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La Città – La Squadra – Gli Eventi Numero 23 del 12 febbraio 2020

Prendiamoci la Coppa Foto Mosca – Pastore

FRAMMENTI di Giovanni Gaudiano Assalto alla

La formazione scelta da Gattuso che ha battuto per 2 a 1 la Juventus di Sarri. In piedi da sinistra: Manolas, Meret, Milik, Demme, Fabiàn Ruiz e Callejon; piegati: Hysaj, Zie- linski, Insigne, Mario Rui e Di Lo- renzo

l Napoli scenderà in campo stasera al Meazza per una oramai erano note. gara di quelle che contano. Servirà la squadra vista Si è assistito, invece, ad un mercato scarno, senza acqui- Icontro la Juventus, servirà la voglia feroce di pren- sizioni che completassero adeguatamente la rosa. Qual- dersi una rivincita proprio con l’Inter a partire da questo cuno si affretterà a ricordare che proprio Ancelotti aveva primo round. Lo scenario sportivo che si presenta, in sin- dato al mercato della società una valutazione importante. tesi, è questo. Non è una giustificazione per l’ex tecnico azzurro, ma po- Lasciando il compito a tutti i colleghi, che hanno colla- teva dire altro? Forse avrebbe dovuto lasciare, andare via, borato a questo numero, di presentare l’evento sportivo, avrebbe trovato subito una nuova collocazione, come poi è il momento di fare qualche riflessione pensando a quanto è successo. Ed è questa forse la cosa che Ancelotti si rim- successo nella stagione sino a questo momento. provera ma che ha detto che non rivelerà mai. Il presidente De Laurentiis forse potrebbe spiegare per- Ora per completare il ragionamento, si potevano fare a lu- ché in certi casi il suo braccio sembra corto, quasi come glio scorso gli investimenti portati a termine in questo, quello del tennista che finisce per mandare in rete una vo- inusuale per il Napoli, mercato di gennaio? lée a portata di racchetta. Si poteva consegnare al tecnico già in ritiro una squadra Nella scorsa stagione l’ingaggio di Ancelotti aveva aperto più completa, soprattutto a centrocampo? il cuore dei tifosi ed anche degli addetti ai lavori. Il tec- Si poteva lanciare un messaggio preciso ed autorevole al nico emiliano arrivava a Napoli con delle credenziali in- calcio italiano, dicendo che al tavolo che conta il Napoli discutibili. Non furono fatti investimenti importanti ma si sarebbe seduto da protagonista assoluto? si disse che si sarebbe trattato del primo di tanti anni con Alla luce di quanto accaduto si può dire che forse si po- Ancelotti alla guida del Napoli e quindi la stagione, no- teva fare tutto questo ed anche di più, consapevoli come nostante si puntasse comunque in alto, andava vista come si è che nel prossimo mercato estivo partiranno due/tre una transizione, un assestamento, una verifica dei gioca- giocatori di valore per riequilibrare le poste di bilancio. tori facenti parte della rosa. Ma questa è una storia alla quale quasi certamente assi- Secondo posto e qualificazione Champions e quindi la steremo. scorsa estate i discorsi sembrava dovessero cambiare, nel Adesso si punti con ogni mezzo, con ogni sforzo a recu- senso che gli obiettivi e le necessità per raggiungerli perare il tempo perduto.

mercoledì 12 febbraio 2020 3 • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEA AUCHANUCHAN - GIUGLIANOGIUGLIANO • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEP PORTEORTED DIIN NAPOLIAPOLII- - AFRAGOLAAFRAGOLA • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEA AUCHANUCHAN - MUGNANOMUGNANO • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEA AUCHANUCHAN - VIAVIAA ARGINEARGINE • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALE LELE GINESTREGINESTRE - VOLLAVOLLA • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALE JAMBO1JAMBO1 - TTRENTOLA-DUCENTARENTOLA-DUCENTTAA • CCENTROENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEV VULCANOULCANO BUONOBUONO - NOLANOLA • CENTROCENTRO CCOCOMMERCIALEOMMERCIALE QQUARTOUARTO NUOVONUOOVVVOO - QQUARTOUARTO • CENTROCENTRO COMMERCIALECCOOMMERCIALEL LAAB BIRRERIAIRRERIA - NAPOLINAPOLI •P• PORTICIORTICI (NA)(NA) - VIAVIAL LEONARDOEONARDO DADAV VINCIINCI2 277 TESTIMONE DEL TEMPO

di Mimmo Carratelli

Napoli e Internazionale: nove confronti in Coppa Italia, anche una finale col successo dei nerazzurri nel 1978 Quella semifinale vinta col rigore parato da Taglialatela

apoli e Inter si incontreranno per la decima volta in Coppa NItalia. Si affronteranno in se- mifinale (andata a Milano, ritorno al San Paolo) come è già successo una volta, passarono gli azzurri. Fra le due squadre anche una finale, vinta dal- l’Inter. Sono 64 le squadre che il Napoli ha in- contrato in Coppa Italia dal 1935 ad oggi. L’avversario del Napoli più fre- quente in Coppa è stata la Lazio (13 volte), seguita da Roma (12), Bologna (12), Fiorentina (11), (10), Pa- lermo (10), Inter (9), Juventus (8), Ce- sena (8), Sampdoria (8), poi gli altri.

Una formazione del Napoli 1977-78. In piedi da sinistra: Catellani, La Finale Stanzione, Restelli, l’allenatore Gianni Di Marzio, La Palma, Napoli e Inter hanno giocato la finale Bruscolotti e Mattolini. Seduti: Massa, Juliano, Savoldi, Pin e Chiarugi di Coppa Italia 1978 nell’anno dei primo nel girone davanti a Catan- sificò ancora al primo posto nel gi- Mondiali in Argentina (la prima Ita- zaro, Palermo, Vicenza e Avellino. rone con Milan, Juventus e Taranto. lia di Bearzot che si piazzò terza). La L’Inter vinse il suo girone davanti a Così l’Inter nel girone con Fioren- competizione si giocò a gironi in due Como, Ascoli, Atalanta e Cremonese. tina, Torino e Monza. fasi. Nella prima fase, il Napoli fu Nella seconda fase, il Napoli si clas- Finale a Roma il 29 giugno, quattro

mercoledì 12 febbraio 2020 5 TESTIMONE DEL TEMPO

Il bomber Giuseppe Savoldi

Luciano Chiarugi con il Petisso nel 1976

meno 14 dalla Juve. Il portiere Massimo Mattolini Il Napoli giocò in maglia bianca con Mattolini in maglia verde. Partita testa toccò per Muraro, altro colpo di lenta con marcature rigide, Brusco- testa e palla di ritorno ad Altobelli lotti su Muraro e Ferrario su Alto- che, sempre di testa, segnò con Mat- belli. Il Napoli sorprese l’Inter al 6’. tolini fuori dai pali. Dalla lunetta, su punizione (fallo di Nella ripresa, l’Inter prese in pugno Gasparini su Savoldi), Juliano toccò la il match. Dopo che Stanzione salvò palla a Chiarugi che calciò con vio- sulla linea un colpo di testa di Alto- lenza verso il palo sinistro di Cipol- belli, la squadra milanese passò in lini. Il portiere respinse corto, Sa- vantaggio su corner di Baresi, altra voldi con un colpo di tacco servì uscita a vuoto di Mattolini e colpo di Restelli per il gol. testa vincente di Bini che era il batti-

Pino, Batman, Taglialatela nella stagione 1996-97 giorni dopo la conclusione del Mon- diale. All’Inter mancò il portiere Bor- don che era tra i nazionali di Bearzot. Di Marzio schierò il Napoli con Mat- tolini; Bruscolotti, La Palma; Restelli, Ferrario, Stanzione; Vinazzani, Ju- liano, Savoldi, Valente (62’ Mocellin), Chiarugi. L’Inter, allenata da Bersel- lini, giocò con Cipollini; Canuti, Fe- dele (58’ Chirico); Baresi, Gasparini, Bini; Scanziani, Oriali, Altobelli, Ma- rini, Muraro (89’ Anastasi). Pochi spettatori all’Olimpico (25mila), in maggioranza napoletani, arbitro il fiorentino Menicucci. In La rosa del Napoli nel 96-97 nell’album della Panini campionato l’Inter s’era piazzata L’Inter pareggiò dopo dodici minuti. tore libero della formazione di Ber- quinta, a otto punti dalla Juventus Sul cross di Baresi dalla sinistra, Mat- sellini. L’Inter vinse la Coppa Italia campione d’Italia; il Napoli sesto a tolini uscì a vuoto su Altobelli che di per la seconda volta.

6 mercoledì 12 febbraio 2020 André Cruz, il mancino dal piede vellu- tato. A destra Matador Cavani e la Coppa

Tocca a capitan Hamsik alzare la Coppa nel 2013-14

Foto di gruppo Paolo Cannavaro, il capitano, alza al cielo la quarta Coppa Italia nella stagione 2011-12 per la quinta Coppa Italia del Napoli La Semifinale Il Napoli perse poi la doppia finale col siana: 1-1 a Napoli, 1-0 a Milano. e gli altri confronti Vicenza, 1-0 al San Paolo, 0-3 fuori Nella stagione 1958-59 il terzo con- Napoli e Inter si sono già incontrati con Montefusco in panchina (Simoni fronto di Coppa. L’Inter vinse 3-2 sul una volta in semifinale di Coppa Italia, aveva già firmato per l’Inter). suo campo. stagione 1996-97. Era il Napoli di Il primo confronto di Coppa fra Napoli Negli anni sotto la presidenza De Lau- Gigi Simoni contro l’Inter di Roy e Inter risale al 1938. L’Inter si chia- rentiis sono stati quattro i confronti Hodgson. mava Ambrosiana ed eliminò il Napoli fra le due squadre sempre nei quarti di Nel match di andata, 1-1 a nei quarti vincendo all’Ascarelli 2-0. finale, partita secca, giocata al San (gol di Cruz). Nel ritorno al San Paolo, Paolo. ancora 1-1 (Zanetti all’11’ e Beto al Nella stagione 2010-11, il Napoli fece 73’) con soluzione ai calci di rigore 0-0 perdendo ai rigori (4-5). Nel 2011- vinta dal Napoli 5-3: Taglialatela parò 12, batté l’Inter 2-0 con doppietta di il rigore di Paganin. Cavani (un rigore e un gol) e vinse poi Il Napoli giocò con Taglialatela; Co- la Coppa nella finale contro la Juven- lonnese, Milanese; Turrini, Bordin, tus (2-0 con rigore di Cavani e gol di Baldini; Beto, Boghossian, Aglietti (65’ Hamsik). Caio), Caccia, Policano (58’ Esposito). Nel 2014-15, altro successo azzurro, L’Inter con Pagliuca; Bergomi (91’ Pi- La Coppa Italia vinta nella stessa sta- 1-0, gol di Higuain al 93’. Infine nella stone), Zanetti; Galante, Fresi (110’ gione del primo scudetto stagione 2015-16, l’Inter eliminò il Berti), Paganin; Angloma, Winter (93’ Le due squadre si ritrovarono di fronte Napoli vincendo al San Paolo 2-0 con Sforza), Zamorano, Djorkaeff, Ganz. l’anno dopo e passò ancora l’Ambro- gol di Jovetic e Ljajic.

mercoledì 12 febbraio 2020 7

L’INTERVISTA Rosario Rivellino “Il calcio moderno è più veloce”

Le due coppe Ita- lia conquistate in campo e dalla panchina con il Napoli. Gli o�imi risultati o�enuti con il se�ore gio- vanile azzurro con il fiore all’oc- chiello del torneo di Viareggio. Una visione chiara e precisa di un si- gnore dello sport che non na- sconde la stima sincera per Cor- rado Ferlaino

di Giovanni Gaudiano

mercoledì 12 febbraio 2020 9 L’INTERVISTA

un signore alto, sempre elegante, pacato nel parlare. Il suo fisico sembra essersi fatto beffe Èdegli anni. Non ama la polemica e non ama l’ipocrisia. È anche una memoria storica del calcio par- tenopeo ed in particolare di quello che è successo negli ultimi sessanta anni a Napoli e nel Napoli. La società per la quale ha giocato, ha lavorato e che resta nel suo cuore nonostante ci si ricordi di lui solo quando c’è una precisa ragione. Rosario Rivellino non avrebbe avuto bisogno di pre- sentazioni, descrizioni o altro ma prendere al bar con lui un caffè evoca un turbinio di ricordi, di storie diffi- cili da condensare in una chiacchierata di una mezza mattinata.

