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Giulio Zavatta Il collezionismo di disegni a Reggio Emilia e la formazione della raccolta dei Musei Civici: note storiche e contesti Il disegno a Reggio Emilia, l’accademia fogli di Lelio Orsi , come il Carro di Apollo prepara - di Procaccini e l’origine delle prime “collezioni” torio per l’affresco realizzato sulla torre dell’orologio er tracciare una seppur sintetica linea storica sul - che affacciava sulla piazza del duomo di Reggio 5, o le raccolte di disegni a Reggio Emilia è neces - progetti su carta connessi con l’attività di Prospero Cle - Psario precisare che la nozione di “collezione ” in - mente 6 testimoniano l’importanza di questo artista per tesa in senso “moderno” è differente da quella del pas - il quale il disegno era momento fondamentale del pro - sato: le antologie antiche si formarono infatti con in - cesso creativo. Alla sua scuola a Novellara, esercitan - tenti diversi; raramente inoltre si trattava di serie spe - dosi nel disegno, si formarono schiere di artisti: em - cifiche dedicate ai soli fogli, che risultavano per lo più blematico il caso di Pietro Maria Bagnatore, il quale espressione di un collezionismo estemporaneo ed ete - nel 1569 fu inviato dai conti Gonzaga a Parma con rogeneo. In questo contesto assai sfocato, la presen - buona provvista di “cento fogli di carta pecorina” per za, a partire dalla fine del XVI secolo, delle accade - disegnare le principali opere di Correggio, Parmigia - mie di disegno costituì il riferimento in grado di ga - nino e della loro scuola 7. Anche in questo caso ci tro - rantire continuità alla produzione grafica e alla pos - viamo sul discrimine tra raccolta repertoriale e vero sibilità di formare collezioni più o meno specifiche. e proprio intento collezionistico: queste operazioni, Se si escludono casi di raccolte antiquarie formatesi tuttavia, costituirono gli antefatti alla formazione del - nel XV secolo, come quella di Michele Fabrizio Fer - le raccolte gonzaghesche di Novellara, dove i disegni rarini, si potrà individuare nel Cinquecento, e in par - occuparono un ruolo di primo piano, e i fogli di Le - ticolar modo nella seconda metà, il momento inizia - lio Orsi – probabilmente conservati fin dall’epoca del - le del collezionismo grafico reggiano, in considerazione l’artista – figuravano in gran numero 8. Lo stesso do - di una significativa moltiplicazione della circolazio - veva essere avvenuto anche a Reggio Emilia: a Lelio ne di fogli, favorita da nuovi contesti artistici e so - Orsi si lega infatti almeno un caso – ma forse il più ciali. Senza dubbio, il personaggio principale in que - eclatante – di vero e proprio disegno-reliquia. Come st’epoca fu Lelio Orsi: seppure non siano documen - è noto, infatti, l’affresco con la Madonna della Ghia - tate collezioni di suoi fogli prima del Seicento, attorno ra realizzato da Bertone nella basilica reggiana dedi - a questo artista e ai suoi disegni orbitano tutte le mag - cata alla miracolosa Vergine deriva da un progetto su giori imprese artistiche cittadine. Data al 1567 la sua carta di Orsi (fig. 1), archetipo iconografico di un cul - partecipazione al concorso per il rinnovamento del - to che ebbe vastissima eco. Il foglio, conservato pres - la facciata del duomo di Reggio Emilia, che comportò so il Museo della Ghiara, appartiene alle collezioni il confluire in città di “disegni in quantità di più mae - pubbliche dal 1705, quando fu donato da Ludovico stri” 1. Due di essi, i modelli di facciata conservati pres - Pichi Pratissoli per lascito testamentario 9. so i Musei Civici – il primo realizzato con ogni pro - I grandi cicli pittorici reggiani susseguitisi tra la fine babilità da Prospero Clemente ma di attribuzione con - del Cinquecento e il secolo successivo diedero un ul - troversa e a lungo assegnato proprio a Lelio e il se - teriore impulso alla produzione di disegni. Il cantie - condo di Bernardino Brugnoli 2 – costituiscono di fat - re di San Prospero, inizialmente indirizzato verso l’or - to i primi casi di disegni pubblici giunti fino ai gior - mai anziano Lelio Orsi e quindi affidato, tra il 1585 ni nostri. Il repertorio di studi per la cattedrale – in e il 1598, alla direzione dell’artista bolognese Camillo gran parte disperso 3 – costituiva un archivio di varianti Procaccini e del cremonese Bernardino Campi – dei per uso del cantiere: sarebbe dunque improprio de - quali si conservano alcuni fogli preparatori e carto - finirlo “collezione”, sebbene non sfugga la volontà di ni 10 (figg. 2-3 ) – si sviluppò parallelamente ad alcu - conservare un numero quanto maggiore possibile di ne commissioni pubbliche e private che videro Reg - progetti (e finanche di reclamarli e recuperarli, come gio Emilia in prima fila nella promozione delle nuo - nel caso del modello cartaceo di Brugnoli, che era ri - ve istanze bolognesi, con un coinvolgimento assai pre - masto a Mantova alla morte dell’architetto) 4. Alcuni coce di Annibale Carracci 11 . E proprio sul modello 23 1. Lelio Orsi, disegno con la Madonna 2. Camillo Procaccini, Cristo in