne in corrispondenza di aree semi-desertiche e regolare localizzata. Movimenti tra fine agosto-novem- rilievi rocciosi. Utilizza anche l’asta del Nilo e le aree bre e fine febbraio-inizio giugno. costiere del Nord Africa. In Asia centrale, predilige le Categorie AERC. A11 colline desertiche e le montagne aride, in particolare Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova a quote moderate, con massime quote di presenza a avviene a fine aprile-inizio giugno. L’incubazione 2500 m. dura 28-29 giorni. L’involo avviene a circa 30 giorni Distribuzione in Italia. Una segnalazione ritenuta dalla schiusa. valida (ante 1950). 1) M Ad., Taranto, aprile 1900. L’unica covata annua è generalmente di 3-5 uova (2-8). Esemplare conservato al Museo Zoologico La Habitat. Utilizza ambienti aperti, steppe cerealicole, Specola di Firenze e recentemente ricontrollato. Altre ampie distese di pascoli e praterie, ambienti rocciosi 8 segnalazioni, di cui 3 post 1950, erano ritenute con scarsa copertura arborea a arbustiva. Per la ripro- valide fino a un recente controllo degli esemplari duzione può utilizzare anche le cavità e gli anfratti conservati, che ha evidenziato errori di determinazio- dei centri storici di centri urbani sia di piccole, sia di ne, effettuate in base ad alcuni caratteri morfologici medie dimensioni (ad esempio in Puglia e Basilicata). che rientrano nella variabilità di F. peregrinus brookei. Distribuzione in Italia. Specie nidificante nelle regio- Quattro di queste segnalazioni rimangono da confer- ni meridionali e insulari, con massime concentrazioni mare, per mancanza di controllo dovuto al non repe- in Puglia, Basilicata e Sicilia. Più scarsa in Sardegna, rimento dell’esemplare (segnalazioni riferite a indivi- rara o irregolare in Calabria, da confermare in dui osservati a Pavia, Sardegna, Liguria, provincia di Campania. Estinta localmente o da riconfermare in Latina). Osservazioni recenti a Pantelleria, dove la Lazio, Toscana (Elba, Capraia, Argentario) e in alcune specie viene addirittura ritenuta probabilmente nidi- isole siciliane (Isole Egadi, Pantelleria, Isole Pelagie- ficante con almeno 2 coppie (2000), e sulla parte Lampedusa), dove le nidificazioni sono occasionali. siciliana dello Stretto di Messina (1998) non sono La sinantropia è spiccata nelle popolazioni peninsu- state sottoposte al parere della Commissione lari (Matera, Altamura, Gravina, Santeramo). Ornitologica Italiana (COI). Durante le migrazioni le osservazioni sono più fre- Note. Popolazione europea stimata in 75-80 coppie, quenti nelle regioni meridionali e insulari, con con- presenti sulle Isole Canarie e Turchia. centrazioni sulle isole del Canale di Sicilia, Stretto di CITES. Appendice I Messina e Capo d’Otranto. Regolare in Abruzzo, UE. Allegato A scarsa in primavera su Appennino Ligure, irregolare Siti di riferimento. http://www.globalraptors.org/ in Pianura Padana (Piemonte, Emilia-Romagna, grin/SpeciesResults.asp?specID=8247 Veneto). Svernamento regolare in Sicilia, Basilicata, Calabria; casi ripetuti recenti di svernamento in Falco peregrinus Tunstall, 1771. (Falco pellegrino) Sardegna, più irregolari in Abruzzo, Molise, Sinonimi. Nessuno. Campania e Puglia. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Note. Popolazione italiana stimata nel 2001 in 3640- buzione cosmopolita. Sedentaria e dispersiva. 3840 coppie, di cui 3140 in Basilicata e Puglia, 100- Popolazioni settentrionali e nord-orientali dell’Euro- 200 in Sardegna e 400-500 in Sicilia. Oltre 3000 pa migratrici. coppie sono nidificanti in centri urbani. In Italia è sedentaria e nidificante, migratrice regolare, CITES. Appendice II dispersiva, estivante, svernante regolare. Movi-menti UE. Allegato A tra agosto-inizio novembre e marzo-inizio maggio. Le 104 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 popolazioni meridionali e insulari, attribuite alla sot- 33 giorni. L’involo avviene a 28-34 giorni dalla tospecie F. p. brookei sono normalmente sedentarie. schiusa. L’unica covata annua è generalmente di 3 Categorie AERC. A11 uova (1-4). Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova Habitat. Nidifica in aree boscate o alberate, sia di avviene a metà febbraio-inizio aprile. L’incubazione latifoglie che di conifere, alternate ad ampie aree dura 29-32 giorni. L’involo avviene a 35-42 giorni aperte utilizzate per la caccia. In Pianura Padana dalla schiusa. L’unica covata annua è generalmente di sfrutta per la nidificazione i boschi ripariali e i piop- 3-4 uova (1-6). peti artificiali nelle golene di grossi fiumi; sul pianal- Habitat. Specie tipicamente rupicola, nidifica in to della pianura frequenta le brughiere e le baragge ambienti molto diversi: sulle isole, in zone costiere o alberate, inframmezzate a coltivazioni; sugli nell’interno, in ambienti montani o collinari, carat- Appennini sono preferiti ambienti con elevato grado terizzate da pareti rocciose, preferibilmente di natura di termofilia e struttura a mosaico; localmente ven- calcarea, e da un’adeguata disponibilità alimentare e gono utilizzate pinete costiere alternate a radure. di spazi aperti in cui cacciare. Evita in genere zone Maggiormente diffusa dal livello del mare a 700 m, densamente boscate e valli eccessivamente strette. con massimi di circa 1000 m sugli Appennini e 1250 Localmente utilizza per la nidificazione anche vecchi m sulle Alpi. edifici, ruderi, torri e grattacieli. La specie è diffusa Distribuzione in Italia. Specie frequente ma non dal livello del mare fino a 1400 m, con massimi di uniformemente distribuita in Pianura Padana, con circa 2000 m sulle Alpi occidentali e centrali. Al di lacune di presenza soprattutto nei settori orientali, fuori del periodo riproduttivo frequenta anche aree Toscana, Lazio e Abruzzo. Più scarsa e irregolare sulle di pianura coltivata, zone umide, alvei fluviali e aree Alpi, nelle regioni meridionali, in Sicilia e Sardegna. montane, fino a 2800 m. L’Italia rappresenta un importante ponte di migra- Distribuzione in Italia. La specie è diffusamente zione verso l’Africa di contingenti provenienti nidificante nelle regioni continentali e insulari, com- dall’Europa centrale e settentrionale. Il transito è prese varie isole minori; più scarsa e localizzata sulle consistente e regolare in primavera sullo Stretto di Alpi, in particolare nel settore orientale, in Pianura Messina, sul Promontorio del Conero e Padana e su tutto il versante adriatico della penisola. sull’Appennino Ligure. Il transito autunnale è meno Rara nei centri urbani (Torino, Milano, Bologna, evidente. In inverno è segnalata la presenza sporadi- Napoli, Cagliari). Si stima che più del 40% delle ca di singoli individui in Liguria, Lombardia, coppie presenti in Italia (800-1000) sia concentrato Toscana, Campania, Sardegna e Sicilia. sulle due isole maggiori (Sardegna e Sicilia). Durante Note. Popolazione italiana stimata in 500-1000 cop- le migrazioni si registra un transito scarso ma regola- pie. Incremento ed espansione territoriale in Pianura re sullo Stretto di Messina. Lo svernamento è regola- Padana da metà anni ‘90. re in Pianura Padana, più frequente nelle zone pede- CITES. Appendice II montane e perilacustri, più scarsamente nei centri UE. Allegato A urbani (Milano, Torino). Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Note. Soggette a saccheggio dei nidi da parte di fal- resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.034%2 conieri e collezionisti e danneggiate dall’accumulo di 0Falco%20subbuteo_E.pdf pesticidi clorurati, le popolazioni di questa specie hanno subito una contrazione tra gli anni ‘50 e ‘70. Falco tinnunculus Linnaeus, 1758. (Gheppio) Nei due scorsi decenni l’incremento della popolazio- Sinonimi. Cerchneis tinnunculus, Auct. ne nidificante ha determinato una espansione di Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- areale, con occupazione di territori ritenuti margina- buzione paleartico-paleotropicale. Parzialmente li, con deposizioni anche su pareti di modeste migratrice e dispersiva. Sverna in una vasta area com- dimensioni o prossime a fonti di disturbo. presa tra l’Europa nord-occidentale e l’Africa centra- CITES. Appendice I le. In Italia è sedentaria e nidificante in tutto il paese, UE. Allegato A isole comprese; migratrice nelle aree montane. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Categorie AERC. A11 resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.027%2 Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova 0Falco%20peregrinus_E.pdf avviene a metà marzo-giugno. L’incubazione dura 27-29 giorni. L’involo avviene a 27-32 giorni dalla Falco subbuteo Linnaeus, 1758. (Lodolaio) schiusa. L’unica covata annua è generalmente di 3-6 Sinonimi. Hypotriorchis Subbuteo, Auct. uova (1-9). Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Habitat. Nidifica su alberi, pareti rocciose, edifici, buzione olopaleartica. Migratrice a lunga distanza. tralicci, in svariate tipologie di ambienti caratterizza- Sverna in Africa a sud dell’Equatore. In Italia è ti dalla presenza di aree aperte (coltivi, aree forestali migratrice nidificante (estiva), migratrice regolare, aperte, praterie, pascoli, incolti, ecc.) utilizzate per la svernante irregolare. Movimenti tra settembre-otto- caccia. La specie è diffusa dal livello del mare fino a bre e aprile-maggio. oltre 2000 m, con presenze sporadiche a 2600-2850 Categorie AERC. A11 m in Valle d’Aosta. Durante lo svernamento le osser- Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova vazioni sono più frequenti sotto i 1500-1600 m. avviene a giugno-metà luglio. L’incubazione dura 28- Distribuzione in Italia. La specie è ampiamente dif- La CITES in Italia: attualità e prospettive 105

fusa, anche se non uniformemente distribuita. Più Note. La specie presenta durante le migrazioni abitu- frequente nelle regioni centro-meridionali e insulari, dini spiccatamente gregarie, con frequenti osserva- comprese le maggiori e piccole isole; più scarsa nella zioni di gruppi superiori a 100 indiivdui. Pianura Padana centro-orientale, ad esclusione del CITES. Appendice II Veneto orientale e Friuli-Venezia Giulia. Nidifica in UE. Allegato A vari centri urbani (Torino, Milano, Pavia, Trieste, Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Genova, Livorno, Roma, Viterbo, Napoli, Matera, resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.037%2 Cagliari, Sassari, Oristano, ecc.). 0Falco%20vespertinus_E.pdf Note. Popolazione italiana stimata in 8000-12000 coppie, di cui oltre il 50% in Sicilia e Sardegna. Buone presenze in Lazio con 700-1500 coppie e in UCCELLI GRUIFORMI Emilia-Romagna con 500-1000 coppie. Famiglia: Gruidi CITES. Appendice II Anthropoides virgo (Linnaeus, 1758). (Damigella di UE. Allegato A Numidia) Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Sinonimi. Grus virgo Linnaeus, 1758, Ardea Virgo resources/ID/fauna/Volume2/A213.005.002.036%2 Linnaeus, 1758 0Falco%20tinnunculus_E.pdf Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- tribuzione centroasiatico-pontica. Migratrice, sverna Falco vespertinus Linnaeus, 1766. (Falco cuculo) principalmente in India e Pakistan, oltre che in Sinonimi. Cerchneis vespertinus, Auct. Africa centro-settentrionale. Di comparsa accidenta- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- le in varie nazioni europee e mediterranee. In Italia è tribuzione eurosibirica. Migratrice a lunga distanza, accidentale, estinta come migratrice e nidificante. sverna in Africa meridionale. In Italia è migratrice Categorie AERC. A30 nidificante (estiva) di recente immigrazione (prima Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova nidificazione accertata in provincia di Parma, 1995). avviene a partire da inizio aprile (nei paesi della parte Migratrice regolare, estivante, svernante irregolare. sud-occidentale dell’ex Unione Sovietica) e da fine Movimenti tra agosto-inizio novembre e fine marzo- maggio (in Siberia) fino a fine giugno. L’incubazione inizio giugno. dura 27-29 giorni. L’involo avviene a 55-65 giorni Categorie AERC. A12 dalla schiusa. L’unica covata annua è generalmente di Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova 2 uova (eccezionalmente di 1 o 3 uova), con possibili- avviene tra la seconda decade di maggio e metà giu- tà di covata di rimpiazzo nel caso di perdita delle uova. gno. L’incubazione dura circa 22-23 giorni. L’involo Habitat. Distribuita alle medie latitudini nelle aree avviene a 27-30 giorni dalla schiusa. L’unica covata comprese tra la fascia boreale e le zone aride, frequen- annua è generalmente di 3-4 uova (2-6). ta soprattutto le regioni steppiche, dove nidifica, dalle Habitat. Nidifica in ambienti rurali aperti con pre- pianure fino alle vallate d’alta quota delle montagne dominanza di coltivazioni intensive non sottoposte a dell’Asia centrale, fino a circa 3000 m. Frequenta aree trattamenti chimici (e di conseguenza ricche di inset- prevalentemente asciutte, ma necessita di corpi d’ac- ti) e con presenza di filari di alberi, canali irrigui o qua per l’abbeverata, utilizza anche coltivazioni esten- altre tipologie di ambienti umidi. Durante le migra- sive, in particolare per la ricerca del cibo. zioni frequenta maggiormente le aree di pianura, col- Distribuzione in Italia. Ritenuta nidificante a lina o pedemontane, con osservazioni in ambiente Lampedusa, Isole Pelagie, tra la metà del XVIII seco- alpino fino a 1600 m, utilizzando zone umide, bru- lo fino alla metà del XIX secolo. La scomparsa viene ghiere, pascoli, coltivi erbacei. imputata alle radicali trasformazioni ambientali Distribuzione in Italia. La specie nidifica attualmen- avvenute nel XX secolo. Sono note due segnalazioni te, più o meno regolarmente, in alcune aree della per le Isole Maltesi: una storica del marzo 1861 e una Pianura Padana. La prima nidificazione è stata recen- recente del dicembre 1983. 8 segnalazioni ritenute temente accertata in provincia di Parma nel 1995 valide dopo l’estinzione per l’Italia, di cui 4 post (forse nidificante già dal 1992), ripetuta negli anni 1950: 1) M., presso Agrigento, marzo 1879. 2) seguenti, con espansione territoriale (provincia di Fiume Oglio, presso Acqualunga (BS), marzo 1927. Ferrara nel 1996, provincia di Modena nel 1997, 3) M. Ad., San Giorgio di Nogaro (UD), marzo provincia di Piacenza nel 2000 e in provincia di 1942. 4) F., presso Coltano (PI), giugno 1955. 5) 2 Treviso nel 1996). Nel 2000 venivano stimate circa ind., Birgi, presso Marsala (TP), settembre 1964. 6) 70 coppie, in gran parte concentrate in provincia di Laguna di Ponente di Orbetello (GR), aprile 1988. Ferrara e Parma. 7) Parco Nazionale del Circeo (LT), ottobre 1995. 8) Durante le migrazioni si registra un transito prima- 3 Ad., Gesso (ME), maggio 2002. Altre 6 segnalazio- verile molto più consistente di quello autunnale, con ni post 1950 sono ancora da confermare: Lago osservazioni anche di gruppi numerosi. Casi ripetuti Maggiore (marzo 1958); Dogaletto di Malcontenta, di estivazione riguardano la Pianura Padana interna, VE (1970); Valproto, VI (1976); Fiume Taro, in particolare in Piemonte. Sporadica invece è la pre- Collecchiello, PR (agosto-settembre 1986); senza di individui singoli in inverno (Piemonte, Collecchiello, Eia sul Taro, PR (agosto 1987); tenu- Toscana, Campania e Sardegna). ta di San Rossore, PI (dicembre 1989). 106 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Note. Popolazione europea stimata in 15000-25000 provincia di Gorizia (Baia di Panzano), irregolari in coppie, quasi tutte concentrate in Russia; 20-30 cop- Pianura Padana interna, Lazio, Campania e Puglia. pie presenti in Turchia. Note. Popolazione europea stimata in 52000-81000 CITES. Appendice II coppie, di cui 30000-50000 in Russia. Contrazione UE. Allegato B di areale e marcato decremento numerico negli ulti- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ mi tre secoli, con locali estinzioni in Europa meridio- resources/ID/fauna/Volume2/A215.004.001.003%2 nale e centrale. Recente incremento in Europa cen- 0Anthropoides%20virgo_E.pdf tro-settentrionale. CITES. Appendice II Grus grus (Linnaeus, 1758). (Gru) UE. Allegato A Sinonimi. Ardea Grus Linnaeus, 1758 Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- resources/ID/fauna/Volume2/A215.004.003.005%2 tribuzione euroasiatica. Migratrice, localmente 0Grus%20grus_E.pdf sedentaria e dispersiva (Turchia). Le popolazioni europee svernano in due aree distinte: quella occi- Famiglia: Otididi dentale nella Penisola Iberica e Africa nord-occiden- Chlamydotis macqueenii (J. E. Gray, 1832). (Ubara tale; quella orientale nel Mediterraneo orientale, asiatica) Medio Oriente e Africa nord-orientale, interessando Sinonimi. Psophia undulata, Jacquin, 1784, Otis anche Mare Adriatico, Calabria, Sicilia e isole del ). Ritenuta da alcuni Autori sottospecie di Canale di Sicilia. In Italia è estinta come nidificante undulata (ultime prove di nidificazione in Veneto, fino al 1920 C. undulata circa); migratrice regolare, estivante irregolare, sver- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- nante regolare. Movimenti tra settembre-novembre e tribuzione centroasiatica. Migratrice e parzialmente febbraio-aprile. sedentaria e dispersiva. Sverna principalmente in Categorie AERC. A14 India nord-occidentale, Pakistan, Iran, Iraq e Arabia. Periodo di nidificazione. Nelle aree di origine la Di comparsa accidentale in varie nazioni europee e deposizione delle uova avviene tra fine aprile e fine mediterranee, a nord-ovest, fino a Penisola Scandina- giugno. L’incubazione dura 28-31 giorni. L’involo va, Regno Unito e Francia. In Italia è accidentale. avviene a 65-70 giorni dalla schiusa. L’unica covata Categorie AERC. A30 annua è generalmente di 2 uova (eccezionalmente di Periodo di nidificazione. Nella Russia meridionale la 1 o 3 uova), con possibilità di covata di rimpiazzo nel deposizione delle uova avviene dalla prima metà di caso di perdita delle uova. aprile a fine giugno. L’incubazione dura circa 23 Habitat. Distribuita alle medie e alte latitudini, nella giorni. L’involo avviene a circa 35giorni dalla schiu- fascia compresa tra la tundra artica e le aree steppi- sa. L’unica covata annua è generalmente di 2-3 uova che, frequenta le zone boreali e temperate della taiga (raramente 4-5), possibile covata di rimpiazzo nel e delle foreste decidue, in particolare a quote non caso di perdita delle uova. troppo elevate, fino al massimo di 1300 m in Habitat. Utilizza gli ambienti steppici e semideserti- Norvegia e 2200 m in Armenia. A altitudini e latitu- ci dalla pianura fino a circa 1800 m (monti Altai). dini elevate nidifica in brughiere, torbiere, aree Evita gli ambienti caratterizzati da vegetazione fitta. umide con presenza di stagni e laghetti. In Svezia Distribuzione in Italia. 10 segnalazioni ritenute vali- nidifica tipicamente in piccole radure paludose de (6 post 1950): 1) F, campagna romana (RM), all’interno di foreste di conifere; in Germania in aree novembre 1859. 2) F, Cisterna (LT), dicembre 1859. umide con presenza di canneti Durante la migrazio- 3) F, Bosco Magliano, Troia (FG), aprile 1909. 4) M, ne frequenta ambienti aperti erbosi, umidi o asciutti, Pachino (SR), novembre 1923. 5) F, Somma ai margini di coltivazioni estensive. Durante lo sver- Lombardo (VA), ottobre 1951. 6) Capo Passero, namento utilizza vaste zone paludose, in vicinanza di Pachino (SR), settembre 1971. 7) M Ad., Fiume pascoli, prati e coltivi. Musone, presso Numana (AN), novembre 1975. 8) Distribuzione in Italia. Nidificante regolare fino al M imm., S.Giustino (PG), dicembre 1975. 9) 1909 circa (irregolare fino al 1920) nelle paludi di Borlezze, Staranzano (GO), settembre 1976. 10) Caorle e Torre di Mosto, in Veneto. Attualmente Pescara, novembre 1997. estinta come nidificante. Durante le migrazioni il Note. Specie soggetta a contrazione di areale e decre- transito primaverile sembra meno evidente di quello mento numerico. autunnale. La migrazione è più consistente e regola- CITES: Appendice I re sul versante adriatico, nel medio e alto Tirreno e UE: Allegato A sulle coste delle regioni meridionali e insulari. Sono noti casi saltuari di estivazione in Puglia e Friuli- Otis tarda Linnaeus, 1758. (Otarda) Venezia Giulia. La specie è svernante regolare con Sinonimi. Nessuno. una popolazione stimata di 30-150 individui, per la Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- maggior parte concentrati in Sicilia (Lago di Lentini) buzione eurocentroasiatica. Le popolazioni circum- e Sardegna (province di Oristano e Cagliari); presen- mediterranee sono sedentarie e dispersive, quelle ze annuali in Toscana (tra i fiumi Arno e Ombrone) europee orientali e asiatiche migratrici. Di comparsa e Friuli-Venezia Giulia (Foce Isonzo); ripetute in irregolare o accidentale in varie nazioni europee e La CITES in Italia: attualità e prospettive 107