Rivellino ma perché ogni tanto da qualche parte spunta che lei giocava da mediano? «È un errore che di tanto in tanto fa capolino in qualche li- bro o su internet. Sono sempre stato un centromediano. La

campo Denza abbiamo avuto la prima vera palestra e con una squadra formata in oratorio, quello della chiesa di Bellavi- sta, abbiamo iniziato una vera attività agonistica affilian- doci alla Federazione. Guglielmo Glovi, ex Napoli che la- vorava per l’Ilva Bagnolese, vedendoci decise di prendere 5 ragazzi della nostra squadra tra cui c’ero anche io. La mia carriera da semi-professionista è iniziata così. Credo a que- sto proposito di essere uno dei pochi, se non l’unico, che in quel periodo ha giocato per tutte le tre società napoletane più im- portanti: l’Ilva Bagnolese, la Cirio e il Napoli, dove sono ar- rivato nel 1961».

La squadra che vinse la Coppa Italia nel 1962, Rivellino è il primo in piedi a destra scelta del mio ruolo d’altronde sin da giovane fu dettata dalla mia altezza, che all’epoca era una qualità ricercata. Oggi sono diventato un “nano”. Comunque qualche partita, o me- glio qualche spezzone da mediano l’ho giocato ma solo per esigenza. Non ero adeguato. Il mediano è un diesel mentre il difensore centrale deve avere nel suo bagaglio lo scatto breve, la velocità per contrastare gli avanti avversari».

Il Napoli che si impose nella Coppa Italia del 1976. In piedi da sini- È necessario partire, anche se brevemente, dal- stra: Orlandini, La Palma, Burgnich, Carmignani, Bruscolotti e Po- l’inizio. Come è nata per lei la passione del cal- gliana; accosciati: Massa, Juliano, Savoldi, Esposito e Braglia cio? «Sono cresciuto al Capo di Posillipo, dove noi ragazzi ave- Lei però è stato uno sportivo oltre il rettangolo vamo gli spazi per giocare un po’ dappertutto. Poi con il di gioco, dedicava molto del suo tempo alla sua

10 mercoledì 12 febbraio 2020 passione, cosa ne pensavano in famiglia? «È vero, direi che lo sport mi interessava in generale, ho gio- cato anche a pallanuoto. Nella zona di Posillipo erano con- centrate tante attività sportive per i giovani e così la passione per lo sport ed il calcio in particolare si sono sviluppate per me come per molti altri miei coetanei. Mio padre, poi, era un commerciante e di calcio ne capiva davvero poco. Però mi se- guiva quando giocavo senza mai intromettersi, senza avere mai la presunzione di formulare un giudizio tecnico, e a mano a mano anche in lui, visto che gli piaceva vedere le no- stre partite, è cresciuta una certa passione per questo sport».

Di tempo ne è passato, molte cose sono cam- biate. Qual è il calcio più bello per Rivellino? «La tentazione, che naturalmente mi prende, sarebbe quella di dire che il calcio dei miei tempi fosse meglio, ma non è così. Oggi è cambiata la velocità con la quale si gioca, direi che possiamo valutarla come raddoppiata, ed inoltre la prepara- zione fisica che allora non veniva curata ha assunto un’im- portanza rilevante. Molto spesso si verifica che l’avversario Con Bruno Giordano ti arrivi addosso prima del pallone. È evidente che queste ca- di gioco e dall’atletismo la fanno da padrone ma se ci sono ratteristiche del calcio moderno hanno finito per limitare la le qualità tecniche vengono fuori. Per comprendere questo tecnica. Questa considerazione, portata alle estreme conse- pensiero basta guardare al periodo di Vinicio a Napoli. guenze, vale per tutti quei giocatori che arrivano in Italia Luis cambiò totalmente la metodologia, privilegiando la come se fossero dei fenomeni, ma provenendo da campionati preparazione fisica che diede a quel Napoli, formato da dove la marcatura è molto larga nel nostro paese finiscono per buoni giocatori, una marcia in più. Vinicio al mercoledì perdersi». aveva programmato due sedute di allenamento, quella del mattino era davvero impegnativa e lui aveva chiesto alla so- Quindi meno tecnica, più preparazione, meno cietà, che lo accontentò, di allestire una sala di ossigenazione fuoriclasse: che calcio è? che consentisse un migliore e più rapido recupero, atto a con- «La tecnica individuale di base applicata nei settori giova- sentire di sostenere anche la seduta del pomeriggio. Si trat- nili è nella media migliore perché i ragazzi si allenano su tava già negli anni settanta di un’evoluzione per il calcio, campi in erba sintetica con attrezzature adeguate, mentre ai però quando giocava Clerici la sua classe, anche se arrivò a miei tempi ci dovevamo arrangiare partendo dal pallone che Napoli avanti con gli anni, era cristallina nonostante la fa- spesso era fatto di stracci. L’evoluzione dettata dalla velocità tica sostenuta durante gli allenamenti».

Arriviamo alla Coppa Italia, quella del 1962, vinta giocando… «Vincemmo come squadra proveniente dalla ma in re- altà il 3 giugno, con la vittoria in casa con la Sambenedet- tese, avevamo ottenuto la matematica promozione e quindi in finale di coppa potevamo considerarci una squadra di . Debbo dire che in semifinale, quando battemmo il Man- tova, venivamo dalla trasferta con vittoria di Verona e con- fermo quello che dico sempre di quanto possa contare la se- renità nelle squadre di calcio. Basta pensare che in quel periodo ci allenammo davvero poco. Inoltre per la finale con la Spal del 21 giugno vale la pena ricordare come a Roma Con il presidente Corrado Ferlaino siamo andati in treno ed abbiamo mangiato nel vagone ri-

mercoledì 12 febbraio 2020 11 L’INTERVISTA storante. Avevamo il morale alto e quello ci bastò per vincere, poi Pesaola in panchina era un tecnico eccellente ed inoltre il dirigente accompagnatore Roberto Fiore, che non era ancora presidente, ci portò prima della gara a via Veneto ed il no- stro sembrava più un gruppo in vacanza che una squadra di calcio in procinto di battersi per la conquista della Coppa Ita- lia».

Il bis è arrivato dalla panchina nel 1976, come andò? «In quel periodo il regolamento era differente. Il Napoli con- quistò la sua seconda Coppa Italia disputando un girone di La squadra Primavera che si impose nel torneo qualificazione e poi quello che ci qualificò per la finale. di Viareggio del 1975. In piedi da sinistra: Fiore, Grotta, Prima di battere il Verona nel secondo girone affrontammo Masiello, Iovino, Zambon e Coco; Milan, Fiorentina e Sampdoria giocando partite di andata accosciati: Bacchiocchi, Scarpitti, Parasmo, Armidoro e Punziano e ritorno. Compresa la finale, in quella edizione disputammo un’autorete del portiere Ginulfi, una doppietta di Savoldi ed undici partite vincendone 7 e pareggiandone 4. Mi trovai in una rete di Braglia». panchina perché la società, a fine campionato, quando Vini- cio lasciò la guida tecnica mi affidò la prima squadra, ero già Come era cambiata la società in quei quattordici responsabile del Settore Giovanile, con la collaborazione di anni? Alberto Delfrati. Devo dire che quello era il Napoli di Vini- «Nel 62 c’era un uomo solo al comando, che era Achille cio, una squadra quasi perfetta che io decisi di non cambiare Lauro, ma non è paragonabile a De Laurentiis. Il coman- se non per qualche avvicendamento dettato dall’avversario di dante delegava, aveva uomini di fiducia ai quali affidava di- turno. Pochi ricordano che in quel girone battemmo due versi compiti. Nel 76, invece, il mondo del calcio era in volte il Milan di Rivera che in campionato si era classificato grande trasformazione. Ritengo che il presidente Ferlaino sia terzo. Poi in finale superammo il Verona, allenato da Valca- stato uno dei più grandi dirigenti che abbia avuto il calcio reggi, con un netto 4 a 0 maturato tutto negli ultimi 15’ con italiano. Per me lui è stato l’unico che ha avuto il coraggio di prendere i migliori collaboratori del momento, Allodi, Moggi, dandogli il potere di operare perché aveva capito che da solo non avrebbe vinto nulla».

In conclusione un piccolo salto indietro per par- lare di un grande risultato conseguito da lei in panchina, la vittoria al torneo di Viareggio del 1975… «La squadra che vinse fu costruita in due anni proprio da me che ero il responsabile del settore giovanile. Aveva un’ossatura napoletana, c’erano solo un paio di ragazzi che venivano da fuori. Va ricordato come quel gruppo avesse sfiorato lo scu- detto nella stessa stagione perdendo lo spareggio con il Bre- scia di Beccalossi, che poi si aggiudicò il campionato. Ab- biamo vinto, però, diversi tornei durante la mia gestione del settore giovanile e ben 52 ragazzi sono arrivati a giocare in serie A, un esempio per tutti l’attaccante Marco Ferrante che ha vestito le maglie di Parma, Piacenza, Inter, Bologna ed Ascoli e soprattutto del Torino dove ha messo a segno ben 123 reti. Fabio Cannavaro e Ciro Caruso, poi, li ho presi dal- l’Italsider di Bagnoli che erano due ragazzini. I cartellini ci costarono praticamente il solo premio di preparazione».

