Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

numero 3 - 20 maggio 2011

Direttore responsabile: Giovanni La Barbera

Direttore scientifico: Simonetta La Barbera

Comitato Scientifico: Claire Barbillon, Franco Bernabei, Silvia Bordini, Claudia Cieri Via, Rosanna Cioffi, Maria Concetta Di Natale, Antonio Iacobini, César García Álvarez, Simonetta La Barbera, Donata Levi, François-René Martin, Emilio J. Morais Vallejo, Massimiliano Rossi, Gianni Carlo Sciolla, Philippe Sénéchal.

Redazione: Carmelo Bajamonte, Francesco Paolo Campione, Roberta Cinà, Nicoletta Di Bella, Roberta Priori, Roberta Santoro.

Progetto grafico, editing ed elaborazione delle immagini: Nicoletta Di Bella e Roberta Priori. Università degli Studi di Palermo ISSN: 2038-6133 - DOI: 10.4413/RIVISTA Facoltà di Lettere e Filosofia Copyright © 2010 teCLa – Tribunale di Palermo – Autorizzazione n. 23 del 06-10-2010 Dipartimento di Studi storici e artistici http://www.unipa.it/tecla ______Società Italiana di Storia della Critica d’Arte © 2010 Università degli Studi di Palermo Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

numero 3 - 20 maggio 2011

48 Simonetta La Barbera Presentazione 12 Carmelo Bajamonte L’iter editoriale del “Mercurio siculo o sia collezione enciclopedica di materie, e argomenti relativi alle arti, scienze, e belle lettere” (1818)

26 Nicoletta Di Bella Musica nel “Poliorama pittoresco”

50 Jolanda Di Natale La modernità raggiunta: il rinnovamento della vita musicale a Palermo tra Otto e Novecento attraverso la nuova stampa periodica specializzata (“La Sicilia musicale” 1894-1910; “L’arte musicale” 1898; la “Rassegna d’arte e teatri” 1922-1936)

86 Marcella Marrocco Stefano Bottari direttore di “Arte antica e moderna” (1958-1966). Note sull’arte meridionale

Proprietà artistica e letteraria riservata all’Editore a norma della Legge 22 aprile 1941, n. 663. 108 Monica Preti-Hamard Gli articoli pubblicati impegnano unicamente la responsabilità degli autori. La proprietà “Collage”: un’esperienza di esoeditoria d’avanguardia nella Palermo degli letteraria è riservata alla rivista. I testi pubblicati non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Gli autori debbono ottenere l’autorizzazione anni Sessanta scritta per la riproduzione di qualsiasi materiale protetto da copyright. In riferimento al materiale iconografico fornito dagli autori a corredo dei testi, la Redazione si riserva il diritto di modificare, omettere o pubblicare le illustrazioni inviate. 180 Roberta Priori I lavori sono pubblicati gratuitamente. È possibile scaricare gli articoli in formato “Collage”: un’esperienza di esoeditoria d’avanguardia nella Palermo degli pdf dal sito web di “teCLa”. È vietata qualsiasi riproduzione totale o parziale anche a mezzo di fotoriproduzione, Legge 22 maggio 1993, n. 159. anni Sessanta Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

L’idea di fondo da cui nasce questo progetto editoriale è chia- ramente dichiarata nella home page. Essa è rivolta, in modo particolare, ai giovani studiosi che non sempre hanno la possibilità di dare la giusta diffusione ai loro studi.

Infine, un affettuoso ringraziamento ai miei allievi, Carmelo Bajamonte, Fran- cesco Paolo Campione, Roberta Cinà, oggi giovani e validi studiosi, che hanno collaborato con entusiasmo ad ogni fase di realizzazione e che continueranno a far- lo anche nel loro ruolo di componenti della segreteria scientifica. Una citazione parti- colare per Nicoletta Di Bella che con intelligenza e passione ha praticamente realizzato la mia idea di teCLa, e per Roberta Santoro, sempre pronta e disponibile con intelligenza nel suo ruolo di content writer.

Infine, un affettuoso ringraziamento ai miei allievi, Carmelo Bajamonte, Francesco Paolo Campione, Roberta Cinà, oggi giovani e validi studiosi, che hanno collaborato con entusiasmo ad ogni fase di realiz- zazione e che continueranno a farlo anche nel loro ruolo di om- Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

ponenti della segreteria scientifica. Una citazione particolare per Nico- letta Di Bella che con intelligenza e passione ha praticamente realizzato la mia idea di teCLa, e per Roberta Santoro, sempre pronta e disponibile con intelligenza nel suo ruolo di content writer. Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

L’idea di fondo da cui nasce questo progetto editoriale è chia- ramente dichiarata nella home page. Essa è rivolta, in modo particolare, ai giovani studiosi che non sempre hanno la possibilità di dare la giusta diffusione ai loro studi.

Infine, un affettuoso ringraziamento ai miei allievi, Carmelo Bajamonte, Fran- cesco Paolo Campione, Roberta Cinà, oggi giovani e validi studiosi, che hanno collaborato con entusiasmo ad ogni fase di realizzazione e che continueranno a far- lo anche nel loro ruolo di componenti della segreteria scientifica. Una citazione parti- colare per Nicoletta Di Bella che con intelligenza e passione ha praticamente realizzato la mia idea di teCLa, e per Roberta Santoro, sempre pronta e disponibile con intelligenza nel suo ruolo di content writer.

Infine, un affettuoso ringraziamento ai miei allievi, Carmelo Bajamonte, Francesco Paolo Campione, Roberta Cinà, oggi giovani e validi studiosi, che hanno collaborato con entusiasmo ad ogni fase di realiz- zazione e che continueranno a farlo anche nel loro ruolo di om- Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica

ponenti della segreteria scientifica. Una citazione particolare per Nico- letta Di Bella che con intelligenza e passione ha praticamente realizzato la mia idea di teCLa, e per Roberta Santoro, sempre pronta e disponibile con intelligenza nel suo ruolo di content writer. Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852) di Nicoletta Di Bella

Davvero lungo l’elenco delle società scientifiche2 delle quali il Nostro fu membro; socio promotore dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti3 , vi fu accolto come socio ordinario col nome di Carmelo La Farina, una delle figure più interessanti nel “Accertato”, a soli sedici anni, il 20 marzo 1802 e dal 1830 ricoprì il panorama della cultura messinese dei primi decenni del secolo ruolo di Segretario Generale. XIX, fu uomo politico, archeologo, erudito e conoscitore, di grande Il primo discorso4 letto nella prestigiosa istituzione nel luglio 1806, apertura mentale e dotato di una propensione all’indagine filologica a soli vent’anni, in cui si proponeva di «descrivere le Antichità della di notevole modernità. nostra , mostrarne le reliquie, ed additarne i mezzi per Nato a Messina nel 1786, studiò Lettere classiche all’Accademia conservarle»5, fu proprio a sostegno della necessità dell’istituzione Carolina. Nel 1815 sostituì Andrea Gallo in qualità di professore a Messina di una Cattedra di Belle Arti e di un Museo Civico6, di Matematica nella stessa istituzione (divenuta poi Università di inteso con una impostazione e uno spessore culturale ben diversi Messina), all’età di soli diciassette anni. In seguitò si laureò a Catania rispetto a quelli delle più famose quadrerie di Ruffo, Arenaprimo o in Giurisprudenza e dal 1839 insegnò Geometria Trigonometria e Brunaccini7, delle ricche wunderkammern e delle raccolte di mirabilia, Sezioni Coniche nella neonata Regia Università degli Studi1. anche se frutto della stessa molteplicità di interessi. In Sicilia infatti,

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8 numero3 - maggio 2011 i primi esiti degli orientamenti più attuali rivolgono la propria Antonino Mongitore14, attenzione agli ‘strati medi’ della popolazione, un pubblico di dotti, Gaetano Grano15 e scrittori, eruditi e anche artisti, fino a quel momento non ammessi Jakob Philipp Hackert16, alle grandi collezioni, che con la diffusione dell’istruzione richiedono Fedele da San Biagio17, e ottengono l’accesso agli oggetti e alle fonti8. Le raccolte, le aveva sottolineato l’im- biblioteche, insieme alle accademie, diventano i principali strumenti portanza del recupero di formazione intellettuale dei nuovi ceti borghesi9. Non mancano delle fisionomie cittadine a livello locale dimostrazioni concrete di organi di propulsione attraverso la ricostru- culturale e didattica quali il ‘museo’, con annessa biblioteca e sede zione del panorama dell’Accademia degli Etnei, del principe di Biscari Ignazio Paternò artistico locale18. di Castello, «inaugurato a Catania nel 1758 per “l’utilità degli studiosi Il proposito di realizzare e il decoro della patria” ammirato dal Riedsel e da Goethe»10. un Museo Civico entro Il discorso di Carmelo La Farina può intendersi un vero e proprio le mura del Palazzo manifesto ideologico della sua attività futura: «descrivere le Senatorio aveva riscosso antichità di Messina»11 – sia quelle ritrovate casualmente tra le T. Alojsio Juvara, Ritratto di Carmelo La Farina, notevole successo tra Messina, Biblioteca Universitaria Regionale. macerie scampate ai terremoti sia i manufatti archeologici esito delle gli Accademici19 che, campagne di scavo –, recuperandole, mostrando e conservando gli spro-nati dall’abate Cassinese D. Gregorio Cianciolo20 – strenuo originali nei musei, valutando i danni dell’incuria del tempo e degli sostenitore insieme a La Farina e in quegli anni alla loro guida – uomini e i rischi ancora incombenti, eventualmente sostituendo gli collaborarono fattivamente mediante la donazione di pregiate opere originali con delle copie esposte alle intemperie, come confermerà d’arte21. Queste prime collezioni, in seguito, furono ulteriormente anche in anni più maturi12, agganciandosi alla tradizione storiografica implementate grazie alla partecipazione del Senato messinese che precedente, che, già con figure di eruditi quali Francesco Susinno13, intervenne sia assegnando alcuni locali, sia tramite finanziamenti,

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

9 numero3 - maggio 2011 scambi e acquisti, tra i quali i cinque pezzi superstiti del Polittico di più aggiornati32. L’attenzione alla formazione degli artisti è pari San Gregorio di Antonello da Messina22. all’apprezzamento senza riserve nei confronti dei grandi nomi del Intanto La Farina, cui era stata conferita da parte del Senato cittadino momento: tra tutti Antonio Canova, Bertel Thorvaldsen, Pietro la nomina a Prefetto onorario23 del neonato Museo Civico sito Tenerani33, esponenti di quella cultura neoclassica che ebbe in La presso i locali dell’ex Archivio degli Atti Notarili, veniva inviato in Farina uno degli animatori nel contesto messinese e di cui ennesimo vari posti dell’Isola per acquistarvi monete24, ceramiche, marmi ed riflesso è la passione per l’archeologia. altri oggetti che andavano ad ampliare le collezioni25, ulteriormente Ancora nell’Ottocento il pensiero predominante in Sicilia è accresciute a seguito della soppressione delle Corporazioni religiose caratterizzato da riflessioni di impronta winckelmanniana, che nel 1866 e al trasferimento nei locali dell’antico monastero di San avevano consolidato nella coscienza intellettuale locale – grazie Gregorio26. anche alla pratica, ancora in voga, da parte di visitatori stranieri, L’interesse per l’istituzione di borse di studio e la grande attenzione di compiere il viaggio in Sicilia allo scopo di indagare i reperti per le arti figurative compaiono spesso quali tematiche ricorrenti in dell’antichità – l’idea di un retaggio da riscattare, in un contesto molti dei dibattimenti cui egli prese parte all’Accademia Peloritana27. di rifiorita attenzione nei confronti dell’archeologia sostenuta Il supporto ai giovani artisti è difatti una delle costanti che traspaiono anche da molteplici iniziative, quale ad esempio, l’istituzione della negli scritti dell’erudito messinese28, sebbene l’apprezzamento “Commissione di Antichità e Belle Arti” ad opera del governo per l’arte contemporanea, nel momento in cui vengono meno la Borbonico nel 182734. committenza religiosa e quella laica tradizionale, sia subordinato Non è semplice delineare brevemente le idee sull’arte dominanti alle capacità di emulare l’antico e di esaltare le patrie glorie29. a Messina nella prima metà dell’Ottocento. Sin da un primo Strenuo sostenitore di giovani promesse locali30, La Farina sguardo, infatti, risulta evidente come le correnti culturali della città propugnava presso il Municipio lo stanziamento di borse di peloritana siano frutto di contraddizioni e integrazioni derivate studio31 al fine di consentire alle nuove leve di completare la propria da un’estrema varietà di situazioni che si concretizzano nell’opera formazione all’estero, perfezionandosi in contesti culturalmente degli artisti e negli scritti degli esponenti della letteratura critica.

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Il più disaminato L’aspetto più evidente si ebbe in un’accezione classicistica di dei dibattiti del derivazione accademica sulla scorta della coeva trattatistica periodo, la polemica francese39 che ribadiva i seicenteschi principi di “nobiltà” e tra Neoclassici e “decoro”40 e gli ormai abusati assunti di supremazia del disegno Romantici, vede il sul colore e di “Bello” connaturato all’arte classica già ampiamente Nostro tra i suoi permeati in ambito locale41, ma che sfociò in un rinato amore per interpreti messinesi35. le arti, esplicitato da molteplici iniziative. L’apporto di alcuni spunti Sebbene la posizione prettamente romantici, maggiormente evidenti dopo gli anni ’30, provinciale dei prota- non venne disdegnato, ma incontrò difficoltà ancor maggiori gonisti della vicenda a causa della poderosa matrice culturale borbonica saldamente culturale non consen- ancorata in Sicilia42 e che all’indomani dell’Unità tornerà a farsi ta di definire quale sentire, seppur in senso più eclettico e con diverse implicazioni vera e propria querelle ideologiche43. Nel primo quarantennio del secolo, si affacciavano l’atteggiamento con- in Sicilia i primi tentativi di affermare le nuove istanze romantiche, flittuale e le vistose fortemente osteggiate dagli spiriti più conservatori, in una sorta di P. Tenerani, Monumento a Ferdinando II di contraddizioni tra le istinto di protezione del clima intellettuale locale. Borbone, Messina, giardino di via Garibaldi. due tendenze di Soprattutto tra i membri più giovani dell’Accademia Peloritana gusto36, l’attenzione ad estenuati modelli di cultura neoclassica, e emerge qualche tentativo di approccio a posizioni che in ambito l’attrazione verso suggestioni romantiche ancora accademizzanti, extra-isolano appaiono già consolidate, per quanto timidamente mancò di forti tensioni, nonostante il moltiplicarsi di periodici difese. Tra i dibattiti discussi in quegli anni all’Accademia, quello tematici37, il contributo apportato da studi di stampo europeo38 e i del 1832 intitolato Del Romanticismo44 di Felice Bisazza45, autore molteplici saggi di eruditi di cultura illuministico-borghese. appena ventitreenne, che esponeva la sua testimonianza «con un

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

11 numero3 - maggio 2011 sostanziale fraintendimento dello spirito romantico. La posizione Questa volontà di ricostruzione si orientò in senso estremamente di “equilibrista” che molta critica gli imputò, il tentare una eclettico, in un mix di neomanierismo, revival gotico, riesumazioni conciliazione tra due schieramenti che nell’Isola vedevano i classici rococò e espedienti neopalladiani sulla scia della presenza inglese in netta preponderanza sullo sparuto gruppo romantico, rivela non nella Sicilia di quegli anni51, in un momento in cui era fortemente solo la difficoltà (o forse meglio, la paura dettata anche da un abito sentita l’esigenza di ricostituire un senso di continuità con i fasti spirituale irresoluto) di assumere atteggiamenti netti, ma anche del passato seppur adeguandosi nella forma alle richieste della la fatica a comprendere fino in fondo la portata della sua stessa committenza, mentre le nuove spinte romantiche si mantenevano a proposta»46. livello epidermico, insufficienti per modificare in modo profondo la ‘formazione intellettuale’ nel suo complesso, ogni aspetto dell’arte, ma anche la moda, il costume e le arti decorative. Il tentativo di superamento della percezione di decadenza causata l pungolo liberale portato dai moti del ’48 caldeggerà il pensiero della perdita di modelli culturali per la generazione degli artisti di I 52 romantico tra i teorici siciliani e i custodi del patrimonio artistico quegli anni , in bilico tra la memoria di una produzione artistica isolano, talvolta incarnati in figure di spicco del movimento classicheggiante e i nuovi contenuti ‘spirituali’, riscattava appieno, risorgimentale47. Fino ad allora era mancata in Sicilia una vera e nella portata degli interessi, la qualità non sempre eccelsa53, propria speculazione teorica – ad esclusione di generiche indicazioni innestandosi perfettamente con la nascita di iniziative quali sui manufatti architettonici48 – benché una prima manifestazione l’istituzione del Museo Civico e la promozione dei giovani artisti da delle nuove tendenze si fosse palesata sulla stampa periodica49 – parte dell’Accademia Peloritana54. soprattutto in dispute ancora lontane dalla ricerca di vere e proprie Tra la fine degli anni ’20 e i primi anni ’30 alcune memorie nuove articolazioni formali – per progetti e resta-uri della città, archeologiche55 - ma anche un studio di natura scientifica56 - a firma sull’impeto dello slancio architet-tonico nato succes-sivamente al di La Farina appaiono anche tra le pagine del palermitano “Giornale sisma del 178350. di Scienze, Lettere ed Arti per la Sicilia”, di cui è collaboratore

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12 numero3 - maggio 2011 ordinario57, già dal 1823, Gerosolimitano, da lui diretti su incarico del marchese della Cerda. per esplicita richiesta del Nel 1844 pubblica per i tipi di Giuseppe Fiumara una memoria Marchese delle Favare, intitolata Sopra un anello segnatorio. Considerazioni61. Fu anche recensore Direttore Generale di per la “Sentinella del Peloro”62, un periodico di idee liberali e Polizia e Luogotenente progressiste che ebbe però breve vita63. Generale di Sicilia. La partecipazione al “Gior- nale”, diretto da Giuseppe Per quanto gli scritti di La Farina risentano della sua formazione Bertini, si conclude nel classicistica, l’attenzione alle opere dell’antichità si palesa anche ’33 con la pubblicazione nell’interesse per il recupero, la conservazione e la tutela di prodotti delle prime notizie su medievali64 e l’esposizione nei musei di «opere vetustissime, […] un giovane incisore monumenti rimasti dell’età di mezzo e de’ secoli bassi», oltre che di messinese, nell’articolo reperti di storia naturale e di “macchine” moderne65. Un’attenzione intitolato Messina. Biografia T. Alojsio Juvara, Ritratto di Carmelo La che, va sottolineato, è un’esigenza di tutela che sebbene arrivi a di Tommaso Aloisio58. Farina, Messina, Biblioteca Universi- sfiorare tendenze di gusto romantico66, è in realtà una necessità taria Regionale. Il Nostro affronta questioni di natura conservativa connessa alla volontà di incrementare connesse all’archeologia in diversi saggi. Del 1822 è il volume Su di continuativamente le collezioni museali67. Anche in questo caso un antico sarcofago nella chiesa de’ PP. Conventuali di Messina59, corredato si tratta di un fenomeno tutt’altro che provinciale, prodotto della da un’incisione in rame. Ancora nel ’32 ribadisce il suo interesse cultura illuministica e delle manifestazioni più floride dell’erudizione verso temi di natura archeologica pubblicando nella città dello locale, non legato esclusivamente a rivendicazioni campaniliste Stretto un interessante contributo relativo al rinvenimento di un nemmeno in quei casi in cui l’apertura critica ed estetica furono sepolcreto romano60 a seguito degli scavi della piazza S. Giovanni meno accentuate68, bensì diffuso a livello europeo: opere d’arte

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

13 numero3 - maggio 2011 e vestigia dell’antichità acquistano nuovi significati alla luce dello tesche arrivando tal- studio delle fonti e si trasformano a loro volta in «semiofori»69. volta a sconcertanti I manufatti di epoca medievale, considerati emblemi di un periodo restauri di ripristino e ad di magnificenza e autonomia politica dell’Isola, ben si prestavano integrazioni, sebbene a al ruolo di portavoce del messaggio di «memoria di antiche glorie Messina in modo meno italiane»70 e pertanto invasivo che a Palermo72. divennero oggetto delle La ricchezza e la varietà «cure pressoché esclusive delle problematiche di quanti operavano affrontate dal poliedrico nel campo della tutela studioso raggiunge il degli edifici storici»71, suo apice nelle lettere dando le mosse ad pubblicate sui più un’azione di salvaguardia prestigiosi periodici metodologicamente isolani, in cui rettifica fondata alla ricerca delle molte notizie errate73, Frontespizio intorno le belle arti origini, promuovendo dà notizia di acquisti massicce campagne di effettuati per la «pubblica galleria, in cui come bello sacrario si sono interventi, e soprattutto ricolti i dipinti della scuola messinese»74, oltre che a segnalare la nella seconda metà del presenza di opere credute perdute – sia a Messina che nelle zone secolo, ad operazioni limitrofe – e a suggerire attribuzioni, sempre fornendo un’accurata di liberazione dalle documentazione in proposito75. E ancora ricorda acquisizioni di Frontespizio intorno le belle arti superfetazioni settecen- manoscritti e documenti da parte dell’Accademia Peloritana dei

