PER UNA GEOGRAFIA AMMINISTRATIVA tenacemente disgregato le testimonianze archeologiche an- DELL’ALTOMEDIOEVO IN cora cospicue cento anni fa, annullando ulteriormente la NUOVE IPOTESI DI RICERCA PER UN SITO possibilità di rilettura di quell’insediamento. Una occasio- ne insperata ci viene, invece, dalla documentazione archi- “BIZANTINO”: CITTADELLA DI VINDICARI (SR) vistica che consente di cogliere un ruolo non altrimenti ipo- di tizzabile e di ampliare i termini cronologici di questo abita- to, aprendo nel contempo prospettive nuove per una messa LUCIA A RCIFA a fuoco della geografia amministrativa di quest’area nel- l’altomedioevo. L’area archeologica di Cittadella è oggi compresa al- Il dibattito sulle trasformazioni delle strutture sociali, l’interno della più famosa oasi naturalistica di Vindicari; economiche e insediative nella Sicilia altomedievale, attra- essa occupa uno stretto e basso promontorio che si proten- verso la tarda età bizantina, l’invasione islamica, fino al- de da nord a sud circondato a est, nord e ovest da aree lacu- l’arrivo dei Normanni, si impernia sui numerosi contributi stri e paludose. Uno stretto canale, oggi parzialmente in- di carattere storico elaborati da H. Bresc nell’arco dell’ulti- sabbiato, collegava in antico al mare quest’area paludosa mo ventennio (AYMARD-BRESC 1973; BRESC 1976; BRESC che costituiva così una insenatura portuale naturale e ben 1980; BRESC 1983; BRESC 1984; BRESC 1995). Solo di re- riparata (Fig. 2). Tali caratteristiche geomorfologiche ripro- cente i modelli teorici fin qui proposti hanno trovato possi- pongono, peraltro, la conformazione tipica di questo tratto bilità di confronto nelle ricerche di archeologia medievale di costa a sud di Eloro, dove si susseguono numerosi panta- che con maggiore vigore e sulla base, appunto, di un tale ni lungo la costa o appena separati da essa da strette dune quadro interpretativo hanno ripreso il tema delle modifica- sabbiose (LENA-BASILE-DI STEFANO 1988). Immediatamen- zioni insediative in Sicilia tra tardo-antico e altomedioevo te a nord di Cittadella, il porto di Vindicari, sede nel medio- (ALLIATA-BELVEDERE 1988; MOLINARI 1997; APROSIO et alii evo di un importante caricatore, costituiva il naturale sboc- 1997). co a mare della città demaniale di . Al tema della continuità/discontinuità tra tardo antico e Dal punto di vista amministrativo, a partire da epoca medioevo si è sostituita la consapevolezza di una realtà ben normanna, quest’area era inglobata nell’ampio territorio di più complessa da indagare, in cui i nodi principali Noto (Fig. 3), che le fonti tardo medievali suddividono in (l’“incastellamento” di età tematica; l’insediamento rurale montanea terra Nothi (l’area collinare e boschiva costituita nel lungo periodo; le strutture amministrative di età islami- dalle ultime propaggini dell’altopiano acrense) e maritima ca) sembrano prestarsi a molteplici soluzioni, con la com- terra Nothi, area di formazione alluvionale, delimitata a nord presenza di realtà diversificate (MAURICI 1992). Il confron- dal corso del e che degrada verso la costa dove le to tra modelli teorici e realtà geografiche più circoscritte, numerose formazioni di pantani furono sfruttate come sali- quali le prospezioni archeologiche cominciano a delineare, ne nel corso dei secoli. A ben vedere, in questa distinzione, nell’evidenziare da una parte lo scarto ancora esistente, sot- che rimarca i caratteri geografici peculiari delle due aree, tolinea, nel contempo, la necessità di indagini mirate a sin- permane il ricordo di una diversa partizione territoriale che gole aree omogenee; la scarsa unitarietà delle dinamiche sembra ricalcare proprio questi limiti naturali e che con- insediative nell’Isola è del resto un elemento ormai invoca- sente di ricostruire per l’altomedioevo una organizzazione to, anche se al momento solo in forma macroscopica, nella amministrativa diversa rispetto a quella che si consoliderà distinzione tra le due parti, l’orientale e l’occidentale nel corso dell’età normanna. (MAURICI 1995). Nel medioevo la maritima terra Nothi