NUMERO/248 in Edizione Telematica 12 Ottobre 2017 DIRETTORE: GIORS ONETO E.Mail: [email protected]
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NUMERO/248 in edizione telematica 12 Ottobre 2017 DIRETTORE: GIORS ONETO e.mail: [email protected] Già, che fatica esser grandi. garantito coi denari dei contribuenti … Interessanti Dopo gli infausti, forse sarebbe meglio dire ignobili, proposte che com’è facile immaginare non andranno risultati stagionali dell’atletica nostrana avremmo dovuto oltre alle buone intenzioni, troppi interessi si aspettarci, oltre al malumore dei pochi rassegnati che contrappongono. Insomma qualcosa di nuovo nelle ancora seguono la nostra comune passione sportiva, una settimane recenti è venuto fuori. bella e salutare reazione da parte dei vertici federali. Non In tutti i sensi. Ad esempio non si è parlato, fra le parliamo di dimissioni che il verbo riflessivo prospettive future, dell’integrazione con la Scuola, forse dimissionare è praticamente perché si è capito che da lì non può scomparso nel nostro lessico, ma venire niente di utile. La Scuola con nemmeno sono stati cacciati i la sua demenzialità operativa, con la mercanti dal tempio , né sono stati sua strutturazione discutibile ha altre mutati organigrammi fasulli e cose a cui dedicarsi. Cosa si può neppure sono state fatte proposte di infatti pretendere da una pletora di rinascita. Anzi il presidente disorientati “laureati in scienze nazionale col suo inossidabile motorie”, spesso avventizi che quanto convincente sorriso, che un stanno alla larga dai terreni di gara poco benevolo amico ebbe a perché l’agonismo è socialmente definire da piazzista di saponette, diseducativo? Che differenza continua sostenere che le cose non gl’insegnanti di educazione fisica solo poi andate così male come si provenienti dall’ISEF o ufficiali potrebbe pensare. “ Ai Mondiali di congedati al termine della guerra Londra sono solo mancati i grandi 1939/45 che i ragazzi e le ragazze li risultati, le punte ma stiamo portavano più spesso sulle piste arrivando : i giovani sono molto anziché in palestra. forti …” Frasi fatte, i soliti appelli Intanto nei giorni scorsi la riunione all’ “andrà tutto bene madama la del Consiglio federale è stata marchesa”. centrata sulle relazioni dei Direttori Ma intanto ci piacerebbe ad tecnici Elio Locatelli e Stefano esempio sapere che fine hanno Baldini ,che dopo aver presentato fatto e tutti quegli altri giovani un’analisi tecnico statistica sulla naturalizzati in anni recenti alla grande vitesse per stagione 2017, naturalmente felpata, hanno tracciato le rimpolpare le nazionali ? Chissà se è vero , come linee guida per l’attività del triennio 2018-2020, con sostiene qualcuno, che sono spariti nel lucroso mondo particolare riferimento agli Europei di Berlino. della corsa a piedi o svaniti nei gruppi sportivi militari. Che manco a dirlo sarà la stagione del riscatto. Alla Beh, almeno su questo argomento dobbiamo riconoscere grande. Insomma si guarda al futuro all’insegna che il presidente ha avuto il coraggio di riaprire, o forse grandioso. Fra le tante delibere importanti approvate c’è solo socchiudere, il problema, tutto italico delle società la più ben promettente: quella che consentirà alle società, militari al cui proposito ha dichiarato :” Le logiche di quando il sistema sarà pienamente a regime, di utilizzare entrate/uscite dai gruppi militari vanno mutate. Chi nel la carta di credito per tesseramenti ed affiliazioni. E giro d’un paio d’anni non farà risultati dovrà esser scusate se è poco. In mancanza di risultati tecnici ed dimesso”. Ed evitare che molto molti sportivi arruolati (a agonistici possiamo almeno consolarci riconoscendo che volte anche con scari risultati) non riescano in seguito almeno in qualcosa siamo alla pari con i più forti.. mantenere uno standard di prestazioni accettabili pur ricevendo comunque uno stipendio- rendita oltre a tutto Giors SPIRIDON/2 Più atletica, meno impegni mondani please Gianmarco Tamberi è un ragazzo simpatico e pieno di vita. Ha venticinque anni e mezzo, è reduce da un grave infortunio che ne ha compromesso un paio di stagioni. Che vuole fare da grande? La confusione motivazionale nell’atletica italiana è grande mentre qualcuno si difende con i successi di un’atletica giovane che più giovane non è (l’Under 23 è una etichettatura di comodo). Dunque tutto sarebbe perdonabile meno se si perdesse per strada uno dei pochi talenti emersi nelle ultime stagioni. Per il momento Tamberi deve la sua popolarità a una sola immacolata stagione: il 2016. Campione europeo ad Amsterdam, campione mondiale indoor a Portland, capace di issarsi in quella stagione d’oro a 2.38 indoor e 2.39 all’aperto, mancando Rio 2016 per i noti motivi. Prima c’era stato l’apprendistato con il quinto posto ai campionati europei 2012, il settimo a quelli successivi di Zurigo 2014 e due discreti piazzamenti agli europei indoor (quinto posto) di Goteborg 2013 e Praga 2015. E proprio in quest’ultimo anno fu ottavo ai mondiali. Rileggendo