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Pericolanti76, a dimostrazione della modernità tra Napoli, Roma e Venezia, grazie ad un del suo atteggiamento di grande apertura verso documento ritrovato nella Sagrestia della l’indagine filologica che lo porta al voler sempre chiesa di S. Paolo delle Monache, che fissa trascrivere personalmente le notizie d’archivio, a quella data anche l’esecuzione del Martirio riportando con estrema accuratezza date, di S. Placido del Marolì87, suo concittadino e firme, iscrizioni di fondamentale importanza compagno durante i nove anni del periodo per la ricostruzione documentaria, veneziano, di cui Lanzi dà un giudizio molto iconografica e iconologica di opere ormai poco lusinghiero88. perdute e ad una costante verifica delle fonti (Giuseppe Buonfiglio77, Placido Samperi78, Caio Domenico Gallo79) e non solo locali, Tra le comunicazioni più interessanti ma anche Vasari80 e Lanzi81 cui corregge non fornite da La Farina, le notizie relative ad poche sviste, dimostrando un atteggiamento Antonio Catalano89 nella quarta lettera, estremamente aggiornato, che trovava illustri indirizzata a Giuseppe Grosso Cacopardo90, in riscontri nell’ambito della critica filologica cui espunge dal catalogo dell’artista la Madonna internazionale82. È il caso della biografia di del Rosario per la chiesa dell’Annunziata “alla Onofrio Gabrieli83 della quale emenda alcuni Ciaera”, firmata minchello « cardili fec», errori84, pubblicando tra le altre notizie, recuperata dopo il terremoto del 1908 e oggi il documento di Battesimo che consente A. Catalano “il Vecchio”, Sacra Famiglia in deposito al Museo regionale di Messina91 con S. Anna, Cefalù (PA), Chiesa dei di anticipare di tre anni, al 1619, la data di Cappuccini. aggiungendo un altro nome alla famiglia dei nascita fino a quel momento tramandata dalle pittori Cardillo e la S. Anna nella chiesa di fonti85. Anticipa anche al 165086 il ritorno in patria dal soggiorno S. Giovanni nel villaggio Castanea92, chiaramente firmata e datata

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

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«gaspar camarda pingebat 1612», estendendo l’arco temporale Giuseppe Arifò109, Carlo Gemmellaro110, Salvatore Betti111, Lorenzo entro cui collocare l’attività dell’artista93, cui assegna anche la Majsano112, Carmelo Allegra113, tratte da periodici quali “Lo Madonna del Rosario di Venetico, firmata e datata 160694. Spettatore Zancleo”, “il Faro”, “Scilla e Cariddi”114. La Corte non Le Lettere Artistiche, dedicate ai più autorevoli membri della cultura seguì l’elenco115 redatto originariamente da La Farina, ma ne ricopiò isolana – in ordine di successione a Agostino Gallo95, Pietro Lanza96, le note autografe e fornì copie dattiloscritte degli originali116, nelle Lazzaro Di Giovanni97, Giuseppe Grosso Cacopardo98, Placido quali, in una chiosa, fornisce la spiegazione del metodo seguito per la Vasta99, Nicolò Americo Fasani100, Giuseppe Alessi101, Gaetano redazione di postille e annotazioni117. La Corte Cailler precisa anche Grano102, Francesco Arrosto103, Tommaso Aloysio Juvara104– l’intenzione di La Farina di ripubblicare un volume comprensivo di vennero raccolte da La Farina nel 1835 in un volume intitolato tutte le lettere, probabilmente ventiquattro118 e fornisce un lungo Intorno Le Belle Arti, e gli Artisti fioriti in varie epoche in Messina – Ricerche elenco degli artisti e degli argomenti che il Nostro aveva trattato o di Carmelo La Farina ordinate in più lettere105. Edito a Messina dalla aveva intenzione di trattare119. Stamperia Fiumara, la stessa dello “Spettatore Zancleo”, consta Le lettere impostate secondo una formula stilistica convenzionale, di 94 pagine comprendenti l’indice delle lettere e le errata corrige. un preambolo dedicato al destinatario, il vero e proprio articolo Ricevette lusinghiere recensioni in ambito locale106, ma anche su denso di notizie storiche e documentarie già accennate nel titolo e riviste non isolane, ad esempio il “Giornale Arcadico” di Roma, la la conclusione con un breve commiato, come già osservato, furono, “Gazzetta Privilegiata” di Bologna. inizialmente in gran parte pubblicate sullo “Spettatore Zancleo120” e si ponevano in modo speculare agli scritti di Giuseppe Grosso Cacopardo apparsi sul periodico “Maurolico”121 – della cui Una Seconda Parte delle lettere, raccolta da Gaetano La Commissione deputata alla compilazione egli fece parte – negli Corte Cailler107 e da lui intitolata Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti stessi anni. in varie epoche in Messina – Ricerche ordinate in più lettere, Parte II, Messina Anche nei saggi più brevi La Farina mostra la sua obbiettività 1835-1845, consta di sette lettere indirizzate ad Anastasio Cocco108, e competenza nel ricostruire cronologie di artisti ignorati, nel

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16 numero3 - maggio 2011 rinnovare il catalogo di quelli già e datato 1625 e l’Angelo Custode, per il parzialmente noti e nel documentare convento di S. Agostino a , personalità fino a quel momento firmato e datato 1627, che considera sconosciute, sempre con precisa analisi opere giovanili125. filologica e riscontro dei documenti È la competenza dettata dall’esperienza d’archivio, manifestando lo sguardo e dall’uso di un occhio attento ed attento dell’esperto conoscitore122. allenato che lo spinge ad confutare, Nella quinta lettera123, la figura di nella terza lettera, datata 20 gennaio Francesco Laganà, artista pressoché 1834126 e diretta a Lazzaro Di ignoto, viene arricchita da interessanti Giovanni, la permanenza a Messina attribuzioni dell’erudito messinese dell’artista cremonese Giovan Paolo che gli riconferma la paternità della Fonduli127, affermando che la tavola Madonna del Rosario della chiesa dei firmataio . paulus funduli cremonen. PP. basiliani di Mili Superiore (Me)124 pingebat 1593 e rappresentante San irridendo l’ignoranza dell’artista Diego, realizzata per il convento degli che si firma francesco. laganà. § osservanti di S. Maria di Gesù inferiore pingebat. 1B38, scambiando la B col e successivamente passata al Museo il 6. Riconducendo i modi dell’artista Nazionale, non fosse stata eseguita a quelli di Andrea Quagliata, passa nella città del Peloro, come affermato a segnalare due dipinti non ricordati da Grosso Cacopardo128, ma che si G. P. Fonduli, Andata al Calvario, Castelvetrano (TP), dalle fonti, il San Liberale Vescovo, nella chiesa di S. Domenico. trattasse di una copia di quella dipinta chiesa di S. Liberale a Messina, firmato per la chiesa degli Osservanti di

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

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L’acume nella ricerca d’archivio e l’attenzione nello studio delle fonti, si palesano ancora una volta nella seconda lettera, indirizzata a Pietro Lanza, intitolata Sull’anno di morte di Polidoro Caldara da Caravaggio129, artista che ebbe grande fortuna nelle pagine della letteratura artistica isolana, nella quale il Nostro, inizia con una lunga annotazione biografica tratta dalle pagine di Vasari130 e precisa subito: «benché [questo racconto] paja sottile e minuto, m’induce ad alcune osservazioni, da che può torsi argomento di varie inesattezze»131, dimostrando con acuti ragionamenti come la data del 1543, indicata come anno di morte dell’artista lombardo, fosse errata, anche se sino a quel momento accettata anche dalla trattatistica locale132 che aveva contestato quanto sostenuto in merito al luogo di sepoltura. Il brano di Vasari viene contestato punto per punto da La Farina che ne demolisce le ipotesi di fondatezza dimostrando la superficialità con cui nelle pagine dell’aretino erano esposti numerosi avvenimenti, quali la realizzazione degli apparati trionfali133 in occasione della venuta di Carlo V nel 1535, e collocati cronologicamente dal toscano prima dell’esecuzione della celebre Andata al Calvario di Polidoro, oggi al Museo di Capodimonte, di cui si hanno notizie certe134. Uno degli argomenti che La Farina porta a sostegno della propria tesi è la data di consegna del dipinto dell’Adorazione dei Pastori, commissionato al Caldara dai confrati di S. Maria dell’Alto (Me), Polidoro da Caravaggio, S. Giordano, Adorazione dei Pastori, Messina, Museo Regionale (già Messina, chiesa portato a termine, secondo le fonti, dal Guinaccia135. Il dipinto, ipotizza La Farina di S. Maria dell’Altobasso). citando Samperi, rimase incompiuto a causa della morte improvvisa dell’artista, Palermo nel 1589 e passata successivamente in casa da fissarsi dunque poco oltre il 1534136; in realtà la data di consegna dell’agosto del Principe di Palagonia. del ’34 è nota solo dal documento di commissione stipulato il 5 febbraio 1533137.

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Il Nostro sottolinea ancora che dal consentendo di anticipare la tradizionale 1535 cessa ogni notizia sul pittore data di nascita del 1580 al 1558141. lombardo; inoltre, nessuna menzione Lo stesso dicasi per le correzioni ai fatti criminosi che portarono alla apportate alla biografia di Filippo morte Polidoro è accennata nei registri Tancredi142, figura di spicco nella della Confraternita degli Azzurri, produzione pittorica non solamente fondata nel 1541 con la funzione di isolana del secolo XVII, di cui anticipa assistere i condannati a morte, né si la data di morte dal 1725143 al 13 ottobre trovano memorie di eventuali spese 1722, nella sesta lettera rivolta a Felice processuali nell’archivio della Corte Bisazza, in cui, ricostruendo il profilo Stratigozionale o nei libri della Tavola del pittore puntualizza la genealogia Pecuniaria138. Questi elementi, lo materna dell’artista, concludendo con portarono dunque a sostenere la tesi parole taglienti: «[…] quali cose, mio di un possibile scambio di cifre nella caro Felice, ho voluto sporti, perché tu datazione proposta da Vasari139. ti facessi accorto della poca o nissuna Ancora una volta, sono le puntuali diligenza di alcuni scrittori che a indagini documentarie che con-sentono furia lanciata ti dicono le più curiose a La Farina di rilevare, nella lettera novelle di questo mondo»144. Rettifiche indirizzata a Francesco Arrosto140, a datazioni proposte dalle fonti sono notevoli incongruenze nella cronologia presenti anche nella dodicesima lettera Polidoro da Caravaggio, Andata al Calvario. Napoli, museo e relativa a Giovanni Simone Comandè Gallerie Nazionali di Capodimonte (già Messina, chiesa intitolata Si fissa l’anno del ritorno in patria dell’Annunziata dei Catalani). tramandate dalla storiografia artistica, del famoso dipintore Antonino Barbalonga

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19 numero3 - maggio 2011 da Messina145, dedicata necessità di valutare a Tommaso Aloisio senza leggere «a Juvara, possessore spento lume le altrui di un bozzetto del opinioni intorno alla Barbalonga per il cronologia degli artisti, dipinto raffigurante il elemento necessariis- San Filippo Neri146. simo per la storia Le riflessioni dello critica delle belle arti» studioso messinese attingendo «a buone avevano fornito un sorgive, dopo non ricco apporto alla poche operose ricerche, critica a lui più e disamine»148. prossima e a quella Nella piena appli- successiva, ad esempio cazione del “metodo” nella ricostruzione proposto, lo studioso F. Cardillo, Madonna col Bambino, S. Anna e F. Cardillo, Pietà, Castroreale (ME), della figura di artisti S. Venera, (ME), chiesa chiesa madre. prosegue con una breve poco conosciuti, quali madre. analisi delle notizie Francesco Laganà, o Andrea Quagliata, o dei pittori Francesco sui due artisti messinesi pervenute fino alla redazione della Memorie e Stefano Cardillo. Questi ultimi, padre e figlio, furono oggetto di Hackert-Grano149 che include il pittore “Cardillo” nella scuola di della prima lettera indirizzata ad Agostino Gallo147, in cui La Farina Polidoro, citando Samperi150, Buonfiglio151 – che prendeva in esame esordisce evidenziando subito la vaghezza di informazioni sicure esclusivamente la figura di Francesco – ma anche Caio Domenico relative alla figura dei due artisti, ribadendo ancora una volta la Gallo152, che a sua volta citava il manoscritto di Francesco Susinno153.

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Nella lettera è presente solo un breve accenno154 all’attività di dei Mercanti, citando il brano in cui l’autore delle Memorie messinesi ritrattista per cui l’artista era celebre, ma fornisce notizie più attuali descrive il dipinto quale opera di «Francesco Cardillo messinese di citando Grosso Cacopardo155 che, rifacendosi a sua volta a quanto tanta perfezione che i nostri lo rapportano come opera di Rubens»163. affermato da Gallo, aveva confutato l’attribuzione a Francesco Contesta a Grosso Cacopardo di aver anche affermato, riferendo dei due quadri del Monastero dell’Alto raffiguranti S. Benedetto e S. l’opinione di , che Cardillo dipingeva con Bernardo, perduto, e la Visitazione156, gravemente danneggiata durante “grazia” e “tenerezza” tali da farlo confondere col Correggio164 e il terremoto del 1908 e oggi al Museo Regionale di Messina, mentre sottolinea come la sua opinione fosse condivisa da autorevoli firme, gli riferisce la tela firmata Cardillus« me fecit» in un piccolo cartiglio quale ad esempio Giuseppe Bertini, che già alla precoce data del ’23 retto nel becco da un cardellino157, raffigurante laMadonna del Soccorso scriveva «chi non darebbe, per figura, in grandi scrosci di risa all’udire col Bambino incoronata da angeli tra San Michele e San Francesco della lo storico Gallo che credè di Rubens il quadro di S. Francesco fra le chiesa Madre del comune di Soccorso158, riportando erroneamente spine di Stefano Cardillo? Né ha maggior peso quanto dello stesso il titolo di Natività. scrive il N. A. Questa pittura a chi non conosce il Cardillo, sembra un’opera Anche la Strage degli Innocenti nel chiostro del Carmine, perduta del Coreggio: tale e tanta è la grazia e la tenerezza colla quale è dipinta» 165. durante il terremoto del 1783159, è citata da La Farina come opera È interessante notare come La Farina avesse infatti superato il topos di Francesco sulla scorta di quanto scritto dal Grosso Cacopardo160, della storiografia siciliana del XIX secolo che tendeva a ricordare mentre Susinno la dice opera di Stefano e Gallo la legge inizialmente acriticamente la produzione artistica isolana del ‘600 nell’ambito del quale frutto di una collaborazione tra i due, ipotesi che La Farina classicismo di derivazione raffaellesca. Il Nostro prosegue l’aspra smentisce decisamente affermando che i pittori non lavorarono critica al suo conterraneo osservando come questi perseverava mai insieme dato che il padre morì quando Stefano era appena nell’errore, scambiando volutamente padre e figlio «senza quel fior dodicenne161. Segnala, ancora, la Madonna di Monserrato per la di critica, di cui è usato far tesoro nelle sue filologiche ed artistiche cappella del castello di “Consaga” (Gonzaga), commissionata da disamine»166, pur di non ricusare l’attribuzione della Madonna di Francesco Beltrandes e datata 1600162 e il San Francesco per l’Oratorio Monserrato167 a Stefano, alla luce delle evidenti affinità stilistiche con

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la Pietà rinvenuta a Castroreale168, di apportare alcuni datata 1603 e firmata Francesco169. importanti ma pre- La Farina espunge dunque dal ziosi contributi, segno catalogo di Stefano tutte le opere di un’attenzione che note, perdute e non, seppur gli consentirà di lasciando una possibilità per la effettuare in anni distrutta Strage degli Innocenti, ipotesi più maturi attribuzioni con la quale concorda la critica inedite, supportate più recente170. Si limita a segnalare dalle sempre più alcuni dati biografici reperiti nel puntuali ricerche in corso delle sue ricerche: l’anno di archivio e dalla nascita, 1585, il matrimonio con minuziosa analisi Flavia Cuttuni appena diciottenne, delle opere. È il

Il fa per tutti, o sia calendario e notizie il 27 gennaio 1613, e la data di caso, solo per citare per l’anno 1814, copertina, 1814. 171 morte, l’1 febbraio 1635 . un esempio, della D. Guinaccia, Annunciazione, Messina, Museo perduta Annunciazione Regionale (già Messina, chiesa di S. Maria delle Grazie). per la chiesa degli Alcuni dei temi affrontati nelle lettere erano stati oggetto Agostiniani “alla Ciaera” del 1585174, che per primo La Farina della rubrica Notizie sui pittori messinesi172 pubblicata nella “Strenna (o assegna a Deodato Guinaccia175 sulla scorta del confronto stilistico Calendario Astronomico) Il fa per tutti”173 edita per dieci anni, tra il col dipinto di medesimo soggetto realizzato dall’artista per i 1812 e il 1822. Già alla precoce data del 1812, infatti, Carmelo La Farina Carmelitani di S. Teresa a Portareale nel 1551 e oggi al Museo di fornisce alcune brevi notazioni di carattere artistico, non mancando Messina, già ricordato anzitempo in un piccolo cameo176.

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pre-venturiano – che ha di certo avuto un ruolo rilevante nello studio delle vicende artistiche isolane, autore di acute osservazioni ltre ai numerosi scritti O e scopritore di utilissime notizie documentarie fondamentali per per gli atti delle varie istituzioni l’avvio di molte moderne ricerche su artisti siciliani. di cui era membro, gli articoli di tema artistico e le monografie177, decisamente corposo è anche il numero delle riviste alle quali ______La Farina apportò contributi di 1 Carmelo La Farina fu titolare del prestigioso titolo di Cancelliere Archiviario stampo scientifico e letterario. del Comune. Nel 1811, fu nominato membro e geometra esaminatore della Deputazione metrica di Messina, dove propugnò l’adozione del sistema metrico Per lo “spettatore Zancleo” e per decimale, sebbene fortemente osteggiato dai più. Nel 1828 venne incarcerato “Il Faro”, scrisse altri interessanti ingiustamente, e tradotto nelle Prigioni Centrali di Palermo, con le accuse di “falsità in pubblica scrittura” riscontrate su alcuni atti durante le ispezioni delle Imperiali contributi, quali Congettura sul sito Reali Truppe Austriache. La sua innocenza fu accertata dopo un anno di carcere dell’antico Nauloco178 e la Biografia nel forte di Castellammare, a seguito di un ricorso richiesto dal La Farina stesso. Dopo il reintegro alle mansioni, e ripresa la propria attività di erudito, Carmelo dell’astronomo messinese Antonio La Farina ebbe modo di mostrare la molteplicità dei suoi interessi in con una 179 notevole e diversificata mole di pubblicazioni. Fu anche effettivo al Congresso Maria Jaci , oltre che alcuni degli Scienziati nel 1846 e membro della Società Economica della Provincia di prospetti statistici sulla cittadina Messina e di quella della Calabria Ulteriore seconda. Nel 1845-46 ricoprì il ruolo di Giudice di Gran Corte Criminale a Catanzaro. In merito all’attività politica del La S. Zagari, Carmelo La Farina, dello Stretto180, che vennero poi Messina, Museo Regionale. Farina – padre del patriota Giuseppe – , egli va menzionato anche quale membro continuati sul “Giornale degli del Parlamento siciliano durante la rivoluzione del ’48 in quanto rappresentante dell’Università di Messina. A seguito della restaurazione borbonica fu rimosso dai 181 Atti dell’Intendenza del Valle di Messina” . numerosi incarichi civili e scientifici che ricopriva, compresi quelli universitari, Appare dunque evidente la versatilità e l’eclettismo di una figura quando il suo nome risultò tra quelli dei professori implicati nelle vicende legate ai moti. Morì a Messina il 28 ottobre 1852. Cfr. G. Molonia, Premessa, in C. di intellettuale con aperture e interessi che sembrano presagire La Farina, Intorno alle Belle Arti…, 2004, pp. 11-39; per il ruolo di esaminatore la figura del moderno storico dell’arte – con un orizzonte quasi della Deputazione metrica di Messina e gli scritti in proposito, Cfr. C. La Farina,