è fittamente pun- L’assenza di fonti e la scarsa conoscenza della cultura teggiata di casali (BRESC 1972) che, a partire dalla fine del materiale dei secoli altomedievali sono ben note carenze ’200, sono oggetto di numerosi passaggi di proprietà tutti che rendono difficoltoso l’approccio con questo periodo; volti a riconfigurare l’assetto insediativo con la costituzio- se, da una parte, solo una archeologia più attenta alle fasi di ni di più ampie partizioni feudali. Nei dati relativi alle con- transizione potrà meglio affrontare le questioni fin qui ac- finazioni dei singoli casali si fa sovente riferimento alla cennate, è pur vero che una oculata confluenza di dati ar- contrada Respensa: non si tratta, come lascerebbe pensare chivistici, documentari, archeologici, consente spesso una l’uso del termine contrada, di una limitata porzione di terri- rilettura di “miti” archeologici da tempo congelati. torio ubicata nella piana. Una rapida disamina dei contesti È questo il caso che qui si vuol presentare, paradigma in cui è citata la contrada Respensa lascia chiaramente in- di una cristallizzazione delle conoscenze sulla Sicilia alto- tendere che il toponimo indica una vasta zona, i cui limiti medievale non più rivisitate, sovente, da oltre un secolo. coincidono con quelli della piana costiera, cioè della Cittadella di Vindicari o dei Maccari, è il nome moder- maritima terra Nothi: dal fiume Tellaro fino al mare, a est e no, attestato già nel Cinquecento, di un anonimo centro posto a sud, e fino al tenimentum di Spaccafurno a ovest (ARCIFA sulla costa siracusana, a sud-est di Noto (Fig. 1), che entra c.d.s.) (Fig. 4). Proiettando indietro nel tempo questa docu- nella letteratura archeologica alla fine dell’Ottocento gra- mentazione tarda, nella quale il riferimento a Respensa ha zie alle instancabili peregrinazioni di Paolo Orsi. Alla “mo- sostanzialmente valore toponomastico, si ricostruisce, pur desta borgata” l’Orsi dedica due settimane di scavo metten- con qualche incertezza, l’esistenza di un distretto che ave- do in luce ben quattro edifici religiosi (due a pianta centrica va inizialmente una valenza di tipo amministrativo. Una tale e due a pianta basilicale), le necropoli e un piccolo quartie- ipotesi risulta ulteriormente avvalorata richiamando l’elen- re suburbano prossimo al porto, collocando tra V e VI seco- co delle decime dovute alla chiesa siracusana nel 1275 là lo le testimonianze monumentali più cospicue e ritenendo dove si cita: «integram decimam veterum iurium et possibile una continuità di vita protrattasi ancora nel corso proventum curie… subscriptorum locorum et casalium del VII e dell’VIII secolo, momento nel quale il sito sareb- videlicet casalium Respensa» (CONTI 1974, p. 58). La di- be stato abbandonato completamente a seguito delle prime zione fa intravedere con chiarezza una situazione pregressa incursioni arabe (ORSI 1896; ORSI 1899). di un centro amministrativo forte, ormai decaduto, a cui afferivano i casali suburbani della piana di Noto. La forte persistenza toponomastica, che solo nel Cinquecento sarà ALLA RICERCA DI RESPENSA definitivamente soppiantata dall’indicazione maritima ter- ra Nothi, è già di per sé evidente indizio di una cospicua Gli studi successivi (FALLICO 1971, p. 181; BONACASA presenza nel territorio la cui natura è svelata dal diploma di CARRA 1992, p. 6) non hanno modificato sostanzialmente il fondazione della diocesi di Siracusa. Nel 1093 la bolla di quadro delineato dall’Orsi; il tempo e gli uomini hanno però Urbano II enumera i castella ricadenti all’interno dei limiti

©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 1 Fig. 1 – I.G.M. 1: 25.000, stralcio delle tavolette 277 III NE (Torre Vindicari) e III N.O. (Rosolini). In evidenza l’area archeologica di Cittadella e quella del casale Li Maccari.

Fig. 2 – Veduta aerea di Cittadella e dell’area portuale (foto Stefano Arcifa).

©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 2 Fig. 3 – In evidenza i limiti del territorio di Noto in età medievale con la ripartizione tra maritima e montanea terra Nothi.