12 mercoledì 12 febbraio 2020

IL PARERE di Salvatore Caiazza

“Vincerà chi sbaglierà meno” L’ex capitano nerazzurro era convinto che l’Inter di Conte facesse bene ma non si aspe�ava un Napoli a metà classifica. Un mese fa il Napoli sicura- mente non avrebbe avuto scampo, oggi in- vece Insigne può fare la dif- ferenza

na sola maglia nella sua ritroveranno dopo il confronto dello vita calcistica. Poi anche scorso gennaio al San Paolo. Dove Uquella dell’Italia. Sandro ad avere la meglio fu il “Bell’Anto- Mazzola per 20 anni, dalle giovanili nio” grazie ai regali degli azzurri. alla prima squadra, si è dedicato alla Nel tempo, però, Ringhio ha fatto causa dell’Inter. E a quei colori è un buon lavoro e di sicuro stavolta rimasto legato. Ne ha vissute di non sarà così facile per i meneghini sfide contro il Napoli. Sia da calcia- poter esultare. Magari lo faranno tore che da tifoso. E sono sempre ma non è così scontato. Il Napoli, state molto belle. Come si spera infatti, contro le big si esalta e non siano le due partite delle semifinali è un caso che dal trofeo tricolore di Coppa Italia. Conte e Gattuso si La maglia della sua vita calcistica ha eliminato la Lazio e poi dopo

mercoledì 12 febbraio 2020 15 con il suo papà Valentino. A destra Mazzola e Pelé avversari con le nazionali. Sotto con il mago Herrera nella stagione 1973–74 quattro giorni ha battuto la Juven- migliore dei modi di ricompattare il bomber nonostante le critiche iniziali. tus. Dunque, si vedrà un bell’incon- gruppo. Ma si è perso troppo tempo e Ma dall’altra parte c’è Insigne che vive tro prima a San Siro e poi al San quindi la lotta per lo scudetto è finita un momento particolare e quindi po- Paolo.

Allora Mazzola, si aspettava un campionato con l’Inter in lotta per lo scudetto e il Na- poli a centro classifica? «Sì e no. Sì perché mi aspettavo che la mia Inter potesse essere all’altezza della situazione. No, invece, che il Napoli rimanesse così lontano dalla vetta dopo la prima parte del campionato. Conte ha saputo tenere alta la concentrazione riuscendo a sfruttare al massimo le sue idee di calcio. Purtroppo Ancelotti si è ritrovato in un can-can di problemi che lo hanno portato all’esonero». prima di cominciare. Magari si po- trebbe risultare fondamentale per il pas- trebbe ambire ad un posto in Europa». saggio del turno. Vincerà chi sbaglierà Poi è arrivato Gattuso…. meno. Gli organici si equivalgono, certo «Anche Rino ha avuto le sue difficoltà Magari vincendo la Coppa Ita- si fosse giocata qualche mese fa l’Inter perché ha trovato un ambiente spaccato. lia? sarebbe stata l’unica favorita». Si è messo a lavorare e ha cercato nel «Beh quella è una strada. Ma il doppio confronto con l’Inter non sarà facile. Crede che Gattuso possa es- Certo, la seconda gara si giocherà al sere il tecnico del futuro del San Paolo ma Conte è bravo nel cari- Napoli? care certe sfide. Poi a gennaio ha avuto «Sì. Poi è stato fatto un mercato anche anche dei rinforzi e quindi saranno due per il suo gioco. È stato valutato male confronti equilibrati». all’inizio in una situazione difficilis- sima. Sa il fatto suo a livello tattico e Chi può fare la differenza? poi sa anche caricare l’ambiente come «Lukaku si sta dimostrando un grande Conte».

16 mercoledì 12 febbraio 2020

LA SFIDA DI COPPA ITALIA di Bruno Marchionibus A Milano per vedere il “famoso Colosseo” Gli azzurri chiamati a superare l’ostacolo Inter in 180 minuti che valgono l’accesso alla finale di Coppa Italia, ultimo a�o del tor- neo nazionale che manca nella bacheca del Napoli dal 2014

Una rivincita da non fallire La rosa del Napoli stasera come “novelli fratelli Caponi” darà l’assalto a Milano per portare a casa un risultato importante. Mai come in quest’annata, per gli azzurri, la Coppa nazionale ha assunto importanza centrale tra gli obiettivi stagionali. In campionato, infatti, nella se- conda metà del girone di andata i partenopei sono in- cappati in una serie di risultati negativi, consecutivi, senza recenti precedenti, che ha fatto sprofondare In- signe e compagni a centro-classifica ed ha portato alla sostituzione di Ancelotti con Gattuso, mentre in Cham- pions l’urna degli ottavi ha impietosamente ancora una Il capitano suonerà la carica volta accoppiato al Napoli un avversario quasi imbatti- Conte. La squadra meneghina grazie al carattere del bile: il Barca di Messi. La Coppa Italia è diventata, di proprio mister e a un organico di livello assoluto sta conseguenza, la via più concreta per dare un senso alla battagliando con Juve e Lazio al vertice del campionato stagione e per assicurarsi la partecipazione quanto- ed è recente la sconfitta subita dal Napoli al San Paolo meno alla prossima Europa League. per 3 a 1. Per i ragazzi di Gattuso, così, il match con i nerazzurri sarà anche l’occasione per “vendicare” una bruciante sconfitta interna e dimostrare una volta per tutte di aver imboccato la giusta strada per la definitiva guari- gione dai tanti problemi che hanno caratterizzato un’an- nata dall’andamento decisamente imprevedibile. A Fuo- rigrotta, il 6 gennaio scorso, l’Inter consegnò ai partenopei una calza piena di carbone dimostrandosi squadra solida, in grado di contenere un Napoli volitivo, e cinica, capace di sfruttare al meglio tre errori indivi- duali della retroguardia azzurra. Conte dispone di un L'ariete che dovrà sfatare il suo tabù a San Siro tandem d’attacco, Lukaku-Lautaro, forte fisicamente e A frapporsi tra il Napoli e la possibilità di disputare la in questa stagione prolifico, sotto porta, come mai. Se terza finale in otto anni, tuttavia, sarà un avversario tut- c’è qualcosa che i campani hanno avuto modo di impa- t’altro che semplice da affrontare: l’Inter di Antonio rare sugli avversari dal confronto di campionato, dun-

mercoledì 12 febbraio 2020 19 que, è che per battere quest’Inter occorre disputare una gara senza sbavature e senza passaggi a vuoto, non concedendo nulla e, anzi, dimostrandosi bravi a col- pire quando se ne ha l’opportunità. Il Napoli dovrà cercare di ripetere sia a San Siro che al San Paolo la gara vista contro la Juventus evitando sbilanciamenti e so- prattutto di offrire ai nerazzurri l’arma del contro- piede. Tra Conte e Gattuso una partita a scacchi Lukaku e Lautaro, come detto, sono senza dubbio le due frecce principali all’arco di Conte. Il belga e l’argentino hanno dimostrato di sapersi integrare perfettamente e Fabian Ruiz ci riproverà di costituire una seria minaccia per qual- siasi retroguardia avversaria. Dopo i tre gol subiti al San Paolo, quindi, per i difensori partenopei sarà un bel test trovarsi nuovamente al cospetto delle punte neraz- zurre, soprattutto per Di Lorenzo e Ma- nolas, protagonisti di sfortunati errori nella gara di Fuori- grotta ma autori poi di Zielinski la carta vincente prestazioni maiuscole contro mercato di gennaio. L’Inter, che in mezzo al campo in Lazio e Juventus. Tutto da gustare estate si era già assicurata le prestazioni dei giovani ta- anche, dal lato opposto del campo, il lentuosi Barella e Sensi, ha visto approdare nel capo- confronto tra il tridente azzurro, di luogo lombardo Eriksen, tra i migliori in Europa nel cui per aumentare le rotazioni proprio suo ruolo; il Napoli, che invece aveva accusato evi- da Milano è arrivato a far parte Poli- denti lacune a centrocampo in avvio di stagione, è tano, e la difesa a tre dell’Inter. I coraz- corso ai ripari acquistando Lobotka e, soprattutto, zieri nerazzurri hanno grandi doti fisi- , giocatore dalle caratteristiche assenti che ma, a eccezion fatta di Skriniar, nella rosa del Napoli. È proprio gra- zie al dinamismo dei “nuovi”, i quali hanno restituito allo scacchiere di Gattuso un equilibrio che nell’un- dici napoletano sembrava or- mai dimenticato, che il mi- potrebbero essere messi in diffi- ster calabrese potrà coltà dalla rapidità e dall’imprevedibilità riuscire nell’impresa di degli esterni napoletani, in particolar modo annullare la grande dall’estro di , parso rigene- qualità degli avver- rato dalla cura Gattuso, e dal possibile re- sari, la cui pericolo- cupero a pieno regime di Mertens. sità offensiva è ga- Interessante poi anche la partita rantita anche dai nella partita che nella zona me- laterali (già buono diana vedrà contrapporsi i centrocampisti delle due l’impatto di Ashley compagini, entrambe rinforzate in questo settore dal Young).

20 mercoledì 12 febbraio 2020 PUNTIPUNTI VVENDITAENDITTAA IINN CCAMPANIA:AMPPAANIA: C.C.C.C. I SANNITISANNITI - BBENEVENTOENEVENTO C.C.C.C. CAMPANIACAMPPAANIA – MMARCIANISEARCIANISE C.C.C.C. LE COTONIERECOTONIERE - FRATTEFRATTE CC.C..C.A AUCHANUCHAN GGIUGLIANOIUGLIANO – GIUGLIANOGIUGLIANO C.C.C.C. LE GINESTREGINESTRE – VOLLAVOLLA CC.C..C. LLAA CCARTIERAARTIERA – PPOMPEIOMPEI C.C.C.C. PPEGASOEGASO – PAGANIPAGANI CC.C..C.V VULCANOULCANO BBUONOUONO – NONOLALA C.C.C.C.I ILL CCARROARRO ––P PASSOASSO DDIIM MIRABELLAIRABELLA CC.C..C. AAUCHANUCHAN MMUGNANOUGNANO – MUGNANOMUGNANO CORSOCORSO ITALIAITTAALIA N.149N.149 - PPIANOIANO DDII SSORRENTOORRENTO CC.C..C.L LAAB BIRRERIAIRRERIA - NAPOLINAPOLI VIAVIAT TESTAESTTAA1 13/153/15 - AVELLINOAAVVELLINO CC.C..C. NNEAPOLISEAPOLIS – NAPOLINAPOLI VIALEVIALE LLEONAROEONARO DADA VINCIVINCI N.25/27N.25/27 – PPORTICIORTICI CC.C..C.Q QUARTOUARTO NNUOVOUOVO – QUARTOQUARTO VVIAIAE EPOMEOPOMEO N.205N.205 –N– NAPOLIAPOLI C.C.C.C. MMAXIMALLAXIMALLL – PPONTECAGNANOONTECAGNANO FFAIANOAIANO VVIAIA RROMAOMA 666/686/68 - AAVERSAVERSA C.C.C.C.LEP LE PORTEORTED DDIIN NAPOLIAPOLI – AAFRAGOLAFRAGOLA VVIAIAA DODOMITIANAOMITIANA - MMONDRAGONEONDRAGONE C.C.C.C. JJAMBOAMBO – TRENTOLATTRENTOLA DUCENTADUCENTTAA L’AVVERSARIO di Lorenzo Gaudiano