mediterranee. In Italia è migratrice irregolare, sver- zioni erano ritenute regolari fino agli anni ’60, con nante irregolare. ultime osservazioni all’inizio degli anni ’70. Categorie AERC. A20 Attualmente è presente una popolazione tendenzial- Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova mente stabile in Sardegna (stimati circa 1500-2000 avviene da metà aptile a metà luglio. L’incubazione individui, con 350-500 covate), con importanti siti dura circa 21-28 giorni. L’involo avviene a 30-35 riproduttivi nella porzione settentrionale dell’isola giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è general- (Campo di Orzieri), nel Campidano centrale e sugli mente di 2-3 uova (raramente 1-4). altopiani di Campeda e Abbasanta. La residua popo- Habitat. Presente alle medie latitudini, frequenta in lazione presente in Puglia, stimata in meno di 100 particolare gli ambienti steppici e le aree mediterranee. individui all’inizio degli anni ‘80, è attualmente con- La specie è legata alle aree di pianura, dove utilizza le siderata a rischio di estinzione, con una consistenza valli fluviali e vaste praterie in aree di collina. Evita sia inferiore a 10 covate annue. La specie compare rara- le aree umide, sia le aree densamente forestate. mente durante le migrazioni, con segnalazioni più Distribuzione in Italia. Sono note oltre 160 segnala- ricorrenti in periodo autunno-invernale, nelle regio- zioni storiche e recenti, riferite prevalentemente alla ni settentrionali (Liguria, Piemonte, Lombardia, Pianura Padana in periodo invernale, con massime Emilia-Romagna, Veneto). In Toscana era ritenuta presenze in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e migratrice regolare fino a metà secolo XX, con recen- Friuli-Venezia Giulia. Nelle regioni centrali le osser- ti osservazioni primaverili presso Piombino (maggio vazioni sono più frequenti in Toscana e Marche; in 1999, febbraio-marzo 2000). Sono note due recenti quelle meridionali in Puglia e Sicilia. Le osservazioni, segnalazioni sul litorale laziale (novembre 1985, gen- generalmente di individui singoli o di gruppi di 2-5 naio 2000), riferibili probabilmente a giovani indivi- individui, sono più frequenti in corrispondenza di dui in dispersione appartenenti alla popolazione inverni particolarmente rigidi. sarda. In periodo di svernamento sono note segnala- Note. La frequenbza delle osservazioni in Italia è zioni sporadiche di individui per Liguria, Pianura andata progressivamente diminuendo, in relazione al Padana, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Friuli- declino delle popolazioni europee. Venezia Giulia. CITES. Appendice II Note. Contrazione di areale e decremento numerico, UE. Allegato A con estinzioni locali fino a metà del XX secolo. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ CITES. Appendice II resources/ID/fauna/Volume2/A215.012.009.001%2 UE. Allegato A 0Otis%20tarda_E.pdf Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ resources/ID/fauna/Volume2/A215.012.011.001%2 Tetrax tetrax (Linnaeus, 1758). (Gallina prataiola) 0Tetrax%20tetrax_E.pdf Sinonimi. Otis tetrax Linnaeus, 1758. Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- tribuzione euroturanica. Sedentaria e dispersiva; UCCELLI CARADRIIFORMI popolazioni nordiche migratrici e svernanti in Europa meridionale, Nord Africa, Turchia e Medio Oriente. Famiglia: Scolopacidi In Italia è sedentaria e nidificante in Sardegna, loca- Numenius tenuirostris Vieillot, 1817. (Chiurlottello) lizzata e rara in Puglia. Estinta come nidificante in Sinonimi. Nessuno. Sicilia dalla fine degli anni ‘60. Migratrice forse rego- Distribuzione e fenologia. Specie monotipica a dis- lare, dispersiva, svernante irregolare. tribuzione sibirica. Categorie AERC. A11 L’areale riproduttivo della specie è poco conosciuto. Periodo di nidificazione. Parate dei maschi tra metà Gli unici dati certi di nidificazione sono relativi alla aprile e inizio giugno; la deposizione delle uova Siberia occidentale (zona di Omsk, presso Tara), rac- avviene tra aprile e giugno. colti intorno al 1920. L’incubazione dura 20-22 giorni. L’involo avviene a In passato ritenuti possibili casi di nidificazione in 25-30 giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è Kazakhstan e forse nella fascia a nord del Mar Caspio generalmente di 3-4 uova (2-6). e nel Mediterraneo (Egitto, Spagna). Smentite le pre- Habitat. Nidifica in ambienti aperti, aridi e caldi, di sunte nidificazioni in Sicilia. Specie migratrice. diversa tipologia: prati-pascoli, seminativi di cereali, Storicamente la specie svernava nel bacino del medi- foraggere, leguminose, formazioni erbacee aride e terraneo, tra Medio Oriente e Marocco, regioni sassose. Maggiormente frequente a basse quote, dal attualmente interessate da presenze sporadiche. In livello del mare a 500 m, con massimi di 800 m. Italia è migratrice rara e irregolare, svernante irrego- Durante lo svernamento in Sardegna predilige i lare. Movimenti tra agosto-ottobre e marzo-maggio. campi di erba medica. Categorie AERC. A30 Distribuzione in Italia. Specie ritenuta nidificante in Periodo di nidificazione. I dati riguardanti l’eco-eto- tempi storici comune ma localizzata in Sardegna, logia della specie sono scarsissimi per l’intero areale e Sicilia, Puglia, Abruzzo e Molise, nidificante irrego- hanno carattere spesso anedottico. Non ci sono dati lare nella Pianura Padana orientale. Le ultime segna- relativi al periodo e alle modalità di riproduzione. lazioni di nidificazione per la Sicilia risalgono al Habitat. In periodo riproduttivo la specie occupava 1977, in provincia di Catania; in Molise le nidifica- cariceti e sfagneti in ambienti di steppa alberata e 108 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 taiga, probabilmente anche aree umide di altro tipo. circa 30-31 giorni. L’involo avviene a 50-55 giorni In migrazione frequenta ambienti diversi, con preva- dalla schiusa. Le covate annue sono generalmente 1- lenza di zone umide: laghi salati o alcalini (non esi- 2, possibilmente 3 in annate particolarmente favore- stenti in Italia), aree salmastre costiere, foci di fiumi, voli, di 4-8 uova. Le dimensioni della covata sono da prati pascolati ai margini di paludi e lagune, stagni mettere in relazione alla disponibilità alimentare. per l’allevamento del pesce temporaneamente messi Habitat. Nidifica in edifici storici di centri urbani, in secca. Durante lo svernamento può utilizzare cascinali, ruderi e altre tipologie di manufatti. anche prati, arbusteti alofili, saline e coltivi. Si ali- Frequenta preferibilmente ambienti rurali con alter- menta in terreni più asciutti rispetto alle due specie nanza di aree aperte e boscate, coltivi, margini di congeneri (Chiurlo piccolo, Chiurlo maggiore). boschi radi, zone rocciose, ambienti steppici. La spe- Distribuzione in Italia. Specie migratrice ancora cie è maggiormente diffusa dal livello del mare a 400- comune fino alla fine del XIX secolo, in progressivo 500 m, in aree termofile è ben rappresentata fino a declino a partire dalla prima metà del XX secolo. 700-800 m, con massimi di 900-1000 m sugli Fino agli anni ‘30-’40 la migrazione e lo svernamen- Appennini e sulle Alpi centrali. to risultavano regolari (circa 140 segnalazioni note Distribuzione in Italia. La sottospecie Tyto alba alba nel periodo 1828-1974). La specie seguiva probabil- è diffusa sulla penisola e in Sicilia e alcune isole mino- mente due rotte migratorie, per dirigersi verso i quer- ri, con ampi vuoti di areale su Alpi e Appennini. T. a. tieri di svernamento incentrati principalmente sul ernesti è diffusa in Sardegna, Corsica e alcune isole Medio Oriente e sulle coste maghrebine. La seconda dell’Arcipelago Toscano. In periodo post-riprodutti- di queste rotte interessava l’Italia, sviluppandosi in vo, tra settembre e novembre si registrano movimen- direzione quasi est-ovest nel bacino del ti di dispersione generalmente di 10-20 km, a volte Mediterraneo. L’Italia si trovava probabilmente al fino a 50 km. In inverno, soprattutto in Pianura limite nord-orientale dell’areale invernale centrato Padana, è possibile rilevare la presenza di individui di sul Maghreb. I siti chiave in Italia, in cui si sono regi- provenienza nordica (T. alba guttata). strati, in periodo migratorio e/o invernale, negli ulti- Note. La popolazione italiana è stimata in 6000- mi 30 anni, avvistamenti con parvenza di regolarità, 13000 coppie. corrispondono alle seguenti località: Emilia- CITES. Appendice II Romagna (Valli di Comacchio e ravennate), Toscana UE. Allegato A (Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, Orbetello, Siti di riferimento. http://animaldiversity.ummz. Maremma), Lazio (laghi Pontini, Piana di Fondi), umich.edu/site/accounts/information/Tyto_alba.html Puglia (Golfo di Manfredonia). Note. Il progressivo declino delle presenze riguarda Famiglia: Strigidi tutto il bacino del Mediterraneo, utilizzato per lo Aegolius funereus (Linnaeus, 1758). (Civetta capo- svernamento. In Marocco fino agli anni ‘70 sverna- grosso) vano oltre 100 individui, ridotti a poche unità negli Sinonimi. Strix funerea Linnaeus, 1758. anni ‘90, con ultime segnalazioni nel 1995. La popo- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- lazione globale stimata nell’ultimo decennio è proba- buzione oloartica boreoalpina. Specie sedentaria e bilmente composta da 50-270 individui. L’esiguità dispersiva, con movimenti più evidenti nelle popola- della popolazione e l’occupazione di un territorio zioni settentrionali. In Italia è sedentaria e nidifican- molto vasto (specie migratrice) rendono il te sulle Alpi. Migratrice irregolare, dispersiva. Chiurlottello la specie a più elevato rischio di estin- Movimenti di erratismo verticale in autunno-inver- zione tra gli uccelli europei. no, verso quote inferiori. Durante il periodo di sver- CITES. Appendice I namento agli individui sedentari si aggiunge una fra- UE. Allegato A zione di migratori transalpini. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Categorie AERC. A11 resources/ID/fauna/Volume2/A216.010.006.009%2 Periodo di nidificazione. I maschi sono territoriali 0Numenius%20tenuirostris_E.pdf per tutto il corso dell’anno. La deposizione delle uova, in cavità di alberi (cavità naturali o in nidi di Picidi), avviene da metà febbraio a inizio luglio, con UCCELLI STRIGIFORMI un massimo tra metà marzo e maggio. L’incubazione Famiglia: Titonidi dura circa 26-30 giorni. L’involo avviene a 28-32 Tyto alba (Scopoli, 1769). (Barbagianni) giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è general- Sinonimi. Strix alba Scopoli, 1769. mente di 3-7 uova (2-8); la dimensione della covata Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- è in relazione alla disponibilità alimentare. buzione cosmopolita. Sedentaria e dispersiva. Habitat. Nidifica in foreste mature e disetanee a Migratrice irregolare, con spostamenti più evidenti composizione pura di conifere o mista, in corrispon- nelle popolazioni settentrionali. In Italia è sedentaria denza di valli fredde o versanti esposti a nord. Le atti- e nidificante, migratrice irregolare, dispersiva, sver- vità di caccia sono concentrate ai margini dei boschi nante probabilmente regolare. e nelle radure. La specie è diffusa tra 900 e 2100 m, Categorie AERC. A11 con massime frequenze tra 1300 e 1800 m nei setto- Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova ri alpini centro-occidentali e tra 1200-1400 m in avviene tra marzo e metà agosto. L’incubazione dura quelli orientali. Casi di nidificazione a quote più ele- La CITES in Italia: attualità e prospettive 109

