La Carta Di Roma E I Parchi Nazionali

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La Carta Di Roma E I Parchi Nazionali LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI Primo rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI Primo rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale INDICE Premessa 3 Introduzione 4 Parco Nazionale del Gran Paradiso 6 Parco Nazionale della Val Grande 9 Parco Nazionale dello Stelvio 13 Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi 16 Parco Nazionale delle Cinque Terre 19 Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano 23 Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna 26 Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano 30 Parco Nazionale dei Monti Sibillini 33 Parco Nazionale del Circeo 37 Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga 41 Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise 45 Parco Nazionale della Majella 48 Parco Nazionale del Vesuvio 52 Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni 56 Parco Nazionale dell’Alta Murgia 60 Parco Nazionale del Gargano 64 Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese 68 Parco Nazionale del Pollino 72 Parco Nazionale della Sila 76 Parco Nazionale dell’Aspromonte 79 Parco Nazionale dell’Asinara 83 Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena 86 Tabella - Il Patrimonio Culturale dei Parchi Nazionali Italiani in Numeri 89 Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale 90 2 LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI Primo rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale PREMESSA Durante l’esperienza del semestre di Presidenza italiana è stata promossa l’iniziativa di valorizzare le sinergie tra Capitale Naturale e Culturale. Per questo motivo l’Italia ha, con il sostegno di tutti gli Stati Membri, elaborato la “Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale”. Si tratta di un documento che punta a coniugare la necessaria conservazione dell’ambiente con il rilancio di una economia verde, identificando come centrale lo sviluppo di conoscenze, di investimenti sostenibili e di lavori “green” basati sulle interconnessioni tra Capitale Naturale e Capitale Culturale. I territori dei Parchi Nazionali italiani ne sono l’esempio più calzante: sono ricchi non solo di biodiversità, ma in genere anche di patrimoni archeologici, storici, architettonici e artistici. Questi patrimoni sono la testimonianza leggibile della storia di quei territori, delle origini e delle vicende delle popolazioni che li hanno vissuto per millenni, talvolta plasmando il territorio fino a renderlo ancora più unico e irripetibile. Sono la visibile testimonianza di uno storico rapporto fra natura e uomo, ma anche della convivenza con importanti ecosistemi, che hanno garantito il mantenimento di un patrimonio di biodiversità e di paesaggi tra i più ricchi in Europa. Il primo Rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale è una tappa di un percorso che vuole porre al centro il valore identitario e comune che i Parchi Nazionali rivestono all’interno del sistema delle Aree Protette quali custodi della biodiversità e, al contempo, attori nella valorizzazione delle stesse aree. Nei territori dei Parchi Nazionali c’è, infatti, un giacimento di diversità biologica e culturale, di ecosistemi e di servizi ecosistemici essenziali al nostro benessere, ma ci sono anche prospettive economiche e sociali strategiche che possono essere valorizzate e sviluppate per offrire, soprattutto ai giovani, l’opportunità di legare il futuro alle straordinarie risorse naturali e culturali che sono patrimonio del Nostro Paese. Ricostruire la storia della presenza umana e i principali passaggi storici delle popolazioni di questi territori, arricchire questa narrazione con la descrizione dei beni culturali presenti nei Parchi nazionali, evidenziando con approfondimenti quelli di maggior valore storico, archeologico e artistico, serve per mettere a sistema una serie di informazioni finora disponibili in maniera frammentata. In quest’ottica, la Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare, con il supporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha realizzato questa indagine tesa a conoscere la consistenza dei beni archeologici e artistico-architettonici di interesse storico presenti nei Parchi Nazionali. Maria Carmela Giarratano 3 LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI Primo rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale INTRODUZIONE I 23 Parchi Nazionali italiani1 occupano una superficie di quasi 1,5 milioni di ettari, pari a circa il 4,8% di quella nazionale. Un territorio esteso, complesso, eterogeneo, che comprende isole, zone litoranee, aree collinari, rilievi montuosi e interessa 530 comuni dislocati in 18 regioni. All’interno di queste Aree Protette non si trovano solo bellezze naturali ma anche un grandioso patrimonio