Fig. 4 – Ubicazione dei casali medievali, ricadenti in contrada Respensa: 1. Bonfallura; 2. Maucini; 3. Burgio; 4. Ritillini; 5. Cameratino; 6. Binurrato; 7. Stafenna; 8 Saytunini; 9. Musolino; 10. Bimiska; 11. Rahalchichira; 12. Cadeddi; 13. Bimena; 14. Buhulesy; 15. Li Maccari; 16. Baroni. della ricostituita diocesi siracusana: Lentina, Nota Pantarga, deve necessariamente ipotizzare la preesistenza all’arrivo Cassibula, Bizina, Essina, Calata elphar, Respexa, Isbacha, dei Normanni; in base a queste considerazioni Respensa e i Modica, Sycla, Anaor, Ragusa, Buthera (PIRRI 1733, I, p. siti insieme indicati sono, dunque, stati inseriti nella rico- 618). La citazione di Respensa nella documentazione della struzione dei centri capo di distretto (iqlim) ipotizzati per la prima età normanna è anche l’unica menzione di questa tarda età islamica, sulla base del rescritto del califfo fatimita misteriosa “terra” (BRESC 1976, p. 191) che scompare pre- Al Muizz (967), che avrebbe inaugurato in Sicilia una nuo- cocemente nella mappa insediativa di età normanna. Essa è va gerarchia tra abitato aperto e abitato fortificato. Si tratte- pur tuttavia estremamente preziosa perché ci chiarisce la rebbe di siti fortificati o in posizione naturalmente difendi- natura del centro, ricordato in un elenco di siti forti, e per i bile, in cui la presenza della moschea costituisce un impor- quali, in considerazione della datazione del documento, si tante riferimento dal punto di vista religioso e che presie-

©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 3 dono ad un tentativo di accentramento della popolazione colo (Figg. 5,6). Esso rientra in un ben noto gruppo di edi- (BRESC 1984, p. 75). fici religiosi (cellae tricorae) (FRESHFIEL 1913), costituen- Se, dunque, sulla base dei dati documentari, è possibile do anzi uno degli esempi più noti e meglio conservati in ipotizzare il ruolo di Respensa quale capoluogo di un vasto Sicilia di uno schema architettonico che trova nell’architet- distretto in età islamica, riteniamo che la recente pubblica- tura civile di età tardo-antica i suoi più immediati raffronti. zione di pergamene siciliane dell’Archivio della Corona Di recente esso è stato oggetto di riflessione da parte di d’Aragona offra ora nuovi spunti per ripensare al problema R.J.A. Wilson che propone una datazione al VI piuttosto dell’identificazione di Respensa e proporre, se possibile, che al V secolo (WILSON 1990, p. 308). Non è nostro compi- una soluzione. Nel 1335 una sentenza arbitrale stabilisce i to, né lo consentirebbe lo spazio a disposizione in questa confini tra i feudi Bimisca, Arbacamea e Cadeddi: tra i li- sede, entrare nel merito delle questioni architettoniche po- miti indicati è la «via magna que est versus meridiem, qua ste dall’edificio. Ai nostri fini ci preme, tuttavia, sottoline- itur ad Respensam» (SCIASCIA 1994, p. 271); la persistenza are l’esistenza di rifacimenti nella struttura, e segnatamen- toponomastica, pur in mancanza di una esatta ubicazione te il restringimento dell’apertura centrale, che segnalano un del casale e del feudo Chadeddi, ci riporta con certezza al- riuso della struttura e comunque una ben più lunga conti- l’area costiera prossima alla villa romana del Tellaro, nella nuità di vita. contrada oggi denominata Caddeddi. La magna via cui si fa Ben altra consistenza doveva presentare il sito a giudi- riferimento nel testo è dunque un tracciato verosimilmente care dalle descrizioni piuttosto dettagliate del Fazello, alla antico che prosegue lungo la costa verso sud in direzione di metà del Cinquecento, e di J. Houel che lo visita alla fine Respensa. L’indicazione allude chiaramente ad un centro del ’700. Il Fazello (FAZELLO 1533) attesta la presenza di abitato, più che ad una generica contrada, che va dunque resti di numerosi edifici pubblici e privati, descrive la chie- ricercato nell’area a sud di Caddeddi, lungo la costa. sa della Trigona, dedicata al Salvatore, nonché la presenza È questa un’area fittamente abitata nell’antichità, e per di un secondo tempio della stessa forma e resti di strutture la quale le ricerche archeologiche più recenti non fanno al- antiche da lui interpretati quali terme. Due secoli dopo Houel tro che confermare lo specifico spessore insediativo e pro- (HOUEL 1785, pp. 120-125) descrive la Trigona, che ritiene duttivo di quest’area nella tarda antichità e nell’età bizanti- una costruzione del basso Impero, riutilizzata in un secon- na. Alla metà del Cinquecento, la descrizione di Tommaso do momento come chiesa cristiana. Particolarmente inte- Fazello restituisce in modo vivido una campagna ancora ressante, ai nostri fini, è la descrizione delle numerose strut- disseminata di ruderi, resti di borghi rurali aggregati intor- ture murarie disseminate all’interno del circuito urbano: di no agli edifici religiosi di S. Andrea, S. Basilio, S. Lorenzo, esse Houel nota la costruzione senza uso di malta e la carat- S. Pietro (FAZELLO 1533). Per alcuni di essi oggi siamo in teristica alternanza tra filari a doppio paramento e filari grado di proporre una identificazione certa: così