vate sono stati rilevati nel Parco Nazionale del Gran Habitat. Nidifica a latitudini medio-elevate, dalle Paradiso (2100-2200 m) e in Val Troncea, in provin- zone della tundra artica fino agli ambienti steppici e cia di Torino (2100 m). in autunno-inverno si sposta mediterranei. Generalmente legato ad aree di pianu- verso quote inferiori, localmente fino alle aree pede- ra o collina (in Europa centrale nidifica non oltre i montane e irregolarmente fino alla pianura, dove fre- 650 m di quota; in Armenia e monti Altai raggiunge quenta boschi di latifoglie (in particolare faggete) e i 2350 m). Il fattore determinante nella selezione del- pinete (pino silvestre). l’habitat è l’abbondanza di prede (piccoli Distribuzione in Italia. La specie nidifica più fre- Mammiferi). In migrazione utilizza sia fasce costiere quentemente nei settori centro-orientali delle Alpi, che zone interne, dove frequenta zone umide, prati, con massima diffusione in Trentino-Alto Adige, coltivi, pascoli, incolti umidi e aree steppiche. In aree Veneto e Friuli-Venezia Giulia; nei settori occidenta- montane frequenta in particolare i fondovalle. li è più scarsa e localizzata (primi accertamenti di Durante lo svernamento sembra maggiormente lega- nidificazione nel 1925 in Val d’Ossola), con una dis- ta alle zone umide (aree costiere, saline, prati umidi, tribuzione discontinua tra Valle d’Aosta e Alpi stagni e seminativi). Marittime. In inverno, in relazione agli spostamenti Distribuzione in Italia. Ritenuta in tempi storici altitudinali verso quote inferiori, la specie può essere localmente sedentaria e nidificante in Pianura osservata anche in aree alpine pedemontane. Di Padana, Trentino, Liguria, Toscana, Abruzzo, Molise, comparsa accidentale, sia in epoca storica che recen- Lazio, Sicilia e Sardegna. Le osservazioni più recenti te, in aree extra-alpine (ambienti di pianura, zone di individui in periodo estivo riguardano: provincia costiere): pianura bresciana (marzo 1964), provincia di Vercelli (luglio 1985, luglio 2002), Sardegna nord- di Modena (gennaio 1989), provincia di Pesaro- orientale (giugno 2002), provincia di Ferrara (giugno Urbino (aprile 1997). 1995, aprile-luglio 2003), provincia di Modena Note. La distribuzione della specie ricalca quella del (maggio 2002), provincia di Ravenna (giungo 2002, picchio nero (Dryocopus martius), in relazione a con- luglio 2002), provincia di Savona (giugno 1998), vergenza di habitat e alla possibilità di utilizzo delle provincia di Cuneo (giugno 1996), provincia di cavità-nido. Popolazione italiana stimata in 1500- Mantova (luglio 1987). 3500 coppie. Fluttuazioni numeriche in relazione Durante le migrazioni si registrano movimenti rego- alle disponibilità alimentari. lari attraverso l’arco alpino e sulle piccole isole. CITES. Appendice II Erratica in periodo invernale, in relazione alla dispo- UE. Allegato A nibilità alimentare, è presente regolarmente in Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data Pianura Padana centro-orientale (area del Delta del zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as Po); più localizzata nelle regioni centrali tirreniche, p&sid=2291&m=0 in Puglia e nelle isole maggiori; sporadica altrove. Note. Nidificante occasionale nelle Isole Maltesi. Asio flammeus (Pontoppidan, 1763). (Gufo di palude) Osservazioni di un individuo territoriale in Corsica Sinonimi. Strix flammea Pontoppidan, 1763. (Stagno di Biguglia) nell’aprile-maggio 2003. Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- CITES. Appendice II buzione subcosmopolita. Migratrice nelle parti set- UE. Allegato A tentrionali dell’areale, parzialmente sedentaria in Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data quelle meridionali e occidentali, con movimenti pre- zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as valentemente verso sud e ovest. Movimenti di noma- p&sid=2322&m=0 dismo in tutte le stagioni. Sverna a sud dell’areale fino al bacino del Mediterraneo, Nord Africa e Asio otus (Linnaeus, 1758). (Gufo comune) Medio Oriente. In Italia (margine meridionale dell’a- Sinonimi. Strix otus Linnaeus, 1758. reale) la nidificazione non è accertata (segnalazioni Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- sporadiche, sia storiche, sia recenti, non sono state buzione oloartica. Migratrice nella porzione setten- mai approfonditamente documentate) e, comunque, trionale dell’areale, parzialmente sedentaria e disper- da considerarsi occasionale. La specie è migratrice siva in quella meridionale. Sverna a sud dell’areale, regolare, dispersiva, estivante localizzata e svernante fino al bacino del Mediterraneo e al Nord Africa. In regolare. Movimenti tra metà settembre-inizio Italia la specie è parzialmente sedentaria e nidifican- dicembre e metà febbraio-metà maggio. te sulla penisola e nelle due isole maggiori, migratri- Categorie AERC. A10 ce regolare, dispersiva, svernante regolare. Movimen- Periodo di nidificazione. In Europa nord-occidenta- ti tra fine agosto-dicembre e tra marzo-aprile. le la deposizione delle uova avviene dalla seconda Categorie AERC. A11 metà di marzo a fine giugno; in Islanda, Scandinavia Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova e Russia artica avviene a partire da metà maggio. avviene tra fine febbraio e maggio. L’incubazione L’incubazione dura circa 24-29 giorni. L’involo dura circa 27-28 giorni (25-30). L’involo avviene avviene a 24-27 giorni dalla schiusa, ma i giovani non prima di 30 giorni dalla schiusa, con abbando- lasciano il nido già dopo 12-17 giorni. L’unica cova- no del nido una decina di giorni prima. Viene depo- ta annua (solo occasionalmente 2 covate) è di dimen- sta generalmente un’unica covata annua (a volte 2), sioni variabili (4-8 uova), in dipendenza della dispo- di 4-5 uova (2-7). nibilità alimentare. Habitat. Nidifica in aree boscate di latifoglie o coni- 110 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 fere, sia pure che miste, circondate da aree aperte, boscate con edifici sparsi. Le aree aperte erbose, incolti, coltivi, che vengono utilizzati per le attività cespugliate o pietrose, vengono utilizzate per le atti- di caccia. Nidifica anche in parchi di centri urbani vità di caccia. In genere la specie è più diffusa a basse (sia costieri che dell’interno), pioppeti, impianti di quote (inferiori a 500-600 m), con presenze localiz- pino strobo, giardini con presenza di pini domestici zate fino a circa 1200 m su Alpi e Appennini. o pini marittimi. La specie è più diffusa fino ai 1200- Durante il periodo invernale si possono registrare 1300 m, con massime quote di 1760 in Trentino e di movimenti di erratismo in senso verticale verso fon- 1840 sulle Alpi occidentali. Durante lo svernamento divalle, aree pedemontane e aree di pianura. vengono frequentate aree caratterizzate da quote Distribuzione in Italia. La sottospecie nominale A. inferiori, con maggiore diffusione fino a 200-300 m, n. noctua nidifica in tutta la penisola, comprese alcu- anche se non mancano segnalazioni di presenze ne isole minori, con esclusione dei settori montani invernali anche in aree montane. Gli individui ten- più interni e delle aree intensamente boscate. dono ad aggregarsi in roost invernali, in corrispon- La popolazione siciliana evidenzia caratteri interme- denza di dormitori costituiti in genere da alberi sem- di con la sottospecie nordafricana A. n. glaux; per la preverdi o latifoglie schermate da rampicanti, anche Serdegna è stata descritta la sottospecie A. n. sarda; in aree urbane e suburbane. per la Puglia meridionale A. n. salentina. Distribuzione in Italia. La specie è presente in Italia Note. Popolazione italiana stimata in 40000-70000 con distribuzione piuttosto frammentata, con una coppie. maggiore diffusione in Pianura Padana, sulle Alpi e CITES. Appendice II sull’Appennino centro-settentrionale. Ampi vuoti di UE. Allegato A areale si riscontrano sui versanti adriatico e tirrenico Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data della penisola e nelle regioni meridionali (ad eccezio- zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as ne della Puglia meridionale, in cui la specie risulta p&sid=2287&m=0 ampiamente diffusa) e sulle isole. La distribuzione nel periodo di svernamento, in cui, oltre agli indivi- Bubo bubo (Linnaeus, 1758). (Gufo reale) dui sedentari si aggiunge un contingente di individui Sinonimi. Strix bubo Linnaeus, 1758. migratori, è piuttosto omogenea in tutta la penisola, Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- con vuoti di areale in corrispondenza dei principali buzione euroasiatica. Sedentaria e dispersiva, con sistemi montuosi. movimenti di nomadismo più accentuati nelle por- Note. Popolazione italiana stimata in 6000-12000 zioni nord-orientali dell’areale. In Italia è sedentaria coppie, con trend generalmente in incremento e e nidificante sulle Alpi e sugli Appennini, migratrice espansione di areale con occupazione dei centri urba- irregolare, dispersiva. ni. Fluttuazioni locali, probabilmente in relazione Categorie AERC. A11 alla disponibilità alimentare. Periodo di nidificazione. La specie è territoriale CITES. Appendice II durante tutto l’anno; l’attività canora è prevalente tra UE. Allegato A ottobre e aprile, con massima espressione tra dicem- Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data bre e febbraio. La deposizione delle uova avviene tra zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as metà febbraio e aprile, raramente fino a maggio. p&sid=2318&m=0 L’incubazione dura 34-37 giorni. L’involo avviene a 50-60 giorni dalla schiusa, con possibile abbandono Athene noctua (Scopoli, 1769). (Civetta) del nido già 3-4 settimane prima. L’unica covata Sinonimi. Strix noctua Scopoli, 1769. annua è generalmente di 2-3 uova (1-6); noti casi di Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- deposizione di una seconda covata. buzione eurocentroasiatico-mediterranea. Sedentaria Habitat. Nidifica in aree montane o collinari caratte- e dispersiva, con movimenti di portata limitata. In rizzate dalla presenza di pareti rocciose, affioramenti Italia è sedentaria e nidificante, migratrice irregolare, di roccia, calanchi, forre, cave inattive o in disuso, dispersiva. circondati da alberi e arbusti e sovrastanti ampie zone Categorie AERC. A11 aperte (vallate, coltivi, incolti, prati, ecc.), utilizzate Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova per la ricerca del cibo. Tollera la presenza umana avviene nel periodo febbraio-aprile nelle regioni (strade trafficate, attività escavatorie, discariche, cen- meridionali, a marzo-metà giugno nelle regioni cen- tri abitati) anche nei pressi del sito riproduttivo. La tro-settentrionali. L’incubazione dura circa 27-28 specie è diffusa prevalentemente tra i 300 e 1000 m, giorni (23-35). L’involo avviene a 30-35 giorni dalla con nidificazioni a quote massime di 1900-2000 m schiusa. L’unica covata annua (solo occasionalmente sulle Alpi occidentali e centrali e al livello del mare in possono essere deposte 2 covate) è generalmente di Liguria. 3-5 uova (1-7). Distribuzione in Italia. La specie è distribuita sulle Habitat. Nidifica di preferenza in ambienti rurali Alpi, con maggiore diffusione nei settori prealpini, e caratterizzati dalla presenza di siti riproduttivi di ori- sugli Appennini, dove risulta più scarsa e frammen- gine antropica (cascine, fienili, piccionaie, cumuli di tata, con ampi vuoti di areale. Presenze localizzate pietre, …), ma anche in centri urbani sia di piccole riguardano il Carso Triestino e le regioni Basilicata e che di grandi dimensioni, in aree industriali (capan- Puglia. La specie è rara e localizzata in Umbria; pre- noni industriali), giardini di aree residenziali, zone sente in Toscana (Garfagnana) fino agli anni ‘90; La CITES in Italia: attualità e prospettive 111

recentemente ricomparsa in Lazio, in seguito a rein- insulari, migratrice regolare, svernante regolare. I troduzione. È estinta in Sicilia, con ultima prova di movimenti migratori si concentrano tra fine agosto- nidificazione nel 1935. novembre e tra marzo-inizio giugno. Note. Popolazione italiana stimata in 250-350 coppie. Categorie AERC. A11 CITES. Appendice II Periodo di nidificazione. La territorialità nei maschi UE. Allegato A si manifesta in periodo primaverile; la deposizione Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ delle uova avviene da metà aprile a giugno. resources/ID/fauna/Volume2/A220.002.004.003%2 L’incubazione dura circa 24-25 giorni. L’involo 0Bubo%20bubo_E.pdf avviene a 21-29 giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è generalmente di 4-5 uova (2-7). Glaucidium passerinum (Linnaeus, 1758). (Civetta Habitat. Nidifica ai margini di boschi, in presenza di nana) alberi sparsi e radure, frutteti, uliveti, castagneti, ma Sinonim. Strix passerina Linnaeus, 1758. Strix tor- anche in ambienti urbani e suburbani, dove utilizza quata, Glaucidium setipes. per la nidificazione sia manufatti di origine antropi- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- ca, sia alberi presenti in orti e giardini. La specie è buzione eurosibirica-boreoalpina. Sedentaria e dis- maggiormente diffusa dal livello del mare fino a 600- persiva, con movimenti ciclici verso sud delle popo- 700 m, con presenze fino a 1400-1740 m sulle Alpi lazioni più settentrionali in relazione alle fluttuazio- occidentali e 1600-1700 m in Sicilia. ni delle specie-preda. In Italia è sedentaria e nidifi- Distribuzione in Italia. Ritenuta in tempi storici cante sulle Alpi, migratrice irregolare, dispersiva, con nidificante comune e diffusa in tutto il Paese, com- movimenti di erratismo in senso verticale verso quote prese le zone pianeggianti, la specie non è attualmen- inferiori nei mesi invernali. te distribuita in modo uniforme, presentando ampi Categorie AERC. A11 vuoti di areale soprattutto in corrispondenza dell’area Periodo di nidificazione. La specie è territoriale alpina, dei maggiori rilievi appenninici e, a partire durante tutto l’arco dell’anno; la deposizione delle dagli anni ‘50-‘60, anche della Pianura Padana, dove uova avviene tra metà aprile e metà giugno. si è registrato un progressivo decremento. Oltre alla L’incubazione dura 28-29 giorni. L’involo avviene a sottospecie nominale O. s. scops, maggiormente dif- 27-34 giorni dalla schiusa. L’unica covata annua è fusa nella penisola, in Italia meridionale e in Sicilia è generalmente di 4-7 uova (3-8). stata descritta la sottospecie O. s. meridionalis, in Habitat. Nidifica in foreste mature di conifere Sardegna la sottospecie O. s. vincii. (soprattutto abete rosso e abete bianco), preferibil- Note. Popolazione italiana stimata: 5000-11000 mente disetanee e con ricco sottobosco, in corrispon- coppie. denza di versanti freddi e umidi. Diffusa prevalente- CITES. Appendice II mente a quote comprese tra 1300 e 1800 m, con UE. Allegato A minimi di 900 m e massimi di 2000 m. In inverno Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ può compiere spostamenti a quote inferiori, frequen- resources/ID/fauna/Volume2/A220.002.016.030%2 tando anche boschi misti disetanei di conifere e lati- 0Otus%20scops_E.pdf foglie; durante i movimenti di erratismo può spin- gersi anche nei pressi di centri abitati. Strix aluco Linnaeus, 1758. (Allocco) Distribuzione in Italia. La specie nidifica con distri- Sinonimi. Strix Aluco Linnaeus, 1758. buzione omogenea nei settori centro-orientali delle Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Alpi, mentre la presenza diventa molto più frammen- buzione eurocentroasiatico-mediterranea. Sedentaria tata andando verso i settori occidentali, con limite e dispersiva. In Italia è sedentaria e nidificante sulla occidentale nella Val Chisone (TO), dove la nidifica- penisola e in Sicilia, migratrice irregolare, dispersiva. zione è stata accertata nel 1989. Categorie AERC. A11 Note. Popolazione italiana stimata: 700-1400 coppie. Periodo di nidificazione. La specie risulta spiccata- CITES. Appendice II mente territoriale durante tutto l’arco dell’anno; la UE. Allegato A deposizione delle uova avviene a febbraio-giugno, Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ raramente anche in dicembre-gennaio in Sicilia e in resources/ID/fauna/Volume2/A220.002.006.009%2 centri urbani (es. Ostia, Torino). L’incubazione dura 0Glaucidium%20passerinum_E.pdf circa 28-30 giorni. L’involo avviene a 32-37 giorni dalla schiusa, con abbandono del nido una settimana Otus scops (Linnaeus, 1758). (Assiolo) prima. L’unica covata annua è generalmente di 2-5 Sinonimi. Strix scops Linnaeus, 1758. Otus senegalensis. uova (1-6). Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- Habitat. Nidifica in presenza di boschi maturi deci- buzione eurocentroasiatico-mediterranea. Migratrice dui o misti, caratterizzati dalla presenza di ampie nelle porzioni più settentrionali dell’areale, parzial- radure; per la nidificazione possono essere utilizzate mente sedentaria in quelle meridionali. Sverna in anche altre tipologie di ambienti alberati, quali Africa tropicale, localmente nel bacino del boschi di conifere aperti, pinete litoranee, oliveti, Mediterraneo. In Italia è migratrice nidificante (esti- pioppeti, boschi igrofili. A partire dagli anni ‘60 la va) nelle regioni settentrionali e centrali, con popola- specie ha iniziato a sfruttare anche i centri urbani, sia zioni parzialmente sedentarie in quelle meridionali e di piccole che di grandi dimensioni, dove non man- 112 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 cano siti riproduttivi idonei (muri, edifici, cavità di Veneto, e Pordenone, in Friuli-Venzia Giulia (accer- alberi di parchi e giardini) e risorse trofiche. tamento della nidificazione nel 2005, ma ripetuta Nell’Appennino centrale e vengono utilizzate anche presenza di individui in canto a partire dal 1997). pareti rocciose e grotte carsiche. È maggiormente dif- Segnalazioni di presenza in periodo autunno-inver- fusa fino a quote di 1000-1200 m, con presenze loca- nale erano note già dagli anni ‘50, relative in partico- lizzate fino a 1700 m su Alpi e Appennini. In inver- lare alla provincia di Udine; dal 1996 segnalazioni no frequenta le stesse tipologie di ambienti, fino a regolari sono relative alla provincia di Gorizia (Lago quote massime di 1600-1700 m, durante gli errati- di Pietrarossa). Gli spostamenti in periodo invernale smi post-riproduttivi sono stati osservati individui sono generalmente di portata limitata (qualche deci- fino a 2000-2100 m sulle Alpi. na di km dai siti di nidificazione), più spiccati nei Distribuzione in Italia. La specie è sedentaria e nidi- giovani. ficante sulla penisola e in Sicilia. È presente con mag- Note. La popolazione stimata nel 2003 era di 1-5 giore frequenza nelle regioni settentrionali e centrali, coppie. mentre è più localizzata in quelle meridionali e in CITES. Appendice II Sicilia. È assente da gran parte della Puglia, total- UE. Allegato A mente in Sardegna e Corsica. Di comparsa acciden- Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data tale in Sardegna, con due segnalazioni nel 1987 e zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as 1996 in provincia di Sassari. p&sid=2247&m=0 Note. Popolazione italiana stimata in 30000-50000 individui. CITES. Appendice II RETTILI TESTUDINATI UE. Allegato A Famiglia: Testudinidi Siti di riferimento. http://www.birdlife.org/data Testudo graeca Linnaeus, 1758. (Testuggine greca, zone/species/index.html?action=SpcHTMDetails.as Tartaruga greca, Tartaruga moresca) p&sid=2240&m=0 Sinonimi. Testudo pusilla Linnaeus, 1758; Chersine pusilla Merrem, 1820; Testudo mauritanica Dumeril Strix uralensis Pallas, 1771. (Allocco degli Urali) e Bibron, 1835; Testudo mauritonica Kercado, 1835; Sinonimi. Stryx uralensis Pallas, 1771. Testudo whitei White, 1836; Testudo graeca var. mau- Distribuzione e fenologia. Specie politipica a distri- ritanica Schlegel in Wagner, 1841; Peltastes margina- buzione eurosibirica. Sedentaria e dispersiva. In Italia tus var. whitei Gray, 1870; Peltastes mauritanicus è sedentaria e nidificante localizzata, con colonizza- Gray, 1873; Testudo graeca graeca Mertens, 1946; zione recente, nelle zone di confine con Slovenia e Testudo gracea Nutaphand, 1979; Testudo whitie Croazia, con primo caso accertato di riproduzione in Highfield e Martin, 1989; Furculachelys whitei Friuli-Venezia Giulia nel 1994 (Valle di Pradolino, Highfield, 1990; Testudo graeca sarda Ballasina, UD). Migratrice regolare e dispersiva, svernante 1995; Testuda graeca whitei Artner, 1996; Testudo regolare localizzata. graeca sardinia van der Kuyl, Ballasina, Dekker, Categorie AERC. A12 Maas, Willemsen e Goudsmit, 2002. Periodo di nidificazione. La deposizione delle uova Periodo delle nascite. La deposizione delle uova avviene tra marzo e maggio, in relazione alla disponi- avviene tra maggio e luglio. Il tempo di incubazione bilità alimentare (in particolare di arvicole del gene- prima della schiusa è di circa 2-3 mesi. La tempera- re Microtus). L’incubazione dura 27-29 giorni. tura influisce notevolmente sul sesso dei nascituri: L’involo avviene a circa 40 giorni dalla schiusa, con temperature di incubazione inferiori ai 30.5 °C abbandono del nido una settimana prima. L’unica daranno una preponderanza di esemplari maschi, covata annua è generalmente di 2-4 uova (1-6). con temperature superiori ai 30.5 °C in maggioran- Habitat. Nidifica in foreste mature di latifoglie, in za femmine. particolare faggete, con presenza di abeti bianchi e, a Habitat. Predilige ambienti caratterizzati da vegeta- quote inferiori, di aceri, carpini e frassini. Nidifica sia zione di tipo mediterraneo o sub-mediterraneo carat- in cavità di alberi, sia in nidi di altri uccelli e può uti- terizzati da inverni miti con precipitazioni moderate lizzare nidi artificiali. Il primo caso di nidificazione ed estati secche con temperature elevate dove questa in Italia (provincia di Udine) è stato accertato in un specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione vecchio nido di rapace diurno (probabilmente di bassa cespugliosa della gariga, fra gli arbusti della Buteo buteo), all’interno di una faggeta a 720 m di macchia mediterranea e nel sottobosco . In genere le quota, con esposizione nord-est. In Cansiglio è pre- segnalazioni provengono da aree site tra il livello del sente in boschi misti di abete rosso e faggio. Durante mare e i 250 m di quota. lo svernamento frequenta foreste mature di latifoglie, Distribuzione in Italia. Specie presente in Africa set- con presenza di castagno, tra 400 e 750 m di quota. tentrionale, Spagna meridionale, dall’Albania e Distribuzione in Italia. In tempi storici ritenuta di Grecia sino alla Turchia, Iran e Iraq, presente anche comparsa molto rara e irregolare in Friuli-Venezia in Libano, Israele e Giordania. In Italia la specie è Giulia e accidentale altrove. Dagli anni ’90 nidifica stata introdotta in epoca storica ed è presente in in provincia di Udine (Valle di Pradolino, prima Sardegna (ove si riscontra la popolazione più abbon- nidificazione nel 1994) e sull’Altopiano del dante presente in Italia) e in Toscana con popolazio- Cansiglio, ai confini tra le province di Belluno, in ni naturalizzate. La CITES in Italia: attualità e prospettive 113