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Relazione del rapporto tra i pesi e le misure usate in Messina pria di gennaio 1811, ed i pesi e nella vita culturale della Messina del tempo. Basti ricordare che l’Università fu nel le misure della nuova Legge, in cui vi sono inserite la Tavola di riduzione delle due corde abolite 1679 abolita, per essere riaperta solo nel 1838 e che dal luglio 1829 all’Accademia alla generale di Canne 16 per uso de’ Notaj; e le cinque Tavole del nuovo sistema metrico della fu concessa la facoltà di conferire lauree. Cfr. G. Oliva, storiche e letterarie della Reale Sicilia, Letterio Fiumara e Giuseppe Nobolo socj, Messina 1811, pubblicata anche Accademia Peloritana di Messina, in “Atti della R. Accademia Peloritana”, a. V-VI in “Il fa per tutti o sia Calendario, e notizie per l’anno 1813”, 1812, p.98. Cfr. (1884-1888), pp. 1-254. anche A. Narbone, Bibliografia sicola sistematica o apparato metodico alla storia letteraria 4 C. La Farina, Discorso Accademico di D. Carmelo La Farina recitato a 2. Luglio della Sicilia, vol. III, G. Pedone, Palermo 1854, p. 30; G. Oliva, Annali della città di dell’anno 1806, in Discorsi Accademici inediti, ms. sec. XIX della Biblioteca del Museo Messina continuazione all’opera storica di C. D. Gallo, con cenni biografici dei cittadini illustri regionale di Messina ai segni MS 32 2, pp. 431-449, ripubblicato in M.P. Pavone, della seconda metà del secolo 19, vol. VIII, Società messinese di storia patria, Messina Aggiunte alla storiografia artistica messinese del primo Ottocento. I “Discorsi” di due soci 1954, p. 264. dell’Accademia Peloritana: Domenico Bottaro e Carmelo La Farina, in Miscellanea di studi e 2 La Farina era membro delle siciliane Accademia delle Scienze Lettere ricerche, a cura di G. Barbera, “Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale ed Arti (Palermo), Zelanti (Acireale), Civetta (Trapani), Lilibetana (Marsala), di Messina”, 12, La Grafica Editoriale-Edizioni Di Nicolò, Messina 2002, pp. 77- Floriomontana (Monteleone), e fuori dai confini isolani la Società libera di 101 e in part. 92-101. Cfr. G. Oliva, Memorie storiche e letterarie…, a. CLXXXVII- emulazione (Rouen), l’Istituto di Corrispondenza Archeologica (Roma), XLXXXVIII, vol. XXVII, Messina 1916, pp. 168-169. l’Etrusca Accademia (Cortona), l’Istituto e Reale Accademia (Firenze, Arezzo), 5 C. La Farina, Discorso Accademico di D. Carmelo La Farina…, sec. XIX, p. la Valdarnese (Montevarchi), gli Incamminati (Modigliana), e infine gli Eutoliti 431 [2002, p 92]. (San Miniato), Cosentina (Cosenza). Già dal XVII secolo nell’Isola le Accademie 6 Ibid., p. 447 [2002, pp. 99-100]. assolvono, insieme alle Biblioteche pubbliche e ai Circoli e alle adunanze letterarie, 7 G. Grosso Cacopardo, Saggio storico delli varij Musei che in diversi tempi ànno al ruolo di cassa di risonanza della cultura erudita locale. Vi si discettava dei temi esistito a Messina, Messina 1853, in Opere, vol. I, scritti minori (1832-1857), a cura di più svariati, dando ampio spazio anche a tematiche di respiro europeo, quali il G. Molonia, Società messinese di storia patria, Messina 1994, pp. 434-475; G. La progresso delle Scienze e delle Arti. Cfr. A. Mongitore, Le Accademie di Sicilia, Corte Cailler, Pitture già in casa Arenaprimo, in “Archivio Storico Messinese”, a. III, ms. del secolo xviii ai segni QqE32, Biblioteca Comunale di Palermo; D. Schiavo, 1903, pp. 203-207; V. Ruffo, Galleria Ruffo nel secolo XVII in Messina, in “Archivio Saggio sopra la storia letteraria e le antiche Accademie della città di Palermo, E spezialmente Storico Siciliano, n.s., a. XXXIX, 1914, ff. 3-4, pp. 329-349; Id., Galleria Ruffo dell’origine, Istituto e Pregresso dell’Accademia del Buon Gusto del Sac. Dott. Domenico nel secolo XVII in Messina (con lettere di pittori ed altri documenti inediti), in “Bollettino Schiavo direttore di essa Accademia socio Colombario di Firenze ed Accademico Augusto di d’Arte, a. X, 1916, ff. 1-2, pp. 21-64; ff. 3-4, pp. 95-128; ff. 5-6, pp. 165-192; ff. Perugia, in “Saggi di dissertazione dell’accademia palermitana del Buon Gusto”, 7-8, pp. 237-256; ff. 9-10, pp. 284-320; ff. 11-12, pp. 369-388; O. Moschella, Il Palermo 1755, vol. I, pp. III-LI; G. Palermo, Sull’utilità delle pubbliche Accademie, S. collezionismo a Messina nel secolo XVII, EDAS, Messina 1977; Ead., Il depauperamento Sciascia, Palermo 1971, M. Guttilla, Orientamenti estetici e ambiti culturali del restauro del patrimonio artistico messinese dopo la rivolta, in La rivolta di Messina (1674 – 1678) e tra Settecento e Ottocento nella storiografia artistica: iDialoghi palermitani di Fedele Tirrito, il mondo mediterraneo nella seconda metà del Seicento, atti del convegno (Messina, 10-12 in Padre Fedele da San Biagio fra letteratura artistica e pittura, catalogo della mostra ottobre 1975), a cura di S. Di Bella, L. Pellegrini, Cosenza 1979, pp. 595-604; S. Di a cura di G. Costantino, S. Sciascia, Caltanissetta 2002, pp. 73-96; per ulteriore Bella, Collezioni messinesi del ‘600: quadri dispersi di pittori siciliani e non, A. Sfameni bibliografia si veda Ead., Pittura e incisione del Settecento, in Storia della Sicilia, vol. x, Editore, Messina 1984; Id., Collezioni messinesi della prima metà del ‘700, A. Sfameni, Editalia – Domenico Sanfilippo Editore Roma 2000, pp. 287-364. Messina 1985; Id., Mercato antiquario messinese del ‘700: una vendita di quadri e monete, 3 Fondata nel 1728, l’Accademia rivestiva un ruolo di enorme importanza in Moant IIa Mostra di Antiquariato, catalogo della mostra (Messina, 6-21 maggio

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1989), Messina 1989, s.p.; Id. Il collezionismo a Messina nei secoli XVII e XVIII, iscrizioni, e le medaglie, [...] sono i principali, ed i più irrefrenabili documenti da in “Archivio Storico Messinese” 74, 1997, pp. 5-90; T. Pugliatti, Antiquariato e tramandare alla posterità la storia civile, e religiosa dei popoli». collezionismo. Fonti di recupero di un patrimonio disperso, in Moant IIa Mostra…, 1989, 13 Storiografo e sacerdote, Francesco Susinno (1660/1670 - 1739 circa) s.p.; Ead., Collezionismo e antiquariato a Messina dal Cinquecento al Novecento, in Aspetti fu anche pittore. I molti viaggi di studio, prima a Napoli e poi nel 1700 a Roma, del collezionismo in Italia da Federico II al primo Novecento, in “Quaderni del Museo dove conobbe Carlo Maratta, sono evidenti nei frequenti richiami ad opere viste Regionale Pepoli”, Trapani 1993, pp. 95-124; Wunderkammer siciliana, alle origini a Messina e provincia, a Catania, a Palermo, a Siracusa e nella vicina Calabria. La del museo perduto, catalogo della mostra (Palermo, 4 novembre 2001 - 31 marzo sua opera manoscritta Le Vite dei Pittori Messinesi, completata nel 1724 è stato edita 2002), a cura di V. Abbate, Electa Napoli, Palermo 2001; D. Ligresti, Sicilia aperta nel 1960, a cura di Valentino Martinelli; in esso Susinno dimostra capacità critica (secoli XCV-XVII). Mobilità di uomini e idee, in “Quaderni – Mediterranea. Ricerche e attributiva davvero inusuali per la sua epoca, e grande attenzione alle nuove storiche”, Palermo 2006, 3, pp. 300-302. istanze storiografiche. Cfr. F.S usinno, Le Vite de’ Pittori Messinesi, (Messina 1724), 8 K. Pomian, Collezionisti, amatori e curiosi. Parigi – Venezia xvi – xviii secolo, a cura di V. Martinelli, Le Monnier, Firenze 1960. Il Saggiatore, Milano 2007, pp. 54-55. 14 Antonino Mongitore (Palermo, 1663-1743), canonico del capitolo della 9 C. De Benedictis, Per la storia del collezionismo italiano, Ponte alle Grazie, Cattedrale di Palermo, consultore e qualificatore del Sant’Uffizio, ebbe una Firenze 1991, p. 135. prolifica produzione letteraria principalmente orientata ad argomenti riguardanti 10 Ibid., Per la storia…, 1991, p. 124. In ambito palermitano si ricordano l’ambito siciliano in genere, con un’attenzione particolare alle attività delle alcune donazioni che portarono all’istituzione di una pubblica galleria accorpata numerose accademie dell’epoca. La sua opera Memorie dei pittori, scultori, architetti e alla Regia Università degli Studi, quale quelle del principe di Belmonte ma anche artefici in cera siciliani (1740 ca., ed. a cura di E. Natoli, Palermo 1977) fu la principale il legato testamentario autografo di Enrico Pirajno barone di Mandralisca, datato fonte per il Villabianca (G.M. Emmanuele e Gaetani di Villabianca, Le divine 26 ottobre 1853, in cui annunciava la volontà di costituire un «Liceo coi suoi arti della pittura e della scultura, a cura di D. Malignaggi, Giada, Palermo 1988) e per Gabinetti e Biblioteca» nei locali del proprio palazzo. V. Abbate, Per Mandralisca Gaspare Palermo (G. Palermo, Guida istruttiva per potersi conoscere con facilità tanto collezionista e studioso, in Giovanni Antonio Sogliani (1492-1544), a cura di V. Abbate, dal siciliano, che dal forestiere tutte le magnificenze e gli oggetti degni di osservazione della città Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2009, pp. 15-16. di Palermo capitale di questa parte dei R. Dominj, Reale Stamperia, Palermo 1816). Alla 11 C. La Farina, Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti in varie epoche in Messina. morte venne sepolto nella chiesa di San Domenico a Palermo. Ricerche di C. La Farina ordinate in più lettere, parte I, Stamperia Fiumara, Messina 15 Gaetano Grano (Messina, 21 novembre 1754 – Messina, 13 marzo 1828), 1835, p. 84: «…descrivere le antichità della nostra Messina, mostrare le reliquie ed laureato in medicina, fu precettore di retorica nella Reale Accademia Carolina, additare i mezzi come conservarle […] molto si è perduto per incuria del tempo presso cui esercitò la carica di bibliotecario dal 1780 al 1828, anno della morte. e degli uomini […] e quei pochi [monumenti] che ci rimangono forse anche essi Nel 1806 figura tra i fondatori del Museo Civico Peloritano. Membro di numerose si perderanno coll’andare degli anni, se una giusta provvidenza non darà riparo a accademie, tra le quali quella degli Zelanti ad Acireale, fu ripetutamente eletto questo sconcerto». Cfr. M.P. Pavone, Aggiunte alla storiografia artistica…, 2002, p. 100. Presidente dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti. Tra le numerose cariche 12 Cfr. C. La Farina, Su di un antico sarcofago nella chiesa de’ PP. Conventuali di che ricoprì, quella di Priore di S. Maria della Latina nel 1786, quella di Giudice Messina. Pochi cenni del Dottore in ambe le leggi Carmelo La Farina, Professore di Matematica ecclesiastico della Regia Udienza nel 1789 e quella di Giudice delegato della Regia nella R. Accademia Carolina de’ Pubblici Studj, Prefetto del pub. Museo Peloritano ec. Socio Monarchia in Messina nel 1791. Nel 1814 venne accettato quale membro della corrispondente dell’Accademia del buon gusto, ed attual Promotore in quella de’ Pericolanti, commissione per la compilazione dei codici del Regno delle Due Sicilie. Fu infine ov’è detto l’Accertato, Antonino d’Amico Arena, Messina 1822, p. 26: «…le antiche Giudice Interno del Regio Tribunale di Monarchia in Sicilia nel 1817 e, nello stesso

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25 numero3 - maggio 2011 anno, Abate-Regio Priore di S. Andrea di Piazza. Infine, fu Vescovoin Partibus della a cura di S. La Barbera, Flaccovio, Palermo 2003, pp. 84-86. Santissima Basilica di Terra Santa, Consigliere del Re delle Due Sicilie Ferdinando 18 S. La Barbera, Giuseppe Maria Di Ferro teorico e storico dell’arte, in Miscellanea IV di Borbone. Nel 1821 rifiutò la carica di Luogotenente Generale in Sicilia. Pepoli. Ricerche sulla cultura artistica a Trapani e nel suo territorio, a cura di V. Abbate, Quale corrispondente di Scinà, Landolina e Gregorio, collaborò con J.F. Hackert Museo regionale Pepoli, Trapani 1997, pp. 147-166. alla redazione delle Memorie de’ Pittori Messinesi edito a Messina nel 1792. Nel 1797 19 I dibattiti in merito alla sistemazione del neonato museo impegnarono i contribuì alla realizzazione dei Viaggi alle due Sicilie e in alcune parti dell’Appennino nomi più illustri dell’élite culturale messinese anche in anni successivi. Si veda ad dell’abate Spallanzani e nel 1841 pubblicò la Guida alla Città di Messina. esempio: G. La Corte Cailler, Sistemazione della Pinacoteca, in “Archivio Storico 16 Jakob Philipp Hackert (Prenzlau, 15 settembre 1737 - San Pietro di Messinese”, a. II, ff. 1-2, 1901-1902, p. 134; Id., Museo Civico, in “Archivio Storico Careggi, 28 aprile 1807), artista tedesco, lavorò molto in Italia. Si stabilì a Roma Messinese”, a. II, ff. 3-4, 1901-1902, pp. 153-155; G. Oliva, Museo Civico, in nel 1768 e fu pittore di corte per il re di Napoli. Nel 1792 pubblicò le Memorie “Archivio Storico Messinese”, a. IV, ff. 1-2, 1903, pp. 230-232; Id., Pel riordinamento de’ Pittori Messinesi, redatto con il notevole apporto di Gaetano Grano che non del Museo, in “Archivio Storico Messinese”, a. VIII, ff. 1-2, 1907, pp. 147-148; aveva voluto comparire come autore. Si veda: Memorie de’ Pittori Messinesi di J.F. S.A., Per Istituzione di un Museo Nazionale e di un Ufficio dei Monumenti a Messina, in Hackert e G. Grano, con introduzione note e appendice bibliografica di S. Bottari, “Archivio Storico Messinese”, a. XVIII, f. unico, 1917, pp. 135-137. in “Archivio Storico Messinese”, XXVIII-XXXV, n.s., 1934, pp. 1-53. 20 Per la figura di Gregorio Cianciolo, il cui nome è ricordato sull’iscrizione 17 Matteo Sebastiano Palermo Tirrito (San Biagio Platani, 18 gennaio 1717 marmorea apposta sulla porta del neonato museo Civico, si vedano: G. Grosso - Palermo, 9 agosto 1801) fu frate cappuccino, pittore di buon livello e letterato; Cacopardo, Biografia del P. D. Gregorio Cianciolo, in “Il Maurolico, Giornale di nell’ambiente agrigentino e palermitano ebbe la sua prima formazione, che Scienze, Lettere e Arti”, a. II, vol. 3, n. 7, settembre 1838; G. Coglitore, Storia completò con diversi viaggi a Roma dove fu anche alle dirette dipendenze del monumentale-artistica di Messina, Tipografia del Commercio, Messina 1864. papa, che gli commissionò alcuni affreschi. Membro Accademia dell’Arcadia in 21 Tra le prime eterogenee collezioni che andarono a costituire il nucleo Roma, dell’Accademia del Buon Gusto a Palermo e dell’Accademia degli Ereini iniziale delle raccolte del Museo Civico Peloritano ci si avvalse di quelle di pure a Palermo, frequentò quella rinomatissima di S. Luca presso la cui Scuola Tommaso Alojsio Juvara, Giuseppe Arenaprimo, Gregorio Cianciolo, Giuseppe del Nudo ebbe occasione di studiare con Sebastiano Conca e Marco Benefial. Grosso-Cacopardo e Giuseppe Carmisino. Facevano parte delle collezioni molti Fu autore di molteplici componimenti, sebbene in questa sede prema ricordare dipinti di scuola messinese, «marmi delle epoche greche, romane e saracene» ma principalmente i Dialoghi familiari sopra la pittura difesa ed esaltata dal P. Fedele da S. anche oggetti di storia naturale, armi e armature da guerra risalenti alle epoche Biagio pittore cappuccino col Sig. Avvocato D. Pio Onorato palermitano alla presenza de’ suoi più svariate. G. Oliva, Memorie storiche e letterarie…, a.a. CLXXXVII-XLXXXVIII, Allievi nella Bell’Arte, disposti in quindici giornate (Palermo 1788, ed. cons. a cura e con vol. XXVII, Messina 1916, p. 169; cfr. G. La Farina, Messina e i suoi monumenti, introduzione di D. Malignaggi, Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e Stamperia di G. Fiumara, Messina 1840: «[nel Museo Civico] si trovava una ambientali e della pubblica istruzione, Dipartimento dei beni culturali ed ambientali ragguardevole galleria di quadri […] il ricco Presepe di Polidoro di Caravaggio, ed educazione permanente, Palermo 2002) in cui affronta, con evidente intento quadro ricco di figure, e di stupenda composizione; la strage degli Innocenti, didascalico ma non senza una moderna apertura, la ricostruzione del percorso ardito lavoro del Rodriguez; la vedova di Naim, sterminato quadro del Menniti; artistico degli artefici, siciliani e non, che maggiormente contribuirono alla un S. Diego di Gio. Paolo Funduli cremonese; la trasfigurazione di Gesù Cristo formazione della cultura figurativa della Sicilia, tentando una sintesi di concetti di Antonio Catalano; il martirio di S. Placido del Vanoubracken; Giacobbe al generali e nozioni particolari della coeva teoria sull’arte. R. Cinà, Conoscitori nella pozzo, Saulle e Davidde, Ester, Giacobbe e i suoi figliuoli, Assalonne, Davidde e Sicilia del Settecento. Padre Fedele da San Biagio, in La critica d’arte in Sicilia nell’Ottocento, l’Amalechita, composizioni a mezza figura dello Scilla, ed altri non pochi, per lo

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26 numero3 - maggio 2011 più della rinomata scuola messinese»; S. La Farina, Sul Museo Peloritano, Tip. del a undeci miglia dalla città io mi recai nel 1832; e chiesi di presente ivi giunto Commercio, Messina 1860; G. La Corte Cailler, Il Museo Civico di Messina, ms. di quel quadro: che vidi in miseranda condizione e tramestato colla polvere e 1901, ed. a cura di N. Falcone, Pungitopo, Marina di Patti 1981. quasi vile oggetto calcato. Me ne venne dolore: che veder così volti in bassi gli 22 F. Campagna Cicala, Dal collezionismo privato alle pubbliche raccolte recenti egregi dipinti, o quei che servono a fermare, o rischiarare le nostre memorie, non acquisizioni del Museo regionale di Messina, in Acquisizioni e documenti sul patrimonio storico- può che con generoso fremito patirsi. E quindi curai, come meglio potei, farne artistico del Museo regionale di Messina, a cura di G. Barbera, “Quaderni dell’attività acquisto. E nella quadreria diedi non indecoroso loco a quella pittura». Cfr. C. La didattica del Museo Regionale di Messina”, 9, La Grafica Editoriale-Edizioni Di Farina, Lettera VII. Si adducono…, 1835 pp. 101-102. Gioacchino Di Marzo è tra Nicolò, Messina 1999, p.13. i primi studiosi ad accogliere questa attribuzione, cfr. Delle Belle arti in Sicilia dal 23 La Farina ottenne la carica di Prefetto del Museo dal 1813 e per questo sorgere del secolo XV alla fine del XVI, vol. iii, libro vii, Palermo 1862, p. 301. incarico gli venne anche attribuito un vitalizio, come sappiamo dalla lettera che 26 Cfr. G. La Corte Cailler, Museo Civico, in “Archivio Storico messinese”, scrisse al suo corrispondente Agostino Gallo per essere agevolato in alcune 1902, II, 3-4, pp. 153-155; Id., Per riordinamento del Museo, in “Archivio Storico lungaggini burocratiche, legate ai mancati pagamenti. Nella lettera datata 8 messinese”, 1907, VIII, 1-2, pp. 147-148; Id., Per l’istituzione di un Museo Nazionale maggio 1823 Carmelo La Farina lamenta al suo corrispondente palermitano la e di un Ufficio dei Monumenti a Messina, in “Archivio Storico messinese”, 1917 lentezza del procedimento di nomina a Prefetto e i molti impedimenti per la XVIII, , pp. 153-155; F. Campagna Cicala, Dal collezionismo…, 1999, p. 13. Per consegna delle iniziali 24 onze – poi aumentate a 30 nel 1821 – che avrebbe la costituzione di Musei Pubblici e Gallerie e l’acquisizione di opere e strutture dovuto ricevere come corrispettivo. Preme perché Gallo si adoperi in suo favore sia tramite donazioni volontarie sulla base di modelli «evergetici» che tramite riguardo al ricorso avanzato al Luogotenente Generale di Napoli. Cfr. ms. sec. sequestri da parte delle istituzioni, si veda K. Pomian, Collezionisti, amatori…, XIX ai segni Qq 10 110, della Biblioteca Comunale di Palermo; Stato discusso per 2007, pp. 352-354. Sui problemi e le scelte effettuate dal nuovo stato nazionale in l’esercizio dell’anno 1822 (Da aver vigore anche pel 1823), opera a stampa conservata relazione al patrimonio artistico acquisito con la soppressione delle Corporazioni presso la Biblioteca del Museo Regionale di Messina. Cfr. anche G. Molonia, religiose cfr. P. Picardi, Il patrimonio artistico romano delle corporazioni religiose soppresse, Premessa, in C. La Farina, Intorno alle Belle Arti…, 2004, pp. 11-12. protagonisti e comprimari (1870-1885), De Luca Editori D’Arte, Roma 2008. 24 Nell’articolo intitolato Congettura del prof. C. La Farina sul sito dell’antico 27 Miscellanea in due volumi di manoscritti relativi a trattazioni e discorsi Nauloco (estratto dal “Il Faro che siegue lo Spettatore Zancleo. Giornale di declamati dai soci dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, raccolte tra il 1737 e Scienze Lettere e Arti”, a. IV, vol. I, f.3, Marzo 1836, p. 165-168, nota 2) riguardo il 1803 e il 1803 e il 1808, ai segni Ms. 32 2 della Biblioteca Regionale del Museo al ritrovamento in contrada Bagni, nei pressi dell’attuale Spadafora (Me) di antichi di Messina. resti murari, di vasche, e di un «vaso di grossa argilla» contenente 200 monete di 28 C. La Farina, Messina. Biografia di Tommaso Aloisio, in “Giornale di Scienze, bronzo coniate dalla zecca di Roma in un arco di tempo che va dall’81 d.C. al Lettere ed Arti”, t. 42, n. 53, f. 125, Palermo 1833, pp. 197-200. 175 d. C. per gli imperatori Domiziano, Nerva, Traiano, Adriano, Antonino Pio 29 M.P. Pavone, Aggiunte alla storiografia…, 2002, pp. 77-101. e Faustina “minore” moglie di Marco Aurelio, La Farina scrive: «Non poche di 30 Tra i molti artisti, lo scultore Giuseppe Arifò, l’incisore Tommaso Alojsio queste medaglie furono da me acquistate, ed altre vennero in potere al culto e Juvara, il pittore Michele Panebianco, ma anche gli scienziati Carmelo Pugliatti e diligente Grosso Cacopardo». Natale Catanoso. 25 In merito al dipinto raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra due 31 C. La Farina, Belle arti, in “Lo Spettatore Zancleo”, III, n. 32, 1835, pp. Santi di Battista Dalliotta, La Farina scrive: «[…] la quale pittura esistea (nell’anno 254-255; Id., Belle Arti, in “Lo Spettatore Zancleo”, III, n. 33, 7 ottobre 1835, 1821) nella chiesa di S. Giorgio, nel villaggio di Briga. Al qual villaggio che sta pp. 263-264.

