Rapporto Ambientale
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RAPPORTO AMBIENTALE RAPPORTO AMBIENTALE REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti viale Campania 36 - 90144 Palermo 1 RAPPORTO AMBIENTALE INDICE CAPITOLO I - QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO DEL PRGR 1.1 QUADRO NORMATIVO 1.2 EVOLUZIONE DEL SISTEMA NORMATIVO: PROGRAMMI E DIRETTIVE EUROPEE 1.2.1 SETTIMO PROGRAMMA EUROPEO DI AZIONE PER L’AMBIENTE (2014- 2020) 1.2.2 AZIONI DA REALIZZARE PER APPLICARE IL VII PAA 1.2.3 IL “PACCHETTO ECONOMIA CIRCOLARE” 1.2.4 PRINCIPI DI ECONOMIA CIRCOLARE NELLA NORMATIVA NAZIONALE 1.3 GESTIONE DEI RIFIUTI NORMATIVA NAZIONALE 1.3.1 COMPETENZE DELLA REGIONE 1.3.2 COMPETENZE ATTRIBUITE ALLE PROVINCE 1.3.3 LE COMPETENZE ATTRIBUITE AI COMUNI 1.3.4 COMPETENZE ATTRIBUITE AGLI AMBITI TERRITORIALI 1.4 SCHEMA NON TECNICO DEI CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE CAPITOLO II - OBIETTIVI DEL PRGR 2.1 PREMESSA 2.2 IMPOSTAZIONE DEL PIANO 2.3 OBIETTIVI SPECIFICI DEL PRGR 2.4 PIANO RIFIUTI, RIFORMA E GOVERNANCE 2.5 LA PREVENZIONE 2.6 LE RACCOLTE DIFFERENZIATE 2.7 FLUSSI ENTRATA/USCITA IMPIANTI TMB 2.8 TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, FABBISOGNI SCENARI 2.9 OBIETTIVI 2.10 SMALTIMENTO DI RIFIUTI 2.11 IL RECUPERO E LE RACCOLTE DIFFERENZIATE DI RIFIUTI URBANI NON DESTINATI AL RECUPERO MATERIALE 2.12 LE FRAZIONI RECUPERABILI SECCHE 2.13 LA FRAZIONE UMIDA – IL RECUPERO DELLA FRAZIONE ORGANICA 2.14 FANGHI DA DEPURAZIONE 2.15 PREVISIONI SULL’ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE 2.16 PREVISIONI DI SCENARIO 2.17 AMBITI, AUTOSUFFICIENZA E PERIODO TRANSITORIO CAPITOLO III - PRGR, ALTRI PIANI E ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE 3.1 PIANI E PROGRAMMI REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti viale Campania 36 - 90144 Palermo 2 RAPPORTO AMBIENTALE 3.2 PROCEDURA PRELIMINARE DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL PRGR 3.3 VALUTAZIONE DI INCIDENZA 3.4 PREVENZIONE E OBIETTIVI 3.5 TABELLA DI SINTESI OBIETTIVI DEL PRGR 3.6 ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE 3.6.1 CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE, DA PARTE DELLE PROVINCE, DELLE AREE NON IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI E LA DEFINIZIONE DEI LUOGHI ADATTI 3.7 IL CONTESTO DELL’ARCIPELAGO SICILIANO 3.7.1 MONTI PELORITANI 3.7.2 MONTI NEBRODI E IL PARCO 3.7.3 MADONIE E IL PARCO 3.7.4 I MONTI SICANI E IL PARCO 3.7.5 MONTI EREI 3.7.6 MONTI IBLEI 3.8 IDROGRAFIA 3.8.1 FIUMI 3.8.2 LAGHI 3.9 LE ISOLE DELL’ARCIPELAGO 3.9.1 LE ISOLE EOLIE 3.9.2 LE ISOLE EGADI 3.9.3 USTICA 3.9.4 PANTELLERIA 3.9.5 LE ISOLE PELAGIE 3.10 NATURA E CULTURA 3.10.1 PARCHI NAZIONALI 3.10.2 PARCHI.REGIONALI 3.10.3 AREE MARINE PROTETTE 3.10.4 RISERVE NATURALI IN SICILIA 3.10.5 RETE NATURA 2000 – SICILIA 3.10.6 PATRIMONIO CULTURALE DI MAGGIORE RILEVANZA 3.10.6.1 I PARCHI ARCHEOLOGICI 3.10.6.2 SITI UNESCO E PARCHI ARCHEOLOGICI 3.10.6.3 AREE ARCHEOLOGICHE 3.10.6.4 ANTIQUARIA 3.10.6.5 MUSEI ARCHEOLOGICI 3.10.7 AREE ARCHEOLOGICHE E ANTIQUARIUM 3.9.7 PATRIMONIO CULTURALE ENOGASTRONOMICO E ZONE DI PREGIO PRODUTTIVO 3.10.8 BORGHI E PAESAGGI RURALI 3.10.9 PAESAGGIO 3.10.10 IL PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE DELLA SICILIA 3.11 SISTEMA ENERGETICO SICILIA 3.11.1 RETE PER LA PRODUZIONE DA FONTE RINNOVABILE 3.11.2 CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA 