COMUNICATO STAMPA MUSEO DEL NOVECENTO PIAZZA DUOMO 8, MILANO

Aperta dal 3 dicembre, la mostra anticipa il palinsesto culturale 2020 dedicato a “I Talenti delle donne”

L’INTELLIGENZA NON HA SESSO. E LA RETE DELLE ARTI (1900-1918) A cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon

Museo del Novecento Piazza del Duomo 8 - Milano

dal 3 dicembre 2019 all’8 marzo 2020 Press Preview martedì 3 dicembre ore 12,30 Sala Fontana

Milano, 3 dicembre 2019 – Il Museo del Novecento dal 3 dicembre 2019 all’8 marzo 2020 propone al pubblico la mostra L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900-1918), a cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon.

La mostra è il risultato dell’attività scientifica che il Museo del Novecento dedica alla produzione delle sue esposizioni. Frutto di due anni di ricerche, il riordino del Fondo archivistico Bisi Crotti, di proprietà del Museo, ha reso possibile rileggere l’attività arti- stica e la vicenda biografica diAdriana Bisi Fabbri (, 1881 - Travedona Monate, 1918), pittrice e caricaturista, e del marito Giannetto Bisi (Ferrara, 1881 - Verona, 1919), giornalista e letterato. Partendo dallo studio delle fonti archivistiche, si è inteso dunque tracciare e far riscoprire la fitta rete e il vivace clima artistico-letterario del primo ven- tennio del XX secolo, dalle Avanguardie a esperienze coeve fra cui Nuove Tendenze, in un’ottica di riscoperta completa e approfondita di quei cruciali decenni.

L’esposizione, promossa dal Comune di Milano | Cultura, anticipa con la sua apertura il palinsesto “I talenti delle donne”, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura, che durante tutto il 2020 proporrà iniziative multidisciplinari - dalle arti visive alle varie forme di spettacolo dal vivo, dalle lettere ai media, dalla moda alle scienze - dedicate alle donne protagoniste nella cultura e nel pensiero creativo.

“L’importante lavoro di ricerca che da sempre svolge il Museo del Novecento ha prodot- to questa sorprendente mostra dedicata a una figura poco nota al grande pubblico ma emblematica per tracciare il fermento culturale del primo ventennio del secolo scorso – dichiara l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un fermento che, nello specifico, ha consentito lo sviluppo di una personalità forte di pittrice e caricaturista, un’artista coraggiosa e originale, che insieme a molti altri ha marcato con il proprio segno l’avvio di quel secolo straordinario che è stato il Novecento”.

Main Sponsor Adriana Bisi Fabbri emerge come figura autonoma nel panorama artistico del tempo, il cui percorso matura e si consolida entro pochi anni dalla sua prima esperienza pub- blica. Proviene da una famiglia di artisti, uno zio materno, Alessandro Mantovani, era stato un decoratore attivo alla corte papale, e la figlia, Rosina Mantovani Gutti, è pittrice a Parigi, dove raggiunse una certa fama con i suoi ritratti dai toni vaporosi e sfumati. Adriana, che si firmeràAdrì , è autodidatta animata da una vivace curiosità nei confron- ti di ogni manifestazione artistica, guidata dalla ferrea volontà di essere considerata un’artista a tutto tondo in un’epoca e in un ambiente nei quali ancora, a una donna, molti percorsi formativi e obiettivi erano preclusi. Il suo temperamento carismatico non la faceva tuttavia passare inosservata: “Arrivò a Milano vestita da uomo. Sicuro. Da uomo. Le seccava un poco d’essere donna. L’aveva pre- sa una voglia matta di far chiasso, di far presto, d’essere la prima ad arrivare dio sa dove - non lo sapeva neppur lei - voleva strappare il suo avvenire a brancate (…). Perciò Adrì si vestiva volentieri da uomo, mettendo così in caricatura il suo e l’altro sesso” (Arturo Rossa- to, La vita degli sconosciuti - Adrì, in “Il Popolo d’Italia”, 7 giugno, Milano 1918). Adriana viene ricordata dalla critica coeva come una fra i migliori caricaturisti dell’e- poca: “caricaturista d’eccezione”, tra i massimi interpreti di questa speciale forma d’ar- te, “l’unica donna caricaturista che abbia dato questo secolo all’Italia”. I temi da lei trattati con aria profondamente dissacrante e sarcastica, e il suo stile compendiario, ma molto inciso e sferzante hanno fatto sì che molti credessero che dietro ai suoi lavori si celasse un uomo e non una donna, come ricorda Filiberto Scarpelli, all’epoca già celebre disegnatore satirico, umorista e artista d’avanguardia, nonché amico della coppia: “la Bisi Fabbri, non è una pittrice. Caso straordinario: è un pittore. Pittore maschio, dal san- gue sicuro, dall’espressione intensa, dalla pennellata precisa e definitiva. Guardando i lavori ch’ella espone a S. Pellegrino non si pensa davvero che essi siano nati da pensiero e da mani femminili”. La nota, che oggi può apparire irritante, all’epoca suonava come massimo elogio di un talento femminile, tanto che fu la stessa Adriana a darcene conferma “L’intelligenza non ha sesso. Io sono, io voglio - capisce che voglio? Essere un’artista - poi sarò, naturalmen- te, donna” (Filiberto Scarpelli, Un’esposizione tra due bicchieri di San Pellegrino, in “Il Giornale del Mattino”, 21 settembre, Bologna 1911).

Il percorso espositivo della mostra negli Archivi del Novecento, al quarto piano del Museo, corre lungo tre linee: la biografia di Adriana, il sodalizio anche lavorativo con il marito Giannetto Bisi, e infine l’ampio raggio di azione dell’artista, che ha condiviso solo marginalmente l’esperienza futurista, ma ha saputo tessere autonomamente una fitta rete di relazioni e conoscenze con i protagonisti di due decenni dell’arte italiana del secolo scorso.

I materiali documentari del Fondo Bisi Crotti, e soprattutto il carteggio in gran parte inedito tra Fabbri e Giannetto Bisi - giornalista, scrittore e traduttore - offrono un ca- pillare panorama della vita di questi giovani intellettuali, e al contempo una speciale chiave di lettura delle vicende artistiche, letterarie e giornalistiche succedutesi tra il 1900 e la loro prematura morte, rispettivamente nel 1918 e 1919. Arte, giornalismo

Main Sponsor e avanguardie svolgono una narrazione che da Ferrara passa a e a Milano, con produttivi contatti, specie di Adriana, con le istituzioni artistiche e culturali e con i gruppi d’avanguardia di Torino, Firenze, Roma e Venezia. È un intreccio fertile e costante tra le rispettive relazioni e conoscenze personali e la vita privata della coppia, che i due condividono nel corso del loro impegno intellettuale e artistico: protagonisti o talvolta comprimari, ognuno concentrato sul proprio percorso creativo, sempre con lucida consapevolezza del loro tempo e del valore del loro lavoro.