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32 Si veda ad esempio, su Giuseppe Arifò, pensionato messinese a Roma la passava a far riviste, a dare e soffrire ingiurie», che il “Maurolico” «appariva per studiare scultura presso lo studio di Pietro Tenerani: Ibid. come il sole di febbraio»; riguardo a “L’amico delle donne”: «un nuovo giornale 33 Fu dietro pressioni di Carmelo La Farina che il Senato messinese assegnò usciva con l’anno 1835 in Messina tutto croci, tutto sepolcri, tutto romantico, al Tenerani la commissione per il monumento bronzeo a Ferdinando II di e moriva in sul nascere»; per “L’Innominato”: «un secondo ne appariva e con Borbone che fu eseguito a Monaco di Baviera nel 1839 e che venne fusa durante qual nome? Voi chiederete, non so io, non sa lui, non ebbe battesimo». La i moti insurrezionali del 1848. Per Tenerani (Torano (Rt), 1789 – Roma 1869) e polemica, iniziata dai compilatori dello “Spettatore Zancleo” (1836, a. V, nn. 4, le vicende relative alla realizzazione del monumento a Ferdinando di Borbone si 5, 17) e fomentata successivamente sulla “Trinacria” (1836, n. 17) con accuse veda O. Raggi, della vita e delle opere di Pietro Tenerani, del suo tempo e della sua scuola di parzialità che nascondevano in un malcelato campanilismo, ragioni politiche, nella scuola, Firenze 1880; S. Susinno, Premesse romane alla scultura purista dell’Ottocento raggiunse il suo apice con attacchi personali ai redattori del “Vapore” – che messinese, in La scultura a Messina nell’Ottocento, catalogo della mostra a cura di L. ribatterono (1836, vol. III, n. 24, pp. 193-194) a loro volta sostenuti dai redattori Paladino, (21 agosto - 31 ottobre 1997), Assessorato regionale dei Beni Culturali, palermitani de “Il Telegrafo” (1836, n. 48), della “Cerere, giornale officiale di ambientali e della Pubblica Istruzione, Messina 1997, p. 51; S. Grandesso, Pietro Sicilia” (1836, nn. 19, 148, 184 e 189), dell’“Imparziale” (1836, nn. 39, 42 e 47) Tenerani (1789-1869), Silvana, Cinisello Balsamo 2003. – causando la sospensione da parte delle autorità dello “Spettatore Zancleo”. 34 F.P. Campione, La nascita dell’estetica in Sicilia, in “Aestethica Preprint”, 76, Le offensive si acuirono ulteriormente tra le pagine de “Il Faro” (1836, n. 7), al aprile 2006, pp. 27-48. punto da giungere ad una sfida a duello tra due redattori delle testate, impedita 35 Per la figura di La Farina e un utile spaccato sull’entourage culturale in cui in extremis dal duca di Cumia, direttore generale della polizia siciliana. Alcune gravitava, si veda F. Bisazza, Della presente civiltà messinese. Lettera di Felice Bisazza al firme messinesi comparse in questa controversia andarono a formare il nucleo suo degno amico Gaetano Grano, in “Lo Spettatore Zancleo”, II, n. 44, 31 dicembre costitutivo della seconda edizione del “Maurolico”, col sostegno del “Gabinetto 1834, pp. 340-350. La Farina è citato insieme a Giuseppe Grosso Cacopardo «per Letterario”, stampata, ancora una volta, dai torchi di Tommaso Capra nel 1841. l’amore per le patrie cose». Cfr. G. Molonia, Premessa, in C. La Farina, Intorno alle Cfr. G. Arenaprimo, La stampa periodica in Messina dal 1675 al 1860. Saggio storico Belle Arti…, 2004, p. 17. e bibliografico, in “Atti della R. Accademia Peloritana”, VIII, 1892-1893, p. 89; G. 36 Per l’apertura italiana verso la cultura europea e tedesca sulla stampa Oliva, Annali della città di Messina…, 1893, pp. 271-272, 290-291; Una lezione ai periodica sulla scorta degli scritti di Madame Amia Luisa de Staël-Holstein, che, Signori fratelli Linares, compilatori del «Vapore», Malta, Nuova tip. Italiana, 1836, 4° come è ben noto, diede l’avvio della discussione fra classicisti e romantici con la (irreperibile già ai tempi di Oliva che lo precisa in Annali…, pp. 271-272); A. e V. pubblicazione nel gennaio 1816 dell’articolo intitolato Sulla maniera e l’utilità delle Linares, Alla gioventù messinese i fratelli Linares sulla lezione pubblicata colla data apocrifa traduzioni sul periodico «La Biblioteca italiana», cfr. C. Carmassi, La letteratura tedesca di Malta in risposta all’articolo di polemica del «Vapore», diretto ai compilatori del «Faro», nei periodici italiani del primo Ottocento (1800-1847), Jacques e i suoi quaderni editore, Palermo, Lao, 1836, 4°; G. Pitrè, ad vocem Felice Bisazza, in Nuovi profili biografici Pisa 1984. A Messina un acceso dibattito si ebbe a seguito della pubblicazione contemporanei italiani, Palermo 1868, p. 191; N. D. Evola, Polemiche giornalistiche e dell’articolo dei fratelli Antonino e Vincenzo Linares Un colpo d’occhio sulla albori di italianità in Sicilia, estratto da “La Sicilia nel risorgimento italiano”, a. III, f. letteratura siciliana nel 1835 tra le pagine del palermitano “Il Vapore. Giornale I, pp. 3-18; M.I. Palazzolo, Intellettuali e giornalismo nella Sicilia preunitaria, Società istruttivo e dilettevole accompagnato dal figurino di moda” (1836, a. III, t. III, n. di Storia patria per la Sicilia Orientale, Catania 1975; S. La Barbera, Linee e temi 19, pp. 249-251), diretto dagli stessi Linares. Lo scritto non dava sufficiente risalto della stampa periodica palermitana dell’Ottocento, in Percorsi di critica. Un archivio per le al ruolo dei letterati messinesi nella vicenda culturale del tempo; riferendosi riviste d’arte in Italia dell’Ottocento e del Novecento, a cura di R. Cioffi, A. Rovetta, Vita all’attività giornalistica dello “Spettatore Zancleo”, il compilatore asseriva che «se e Pensiero, Milano 2007, pp. 87-121.

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37 Tra i primi periodici che diffusero le idee romantiche, il già citato la pp. 3-18; M.I. Palazzolo, Intellettuali e giornalismo nella Sicilia preunitaria, Società “Biblioteca italiana. Giornale di Letteratura Scienze ed Arti” (Milano 181816- di Storia patria per la Sicilia Orientale, Catania 1975; Percorsi di critica…, 2007, e 1859), l’“Antologia. Giornale di Scienze, Lettere e Arti” (Firenze 1821-1832)”, in part. i saggi di C. Bajamonte, F.P. Campione, S. La Barbera. Per la figura di G. quasi a continuazione del “Conciliatore”, il “Giornale Euganeo” del “Gondoliere” Bertini si veda ad vocem Bertini Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani (da in veneto, il “Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti” (1832-1834) e questo momento D.B.I.), vol. IX, Roma 1967, pp. 546-547; ad vocem in Enciclopedia “Il Vesuvio” (1835) a Napoli. Cfr. Storia letteraria d’Italia, a cura di A. Balduino, della Sicilia, a cura di C. Napoleone, Franco Maria Ricci, Parma 2006, p. 162. L’Ottocento, a cura di A. Balduino, tomo 2, ed. cons. Piccin nuova libraria, Padova 38 K.F. von Rumohr, Italienische Forschumgen, 3 voll., Berlin-Stettin 1827- 1990, p. 879. F. Bernabei, C. Marin, Critica d’arte nelle riviste lombardo-venete. 1820- 1831, Schlosser, Frankfurt am Main 1920; A. Thiers, Salon de 1822 et collection 1860, Canova Edidioni, Treviso 2007; D. Levi, Cavalcaselle. Il pioniere della conservazione des artiche insérés an Constitutionnel, sur L’Exposition de cette année, Maradan, Paris dell’arte italiana, Giulio Einaudi Editore, Torino 1988, Ead., Storiografia artistica e 1833; Id., Salon de 1824, in “Le Constitutionell”, 30 agosto 1824, pp. 3-4; J.D. politica di tutela: due memorie di G.B. Cavalcaselle sulla conservazione dei monumenti (1862), Passavant, Rafael von Urbino un sein Vater Giovanni Santi, Brockhaus, Leipzig 1839- in Gioacchino Di Marzo e la Critica d’Arte nell’Ottocento in Italia, atti del convegno 1858; E.J. Delécluze, Louis David, son école et son temps, Didier Libraire-editeur, (Palermo 15-17 aprile 2003), a cura di S. La Barbera, Officine Tipografiche Ajello Paris, 1855; G.B. Cavalcaselle – J.A. Crowe, The early flemish painters. Notices of e Provenzano, Bagheria 2004, pp. 53-76 ; A.C. Tomasi, Giovanni Battista Cavalcaselle their lives and works, J. Murray, London 1857 (ed. it. Storia dell’antica pittura fiamminga, conoscitore e conservatore, Marsilio Editore, Venezia 1998. In ambito isolano va Le Monnier, Firenze 1899); Id., A history of Painting in North : Venice, Padua, evidenziata la fitta rete di rapporti con gli intellettuali del continente, che avveniva Vicenza, Verona, Ferrara, milan, Friuli, Brescia, from the fourtheenth to sixteenth century, 2 tramite una serrata corrispondenza, con lo scambio e la collaborazione tra testate, voll, J. Murray, London 1871; Id., Storia della pittura in Italia dal secolo ii al secolo xvi, ove non mancarono vivaci dibattiti e polemiche, la circolazione della produzione Le Monnier, Firenze 1886-1908 (ed. it. A cura di A. Mazza, voll xi, Le Monnier, letteraria. Tra i periodici siciliani, il “Giornale di Scienze, Lettere e Arti per la Firenze 1908); G. Morelli (I. Liermolieff), Kunstkritische Studien uber italienische Sicilia”, pubblicato a Palermo da 1823, diretto dall’abate Giuseppe Bertini fino Malerei: Die Galerien Borghese und Doria Pamphli in Roma, F. A. Brockhaus, Leipzig al 1833 quando vi subentrò Vincenzo Mortillaro di Villarena. Fu a causa delle 1890, (ed. it. Della pittura italiana: le gallerie Borghese e Doria Pamphili in Roma, studii tendenze indipendentiste del Mortillaro che la pubblicazione fu soppressa nel storico critici, Treves, Milano 1897); Id., Die Galerien zu München und Deìresden, F. ’42 per poi riprendere nel ’48 col titolo di “Giornale di Scienze Lettere ed Arti A. Brockhaus, Leipzig 1891; Id., Die Galerie zu Berlin, F. A. Brockhaus, Leipzig per la Sicilia. Nuova Serie”, di cui furono editi solo quattro fascicoli; “Il Mercurio 1893; Giovanni Morelli e la cultura dei conoscitori, Atti del Convegno Internazionale siculo” (1818; 1823-1831); “La Cerere, giornale officiale di Sicilia” (1823-1847); ( 4-7 giugno 1987) a cura di G. Agosti, M. E. Manca, M. Panzeri, con il “Lo Stesicoro, Giornale catanese” che comincia le sue pubblicazioni il primo coordinamento scientifico di M. Dalai Emiliani, 3 voll. Pierluigi Lubrina Editore, aprile del 1835 durante la provvisoria sospensione del “Giornale del gabinetto Bergamo 1993. letterario dell’Accademia Gioenia” (1834, 1839-43, 1850-51) e prosegue la stampa 39 A.C. Quatremère de Quincy, Essai sur la nature, le but et les moyens de l’imitation fino al luglio del 1836; “La Specola”, che cessa la sua attività, dopo un solo anno dans les beaux arts. Par m. Quatremère de Quincy, Jules Didot, Paris 1823, giustifica di pubblicazioni, iniziate il primo febbraio del 1840 e terminate il 15 giugno del l’arte proprio in quanto apparenza, l’imitazione in quanto atto creativo ‘altro’, 1841; i messinesi “il Maurolico”, pubblicato dal 5 ottobre 1833 all’aprile del 1840, preparando la giustificazione del Romanticismo. Cfr. R. Schneider, L’esthétique “lo Spettatore Zancleo” (Messina 1831-1836, 1839-1847) e “il Faro” (Messina classique chez Quatremére de Quincy, Hachette, Paris 1910; P.H. Valenciennes, 1836-1839). Cfr. N. D. Evola, Polemiche giornalistiche e albori di italianità in Sicilia, Eléments de perspective pratique à l’usage des artistes suives de réflexion et de conseils à un élève estratto da “La Sicilia nel risorgimento italiano”, a. III, f. I, gennaio-giugno 1933, sur la peinture et particulièrment sûr le genre de paysage, Desenne, Duprat, Paris 1800;

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L. Venturi, Storia della critica d’Arte, Einaudi, Torino 1964, p. 251; L. Gallo, di Felice Bisazza, in F. Bisazza, Opere di Felice Bisazza da Messina pubblicate per cura “Sentimento del colore” e “Colore del sentimento”: la riscoperta di Pierre-Henri de Valenciennes del Municipio, 3 voll., Tipografia Ribera, Messina 1874; M. Tosti, Felice Bisazza e il nell’opera di Lionello Venturi, in Lionello Venturi e i nuovi orizzonti di ricerca della storia movimento intellettuale in Messina nella prima metà del XIX secolo, Prem. Off. Graf. La dell’arte, Atti del convegno internazionale di studi (Roma 10-11-12 marzo 1999, Sicilia, Messina 1921; I. Stellino, Felice Bisazza, in La cultura estetica in Sicilia fra Accademia Nazionale dei Lincei, Università “La Sapienza”, Facoltà di Lettere e Ottocento e Novecento, a cura di L. Russo, “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia Filosofia, Istituto di Storia dell’arte Università “La Sapienza”, Museo Laboratorio dell’Università degli Studi di Palermo – Studi e Ricerche”, 18, 1990, pp. 13-29; S. di Arte Contemporanea), a cura di S. Valeri, in “Storia dell’Arte” n. 101 (n.s. 1) Correnti, La cultura siciliana agli albori del XIX secolo, in “Studi e ricerche di Sicilia”, Nuova Serie - Gennaio - Aprile 2002, Anno XXXIII, diretta da M. Calvesi e O. CEDAM, Padova 1963, pp. 65-110. Ferrari, CAM Editrice, Roma 2002, pp. 118-129. 46 F.P. Campione, La nascita dell’estetica…, p. 60. 40 M.P. Pavone, Storiografia artistica, in Mostra sulla cultura e le ipotesi di 47 Tra i protagonisti dei moti risorgimentali che si occuparono di Belle Arti, ricostruzione della Messina del terremoto. La trama culturale, a cura di F. Campagna risaltano i nomi, oltre che di Carmelo La Farina, anche dei più accesi difensori Cicala, G. Campo, (Messina 18 febbraio - 18 marzo 1989), Assessorato regionale del pensiero romantico in Sicilia, quali il figlio di quest’ultimo, Giuseppe, di dei beni culturali ambientali e della p.i. (Palermo), Amministrazione provinciale, Felice Bisazza, Francesco Paolo Perez, Lionardo Vigo, Domenico Ventimiglia e Amministrazione comunale, Facoltà di scienze politiche, Messina 1989, pp. 40-43. Gaetano Daita. 41 P. Fedele da San Biagio, Dialoghi sopra la pittura…, 1788, ed. cons. 2002. 48 Va notato, a tale proposito, la varietà di argomentazioni relative alla 42 M.P. Pavone, Storiografia artistica a Messina nell’Ottocento: Carmelo La Farina, rivalutazione dell’architettura medievale, evidenziando come il fenomeno sia Giuseppe Grosso Cacopardo, Carlo Falconieri e , in “Archivio Storico strettamente connesso al recupero delle tradizioni nazionali e in particolare alle Messinese”, 52, 1988, pp. 23-60 e in part. 23, 24; G. Molonia, Arte cultura e società istanze patriottico-risorgimentali. Cfr. F. Tomaselli, Il ritorno dei Normanni – a Messina nell’Ottocento, in La scultura a Messina…, 1998. protagonisti ed interpreti del restauro dei monumenti a Palermo nella seconda metà dell’Ottocento, 43 M.P. Pavone, Aggiunte alla storiografia…, 2002, p. 78. Officina, Roma 1994, p. 44; P. alazzottoP , Teoria e prassi dell’architettura neogotica 44 F. Bisazza, Del Romanticismo, Memoria letta da Felice Bisazza nella ordinaria a Palermo nella prima metà del XIX secolo, in Gioacchino Di Marzo…, 2004, pp. 225- ragunata del 27 settembre 1832 della Classe di Belle Arti della Regia Accademia Peloritana, 237. Pappalardo, Messina 1833 (poi in F. Bisazza, Opere…, vol. III). Cfr. anche G. 49 A tale proposito Pavone menziona l’articolo di Enrico De Sangro ne Oliva, Memorie storiche e letterarie…, a.a. CLXXXVII-XLXXXVIII, vol. XXVII, «Il Tremacoldo», a. I, n. 28, 1856; cfr. M.P. Pavone, Storiografia artistica a Messina Messina 1916, pp. 208-210. nell’Ottocento: Carmelo La Farina, Giuseppe Grosso Cacopardo, Carlo Falconieri e Giuseppe 45 Felice Bisazza (Messina, 1809-1867), poeta, traduttore e teorico della La Farina, in “Archivio Storico Messinese”, 52, 1988, p. 28. poesia romantica, collabora a molti periodici, specie messinesi: “L’Osservatore 50 Per la bibliografia relativa si veda: G. Molonia, La stampa periodica a Peloritano”, “Il Maurolico”, “Lo Spettatore Zancleo”, “L’Innominato”, “Il Faro”, Messina (1808-1863) – Dalla «Gazzetta Britannica» alla «Gazzetta di Messina», Di “La Sentinella del Peloro”, “Il Nuovo Faro”, “La Rivista Periodica”, “L’Amico Nicolò, Messina 2004; cfr. anche La produzione bibliografica. Premessa all’esposizione delle Donne”, “La Trinacria”, “Aristocle”, “Il Giornale del Gabinetto Letterario”, bibliografica in Mostra sulla cultura…, 1989, pp. 44-53. “La Farfalletta”, “Scilla e Cariddi”, “La Lanterna”, “Empedocle”, “La Lucciola”, 51 Per la bibliografia relativa cfr. M. Accascina, Profilo dell’architettura a “Il Tremacoldo”, “Il Caduceo”, “L’Eco Peloritano”, “L’Estro”, “L’Interprete”, Messina dal 1600 al 1800, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1964, cap. VI e relative “Gazzetta di Messina”, “La Parola Cattolica”, “Il Dicearco”, “Il Veridico”. Per note, pp. 228-229; F. Basile, Lineamenti della storia artistica di Messina. La città Bisazza cfr. ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, p. 167; S. Ribera, Biografia dell’Ottocento, Edizioni Leonardo, Roma 1960, con esauriente bibliografia in nota.

