Il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand La fauna è varia e tutela una foresta mista di abete bianco e abete rosso unica interessante grazie alla a livello regionale. Gran parte dell’interesse aveva in passato ricchezza di habitat. motivazioni di tipo economico: queste abetine fornivano già Il Parco conta circa nel 1700 il legname per le grandi travature a vena diritta 140 specie di uccelli, delle più importanti opere di ingegneria militare e civile di di cui un’ottantina casa Savoia, quali l’Arsenale di Torino, la Basilica di Superga nidifi canti, con e la Reggia della . Oggi la specifi cità di questa un’alta percentuale foresta è legata alla cospicua presenza dell’abete bianco di avifauna alpina. e dell’abete rosso, rari nelle Alpi occidentali a causa del Numerosi i rapaci: astore, clima continentale; è quindi probabile che la loro diffusione sparviere, poiana, gheppio, gipeto e una coppia di aquila nel Gran Bosco abbia due cause principali: un microclima reale; tra i rapaci notturni: allocco, gufo reale e civetta particolare, con ristagno di umidità atmosferica, e l’esistenza capogrosso, normalmente associata alle foreste di abete. Da di un ecotipo resistente all’aridità estiva. Per queste ragioni, segnalare la presenza della nocciolaia, strettamente legata unite al vigore vegetativo e alla buona conformazione dei al pino cembro e, sulle praterie alpine, l’area di sosta per fusti, i popolamenti di abete rosso, pino cembro e larice del La cultura e la tradizione dell’Alta Valle di Susa sono numerosi migratori tra cui il piviere tortolino. Gran Bosco sono stati inseriti nel “Libro nazionale dei boschi fortemente legate alla storia del Delfi nato e all’esperienza Tra i mammiferi non è raro incontrare lepre, scoiattolo, da seme” e destinati a fornire materiale di propagazione per amministrativa degli Escartons che maturò nei territori di marmotta, volpe, mustelidi (ermellino, donnola, faina, rimboschimenti su tutto il resto delle Alpi. L’area protetta Briançon, Queyras, , e Casteldelfi no a partire martora e tasso) e quattro specie di ungulati: camoscio, è attraversata da una fi tta rete di percorsi escursionistici. dal XIV secolo. L’esigenza della popolazione di salvaguardare cinghiale, cervo e capriolo. Gli ultimi due, reintrodotti a Sedici sentieri segnalati, per una lunghezza di circa 70 km, interessi e autonomia venne riconosciuta dal Delfi no scopi venatori negli anni ‘60, in assenza di predatori, sono percorrono il territorio dal fondovalle alla cresta e da est a Umberto II il 29 maggio 1343 con la sottoscrizione della aumentati fi no a minacciare le popolazioni di abete motivo ovest. Itinerari di rilevanza internazionale come la Via Alpina, Grande Charte anticipando di diversi secoli le principali leggi di istituzione del Parco. Nel 1997 il lupo ha trovato nel Gran il Glorioso Rimpatrio dei Valdesi, la Grande Traversata delle costituzionali del mondo moderno. Bosco un ambiente favorevole al suo insediamento formando Alpi, la Via Francigena consentono di scoprire le peculiarità Per raccontare questi momenti di storia locale e documentare il primo branco stabile delle Alpi Cozie. ambientali, storiche e culturali del territorio. Tutte le strade la cultura materiale e immateriale del territorio sono nati il sterrate interne al Parco sono chiuse al transito motorizzato e centro di documentazione Spazio Escartons e l’Ecomuseo La fl ora, caratterizzata da oltre 600 specie, presenta i più sono liberamente percorribili a piedi, in bicicletta, con gli sci Colombano Romean: lavoro e tradizione in Alta Valle di Susa, importanti tipi forestali del Piemonte. o con le ciaspole. A queste si aggiunge la panoramica strada un museo dedicato all’ambiente globale che valorizza il Nel fondovalle sono diffuse latifoglie quali frassini, betulle, militare dell’Assietta chiusa ai motori il mercoledì e il sabato. paesaggio, l’architettura, il saper fare, le testimonianze orali aceri, ontani ed esigui popolamenti di faggio; singolare è la I rifugi “Jack Canali” (2509 m) e “Daniele Arlaud” (1771 della tradizione. presenza di piccoli nuclei di tasso. m) sono importanti punti di riferimento per escursioni e La posizione geografi ca strategica rispetto ai numerosi valichi Dai 1300 m si entra nel regno delle conifere: fi no a 1800 m soggiorni. di collegamento con i territori d’oltralpe ha favorito nei secoli predominano l’abete bianco e l’abete rosso; il pino cembro il moltiplicarsi di interessanti opere militari. Nella zona di è presente insieme al larice alle quote più elevate e in cresta, entro i confi ni del Parco, si trovano i trinceramenti formazione pura, rara nelle Alpi Occidentali, nella cembreta dell’Assietta, teatro della famosa battaglia del 19 luglio del Piccolo Bosco. Nelle zone più aride ed esposte a Sud 1747, episodio signifi cativo della guerra di successione si trova il pino silvestre. Oltre al limite della vegetazione austriaca, ricordata dal cippo eretto nel 1882 dal CAI presso arborea si incontrano formazioni arbustive a rododendro e la Testa dell’Assietta (quota 2566 m). mirtillo e più in alto le praterie alpine. Sono segnalate tre Sono inoltre presenti le fortifi cazioni ottocentesche costruite rarità: Corthusa matthioli, una primulacea ai tempi della Triplice Intesa (tra il 1884 ed il 1890) a scopo con poche stazioni sul versante meridionale delle Alpi, difensivo nei confronti della Francia: le batterie del Gran Utricularia minor che trova nella Torbiera del Blegier Serin, del Mottas e del Gran Costa. l’unica stazione di presenza confermata del Piemonte e I bunker sul monte Genevris, a Monfol, nel Bergà e nei pressi Menyanthes trifoliata, eccezionale per la quota a cui cresce: del Gad, dove è pure presente il trincerone anticarro di Ponte 2350 m circa. Sono presenti 28 specie di orchidee spontanee Ventoso, costruiti tra il 1938 ed il 1942 fanno parte del Vallo con fi oritura da maggio a settembre. Tra queste Goodyera Alpino, voluto da Mussolini e costruito prima della Seconda repens, Ophrys insectifera, Dactylorhiza incarnata e la Guerra Mondiale per proteggere il confi ne italiano dai paesi rarissima Coralloryzza trifi da.

limitrofi (Francia, Svizzera, Austria e Jugoslavia).

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Disegni di Elio Giuliano Elio di Disegni

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Ente di gestione delle aree protette aree delle gestione di Ente [email protected]

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