Intrecci e conoscenze dirette si esplicitano in mostra grazie al confronto con opere di altri artisti, i cui riferimenti sono racchiusi e sono stati ritrovati in diversi carteggi del fondo Bisi Crotti. Dal cugino , presente con alcune stampe legate al tema degli affetti e col ritratto che dedicò alla pittrice Ritratto( di Adriana Bisi Fabbri, 1904), a Cesare Laurenti, pittore di gusto simbolista e di forme Art Nouveau, ammirato a Padova mentre eseguiva decorazioni murali, al pittore e caricaturista Ugo Valeri, pro- tagonista a Padova di una rassegna incentrata sul tema de’ “I sette peccati”. Dall’artista belga Constantin Meunier Bisi Fabbri riprende l’iconografia degli umili che dramma- tizzerà ulteriormente nei disegni e nelle copertine per testate giornalistiche realizzate durante gli anni della guerra, mentre lo scultore Eugenio Bajoni è invece legato alla figura di Giannetto Bisi, come un altro artista ferrarese della sua generazione,Roberto Melli, poi giunto alla notorietà come esponente della Scuola romana, mentre è condivi- sa dalla coppia la conoscenza e l’amicizia con Aroldo Bonzagni.

La rassegna è costituita da oltre 200 opere tra dipinti, disegni, grafiche e prezioso ma- teriale documentario in gran parte inedito proveniente dal fondo Bisi Crotti, tra cui la stampa periodica a cui Adriana e Giannetto collaborarono e volumi provenienti dalla loro biblioteca personale.

“L’intelligenza non ha sesso è una mostra inedita - dichiara la Direttrice del Polo Arte Moderna e Contemporanea Anna Maria Montaldo - con una protagonista fuori dall’or- dinario. Una narrazione per capolavori e piccoli tesori, per racconti di vita quotidiana e virtuosismi pittorici non privi di una certa versatilità: un percorso dove le vicende pri- vate di Adriana si riverberano nella sua arte, quella stessa arte che vive all’interno di una fitta rete di conoscenze intellettuali di altissimo spessore. Inserita armoniosamente all’interno di un filone di ricerca che ha portato il Museo del Novecento a indagare quel- le figure femminili emerse dalle pieghe della storia, la mostra dedicata ad Adriana Bisi Fabbri getta una nuova luce sulla sua figura di artista completa, carismatica, energica e del tutto unica.”

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa, pag. 272, 255 illustrazioni, € 28,00

Le immagini ad uso stampa sono disponibili al seguente link: https://www.dropbox.com/sh/mrgyw0tmuf2aflq/AACb__wb1u8vTyVgDTOXJZNBa?dl=0

Main Sponsor L’INTELLIGENZA NON HA SESSO. ADRIANA BISI FABBRI E LA RETE DELLE ARTI (1900-1918) 3 dicembre 2019 | 8 marzo 2020 Ingresso compreso nel biglietto di accesso al Museo (5 euro)

Primo e terzo martedì del mese alle ore 15.30 visite guidate alla mostra (massimo 25 persone) con ingresso gratuito al museo

Museo del Novecento piazza Duomo 8, Milano tel. 02 88444061 [email protected] www.museodelnovecento.org Facebook: MuseodelNovecento Twitter: @museodel900 Instagram: @museodel900

Orari lunedì dalle 14.30 alle 19.30 martedì, mercoledì venerdì e domenica dalle 9.30 alle 19.30 giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30

Ufficio stampa Comune di Milano Elena Conenna tel. 02 88453314 [email protected]

Ufficio stampa Mostra Sara Vitali tel. 335 6347230 Silvia Introzzi tel. 335 5780314 [email protected]

Comunicazione Museo del Novecento Rossella Molaschi tel. 02 88448567 [email protected]

Main Sponsor SCHEDA TECNICA

Titolo Orari L’intelligenza non ha sesso. lunedì dalle 14.30 alle 19.30 Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti martedì, mercoledì venerdì e domenica dalle (1900-1918). 9.30 alle 19.30 giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30 A cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon Informazioni +39 02 884 440 61 Esuberante e carismatica pittrice Adriana [email protected] Bisi Fabbri (Ferrara, 1881 – Travedona Monate, 1918) si racconta attraverso i dipinti www.museodelnovecento.org e le illustrazioni, le caricature e i documenti. Facebook: MuseodelNovecento Partendo dallo studio del fondo archivistico Twitter: @museodel900 Bisi Crotti di proprietà del Museo del Instagram: @museodel900 Novecento, la mostra vuole rileggere l’attività artistica e la vicenda biografica di Adriana Ufficio stampa Comune di Milano Bisi Fabbri ricordata dalla critica come una Elena Conenna fra le migliori caricaturiste dell’epoca, e del [email protected] marito Giannetto Bisi, giornalista e letterato. tel. 02 88453314

Sede Ufficio stampa mostra Milano, Museo del Novecento, Sara Vitali piazza Duomo 8 Itaca Comunicazione Tel. 02 653635 Date al pubblico [email protected] 3 dicembre – 8 marzo 2020 [email protected]

Opening Comunicazione Museo del Novecento 3 dicembre, dalle ore 15.30 Rossella Molaschi Tel. 02 88448567 Promosso da [email protected] Comune di Milano|Cultura e Museo del Novecento Le immagini ad uso stampa sono disponibili al seguente link: Progettazione allestimento https://www.dropbox.com/sh/mrgyw0tmuf2a- TOP TAG Milano flq/AACb__wb1u8vTyVgDTOXJZNBa?dl=0

Progetto grafico Ogni primo e terzo martedì del mese Heartfelt Studio alle ore 15.30 visita guidate gratuita alla mostra (massimo 25 persone) Catalogo con ingresso libero al museo Electa Pag. 272 255 illustrazioni € 28,00

Main Sponsor COLOPHON MOSTRA

L’INTELLIGENZA NON HA SESSO. ADRIANA BISI FABBRI E LA RETE DELLE ARTI (1900-1918) Milano, Museo del Novecento, Spazio Archivi del Novecento 3 dicembre 2019 | 8 marzo 2020

A cura di Realizzazione allestimenti Giovanna Ginex e Danka Giacon Domenico Baldini RTI Inrete-Consel Assistenza alla curatela Valentina Plebani Trasporti Arteria Srl Amministrazione Stefania Audenino Restauri Vito Milo Segreteria Organizzativa Chiara Ceccutti Cornici Dionigi Tresoldi Cornici Pinelli

Comunicazione Fotografie Rossella Molaschi Manusardi.it con Carlotta Biffi Ufficio Stampa Progettazione allestimento Itaca Sara Vitali TOP TAG Milano Servizio custodia e assistenza in mostra Grafica Corpo di Guardia Museo del Novecento Heartfelt Studio Catalogo General contractor Electa & Project management Nagaia Burbi Gloria Schiavi RTI Inrete-Consel