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52 V. Saccà, La Cattedra di Belle Arti nella Università di Messina, Tipografia Sebbene fossero previsti 36 uscite annue la pubblicazione fu molto irregolare: D’Amico, Messina 1900, p. 96. tra gennaio e luglio 1840 furono pubblicati solo 10 numeri. Tra il 1839 e il 1841 53 M.P. Pavone, Storiografia artistica in Mostra sulla cultura…, 1989, pp. 40-43. ospitò numerosi saggi di storia dell’arte di Giuseppe La Farina, tra i quali (Messina 54 Ibid. e i suoi…, 1840) che fu gravemente censurato. Cfr. G. Molonia, La stampa 55 Del 1829 una memoria archeologica in una lettera indirizzata al Direttore periodica…, 2004, p. 116-117. del “Giornale di Scienze, Lettere e Arti per la Sicilia” Giuseppe Bertini intitolata Su 64 I “monumenti di antichità del medioevo” per cui la Commissione di una antica iscrizione scoperta in Messina e che oggidì si conserva nel Museo Peloritano. Lettera Antichità e Belle Arti “promuoverà e regolerà i ristauri; imprenderà e regolerà gli del Dott. Carmelo La Farina Prefetto dello stesso all’Ab. Giuseppe Bertini, in “Giornale scavamenti di antichità di pubblica appartenenza”, ponendoli per la prima volta di Scienze, Lettere e Arti per la Sicilia”, 1829, t. 25, f. 73, pp. 76-78 (estratto dal sullo stesso piano di quelli “di archeologia”, solo dopo il maggio 1863, quando “Giornale Letterario di Sicilia”, n. LXXIII, Palermo MDCCCXXIX, ristampato l’allora Ministro per la pubblica Istruzione Michele Amari emanò un rivoluzionario con aggiunte nel 1832); cfr. E. Braun, Archeologia. Scavi taorminesi, in “Il Faro che regolamento specifico per la Sicilia per la tutela del patrimonio culturale che siegue lo Spettatore Zancleo. Giornale di Scienze Lettere e Arti”, a. IV, vol. I, comprendeva anche l’introduzione di un moderno sistema di catalogazione Messina 1836, pp. 251-253; G. La Farina, Messina e i suoi…, 1840, p. 75; G. Rizzo, degli oggetti d’arte. La Commissione provinciale di Messina fu istituita col Regio Iscrizioni tauromenitane, in “Archivio Storico Messinese”, IV, 1903, ff. 1-2, p. 108. Decreto n. 2885 del 23 dicembre 1875. Si veda anche Regio decreto 3 maggio 1863 56 C. La Farina, Sopra una scaturigine di acqua sulfurea in Messina ed analisi di n. 772 che approva il regolamento della Commissione di Antichità e Belle Arti della Sicilia, essa acqua, in “Giornale di Scienze, Lettere e Arti per la Sicilia”, 1823, tomo 2, n. Archivio Centrale dello Stato, Direzione Generale di Antichità e Belle Arti, Roma, 53, fasc. 4, pp. 82-83. I vers., b. 501; cfr. F. Tomaselli, Il ritorno dei Normanni…, 1994, pp. 57-58. 57 I periodici siciliani dell’Ottocento. Periodici di Palermo, vol. I, a cura di P. 65 C. La Farina, Discorso Accademico…, sec. XIX, p. 449 [2002, pp. 100-101]. Travagliante, C.u.e.c.m., Catania 1995, p. 24. 66 Tra le pagine dello “Spettatore Zancleo” Giuseppe La Farina esplicita 58 C. La Farina, Messina. Biografia di Tommaso…, pp. 197-200. in un articolo intitolato Il romanticismo dello spettatore, ciò che «intendiamo noi 59 C. La Farina, Su di un antico sarcofago…, 1822. per romanticismo […] quel sistema che pone il bene per fine di ogni scienza ed 60 C. La Farina, Sposizione di alcune lapidi sepolcrali rinvenute in Messina nel arte, il bello per mezzo, l’inspirazione per principio […] Il nostro romanticismo è largo di S. Giovanni Gerosoliminitano di Carmelo La Farina, Segretario Generale della quello che si addice ad un uomo che non degrada se stesso, è quel sistema che mira Reale Accademia de’ Pericolanti, Prefetto del Museo Peloritano e Corrispondente della a perfezionamento, che tende a progresso, che (come li appella il compagno Commissione di Antichità e Belle Arti, per A. D’Amico Arena, Messina 1832. Cfr. Silvio Pellico)[Silvio Pellico fu prigioniero nel carcere dello Spielberg insieme I. Bitto, Le iscrizioni greche e latine di Messina, vol. I, Di.Sc.A.M, Messina 2001, pp. a Giorgio Guido Pallavicino Trivulzio, che fu presidente della Società nazionale 87-94, nn. 29-32. italiana fondata da Giuseppe La Farina insieme a Daniele Manin. L’associazione 61 C. La Farina, Sopra un anello segnatorio. Considerazioni, Stamperia G. si poneva come obiettivo l’unificazione e l’azione popolare, ribadendo il principio Fiumara, Messina 1844. dell’indipendenza italiana, promuovendo la posizione moderata di Cavour 62 C. La Farina, Rassegna critica. Antichità ternitane. Esposte da Baldassarre a discapito dei metodi insurrezionali mazziniani; disponeva di un suo organo

Romano, Palermo un vol. in ­­8° di pag. 175 con 2 tavole, in “Sentinella del Peloro. Foglio periodico: “Il Piccolo corriere d’Italia”.] dominerà l’Europa, perché nasce dal Periodico”, a. I, 2° sem., n. 29, Messina 15 Aprile 1841, pp. 229-231. presente stato di civiltà e non vi è forza umana che possa far gire retrogrado un 63 Edita per i tipi di Michelangelo Nobolo, la “Sentinella del Peloro. Foglio popolo quando una forza morale a perfezionamento lo sospinge». G. La Farina, Il Periodico” con il motto “Avanti”, dal 1 ottobre 1839 al n. 30 del 30 aprile 1841. romanticismo dello spettatore, in “Spettatore Zancleo”, 1835, a. III, n. 10, pp. 75-76; P.

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

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Barocchi, Testimonianze e polemiche figurative in Italia, G. D’Anna, Messina, Firenze 72 Nella seconda metà del secolo si avrà un’intensificazione delle operazioni 1972, pp. 71 ess.; Ead., Storia moderna dell’arte in Italia. Manifesti polemiche documenti. volte alla tutela, ma anche al ripristino, degli edifici di epoca medioevale, molto Dai neoclassici ai puristi 1780-1861, vol. I, Giulio Einaudi Editore, Torino 1998; S. trasformati da interventi seguiti al terremoto del 1783. Con Giuseppe Patricolo Bordini, L’Ottocento 1815-1880, Carocci, Roma 2002, pp. 41-47; C. Savettieri, (Palermo, 1834-1905) alla guida dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Dal neoclassicismo al Romanticismo, Carocci, Roma 2006, pp. 132-153. Giuseppe La Monumenti dal 1884 si assistette a Messina al compimento di numerose campagne Farina, patriota, figlio di Carmelo, nacque a Messina nel 1815. Nel 1835 si laureò di restauro «con la stimolante prospettiva di poter finalmente porre a confronto in giurisprudenza nell’Università di Catania. Partecipò attivamente al dibattito tra l’architettura normanna palermitana con gli esempi più tardi della città peloritana». classicisti e romantici e curò tra le pagine de “Lo Spettatore Zancleo” le recensioni Tra gli esempi più pregnanti a Messina, si citano i restauri del Duomo ad opera di di opere letterarie, storiche, musicali, teatrali, i resoconti di avvenimenti artistici e G. Patricolo; cfr. G. La Monica, Giuseppe Patricolo restauratore, ILA Palma, Palermo culturali ed una rubrica fissa intitolata “Rassegna di giornali siciliani”. Partecipò al 1985, di San Francesco, di Santa Maria degli Alemanni, di Santa Maria della Scala, movimento insurrezionale antiborbonico del 1837, a seguito del quale fu costretto dell’Annunziata dei Catalani. Cfr. M.A. Oteri, La cultura neomedievalista a Messina a lasciare Messina e a stabilirsi a Firenze. Nel marzo 1838 tornò a Messina, ma nel nell’Ottocento e i restauri della chiesa di S. Francesco d’Assisi, in Francescanesimo e Cultura 1841 nuovamente accusato di cospirazione, fu costretto a tornare a Firenze dove nella provincia di Messina, atti del Convegno di studio (Messina 6-8 novembre 2008), rimase fino al febbraio del 1848. Tornato in Sicilia fu chiamato a far parte, come Biblioteca francescana – Officina di studi medievali, Palermo 2009, p. 219 e pp. deputato messinese, del nuovo Parlamento di Palermo. Assunse il ministero della 213-224. Pubblica Istruzione e fece anche parte della missione diplomatica inviata in alcune 73 Cfr. C. La Farina, Intorno le Belle Arti…, 1835 e in part. Lettera VI. Si capitali della penisola per raccogliere consensi verso il governo siciliano. Fu, per purga di talune mende la biografia di Filippo Tancredi. Al chiaro e gentile Felice Bisazza, un anno, alla direzione del ministero della Guerra. Per cinque anni fu esule prima pp. 47-56; Lettera IX. Si stabilisce l’epoca della morte di Antonio Catalano, ed altra pittura a Marsiglia, poi a Parigi e infine a Tours. Nel 1854 si trasferì a Torino. Dopo si produce di Gaspare Camarda. Al chiarissimo Giuseppe Grosso Cacopardo pp. 72-74; l’ingresso di Garibaldi a Palermo nel 1860, Cavour gli diede il delicato incarico Lettera XI. Si producono alcuni dipinti di G. Simone Comandè, del Van-Houbracken, di rappresentare in Sicilia il governo, dal quale fu cacciato. Nel 1861 fu eletto del Bova, del Menniti. Al Chiarissimo Dr. Francesco Arrosto, pp. 81-83; Lettera XII. deputato e poi vice presidente della Camera. Morì a Torino il 5 settembre 1863. Si fissa l’anno del ritorno in patria del famoso dipintore Antonino Barbalonga da Messina. Le sue ceneri furono portate a Messina nel 1872 in occasione dell’inaugurazione Al Valoroso Artista Tommaso Aloisio, pp. 84-90; Id., Lettera XIV. Si producono per la del Gran Camposanto. Per G. La Farina si veda Giuseppe La Farina, “Atti del prima volta talune statue di Gio. Battista Mazzolo, scultore messinese, e si corregge un convegno di Studi” (Messina, 21-22 maggio 1987), a cura di P. Crupi, Pungitopo, trascorso del Vasari nella vita del Frate Montorsoli. All’alacre ingegno di Giuseppe Arifò, in Marina di Patti 1989. “Lo Spettatore Zancleo. Giornale Periodico”, a. III, n. 29, Stamperia Fiumara, 67 «Mi conforta il riflettere non esser nuovo in Italia il pensiero di raccogliere Messina 29 luglio 1835, pp. 228-231; Id., Lettera XV. Si corregge da talune mende ogni documento storico o notizia riguardante l’arte del disegno, […] sia di una la biografia di Onofrio Gabriele, pittore da Messina. Al Chiarissimo Dr. Carlo Gemellaro città o provincia che, dell’intera nazione». Cfr. C. La Farina, Discorso Accademico…, Professore di Storia Naturale nella R. Università degli Studi in Catania, in “Il Faro che 2002, p. 86, nota 16. siegue lo Spettatore Zancleo. Giornale di Scienze Lettere ed Arti”, a. IV, vol. I, 68 C. De Benedictis, Per la storia…, 1991, p. 133. Stamperia Fiumara, Messina 1936, pp. 37-49); Id., Lettera XVI. Memorie del dipintor 69 K. Pomian, Collezionisti, amatori…, 2007, pp. 47. da Firenze Filippo Paladini. Al chiarissimo professore Salvatore Betti Segretario perpetuo 70 F. Di Stefano, Storia della Sicilia dall’XI al XIX secolo, Bari 1977, p. 263. dell’Accademia Pontificia di S. Luca, in “Il Faro. Giornale di Scienze, Lettere ed Arti”, 71 F. Tomaselli, Il ritorno dei Normanni…, 1994, p. 45. a. IV, t. II, n. VIII, Stamperia di Tommaso Capra, 1836, pp. 65-77.

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74 C. La Farina, Intorno le Belle Arti…, 1835, p. 64 e in part. Lettera VII. Si pittori, scultori e architetti scritte da Giorgio Vasari pittore e architetto aretino illustrate con adducono…, pp. 57-65. note di Mons. Giovanni Gaetano Bottari e P. Della Valle. Con la Vita dell’autore scritta 75 Cfr. C. La Farina, Intorno le Belle Arti…, 1835 e in part. Lettera IV. Di da lui medesimo e l’introd. Alle tre arti del disegno, architettura, scultura e pittura, 16 voll. alcuni dipinti di Antonio Catalano finor sconosciuti, e di altri a lui non direttamente attribuiti. Milano 1807-1811, t. 13, pp. 580. Dalle ricerche documentarie (Registri senatori Al culto e gentile Giuseppe Grosso Cacopardo, pp. 37-42; Lettera V. Si aggiunge Francesco del 1534 e 1535, vol. 28, fol. 42; cfr. C. La Farina, Intorno alle Belle Arti…, 2004, Laganà al novero dei pittori messinesi, e si annunciano altri dipinti di Andrea Quagliata. pp. 155-156, nota 9) La Farina desume inoltre che nel 1534 il Mazzolo realizzò All’Onorando Ab. Placido Vasta, pp. 43-46; Id., Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti in tre delle quattordici statue marmoree per la porta maggiore del Duomo; in “Lo varie epoche in Messina. Ricerche di C. La Farina ordinate in più lettere, parte II, Messina Spettatore Zancleo”, a. III, n. 29, Messina 29 luglio 1835, pp. 228-231; cfr. anche 1835-1845 e in part Lettera XIII. Si tiene parola del messinese dipintore Stefano Giordano, F. Caglioti, Due opere di Giovambattista Mazzolo nel Museo regionale di Messina (ed una e della Cena del Signore dallo stesso condotta. Al Chiarissimo Dr. Anastasio Cocco, in “Lo d’Antonello Freri a Montebello Jonico) in Aspetti della scultura a Messina dal XV al XX Spettatore Zancleo. Giornale Periodico”, a. III, n. 24, Stamperia Fiumara, Messina secolo, a cura di G. Barbera, “Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale 17 giugno 1835, pp. 190-191. di Messina”, 13, 2003, pp. 37-60; S. Di Bella, Scultori ed opere da alcuni documenti 76 Pavone precisa che Carmelo La Farina manifesta una notevole d’archivio, ibid., pp. 155-164; S. La Barbera, La scultura della Maniera a Messina. Note soddisfazione in occasione dell’acquisto del manoscritto degli Annali del Gallo di letteratura artistica, ibid., pp. 135-154; Ead, La scultura della Maniera nella letteratura da parte dell’Accademia Peloritana. Cfr. M.P. Pavone, Aggiunte alla storiografia…, artistica messinese, in AA.VV., Fontane d’acqua a Messina, Catalogo della mostra a cura 2002, p. 86, nota 13. di G. Barbera, Regione Siciliana, Assessorato Beni Culturali, Messina 2004, pp. 77 G. Buonfiglio e Costanzo, Messina, Città Nobilissima descritta in viii libri, 133-152. Confuta anche le imprecisioni riguardo alle note biografiche di Filippo (Venezia1606), rist. anast., a cura di P. Bruno, Messina 1985. Paladini, e in particolare Lanzi che riferendo Gregorio (Discorsi intorno alla Sicilia 78 P. Samperi, Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio protettrice di Messina, di Rosario di Gregorio abbate di S. Maria di Roccadia e Professore del diritto publico siciliano Messina 1644. Cfr. la rist. anast. in 2 voll. con introduzioni di G. , E. della R. Università di Palermo. Con discorsi inediti, Pedone e Muratori, Palermo, t. I, Pispisa, G. Molonia, Messina 1990 e Id., Messana S.P.Q.R. Rerumq. Decreto Nobilis p. 210) gli attribuisce il San Giuseppe di Casteltermini, opera del trapanese Andrea Exemplaris et Regni Siciliae Caput Duodecim titulis illustrata. Opus posthumum r. p. Placidi Carreca, per il quale chiede un parere ad Agostino Gallo: «Mi occorre pregarvi Samperii Messanensis Societatis Jesu in duo volumina distributum…2 voll. Messina 1742. per una nota delle dipinture così esistenti di F. Paladini, e s’è possibile con la 79 C.D. Gallo, Annali della Città di Messina Capitale del Regno di Sicilia, vol. I, indicazione degli anni della loro esecuzione, dovendomi valere in un articolo che Messina 1756 (contiene l’Apparato agli Annali…, vol. II, 1758; vol. III, 1804; vol. vado a scrivere su quest’artista, di cui la biografia scritta dal Grosso contiene a mio IV 1875. Cfr. Annali della Città di Messina 1877-1882. avviso diverse lagune, ed inesattezze». Cfr. Lettera di Carmelo La Farina ad Agostino 80 A differenza di Grosso Cacopardo, nella Lettera XIV. Si producono per Gallo, 20 agosto 1835, ms. sec. XIX, QqG 10 110 della Biblioteca Comunale di la prima volta…, La Farina è critico nei confronti dello storiografo toscano, cui Palermo. Cfr. Lettera XVI. Su Filippo Paladino, in “Il Faro. Giornale di Scienze, accusa un’imprecisione relativamente alla vita del Montorsoli, quando scrive Lettere ed Arti”, a. IV t. II, n. VIIII, Messina 1836, pp. 65-77. «avendo trovato [i messinesi] un uomo secondo il gusto loro, diedero, finite le 81 La Farina consultò l’opera di Lanzi nella sesta edizione: L. Lanzi, Storia fonti, principio alla facciata del Duomo, tirandola alquanto innanzi». Lo studioso Pittorica della Italia, 6 voll., Milano, G. Silvestri, 1823. Cfr. C. Gauna, La Storia precisa che sull’architrave della porta a sud ovest è riportato l’anno di costruzione, Pittorica di Luigi Lanzi. Arti Storia e Musei nel Settecento, Firenze 2003. Nella Lettera I. 1518, e che il 1528 è indicato sull’architrave della porta laterale, ricordando che Su i pittori Francesco e Stefano Cardillo da Messina La Farina è estremamente polemico il Montorsoli giunse a Messina solo nel 1547; cfr. G. Vasari, Vite de’ più eccellenti nei confronti del Lanzi. Scrive infatti: «Non è a dirsi quanta diligenza, ed amore