di emergenze archeologiche, storiche e culturali. Una ricchezza ben comprensibile se si pensa che i Parchi racchiudono luoghi frequentati dall’uomo fin da epoche remotissime, utilizzati come siti di insediamento o come vie preferenziali di spostamento: i grandi valichi alpini e appenninici, le piane fluviali, le ampie distese litoranee, teatro per eccellenza di incontri tra i popoli del Mediterraneo e di scambio di saperi, di linguaggi, di tradizioni, di credenze e religioni. I Parchi italiani sono dunque il risultato della convivenza tra comunità umane e ambiente. In alcuni casi è stato proprio il realizzarsi di specifiche attività antropiche ad aver creato e mantenuto habitat di rilevante interesse conservazionistico. Ovunque il mosaico tra gli elementi naturali e i segni lasciati dall’uomo caratterizza in profondità il paesaggio e restituisce compiutamente i valori identitari dei luoghi. La conoscenza dei siti archeologici, degli edifici, degli insediamenti presenti nei Parchi ci aiuta a comprendere la storia della loro comunità e i cambiamenti avvenuti sul territorio. I risultati, ancora non del tutto definitivi, del censimento realizzato dalla Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare delineano un quadro che con il rigore dei numeri rafforza la consapevolezza dell’eccezionale valore del Capitale Culturale dei Parchi Nazionali. Nel loro territorio e nelle zone immediatamente limitrofe, all’interno di quella che può essere considerata l’area di influenza turistica di ciascun Parco, ricadono 405 beni archeologici e 1244 beni artistico architettonici di interesse storico. Si tratta di un patrimonio numericamente davvero ragguardevole e straordinario anche per varietà, un viaggio lungo migliaia di anni tra siti preistorici, aree archeologiche d’epoca greca e romana, eremi, chiese, fortificazioni, palazzi nobiliari, borghi medievali, percorsi storici. Ne fanno parte elementi di assoluto rilievo nell’ambito del panorama complessivo dei beni culturali del nostro Paese. Alcuni di essi hanno una visibilità che valica decisamente i confini nazionali. I borghi delle Cinque Terre e gli Scavi di Pompei, il secondo sito culturale più visitato d’Italia nel 2014, rientrano tra le mete preferite dei visitatori stranieri. Questo volume sintetizza il lavoro di catalogazione compiuto, riportando una rapida illustrazione dei tratti salienti dell’identità culturale di ciascun Parco, presentati attraverso una nota introduttiva che riepiloga le principali vicende storiche vissute sul proprio territorio seguita dalla breve illustrazione di pochi beni rappresentativi, scelti seguendo quattro criteri: • importanza assoluta in relazione al patrimonio storico archeologico nazionale; • importanza relativa in funzione delle testimonianze storico - artistiche presenti entro i confini dell’area protetta; • stato di conservazione e quindi capacità di comprensione del bene da parte di un pubblico vasto; • accessibilità e facilità di fruizione. 1 Il ventiquattresimo, il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, è formalmente istituito ma ancora non operativo 4 LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI Primo rapporto sulle sinergie tra Capitale Naturale e Capitale Culturale Non intende, quindi, essere una guida esaustiva del patrimonio culturale dei Parchi Nazionali ma semplicemente una porta d’accesso alla sua scoperta, un primo passo verso il riconoscimento di un aspetto di valore finora non considerato con la dovuta attenzione. D’altra parte i risultati di questa indagine non serviranno solo a completare, staticamente, il quadro conoscitivo relativo alle valenze dei Parchi ma saranno utilizzati all’interno di differenti percorsi di comunicazione e valorizzazione dei territori. È un passaggio essenziale per migliorare l’informazione riguardo alle tante attrattive di queste aree, per renderne più agevole e meglio organizzata la fruizione, per favorire la connessione tra le strategie di conservazione della natura e le politiche di sviluppo locale. L’accresciuta cognizione riguardo alla consistenza del patrimonio di beni culturali deve essere da stimolo per l’identificazione di indirizzi e azioni capaci di accrescere le sinergie tra Capitale Culturale e il Capitale Naturale. Mettere a sistema le differenti qualità locali è una delle vie per sviluppare esperienze virtuose di green economy, enfatizzando gli elementi di competitività dei nostri Parchi. Il settore che maggiormente può beneficiare del potenziamento di queste connessioni è certamente il turismo. L’immagine dell’Italia nel mondo continua a essere fortemente legata alla sua offerta culturale, intesa non solo come ricchezza di beni storici, artistici e paesaggistici ma anche come peculiarità gastronomiche, artigianali e di tradizioni. Questo insieme di fattori costituisce il maggior richiamo per i viaggiatori
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