La Provincia Di Trapani Volume II
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
All’On. Prof. Sergio Mattarella, XII Presidente della Repubblica Italiana, prestigioso accademico e giurista insigne, le cui origini familiari si legano al territorio di questa incantevole e laboriosa provincia di Trapani, con sincera ammirazione. La Provincia di Trapani Volume II A cura di Roberto Calia Impaginazione, stampa ed edizione ArtiGrafiche Abbate Cinisi - Terrasini www.artigraficheabbate.com © per le fotografie e i testi, i rispettivi autori; © tutti i diritti riservati al FLAG Golfi di Castellammare e Carini. Azione 1.A.10 - CIG Z672A3340C È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi e delle foto senza la preventiva autorizzazione scritta dell’editore. Edizione fuori commercio. Vietata la vendita. ISBN: 9788832208177 In copertina: Castellammare del Golfo, l’antico Emporio Segestano L’autore ringrazia: la Prof.ssa Rita Cedrini dell’Università di Palermo, il Dott. Pietro Puccio, il Dott. Andrea Ferrarella, il Prof. Carlo Cataldo, il fotografo Vincenzo Adragna, l’editore Luigi Abbate e il grafico Alessandro Catalfio delle ArtiGrafiche Abbate, Cinisi - Terrasini (Palermo). Roberto Calia la provincia di trapani Volume II La Provincia di Trapani Poggioreale Capitolo XLI Poggioreale Questo termine vuole indicare un monte che si distingue dagli altri per la sua posizio- ne e per il meraviglioso panorama sottostante che vi si ammira. Poggioreale sorge a 450 m. di altezza, a 50 km. della città di Trapani, su un’area di circa 14 ettari. Il territorio di questo Comune fu abitato fin dall’era preistorica. Lo confermano alcuni materiali riconducibili a tutte le facies dell’eneolitico siciliano e alcuni fittili simili ai materiali del tipo di Piano Quartara, rinvenuti nel villaggio di Ulina vicino Poggiorea- le. Inoltre sul monte Castellazzo è stato individuato un centro abitato di notevole interes- se. Con molta probabilità si tratta di Entella, la terza città elima insieme a Segesta ed Erice. Lo studioso di archeologia Sebastiano Tusa, parlando di questo monte Castellazzo, scrive: «L’unico insediamento con evidenza architettonica - quello di monte Castellazzo di Poggioreale - perfettamente scavato con rigoroso metodo scientifico, ha restituito una capanna circolare di m. 5 di diametro circa, con muretto perimetrale in pietrame a secco. All’interno vi era una panchina ed una lastra fittile circolare, formata da quattro spicchi uguali, sorretta da un cerchio di pietre. La presenza della piastra fittile è un fenomeno comune in queste capanne della media età del bronzo. La sua presunta utilizzazione cul- turale sembra quindi vanificarsi, poiché sarebbe impossibile ipotizzare la presenza del culto in gran parte delle poche capanne finora trovate! La ceramica del Castellazzo rientra perfettamente nell’orizonte thapsiano, anche se mancano alcune delle sue caratteristiche principali, forse a causa della ristrettezza dell’a- rea scavata o della peculiarità della cerchia locale»1. Nel 1642, sotto il pontificato di Papa Urbano VIII, durante il regno di Filippo IV di Spa- gna, re di Napoli e di Sicilia, e nel vescovato di Mazara del Vallo, essendo vescovo il card. Giovan Domenico Spinola, D. Francesco Morso Naselli fondò un borgo su questo monte che denominò Poggioreale2. Il Lo Presti scrive: «Il marchese ordinò che si cominciasse la fabbrica delle abitazioni nelli Bagnitelli, per popolare la nuova terra che, sotto un poggio, situò, nominandola “Poggioreale”, per la deliziosa veduta di spaziose pianure, che variamente l’adornano di colline e di valli»3. 1 S. TUSA, La Sicilia nella preistoria, Sellerio Editore, Palermo 1983, pag. 414. 2 N. CARONNA, Vita civile o supplimento alla monografia storica di Poggioreale, tip. Pontificia, Palermo 1906, pp. 30 – 32. 3 L. LO PRESTI, Genealogia della illustre e cospicua famiglia Naselli, Ed. F. Valenti, Palermo, 1755, p. 245. 5 La Provincia di Trapani Poggioreale Lo stemma del nobile casato “Morso - Naselli” ancora oggi si può ammirare sull’arco della cappella maggiore della chiesa madre, esso è composto da una mano, da un cane in atto di fiutare, sotto 3 bisanti, in linea orizzontale. D. Francesco Morso, figlio di Blasco e fratello di Antonio Morso, I marchese di Gibel- lina, aveva ottenuto l’investitura di detto marchesato il 4 febbraio del 1639. Quest’ultimo aveva un palazzo in contrada Bagnitelli con attiguo feudo. I coloni, per una maggiore comodità, chiesero di abitare con le rispettive famiglie (che risiedevano a Gibellina) in questa contrada. D. Francesco Morso, avanzata la richiesta, ottenne il decreto regio di fondazione il 17 maggio 1642, e subito diede ordine di costruire le case sull’altipiano. Con decreto del 4 febbraio l643, il re elevò il paesello a Principato: “Terram de Poggioreale in principatus titulum, gradum et honorem erigi, illustrari et insigniri juberemus... terramque ipsam de Poggioreale atque illius membra, et districtum Principatus titulo et honore insignimus, extollimus et decoramus”4. Nello stesso decreto viene detto che la famiglia Morso trae le sue origini