Dalla Bahìa Blanca alla Milano nerazzurra

Un sogno realizzato grazie al sostegno dei genitori, un’op- portunità per migliorare le con- dizioni di vita di tu�a la fami- glia. Oggi all’Inter l’a�accante argentino sta diventando un “Toro” difficile da matare

Argentina e il calcio. Tante storie da ritrovano periodicamente alla sera nella stanza da letto raccontare, tutte diverse, tutte me- per dormire tutti insieme. In qualche occasione con il L’ritevoli perché ancora intrise di cibo ci si deve arrangiare, ma in quella casa c’è sempre quell’antico romanticismo in via di estin- qualcosa che non manca mai: un pallone. Nel tempo li- zione che finora ha sempre reso questo sport bero il papà gioca a calcio, era difensore, e tutta la il più coinvolgente, il più passionale, ma so- famiglia lo accompagna nelle sue avventure. Al prattutto il più bello di tutti. termine della partita negli spogliatoi Lautaro A 640 Km dalla capitale Buenos Aires si arriva vuole subito andargli in braccio, sorridergli in una città di poco più di 300.000 abitanti e fargli capire che è stato il migliore in nella parte meridionale della Pampa, Ba- campo, anche se non ha segnato e alla hìa Blanca, dove Lautaro Martinez ha fine si è anche perso. Ed è per questo che mosso i primi passi, innamorandosi del il giovane argentino, quando comincia a calcio e coltivando il sogno di vestire un giocare anche lui, si presenta come un giorno le maglie dei club europei più importanti al difensore, per emulare il suo modello e mondo. renderlo fiero. In campo contrasta con decisione ogni attaccante, si avventa su La miglior difesa è l’attacco ogni pallone giocabile e soprattutto si Già a due anni, quando il piccolo Lautaro muove con grandissima velocità. Ha vede il pallone gli scappa immediatamente soltanto undici anni ma il suo alle- un sorriso. Due fratelli, la mamma in casa a natore proprio per quest’ultima badare alla famiglia e il papà tutto il giorno a caratteristica pensa che il lavoro come infermiere in una casa di riposo si suo ruolo migliore sia un

22 mercoledì 12 febbraio 2020 Lautaro e la nazionale argentina “Se ce l’ho fatta è merito dei miei ge- nitori. Mio padre ha giocato a calcio da giovane e ha trasmesso la sua passione a me e ai miei fratelli. I soldi erano molto pochi, ma un piatto in ta- vola e un pallone non ci sono mai mancati. Per un periodo dormivamo tutti in una stanza: noi tre figli con mamma e papà. Il fútbol era sacro, agli allenamenti andavamo in bici- cletta, in bus, spesso a piedi”

“Non sono tanto felice quando mi vedo allo specchio quanto lo sono per strada in Argentina e a Milano, città che amo. Essere fermati dai tifosi è una sensazione che non si può spie- gare a parole. Ti vogliono bene senza conoscerti, solo perché hai buttato una palla in porta. Ti fa capire quanto il calcio sia importante per la gente, soprattutto per i bambini, cosa che più mi emoziona. Con i tifosi preferisco le foto agli autografi, ho 22 anni e sono abituato così”

“Quello che mi ha sempre impressio- nato di lui è la sua grande efficacia e la capacità di essere così tanto pre- sente nel gioco e soprattutto decisivo. Ho sempre notato una cosa: in area raramente mancava la porta o sba- gliava. La palla finisce quasi sempre dove vuole lui ed in porta. Quando vuole qualcosa, la ottiene” Alberto Desideri suo allenatore al Club Deportivo Liniers

“Dal primo momento in cui l’ho visto mi sono convinto delle sue potenzia- lità. Ha ampi margini di migliora- mento, uno su tutti il temperamento. Un attaccante deve prendere meno cartellini gialli, questa cosa gliel’ho detta di persona. Ma ha tempo per ca- pirlo, fa parte del processo di maturità non ancora completato” Diego Milito suo compagno al Racing Avellaneda L’AVVERSARIO

mel Falcao. Nel 2015 fa il suo esordio, subentrando al- l’ex attaccante di Genoa ed Inter, conquistando il pub- blico per la sua grinta ed esplosività. Tali caratteristi- che gli valgono il soprannome “El Toro” e l’attenzione dei club europei più importanti. Tra questi c’è l’Inter, dove per tutta la sua carriera ha militato Javier Zanetti, guarda caso il suo secondo nome è proprio Javier. An- che Milito vi ha giocato, vi ha vinto una Champions e gli consiglia di andare. Milano lo aspetta. Alla carica! Ecco il campionato italiano. Nell’Inter di Spalletti Lau- Con Lukaku e De Vrij nella fortunata trasferta taro è la riserva di , argentino come lui e proprio con il Napoli capitano dei nerazzurri. Un posto da titolare non è as- altro. Decide così di avanzarlo in attacco e i risultati si sicurato ma il nuovo arrivato si mette subito in mostra, vedono subito. Lautaro infatti comincia a far parlare molto di sé e il Club Deportivo Liniers, squadra di Vil- legas nel Partido de La Matanza, a 16 km da Buenos Ai- res, proprio per questo non vuole lasciarselo sfuggire. È il 2013, a soli sedici anni è arrivato per lui il momento di allontanarsi da casa per realizzare il proprio sogno e garantire un giorno una vita migliore a tutta la sua fa- miglia. Un minuto gli basta Passa qualche mese. L’argentino già nel settore giova- nile si mette in luce, guadagnandosi la convocazione in prima squadra. In una partita di sesta divisione la sua squadra, sotto di due reti, è vicina alla sconfitta. Il gio- vane Lautaro entra in campo, dopo due minuti va subito in gol e alla fine la gara si conclude con un pari. Poche presenze e subito il passaggio al Racing Avellaneda, dove milita a quei tempi Diego Milito. Martinez spera un giorno di giocare al suo fianco in prima squadra, an- che se in realtà il suo vero idolo è il colombiano Rada- Martinez e Politano da compagni ad avversari diretti facendo vedere le sue qualità. Nella stagione successiva con l’arrivo di Conte in panchina e l’acquisto di Lukaku “El Toro” va alla carica. Tanti gol, ottime prestazioni e grande voglia di continuare a migliorarsi grazie ai consigli di un tecnico che fa della grinta la sua arma vincente e alla compagnia in attacco di un giocatore de- terminato e con un passato simile al suo, con cui ogni giorno una partita rappresenta la conquista di un grande palcoscenico, del benessere mancato durante l’infanzia e l’adolescenza, ma soprattutto la soddisfa- zione di aver realizzato il proprio sogno. Ogni giorno la vita è una grande corrida e questo Lautaro lo sa dav- Discute con l'arbitro Manganiello che lo manda fuori vero bene.

24 mercoledì 12 febbraio 2020 6$6

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il giorno di Inter-Napoli, semifinale d’andata di Coppa Italia: Gattuso e Conte con ogni pro- Èbabilità si affideranno fin dall’inizio al miglior 11 per cercare di conquistare la finale, che si disputerà allo Stadio Olimpico di Roma contro la vincente del- l’altra sfida fra Juventus e Milan. Già stasera ci sarà Insigne sui suoi allenatori bisogno di quel pizzico di fantasia che i gioca- “Sarò grato sempre a Zeman, mi ha lanciato e se sono arrivato sin qui è merito suo. Mazzarri è stato il primo allenatore in A, gli tori più estrosi possono garantire ad en- sarò sempre riconoscente. Benitez mi ha fa�o conoscere anche trambe le squadre. Fra questi, chi avrà ruoli diversi. Con il 4-3-3 di Sarri sono tornato alle origini, gli au- quasi certamente una chance è Christian guro ogni bene. Essere stato allenato da Ancelo�i per me è un onore, è un uomo straordinario. Ga�uso mi sta dando tantissima Eriksen, neoacquisto dell’Inter arrivato a fiducia e per questo lo ringrazio; sono felice dei gol che ho ri- Milano per innalzare il tasso tecnico della trovato e per come ci stiamo esprimendo” squadra. Il Napoli potrà invece contare sulle invenzioni e le giocate del proprio Insigne capitano, Lorenzo Insigne, che vive il sul rapporto suo miglior momento di forma stagio- con la tifoseria nale e che vorrà continuare a stupire “Alcuni tifosi napole- tani non mi hanno nella competizione nazionale in cui, capito. Credo ab- finora, è l’unico marcatore az- biano un'immagine zurro. diversa da quella che sono, a qualcuno potrei sembrare presuntuoso ma io per il Napoli mi farei ammazzare. Chiedo ai Il capitano tifosi di starmi vicino, spero possano ricredersi. in cerca A Napoli è l'ora di vincere, si aspe�a da troppo di continuità tempo” Una maglietta che ha sognato di indossare per tutta la vita ma che, dopo le giovanili, ha dovuto lasciare Gattuso su Insigne per farsi le ossa con Cavese, Foggia e Pescara prima “Lorenzo deve puntare l'uomo, avere una gamba brillante per saltarlo. Può sbagliare, ma deve pro- di riuscire a riconquistarla e ad esordire in Serie A varci. Negli ultimi 15-20 anni fa parte di quei 10 nel 2012. Insigne ha vissuto negli anni un rapporto con più talento nel calcio italiano. Se prende di odio ed amore con la piazza partenopea: così legato palla e torna indietro, non incide, lui ha forza pure se non è 1.90 cm, ha un motore im- ai colori azzurri da non riuscire ad essere sempre lu- portante, fa 12-13 km a partita con cido, ha sofferto in silenzio ed ingoiato bocconi amari qualità, deve continuare così” per l’esclusione in match fondamentali, ha subito fi- schi dai propri tifosi quando non è riuscito a dare il