per il casa- costituiti da blocchi di spessore maggiore, equivalente a le di S. Lorenzo de Biserii, insediatosi in prossimità della quello del muro. Tali muri ben allineati e con angoli a squa- chiesa bizantina di S. Lorenzo, per il casale di Li Maccari, dra costituivano grandi recinti, a loro volta ripartiti interna- per Arbacamea. Lo stesso Fazello si sofferma sulla realtà mente a formare «de petites maisons placées dans de grandes monumentale di Cittadella, la cui consistenza urbana di- cours». La totale scomparsa di questi resti ci priva oggi de- stingue nettamente dai centri rurali vicini, e da lui identifi- gli elementi determinanti per comprendere la consistenza cata con il centro antico di Macara. del centro e l’eventuale presenza di una fase insediativa che Rigettate già dall’Orsi le proposte di identificazione dei si prolunga oltre l’età tardo-antica e bizantina. ruderi di Cittadella con le varie Imacara, Tyracina, Ina, rite- Allo stato attuale, solo lo studio dei materiali ceramici niamo che l’anonima borgata possa con tutta probabilità può fornire dati significativi per circoscrivere in modo meno essere la Respensa che andiamo cercando. approssimato l’arco cronologico di questo insediamento. La Il nome di Respensa, di probabile derivazione latina, presenza di numerosa ceramica tardo-romana e bizantina risulta sconosciuto a scrittori quali Stefano Bizantino, né è nei dintorni della Trigona è un dato già rimarcato da Wilson menzionato nell’Itinerarium ad maritima loca il cui trac- (WILSON 1990, p. 229); appare evidente, già ad una ricogni- ciato, peraltro, interessa quest’area, come accenneremo più zione superficiale l’entità piuttosto vasta dell’area abitata: i avanti; queste assenze sembrerebbero confermare la lettura resti ceramici, numerosissimi, si concentrano su tutta la parte cronologica che viene normalmente accettata per questo più settentrionale del promontorio e, in particolare, sul lato insediamento. Ma, tralasciando, in questa sede, le questioni occidentale, più riparato e meno esposto ai venti di levante, poste dal silenzio delle fonti, affronteremo piuttosto i temi nonché sulla piccola penisoletta in prossimità della foce. relativi alla fase di vita successiva all’età bizantina. La presenza in quest’ultima area di un cospicuo agglome- rato di case, interpretato dall’Orsi come villaggio suburba- no, appare chiaramente in connessione con la vicina area L’EVIDENZA ARCHEOLOGICA portuale che sfrutta, a tale scopo, il più riparato pantano orientale: qui, sono ancora perfettamente visibili quattro L’ipotesi di una fase islamica a Cittadella costringe a allineamenti, costituiti da pietrame informe di piccole di- rivedere le datazioni da tempo assodate per questo sito, mensioni, che si protendono dalla riva occidentale della pic- aprendo nel contempo nuovi interrogativi sulle funzioni cola penisoletta verso il centro del pantano (Fig. 7). La to- effettivamente esercitate, e dunque sulla struttura urbana, tale spoliazione dei blocchi squadrati che dovevano conte- in quella fase, nonché sul rapporto tra questo centro e gli nerli non impedisce di leggervi i resti di strutture destinate insediamenti rurali (casali) più prossimi. È chiaro che allo all’attracco delle imbarcazioni. Si ricostruisce così l’esisten- stato attuale della ricerca molti di queste questioni non pos- za di almeno quattro banchine lunghe circa una cinquantina sono che essere semplicemente poste, in attesa di essere di metri che danno una idea della consistenza del porto. Ed affrontate da una ricerca archeologica mirata. La stessa con- è certamente al ruolo di centro portuale che va riconnessa sistenza monumentale del sito è stata, come si diceva, for- l’importanza di Cittadella: un porto che le emergenze ar- temente compromessa nell’ultimo secolo; praticamente cheologiche attestano ancora pienamente in vita nel corso scomparse sono le due chiese a pianta basilicale indagate del VII secolo e sul quale convergono le due principali cor- dall’Orsi in prossimità della Trigona, mentre il villaggio renti commerciali del mediterraneo in questa fase, quella suburbano vicino la foce è testimoniato solo dai piedritti nord-africana e quella egeo-orientale, la cui incidenza ri- ancora in situ relativi agli stipiti delle aperture. Solo la massa spettiva andrà in futuro precisata. Limitandoci in questa sede squadrata della Trigona si erge nella parte più settentriona- a ricordare alcune importazioni caratteristiche in contesti le del promontorio, oggi parzialmente inglobata da di fine VI e VII secolo, si segnalano, in particolare, fram- caseggiati rurali, costruiti probabilmente agli inizi del se- menti di anfore cilindriche africane di grandi dimensioni

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Figg.5-8 – 5. Cittadella. La Trigona; 6. Cittadella. La Trigona, pianta (da ORSI 1942) (1:200); 7. Cittadella: probabili resti delle banchine portuali; 8. Cittadella; materiali ceramici da ricognizione: 1) sigillata africana D: Hayes 105; 2) sigillata focese (Hayes 3); 3-4) anfore africane di grandi dimensioni; 5-6) anfore da trasporto altomedievali (1:4).