dalle antiche e nobili famiglie di Sicilia: Barresi, Platamone, Agliata. Nel 1737, l’investitura del marchesato di Gibellina e del Principato di Poggioreale toc- cò a Donna Stefania Morso che, sposando Luigi Naselli - Morso, conte di Comiso, lo co- stituì marchese di Gibellina, mentre il titolo di Principe di Poggioreale lo trasferì allo zio Girolamo Morso Fardella. Il principato di Poggioreale ebbe l’autonomia da Gibellina il 20 giugno 1779, ratificata con atto notarile del 26 giugno dello stesso anno. Inoltre il Comune, con deliberazioni consiliari del 30 maggio 1863 n. 24, del 9 novembre 1863 n. 66 e del 1 novembre 1867 n. 78, chiese di staccarsi dal Mandamento di Gibellina, ma senza esito positivo. Poggioreale fece parte della provincia di Palermo fino al 1819, allorché per decreto regio la Sicilia venne divisa in 7 Province e venne aggregato alla provincia di Trapani5. Con Decreto Ministeriale del 19 agosto 1852 l’ex feudo Giacati, il cosiddetto “Costri- ctum Jacati” da sempre appartenente al territorio di Salaparuta viene assegnato al comu- ne di Poggioreale, per regolarizzare la circoscrizione territoriale. Poggioreale, come tutti i comuni dell’isola, insorse nel 1820, nel 1848 e nel 1860. In quest’ultimo anno l’Amministrazione era così costituita: Capo urbano – Sindaco - Primo Eletto. Era sindaco il cav. Leonardo Agosta, che nel 1861 fu confermato per decreto luogote- nenziale e il 9 dicembre 1863 fu riconfermato. Nel 1860, uno stuolo di giovani poggiorea- lesi, entusiasti dell’unità d’Italia, si unirono alle file del Generale Garibaldi, e non manca- rono in paese forti antagonismi politici. La I e la II guerra mondiale, furono gravi anche per Poggioreale, che perdette diver- 4 L. LO PRESTI, Genealogia della illustre e cospicua famiglia Naselli, Ed. F. Valenti, Palermo, 1755, p. 244. 5 Deliberazione consiliare 7 - 9 - 1865, n. 36. 6 La Provincia di Trapani Poggioreale si uomini. Poggioreale ottenne l’indipendenza religiosa da Gibellina nel 17796. Nell’atto notarile furono elencati i nomi dei presenti e stipulanti: D. Paolo Apicella Capo Urbano, Magnifici: D. Vincenzo Leggio, D. Filippo Vella, D. Francesco Presterà e D. Leonardo Api- cella; Giurati: D. Vincenzo Apicella, D. Andrea Scardino, 511 capi Famiglia. Tutti appo- sero la firma, ma dei 511 capi famiglia solo 32 sottoscrissero e per i 479 analfabeti appose la firma D. Francesco Aloisio “Ego sacerdos D. Franciscus Aloisio me subscribo, nomine et pro parte omnium aliarum gentium annotatarum scribere nescientium, et de eorum ordine confirmo ut supra”. Scrive il can. Aloisio: “L’atto contempla una affermazione sul Decreto del R. Tribunale, e cioè: impegnarsi a corrispondere il necessario per sostenerne il servizio religioso, con- seguenza dell’autonomia religiosa ottenuta. E piuttosto che chiedere per se il diritto di patronato sulla parrocchia resa autonoma, onde evitare eventuali dispareri in avvenire, delegarono e riversarono il diritto di patronato in persona della nobile signora Stefania Morso in Naselli, Principessa di Poggioreale, alla quale ed ai cui successori in infinito restava conferito il diritto di presentare e di nominare per Poggioreale l’Arciprete pro tempore»7. Il paese è diviso in quattro quartieri, tagliati nel senso est-ovest dalla via Umberto I (già via Aragona), che si incrocia con l’altra che, nella parte alta, si chiama Castellazzo e, nella parte che scende, via Passo d’Antoni; l’incrocio è chiamato Pontepiatto. La piazza principale è denominata Elimo, è di forma rettangolare e misura m. 61,50 per 32,50. Di interesse artistico è la chiesa madre, raggiungibile attraverso 66 gradini interse- cati da 7 pianerottoli. L’attuale struttura architettonica risale al 1779 (anno in cui Poggio- reale si staccò da Gibellina). Di pregio artistico, oltre al Crocifisso su croce di tartaruga, al Simulacro di S. Michele Arcangelo e all’organo del 1885 (del prof. Giudice), è una pisside in argento dorato del peso di kg. 1,785, e un calice d’argento dorato del peso di grammi 640, in stile barocco, dono dell’arc. Nunzio Caronna. Molto cara ai poggiorealesi è la chiesa annessa al convento dei Frati francescani, dove si pratica la devozione per la Madonna Assunta in cielo (e per il SS. Crocifisso). Sono notevoli: la tela alta m. 4 e rappresentante l’Assunzione della Madonna e S. Francesco d’Assisi in estasi, che è opera di p. Fedele da S. Biagio; la tela dell’Estasi di S. Antonio di Padova, e i due medaglioni della Madonna della Seggiola, di fra Felice da Sambuca; un’artistica custodia o reliquiario in cipresso scolpito, che contiene 174 reliquie, donate dalla Signora Maria Teresa Bonanno, principessa di Poggioreale, con atto del 9 - 8 - 1755 presso il not. Onofrio Saldo di Palermo; il tronetto di cipresso finemente intagliato (sor- montato da una corona imperiale e da un artistico panneggio) che ospita una statuetta di S. Francesco d’Assisi, il sottostante tabernacolo è all’interno intarsiato di madreperla e sul davanti, ai due lati della porticina, sono due statuette di S. Pietro e di S. Paolo, opera di fr. 6 Not. F. SCARDINO, atto del 14 luglio 1779.