CMMM.J 3. EPOCA ROMANA I primi due articoli del Prof. DINO GRIBAUDI sulla storia delle relazioni commerciali del Piemonte sono stati pubblicati nei n. 16 e 19 di «Cronache Economiche». Data la sua posizione geografica, relativamente iso- ed Eporedia (Ivrea), la valle d'Aosta, l'altro, sempre lata rispetto ai grandi focolai delle civiltà an- prossimo ai Po, per Augusta Taurinorum, la valle di tiche, il Piemonte, come entrò tardi nella vita preisto- Susa. E da Augusta Taurinorum, dice Plinio, cominciava rica italiana, così tardi s'inserì nell'orbita della po- ad essere navigabile il Po, sul quale il movimento delle tenza di Roma. E come già il primo popolamento, così merci pesanti doveva essere abbastanza vivace. la penetrazione romana nel suo territorio (seconda metà L'occupazione romana del Piemonte, integrata, co- del II sec. a. C.) si operò attraverso le vie che, a S me abbiamo visto, da una sapiente rete stradale (su del Po, collegavano la e l'Emilia con la parte cui, a distanza di due millenni, si sarebbero fedel- meridionale della pianura piemontese. Poco dopo, però, mente ricalcate le nostre principali linee ferroviarie) le legioni romane risalivano la valle d'Aosta e ne do- ebbe, tra i suoi maggiori riflessi, quello di ampliare mavano i fieri montanari {Salassi). notevolmente l'area di smercio e la richiesta di pa- Queste due direttive di marcia rispondevano eviden- recchi prodotti della regione. temente a concetti strategici, ma non bisogna dimenti- La produzione mineraria, in un primo tempo molto care, ejo diceva già Plinio, che i generali romani, nel ricercata e direttamente curata dai Romani, consisteva, fare la guerra, pensavano sempre al commercio. Nella soprattutto, in ferro della vai di Cogne e di Traver- fattispecie, mentre il possesso delle valli che, incidendo sella; rame di Ollomont, Champ-tìe-tPraz, St.-Maflcel, le regioni collinose delle Langhe e dell'alto Monfer- Fénis; argento (da galene argentifere) di Courmayeur, rato, mettevano in Liguria e nella pianura cuneese, La Tthuile, Cogne, Brosso, Tenda, Vinadio, Chatillon, doveva particolarmente favorire le relazioni commer- Palla. Filoni contenenti oro nativo erano sfruttati in ciali del Piemonte con il restante della penisola, il vall'Anzasca (Pestarena), nell'alta vai Sesia ed in pa- saldo possesso della valle d'Aosta era conditio sine recchie località della valle d'Aosta. Oro veniva pure qua non per il più spedito sviluppo dei traffici fra estratto dalle sabbie degli affluenti di sinistra del Po, l'Italia, la Gallia continentale e la Germania supe- compresi fra il Malone eld il Ticino, e massimamente riore. sulla destra dell'Elvo, nella regione della Bessa, presso I tronchi piemontesi dell'imponente rete stradale che Biella. L'importanza che qui aveva assunto l'estrazione i Romani andavano tessendo, come gigantesca ragna- dell'oro è testimoniata da un passo di Plinio, che parla tela, nei territori via via conquistati, si modellano sul- di una legge censoria, vietante agli appaltatori di quel- le aurifodinae di impiegarvi più di 5000 uomini. Stan- le vie già tracciate agli scambi economici dalla geo- do, poi, a Strabone, la ricerca d'oro d'alluvione nei grafia, e mostrano chiaramente con quale mirabile fiumi sopra ricordati entrò in una fase di scarsa at- genio organizzativo si sia ottenuto di armonizzare tività in seguito all'accresciuta importazione di me- le necessità d'ordine militare con gli obiettivi com- talli preziosi dalla Gallia Transalpina e dall'Iberia. merciali ora accennati. Le strade costruite per prime tendevano, di fatto, ad Largo consumo di pietre da costtuzione, tratte da allacciare il Piemonte cispadano con Placentia (Piacen- cave delle nostre Alpi, si faceva nell'edificare i mera- za), termine occidentale della (asse di pene- vigliosi monumenti che, pur nel modesto e patriar- trazione dalla pianura del Po), e con la via litoranea cale Piemonte, adornavano i centri urbani, eternando