©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 5 (Fig. 8, 3-4) che, sulla base delle caratteristiche dell’orlo, IL TERRITORIO. RESPENSA E I SUOI CASALI possono essere confrontate con varianti dei tipi Keay LXI- LXII, di provenienza tunisina (MURIALDO 1995, fig. 3 nn. Il ruolo economico e amministrativo di Respensa, qua- 2,6); frammenti relativi a contenitori da trasporto globulari le ipotizzato per l’età islamica, non nasce, peraltro, ex novo dalle pareti fittamente scanalate, pertinenti ad anfore egee trovando i precedenti e radicandosi in uno specifico spes- (Late Roman 2) e palestinesi (Late Roman 5/6) (PANELLA sore economico che tutta l’area sembra svolgere a partire 1993, p. 663 e ss.); numerosi i frammenti di sigillate africa- dall’età tardo-antica. Le fonti antiche nonché le recenti in- ne tipo D, tra i quali si segnala la forma Hayes 105 (Fig. dagini archeologiche condotte a Vindicari e Porto Palo 8,1), la cui cronologia più probabile sembra ora dal 575/ (BASILE 1992; GUZZETTA 1995) hanno evidenziato come la 580 al VII secolo (TORTORELLA 1998, p. 68); si segnala, infi- costa della Sicilia sud-orientale sia intensamente interessa- ne, la presenza sul sito di sigillata focese Hayes 3C (Fig. ta, già da età greca, dall’attività relativa alla pesca del ton- 8,2) (MARTIN 1998, fig. 3, 25). no e alla lavorazione del pescato; attività con le quali si Resta, invece, sospeso il giudizio, sul piano delle evi- intreccia strettamente lo sfruttamento delle saline, risorse denze archeologiche, relativamente alla continuità d’uso naturali di questo ambiente costiero, costellato di paludi. della struttura portuale lungo i secoli VIII-X, per i quali Le fonti agiografiche che nel IV secolo ambientano nei pressi mancano, come si diceva, nell’ambito di una ricognizione del promontorium Pachinum lo sbarco di S. Ilarione, pro- superficiale, fossili guida immediatamente riconoscibili. Pur veniente dall’Egitto in un nave carica di mercanti orientali tuttavia alcuni frammenti di anfore (Fig. 8, 5-6), di dimen- (RIZZO 1988), così come i relitti di età bizantina naufragati sioni contenute, presentano caratteristiche morfologiche in prossimità di Marzamemi (KAPITÄN 1980; PARKER 1992, (orlo arrotondato e estroflesso o ingrossato esteriormente) p. 269) e di Vindicari (PARKER 1981, pp. 330-333; PARKER e d’impasto (mediamente depurato, con inclusi neri e mica- 1992, p. 446) confermano quest’area crocevia di rotte com- cei) raffrontabili con anfore di produzione dell’Italia cen- merciali da oriente e dall’Africa. A questo vivace quadro tromeridionale, circolanti nell’area del Tirreno meridionale economico va probabilmente riconnesso il quadro insedia- nel corso dell’VIII secolo (ARTHUR 1993, fig. 3, 12; SAGUÌ tivo caratterizzato da numerosi borghi rurali, i cui resti era- et alii 1997, fig. 6,2; Ardizzone in questa sede). no ancora ben visibili al Fazello. Altrettanto poco certe le testimonianze monumentali per In questa sede, due episodi si segnalano, entrambi rap- questi secoli che pure, sulla base dell’ipotesi appena for- presentativi di una lunga durata, dall’età classica fino al pie- mulata, dovremmo ipotizzare; la menzione, sopra citata, del no medioevo, che sembra prevalere nelle strutture di que- 1093, in cui Respensa appare citata all’interno di un elenco st’area: il casale di S. Lorenzo de Biserii, a sud di Cittadel- di castella, rafforza l’idea, al di là del significato specifico la, costituitosi attorno alla chiesa bizantina di S. Lorenzo, da attribuire al termine, dell’esistenza di una qualche opera che utilizza, come è noto, le strutture di un tempio greco di fortificazione, la cui presenza, del resto, si inquadrereb- (AGNELLO 1952, p. 129 e ss.), e, soprattutto, la magna via di be perfettamente in ragione della ubicazione del sito lungo Respensa, che costituisce ancora nel medioevo l’asse por- la costa. Varrà la pena di richiamare soltanto, a tal proposi- tante della viabilità di questo territorio. Per questa strada, il to, il concetto comune al mondo bizantino e a quello isla- cui tracciato è sostanzialmente riproposto dall’attuale SP mico di porto quale limes, quale frontiera da difendere e Noto-Pachino, abbiamo