RIVELAZIONI Mussolini  AUDISIO SMENTISCE VALERIO

uello che pub- a Giulino di Mezzegra davanti al militante comunista, segretario blichiamo è cancello di villa Belmonte – è in personale di Ricci. Fino alle cinque un documento vacanza nella cittadina romagno- del mattino i cinque uomini discu- i mpor t a nte: la, ospite di un suo collega parla- tono di politica. In particolare Au- il racconto di mentare e compagno di partito, disio racconta loro, sotto il vincolo una confes- già partigiano, l’on. Giuseppe Ric- del segreto, le ultime ore di Musso- sione. Siamo ci. Con loro ci sono un altro comu- lini. L’unico sopravvissuto dei cin- Q a Cattolica, nista e partigiano, Bruno Gombi, que è oggi Edoardo Conti che, a  sulla riviera adriatica, la sera dell’ di Bologna, che diventerà senatore anni, ha deciso di rivelare tutto ciò  agosto del 1950. L’onorevole Wal- del PCI tre anni dopo; Luigi Bor- che «il colonnello Valerio» raccon- ter Audisio (PCI), il «colonnello doni, un comunista della federa- tò quella notte. L’ha fatto in un suo Valerio» – colui che ufficialmente zione di Rimini incaricato di fare libro di memorie – «L’altra faccia uccise e Claretta da guardiaspalle ad Audisio ed dell’Italia» (a cura di Silvia Marco- Petacci il 2 aprile 195, fucilandoli Edoardo Conti, un altro giovane lini), Editore La Piazza, 2015 – e an-

STORIA IN RETE | 68 Luglio-Agosto 2017 RIVELAZIONI Mussolini 

Una sorprendente testimonianza getta nuova luce sugli ultimi minuti di Benito Mussolini e di Claretta Petacci. Un anziano dirigente comunista ricorda di quando udì dalla viva voce dell’onorevole AUDISIO Audisio, già «colonnello Valerio», come andarono davvero le cose il  aprile . Un racconto con molte imprecisioni ma con un nocciolo duro importante, lontano dalle dichiarazioni pubbliche rese più volte da Audisio/«Valerio»: l’«esecuzione» non avvenne davanti a Villa Belmonte ma dentro Casa De Maria dove il Duce e Claretta erano tenuti prigionieri. Poi seguì una messa in scena… VALERIO di Sandro Provvisionato

Walter Audisio, il «colonnello Valerio» (1909-1973) indicato come l’esecutore materiale dell’uccisione di Mussolini

che in una lunga intervista esclusiva 19 (poi revocato dal governo prov- perché era di Cattolica, Luigi Bor- che ci ha rilasciato lo scorso inver- visorio perché comunista) ma eletto doni. Seppi dopo che la federazione no. Ecco la parte del suo racconto in nel 19 fino al 1951. È stato anche del PCI di Rimini l’aveva messo a cui riferisce come Audisio ricostruì deputato del PCI dal 19 al 19. disposizione dell’on. Audisio come l’azione svolta sul Lago di Como il Ogni venerdì Ricci tornava da Roma guardiaspalle. Ricci mi presentò 2 aprile 195. e attorno alle 21 si poteva discutere come il suo segretario personale. La con tranquillità. Quella sera di ago- Camera era chiusa per ferie e l’on. «Il venerdì e il sabato di ogni set- sto del 1950 trovai l’onorevole con Audisio era ospite per alcuni giorni timana era mia abitudine recarmi altre persone. Con notevole imba- di Ricci. Quella sera rimasi sbalordi- nell’abitazione del sindaco di Cat- razzo chiesi scusa ma lui mi presentò to dai vari temi dibattuti. Ero molto tolica, on. Giuseppe Ricci, di cui ero i suoi amici: Bruno Gombi di Bolo- giovane, avevo 21 anni, e l’impatto segretario. Ricci, scomparso nel 192 gna e l’on. Walter Audisio, il famoso fu forte. a discussione si protrasse a 2 anni, capo partigiano, è stato “colonnello Valerio”. C’era un’altra fino alle cinque del mattino per- sindaco di Cattolica nel settembre persona che conoscevo molto bene ché i tre parlamentari affrontarono