Segnalazioni da confermare sono riportate anche per Sinonimi. Testudo tabulata var. campanulata la Calabria, Puglia e Sicilia. Walbaum, 1782; Testuda marginata Schoepff, 1793; Note. Sono possibili incroci con la Testudo hermanni Testudo graja Hermann in Schoepff, 1793; Chersine che darebbero origine ad ibridi vitali. marginata Merrem, 1820; Chersus marginatus CITES. Appendice II Wagler, 1830; Testudo campanulata Gray in Griffith UE. Allegato A e Pidgeon, 1831; Testudo graji Gray in Griffith e Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Pidgeon, 1831; Testudo campanulata Strauch, 1862; resources/ID/fauna/Volume3/A301.011.010.002%2 Peltastes marginatus Gray, 1869; Peltastes marginatus 0Testudo%20hermanni_E.pdf; http://www.iucn var. melas Gray, 1870; Peltastes marginata Gray in redlist.org/details/21646 Sowerby e Lear, 1872; Testudo nemoralis Schreiber, 1875; Testudo marginata sarda Mayer, 1992; Testudo Testudo hermanni Gmelin, 1789. (Testuggine di marginata weissingeri Trutnau, 1994; Testudo weissin- Hermann, Tartaruga di Hermann, Tartaruga di terra) geri Bour, 1996; Testudo marginata marginata Sinonimi. Testudo hermanni Gmelin, 1789; Testudo Rogner, 1996. graeca bettai Lataste, 1881; Testudo graeca Boulenger, Periodo delle nascite. La deposizione delle uova 1889; Testudo hermanni hermanni Wermuth, 1952; avviene tra maggio e luglio con un tempo di incuba- Testudo hermanni robertmertensi Wermuth, 1952; zione di 2-3 mesi circa. La determinazione del sesso Protestudo hermanni Chkhikvadze, 1983; Agrionemys è influenzata dalla temperatura: con temperature di hermanni Gmira, 1993; Testudo hermanii Gerlach, incubazione inferiori ai 31.5 °C si avrà una prepon- 2001; Testudo hermannii Claude e Tong, 2004 deranza di esemplari maschi, con temperature supe- Eurotestudo hermanni Lapparent de Broin, Bour, riori ai 31.5 °C in maggioranza femmine. Parham e Perälä, 2006. Habitat. Gli habitat frequentati dalla specie sono Periodo delle nascite. Gli accoppiamenti possono quelli tipicamente mediterranei, caratterizzati da essere portati a termine tra maggio e settembre, men- inverni miti con precipitazioni moderate ed estati tre le uova vengono deposte prevalentemente in aride con temperature elevate. La maggior frequenta- luglio con schiusa a fine ottobre. In genere l’incuba- zione avviene per la vegetazione bassa e cespugliosa zione varia tra 2-3 mesi. Il sesso dei nascituri è della gariga, per gli arbusti della macchia mediterra- influenzato dalla temperatura: con temperature di nea e del sottobosco, sino a quote collinari (più fre- incubazione inferiori ai 31.5 °C si avrà una prepon- quente tra o e 400 m di quota). Presente anche nelle deranza di esemplari maschi, con temperature supe- dune sabbiose costiere ricche di vegetazione, nelle riori ai 31.5 °C in maggioranza femmine. pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di Habitat. Predilige ambienti forestali costieri termofi- arbusti mediterranei, nelle leccete e nelle sugherete. li costituiti da leccete, quercete, pinete e le macchie Distribuzione in Italia. Specie originaria della mediterranee. In alcuni siti può occupare anche aree Grecia, in Italia è stata introdotta anticamente ed è aperte come le dune costiere cespugliate o garighe e presente quasi esclusivamente in Sardegna (vi sono radure cespugliate. Mediamente la si ritrova intorno alcune segnalazione per il Lazio e la Toscana). ai 200 m di quota. Note. In epoca preromana veniva importata dagli Distribuzione in Italia. Specie paleartica con presen- Etruschi per essere utilizzata nei riti di inumazione. za esclusivamente nell’Europa meridionale. L’areale si Dal suo carapace, il più grande tra tutte le testuggini estende, seppur con discontinuità, dalla Spagna alla terrestri mediterranee, venivano ricavati svariati ogget- Romania includendo le isole maggiori del ti tra cui casse armoniche per strumenti musicali. Mediterraneo. In Italia la specie è presente con un CITES. Appendice II areale frammentato in particolar modo nella porzio- UE. Allegato A ne insulare. Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ L’area maggiormente interessata è la costa tirrenica, resources/ID/fauna/Volume3/A301.011.010.005%2 in particolare della Toscana e del Lazio. Nel versante 0Testudo%20marginata_E.pdf; http://www.iucn adriatico le popolazioni più consistenti sono in redlist.org/details/21653 Puglia e nel Molise. Nella porzione più settentriona- le la specie è presente unicamente nella zona del delta Famiglia: Chelonidi del Po. Caretta caretta (Linnaeus, 1758). (Tartaruga caretta, Note. Unica testuggine, insieme a Emys orbicularis, Tartaruga comune) autoctona per l’Italia. Sinonimi. Testudo caretta Linnaeus,1758; Testudo CITES. Appendice II cephalo Schneider, 1783; Testudo caouana Lacépède, UE. Allegato A 1788; Testudo nasicornis Lacépède, 1788; Testudo Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ caretta nasicornis Suckow, 1798; Chelone caretta resources/ID/fauna/Volume3/A301.011.010.002%2 Brongniart, 1805; Chelonia caouanna Schweigger, 0Testudo%20hermanni_E.pdf; http://www.iucn 1812; Caretta nasuta Rafinesque, 1814; Chelonia redlist.org/details/21648 cavanna Oken, 1816; Caretta atra Merrem, 1820; Caretta cephalo Merrem, 1820; Caretta nasicornis Testudo marginata Schoepff, 1793. (Testuggine mar- Merrem, 1820; Caretta caouana Fitzinger, 1826; ginata, Tartaruga marginata, tartaruga sarda) Chelonia caretta Bory de Saint-Vincent, 1828; 114 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Chelonia cephalo Gray, 1829; Chelonia caouana Fitzinger, 1826; Chelonia lachrymata Cuvier, 1829; Wagler, 1830; Testudo corianna Gray, 1831; Chelonia Chelonia maculosa Cuvier, 1829; Chelonia midas pelasgorum Bory de Saint-Vincent, 1833. Chelonia Wagler, 1830; Chelonia mydas var. japonica Gray, (Thalassochelys) atra Fitzinger, 1835. Thalassochelys 1831; Chelonia esculenta Wiegmann e Ruthe, 1832; caretta Bonaparte, 1838. Thalassochelys (Halichelys) Chelonia bicarinata Lesson in Bélanger, 1834; atra Fitzinger, 1843. Thalassochelys (Thalassochelys) Chelonia marmorata Duméril e Bibron, 1835; caouana Fitzinger, 1843; Caouana caretta Gray, Chelonia (Chelonia) cepedeana Fitzinger, 1835; 1844; Caouana elongata Gray, 1844; Thalassochelys Chelonia viridis Temminck e Schlegel in Siebold, corticata Girard, 1858; Chelonia corticata Strauch, 1835; Mydas mydas Cocteau in Cocteau e Bibron in 1862; Thalassochelys elongata Strauch, 1862; de la Sagra, 1838; Mydasea mydas Gervais, 1843; Thalassiochelis caouana Nardo, 1864; Eremonia elon- Euchelonia mydas Tschudi, 1846; Megemys mydas gata Gray, 1873; Caretta caretta Stejneger, 1904; Gistel, 1848; Chelonia lacrymata Agassiz, 1857; Thallasochelys cephalo Barbour e Cole, 1906; Caretta Chelonia formosa Girard, 1858; Chelonia tenuis caretta caretta Mertens e Müller, 1928; Caretta gigas Girard, 1858; Euchelys macropus Girard, 1858; Deraniyagala, 1933; Caretta caretta gigas Chelone macropus Strauch, 1862; Chelone maculosa Deraniyagala, 1939; Halichelys atra Loveridge e Strauch, 1862; Chelone marmorata Strauch, 1862; Williams, 1957; Caretta careta Tamayo, 1962; Chelone virgata Strauch, 1862; Chelone viridis Chelonia cahuano Tamayo, 1962. Strauch, 1862; Chelonia albiventer Nardo, 1864; Periodo delle nascite. Le deposizioni delle uova Thalassiochelys albiventer Günther, 1865; Chelonia avvengono in estate, nei mesi tra giugno e settembre. agassizii Bocourt, 1868; Mydas viridis Gray, 1870; In genere gli accoppiamenti avvengono alcuni giorni Chelone midas Cope, 1871; Chelonia lata Philippi, prima al largo delle spiagge dove le femmine sono 1887; Chelone mydas Boulenger, 1889; Chelonia probabilmente nate e dove tornano per la deposizio- mydas mydas Mertens e Müller, 1928; Caretta thun- ne. Le uova hanno un’incubazione di 50-70 giorni. bergi Smith, 1931; Chelonia mydas agassizii Carr, In relazione a meccanismi non ancora chiariti, le 1952; Chelonia mydas agassizi Schmidt, 1953; uova si schiudono quasi tutte simultaneamente. La Chelonia mydas carrinegra Caldwell, 1962; Chelonia temperatura del suolo determina il sesso dei nascitu- agazisii Tamayo, 1962; Testudo nigrita Tamayo, ri, infatti le uova che si trovano in superficie e che si 1962; Chelonia agassizi Carr, 1967; Chelonia mydus avvantaggiano di una somma termica superiore a Nutaphand, 1979; Chelonia mydas carinegra quelle che giacciono in profondità, daranno esempla- Nutaphand, 1979; Testudo chloronotus Smith e ri di sesso femminile, mentre quelle sottostanti, di Smith, 1980; Chelone albiventer Márquez, 1990; sesso maschile. Caretta thumbergii Sharma, 1998; Chelonia mydas Habitat. La specie predilige acque profonde tropica- viridis Karl e Bowen, 1999. li, subtropicali e temperate, prossime alle coste. Periodo delle nascite. La tartaruga verde si accoppia Distribuzione in Italia. Presente nell’Oceano per la prima volta ad una età presunta di 18-20 anni, Atlantico, Oceano Pacifico, Oceano Indiano, Mar compiendo a volte lunghe migrazioni per la deposi- Mediterraneo e Mar Nero. Nel Mar Mediterraneo zione delle uova nei siti idonei. La deposizione avvie- frequenta soprattutto le acque della Grecia, della ne prevalentemente nel periodo estivo e l’incubazio- Turchia e di Cipro, di Siria e Israele e dell’Italia ove ne delle uova dura 50-60 giorni, in dipendenza delle nidifica prevalentemente lungo le coste calabre e condizioni climatiche. delle isole siciliane. Habitat. Si rinviene frequentemente in mare aperto Note. La tartaruga comune è la tartaruga marina più durante le migrazioni, ma in generale predilige le diffusa del Mar Mediterraneo. acque costiere ricche di vegetazione sommersa. CITES. Appendice I Distribuzione in Italia. Presente in tutti i mari tropi- UE: Allegato A cali e temperati del mondo. Nel Mar Mediterraneo i Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ siti di nidificazione sono concentrati nel bacino details/3897 orientale, lungo le coste dell’Anatolia e Cipro. Dagli anni ‘90 si è registrato un incremento degli avvista- Chelonia mydas (Linnaeus, 1758). (Tartaruga verde) menti nelle acque italiane, in particolare nei mari Sinonimi. Testudo mydas Linnaeus, 1758; Testudo dell’Italia meridionale e nel Mar Ligure e Tirreno. macropus Walbaum, 1782; Testudo viridis Schneider, Note. Gli adulti raggiungono dimensioni fino a 140 1783; Testudo japonica Thunberg, 1787; Testudo cm con un peso che può raggiungere i 500 kg e pos- marina vulgaris Lacépède, 1788; Testudo viridisqua- sono compiere migrazioni sino a 2000-2500 km. mosa Lacépède, 1788; Testudo mydas macropus CITES. Appendice Iw Suckow, 1798; Chelonia mydas Brongniart, 1800; UE. Allegato A Testudo chloronotos Bechstein, 1800; Testudo cepedia- Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ na Daudin, 1801; Testudo rugosa Daudin, 1801; resources/ID/fauna/Volume3/A301.003.002.002%2 Chelone mydas Brongniart, 1805; Chelonia japonica 0Chelonia%20mydas_E.pdf; http://www.iucnred Schweigger, 1812; Chelonia virgata Schweigger, list.org/details/4615 1812; Caretta cepedii Merrem, 1820; Caretta esculen- ta Merrem, 1820; Caretta thunbergii Merrem, 1820; Eretmochelys imbricata (Linnaeus, 1766). Caretta mydas Fitzinger, 1826; Caretta virgata (Tartaruga embricata) La CITES in Italia: attualità e prospettive 115