gloria della Ghiara Oxford, Ashmolean Museum Reggio Emilia , Museo della Ghiara 3. Bernardino Campi, cartone con il volto di Cristo preparatorio per l’affresco in San Prospero a Reggio Emilia Milano, Biblioteca Ambrosiana felsineo dell’Accademia carraccesca dei Desiderosi, poi La collezione del vescovo Paolo Coccapani degli Incamminati, lo stesso Procaccini fondò a Reg - e le raccolte delle famiglie nobili reggiane gio Emilia un’Accademia del Disegno 12 che ebbe per tra XVII e XVIII secolo alcuni anni una vita parallela rispetto al cantiere del Se nell’ultimo ventennio del Cinquecento il rapporto catino absidale di San Prospero. Il consesso, in pro - tra committenti e artisti diede dunque avvio ai pri - gresso di tempo presieduto da artisti locali come Fran - mi nuclei collezionistici reggiani, non c’è dubbio che cesco Pacchioni, Sebastiano Vercellesi e Girolamo la figura di Paolo Coccapani, vescovo di Reggio Emi - Massarini, sopravvisse tra alterne vicende per tutto lia tra 1624 e 1650, ebbe il primato – e probabil - il XVII secolo 13 e oltre, garantendo una continuità nel - mente anche l’iniziativa – nel campo della raccolta la pratica e nella disciplina del disegno e sostanzian - di disegni, tanto da formare la “più grande collezio - do in questo modo l’interesse per la grafica. ne [ …] allora attestata nella regione” 14 . Collezioni - 24 25 4. Federico Barocci, Studio di testa sta di dipinti, monete, medaglie, stampe e appunto che un marchio CFC forse distintivo della collezio - femminile di fogli di maestri antichi, la sua raccolta aveva de - ne Coccapani – furono in realtà acquisiti da France - Modena, Galleria Estense stato l’ammirazione del cronista modenese Giovan sco I e connotati con lo stampo del padre. L’entità 5. Antonio Allegri, detto Correggio , Battista Spaccini, che così narrava una sua visita pres - della raccolta prima della sua dispersione ci è nota tra - Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino so il prelato nel 1632: “Questa mattina ho visitato mite la pubblicazione nel 1870 di un inventario rin - Parigi, Musée du Louvre Mons. Vescovo, qual mi ha mostrato tutte le sue pit - venuto da Giuseppe Campori 19 e comprende disegni ture, disegni, che n’ha gran quantità, e medaglie; ma in parte sussistenti nelle raccolte modenesi, come la non vi è stato tempo, che vi haveria voluto un me - testa a pastello di Federico Barocci 20 (fig. 4), o più spes - se” 15 . Alfonso Maresti ricordava ancora nel 1681 che so confluiti in altre collezioni, e in particolare al Lou - il vescovo di Reggio “si dilettò d’ogni scientia; onde vre dopo le requisizioni napoleoniche. Scorrendo l’e - raccolse una famosa Libraria; ma segnatamente com - lenco si trovano così disegni dei principali pittori, da piacquesi dell’Antichità, di cui radunò in Medaglie Raffaello 21 , Correggio 22 (fig. 5), Parmigianino 23 a Dü - d’ogni materia; & havendo in oltre ottimo gusto nel - rer 24 , da Mantegna 25 , Lelio Orsi 26 , Ligozzi 27 , Calvaert la Pittura, e Disegno, si provide di ottimi Quadri; e a tutti i maestri delle principali scuole cinquecente - d’immensa quantità di Disegni de più celebri pitto - sche 28 con particolare riguardo per quella emiliana e ri dell’Europa” 16 . carraccesca 29 , fino agli artisti a lui contemporanei: In gran misura dispersa dopo la sua morte, una par - esemplare il Martirio di san Lorenzo di Pietro Desa - te della sua collezione confluì nelle raccolte estensi: ni oggi al Louvre 30 (fig. 6). come ha convincentemente ipotizzato Catherine Loi - Al vescovo di Reggio era inoltre dedicato l’ Album sel 17 precisando studi precedenti 18 , infatti, numerosi dei Principi del Disegno di Guercino da Cento , con disegni recanti il timbro di Alfonso III – e taluni an - incisioni di Bernardino Curti (1611-1692), artista 26 27 6. Pietro Desani, Martirio di san 7. Bernardino Curti, frontespizio Lorenzo con l’allegoria della pittura dedicata Parigi, Musée du Louvre a Paolo Coccapani Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, dall’ Album dei Principi del Disegno di Guercino da Cento lo stato. Questo “mutamento della struttura sociale Se il declino fu ineluttabile – peraltro nel 1715 fu isti - egemone” 32 e la necessità delle nuove stirpes di rap - tuita a Bologna l’Accademia del nudo di palazzo Pog - presentarsi nello status nobiliare (e in egual modo del - gi poi divenuta Clementina, collegio capace di atti - l’antica aristocrazia di aggiornarsi sui nuovi gusti) rare nel capoluogo felsineo gli artisti reggiani che in - comportò la formazione di alcune collezioni per emu - tendevano affinarsi – la prosecuzione volontaristica lazione delle raccolte che andavano componendosi delle scuole di disegno reggiane mantenne una con - nella corte estense 33 . Le principali collezioni reggia - tinuità almeno sotto il profilo didattico. In questo pe - ne, passate in rassegna da Massimo Mussini 34 , pur al - riodo i codici di Lazzaro Spallanzani si inseriscono lineando dipinti anche importanti, non si segnalano nel filone delle raccolte naturalistiche, dove il dise - per la presenza, se non sporadica, di grafica.