26 mercoledì 12 febbraio 2020 100%, ma ha sempre tenuto alle sorti della squadra anno e mezzo passato a sacrificarsi ed a percorrere per cui tifa fin da bambino e della quale, dopo l’addio l’intera fascia sinistra nel 4-4-2 disegnato da Carlo di Marek Hamsik, è diventato il capitano. Dopo un Ancelotti, con l’arrivo di Gennaro Gattuso sulla pan- china azzurra ed il conseguente ritorno al 4-3-3, In- signe è tornato a giocare in un ruolo a lui più con- geniale ritrovando la via del gol e tornando ad essere decisivo. Ora è necessario, perché la squadra risalga posizioni in classifica, che il ragazzo di Frattamag- Eriksen al suo arrivo all’Inter giore che ha quasi 29 anni ritrovi un’accettabile “Essere qui è bellissimo. Sono molto emozionato e non continuità. vedo l’ora di farmi conoscere dai tifosi, ho già avuto modo di sentire il loro calore, è stata un’accoglienza fantastica. In Inghilterra ho fa�o bene, ma ora è arrivato il momento Il grande colpo di intraprendere una nuova sfida con una grande dei nerazzurri società come l’Inter, è un club fantastico” Nato a Middelfart, in Danimarca, nel giorno di San Valentino del 1992, Christian Eriksen Conte dopo i quarti spera di far innamorare il pubblico di fede ne- contro la Fiorentina razzurra: è stato infatti il grande colpo del “Ho forzato Eriksen che è arrivato ieri, mercato invernale dell’Inter che è riuscito non lo avevo mai fa�o. Ha mostrato su- bito le sue qualità ed ha personalità, ad assicurarselo per poco meno di 20 mi- calcia di destro e di sinistro e ci alza il li- lioni di euro. Il suo contratto con il Tot- vello di esperienza e di qualità. È du�ile e tenham era in scadenza e il giocatore ha può fare più ruoli, ha propensione all’ultimo passaggio, al gol ed è molto intelligente, si piazza voluto fortemente provare una nuova esperienza sempre nella zona giusta di campo. Più lavorerà sin da subito. Il suo acquisto, nonostante non ci con noi e più entrerà nell’idea di calcio che ab- fosse un ruolo cucito per lui nel sistema di gioco uti- biamo” lizzato da Conte, è stata un’operazione intelligente di una società che sta cercando di riacquisire quel- l’appeal internazionale che negli ultimi anni aveva Giuseppe Bergomi perso. Eriksen nasce trequartista, si è formato in su Eriksen Olanda con l’Ajax prima di trasferirsi in Inghil- “Su Eriksen devo essere onesto, gli riconosco di terra al Tottenham nel 2013. Grazie alla sua dutti- essere un giocatore di qualità, con un o�imo piede, in grado di dare i tempi alla squadra lità tattica può essere schierato anche da mezzala o e di modificare un sistema di gioco, ma defilato sull’esterno. Ha un’ottima visione di gioco, non è un giocatore che salta l’uomo. è in grado di calciare con entrambi i piedi ed è uno Devo capire bene ancora cosa è ve- nuto a fare all’Inter, è un acquisto di- specialista dei calci piazzati. È considerato uno dei più verso dagli altri” grandi calciatori della sua generazione ed è stato vo- tato per quattro volte come calciatore danese del- l’anno, record condiviso con Brian Laudrup.

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L’INTERVISTA IMPOSSIBILE di Giovanni Gaudiano Bruno Pesaola La nostalgia e i ricordi di un napoletano solo nato a Buenos Aires

l cappotto di cam- senza mai superare il limite dell’educazione e del buon- mello indosso anche senso, come quella volta che ancora in panchina, a Ber- Icon 25 gradi, la siga- gamo dove il suo Bologna aveva giocato, rispose a chi retta tra le labbra, i capelli gli chiedesse perché aveva annunziato una partita in ordine, magari la cra- d’attacco e poi la sua squadra si era difesa di- vatta leggermente sbottonata e poi cendo: “È che gli avversari me hanno ru- gli occhi profondi e il viso incline al bato la idea...”. sorriso. È Bruno Pesaola mentre raggiunge la Un qualsiasi salotto televi- panchina. sivo con il petisso era L’anagrafe dice che la sua nazionalità vivo, interessante per- è argentina ma chi lo ha conosciuto ché prima o poi Pe- davvero sa che di fatto non è così. saola avrebbe tirato Pesaola è un napoletano tra i napo- fuori una sua bat- letani. Ha vinto uno scudetto a Fi- tuta che avrebbe renze, dopo aver lasciato il Napoli stemperato qualche scambiandosi la panchina con discussione, magari Chiappella, ma si fa fatica a ricor- troppo accesa, inne- darlo. Se si parla di lui, si pensa solo scando una risata gene- ed esclusivamente al Napoli ed alla città nella quale rale. ha deciso di vivere ritagliandosi nel dopo car- «Sono un napoletano nato per riera la figura di opinionista attento, ironico sbaglio a Buenos Aires. Vede, se ne

mercoledì 12 febbraio 2020 29 L’INTERVISTA IMPOSSIBILE sono accorti un poco tardi ma nel 2009 il Comune di Napoli mi ha conferito la cittadinanza onoraria per rimediare ad uno sbaglio».

Cosa ha trovato a Napoli e cosa ha rappresentato questa città per lei? «Tutto. Napoli somiglia al quartiere de La Boca di Buenos Aires, un posto dove l’impronta italiana è forte anche se gli italiani sono arrivati in massima parte dalla Liguria. Le si- militudini sono tante. Ci sono tanti colori, la gente per le sammo e poi indossai la maglia azzurra. Devo dire che an- che Monzeglio, che era stato mio allenatore a Novara, chiese a Lauro di ingaggiarmi. Poi diciamolo, a Napoli non ti senti mai solo, non sai cosa possa significare la solitudine».

Nonostante il suo amore per Napoli lei ha man- tenuto questo accento che l’ha sempre contrad- distinta e poi ha sempre parlato, soprattutto ai giornalisti, del calcio argentino, della sua scuola, dei suoi fenomeni… «L’identità per tutti gli argentini resta forte in ogni caso. Poi mi sono accorto che il mio modo di parlare piaceva ed allora Il Petisso ed una foto che lo ritrae con Jeppson e Amadei con perché cambiarlo. Sono rimasto quello che ero e Napoli mi ha la maglia del Napoli apprezzato soprattutto per questo. Per quanto riguarda la scuola calcistica argentina, penso sia normale parlarne. Ho strade vive come a Napoli con allegria magari un po’ di- giocato con Di Stefano, sono stato allenato da Renato Cesa- sordinata ma vivace. Napoli però ha il mare e credo che il golfo e il suo lungomare siano i più belli del mondo. Quando ci sono venuto la prima volta è stata mia moglie Ornella a convincermi ad accettare di giocare per il Napoli. Ci spo-

Con Altafini e Sivori

rini che penso si debba ritenere un grande personaggio, co- noscitore del calcio come pochi. E poi anche se al River Plate ero nelle giovanili, prima di arrivare in Italia alla Roma, in quegli anni in prima squadra c’era “la máquina” (Munõz, Moreno, Pedernera, Labruna e Loustau, ndr.) e noi ragazzi avevamo il vantaggio di poterla vedere da vicino. Se dob- biamo parlare di calcio, del modo di attaccare, della fanta- sia, dell’imprevedibilità non possiamo non partire da quei cinque grandissimi giocatori».

30 mercoledì 12 febbraio 2020 Pesaola a casa sua con Improta, Il Petisso nel 2009 con la cittadinanza onoraria Vinicio e signora, Bruscolotti e Cané ricevuta dal Comune Questo vuol dire che lei considera meno impor- a cena, li coccolavo. La prima sera a casa mia siamo usciti tante, meno talentuoso il calcio italiano? sul terrazzo che dominava il golfo. Ho detto: ragazzi, que- «No, al contrario. Io penso che le scuole calcistiche abbiano sta è come una torta e ce n’è una fetta per tutti, basta che non delle loro peculiarità. Quella argentina e quella italiana ci rompano le scatole. Erano due campioni con due caratteri presentano dei punti di contatto. Basta pensare all’attacco del molto diversi e poi la società non era pronta a fare il grande grande Torino (Menti-Ossola, Loik, Gabetto, Mazzola, Os- salto. Il mio rimpianto è che avrei voluto essere io il primo a sola-Ferraris II, ndr.) per comprendere come si possano co- portare lo scudetto alla città e se ci fossi stato io in panchina struire squadre importanti. Per esempio mi viene in mente che con Maradona sono sicuro che ci sarei riuscito». uno dei punti di congiunzione tra la máquina del River Plate Pesaola ha scritto comunque il suo nome indelebil- e l’attacco del grande Torino risiedeva nella capacità di an- mente anche nel palmarés del Napoli. Nel 1962 alla dare in gol negli ultimi minuti delle partite, non era un caso». guida del Napoli, arrivato per sostituire Fioravante A proposito di talento perché ha sempre defi- Baldi, realizzò un vero miracolo conquistando la pro- mozione in serie A e la Coppa Italia, unica squadra ad esserci riuscita militando tra i cadetti. Il 29 maggio sa- ranno cinque anni che ci ha lasciati. Sembra ieri che po- tevamo ancora ascoltare almeno la sua voce, quella sua inflessione quasi radiofonica. La storia del petisso re- sterà per sempre legata alla città di Napoli e alla squa- dra che la rappresenta. Il prossimo maggio Pesaola avrebbe compiuto 95 anni, prima di quella data il Napoli potrebbe regalargli una gioia. Sarebbe un bel modo per ricordarlo e per donare nito Maradona più forte di Pelé? «Per me Maradona è stato più forte di Pelé che non si è mai mosso dal Brasile e giocava in una squadra fantastica, capace di rivincere senza di lui i mondiali in Cile. Maradona ha vinto un mondiale quasi da solo, s’è messo in discussione in Europa. Diego è stato l'ultimo a prendere il calcio come un gioco, anche se era la sua vita, la sua fidanzata, la sua droga prima che arrivasse quell'altra. Un genio del pallone. Fuori dal campo non era un intellettuale né un ignorante, era molto generoso, a casa sua infatti era una vera processione. Sul re- sto non posso giudicarlo, non ne ho il diritto, in un certo senso sono un tossico anch’io, lasciamo perdere».

Ma ci pensa che con il Napoli lo scudetto Pesaola con il suo compagno di squadra Hasse Jeppson l’avrebbe potuto vincere lei con Sivori ed Altafini un po’ di felicità a tutti quelli che amano la maglia az- prima di Maradona? zurra che, come ricordano le parole della canzone di «Certo, forse quel Napoli avrebbe potuto vincerlo lo scudetto Nino D’Angelo, “assomiglia al cielo e al mare di questa ma già farli convivere fu il mio capolavoro. Li invitavo spesso città”.

mercoledì 12 febbraio 2020 31 Posa in opera di pavimenti e lavori edili e di impiantistica

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Per info +393661500294 [email protected] L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus La coppa che può salvare la stagione