il suo curriculum, impreziosito da quattro titoli italiani conquistati negli anni pari, emerge che per ora è il campione di una sola stagione, neanche completa e piena. Ha concluso il 2017 con una serie di modesti risultati in alcuni meeting internazionali rivestendo la parte di comprimario. E se lo sarebbe potuto risparmiare. Temiamo la sua insaziabile sete di vita, il suo indefesso presenzialismo. Che lo porta ad accogliere oggi un invito di Bebe Vio, domani ad accogliere l’invito di “Atletica insieme” a Piazza Navona a Roma, a dedicare una settimana, alla sua grande passione, il basket, allenandosi con la squadra di Siena, scendendo persino in campo in un match, segnando due punti. Insomma, tutto il contrario di quello che ci si aspetterebbe da un atleta lontano dieci centimetri dalla propria migliore prestazione, escluso al momento dal Gotha dei saltatori d’elite. Non gli chiediamo di dedicarsi a un esercizio di clausura ma solo di ridurre questa enorme portata di eventi pubblici. Immaginiamo che si sazi di questa grande popolarità mediatica ma i treni dell’atletica passano poche volte e le stagioni che gli si presentano non sono tante, guardando a un possibile significativo capolinea per Tokyo 2020. E’ un invito rivolto a chi può moderarlo: al padre, certo a suo tempo, da atleta, meno presenzialista, alle Fiamme Gialle che ne coadiuvano attività e impegni più o meno mondani, alla Fidal per quanto potrà fare e per quanto le consiglierà una saggia e moderata prudenza. Daniele Poto ANIELE POTO 26° GIRO DI BIELLA DA RECORD Viktor Sinagl nella prova Top maschile (4’15’’) e Daisy Jepkemei (4’41’’) e i successi per l’Istituto comprensivo di Cossato A e l’Istituto Tecnico Q. Sella. Sono questi i fatti più salienti del 26° circuito «Città di Biella», evento che ha radunato nel centro cittadino oltre mille atleti. Merito del Gruppo Amici Corsa e di Biella Sport Promotion che ha avuto anni fa l’idea di lanciare un’iniziativa podistica come questa con la finalità di avvicinare allo sport anche chi è lontano, per diversi motivi, dall’agonismo esasperato. Una gara rivolta a tutti ed una gara per tutti, dai giovani ai Master, fino ai campioni del mezzofondo. Scuole comprese dove Cossato s’impone tra le medie inferiori Ma l’attenzione di tutti è stata calamitata dal Miglio Top vinto per la prima volta da un atleta ceco (classe ’97) Sinagl, davanti al marocchino Hicham Amgar (4’16) e all’etiope Yasin Hayato Haji (4’17). Al femminile s’impone la ventunenne keniana Jepkemei, davanti all’inglese Eilish McColgan (4’46’’) e Moira Stewartova (5’16’’). Grande successo anche per il Palio del Miglio: in più di 200 si sono ritrovati al via sotto la guida di Paolo Vialardi. (92 i quintetti al via) grazie a Fabio Caucino, Anastasia Zucco, Federico Berto, Alice Chirico e Alessandro Finotti, che hanno percorso i 4 km (ogni frazionista faceva un giro da 800 metri) con il tempo di 11’34’’. Tra gli istituti Superiori vince l’Itis Quintino Sella con una grande prestazione del quartetto composto da Edoardo Russo, Alessandro Farina, Lucrezia Mancino e Samuele Viana (9’21’’). Per un solo secondo il Liceo Scientifico Avogadro A deve cedere il successo: Alessandro Mello Rella, Matteo Solesio, Ludovica Megna e Samuele Osti si devono accontentare dell’argento. Terzo piazza per l’Itis C grazie a Giulio Sunder, Paolo Orsetto, Giorgia Mancino e Mohamed Hadiry (9’34’’). Grandi applausi per gli atleti diversamente abili, con vittorie per Luca De Pieri, Enrico Cerruti, Fabrizio Faggio e Rubina Morovich. SPIRIDON/3 fuori tema di Augusto Frasca Sessant'anni. Numero 104 spillato su un torace come un armadio, venne in uno stadio vergine di mercati con atleti di quattordici nazioni per la 'prima riunione preolimpiaca' progettata nel 1957 da Zauli, Ridolfi e Stassano nel conto alla rovescia verso l'estate del Sessanta. Fu il giorno tredici di un magnifico ottobre romano, illuminato dall'impresa di un marinaio di Aleksino dal fisico da carrettiere e un sorriso franco con una coppia di denti di falso oro bianco. Razioni disumane di interval training, due titoli olimpici nella Melbourne dell'emisfero australe, la prima vera affermazione celebrata agli Europei di Berna del 1954 su un cinquemila da primato mondiale dinanzi ai fiati mozzati e alle gambe supplenti di Emil Zatopek e Chris Chataway, Vladimir Petrovič Kuts salutò un Olimpico festoso dopo aver condotto in solitaria dal primo all'ultimo dei dodici giri e mezzo chiudendo in un secco 13:35, quanto bastava per eliminare dall'albo dei primati mondiali il nome di un elegante inglese di Leeds, Gordon Pirie, le cui gambe anonime sarebbero state esaltate due anni dopo nel manifesto ufficiale delle Universiadi torinesi firmato da Antonio Donat-Cattin. Per il trentenne sovietico, che aveva dato al pubblico capitolino e all'atletica dell'epoca, intrecciando esotismi e originalità di sentimenti, tutto quanto poteva, e forse qualcosa di più, fu un'iconografia archiviata a futura memoria tra le migliori pagine vissute dallo stadio romano.