Luglio-Agosto 2017 69 | STORIA IN RETE questioni di grande rilevanza poli- La prima versione sull’uccisione tica: l’amnistia ai fascisti voluta dal di Mussolini fornita da «L’Unità», in cui l’identità del «giustiziere» guardasigilli Togliatti senza consul- è ancora tenuta nascosta tare il CLN; l’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini e il Movimento questo mondo da molto tempo”. sociale di Giorgio Almirante con il Tutti facemmo solenne giuramento quale tornavano sulla scena politi- che in nessun modo e per nessuna ca i fascisti, un boccone amaro per ragione avremmo rivelato i fatti tutto il CLN. Poi si parlò dell’art.  ascoltati; di noi solo io sono an- della Costituzione che, riproponen- cora in vita. Per non dimenticare, do il Concordato del 1929 da molti nei giorni successivi, ho trascritto era considerato uno sbaglio. Quan- fedelmente su un diario gli avveni- do arrivai la discussione non doveva menti ascoltati quella notte dall’on. essere iniziata da molto. Si parlò dei Walter Audisio». fatti di Portella della Ginestra e della morte del bandito Giuliano, rimasto «Audisio riprese il suo racconto: ucciso il mese precedente, della not- “La missione è di trovare il Duce e te del Gran Consiglio fino a che il fare giustizia in nome del Popolo discorso non cadde sulla morte di italiano. Ricevo l’incarico da Luigi Mussolini e della Petacci». Longo, è un documento a firma di Cadorna, per catturare Mussolini e «L’on. Audisio mi sembrò imbaraz- consegnarlo alla giustizia, perché zato. Cercava le parole, consapevole sia processato dal Tribunale del che ci stava per raccontare un epi- Popolo (Comitato di Liberazione sodio di storia molto importante e Nazionale). Longo però mi dà an- quasi sconosciuto. Disse Audisio: che un altro documento, che mi “È un fatto che non è stato narrato autorizza a giustiziare Benito Mus- che in forma romanzata, come una solini e tutti i membri della Repub- nessuno avrebbe dovuto conoscere vicenda finita in modo tragico per blica di Salò che si sono macchiati i fatti come sono realmente accadu- mano di un gruppo di banditi ac- di sangue. Il documento mi mette ti e non dovevo nemmeno riferire cecati dall’odio. Il mondo intero mi in grado di assumere i pieni poteri nulla a nessuno. La ragione per cui accusa di avere assassinato una gio- per quella missione deliberata dal si fanno ricostruzioni romanzate è perché si conosce solo una per- «Ricevo da Longo un ordine a firma Cadorna: centuale microscopica dei fatti. catturare Mussolini perché sia processato. Longo Longo m’informa che, su richiesta di , Italo Pietra mi però mi dà anche un altro documento, mette a disposizione dodici parti- che mi autorizza a giustiziare Benito Mussolini giani scelti del suo battaglione, che e tutti i membri della Repubblica di Salò» comprende anche Aldo Lampredi. Il mistero sugli avvenimenti sussi- ste perché il CLN non ha mai vo- vane donna, la cui sola colpa era di CLN. Specifica però che la decisio- luto che fossero rivelati, soprattut- essere l’amante del Duce del Fasci- ne non è stata presa da tutti i com- to preoccupato di non coinvolgere smo. Questo è un tormento assillan- ponenti del CLN ma solo da quat- i partiti dell’Esercito Patriottico te che mi rode spesso perché sono tro dei suoi esponenti: Alessandro di Liberazione. Per questo nessun sicurissimo di non meritare accuse Pertini, Leo Valiani, Ferruccio organismo politico ha potuto mai così infamanti. Mi ritengo assolu- Parri e Longo stesso. Il generale conoscere questa operazione segre- tamente estraneo da quelle accuse. Cadorna non è stato informato del- tissima condotta da quattro perso- Vi dirò poi come si sono svolti i fat- la vera missione poiché la sua au- ne: da me, dai coniugi De Maria e ti in realtà. Faccio una confessione torità è stata imposta dagli Alleati da un partigiano fidatissimo che davanti a voi, pochi compagni, ma e comunque rappresenta il governo non avrebbe parlato nemmeno sot- dovete promettere di non svelare il monarchico che ha le sue responsa- to tortura. Tutti giurammo di non mio racconto se non quando tutti bilità. A missione compiuta, il do- rivelare i fatti di quelle ore e di non i protagonisti non saranno più in cumento doveva andare distrutto, esprimere alcun giudizio. Le per-