Una semifinale da vertice contro l’Inter per approdare alla finale dopo avere eliminato la Lazio e giocare per dare un senso a tu�a l’annata. Una possibilità di rilanciare l’intera rosa e garantirsi un piazzamento per l’undicesimo anno consecutivo in Europa

n una stagione imprevedibile caratterizzata da problemi di Iogni genere, con la partecipa- zione alla prossima Champions che appare oramai un miraggio e la stessa qualificazione all’Europa Lea- gue che si presenta molto difficile, la semifinale di Coppa Italia rappre- senta per il Napoli un’occasione da non perdere. Certo tra due settimane al S. Paolo andrà in scena il primo atto degli ot- tavi di Champions, ma obiettiva- mente nella doppia sfida con il Bar- Si festeggia sotto la curva dopo Napoli-Lazio cellona la squadra azzurra parte decisamente sfavorita: due presta- dicalmente. più “dolce” la stagione azzurra, e che zioni “modello Liverpool” potreb- Intanto però c’è da affrontare l’Inter, inoltre potrebbe consentire alla bero dare ulteriore visibilità e credi- avversario molto forte ma sicura- squadra partenopea di disputare an- bilità internazionale al Napoli, ma i mente alla portata del miglior Na- che la prossima finale di Supercoppa pronostici per la qualificazione ai poli, e cogliere l’opportunità di di- Italiana, regalando ai suoi tifosi ul- quarti sono ovviamente tutti dalla sputare nuovamente una finale di teriori emozioni. parte dei blaugrana. Se poi gli uo- Coppa Italia a distanza di sei anni da La vittoria della Coppa Italia dà an- mini di Gattuso riuscissero nell’im- quella vinta contro la Fiorentina nel che diritto all’accesso diretto alla presa, è chiaro che tutte le valuta- 2014. prossima Europa League, che nel zioni sulla stagione azzurra e sulle Si tratterebbe di un risultato impor- caso del Napoli significherebbe l’un- sue prospettive cambierebbero ra- tante, certamente tale da rendere dicesima partecipazione consecutiva

mercoledì 12 febbraio 2020 33 Milik a secco con la Lazio, si attendono i suoi gol in semifinale Demme contro Parolo alle coppe europee, altro risultato di torno ai 18 mln annui. Infine, la possibilità di disputare grande prestigio. Considerando i dati relativi alle ul- l’Europa League. Nella stagione in L’ottenimento della finale, e magari time due edizioni di Coppa Italia, si corso, il montepremi complessivo è la conquista del trofeo, avrebbero può stimare che per il Napoli arri- di 560 mln, un importo ben lontano poi un enorme valore psicologico vare in finale può valere, compresi i dai quasi due miliardi della C.L. ma per i calciatori azzurri, un gruppo ricavi per la vendita dei biglietti, fino comunque di tutto rispetto, che può che si sta rinnovando e ritrovando e a 5 mln di euro, mentre alzare la assicurare soprattutto a chi arriva in che, in cerca di nuovi stimoli e nuove coppa può significare un incasso di fondo alla competizione cifre inte- certezze, acquisirebbe maggiore au- circa 7 mln. ressanti. tostima e consapevolezza dei propri Guadagni notevoli anche per la par- In particolare, la fase a gironi assi- mezzi e potrebbe avviare nel mi- cura 2,75 mln per la partecipazione, gliore dei modi il nuovo ciclo della 570mila euro per ogni vittoria e squadra partenopea. 190mila per ogni pareggio, oltre a Dunque la conquista della Coppa un ulteriore bonus di 1 mln per il Italia dal punto di vista sportivo sa- primo posto e 500mila euro per il se- rebbe di fondamentale importanza, condo. La qualificazione ai turni suc- in quanto oltre a salvare una sta- cessivi prevede una serie di bonus gione altrimenti deficitaria (salvo crescenti fino ad arrivare ai 4,5 mln piacevoli sorprese europee), avrebbe per le finaliste cui si aggiungono ul- effetti positivi che potrebbero esten- teriori 4mln per la vittoria finale. dersi alla prossima stagione. Complessivamente, la squadra vin- Ma anche dal punto di vista econo- citrice può incassare quindi dai 20 ai mico andare in finale e magari por- 25 mln, oltre ovviamente alle quote tare a casa il trofeo avrebbe un im- dei diritti TV e del ranking storico patto importante. e agli incassi dei biglietti. La formula della Coppa e gli ottimi Sono tanti dunque i risvolti sportivi ascolti degli ultimi anni hanno por- e anche economici che rendono fon- tato infatti a un incremento dei di- damentale la doppia sfida all’Inter, e ritti TV della competizione (asse- La Coppa Italia del 2013-14. Un'immagine tanti i benefici che possono derivare gnati alla RAI per il triennio che vorremmo rivedere dall’approdo in finale di Coppa, ma il 2018-2021 per la somma di 35,5 mln tita valida per la Supercoppa Ita- principale risultato che i tifosi si at- di euro a stagione), e di conseguenza liana, se consideriamo che nell’ul- tendono e che gli azzurri possono anche del montepremi complessivo tima edizione le due contendenti ottenere è quello di restituire al Na- assicurato dalla Lega alle squadre hanno portato a casa 3,375 mln a poli il ruolo di squadra di vertice partecipanti, che si è attestato in- testa. del calcio italiano.

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n mercato invernale scoppiettante come mai per il Napoli di Aurelio De Laurentiis. E così, Udopo essere intervenuta sul centrocampo, la società partenopea ha pensato di acquisire un esterno di fascia destra per avvicendare, quando necessario, un Callejon apparso logoro e poco motivato e per conti- nuare sulla strada del rinnovamento che sembra oramai avviato con decisione. Un corteggiamento durato due anni Il nome di Politano era sul taccuino di Giuntoli sin dal gennaio 2018. Gli azzurri, allora allenati da Maurizio Sarri, si giocavano lo scudetto punto a punto con la Ju- ventus ed erano alla ricerca di un esterno offensivo di fascia destra. Sfumato Verdi (che sarebbe arrivato sei mesi dopo dal Bologna), il Napoli provò fino all'ultimo secondo del mercato per Matteo Politano non riu- scendo però a chiudere la trattativa con il Sassuolo. Nell’estate successiva il romano si trasferì all'Inter. In questo mese di gennaio sembrava destinato al ritorno alla Roma nell'ambito di uno scambio con Spinazzola, poi saltato. Il Napoli ha colto l’occasione, coronando un corteggiamento durato ben due anni e assicurando- selo per una cifra complessiva che sfiora i 23 milioni di Politano con il presidente De Laurentiis euro con il grosso del pagamento previsto per luglio 2021. presenze e 11 gol nella squadra Primavera che vince scudetti e coppe. La vera prova però lo attende nell’ap- L’uomo e la sua fede giallorossa proccio al calcio professionistico. L'impatto a Perugia, Matteo Politano nasce a Roma il 3 agosto 1993 ed è vis- in prestito, è subito positivo: gol e titolarità, stesso di- suto ad Ottavia. I primi passi da calciatore li ha com- scorso per quel che concerne il Pescara prima della con- piuti nel 2000 al Selva Candida. Lo vede Bruno Conti sacrazione in Serie A nel Sassuolo, dove si è conquistato che lo porta a Trigoria dove resterà per 8 anni finendo 110 presenze accompagnate da 24 gol in tre stagioni. per essere parte di quella rosa del ‘93 che ancora oggi Dall’Emilia all'Inter prima con Spalletti e poi con viene ricordata come una delle più forti della storia del Conte. Con quest’ultimo allenatore poco spazio a diffe- settore giovanile giallorosso. Politano colleziona 50 renza di quanto succedeva con il predecessore, ma co-

mercoledì 12 febbraio 2020 37 L'esordio in nazionale Hanno detto di lui munque Politano racimola 63 presenze e 6 gol in due Aurelio de Laurentiis nel 2018 stagioni. Nel frattempo il Ct lo fa “Secondo me erano soldi buttati dalla finestra” esordire in nazionale maggiore il 28 maggio 2018 con- tro l’Arabia Saudita, ad oggi l’esterno romano vanta 3 presenze con una rete. (attuale allenatore della Fiorentina) Matteo non ha mai nascosto di essere un accanito tifoso “Politano è un gran professionista ed è un ragazzo serio. Può adattarsi in diversi ruoli in attacco, è rapido della Roma e, mentre era a Sassuolo, andava a vedere le ed ha la capacità di giocare a ridosso delle punte” partite della sua squadra in incognito. Inoltre è un ap- passionato di fantacalcio ed ha affermato di comprare Eusebio Di Francesco sempre se stesso nelle sessioni fatte con gli amici. Ha (suo allenatore al Sassuolo) anche raccontato che, se non avesse fatto il calciatore, 1 – Nel novembre 2016 avrebbe fatto il meccanico, che è il mestiere del padre, “Per me parlare di lui è motivo di grande soddisfazione. in quanto gli sono sempre piaciuti i motori. Politano è, Questo ragazzo è venuto a Sassuolo dopo l'esperienza poi, una persona riservata che non ama i riflettori e, con il Pescara in B ed è cresciuto tantissimo. In lui ave- come detto da lui, pubblica molto poco sui social media vamo visto subito delle qualità importanti e grazie al la- voro e alla sua voglia di migliorarsi, è riuscito oggi a e quando lo fa è solo per soddisfare le curiosità dei ti- ricavarsi un posto in Nazionale” fosi. Preferisce un approccio sereno con i media, cer- cando di avere una vita il più possibile “normale”. 2 – Nel dicembre 2018 “In realtà ho contribuito a mandarlo via io dalla Roma Un esterno multiruolo perché, quando era a Sassuolo, ho ritenuto opportuno riscattarlo subito. Ha potenzialità enormi che da ra- Matteo Politano è alto 171 cm per un peso forma di 67 gazzo erano inespresse, ora si sta togliendo le soddi- kg ed è mancino. Si distingue per grande rapidità e ve- sfazioni che merita: gli faccio i complimenti, sono locità, l’arma dello scatto è accompagnata anche da affezionato a lui” una buona progressione. È un giocatore resistente, ca- parbio anche se per la sua conformazione fisica non co- stituisce una aggiunta di fisicità alla squadra di Gattuso. Ha buone doti tecniche, come un primo controllo pulito, evidente soprattutto in situazioni dinamiche, che com- pensano le carenze dovute alla sua struttura fisica. È un giocatore peculiare perché, a differenza di quanto ri- chiesto dal calcio contemporaneo, non spicca in niente in particolare ma produce un grande volume offensivo, rappresentando un esterno eclettico. Riesce ad avere sempre la giusta concentrazione durante la gara. È ca- pace di ricoprire vari ruoli rendendosi utile su tutto il fronte offensivo e per queste sue caratteristiche po- trebbe rivelarsi molto utile nel 4-3-3 voluto da Gennaro In campo con la Primavera giallorossa nel 2010-11 Gattuso.

38 mercoledì 12 febbraio 2020

FLASH – IL CAMPIONATO PER IMMAGINI di Gianluca Mosca

Insigne vs Immobile NAPOLI – LAZIO 1-0 amici-nemici 21 gennaio

La gara di Coppa Italia tra Napoli e Lazio si svolge all'insegna dell'amicizia tra due campioni, Insigne ed Immobile, avversari per una sera. I due napoletani sono stati compagni di squadra sin dai tempi di Pe- scara ed anche in nazionale è proseguita la loro car- riera parallela. Anche fuori dal campo Insigne ed Im- mobile hanno condiviso numerose vacanze che i due hanno trascorso insieme con le rispettive famiglie. In questa stagione, almeno sino a questo punto, i due vi- vono, però, un periodo di carriera opposto: infatti se Immobile sta disputando un'ottima stagione con la Lazio, che lo vede indiscusso della Se- rie A, Insigne ha attraversato sin qui un periodo poco felice con la squadra partenopea, tra prestazioni incolori e vicende al di fuori del campo che hanno fatto del capitano azzurro il primo obiettivo delle criti- che. Nel match con la Lazio di Coppa Italia un gol proprio del capitano, in avvio di gara, segnerà l’esito del confronto. Poi la Lazio avrà la grande occasione per recuperare la partita perché su una gamba alta di Hysaj, Caicedo si procurerà un cal- cio di rigore. Sul dischetto Immobile scivola al momento del tiro, sparando alto. Il Napoli soffrirà nel prosieguo della partita in 10 contro 10, ma riuscirà a conquistare la vittoria ed Insigne bat- terà, almeno in questa serata, l’amico/avversario Immobile.