Main Sponsor SCHEDA CATALOGO

L’INTELLIGENZA L’INTELLIGENZA L’INTELLIGENZA NON HA SESSO. NON HA SESSO. NON HA SESSO. ADRIANA ADRIANA ADRIANA BISI FABBRI BISI FABBRI BISI FABBRI E LA RETE E LA RETE E LA RETE DELLE ARTI DELLE ARTI DELLE ARTI 1900-1918 1900-1918 1900-1918 titolo L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti. 1900-1918

curatori Giovanna Ginex, Danka Giacon

editore Electa 28,00euro

collana cataloghi di mostra

caratteristiche brossura con alette,copertina BISI FABBRI_esec_aog.indd 17 x1-5 23 cm., pp. 272, 255 illustrazioni, € 28 25/11/19 12:33 tecniche

uscita in libreria dicembre 2019

isbn 978889182888-0

In un mondo dominato dalla presenza e dall’assoluto predominio degli uomini, come quello artistico-culturale di inizio Novecento, Adriana Bisi Fabbri ha cercato in ogni modo di farsi strada, da autodidatta, per poter liberamente dare spazio al proprio talento

Adriana Bisi Fabbri (Ferrara 1881 - Travedona 1918), che il Comune di Milano dedicherà, nel 2020, alle donne pittrice, illustratrice, disegnatrice satirica e caricaturista, protagoniste del pensiero creativo - sono il risultato dello ha attraversato con la sua fertile attività artistica i primi studio del fondo archivistico Bisi Crotti, di proprietà del vent’anni del Novecento. Adrì, come si firma nella sua Museo del Novecento, dal cui riordino è stato possibile produzione grafica matura, è un’autodidatta animata da rileggere anche la vicenda biografica del marito di Adrì, una vivace curiosità nei confronti di ogni manifestazione Gianetto Bisi (Ferrara 1881 – Verona 1919), giornalista e artistica, guidata dalla ferrea volontà di essere considerata letterato, e scoprire la fitta rete di contatti della coppia con un’artista a tutto tondo in un’epoca e in un ambiente gli ambienti culturali più vivaci del tempo, immersi nel nei quali ancora molti percorsi formativi e obiettivi dinamico clima artistico-letterario del primo ventennio professionali erano preclusi. del XX secolo, dalle Avanguardie a Nuove Tendenze, in La mostra e questo volume che l’accompagna edito da un’ottica di riscoperta completa e approfondita di quei Electa – che anticipano il palinsesto I talenti delle donne cruciali decenni.

sommario del catalogo 12 Le ragioni di una mostra, Danka Giacon 186 VII. Le Nuove Tendenze 16 Adriana Bisi Fabbri e Giannetto Bisi, 198 VIII. L’illustrazione Giovanna Ginex 206 IX. “Il Popolo d’Italia” e la guerra 98 Giannetto Bisi ed Enrico Somaré, un’amicizia 230 X. Moda, costumi, illustrazione nel segno di Adrì, Marco Tamborini 250 Descrizione del Fondo Bisi Crotti del Museo 108 I. Umorismo, satira, caricatura del Novecento, Valentina Plebani 124 II. Le prime prove, tra Ferrara, Padova e Milano 256 Cronologia, 144 III. Giannetto Bisi e la famiglia a Bergamo Giovanna Ginex con Valentina Plebani 158 IV. Autoritratti e il ritorno a Milano 260 Elenco dei documenti in mostra 168 V. Giannetto Bisi a Milano 262 Opere di Adriana Bisi Fabbri in mostra 174 VI. Incontri e suggestioni 266 Bibliografia di riferimento

date e luoghi della mostra Museo del Novecento di Milano 3 dicembre 2019 – 8 marzo 2020

Main Sponsor PROGETTO SCIENTIFICO

“L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900-1918)”

A cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon Museo del Novecento di Milano, 3 dicembre 2020 – 8 marzo 2020

La mostra è strettamente legata allo studio finora compiuto sul fondo archivistico Bisi Crotti, di proprietà del Museo del Novecento, dal cui riordino è stato possibile rileggere l’attività artistica e la vicenda biografica di Adriana Bisi Fabbri (Ferrara, 1881 – Travedona Monate, 1918) pittrice e caricaturista e del marito Giannetto Bisi (Ferrara, 1881 – Verona, 1919), giornalista e letterato. La coppia ha saputo intrecciare svariate conoscenze e relazioni negli ambienti culturali più vivaci del tempo coniugando il reciproco sostegno nella vita privata con la condivisione degli ambiti lavorativi, l’impegno intellettuale e artistico. Partendo dallo studio delle fonti archivistiche si è inteso dunque tracciare e far riscoprire la fitta rete e il vivace clima artistico-letterario del primo ventennio del XX secolo, dalle Avanguardie a esperienze coeve fra cui Nuove Tendenze, in un’ottica di riscoperta completa e approfondita di quei cruciali decenni.

Adriana Bisi Fabbri, pittrice nota per lo più alla critica come cugina di Umberto Boccioni, ma il cui percorso artistico matura e si consolida entro altri ambiti rispetto al caposcuola del fu- turismo, proviene da una famiglia di artisti. Uno zio materno, Alessandro Mantovani, era un decoratore attivo alla corte papale, e la figlia, Rosina Mantovani Gutti, una pittrice che a Parigi raggiunse una certa fama con i suoi ritratti dai toni vaporosi e sfumati. Adriana, che si firmerà Adrì, è un’autodidatta animata da una vivace curiosità nei confronti di ogni manifestazione artistica, e guidata dalla ferrea volontà di essere considerata un’artista a tutto tondo in un’epoca e in un ambiente nei quali ancora, a una donna, molti percorsi formativi e obiettivi erano preclusi. Il suo temperamento carismatico non la faceva tuttavia passare inos- servata: “arrivò a Milano vestita da uomo. Sicuro. Da uomo. Le seccava un poco d’essere donna. L’aveva presa una voglia matta di far chiasso, di far presto, d’essere la prima ad arrivare dio sa dove - non lo sapeva neppur lei - voleva strappare il suo avvenire a brancate, graffiare qualcuno, lasciare un profondo segno; e una donna che picchia, che graffia, che vuol fare delle monellerie di questo genere, non viene mai creduta - generalmente - una donna onesta. Perciò Adrì si vesti- va volentieri da uomo, mettendo così in caricatura il suo e l’altro sesso” (Arturo Rossato, La vita degli sconosciuti - Adrì, in “Il Popolo d’Italia”, 7 giugno, Milano 1918).