STORIA IN RETE | 70 Luglio-Agosto 2017 lucrare denaro, disposte a tutto pur descritte molte cose inesatte delle di avere una pagina su un quotidia- brigate partigiane, fiumi di parole no con titoli importanti. Un’inter- di Bellini delle Stelle [il comandan- vista esclusiva su un settimanale te della a Brigata Garibaldi che di grande tiratura editoriale, scri- il  aprile  a Dongo ferma la vere libri o romanzi su una trage- colonna Mussolini e cattura il dit- dia vera, un fatto di cronaca che fa tatore e il suo seguito, NdR] e altri storia. Ho avuto molte pressioni in partigiani più o meno importan- Italia e all’estero per un memoriale ti. Benito Mussolini, catturato a degli avvenimenti di quei brevis- Dongo da Urbano Lazzaro, ‘Bill’, e simi giorni, mi hanno offerto una trasportato sotto scorta nel Muni- fortuna. Per , che per cipio, dove è stato raggiunto dalla conto del CLN mi consegnò il do- giovane amante Claretta Petacci, cumento e l’incarico, quel patto è rilascerà una dichiarazione molto sacro, questo impone la coscienza, importante e cioè che i partigiani il rispetto dell’impegno, non c’è l’hanno trattato con rispetto. È un nulla al di sopra della coscienza. ‘affermazione che serve a tranquil- Devo dire però che sono stato più lizzare i servizi segreti e gli anglo volte tentato di chiedere a Longo di americani, ancora fermi sulle rive sciogliermi dal giuramento fatto, per- del fiume Po. Quella dichiarazio- ché non sopporto tutte le falsità che si ne ‘trattato con rispetto’, ha una dicono anche sul mio conto”». doppia valenza: tranquillizza gli anglo-americani e mette in buona «“Nel lasciare Milano, bisogna- luce il CLN, perché dimostra che va far credere che la missione era l’Esercito patriottico di Liberazio- di catturare Benito Mussolini e ne Nazionale rispetta le leggi di consegnarlo al CLN, perché il guerra sui prigionieri”». sone coinvolte dovevano portare a Duce del Fascismo potesse avere termine la loro esistenza in asso- un giusto processo con gli alleati «“Sono arrivato a Dongo nel po- luta tranquillità. In conclusione, anglo-americani. Tutto questo se- meriggio del 2 aprile, diverse ore non c’è traccia della ricostruzione condo le convenzioni internazionali dopo la cattura del Duce e lì, dopo degli avvenimenti. Primo: perché sui prigionieri di guerra. Gli ordini avere mostrato ai compagni le mie tutti i fatti, dal Municipio di Dongo all’alba del 29 aprile 195, a piazzale «Nessun organismo politico ha potuto Loreto, si svolsero in sedici/diciot- mai conoscere questa operazione segretissima to ore e in assoluta segretezza. Poi perché Luigi Longo m’impose di condotta da quattro persone: da me, dai coniugi non rivelare i fatti delle ultime ore De Maria e da un partigiano fidatissimo che del Duce del Fascismo e della mia non avrebbe parlato nemmeno sotto tortura» missione. Quando mi chiamò ‘per una missione speciale’ da com- piere in assoluta segretezza, disse del CLN però sono diversi: elimi- credenziali, ho preso il comando ‘nel CLN si dice che sei un nomo nare Benito Mussolini, il Duce del dell’operazione. Benito Mussoli- senza volto, ma dotato di grandi Fascismo, e con lui tutti i capi del- ni, perché fosse irriconoscibile, poteri decisionali, quindi sei in il la Repubblica di Salò che si sono era stato bendato su tutta la testa prescelto’. Non avevo scelta, ero un macchiati di sangue. Dovevo agire con della garza, simulando una militare dell’Esercito patriottico di con molta cautela perché i servizi grave ferita con urgente bisogno di Liberazione”». segreti anglo americani erano alla trasportarlo in ospedale. Lo vidi loro ricerca da tempo, onde sottrarli così, in un ufficio del Municipio, «“Le persone che seppero almeno alla giustizia popolare. Lascio Mi- dove è stato raggiunto da Claretta una parte microscopica della verità, lano di mattina presto, in macchi- Petacci. Ho tentato – inutilmente sono poche. Sono molto più nume- na, con quattro compagni: [Mario] di mandare via la ragazza ma lei rose le persone che tentano di met- Ferro, [Aldo] Lampredi, [Giovanni] non sentiva ragione. Ho messo poi tere insieme una storia credibile per Aglietto e [Dante] Gorreri. Si sono Lampredi al comando del grup-