Il Napoli batte la Juve NAPOLI – JUVENTUS 2-1 e tiene in corsa l’Inter 26 gennaio

Gattuso batte Sarri. È un Napoli concreto ed equi- librato quello che fa lo sgambetto alla capolista. La prestazione è attenta. La squadra azzurra non con- cede nulla alla squadra campione in carica che non riesce quasi mai ad impensierire la retroguardia, nonostante le assenze che ancora si registrano nella difesa azzurra, guidata con autorevolezza dal greco Manolas. I due tecnici si conoscono bene ma come si vede nella foto Sarri dispensa all’avversa- rio uno dei suoi soliti sorrisi di circostanza, po-

mercoledì 12 febbraio 2020 41 trebbe evitarlo il toscano, somiglia a “Joker”. Dopo un primo tempo chiuso a reti inviolate ci pensano Zielinski ed Insigne, ancora lui, a mandare la Juve al tappeto. Nel finale la solita disattenzione, dovuta anche ad un momento di rilassamento, consente a Ronaldo di accorciare le distanze, ma ci pensa proprio il capi- tano azzurro con un buffetto a segno, nonostante le diverse altezze, a rincuorare il portoghese o forse a dirgli che questa volta gli è andata male. È una vit- toria importante ottenuta contro qualunque prono- stico e con una prestazione convincente. È la scin- tilla che serviva? Si vedrà, nel frattempo da Milano, sponda Inter, arrivano ringraziamenti e… Politano.

Gli azzurri più forti SAMPDORIA – NAPOLI 2-4 della “legge dell’ex” 3 febbraio

Il Napoli parte a Marassi con il botto: ar- riva subito il gol di testa di Milik, seguito poco dopo dal primo gol di Elmas che, so- praffatto dalla gioia, scoppia in lacrime. Sono passati solo 16' ed il Napoli conduce per 2-0. La gara sembra in discesa ma al 26' Quagliarella, ancora lui, accorcia le di- stanze con uno dei suoi eurogol. Il pareg- gio di Ramirez viene annullato per un tocco di mano di Gabbiadini precedente alla segnatura. A complicare la partita del Napoli però ci pensa ancora Quagliarella, che dopo la rete si guadagna un calcio di rigore che l’altro ex partenopeo Gabbiadini, esultando forse pole- micamente, realizza. Gli azzurri stringono i denti, combattono in campo e riescono a trovare il gol con il subentrato Diego Demme, reduce da una fastidiosa influenza ma con un nome ed un sinistro che danno ga- ranzia. Allora Gattuso decide di mandare in campo anche Matteo Politano, dopo aver schierato al po- sto di un ancora incerto Callejon , al rientro dopo un paio d’infortuni. Ed è proprio il belga che al 98' firma il poker az- zurro su una uscita avventurosa fuori area di Audero con un tiro dalla lunga distanza preciso, im- prendibile e beffardo.

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IL CAMPIONATO di Lorenzo Gaudiano

Alla conquista dell’Europa Alla Sardegna Arena per cancellare l’inaspe�ata sconfi�a di set- tembre allo stadio San Paolo e risalire ancora di più la classifica

minuti passano, la partita volge al termine ormai, la serata è maledetta. Il pallone non vuole sa- Iperne di entrare, il Napoli ci prova in tutti i modi ma nulla. Il Cagliari riesce a resistere, del resto nel campionato italiano la filosofia speculativa paga, so- prattutto quando la fortuna assiste. Verso il 90° un cross in area di rigore, Llorente si avventa sul pallone ma non può arrivarci, perché il difensore rossoblù Klavan lo strattona. La trattenuta sfugge all’arbitro Di Bello, alle telecamere delle pay-tv e forse anche ai ti- fosi sugli spalti impegnati a seguire la traiettoria della sfera. In contropiede i sardi si portano in vantaggio con Castro, gli azzurri sono sconfitti. È il 25 settem- bre, i colori dello stadio San Paolo rimesso a nuovo perdono per un attimo la loro vivacità, in campo in- vece il Napoli perde la bussola. Proteste vivaci contro il direttore di gara, Koulibaly espulso, gli animi sono piuttosto accesi. Chi avrebbe potuto immaginare che quella serata sarebbe stata il prodromo di una crisi più profonda, di una serie di risultati non all’altezza e di una classifica impensabile prima dell’inizio del cam- pionato? Il Cagliari invece comincia a volare, la qualificazione ad una competizione europea comincia a non essere più soltanto un sogno, tredici risultati utili consecu- tivi prima di cedere in casa contro la Lazio a metà di- cembre. Come un passaggio di testimone sulla pista d’atletica, sembra che le due squadre si siano scam- biate di posto. Domenica il giro si conclude, quel te- stimone deve essere assolutamente riconquistato per continuare la rincorsa e regalare al pubblico ancora una volta la partecipazione alle coppe europee. Coppa Le foto sono della partita del girone d’andata persa dal Napoli dalle grandi o piccole orecchie non importa, basta al San Paolo per 1 a 0 che tutto torni al suo posto.

44 mercoledì 12 febbraio 2020 si desterà dal suo bellissimo sogno continuando la rin- corsa. Due filosofie e… vongole a confronto Che Cagliari si ritroverà di fronte il Napoli? Speculativo ed attendista come al San Paolo, oppure propositivo e infiammato dal pubblico di casa? Grande dilemma. La squadra di Maran grazie ad una campagna di acquisti di livello oggi è sicuramente tra le migliori del cam- pionato. La freschezza di Pellegrini sulla fascia sinistra, la grinta di Nainggolan a centrocampo e la fantasia di Joao Pedro in attacco sono soltanto alcuni punti di forza di una rosa che finora ha dimostrato di poter Duello all’ultimo sangue Si va alla Sardegna Arena, uno stadio non permanente costruito per ospitare le gare casalinghe del Cagliari nel parcheggio adiacente al settore Distinti dello storico stadio Sant’Elia, demolito nel 2017 per lasciare posto al nuovo impianto che quest’anno dovrebbe essere inau- gurato. I rossoblù cominciarono a giocarci nel settem- bre 1970, qualche mese prima arrivò lo Scudetto fe- steggiato all’Amsicora con Manlio Scopigno in panchina, Gigi Riva, Sergio Gori, , e il capitano in campo. Era un’altra epoca, la dittatura delle squadre del Nord ogni tanto veniva interrotta, si ammiravano sul terreno vendere cara la pelle a chiunque. Occorrerà ai ragazzi di Gattuso disputare una grande gara dal punto di vi- sta atletico, velocizzando il fraseggio e la costruzione del gioco per impedire agli avversari di serrare le file come nella partita d’andata. Al fischio finale, perché no, si potrà approfittare per assaggiare la “fregula cun cò- ciula”, un piatto tipico a base di pasta di semola e von-

di gioco fuoriclasse d’altri tempi, ci si divertiva sugli spalti, anche se gli insulti tra le tifoserie comunque non mancavano. Domenica alle 18 ci sarà un’atmosfera com- pletamente diversa. Non sarà un duello all’ultimo san- gue ma quasi. Entrambe desiderano l’Europa: chi non la vede ormai da anni; chi l’ha respirata per dieci con- secutivi e come un vizio non può assolutamente farne a meno. Del resto, c’è enorme curiosità di scoprire se il gole sarde per chiudere la giornata. Anche se, occorre Napoli riuscirà a risalire la classifica e a mantenere le ribadirlo, gli spaghetti con vongole veraci del Mar Tir- aspettative di inizio stagione oppure se il Cagliari non reno sono più buoni e questo non si può negare.

mercoledì 12 febbraio 2020 45 9LD*LDQ/RUHQ]R%HUQLQL1DSROL1$ 7HO $SHUWRGDOOXQHGuDOVDEDWRGDOOHDOOH LA STORIA DELLA CHAMPIONS di Giovanni Gaudiano Da Puskás ad Eusébio

La Coppa resta nella penisola iberica. Il Benfica di Béla Gu�- mann vince due volte. Dal talento dell’ungherese a quello del portoghese nato in Mozambico che diventerà la “pantera nera”

a volontà di Santiago Ber- nabéu di vedere il suo Real Lsempre vincente non ha co- nosciuto limiti se non quelli dettati dall’impossibilità di convincere qualche giocatore legato alla sua terra, alla sua squadra d’origine. Con Ferenc Puskás il problema il presidente dei blancos lo ebbe al- l’interno del suo club. Il colonnello ungherese viveva da due anni in esi- lio in Italia, aiutato da qualche amico. Era stato raggiunto dalla fa- miglia ma anche da una squalifica, richiesta dalla federcalcio unghe- rese che lo accusava di diserzione e sancita dalla Fifa. La stella della Honvéd venne appiedata per 2 anni ed in molti ritenevano che la sua carriera si fosse oramai chiusa. Ferenc Puskás Puskás da allenatore Nonostante qualche impegno in gare amichevoli, sulle quali la fede- razione chiuse un occhio, appena la squalifica gli fu ridotta Bernabéu bruciò tutti sul tempo e ingaggiò l’ungherese. A Madrid i commenti erano discor- danti ma era praticamente impossi- bile contrastare la volontà di don Santiago. Puskás aveva 31 anni, era fermo da 18 mesi ed era ingrassato quasi un chilo al mese vista la man- canza di un vero allenamento ed in virtù di un fisico che tendeva alla pinguedine. Bernabéu aveva però Il primo attacco galactico del Real Madrid. Da sinistra: Kopa, Rial, Di Stefano, predisposto tutto, allestendo Puskàs e Gento

mercoledì 12 febbraio 2020 47 LA STORIA DELLA CHAMPIONS un’equipe medica e di preparatori atletici che avrebbe riportato il gio- catore in forma. Il risultato fu eccezionale, Puskás visse una seconda giovinezza calci- stica vincendo con la maglia del Real: tre coppe dei Campioni, una coppa Intercontinentale, 5 campio- nati nazionali spagnoli ed una coppa di Spagna. Giocò sino a 40 anni e fu capocannoniere svariate volte nelle varie competizioni. Puskás e la Coppa del Mondo del 1954 Parlare del talentuoso giocatore La grande Ungheria del 1953 magiaro è facile. Nella sua carriera Puskás giocò egualmente, anche se gli è sfuggita solo la Coppa del visibilmente menomato. Nonostante Mondo nel 1954, in Svizzera, questo portò la sua squadra in van- quando la grande Ungheria fu bat- taggio e avrebbe anche allungato la tuta in finale dalla Germania. Pu- partita ai supplementari grazie ad skás fu azzoppato proprio dal tede- un'altra rete messa a segno prima sco Liebrich, che lo inseguì per del 90° che, seppur palesemente re- tutto l’incontro nella gara del gi- golare, fu annullata dall’arbitro rone di qualificazione centrandolo della partita, l’inglese Ling. duramente almeno tre volte sino a La scelta del direttore di gara aveva procurargli una frattura alla cavi- contrariato la delegazione unghe- glia. Si racconta che l’allenatore te- rese. desco Sepp Herberger avesse chie- Negli anni precedenti la nazionale sto specificamente una marcatura magiara e la squadra della Honvéd, ferrea sul numero 10 magiaro, pre- che ne rappresentava quasi tutto lo vedendo di poter rincontrare l’Un- scheletro, avevano più volte battuto Sepp Herberger, il ct della Germania gheria in finale come poi accadde. campione del mondo nel 1954 sonoramente la nazionale inglese e le squadre di club d’oltremanica e questo avrebbe dovuto consigliare una scelta verso un direttore di gara meno coinvolto. La designazione fu di fatto infelice. Nelle sue memorie l’allenatore di quella splendida squadra, Gusztáv Sebes, racconta in particolare due aneddoti che spiegano perché avesse fatto giocare Puskás nonostante fosse infortunato. Prima della partita l’attaccante Sán- dor Kocsis, che aveva messo a segno due doppiette contro il Brasile agli

