NEPAL – MUSTANG in Jeep Nel Cuore Dell’Ultimo Shangri-La in Una Fantastica Scenografia Himalayana 14 Giorni – in Hotel E Guest-House
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NEPAL – MUSTANG In jeep nel cuore dell’ultimo Shangri-La In una fantastica scenografia himalayana 14 giorni – in hotel e guest-house Sebbene nominalmente parte del Nepal, il Regno del Mustang, circondato dal Tibet su tre lati e governato da una famiglia reale tibetana, sopravvive come uno degli ultimi reami dell’antico Tibet. Chiuso agli stranieri fino al 1991 e successivamente accessibile solo a piedi, con un impegnativo trekking di svariati giorni, nell’ultimo ventennio il Mustang è praticamente rimasto isolato tra le cime dell’Himalaya. Recentemente è stata completata la nuova strada, percorribile in jeep, che consente di raggiungere Lo Manthang, la capitale del piccolo Regno. Quindi, compatibilmente con il numero massimo di visitatori consentito nell’arco dell’anno, è da oggi possibile visitare il Mustang senza dover affrontare estenuanti giorni di cammino in alta quota. La nuova strada carrozzabile segue la via carovaniera che per secoli ha consentito il commercio del sale tra India e Tibet. Attorniati dalle moli maestose del Dhalaugiri e dell’Annapurna, si procede in una fantastica scenografia himalayana: villaggi dalle caratteristiche abitazioni intonacate di terra cruda; piccoli monasteri buddhisti; terrazzamenti coltivati a orzo e grano duro; montagne che si colorano di mille sfumature; una sorridente popolazione locale che vive in una realtà fuori dal tempo. PROGRAMMA DI VIAGGIO – Partenze 2018 1° giorno / Italia – Kathmandu Partenza nel primo pomeriggio da Milano Malpensa con voli di linea Turkish Airlines via Istanbul. Cena e pernottamento a bordo. 2° giorno / Arrivo a Kathmandu – volo per Pokhara Arrivo a Kathmandu (1.350 m) al mattino presto, espletamento delle formalità d’ingresso, accoglienza e partenza per la visita di Swayambunath , Patrimonio dell’Umanità UNESCO, un antico complesso religioso situato in cima a una collina a ovest della capitale, conosciuto come Tempio delle Scimmie per le numerose scimmie che popolano il sito. Per i buddhisti nepalesi la collina di Swayambunath, con l’antico stupa dagli occhi compassionevoli di Buddha, riveste un ruolo primario ed è uno dei più sacri luoghi di pellegrinaggio. Si prosegue con il centro storico di Kathmandu : il Palazzo Reale Hanuman Dokha (solo dall’esterno perché pericolante dopo il terremoto del 2015), la Casa-Tempio della Dea Vivente , che si può vedere dalla finestra quando si affaccia per la benedizione ai presenti, e gli imponenti Templi di Shiva e Vishnu . Dopo il pranzo libero trasferimento all’aeroporto per il volo per Pokhara. Arrivo a Pokhara, accoglienza e trasferimento in hotel. Considerata la porta dell’Annapurna, Pokhara (880 m) è posta ai piedi delle più alte vette del pianeta, nei pressi di tre laghi e del fiume Seti. Da qui, nelle giornate limpide, si riescono a vedere alcune delle più belle vette dell’Himalaya tra cui l’Annapurna (8.091 m) e il Machapuchare (6.944 m) il cui nome tradotto vuol dire “coda di pesce”, anche se è più noto con l’appellativo di “Cervino dell’Himalaya”. Cena libera. Pernottamento in resort. 3° giorno / Pokhara – volo per Jomsom – Marpha – Tukuche – Kagbeni Dopo la prima colazione trasferimento all’aeroporto per il volo per Jomsom. Arrivo a Jomsom (2.790 m), accoglienza da parte dello staff locale e partenza in jeep verso sud per i pittoreschi villaggi del Lower Mustang: Marpha e Tukuche . Si segue il corso del sacro fiume Kali Gandaki, famoso per la peculiarità geografica di scorrere nella valle più profonda del mondo, tra due giganti himalayani di oltre 8.000 m: il Dhaulagiri (8.172 m) e l’Annapurna (8.091 m); una profonda spaccatura che taglia la catena himalayana da nord a sud, un tempo la via commerciale di transito che portava dall’India al cuore del Tibet. Nel pomeriggio partenza verso nord lungo la nuova strada carrozzabile sterrata che percorre la scenografica valle del fiume Kali Gandaki. Il greto del fiume è ricco di conchiglie fossili provenienti dai depositi dell’antica Tetide (il mare presente tra la placca indiana e la placca asiatica prima del loro avvicinamento e del conseguente scontro che ha dato origine alla formazione della catena himalayana ). Si raggiunge il villaggio di Kagbeni (2.810 m) nel quale spicca il rosso del monastero buddhista circondato da terrazzamenti verdissimi coltivati a orzo, mais e patate. Siamo alla “Porta del Mustang”. Il nome Mustang deriva dal tibetano “Mon Thang” che significa “piana dei Mon” o “abitanti delle frontiere”. Pensione completa. Pernottamento in semplice guest-house. 