La stessa forza ed esuberanza emergono nelle sue caricature o parodie grottesche dove espri- meva un’assoluta libertà creativa, resa esplicita da un vortice di ironia, sintesi formale, abbre- viazione e deformazione del reale, che arrivava ad oltrepassare i limiti della rappresentazione realistica e oggettiva. Adriana viene ricordata dalla critica coeva come una fra i migliori caricaturisti dell’epoca: “ca- ricaturista d’eccezione”, tra i massimi interpreti di questa speciale forma d’arte, “l’unica donna caricaturista che abbia dato questo secolo all’Italia”. I temi da lei trattati con aria profondamente dissacrante e sarcastica, e il suo stile compendiario, ma molto inciso e sferzante hanno fatto sì che molti credessero che dietro ai suoi lavori si celasse un uomo e non una donna, come ricorda Filiberto Scarpelli, all’epoca già celebre disegnatore satirico, umorista e artista d’avanguardia,

Main Sponsor nonché amico della coppia: “la Bisi Fabbri, non è una pittrice. Caso straordinario: è un pittore. Pittore maschio, dal sangue sicuro, dall’espressione intensa, dalla pennellata precisa e definitiva. Guardando i lavori ch’ella espone a S. Pellegrino non si pensa davvero che essi siano nati da pensiero e da mani femminili”. La nota, che oggi può apparire irritante, all’epoca suonava come massimo elogio di un talento femminile, tanto che fu la stessa Adriana a darcene conferma “L’intelligenza non ha sesso. Io sono, io voglio - capisce che voglio? Essere un’artista - poi sarò, naturalmente, donna” (Filiberto Scarpelli, Un’esposizione tra due bicchieri di San Pellegrino, in “Il Giornale del Mattino”, 21 settembre, Bologna 1911).

La biografia intensa e tormentata, la personalità e la carriera della pittrice sono in gran parte inscindibili dalla figura esemplare di giornalista, letterato e intellettuale di Giannetto Bisi, ora riscoperta e portata alla luce in mostra. Compagno attento e appassionato, egli non mancò mai di sostenere e assecondare le scelte della moglie anche nei momenti più aspri della loro vita di coppia. Si erano conosciuti non ancora ventenni nella nativa Ferrara, e iniziano a frequentarsi almeno dall’autunno del 1904. Entrambi avevano già lasciato Ferrara per migliori occasioni di lavoro. Adriana rimane diversi anni a Padova lavorando come ricamatrice. Vive con la prima cugina di sua madre, Cecilia Boccioni Forlani, e con la figlia Amelia della quale è quasi coetanea, rimanen- dole legata per tutta la vita con un affetto e amicizia. A Padova ha spesso occasione di incontrare Umberto Boccioni, figlio minore di Cecilia, che la ritrae nell’estate del 1904. Giannetto, invece, si trasferisce prima a Milano, per frequentare l’università e tentare, la via della scrittura, per poi muoversi verso Firenze nel 1904, dove occupa l’alloggio del giovane artista ferrarese Arrigo Minerbi. A Padova, Adriana è inquieta: il pesante lavoro come ricamatrice, necessario per il suo sostentamento, le lascia pochissimo tempo per disegnare, studiare, iniziare il suo percorso d’artista. Non perde dunque alcuna occasione per viaggiare, incontrare artisti, visitare musei ed esposizioni. Nel 1905 è alla Biennale di Venezia con Cecilia e Amelia Boccioni, e subito descrive entusiasta a Giannetto le opere che più ha ammirato in mostra. Nelle lettere, anch’esse conser- vate nel fondo Bisi Crotti, leggiamo i nomi di Previati, di cui a Milano visiterà lo studio e per il quale la pittrice nutrirà un’estrema ammirazione tanto da riprenderne nei suoi primi dipinti a olio la cromia e la tecnica a larghe pennellate.

Nel 1907 Adrì segue il marito trasferitosi a Bergamo e inizia la collaborazione con diverse testa- te giornalistiche per la realizzazione di copertine e vignette. Nel 1911 esordisce a Venezia sulla scena internazionale partecipando all’Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa, di Ca’Pesaro, dove è richiamata ad esporre anche nei due anni successivi. Le sue opere non passano mai inosservate: “[...] siamo tra i ribelli alla pittura convenzionale o tra i creatori di una nuova con- venzione pittorica [...] la signora Bisi Fabbri con una serie di maschere violente nella colorazione monocroma e caricaturali nell’espressione [...] si può ben affermare la consuetudine della sin- golare pittrice dall’opera della quale pare siano volutamente escluse le notazioni femminili [...]” (Gino Damerini, L’ottava mostra giovanile d’arte a Ca’ Pesaro. Dalla mostra di Felice Casorati a quella dei postimpressionisti, in “Gazzetta di Venezia”, 18 maggio 1913).

Nel 1911 partecipa anche all’esposizione internazionale di umorismo “Frigidarium”, nel Castello di Rivoli. In questi anni la popolarità dell’artista cresce: oltre alle occasioni espositive, si molti- plicarono altre possibilità e offerte di lavoro, anche tramite il marito giornalista. Due bozzetti per i manifesti saranno pubblicati nella rivista di satira e umorismo “La Freddura”, di cui la pittrice firma anche la copertina(La maschera della gioia). La vediamo anche a Roma - dove nel 1911 conosce Giacomo Balla e ne visita lo studio - e a Firenze, con le mostre organizzate nelle sue

Main Sponsor diverse sedi dal sodalizio femminile Lyceum. Nel 1913 e nel 1914 espone con grande successo dipinti, disegni e caricature alle mostre organizzate a Torino e in altre città. A Milano, nel 1914, è col gruppo Nuove Tendenze cui la chiama a far parte Leonardo Dudreville. Nel gennaio 1915 la pittrice inizia la collaborazione come vignettista al quotidiano fondato e diretto da Benito Mussolini, “Il Popolo d’Italia”, condividendone la linea interventista. Lavorerà anche a Cremona, ospite nel 1916 del marchese Guido Somma Picenardi, sperimen- tando qui le sue poliedriche doti di costumista teatrale e scenografa. Nel frattempo, Giannetto Bisi ottiene a Milano l’incarico di direttore della rivista Scienza per tutti dell’editore Sonzogno: finalmente, Adriana può vivere a Milano, alla vigilia della guerra città vivacissima anche dal punto di vista artistico e culturale. Nel gennaio 1917 espone alla Mostra d’arte femminile allestita nella sede del Lyceum Club di Milano. Nel corso dell’anno, stretta tra le sempre precarie condizioni economiche della famiglia e la malattia ai polmoni che dà gravi segni di peggioramento, la pittrice si dedica anche al disegno di figurini di moda per diverse testate. A marzo espone alla Mostra dei Giocattoli organizzata dai giovani Roberto Longhi e Raffaello Giolli nella sede del Lyceum Club di Milano, per cui esegue anche diversi “cartelli”. A maggio partecipa al Concorso Nazionale d’arte “Per la nostra guerra” alla Permanente di Milano; a ot- tobre espone alla Mostra Bimbi e Fiori allestita alla Famiglia Artistica; a novembre esegue i disegni per l’“Almanacco Popolare Sonzogno” per il 1918. Alla fine del marzo 1918, ignorando lo stato di salute della pittrice, Manlio Morgagni, ammini- stratore del “Popolo d’Italia”, le chiede a nome di Mussolini di riprendere la collaborazione al giornale, interrotta nel gennaio del 1916.