Sinonimi. Testudo imbricata Linnaeus, 1766; Chelonia coriacea Oppel, 1811; Testudo lutaria Chelone imbricata Brongniart, 1805; Chelonia imbri- Rafinesque, 1814; Dermochelys coriacea Blainville, cata Schweigger, 1812; Caretta imbricata Merrem, 1816; Sphargis mercurialis Merrem, 1820; Coriudo 1820; Chelonia radiata Cuvier, 1829; Chelonia gri- coriacea Fleming, 1822; Chelonia lyra Bory de Saint- seam Eschscholtz, 1829; Chelonia pseudocaretta Vincent, 1828; Scytina coriacea Wagler, 1828; Lesson in Bélanger, 1834; Chelonia pseudomydas Dermochelis atlantica LeSueur in Cuvier, 1829; Lesson in Bélanger, 1834; Caretta bissa Rüppell, Sphargis coriacea Gray, 1829; Sphargis tuberculata 1835; Eretmochelys imbricata Agassiz, 1857; Gravenhorst, 1829; Dermatochelys coriacea Wagler, Eretmochelys squamata Agassiz, 1857; Caretta rostrata 1830; Chelyra coriacca Rafinesque, 1832; Girard, 1858; Caretta squamosa Girard, 1858; Dermatochelys porcata Wagler, 1833; Testudo coriacea Chelone imbricata Strauch, 1862; Caretta squamata marina Ranzano, 1834; Dermochelys atlantica Swinhoe, 1863; Herpysmostes imbricata Gistel, 1868; Duméril e Bibron, 1835; Dermatochelys atlantica Onychochelys kraussi Gray, 1873; Eretmochelys squam- Fitzinger, 1835; Dermochelydis tuberculata mata Dugès, 1884; Chelonius imbricatus Herrera, Alessandrini, 1838; Sphargis coriacea var. schlegelii 1899; Eretmochelys squamosa Stejneger, 1907; Garman, 1884; Dermatochaelis coriacea Oliveira, Eretmochelys imbricata squamosa Mertens, 1927; 1896; Sphargis angusta Philippi, 1899; Dermochelys Eretmochelys imbricata imbricata Mertens e Müller, schlegelii Stejneger, 1907; Dermatochelys angusta 1928; Eretmochelys imbricata squamata Carr, 1942; Quijada, 1916; Dermochelys coriacea coriacea Gruvel, Eretmochelys imbricata bissa Smith e Taylor, 1950; 1926; Dendrochelys (Sphargis) coriacea Pierantoni, Erethmochelys imbricata Maldonado Koerdell in 1934; Dermochelys coriacea schlegeli Mertens, Müller Beltrán, 1953; Eretmochelys fimbricata Beltran, Ricja, e Rust, 1934; Chelyra coriacea Bourret, 1941; Seytina Alcaraz, Ruiz, Miranda e Larios, 1962; Eretmochelys coriacea Bourret, 1941; Sphargis schlegelii Bourret, imbricata bibba Pritchard, 1967; Chelys imbricata 1941; Dermochelys coriacea schlegelii Carr, 1952; Grassé, 1970; Eretmochelys imbriaca Rudloff, 1990; Dermochelys coriacea schlegelli Caldwell, 1962; Caretta beisa Sharma, 1998; Chelonia pseudomidas Dermochelys schlegeli Barker, 1964; Dermochelys cori- Sharma, 1998; Eretmochelys imbricuta Artner, 2003; cea Das, 1985. Erethmochelye imbricate Zhou, 2006. Periodo delle nascite. Le deposizioni avvengono Periodo delle nascite. Gli accoppiamenti avvengono ogni 2-3 anni nei mesi più caldi dell’anno. Dopo 60- vicino alla costa, in prossimità delle spiagge scelte per 70 giorni dalla deposizione , nascono i piccoli, lun- la nidificazione. Il ciclo riproduttivo è solitamente ghi 5-6 cm e del peso medio di 3.5 g. triennale. La deposizione delle uova avviene nel perio- Habitat. Predilige vivere in alto mare nei mari caldi do compreso tra maggio e novembre nelle zone e temperati. Si avvicina alle coste per riprodursi e dell’Oceano Pacifico e tra aprile e ottobre per quanto cacciare. I siti di nidificazione sono generalmente riguarda l’Oceano Atlantico. Il periodo che intercorre situati tra i paralleli 30° N e 20° S. dalla deposizione alla schiusa è in media di 60 giorni. Distribuzione in Italia. La specie è il rettile a più Habitat. Predilige le acque tropicali e raramente si ampia distribuzione geografica, è infatti presente in spinge anche in mari temperati. Frequenta maggior- tutti i mari e gli oceani del mondo. Gli avvistamenti mente acque basse lungo le zone costiere rocciose e le per il Mediterraneo hanno carattere di occasionalità, barriere coralline, si sposta spesso sul fondo in cerca e sono concentrati in modo particolare nel bacino di cibo. occidentale. Lungo le coste italiane vi è una frequen- Distribuzione in Italia. Presente, con una distribu- tazione del Mar Tirreno e del Mar Ligure. zione circumtropicale, nell’Oceano Atlantico, Segnalazioni sono note per le acque al largo della Oceano Pacifico e Indiano. In mediterraneo è consi- Sardegna, Linosa, Toscana, Puglia e per l’Adriatico derata specie occasionale. Nessuna segnalazione settentrionale. Non si hanno notizie di nidificazione attualmente nota per l’Italia. in Italia. Note. Specie assai rara in Mediterraneo per cui non Note. La Tartaruga liuto è la più grande tra le tarta- esistono, allo stato attuale, segnalazioni certe nelle rughe marine, gli adulti infatti possono superare i 2 acque italiane. m di lunghezza e i 600 kg di peso. CITES. Appendice I CITES. Appendice I UE.: Allegato A UE. Allegato A Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ details/8005 details/6494

Famiglia: Dermochelidi RETTILI SAURI Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761). (Tartaruga liuto) Famiglia: Camaleonidi Sinonimi. Testudo coriacea Vandellius, 1761; Testudo Chamaeleo chamaeleon Linnaeus, 1758. (Camaleon- coriaceous Pennant, 1769; Testudo arcuata Catesby, te comune, Camaleonte mediterraneo) 1771; Testudo lyra Lacépède, 1788; Testudo marina Sinonimi. Lacerta chamaeleon Linnaeus 1758; Wilhelm, 1794; Testudo tuberculata Pennant in Chamaeleo (Chamaeleo) chamaeleon chamaeleon Schoepff, 1801; Chelone coriacea Brongniart, 1805; (Linnaeus 1758); Chamaeleo parisiensium Laurenti 116 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

1768; Chamaeleon vulgaris Daudin 1802; Chamaeleo RETTILI SERPENTI carinatus Merrem 1820; Cameleo siculus Grohmann Famiglia: Viperidi 1832; Chamaeleo Vulgaris Duméril e Bibron 1836; Vipera ursinii (Bonaparte, 1835). (Vipera di Orsini) Chamaeleon hispanicus Fitzinger 1843; Chamaeleon Sinonimi. Pelias Ursinii Bonaparte 1835; Vipera ursi- rimulosus Gravenhorst 1843; Chameleon parisiensis nii Boulenger 1893; Vipera ursinii rakosiensis Méhely Gray 1845; Chamaeleo vulgaris Turner 1853; 1893; Vipera berus rakosiensis Méhely 1893; Vipera Chameleo Vulgaris Duméril, Bibron e Duméril 1854; ursinii macrops (Méhely 1911); Vipera macrops Chamaeleo cinereus Strauch 1862; Chamaeleon vulga- Méhely 1911; Acridophaga uralensis Reuss 1925; ris Gray 1865; Chamaeleon auratus Gray 1865; Vipera ursinii anatolica Eiselt e Baran 1970; Vipera Chamaeleon fasciatus Smith 1866; Chameleon pari- ursinii graeca Nilson e Andrén 1988; Vipera ursinii sientium Bosca 1880; Chamaeleo chamaeleon recticri- Engelmann et al 1993; Vipera anatolica Welch 1994; sta Boettger, 1880; Chamaeleo saharicus Müller Vipera macrops graeca Welch 1994; Vipera macrops 1887; Chamaeleo (Chamaeleo) chamaeleon musae macrops Welch 1994; Vipera ursinii Mcdiarmid, Steindachner, 1900; Chamaeleon chamaeleon sahari- Campbell e Touré 1999; Vipera (Pelias) ursinii cus Werner 1911; Chamaeleon chamaeleon chamae- Venchi e Sindaco 2006; Vipera anatolica Venchi e leon Werner 1911; Chamaeleon chamaeleon musae Sindaco 2006. Werner 1911; Chamaeleo chamaeleon recticrista Periodo delle nascite. Specie ovovivipara per la quale Esterbauer 1985; Chamaeleo chamaeleon Engelmann la gestazione dura circa tre mesi e mezzo. Le nascite et al. 1993; Chamaeleo chamaeleon Schleich, Kästle e avvengono dalla seconda metà di agosto alla prima Kabisch 1996; Chamaeleo (Chamaeleo) chamaeleon settimana di settembre. Probabilmente in caso di Necas 1999; Chamaeleo chamaeleon recticrista condizioni climatiche avverse si verificano casi di Hraoui-Bloquet et al. 2002. gestazione prolungata con parti rimandati all’anno Periodo delle nascite. Gli accoppiamenti avvengono successivo tra metà luglio e metà settembre. Le femmine depon- Habitat. La specie frequenta esclusivamente le prate- gono le uova nella tarda estate, dopo circa 45-60 rie sassose montane e i pascoli di altitudine sopra i giorni dall’accoppiamento, e la schiusa avviene tra 1400 m di quota sino ad un’altitudine massima di fine settembre e i primi di novembre o nella prima- 2100 m. vera successiva in caso di basse temperature. Distribuzione in Italia. Distribuzione abbastanza Temperature di incubazione tra 27 e 29 ºC induco- frammentata, in particolare in Europa. In Italia è no nascite prevalentemente di femmine, con tempe- stata segnalata solamente in quattro regioni: Umbria e Marche (Monti Sibillini), Lazio (Monti Reatini, rature tra 24 e 25 °C la sex-ratio è di 1:1. Monti dellavLaga, Montagne della Duchessa) e Habitat. In Europa occupa principalmente le aree Abruzzo (gruppo montuoso del Velino, Monti della costiere, nella Penisola Iberica spesso ritrovato in in Laga, Monti del Gran Sasso d’Italia, Majella, Monti aree caratterizzate da presenza di tamerice. In N. Marsicano e Camosciara). Africa, occupa anche aree semi-deserte, praterie e si Note. In Italia sono note circa una ventina di popo- ritrova spesso in prossimità di raccolte d’acqua. lazioni. Distribuzione in Italia. Il camaleonte comune è diffu- CITES. Appendice I so in Nord Africa e nel Sudest asiatico ma è anche pre- UE. Allegato A sente in Europa, anche se con una presenza alquanto Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ frammentata. Popolazioni consistenti sono segnalate details/22997 nella Penisola Iberica e a Creta. In Italia è segnalato in Sicilia (dove pare sia stato introdotto in tempi storici: il camaleonte comune sembra essere presente dall’inizio ANFIBI ANURI dell’Impero Romano ed è stato introdotto nell’antica Famiglia: Ranidi Trinacria proveniente da Creta e forse dal Peloponneso, Lithobates catesbeianus (Shaw, 1802). (Rana toro) in cui ci sono opere che lo raffigurano, ma dove non è Sinonimi. Rana catesbeiana Shaw, 1802; Rana mai stato segnalato), è presente in Salento, in Sardegna, pipiens Daudin, 1802; Rana taurina Cuvier, 1817; nel delta del Po e in Friuli. Rana mugiens Merrem, 1820; Rana scapularis Note. Il camaleonte comune è l’unica specie di Harlan, 1826; Rana conspersa LeConte, 1855; Rana camaleonte presente in Europa. Il colore della sua (Rana) catesbeiana Boulenger, 1920; Rana nantai- pelle è determinato dall’ambiente e dalla temperatu- wuensis Hsü, 1930; Rana catesbyana Smith, 1978; ra circostanti ed è capace di improvvisi mutamenti. Rana (Rana) catesbeiana Dubois, 1987; Rana Generalmente è verde, più chiaro la notte. (Aquarana) catesbeiana Dubois, 1992; Rana CITES. Appendice II (Novirana, Aquarana) catesbeiana Hillis e Wilcox, UE. Allegato A 2005; Lithobates catesbeianus Frost, Grant, Faivovich, Siti di riferimento. http://www.cites.org/eng/ Bain, Haas, Haddad, de Sá, Channing, Wilkinson, resources/ID/fauna/Volume3/A303.005.002.018%2 Donnellan, Raxworthy, Campbell, Blotto, Moler, 0Chamaeleo%20(Chamaeleo)%20chamaeleon_E.p Drewes, Nussbaum, Lynch, Green, e Wheeler, 2006; df; http://www.jcvi.org/reptiles/species.php?genus= Lithobates (Aquarana) catesbeianus Dubois, 2006; Chamaeleo&species=chamaeleon Rana (Aquarana) catesbeiana Hillis, 2007. La CITES in Italia: attualità e prospettive 117

Periodo delle nascite. La stagione riproduttiva va da Sudafrica, della California. Presente anche nel Mar maggio a luglio. La femmina depone circa 20.000 Mediterraneo, in particolare nella regione centro- uova che vengono fecondate in genere da un unico occidentale, nel canale di Sicilia e nel Mar Tirreno. maschio. Le larve emergono dopo pochi giorni e pas- Note. Unico rappresentante vivente del genere sano circa tre anni in questo stadio di accrescimento Carcharodon, questo squalo è il più grande pesce pre- prima di compiere la metamorfosi. datore del pianeta. Habitat. La specie è presente in tutte le raccolte d’ac- CITES. Appendice II qua poco profonde (es. fiumi, stagni, laghi) caratte- UE. Allegato B rizzate da condizioni di temperatura non eccessiva- Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ mente rigide. In Italia è presente nelle aree planiziali. Summary/SpeciesSummary.php?id=751; Distribuzione in Italia. Specie presente negli Stati http://www.iucnredlist.org/details/3855 Uniti orientali e in alcune zone del Canada. La spe- cie è stata introdotta in numerosi stati sud-americani Famiglia: Cetorinidi e asiatici. In Europa è presente in Belgio, Francia, Cetorhinus maximus (Gunnerus, 1765). (Squalo ele- Germania e Grecia. In Italia, dove la specie è stata fante. Cetorino. Pellegrino. Squalo gigante. Selache introdotta negli anni ‘30, è segnalata in Lombardia, gigante. Squalo massimo). Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Sinonimi. Squalus maximus Gunnerus, 1765; Lazio. Halsydrus maximus (Gunnerus, 1765); Cetorhinus Note. Il nome deriva dal suo particolare gracidio che maximus (Gunnerus, 1765); Selache maximus può ricordare il muggito dei bovini. (Gunnerus, 1765); Selache maximum (Gunnerus, UE. Allegato B 1765); Selache maxima (Gunnerus, 1765); Halsydrus Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ pontoppidiani Neill, 1809; Squalus gunnerianus details/58565 Blainville, 1810; Squalus peregrinus Blainville, 1810; Squalus pelegrinus Blainville, 1810; Squalus homianus Blainville, 1810; Tetraoras angiova Rafinesque, 1810; ELASMOBRANCHI LAMNIFORMI Tetroras angiova Rafinesque, 1810; Squalis gunneri Famiglia Lamnidi Blainville, 1816; Squalis shavianus Blainville, 1816; Carcharodon carcharias (Linnaeus, 1758). (Squalo Scoliophis atlanticus Anon., 1817; Squalus isodus bianco). Macri, 1819; Cetorhinus rostratus (Macri, 1819); Sinonimi. Carcharodon carcharias (Linnaeus, 1758); Squalus rostratus Macri, 1819; Squalus elephas Squalus carcharias Linnaeus, 1758; Carcharias lamia Lesueur, 1822; Selache elephas (Le Sueur, 1822); Rafinesque, 1810; Squalus lamia Blainville, 1816; Squalus rashleighanus Couch, 1838; Squalus rhinoce- Carcharias verus Cloquet, 1817; Squalus lamia ros DeKay, 1842; Squalus cetaceus Gronow, 1854; Blainville, 1825; Carcharias rondeletti Bory de Saint- Polyprosopus macer Couch, 1862; Cetorhinus blainvil- Vincent, 1829; Carcharias vulgaris (Richardson, lei Capello, 1869; Hannovera aurata van Beneden, 1836); Squalus vulgaris Richardson, 1836; 1871; Selachus pennantii Cornish, 1885; Halsydrus Carcharodon smithii Agassiz, 1838; Carcharodon smi- maccoyi (Barrett, 1933); Cetorhinus maccoyi (Barrett, thi Bonaparte, 1838; Carcharodon rondeletii Müller e 1933); Tetroras maccoyi Barrett, 1933; Cetorhinus Henle, 1839; Carcharodon capensis Smith, 1839; maximus infanuncula Deinse e Adriani, 1953; Carcharias atwoodi Storer, 1848; Carcharias vorax Cetorhinus normani Siccardi, 1961; Cetorhinus maxi- Owen, 1853; Carcharias maso Morris, 1898; mus normani (Siccardi, 1961). Carcharodon albimors Whitley, 1939. Riproduzione. Specie ovovivipara nella quale i tempi Riproduzione. La specie è ovovivipara. Il parto di gestazione non sono noti con certezza, ma proba- avviene tra la primavera e la tarda estate, e la gesta- bilmente hanno una durata di 1-2 anni. Alla nascita zione dura circa un anno. Nel Mar Mediterraneo vi è i piccoli sono lunghi da 1.5 a 2 m. Gli accoppiamen- una zona di riproduzione nell’area che comprende ti avvengono durante l’estate e le nascite sembrereb- Sicilia, Malta e Tunisia. I piccoli alla nascita hanno bero prevalere in agosto. taglia compresa tra 1.2 e 1.5 metri e hanno i denti Habitat. Specie pelagica che spesso frequenta le acque dotati di minute cuspidi laterali, gli inferiori talora costiere. Segnalata anche in baie chiuse. Predilige coi bordi lisci anziché seghettati. acque da fredde a temperato-calde tra gli 8° e i 14 ° Habitat. È uno squalo pelagico, ma si avvicina sal- C. Si nutre principalmente di plancton e riesce a fil- tuariamente alle coste, particolarmente nelle zone trare circa 2.000 tonnellate d’acqua ogni ora. dove la piattaforma continentale è molto vicina ad Distribuzione in Italia. Diffuso in quasi tutti i mari esse o nelle aree particolarmente ricche di potenziali temperati anche se le zone dove risulta maggiormen- prede (come, ad esempio, colonie di otarie o di pin- te frequente sono quelle settentrionali dell’Oceano guini). È diffuso particolarmente in acque fredde o Atlantico. La specie viene spesso avvistata anche nel temperate a profondità tra 0 e 250 m. Mar Mediterraneo sebbene sia da considerarsi rara. Distribuzione in Italia. Specie sostanzialmente Picchi di presenza stagionale nel Mediterraneo cosmopolita, diffuso in quasi tuti i mari e gli oceani Occidentale, in particolare nel Mar Ligure e nel Mar del Pianeta, la più elevate densità si riscontrano al Tirreno. Segnalazioni anche per lo Stretto di largo delle coste meridionali dell’Australia, del Messina. Occasionale nel Mar Adriatico. 118 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