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33 numero3 - maggio 2011 ci vogliono in questi benedetti studî, quanto lieto ozio, e sorriso di fortuna; ma 86 Confuta Grosso Cacopardo (Memorie de’ pittori messinesi e degli esteri che in quanta più pacatezza, e meno slancio, e meno impeto nel giudicare: nel giudicare Messina fiorirono dal secolo XII sino al secolo XIX, Messina 1821, p. 134) che data il quindi in siffatte cose ci vuol fermezza, e non interrotte ricerche, e studio i vecchi rientro a Messina al 1662. archivî, che mal si adattano ad occhi infermi, come quelli ad esempio, che invece 87 Domenico Marolì (Messina 1612 – Scaletta Zanclea [Me]). Allievo di di compilare delle opere le copiano, e non le san copiare, e certi altri di cui giova Antonello Riccio, studiò anche a Venezia presso il Veronese. Operò a Bologna. far silenzio.» (Intorno alle Belle Arti, e gli artisti fioriti in varie epoche in Messina – Ricerche Ridotto in schiavitù dai turchi che assalirono la nave che lo riportava in patria, di Carmelo La Farina ordinate in più lettere, Messina 1835, p. 3). Per Lanzi si veda riuscì a tornare a Palermo, dove realizzò numerosi dipinti. Rientrato a Messina fu L. Lanzi, Storia Pittorica della Italia dal Risorgimento delle Belle Arti fin presso la fine coinvolto negli avvenimenti politici del 1674 e dovette emigrare. Ritornò prima del XVIII secolo, 6 voll. (Bassano 1795-1809), ed. a cura di M. Capucci, 3 voll. a Venezia e morì in Spagna durante i moti del 1676. Per la bibliografia a lui Firenze 1968-1974; G. Perini, Luigi Lanzi: questioni di stile, questioni di metodo, in Gli relativa si veda ad vocem in Dizionario artistico dei siciliani. Pittura, a cura di L. Sarullo, Uffizi: quattro secoli di una galleria. Fonti e documenti, atti del convegno internazionale Novecento, Palermo 1993, pp. 334-335; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, di studi, (Firenze 20-24 settembre 1982), a cura di P. Barocchi e g. Ragionieri, 2006, p. 547. Bonechi Editoriale, Firenze 1982, pp. 215-265; Sulle diverse edizioni della Storia 88 L. Lanzi, Storia Pittorica della Italia…, 1968, vol. I, p. 468, nota 2. Pittorica cfr. P. Barocchi, Sulla edizione lanziana della Storia pittorica dell’Italia, 1795- 89 Antonio Catalano detto “l’Antico” (1560 – 1630). Per la bibliografia a lui 1796, in “Annali della Scuola Normale Superiore. Classe di lettere e filosofia”, s. relativa si veda ad vocem in Dizionario artistico..., 1993, pp.87-88; T. Pugliatti, La IV, quaderni nn. 1-2, (Giornate di studi in onore di Giovanni Previtali, a cura di pittura del Cinquecento in Sicilia. La Sicilia orientale, Messina 1993, pp. 256-269, 337, F. Cagliotti), 2000, pp. 293-319; Ead., Sulla edizione del 1809 della “Storia pittorica note. 4-5; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, p. 251. dell’Italia” di Luigi Lanzi, in “Saggi e Memorie di storia dell’arte”, n. 25, 2001, pp. 90 C. La Farina, Lettera IX. Si stabilisce l’epoca…, 1835, pp. 72-74. 297-307; M. Rossi, Le fila del tempo. Il sistema storico di Luigi Lanzi, Quaderni della 91 Domenico Cardillo, ad vocem in Dizionario artistico..., 1993, p. 74. L’opera Fondazione Carlo Marchi, n. 31, Città di Castello (PG) 2006, pp. 57-92. è certamente databile alla seconda metà del XVI secolo, data la presenza nel 82 Per la critica delle fonti, l’originalità dell’opera d’arte contrapposta alla paesaggio di sfondo della lanterna del porto nel braccio di S. Raineri, costruita su copia, l’osservazione di opere d’arte tra spiritualità e tecnica nella letteratura disegno del Montorsoli nel 1555. Oggi la firma citata da La Farina è illeggibile, critica del tempo si veda, ad esempio, K.F. von Rumohr, Italienische…, 1920. essendo andata distrutta la parte inferiore della tavola. Cfr. Cardillo, ad vocem in 83 Onofrio Gabrieli (Gesso (Me) 1619 – 1706). Si veda Onofrio Gabrieli 1619- D.B.I., 19, Roma 1976, pp. 770-772. 1706, catalogo della mostra a cura di G. Barbera e F. Campagna Cicala (Gesso 92 Il dipinto, citato in Messina e dintorni. Guida a cura del Municipio, Prem. stab. (Me), 27 Agosto-29 Ottobre 1983), Industria Poligrafica della Sicilia, Messina G. Crupi, Messina 1902, pp. 383, risulta disperso. T. Pugliatti, Arte e storia nella 1983; ad vocem in D.B.I., 51, Catanzaro 1998, pp. 68-70; ad vocem in Enciclopedia della provincia di Messina, Samperi, Messina 1986, pp. 56, 72, precisa che nella chiesa Sicilia…, 2006, p. 429. esiste ancora il dipinto attribuito al Camarda raffigurante Immacolatal’ e Santi, 84 Lionardo Vigo nelle Lettere di L.V. a Ferdinando Malvica sopra una gita da attribuito con certezza da G. La Farina, Messina e i suoi…, 1840, p. 154. Catania a Randazzo, in “Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia”, t. X, 93 Gaspare Camarda (1570 ca. – 1655), allievo di Antonio Catalano, f. 29 (Palermo maggio 1934), pp. 196-218) scambia il San Michele arcangelo con quando scrive La Farina era documentato solo fino al 1606. Per la sua figura e la l’angelo Custode. bibliografia a lui correlata si vedaad vocem in Dizionario artistico…, 1993, pp.65-66; 85 C. La Farina, Lettera XV. Si corregge da talune mende…, 1836, pp. 37-49. T. Pugliatti, La pittura del Cinquecento…, 1993, pp. 264-266. Sulle lettere artistiche di Carmelo La Farina, cfr. infra. 94 C. La Farina, Lettera IX. Si stabilisce l’epoca…, 1835, pp. 72-74.

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95 Agostino Gallo (Palermo 7 febbraio 1790 – 16 maggio 1872) collezionista Pietro Lanza e per la bibliografia a lui relativa si veda ad vocem in Dizionario dei di quadri, libri, cimeli di ogni tipo relativi alla storia, alla cultura e all’arte siciliana. siciliani…, 1939, p. 287. Raccolse di 152 ritratti ad olio di siciliani illustri che donò alla Biblioteca comunale 97 Lazzaro Di Giovanni (Palermo 1769 – 5 novembre 1856), intellettuale e di Palermo. La sua collezione di 103 quadri fu invece donata al Museo nazionale conoscitore del patrimonio artistico cittadino, fu “custode e intendente di Belle e oggi è conservata presso la Galleria regionale di Palazzo Abatellis. Fra le molte Arti della collezione d’arte dell’Università di Palermo, nucleo iniziale del futuro sue opere riguardanti la letteratura, la storia, l’archeologia, l’arte, le poesie, le Museo Nazionale insieme alla raccolta di Giuseppe Ventimiglia e Cottone, principe liriche, le biografie, i saggi di critica d’arte, ricordiamo il Saggio su pittori siciliani di Belmonte, di cui il Di Giovanni fu fidecommissario. Redasse l’inventario della vissuti dal 1800 al 1842 del 1842, e la manoscritta Storia delle Belle Arti in Sicilia collezione e curò l’allestimento nei locali dell’università adibiti a pinacoteca, dall’epoca greca sino al secolo XIX, oggi edita a stampa (a cura di A. Mazzè, Regione riordinò la raccolta di disegni. Ufficiale della Regia Segreteria di Stato della siciliana, Assessorato dei beni culturali ambientali e della pubblica istruzione, Sicilia dal 1815 fino alla morte, sospese l’incarico nel 1820, probabilmente per Palermo 2000). Membro di moltissime accademie e associazioni culturali, italiane la partecipazione ai moti rivoluzionari palermitani. Membro della Commissione e straniere, collaborò a numerose pubblicazioni periodiche, fra le quali “L’Ape. di Antichità e Belle Arti, curò il restauro del Paradiso di Pietro Novelli. Scrisse un Gazzetta letteraria di Sicilia” (1822), il “Giornale di scienze, lettere e arti per circostanziato inventario delle opere d’arte esitenti nelle chiese di Palermo, che la Sicilia (1832-1840) e “L’Indagatore siciliano”. Promosse la realizzazione di lasciò manoscritto. Per la figura di Lazzaro Di Giovanni e per la bibliografia a lui un Pantheon di glorie siciliane nella chiesa di S. Domenico, in cui fossero eretti relativa si veda ad vocem in D.B.I., XV, Roma 1991, p. 43; L. Di Giovanni, Le opere monumenti commemorativi ai siciliani più illustri e oggi è lì sepolto, ricordato da d’arte nelle chiese di Palermo, trascrizione e commento critico a cura di S. La Barbera, un mezzobusto opera di Benedetto Civiletti. Per la figura di Agostino Gallo e per Palermo 2000. la bibliografia a lui relativa si veda ad vocem Dizionario dei siciliani illustri, F. Ciuni, 98 Giuseppe Grosso Cacopardo (Messina 2 settembre 1789 – 18 dicembre Palermo 1939, pp. 236-237; ad vocem in D.B.I., 51, Catanzaro 1998, pp. 697-699; 1878), fu storico dell’arte, erudito, archeologo. Continuatore dell’opera del Grano ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, pp. 433-434; F.P. Campione, Agostino Memorie de’ pittori messinesi (1821), fu anche autore della prima Guida per la città di Gallo: un enciclopedista dell’arte siciliana, in La critica d’arte dell’Ottocento, a cura di S. La Messina (1841). Fondatore e redattore del “Maurolico”. Per la figura di Giuseppe Barbera, Flaccovio, Palermo 2003. Grosso Cacopardo e per la bibliografia a lui relativa si veda ad vocem in Dizionario 96 Pietro Lanza Branciforti, Principe di Scordia, di Trabia e di Butera dei siciliani…, 1939, pp. 259-260; ad vocem in D.B.I., LX, Roma 2003, pp.11-13. (Palermo 19 agosto 1807 – Parigi 27 giugno 1855). Letterato, politico patriota, 99 Per la figura di Placido Vasta, si veda G. Oliva, Annali della città di fu, giovanissimo, direttore della sezione Lettere ed arti nell’Accademia di Messina…, vol. VIII, 1954, pp. 351-352. Scienze, Lettere ed Arti e della Commissione Antichità e Belle Arti. Dal 1835 100 Nicolò Americo Fasani, fu «Uffiziale di carico nella real Segreteria al 1837 fu Pretore di Palermo ed in seguito, dal 1841 al 1848, ministro degli e Ministero di Stato dell’Interno di Napoli». Cfr. G. Molonia, Intorno alle Belle Affari ecclesiastici per il Regno delle due Sicilie. Attivo durante i moti del 1848, Arti…, 2004, p. 101, nota 1. durante il governo provvisorio assunse la presidenza del Quarto comitato 101 Giuseppe Alessi (Enna 1 febbraio 1774 – Catania 31 agosto 1837), (amministrazione civile, istruzione pubblica e commercio). Costretto all’esilio sacerdote e canonista, fu geologo, archeologo e numismatico. Iscritto a numerose dopo la restaurazione borbonica, morì a Parigi. Numerosi i suoi scritti di natura accademie italiane e straniere, insegnò Diritto Canonico all’Università di Catania. storica e letteraria; si ricordano in particolare Degli Arabi e del loro soggiorno in Lasciò la sua collezione geologica all’Accademia Gioenia di Catania e la biblioteca Sicilia del 1832, apprezzato da Michele Amari, e Considerazioni sulla storia di Sicilia e la raccolta di reperti archeologici alla Chiesa Madre di Enna. Tra i suoi scritti dal 1532 al 1789 da servir d’aggiunte e di chiose al Botta del 1836. Per la figura di ricordiamo la Storia Critica della Sicilia dai tempi favolosi alla caduta dell’Impero Romano,

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

35 numero3 - maggio 2011

2 voll., Catania 1834-1843. Per la figura di Giuseppe Alessi e per la bibliografia Cumbo”. Fu membro della Labronica di Livorno e socio benemerito della Reale a lui relativa si veda ad vocem in Dizionario dei siciliani…, 1939, p. 27; ad vocem in Accademia peloritana in cui, dal 1829, ricoprì la carica di segretario per la classe Enciclopedia della Sicilia…, 2006, pp. 101-102. di scienze fisiche e matematiche. Per la figura di Francesco Arrosto eperla 102 Gaetano Grano, (Messina, 21 novembre 1754 – 13 marzo 1828) medico, bibliografia a lui relativa si veda ad vocem in Dizionario dei siciliani…, 1939, pp. 48- ma anche latinista, letterato, storico, antiquario, studioso di numismatica e 49; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, p. 130. paleografia, di storia naturale, fisica, filosofia e legge. Fu precettore di retorica 104 Tommaso Alojsio Juvara (Messina 13 gennaio 1809 – 30 maggio 1875), nella Reale Accademia Carolina, della quale, nel 1780, gli fu conferita la carica incisore, formatosi alla scuola del Camuccini, fu presidente della Calcografia di bibliotecario, che mantenne fino alla morte nel 1828. Fu più volte Presidente Camerale. Insegnò calcografia a Messina nel ’46, a Napoli nel ’50 e a Roma nel dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti e Socio dell’Accademia degli Zelanti di ’72, condividendo la carica di Direttore con Paolo Mercuri. Tra le sue opere più Acireale. Nel 1806 contribuì alla fondazione del Museo Civico Peloritano. Ricoprì celebri, la Madonna alla Reggia di Napoli e il San Carlo Borromeo, di fronte alle quali numerosi incarichi istituzionali e non: Priore di S. Maria della Latina (1786), si suicidò nel 1875. Per la figura di Tommaso Alojsio Juvara e per la bibliografia Giudice ecclesiastico della Regia Udienza (1789) , Giudice delegato della Regia a lui relativa si veda Litografia, in “Passatempo per le Dame”, a. 4, n. 28, 9 luglio Monarchia in Messina (1791), Membro della commissione per la compilazione 1836, pp. 125-126 [ma 225-226]; A. Gallo, Lettera di Agostino Gallo all’egregio incisore dei codici del Regno delle Due Sicilie e Giudice Interno del Regio Tribunale di Tommaso Aloisio Messinese professore d’intaglio in Napoli, in “La Lira”, a. I, n. 51, 6 Monarchia in Sicilia (1814), Abate-Regio Priore di S. Andrea di Piazza, Vescovo novembre 1852, pp. 203-204; A. Gallo, Sull’influenza ch’esercitarono gli artisti italiani in Partibus della Santissima Basilica di Terra Santa, Consigliere del Re delle Due in varii regni d’Europa ad introdurvi, diffondervi o migliorar l’arte d’intagliar cammei in Sicilie Ferdinando IV di Borbone (1817). Nel 1821 Luogotenente Generale in pietre dure e tenere, incidere in rame, cesellare e smaltare in argento e in oro, Tipografia Sicilia, carica da lui rifiutata. In contatto con numerosi personaggi di rilievo Barcellona, Palermo 1863, p. 13; A. Gallo, Notizie degli incisori siciliani, a cura di della cultura del tempo come Domenico Scinà, Saverio Landolina ed il Rosario D. Malignaggi, Palermo 1994, pp. 125-128. T. Aloysio-Juvara, Della storia e dello Gregorio. Coadiuvò Jakob Philipp Hackert nella stesura delle Memorie De’ Pittori stato odierno dell’arte dell’incisione, in “Nuove Effemeridi Siciliane di Scienze, Lettere Messinesi (Messina 1792), anche se non volle figurarvi. Collaborò anche con ed Arti”, a. I, dispense IX-X, dicembre 1869 – gennaio 1870, pp. 404-416; ad l’Abate Lazzaro Spallanzani alla redazione dei Viaggi alle due Sicilie e in alcune parti vocem in Dizionario dei siciliani…, 1939, p. 276; ad vocem, in Allgemeines Lexikon der dell’Appennino”. Da segnalare la Guida alla Città di Messina, anche questa pubblicata bildender Kunstler, a cura di U. Thieme - F. Becker XIX, F. Ullmann, Leipzig 1926, anonima nel 1826. Possessore di una pregiatissima collezione naturalistica e di pp. 357-358; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, p. 511; Neoclassicismo e una ricca pinacoteca purtroppo dispersa. Cfr. ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, aspetti accademici. Disegnatori e incisori siciliani, a cura di D. Malignaggi, Università 2006, p. 466; V. Scarcella, Cenni biografici di mons. Gaetano Grano, estratto da “Il degli studi, Palermo 2004. Maurolico, Giornale del Gabinetto Letterario di Messina”, n.s., a. I, f. 7, Stamperia 105 La prima raccolta riporta in copertina Ricerche di Carmelo La Farina ordinate di Tommaso Capra, Messina 1842; G. Noto, Elogio del dotto prelato monsignore don in più lettere, mentre sul frontespizio appare la dicitura Intorno Le Belle Arti, e gli Gaetano Grano, Firenze, co’ tipi di G. Marenich, 1828; G. Oliva, Annali della città di Artisti fioriti in varie epoche in Messina – Ricerche di Carmelo La Farina ordinate in più Messina…, 1893, p. 240-243. lettere. Stampata a Messina nel 1835 dai torchi dei Fiumara, fu annunciata da Felice 103 Francesco Arrosto (Messina 2 luglio 1798 – marzo 1840), successe al Bisazza tra le pagine dello “Spettatore Zancleo” nella rubrica Rivista Letteraria padre Gioacchino alla cattedra di chimica della reale Accademia Carolina che gli (“Lo Spettatore Zancleo”, III, n. 25, 1 luglio 1835, p. 93), e fu recensita da molte fu tolta a seguito della sua partecipazione ai moti del 1837. Fu membro effettivo riviste dell’epoca. Una Seconda Parte fu raccolta da Gaetano La Corte Cailler della Società economica della valle di Messina che gli assegnò il premio “Paolo che la intitolò Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti in varie epoche in Messina – Ricerche

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36 numero3 - maggio 2011 ordinate in più lettere, Parte II, Messina 1835-1845 che però non fu mai pubblicata. 108 Anastasio Cocco (Messina 29 agosto 1799 – 26 febbraio 1854) fu 106 Recensione di S. Betti, Intorno le Belle Arti, e gli artisti fioriti in varie epoche farmacologo e naturalista. Nel 1819, a vent’anni, fu ammesso all’Accademia in Messina; ricerche di Carmelo La Farina ordinate in più lettere – Messina 1835 dalla Peloritana dove lesse il suo primo discorso Sull’origine, progressi ed utilità della Stamperia Fiumara, in “Il Faro. Giornale di Scienze, Lettere ed Arti”, a. IV, t. botanica. Dal 1827 professore di Materia medica alla Reale Accademia Carolina, II, Messina 1836, pp. 98-99; pubblicato anche in C. La Farina, Intorno alle Belle appena elevata al rango di Università, professò la necessità di basare lo studio e Arti…, 2004, pp. 229-230; Recensione di G. Di Lorenzo, Intorno le Belle Arti, e gli l’applicazione delle scienze mediche sul metodo dell’osservazione, dell’analisi e artisti fioriti in varie epoche in Messina; ricerche di Carmelo La Farina ordinate in più lettere della sperimentazione. Dal 1851 fu segretario della Reale accademia Peloritana. – Messina 1835 dalla Stamperia Fiumara, in -8° di pag. 93, in “Giornale di scienze, Per la figura di Anastasio Cocco e per la bibliografia a lui relativa si veda ad vocem letteratura ed arti per la Sicilia”, a. XIII, vol. 50, t. II, aprile - maggio - giugno in Dizionario dei siciliani…, 1939, p. 127; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 1835, pp. 207-210. 2006, p. 287. 107 Gaetano La Corte Cailler (Messina 1 agosto 1874 – 26 gennaio 1933) 109 Giuseppe Arifò (Messina 1803-1842), scultore. Studiò a Roma presso inizia giovanissimo a collaborare con alcuni giornali locali, scrivendo di storia ed l’Accademia di S. Luca con il Tenerani insieme ad Antonio Gangeri, Giuseppe arte messinese e nel 1898 ottiene un impiego come copista presso la Cancelleria Prinzi e Saro Zagari. Le sue opere, menzionate tra gli altri anche da Gaetano La del Tribunale di Messina. Nel 1899 è nominato socio ordinario della Reale Corte Cailler (Il Museo Civico di Messina…, 1981, p. 173), sono ad oggi scomparse. Accademia Peloritana ed è socio fondatore e firmatario del primo Statuto sociale Per la biografia di Giuseppe Arifò e la bibliografia a lui relativa si veda ad della Società Messinese di Storia Patria. Nel 1901 viene immesso in servizio come vocem in Dizionario artistico dei siciliani. Scultura, a cura di L. Sarullo, Novecento, guardasala al Civico Museo Peloritano, allora ospitato nel soppresso monastero Palermo 1994, p. 10. di S. Gregorio, di cui compila una guida. Diviene direttore nel 1904. Nel 1902 il 110 Carlo Gemmellaro (Catania 4 novembre 1787 – 21 ottobre 1866) fu Municipio pubblica la Guida di Messina e dintorni del quale La Corte Cailler è uno medico chirurgo, zoologo, botanico e archeologo. Prese parte alla battaglia dei maggiori estensori. Strenuo ricercatore di documenti d’archivio riguardanti di Waterloo. Dal 1831 fu nominato professore di Storia Naturale prima e di la storia e la cultura artistica di Messina, dopo il terremoto del 1908, la famiglia Geologia e Mineralogia poi, all’Università di Catania. Noto soprattutto per i suoi si trasferisce a Palermo per pochi anni. Ritornato a Messina, il 2 giugno 1910 studi di vulcanologia, creò una fiorente scuola di geologi tra le fila dei membri ricostituisce, con i pochi amici sopravvissuti, la Società Messinese di Storia Patria. della catanese Accademia Gioenia. Per la figura di Carlo Gemmellaro e per la Ricopre numerosi ruoli: ispettore onorario comunale di Antichità e Belle Arti, bibliografia a lui relativa si veda ad vocem in Dizionario dei siciliani…, 1939, p. 243; R. componente della Commissione conservatrice dei monumenti, degli scavi ed Cristofolini, Carlo Gemmellaro, geologo e vulcanologo, in L’Accademia Gioenia. 180 anni oggetti di antichità ed arte della Provincia di Messina, ispettore bibliografico di cultura scientifica (1824-2004). Protagonisti, luoghi e vicende di un circolo di dotti, a cura onorario. Per G. La Corte Cailler si veda “Archivio Storico Messinese”, III di Mario Alberghina, Giuseppe Maimone Editore, Catania 2005, pp. 131-135. serie, XXXII, 41, Messina 1983, volume interamente dedicato alla sua figura, e 111 Salvatore Betti (Orciano di Pesaro 1792 – Roma 1882) fu professore di in particolare: G. Molonia, Gaetano La Corte Cailler: note biografiche, in “Archivio Storia dell’arte, Mitologia e Costumi presso l’Accademia Pontificia di San Luca Storico...”, pp. 17-27; G. La Corte Cailler, Il mio Diario, a cura di G. Molonia, 3 in cui subentrò a Guattani, nel 1830, nel ruolo di segretario perpetuo. Strenuo voll.., Messina 1998-2003; S. La Barbera, Dalla coinnosseurship alla nascita della difensore del classicismo, assunse posizioni palesemente antiromantiche nei suoi Storia dell’arte in Sicilia: il ruolo di Adolfo Venturi, Adolfo Venturi e la Storia dell’arte scritti tra le pagine del “Giornale Arcadico di Scienze, Lettere ed Arti” che diresse oggi, Atti del Convegno (Sapienza Università di Roma, 25-28 ottobre 2006) a cura dal 1819. Per la figura di Salvatore Betti e per la bibliografia a lui relativa si veda ad di M. D’Onofrio, Franco cosimo Editore, Modena 2008, pp. 309-328. vocem in D.B.I., vol. IX, Roma 1967, pp. 724-726; A. Cerutti Fusco, Gaspare Salvi