Luglio-Agosto 2017 71 | STORIA IN RETE Una delle tante «rivelazioni» che nel po dei partigiani di Italo Pietra corso degli anni si sono sovrapposte per occuparsi dei gerarchi fasci- infittendo il mistero della morte di Mussolini. In questo caso, è una sti. Aglietto, Gorreri e Ferro sono inchiesta del settimanale «Tempo» in tornati indietro, a Milano, senza tre puntate nell’aprile 1956 la Petacci. Era importante trarre in inganno i servizi segreti, l’OSS zoppicava e saliva con fatica, forse Special Force, che sicuramente sor- una vecchia ferita o gli anni, lo aiu- vegliavano il municipio di Dongo. tai perché si arrivasse nel casolare Benito Mussolini e Claretta Petacci il prima possibile. Era meglio non furono portati via dal Municipio esporsi troppo, non volevo intoppi con una messinscena: feci indossa- e la missione doveva essere portata re a un partigiano il cappotto di Be- a termine e il più presto possibile. nito Mussolini e a una partigiana la Lo stratagemma che avevo ideato a pelliccia di Claretta Petacci. Il loro Dongo mi aveva permesso di depi- compito era di camminare avanti e stare i servizi segreti ma la missione indietro nella stanza del municipio era importante e ogni precauzione e fingere di parlare, gesticolando non sembrava inutile, finire presto in modo concitato, come due per- sarebbe stata cosa saggia per tutti. disio, colonnello Valerio del Comi- sone che non si trovano d’accordo Eravamo sei persone. Oltre a me c’e- tato di Liberazione Nazionale, sono su qualcosa. I loro gesti dovevano rano i due padroni di casa, i De Ma- incaricato di eseguire la sentenza in essere visti da fuori ma loro non ria, il partigiano e Benito Mussolini nome del Popolo italiano’. Pronun- dovevano avvicinarsi troppo alle con la sua Claretta Petacci. Dispo- ciai la sentenza con voce autorevo- finestre e soprattutto non doveva- nevo di alcune stanze. La Petacci, le e sicura, il Duce ammutolì, era no guardare in quella direzione. Lo nella stanza in fondo, era guardata bianco in viso e pieno di terrore. scopo molto importante era quello a vista dalla moglie del De Maria. Per qualche minuto ho temuto un di far intendere che Mussolini e la Il padrone di casa, come d’abitudi- collasso, cominciò un tremolio ner- Petacci fossero ancora all’interno ne, girava intorno al casolare come voso. In quel momento, l’alterigia, del Municipio, dove s’intratteneva- se stesse facendo qualche lavoretto la superbia che l’aveva distinto in no perché Mussolini doveva con- lì fuori, cose che fanno i contadini, oratorie epocali, era svanita. Il bal- vincere l’amante a non seguirlo e e intanto sorvegliava attentamente do condottiero che voleva rinverdi- lasciarlo al suo destino”». che nessuno si avvicinasse”». re i fasti dell’antica Roma, l’ultimo dei Cesari, adesso si era tramutato «“A Giulino di Mezzegra, siamo «“Benito Mussolini era con me in in un piccolo uomo, pauroso e tre- arrivati in macchina con un par- un’altra parte della casa. Il caso- mante, consapevole che la sua sorte, tigiano che portavo sempre con lare dei De Maria ci consentiva di con la sentenza emessa, non poteva me e che conosceva una famiglia avere un dialogo lontano dagli al- che considerarsi definitiva”». di contadini antifascisti che non si tri. Il colloquio tra di noi era senza «“Questa riflessione, tuttavia, la «L’ordine era di fare presto. Presi una decisione feci più tardi, in quel momento il mio compito era dì portare a termi- immediata, preparai un piano: dovevo portare ne il prima possibile l’ordine rice- il Duce in cantina e lontano da tutti eseguire vuto, pensavo solo a quello. L’ordine la sentenza. La cantina dei De Maria era fuori era di fare presto, presi una decisio- ne immediata, preparai un piano: da ogni intervento esterno» dovevo portare il Duce in cantina e lontano da tutti eseguire la senten- erano mai esposti, ma erano amici testimoni. Così informai il Duce za. La cantina dei De Maria era fuo- dei partigiani. Sono i coniugi De del Fascismo che il CLN, dopo un ri da ogni intervento esterno. Avevo Maria, abitano in un casolare iso- breve processo, aveva decretato la dirottato il gruppo dei partigiani lato, da un certo punto in poi rag- sua condanna, la morte per i suoi con Lampredi alla colonna dei pri- giungibile solo a piedi attraverso un crimini nei confronti dei suoi av- gionieri e gli altri gerarchi della Re- sentiero abbastanza ripido in salita, versari politici, ma soprattutto per pubblica di Salò, da un ‘altra parte. una stradina da capre. Siamo arri- il tradimento e l’inganno al popolo Ero solo e dovevo compiere la mia vati che faceva già scuro. Mussolini italiano. Così dissi: ‘Io, Walter Au- missione nel più breve tempo possi-