Il 29 maggio 1918 Adriana Bisi Fabbri muore di tisi, a Travedona, dove si era trasferita il 25 mag- gio sperando di recuperare la salute. La morte della moglie fa cadere Giannetto Bisi in uno stato di disperazione assoluta, senza ri- medio e senza scampo. Muore il 2 agosto 1919 nel biplano Caproni 600 HP che si schianta nei pressi di Verona, al rientro dal primo viaggio con passeggeri sulla tratta Milano-Venezia.

Main Sponsor TESTI ISTITUZIONALI

Adriana Bisi Fabbri è l’artista che anticipa il palinsesto “I talenti delle donne” che il Comune di Milano dedicherà, nell’anno 2020, alle donne protagoniste del pensiero creativo, nella storia e nel tempo presente. Attraverso questo allestimento il visitatore avrà la possibilità di approfon- dire il ritratto di Adriana Bisi Fabbri che ha rivendicato con forza nel corso della sua attività pro- fessionale il suo essere artista a tutto tondo, manifestando interesse per le diverse espressioni e linguaggi della creatività, grazie anche al fecondo contatto e fervido scambio con intellettuali e artisti a lei contemporanei. Il Museo del Novecento, con questo progetto espositivo, presenta un accurato lavoro di ricerca e studio del Fondo archivistico Bisi Crotti, conservato nel Museo, che ha reso possibile rileggere non solo la vicenda biografica e artistica di una vivace e attiva rap- presentante del primo ventennio del secolo scorso, la cui vena parodica e ironica ne ha fatto una delle migliori caricaturiste del suo tempo, ma anche di ricostruirne il clima artistico-letterario, aggiungendo un prezioso tassello all’analisi di quel periodo storico.

Filippo Del Corno Assessore alla Cultura del Comune di Milano

Adriana Bisi Fabbri è stata all’inizio del secolo scorso un’artista e una donna fuori dall’ordinario. In un mondo dominato dalla presenza e dall’assoluto predominio di uomini come quello artisti- co-culturale di inizio Novecento, Adriana Bisi Fabbri ha cercato in ogni modo di farsi strada, da autodidatta, per poter dar liberamente spazio al proprio talento. Si veste da uomo, accusa il mon- do che la circonda fino ad affermare “L’intelligenza non ha sesso. Io sono, io voglio essere un’ar- tista. Poi sarò, naturalmente, donna”. In questa mostra, che scaturisce da una significativa, lunga e accurata ricerca partita dal riordino del Fondo Bisi Crotti di proprietà del Museo del Novecen- to, si presenta un’inedita lettura di Adriana Bisi Fabbri, si racconta l’appassionato rapporto con il marito Giannetto Bisi, inebriato dall’amore per lei e convinto sostenitore della sua affermazione artistica. Il fitto carteggio della coppia, tediata da separazioni forzate dovute a ragioni econo- miche e professionali, ne ricostruisce passo per passo il percorso artistico e tratteggia l’ampia rete di rapporti che entrambi coltivano con il mondo culturale del tempo. Il progetto, realizzato grazie al generoso sostegno dei fratelli Crotti, anticipa di alcune settimane il palinsesto che nel 2020 Milano dedica ai talenti delle donne, toccando un tema molto interessante e ricorrente sul ruolo delle figure femminili che hanno avuto nella storia dell’arte un ruolo marginale e assai limitato nelle presenze. La mostra dunque si inserisce in quella linea che il museo ha percorso negli ultimi anni, volta a riposizionare le artiste, in questo caso Adriana Bisi Fabbri, nelle rela- zioni intellettuali e nella temperie culturale del periodo in un ruolo estremamente innovativo e interessante, quello stesso ruolo che il contesto sociale dell’epoca e la lettura storica non hanno riconosciuto a lei come ad altre donne. Ancora una volta si può dunque asserire che la scarsa presenza delle donne nel panorama artistico, così come in molti altri contesti, non dipende da una loro reale latenza, ma piuttosto dall’impossibilità di riconoscerne il ruolo.

Anna Maria Montaldo Direttrice Polo Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano

Main Sponsor TESTO DA CATALOGO

Le ragioni di una mostra Danka Giacon

Nel 2016 il Museo del Novecento ha avviato un programma di riordino, consolidamento e in- ventariazione degli archivi storico-artistici di propria competenza, acquisiti con varie modalità nel corso degli anni dal Comune di Milano e confluiti al museo alla sua apertura, nel 2010, con l’intento di affiancare al patrimonio di opere d’arte utili testimonianze documentarie per l’appro- fondimento delle vicende artistiche del secolo scorso. Il riordino dei materiali d’archivio, tra i primi doveri del museo, ha permesso inoltre di aprire i fondi al personale del museo, a studenti, studiosi e ricercatori dando la possibilità di verifiche, confronti, aggiornamenti, conducendo rilevanti approfondimenti di tasselli della storia dell’arte del XX secolo. La prima importante campagna è stata dedicata alle carte dell’archivio della Galleria Gian Fer- rari, giunte al Museo del Novecento dopo la scomparsa di Claudia Gian Ferrari nel 2010. L’archi- vio Gian Ferrari è molto complesso, costituito da diversi fondi aggregati, il cui riordino è stato affidato alla Cooperativa CAeB, che nel 2017 ha concluso il censimento analitico ora disponibile alle postazioni di consultazione del museo. Proprio questo archivio è stato poi utile per la pre- parazione della mostra dedicata a Margherita Sarfatti inaugurata nel 2018. Il presente volume e la mostra a esso collegata presentano il risultato di una seconda campagna di riordino avviata nel 2018 e relativa al Fondo Bisi Crotti. La rilevanza dell’archivio era finora nota per la presenza di materiali legati al futurismo, e a Umberto Boccioni in particolare, come emerso in occasione della mostra dedicatagli nel 2016. Solo nel 2018 è stato però possibile affrontare in modo sistematico tutto l’intero fondo nella sua articolata complessità. Dopo un primo censimento svolto dal personale interno, è apparso chiaro che per la ricchezza dei contenuti e delle relazioni tra gli stessi materiali, dei riferimenti alle vicende storico-artistiche anche minori del primo Novecento fosse fin da subito necessario affiancare nel lavoro archivistico anche una competenza scientifica di solida esperienza, da cui la scelta di collaborare con Giovanna Ginex. Il Fondo Bisi Crotti è stato acquisito nel 2005 insieme a una serie di vari archivi inerenti al mo- vimento futurista: dalla biblioteca Piazzoni-Marinetti, con oltre cento titoli e manifesti futuristi; al fondo archivistico di Francesco Cangiullo, che contiene dattiloscritti, manoscritti, corrispon- denza; alle lettere autografe inviate da Marinetti a Paolo Buzzi in tempo di guerra, all’archivio di Ugo Piatti che, oltre a varie testimonianze, conserva gli attrezzi utilizzati per costruire gli intonarumori. Il Fondo è giunto alle Civiche Raccolte d’Arte dai fratelli Crotti – eredi di Marco Bisi (1908-2002), figlio di Giannetto Bisi e della pittrice Adriana Fabbri – e, come descritto da Valentina Plebani negli apparati in catalogo, è costituito da tre sezioni: la prima relativa a materiali correlati a Um- berto Boccioni (fotografie, cartoline, oggetti); una seconda include il fitto carteggio tra Adriana Bisi Fabbri e Giannetto Bisi e la loro corrispondenza con la “rete delle arti” che li circondava, in un arco cronologico tra il 1901 e il 1918; una terza legata a Marco Bisi. I materiali sono stati conservati con gran cura da Marco Bisi, erede e custode della memoria familiare, rimasto solo dopo la morte del fratello Riccardo nel 1932. Le carte sono pervenute al museo già divise in cartelle ordinate per “annualità” dal 1900 al 1994. Nelle cartelle stesse sono presenti elenchi manoscritti e dattiloscritti dei documenti – talvolta incompleti ed errati – e spesso sui fogli, anche originali, sono presenti interventi di seconda mano: sottolineature,

