Amalia Mezzetti, Contributi a Carlo Maratti
CONTRIBUTI A CARLO MARATTI EGLETTO dalla storiografia artistica il Maratti non è stato mai; in bene o in male, N in un senso o nell'altro, si è sempre parlato di lui. Senza tuttavia che per questo gli studi sulla sua pittura facessero - almeno fino ai primi decenni di questo secolo - degli effettivi progressi i>. Alle oscillazioni del giudizio qualitativo dei posteri - spesso in singolare contrasto sia con l'indirizzo del pensiero estetico, sia con le correnti artistiche del tempo - si ag giunge, nella vicenda critica del Maratti, anche un singolarissimo spostamento di valuta zione storica: cosa che non credo si sia verificata per alcun altro artista; per cui gli accadde di essere considerato esponente, ad un tempo, di tendenze opposte, barocco per gli uni, classicheggiante e accademico per gli altri, e come tale ora biasimato ora lo dato: situazione questa che riflette l'incertezza di giudizio inevitabile di fronte ad una personalità così complessa, contraddittoria e sfuggente, che, con l'intellettualismo cri tico tipico del tempo, aveva cercato di accogliere e di conciliare in sé il passato e il presente, Raffaello e i Carracci, con il Lanfranco e Pietro da Cortona. Dopo il coro delle voci incondizionatamente esaltatrici dei contemporanei e dei posteri immediati, che dal Sacchi suo maestro 2> attraverso al Bellori 3>, al Titi, al Pa scoli, al Passeri 4>, giunge fino al Bottari e all'Algarotti 5>, basta che il gusto dominante si sia orientato verso i valori di quella restaurazione classica che si svolgeva dalle pre messe dell'idealismo belloriano, perché il Maratti, che a quell'idealismo si era diretta mente abbeverato e dal Bellori era stato salutato come salvatore della pittura, cominci a ricevere i primi appunti.
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