STORIA IN RETE | 72 Luglio-Agosto 2017 mitra che avevo a tracolla, ‘Questa così. Dopo una lunga pausa, Au- è la mia volontà, io, Claretta Pe- disio riprese a raccontare: “In quel tacci, chiedo l’onore di condivide- casolare isolato, fuori dal mondo, re la sorte del Duce del Fascismo. sembrava l’inferno dantesco. La Non avrò nessun pentimento, né segretezza era mantenuta e totale davanti a Dio né di fronte agli uo- poiché eravamo solo in quattro a mini, perché ho amato con tutto conoscere gli avvenimenti e l’epi- il cuore e con tutta me stessa l’uo- logo di quella tragedia. Tuttavia ri- mo che ha fatto la Storia d’Italia’. mane, suo malgrado, una giovane Si strinse a lui mostrandomi un vita spezzata, estranea all’immensa ciondolo, un pegno d’amore, con tragedia della guerra e degli orrori la scritta ‘Io sono te, tu sei me’. delle camicie nere e degli squadro- Mussolini rimase folgorato e prese ni della morte, prima negli anni ‘20 notevole forza da quella decisione. e poi con la Repubblica di Salò. Ri- La guardò e la strinse con il van- peto, quella morte non era prevista to di un uomo orgoglioso. Quella e adesso era diventato importante donna che voleva morire con lui come portare fuori i corpi senza bile e in assoluta segretezza. Pensai era più giovane di sua figlia”». vita di Benito Mussolini e Claretta che la cantina dei De Maria fosse il Petacci. Trovai in cantina il carret- posto migliore. Gli ordini del CLN «“Le ultime parole di Claretta Pe- to che usava De Maria per portare erano chiari, non si trattava di una tacci rivolte al suo Ben, furono: ‘Tu gli attrezzi nei campi. La decisione vendetta ma di un diritto di giusti- sei un Cesare del XX secolo, dell’era fu immediata, avvolsi i due corpi zia del popolo italiano. Avevo se- moderna, dopo di te non ci saran- con delle coperte e li mettemmo parato Benito Mussolini e Claretta no che uomini minuscoli, uomini uno accanto all’altra sul carretto, Petacci di proposito poiché, dopo mediocri, non puoi lasciarmi sola con l’aiuto del partigiano e di De avere eseguito la sentenza e fatto dopo le tante promesse che ci sia- Maria, che doveva poi riportare il giustizia, Claretta Petacci l’avrei ac- mo scambiati. Sono scritte nei pe- carretto nel casolare. A notte fonda compagnata a Milano. Il piano ide- gni che ci siamo dati, la tua sorte e portai Benito Mussolini e Claretta ato era di arrivare in cantina solo la mia insieme. Tu sei un mito che Petacci davanti al cancello in zona io e Mussolini, lontano da orecchie ha reso l’Italia immortale. Hai sa- Bonzanigo – Giulino di Mezzegra e e occhi indiscreti, così avrei potu- puto parlare alla testa e al cuore di qui una scarica per simulare l’avve- to eseguire e portare a termine la un popolo alla riscoperta della sua nuta esecuzione. In questo modo, missione in assoluta tranquillità. dignità e detta sua cultura’. Davanti volevo evitare eventuali compli- L’ordine di Luigi Longo era di fare al mitra caddero insieme il Duce e cazioni alla famiglia De Maria, presto. All’improvviso accadde un la sua amante. A mia difesa e come che aveva ospitato il Duce e la sua fatto imprevisto che mi mise in se- testimone della mia innocenza, to- amante nelle ultime ore di vita. Da rio imbarazzo. Come una furia arri- talmente privo di colpe, vi dico in lì, sempre in macchina, abbiamo vò Claretta Petacci, apparve in can- tina seguita dalla sua sorvegliante, «Adesso era diventato importante come portare la moglie del De Maria tentava di giustificarsi. ‘Ho dovuto rivelarle fuori i corpi senza vita di Mussolini e Claretta. il luogo poiché urlava che voleva il A notte fonda li portai davanti al cancello in zona suo Ben’. Quella di Claretta Petacci Bonzanigo – Giulino di Mezzegra e qui una scarica si dimostrò una pressione ossessi- va. Temevo che qualcuno da fuori per simulare l’avvenuta esecuzione» potesse sentire, tentai di calmarla. Non era mia intenzione uccidere questa confessione le parole di Cla- portato i corpi del Duce e di Cla- Claretta Petacci ma lei disse che la retta Petacc. La coscienza mi dice retta Petacci dove c’erano gli altri sorte del Duce del Fascismo doveva che non sono un assassino come partigiani, poi il partigiano che era essere anche la sua. L’infatuazione hanno scritto da molte parti, cosa con me ed io ripartimmo, mentre di una ragazzina poi trasformata in che mi reca dolore”». i corpi di Benito Mussolini e Cla- passione, ma era l’amante del Duce. retta Petacci sono stati portati a Abbracciò Mussolini e poi, rivolta a «Il racconto di Audisio sembrava Milano sul camion, con i corpi dei me con determinazione, fissando il giunto al suo epilogo, ma non era gerarchi di Salò e dei prigionieri,