ligure, cui si è ridato il nome di Aurelia (asse di pe- il fasto e la grandiosità di Roma imperiale. Particolar- netrazione dal mare). Centro della raggera che ne ri- mente usati erano il bardiglio di Aymaville, lo gneiss sultava era Dertona (). porfiroide di Vayes, gli gneiss di Villarfocchiardo e di Da Dertona si raggiungeva la pianura piemontese: Borgone, i calcari marmorei di Foresto, in vai di Susa. 1) per la via Fulvia, che, entrata nella valle del Ta- Più per la qualità che per la quantità non dovevano naro, la seguiva sino ad Hasta (Asti), donde poi, per trovare smercio esterno i cereali, rappresentati, in Carreo Potentia (Chieri), attraverso la collina di To- maggior proporzione, dalla segale, dal panico, dal mi- rino., scendeva ad Augusta Taurinorum (Torino); 2) per glio, dall'avena, dal farro; assai meno, dal frumento la fino ad Aquae StaUeUae (Acqui), e dall'orzo. Sovrabbondante e pregiata, specie quella donde una diramazione portava a Polentia (Pollenzo), del collinoso Monferrato, risultava, invece, la produ- allo sbocco del corridoio del Tanaro; 3) ancora per la zione del vino, tanto da determinare frequenti, note- via Aemilia Scauri fino a Canalicum (Careare), e di voli ribassi nel prezzo di vendita. I vigneti astigiani qui per un'altra diramazione che metteva ad Augusta ed albesi, lodati da Plinio per la bontà de: ceppi e del Bagiennorum (Benevagenna). E' interessante notare terreno, fornivano di vino Genova e la riviera ligure che queste strade finivano sul margine occidentale (Strabone). Tra i prodotti delle piante tessili trovava della nostra pianura, senza prolungamenti destinati a grande favore sui mercati circostanti, per i suoi mol- percorrerla da O ad E ed a collegarsi con i valichi, teplici pregi, il lino della bassa Lomellina, che qui su- evidentemente poco importanti per i Romani, delle biva una prima lavorazione. Nè, in tema di vegetali, Alpi Cozie e Marittime. sono da dimenticare le erbe medicinali dell'alta e me- Le comunicazioni del Piemonte subpadano con la ri- dia montagna, dove si raccoglievano, secondo notizie viera ligure erano assicurate: 1) dalla date da Plinio, la saliunca, la genziana comune, la cen- (staccantesi a Placentia dalla via Aemilia), che da Der- taurea o chironia. tona, per Libarna (Serravalle Scrivia) e il passo dei I buongustai di tutta Italia stimavano assai la pro- Giovi, conduceva a Genua (Genova); 2) dalla via Ae- duzione casearia dei nostri pascoli alpini. A Roma, per milia Scauri (poi completata dalla via Julia Augusta), esempio, secondo che riferisce Plinio, si faceva largo che da Dertona per Aquae Statiellae, seguendo la valle consumo di formaggi provenienti dall'alta valle del della Bormida di Spigno, e valicando la sella di Ca- Tanaro. La pastorizia, molto diffusa anche in colina dibona, metteva a Vada Sabatia (Vado); 3) dalla strada ed in pianura, dava ottime qualità di lana. Quelle che collegando Augusta Taurinorum a Polentia e ad bianche delle zone circostanti al Po erano apprezzatis- Augusta Bagiennorum, s'innestava a Careare sulla via sime sui mercati vicini e lontani. Dalle Langhe si por- Aemilia Scauri. tavano a Poilenzo, per la filatura e la tessitura, le lane La parte transpadana della conca piemontese non scure che Plinio sostiene esser forse superiori alle aveva, invece, che una sola arteria di grande traffico stesse, tanto celebrate, di Taranto. e questa nettamente in funzione delle relazioni con i L'allevamento del bestiame grosso, mentre lasciava paesi al d'i là delle Alpi. Era la via parallela e vici- disponibile un certo numero di capi per le forniture nissima al Po, che da Ticinum (Pavia) metteva a Cut- militari e per i trasporti in genere, alimentava l'espor- tias (Cozzo Lomellina), donde si biforcava in due tron- tazione di partite di pelli. I boschi d'i querce, ancora chi, diretti ad imboccare l'uno, per Vercellae (Vercelli) estesi e folti sui terrazzi diluviali dell'alta pianura*