infatti prospettato una ben più alta che rende necessaria la costruzione di torri di sorveglianza antichità (ARCIFA c.d.s.): essa costituisce infatti la naturale o di più semplici apprestamenti difensivi (AHRWEILER 1978, prosecuzione del tracciato di età greca che congiungeva pp. 276-277; PICARD 1997, p. 146). Siracusa a Eloro (Via Elorina) e che doveva proseguire ver- In tal senso la costruzione di opere di difesa o di con- so sud, come fa supporre la presenza lungo il suo tracciato trollo potrebbe avere interessato il sito già nella tarda età del tempio greco di S. Lorenzo. La vitalità economica di bizantina, in relazione alle necessità di difesa della costa quest’area in età tardo-antica fa inoltre ritenere che questo dagli attacchi arabi o successivamente, appunto, in età isla- stesso tracciato sia sopravvissuto nell’Itinerarium ad mica. In questa sede si segnala un tratto di muro, conserva- maritima loca, la via costiera che in età romana congiunge- to per circa 5-6 m a nord-est della Trigona, che segue il va Siracusa ad . contorno della scarpata settentrionale del promontorio, co- Nel caso di Cittadella-Respensa siamo di fronte, secon- stituito da pietrame riutilizzato, con uso di malta e frequen- do la nostra ipotesi, ad una continuità insediativa almeno ti rinzeppature di materiale ceramico, pertinente ad un edi- dalla tarda antichità attraverso l’età bizantina e l’età islami- ficio la cui natura e cronologia andrebbero in futuro indagate. ca. Ma il ruolo specifico che ipotizziamo per questo inse- Ancora più tarda appare la struttura quadrangolare ubicata al diamento in età islamica pone, per converso, numerose que- limite sud-occidentale dell’area abitata, poco al di sotto della stioni in rapporto all’insediamento rurale circostante. La scarpata che delimita naturalmente il promontorio di Citta- toponomastica attuale conserva in quest’area varie attesta- della sul lato ovest e che sfrutta parzialmente la parete roc- zioni di origine araba (es. Xirbia), particolarmente frequen- ciosa (accuratamente appiombata in quel punto), sulla qua- ti nei nomi dei casali che costellavano il territorio prossimo le si attestano due muri che si dipartono dalla torre. a Respensa: qui si trova una significativa concentrazione di In attesa di chiarirne funzione e momento costruttivo, antroponimi formati sul suffisso Abu che rimanda come è pochi ma significativi elementi testimoniano, sul piano do- noto ad un tectonimico onorifico o al soprannome; in que- cumentario, la natura fortificata del sito. Se un certo riscon- sto senso i nomi dei casali di Bonfalà, Bonfallura, tro può già fornire lo stesso toponimo ‘Torre Cittadella’, Buchalchemi Bimmiska, Bimena, Binurrato, Bufaleffi po- attestato attualmente sulla parte più settentrionale del pro- trebbero attestare una fase di colonizzazione legata ad una montorio, più significativa è la testimonianza di Fazello che iniziativa di età islamica (BRESC 1984, p. 76). Ma tutto da ubica alcune escavazioni chiamate “Gruttae Macharis”: «ex- chiarire è il rapporto in termini cronologici e amministrati- tra moenia vero ad p. fere m. occidentem versus» (FAZELLO vi tra centro forte e insediamenti rurali. 1533); l’uso del termine moenia va chiaramente riferito al- Una stretta relazione, almeno sul piano topografico, l’esistenza di mura urbiche, ancora visibili nel Cinquecen- sembra poi collegare Cittadella-Respensa con il vicino ca- to, almeno lungo il lato occidentale dell’insediamento; mura sale di Li Maccari, attestato nelle fonti tardo-duecentesche totalmente scomparse qualche secolo dopo al punto che l’Or- (ARCIFA c.s.). Una relazione che sembra in qualche modo si definisce Cittadella città ‘ateichistos’ (ORSI 1899). In at- adombrata, ancora in età moderna, dalla confusione e spes- tesa di nuovi scavi, al momento, solo il nome di Cittadella, so dalla sovrapposizione tra i due toponimi, in base alla con cui il sito viene designato nel momento in cui si perde quale Fazello riteneva di dovere ubicare a Cittadella la città il ricordo di Respensa, adombra la consapevolezza di un di Imacara. Il sito del casale di Li Maccari va, in realtà, insediamento con caratteristiche urbane. cercato poco più a sud-ovest, nell’area dell’attuale contra-