Luglio-Agosto 2017 73 | STORIA IN RETE quelli della colonna giustiziati al gialli si raccontano certe storie. dire l’ora perché l’orologio non lo muretto dal gruppo di Lampredi. Mussolini e la Petacci, quando li guardavo”». A missione terminata, distrussi portai davanti al cancello di quel- il documento che mi aveva dato la villa, erano già morti da qual- «Il resoconto sulla morte del Duce Longo, il documento col quale po- che ora. Io solo sono stato insieme e della Petacci assunse le dimen- tevo agire con pieni poteri e che giudice ed esecutore. All’alba del sioni di un’intervista quando Ricci mi rendeva unico responsabile 29 aprile i corpi senza vita di Mus- e Gombi chiesero ad Audisio dei delle ultime ore del Duce e di tutti solini e Claretta Petacci sono arri- chiarimenti sui fatti raccontati. gli avvenimenti legati a quel fatto. vati insieme con gli altri a piazzale C’erano molti misteri. Per lo più Molti raccontano storie inventa- Loreto, a Milano, Dal Municipio dovuti alla volontà di Togliatti. te, Claretta Petacci uccisa perché di Dongo erano trascorse meno Così almeno ci spiegò “il colonnel- fuggiva davanti a un partigiano, di venti ore, ma non posso dire a lo Valerio”: “Io stesso scrissi diver- niente di più falso, solo nei libri che ora li ho giustiziati, non posso si articoli sulla vicenda, molti in

Il «colonnello Valerio» si confessa. Chiaroscuri di una testimonianza - di Fabio Andriola

a testimonianza di Edoardo monte, a qualche centinaio di metri definitivamente la versione ufficiale Conti pubblicata in queste pa- in linea d’aria dalla casa dei contadini nell’angolo delle balle propagandi- L gine è, nonostante i non pochi non ci fu altro che una messa in scena stiche di cui la Seconda guerra mon- chiaroscuri, decisamente importante. di cui finalmente si viene a sapere il diale è stata una fattrice inesauribile, Importante soprattutto perché con- perché: proteggere i due contadini, geniale e ineguagliata. Si conferma ferma che la versione ufficiale sulla Giacomo e Lia De Maria, che in que- la volontà dei comunisti e dei loro al- morte di Mussolini e Clara Petacci non sto racconto da semplici e forzati leati di uccidere subito Mussolini, in- è altro che una montatura pensata, comprimari per la prima volta assu- gannando e battendo sul tempo l’ala difesa e diffusa dal Partito Comunista mono invece le vesti di veri e propri moderata e militare del CLNAI – in- con il pieno avallo delle componen- complici. Sulle balle raccontate dai carnata dal generale Raffaele Cador- ti azionista (infiltrata, anzi saturata, due si sono versati fiumi di inchiostro na – considerata troppo vicina al go- dai servizi inglesi, vedi l’estratto dal e adesso emerge che i De Maria face- verno monarchico di Roma che aveva libro di Festorazzi a pag. 70) e socia- vano parte di un piano organizzato preso chiari impegni internazionali. lista in seno al partigiano Comitato di disinformazione sistematica a tutti Si conferma, ovviamente la diversa di Liberazione Nazionale Alta Italia i livelli. Un piano – su questo Audisio modalità dell’uccisione; si conferma (CLNAI). Ed è importante perché ar- è chiarissimo – voluto dal numero la deliberata azione di depistaggio e riva non solo dal fronte comunista due del PCI e all’epoca massimo rap- copertura. ma direttamente dalla bocca di quel presentante comunista nell’Italia del personaggio, tragico e mediocre ad Nord: Luigi Longo. Detto questo, la testimonianza non è un tempo, che è stato Walter Audi- esente da sbavature e incongruenze sio, il colonnello «Valerio» dietro il Se nel 1950 Audisio pensa di stupire i che siamo però portati ad attribuire quale si agitava