Main Sponsor appunti a penna, con rimandi a mostre e studiosi a cui i beni sono stati concessi in prestito. Nello specifico, in quest’ultimo caso si è constatata la presenza di dattiloscritti, anche in più copie, di documenti originali non più presenti nel Fondo. Abbiamo attribuito questi interventi, quasi certamente, allo stesso Marco Bisi, che ha studiato in modo passionale i documenti rela- tivi alla madre, cercando di diffonderne la conoscenza. Sempre con la volontà di valorizzare la produzione artistica di Adriana Bisi Fabbri, Marco Bisi ha destinato a istituti pubblici alcune opere: un nucleo di disegni al Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma (ora Istituto Centrale per la Grafica), un disegno al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino e un dipinto al Museo del Paesaggio di Verbania, e tra gli altri il quadro Afa meridiana, donato nel 1985 alle collezioni pubbliche milanesi e ora al Museo del Novecento. Grazie al riordino del Fondo – compiuto negli ultimi due anni e non ancora concluso per la ter- za sezione di materiali – è stato possibile rileggere l’attività artistica e la vicenda biografica di Adriana Bisi Fabbri e di Giannetto Bisi. La coppia ha saputo intrecciare svariate conoscenze e relazioni negli ambienti culturali più vivaci del tempo, coniugando il reciproco sostegno nella vita privata con la condivisione degli ambiti lavorativi, l’impegno intellettuale e artistico. Con la direttrice Anna Maria Montaldo e con Giovanna Ginex è nata quindi l’idea di dedicare ai risultati del lavoro di ricerca una mostra d’archivio per illustrare al pubblico le rilevanti no- vità emerse intorno alla figura della pittrice e del compagno. Partendo dallo studio delle fonti archivistiche si è inteso dunque tracciare e far riscoprire la fitta rete e il vivace clima artistico- letterario del primo ventennio del XX secolo, dalle avanguardie a esperienze coeve fra cui Nuo- ve Tendenze, in un’ottica di riscoperta completa e approfondita di quei cruciali decenni. Per la realizzazione della mostra, ai fini di una maggior esaustività, i materiali di archivio sono stati messi in relazione sia con documenti presenti in altri archivi privati – in particolare presso la famiglia Crotti, a cui va un sentito ringraziamento per la generosa collaborazione – sia con la bibliografia pubblicata. In mostra si è deciso di esporre, oltre ai documenti, giornali, riviste, disegni e dipinti di Adriana Bisi Fabbri e degli artisti più significativi del panorama artistico del tempo con opere concesse in prestito da collezioni private e dai musei che hanno sostenuto la mostra. Sono tre le linee che corrono lungo il percorso espositivo: la biografia di Adriana, il sodalizio anche lavorativo della coppia Bisi Fabbri, infine l’ampio raggio di azione dell’artista, che ha condiviso solo marginalmente l’esperienza futurista, ma ha saputo tessere autonomamente una fitta rete di relazioni e conoscenze con i protagonisti di due decenni dell’arte italiana del secolo scorso.

Main Sponsor CRONOLOGIA

1881 Adriana Fabbri nasce il 1° settembre a Ferrara. Giannetto Bisi nasce il 14 dicembre a Ferrara.

1889 Nasce Gina Bisi, sorella di Ugo (nato nel 1880) e di Giannetto.

1892 Il 29 agosto nasce Alessandro Fabbri – detto Sandrino – fratello di Adriana.

1900 Adriana Fabbri realizza i primi disegni documentati.

1901 A marzo Adriana Fabbri lascia Ferrarae si reca a Padova per cercare lavoro. A Padova, abita pres- so Cecilia Boccioni Forlani, prima cugina della madre, e la figlia Amelia Boccioni. Il 26 marzo èassunta dalla ditta Michele Zuckermann, “Mode - Confezioni - Novità - Seterie - Lanerie - Pel- liccerie” – come sarta e ricamatrice. A settembre Giannetto Bisi progetta di trasferirsi a Milano per proseguire gli studi di Farmacia. Arriva a Milano a novembre. Il 19 dicembre Giannetto torna ad abitare in famiglia a Ferrara.

1902 Il 13 gennaio Giannetto torna a Milano. È studente alla Scuola superiore di Medicina Veterinaria. Il 20 marzo torna a Ferrara per frequentare i corsi della Scuola di Farmacia della locale Università degli Studi. Nel Diario riferisce di aver vinto il primo premio di un concorso letterario, non specificato.

1904 Tra marzo e ottobre Giannetto e di nuovo a Firenze, inizialmente residente in via Nazionale, poi in via Agnolo Poliziano 6, “presso il sig. Arrigo Minerbi”. A luglio Umberto Boccioni esegue il ritratto di Adriana Fabbri. Tra la fine dell’estate e l’autunno Giannetto e Adriana iniziano a frequentarsi. A Firenze, il 4 ottobre, Giovanni Fattori esamina alcuni saggi di studi dal vero di Adriana esprimendo il suo apprezzamento.