Note. Unica specie della famiglia Cetorinidi, è il secon- Riproduzione. Specie spiccatamente anadroma per do pesce esistente più grande, dopo lo squalo balena. la quale gli accoppiamenti avvengono tra aprile e set- La sua lunghezza, normalmente dell’ordine dei 12 tembre, ma generalmente tra aprile e giugno. Le uova metri, può talora raggiungere i 15, mentre il peso sono deposte di solito su fondali ghiaiosi nei tratti di può arrivare sino alle 10 tonnellate. fiume dove la velocità di corrente sia inferiore a 1 CITES. Appendice II m/s. Con una temperatura dell’acqua di circa 20 °C, UE. Allegato B le larve nascono dopo 2-4 giorni, salgono in superfi- Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ cie e, seguendo la corrente, raggiungono subito il Summary/SpeciesSummary.php?id=90; mare o rimangono fino a tre mesi alle foci dei fiumi. http://www.iucnredlist.org/details/4292 Habitat. Lo storione stellato trascorre la maggior parte della vita in acque marine costiere su fondali di sabbia, fango e ghiaia. Durante il giorno, in primave- ATTINOPTERIGI ACIPENSERIFORMI ra ed estate, permane a profondità variabili tra i dieci Famiglia: Acipenseridi ed i quaranta metri, per scendere poi fino a cento metri in autunno ed in inverno. Durante la notte, gli Acipenser naccarii Bonaparte, 1836. (Storione cobi- storioni stellati si spostano più vicino alla superficie ce. Storione del Naccari). per esigenze trofiche. Sinonimi. Accipenser lutescens Rafinesque, 1820; Distribuzione in Italia. La specie è presente nel Mar Acipenser heckelii Brandt e Ratzeburg, 1833; Nero, Mar Caspio nel Mar d’Azov e nei rispettivi tri- Acipenser naccarii Bonaparte, 1836; Acipenser naccari butari (Danubio, Dniester, Don, Dnieper, Kuban, Bonaparte, 1836; Acipenser heckelii Fitzinger, 1836; Volga), nel fiume Marizza, nel Mar Egeo e nel Mar Acipenser platycephalus Bonaparte, 1846; Acipenser Ionio orientale. Sembra che sia presente anche nel ladanus Nardo, 1847; Acipenser nardoi Heckel, 1851; Lago d’Aral. In Italia sono state segnalate rare cattu- Acipenser nasus Heckel, 1851; Acipenser sturionellus re in Adriatico. Nardo, 1860; Acipenser sturionaster Brusina, 1902. Note. Gli individui di questa specie possono percor- Riproduzione. Specie anadroma che risale i fiumi re anche lunghe distanze per raggiungere i quartieri per la riproduzione nel periodo da marzo a maggio di riproduzione, nel Volga, ad esempio, risalgono con un periodo degli accoppiamenti in genere tra fino a 250 chilometri dalla foce, spostandosi di circa giugno e luglio. Note popolazioni residenti stabil- 17-32 chilometri per giorno. La selezione di tratti di mente in acqua dolce (es. nel Po a monte della diga fiume con corrente sensibilmente inferiore a quella di Isola Serafini che si riproducano con successo). prescelta dagli altri storioni anadromi, diminuisce la Habitat. In mare la specie frequenta i fondali sabbio- probabilità che dia origine ad ibridi con le altre spe- si o fangosi alla foce dei maggiori fiumi, stazionando cie. Alcune popolazioni si riproducono anche nei a notevole profondità, ma talvolta si spinge anche tra banchi sabbiosi in mare aperto. le alghe e gli scogli. Nei fiumi preferisce i corsi di CITES. Appendice II maggiore profondità e portata. UE. Allegato B Distribuzione in Italia. Lo Storione cobice è noto Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ con sicurezza soltanto nel Mare Adriatico dal golfo di Summary/SpeciesSummary.php?id=2065; Trieste all’isola di Corfù. In Italia, risale il Po e, limi- http://www.ittiofauna.org/webmuseum/pesciossei/a tatamente, alcuni suoi tributari minori, anche cipenseriformes/acipenseridae/acipenser/acipenser- l’Adige, il Brenta, il Bacchiglione, il Piave, il Livenza stellatus/acipenserstellatus0.htm e il Tagliamento. Frequenta anche i tratti medio ter- minali di alcuni fiumi appenninici: il Tronto, il Acipenser sturio Linnaeus, 1758. (Storione comune). Vomano, il Pescara, il Sangro ed il Bifemo, e le foci Sinonimi. Acipenser sturio Linnaeus, 1758; Accipenser del Fortore, del Candelaro e dell’Ofanto. sturio Linnaeus, 1758; Arcipenser sturio Linnaeus, Note. Specie endemica del Mar Adriatico per la quale 1758; Sturio accipenser Strøm, 1784; Acipenser lich- non sono noti ibridi con altre specie di storione. tensteinii Bloch e Schneider, 1801; Accipenser attilus CITES. Appendice II Rafinesque, 1820; Acipenser latirostris Parnell, 1838; UE. Allegato B Acipenser attilus Gray, 1851; Acipenser hospitus Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ Krøyer, 1852; Acipenser thompsonii Ball, 1856; Summary/SpeciesSummary.php?id=2504; Acipenser sturioides Malm, 1861; Acipenser yarrellii http://www.ittiofauna.org/webmuseum/pesciossei/a Duméril, 1867; Acipenser valenciennii Duméril, cipenseriformes/acipenseridae/acipenser/acipensern 1870; Acipenser podapos Duméril, 1870; Acipenser accarii/Acipensernaccarii.htm nehelae Duméril, 1870; Acipenser fitzingerii Duméril, 1870; Acipenser fitzingeri Duméril, 1870; Acipenser Acipenser stellatus Pallas, 1771. (Storione stellato). ducissae Duméril, 1870; Acipenser europaeus Brusina, Sinonimi. Acipenser stellatus Pallas, 1771; Acipenser seu- 1902; Sturio vulgaris Brusina, 1902. ruga Bonnaterre, 1788; Acipenser helops Pallas, 1814; Riproduzione. L’ampia dimensione dell’areale della Acipenser ratzeburgii Brandt, 1833; Acipenser rostratus specie determina una certa differenza sulle date in cui Brandt e Ratzeburg, 1833; Acipenser stellatus donensis si verifica la riproduzione. In genere gli individui di Lovetsky, 1834; Acipenser stellatus danubialis Brusina, questa specie iniziano la risalita dei fiumi in gennaio 1902; Acipenser stellatus illyricus Brusina, 1902. e gli accoppiamenti avvengono tra marzo e giugno. La CITES in Italia: attualità e prospettive 119

La deposizione avviene ad una profondità variabile tra Riproduzione. Sembra che la riproduzione di questa i due e i dieci metri, in acqua a forte corrente e ben specie non avvenga ogni anno ma, probabilmente, ossigenata, su fondali a ghiaia e ciottoli. La schiusa si ogni due anni. La risalita dal mare si concentra in verifica, secondo la temperatura dell’acqua, entro 3-6 due periodi, primaverile e invernale, ma la deposizio- giorni. Alla nascita le larve misurano circa 10 mm e si ne delle uova avviene sempre in primavera. Nei fiumi alimentano con microrganismi come dafnie e cope- dell’Europa dell’est (ex Unione Sovietica) tende a podi. Trascorsi da uno a due anni, i giovani storioni spingersi più a monte delle altre specie di storioni. La percorrono il tratto fluviale sino al mare dove passano deposizione delle uova aviene nei tratti più profondi da sette a quattordici anni prima della riproduzione. dei fiumi su fondali a ghiaia e ciottoli. Gli avannotti Habitat. Lo storione comune è un tipico pesce nascono dopo circa nove giorni, se la temperatura eurialino che si trattiene in vicinanza delle coste e dell’acqua è di 14-17 °C, e dopo un rapido accresci- penetra nelle acque dolci solo per riprodursi. In mento raggiungono il mare per iniziare la fase trofi- mare la specie frequenta profondità diverse in base ca del loro ciclo vitale. alla taglia: gli esemplari lunghi circa un metro si Habitat. La specie risale il corso dei maggiori fiumi trattengono tra i venti e i cinquanta metri di profon- principalmente in primavera, mentre d’inverno dità, mentre quelli lunghi più di due metri predili- sverna nel tratto inferiore dei fiumi o in mare. Gli gono profondità di circa 120 metri. Gli storioni esemplari del Danubio svernano in fiume o nelle comuni italiani sembrano svernare su fondi sabbio- acque salmastre delle foci. I giovani del Volga e del si, fangosi o rocciosi, con o senza vegetazione, non Mar Nero trascorrono i mesi più freddi nei fiumi o lontano dalle foci dei fiumi e, dalla fine dell’inverno alle loro foci, mentre gli esemplari più grossi, sver- alla primavera, risalgono per lunghi tratti i corsi dei nano nei fondali marini alla profondità di circa 80 fiumi per la riproduzione. metri. Distribuzione in Italia. Presente lungo le coste euro- Distribuzione in Italia. Lo Storione attilo è presente pee dalla Scandinavia (Capo Nord) al Mar Nero; è nel Mar Adriatico (forse anche nello Ionio e presente anche nel Mar Baltico e presso l’Islanda, nel nell’Egeo), nel Mar Nero, nel Mar d’Azov, nel Mare del Nord e nei laghi Ladoga, dove vive un Caspio, e nei fiumi che in detti mari sboccano con ceppo sedentario, nel Mar d’Azov e nel lago Onega. foce a delta. Non sono noti dati precisi sulla frequen- Nel Mare Mediterraneo è diffusa ovunque, tranne za di questo storione nelle acque italiane. Sembra che che nelle coste dalla Tunisia all’Egitto e in quelle dal attualmente sia presente soltanto alla foce del Po, ma Sinai alla Turchia meridionale. Lo storione comune è forse risale il fiume sino all’altezza di Papozze- presente in tutti i mari italiani, ma è frequente sol- Polesella. Oggi le segnalazioni nei fiumi del bacino tanto nell’Adriatico. Risale tutti i maggiori fiumi, padano-veneto sono da considerare occasionali. anche se a volte la contiuità fluviale risulta interrotta Note. Lo Storione attilo è, tra le specie della famiglia, da dighe e sbarramenti. Sono stati segnalati esempla- quella maggiormente legata alle acque marine, dove ri di storione comune alla foce o sino al tratto medio si rinviene essenzialmente nell’ambiente pelagico. terminale dei fiumi Po, Stella, Taglia Noncello, Sono noti ibridi con Acipenser sturio. Piave, Sile, Brenta, Tanaro, Adige, Reno, Tronto, CITES. Appendice II Vomano, Pescara, Sangro e Biferno; è occasionale, o UE. Allegato B forse oggi assente, nei fiumi Sele, Voltumo, Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ Garigliano-Liri, Arno e Tevere. Summary/SpeciesSummary.php?id=2067; Note. Specie assai rara in Italia per la quale sono noti http://www.ittiofauna.org/webmuseum/pesciossei/a ibridi con specie congeneri ed anche con Huso huso. cipenseriformes/acipenseridae/huso/husohuso/h_hu CITES. Appendice I so.htm UE. Allegato A Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ Summary/SpeciesSummary.php?id=2066; ATTINOPTERIGI ANGUILLIFORMI http://www.ittiofauna.org/webmuseum/pesciossei/a cipenseriformes/acipenseridae/acipenser/acipenser_s Famiglia: Anguillidi turio/index.htm Anguilla anguilla (Linnaeus, 1758). (Anguilla). Sinonimi. Angill angill (Linnaeus, 1758); Anguilla Huso huso (Linnaeus, 1758). (Storione attilo. anguillia (Linnaeus, 1758); Muraena anguilla Storione ladano. Beluga). Linnaeus, 1758; Anguilla anguilla (Linnaeus, 1758); Sinonimi. Acipenser huso Linnaeus, 1758; Huso huso Anguilla vulgaris Shaw, 1803; Anguilla vulgaris flu- (Linnaeus, 1758); Acipenser albula Forster, 1767; viatilis Rafinesque, 1810; Anguilla vulgaris lacustus Acipenser beluga Forster, 1767; Acipenser shyp Rafinesque, 1810; Anguilla vulgaris marina Forster, 1767; Acipenser schypa Bonnaterre, 1788; Rafinesque, 1810; Anguilla acutirostris Risso, 1827; Acipenser schypa Gmelin, 1789; Huso ichthyocolla Anguilla mediorostris Risso, 1827; Anguilla latirostris Bonaparte, 1846; Acipenser vallisnerii Molin, 1851; Risso, 1827; Anguilla fluviatilis Anslijin, 1828; Huso huso maeoticus Sal’nikov e Malyatskii, 1934; Muraena oxyrhina Ekström, 1831; Muraena platyrhi- Huso huso ponticus Sal’nikov e Malyatskii, 1934; na Ekström, 1831; Anguilla vulgaris platyura De la Huso huso caspicus Babushkin, 1942; Huso huso Pylaie, 1835; Anguilla vulgaris ornithorhincha De la orientalis Lelek, 1987. Pylaie, 1835; Anguilla anguilla var. macrocephala De 120 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 la Pylaie, 1835; Anguilla anguilla var. ornithorhyncha Nero, è inoltre presente nell’Atlantico, dal Mar De la Pylaie, 1835; Anguilla anguilla oxycephala De Bianco e dall’Islanda fino al Marocco meridionale. In la Pylaie, 1835; Anguilla canariensis Valenciennes, Italia è comunemente presente nelle acque dolci di 1843; Anguilla migratoria Krøyer, 1846; Anguilla sep- tutta la Penisola e delle isole maggiori, dal livello del tembrina Bonaparte, 1846; Anguilla nilotica Heckel, mare fino ad una quota di circa 1500 m, nonché 1846; Anguilla cloacina Bonaparte, 1846; Anguilla nelle acque marine che bagnano le coste italiane. platyrhynchus Costa, 1850; Anguilla callensis Note. L’Anguilla tollera abbastanza bene le basse Guichenot, 1850; Anguilla bibroni Kaup, 1856; concentrazioni di ossigeno e in condizioni estreme Anguilla cuvieri Kaup, 1856; Anguilla marginata può uscire dall’acqua e sopravvivere a lungo, in Kaup, 1856; Anguilla ancidda Kaup, 1856; ambienti sufficientemente umidi, sfruttando le sue Leptocephalus brevirostris Kaup, 1856; Anguilla altiro- possibilità di svolgere una respirazione cutanea resa stris Kaup, 1856; Anguilla aegyptiaca Kaup, 1856; possibile da un’ampia vascolarizzazione della cute. Anguilla platycephala Kaup, 1856; Anguilla melano- CITES. Appendice II chir Kaup, 1856; Anguilla savignyi Kaup, 1856; UE. Allegato B Anguilla kieneri Kaup, 1856; Anguilla morena Kaup, Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ 1856; Anguilla microptera Kaup, 1856; Anguilla capi- Summary/SpeciesSummary.php?id=35; tone Kaup, 1856; Anguilla nilotica Kaup, 1857; http://www.iucnredlist.org/details/60344; Anguilla fluviatilis Heckel e Kner, 1858; Anguilla http://www.ittiofauna.org/webmuseum/pesciossei/a eurystoma Heckel e Kner, 1858; Anguilla marina nguilliformes/anguillidae/anguilla/anguillaanguilla/a Nardo, 1860; Anguilla hibernica Couch, 1865; nguillaanguilla0.htm Anguilla oblongirostris Blanchard, 1866; Muraena anguilla maculata Chiereghini, 1872; Anguilla brevi- rostris Cisternas, 1877; Anguilla linnei Malm, 1877. ATTINOPTERIGI SIGNATIFORMI Riproduzione. La specie è migratrice catadroma e Famiglia: Signatidi nel periodo tra autunno-inizio inverno, e la primave- ra le anguille adulte (6-12 anni per i maschi e 8-13 Hippocampus guttulatus Cuvier, 1829. (Cavalluccio per lefemmine), si dirigono in mare e, percorrendo marino). probabilmente 15-40 km al giorno, migrano fino al Sinonimi. Hippocampus ramulosus Leach, 1814; Mare dei Sargassi, zona della loro riproduzione Hippocampus longirostris Schinz, 1822; Hippocampus (nell’Atlantico centrale, fra i 50-65° di longitudine guttulatus Cuvier, 1829; Hippocampus guttulatus Ovest, e fra i 20-30° di latitudine Nord, ad una multiannularis Ginsburg 1937; Hippocampus hippo- distanza di circa 4-7 mila km dalle regioni europee e campus microstephanus Slastenenko 1937; nord-africane nelle quali la specie si sviluppa). Hippocampus hippocampus microcoronatus Si ipotizza che ogni femmina possa deporre, sino alla Slastenenko 1938. profondità di 1000 m, da 1 a 6 milioni di uova del Riproduzione. Specie ovovivipara. La femmina, nel diametro di 1-3 mm, che schiudono solo se la tem- corso del corteggiamento, si unisce in un abbraccio peratura è superiore ai 20 °C. In genere le deposizio- nuziale al maschio e depone le uova nella tasca posta ni avvengono a marzo ma possono protrarsi sino a sul suo ventre, dove verranno fecondate. Questa luglio. Dopo l’accoppiamento gli adulti muoiono e le tasca costituisce una vera e propria incubatrice: le larve, una volta schiuse, cominciano a spostarsi gra- larve assorbono ossigeno e nutrimento dai numerosi dualmente verso oriente grazie anche alla Corrente vasi sanguigni presenti nelle sue pareti spugnose. Il del Golfo e di quella Nord-Atlantica, sino a raggiun- maschio terrà in incubazione le uova per 2-5 settima- gere, dopo circa 3 anni, le coste europee. ne fino alla loro schiusa, quando piccoli già formati Habitat. Allo stadio di preleptocefalo l’Anguilla è un usciranno dalla tasca. Questi si dirigono verso la pesce batipelagico, dato,che la nascita ha luogo all’in- superficie dell’acqua per incamerare l’aria necessaria circa a 600-1000 m di profondità; i leptocefali però a riempire la vescica natatoria, che garantirà loro l’as- si avvicinano alla superficie e permangono a profon- setto in acqua. dità da 300 a 50 m dalla superficie, comportandosi Habitat. Specie che predilige acque basse in prossi- perciò come pesci pelagici. Da adulto abita indiffe- mità delle coste con presenza di praterie di posidonie rentemente le acque salate, salmastre e dolci, spin- e banchi di alghe. Può occupare anche zone di estua- gendosi fino a 1500 m sopra il livello del mare. In rio, aree lagunari e zone rocciose. Lo svernamento in mare l’Anguilla è un pesce bentonico, preferisce i genere avviene in acque profonde. fondi melmosi e sabbio-melmosi e la si può trovare Distribuzione in Italia. Specie presente in Mar nelle praterie a posidonia costiere, presso porti, nelle Mediterraneo, Oceano Atlantico orientale dalle coste lagune salmastre, alle foci dei fiumi, in qualunque del Marocco, Isole Canarie fino alle Isole britanniche corso d’acqua, sia esso fiume, canale o fosso, nei e Islanda, coste della Penisola scandinava sul Mare laghi, negli ,stagni, nelle paludi e perfino nei pozzi. del Nord. L’Anguilla è un pesce eurialino, euritermo ed euriba- Note. La lunga coda prensile, priva di pinna cauda- te, tollerando agevolmente variazioni, di salinità, le, consente al cavalluccio di ancorarsi saldamente temperatura e pressione. alla vegetazione oppure ai coralli del fondo. Nel Distribuzione in Italia. In Europa è presente dalla periodo della deposizione delle uova questa specie Russia settentrionale fino al Mediterraneo e al Mar diventa di colore giallo ocra chiaro. La CITES in Italia: attualità e prospettive 121