il ragionier Audisio suoi interlocutori, nel 2017 le sue pa- soprattutto alla non esatta compren- col suo mix inesploso di rimorsi e role suonano più che altro come una sione da parte del giovane Conti di rancori, il cui peso gli aveva comun- conferma, una conferma al lavoro alcuni passaggi del racconto di Au- que garantito tre legislature da de- soprattutto di due grandi giornalisti disio. La cronologia è palesemente putato e una da senatore. Se non che a quei fatti hanno dedicato fin alterata, certe azioni che Audisio avesse accettato un ruolo scomodo dagli anni Cinquanta tempo, sudore colloca a Dongo non possono averlo per chiunque ma spropositato per e fosforo: Franco Bandini e Giorgio visto protagonista visto che in quelle lui, uno così Montecitorio l’avrebbe Pisanò. Al primo dobbiamo, fin dai ore (il tardo pomeriggio del 27 apri- visto solo col binocolo… primi anni Settanta, l’intuizione del- le) era sicuramente ancora a Milano. la «doppia fucilazione» (ridicolizzata La stessa scena dei due partigiani che In barba a quanto raccontato e scrit- fino a quando altre testimonianze fingono di essere Mussolini e la Petac- to a più riprese, sia prima che dopo, e importanti riscontri medico-legali ci non può essere stata organizzata quella sera di agosto 1950 sulla rivie- sono giunti a sostenerla con forza), da lui nel Municipio di Dongo anche ra romagnola, Audisio rivela ai suoi una messa in scena che nella ricostru- se si coglie un riverbero, un qualcosa compagni di partito alcune cose che zione di Bandini ha un suo caposaldo di ciò che forse è stato inscenato tra oggi, alla luce di quanto emerso nel nel travestimento di due partigiani, Bonzanigo e Giulino di Mezzegra il corso degli anni, assumono una va- un uomo e una donna, incaricati di giorno dopo. L’idea che il biglietto in lenza ancora più importante di quella far la parte di Mussolini e Claretta cui Mussolini dichiara di essere stato che potevano avere per chi lo ascolta- diretti al cancello di Villa Belmonte. trattato bene dai partigiani dopo la va allora. La prima, ovviamente, è che A Pisanò si deve invece l’indicazione cattura possa aver tranquillizzato gli l’uccisione di Mussolini e Petacci – la di cosa accadde realmente a Casa De americani già la notte tra il 27 e il 28 «giustizia» per favore lasciamola da Maria e dove, soprattutto grazie alla aprile è semplicemente surreale. Quel parte – è avvenuta in casa De Maria testimonianza di una vicina, Dorina biglietto – tra l’altro scritto su richie- dove i due erano stati portati da Don- Mazzola. Pian piano quindi il qua- sta di un graduato della Guardia di go. Davanti al cancello di Villa Bel- dro va componendosi, relegando Finanza la sera del 27, quando Mus- contraddizione tra loro. C’erano da alimentata da una certa stampa, sato che lui potesse farla desistere scoprire altre verità. Tuttavia quei ma io non so cosa sia successo, in dal suo proposito di rimanere con racconti erano un depistaggio vo- quei momenti il mio unico pensie- lui. La situazione era così tragica luto solo da Togliatti. Ad esempio ro era rivolto alla missione. Pos- che sono convinto che nessun atto la donna era senza scarpe e senza so pensare che quando Claretta d’amore si sia consumato in quel- mutandine. Qualcuno insinuò atti ha intuito cosa stesse accadendo, le circostanze. Io avevo il pensiero di violenza su di lei da parte dei nella fretta di arrivare in cantina, fisso sull’ordine ricevuto. A propo- partigiani. E poi il Duce era senza non si preoccupò di quanti indu- sito del fatto che Mussolini avesse uno stivale. Il popolo di Milano e menti avesse addosso. Dopo la sua un solo stivale ricordo che quando non solo si chiedeva come mai Cla- irruzione in cantina, dopo i primi condussi il Duce per fare giusti- retta Petacci fosse vestita ma senza momenti concitati, lasciai per un zia non guardavo i suoi piedi, lo scarpe e senza mutandine. C’era certo tempo, forse un’ora, Mussoli- guardavo fisso negli occhi. Volevo una certa morbosità tra la gente, ni e la sua amante da soli. Ho pen- che quel tremolio, la paura, quello sguardo fisso nel vuoto aumentas- sero. Volevo che fosse consapevole Il «colonnello Valerio» si