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(1786 – 1849) Architetto e professore di architettura teorica nell’Accademia di San Luca e argomenti annunciati per le lettere XIX e XX, anch’esse mancanti. G. La Corte il dibattito architettonico del tempo, in La cultura architettonica nell’età della restaurazione, a Cailler, Intorno le Belle Arti, e …, p. 82 bis. La lettera inizialmente numerata dal cura di G. Ricci, G. D’Amia, Milano 2002, p. 281. La Farina come XVII e intitolata Si riconosce per opera di Luca Villamaci la statua 112 Lorenzo Maisano (S. Lucia del Mela (Me) 1791 – Messina 1847), di S. Vittorio Angelica fu pubblicata col numero XVIII tra le pagine del “Il Faro. medico, insegnò Medicina Pratica all’Università di Messina. Membro fondatore Giornale di Scienze, Lettere e Arti”, a. VI, t. IV, fasc. 15, Messina 1838. della Società Cuveriana di Parigi, fu anche socio ordinario della Commissione 116 Solo per le lettere XIII, XIV, XV e XVIII. La lettera XVI fu ritagliata Provinciale di Vaccinazione, socio ordinario prima e vicedirettore poi della Prima dal giornale. Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali dell’Accademia Peloritana dei 117 La Corte Cailler aggiunge delle integrazioni, e riporta, oltre alle glosse di Pericolanti e socio corrispondente di quella di Scienze Mediche di Palermo, della La Farina, anche gli emendamenti apportati dall’Arenaprimo che aveva posseduto Gioenia di Catania e di quella degli Zelanti di Acireale. Per la figura di Lorenzo il manoscritto autografo dopo Grosso Cacopardo, cui era pervenuto dopo la Majsano si veda R. Lombardo, Biografia del fu Lorenzo Majsano, professore di Clinica morte dell’autore. Medica scritta da Raffaele Lombardo, professore di Fisiologia, Tip. di Commercio, 118 «In breve anderò a pubblicare la seconda parte delle mie lettere, che Messina 1847. non sono meno di altre dodici…», ancora «Io vado nel parere, completando la 113 Carmelo Allegra (Messina 1810 – 1880), sacerdote, insegnante di pubblicazione di circa altre 12 lettere, ristampate tutte in un volume con qualche francese. Fondatore del giornale “Scilla e Cariddi”, periodico di carattere politico. addizione alle prime…». Cfr. Lettera di Carmelo La Farina ad Agostino Gallo datata A causa della sua attività antiborbonica fu diffidato dalla Questura ed incarcerato 11 giugno 1835 e Lettera di Carmelo La Farina ad Agostino Gallo datata 20 agosto nel 1847. Durante la rivoluzione del 1848 diresse “L’aquila siciliana”, in seguito 1835, ms. della Biblioteca Comunale di Palermo, XIX sec., ai segni 2 QqG10 110. rinominata “Trinacria”. Sospeso dall’insegnamento al tempo della restaurazione 119 Francesco e Stefano Cardillo, Polidoro Caldara, Deodato Guinaccia, Gio. borbonica, scrisse Prose di vario genere (Messina 1846) e collaborò a numerose Paolo Funduli, Antonio Catalano, Francesco Laganà e Franco Bonajuto, Gio. testate. Per la figura di Carmelo Allegra e per la bibliografia a lui relativa si veda e Nicolino Van Houbracken, Filippo Tancredi, Dalliotta, Giannotto, Giovanni ad vocem in Dizionario dei siciliani…, 1939, pp. 28-29. Fulco, Antonello Resaliba, Animali del presepe, Gaspare Camarda, Salvatore 114 Diretta da Carmelo Allegra, fu pubblicata bimestralmente dal 1843 al Mittica, Ignazio Brugnani, Comandè, Antonino Bova, Mariano Menniti, Antonino 1846 per i tipi di Michelangelo Nobolo. Tra i collaboratori, oltre Carmelo La Barbalonga, Stefano Giordano, Gio. Battista Mazzolo, Onofrio Gabrieli, Filippo Farina, Giovanni Giamboj, Marino Zuccarello Patti, Remigio Bisignani, Leonardo Paladino, Domenico Campolo, Andrea Quagliata, Michele Maffei. Antonio Forleo, Saverio D’Amico, Nicolò Camarda, Giovanni Minà Morici, 120 Il periodico, di chiara connotazione nazionalistica e taglio Domenico Ragona Scinà, Antonio Fulci, Ercole Tedeschi Amato, Lodovico antimunicipalistico, di dichiarato intento politico letterario, foggiato sul modello Fulci Gordone, Andrea Di Gregorio, Silvestro La Farina, Antonio Minà La Grua, del “Giornale di Scienze Lettere e Arti” di Bertini e vicino ideologicamente alla Felice e Domenico Bisazza, Luigi Pellegrino, Giovan Battista Calapai, Riccardo “Antologia” del Gabinetto Vieusseux, fu pubblicato a partire dal 1831 per i tipi Mitchell, Lorenzo Maisano, Francesco Bertolami, Carlo Gemmellaro, Giuseppe d Giuseppe Fiumara. Nel 1836 il giornale sempre guidato dal La Farina, dovette De Spuches, il barone Pasquale Galluppi. G. Arenaprimo, La stampa periodica…, cambiare il suo titolo in “Il Faro” a causa delle polemiche politico-letterarie 1892-1893, pp. 84-85. sostenute contro il palermitano “Il Vapore” dei fratelli Linares, appoggiati dalla 115 La numerazione è fedele da XIII a XVI. La Corte Cailler ipotizza che la polizia. I compilatori, spinti da «l’amore per la bella patria» manifestarono, lettera XVII, da “Scilla Cariddi”, che non riuscì a reperire, possa non essere mai immediatamente dopo la sospensione, la volontà di riprendere le pubblicazioni esistita, o al più che potesse trattare di Giuseppe Camarda o di Letterio Paladino, con l’intento di «condurre al vero per mezzo del bello […] per svegliare gli spiriti

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38 numero3 - maggio 2011 divenuti ormai neghittosi per un sonno troppo lungo per causa del quale troppo 124 V.M. Amico, Dizionario topografico della Sicilia. Tradotto dal latino ed annotato à sofferto l’amor nostro nazionale» con l’obbiettivo di «portare nella ognor massa da Gioacchino Di Marzo, t. I, Tipografia di Pietro Morvillo, Palermo 1855, p. 119. crescente dell’umano sapere quell’unità che manca e senza della quale non avran Il dipinto è oggi conservato presso la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. pace gli animi, né i popoli vera quiete» (“L’Indagatore”, 1834, I, pp. 61-35). “Il 125 Per Andrea Quagliata (Messina 1594 – 2 giugno 1660), si veda ad vocem Faro” aveva in copertina una epigrafe (Felix quem faciunt alien pericola cautum) e in Dizionario artistico..., 1993, p. 431; ad vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, un verso (La verità nulla menzogna frodi). Dal 1839 il giornale riacquistò il nome p. 809. Per i dipinti citati cfr. G. La Corte Cailler, Sicilia monumentale. Alcune di “Spettatore Zancleo” e il proprio stampo prettamente politico e continuò le opere d’arte osservate in Taormina, in “Atti della R. Accademia Peloritana”, a. XVII, sue pubblicazioni settimanali in modo regolare fino al 1847. (S. La Barbera, 1902-1903, p. 92. La stampa periodica palermitana…, 2007, p. 87-121). Qualche sporadico numero 126 C. La Farina, Lettera III. Se il Pittor Gio: Paolo Fondoli Cremonese possa noverarsi di natura letteraria uscì con scarso successo, con contributi di autori minori. tra gli esteri, che in Messina fiorirono, in Intorno alle Belle Arti…, 1835, pp. 31-36. Cfr. G. Arenaprimo, La stampa periodica…, 1892-1893, pp. 158-160, 162-166; G. 127 Cfr. G. Biffi, Memorie per servire alla storia degli artisti cremonesi, ed. critica a Oliva, Annali della città di Messina…, 1893, estratto da “La Sicilia nel risorgimento cura di L. Bandera Gregori, in “Annali della Biblioteca Statale e Libreria Civica di italiano”, a. III, f. I, pp. 3-18. Cremona”, a. XXXIX, n. 2, Cremona 1989. 121 Pubblicato dal 5 ottobre 1833 all’aprile del 1840. Tra i principali 128 G. Grosso Cacopardo, Memorie de’ pittori messinesi…, 1821, pp. 88-89. corrispondenti i nomi dell’intellighenzia siciliana del periodo: oltre al citato 129 C. La Farina, Lettera II. Sull’anno di morte di Polidoro Caldara da Caravaggio, Grosso Cacopardo, Francesco Arrosto, Felice Bisazza, Antonio Catara Lettieri, in Intorno alle Belle Arti…, 1835, pp. 17-30. Anastasio Cocco, Agostino Gallo, Carlo Gemelli, Alojsio Juvara, Agatino Longo, 130 G. Vasari, Vite de’ più eccellenti pittori…, 1807-1811, t. 9, pp. 248 e sgg. Lorenzo Maisano, Raffaello Politi, Carmelo Prestigiovanni, Giovanni Saccano, 131 C. La Farina, Lettera II. Sull’anno di…, 1835, p. 21. Antonio Sarao, Domenico Ventimiglia, Lionardo Vigo. Dal maggio 1841 la 132 Vasari lo vuole nella chiesa Cattedrale, mentre Buonfiglio e Gallo nuova serie del giornale in cui La Farina figura tra i corrispondenti, fu edita per asseriscono che sia tumulato nella chiesa del Carmine. J.F. Hackert, G. Grano, i tipi di Tommaso Capra col titolo di “Il Maurolico. Giornale del Gabinetto Memorie de’ Pittori Messinesi, Messina 1792, p. 22; G. Grosso Cacopardo, Memorie Letterario di Messina”. Intitolato solo Giornale del Gabinetto Letterario di Messina de’ pittori messinesi…, 1821, rist anast. Bologna 1972, p. 47; C.D. Gallo, Annali della dal 1842 al 1 settembre 1874, quando fu chiuso per ordine del Governo. Cfr. G. Città di Messina…, vol. I, 1756, p. 98. Alle opere citate da Grosso Cacopardo, La Arenaprimo, La stampa periodica…, 1892-1893, pp. 166-169; G. Oliva, Annali Farina aggiunge al catalogo dell’artista lombardo due opere di piccole dimensioni, della città di Messina…, 1893, pp. 263, 270-271. che curiosamente comprendevano entrambe un piccolo autoritratto del pittore. Si 122 Relativamente alle attribuzioni ai pittori messinesi Francesco e Stefano tratta di un Martirio di S. Placido, che ricorda in casa del «fu Presidente Finocchiaro» Cardillo, nella prima lettera indirizzata ad Agostino Gallo, La Farina manifesta i e poi passato in collezione Geraci, già citato da G. Bertini (estratti di opere di autori sui dubbi precisando la propria appartenenza a quella schiera di «eletti, che non siciliani. Memorie de’ pittori Messinesi, ecc. Sei Lettere MSS. di Giuseppe Grosso Cacopardi. leggono a spento lume le altrui opinioni intorno alla cronologia degli artisti, Continuazione dell’Estratto, in “Giornale di Scienze, letteratura e Arti per la Sicilia”, elemento necessariissimo per la storia critica delle arti belle». Cfr. C. La Farina, a. I, t. IV, 1823, pp. 101-102) e una Deposizione dalla croce, nello studio dei fratelli Lettera I. Su i pittori Francesco e Stefano Cardillo da Messina, in Intorno alle Belle Giuseppe, Letterio e Pietro Subba, passata successivamente in mano al La Farina Arti…, 1835, p.3. stesso. Le attribuzioni sono accettate anche dalla critica successiva, cfr. G. Di 123 Cfr. C. La Farina, Lettera V. Si aggiunge Francesco Laganà…, 1835, Marzo, Delle Belle arti…, 1862, p. 231; T. Pugliatti, La pittura del Cinquecento…, pp. 43-46. 1993, p. 132. Infine segnala anche un S. Giacomo apostolo, perduto nel terremoto

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

39 numero3 - maggio 2011 del 1693, per la chiesa dei Conventuali di Catania nella cappella dei Principi della tomi furono rubati e venduti come carata dopo il terremoto del 1783; cfr. C. La Torre (F. Cagliola, Almae siciliensis Provincaie Ordinis Minorum Canventualium S. Farina, Lettera II. Sull’anno di morte…, 1835, pp. 28-29, nota p. Francisci manifestationes novissimae, sex explorationibus camplexae, Venezia 1644, p. 73, 139 La tesi di La Farina fu accolta da Gioacchino Di Marzo (Delle Belle [ed. a cura di F. Rotolo, 73, [ed. a cura di F. Rotolo, Palermo, Officina di Studi arti in Sicilia…, 1862, pp. 233-237); tra gli studiosi moderni è accettata solo Medievali, 1984]). da Lanfranco Ravelli (Polidoro Caldara da Caravaggio, Bergamo 1978). Per la 133 Ci rimangono svariati disegni e schizzi oltre che una testimonianza bibliografia aggiornata su Polidoro da Caravaggio si vedano: P. Leone De diretta e particolareggiata scritto il 1 settembre1534 un libretto in versi da Castris, Polidoro da Caravaggio, l’opera completa, Electa Napoli, Napoli 2001; Colagiacomo d’Alibrando, e dedicato al nobile Pietro Ansalone committente del Polidoro, the way to Calvary, (Catalogo della Mostra 12 settembre - 7 dicembre dipinto; C. d’Alibrando, Il Triompho il qual fece Messina nella Intrata del Imperator 2003), National Gallery, London 2003; M. Marini, Polidoro Caldara da Caravaggio, Carlo V e Molte altre cose Degne di notizia…, Messina 1535, pubblicato anche in l’invidia e la fortuna, Marsilio, Venezia 2005; Polidoro da Caravaggio, a cura di D. C.D. Gallo 1758, t. II, libro VII, pp. 499-516; cfr. A. Marabottini, Polidoro da Cordellier, Musee du Louvre - Departement des arts graphiques, Milano, Caravaggio, Edizioni dell’Elefante, Roma 1969, pp. 176, 215, 333-334; P. Leone Paris 2007; C. Pidatella, Polidoro da Caravaggio, L’Eco di Bergamo - Museo de Castris, Polidoro da Caravaggio fra Napoli e Messina, Roma 1988-1989, pp. 130- Bernareggi, Bergamo 2009. 132. 140 C. La Farina, Lettera XI. Si producono alcuni dipinti…, 1835, pp. 81-83. 134 Tutte le notizie relative al dipinto si evincono dal libretto di Colagiacomo 141 Gaetano La Corte Cailler è concorde: «Non è possibile che Comandè, d’Alibrando, dedicato a Pietro Ansalone. Cfr. T. Pugliatti, La pittura del nato nel 1580, assistesse alla scuola di Paolo Veronese, morto nel 1588». Cfr. Cinquecento…, 1993, p. 121; P. Leone de Castris, Polidoro da Caravaggio…, le annotazioni autografe, ripubblicate in C. La Farina, Intorno alle Belle Arti…, 1988-1989, pp. 130-131. 2004, p. 130, n. 4. Già Susinno ne Le Vite de’ pittori messinesi (ms. 1742, ed a cura 135 Per l’opera, Marabottini (Polidoro…, 1969) ipotizza il nome di Stefano di V. Martinelli, Firenze 1960, pp. 121-125) e Mongitore nelle Memorie dei pittori, Giordano. Pugliatti considera l’ipotesi attributiva al Guinaccia «improponibile scultori, architetti e artefici in cera siciliani (1740 ca., ed. a cura di E. Natoli, Palermo per ragioni cronologiche» (La pittura del Cinquecento…, 1993, p. 124). 1977, p. 100), datano la nascita dell’artista al 1558. 136 In ambito isolano solo G. Di Marzo (Delle Belle arti in Sicilia…, 1862, 142 Filippo Tancredi (Messina 1655 – 1722). Per la sua figura e la p. 235) concorda con La Farina nel correggere la data di morte proposta da bibliografia a lui relativa si veda, G. Guttilla, Filippo Tancredi, in “Quaderni Vasari, anticipandola al ’34. dell’ “A.F.R.A.S.”, n. 3, Palermo 1974; ad vocem in Dizionario artistico..., 1993, 137 E. Mauceri, Polidoro da Caravaggio a Messina, in “Sicilia”, 1928, gennaio, pp. 518-519; M. Guttilla, Pittura e incisione nel Settecento, in Storia della Sicilia, pp. 3-5. È stato suggerito (T. Pugliatti, La pittura del Cinquecento…, 1993, pp. 2, Roma 1999, pp. 290-297; Ead., Gli studi pioneristici di Maria Accascina sulla 123-125) che dato l’alto numero di richieste, l’esecuzione della pala dell’Alto pittura del Settecento. Sviluppi, conferme e piccole novità, in Storia, critica e tutela dell’arte fosse stata rimandata, ipotesi confortata dalla presenza nello stesso gruppo di nel Novecento. Un’esperienza siciliana a confronto con il dibattito nazionale, Atti del schizzi e di studi sia del gruppo di angeli avvinghiato al tempietto dell’Adorazione Convegno Internazionale di Studi in onore di Maria Accascina (Palermo – dei Pastori che di apparati per i “Trionfi” per Carlov . Cfr. Disegno conservato al Erice 14-17 giugno 2006), a cura di M.C. Di Natale, Salvatore Sciascia Editore, Kupferstichkabinett, Staatliche Museen di Berlino, inv. K.d.Z. 26458, 79.D.34; Caltanissetta 2007, pp. 300-315 e in part. 309; ad vocem in Enciclopedia della cfr. A. Marabottini, Polidoro…, 1969, pp. 176, 215, 333-334. Sicilia…, 2006, p. 946; Ead., Cantieri decorativi a Palermo dal tardo Barocco alle soglie 138 Lo stesso La Farina precisa che i libri del Banco iniziano dal 1837, del Neoclassicismo, in Il Settecento e il suo doppio, Rococò e Neoclassicismo, stili e tendenze sebbene Gallo negli Annali li dati a partire dal 1586. Ci informa che molti dei europee nella Sicilia dei viceré, atti del convegno internazionale di studi (Palermo