4° giorno / Kagbeni – Jarkot – Muktinath – Jhong – Putang – Kagbeni Dopo la prima colazione partenza verso est per Mukhtinath lungo la strada principale, recentemente asfaltata, che sale rapidamente permettendo di ammirare delle splendide vedute sulla valle circostante e sulle imponenti montagne (l’enorme piramide del Dahulagiri e la più bassa, ma sempre oltre i 7.000 m, cima del Nilgiri). Sosta nel villaggio di Jarkot , abbarbicato su uno spuntone roccioso, e visita dell’antico monastero costruito su uno straordinario belvedere che si affaccia sulla valle del Kali Gandaki. Si prosegue per il santuario di Muktinath (3.660 m), uno dei luoghi più venerati di tutto l’Himalaya, meta di pellegrinaggio per buddhisti e induisti. Nel pomeriggio si scende lungo la strada principale che attraversa i villaggi di Putang e Jhong . Rientro a Kagbeni . Pensione completa. Pernottamento in semplice guest-house. 5° giorno / Kagbeni – Tangbe – Chhusang Dopo la prima colazione visita del villaggio di Kagbeni , in puro stile tibetano, con stretti vicoli, case dalle finestre in legno intarsiato e numerosi rotoli di preghiera. Visita del gompa della scuola Sakya dove si incontrano molti monaci con le caratteristiche tuniche color amaranto. Si prosegue verso nord fino all’antico villaggio di Tangbe (3.060 m), un dedalo di vicoli stretti che si snodano tra case intonacate di bianco e bordate di rosso-arancio. Qui si incontra la prima serie di chorten colorati di nero, bianco e rosso, che caratterizzano tutto l’Upper Mustang. Si continua verso il villaggio di Chhusang (2.940) che giace su un basso terrazzamento ai bordi del letto del Kali Gandaki, circondato da campi coltivati e dai consueti piccoli stupa. Una spettacolare parete rocciosa di colore arancio, bucherellata di grotte inaccessibili, incombe sulla riva opposta del fiume. Le donne, anche quelle più giovani, vestono gli abiti tradizionali: la chuba , una specie di vestaglia stretta alla vita con una cintura, il doppio grembiule di un tessuto a righe multicolori, in testa il fazzoletto colorato e immancabilmente al collo il gioiello tradizionale, un ciondolo costituito da una grossa pietra di turchese e da due grossi coralli. Pensione completa. Pernottamento in semplice guest-house. 6° giorno / Chhusang – Chele – Syangboche – Ghiling – Ghami Dopo la prima colazione si prosegue verso nord lungo il letto del Kali Gandaki. Nei pressi del villaggio di Chele (3.050 m) il fiume sgorga da un tunnel scavato nella parete rocciosa. Qui la pista abbandona la valle del Kali Gandaki e si inerpica ripida lungo una gola rocciosa fino al villaggio. Si prosegue per il villaggio di Syangboche (3.800 m) che giace quasi sul fondo della valle. Una breve salita conduce all’omonimo passo: il Syangboche La (3.850 m), dove si ha la prima bellissima veduta sul villaggio di Ghiling (3.570 m) circondato dai verdi campi coltivati che si sviluppano nel fondovalle. Si scende gradatamente in una gola per poi risalire verso il Nyi La (4.010 m) da cui si domina una bella valle con terrazzamenti coltivati delimitati da pareti di roccia rossa. Con una lunga discesa, si giunge a Ghami (3.520 m), piccolo borgo in mezzo a campi coltivati. Nei pressi del villaggio si trova il muro Mani più lungo del Nepal. Pensione completa. Pernottamento in semplice guest-house. 7° giorno / Ghami – Tsarang – Lo Gekar – Lo Manthang Dopo la prima colazione partenza verso nord per il villaggio di Tsarang (3.560), circondato da campi di orzo e frumento, la seconda cittadina del Mustang. Il villaggio è dominato da due grandi costruzioni: il forte, un tempo residenza del re e ancora oggi chiamato Palazzo Reale, e un grande monastero tutto dipinto di rosso, risalente al XIV secolo e appartenente alla scuola Sakyapa. Si prosegue per la visita dell’antico monastero di Lo Gekar (VIII secolo), affiliato alla setta Nyingma, la cui fondazione è attribuita a Guru Rimpoche. Si continua per Lo Manthang. La strada scende rapidamente fino ad attraversare il fiume, poi sale verso nord, una splendida vista si apre verso sud mostrando Tsarang sul ciglio del dirupo e, in lontananza, le enormi, bianche vette himalayane. Si continua a salire dolcemente in un ambiente desertico e molto selvaggio fino al passo di Lo (3.950 m) dove all’improvviso appare l’ampia valle di Lo Manthang, un momento sicuramente molto emozionante. Scesi dal passo appare la prima entusiasmante panoramica della capitale con gli edifici bianchi (civili) e rossi (religiosi) e le rovine dei forti circostanti. Verso est il panorama si estende fino all’eroso canyon del Mustang Khola, verso nord il paesaggio presenta rosse e piatte colline fino al confine con il Tibet, verso ovest la vista è dominata dalla vetta del Mansail. Arrivo a Lo Manthang (3.810 m) nel pomeriggio. Pensione completa. Pernottamento in semplice guest-house. 8° giorno / Lo Manthang Dopo la prima colazione intera giornata dedicata a Lo Manthang , la capitale del Mustang, e ai suoi dintorni. La città murata conserva perfettamente la struttura medievale. Le mura intonacate che circondano la città, lunghe 750 m e alte 9 m, disegnano una “L” un po’ sghemba. L’unica porta di accesso si trova all’estremità nord-est, una volta varcata l’entrata ci si trova subito di fronte il palazzo reale. Le case, il palazzo e i templi si trovano nella parte inferiore; la parte verticale della “L” ospita la comunità monastica e due gompa.