1905 Giannetto vive a Ferrara e studia per gli esami universitari, prossimo alla laurea, ma il suo sogno è dedicarsi a una carriera letteraria. L’8 febbraio ha inizio la relazione amorosa tra Giannetto e Adriana, con incontri, nei mesi successivi, sempre più frequenti e appassionati. La pittrice, che vive ancora a Padova, talvolta si reca a Milano, attratta dalla vivacità della vita culturale e arti- stica della città. Ancora a Padova, disegna all’aperto in Prato della Valle e continua a esercitarsi nelle ore serali e nel poco tempo libero. Legge e studia, sostenuta da Giannetto che le invia articoli di giornali, libri, riviste. A settembre la pittrice visita la Biennale di Venezia, rimanendo colpita soprattutto dalle opere di . A fine ottobre si trasferisce a Milano con la madre Olga Fabbri Mantovani, il fratello maggiore Antonio e Sandrino. Risiedono in via An- nunciata 8, dove la giovane ha finalmente un piccolo spazio suo, “una nicchia”. Lavora di cucito, soffre per il poco tempo concesso al disegno, alla pittura, all’acquerello e con i pastelli. A novem- bre visita gli studi di Filippo Carcano, Gaetano Previati, Giuseppe Mentessi, Luigi Conconi, e incontra Alberto Grubicy.

Main Sponsor 1906 Dal mese di gennaio, Giannetto inizia con fatica la carriera di pubblicista e giornalista, con collaborazioni saltuarie, talvolta riuscendo a pubblicare qualche suo racconto breve. A febbraio Adriana è ospite a Roma della zia pittrice Rosina Mantovani Gutti. A marzo esordisce a una collettiva della Società di Belle Arti di Verona.

1907 Il 6 gennaio Adriana e Giannetto si sposano a Milano, con il solo rito civile. La coppia, per il momento, e costretta per motivi economici a vivere separata: Giannetto a Bergamo, dove lavora come impiegato, Adriana a Milano, ancora come ricamatrice, ospite di Cecilia e Amelia Boccio- ni. A maggio la rivista “Natura ed Arte” pubblica un racconto di Giannetto illustrato da Adriana. A giugno, la coppia si ricongiunge a Bergamo, nell’abitazione in via Angelo Maj 5 A. Dall’autun- no Giannetto lavora nella redazione della rivista “Il Giornale. Organo del Partito Democratico in Bergamo”: corregge bozze, scrive articoli di fondo, è titolare di una rubrica di critica letteraria. Diverra presto redattore capo della testata.

1908 A febbraio Adriana, ora Bisi Fabbri, espone alla Mostra dei bozzetti del Circolo Artistico di Ber- gamo; a maggio, alla Seconda Esposizione Quadriennale di Belle Arti della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino; a luglio, all’Esposizione del bianco e nero del Circolo Artistico di Bergamo. Il 14 settembre nasce Marco Bisi, primogenito della coppia; il 29 settembre Giannetto lascia “Il Giornale”; l’8 novembre diviene redattore del periodico “La Rassegna. Commerciale, agricola, industriale e finanziaria”. A dicembre è pubblicato il primo disegno di copertina realiz- zato da Adriana per “Il giornalino della Domenica”.

1909 Tra gennaio e marzo la pittrice ha una ricaduta della sua malattia tubercolare. Anche per le co- stose cure necessarie, Giannetto chiede piccoli, ma continui, aiuti finanziari al fratello Ugo Bisi. A gennaio la pittrice partecipa a Bergamo alla mostra “Pro Calabria” allestita al Circolo Artisti- co; a febbraio, all’Esposizione umoristica “Pro Fiera benefica” al Teatro Donizetti; a marzo alla Mostra dei bozzetti, ancora al Circolo Artistico. A giugno Amelia Boccioni scrive ad Adriana del prossimo trasferimento a Sacile, dove insegnava Guido Callegari, che sposerà a marzo dell’anno seguente. Le cugine, molto legate tra loro, si rivedono appena possibile: l’8 novembre la pittrice esegue un intenso ritratto di Amelia.

1910 A maggio e a luglio sono pubblicati altri disegni di copertina realizzati da Adriana per “Il giorna- lino della Domenica”. In agosto la pittrice partecipa alla Mostra Triennale dell’Accademia Car- rara di Bergamo e alla Mostra di bozzetti, acquerelli e fotografie della Società Incoraggiamento Arti e Mestieri di Vicenza. A dicembre, espone tre “pastelli a carattere caricaturale” alla I Espo- sizione Internazionale Femminile di Belle Arti di Torino organizzata dalla rivista “La donna”.

1911 Il 22 aprile si inaugura a Venezia, Ca’ Pesaro, l’edizione primaverile dell’Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa. Per Adriana, unica donna invitata a parteciparvi, è l’esordio in una sede di valenza internazionale. Alla stessa data, da Milano, Umberto Boccioni indirizza a Giannetto una cartolina postale con la quale invita Adriana a partecipare alla Prima Esposizione di Arte Libera che si sarebbe aperta da lì a poco a Milano. A maggio la pittrice partecipa a Bergamo alla Mostra artistica a vantaggio della Scuola d’arte applicata all’industria Andrea Fantoni, e con Giannet- to assiste alla serata futurista tenutasi in città, al Teatro Nuovo. A giugno la pittrice partecipa a “Frigidarium” Esposizione Internazionale di umorismo allestita a Rivoli, dove si aggiudica una medaglia di bronzo. A luglio presenta nelle sale del Grand Hôtel di San Pellegrino Terme

Main Sponsor oltre duecento opere, allestite nella Sezione artistica industriale nazionale dell’Esposizione dei Prodotti della Val Brembana. Con lei, espongono Giovanni Battista Galizzi e Luigi Daniele Cre- spi. Adriana ottiene il Gran Premio e la medaglia d’oro. A settembre si avviano i contatti tra la direzione del sodalizio femminile Lyceum di Roma e la pittrice, invitata a organizzare una sua personale nei locali del Club romano. Da novembre Giannetto lavora alla nuova edizione de “La Gazzetta di Bergamo”, quotidiano locale schierato con i liberali moderati; resterà al giornale fino al 1914, svolgendo innumerevoli compiti redazionali e più strettamente giornalistici. A dicembre la pittrice inaugura al Lyceum Club di Roma la sua prima mostra personale. A Roma incontra il poeta e critico d’arte Luciano Folgore.

1912 A marzo, Adriana inaugura al Lyceum Club di Firenze una sua personale. Si reca a Firenze anche allo scopo di ottenere commissioni per ritratti, che infatti eseguirà numerosi in città. Ad aprile, sempre a Firenze, partecipa anche alla Mostra umoristica pro combattenti in Libia organizzata dalla Federazione degli Artisti Toscani a Palazzo Mattei. A maggio, espone a Ferrara alla Terza Permanente di Belle Arti promossa dalla Società Benvenuto Tisi da Garofalo. A giugno e nuova- mente presente a Venezia all’Esposizione dell’Opera Bevilacqua La Masa allestita a Ca’ Pesaro. Accompagnando le opere, visita lo studio di Emma Ciardi. A Milano, è premiata al concorso indetto dal giornale milanese “Il Secolo XX” per il disegno satirico Saggio del programma futu- rista. A novembre partecipa all’Esposizione d’Arte umoristica e di Caricatura allestita a Treviso.