CITES. Appendice II giugno, tenuta ferma da una cintura serica alla pian- UE. Allegato B ta parassitata dal bruco.La metamorfosi avviene nel- Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ l’estate successiva. Summary/SpeciesSummary.php?id=1802; Habitat. Questa specie è in attività da maggio ad http://www.iucnredlist.org/details/41006 agosto, principalmente in zone collinari e aree mon- tane a macchia e gariga, tra i 400 ed i 1600 metri di Hippocampus hippocampus (Linnaeus, 1758). quota, mentre la stagione invernale viene passata allo (Cavalluccio marino). stadio pupale. La larva si nutre delle foglie di piante Sinonimi. Syngnathus hippocampus Linnaeus, 1758; ospiti appartenenti alla famiglia Apiacee o Hippocampus hippocampus (Linnaeus, 1758); Ombellifere, tra le quali, in particolare, Ferula com- Hippocampus heptagonus Rafinesque, 1810; munis, Foeniculum vulgare, Oenanthe spp., Hippocampus pentagonus Rafinesque, 1810; Peucedanum paniculatum. Vengono inoltre utilizzate, Hippocampus antiquorum Leach, 1814; Hippocampus anche se in maniera minore, lalcune specie della vulgaris Cloquet, 1821; Hippocampus brevirostris famiglia Rutacee. Schinz, 1822; Hippocampus antiquus Risso, 1827; Distribuzione in Italia. L’unico territorio italiano Hippocampus punctulatus (non Guienchot, 1853); interessato dalla presenza della specie è la Sardegna. Hippocampus europaeus Ginsburg, 1933. Note. Specie endemica della Sardegna e della Riproduzione. È una specie ovovivipara. La femmi- Corsica. Sono possibili delle ibridazioni in natura tra na, nel corso del corteggiamento, si avvicina al P. machaon e P. hospiton, ma gli esemplari nati dal- maschio e depone le uova nella tasca posta sul suo l’incrocio risultano sterili. ventre, dove verranno fecondate. A differenza dello CITES. Appendice I H. guttulatus i due sessi non si trattengono, durante UE. Allegato A l’accoppiamento, avvolgendo la coda. La stagione Siti di riferimento. http://www.iucnredlis.org/ degli accoppiamenti va da aprile sino ad ottobre. Il details/15993; http://www.minambiente.it/index. maschio incuba le uova, in numero di circa 200, per php?id_sezione=2510 un periodo di circa 3-4 settimane, al termine delle quali ogni giovane viene espulso dalla sacca grazie Parnassius apollo Linnaeus, 1758. (Farfalla apollo. alla pressione esercitata sull’addome dalla coda. Apollo delle Alpi) Habitat. Più frequente tra 1 e 10 metri di profondi- Sinonimi. Papilio apollo, Linneo, 1758. tà, sebbene possa raggiungere anche i 30m. Predilige Riproduzione. Durante il periodo riproduttivo, i le acque costiere poco profonde con presenza di maschi esplorano un’area alla ricerca di femmine. alghe o posidonia oceanica, presente anche su fonda- Dopo l’accoppiamento, che dura 3-4 ore, la femmi- li prevalentemente sabbiosi. na depone le uova nei pressi della pianta ospite. Distribuzione in Italia. Presente nel Mar Alcune uova schiudono in autunno, altre invece pas- Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico orientale dal sano l’inverno e schiudono l’anno seguente. Questa Golfo di Guinea, Isole Canarie fino alle Isole britan- specie, pertanto, sverna allo stadio di uovo o di larva niche meridionali. di età diverse; entrambi gli stadi sono in grado di Note. Una caratteristica particolare di questa specie è sopportare temperature molto basse. I bruchi, neri la capacità di emettere uno “scricchiolio” prodotto con macchie rosse, si alimentano di diverse specie di mediante rapidi movimenti del capo. Probabilmente borracine (Sedum spp.) e sempervivi (Sempervirum ciò accade sia in situazioni di pericolo che nel corso spp.). La larva effettua 5 mute di accrescimento. Lo del corteggiamento. stadio di crisalide dura dalle 2 alle 3 settimane e CITES. Appendice II avviene in un bozzolo lasso, tessuto sotto un pietra o UE. Allegato B tra i muschi. Gli adulti sfarfallano tra maggio ed ago- Siti di riferimento. http://www.fishbase.org/ sto (a seconda della quota), i maschi alcuni giorni Summary/SpeciesSummary.php?id=1801; prima delle femmine, e vivono dalle 2 alle 4 settima- http://www.iucnredlist.org/details/10069 ne in una sola generazione per anno. Habitat. Specie tipicamente montana che si rinviene, in genere, in colonie di poche decine fino a qualche INSETTI LEPIDOTTERI centinaio di individui, sui pendii soleggiati o su pra- terie d’altura con abbondanza di rocce, a quote varia- Famiglia: Papilionidi bili, sulle Alpi e sugli Appennini, tra i 700 sino ai Papilio hospiton Guenée, 1839. (Macaone di 1800 ma può raggiungere anche i 3000 metri d’altez- Sardegna) za. In genere non si ritrova mai al di sotto dei 500 Sinonimi. Nesuno. metri di altitudine. Può frequentare anche ambienti Riproduzione. Le uova sono di forma sferoidale e antropizzati, come vigneti e massicciate stradali. vengono deposte sulla vegetazione tra maggio e Generalmente vi è una preferenza per per i suoli cal- luglio, in genere singolarmente. Vi è un’unica gene- carei e per alcune piante come cardi (Cardus spp. e razione annuale. La larva di questa specie, con forma Cirsium spp.), origano (Origanum spp.), centauree cilindrica, colorazione vivace con tinte dominanti (Centaurea spp.), vedovine (Scabiosa spp.) e ambret- gialle e scure, è in attività nel periodo giugno-settem- te (Knauzia spp.). bre. Lo stadio di pupa è individuabile tra settembre e Distribuzione in Italia. Specie diffusa nelle regioni 122 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 montuose dell’Europa e dell’Asia centrale. È presen- luce individui di struttura del tutto simile agli adulti. te in Spagna, Fennoscandia ed Europa centrale, nei Habitat. Vive sotto le pietre nelle pozze d’acqua, Balcani fino al nord della Grecia, sulle Alpi italo- ruscelli, stagni e paludi, anche in condizioni di ridot- francesi. In Italia è presente sulle Alpi, nelle zone più ta ossigenazione, fino ai 1500 m di quota, spesso in elevate dell’Appennino settentrionale e centrale, in aree dove pascolano animali domestici. Gli adulti Aspromonte in Calabria e sulle Madonie in Sicilia, in sono ectoparassiti che si nutrono del sangue di verte- Friuli Venezia Giulia. brati omeotermi. Note. Il Parnassius apollo è una specie con una distri- Distribuzione in Italia. La presenza della specie è buzione frammentata caratterizzata dalla presenza di segnalata dalla porzione occidentale e meridionale numerosi ecotipi o sottospecie. dell’Europa sino alla catena degli Urali. È presente CITES. Appendice II anche lungo le coste del Mediterraneo. È presente in UE. Allegato A tutta Italia seppur con una distribuzione alquanto Siti di riferimento. http://www.iucnredlist.org/ frammentata. details/16249; http://www.minambiente.it/index. Note. La digestione di ogni pasto, a base di sangue di php?id_sezione=2511 vertebrati omeotermi, consiste di quantità pari a circa 2-5 volte il peso di un individuo ed è estrema- mente lenta, può infatti durare fino a 200 giorni. Le ANELLIDI IRUDINOIDEI sanguisughe possono sopravvivere senza alimentarsi Famiglia: Irudinidi per periodi estremamente lunghi (fino a 18 mesi). In passato gli individui di questa specie venivano impie- Hirudo medicinalis Linnaeus, 1758. (Sanguisuga gati nella terapia del salasso. medicinale. Sanguisuga comune) CITES. Appendice II Sinonimi. Hirudo venaesector Braun, 1805; UE. Allegato B Sanguisuga officinalis Savigny, 1820; Sanguisuga Siti di riferimento. http://animaldiversity.ummz. medicinalis Carena, 1821; Hirudsanguisuga provic- umich.edu/site/accounts/information/Hirudo_medi nialis Carena, 1821; o provincialis Carena, 1821; cinalis.html; http://www.iucnredlist.org/details/ Hirudo verbana Carena, 1821; Sanguisuga verbana 10190; http://www.minambiente.it/index.php? Carena, 1821; Sanguisuga medicinalis Savigny, 1822; id_sezione=2485 Sanguisuga carena Risso, 1826; Sanguisuga meridio- nali Risso, 1826; Hirundo obscura Moquin-Tandon, 1827; Sanguisuga medicinalis De Filippi, 1837; MOLLUSCHI BIVALVI Hirudo medicinalis var. vulgaris Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. catenata Moquin- Famiglia: Mitilidi Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. signata Lithophaga lithophaga (Linnaeus, 1758). (Dattero di Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. ser- mare. Litodomo) pentina Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis Sinonimi. Mytilus lithophaga Linnaeus, 1758; var. tassellata Moquin-Tandon 1846; Hirudo medici- Lithodomus avitensis Mayer, 1867; Lithophagus lithoph- nalis var. communis Moquin-Tandon 1846; Hirudo agus Sacco, 1898; Lithophaga lithophaga Cox, 1936. medicinalis var. serialis Moquin-Tandon 1846; Riproduzione. Il periodo riproduttivo inizia in Hirudo medicinalis var. intermissa Moquin-Tandon luglio-agosto e si prolunga fino alla fine dell’estate. 1846; Hirudo medicinalis var. transversa Moquin- La fecondazione è esterna e i gameti vengono libera- Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. chlorina ti nel’acqua. In seguito alla fecondazione si sviluppa Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. nigre- una larva ciliata che conduce vita libera fino a set- scens Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis var. tembre o al massimo a novembre quando si fissa al luctuosa Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicinalis substrato e poi si sviluppa in adulto. var. pallida Moquin-Tandon 1846; Hirudo medicina- Habitat. Vive nei substrati duri rappresentati per lo lis var. carnea Moquin-Tandon 1846; Hirudo medici- più da rocce calcaree dalla zona di marea fino a circa nalis var. elegans Moquin-Tandon 1846; Hirudo 100 m di profondità, ma con densità maggiori nei medicinalis var. lineata Moquin-Tandon 1846; primi metri. Hirudo medicinalis var. lentiginosa Moquin-Tandon Crea la cavità dove si insedia secernendo un acido 1846; Hirudo medicinalis var. vittata Moquin- corrosivo e si nutre di particelle organiche in sospen- Tandon 1846. sione filtrandole attraverso il sifone. Riproduzione. Si riproduce una volta nel corso del- Vive annidato sulle rocce calcaree degli scogli litorali. l’anno, in particolare nel periodo tra giugno e agosto. Distribuzione in Italia. Specie diffusa nel bacino del L’accoppiamento avviene in ambiente terrestre, dove Mediterraneo e nell’Oceano atlantico (Portogallo, i due individui aderiscono ventralmente grazie ad un Spagna, Canarie e coste dell’Africa orientale fino secreto mucoso. La specie è ermafrodita con feconda- all’Angola). zione interna. La deposizione avviene mediante il È diffusa in tutte le coste italiane. rilascio di 6-8 bozzoli di forma ovoidale, involucri Note. È un bivalve di dimensioni dai 50 agli 80 mm contenenti le uova fecondate ciascuno in numero di in lunghezza, occasionalmente anche fino ai 110 15-30 uova, direttamente nel terreno umido. mm, ma ad accrescimento lentissimo (mediamente Dopo circa 14 giorni le uova schiudono dando alla 50 mm in 20 anni). La CITES in Italia: attualità e prospettive 123