3.12 FONTI RINNOVABILI CAPITOLO IV - VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E ANALISI DI COERENZA 4.1 EFFETTI AMBIENTALI E INQUADRAMENTO DEL RAPPORTO AMBIENTALE REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti viale Campania 36 - 90144 Palermo 3 RAPPORTO AMBIENTALE 4.2 I POTENZIALI EFFETTI DEL PRGR 4.2.1 ANALISI DEMOGRAFICA E SALUTE UMANA 4.2.2 AREE ESCLUSE 4.2.3 ESCLUSIONE E LIMITI PER RISCHIO IDROGEOLOGICO 4.2.4 ESCLUSIONE E LIMITI DI BOSCHI E ALTRE AREE 4.3 TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE 4.4 AREE SENSIBILI 4.5 ZONE VULNERABILI 4.6 ZONE DI PREGIO AGRICOLO E AGROALIMENTARE 4.7 AREE A RISCHIO DI INCENDI BOSCHIVI 4.8 PRGR COERENZA INTERNA 4.9 PRGR COERENZA ESTERNA CAPITOLO V - MONITORAGGIO E PARTECIPAZIONE 5.1 PREMESSA 5.2 METODOLOGIA DI MONITORAGGIO E VALIDAZIONE DEI DATI 5.3 INDICATORI, DESCRIZIONE E METODO 5.4 RACCOLTA E VALIDAZIONE DATI 5.4 INDICATORI 5.5 PARTECIPAZIONE RESPONSABILE 5.5.1 CULTURA DELLA SOSTENIBILITA’ E PARTECIPAZIONE 5.5.2 COMUNICAZIONE E SUPPORTI INFORMATICI 5.5.3 PARTECIPAZIONE 5.6 DIAGRAMMA PROCEDURE E TEMPISTICA REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti viale Campania 36 - 90144 Palermo 4 RAPPORTO AMBIENTALE CAPITOLO I QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO DEL PRGR 1.1 QUADRO NORMATIVO Il quadro normativo del settore dei rifiuti ha registrato negli ultimi anni importanti evoluzioni, attraverso i necessari adeguamenti ai principi europei, che hanno interessato temi rilevanti della disciplina sia in ambito organizzativo e gestionale, sia in ambito più specificamente ambientale. In riferimento all’ambito organizzativo-gestionale, la normativa europea e nazionale si basa sulla disciplina generale dei servizi pubblici locali di interesse economico generale, soprattutto con riguardo al tema degli affidamenti e gestione dei servizi, traendo ispirazione dalle direttive europee in materia di appalti e concessioni e al conseguente recepimento nel Codice dei contratti pubblici. Coerentemente con i principi europei, la normativa settoriale nazionale ha conciliato le diverse fasi della filiera della gestione dei rifiuti ad un ciclo integrato, sancendo il superamento della frammentazione territoriale e l’organizzazione del servizio in ambiti territoriali ottimali (ATO), di dimensioni non inferiori al territorio provinciale, con la costituzione di enti di governo d’ambito a cui i comuni aderiscono obbligatoriamente. Con riguardo all’ambito prettamente ambientale, occorre far riferimento alle norme settoriali che hanno tra i propri fini, quello di promuovere e incentivare la transizione verso un’economia di tipo circolare. A tal proposito, rilevano le misure adottate dalla Commissione europea e finalizzate ad un uso più sostenibile delle risorse, mediante un maggiore e progressivo ricorso al riciclaggio e al riutilizzo. In tale ambito si evidenziano, ad esempio, prima il DL 133/2014, recante “misure urgenti per la realizzazione su scala nazionale di un sistema adeguato e integrato di gestione dei rifiuti urbani e per conseguire gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio”; poi la L. 221/2015 (c.d. collegato ambientale), che ridefinisce le funzioni del Ministero dell’Ambiente e introduce misure volte esplicitamente ad incrementare la raccolta differenziata e il riciclaggio. Si rafforzano i meccanismi di incentivi