1913 Giannetto diviene direttore de “La Gazzetta di Bergamo”. Umberto Boccioni ritrae Olga Manto- vani Fabbri nella scultura Vuoti e pieni astratti di una testa. Il 6 febbraio nasce a Bergamo Ric- cardo Bisi, secondo e ultimo figlio della coppia, affidato a una balia a causa delle cattive condi- zioni di salute della madre. A marzo la pittrice espone alla Mostra del Bianco e Nero del Circolo Artistico di Bergamo. Benché malata, non interrompe la sua ormai avviata attività artistica, e a maggio è presente anche all’Esposizione d’Arte umoristica della città per la quale disegna inol- tre la cartolina e il manifesto. A maggio è nuovamente invitata a Venezia, all’VIII Esposizione giovanile d’arte dell’Opera Bevilacqua La Masa allestita a Ca’ Pesaro. A giugno, nell’ambito della II Esposizione Internazionale Femminile di Belle Arti di Torino si inaugura l’esposizione intito- lata “La donna nella caricatura”. Adriana espone, vende molte opere e si aggiudica una delle due medaglie d’oro concesse dalla giuria. A luglio espone alla IV Mostra d’arte pura e applicata di Rimini promossa dalla Società Dante Alighieri e allestita a Palazzo Ferrari. Ad agosto partecipa a Salsomaggiore alla Esposizione d’arte lombarda e parmense promossa dalla Famiglia Artistica Milanese e alla Mostra Triennale dell’Accademia Carrara di Bergamo; a settembre, alla mostra dell’Accademia di Belle Arti di Brera allestita al Palazzo della Permanente di Milano.

1914 Nel corso dell’anno, Adriana collabora con “La Domenica Illustrata” edita a Milano da Sonzogno e Giannetto scrive sulla rivista d’arte “Emporium”. A marzo la pittrice partecipa a Bergamo ad al- cune rassegne locali e ad aprile esegue il disegno di copertina per la rivista satirica milanese “La Freddura”. Nel frattempo, e sino a maggio, viaggia a Firenze e a Roma, in compagnia dell’amica scrittrice Caterina Vertua Binetti, e ottiene diverse commissioni per ritratti. All’inizio di aprile Giannetto e a Mantova per preparare il trasloco in vista della nomina alla direzione di un nuovo giornale locale, “Il Corriere di Mantova”, quotidiano organo del Partito liberale democratico. La pittrice lo raggiunge nella seconda metà di maggio. Nello stesso mese partecipa alla I Esposi- zione Internazionale di Caricatura e Umorismo promossa dalla rivista “Numero” di Torino. La mostra sara poi riallestita a Milano e a Genova; Adriana è premiata con una medaglia. Sempre a maggio, partecipa alla Prima esposizione d’arte del gruppo Nuove Tendenze inaugurata a Mila- no nella sede della Famiglia Artistica. Le tavole del catalogo si aprono con la riproduzione delle sue tele, La danza e L’abbraccio. A giugno e al Lido di Venezia, dove all’Hotel Excelsior viene

Main Sponsor allestita l’Esposizione di alcuni artisti rifiutati alla Biennale veneziana. In agosto ha termine la sfortunata esperienza mantovana di Giannetto, che rassegna le dimissioni da direttore del “Cor- riere di Mantova”. A fine settembre la famiglia si trasferisce da Mantova a Milano.

1915 A gennaio Giannetto diviene socio dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti con sede a Mi- lano ed è nominato direttore della rivista “La Scienza per tutti” della casa editrice Sonzogno; dal mese di novembre dirigerà per la stessa editrice la nuova rivista “il Mondo”. Si dedica ora, sempre per Sonzogno, anche alla traduzione in lingua italiana di testi stranieri editi in lingua francese. Tra i primi, il volume di Ivan Sergeevič Turgenev, Racconti russi, pubblicato entro l’an- no. A gennaio Adriana inizia la collaborazione come vignettista al quotidiano fondato e diretto da Benito Mussolini, “Il Popolo d’Italia”, di cui la pittrice condivide la linea interventista. In aprile partecipa alla Mostra annuale della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. In agosto Giannetto e richiamato soldato e in ottobre e di stanza alla III Compagnia di Sanità, a Milano. Lì pubblica un giornale interno intitolato “La Sanità”. Adriana illustra qual- che racconto de “La Domenica Illustrata” di Sonzogno e collabora all’edizione per il 1916 del- l’“Almanacco Popolare Sonzogno”.

1916 Dall’inizio di febbraio la pittrice è a Cremona dove esegue decorazioni, scenografie e disegni dei costumi per lo spettacolo teatrale Syrtala, messo in scena e musicato dal marchese Guido Sommi Picenardi, con il quale stringe un rapporto di amicizia e collaborazione. Con qualche breve rientro a Milano, resterà a Cremona fino a maggio, esponendo a rassegne locali e immer- sa nell’ambiente dell’aristocrazia e della borghesia locale, per la quale esegue diversi ritratti su commissione. A maggio, rientrata a Milano, firma il contratto di affitto per uno “Studio di Pittore” in via San Primo 2. L’artista, benché sofferente, riallaccia con entusiasmo i rapporti con conoscenti e committenti milanesi, annunciando il suo nuovo recapito di lavoro.

1917 A gennaio Adriana espone alla Mostra d’arte femminile allestita nella sede del Lyceum Club di Milano. Nel corso dell’anno, stretta tra le sempre precarie condizioni economiche della fami- glia e la malattia che dà gravi segni di peggioramento, la pittrice si dedica anche al disegno di figurini di moda per diverse testate. A marzo espone alla Mostra dei Giocattoli organizzata dai giovani Roberto Longhi e Raffaello Giolli nella sede del Lyceum Club di Milano, per cui esegue anche diversi “cartelli”. A maggio partecipa al Concorso Nazionale d’arte “Per la nostra guerra” alla Permanente di Milano; a ottobre espone alla Mostra Bimbi e Fiori allestita alla Famiglia Artistica; a novembre esegue i disegni per l’“Almanacco Popolare Sonzogno” per il 1918. La pit- trice non interrompe l’esecuzione delle sue miniature, sempre richieste dal mercato, e anche di qualche ritratto di committenza privilegiata.

1918 Alla fine di marzo, ignorando lo stato di salute della pittrice, Manlio Morgagni, amministratore del “Popolo d’Italia”, le chiede a nome di Mussolini di riprendere la collaborazione al giornale, interrotta nel gennaio del 1916. Il 25 maggio Adriana si trasferisce a Travedona, ma dopo soli quattro giorni muore di tisi. La morte della moglie fa cadere Giannetto in uno stato di dispera- zione assoluta, senza rimedio e senza scampo.

1919 Il 2 agosto Giannetto muore nel biplano Caproni 600 HP che cade nei pressi di Verona, al rientro dal primo viaggio con passeggeri sulla tratta Milano-Venezia.

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