©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 6 da Maccari e di Case Maccari, a poca distanza dal corso disponibilità e l’interesse con cui ha seguito la ricerca. Insieme a F. della saia Scirbia (Fig. 1). Questo piccolo corso d’acqua, Ardizzone ho esaminato i frammenti ceramici provenienti dal sito; ora scarsamente alimentato e irregimentato nel tratto fina- ad A. Nef ho sottoposto le numerose questioni relative alla topono- mastica araba dell’area; con V. Zoric ho discusso delle strutture le, confluisce nei pantani Scirbia e Sichilli, i pantani che murarie di Cittadella. A loro va il mio grazie per la disponibilità con circondano a ovest il promontorio di Cittadella. Ci pare piut- cui mi hanno messo a disposizione le loro competenze. tosto plausibile che l’attuale situazione idrografica, con il netto impaludamento della saia e del pantano Scirbia, pos- sa essersi determinata anche a seguito dell’insabbiamento BIBLIOGRAFIA della foce del pantano Sichilli che limitando il ricambio con il mare, ha accentuato non poco il processo di formazione AGNELLO G. 1952, L’architettura bizantina in Sicilia, Firenze. di depositi alluvionali trasportati dalla saia Scirbia. Non così AHRWEILER H. 1978, Le port byzantins (VII-IX siècles), in La na- in antico, quando l’attuale foce costituiva un vero e proprio vigazione mediterranea nell’altomedioevo, Atti delle XXV ingresso all’area portuale, determinando nel sistema idro- Settimane di Studio sull’alto medioevo, (Spoleto 1977), Spo- grafico complessivo un migliore deflusso delle acque. È leto, pp. 259-283. possibile così che la Saia Scirbia, il cui corso doveva in ALLIATA V., BELVEDERE O. et alii 1988, III. 1. Prospezione passato avere una portata maggiore, possa avere costituito archeologica nel territorio, Roma. una sorta di via fluviale che consentiva, dal porto di Citta- APROSIO M., CAMBI F., MOLINARI A. 1977, Il territorio di della, di addentrarsi verso l’interno. Non a caso, lungo il tra la tarda antichità ed i secoli centrali del medioevo, in Atti del I Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Pisa suo corso ritroviamo allineati i casali di Li Maccari e, anco- 29-31 maggio 1997, pp. 187-193. ra più a ovest, di Baroni. Suggestiva, ma al momento solo ARCIFA L. c.s., Tra casale e feudo: dinamiche insediative nel ter- ipotetica, è l’idea che il toponimo di Li Maccari possa esse- ritorio di Noto in età medievale, in LA ROSA V., BALSAMO F. re un calco dall’arabo mahâris che indica le torri di sorve- (a cura di), Contributi alla geografia storica dell’agro netino, glianza nei siti portuali (PICARD 1997, p. 147). Atti delle Giornate di Studio (Noto 1998), Noto. Un dato al momento appare evidente: ed è quello della ARDIZZONE F., Rapporti commerciali tra la Sicilia occidentale e il continuità di vita dei casali di Respensa almeno fino al tardo Tirreno centro-meridionale nell’altomedioevo alla luce del ’200, ben oltre cioè la fine del loro centro amministrativo. Come rinvenimento di alcuni contenitori da trasporto, in questo si diceva, la menzione del 1093 è anche l’ultima attestazio- volume. ne relativa a Respensa; in sintonia con il dato documentario ARTHUR P. 1993, Early Medieval Amphorae, the Duchy of Naples and the Food Supply of Rome, «Papers of British School at è, sul piano archeologico, la mancanza di ceramica inve- Rome», LVIII, pp. 231-244. triata che indurrebbe anzi a ipotizzare una decadenza del sito AYMARD M., BRESC H. 1973, Problemi di storia dell’insediamen- già alla fine del X e nel corso dell’XI secolo. È in altri termini to nella Sicilia medievale e moderna, «Quaderni Storici», 24, possibile che, al momento della redazione del documento re- pp. 945-976. lativo alla diocesi di Siracusa, Respensa fosse un sito già BASILE B. 1992, Stabilimenti per la lavorazione del pesce lungo abbandonato, la cui realtà monumentale era ancora eviden- le coste siracusane: Vindicari e Porto Palo, in Atti V Rasse- te e tale da essere inserita in una lista di siti fortificati. gna di archeologia subacquea (Giardini- 1990), Mes- È possibile che una tale discontinuità insediativa sia stata sina, pp. 55-82. determinata dalla formazione