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10-12 novembre 2005), a cura di M. Guttilla, Kalòs, Palermo 2008, pp. 177-207 del dipintore. Il quale così innanzi si mostra in quell’opera, per singolar progresso e in part. 185. dell’arte nel comporre con grande sviluppo le figure, nel disegnare e colorire 143 J.F. Hackert, G. Grano, Memorie de’…, 1792, p. 64; G. Grosso Cacopardo, con somma energia e con profonda scienza, e nel trattar con molta abilità la Memorie de’ pittori messinesi…, 1821, p. 207. prospettiva, ch’è degno di appartener veramente alla scuola del cinquecento; e 144 C. La Farina, Lettera VI. Si purga di talune…, 1835, pp. 47-56. forse fiorì al di là dell’epoca, che il Gallo stabilì per lui nel cadere del decimo 145 C. La Farina, Si fissa l’anno del ritorno in patria del famoso dipintore Antonino quinto secolo». La segnalazione è ripresa successivamente da Brunelli che però Barbalonga da Messina. Al Valoroso Artista Tommaso Aloisio, in Intorno alle Belle Arti…, non concorda con Di Marzo in merito all’ipotetica datazione. Lo studioso 1835, pp. 84-90. riscontra i modi del Giuffrè nello stile dell’artista che nel dipinto raffigurante la 146 Alojsio Juvara rispose a La Farina con una lettera intitolata Intorno a taluni Visitazione «pose e non pose la sua firma. Non scrisse il nome ma in un angolo dipinti di Antonino Barbalonga, pubblicata nel 1837 ne “Il Faro. Giornale di Scienze, pose un cardellino…» sulla base del raffronto con un dipinto di analogo soggetto Lettere ed Arti”, a. V, v. III, n. 13, pp. 69-76; la lettera è ripubblicata in Appendice, realizzato per la chiesa del Varò a Taormina (E. Brunelli, Note antonelliane, in II – Belle Arti, in G. La Farina, Intorno alle Belle Arti…, 2004, pp. 221-229. “L’Arte”, 1908, pp. 300-304 e in part. 300-301; cfr. ad vocem Cardillo in Allgemeines 147 Datata “Messina, 9 dicembre 1833”, cfr. C. La Farina, Lettera I. Su i Lexikon der bildender Kunstler, a curadi U. Thieme – F. Becker, V, F. Ullmann, pittori..., 1835, pp. 3-16. Leipzig 1911, p. 585, E. Brunelli, Antonino Giuffrè, il vecchio Cardillo, Alfonso Franco, 148 Ibid., p. 3. in «Giornale di Sicilia», 21 maggio 1931, p. 3). Per le ipotesi sulla figura di un 149 J.F. Hackert, G. Grano, Memorie de’…, 1792, p. 19. ‘maestro Cardillo’ si vedano anche G. Columba, Terremoto di Messina. Opere d’arte 150 P. Samperi, Messana S.P.Q.R. Rerumq. Decreto Nobilis Exemplaris et Regni recuperate dalle R. Soprintendenze dei Monumenti, dei Musei e delle Gallerie di Palermo, Siciliae Caput Duodecim titulis illustrata. Opus posthumum r. p. Placidi Samperii Messanensis Stabilimento tipografico Virzì, Palermo 1915, p. 42, che riferisce l’attribuzione Societatis Jesu in duo volumina distributum…, 2 voll. Messina 1742, p. 614, n. 267; Id., di Carmelo La Farina; E. Mauceri, Dipinti inediti dei sec. XV e XVI nel Museo Iconologia della gloriosa…,1644 ed. cons. rist. anast. in 2 voll. con introduzioni di G. Nazionale di Messina, in “Bollettino d’Arte”, a. XIII, ff. 5-6-7-8, maggio-agosto Lipari, E. Pispisa, G. Molonia, Messina 1990, p. 601. 1919, pp. 77-79; Id., Il Museo Nazionale di Messina, La Libreria dello Stato, Roma 151 G. Buonfiglio e Costanzo, Messina, Città Nobilissima…, 1985, 18r. 1929, p. 39; S. Bottari, Ricerche intorno agli Antonelliani, in “Bollettino d’Arte”, s. 152 C. D. Gallo, Annali della Città di Messina …, vol. III, Messina 1804, pp. II, a. X, f. VII, gennaio 1931 (a. IX), pp. 291-316 e in part. 315-316, nota 24; Id., 107, nota 21, 183. Introduzione, in F. Hackert-G, Grano, Memorie di Pittori Messinesi, Stamperia Reale, 153 F. Susinno, Le Vite…, 1960, p. 168. Napoli 1792, ed. con introduzione, note e appendice bibliografica a cura di S. 154 C. La Farina, Lettera I. Su i pittori..., 1835, p. 4. La Farina aveva già Bottari, in “Archivio Storico Messinese”, n.s., a. XXVIII-XXXV, 1934, p. 19. accennato ai dipinti dell’Alto in Notizie di alcuni Pittori Messinesi, in “Il fa per 156 La critica più recente è concorde nel ritenere che il dipinto non possa tutti …”, p. 127 essere assegnato a Francesco. Cfr. Cardillo, ad vocem in D.B.I., 19, Roma 1976, pp. 155 G. Grosso Cacopardo, Memorie de’ pittori messinesi…, 1821, pp. 26, 64, 770-772; ad vocem in Dizionario artistico..., 1993, pp. 74-75; ad vocem in Enciclopedia ascrive a «un Cardillo da Messina» fiorito «verso gli ultimi del 1400» i due dipinti. della Sicilia…, 2006, p. 228. Anche G. La Farina (Messina e i suoi…, 1840, pp. 57-58) concorda con questa 157 G. Rosini, Storia della pittura italiana esposta coi monumenti, Pisa 1845, vol. v, ipotesi. Gallo è citato anche da Di Marzo (Delle Belle arti in Sicilia…, 1862, p. 171) p. 43; T. Pugliatti, La pittura del Cinquecento…, 1993, pp. 168-170. che ricorda i due dipinti e in merito alla Visitazione precisa, che «in un angolo si 158 Frazione di Gualtieri Sicaminò (Me). Per i Cardillo si veda, ad vocem in scorge con tutta leggiadria dipinto un cardellino, siccome emblema del cognome D.B.I., XIX, Roma 1976, pp.780-782.

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159 C.D. Gallo, Apparato agli Annali…, 1755, p. 183. saranno ulteriormente indagati metodologicamente nello scritto degli ultimi anni 160 G. Grosso Cacopardo, Memorie de’ pittori messinesi…, 1821, p. 64; F. dedicato al pittore anversate Guglielmo Borremans (Guglielmo Borremans di Anversa, Susinno, Le Vite…, 1960, p. 168; C. D. Gallo, Annali della Città di Messina…, vol. pittore fiammingo in Sicilia nel secolo XVIII (1715-1744), Virzì, Palermo 1912). III, 1804, p. 183; C. La Farina, Lettera I. Su i pittori…, 1835, p. 13 164 G. Grosso Cacopardo, Guida per la città di Messina…, 1826, rist. anast. 161 G. Grosso Cacopardo, Memorie de’ pittori messinesi…, 1821, p. 64; F. Bologna 1989, p. 120. Susinno, Le Vite…, 1960, p. 168; C. D. Gallo, Annali della Città di Messina…, vol. 165 G. Bertini, Saggio sulle Memorie de’ Pittori Messinesi, ed Esteri, che in Messina III, 1804, p. 183; C. La Farina, Lettera I. Su i pittori…, 1835, p. 13. fiorirono: Messina 1821, n. 8 Fasc. I e II, in “L’Iride. Giornale di Scienze, Lettere ed 162 Questo dipinto era citato da Grosso Cacopardo come opera del solo arti per la Sicilia”, a. I, t. II, Palermo 1822, pp. 100-118 e in part. Parte II. Estratti Stefano. Riporta Samperi che la definisce «opera a meraviglia bella» P. Samperi, di autori siciliani…, in “Giornale di Scienze, Letteratura ed Arti per la Sicilia”, a. I, Iconologia della gloriosa Vergine…, 1644. Cfr. la rist. anast. in 2 voll. con introduzioni t. IV, 1823, p. 87. di G. Lipari, E. Pispisa, G. Molonia, Messina 1990, p. 601. Cfr. Memorie de’ pittori 166 C. La Farina, Lettera I. Su i pittori..., 1835, p. 9. messinesi…, 1821, pp. 102-103. 167 Nel volume posseduto da La Corte Cailler, appartenuto a Grosso 163 G. Grosso Cacopardo, Guida per la città di Messina scritta dall’Autore delle Cacopardo prima e all’Arenaprimo poi, è presente una postilla apposta nel 1903 Memorie de’ pittori Messinesi, Siracusa (Messina) 1826, rist. anast. Bologna 1989, p. ricopiata dagli originali autografi di La Farina, in cui si precisa che «Il quadro della 29. Giuseppe La Farina cita il documento parzialmente pubblicato dal padre (C. Madonna di Monserrato, nella cappella del “venne sotto i nostri La Farina, Lettera I. Su i pittori..., 1835, p. 14) ribadendo che «questa pittura dava occhi, da chi lo aveva in serbo, audacemente trafugato”». Cfr. Premessa, in C. La il Gallo al Rubens, ed il Grosso a Francesco Cardillo; ma non è d’attribuirsi né Farina, Intorno alle Belle Arti…, 2004, p. 50, nota 20. all’uno né all’altro. Nel catalogo de’ confrati, che ha cominciamento col 1588, 168 G. Grosso Cacopardo, Belle Arti. Continuazione delle Lettere sulla pittura sta scritto “Agostino Massena genovese entrò li 11 marzo 1629; regalò l’egregio dell’Autore delle Memorie dei Pittori Messinesi. Lettera III, “Maurolico. Foglio periodico”, quadro, che si conserva nel nostro Oratorio di quando il P. S. Francesco si gettò s. I, n. 6 (Messina 9 novembre 1833), pp. 42-43; cfr. G. Grosso Cacopardo, nudo tra le spine: opera di eccellente pittore fatta venire dal medesimo dalle Opere…, 1994, pp. 30-31. Fiandre. Il prezzo è costato duecento scudi di nostra moneta.” Or dunque è a 169 Queste ultime due opere, insieme alla tela con la Madonna col Bambino, dirsi che al Cardillo non partiene, né tantomeno al Rubens, il quale nel 1629 era Sant’Anna e Santa Venera della chiesa madre di Novara di Sicilia, firmata Ego “ già da un decennio passato da questa vita», Messina ed i suoi monumenti, Messina feci” entro un piccolo cartiglio portato dal solito cardellino, datato 1607 e dunque 1840, p. 71; parimenti Salvatore Lanza descrive il dipinto informando che «si probabilmente sua ultima opera, sono le uniche sopravvissute. Dal Registro dei attribuisce a Rubens o a Francesco Cardillo, ma pare non possa essere né dell’uno Morti della chiesa del convento di S. Girolamo dei Domenicani di Messina, al né dell’altro, avuto riguardo all’anno in cui fu eseguito», cfr. Guida del viaggiatore foglio 194, si evince che Francesco Cardillo morì il 29 ottobre 1607, come lo in Sicilia, Palermo 1859, p. 134. In questi anni l’attenzione alla penetrazione della stesso La Farina informa. Cfr. G. Borghese, Condizioni di Novara sotto l’aspetto cultura fiamminga in Sicilia si ha anche da parte di Gioacchino Di Marzo che ne della civiltà e dell’arte, in “Archivio Storico Messinese”, 1905, a. VI, ff. III-IV, pp. La Pittura in Palermo nel Rinascimento, del 1899, segnala alcuni esempi di opere ed 223-262; Id., Novara di Sicilia e le sue opere d’arte (da documenti inediti), in “Archivio artisti provenienti dalle Fiandre evidenziandone il forte impatto in ambito locale. Storico Messinese”, 1906, a. VII, ff. III-IV, pp. 223-262; Cardillo, ad vocem in D.B.I., Questi studi saranno approfonditi dallo studioso anche nel saggio intitolato Di XIX, Roma 1976, pp.780-782, osserva che Sia la Pietà che la Madonna e Santi di e dei suoi congiunti (in Documenti per servire alla Storia di Sicilia, Novara rivelano l’adesione a modi manieristico-controriformati e una spiccata pubblicati a cura della Società Siciliana per la Storia Patria, s. IV, v. IX, Palermo 1903 e attenzione verso effetti naturalistici e cromatici vicini ai modi di Antonio Catalano

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42 numero3 - maggio 2011 l’Antico, discordando in modo piuttosto evidente dalle espressioni della Madonna periodica…, 1892-1893, p. 147, nota 1; Id., Almanacchi e Strenne di altri tempi, in di Soccorso, in cui evidenti caratteri polidoreschi spiccano nel registro inferiore, “Eros. Rivista artistica letteraria”, I, 1900, f. I, pp. 9-12. specie nella figura del demone; P. Leone de Castris, Polidoro da Caravaggio…, 174 L’opera era stata riferita in precedenza alla “scuola di Polidoro”, o più 1988-1989, p. 178, 184; T. Pugliatti, La pittura del Cinquecento…, 1993, pp. 169-170. genericamente definita “di stile raffaellesco”. Cfr. C.D. Gallo, Apparato agli 170 Cfr. Cardillo Francesco, ad vocem in Dizionario artistico..., 1993, pp. 74-75; ad Annali…, 1755, p. 172; G. Grosso Cacopardo, Guida per la città di Messina…, vocem in Enciclopedia della Sicilia…, 2006, p. 228. 1826, p. 2; Id., Guida per la…, 1841, p. 2. 171 Reg. dei Matrimoni, fol. 41, retro, num. 173. Pubblica anche notizie 175 C. La Farina, Lettera VII. Si adducono varie notizie..., 1835, pp. 60-61. riguardo ai fratelli di Stefano, figli di Francesco, formatosi alla scuola di Antonello L’attribuzione è accettata con qualche riserva da G. La Farina (Messina e i suoi…, Rizzo, del quale sposò la figlia Giovannella da cui ebbe quattro figli: Stefano (21 1840, pp. 38-39), e successivamente da G. Di Marzo (Delle Belle arti in Sicilia…, febbraio 1595), Vincenzio (29 agosto 1596) morto a soli ventotto anni, Flavia (30 1862, p. 309), s.a., Messina e dintorni, guida a cura del Municipio, Prem. stab. G. novembre 1600), Anna Maria (5 febbraio 1603). Cfr. Reg. dei Morti, fol. 33, num. Crupi, Messina 1902) e A. Salinas e G.M. Columba (Terremoto di Messina (28 910; Reg. dei Matrimoni, della Parrocchiale Chiesa di S. Nicolò dell’Arcivescovado dicembre 1908). Opere d’arte recuperate dalle RR. Soprintendenze dei Monumenti, dei Musei del 1593, fol. 98, retro; Morto il 6 gennaio 1625, Reg. dei Morti, fol. 6, num. e delle Gallerie di Palermo, Palermo 1915, p. 25), che lo dicono «recuperato nel 144; Reg. dei Natali, della Parrocchiale Chiesa di S. Nicolò dell’Arcivescovado museo», sebbene non figuri tra le opere esistenti. Cfr. T. Pugliatti, La pittura del sotto i giorni indicati. G. Molonia fa notare che C.D. Gallo, erroneamente segnala Cinquecento…, 1993, p. 332, nota 8. Stefano come l’ultimo dei figli e non il primo quale è effettivamente Annali( della 176 Id., Notizie di alcuni Pittori Messinesi, in “Il fa per tutti…”, 1812, p. 125. Città di Messina…, t. III, Messina 1803, p. 107, nota 21). 177 Si ricordano tra le altre: C. La Farina, Elogio funebre per Sua maestà Ferdinando 172 Nel 1812 riporta notizie relative a Pietro Oliva, Polidoro, Guinaccia, I Borbone, Re del Regno delle Due Sicilie, nella straordinaria tornata della reale Accademia Mariano e Antonio Riccio (C. La Farina, Notizie di alcuni Pittori Messinesi, in “Il de’ Pericolanti del dì 8. Febbraio 1825. Letto dal Socio Carmelo La Farina Dottore in ambe fa per tutti o sia Calendario, e notizie per l’anno bisestile 1812”, pp. 121-127) le leggi, professore di matematica nella reale Accademia Carolina, deputato, ed esaminatore e segnala notizie Su un antico sarcofago esistente a Messina (in “Il fa per tutti o sia geometra per l’equazione de’ pesi, e delle misure, prefetto del pub. Museo, ed Accademico del Calendario, e notizie per l’anno 1812”, pp. 41-43). In nota menziona anche un Buon Gusto, Giuseppe Fiumara, Messina 1825; Id., Inno da cantarsi nel Real Teatro breve saggio sulla famiglia degli «Antonii» in riferimento alle Memorie degli artisti della Munizione della Città di Messina la sera de’ 29 luglio 1828 nella sempre lieta occasione di messinesi di Grosso Cacopardo, «dottissimo anonimo concittadino», pubblicate essere ornato dall’Eccellentissimo Signore Marchese della Favara, brigadiere de’ reali Eserciti, l’anno precedente in un articolo intitolato “Strenna Galante dell’Animoso Gentiluomo di Camera con esercizio, Cavaliere degl’insigni Reali Ordini di S. Gennaro, e di Accademico Peloritano», cfr. C. La Farina, Notizie di alcuni Pittori Messinesi, in S. Ferdinando, e del Merito, cavaliere di 1.ma Classe dell’ordine Imper. Austriaco della Corona “Il fa per tutti o sia…”, pp. 121, nota 1. Nel 1813 riferisce di G. S. Comandè, di Ferro, Cavaliere di Giustizia del Real Ordine Militare di S. Stefano P. e M. Consigliere A. Catalano, A. Rodriguez (C. La Farina, Continuazione delle notizie su alcuni Pittori di Stato Ministro Luogotenente Generale di S. M. (D. G.) in questa parte de’ Reali Dominj Messinesi, in “Il fa per tutti o sia…”, 1812, pp. 139-144); nel 1814 cita M. Minniti, ec. ec. ec. Parole di Carmelo La Farina, Antonino d’Amico arena, Messina 1828; Id., A. Socino, F. Giannitti, D. Marolì, A. Quagliata (C. La Farina, Continuazione delle Pell’assunzione alla Sacra porpora di D. Francesco di Paola Villadicani, Cardinale del titolo notizie su alcuni Pittori Messinesi, “Il fa per tutti o sia …”, 1814, pp. XX-XXIV). di S. Alessio, Arcivescovo di Messina ec.ec., Discorso pronunziato nella Reale Accademia 173 “Il fa per tutti o sia Calendario, e notizie per l’anno bisestile 1812” (1813, Peloritana il dì 12 ottobre 1843 dal suo Segretario Generale Professore Carmelo La Farina 1814, 1815, 1816, 1817, 1818, 1819, 1820, 1821, 1822) fu pubblicato dal 1812 giudice di tribunale civile, Stamperia di G. Fiumara, Messina 1843; Id., Cenni biografici per dieci anni, dai torchi di Giovanni del Nobolo. Cfr. G. Arenaprimo, La stampa dell’eminentissimo principe D. Francesco di Paola Villadicani, patrizio messinese dei principi

Nicoletta Di Bella Scritti d’arte di Carmelo La Farina (1786 - 1852)

43 numero3 - maggio 2011 di Mola, dei marchesi di Condagusta, dei baroni Lando, Pirago, e Cartolano, Cardinale Presbitero si S. R. C., del titolo di S. Alessio, già Vescovo di Ortosia, Arcivescovo di Messina, Conte di Regalbuto, Barone di Bolo, Signore di Alcara, ec. ec. ec., per Carmelo La Farina, Giudice di Gran Corte Criminale, Professore di Geometria e Trigonometria nell’Università Messinese, prefetto del Pubblico Museo, Membro effettivo del VII Congresso degli Scienziati Italiani, Membro dell’istituto di corrispondenza Archeologica di Roma, della Società libera di emulazione di Roano, e dell’Etrusca della Valdarnese di Montevarchi, degl’Incamminati di Modigliana, degli Entoleti di S. Miniato, dell’Accademia di Scienze e Lettere di Palermo, degli Zelanti di Aci-Reale, della Civetta di Trapani, della Lilibetana di Marsala, dell’Accademia Cosentina, della Florimontana di Monteleone, Membro della Società Economica della Provincia di Messina, e di quella della Calabria Ulteriore Seconda, segretario Generale della Reale Accademia Peloritana, Stamperia di Tommaso Capra, Messina 1846. 178 C. La Farina, Congettura del prof. C. La Farina…, Marzo 1836, p. 165- 168. Cfr. F. Bisazza, Archeologia. Congettura del professore Carmelo La Farina, sul sito dell’antico Nauloco. Messina (estratto dal Faro, fascicolo III, Marzo 1836) 8. Di pag. 6, in “Il Faro che siegue lo Spettatore Zancleo. Giornale di Scienze Lettere e Arti”, a. IV, vol. II, f. 9, Settembre 1836, pp. 190-191. 179 C. La Farina, Congettura del prof. C. La Farina sul sito dell’antico Nauloco, estratto dal “Il Faro che siegue lo Spettatore Zancleo. Giornale di Scienze Lettere e Arti”, a. IV, vol. I, f. 4, Aprile 1836, p. 253-260. 180 C. La Farina, Statistica della Città di Messina, in “Lo Spettatore Zancleo”, a. II, n. 22, Messina 28 Maggio 1834, p. 176; ivi, a. II, n. 22, Messina 3 Giugno 1835, p. 173-175; Id., Statistica della Città di Messina in “Il Faro. Giornale di Scienze Lettere e Arti”, a. IV, vol. I, Messina 1836, p. 311- 314; ivi, a. V, vol. III, “da Gennaro a Giugno”, Messina 1837, pp. 81-85. 181 C. La Farina, Statistica della Città di Messina, in “Giornale degli Atti per l’Intendenza del Valle di Messina”, a. 1835, f. III, pp. 62-63. Edito dal 3 maggio 1818, giorno dell’insediamento nel palazzo municipale del Barone di Mandrascate, Intendente del Vallo di Messina, il periodico fu pubblicato con regolarità, inizialmente ogni decade, poi dal 1822 divenne mensile e nel ’37 se ne pubblicò un solo numero di appena 8 pagine, a causa della epidemia di colera che aveva colpito la città. Dal numero 4 del 1838 mutò il suo nome in “Giornale dell’Intendenza della Provincia di Messina e le pubblicazioni durarono fino al 1859. G. Molonia, La stampa periodica…, 2004, p. 68.

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