Fritz Walter e Ferenc Puskás con l'arbitro William Ling ottavi e contro l’Uruguay in semifi- prima della finale del mondiale del 1954 nale, gli chiese: “Mister, ma Puskás

48 mercoledì 12 febbraio 2020 giocherà la finale, vero? Mi creda, è Guttmann aveva costruito quella molto difficile per me da quando lui squadra attorno all’uomo di mag- non gioca. Tutti mi stanno addosso, gior classe del momento, il centro- tutti mi attaccano. Qualsiasi cosa io campista Mário Coluna, sopranno- faccia, non riesco a liberarmi di minato dai tifosi lisbonesi “il mostro tutti. Potremmo marcare il doppio sacro”. Coluna era originario di In- di reti se ci fosse Ferenc”. La solle- haca, un’isola del Mozambico, colo- citazione del suo giocatore aveva nia portoghese, aveva iniziato a gio- generato nella mente di Sebes un care da attaccante ma per le sue pensiero che lui stesso spiega: “Mi innate doti di eleganza e fantasia e venne in mente la valutazione della per la grande visione di gioco ac- rivista tedesca “Kicker” dopo le Mario Coluna coppiata ad un sinistro pungente Olimpiadi: «I giocatori ungheresi prestabilito. dalla lunga distanza fu arretrato sono i maghi del calcio. I fili del Il Barcellona arrivò in finale dove si proprio da Guttmann nel ruolo di gioco convergono tutti verso Pu- pensava dovesse prevalere ed invece centrocampista. Resterà 16 anni al skás. È lui che dirige, che guida la fu sconfitto dal Benfica di Béla Benfica durante i quali vincerà: 10 squadra sulla via che conduce alla Guttmann, un ungherese, che in se- scudetti, 6 coppe nazionali e due vittoria»”. guito diverrà austriaco, di origine coppe dei Campioni. Nel 1966 con ebraiche. Il tecnico è noto nella sto- lui in campo la nazionale porto- Dal Real Madrid al Benfica ria del calcio soprattutto per la fa- ghese conquisterà il terzo posto ai Tornando alla Coppa dei Campioni, mosa invettiva scagliata contro la mondiali d’Inghilterra, che resta ad il ciclo del Real si concluse tra le po- società del Benfica, rea di non aver- oggi il miglior risultato raggiunto lemiche con la squadra eliminata gli voluto aumentare lo stipendio, dalla nazionale lusitana nella mas- dagli “odiati” connazionali del Bar- che ancora oggi resiste e che preve- sima competizione calcistica mon- cellona. In quella sconfitta ci fu un deva come la società portoghese diale. In quella edizione della Coppa po’ della sfortuna capitata non avrebbe più vinto dopo il suo li- dei Campioni giocherà, poco, la Ju- proprio al grande Puskás cenziamento in campo internazio- ventus di Sivori, Charles e Boni- ai mondiali del 1954. nale. perti evidenziando già in quell’edi- Prima di tutto la finale di zione quel complesso e la difficoltà quell’anno si sarebbe gio- di imporsi in campo internazionale cata a Berna, proprio nello proseguita nel tempo. La squadra stesso stadio dove la sua Un- allenata da Carlo Parola, con Re- gheria aveva dovuto cedere alla nato Cesarini nella fase iniziale del Germania sulla quale peraltro in campionato di serie A come Diret- quegli anni pesavano anche sospetti tore Tecnico, vincerà il campionato di doping. E poi di mezzo ci fu an- ma verrà eliminata dalla squadra cora una volta un arbitro inglese, che diventerà il CSKA di Sofia al quel Reginald Leafe, che aveva di- primo turno della competizione eu- retto anche la famosa partita tra ropea. Wolverhampton e Honvéd del 1954. Agli ottavi di Coppa dei Campioni Il Benfica concede il bis Leafe annullò 4 reti al Real Madrid, Nell’edizione seguente, quella del decretandone l’eliminazione. Di Ste- 1961-62, la squadra portoghese fano dichiarò che probabilmente la si prenderà il lusso di rad- supremazia del Real non piaceva doppiare. Guttmann inse- a qualcuno dell’Uefa e che la rirà in squadra un giovane designazione dell’arbitro proveniente anche lui dal inglese, vista la sua dire- Mozambico zione, aveva qualcosa di come Coluna: Eusébio da Silva Ferreira 49 LA STORIA DELLA CHAMPIONS

Eusébio. venze feline, il giovane mozambi- Eusébio da Silva Ferreira, che verrà cano viene schierato come mezzala soprannominato la “pantera nera”, ma di fatto è una punta che opera in quel primo anno con la maglia del quasi come un secondo centravanti. Benfica giocherà complessivamente Sarà il simbolo del Benfica e della 31 partite mettendo a segno 29 reti. nazionale portoghese per molti anni Nel corso della sua carriera Eusebio vincendo: 11 campionati, 5 coppe giocherà 440 partite con il Benfica, nazionali ed una Coppa dei Cam- mettendo a segno 473 reti (totale pioni. 733 reti in 745 partite), una media realizzativa eccezionale che gli con- sentirà di vincere due volte la Scarpa d’oro come miglior realizza- L'allenatore ungherese Béla Guttmann tore in Europa nel 1968 e nel 1973 Del Sol, Di Stefano, Puskás e Gento. e soprattutto di venire eletto Pal- Il Benfica s’imporrà per 5 a 3 e com- lone d’oro nel 1965, giungendo in plessivamente nelle 7 partite dispu- altre due occasioni secondo. tate la squadra delle aquile metterà È stato un attaccante veloce, po- a segno 17 reti con Eusébio che in 6 tente, dotato di ottima tecnica indi- presenze andrà in gol ben 5 volte. In viduale, di un tiro potente e preciso quell’edizione la Juventus uscirà ai anche dalla lunga distanza e di no- quarti per mano del Real. La sfida tevoli capacità acrobatiche. Abile nel sarà però di quelle da ricordare. A dribbling utilizzato quasi con mo- Torino si imporranno le “meren- gues” con un gol di Di Stefano, nella gara di ritorno al Chamartin di Ma- drid sarà Omar Sivori a mettere a segno la rete che obbligherà le due

Eusébio, la pantera nera del Mozambico squadre a disputare lo spareggio. Si giocherà al Parco dei Principi di Pa- In finale, il 2 maggio del 1962 ad rigi, la Juventus resterà in partita Amsterdam metterà a segno la grazie ancora a Sivori sino a quando quarta e la quinta rete, sul punteg- non si infortunerà Stacchini e il Real gio di tre a tre contro il Real Ma- andrà in vantaggio anche per un er- Eusébio e Coluna drid di: Araquistain, Santamaria, rore del portiere Anzolin.

n. 23 del 12 febbraio 2020 Redazione Pubblicità, Marketing Hanno collaborato SEGUICI SUL NOSTRO SITO WEB Marco Boscia e Stampa a cura della a questo numero Aut. Tribunale di Napoli Bruno Marchionibus Pubbli and Managment srl www.rivistanapoli.it n. 50 del 8/11/2018 Via G. D’Annunzio 4 Grafica e Impaginazione Mimmo Carratelli RIVISTA A DISTRIBUZIONE GRATUITA San Nicola La Strada (Ce) Salvatore Caiazza CON IL QUOTIDIANO “ROMA” Mario de Filippis Tel. 0823 330633 Francesco Marchionibus Posta ele�ronica: Le foto della sezione [email protected] Gianluca Mosca Dire�ore Responsabile sportiva sono Resta sempre Giovanni Gaudiano Domenico Sepe Dell’agenzia Mosca aggiornato Consulenza Amministrativa con tutti gli articoli Coordinatore Editoriale Sonia Mosca dedicati alla squadra, Lorenzo Gaudiano e Gianluca Mosca Studio Marchionibus Rivista Napoli agli eventi ed alla città “Napoli” sarà nuovamente in edicola con il quotidiano “Roma” martedì 25 febbraio 2020

50 mercoledì 12 febbraio 2020 [email protected] 3665407010 - 3336633846 PUNTIPUNTI VVENDITAENDITTAA IINN CCAMPANIA:AMPPAANIA: CC.C..C. I SSANNITIANNITI - BBENEVENTOENEVENTO C.C.C.C. CCAMPANIAAMPPAANIA – MMARCIANISEARCIANISE CC.C..C. LE COTONIERECOTONIERE - FRATTEFRATTE CC.C..C.A AUCHANUCHAN GGIUGLIANOIUGLIANO – GIUGLIANOGIUGLIANO CC.C..C. LE GGINESTREINESTRE – VVOLLAOLLA CC.C..C. LLAA CCARTIERAARTIERA – PPOMPEIOMPEI CC.C..C. PPEGASOEGASO – PPAGANIAGANI CC.C..C.V VULCANOULCANO BBUONOUONO – NONOLALA CC.C..C.I ILL CCARROARRO ––P PASSOASSO DDIIM MIRABELLAIRABELLA CC.C..C. AAUCHANUCHAN MMUGNANOUGNANO – MUGNANOMUGNANO CCORSOORSO ITALIAITTAALIA NN.149.149 - PPIANOIANO DDII SSORRENTOORRENTO CC.C..C.L LAAB BIRRERIAIRRERIA - NNAPOLIAPOLI VVIAIAT TESTAESTTAA1 13/153/15 - AVELLINOAAVVELLINO CC.C..C. NNEAPOLISEAPOLIS – NAPOLINAPOLI VVIALEIALE LLEONAROEONARO DADA VINCIVINCI N.25/27N.25/27 – PPORTICIORTICI CC.C..C.Q QUARTOUARTO NNUOVOUOVO – QQUARTOUARTO VVIAIAE EPOMEOPOMEO N.205N.205 –N– NAPOLIAPOLI CC.C..C. MMAXIMALLAXIMALLL – PPONTECAGNANOONTECAGNANO FFAIANOAIANO VVIAIA RROMAOMA 666/686/68 - AAVERSAVERSA CC.C..C.LEP LE PORTEORTED DDIIN NAPOLIAPOLI – AAFRAGOLAFRAGOLA VVIAIAA DODOMITIANAOMITIANA - MMONDRAGONEONDRAGONE CC.C..C. JJAMBOAMBO – TRENTOLATTRENTOLA DUCENTADUCENTTAA