CITES. Appendice II (Esper, 1794); Hoplangia durotrix Gosse, 1860; UE. Allegato B Lophelia pertusa (Linnaeus, 1758); Paracyathus pul- Siti di riferimento. http://www.minambiente.it/ chellus (Philippi, 1842); Phyllangia americana index.php?id_sezione=2473 Milne Edwards & Haime, 1849; Polycyathus muelle- rae (Abel, 1959); Pourtalosmilia anthophyllites (Ellis ANTOZOI ANTIPATARI & Solander, 1786); Thalamophyllia gasti Famiglia: Antipatici (Döderlein, 1913). Famiglia: Flabellidi Antipathes dichotoma Pallas, 1766; Antipathes fragi- Monomyces pygmaea (Risso, 1826) lis Gravier, 1918; Antipathes mediterranea Brook, Famiglia: Dendrofilliidi 1889; Pteropathes fragilis Brook, 1889. Astroides calycularis (Pallas, 1766); Balanophyllia Famiglia: Leiopatidi europaea (Risso, 1826); Balanophyllia regia Gosse, Leiopathes glaberrima (Esper, 1792). 1853; Cladopsammia rolandi Lacaze-Duthiers, Famiglia: Miriopatidi 1897; Dendrophyllia cornigera (Lamarck, 1816); Antipathella subpinnata (Ellis & Solander, 1786). Dendrophyllia ramea (Linnaeus, 1758); Famiglia: Schizopatidi Leptopsammia pruvoti Lacaze-Duthiers, 1897. Parantipathes larix (Esper, 1790). Caratteristiche principali. I madreporari sono esaco- Caratteristiche principali. Esacoralli coloniali con ralli solitari o coloniali con morfologia variabile. Lo scheletro assile chitinoso in cui sono evidenti piccole scheletro calcareo è compatto, caratteristica che li fa spine. Alcune colonie possono raggiungere alcuni definire coralli duri. Lo scheletro è costituito da car- metri di altezza. bonato di calcio che solidificandosi in cristalli diven- I coralli neri hanno una colorazione bruno scuro, ta aragonite, come accade nelle conchiglie di molti nerastra che caratterizza la porzione schelettrica men- molluschi. Questi coralli si trovano sia in acque lito- tre il tessuto vivente assume diverse colorazioni (nero, rali a bassa profondità sia in acque profonde e spesso rosso, arancione, marrone, verde, giallo o bianco). vivono in simbiosi con alghe zooxantelle. I polipi Ogni polipo possiede sei tentacoli non retrattili che assumono diverse colorazioni (rosso, arancione, mar- gli permettono di catturare zooplancton. Molte spe- rone, verde o bianco). Nel Mediterraneo soltanto cie di corallo nero non presentano simbiosi con le poche specie appartengono all’ordine delle scleratti- alghe zooxantelle all’interno dei propri tessuti. nie o madreporari, ossia al tipo di coralli che forma- Questa caratteristica fa si che queste specie non limi- no le grandi barriere tropicali e in ogni caso, la mag- tino la presenza in acque poco profonde, come acca- gior parte di esse vive in piccole colonie o allo stato de invece per le specie che mettono in atto questa solitario, oppure fa parte di barriere create da altre simbiosi e che devono rimanere in intervalli di pro- specie. Tra queste troviamo, nelle acque infralitorali e fondità tali da consentire la fotosintesi alle alghe. circalitorali a profondità variabili tra i 4 e i 18 m, la Queste specie sono caratterizzati da un’ampia varietà madrepora pagnotta (Cladocora caespitosa), una spe- di conformazioni, possono infatti trovarsi in colonie cie che si trova solo nel Mediterraneo e nelle acque con alta densità o molto disperse, con ampie ramifi- atlantiche limitrofe. Mentre un tipico corallo di pro- cazioni o estremamente ridotte. Le ramificazioni fondità è Desmophyllum dianthus che vive a profon- inoltre possono essere di varie misure e irregolari dità che variano tra i 300 e i 1200 m. oppure presentare una simmetria bilaterale. CITES. Appendice II Generalmente i coralli neri prediligono acque pro- UE. Allegato B fonde (30-120 m) con correnti in ambiti climatici Siti di riferimento. http://hercules.kgs.ku.edu/hexa temperati o tropicali. coral/anemone/index.cfm CITES. Appendice II UE. Allegato B Siti di riferimento. http://hercules.kgs.ku.edu/hexa coral/anemone/index.cfm IDROZOI STILASTERINI Famiglia: Stilasteridi ANTOZOI Errina aspera (Linnaeus, 1767). Famiglia: Pocilloporidi Caratteristiche principali. A differenza degli altri Madracis decactis (Lyman, 1859). Cnidari Antozoi trattati precedentemente, che pre- Famiglia: Oculinidi sentano esclusivamente la fase polipo, gli Idrozoi tra- Madrepora oculata Linnaeus, 1758; Oculina patago- scorrono una parte della vita sotto forma di medusa nica Angelis, 1908. e l’altra sotto forma di polipo, caratterizzati da tenta- Famiglia: Cariofilliidi coli filiformi. Errina aspera, caratterizza la biocenosi Caryophyllia cyathus (Ellis & Solander, 1786); a idrocoralli bianchi sottoposta a forti correnti di Caryophyllia inornata (Duncan, 1878); fondo (specie reofila). In tale biocenosi infatti questo Caryophyllia smithii Stokes & Broderip, 1828; idrocorallo coloniale dall’aspetto madreporico è pre- Cladocora caespitosa (Linnaeus, 1767); sente diffusamente. Su Errina aspera, che si ritrova a Coenocyathus anthophyllites Milne Edwards & partire da profondità di 50-80 m, vive in simbiosi il Haime, 1848; Coenocyathus cylindricus Milne rarissimo Mollusco Pedicularia sicula. Edwards & Haime, 1848; Desmophyllum dianthus CITES. Appendice II 124 INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008

UE. Allegato B 3 – Stercorariidae-Caprimulgidae. Alberto Perdisa Siti di riferimento. http://www.unepwcmc.org/isdb/ Editore, Bologna, 437 pp. CITES//taxspeciesresult.cfm?=Erri FERGUSON-LEES J., CHRISTIE D. A., 2001 – Raptors of the na&Species=aspera&source=animals&displaylan world. Christopher Helm, 992 pp. FRITZ U., HAVA P., 2007 – Š Checklist of Chelonians of the guage=eng&tabname=names World. Vertebrate Zoology, 57(2) 2007: 149 - 368. MINELLI A., 1979 – Fauna d’Italia - Hirudinea. Edizioni LETTERATURA CITATA Calderini, Bologna. ALBERTINI G., LANZA B., 1987 – Rana catesbeiana Shaw, NOTARBARTOLO DI SCIARA G., DEMMA M., 1994 – Guida 1802 in Italy. Alytes, 6(3-4): 117-129. dei mammiferi marini del Mediterraneo. Franco Muzzio ALLAVENA S., ANDREOTTI A., ANGELINI J., SCOTTI M. Editore, Padova. Terza edizione aggiornata: giugno (Eds.), 2006 – Atti del convegno “Status e conservazione 2004, 264 pp. del Nibbio reale (Milvus milvus) e del Nibbio bruno PORCELLOTTI S., 2005 – Pesci d’Italia, ittiofauna delle (Milvus migrans) in Italia e in Europa meridionale”. acque dolci. Casa Editrice Plan, Firenze: 160 - 161. AMORI G., CAPIZZI D., 1999 – Istrice Hystrix cristata SINDACO R., DORIA G., RAZZETTI E., BERNINI F. (Eds.), Linnaeus, 1758 (p. 138). In: SPAGNESI M., TOSO S. 2006 – Atlante degli Anfibi e dei Rettili d’Italia/Atlas of (Eds.). Iconografia dei Mammiferi d’Italia. Istituto Italian Amphibians and Reptiles.Societas Herpetologica Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”, Italica, Edizioni Polistampa, Firenze, 72 pp. Ministero dell’Ambiente, Servizio Conservazione SNOW D., PERRINS C., 1998 – The Complete Birds of the Natura, 203 pp. Western Palearctic on CD-Rom. Oxford University AMORI G., CONTOLI L., NAPPI A. (a cura di), 2008 – Press, Oxford, UK. Fauna d’italia, XLIV. Mammalia Erinaceomorpha, SPAGNESI M., TOSO S. (Eds.), 1999 – Iconografia dei Soricomorpha, Lagomorpha, Rodentia. Ed. Calderini de Mammiferi d’Italia. Istituto Nazionale per la Fauna Il Sole 24 ORE Edagricole, Milano. Selvatica “Alessandro Ghigi”, Ministero dell’Ambien- ANDREOTTI A., LEONARDI G. (Eds.), 2007 – Piano d’azio- te, Servizio Conservazione Natura, 203 pp. ne nazionale per il Lanario (Falco biarmicus feldeggii). SPINA F., LEONARDI G. (Eds.), 2007 – Piano d’azione Quad. Cons. Natura, 24. Min. Ambiente – Ist. Naz. nazionale per il Falco della regina (Falco eleonorae). Fauna Selvatica. Quad. Cons. Natura, 26. Min. Ambiente – Ist. Naz. BOITANI L., LOVARI S., VIGNA TAGLIANTI A. (A cura di), Fauna Selvatica. 2003 – Fauna d’italia, XXXVIII. Mammalia III ZENATELLO M., BACCETTI N. (Eds.), 2001 – Piano d’azio- Carnivora – Artiodactyla. Ed. Calderini de Il Sole 24 ne nazionale per il Chiurlottello (Numenius tenuiro- ORE. Edagricole, 434 pp. stris). Quad. Cons. Natura, 7. Min. Ambiente – Ist. BRICHETTI P., DE FRANCESCHI P., BACCETTI N. (Eds.), Naz. Fauna Selvatica. 1992 – Fauna d’Italia, XXIX. Aves I. Gaviidae- Phasianidae. Edizioni Calderini, Bologna, 964 pp. RIASSUNTO – Il presente contributo fornisce la chec- BRICHETTI P., FRACASSO G., 2003 – Ornitologia italiana, klist delle specie animali incluse nella normativa CITES 1 – Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa Editore, che risultano segnalate per l’Italia, cioè sia di presenza sta- Bologna, 463 pp. bile accertata sia di presenza accidentale (es. uccelli). Per BRICHETTI P., FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana, ciascuna specie in elenco (o per gruppi di specie nel caso 2 – Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore, dei coralli) viene traciato un quadro sintetico degli aspetti Bologna, 397 pp. tassonomici (inquadramento sistematico, nomi comuni, BRICHETTI P., FRACASSO G., 2006 – Ornitologia italiana, sinonimie) e delle principali caratteristiche biologiche.

AUTORI

Adriano Martinoli, Dipartimento Ambiente-Salute-Sicurezza, Università dell’Insubria, Via Dunant 3, I-21100 Varese Massimiliano Rocco, Ufficio Italiano del Traffic Europe, presso WWF Italia, Via Po 25/c, I-00198 Roma INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 40 SUPPL. 2, 2008 125

INDICE PER AUTORI

BERTI S., NOCETTI M. e ROSSI A. - La misurazione dei legnami inclusi in CITES ...... 29 BLASI C., DALESSANDRO G. e RAIMONDO F.M. -Presentazione ...... 7 DALESSANDRO G. - vedi BLASI C. DELLA ROSA S., VALENTINI M. e ROSSI A. - Adempimenti relativi alla registrazione presso il Segretariato CITES e la Comunità Europea di Istituzioni Scientifiche e vivai commerciali . . . . . 23 MARTINOLI A. e ROCCO M. - Le specie animali segnalate per l’Italia elencate dalla normativa CITES dell’Unione Europea ...... 75 MEREU U. - I trattati internazionali quali strumenti di regolamentazione dell’utilizzo delle risorse naturali e di conservazione dell’ambiente ...... 9 MUÑOZ M.Á.C.-Prologo ...... 5 MURATORE G. - La CITES nel mondo vegetale: la riproduzione artificiale, strumento a difesa della natura ...... 71 NOCETTI M. - vedi BERTI S. RAIMONDO F.M. - vedi BLASI C. ROCCO M. e DE ROSA C. - Il mercato del legname in Italia, le responsabilità nel commercio di legname di origine illegale e la conservazione delle foreste tropicali grazie alla CITES ed allo sviluppo del processo FLEGT ...... 37 ROCCO M. - vedi MARTINOLI A. ROCCO M. - vedi ZITO P. ROSSI A. - vedi BERTI S. ROSSI A. - vedi DELLA ROSA S. SAJEVA G. e VITUCCI C. - L’applicazione della CITES in Europa ...... 15 SAJEVA M. - vedi ZITO P. VALENTINI M. - vedi DELLA ROSA S. VITUCCI M.C. - vedi SAJEVA G. ZITO P., SAJEVA M. e ROCCO M. - Le specie vegetali italiane presenti nella normativa CITES dell’Unione Europea ...... 43

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AUTORI MAIUSCOLETTO (corpo 11, interlinea esatta punti 11) con iniziale puntata del nome e a cm. 1,2 dal titolo ABSTRACT (con il titolo in inglese in (Corpo 10, interlinea esatta punti 10): ABSTRACT a cm. 1 dagli AA, Key corsivo), Key words in ordine alfabetico words a cm. 0,7 dall’ABSTRACT Testo del lavoro testo in tondo (corpo 11, interlinea esatta punti 11) allineamento giustificato su due colonne uguali di cm. 7,9 con uno spazio inter- medio di cm. 0,75, senza capoversi. Inizio del testo a cm. 2,5 dalle Key words. SOTTOTITOLI in Maiuscoletto con 3 punti di spaziatura di interlinea dopo il sottotitolo.

Sulla prima pagina di ogni lavoro deve INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 32 (1) 0-00, 2000 (corpo 9,5, interlinea essere riportato esatta punti 9,5) a cm. 2 dal bordo superiore 1 Note a pie’ di pagina (Corpo 9, interlinea esatta punti 9) a cm. 1,5 dal bordo inferiore della pagina con filetto sottile lungo cm. 5 Ogni pagina avrà in alto, sul bordo esterno, a cm. 2 dal bordo sup. del foglio, il numero di pagina progressivo Per quanto riguarda le note scientifiche Pagina pari - sinistra, in tondo (corpo 9,5, interlinea esatta punti 9,5): numero di pagina 000 - destra, in MAIUSCOLETTO (corpo 9,5 interlinea esatta punti 9,5): Cognome del primo e secondo Autore o il primo e poi et al. se sono più di due. Esempi: PAVESI, LEPORATTI oSOTGIU et al. Pagina dispari - destra, in tondo (corpo 9,5, interlinea esatta punti 9,5): numero di pagina 000 - sinistra, in corsivo (corpo 9,5 interlinea esatta punti 9,5): Titolo corrente del lavoro. Esempio: Note Floristiche per l’Abruzzo Per quanto riguarda gli atti di convegni o le rubriche Pagina pari - sinistra, in tondo (corpo 9,5, interlinea esatta punti 9,5): numero di pagina 000 - destra, in MAIUSCOLETTO (corpo 9,5 interlinea esatta punti 9,5): INFORMATORE BOTANICO ITALIANO, 32 (2-3) 00-00, 2000 Pagina dispari - destra, in tondo (corpo 9,5, interlinea esatta punti 9,5): numero di pagina 000 - sinistra, in corsivo (corpo 9,5 interlinea esatta punti 9,5): Titolo corrente della rubrica. Esempio: Atti “Convegno di Citologia Vegetale” Didascalie delle Figure (in tondo sotto la (Corpo 10, interlinea esatta punti 10) figura) e delle TABELLE (in corsivo sopra [N.B.: le didascalie sono richieste in italiano ed in inglese] il testo della tabella), Ringraziamenti, Le FIGURE e i GRAFICI DEVONO ESSERE in files a parte formato IMMAGI- LETTERATURA CITATA (e non biblio- NE (jpg, tif, gif, ecc.) e NON solo INSERITI nei files Word (diventano wmf) grafia), RIASSUNTO: Le TABELLE DEVONO ESSERE TESTO Word e NON IMMAGINI inserite nel lavoro AUTORI con indirizzo per esteso a fine (Corpo 10, interlinea esatta punti 10) a cm. 1,2 dal testo la scritta: lavoro (indicando l’A. di riferimento per AUTORI (o AUTORE) in MAIUSCOLO e a, cm. 0,8 dalla scritta la corrispondenza) AUTORI, l’indirizzo in corsivo

PER TUTTO QUANTO NON ESPLICITATO SI PREGA DI FAR RIFERIMENTO ALL’ULTIMO NUMERO PUBBLICATO

INDICE

MUÑOZ M.Á.C.-Prologo ...... 5

BLASI C., DALESSANDRO G. e RAIMONDO F.M. -Presentazione ...... 7

MEREU U. - I trattati internazionali quali strumenti di regolamentazione dell’utilizzo delle risorse naturali e di conservazione dell’ambiente ...... 9-13

SAJEVA G. e VITUCCI C. - L’applicazione della CITES in Europa ...... 15-21

DELLA ROSA S., ROSSI A. e VALENTINI M. - Adempimenti relativi alla registrazione presso il Segretariato CITES e la Comunità Europea di Istituzioni Scientifiche e vivai commerciali ...... 23-27

BERTI S., NOCETTI M. e ROSSI A. - La misurazione dei legnami inclusi in CITES ...... 29-36

ROCCO M. e DE ROSA C. - Il mercato del legname in Italia, le responsabilità nel commercio di legname di origine illegale e la conservazione delle foreste tropicali grazie alla CITES ed allo sviluppo del processo FLEGT ...... 37-41

ZITO P., SAJEVA M. e ROCCO M. - Le specie vegetali italiane presenti nella normativa CITES dell’Unione Europea ...... 43-69

MURATORE G. - La CITES nel mondo vegetale: la riproduzione artificiale, strumento a difesa della natura ...... 71-74

MARTINOLI A. eROCCO M. - Le specie animali segnalate per l’Italia elencate dalla normativa CITES dell’Unione Europea ...... 75-124

Indice per Autori ...... 125

Pubblicato il 30 Aprile 2009

SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ONLUS - Via G. La Pira 4 - I 50121 Firenze e-mail: [email protected] - home-page: http://www.societabotanicaitaliana.it Pubblicazione semestrale - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: “Poste Italiane S.p.A.” Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Firenze 1