di cordoni sabbiosi sulla co- BONACASA CARRA R.M. 1992, Quattro note di archeologia cristia- sta in prossimità della foce e tali da impedire l’ingresso al na in Sicilia, Palermo. porto, secondo un processo ben riconoscibile e documenta- BRESC H. 1972, Il casale suburbano e la sua eredità: l’esempio di Noto, «Gruppo Ricerche Archeologia Medievale», pp. 7-9. to in quest’area e in altre limitrofe (LENA-BASILE-DI STEFA- NO 1988, p. 15); l’impossibilità di accesso e il conseguente BRESC H. 1976, L’habitat médiévale en Sicile, in Atti del Collo- quio Internationale di Archeologia Medievale (Palermo- insabbiamento del porto decretò il ridimensionamento del 1974), Palermo, pp. 186-197. ruolo amministrativo di Respensa e la fine del suo ruolo BRESC H. 1980, Féodalité coloniale en terre d’Islam. La Sicile economico che sarà ereditato dal poco distante caricatore (1070-1240), in Structures féodales et féodalisme dans l’Oc- di Vindicari, punto di drenaggio per tutto il medioevo della cident Méditerranéen (X-XIII siècles), (Rome 1978), Roma, produzione cerealicola di quest’area a sud di Siracusa; ma pp. 631-647. questo passaggio fu probabilmente più graduale di quanto BRESC H. 1983, Les Fatimides, les Croisés et l’habitat fortifié, in non appaia sulla base delle nostre conoscenze: la presenza Habitats fortifiés et organisation de l’espace en Méditerra- del relitto bizantino in prossimità di Vindicari e l’ipotesi di née médiévale (Lyon 1982), Lyon, pp. 29-34. Guillou che farebbe derivare il nome dai vindices (GUILLOU BRESC H. 1984, Terre e castelli: le fortificazioni nella Sicilia ara- 1975-76, p. 51) funzionari bizantini che provvedevano alla ba e normanna, in R. COMBA, A.A. SETTIA (a cura di), Castel- riscossione dei diritti di esportazione, porterebbero a ipo- li Storia e Archeologia, (Cuneo 1981), Torino, pp. 73-87. tizzare l’esistenza di un approdo già in età bizantina. Ma è BRESC H. 1995, Genèse du Latifondo en Sicile médiévale, in Du Latifundium au Latifondo. Un héritage de Rome, une créa- con l’età normanna che il porto di Vindicari appare piena- tion médiévale ou moderne?, Actes de la Table ronde inter- mente in funzione: all’XI secolo si data un frammento di nationale du CNRS organisée à l’Université M. de Montai- bacino invetriato con decorazione tipo pavoncella (GUZZARDI gne-Bordeaux III (Bordeaux 1992), Paris, pp. 273-287. 1990-96, fig. 6), mentre genericamente a età normanna è CONTI E. 1974, Le decime regie della chiesa siracusana contenu- databile una moneta recuperata in prossimità della torre te nel diploma angioino del 1275, «A.S. Sir», n.s. III. sveva (TRANCHINA 1992, p. 86); alla metà del XII secolo il FALLICO A.M. 1971, Villaggi tardoromani e bizantini della Sicilia porto è poi attestato da Edrisi il quale lo menziona specifi- orientale noti all’Orsi e loro attuale consistenza, in Atti del catamente (Daklat ibn D.k.nî) (IDRÎSÎ et al. 1999, p. 339). II Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Matera, Il ruolo amministrativo di Respensa, invece, sarà eredita- Taranto, Foggia 1969), Roma, pp. 177-183. to in età normanna dal centro di Noto, che vedrà accrescere il FAZELLO T. 1533, De rebus siculis decades duae, Panormi. suo territorio nel quale confluiranno la maritima e la montanea FRESHFIELD E.H. 1913, Cellae Trichorae I, London. terra Nothi. Una diversa geografia amministrativa si affer- GUILLOU A. 1975-76, La Sicilia bizantina. Un bilancio delle ri- ma così a partire dall’età normanna, modificando sostan- cerche attuali, «A.S. Sir», IV, pp. 45-89. zialmente le partizioni territoriali di età islamica. GUZZARDI L. 1990-96, “Marithima terre Nothi”. Ricognizione ar- cheologica sui casali di età normanno-sveva nella piana di Noto, «Atti e Memorie dell’Istituto per lo studio e la valoriz- RINGRAZIAMENTI zazione di Noto Antica», XXI-XXVII, pp. 225-232. GUZZETTA G. 1995, La circolazione monetaria in Sicilia dal IV al Ringrazio la dott.ssa Beatrice Basile, direttore della sez. ar- VII secolo d.C., «Bollettino di Numismatica», 25, pp. 7-30. cheologica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa, per la HAYES J.W. 1972, Late Roman Pottery, London.

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