confessa. Chiaroscuri di una testimonianza - di Fabio Andriola che l’uomo che aveva di fronte non era lì per una vendetta ma per un solini aveva già lasciato Dongo per la atto di giustizia. Ho già detto che casermetta della Finanza di Germa- faticava molto quando è arrivato al sino – emergerà solo qualche tempo casolare dei De Maria. In qualche dopo i fatti e comunque gli Alleati momento si sarà tolto lo stivale per avrebbero avuto bisogno di ben altro avere un certo sollievo. I racconti per essere rassicurati. C’è poi un altro dettaglio davvero sorprendente e cioè che si sono sentiti sulla morte di che ancora nel 1950 Audisio definisce Claretta Petacci sono totalmente – così come già aveva fatto lui o chi per falsi ed io non ho mai avuto emo- lui nel resoconto anonimo pubblicato zioni ma solo un pensiero: portare da «L’Unità» il 30 aprile 1945 – casa De a termine la missione affidatami da Maria come «casolare isolato» mentre Luigi Longo. Io e i miei uomini tro- è circondata da case su tre lati mentre sul quarto aveva davanti a sé un gran- vammo due grosse borse di Musso- de prato che degradava verso il lago. lini. Una conteneva medicine, l’altra Un grande spazio aperto che permise valuta estera e gioielli. I gioielli che alla Mazzola di sentire e vedere alcu- Claretta portava con sé furono con- ne scene drammatiche la mattina del Lo speciale di «Storia in Rete» segnati alla famiglia. La borsa con 28 aprile 1945. Gli articoli de «L’Unità» «Gli ultimi giorni di Mussolini» è gli altri gioielli e il denaro a Lampre- tornano in mente anche quando Audi- disponibile in cartaceo a 15,00 € o in sio indulge nei paralleli grotteschi tra di. Un’ultima annotazione: i misteri formato PDF (con 20 pagine extra) a sulla morte del Duce e della Petacci Mussolini e i Cesari dell’antica Roma o soli € 5,90 su www.libreriadistoria.it quando ne sottolinea lo stordimento e sono tali perché il CLN non volle la paura mettendola a confronto con uccisa col suo uomo. Perché accogliere mai sapere come si fossero effettiva- la protervia ostentata negli anni del una richiesta del genere? Per quanto mente svolti gli avvenimenti di quei potere. Tutte cose che non tornano arrovellato e pentito, Audisio non rie- giorni. ‘Meglio un solo responsabi- nei resoconti di altri testimoni oculari: sce a spiegarlo, protestando la propria le’ ed io ero considerato ‘un uomo chissà se tra loro c’è quel partigiano «innocenza» anche se ammette di aver misterioso e senza nome che Audisio sparato e ucciso quando aveva tutti i senza volto’, come mi disse Luigi dice di aver avuto con se, forse l’unico mezzi e l’autorità per far allontanare Longo, ‘che sa pendere decisioni’”. con i coniugi De Maria a sapere come la donna anche con la forza. E inve- «Con queste parole – conclude Edo- andarono davvero le cose. ce, «impietosito», l’ammazza per poi ardo Conti – l’on. Audisio chiuse il fare il coccodrillo per il resto dei suoi racconto di quei drammatici giorni. E poi c’è Claretta: un vero tormento giorni… (ma più d’uno lo sentì usare Era l’agosto del 1950. Oggi che co- per Audisio, ricorda Conti. E c’è da cre- parole sprezzanti verso Claretta or- dergli anche se la sua ricostruzione mai cadavere davanti Villa Belmonte loro che ascoltarono quelle parole fa anche in questo caso un po’ acqua: e poi a Dongo). Tuttavia nelle parole sono tutti scomparsi tranne me è Audisio dice infatti di non aver avuto di Claretta, che Audisio riporta, i toni arrivato il momento di rendere nota ordine di uccidere Claretta (ma noi esaltati e retorici, disperati e fanatici la testimonianza dell’uomo che giu- sappiamo che nella notte tra il 27 e il non sono poi così lontani da quelli che stiziò Benito Mussolini». 28 aprile qualcuno l’ordine di riunire emergono dai diari e dalle lettere pub- proprio il dittatore e la sua amante lo blicati negli ultimi anni. Insomma, la diede ed è una decisione che non ha testimonianza di Conti, anche se non Sandro Provvisionato mai destato lo stupore che avrebbe perfettamente tonda e solida, ha mol- dovuto) ma poi di aver consentito di ti passaggi che fanno pensare a scene fatto al desiderio della donna di essere drammaticamente reali. n 75 | STORIA IN RETE