e sanzioni, tramite la c.d. ecotassa per gli enti territoriali a seconda della loro virtuosità nelle percentuali conseguite di raccolta differenziata, e tramite la prevenzione nella produzione di rifiuti. Sempre in tema di governance del settore rifiuti, la normativa nazionale (generale e settoriale), attribuisce le attività relative all’organizzazione e alla gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e alla riscossione dei relativi tributi, ai Comuni, ricomprendendole tra le funzioni fondamentali, che sono tenuti ad esercitarle in forma associata tramite gli enti di governo degli ambiti a cui sono obbligati ad aderire (ovvero in capo agli Enti di governo degli ATO). Per quanto riguarda, invece, le modalità di conferimento della gestione, si applicano le direttive europee in materia di appalti e concessioni (direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE), recepite nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 50 del 2016, recante il nuovo Codice dei contratti REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità – Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti viale Campania 36 - 90144 Palermo 5 RAPPORTO AMBIENTALE pubblici (integrato e corretto con il d.lgs n. 56 del 2017) e il testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d.lgs 175/2016). Le modalità di affidamento, quindi, prevedono: 1) gestione in house providing; 2) procedura ad evidenza pubblica avente ad oggetto l’esternalizzazione a terzi del servizio; 3) selezione del socio privato, con la contestuale attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione (c.d. gara a doppio oggetto). Il nuovo Codice dei contratti pubblici introduce rilevanti innovazioni rispetto agli orientamenti consolidati nella giurisprudenza comunitaria, prevedendo la possibilità di ingresso di capitali privati nel patrimonio delle società in house, condizionato a nessun controllo o potere di veto o esercizio di un’influenza determinante sulla società, oltre che alla quantificazione obbligatoria, entro l’80%, dell’attività prevalente. Direttamente incisivi sulla materia ambientale, sono il rilievo e la cogenza attribuiti ai decreti del Ministero dell’ambiente sui criteri Ambientali Minimi (CAM), che individuano i requisiti di qualità ambientale per i processi di acquisto di prodotti e servizi (si rinvia al paragrafo che contempla il green procurement). Dall’altro lato, anche il TU sulle società a partecipazione pubblica incide sul settore delle società che gestiscono servizi pubblici locali (quindi anche quelle del settore rifiuti), in merito alla partecipazione mista pubblico-privata, alla definizione dei perimetri relativi alle tipologie di società ammesse e alle attività consentite, all’obbligo di ricognizione ed eventuale razionalizzazione da condurre in via ordinaria ogni anno e in via transitoria, all’esplicitazione del principio di fallibilità delle società a controllo pubblico, alla disciplina circa la composizione e i compensi degli organi di amministrazione, a misure relative al reclutamento, alle assunzioni e alle retribuzioni del personale. Infine, si segnala la Legge di Bilancio del 2018 che ha introdotto alcune importanti novità in materia di rifiuti. La più rilevante, riguarda l’attribuzione delle competenze di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani all’ Autorità indipendente, che assume la denominazione di ARERA.